Mandala

di Syerra
(/viewuser.php?uid=965761)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


All'aeroporto di Narita vi era un continuo via vai di persone, per Tsubasa fu difficile trovare i suoi accompagnatori, ma alla fine riuscì a inquadrare i due amici d'infanzia. Jun Misugi lo accolse con un sorriso smagliante, sembrava piuttosto in forma, grazie a una nuova cura medica era tornato ad essere un vero e proprio baronetto del calcio, accanto a lui vi era sua moglie nonché amica di infanzia Yayoi Aoba, come sempre splendida e gentile “Hai fatto buon viaggio?” “Certo è solo che ho fatto fatica a dormire” Il capitano della nazionale giapponese aveva passato la maggior parte del volo a studiare i loro avversari, avrebbero avuto ben due partite nel giro di un mese e non voleva farsi trovare impreparato. La prima l'avrebbero disputata contro la Cina e la seconda con la Corea del sud, dovevano assolutamente vincerle per avere l'accesso al torneo asiatico. Con non poca fatica riuscirono a evitare i giornalisti che cercavano di estrapolare qualche nuova informazione ai due ragazzi della nazionale o chiedere qualche pettegolezzo sulla vita privata dei due sposini, solo quando entrarono in macchina poterono tirare un sospiro.

Durante il tragitto verso il residence Tsubasa si fece raccontare le novità, Jun gli confermò il prolungamento del contratto del Manchester Unite e che avrebbe giocato di nuovo contro Matsuyama che militava nel Liverpool, mentre Kojiro sarebbe rimasto nella Juventus, nonostante avesse ricevuto un'ottima proposta dal Real Madrid “Ci sarà da divertirsi nella prossima Champions League, hai saputo di Wakabayashi?” “Si a quanto pare è stato acquistato dal Bayern Monaco e giocherà insieme a Schneider, saranno estremamente pericolosi” con un enorme sospiro Yayoi attirò la loro attenzione “Non potremmo parlare d'altro?” Jun rise sonoramente e diede un leggero buffetto sulla guancia della moglie “E di cosa vorresti parlare sentiamo?” “Vediamo, Tsubasa hai trovato la ragazza che ti ha fatto capitolare?” Il capitano arrossì come un peperone, nel corso degli anni la sua timidezza si era attenuata, ma non era scomparsa del tutto, disse di non aver ancora incontrato la persona giusta, certo anche a Barcellona aveva avuto qualche storia, ma nulla di serio, di fatto dopo due o tre mesi lui o le fortunate si stancavano, per fortuna erano arrivati e Yayoi aveva desistito ad andare avanti nel suo interrogatorio.

Verso le diciannove di sera l'intera squadra fu al completo, notò che tutti erano cresciuti sia fisicamente che professionalmente, ma lo spirito era rimasto sempre lo stesso, soprattutto quello di Ryo che amava ridere e scherzare, appena lo aveva visto si era precipitato ad abbracciarlo su iniziando a fargli una marea di domande imbarazzanti. Durante la cena mister Gamo aveva annunciato che il giorno seguente sarebbe arrivato un nuovo medico a far parte dello staff medico della nazionale “Mi raccomando ragazzi, massimo della professionalità, non vi dico quanto abbiamo dovuto sudare per accaparrarci il migliore sulla piazza. La Dottoressa Mitsui è una donna professionale e non ammetto che uno di voi con i suoi comportamenti la faccia andar via, ci siamo intesi?! Parlo soprattutto con voi due Ishizaki e Aoi” al tono autoritario del Mister tutti annuirono, sapevano quanto poteva essere severo e autoritario il mister. Nella sala si levò un leggero mormorio, non tutti erano entusiasti che il medico fosse una donna “Ho sentito che ha recuperato un giocatore di basket, mi sembra un certo Mamiya, in molti avevano detto che non sarebbe tornato a giocare, invece con le sue terapie nel giro di sei mesi lo ha riportato in campo” “Come sei informato Misaki e dimmi l'hai anche vista?” chiese con curiosità il numero quattro della nazionale “No, non l'ho mai conosciuta e non so neanche come è fatta, sembra essere una donna molto schiva che non ama i riflettori” “Magari è molto brutta” la maggior parte dei ragazzi al tavolo scosse la testa alla continua curiosità di Aoba e Ishizaky, per loro era tutto nero o bianco, non potevano concepire che qualche donna non amasse stare al centro dell'attenzione “Vedrete che vi stupirà” detto ciò Yayoi si alzò dal tavolo e raggiunse il marito alla porta di uscita senza dare nessun'altra spiegazione.

L'area relax era uno spettacolo, su uno dei lati vi era un enorme maxi schermo dove potevano semplicemente guardare la tv o un film posizionandosi su uno degli enormi divani, il piano bar era ben fornito, al centro della sala faceva sfoggio di se un tavolo da biliardo e infine vi era anche un bel flipper l'elemento più amato dai ragazzi. Tsubasa si era sistemato davanti al televisore e stava guardando gli ultimi aggiornamenti del mercato calcistico, rendendo ufficiale l'acquisto di Genzo al Bayern Monaco. In molti si erano congratulati col portiere, sapevano quanto aveva sofferto per il litigio con il mister dell'Amburgo e dell'intera società, il SGGK era stato più volte accusato di aver sbagliato e di non essere più così affidabile, nessuno dell'Amburgo, tranne un paio di compagni, aveva preso le parti del portiere e insieme ai dirigenti aveva deciso di recidere il contratto e di venderlo al Bayer, cosa che aveva giovato all'umore del ragazzo.

L'amico di infanzia si accomodò accanto a lui e gli porse un bicchiere di Scotch “Forza capitano brindiamo alla prossima Champions, un goccino di alcool non ci farà male” il numero dieci accettò di buon grado e brindarono insieme, poi la sua attenzione cadde su Jun e Yayoi. Misugi stava salutando la moglie all'ascensore, per etica non potevano dormire insieme, dato che Gamo aveva esplicitamente ordinato niente sesso prima delle partite, se no li avrebbe tolti dalla squadra. Per questo all'inizio il mister aveva qualche riserva sul far partecipare anche la Signora Misugi al ritiro, ma poi aveva cambiato idea e deciso di dividere i coniugi in camere e piani diversi “Di un po' Misugi come ci si sente col guinzaglio al collo?” l'ex capitano della mambo fece un enorme sorriso a Genzo “Benissimo, dovresti provare anche tu una relazione seria, ne otterresti degli enormi benefici” “Non fa per me e comunque non sono solo io ad essere uno scapolo incallito” Tsubasa si sentì tirato in causa, fece un sorriso imbarazzato “Diciamo che nell'ultimo periodo non ho avuto tempo per l'amore” “Già tutti pensavamo che alla fine ti saresti sposato con Anego e invece.. a proposito qualcuno di voi ha notizie di Anego?” Ne Taro e ne Ishizaki sapevano che fine avesse fatto la ex compagna di scuola, sapevano solo che si era trasferita a Tokyo per gli studi, avevano cercato di mantenere i contatti, ma poi si erano persi di vista. Tsubasa tornò con la mente al periodo in cui giocava con i suoi amici, Sanae era stata una presenza costante nella sua vita, aveva sempre saputo del debole che la ragazza aveva per lui ed era pienamente ricambiato, ma a causa della sua eccessiva timidezza e con la consapevolezza che sarebbe partito lontano non aveva avuto il coraggio di legarla a se, di privarla dell'adolescenza. Si era sempre chiesto cosa sarebbe successo se si fosse dichiarato, forse Nakazawa lo avrebbe aspettato e chissà magari si sarebbero anche sposati come Jun e Yayoi, con amarezza si portò il bicchiere di Scotch alla bocca e ne bevve un lungo sorso, scacciando quei pensieri.

 

Il giorno seguente iniziarono gli allenamenti, come sempre Mister Gamo fu esigente, gli fece fare esercizi di tonificazione, coordinazione e potenziamento e infine li divise in due squadre cambiando ogni tanto i giocatori. Nonostante l'arduo allenamento i ragazzi non si dimenticarono dell'arrivo della dottoressa, in molti si erano aspettati di vederla al mattino e invece nonostante fossero le quattro del pomeriggio, non era ancora arrivata. Verso le sei di pomeriggio videro Mister Mikami avviarsi alla grande entrata del residence, mentre Gamo li convocava tutti all'interno dell'aula magna, il primo allenatore annunciò che la dottoressa era arrivata, infatti poco dopo entrò una bellissima donna. La Dottoressa Mitsui era alta sul metro e sessanta, aveva un corpo armonioso fasciato da un paio di pantaloni neri e una camicetta bianca a maniche corte, i capelli lunghi castani le incorniciavano il viso da dove risaltavano la bocca rosa e invitante e gli occhi color cacao, Tsubasa ne rimase folgorato. Con voce cristallina la ragazza si presentò facendo un piccolo inchino“Buona sera a tutti, è un onore essere qui con voi, farò parte dello staff medico, il mio nome è Sanae Mitsui” -o mio DIO- pensò il capitano, immediatamente la mente si riempì delle immagini di Anego da bambina poi da ragazzina e infine dell'immagine che aveva davanti.



Alla fine ho trovato il coraggio di pubblicare questa mia follia. Ho sempre amato il manga e l'anime di Capitan Tsubaa e mi sono sempre chiesta "ma come potrebbero essere i personaggi al di fuori del mondo calcistico?" . Spero di ricevere qualche recensione per capire se questa mia follia piaccia o sia davvero terribile.
Vi ringrazio in anticipo per la lettura.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Durante l'intera riunione Tsubasa non staccò gli occhi dalla donna, sentiva l'impulso di alzarsi dalla sedia e andarla ad abbracciare, chiederle che fine avesse fatto in quegli anni, era così cambiata “Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Appena Gamo li invitò ad andare a cena Ishizaki si alzò dal suo posto e corse verso l'amica d'infanzia, senza troppi convenevoli l'abbracciò su con gli occhi lucidi “Ma che fine avevi fatto?!” “Be sai tra Tokyo, poi il trasferimento a Yokohama ho perso un po' di contatti” “Ma adesso ti fai chiamare Mitsui, allora ti sei sposata?” una stilettata passò in mezzo al petto di Tsubasa, era talmente felice di averla incontrata che non si era accorto di quel particolare “Sì sette anni fa, ma dimmi di te invece come va?” Ryo prese sotto braccio l'amica e la condusse nella mensa mentre le raccontava di come la sua vita era cambiata.
La dottoressa si sedette tra Yayoi e Ishizaki, ma il capitano riuscì ad accaparrarsi il posto di fronte alla ex compagna di scuola, voleva sentire i loro discorsi e indagare sulla vita della ragazza “Allora Yayoi e Jun ci hanno fregato per bene, non ci avevano detto che la dottoressa eri tu Nakazawa emm Mitsui, non so più come chiamarti” “Sanae, va più che bene Aoi, sono stata io a chiedergli di non dire nulla, dovevate vedere le vostre facce… scusate” Sanae si alzò velocemente dal tavolo per rispondere al telefono cellulare. Il capitano immaginò che fosse il marito, sicuramente voleva sincerarsi che la moglie fosse arrivata a destinazione, un moto di gelosia lo percorse, non poteva immaginarsi come era l'uomo che aveva sposato “Tutto bene?” Genzo lo fissava con uno sguardo stranito, fece solo un cenno di assenso e tornò a concentrarsi sul piatto di spezzatino, ma nella sua mente bollivano mille pensieri. “Scusate era una chiamata urgente” Shingo guardò divertito la ragazza “Doveva essere il tuo maritino, hihihi sarà geloso marcio a saperti con un sacco di bei ragazzi AHIA JUN HIKARU MA SIETE IMPAZZITI?!!!” i due compagni di squadra avevano assestato un bel calcio e una gomitata al numero venti della nazionale, che adesso ululava dal dolore “Non vi preoccupate ragazzi va tutto bene, non era mio marito Aoi….Lui è morto quattro anni fa, ma era io figlio Soichiro” il silenzio calò nella sala, nessuno poteva immaginarsi che Sanae fosse vedova e che per di più avesse un figlio, Tsubasa la fissò sbalordito, la cosa che lo colpì fu la serenità con cui la ragazza lo aveva detto, ma poté leggere una certa malinconia nei suoi occhi. “Adesso il piccolo Soichiro dovrebbe avere sei anni giusto?” Sanae fu grata al tentativo di Hikaru di smorzare la situazione, non amava avere su di se gli sguardi pieni di compassione. Con occhi pieni di felicità fece un gesto di assenso e tirò fuori dal portafoglio una foto facendola vedere a Yayoi e a Ishizaki “Mamma mia come è cresciuto assomiglia a te Sanae-chan” “Secondo me assomiglia più a Hideaki, hanno lo stesso taglio degli occhi e il sorriso malandrino” in un attimo la foto fece il giro del tavolo e quando capitò tra le mani del capitano questi tremò leggermente. Davanti a se aveva l'immagine di un bel bambino sorridente, con i capelli scuri e un enorme sorriso, gli occhi sorridenti erano uguali a quelli di Nakazawa e si lasciò sfuggire “Però anche lui gioca a calcio” “Già, gioca come libero, tra pochi giorni partirà con la squadra per il suo primo campionato nazionale” a tutti i ragazzi tornò in mente il torneo di calcio, si erano conosciti li, era stato il primo e vero impegno sportivo nazionale e avevano combattuto fino alla fine per aggiudicarsi la vittoria “Ma adesso con chi è a casa?” chiese Jun con una faccia sospetta che nessuno gli aveva mai visto “Con Hitomi” “Cosaaaaaa?!!!!!!” urlarono in coro Misugi e Matsuyama, vedendo l'espressione pacifica della donna Jun disse “Ma sei fuori a lasciarle un bambino!” “O su dai non è più come ve la ricordavate” vedendo per la prima volta il numero sei della nazionale così inviperito Ryo si fece prendere dalla curiosità “Ma chi è questa Hitomi” “Hitomi è mia cognata, ahahha dovete sapere che ne ha fatte di cotte e di crude a quei due, ma nonostante questo si vogliono un gran bene” i due per risposta assottigliarono gli occhi e fecero un'espressione risentita “Suvvia era solo una ragazzina” “Vorrai dire il demonio” Ryo ancora più incuriosito chiese cosa avesse fatto quella ragazza ma i due entrarono in un mutismo assoluto.
La serata passò piacevolmente, Sanae fu in certo senso al centro dell'attenzione, raccontò di qualche aneddoto di lavoro, di suo figlio di come i mister l'avevano convinta ad entrare nel loro team. Per tutto il tempo Tsubasa la scrutò, ogni movimento o parola della ragazza lo attraevano e si stupì di se stesso quando sentì una sorta di gelosia quando la dottoressa rivolgeva la sua attenzione agli atri ragazzi della squadra.

Il capitano si mise a letto la testa iniziò a pesargli come un macigno, era così confuso dai suoi sentimenti, una parte di se avrebbe voluto avvicinarsi a Sanae, mentre l'altra gli diceva di stare cauto e di lasciar perdere prima di prendere una cantonata. Le loro vite avevano preso strade completamente diverse, lui era diventato uno dei calciatori più forti, mentre lei un rinomato medico; Adesso che ci pensava bene era stato un vero e proprio egoista, non le aveva mai chiesto quali fossero i suoi sogni, desideri e prospettive di crescita, era sempre stato fisso sul suo sogno di raggiungere Roberto e di giocare in Brasile. Se solo fosse stato meno egoista forse avrebbero avuto la loro occasione, si girò verso il letto di Taro, aveva assolutamente bisogno di sfogarsi con qualcuno, ma rinunciò quando vide l'amico ormai nel mondo dei sogni. Chissà se la bella dottoressa era ancora attratta o provava ancora qualcosa per lui, ma di una cosa era sicuro aver incontrato Sanae gli aveva riacceso un sentimento che ormai credeva sopito.

Prima degli allenamenti la dottoressa annunciò che ci sarebbe stata una prima visita medica di controllo, doveva accertarsi dello stato di salute di ogni giocatore. A Tsubasa tremavano leggermente le mani, si stava facendo prendere dal nervosismo, dannazione aveva affrontato i migliori campioni del mondo e nessuno lo aveva mai messo così in difficoltà come quella donna, fece un lungo sospiro e bussò alla porta e la superò solo quando la voce cristallina di Sanae lo invitò ad entrare. Lo studio era grande,spazioso e luminoso, insieme a Sanae vi era anche Yayoi, le due stavano parlando di un negozio del centro “A Ozora vieni, se vuoi puoi spogliarti dietro il paravento” a quella semplice frase il capitano divenne rosso come un pomodoro, dannazione alla sua timidezza dove erano finiti i suoi buoni propositi! Con titubanza uscì dal paravento e si posizionò nel punto che gli aveva indicato Sanae, dovette ammettere che trovava la dottoressa estremamente sexy con il camice bianco e gli occhiali da lettura, ok doveva darsi una controllata prima che il suo amico di sotto lo mettesse in difficoltà “Sanae vado a prendere la cartella di Tsubasa in archivio, mi sono accorta di non averla presa” detto ciò l'infermiera uscì dallo studio, nel frattempo la ragazza si era alzata e aveva iniziato a prendergli le misure con il metro. Sentì un brivido percorrergli la schiena al contatto delle dita della ex manager col suo corpo “Scusa ho le mani fredde” “Non ti preoccupare.. allora come va?” “Bene, a parte il primo imbarazzo per tutti di farsi vedere in mutande, sta andando benissimo, siete tutti in forma” senza volerlo al capitano spuntò un sorriso “A che pensi?” “Alla possibile reazione di Hiyugan” Sanae scoppiò in una fragorosa risata, gli era mancata e voleva continuare a sentirla ridere “Dovevi vederlo, all'inizio si è rifiutato e allora gli ho detto che non ero una maniaca sessuale e che non era la prima volta che vedevo un uomo in mutande a causa della mia professione, si è abbastanza calmato, ma il colpo di grazia l'ho inferto chiedendogli se si fosse rifiutato perchè aveva qualcosa da nascondere” questa volta fu Tsubasa a ridere come un pazzo, si immaginava Kijiro rosso come un semaforo in biancheria davanti alle due ragazze “Hey di cosa ridete?” “ahahaha stavo raccontando a Tsubasa della reazione di Hyugan alla visita medica”.

Sanae controllò lo stato di salute del capitano e dopo aver letto la cartella medica gli chiese se gli facesse ancora male la caviglia sinistra, doveva aver saputo del suo piccolo infortunio durante la finale del campionato spagnolo “ No, perché?” “Ti appoggi più sul piede destro, oddio nulla di allarmate, ma domani dopo gli allenamenti vieni che proviamo a fare qualche manipolazione e ad applicare una pomata specifica” non fu mai così contento di avere avuto un leggero infortunio, perché questo gli avrebbe permesso di stare vicino a Sanae senza aver la presenza ingombrante dei compagni di squadra, aveva notato come lo fissavano Ryo e Taro, come se si aspettassero che facesse qualcosa di inopportuno. Con un sorriso a trentadue denti il capitano della nazionale si avviò verso il campo di allenamento “Tsubasa aspetta” a chiamarlo fu la Yayoi, appena furono vicini la ragazza gli disse strizzandogli l'occhiolino “Faccio il tifo per te” “Come scusa?” “Ma si dai con Sanae, vedrai che la conquisterai” a quelle parole Tsubasa assunse le tonalità dell'amaranto e automaticamente si grattò la testa “Ma ma è così evidente?” “No non ti preoccupare, è solo che io sono piuttosto perspicace in queste cose, sareste perfetti insieme, ma ti avviso che non sarà facile. Be ora vado o la dottoressa mi rimprovera” detto ciò la ragazza tornò al suo lavoro lasciando il ragazzo con mille domande.

Anche quella sera a cena Tsubasa era riuscito a sedersi di fronte alla ex compagna di scuola, come la sera precedente il cellulare suonò ed uscì per qualche minuto dalla mensa “Era Soichiro, è emozionato per la partenza di domani” “Immagino ti manchi molto” Sanae guardò Yayoi con un leggero sorriso “Si, ma i mister mi hanno detto che quando finirà il torneo potrà venire qui” l'infermiera si aprì in un sorriso smagliante “Davvero, che bello, lo accompagnerà Hitomi?” al nominare il nome della ragazza gli occhi della signora Misugi si illuminarono, Sanae fece un cenno di assenso “O mio dio vedremo il diavolo” “Basta Jun, non dire cavolate. Chissà come è diventata bella, già lo era da ragazzina. Non hai neanche una sua foto?” “Mi spiace ho appena cambiato telefono e non sono riuscita a portare le foto sul nuovo cellulare, con la tecnologia non vado molto d'accordo e non sono iscritta a nessun social” Yayoi alzò le spalle e continuò la sua cena sotto lo sguardo inviperito del marito, erano tutti curiosi di vedere la ragazzina che metteva paura ai due ragazzi della nazionale.

Dopo aver salutato gli altri si avviò verso l'ascensore “Tsubasa aspetta, se non ti dispiace saliamo insieme” il cuore del capitano iniziò a battere più velocemente, nell'abitacolo il profumo della ragazza gli inondò le narici, le mani iniziarono a sudargli doveva assolutamente trovare qualcosa da dire per smorzare l'atmosfera “Allora tuo figlio è emozionato per il torneo?” “Sì, assomiglia un pò a voi. Eravate così entusiasti e scalmanati” “Senti da che pulpito viene la predica, ti ricordo che qualcuno ha fatto l'autostop per seguirci” detto ciò entrambi scoppiarono a ridere. Erano arrivati al piano della ragazza “Veramente avevo fatto l'atostop per seguire un ragazzo” detto ciò uscì augurandogli una buona notte, mentre lui diventava rosso come un pomodoro e cercò di capire se avesse sentito bene.

Si sentiva stanco e spossato, era da due ore che tirava rigori a quella stramaledetta porta, il suo fisico gli urlava di smetterla mentre la sua mente gli diceva di continuare, doveva tenersi impegnato, se si fosse fermato a pensare gli si sarebbe fuso il cervello. Non capiva se interessava ancora a Sanae o semplicemente lo vedeva come un amico, gli dava dei segnali contrastanti delle volte lo fissava con dolcezza invece altre volte manteneva una certa freddezza, soprattutto quando erano nel suo studio. “Se fossi in te mi fermerei, se no va a finire che domani non ti reggi in campo” il capitano si girò con uno sguardo affranto verso l'altra metà della golden combi, l'amico gli porse un asciugamano e una bottiglietta d'acqua, per poi invitarlo a sedersi accanto a se sul campo erboso. Rimasero per un bel po' di tempo a fissare il cielo, con Taro si stava bene anche senza parlare, lui era il suo migliore amico e lo conosceva meglio di chiunque altro “Sono un coglione” “Per Sanae, be si te l'ho sempre detto che dovevi dirle quello che provavi” “Per cosa Taro?! Per farla rimanere ad aspettarmi avendo una storia incerta?! No ho fatto bene, solo… insomma giustamente è andata avanti si è sposata e ha avuto un figlio, è che fa male. Ho una tale confusione n testa, continuo a pensare che potevamo essere felici insieme” Taro lo fissò intensamente, come se stesse cercando le parole giuste “Be ma potreste essere felici adesso, insomma lei è libera e se accetti che abbia avuto un figlio.Ppotresti conquistarla e avere la vita che vorresti, però sta a te Tsubasa devi essere sicuro di quello che vuoi” il capitano fece una faccia stranita, non aveva pensato a quella eventualità, effettivamente non era troppo tardi. Si alzò in piedi come pieno di energie e con in mente la meta da raggiungere, questa volta non si sarebbe fermato davanti alle due insicurezze e avrebbe conquistato Sanae.


Ed ecco il secondo capitolo. Abbiamo scoperto un pò si cosa su Sanae, la sua vita è cambiata radicalemente non solo professionalmente ma anche emotivamente. Non so perchè mi sono immaginata la nostra Anego che va dritta per la sua strada, sposandosi e creando una propria famiglia. Forse perchè non ho mai accettato che sia un personaggio un pò passivo nei confronti di Tsubasa. Ma non sono riuscita a resistere al richiamo di questa coppia.
Ringrazio coloro che hanno letto il primo capitolo e chi la recensito, spero che vi piaccia anche questo secondo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La partita contro la Cina si stava avvicinando, i ragazzi continuavano ad allenarsi a un ritmo sostenuto, nel frattempo Tsubasa cercò di avvicinarsi sempre di più a Sanae. Gli piacevano i loro momenti di seduta, aveva scoperto alcune cose sulla vita della ragazza, di come aveva deciso di intraprendere medicina, della richiesta degli allenatori, di suo figlio e della cognata. Non aveva mai chiesto direttamente del marito, appena cercava di toccare l'argomento l'ex manager sviava su altro. Quel pomeriggio trovò lo studio vuoto, forse Sanae era stata chiamata da Gamo, decise di aspettare qualche minuto, si sedette su una delle poltroncine di fronte alla scrivania e la sua attenzione fu attirata dai portafoto, non era mai riuscito a vederne l'immagine. Con un movimento svelto si portò dall'altro lato del tavolo e vide che in uno vi era la foto di Soichiro, senza accorgersene prese l'altro portafoto in mano dove vi erano Sanae con un ragazzo che doveva essere il marito, la ragazza stava baciando la guancia del ragazzo mentre lui con un sorriso smagliante guardava la camera. Hideaki era un uomo alto, bruno ed estremamente bello, sembrava anche un tipo simpatico, da quel poco che poteva percepire Tsubasa capì che i due si amavano ed erano felici. Stava per rimettere a posto la fotografia quando vide sulla porta la dottoressa. Sanae lo fissò per qualche secondo con uno sguardo sbigottito, poi con passo svelto gli si affiancò e gli rubò di mano l'oggetto, il capitano tentò di giustificarsi, ma l'ex manager lo precedette dicendogli di stendersi sul lettino con uno sguardo che non ammetteva repliche. L'intera seduta passò nel silenzio più totale, Tsubasa non capiva perché fosse così tanto arrabbiata, insomma aveva solo preso in mano quel dannato portafotografie, non l'aveva ne rotto ne sporcato. Quando Sanae gli disse che avevano finito gli si avvicinò “Cosa c'è che non va?”
La donna continuava a dargli le spalle, come se fosse intenta a fare altro, non potendone più la girò verso di se “Parlami, ti prego”
“Mi-mi dispiace, è solo che sono un po' troppo gelosa dei miei oggetti, scusa”
Vedendo l'espressione affranta di Sanae, Tusbasa l'abbracciò forte
“Scusami Sanae”
“No scusami tu, mi ha fatto uno strano effetto e non so perché mi sono arrabbiata, ma non è colpa tua”
Rimasero così per diversi minuti, il capitano sentì il battito del suo cuore aumentare, nonostante il piccolo malinteso di prima si sentì calmo e sereno, chissà se anche la dottoressa provava la stessa emozione, se sentiva il calore nel petto. Il momento idilliaco fu interrotto dal bussare alla porta, Sanae col viso leggermente arrossato si staccò e invitò ad entrare lo scocciatore, che era Takeshi pronto per una seduta di fisioterapia.

Tsubasa si sedette vicino a Genzo e a Taro, i due stavano parlando delle proprie squadre, ogni tanto il capitano sorseggiava del te freddo al limone, ascoltò per un po' la loro conversazione, ma poi si distrasse vedendo Sanae dall'altra parte della sala che parlava con Yayoi. Come sempre fu incantato dal suo sorriso e dal modo in cui gesticolava per sottolineare qualcosa “A l'amore” senza volerlo saltò sulla sedia, a causa della sua reazione i due amici iniziarono a ridacchiare
“Di cosa ridete ragazzi?”
“Del capitano, mi sa che si è innamorato della nostra dottoressa”
Tsubasa divenne rosso come un peperone, mentre Jun e Hikaru si sedettero al loro tavolo
“Stavo iniziando a sospettarlo, soprattutto da quando mia moglie continua a dire che sareste una bellissima coppia”
Dannazione non pensava di essere sulla bocca di tutti, maledetta Yayoi, come poteva andare in giro ad aumentare i pettegolezzi, probabilmente anche Sanae aveva sentito qualcosa. Cercò di cambiare discorso chiedendo a Hikaru se conosceva l'orario di partenza per lo stadio di Tokyo e da li partì una lunga conversazione sui loro avversari.
Durante tutta la serata Tsubasa aveva in mente una domanda da fare a Misugi e alla fine trovò il coraggio di chiedergli se avesse conosciuto il marito di Sanae
“Sì, ci siamo conosciuti all'università era più grande di noi di due anni, studiava economia e commercio, ci siamo ritrovati nello stesso tavolo della biblioteca e da li è nata una bella amicizia. Lui e Sanae si sono conosciuti in una serata tra amici, Hideaki si è subito innamorato e credo anche per lei fosse lo stesso, ma all'inizio ha fatto un po' la sostenuta. Alla fine dopo un lungo mese di corteggiamento è riuscito ad ottenere un appuntamento e conquistare la nostra Anego”
“Era un tipo sveglio, intelligente e simpatico, amava la vita è stata una vera e propria tragedia quando gli hanno diagnosticato la leucemia, se l'è portato via in meno di un anno. Credo che Sanae sia andata avanti grazie a suo figlio e a Hitomi”
Non avevano mai visto Hikaru così abbattuto, ma per fortuna intervenne Ishizaki con la sua allegria sfidandoli a biliardino.

Era notte fonda, quel pomeriggio si sarebbe disputata la partita con la Cina doveva essere in forze eppure non riusciva a dormire, non sapeva se era per il caldo o l'agitazione. Non potendone più del silenzio e dello stare fermo a letto, per evitare di svegliare Taro, decise di farsi un giro. L'intero edificio era al buio, incontrò una guardia che lo riconobbe subito e dopo avergli fatto una battuta sull'agitazione per la partita lo lasciò libero di continuare il suo giro. Senza che se ne accorgesse arrivò al campo da calcio, fece un lungo sospiro doveva rientrare e mettersi a letto o l'indomani non si sarebbe retto in piedi, stava per tornare indietro quando vide una figura vicino al gazebo. Incuriosito si avvicinò e fu stupito quando vide Sanae, anche la ragazza aveva la sua stessa espressione “Tsubasa-kun cosa ci fai ancora in piedi?”
“Potrei farti la stessa domanda”
“Non riesco dormire, sei agitato per la partita?”
“No, non so perché non riesco a prendere sonno”
“Magari è una bella donna ispanica che ti tiene sveglio”
Non seppe perché ma al capitano sembrò che fosse passato un lampo di delusione negli occhi della ragazza, eppure era stata lei a dire quelle parole e lui non avevano mai parlato della sua vita sentimentale, anzi sembrava che non importasse ad Anego se lui fosse impegnato, perché non gli aveva mai posto una domanda diretta.
“Non c'è nessuna ragazza”
“Certo un ragazzo bello, ricco e famoso come te non ha la fidanzata”
“Davvero, non sono riuscito a trovare la persona giusta, qualche flirt o storiella… in realtà l'ho trovata quella che mi fa perdere il sonno, solo me la sono fatta scappare, ero così giovane e stupido per non aver capito quanto l'amassi e ora non so come rimediare”
Non sapeva come aveva fatto a trovare quelle parole, ma per tutto il tempo l'aveva fissata negli occhi, rimasero a guardarsi per qualche minuto, poi la dottoressa si alzò in piedi e gli augurò la buona notte, ma Tsubasa non voleva che se ne andasse, aveva bisogno di capire se c'era ancora una piccola speranza per loro
“Da quando ti ho rivista ho capito cosa ho perso, non faccio altro che pensare a come sarebbe stata la nostra vita se non fossi stato così egoista… io ti vog-”
Ma non finì la frase perché la ragazza si girò verso di lui con gli occhi velati dalle lacrime
“Non dirlo Tsubasa, ti prego. Come potresti volermi ancora?!”
“Perchè non dovrei scusa?!”
“Sono una vedova con un figlio piccolo, quando finirà questo periodo tu tornerai a fare la tua vita di sempre mentre io me ne starò qui a crogiolarmi ancora per te. Non voglio tornare nel vortice della desolazione, non dopo che sono riuscita a uscirne. Non posso permettermi di sperimentare, devo mettere davanti le priorità di mio figlio alle mie”
La vedeva che pian piano allontanarsi da lui, sentiva che la stava perdendo, l'afferrò per un braccio e la baciò stringendola a se, dopo qualche secondo anche lei rispose al suo bacio, le mani di Ozora andarono sul viso di Sanae, per impedirle di scappare di pochi centimetri dalle sue labbra iniziò a parlare “Non sarà facile all'inizio, dovremo creare un nostro equilibrio e dovrò farmi accettare da tuo figlio, ma diavolo Sanae è da quando sei arrivata il primo giorno che ho voglia di stringerti a me. Ce la possiamo fare”
“Io-io”
“Prenditi del tempo per pensarci sono pronto ad aspettarti” la ragazza sembrò pensarci su
“Ascolta il tuo cuore Sanae” e la baciò ancora.

Prese posto vicino a Yayoi, la moglie del libero era euforica per la partita, non avrebbero preso posto sulla panchina, ma si sarebbero sedute nella tribuna d'onore che gli avrebbe permesso di vedere l'intero match da vicino. Si girò verso i giocatori e vide Tsubasa che stava parlando con Misugi, molto probabilmente stavano discutendo sulle tattiche da utilizzare, con un sospiro si appoggiò meglio allo schienale del sedile e cercò di rilassarsi, doveva capire cosa provava e dare una risposta al capitano. Non si sarebbe mai aspettata che Tsubasa provasse qualcosa per lei, aveva passato anni a inseguire quello zuccone,quante notti insonne aveva passato a piangere per lui perché non si accorgeva di lei, non era stato facile trovare se stessa quando se ne era andato, era così piena di rabbia e frustrazione ed era pienamente convinta che nessuno le avrebbe mai rubato il cuore come aveva fatto Tsubasa, ma poi era arrivato Hideaki. Istintivamente le spuntò un sorriso al ricordo del marito, l'aveva conquistata con la sua dolcezza e tenacia e alla fine se ne era innamorata follemente, tanto che nel giro di di due anni si erano sposati avevano e avuto un figlio. Non aveva mai pensato che Hideaki fosse un sostituto di Tsubasa, erano così diversi e li aveva amati in modo totalmente diverso, eppure una parte di se si sentiva in colpa. Non capiva bene il motivo, dopotutto erano passati quattro anni dalla morte di suo marito e non avrebbe mai immaginato di poter provare ancora qualcosa per il capitano, per questo aveva accettato la richiesta di mister Gamo e mister Mikami, certo sapeva che gli avrebbe fatto un certo affetto rivedere tutti i suoi amici e lui, ma quando l'aveva stretta quella prima volta nel suo studio si era sentita di nuovo viva e aveva sentito l'amore che provava per quell'uomo rinascere. Si era spaventata aveva cercato di mantenere le distanze, di essere professionale, eppure non era bastato “Tutto bene Sanae?”
Con un groppo in gola fece solo un cenno di assenso all'amica, ma ella non demorse "Sai che con me puoi parlare di tutto”
“Lo so, ma non è il luogo adatto”
Il pullman arrivò a destinazione, scesero tutti velocemente per entrare nel tunnel per gli spogliatoi, le due ragazze si fermarono all'altezza delle scale che le avrebbe portate in tribuna, Yayoi diede un veloce bacio al marito e fecero un enorme in bocca al lupo all'intera squadra, Sanae fissò il capitano che la guardava a sua volta, appena sentì le guance andarle a fuoco si girò e incitò l'amica a muoversi per prendere posto.
Lo stadio era un'esplosione di grida, cori e colori, a Sanae era mancata quell'atmosfera, quando era solo la piccola Anego e gridava a squarcia gola il suo tifo
“Adesso che siamo sole puoi dirmi cosa c'è che non va?”
“Tsubasa mi ha confessato che prova qualcosa per me”
L'infermiera la guardò con occhi luccicanti “Ma è bellissimo e tu cosa provi?”
“Sono confusa, una parte di me è felicissima, mentre l'altra si sente in colpa”
“Oh… Sanae non devi minimamente sentirti in colpa, sei così giovane, bella, altruista e intelligente, non credo nessuno si aspetti che tu rimanga sola a vita. So che Hideaki vorrebbe vederti felice” “Yayoi non sono più una ragazzina, Tsubasa alla fine di questo ritiro tornerà in Spagna e credi che possa davvero funzionare?!”
La moglie del libero la guardò con dolcezza, capiva i timori dell'amica, ma sapeva che non poteva chiudersi in quel modo con il resto del mondo, dedicandosi solamente al lavoro, doveva trovare il coraggio di lasciarsi andare “Secondo me hai solo paura di poter soffrire di nuovo e ti capisco, ma cerca di viverti queste emozioni e non nasconderti dietro a un muro. Vedrai che troverete il modo di continuare la vostra relazione anche a distanza”

la mora stava per rispondere quando sentì il lo speaker annunciare l'entrata in campo dei giocatori, ad ogni nome era un boato di entusiasmo e cori, ma il più acclamato fu il capitano, mai aveva sentito così il calore dei tifosi e in quel momento fu fiera dell'uomo che era diventato Tsubasa.
Il Giappone era stato implacabile, con Genzo la difesa era quasi impenetrabile, per non parlare del centro campo, Tsubasa dava gli ordini e tutti li eseguivano e nel giro di un quarto d'ora la squadra si era portata in vantaggio grazie a un goal di Hiyugan. Sanae seguì l'intera partita con entusiasmo, insieme a Yayoi facevano un tifo sfegatato, tanto che dovette calmarsi o il giorno seguente non avrebbe avuto più voce. Verso la fine del secondo tempo la nazionale nipponica prese possesso palla, Taro riuscì a scartare un paio di giocatori, passò la palla a Jun che riuscì ad arrivare quasi davanti allo specchio della porta, ma fece un bellissimo assist al capitano che con il suo tiro segnò. L'intera curva esplose in grida di felicità, il capitano corse verso le tribune d'onore e fece il segno della vittoria verso la dottoressa, il cuore di Sanae sussultò, non le aveva mai dedicato un goal, nemmeno quando erano ragazzini.
Il resto della serata fu dedicata ai festeggiamenti, tutta la squadra rideva e scherzava, per quella sera Gamo aveva concesso ai ragazzi di bere qualche bicchiere di spumante, ma gli ricordò di non rilassarsi troppo, perché dovevano ancora disputare la partita contro la Corea del sud. Sanae uscì sul terrazzo per prendere un po' d'aria, aveva bisogno di staccarsi un attimo, aveva l'assoluto bisogno di isolarsi e pensare, quel giorno era stato pieno di emozioni, l'essere tornata allo stadio l'aveva destabilizzata leggermente, per tutta la partita e il ritorno fu euforica, ma quando si chiuse in camera a cambiarsi per la cena si sentì malinconica, come in quel momento
“Tutto bene?”
“Sì col caldo l'alcool deve essermi andato un po' alla testa, è stata una grande partita”
Tsubasa le si avvicinò e istintivamente trattenne il respiro, non voleva inalare il suo profumo o sicuramente avrebbe ceduto e l'avrebbe baciato, il ragazzo si chinò su di lei e le sussurrò “Ho voglia di baciarti, di andarmene via da qui insieme a te e festeggiare in un altro modo”
Sanae spalancò gli occhi, sentì una morsa al ventre e il respiro diventare leggermente affannoso, che diavolo di fine aveva fatto il ragazzo impacciato, quello davanti a lei era un uomo che la voleva e lei se ne sentiva terribilmente attratta. Fece violenza su se stessa, si allontanò dal suo diavolo tentatore, ma lui la seguiva in ogni movimento
“Credo sia ora di rientrare”
“Dimmi che non mi vuoi Sanae e ti lascerò in pace”
“Ho bisogno di tempo”
“Lo so, ma è difficile non poterti baciare o toccare dopo ieri sera”
La ricordava bene anche lei la sera precedente, controllò che nessuno li osservasse, si alzò sulla punta dei piedi e diede un bacio stampo a Tsubasa per poi rientrare velocemente nel salone.
Era ora di cena, come di consuetudine scese verso la hall del residence con Taro, Genzo e Ryo, quest'ultimo non faceva altro che lamentarsi degli allenamenti e di quanto si sentisse stanco, mentre Taro stava messaggiando al cellulare, probabilmente con la sua ragazza Isabel, una bella francesina che adorava il suo amico, si vedeva lontano un miglio che si amavano, era proprio contento per loro. Quando le porte si aprirono Tsubasa si ritrovò di fronte Sanae che stava parlando con Yoshizumi, l'uomo era uno degli addetti stampa della nazionale, ciò che lo irritò fu quando il bellimbusto si permesse di mettere una mano sulla spalla della ragazza chiedendole se volesse andare con lui a cena. Istintivamente contrasse la mascella, stava per andare verso di loro, ma Genzo lo braccò per un braccio “Mio caro Romeo calma la tua sete omicida, non credo sia il caso di dare spettacolo” “Se non allungasse le mani sarebbe meglio”. Dopo cena Tsubasa riuscì ad agguantare Sanae, si appartarono in un punto della hall dove non potevano vederli
“Che voleva quello la?” vedendo l'espressione confusa della ragazza gli ricordò dell'addetto stampa “Stavamo parlano del prossimo impegno della nazionale e mi ha chiesto di uscire” lo disse come se niente fosse
“Spero tu abbia rifiutato”
Sanae fu piuttosto colpita dal tono del capitano, non l'aveva mai visto geloso e a dire il vero non l'aveva mai visto preso da lei, in un certo senso le faceva piacere
“Calmati non ci andrò a cena con lui, perché prima devo capire un paio di cose”
Anche quella volta il capitano le si avvicinò, istintivamente indietreggiò fino ad essere con la schiena contro il muro, erano così vicini che se si fosse alzata sulle punte si sarebbero baciati, Sanae chiuse gli occhi pronta al contatto tra le loro labbra, ma Tsubasa le baciò sull'angolo della bocca.Vedendo la sua faccia stranita disse “Fino a quando non mi darai una risposta non ti bacerò”
Gli occhi della ragazza si spalancarono, avrebbe voluto togliere quel sorrisetto da quella faccia da schiaffi, tentò di scansarlo, ma Tsubasa era nettamente più grande e robusto di lei
“Però ciò non vieta di abbracciarti e stuzzicarti” col la punta del naso le fece una lieve carezza sul collo, dio stava impazzendo e lui stava giocando sporco
“I-Io devo andare”
Ozora la lasciò passare, sapeva che prima o poi Sanae avrebbe ceduto.

Gli allenamenti stavano terminando, Sanae era a bordo campo con Gamo e Mikami a parlare dei giocatori, dovevano capire se potevano contare su Kazuo Tachibana , nell'ultima partita aveva avuto un brutto contrasto con uno dei giocatori della Cina, all'inizio sembrava nulla di serio, poi durante gli allenamenti del giorno seguente il ragazzo si era lamentato di un dolore alla coscia destra, il cellulare della ragazza iniziò a suonare e vedendo il nome sul display rispose immediatamente allontanandosi dal campo. Ritornò dopo un bel quarto d'ora con un'espressione raggiante
“Tutto bene?”
“Sì Mister è solo che mi ha appena chiamato mio figlio dicendomi che la sua squadra ha vinto il campionato”
“Congratulazioni e chissà che non nasca una nuova stella del calcio”
Anche i ragazzi della nazionale si congratularono
“Hitomi mi ha mandato delle foto” fece vedere le immagini a Yayoi, ma in un attimo si era formata una piccola calca, c'era una foto di Soichiro che tirava in porta, una altra della premiazione e infine una del bambino che indossava la medaglia. Taro, Genzo e Tsubasa si ricordarono della prima vittoria del campionato nazionale, erano solo dei bambini eppure era stato il primo e vero traguardo della loro carriera.

Controllò che non ci fosse nessuno in corridoio, aveva visto Yayoi uscire dallo studio e immaginò che Sanae fosse da sola e fu così, la trovò intenta a fissare delle lastre, senza far rumore si mise dietro di lei e l'abbracciò, la ragazza sussultò e tentò di divincolarsi
“Sono io, mi mancavi” le sussurrò per poi depositarle un bacio dietro l'orecchio
“Capitano sa che potrei denunciarla per molestie sessuali?”
“Davvero, pensavo le piacesse essere importunata da me”
Sanae riuscì a girarsi verso di lui, lo fissò intensamente negli occhi, voleva baciarlo ne sentiva il bisogno, ma lui era stato categorico, doveva dargli una risposta ma aveva così tanti dubbi
“Cosa ti trattiene Sanae, perché lo sento che ti piaccio e che mi vuoi, eppure cerchi di mantenermi distante, parlamene”
non poteva sempre rimandare, doveva prendere una decisione, forse aveva ragione lui se ne avessero parlato avrebbe potuto chiarirsi le idee
“Ho paura di quello che succederà. Dopo la morte Hideaki ho fatto un enorme fatica per riprendermi, mi sono rimboccata le maniche ho diviso le mie giornate tra il lavoro e mio figlio, sembrava tutto perfetto. Poi arrivi tu, pensavo di non provare più nulla per te, insomma sono passati quattordici anni, e adesso invece sono confusa, ti voglio ma allo stesso tempo ti detesto, perché hai scombinato tutto il mio mondo. La cosa che mi fa più paura è che ci dovremmo separare perché tu tornerai in Spagna e io alla mia vita, per questo ti tengo a distanza, non voglio più soffrire”
Tsubasa non perse nemmeno una parola, capiva i dubbi di Sanae, era riuscita a creare un proprio mondo e aveva la propria vita, ma non poteva estraniarsi dagli altri
“Ti ho mai detto quello che mi piace di te?… sei una donna forte, intelligente, un'amica fidata, compassionevole, forte e irresistibilmente bella. Non pretendo che tu prenda e molli tutto per seguirmi in Spagna, voglio sono una chance, è vero tornerò in Spagna ma ormai con la tecnologia e gli aerei potremmo vederci e sentirci più spesso. Ti amo Sanae Mitsui e sono disposto ad avere una relazione a distanza e poi vedremo cosa accadrà”
“Si ma-”
“Ti ho già detto che non me ne frega niente se hai già un figlio, gli vorrò bene e non voglio assolutamente allontanarti da lui, ti prego dacci una chance”
Come poteva dirgli di no, dopo che gli aveva messo il suo cuore in mano, era persino disposto ad avere una relazione a distanza, in quanti avrebbero accettato una cosa del genere?! Decise di lasciarsi andare di seguire l'istinto, con entrambe le mani prese il viso di Tsubasa e lo baciò con trasporto, le loro lingue si cercarono subito, le mani di lei si infilarono sotto la maglietta per toccargli la schiena possente mentre quelle di lui andarono sui suoi fianchi e la sollevò per appoggiarla sulla scrivania e facendole divaricare le gambe, erano pura passione.
Si staccarono quando sentirono la voce di Yayoi che parlava con qualcuno, Sanae si mise dietro la scrivania mentre Tsubasa si sedette di fronte, fecero finta di parlare della caviglia del ragazzo, nel frattempo l'infermiera aveva raccolto le lastre appese mettendole nell'archivio dietro la dottoressa, poi fece per uscire ma prima si fermò sulla porta dicendogli “Vi lascio continuare ciò che ho interrotto, emm Tsubasa prima di uscire togliti il rossetto di Sanae dalla bocca, a dopo ragazzi”
I due si fissarono sbalorditi e rossi come due semafori per poi ridere a crepapelle.



Finalmente sono riuscita a postare, è stato un periodo piuttosto stressante. Comunque il nostro capitano si è dato da fare ed è riuscito a conquistare la nostra Sanae.
Voglio ringaziare tutti coloro che seguono e leggono la mia storia, soprattutto riru, gabele11 e guiky80  per le vostre recensioni e consigli. Spero di aggiornare presto, grazie ancora a tutti

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Basta Tsubasa, dobbiamo andare, si chiederanno che fine abbiamo fatto”
“Ancora cinque minuti”
Era ormai da due giorni che continuava quella storia, appena potevano si imboscavano nel suo ufficio e iniziavano a baciarsi e a toccarsi come due adolescenti. Tsubasa armeggiò con i bottoni della sua camicetta “Capitano le ricordo le parole di Mister Gamo, niente sesso prima delle partite”
“Cazzate, il mio testosterone è a mille, ti desidero troppo”
Le mani di lui andarono alla meta desiderata, scostò il reggiseno della dottoressa e iniziò a stuzzicare le sue rotondità, Sanae non capiva più nulla, non si sentiva così da un'eternità di tempo, il suo corpo sembrava in fiamme e senza che se ne accorgesse iniziò anche a ansimare.
Dovevano fermarsi, non voleva che Tsubasa rischiasse il posto da titolare e poi da parte sua non era professionale , era il medico della squadra cosa sarebbe successo se i mister l'avessero saputo. Tentò di riprendere in mano la situazione, ma non era facile con le mani del capitano che si facevano strada nelle sue mutandine “Tsu- tsubasa asp”
“Shh lasciati andare”
Quando un dito di lui incontrò la sua femminilità si sentì persa, la testa iniziò a vorticarle, stava cedendo, ma il cellulare del capitano iniziò a squillare
“Dannazione è Taro… mi starà cercando per cena”
In un attimo si ricomposero, anche se Tsubasa dovette cercare di abbassare i suoi bollenti spiriti “Cosa ridi è colpa tua, se non fossi così sexy con quel camice riuscirei a controllarmi”
“Davvero?!”
“No non credo… vado avanti”
Mentre aspettava qualche minuto per raggiungere gli altri guardò un paio di email sul cellulare. Hitomi le aveva mandato un messaggio e le confermava che sarebbe arrivata con Soichiro prima dell'ora di pranzo, così le inviò il pass per entrare. Si sentì leggermente agitata, chissà come l'avrebbero presa quei due, per la cognata sapeva che non c'erano problemi, più di una volta le aveva detto che doveva uscire e fare nuove conoscenze. Per quanto riguardava suo figlio era un bel punto di domanda, sperò che Tsubasa gli piacesse, ma avrebbero affrontato tutto ciò dopo il ritiro.
“Come mai sei arrivata così tardi?”
Yayoi doveva essere stata troppo a contatto con Ryo e Aoi, stava diventando una pettegola, cercò di mascherare il rossore rispondendole che aveva un paio di email in arretrato, poi magistralmente cambiò discorso dicendole che il giorno seguente sarebbe arrivato Soichiro accompagnato da Hitomi. Hikaru e Jun si fecero un segno della croce, cosa che fece inviperire l'infermiera e ridere gli altri.

Non faceva altro che guardare l'orologio, mancava poco eppure quel giorno sembrava che le ore non passassero mai, studiò insieme a mister Mikami un allenamento speciale per i portieri, controllò lo stato di Tachibana e infine sistemò alcune cartelle nello studio. Poi finalmente il suo cellulare suonò, guardò Yayoi e la invitò a seguirla.
Uno degli addetti alla sicurezza stava controllando il pass della ragazza
“Tutto a posto signore? I due ragazzi sono qui per me”
Sentendo la voce di sua madre Soichiro si fiondò verso di lei, Sanae si chinò per poterlo abbracciare meglio, il piccolo si fece dar qualche carezza e bacio dalla mamma. Gli erano mancati gli abbracci di suo figlio
“Mi sei mancato tanto cucciolo, ma sei cresciuto ancora!”
“Ma che dici mamma”
Hitomi era stata leggermente in disparte, aveva aspettato l'approvazione della guardia prima di entrare. Salutò la cognata con un abbraccio, poco dopo si accorse della donna che era con lei, si fissarono per qualche secondo. Vedendo il sorriso di Hitomi lo interpretò come un invito ad avvicinarsi, con uno scatto Yayoi si avvicinò e l'abbracciò forte a se
“Hitomi, mi sei mancata così tanto, io- io mi dispiace”
Non sapeva neanche il perché, ma era scoppiata in lacrime appena l'aveva stretta a se. Forse perché dentro di lei si sentiva leggermente in colpa. A causa della lontananza si erano perse di vista e credeva che Hitomi ce l'avesse con loro, invece le aveva mostrato un bel sorriso e l'aveva accolta nei migliori dei modi.
“Hey non piangere, non hai nulla di cui scusarti. Anche tu mi sei mancata un sacco. Dimmi come ci si sente ad essere la Signora Misugi?”
L'infermiera prese la prese a braccetto e iniziò a raccontare della sua vita a Manchester mentre si incamminavano verso la struttura.

La mensa avrebbe aperto entro dieci minuti, il capitano si chiese che fine avessero fatto Sanae e Yayoi. Era passato dallo studio ma lo aveva trovato vuoto, stava per chiedere a Jun se sapesse dove erano finite, quando dalla porta d'entrata entrarono Sanae insieme a un bambino. Riconobbe subito Soichiro. Iniziò a sentirsi agitato, si era dimenticato che sarebbe arrivato quel giorno. Le mani iniziarono a sudargli e il battito cardiaco si fece un po' più veloce, con un po' di timore si avvicinò.
Vedendosi al centro dell'attenzione il bambino si nascose dietro alla madre, che istintivamente gli accarezzò la testa
“Ragazzi vi presento il mio bambino, Soichiro. Su forza non essere timido e presentati per bene” tenendo la mano della donna il bimbo uscì dal suo rifugio, con le gote leggermente rosse fece un piccolo inchino
“Piacere di conoscervi, sono Soichiro Mitsui”
Jun si avvicinò un pò di più insieme a Hikaru
“Ciao Soichiro, ti ricordi di noi, siamo Jun e Hikaru”
Il bimbo li fissò per qualche istante, riconobbe i due ragazzi. Il suo sorriso si allargò e si fece coccolare anche da loro
“E la vipera che fine ha fatto è già scappata?”
“No, è fuori insieme a tua moglie, stanno recuperando un po' di tempo perduto, ma adesso arrivano”
“O finalmente vedremo questa fantomatica ragazza” sbottò Kojiro, attirando l'attenzione di tutti “Non fate quelle facce finte stupite solo perché c'è Sanae. Ishizaki e Aoi non hanno fatto altro che parlarne, l'hanno persino cercata su facebook”
Ryo divenne bordeaux “Hey la nostra era semplice curiosità, se quei due – e indicò Jun e Hikaru – non ci avessero incuriosito così tanto ce ne saremmo stati buoni”.
La discussione fu interrotta dal rumore della porta a vetri che si apriva, finalmente avrebbero visto la temuta Hitomi, colei che aveva messo a disagio l'impeccabile Jun e fatto arrabbiare Hikaru. Calò uno strano silenzio tra i ragazzi, sembrava che trattenessero tutti il respiro.
Ci fu una sorta di stupore generale, insieme a Yayoi era entrata una ragazza alta e magra, indossava un paio di jeans, una semplice canotta nera e delle converse nere, i capelli castani di media lunghezza erano legai in una treccia di lato, il trucco leggero esaltava gli occhi color cioccolato e la bocca sottile
“Altro che demonio, è un angelo” si lasciò sfuggire Aoi, ne sembrava estasiato.
Genzo si era immaginato una ragazzina pestifera con i codini, lentiggini e forse qualche brufolo, non si aspettava nulla del genere. La ragazza si rivolse ai due mister, con un piccolo inchino li salutò “Piacere sono Hitomi Mitsui, vi ringrazio per l'opportunità che avete dato a mia cognata e nell'ospitare anche mio nipote”
Mister Mikami ne sembrò colpito, Genzo lo conosceva bene e sapeva quanto si lamentasse dei giovani d'oggi, compreso lui e i suoi compagni di squadra, a suo dire troppo occidentalizzati. Poi Hitomi si girò verso gli altri e il suo sguardo cadde su Hikaru e Jun
“Ciao è da una vita che non ci si vede”
I due si avvicinarono un po' insospettiti, come se fossero davanti a un serpente
“Ciao, se ti do la mano giuri che non riceverò la scossa”
“Ahahahha Jun non ho più dodici anni”
A quelle parole il libero della nazionale allungò la mano, ma non sembrava troppo convinto, idem Hikaru
“Dunque non sei finita in un riformatorio come pensavamo”
“Già mi sono data una calmata. Mi sono stupita quando Sanae mi ha detto che vi hanno convocato per la nazionale. Pensavo foste diventati troppo vecchi e che non riusciste più a correre dietro al pallone”
Nella stanza calò il gelo, poi Hikaru tentò di acciuffare Hitomi urlandole che era una piccola vipera, ma lei fu più lesta di lui e si parò dietro Yayoi che guardava con sguardo minaccioso il marito e l'amico
“Adesso datevi una calmata, lasciatela stare, l'avete provocata voi per primi”
All'apparenza i due giocatori sembravano arrabbiati, ma in realtà tutti poterono vedere come sorridevano con gli occhi e come si stessero divertendo a bisticciare con la nuova arrivata.

Entrarono nel salone mensa, Aoi tentò di sedersi di fianco a Hitomi per poterla conoscere, ma Jun e Hikaru marcavano stretto la ragazza, guardavano gli altri con uno sguardo intimidatorio, come due fratelli che non volevano l'avvicinarsi di altri ragazzi “Alla faccia dell'odio” disse Taro.
Durante il pranzo Yayoi monopolizzò Hitomi riempiendola di domande “Adesso cosa fai Hitomi-chan studi o lavori?”
“Studio architettura sono al secondo anno”
“E il fidanzato ce l'hai?”
A quella domanda a Jun andò di traverso da mangiare “Yayoi ma che domande sono”
“E' una domanda come un'altra”
“No non ce l'ho”
A quella risposta intervenne Aoi “Ciao io sono Shingo Aoi uno dei giocatori più forti della nazionale e sono anche io single”
Hikaru fissò il compagno di squadra come se volesse ucciderlo e gli ringhiò “Aoi ti consiglio di stare a cuccia”
il numero venti perse il suo sorriso e fissò il piatto intimorito.
Kojiro nel frattempo stava studiando la ragazza, non capiva come avesse fatto a incutere timore ai due amici, insomma era più mingherlina di loro e non sembrava una sorta di teppista“Scusami vorrei farti una domanda, cosa hai fatto ai quei due negli anni passati?”
L'intera squadra tese l'orecchio finalmente potevano avere delle risposte
“Ma niente di che” tentò di minimizzare Hitomi, ma Hiaru non fu dello stesso avviso
“Niente di che, una volta mi ha offerto un onigiri dicendomi Hikaru è buonissima, è al tonno proprio come piace a te, invece era piena di salsa piccante, per due giorni non mi sono più sentito la lingua”
“Che mammoletta non era così piccante”
“Parliamo di quella volta che hai sostituito nel mio borsone lo shampoo con uno colorante? Ci ho messo un mese per far sparire il blu dai miei capelli”
“Be non stavi poi così male Jun”
“Oppure quella volta che Hideaki ci ha chiesto di venirti a prendere a scuola e all'insegnante hai detto che non ci conoscevi e assomigliavamo a due maniaci sessuali?! Per poco non ci facevi finire arrestati”
“Se voi il giorno prima non mi aveste presa in giro non sarebbe successo nulla”
Kojiro non ce la fece più, scoppiò in una fragorosa risata, era da tempo che non si divertiva così, erano un vero spasso. Fu seguito a ruota anche dagli altri, persino da Genzo e dai mister.
Il cellulare di Yayoi iniziò a squillare “E' Yoshiko”
“Ho dimenticato il cellulare in camera, sicuramente mi stava cercando”
“Si tutto bene, certo è qui, te la passo.. Hitomi è Yoshiko, non sai come è gelosa che ti abbia visto e lei no”
sul volto di Hikaru passò un leggero lampo di delusione, ma passò subito appena Hitomi gli disse che voleva parlare con lui.

Dopo un'oretta dal fine pasto Hitomi disse che per lei era giunta l'ora di avviarsi verso casa, ci avrebbe messo un paio d'ore ad arrivare e non si voleva beccare il traffico di punta, Yayoi le chiese se volesse fermarsi per la notte e che avrebbe convito lei i due allenatori
“Mi spiace ma tra poco devo consegnare un progetto, non posso proprio fermarmi”
così salutò tutti, Hikaru e Jun le si avvicinarono, entrambi abbracciarono leggermente la ragazza raccomandandogli di stare attenta
"Sia mai che con la tua goffaggine non crei un mega incidente”
“Jun” lo ammonì la moglie, ma Hitomi sorrise e abbracciò maggiormente il ragazzo
“E' stato bello anche per me rivederti, mi raccomando tratta bene Yayoi”.

La neo signora Misugi aveva insistito per accompagnare la ragazza alla macchina insieme a Sanae e a Soichiro
“Mi spiace che tu e Yoshiko non siate riuscite a vedervi, ci è restata proprio male, ma l'editore non le ha lasciato la settimana di ferie in più”
Yayoi aveva sentito Yoshiko la sera precedente, era emozionata perché avrebbe rivisto Hitomi dopo ben tre anni, però allo stesso ne era leggermente intimorita, si sentiva in colpa verso la ragazza e Sanae. Purtroppo poco prima che Hideaki si ammalasse sia lei che l'amica si erano trasferite insieme ai propri fidanzati in Inghilterra per poterli seguire nelle loro carriere calcistiche. Nel frattempo lei era diventata un'infermiera e l'altra una traduttrice di libri.Si ricordava ancora la telefonata di Sanae quando le aveva detto che Hideaki era morto, era stato uno shock. Erano riusciti tutti e quattro a rientrare per il funerale, poi loro due erano rimaste qualche settimana mentre i due ragazzi erano dovuti rientrati dalle rispettive squadre. Avevano cercato di essere di supporto all'amica e a Hitomi, ma l'ultima era così piena di rabbia e sconforto che si era chiusa in se stessa. Passate le settimane dovettero tornare dai propri compagni, aveva chiesto a Sanae se volessero andare con loro in Inghilterra per qualche tempo, ma l'amica aveva rifiutato dicendole che dovevano elaborare il lutto e trovare un modo per andare avanti senza scappare. A causa del lavoro e della distanza le telefonate ed email erano diventate sempre più sporadiche, Hitomi non si faceva mai trovare al telefono e le rispondeva con frasi di circostanza alle email. Sanae le aveva spiegato che non ce l'aveva con loro, ma che Hitomi aveva bisogno di stare sola e di avere il proprio spazio. Eppure non si sentiva a posto, come se non avesse fatto tutto il possibile per loro, ma dopo quella giornata si sentiva decisamente meglio, anche Hitomi le aveva chiesto scusa, promettendole che si sarebbe fatta sentire più spesso “Stavo pensando, se va bene anche a Sanae, potreste venire da noi alla fine del ritiro, così potrò vedere Yoshiko”
Alla donna si illuminarono gli occhi, già aveva intenzione di chiedere a Sanae se avesse voglia di passare il resto dell'estate con lei, Yoshiko e i ragazzi, nella sua mente si vedeva tutti insieme a mangiare una grigliata al tramonto, come facevano i vecchi tempi.



Finalmente ho postato!!! Allora è stato introdotto un nuovo pg, la temuta Hitomi.Diventerà uno dei personaggi principali all'interno della storia, perciò spero vi piaccia.
Ringrazio aiuraharune_99 e riru per aver recensito e coloro che hanno letto la mia storia.
Aspetto con ansia le vostre recensioni
Un abbraccio e arrivederci al prossimo capitolo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Mi scuso per l'norme ritardo, ma è stato davvero un periodo no! Comunque bando alle ciance vi lascio al capitolo, che è un pochino più lungo.
Grazie a tutti coloro che leggono e anche a chi mi lasciano un loro commento, Buona lettura






Il giorno della partita era arrivato, Sanae andò insieme a Soichiro e Yayoi a recuperare Yoshiko in aeroporto, la ragazza appena vide le amiche e il bambino gli corse incontro, abbracciò per prima la dottoressa dicendole quanto le fosse mancata.

Durante il tragitto Yoshiko chiese qualche news, fu contenta di sapere che Hitomi stesse bene e avesse intrapreso la carriera universitaria

“Dovevi vedere la faccia dei ragazzi quando l'hanno vista. Jun e Hikaru l'hanno marcata stretta, erano talmente gelosi che non hanno fatto avvicinare nessuno”

l'ultima arrivata scoppiò a ridere, si immaginò la scena, sapeva benissimo che quei tre erano legatissimi. Anche se non voleva ammetterlo Hikaru era pazzo di Hitomi, non ne fu mai gelosa perché quello che legava suo marito alla ragazza era un semplice sentimento fraterno.

Si sedettero nella tribuna d'onore, il piccolo iniziò fin da subito a fare un tifo sfegatato, ed entrambe le ragazze notarono la somiglianza alla piccola Anego.

Non fu una partita facile, più di una volta Genzo aveva rischiato di subire goal, aveva tentato di dare più direttive possibile ai compagni e Matsuyama era dovuto intervenire in aiuto dei compagni. Tsubasa era marcato stretto, come del resto Hyugan e Taro, fu grazie all'azione di Jun che riuscirono a segnare la prima rete. Il baronetto del calcio dedicò il goal alla moglie andando sotto la tribuna d'onore e indicando la fede al dito per poi baciarla, la ragazza divenne rossa come un peperone, ma sotto lo sguardo dell'intero stadio si sporse per mandare un bacio volante al marito. Nel secondo tempo Kojiro subì un brutto fallo che gli fece guadagnare un rigore ovviamente fu subito goal e la partita si concluse 2-0 per il Giappone.

Erano tutti al settimo cielo, il Giappone si era appena qualificato per il torneo asiatico, Gamo fece aprire delle bottiglie di champagne e ringraziò tutti i giocatori

“Soichiro vieni qui, ho un regalo per te”

Il bimbo si avvicinò all'uomo che gli diede una maglia della nazionale con scritto il suo cognome “Spero che ti sia di buon auspicio, la tua mamma ha detto che sei un piccolo campione e lo credo anche io, chissà magari tra qualche anno militerai anche tu nella nostra nazionale. Perciò impegnati quando tornerai a casa. Sarai sempre il benvenuto”

Il piccolo guardò estasiato la maglietta e la indossò subito “Grazie mister Gamo, le prometto che mi impegnerò al massimo… mamma guarda che bella”.

Mister Mikami guardò con tenerezza la scena, gli ricordò i momenti con il suo pupillo, Genzo era stato un bambino prodigio del calcio, aveva fin da subito visto il suo potenziale, per questo l'aveva convinto a partire con lui in Germania, con uno sguardo nostalgico vagò il suo sguardo fino a incontrare la figura del ragazzo e fu orgoglioso dell'uomo che era diventato.

 

“Allora che ne dici Genzo vieni anche tu con noi in vacanza?”

Il portiere fissò guardigno il proprio capitano, gli aveva chiesto di aggregarsi con loro per il restante periodo di vacanze, sarebbero stati quattro giorni a casa di Sanae, poi sarebbero andati a Kanagawa in una villa con spiaggia privata. Non sembrava esserci nulla di male, avevano anche invitato Taro con la fidanzata, ma non gli andava proprio giù di passare la vacanza insieme alle coppiette, si perché non era uno stupido, aveva ben capito che Tsubasa e Sanae stavano insieme, soprattutto da quando li aveva quasi sgamati nello studio

“Ci devo pensare”

“Ti prego vieni con noi, ho bisogno del tuo sostegno”

vedendo la faccia stupita del portiere il capitano gli spiegò che aveva iniziato una relazione con la ex manager

“Ma va non l'avevo proprio capito”

dopo avergli rifilato uno sguardo malevolo il capitano continuò a parlare “Soichiro non sa nulla, vogliamo dirglielo durante le vacanze e ho bisogno del supporto di qualcuno. Poi non hai altro da fare!”

Maledetto, lo sapeva benissimo che non aveva altro da fare, perché dovevano andare loro due insieme a Momouro in vacanza da qualche parte, ma all'ultimo il ragazzo si era dovuto tirare in dietro in quanto la madre non stava troppo bene. Sentendosi alle strette Genzo accettò l'invito, ma non prima di essersi fatto promettere di non farlo sentire in imbarazzo.

 

L'indomani l'intera nazionale si salutò, ognuno avrebbe trascorso il periodo di vacanza insieme ad amici e parenti. Taro salutò gli amici, con Tsubasa e gli altri si sarebbero rivisti alla casa al mare. Doveva recuperare all'aeroporto Isabel, le avrebbe fatto conoscere la madre, cosa che stava facendo innervosire il numero undici della nazionale. Il capitano sapeva come era stato difficile per Misaki ricostruire un rapporto col genitore, ora sembrava volesse solo andare avanti e farle conoscere la donna della sua vita.

 

La casa di Sanae era una bella villetta bianca in stile occidentale su due piani con un grande giardino ben curato, l'interno era un mix tra stile moderno con qualche nota di stile orientale come il vaso cinese sopra la scarpiera. L'entrata era collegata da un corridoio che portava nel salone dove dall'enorme vetrata si poteva vedere il resto del giardino, in fondo i due divani vicini creavano una sorta di piccolo salottino con davanti la televisione, ma ciò che colpì Genzo fu l'enorme libreria, si chiese se Sanae li avesse letti tutti.

Sulla sinistra vi era l'entrata della cucina anche essa collegata al guardino da cui videro Hitomi seduta sul dondolo intenta a leggere un libro, doveva essersi sentita osservata perché alzò la testa e gli venne incontro “Finalmente siete arrivati”

Yoshiko scavalcò tutti, fissò la ragazza per qualche secondo per poi abbracciarla forte “Come sei cresciuta, sei diventata bellissima”

“Gr-grazie Yoshiko, ma ti prego allenta la presa se no non ci arrivo ai vent'anni”

la signora Matsuyama la lasciò con un leggero imbarazzo, era stato più forte di lei aveva dovuto abbracciarla forte per constatare che fosse vera.

Mentre Sanae iniziò a preparare qualcosa per il pranzo Hitomi fece vedere le stanze agli ospiti, erano tutte al secondo piano insieme a due bagni

“Dunque voi ragazzi potete mettervi nella stanza di Soichiro, poi per le coppiette dovete decidere chi prende la stanza degli ospiti e chi la mia camera”

tutti si guardarono confusi, allora Yayoi chiese dove sarebbero andati a dormire lei e Soichiro

“Lui andrà dal suo amico Keitaro, in cambio Sanae lo porterà con voi al mare, almeno avrà qualcuno con cui giocare. Mentre io dormirò in mansarda”

“Ma no Hitomi dormiremo noi in mansarda, non vogliamo di certo sfrattarti dalla tua camera”

la ragazza fece un gesto vago con la mano e aprì la porta.

Dentro vi era un bel letto da una piazza e mezza, le pareti erano rivestite dalla carta da parati bianca con degli stensil lilla, vicino alla finestra vi erano una scrivania e qualche mensola dove vi erano dei libri di lettura e qualche oggetto

“Non vi preoccupate, su c'è il mio piccolo regno. È più le volte che dormo la che qui, ci sono tutti i materiali dell'università e un bel letto comodo”

Yoshiko si fece convincere e alla fine scelse lei la stanza di Hitomi, per poi chiederle se potesse vedere anche la mansarda per curiosità.

La mansarda era enorme, non c'era da stupirsi se la ragazza preferiva quella stanza alla sua. Il pavimento era rivestito con il parquet e il soffitto con le travi a vista, grazie al lucernario l'intera mansarda era piena di luce, al centro della stanza vi era un enorme tavolo di disegno, mentre su una parete vi erano dei fogli con dei progetti e alcune foto. Un letto da una piazza e mezza era posizionato in fondo, vicino vi erano a una scrivania con un computer, che doveva servire per i progetti. Nel lato opposto c'erano un divanetto e un'altra libreria piena di testi universitari e di libri fotografici delle migliori costruzioni nel mondo

“Adesso vi sentite meno in ansia?”

“Certo, hai proprio creato uno studio”

Yayoi si avvicinò alla prete, vide i disegni che la ragazza stava facendo, sembrava il progetto per una scuola o una struttura pubblica, doveva ammettere che Hitomi aveva un bel tratto e fantasia. L'occhio poi le cadde sulla foto vicino a un altro disegno, raffigurava una Hitomi più piccola che abbracciava il fratello, erano così belli insieme, senza volerlo le cadde una lacrima, che si affrettò a nascondere.

Per cena mangiarono degli yakisoba e frittelle ai riso, c'era un certo clima di festa, i ragazzi iniziarono a sentire la tensione scemare, erano state tre settimane intense tra allenamenti e partite.

Genzo si concesse una porzione extra di cibo e una buona birra fredda, aveva fatto bene ad accettare la proposta di Tsubasa, dopotutto si stava divertendo e non si sentiva affatto a disagio, nonostante fosse attorniato da coppiette. Andò in cucina a prendere una bottiglia d'acqua, se avesse fatto continuare bere birra agli altri li avrebbe trovati tutti sbronzi, mentre lui era ormai abituato alla birra tedesca, decisamente molto più forte. Trovò Hitomi che cercava di prendere una tazzina in alto, senza volerlo i suoi occhi si soffermarono sulle gambe e sul sedere della ragazza, fasciato dai pantaloncini in jeans. Ne rimase incantato, ok doveva darsi un contegno, sicuramente era a causa dell'astinenza che aveva quei pensieri strani.

La ragazza anche se era in punta di piedi non riusciva a prendere l'oggetto, senza pensarci su le si avvicinò e le prese la tazzina da sake

“Grazie, in questi casi deve essere davvero utile essere una pertica”

“Effettivamente è in questi momenti che mi sento un dio”

si fissarono un attimo e scoppiarono a ridere

Sanae versò per tutti un po' di sake, quando passò accanto al capitano sentì la sua mano sfiorarle la gamba e le sussurrò

“Stasera non mi sfuggi”

si sentì immediatamente andare in iperventilazione, avrebbe voluto girarsi e baciarlo, ma c'era Hitomi, non le aveva ancora detto nulla, così a malincuore tornò al suo posto e sorseggiò la bevanda.

“Hitomi verrai anche tu in vacanza con noi vero?”

“Mi spiace, ho già un impegno”

la facce di Yayoi e Yoshiki espressero una forte delusione, speravano di passare un bel po' di tempo con lei e invece avevano solo quattro giorni

“Allora dove andrai in vacanza?”

“Farò un tour di con Hiro, abbiamo deciso di andare all'avventura nella città di , tanto qualche ostello si trova sempre”

Jun assottigliò lo sguardo

“Hiro?”

“Sì, lo conoscete anche voi, Hiroaki il mio amico d'infanzia”

“ Vi siete messi insieme?”

“ No è solo il mio migliore amico”

Jun a quel nome ricordò un ragazzino magrolino, con i capelli e occhi neri come la pece, quei due erano inseparabili, dove c'era Hitomi c'era anche lui. Al funerale di Hideaki il ragazzino sembrava l'ombra dell'amica, non l'aveva mai lasciata sola e ricordava lo sguardo di avvertimento che lanciava ad ognuno di loro, nessuno poteva importunare la ragazzina.

Hitomi era andata a letto per prima, il giorno seguente sarebbe dovuta andare all'università per consegnare un progetto, poi pian piano anche gli altri andarono nelle loro camere alla fine riuscì ad andare in camera sua verso l'una di notte. Nonostante fosse stata una giornata impegnativa non si sentiva stanca, andò nel suo bagno personale a prepararsi, mentre si stava spogliando ripensò alle parole di Tsubasa, ma l'aveva salutata ed era salito in camera insieme a Genzo, magari era troppo stanco. Era stata lei durante il ritiro a non voler fare l'amore con lui, non voleva che si giocasse la nazionale, erano stati attenti a non farsi scoprire, ma a suo avviso la prudenza non era mai troppa. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un leggero bussare alla porta, sapeva benissimo chi era, Tsubasa era davanti a lei come sempre bellissimo e con quello sguardo che le faceva perdere la testa. Non le lasciò il tempo di parlare, con uno scatto chiuse la porta, si avventò sulle sue labbra mentre le mani percorrevano tutto il suo corpo, una mano si fermò sul suo seno destro “Non dirmi di fermarmi”

“Non ne avevo nessuna intenzione”.

A tentoni arrivarono al letto, Tsubasa la sovrastò con la sua mole, lasciò la sua bocca solo per spogliarla e baciarle il corpo, le sue labbra si fermarono sul suo capezzolo sinistro, iniziò a baciarlo, moderno e a leccarlo, mentre una mano stimolava il centro del suo piacere. Non riusciva a non ansimare, portò le mani tra i capelli dell'amante e inarcò la schiena quando il piacere si fece quasi doloroso, era pronta a venire, ma il suo capitano si scostò. Lo vide spogliarsi e tirare fuori qualcosa dalla tasca dei pantaloni prima di sbarazzarsene, sentì la carta di un involucro rompersi e capì che stava indossando un preservativo e poi fu l'oblio. All'inizio fu nervosa era da molto tempo che non faceva l'amore, Hideaki era stato l'unico, ma il corpo di Tsubasa sembrava perfettamente in armonia col suo, ad ogni spinta si incontravano, le loro mani si cercavano e fu piena estasi. Il capitano l'abbracciò a se facendolo appoggiare la testa sul suo petto, le accarezzò la schiena baciandole la testa, si fissarono e baciarono, entrambi avevano paura di parlare, ma Tsubasa si fece coraggio e l'unica cosa che riuscì a dire fu

“E' stato stupendo”

Sanae lo guardava con occhi languidi e pieni d'amore

“Vorrai dire fantastico”

“Già…. Sanae ti voglio ancora”

la ragazza sbarrò gli occhi per poi salire sul grembo del ragazzo, erano già le tre di notte, poco male per una volta si sarebbe svegliata tardi.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il treno era in orario, non essendo l'ora di punta riuscì a trovare un posto dove sedersi senza che ci fosse nessuno intorno. Dopo essersi sistemata si mise le cuffie alle orecchie e guardò fuori da finestrino. Non sapeva come sentirsi, non aveva preso un brutto voto, un 27, eppure sapeva che avrebbero potuto prendere di più se quell'idiota di Kamamura avesse fatto la sua parte, quello era il brutto di lavorare in gruppo. Sistematicamente quando si formavano i team di lavoro vi erano due che trainavano il carro, due che cercavano di stare al passo, ma con scarsi successi e un fannullone che non faceva nulla, per questo prediligeva lavorare da sola. Quando il professor Takeda aveva visto il loro progetto aveva storto un po' il naso, aveva capito fin da subito che non ne era convinto, fece un paio di domande ad ognuno e poi decretò il voto. Aveva notato lo sguardo malevolo che Suo aveva lanciato allo scansafatiche e le sussurrò
“Per colpa di quel deficiente non abbiamo preso il massimo”
“Poteva andare peggio” ed effettivamente era così, perché gli altri gruppi avevano preso decisamente meno.
A fine esame il professore le chiese di rimanere, gli fece segno di seguirlo e si ritrovarono nel balconcino vicino alla scala antincendio. L'uomo si accese una sigaretta e fece un paio di tiri prima di parlare “Il vostro progetto non era male, ma se foste stati più accurati avreste preso di più” -Certo se Kamamura avesse dato una mano- pensò, ma si morse la lingua, non voleva essere una di quelle studentesse che si lamentava e faceva la spia
“Ascolti signorina Mitsui lei ha un buon potenziale, le sue idee e i disegni sono buoni, ma manca qualcosa” sulla sua faccia apparve un'espressione poco convinta, non capiva dove volesse parare, aveva seguito le linee guida e ci aveva messo del suo, ma doveva anche accettare e confrontarsi con le idee degli altri
“Mi scusi professore, ma non capisco se secondo lei sono brava o faccio schifo”
L'uomo spense la sigaretta, prese dalla ventiquattrore un quadernino e penna, strappò uno dei fogli e dopo averci annotato qualcosa glielo diede
“Compito per le vacanze, guardi le opere di questi due autori, ne riparleremo al rientro”
Lo guardò stupito, fece un inchino e se ne andò verso la stazione.
Tirò fuori dalla borsa il maledetto foglio, vi erano due nomi scritti Renzo Piano e Zaha Hadid, forse il professore voleva che fosse meno schematica e rigida. Accese il cellulare, le arrivarono due messaggi di chiamate perse da Hiro, provò a contattarlo ma ora era lui che lo aveva spento o occupato.

 

I ragazzi erano usciti ad allenarsi, Soichiro insieme a Keitaro li avevano invitati al campetto vicino alla scuola, i due bambini non stavano nella pelle, avrebbero giocato insieme ai loro beniamini. Nel frattempo Sanae stava lavorando nel piccolo studio vicino all'entrata, mentre Yayoi e Yoshiko preparavano un dolce per quella sera. La calma fu interrotta dal suono del campanello, la Signora Misugi si affrettò ad aprire pensando fossero i ragazzi che avevano dimenticato qualcosa. Invece si trovò alla porta un ragazzo alto, leggermente muscoloso, coi i capelli e gli occhi neri come la notte
“Ciao Yayoi come stai?”
La ragazza ci mise un po' ad inquadrarlo, solo quando le sorrise capì che era Hiroaki. Il ragazzo stava cercando Hitomi, ma non riusciva a trovarla al telefono
“E' in università, dovrebbe rientrare a momenti, che ne dici di prendere un te con noi mentre l'aspetti”.

Sentì le risate provenire dalla cucina, vi trovò Sanae con le ragazze e Hiro, non si ricordava di avere un appuntamento con lui
“Come è andata?”
“Bene 27, ma dovevamo vederci?”
“No, ma ti devo dare una notizia, però non so come la prenderai”
“In che senso?”
“Potresti prenderla bene o male. Sai che mi ero iscritto a quel concorso fotografico dove in palio vi era la possibilità di esporre le proprie opere nella galleria di Tokio la Taka Ishii Gallery e di partecipare in uno stage con il grande Nango?! L'ho vinto”
Hitomi abbracciò di slancio l'amico complimentandosi, non capiva perché dovesse essere una brutta notizia
“Vedi lo stage non inizierà in autunno, ma dopodomani. Devo partire con lui all'alba, andremo nell' Hokaido, perciò non potremmo fare il nostro viaggio”
Negli occhi della ragazza passò un piccolo lampo di delusione, che venne immediatamente sostituito dall'espressione felice e orgogliosa mentre cercava di fare la seria per riprenderlo
“Sei fuori di testa se rifiuti, è un'opportunità unica. Il nostro viaggio può aspettare”
Hiro tirò un sospiro di sollievo, sapeva che Hitomi avrebbe compreso. Le diede un bacio a stampo ricordandole che era una vera amica e che si sarebbe sdebitato prima o poi.
“Sai qual'è stata la foto che ha preferito di più?”
“Quella del tramonto, è bellissima”
Il moro scosse la testa e iniziò a ridacchiare “No, quella in cui ci sei tu. Ha detto che sembri una sirena e che ho immortalato la tua essenza”
L'amica divenne rossa come un peperone, ricordava benissimo quella foto, a causa di Hiro si era beccata un gran raffreddore, sperò che le altre non avessero sentito e invece iniziarono a tampinare Hiro per vedere l'oggetto del crimine
“Mi spiace non l'ho qui con me e mi hanno fatto promettere di non farla vedere a nessuno, ma posso farvi vedere questa”
Tirò fuori il cellulare e fece vedere una foto in cui Hitomi sembrava una vera fotomodella, era in piedi davanti a uno sfondo bianco, indossava un abito verde scuro e lungo, una mano sul fianco e l'altra sui capelli, mentre con uno sguardo magnetico guardava la fotocamera
“O mio Dio, falla sparire subito”
“Perchè?! Sei stupenda!”
Hitomi tentò ancora una volta di far sparire la foto, ma le ragazze non glielo permisero e alla fine lasciò perdere bevve il suo te.

Dopo cena arrivò Hiro, il ragazzo era riuscito a convincere Hitomi ad uscire con lui e gli altri per festeggiare la sua vittoria e l'inizio delle agogniate vacanze per l'amica. Le ragazze gli fecero un sacco di complimenti, di fatto quella sera Hiro era davvero affascinante, indossava un paio di jeans stretti, una maglia a maniche corte nera con lo scollo a v che risaltava la leggera muscolatura, i capelli erano tirati su col gel ed emanava un profumo buonissimo. Alle parole delle ragazza tutti i ragazzi iniziarono a incuriosirsi, si girarono verso il nuovo arrivato che si presentò
“Ma voi siete Misugi e Matsuyama, è da una vita che non ci si vede”
“Già, come stai?”
Hikaru stava letteralmente squadrando il ragazzo, era geloso marcio di sua moglie,non gli piaceva che avesse fatto tutti quei complimenti a quello li e poi da quando quel ragazzino mingherlino era diventato una pertica!
Poco dopo li raggiunse Hitomi, la ragazza indossava una tutina blu elettrico sbracciata e con i pantaloncini corti, per l'occasione aveva indossato un paio di sandali col tacco, sulle labbra vi era un rossetto rosso, le stava benissimo non sembrava per nulla volgare e infine aveva raccolto i capelli in una coda di lato. Genzo si lasciò imbambolare dalla sua figura, era bellissima, ma ciò che lo colpì più di tutto fu il suo profumo, un mix floreale che gli era entrato fino al cervello. Per l'ennesima volta si dovette imporre l'autocontrollo
“Non sono un po' troppo corti quei calzoncini?”
“No Jun stanno bene così. Non aspettatemi alzata, buona serata”
vane furono le proteste del numero ventiquattro della nazionale che tentò di dare un orario di rientro alla ragazza.

Si era svegliata a causa della forte luce che proveniva dal lucernario, di solito non le dava fastidio, ma quella mattina la trovava insopportabile, forse a causa del leggero mal di testa che aveva. La sera prima si erano dati alla pazza gioia, era da tanto che non beveva così. Si alzò tentando di non svegliare Hiro, ormai era un'abitudine che si fermasse da lei a dormire quando alzava un po' troppo il gomito “Mia nonna mi romperebbe le palle” questa era la giustificazione che dava.
Anche Hiro era cresciuto in una famiglia complicata, la madre era una donna buona ma incapace di fare la madre, tanto che quando al lavoro ebbe la proposta di un trasferimento lo accettò di buon grado senza pensare al figlio e lasciandolo alle cure della nonna materna. Mentre il padre un alcolista incallito, non lo vedeva ormai da ben tredici anni. L'unica figura familiare che era sempre stata accanto al migliore amico era la nonna settantacinquenne, buona come un pezzo di pane e che adorava il nipote e lei. Ogni volta che andava a casa della nonnina le faceva trovare un bel piatto di frittelle di mele e una tazza di te caldo.
Con riluttanza arrivò in cucina, sentì Hikaru prenderla in giro per il suo aspetto, di fatto aveva una faccia assonnata, tanto che per risposta gli grugnì un “non urlare”.
Dopo essersi versata una bella tazza di caffè, cercò di mandar giù un paio di biscotti, ma questi le formarono un pastone in bocca che fece fatica a deglutire. Il numero dodici della nazionale le si sedette vicino e cercò di prenderla in giro
“Hikaru lasciala in pace”
gli scherni del ragazzo finirono quando vide un Hiro assonnato sedersi di fianco all'amica bonfonchiando un buongiorno. Matsuyama rimase a bocca aperta, poi si fece coraggio e chiese al ragazzo dove si fosse fermato a dormire
“In mansarda con Hitomi”
“Nel-nello stesso letto?”
“Sì”
La semplicità con cui lo disse lasciò un attimo intontito Hikaru, non immaginava che Sanae permettesse ai due ragazzi di dormire insieme, aveva capito che non erano una coppia, eppure condividevano lo stesso letto. La mente del difensore iniziò a viaggiare con la fantasia facendo diventare il suo viso pallido nonostante l'abbronzatura.
Vedendo la sua perplessità e il modo con cui lo fissava Hiro chiese quale fosse il problema
“Che avete dormito insieme”
“E allora? Non è mica la prima volta”
sembrava che al giocatore della nazionale stesse per scoppiare un embolo
"Hikaru non è successo niente, tra me e Hiro non potrà esserci mai nulla”
“Certo, tra due diciannovenni che condividono lo stesso letto in preda agli ormoni non potrà succedere nulla, ma mi prendete per scemo!?”
I due ragazzi a quelle parole iniziarono a ridere, facendosi venire le lacrime agli occhi
“Ahahha non gli hai detto nulla?”
“Effettivamente no”
Vedendosi preso per i fondelli Matsuyama si innervosì di più, non capiva cosa ci fosse di tanto divertente, soprattutto perché anche Yoshiko stava ridendo
“Dunque come posso dirtelo, emm al sottoscritto non piace il calcio, ma mi piace vedere undici ragazzoni in calzoncini che corrono dietro al un pallone”
Hikaru perse la sua faccia arrabbiata e assunse quella pensierosa, sembrava non aver capito appieno il senso, poi fece la sua espressione più stupita e infine imbarazzata.
“Perciò tu sei gay?”
“Ebbene sì, sono un omosessuale fatto e finito”
“Ah, bene, cioè nessun problema”
Hiro non si stupì della reazione del ragazzo, quando qualcuno veniva a conoscenza della sua sessualità si sentiva in imbarazzo, lo guardava un po' con scetticismo e appena capiva che non era un pericolo lo trattava come se nulla fosse.
Solo Hitomi aveva avuto una reazione diversa, ci aveva messo ben un anno a trovare il coraggio per dirle che era gay e lei come se niente fosse aveva alzato le spalle e gli aveva risposto “Rimani sempre Hiro”. Era stata la prima volta in cui si era accettato completamente, senza sentirsi -Ma sei sicuro? Forse è una fase- oppure ancora peggio “Checca, finicchio, invertito”.
Uscì dal flusso dei suoi pensieri quando vide Genzo Wakabayashi entrare in cucina in tutto il suo splendore, l'uomo indossava degli abiti sportivi, dai pantaloncini della tuta spuntavano le gambe toniche, la maglietta bianca a maniche corte era attaccata ai pettorali scolpiti a causa del sudore e e mentre stava bevendo un bicchier d'acqua un rivolto dispettoso uscì dalla bocca tracciando la mascella mascolina e finendo sull'attaccatura della maglietta, non aveva mai visto un ragazzo sudato così sexy, poteva benissimo essere un fotomodello. Con la coda dell'occhio notò con piacere di non essere il solo ad averlo notato.

 

Dopo aver prese abbondantemente in giro Hikaru, lei e Hiro si avviarono a casa del ragazzo, le serviva qualche momento di pace, non era abituata ad avere così tanta gente in casa, per di più un uomo tanto bello come Genzo Wakabayashi.Mentre il migliore amico preparava la valigia si stese sul letto, lo guardò mentre riponeva con cura gli abiti nel borsone. Ogni tanto il ragazzo si girava verso di lei con in mano un capo chiedendogli se era il caso di portarlo o meno. Quando la meticolosa scelta dei vestiti finì i due si ritrovarono sdraiati uno accanto all'altro, rimasero in silenzio per qualche minuto ognuno chiuso nei propri pensieri, tra loro spesso non erano necessarie parole e non erano quei silenzi imbarazzanti.
“Mi spiace, per colpa mia la vacanza è saltata”
“Fa niente, Kobe non scappa mica”
“Andrai a con gli altri?”
“Sì, non ho voglia di rimanere a sorbirmi il caldo”
“Già, li potrai raffreddare i tuoi bollenti spiriti in mare”
“Cos- Cosa diavolo stai dicendo?!”
ah come amava prendere in giro la sua migliore amica, diventava subito rossa dalla vergogna scaldandosi come un toro
“Ti ho visto come sbavavi quando hai visto Wakabayashi”
“Ma che diavolo stai dicendo?”
“Ti dico che stavi letteralmente sbavando, sembravi così eccitata”
“Non ero di certo la sola”
“Allora lo ammetti”
Sentendosi presa sempre più in giro Hitomi lanciò in faccia il cuscino all'amico
“Non è colpa mia se è gnocco”
“Molto gnocco mia cara”

Lasciò Hiro intento a finire di prepararsi per il grande viaggio, la nonna le aveva chiesto di fermarsi a cena, ma Sanae le aveva fatto promettere di tornare, immaginò che dovesse parlarle di qualcosa.
Appena entrò sentì un buon profumo arrivare dalla cucina, vide le ragazze intente a cucinare gli Okonomiyaki e gli Yakitori. Tentò di arraffare qualcosa, ma Yayoi picchiettandole la mano con il cucchiaio di legno, le disse di aspettare per non rovinarsi l'appetito. Così si sedette sul divano di fianco a Jun che era intento a scontrarsi all'x-box contro Hikaru, ovviamente il gioco in questione era fifa. Senza farsi notare sbirciò nella direzione di Wakabayashi. Il ragazzo era intento a guardare la partita - è davvero bello- con uno sbuffo sconsolato scosse la testa, doveva assolutamente stargli alla larga il più possibile, insomma non voleva fare la figura dell'idiota. Sicuramente il portiere era abituato alle ragazze di una certa portata e non si sarebbe mai accorto di lei. Certo tutti gli dicevano che era molto bella, ma qui stavamo parlando di un uomo che era abituato ad uscire con delle modelle o starlet della televisione.
Si riscosse dai suoi pensieri quando Yoshiko li chiamò tutti a tavola.
Anche Soichiro era a casa quella sera, la cosa iniziò a farla insospettire. Erano ormai due giorni che il nipote “viveva” a casa di Keitaro e ci sarebbe rimasto ancora volentieri. Per tutta la durata della cena Hitomi rimase in allerta, come se da un momento all'altro dovesse arrivare una grande notizia bomba. E fu così, vide Ozora portare a tavolo una bottiglia di champagne, quella per le grandi occasioni che Sanae teneva in cantina, notò lo sguardo di intesa con la cognata e capì.
Sanae si alzò in piedi guardando lei e Soichiro iniziò a parlare
“Ecco non so da dove cominciare… Soichiro e Hitomi sapete quanto vi voglio bene e so quanto voi ne volete a me… vorrei chiedervi di provare a dare lo stesso affetto anche a un'altra persona che è entrata a far parte della mia vita…. Questa persona è Tsubasa”
“State insieme?”
“Sì”
Hitomi non era una stupida, aveva capito la situazione fin da subito, il tarlo del dubbio le insinuato il secondo giorno. Aveva visto come quei due si guardavano e aveva notato come Tsubasa trovasse ogni possibile scusa per sfiorare Sanae.
“Congratulazioni, sono felice per voi. Ben venuto in famiglia Tsubasa Ozora”
Sanae fece un leggero sospiro di sollievo, le mancava solo di sapere cosa ne pensasse suo figlio. Il bambino aveva abbassato la testa, non riusciva a guardarlo in faccia. Appena lo toccò Soichiro alzò il viso di scatto, con gli occhi pieni di lacrime e tremava leggermente
“Io non voglio quello li , voglio che rimaniamo solo io, te e la zia. IO NON LO VOGLIO UN ALTRO PAPà”
Sanae tentò di abbracciarlo, ma Soichiro la scansò via e corse su in camera sua. Nella stanza calò il gelo, nessuno si aspettava una reazione simile dal bambino, in quei giorni sembrava adorare Tsubasa. Sanae scoppiò a piangere, immediatamente il capitano le fu vicino per confortarla, anche se non sapeva bene cosa fare.
“Vado a parlargli”
Ma Hitomi lo bloccò “No Tsubasa, vado io, vedrai che lo calmo”
Come si aspettava trovò la stanza chiusa a chiave, sarebbe stato inutile chiedergli di aprirla, quando ci si metteva Soichiro era più gnucco di lei. Doveva essere un tratto distintivo dei Mitsui. Così si sedette di contro alla porta e iniziò a parlare, ben sapendo che l'avrebbe sentita.
“Credo di capire come tu ti senta. Quando tuo papà portò a casa la tua mamma mi arrabbiai tantissimo, non capivo perché cavolo volesse portare nelle nostre vite un'altra persona. Pensavo che le nostre vite erano così perfette, solo io e lui…. Però poi ho capito che in realtà Hideaki mi avrebbe sempre voluto bene, anche se ne voleva anche alla tua mamma.
Vedi Soichiro tra qualche anno entrambi diventeremo grandi, ci innamoreremo e avremo la nostra famiglia e anche se cercheremo di darle tutto il nostro affetto la mamma si sentirà sola. Credo che lei meriti di essere felice con Tsubasa, insomma ha fatto così tanto per noi”
“Ma io non voglio un altro papà!”
“Tesoro la mamma non ti sta dicendo che devi sostituire il tuo papà con Tsubasa, e nessuno potrà mai sostituilo, vedrai che non ti dimenticherai mai di lui. E non dovresti neanche avercela con te stesso se ti affezionassi a Tsubasa. Poi nel caso volessi parlarne con qualcuno ti prometto che io ci sarò sempre. Che ne dici di dare una possibilità al capitano?”
Ci fu qualche minuto di silenzio, sapeva che suo nipote era combattuto, poi la serratura scottò e Soichiro uscì dalla porta come un fulmine e la abbracciò forte
“Davvero zia non dimenticherò il mio papà e la mamma mi vorrà sempre bene?”
“Certo tesoro mio, te lo prometto”
Per una volta Tsubasa non sapeva davvero cosa dire e fare, vedere Sanae in quelle condizione gli struggeva il cuore. Fin dall'inzio sapeva che non sarebbe stato facile farsi accettare dal piccolo Mitsui.
Yayoi e Yoshiko tentarono di consolare l'amica, dandole un po' di forza
“Vedrai che si calmerà e andrà tutto bene”
“Si ha solo bisogno di metabolizzare la notizia”
Sapeva benissimo cosa sarebbe successo se Soichiro non lo avesse accettato, la storia con Sanae sarebbe finita, perché lei era stata cristallina, prima di tutto suo figlio. Si stava già vedendo mentre Sanae lo metteva alla porta, quando entrarono nella stanza Hitomi mano nella mano con il bambino. Il piccolo lo fissò con imbarazzo, poi spostò lo sguardo sulla zia stringendole di più la mano e riportò l'attenzione su di lui
“Benvenuto in famiglia Tsubasa”
Il capitano rimase per qualche secondo imbambolato, gli sembrò che il cuore stesse per scoppiare, al colmo della felicità di avvicinò a Soichiro e portandosi alla stessa altezza del bambino lo abbracciò leggermente a se
“Grazie”
“Però se farai del male alla mia mamma te la vedrai con me”
“Certo”
Sanae gli si avvicinò contenta, il figlio lasciò la presa su Tsubasa e abbracciò la mamma, con occhi pieni di lacrime, ma questa volta di felicità, guardò la cognata
“Grazie"
La ragazza le sorrise a sua volta, si avvicinò alla bottiglia di champagne
“Non stavamo festeggiando un nuovo amore?! Chi beve con me?”


 


Ed ecco la fine di un alro capitolo, spero vi sia piaciuto. Ha fatto la sua comparsa Hiro, io lo adoro forse perchè ho preso ispirazione da un mio caro amico. Spero di leggere le vostre opinioni, ovviamente ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia.
Un abbraccio e al prossimo capito

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ed ecco il nuovo capito, ci ho messo un pò a scirverlo e a postarlo.
Buona lettura a tutti





Riuscirono a sistemare le valige nelle due macchine, il minivan di Sanae fu una manna dal cielo.
Quando fu il momento di partire Soichiro si impuntò sul voler viaggiare nella macchina di sua zia, così la ragazza si trovò insieme ai bambini e il portiere
“Lascerò le coppiette insieme”
Dopotutto non le era andata male, l'unica pecca era che aveva dovuto cedere il suo posto di guida a Genzo, all'inizio l'aveva presa un po' come un insulto, come se non si fidasse di una donna alla guida, ma non volendo partire col piede sbagliato cedette.
Era un viaggio abbastanza tranquillo, i bambini parlavano tra loro di giochi, animali e di calcio, mentre Hitomi guardava il paesaggio fuori dal finestrino, -forse è arrabbiata per la macchina- pensò Genzo, poi alla radio partì l'hit del momento, la sentì canticchiare seguita a ruota dagli altri due passeggeri e alla fine si ritrovò coinvolto anche lui.
“Se ti dovesse andar male con la carriera da calciatore potresti provare con quella da cantante”
“Ci avevo già pensato”
“Sicuramente avresti uno stuolo di fan”
“Tu dici?”
Genzo assunse il suo sorriso sghembo, quello che la faceva imbambolare -Non fissarlo troppo- tentò di riportare l'attenzione sul paesaggio, non doveva iniziare a provare nulla per quell'uomo.
Senza volerlo l'occhio del portiere cadde sulle game scoperte della ragazzina -Contegno Genzo, ma dico perché si è messa un paio di pantaloncini così corti-
La casa prenotata da Yayoi era bellissima, una villa su due piani. Al piano terra vi era un grande salone, la cucina, due camere da letto e un bagno, al piano superiore invece c'erano quattro camere da letto, dove si posizionarono le due coppie sposate, e due camere dove in una vi era un letto singolo con uno a castello e una più piccola singola. Hitomi si propose di dividere la camera con i due bambini
“No ci vado io con loro, così staremo tra ragazzi, che ne dite?”
“Siii, scusa zia, ma preferiamo stare con Genzo”
“Grazie mille per la considerazione, be vado a prendere la mia valigia”
Con immensa sconsolazione fissò la scala a chiocciola, non sarebbe stato facile portare il bagaglio a destinazione, con molta attenzione arrivò a metà scala imprecando mentalmente. Stava per riprendere la scalata quando si sentì portare via la valigia, con uno sguardo meravigliato seguì il portiere che in un attimo fu in cima alle scale.
“Grazie”
“Figurati, rischiavi di far venir notte. Forza cambiati che si va in spiaggia”
Hitomi lo fissò in malo modo, da quando in qua aveva tutta quella confidenza con lei?! Con un gesto secco prese il bagaglio e si chiuse in camera sua.
-Ma chi gli ha chiesto di aiutarmi?! Stupido sbruffone, sexy pallone gonfiato… no no no, niente sexy, managgia Hitomi datti una calmata- pensando a ciò svuotò la valigia, prese la borsa da spiaggia con il telo e la crema solare, per poi indossare il costume e il copricostume continuando a inveire mentalmente contro il portiere.

La spiaggia privata era proprio bella, una piccola baia delimitata da entrambi i lati dagli scogli, la sabbia era pulita e vi era qualche lettino per prendere il sole e un paio di ombrelloni. I bambini corsero subito in acqua, Sanae gli urlò di stare attenti, ma Soichiro e Keitaro erano già presi a giocare, vedendoli così felici non se la sentì di sgridarli per non averla ascoltata.
Iniziò a spargersi la crema solare sul corpo, non voleva di certo scottarsi il primo giorno. Quando stava per mettersene dell'altra sulla mano, si vide portare via il flacone da Tsubasa
“Ti aiuto a spargerla sulla schiena”
Appena le forti mani del ragazzo si appoggiarono sentì una leggera scossa sulla sua pelle, percepì il tocco deciso ma allo stesso tempo delicato del suo uomo, era partito dal centro con movimenti circolatori successivamente passando sulle sue spalle. Poi la bocca di Tsubasa le solleticò l'orecchio sinistro mentre le diceva
“Non sai cosa darei per essere da soli. Ti toglierei questo costume e inizieremmo a fare l'amore”
istintivamente le partì un piccolo gemito, il suo basso ventre si stava contorcendo, voleva fare anche lei l'amore con lui, ma non erano da soli. Per fortuna Tsubasa si staccò da lei, se no gli sarebbe saltata addosso.
“Ahhhh ma che ti sei messa?”
“Cosa Hikaru?”
“Hai capito bene, che cos'è quella roba che hai addosso”
“Un costume”
“Forse vorrai dire metà!”
Hitomi fissò scioccata l'amico, indossava un semplice costume nero con dei fiori tropicali, il reggiseno a triangolo e la mutande a brasiliana, certo lasciava parte della pelle scoperta, ma non pensava fosse volgare.
“O lascialo perdere, te lo puoi ben permettere col fisico che hai”
“Yoshiko ma che dici, è quasi completamente nuda”
I due coniugi stavano iniziando un battibecco quando furono bloccati da un urlo di Jun che guardava con orrore il costato destro di Hitomi
“Ma che cavolo hai li?!”
“Un tatuaggio”
“E perché ce l'hai?!”
“Perchè lo volevo”
“Sanae perché hai permesso che lo facesse? “
“L'ha fatto da maggiorenne, il corpo è suo. Non mi sembra una cosa così grave”
Hitomi sentendosi sempre più in imbarazzo e furiosa fece un profondo sospiro e si allontanò andando in acqua prima di poter dire o fare qualcosa di altamente compromettente. Quei due la trattavano ancora come una bambina, mentre lei era cresciuta e poteva benissimo prendere le sue decisioni. Non capiva perché Jun si era incavolato tanto per il tatuaggio, non era enorme. Un bel mandala di lato sul costato. Ci aveva messo più di sei mesi per sceglierlo, voleva qualcosa che fosse una sorta di tributo a suo fratello, ma allo stesso anche per se stessa. Poi un giorno Hiro le aveva disegnato il soggetto spiegandole cosa significasse e se ne era innamorata, la cosa che le piaceva i più erano i petali che sembravano trasformarsi in piume. Se ci pensava intensamente poteva ancora sentire il dolore che gli aveva provocato farlo, ma ne era nettamente valsa la pena
Genzo aveva assistito a tutto ciò in silenzio, aveva ben notato anche lui il costume della ragazza, non era niente di compromettente, ne aveva visti di ben più volgari e come diceva Yoshiko se lo poteva ben permettere. Il fisico era asciutto e tonico, doveva portare una seconda di reggiseno e aveva già notato il sedere di Hitomi, ma vederlo coperto da quel micro costume lo aveva quasi mandato il tilt. Persino il tatuaggio gli piaceva, nonostante lui non ne fosse un fan, delle volte trovava che i suoi compagni esagerassero con tutti quei disegni sulla pelle, ma quello di Hitomi non era enorme e in un punto non sempre visibile. La vide buttarsi in acqua e allontanarsi dal resto del gruppo, non seppe bene il perché ma la seguì
“Tutto bene?”
“Sì.. no, mi trattano come se fossi una bambina”
“Non sei per nulla una bambina… lasciali perdere. Su forza vediamo chi raggiunge per primo gli scogli”
Hitomi ne fu piacevolmente stupita, non pensava che Genzo si sarebbe avvicinato e gli chiedesse come si sentiva, soprattutto dopo quel piccolo screzio della mattinata. Sentì il suo cuore scaldarsi e capì che ormai ne era irrimediabilmente cotta.

Verso le prime ore del pomeriggio arrivò anche Taro insieme alla sua ragazza, la francesina fu subito simpatica a tutti, soprattutto a Sanae. I due raccontarono della loro breve vacanza dalla madre del calciatore, che era stata estremamente gentile e simpatica. Durante la cena Isabel raccontò di come avesse conosciuto Taro attraverso una campagna pubblicitaria, era stata lei a spingere l'intero ufficio marketing della marca a prendere il giapponese come testimonial.
“Perciò sei stata tu a fare la prima mossa”
“Sì, se aspettavo lui campa cavallo”
“Ma se ti ho invitato io a cena”
“Amour se non mi fossi presentata per prima e non ti avessi, come si dice, a si dato dei chiari segnali, non credo mi avresti invitata”
Taro roteò gli occhi, era sempre così con Isabel, doveva avere sempre l'ultima parola, ma era una delle tante cose che gli piaceva di lei. Amava la sua schiettezza,il modo in cui raccontava le cose, adorava persino il suo modo di gesticolare mentre parlava. Vedendo che continuava a prenderlo in giro le agguantò delicatamente il mento e le diede un bacio dicendole che così sarebbe stata un po' zitta.

Dopo la bella serata si ritirarono ognuno nelle proprie stanze, Yayoi finì di passarsi la crema alle rose su tutto il corpo, gliela aveva regalata Jun dicendole che amava quell'odore sulla sua pelle. Ripensò alla giornata in spiaggia, aveva capito fin da subito quale fosse il problema di Jun e Hikaru, per questo non si era tanto stupita del loro comportamento.
Il marito entrò dentro la stanza e si sedette accanto a lei con solo i pantaloni del pigiama, come sempre era dannatamente bello. Scosse la testa, doveva parlargli e sapeva bene con quale pretesto poteva avvicinarsi. Si posizionò dietro la schiena e iniziò a massaggiargli le spalle. Lo sentì rilassarsi ed emettere un piccolo mogugnio di piacere
“Mi piace quando mi coccoli così”
“Viziato…. Dovreste chiedere scusa a Hitomi”
“Yayoi non iniziare”
“E' rimasta male dal vostro comportamento”
“Amore non abbiamo detto nulla di male, l'hai vista?! Indossava un micro costume indecente e ha un enorme tatuaggio sul costato. Per fortuna siamo in una spiaggia privata, se no cosa avrebbe pesato la gente vedendola in quel modo”
“O mio dio Jun da quando sei così bacchettone?!Il suo costume non ha nulla che non va e il tatuaggio non è enorme”
Jun tentò di scansarsi, ma Yayoi non mollò la presa sulle sue spalle, vi si appoggiò sopra con po' di forza, fece un profondo respiro prima di parlare
“So qual'è il vero problema, non parte di certo da oggi, ma dall'incontro del raduno”
Il ragazzo con un gesto veloce si scansò da lei e la fissò con uno sguardo accigliato
“A si saputella, sentiamo la tua teoria”
l'infermiera continuò a guardare il marito con il solito sguardo dolce, le faceva tenerezza
“Il problema è che Hitomi non è più quella che conoscevate. L'ultima volta che l'avete vista era una ragazzina di tredici anni, smilza e con due trecce lunghe, mentre ora vi si presenta una ragazza fatta e finita con due gambe chilometriche e un corpo da urlo. Per voi è sempre la stessa bambina, ma appena qualcuno o lei stessa vi fa vedere quanto è cresciuta vi allarmate ed entrate nel panico”
“Non è ver”
non riuscì a finire la frase, Yayoi gli aveva messo delicatamente un dito sulle labbra
“Dovete farvene una ragione. Facendo così non farete altro che allontanarla, si sentirà presa in giro e crederà che non la prendiate sul serio.”
Lo sapeva benissimo, ma era più forte di lui, vedeva Hitomi come la piccola pestifera che gli faceva i dispetti, gli mancavano terribilmente i loro battibecchi. Ora che si erano ritrovati non faceva altro che allontanarla da lui, con la stessa paura di creare un ulteriore muro tra loro. Doveva solo accettare che la bambina era cresciuta. Sospirando si sdraiò sul letto trascinando sul petto la sua dolce metà, le baciò le labbra e le promise che l'indomani avrebbe chiesto scusa alla ragazza.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


I giorni passavano tranquilli, Hitomi aveva apprezzato quelle “quasi” scuse dei due giocatori della nazionale per l'inconveniente del costume e del tatuaggio. Avevano capito che dovevano trovare una sorta di nuovo equilibrio. Dopo essersi crogiolata un po' al sole si alzò per andare a fare il bagno, appena il piede toccò l'acqua sentì un leggero brivido percorrerle tutta la spina dorsale, ci avrebbe messo un bel po' a trovare il coraggio di buttarsi. Era pronta a mettere anche l'altro piede nell'oceano, quando si sentì sollevare in aria. Hikaru l'aveva afferrata per la vita issandola come un sacco di patate, immediatamente Jun si avvicinò a loro. Tentò di sgusciare via dalla presa dei due, ma erano nettamente più forti di lei e alla fine si ritrovò con Jun che la teneva per le braccia e l'altro per i piedi. Vane furono le sue richieste di lasciarla andare e di non buttarla in acqua. I due iniziarono a dondolarla e a contare fino a tre per poi lanciarla come se niente fosse.
“Come avete osatoooo, ve la farò pagare”
Tentò di acciuffare il numero ventiquattro della nazionale, ma egli si scostò in tempo e con una mano la spinse sott'acqua.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, la ragazza spiegò bandiera bianca e si andò a sdraiare sul suo asciugamano. Mentre riprendeva fiato notò Genzo uscire dall'acqua, inutile dire che era bellissimo. Con una mano il ragazzo frizionò i capelli, si rivolse verso il sole e chiuse gli occhi. Hitomi seguì con lo sguardo alcuni rivoli d'acqua che scendevano dal collo fino ai pettorali scolpiti. Si sentì accaldata e una morsa le prese il basso ventre. Porca miseria non poteva eccitarsi per così poco. Distolse lo sguardo e tentò di riprendersi ascoltando la musica. Poco dopo sentì la presenza di qualcuno al suo fianco, era Wakabayashi che si era disteso accanto a lei
“Non ti do fastidio vero?”
“No no, basta che non mi fa ombra”
“Non vorrai diventare una gankuro?”
“Ma va, vorrei solo prendere un colorito più sano e non sembrare una mozzarella”
Rimase immobile per tutto il tempo, riuscì grazie agli occhiali da sole ad esaminare la figura del ragazzo, provò a cercare di trovare una minima imperfezione, ma non sembrava essercene. Ci stava provando con tutta se stessa a non farsi piacere Genzo, ma sembrava impossibile.

Sanae era salita su in casa, era sicura di aver portato con se la borraccia piena d'acqua e invece non l'aveva trovata nella sua sacca da spiaggia e non la trovò neanche sul tavolo. Dopo aver controllato vicino al lavello aprì il frigorifero e trovò l'oggetto dei suoi desideri vicino all'aranciata. Si girò per scendere in spiaggia, ma si ritrovò di fronte il capitano. Tsubasa la strinse a se e iniziò a baciarla. Le mani di lui le accarezzarono la schiena e una arrivarono sopra il suo seno
“Potrebbe vederci qualcuno”
La prese per mano e come due ragazzini corsero nella loro camera da letto. Appena la porta fu chiusa il ragazzo si avventò sulle labbra della ex manager facendola appoggiare alla porta. Sanae sentì la testa vorticare talmente era tanta l'eccitazione che provava in quel momento, tentò di trattenere gli ansiti di piacere mentre Tsubasa le baciava il collo e iniziava a sfilarle il pezzo sotto del costume. Ma appena iniziarono a fare l'amore non riuscì più a resistere, se qualcuno fosse entrato in casa sicuramente li avrebbe sentiti. Perse l'ultimo barlume di lucidità quando con voce roca il capitano le chiese di venire per lui, sentì tutto il suo corpo tendersi e un piacere immenso propagarsi dai piedi fino alla punta dei capelli. Dopo poco anche il capitano raggiunse l'apice del piacere e con uno sguardo dolce le disse
“Ti amo”
Sanae lo fissò sbalordita, non si aspettava una dichiarazione in piena regola in quel momento. Non ricevendo risposta Tsubasa lo interpretò come una sorta di rifiuto, si staccò da lei per tirarsi su il costume e fece per uscire, ma fu trattenuto dalla ragazza
“Tsubasa aspetta”
“Lasciami Sanae ho bisogno d'aria”
“Prima di andare ascoltami, fammi spiegare”
“Non c'è nulla da spiegare”
“Invece si zuccone. Non mi aspettavo che mi dicessi che mi ami dopo un momento di pura passione, nella mia testa mi ero immaginata che ci saremmo scambiati i nostri reciproci sentimenti in un altro momento, che ne so davanti a un tramonto. Però va benissimo così, anche io ti amo”
vedendo che non la guardava gli prese il viso fra le mani e lo fissò intensamente
“Ti amo Tsubasa Ozora e non lo sto dicendo per darti un contentino, ti amo con tutto il mio cuore”
Il capitano non lesse nessuna esitazione negli occhi della donna che gli aveva rubato il cuore, colmo di gioia la baciò
“Mi hai fatto prendere con colpo, ti amo Sanae”

Taro ebbe l'ottima idee di uscire fuori a cena, le ragazze si meritavano una sera servite e riverite, era giusto coccolarle ogni tanto. Così aveva prenotato a un ristorantino vicino al porto. Aspettò Isabel vicino alle scale, delle volte ci metteva una vita per prepararsi, sperò che non facesse fare tardi a tutti. Appena la vide rimase come sempre estasiato, la ragazza indossava un abitino azzurro che esaltava l'abbronzatura e i capelli raccolti lasciavano il collo libero. Quando fu abbastanza vicino l'agguantò baciandola e dicendole quanto fosse bella.
Si ritrovarono in macchina con Genzo e Hitomi, li trovò davanti al mezzo che discutevano su chi dovesse guidare, alla fine la ragazza lasciò il posto da conducente al portiere. Le due ragazze si sedettero dietro e sentì la compagna fare dei complimenti alla cognata di Sanae
“Stai proprio bene con questo vestito”
“Grazie Isabel, tu invece come sempre sei bellissima”
notò con la coda dell'occhio che Genzo si era messo a fissare Hitomi dallo specchietto retrovisore. Aveva notato che ultimamente i due si erano avvicinati parecchio, ma non ci diede troppo peso, insomma Hitomi era ancora una ragazzina, Genzo era abituato a un certo tipo di donne e per di più vivevano in due continenti diversi. Sapeva quanto fosse allergico alle relazioni il portiere e che non si sarebbe mai cacciato in una situazione di scomodo, soprattutto con la cognata di Sanae.

Il proprietario del ristorante li accolse con un enorme sorriso, li accompagnò a un tavolo leggermente appartato per evitare una possibile invasione dei fan, ma si assicurò di specificare che fosse uno dei tavoli migliori.
Hitomi per l'ennesima volta si ritrovò accanto a Genzo, più cercava di allontanarsi più si se lo ritrovava tra i piedi. Prese uno dei menù per decidere cosa prendere
“Sei molto bella stasera”
Con le gote leggermente arrossate si girò verso il ragazzo, ma non capì se aveva davvero sentito quella frase o se era frutto sella sua immaginazione, perché Genzo si era trincerato dietro il menù.

Non riusciva proprio a prendere sonno, era come se morfeo quella notte avesse deciso di abbandonarla. Eppure non aveva mangiato troppo e non faceva neanche tutto quel caldo da non riuscire a dormire. Il problema si chiamava Genzo Wakabayashi, quel benedetto ragazzo l'aveva fatta uscire di senno. Continuava a dargli dei segnali contrastanti. Durante la cena le aveva fatto quel complimento, poi quando inavvertitamente le loro mani si erano toccate per prendere la stessa bottiglia d'acqua, l'aveva ritirata come scottato. Sapeva di non doveva farsi illusioni, ma la sua mente non faceva alto che pensare a lui.
La sua irritazione aumentò quando si accorse di aver finito la bottiglia d'acqua sul comodino. Cercò di fare meno rumore possibile e scese in cucina, quella sera la luna era talmente brillante che non dovette neanche accendere la luce. Prese l'oggetto dei suoi desideri, ma si bloccò quando sentì un fruscio dietro di se, era già pronta ad urlare, ma tirò un sospiro di sollievo quando si ritrovò davanti l'oggetto del suo groviglio interiore.
Genzo la fissò stupita chiedendogli cosa ci facesse in piedi a quell'ora, gli indicò la bottiglia d'acqua e gli porse la stessa domanda
“Fa troppo caldo per i miei gusti, così sono sceso in veranda a prendere una boccata d'aria”
“Ti scoccia se vengo anche io?”
Il portiere alzò le spalle e le fece segno di seguirlo.
All'inizio ci fu un silenzio imbarazzante, Hitomi cercò di trovare qualcosa da dire, ma fu Genzo a rompere il ghiaccio
“Come sta Hiro?”
Gli raccontò delle telefonate dell'amico, di quanto fosse entusiasta dell'esperienza, poi le chiese come si fossero conosciuti e così via.
Dopo quella sera ce ne furono altre, come se si fossero dati una sorta di appuntamento. Genzo raccontò alla ragazza di come fosse stato un ragazzino troppo borioso e pieno di se prima di incontrare Tsubasa e gli altri, della Germania con le sue prime difficoltà e del Mister Mikami a cui doveva tutto
“Se non fosse stato per lui non sarei mai arrivato ai livelli a cui sono ora”
Hitomi lesse un grande rispetto e ammirazione per quell'uomo, capì che era il punto di riferimento del portiere. Quando tornava in camera sua ripercorreva l'intera conversazione avuta con il ragazzo ricordando ogni singola parola e gesto. In quei momenti capì di essere non solo attratta fisicamente, ma anche mentalmente, avrebbe voluto fargli un milione di domande e conoscere ogni singola cosa di lui.
Poi la terza sera tutto cambiò. Genzo le stava raccontando di come avesse aiutato Kalz a lasciare l'ennesima conquista, tra le risate gli disse
“Siete stati tremendi”
“In nostra difesa posso dire che era veramente una rompiscatole. Non gli lasciava tregua”
poi presa da uno strano coraggio lei gli domandò
“Come mai un tipo come te non è fidanzato con qualche super modella o attrice?”
“Non sono uno molto per i legami, ci ho provato ma nessuna è riuscita ad accalappiarmi”
Una strana morsa le prese il petto, fece persino fatica a deglutire
“E tu come mai non hai il ragazzo?”
“Non ho trovato ancora quello che mi ha colpito del tutto”
Sentì Genzo ridacchiare e scuotere leggermente la testa, non capì che cosa avesse detto di tanto divertente
“Sei ancora una ragazzina, vedrai che tra qualche tempo troverai qualcuno che ti farà perdere la testa”
Hitomi ci rimase di sasso, la considerava una mocciosa. Era una stupida e deficiente ragazzina che si era infatuata di lui. Si sentì rodere dalla vergogna, tentò di mascherare il disagio, trattenne le lacrime pronte ad uscire. Gli augurò la buona notte
“Hitomi tutto bene?”
“Sì tutto ok”
“Dalla tua faccia non si direbbe”
Voleva scappare, salire in camera sua e darsi dell'idiota, come poteva minimamente pensare di piacere a Genzo, lui era troppo per lei
“Davvero sto bene, ho solo freddo e si è fatto tardi”
Genzo le afferrò le spalle portandola di fronte a lui, i loro corpi erano così vicini che poteva sentire il calore del suo corpo
“Non mi freghi, è per qualcosa che ho detto?”
Oddio perché era così insistente?! Tentò ancora di mascherare il suo stato e di muoversi, ma lui non demordeva e non la lasciava andare
“O mio Dio Genzo come fai a essere più ottuso di un criceto, non hai capito che mi piaci?! Dannazione non ci vuole una laurea. Mi hai appena detto che sono solo una stupida ragazzina, come dovrei sentirmi? Ora se permetti vorrei andare in camera mia per sprofondare dalla vergogna per la figuraccia appena fatta”
Fu inaspettato, Genzo l'aveva spinta verso di lui e la stava baciando. Non fu un bacio dolce e casto o no era uno di quei baci appassionati che ti fanno mancare il respiro. Senza che se ne accorgesse la trascinò sopra di lui sul dondolo, le mani del ragazzo le accarezzarono la schiena e le gambe, non sie era mai sentita così accaldata ed eccitata. Si staccarono solo per riprendere aria, quando riavvicinò le labbra alle sue lo sentì dire
“No, non possiamo”
Hitomi si gelò all'istante, le uscì una semplice domanda
“Perché?”
“Tu mi piaci moltissimo, ma sei la cognata di Sanae, dopo questa estate io tornerò in Germania e sei così giovane… vedrai che”
La ragazza si alzò dalla sua posizione come se fosse stata morsa da un serpente, con gli occhi delusi e incavolati gli inveì contro
“Non ti azzardare a dire una di quelle frasi del cazzo, vedrai che presto troverai l'amore, non è colpa tua e così via”
“Cerca di ragionare”
“O ma io ragiono benissimo. Ti piaccio, ma non abbastanza da correre il rischio… dannazione come è umiliante”
Genzo provò a toccarle un braccio, ma lei si scostò schifata
“Non mi toccare. Vado a letto e non ti preoccupare passeremo il resto della vacanza a non calcolarci. Buona notte Wakabayashi”
Genzo sapeva di aver fatto la cosa giusta, eppure perché gli faceva così male?



Finalmente sono riuscita ad aggiornare, sono stata in vacanza e purtroppo ho perso la mia amaa chiavetta su cui salvavo la mia storia. Non vi dico la mia disperazione e sconforto, ma poi mi sono rimbaccata le maniche e ho riscritto l'intero capitolo.
Dunque tra Tsubasa e Sanae le cose vanno sempre meglio, mentre tra Genzo e Hitomi le cose si complicano, chissà cosa succederà?!
Ringrazio tutti coloro che leggono e commentano la storia, grazie infinite!


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Alla fine non aveva dormito, si era rigirato più volte nel letto senza riuscire a prendere sonno. Appena chiudeva gli occhi le immagini della serata con Hitomi inondavano la sua mente, i suoi occhi, il bacio e poi quando l'aveva respinta. Aveva visto la rabbia e frustrazione negli occhi della ragazza. Era stato un cretino, si era lasciato prendere dall'istinto, sapeva che se Hitomi non fosse stata la cognata di Sanae non si sarebbe fatto tante remore. Era intelligente, simpatica e carismatica ma soprattutto bellissima. Si era accorto subito di essere attratto fisicamente da lei, ma aveva dato la colpa all'astinenza, invece poi l'aveva conosciuta meglio e aveva scoperto quanto fosse divertente e bello stare in sua compagnia. Si era impuntato che doveva starle alla larga per il suo bene, a fine di quella vacanza sarebbe ripartito per la Germania e non l'avrebbe più vista, credeva di potercela fare. Invece quella sera aveva ceduto alla tentazione di assaggiare le labbra di quella ragazzina.
Appena i primi raggi del sole filtrarono dalla tapparella decise di alzarsi e ad andare a correre. Percorse tutto il lungo mare, incontrando di tanto intanto qualche pescatore che tornava dalla nottata in mare o i negozianti che si apprestavano ad aprire bottega. Solo quando il corpo gli chiese pietà decise di rientrare.
Dopo aver fatto una doccia veloce trovò gli altri in cucina intenti a far colazione. Tsubasa lo prese in giro per il suo stacanovismo
“Non vorrei mai diventare un pelandrone come te”
per indispettire ancora di più il capitano gli rubò il giornale
“Non ti preoccupare per me, di notte faccio ben altro movimento fisico, ahia”
Sanae sentendo quelle parole aveva dato una leggera sberletta alla spalla del suo uomo, rossa come un peperone.
Pian piano la cucina si riempì dei componenti della casa, Genzo cercò di comportarsi come il solito, ma appena entrava qualcuno dalla cucina alzava lo sguardo dal giornale per vedere se era la ragazzina.
“Hitomi non scende?”
“È la solita pelandrona”
“No Hikaru, non sta bene, ha detto di avere l'emicrania”
“Avrà preso un colpo di freddo”
Con la scusa di recuperare un paio di cose per la spiaggia salì al piano di sopra. Fissò la porta della stanza di Hitomi, era indeciso se bussare o meno. Sapeva che era colpa sua se stava male, una parte di lui voleva chiederle scusa ed abbracciarla, mentre l'altra voleva lasciarla stare.
Stava per bussare quando sentì la voce dei bambini salire, così lasciò perdere e scese in spiaggia.

Aveva pianto per quasi tutta la notte, non si era mai sentita così male per un ragazzo. Aveva pianto tutta notte, sentiva un macigno al petto, il suo cuore era stato strappato e calpestato. Nemmeno quando si era lasciata con il suo ragazzo Naoto era stata così male. Si erano conosciuti alle superiori, era più grande di lei di un anno, erano stati un anno e mezzo insieme, poi quando lui aveva iniziato l'università si erano sempre più allontanati e così di comune accordi si erano lasciati. Non c'erano stati drammi e grandi pianti ma erano rimasti in buoni rapporti. A dirla tutta si era sentita quasi libera. Mentre per Genzo si sentiva mancare il fiato, non riusciva quasi a respirare e il petto le faceva male da morire, come se le fosse passato sopra un tir.
Che stupida e sciocca ragazzina, si era illusa che anche il ragazzo provasse qualcosa per lei e invece era sola pura attrazione fisica, nulla di più. Perché se davvero Genzo avesse provato una sorta di sentimento nei suoi riguardi non l'avrebbe allontanata. La sua coscienza continuava a gridarle che sapeva benissimo che giocando col fuoco si sarebbe scottata, ora ne pagava le conseguenze.
Sentì Sanae entrare in camera sua, di solito quando rischiava di far tardi all'università entrava nella sua camera e apriva le tende, sicuramente lo voleva fare anche quella volta
“No Sanae ti prego, ho una terribile emicrania, non far entrare la luce”
La cognata le fu accanto, mentre le accarezzava la testa le chiese gentilmente se le servisse qualcosa, al suo rifiuto e alla promessa che si sarebbe rialzata entro domani la lasciò nella sua solitudine.
Era una codarda, non aveva la men che minima voglia di vedere gli altri e soprattutto il suo aguzzino. Rimase chiusa nel suo piccolo mondo per tutto il giorno, si alzò solo nel pomeriggio, quando furono tutti in spiaggia, per prendere un po' di succo e sbirciò dall'enorme vetrata gli altri che si stavano divertendo. Vide il portiere vicino al capitano che parlava come se niente fosse. Uno strano moto di rabbia si impossessò di lei, con stizza risalì in camera e prese a pugni il cuscino. Era tentata di prendere tutte le sue cose e di andarsene, ma la fece desistere l'immagine di Yayoi e Yoshiko tristi per la sua partenza.
Per fortuna verso sera la chiamò il suo migliore amico, Hiro le raccontò dei bellissimi paesaggi e delle tecniche che stava apprendendo
“Di un po' Wakabayashi in costume com'è?”
“Carino”
“Cosaaa? Hitomi stai male, stiamo parlando del ragazzo più sexy che conosciamo…. Tutto ok? Mi sembri strana”
Hiro la conosceva meglio delle sue tasche, capiva il suo umore anche senza vederla in faccia, non voleva rovinargli la vacanza, sapeva che si sentiva già in colpa per il loro viaggio mancato
“Tutto ok, ho solo l'emicrania, devo aver preso troppo sole”
Stettero in silenzio per qualche secondo, come se l'amico aspettasse qualcosa, ma sentì dall'altro capo del telefono qualcuno chiamarlo, così si salutarono con la promessa di risentirsi al più presto.

Sapeva che non poteva rimanere chiusa nella sua stanza per tutto il restante della vacanza, insomma non doveva vergognarsi di nulla, era solo una stupida delusione d'amore. Aveva provato un dolore ben più grande nella sua vita e non si era lasciata abbattere. Prima di entrare in cucina fece un profondo respiro, ricordandosi che poteva farcela. Salutò tutti e si sedette al suo solito posto, constatando che non c'era il portiere. Jun abbandonò il giornale che stava leggendo chiedendole come stesse
“Bene, devo aver preso un colpo di sole”
“Forse è meglio se per oggi stai all'ombra”
Ascoltò le ragazze mentre decidevano che cosa preparare a per pranzo e cena, poi l'agitazione le salì quando Genzo entrò nella stanza sentì un nodo nello stomaco, abbassò immediatamente lo sguardo sulla fetta di pane, facendo finta di essere impegnata a spalmare la marmellata, era la prima volta che trovava così interessante. Sperò con tutta se stessa che si sedesse lontano da lei, ma non fu così
“Come stai?”
-Di merda- “Bene”
quando il ragazzo si sporse per prendere la brocca col succo le loro braccia si toccarono, Hitomi si irrigidì immediatamente e trattenne il respiro, ricordò la sera del bacio e sentì di essere sull'orlo del precipizio. Come se fosse stata punta da un'ape scattò in piedi e corse su per le scale dicendo che aveva dimenticato la crema solare in camera, facendo scattare le solite battutine di Jun e Hikaru
“Benedetta ragazza non perde la testa solo perché ce l'ha attaccata al collo”
Dopo qualche minuto chiusa nella sua stanza riuscì a riprendere il controllo di se stessa, doveva tener duro, poteva farcela, dopotutto era solo un rifiuto. Certo le bruciava da morire, soprattutto sapere che in realtà piaceva a quell'idiota, ma non aveva il coraggio di lasciarsi andare per delle stupide paranoie. Tirò l'ennesimo sospiro e si preparò per scendere.
Anche durante la giornata Hitomi continuò ad evitare il portiere, appena il ragazzo si avvicinava si allontanava o metteva le cuffiette ascoltando la musica a tutto volume. Non voleva minimamente ascoltarlo e parlargli.
Genzo fissò Hitomi mentre parlava con Isabel, voleva parlarle per chiarire, ma lei era così sfuggente. Certo sapeva che le cose non sarebbero tornate come prima, ma non credeva che l'avrebbe presa così male. Forse doveva lasciarla sbollire.

Soichiro e Keiraro avevano portato in spiaggia la loro collezione di biglie, ci era voluto più di un anno per averne di così belle, la preferita del piccolo Mitsui era quella di vetro blu, se esposta al sole si potevano notare delle piccole sfumature azzurre. I due bambini iniziarono a fare una piccola pista, l'unico problema era la creazione del tunnel, ogni volta che credevano di avercela fatta questo crollava. Stavano per rinunciarvi quando Tsubasa gli andò vicino chiedendo quale fosse il problema
“mmm forse ho trovato una soluzione”
Il capitano riempì il secchiello d'acqua per poi metterci un bel po' di sabbia, fece un blocco per poi passarci in mezzo il manico della paletta
“Dovrebbe resistere”
I due bambini guardarono con ammirazione il capitano e lo invitarono a partecipare alla gara. Poco dopo si aggiunsero anche Jun e Hikaru che tentarono di superare più di una volta il capitano, ma senza successo.
Yayoi guardò i ragazzi e scosse leggermente la testa, delle volte Jun si comportava peggio dei bambini, ma aveva apprezzato il nuovo lato del marito. Istintivamente si toccò il ventre e pensò che Jun sarebbe diventato un buon padre.

Si stavano rilassando dopo il pranzo, erano in sala a guardare le notizie sportive, le ragazze complottavano tra loro, mentre Hitomi e i bambini stavano studiando. Verso le tre suonò il campanello, fu Jun ad andare ad aprire
“E tu che ci fai qui?”
Davanti a se aveva un sorridente Shingo Aoi
“Ero nei paraggi, così sono venuto a fare un saluto”
Aoi era ospite a casa di alcuni amici che vivevano e lavoravano in zona. Per puro caso aveva scoperto attraverso il capitano, di non essere tanto distante da dove alloggiavano i compagni di squadra. Così aveva preso la palla al balzo ed era andato a trovarli, soprattutto dopo aver scoperto che tra loro c'era anche Hitomi.
La presenza del ragazzo aveva messo di malumore uno dei compagni di squadra, Genzo non sopportava le attenzioni che il numero venti riservava alla ragazza. Cercava in tutti i modi di attirare l'attenzione di Hitomi. Appena erano scesi in spiaggia aveva posizionato il telo di fianco a quello di lei, e come non poteva non notare lo sguardo da pesce lesso di Shingo quando la ragazzina era rimasta in costume, sembrava mangiarla con gli occhi. Ciò lo stava facendo innervosire. Per fortuna aveva trovato in Hikaru e Jun dei validi sostegni. Appena Aoi provava ad avvicinarsi un po' troppo rispetto ai loro standar, si intromettevano. Come quando Shingo aveva tirato fuori il cellulare e aveva proposto a Hitomi di farsi un selfie, lei come se niente fosse aveva accettato avvicinandosi di più al ragazzo e sorridendo alla camera, approfittandone il giocatore cercò di metterle un braccio attorno alle spalle, ma Hikaru intervenì mettendosi in mezzo ai due
“Dai Shingo scatta sta foto non possiamo stare qui tutto il giorno”
Dopo una bella nuotata si avvicinò alla riva, i ragazzi stavano facendo fare dei tuffi ai bambini, vide Hitomi seduta sotto l'ombrellone insieme ad Aoi, il ragazzo si sporse e le parlò all'orecchio. Non sentì che cosa le avesse detto, ma lei arrossì leggermente einiziò a ridere, ciò gli fece andare quasi il sangue al cervello. Con passo svelto si avvicinò ai due, tentò di calmare il tono della voce
“Aoi, Tsubasa vorrebbe che lo aiutassi a far fare un paio di tuffi ai ragazzi”
quando fu sicuro che il compagno di squadra si fosse allontanato e che nessuno lo potesse sentire disse
“Vedo che ti diverti con Aoi” senza volerlo quella frase gli era uscita con un tono acido
“Si è simpatico”
“Già, così simpatico da farti dimenticare le tue pene d'amore”
Provò una certa soddisfazione a vedere la faccia della ragazza confusa e quasi addolorata, non capiva neanche lui da dove gli fosse uscita tutta quella cattiveria. Per risposta Hitomi si allontanò, ma non prima di avergli detto che era uno stronzo.Si sdraiò sul suo telo sospirando amareggiato, cavoli era stato lui ad allontanarla, convinto che fosse per il bene di entrambi, eppure adesso si sentiva un tale idiota. Non sopportava che qualcuno la toccasse o la facesse ridere e arrossire.



Finalmente sono riuscita ad aggiornare,spero che la storia continui a piacervi. Grazie a tutti coloro che la stanno seguendo e leggendo. Giuro che aggiornerò presto, un abbraccio Syerra

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Per sua fortuna quello era l'ultimo giorno che avrebbe visto Aoi, il giorno seguente sarebbe rientrato in Italia. Come nei giorni precedenti rimasto attaccato alla ragazza e al capitano, cercò di essere il più cordiale possibile e di non fare altre frecciatine a Hitomi.
I bambini aveano convinto gli adulti a fare un giro sugli scogli, Tsubasa aiutò Soichiro e Hiro a portare il secchiello e retino nell'eventualità di trovare qualche granchio. Raccontò ai più piccoli di come si divertiva in Brasile a cacciare i piccoli crostacei per poi liberarli dopo averli studiati, il piccolo Mitsui guardò con ammirazione il compagno della madre e fu lui a prenderlo per mano facendogli domande sul Brasile.

Doveva ringraziare Shingo se aveva trovato un po' di serenità. Era un ragazzo che metteva allegria solo standogli vicino. Aveva ben notato che provava un interesse per lei, ma era stata chiara fin da subito a fargli capire di non provare la stessa attrezione, lo vedeva solo come un amico.
Seguì gli altri sugli scogli, poteva sentire su di se lo sguardo di Genzo, sembrava le volesse perforare la schiena. Aveva notato un certo nervosismo nel portiere, non riusciva a capire se fosse geloso o semplicemente non trovasse simpatico il compagno di squadra, ma tentò di non pensarci e di scacciare dalla mente qualsiasi pensiero su Genzo. Non si accorse di aver messo male il piede, stava per cadere, fu pronta all'impatto, ma anziché sentire il fondo schiena schiantarsi contro la roccia, si ritrovò tra le braccia di Wakabayashi. Il ragazzo l'aveva prontamente afferrata e attirata a se. Hitomi si sentì andare in fiamme, la sua mente andò quella maledetta sera, ricordò il loro bacio e le sue mani che avevano accarezzato quelle braccia muscolose, sentì una morsa all'altezza del ventre. Come scottata si ritrasse, lo ringraziò a bassa voce e continuò a camminare.

Per ringraziare dell'ospitalità riservata dagli amici, Shingo aveva portato una grande quantità di carne e vino per fare una bella grigliata tutti insieme.
Hikaru si mise come addetto alla brace, sotto lo sguardo incuriosito dei bambini mentre Taro e Jun prepararono la carne, misero a marinare la carne nel vino e prepararono un po' di olio con sale e rosmarino per dargli il tocco finale. Le ragazze invece prepararono un po' di verdure.
La cena fu accompagnata da risate e divertimento, Hitomi si versò un bel bicchiere di vino rosso e lo gustò volentieri, le piaceva il sapore avvolgente e la sensazione di leggerezza che le dava.
“Sta attenta se no va a finire che ti sbronzi”
-Non sarebbe male- pensò “Non ti preoccupare lo reggo l'alcool”
Finita la cena Aoi invitò tutti ad andare al locale dei suoi amici, ma gli altri non sembravano dell'umore, solo Hitomi prese con entusiasmo la proposta
“Perchè non andate voi due?”
“Bella idea Isabel. Vado a prepararmi aspettami Aoi”
Sul viso del numero venti della nazionale apparve un sorriso smagliante e guardò con gratitudine la francese, ma il suo entusiasmo fu smorzato da Jun e Hikaru. I due si misero ai lati del compagno di squadra, Matsuyama appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo , con un finto sorriso e stringendo la presa gli intimò di fare il bravo
“Se scopro che una delle tue manine arriva in punti in cui non dovrebbe arrivare, giuro che ti rompo le dita una a una”
“M-ma che dici Hikaru”
“Hai capito bene, vedi di trattarla come si deve e non fare il solito cascamorto, se no la prossima partita potresti vederla da casa”
“Jun non ti ci mettere anche tu. Adesso piantatela e lasciatelo in pace”
“Certo amore mio, ma prima volevamo mettere le cose in chiaro con Shingo”
Genzo approfittò di quel piccolo siparietto per salire al piano di sopra, doveva assolutamente parlare con Hitomi. Non voleva che uscisse con Aoi, anzi non voleva che uscisse con nessun uomo.
Entrò nella stanza della ragazza senza bussare, la vide sussultare dalla sorpresa, lo fissò accigliata chiedendogli che cavolo ci facesse nella sua stanza
“Non devi uscire”
“Come scusa?”
“Non devi uscire con Aoi, digli che non ti senti bene o qualsiasi altra scusa, ma non uscire”
Si fissarono qualche secondo, lo sguardo della ragazza era un misto stra stupore e rabbia
“Perché cavolo non dovrei uscirci insieme?!”
“Perché non è il tipo adatto a te, è un farfallone provolone, vedrai che cercherà di portarti a letto. Poi sappiamo entrambi perché ci stai uscendo, è una sorta di ripicca nei miei confronti e ti assicuro ragazzina che non sta dando l'effetto desiderato”
“Tu non stai bene. Non sto uscendo con Shingo perché lo voglio usare, ci esco perché mi fa piacere. Si è rivelato un bravo ragazzo, mi fa ridere un sacco e soprattutto non ha paura di affrontare gli altri. Non tutto gira intorno a te. Ora per favore esci dalla mia stanza, se no giuro che chiamo Jun o Hikaru”
Capendo che non stava mentendo il portiere si girò, ma prima che varcasse la soglia Hitomi lo fermò dicendo “Comunque a me pari parecchio geloso per uno a cui non gliene frega niente”
Shingo la stava aspettando in salotto insieme agli altri che erano intenti a giocare alla play station
“Come sei bella Hitomi”
“Grazie Isabel”
La ragazza aveva indossato una minigonna di jeans con top rosa antico e i sandali con un po' di tacco. Si era anche truccata leggermente e nella stanza si poteva sentire l'aroma del suo profumo. Genzo dovette stringere i braccioli della poltrona per non alzarsi, caricarsi la ragazzina sulla spalla e portarla in camera per non permettere a Shingo di portarla fuori.
“Non è un po' troppo corta?”
“No Jun, noi andiamo a dopo”
“Aoi ricorda le nostre parole e non fate tardi”
Poi uno a uno salutarono il ragazzo augurandogli un buon rientro.
Prima che uscissero Genzo aveva incrociato il suo sguardo con quello di Hitomi, sperò che vi leggesse ancora quella richiesta e invece lei si girò dall'altra parte e uscì.

Il locale degli amici di Shingo era sulla spiaggia, si divideva in una parte interna che era una piccola casetta bianca con enormi vetrate e il terrazzo, in parte coperto da dei drappeggi in telo anche essi bianco. I tavoli e le sedie erano in vimini e le candele creavano una bella atmosfera. I due amici si presentarono e li fecero accomodare in uno dei tavoli più belli, ovviamente partì qualche battuta a cui Shingo rispose tranquillamente che ci stava ben provando, ma che come al solito non era fortunato in amore
“Scusami non volevo metterti in imbarazzo”
“Ma va, nessun imbarazzo. Anzi forse non dovevamo uscire insieme stasera”
“Hitomi non farti paranoie, me l'hai fatto ben capire che non ti piaccio in quel senso. Però se ti fa piacere potremmo rimanere amici”
“Mi farebbe molto piacere, grazie Shingo”
Dopo aver chiarito entrambi si rilassarono. Aoi raccontò alla ragazza di come avesse deciso di intraprendere la carriera del calciatore, dell'arrivo in Italia, dei primi pregiudizi e delle amicizie che poi aveva instaurato. Hitomi rimase affascinata quando le raccontò del duomo di Milano, del Castello Sforzesco e di Brera
“Non ti facevo così interessato all'arte e all'architettura”
“Hey così mi offendi… ok ai tempi uscivo con una ragazza che studiava beni culturali e così per farmi bello ho studiato un pochino. Raccontami qualcosa di te”
“Non c'è molto da dire”
“Potresti iniziare dicendomi chi è lo stronzo che ti ha frantumato il cuore. Quello sguardo lo conosco bene”
Cosa poteva dirgli che quello stronzo era Genzo? No non poteva di certo spifferare tutto. Giocò con le due cannucce del bicchiere facendo girare il ghiaccio, pensò bene a cosa dire
“E' un compagno di università, ci piacciamo, ma non possiamo frequentarci. Tra poco partirà per l'estero e non crede sia il caso di iniziare una relazione a distanza. Non ha tutti i torti”
Aoi la fissò intensamente, sembrava averla bevuta
“Tutte scuse quando due si piacciono vanno oltre a certe cose. Se uno non corre il rischio non t è realmente interessato”

Le ragazze avevano finito di sistemare il terrazzo, ma per combattere il caldo si erano di nuovo riuniti intorno al tavolo fuori, mentre i bambini erano crollati sui divani mentre guardavano un dvd. Sanae fece una carezza sul bel viso di suo figlio, si piegò per prenderlo in braccio, ma Tsubasa le fece segno di lasciar perdere e lo prese lui, mentre Taro si issò Keitaro. Dopo aver depositato il bimbo nel letto il capitano gli diede un buffetto sulla testa, facendo sciogliere in un sorriso la dottoressa.
Tornarono giù con gli altri, Genzo aveva messo in tavolo una bottiglia di Vodka ghiacciata
“Non abbiamo già bevuto abbastanza?”
“Dai Tsubasa non fare il guastafeste e bevi con noi”
Il capitano aveva notato che in quei giorni Genzo era un po' strano. Era sempre stato un tipo che se ne stava sulle sue, ma in quei giorni sembrava più ombroso, come se fosse una tempesta pronta a scoppiare. Lo aveva fatto presente a Sanae, ma gli aveva risposto che magari era preoccupato per l'avvicinarsi al trasferimento al Bayer. Dopotutto sapeva anche lui quanto fosse difficile inserirsi in una nuova squadra, ma in favore di Genzo c'era la presenza di Karl con cui aveva giocato fin da ragazzino. Così convinto che effettivamente potesse essere quello il motivo aveva lasciato perdere.
“Chissà come sta andando tra Hitomi e Aoi”
“Va che lui deve stare al suo posto, non capisco perché li abbiamo fatti uscire insieme”
Yoshiko sospirò come sconfitta
“Amore Hitomi è grande e credo le abbia fatto bene uscire con qualcuno. È da una settimana che è qui con noi e non si è mai lamentata, avrà diritto un po' di svago”
“Si ma non con Aoi”
“Perché? Shingo è un bravo ragazzo”
“ È troppo grande”
“Ma dai ha solo sei anni in più di lei”
“Appunto, sei anni sono tanti”
Genzo si versò un altro bicchierino di vodka, aveva bisogno di annebbiare un po' la mente, non voleva ascoltare quella stupida conversazione. Chissà cosa avrebbero pensato i suoi amici se avessero saputo del suo bacio con Hitomi, molto probabilmente lo avrebbero linciato. Sentendo il continuo battibecco e il mal di testa arrivare decise di intervenire
“Tanto ai due fratelloni non andrebbe bene nessun ragazzo”
ci fu un attimo di stupore generale, poi Sanae scoppiò a ridere seguita a ruota da tutti gli altri tranne che da Jun e Hikaru.
Sperò di addormentarsi subito grazie all'alcool che aveva ingerito, invece era li che fissava come un cretino il soffitto. Controllò l'orologio e constatò che era l'una di notte e quei due non erano tornati. Prese il cellulare, fu tentato di chiamare Shingo per chiedergli dove fosse il locale, dicendogli che erano andati tutti a letto mentre lui aveva voglia di uscire. Era sul punto di far partire la chiamata, ma si diede del cretino. Dannazione come aveva fatto a ridursi in quel modo?! Era sempre stato uno razionale, una di quelle persone che non si facevano guidare dai sentimenti. Anche nell'amore non ci aveva mai creduto, era stato con molte donne, ma nessuna di loro gli aveva fatto perdere la ragione come quella ragazzina. Pensarla tra le braccia dell'amico lo mandò in bestia, riguardò l'orologio, erano quasi l'una e mezza. Con stizza prese una maglietta e scese giù da basso, magari un po' d'aria gli avrebbe fatto bene.
Stava per scendere le scale quando sentì la chiave nella porta girarsi.

“Grazie della bella serata e salutami i tuoi amici”
“Sarà fatto”
Shingo le si avvicinò e capì che stava tentando di baciarla, allora lei si sostò leggermente
“Non credo sia il caso”
“Scusa, be era lecito provarci un'ultima volta”
“Ahaha, mi dispiace, davvero Shingo è che il mio cuore non è totalmente libero e non credo sia giusto. Oddio so che è solo un bacio e”
“Shh Hitomi, tutto ok. Fatti ripetere solo un cosa, lascia stare quel cretino che non ti ha voluto, meriti di meglio”
“Grazie e arrivederci Shingo”
“Ciao Hitomi”
Prima che la ragazza entrasse in casa Aoi riuscì a rubarle un bacio stampo e se ne andò sorridendo.
La ragazza chiuse la porta e ci si appoggiò con la schiena toccandosi leggermente le labbra.

Genzo rimase fermo nella sua posizione e pensò a quanto fosse bella. Quando si accorse di lui sussultò, lo fissò per qualche secondo
“Ciao, mi fai passare?”
“No”
“Come scusa? Devo andare in camera mia, sono stanca”
“Dobbiamo parlare”
Hitomi trasse un lungo sospiro e si avviò in cucina, prese un po' d'acqua e lo bevve avida. Aveva bevuto un bel po' quella sera e aveva la gola secca. Sentiva dietro di se la presenza di Genzo
“Ti sei divertita?”
“Si tanto, Shingo è un ragazzo fantastico”
Avrebbe voluto mandarlo a qual paese, si girò per dirgli che non aveva più voglia di ascoltarlo e di rispondere alle sue domande, ma lui si impossessò delle sue labbra. Rimase per un attimo scioccata, poi tentò di scostarlo da se, ma lui era nettamente più forte di lei, le sue mani le avvolsero la schiena e la lingua cercò di insinuarsi nella sua bocca
“Lasciami”
“Dimmi bacio meglio io o Aoi?!”
“Cos-cosa? Ma tu sei pazzo, lasciami andare”
“Ti ha toccato? Ti è piaciuto?”
Offesa e arrabbiata tentò di schiaffeggiarlo, però lui fu più lesto e le bloccò il braccio, era inutile dimenarsi
“No non mi ha toccato. Sei uno stronzo, ti odio. Prima mi dici di non volermi, poi appena qualcuno si interessa a me, per paura che ti porti via il gioco mi rivuoi. Non sono un oggetto Genzo, adesso lasciami andare”
“No, mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Si avevi ragione prima, sono geloso. Io non avevo mai provato nulla di simile, non ero mai andato nel pallone per nessuna e ne sono rimasto spaventato. In questi giorni avrei voluto picchiare Shingo e tenerti con me. Mi piaci cavolo e non voglio perderti. Scusami e dammi una possibilità”
Hitomi pensò di essere o ubriaca o di star sognando, non poteva credere alle parole del ragazzo, sicuramente era uno scherzo della sua mente. Vedendola indecisa Genzo le toccò un braccio per ridestarla sai suoi pensieri. Si fissarono ancora, come due animali che si scrutavano. Lui appoggiò la sua fronte a quella di lei, Hitomi sospirò pesantemente
“Ti odio, sono stata malissimo in questi giorni”
“Lo so”
“Dovrei mandarti a quel paese, ne avrei tutto il diritto”
“So anche questo, ma...”
“Ma mi piaci da morire e non riesco ad allontanarti”
“Allora non farlo”
Le loro bocche si ritrovarono, non capiva se era la vicinanza di Genzo o l'alcool che le aveva creato quella sorta di vertigine. Si sentì sollevare e appoggiare al piano del bancone della cucina, il portiere si fece spazio tra le sue gambe per un maggior contatto. Si staccavano solo per far prendere aria ai polmoni, le mani di lei si insinuarono tra i capelli del portiere, mentre quelle di lui vagarono sulla sua schiena, sulle gambe e trai suoi capelli. Iniziò a lambirle il collo, voleva assaggiarla tutta, sapeva che doveva fermarsi o sarebbe arrivato al punto di non ritorno
“Sono quasi le tre”
“Mmm è tardi”
Non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra
“Dobbiamo andare a dormire”
“Dovresti farmi scendere”
le fece un po' di spazio, ma prima di salire Hitomi gli disse
“Credo sia meglio non dirlo subito agli altri. Non vorrei scatenare l'apocalisse con Jun e Hikaru”
“Sono d'accordo, dobbiamo trovare il momento giusto”
La prese per mano e salirono su, si diedero un lungo bacio prima di entrare ognuno nella propria stanza
“Buona notte Genzo”
“Buona notte ragazzina”

Siamo arrivato al capitolo dieci, spero che vi sia piaciuto e al prossimo capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Si svegliò a causa del fracasso dei due bambini con cui condivideva la stanza. I due piccoli si stavano preparando per scendere in spiaggia e sembravano cercare qualcosa
“Scusa Genzo se ti abbiamo svegliato, ma Soichiro non trova la sua maschera”
Il portiere fece un gesto vago con la mano, prese il cellulare e vide che erano le 9,30 del mattino. Anche se aveva dormito poco si sentiva pieno di energie.
Sperò di trovare la sua ragazzina al tavolo, ma non era ancora scesa, in compenso trovò Tsubasa che lo guardava divertito
“Buon giorno dormiglione, la bevuta di ieri sera ti ha messo ko”
-No una certa ragazzina mi ha messo ko- “Già, ma ogni tanto serve svagarsi”
Si versò una buona tazza di caffè, mentre ascoltava distratto Tsubasa che gli elencava le news del giornale sportivo.
Poi la mattinata iniziò a girare nel verso giusto quando entrò nella stanza Hitomi.
Si sedette di fianco a lui, indossava una camicetta bianca di lino aperta quel tanto da fargli intravedere il pezzo sopra del costume. Nel sporgersi a prendere il succo di frutta le loro braccia si toccarono leggermente, entrambi sentirono un brivido percorrergli la schiena. Per Genzo non fu facile trattenersi dal non toccarla
Isabel entrò in cucina, appena notò Hitomi le si sedette vicino con stampato in viso un sorrisetto divertito
“Hitomi come è andata ieri sera con Shingo?”
“Bene, il locale dei suoi amici è davvero bello”
“Tutto qui, non dirmi che, aspetta come si dice, non ci ha provato e non vi siete dati neanche un baiser?!”
Involontariamente il portiere si strozzò con il caffè, mentre la francese guardava divertita Hitomi che era diventata rossa come un semaforo.
“Mi ha rubato un bacio stampo di arrivederci. Ma siamo amici, non c'è nulla”
Isabel e le altre la guardarono con occhi luccicanti, immaginandosi chi sa che cosa, dicendole quanto fosse bello essere innamorati e altro. Hitomi sbirciò con la coda dell'occhio Genzo, sembrava indifferente alla cosa, ne rimase leggermente delusa.
Vedendo che tutti erano impegnati Genzo sgusciò su di sopra, si guardò in torno quando fu sicuro di essere solo entrò nella stanza di Hitomi. La trovò intenta a preparare la borsa da spiaggia, con due falcate le fu vicino l'attirò a se e la baciò
“Non mi avevi detto del bacio di Aoi”
“Non è stato un vero e proprio bacio. Per caso sei geloso?”
“Un po', non mi va che qualcuno importuni la mia ragazza”
Le veniva da ridere, finì di prendere le ultime cose, diede un veloce bacio stampo a Genzo e uscì.

Quella mattina faceva un caldo terribile, Yoshiko si buttò in acqua, le era sempre piaciuto nuotare. Si mise a pancia in su e rimase piacevolmente a mollo, fino a quando la sua dolce metà non decise di importunarla. Hikaru senza preavviso l'aveva sollevata e stava cercando si issarla sulle spalle
“Che cavolo fai?”
“La lotta dei galli, su dai dobbiamo battere Tsubasa e gli altri”
la ragazza roteò gli occhi era inutile discutere con suo marito a volte era peggio dei bambini. Nel frattempo si erano formate le coppie, Tsubasa Soichiro e Taro Keitaro
“Genzo dai prendi Hitomi così siamo pari”
Vane furono le proteste della ragazza, tentò di sfuggire dalle grinfie del portiere, ma in un attimo si ritrovò a partecipare al gioco. Ci furono un sacco si schiamazzi, grida e risate, fu tutto molto concitato. Alla fine vinsero Hikaru e Yoshiko
“Non è giusto Hikaru hai barato, non è valido fare il solletico sotto i piedi”
“Ma cosa stai dicendo abbiamo vinto lealmente”
Partì così una piccola disputa tra il difensore della nazionale e i due bambini.
Hitomi si sdraiò sul suo telo, si sentiva accaldata. Non le era sfuggita la carezza sensuale di Genzo su i suoi fianchi quando l'aveva issata sulle sue spalle, era stata tentata di saltargli addosso davanti a tutti. Come se non bastasse quando era caduta le aveva dato un bacio sott'acqua, si era sentita morire. Per fortuna gli altri erano intenti a tifare per i bambini.
Dopo poco arrivò anche Genzo e si stese di fianco a lei. Quando fu sicuro di essere da soli le tocco la mano con la sua, la vide sussultare leggermente, poi si fece coraggio e gli strinse le dita. Avrebbe voluto girarsi verso di lui e baciarlo, invece si doveva accontentare di stringergli la mano di nascosto. Accarezzò leggermente la mano del portiere, percepì un piccolo callo sull'indice, molto probabilmente a causa dei duri allenamenti. Poi la sua mano risalì verso il polso, cercò di risalire di più, ma il portiere la bloccò
“Sei una piccola tentatrice” detto ciò si alzò e corse in acqua per raggiungere gli altri.

Se durante il giorno dovevano nascondersi, la notte era per loro. Quando tutti andavano a letto e Genzo si sera assicurato che i bambini fossero crollati nel mondo dei sogni, si ritrovavano giù in veranda, illuminati dalla luna e quasi bisbigliavano con la paura che qualcuno li potesse sentire. Hitomi aveva proposto al ragazzo di vedersi nella sua camera, così avrebbero avuto meno possibilità di essere scoperti, ma Genzo si era opposto “Rischierei di fare qualcosa di sconveniente”
“Credi che ti lascerei fare?!”
“O si bimba, non sapresti dirmi di no”
La ragazza per risposta gli diede uno pugno sulla spalla, che ovviamente non procurò nessun dolore al portiere. Genzo le afferrò il braccio e come se fosse una piuma la portò sopra di se, poi con irruenza iniziò a baciarla. Hitomi sentì il cervello andarle in panne, mentre le gambe le si fecero molli. Si aggrappò alle spalle del portiere, le alzò leggermente la maglietta e sentì le sue mani accarezzarle la pelle dei fianchi e della schiena. Dovettero staccarsi per prendere ossigeno, Genzo la fissò quasi
divertito
“Cosa ti avevo detto, non riusciresti a resistermi” per imprimere ciò le morse leggermente l'orecchio.
Hitomi nascose il viso pieno di vergogna nell'incavo tra il collo e la spalla aspirando il buon profumo del ragazzo e sussurrandogli un Buffone.

Isabel si considerava una ragazza perspicace, aveva sempre capito quando bolliva qualcosa in pentola e nessuno sarebbe riuscito a toglierle quel tarlo che aveva in testa.
Sentiva che il suo istinto aveva ragione, doveva solo trovare le prove o beccarli in fragrante.
Aveva notato la cotta di Hitomi per Genzo, insomma non ci aveva visto nulla di male. Genzo era un gran bel ragazzo, alto, fisico definito e atteggiamento del bel tenebroso. Chi non si sarebbe presa una cotta per lui, all'età di Hitomi?! Per questo aveva dato poco peso all'atteggiamento della ragazza quando era stata male, forse aveva capito da sola che era meglio star lontana dalla tentazione o era stato Genzo a rifiutarla.
Poi tutto si era ribaltato con l'arrivo di Shingo Aoi. Hitomi non sembrava disprezzare del tutto le attenzioni del ragazzo, anche se aveva messo dei paletti, questo l'aveva interpretato come il comportamento di una giovane donna. Insomma anche lei a diciannove anni non aveva disdegnato le attenzioni dei ragazzi.
Però era stato l'atteggiamento del portiere a lasciarla basita. Genzo sembrava un altro, perennemente scontroso col compagno di squadra e sempre taciturno. Lo aveva osservato a lungo e aveva visto benissimo gli sguardi che lanciava a Hitomi. Ciò le aveva fatto scattare un campanello, portandola a incuriosirsi della situazione, per questo aveva proposto quella uscita tra Hitomi e Aoi.
Aveva stupidamente pensato che Genzo si sarebbe fatto avanti e invece aveva solo fissato torvo Shingo, come Hikaru e Jun, così sconfitta aveva lasciato perdere.
Però ora era sicura al novantanove percento che quei due stessero insieme. Dopo la partenza di Shingo era come se entrambi fossero diversi, aveva notato i loro sguardi fugaci e quella nuova complicità.
“Isabel ti prego non iniziare di nuovo con questa storia”
“Ti dico che non mi sbaglio”
Taro con un sospiro quasi esasperato si sdraiò a letto, mentre la sua ragazza lo guardava torvo
“Ascolta amore, Genzo è sempre stato con donne di un certo tipo ed è un uomo adulto, mentre Hitomi, pur quanto sia interessante, bella e simpatica, non è di certo il tipo di Genzo”
“Cosa intenti dire per donne di un certo tipo?”
Il ragazzo assunse un leggero tono color lampone, mentre cercava di trovare le parole adatte
“Sì dai hai capito”
“No credo di non aver proprio capito ”
“Donne che amano stare sui giornali di gossip, quelle che non si fanno problemi ad andare a letto per una sola notte con un ragazzo… ascolta sono davvero stufo di questa storia. Ti prego non iniziare a mettere la pulce nell'orecchio delle ragazze o ancor peggio a Jun e Hikaru. Dio solo sa cosa farebbero a Genzo”
Isabel stava per protestare, ma un'occhiata di Taro la fece desistere e decise di non parlargli più di quella storia, ma nulla le impediva di vederci chiaro.

Era ancora buio fuori, con fare assonnato i ragazzi stavano facendo colazione insieme ai due bambini. Tsubasa aveva avuto la brillante idea di prenotare una barca per andare a pesca, dicendo che sarebbe stata una giornata di soli uomini.
Così ora si ritrovavano alle cinque del mattino davanti al pontile ad aspettare il pescatore che li avrebbe guidati in quell'avventura.
Tsubasa aiutò due bambini a indossare i salvagenti, non li avrebbe persi di vista, non voleva immaginava minimamente la reazione di Sanae se uno dei due si fosse fatto male. Poi li accompagnò a sedersi vicino al pescatore mentre guidava la nave.
Non aveva mai pensato ad avere una famiglia, anzi non aveva mai pensato ad avere figli. La sua vita era sempre stata scandita da allenamenti e partite, le sue uniche preoccupazioni erano di giocare al meglio e rimanere in squadra. Certo qualche storia c'era stata, ma appena la ragazza di turno pretendeva qualcosa di più, la scaricava senza mezzi termini.
Poi era ripiombata nella sua vita Sanae, appena l'aveva rivista aveva desiderato stare con lei, far parte della sua vita. Con Soichiro le cose stavano migliorando, pian piano sembrava che il bambino lo stesse accettando. Sperava di diventare una sorta di figura paterna, un punto di riferimento. Come se niente fosse gli fece una carezza sulla testa, lo guardò stupito per poi sorridergl
i. Aveva ben capito che ormai il suo nuovo centro dei pensieri erano Sanae e Soichiro.

 

Le ragazze invece si svegliarono con tranquillità, volevano godersi quelle ore senza il baccano che facevano i ragazzi. Di fatto in spiaggia regnava il silenzio
“Che pace, che ne dite se chiediamo al pescatore di portarseli via anche domani?”
“Ahahhaa Yoshiko sei terribile, però effettivamente si sta benissimo”
“Dobbiamo decidere cosa cucinare stasera, immagino che i ragazzi torneranno a mani vuote”
Le ragazze si scambiarono uno sguardo divertito e iniziarono a ridere a crepapelle
“Allora Sanae, ora che siamo sole, come va con Tsubasa?”
La dottoressa rispose che stava andando tutto benissimo, ma la francese voleva qualche dettaglio più piccante
“Bene in tutto o c'è qualcosa in cui non è bravo?!”
Per poco a Sanae non venne un coccolone, non era ancora abituata ai modi diretti di Isabel. Come se non bastasse le altre erano li che se la sghignazzavano
“Sì è bravo in tutto”
Non voleva andare oltre con quella conversazione, con loro c'era Hitomi, anche se sembrava aver accettato la sua relazione con Tsubasa, rimaneva sempre la sorella di Hideaki. Così per mettere fine alle illazioni invitò le altre a fare un bagno.
Sulla spiaggia rimasero solo Isabel e Hitomi, la mora era intenta a leggere un libro sotto l'ombrellone, mentre la bionda faceva finta di disegnare dei ghirigori sulla sulla sabbia. Sapeva che quello era il momento adatto per capire se aveva ragione
“Hai più sentito Aoi?”
“Mi ha mandato una email quando è atterrato in Italia”
“Secondo me gli piaci”
La ragazza alzò leggermente le spalle, facendo capire che non le interessava quella conversazione
“E non credo sia l'unico a cui piaci”
Hitomi alzò di scatto la testa da libro e fissò stranita la francese
“Come scusa?”
“Ma si dai, ho visto come vi guardate tu e Genzo”
La ragazza si sentì improvvisamente la gola secca, non poteva veramente aver capito di lei e Genzo, erano stati stra attenti. Assunse la sua espressione più scettica e con fare divertito le rispose
“Sei impazzita? Tra me e Genzo non c'è nulla. Certo è un bel ragazzo, ma ti ricordo che è un amico di Sanae e degli altri ed è molto più grande di me”
Sul viso della bionda spuntò un sorriso di vittoria, il nervosismo con cui le aveva risposto e sviato avevano parlato per lei.
“Be se invece fosse il contrario, la sottoscritta sarebbe dalla vostra parte”
Senza aggiungere altro si alzò per raggiungere le altre in acqua, mentre Hitomi pensò a come uscire da quella situazione.

La pesca aveva dato i suoi frutti, i ragazzi erano tornati con due bei pesci grossi. Hikaru, eccitato come un bambino, iniziò a preparare la brace e a vantarsi di come aveva pescato.
“Davvero bravi, ero preoccupata di dover correre a fare la spesa e invece mi avete stupito”
“Yoshiko non hai la minima fiducia in tuo marito”
“Siamo sicure che non l'abbiano comprato al mercato?”
“Yayoi non iniziare anche tu”
Nel frattempo Taro si avvicinò alla sua ragazza che era intenta ad affettare la verdura. L'abbracciò da dietro e assaporò i suo dolce profumo
“Mi sei mancata”
“Anche tu”
La guardò intensamente, c'era qualcosa che gli sfuggiva, aveva il tipico sorrisetto di chi ne aveva appena combinata una. Stava per chiederle cosa fosse successo, quando entrò in cucina Yayoi per aiutare la sua ragazza.
Vedendo l'ora ne voleva approfittare per chiamare suo padre, era da un paio di giorni che non lo sentiva. Di solito quando iniziava un nuovo progetto aveva l'abitudine di isolarsi dal resto del mondo, poteva passare un'intera settimana prima che lo chiamasse. Sconsolato notò che il cellulare era scarico, così dovette salire per prendere il caricatore, che trovò tra le cose di Isabel.
Stava per aprire la porta per scendere quando sentì la voce di Hitomi sul pianerottolo che stava discutendo con qualcuno a bassa voce
“Ti dico che ha capito tutto. Ho tentato di negare, ma credo non l'abbia bevuta”
Non era il tipo da spiare o ad ascoltare le conversazioni degli altri, ma qualcosa l'aveva bloccato,anzi la voce di Genzo l'aveva bloccato
“Secondo me non ha capito nulla e ti stai facendo un sacco di paranoie, facciamo finta di nulla e vedrai che andrà bene”
Lo vide afferrare la ragazza e abbracciarla
“Piuttosto avrei proprio bisogno di uno dei tuoi baci”
“No Genzo non o-”
Ma il ragazzo non l'ascoltò e la baciò intensamente, poi l'abbracciò rassicurandola
“Ci comporteremo come al solito, vedrai che andrà tutto bene”
“Speriamo, inizio a scendere”
“Brava bimba”
detto ciò per enfatizzare le diede una sberletta sul sedere, per risposta Hitomi alzò un sopracciglio e lo guardò torvo, per poi sbuffare divertita e scendere.
Genzo si girò verso con un sorrisino sulla faccia che scomparì appena vide Taro dietro di lui. Non aveva mai visto il numero undici della nazionale così disgustato.


Ed eccomi con un altro capitolo, grazie a tutti colo ro che leggono e commetanto la mia storia

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo12 ***


Prima che potesse parlare il portiere lo trascinò nella sua camera. La metà della golden comby si scansò da lui, iniziò a camminare avanti e indietro mettendosi le mani fra i capelli
“Cazzo e non iniziare con un Non è come sembra”
“Taro ascolta, prima di tutto calmati”
“Calmarmi?! Genzo come cavolo faccio a calmarmi?! Ti rendi conto di cosa stai facendo?! ”
“Sì, ne sono pienamente conscio e non me ne pento”
Il numero undici si bloccò di colpo e lo fissò con fare ansioso, non capiva come facesse a essere così calmo
“Ho provato davvero a starle lontano, ho cercato di reprimere tutto e di essere razionale, come al solito, ma non ci riesco. Non riesco a rinunciare a lei”
Il centrocampista si sedette sul letto e si portò le mani sul viso, contò fino a dieci prima di parlare, tentò di scegliere attentamente le parole da dire
“Sei consapevole che ne uscirà un gran bel casino? Come credi la prenderà Sanae, per non parlare di Jun e Hikaru”
“Lo so Taro, eppure non mi sento in colpa, non ho mai provato nulla del genere. Mi sento morire quando qualcun altro la tocca e”
“Ho capito… Quando lo direte a Sanae e agli altri?”
“Presto te lo prometto, per favore per ora mantieni il segreto, dobbiamo trovare il momento giusto”
Taro dovette far ricorso a tutta la sua pazienza per non esplodere, doveva per l'ennesima volta mantenere il segreto di qualcuno, perché si ritrovava sempre in queste situazioni?! Non se ne capacitava ancora
“Okey, ma vi do ancora un paio di giorni. Se non lo direte voi, ci penserò io e non so quanto vi convenga”
Detto ciò uscirono dalla camera e Taro sperò con tutto il cuore che stesse facendo la cosa giusta.

Si era immediatamente pentito di aver parlato della situazione con la sua dolce metà, madoveva assolutamente sfogarsi con qualcuno o sarebbe esploso e lei era l'unica con cui poteva parlarne. Non sapeva se gli dava più fastidio quell'aria da “te l'avevo detto” o il suo “non capisco dove stai il problema”.
Forse Isabel non comprendeva a fondo il dramma che si sarebbe scatenato a breve. Perché insomma parliamoci chiaro, Genzo non era un santo, era passato da un letto all'altro senza farsi problemi e sembrava totalmente allergico all'amore, mentre Hitomi era forse spinta dalla giovane età e dal fascino dell'uomo più grande. Sicuramente Hikaru e Jun avrebbero linciato il portiere, per non parlare della possibile reazione di Sanae. Anche lui al primo acchito aveva pensato malignamente che l'amico avesse un po' circuito Hitomi.
“Credo tu ti stia sbagliando mona mì”
Taro la guardò scettico, ma le fece segno di continuare a parlare
“Non conosco bene entrambi, però non credo sia una cosa passeggera. Non so spiegarti neanche io a parole perché creda in questa relazione, però li vedo davvero presi. Ora dobbiamo solo aspettare”
Il giapponese sospirò la guardò con diffidenza, probabilmente la sua ragazza era spinta dalla sua incontenibile vena romantica. Cadde mollemente sul letto, odiava l'aspettare e mantenere il segreto. Isabel gli fu subito vicina, lo baciò e lo guardò ancora con quello sguardo da saputella
“Okey vuoi proprio che te lo dica, questa volta hai avuto ragione”
“Amore io ho sempre ragione”

Taro li aveva scoperti, vedendola in panico Genzo stava cercato di rassicurarla, ma non ci stava riuscendo soprattutto perché aveva precisato che li avrebbe coperti per altri due giorni e poi sarebbero stato cavoli amari.
“Starà scherzando vero?”
Alle sue parole il portiere si era innervosito parecchio
“Dimmi un po',quando avevi intenzione di dirlo agli altri, fammi indovinare magari il giorno stesso in cui ognuno se ne sarebbe tornato a casa?”
“No, ma volevo trovare il momento giusto”
Lo sguardo del ragazzo la fece sussultare
“Hitomi guardiamo in faccia la realtà, non esiste il momento giusto. Scoppierà un gran casino e lo sappiamo. Il punto è sei pronta per affrontarlo insieme?”
La ragazza lo abbracciò come se cercasse un appiglio, poi in punta di piedi cercò di baciarlo, ma lui la trattenne perché aveva bisogno di una risposta. Capendo la sua urgenza lo fissò dritto negli occhi mentre gli rispondeva con un semplice sì.

Erano i quindici minuti più lunghi della loro vita, si presero per mano sorridendosi a vicenda. Sapevano benissimo che dietro alla porta del bagno c'era quel cartoncino che avrebbe potuto cambiare le loro vite.
Erano da più di un anno che stavano provando ad avere un bambino, appena aveva un piccolo riardo una speranza si accendeva in lei, per poi infrangersi come una bolla di sapone. Il medico aveva dato colpa allo stress, dovevano rilassarsi, facile per lui, ma non per loro. I parenti continuavano a chiedere quando avrebbero concepito un piccolo o piccola erede e questo aveva mandato nel pallone sopratutto Yayoi. Si era creduta inadatta a suo marito, la paura di non poter avere figli l'aveva stretta in una morsa. Poi era tornati in Giappone, il ritiro della nazionale, il lavoro e l'incontro con Sanae e Hitomi l'avevano talmente presa da dimenticarsi tutto il resto.
Si era accorta solo due sere fa che aveva saltato il ciclo per due volte di fila.
Quella mattina si era proposta di andare a fare la spesa e con una scusa era riuscita a entrare in farmacia. Dopo pranzo aveva chiesto al marito di salire in camera con lei. Gli aveva spiegato il suo dubbio, mettendo però avanti le mani dicendogli di non esaltarsi fino al risultato.
La sveglia del telefono squillò, Jun le strinse la mano ed entrarono insieme nella stanza. Con mani tremanti Yayoi prese il test, lo fissò per qualche secondo mentre Jun le chiedeva il risultato
“Positivo”
Sul viso di Jun apparvero mille emozioni, poi con le lacrime agli occhi abbracciò la moglie sollevandola di qualche centimetro mentre continuava a ripetere come un mantra
“Diventerò papà”
Ormai era deciso, quella sera a cena avrebbero detto agli altri della loro relazione. Hitomi fece un profondo respiro e scese per aiutare le altre con la cena. Tutto stava procedendo come al solito, i bambini tenevano allegro l'intero tavolo raccontando della loro ricerca di conchiglie. Genzo da sotto il tavolo prese la mano di Hitomi, che strinse prontamente, come per darsi coraggio a vicenda.
A fine cena Genzo prese la parola
“Volevo dirvi una cosa, ecco”
“Scusa Genzo, ma prima vorrei parlarvi io. Lo so amore mio che è presto, ma tra qualche giorno torneremo a casa e voglio condividere con tutti loro questo momento”
Yayoi sorrise teneramente al marito e gli fece un leggero segno di assenso con la testa, poi Jun tutto d'un fiato disse
“Yayoi è incinta”
Immediatamente le ragazze furono vicine all'amica, mentre i ragazzi iniziarono a congratularsi con Jun tirandogli pacche amichevoli. Tsubasa corse in cucina e tirò fuori lo champagne dicendo che era l'occasione adatta per brindare. I bambini invece erano rimasti fermi al loro posto, non capivano bene che cosa stesse succedendo. Vedendoli spaesati Sanae gli spiegò che Yayoi e Jun avrebbero avuto un bambino, allora Keitaro e Soichiro si sorrisero felici e abbracciarono teneramente la futura mamma. A Yayoi sembrò di esplodere di felicità, non si sentiva così piena d'amore da tanto tempo.
Il capitano chiese a Genzo che cosa volesse dire,ma Taro si mise in mezzo
“Ci voleva confermare l'acquista di Kalz al Bayer”
Il portiere fissò poco convinto l'amico, poi Taro gli bisbigliò
“Domani Genzo, oggi è il giorno di Jun e Yayoi”


Finalmente dopo un sacco di tempo sono riuscita a inserire un nuovo capitolo. Come sempre ringrazio coloro che leggono la storia e  chi mi lascia una recensione. Grazie a tutti, giuro che aggiornerò presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo13 ***


Non riusciva a prendere sonno, sembrava sul punto di esplodere dalla felicità, presto sarebbe diventato padre. Continuava a sorridere e a fissare il volto rilassato di sua moglie, per poi accarezzarle il ventre ancora piatto
“Jun se continui così va a finire la consumerai”
“Scusa è più forte di me”
Yayoi fece roteare gli occhi, si girò verso il comodino per afferrare la brocca d'acqua, ma con fare sconsolato si accorse che era vuota. Appena si mise in piedi Jun le afferrò l'oggetto dicendole che ci avrebbe pensato lui
“Guarda che sono incinta non invalida”
“Lo so ma non voglio che ti sforzi, su ora torna a letto. Vuoi qualcosa da mangiare?”
“Jun per l'amor del cielo, non sono ancora nel periodo delle voglie e non iniziare a mettermi all'ingrasso”
Stava per controbattere, ma l'espressione irremovibile della moglie lo fece desistere ed uscì dalla stanza prima di farla arrabbiare seriamente. Yayoi era sempre dolce e carina, ma appena la si faceva arrabbiare diventava una furia.

La luna era talmente splendente che illuminava la cucina e non dovette accendere la luce per trovare la bottiglia d'acqua. Sentì un rumore in veranda, non se ne preoccupò, probabilmente era qualche gatto in cerca di cibo. Stava per andare via quando sentì una sorta di risata, rimase in ascolto e gli sembrarono proprio delle voci, così uscì e ciò che vide per poco non gli fece venire un coccolone. Genzo stava baciando Hitomi
“Cosa cazzo stai facendo?!”
I due si staccarono immediatamente, anche se era buio notò Hitomi sbiancare
“Ju-Jun noi”
Non la lasciò neanche finire, la sua mente gli continuava a dire di prendere la ragazzina, rinchiuderla in una stanza e poi spaccare la faccia al portiere. Come una furia l'afferrò per un braccio e la trascinò in casa, la sentì chiedergli di calmarsi e di lasciarla andare, ma non gli diede retta.
Fu Genzo a bloccarlo e a separarlo da Hitomi, poi tenendola per mano la mise dietro di se come se volesse proteggerla e ciò lo fece andare di più in bestia, non era lui quello che stava sbagliando, era quello stronzo di Wakabayashi. Con voce alterata gli urlò di allontanarsi da lei, ma il portiere non si mosse di un millimetro e continuò a fissarlo con uno sguardo impenetrabile.
In un attimo fu addosso all'amico, che aveva prontamente spostato Hitomi, gli tirò un pugno in faccia, Genzo si riprese subito e lo bloccò contro il muro.
Il trambusto svegliò tutta la casa, nonostante non capisse bene cosa stesse succedendo, Tsubasa cercò di separare i due, fortunatamente fu aiutato da Taro che trattenne Jun.
“Cosa cavolo sta succedendo?!”
Jun fissò con uno sguardo quasi spiritato il capitano mentre gli diceva
“Chiedi a Genzo, anzi no te lo dico io. Ho beccato quello stronzo mentre stava circuendo una ragazzina, ecco cosa sta succedendo!”
A quelle parole Tsubasa e tutti gli altri rimasero sbigottiti, Yoshiko afferrò il braccio di Hikaru e lo tenne stretto come per paura che partisse in quarta per andare a picchiare Genzo. Come rianimata Hitomi urlò
“Non è così”
“Tu stai zitta, faremo i conti dopo”
“Non ci provare neanche a prendertela con lei”
Tsubasa dovette ricorrere a quasi tutta la sua forza fisica per poter trattenere il portiere
“Mamma perché state urlando?”
Gli animi si calmarono un attimo perché dalle scale erano comparsi i due bambini ancora leggermente assonnati, fortunatamente Isabel li convinse ad andare in camera con lei dicendogli di non preoccuparsi e gli avrebbe fatto compagnia con una bella storia.
Taro fece un lungo sospiro, lo sapeva che sarebbe andata a finire così, si sentì anche leggermente in colpa, se non avesse fermato Genzo quella sera, Jun non li avrebbe scoperti in quel modo, magari sarebbe stato meno incavolato e forse ne avrebbero parlato civilmente. Doveva cercare di sanare gli animi o anche Hikaru sarebbe partito per la tangente
“Calmiamoci tutti ok, lo so che sei incazzato nero Jun, ma con la violenza non risolviamo nulla, adesso ci sediamo e ne parliamo”
Misugi lo guardò allibito, come se avesse bestemmiato
“Ma di che cazzo dobbiamo parlare? Se non li avessi beccati sarebbe finita come al solito, Genzo se la sarebbe portata a letto e poi tanti saluti. Dannazione non ti credevo capace di cadere così in basso”
Genzo cercò di appellarsi a tutto il suo autocontrollo, si sentì ferito e incavolato, posò lo sguardo sulla sua ragazza, doveva stare calmo per lei
“Non sarà come le altre volte”
“O ma si certo, cosa c'è di diverso? Sei incapace di avere una relazione, così finirà come sempre, ti stancherai e poi le spezzerai il cuore”
“Ti dico che sarà diverso”
“Perché?! Aspetta, è vero non ci avevo pensato, c'è un oceano che vi divide, hai già la scusa sul piatto d'argento. ”
Con un moto di rabbia Genzo urlò
“Perché la AMO DANNAZIONE”
Finalmente Jun rimase senza parole, aprì un paio di volte le bocca, ma non ne uscì nessun suono. Genzo si girò verso Hitomi e la vide guardarlo piena di emozione
“Ci ho provato seriamente a stargli lontano, però non ce la faccio. Avrei decisamente preferito dirtelo in un altro modo e momento”
Tutti quelli che conoscevano Genzo sapevano quanto fosse restio a parlare dei suoi sentimenti e sopratutto quanto pesasse le parole, se aveva detto tutto ciò era perché lo pensava davvero. Hikaru si girò verso sua moglie, con lo sguardo gli fece intendere che era calmo, così si avvicinò e con voce ferma chiese al compagno di squadra
“Ne sei sicuro?”
Genzo sostenne lo sguardo di Mastuyama, sapeva quanto lui e Jun fossero legati a Hitomi, non avrebbe mai permesso a nessuno di prendere in giro la ragazzina
“Sì”
Hikaru poi volse il suo sguardo verso Hitomi, non dovette neanche chiederle se anche lei provava lo stesso per Genzo, la sua espressione parlava da sola
“Be allora c'è poco da fare, basta che non la fai soffrire se no ti ammazzo”Jun non sembrava d'accordo, ma lo sguardo di sua moglie lo fece desistere
Il portiere sorrise verso il compagno di squadra, poi si ritrovò davanti Sanae la vide fissarlo con uno sguardo duro e incavolato, forse non erano solo Jun e Hikaru quelli da temere. Sembravasul punto di esplodere, quando la vide aprir bocca per istinto trattenne il respiro
“Genzo Wakabayashi sappi che sono altamente incavolata con voi due, come avete potuto nascondere una cosa del genere?! Vieni e fatti medicare quel taglio sul labbro e tu signorinella parleremo dopo”
Hitomi sorrise alla cognata, sapeva benissimo che li aveva già perdonati.

Nonostante tutto Sanae fu delicata con Genzo, dopo averlo fatto sedere aveva preso il cotone imbevuto di alcool per pulire la ferita e lo guardò per bene.
“Niente di grave, non ci vanno i punti. Però fossi in te farei sparire quel sorrisino dal volto, sai mi prudono le mani”
Tsubasa era rimasto con loro, come se avesse paura che la sua dolce metà attentasse alla vita del compagno di squadra. Era buffo vedere un uomo di un metro e ottanta intimidito da una donna alta un metro e sessanta, senza volerlo iniziò a ridacchiare beccandosi un'occhiataccia da entrambi.
“Guarda che potrei sfogarmi su di te”
“Pietà, non centro nulla”
Fu la volta di Genzo di guardare in modo sarcastico il capitano, poi tornò serio
“Hai ragione Sanae, dovevo dirti prima quello che provo per Hitomi. A mio discolpa posso dire che ero confuso, non avevo mai provato nulla del genere. Te lo posso giurare, non sto prendendo in giro nessuno, la amo sul serio”
“Ma io dico, con tutte le ragazze in questo mondo dovevi proprio innamorarti di mia cognata?!”
Gli mise una pomata sulla ferita, ma prima di spostarsi gli afferrò il viso con entrambe le mani
“Ti conosco da una vita e sai quanto ti voglio bene, ma sappi che se solo oserai ferire Hitomi nessuno mi fermerà dal farti male, in confronto Jun e Hikaru ti sembreranno due agnellini. Lei ha già sofferto abbastanza. Quando era solo una bambina ha perso la persona che amava di più al mondo, ci ha messo anni per riprendersi e io non permetterò mai a nessuno di farla ricadere nel baratro. Ci siamo intesi?!”
“Cristallina”
Sanae sorrise a quell'arrogante amico d'infanzia, aveva letto nei suoi occhi quanto amasse Hitomi, di slancio lo abbracciò e sentì il ragazzo contraccambiarla. Tsubasa non fu molto felice di quel loro gesto d'affetto
“Hey voi due non così appiccicati”
Per dispetto Genzo strinse a se di più Sanae e la sollevò, facendo innervosire di più il capitano mentre l'ex manager rideva.

Nel salone erano rimasti solo Hitomi, Hikaru e Jun, la ragazza si era seduta sul divano in silenzio. Non sapeva neanche da dove incominciare, sentiva su di se lo sguardo alterato di Jun, la facevano sentire come la persona più idiota del mondo. Anche se li prendeva in giro , aveva un'enorme stima per entrambi, era un po' stano pensarlo, ma li considerava quasi come due fratelli maggiori. Sapere di averli delusi la faceva male, ma cosa poteva farci se si era innamorata di Genzo.
“Da quanto?”
Alzò lo sguardo sul libero della nazionale, aveva benissimo capito la domanda, si schiarì la voce e con tono sommesso disse
“Cinque giorni”
“Ci sei andata a letto?”
Rossa come un pomodoro maturo rispose
"No, assolutamente e non mi ha fatto nessuna pressione. Ascoltate so che siete incavolati, sappiamo entrambi di non essere in una situazione facile. Dopo la vacanza ci dividerà un oceano, io vado ancora all'università e sono così incasinata”
sentì il magone e le lacrime scenderle dagli occhi, non riusciva a trattenersi, lei che era sempre stata una restia alle lacrime facili si ritrovava a piangere come una mocciosa
“Appena abbiamo capito che c'era dell'attrazione, abbiamo provato a stare lontani, ma non ce la faccio. Genzo mi fa stare bene. Mi spiace che mi odiate”
“Hitomi non potremmo mai odiarti. Ascolta siamo solo preoccupati…. Yayoi ha ragione, per me e Jun, rimarrai sempre quella piccola e pestifera bambina a cui ci siamo affezionati, sei la nostra sorellina a cui piace fare i dispetti. Però sei cresciuta, non possiamo decidere per te. Se Genzo ti rende felice proveremo a farci piacere questa idea”
Con uno slancio Hitomi abbracciò entrambi ringraziandoli. Per smorzare il momento Jun le diede un leggero pizzicotto sulla guancia
“Vi chiediamo solo di non sbaciucchiarvi o fare cose compromettenti davanti a noi. Dateci il tempo di metabolizzare tutto”
“Si direi che è un giusto compromesso”

Erano rimaste a parlare insieme quasi tutta la notte, Sanae si era fatta raccontare tutto da Hitomi, di come si era ritrovata a pensare a Genzo, poi del bacio in veranda, di come l'aveva respinta per poi ricercarla geloso marcio di Shingo. La donna più grande non l'aveva giudicata, le aveva tenuto una mano tutto il tempo ascoltandola, poi senza accorgersene si erano addormentate.
La dottoressa fu svegliata dai primi raggi del sole che filtravano dalla tenda, Hitomi dormiva ancora serena, le accarezzò il viso e istintivamente si ricordò di quando dormivano nello stesso letto dopo la morte di Hideaki, parlavano per ore del ragazzo fino a quando vinte dalla stanchezza si addormentavano.
Non riuscendo più a prendere sonno si alzò andando a prepararsi una tazza di caffè. Guardando l'orizzonte si chiese cosa avrebbe pensato suo marito, probabilmente sarebbe stato geloso di Genzo, per poi trovarlo simpatico, magari sarebbero potuti diventare anche amici.
Si sentì stringere da dietro, il profumo di Tsubasa le inondò le narici, si rilassò contro il suo petto e inclinò la testa pronta a un bacio sul collo.
“Mi sei mancata questa notte”
Si girò verso di lui e iniziò a baciarlo, poi il capitano la sollevò senza sforzo e la portò in camera, con fretta chiuse la porta a chiave e la spogliò. Con lentezza si perse in lei, le accarezzò la pelle morbida e profumata, come ogni volta rimase incantato dai movimenti di Sanae, poteva quasi affermare che il tempo andasse a rallentatore quando facevano l'amore. La vide tendersi e godersi appieno l'orgasmo, non resistendo più si riversò in lei per poi stringerla al suo petto.
Gli sembrava di non averne mai abbastanza, si sentiva quasi come un drogato, quella notte aveva dormito malissimo senza di lei, si chiese come avrebbe fatto una volta tornato a Barcellona.

Quando si svegliò trovò Genzo seduto sul suo letto a fissarla, con un enorme sorriso le diede il buon giorno, tentò di convincerlo a sdraiarsi di fianco a lei, ma lui scosse la testa
“Ieri sera non abbiamo avuto modo di parlare. Ti amo, è la prima volta che lo dico a qualcuno”
“Sei carino quando sei imbarazzato”
“Hey io sono sempre bellissimo. A parte gli scherzi, non so cosa provi tu”
Hitomi lo fissò stupita, pesava che il ragazzo lo avesse ben capito.
Si alzò dal letto e si sedette sulle sue gambe, lo baciò astampo e all'orecchio gli disse “Ti amo” tentò di nascondere il viso pieno di vergogna nell'incavo del collo, ma lui l'afferrò per le spalle e appoggiò la fronte sulla sua ripetendole che l'amava.




Sono contenta diessere riuscita a postare prima di andare in vacanza. Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono la storia, sperovi sia piaciuto anche questo capitolo e spero sdi riuscire ad aggiornare al rientro. Grazie ancora a tutti Syerra

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


La mattina seguente sembrava fosse tornato tutto a posto, c'era solo un piccolo imbarazzo tra Genzo e Jun. Il libero della nazionale si era scusato per aver preso a pugni il portiere, ma non si sentiva totalmente in colpa, cosa che ben capì Genzo.
L'unica nota dolente erano le occhiatacce di Hikaru e Jun quando si avvicinava troppo alla sua ragazza, appena l'abbracciava o le dava un semplice bacio a stampo sentiva una stilettata sulla schiena. Hitomi gli aveva detto della richiesta dei due compagni di squadra, se prima gli sembrava un buon compromesso, ora non lo trovava così allettante.
Si avviò verso la riva dopo aver fatto una bella nuotata, sulla spiaggia era rimasta solo Hitomi, gli dava le spalle ed era sdraiata a pancia in giù, probabilmente stava ascoltando la musica, perché uno dei piedi si muoveva a tempo. Per dispetto si sgocciolò sopra la sua schiena, ricevendo un grido di disapprovazione
“Sei cattivo”
“No se fossi cattivo fari ben altro… anzi ora che ci penso”
Detto ciò riuscì a prenderla e a caricarsela sulla spalla come un sacco di patate, inutili furono le proteste della ragazza, si tuffò con lei in acqua
“Maledetto”
Hitomi provò più volte a buttarlo sott'acqua, ma tentativi inutili, dato che lui era molto più grosso e alto di lei. Alla fine lasciò perdere, ma si aggrappò alla schiena del ragazzo a mo di koala. Con un movimento fluido la fece scivolare davanti a se per baciarla. Come aveva solo potuto pensare di lasciarla andare?!

Hikaru guardò la verso la sveglia, segnava l'una di notte, si rigirò dall'altra parte per prendere sonno. Cercò di respirare al meglio il buon profumo che emanava sua moglie, l'unica in grado di rilassarlo anche prima delle partite più importanti. Questa volta invece non ci riuscì. Delicatamente si alzò dal letto e fece meno rumore possibile per non svegliare Yoshiko. Doveva assolutamente controllare una cosa, senza non sarebbe riuscito a chiudere occhio.
Quando uscì dalla stanza si ritrovò davanti a se Jun, entrambi si fissarono in imbarazzo
“Ho finito l'acqua”
“Idem”
Si fissarono per qualche secondo, capendo che entrambi avevano avuto la stessa idea. Con lentezza esasperante Hikaru aprì la porta della camera di Genzo, il portiere sembrava dormire profondamente, si sentiva un leggero russare proveniente da uno dei bambini. Nel frattempo Jun sbirciò nella camera di Hitomi e anche lei era nel suo letto.
Entrambi sospirarono leggermente
“Ti va un bicchiere di schotch?”
“Volentieri”
Hikaru passò il bicchiere all'amico, li fecero tintinnare insieme in una sorta di cin cin, poi il numero dodici della nazionale si lasciò andare contro la poltrona. Si sentiva un perfetto idiota, probabilmente anche il suo compagno di squadra si sentiva allo stesso modo. Dopo qualche minuto di silenzio Jun se ne uscì con
“Chissà come l'avrebbe preda Hideaki”
“Si sarebbe incavolato leggermente, dicendo che la sua sorellina non poteva stare con un uomo...ma Hitomi l'avrebbe avuta vinta, come sempre”
“Probabile, l'adorava… Yayoi dice che la trattiamo come una bambina perché abbiamo paura di perderla, inizio a pensare abbia ragione”
Hikaru ci pensò su e diede ragione all'amico, entrambi non si erano comportati nel migliore dei modi. Dopo la morte dell'amico erano dovuti rientrare in Inghilterra, piano piano i rapporti con le due ragazze erano scemati, anzi sembrava che Hitomi non volesse avere più a che fare con loro e lui non aveva insistito a causa della vergogna di non aver mantenuto la promessa fatta a Hideaki. Erano passati anni, si erano ritrovati, eppure lui non poteva far a meno di vedere la bambina dispettosa davanti ai suoi occhi e non la ragazza che era diventata. Dovevano solo accettare la nuova dimensione.

Come sempre dopo pranzo, i due bambini si misero a fare i compiti, vedendoli in difficoltà con un problema di geometria Hitomi decise di aiutarli.
Mentre i ragazzi guardavano le notizie sportive in tv, il cellulare di Hitomi iniziò a squillare, la suoneria era la marcia imperiale di star wars, non vedendola arrivare Jun le urlò di venire a prendere il telefono
“Non riusciamo a sentire nulla”
Con fare piccato Hitomi entrò nella stanza, guardò il display del cellulare e poi mise il silenzioso. Genzo la guardò un attimo, non l'aveva mai vista così di mal umore, nemmeno quando ce l'aveva con lui. Successivamente si sentì la vibrazione del telefono, il portiere si chiese chi fosse. Era quasi tentato di prendere l'aggeggio, quando partì la suoneria del cellulare di Sanae che rispose prontamente
“Buongiorno signora Mitsui”
Hikaru iniziò a ridere, si girò con le lacrime agli occhi verso Jun
“Non ci credo, ha messo come suoneria per sua madre la musica di Darth Vader, ahhaha geniale”
Si sentiva Sanae parlare amabilmente con la signora all'altro capo del telefono
“Hitomi?”
La ragazza con sguardo furente guardò la cognata e gli fece gesto di di dire che non c'era, ma Sanae non si fece intimorire e con uno sguardo che non ammetteva repliche rispose
“Certo è qui, le passo il telefono”
Con stizza Hitomi prese l'oggetto come se fosse fatto di fuoco, Genzo la sentì gracchiare un pronto, per poi uscire nella veranda
Il portiere si alzò a dal divano per seguire la sua ragazzina, non gli piaceva per niente quella situazione
“Fossi in te aspetterei qui, Hitomi diventa intrattabile quando è al telefono con sua madre”
Con un sospiro seguì il consiglio di Jun, ma rimase in allerta.
Dopo venti minuti tutta la casa sentì la ragazza sbattere con forza la porta finestra e inveire contro Sanae
“Cosa non ti era chiaro del non passarmela?”
“Hitomi”
“No non iniziare con la solita manfrina e non ci provare neanche a difenderla”
“È tua madre”
“Solo quando le fa comodo”
Sia Genzo che Tsubasa si stavano per alzare, ma Hikaru gli fece segno di stare fermi, poi si sentirono i passi di Hitomi salire per le scale e sbattere la porta della sua camera.

Era incazzata nera, avrebbe voluto spaccare qualcosa, solo quella donna aveva la capacità di farla imbestialire come non mai. Ogni volta era la stessa storia, la chiamava, per i primi cinque minuti utilizzava il solito tono melenso, per poi attaccare come una vipera e portarla al limite della sopportazione. Le loro telefonate finivano sempre male, ormai aveva perso il conto di quante volte sua madre l'aveva fatta sentire inadeguata, le ricordava di non essere una figlia modello.
Con rabbia prese la sacca da mare, si infilò le cuffiette nelle orecchie e corse in spiaggia. Si sedette su uno degli scogli cercando di sbollire la rabbia.
Doveva scusarsi con Sanae, sapeva benissimo in quale posizione scomoda era la cognata, era in bilico tra l'affetto che provava per lei e il rispetto per la madre del marito. Si portò le ginocchia al petto e sospirò sonoramente, doveva calmarsi.
Genzo la trovò così, senza dirle niente si mise seduto dietro di lei e l'abbracciò a se per poi depositarle un bacio sulla nuca. Dopo qualche minuto lui gli chiese come stesse
“Se mi tieni ancora stretta per un po' mi sentirò meglio”
“Posso sapere perché odi tua madre?”
“Non ora, sono troppo arrabbiata”
Si girò verso di lui e lo baciò, sentiva già la rabbia scemare per far spazio alla calma che le infondeva Genzo.

Ormai la vacanza stava per finire, presto ognuno sarebbe tornato alla vita di tutti i giorni, questo aveva messo un po' di malinconia a tutti. Ogni notte Tsubasa si perdeva in Sanae, amandola come se fosse per l'ultima volta. Anche la ragazza provava lo stesso tormento, non sapeva più immaginare una notte senza il capitano. Quella sera poi dopo aver fatto l'amore si sentì spaesata, per non far vedere la sua tristezza si girò dall'altra parte e cercò di non piangere, però Tsubasa si accorse del suo cambio umore, l'abbracciò da dietro e le depositò un bacio dietro l'orecchio.
“Ho paura”
“Di cosa tesoro?”
Sanae si girò verso di lui, aveva bisogno di guardarlo in viso
“Ho paura che ti stancherai di me a causa della lontananza, in Spagna avrai un sacco di fan che ti gireranno intorno e magari capirai che è molto più semplice stare con una di loro”
Vide lo sguardo del capitano indurirsi, sembrava quasi arrabbiato, forse aveva esagerato. Tsubasa le afferrò le spalle e la portò sotto di lui, poi mantenendo lo stesso cipiglio le disse
“Come puoi anche solo lontanamente a pensare una cosa del genere?! Sanae ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia. Da quando ti ho ritrovato per me non esiste nessun'altra”
Con delicatezza le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la baciò, all'inizio con dolcezza per poi trasformarsi in un bacio appassionato. Le lasciava solo il tempo di prendere aria per poi tornare all'attacco. Entrò dentro di lei e fecero l'amore con dolcezza, Tsubasa cercò di farle capire quanto l'amava
“Sono solo tuo Sanae, solo tuo”
A quelle parole si sentì in estasi, amava così tanto Tsubasa, non poteva lasciarsi andare a quelle stupide paure e paranoie, doveva essere più fiduciosa nel loro rapporto. Pensando a ciò si addormentò tra le braccia del suo capitano.

L'ultimo giorno di vacanza arrivò, Genzo si svegliò come al solito presto e fece la sua solita corsa mattutina, con lui questa volta c'era anche Tsubasa. Nessuno dei due parò durante la corsa, ognuno era perso nei propri pensieri, ma rimasero sempre uno accanto all'altro fino ad arrivare al porto. Dopo aver preso fiato Tsubasa chiese all'amico come stesse
“Fisicamente bene, ma di testa ho un sacco di pensieri e mi sta salendo già la nostalgia”
“Ti capisco”
Capendo che sarebbe stata una conversazione un po' più lunga si sedettero su una panchina, Genzo si tolse il berretto abbandonandosi contro lo schienale
“La amo Tsubasa, vorrei poterle chiedere di venire con me a Monaco… ma non è giusto, è troppo presto e non voglio imporle di lasciare tutta la sua vita per seguirmi. Eppure non vorrei altro”
Sul viso del capitanò spuntò un sorriso amaro, era nella stessa barca di Genzo, voleva Sanae al suo fianco, voleva portare lei e Soichiro a Barcellona, ma dovevano darsi tempo. Le aveva promesso di spettare i suoi tempi e lo avrebbe fatto.
“Sarà difficile, ma ce la faremo. Dobbiamo aver pazienza. Piuttosto dovresti ringraziarmi”
“Per cosa di grazia?”
“Se non fosse stato per la mia insistenza non saresti venuto in vacanza con noi e non ti saresti innamorato di Hitomi”
Il portiere ci pensò su, effettivamente l'amico non aveva tutti i torti. Certo Hitomi l'aveva colpito fin dall'incontro al ritiro, ma dal piano fisico era passato a quello emotivo conoscendola meglio, quella ragazzina l'aveva stregato.
“Grazie capitano. Piuttosto, abbiamo deciso insieme di mantenere ancora un po' segreta la nostra storia, un po' come te e Sanae. Sai come sono i paparazzi e soprattutto quella comare di Ryo”
I due scoppiarono a ridere insieme, effettivamente il compagno di squadra era il loro gazzettino delle news.
“Capisco, ma credo che prima o poi dovrai dirlo a Shingo, mi sembrava abbastanza preso da Hitomi”
Sentendo quelle parole Genzo di irrigidì, ricordò di come quel cascamorto ci provasse con la sua ragazza, avrebbe dovuto mettere le cose in chiaro il prima possibile.
“Direi di tornare, l'ultimo che arriva offre la cena stasera”
“Hey Tsubasa non è valido sei partito prima”

Trovò Hitomi intenta a preparare la valigia, era talmente presa da non accorgersi di lui. L'abbracciò da dietro sentendola sussultare dallo spavento, per poi rilassarsi quando la baciò la nuca. Quella mattina sembrava più piccola del solito, forse perché indossava una solopette di jeans e aveva i capelli raccolti in una specie di chignon.
“Stavo pensando di non tornare a Nankatsu”
La sentì irrigidirsi e voltarsi con gli occhi sbarrati verso di lui
“Devi già tornare in Germania?”
Il ragazzo si sedette sul bordo del letto e la trascinò a sedersi sulle sue gambe , anche il profumo gli sembrava più intenso, doveva concentrarsi
“No, volevo proporti di passare un po' di tempo solo noi due a casa tua. Non c'è nessuno che mi aspetta a Nankatsu e i miei li vedrò direttamente a Monaco”
Immediatamente l'espressione di delusione della ragazza passò a quella di contentezza, con impeto afferrò il viso di Genzo e lo baciò
“Deduco sia un sì”

Mi scuso per il terribile ritardo, ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono la mia storia
Ancora grazie

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Era arrivato il momento dei saluti, le ragazze si abbracciarono e si salutarono con la promessa di sentirsi il più possibile. Con le lacrime Yayoi abbracciò su tutti dando la causa agli ormoni impazziti, poi fece giurare a presenti che si sarebbero rivisti per il capodanno, nessuno osò contraddirla.
Hitomi e Genzo furono gli ultimi ad andare via, rispetto all'andata il viaggio si rivelò più tranquillo, dato che non c'erano i due bambini. Ogni tanto il portiere prendeva la mano della ragazza e le sorrideva. Hitomi si sentiva felice, ma allo stesso tempo agitata, avrebbe passato dei giorni interi da sola con il ragazzo, senza volerlo arrossì leggermente ricordando le parole di Sanae “Utilizza le precauzioni, se no vi ammazzo entrambi”
Avere un figlio alla sua età non era contemplabile, in più conosceva Genzo da così poco tempo e non voleva complicare di più la loro situazione.
Arrivarono nel primo pomeriggio a casa, dopo aver scaricato le valigie, Hitomi controllò la dispensa, come immaginava non c'era un gran che. Sconsolata si girò verso il ragazzo, ma prima di poter parlare l'afferrò e la baciò, le mani di lui la strinsero più a se
“Finalmente posso baciarti senza sentire gli sguardi di quei due”
Hitomi si mise a ridere, appoggiò le mani sulle ampie spalle di Genzo per poi fare un piccolo balzo e saltargli in braccio incrociando le gambe intorno alla vita del portiere per poi riprendere a baciarlo
“Bimba se non ti fermi non so per quanto riuscirò a tenere a bada i miei istinti”
“E chi ti dice di farlo?”
Genzo sgranò leggermente gli occhi, poi con Hitomi ancora in braccio si avviò in sala e si sedette sul divano. Le mani andarono sui lembi della maglietta, la fisso un attimo per vedere qualsiasi cenno di incertezza, ma fu la sua rovina. Era la prima volta che la vedeva in quel modo, con gli occhi così pieni di passione, le gote arrossare e i labbro inferiore stretto tra i denti, era così erotica. Con un gesto veloce le tolse l'indumento, le depositò un bacio tra i seni, arrivò alla meta desiderata sganciando il gancetto, stava per riprendere a baciarla, quando il suo telefono suonò. Lo tolse dalla tasca dei pantaloni per spegnerlo, ma quando vide il nome del suo procuratore capì che doveva rispondere, automaticamente buttò la testa all'indietro e sconsolato fece partire la conversazione.
Hitomi si stava per mettere a ridere, Genzo era proprio buffo con i capelli scompigliati e il broncio, doveva avercela con lui per aver interrotto il loro momento di passione, ma aveva ben capito che doveva essere urgente se aveva riposto. Si alzò dal suo posto e si beccò un'occhiataccia dal suo ragazzo, sapeva non si sarebbe concentrato con lei sopra. Dopo essersi rimessa i vestiti gli disse a bassa voce che andava a fare la spesa, così da potergli lasciare un po' di privacy.
Genzo stramaledì Abel, non aveva scelto il momento migliore per chiamarlo, ma di certo non poteva sapere in quale situazione era. L'aveva chiamato per ricordargli la data della presentazione col Bayern, in più era riuscito a cambiare un paio di clausole sul contratto, come se non bastasse aveva appena ricevuto una proposta per essere il testimonial di una nuova linea di abbigliamento sportivo
“Ovviamente prima di accettare volevo la tua opinione”
“Se a tuo avviso lo sponsor è affidabile accetto”
“Ottimo… però ti sento più rilassato, questa vacanza ti ha fatto bene”
-Starei ancora meglio se non mi avessi interrotto- pensò, ma si morse la lingua e liquidò l'uomo.
Svogliatamente si distese sul divano e aspettò il ritorno della sua ragazzina.
 

Prima discendere dall'auto diede un bacio a Sanae e salutò allegramente i due bambini. Con calma si incamminò nella via della sua casa d'infanzia, prima di suonare il campanello fece un bel respiro, poco dopo sua madre aprì la porta con uno dei suoi teneri sorrisi. Si lasciò abbracciare per un po', arrivò anche suo padre e lo salutò con una sonora pacca sulla schiena.
“Porta pure i tuoi bagagli di sopra, nel frattempo preparo un po' di frutta fresca”
La sua stanza non era per nulla ambiata, c'erano ancora i suoi mobili, sulle pareti i poster dei suoi giocatori preferiti e la radiosveglia a forma di pallone. Sembrava che il tempo non fosse mai passato e questo lo rincuorava un pochino. Si avvicinò alla scrivania e fu felice di ritrovare la foto della vittoria del primo campionato, Sanae si trovava tra lui e Ryo, aveva quel bel sorriso che lo faceva morire, ma ai tempi era solo un bambino con la sola fissa del pallone e non badava a lei, ma fortunatamente si erano ritrovati. Dovevano solo dirlo ai loro genitori, aveva fatto capire alla dottoressa di voler fare le cose per bene, ciò lo obbligava a parlare col padre di Sanae per fargli capire quante serie erano le sue intenzioni. Non voleva lo scoprissero a causa di qualche giornale scandalistico
Si riscosse dai suoi pensieri a causa del richiamo si sua madre
“Daichi?”
“Come al solito è a giocare al campetto da calcio, mi ricorda qualcuno”
Risero tutti e tre insieme, poi Tsubasa si concentrò sul suo piatto
“Stasera tuo padre farà una bella grigliata, per me ha preso fin troppa carne”
“Vedrai,con quei due non rimarrà nessun avanzo”
Li vide battibeccare un pochino, per poi sorridersi a vicenda
“Com'è andata la vacanza?”
Ottimo sua madre gli aveva dato un buon spunto per introdurre l'argomento Sanae
“Molto bene, mi sono divertito con gli altri. Ti ricordi di Sanae Nakazawa?”
“Certo come si potrebbe dimenticare, era un vero tornado. Se non ricordo male si è trasferita a Yokohama e si è anche sposata”
“È entrata nello staff medico della nazionale”
Sua madre assunse un'aria stupita, mentre l'uomo sembrava aspettare il resto della conversazione
“Ci frequentiamo, è diventata la mia ragazza”
Entrambi i genitori lo fissarono con gli occhi fuori dalle orbite, incapaci di proferire parola, così fu lui a spiegare la situazione
“Sanae è rimasta vedova qualche anno fa, ha un bambino fantastico Soichiro. In questa vacanza abbiamo legato molto…. La amo”
Per la prima volta entrambi i suoi genitori sembravano essere rimasti senza parole, ognuno sembrava perso nei propri pensieri, gli diede qualche minuto per metabolizzare la notizia. Natsuko aprì un paio di volte la bocca, ma senza emettere nessun suono, fu suo padre a parlare per primo
“Figliolo ormai sei un uomo, sappiamo quanto sei cresciuto in fretta e di come prendi tutto seriamente. Qui però c'è di mezzo un bambino, devi essere sicuro al mille per mille di accettarlo e di diventare una sorta di figura paterna.”
“Lo so è stata la prima cosa detta da Sanae. Sappiamo entrambi che non sarà facile a causa della lontananza, però vogliamo provarci seriamente”
Sua madre si alzò e lentamente si mise a sparecchiare e a pulire i piatti, voleva sentire assolutamente la sua opinione e la sua approvazione. Senza girarsi gli disse
“Dobbiamo organizzare una bella serata con lei e il bimbo, così potremmo conoscerlo”
Tsubasa abbracciò di slancio la donna e le diede un bacio sulla guancia, promettendole di organizzare al più presto una cena.
 

Sentì un tocco gentile sulla guancia , svogliatamente aprì gli occhi e vide Hitomi a pochi centimetri dal suo volto con lo sguardo divertito
“Ben svegliato, la cena è pronta”
Doveva essersi addormentato mentre l'aspettava. Cenarono con tranquillità, Genzo le raccontò della chiamata del procuratore e le chiese quali fossero i suoi piani dei prossimi giorni
“Oltre allo studio non ho in programma nulla, sono a tua completa disposizione”
Senza volerlo un brivido di piacere gli percorse la schiena, sapeva lui come impiegare quel tempo, poi si diede mentalmente del cretino, gli sembrava di essere tornato un adolescente in piena crisi ormonale. Forse tutto ciò era dovuto perché prima dovevano limitarsi, invece ora poteva esternare liberamente le sue emozioni.
Mentre stava lavando i piatti Genzo si mise dietro di lei, l'abbracciò da dietro sussurrandole
“Dobbiamo riprendere un certo discorso”
Per poi iniziare a baciarle il collo e a portare le mani sotto la maglietta, Hitomi gli si abbandonò contro sospirando di piacere e il portiere lo prese come un chiaro segno a continuare. Con il minimo sforzo la prese in braccio e la portò nella sua stanza, depositandola vicino al letto. Allungò una mano e l'avvicinò a se iniziando a baciarla appassionatamente, le tolse la maglietta e il reggiseno, lentamente si chinò per toglierle i pantaloni con gli slip baciandole prima l'addome. Era bellissima. Presa da un moto di vergogna Hitomi cercò di coprirsi con le braccia, ma il portiere la fermò prendendole delicatamente le braccia
“Sei così bella”
A quelle parole la ragazza gli sorrise timidamente, poi con lentezza gli tolse la maglia, passò le dita sui pettorali e l'addome per continuare e scendere fino all'asola dei pantaloni con le mani un po' tremanti cercò di aprirla, vedendola in difficoltà cercò di aiutarla, ma la ragazza lo sgridò
“Faccio io, sta fermo”
Genzo aveva ben capito che stava cercando di fare la sicura, ma dal leggero tremolio della voce aveva percepito quanto fosse emozionata.
Ed ecco, erano lì entrambi nudi ed emozionati, non riuscendo più a trattenersi l'abbracciò facendole capire quanto la desiderasse.
Con delicatezza la fece stendere sul letto mettendosi sopra di lei, la baciò intensamente, poi scese verso il collo, lo spazio tra i seni fino all'addome per arrivare alla meta desiderata. Hitomi capì al volo cosa voleva fare, si sentì ardere dalla vergogna e con voce flebile tentò di protestare, ma il portiere non l'ascoltò e iniziò la sua dolce tortura. Era la prima volta che qualcuno la toccava in quel modo, fu sopraffatta dalle emozioni tanto che artigliò i lembi del lenzuolo e non riuscì a non mugugnare di piacere. Iniziò a sentire un formicolio partire dalla punta dei piedi per propagarsi fino allo stomaco e poi fu l'oblio, urlò il nome del suo ragazzo e fu pervasa dal piacere. Si sentiva quasi prosciugata, tentò di regolarizzare il respiro e di riprendere le sue facoltà motorie
“Non crede sia finita qui ragazzina”
Genzo si alzò un attimo per raggiungere i pantaloni e prendere il condom. Con lentezza si fece strada dentro di lei, rimasero fermi entrambi per abituarsi alla nuova sensazione, con calma il portiere iniziò a muoversi piano per poi aumentare il ritmo. Si erano abituati subito uno al corpo dell'altro, bastava uno sguardo per intendersi. Hitomi posò una mano sul petto dell'amante facendogli capire di voler invertire le posizioni, ora era lei a dettare il ritmo, le piaceva il modo in cui la stava guardando, la faceva sentire bellissima. Genzo sentì di essere vicino al punto di non ritorno, con un movimento d'anca riuscì a ribaltare di nuovo la posizione, la guardò intensamente
“Mia, sei solo mia”
“Solo tua”
Hitomi non ce la fece più, sentì tutto il suo corpo tendersi e il piacere scoppiare all'improvviso, Genzo diede altre due spinte per poi dire qualcosa in tedesco ed emettere un suono grattuale appoggiandosi sugli avambracci cercando di non gravare sulla sua ragazza. Si lasciò cadere di lato portando Hitomi sopra di sé, la guardò portandole dolcemente una ciocca dietro l'orecchio e stringendola più a se sussurrandole un ti amo.


Casa Nakazawa non era cambiata nel corso degli anni, ricordava ancora quando da ragazzino passava a ritirare gli appunti di Sanae. Ripasassò mentalmente le cose da dire ai genitori della ragazza, poi si fece coraggio e suonò il campanello. Ad accoglierlo furono Soichiro e Keitaro, i due bambini lo salutarono allegramente, Soichiro lo afferò per una mano chiedendogli di giocare con loro in giardino
“Dopo ragazzi, ora Tsubasa ha da fare con nonni. Perché non andate a prendere del gelato per tutti?”
Alla parola gelato gli occhi di entrambi si illuminarono, in fretta si misero le scarpe per poi correre fuori.
“Sei pronto capitano?”
Tsubasa annuì solamente, non riusciva a parlare a causa dell'emozione.
Il padre di Sanae li stava aspettando in salotto, era comodamente seduto sulla poltrona a leggere il giornale, mentre la madre stava entrando con in mano un vassoio con dei bicchieri e una bevanda, dal colore poteva dedurre che fosse limonata. Entrambi sorrisero leggermente al ragazzo, per poi invitarlo a sedersi sul divano di fronte. L'uomo gli fece qualche domanda calcistica, sul Barcellona e la nazionale e infine disse
“Così tu e mia figlia state insieme?!”
Lo colse leggermente di sorpresa, si era immaginato un inizio conversazione completamente diverso. Vedendolo un po' spaesato intervenne Sanae
“Gli è sfuggito ieri sera a Soichiro”
Senza volerlo il capitano si portò una mano dietro la testa grattandola, il suo solito tic di quando era imbarazzato. Poi con sguardo deciso fissò l'uomo
“Sì, ci siamo rincontrati e non intendo farmela sfuggire un altra volta”
Il signor Nakazawa bevve un lungo sorse della bevanda, per poi parlare con un tono calmo e deciso
“Siamo contenti che nostra figlia abbia ritrovato la felicità, ma vedi oltre alla sua dobbiamo pensare al benessere di Soichiro. Sanae ci ha detto che vuoi molto bene al bambino e di come avete legato in questa vacanza”
“Certo, ci tengo a ribadire di non volermi sostituire al padre, ma sarei contento di diventare una figura di riferimento. Voglio molto bene a Sochiro, è un bambino intelligente, dolce e simpatico”
“Ne siamo lieti, l'unica cosa che ci spaventa è la vostra lontananza”
Avevano tutte le ragioni per non fidarsi totalmente di lui, ma doveva rassicurarli
“Lo sappiamo entrambi, non sarà facile. Però le giuro che amo con tutto il cuore sua figlia e suo nipote, non farei mai nulla per ferirli”
La signora Nakazawa gli sorrise, poi posò una mano sulla spalla del marito e con tono divertito disse
“Sapete entrambi che quando Sanae si mette in testa una cosa nessuno riesce a farle cambiare idea, perciò benvenuto in famiglia Tsubasa. Ti fermi a cena?”



Sono riuscita ad aggiornare,purtroppo a causa di alcuni problemi personali non sono riuscita a farlo prima. Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono  la mia storia, grazie di cuore
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


In quei giorni di convivenza Hitomi aveva imparato a conoscere meglio Genzo, non era solo bello e simpatico, ma anche intelligente e curioso, ogni tanto, mentre studiava, le poneva domande di architettura e aveva capito che non lo faceva solo per compiacerla, ma era proprio una genuina curiosità. Le piaceva al mattino quando prima di andare a fare la solita corsa mattutina, il portiere le dava un bacio fugace sulla bocca per poi ritrovarsi a fare colazione insieme. Ma era la sera il suo momento preferito, dopo aver fatto l'amore Genzo la stringeva a se, allora lei posizionava la testa nell'incavo tra spalla e il collo del ragazzo per inalare il suo buon profumo. Quando il ragazzo l'abbracciava si sentiva protetta, niente e nessuno avrebbe potuto smuoverla da lì. Come in quel momento, il portiere era seduto sul divano, mentre lei era stesa con la schiena appoggiata al bracciolo e le gambe stese sulle ginocchia su di lui. Stavano guardando un film, ma sinceramente non riusciva molto a seguirlo a causa delle mani di Genzo che le accarezzava le gambe. Non riuscendo più a seguire il film si alzò e si mise a cavalcioni su di lui. Non era mai stata così sfrontata, ma il ragazzo le faceva perdere qualsiasi freno inibitore e lei voleva fare scorta di quei momenti. Mentre lo stava baciando, con l'intenzione di convincerlo a lasciar perdere quel stramaledetto film, partì la suoneria della marcia imperiale. Con stizza deviò la chiamata, non aveva la minima voglia di parlare con sua madre, ma poco dopo la suoneria ripartì. Il suo ragazzo la guardava con fare divertito, mentre lei non ne era affatto contenta, anzi pensava che forse se ignorava per una seconda volta la chiamata quell'arpia avrebbe smesso di insistere, invece no ripartì di nuovo.
Scese dalle gambe di Genzo e si mise nella posizione precedente
“Ciao madre, scusa ma non posso stare tanto al telefono”
“Cosa avrai mai da fare di così urgente?! Comunque ti chiamavo per avere la conferma per la cena del prossimo mese, non te ne sei dimenticata vero?”
Istintivamente roteò gli occhi
“Come mai potrei dimenticarmene, bene ci sentiamo”
“Aspetta, perché non sei dai Nakazawa?”
Senza volerlo un sorrisetto sarcastico spuntò sul suo volto, sapeva benissimo che quella domanda non era del tutto innocente. A sua madre non andava proprio giù il suo rapporto con Sanae e la sua famiglia, ma cosa poteva farci se mamma Naoko la trattava come una figlia e le voleva un bene smisurato?! Poteva quasi percepire la voglia di sentirsi dire di un possibile battibecco con la cognata e la rottura di quel legame coi Nakazawa. Invece la donna era ben lontana dalla verità.
“Purtroppo sono rimasta indietro con lo studio e ho preferito rimanere a casa”
Dopo aver detto ciò fissò Genzo con uno sguardo divertito e fece una linguaccia, mentre lui alzò un sopracciglio per poi afferrarle la caviglia e tirarla verso di se. Senza volerlo le uscì un urletto di sorpresa
“Cosa diavolo è successo?”
“Scusa ho visto un ragno ed è davvero grosso, ci sentiamo ciao”
Detto ciò abbassò la chiamata e ripresero da dove erano rimasti.

Grazie al bel clima estivo decise di preparare la tavola in giardino, suo marito era dietro alla brace per il barbecue, essendoci due bambini non se la sentiva di preparare qualcosa di troppo complicato. Però si era sbizzarrita col dolce, preparando non solo una bella macedonia, ma anche una buona cheescake alle fragole. Suo mrito aveva doveva aver percepito la sua ansia, con dolcezza le diede un bacio sulla nuca e tornò al suo lavoro.
Dopo poco Daichi entrò come una furia in casa, era tutto sudato e pieno di polvere
“Daichi Ozora corri a farti una doccia, tra poco
arriveranno gli ospiti”
Il ragazzo guardò con fare stupito la madre, probabilmente non la stava ascoltando quella mattinata a colazione mentre gli chiedeva di non fare troppo tardi dagli allenamenti
“Stasera verranno i Nakazawa”
Istintivamente il figlio minore si diede una manata sulla fronte, poi per non far innervosire la madre corse al piano di sopra, trovando suo fratello nel corridoio
“Ti conviene scendere di sotto e calmare la mamma”
Non capiva tutta quell'agitazione da parte di sua madre, erano i Nakazawa, li conosceva da una vita, anche se era da tempo che non si frequentavano.
“Cavoli mamma ti sei superata la tavola è fantastica. Posso dare una mano?”
Stava per impartirgli un ordine quando suonarono alla porta, vedendola un attimo spaesata si offrì di andare ad accogliere gli ospiti. I due bambini lo travolsero come un uragano, iniziando a fare caciara raccontandogli dei loro giochi, mentre Sanae cercava di riprenderli per farli tenere composti
“Buona sera e ben arrivati”
“Natsuko cara è bello vederti, sembra passato un secolo”
dicendo ciò la signora Nakazawa porse una bella pianta alla padrona di casa seguito da un leggero inchino seguita dal marito
“Non dovevate disturbarvi, ma grazia mille è bellissima” poi con un leggero velo di emozione rivolse la sua attenzione alla ragazza.
Sanae era stupenda con il suo vestito azzurro in sangallo, il trucco leggero esaltava gli occhi e le labbra, Tsubasa sentiva la voglia di stare solo con lei, ma quella sera doveva fare il bravo.
“Buona sera signora Ozora, è un piacere vederla”
detto ciò fece un piccolo inchino per poi invitare i due bambini a fare lo stesso
“Buona sera mi chiamo Soichiro Mitsui e lui è il mio amico Keitaro Sumiyoshi” e come due piccoli soldatini si inchinarono per poi spostare la loro attenzione sull'uomo alla brace. Vedendoli incuriositi Tsubasa li invitò a seguirli
“Dovete sapere che il mio papà è un lupo di mare, era il capitano di una bella nave, ha solcato l'oceano e trasportava un sacco di cose preziose”
I due guardarono ammirati l'uomo e iniziarono a subissarlo di domande, se avesse mai visto una sirena, le balene e i pirati. Il signor Ozora iniziò a ridere insieme ai bimbi e gli raccontò qualche avventura, aggiungendo un po' di fantasia.
La cena si svolse in modo piacevole, tra aneddoti e racconti di quando i due ragazzi erano solo dei bambini, dopo un primo momento imbarazzante le due coppie di coniugi si rilassarono iniziando a conoscersi un po' meglio. Dopo il dolce Tsubasa con il fratello e i due bambini si misero a palleggiare un po' più in là. A Natsuko fece piacere vedere che Sanae non aveva abbandonato quello sguardo innamorato verso suo figlio, sapeva quanto aveva sofferto per la lontananza di Tsubasa. Anche se ai tempi Sanae era solo una bambina, Natsuko era sicura dell'amore profondo che provava per quel suo figlio cocciuto e sognatore. Dopo la partenza di Tsubasa si erano viste qualche volta, lei e Taro ogni tanto passavano a trovarla per giocare con Daichi e per avere notizie dell'ex compagno di squadra. Poi la distanza era irrimediabilmente aumenta con la partenza di Sanae per l'università di Tokyo. Ormai aveva perso le speranze di vedere insieme i due ragazzi e si era messa l'animo in pace quando la signora Ishizaki le aveva comunicato del matrimonio tra l'ex manager e un giovane ragazzo conosciuto in università, sembrava non esserci il finale da favola per suo figlio e quella dolce ragazza.
Anche coi genitori di Sanae i rapporti si erano persi, solo un paio di volte aveva incrociato la signora Nakazawa, nonostante abitassero nello stesso paesino erano rare le volte in cui si erano incontrate, dopotutto vivevano in due zone diverse e non avevano mai instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia. Ora invece erano lì tutti insieme.
“Sai quando Sanae mi ha detto di frequentarsi con Tsubasa ero un po' in pensiero, vivono in due continenti diversi, lei ha un bambino e devo ammetterlo sono ancora affezionata al ricordo di mio genero. Però dall'altro giorno quando li ho visti insieme mi sono un po' ricreduta, si vede quanto Tsubasa ami mia figlia”
“Anche io ero un po' preoccupata, ma vederli così innamorati mi rasserena”

Detto ciò le due donne si sorrisero complici.

Si era svegliata giù di morale, Genzo sarebbe partito nel tardi pomeriggio, il tempo passato insieme era volato. Con uno sbuffo si alzò dal letto e iniziò a preparare la colazione, tentò di fermare il groppo in gola, sapeva fin dall'inizio che il ragazzo sarebbe partito a fine della vacanza. Genzo aveva la sua vita a Monaco, lei a Yokohama. Era troppo presto per pesare a un trasferimento, probabilmente più suo, insomma l'Europa era una delle patrie del calcio, certo il Giappone stava iniziando ad avere squadre valide ma nulla in confronto con quelle europee. No non avrebbe mai chiesto un sacrificio del genere a Genzo, il calcio era la sua vita. Perciò era inutile fare drammi, doveva cercare di essere forte e di non far pesare le sue insicurezze sul portiere.
Dopo essersi versata una tazza di te si appoggiò alla penisola e tentò di scacciare la malinconia, doveva concentrarsi sui lati positivi, dopotutto si sarebbero rivisti per Natale e poi con internet potevano vedersi virtualmente tutti i giorni, si ce l'avrebbero fatta.
“A cosa stai pensando?”
Non si era accorta dell'entrata di Genzo, anche da sudato era bellissimo, la fissava con uno sguardo incuriosito
“Niente di che, com'è andata la corsa?”
Le si avvicinò con passo spedito, le afferrò delicatamente il viso con entrambe le mani e la baciò per poi attrarla contro di se. Ridendo tentò di scostarsi leggermente
“Sei tutto sudato”
“Già, devo farmi una doccia”
detto ciò la sollevò di peso caricandosela su una spalla avviandosi in bagno
“Hey ma che fai?”
“Facciamo una doccia insieme, ho bisogno di qualcuno che mi lavi bene la schiena”
“Certo la schiena”
Ecco fare l'amore con lui le sarebbe mancato terribilmente, cosa poteva farci se Genzo era così bravo da farle perdere completamente la testa?! La stringeva, toccava e baciava come se non ci fosse un domani, la faceva sentire così importante e amata da non voler desiderare altro che stare accanto a lui. L'aveva sollevata e appoggiata delicatamente contro le piastrelle della doccia e fissandola intensamente le disse
“Ti amo, non dimenticarlo mai”
Senza volerlo una lacrima le uscì, se la guardava e le diceva quelle cose in quel modo i suoi buoni propositi andavano a farsi benedire. Si aggrappò più forte a lui, lo baciò con intensità per poi sussurrargli all'orecchio
“Ti amo, ti aspetterò. Sono tua”
Le sorrise per poi perdersi in lei.

Aveva riposto tutte le sue cose in valigia, con un leggero sconforto si sedette sul suo letto, era la prima volta che non provava la frenesia di tornare a giocare. Lui nato per stare sui campi di calcio, per essere uno dei migliori non provava quasi più il brivido di confrontarsi con gli altri dopo la pausa estiva. Avrebbe voluto un altro periodo da passare con Sanae, invece quella sera sarebbe partito per ritornare a Barcellona. Si alzò dal letto solo quando sentì il campanello di casa trillare, scacciò la sua espressione malinconica per stampare un bel sorriso.
Ogni volta che la vedeva sentiva lo stomaco attorcigliarsi, era così bella, senza aspettare l'attirò a se per baciarla
“Tsubasa non vorrai dare spettacolo davanti ai vicini”
Senza risponderle chiuse la porta e prendendola per mano la condusse in camera sua per continuare a baciarla. Le mani arrivarono alla meta desiderata, il seno di Sanae rispose subito alle sue attenzioni, la ragazza tentò di bloccarlo. Capì al volo la sua paura
“I miei sono fuori per delle commissioni e Daichi è all'allenamento, non torneranno prima di pranzo”
Adorava il suo profumo, lo inebriava. Vedendola non fare più resistenza, la spogliò e ammirò, doveva fare scorta di quelle immagini, non sapeva quando si sarebbero rivisti, magari avrebbe dovuto aspettare fino a Natale.
All'inizio la prese con dolcezza, per poi diventare più impetuoso come se volesse marchiarla e Sanae non fece nessuna remora, si adattò al ritmo del compagno perdendosi insieme. Tsubasa le sussurrava promesse d'amore, facendole perdere la ragione.
Adesso lì stesa per metà sul corpo di Tsubasa si concesse qualche lacrima, era sempre stato così il loro rapporto, lei in Giappone e lui in qualche parte del mondo a inseguire i suoi sogni. Però questa volta era diverso, Tsubasa l'amava, la desiderava e scelta, se si fosse fatta prendere dal puro istinto sarebbe partita con lui per la Spagna. Ringraziò la sua parte razionale, non potevano bruciare troppe tappe, stavano già andando velocemente e quel periodo di lontananza sarebbe servito a entrambi per testare il loro amore. Eppure era così difficile lasciarlo partire. Delicatamente Tsubasa le asciugò le lacrime e la baciò stringendola più a se.
Sanae scosse la testa per cacciare via i brutti pensieri, poi con un sorriso furbetto gli disse
“Stavo pensando a quella volta in cui ero in camera tua, dopo l'ultimo torneo delle medie. Avrei voluto dichiararti il mio amore e invece quello stupido telefono mi ha bloccato”
“Sono stato un vero idiota. Ho rischiato di perderti. Ora non commetterò lo stesso errore, ti amo Sanae”
Si baciarono ancora intensamente, il capitano la portò sotto si se, aveva ancora voglia di lei
“Capitano non so se abbiamo tempo, tra poco tuo fratello tornerà dagli allenamenti”
“C'è sempre del tempo per te”

Buonasera, spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo. È arriavto il momento della separazione per entrambe le coppie, un momento dolce amaro, chissà quando si rivedranno.
Grazie ancora per tutti quelli che seguono, leggono e commentano la mia storia

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Pian piano la vita stava tornando alla solite routine, Sanae riprese il suo lavoro mentre Hitomi si preparò per gli esami e i corsi universitari. Sanae si era fatta istallare dalla cognata l'app per le video-chiamate, così tutte le sere si sentiva con Tsubasa.
Anche Genzo non perdeva occasione per chiamare Hitomi, la ragazza l'aveva preso in giro quando gli aveva letto un articolo di giornale sulla presentazione del portiere nella nuova squadra dove l'autrice aggiungeva che al grande SSGK mancava solo l'amore
“Sarei tentato di chiamarla e dirle di averlo già trovato”
Istintivamente Hitomi divenne rossa come un pomodoro, per poi cambiare abilmente argomento.
Anche Siochiro avrebbe ripreso a breve la suola, la dottoressa era stata chiara con lui e Keitaro, avrebbero potuto raccontare di essere stati in vacanza con i giocatori, ma non dovevano lasciarsi sfuggire la relazione tra lei e Tsubasa
“Certo mamma, questa volta sarò muto come un pesce”
“Anche sulla zia con Genzo”
Il bimbo la fissò stranita, allora Sanae capì che forse non si era accorto di nulla, effettivamente i due non si erano mai baciati davanti ai bambini
“La zia e Genzo stanno insieme?”
“Sì scricciolo, ma è un segreto”
Il bimbo non capiva tutta quella segretezza, ma ricordandosi di come si era arrabbiata la mamma quando se l'era fatto sfuggire ai nonni, decise di non fare domanda e di far finta di niente. Però la prossima volta che avrebbe visto Genzo gli avrebbe detto di trattare bene la sua zia.

Hiro arrivò a casa loro nel tardo pomeriggio, oltre al gelato aveva portato un sacco di souvenir per le ragazze e il piccolo di casa. Gli raccontò della bellissima esperienza, di tutte le cose che aveva imparato e non vedeva l'ora di esporre i propri lavori. Poi Hitomi gli chiese di aiutarla a preparare il tavolo in giardino, mentre stavano apparecchiando l'amico gli svelò di essersi preso una cotta per un ragazzo della troupe
“Dopo una settimana, grazie all'aiuto del sake sono riuscito a farmi avanti… è stata una serata memorabile”
Hitomi rise per la sua espressione e prendendolo in giro gli diede della “zoccoletta”
“Tesoro siamo giovani, se non ci divertiamo ora quando lo faremo? Domani sera usciamo con gli altri, magari troviamo qualcuno che ti levi un po' di ragnatele da la sotto”
Il ragazzo si aspettava una reazione inferocita e scioccata, già si pregustava il rosso sulle gote dell'amica e invece Hitomi continuò ad apparecchiare e mentre stava posando uno dei bicchieri rispose
“Veramente le ragnatele non ce le ho più da due settimane”
La bocca di Hiro si spalancò, dopo un primo momento di choc, si avvicinò con lo sguardo carico di curiosità.Doveva sapere chi fosse il ragazzo, insomma Hitomi non era una dai gusti facili e come se non bastasse non gli aveva detto nulla.
“Brutta stronzetta perché non mi hai informato, adesso racconta”
“Non ci crederai mai, ma è uno più grande di noi con un fisico statuario e hai pure sbavato alla sua vista”
L'amico assunse un'aria pensierosa, chi diavolo poteva essere, poi una lampadina si accese, no non poteva essere
“Ti sei scopata Wakabayashi?!”
“Shhh ma sei scemo?! Comunque non mi sono scopata Wakabayashi, sto insieme a Wakabayashi”
“O mio Dio”
Hitomi gli fece un breve resoconto, di come si erano avvicinati, della restia del portiere, all'arrivo provvidenziale di Shingo e alla fine di come si erano trovati innamorati.
“Accidenti, però ho una domanda fondamentale. È bravo a letto?”
L'amica arrossì leggermente, non riuscì a fissarlo in faccia mentre annuiva
“Però Hiro non lo devi dire a nessuno, siamo ancora in una fase delicata e non vogliamo creare scalpore”
Il ragazzo annuì, abbracciandola leggermente promettendole di mantenere il segreto, ma in cambio voleva qualche dettaglio più succulento.

Il suo ingresso nel Bayern Monaco era stato preso con enorme entusiasmo dai tifosi, si era trovato quasi subito con i compagni di squadra e con lo staff tecnico. Nei momenti liberi Karl gli aveva fatto vedere la città insieme a Kalz, era bello essere tornati il trio di sempre, non lo avrebbe mai detto neanche sotto tortura, ma era rassicurante avere entrambi in squadra perché sapeva di contare su di loro al cento per cento.
Dopo un paio di settimane dal suo rientro in Germania, i suoi genitori lo raggiunsero all’albergo in cui si era appoggiato e sua madre aveva già preso appuntamento con un'agenzia immobiliare per vedere delle case. Dopo aver pranzato insieme si avviarono al primo immobile, un bell'appartamento vicino al centro, ma Genzo era indeciso, c'era qualcosa che lo metteva a disagio e così fu per le due successive.
“Abbiamo tutto il tempo, in settimana potremmo andarne a vederne altre”
Gli disse in tono rassicurante sua madre.
Era la prima volta che si trovava così in difficoltà, con la casa ad Amburgo era stato semplice, forse perché gli bastava tornare in un posto solo per mangiare e dormire, ma questa volta era diverso, voleva un posto da chiamare casa.
Si incontrarono con l'agente immobiliare davanti al palazzo, era situato nella zona di Haidhausen, gli spiegò la rivalutazione del quartiere e della bellezza dell'edificio, l'impianto di sicurezza d'alta tecnologia e dei vicini attentissimi alla privacy. Come se non bastasse vie era una palestra e piscina interna condominiale accessibili solo dai residenti.
Entrarono nell'attico all'ultimo piano e ne fu piacevolmente colpito.
Ripensò alla chiacchierata con Hitomi, era intenta a guardare delle foto d'interni inoltrate da una compagna di università per un progetto
“Secondo te qual'è uno degli elementi fondamentali per scegliere casa?”
“La luce. Quando ci siamo trasferiti in questa casa mio fratello mi disse di scegliere la stanza che mi piaceva di più. Le avevo viste tutte e quando sono entrata nella mia ricordo la luce particolare all'interno, aveva quell'effetto rassicurante e me ne sono innamorata”
Adesso capiva quella sensazione, le vetrate enormi del salone facevano entrare una bella luce naturale rendendo l'ambiente confortante e intimo. L'agente gli fece fare un tour dell'appartamento, aveva ben quattro camere da letto e tre bagni
“Poi come aveva richiesto c'è uno studio ”
Se chiudeva gli occhi poteva vedere Hitomi seduta davanti al suo tavolo di disegno mentre era tutta concentrata su un nuovo progetto.
“La prendo, prepari pure tutti gli incartamenti per la proposta”
Dopo aver salutato l'agente, Genzo propose ai suoi di andare a cena in un ristorantino conosciuto grazie a Karl. Il proprietario, riconoscendolo, li accompagnò a un tavolo un più riservato e Genzo con un sorriso gli chiese una bottiglia di champagne. Brindò con i suoi per l'acquisto della nuova casa e dell'inizio dell'avventura col Monaco
“Pensavo avresti scelto una casa un po' più piccola”
“Ma se devo fare un investimento conviene farlo verso il futuro”
Suo padre lo fissò leggermente incuriosito, mentre sua madre nascose un sorriso dietro al bicchiere, aveva già capito tutto
“Quando la conosceremo?”
Genzo fissò stupito la donna, mentre l'uomo accanto a lui contrasse le sopracciglia, suo padre non era mai stato perspicace nelle questioni sentimentali
“Spero presto, ma sarà un po' difficile. Lei abita in Giappone”
“Una giapponese, cosa fa nella vita?”
“È una studentessa universitaria”
L'espressione della signora Wakabayashi fu di puro stupore, ormai era abituata a vedere il figlio su qualche rivista di gossip insieme alla modella di turno ed erano per lo più tutte ragazze occidentali. Genzo raccontò di come l'aveva conosciuta e di quanto ci tenesse, era strano vedere suo figlio così preso da una ragazza, aveva la stessa luce negli occhi di quando parlava di calcio
“Si chiama Hitomi Mitsui”
La donna assunse un'aria pensierosa
“Hai detto che si chiama Mitsui ed abita a Yokohama…. Per caso suo fratello si chiamava Hideaki?”
“Sì, come fai a saperlo?”
Il signor Wakabayashi sorrise divertito verso la moglie, questa era davvero una notizia inaspettata
“Conosciamo i suoi genitori, suo padre lavora più o meno nello stesso campo del tuo e sua madre ha una vita mondana piuttosto intensa. Non si perde mai un evento”
“Hitomi non sopporta quel genere di cose e con sua madre non ha un gran rapporto”
“Posso ben capirla, Shizuka Mitsui non è una donna semplice. Per fortuna i figli hanno preso il carattere e l'intelligenza del padre, un uomo tutto d'un pezzo. Non vedo l'ora di conoscerla”
Il portiere tirò un sospiro di sollievo, anche lui non vedeva l'ora di rivedere la sua ragazzina.

Il mister li aveva messi sotto torchio in vista della prima partita di campionato. Come sempre lui e Rivaul non si erano risparmiati, entrambi ambivano al posto di titolare ed entrambi erano in forma. Durante la pausa pranzo si mise in un posto più appartato e fece partire la video chiamata, sperò con tutto il cuore che Sanae rispondesse subito, dopo pochi secondi vide il suo bellissimo viso sullo schermo
“Ciao tesoro come stai?”
“Ciao, ho appena messo Soichiro a letto. Come stanno andando gli allenamenti?”
“Bene, il mister è ancora un po' indeciso sulla formazione, ma credo mi farà giocare”
La vide appoggiare il telefono davanti a se e sedersi sulla poltrona dello studio di casa, notò solo ora che indossava la camicetta da notte di seta blu. Sentì il sangue ribollire nelle vene, improvvisamente la sedia era diventata scomoda, si guardò attorno per essere sicuro che nessuno vedesse lo schermo
“Bambolina se mi rispondi alla video chiamata vestita in quel modo rischi di farmi venire un colpo”
Con fare sensuale la dottoressa si morse il labbro inferiore chiedendogli “Così come?”
Okey la situazione si stava facendo decisamente bollente e sentiva il suo amico dei piani bassi risvegliarsi e questo non andava per niente bene, qualsiasi persona poteva entrare nell'aria ristoro e vedere quanto fosse su di giri. Con un enorme sospiro tentò di riprendere in mano la situazione
“Amore proverei felicemente del sesso telefonico, ma sono in sede, nell'area ristoro e non voglio creare uno scandalo o spaccare la faccia a qualcuno perché ti vede con quella fantastica camicetta da notte”
Sanae si mise a ridere, era appagante sentire di avere quell'effetto su di lui anche a distanza, ma capiva la situazione, così si allontanò un secondo e si coprì col maglioncino
“Meglio?”
“Decisamente… allora raccontami un po' di te e dei ragazzi, come sta andando?”
La dottoressa gli raccontò della sua giornata, della piccola lotta con Soichiro perché finisse i compiti e del ritorno di Hiro
“Domani sera andranno a una festa”
“Ahia, Genzo lo sa?”
“Non saprei, ma non ci vedo nulla di male”
Beata ingenuità, conosceva benissimo Genzo, sicuramente sarebbe impazzito a sapere la sua ragazza in un locale in mezzo ad altri ragazzi. Sinceramente anche a lui avrebbe dato fastidio, solo immaginare Sanae che veniva sfiorata da un altro gli faceva venire il prurito alle mani.
“Non c'è nulla di male, ma sai com'è Genzo”
Sanae roteò gli occhi, per poi cambiare argomento. Parlarono fino a quando non fu chiamato da un compagno di squadra.

Aveva il nervosismo a palla, la mattina era iniziata bene, poi dopo la sua corsetta mattutina, la giornata aveva preso un’altra piega. Mentre stava facendo colazione, vide la notifica della creazione di un gruppo di whatsapp, era stata Isabel a formarlo, aggiungendo un file rinominato vacanze. All’interno vi erano le fotografie scattate durante le vacanze, rimase piacevolmente colpito dalle belle foto scattate dalla ragazza. Però la più importante l’aveva solo lui, una sua foto con Hitomi scattata il penultimo giorno in spiaggia, lui l’abbracciava da dietro e sorridenti guardavano lo schermo, era stato tentato di metterla come salva schermo del telefono, ma aveva paura che qualcuno potesse notarla. Fin qui nulla di male, poi la francesina aveva aggiunto una foto di Taro assonnato che stava facendo colazione con la didascalia – Buongiorno da Parigi, che fate di bello?-
E da li vari messaggi delle altre ragazze, come una foto di Jun insieme a Yayoi in clinica per la prima eco del bambino. Poi il dramma, dopo una foto di Soichiro e Sanae che stavano guardando un film, arrivò una foto di Hitomi insieme a Hiro davanti allo specchio con la didascalia - Pronti per festeggiare la fine delle vacanze – non gli aveva detto nulla e per giunta aveva a suo dire una gonna troppo corta e una maglia troppo scollata. Immediatamente fece partire la video chiamata, dopo poco la ragazzina rispose
“Hey ciao, ti stavo per chiamare”
“Ragazzina dove pensi di andare conciata così?!”
Hitomi arricciò leggermente le sopracciglia
“Andiamo a una festa, non iniziare a fare il bacchettone”
Okey doveva stare calmo, tentò di contare fino a dieci e respirare. Provò a persuaderla nel cambiare abbigliamento, ma la ragazza fu irremovibile, per poi pungolarlo sulla gelosia, alla fine aveva centrato il punto ed era scattato
“Sì sono fottutamente geloso e non voglio che attiri le attenzioni di altri ragazzi”
“Genzo non vado da sola, sarò con Hiro, non si avvicinerà nessuno. Ti prometto di aggiornarti e di stare insieme ai miei amici”
Ecco se lo guardava con quell'espressione non riusciva a dirle di no, con fatica gli mormorò un va bene e chiusero la chiamata. Nonostante le raccomandazioni non riuscì a non farsi passare il malumore, tanto che durante l'allenamento aveva mandato al diavolo Mayer per un'uscita inutile durante la partita d'allenamento.
Kalz aveva notato l'umore nero del portiere, appena gli si rivolgeva la parola il giapponese guardava l'interlocutore con uno sguardo assassino. Durante la pausa aveva provato a fargli qualche battutina, ma Genzo lo ignorava bellamente e si rigirava il telefono. Chiese a Karl se sapesse cosa diavolo era successo al portiere, ma questi alzò le spalle e assunse un'aria perplessa. Nessuno dei due osò contraddirlo quando chiese a entrambi di rimanere per qualche parata.
Solo dopo un'ora di allenamento extra capì cosa tormentasse l'amico, l'aveva beccato mentre seduto sulla panchina dello spogliatoio guardava un profilo instagram di una ragazza. Nella foto la ragazza sorrideva alla camera con vicino un altro ragazzo
“Ma allora sei umano anche tu Wakabayashi!”
A quelle parole il portiere sussultò leggermente e tentò di mettere via l'oggetto del misfatto, peccato che il difensore fu più lesto di lui e gli sottrasse il cellulare per poi sporgerlo verso l'attaccante
“Chi sarebbe questo bel fiorellino?”
-Ecco ci mancavano anche questi due- Genzo riprese il cellulare e sussurrò un“Fatevi gli affari vostri”
“Deve essere importante se ti fa sbroccare in questo modo, cosa ha fatto? È per il ragazzo vicino a lei?”
Sapeva benissimo che i due amici lo avrebbero tartassato fino allo sfinimento, perciò tanto valeva evitarsi ore di lagne e di domande e spiegare tutto rimanendo un po' sul vago
“È la mia ragazza, ci siamo conosciuti questa estate. Adesso è a una festa di fine vacanze insieme a degli amici, il tipo con lei è del tutto innocuo, diciamo che gli piaccio più io. Comunque guai se ne fate parola con qualcuno”
I due tedeschi fecero il segno della cerniera sulla bocca,ma Kalz era troppo curioso
“Come si chiama e quanti anni ha?”
“Hitomi, ha diciannove anni”
Kalz non riuscì a trattenersi, fece un sonoro fischio e guardò con uno sguardo divertito Genzo e il portiere conosceva benissimo quello sguardo. Per sfuggire alle domande imbarazzanti si spogliò alla velocità della luce e si infilò nella doccia. Kalz e Karl lo raggiunsero mettendosi in quelle di fianco
“Però Genzo questa volta te la sei scelta giovane, si sa a quell'età sono così scatenate, sempre pronte per il sesso”
Come se non bastasse inferì anche Karl
“Be sì, ma è legale? Sbaglio o per il Giappone è ancora minorenne”
Genzo si sentì sprofondare, era tentato a lanciare la bottiglietta dello shampoo contro quei, ma riuscì solo a bofonchiare un “Manca poco”
Tentò ignorare le loro provocazioni, ma i due continuarono a tartassarlo fino al parcheggio. Senza volerlo i compagni di squadra gli avevano messo addosso il buon umore.



Ed eccoci con un altro capitolo, grazie a tutti quelli che leggono e commentano la mia storia. Spero vi sia piaciuto anche questo nuovocapitolo e spero di ricevere qualche commento. Ci vediamo al prossimo capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


L'autunno era arrivato prepotentemente, le temperature si erano abbassate drasticamente e le giornate sembravano accorciarsi sempre di più. Per la prima volta Hitomi non disdegnò il passaggio di stagione, questo voleva dire che avrebbe presto rivisto Genzo.
Arrivò un po' in anticipo alla lezione, trovò la sua amica Kamiya già seduta che le teneva un posto, mentre aspettavano l'arrivo del professore le raccontò del suo ultimo appuntamento. Il ragazzo per far colpo l'aveva portata in un bar appena aperto in centro
“Alla fine c'è scappato pure un bacio, spero di non essere sembrata troppo frettolosa”
“Di cosa parlate?”
A interromperle era stato Suo, il compagno di sedette di fianco a lei.
Kamiya si portò una mano tra i capelli e con uno sguardo malizioso rispose
“Del mio appuntamento”
Per risposta il ragazzo roteò gli occhi per poi concentrarsi sul suo quaderno.
La lezione finì con qualche minuto di ritardo, Hitomi mise tutto via velocemente e si avviò spedita alla prossima lezione, per sua fortuna l'aula non era poi tanto lontana e se si dava una mossa non sarebbe arrivata in ritardo.
“Mitsui aspetta”
Suo l'aveva fermata in mezzo al corridoio, sperò non volesse lamentarsi del nuovo gruppo di lavoro, perché non aveva proprio voglia di sorbirsi i suoi piagnistei
“Scusa ma sono di fretta”
“Sarò breve, mi chiedevo se ti andasse di prendere un caffè insieme in quel bar del centro appena aperto”
Senza volerlo sgranò gli occhi, non immaginava un invito del genere, ma forse stava correndo un po' troppo con la fantasia a causa del racconto precedente. Così con nonchalance rispose
“Per parlare insieme agli altri del progetto?”
“No,ti sto invitando a un appuntamento”
Ok doveva tirarsi fuori da quella situazione imbarazzante
“Mi spiace ma devo rifiutare”
detto ciò iniziò ad avviarsi verso l'aula, ma lui continuò a seguirla e a insistere
“Perché?”
“Perché sono già impegnata”
“A si e con chi?”
Come cavolo si permetteva di guardarla con quell'espressione strafottente?! Molto probabilmente Suo non era abituato a ricevere dei rifiuti, perché obbiettivamente era un bel ragazzo, ma se lo paragonava al suo Genzo diventava del tutto insignificante
“Con un ragazzo”
“Frequenta la nostra università?”
“No è più grande di noi. Scusa ma rischio di arrivare tardi a lezione, ci si vede”
Detto ciò aumentò il passo, ma lui le urlò
“Non mi arrendo”
Cosa diavolo aveva fatto di male per attirare l'attenzione di quell'idiota?!

Era stata una mattinata piuttosto impegnativa, appena arrivata in ospedale aveva partecipato al meeting mensile del reparto di ortopedia, poi aveva ricevuto un paio di pazienti per una visita di controllo e infine era stata chiamata per un consulto medico. Finalmente era riuscita a ritagliarsi dieci minuti per bere il caffè, con fare un po' sconsolato si sedette su una delle poltroncine della saletta ristoro allestita per i medici. Lo squillo del telefono la fece un po' irritare, insomma chiedeva solo dieci minuti di pace, ma il malumore passò alla vista del numero di telefono della federazione nazionale. A chiamarla era la segretaria di Mister Mikami, la donna l'informava della prossima partita di accesso per il campionato asiatico e se era disponibile a parteciparvi, ovviamente accettò di buon grado
“Ottimo le invierò il programma insieme al pass alla sua email. In più Mister Mikami mi ha chiesto di inviarle anche il curriculum dell'infermiera che sostituirà la Signora Misugi, vorrebbe un suo parere”
“Certo, nessun problema”
“La ringrazio dottoressa Mitsui, a presto”
La giornata aveva preso una piega interessante, non vedeva l'ora di sentire Tsubasa e dare la bella notizia a Hitomi.

Era proprio felice, Genzo le aveva dato la conferma della sua partecipazione alla prossima partita con la Nazionale, in più si sarebbe fermato altri due giorni a Tokyo per stare con lei. Senza accorgersene entrò fischiettando in aula e si sedette con un enorme sorriso di fianco all'amica
“Come mai così pimpante?”
“Ho solo ricevuto delle bellissime notizie”
Il suo buon umore continuò per tutta la mattinata, dopo aver pranzato insieme a Kamiya si trovarono in biblioteca insieme al gruppo per il progetto. Trovarono Suo e Ishida ad attenderle, i due stavano già guardando sul computer del secondo una parte della presentazione. Poi Suo si sedette di fianco a lei e senza volerlo si sentì un pochino a disagio, tentò di mascherarlo al meglio e a pensare positivo.
“Bene direi che siamo a buon punto, ci trovarci tra due giorni per finire tutto”
“Kamiya andiamo in stazione insieme?”
“Mi spiace mi vedo con Mudo per un caffè, a domani”
Senza volerlo si trovò sola col ragazzo, lo salutò e iniziò a incamminarsi verso la stazione, ma dopo pochi passe se lo trovò di fianco
“Facciamo la stessa strada”
Per fortuna Suo non fece nessun accenno alla possibilità di un altro appuntamento e continuarono a parlare del progetto
“Ho letto dell'inaugurazione della nuova mostra sugli impressionisti, ti andrebbe di andarci insieme il prossimo weekend?”
Aveva cantato vittoria troppo presto
“No, ho da fare”
“Possiamo andarci un'altra volta, la mostra rimane fino a Gennaio”
Doveva troncare quella situazione, cercò di essere chiara ma non sgarbata
“Suo non verrò mai con te alla mostra, te lo ripeto non c'è trippa per gatti. Sono felicemente impegnata, perciò ti consiglio di lasciar perdere”
Si aspettava delle scuse o di essere mandata al diavolo, invece il ragazzo la fissava con un sorrisino di scherno e mentre saliva sul treno disse “Vedremo”
Lasciandola lì con un'espressione allibita.

I coniugi Mitsui soggiornavano al solito Hotel tutte le volte che passavano a Yokohama. Più volte Sanae li aveva invitati a casa sua, dopotutto lo spazio non mancava, ma la suocera rifiutava ogni volta. Con sarcasmo Hitomi le ricordava “Shizuka non è in grado di accendersi un bollitore, te la immagini a preparasi la colazione da sola?!” effettivamente non ce la vedeva proprio.
All'ora prevista arrivarono al ristorante dell'albergo, Soichiro si fermò ad ammirare i pesci dell'acquario marino, erano così colorati e alcuni li trovava proprio buffi. Sentì la voce del nonno chiamarlo,così con un enorme sorriso corse altavolo. Il bimbo venne abbracciato con affetto dal nonno, mentre la donna lo salutò con un sorriso. Hitomi notò subito lo sguardo polemico della madre che la stava squadrando, pronta a trovare il minimo difetto, di fatto non riuscì a reprimere una polemica sul suo maglione, a suo dire, poco appropriato. Per evitare una scenata, la ragazza contò mentalmente fino a dieci, mentre suo padre le sorrise bonariamente stringendola un po' a sé. Anche durante la cena sua madre continuò a pungolarla, raccontandole quanto fossero meravigliosi i figli delle sue amiche, tutti così intelligenti e cordiali, tentò di non cadere nella tela del ragno e le rispose sempre a modo. Quella sera non poteva permettersi di litigare con Shizuka, doveva dare tutto il suo appoggio a Sanae, capì che stava per sganciare la notizia quando iniziò a torturare il tovagliolo appoggiato al grembo
“Volevo informarvi della mia frequentazione con un uomo, il suo nome è Tsubasa Ozora”
La donna più anziana smise di mangiare, con eleganza appoggiò le posate sul bordo del piatto e si pulì delicatamente la bocca per poi rivolgere uno sguardo indagatore alla nuora
“Chi sarebbe?”
“ È il capitano della nazionale di calcio cara, è conosciuto anche all'estero per la sua bravura”
A quelle parole parole Shizuka assunse un'aria contrariata e uno sguardo indignato sentenziò
“Un calciatore, mio dio cara pensavo avessi più buon gusto”
“Già Sanae perché mai dovresti frequentarti con uomo così importante, simpatico, talentuoso e amato da tutto il Giappone e gran parte del mondo?!”
Senza volerlo Keiichi a scappò una risatina, mentre Shizuka scoccò uno sguardo infuocato alla figlia che già si stava pregustando la discussione, ma l'uomo bloccò tutto sul nascere
“Ti ringrazio Sanae per averci informato, questo indica quanto tu sia una donna intelligente e rispettosa, perché non eri tenuta a dirci nulla. Siamo lieti della tua frequentazione e spero di poter conoscere Ozora in futuro”
Dicendo ciò posò una mano su quella della nuora per farle sentire il suo sostegno
“La ringrazio”
Capendo di non poter interferire la moglie si dipinse un sorriso falso e continuò a mangiare.

Stavano per tornare a casa, quando Hitomi con la scusa di aver dimenticato di dare un foglio da firmare dell'università al papà tornò indietro. Arrivò alla stanza dei suoi genitori e non si sorprese dalla faccia stupita della donna quando se la trovò davanti, poi con aria annoiata le disse che se aveva bisogno di suo padre lo avrebbe trovato al piano bar
“Non ho bisogno di papà, devo parlare con te”
Lo stupore di Shizuka aumentò, la fece entrare e le chiese cosa volesse
“Volevo chiarire un paio di cose, non provare neanche a pensare di fare del male a Sanae o di portarle via Soichiro”
“Sei impazzita?!”
“No, so solo come ragiona la tua mente malata. Soichiro non è solo l'erede dei Mitsui,è prima di tutto il figlio di Sanae e Hideaki. Ti avviso mammina, se proverai a separarli o a screditare Sanae giuro che te la farò pagare cara. Chissà come sguazzerebbe la stampa a sapere dov'eri quando tuo figlio ha esalato l'ultimo respiro nel letto d'ospedale”
Le due donne si fissarono con astio, nessuna delle due sembrava voler cedere con lo sguardo, Hitomi sapeva di aver toccato il punto giusto e di averla in pugno
“Perché sei sempre dalla sua parte?!”
“Lei mi ha salvato nel momento più buio, c'è sempre stata senza chiedere nulla in cambio. È stata più lei mia madre che tu”
Detto ciò la lasciò lì chiudendosi dietro la porta, con la consapevolezza di aver messo al suo posto la donna.


Ed ecco che è arrivata prepotentemente Shizuka,di certo non è un personaggio positivo, crea "involontariamente" delle tensioni e il suo rapporto con la figlia è proprio complicato. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, ringrazio tutti coloro che leggono recensiscono la mia storia. Ci si vede al prossimo capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Durante il viaggio verso la federazione Sanae aveva riletto il curriculum di Ritsuko Abe. Vantava un'esperienza nel campo della medicina sportiva presso l'ospedale di Tokyo, in più aveva ricevuto le raccomandazioni del direttore medico sportivo della nazionale di pallavolo femminile. Dalla foto non dimostrava i suoi quarantacinque anni, sembrava molto più giovane, forse era per il taglio di capelli sbarazzino. Sperò vivamente di trovarsi bene con lei, sapeva benissimo che nessuna avrebbe potuto sostituire Yayoi. Con un sorriso mandò un messaggio all'amica, dicendole quanto già le mancavano le loro pause tè, il sorriso aumentò quando lesse la risposta di Yayoi -Secondo me ti mancherà di più come riuscivo a coprire i tuoi incontri col capitano-
Dopo aver appoggiato i bagagli ed essersi data una bella rinfrescata raggiunse il team tecnico e medico della nazionale,i ragazzi sarebbero arrivati nel pomeriggio. Gamo presentò la nuova infermiera, che venne accolta con un applauso di incoraggiamento. Notò un leggero rossore sulle gote della donna, probabilmente non era abituata a stare al centro dell'attenzione.
Mentre aspettavano l'arrivo dei giocatori, Sanae fece vedere lo studio all'infermiera, indicandole gli archivi e le sale per radiografie e massaggi. Dopo il giro le due si concessero una bella tazza di tè fumante, così la dottoressa ne approfittò per conoscere meglio l'altra donna. Capì al volo che Ristuko era una persona socievole e forte, le aveva raccontato, senza nessun accenno di malinconia, di essere divorziata da ben tre anni, aveva lasciato lei il marito dopo aver scoperto la tresca di lui con una giovane studentessa universitaria, e del suo bellissimo figlio sedicenne che le dava tante gioie e preoccupazioni
“L'altra sera ho dovuto metterlo in castigo, è rientrato ben due ore dopo al coprifuoco. Mannaggia sto parlando solo io. Anche tu hai figli Sanae?”
“Sì, un bambino di sei anni, Soichiro”
“L'età più bella, sono così innocenti. Goditelo finché puoi”
Sane sorrise a Ritsuko, le piaceva la sua esuberanza e schiettezza, capì di aver trovato un'ottima collega e chissà magari un'amica.

Verso il primo pomeriggio il residence della nazionale iniziò a riempirsi dei suoi giocatori, Tsubasa arrivò insieme a Taro e Genzo, i tre si erano trovati a Francoforte e avevano viaggiato insieme. Per tutta la tratta la sua mente fu concentrata su Sanae, non poteva credere che presto l'avrebbe rivista, baciata e inspirato il suo profumo. In Spagna le giornate le impegnava con il calcio e gli allenamenti, ma la sera era terribile, sentiva la mancanza del calore del suo corpo, i baci appassionati e la sua risata contagiosa.
Appena arrivato cercò immediatamente con lo sguardo la dottoressa, ma venne travolto da Ishizaki e dagli altri ragazzi. Si sforzò di prestare attenzione alle loro domande, ma era difficile, era tentato di andarla cercare nello studio, ma il mister li chiamò nella sala riunioni per iniziare il meeting prima di cena.
La vide seduta con il team tecnico, lo salutò con un cenno per poi tornare a prestare l'attenzione alla donna di fianco a se, ciò lo fece innervosire. Il suo corpo bruciava dalla voglia di correrle incontro per abbracciarla e invece lei lo liquidava con un gesto. Senza pensarci su le si avvicinò con passo spedito, mentre sentiva Taro chiedergli di fermarsi
“Buona sera dottoressa, la vedo in forma”
Sanae lo fissò stupita, probabilmente non si aspettava quel saluto così formale, ma la vide cambiare espressione e girandosi verso la ragazza accanto a se
“Faccio le presentazione, ti presento il nostro capitano, Tsubasa Ozora, lei è nuova infermiera Ritsuko Abe”
La donna si alzò e fece un piccolo inchino mentre lui fece un piccolo cenno e continuò
“Dottoressa dopo dovrei parlare con lei, vorrei un suo consulto su un lieve fastidio al piede”
“Nessun problema, dopo cena venga nel mio studio”
Non sapeva il perché ma quella situazione lo stava eccitando, forse perché stavano facendo finta di aver un rapporto formale davanti a una sconosciuta, invece erano tutt'altro, doveva contenersi
“Potremmo fare anche prima di cena”
“Se la riunione non finisce troppo tardi potrei concedergli cinque minuti, penso bastino e avanzino”
Si sentì leggermente pungolato, quando mai i loro rapporti erano durati cinque minuti?! Era pronto per risponderle a tono quando Gamo lo rimproverò chiedendogli di tornare al suo posto.
Notando il suo malumore Taro gli chiese cosa fosse successo e al suo racconto l'amico tentò di non ridere, poi facendo finta di essere concentrato nella spiegazione gli sussurrò se gli servisse una copertura per la cena o se davvero gli bastavano cinque minuti, beccandosi così un pizzicotto sul braccio.
Solo dopo aver cenato era riuscito a prendere Sanae da parte, dopo aver girato l'angolo le aveva afferrato la mano e con passo spedito la trascinò nello studio medico. Appena entrarono si chiuse la porta dietro di se e la imprigionò tra lui e la scrivania, era ancora arrabbiato, la voglia di baciarla era troppa, ma doveva vendicarsi. Con lentezza si abbassò sul suo collo iniziando a baciarlo, Sanae sospirò di piacere e portò le mani sull'orlo del maglione del capitano, ma questi le bloccò le mani e le ordinò di stare ferma

“Sei cattivo”
“Sarei io il cattivo?! Tesoro mi hai salutato in modo così freddo, mi sono sentito male. Immaginavo ben un altro tipo di saluto, un bacio appassionato per poi prenderti qui sulla tua scrivania”
dicendo ciò portò una mano sotto il maglioncino e le afferrò un seno, Sanae non capiva più nulla, voleva anche lei toccarlo e fargli capire quanto le era mancato. Appena l'aveva visto aveva sentito l'istinto di corrergli incontro, ma aveva di fianco a se Abe e quelli della federazione, non voleva creare problemi a Tsubasa. Invece quello zuccone aveva pensato che non le era mancato
“Non sai quanto mi è costato non correre tra le tue braccia, ma avevo quelli della federazione di fianco. Non voglio crearti problemi”
Il capitano tirò un sospiro di sollievo, si sentì anche uno stupido, lo stava facendo per lui. Dovevano risolvere la situazione, avrebbe parlato coi mister. La strinse a se ispirando il dolce profumo della sua pelle e sussurrandole un ti amo. La baciò prendendola in braccio per poi adagiarla sul lettino
“Adesso ti faccio vedere io sta storia dei cinque minuti”

Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo, come quando da bambina il preside la chiamava nel suo ufficio per qualche marachella fatta a una delle insegnanti. Con il cuore in gola bussò all'ufficio di Mister Mikami e trovò già ad aspetta Tsubasa insieme ai due mister. Gamo sembrava intento a fissare un punto indefinito dietro all'enorme finestrone, mentre l'altro mister la guardava incuriosito. Era stato Tsubasa a chiedere l'incontro dicendo quanto fosse fondamentale la presenza della donna, probabilmente si stavano chiedendo se ci fosse qualche problema fisico nel loro miglior giocatore. Tsubasa fece un enorme respiro e iniziò a parlare
“Ho chiesto questo incontro perché volevo informarvi di persona, nutro un grande rispetto per entrambi e credo sia giusto informarvi di una questione prima che la voce arrivi alla stampa. Mi sono innamorato di Sanae e stiamo insieme dalla scorsa estate”
Dicendo ciò afferrò la mano della ragazza e la guardò con dolcezza. Le gote della dottoressa si imporporarono leggermente, le faceva ancora effetto sentire le dichiarazioni d'amore di Tsubasa. Poi rivolse lo sguardo verso i due uomini
“Per evitare problemi posso lasciare tranquillamente la federazione. Avrei già in mente un paio di canditati che potrebbero prendere tranquillamente il mio posto”
“Aspetta di questo non ne abbiamo parlato, non ascoltatela posso”
Ma Sanae lo zittì con un gesto della mano e continuò
“Tsubasa è fondamentale per la squadra, mentre io posso essere tranquillamente sostituita”
Il capitano si sentì spaesato, non credeva sarebbe arrivata a tanto, si stava parlando anche della sua carriera e non voleva farla rinunciare.
Poi si sentì ancora più confuso quando sentì le risate dei due mister,dopo essersi dati un contegno Mikami sorrise alla dottoressa dicendo
“Nessuno dei due deve lasciare la federazione. Dopo il caso Misugi possiamo chiudere un occhio anche con voi. Poi lo avevamo capito da un pò”
“L'abbiamo capito quando abbiamo visto Tsubasa incenerire con lo sguardo il povero Yoshizumi quando ti chiesto di uscire”
I due ragazzi divennero rossi come un peperone, per poi aumentare di rossore quando Gamo li minacciò, se Tsubasa avesse reso di meno in allenamento e in partite lo avrebbe lasciato in panchina, aggiungendo “Niente sesso prima delle partite, mi fido di te Sanae”
Il capitano protestò per la mancata fiducia, mentre la dottoressa rise divertita.

Era in perfetto orario sulla tabella di marcia, era riuscita ad accompagnare Soichiro dai Sumiyoshi, avevano invitato il piccolo Mitsui per un weekend in montagna. Poi era corsa in stazione, avendo preso il treno delle dieci non c'era molta gente e aveva trovato un posto vicino al finestrino, tentò di rilassarsi perché a causa dell'agitazione non aveva dormito molto, eppure si sentiva carica come una molla. Dopo un breve viaggio in taxi, arrivò all'albergo che aveva scelto Genzo, ovviamente un hotel di gran lusso. La ragazza della receptionist la salutò con un sorriso cordiale ma con sguardo incuriosito, molto probabilmente non assomigliava alla solita clientela, le chiese a che nome era stata fatta la prenotazione. Appena disse il suo cognome un uomo ben distinto si avvicinò presentandosi come il direttore dell'hotel e congedò la ragazza con un “Ci penso io alla signorina” poi dopo aver registrato il suo documento fece un gesto di richiamo verso a uno dei facchini e la invitò a seguirlo. La camera, o meglio l'appartamento, scelto dal portiere si trovava all'ultimo piano, all'entrata c'era un bel salottino moderno, con un enorme vetrata panoramica sulla città.
“Il signor Wakabayashi ha scelto la suite più bella del nostro hotel. Se avesse bisogno di qualsiasi cosa non esiti a contattarmi” detto questo uscì insieme al facchino, lasciandola nella tranquillità.
Per sua fortuna allo stadio l'avrebbe accompagnata Yoshiko, la ragazza era a Tokyo per lavoro, stava partecipando alla traduzione di un nuovo libro e ne aveva approfittato per non perdersi la partita del marito. Si ritrovarono davanti all'Hotel, capendo il suo nervosismo l'amica propose di andare a prendere un caffè prima dell'incontro, così per parlare in tranquillità. Hitomi raccontò dell'università, Yoshiko del suo lavoro e infine arrivarono della gravidanza di Yayoi. Poi Yoshiko la fissò intensamente “Questa sera Tsubasa dirà alla squadra che lui e Sanae sono una coppia. Come ti fa sentire tutto ciò?”
Hitomi sussultò leggermente, non ci aveva mai pensato. Le piaceva Tsubasa, vedeva quanto adorava sua cognata e suo nipote, in più era un uomo alla mano e socievole. Ci pensò su e poi con un sorriso amaro rispose
“Non mi da fastidio, insomma Sanae è intelligente,bella e spiritosa, solo uno stupido se la farebbe scappare. Però non ti nascondo che la cosa mi rende un po' malinconica, mi sembra che un'altra parte di Hideaki stia svanendo. Mio Dio che sto dicendo?!”
Yoshiko afferrò la mano della ragazza e con un sorriso rassicurante le disse “Non ti preoccupare ho capito, se hai bisogno ci sono”

Per Hitomi era la prima volta allo stadio, l'unica grande manifestazione sportiva a cui aveva partecipato era stato il torneo scolastico della squadra maschile di pallavolo del liceo, allora le sembrava un enorme evento, ma svaniva in confronto a dove era adesso. Per fortuna con lei c'era Yoshiko, da sola si sarebbe persa sicuramente. Arrivarono davanti ai tornelli della parte vip, dove vi erano due addetti che controllavano i pass, uno dei due riconobbe Yoshiko e mentre controllava il documento le fece i complimenti per le prestazioni di Hikaru in Inghilterra e le augurò un buon divertimento. Trovarono Sanae già seduta al proprio posto, dopo averle abbracciate entrambe gli raccontò degli ultimi sviluppi e di come l'avevano presa i due allenatori, nessuna delle due ragazze riuscì a commentare perché partì un boato all'entrata dei giocatori. Sul monitor centrale passarono i nomi dei calciatori avversari, per poi arrivare a quelli della Nazionale Giapponese. Istintivamente Hitomi trattenne il respiro quando vide Genzo entrare in campo, nonostante fosse lontana le sembrava di vederlo benissimo, era così alto, bello e indecifrabile, non l'aveva mai visto così concentrato. Lo vide vagare con lo sguardo sugli spalti della sua zona, mentalmente urlò -Sono qui, guardami- E immediatamente sentì lo sguardo di lui su di lei e le sembrò stesse sorridendo.
La partita fu molto concitata, la Thailandia non era un avversario da poco e Hitomi fu grata delle spiegazioni delle due amiche, perché non avrebbe di certo capito molto dato che non seguiva il calcio. Nel primo tempo per ben tre volte Genzo aveva rischiato di subire goal, ma il ragazzo era riuscito a bloccare i potenti tiri del capitano thailandese. Nel secondo tempo, a detta di Sanae, la nazionale giapponese fu più incisiva, Jun si era spostato verso la metà campo lasciando a Hikaru e Genzo il compito di dirigere la difesa, fu grazie a un suo intervento che riuscirono a partire al contrattacco, Hyuga era pronto al tiro, ma vedendo l'arrivo di due difensori thailandesi fece un passaggio perfetto verso il capitano che spedì il bolide dentro la rete. Tsubasa partì di corsa verso i loro spalti e con un sorriso a trentadue denti si sollevò la maglietta della nazionale per far vedere quella sotto con la scritta Ti amo Doc. Il viso di Sanae divenne rosso come un peperone e calde lacrime di felicità le rigavano il viso, con quel gesto Tsubasa aveva reso la loro relazione ufficiale davanti a tutto il Paese.

Mentre la squadra giapponese festeggiava la vittoria, Mister Gamo comunicò i due nomi che avrebbero partecipato alla riunione stampa. Tsubasa non fu sorpreso di sentire il suo, il secondo scelto fu Hikaru. I due seguirono il mister all'interno dell'area, dopo le prime dichiarazioni del tecnico della nazionale, partirono le domande per i due giocatori, i giornali sportivi di maggior prestigio chiesero se fossero soddisfatti della patita, Matsuyama si riteneva non del tutto convinto, a suo avviso la difesa era migliorata, ma potevano fare ulteriori progressi. Successivamente prese la parola una giornalista
“La mia domanda è rivolta al capitano, credo di parlare a nome delle sue numerose fan, tutti si stanno chiedendo chi è Doc, colei che le ha rubato il cuore?”
Sul volto di Tsubasa apparve un sorriso bellissimo, con occhi pieni di felicità rispose
“Doc è una donna fantastica, è Sanae Mitsui, la nostra dottoressa nello staff medico. Non posso ancora credere mi abbia dato una possibilità e col gesto di oggi volevo far sapere al mondo quanto sia fortunato” fece un piccola pausa, come per controllare di avere l'attenzione di tutti
“Ci conosciamo da quando eravamo due ragazzini, poi a causa dei miei sogni ci siamo persi, ma il destino ci ha messo lo zampino e ci siamo ritrovati. Lei ha un bambino fantastico a cui voglio un bene dell'anima, per questo vi chiedo di non essere troppo invadenti con loro. Vi ringrazio in anticipo”

Tsubasa aveva prenotato un bel ristorante nel centro, il proprietario gli aveva riservato uno delle sale più belle. Mentre aspettavano l'arrivo degli altri, le tre ragazze si concessero un bicchiere di bollicine, Sanae sembrava la felicità fatta persona e se la meritava tutta. Hitomi non aveva mai dubitato dell'amore della cognata per il fratello, sapeva quanto aveva sofferto e come aveva cercato in tutti modi di farsi forza per aiutare lei e Soichiro. Adesso era il suo momento, dopo tanto dolore poteva essere felice, condividere la sua vita con l'uomo che amava.
I loro discorsi furono interrotti dal vociare dei ragazzi, il primo a congratularsi con Sanae fu Ishizaki, che con un leggero sdegno le disse di non essere affatto contento di non essere stato il primo a sapere della sua relazione col capitano.
“Ciao Hitomi, che bello vederti”
Shingo abbracciò leggermente la ragazza, Hitomi fu contenta di vedere l'amico, ma aveva paura della possibile reazione di Genzo, fu Jun a toglierla dall'imbarazzo
“Appena mi distraggo ne approfitti Aoi”
Il numero venti si staccò dalla ragazza sorridendo e facendo un mia culpa
Hitomi non badò molto al discorso, con lo sguardo cercò il suo ragazzo, ma sembrava non esserci, forse era stato trattenuto dalla stampa o da qualche chiamata. Poi il profumo di colonia di Genzo le inondò le narici e sentì la sua voce calda salutarla da dietro. Si girò verso di lui, era così bello, sentiva l'urgenza di abbracciarlo, ma trattenendosi ricambiò il saluto, come se fossero stati due semplici conoscenti. Di fatto non si sedettero vicino, ogni tanto Hitomi rivolgeva lo sguardo verso di lui, ma Genzo sembrava preso dalla conversazione con i compagni di squadra.
“Propongo un brindisi per Sanae e Tsubasa, ovviamente nessuno si era accorto di nulla, giusto?!”
“Con questo cosa vorresti dire Ryo”
“Niente di che, insomma non sono state sospette le tue continue visite nello studio di Sanae che duravano minimo un ora, neppure quella volta che hai rischiato di linciare un nostro addetto stampa quando ci ha provato con lei o quando avevi sulle labbra lo stesso rossetto della dottoressa”
L'intera sala scoppiò a ridere, mentre il povero capitano era diventato rosso come un peperone
Ryo alzò il calice e con sguardo emozionato si rivolse verso ai due amici di infanzia “Comunque auguri da tutti noi”
Hitomi alzò il calice insieme agli altri, ma nei suoi occhi passò un alone di tristezza
“Tutto bene?
“Sì Jun, grazie”
Il ragazzo le passò un braccio attorno alle spalle per farle capire che era lì se aveva bisogno di supporto.

Dopo essersi lavata le mani Hitomi si guardò un attimo allo specchio, le sembrava tutto in ordine, eppure non capiva perché Genzo la stesse ignorando. Avevano deciso di comune accordo di non dire nulla della loro relazione, però un conto era rimanere riservati un altro era essere ignorata totalmente. Dopo un bel respiro uscì dal bagno, pronta a tornare in sala con il suo miglior sorriso, ma venne afferrata da Genzo. Il ragazzo la portò in un punto più appartato, non le diede il tempo di dire niente, le sue labbra combaciarono con quelle di lei, Hitomi si sentì quasi come ubriaca, dovete aggrapparsi alle spalle del portiere per non cadere. Genzo la spinse delicatamente contro il muro e sfacciatamente le portò le mani sul sedere stringendola a sé
“Mio dio ragazzina quanto mi sei mancata”
“Davvero, non mi sembrava”
Il ragazzo la guardò divertito, ma cosa doveva dire lui, era entrato e aveva visto quel cascamorto di Aoi provarci con lei. Avrebbe voluto tagliargli le braccia, per fortuna era intervenuto Jun.
“Ti posso assicurare che mi costa una gran fatica non toccarti e baciarti in pubblico. A differenza di Aoi non ho ricevuto un bell'abbraccio come saluto”
“Sento una certa punta di gelosia”
“Non scherzare troppo ragazzina, non mi ci vuole nulla per andare di la e far capire a tutti che sei mia, soprattutto ad Aoi”
Si sentì leggera a sentire quelle esternazioni, come lei anche Genzo non amava tutte quelle restrizioni, doveva smetterla con quelle stupide paranoie. Si alzò sulla punta dei piedi e trovò la meta desiderata, il profumo di Genzo era inebriante, lo baciò con passione e portò le dita su i suoi capelli notando che erano leggermente più lunghi del solito
“Troviamo una scusa e andiamocene via”
“Fai il bravo, è la serata di Sanae e Tsubasa”
Genzo stava per ribattere, ma sentirono le voci di Hyuga e Wakashimazu avvicinarsi, il ragazzo le diede un bacio veloce ed entrò in bagno,mentre lei facendo finta di niente rientrava in sala.

Arrivò il momento dei saluti, Hitomi aveva inventato la scusa di essere ospite a casa di una sua amica, perciò avrebbe preso un taxi e si sarebbe ritrovata in Hotel con Genzo. Salutò con un abbraccio Yoshiko e intimò Jun di stare attento a Yayoi. Stava per chiamare il taxi quando le si avvicinò Shingo“Hitomi ti va di venire a bere qualcosa con me e alcuni ragazzi?”
“Ti ringrazio ma è tardi e la mia amica mi starà aspettando, non vorrei farla arrabbiare”
“Invita anche lei”
Okey doveva trovare il modo di uscirne, rifiutò ancora una volta, ma Shingo non sembrava demordere. Fu Genzo a intervenire, aveva la mascella contratta e un cipiglio arrabbiato. Senza volerlo la ragazza trattenne il respiro
“Vieni Hitomi ti accompagno io, sei di passaggio” poi rivolgendosi a Shingo “Mi sembri già abbastanza brillo, fossi in te tornerei in albergo”
Detto ciò prese delicatamente Hitomi per un braccio e si incamminò verso la macchina, lei rivolse lo sguardo verso Aoi e mimò uno scusa.
Hitomi si chiese se fosse stata una buona idea andarsene via insieme, voleva parlarne con Genzo, ma il ragazzo era entrato in uno strano mutismo, si vedeva lontano un miglio quanto fosse arrabbiato e lei non voleva accendere la miccia, forse si sarebbe calmato per l'arrivo in albergo. Lo vide fare segno al parcheggiatore di aprirgli il garage sotterraneo dell'Hotel, dopo aver parcheggiato si girò verso di lei e la baciò con irruenza. Lo lasciò fare, anche quando la trascinò sopra di lui, sentì le mani di Genzo armeggiare con il suo giubbetto di pelle, per poi portarne una sotto la maglia e accarezzarle un seno
“Ge-Genzo qualcuno potrebbe vederci”
Il portiere a quelle parole tornò in se, con uno sbuffo si distese sul sedile
“Scusa, ma ero incazzato nero, volevo spaccare la faccia a Aoi”
Hitomi gli prese il viso tra le mani
“Sono felice del tuo autocontrollo. Non è successo niente e Shingo è solo un amico” detto ciò lo baciò e si strinse a lui
“Ragazzina conviene andare su in camera, se no non rispondo di me e ti prendo qui nel parcheggio”
“Direi che non è il caso di dar spettacolo”
 

Le coppie si rincontrano e per Tsubasa e Sanae è arrivato il momento di uscire allo scoperto.
Grazie a tutti coloro che leggono e commentano la mia storia

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Si svegliò a causa del cellulare, con delicatezza spostò il braccio di Tsubasa che la teneva stretta a se. Poi a bassa voce rispose e si incamminò verso il salottino della suite. Sua mamma le annunciò che la notizia della sua relazione con Tsubasa era in prima pagina su tutti i giornali e ne stavano parlando in televisione. In più quella mattina si era trovata un paio di giornalisti davanti a casa. Lo sapeva anche lei che la notizia avrebbe fatto scalpore, ma non immaginava questa portata. Dopo aver chiuso la chiamata compose il numero della mamma di Keitaro, dopo qualche squillo le rispose, sembravano più che tranquilli, le spiegò in breve la situazione
“Non ti preoccupare Sanae, per ora qui è tutto tranquillo,ti passo Soichiro”
A quelle parole la dottoressa si calmò e con entusiasmo rispose al figlio. Il bambino le raccontò della gita del giorno prima,era contenta di sentirlo così felicemente, si salutarono con la promessa di sentirsi più tardi.
Tornò a letto cercando di fare meno rumore possibile, ma appena si avvicinò al letto Tsubasa la trascinò sotto di lui chiedendole dove fosse stata. Sanae gli raccontò della chiamata della madre e di quella con Soichiro
“È un bene che sia in gita con i Sumiyoshi ”
“Già vedrai un paio di giorni e poi la gente smetterà di interessarsi a noi a causa di qualche altro scandalo”
Sanae sorrise al capitano, le piaceva il suo perenne ottimismo, riusciva a farla sentire meglio con un solo sguardo. Perciò mandò via i brutti pensieri e si dedicò al suo ragazzo.

Il separarsi non era mai facile, ma Sanae e Hitomi sapevano che non mancava molto alla pausa natalizia dei due ragazzi. La notizia della relazione di Sanae e Tsubasa aveva creato qualche piccolo problema alla dottoressa. Il lunedì successivo alla partita si era ritrovata una piccola folla di giornalisti ad attenderla nell'ospedale in cui si trovava, ma grazie a due infermiere era riuscita ad entrare dalla porta sul retro. Vedendo la folla aumentare, Sanae aveva deciso con comune accordo del capo reparto, di rimandare alcuni appuntamenti e di lavorare da casa per una settimana. Per fortuna la stampa fu meno invadente con suo figlio, aveva chiesto a Chidori Sumiyoshi di prendere suo figlio a scuola, proprio per non metterlo in pasto alla stampa. Mentre Hitomi le aveva raccontato di essere stata fermata da un giornalista, ma di averlo liquidato con un “No comment”
Come aveva previsto Tsubasa la notizia di una nota modella giapponese avvistata con un cantante altrettanto famoso, aveva distolto l'attenzione su di loro. Con entusiasmo tornò al lavoro e cercò di concentrarsi sui suoi pazienti.

Andò insieme alla sua collega Miyo a pranzo, la ragazza le fece solo qualche domanda sulla sua relazione, ma non fu per nulla invadente, anzi la fece pure sorridere quando le dichiarò la sua cotta per Izawa. Stavano tranquillamente mangiando quando si avvicinò una donna, le chiese se era la dottoressa Mitsui, ingenuamente aveva pensato fosse una paziente, non era la prima volta che le capitava di essere disturbata durante la pausa. Poi la donna la fissò con un finto sorriso e tirò fuori un registratore facendole varie domande imbarazzanti su lei e Tsubasa. Istintivamente rimase scioccata dalla situazione, fu Miyo a intervenire chiamando una guardia alla sicurezza, l'uomo con le buone allontanò la donna
“Sanae tutto bene?”
“Sì, grazie per avermi aiutato. Non pensavo sarebbe capitata una cosa del genere qui in ospedale”
“I giornalisti sono i soliti sciacalli, comunque sta tranquilla,vedrai che presto ti lasceranno in pace”
Sanae ringraziò ancora la collega, per poi tornare nel suo studio.
Mentre aspettava la videochiamata di Tsubasa pensò se era il caso di raccontargli cosa le era successo, non era un fatto poi così grave, insomma quella giornalista si era stata un po' invadente ma per nulla aggressiva. Fece un balzo quando sentì la suoneria del telefono, cercò di tranquillizzarsi e assunse il suo miglior sorriso. Tsubasa le raccontò degli allenamenti e di essere stato invitato a una trasmissione sportiva spagnola per commentare la partita di Champions del Tettenham contro la Sevilla
“Sanae tutto bene?”
“Si scusa,è che oggi è stata una giornata impegnativa,tra il lavoro e l'aiutare Soichiro coi compiti”
“Mi spiace magari ti sto annoiando”
“Ma che dici, sono contenta per te, cosa pensavi di mettere per il tuo debutto televisivo?”

Era stata una giornata intensa, era da tanto che non si sentiva così stanca. Mentre toglieva le scarpe sentì suo marito salutarla dalla cucina da dove proveniva l'aroma del suo dolce preferito. Lo trovò intento a sistemare tutti gli utensili, non resistendo lo abbracciò da dietro depositando un bacio sulla larga schiena. Hideaki si girò verso di lei e la baciò intensamente“Questo è un vero bacio. Siediti che preparo il tè”
Le piaceva quando la viziava in quel modo. Si sedette nella veranda in giardino, nonostante fosse autunno non faceva ancora così freddo. L'uomo la raggiunse insieme a una bella tazza fumante, scherzando sul suo amore per le tazze buffe, di fatto la sua preferita era quella con l'unicorno e l'arcobaleno. Poi iniziò a sentire freddo e Hideaki era diventato tremendamente serio
“Come stanno i ragazzi?”
“Bene, li hai visti questa mattina. Soichiro è agli allenamenti e Hitomi in giro con Hiro”
L'uomo fece un lungo sospiro e il suo viso divenne ancora più cupo
“Mi dispiace di averti lasciata sola così presto”
“Hideaki ma cosa stai dicendo?”
Il ragazzo le si avvicinò, le porse la mano che lei prontamente prese. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Si abbracciarono, però Sanae sentiva ugualmente freddo, come se mancasse qualcosa. Hideaki l'allontano leggermente da se, poi delicatamente le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio fissandola con i suoi bellissimi occhi nocciola
“Sono felice che tu abbia ritrovato l'amore, devi essere felice”
Si stava davvero arrabbiando
“Hideaki questo scherzo non mi piace proprio”
Il sorriso sparì dal volto dell'uomo, le diede un altro bacio a fior di labbra dicendole
“Lo sai anche tu, questo è solo un sogno”
Si svegliò così all'improvviso, il cuore a mille, il fiato mozzato dal dolore e le lacrime che le bagnavano il viso. Rimase per ore a fissare il soffitto, poi non riuscendo a rimanere ferma decise di alzarsi per preparare la colazione per Soichiro, nonostante fosse sabato il bimbo si sarebbe alzato presto per andare agli allenamenti di calcio. Mise su il bollitore, fece tostare il pane e posizionò la marmellata sul tavolo. Prima di andare a svegliare il figlio doveva assolutamente chiedere un favore a Hitomi. Cercando di essere il meno possibile brusca la scosse leggermente, la fissò stranita mentre le chiedeva se ci fosse qualche problema
“Scusami ma ho bisogno di un favore. Potresti andare a prendere Soichiro alla fine degli allenamenti?”
“Certo, tutto a posto?”
“Sì, ho un'emergenza in ospedale e non so quanto ci metterò”
La cognata le fece un gesto di assenso e tornò a dormire, per precauzione le avrebbe lasciato un biglietto per ricordarle dell'impegno.
Come di consuetudine si fermò a prendere un mazzo di fiori al chiosco, la signora Watanabe la salutò con calore, mentre le preparava un bel mazzo di fiori le chiese come stessero Hitomi e Soichiro. Nonostante vedesse da anni la signora preparare le composizioni, rimaneva sempre affascinata dai suoi gesti sicuri ma allo stesso tempo eleganti.
Dopo essersi salutate si incamminò alla tomba del marito. Come sempre era tutto in ordine, sapeva dell'accordo di suo suocero con il custode, gli dava una piccola somma per tenere tutto in perfetto stato. Con un po' di stizza tolse il mazzo precedente, per lei era una composizione del tutto anonima e priva di amore. Delicatamente dispose i fiori e bagnò leggermente la lapide per togliere del piccolo residuo di polvere. Quando fu del tutto sicura di essere completamente sola iniziò a parlare
“Non so proprio da dove iniziare….Forse da delle scuse, è da un po' che non venivo, ma tra gli impegni e il lavoro… ma a chi la do a bere, il perché è semplice, mi sento in colpa. Per di più cosa fai? Entri nei miei sogni! Erano due anni che non succedeva” le lacrime iniziarono ad uscire, tentò di trattenersi eppure non ci riusciva
“Mi sono di nuovo innamorata, non so se te lo ricordi, ma ho incontrato Tsubasa Ozora. Sai pensavo di non provare più nulla per lui, anzi pensavo che non mi sarei più innamorata dopo di te, invece lui mi ha conquistata. Vuole molto bene a Soichiro, rispetta molto anche Hitomi e in un certo senso anche te. Non so se con questo sogno tu mi stia dando il tuo benestare, mi piacerebbe pensarla così. Ti amo e sarai sempre una parte di me, grazie per avermi reso una persona migliore”
Una leggera folata di vento la colpì, sentì un calore all'altezza del petto e scioccamente pensò fosse un segno di approvazione del suo Hideaki. Con un sorriso si asciugò le lacrime e ringraziò ancora suo marito.


Mi sembrava giusto incentrare questo capitoo su Sanae, sui seuoi sentimenti e l'emozioni. Nel suo cuore rimarrà sempre un posto per il suo ex marito, ma credo abbia trovato delle risposte ai suoi ducci. Spero vi sa piaciuto. Grazie davvero a chi legge e recensisce la mia storia.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Per festeggiare i settantanni del Presidente, la federazione del Buyer Monaco aveva preparato una bella festa in un ristorante in centro. Ci fu la partecipazione di tutta la squadra,dello staff tecnico e dei familiari. Maria entrò nel salone insieme al padre, l'intera squadra conosceva la sorella del Keiser, sempre in prima linea col tifo e presente negli eventi mondani della società, di fatto aveva una schiera di followers sui propri social e ciò giocava in favore della socità. Dopo aver consegnato il regalo al festeggiato cercò con lo sguardo il fratello, lo trovò insieme a Genzo e Herman, i tre stavano discutendo sicuramente di calcio, da quanto ricordava a breve si sarebbe disputata la partita contro la Juventus. La memoria la riportò a quando erano solo dei ragazzini, si trovavano spesso a casa Schneider per discutere degli avversari che avrebbero trovato a breve, lei era solo una bimba di otto anni che inseguiva con ammirazione il fratello. Era proprio felice della loro riunione nella squadra.
“Insomma almeno stasera potreste parlare di altro?”
Karl diede un bacio sulla guancia alla sorella, prima di chiederle
“Di cosa dovremmo parlare?”
“Magari della relazione del SGGK”
Genzo scoccò un'occhiataccia a Herman, gli aveva ben specificato che non voleva far sapere in giro della sua relazione con Hitomi, e lui cosa faceva?! Lo sbandierava ai quattro venti, per di più a Maria, sicuramente lo avrebbe sfiancato per tutta la sera. Infatti la ragazza sgranò gli occhi, poi con naturalezza lo prese sotto braccio chiedendogli di raccontarle tutto
“Non c'è molto da dire, ho una ragazza che amo molto”
“Genzo ti aspetti che mi basti questo, voglio i dettagli, come si chiama, quanti anni ha, dove vive e sopratutto quando me la farai conoscere?”
Il portiere roteò gli occhi,sapeva benissimo non si sarebbe accontentata di quelle poche informazioni, così le raccontò tutto a grandi linee, vide lo sguardo di Maria diventare sempre più allegro
“Ha tralasciato la cosa più importante, ha la tua età e per il Gippone risulta ancora minorenne”
“La vuoi finire con questa storia Herman?!”
Vedendo il rossore del ragazzo Maria iniziò a ridere seguita a ruota dagli altri due, attirando così l'attenzione degli altri commensali. La ragazza cercò di contenersi, appoggiò una mano sulla spalla dell'amico e disse
“Per me Kalz è solo geloso. Sono tanto contenta per te, non vedo l'ora di conoscerla”

Quella mattina si era svegliata male, non sapeva neanche lei il perché aveva il nervosismo a palla.
Come se non bastasse ne stavano capitando una dietro l'altra. Il treno era arrivato in ritardo ed era pieno come un uovo, tanto che aveva rischiato un paio di volte di essere schiacciata. Per evitare di arrivare tardi a lezione era letteralmente volata verso l'università, ma quando raggiunse l'aula col fiatone, trovò appeso sulla porta il cartello che indicava l'annullamento della lezione a causa della mancanza del professore. Tentò di trovarne il lato positivo passando le due ore successive in biblioteca, cercando di portarsi avanti con lo studio. Almeno arrivò in orario alla lezione di inglese, per fortuna Kamiya le aveva tenuto il posto e dopo poco le raggiunse anche Okada, la quale per ammazzare il tempo mentre aspettavano il docente tirò fuori dalla borsa una rivista di gossip elencando le grandi notizie sulle vite dei vip
“Che sfiga, adesso oltre al capitano anche Walabayashi è uscito dalla piazza”
Hitomi si sentì raggelare, non capiva come avessero scoperto la loro relazione, erano stati stra attenti durante il breve periodo di Genzo in Giappone. Probabilmente qualche giornalista li aveva visti in hotel. Stava mentalmente pensano a una scusa plausibile, quando vide Kamiya sporgersi verso la rivista e dire
“La solita biondona tedesca. Se non sbaglio quella è Maria Schneider, un vero schianto”
Hitomi assunse un'espressione stupita, chi cavolo era Maria Schneider?!
“Tu lo sapevi?” dicendo ciò Kamiya le porse la rivista. L'articolo parlava di una possibile storia d'amore tra il SGGK e la sorella dell'imperatore, dichiarando che nelle foto si poteva vedere una certa complicità tra i due, dagli sguardi languidi ai sorrisi. Hitomi si sentì morire, come se si fosse creata una voragine e la stesse risucchiando, vedere Genzo così a suo agio insieme a un'altra ragazza la stava facendo impazzire. Certo nelle foto non c'era nessun bacio, abbraccio o carezza, ma era l'atteggiamento a essere compromettente. Tentò di mascherare tutto con un'alzata di spalle, se avesse iniziato a parlare sicuramente si sarebbe messa a piangere. Kamiya le stava per fare una domanda, per fortuna a interromperla fu l'arrivo della professoressa. Fu l'ora più lunga della sua vita, non capì nulla della spiegazione, appena sentì la campanella si alzò dicendo che avrebbe fatto tardi alla lezione di Design del paesaggio, invece prese l'uscita della facoltà e si diresse alla stazione. Ovviamente la sfiga ci vedeva benissimo, durante il percorso incrociò Suo, il ragazzo le stava per dire qualcosa ma lei lo anticipò dicendo
“Non è giornata, lasciami stare o giuro che ti stacco la testa”
Prima di raggiungere i binari si fermò al chiosco dei giornali e comprò la rivista incriminata. Dopo essersi appropriata di un posto un po' più appartato rilesse l'articolo e riguardò attentamente le foto. In una poteva giurare di vedere la biondona appoggiarsi con fare naturale al suo ragazzo, nell'altra Genzo le sorrideva. Tirò fuori il cellulare e cercò il profilo Instagram della tedesca, ovviamente era un profilo pubblico, pieno di foto da far girare la testa, perfetta e super cool e si sentì davvero fuori luogo.
Piena di sconforto arrivò a casa, lanciò letteralmente le scarpe e il giubbotto, poi corse in camera sua e tentò di tranquillizzarsi, sentiva l'impulso di chiamare quel deficiente e dirgliene quattro, ma a Monaco erano ancora le quattro di notte, di conseguenza sarebbe stata una chiamata a vuoto.

Genzo era pronto per il jogging mattutino, strinse bene i lacci delle scarpe e controllò di aver preso tutto. Stava per uscire quando sentì il cellulare suonare e fu stupito di vedere il nome della sua ragazza sul display, di solito sentivano quando da lui era primo pomeriggio.
“Ciao ragazzina, se sapevo che non eri in università ti avrei chiamato io”
“Certo magari dopo aver passato la serata con Maria Schneider”
Genzo rimase un attimo interdetto, da quando Hitomi conosceva Maria, almeno non ricordava di averla mai menzionata nei suoi racconti, e poi perché sembrava incavolata
“Hitomi stai bene? Perché avrei dovuto passare la serata con Maria? Sbaglio o sei arrabbiata?”
“Non so dimmi te, questa mattina ho visto un bell'articolo di giornale dove si dice che state insieme con foto dove sembrate molto affiatati”
Il portiere cercò di fare mente locale, in quelle sere non era uscito con Karl e Maria, poi gli venne in mente la serata della festa. Senza volerlo gli spuntò sul viso un sorriso, era la prima volta che sentiva Hitomi gelosa
“Era la festa del presidente, lei è la sorella di Karl e ci siamo messi a parlare. Sai com'è la stampa, ricama sempre su quello che più gli fa comodo. Ti posso assicurare di non averti tradito con Maria. Ti Amo”
La sentì sbuffare sonoramente, molto probabilmente stava cercando di calmarsi e metabolizzare le sue parole
“Ti Amo anche io, ma mettiti nei miei panni. Vedo in prima pagina te con quella bellezza mozza fiato ed è normale che mi incavoli”
Doveva rassicurarla, farle capire che non provava nulla per l'amica
“Tesoro capisco benissimo, ma non devi assolutamente farti delle paranoie su Maria. La conosco da anni, lei per me è come una sorella, l'ho vista crescere, ai miei occhi è solo una ragazzina”
“Quanti anni ha?”
“Diciannove”
Solo dopo si rese conto del casino che aveva innescato, ci fu un silenzio di qualche secondo, ma per Genzo furono come ore, poi Hitomi sbottò
“Sei un coglione, vai a quel paese” e chiuse la loro conversazione.

Erano due fottuti giorni che non la sentiva, ogni volta deviava le sue chiamate e non rispondeva ai suoi messaggi, quando ci si metteva Hitomi era davvero gnucca. Preso dalla disperazione aveva chiamato Sane e le aveva chiesto di passargliela, l'aveva sentita chiedere a Hitomi se volesse parlare con lui e la risposta era stata un bel “Che si fotta” per poi sentire le scuse di Sanae. Se fosse stato li le cose si sarebbero risolte subito, invece a dividerli c'era un oceano e il suo lavoro. Con stizza chiuse l'armadietto e si diresse in campo, cercò di non pensare alla sua situazione e di concentrarci sugli allenamenti. Durante la partitella di allenamento non riuscì a contenere la sua frustrazione quando Levin grazie a un gioco combinato con Junguang gli fece goal, senza riuscirsi a trattenere inveì contro la difesa. Solo Kalz ebbe il coraggio di rispondere al portiere dicendogli di darsi una calmata. Nessuno osò rivolgergli la parola, tanto che si dileguarono tutti alla fine dell'allenamento.
“Wakabayashi oggi sei proprio un palo in culo, si può sapere cosa diavolo ti è successo?”
“Nulla, lasciami in pace”
“Per me deve centrare la ragazzina”
Non capiva se Karl aveva un intuito così sopraffino o era lui un libro aperto. Scoccò un'occhiataccia ai due amici intimandogli di lasciarlo stare
“Col cazzo, Genzo devi risolvere questa situazione, tra tre giorni abbiamo la partita contro la Juventus e ci servi concentrato. Giuro che se perdiamo per queste stronzate mi incazzerò di brutto”
Con un gesto della mano il numero dieci fermò il difensore, si mise davanti al portiere e cercò di capire la situazione
“Cosa è successo questa volta?”
Dopo aver tirato enorme sospiro raccontò dell'accaduto, della reazione di Hitomi e di quanto era stato stupido lui
“Si concordo con te, sei un emerito coglione. Ora dobbiamo trovare una soluzione, insomma Herman ha ragione ci servi concentrato. Prova a scriverle un messaggio implorante, ribadisci quanto sei scemo e chiedile scusa”
“Karl non ti allargare”
“Senti direi che non sei nella posizione di offenderti, poi se ti risponde al telefono cerca di essere il più carino e comprensivo ragazzo di questo mondo. Alle donne piace quando gli diamo ragione”
Il portiere fissò scettico l'amico, dopotutto non aveva nulla da perdere, così scrisse il messaggio dicendole quando fosse dispiaciuto e che voleva sentirla perché gli mancava la sua voce. Con trepidazione aspettò la risposta, vide la doppia spunta blu, poi sotto il nome sta scrivendo e infine la risposta – Ci sentiamo più tardi, ora sono impegnata – certo non era un messaggio affettuoso, ma almeno era un inizio, stava mettendo via il telefono quando sentì il suo di un'altra notifica,era un altro messaggio della ragazza -Mi manchi anche tu- Ora doveva solo sperare di non fare l'ennesimo danno.

Quella mattina non era andata in università, non era affatto dell'umore e per di più non aveva lezioni importanti. Mandò un messaggio a Hiro chiedendogli se era impegnato, perché era una situazione di SOS amorosa. L'amico non si fece attendere e dopo una mezz'oretta se lo trovò davanti a casa insieme al sacchetto con le sue brioches preferite e un bel sorriso rassicurante. Con fare sicuro il ragazzo mise il bollitore in azione, prese due tazze e il suo tè preferito per poi sedersi sullo sgabello della penisola chiedendole cosa fosse successo. Gli raccontò l'accaduto, di come si sentisse inadeguata e di come Genzo aveva preso alla leggera la questione
“Capisco, allora sai come sono, sarò brutale e schietto tesoro” vide Hitomi fare un cenno di assenso
“Dunque comprendo il tuo stato d'animo, insomma non è carino vedere il proprio ragazzo insieme a una valchiria bionda che farebbe girare la testa a chiunque, capisco anche il tuo leggero disappunto per la leggerezza con cui l'abbia presa lui”
“Però”
“Ecco però sei stata un po' dura con lui. Insomma ti ha spiegato l'accaduto, ti ha rassicurato del fatto che veda questa Schneider come una sorella e in più non è colpa sua se avete la stessa età”
“Non è questo il punto”
“Te lo dico io dov'è il punto, la tua solita paura che la persona a cui affidi il tuo cuore prima o poi lo prenda e lo accartocci. Hitomi tu non te ne accorgi ma delle volte metti le persone alla prova e appena non rispondono nel modo in cui ti aspetti cerchi di tagliarli fuori. Non tutti sono come tua madre”
Lo sapeva anche lei da dove derivavano i suoi problemi di fiducia nelle persone, Shizuka doveva essere la madre buona, amorevole e sostenerla incondizionatamente, invece era sempre stata un caterpillar, minando le sue sicurezze e i rapporti con le persone. Ogni volta si aspettava il peggio dagli altri. Con uno sbuffo portò le mani sul viso
“Adesso cosa faccio?”
“Stasera quando ti chiamerà gli chiederai scusa e tutto si risolverà”
“Ne sei sicuro?”
“Certo, ora facciamo colazione e poi andiamo a prendere le ultime cose per il mio soggiorno a Tokyo”
Hiro avrebbe soggiornato un paio di mesi nella capitale, le sue opere sarebbero state esposte insieme a quelle del maestro, ciò significava che doveva presenziare insieme agli altri della troupe. Le sarebbe mancato terribilmente, però era un'occasione unica e irripetibile, sperava vivamente che il talento dell'amico fosse apprezzato da tutti. Di slancio abbracciò l'amico dicendogli quanto gli volesse bene.
Durante la sessione di shopping ricevette il messaggio di Genzo, avrebbe voluto chiamarlo all'istante, ma era in giro e non voleva distrazioni. Aiutò Hiro nell'ardua scelta di un abito elegante per la cerimonia di inaugurazione, il problema principale era che stava bene con tutto, alla fine aveva optato per un completo nero leggermente satinato che slanciava la sua figura.
Dopo aver cenato insieme a Sanae e Soichiro i due amici si misero davanti alla tv in mansarda per vedere un bel film, improvvisamente il cellulare di Hitomi iniziò a squillare, fissò lo schermo col nome di Genzo, non sapeva il perché ma non riusciva a pigiare la cornetta vede. Hiro le tolse il telefono di mano e rispose
“Ciao Wakabayashi come stai? Hitomi è in bagno, guarda è appena uscita… la prossima volta sta più attento”
L'amica aveva ben inteso il senso delle ultime parole, gli mimò un grazie con le labbra e prese il cellulare, il ragazzo le sorrise ed uscì dalla stanza per lasciarle un po' di privacy.
“Scusa, l'altro giorno ho esagerato”“Scusami tu, non sono stato delicato. Dovevo rassicurati e invece ho preso alla leggera la situazione”
Hitomi sentì il cuore più leggero, aveva il timore che Genzo l'avrebbe mandata a quel paese e invece era lì, non se ne era andato
“Sai è la prima volta che mi sono sentita così gelosa. Vederti così a tuo agio con quella ragazza mi ha mandato in tilt”
Sentì Genzo sospirare, ma non dal fastidio, sembrava come il suo, di sollievo
“Ora sai come mi sento quando Aoi ti sta troppo vicino. Ragazzina ti amo, non farei nulla per farti del male, fidati di me”
“Mi fido. Non vedo l'ora di rivederti”




Questa volta il capitolo è tutto per Genzo e Hitomi, insomma la lontananza si fa sentire e non sempre una relazione è fatta di momenti idilliaci.
Grazie davvero a chi legge e sopratutto a chi recensisce la mia storia, per me è sempre bello leggere i vostri commenti
Un abbraccio e ci si vede al prossimo capitolo

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Ci avevano messo tutta l'anima per quel progetto, ognuno di loro aveva dato il proprio contributo e opinione, delle volte erano rimasti in biblioteca fino a tardi tanto che il custode li cacciava via per la chiusura della sede. Hitomi poteva affermare che era stato il miglior gruppo con cui fino ad ora avesse lavorato. Le scocciava ammettere che anche la presenza di Suo era stata fondamentale, aveva avuto delle ottime idee e aveva aiutano nelle decisioni più spinose. Il professore guardò a fondo il loro lavoro, ascoltò la presentazione con interesse e fece qualche domanda ad ognuno, per poi con uno sguardo sorpreso dichiarare “Ottimo lavoro ragazzi, vi meritate trenta ” a quella affermazione Kamiya esultò abbracciandola e d'istinto Hitomni contraccambiò sorridendo.
Alla fine dell'esame alcuni compagni di corso si congratularono con loro, ciò offrì l'occasione a Kamiya per organizzare una serata di festeggiamenti, dopotutto era stato un vero trionfo, in pochissimi potevano affermare di aver ottenuto un risultato così alto col professor Takeda.
Presa dall'entusiasmo Hitomi accettò e si accordò con gli altri per andare fuori a cena.
“Se vuoi ci prepariamo da me e ti fermi pure a dormire” le propose la compagna di corso, dopo averci pensato Hitomi accettò volentieri l'invito, era da un bel po' che non dormiva dall'amica.
Aveva mandato una sua foto tutta sorridente con in mano il libretto universitario col voto in bella vista a Genzo, chiedendogli se era un problema se si fossero sentiti prima il venerdì, perché sarebbe stata a cena con gli amici. Il ragazzo le fece i complimenti e si accordarono per telefonarsi quando da lei era primo pomeriggio.

Kamiya aveva prenotato nel ristornate alla brace più bello della città, era una serata davvero piacevole, ridevano e scherzavano senza nessun imbarazzo, persino Suo era di compagnia. Ishida alzò il calice di birra e iniziò a a fare un brindisi, così Kamiya propose di suggellare quel momento con un bel selfie, tirò fuori il telefono dicendo di mettersi in posa sorridendo, all'ultimo momento Suo appoggiò la mano sulla spalla di Hitomi stringendola leggermente a se con la scusa di stare tutti dentro all'obbiettivo.
La compagna di corso era decisamente ubriaca, effettivamente aveva bevuto un sacco di birra e Ishida l'aveva convinta a bere anche del sake. Hitomi aveva l'ingrato compito di riportarla a casa dato che era sua ospite, vedendola fare sproloqui sulle relazioni sentimentali e familiari, decise che era il momento di riportarla a casa. A causa del baccano dovette uscire fuori dal locale per chiamare telefonicamente con taxi, per suo fortuna sarebbe arrivato entro mezz'ora. Si girò per rientrare e si ritrovò davanti Suo, il ragazzo era decisamente brillo, aveva stampato sul viso un sorriso da ebete
“Sai Mitsui che stasera sei davvero uno schianto”
Le veniva da ridere, cercò di rimanere seria, quella sera poi non indossava niente di che, un paio di jeans aderenti e un dolcevita nero, lo ringraziò e tentò di rientrare nel locale, ma il compagno di corso non era dello stesso avviso, le bloccò la strada e continuò con il suo sproloquio
“Insomma sono mesi che ti corteggio e tu nada, non mi dai neanche una possibilità, sei crudele”
- È ubriaco Hitomi, mantieni la calma- pensò la ragazza
“Lo sai il perché, sono felicemente impegnata”
Suo fece un gesto vago con la mano enfatizzandolo con una specie di pernacchia
“Secondo me è uno stronzo, non l'ho mai visto venirti a prendere in università e da quanto so il week-end esci con gli amici”
Hitomi fece un enorme sospiro, se guardava la situazione dal punto di vista del ragazzo il ragionamento non faceva una piega, ma lui non poteva conoscere l'intera storia
“Lui vive all'estero, ci video chiamiamo tutti i giorni, ecco perché non possiamo vederci fisicamente”
La faccia di Suo assunse un espressione tra l'indignato e l'incredulo
“Sei una cazzo di masochista?! Come diavolo fai?”
Si prese una pausa e sembrava riflettere su qualcosa a lei ignoto
“Adesso capisco perché l'altra volta eri triste…. Senti non so come facciate, se fossi in lui non ci riuscirei, insomma come fate per scopare?”
“Suo stai diventando inopportuno”
“No davvero, fossi in lui ti fotterei tutti i giorni, invece sarà chi sa dove a tradirti con altre”
“Adesso basta, lui è un ragazzo maturo, mi ama e mi rispetta, non mi ha mai tradito”
Aveva piena fiducia in Genzo, a parte la storia di Marie non era mai uscito un pettegolezzo, di conseguenza non si sarebbe fatta mettere il tarlo del dubbio da quel deficiente. Senza volerlo si era distratta, il ragazzo si era avvicinato tirandola a se e cercò di baciarla, ma lei riuscì a scostarsi e gli tirò un sonoro manrovescio
“Sei proprio un coglione”
Detto ciò lo lasciò lì e rientrò nel locale per recuperare Kamiya.

Sentì Kamiya lamentarsi, molto probabilmente era ancora sotto l'effetto della sbornia della sera precedente. Durante il tragitto verso casa le aveva detto frasi sconnesse e cantato a squarciagola, era stata talmente molesta che si era scusata più volte col taxista e alla fine della corsa gli aveva dato una bella mancia. Come se non bastasse durante la salita sulle scale era diventata come un peso morto e aveva fatto un enorme fatica a metterla a letto.
Vedendola arrivare in cucina dovette trattenere una risata, aveva davvero un aspetto ridicolo con i capelli spettinati e il trucco colato. Le porse una tazza di caffè e non riuscì a non sfotterla
“Buongiorno principessa, la trovo in forma”
“Fottiti Mitsui, per favore dammi un benedetta pasticca contro il mal di testa”
“Ok, ce la fai a mandare giù qualcosa per colazione?”
L'amica fece un segno di assenso e aspettò la sua razione di pane e marmellata
“Di un po', dove eravate finiti tu e Suo? A un certo punto vi ho perso di vista”
“Ero uscita per chiamare un taxi e lui mi ha seguito per prendere una boccata d'aria. Tutto qui”
Kamiya non sembrava averla bevuta, la guardava con uno sguardo stranito
“Strano Ishida mi ha scritto dicendo che Suo aveva una bella cinquina stampata sul viso e che tu sembravi abbastanza incazzata quando mi hai portato fuori”
“Ha detto una marea di cazzate sul mio ragazzo e poi ha tentato pure di baciarmi. Mi sono semplicemente difesa”
L'amica la guardò sbalordita per poi scoppiare una risata, aveva persino le lacrime agli occhi, mentre a lei quella situazione non la faceva ridere per niente. Sapeva benissimo che avrebbe rivisto Suo in università e sarebbe stato un bel problema se fossero stati scelti per un altro progetto insieme. Tentò di far capire a Kamiya il suo disagio, ma questa non sembrava voler centrare il problema, le disse di fare come al solito e di ignorare il compagno di studi
“Così hai davvero un ragazzo, pensavo fosse una scusa per non avercelo intorno. Ma lo conosco?”
-Cazzo mi sono scavata la fossa da sola, adesso come ne esco?-
“No, è più grande di noi, lavora”
“Mmmm capisco,dai fammi vedere una foto”
Sentì una goccia di sudore freddo passarle sulla schiena, come cavolo poteva venirne fuori?!
Per suo immensa fortuna il cellulare di Kamiya iniziò a suonare e la vide aprirsi in un bel sorriso, a quanto pare era il suo ragazzo, la sentì dirle “Certo a tra poco”, poi si girò verso di lei e con uno sguardo sognante disse che Mudo sarebbe passato di li a breve
“Fossi in te andrei a sistemarmi, dai metto a posto io le tazze”
Kamiya la ringraziò e corse verso il bagno, per fortuna quella volta l'aveva scampata, sperava vivamente non tornasse più sull'argomento “fidanzato” o non ne sarebbe uscita indenne.

Aveva lasciato l'amica insieme al ragazzo, aveva ben capito di essere di troppo già da quando Mudo era entrato in casa. Il ragazzo aveva assaltato Kamiya sulla porta, l'aveva sentita dirgli che non erano da soli e di darsi una calmata. Quello era stato decisamente il segnale per levare le tende. Avrebbe voluto parlare con Hiro della situazione Suo, ma era partito per Tokyo, sapeva quanto fosse impegnato e non aveva voglia di scocciarlo per una questione del genere. Era in lotta con se stessa non sapeva se raccontare dell'accaduto a Genzo o fare finta di niente, perché dopo tutto non era successo nulla di significante.
Trovò Sanae intenta a guardare la tv, le sorrise e le chiese se si fosse divertita, con enfasi le rispose di sì e cercò di deviare il discorso chiedendole dove fosse il nipote
“Soichiro è a un pigiama party, ti va se stasera andiamo a mangiare del sushi?”
Era da un po' che non cenavano loro due da sole e aveva voglia di passere del tempo con Sanae.
La cognata le raccontò di aver sentito Yayoi e le confermava la sua presenza per il periodo natalizio, secondo il medico poteva viaggiare in aereo, ma con la raccomandazione di non strafare nei giorni successivi. Poi il discorso cadde su Tsubasa, di quanto fosse contenta di rivederlo a breve e della sua indecisione sul regalo di Natale.
“Sanae vorrei chiederti un consiglio, ma devi giurare di non parlarle con nessuno di quello che ti racconterò, neanche con Tsubasa”
La dottoressa la guardò leggermente allarmata
“Te lo prometto, cosa succede?”
Le raccontò della serata con gli amici, delle illazioni e del tentativo di baciarla di Suo, specificando di non avergli mai dato nessun segnale ambiguo, anzi di essere sempre stata chiara, precisando di avere una storia e di essere innamorata del suo ragazzo. Non omise neanche lo schiaffo. Vide Sanae pensarci su
“Perciò questo Suo è bello cotto, ma è il tipo vicino a te nella foto di ieri sera?”
Hitomi annuì
“Si lo so è piuttosto carino, ma con Genzo non c'è confronto. Ora non so se raccontare tutto a Genzo o far finta di nulla. Una parte di me vorrebbe dirglielo, soprattutto dopo l'enorme scenata che gli ho fatto per Marie, ma dall'altra parte non vorrei metterlo inutilmente in ansia. Non so cosa fare”
La cognata le sorrise, capiva perfettamente lo stato d'ansia di Hitomi, avere una relazione a distanza in quei momenti era difficile, magari una cosa banale poteva ingigantirsi rischiando di ferire l'altra persona. Certo con Tsubasa era sempre stata sincera e limpida, però anche lei aveva dovuto un paio di volte omettere qualcosina, proprio per evitare di far star male il ragazzo.
“Anche io al tuo posto sarei in crisi. Abbiamo paura di ferire l'altra persona e di creare tensioni che si possono benissimo evitare, ma dall'altro canto io sono per la piena trasparenza. Alla base della fiducia ci deve essere la sincerità”
“Il problema è che ho paura di farlo stare male. Però se penso che una ragazza potrebbe stare li con lui, provarci come ha fatto Suo e se Genzo non me lo dicesse andrei di matto”
Sanae le strinse una mano sorridendole, aveva già trovato da se la risposta
“Magari potresti dirglielo quando lo vedrai di persona, così riuscirete a chiarire subito la situazione”
Hitomi si aprì in un bel sorriso e le strinse la mano
“Hai ragione, grazie”
“Bene ora finiamo di cenare, così poi andiamo a prenderci un cocktail a quel locale super carino ”

Si stava annoiando terribilmente, a causa della gravidanza l'avevano messa a riposo forzato dal lavoro. Aveva preso le prime settimane come un occasione per finire quei piccoli lavoretti di casa che non faceva mai, come il pulire minuziosamente il servizio da tè o le posate d'argento. Poi era passata allo shopping per il nascituro, aveva comprato tutine, bavaglini e body di colori neutri. Jun poi era diventato ancora più amorevole e presente, non le lasciava compiere sforzi e la ricopriva di attenzioni, ma giustamente non poteva passare l'intera giornata con lei. Presa da un moto di noia scrisse nel gruppo delle ragazze, chiese cosa stessero facendo. La prima a risponderle fu Yoshiko, dicendo di star impazzando a causa del suo editore che le chiedeva di tradurre un libro complicatissimo. Poi fu il turno di Isabel, la francesina era impegnata su un set fotografico e mandò la foto dell'ambiente ricreato in studio. Poco dopo rispose anche Hitomi mandando una foto di lei e Sanae con la didascalia -Non essendoci Soichiro, stasera ci viziamo, cena a base di sushi. Come stai mammina? Jun ti sta facendo impazzire?-
Si mise davanti allo specchio dell'entrata e si fece una foto col pancione, scrivendo che stava diventando sempre più grossa e iniziava a sentire il “fagiolo”, era così che lo chiamava Jun, muoversi e inserì anche l'emoticon della balena, scatenando così le sue risate e quelle delle altre. Fu così che la trovò Jun, sorridente e allegra e questo mise di buon umore anche lui
“Finalmente vedo uno dei tuoi bei sorrisi” dopo averla baciata le fece una carezza sulla pancia per poi abbassarsi e posare l'orecchio dicendo
“Stasera vedi di far dormire la mamma”
Istintivamente Yayoi accarezzò la testa del marito e gli ricordò quanto lo amasse


Mi piaceva l'idea di descrivere alla fine del capitoloun piccolo momento della maternità di Yayoi e Jun, mi sono sempre piaciuti, li trovo bellissimi insieme.
Grazie ragazze per aver recensito il capitolo precedente, è sempre bello ricevere opinioni e sensazioni su quello che si è scritto. Ringrazio anche chi segue e legge la mia storia.
A presto


"

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Mancava meno di un mese alle feste natalizie, Tsubasa si sentiva già in agitazione per la ricerca dei regali di Natale per Sanae e Soichiro. Era il loro primo Natale insieme e voleva fare i regali perfetti. Aveva fatto un giro per vedere le vetrine dei negozi, ma non aveva ottenuto nessuna ispirazione. Era arrivato agli allenamenti un po' amareggiato, con calma aveva indossato la divisa da allenamento e seguito i compagni in campo. Non vedendolo allegro come sempre Gonzales gli chiese se andasse tutto bene
“Certo… posso chiederti cosa regalerai ai tuoi figli per Natale?”
Il compagno di squadra lo guardò stranito, poi ci pensò su
“Non saprei, ci pensa mia moglie… se vuoi un consiglio su cosa regalare a un bambino chiedi a Rivaul. Lui ci tiene a queste cose”
Lo ringraziò con un enorme sorriso per poi avvicinarsi al centrocampista. Anche Rivaul lo guardò leggermente stranito, sapeva che il fratellino più piccolo di Tsubasa ormai aveva 13 anni, un'età completamente diversa da quella di suo figlio.
“Si è appassionato alle costruzioni, ha chiesto a Babbo Natale i lego di Star Wars”
“Anche a Soichiro piacciono, ma non so se è un fan di Star Wars, chiederò a Sanae”
Rivaul si era appena ricordato che la nuova ragazza di Ozora aveva un figlio, ora si spiegava del perché di quelle domande. Con un sorriso si avviò verso lo spogliatoio, raccontando al compagno di squadra degli altri giochi che potevano interessare ai bambini
“Mentre a lei cosa regalerai?”
“Sono indeciso”
Sentendo la conversazione tra i due intervenne anche Almieja
“Di solito le donne vanno matte per i gioielli, vestiti e scarpe. Con quelli non sbagli di sicuro”
Con fare sconsolato Gonzales rimbeccò il compagno di squadra
“Perché non hai un minimo di fantasia”
“Ma sta zitto, dai sentiamo cosa regalerai alla tua dolce metà?”
“Un bel viaggetto, noi due belli soli e soletti. Due piccioni con una fava”
Così partì una vera e propria sfida su chi avesse avuto l'idea migliore per il regalo di compleanno della propria compagna.

Sotto consiglio di Rivaul era andato alla gioielleria che gestiva un'amica della moglie. La ragazza lo accolse con un sorriso, poi con garbo gli fece qualche domanda per sapere la ricorrenza, i gusti e i colori preferiti da Sanae. Se ci rifletteva attentamente l'aveva vista con gli orecchini, bracciali e collane fini e poco appariscenti, in più ricordava che il rosso era il suo colore preferito. Così la commessa iniziò a tirare fuori vari gioielli, tra cui un bracciale componibile
“Va molto di moda, vede può decidere se inserire dei charms di vario tipo e gusto”
Detto ciò tirò fuori i charms e gli propose una composizione. Gli sembrava davvero un gran bel regalo, eppure aveva qualche dubbio, solo una persona poteva aiutarlo. Guardò l'orologio e constatò che fosse l'ora giusta per chiamarla, attese qualche secondo prima di ricevere risposta
“Ciao Tsubasa come va?”
“Bene e tu?”
“Tutto nella norma, se cerchi Sanae non ti avrà risposto al cellulare perché starà aiutando Soichiro col bagno. Vuoi che le passi il telefono?”
“No no, cercavo te Hitomi. Ho bisogno di un consiglio”
Avvertì una sorta di titubanza da parte della ragazza
“Ah, ok come posso aiutarti?”
“Penso di aver trovato il regalo perfetto per Sanae, ma ho paura che non sia abbastanza”
Le raccontò del braccialetto in oro bianco a cui poteva aggiungere dei charms di suo gradimento, le descrisse cosa aveva scelto, un pallone da calcio per ricordargli di lui, uno stetoscopio per il lavoro di lei e infine un piccolo cuore rosso simbolo della loro relazione. Poi la commessa gli disse che se voleva poteva fotografarlo e farlo vedere all'amica, così le spedì l'immagine.
Aspettò con trepidazione il responso, forse non era un regalo adatto per Sanae
“Direi che è perfetto, le piacerà di sicuro”
Tsubasa tirò un enorme sospiro di gioia, poi ne approfittò e chiese se poteva dargli una dritta anche per il regalo di Soichiro. Hitomi decretò per un bel lego di Jurassic World, perché ultimamente il bambino aveva la fissa per i dinosauri.
“Ti devo un enorme favore”
“Allora ne approfitto subito. Tra un po' è il compleanno di Genzo, pensavo di regalargli uno di quegli orologi digitali dove puoi monitorare l'attività fisica. Dici che potrebbe piacerli?”
“Direi di sì, sappiamo quanto sia fissato con gli allenamenti”
Detto ciò i due si misero a ridere e si salutarono, con la promessa di non dire nulla alle loro dolci metà.

Il due dicembre era arrivato, finalmente aveva compiuto i fatidici vent'anni, per lo stato Giapponese era maggiorenne. Dentro di se era euforica e allo stesso tempo triste. Finalmente sarebbe stata trattata come un'adulta, perciò questo implicava che sua made aveva meno potere sulle sue decisioni. Dall'altra parte mancava una persona importante, suo fratello, senza volerlo le scappò una lacrima. Quando Hideaki era ancora in vita, la svegliava con un bacio sulla guancia e le preparava la sua colazione preferita, i pancakes con i frutti di bosco e lo sciroppo d'acero. Era diventata una tradizione, tanto da essere portata avanti da Soichiro e Sanae. Sentì i passi di suo nipote correre verso la sua porta, rapidamente si asciugò la lacrima e fece finta di dormire. Sentì il bambino saltare sul suo letto, per poi addossarsi a lei e darle un enorme bacio sulla guancia urlando
“Tanti Auguri zia”
“Cavoli che bel risveglio, grazie tesoro. Mmm ma sento un odore squisito”
“Ed ecco qui la nostra colazione, Tanti Auguri Hitomi”
Detto ciò Sanae entrò con un piccolo vassoio e un paio di pancakes, dove con i frutti di bosco aveva formato sopra il numero 20
“Grazie, dai siediti qui Sanae, non vedo l'ora di mangiare i tuoi buonissimi pancakes”
Era uno dei suoi momenti preferiti, non le servivano regali, le bastava stare solo con le persone che amava, peccato mancassero Genzo e Hiro. L'amico aveva fatto gli anni sette giorni prima, non era riuscito a rientrare a causa del lavoro, così lei e la nonnina avevano preso il treno ed erano andate a trovarlo per la pausa pranzo. Hiro si era così emozionato nel vederle che aveva pianto dalla gioia, la nonna lo aveva abbracciato a se ricordandogli quanto fosse fiera di lui. Quando fu il momento dei saluti l'amico le promise di tornate almeno per la loro festa, dato che faceva gli anni vicino avevano sempre festeggiato insieme.
Genzo invece lo avrebbe sentito nel primo pomeriggio con una video chiamata. Anche il suo compleanno era vicino, mancavano solo cinque giorni, ciò le ricordò di controllare il corriere per vedere se il suo regalo sarebbe arrivato in tempo a Monaco.
Scesero in cucina e continuarono a ridere e preparare pancakes, si girò per prendere il succo di frutta e trovò un pacchetto in bella vista sul tavolo
“Prima guarda il biglietto zia”
Con delicatezza aprì la busta e trovò il biglietto pieno di foto sue con Soichiro e Sanae, il piccolo aveva disegnato anche una torta con la scritta tanti Auguri
“È bellissimo, dopo lo incornicio”
Tentò di non rovinare la bellissima carta regalo, era sicura che a impacchettarlo fosse stata la cognata, aveva un'abilità eccezionale nell'incartare i regali, i suoi fiocchi e le decorazioni erano sempre semplici ma di grande effetto. Nella scatola c'era una bellissima collana in argento da dove svettava un ciondolo a medaglione ovale
“Il ciondolo si apre”
Con delicatezza fece pressione e lo aprì, dentro vi era una foto di loro tre con Hideaki. Ricordava benissimo quando era stata scattata la foto, dopo una gita in montagna dove si erano divertiti un mondo, esattamente sei mesi prima che a Hideaki diagnosticassero la leucemia. Dentro di se aveva delle emozioni contrastanti, era felice eppure allo stesso tempo malinconica. Vedendo la sua espressione intervenne Sanae
“Se vuoi puoi cambiare la foto”
“No è perfetta”
Il bambino abbracciò la zia dicendole che così sarebbero sempre stati insieme.
Stava aiutando Sanae a riassettare la cucina quando sentì suonare il campanello, Soichiro corse ad aprire la porta per poi chiamarla. Davanti a se aveva il più grande fascio di rose rosse che avesse visto in vita sua, tanto da non riuscire a vedere il viso del corriere, lo sentì chiederle se era lei Hitomi Mitsui, alla sua risposta affermativa le chiede se potesse posare in casa i fiori. Dopo essersi assicurato di averli messi nel modo corretto le consegnò anche una scatolina, le chiese di firmare gentilmente il foglio per poi andarsene. Tirò fuori il biglietto dal mazzo di fiori e lesse
- Anche se i chilometri ci dividono fisicamente, con l'anima sono con te. Auguri di buon compleanno. Ti Amo, Genzo -
“Però Genzo non si è risparmiato coi fiori, cosa c'è nella scatola”
Con mani leggermente tremanti l'aprì e all'interno vi erano due biglietti per il concerto degli Imagine Dragons di giugno, il suo gruppo preferito. Aveva raccontato al suo ragazzo di aver provato a prenderli, ma in meno di cinque minuti erano spariti ed era diventato impossibile trovarli. Lesse bene e notò che erano pure vip, in prima fila. Come una bambina iniziò a saltellare dalla gioia. Chiese a Sanae di farle una foto con l'enorme mazzo e i biglietti in mano, la cognata non l'aveva vista così felice da tempo, era da tanto che non vedeva quel sorriso sul volto di Hitomi.

Era in trasferta con la squadra a Dortmund, la sera precedente avevano giocato contro la Borussia Dortmund, come previsto avevano vinto ed erano in testa alla classifica. Non erano potuti rientrare a Monaco a causa dello sciopero degli aerei, perciò erano rimasti a dormire in uno degli alberghi della zona e avevano festeggiato, ovviamente con moderazione sotto l'occhio vigile del mister. Si era alzato di buon umore, era il giorno del compleanno di Hitomi. Appena sveglio aveva trovato un messaggio della ragazza con la foto dove teneva in mano i fiori e i biglietti, lo ringraziava con un ti amo finale. Esultò contento, aveva fatto centro, perciò doveva un enorme favore a Karl, era stato l'amico a procurargli i biglietti, dicendo di avere un contatto sicuro. Avrebbe voluto chiamarla subito, ma non voleva essere interrotto da Karl o Hermann, perciò avrebbe aspettato il primo pomeriggio. Aprì l'app di Istagram e sbirciò le storie della ragazza, alcuni erano di auguri di vari amici, storse leggermente il naso quando vide anche gli auguri di Aoi, e poi vide la foto che gli aveva mandato. Poi un post attirò la sua attenzione, era un collage di varie foto, alcune in cui Hitomi e Hiro erano davvero piccoli, poi altre ai tempi delle superiori e infine una in bianco e nero, Hiro era probabilmente seduto e l'amica lo abbracciava da dietro posando il capo tra l'incavo della spalla e collo. Hiro aveva scritto – Auguri a te, presenza costante, preziosa e insostituibile. Ti voglio bene- poteva percepire tutto l'affetto e l'amore che i due ragazzi provavano uno per l'altro, il loro legame era davvero forte. In un certo senso provava una sorta di gelosia vero Hiro, sapeva perfettamente che era il pilastro di Hitomi, sia nei momenti belli e brutti. Sperava col tempo di diventare lui la persona a cui la ragazza si sarebbe affidata completamente e di poter aver quella fiducia e totale dedizione di cui era in possesso Hiro.
Fu ridestato dai suoi pensieri dal suono del cellulare, era sua madre
“Ciao tesoro, complimenti per la partita”
“Grazie, come state?”

“Bene, indaffarati come sempre per il lavoro. Volevo sapere se confermavi la tua presenza alla cena di gala della fondazione”
“Certo, sarò a Tokyo in quel periodo”
“Ottimo, ovviamente verrai accompagnato”
Ci aveva già pensato, avrebbe portato con se Hitomi, era l'occasione perfetta per rendere la loro relazione ufficiale, così tutti avrebbero saputo che lei era la sua ragazza e ci avrebbero pensato due volte prima di importunarla.





Finalemente Hiromi è arrivata alla agoniata maggiore età, ora chi lo ferma più il nostro portiere?! ^^
Ho voluto far interagire un pò di più Tsubasa con Hitomi
, chi meglio di lei poteva consigliarlo?
Grazie di cuore a chi legge e chi recensisce la storia, davvero Grazie
Un mega saluto e al prossimo capitolo
Syerra

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


La scorsa notte aveva nevicato, al risveglio i cittadini avevano trovato una Yokohama innevata. Non erano rare le nevicate, di conseguenza le strade erano sgombre e i mezzi pubblici erano ben preparati al periodo invernale. A Sanae era sempre piaciuto il periodo natalizio, adorava addobbare la casa e preparare i biscotti tipici di quel periodo, ne preparava sempre in più per poterli portare nell'area ristoro per il personale medico. Con passo allegro andò a prendere Soichiro, sbirciò le decorazioni nei giardini dei vicini e ammirò quelle delle strade di quartiere, in più se si impegnava poteva sentire l'aroma tipico delle spezie natalizie. Anche suo figlio uscì allegro da scuola, le raccontò del progetto natalizio che stavano costruendo in classe e di come non vedesse l'ora di festeggiare il Natale tutti insieme. Durante il tragitto verso casa fecero una piccola battaglia di neve, il piccolo Mitsui era riuscito a colpirla sulla schiena e la madre con un finto cipiglio arrabbiato lo iniziò a inseguire. Arrivarono ridendo davanti al cancello, stava inserendo la chiave quando sentì
“Ben arrivati”
Riconobbe subito la voce, sorpresa si girò verso Tsubasa e vide di fianco a lui Genzo, il bambino con un grido di gioia si fiondò verso il capitano e si fece sollevare in aria, per poi abbracciare il ragazzo dicendo
“Ci sei mancato tanto Tsubasa”
Al capitano salì un piccolo groppo in gola per l'emozione di aver sentito quelle parole, strinse leggermente a se il bambino per poi posarlo e spostare lo sguardo verso la sua ragazza, Sanae sembrava ancora scioccata dalla situazione. Si avvicinò lentamente per poi prendergli il viso tra le mani, come per constatare che fosse vero
“Sei davvero qui…. Bentornato a casa”
Non riuscendo ad aspettare più Tsubasa si chinò su di lei e le diede un bacio appassionato
“Ragazzi sono felice per voi, ma qui si gela, potremmo entrare in casa?”
La dottoressa arrosì leggermente, aprì velocemente il portone di casa e l fece entrare
“Come sono felice, ma Hiomi lo sa?”
“No è una sorpresa, a proposito lei dov'è?”
“Ancora in università, dovrebbe rientrare a breve”

Dopo le lezioni universitarie era andata con Kamiya e le altre ragazze al bar dell'ateneo, mentre bevevano il tè ne avevano approfittato per scambiarsi i doni di Natale. L'amica sarebbe tornata a casa dei genitori per le feste natalizie, ma con l'intento di tornare per capodanno per passare gli ultimi giorni di ferie col suo ragazzo. Mentre parlavano di come avrebbero trascorso le feste, videro passargli accanto Suo, il ragazzo le fece un cenno di saluto per poi andare dritto al bancone
“Credo gli bruci ancora il tuo rifiuto” le sussurrò Kamiya
Hitomi alzò le spalle e continuò a sorseggiare la bevanda, non si sentiva minimamente in colpa, più volte aveva avvertito il compagno di studi di non provare interesse e l'ultima volta era stato davvero inopportuno. Entrambi sembravano voler stare a dedita distanza e ciò non le dispiaceva.
Per sua fortuna era riuscita a prendere appena in tempo il treno delle 17, in più aveva trovato un posto a sedere. Mandò un messaggio di incoraggiamento a Hiro, sapeva quanto fosse impegnato e agitato per la mostra, gli ricordò di quanto fosse pieno di talento e che sarebbe venuta per l'inaugurazione. Il piano era quello di andare insieme a Sanae a Tokyo per il 22, partecipare alla mostra, per poi trovarsi con Genzo e Tsubasa il giorno seguente ed andare insieme a Natsukawa. Era così contenta ormai mancavano pochissimi giorni e avrebbe rivisto il suo ragazzo.
Era riuscita ad arrivare a casa incolume, aveva rischiato di scivolare un paio di volte sull'asfalto a causa del ghiaccio. Come di consuetudine urlò di essere arrivata, mentre si toglieva le scarpe notò due paia di scarpe maschili, molto probabilmente Sanae aveva ospiti, potevano essere dei colleghi o dei pazienti per un consulto
“Ben arrivata”
Alzò di scatto la testa, vide alla fine del corridoio Genzo che le sorrideva a braccia aperte in un chiaro invito a raggiungerlo. Istintivamente corse verso di lui abbracciandolo, a causa della foga lo fece leggermente sbilanciare all'indietro. Il ragazzo le prese il viso tra le mani e la baciò
“Hey un po' di contegno”
Gli disse Tsubasa ridendo, Hitomi sorrise al capitano e lo salutò, ma senza staccarsi dal suo ragazzo.
Mentre preparavano la cena sentivano le risate e le esclamazioni divertite dei ragazzi, Soichiro aveva insistito per fargli provare un video gioco di lotta
“Non sapevo arrivassero oggi”
“Neanche io, mi è quasi venuto un colpo quando me li sono ritrovati davanti a casa. Ci hanno fatto davvero una bella sorpresa”
Hitomi annuì e continuò il suo lavoro col sorriso stampato in volto.

Durante la cena Soichiro tenne banco, raccontò della scuola, amici e del calcio, poi sommerse di domande il capitano e il portiere. Sanae cercò di contenere l'entusiasmo del piccolo, ma era davvero irresistibile con gli occhi pieni di felicità.
“Meno male oggi sono tornata prima dal lavoro, se no avreste aspettato fino all'arrivo di Hitomi”
“Avremmo corso il rischio, se ti avessi fatto troppe domande avresti scoperto la sorpresa”
Genzo strinse la mano di Hitomi per attirare la sua attenzione
“Dopo cena dovrai preparare la valigia, domani pomeriggio partiremo per Tokyo”
La ragazza lo guardò leggermente stranita, mancavano ancora quattro giorni alla mostra a cui avrebbe partecipato Hiroaki, non capiva perché dovessero partire prima, forse voleva stare solo con lei. Vedendola pensierosa le spiegò il motivo
“Devo andare a Tokyo per lavoro e tra tre giorni ci sarà il galà della fondazione benefica Wakabayashi e voglio andarci con te, per presentarti come la mia ragazza”
Senza volerlo Hitomi sgranò gli occhi e assunse una faccia shoccata, non si immaginava di uscire allo scoperto in pompa magna, per di più avrebbe conosciuto la famiglia di Genzo e questo la spaventava a morte. Sentì la presa sulla sua mano farsi più forte, il suo ragazzo la guardava con uno sguardo deciso e sembrava attendere una risposta
“Non ho un abito da sera per un galà”
Era stata la prima cosa a venirle in mente, Genzo la fissò con dolcezza dicendole di non preoccuparsi perché avrebbero rimediato a breve.

Soichiro aveva chiesto a Tsubasa se poteva leggergli una storia mentre cercava di addormentarsi, lei ne approfittò per andare in camera e preparare il bagno. Mentre l'acqua riempiva la vasca aggiunse l'essenza di lavanda che piaceva tanto a Tsubasa, per aggiungere un pò di atmosfera accese le candele e spense la luce. Il capitano la raggiunse poco dopo, trovandola già nella vasca con uno dei suoi sorrisi che gli mozzava il fiato. In un attimo si spogliò e si immerse, con dolcezza l'attirò a se facendola salire a cavalcioni, la baciò con urgenza mentre le mani vagavano sul corpo della dottoressa. Sanae sentiva il bisogno di fondersi con lui, si alzò leggermente per poi poi riabbassarsi e non riuscì a trattenere un gemito di soddisfazione, come se non bastasse Tusabasa aveva iniziato a tormentare i suoi seni con la bocca, per poi salire al collo arrivando poi all'orecchio
“Sei così bella, mi sei mancata da morire”
Il ragazzo le impose il ritmo, Sanae aveva il cervello in panne, stava provando un calendoscopio di emozioni, quando sentì l'orgasmo arrivare si impossessò delle labbra dell'uomo e lo baciò.
Uscirono solo quando l'acqua era troppo fredda, Tsubasa avvolse Sanae nell'accappatoio per poi prenderla in braccio e depositarla sul letto. Si mise i boxer e la maglia della salute per poi sdraiarsi attirandola a se, gli era mancato tutto di Sanae, si beò del calore del suo corpo rilassandosi
“Finalmente sono a casa”
La dottoressa sorrise, passò la mano sulla schiena del capitano e si accoccolò meglio contro di lui, anche a lei era mancato terribilmente, alzò la testa per guardarlo negli occhi, ma Tsubasa si era addormentato con un bel sorriso sulle labbra. Era felice di sapere che nonostante fossero passati tutti quegli anni il sorriso del suo primo amore era rimasto sempre lo stesso.

Erano arrivati la sera precedente a Tokyo, Genzo aveva prenotato la suite nell'albergo della volta precedente. Per quel lasso di tempo aveva cercato di rilassarsi e di non pensare all'imminente galà, il ragazzo le aveva assicurato di averle prenotato un appuntamento con una delle boutique più importanti del paese per poter trovare l'abito perfetto. Peccato non avesse intuito di cosa avesse paura in realtà, cioè il conoscere la famiglia Wakabayashi, sarebbe stata una tragedia se non fosse piaciuta ai genitori del suo ragazzo. Genzo l'aveva rassicurata, dicendole che li avrebbe conosciuti a cena
“Mia mamma non vede l'ora di conoscerti, perciò ha insistito per vederti prima della festa”
Hitomi tentò di mantenere la calma, era troppo in poco tempo, tentò di pensare ad altro facendo mente locale sui vestiti che si era portata dietro.
Genzo l'accompagnò davanti alla boutique, mentre lei era intenta a cercare l'abito perfetto, lui sarebbe andato a una riunione col suo procuratore e uno sponsor
“Dovrei finire in un paio d'ore”
“Tranquillo prendo un taxi, non so quanto ci metterò. Ci sentiamo più tardi”
Detto ciò gli diede un bacio a stampo e scese dall'auto.
Il negozio emanava un senso di eleganza e raffinatezza, sembrava uno dei classici negozi frequentati da sua madre. Le riconrdò quando la trascinava con se, lei si posizionava su uno dei divanetti e aspettava per ore che si decidesse cosa comprare.
Una commessa le si avvicinò in modo cordiale, chiedendole se avesse un appuntamento, alla sua risposta affermativa e al cognome Wakabayashi, la donna assunse un sorriso molto più ampio. Le raccontò della cena di gala e che cercava un abito con accessori adeguati all'evento, la commessa chiamò una commessa più giovane, le fece un breve elenco di cosa prendere e poi invitò Hitomi a seguirla. Le porse una vestaglia color glicine e le chiese se gradisse un flut di champagne, fu tentata di rifiutare, ma pensò che l'avrebbe sciolta un po'.
Provò un'infinità di vestiti, alcuni erano troppo semplici o eccentrici, oppure era il taglio o il colore non le donavano. Era quasi sul punto di arrendersi, quando la commessa più giovane le porse un abito blu notte, l'aiutò a indossarlo. Appena uscì dal camerino e si specchiò capì che era quello giusto. L'abito era elegante e fine, sbracciato, con una lunga gonna in tulle creava un bel gioco di volume, senza farla sembrare una bomboniera e per di più alla luce sembrava brillare leggermente. Quello che le piaceva di più era la scollatura sulla schiena, era un po' profonda, la trovava sexy ma non volgare, con entusiasmo la commessa commentò
“Sembra fatto su misura per lei”
Le porse poi un paio di decoltè, il soprabito e la pochette da abbinare. Poi fu la volta dell'intimo e dei vari accessori“Non metterei una collana, lo scollo sulla schiena crea un effetto stupendo, se lo lasci dire è davvero bellissima”

Controllò l'orario e notò che erano già le sei e trenta, avevano appuntamento con i suoi genitori tra un ora e Hitomi non era ancora tornata, se non si fossero avviati per le sette avrebbero rischiato di fare tardi. Stava per chiamarla quando la sentì entrare ringraziando il facchino che l'aveva accompagnata, l'uomo lasciò i pacchi su una delle poltrone e dopo aver preso una mancia li lasciò augurandogli una buona serata.
“Scusa per il ritardo, mi preparo in un attimo, non sbirciare il mio vestito è una sorpresa”
Sentì l'acqua della doccia accendersi entrò in bagno, era tentato nel seguirla, ma sapeva di non avere molto tempo perciò lasciò perdere e finì di prepararsi.
Per gran parte del tragitto in auto cercò di tranquillizzarla, dopo aver lasciato l'auto al posteggiatore entrarono nell'hotel. Vide i suoi al tavolo del ristorante, prese per mano Hitomi e li raggiunse, entrambi li accolsero con un bel sorriso, dopo averli salutati disse
“Mamma e papà, lei è Hitomi Mitsui la mia ragazza”
“Piacere” detto ciò fece un inchino in segno di rispetto con le gote leggermente arrossate, invece sua madre le si avvicinò con un bel sorriso e l'abbracciò leggermente a se
“Finalmente ci conosciamo”
Ciò stemperò un po' la situazione e si accomodarono un po' più rilassati. Mentre sfogliava il menù Hitomi sbirciò i genitori del ragazzo. Genzo e suo padre si assomigliavano molto, ma il taglio degli occhi era più simile a quello di sua madre, leggermente più grandi, ma il sorriso era quasi identico a quello paterno. Poi si concentrò sulla signora Wakabayashi, era proprio una bella donna, fine ed elegante, era immaginata un altra donna ricca, frivola e viziata, invece Aya Wakabayashi era l'opposto della sua, dai suoi occhi si poteva vedere quanto amasse suo figlio, lei quello sguardo non lo aveva mai visto sulla sua. Senza volerlo si ritrovò al centro dell'attenzione, i genitori di Genzo le fecero qualche domanda, ma senza mai essere invadenti
“Domani sarete al tavolo con tuo fratello Ichiro e tua cognata ” poi rivolse il suo sguardo sulla ragazza “Ti piacerà Akemi, è una ragazza sveglia e molto cordiale”
Hitomi non sapeva che Genzo avesse un fratello, non avevano mai parlato tanto delle loro famiglie, questo le fece capire che sapeva ancora poco della vita del ragazzo. Sentì la mano di Genzo stringergli la sua sotto il tavolo, alzò lo sguardo su di lui e lo vide sorridergli con dolcezza, in quel momento pensò che avrebbero avuto tutto il tempo per conoscersi ancora meglio.


Con gioia sono riuscita a postare. Siamo in atmosfera natalizia e di grandi novità, ora che si sono riuniti chissà cosa accadrà
Grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono la mia storia, soprattutto a Cianfri, Attila 82 e Mary1987
Grazie ancora a tutti Syerra

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Dopo aver salutato l'ultimo paziente mise via il camice e le ultime cose sul tavolo. Ricontrollò insieme alla caposala se fosse tutto a posto e infine ricontrollò la cartella del post operatorio del signor Saito, a quanto pare sembrava procedere tutto per il meglio
“Se ci fossero dei problemi chiamatemi”

L'infermiera le sorrise e le augurò un buon Natale, dicendole di riposarsi e fare carico di buone energie.
Mentre andava alla macchina mandò un messaggio a Tsubasa dicendogli che si sarebbe fermata al market per prendere le ultime cose per la serata, avrebbero avuto a cena i Sumiyoshi. Tsubasa le rispose che non c'erano problemi e che avrebbe preparato la merenda a Soichiro. Era felice di come il capitano fosse riuscito a ben integrarsi con i loro ritmi, il giorno prima aveva accompagnato il bimbo agli allenamenti e l'aveva aiutata con gli ultimi acquisti per il Natale, come se fossero una vera e propria famiglia. Eppure non riusciva a togliersi quel vago senso di malinconia.
La cena si stava svolgendo in allegria, i Sumiyoshi non furono troppo invadenti con Tsubasa, anzi lo trattavano come un amico di lunga data e Takao dopo essersi vantato di essere un abile giocatore di monopoli sfidò il capitano e i bambini. Mentre gli altri giocavano Sanae andò in cucina per preparare il tè, poco dopo arrivò Chidori per farle compagnia
“Aveva ragione Keitaro, Ozora è proprio cordiale e alla mano”

“Già, è sempre stato così fin da piccolo”
“Mi sembra che con Soichiro vada molto d'accordo”
“Sì, all'inizio non l'aveva presa molto bene, ma col tempo ha accettato Tsubasa nelle nostre vite”
La mamma di Keitaro le sorrise gentilmente
“Credo sia normale, per lui deve essere stato un enorme cambiamento. Invece te come stai?”
Adorava Chidori, era una donna schietta e molto empatica, riusciva ad ascoltare gli altri senza pregiudizio e a dare buoni consigli. Era stata un'amica preziosa quando aveva perso Hideaki, lei e Takao l'avevano aiutata con Soichiro nei momenti più bui
“Ci credi se ti dico di sentirmi una centrifuga di emozioni?! Sono al settimo cielo perché lui è qui, si è integrato subito con la nostra routine e mi sento così amata, eppure allo stesso tempo mi sento anche triste perché non vorrei che tornasse in Spagna alle fine delle vacanze. Ho paura capisca che la lontananza non ci farà bene e si stanchi di me. Così mi sento pure una stronza ingrata e” senza volerlo iniziarono a scenderle delle lacrime. Chidori l'abbracciò a se, accarezzandole la schiena come faceva una mamma con un bambino
“Hey, non devi farti queste paranoie. Credo si sentirebbero tutte così al tuo posto. Cerca di goderti questi giorni e poi si vedrà come andrà, dopotutto se il destino vi ha fatto rincontrare ci sarà un perché”
Sanae si asciugò le lacrime e ringraziò l'amica
“Brava e adesso andiamo di la e sfidiamo Takao a monopoli, vediamo se a questo giro riesco ad aggiudicarmi il Viale della Vittoria”

Miyu arrivò in perfetto orario al luogo dell'appuntamento, non si stupì dell'eleganza dell'albergo, sapeva benissimo che i genitori di Hitomi erano molto facoltosi. L'aveva chiamata due giorni prima, chiedendole un enorme favore, aveva bisogno delle sue mani d'oro, così le aveva decantate la ragazza, per fare un figurone a un gala di beneficenza. Controllò il numero di stanza datole dalla reception e bussò. Fu piacevolmente stupita dalla figura che le aprì la porta, un bel ragazzo, alto, moro e ben piazzato,probabilmente aveva sbagliato stanza,stava per chiedergli scusa quando vide sbucare Hitomi in vestaglia dietro di lui
“Ciao Miyu, grazie per essere venuta. Ti sono debitrice. Lui è il mio ragazzo, Genzo Wakabayashi, lei è la mia amica truccatrice Hashimoto Miyu”
Non sapeva della relazione di Hitomi con quel fusto, aveva visto Hiro qualche settimana prima e non le aveva detto niente. Fece un piccolo inchino guardandolo leggermente imbarazzata, poi Hitomi la prese per mano e la invitò a seguirla nella camera
“Però”
“Già… stasera saremo alla festa di beneficenza dei Wakabayashi, perciò ho bisogno di una delle tue magie. Per caso riusciresti a darmi anche una sistemata ai capelli?”

La ragazza sorrise all'amica, sapeva che non doveva far un grande sforzo per rendere Hitomi bellissima, di per se c'era un'ottima base. Si fece far vedere il vestito, passò lo sguardo sulla ragazza, per poi tirare fuori gli strumenti del mestiere dicendole di sedersi sullo sgabello vicino alla finestra. Socchiuse gli occhi e fece partire la magia
Genzo sentì le risate delle due ragazze provenire dalla stanza, entrambe gli avevano intimato di non entrare, perciò si mise sul divano per vedere le email di lavoro e gli ultimi risultati dei campionati. Quando decretò che fosse l'ora giusta, andò nell'altro bagno per farsi una doccia, indossò il completo elegante, per poi ingellarsi leggermente i capelli e spruzzarsi un po' di colonia. Guardò l'orologio, dovevano uscire entro dieci minuti o avrebbero ritardato. Stava per andare a bussare alla porta, ma si ritrovò Hashimoto davanti, aveva stampata sul viso un'aria soddisfatta, si mise accanto a lui dicendo “Preparati”
Capì il senso di quelle parole solo quando vide Hitomi, era bellissima. Miyu aveva reso i capelli dell'amica leggermente mossi, con maestria aveva fatto partire dal lato sinistro della nuca una treccia che andava a perdersi dietro ai capelli sciolti, posati sul lato destro. Il trucco era leggero, eppure esaltava il viso di porcellana dove spiccavano le labbra invitanti coperte solo da un gloss. Il vestito era un vero incanto, sembrava disegnato su di lei. Sentì la gola seccarsi, tentò di schiarirla “Sei stupenda”
Con una falcata le fu vicino e le diede un bacio, sentendo le proteste della truccatrice che gli intimava di stare attento al trucco
“Mettetevi vicino, così vi faccio una foto”
Miyu stava uscendo quando fu fermata da Hitomi, le diede una busta in mano, ma l'altra protestò
“No, non mi devi nulla, l'ho fatto con piacere”
“Scherzi?! Hai fatto un lavoro stupendo e meriti di essere pagata”
La truccatrice sbuffò leggermente, sapeva quanto poteva essere testarda l'amica, così accettò la busta dicendole
“Mi raccomando fammi una buona pubblicità. Divertiti”

L'autista li stava aspettando nel parcheggio sotterraneo, con un sorriso cortese le fece un piccolo inchino e le aprì la portiera, prima di chiuderla si assicurò che la gonna del suo vestito fosse interamente dentro. Sentì l'agitazione crescere quando la macchina imboccò la strada. Genzo l'avrebbe presentata a tutti come la sua ragazza, non dovevano più nascondersi e tutti avrebbero saputo della loro relazione. Aveva provato nel pomeriggio a chiamare suo padre, ma senza nessun risultato, molto probabilmente era a qualche riunione di lavoro. Gli aveva lasciato un messaggio in segreteria, spiegandogli nel modo più coinciso possibile cosa sarebbe accaduto quella sera e che si era innamorata follemente del portiere. Conoscendo suo padre l'avrebbe appoggiata in ogni sua scelta, mentre sua madre avrebbe potuto dare in escandescenza per non essere stata avvisata.
Genzo vedendola ansiosa le prese la mano e la tenne stretta a se per tutto il tragitto. Le disse chi avrebbe partecipato alla festa e se si fossero annoiati troppo avrebbe trovato una scusa per andarsene, ciò fece sorridere sia lei che l'autista.
Davanti all'entrata dell'hotel vi erano una marea di giornalisti, senza volerlo Hitomi sgranò gli occhi e sentì il cuore in gola. Genzo scese per primo dal veicolo, poi le porse la mano per aiutarla a scendere stringendola leggermente e guardandola con uno sguardo sicuro e rassicurante. I flash li inondarono, Genzo lasciò momentaneamente la sua mano, per poi stringerle la vita e chinandosi al suo orecchio le sussurrò “Sei bellissima”
Automaticamente spuntò sul viso della ragazza un bel sorriso
I fotografi cercavano di attirare l'attenzione del portiere e dell'accompagnatrice, qualcuno chiese chi fosse la ragazza accanto a lui
“È la mia ragazza, ora se volete scusarci dobbiamo entrare, se no rischiate di far infuriare mia madre”
Detto ciò porse il braccio a Hitomi e salirono i pochi gradini che li dividevano dall'entrata dell'albergo.
Una delle hostess si avvicinò con un sorriso smagliante, dopo averli salutati chiese a loro di porgergli i cappotti e gli augurò di divertirsi.
I signori Wakabayashi erano intenti a salutare gli ospiti che entravano nella sala. Hitomi fu piacevolmente colpita dall'allestimento, dovette fare forza su se stessa per non rimanere a bocca aperta. La sala era piena di fiori che spaziavano da tonalità dal rosa al bianco, le tavole erano apparecchiate con una mise en place oro-rosa e piatti di porcellana finissimi, mentre i bicchieri di cristallo facevano bella mostra di se riflettendo le luci della sala.
La “padrona” di casa li accolse con un ampio sorriso
“Siete entrambi bellissimi, Hitomi cara sei una gioia per gli occhi”
“Attento Genzo, qualche aitante giovanotto potrebbe tentare di soffiartela”
Il portiere sbuffò divertito, ma non mancò di stringerla a se possessivamente, mentre lei arrossiva leggermente
La mamma di Genzo le indicò il loro tavolo, assicurandoli che fossero con loro e il figlio maggiore
“Perchè non presenti Hitomi a Ichiro e Akemi, saranno felici di conoscerla”
Detto ciò i due si incamminarono verso il loro posto, dove erano già seduti il fratello e la cognata di Genzo
“Cavoli ho perso la scommessa, sei davvero venuto”
“Sei sempre così spiritoso fratellone, Hitomi ti presento quel simpaticone di mio fratello Ichiro e la mia dolce cognata Akemi”
Sul viso della ragazza più grande apparve un enorme sorriso, doveva essere abituata ai “battibecchi” dei due fratelli. Si alzò e le venne incontro abbracciandola leggermente
“Sono così felice di conoscerti, la signora Wakabayashi non ha fatto altro che parlare di te”
“Già, vorrei proprio sapere come fai a sopportare quel rompiscatole di mio fratello”
Senza volerlo a Hitomi scappò uno sbuffo divertito, li trovava già simpatici, mentre il sopracciglio sinistro di Genzo schizzò verso l'alto facendogli assumere un'espressione contrariata.

La serata si stava rivelando meno noiosa del previsto, Hitomi sembrava aver già legato con Akemi, scoprendo di avere degli interessi comuni. Le aveva lasciate intente a parlare di qualche artista di cui non conosceva il nome. Chiese al barista di preparargli un bicchiere di scotch
“Stasera ti dai alla pazza gioia”
“Ogni tanto fa bene svagarsi, lo dice sempre anche Tsubasa”
Ichiro fece segno al barista di preparare la stessa ordinazione del fratello
“Quando mamma mi aveva parlato di lei e della sua età avevo avvertito un campanello di allarme”
Il portiere guardò con uno sguardo contrariato il fratello maggiore, non poteva davvero pensare che Hitomi fosse un'arrampicatrice sociale, stava per rispondergli, ma vedendo il suo disappunto Ichiro continuò
“Invece mi piace, mi sembra una ragazza a modo e in gamba”
“Di la verità, ti sei rasserenato quando papà ti ha detto che la sua famiglia è ricca quasi quanto la nostra. Di conseguenza non ha mire sul nostro patrimonio”
Fu la volta di suo fratello maggiore a indignarsi, delle volte Genzo non capiva il suo punto di vista ed era sempre pronto a giudicarlo. Da piccolo aveva invidiato e quasi odiato suo fratello, non capiva perché potesse fare ciò che gli piaceva, mentre lui doveva avere quella sorta di responsabilità come primo erede dei Wakabayashi. Poi quando erano diventati più grandi, si erano confrontati e avevano trovato una sorta di punto di incontro e si erano avvicinati parecchio.
“Gen ti voglio bene, ero solo preoccupato per te”
Il minore scosse leggermente la testa, non voleva rovinare l'atmosfera, così fece un profondo respiro e ricacciò indietro l'orgoglio. Gli passò un braccio attorno alle spalle e ridendo fece tintinnare il suo bicchiere con quello di Ichiro
“Ed ecco i miei ragazzi”
“Mamma è davvero una festa pazzesca”
“Grazie caro…. Scusi può fare una foto a me e ai mie ragazzi?!!
Alla richiesta della signora il fotografo puntò l'obiettivo su i tre, la donna si mise in mezzo ai due figli prendendoli a braccetto e sorridendo in maniera gioiosa, tanto che contagiò i due ragazzi.

Si svegliò in tarda mattinata, la sera erano rientrati tardi e per di più Genzo l'aveva letteralmente assaltata appena entrati in camera. Sentiva il corpo leggermente intorpidito, tentò di alzarsi, ma la presa di Genzo, attorno alla sua vita, si fece più stretta, così si girò verso di lui con l'intento di svegliarlo. Dovete abbandonare il suo proposito quando sentì il telefono squillare, con decisione si staccò dall'abbraccio del portiere e mentre rispondeva al telefono indossò la camicia del ragazzo
“Pronto papà”
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?”
Non era decisamente la voce gentile di suo padre, ma quella altezzosa e alterata di sua madre, non volendo svegliare la sua dolce metà si spostò nel salotto
“Ciao mamma, grazie per aver chiesto come sto. Comunque so benissimo cosa ho fatto se ti riferisci alla mia presenza alla festa dei Wakabayashi”
Poteva immaginare l'espressione furente della donna
“Dovevi avvertirci, come al solito fai di testa tua. Ora tuo padre è di la a spiegare ai soci che questa tua follia non implicherà una fusione con la compagnia dei Wakabayashi”
Hitomi tentò di capirne il nesso, insomma cosa diamine poteva fregare a quelle persone con chi stesse, era la sua vita privata e il fatto che Genzo fosse il figlio di uno degli imprenditori più importanti del Paese non implicava una questione economica. Cercò di mantenere la calma, sicuramente sua madre stava ingigantendo la questione e non le avrebbe passato suo padre, molto probabilmente era offesa perché ne era rimasta all'oscuro
“Mi spiace se papà ha delle rogne sul lavoro, ma l'ho avvertito ieri pomeriggio. Non mi sembra fosse in disappunto, dato che in serata mi ha risposto con un -Grazie per avermi avvertito, sono felice per te-. Adesso devo andare, ci sentiamo più tardi”
“Hitomi non osare riattaccare il telefono”
Troppo tardi, l'aveva fatto e aveva persino messo la modalità aereo per non essere disturbata
“Problemi?”
Genzo se ne stava nella sua totale bellezza appoggiato allo stipite della porta, era così sexy con i capelli spettinati e solo i boxer. Tentò di riconnettere il cervello e di trovare una risposta sensata
“Sì, solo uno dei soliti drammi di mia madre”
Si avvicinò a lei con uno sguardo strano, l'abbracciò e sentì le mani del ragazzo scivolare sotto la camicia e afferrarle il sedere
“Cavoli sei dannatamente sexy con la mia camicia addosso”
“Gen-Genzo tra poco arriveranno Sanae e Tsubasa”
Non la stava di certo ascoltando dato che la mano aveva superato la barriera delle sue mutandine, sentiva le vertigini e avrebbe voluto continuare quell'assalto mattutino, ma qualcuno bussò alla porta
“Maledizione è il servizio in camera, ho prenotato la colazione”
Ridendo Hitomi andò in camera per rendersi presentabile, mentre un Genzo scocciato indossò la vestaglia e andò ad aprire al cameriere.

Tsubasa e Sanae li raggiunsero per l'ora di pranzo, nel tardo pomeriggio sarebbero andati insieme a Yayoi e Jun all'inaugurazione della mostra del Maestro Nango , dove Hiro avrebbe esposto alcuni suoi lavori. Hitomi mandò un messaggio di in bocca al lupo all'amico, per risposta lui inviò una gif con Kevin di mamma ho perso l'aereo che correva spaventato contro la telecamera. La ragazza pensò fosse tipico dell'amico, si sottovalutava troppo.
Decisero di andare con l'auto di Genzo, per loro fortuna non c'erano molti giornalisti fuori dall'hotel.
Si incontrarono con i Musugi vicino alla galleria, Yayoi era raggiante col suo pancione, abbracciò tutti e con un enorme sorriso disse a Hitomi di averla vista in tv con il suo magnifico vestito e di come nella chat della nazionale stavano prendendo in giro il portiere. A quelle parole il pensiero andò ad Aoi, ma scacciò via quella preoccupazione all'entrata della mostra, era la serata di Hiro e lei non l'avrebbe rovinata con brutti pensieri.
C'era molta gente all'inaugurazione, dopo aver lasciato i cappotti alla hostess iniziarono a girare nella sale con la speranza di trovare Hiro. Un cameriere si avvicinò con vassoio pieno di calici di champagne, notando la pancia di Yayoi fece un gesto verso a una collega vicino spiegando
“Se desidera abbiamo dei cocktail analcolici a base di frutta tropicale”
La futura mamma accettò ben volentieri ringraziando i due ragazzi per la premura.
Finalmente trovarono Hiro nella terza sala, il ragazzo si accorse subito di loro ed emozionato li raggiunse
“Grazie per essere venuti”
“Figurati, sei davvero elegantissimo, ti sta proprio bene quel vestito”
Il fotografo sorrise imbarazzato, poi prese per mano la sua migliore amica
“Scusate, ve la rubo un attimo. Il maestro Nango vorrebbe conoscerti”
Detto ciò quasi trascinò la ragazza verso un gruppetto, Genzo alla vista delle loro mani intrecciate sospirò irritato, ma non si oppose. Sapeva quanto Hiro fosse importante per la sua ragazza.
“Maestro le presento Hitomi Mitsui, la ragazza delle foto”
“La tua musa”
A quelle parole Hitomi arrossì leggermente e fece un piccolo inchino per rispetto
“È un vero piacere conoscerla Maestro”
Il signor Nango era un uomo sulla cinquantina,la montatura nera e spessa gli dava un'aria seria e formale, ma il sorriso che le rivolse la fece leggermente rilassare. Aveva notato l'occhiata a scanner che le aveva rivolto, ma non in modo viscido, quasi in modo artistico. Le fece qualche domanda di cortesia per poi chiederle se avesse già visto le opere del suo amico esposte, alla sua risposta negativa invitò il suo nuovo pupillo di accompagnarla e le augurò una buona serata.
Dopo aver raggiunto gli altri Hiro gli fece da cicerone, spiegando alcune tecniche del maestro e alcuni aneddoti divertenti. Poi li condusse nella sala in cui erano esposte le opere degli allievi, non prima di aver tirato un sospiro per calmare i nervi.
Genzo trattenne letteralmente il fiato, davanti a se aveva un trittico di foto in cui Hitomi era la modella. Nella prima vi era la ragazza sulla riva di una spiaggia girata di tre quarti, con un'espressione seria che la rendeva ancora più bella, il vestito rosato lungo era immerso in parte in acqua e questo creava una sorta di coda. La seconda ritraeva Hitomi sdraiata a galla con gli occhi chiusi. L'ultima invece era un primo piano del viso, dove da fuori dall'oceano vi erano solo gli occhi e la parte superiore del viso. Gli venne in mente solo una parola, intense
Sane si avvicinò di più alle foto
“Ha ragione il tuo maestro, in queste foto hai reso Hitomi una sirena. Sono bellissime”
Hitomi alla vista di quelle foto arrossì vertiginosamente, non immaginava fossero così enormi, con un certo imbarazzo si girò verso un altro pannello dove erano esposti dei paesaggi. Genzo le si avvicinò prendendole una mano e facendola girare verso di lui
“Sei bellissima,non devi vergognarti”
La ragazza si morse il labbro e tentò di calmare il rossore, non sapeva il perché ma aveva sentito una sorta di imbarazzo, forse perché a vederle c'era Genzo e tutti gli altri.

Con una scusa era riuscito ad allontanarsi, riuscì a parlare con uno degli organizzatori della mostra e chiese di poter comprare il trittico dei Hiro, sul momento l'uomo rimase sorpreso, forse era stupito dal fatto che una delle prime opere vendute non fosse una di Nango, dopo essersi ripreso condusse il portiere da chi si occupava delle vendite. La ragazza gli sorrise cordiale, controllò sul computer, non gli passò l'espressione stupita sul viso della venditrice
“Sono in vendita solo due”
“Come scusi?”
“La prima è già stata acquistata da un'altra persona”
Genzo assunse un'espressione scioccata, non capiva il senso di prendere una sola foto, scosse leggermente la testa per poi chiedere se era possibile avere il nome dell'acquirente, ma la ragazza gli disse che non era possibile a causa della privacy. Stava per controbattere quando fu fermato da Sanae
“Sono stata io ad acquistarla, per di più a scatola chiusa. Prima della mostra ho chiesto a Hiro di vendermene almeno una”
Il portiere tirò un sospiro di sollievo. Non gli piaceva l'idea della foto della sua ragazza nel salotto o studio di un estraneo
“Perciò per averla devo solo comprarla da te”
“Mmmm vedremo, mi piace molto quell'opera, magari te la presto”
Genzo rise dell'espressione dell'amica, le porse il braccio e la invitò a raggiungere gli altri.




Buon anno a tutti, iniziamo con un nuovo capitolo. Hitomi e Genzo sono ancora un pò i protagonista, ma cosa posso farci se adoro il nostro portiere?! Giuro di non essermi dimenticata di Sanae e Tsubasa ^^ Grazie davvero per tutti coloro che leggono la mia storia. Grazie anche a cinafri, Attila82 e Mary1987 i vostri commenti mi mettono sempre di ottimo umore e mi fanno anche riflettere. Speriamo di riaggiornarci presto
Syerra




 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


La mattina seguente partirono per Nankatsu, con la promessa di rivere Yayoi e Jun per il capodanno. La mamma di Sanae li accolse con un bel sorriso, con gli occhi leggermente lucidi abbracciò a se le due ragazze, facendogli poi strada per il salotto e li invitò a prendere qualcosa di caldo. Soichiro scese poco dopo insieme allo zio Atsushi
“Ciao ragazzi è da una vita che non ci si vede”
Di fatto l'estate precedente Atsushi era stato in Hokkaido per la tesi universitaria. Al suo rientro i suoi genitori gli raccontarono le novità e rimase piacevolmente stupito di sapere di Sanae insieme a Tsubasa. Si ricordava ancora da bambino quando sua sorella maggiore correva a fare il tifo per il ragazzo e di quanto ne fosse innamorata. Di contro non aveva dimenticato la delusione cocente di Sanae quando Tsubasa se ne era andato lasciandola con un vuoto enorme e senza volerlo l'aveva odiato un po'. Adesso era più grande, aveva capito che Ozora non aveva volutamente ferito sua sorella, ma semplicemente erano stati due ragazzini alle prime armi e tremendamente imbranati. Per fortuna il destino ci aveva messo lo zampino e si erano ritrovati.
Si avvicinò ad Hitomi e la salutò con un abbraccio
“Non ci si vede da un secolo, ormai mi snobbi”
“Scusa, ma non potevo venire a Tokyo quel weekend dovevo finire un progetto”
“Spero almeno tu mi abbia fatto un bel regalo per farti perdonare”
“Certo,vedrai che ti piacerà”
Genzo non perse nessun gesto e nessuna parola dei due, non immaginava che la sua ragazza e Atsushii fossero così in confidenza, ciò gli fece venire uno strano fastidio alla bocca dello stomaco.
La signora Nakazawa ritornò col caffè e una bella tazza di cioccolata per il bimbo
“Atsushi dopo porta su le valigie delle ragazze”
“Emm io non mi fermo a dormire qui”
disse Hitomi con le gote arrossate
“Vado da Genzo”
La padrona di casa passò il suo sguardo da Hitomi a Genzo, stranamente anche il portiere si sentiva in imbarazzo, come se lo stesse giudicando. Col sorriso sulle labbra la donna fece un piccolo segno di assenso per poi rivolgere l'attenzione verso la figlia.

Tsubasa era passato in mattinata a prendere Soichiro, l'aveva portato con se al campetto per farlo giocare insieme ai suoi vecchi compagni di squadra. Ryo il giorno prima aveva organizzato una rimpatriata, ma aveva dovuto declinare l'invito con la scusa di dover andare a Villa Wakabayashi per aiutare le altre per la cena della vigilia di quella sera. In realtà prima sarebbe passata a casa di Yukari per poterla salutare e darle i regali di Natale. Nonostante si vedessero poco erano sempre state in contatto, per fortuna non avevano perso quel legame di amicizia che le aveva unite dai tempi delle medie, nonostante quando Yukari si era lasciata con Ryo. I due erano stati insieme per molti anni, ma quando a Yukari era stato proposto di avviare il tirocinio presso la sua vecchia scuola elementare, si era creata una forte spaccatura tra i due. Il calciatore non aveva capito quanto fosse forte la passione di Yukari per il lavoro da maestra, lo vedeva solo come una sorta di capriccio e senza volerlo l'aveva iniziato anche a sminuire. Ciò aveva portato all'esasperazione l'amica, aveva provato tutti i modi per far andare avanti quella relazione ormai altalenante, per poi sbandierare bandiera bianca. Ricordava ancora i pianti e il senso di sconfitta dell'amica, ma alla fine si era rialzata e intrapreso la sua strada. Da un paio d'anni era sposata con un ragazzo conosciuto grazie a una collega di lavoro, Nao Matsumoto innamoratissimo della sua migliore amica.
Ad aprirle la porta fu Yukari insieme a Yuna, la bimba teneva per mano la mamma, ma quando la riconobbe si staccò da essa e si buttò nelle braccia della zia Sanae
“Ciao ragazze. Mamma mia Yuna è cresciuta tantissimo”
Yukari sorrise leggermente e la invitò ad entrare, mentre Sanae vezzeggiava la bambina dandole sonori baci sulla guancia facendola così ridere
“Soichiro non è con te?”
“Mi spiace, ma Tsubasa l'ha portato con se a giocare al vecchio campetto”
Vide l'amica scuotere la testa, per poi prendere in braccio la bimba dicendole di giocare con i giochi mentre lei e la zia Sanae avrebbero preparato la merenda
“Chi l'avrebbe mai detto che alla fine te e Tsubasa vi sareste messi insieme”
“Già, allora cosa mi racconti”
“Niente di che sai la vita di paese è sempre la stessa, però a noi piace così. Invece dovevi dirmelo di Wakabayashi e tua cognata. Per poco non mi strozzavo col tè quando ho visto una loro foto sul giornale”
La dottoressa non riuscì a non trattenere una risata, era la stessa cosa che le aveva detto sua madre
“Non volevo rovinare la sorpresa”
Sorseggiarono il tè e parlarono del loro lavoro, dei bambini e alla fine all'argomento Tsubasa
“Come va con lui?”
“Benissimo, se non fosse per questa maledetta lontananza ancora meglio. Ogni tanto parliamo di una possibile convivenza, ma ciò implicherebbe il trasferimento della sottoscritta e di Soichiro e questo mi spaventa da morire”
“Saresti una matta a non essere preoccupata, insomma non stiamo parlando di un trasferimento da Nankatsu a Yokohama, ma di un'altra nazione”
Sanae sospirò leggermente
“Ieri sera ho ricevuto un'email dal diretto dell'ospedale. Mi ha chiesto se avevo piacere a partecipare a un meeting internazionale, indovina dove si terrà”
“Barcellona”
“Esattamente, credo che il karma mi stia dicendo di prendere in fretta una decisione”
L'amica guardò sorridente la dottoressa, sembrava davvero che il destino continuasse a indicare a Sanae di partire per Barcellona.

Sanae trovò sua madre e le altre signore intente a preparare la cena per quella sera, dopo averla sgridata per il suo ritardo, le diede in mano un grembiule e le chiese di affettare le verdure. La madre di Ryo iniziò a preparare i gyoza, era talmente brava e veloce che sembrava una macchinetta, Hitomi tentò di rimanere al suo passo, ma diede forfait. Si avvicinò alla cognata e le chiese se potesse seguirla un attimo perché doveva darle una cosa, raggiunsero la camera della ragazza e Sanae si ritrovò tra le mani un bel pacchetto di Natale
“Non potevi darmelo stasera con gli altri?”
“Meglio di no, diciamo che è un regalo particolare”
Presa dalla curiosità Sanae aprì il pacchetto e si ritrovò tra le mani un body di pizzo nero semi trasparente, sentì le sue guance andare a fuoco e capì del perché non poteva aprirlo davanti agli altri, molto probabilmente ai suoi genitori sarebbe venuto un coccolone
“Diciamo che è un regalo per te, ma anche per Tsubasa. Con questo addosso sarai una bomba”
“Hitomi ma come ti è venuto in mente di prendermi una cosa del genere?!”
“Ero con Kamiya a comprare dei regali di natale, mi ha portato con lei in una boutique di intimo dicendomi che qualche volta bisogna tentare il proprio uomo. Non mi sembrava male come ragionamento, così ho preso un paio di completini per me e ho pensato anche a te. Se non ti piace posso portarlo indietro”
Istintivamente Sanae fece un passo in dietro
“Po-potrei provarlo e vedere se mi sta bene, è pur sempre un regalo”
Sul viso di Hitomi apparve un sorrisetto compiaciuto, sapeva di aver fatto centro
“Vedrai Tsubasa non riuscirà a resistersi, ieri sera ho indossato un baby doll da urlo e Genzo”
“Sì ho capito, non voglio l'intera descrizione”

Aveva giocato nei più grandi stati del mondo, eppure il campetto di calcio di Nankatsu rimaneva il suo campo preferito. Nonostante fossero passati un bel po' di anni, sembrava essere rimasto tutto immutato. Trovò già gli altri a riscaldarsi, era come se la vecchia Nankatsu si fosse riusnita, mancava solo Taro. Ryo lo risvegliò dai sui pensieri sgridandolo per il suo ritardo
“Scusa ma non trovavo i miei vecchi scarpini”
Notò infondo Morisaki giocare insieme a un bambino che aveva più o meno la stessa età di Soichiro, doveva essere il nipote, così decise di avvicinarsi e far conoscere i due bambini. Dopo neanche cinque minuti e due piccoli iniziarono a correre e giocare insieme a pallone
“Persino quei due bambini fanno passaggi miglio di Ryo”
“Davvero spiritoso Mamoru, adesso ti faccio vedere io”
Si divertirono a improvvisare una partitella, stando attenti a non fare male ai più piccoli e Tsubasa constatò quanto fosse migliorato suo fratello minore, gli ricordava i suoi tempi quando giocava nella scuola media.
Mentre Morisaki era intento a parare qualche rigore dei due bambini, Ishizaki si avvicinò a Tsubasa per fare due chiacchiere
“Allora capitano come stai?”
“Tutto bene, questi giorni è stato bellissimo passare del tempo con Sanae e Soichiro. Sono riuscito ad aiutarla con dei piccoli lavori di casa e poi è bello la sera mangiare tutti insieme”
Ishizaki guardò leggermente stranito il Tsubasa, era la prima volta che non lo sentiva parlare solo di calcio, al primo posto stava mettendo la famiglia e questo l'aveva stupito piacevolmente. Aveva sempre ammirato il ragazzo per la tenacia e la dedizione per il sogno di diventare calciatore, eppure se ci pensava a fondo aveva anche quella sorta di paura che Tsubasa non si sarebbe mai goduto appieno la vita senza degli affetti.
“Ragazzi mi sa che tra poco si metterà a piovere, Tsubasa che non parla di calcio, fa strano”
“Siamo cresciuti, l'unico a essere rimasto un bambinone sei tu Ryo”
“Hey ti ricordo che tra sei mesi mi sposo, perciò adesso non fare il saccente Wakabayashi solo perché hai la ragazza”
“Vorrei proprio capire come hai fatto a far capitolare quella poverina”
Ishizaki gonfiò il petto come un pavone, assunse un'aria compiaciuta mentre ricordava come aveva conquistato la sua Shiori
“Stasera potrete chiederlo a lei direttamente”

Verso l’ora di cena arrivarono tutti gli invitati, Genzo fece gli onori di casa e accolse tutti col sorriso. Le signore si erano superate, avevano preparato ogni ben di Dio e la tavola era stata allestita in modo semplice ma elegante. La tavola fu anche ricca di risate e divertimento, grazie alla travolgente simpatia di Ryo. A Genzo faceva un po' specie festeggiare il Natale con tutte quelle persone, in media la Vigilia la passava solo con i suoi genitori e qualche volta col fratello, mentre ora era insieme alla sua ragazza e al gruppo di amici. Purtroppo i suoi genitori non erano riusciti a raggiungerli, si erano già organizzati di passare il Natale insieme ai genitori di Akemi, ma erano stati più che contenti di lasciarli usufruire Villa Wakabayashi. Stappò una bottiglia di champagne e iniziò a versarlo nel calice degli amici per poi proporre un brindisi per le signore che avevano preparato una cena stupenda. Vedere i sorrisi degli ospiti, sopratutto quello di Hitomi gli aveva messo addosso una grande allegria, l’unica noto negativa era la troppa vicinanza della ragazza ad Atsushi. La sera prima gli aveva confessato che il più piccolo dei Nakazawa era stato la sua prima cotta “Avevo dodici anni, lui era più grande, così carino e premuroso, però mi è passata subito” Si era sentito ardere dalla gelosia, ma quella piccola vipera aveva indossato quel baby doll così sexy e la sua arrabbiatura era scemata facendolo magistralmente distrarre. Ora vederli così vicini lo faceva sentire allo stesso modo, sapeva che il fratello di Sanae aveva una ragazza e trattava Hitomi come una sorella, eppure era qualcosa che non riusciva a controllare.
La vide avvicinarsi a lui con il viso leggermente arrossato, gli porse un pacco un po' voluminoso per poi alzarsi sulle punte e dargli un bacio a fior di labbra
“Buon Natale, spero ti piaccia il mio regalo”
Lo aprì un po' emozionato e vi trovò un giradischi di ultima generazione con un vinile delle composizioni di musica classica più famose tra cui la sua preferita Arabesque di Debussy. Si era ricordata di quando gli aveva raccontato delle sere in cui da piccolo insieme a sua mamma si rilassava ascoltando la musica classica, era stata lei a trasmettergli l’amore e il piacere della musica
“È un regalo stupendo, grazie mille. Ti amo”
Le diede un bacio stampo, le chiese di aspettarlo li un attimo e tornò col suo regalo. Le aveva regalato un bracciale, semplice ma di alta gioielleria, sembrava entusiasta e gli chiese di aiutarla a indossarlo subito
“C’è un altro regalo”
“No Genzo, non dovevi, mi hai già regalato troppo col compleanno e con questo bracciale stupendo”
Fece un gesto vago con la testa e le porse una busta, all’interno vi era un biglietto aereo aperto con destinazione Monaco
“Vorrei tanto venissi a trovarmi, così potrei farti vedere dove vivo, conoscere quei matti di Karl e Kaltz, magari riuscirei a convincerti a rimanere in futuro”
Hitomi sgranò leggermente gli occhi, non avevano mai parlato di una convivenza e del suo possibile trasferimento. A essere sincera ci aveva pensato un paio di volte quando la lontananza si era fatta un po' più pensante. Quel regalo significava un possibile futuro per loro, che anche a lui la lontananza pesava e voleva averla accanto a se. Con slancio si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò con trasporto.

Come da tradizione per capodanno i suoi genitori partirono per le terme insieme ai coniugi Morisaki, di solito si aggregavano anche lei e Sochiro, ma quest’anno lo avrebbe passato con Tsubasa. Aveva chiesto al piccolo di rimanere con lei, ma appena Sochiro aveva saputo che sarebbe andato alle terme anche Keita, il nipote dei Morisaki, le aveva detto che preferiva passarlo con loro. Con una piccola nota di nostalgia guardò la macchina dei suoi genitori sparire dietro l’angolo.
Mentre rientrava incontrò suo fratello che stava scendendo le scale, Atsui la guardò con uno sguardo furbetto
“Tranquilla tra cinque minuti vado via, così lascio te e il tuo bello in santa pace”
“Atsushi non fare il cretino e poi dove vai?”
“Dalla mia ragazza, anche i suoi genitori vanno via per il capodanno, perciò coprimi con mamma e papà”
“Va bene, ma cerca di non metterti nei guai”
Il fratello roteò leggermente gli occhi, per poi scoccarle un sonoro bacio sulla guancia e uscire urlandole di divertirsi, ciò la fece arrossire vistosamente. Guardò l’orologio e constatò che Tsubsa sarebbe arrivato entro una mezzoretta, ne approfittò per farsi una doccia veloce e passarsi la crema sul corpo. Andò in camera per vestirsi e istintivamente l’occhio le cadde sul pacchetto di Hitomi - Qualche volta bisogna tentare il proprio uomo- con mani tremanti prese l’oggetto del suo imbarazzo, non era la prima volta che indossava dell’intimo provocante, ma questo andava un po' oltre. Il body era sgambatissimo, le lasciava buona parte del sedere scoperto e la scollatura sul seno era profonda. Il pizzo nero semitrasparente creava un bel gioco di vedo e non vedo, stava per toglierlo quando suonarono al campanello. Istintivamente si mise i pantaloni e la maglia che aveva lasciato sopra al letto e andò ad aprire a Tsubasa.
Fecero colazione insieme, il capitano aveva portato qualche dolce dalla pasticceria vicino al centro, le raccontò di aver rivisto Ryo e li invitava quella sera a casa sua per cena per conoscere meglio la sua ragazza
“Mi è sembrata una brava ragazza, Ryo non faceva altro che pavoneggiarsi alla festa di Natale”
“Non è male, in più sembra anche simpatica”
Detto ciò la ragazza raccolse le varie stoviglie e le mise nel lavello per poi avvicinarsi e abbracciare Tsubasa, iniziò a baciarla e le mani di lui andarono sotto la sua maglietta e lo sentì bloccarsi al contatto col pizzo. In quel momento Sanae si ricordò di non aver tolto il body regalatole dalla cognata e si sentì ardere dalla vergogna. Il capitano si staccò leggermente e cercò di alzarle l’indumento, ma la ragazza fece pressione sul bordo della maglia per tentare di tenerla giù
“Tesoro cosa mi stai nascondendo?”
Non sapeva il perché, ma si vergognava da morire, pigolò un Nulla, ma il ragazzo non sembrava averla bevuta. Con una sola mano riuscì a intrappolare le sue e alzarle la maglia, quel tanto per vedere la trama del pizzo
“Lo stavo provando e mi sono dimenticata di toglierlo, vado a camb-”
“Non pensarci neanche”
Detto ciò la prese per mano e la condusse nella sua camera, lo vide sedersi sul suo letto e con uno sguardo tra il curioso e l’eccitato le chiese di fargli vedere l’indumento. Con mani un po' tremanti tolse prima i pantaloni e poi la maglia rimanendo con solo il body addosso. Alzò lo sguardo sul suo ragazzo e non ricordava di averlo mai visto con quello sguardo carico di passione, così vinto il primo imbarazzo si girò facendogli vedere anche il dietro e lo sentì deglutire rumorosamente e ciò le diede coraggio. Con calma gli si avvicinò e gli prese una mano la posizionò sopra il suo stomaco
“Lo trovo anche estremamente morbido al tatto”
Come se fosse in trance annuì soltanto, la mano di Tsubasa risalì fino al bordo sul seno per poi scendere fino al suo monte di venere, non riuscì a trattenere un sospiro di piacere, si mise a cavalcioni sopra di lui e lo baciò con ardore giocando con la sua lingua. Con una leggera pressione lo fece stendere e continuò la sua dolce tortura. Passò le labbra sul collo, per poi deviare al lobo dell’orecchio mordendolo leggermente, mentre le sue mani avevano magistralmente alzato la maglietta del ragazzo. Lo sentì sospirare rumorosamente quando si strusciò sfacciatamente su di lui, con un colpo di reni si issò portandola a sedersi su di lui, le abbassò le spalline del bosy facendole scoprire il petto e con la bocca trovò la sua meta fecendola inarcare dal piacere
“Non ce la faccio più devo entrare dentro di te”
L’aiutò ad abbassare i pantaloni, ma quando cercò di togliere il suo indumento, Tsubasa la bloccò e scostò il body per entrare dentro di lei, tirando un sospiro di sollievo. D’istinto Sanae si aggrappò maggiormente a lui e iniziò a muoversi conducendo il ritmo e iniziando a provare un piacere sempre più grande, fino a quando nella sua testa scoppiarono mille luci e Tsubasa la seguì poco dopo. Si sdraiò accanto a lui, ma il capitalo riuscì a far passare un braccio sotto di lei per attirarla a se facendole posare il capo sul suo petto e a intrecciare le loro gambe. Sanae ripensò che dopo tutto quelle matte di Hitomi e Kamiya non avevano tutti i torti, Tsubasa era andato veramente su di giri quando l’aveva vista con in dosso il body. Senza volerlo le uscì una risatina
“Per cosa ridi”
“Aveva ragione quella matta di Hitomi, l’hai apprezzato di più tu il suo regalo”
“Te l’ha regalato lei?!”
“Sì, mi ha raccontato di essere andata a fare shopping con una sua amica. L’ha convinta a prendere dell’intimo un po' più audace per compiacere Genzo e allora ha pensato anche a me”
“Hai capito le ragazze d’oggi. Ricordami di ringraziarla”
Sanae si accoccolò meglio contro il suo petto intrecciando le loro gambe, questa volta non sentiva la fretta di ricomporsi con il terrore che Soichiro potesse entrare da un momento all’altro, potevano letteralmente prendersela con comodo. Divagò leggermente con i pensieri e alla fine se ne uscì con un
“Tsubasa, come sono le temperature a fine febbraio a Barcellona?”
“Fa meno freddo rispetto al Giappone, perché?”
“Mi hanno proposto di partecipare a un meeting internazionale e si terrà a Barcellona. I miei genitori e Hitomi mi hanno dato la loro disponibilità per occuparsi di Soichiro. Perciò se per te va bene prolungherei di qualche giorno il viaggio per stare con te”
Con uno scatto il ragazzo ribaltò le posizioni e iniziò a tempestarle il viso di baci, poi con uno sguardo pieno di gioia le elencò i luoghi che avrebbero visitato.
L’ultima notte dell’anno l’avrebbero trascorsa tutti insieme a Villa Wakabayashi, la festa di Natale era stata un successo, perciò avevano decretato di ripeterla. Questa volta avrebbero partecipato anche i Misugi e i Matsuyama. Trovarono Hitomi e Sanae intente a mettere qualche decorazione nel salone, ma appena li videro corsero incontro alle due amiche. Yayoi era bellissima col suo pancione e Yoshiko era dolcissima come sempre. Dopo pranzo le ragazze riuscirono a ritagliarsi un momento per loro, raccontandosi come avevano passato il Natale e dei regali ricevuti
“Penso di aver fatto centro quest’anno col regalo di Natale per la mia cognatina”
“Hitomi”
L’espressione imbarazzata di Sanae fece incuriosire le altre due che chiesero cose le avesse regalato
“Un bel body di pizzo super sexy. Tsubasa prima mi ha pure ringraziato”
Le altre due ragazze si misero a ridere mentre la dottoressa cercò di cambiare discorso.
Verso le sette di sera arrivarono gli altri invitati, Ryo salutò calorosamente tutti e consegnò due bottiglie di champagne al padrone di casa. Presentò Shiori ai compagni della nazionale, scatenando le battute degli altri ex giocatori e questa volta la ragazza fu complice di ulteriore battute.
Durante metà serata Hitomi ricevette la chiamata di Hiro, l’amico era rimasto nella capitale a festeggiare con i colleghi e il suo flirt. La mostra era un vero successo, i suoi lavori erano stati apprezzati dalla critica, tanto da ottenere un ulteriore ingaggio dal maestro Nando. Era proprio contenta per Hiro, si meritava tutta quella felicità ed era fiera di lui
“Perciò ci vedremo meno”
“Sei tu quella che mi ha abbandonato per fuggire a Nankatsu col suo bello. Scherzi a parte, prima di partire per il prossimo progetto starò a casa almeno un paio di mesi. Piuttosto il bel portiere ha apprezzato i tuoi completini da porcella?”
“Certo, mio caro. Però quello migliore l’ho in serbo per stasera”
Rimasero ancora qualche minuto a punzecchiarsi a vicenda, era il primo capodanno che non passavano insieme e questo mise addosso a entrambi una leggera nostalgia.
“Buon anno tesoro, mi raccomando vai e stendilo”
“Sarà fatto. Buon anno anche a te, divertiti con le giuste precauzioni”
Sentì Hiro ridere di gusto e augurarle di nuovo un buon anno.

Trovò i ragazzi intenti a sfidarsi a poker, mentre le ragazze erano sedute sul comodo ed enorme divano della sala. Yayoi era al centro dell’attenzione, stava raccontando alle ragazza quanto era diventato paranoico Jun, le sembrava di vivere in una sorta di prigione d’oro, mentre lo raccontava prese in mano un bicchiere di champagne. Immediatamente Jun si alzò dalla sua postazione e corse a togliere il bicchiere di mano alla moglie
“Ma sei pazza?! Non puoi bere dell’alcool nel tuo stato”
“Volevo solo bagnarmi le labbra, è da una settimana che ho voglia di champagne, ho persino sognato di berne un bel bicchiere la scorsa notte”
“Yayoi non fa bene al bambino”
“In realtà se ne beve un piccolo non gli farà del male”
Jun guardò schoccato Sanae, non immaginava di certo avrebbe dato man forte alla moglie, mentre Yayoi lo guardava con uno sguardo trionfante, gli prese il bicchiere dalla mano e ne prese un piccolo sorso per poi ridarlo al marito.
Ciò fece ridere le ragazze e andare via Jun con passo sconsolato, sapeva che non era consigliabile mettersi contro le amiche.
Sul tavolo si stava creando un piccolo ammasso di piatti, per paura potessero cadere Sanae iniziò a portarli in cucina e fu immediatamente aiutata da Shiori, la ragazza l’aiutò a metterli nella lavastoviglie e cercò di mettere un po' in ordine la cucina
“Sai avevo un po' paura a incontrarti, so che sei la migliore amica della ex ragazza di Ryo e avevo paura potessi avere qualche pregiudizio su di me”
“Figurati, la storia tra Ryoe Yuari è finita una vita fa. Entrambi sono andati avanti e la mia amica ha una famiglia stupenda. Non ti conosco ancora, ma ho capito subito quanto tu sia innamorata di quello scapestrato”
Shiori non riuscì a trattenere una risata, aveva amato subito quel lato burlone del suo ragazzo, era l’unico a farle venire il sorriso anche nei momenti più complicati. All’inizio pensava fosse un po' farfallone, invece aveva scoperto un lato di Ryo estremamente serio e dolce. Gli era stato acconto quando era morta sua madre, l’aveva aiutata a superare la perdita con dolcezza e pazienza.
“Mi piaci molto anche tu Sanae, spero diventeremo buone amiche”
La dottoressa sorrise alla ragazza, per suggellare questa nuova amicizia le porse una fetta di torta alla panna
“Ecco dove eravate, non vi trovavo più. Venite di la, Ryo sta per esibirsi in una delle sue performance canore”Sul viso di Shiori apparve un’espressione imbarazzata, scusandosi corse verso il salone, mentre Sanae rideva a crepapelle, ricordava ancora l’ultima esibizione canora di Ryo e per poco non si era fatta addosso la pipì dalle risate.



Salve a tutti, finalmente ho postato il capitolo 26. Mi è piaciuto molto scrivere dell'incontro tra Yukari e Sanae, per me sono un pò l'emblema dell'amicia. Entrambe sono cresciute, hanno una propria famiglia ,magari non si sentono da tempo, eppure appena si rivedono è come se non si fossero mai lasciate. Grazie mille a tutti quelli che hanno letto e a Grazie anche a cinafri, Attila82 e Mary1987 per le vostre belle parole.
Grazie davvero a tutti


 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Ciao a tutti, questo è un piccolo capitolo di passaggio, a breve finirò il prossimo capitolo, sarà tutto incentrato su Sanae e Tsubasa, ma non voglio spoilerare niente. Grazie davvero a tutti coloro che leggono e a chi recensice la storia, grazie ancora.Vi lascio alla lettura, Syerra



Il parcheggio della sede di allenamento era ancora mezzo vuoto, dopo aver parcheggiato prese il cellulare e con un sonoro sbadiglio scese dalla macchina, rabbrividendo al freddo invernale. Vide arrivare anche Karl con la sua macchina sportiva nera, con passo svogliato lo raggiunse e si salutarono con un un semplice gesto della testa
“Non vedo la macchina di Genzo, strano di solito è sempre uno dei primi ad arrivare”
“Magari oggi ci ha messo di più a svegliarsi, dopotutto è arrivato ieri sera dal Giappone”
I due biondi si sorrisero a vicenda, non vedevano l’ora di prendere in giro l’amico nipponico. Kaltz aveva sentito Genzo più volte, l’aveva anche sfottuto quando ai telegiornali avevano dato la notizia della relazione del portiere con una giovane ragazza giapponese. Gli aveva scritto che aveva gli occhi a cuore mentre guardava la sua dolce metà, si stava rammollendo. A sorprenderlo era stata la risposta dell’amico - Cosa vuoi farci è l’amore -. Genzo non era mai stato incline alle relazioni amorose, lo aveva visto uscire con ragazze bellissime, di cui alcune avrebbero fatto follie per lui, ma appena la situazione si faceva più seria, il ragazzo le liquidava con un “Non voglio impegnarmi”.
Genzo li raggiunse trafelato nello spogliatoio mentre si stavano finendo di cambiare, con velocità si tolse il maglione insieme alla maglietta e con gesti veloci iniziò a vestirsi
“Buon giorno anche a te, allora come sono andate le vacanze in Giappone?”
“Benissimo. Voi tutto bene?”
Kaltz assunse la sua aria da pettegola, voleva divertirsi un po' prima dell’allenamento
“Bene, abbiamo passato il capodanno insieme ad alcuni ragazzi della squadra. Piuttosto il tuo bel fiorellino come sta, stai già sentendo la sua mancanza?”
Istintivamente Genzo fece roteare gli occhi, aveva già messo in conto di essere sfottuto dai due amici, bastava non dargli troppo corda e presto lo avrebbero lasciato in pace
“Hitomi sta bene, abbiamo passato delle vacanze stupende e mi manca. Ora andiamo o il mister si arrabbia”
Dopo la riunione, dove il mister gli illustrò i nuovi schemi e spiegò la tecnica che voleva adottare per il prossimo incontro, andarono nel campo di allenamento e iniziarono a fare la sessione di stretching e cardio. Durante l’allenamento Karl gli fece qualche battutina sul suo stato fisico, come
-Ti vedo ben allenato, devi aver fatto molto esercizio fisico- oppure – Sei molto resistente Genzo, chissà se ne avrà usufruito la tua ragazza- senza volerlo era arrossito un paio di volte, ma tentò di non cadere nella trappola. Cercò di stare lontano dai due nella pausa pranzo, ma questi non volevano demordere, così dovette sorbirsi le ennesime battutine e gli sguardi divertiti degli altri compagni di squadra. Mentre si stava cambiando tirò un sospiro di sollievo, finalmente sarebbe tornato a casa e avrebbe sentito Hitomi. Sentì una notifica del cellulare, ingenuamente aprì il messaggio e vide la foto della sua ragazza con indosso la sua maglietta e con scritto – Così mi sembra di averti più vicino- D’istinto gli spuntò un sorriso. La sera prima della partenza l’aveva vista venire a letto con addosso la sua maglietta, come la volta precedente con la camicia, l’aveva trovata sexy e aveva provato uno strano senso di possesso. Così aveva deciso di lasciargliela
“Cosa stai guardando per sorridere in quel modo”
Questa volta fu più lesto bloccando lo schermo, mise via l’oggetto del misfatto e disse solo che era un messaggio di Hitomi
“State facendo del sexting?”
“Cos- cosa cavolo stai dicendo?!”
“Eddai Gen per sorridere in quel modo è perché ti ha mandato un messaggino spinto”
“Kaltz sei davvero un depravato”
“Allora fammi vedere cosa ti ha mandato”
Il portiere lo guardò allucinato, si finì di vestire mentre rosso come un semaforo uscì dallo spogliatoio salutando alla bene e meglio e facendo ridere i due amici.
“Forse abbiamo esagerato, dovremmo smetterla”
L’attaccante e il difensore si fissarono un attimo per poi esclamare insieme
“Noo è troppo divertente”

Non aveva dormito molto, era stata agitata tutta la notte a causa del rientro in università. Dopo la serata di gala della fondazione Wakabayashi aveva ricevuto qualche messaggio dalle sue amiche, tra cui Kamiya che le chiedeva se fosse realmente lei la ragazza con Genzo, alla sua risposta affermativa le aveva chiesto come mai non l’avesse informata prima, così le aveva risposto che ne avrebbero parlato al rientro dalle vacanze invernali. Poi era stata la volta di Suo, il suo messaggio era stato dritto e coinciso Ora mi è tutto più chiaro - a sua discolpa poteva affermare di essere sempre stata ben chiara col ragazzo, non gli aveva mai dato segnali o false speranze, anzi era sempre stata abbastanza brutale. Ciò però l’aveva portata a sentirsi in colpa verso il suo ragazzo per non avergli detto del compagno di università, così una sera mentre erano sul divano a vedere un film gli aveva parlato della corte di Suo e di averlo persino schiaffeggiato. Vide la mascella di Genzo indurirsi e prendere dei profondi respiri, dopo qualche minuto, a cui lei era sembrata un eternità, l’aveva guardata col suo sguardo dolce e l’aveva baciata per poi chiederle se aveva ben assestato la sberla.
Durante il tragitto verso il suo ateneo aveva visto qualche ragazza guardarla con insistenza, forse chiedendosi si fosse davvero lei la ragazza di Wakabayshi, poteva quasi giurare di averne viste un paio indicarla. Fece un profondo respiro e poi entrò cercando con lo sguardo Kamiya. La vide in fondo all’aula, attirò la sua attenzione scuotendo leggermente la mano, quando le fu abbastanza vicino l’amica partì alla carica
“Pensavo fossimo amiche”
“Kamiya mi spiace non avertelo detto prima, non sai quante avrei voluto confidarmi con te. Te lo giuro non potevo. Ti prego perdonami”
Gli occhi color nocciola dell’amica la scrutarono attentamente
“Per farti perdonare dovrai primo aiutarmi col test di inglese, secondo offrirmi da bere alla prossima uscita e terzo raccontarmi tutta la tua storia scabrosa”
Hitomi si sentì profondamente sollevata e iniziò a ridere con l’amica
“Ora sono chiare un sacco di cose e del perché eri immune al fascino di Suo. Cavoli Genzo Wakabayashi, un vero schianto, come sono invidiosa”
Durante le lezioni l’amica le fece anche qualche domanda e la sentì sospirare con aria sognante quando le raccontò del loro primo bacio.
Mentre aspettava sulla banchina del treno vide arrivare Suo, cercò di mimetizzarsi con la folla, non aveva assolutamente voglia di parlare col ragazzo. Si mise nel punto meno in vista e attese il suo treno, secondo il tabellone sarebbe arrivato poco dopo quello del ragazzo. In pochi attimi la banchina si svuotò lasciando solo poche persone, così si sedette sulla panchina e notò in un secondo il momento il compagno di università che la stava fissando.
“Ciao, per caso stai cercando di evitarmi?”
- Beccata -
“Ciao, no perché dovrei?”
Sul volto di Suo si dipinse un’aria di scherno, non era di certo stupido
“Va bene, cercherò di far finta di crederci. Immagino che tra te e quello sia una cosa seria se ti ha presentato alla stampa”
Aveva sentito una piccola nota di disgusto nelle parole del ragazzo, sicuramente la voleva far innervosire e scaricare su di lei la frustrazione. Non aveva ne voglia e ne tempo per litigare con lui, ma doveva tenere un rapporto neutrale o avrebbe rischiato di rovinarsi l’intero anno scolastico se fosse capitata con lui in un progetto. Fece appello alla sua buona volontà
“Sì, ci amiamo molto. Senti Suo non voglio passare il resto del semestre tesa come una corda di violino con la paura di finire nel tuo stesso gruppo. Senza offesa ma sono sempre stata chiara”
Suo la fissò qualche secondo, come se stesse soppesando le parole
“Certo, seppellirò l’ascia da guerra. Sai pensavo fosse un po' una scusa quello dell’avere il ragazzo e credevo te la stessi tirando un po'. Però dopo la sera al locale ho capito che non stavi scherzando… Cazzo Wakabayashi è impossibile da battere”
Hitomi iniziò a ridere di cuore, per la prima volta aveva trovato Suo buffo e simpatico, si unì anche lui alla risata. Lo speacker annunciò l’arrivo del suo treno, si mise vicino alla banchina e poco prima di salire sentì il ragazzo chiederle
“Mitsui, se non lo avessi conosciuto tra noi due sarebbe potuto nascere qualcosa?”
Avrebbe voluto rispondergli con un semplice - Forse – ma non sarebbe stato corretto, perché non avrebbero mai potuto saperlo.
“Non credo, ciao Suo”

Una delle addette delle risorse umane le aveva dato copia della prenotazione della stanza dell’albergo dove si sarebbe tenuta la conferenza internazionale di chirurgia e ortopedia. A quanto poteva leggere il Dottor Stuart avrebbe tenuto una conferenza sulla sua nuova tecnica di chirurgia, a suo avviso meno invasiva e più efficace. Controllò le email e notò il messaggio del Dottor Mayer. Aveva conosciuto il medico durante un complicatissimo intervento di recupero di una giovane promessa del pattinaggio sul ghiaccio, in molti la davano ormai per spacciata, ma loro due si erano incaponiti e alla fine la ragazza era tornata a pattinare. Le scriveva di aver saputo da amici comuni che avrebbe partecipato anche lei al meeting internazionale e non vedeva l’ora di parlarle di una grossa novità. Gli rispose cordialmente, per poi tornare al suo lavoro. Verso le sei di sera tornò a casa e trovò i ragazzi intenti a preparare qualcosa per cena, adorava sentire le loro risate allegre e i modi buffi in cui si prendevano in giro. Durante la cena Soichiro le ricordò della festa di compleanno del suo compagno di classe e le chiese se dopo la festa poteva rimanere a dormire da loro Keitaro, alla sua risposta affermativa il bambino le diede un enorme bacio sulla guancia e corse a giocare.
“Oggi mi hanno dato tutti i documenti per la partenza. Sicura di farcela?”
“Yes, poi mamma Naoko ha detto che verranno qui ad aiutarmi, perciò parti serena e goditi la vacanza. Piuttosto vuoi fare un salto in centro al negozio di lingerie prima di partire?”
Sanae arrossì vistosamente e istintivamente afferrò il canovaccio per colpire la cognata, che ridendo si era parata dietro alla penisola
“Non dirmi che non ci hai pensato”
“Ti piace proprio mettermi in imbarazzo. Comunque hai deciso quando andare a trovare Genzo?”
“Pensavo durante le vacanze di primavera, se lui non è troppo impegnato. Per te sarebbe un problema?”
La dottoressa scosse la testa e per risposta Hitomi le fece un bel sorriso. La relazione con Genzo sembrava davvero giovare alla cognata, erano anni che non la vedeva sorridere così tanto, sembrava molto più distesa e in pace.
Prima di andare a dormire mandò un messaggio a Tsubasa, ormai mancavano pochi giorni alla partenza e non vedeva l’ora di rivederlo. Sfogliò ancora una volta la guida turistica di Barcellona,si segnò un paio di posti che voleva assolutamente vedere, già si immaginava a camminare insieme a Tsubasa per i giardini di Gaudi o per La Ramba. Senza accorgersene si addormentò con un enorme sorriso sulle labbra.

 

Mancavano solo un paio di mesi alla data presunta parto, ogni giorno che passava Yayoi si sentiva sempre più euforica. All’inizio non avevano voluto sapere il sesso del loro piccolo miracolo, ma alla fine la curiosità aveva preso il sopravvento e avevano scoperto di aspettare un bel bambino. Sotto sotto la donna sperava fosse un maschietto, perché se chiudeva gli occhi immaginava sempre suo marito giocare a calcio insieme al piccolo. Con uno sguardo pieno d’amore si era girata verso Jun, anche lui sembrava euforico, ma Yayoi lo conosceva come le sue tasche e aveva visto una sorta di ombra nei suoi occhi. Aveva aspettato qualche giorno, ma l’uomo non sembrava volerle dire cosa lo tormentasse, cercò di coinvolgerlo nella lista delle cose da preparare per l’arrivo del bambino e nella scelta dei colori della stanza, eppure non sembrava volersi sbottonare. Non potendone più una sera sbottò mentre stavano guardando il catalogo delle carrozzine
“Adesso mi dici cosa ti prende”
Il libero la guardò leggermente smarrito, come se non sapesse di cosa stesse parlando
“Lo sento Jun, c’è qualcosa che sta tormentando il tuo animo. Non vuoi più questo bambino?”
Senza volerlo la ragazza iniziò a piangere a dirotto, maledicendo i suoi ormoni
“Amore calmati, ti prego va tutto bene… ho solo paura di aver trasmesso al piccolo la mia malattia cardiaca. Ogni volta che andiamo dal medico ho una paura folle di sentirlo dire che il suo piccolo cuore ha qualcosa che non va. Se fosse così non me lo perdonerei mai”
La ragazza lo guardò con uno sguardo leggermente smarrito, non ci aveva mai pensato realmente, pensava che l’ansia durante le visite era dovuta solo al cambiamento e le continue domande erano solo perché di natura era sempre stato un po' ansioso. Un po' goffamente riuscì ad abbracciarlo a se, con dolcezza gli prese il viso tra le mani e gli diede un profondo bacio
“Il dottore ha detto che è tutto ok, perciò non ti preoccupare. Nel caso ci fosse qualche problema noi saremo più forti e lo aiuteremo a crescere. Ti amo”
Il ragazzo fece un enorme sospiro, solo Yayoi riusciva a tranquillizzarlo, si chinò sulla pancia della donna dicendo
“Hai sentito Ryuu, la mamma è proprio una forza”
“Hey non abbiamo ancora deciso il nome, non puoi prenderti certe libertà”
Jun iniziò a ridere e continuò a parlare alla pancia di Yayoi.



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3526431