Unfair

di Favatralenuvole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un inizio incoraggiante ***
Capitolo 2: *** Mia madre si rivela essere un problema ***
Capitolo 3: *** C'era una volta una missione impossibile ***
Capitolo 4: *** Si comincia,e fa tutto schifo ***
Capitolo 5: *** Entriamo,facciamo casino,usciamo ***
Capitolo 6: *** Non risolviamo un ciufolo ***
Capitolo 7: *** Guarda,una soluzione! Ah,no. ***
Capitolo 8: *** Non avevamo già abbastanza rogne ***
Capitolo 9: *** Gea è un troll ***
Capitolo 10: *** Mettiamo sotto una dea ***
Capitolo 11: *** Ci fregano ***
Capitolo 12: *** Polli in trappola ***
Capitolo 13: *** Casini vari ***
Capitolo 14: *** Quando la vita ti dà fragole ***



Capitolo 1
*** Un inizio incoraggiante ***


Correre non mi piaceva.
Correre con un mostro alle spalle mi piaceva ancora meno.
Correre senza sapere dove stavo andando, con una racchetta da tennis in mano e un mostro alle spalle non rappresentava esattamente il mio ideale di bella giornata.
Era tutta colpa di quello stupido sport, effettivamente.Quella mattina, il mio simpatico insegnante di tennis, Mr Roger, aveva avuto la simpatica idea di trasformarsi in un particolarissimo mezzo drago.
Ora, non so voi, ma se un giorno il vostro coach si trasformasse improvvisamente in un babaù, ivostri compagni non si accorgessero di niente e l'arma più pericolosa disponibile fosse una racchetta quasi rotta, cosa fareste?
Ecco, appunto.
E così arriviamo al fatto che stavo correndo senza meta.
Mi chiamo Nicky Olivieri (sì, origini italiane) ed ero relativamente nei guai.
Corsi ancora per un paio di minuti, ma stavo perdendo fiato, e inoltre possedevo il senso di orientamento di un turista in visita a New York per la prima volta.Proprio quando la mia morte sembrava ormai quasi certa  intravidi l'ingresso di un campo, non molto lontano.
Idea n.1: entrare al campo, chiedere aiuto, rischiare di far uccidere tutti.
Idea n.2: andare avanti senza fermarsi, svenire, essere mangiata per cena da Alien e PROBABILMENTE far uccidere anche tutto il campo.
Raggiunsi l'entrata, ma mi sentii afferrare da dietro. Con una certa rabbia ("senti, coso, leva le tue unghione dal mio diafano corpo")  colpii il mostro con la racchetta. Rimase piuttosto confuso.
Poi cercò di uccidermi.
La lingua biforcuta dello più-o-meno-drago saettò. Mi venne un'idea. Mi slacciai la cintura che portavo alla vita e riuscii a legargli la coda alla base.Tirai. La cosa ringhiò e cercò di morderdersela, come un cane. Al contrario di un cane, ci riuscì e cadde dal dolore e dalla sorpresa. La/lo colpii ancora con la racchetta fino a sfinirlo e corsi via.
Che idiota.
"Campo mezzosangue", lessi sulla targa davanti alla porta dello strano campeggio. Un fanclub di Harry Potter, sicuro.
Entrai e una ragazza bionda mi si parò davanti, sorpresa:
"Come sei arrivata senza un satiro?"
"Prego?"
-Come hai trovato questo posto?
-Correvo, l'ho visto e sono entrata. Chiedo scusa, precipitare qui senza preavviso con Godzilla alle spalle deve avere infranto giusto tre milioni di regole di buona educazione.- Affermai, imbarazzata.
-Ci siamo abituati, tranquilla- Mi sorrise lei
.
-Comunque, sono Kayla
.
-Ci siete abituati? Mi stai dicendo che questo non è un funclub di Harry Potter?
Rise.
-Dobbiamo spiegarti un po' di cose- Decise
.
Grazie, genio.
Mi presentai anche io:
"Ciao, sono Nicky, non ho i genitori, vivo in un collegio-barra-orfanotrofio e ho neutralizzato un mostro con una racchetta da tennis". Avevo come la sensazione che le informazioni che le stavo dicendo le sarebbero state utili, perlomeno più di altre come: "Mi piace la pizza e odio l'America per averla profanata".
-È un'idra. Di lei ci occupiamo noi- Un ragazzo biondo arrivò alle spalle di Kayla e indicò il mostro, che cercava di riprendersi dalle mie racchettate letali.
-Oh...okay.
Un'idra. Certo, lo sapevo.
Mentre il ragazzo, che a quanto pareva si chiamava Austin, pugnalava gentilmente l'idra (che si autodistrusse), Kayla mi guidò attraverso il campo. Vidi ragazzi che giocavano a palla con una forza innaturale, donne di una bellezza sconvolgente che nuotavano in un laghetto e non sembravano affatto umane, e uomini capra che trottavano allegramente in giro.
Non ero affatto sconvolta.
Giusto per farmi riprendere un pò, Kayla mi presentò un simpatico tizio con la parte posteriore del corpo come quella di un cavallo, mentre qualsiasi ragazzo presente in quel campo estivo demoniaco mi fissava.
Evvai.
"Benvenuta al Campo Mezzosangue" sorrise Chirone, come già avevo capito si chiamasse il centauro. "Che ne pensi se facciamo un po' di chiarezza?"
"Allora, Nicky" parlò Chirone "conosci gli dèi greci e i loro miti?"
"Si..." Esitai. Ero la prima della classe, riguardo questo argomento. Ma che razza di domanda era?
"Bene.Ti stupirebbe molto sapere che esistono?"
"Beh, direi di sì "Oh, no. "Ma se anche fosse, non starebbero in Grecia?"
"No, Nicky. Si spostano, cercano il centro del potere del mondo occidentale.Ora sono in America."
Ah.
Seguirono altre spiegazioni noiose, che non mi interessarono granchè. Se sei qui vuol dire che sei una semidea, i mostri vogliono uccidervi, eccetera eccetera. Forse ero troppo sconvolta per ascoltare.
Quando uscì dalla Casa Grande (così l'avevano chiamata), Kayla mi accompagnò a fare un giro, continuando a parlare ininterrotamente.
"C'è una cabina per ogni dio greco, per ora starai in quella di Hermes, che accoglie tutti i nuovi, ma presto il tuo genitore divino ti riconoscerà blablabla"
Io non ero divina.
Non ero dislessica.
Non ero iperattiva.
Andavo bene a scuola, non mi accadevano cose inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente. Fine.
Vedevo quei supereroi, così a loro agio, così perfetti e mi chiedevo quale fosse l'errore nell'essere capitata lì.Perchè c‘era.
-E poi c'è anche Apollo ,che al momento è un umano, lunga storia- continuò Kayla, ignorando la mia disattenzione.
-No, aspetta. Apollo? Il dio? 
“Quello che ha massacrato i 7 figli maschi di una povera donna, solo per punirla della sua presunzione?”Pensai.
-È diventato umano per via di una punizione di Zeus.- Spiegò Kayla, imbarazzata.- E io sono sua figlia"
Si spiegava l'imbarazzo.
Gli dèi greci non erano gente a posto. Ma che gli saltava in testa a lasciarli governare?
La notizia mi colpì (come era normale)
-Dov'è?- chiesi
-Probabilmente a deprimersi nella nostra cabina- Borbottò lei, e cambiò discorso.
Mi presentò i ragazzi della casa di Hermes. Un minuto dopo, non ricordavo neanche un nome.
Comunque furono gentili con me.
Il ragazzo biondo che aveva disintegrato l'idra entrò nella cabina.
-Mi hanno detto che eri qui- disse affannato
-Volevo solo farti i complimenti. Neutralizzare un'idra con una racchetta da tennis e senza utilizzare alcun potere è quasi impossibile.
Gli altri mi guardarono interessati.
-Wow.Vedrai che il tuo genitore divino ti riconoscerà stasera- mi disse una certa Alice.
Beh, non accadde.
E neanche nei giorni successivi.
Essere finita lì era PER FORZA un errore.

Correre non mi piaceva.

Correre con un mostro alle spalle mi piaceva ancora meno.

Correre senza sapere dove stavo andando,con una racchetta da tennis in mano e un mostro alle spalle non rappresentava esattamente il mio ideale di bella giornata.

Era tutta colpa di quello stupido sport, effettivamente.

Quella mattina,la mia SIMPATICA insegnante di tennis,Mrs Roger,aveva avuto la SIMPATICA idea di trasformarsi in un particolarissimo mezzo drago.

Ora,non so voi,ma se un giorno la vostro coach si trasformasse improvvisamente in un babaù,i vostri compagni non si accorgessero di niente e l'arma più pericolosa disponibile fosse una racchetta quasi rotta,cosa fareste?

Ecco,appunto.

E così torniamo al fatto che stavo correndo senza meta.

Mi chiamo Nicky Olivieri (sì,origini italiane) ed ero relativamente nei guai.

Corsi ancora per un paio di minuti,ma stavo perdendo fiato,e inoltre possedevo il senso di orientamento di un turista in visita a New York per la prima volta.Proprio quando la mia morte sembrava ormai quasi certa  intravidi l'ingresso di un campo,non molto lontano.

Idea n.1:entrare al campo,chiedere aiuto,rischiare di far uccidere tutti.

Idea n.2:andare avanti senza fermarsi,svenire,essere mangiata per cena da Alien e PROBABILMENTE far uccidere anche tutto il campo.

Raggiunsi l'entrata,ma mi sentii afferrare da dietro.

Con una certa rabbia ("senti,coso,leva le tue unghione dal mio diafano corpo")  colpii il mostro con la racchetta.

Rimase piuttosto confuso.

Poi cercò di uccidermi.

La lingua biforcuta dello più-o-meno-drago saettò.

Mi venne un'idea.Mi slacciai la cintura che portavo alla vita e riuscii a legargli la coda alla base.Tirai.

La cosa ringhiò e cercò di morderdersela,come un cane.Al contrario di un cane,ci riuscì e cadde dal dolore e dalla sorpresa.

La/lo colpii ancora con la racchetta fino a sfinirlo e corsi via.

Che idiota.

"Campo mezzosangue",lessi sulla targa davanti alla porta dello strano campeggio.

Un fanclub di Harry Potter,sicuro.

Entrai e una ragazza bionda e molto abbronzata mi si parò davanti,sorpresa:

"Come sei arrivata senza un satiro?"

"Prego?"

-Come hai trovato questo posto?

-Correvo,l'ho visto e sono entrata. Chiedo scusa,precipitare qui senza preavviso con Godzilla alle spalle deve avere infranto giusto tre milioni di regole di buona educazione.- Affermai,imbarazzata.

-Ci siamo abituati,tranquilla- Mi sorrise lei -Comunque,sono Kayla.

-Ci siete abituati?Mi stai dicendo che questo non è un funclub di Harry Potter?

Rise.

-Dobbiamo spiegarti un pò di cose- Decise.

Grazie,genio.

Mi presentai anche io:

"Ciao,sono Nicky,non ho i genitori,vivo in un collegio-barra-orfanotrofio e ho neutralizzato un mostro con una racchetta da tennis". Avevo come la sensazione che le informazioni che le stavo dicendo le sarebbero state utili,perlomeno più di altre come:

"Mi piace la pizza e odio l'America per averla profanata".

-È un'echidna.Di lei ci occupiamo noi- Un ragazzo biondo arrivò alle spalle di Kayla e indicò il mostro che cercava di riprendersi dalle mie racchettate letali.

-Oh...okay.

Un'echidna.Certo,lo sapevo.

Mentre il ragazzo che a quanto pare si chiamava Austin pugnalava gentilmente l'echidna (che si autodistrusse),Kayla mi guidò atraverso il campo.

Vidi ragazzi che giocavano a palla con una forza innaturale,donne di una bellezza sconvolgente che nuotavano in un laghetto e non sembravano affatto umane e uomini capra che trottavano allegramente in giro.Non ero affatto sconvolta.

Giusto per farmi riprendere un pò,Kayla mi presentò un simpatico tizio con la parte posteriore del corpo come quella di un cavallo,mentre qualsiasi ragazzo presente in quel campo estivo demoniaco mi fissava.

Evvai."Benvenuta al Campo Mezzosangue" sorrise Chirone,come già avevo capito si chiamasse il centauro.

"Che ne pensi se facciamo un pò di chiarezza?"



"Allora,Nicky" parlò Chirone

"Conosci gli dèi greci e i loro miti?"

"Si..."Esitai. Ero la prima della classe,riguardo questo argomento.Ma che razza di domanda era?

"Bene.Ti stupirebbe molto sapere che esistono?"

"Beh,direi di sì "

Oh,no.

"Ma se anche fosse,non starebbero in Grecia?"

"No,Nicky. Si spostano,cercano il centro del potere del mondo occidentale.Ora sono in America."

Ah.

Seguirono altre spiegazioni noiose,che non mi interessarono granchè. Se sei qui vuol dire che sei una semidea,hanno tutti varie problematiche a scuola,i mostri vogliono uccidervi,eccetera eccetera. Niente di importante,insomma.

Quando uscì dalla Casa Grande (così l'avevano chiamata),Kayla mi accompagnò a fare un giro,continuando a parlare ininterrotamente.

"C'è una cabina per ogni dio greco,per ora starai in quella di Hermes,che accoglie tutti i nuovi,ma presto il tuo genitore divino ti riconoscerà blablabla"

Io non ero divina.

Non ero dislessica.

Non ero iperattiva.

Andavo bene a scuola,non mi accadevano cose inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente. Fine.

Vedevo quei supereroi,così a loro agio,così perfetti e mi chiedevo quale fosse l'errore nell'essere capitata lì.Perchè c‘era.

-E poi c'è anche Apollo,che al momento è un umano,lunga storia- continuò Kayla,ignorando la mia disattenzione.

-No,aspetta. Apollo?Il dio? “Quello che ha massacrato i 7 figli maschi di una povera donna,solo per punirla della sua presunzione?”Pensai.

-È diventato umano per via di una punizione di Zeus.- Spiegò Kayla,imbarazzata.- E io sono sua figlia"

Ora si spiegava l'imbarazzo.

Gli dèi greci non erano gente a posto. Ma che gli saltava in testa a lasciarli governare?

La notizia mi colpì.

-Dov'è?- chiesi

-Probabilmente a deprimersi nella nostra cabina- Borbottò lei, e cambiò discorso.

Mi presentò i ragazzi della casa di Hermes. Un minuto dopo,non mi ricordavo neanche un nome.Comunque,furono gentili con me.

Il ragazzo biondo che aveva disintegrato l'echidna entrò nella cabina.

-Mi hanno detto che eri qui- disse affannato-Volevo solo farti i complimenti. Neutralizzare un mostro con una racchetta da tennis e senza utilizzare alcun potere è quasi impossibile. Gli altri mi guardarono interessati.

-Wow.Vedrai che il tuo genitore divino ti riconoscerà stasera- mi disse una certa Alice,ammirata.

Beh,non accadde.E neanche nei giorni successivi.

Essere finita lì doveva essere PER FORZA un errore.

~ANGOLO AUTRICE~ Sono nuova sul sito e ho pensato di cominciare da qualcosa di semplice :). La storia è ambientata dopo "Il sangue dell'Olimpo": Apollo è stato trasformato in umano, ma la storia si discosta totalmente da TOA. Per ora lo stile non è tra i più fini, ma dovrebbe migliorare. Aiutatemi voi a migliorare, recensendo. Grazie di cuore a chi lo farà❤ PS: Scusate se l'angolo autrice é così attaccato alla storia, non sará cosí la prossima volta.

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Capitolo 2
*** Mia madre si rivela essere un problema ***


 
Apollo sentì,per l’ennesima volta,il senso di colpa divorarlo dall’interno.
Colpa.
Quante volte l’aveva attribuita ad altri?
Era colpa di Eros,se aveva perso Dafne. Quanto l’aveva odiato.
Aveva voluto vederlo soffrire,aveva voluto che il figlio dell’Amore piangesse e capisse cosa volesse dire,perdere.
Perdere qualcuno,perdere l’effimera felicità che gli dèi potevano concedersi.
Nessuno ama come amano i mortali,eppure a loro non è stato insegnato.
Era accaduto.
Una piccola e cattiva parte di lui aveva guidato Psiche,facendole prendere la lampada,insinuandole il dubbio,lasciando che una goccia d’olio cadesse su Amore,svegliandolo,spezzandogli il cuore e l’animo,rendendo il dolore causato dalla vista della moglie ancora più forte.
Le leggende avrebbero raccontato  che era colpa delle sorelle di Psiche,verdi d’invidia,ma era stato lui a riempirle di astio,agendo con il cuore gonfio di rancore.
La sua vendetta non era stata portata a termine (erano così felici,Eros e Psiche,così felici insieme) e non l’aveva fatto sentire meglio.
Era colpa di Zefiro,se aveva perso Giacinto.
Non aveva potuto punirlo come avrebbe desiderato,facendogli del male fisico,o distruggendolo nell’animo,nella mente,oh come avrebbe voluto farlo.
Eros l’aveva protetto.
Eros.
Così tanti amori finiti con lacrime e promesse (infrante)(non mi innamorerò più,basta,mai più)e la risata di Amore (piena di odio,però,e allora che dio dell’amore era?) a rimbombargli nelle orecchie.
Guerra aperta,tra loro.
Era colpa di Era e Atena e Poseidone se aveva tradito Zeus,se era stato costretto alla schiavitù per anni.
L’avevano convinto,adulato,plagiato.
Non voleva,davvero.
E invece aveva passato sette anni a lavorare per un mortale,con Eros e gli altri,odiosi,immutabili,che lo guardavano dall’alto dei loro troni sull’Olimpo.
E,decisamente,era stata colpa di Zeus (e ovviamente dell’Amore,maledetto) se aveva perso Melissa.
La sua Melissa,così piccola e dolce,e tenera,e innocente,diversa da ogni altra sua amante.
Nient’altro che devozione,le aveva dimostrato.
Niente passione,litigi,pazzie,baci furiosi.
 E Zeus gliel’aveva portata via e Apollo,più che la solita sensazione di vuoto e disperazione (ormai ci era abituato) aveva provato vero e proprio dolore fisico,al pensiero che un essere puro come lei non fosse destinato a un lieto fine,avendo come unica colpa l’essersi innamorata di lui.
Eros aveva spezzato anche quella felicità.
Era successo di nuovo.Ma stavolta,come un  mortale qualsiasi,Apollo riusciva a sentire la colpa,fastidiosa e bruciante,mentre la maledizione degli dèilo colpiva fin dentro alle ossa.
------------
Ero appena riuscita a scappare da una orribile partita di Caccia alla bandiera.
Io odio i giochi da campo estivo.
E questa volta gli avversari avevano le armi.
Mi stavo giusto defilando con nonchalance fino alla cabina di Ermes (sarebbe stato carino essere riconosciuta,comunque)
quando vidi un ragazzo biondo,con una faretra sulle spalle,fissare il cielo,depresso. 
Oh,Apollo. Figo.
-Non essere così triste.
Le parole mi uscirono di bocca,perchè sono un’idiota.
Si girò.
-Scusami?
-Non credo che ti riaccoglieranno sull’Olimpo solo perché guardi le stelle con la faccia da cucciolo.
Non riuscivo a fermarmi.
-Si dá il caso che stessi meditando sul senso della vita.
-Si. Non ho niente da fare e sono arrabbiata anche io. Il mio genitore divino non mi vuole. Riesci a capire?- Sputai,avvelenata.
Facevo così schifo?
-Si,posso capire,il che è strano,visto quanto sono meraviglioso. E tu fai parte di questo posto più o meno quanto ne faccio parte io. Per niente.
Che dolce!
-Quanta modestia. Ma dimmi,o splendente meditatore,se sono una mortale,come ho fatto a entrare?
-Non ho detto che sei una mortale.
E se ne andò.
SE NE ANDÒ.
Quel gambo di sedano biondo e depresso sapeva qualcosa su di me e non voleva dirmelo.
Odioso.
Cercai Apollo per il resto della partita di Caccia alla Bandiera. Volevo disperatamente ottenere qualche informazione.
Ovviamente,non lo trovai.
In compenso trovai un simpatico asociale.
Il semidio era completamente vestito di nero,con i capelli spettinati  anch’essi scuri,e stava lucidando la sua Spada della Morte.
Un’aura pericolosa lo circondava.
Qualcuno avrebbe voluto farsi due chiacchiere con lui?
No?
Neanche io.
Incredibilmente,fu lui a rivolgersi a me.
In quei giorni,solo Kayla,Alice e qualche altra buon’anima tra i figli di Hermes mi aveva rivolto la parola.
-Perchè non stai giocando?
Sembrava quasi sollevato. Magari era contento di non essere l’unico genio a non aver ancora capito le regole.
-Io odio questo tipo di giochi.- Dissi sinceramente.
-Anche io. Ma Will dice che devo migliorare il mio modo di relazionarmi con i miei coetanei- Sospirò,anche l’affetto nella sua voce era evidente.
-Oh,beh,se vuoi possiamo fare due chiacchiere. Tra asociali ci si capisce.- Azzardai.
Rise,il che è quasi sempre un buon segno.
-Mi chiamo Nico di Angelo,figlio di Ade.
 
Od(déi)io
Avevo sentito parlare di lui e delle sue imprese con gli altri sette eroi,ma non volevo simulare un’ammirazione che non provavo.
La scoperta dell’esistenza di un altro campo per semidei non mi aveva stupito granchè,ed ascoltare le loro avventure senza viverle di persona era stato come leggere un libro non molto interessante. E io me ne intendevo,di libri.
Quindi feci finta di nulla.
-Ade è un dio figo,dovresti farti un tatuaggio. Un teschio sulla schiena,non so.
Ora sapete perchè non ho mai avuto un ragazzo.
Le mie conversazioni spaccano.
-Non...non ci avevo mai pensato- Mi disse,incerto.
-Sarebbe qualcosa che gli altri non si aspettano,da uno come te.
Prima che tu lo chieda sì,mi hanno parlato di te.
-E perchè non stai chiedendo un autografo?
Domandò,ironico.
-Perchè non me ne importa proprio niente.E non sembri un tipo a cui piacciono le attenzioni.- Di nuovo la verità.
Sembrò apprezzare.
-Dovresti parlare con Chirone,riguardo al tuo genitore divino. È sospetto che non ti abbia ancora mandato un segno.
-Lo farò. Ma tu pensaci,a quella storia del tatuaggio. E dì al tuo amico Will che hai fatto progressi.
 La sera stessa,affrontai l’argomento con Chirone. 
Mi arrotolai una ciocca castana tra le dita.
Quando il centauro mi offrì dei biscotti,sospirai. Mangiare era l’unica cosa che mi piacesse del Campo,e non che fossi grassa,ma nemmeno un’acciuga.
Suor Clementine diceva che ero formosa.
Mi salì alle labbra un sorriso malinconico,pensando a Clemmy.
Era l’insegnante del mio orfanotrofio,gestito da una parrocchia,ed era una madre per tutti noitrovatelli. Potevi dirle qualsiasi cosa. Quanto mi sarebbe servita una chiacchierata con lei,in quel momento!
-Nicky,mi stai ascoltando?-Chiese Chirone,confuso.
-Certo,certo.
Non avevo sentito una parola.
-Dicevo. È davvero strano che nessuno ti abbia ancora riconosciuta. Non abbiamo neanche un indizio su che dio possa essere .Hai perso entrambi i genitori e non hai ancora manifestato alcun potere.
Sembrava davvero preoccupato.
-Possiamo considerare il mio arrivo qui un errore? A me va benissimo. Lasciatemi la ricetta di questi biscotti e poi tolgo il disturbo.
Ero a un passo dalla libertà.
-Nicky se sei riuscita a entrare al Campo e hai attirato un mostro,vuol dire che-Non finì la frase.
Un dolore mai provato prima si impossessò di me. Le mie mani divennero calde,caldissime,incandescenti.
Urlai e corsi fuori.
Davanti all’intero Campo,dal mio corpo si sprigionò un potere immenso,più antico degli dèi,incontrollabile. Chiusi gli occhi e cercai di respirare.
Quando li riaprii,qualche minuto dopo,il dolore era cessato. Davanti a me,si stagliava una montagna di roccia alta circa 20 metri.
Non mi ero mai sentita così distante da quel posto e dagli Olimpi.
Apollo aveva ragione. Non avevo niente a che fare con loro,eppure non ero umana.
La mia vera stirpe,le mie vere origini si erano palesate,dopo giorni,dopo anni,di silenzio.
Non avevo genitori divini.
Ero più antica,avevo un potere primordiale.
Qualcosa brillava sopra la mia testa.
Il simbolo di Gea,due mezzelune unite da una linea curva,illuminava i volti esterrefatti dei miei compagni.
Il terrore era riflesso negli occhi di tutti i presenti,ma anche nei miei.
Riuscivo a sentire la condanna a morte di tutti gli dèi rimbombarmi nel cervello.
Ero la semidea più pericolosa mai esistita.
~~~~~
Nico di Angelo osservò Nicky. Al contrario degli altri,non era terrorizzato e pronto a consegnarla a Zeus perchè la facesse a pezzetti. La sentiva inspiegabilmente vicina,come se fossero sempre stati destinati a trovarsi.
Incrociò lo sguardo di Will e sussurrò:
-Rachel mi aveva avvertito:sentiva l’avvicinarsi di nuove imprese.
Will si limitò a scuotere la testa,atterrito.
Atena lanciò via il telaio,frustrata.
Erano così deboli.
Dopo due guerre di seguito e quasi nessun umano a celebrarli,gli dèi non erano mai stati tanto deboli.
Osservò la ragazza.
Nicky Olivieri,con il potere della Terra custodito tra le mani, avrebbe potuto essere la loro rovina o la loro salvezza.
E la possibilità di vendicarsi per tutto il dolore che Gea aveva causato.
 
 
 
~ANGOLO AUTRICE~
Nicky è figlia di Gea,che nessuno mi uccida.
Verrà spiegato,lo prometto,e verrà spiegato anche perché i suoi poteri non si erano mai rivelati.
Il monologo interiore di Apollo e la descrizione di una presunta maledizione di Eros (che avrà un riscontro nella trama) fanno molto schifo?
In generale,che ve ne pare? 

 Apollo sentì,per l’ennesima volta,il senso di colpa divorarlo dall’interno.Colpa.

Quante volte l’aveva attribuita ad altri?


Era colpa di Eros,se aveva perso Dafne. Quanto l’aveva odiato.

Aveva voluto vederlo soffrire,aveva voluto che il figlio dell’Amore piangesse e capisse cosa volesse dire,perdere.

Perdere qualcuno,perdere l’effimera felicità che gli dèi potevano concedersi.Nessuno ama come amano i mortali,eppure a loro non è stato insegnato.

 Era accaduto.

Una piccola e cattiva parte di lui aveva guidato Psiche,facendole prendere la lampada,insinuandole il dubbio,lasciando che una goccia d’olio cadesse su Amore,svegliandolo,spezzandogli il cuore e l’animo,rendendo il dolore causato dalla vista della moglie ancora più forte.

Le leggende avrebbero raccontato che era colpa delle sorelle di Psiche,verdi d’invidia,ma era stato lui a riempirle di astio,agendo con il cuore gonfio di rancore.

La sua vendetta non era stata portata a termine (erano così felici,Eros e Psiche,così felici insieme) e non l’aveva fatto sentire meglio.

 


Era colpa di Zefiro,se aveva perso Giacinto.

Non aveva potuto punirlo come avrebbe desiderato,facendogli del male fisico,o distruggendolo nell’animo,nella mente,oh come avrebbe voluto farlo.

Eros l’aveva protetto.

Eros.

Così tanti amori finiti con lacrime e promesse (infrante)(non mi innamorerò più,basta,mai più)e la risata di Amore (piena di odio,però,e allora che dio dell’amore era?) a rimbombargli nelle orecchie.

Guerra aperta,tra loro.

 


Era colpa di Era e Atena e Poseidone se aveva tradito Zeus,se era stato costretto alla schiavitù per anni.

L’avevano convinto,adulato,plagiato.

Non voleva,davvero.

E invece aveva passato sette anni a lavorare per un mortale,con Eros e gli altri,odiosi,immutabili,che lo guardavano dall’alto dei loro troni sull’Olimpo.

 

E,decisamente,era stata colpa di Zeus (e ovviamente dell’Amore,maledetto) se aveva perso Melissa.

La sua Melissa,così piccola e dolce,e tenera,e innocente,diversa da ogni altra sua amante.

Nient’altro che devozione,le aveva dimostrato.

Niente passione,litigi,pazzie,baci furiosi. 

E Zeus gliel’aveva portata via e Apollo,più che la solita sensazione di vuoto e disperazione (ormai ci era abituato) aveva provato vero e proprio dolore fisico,al pensiero che un essere puro come lei non fosse destinato a un lieto fine,avendo come unica colpa l’essersi innamorata di lui.

Eros aveva spezzato anche quella felicità.


Era successo di nuovo.Ma stavolta,come un  mortale qualsiasi,Apollo riusciva a sentire la colpa,fastidiosa e bruciante,mentre la maledizione degli dèi lo colpiva fin dentro alle ossa.

 

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Ero appena riuscita a scappare da una orribile partita di Caccia alla bandiera.Io odio i giochi da campo estivo.E quella volta gli avversari avevano le armi.

Mi stavo giusto defilando con nonchalance fino alla cabina di Ermes (sarebbe stato carino essere riconosciuta,comunque)quando vidi un ragazzo biondo,con una faretra sulle spalle,fissare il cielo,depresso.

 
Oh,Apollo.

Figo.

-Non essere così triste.

Le parole mi uscirono di bocca,perchè sono un’idiota.

Si girò.-Scusami?

-Non credo che ti riaccoglieranno sull’Olimpo solo perché guardi le stelle con la faccia da cucciolo.

Non riuscivo a fermarmi.

-Si dá il caso che stessi meditando sul senso della vita.

-Si. Senti,non ho niente da fare e sono arrabbiata anche io. Il mio genitore divino non mi vuole. Riesci a capire?- Sputai,avvelenata.

Facevo così schifo?

-Si,posso capire,il che è strano,visto quanto sono meraviglioso. E tu fai parte di questo posto più o meno quanto ne faccio parte io. Per niente.

Che dolce!

-Quanta modestia. Ma dimmi,o splendente meditatore,se sono una mortale,come ho fatto a entrare?

-Non ho detto che sei una mortale.

E se ne andò.

SE NE ANDÒ.

Quel gambo di sedano biondo e depresso sapeva qualcosa su di me e non voleva dirmelo.Odioso.


Cercai Apollo per il resto della partita di Caccia alla Bandiera. Volevo disperatamente ottenere qualche informazione.

Ovviamente,non lo trovai.

In compenso trovai un simpatico asociale.

Il semidio era completamente vestito di nero,con i capelli spettinati  anch’essi scuri,e stava lucidando la sua Spada della Morte.

Un’aura pericolosa lo circondava.

Qualcuno avrebbe voluto farsi due chiacchiere con lui?

No?

Neanche io.

Incredibilmente,fu lui a rivolgersi a me.In quei giorni,solo Kayla,Alice e qualche altra buon’anima tra i figli di Hermes mi aveva rivolto la parola.

-Perchè non stai giocando? Sembrava quasi sollevato. Magari era contento di non essere l’unico genio a non aver ancora capito le regole.

-Io odio questo tipo di giochi.- Dissi sinceramente.

-Anche io. Ma Will dice che devo migliorare il mio modo di relazionarmi con i miei coetanei- Sospirò,anche se l’affetto nella sua voce era evidente.

-Oh,beh,se vuoi possiamo fare due chiacchiere. Tra asociali ci si capisce.- Azzardai.

Rise,il che è quasi sempre un buon segno.

-Mi chiamo Nico di Angelo,figlio di Ade. 

Od(déi)io.

Avevo sentito parlare di lui e delle sue imprese con gli altri sette eroi,ma non volevo simulare un’ammirazione che non provavo.La scoperta dell’esistenza di un altro campo per semidei non mi aveva stupito granchè,ed ascoltare le loro avventure senza viverle di persona era stato come leggere un libro non molto interessante.

E io me ne intendevo,di libri.

Quindi feci finta di nulla.

-Ade è un dio figo,dovresti farti un tatuaggio.Un teschio sulla schiena,non so.

Ora sapete perchè non ho mai avuto un ragazzo.

Le mie conversazioni spaccano.

-Non...non ci avevo mai pensato- Mi disse,incerto.

-Sarebbe qualcosa che gli altri non si aspettano,da uno come te.Prima che tu lo chieda sì,mi hanno parlato di te.

-E perchè non stai chiedendo un autografo?- Domandò,ironico.

-Perchè non me ne importa proprio niente.E non sembri un tipo a cui piacciono le attenzioni.- Di nuovo la verità.

Sembrò apprezzare.

-Dovresti parlare con Chirone,riguardo al tuo genitore divino. È sospetto che non ti abbia ancora mandato un segno.

-Lo farò. Ma tu pensaci,a quella storia del tatuaggio. E dì al tuo amico Will che hai fatto progressi.

 

 La sera stessa,affrontai l’argomento con Chirone.Quando il centauro mi offrì dei biscotti,sospirai.

Mangiare era l’unica cosa che mi piacesse del Campo,e non che fossi grassa,ma nemmeno un’acciuga.

Suor Clementine diceva che ero formosa.Mi salì alle labbra un sorriso malinconico,pensando a Clemmy.Era l’insegnante del mio orfanotrofio,gestito da una parrocchia,ed era una madre per tutti noi trovatelli. Potevi dirle qualsiasi cosa. Quanto mi sarebbe servita una chiacchierata con lei,in quel momento!
-Nicky,mi stai ascoltando?-Chiese Chirone,confuso.

-Certo,certo.

Non avevo sentito una parola.

-Dicevo. È davvero strano che nessuno ti abbia ancora riconosciuta. Non abbiamo neanche un indizio su che dio possa essere .Hai perso entrambi i genitori e non hai ancora manifestato alcun potere.

Sembrava davvero preoccupato.

-Possiamo considerare il mio arrivo qui un errore? A me va benissimo. Lasciatemi la ricetta di questi biscotti e poi tolgo il disturbo.

Ero a un passo dalla libertà.

-Nicky se sei riuscita a entrare al Campo e hai attirato un mostro,vuol dire che-Non finì la frase.

Un dolore mai provato prima si impossessò di me. Le mie mani divennero calde,caldissime,incandescenti.Urlai e corsi fuori.

Davanti all’intero Campo,dal mio corpo si sprigionò un potere immenso,più antico degli dèi,incontrollabile.

Chiusi gli occhi e cercai di respirare.Quando li riaprii,qualche minuto dopo,il dolore era cessato. Davanti a me,si stagliava una montagna di roccia alta circa 20 metri.

Non mi ero mai sentita così distante da quel posto e dagli Olimpi.Apollo aveva ragione. Non avevo niente a che fare con loro,eppure non ero umana.

La mia vera stirpe,le mie vere origini si erano palesate,dopo giorni,dopo anni,di silenzio.

Non avevo genitori divini.

Ero più antica,avevo un potere primordiale.

Qualcosa brillava sopra la mia testa.

Il simbolo di Gea,illuminava i volti esterrefatti dei miei compagni.

Il terrore era riflesso negli occhi di tutti i presenti,ma anche nei miei.

Riuscivo a sentire la condanna a morte di tutti gli dèi rimbombarmi nel cervello.

Ero la semidea più pericolosa mai esistita.

 

~~~~~

 

Nico di Angelo osservò Nicky. Al contrario degli altri,non era terrorizzato e pronto a consegnarla a Zeus perchè la facesse a pezzetti. Ka sentiva inspiegabilmente vicina,come se fossero sempre stati destinati a trovarsi.Incrociò lo sguardo di Will e sussurrò:-Rachel mi aveva avvertito:sentiva l’avvicinarsi di nuove imprese.Will si limitò a scuotere la testa,atterrito.

 

~~~~~~~



Atena lanciò via il telaio,frustrata.

Erano così deboli.

Dopo due guerre di seguito e quasi nessun umano a celebrarli,gli dèi non erano mai stati tanto deboli.

Osservò la ragazza.

Nicky Olivieri,con il potere della Terra custodito tra le mani, avrebbe potuto essere la loro rovina o la loro salvezza.

E la possibilità di vendicarsi per tutto il dolore che Gea aveva causato.   

 

~ANGOLO AUTRICE~

Nicky è figlia di Gea,che nessuno mi uccida.Verrà spiegato,lo prometto,e verrà spiegato anche perché i suoi poteri non si erano mai rivelati.Il monologo interiore di Apollo e la descrizione di una presunta maledizione di Eros (che avrà un riscontro nella trama) fanno molto schifo?In generale,che ve ne pare? 

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Capitolo 3
*** C'era una volta una missione impossibile ***


Non è che pretendessi di divertirmi.
Né di essere popolare al Campo.
Né di farmi tanti amici,trovare un best friend forevah,vivere con lui meravigliose avventure,diventare un’eroina,sposare un attore di Hollywood e andarmene circondata di gloria alla veneranda età di 98 anni,con quattro figli e due nipoti a piangere la mia dipartita.
Ecco,non chiedevo tutto ciò.
Però neanche essere la fuoricasta del Campo Mezzosangue mi stava facendo impazzire.Mia madre era Gea.Il che era sconvolgente,perché:
1)Gea è molto cattiva.
2)È un’assassina psicopatica.
3)Era stata una potenziale Conquistatrice del Mondo.
4)La odiavano tutti.
5)MA.COME.HA.FATTO.
Me la stavo passando bene:tutti mi odiavano e avevano paura di me,gli dèi non mi avevano ancora fulminata solo perché stavano cercando un modo ancora più spettacolare per togliermi dai piedi e io meditavo il suicidio solamente 5 volte al giorno.
A onor del vero,non proprio tutti mi odiavano.Nico Di Angelo non mi odiava.Aveva continuato a parlare con me,e mi era stranamente simpatico,perché avevamo lo stesso senso dell’umorismo e utilizzavamo lo stesso sarcasmo disfattista.
Adorabile.
Chirone si sforzava di essere ancora gentile e accomodante,ma il suo sorriso era finto e quando parlava con me,balbettava.
C’era bisogno di spiegare con quanto odio mi guardasse Apollo?Era colpa di Gea se non era piú un dio.
Ah,dimenticavo!
Non avevo una cabina (nessuno si era mai fatto lo scrupolo di costruirne qualcuna alla stirpe dei Titani e alla loro mammina),quindi dormivo nella Casa Grande con un sacco a pelo ( i figli di Hermes non avevano piú voluto farmi entrare).
E ANDIAMO.
Per questo,quando fui convocata da Chirone,non mi sorpresi affatto. Sarebbe stato molto dispiaciuto di comunicarmi che ero stata condannata a una morte dolorosa. 
Che disdetta.
-Siediti pure,cara- Chirone mi si rivolse con cautela.
Che ansia.
-Come ben sai,gli déi non …apprezzano la tua…diciamo,esistenza.
Vai così.
-È mio dovere comunicarti che…
Ecco in arrivo la morte. Non avevo nessun posto in cui scappare.
-Sei stata appositamente scelta per una nuova impresa!
Cosa?
-Cosa?- Chiesi,incredula.
-Ma si,perché non darti una possibilità? Fai qualche lavoretto per gli déi,loro ti tollereranno. Ha funzionato con Psiche e Afrodite. Ha funzionato con Otrera e Ares. Beh,in quel caso ha funzionato fin troppo bene. Diamine,ha funzionato con Percy Jackson!
-In pratica moriró in un’impresa impossibile,ma almeno potrete fingere di avermi dato una possibilità?
-Sei talmente in gamba!Non morirai,ti daró tutto l’aiuto possibile.
Chirone sorrise per davvero e pensai che nonostante mi stesse sicuramente mentendo sulla difficoltá della missione,forse il suo proposito era sincero.
-Ho sentito dire che le imprese si compiono in tre. I due poveracci chi sono?
-Beh,puoi sceglierli tu.
Chi mi avrebbe seguito?Io e Nico eravamo amici da tre giorni. Gli altri sopportavano a stento la mia presenza.
-L’impresa quale sarebbe?- Sospirai -E non ditemi che è stato rapito qualche dio,vi prego!
-No,niente del genere.Ecco,Nicky,gli déi sono deboli dopo una guerra. Molte volte,nella storia hanno fatto ricorso a delle precise fonti di potere,diverse e segrete per ogni dio. Possono avere qualsiasi forma e generalmente si trovano vicino qualche loro tempio,o comunque un luogo per loro essenziale.
-E allora?
-E allora,la guerra contro Gea è quella contro i titani,così vicine,li ha sconvolti. Soltanto la lotta contro Tifone è bastata a spezzarli. Lo scambio di personalità,i giganti,la guerra tra i due campi…te la faró breve:hanno bisogno delle loro fonti di potere e Gea è riuscita,prima di essere sconfitta,a nasconderle.
-Non possono usare i loro poteri?
-La Foschia puó manipolare anche gli déi,soprattutto se utilizzata da entità potenti come i giganti.Come ho già detto,il Consiglio degli Olimpi non è propriamente in forma.Inoltre ogni dio ha nascosto agli altri la posizione della loro Fonte.Ora,è come se fossero tutte nascoste.
-Dovrei rimediare ai casini di mia madre,quindi.
-Si.
-Come accidenti le trovo queste Fonti?Non le trovano gli dèi!
-Gli dèi avevano nascosto le loro vicino ai propri luoghi simbolo,oppure ai loro templi. Prova a cercare nell’ultimo posto in cui la metterebbero:Gea avrà reso le cose difficili.E,un’altra cosa…beh,nessuno sa esattamente come siano fatte,le Fonti.Il che complica un po' le cose.
Piú che mortale,quella missione era letteralmente impossibile. Non sapevo neanche da cosa cominciare.
-Quindi Nicky- Concluse Chirone -L’impresa che gli déi ti affidano è di ritrovare le loro Fonti di potere. Basterà trovare quelle dei dodici Olimpi,piú Ade,credo. Parti domani. Guarda il lato positivo:non c’è nessuna profezia!
Stavo tornando nella mia capanna,quando fui raggiunta da Apollo.
Ci mancava solo lui.
-Fammi venire con te!- Esclamò,quasi supplicante.
-Cosa?- Ma era scemo?
-Sceglimi per la missione! Devo riabilitarmi agli occhi degli altri dèi,proprio come te. Andiamo!
-Tu mi odi- Azzardai.
-No. Sul serio,no. Ti trovo solo un po'…strana,ecco. Okay,non ci stiamo simpatici. Ma,ti prego,fammi venire con te!
Tanto non avrei trovato comunque nessun altro.
-Va bene- Dissi -Se ci tieni-
-Okay- Riprese a respirare -Il Poraccio n.3 chi è?
Alle mie spalle,sentii la voce di Nico:
-Io- Disse.
~SPAZIO AUTRICE~
Scusate il ritardo,per prima cosa. Per seconda,che ve ne pare? Dal prossimo capitolo le cose si faranno movimentate,o almeno proverò.
Il mio HTML funziona non proprio alla grandissima,sorvolate su piccoli errori,please.
Un grazie grande a chi ha messo la storia nelle seguire/preferite,a chi ha commentato gli scorsi capitoli e alle tante persone che hanno letto la storia❤️.

Non è che pretendessi di divertirmi.

Né di essere popolare al Campo.

Né di farmi tanti amici,trovare un best friend forevah,vivere con lui meravigliose avventure,diventare un’eroina,sposare un attore di Hollywood e andarmene circondata di gloria alla veneranda età di 98 anni,con quattro figli e due nipoti a piangere la mia dipartita.

Ecco,non chiedevo tutto ciò.

Però neanche essere la fuoricasta del Campo Mezzosangue mi stava facendo impazzire.

Mia madre era Gea.Il che era sconvolgente,perché:

1)Gea è molto cattiva.

2)È un’assassina psicopatica.

3)Era stata una potenziale Conquistatrice del Mondo.

4)La odiavano tutti.

5)MA.COME.HA.FATTO.

Me la stavo passando bene:tutti mi odiavano e avevano paura di me,gli dèi non mi avevano ancora fulminata solo perché stavano cercando un modo ancora più spettacolare per togliermi dai piedi e io meditavo il suicidio solamente 5 volte al giorno. A onor del vero,non proprio tutti mi odiavano. Nico Di Angelo non mi odiava. Aveva continuato a parlare con me,e mi era stranamente simpatico,perché avevamo lo stesso senso dell’umorismo e utilizzavamo lo stesso sarcasmo disfattista.

Adorabile.

Chirone si sforzava di essere ancora gentile e accomodante,ma il suo sorriso era finto e quando parlava con me,balbettava.

C’era bisogno di spiegare con quanto odio mi guardava Apollo? Era colpa di Gea se non era piú un dio.

Ah,dimenticavo!

Non avevo una cabina (nessuno si era mai fatto lo scrupolo di costruirne qualcuna alla stirpe dei Titani e alla loro mammina),quindi dormivo nella Casa Grande con un sacco a pelo ( i figli di Hermes non avevano piú voluto farmi entrare).

E ANDIAMO.

Per questo,quando fui convocata da Chirone,non mi sorpresi affatto. Sarebbe stato molto dispiaciuto di comunicarmi che ero stata condannata a una morte dolorosa. 

Che disdetta.

-Siediti pure,cara- Chirone mi si rivolse con cautela.

Che ansia.

-Come ben sai,gli déi non …apprezzano la tua…diciamo,esistenza.

Vai così.

-È mio dovere comunicarti che…

Ecco in arrivo la morte. Non avevo nessun posto in cui scappare.

 -Sei stata appositamente scelta per una nuova impresa!

Cosa?

-Cosa?- Chiesi,incredula.

-Ma si,perché non darti una possibilità? Fai qualche lavoretto per gli déi,loro ti tollereranno. Ha funzionato con Psiche e Afrodite. Ha funzionato con Otrera e Ares. Beh,in quel caso ha funzionato fin troppo bene. Diamine,ha funzionato con Percy Jackson!

-In pratica moriró in un’impresa impossibile,ma almeno potrete fingere di avermi dato una possibilità?

-Sei talmente in gamba!Non morirai,ti daró tutto l’aiuto possibile. Chirone sorrise per davvero e pensai che nonostante mi stesse sicuramente mentendo sulla difficoltá della missione,forse il suo buon proposito era sincero.

-Ho sentito dire che le imprese si compiono in tre. I due poveracci chi sono?- Chiesi.

-Beh,puoi sceglierli tu.

Chi mi avrebbe seguito? Io e Nico eravamo amici da tre giorni. Gli altri sopportavano a stento la mia presenza.

-L’impresa quale sarebbe?- Sospirai -E non ditemi che è stato rapito qualche dio,vi prego!

-No,niente del genere.Ecco,Nicky,gli déi non sono invincibili. Spesso divengono molto deboli dopo una guerra. Molte volte,nella storia,hanno fatto ricorso a delle precise fonti di potere,diverse e segrete per ogni dio. Possono avere qualsiasi forma e generalmente si trovano vicino qualche loro tempio,o comunque un luogo per loro essenziale. Gli garantisce una forza continua.

-E allora?

-E allora,la guerra contro Gea e quella contro i titani,così vicine,li hanno sconvolti. Soltanto la lotta contro Tifone è bastata a spezzarli. Lo scambio di personalità,i giganti,la guerra tra i due campi…te la faró breve:hanno bisogno delle loro fonti di potere e Gea è riuscita,prima di essere sconfitta,a nasconderle.

-Non possono usare i loro poteri?

-La Foschia puó manipolare anche gli déi,soprattutto se utilizzata da entità potenti come i giganti.Come ho già detto,il Consiglio degli Olimpi non è propriamente in forma.Inoltre ogni dio ha nascosto agli altri la posizione della propria Fonte. Ora,è come se fossero tutte nascoste.

-Dovrei rimediare ai casini di mia madre,quindi.

-Si.

-Come accidenti le trovo queste Fonti?Non le trovano gli dèi!

-Gli dèi avevano nascosto le loro vicino ai propri luoghi simbolo,oppure ai loro templi. Prova a cercare nell’ultimo posto in cui le metterebbero:Gea avrà reso le cose difficili. E,un’altra cosa…beh,nessuno sa esattamente come siano fatte,le Fonti.Il che complica un po' la situazione.

Piú che mortale,quella missione era letteralmente impossibile. Non sapevo neanche da cosa cominciare.

-Quindi Nicky- Concluse Chirone -L’impresa che gli déi ti affidano è di ritrovare le loro Fonti di potere. Basterà trovare quelle dei dodici Olimpi,piú Ade,credo. Parti domani. Guarda il lato positivo:non c’è nessuna profezia!

 

Stavo tornando nella mia capanna,disperata,quando fui raggiunta da Apollo.

Ci mancava solo lui.

-Fammi venire con te!- Esclamò,quasi supplicante.

-Cosa?- Ma era scemo?

-Sceglimi per la missione! Devo riabilitarmi agli occhi degli altri dèi,proprio come te. Andiamo!

-Tu mi odi- Azzardai.

-No. Sul serio,no. Ti trovo solo un po'…strana,ecco. Okay,non ci stiamo simpatici. Ma,ti prego,fammi venire con te!

Tanto non avrei trovato comunque nessun altro.

-Va bene- Dissi -Se ci tieni-

-Okay- Riprese a respirare -Il Poraccio n.3 chi è?

Alle mie spalle,sentii la voce di Nico Di Angelo:

-Io- Disse.


~SPAZIO AUTRICE~ Scusate per il ritardo e per il capitolo brevissimo,per prima cosa.

Per seconda,che ve ne pare? Dal prossimo capitolo le cose si faranno movimentate,o almeno proverò a renderle tali.

Il mio HTML funziona non proprio alla grandissima,sorvolate su piccoli errori,please.

Un grazie grande a chi ha messo la storia nelle seguite/preferite,a chi ha commentato gli scorsi capitoli e alle tante persone che hanno letto la storia❤️.











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Capitolo 4
*** Si comincia,e fa tutto schifo ***


"E niente,si comincia e fa tutto schifo"
Ciao a tutti e scusate il ritardo . Non voglio dilungarmi e faró solo una piccola precisazione: la frase della maglietta di Nicky,che “prende in giro” i biondi,non è mia,ma dei comici “Aldo,Giovanni e Giacomo”,se ricordo bene. Ovviamente si scherza,Nicky la usa per prendere in giro Apollo,ma lei stessa è chiara di capelli,e anche io ;).
Nico insistette per far parte dell'impresa. Cosa gli passasse per il cervello,io non lo sapevo.
La mattina dopo,dunque,le cose stavano 
così:avevamo il compito,avevamo il numero,avevamo...niente,basta così.
Avevamo il compito e il numero.
Il fatto che NON avessimo fortuna,rifornimenti,mezzi di trasporto,benedizione degli dèi e voglia di vivere era ASSOLUTAMENTE irrilevante.
E poi diamine,gente! Due ragazzi in missione _insieme_che si chiamano Nicky e Nico?
MA DAVVERO?
Quando Chirone annunciò la nostra impresa al Campo,i semidèi parvero sollevati e leggermente colpevoli allo stesso tempo.
Probabilmente si sentivano _in colpa_del fatto di essere _sollevati_. 
Senza troppe cerimonie,mi regalorono una spada più pesante di me (decisi che mi sarei portata la mia adorata racchetta) e un sacchetto di quadratini di ambrosia.
Ma l'ambrosia avrebbe funzionato per me?
Era come se fossi figlia di una dèa qualunque?
Indovinate un pò? Non interessava a nessuno.
Lascia il Campo insieme ai miei due compari. Probabilmente avrei dovuto sentirmi malinconica,o arrabbiata,o rifiutata,o perlomeno spaventata.
Nonostante tutto,invece,sentivo crescere dentro di me uno strano senso di determinazione.
-ASPETTATE- Urlò un ragazzo biondo e abbronzato.
_Will_. Nico mi aveva parlato di lui. Mi ero fatta l'idea fosse il suo amico un po' rompiscatole.
Will abbracciò Apollo,mormorando qualcosa che sembrava un augurio in greco. 
Poi si diresse verso Nico.
-Fai ancora in tempo a rinunciare- Pregò.
-Ti ho già spiegato...
-Del collegamento con lei e blablabla. Sei ancora debole,Nick! E _azzardati_ a viaggiare nell'ombra,figlio di Ade e io-
-Lo so,Will! Farò attenzione,ma è necessario che parta e comunque non la lascerei andare da sola,l'hai vista? 
Pensai di protestare,ma sentivo fosse meglio non intromettermi.
Mi trascinai un po' più lontano,seguita da Apollo.
-Stanno più o meno insieme- Chiarì.
_Ah._
-Peccato,Nico era carino.- Fu la prima cosa che mi venne in mente di dire. Idiota.
Apollo sembrò un po' offeso. 
-Hai davanti un dio e dici che Nico è carino?
-Ciccio,guarda la mia maglietta.
Tirai fuori una maglietta dallo zaino e gli mostrai la frase riportata sopra,ammirando la sua faccia sconvolta.
-_Meglio calvo che biondo_? Ma davvero?- Chiese incredulo.
-È la mia maglietta preferita. 
-Siamo bellissimi! E poi,anche tu hai i capello chiari.
-Grazie di aver detto che sono bellissima,allora.
Nicky:1  Gambo-di-sedano:0
Nico ci raggiunse,un pò senza fiato.
Mi ero persa il bacio. Accidenti.
-Allora?- Chiese -Si parte?
Camminammo fino alla fermata d'autobus più vicina. La giornata non fu molto eccitante. Non avevamo draghi,navi,esseri volanti,macchine,quindi per arrivare alla grande città più vicina passammo da un bus a un altro.
Bello,vero?
Verso le otto di sera,affamati e _finalmente_ nei dintorni di New York,ci fermammo a cenare e facemmo il punto della situazione.
-Allora- Cominciai- Abbiamo la lista degli dèi dell'Olimpo. Sappiamo di dover cercare le loro Fonti nell'ultimo luogo in cui le metterebbero. Non abbiamo una profezia a complicare le cose,ma neanche ad aiutarci. Non dobbiamo muoverci via mare o via terra perchè gli dèi mi odiano. Avete idee?
-Concentriamoci su un dio per volta -suggerì Nico.
-Approvo. Ad esempio,cominciamo da qualcosa di semplice. Estia sarebbe il massimo.
-Dobbiamo trovare _anche_ la Fonte di Estia?- Esclamai disperata.
La aggiunsi alla lista.
-Ehi,guarda il lato positivo. Sarà sicuramente un focolare.
-E sentiamo- Domandò Nico cupamente -quale sarebbe l'ultimo posto in cui trovare Estia?
Ebbi un'illuminazione.
-È la dea della famiglia e del focolare domestico,no?
-Si...?
-Che ne pensate di cercare nel mio orafonotrofio? Sarebbe uno scherzetto degno di Gea.
-Ed Era,dove la metti? Lei è la dèa delle madri,del matrimonio,dei figli eccetera eccetera.- Obiettò Apollo.
-Anche se trovassimo quello di Era,andrebbe bene comunque.
-Questo è vero.
Smettemmo di parlare.
Non eravamo troppo scioccati per continuare a chiacchierare. Erano semplicemente arrivati i nostri hamburger.
Quella sera cominciammo a dirigerci verso Brooklyn,dove si trovava il mio orfanotrofio.
Avrei chiesto qualche consiglio a Clemmy,decisi.
Verso le dieci constatammo che era tardi, e che sarebbe stato meglio farsi una dormita e continuare il giorno dopo,quindi piantammo due tende in un parco.
-Beh,buonanotte- Augurai a entrambi i miei polli,entrando nella tenda.
-Fermafermaferma. Con lui ci devo dormire io?- Mi bloccò Apollo.
-Ovvio! Io sono una ragazza!
-Non voglio dormire col padre del mio ragazzo! È già abbastanza imbarazzante il fatto che sia nostro coetaneo e che io lo veda ogni giorno!- Continuò Nico.
-Che vi dovrei fare?- Chiesi,interdetta.
-Non dormiremo insieme. Io sono,tipo,sai com'è,IL SOLE,e lui riesce a evocare scheletri dal mondo dei morti!
-Non voglio dormire con uno di voi due!
-A Nico non piacciono le ragazze,dov'è il problema?
-Non se ne parla! Non si dorme con una donna che non è tua moglie.
-Scherzi,vero?
-Sono nato negli anni 40!
-Quand'è che saresti nato,scusami?- Esclamai io.
-Poitispiego,senti,con Apollo no,davvero.
-_Ohohoh_,sono io che non voglio te,caro il mio scheletrino,non il contrario.
-Okay,basta. Apollo,entra,prima che cambi idea.-Non potevo credere di star avendo quella conversazione
Dormii con Apollo. Chiusi in una tenda di pochi metri quadrati. 30 gradi. 
Almeno non russava.
La mattina dopo,mi svegliai per prima. Apollo era carino quando stava zitto. Dormiva con la bocca rosea leggermente aperta e le mani giunte sotto la guancia,come gli angioletti e i cartoni animati. Uscii,e nascosta dietro la tenda mi lavai il meglio possibile,con una bottiglia d'acqua e una saponetta. Poi mi vestii,indossando la maglietta "Meglio calvo che biondo". Non lo stavo facendo apposta,assolutamente.
Andai al discount più vicino e presi dei biscotti,dei bicchieri di plastica e una confezione di latte.
Svegliai il pollo n.1,quello biondo,facendo partire a tutto volume canzoni spagnole estive a caso.
Apollo si svegliò gridando:"Non meritate di diventare delle hit!"
Risi.
-Mangia,scemo. Io vado a svegliare Nico.
Il pollo n.2 fu svegliato a forza di Heavy Metal.
-I Lordie,sul serio?
-Si. Mangia qualcosa anche tu. Partiamo fra pochi minuti.
Sembrava che stessimo andando in gita scolastica ed ero sospettosa. Possibile che nessun mostro avesse ancora provato ad attaccarci? Possibile che non ci fosse una data di scadenza alla missione?
Raggiungemmo il mio orfanotrofio,"St.Martin",circa un'ora dopo.
Suonai il campanello di quell'edificio un po' cupo,ma che consideravo casa mia.
-Ehm...Gerard? Clemmy? C'è nessuno? Sono io,Nicky. Non arrabbiatevi,posso...oh,sorella Louise,ciao. C'è Clementine?- Mi rivolsi alla suora giovane e cicciottella che mi ritrovai davanti,e che mi guardò male.
-Nicky!- Nando,un bambino di cinque anni che mi venerava da quando aveva imparato a gattonare,mi saltò in braccio.
-Eravamo tutti preoccupati- Annunciò solenne,con il pollice in bocca.
-Lo so,piccolo. Louise,io e i miei amici dovremmo parlare con Clemmy. È una cosa seria,davvero.
Sentii una voce dal corridoio.
-Chi è questa disgraziata che mi cerca?
-Clementine!- Corsi ad abbracciare la suora che aveva appena parlato.
-Ah,Nicoletta,quante ne combini! Finalmente ti sei decisa a portare un uomo?
-Loro sono Nico e...Lester.
Apollo mi guardò male,ma non potevo presentarlo col suo vero nome. Che roba era?
-Ah,addirittura DUE uomini.
-Clemmy,io e miei AMICI abbiamo urgenza di parlarti,da sola.
Clementine capì che ero seria. Assestò una sculacciata giocosa a Nando.
-Va' a giocare,piccolo diavoletto. E portami il mio uncinetto. Tu,Louise,riposati pure. Oggi hai avuto il turno in cucina.
Quando fummo soli,ci accomodammo nella sala principale.
-Clemmy,io e i miei amici siamo nei guai con delle persone e...
-Nicky,se scopro che ha a che fare con la droga ti rifilo così tante sberle che...
-Siamo bravi ragazzi,signora- La interruppe Apollo,sorridendo -Ciò che Nicky voleva dire,è che sono andati persi dei ehm...manufatti di grande importanza. Appartenevano alla mia famiglia e abbiamo ragione di credere che uno di essi si trovi qui.
Rimasi scioccata. Era stato davvero credibile. 
-E perchè dovrebbe trovarsi qui?- Chiese Clementine,ancora sospettosa.
-Ci sono stati rubati da persone senza scrupoli,che pero' sono stati poco saggi e hanno disseminato indizi sulla loro strada. Alcuni di questi riconducono al nome "St.Martin" e Nicky ci ha suggerito di cominciare la nostra ricerca da qui.
-Ce ne andremo appena finita la nostra ispezione- Continuò Nico -A Nicky piacerebbe davvero venire con noi. È una nostra amica ed è essenziale per la squadra.
-Ti preeego,zia Clemmy.
La guardai implorante.
-Vieni un secondo,Nicky.
La seguii in corridoio.
-Dovrei farti partire con due ragazzi per me sconosciuti,per quanto carini,in una missione di ricerca di cui so poco e niente?
-Clemmy,non posso spiegarti nulla,per adesso,ma ti giuro che è importante. Sono casini che potrebbe aver creato mia madre- Clementine sussultò -e quei ragazzi carini sono miei amici,DEVO aiutarli.
Mentire stava diventando complicato.
-Tua madre,tesoro...gli occhi di Clementine si spalancarono.
-Vai. Puoi andare.
-Cosa?
-Un giorno ti dirò ciò che so. Non è il momento,adesso. Vai,cercate qui ciò che vi serve e poi andate.
Corsi dagli altri due,prima che lei cambiasse idea.
-Ha detto che va bene- Esclamai una volta vicina a Nico e Apollo.
-Cerchiamo la Fonte di Estia. O Era,quel che sia.
_In quel luogo sapevano qualcosa su mia madre._


Ciao a tutti e scusate il ritardo .

Non voglio dilungarmi e faró solo una piccola precisazione: la frase della maglietta di Nicky,che “prende in giro” i biondi,non è mia,ma dei comici “Aldo,Giovanni e Giacomo”,se ricordo bene.

Ovviamente si scherza,Nicky la usa per prendere in giro Apollo,ma lei stessa è chiara di capelli,e anche io ;).




Nico insistette per far parte dell'impresa.

Cosa gli passasse per il cervello,io non lo sapevo.

La mattina dopo,dunque,le cose stavano così:avevamo il compito,avevamo il numero,avevamo...niente,basta così.

Avevamo il compito e il numero.

Il fatto che NON avessimo fortuna,rifornimenti,mezzi di trasporto,benedizione degli dèi e voglia di vivere era ASSOLUTAMENTE irrilevante.

E poi diamine,gente! Due ragazzi in missione insieme che si chiamano Nicky e Nico? MA DAVVERO?
Quando Chirone annunciò la nostra impresa al Campo,i semidèi parvero sollevati e leggermente colpevoli allo stesso tempo.Probabilmente si sentivano in colpa del fatto di essere sollevati. 

Senza troppe cerimonie,mi regalorono una spada più pesante di me (decisi che mi sarei portata la mia adorata racchetta) e un sacchetto di quadratini di ambrosia.

Ma l'ambrosia avrebbe funzionato per me?

Era come se fossi figlia di una dèa qualunque?

Indovinate un pò? Non interessava a nessuno.


Lascia il Campo insieme ai miei due compari. Probabilmente avrei dovuto sentirmi malinconica,o arrabbiata,o rifiutata,o perlomeno spaventata.Nonostante tutto,invece,sentivo crescere dentro di me uno strano senso di determinazione.


-ASPETTATE- Urlò un ragazzo biondo e abbronzato.

Will.

Nico mi aveva parlato di lui. Mi ero fatta l'idea fosse il suo amico un po' rompiscatole.

Will abbracciò Apollo,mormorando qualcosa che sembrava un augurio in greco.

 Poi si diresse verso Nico.

-Fai ancora in tempo a rinunciare- Pregò.

-Ti ho già spiegato...

-Del collegamento con lei e blablabla. Sei ancora debole,Nick! E azzardati a viaggiare nell'ombra,figlio di Ade e io-

-Lo so,Will! Farò attenzione,ma è necessario che parta e tra l'altro non la lascerei andare da sola comunque,ma l'hai vista? 

Pensai di protestare,ma sentivo fosse meglio non intromettermi.

Mi trascinai un pò più lontano,seguita da Apollo.

-Stanno più o meno insieme- Chiarì.

Ah.

-Peccato,Nico era carino.- Fu la prima cosa che mi venne in mente di dire. Idiota.

Apollo sembrò un pò offeso.

 -Hai davanti un dio e dici che Nico è carino?

-Ciccio,guarda la mia maglietta.

Tirai fuori una maglietta dallo zaino e gli mostrai la frase riportata sopra,ammirando la sua faccia sconvolta.

-Meglio calvo che biondo? Ma davvero?- Chiese incredulo.

-È la mia maglietta preferita.

 -Siamo bellissimi! E poi,anche tu hai i capello chiari.

-Grazie di aver detto che sono bellissima,allora.

Nicky:1  Gambo-di-sedano:0

Nico ci raggiunse,un pò senza fiato.Mi ero persa il bacio. Accidenti.

-Allora?- Chiese -Si parte?
Camminammo fino alla fermata dell'autobus più vicina. La giornata non fu molto eccitante. Non avevamo draghi,navi,esseri volanti,macchine,quindi per arrivare alla grande città più vicina passammo da un bus a un altro.

Bello,vero?

Verso le otto di sera,affamati e finalmente nei dintorni di New York,ci fermammo a cenare e facemmo il punto della situazione.

-Allora- Cominciai- Abbiamo la lista degli dèi dell'Olimpo. Sappiamo di dover cercare le loro Fonti nell'ultimo luogo in cui le metterebbero. Non abbiamo una profezia a complicare le cose,ma neanche ad aiutarci. Non dobbiamo muoverci via mare o via aerea perchè gli dèi mi odiano. Avete idee?

-Concentriamoci su un dio per volta -suggerì Nico.

-Approvo. Ad esempio,cominciamo da qualcosa di semplice. Estia sarebbe il massimo.- Disse Apollo.

-Dobbiamo trovare anche la Fonte di Estia?- Esclamai disperata.La aggiunsi alla lista.

-Ehi,guarda il lato positivo. Sarà sicuramente un focolare.

-E sentiamo- Domandò Nico cupamente -quale sarebbe l'ultimo posto in cui trovare Estia?

Ebbi un'illuminazione.

-È la dea della famiglia e del focolare domestico,no?

-Si...?

-Che ne pensate di cercare nel mio orafonotrofio? Sarebbe uno scherzetto degno di Gea.

-Ed Era,dove la metti? Lei è la dèa delle madri,del matrimonio,dei figli eccetera eccetera.- Obiettò Apollo.

-Anche se trovassimo quello di Era,andrebbe bene comunque.

-Questo è vero.

Smettemmo di parlare.Non eravamo troppo scioccati per continuare a chiacchierare. Erano semplicemente arrivati i nostri hamburger.

Quella sera cominciammo a dirigerci verso Brooklyn,dove si trovava il mio orfanotrofio.Avrei chiesto qualche consiglio a Clemmy,decisi.Verso le dieci constatammo che era tardi e sarebbe stato meglio farsi una dormita e continuare il giorno dopo,quindi piantammo due tende in un parco

.-Beh,buonanotte- Augurai a entrambi i miei polli,entrando nella tenda.

-Fermafermaferma. Con lui ci devo dormire io?- Mi bloccò Apollo.

-Ovvio! Io sono una ragazza!

-Non voglio dormire col padre del mio ragazzo! È già abbastanza imbarazzante il fatto che sia nostro coetaneo e che io lo veda ogni giorno!- Continuò Nico.

-Che vi dovrei fare?- Chiesi,interdetta.

-Non dormiremo insieme. Io sono,tipo,sai com'è,IL SOLE,e lui riesce a evocare scheletri dal mondo dei morti!

-Non voglio dormire con uno di voi due!

-Nico è tuo amico,dov'è il problema?

-Non se ne parla! Non si dorme con una donna che non sia tua moglie o tua sorella.

-Scherzi,vero?

-Sono nato negli anni 40!

-Quand'è che saresti nato,scusami?- Esclamai io.

-Poitispiego,senti,con Apollo no,davvero.

- Oh-oh-oh,io non voglio te,caro il mio scheletrino,non il contrario.

-Okay,basta. Apollo,entra,prima che cambi idea.-Non potevo credere di star avendo quella conversazione.

Dormii con Apollo.

Chiusi in una tenda di pochi metri quadrati.

30 gradi. 

Almeno non russava.

La mattina dopo,mi svegliai per prima. Apollo era carino quando stava zitto. Dormiva con la bocca rosea leggermente aperta e le mani giunte sotto la guancia,come gli angioletti e i cartoni animati. Uscii,e nascosta dietro la tenda mi lavai il meglio possibile,con una bottiglia d'acqua e una saponetta. Poi mi vestii,indossando la maglietta "Meglio calvo che biondo". Non lo stavo facendo apposta,assolutamente.Andai al discount più vicino e presi dei biscotti,dei bicchieri di plastica e una confezione di latte.

Svegliai il pollo n.1,quello biondo,facendo partire a tutto volume canzoni spagnole estive a caso.Apollo si svegliò gridando:"Non meritate di diventare delle hit!"

Risi.

-Mangia,scemo. Io vado a svegliare Nico.

Il pollo n.2 fu svegliato a forza di Heavy Metal.

-I Lordie,sul serio?

-Si. Mangia qualcosa anche tu. Partiamo fra pochi minuti.

Sembrava che stessimo andando in gita scolastica ed ero sospettosa. Possibile che nessun mostro avesse ancora provato ad attaccarci? Possibile che non ci fosse una data di scadenza alla missione?

Raggiungemmo il mio orfanotrofio,"St.Martin",circa un'ora dopo.Suonai il campanello di quell'edificio un pò cupo,ma che consideravo casa mia.

-Ehm...Gerard? Clemmy? C'è nessuno? Sono io,Nicky. Non arrabbiatevi,posso...oh,sorella Louise,ciao. C'è Clementine?- Mi rivolsi alla suora giovane e cicciottella che mi ritrovai davanti e che mi guardò male.

-Nicky!- Nando,un bambino di cinque anni che mi venerava da quando aveva imparato a gattonare,mi saltò in braccio.

-Eravamo tutti preoccupati- Annunciò solenne,con il pollice in bocca.

-Lo so,piccolo. Louise,io e i miei amici dovremmo parlare con Clemmy. È una cosa seria,davvero.

Sentii una voce dal corridoio.-Chi è questa disgraziata che mi cerca?

-Clementine!- Corsi ad abbracciare la suora che aveva appena parlato.

-Ah,Nicoletta,quante ne combini! Finalmente ti sei decisa a portare un uomo?

-Loro sono Nico e...Lester.

Apollo mi guardò male,ma non potevo presentarlo col suo vero nome. Che roba era?

-Ah,addirittura DUE uomini.

-Clemmy,io e miei AMICI abbiamo urgenza di parlarti,da soli.

Clementine capì che ero seria. Assestò una sculacciata giocosa a Nando.-Vai a giocare,piccolo diavoletto. E portami il mio uncinetto. Tu,Louise,riposati pure. Oggi hai avuto il turno in cucina.

Quando fummo soli,ci accomodammo nella sala principale.

-Clemmy,io e i miei amici siamo nei guai con delle persone e...

-Nicky,se scopro che ha a che fare con la droga ti rifilo così tante sberle che-

Siamo bravi ragazzi,signora- La interruppe Apollo,sorridendo -Ciò che Nicky voleva dire,è che sono andati persi dei ehm...manufatti di grande importanza. Appartenevano alla mia famiglia e abbiamo ragione di credere che uno di essi si trovi qui.

Rimasi scioccata. Era stato davvero credibile. 

-E perchè dovrebbe trovarsi qui?- Chiese Clementine,ancora sospettosa.

-Ci sono stati rubati da persone senza scrupoli,che però sono stati poco saggi e hanno disseminato indizi sulla loro strada. Alcuni di questi riconducono al nome "St.Martin" e Nicky ci ha suggerito di cominciare la nostra ricerca da qui.

-Ce ne andremo appena finita la nostra ispezione- Continuò Nico -A Nicky piacerebbe davvero venire con noi. È una nostra amica ed è essenziale per la squadra.

-Ti preeego,zia Clemmy.- La guardai implorante.

-Vieni un secondo,Nicky.

La seguii in corridoio.

-Dovrei farti partire con due ragazzi per me sconosciuti,per quanto carini,in una missione di ricerca di cui so poco e niente?

-Clemmy,non posso spiegarti nulla,per adesso,ma ti giuro che è importante. Sono casini che potrebbe aver creato mia madre- Clementine sussultò -e quei ragazzi carini sono miei amici,DEVO aiutarli.

Mentire stava diventando complicato.

-Tua madre,tesoro...gli occhi di Clementine si spalancarono.

-Vai. Puoi andare.

-Cosa?

-Un giorno ti dirò ciò che so. Non è il momento,adesso. Vai,cercate qui ciò che vi serve e poi andate.

Corsi dagli altri due,prima che lei cambiasse idea.

-Ha detto che va bene- Esclamai una volta vicina a Nico e Apollo.

-Cerchiamo la Fonte di Estia. O Era,quel che sia.

In quel luogo sapevano qualcosa su mia madre.

 

 

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Capitolo 5
*** Entriamo,facciamo casino,usciamo ***


-Idee?- La mia voce era incerta. Avevamo il permesso di metterci a cercare,ma non sapevano come muoverci nè COSA cercare effettivamente.
-Ma perchè Clementine non si è preoccupata quasi per nulla non vedendoti per due settimane? 
-Wow,bel piano,Appy,grazie.
-NON.CHIAMARMI.COSÌ.
-Ci inventiamo qualcosa o no?- Asserì Nico,esasperato.
-Okay,dunque:Appy ci dice cosa cercare perchè è un dio e dovrebbe saperlo,dopodichè ci dividiamo per la casa e cerchiamo. Per ora concentriamoci su Estia.
-E se non trovassimo nulla?
-Nico,PENSA POSITIVO.
-L’ultima volta che ho pensato positivo, senza preoccuparmi delle conseguenze,sono finito nel Tartaro.
Era chiaramente una battuta:Nico non pensava positivo.
Mai.
-Le tue parole sono una ventata d’aria fresca- Borbottò Apollo.
Non potei fare a meno di ridacchiare.

-Va bene- Cominciò Appy (l’avrei chiamato così per sempre) -La Fonte di Estia,come quella di qualsiasi dio,dovrebbe essere un simbolo del suo potere,che rifletta la sua personalità. Sarà qualcosa di poco appariscente,di una luce tenue. Questo posto ha un camino?
-Si,nella stanza principale.
-Controlliamo,allora.
Li guidai fino al piccolo caminetto,ma non notammo nulla.
Fui presa dal panico.
E se Nico avesse avuto ragione? Se non ci fosse stato nulla da cercare? Avremmo potuto metterci anni a trovare anche solo una Fonte.
Mi immaginai vecchia e stanca,ancora incastrata in questa impresa assurda.
Per un dio la durata di una vita umana non aveva peso.
-C’è qualcosa,qui,che rispecchi Estia?In qualsiasi modo?- La voce di Nico rasentava la disperazione,ed ero pronta a scommettere che stesse facendo i miei stessi pensieri.
Riflettei. Estia era la dea del focolare domestico:i greci ne avevano uno in ogni città e in ogni casa,ed era il centro della vita familiare. Lì si parlava,si prendevano decisioni,ci si comportava come una famiglia.
Anche gli dèi ne avevano uno,nonostante non fossero sempre in rapporti idilliaci.
C’era,nel mio orfanotrofio,un posto,un simbolo,che potesse rappresentare Estia,seppur in un luogo a lei così estraneo?
Alla fine,parlai:

-A lei non piacerebbe,qui. I bambini sono infelici,anche se non gli manca nulla. È difficile stare in una casa famiglia.È difficile andare a scuola e sapere che gli altri,i ragazzi lì fuori,hanno una mamma,un papà,un fratellino vero. Quando ci sentiamo troppo soli,ci raggruppiamo tutti intorno alla poltrona di Clementine,con biscotti e tazze di cioccolata ed è come essere una famiglia vera-
Feci una piccola pausa e sperai con tutta me stessa che qualcuno sull’Olimpo ci stesse acoltando.
-In quei momenti,una dèa come Estia vorrebbe essere accanto a noi. Quella poltrona è il nostro focolare. È il luogo in cui siamo una famiglia,e mangiamo biscotti, mentre Clementine lavora a maglia,e anche se alcuni di noi sono stati tanto poveri o tanto tristi,ora siamo tutti insieme. E non c’è da essere infelici.
Ci fu un istante di silenzio.
Mi avvicinai alla poltrona di cui avevo parlato.
Stava brillando di una luce tenue.
Aprii il cuscino imbottito:all’interno c’era un lungo velo bianco,il tipo indossato dalle sacerdotesse di Estia.
Apollo sgranò gli occhi.
-Credo che ce l’abbiamo fatta.

In un momento,si sciolse tutta la tensione accumulata in quei minuti da tutti e tre e tornammo a fare i cretini.
Beh,due di noi.
Io urlai di gioia e infilai la Fonte nello zaino.
Nico fece uno dei suoi rari sorrisi.
-È stato quasi facile.
-Si,dai.
-Voglio dire,niente di mortale.
-Ma si,infatt-
-Ragazzuoli,non vorrei rompere le uova nel paniere- Ci interuppe Apollo -Ma ora cosa cavolo ci facciamo,con ‘sta Fonte?
Doveva sempre rovinare tutto.
Inoltre,non sembrava troppo sollevato.
Capivo la sua tristezza e mi faceva anche un po’ pena,in verità.
Aveva perso il suo status e il suo potere per uno stupido errore,doveva affrontare una lunga e noiosa missione insieme a due mortali depressi e con il nome uguale e veniva svegliato ogni mattina a forza di Enrique Iglesias.
Terribile.
Uscendo dal "S.Martin" (con ancora tante domande irrisolte),fui presa dallo sconforto.

I guai cominciarono presto.
Era quasi matematico:fino ad allora non c’erano stati grandi problemi,doveva accadere qualcosa PER FORZA.
In più,non l’avrei mai detto,andare in giro con la Fonte di potere di una delle dèe dell’Olimpo,era un po’ come scriversi sulla fronte:
"Cibo per nemici gratis".
Cominciai a maturare l’idea che forse, FORSE,la parte difficile dell’impresa non sarebbe stata trovare ciò che stavamo cercando,ma sopravvivere portandocelo dietro.
E infatti.
-Appy?
-Dimmi- Disse a denti stretti.
-Pensi che qualcuno cercherà di ostacolarci?
-Chiunque cercherà di ostacolarci!
-Ma se le Fonti garantiscono potere agli dèi e gli déi hanno molti nemici che preferirebbero indebolirli,non significa che siamo un chiaro bersaglio?
-Estia non ha molti nemici- Mi rassicurò Nico.
-Al momento siamo al sicuro.
-Ne dubito,Nicoletta e Nicolò,ma io ho fame e al momento voglio pensare a questo.
-Individui sempre le priorità,Appy.
Entrammo in un bar che si vantava di offrire solo prodotti bìo.
Era ordinato e colorato,ma mi trasmetteva una sensazione di disagio. Le pareti erano decorate da mosaici che raffiguravano feste esagerate e culti simili a quelli Dionisiaci (arrossii alla vista di alcune illustrazioni).
Probabilmente avrei già dovuto capire che qualcosa non andava.
Il ragazzo al bancone ci salutò:
-Buongiorno. Volete un frullato?Solo frutta coltivata senza l’utilizzo di pesticidi,di una qualità eccelsa.
-Oh,beh,io lo vorrei un frullato- Mormorai. Il ragazzo era davvero bellissimo,tra parentesi.
Vidi Apollo innervosirsi,ma il barista continuò:
-Tutti gli ingredienti sono assolutamente naturali,e coltivati proprio da noi,con la benedizione di un dio in particolare.
Momento momento momento.
Un dio? Sapeva chi eravamo?
-Sono sicuro che il pesante fardello che portate nello zaino della ragazza vi sta togliendo le forze.
Nico mi scosse.
-Andiamocene,Nicky. Di corsa.
-Non andate proprio da nessuna parte- Ci assicurò il ragazzo,sorridente.
Ecco i problemi.
Eccoli.
Già li vedevo.
Non si può neanche bere un frullato in pace.
-Sei un dio?- Chiesi.
Mi sforzai di ricordare qualde dio o mostro avesse avuto qualche problema con Estia.
Da come parlava sembrava un figlio di Demetra,e ciò che vedevo intorno a me mi faceva pensare a Dioniso.
Chi altro poteva parlare di orti e roba varia?
Trittolemo,magari,ma da ciò che sapevo non era cattivo. O almeno,non avrebbe dovuto avercela con degli innocenti semidèi.
Fissai lo sguardo su un mosaico che raffigurava,stranamente,un asino.
C’era anche...
-Priapo?- Domandai.
-Hai indovinato,bambina,e da ciò che si dice su di me,ha dell’incredibile che tu mi conosca.- Disse freddamente.
Il bar intorno a noi era sparito e si era tramutato in un tempio.
Le illustrazioni erano rimaste. Stavo cominciando a capire a cosa si riferissero.
Nico sembrava annoiato:
-Va bene,spiegaci che problema hai con noi,ma fa in fretta,che abbiamo più di una decina di dèi da sistemare.
-Il mio problema,figlio di Ade?Sono stato espulso 
dall’Olimpo,ridicolizzato,escluso,solo per averci provato con Estia!
-Hai cercato di abusare di lei- Ringhiò Apollo -L’abbiamo sentita urlare.
-Si era semplicemente spaventata,senza alcun motivo! Nessuno può provare che le avessi fatto del male.
Esitammo.
-Okay- Disse Nico,con calma -Cosa vuoi da noi?
-La Fonte di Estia,ovviamente.
-Non ha senso. Gli dèi hanno vinto,perchè indebolirli?
-Quando avrò il mio posto sull’Olimpo,la reatituirò.
Ci pensai seriamente.
Priapo era il dio della fertilità e del sesso,e potevamo facilmente pensare che si fosse lasciato andare un po’ troppo con Estia.
Era giusto che pagasse ancora,dopo millenni?
Risposta:sinceramente,non era un nostro problema.
-Rifiutiamo la tua offerta.
Feci per andarmene.
-Ma ti scriveremo una lettera di raccomandazione se riusciremo a sopravvivere.
Facile,no?
No.
Sotto i miei sbigottiti occhi,Nico Di Angelo,fu trasformato,_ebbene sì_,in una stupidissima pianta di CETRIOLI.
Avete capito bene,CETRIOLI.
-Ritrasformalo subito!- Urlai.
-Pensavi davvero che sarebbe stato così facile?- Mi sussurrò Apollo.
Non è insopportabile quando chi detesti ha ragione?
-Va bene,Priapo. Dicci cosa vuoi. Non possiamo darti la Fonte. Nè Nico.
-La vostra morte.
-Non possiamo darti neanche quella.
Apollo guardò nella mia direzione e vidi i suoi occhi spalancarsi.
Mi voltai e mi resi conto che qualcuno mi aveva sottratto la Fonte mentre parlavo.

Complimenti,Nicky.
Prenditi pure a schiaffi da sola.
-Ti farà piacere scoprire,Nicky,che otterrò tutte e tre le cose che ti ho chiesto. La Fonte è già mia. In quanto alla vostra morte...
Fece la pausa ad effetto.
È sempre un brutto segno quando fanno la pausa ad effetto.
-Vi lascio alle adorate seguaci immortali di mio padre,le Menadi.

Un gruppo di donne dallo sguardo folle ci circondò. 
Nico fu ritrasformato in umano per essere ucciso.
-EH NO.- Urlò- SONO DAVVERO STUFO DI DIVENTARE UNA VERDURA. 
Si rivolse a noi:
-Uccidiamoli.
-Va bene,Appy. Tutto ciò che sappiamo sulle Menadi,ora.
-Ottime combattenti,seguaci di Dioniso,assolutamente folli,violente e incontrollabili. 
-Dalla loro parte hanno?
-Forza,spietatezza,numero,armi,velocità.
-E noi dalla nostra abbiamo?
-Una racchetta.
Meglio di niente.
Mi buttai nella mischia,picchiando a destra e sinistra con la mia bellissima racchetta.
Proprio come era successo con l’echidna,riuscii a confondere le mie avversarie.
-Perchè fai questo?- Gridò Apollo a Priapo,sopra quel baccano. (ahahahahah,baccano,baccanti,bacco,l’avete capita?)
-Gli dèi mi hanno cacciato. Pagherai tu,Apollo,per tutti loro.
-E ti pareva.- Borbottò lui.
-Estia verrà a chiedermi la Fonte e dovrà fare ciò che voglio io per riaverla.
Rise maleficamente.
-Ti consiglio di migliorare la risata cattiva,non rende.- Consigliò Nico.
Notai la Fonte dietro di lui.
Potevo fare la stessa cosa che lui aveva fatto a noi:soffiargliela da sotto il naso.
Feci cenno a Nico e Apollo.
Avrei tanto voluto saper comunicare con loro mentalmente.
Mimai con le labbra:
"Distraetelo".
Nico tirò fuori la sua spada e cominciò a combattere contro le Tizie Pazze.
Era davvero un mostro.
Apollo continuò a far parlare Priapo:
-Capisco che sia difficile,dopo solo DUEMILA ANNI,dimenticarsi del due di picche di Estia,ma-
-OOOOH,PALO IN FACCIA- Urlai per innervosirlo.
Priapo divenne rosso di rabbia:
-Sono stato umiliato da tutto l’Olimpo!
Mi avvicinai quatta quatta alla Fonte alle sue spalle,sentendomi in colpa.
Nico stava combattendo da solo contro le Menadi e ne aveva già uccise un paio,ma non avrebbe resistito a lungo.
-Ehi- Gridò Apollo
Si girarono tutti simultaneamente.
-Guardate là!
Guardarono là.
Feci una corsa e raggiunsi la Fonte.
-Dai-Fece quel geniaccio di Appy -Ma davvero ha funzionato?
Nota bene per Nicky:in genere,nella mitologia greca,o sono forti o sono intelligenti.
Colpii Priapo con la racchetta,scagliandola con una forza inusuale.
Le Menadi si agitarono,senza sapere cosa fare.
Approfittando del momento di calma,fuggimmo.
Attorno a noi c’era di nuovo un bar.
-Attento a non finire nel bidone dell’umido,Priapo,che di bidoni ne hai presi già troppi.- Urlai,soddisfatta.
-Ammetto che questa era buona.-Si complimentò Nico.
Ridemmo tutti e tre.
Potevamo rilassarci per qualche ora,prima di riprendere la nostra ricerca.
-Fuori uno- Sospirai.
-Si,ma sono già stufo di girare con gli autobus.-Sottolineò Apollo.
Era un principino,ma effettivamente quel modus operandi stava diventando poco pratico.

La storia di come abbiamo convinto una vecchietta del Texas a prestarci la macchina non ve la racconto.


In qualsiasi caso,un paio di ore dopo eravamo in macchina,a cercare disperatamente di formulare un piano.
Cancellai Estia dalla lista.
Avevo ancora la sua Fonte nello zaino,e cominciava a pesarmi abbastanza.
-Andiamo a estrazione- Suggerì Nico.-E vediamo quale dio esce.
-Si,vista la nostra fortuna,è una buona idea.-Brontolai.
Uscì il numero 17,e contai i nomi sulla lista.
No.
No,dai,non poteva essere.
Respirai profondamente e sputai il nome:
-Ade.
Apollo si mise le mani tra i capelli,disperato.
Pensai di tirarlo su.
-Appy?
-Si?
-Ma tu su un albero stai Apollaiato?
Silenzio.
Estenuante silenzio.
Lungo,imbarazzante silenzio.
-Ma fai sul serio?



~Angolo autrice~

Ciao J

Ho cercato di postare il prima possibile,ma non ho avuto davvero tempo,quindi il capitolo potrebbe sembrare troppo sbrigativo (leggasi “uno schifo”).

Un grazie ENORME a chi commenta (❤
) La battuta me l'ha detta un mio amico,scusate la demenza.





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Capitolo 6
*** Non risolviamo un ciufolo ***


Nei successivi due giorni vagammo a vuoto per New York,senza sapere cosa fare nè dove andare,con una bomba atomica nello zaino. Era terribile pensare che avessimo appena cominciato,e non sapevo se mi sarei mai abituata a vivere con un peso del genere sulle spalle.
L’idea della morte non mi spaventava per il concetto in sè,ma il pensiero di arrecare un dolore così grande a chi mi voleva anche solo un po’ bene,mi faceva rabbrividire.
Inoltre,giusto per chiarirlo,Estia non si era fatta vedere. 
Poteva almeno venirsi a riprendere la sua roba,eh.
-Va bene,ho un’idea.- Nico entrò in macchina con tre Happy Meal e ne distribuì uno a testa.
-Siamo tutt’orecchi.- Disse Apollo,togliendo il cetriolo dal panino.
-Mio padre è il dio della morte,no?
-Si?
-Bene,probabilmente aveva nascosto il suo,diciamo,"potere di scorta",da qualche parte nell’Ade,no?
-Direi di sì.
-Se il regno dei morti è un po’,come dire,l’ultima tappa della nostra vita,il luogo più estraneo a mio padre sarà l’esatto opposto.
-E dove dovremmo andare?- Risi -In un reparto nascite?
-Sì. 
Silenzio.
-Dai,ha senso.
-E questa signori e signore,è un’idea del Tartaro.- Apollo bocciò decisamente il piano.
-Senti,è la migliore che abbiamo.
-Il piano migliore che abbiamo è vagare di ospedale in ospedale senza apparente motivo,entrare nel reparto neonatale, sempre senza alcuna spiegazione plausibile,e metterci a cercare qualche tipo di falce della morte vicino alle donne in travaglio?
-Sì.
-Starai scherzando?
-Quali altre alternative abbiamo?- Intervenni.
La poca chiarezza di questa missione stava cominciando a darmi sui nervi.
Estia non ci degnava neanche di un SMS e non avevo più avuto alcuna dimostrazione dei poteri di mia madre.
Non potevo cavarmela a racchettate per sempre.
Mi fissai nello specchietto retrovisore.
I miei capelli biondi e alquanto ricci erano spettinati,avevo due borse sotto gli occhi castani e volevo farmi una doccia DISPERATAMENTE.
Nico era più o meno nelle mie condizioni,mentre Apollo era ancora decisamente carino. La cosa mi innervosì:era un mortale come noi,al momento,ma invece di conservare almeno un minimo dei suoi (utili) poteri,era semplicemente rimasto bello come...un dio.
MA NOI NON CE NE FACEVAMO NIENTE,AVEVAMO BISOGNO DI FORZA DIVINA.
Non ci eravamo ancora messi d’accordo su un piano preciso,e in qualsiasi caso era tardi,quindi ci accampammo per la notte.
-Ehi.
Entrai nella tenda di Nico.
-Ehi.- Rispose,senza entusiasmo.
-A me piace la tua idea.
-A me no,fa schifo.
Ridemmo entrambi.
-Va bene,forse fa un po’ schifo. Ma almeno hai pensato a qualcosa.
-Può darsi. Mi sento inutile:Ade è mio padre,e non so neanche dirvi da dove cominciare. Faccio schifo come eroe. Se al posto mio,ora,ci fosse stato Percy,o Jason-
-Oddio,non nominarli neanche- Roteai gli occhi.
Nico mi guardò incuriosito:
-Ti hanno fatto qualcosa?
-Come si fa a sopportare le persone perfette?
-TIPO ME?- Urlò Apollo da fuori.
Entrò:-Voglio partecipare alla discussione,dicevi?
Quel ragazzo passava dalla depressione totale,all’irascibilità più assoluta e poi all’allegria più ingenua.
-Dicevo,come si fa a sopportare un ragazzo perfetto? Non dico fisicamente,proprio in tutto. Sindrome dell’eroe,forza fisica,ma mai usata nel modo sbagliato assolutamente,tutti danno retta a loro perchè sono dei super-leader,niente scheletri nell’armadio,si faranno avanti e moriranno per tutti noi e blablabla.
Non li puoi odiare. E questo te li fa odiare ancora di più.
-Avrei tanto voluto odiare Percy- Mormorò Nico.
Capii di aver toccato un tasto dolente.
-Sono d’accordo con voi. I ragazzi troppo perfetti sono insopportabili. Almenochè non si mettano con me,in quel caso va bene.- Sentenziò Apollo.
-Ti pareva.
-Gelosa,Nicoletta?
-Si,da morire. Il punto,Nico,è che non devi MAI dire "oh,se fossi come Superman",perchè a me non piacciono i Superman.
Seguì qualche momento di silenzio,poi Apollo chiese:-Avete mai odiato davvero qualcuno?
-Io sì. O meglio,ho odiato- Disse Nico -Ma ora non più.
Non riuscivo a vedere persone più diverse di lui e Apollo.
Nico era nero. Apollo,invece,era caratterizzato da una strana luce persistente intorno a lui e non osavo neanche immaginarlo nelle vesti di un dio.
-Io no. Chi dovrei odiare? Gea,un’entità sconosciuta? Mio padre,per avermi abbandonata,senza sapere neanche chi sia?- Risposi,sinceramente.
-Si è perso una figlia interessante.- Commentò Apollo.
-La uso bene,quella racchetta-Dissi,convinta.
-Sembri Rapunzel.-Affermò Apollo e lui e Nico risero.
-Quanto siete simpatici.
-E tu?- Mi rivolsi ad Apollo,tornando alla domanda.
-Sì. Tante persone. E odio ancora.
-Chi? Almeno un nome,dai.
-Roba tra dèi,non vi interessa.
-Ci interessa- Intervenne Nico. 
Non lo facevo tipo da pettegolezzi.
Però.
Sospirò.
-Eros.
-Il dio?
-No,il famoso macellaio.
-Ma quanto fai ridere?
-Tantissimo.
-Va bene,va bene. Continua.
I suoi occhi azzurri si incupirono e devo ammettere che rabbrividii.
Eravamo stretti in una piccola tenda canadese a spettegolare come tre normali amici adolescenti,ma la consapevolezza di trovarmi in realtà di fronte a un essere immortale e quasi onnipotente,con millenni di storia alle spalle,fu improvvisa.
Nel suo sguardo riconoscevo una furia antica e potente,che non sarei mai stata in grado di provare,neanche in tutta la mia vita.
Stentai a riscuotermi dallo stato di inquietitudine in cui ero caduta.
-È una storia vecchia,davvero. Fosse stato per me,l’avrei conclusa tempo fa.
Il suo viso si era nuovamente rilassato.
Aveva chiuso gli occhi e si era appoggiato alla tenda con noncuranza. 
Non potei fare a meno di pensare che era davvero...forse avrei dovuto comportarmi in modo diverso con...
-Apollo,a te piacciono i tipi solitari?
-Perchè?
-Chessò,dovrebbero starti simpatiche le persone DA-SOLE.
Come non detto.
-Ma la vuoi fare finita?
Risi fino alle lacrime e persino a Nico tremolò il labbro.
-Sei una persona orribonda. Orribile e immonda.
Di nuovo silenzio.
-Poi sono io che la devo fare finita.

Il giorno dopo non avevamo ancora deciso cosa fare,nè come muoverci,e io cominciavo a disperarmi sul serio. Presi una (stupida) decisione.

-Apollo,accosta nel parco.
-Cosa?
-Accosta e basta.
-Nicky,LA DROGA FA MALE.
-Appy,fermati!
-Va bene,va bene.
Uscii dalla macchina con furia,per poi fermarmi nel mezzo del prato.
-ESTIA- Urlai. -TI ABBIAMO FATTO UN GROSSO FAVORE. AL MOMENTO SEI L’UNICA TRA GLI DÈI CHE HA LA SUA FONTE,QUINDI DEGNACI DEL TUO DIVINO SGUARDO E DACCI UNA MANO CON ADE,PERCHÈ NON ASPETTEREMO A LUNGO.
E questo,semidèi e semidèe,era il mio piano Zeta.
Incredibilmente,una ragazzina vestita poveramente ci venne incontro.
Indossava un velo simile a quello recuperato da noi e avanzava con un andare rilassato.
-Hai poca pazienza,semidèa- Commentò.
-Sarei arrivata comunque.
Mi sentii un po’ imbarazzata,poi pensai che le avevo salvato il divino gluteo,quindi avevo il diritto di essere arrabbiata per la sua scortesia.
-Allora,ti riprendi la tua roba o no?
-Stai facendo un buon lavoro,Nicky,ma gli dèi non apprezzano nè te,nè la tua discendenza.
Che carina.
-E neanche me,suppongo.-Aggiunse Apollo,scuro in viso.
Estia annuì.
-È imbarazzante incontrarci in queste condizioni,Febo.
-Lo dici a me.
-Comunque sia,Nicky,Nico e-
-Appy- La interruppi,ignorando l’occhiataccia del diretto interessato -Si chiama Appy.
-Va...bene? Dicevo,vi porgo dei sentiti ringraziamenti per aver recuperato la Fonte di una dèa insignificante come me,e sono qui per riprenderla e donarvi una ricompensa.
-Ogni tanto una gioia.
-Nico,lasciala finire.-Bisbigliai.
-Quando avete valutato l’idea del reparto nascite,avete forse considerato il lato sbagliato della situazione. Secondo quale ragionamento Gea metterebbe una cosa preziosa e introvabile come la Fonte in un luogo così insignificante per lei e generico?
Magari il dio della morte aveva nascosto la sua Fonte in qualche punto buio,freddo e sterile dell’Averno.- Concluse.
Mi venne un’idea stupida e geniale allo stesso tempo,ma aspettai.
Estia ci lasciò riflettere.
-È tutto ciò che posso fare- Sospirò -Fornirvi una piccola riflessione. Non so neanch’io dove si trovano adesso le Fonti degli altri dèi.
-Potresti darmi la mia?
Le passai il velo. Estia lo indossò,e la vidi ringiovanire sotto i miei occhi.
I capelli divennero lucidi e fluenti, i suoi occhi neri e la sua pelle olivastra si illuminarono del potere sprigionato dal suo corpo.
Il suo abitino marrone si trasformò in lungo vestito di velo bianco.
La luce intorno a lei era più forte,accecante,emanava potenza.
-Sto molto meglio- Ci informò,allegra.
-C’è un’ultima cosa che devo dirvi,ed è davvero importante. Purtroppo,questo cambierà molto le carte in tavola.
Oh,no.
-Semidéi,dovrete recuperare un’ulteriore Fonte,oltre a quelle dei principali dèi dell’Olimpo.
-Quale?
-Quella di Eros.
Vidi Apollo impallidire,poi arrossire e Nico mettersi una mano sul viso.
-Non se ne parla.-Disse poi.
-Febo,so che-
-Non posso farlo e basta. Non c’è verso che io lo faccia,Estia,e ora togli il disturbo.
Estia sospirò nuovamente e guardò me e Nico.
-Sta a voi.- Ci informò,prima di allontanarsi.

-No.
Eravamo seduti in uno Starbucks vicino al parco,e stavamo facendo opera di persuasione su Apollo.
Ve la mostro:
-Daaai.
-No.
-Perfavoreee.
-No.
-Sarai il nostro eroeee.
-No.
-Che pesante che sei,però!
Fine.

-Sul serio,Appy,perdona e dimentica. Qualsiasi cosa sia successa sono passati millenni,move on!
-La colpa non è mia.
-E di chi sarebbe?- Intervenne Nico.-Solitamente è sempre colpa tua.
-Avete mai notato che tutte le mie storie d’amore finiscono in modo orribile e cruento? E avete notato che c’è sempre un maledetto fattore esterno?
Va bene Dafne,okay,forse avevo esagerato,Eros,te lo concedo.
Ma prendere sotto protezione l’omicida di Giacinto! Ed è solo un esempio.-
Rimanemmo in silenzio.
Provai un grande dolore.
Quasi tutti i miti greci finivano male,ma in quelli dedicati alla figura di Apollo riuscivo a sentire qualcosa di più grave,di malato alle fondamenta.
-Credi che ti abbia...maledetto?- Chiese Nico.
Appy annuì.
Mi salí la rabbia.
-Nessuno può trattare Apollo aka Appy aka Febo aka Gambo di Sedano aka Il Biondone in questo modo!
-Ma,Nicky,il nostro obiettivo era convincerlo a collaborare! -Obiettò Nico.
-Senti,Appy. O preferisci "Feby"? Vabbè,il punto è che questa missione la dobbiamo completare per forza. Facciamolo e basta,ma giuro,GIURO,che quando avremo davanti Eros,io e Nico lo fracasseremo di botte! Giusto?
-Ehm...giusto.
-Figliolo,mettici un po' di entusiasmo,non posso fare tutto io.
-GIUSTO!
-Così va bene.
Era il momento di spiegare il mio piano.
-Ho elaborato una teoria- Enunciai.
-Illuminaci.-Mi rispose Apollo
-Sei il Sole,sarebbe dura,al massimo possiamo tramontarti.
-NICO,TI CI METTI ANCHE TU?
Io e Nico ridemmo.
-Io penso che Gea abbia nascosto le Fonti in un luoghi sì,opposti a quelli originali,ma che significhino comunque qualcosa per il dio o per noi. Giusto per rendere la missione peggio di ciò che è.
-Si,potrebbe essere.
-Qual è il posto che non c'entra nulla con Ade,quindi vivo e magari colorato,ma che significa molto per lui?
Rimasero zitti.
-Il giardino dove ha rapito Persefone.
Nico spalancò gli occhi:
-Ha ragione.
Entrambi annuirono.

-Dobbiamo andare in Grecia per trovarlo?
-Anche se ci andassimo,secondo te sarà ancora lì?
-Forse. Magari il potere divino di cui è pieno l'ha salvato agli occhi dei mortali. Dove loro vedono una banca...noi vediamo ciò che dovremmo vedere.

-Nicky,non dirmi che dobbiamo DAVVERO arrivare fino in Grecia.
-Va bene,Nico,non te lo dirò.
Distolsi lo sguardo e rimasi in silenzio qualche secondo,mentre Apollo ridacchiava.

-Almeno andiamo un po' al mare già che siamo lì?
-Appy,no.
-Poi ero io quello pesante.
Decisi di stuzzicarlo:
-Allora,come è stato incontrare Estia mentre eri un misero mortale?
-Più imbarazzante della volta in cui mi ha friendzonato.
-NOO,RACCONTAMI.
-Ragazzi,ma esattamente come ci arriviamo in Grecia? -Ci interruppe Nico.
-Certo che ti piace rompere le uova nel paniere,eh? -Si lamentò Appy.
-Casomai rompe le uova nell'Apolliere,cosa c'entra Pan?
-NICKY,GIURO CHE IN GRECIA CI VAI DA SOLA.
Contai i soldi di Clemmy,più quelli forniti dal campo,e realizzai che forse,non mangiando più,avremmo potuto permetterci tre biglietti molto economici,su un volo MOLTO economico.
-Un po’ di soldi ce l’ho anch’io -Aggiunse Apollo.
-Io ne ho un sacco.- Intervenne Nico.
-Cosa?
-Beh,per sentirsi un bravo padre,Ade mi manda sempre soldi e cose del genere. È il dio più ricco.- Spiegò.
-È così che compensa il suo essere un padre assente? Col trucco più vecchio del mondo?- Chiesi.
-Già. Ma come vedi ciò ha dei lati positivi.

E fu così che partimmo per la nostra nuova avventura!
No,non eravamo così contenti.
Togliamo il punto esclamativo.

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Capitolo 7
*** Guarda,una soluzione! Ah,no. ***


-Nicky?
-Cosa?
-C’è una turbolenza.
-E quindi?
-Questo è Zeus che non ci vuole nel suo regno.- Piagnucolò Apollo.
-Voglio scendere.- Continuò.
-Non puoi,siamo in volo. Ora taci.- Sibilò Nico dal sedile dietro al nostro.
Era finito tra un’anziana signora sorda e un bambino di circa sei anni,che lo fissava con i suoi grandi occhioni azzurri,stupefatto.
-Perchè sei vestito tutto di nero? - Chiese,con una vocina dolce.
-È il mio colore preferito.- Spiegò Nico con pazienza.
Avevo immaginato una sua risposta fredda e annoiata,invece aveva sorriso rassicurante al piccolino.
-E perchè-
-Matt,non cominciare con la sfilza di domande.- Lo rimproverò l’uomo seduto accanto a me.
Si rivolse a noi:-È un bambino molto curioso,e parlerebbe con chiunque.
-È adorabile- Lo rassicurai.
-Fate pure amicizia- Sussurrò Apollo- Tanto questo cigolio sinistro lo sento solo io.
-Appy. Dormi.
-Se vuole può spostarsi vicino a suo figlio. Nico,il ragazzo in nero,viene qui vicino a noi.
-Oh,grazie. Effettivamente volevo chiederlo,ma temevo di disturbarvi.
Una volta che Nico fu accanto a noi (Matt si era accoccolato teneramente addosso al padre),riprendemmo a parlare.
-Cosa vi porta in Grecia?
Acci.
-Beh,ecco...
-Vengono a trovare la mia famiglia. -Intervenne Apollo.
-Hanno invitato i due miei amici più cari a passare una settimana sull’isola in cui vivono. I greci sono molto ospitali.
-Dunque hai origini greche? Come ti chiami?
-Apollo.
-Appy- Sussurrai a voce bassissima.
-Come il dio del Sole nella mitologia greca.
-Già. Siamo piuttosto tradizionali. Cioè,i miei nonni lo sono. Io sono nato negli Stati Uniti,dopo che i miei genitori si sono trasferiti.
La sua capacità di inventarsi storie credibili in pochi minuti era impressionante.
Almeno pareva essersi dimenticato dell’aereo.
-E sai parlare il greco?
-Assolutamente.
-Di dove siete,di preciso?
-Rodi.
-Ci ho passato una vacanza- Disse il signore. 
Era un bell’uomo,alto,elegante e con gli occhi azzurri come quelli del figlio.Erano davvero chiari e brillanti,molto più dei miei,che tendevano al verde.
 Mi venne il dubbio che Appy fosse così entusiasta di parlare con lui per motivi di puro interesse.
-Appy?- Sussurrai.
-Si?
-Non flirtare con un padre di famiglia quarantenne. È un bell’uomo,me ne rendo conto,ma stiamo andando a salvare l’Olimpo,e tecnicamente sei minorenne.
-Uffa.
Nico rise: -Contieniti,Appy.
-Come si chiama,signore? -Sorrise Apollo.
-David. David Prum. E questo è il mio Matt.- Accennò al piccolo,che dormiva beatamente. 
-Ho la sensazione che ci incontreremo ancora.- Ci sorrise.
Non capii cosa intendesse,ma annuii.
Il resto del viaggio fu noioso. Più o meno.
-Nico?
-Cosa c’è,Appy?
-Se l’aereo cade ci salvi tu?
-Ade,papà,lo uccidi? Ti preeeeego.

Atterrati ad Atene,ci rendemmo conto di non sapere che cavolo fare.
Piccolo consiglio se volete partire per salvare il mondo:non andate in paesi stranieri random senza avere un piano.
Dove avremmo dormito?
Dov’era ‘sto giardino?
-Ho esaminato attentamente ogni versione del mito di Persefone e Demetra.- Informai i polli delle mie fatiche.
-Ho studiato nei minimi dettagli la descrizione che gli scrittori greci fanno del giardino.- Cominciai a gasarmi.
-Ho passato le ultime quattro ore in aereo a prendere appunti!- Ero un’eroina!

-E cosa hai scoperto?
-Niente.
-Wow.
Breve storia triste.

Mentre Nico prenotava una notte in un bed and breakfast vicino al centro (problema n.1 risolto),cercai di riflettere.
Dovevamo ASSOLUTAMENTE recuperare la Fonte di Ade in poco tempo,perchè avevamo altri TREDICI dèi di cui occuparci.
T-R-E-D-I-C-I.
Mannaggia ad Eros ed Estia che si erano messi in mezzo.
Eravamo in un altro paese,senza alcun indizio,senza alcun aiuto,senza alcuna idea.
Pensai di essere spacciata,di nuovo,ma qualcosa cambiò improvvisamente.
Ade aveva catturato Persefone,e l’aveva condotta sottoterra. Mia madre,Gea,ERA la terra. Se mi fossi concentrata,forse,avrei potuto percepire il punto in cui lo storico rapimento era avvenuto. 
Chiusi gli occhi,e quando li riaprii,due minuti dopo,sapevo esattamente dove andare.

 

Dove i mortali vedevano una serie di edifici grigi e disabitati,c’era un bellissimo giardino.
L’incantesimo compiuto tanto tempo prima dagli dèi era ancora nell’aria,tanto che persino io sentivo un’irresistibile voglia di raccogliere i fiori ai miei piedi.
Metri e metri di terra erano interamente coperti di rose,campanule,margherite,primule e violette intensamente colorate,splendenti.
Percorremmo il giardino silenziosamente.
Molto silenziosamente.
.
.
.
Ci avete creduto?

-Odio questo posto.
-Ma come,Nico,questi bei fiorellini!
-Sono allergico.
-Inseguo Dafne,e sono una persona orribile e lei diventa un albero di alloro. Ade Il  Tenebroso rapisce Svampy, e va tutto bene e si amano. Doppi standard.- Borbottò Apollo.
-Svampy sarebbe Persefone?
-Sì,svampita.
-Perchè?
-Ma ti puoi far rapire perchè sei troppo presa dai fiori colorati? Chi sei,Biancaneve?
-Per una volta sono d’accordo con Appy.- Asserì Nico.
-Che polli cinici.
-Il tuo potere individua qualcosa?- Chiese Apollo,impaziente.
-Ci provo.
Mi lasciai guidare dall’istinto:qualcosa mi stava conducendo nel punto giusto,me lo sentivo.
Camminai verso un angolo preciso. Mi impersonai in Persefone,che aveva percorso la stessa strada,la terra incantata sotto i suoi piedi,fino ad arrivare dove Ade e la sua magia volevano che arrivasse.
Eravamo sempre più vicini. Potevo percepirlo.
Vicino...ancora più vicino...
Eccolo.
Sentendomi enormemente sollevata,colsi il luminoso giglio che spiccava al centro della radura,il fiore con cui millenni prima Ade aveva tratto in inganno la sua sposa.
Neanche il tempo di raggiungere i miei compagni,che il dio,infinatamente più educato di Estia,era comparso vicino a noi.
-Ade.
-Papà.
-Jafar.
Si girarono tutti verso di me.
-Cosa?
-Avete mai visto Aladd...somiglia un sacco a...lasciamo stare.
-Semidèa. Figliolo. Appy.- Ci salutò Ade.
-Noo,anche tu?!
-Carissimo,tutto l’Olimpo oramai ti chiama così.
-Estia e Nicky,siete due Arpie e me ne ricorderò.
-Grazie per aver recuperato la mia...insolita Fonte.- Ci interruppe Ade.
-Un fiore,papà. Un fiore.
-Posso spiegare,Nico...mia moglie ha insistito...
-Sei il dio della morte e conservi il tuo potere in un fiore.
-Non è poi così-
-Mi aspettavo una cosa figa,che ne so,un teschio o una spada. Mi sarei accontentato di un pugnale!
-Di una racchetta.- Aggiunsi io.
-Sì,anche di una...no,aspetta.
-Grazie mille e buon proseguimento di missione.- Ade aveva evidente fretta di interrompere la conversazione. -Appy,Zeus ti odia. Figlio mio,buona fortuna. Nicky,sono molto più figo di Jafar.
-Che almeno aveva un amuleto d’oro,non un fiore.
Il dio si dileguò senza lasciare traccia.

-È stato facile.
-Nicky.
-Sì?
-Siamo in Grecia. Hai idea di quanti mostr-
Fummo attaccati.

Adesso,non è il caso di descrivervi l’ora successiva nel dettaglio. Sappiate solo che non fu divertente. Idre,centauri piuttosto arrabbiati (che poi,perchè?),echidne varie ed eventuali.
Fortunatamente ero accompagnata da due ottimi guerrieri,e per una volta non sono ironica.
Dopo aver eliminato tutti i mostri possibili e immaginabili,ci rendemmo conto si una cosa assurda:avevamo il resto della giornata per noi.
Cosa ci venne in mente di fare,a noi geni della vita?
Andare a visitare il Partenone,già che stavamo lì.

-Un tempo era diverso,guarda ora che roba,le colonne sono così rovinate,la statua non c’è più, date una sistemata agli scalini,Atena,arrabbiati.- Dichiarò altezzosamente Apollo,dopo qualche minuto di girovagare.
-A me piace.-Dichiarai,raggiante.
-Ti credo,piccola mortale,non hai avuto il privilegio di ammirarlo ai tempi d’oro.
-Sì,sono sicuro che ai tempi d’oro questi sassi fossero bellissimi.- Dichiarò Nico. 
-Non si può andare da nessuna parte con voi due.


~~~~~~~~~~~~

New York, dicembre 1997
Gea non riuscì a trattenere una piccola risata. Una notte,un’intera lunga da notte da passare di nuovo con una forma umana. 
Si specchiò nella vetrina di un negozio,(si chiamavano così quei posti pieni di roba inutile,no?) e constatò di essere incredibilmente attraente. Pensò a come godersi il suo unico momento di libertà:non sarebbe stato difficile affascinare un ingenuo,stupido umano.

~~~~~~~~~~~~~

La sera ci sistemammo nel Bed and Breakfast,i biglietti per la partenza prenotati per il giorno dopo.
O almeno così diceva Apollo,io e Nico non ci avevamo capito un tartaro.
Ero giusto appena caduta tra le braccia di Morfeo,ma nel mio caso la mamma dei rompizolle (ahahahah,"zolle",l’avete capita?) è sempre incinta.
-Nicky.
-Mph.
-Nicolettaa.
-Mph.
-Nickinaaa.
-Appy.cosa.vuoi.
-Pensavo...
-Sai farlo?
-Ah.Ah. Dicevo,sai tutti i mostri di oggi?
-Eh,si,li so.
-Ecco,non pensi che,se tu avessi un’arma vera e propria,come io l’arco insomma,magari sarebbe più facile combattere? 
-No.
-Va bene,ma metti che io...teoricamente,così per fare,ti insegnassi a usare quella spadina tanto carina che ti hanno dato?
-...
-Nic?
-Ammettilo che vuoi passare più tempo con me perchè mi vuoi beeeneee.- Dissi,improvvisamente contenta.
-Se serve a convincerti,sì.
-Ci sto. Ma faccio una proposta anche io. Nico,svegliati,riguarda anche te.
-Come poteva essere il contrario.-Brontolò lui.
-Mi è venuta un’ideona.-Li informai,allegra.
-Spara.
-Se completiamo la missione e ne usciamo vivi e vegeti...
Pausa a effetto.
-Ci facciamo TUTTI e tre lo stesso tatuaggio!- Esclamai entusiasta.
Si guardarono.
-Scherzi,vero?
-Ma è un’idea così carina.
-Ci sto.- Disse Apollo,a sorpresa,dopo un minuto di silenzio. -Se terminiamo l’impresa,mi tatuo una racchetta da tennis sulla spalla.
Risi.
-No,aspetta.- Disse Nico -Ti tatui una racchetta,un teschio,e un sole. Come se fosse il nostro stemma.
-Ciccio,vale anche per voi due.
-Bene.
-Bene.
Mi sentii improvvisamente felicissima. Avevo sempre desiserato degli amici talmente pazzi da essere disposti a partire per la Grecia da un giorno all’altro e poi farsi un tatuaggio per celebrarlo.
-Dunque -Tirai fuori la lista,spillando il nome di Ade- Che facciamo adesso?
-Tiriamo di nuovo a sorte.- Propose Nico.
Buttammo i numeri. 
-Ventuno- Mormorai. 
Contai i nomi sulla lista,e annunciai il verdetto:
-Ermes.

~ANGOLO AUTRICE~
Ho un sacco di cose da dire,ma per vari problemi (leggasi=sono impedita con ‘sto sito),non riesco mai a fare un angolo autrice decente. 
Alloraaa...
1)Sono cominciati i flashback con la nostra cara Gea,che a quanto pare ha messo da parte e conservato il suo potere per anni,allo scopo di poter tornare in forma umana anche solo per un po’. Le ci è voluta tanta forza,ma poi vedrete meglio i suoi scopi.
2)Grazie grazie grazie a chi commenta <3. Siete la mia forza. Grazie anche a chi ha messo la storia fra i preferiti/seguiti e chi la legge e basta,siete tanti :).
3)Apollo in aereo=io in aereo. Vi basti questo.
4)L’idea del tatuaggio mi stuzzicava sin da quando era stato nominato nel cap.2,e quindi niente,mi piaceva come patto tra i tre polli.
5)Ma che ci frega di David? Mi servirà,sorry.

Alla prossima,un bacio <3.




 

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Capitolo 8
*** Non avevamo già abbastanza rogne ***


Will Solace era un ragazzo dolce,e giusto un po’ ansioso. Ma solo un pochino. Semplicemente,gli riusciva difficile non preoccuparsi quando una persona a cui voleva bene era troppo lontana da lui per essere protetta. Se poi quella persona era un tenero cucciolin-voleva dire Nico Di Angelo,le cose si facevano quasi impossibili.
Will ci stava ardentemente provando,a non cercare quei tre sprovveduti (anche se la ragazza era in gamba,doveva ammetterlo),ma la sue attitudine da mamma chioccia non lo aiutava. Erano un paio di settimane che non si avevano loro notizie e poi,cavolo! Questa improvvisa separazione non aiutava la sua appena-nata-e-sbocciata-relazione con Nico.
Pensò al suo ciuffo scuro,che gli copriva gli occhietti dolc-voleva dire scuri e penetranti,e sospirò.
Si sentiva in colpa,perchè era felice dell’incarico che Chirone gli aveva appena affidato.
Si trattava solo di vederli per un’oretta,dire quelle due informazioni di servizio e tornare al campo più rilassato.
E magari pizzicare le guanciotte a Nic-voleva dire,salutarlo.

~~~~~~~~~~~~

-Ma che ci fai qui?
Uscii dalla tenda sistemata in un punto a caso di Central Park (azione non molto legale),chiedendomi a chi si stesse rivolgendo Nico.
-Ehi.- Disse Will,il ragazzo biondo che mi aveva accolta,piuttosto imbarazzato.
-Come ci hai trovato?
-Beh,in realtà è stato un colpo di fortuna...ho cercato qui perchè sapevo che vi accampavate da tempo. Sono due giorni che vago per il parco.
Nico sembrava arrabbiato.
-E perchè?
-Me l’ha chiesto Chirone...non l’ho fatto di mia volontà. Non posso dire di essere triste,ma non è stata una mia idea.
-Non ho mai sentito nulla del genere- Intervenne Apollo -I semidei in missione non vengono riconvocati nè cercati,almenochè non abbiano portato a termine l’impresa.
-Ma questa non è come le altre. Chirone vorrebbe sapere se avete fatto qualche progresso.
-Abbiamo trovato due Fonti- Annunciai con aria di sfida.
Will rimase stupefatto.
-Due fonti? In due settimane?
-Già.
-Gli dèi cominceranno presto a considerarla una risorsa per i loro affari. O peggio,una minaccia.- Sussurrò Will
Apollo si rabbuiò.
-Non accadrà.
Fui leggermente presa dal panico,ma non era il momento adatto.
-Quindi,due Fonti,siete ancora vivi...devo dire altro a Chirone?
-Sì. Di farsi i fatti suoi. Il Campo ci sta spiando? David Prum ha a che fare con voi?- Chiese Apollo.
Will era più sconvolto di me.
-David cosa c’entra?
-L’abbiamo incontrato in Grecia. Lo conoscete,quindi? Ha fatto troppe domande.
-È un mortale con la vista. Si occupa delle consegne di fragole del campo Mezzosangue,la maggior parte dei semidèi nemmeno lo sa. Sarà stata una coincidenza. 
-Io invece penso che il Campo stia tenendo d’occhio noi,e Nicky. E non mi piace.
Lo ringraziai con lo sguardo.
-Will,ti posso parlare un attimo?- Fece Nico.

Si allontanarono un po’. Ovviamente li seguii.
-Nick,ti giuro non ne so niente e non so se è vero e-
-Lo so.
Si fissarono intensamente. Mi sentii uno schifo a spiarli,ma avevo pensato che Nico volesse comunicargli qualcosa riguardante l’impresa.
-Cerca di scoprire se è vero ciò che dice Appy,puoi?
-Mh-mh.
-Sto per cercare di dire che sono felice di vederti,ma faccio pena in queste cose.
-Se scopro che per andare in Grecia avete viaggiato nell’ombra- 
Nico rise.
Capii che la faccenda stava diventando intima,e sloggiai.
Il mio cuore era un po’ stretto.
Loro erano così carini,e io sotto sotto ero una romanticona e fra una cosa e l’altra non avevo ancora mai avuto alcuna esperienza e guardando le coppiette...ma che stavo dicendo?
Ascoltare le poesie di Apollo mi stava rimbambendo.

Due ore dopo,ci dirigevamo a...boh. Avevamo mangiato qualcosa,salutato Willino,messo a punto un piano di sopravvivenza,preso a calci un’altra echidna,ma nulla di serio,e ora ci preparavamo alla ricerca.
La prima Fonte ci aveva condotto in un luogo conosciuto,la seconda in Grecia.
No,non c’era la via di mezzo.
-Allora- Esclamò Appy,dal volante.
-Basilica!- Dissi io.
-Fai schifo.-Replicò.
Pensavate fossi cambiata? AHAHAHAH,NO.
-Dicevo. Ermès. Dio dei viaggi, dei mercanti,dei ladri,del gioco d’azzardo e di mille altre quisquilie.
-QUISQUILIE?- Chiese Nico.
-Sono una persona dal vocabolario ricercato.
-Esiste il dio della scrittura?- Domandai,meditabonda.
-Beh,ci sarei io che sono un poeta,ma grazie della considerazione.
-Vabbè,ma se uno vuole scrivere un libro chi deve pregare?
-Calliope,che,ti interesserà sapere,è una mia sottoposta,insieme alle altre Muse. Ci sono anche uscito!
-Sei uscito con tutte e nove.
-Lei era speciale.
-L’hai detto a tutte e nove.
-Wow,Apollo,sono stupefatto da questa avventura intima.-Finse di stupirsi Nico.
-Io sono sconvolta.
-Attonito.
-Scioccata.
-Basito.
-Avete finito?- Chiese Appy,piattamente.
-Di dire frivolezze?-
-Torniamo a Ermès. Dove potrebbe trovarsi la sua Fonte?
Io e Nico,come sperato,ci zittimmo. Questa era sempre la parte peggiore. Cosa ne potevo sapere,io,di dove quella matta di Gea aveva nascosto la roba degli altri? Un luogo estraneo a Ermès,dio dei ladri e del commercio,ma allo stesso tempo collegato in qualche modo al suo potere,possibilmente molto complicato da raggiungere?
Nico mi anticipò.
-Una banca.

Appy prenotò una visita guidata alla Banca Centrale di New York.
Ora.
Ognuno fa ciò che vuole,non mi importa,eccetera eccetera.
MA.
Chi,devono dirmi CHI,andando a New York,sceglierebbe di visitare LA BANCA. 
Perchè esistono le visite guidate alla banca?  Non trovo un senso.
E paghi pure discretamente.
Comunque,il giorno dopo ci dirigemmo verso la Banca,sperando di trovare il nostro obiettivo in fretta. 
Non ci speravo troppo: con Ade era stato troppo facile,qualche sfiga doveva controbilanciare le cose.

-Stiamo entrando in una delle dodici Banche più importanti d’America,nonchè la più influente all’estero. La facciata che state ammirando,oggi di valore inestimabile,valse la cifra di 300.000 dollari.- Blaterò la guida.
-Voglio morire- Ci informò Nico,allegro come sempre.
-Anche io- Rincarò Appy.
Io,al contrario,ero molto inquieta. La folla intorno a noi era a dir poco particolare. Una donna di mezza età con una quantità esagerata di trucco sul viso prendeva appunti. Prendeva appunti.
PRENDEVA APPUNTI.
Un signore anziano con i capelli bianchi fissati dal gel si guardava intorno,lanciandomi occhiatacce ogni tanto. Effettivamente non stavo prestando molta attenzione.
Drizzai le orecchie solo quando sentii che ci stavamo avvicinando alla cassaforte. Pregai di avere ragione.
La guida si girò verso di noi.
-L’oro contenuto qui dentro- Cominciò,allegra -Appartiene per la maggior parte ad altri Paesi.- Si interruppe.
-C’è anche una cosa che è proprietà di una persona in particolare- 
Ci risvegliammo dallo stato di trance.
-Ma dubito la otterrete tanto facilmente.- Sorrise la guida.
Un brivido mi corse lungo la schiena,mentre la donna si trasformava in un’orrenda tartaruga gigante.
...
Sì,so che detto così fa ridere,ma giuro che in diretta faceva il suo effetto.
-Chelone.- Disse Apollo,freddamente.
-Distruggerò la Fonte di Ermès,e non me lo impedirete.-Ringhiò.
Non  l’avrei mai detto.
Mi sforzai di ricordare il suo mito: era stata trasformata in una tartaruga dal dio Ermès per essersi rifiutata di venire al matrimonio di Zeus ed Era. Potevo capire il suo risentimento.
-Senti,zia- Cominciai -Non voglio sembrare cattiva,ma te la sei cercata. Potevi almeno inventarti di stare male!
-Mi avrebbero obbligata ad andare! E io non volevo assolutamente. Hai idea di quanto mi sarebbe costato un regalo di nozze a quei due? E l’ho sempre detto che il loro matrimonio non avrebbe funzionato.
-Beh,mi dispiace che tu sia diventata una tartaruga ninja solo per questo,ma ci serve la Fonte.
-No. La distruggerò. E ora vi uccido.
-Che idea particolare,come le sarà venuta?- Chiese Nico,sarcastico.
-Io cerco di prendere la Fonte,voi sistemate lei. Fatele mangiare una pizza e magari torna nelle fogne AHAHAHAHAHAH.
-Nicky,ti pare il momento di fare battute?
-Scusate.
Corsi verso la cassaforte,con la racchetta e la spada. Era uno dei luoghi più protetti del mondo,e io ero lì a tentare di entrarci,mentre i miei compari combattevano con una tartaruga e i mortali scappavano in giro.

Evocai i poteri di mia madre. 
"Un terremoto,o qualcosa del genere" pensai.
Il fatto è che in realtà non lo sapevo fare. Forse affrontare gli imprevisti così,alla volemose bene,non era una grande idea.
"Dai" pregai.
"Fatemi distruggere qualcosa"
Sentii le mani bruciare da morire,come la prima volta,mentre un enorme blocco di terra si formava tra le mie dita. 
Penso fosse magico,perchè quando lo sferrai contro l’enorme cassaforte,si formò un buco. Con i sassi normale non succede,quindi non provate a casa.
Mi affacciai dal cratere,e in mezzo a enormi quantità di oro individuai un sandalo d’argento,con due alette sul tallone,che brillava sospettosamente.
Ci avrei pensato dopo.
Girandomi di scatto,mi slancia verso Chelone. La situazione era la seguente:i due scem-grandi e impavidi eroi erano a cavalcioni sul suo guscio,mentre lei cercava di lanciarli via. Avete presente il toro meccanico?
Ecco.
-Prendi questa!- Urlai,e lanciai la racchetta. Mentre la tartaruga chiudeva gli occhi per il colpo,le mozzai la testa con la spada. Si dissolse. E Apollo e Nico caddero.
Non risi. Giuro.
-Le sta bene.- Dissi -Il regalo di nozze lo poteva sempre dividere con qualcun altro. Bastava un set di posate,o un week-end sul lago,tirchiona.

La Fonte fu recuperata con una catena umana. 
-Nico,ma ti danno da mangiare al Campo? Non pesi niente.
-Tu invece pesi,Appy,quindi sarebbe carino che vi sbrigaste.
-Sono tutti addominali e muscoli,cara.
-Se non state fermi,non ci arrivo.
-Pensate che qualcuno ci abbia sentito?
-Tu pensi che qualcuno NON ci abbia sentito?
-Quasi preso!
-Che ladri professionisti,Ermès levati,proprio.
-Bingo!- Esclamò Nico,afferrando il sandalo.
-Tombola!
-Uno!
-Che deficienti.
E facemmo un minuscolo viaggio nell’ombra,piccolo piccolo. Capiteci,dovevamo smammare in fretta,c’era la polizia. Povero Willino.

-Abbiamo la Fonte di Ermellino,evvai!
-Ermellino è peggio di Appy,sul serio.
-Appunto,non sei contento?

-Nicky?
-Dimmi todo.
-Tu ti rendi conto che qualche settimana fa ero sull’Olimpo a farmi venerare e oggi ho fatto la scala umana per rubare una scarpa con voi due?
-Povero Appy.
Gli diedi un bacino sulla guancia. Mi faceva un po’ tenerezza quando si lasciava andare ai ricordi.
-Sei molto più stiloso di Ermellino.
-Dici?- Chiese con gli occhioni luccicanti.
-Ma certo,Ap-
-La finite con queste CORBELLERIE e andate a letto? -Urlò Nico dall’altra tenda.
Risi fino alle lacrime,mentre Appy metteva su un broncio offeso.

Il giorno dopo ricominciammo a muoverci per la città. 
Riflettei un po’ sul dialogo di due giorni prima con Will e rabbrividii.
Ero davvero troppo brava? Nessuno si aspettava che arrivassi a questo punto dell’impresa? Eppure non era sembrato poi così difficile. Neanche una passeggiata,eh. Però non eravamo ancora morti,avevamo tutti gli arti e Appy...lo guardai di sottecchi.
Gli volevo bene? Non dovevo rispondermi per forza. 
Ma lo feci. 
"Sì" pensai,prima di addormentarmi nella nostra macchinina scassata "voglio bene a entrambi i miei polli".

-Pensate che dovremmo chiamare Ermès?
-Nah- Mi rispose Apollo -Verrà lui.
Nascosi la Fonte nello zaino e spillai Ermellino dalla lista.
-Ho parlato con Will- Disse Nico.
-E questo è rilevante,perchè...
-Sì,il Campo si sta un po’ facendo i fatti nostri,e anche gli dèi. Ma penso che ora la smetteranno,davvero.
-Sarà meglio per loro- Disse Apollo con una freddezza glaciale. Mi faceva quasi paura,quando si arrabbiava.
Okay,non quasi.
Lasciamo stare.
-Che casino vogliamo risolvere,per prossimo?- Chiese Nico.
Feci cadere un sassolino sul nome di un dio a caso,e il risultato non mi piacque.
-Beh- Ero un po’ imbarazzata.
-Dillo.
-Forse possiamo-
-Dillo.
-Afrodite- Mi costrinsi a soffiare.
Non mi andava.
Non mi andava sul serio.

~~~~~~~~~~~~~~

Atena era piacevolmente,o forse no,stupita.
Nicky era forte,ironica,decisa e coraggiosa.
Magari non era saggissima,ecco,e non aveva sempre un piano (non aveva mai un piano,a pensarci bene),ma i suoi successi la meravigliavano e la infastidivano allo stesso tempo. Era potente,ed era la figlia di un nemico. Forse la missione non stava fruttando le conseguenze che desideravano.


~ANGOLO AUTRICE~
Ciau.
Cosine da dire:
1)Le informazioni sulla Banca sono vere,le ho prese da Internet. È stata la parte noiosa della stesura.

2)David ha spudoratamente mentito.

3)Le cose potrebbero sembrarvi un po’ troppo facili/affrettate. Ci tenevo a dire che per ora sono passate circa tre settimane dall’inizio della missione,e io spesso accenno al fatto che a volte i polli girino semplicemente senza meta per New York,quindi le Fonti non vengono trovate ogni due ore come può sembrare e ci mettono tempo a decidere dove cercare. Per essere una storia comica la trama mi sembra abbastanza sviluppata,ma se non vi soddisfa ditelo nei commenti e renderò le cose più difficili a sti tre scemetti :) Vi chiedo davvero di dirmi la vostra su questa cosina,anche se magari di solito non vi fermate a commentare (se volete,ovvio)❤

4)Grazie per i vostri meravigliosi commenti <3 E grazie a chi legge e a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate <3

5)Sì,ho fatto riferimenti alle Tartarughe Ninja. I REGRET NOTHING.

6)Suggeriti tra i commenti: Appycky vi soddisfa come nome ship?😂 Altrimenti abbiamo Apetta,Apollo+racchetta!
.
.
.
 Mi eclisso.
Ciaooo,alla prossima<3

Edit:Sciao persone,mi sono resa conto di aver sbagliato linea temporale per quanto riguarda Gea,perchè la saga di Eroi dell'Olimpo non è ambientata nel 2016/17,quindi Nicky non è nata nel 2002,se ha quindici anni,ma prima. Modificherò al più presto,adios❤

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Capitolo 9
*** Gea è un troll ***


Ma voi ci avevate pensato seriamente?
Cioè,Gea,in poche parole,avrà detto all’incirca così:
"Beh,mi state sconfiggendo,ma io vi nascondo la vostra roba così almeno so che avrete un problema LOLOL"
La cosa mi sembrava una grandissima trollata,e non potei fare a meno di ammirarla almeno un po’.
Confessata questa geniale riflessione,torniamo a noi.
Dopo essere andati A BOMBA per un discreto quantitativo di tempo,ci eravamo bloccati.
Personalmente la ricerca mi aveva sfiancato abbastanza,Ermellino stava seguendo l’esempio di Estia,non facendosi vedere,e non avevamo idee per la nostra cara Afro.
Avevamo cercato in qualche salone di bellezza chiuso,ci eravamo uniti a una manifestazione contro le oppressioni della donna moderna (che deve farsi la ceretta,truccarsi eccetera),avevamo chiesto aiuto a qualche Cacciatrice di Artemide,nel dubbio che la Fonte fosse stata nascosta nei loro accampamenti.
Niente.
La cosa peggiore era che Appy gestiva il nervosismo in una maniera eccezionale,ossia cantando. Sarebbe anche potuto andare,se con noi non ci fosse stato Nico-zittioviammazzo-Di Angelo.
-Apollo,se sento un’altra volta "Genie in a bottle" ti disintegro.
-Dai,Nico,abbiamo affrontato di peggio. Ricordi quando si era fissato con "Baby One More Time"?
-La vetta penso sia stata raggiunta con la sigla di "Jeeg Robot".
-Ho un talento unico!- Protestò Appy/Britney.
-Verissimo,Ap. Ora guida IN SILENZIO.

Tacque (EVVAI!). Per quanto fosse irritante, vanesio,melodrammatico e tanti (tanti) altri difetti (ma quando dico tanti intendo TANTI) mi faceva ridere,e l’impresa non sarebbe stata la stessa senza le canzoni degli anni ‘90 rivisitate da lui. Dovetti anche ammettere che aveva una voce davvero bella.
Pensare che fosse Apollo,quello dei miti (cioè,gente,quello dei miti),mi faceva ancora una paura ASSURDA,ma ci si faceva l’abitudine.
Voglio dire,in quel momento ero in macchina CON IL FIGLIO DELLA MORTE,alla fine uno ci scende a patti.
E poi,non è che io fossi tanto meglio.
-A che pensi?- Chiese Nico,vedendomi assorta.
-A quanto siamo pericolosi.
-Davvero mi consideri pericoloso?- Si illuminò Appy (ahahahahah,Apollo si illuminò).
-Abbastanza.
-Come abbastanza? IO FACCIO PAURA.
-Può darsi,il problema è che i tuoi figli me li immagino più o meno come i surfisti/hippies dei musical anni ‘70.
...
...

-Mi hai profondamente offeso.
-I figli di Ade come li vedi?- Si incuriosì Nico.
-Un misto tra gli emo e i vampiri cattivi di Twilight.
...
...

-Mi hai profondamente offeso.

Scendemmo dalla macchina,per...boh,avete presente quando nei film la gente scende in modo sexy da un’auto senza motivo facendo sbattere le portiere rumorosamente,con in sottofondo la musichetta figa?
Non c’era una motivazione precisa.
PERCHÈ DIVAGO?
Scendemmo da questa benedetta macchina.
Un uomo alto,con un completo gessato e un bastone (aspetta,che?) tra le mani si diresse verso di me. 
Perchè. le. persone. mi. rivolgono. la. parola.
Nico mi stava contagiando. 
-Salve...
-NON COMPRIAMO NIENTE,ABBIAMO DA FARE,ARRIVEDERCI.
-No,io in verità...
-NON PRENDO NESSUN VOLANTINO,GRAZIE.
-Ho capito,ma Nic-
-NON RISPONDO PER ALCUN SONDAGGIO,CIAO.
-SONO ERMÈS!
-Ah.
Mi girai verso i miei compagni,che stavano palesemente cercando di non scoppiare a ridere in faccia a me.
Le figure,quelle belle,quelle memorabili.

Ermellino ci chiese di seguirlo in un angolo più appartato.
-Semidèi.- Cominciò.
-No,no,aspetta. So che vuoi rendere tutto più solenne e mistico,ma serio,vai in giro con un bastone?
-Ehi!- Sibilarono due vocine.
-Con dei serpenti che parlano attaccati?
-Ma cosa vuoi da me,il tuo caro Appy va in giro con una lira!
-E io con un dollaro,e allora?
-...
-...
-...
-Ma fai davvero?
-Ce l’hai un topo? Ho fame.
-Non adesso,George.
-Il serpente si chiama George,checcarino!
Ermès mi fermò.
Sembrava piuttosto confuso.
-No,aspetta. Prima di tutto questo,cosa stavo per dire?

-Che sono bella.

-Ah giusto. No,ferma,cosa?

-Ti abbiamo salvato il divino gluteo recuperando la Fonte e ora tu devi fingere di apprezzarmi,e probabilmente mi darai anche un consiglio che in realtà non serve a niente e che non farà altro che portare a nuove imprese in funzione di risolvere i problemi che voi avete creato,ma per cui da un mesetto a questa parte incolpate me e,incredibilmente,anche il sexissimo Appy. 

Il quale,tra parentesi,aveva ascoltato il mio mini-discorso a bocca aperta,insieme a Nico.
Quest’ultimo,in particolare,era sconvolto.
-Questo è...è...CI HAI PRESO IN PIENO E SEI IN QUESTO MONDO DA NEANCHE UN MESE!
-Effettivamente...beh,dai...non è proprio così...-Ermès cercò di raccapezzarsi.
-Ma ha fatto così con tutti?- Chiese infine ad Apollo.
-Sì. E ti ha anche soprannominato Ermellino.
-E perchè nessuno l’ha ancora trasformata in un pipistrello?
-Lo chiedi a me?
Lo guardai offesa. 
Intervenne Nico:
-Divino Ermès,abbiamo recuperato la tua Fonte. Ci dispiace se Nicky è stata un po’... inopportuna,ma è fatta così.
-Cioè,è una rompiscatole.-Chiarì Apollo. 
Lo guardai di nuovo,offesissima. L’avrebbe pagata.
-Ah,ecco cosa dovevo fare! Ho un consiglio per voi.
-Ma che davvero?- Chiese Nico,incredulo.
-Davvero davvero! Afrodite mi ha chiesto di dirvi che la sua Fonte originaria era stata nascosta nell’Oceano. Questo potrebbe aiutarvi.
Mi venne un’idea geniale.
-CE L’HO! Grazie,tizio,non ti chiamerò più Ermellino,lo prometto.
-Non è che tizio sia molto meglio- Borbottò Ermès,afferrando la sua Fonte e scomparendo.
-Mi è piaciuto. -Mi illuminai.
-È davvero figo,avrei tanto voluto essere sua figlia. 
Ignorai completamente l’occhiata infastidita di Appy.
Mi avvicinai a Nico.
-È carino,Ermès,no? È affascinante,e quel bastone è originale,se ci pensi.
Nico mimò con le labbra un "perchè?",ma io lo ignorai.
-Nicky?- Mi chiamò Apollo.
Mi girai,rigida:
-Cosa?
-Ma- Rimase in silenzio.
-Ma?- Lo incalzai,fredda.
Nico cominciò a sorridere.
-È arrabbiata con te.- Si rivolse ad Apollo -Anche Hazel fa così quando è offesa per qualcosa che le hanno detto.
-Davvero?- Mi chiese.
Gli diedi le spalle,e per distrarmi pensai al piano.
Mare+disgusto di Afrodite?
Mi era bastato pensare alle situazioni più lerce che l’acqua potesse offrire.
La Fonte si trovava probabilmente dentro una lattina gettata nel punto più inquinato dell’oceano,o in una pescheria terrificante.
Cosa c’era di più terribile per Afrodite che essere buttata in un punto sporco a caso,senza neanche pensarci troppo?
EH,VOLEVA FREGARMI GEA.
VOLEVA PROPRIO.
E INVECE.
-Nicky?- La voce di Appy mi interruppe.
-Mi stavo auto-glorificando,Apollo,cosa vuoi?
-Sei arrabbiata per quello che ho detto? 
-Va’ a parlare con una ragazza non-rompicatole,dai.
-Nic!
-Non mi interessa. 
Spiegai il piano,che fu approvato (ovvio) da entrambi i polli.
Saremmo partiti il giorno dopo,al seguito di una bella dormita.
-Notte,Nico. Spero di sognare quel figo di Ermès,stasera.
Il cielo tuonò,ma non in modo cattivo.
Sembrava tipo un:"ben detto,baby!"
Apollo alzò gli occhi al cielo,stizzito.
Entrai in tenda,e ignorai Appy per un po’.

-Nic,non fare così!
-Nickiiina,ti voglio bene,non sei una rompiscatole!
Sembrava persino sincero,quel finto-amico.
-Lasciami in pace. Sto cercando di pensare al colore degli occhi di Ermès. Com’erano, verdi o più sul-
-Tanto lo so che non è figo quanto me.
-Pensala come vuoi.
Lo ignorai totalmente,nonostante continuasse a cercare di attirare la mia attenzione.
Non ci riuscì nemmeno una volta,ma non demorse.
Alla fine,sentii una strana e luminosa presenza vicino al mio sacco a pelo.
-Le-va-ti.
-Mi perdoni?
-No. Buonanotte.
-Ma non mi parli da quasi un’ora! Non posso credere di star dicendo questo per davvero,ma mi mancano le tue prese in giro.
-Ti conviene abituarti.- Mi girai dall’altra parte,fiera della mia cattiveria.
Mi addormentai,e per la prima volta capii davvero cosasignificava essere una semi...titana? Boh.

Il primo sogno fu Gerard. 
Direte voi,ma chi cavolo è Gerard?
Per me,era la cosa più vicina a un padre che avessi. 
Per il nostro piccolo orfanotrofio/convento,era un po’ tutto:giardiniere,fattorino,tuttofare,meccanico.
Per Clemmy,era un grande amico e una persona buona,vera,un po’ burbera.
In qualunque momento,potevi sentirla gridare "Gerard,vecchio mio,aiutami con queste casse!" o "Nickiiii,telefona a Gerard e digli che ci serve la farina!"
Era un omone alto e robusto,con due baffoni neri e gli occhi scuri e pieni di vita. Osservai la scena che mi si presentava davanti,ovvero i due amici che parlavano di me.

-Nicky sta scoprendo qualcosa su sua madre,lo capisci?- Clemmy sembrava preoccupata.
-Clementine,non hai niente da rimproverarti! Certo,è una storia strana,ma-
-Anche tu sei rimasto coinvolto,Gerard. E la bambina si è sempre sentita vicina a te,lo sai! Se lo sente.

"Sei coinvolto"
"La bambina se lo sente"
Gerard sapeva,e il sospetto che fosse lui ad aver combinato quel caos cominciò a impiantarsi nel mio cervello.

Il secondo sogno fu uno specchio.
Mi guardai,ma non ero io. Cioè,ero io,ma non io.
Capito,no?
I miei capelli biondo miele,solitamente disordinati,erano acconciati perfettamente.
Sbattei le ciglia lunghe e morbide,gli occhi nocciola (ammettetelo che ve li aspettavate azzurri/verdi,andiamo) colmi di smarrimento.
Le labbra (erano sempre state così carnose e io non l’avevo mai notato?) erano rosse e lucide,e indossavo un vestitino molto -ino.
Davvero tanto -ino.
"Questo è ciò che puoi essere se ti curi un pochino" ridacchiò una voce meravigliosa.
"Sei perfettamente capace di tenere testa a qualsiasi ragazza lui abbia mai avuto" continuò,canzonatoria.
-Non so di chi parli,ma grazie per avermi reso così sexy. Cioè,sono sempre alta un metro ebbasta,e il naso è quello che è,ma la mia autostima si è alzata di qualche livello.- Borbottai.
La voce non fece in tempo a dire nulla.

Per terzo,sognai una dèa.
Della serie,facciamo l’en-plain.
-Ma come ti ha ridotta?- Brontolò,girandosi verso di me.
Mi guardai. Ero ancora in versione modella.
-Ehm...salve. Lei chi è?
La donna,che indossava un completo da guerriera e aveva fieri occhi grigi,mi lanciò un’occhiata sprezzante.
-Sono Atena.
-Oh. Ciao.
-Ciao? Sei seria?
-Buonasera?
-No.
-Buondì?
-Nope.
-Ave?
-Nah.
-Sciao bela?
-Decisamente no.
-Bella raga?
-NO. Lasciamo stare. Possibile che non ci arrivi?
-A...a cosa?
-Si vede che non sei mia figlia,eh?
-Ci rendiamo conto entrambe che questa conversazione è composta praticamente solo da domande?
-...hai ragione. Comunque,ti pare possibile che questa missione sia solo ciò che hai visto? Sarà più dura,mia cara. Gli dèi non sanno se andarti contro oppure litigare pur di reclutarti. Usa quel poco di saggezza che hai,ragazza! E,santa me stessa,non trovarmi un soprannome!
Scomparve.

Mi svegliai in stato di agitazione,e uscii dalla tenda sentendomi un po’ strana.
Appy era già sveglio.
-Sono andato a prenderti un muffin.-Mi guardò,gli occhioni azzurri imploranti.
-Ooooh. Ti perdono,Feby.
-Il prossimo passo era scriverti una canzone,quindi.
Lo abbracciai.
-A proposito,perchè sei cosi "wow",oggi?
-Non esagerare,ti ho già concesso la grazia.
-No,davvero.
Mi specchiai nel laghetto.
Ero ancora come mi ero vista nel sogno (cioè una BOMBA,ah-ah).
-Afrodite ti sta mandando un segno,e io non ne sarei così contento.-Commentò Nico,appena uscito,con tranquillità.
Indossava un pigiama con i teschi.
No,non è in alcun modo rilevante  per la trama,ma era adorabile e dovevo dirlo.

E niente,la Fonte,dopo giorni di ricerche,fu trovata in un maledettissimo SECCHIONE DELL’IMMONDIZIA.
In realtà,stavamo cercando nel retro di una pescheria. Gea ci aveva dato un indizio,perchè il posto si chiamava "L’AMORE per il pesce". E infatti ci avevamo azzeccato,il problema è che la Fonte non si trovava dentro  il luogo indicato,ma nella pattumiera fuori.
Come me ne ero accorta? Niente,era semplicemente l’unico secchio nel raggio di chilometri a brillare di rosa.
SÌ,MAMMA,OTTIMA TROLLATA.
-Allooora...chi va?
-Non io,assolutamente.- Dissi.
-Neanch’io,sono pur sempre un dio,eddai.
Guardammo Nico.
-Scherzate?!
-Ti preego.
-No.
Sbuffai.  
-Allora andiamo tutti.-Decisi.
Ci avvicinammo,e niente,non voglio neanche descrivere. 

“Per il tatuaggio” pensai.

Facemmo del nostro meglio per toccare il meno possibile,ma ci ritrovammo comunque quasi dentro.
Pensate se fosse passato un tizio a caso:
"Guardate! Tre cretini arrampicati su un secchio dell’immondizia!"
Giustamente gli altri semidèi salvano il mondo,ma il lavoro sporco qualcuno deve pur farlo.
Ringraziateci pure più tardi.
Alla fine,Nico pescò con un bastone una conchiglia dorata,di media grandezza,che emanava una luce ipnotica. Oltre a percepire il suo potere,persino io riuscivo ad apprezzarne la bellezza. Non era una semplice conchiglia,era il simbolo di una nascita,di un potere infinito.
-È bellissima.- Sussurrai.
Non feci in tempo a finire la frase,prima di essere colpita con forza alle spalle.
Sentì due urla molto familiari,mentre qualcuno (o qualcosa) mi pugnalava alla schiena.

~~~~~~~~~

New York,dicembre 1997

Gea ridacchiò sensualmente,guardando con intensità l’uomo di fronte a lui.
-Lei sa fare tante cose...-Osservò,civettuola. 

-Anche lei il pollice verde? Che coincidenza!- Aggiunse.
Un altro sguardo di quel tipo e lui sarebbe crollato.


~ANGOLO AUTRICE~
Capitolone! (Vabbè non esageriamo).

1)La Fonte di Afrodite è in un posto così scemo perchè è questo,ciò che lei non può sopportare:essere messa in secondo piano,sminuita,buttata in un secchio dell’immondizia qualsiasi.

2)Un POV Apollo vi interesserebbe? Mi servirà,penso.

3)Credo ci sia poco Nico in questo capitolo. Rimedierò,lo amo tanto <3

Alla prossima,se ancora esistono persone a cui frega qualcosa di me

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Capitolo 10
*** Mettiamo sotto una dea ***


Non sentivo niente.

O meglio, il mio corpo non sentiva niente. Né dolore, né fastidio, né bruciore, niente di niente.

Quel cretino di Apollo che mi urlava nell’orecchio invece lo sentivo eccome.

Avrei voluto poter muovere la bocca e far uscire le parole, giusto per ordinargli di tacere. 

“Puoi fare silenzio? Qui starei cercando di morire in pace.”

Ora potevo distinguere anche la voce di Nico, che sembrava allarmata.

-La terra! Portiamola vicino alla terra, le farà bene.

-HA UN BUCO SULLA SCHIENA E TU VUOI USARE LA TERRA?

-Per quanto ne sa attualmente la medicina , Nicky ormai è spacciata. È la nostra unica speranza.

Mi sentii appoggiare su qualcosa di umido e freddo. Ero sporca, impiastricciata, a malapena cosciente.

Mi resi perfettamente conto delle labbra del dio che si posavano sulla mia guancia.

-Non morire, Nic. Ti prego.

 

 

-Dovrei far finta di niente o…?- Chiesi, ironico.

Apollo mi guardò male. Se non fosse stato per il grembiule rosa a fiori che stava indossando (era l’unico che avevo trovato al supermercato più vicino, non l’avevo fatta apposta, assolutamente) mi avrebbe fatto paura.

-Sarebbe una domanda pertinente- Ingiunse freddamente -Se fosse accaduto effettivamente qualcosa. Ma non è successo niente.

-L’hai baciata!

-Sulla guancia! Era una… cosa affettuosa.

-Ti piace! 

Mi sentivo un bambino di cinque anni. Anche se i miei due compagni di impresa si fossero piaciuti (com’era ovvio) non sarebbero stati problemi miei.

Ma Nicky (a cui mi ero affezionato, che non mi aveva mai guardato come se fossi strano, che riusciva persino a farmi ridere) con Appy?

No. Il dio avrebbe dovuto tenere la sua presenza distruttiva e il suo carattere ingombrante lontano da quella ragazza. Sono un tipo protettivo, se mi ci metto d’impegno.

-Nico, parla a bassa voce.- Sussurrò, nel panico, guardando verso l’alto.

-Giuro che non accadrà più, fine del discorso.

Mi fece un po’ pena. Non era male, alla fine.

-Okay. Ma lei è già abbastanza nei guai senza che tu-

-Ho capito, ho capito. Non devi-

Si interruppe, sentendo Nicky muoversi poco più lontano.

La terra aveva guarito la sua ferita, ma necessitava ancora di riposo. 

Apollo la guardò con il fiato sospeso per qualche secondo.

-Fa che non abbia sentito- Mormorò.

-Chi stai pregando? -Sorrisi. Sono proprio uno stronzo a volte.

-Afrodite. -Rispose esasperato.

-Ooh, è una cosa seria allora.

Di questo passo l’avrei fatto impazzire.

-Posso almeno uccidere la dracena che l’ha colpita? – Chiese lui, guardandomi cupamente.

Trattenni un brivido.

-L’abbiamo già fatto.

-Posso darle la caccia per tutte le volte che risorgerà dal Tartaro?

-Mi stai spaventando. Pensiamo all’impresa, piuttosto.

Non volevo dire ad alta voce ciò che pensavo: secondo me la dracena l’hanno mandata gli dèi per togliersi una seccatura di torno. Non sarebbe stato carino, quindi cambiai discorso.

-Che ne dici di cercare la tua Fonte?

-La mia? Non sarà facile. L’avevo nascosta in un cassettino segreto del Carro del Sole.

-Wow, originale.

-Era perfetto! Come i miei capelli.

-Il cervello l’ha preso tutto Artemide, eh?

Come ho già detto, a volte sono proprio uno stronzo.

 

 

Ero di nuovo in un maledetto sogno.

-Nooo, ancora tu?!

Atena mi guardò storto.

-Come ti permetti, ragazzina?

-Scus.

La dea si colpì la fronte con la mano.

-L'arroganza ha rovinato molti valorosi eroi, Nicoletta.

-Correró il rischio, Atty.

-AVEVO. DETTO. NIENTE. SOPRANNOMI.

-DA. QUANDO. TI. DÓ. RETTA.

-In effetti dovevo aspettarmelo.

Guardai la dea. Dovetti ammettere che era veramente di una bellezza sovrumana, senza tempo, raffinata. 

Vabbè, come me, insomma.

-Quiiindiii… perché stavo per essere fatta fuori?

-Un mostro ti ha attaccato, giovane.

-Giovane? GIOVANE?

-È un epiteto come un altro.

-EPITETO?

-Ma la smetti di rompere le olive?

-Se tu smettessi di apparirmi in sonno, cara Atty, beh…

-STO CERCANDO DI AVVERTIRTI, SCIOCCA. LO CAPISCI O NO CHE NON DOVRESTI USCIRE VIVA DA QUESTA IMPRESA?

E sul più bello, l’immagine della dea svanì. Stavo cominciando ad affezionarmi.

 

Le buone notizie:

-Sopra di me vedevo le adorabili faccione di Nico e Apollo che mi guardavano apprensive.

-Ero viva.

Le cattive notizie:

-Eravamo stati fermi per una settimana intera (tutta colpa dell’invalida, ossia io).

-Progressi: zero.

-Voglia di vivere: zero.

-NICKY!

Appyi fece per abbracciarmi, poi guardò Nico (che aveva la faccia più assassina del solito) e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi.

-Sono… contento che stai bene.

MA IO LO VOLEVO L'ABBRACCIO, BRUTTI CATTIVI.

 

Un pasto dopo (pasto, parolone), ero stata aggiornata dei progressi. L'ho già detto che non ce n’era stato nessuno? Ecco, appunto.

Ci rimettemmo in macchina, che è la stessa cosa di dire “ci rimettemmo a cantare”. E infatti Appy cominciò col suo concertone. Notai subito che era triste. E dico triste. Dopo aver cantato cinque volte “Hello”, persino Nico cominciava a bramare un po' di allegria.

-Non so che altro cantare!

-Gangnam Style? O' Sole mio? La sigla dei My Little Pony? Qualsiasi cosa ma non questo?- Pregò Nico.

Il giorno in cui Nico Di Angelo si mette a pregare per la sigla dei My Little Pony, è un brutto giorno, signori.

-Possiamo tornare al piano?- Chiesi io, per smorzare i toni.

….

….

-Ma di quale piano stai parlando?

-AVETE AVUTO UNA SETTIMANA, RAZZA DI POLLI. E INVECE NIENTE PIANO. NIENTE FONTI. NIENTE AFRODITE A RITIRARE IL SUO PACCO REGALO. NIENTE.

Abbassarono entrambi lo sguardo. Mi sentii un pochiiino in colpa.

-Eravamo preoccupati per te, Nic. Tanto.- Sussurrò Apollo.

Rettifico.

Mi sentivo TANTO in colpa e mi sciolsi come neve al sole (al sole, ahahahah, l'avete capita? Stavo parlando con Apoll… vabbè niente).

Avrei voluto abbracciarli, cosa impossibile perché ero rifilata nel sedile posteriore della vecchia auto scassata, quindi mi limitai a miagolare “oooooooh”.

-E comunque… vogliamo recuperare la Fonte di Appy. A quanto pare si trovava sul carro del Sole, quindi abbiamo pensato che ora potesse trovarsi sul carro della sorella. Sai, quello della Luna.

-Beh, è un'idea.

-Cercheró di contattare mia sorella e- SBAM. Avevamo appena investito una tipa. A volte mi domando se non porto un po’ di sfiga.

Scendemmo dalla macchina, concitatissimi.

-ODDIO, SIGNORA, STA BENE?- Gridai io.

-APPY MA CHE CI COMBINI- Imprecò Nico.

Lui, che fissava la donna con sospetto invece di aiutare, ci fermò.

-Divertente, Afrodite.

La tipa a terra si trasformò improvvisamente in una supermodellacon trucco, unghie e capelli perfetti.

Vabbè, come me, insomma.

-Ho udito le tue preghiere, Apollo.- Ridacchiò. Aveva la voce più dolce e flautata e cristallina e… la pianto. 

Lui impallidì. Ed effettivamente… cosa? Gli dei pregano? Cosa? 

-Tieni la tua Fonte e levati dai piedi.- Intimò.

-In realtaaaá… vorrei parlare con Nicky, giusto un minuto.

-No.

-Non andare.- Mi sussurrò Nico.

Io osservai meglio quella donna. Si stava rigirando un ricciolo castano fra le dita affusolate, le labbra carnose e dalla forma a cuore piegate nel sorriso più di affascinante che avessi mai visto.

-Vengo.- Dissi incantata.

Nico si colpí la faccia con la mano.

-Lasciale fare la sua gavetta da semidea. Ci sono passati tutti.- Sospirò Appy, rassegnato.

Io e Afro ci allontanammo di qualche passo.

-È un po’ freddo con te, non trovi?

Sapevo di chi stesse parlando.

-Io non voglio contraddirti già al minuto uno, Afrodite, però è letteralmente IL SOLE.

-Non fare la finta tonta con me.- Sorrise di nuovo. Che odio. Però che bella. Però che odio. Però che bella, per gli dèi.

-Lasceró che le cose abbiano il loro corso. Però promettimi che non darai retta ad Artemide.

-Okay?

-Mi raccomando, allora.

Prese la sua Fonte (non ci spero nemmeno più, quindi me lo dico da sola: GRAZIE NICKY PER AVERLA RECUPERATA, TU SÌ CHE SEI BRAVA E BELLA. Ora sto meglio.) e se ne andò.

Sparí in una nuvola rosa, ad essere precisi.

Mi voltai verso i miei due amichetti.

-Andiamo?

-Andiamo.

 

 

~ANGOLO ME~

Sì, sono proprio io. So di essere sparita, e so di essere stata terribile. Semplicemente la mia ispirazione se n’era andata, e quest’anno è stato impegnativo e mi ha risucchiata totalmente. Non ho comunque scuse e non mi aspetto nulla da nessuno.

Quindi perché sono qui?

Sono qui perché, dopo tanti mesi, ho riletto i capitoli, ho riletto le recensioni, e mi sono ricordata di quanto amassi tutto questo.

Probabilmente non mi si cagherá nessuno mai più, e in questo momento sto parlando col vento, e lo accetto. Ma non è mai troppo tardi per ricominciare, e proverò lo stesso ad arrivare alla fine, anche solo per me stessa. Perché mi è tornato in mente, e sto risentendo ora, quanto scrivere questa storia mi facesse stare bene.

Ma bene bene.

Quindi, sì, con una grande faccia tosta sono qui ad aggiornare (per il vento, perché se anche solo uno arrivasse fino a qui sarebbe un miracolo).

Amo ancora questa storia, e Nicky, e chi mi faceva il favore di seguirmi.

Quindi sono qui, con un capitolo osceno, giusto per far sapere (a chi, poi) che sono tornata.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Ci fregano ***


Non è bellissimo fare colazione con gli amici? Il profumo dei cornetti, l'aroma di caffè, le frivole chiacchiere, i discorsi su come recuperare il potere degli dei dell'Olimpo… aspetta, come?

-Scusa, ma Artemide non è mica l'unica dea vergine.

Eravamo fermi allo stesso discorso da mezz'ora.

Apollo sospirò.

-Per l'ennesima volta, Nicky: non si tratta di fare sesso. LEI LI ODIA, GLI UOMINI.

-Evvai!- Intervenne Nico.

-A me i ragazzi piacciono tantissimo- Dichiarai per tirarli su.

-Anche a me…- Sussurrò Nico a voce bassissima.

-Mi associo.

-Allora potreste mettervi insieme, voi due. Sareste adorabili!- Li stuzzicai.

Sputarono contemporaneamente il caffè. Indovinate addosso a chi?

-RAGAZZI, MA CHE SCHIFO!

-Lo diciamo noi, che schifo!- Ribatté Nico.

-Cosa vorresti dire, scusa?- Chiese Feby (ogni tanto cambio, sapete com’è), indispettito.

-Ehiehi, lasciate perdere. Stavo scherzando.

Non ero di certo stupida (o forse un pochino sì, ma non era quello il punto): non solo Nico vantava già un simpatico consorte, ma quei due sarebbero stati la coppia più male-assortita, litigiosa, imbarazzante e senza-alcun-futuro del mondo intero.

 

Cercare Artemide fu abbastanza facile.

N’évvero.

Principalmente per due motivi: innanzitutto, era dalla super-tartaruga nella banca che non succedeva qualcosa di DAVVERO figo (no, okay, ero quasi morta una settimana prima, però non era stato eccitante), e non mi sembrava giusto, sinceramente. Sì, lo so che avrei dovuto essere contenta, della serie “nessuno sta cercando di ammazzarmi! Yeee”, però dai, che noia. In secundis perché le Cacciatrici non si sarebbero mai fatte trovare facilmente: erano piuttosto selettive e riservate, e non volevano che tre cafoni come noi mettessero i loro nasini negli affari personali di 'Mide.

-Mi spieghi esattamente cosa stiamo facendo?- Chiese Nico ad Apollo, esasperato.

-Contattiamo mia sorella.

-Quindj stiamo bruciando limoni su un finto altare di cartone per questo?

-Da ex-dio, posso assicurarti che a me farebbe piacere.

-I limoni bruciati?

-Chiamasi sacrificio- rispose lui, acido- Incredibile, vero?

-Non ci trattare male!- Piagnucolai.

-Sentite, è inutile!- Esplose Nico, con la solita positività, dolcezza e fiducia.

-Questa tipa non ci si fila, e non ci filerà mai. L'unica cosa da fare è trovare la sua stupida Fonte, così sarà costretta a venirsela a prendere, e noi potremmo romperle le palle su dove si trova la tua, caro Appy.

-Non ci trattare male!- Piagnucolai ancora.

-Muovetevi.

 

-Dimmi l'opposto di verginità.

-Sesso?

-Mmm, non ci aiuta. L'opposto di “foresta”?

-New York?

-Un po’ generico. Quello di caccia?

-Pesca!

-Aspetta- Nico aggrottò la fronte -Perché l'opposto di caccia dovrebbe essere pesca?

-Ma che ne so? Sai una cosa, Apollo la conosce meglio, è sua sorella. APPY VIENI UN PO’ QUI.

-STO FACENDO LA DOCCIA.

Perché SÌ, signori, non eravamo nella nostra amata tenda. Avevamo preso una camera d’albergo per un paio di notti, giusto per pensare un po’ più tranquillamente. E poi, teoricamente, ero ancora un’invalida: incredibile ma vero, una pugnalata alla schiena faceva male.

Appyno uscì dal bagno.

Ora, io non voglio raccontarvi della scena più stereotipata del mondo, in cui il figo di turno esce dalla doccia con un asciugamano a coprire le sue grazie e i poveri disgraziati che posano gli occhi su di lui vengono accecati da cotanta bellezza.

Non mi pare corretto.

-Beh? -Chiese lui.

-Beh che?

-Beh tu.

-Cosa?

-Eh?

-Quando?

-Lasciamo perdere! -Ci interruppe Nico (secondo me lo facevamo morire ma non voleva ammetterlo).

-Dove potrebbe trovarsi la Fonte di tua sorella?

-Non lo so!

-Sforzati, ciccio.

-Mi stavo asciugando i capelli!

Mi venne un’ideona.

-Vié qua, Appyno, ci penso io.

Riluttante, si sedette sul letto. Io presi la spazzola sul comodino e cominciai a pettinarlo, incantata. Aveva dei capelli meravigliosi, folti e mossi.

-Dovresti legarteli.

-Lo faccio, ogni tanto.

Fallo, fallo, fallo, fallo.

-Nah, secondo me se li deve tagliare.

Mi girai verso Nico.

-Ma sei. Totalmente. Fuori?

Lui si strinse nelle spalle.

-Mi piacciono corti.

-Se fossi un dio, in questo momento potrei cambiarli a comando -Puntualizzó il povero, bistrattato Appy.

No, vabbè, lo odiavo.

-Li hai mai avuti rossi? -Chiese Nico, quasi interessato.

-Beh, una volt- MA LA SMETTIAMO DI DISTRARCI?

 

 

Picchiettai un dito sulla spalla di Nico.

-Sí? -Lui si girò verso di me, di nuovo sul sedile posteriore della macchina.

-Guarda là!

Arrossí un po'. Era pur sempre un ragazzo d'altri tempi. Stavo infatti indicando uno strip-club, il “Moon”. Non era la prima volta che passavo di lí, e non avevo mai notato quel luogo. Non che vada spesso a cercare strip-club, peró era un edificio piuttosto appariscente. Forse aveva qualcosa a che fare con la nostra avventura? Non avevo altre idee, quindi mi convinsi di sì.

Feci male.

Apollo accostó e si avvicinó all'entrata. Avrebbe aperto due ore più tardi e potevano entrare solo i maggiorenni.

Cioè in pratica, solo lui, che aveva un comodo documento falso (e quattromila anni).

Io e Nico ci rimanemmo male.

-Daiiiiii.

-Non è un posto appropriato per due pampini innocenti come voi, e comunque non posso fregare il tizio all'entrata.

-Mi stai seriamente dicendo che rimaniamo qua fuori mentre fai tutto da solo?- Chiese Nico, scettico.

-Non è che a me faccia impazzire come idea, eh.

-No, Appy! Io mi preoccupo!

-Oooooooh, che cara.

Erano ben due giorni che non lo abbracciavo e questo era davvero terribile.

IO HO BISOGNO DI COCCOLE.

E se Appy non me le faceva, restava Nico e Nico… beh, era Nico.

All'orfanotrofio c'erano i bimbi che mi si appiccicavano sempre addosso (e io fingevo che mi desse fastidio, quando in realtà sono un’orsetta del cuore) e Clemmy, e pure Gerald ogni tanto si faceva dare un bacio sulla guancia ispida (anche lui fingeva che gli desse fastidio). E ora Appy era più freddo che mai, Nico era Nico e io ero un’orsetta sola. Tra l’altro pensare a Clementine e Gerald mi aveva fatto tornare in mente il sogno che avevo fatto, e mi rattristai. Mi nascondevano qualcosa. L'avevano sempre fatto.

Dopo cena, Appy si incamminò. Io e Nico rimanemmo addossati alla macchina, a chiacchierare.

-Nickino.

-Vuoi morire?

-Niccoló?

-Conto fino a tre.

-Sai perché Apollo è freddo con me?

Lui arrossí di colpo.

-Non ne ho idea.

-Tu menti, giovane.

-Giovane?

-Lascia perdere. Seriamente, tu lo sai.

-Eeeh… potrebbe anche darsi.

-DIMMELO SUBITO!

-Prometti che non ti arrabbi?

Fece gli occhi da cucciolo. La me-orsetta si sciolse come burro al Sole (tutti quei riferimenti al Sole stavano diventando imbarazzanti), ma non mi feci intenerire.

-Non ti prometto nulla.

-Ho consigliato ad Appy di… essere più cauto. Ecco, io non voglio dire che potresti innamorarti, per carità di Zeus, perooooó-

-CIOÈ GLI HAI DETTO DI STARMI LONTANO?

-Circa.

-NICO STAI PER FARE UNA VISITINA DA TUO PADRE.

-NICKY! TUTTI I SUOI FIDANZATI SI TRASFORMANO IN MERAVIGLIE DELLA BOTANICA!

Arrossii anche io.

-Noi non stiamo mica- sei tu che ci hai visto- hai fatto tutto da solo!- Balbettai.

Lui rise.

-Che carina!

Stava per ricevere un calcio rotante alla Chuck Norris, quando Apollo tornò indietro, correndo. 

-Trappola.

 

 

Entrai nel club, un luogo pacchiano e francamente un po’ squallido. Le casse facevano rimbombare una pessima canzone da discoteca, e seduti sulle decine di divanetti c'erano uomini di tutte le età, che guardavano ragazze succinte ballare intorno ai pali. I loro occhi rossi mi fissavano, inquietanti.

Io, che passavo le giornate sull'Olimpo, ridotto a visitare un posto del genere. Anche l'igiene poteva essere migliorata, se proprio dovevo essere sincero: avrei scritto una recensione molto negativa su TripAdvisor.

Pensai ai due semidei ad aspettarmi fuori ed accellerai il passo, ma non trovai niente che potesse interessarmi, a parte la donna con la coda seduta in un angolo.

Aspetta.

Occhi rossi?

Donna con la coda?

Mi girai lentamente. L'intero locale stava scomparendo, perché, semplicemente, non era mai esistito. In quanto dio, non credevo che la Foschia potesse ingannarmi a tal punto.

Mi limitai a correre fuori, mentre tutti i clienti e le spogliarelliste presenti si trasformavano in mostri.

Non mi accorsi dell'arco argentato che brillava nell'angolo.

 

Quando raggiunsi i miei amici mortali, Nicky stava per uccidere Nico.

Che carini i mortali quando si arrabbiavano. Erano convinti di essere minacciosi, ma a me sembravano gattini particolarmente scocciati.

-Trappola.

-COSA?- Urlarono insieme.

-Lí dentro sono tutti mostri. Il locale era frutto della Foschia. Guardate.

Indicai l'edificio, che si stava sgretolando sotto i nostri occhi.

Mi aspettavo che dicessero qualcosa tipo: “Ma è terribile! Il Sommo Dio di Tutto Ciò Che È Buono E Giusto ha rischiato la vita per noi! Presto, scappiamo. Non vogliamo morire per mano dei nostri!”

Quella totale pazza di Nicky, invece, gridò: -Ma allora è praticamente sicuro che abbiano loro la Fonte!

E si precipitò dentro.

Nico imprecò in greco antico, poi la seguì.

Io sospirai e gli andai dietro.

-Chi ti capisce è bravo- Le sussurrai, una volta riuscito a raggiungerla. 

Mi sarebbe mancata, una volta tornato dio (sempre che ci fossi riuscito). Mi sarebbe mancato anche Nico, per carità. Ma lei aveva quel modo di fare così leggero, allegro, rumoroso. Non c’era niente di troppo sacro per lei: tutto poteva essere oggetto delle sue battute irriverenti e demenziali, dei suoi giochi di parole, delle sue risate convulse, che facevano più ridere della battuta stessa. 

In altre parole, era una ragazza che ai tempi d'oro avrei trasformato in una raganella sarda.

Ora, non più. Mi ero affezionato alla velocità della luce (PERCHÉ SONO IL SOLE! Scusate, passo troppo tempo con quella ragazza). Semplicemente, era un'influenza positiva. Era sempre un piacere averla attorno, sentirla parlare, stuzzicarci. Era affascinante vederla combattere senza alcuna tecnica né addestramento ma semplicemente a pancia, con i capelli biondi che le svolazzavano intorno. Era una tipa strana, pensai, e le tipe strane mi piacevano.

Mi riscossi dai miei pensieri e guardai le mie due potenziali raganelle sarde, che si battevano ferocemente contro una… chimera? Può darsi.

Presi il mio arco e mi unii alla caciara.

 

 

Avevamo già sistemato un buon numero di mostri, quando una voce profonda di donna ci fece voltare.

-Cercate questo, per caso?

L’orsa (sì, l’orsa) indicò quella che era chiaramente una Fonte. Avevo ormai imparato a riconoscerle. In questo caso, un arco argentato e finemente decorato, brillante di luce lunare.

-È di mia sorella- Sussurrò Apollo, con un filo di nostalgia della voce.

-Sapete chi sono? -Ci chiese la Signora Orsa.

-Un personaggio di “Riccioli d'Oro”?- Sdrammatizzai io. Appy mi lanciò un'occhiataccia, sussurrando qualcosa come “raganella sarda”. Quel tipo stava uscendo di senno.

-Sono Polifonte. E la tua amata sorellina, Apollo, mi ha punito con questa meravigliosa forma, dopo che ero stata violentata. Mi ha abbandonata, disgustata.

Nico, vicino a me, si irrigidii. Sapevo cosa stesse pensando.

“Odio quando il cattivo ha un motivo valido”.

Il dio non disse nulla.

-Dammi un motivo per non bruciare questa Fonte e uccidere te.

Io sguainai la racchetta. Stavo prendendo lezioni per la spada, ma non ne avevo ancora una.

-Dacci la Fonte e lasciaci in pace.

Lei rise.

Poi mi attaccó.

La racchetta non serví a molto. Mi morse alla gamba, e cercai di non svenire alla vista del sangue.

Tutte a me, oh.

-Polifonte! Ero pronto a scusarmi in nome degli dèi, ma la tua sete di vendetta non ci lascia altra scelta. La ucciderai.

E Apollo la colpì con una freccia, mentre Nico recuperava con uno scatto fulmineo il prezioso arco.

L'orsa ringhió per il dolore e lo attaccó, mentre le dracene ci circondavano. Io mi alzai, pallida, ma decisa.

O schiattiamo tutti, o non schiatta nessuno.

Eravamo accerchiati da ogni parte, l'orsa a un millimetro da Appy.

-Mi dispiace -Mormoró lui.

Lei si ritrasse un momento, stupita, e ne approfittammo per colpirla, e ucciderla.

Non mi ero mai sentita così in colpa.

Mentre la povera donna Orsa si riduceva in cenere, riflettei.

Certo, eravamo stati attaccati da una nemica di Artemide e avevamo recuperato la Fonte.

Ma avevo come l’impressione che il locale di Foschia, la dracena che mi aveva pugnalato, le trappole in cui stavamo cadendo fossero architettare dagli dèi stessi. Perché i miei compagni di squadra non erano mai soggetto di questi attacchi?

Il panico si impossessò di me.

 

Con la Fonte nello zaino, pensai di parlare agli altri dei di quegli stronzi dei loro parenti, mentre passeggiavano senza motivo apparente motivo in un parchetto.

-Ragazzi, credo che gli dèi stiano cercando di farmi fuori.

Nico sospirò: -Nic, voglio essere onesto, con te.

-Pensavo volessi essere Nico.

-La tua ossessione per le battute demenziali si propaga alla stessa velocità del morbo della peste nera.

-E poi è vecchia.

-Non così tanto.

-Sono uscito dal ventre di Leto che già la conoscevo, praticamente.

Ridemmo, e per un po’ mi rilassai.

 

 

~ANGOLO AUTRICE~

Ce l'ho fatta. Boom.

Mi fa un po’ schifo la fine del capitolo, ma dettagli.

Ah, non ho niente contro le ragazze che decidono di fare le spogliarelliste, il posto è squallido perché è squallido, non per loro, che poi in realtà erano mostri, vabbè.

Primo POV di Appy :)

Nel prossimo capitolo conto di mettere qualcosa di più figo, dialoghi semi-seri, e altre coseh belleh, quindi restate sintonizzati <3

A prestoo.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Polli in trappola ***


I miei sogni furono nuovamente inquieti.

-Atty! Il grande ritorno!

-Ragazzina.

La dea non aveva mutato il suo aspetto: davanti a me c'era una donna di una bellezza glaciale, alta e imponente, dal corpo leggermente mascolino. Pensai di darle il cinque, visto che non sembrava mai apprezzare i miei saluti verbali, ma considerando che le arrivavo alla cintola rinunciai.

-Mi sei mancata!

Atena sembrò stupita.

-Questo non me l'aspettavo. Ma arriviamo al punto velocemente: sei riuscita ad evitare una nuova trappola, figlia di Gea.

-Faceva un po’ schifo, come trappola.

Lei fece palm-face.

-Non commenterò le tue uscite, non vale il mio tempo. Piuttosto, non è ancora finita. Devi tenere gli occhi aperti, Nicky. Non solo con i mostri. Con gli dèi, con i semidei, con la tua famiglia. Anche con il tuo caro Appy, se possibile.

-COME APPY?

-Semplice logica. Con gli dèi bisogna sempre guardarsi le spalle. Sempre. Siamo egoisti. Prepotenti. Arroganti. Faremmo qualsiasi cosa per ottenere ciò che vogliamo. Cioè, gli altri dèi. Non io.

Sentivo la gola secca. Non avevo più tanta voglia di fare battute.

-Perché mi stai aiutando?

-Una volta, un semidio mi ha detto che uccidere qualcuno per ciò che potrebbe fare, è sbagliato esattamente quanto Crono che divora i suoi figli per ciò che potrebbe accadergli. E devo ammettere che aveva ragione.

La sua immagine cominciò a svanire, ma la notte non era ancora finita.

Vidi David Prum.

No, neanche io me lo ricordavo. Per ora le cose più interessanti che aveva fatto erano state attrarre Apollo (male), mentirci (malissimo) e mostrarci il suo dolce pargoletto (bene, anzi benissimo).

Comunque, nulla di memorabile.

Ora, invece, parlava con Chirone, concitato.

-Gli dèi sono nervosi- Diceva, torcendosi le mani -E se venissero a sapere-

-Cosa? -Rispose Chirone, freddamente -Non c’è nulla che debbano sapere.

L'altro scosse la testa. Matt era accoccolato sulle sua ginocchia, e dormiva con la testa appoggiata sul suo petto. 

-Non è a me che penso, Chirone. Ma a Matt, alla ragazza e a Clementine, che è una brava donna. Gli verrà fatto del male… 

-Alla figlia di… sappiamo chi, viene già fatto del male! Non ha solo i mostri a cui pensare, ma gli dèi stessi disapprovato la sua esistenza.

Anche la loro immagine cominciò a dissolversi.

Mi svegliai di soprassalto, madida di sudore, poi mi guardai attorno.

Eravamo di nuovo nella tenda, e Appy dormiva accanto a me, nella solita posizione da angioletto.

-Ehi -Lo scossi dolcemente, poi un po’ più forte.

Lui aprii gli occhi.

-Si, babe?

-Allora, innanzitutto qui i soprannomi li dó io. Secondo, ho fatto un incubo -Spiegai.

Lui si alzò a sedere, con uno sguardo preoccupato.

-E cosa hai sognato?

-Atena.

-Beh, non è una cosa molto carina da dire.

-Ma no, scemo! -Lo corressi subito, pregando silenziosamente di non essere trasformata in un aracnide.

-È solo che è la terza volta che la sogno. E tutte le volte blatera qualcosa sullo stare attenta, guardarmi le spalle, non fidarmi di questo o di quello.

Lui rimase in silenzio per una quantità di tempo allarmante.

Poi mi fece segno di avvicinarmi di più.

-Non devi spaventarti, d'accordo?

-Tu sembri spaventato.

Voleva negarlo? Non ci riuscì, e si limitò a fissarmi ancora un po’, prima di confessare.

-Nicky, io sto male. Posso cercare di sdrammatizzare, di nonpensarci, ma non essere più un dio mi uccide. Mi sento nel corpo sbagliato. Sono nel corpo sbagliato. Sono inutile, non riesco a… proteggere chi vorrei proteggere, ogni giorno che passa diventopiù debole. Sì, sono spaventato, ma non pensare nemmeno per un minuto che sia colpa tua. Essere trascinato qui con voi due mi ha solo salvato da mesi e mesi di noia e autocommiserazione. Stavo morendo dentro.

Lo guardai negli occhi, colmi di rabbia, tristezza, apprensione e…senso di colpa?

Non indagai.

-Ti voglio bene! -Gli dissi. Banale, lo so, ma sapevo quanto poteva far piacere sentire quella frase.

-Anche io. Mi ricorderò sempre di te. Promesso.

Morte. Addio, cuore. È stato bello.

-Peró avresti dovuto tirarmi su, diamine, non deprimermi- Lo accusai, per alleviare la tensione.

Lui mi abbracciò stretto.

Oddio, mi stai uccidendo.

-Chi sei e cosa ne hai fatto di Appy?

-Che cliché, Nicky, mi deludi. Sembra quasi che abbiamo esaurito le idee per le battute -Commentó, rilassandosi un poco.

-Questo non lo dovevi dire- Esclamai, colpendolo con il cuscino.

E finì così, a lottare con i cuscini. Finché non fui così stanca che mi addormentai leggermente più vicino a lui rispetto al solito. Non ebbi altri incubi.

 

 

Buone notizie: per una volta mi svegliai prima di Nicky.

Cattive notizie: affacciandomi la loro tenda, la vidi dormire accoccolata contro Lo Splendido. Lui la teneva vicina con un braccio intorno al suo fianco e i loro nasi si sfioravano.

Primo pensiero coerente: MA NON AVEVANO CALDO??

Secondo pensiero coerente: Dimostrazioni d’affetto. Disgustose.

Mi avvicinai e cominciai a scuotere Apollo. Volevo svegliarlo senza svegliare anche Nicky.

-Apollo?

Niente.

-Tizio?

No.

A mali estremi, estremi rimedi.

-Divino Apollo?

Lui aprì immediatamente gli occhi.

-Sí?

-Eri sveglio! Volevi solo che ti chiamassi “divino”!

-In realtà mi aspettavo un “mio signore”, se non un “Vostra Altezza”, ma non si può avere tutto dalla vita.

Contenni l'insulto che mi stava letteralmente implorando di essere urlato.

Prima o poi sarebbe tornato ad essere un dio, e i sussurri del giorno prima riguardo alle raganelle non mi erano piaciuti affatto.

Gli feci segno di uscire dalla tenda con me.

Quando fummo al riparo da Nicky, mi permisi di cominciare.

-In che lingua devo dirti di stare lontano da lei?

-MA! Sei ingiusto. Ci ho provato, è lei che mi cerca, perché giustamente accecata dalla mia perfezione. Le ragazze assennate esistono ancora, per fortuna.

-La vostra attrazione potrebbe anche essere reciproca, ma devi. darti. una. calmata.

-Non ho fatto niente! Smettila di proteggere la sua verginità!

Arrossii.

-Miei dèi.

Lui sembrò realizzare ciò che aveva detto.

-Oh cielo.

-Fai bene a provarci, eroe. Non mi dispiacerebbe che Nicky entrasse a far parte della Caccia -Disse una voce alle nostre spalle, salvandoci dall’imbarazzo che si stava propagando fra noi due.

-Sorellina!

Apollo fece un sorriso così sincero e luminoso che per un momento mi sentii sciogliere (NICO CHE COSA DICI).

Mi girai.

Una ragazza di tredici anni al massimo, alta poco più di me e dai corti capelli ramati, ci osservava appoggiata a un tronco, giocherellando con una freccia argentea.

Fino a un secondo prima, in realtà, perché ora era stretta fino al soffocamento da Appy, che aveva improvvisamente ritrovato la solita energia.

I due déi parlarono per qualche minuto, felici (che cari)poi si avvicinarono.

-Buongiorno, Nico.

Mi resi conto che era la prima volta che la incontravo da… Bianca.

Sii educato. Sii educato. Sii educato.

-Salve, Divina Artemide.

Sono fiero di me stesso.

-Ringrazio te e la tua giovane amica e… -Guardó il ragazzo accanto a lei -E mio fratello, sì, per aver trovato la mia Fonte. Non sarei mai entrata in quella bettola -Rabbrividí di disgusto.

-Io invece…- Borbottò Apollo.

-Prego. Possiamo dare un'occhiata al suo carro, ora?

-Come volete. Le Cacciatrici sono accampate qui vicino, vi faranno ispezionare l'accampamento. Non flirtare con le mie ragazze, fratello.

-A proposito, cos'era quella storia di rendere Nicky una Cacciatrice?

Artemide sorrise innocentemente. Poi prese la sua Fonte, e ci salutò.

-Vado sull'Olimpo. È il solstizio d'estate. Stasera c’è un Consiglio e uno degli argomenti principali sarai tu, fratellino.

-Dí a Zeus di fottersi.

-Okay.

-No, non dirglielo davvero!

 

Io e Apollo ci incamminammo, seguendo le indicazioni di Artemide per trovare l'accampamento.

Mi sentivo in colpa per non aver incluso Nicky, ma stava dormendo così bene! Meritava un po’ di riposo, e io e Apollo dovevamo ancora finire un certo discorsetto. Inoltre, Artemide le aveva garantito un po’ di protezione per qualche ora. Mi dispiaceva che non si fossero incontrate, perché ci sarebbe stato da ridere.

-Eccole!

Apollo mi indicò un gruppo di tende (molto più fighe delle nostre, tra l'altro), fra le quali si aggiravano delle ragazze della mia età, vestite con corte tuniche d’argento e con una faretra sulle spalle.

-Allora, qual è il piano? -Chiesi.

-Parliamo con le Nazifemminist- volevo dire, con le adorabili Cacciatrici, esaminiamo l’accampamento e troviamo la mia Fonte.

-Questo non è un piano. È la semplice descrizione di ciò che dobbiamo fare.

-Fallo tu un piano, visto che sei tanto bravo, scheletrino.

-Non chiamarmi scheletrino!

-Tu chiamo come mi pare!

-Ah sì? Ora facciamo i bambini dell’asilo?

Lui assottigliò gli occhi.

-Attento a come parli, figlio di Ade.

Io deglutii.

-Non mi fai paura, Sunny.

-SUNNY?

-Concentriamoci sulla missione.

-Non riesco a concentrarmi su qualcosa, se la situazione comprende me, te e nessun aereo in partenza per la Papuasia!

-Se potessi partire per la Papuasia e non vederti più, lo farei, ma sono stato trascinato in questa missione inutile!

-Ti sei offerto volontario.

-Già. Bello scemo, vero?

-Bene, dillo a Nicky che ti sei pentito di essere venuto. Non sei insostituibile, lo sai? -Mi voltò le spalle, e si diresse verso l'accampamento. Mi sentii uno schifo.

 

Il cocchio di Artemide era, indovinate un po’, argenteo e guidato da quattro magnifici cervi. C'era spazio per appena una persona, dentro, e di sicuro non c'era alcuna traccia di una Fonte.

-Proviamo nella tenda di mia sorella -Suggerí Appy.

E fu così che divenni cieco.

No, sono serio.

Non appena entrati, un fascio di luce bianca ci investì totalmente, e non vidi più nulla.

-MA CHE CAVOLO È SUCCESSO, PER ADE?

-Credo che sia la mia Fonte…

-LA TUA FONTE È UN FASCIO DI LUCE DIVINA?

Déi, a volte avrei voluto strangolarlo.

-Io ricordavo fosse una lira, per la verità.

-SAREBBERO PIÙ UTILI DEI DOLLARI.

Badumtss.

Lui mi cercó a tentoni, per darmi uno schiaffo sulla nuca.

-Passi troppo tempo con Nicky.

Poi, com'era cominciato, l'incubo finì.

Davanti a noi c'era una lira finemente decorata, in oro puro.

Signori e signore, ecco a voi la stronza che ci aveva quasi privato della vista.

Appy la abbracciò.

-Il meccanismo di auto-difesa funziona ancora! Hai riconosciuto il tuo padrone, piccola!

-Appy, sei strano.

Lui mi lanciò un’occhiataccia.

-Ha parlato l’emo.

-Sei anche insopportabile, lo sai?

-Ripeto, nessuno ti obbliga a restare.

-Il mio onore.

-Sei un samurai?

Decisi di ignorarlo.

-Torniamo da Nicky.

 

Le ultime parole famose.

Camminando per Central Park, cominciai a notare cose un po’ particolari.

Alberi d'oro.

Cespugli d'oro.

Scoiattoli d'oro.

-Nico?

-Sí?

-Lasciamo per un attimo da parte il nostro rancore e ci concentriamo sul fatto che non è normale che sia tutto d'oro?

-Mi trovo d'accordo.

-Parlate ora, presto non sarà più possibile -Ci informò gentilmente una voce alle nostre spalle.

Ma, per gli dèi minori, per quale motivo ci arrivavano sempre alle spalle, con tanto di frase a effetto?

Saltare giù da un albero come banditi? Sarebbe stato figo.

Presentarsi dai lati, improvvisando una coreografia? Avrei apprezzato.

Uscire dal terreno stile zombie? Why not?

Ma no, sempre tutti uguali.

-Rivelati -Risposi.

Un uomo grassottello e barbuto, con due orecchie da asino saltò fuori dalla vegetazione.

-MA NON TI AVEVA GIÀ SECCATO JASON? -Gridai, esasperato.

-Mida -Sussurró Apollo, un po’ a disagio.

-Sono scappato un'altra volta, prima che le porte della morte si richiudessero, mio caro. Credevo davvero che fossi così stupido da non cogliere un'altra occasione?

-Beh, sei stato talmente stupido da dire davanti a me che non ero granché a suonare, quindi sí?

-ERA PIÙ BRAVO PAN.

-Ma vedi di farmi il piacere, asinello.

Mida fece un respirone, cercando di trattenere la calma.

-Tanto, ora vi uccido.

Sguainai la spada. Sempre la solita routine.

 

Mida non era un guerriero. Non aveva con sé un'arma, quindi si limitava a evitare i miei affondi e a cercare di toccarci per trasformarci in oro.

Il mio errore fu quello di sentirmi troppo sicuro.

Era un idiota a cui rodeva per delle stupide orecchie da asino, non combatteva, non era particolarmente furbo né veloce. Voglio dire, aveva avuto l'occasione di scampare alla morte (no good) e l'avrebbe  usata per provare a uccidere un dio?

Bah.

Ecco, furono questi pensieri a fregarmi, perché, da un momento all'altro, io e Appy eravamo entrambi intrappolati in una rete sospesa a mezz'aria COME DUE IDIOTI.

-Fine dei giochi -Mormoró Mida.

-Appy?

-Sí?

-Se non ne usciamo vivi, voglio che tu sappia che non sei poi così male. Ho sempre bruciato tante patatine in tuo onore.

-Grazie, babe.

-COSA? No, aspetta, questo è il momento in cui anche tu fai dei complimenti a me.

-Ah sì?

-SÍ.

-Mah, a me non sembra.

-MA piuttosto…

-Cosa?

-Perché non siamo ancora statue d'oro?

La risposta era semplice: perché Nicky era arrivata a salvarci, più carica che mai, con la sua racchetta in mano.

Per una volta fu divertente fare semplicemente il tifo.

 

 

MA QUANTO ERANO POLLI QUEI DUE?

A parte che già per partire senza di me, non li avrei mai perdonati, dovevano essere stupidi per davvero.

E poi cadere dritti nella trappola!

Tutti e due!

Insieme!

Mentre utilizzavo la mia fantastica racchetta (cominciavo a pensare che Atena l'avesse benedetta, perché era fisicamente impossibile che io riuscis- lasciamo stare) Nico mi passò la spada attraverso la rete.

-Attenta a non toccarlo, e fallo fuori.

Mida mi guardò, e sembrava abbastanza preoccupato. E aveva ragione, perché approfittandone della sua disattenzione riuscii a metterlo alle strette. Mi preparai a colpirlo, per quanto sbagliato sembrasse uccidere un altro umano. Non una chimera o una dracena. Un uomo.

-FERMI FERMI FERMI.

Io mi fermai. Mida aveva un occhio gonfio e un labbro sanguinante, dovuti alle mie botte, oltre a un paio di ferite inflitte da Nico.

-Cosa?

-Ripensandoci… non è così importante fare fuori Apollo.

-OH, BRAVO! -Gridó lui dalla rete.

-È la mia terza e ultima vita, visto che le Porte ormai sono chiuse. Non la voglio sprecare. La ragazza mi fa paura.

-Ma fai davvero?

-Che ne dite se… mi lasciate andare e io in cambio mi tengo le orecchie da asino? 

Noi tre ci guardammo scioccati.

-Cioè, finisce così?

-Ehm… sì, non sarebbe male.

-Ma io… non lo so…

-Mi comporterò bene! Troverò un modo per fermare il mio potere.Lui è un dio, no? -E indicò Apollo -Potrà controllare.

-Apollo?

-No, uccidilo.

-MA!

-VA BENE. VA BENE. Ma questa infinita generosità, commovente magnanimità e incredibile e rara benevolenza sono davvero in via eccezionale. Giusto perché mi sento buono. 

-Beh, grazie -Disse Mida, strabuzzando gli occhi.

Nico era ancora incredulo per la conversazione che stava avvenendo.

-Mi aspetto dei sacrifici.

-Okay?

-Appy, non voglio metterti fretta, ma possiamo chiuderla qui? Io devo ancora uccidervi per i miei motivi.

Mida si allontanò di fretta. Probabilmente pensava “sbrigati, prima che cambino idea!”. Onestamente, a me andava bene lasciarlo andare, sapendo che gli dèi l'avrebbero tenuto d'occhio. E mica doveva finire sempre con una carneficina! Un finale inaspettato, okay, ma non avevo di certo l'amaro in bocca.

Liberai quei due, mentre Nico borbottava.

-‘Sta cosa che è sfuggito alla morte così, senza alcun problema, a me non fa impazzire.

-Sei nato negli anni Trenta!

-Dettagli insignificanti.

-Ora che tutto va bene e possiamo passare alle frivolezze, MI DITE COME VI È VENUTO IN MENTE DI ANDARE SENZA DI ME? 

Si guardarono l'un l'altro, consacrando la loro alleanza. 

Perché scapparono.

No, davvero, si girarono e scapparono.

Che odio.

 

 

~ANGOLO TIZIA STRANA~

Alura… che ne pensate? Scusate, ma il finale inaspettato col cattivo che si ritraeva e cambiava idea all’ultimo mi piaceva, e dato che in questa storia un po’ di sana 'gnuranza è sempre presente, ho detto “perché no”?

E mi piaceva anche l’idea di Nico e Appy che affrontavano un'impresa soli soletti.

Atena è partita come cattiva e invece ora sta facendo marcia indietro.

E David? (lo so che non ve lo ricordavate, ma vabbè). Servirà a qualcosa? Stavo solo riempiendo pagine Word? 

Lo scopriremo nella prossima puntata (se ve ne frega ancora qualcosa). 

Arrivederci <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Casini vari ***


-Quanti ne mancano?

-Di minuti prima che perda la pazienza? Pochi, cara, molto pochi.

-Di Fonti, Nico. Di Fonti.

-Ah. Beh….

Nico si mise a contare sulle dita, con un’espressione concentrata.

-Sette… ne mancano sette. 

-ANCORA?

-Si, contando Eros sono sette. 

-Sette è il mio numero sacro- Ci Informó Apollo, tutto contento. 

-Beh, sì, ci sono sette note musicali. 

-E sette semidéi della profezia. 

-E sette nani. 

-E sette giorni della settimana. 

-E sette Horcrux. 

-Cosa? 

-Niente, Nico. Lascia stare. 

Lui si imbronció.

Appy ci squadrava confuso. 

-Allora!- Esclamai io -Cosa cerchiamo adesso? 

-Direi di toglierci dai piedi i coniugi. 

-I coniugi? 

-Sì… Zeus ed Era. 

Non appena Apollo pronunciò i loro nomi, un tuono scosse le pareti della tenda. 

-Non mi sembrano molto d’accordo- Obiettó Nico. 

Sembrava un po’ giù. Decisi che gli avrei chiesto più tardi cosa avesse. Magari gli mancava Will. Cercava di essere discreto, ma sapevo che si Iride-messaggiavano tutte le sere. 

Checcariniiiii. 

-E allora facciamolo! Vai con Era. 

-Siii… evviva. 

-Che bello. 

Dissero così, ma il loro tono di voce non lasciava trasparire tutta questa gioia. Che guasta feste. 

-Dunque, Appy, ci parli di Era. 

E lui ci spiegò in breve le caratteristiche di questo mostro mitologico, metà Baba Yaga e metà strega cattiva di Biancaneve, che si aggirava per l’Olimpo emettendo il suo solito verso: “ZEUS E QUELLA SCIAQUETTA ME LA PAGHERANNO”. 

Qualcosa mi suggerì che di solito usasse un insulto anche peggiore di “sciaquetta”, ma non commentai. Appy aveva molti difetti, maalmeno utilizzava sempre un certo tipo di linguaggio. 

Ci mettemmo in macchina. Avrei tanto voluto parlare di qualcosa o dormicchiare (comincia pure a preparare il tè, Atty) ma Apollo trovò la mia debolezza. Quindi la colpa non fu mia, fu sua. 

-Fu tanto tempo fa… 

Lo guardai, fulminandolo con lo sguardo. 

Lui mi guardò, stranito da quell’acidità, poi continuó a canticchiare: -Per il pianeta, erano guai…

Cercai di resistere. Ci provai. Fallii.

-IMPERVERSAVA BRUTA DEI TITANI LA FOLLIA! 

-E NEL PERICOLOOOO…. 

-OGNUNO DECIDEVA PER SÉ! 

-E TRA VULCANI E TERREMOTI TUTTO ANDAVA GIUUUUÙ!

-Ci andate voi giù, se non la smettete immediatamente. 

Nico era sempre un amore. 

Mi concentrati sulla cosa davvero importante. 

-Tu conosci Hercules?- Domandai ad Appy. 

-Io amo quel cartone. Certo, sono solo una comparsa e sono blu, l’Olimpo sembra fatto di zucchero filato, sulla personalità di Zeus non mi esprimo direttamente, le Muse sono solo cinque e Ade non ci è ancora passato sopra, ma io lo amo. Solo, non lo dite in giro. 

Mi venne da ridere. Io lo guardavo sempre con i bambini dell’orfanotrofio, che parevano adorarlo. Non avevamo tutti questi soldi, quindi non c’era molta scelta per i piccoletti: Hercules o Biancaneve o La Bella e La Bestia. 

No, okay, in realtà c’era anche Bambi, ma io mi rifiuto, dai.

Lo spiegai ai miei amici, e Nico sembrava sempre più perplesso. 

-Uno di quelli che hai nominato lo conosco. 

-Biancaneve? È uscito nel 1937. Potresti averlo sentito da qualche parte. 

-Si! Si, quello. Non l’ho mai visto, ma lo conoscevo. 

-Nico. Mi stai forse dicendo che tu. Non hai mai visto. UN FILM DISNEY? 

-Ma hai appena detto che tu ne avevi solo quattro! 

-Quattro videocassette! Erano gli unici che potevamo vederequando ci pareva. Ma in quindici anni passati nel mondo umano, nel caso non lo sapessi fornito di TV e persino Internet, li ho visti TUTTI.

-Ma, io-

-Quando avremo finito questa storia, maratona di film Disney. Non si discute. 

Nico si coprì la faccia con le mani, come faceva spesso per dire “idioti”o “povero me”. 

-Nicky, tu lo sai che io detesto interrompere la tua parlantina formidabile, ma potremmo concentrarci sull’impresa che farà tornare dio me? 

Sbuffai, ma gli diedi ragione a malincuore, e cominciai a pensare. 

Era era (scusate il gioco di parole) la dea del matrimonio, delle famigliole, dei pargoletti, dei blog come ‘supermamma. com’ e… basta, non mi veniva in mente altro. 

Il mio orfanotrofio ce lo eravamo già giocato con Estia. 

Il locale in cui i tradimenti erano molto probabili ce lo eravamo giocato con Artemide. 

Le dee donne erano troppo simili l'una all’altra, accidenti! Demetra era la dea della prosperità, ma Afrodite era la dea della fertilità, però la dea delle mamme era Era, eppure la dea protettrice di parti e bambini era Artemide, e la dea dell’unità familiare era Estia. Ma come si fa? 

Mi spremetti le meningi, presi una penna e cominciai a scarabocchiare su un foglio per concentrarmi, pensando ad ogni mito su Era che conoscessi. 

-Qual è la cosa che Era odia di più al mondo, ma che rappresenta comunque una parte importante di lei?- Mi chiesi.

-I tradimenti del marito- Rispose Apollo -So io dove portarvi. Stavolta ce la sbrighiamo velocemente.

 

 

Plot twist: non ce la sbrigammo velocemente.  

Lato positivo: era vero che sapeva dove portarci.

Lato negativo: ci mettemmo quasi un giorno di macchina. 

-Possiamo sapere dove Tartaro stiamo andando? 

-È vicino New York, ne sono sicuro. Cioè, quasi sicuro. 

Dopo un’altra ora in automobile, si fermò, emettendo un sospiro di sollievo. Ci fece scendere in un punto isolato, in mezzo al nulla: non c’era nemmeno un accenno di vegetazione, quindi il sole ci picchiava dritto sulla testa. In fondo a quell’area desertica c’era una piccola grotta di pietra.

-Tu si che sai dove portare una ragazza, amico.

-Beh… già. Qui è dove Zeus portava le sue, mh, conquiste. 

Al nostro sguardo interrogativo, si decise a dare più spiegazioni. 

-Beh, ne ha più di uno, ma questo è quello che utilizzava di più da quando ci siamo trasferiti in America, sapete. Era non lo conosce. 

Nico quasi svenne. Quando uno è all’antica è all’antica, che ci vogliamo fare.

Mentre ci dirigevamo verso la piccola spelonca, mi decisi a parlargli. 

-Alloraaa, Nicuccio. 

-Sempre peggio, miei dèi. 

-Perché sei così triste, oggi? 

Lui fece spallucce, cercando di non guardarmi. 

-Sto alla grande. 

-Hai la faccia scura. 

-È la mia faccia.

-No! La tua faccia è “vi ucciderò tutti nel sonno”, non “uccidetemi nel sonno”, c’è una bella differenza, carino. 

-È che… mi hanno invitato a una cena- Mi sussurrò a disagio. 

-Lo devi proprio odiare, il tizio che ti ha invitato. Aspetta, fammi indovinare! Tuo padre vuole conoscere il tuo ragazzo. Allora, ascolta, ho visto parecchi film: vi basterà sorridere e annuire tutto il tempo, magari portate un regalino e-

-No, sono amici- Mi interruppe, desolato. 

-E allora qual è il problema?

-Sono… sono i sette di cui ti parlavo, i ragazzi dell’impresa. È come una specie di rimpatriata. Mi stanno simpatici, non è quello il problema, ma non me la sento. Mi sento fuori posto. 

-Ti senti fuori posto e basta? O hai altri motivi? 

Lui incassó la testa nelle spalle, come se stesse cercando di nascondersi. Capii che era una vecchia abitudine, una di quelle che si credono dimenticate finché non saltano fuori nei momenti meno opportuni. 

-Ero… innamorato di uno di loro, e lui lo sa. Non ne abbiamo ancora mai parlato. 

-Oh.

Rimasi in silenzio per un secondo. 

-Porta Will con te- Dissi poi. 

-Ma sei totalment-

-VI VOLETE DARE UNA MOSSA?- Ci urlò Appy. 

Mi resi conto di essere ancora vicino alla macchina. Attraversammo di corsa l’intera area che ci separava dal nostro obiettivo. 

-WOW- Esclama, una volta entrata. 

La grotta, tanto brutta all’esterno, dentro assomigliava alla suite di un albergo a cinque stelle. Grazie a una qualche specie di magia che rendeva l’interno incredibilmente spazioso, la grotta era arredata in modo impeccabile. Al centro c’era un enorme letto matrimoniale con le lenzuola di seta e i cuscini più soffici che avessi mai toccato. Un tappeto persiano di rara bellezza ricopriva il pavimento quasi interamente. Il resto della “stanza” era perfettamente immobiliato per offrire ai due amanti ogni genere di comfort. C’era una saletta per la sauna, una vasca a idromassaggio e una per il bagno turco, candele, poltroncine imbottite, snack di qualsiasi tipo e fiori sempre freschi. 

-È un sogno- Sospirai. 

-Sull’Olimpo c’è molto di meglio- Borbottó Appy. 

Mi incupii subito. Non pensavo spesso a cosa sarebbe accaduto una volta che lui fosse tornato dio. Sarebbe venuto a trovarmi ogni tanto? La mia cotta per lui sarebbe passata? 

COSA. 

NO. DIMENTICATE L’ULTIMA FRASE.

CAVOLO.

Avevo una cotta per un dio. 

Mi misi le mani fra i capelli, desiderando di potermi sotterrare. 

Intanto, Nico e colui che mi causava queste crisi chiacchieravano tranquillamente. 

-L’ultima volta che ha portato una ragazza qui è stato negli anni ’80, ma per sicurezza la aggiorna sempre. Due anni fa, per esempio, la televisione collegata all’account Netflix non c’era- Gli spiegava Apollo. 

-Forse ogni tanto ci viene con Ganimede.

-Si, probabile.

Intanto, cercavano ovunque. Sotto il letto, nella vasca, sopra le mensole. Sembrava stessimo giocando a una simpatica partita di nascondino, eppure io non mi stavo divertendo per niente. 

Da quanto tempo negavo l’evidenza? 

-Nicky! Vieni qui! 

Mi mossi verso di loro meccanicamente, senza alcuna voglia di portare a termine la missione. 

-Cosa c’è?

All’interno di un armadio strapieno di biancheria intima di cui non mi fermerò ad esporre i dettagli, c’era un diadema meraviglioso, che brillava decisamente più del normale. 

-Gea ha nascosto la Fonte di Era in una grotta in cui Zeus porta le amanti, dentro l’armadio colmo di biancheria sexy. Io… io non so se ammirarla o cosa- Balbettó Nico. 

-Devo ammettere che è notevole- Concordó Apollo. 

-Quando perdi la guerra, ma vuoi comunque dimostrare di essere la più figa- Aggiunse ancora Nico.

-Si- Sussurrai io -Devo ammettere che è stata un’idea…

Mi girai verso di loro.

-Grottesca.

Non mi rivolsero la parola per almeno cinque minuti, ma ne valse la pena.

 

 

Non so come mi venne in mente di addormentarmi in macchina, ma tant’è.

Atena mi guardava con un’espressione sconsolata, come a dire “io sto provando ad aiutare questa cretina, ma è più cretina di quanto pensassi”. Sinceramente, non meritavo uno sguardo del genere.

-Hai deciso di fare attenzione, Nicky?

-Assolutamente, signorina Civetta. Mi guardo le spalle!

-Signorina Civetta… - Mormorò lei, fra sé e sé.

-In ogni caso, perché non mi aiuti, già che ci sei? Secondo la tua immensa saggezza, quale orrore affronteremo oggi, portando con noi la Fonte di Era?

Lei si piegó verso di me.

-Non prevedo il futuro, ma ci tengo a darti un consiglio: io ho sempre un piano. Anche se le decisioni del Consiglio dell’Olimposono sempre collettive, nella mia testa io costruisco sempre un’alternativa per conto mio. Ti sembrerà egoista, ma il fatto che gli altri affondino non vuol dire che debba farlo anche tu. Abbi sempre un piano di cui nessun altro è a conoscenza. Ricordatelo sempre.

-Non è molto leale.

-La lealtà può essere un difetto tanto quanto un pregio. Non mi aspettavo una risposta diversa da una mezzosangue, tuttavia valeva la pena provare. Non aspettarti la stessa fedeltà da parte di chiunque, però.

-Parli di te? È di te che non dovrei fidarmi?

Lei mi guardò stupita.

-Sei più sveglia di ciò che pensavo.

E svanì, lasciandomi sola e confusa.

 

 

Capii che sarebbe stata una giornata complicata quando Nico sparì.

Già.

Un minuto prima c’era, il minuto dopo non c’era più.

Andammo subito nel panico.

-Secondo te dove è finito?

Sentimmo un forte tonfo, seguito da un’imprecazione in italiano.

-Beh, qualcosa mi dice che è nei paraggi.

Io e Appy cominciammo a correre

Nico era vivo e vegeto, ma legato a un albero, nel bel mezzo di un parco. Mi chiesi che diamine vedessero i mortali per strada. 

-Prima vengo trasformato in una pianta di fagiolini. Poi finisco in una rete da pesca insieme a Mr. Sunny. Ora legato a un albero come in un film western. Ecchecavolo! -Si lamentó.

Io e Apollo ci guardammo intorno, cercando di capire chi fosse il nostro nemico. Chi poteva avercela con Era? Beh, tutti, però chi ci avrebbe davvero ostacolato? 

Una delle ninfee che era andata a letto con Zeus? Nah, tutte morte. 

Un semidio stanco delle sue cavolate (Nico mi aveva raccontato qualcosa in proposito)? Nah, non avrebbe rischiato così tanto. 

La risposta mi fu servita su un piatto d’argento, perché una signora vestita di bianco ci arrivò alle spalle. 

-OH MA INSOMMA PERCHÉ SEMPRE ALLE SPALLE?- Urlò Nico. 

Ci grammo tutti e tre verso di lui.

-Cosa?

-Lasciate perdere.

Osservai la donna, mentre si parlava davanti a Nico. Era bella, a prima vista, ma guardandola più intensamente riuscii a notare che i tratti del suo viso erano incredibilmente infantili. Aveva la pelle bianchissima e liscia, il viso dalle gote piene e rosse, gli occhi grandi e innocenti. Era come se qualcuno avesse appiccicato il viso di una bambina su un corpo che, per il resto, era quello di una donna adulta.

Anzi, di una ragazza adolescente, perché le sue curve erano appena accennate: il fisico era ancora acerbo.

-Io sono Ebe- Dichiarò -La dea della giovinezza.

Se c’è una cosa che si impara venendo a contatto con gli dèi è che il loro corpo fornisce sempre un indizio riguardo la loro funzione nel modo.

-Sei qui per fare una commissione per tuo marito?- Chiese Appy, sfrontato.

-Si, diciamo di sì. Consegnatemi la Fonte di Era e nessuno si farà del male.

Suo marito? Misi in moto il cervello. Chi cavolo era suo marito?

Ma certo!

-Ercole- Sussurrai.

Quello sì che era un problema.

-Sei una dea- Dissi, per guadagnare tempo -Potresti semplicemente ucciderci e prenderti ciò che vuoi- Conclusi, sperando di non averle appena dato un’idea.

-Uccidere te? Nah. Stai facendo un lavorone per gli dèi, no? Sono sicura che se ti uccidessi adesso nessuno di loro sarebbe molto contento. In quanto ad Apollo… ora è mortale, certo, ma se lo eliminassi come pensi che la prenderebbero gli altri dèi maggiori? Sarei considerata una traditrice. L’unico con cui posso fare ciò che voglio è questo scemotto qui. Datemi la Fonte, o lo ucciderò.

-Perché?- Il mio cervello lavorava senza sosta, pensando a ogni possibile piano. 

Atena, aiutami tu”. 

-Perché mio marito Ercole mi ha chiesto questo piccolo favore. Nessuno odia Era piú di lui. E si prenderà tutta la colpa, tanto è il figlio prediletto di Zeus. Al massimo lo manderanno qualche anno al Campo Mezzosangue a fare compagnia a Dioniso. Era, invece, sarà fuori gioco per qualche secolo. Pazienza. Sopravvivremo al dolore, no? 

-Beh, effettivamente… - Cominció Apollo.

-No! Noi abbiamo una missione e la porteremo a termine!

Peccato che non avessi assolutamente alcuna idea.

Era una dea. Era immortale, e impossibile da ferire. Una stupida coroncina valeva forse più di Nico?

Non avevo armi a disposizione, né poteri.

Poteri.

Dall’incidente al Campo, non avevo più provato ad evocare i poteri della Terra. Era la nostra ultima speranza.

-Apollo, prometti che qualsiasi cosa faró adesso non proverai a fermarmi.

-Non farei una promessa del genere a te neanche se ne andasse della mia vita.

-Beh, problemi tuoi.

E corsi con tutte le mie forze verso la dea.

A ogni mio passo, la terra tremava.

Non mi accorsi di aver sollevato una montagnola di almeno dieci metri a pochi passi da noi, né della nuvola di polvere sempre più densa. 

Tutto ciò che ricordo è una dea totalmente seppellita dalle macerie di fronte ai nostri occhi.

 

 

Naturalmente, liberammo Nico e scappammo il più in fretta possibile.

Io svenni nel momento stesso in cui entrammo in macchina. Non ero mai stata cosí prosciugata in vita mia.

-Stupida- Continuava a mormorare Apollo.

-Stupida, stupida, stupida.

-Non la aiuti, sai?

-Nico, potevamo semplicemente lasciare la Fonte a quella pazza! Era avrebbe dormito per qualche secolo, chissene frega. Ora invece non ha fatto che dimostrare agli dèi di avere dei poteri immensi!

-Ha anche dimostrato di essere totalmente dalla loro parte, però.

Poi non sentii più nient’altro.

Quando mi svegliai, ore dopo, Nico dormiva e Apollo guidava nella notte.

E aveva la faccia più triste che avessi mai visto. 

 

 

~ANGOLO AUTORA~

SCUSATE!!

Più di un mese!!

Tra il viaggio in un posto in cui non prendeva, la lettura del Labirinto di Fuoco (che mi ha ucciso) e altre cosine non riuscivo proprio a terminare questo capitolo.

MA.

Da qui il gioco comincia a farsi più pericoloso, ho già abbozzato addirittura l’ultimo capitolo e sono molto soddisfatta del risultato.

Comunque, ricevere recensioncine ine ine è sempre bello, ed è sempre un'enorme spinta a continuare per me (non è una minaccia, continuerei anche se non ci fosse nessuno, però devo dire che mi gasa un sacco).

Proverò, e ripeto PROVERÒ a far uscire un altro capitolo entro pochissimi giorni, per rimediare all’attesa e perché penso che verrà proprio bene **.

FINALMENTE I POTERI DI NICKY. Da ora credo proprio che saranno più presenti, e boh, sono felice.

Grazie a chi ha letto fino a qui, a prestoooo <3.

PS: la battuta di cui sono più soddisfatta è parecchio… grottesca.

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Capitolo 14
*** Quando la vita ti dà fragole ***


Ero prigioniera di una strana tizia con metà corpo da uccello, aspettando che la cavalleria, composta da due polli e una fragola (lunga storia) venissero a salvarmi. 

“Nicky, ma come ci eri finita in quella situazione?”

Cercando la Fonte di Demetra, naturalmente.

 

 

-Guarda che ero seria sul portare Will con te.

-Ma renderebbe tutto molto più… ufficiale. 

-E quindi?

-Nicky, ai miei tempi, il giorno che la ragazza conosceva I tuoi genitori e amici era anche il precedente alla proposta di matrimonio.

-Ah.

Avevo passato quindici minuti a cercare di convincere Nico ad andare a quella rimpatriata, portandosi con sé l’aitante giovane. 

-Ma io ti ho conosciuto- Obiettó Appy.

-I genitori divini non contano, e questa è una regola che i semidéi hanno stabilito molto tempo fa.

Lui agrottó la fronte.

-Io non ne sapevo niente.

-Tu non sei un semidio.

Scossi la testa. Quando Nico si chiudeva a riccio e diventata freddo come un Polaretto, la conversazione era finita.

-E va bene, Polaretto. Prima o poi ti convinceró.

-Com’è che mi hai chiamato?

-Niente, niente.

 

 

IL lato positivo delle visite inaspettate è che… ah, perché, c’è n’è uno?

Ecco, appunto.

Una donna dai lunghi capelli neri si avvicinó, con passo elegante.

Prima di poter entrare nella mia modalità “ma chi ti conosce”, notai che il suo corpo brillava in modo innaturale. Era anche un po’ troppo bella per essere umana.

-Era- Appy la salutò con un cenno del capo.

-Eroi- rispose freddamente la donna. Era una regina. Niente di meno che una regina. Mi chiesi come vedesse me e Nico, se inferiori a dei vermiciattoli o almeno al livello dei pesci rossi.

Mi chiesi se anche lui mi vedesse così.

Le consegnammo la sua Fonte, sperando in un qualche consiglio. Indicazione. Cartello stradale. Magari cinquanta centesimi. Ma facciamo anche un sorriso, non si butta via niente.

Tuttavia, notai che fra Appy e la sua matrigna non correva buon sangue. Sembravano entrambi molto a disagio, e innaturalmente freddi.

-Cosa avete intenzione di fare ora?- Ci domandò.

-Cercare la Fonte di Atena- Risposi. Volevo ottenere qualche risposta, e sembrava l’unica dea vagamente benevola nei miei confronti.

-Dovete tornare al Campo Mezzosangue.

-Cosa? Perché?

-Rachel, il nostro Oracolo, ha sognato la vostra morte. Sono tutti profondamente convinti che voi siate ormai nell’Ade.

-Un messaggio Iride non basta?

-Non funzionano più- Mormorò Nico, sovrappensiero.

-Anche Iride è incredibilmente debole. In qualsiasi caso, non escludo che possiate trovare una Fonte anche lì.

E sparì. Così.

-Se anche fossimo morti, a Chirone cosa frega?

-Non lo so- Mentì Apollo. Non so da cosa mi accorsi che mentiva, ma ne ero sicura.

Lasciai perdere.

-Anche tu sbrilluccichi quando sei un dio?

-Cosa?

-Sbrilluccicate come i vampiri di Twilight.

Intravidi uno scintillio divertito nei suoi occhi.

-Sì, lo faccio anche io.

-Mi vedi come una vermiciattola?

-Oooh, Nicky! -Si abbassò alla mia altezza (quindi un bel po’) -Si.

-EHI!

 

Il viaggio verso il Campo Mezzosangue fu noioso. 

Mi addormentai sul sedile posteriore, come al solito. Per una volta, però, non vidi Atena. 

Vidi me stessa. 

Nel mio sogno, ero morta. 

O meglio, quasi morta.

La mia pelle era di un pallore innaturale, il mio respiro fievole. Ero stanca, infinitamente stanca. Volevo solo chiudere gli occhi per l’ultima volta. Avevo portato a termine il mio obiettivo. Potevo anche arrendermi, adesso. 

“Non c’è nulla che possiamo fare, da soli” disse la voce di Gerard, tremante. 

“Aiutaci! Aiutaci, ti prego. Ti prego, ti prego, ti prego”. 

Clementine continuava a supplicare la persona sconosciuta accanto a lei, io mi spegneva lentamente. 

Qualcuno mi posó una mano sulla fronte, cercando di aiutarmi. 

Mi svegliai, sentendo ancora nelle orecchie “aiutala, ti prego, ti prego”. 

Nico si girò verso di me. 

-Qualcosa non va? 

-Niente, niente. Solo un incubo. 

 

 

Nel momento stesso in cui mettemmo piede nel Campo Mezzosangue, una ragazza dai voluminosi capelli rossi ci corse incontro. 

-Sei viva!- Mi urlò contro. 

Sobbalzai. 

-Mh, già. A quanto pare è così. 

-Rachel, questa è Nicky. Nicky Rachel- Ci presentò Appy -Rachel, non spaventarla. 

-Scusa- Mi disse distrattamente la ragazza, col fiatone -Solo che… è raro che io sbagli una visione. 

-Cosa hai visto?- Domandai con un terribile sospetto. 

-Ti ho vista… su un letto. Pallida, immobile. Un uomo e una donna vicino a te piangevano e imploravano qualcuno vicino a loro di aiutarti… 

Mi paralizzai dal terrore.

-L’ho vista anche io- Sussurrai, con un filo di voce. 

Mi girai verso Apollo. 

-Sei il dio della profezia. Dimmi che c’è una spiegazione a questa visione che non includa la mia morte. 

Ma lui sembrava parecchio terrorizzato, se dovevo dire la verità. 

Rachel invece, aveva lo sguardo triste. Spera che si sentisse almeno un po’ in colpa. 

 

 

-Nicky, la tua morte è una cosa piuttosto seria!

-Ne sono consapevole, Nico, ma ora pensiamo all’impresa. 

-Come può importati di più di questa impresa idiota che della tua vita? 

-Non è quello, è che se deve accadere accadrà, che io ci pensi o no. A questo punto fammi godere la vita. 

-È questo il tuo ideale di vita? Cantare canzoncine in macchina, uccidere mostri, sbandierare racchette e sognare dee incazzate? 

Nico era più scosso di ciò che desse a vedere. Sapendo che mi avrebbe probabilmente tagliato una mano, lo abbracciati forte. 

-È carino da parte tua. 

-Cosa? 

-Tenerci a me. 

Lui restó zitto per qualche secondo, poi mi strinse. 

-Ehm ehm. 

Appy tossicchió, destando la nostra attenzione. 

-Si? 

-Avrei un’idea. 

 

 

Cose che non sapevi: i Campi di fragole del Campo Mezzosangue furono un’idea di una figlia di Demetra, che, in poche parole, inventò le fragole. 

1) Grazie, le fragole sono buone. 
2) Che la Fonte di Demy si trovi lì? 

-Come si fa a inventare un frutto?? 

-Non lo so, Nico! 

-Al massimo puoi scoprire un frutto, ma non è che puoi diventare Dioniso 2.0! Perché lei non è una dea? Chi decide queste cose? ESIGO che sia una dea anche lei! 

-Fidati, non ne vale la pena- Borbottó Appy. 

 

 

 

Quando la vita ti dà solo fragole… allora è il caso di trovare la Fonte di Demetr- no, aspetta, il detto non faceva così. 

Una ninfa di nome Fragola, la ninfa di una delle piante di fragola (no, non si chiamavano tutte Fragola, era solo una coincidenza), ci aiutò a cercare. 

-Demetra è la mia dea preferita- Ci confidò. 

-Nooo, davvero? 

-Sono scioccata! 

-Mi ritengo offeso. 

-Devi sempre fare il guastafeste, ‘Po.

Dopo qualche minuto, tenevamo fra le mani la sua storica falce, che brillava leggermente alla luce del sole. 

Mi immaginai la dea che ci guardava dall’alto dell’Olimpo, pensando “Ecco dove l’avevo messa!”, come io facevo con… quasi tutto.

Fragola era su di giri. 

-Posso… posso prenderla in mano?- Ci chiese, adorante.

Guardai i miei amici. 

-Effetti collaterali? 

-Il sovraccarico di energia divina potrebbe causare a ninfe e mortali svenimento, sonnolenza, incontinenza, nausea e risata nervosa- Rispose Appy velocemente, come se lo sapesse a memoria. 

-Accetto il rischio- Rispose Fragola. 

Le diedi la falce in mano. Lei la accarezzó e rabbrividí. 

-Cavoli, è come se avessi la dea qui vicino a me ora! 

-Quando la incontreremo ti verremo a chiamare- Promisi. 

Lei svenne. 

-Ve l’avevo detto!

Feci per girarmi e rispondere, ma fui presa in volo e portata via. 

Fortunatamente la falce ce l’aveva ancora Fragola. 

 

 

Io, Fragola e Apollo (che cavolo di gruppo) ci precipitammo da Chirone. 

-Si rende conto che ci avete fatto venire fin qui senza alcun apparente motivo, e per colpa vostra abbiamo anche perso Nicky?- Esclamai.

-Ehi! Avete trovato la Fonte di Demetra!- Protestó Fragola, offesa. 

-Ragazzi, sono davvero spiacente, ma-

-Spiacente?? Una… cosa… volante… ha rapito Nicky perché voi pensavate fosse morta! Rachel, eccheccavolo! 

Rachel si strinse nelle spalle. 

-Mi dispiace davvero, ragazzi. 

Era sincera. Rachel era una delle ragazze più dolci che conoscessi, e lo sapeva anche il dio accanto a me. L’aveva reso il suo Oracolo, che non era proprio una passeggiatina di mestiere. 

-Non è colpa tua Rachel. Anche Nico lo sa, vero?- Intervenne Apollo, mandandomi un’occhiataccia. 

Sospirai.

-Che facciamo? 

-Potremmo chiedere a Demetra- Suggerì Fragola- Verrà a riprendersi la sua Fonte, no? 

 

 

-È una pessima idea- Mormorò Atena.

-Vuoi dirlo tu a mio marito?- Rispose la voce fredda di Era. 

-È una bambina. 

-È una bambina forte. E quali sarebbero le conseguenze così terribili che con la tua immensa saggezza riesci a prevedere? 

-L'odio. 

 

 

~ANGOLO DELLA TOTALE IDIOTA~

Ma posso fare più schifo di così? 

Scusate davvero :(

Vi giuro che il prossimo capitolo arriverà in molto meno tempo e sarà molto meglio di questa schifezzuola, tra l’altro molto meno divertente del solito. 

La buona notizia è che la storia ha finalmente un senso dall’inizio alla fine e il finale è figo. 

La brutta è che io sono cattiva e non rispetto le promesse :(

Spero che alcuni di voi mi lascino una recensioncina e a prestooo(il prossimo capitolo vi piacerà <3) 

PS: si, avete visto la morte di Nicky. O quasi. 

 

 

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