The Daughter

di claudiamantovani
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Animals ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Claire de Lune ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Riflesso ***



Capitolo 1
*** Prologo: Animals ***


Prologo: Animals

Sono in un vicolo cieco, non posso scappare, loro sono subito dietro di me, giro la testa verso di loro quel tanto che basta per vedere che sui loro volti c'è un ghigno malefico, si stanno già pregustando la vittoria.

Io ho fatto tutto ciò che potevo fare, ma continuo a correre, anche se sono finita in un vicolo cieco, volgo il mio intero corpo verso di loro e continuo a indietreggiare pian piano, tanto anche loro hanno rallentato l'andatura, fino a toccare il muro del palazzo alle mie spalle. Appena sono abbastanza vicini, chiudo gli occhi sperando che, se non vedo ciò che mi fanno, possa avere meno dolore.

Sento dei rumori di lotta ma non sento nessun dolore, quindi non mi stanno picchiando, meno male! Ma quindi con chi stanno lottando quelli?

Apro gli occhi e vedo quei due balordi a terra e un ragazzo con il fiatone che controlla che non si rialzino più. Ancora un po' sotto shock e con la voce un po' tremante chiedo:

-Sono morti?-

Il ragazzo sembra, improvvisamente, ricordarsi che ci sono anch'io in questo vicolo e si volta nella mia direzione.

-No tranquilla, sono solo svenuti.-

-Oh okay.-

Dopo attimi di silenzio mi ricordo che, molto probabilmente, lui mi ha salvato la vita, quindi mi appresto a ringraziarlo:

-Grazie infinite, non so cosa mi avrebbero fatto quei due bruti se tu non fossi arrivato in tempo.-

-Oh tranquilla, è stato un piacere salvare una bella ragazza come te.-

Arrossisco alle parole del ragazzo e mi maledico per aver tagliato i capelli da poco altrimenti li avrei usati per coprirmi il volto... Nel frattempo il ragazzo ricomincia a parlare.

-Sei nuova di questo quartiere? Non ti ho mai vista da queste parti.-

-Oh, in realtà io non sono di questo quartiere, ma questi tizi mi stavano inseguendo da un po' e sono finita qui, ma sì, mi sono trasferita da poco, sono arrivata settimana scorsa, per la precisione.-

-Wow!-

-Già, sono una calamita per i pericoli.-

-Sta tranquilla. Comunque mi chiamo Jason-

-Molto piacere Jason, io sono Alisia-


Angolo Autrice:
Ecco qui, il primo capitolo della mia prima storia qui su EfP.
Che cosa ne pensate? Fatemi sapere se volete!
Baci!
Claudia

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Claire de Lune ***


Capitolo 1: Claire de Lune Sono in un bosco e corro, corro come mai prima d'ora, mi giro e dietro di me ci sono due tizi che mi rincorrono e a un certo punto uno apre la bocca e... *Triiiiiiiinnnnn* Ma che diavolo? Perché quello fa il rumore che fanno le sveglie? Perché non parla? *Triiiiiiiinnnnn* *Triiiiiiiinnnnn* -Alisia se non spegni quella dannata sveglia io te la rompo e ti butto giù dalla finestra!- Con gli occhi ancora chiusi allungo il braccio e, a tentoni, cerco di spegnere la sveglia. Finalmente riesco nel mio intento. Ma perché ho messo la sveglia? Sono in vacanza, posso dormire quanto voglio, no? -Alisia alzati o farai tardi.- -Mmm...- -Alisia la scuola!- La scuola, la scuola... Oh Santi Numi! La SCUOLA! Porca vacchettina! Mi alzo di corsa e rischio di inciampare con le coperte, corro in bagno, ma vado a sbattere. Ma che caspiterina succede oggi? Poi collego tutto, ci siamo trasferite. Abitavamo a Milano, ma a mia madre hanno dato una scelta: 1. Farsi licenziare perché lì stavano tagliando il personale; 2. Farsi trasferire dall'altra parte del mondo, più precisamente a New York. La mamma ha deciso di trasferirsi, dobbiamo pur mantenerci in fondo, ha fatto una scelta saggia e penso che l'avrebbero fatta un po' tutti. So che lei era indecisa perché io mi ero fatta una vita a Milano, avevo moltissimi amici, avevo un ragazzo, ma l'ho convinta io a scegliere il trasferimento, è il lavoro che ama e non avrei voluto che lei ne cercasse un altro. Per fortuna con l'inglese me la cavo molto bene, ero la prima della classe, infatti, parlare inglese, per me è come parlare l'italiano. Peccato che quando io abbia comunicato al mio ragazzo che mi sarei trasferita dall'altra parte del mondo, lui abbia deciso che non valeva la pena nemmeno far finta di provarci. Ci sono stata molto male, ma, fortunatamente, non stavamo insieme da così tanto tempo per potermi definire innamorata persa e ancora prima di partire c'eravamo entrambi lasciati la storia alle spalle e ci siamo salutati alla mia partenza da amici. A proposito di amici! Spero di riuscire a sentire almeno i miei migliori amici... L'acqua fredda sul viso mi risveglia dal sonno e dai pensieri, mi lavo velocemente e torno in camera. Metto velocemente la divisa della scuola, mi piace molto. È composta da una gonna blu oltremare lunga fino a metà coscia, delle calze bianche alte fino al ginocchio, una polo bianca e un maglioncino dello stesso colore della gonna. Prendo il telefono, lo zaino e vedo che non farò in tempo a fare colazione, esco e corro alla fermata dell'autobus che sta arrivando. Lo prendo al volo. Mi metto le cuffie alle orecchie e mi perdo tra le note dei miei autori preferiti. Stamattina ho proprio bisogno di una musica che mi calmi un po', così decido di mettere Claire de Lune di Debussy, è un brano spettacolare. Alla seconda volta che faccio partire la canzone sento qualcuno che mi picchietta la spalla, mi giro e chi mi vedo davanti? Un viso abbastanza familiare, mascella squadrata, naso alla francese, fronte alta, capelli nero pece e due occhi azzurro mare, da far svenire chiunque. Mi sforzo di ricordare dove io abbia già visto una meraviglia simile e mi ricordo! È il ragazzo che mi ha salvata ieri! Ma com'è che si chiama? John, James, Jacopo? No, no e ancora no! Sono proprio negata con i nomi! Non ho ancora smesso di fissarlo, ma non me ne rendo conto perché sono troppo presa tra i miei pensieri, non mi accorgo nemmeno che sta cercando di parlarmi e che io ho ancora le cuffiette alle orecchie e il volume al massimo. Mi risveglio solo perché lui mi toglie una cuffia dicendo. -Sentiamo cosa ascolti da imbambolarti così ahah!- -Potrei scommettere che non conosci nemmeno che canzone sia, ...!- Lascio la frase in sospeso sul nome perché non vorrei fare una figuraccia più grossa di quella che ho già fatto fino a ora. -Certo che conosco questo brano! S'intitola Clarie de Lune di Debussy- dice tranquillo lui. -La conosci davvero? Saresti la prima persona alla quale la faccio sentire, anche se, teoricamente, non te l'ho fatta sentire io, ma mi hai rubato tu una cuffia, che la conosce! È meraviglioso!- -Ovvio che la conosco! Ogni pianista deve conoscerla!- mi fa sapere ovvio. -Sei un pianista?! Oh santi dei! Devi farmi sentire come suoni! Magari proprio questa canzone!- [*in questo momento i miei occhi sono proprio a cuoricino è proprio il ragazzo dei miei sogni.*] -Va bene ma calmati uragani chiaccherone- Ops... Sono leggermente chiacchierona. -Scusami.- dico abbassando il viso che ha preso lo stesso colore dei miei capelli. -Non devi scusarti, finalmente ti sento parlare un po'. A proposito, stai un po' meglio dopo ciò che è successo qualche giorno fa?- -Oh sì, grazie a te.- -Basta ringraziarmi però, dai.- -D'accordo.- -Aspetta, ma vieni nella mia stessa scuola?- Abbasso lo sguardo dal suo viso e noto che anche lui indossa una divisa uguale alla mia se non per la camicia al posto della polo e dei lunghi pantaloni che sostituiscono la gonna. I nostri maglioni sono dello stesso colore, così come i pantaloni, ma hanno lo stesso simbolo della scuola. Uno scudo giallo-oro con un leone rosso, tipo quello dei Grifondoro (sì, ho scelto la scuola proprio per questo motivo... La fangirl che è in me saltava di gioia quando ha visto il leone e con le mie amiche continuavamo a ripetere che stavo andando nella scuola dei Grifondoro ahahahaha.) -Se la tua scuola è la casata Grifondoro allora si!- -Casata Grifondoro? Ahahahahah! Questa non l'avevo ancora mai sentita! Ma pensandoci bene mi pareva di aver visto questo leoncino da qualche parte e tu me lo hai ricordato!- -Felice di essere stata utile e così sei in debito con me e sei costretto a farmi sentire Claire de Lune suonata da te muahahahah!- -Diabolica la ragazza eh? Sai che l'avrei suonata per te lo stesso?- -Allora sei ancora in debito con me- E gli faccio una linguaccia colossale. ~Ti chiamavano matura~ ~Zitta coscienza~ Questo ragazzo mi sorprende ancora rispondendo alla mia linguaccia con... Una pernacchia! Così mi offende questo! E ora faccio ancora più la bambina. Mi rimetto le cuffie, incrocio le braccia sotto il seno e mi giro dalla parte opposta. Dopo qualche minuto mi toglie nuovamente una cuffia e l'immaturo mi dice: -Bambina capricciosa?- -Io non sono una bambina capricciosa!- -Invece sì, ma possiamo discutere dopo? È questa la nostra fermata- -Oh porca paletta!- -Dai andiamo!-

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Riflesso ***


Il ragazzo misterioso/mio salvatore ed io scendiamo dall'autobus, ok, forse sarebbe meglio dire che lui mi ha trascinata giù dall'autobus e ci avviamo verso il cancello della scuola. Io non mi sono accorta di avere ancora le cuffie, me ne accorgo solo quando riparte Claire de Lune, così stoppo la musica, stacco le cuffie e le rimetto nella borsa. Dopo un attimo sento il ragazzo dirmi: -Quindi?- -Cosa quindi?- -Ho chiesto se sai dov'è la segreteria?- -Cos'è? Il tuo modo per farti perdonare?- -No, è il mio modo per sdebitarmi ahahahha- -Ahah contaci! Deciderò io cosa devi fare per sdebitarti! Comunque non so dove sia la segreteria- -Dai, vieni con me, ti accompagno io. Però, ti pregooooooooo [Lo dice allungando la o finale e guardandomi con fare fuffoloso, si avete capito bene Fuffoloso], perdonami, non posso stare troppo tempo sapendo che una bella ragazza come te sia arrabbiata con me- Lo guardo per un minuto buono con la faccia pensierosa, cercando di trattenere una risata, poi dico con fare teatrale: -Ci devo pensare, tu, intanto, portami in segreteria e poi vedrò se perdonarti- Lui scoppia a ridere ma subito s'incammina verso l'ingresso, sto pensando di fare una figura delle mie chiedendogli il nome quando: -Ei Jason! Jason! Certo che sei proprio stronzo!- Oh, si chiama Jason! Ci ero arrivata vicina. ~Sì, certo! Vicinissima proprio!~ Il ragazzo al mio fianco, il ragazzo del quale ho appena RIscoperto il nome, si volta verso la provenienza della voce con un sorrisone e ribatte: -Ei demente mio della mia vita!- -Cosa fai ora? Il nostro gruppo ti fa così schifo da non passare nemmeno a salutarci?- risponde il ragazzo che chiamava prima il mio schiavetto personale, una volta che ci ha raggiunto. -Oh no, carissimo! Stavo accompagnando questa bellissima e nuova ragazza in segreteria, visto che si è appena trasferita qui.- Il ragazzo sembra accorgersi solo ora di me, si volta nella mia direzione, mi guarda tutta come per valutarmi, per poi far spuntare un sorriso biricchino/malizioso e dirmi: -Ei bellissima, io sono Steven, non preferiresti la compagnia di un vero uomo al posto del ragazzino che hai al tuo fianco?- Sento le sue parole e rimango a bocca aperta, è un vero cafone! E non è nemmeno paragonabile a Jason: È più basso del ragazzo al mio fianco di almeno dieci cm, con un naso un leggermente sproporzionato, una bocca rossa dalle labbra sottili, due occhi grandi verdi e i capelli biondi perfettamente ordinati. Un bel ragazzo, ma Jason è moooooolto meglio, lo dico oggettivamente, poiché Jason non mi piace. ~Lo vedremo carissima, lo vedremo~ ~Ma non mi piace Jason e non mi piacerà mai~ ~Non ne sarei così sicura, incarna tutti i punti della lista per il tuo ragazzo ideale~ ~Ma è un idiota! E questo non c'è nella mia lista~ ~Tutti i ragazzi sono idioti, ricordatelo~ -Grazie infinite della proposta, ma rifiuto- Lui rimane shoccato dalla mia risposta e vedo Jason cercare di trattenere le risate, al che mi giro verso di lui e gli dico: -Che hai da ridere?- -Sei buffa, bimba capricciosa- -Quante volte devo dirtelo che non sono una bambina? Né, tantomeno capricciosa!- -Continua a illuderti dolcezza- -Sbaglio o dovevi accompagnarmi da qualche parte?- Ribatto con una faccia scocciata e le braccia incrociate sotto il seno. -Hai ragione!- Si gira verso Steven e gli fa: -Rock, io accompagno la bimba in segreteria e non so se mi faranno fare da guida per lei, ci vediamo a lezione comunque. Ah! Salutami gli altri e spiega la situazione- -Sai che dovrò anche tenere sotto controllo Nadia? Diventa pazza quando ti vede con qualche ragazza- -Fai quel che vuoi, sai che non può decidere con chi decido di parlare o altro- -Ok, a dopo amico- -A dopo- Ci incamminiamo dentro la scuola e io mi sento un po' in imbarazzo, sarebbe potuto stare con la sua ragazza e, invece, è qui ad aiutarmi nuovamente.... Mi sento in colpa. -Ei Jason- -Dimmi tutto bimba.- -Io... Ecco.... Non... Tu....- Ma che mi succede? -Eieiei! Non capisco nulla, scandisci bene le parole.- -Non vorrei rubare del tempo alla tua ragazza.- -La mia che??? ... Oh! Ho capito! Nadia non è la mia ragazza, lo è stata, tra noi è finita un paio d'anni fa, ma non vuole ancora capire che tra me e lei non potrà mai più esserci niente- -Oh d'accordo- Camminiamo ancora un po' in silenzio e poi lui dice: -Eccoci arrivati, vieni, prendiamo il tuo orario- Entrando noto subito con una signora con i capelli neri, gli occhi marrone scuro e un sorriso bianco splendente contornato da delle labbra rosse e sottili. -Buongiorno signorina Cooper- - Jason, quante volte ti ho detto di chiamarmi Janette? Comunque, come mai qui? E in buona compagnia vedo!- -Ho accompagnato questa ragazzina qui per farsi dare l'orario e l'armadietto- -Oh, ragazzina come ti chiami?- -Alisia Bianca Gaetani- -Oh eccoti qui l'oario. Il tuo armadietto è il numero 158. Hai bisogno di una mappa dell'istituto?- -Se ne ha una in più la prendo volentieri, grazie- -Ecco a te, buona giornata- Usciamo e dico al mio compagno: -Te l'ho detto che non sono una bambina, sono all'ultimo anno- gli dico sventolandogli in faccia il mio orario scolastico. -Non ci credo che hai la mia stessa età, sembri molto più piccola- -Colpa dei capelli... Comunque scusa, non potresti mostrarmi un bagno? È urgente- -Certo, vieni- Arriviamo in bagno e mi fiondo dentro, in realtà volevo solo vedere se ero a posto, non voglio presentarmi davanti a una classe intera con qualcosa fuori posto. Guardo il mio riflesso allo specchio e questo è quello che ci vedo: non sono né alta, né bassa, sono nella media con il mio 1,65 m; sono magra ma con delle curve moderate ai posti giusti, forse, per dirla tutta, ho i fianchi un pelino troppo larghi e una terza abbondante che preferirei fosse un tantino più piccola, ma non disprezzo per niente il mio corpo. Il mio viso ovale è incorniciato da quella che prima era una cascata di capelli rosso fuoco che mi arrivava fino alla fine del sedere ma che ho tagliato ad altezza spalle, erano troppo ingombranti e, comunque, ricrescono! Ho delle labbra carnose e perennemente screpolate, infatti, vado sempre in giro con un burrocacao alla fragola per renderle ancora più rosse e un po' meno screpolate; un nasino alla francese del quale vado molto fiera e due occhi verdi e blu, sì, uno verde smeraldo e uno blu zaffiro, ma mi vergogno molto di questo fatto, mi fa sentire a disagio, infatti, porto sempre delle lenti a contatto blu, solo la mia migliore amica Chiara sapeva di questa cosa. In più, ho delle carinissime lentiggini che amo. Approfitto di questo tempo da sola per fotografarmi all specchio per prendere anche la divisa e la mando proprio alla mia migliore amica, anche se non so quando lo vedrà, in fondo lei è ancora in Italia. *primo giorno di scuola, mood Grifondoro* Lei capirà. Ultima controllatina e poi esco giusto in tempo per sentire Jason borbottare un qualcosa del tipo: "Ma quanto ci mette? Perché devono sempre metterci così tanto le donne? Ah! Le donne!" Cerco di trattenere una risata, fallendo miseramente e il ragazzo mi guarda male. -Dai andiamo! Qual'é la tua prima lezione?- Prendo l'orario e rispondo: -Letteratura inglese- -Fammi vedere l'orario- chiede allungando la mano per riceverlo. Glielo porgo, gli dà un'occhiata veloce, me lo riporge dicendo: -Non posso crederci! Ti avrò tra i piedi tutto l'anno bimba! Siamo nelle stesse classi- -Ugh, che fortuna!- se non si era capito, era sarcasmo quello. ~Certo, certo, fai la sarcastica, ma tanto lo sappiamo tutte e due che non è sfortuna quella di avere quel gran bel pezzo di manzo sempre con noi~ ~Mai che stai al tuo posto, vero coscenza?~ ~Ovviamente~ Scuoto la testa esasperata e nel frattempo siamo arrivati davanti all'aula. Jason bussa e poco dopo sentiamo il professore dire con voce roca "avanti", Jason entra e chiede scusa per il ritardo, ma che mi ha aiutata a orientarmi poiché sono nuova, il professore si volta verso di me e mi dice: -Signorina venga pure qui a presentarsi- Mi avvicino al professore, mi schiarisco la voce, mi giro verso la classe e dico: -Buongiorno a tutti, il mio nome è Alisia Bianca Gaetani, sono italiana, precisamente di Milano, mi sono trasferita qui per seguire mia madre che è appena stata trasferita.- -Bene così signorina, vada pure a sedersi nel banco qui in prima fila, vicino al signor Murray- Mi giro e chi c'è in prima fila? ... ...

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