La figlia di Thanatos

di Sauronofmordor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** delle giornate andate store. ***
Capitolo 3: *** pov Triss/Remus ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Avviso!!!!! ***
Capitolo 6: *** ULTIMO AVVISO ***



Capitolo 1
*** prologo ***


La figlia di Thanatos.
Prologo.
Era una stupenda serata di dicembre a Portland il sole si rifletteva sulla neve e il dolce freddo invernale accompagnava i mortai, e non solo, nelle loro faccende.
Thanatos, come sempre, era impegnato nel suo solito e noiosissimo lavoro che consisteva nel condurre le anime dei mortali ai cancelli dell’Ade quando la vide.
 Era una ragazza che dimostrava poco più di vent’anni di media forse bassa statura con un corpo snello e atletico ma la cosa che lo colpi maggiormente fu il suo viso era la cosa più bella che avesse mai visto. La sua bellezza superava, a suo parere, anche quella di Cupido o sua madre Afrodite.
 La sua pelle era di un candore che al dio ricordava la neve appena caduta. Quel candore irreale andava ad accentuare i lineamenti delicati e elfici della ragazza andavano ad incorniciare due occhi che sembravano cambiar’ colore al mutare della luce e in quella luce crepuscolare sembravano dei gioielli ricavati dalla giada più pura. Che venivano messi in risalto dal i suoi capelli che non erano ricci ma nemmeno lisci era una via dimezzo che faceva sì che il nero quel intenso nero dei capelli rilucesse come cobalto che suscitarono un senso nostalgico a Thanatos che ritornò a tanto, tantissimo tempo prima a quella notte eterna da cui era stato generato insieme a suo fratello gemello Hypnos.  Quella sera il nume capi che dopo millenni riuscito a sfuggire dai capricci di Cupido e alle sue frecce anch’egli era caduto sua vittima di quella magia chiamata amore. Mai prima di allora Thanatos avrebbe pensato che lui dio della morte potesse provare un tale sentimento come l’amore.
Come molte altre sere Alex era di ritorno dalla libreria. Aveva appena finito di riordinare i nuovi arrivi quindi era stanca e non vedeva l’ora di andare a dormire soprattutto perché il giorno dopo le sarebbe toccato andare all’università per sostenere gli esami di fine trimestre.
Alex stava tornando a casa lungo la le deserte strade di Portland ascoltando musica quando qualcosa la colpì violentemente da dietro facendola finire violentemente sopra qualcosa di duro ma caldo e tutto si fece buio.
Quando Thanatos vide l’auto di grossa cilindrata priva di conducente che iniziava a scendere a folle velocità dalla collina e dirigersi contro la mortale che li aveva stregato il cuore, non ci penso nemmeno, si catapultò nella sua direzione e la placcò e al avvolse in un abbraccio mettendosi sotto di lei e con le sue enormi ali corvine che appena impatto con il suolo muto in un lungo soprabito nero.
Qualche istante a Alex riuscì di nuovo a vedere ciò che vide la lasciò senza fiato e terribilmente scossa. Nel posto in cui si trovava fino a pochi istanti ora c’era il rottame di quella che doveva essere un’auto di cilindrata piuttosto grossa che probabilmente era una jeep o qualcosa di simile che ora era impossibile da identificare schiantata e deformata contro il muro di una abitazione com’era.
Alex sentì un gemito provenire da sotto di sé ed abbassando lo sguardo stranita e lo vide l’uomo più bello che avesse mai visto aveva lineamenti che sembravano scolpite nel marmo che mettevano in risalto i suoi occhi d’onice. Vedendo il suo viso Alex ripensò a tutte le immagini dei libri di storia e letteratura che raffiguravano gli dei e eroi greci ma anche gli angeli o i martiri dell’cristianesimo, la giovane non avrebbe mai immaginato che all’ mondo esistesse qualcuno così bello da farle mancare il fiato in quel modo e mentre lei faceva tutte queste considerazioni incrociò lo sguardo del suo salvatore.
Il tempo tra sembrò dilatarsi all’infinito fino a sembrare esser divenuto liquido e cristallizzato nei loro sguardi. In quello di lui lei riusciva a trovarvi un senso di solitudine e tristezza senza eguali ma al contempo questi sentimenti erano scacciati da un fuoco intenso e vibrante, mentre nel suo lui riusciva a vedervi un mondo di sogni e desideri che bramavano di divenire reali.
 Soltanto dopo quella che sembro un’eternità Alex si accorse di essere ancora avvolta dalle braccia di quell’uomo che l’aveva salvata dalla morte, scatto cercando di alzarsi diede inavvertitamente una ginocchiata nelle parti basse del dio che più per la sorpresa che per il dolore scatto seduto dando una testata alla poveretta che si lascio scappare un gemito.
fece la ragazza.
fece il nume massaggiandosi la fronte. La ragazza ricordandosi in che situazione si trovavano la ragazza si alzò di scatto e si diresse verso la vettura. Vedendo ciò Thanatos si alzo a sua volta raggiunse la mortale e al fermò e le disse .
Alex sentendo ciò si fermo di botto e si voltò a guardare il suo interlocutore.
. Lui la guardò in quei meravigliosi occhi color giada che sembravano voler divorare ogni cosa e le rispose con un cenno affermativo del capo.

concordo lui. Dopo la chiamata alle autorità e aver ricevuto istruzioni sul da farsi sui due che dovevano aspettare l’arrivo delle autorità calo un silenzio piuttosto imbarazzante.
A rompere il giaccio fu Alex . la ragazza incuriosita da questa figura enigmatica chiese i due continuarono a chiacchierare per una buona mezzora prima che la polizia che era stata rallentata dalla neve e arrivasse sul posto.
Dopo aver fatto deposizione sul accaduto i due furono lasciati liberi di andare.
Dopo gli avvenimenti di quella sera i due iniziarono a vedersi e tenersi in contatto fino a che una notte quello stesso dio invece di raccogliere e sottrare la vita ai mortali come era solito fare poteva anche generarla nelle giuste condizioni. (e non entriamo nei particolari)
E dopo nove mesi alla loro amore nacque una bambina che in comune accordo decidessero di chiamare Tristis Emerys non per il significato del nome in perse ma per il significato che poteva avere.
Angolo scrittore.
Salve gentili lettori se state leggendo questa nota a fine dell’opera che oggi ho caricato anche se è un po’ ma che dico un bel po' incasinata che ho scritto per introdurre la storia in per sé.
 Be’ posso dirti solo grazie e chiederti gentilmente di lasciare una recensione indifferentemente se positiva o negativa sul testo da me stesso dove mi lasci suggerimenti e critiche sulla la storia e magari anche suggerimenti su nuovi personaggi se si vuole.
Infinitamente grato l’autore.
PS. Siate oggettivi e andateci pure giù pesante con le critiche.

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Capitolo 2
*** delle giornate andate store. ***


Percy.___________________________________________________________________________________________________________________ Erano passati ormai nove anni che Gea era stata sconfitta. I primi due anni subito dopo la sua sconfitta erano stati un susseguirsi di imprese eroiche per eliminare i mostri più problematici risorti dal tartaro, tanto per cambiare io e Annabeth eravamo sempre in prima linea insieme agli alti ex membri ella defunta Argo due. Dopo quei due anni di continue di lotta e di caccia al mosto le cose si erano stabilizzate e da allora nessuno aveva udito una nuova “grande profezia” da parte di Rachel l’oracolo di Defi. Quando mi sono svegliato questa mattina qualcuno mi avesse detto come sarebbero andate le cose me ne sarei tornato a sbavare sul cuscino della cabina numero tre senza pensarci due volte. Tutto ere iniziato per il meglio le arpie non cantavano, se non vi è mai capitato di svegliarvi al suono di una arpia che canta e come venir ’svegliato da un allarme anti aereo della seconda guerra mondiale direttamente nel cervello e vi assicuro che non è per nulla bello, grazie agli dei sul campo regnava la tranquillità. Mi ero vestito ed ero uscito per fare colazione per poi andare all’arena dove avrei tenuto lezione a i novellini come all’solito oggi era il turno della casa di Ares come ogni venerdì mattina, mi ero dimenticato di dire che ero il nuovo istruttore di scherma del campo da quando il signor D mi aveva “offerto” il posto, non che potessi rifiutare mi ha praticamente obbligato a acetare, comunque almeno la paga per quel lavoro estivo era buona quindici Dracme Olimpiche al mese, circa duecento dollari l’una ma il valore è mutevole e cambia a seconda del valore del’ oro sul mercato. Al padiglione della mensa quella sera erano tutti in fermento per la caccia alla bandiera, ma io ero agitato per altri motivi finalmente mi ero deciso. Quando il padiglione della mensa si fu quasi completamente svuotato mi avviai al tavolo di Atena dove Annabeth era ferma a leggere un libro. -Ei sapientona che leggi? – lei senza alzare lo sguardo dal libro -Cupole e restauro. Il pantheon comunque che vuoi testa d’alghe. – niente solo ricordarti che Chirone chi ha chiesto di darli una mano ad arbitrare la partita di questa sera. Te lo ricordi vero? – lei -certo che me lo ricordo è strano che sei tu a ricordartelo. - mi prese in giro. Tutto si stava svolgendo per il meglio nessuno aveva infranto le regole tutto procedeva per il meglio la partita stava volgendo al termine, con la vittoria della squadra capitanata dalla casa di Atena, quando improvvisamente la temperatura calò bruscamente e un forte senso di déjà-vu mi pervase. Nel bosco tutto anche gli insetti si zittirono la foresta fu invasa da una leggera e bassa nebbia verdognola. quando vidi arrivare Rachel avvolta dallo spirito di Defi mi riaffioro alla mente di quando avevo visto, quasi dodici anni fa, quando Annabeth era stata rapita da quella schifosa manticora, avevo ancora gli incubi al pensiero di quella vecchia mummia che aveva deciso di farsi un giro. Quando anche Chirone la vide suono il nel suo corno richiamare tutti e porre fine alla battuta di caccia alla bandiera quando tutti i semidei furono riuniti ella prese parola per – Le antiche catene son infrante Un dio senza none sé destato La una caccia selvaggia ha scatenato Ma l’antico e sfuggente e schivo per mano della figlia dell’angelo l’antico torto si potrà sanare- Detto ciò Rachel svenne. Se non fosse stato per i figli di apollo sarebbe caduta di faccia su le rocce circostanti, piuttosto doloroso a parer mio. Nessuno fiatava o si muoveva persino Chirone pareva una statua il volto era una maschera di pietra impenetrabile. Il silenzio regnava sovrano e per quelli che sembrava un’eternità ma che in verità erano stati soli pochi minuti. Due anni dopo. REMUS._________________________________________________________________________________________________________________ È incredibile come un dannato caprone possa rovinarti la giornata. Io e la mia attuale padrona, parlo di padrona ma io non sono il cane di nessuno ne ho solo l’aspetto per ora comunque stavamo passeggiando per le strade di Portland quando mi accorsi che qualcuno ci stava seguendo e questo era già molto strano perché nessuno prestava attenzione alla mia padrona. Lei, e solita, vestirsi sempre con colori scuri tendenti al nero e sempre più grandi di almeno due tagli che li nascondevano e sformavano i bei lineamenti del suo corpo che non erano chi sa che ma aveva le curve al posto giusto che andavano ad accentuare il suo fisico snello e delicato che la facevano sembrare una di quelle fate dal aspetto vagamente gotico. Questo fatto era accentuato anche dal pallore naturale della sua pelle, che non importava quanto stesse al sole tanto non si abbronzava, e dalla folta chioma di capelli leggermente mossi di un nero corvino che mi ricordava una di quelle notti senza luna e con il celo coperto da minacciose nubi temporalesche. Che andavano ad incorniciarle il volto di una bellezza travolgente che però nonostante la sua bellezza da fiaba passava in secondo piano quando si vedevano i suoi occhi di una bellezza sconcertante che erano formati da due colori che a metà dell’iride si fondevano per creare una quantità infinita di sfumature che li facevano sembrare a una composizione di un gioielliere pazzo che aveva unito il periodo per la parte più esterna e dell’aquamarine purissima per la parte più vicina alla pupilla che sembrava anchessa intagliata da una pietra preziosa. Comunque dov’ero? A sì a quando il satiro, il più imbranato che avessi mai viso, fece la sua entrata. – Ciao – allora Triss (il nomignolo che tutti usavano per rivolgersi alla mia padroncina), che non si era accorta di nulla, sobbalzo e si girò verso la fonte del suono si ritrovò a pochi centimetri dal satiro in questione che non dimostrava più di 20 umani. -Scusa sapresti magari indicarmi la strada per l’università? E dirmi che ore sono? – Triss che è sempre stata una persona gentile e a questa gentilezza devo la vita, questo e il motivo che da due anni mi comporto da bravo cane (anche se ho l’aspetto di un lupo) e le sto vicino per riconoscenza e gratitudine, li rispose – scusa non so l’ora ma per le indicazioni posso aiutarti è piuttosto semplice devi proseguire dritto per circa cinquecento metri e poi svoltare a sinistra poi dritto per due isolati e poi di nuovo a destra per altri due isolati e pia sinistra – la faccia che fece il satiro era qualcosa di assolutamente unico a metà tra lo sconcertato e sconfortato con uno spruzzo di “non ci ho capito un acca” vedendola non potei fare a meno di ridere come Triss d’altronde. Il povero satiro brontolo qualcosa che suonava come: ma perché tutte a me. La mia padroncina che come già detto era di animo gentile allora aggiunse – se vuoi ti posso accompagnare tanto sono di strada – sentendo ciò il volto del satiro si illumino di gioia e le disse – te ne sarei grato, io sono Grover Underwood -. Più per educazione che per alto Triss rispose – Io sono Tristis Emerys ma tutti mi chiamano semplicemente Triss per comodità. Invece lui è Remus – finalmente accennando a me. Lungo la strada non sembrava i due non parlarono molto e io tenevo d’occhio il satiro che sembrava piuttosto preoccupato della mia presenza. Quando arrivammo finalmente all’università il satiro si gira e dice – grazie senza di te non ce al avrei fatta probabil- ma non riuscì a finire la frase che un ruggito scosse la terra e un oggetto non meglio identificato volo nella nostra direzione, personalmente mi piacciono i gabinetti perché sono una buona fonte d’acqua quando si è un lupo o cane che si voglia ma non mi sarei mai aspettato di vedermene volare uno contro alle porte di una università.ma quello che mi preoccupava di più al momento non era il perché un gabinetto era volato nella nostra direzione e non dei benefici derivanti dai gabinetti di ceramica. Infatti pochi istanti dopo fummo raggiunti da quelli che sembravano dei reduci da una guerra combattuta tra schizzi d’acqua e carta igienica è da quello che sembrava la versione XXL di un rotolo della carta igienica bagnato molto ma molto arrabbiato e la statua di un cane in stile cinese e un body builder sotto steroidi. -Percy, Annabeth ma che diavolo avete combinato voi due mentre io non c’ero - chiese Grover i due che avranno avuto circa venti venticinque anni, lo guardarono le senza fiato cercarono di dire non chiedere andiamocene e basta. A quel punto la mia padrona che per tutto il tempo era stata zitta si lasciò sfuggire un gemito di orrore alla vista di quell’coso non meglio identificato che sembrava piuttosto frastornato a dire il vero e chiese – che diamine e quel affare. I tre che fino a quel momento sembravano esseri dimenticati di lei si voltarono di scatto e la guardarono e si misero a confabulare tra loro cosi fummo o per meglio dire lei fu condotta, o più correttamente fu rapita e costretta, da quei tre e portata attraverso quello che sembrava un portale. Io non ci pensai due volte e mi ci tuffai dentro e quando né usci mi ritrovai immediatamente circondato da un brano di ragazzini armati di archi, lance e spade in bronzo. Se questa non la si definisce una brutta giornata non so proprio come chiamarla. ________________________________________________________________________________________________________________________ Angolo autore. Ciao a tutti voi cari e pochi lettori che avete scelto di leggere la mia FF. Vorrei ringraziarvi di aver letto anche questo capitolo di “La figlia di Tanatos” e vorrei anche scusarmi per la lunga attesa. Ma non è colpa mia lo giuro la scuola mi aveva rapito e segregato nelle ore di studio pre compito che solo chi fa o ha fatto un indirizzo chimico può capire. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e sono gradite recensioni e critiche ma anche suggerimenti per nuovi personaggi e ambientazioni certo non mi manchino al contraio di certi venerdì (chi capisce la citazione riceve un biscotto Blu). Saluti bella gente da Mordor e tutto Sauron vi saluta alla prossima.

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Capitolo 3
*** pov Triss/Remus ***


Che pessima giornata parte 2. ___________________________________________________________________________________________________________________ Tristis (Triss). ________________________________________________________________________________________________________________________ Dire che ero spaventata sarebbe stato un eufemismo. Dopo la cosa all’università e essere rapita da della strana gente solo perché avevo aiutato un loro amico e ero alquanto traumatizzata anche dallo sbalzo termico al quale fui sottoposta quando mi trassinarono al interno di quella porta luminosa apparsa dal nulla. La prima cosa che notai era il caldo a Portland non faceva mai caldo, è la mia città preferita per questo, si sentiva il canto degli uccelli ripresami solo in parte dallo shock mi guardai intorno. Ora non mi trovavo più in centro citta ma bensì in quello che sembrava un bosco molto vecchio e molto rigoglioso con alberi con diametri assurdi quasi come una sequoia. In meno di quanto chiunque riesca a dire precipitevolmente mi ritrovai accerchiata da ragazzi che a occhio e croce avevano la mia età armati di lance spade e chi con archi. Erano ad armi spianate ma non ma più che puntare me sembravano puntare più in basso verso le mie gambe e solo in quel istante mi accorsi che puntavano Remus. A Remus quel cucciolone. Mi seguirebbe anche in capo al mondo. Lui è il mio migliore amico, non che ne abbia molti ma lui per me c’è sempre sin da quando era una palletta di pelo spaventata, moribonda e abbandonata in un cartone sul ciglio della strada. Fu proprio cosi che lo conobbi. Era una fredda giornata di dicembre, e quando dico fredda dico fredda da farti congelare e andare in ipotermia, e stavo gironzolando per le strade intorno a casa quando sento un flebile rumore provenire da una scatola. Sulle prime pensai di essermelo immaginato ma poi lo sentì ancora. Dovete sapere che sono sempre stata una persona molto curiosa. Quindi mi avvicinali alla scatola e la aprii. Dentro la scatola c’era un cucciolo di cane che avrà avuto poco più di due mesi, non che me ne intenda dare una età a qualcosa ma si vedeva che era ancora piccolo, che stava lì rannicchiato su sé steso per scaldarsi ma nonostante tutti i suoi sforzi non ce la faceva. In quel preciso istante sentii che la vita che la vita lo stava abbandonando poco alla volta come una candela sotto una campana di vetro. Decisi che dovevo salvarlo. Presi la scatola e tutto e lo portai alla clinica veterinaria di Albert, un amico di mia mamma. Da quel momento Remus entro a fare parte della nostra famiglia. La cosa buffa e che Remus e scontroso con tutti be tranne me e si comporta come un cucciolone anche se ormai ha già due anni, che sono quasi 24 anni per un cane. Comunque tornando a noi quando ho visto che quegli sconosciuti stavano minacciando il mio cane andai su tutte le furie. Ma nessuno si aspettava quello che successe dopo. Remus._________________________________________________________________________________________________________________ Eravamo circondati. Non avevo altra scelta. Dovevo tornare ciò che ero in principio prima di assumere le sembianze di lupo. Triss.___________________________________________________________________________________________________________________ Remus si mise a ringhiare, e fin lì ok lo potevo capire. Ma non era più della grandezza di cane da pastore. Il suo corpo iniziava a ingrossarsi sempre più, si vedevano le fibre muscolari guizzare e ingrossarsi sotto il pelo che solitamente nero e grigio con riflessi cobaltiti inizio a luccicare e iniziò a fondersi assieme diventando sempre più lucido fino a diventare di un puro color neve, la pelle si fece tutt’uno con il pelo e che si stavano stratificando per diventare scaglie gli occhi divennero pozzi di pura oscurità il collo e la coda crescevano a vista d’occhio sempre più affusolati e come se non bastasse dalla schiena proruppero delle enormi ali screziate d’oro . Quello che era al mio fianco non era più un cane bensì un enorme dragone simile a quello delle storie medievali, del colore più bello che avessi mai visto era bianco sulla schiena e mano a mano che si ci si allontanava dal dorso diventava oro per poi terminare sulle zampe con un rosso vermiglio come quello del sangue appena versato. In un istante mi ritrovai avvolta dal corpo di quella ceratura che fino a pochi istanti prima era il mio adorato Remus. Ma il suo modo di stringersi a me era con fare protettivo e trasudava pericolo per chiunque si fosse avvicinato. Dopo tutto quello che era appena successo feci l’unica cosa sensata che qualcuno nei miei panni potesse fare, non che volessi, cioè svenni. Tutto si fece silenzioso e nero intorno a me. ________________________________________________________________________________________________________________________ Angolo autore Cari lettori, ma che sto dicendo, grazie a voi singole tre persone che seguite la mia serie. Mi vorrei scusare con voi pre questo capitolo un po’ più corto del solito ma mi ero incasinato con la scuola e non sapevo come andare avanti nei panni di Triss e Remus. Comunque vi ringrazio di cuore per aver letto anche questo capitolo sparo che per la prossima mia pubblicazione riesca a trovare lo spunto giusto e partire in quarta per poi finire come si deve. Grazie e alla prossima da Mordor e tutto qui Sauron passo e chiudo.

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Neiral. ____________________________________________________________________________________________________________________ La giornata procedeva per il meglio, o almeno credevo, i figli di Ares si erano dati una calmata e non avevano mandato troppa gente in infermeria, si certo cerano state un bel po' di risse ma meno del solito il che per me era un bene dato che oggi ero di turno in infermeria per dare una mano ai miei zii della casa sette. Erano da poco passate le quattro del pomeriggio e mi stavo dirigendo nel bosco insieme a Annie per rifornire le mie scorte di erbe medicinali che si stavano esaurendo. -cosa ti serve oggi Neri? - mi chiede Annie strappandomi dai miei pensieri – per prima cosa basta con questo nomignolo lo sai che lo odio. Secondo oggi devo prendere delle radici di Lludw e della corteccia, Iorwg stessa cosa, Helyg anche la linfa, Hemlog due o tre tuberi basteranno e per finire due o tre favi di miele. – dissi senza voltarmi – Sai se non fossimo amici e non conoscessi tuo padre direi che sei pazzo, ma sapendo che tu sei figlio suo è comprensibile che anche tu abbi una qualche strana fissa con dei tipi di medicina stranissima. – a questo commento mi aveva colpito oltre che profondamente offeso. E quindi le risposi a tono molto scherzoso – A be scusa tanto mi cara Aurea se non capisci il celtico antico ma si dia il caso che la medicina druidica e una delle più efficienti e con minor impatto sul ambiente che ci siano e puoi credermi sulla parola dato che sono figlio Esculapio il dio della medicina. – detto questo mi voltai e mi incamminai per la foresta. Sentivo Annie che mi accompagnava nella mia ricerca, sapevo che aveva capiti che aveva esagerato da come le avevo risposto infatti io non menziono quasi mai il nome di mio padre non perché lo odio e solo che non mi piace parlare di lui. Eravamo nel folto della foresta avvolti nel silenzio quando Annie mi si avvicina e mi dice – Senti mi dispiace per averti offeso prima non era mia intenzione e lo sai mi e sfuggito e ti chiedo scusa – io dopo un po' le rispondo -tranquilla lo so che non volevi e comunque lo sai che non posso rimanere arrabbiato con te dato che sei come una sorella per me. – stavamo per abbracciarci quando a la foresta fu scossa da un ruggito che fece tremare la terra da quanto era potente. Dalle proporzioni e dalla potenza del ruggito cosi su due piedi potevo dire che si trattava di un qualche creatura dalle dimensioni piuttosto ragguardevoli che probabilmente superava anche i trenta metri di lunghezza ma la cosa che ni preoccupava di più non erano tanto le sue dimensioni ma bensì la direzione. Il ruggito proveniva dal campo. Lasciammo tutto lì e ci precipitammo verso il campo il più in fretta possibile. Quando fummo a circa cento metri dal campo lo vidi. Era una delle creature più gande che avessi mai visto era un dragone di più di cinquanta metri dalla punta del capo fino alla fine della coda. Le squame erano bianche sul dorso e d’oro sul ventre e le zampe erano color sangue appena versato sperai vivamente che quella fosse la sua livrea e non vero e proprio sangue. -ma che Ufren e quel affare e come ha fatto a entrare nel campo qui non dovremmo essere al sicuro da quelle cose? – chiedo a nessuno in particolare. Passato il panico mi concentrai a studiarlo una cosa che mi salto subito al occhio e che non stava attaccando nessuno teneva tutti a distanza ma non attaccava il che era decisamente strano. Quale mostro circondato da semi dei che non attacca. Certo era una creatura stupenda forgiata per la guerra questo era chiaro bastava una occhiata a le zanne e gli artigli che aveva erano più lungi di una spada greca e di draghe, le scagli e erano spesse e numerose e cosi compatte tra loro che non ci sarebbe passato neanche uno spillo preso a martellate, le ali erano robuste e spesse e coriacee sembravano quelle di un pipistrello formato super mega extra large il complesso, la stessa architettura ossea e muscolare lo rendevano magnifico un vero spettacolo una macchina di morte perfettamente calibrata. - È bellissimo. – sento Annie dire di fianco a me. Come attratto da queste parole il drago si volta nella nostra direzione. ______________________________________________________________________________________________Remus Stavo cercando di tenere alla larga quei ragazzi, armati fino ai denti, dalla mia padrona e stava anche funzionando meglio di quanto non credessi. La trasformazione mi aveva fatto sentire meglio dopo due anni che non riuscivo a cambiare forma ora cero riuscito. Ero intento a proteggere Triss da una scarica di frecce quando alle mie spalle sento – È bellissimo. – estendo questo commento, più per curiosità che per altro, mi giro verso la fonte di tali parole dette da una voce dolce piena di stupore e ammirazione. Quando mi voltai la vidi era chiaramente una aurea uno spirito dell’vento, una brezza gentile, era giovane e bellissima come un cielo stellato nella notte più buia. I capelli le arrivavano sino alla vita erano intrecciati in una coda selvaggia e disordinata di un candore ammaliante, che esaltavano il colore verde scuro, scuro come le foglie di un albero millenario ricco e sfumato in mille verdi diversi. Le labbra sottili e rosse come il sangue che mettevano in risalto a carnagione chiara, ma non perlacea come quella di Triss più tendente al rosa. Indossava un abito stile impero che le arrivava poco dopo il ginocchio il color pervinca la rendeva simile al omonimo fiore, delicato, maestoso e molto bello. Quando la guardai con più attenzione mi persi nei suoi occhi erano stupendi magnifici e al contempo mi stregavano più li guardavo più mi ci perdevo. Era una sensazione strana, mi partiva dal petto e mi scaldava facendomi venir voglia di sorridere, anche se in quella forma dubito che sorridere sia possibile senza spaventare tutti quelli che mi circondavano. Erano almeno cento cicli che non sentivo questa sensazione. Senza accorgermene mi ero alzato e con Triss nascosta sotto la mia ala mi ero avvicinato alla racìgaza e mi ci ero fermato difronte senza mai smetterla di guardarla. Eravamo lì imbambolati a guardarci a vicenda se non fosse stato per Triss che si era mossa nel suo riparo probabilmente sarei rimasto li per ore a fissare quei quelle due immense foreste che prendevano vita al interno dei suoi occhi. Sentendo che di lei potevo fidarmi metto una zampa sotto l’ala e tiro fuori Triss che era ancora priva di sensi e la cosa mi stava preoccupando non poco visto che lei era la mia padrona e avevo un debito di vita nei suoi confronti. -Per favore salvate la mia padrona non so cosa sia successo. Non era mai successo prema non so che fare- dissi con voce disperata. ___________________________________________________________________________Angolo autore. _____________________________________________________________ Salve a tutti per aver letto anche questo capitolo della storia. Oggi ho scritto poco ma tanto. (ma che sto scrivendo) si lo so che non ha senso, ma lo avrà. Ora mi spiego meglio da oggi domenica 11 giu. 17 sono un uomo libero dalla scuola almeno per ora e volevo festeggiare questo avvenimento con voi avvisandovi che questa settimana se riesco vi pubblicherò almeno altri due capitoli della storia o un altro capitolo o una nuova storia auto concludente a cui sto lavorando. Comunque vi avviso non so se riuscirò a farlo. Volevo avvisarvi, in oltre, che tra qualche tempo la stori sarà disponibile anche su altre piattaforme. Comunque per oggi e tutto vi saluto da Mordor buona nottata a tutti baci da Sauron.

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Capitolo 5
*** Avviso!!!!! ***


Avviso a chiunque segue la storia. per problemi legati alla storia ed essere incappato in un problema sulla continuazione della storia la pubilicazione sara interrota sono mortalmente dispiacuto per il disguido che ciò potra causarvi e me ne dispiaccio fino a che il bolcco mentale non mi sara passato vi chiedo di pazzientare e di scusarmi. chiedo scusa da mordor e le mineiere di moria. (Giulio alias) Sauron

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Capitolo 6
*** ULTIMO AVVISO ***


AVVISO A TUTTI COLORO CHE STANNO ESGUENDO LA STORIA DI TRISS REMUS E NEILAR VOGLIO DIRE CHE NON VERRANNO PIù PUBBLICATE SU QUESTO TSITO MA CONTINUERANNO SU WATTPAD SUL PROFILO DI TRISTISSVITEM ALIAS ME A CHI E INTERESSATO ENTRO IL GIORNO 5 DE SEGUENTE MESE SARA PUBBLICATO IL PROSSIMO CAPITOLO

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