The woods

di elizabethrowell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La caccia ***
Capitolo 2: *** False partenze ***
Capitolo 3: *** Ricordi ***



Capitolo 1
*** La caccia ***






La caccia
 

 





Devi stare giù, mantieni il ventre a terra e abbassa la coda, è troppo bianca per non essere vista nella vegetazione. Le orecchie devono essere sempre allerta. Ora respira e cerca di sentire dove si sta spostando il cervo, non puoi alzare la testa come tutti, lo sai, la foresta non ti nasconde.

La mente collettiva era una gran figata, ecco cosa ne pensava Kahire. Era a caccia conSeth per l'addestramento e il beta del branco a cui erano stati affidati per questo training, Xavier, le aveva appena comunicato tutto senza parlarle realmente.

Così?

La giovane lupa si sistemò seguendo le istruzioni del suo mentore, raggiungendo una posizione impeccabile. Era cocciuta, ma Xavier doveva ammetterlo, imparava in fretta e questo era un suo grande pregio. 
Purtroppo il manto bianco le remava contro, non era facile sfuggire alla vista. Ma a lei sembrava importare poco, sapeva che se fosse voluta arrivare ad un obiettivo nulla l'avrebbe fermata. E lo aveva afferrato anche lui.

Molto bene, Kahire.

Era inutile negarlo, ricevere dei complimenti da Xavier le faceva tremendamente piacere. Il tutto risiedeva nel fatto che il lupo era così tirato quando si trattava di dare giudizi, che ogni piccolo cenno di approvazione la rendeva orgogliosa di sè stessa.

E ora rilassa le spalle, fai bene presa sul terreno, libera la mente e quando senti che è arrivato il momento...

Xavier non ebbe modo di finire la frase perché l'azione della giovane lupa l'aveva conclusa da sé con il fatidico gesto di attacco.
Sia Seth che il beta la videro lanciarsi a grande velocità in direzione della preda, un cervo.
Come si accorse della predatrice, quest'ultimo, iniziò a correre cercando di seminarlo. Ma seminare una lupa che si è trasformata da pochi mesi, con un'istinto forte come il suo, era quasi impossibile.
Kahire sentiva la terra darle sostegno nelle sue ampie falcate, l'aria entrarle nei polmoni e aiutarla a mettere in moto il suo organismo e infine le sue zanne, che si conficcarono nel collo dell'animale e lo portarono al termine in poco più di una decina di secondi.
L'istinto e la tecnica che stava perfezionando da due mesi l'avevano resa una macchina formidabile.
Questa era la sua prova finale, dopo tentativi e tentativi, se avesse fatto come avrebbe dovuto sarebbe potuta passare alla fase successiva dell'addestramento, quella che lei aspettava con più irrequietezza.

Notevole,

Sentì i due lupi avvicinarsi alle sue spalle, così lasciò la giugulare del cervo e si fece da parte per lasciare il pasto a quello che tra di loro occupava una parte alta nella gerarchia. Un gesto innato nell'indole di ogni lupo. Ma Xavier non si curò del povero animale, procedette piuttosto verso di lei. Con la sua imponente stazza le si fermò a poco più di un metro e guardandola negli occhi le disse quello che lei stava sognando di sentire da mesi.

sei pronta.

Kahire sentì un'esplosione di energia. Annuì lievemente con il muso e poi la chinò per non creare malintesi di dominanza con il beta del branco.
Uno scatto di entusiasmo la portò a andare incontro a Seth. Anche lui era passato quello stesso giorno, proprio poche ore prima di lei e doveva per forza voler condividere quelle sue stesse sensazioni.
Gli spinse il muso contro con la spalla, utilizzando un atteggiamento festoso. Lo stava provocando per giocare. Non si sarebbe mai permessa di farlo con Xavier, sembrava un tipo troppo serio per stare a dei giochi scemi come i loro e inoltre non aveva sufficiente confidenza con lui, ma Seth per lei era come un fratello e sapeva che l'avrebbe assecondata.
Fu così, il giovane lupo si abbassò con la parte davanti del corpo lasciando il posteriori a mezz'aria e accettando di buon grado la sfida.
Kahire gli morse dispettosa un orecchio e scattò verso il folto della foresta. Seth non se lo fece ripetere due volte, le corse dietro determinato a vincere la gara fino al punto di ritrovo della riserva. Era diventato un gioco per loro, ogni volta che finivano l'allenamento si sfidavano nella corsa e quasi sempre vinceva la lupa, con grande disappunto del giovane.

Gestire i nuovi lupi, o come li chiamavano loro i cuccioli, non era affatto facile. Nei primi mesi dalla trasformazione l'istinto era più incontrollabile rispetto al normale e tenerli a bada era un arduo compito. Ci voleva molta pazienza e polso fermo, cose di cui Xavier era straordinariamente dotato. Nonostante questo, gestire Kahire era quasi impossibile.

Quella lupa, dove c'era movimento, c'era lei. Temeraria, spericolata e cocciuta. Quando si metteva una cosa in testa potevano cadere anche tutte le stelle del firmamento per provare a fermarla, ma lei non si sarebbe arresa. Man mano che il tempo passava si stava rivelando un membro leale, estremamente devoto alla causa di protezione verso gli umani.

Xavier lo aveva capito da quando l'aveva vista la prima volta che sarebbe stata un problema, troppo irrequieta e indomita per sottostare alle regole ferree del branco.

Era una sfida ogni volta, lei provava a tenergli testa e lui doveva rimetterla al suo posto.

Con Seth non aveva lo stesso problema, lui era ligio alle sue imposizioni ed eseguiva i comandi senza mai contestare.

Xavier era piuttosto soddisfatto del lavoro di quest'ultimo, ma si trovò rapito dalla caccia di Kahire. Si era mossa con una delicatezza e una sicurezza che lo avevano stordito. Quella lupa ci sapeva fare.
Ciò che per lui era certo, fu il sapere che non avrebbe avuto modo di riprenderli, erano tutti e due fin troppo su di giri in quel momento per poter terminare la lezione che di suo era già volta al termine, così non li redarguì ma li lasciò con il promemoria del giorno, come di consueto.

Vi voglio al ritrovo alle sette di mattina, puntuali. Domani si farà sul serio.

E a quelle parole, Kahire sentì di nuovo i suoi polpastrelli saggiare la terra e un brivido risalirle lungo la colonna vertebrale fino ad arrivarle alla punta della coda.
 

 





 

Occhi a me, ehi là!

Si accettano consigli su cosa scrivere nello spazio autore.
Forse farei meglio a lasciarlo bianco e a lasciarvi liberi dalle mie elucubrazioni mentali.




 

Kahire si legge CAIRI
Xavier si legge come si scrive.

Eccezionale, non vi pare?




Ps: sto scrivendo questa storia anche su Wattpad, avevo iniziato lì ma questo sito mi mancava troppo.

 

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Capitolo 2
*** False partenze ***







False partenze






 

Kahire la sentiva nell'aria, quella fresca rugiada che ricopriva la vegetazione. 
La foresta non era mai viva come in quei momenti, in cui tutto sembrava basarsi su equilibri delicati. 
E la sua parte animale fremeva per trasformarsi e poter percepire appieno quelle sensazioni, quelle connessioni che si creavano tra lei e il verde che la circondava. 
Aveva percepito l'odore di Xavier poco distante dalla sua posizione e quello era l'unico motivo per il quale si stava costringendo a restare umana, perché glielo aveva chiesto lui la sera prima, così come aveva fatto con Seth. 
Quando arrivò al punto di ritrovo vide i due compagni di branco ad aspettarla.

"Scusate per il ritardo."

Vide un sorriso divertito sul volto di Seth e un espressione di rimprovero su quello del suo mentore.

"Ti ha distratto qualche farfallina che hai trovato sul cammino?"

Questo modo subdolo che Xavier aveva di punzecchiarla non la divertiva affatto, ma sembrava divertire lui, moltissimo.

"E tu piuttosto? Nella fretta sei inciampato con la testa in un nido di vespe? Che diavolo è successo ai tuoi capelli?"

Piccata, la risposta arrivò diretta dalla giovane lupa. 
Xavier aveva sempre portato i suoi capelli ricci con quel look sbarazzino, senza curarsene troppo. Ma quel giorno in particolar modo erano decisamente disordinati. 
Per un attimo Kahire lo vide, sul suo viso, l'ombra di un ghigno divertito rivolto alla battuta che aveva appena fatto. 
Ma fu solo un breve istante perché il beta tornò subito serio.

"In guardia!"

E così dicendo non le diede neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo, allungò un piede e strattonò il tallone d'Achille della ragazza verso di lui facendole perdere l'equilibrio. 
Lei cadde a terra con un tonfo sordo e batté la testa violentemente.

"Che diamine..." Kahire cercò di rimettersi seduta tenendo la testa nel punto che più le faceva male, nella vana speranza di attenuare il dolore. "Ma che ti salta in mente?!"

Xavier le si avvicinò e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, mano che lei osservò attentamente e rifiutò rimettendosi in piedi con la forza delle proprie gambe.

"Ti avevo anche avvertito, Kahire. Devi stare più attenta perché il nemico non avverte mai quando sta per attaccare. Prima lezione."

Seth in disparte aveva osservato tutta la scena in silenzio, consapevole che il beta non avrebbe mai fatto del male ad uno di loro senza un motivo valido. Eppure la testa di Kahire sembrava non essere d'accordo.

"Ma ci sono dei piccoli segnali che possono rivelarvi quale potrà essere la sua prossima mossa..."

Si avvicinò di soppiatto a Kahire e tentò di colpirla nello stesso punto di poco prima, ma lei aveva intuito la sua intenzione e si era spostata portandolo a mancarla di qualche centimetro. 
E quando i loro sguardi si incontrarono la giovane lo poté leggere negli occhi dell'altro che c'era una sensazione nascosta tra quelle ciglia. Qualcosa che le faceva prudere la pelle e le attivava le terminazioni nervose. 
Quello che lesse tra le iridi del suo maestro erano orgoglio e profondo rispetto. 
Nessuno l'aveva mai guardata così prima d'ora, non con quella ammirazione silente e remissiva. 
La bocca di Xavier si curvò verso il lato destro in un mezzo sorriso.

"Dovete imparare a cogliere anche il più minimo spasmo muscolare per riuscire a prevedere la mossa dell'avversario e per fare questo vi servirà pratica."

Staccò gli occhi a fatica da Kahire e li rivolse a Seth, per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare.

"Quindi da oggi voglio che ogni vostra singola energia sia concentrata in questo. Perché se mai vi ritroverete soli, in pericolo, dovrete sapervi difendere. Il branco non potrà pararvi il culo per sempre."

Kahire emise un grugnito che nel silenzio della foresta riverberò per un centinaio di metri.

"Qualcosa non va?" il beta le rivolse la sua completa attenzione, incuriosito su cosa avesse da dire quella ragazza lupo impertinente.

"Non ho mai desiderato che il branco mi parasse il culo. Reclamo di poter contare sulle mie forze da quando ho messo piede al mondo. Ci stiamo solo perdendo in chiacchiere. Voglio iniziare, ora."

Ed eccola di nuovo, temeraria e indomita. 
Quando lasciava parlare la parte più forte che la abitava, Xavier poteva sentire il suo lato animale affiorare in superficie ed andare su di giri per quei suoi comportamenti sfrontati. 
Cercò di non darlo a vedere, non poteva lasciarle capire che aveva effetto su di lui. Era già abbastanza difficile riuscire a gestirla, se avesse scoperto che poteva sfruttare anche quel particolare contro di lui, sarebbero stati problemi. Quella situazione gli stava sfuggendo di mano, faceva sempre più fatica a tenerle testa. E per quanto avesse voglia di continuare a stuzzicarla sapeva che era arrivato il momento di prendere in mano la situazione e ristabilire i ruoli.

"Ed è esattamente quello che farò con Seth, mentre tu te ne starai buona ad osservare i miei movimenti e a prendere appunti per quando tra una settimana toccherà a te."

Sapeva che quella sua affermazione non le sarebbe passata inosservata. Involontariamente la stava controllando con una provocazione mascherata da ordine. Non si riconosceva più. Dove stava finendo il suo rinomato autocontrollo?

"Non..." vide la ragazza scattare nella sua direzione e poi fermarsi, rapida come era partita. Quando si convinse di ciò che aveva udito divenne scura in volto.

"Sei un bastardo, Xavier."

Gli stava riversano addosso tutta la rabbia in quel momento e sentiva che ancora non era abbastanza.

"Cazzo, la lupetta ha ragione. Sei proprio uno stronzo, Xavier."

Il volto di Paul spuntò dalla vegetazione, subito seguito da quello di Embry.

"E io che ero venuto per assistere alla prima lezione di questa piccola furia. Mi hai rovinato i piani."

Continuò come se interrompere le lezioni di Xavier fosse un'azione abituale, che potevano permettersi quando e come gli pareva. Ovviamente non era così che funzionavano le cose. 
Kahire era ancora troppo infervorata per prestare attenzione al complimento velato che le aveva rivolto il licantropo appena arrivato. Ma il beta si, se ne era accorto eccome.

"Portate il vostro culo via di qui. Non voglio nessuno di voi intorno ai cuccioli durante l'addestramento."

Non servì dire altro, già quelle parole perentorie bastavano a tutti e due, erano un ordine forte e chiaro. I licantropi venuti a disturbare si voltarono e tornarono da dove erano venuti borbottando tra loro. 
Nel mentre una voce riportò Xavier duramente alla realtà, una voce che sembrava non essersi accorta neanche dei due membri del branco che erano venuti ad intrufolarsi.

"Perché?"

Glielo stava chiedendo sinceramente, Xavier lo vide nei suoi occhi persi. Kahire non aveva fatto quel discorso per cercare di prevalerlo, era stata una cosa istintiva per lei. E lui ne stava avendo la conferma con quella sensazione affranta che gli arrivava ad ondate e che veniva sprigionata da lei.

"C'è una gerarchia in ogni branco, Kahire."

Questa volta pronunciò il suo nome come una carezza, più che un rimproverò.

"Ogni lupo ha il suo posto e tu mi sfidi decisamente troppo spesso."

Xavier si dovette costringere per non aggiungere altro. Voleva dirle che lo faceva impazzire il modo in cui lei cercava di tenergli testa. E voleva chiederle scusa ogni volta che doveva reprimere quel lato dominante di lei. Non avrebbe voluto spegnere così tante volte la fiamma che la caratterizzava, ma Kahire non sembrava collaborare e per il bene di entrambi, per non perdere il controllo e per mantenere l'ordine, lui si ritrovava costretto a sopirla. 
La giovane comprese velocemente quale messaggio avesse voluto farle arrivare con quella spiegazione e non ne fu entusiasta. Collegò i fili di quel discorso ai suoi errori. Poco prima lei non aveva chiesto di iniziare, lo aveva imposto. Quel suo comportamento da leader le era costato un ritardo nell'addestramento di una settimana. 
Non sapeva in che lingua maledirsi, non perché si vergognasse di ciò che aveva detto anzi ne andava estremamente fiera, ma perché non riusciva ancora a controllare, dopo diciannove anni, quella parte di sé. 
Sapeva di essere nel torto ed era troppo intelligente per mettersi ulteriormente nei guai. Xavier era il beta del branco, la seconda carica più alta dopo Sam e lei non doveva permettersi di dare ordini. 
Così non ribatté, si trasformò lì davanti a loro nella sua splendida forma lupina e si cercò un punto nella vegetazione abbastanza coperto dal quale poterli osservare. Una volta trovato, si acciambellò sul terreno e rivolse a loro la sua più completa e totale attenzione. 
Xavier attese un lungo istante, poi iniziò l'addestramento con Seth. Si trasformò nel possente lupo marrone che era ormai un punto di riferimento per tutti e due i nuovi arrivati e attese che anche Seth lo seguisse in quella forma. 
Durante tutto il tempo la giovane lupa non riuscì a togliere gli occhi di dosso dal beta del branco. 
Non sapeva cosa la catturasse in quel modo. Forse era la repentina agilità nei movimenti o il fatto che riuscisse a bloccare tutti i colpi di Seth come se si trattasse di carezze. 
Non lo aveva mai visto difendersi, ne provare ad attaccate e dal suo punto di vista aveva un atteggiamento che la sua lupa interpretava come estremamente provocante. 
A forza di osservarlo aveva imparato a memoria dei movimenti base che lui compiva di default. 
Come ad esempio il fatto che prima di attaccare, la sua coda si muovesse in modo più rigido. O che per difendersi dai colpi dell'avversario piegasse verso destra o sinistra poco prima che esso lo colpisse, scongiurando volutamente la possibilità di fargli cambiare direzione. 
Non a caso Sam li aveva affidati a lui per istruirli. 
Da parte sua, Xavier si sentiva bruciare quegli occhi addosso. 
Non riusciva ad individuarla tra la vegetazione, tra un rapido sguardo e un altro, ma la sua sfera olfattiva gli suggeriva che fosse in direzione sud-est ad, una quindicina di metri di distanza. Si era spostata da quando l'aveva vista l'ultima volta. Era andata a favore del vento in un gesto di caccia compiuto per abitudine.
Nonostante tutto, l'olfatto di Xavier stava diventando particolarmente sensibile a lei e mano a mano che si sforzava, riusciva a trovarla sempre più facilmente.

No, Seth. Devi portarti in avanti con tutto il corpo altrimenti esponi parti vitali

Erano una ventina di volte che provavano quel tipo di attacco, ma Seth non sembrava capire il punto focale dell'intero meccanismo.
Provarono ancora un pò, poi Xavier decise che forse per quella giornata era abbastanza.

Basta così.

Quello fu il suo modo di congedare il giovane lupo, che stanco, non se lo fece ripetere due volte e a grandi falcate tornò verso casa. Sia Xavier che Kahire lo sentirono trasformarsi e uscire dalla mente condivisa mezzo isolato più avanti. E si ritrovarono soli. Lei si sentì offesa perché Seth non l'aveva aspettata come sempre e decise di rimanere lì in silenzio, ancora per un pò.
Xavier stava cercando di ritrovare la sua maglietta, o quel che ne era rimasto dalla sua trasformazione, quando ad un certo punto la percepì. Come aveva potuto dimenticarla?

Kahire, lo so che sei lì.

La lupa bianca si rizzò immediatamente sulle zampe, sgranchiendosele avendole tenute ferme per troppo tempo. Le sentiva intorpidite, così uscì dalla boscaglia a passo lento, prendendosi tutto il tempo del mondo per riprenderne il controllo.

Sono abbastanza certa di aver fatto un buon lavoro nel camminare raso terra e nel posizionarmi controvento. Come diavolo facevi a sapere che ero esattamente lì.

Sembrava infastidita di essere stata trovata così facilmente.
Xavier la osservò dalle orecchie alla punta della coda, non ne trascurò neanche un lembo di pelle.

Ed è così infatti, hai fatto un buon lavoro. Ci ho messo un  a capire dove fossi.

La lupa si avvicinò con passi più sicuri mano a mano che riprendeva scioltezza di movimento. Lo guardò storcendo il muso da un lato, in preda alla curiosità.

Stai sviando, rispondi alla mia domanda.

Un ringhio frustrato scappò dalle fauci di Xavier. Un avvertimento per la figura che aveva di fronte. Kahire stava di nuovo superando il limite con le sue tentate imposizioni.

Per favore.

La tensione tra i due si rilassò all'istante. E Xavier riversò fuori quelle innocue parole.

Ho imparato a conoscere il tuo odore come i sentieri di questa foresta.









 

Occhi a me, zam zam!

Voglio farvi uno spoiler, dirvi qualcosa che nessuno ha afferrato...

Questi spazi autrice sono aria fritta, gioventù!

*tossisce come una vecchietta e ne imita la voce*

Non lo avreste mai detto, ammettetelo.

(Autoironia a mille)

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Capitolo 3
*** Ricordi ***


Quella mattina si era svegliata completamente stravolta.
Quando si era alzata per andare in bagno aveva incrociato la sua figura nello specchio della camera. 
I capelli arruffati le davano un look selvaggio, più di quanto non fosse solitamente, e quel pigiama stropicciato la diceva lunga sulla sua agitazione notturna.
Entrò in doccia e con tutta la calma del mondo iniziò ad insaponarsi con movimenti lenti e conciliatori tanto che si ritrovò persa nei suoi stessi pensieri nel giro di qualche secondo. 
E così la sua mente vagò alla sera prima e le immagini iniziarono a ripetersi veloci nella sua testa.
 

 

Non le sembrava una buona idea. Infondo stavano infrangendo le regole che Xavier aveva dato loro, ma cosa poteva succedergli di male se si fossero solamente sfidati senza che lui sapesse nulla? Kahire voleva imparare qualche tecnica di attacco fisico e dopo una settimana di solo apprendimento, Seth, fremeva per insegnarle qualunque cosa avesse recentemente appreso. Se avessero saputo che di lì a poco sarebbe capitato un incidente che riguardava entrambi, forse non sarebbero stati così superficiali nel lottare vicino ad un dirupo, lievemente scosceso e piuttosto basso, e magari avrebbero capito prima che c'era un motivo se Xavier non voleva che lottassero senza la sua supervisione. 
E fu proprio per quello che Kahire si ferì alla zampa. Non a caso, nei primi mesi dopo la trasformazione, i lupi venivano definiti cuccioli, perché proprio come essi non sapevano dosare la loro forza. Decisamente Seth non ne fu capace quando colpì con violenza la sua coetanea. Non era stato intenzionale ma non per questo fece meno male. Il colpo la scaraventò lontano e rotolò giù da quella che sul momento le sembrava essere una semplice discesa troppo ripida.
La zampa della lupa, appena colpita, cedette sotto il suo peso per la posizione in cui era atterrata e lei stessa sentì le sue ossa assumere una strana disposizione innaturale. In quel momento non osò guardare.
Udì nascere nella sua gola il guaito più doloroso che ebbe mai emesso.
 

 

Tornò bruscamente al presente, rabbrividendo a quel ricordo. Non aveva mai provato un dolore tale in vita sua. 
Si passò delicatamente la mano sul braccio. Se lo era fratturato solo la sera prima e fu ancora una volta sorpresa di trovarlo integro, come se nulla fosse successo. Non riusciva a capacitarsi delle sue abilità di guarigione. Non era stata tutta opera sua però.
Sorrise per il ricordo che le stava tornando in mente in quel preciso istante, quando sentì l'odore della foresta scivolarle via dai capelli e fu a quel punto che, senza rendersene conto, riprese a vagare tra i ricordi della sera precedente.
 

 

Seth era corso via immediatamente. Lei aveva visto a mala pena la sua testa spuntare dal capo del dirupo. Non era sceso per aiutarla e questo la ferì non poco.

"Gli amici non si abbandonano, Seth."

Quelle parole le erano scappate di mente.
Seth l'aveva spinta per scherzo, ma la situazione era precipitata in un battito di ciglia. Si erano spinti ad ovest per lottare lontano dagli occhi di Xavier, ma come avrebbe detto lui, quella si era era rivelata essere una pessima mossa. Nessuno dei due giovani lupi conosceva la zona e il risultato era stato quello: Kahire scagliata lontano da un colpo forte di Seth. L'ultima cosa che il lupo ricordava di aver visto era proprio il manto bianco della lupa che ruzzolava giù per il dirupo con bruschi colpi al terreno sconnesso.

"Devo chiamarlo, Kahire. Ti prego, perdonami."

Così dicendo l'aveva lasciata lì, sola e ferita in un luogo che non conosceva affatto.
Si sentiva male. Qualcosa non andava in lei, aveva subito troppi colpi durante la caduta.
La lupa provò a mettersi in piedi ma una fitta lancinante le attanagliò la zampa anteriore più di altri dolori e la costrinse a terra. Ma quella non era una lupa qualsiasi. La sua resistenza le suggeriva che avrebbe potuto spingersi oltre e in caso di necessità addirittura mettersi in salvo da sola.
E così fece, dopo minuti interi passati nel tentativo di tirarsi su, finalmente ci riuscì. Gettò un veloce sguardo in basso, alla sua zampa, e con orrore vide le sue ossa sporgere fuori dalla carne lacerata. Non poteva guarire in questo modo, ma il suo lato animale si rifiutava anche solo di pensare di trasformarsi. Il dolore sarebbe stato immane e lei doveva proteggere se stessa ad ogni costo.
Percorse qualche metro zoppicando, a fatica e con i denti stretti. Non si sarebbe lasciata buttare giù da niente, figurarsi da un incidente di percorso.
E fu così, poco alla volta, si fece coraggio e contando solo e soltanto sulle sue forze iniziò a risalire il dirupo.
Non avrebbe aspettato i soccorsi riversa in terra, al contrario avrebbe lottato per portarsi in salvo lei stessa. 
Nonostante la sua immane forza di volontà, Kahire iniziò a risentire gravemente del suo stato fisico verso metà percorso. Non poteva tornare indietro e non poteva fermarsi lì per cercare di raccogliere le forze.
Quello fu davvero difficile, dovette provare a rimanere forte anche se era vicina al punto di rottura.
Dopo sforzi immensi e un dolore ormai onnipresente, era quasi arrivata in cima quando si bloccò. Frastornata da una sensazione di calore che sentì forte e chiara.
Lo percepì prima ancora che si chinasse su di lei e l'afferrò per la collottola tirandola a lui. Con quel movimento mise fine alla sua agonia. La scalata era finita, ormai si era lasciata il dirupo alle spalle.
Quando il lupo si fu assicurato di averla allontanata da quella trappola, la lasciò andare e Kahire alzò la testa incrociando due bellissimi occhi nocciola. Xavier la stava fissando, severo. Lei aveva immaginato quella esatta espressione facciale nel momento preciso in cui era stata ferita. Se ci avesse pensato su avrebbe anche potuto indovinare le parole che era in procinto di dirle, ne era sicura.
Ma lui non le disse nulla di ciò che si sarebbe prospettata. Lo sguardo del lupo si fissò subito sulla sua figura, la analizzò, constatando ad occhio che il male maggiore risiedeva proprio nella zampa anteriore.
Le si avvicinò cauto inizialmente, perché era ferita e un lupo ferito era da sempre una delle creature più pericolose al mondo da avvicinare. Ma doveva, doveva assolutamente fare qualcosa per lei. Non riusciva a vederla così. Aveva fatto un gesto da folle risalendo il dirupo da sola ma questo glielo avrebbe contestato più tardi.
Kahire sostenne il suo sguardo e rimase in piedi, con occhi orgogliosi e il suo bellissimo manto bianco, chiazzato di sangue.
Lesse negli occhi di Xavier che qualcosa era stato spezzato in lui, in quel momento.
Per la prima volta vide le orecchie del lupo piegarsi fino ad appiattirsi contro la nuca. Quella visione le scosse il petto. Pur in quella condizione sottomessa, lei riusciva a scorgere l'animale fiero che si agitava in lui. Lo vide vulnerabile proprio lì, ad un passo da lei, tangibile come le foglie degli alberi scosse dal vento. Quell'immagine le si impresse nella memoria. 
La parte fragile di Kahire, che veniva sopita dal suo forte carattere, avrebbe solamente voluto correre da Xavier e rifugiarsi contro il suo folto manto, per dimenticare quel dolore fisico che la stava distruggendo. 
Ma non lo avrebbe fatto, perché era una giovane donna dannatamente consapevole della sua forza psicologica e fisica. Aveva badato a se stessa per tanto tempo e avrebbe continuato sulla sua strada. Solo che... quel bisogno le tolse il respiro.

"Kahire," Xavier le sussurrò piano, per calmarla "devi riacquisire l'aspetto umano, sei stata troppo tempo in questa condizione."

La vide reticente ancora una volta, non voleva dargli ascolto. Quella lupa dannatamente testarda non si tradiva mai.
Cercò il suo sguardo e quando lo ottenne fece in modo che non lo distogliesse più da lui. 
Lei a quel punto lo vide distruggere tutte le barriere e andarle paurosamente vicino. 
E in quel momento lo guardò negli occhi ancora più intensamente e si lasciò andare. Alla voce nella sua testa, la lupa, sentì gli ultimi fili di resistenza crollare ai suoi piedi. Si rese vulnerabile anche lei a sua volta e gli comunicò tutto ciò che di importante aveva da sapere.

"Il corpo non mi risponde, Xavier..." la voce le uscì roca, quasi non si riconobbe.

Il lupo colse al volo quella muta richiesta che gli aveva rivolto e vedendola così forte nonostante il dolore e lo stordimento, prese in mano la situazione.

"Fa quello che ti dico, immediatamente." Non lo dovette ripetete due volte, il suo tono si era fatto ferreo, e non ammetteva repliche. Era un ordine. In quanto secondo a comando del branco, in assenza dell'alpha, la sua parola era legge.
Per quanto arrogante potesse sembrare, aveva appena fatto il gesto più altruista che potesse regalarle in quel momento. 
Se Kahire non fosse riuscita a trasformarsi ne avrebbe presto pagato le conseguenze. E Xavier dandole quell'ordine l'aveva obbligata a tornare umana, che lo volesse o meno. Ad una volontà personale si può disobbedire, ma neanche lei riusciva a sottrarsi ad un comando di quella portata. 
Lei lo guardò, grata. Perché quella scelta era stata sua, era stata lei a chiedergli tra le righe di costringerla, altrimenti non sarebbe riuscita da sola. Non sarebbe bastata la sua forza di volontà in questo caso, perché il suo corpo si rifiutava sistematicamente di risponderle pensando di agire per lei secondo il meglio.
E proprio sotto lo sguardo del suo maestro, Kahire sentì le sue ossa piegarsi, dolorosamente intorpidite, tornare alla loro forma originaria. Lo fecero tutte, tranne quelle del suo braccio, che riversava in condizioni preoccupanti.
Umana, si accasciò a terra e si chiuse a riccio, con solo i capelli a coprirle il corpo.
Il dolore della trasformazione, in quelle condizioni, fu talmente forte che la stordì tanto da lasciarla tramortita a terra per qualche secondo, inerte. 
Intorno a lei sentiva la voce di Seth come un lieve sottofondo.
Non lo aveva percepito fino a quel momento perché era stata rapita dalla presenza di Xavier.
Lo percepì distante, ma le arrivò lo stesso, quel rumore che precedeva la trasformazione altrui. Ne ebbe la conferma quando due occhi umani, di un nocciola dolcissimo, si chinarono sulla sua figura raggomitolata. In quel momento si sentì in pace e il bisogno di chiudere le sue palpebre divenne fisico, irrefrenabile.
Fu nel secondo successivo che sentì una testa posarsi contro la sua, in una muta richiesta che non riusciva a comprendere, e percepì una mano forte farsi strada tra le sue dita affusolate, fino a stringerle.

"Kahie," Xavier, non aveva dubbi.

Avrebbe potuto riconoscerlo tra tanti altri anche ad occhi chiusi.
Ma in quel momento non era abbastanza lucida per poter comprendere cosa le stesse dicendo.
Gli occhi della giovane non riuscirono più a rimanere aperti.

"resta"

Lei percepì con ogni fibra del suo essere quel corpo, in cui era nata, farsi pensante come un macigno. Ogni singolo muscolo sembrava pesare come il mondo.

"con"

E poi arrivò quella sensazione di vuoto che la estraniò dalla realtà ulteriormente. Era arrivata ad una soglia di dolore talmente alto che quasi non lo percepiva più. Stava per perdere conoscenza, lo sentiva. Le forze la stavano abbandonando.

"me"

Quando sentì il modo in cui Xavier pronunciò quelle parole, come se ne andasse di una cosa a lui estremamente cara, avvertì il calore che aveva sentito prima sul ciglio del dirupo invaderle il corpo e darle una scarica di adrenalina che iniziò a carburare lentamente. Era pur sempre un inizio.
E al diavolo, poteva essere difficile resistere, se non la cosa più ardua di tutta la sua vita fino a quel momento.
Ma se glielo avesse chiesto in quel modo, sarebbe restata. 
Sempre.
 

 

L'acqua della doccia divenne improvvisamente gelida e solo in quel momento Kahire si rese conto di essersi appoggiata alla maniglia di regolazione. Da quanto era rimasta lì, persa nei ricordi? 
Si scosse immediatamente ricomponendo quel poco di coscienza che le era rimasta. Uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano intorno al corpo, ancora sovrappensiero.
Quando si rese conto dei ricordi ai quali stava andando incontro sentì la pelle d'oca affiorarle in superficie.




 

Occhi a me, yuhu!

Questo capitolo è piuttosto sentimentaloso, lo ammetto.

Non so perché sia uscito così, in realtà la situazione mi è sfuggita di mano.

I personaggi mi hanno spodestata e si sono messi loro stessi a scrivere la storia, ecco tutto.

Antipatici loro, gne gne.
Perdonatemi per la lunghezza del capitolo, il prossimo lo farò più corto, i promise.

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