Perfect

di LarryBooHazzy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** avviso cancellato a breve! ***
Capitolo 5: *** capitolo quarto ***
Capitolo 6: *** capitolo quinto ***
Capitolo 7: *** capitolo sesto ( 1pt ) ***
Capitolo 8: *** capitolo sesto ( 2pt ) ***
Capitolo 9: *** capitolo settimo ***
Capitolo 10: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 11: *** capitolo nono ***
Capitolo 12: *** capitolo dieci ***
Capitolo 13: *** capitolo undici ***
Capitolo 14: *** capitolo dodici ***
Capitolo 15: *** Importante ***
Capitolo 16: *** 13. ***
Capitolo 17: *** 14 ***
Capitolo 18: *** 17a ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***


Lavorare da mio padre ogni giorno è sempre più stancante, sono il figlio di Christian Grey. Mio padre è una magnate della comunicazione e insieme a mia mamma Anastasia Steele gestiscono delle importanti aziende.

Finalmente si torna a casa, il viaggio in limousine è sempre una tortura, almeno ci fosse lui, la persona più importante della mia vita. Il mio ragazzo si chiama Jeffrey Cross e anche lui come me lavora nell’azienda di famiglia, quella di suo padre Gideon Cross. I nostri genitori sono sempre stati amici, ma non sanno che io Jeff stiamo insieme da almeno un anno, il fatto che siamo stati sempre amici, è sempre stata una cosa a nostro vantaggio.
Nessuno a mai sospettato della nostra relazione, ma mia sorella  Serena ci ha beccati, e da allora è la nostra fan numero uno, ma non solo, il più delle volte ci copre con i nostri genitori quando siamo alle cene tutti insieme.

Vania il mio autista mi riporta alla realtà dicendomi che siamo arrivati a casa, quando mi giro e noto che ci sono le luci accese, il mio cuore prende a battere velocemente, vuol dire che Jeff a casa, bene almeno per una sera potremmo stare insieme senza quella rompipalle di mia sorella.

<< Amore ciao sono a casa >> urlo dall’ingresso, ma non faccio nemmeno a sistemare il cappotto che mi ero appena tolto che mi si para di fronte mia sorella con una forchetta in mano, oh no! Non rimarrà anche stasera a cena da noi. Finisco di togliermi le ultime cose dalle tasche per poi andare in cucina, appena entro nella stanza trovo Jeff che sta cucinando.

Vado da lui e lo abbraccio da dietro, stringendolo forte e annusando il suo buon profumo di lui e cannella; gira la faccia verso di me e mi deposita un bacio sulla fronte chiedendomi come fosse andata la giornata. Il mio corpo emette un gemito frustrato, così si gira e mi abbraccia completamente.

<< S. tesoro lo sai che noi ti vogliamo bene, ma ho bisogno di stare con tuo fratello, ti giuro che domani passiamo un po’ di tempo insieme, ma adesso sloggia >> gli dice Jeff con una voce piena di calore continuandomi a tenere stretto nel suo abbraccio. Mia sorella dice qualcosa di incomprensibile, per poi sentire un ciao in lontananza e una porta che si chiude.

Stiamo per un po’ così, sento Jeff che spegne i fornelli e mettere il cibo nel portavivande, quando lo guardo  con confusione non mi da nessuna risposta, fino a quando non mi solleva di peso e mi porta fino al bagno. Mi deposita nel mobiletto e va riempire la vasca di acqua calda, sia benedetto questo ragazzo.

Aspetta che sia piena, chiudendo poi l’acqua per metterci il suo bagnoschiuma preferito, appena ha fatto tutto si rigira piegando la  testa di lato e facendomi il suo sorriso che fa solo quando siamo insieme.
<< Piccolo ti va di fare un bagno insieme a me? >> mi chiede avvicinandosi << pensavo lo volessi fare insieme a mia sorella, praticamente passi più tempo insieme a lei che con me >> rispondo acido << mmmm qualcuno qui è nervoso >> mi risponde sulle mie labbra.

Lentamente mi fa alzare incominciandomi a spogliare nel modo più piano possibile; una volta che siamo entrambi nudi mi fa entrare per primo, e quando mi sposto un po’ più avanti entra anche lui, ma quando sento la sua mano cingermi il fianco capisco che mi posso sistemare anche io.

Mi piace ogni volta che facciamo il bagno, mi piace il fatto di essere appoggiato con la schiena nel suo ampio petto è una cosa che mi fa sentire sicuro e amato.
Stiamo immersi nel silenzio, Jeff non fa che passarmi la mano sulla pancia, segno che vuole sapere cosa voglio dirgli, ma oggi sembra così impaziente, di solito non ho problemi a raccontargli delle mie giornate lavorative e non, ma sono troppo nervoso.

Non so come potrebbe prendere questa notizia, non so cosa potrebbe dire del fatto che devo fare un viaggio di lavoro insieme a Nathan; Jeff è così geloso di lui che non so come potrebbe reagire.
<< Devo andare via qualche giorno >> << e dove sta il problema piccolo?! Non è la prima volta che stiamo lontani per qualche giorno >> oddio è adesso come glielo dico, << Jeff non vado da solo, devo andare insieme a Nathan…>> non mi fa nemmeno finire di parlare che mi fa spostare da lui per poi uscire dalla vasca asciungandosi come meglio può per poi prendere un paio di boxer e sparire in camera.

Rimango per un paio di minuti cosi per poi uscire di corsa senza neanche asciugarmi e andare in camera, quando entro lo trovo disteso sul letto con un braccio a coprirgli gli occhi.
E va bene non vuole parlare con le buone, vorrà dire che useremo altre tattiche, così mi sistemo sul bacino e mi abbasso a dargli un bacio sulle labbra.
<< Grey non useremo le tattiche di sesso per farmi calmare, tu con lui non ci vai fine della discussione >> mi dice con un tono arrabbiato << No no Jeff, perché ogni volta che si parla di lui tu reagisci sempre così?! >> gli dico posizionandomi sul suo petto.
<< Forse perché ci ha provato con te mentre eri ubriaco?! >> dice esasperato << Mi ha chiesto scusa, per favore amore non fare così, si tratta solo di stare tre giorni fuori città, ti prometto che starò attento >> non ricevo risposta alle sue parole, deve essere davvero arrabbiato, non voglio litigare con lui, volevo solo stare insieme a lui, senza problemi.

Lascio un bacio all’altezza del suo petto, e quando lo sento battere, il mio cuore fa una capriola. Perché non si rende conto di quanto lo amo? Scendo dal suo bacino e vado in cucina, prendo un barattolo di burro di arachidi e vado sul divano, mi sistemo con una coperta e poi accendo la tv togliendo il volume. Apro il barattolo e intingo il dito per almeno una decina di volte, quando ho la sensazione di sentirmi pieno poso il barattolo sul tavolino di fronte a me e mi distendo sul divano.

Non mi ero reso conto di essermi addormentato fino a quando sento qualcuno che mi sta abbracciando da dietro, mi rigiro nell’abbraccio e mi accoccolo a quel corpo caldo.
<< Mi dispiace Jeff, non volevo litigare con te >> mugugno mezzo addormentato, sento Jeff che mi lascia un bacio sui capelli per poi stringermi ancora più forte, dicendomi che ne avremmo parlato la mattina seguente.

 


 

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


 

Quando mi sono svegliato stamattina Jeff non era più accanto a me, non c'è nessun tipo di rumore, forse sarà uscito; così mi alzo lentamente e mi avvolgo con la coperta con cui ho dormito.

Giro per casa alla ricerca di Jeff, ma non lo trovo, alla fine lo trovo nello scantinato che ha adibito a palestra, rimango fermo in silenzio allo stipite della porta e lo osservo mentre si allena; chissà se sarà ancora arrabbiato con me, dopo quello gli ho detto ieri sera.

Quando vedo che si mette sulla panca a sollevare i pesi, i miei piedi da soli iniziano a camminare fino a fermarmi di fronte a lui, lo guardo in tutta la sua bellezza e senza rendermene conto mi sistemo a cavalcioni sopra il suo bacino.

Si ferma per un secondo a guardarmi e poi riprende a fare i suoi allenamenti, quando ha finito si mette a sedere e mi stringe a se << Buongiorno raggio di sole hai dormito bene? >> mi chiede accarezzandomi la schiena.

Annuisco e incomincio a baciargli il collo, incominciando a succhiare una porzione di pelle quando mi sposto vedo che il succhiotto che gli ho lasciato e parecchio evidente.

Mi sorride in risposta, e anche lui ne fa uno a me << Bene, adesso voglio vedere se quel maiale di Nathan proverà di nuovo a baciarti e se lo fa, giuro che questa volta gli disintegro tutte le ossa >> mi dice con un tono rabbioso.

Oh signore già incomincia di prima mattina a fare il geloso. Mi abbasso sulle labbra e incomincio a baciarlo, quando lecco le sue labbra, lui le apre il giusto in modo da far combaciare le nostre lingue.

Porto una mano sui suoi capelli e gli accarezzo i capelli, cercando di calmarlo, e quando mi rendo conto che si sta calmando mi stacco da lui per guardarlo negli occhi.

Quando si riattacca alle mie labbra, Jeff mi sposta la coperta facendola cadere in terra e qualche difficoltà si sposta i boxer in modo che fuoriesca il suo membro. Con un colpo secco entra dentro di me facendomi urlare dal dolore << shh piccolo mi dispiace non volevo, scusa >> mi chiede scusa lo stronzo.

E va bene Jeff vuoi giocare? Bene allora giochiamo.

Riporto la mia mano sui suoi capelli e mentre glieli tiro incomincio a muovermi in modo frenetico, gemiamo uno nella bocca dell'altro fino a quando non mi accorgo che sto per venire, stringo con forza le gambe e dopo poco lo sento che si riversa dentro di me, prende in mano il mio membro e vengo anche io.

Rimaniamo in silenzio, Jeff mi accarezza la schiena lasciandomi dei baci sulla fronte e il suo modo silenzioso di chiedermi scusa per il gesto di prima. Non so per quanto rimaniamo così, ma il cellulare di Jeff ha incominciato a squillare, così si sfila il più dolcemente possibile e si alza per rispondere.

Viene verso di me con il telefono in mano e risponde posizionandosi a sedere dietro di me.

( i discorsi sono della conversazione telefonica )

' Ciao Anastasia come stai?' chiede Jeff, mi appoggio al suo petto e giro la faccia nascondendola nell'incavo del suo collo.

" Tutto bene Jeff tu?"

' Si tutto bene, a cosa devo questa chiamata'

" Sto cercando Theodore, non risponde al suo cellulare, volevo chiedergli se oggi gli andava di pranzare insieme"

' Mi dispiace Anastasia, ma Theo sta ancora dormendo e non so dirti per oggi, perché avevamo organizzato qualcosa con gli amici, appena si sveglia ti faccio chiamare?'

" ok tesoro, stammi bene un bacione"

(fine conversazione telefonica)

Vedo Jeff che appoggia il telefono davanti a me << Non andare piccolo, rimani con me, visto che non ti vedrò per tre giorni >> mi dice con un tono di voce triste, non ha mai obbiettato per i viaggi di lavoro, ma non gli piace quando sono fuori, lui non me l'ho mai detto mai io ormai ho capito che spesso nasconde la sua insicurezza dietro una maschera di sfrontatezza.

<< Calmati amore non vado da nessuna parte oggi, rimango con te per tutto il fine settimana, dirò ai miei che ho degli impegni irrevocabili con certi amici >> mi bacia la nuca e poi si alza, raccoglie la coperta e me la mette addosso e mi prende in braccio per portarmi di sopra.

Facciamo una doccia e ci vestiamo per uscire, una volta pronti, mi metto a sedere e chiamo mia madre mentre Jeff chiama Vania per farci venire a recuperare.

Quando Jeff ha finito, si sistema dietro di me e mi fa appoggiare al suo petto, incominciando ad accarezzarmi i capelli mentre io sono al telefono con mia mamma.

Dopo venti minuti riesco a staccarmi dal telefono mi giro per guardare il mio ragazzo e mi lascia un bacio a stampo << Vieni piccolo, Vania è già fuori che ci aspetta. Dove andiamo a fare colazione? >> scrollo le spalle facendo decidere a lui.

Alla fine andiamo in una caffetteria isolata con vista mare, nel frattempo che parliamo aspettiamo che arrivi una cameriera per ordinare.

<< Buongiorno cosa volete ordinare? >> mi giro verso la ragazza, ma noto che la sua attenzione è rivolta tutta verso Jeff, a me non mi sta neanche degnando di uno sguardo.

<< Cosa vuoi ordinare? >> mi chiede il mio ragazzo, cosi mi giro verso la ragazza ordinando due caffè e due fette di sacher.

Quando noto che la ragazza è ancora li, faccio un gesto a Jeff e lui si gira verso di lei << mi pare che qualcuno qui abbia già ordinato per entrambi, stiamo aspettando >> gli dice Jeff con un sorriso.

La ragazza si dilegua dopo pochi secondi e ritorna dopo una decina di minuti con le nostre ordinazioni, parliamo un po' del viaggio che dovrò fare.

Rimaniamo un' oretta alla caffetteria e quando Jeff chiede il conto, la ragazza ci porta il conto insieme al suo numero di cellulare.

Ma allora vuole essere disintegrata la tipa, preso dalla rabbia prendo il biglietto e lo strappo in mille pezzi, mi giro verso la ragazza e appena vedo che ci rimane male le scocco un sorriso di soddisfazione. Nessuno tocca Jeff. Nessuno.

Usciamo dalla caffetteria e ci dirigiamo verso il pontile, facciamo una passeggiata sulla spiaggia, fa freddo ma non importa perché insieme a c'è Jeff. Stiamo tutto il giorno fuori e quando rientriamo la sera, trovo la macchina dei miei genitori.

<< Amore ci sono i miei dentro casa e molto probabilmente ci saranno anche i tuoi >> gli dico lasciando un gemito di disapprovazione << tranquillo amore, facciamo in modo di far passare velocemente questa serata, vieni piccolo prima li incontriamo prima c'è ne liberiamo >> mi dice lasciandomi un bacio sulle labbra.

Quando entriamo in casa veniamo invasi da un odore di cibo speziato, quando entriamo in cucina troviamo i miei genitori insieme ai genitori di Jeff che parlano fra di loro, di sicuro i nostri padri staranno parlando come al solito di lavoro mentre le nostre madri non ho idea di cosa parlino.

<< Ciao a tutti >> Jeff mi riporta alla realtà salutando tutti, mia mamma corre ad abbracciarmi, uno di quegli abbracci che ti fanno rimanere senza fiato, e mi accorgo che anche Eva fa lo stesso con Jeff.

Alla fine abbiamo passato una serata piacevole, ogni tanto mi fa piacere essere viziato dai miei genitori come quando ero piccolo.

Jeff mi raggiunge a letto quando si mette sotto le coperte mi giro dandogli le spalle e lui mi stringe a se posandomi un bacio sulla nuca che mi fa venire un brivido lungo la schiena.

<< Buonanotte amore mio >> dico sbadigliando, Jeff in risposta posa un bacio dietro al mio orecchio.

Ho passato una settimana da schifo, Jeff mi ha parlato a monosillabi da quando il giorno prima del viaggio ha al cellulare a risposto Nathan, non mi ha nemmeno toccato in questi giorni, e onestamente mi mancano le sue carezze. Non ha nemmeno dormito insieme a me da quando sono tornato e pensare che più di una settimana fa gli avevo comprato il regalo per il suo compleanno, ma adesso non so davvero come comportarmi.

Oggi è il compleanno di Jeff mi alzo prima di lui e incomincio a preparargli la colazione, sistemo la tavola e vado a prendere il suo regalo dentro al mobile e quando lo porto in cucina lo sistemo vicino al suo posto sul tavolo. Quando mi giro per andarlo a svegliare, sbatto contro un colpo caldo, oddio mi era mancato tanto toccarlo, lo guardo facendogli un sorriso ma quando vedo che mi guarda con uno sguardo freddo e un sopracciglio alzato, il mio sorriso sparisce così come si era formato.

Mi scocca un' occhiata e se ne ritorna in camera, cerco di trattenere le lacrime e vado in camera a mettermi le scarpe, quando ho finito ritorno all'ingresso prendo le mie cose e senza neanche salutarlo corro alla limousine.

Una volta dentro, sprofondo sui sedili posteriori alzando il divisorio e quando nessuno mi può guardare mi lascio ad un pianto liberatore. Perché si sta comportando così?! Non ho fatto nulla per meritarmi questo suo comportamento.

Estraggo il cellulare dalla giacca e gli mando un messaggio

Amore : " Non so perché ti stai comportando così ma io non mi merito questo tuo atteggiamento, quando mi dirai cosa succede ne riparleremo. Buona giornata "

Rimetto il telefono in tasca ed esco dalla macchina per entrare nell'edificio dove lavoro. Una volta dentro mi dirigo verso il mio ufficio e mi metto a lavorare, sperando che tenermi occupato non mi faccia pensare al suo comportamento.

Verso l'ora di pranzo si presenta Nathan nel mio ufficio ma quando lo vedo lo butto fuori, non voglio vedere nessuno soprattutto lui. Una volta rimasto solo prendo il mio telefono e lo sblocco con la speranza che Jeff mi abbia risposto, ma quando non vedo nessuna notifica la voglia di piangere mi assale di nuovo.

Ho passato il resto del pomeriggio a guardare fuori dalla finestra trattenendo le lacrime, non volevo che mio padre mi vedesse; quando mio padre è venuto a chiamarmi per andare a cena dai Cross mi sono inventato la scusa che dovevo finire di lavorare su delle pratiche, non penso che mi abbia creduto, molto probabilmente avrà capito che abbiamo litigato e io per il momento non voglio vederlo così alla fine mi lascia da solo.

Mi sono fatto accompagnare a casa di mia sorella, di sicuro lei stasera sarà a cena da Jeff, così una volta che Vania mi lascia davanti casa sua, estraggo le chiavi ed entro, mi metto sul divano senza neanche spogliarmi della giacca e non riesco più a trattenere le lacrime. Sento il mio cellulare che inizia a squillare e quando vedo che Jeff mi sta chiamando decido di non rispondere; metto il silenzioso al telefono e chiudo gli occhi sperando di addormentarmi.

Mi sveglio di soprassalto quando sento qualcuno che mi tocca i capelli, vedo che mia sorella mi guarda con uno sguardo dispiaciuto << Jeff è incazzato con te perché non hai risposto alle sue chiamate e neanche ai suoi messaggi, ma soprattutto perché non stasera non ti sei presentato >> mi dice mia sorella, << ti ha detto perché mi sono comportato così? >> dico con alzandomi dal divano, incominciando a fare avanti e indietro per la stanza, quando non ottengo nessuna risposta ho capito che Jeff non ha detto nulla a mia sorella di quello che sta succedendo.

<< Theo vieni andiamo a letto, sono sicura che domani chiarirete tutto >> mi dice Serena portandomi verso la sua camera, vado in bagno e mi spoglio rimanendo solo con la camicia e i boxer, quando rientro nella stanza di mia sorella mi infilo a letto e aspetto che anche lei sia sotto le coperte; mi faccio abbracciare e le mie barriere crollano di nuovo incominciando a singhiozzare, mia sorella mi lascia sfogare fin quando non mi addormento.

Delle urla mi svegliano, sento mia sorella litigare con qualcuno ma non riesco a capire con chi stia parlando, mi alzo cercando di capire di capire in che parte della casa sia, quando la trovo davanti la porta con Jeff il mio cuore inizia a battere furiosamente nel petto.

Jeff smette di parlare e mi guarda << Mi dispiace piccolo, non volevo farti del male, ti prego possiamo parlare? >> annuisco andandomi a sedere sul divano stringendomi le gambe al petto e nascondendo la faccia.

<< Occhio a ciò che combini Jeff perché ti vorrò anche bene ma fai piangere di nuovo mio fratello e ti giuro che la prossima volta un pugno non te lo leva nessuno >> sento Jeff deglutire alle parole di mia sorella.

Sento una mano che accarezza i miei capelli, quando sposto lo sguardo vedo che Jeff è seduto di fronte a me, mi accarezza la guancia << Mi dispiace per il mio comportamento, non mi sono reso conto che con il mio atteggiamento ti avrei ferito così tanto, ma Nathan non faceva altro che mandarmi messaggi su quanto siano stati meravigliosi quei giorni e mi sono fatto prendere dalla rabbia. Scusa, non avrei dovuto credere a tutto quello che mi ha scritto, quando ieri sera non ti sei presentato mi sono sentito un' idiota.

Mi puoi perdonare? >> mi dice con un tono dispiaciuto.

Non c'è la faccio a parlare, ho cercato di trattenere le lacrime mentre parlava e adesso che vorrei tanto dire qualcosa, il nodo che mi si è formato alla gola non me lo permette.

Quando Jeff posa un bacio sui miei capelli, non riesco più a trattenermi e scoppio a piangere. Non mi importa che di fronte a me c'è il mio ragazzo; non so come mi ritrovo a sedere sulle sue gambe, Jeff rimane in silenzio facendomi piangere sul petto << Piccolo calmati, è tutto passato adesso >> non c'è la faccio a calmarmi.

Non so per quanto tempo ho pianto, quando smetto di piangere vedo Jeff che mi guarda con uno sguardo dispiaciuto << Scusami tanto piccolo >> alle sue parole nascondendo la faccia nell'incavo del suo collo, cercando di non piangere, sento Jeff che mi accarezza la schiena.

Dopo un po' Jeff mi fa rialzare e mi aiuta a rimettermi i pantaloni, prende tutte le mie cose e saluta mia sorella e mi conduce verso la sua macchina, una volta dentro si mette alla guida mentre io appoggio la fronte nel finestrino rimanendo in silenzio.

Nessuno dei due a parlato durante il tragitto, quando Jeff a parcheggiato davanti casa sono uscito di macchina e alla fine sono rimasto davanti la porta di casa, le mie chiavi le ha Jeff.

Jeff mi raggiunge poco dopo e prima di aprire la porta mi lascia un bacio sui capelli; una volta dentro rimango in piedi senza saper bene cosa fare. Ma a quanto pare Jeff a già deciso per me, perché mi sta conducendo verso il bagno, così alla fine fa quello che fa tutte le volte ovvero riempire la vasca e nel frattempo che sia pronta, mi spoglia lentamente.

Una volta immersi nell' acqua calda mi rendo conto che dovrei essere a lavoro e quando sto per uscire Jeff mi blocca << va tutto bene piccolo, Serena ha parlato con vostro padre gli ha detto che stavi poco bene così ti ha dato la giornata libera >> alle sue parole ritorno alla posizione di prima facendomi cullare dalle braccia di Jeff.

Alla fine tutto è tornato alla normalità, Jeff ha apprezzato il mio regalo di compleanno, non fa che farmi foto in qualsiasi momento della giornata, ma non mi fa mai vedere le foto che mi scatta dice che un giorno le stamperà e con quelle mi farà una sorpresa.

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


Nathan è stato trasferito nell'azienda dei Cross, Jeff ha convinto mio padre e il suo a farlo lavorare per lui onestamente la cosa non mi dispiace almeno così non lo vedrò più; lo avrei salvato dall'inferno di Jeff ma dopo che ho letto i messaggi che ha inviato a Jeff, onestamente penso che se la sia cercata. Jeff gli renderà la vita un inferno e di questo ne sono sicuro perchè Jeff è fatto così, è gentile fino a quando qualcuno non gli fa un torto. Beh in qui quel caso o a scappare perchè non ti lascerà più in pace finchè campi.

 

 

Jeff e io stasera siamo a cena dai suoi, avrei voluto passare questi giorni di libertà da soli ma non potevamo dargli buca anche questa volta, avrebbero sospettato qualcosa.

Alla fine io e Jeff ci siamo messi a giocare alla play in camera sua mentre aspettiamo di cenare; Jeff praticamente sdraiato addosso a me, grazie al cielo mia sorella e in camera con noi, almeno così ci può avvisare quando arriva qualcuno.

Dopo cena siamo ritornati in camera sua, Jeff si è rimesso a giocare mentre io sono sedute sulle sue gambe mentre cerco di rimanere sveglio.

Ultimamente ho sempre sonno e non riesco a capire perchè, oggi ho dovuto faticare un sacco per non addormentarmi nella scrivania

dell' ufficio.

 

 

<< Grey mi devi dei soldi, te l'ho detto che i nostri figli stavano insieme >> <> sbotta mio padre; mi sveglio di soprassalto a quelle parole. Oh cazzo! Vedo i nostri genitori che ridono, cerco di svegliare Jeff ma ottengo solo un lamento, mi alzo in piedi << vi possiamo spiegare >> << Chi? Tu e il bello addormentato? - mi dice Gideon sorridendo – Ragazzi lo abbiamo capito da un pezzo che state insieme, per noi non è un problema. Se per noi lo fosse stato a quest' ora non stavate neanche insieme >> dice facendomi un sorriso.

 

<< A quando il matrimonio? >> mi domanda mia madre. Cosa?! << Chi si sposa? >> domanda Jeff assonato, << Ma voi due tesoro mio! Chi vuoi che si sposi?! >> gli dice Eva con un sorriso a trentadue denti.

Jeff la guarda confuso << Jeff ormai sanno che stiamo insieme, quindi da quello che ho capito, vogliono che ci sposiamo >> dico guardando il mio ragazzo; mi guarda anche lui e di colpo si alza << Non so cosa vi siete messi in testa tutti quanti, ma non sposerò Theo perchè adesso sapete che stiamo insieme, decidiamo noi. Fine della discussione >> esce dalla camera lasciandoci tutti lì a bocca aperta.

<< I miei migliori auguri Theo, hai davvero del coraggio a sposare mio figlio, ti capirei se chiedessi il divorzio >> mi dice Gideon toccandomi una spalla.

<< Cosa vorresti dire Gideon? Che nostro figlio ha un caratteraccio? Ti ricordo che tu sei praticamente uguale a lui, a quest' ora avrei già dovuto chiedere il divorzio anni fa, e se non l' ho fatto e perchè ti amo, come Theo ama nostro figlio, quindi chiudi la bocca >>; Gideon rimane zitto alle parole di Eva, così con la scusa di andare a cercare Jeff mi dileguo dalla stanza.

 

 

 

 

Lo trovo a sedere sul giardino di casa sua che fuma << Jeff >> << Non è vero che non voglio sposarti, ci ho pensato tanto in questo periodo ma non voglio farlo solo perchè c'è lo stanno chiedendo loro >> mi dice in sussuro; mi metto a sedere dietro lui e lo abbraccio << Ehi ehi calma piccolo, non faremo niente che non vogliamo si?! >> annuisce alle mie parole.

 

 

 

 

 

 

È passato un mese da quando i nostri genitori hanno saputo che stiamo insieme, mio padre non fa altro che farmi battutacce sulla nostra relazione e ogni volta gli rispondo facendogli la linguaccia.

Per quanto riguarda il mio stato di salute beh quello semba essere peggiorato, ho passato le ultime due settimane ad abbracciare la tazza del bagno.

Jeff oggi mi ha obbligato a stare a casa, ha chiamato mio padre spiegandogli la situazione lui mi ha dato un giorno di ferie forzate e mi ha anche detto che se andavo a lavoro mi avrebbe licenziato. Fantastico, davvero fantastico, ci mancava solo mio padre a fare la persona iperprotettiva.

 

 

 

 

Sono ore che non faccio altro che vomitare non c'è la faccio più, ho bisogno di Jeff adesso, raggiungo la cucina e prendo il mio iphone sperando che non sia ad una riunione, chiamo aspettando che mi risponda << Buongiorno sono Abigail la segretaria del Sig. Cross con chi parlo? >> dice una voce femminile << Sono Theo mi puoi passare Jeff? E poi perchè rispondi tu al suo cellulare? >> chiedo inacidito << Mi scusi signore, il Sig. Cross è in riunione, mi ha lasciato qui il telefono in carica, aspetti un attimo vedo se le può rispondere >> mi lascia in attesa e dopo qualche minuti sento la voce di Jeff << Ciao piccolo che succede? >> mi chiede preoccupato, non so perchè ma scoppio a piangere << Jeff ti prego vieni a casa, sto male non c'è la faccio >> << arrivo piccolo >> chiude la telefonata e mi metto a sedere sul divano stringendomi le gambe al petto.

 

 

 

<< Amore ehi che succede? >> Jeff viene a sedersi accanto a me << Non lo so, mi fa male la pancia e non faccio altro che vomitare quando vorrei tanto dormire >>; Jeff prende il suo telefono e chiama il medico, appena ritorna accanto a me, mi siedo sulle sue gambe e Jeff mi inizia ad accarezzare la schiena.

 

Jeff si alza per andare ad aprire al dottore, quando entrano nella stanza, io mi alzo per correre in bagno. Dopo poco arriva Jeff e si inginocchia accanto a me tirandomi indietro i capelli e accarezzandomi la schiena, quando ho finito mi fa alzare e mi fa sciaquare il viso, prende il mio spazzolino ci deposita un po' di dentifricio e mi lava i denti.

Appena ha fatto mi riporta in cucina dove c'è il dottore, lo vedo che mi fa un sorriso timido e aspetta che mi metta a sedere.

<< Allora Sig. Grey che succede? >> domanda sedendosi di fronte a me << Mi scusi dottore per prima >> << Non ti preoccupare ragazzo, dimmi ti ascolto >> gli spiego i sintomi che ho avuto nell' ultimo mese e mi guarda come se stessi dicendo delle assurdità

<< Ti faccio un' analisi del sangue e delle urine, fra una settimana ti faccio avere i risultati >> dice nel modo più gentile possibile.

 

 

 

Il dottore va via dopo quasi un' ora, e anche passata Eva a salutarmi e quando a trovato Jeff a casa si è meravigliata, pensava che suo figlio stesse male.

 

Oh no! Adesso si che sono a posto. C'è anche mia madre a casa nostra, sto un po' insieme a lei fino a quando la nausea ritorna di nuovo, corro di nuovo in bagno per rimettere anche quel poco che avevo mangiato stamattina.

Appena torno dagli altri mia mamma mi guarda come se avesse visto un mostro a tre teste, << Mamma stai bene? >> le chiedo ritornando a sedere, << Tesoro dimmi una cosa, oltre al vomito hai anche le nausee e sonno? >> la guardo confuso e lei cosa ne sa?! << Si perchè? >> rispondo ancora più confuso; vedo che mia mamma e Eva si guardano con occhi sbarrati << Mi dite cosa sta succedendo? >> chiede improvvisamente Jeff che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

 

Le nostre madri si guardano di nuovo e fanno entrambi un respiro profondo, << Beh tesoro vedi, questi sono sintomi di una gravidanza >> dice Eva in imbarazzo.

Cosa?! Una gravidanza? Com' è possibile? Voglio dire sono un maschio.

 

Jeff lascia la stanza peggio di una furia, sto per andare da lui, ma Eva mi fa segno di rimanere a sedere; quando anche lei scompare nel corridoio mia mamma viene da me e mi abbraccia << Oh il mio bambino, ricordati che qualunque cosa succeda, noi staremo accanto a te >> a quelle parole mi metto a piangere. E se fosse davvero così? Non voglio crescere mio figlio senza un padre; ma soprattutto non voglio che Jeff mi lasci.

 

 

Mi distolgo da mia madre quando sento Jeff ed Eva che urlano << Non lo voglio un figlio, sto bene così come sto, anzi stiamo bene così >> le sue parole sono state peggio di un ferro incandescente conficcato nel cuore, lui non vuole figli, e non vorrà neanche noi se sarei davvero incinto.

<< Jeff ma ti senti quando parli? Tu non puoi decidere per entrambi, gli hai mai chiesto se questa tua decisione a lui gli sta bene? E cosa fondamentale non sei tu che deve decidere di questo bambino, ma è Theo a doverlo fare, quindi se non vuoi questa responsabilità io e tuo padre non abbandoneremo Theo se dovesse decidere di tenere mio nipote >> mia madre mi accarezza la schiena alle parole di Eva; mi fa un sorriso dolce mi stringe a se.

 

 

Dopo qualche secondo arriva Eva e scusandosi esce di casa, dopo poco va via anche mia mamma; vado in camera e appena vedo Jeff disteso sul letto faccio per raggiungerlo, ma appena vedo che si gira dall' altra parte scappo dalla camera piangendo.

 

 

Io e Jeff in questa settimana ci siamo parlati solo se dovevamo, ogni volta che correvo in bagno a rimettere Jeff veniva da me, ma non gli ho mai dato modo di avvicinarsi, so che lo fa con l' intento di aiutarmi, ma non voglio averlo vicino, non dopo quello che mi ha detto.

 

 

Oggi vado dal dottore, Jeff voleva accompagarmi ma gli ho detto che non c'è ne sarebbe stato bisogno.

Una volta dentro l'edificio, il dottore che mi aveva visitato la prima volta mi guida verso un altro ambulatorio. Mi blocco davati la porta quando leggo la specializzazione della dottoressa.

 

'Ginecologia'.

 

Meno male che Jeff non è venuto con me, o avrebbe dato di matto in mezzo alla gente.

 

 

Appena entro una donna giovane mi accoglie sorridendo << Salve Sig. Grey sono la dottoressa Jenny Humpry, il dottore Adams mi ha detto della sua gravidanza, venga si accomodi; grazie dottor Adams, ci vediamo dopo in reparto >> dice ritornando da me.

Mi metto a sedere e le rispiego di nuovo tutti i sintomi, mi guarda e fa un mezzo sorriso << Venga Sig. Grey vediamo di quante settimane è suo figlio >>, mi fa alzare e mi fa stendere sul lettino; mi fa alzare la maglia e abbassare leggermente i pantaloni.

 

 

<< Mi scusi com'è possibile che sia rimasto incinto? >> chiedo nel frattempo che fa l'ecografia << Beh vede Sig, Grey da quello che posso vedere al suo interno c'è un utero che è rimasto diciamo protetto da una barriera, molto probabilmente in uno dei vostri rapporti si deve essere rotta questa protezione perciò ecco spiegata la gravidanza >> dice stampado le immagini di mio figlio.

 

 

 

Avevo pensato all'idea dell'aborto ma quando la dottoressa mi ha fatto vedere 'puntino' mi sono quasi messo a piangere dall'emozione.

Mi ha fatto riaccomodare alla scrivania, scrivendomi su un foglio la dieta da seguire e alcune medicine da prendere.

<< Scusi dottoressa e se volessi abortire? >> chiedo con le lacrime agli occhi; la dottoressa mi guarda confusa e dopo quello che a me sembra un secolo mi risponde <>.

<< Dottoressa il mio ragazzo non è molto entusiasto di questa gravidanza, ecco perchè le ho fatto questa domanda, comunque quando avrò preso una decisione la chiamo e le farò sapere >> annuisce alle mie parole e mi guarda con uno sguardo triste.

 

 

 

 

 

Quando sono uscito dall' ospedale mi sono trovato Jeff che mi aspettava, non ho detto nulla, non avevo il coraggio di dirgli cosa mi aveva detto la dottoressa. << Lo so che aspetti un bambino, sono andato a cercare il medico e quando mi ha condotto dalla ginecologa, ho capito; quindi cosa hai deciso di fare? >> strabuzzo gli occhi alle sue parole. Oh. Beh almeno non sarà così difficile dirgli che aspetto un bambino, il problema e che non so davvero cosa fare.

<< Non lo so, appena prenderò una decisione lo saprai >> << Non hai pensato all'aborto? >> annuisco e salgo in macchina senza aspettare una sua risposta.

 

 

Facciamo il viaggio fino a casa immersi nel totale silenzio, non ho neanche avuto il coraggio di guardarlo in faccia e dirgli tutto ciò che mi ha detto la dottoressa, ma la cosa che mi è costata di più è stato non poter sfiorare la pancia, dove adesso c'è mio figlio.

Sento il mio cellulare vibrare e appena lo estraggo trovo quattro messaggi da parte dei nostri genitori, tutti i messaggi hanno lo stesso testo : 'com'è andata?'

Non rispondo a nessuno e rimetto il telefono in tasca << perchè non hai risposto a nessuno? >>mi domanda Jeff, scrollo le spalle e torno a guardare fuori dalla macchina.

 

 

 

Appena arriviamo a casa mi chiudo nello studio mettendomi a lavorare a delle pratiche, Jeff non è nemmeno venuto a cercarmi, evidentemente è ancora arrabbiato con me.

 

Quando sono andato in cucina per andare a mangiare qualcosa ho trovato Jeff sdraito sul divano con la televisione accessa e con il volume al minimo << Hai intenzione di tenermi ancora il muso per qualcosa che non ho fatto?! >> urlo piazzandomi di fronte a lui, mi guarda e sposta di nuovo verso un' altra direzione. Quando fa così non lo sopporto, giuro che mi verrebbe la voglia di prenderlo a pugni, ma non lo faccio solo perchè è il padre di mio figlio.

 

Sospiro e ritorno nel mio studio deluso; quel poco di fame che avevo mi è appena passata. Prendo il cellulare e compongo il numero della dottoressa mi risponde dopo qualche squillo.

<< Salve dottoressa sono Theodore Grey la distirbo? >>

< No Sig. Grey mi dica >

<< Volevo chiederle quando era la prima disponibile per abortire >> dico cercando di non piangere

< Non saprei dirgli Sig. Grey, adesso non sono in ospedale. Facciamo così le si prenda ancora del tempo e io domani la richiamo e mi da una conferma definitiva >

<< Ho già deciso dottoressa, domani mi faccia sapere al più presto >>

< Va bene come vuole lei, dovrebbe passare in ospedale a firmare delle carte, a presto Sig. Grey >

<< Arrivederci dottoressa ci vediamo presto >> chiudo non riuscendo più a trattenere le lacrime.

 

 

 

Esco dallo studio e mi dirigo in bagno, mi spoglio e appena mi guardo allo specchio, istintivamente porto una mano sulla pancia, incominciando a piangere più forte di prima; questo bambino non ha nessuna colpa, e adesso per colpa nostra ne sta pagando le consuguenze.

Faccio una doccia calda e una volta finito, ritorno nello studio, mi sdraio sul divano e ripenso alla storia insieme a Jeff. Siamo insieme fin dalla nascita, lui è stato il compagno di giochi, d' infanzia, il mio migliore amico, grazie a lui ho capito di essere quello che sono adesso, lui è la prima storia importante, e non sopporterei di doverlo perdere; ma ho come l' impressione che con questo bambino qualcosa fra di noi si stia rompendo e io non so come rimettere insieme i cocci.

 

 

 

 

Il suono del telefono mi sveglia, non mi sono reso conto di quando mi sono addormentato, appena mi alzo mi accorgo di avere una coperta addosso evidentemente Jeff me l'avrà messa addosso prima di andare a letto.

Faccio una doccia veloce e mi vesto altrettanto velocemente per andare a lavoro, appena entro in cucina per prendere un bicchiere di succo vedo Jeff che sta parlando al telefono con l'auricolare.

 

Prendo un pezzo di carta e una penna e gli lascio un biglietto con scritto :' Ho preso la mia decisione, ho chiamato la dottoressa. Oggi mi comunicherà il giorno in cui andrò ad abortire, andrò da solo non voglio che tu venga, non ti preoccupare farò questa senza nessuno di voi. Dirò alle nostre famiglie che questo bambino non è mai esistito, quindi non farlo neanche tu. Buona giornata.

Theo.' ; glielo poso sotto al telefono e silenziosamente esco per andare a lavoro.

 

 

 

 

Una volta in macchina prendo il telefono e mando un massaggio ai nostri genitori con un unico testo ' Mi dispiace se avevate pensato che ci fosse un nipote ma non è così; il dottore ha detto che è una virus che passerà fra qualche giorno. Buona giornata. Theo ', appena sto per mettere il telefono in tasca mi arriva un messaggio.

 

Papà:” appena arrivi ti voglio immediatamente nel mio ufficio ”

 

Ma bene ci voleva solo mio padre incazzato. Adesso si che la mia giornata è parita nel migliore dei modi. Appena arrivo nel mio ufficio poso le mie cose e vado nell' ufficio di mio padre entro senza bussare e mi trovo mio padre e Gideon che mi guardano con uno sguardo duro.

<< Ascoltami bene non devi fare niente per quella testa di cazzo di mio figlio, se lui questo bambino non lo vuole che vada a quel paese; ma non privare noi di questa gioia, ma soprattutto non privartene tu di questo bambino >> alle parole di Gideon scoppio a piangere. Mio padre corre ad abbracciarmi << Complimenti Gideon, meno male che dovevamo parlarci nel modo più tranquillo possibille >> gli dice con un tono duro.

<< Chi vi ha detto che aspetto un bambino? >> sussuro fra le lacrime << Tesoro ti ricordi che cognomi portiamo? Ci basta schioccare le dita se vogliamo qualche informazione. Stai tranquillo la dottoressa Humpry è un osso duro non siamo riuscite a cavarle nessuna informazione >> mi dice mio padre facendomi un sorriso che coinvolge anche gli occhi.

 

 

<< Mi dispiace, ma ho già preso l' appuntamento con la dottoressa per abortire; ho già deciso >> detto ciò mi scanso dall' abbracccio di mio padre e mi alzo per uscire dal suo ufficio.

Quando chiudo la porta, mi appoggio ad essa cercando di darmi un po' di contegno << rimango qui, perchè se lo vedo gli stacco le palle >> urla Gideon << amico cerca di star tranquillo, comunque cosa diremo alle nostre mogli? >> chiede mio padre con calma, forse troppa.

<< Non lo so >> dopo le ultime parole di Gideon mi stacco dalla porta e vado nel mio ufficio.

 

 

Rimango li a non fare niente perdendomi nei miei pensieri, ma la vibrazione del mio cellulare mi riporta alla realtà. Jeff. << Pronto? >> << Perchè mi hai lasciato un biglietto e non hai parlato con me di persona? >> mi chiede Jeff con tono freddo << Perchè non c'è nulla di cui parlare, mi hai detto espressamente come la pensi a riguardo, buona giornata Jeff >> urlo le ultime parole chiudendo la chiamata, lanciando il telefono sulla scrivania.

 

Dopo qualche secondo sento di nuovo il telefono vibrare e rispondo senza nemmeno guardare chi sia << Vaffanculo Jeff, mi hai già detto come la pensi su nostro figlio per- >> << Mi dispiace Sig. Grey ma sono la dottoressa Humpry >> mi interrompe la dottoressa << Scusi dottoressa >> dico con uno tono dispiaciuto.

<< Non si preoccupi Sig. Grey, la capisco, comunque la chiamavo per dirle che la prima data disponibile è fra due settimane >> << Va bene, quando devo passare a compilare i moduli? >> chiedo con le lacrime agli occhi << Fra due giorni le andrebbe bene? >> << Ci vediamo fra due giorni, grazie dottoressa >> dico in sussuro; chiudo la chiamata senza neanche aspettare una sua risposta.

 

 

In questi giorni ho evitato Jeff, ogni mattina mi alzavo prima di lui e andavo a lavoro quando ancora lui dormiva; non ho voglia molto voglia di parlare con lui, fra due giorni devo andare all' ospedale al solo pensiero mi sento male.

Passo le mie giornate a non fare niente a lavoro; il lavoro che dovrei fare io lo sta facendo tutto mio padre, non ho la forza di fare qualcosa in questi giorni.

 

 

Quando sono tornato a casa Jeff non c'era; mi sono sdraito sul divano senza neanche preoccuparmi di spogliarmi. Mi sono svegliato quando ho sentito Jeff che mi abbracciava, non mi sono mosso; mi è mancato in questi giorni.

<< Amore mi dispiace di essermi comportato così di merda, ma ho avuto paura di questo bambino, egoisticamente ho pensato che questo bambino ci avrebbe tolto del tempo per stare insieme quando invece non è così; sono sicuro che questo bambino ci farà amare ancora più di prima.

Scusami se sono stato uno stronzo, ma come ben sai le situazioni nuovi mi spaventano e se non fosse per te che mi aiuti ad affrontarle non saprei davvero come fare. Ma questa volta tu ti sei barricato dietro il tuo silenzio e non mi stupirei del fatto che avresti voglia di prendermi a pugni e mi dispiace così tanto per averti messo in questa situazione >> non appena finisce di parlare, scoppio a piagere; Jeff non fa altro che baciarmi i capelli lasciando delle carezze lungo la mia schiena.

 

 

 

Mi sono svegliato quando qualcosa di caldo e umido si è posato sul mio collo, appena ho aperto gli occhi mi sono trovato di fronte una massa di capelli. Emetto un gemito a quelle attenzioni, facendo capire a Jeff che sono sveglio << Buongiorno raggio di sole, sai dobbiamo proprio smetterla di dormire sui divani e dovremmo riniziare a riusare il nostro amato letto >> sposto Jeff dalla sua posizione e gli lascio un bacio sulle labbra.

 

Noto dei fogli sul tavolo che portano il timbro dell' ospedale quando poso di nuovo lo sguardo su Jeff, scrolla le spalle, mi sposta leggermente per farsi u po' di spazio in modo da farmi riappoggiare al suo petto. << Penso che dovresti firmare quei fogli per non abortire, ho capito che lo stavi facendo per rendere felice me, quando io mi stavo comportando solo da persona egoista. Tu meriti di essere felice e se questo bambino ti rende felice, allora penso che dovremmo tenerlo con noi >> mi sposto dalla mia posizione e lo guardo con un sorriso felice, strappandogli un bacio felice.

 

Mi alzo dal divano alla ricerca del mio telefono, ma quando trovo il telefono di Jeff lo sblocco e chiamo mia mamma, non le do neanche il tempo di parlare che le dico che aspetto un bambino, fra tutti e due non so chi fosse più felice.

Ho anche chiamato la dottoressa e le ho detto che ho cambiato idea, quando ha saputo la bella notizia era felice per me, dicendomi anche che mi aspettava lo stesso fra due giorni per fare un controllo.

 

Quando ho finito di chiamare, sono ritornato da Jeff che mi accolto a bracce aperte e un sorriso stampato sul viso, mi è mancato tutto questo, e sapere che adesso ho di nuovo tutto questo mi rende la persona più felice di questo mondo.

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Capitolo 4
*** avviso cancellato a breve! ***


Visto le critiche che mi sono state fatte, continuerò la storia ma il secondo e terzo capitolo verranno cancellati e riscritti.

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Capitolo 5
*** capitolo quarto ***


Sono al terzo mese di gravidanza, Jeff è iperprotettivo nei miei confronti, se già lo era prima della gravidanza per via dei paparazzi, adesso invece è molto peggio. Non fa altro che ripetere che ci deve proteggere dalle cose brutte del mondo, ma io lo so che lo sta facendo anche per scusarsi per il suo comportamento che ha avuto negli ultimi mesi.

 

Mio padre insieme a Jeff hanno deciso che lavorerò altri tre mesi, non fanno che ripetermi che mi farà bene stare al riposo gli ultimi tre mesi di gravidanza anche se dal mio punto di vista non mi affatico più di tanto visto che apro e chiuso delle transazioni. Insomma voglio dire non faccio altro che stare seduto dietro una scrivania a controllare scartoffie.

 

Appena sento il rumore della porta del mio ufficio che si apre, mi giro per guardare chi sia appena entrato, appena vedo Jeff con le braccia spalancate e un sorriso stampato in faccia, corro e gli salto addosso, con il rischio di farci cadere entrambi.

<< Piano piccolo, quanto volte te lo dovrò ancora dire...>> faccio un sguardo da cucciolo bastonata alle sue parole; infatti dopo poco Jeff mi bacia e mi prende in braccio andando verso il divano. Mi posa delicatamente sul divano e smette di baciarmi facendomi girare in modo tale che la mia schiena possa aderire al suo petto.

Sfila gli ultimi tre bottoni della camicia e appoggia la mano sul mio grembo, mentre con l' altra mi tiene il fianco, poggia le sue bellissime labbra sul mio collo e inizia a succhiare, leccare e mordere.

Merda. Queste cose in ufficio dovrebbero essere proibite; non c'è la posso fare con lui che continua a stuzzicarmi e con i miei ormoni che vanno sempre per i fatti suoi, basta un tocco di Jeff e il mio corpo e super eccitato. Dannati ormoni.

<< Jeff ti p-prego per favore....fa qualcosa >> Jeff preme la sua mia mano sul mio grembo e dopo aver lasciato un piccolo morso sul punto che fino a poco fa gli stava dando attenzione. << Magari a casa possiamo fare qualcosa piccolo, in realtà ero solo passato a vedere se stavate bene, adesso che ho appurato questa cosa posso ritornare alla mia riunione>> dice con un ghigno.

 

<< Non porti il culo da nessuna parte Cross. Adesso finisci ciò che hai iniziato, o ti lascerò in bianco per il resto della gravidanza >> dico con uno sguardo malizioso.

 

Neanche due secondi dopo Jeff era di nuovo tra le mie braccia e baciarmi. Dopo un po' che ci eravamo coccolati entrambi ritornammo al nostro lavoro.

 

Quando uscii dall' edificio mi trovai Jeff davanti che mi aspettava con un sorriso enorme stampato sul viso, chissà cosa aveva combinato questa volta.

Mi diede un bacio a stampo e mi fece salire in macchina, una volta sistemati entrambi, Jeff mise in moto la macchina e ci andammo verso casa; almeno così pensavo.

<< Amore dove stai andando? Questa non è la strada per andare a casa, perchè stai passando da qui? >> chiedo confuso << Tranquillo piccolo dobbiamo solo una piccola deviazione e poi torniamo a casa >>, alle sue parole mi tranquillizzo e appoggio la testa al vetro del finestrino e chiudo gli occhi lasciandomi cullare dal movimento della macchina e da Jeff che canticchia le canzoni che passano alla radio.

 

Quando mi sveglio mi trovo su un aereo, disteso fra i sedili, appena mi tiro su vedo Jeff al pc concentrato che sta leggendo << Jeff perchè siamo su un aereo? >> chiedo confuso e ancora frastornato dal sonno. << Buongiorno sunshine siamo su un aereo perchè facciamo un viaggetto di quattro giorni >> << Cosa?! Jeff ma io devo lavorare >> dico con uno sguardo di rabbia.

 

Jeff si alza e si viene a sedere accanto a me << Piccolo oggi è giovedi, puoi anche saltare un giorno di lavoro e poi ti prometto che lunedì mattina sarai a lavoro, cerca solo di goderti questi giorni ok? >> dice lasciandomi un bacio sulla fronte.

Annuisco alle sue parole, e mi metto a cavalcioni su di lui, nascondendo la faccia nell' incavo del suo collo, chiundendo di nuovo gli occhi.

<< Dove stiamo andando? >> chiedo nel rilasso più assoluto << Stiamo andando Bogotà, dovremmo fare ancora un paio di ore di volo se vuoi puoi tornare a dormire >> dice abbracciandomi. Non me lo faccio ripetere due volte e richiudo gli occhi ascoltando il dolce suono del suo cuore che batte nel petto.

 

Mi sveglio nell' esatto momento in cui attera l' aereo, mi stiracchio dalla mia scomodissima posizione e mentre lo faccio mi accorgo che Jeff mi tiene giù la maglia.

 

Dopo una quarantina di minuti, arriviamo in hotel, ma Jeff mi chiede di rimanere in macchina mentre ci registra. Mentre lo aspetto metto un po' di musica e inizio a canticchiare quello che passa alla radio; mi piace questa canzone di Ed Sheeran, in realtà mi piacciono quasi tutte le sue canzoni, ma questa mi sembra molto appropriata, perchè mi ricorda il periodo in cui ci siamo messi insieme. Ho sempre amato il ritornello della canzone Friends.

 

Una ventina di minuti dopo ritorna Jeff tutto felice, riprende a guidare mentre io continuo a canticchiare, dirigendoci verso un bungalaw isolato, appena arriviamo usciamo dalla macchina e rimango meravigliato da quello che vedo.

Il bungalaw è immerso nel verde, Jeff mi prende in braccio in stile sposa e entra dentro la casa, ridacchiamo entrambi felici e appena varchiamo la soglia di “ casa ” mi mette giù; una volta con i piedi per terra lascio un bacio a stampo a stampo al mio ragazzo e inizio a esplorare il bungalaw,. E' immenso questo posto, potrei farci un pensierino a trasferirmi qui a vita, appena entro in cucina rimango stupito nel vedere un' enorme porta-finestra con il mare davanti.

 

Vado a verso la porta e appena la apro una leggera brezza mi accarezza i capelli, Jeff arriva dietro di me stringendomi, mi cullo del suo abbraccio e chiudo gli occhi cullandomi del suo respiro caldo sul mio orecchio.

 

 

Stiamo così per un po' finchè Jeff non mi riporta alla realtà << Hai sonno piccolo?>> annuisco alle sue parole, << Jeff facciamo un bagno prima? >> deposita un bacio sul mio collo e mi lascia andare. Nel momento esatto che si gira mi attacco alla sua maglietta e insieme andiamo in camera da letto; prendiamo le nostre valigie e ci cambiamo gli indumenti per metterci il costume da bagno.

 

Una volta pronti, ritorniamo in cucina e ci dirigiamo verso la spiaggia, Jeff appena arriva sulla riva dell' acqua si butta in acqua peggio di un bambino, ridendo felicw, mentre mi prendo il mio tempo.

 

Una volta entrato in acqua, Jeff si avvicina a me e si mette in ginocchio, lasciando un bacio appena sotto l' ombelico. << Ehi nano , vedi di non fare scherzi, cerca di star tranquillo in questi quattr giorni >> dice rivolgendosi al bambino. Affondo una mano nei suoi capelli quando rilascia un bacio nella mia pancia e mi abbraccia stretto come se avesse paura di perdermi.

 

Non so come, ma ci ritroviamo nudi a fare l' amore in acqua, quando usciamo sono più stanco di prima. Ci sdraiamo su dei lettini e lasciamo che il sole ci asciughi, e lentamente chiudo gli occhi, lasciandomi prendere dalle braccia di morfeo.

 

 

 

 

NDA:

 

Innanzitutto scusate se sto aggiornando solo ora, ma alcuni commenti negativi mi hanno fatto passare la voglia di continuare a scrivere il capitolo, ma grazie alla mia migliore amica che mi ha spinto a continuare a scrivere, ho deciso di fare questo capitolo.

Spero che vi piaccia.

E grazie a tutti quelli che lo leggono. <3

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Capitolo 6
*** capitolo quinto ***


Abbiamo  passato quattro giorni fantastici, mi sono rilassato durante questi giorni di pausa, mi ci voloevano proprio. Il primo giorno lo abbiamo passato facendo la spola fra il letto della nostra camera e la spiaggia, il secondo e terzo giorno ho trascinato Jeff per il paese, avevo voglia di vedere il posto in cui eravamo, anche se il mio ragazzo non era per niente convinto, non faceva altro che ripetermi che dovevamo rimanere al bungalaw a oziare, ma non gli ho dato retta, gli ho detto che se non si sarebbe mosso, lo avrei lasciato all' asciutto, dopo le mie parole e diventato una trottola, non si fermava mai; arrivavo a casa  che non avevo nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti.
L' ultimo giorno siamo rimasti al bungalaw nella spiaggia, ci siamo fermati a guardare il tramonto prima di partire. Saremo partiti la sera dopo cena e arrivati prima di andare a lavoro.
 
 
Quando siamo rientrati, abbiamo posato la valigia a casa e Vania ci ha accompgnati a lavoro, quando sono arrivato in ufficio mi sono ritrovato Nathan sulla porta del mio ufficio, che mi sorrideva. Non ho idea del perchè sia qui, ma la cosa non mi piace per niente; se Jeff saprebbe una cosa del genere darebbe di matto ne sono sicuro.
 
<< Che ci fai qui  Nathan? >> chiedo cercando di rimanere calmo il più possibile, << Sono stato ritrasferito qui, il mio lavoro è imporante nella vostra azienda -  dice con un ghigno malizioso – e poi sono ritornato qui per te splendore, non l' hai ancora capito? >> mi irrigidisco alle sue parole, no non può essere vero.
Sto per rispondergli male, quando sento la notifica del mio cellulare.
<< Fuori di qui Nathan >> dico arrabbiato.
 
Mi siedo nella poltrona ed estraggo il cellulare, è una e-mail di Jeff. La apro e la inizio a leggere.
 
 
From: Jeff Cross
To: Theodore Grey
 
Oggetto: Viaggi
Ciao splendore,
possiamo partire di nuovo stasera? Mi va bene qualsiasi destinazione, a patto che ci siate voi due ;)
Ti amo
Jeff.
 
Sorrido nel leggere le sue parole, mi piacerebbe un sacco stare di nuovo immersi nella nostra bolla, ma  finchè Nathan sarà nello stesso posto dove sono io, non mi sento sicuro.
 
From: Theodore Grey
To: Jeff Cross
 
Oggetto: Viaggi
Amore mi piacerebbe tantissimo rifare un viaggio insieme a voi. E stato bellissimo essere in tre. Grazie per avermi fatto fare questa pausa meravogliosa. Ma, non possiamo devo lavorare e poi tu ti devi occupare di una cosa, ma nel farlo mi devi promettere che devi stare calmo, ok?
Non so per quale assurdo motivo, ma Nathan lavora di  nuovo per mio padre.
Ti amo anche io Jeff.
Theo.
 
 
Nel frattempo che aspetto una risposta da part di Jeff, inizio a lavorare ma dopo dieci minuti non ho ancora risposta, la cosa mi preoccupa. Ricontrollo il cellulare ma quando non trovo nulla, l' ansia si impadronisce di me, e così prendendo di nuovo il cellulare in mano, gli mando una e -mail.
 
From: Theodore Grey
To: Jeff Cross
 
Oggetto: rispondimi
Jeff ti prego non dare di matto, per favore, chiamami o rispondimi ti prego.
Theo.
 
 
 
Dopo una decina di minuti, la porta del mio ufficio viene spalancata e vedo Jeff con la rabbia negli occhi, << Dov'è quel figlio di puttana? >> chiede fuori di sé. << Jeff ti prego calmati >> dico cercando di calmarlo; mi alzo e mi avvicino, ma quando sto per accarezzargli la guancia Jeff si allontana; lascio ricadere la mano lungo il fianco e gli lancio uno sguardo triste.
 
Ogni volta che Jeff si ritrae e perchè talmente arrabbiato che spacherrebbe qualsiasi cosa, ha paura di farmi male, ma io ho bisogno del suo tocco, anche se lui in questo momento non me lo vuole dare. Vorrà dire che farò a modo mio.
Mi avvicino lentamente e poggio delicatamente la testa nell' incavo del suo collo e appoggio le mani sul suo petto, dopo neanche due secondi mi sento cingere i fianchi in uno di quei abbracci che fa mancare il respiro.
Stiamo per un po' in silenzio e dopo quello che mi sembra un' infinità di tempo gli lascio un bacio sul collo << Perchè Nathan è di nuovo qui? Pensavo che ormai lavorasse per te >> dico cercando di trattenere le lacrime. Jeff non mi risponde, rimane in silenzio, cercando di farmi calmare. Ma sono in ansia per la reazione di Jeff.
Mi lascia andare e mi  prende per mano e accompagnandomi sul divano, mi siedo accanto a lui e lo abbraccio. Dopo un tempo che mi sembra infinito Jeff risponde alla mia domanda  << Non lo so piccolo, avrò le mie informazioni, ti giuro che tornerà a lavorare per me, fino ad allora cerca di stargli il più lontano possibile, ok? >> annuisco alle sue parole, lasciando  uno sbuffo dal naso. Rimaniamo in silenzio, finchè il suo cellulare inizia a vibrare, mi sposto leggermente in modo da fargli recuperare il cellulare; lascia un gemito di frustrazione e si alza.
<< Piccolo devo andare, ho una runione con la LandCorp se non arrivo mio padre mi uccide, ci vediamo stasera a casa piccolo. Ti amo>> rimango in silenzio, mi lascia un bacio sulla fronte e lentamente si allonta da me  per poi uscire completamente dal mio ufficio.
 
Rimango un po' sul divano ad accarezzarmi la pancia e dopo un  po' decido di alzarmi, mi siedo dietro la scrivania e incomincio  a lavorare. Ho pranzato con mio padre, mi ha fatto un sacco di domande sul viaggio  e quando abbiamo finito, sono rimasto con lui per controllare le ultime scartoffie.
 
Sono appena le cinque quando sto per uscire dall' ufficio di mio padre, non volendo sbatto contro qualcuno << Oddio mi scusi >> dico mortificato, alzo lo sguardo la mio cellulare e appena vedo chi è, mi irrigidisco. Cazzo Nathan. Devo dire che questa giornata è iniziata e si è conclusa nel peggiore dei modi. Lo vedo che mi sorride e non so che fare. Sento la voce di mio padre dietro di me << Theo perchè sei ancora qui? >> apro del tutto  la porta e appena mio padre lo vede, assume uno sguardo serio, ordinando a Nathan di entrare. Io mi dileguo senza neanche salutare mio padre, riprendo a prestare attenzione al cellulare, premo il tasto sulla chiamata rapida e chiamo Jeff. Rimaniamo d' accordo che lo passo a prendere e mi avvio verso l' ingresso dell' edificio.
 
Una volta fuori, trovo Vania che mi aspetta con lo sportello aperto e con un caloroso sorriso << Dove andiamo Sig. Grey? >> chiede in maniera gentile, << Alle Cross Industries  Vania grazie >> fa un cenno della testa, e una volta dentro la macchina, chiuede lo sportello, e aspetto che salga in macchina, Vania fa partire la macchina e ci dirigiamo verso l' azienda dei Cross.
 
Dopo una ventina di minuti, arriviamo, mando un messaggio a Jeff e aspetto che arrivi. Mi risponde di aspettare, il tempo di prepararsi e arrivare.
Dieci minuti dopo, siamo entrambi in macchina, mi abbraccia e dice a Vania il nome di una strada, ma non gli presto molto, appoggio la schiena sul suo petto e appena sento la mano di Jeff sopra la mia sobbalzo. << Tranquillo piccolo, sono solo io, come state piccolo? >> guardo le nostre mani che sono appoggiate sul mio grembo e sorrido felice << adesso che ci sei tu direi che stiamo bene >> dico appoggiandomi ancora di più su di lui.
 
Quando ci fermiamo non mi rendo nemmeno di dove siamo, << Vania è già tutto pagato, puoi anche andare ritirare l'  ordine grazie >> dice Jeff, posandomi un bacio sulla nuca. Jeff alza il divisorio e mi fa mettere a cavalcioni su di lui << Soli per dieci minuti >> sussura, iniziando a succhiare una porzione di pelle sul collo. Stringo la sua camicia fra le mie mani e    rilascio un forte gemito, Jeff si stacca lanciandomi un'  occhiata truce per il suono appena emesso, ma appena sta per riprendere quello che stava facendo, sentiamo lo sportello chiudersi e la macchina riniziare a prendere il suo tragitto. << Jeff non ti fermare, ti prego. Ho bisogno di te. >> << Più tardi piccolo. Quando siamo a casa possiamo fare tutto quello che vuoi >> dice lasciandomi andare << Anche emettere suoni forti? >> chiedo con finta innocenza << Guai a te se non lo fai piccolo >>.
 
 
 
Dopo cena io e Jeff siamo sul divano a guardare un vecchissimo film comico, la trama è abbastanza interessante, almeno per me, mi sa che per Jeff un po’ meno visto il modo in cui sta cercando di distrarmi. << Cerca di farmi finire di vedere il film, ti prego >> dico con un tono di esasperazione. << Ma…piccolo avevamo un programma per stasera ricordi? >> annuisco e ritorno a prestare attenzione al film, << Lo so amore, ma sono stanco. Dopo essere stati immersi nella nostra bolla per quattro giorni, essere ritornato in ufficio oggi mi ha proprio distrutto. E poi tuo figlio mi fa venire sonno e fame, diventerò una balena, quindi da domani farò attività fisica senza mangiare schifezze >> Jeff mi guarda con un sorriso malizioso << Amore le mie attività fisiche non richiederanno la tua presenza >> << Ma….amore >> dice con uno sguardo indignato.
<< Andiamo a letto? Potrei aver bisogno di te per fare un certo tipo di attività fisica >> Jeff non si lascia pregare e con immensa gioia spegne la tv e mi trascina in camera da letto. 
 
 
 
 
NDA:
SCUSATE IMMENSAMENTE PER I MIO RITARDO NELLA PUBBLICAZIONE, MA SONO STATA IMPEGNATA CON LO STUDIO IL LAVORO E CERCARE DI TROVARE LA VOGLIA DI SCRIVERE, VISTO CHE LA MIA PIGRIZIA A PRESO IL SOPRAVVENTO. J. BEH DETTO CIO’ SPERO CHE IL CAPITOLO SIA VALSA L’ ATTESA. UN BACIO ALLA PROSSIMA PUBBLICAZIONE.

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Capitolo 7
*** capitolo sesto ( 1pt ) ***


Lo so che è una vita che non aggiorno, ma mi sono messa a scrivere una ff su teen wolf è mi sono concentrata per un po' su quella ff. Mi dispiace che il capitolo sia corto, ma non volevo farvi aspettare, anche se adesso aspetterete con ansia il seguito, ma purtroppo scrivo quando ho un minuto libero.

Spero che il capitolo vi piaccia e buona lettura.

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima parte

 

 

 

 

È passato un mese da tutto quello che è successo con Nathan, sembra che la situazione si sia calmata. Quel coglione di Nathan al momento sta alla larga da me, a quanto pare le urla di Jeff sono servite a qualcosa.

 

 

Ieri siamo stati dalla Dott. Humpry, ha detto che il bambino sta crescendo bene, e che le nausee mi terranno compagnia almeno per un altro mese. Giusto per la mia felicità. Ieri sera abbiamo mangiato in un posto che non conoscevo, uno di quei locali dove si respira l'aria di famiglia. Ho scoperto che quel locale era nostro, con immenso disappunto, dio ricorda ancora la litigata di stanotte.

 

 

 

 

 

 

Flashback

 

 

<< Come ti è saltato in mente di comprare un ristorante Thailandese e metterlo a nome di entrambi? Dico ma sei impazzito?! >> << Pensavo che ti avrebbe fatto piacere >> Jeff si gira verso la porta finestra dandomi le spalle, << Mi avrebbe fatto piacere se TU me ne avessi almeno parlato, ma come sempre voi Cross decidete sempre di testa vostra >> urlo con gli occhi lucidi, << Cazzo, non osare andartene mentre stiamo parlando, lo sai che è una cosa che non sopporto >> si gira verso di me, ma non ptresto molta attenzione alle sue parole ed esco dalla stanza.

 

 

Non faccio in tempo a mettere il piede nell' ultimo scalino, che vengo afferato e spinto con la faccia verso il muro << Lo sai che è odio quando fai così >> sussura al mio orecchio << Vaffanculo Jeff >>, cerco di liberarmi dalla sua presa, ma le sue mani hanno afferrato i miei polsi, stringendoli forte.

 

<< Sai piccolo, non dovresti mai giocare con il fuoco, si finisce per bruciarsi >> mi prende e mi porta vicino alla palestra, e si ferma davanti ad una porta. Quella porta. La sua stanza dei giochi. Merda adesso si che sono davvero nei guai; quando siamo qui è perchè ho combinato un casino, o perchè ha semplicemente bisogno di scaricare la tensione.

 

Apre la porta e mi fa un cenno con la testa, lo guardo e deglutisco forte << Io...Jeff non possiamo parlarne civilmente? >> mi guarda con un sopraciglio alzato, << Te l' ho chiesto due volte, e per entrambe le volte, hai preso il culo e te ne sei andato. Entra. >> dice con uno sguardo gelido.

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** capitolo sesto ( 2pt ) ***


PARTE SECONDA

 

 

( Questo capitolo contiene scene violente, quindi se vi da fastidio saltate direttamente il capitolo. Ma se lo leggete sappiate che io vi ho avvertito )

 

 

 

Era una vita che non entravo dentro quella stanza, non ricordavo che le luci fossero così rosse. Danno quel tono alla stanza di passione, lussuria. Non usavamo quella stanza da parecchio tempo, che non ricordo nemmeno quando è stata l' ultima volta che è stata usata.

E adesso che sono qui; mi sento come allora. Vulnerabile, sono nelle sue mani, e il mio maledittissimo corpo risponde al suo come se fossimo una cosa sola.

 

 

<< Stai bene? Sei fermo a fissare il vuoto >> annuisco alle sue parole, non sapendo bene cosa rispondere alle sue parole. Ogni volta che siamo qui, io non riesco mai a capire come reagirà Jeff. E la cosa un po' mi spaventa; voglio dire lo so che non mi farà mai male, ma ogni volta si comporta come un dominatore, anche se il nostro rapporto non è mai stato così.

 

<< Alza le braccia piccolo >>, faccio quello che mi dice e mi toglie la maglia per poi passare ai pantaloni. In meno di due minuti mi ritrovo nudo, mi dirigo verso il letto e mi metto a sedere con le gambe incrociate, aspettando che anche lui sia spogliato e abbia tirato fuori tutto quello che gli serve.

 

Un click mi fa distrarre, appeno mi giro lo vedo che sta sistemando il suo ipod alle casse, che poi da dove lo abbia tirato fuori non ne ho proprio idea. Sento le note di ' Photograph ' partire, e mi rilasso. Appena guardo il mio ragazzo, vedo che si sta avvicinando verso di me in maniera lenta, lasciandosi dietro la scia dei suoi vestiti.

Si ferma davanti a me, e da un bacio sulla fronte << Colore? >> << Verde >> dico in modo da farlo stare tranquillo, << Mi fermerai nel caso fosse troppo? >> annuisco e lascio un bacio sull' angolo della sua bocca.

 

 

Mi fa alzare e mi mette di fronte alla croce che è posizionata al centro della stanza, mi aggancia alle due estremità, si posiziona dietro di me e incomincia a lasciarmi una lunga scia di baci su ogni vertebra della mia schiena; fa questa per paio di volte per poi fermarsi sulla nuca.

<< Ti ho mai detto quanto sei meraviglioso? >> alle sue parole gemo e butto la testa indietro in modo da appoggiarla sulla sua spalla; rimango in silenzio mentre sento le sue mani su tutto il mio corpo.

 

Ad un certo punto si stacca da me << No Jeff torna qui >> dico frustrato, ma lui rimane in silenzio, lo sento allontanarsi, ma un rumore di un cassetto che si apre attira la mia attenzione, lo sento chiudersi velocemente e dopo due secondi e di nuovo da me. Mi bacia di nuovo e con una mano accarezza la mia erezione, gemo a quel tocco, porta anche l' altra mano sulla mia erezione, ma un oggetto freddo mi fa spostare lo sguardo in avanti.

A un anello di quelli che si usano per i genitali, lo blocca in fondo alla mia erezione << No ti prego Jeff, ho bisogno di venire >>, mi bacia i capelli << Shh piccolo, ti farò venire, solo che deciderò io quando >>, piagnucolo a quelle parole.

Mi avvicina due dita alla bocca << Succhia >> faccio quello che mi dice e le lecco come se fossero un gelato, sento l' erezione di Jeff ingrossarsi ancora di più, mi sfila le dita dalla labbra e le avvina alla mia apertura.

 

Infila lentamente un dito e lo fa entrare ed uscire a suo piacimento, << Jeff >> inserisce anche il secondo e incomincia a sforbiciare in un mondo che mi manda fuori di testa, dopo qualche minuto le toglie; prende il lubrificante e se lo spalma sulle dita, ne mette una generosa quantità sulla mia entrata e dopo poca entra di me in un solo colpo, facendo urlare di dolore e di piacere.

Rimaniamo così per un paio di minuti, finchè non stringo i muscoli attrorno alla sua erezione, a quel gesto Jeff mi morde la spalla, << Così stretto, come piace a me >>, inizia a muoversi lentamente, fino a quando non si ferma, facendo fuori uscire la sua erezione quel che basta per far rientrare senza problemi .

 

Mi bacia la nuca, mi appoggio al suo petto, mi fa rilassare e di colpo fa rientrare la sua erezione, facendomi rimanere senza fiato, incurvando la schiena, allontanandomi dal suo petto. Mi da il tempo di riprendere fiato e poi rinizia; quelle stoccate per quanto possano far male, mi stanno facendo impazzire, << Jeff ti prego toglimelo >> pigolo, ma lui continua, non prestando attenzione alle mie parole.

 

Mi porta sul baratro per quello che mi sembrano una decina di volte, non c'è la faccio più fisicamente e mentalmente. << Rosso >> sussuro, sento Jeff che si blocca e ringhia << Cazzo >> esce da me lentamente e libera velocemente le mani; mi appoggio alla croce per paura di cadere, sento Jeff che mi prende in braccio e mi adagia sul letto.

Si sdraia accanto a me, e porta una mano sulla mia erezione togliendomi l' anello, lo appoggia sul comodino e si allonta da me, lo guardo confuso e allungo una mano per poterlo accarezzare; prima che la mia mano tocchi il suo petto viene bloccata dalla sua.

Gioca un po' con le mie dita << Mi dispiace Theo, non volevo farti male >> dice con un tono fra il deluso e l' arrabbiato; << Jeff avrei dovuto fermarti, ma non l' ho fatto perchè pensavo che avrei sopportato..>> << Si avresti dovuto fermarmi, ma sai questo cosa significa? Che non entreremo più qui dentro, perchè non posso fidarmi di te. Cazzo Theo, avrei potuto farti sul serio del male, facendo anche male al bambino, non te ne sei reso conto? Non siamo solo io e te, adesso c'è anche nostro figlio >>, rimango zitto alle sue parole, non sapendo bene cosa dire. So già che è incazzato perchè non l' ho fermato, se dicessi qualcosa di sbagliato si arrabbierebbe ancora di più. Lo guardo, ma lui non guarda me, << Jeff guardami >>, non mi guarda e continua a giocare con le mie dita; decido di avvinarmi a lui, ma quando mi vede vicino a lui, sposta lo sguardo su di me e si allontana ancora di più. Gli lancio uno sguardo triste << Non mi toccherai più? >>, mi guarda poi sposta lo sguardo verso le nostre mani << Non lo sto già facendo?! >> come se gli avessi detto una cavolata, << Lo sai cosa intendo dire >> << No non lo farò in quel senso, ti conviene dormire almeno per un paio d'ore, domani dobbiamo andare a lavoro >> scosto la mia mano bruscamente dalla sua e mi rannichio su me stesso.

 

Chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi su qualcosa che non sia doloroso. Lo sento che si alza dal letto, apro gli occhi di scatto e noto con dispiacere che si sta vestendo, non sposto lo sguardo e vedo che rimette tutto a posto, per poi chiudere i cassetti, bloccandoli con un codice di sicurezza. Allora non scherzava. Mi giro dall'altra parte del letto e chiudo gli occhi, versando delle lacrime in religioso silenzio, finchè non mi addormento.

 

 

 

FINE FLASHBACK

 

 

Stamattina quando mi sono svegliato sul nostro letto, Jeff non c'era.

Ho trovato un biglietto vicino al comodino:

 

 

 

Mi dispiace per quello che è successo stanotte. Non ti ho svegliato, stanotte ti sei agitato parecchio e ho voluto lasciarti dormire. Ho avvisato tuo padre che non saresti andato a lavoro, perchè non ti sentivi bene.

Non aspettarmi alzato, farò tardi stasera.

Buona giornata.

Jeff

 

 

 

 

 

Recupero il cellulare, insicuro se chiamarlo al cellulare o direttamente in ufficio. Alla fine faccio partire la chiamata con il numero del suo ufficio

 

<< Cross Industries sono Elisabeth, come posso aiutarla? >> la voce di Beth è sempre così professionale, << Ciao Beth sono Theodore, posso parlare con Jeff? >>, il mio cuore batte all' impazzata, poggio una mano sul petto, come se quel gesto lo facesse calmare; << Signor Grey, mi scusi ma il Signor Cross al momento è occupato, vuole essere richiamato appena si libera? >> << Oh, ho capito. No grazie Beth, non importa, non dirgli nemmeno che ho chiamato >> interrompo la comunicazione, senza nemmeno salutarla.

 

 

Poso il telefono accanto a me afflitto, e mi chiudo gli occhi. Magari fra un paio di ore, gli sarà passato.

 

La suoneria del cellulare mi fa svegliare di colpo, rispondo senza neanche guardare chi sia << Ciao, mi avevi cercato? >> a quella voce mi metto a sedere, << Si, no cioè in realtà ti avevo chiamato, ma non è nulla di importante >> << Che succede veramente Theo? >> domanda con un tono freddo, rimango in silenzio e poggio una mano sulla pancia accarezzandola, << Theo? >> << Si scusa ci sono. Scusa non avrei dovuto chiamarti, ci vediamo stasera per cena >> rispondo, sperando che torni per cena << Per cena non ci sarò, ho un' appuntamento di lavoro. Ti ho scritto un biglietto stamattina >>, << Si scusa mi sono dimenticato. Ci vediamo quando torni >> chiudo la chiamata, senza aspettare una sua risposta.

 

Mi distendo di nuovo, e chiudo gli occhi, ma il suono del campanello mi fa aprire gli occhi facendomi domandare chi sia.

Scendo dal letto, e mi dirigo verso la porta, ma il suono insistente del campanello mi fa quasi cadere, << Arrivo >> urlo in direzione della porta; appena la apro, mi trovo di fronte Nathan. Al peggio non c'è mai fine.

<< Che ci fai a casa mia? >> chiedo senza troppi giri di parle << Sono venuto a portarti questi documenti, che dovresti controllare e firmare >> mi mostra la cartellina, li prendo e lo faccio accomodare sul divano in sala.

 

Ci mettiamo entrambi a sedere sul divano e inizio a controllare i fogli, Nathan si alza e si dirige verso il muro dove ci sono dei portafoto con foto delle nostre famiglie e foto dove ci siamo solo io e Jeff.

Lo lascio fare, finchè non me lo trovo accanto in piedi, alzo lo sguardo e noto che mi guarda con uno sguardo che mi mette i brividi addosso; mi alzo << Penso che tu debba andare via. Adesso. >>,mi giro per tornare in cucina, ma con una mossa mi blocca con la faccia verso il muro. << Adesso mi darai quello che voglio >> dice posando un bacio sotto al mio orecchio << Vaffanculo Nathan >> urlo, << No piccolo non fare così. Adesso sono io che comando >> mi blocca in modo che non possa muovermi, penso immediatamente a Jeff, e a quello che starà per succedere. Mi dispiace così tanto Jeff, e chiudo istintivamente gli occhi.

 

Nathan mi prende i polsi e li stringe nella sua mano in una presa ferrea, facendomi male, mentre con l' altra mano, mi abbassa i pantoloni della tuta, quel che basta per farmi rimanere nudo nelle parti intime.

Velocemente si abbassa anche i suoi pantaloni, si massaggia l' erezione quel poco che basta per farla ingrossare; aprofitto del suo attimo di distrazione e gli rifilo una gomitata nelle costole, si piega dal dolore, mi alzo velocemente i pantaloni e inzio a correre verso la prima stanza a disposizione per chiudermi dentro. Ma Nathan si è ripreso velocemente e mi sbatte contro il muro << Non avresti mai dovuto farlo >> dice con un tono gelido e tagliente, per poi entrare dentro di me, facendomi urlare di dolore.

 

 

Incomincia a spingere in modo violento << Ti prego fermarti >> dico con le lacrime agli occhi, ma le mie parole non servono a nulla, anzi se è possibile, incomincia a spingere ancora più forte, viene emettendo un gemito di pura soddisfazione. Esce da me, lentamente mi metto in ginocchio, dopo qualche minuto, ritorna da me e mi fa alzare bruscamente; ma un capogiro mi fa spostare verso di lui << Mhhh vedo che stai iniziando a collaborare >> dice soddisfatto, cerco di allontanarmi alle sue parole, ma le sue mani mi stringono forte i fianchi, a tal punto che sembra che voglia farli entrare sotto la mia pelle. << Mi fai male Nathan >> << Oh piccolo, è questo lo scopo. Farti male, per fare male a Jeff, sarà una bellissima soddisfazione vederlo disperato per te >> lo guardo con gli occhi pieno di terrore, cerco di nuovo di liberarmi; ma Nathan non me lo permette.

 

 

Accade di nuovo, una seconda, terza volta e forse una quarta, fino a quando non svengo.

Mi risveglio dopo un paio d'ore sul divano, mi alzo lentamente e vado su in camera, ho bisogno di una doccia. Ho bisogno di togliermi l' odore di Nathan di dosso.

 

Chiamo mia sorella e le chiedo di venire il prima possibile a casa mia, dopo che ho una sua conferma, mi spoglio e mi metto sotto il getto di acqua calda, iniziando a strofinare la pelle; non so ho idea di quanto tempo sia passato, ma un rumore mi fa trasalire. Ho paura che sia di nuovo Nathan, << Theo sei qui? >> ma la voce di mia sorella, mi fa calmare all' istante. Apre il box doccia e mi guarda con gli occhi sgranati << Oddio Theo, ma che ti è successo? >> domanda preoccupata, togliendomi lentamente dalle mani la spugna con il quale fino a poco fa ho strofinato il mio corpo. Sposto lo sguardo verso il basso, sentendomi colpevole di quello che mi è appena successo, incominciando a piangere. A quanto pare mia sorella ha capito quello che mi è successo, perchè viene ad abbracciarmi << Shh fratellino, non è colpa tua quello che è successo. Vieni usciamo di qui >>, mi porta fuori dalla doccia e mi asciga, come se fossi una bambola di pezza. Mi lascia da solo per poi tornare con dei vestiti puliti. Mi da una mano nel vestirmi e chiama il suo autista per dirgli che fra poco lo avremmo raggiunto.

Prende una borsa e ci infila dentro le prime cose che le capitano sotto mano, una volta fatto tutto, mi prende per mano e appena arriviamo al punto dove tutto è iniziato, tremo e stringo più forte la mano di Serena, mi guarda e stringe la mia mano più forte.

 

Saliamo nella limousine e ci dirigiamo verso casa sua, una volta dentro casa, mi lascia andare e va in cucina; dopo qualche minuto torna con una tazza fumante e si siede accanto a me. << Ti va di dirmi cosa è successo? >> tremo a quelle parole, ricordando tutto quello che Nathan mi ha fatto; che stupido ho lasciato che entrasse in casa mia.

<< Theo tranquillo, non succede nulla se non ti va di dirmelo adesso >>, lo guardo con occhi pieni di terrore; mi abbraccia e dopo aver finito di bere del thè caldo, appoggio la tazza sul tavolino e Serena mi abbraccia << Qualsiasi cosa accada, ci sarò io, sta tranquillo >> e dopo quelle parole, chiudo gli occhi sentendomi protetto e mi assopisco fra le braccia di mia sorella.

 

 

 

 

 

 

NDA:

 

Allora che ve ne sembra del capitolo? Spero che si all' altezza delle vostre aspettative.

Non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo, spero presto, in modo da non far passare un mese o più tempo.

Buona giornata.

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Capitolo 9
*** capitolo settimo ***


La vibrazione incessante del mio cellulare, mi fa svegliare di colpo. Quando cerco mia sorella, la trovo sulla poltrona che preme i tasti in maniera frenetica, non si è nemmeno accorta che mi sono svegliata.

 

<< Ehi ciao. Stai lavorando? >>

 

 

<< Buongiorno fratellino, ti ho svegliato? Come ti senti? >>

 

 

<< Non bene, sento male ovunque e no non mi hai svegliato. Mi ha svegliato il telefono >>

 

Mi guarda dispiaciuta, e si alza venendo verso di me, mi fa segno di farle posto sul divano; così mi sposto, in modo che si sieda accanto a me.

 

 

<< Theo, penso di aver capito cosa sia successo. Dimmi solo una cosa. È stato Nathan? >>

 

Annuisco alle sue parole e rimango in silenzio, fino a quando il suono del campanello ci fa sobbalzare entrambi; sento la voce di Jeff insieme a quella dei miei che parlano arrabbiati; mia sorella si avvicina e mi sussura all' orecchio di andare su in camera. Salgo le scale, e quando arrivo all' ultimo gradino, mi metto a sedere; aspettando di sentire cosa si dicono.

Mia sorella dopo qualche secondo, apre la porta e come al solito mio padre fa il suo ingresso teatrale ogni volta che è arrabbiato, seguito a ruota da Jeff e mia madre.

 

 

<< Serena Gray dimmi dov'è tuo fratello >>

 

 

<< Papà lo stai cercando nel posto sbagliato. Qui non c'è >>

 

 

<< Allora perchè la sua ultima chiamata è stata fatta al tuo cellulare? >>

 

 

<< Mi doveva parlare di una cosa. E no. Io non vi dirò nulla. Quindi per quello che mi rigurda, puoi stare qui a urlare per ore, perchè da me non saprai nulla >>

 

 

Noto Jeff che si avvicina a mia sorella le sta per dire qualcosa, ma si gira e prende il mio cellulare. Serena lo guarda irriggidita e Jeff le passa una mano sui capelli.

 

<< S. ti prego, almeno dimmi che sta bene. E okay se è qui da te. Non lo porterò via, voglio solo assicurarmi che stia bene >>

 

 

A quelle parole giro la testa dall' altra parte cercando di trattenere i singhiozzi, mordendomi forte il labbro, fino a quando dopo pochi secondi mi sento una mano che mi accarezza i capelli. Quel gusto forte di sigaretta e menta, mi ricordano che lui non può farmi male. Lui non è Nathan. Lui non farà quello che ha fatto quel bastrdo. Lui non farebbe mai del male ai nostri figli.

 

Mi alzo di scatto e corro verso la camera di mia sorella. Mi chiudo dentro a chiave e mi appoggio con la schiena, facendomi scivolare a terra, portandomi le ginocchia al petto; sento dietro la porta Jeff che respira pesantemente.

 

<< Piccolo ti prego dimmi che sta succendendo. Mi dispiace per quello che è successo nella stanza dei giochi stanotte, non volevo farti del male. Non hai mai reagito in questo modo. Parlami ti prego, voglio cercare di capire cosa sta succendendo e voglio risolvere la cosa insieme a te..>>

 

Non finisce di parlare, che l' urlo di mio padre mi fa sobbalzare, << Io lo uccido quel figlio di puttana >>; sono sicuro che mia sorella gli abbia accennato qualcosa. Mio padre non avrebbe mai reagito così, se non per un buon motivo.

 

 

<< Theo per favore dimmi cosa sta succendendo, perchè tuo padre ha detto una cosa del genere >>

 

 

<< Per quello che ha fatto Nathan dopo che te nei sei andato >>

 

 

Sento il rumore di un vetro rotto, mi alzo e apro la porta. Quando vedo la sua mano piena di sangue, mi avvicino, cercando tenere le giuste distanze.

 

<< Dimmi che non ha fatto quello che penso >>

 

 

<< Devi andare in ospedale >>

 

 

<< Theo >>

 

 

<< Non voglio più stare insieme a te. Sono sicuro che troverai l' uscita da solo >>

 

 

Mi giro e ritorno velocemente in camera di mia sorella, sento Jeff che scende le scale, fino a quando non sento una porta sbattere violentemente.

Dopo qualche secondo sento qualcuno che bussa alla porta.

 

 

<< Va via >>

 

 

<< Theo sono Serena, almeno fammi entrare >>

 

 

<< Voglio stare da solo >>

 

 

<< Ok, ma per qualsiasi cosa sono giù >>

 

Mi metto sul letto di Serena e mi nascondo sotto le coperte e chiudo gli occhi cercando di dormire un po'; ma in piena notte un forte dolore alla pancia mi faa asvegliare, urlo il nome di Serena e dopo poco entra dalla porta che gli avevo lasciato aperta prima di andare a dormire.

 

<< Theo che succede? >>

 

 

<< Mi fa male >>

 

 

Sposta le lunzuola e quando vede una chiazza di sangue nel letto, innoridisce. Chiama velocemente l' ambulanza e aspetta insieme a me fino a quando non arrivano i soccorsi.

 

Prima di svenire, sussuro un nome. Jeff.

 

 

NDA:

 

Allora che ve ne sembra? Spero che l' attesa non sia stata troppa. Spero di poter aggiornare presto.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo ottavo ***


Mi sono svegliato con un forte odore di disinfettante, appena ho aperto gli occhi ho realizzato che cosa è successo stanotte. I ricordi mi sono piombati addosso, adesso che ho realizzato quello che è successo veramente, mi domando come potrò ancora guardare ancora in faccia Jeff senza pensare a ciò che è successo.

Lui è stato la prima volta in tante cose, e sapere che qualcuno si è preso quello che ho sempre pensato fosse suo, mi fa sentire come se in qualche modo l' avessi tradito.

 

 

 

Delle voci mi riportano alla realtà. Mia sorella sta parlando con qualcuno, anche se non riesco a capire chi sia, l' unica cosa che ho sentito è stato un solo ' mi dispiace '. Appena mia sorella entra con le lacrime gli occhi, capisco il significato di quel ' mi dispiace '.

L'ultima cosa bella che avevo insieme a Jeff, Nathan me l' ha portata via. Lo odio con tutto me stesso.

 

<< Mi dispiace così tanto Jeff >>

 

 

<< Vattene via, voglio stare da solo >>

 

 

<< Jeff io non ti lascio >>

 

 

<< FUORI. DI. QUI. ADESSO >>

 

 

Chiudo gli occhi e mi giro dall' altra parte, poco dopo sento la porta chiudersi e qualcuno che piange. Mi dispiace di averla trattata così male. Ma non voglio stare insieme a nessuno.

 

Recupero il cellulare e mando un messaggio Jeff

 

 

To: Theodore Grey

 

From: Jeoffrey Cross

 

Oggetto: vite

 

 

Ciao Jeff,

scusa se ti disturbo, lo so che ti ho lasciato, ma mi sembrava giusto avvisarti quello che è successo.

Stanotte mi sono sentito male, e ho perso il bambino. Mi dispiace per tutto quello che è successo. Non volevo che succedesse tutto questo.

 

E anche se ti ho lasciato, sei libero di fare la tua vita, io continuerò ad amarti sempre.

Ti amo.

Theo

 

 

 

 

 

Poso il cellulare e mi copro con le coperte fin sopra i capelli.

In questo momento vorrei affogare il dolore da qualche parte, Jeff non si meritava una cosa del genere.

 

 

 

 

 

 

 

Una mano che mi accarezza i capelli mi fa svegliare, rimango con gli occhi chiusi a bearmi di quel poco amore che sto ricevendo, se non ci fosse Serena, non saprei davvero cosa fare. Appena apro gli occhi vedo una camicia celeste, mi allontano velocemente da quel tocco, e mi metto a sedere.

Vedo Jeff in tutto il suo splendore che mi regala un sorriso triste.

 

<< Ciao >>

 

Rimango in silenzio a quelle parole, guardando fuori dalla finestra. Ma una mano che si posa all' altezza del mio cuore mi fa sgranare gli occhi.

 

<< Va tutto bene piccolo >>

 

 

<< Non va nulla bene Jeff >>

 

 

<< Lo so, ma non volevo che ti agitassi. Scusa >>

 

 

Lo guardo confuso. Di cosa si sta scusando esattamente? Sono io che mi devo scusare con lui per averlo tradito. Sono io che devo chiedergli per aver perso nostro figlio. Sono io che devo scusarmi di tutto con lui.

 

<< Di cosa ti stai scusando esattamente? >>

 

 

<< Di tutto quello che stai passando >>

 

 

<< Veramente quello che si deve scusare per tutto quello che è successo sono io. Sono una persona irresponsabile. Capirei se non volessi più vedermi >>

 

 

<< In realtà voglio fare tutto l' opposto. Voglio rimanerti accanto >>

 

 

<< Il problema e che non sono pronto io, per stare accanto a te, non dopo quello che è successo >>

 

 

<< L' affronteremo insieme Theo. Ok? >>

 

 

<< No. Non devi fare nulla. Vorrei solo potermi svegliare e pensare che non sia successo nulla >>

 

 

<< Ma non possiamo. Ormai quello che è successo è successo, possiamo solo affronttarlo insieme >>

 

 

<< Scusa ma non ci riesco >>

 

Mi rimetto sdraiato, dando le spalle a Jeff, ma poco dopo sento un corpo caldo che mi stringe forte; lo lascio fare, anche perchè se lo mandassi via, si arrabbierebbe ancora di più con un unico risultato, quello di sentirmi urlare addosso, e in questo momento, non ne ho voglia.

 

 

Prima di addormentarmi sento un Ti amo sussurato vicino all' orecchio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN MESE DOPO

 

 

E' passato un mese da quello che è successo con Nathan, e da un mese vivo a casa di mia sorella, ed è stata lei a dirmi che Nathan è stato licenziato in tronco dalla mia e dalla compagnia dei Cross.

Jeff non ha fatto altro che contattarmi in questo mese, anche se io non ho risposto a nessuna delle sue chiamate e a nessun suo messaggio. Ogni volta che leggo un suo messaggio con scritto ' torna a casa, ti amo ' mi si spezza il cuore. Io lo amo, lui non ha mai smesso, si è anche dimostrato parecchio compresivo dopo che ho avuto quell' aborto spontaneo, ma io non mi sento ancora in grado di avere qualcuno accanto in maniera costante, perchè lo so, lui diventerebbe la mia ombra finchè non avrò passato questo brutto periodo.

E io non voglio che soffra, più di quanto non stia soffrendo io.

La vibrazione del cellulare, fa desterare dai miei pensieri, appena vedo chi è, il mio cuore inizia a battere velocemente.

 

 

J: Ciao piccolo come stai?

 

T: Ciao jeff, non bene. Tu?

 

 

J: A meraviglia

 

 

T: Non è vero. E questo lo sappiamo entrambi. Come stai veramente?

 

 

J: Nello esatto modo in cui tu. Mi manchi. E inizio ad odiare questa casa

 

 

T: Ma è casa tua

 

 

J: No, non lo è. Questa è casa nostra. Lo era almeno fino ad un mese fa.

 

 

T: Oh. Scusa.

 

 

J: Quando torni a casa?

 

 

T: Non ricominciare, ti prego

 

 

J: A fare cosa?

 

 

T: Lo sai bene di cosa parlo

 

 

J: Torna a casa e io smetto

 

 

T: Davvero non vuoi capire

 

 

J: Cazzo Theo, io sto impazzendo senza di te

 

 

T: Mi dispiace

 

 

Non ricevo alcun messaggio, ma dopo pochi secondi il telefono inizia a squillare, appena vedo il numero di Jeff, butto giù la chiamata; Jeff riprova un paio di volte e ogni volta rifiuto la sua chiamata. Ma il bip del cellulare, mi fa controllare di nuovo lo smartphone.

 

 

J: Rispondi a quelle cazzo di chiamate. Mi sto iniziando ad arrabbiare.

 

 

T: NO. Sei esattamente uno stronzo come lui.

 

 

J: Forse, con un' unica differenza. IO NON TI HO VIOLENTATO.

 

 

Rabbia, e questa l' unica cosa che provo in questo momento. Mi verrebbe voglia di andare da lui e di prender a schiaffi quel bel faccino che si ritrova.

 

 

NDA:

 

 

Allora che ve ne sembra del capitolo? Scusate se non ho aggiornato prima, spero che il capitolo vi sia piaciuto.

 

Al prossimo capitolo.

 

 

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Capitolo 11
*** capitolo nono ***


Non so con quale coraggio, ma salgo sulla limousine e vado alle Cross Industries; entro nell’ ufficio di Jeff, mi guarda stupito, ma, il suo stupore dura una manciata di secondi perché poi si alza e viene verso di me. Gli mollo un ceffone in pieno viso, ma il mio schiaffo non gli fa avere nessun tipo di reazione come speravo, << Scusa >> sussurra prima di abbracciarmi. Appoggio la faccia nella sua spalla, << Scusa per l’ ultimo messaggio. Mi dispiace per quello che ti ho scritto, ma almeno ad una cosa è servito. Ti ha portato da me >>, a quelle parole stringo la sua camicia, rimango in silenzio senza dire nulla, facendomi guidare dal cuore, perché so bene che se mi facessi guidare dalla mia parte razionale, a quest’ ora sarei fuori di qua dopo lo schiaffo che gli ho tirato. E passato un mese da quando le sue braccia mi hanno stretto, e a me sono mancate così tanto. Mi è mancato qualsiasi cosa di lui. Non ho idea di come abbia fatto in tutto questo tempo. Si sposta indietro, ma io stringo ancora di più la sua camicia, << Non vado da nessuna parte. Rimango qui con te >> sussurra fra i miei capelli; e senza rendermene conto mi ritrovo seduto sopra le sue gambe. Fisso un attimo la sua scrivania e penso a una delle tante volte che è stata usata in modo inappropriata, riporto la faccia vicino al suo collo e lui si rimette a lavorare, scrivendo con una mano al pc e con l’ altra mi lascia delle carezze lungo la schiena e io mi rilasso così tanto, fin quando non mi addormento.


















Il rumore di un foglio spostato mi fa riemergere dal sonno, rimango con gli occhi chiusi e continuo a godermi le carezze del mio ragazzo, << Jeff cosa sa Theo di Nathan? >> gli domanda suo padre con una voce apparentemente calma, << Nulla. E se permetti vorrei che non fosse a conoscenza di nulla, quindi siete pregati di non dirgli nulla >> risponde freddo; queste risposte fredde le ho sempre odiate, perché sembrano che lui non abbia un cuore, quando un cuore invece c’è l’ha, eppure grande, visto le continue donazioni che fa a delle associazioni di beneficenza; << Cazzo Jeff, non rispondermi così. Qui si tratta di una cosa seria, avresti anche potuto ucciderlo. Nathan non ha ancora ripreso conoscenza e la polizia ci sta con il fiato sul collo, quindi sei pregato almeno ora di comportarti da persona adulta >>, le sue carezze si bloccano solo per un secondo, per poi continuare, << Ti assicuro che ho fatto la persona adulta, quando tu e Christian mi avete tolto dalle mani quel figlio di puttana. Lo volevo morto e ti assicuro che la mia voglia di volerlo morto non è diminuita nemmeno adesso. Quindi non venirmi a di fare la persona responsabile, quando tu per la mamma hai fatto una cosa del genere >>, sposto involontariamente una mano verso il suo collo e lascio una carezza, e quando entrambi capiscono che sono sveglio si salutano e io sento una porta chiudersi.
Sento un bacio all’ attaccatura dei capelli e Jeff sposta lentamente il mio viso in modo da poterlo guardare, << Che cosa hai sentito? >> domanda serio ma con un tono dolce, << Tutto. Davvero hai quasi ucciso Nathan? >> domando tremando lievemente, annuisce alle mie parole e mi perdo a guardarlo negli occhi. Quegli occhi che hanno il potere di farmi restare inchiodato ai suoi senza nessun motivo. << Vieni ti riporto a casa >> annuisco triste alle sue parole, mi alzo e mi stiracchio, ma quando mi giro verso Jeff lo trova ancora seduto che mi osserva come se fossi una pedra, << Da quanto non mangi? >> ci penso e non riesco nemmeno a ricordare quando è stata l’ ultima volta che ho messo qualcosa di decente sotto i denti, alzo le spalle e gli rispondo solamente << Da un po’ >> annuisce e si alza, recupera le sue cose e usciamo da quell’ immenso edificio.


Lascia la giornata libera all’ autista che mi aveva accompagnato da lui, e prendiamo la sua Audi R8, si immette nel traffico e io rimango in silenzio per quasi tutto il viaggio, fino a quando non si ferma di fronte ad un ristorante. << Abbiamo comprato anche questo? >> domando ricordando la nostra ultima litigata, mi guarda ma non dice nulla, esce dalla macchina e lo seguo anche io. Appena varchiamo la soglia, un signore anziano ci accoglie e io d’ istinto mi stringo a Jeff, ci rivolge un sorriso affettuoso e ci fa segno di seguirlo. Ci fa accomodare in un posto poco lontano dalle finestre e Jeff gli chiede di portarci qualsiasi cosa che la casa propone. Mi guarda e rimane in silenzio, fino a quando non ci portano diversi piatti, << Mangia, e non un acetto un nome come risposta o sarò costretto ad imboccarti, e sai che ho il coraggio di farlo – inizio a mangiare lentamente, iniziando a gustare di nuovo i sapori del cibo, e scopro con mia grande sorpresa che la fame è di nuovo tornata, almeno per il momento – Theo ho bisogno della tua attenzione solo per qualche secondo. Ho venduto la casa, al momento sono in trattativa per un'altra casa, volevo solo che lo sapessi >> rimango con la forchetta a mezz’ aria e lo guardo pietrificato. Non è giusto, lui sta cambiando così tanto della sua vita per me e io non posso chiedergli questo, << Jeff non avresti dovuto. Quella è casa tua >>, irrigidisce la mascella e per un secondo chiude gli occhi, << No piccolo, quella non è più casa mia dal momento che tu non ci stai più, e l’ avrei venduta comunque dopo quello che ti è successo con Nathan, non sarei riuscito a sopportare a stare in quella casa >>, annuisco e so che anche per lui è stato difficile. Forse più di me. Almeno io ho potuto contare sull’ aiuto di mia sorella, ma sono sicuro che lui si è chiuso in se stesso, lasciando tutti fuori, compresa la sua famiglia.




Dopo due ore esatte lasciamo il locale, e risaliamo in macchina, ma noto che Jeff non sta facendo la strada per tornare a casa di mia sorella, anzi sta andando nella direzione opposta, lo guardo ma vedo che lui è assorto nei suoi pensieri, e ogni volta che lo fa, lo capisco da come aggrotta la fronte e da come passa in continuazione il pollice sulle labbra. Rimango a fissarlo, fino a quando non mi rendo conto che siamo dentro un garage sotterraneo. << Jeff dove siamo? >> chiedo con un sussurro, si gira a guardarmi e mi sorride timidamente, << Ti porto a casa stai tranquillo. Voglio solo farti vedere una cosa, e se non ti piace, puoi dirmelo tranquillamente. Ok? >>, esco dalla macchina e aspetto lui per sapere dove andare. Ci fermiamo di fronte ad un’ ascensore e digita un codice d’ accesso e appena noto il codice sorrido. Ha messo la data del mio compleanno, entriamo e mi prende la mano, mi guarda con un sorriso dolce e dopo qualche minuto sento l’ ascensore che è arrivato. Appena guardo la parete di fronte a me, faccio spostare i miei occhi dalla parete a lui e mi accompagna fuori, per entrare in quella casa, che scopro essere nostra.








NDA:
Vado a scavarmi la fossa da sola, insomma è più di un anno che non aggiorno. Sono imperdonabile lo so, ma ho dato spazio a una ff a cui tenevo particolarmente e questa è rimasta in sospeso per vari motivi, in primis e che avevo perso l’ ispirazione, ma ho visto che tanti di voi l’ hanno letta nonostante fosse rimasta in standby così a lungo, e per questo volevo ringraziarvi infinitamente. Spero di riuscire ad aggiornare presto e scusate se il capitolo è corto, ma sono tornata un’ ora fa da lavoro e mi sono messa a scrivere.
Cosa ne pensate di questa riappacificazione? Secondo voi torneranno di nuovo insieme? Nathan che cosa farà? Aspetto con ansia i vostri commenti e io corro sul serio a nascondermi da qualche parte.


Hi guys.




Buon fine settimana.

 

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Capitolo 12
*** capitolo dieci ***


Non so con quale coraggio, ma salgo sulla limousine e vado alle Cross Industries; entro nell’ ufficio di Jeff, mi guarda stupito, ma, il suo stupore dura una manciata di secondi perché poi si alza e viene verso di me. Gli mollo un ceffone in pieno viso, ma il mio schiaffo non gli fa avere nessun tipo di reazione come speravo, << Scusa >> sussurra prima di abbracciarmi. Appoggio la faccia nella sua spalla, << Scusa per l’ ultimo messaggio. Mi dispiace per quello che ti ho scritto, ma almeno ad una cosa è servito. Ti ha portato da me >>, a quelle parole stringo la sua camicia, rimango in silenzio senza dire nulla, facendomi guidare dal cuore, perché so bene che se mi facessi guidare dalla mia parte razionale, a quest’ ora sarei fuori di qua dopo lo schiaffo che gli ho tirato. E passato un mese da quando le sue braccia mi hanno stretto, e a me sono mancate così tanto. Mi è mancato qualsiasi cosa di lui. Non ho idea di come abbia fatto in tutto questo tempo. Si sposta indietro, ma io stringo ancora di più la sua camicia, << Non vado da nessuna parte. Rimango qui con te >> sussurra fra i miei capelli; e senza rendermene conto mi ritrovo seduto sopra le sue gambe. Fisso un attimo la sua scrivania e penso a una delle tante volte che è stata usata in modo inappropriata, riporto la faccia vicino al suo collo e lui si rimette a lavorare, scrivendo con una mano al pc e con l’ altra mi lascia delle carezze lungo la schiena e io mi rilasso così tanto, fin quando non mi addormento.


















Il rumore di un foglio spostato mi fa riemergere dal sonno, rimango con gli occhi chiusi e continuo a godermi le carezze del mio ragazzo, << Jeff cosa sa Theo di Nathan? >> gli domanda suo padre con una voce apparentemente calma, << Nulla. E se permetti vorrei che non fosse a conoscenza di nulla, quindi siete pregati di non dirgli nulla >> risponde freddo; queste risposte fredde le ho sempre odiate, perché sembrano che lui non abbia un cuore, quando un cuore invece c’è l’ha, eppure grande, visto le continue donazioni che fa a delle associazioni di beneficenza; << Cazzo Jeff, non rispondermi così. Qui si tratta di una cosa seria, avresti anche potuto ucciderlo. Nathan non ha ancora ripreso conoscenza e la polizia ci sta con il fiato sul collo, quindi sei pregato almeno ora di comportarti da persona adulta >>, le sue carezze si bloccano solo per un secondo, per poi continuare, << Ti assicuro che ho fatto la persona adulta, quando tu e Christian mi avete tolto dalle mani quel figlio di puttana. Lo volevo morto e ti assicuro che la mia voglia di volerlo morto non è diminuita nemmeno adesso. Quindi non venirmi a di fare la persona responsabile, quando tu per la mamma hai fatto una cosa del genere >>, sposto involontariamente una mano verso il suo collo e lascio una carezza, e quando entrambi capiscono che sono sveglio si salutano e io sento una porta chiudersi.
Sento un bacio all’ attaccatura dei capelli e Jeff sposta lentamente il mio viso in modo da poterlo guardare, << Che cosa hai sentito? >> domanda serio ma con un tono dolce, << Tutto. Davvero hai quasi ucciso Nathan? >> domando tremando lievemente, annuisce alle mie parole e mi perdo a guardarlo negli occhi. Quegli occhi che hanno il potere di farmi restare inchiodato ai suoi senza nessun motivo. << Vieni ti riporto a casa >> annuisco triste alle sue parole, mi alzo e mi stiracchio, ma quando mi giro verso Jeff lo trova ancora seduto che mi osserva come se fossi una pedra, << Da quanto non mangi? >> ci penso e non riesco nemmeno a ricordare quando è stata l’ ultima volta che ho messo qualcosa di decente sotto i denti, alzo le spalle e gli rispondo solamente << Da un po’ >> annuisce e si alza, recupera le sue cose e usciamo da quell’ immenso edificio.


Lascia la giornata libera all’ autista che mi aveva accompagnato da lui, e prendiamo la sua Audi R8, si immette nel traffico e io rimango in silenzio per quasi tutto il viaggio, fino a quando non si ferma di fronte ad un ristorante. << Abbiamo comprato anche questo? >> domando ricordando la nostra ultima litigata, mi guarda ma non dice nulla, esce dalla macchina e lo seguo anche io. Appena varchiamo la soglia, un signore anziano ci accoglie e io d’ istinto mi stringo a Jeff, ci rivolge un sorriso affettuoso e ci fa segno di seguirlo. Ci fa accomodare in un posto poco lontano dalle finestre e Jeff gli chiede di portarci qualsiasi cosa che la casa propone. Mi guarda e rimane in silenzio, fino a quando non ci portano diversi piatti, << Mangia, e non un acetto un nome come risposta o sarò costretto ad imboccarti, e sai che ho il coraggio di farlo – inizio a mangiare lentamente, iniziando a gustare di nuovo i sapori del cibo, e scopro con mia grande sorpresa che la fame è di nuovo tornata, almeno per il momento – Theo ho bisogno della tua attenzione solo per qualche secondo. Ho venduto la casa, al momento sono in trattativa per un'altra casa, volevo solo che lo sapessi >> rimango con la forchetta a mezz’ aria e lo guardo pietrificato. Non è giusto, lui sta cambiando così tanto della sua vita per me e io non posso chiedergli questo, << Jeff non avresti dovuto. Quella è casa tua >>, irrigidisce la mascella e per un secondo chiude gli occhi, << No piccolo, quella non è più casa mia dal momento che tu non ci stai più, e l’ avrei venduta comunque dopo quello che ti è successo con Nathan, non sarei riuscito a sopportare a stare in quella casa >>, annuisco e so che anche per lui è stato difficile. Forse più di me. Almeno io ho potuto contare sull’ aiuto di mia sorella, ma sono sicuro che lui si è chiuso in se stesso, lasciando tutti fuori, compresa la sua famiglia.




Dopo due ore esatte lasciamo il locale, e risaliamo in macchina, ma noto che Jeff non sta facendo la strada per tornare a casa di mia sorella, anzi sta andando nella direzione opposta, lo guardo ma vedo che lui è assorto nei suoi pensieri, e ogni volta che lo fa, lo capisco da come aggrotta la fronte e da come passa in continuazione il pollice sulle labbra. Rimango a fissarlo, fino a quando non mi rendo conto che siamo dentro un garage sotterraneo. << Jeff dove siamo? >> chiedo con un sussurro, si gira a guardarmi e mi sorride timidamente, << Ti porto a casa stai tranquillo. Voglio solo farti vedere una cosa, e se non ti piace, puoi dirmelo tranquillamente. Ok? >>, esco dalla macchina e aspetto lui per sapere dove andare. Ci fermiamo di fronte ad un’ ascensore e digita un codice d’ accesso e appena noto il codice sorrido. Ha messo la data del mio compleanno, entriamo e mi prende la mano, mi guarda con un sorriso dolce e dopo qualche minuto sento l’ ascensore che è arrivato. Appena guardo la parete di fronte a me, faccio spostare i miei occhi dalla parete a lui e mi accompagna fuori, per entrare in quella casa, che scopro essere nostra.








NDA:
Vado a scavarmi la fossa da sola, insomma è più di un anno che non aggiorno. Sono imperdonabile lo so, ma ho dato spazio a una ff a cui tenevo particolarmente e questa è rimasta in sospeso per vari motivi, in primis e che avevo perso l’ ispirazione, ma ho visto che tanti di voi l’ hanno letta nonostante fosse rimasta in standby così a lungo, e per questo volevo ringraziarvi infinitamente. Spero di riuscire ad aggiornare presto e scusate se il capitolo è corto, ma sono tornata un’ ora fa da lavoro e mi sono messa a scrivere.
Cosa ne pensate di questa riappacificazione? Secondo voi torneranno di nuovo insieme? Nathan che cosa farà? Aspetto con ansia i vostri commenti e io corro sul serio a nascondermi da qualche parte.


Hi guys.




Buon fine settimana.

 

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Capitolo 13
*** capitolo undici ***




Spero che il capitolo vi piaccia, e posso aver preso tipo una qualche idea dal libro di cinquanta sfumature, ma volevo una cosa abbastanza soft per la prima volta, credo che nei prossimi capitoli ci sarà qualche dettaglio in più,vedremo.
Intanto vi auguro buona lettura e buona settimana 


















Tieni per te le tue paure, ma condividi con gli altri il tuo coraggio “






Mi metto a sedere sul letto, e osservo l’ ampia finestra che mi permette di vedere la città dall’ alto. Questa casa è stata comprata, l’ho capito dalle quantità di foto che ci sono di me e Jeff, non è male, anche se questa casa è enorme e io non so che farmene di tutto questo spazio. Ma, l’ unica stanza che ho amato in assoluto è stata quella sicuramente dove ci ha vissuto un bambino, perché ha un’ enorme sole disegnato al muro e due manine stampate sul muro con scritto il nome del piccolo. Sono sicuro che l’ unica cosa che abbia spinto Jeff a comprare questa casa, sia stata quella stanza. Ma non credo che per il momento avere figli sia una soluzione al nostro problema, anche se sarebbe meglio dire al mio, ma Jeff si ostina a dirmi che questa cosa che mi è successa dobbiamo affrontarla insieme; il problema è che nonostante sia passato un mese, io non riesco a parlare di quello che mi è successo, forse l’ unica cosa che mi può aiutare al momento è la cosa che Jeff non farebbe mai.






<< Ti piace? >> mi sento domandare alle mie spalle, annuisco continuando a guardare distrattamente fuori dalla finestra; Jeff si mette di fronte a me, e si abbassa a darmi un bacio fra i capelli, e io d’ istinto chiudo gli occhi beandomi di quel tocco così pieno d’ amore; ma per mia sfortuna quel tocco dura poco, perché si rialza e appena recupera la sedia che era di fronte ad una scrivania, si mette davanti a me, e mi guarda serio. << Theo ascoltami, ho bisogno di te. Se al momento non te la senti di dormire accanto a me, posso dormire nella stanza degli ospiti, ma ho bisogno di sapere che tu sei al sicuro >> gli lancio uno sguardo ed emetto un sospiro carico di tensione, sapendo che quello che gli dirò non gli piacerà per nulla. << Possiamo fare un compromesso? Ho bisogno di riprendere in mano la mia vita. E ho bisogno che tu mi dia una mano, letteralmente. E l’ unico modo per farlo, e quello di stare nella tua stanza dei giochi >> mi guarda serio e si alza infastidito dalle mie parole, si allontana da me e poggia le mani sulla scrivania, << Non credo sia una buona idea. L’ ultima che ci siamo stati abbiamo litigato >> lo guardo inorridito e mi alzo dal letto per raggiungerlo, << Me le ricordo ancora le tue parole. Ti prometto che ti fermerò in tempo, se c’è qualcosa che non va. Jeff ti prego sei l’ unica persona che puoi aiutarmi, te lo chiedo per favore >>, << Io non credo di esserne in grado. Non sono un dominatore, e tu di certo non sei un sottomesso. Tu ed io abbiamo una relazione, quella stanza esiste solo per fare se così lo posso definire, del sesso pieno di sfumature, e sono felice del fatto che tu mi abbia accontentato in questa cosa, ma io non voglio iniziare la nostra storia da questo proposito. Io non sono mai stato quel tipo di persona, non riuscirei a darti dei comandi, sapendo che tu non eseguirai nemmeno uno. E poi, diciamolo onestamente tu non..>>, << Non sono cosa? Perché pensi di non riuscirci? Perché l’ ultima volta ti ho fermato quando ormai era troppo tardi? Ti assicuro che non succederà un’ altra volta. Almeno provaci, non mi sembra di chiederti tanto >> mi abbraccia e io nascondo la faccia nell’ incavo del suo collo. Chiudo gli occhi e rimaniamo così per un tempo che a me sembra infinito. << Okay ci proverò. Ma lo faccio solo perché sei tu >> annuisco alle sue parole e fra di noi, ritorna di nuovo il silenzio.




Entro nella sua stanza dei giochi e la guarda in silenzio, ogni cosa ha una chiusura elettronica. Ma la cosa che mi stupisce di più e il letto in mezzo alla stanza; nella vecchia casa il letto era accostato al muro, a Jeff gli piaceva dirmi che il letto in quell’ angolo non mi avrebbe permesso di andare da nessuna parte se lui era li a proteggermi, mi chiedo solo perché adesso non sia così. << Se te lo stai domandando, il letto è così perché penso che se hai bisogno, puoi uscire dalla stanza tranquillamente. Te lo ripeto, qualsiasi cosa, non dovesse andare, fermami. >> annuisco e mi tolgo le scarpe, lasciando dietro di me una scia di vestiti, fin quando non raggiungo il letto e mi siedo aspettando che Jeff dica qualcosa, ma come risposta ottengo degli occhi che mi guardano con rispetto e amore e adorazione. Allungo la mano, e Jeff si muove verso di me, si china a lasciarmi un lieve bacio fra le labbra e si allontana quel poco che gli permette di guardarmi, << Piccolo dimmi cosa non vuoi usare >>, penso alle sue parole e gli dico << Non voglio essere legato e non voglio nemmeno che tu stia dietro di me. Nathan quel giorno…lui ecco…>>, << Shh non c’è bisogno che tu mi dia delle spiegazioni, ho già capito da solo, e comunque non pensavo di farlo >>, mi sporgo verso di lui e gli lascio un bacio vicino alle labbra << Grazie >> sussurro.






Sono apoggiato alla testiera del letto con le gambe aperte e Jeff si trova nel mezzo mi guarda serio e prende una mano fra le sue, ci deposita sopra un po’ di olio profumato e prende anche l’ altra mano, rifacendo la stessa cosa, << Okay piccolo, strofinale e iniziale a passare lungo il tuo corpo >>, faccio come mi dice; ma se questa cosa mi sembrava facile, adesso non credo che lo sia, visto che mi sono fermato diverse volte e per tutte le volte che l’ho fatto Jeff mi ha detto in modo rassicurante di continuare. << Lo so che puoi farcela ad arrivare più in basso >> lo guardo con degli occhi imploranti e non riesco a portare la mano verso il mio membro, sembra che non si voglia staccare da quella porzione di pelle, dove prima c’era nostro figlio.
<< Mettiti più avanti piccolo. So che quello che sto per fare, è una cosa che non volevo che facessi, ma credo che questa volta dobbiamo forzare un po’ la mano >>, si alza dal letto e si toglie gli indumenti che fino in quel momento portava. Appena è del tutto nudo, si mette dietro di me, e prende le mie mani fra le sue, io a quel tocco inizio a tremare, << Guardami piccolo. Ci siamo solo noi qui e nessuno può entrare in casa, almeno che non abbia il mio permesso >>, sposto lo sguardo su di lui, e gli lascio un bacio nel suo collo, rimango in quella posizione, fin quando non mi rendo conto che le mie mani adesso stanno stringendo il mio membro, mentre le mani di Jeff sono lì dove prima c’era nostro figlio. << Muovi quelle mani dolcezza >> eseguo quelle che mi dice, fino a quando non smetto dopo una decina di minuti << Jeff ho bisogno di te >> sussurro vicino al suo orecchio, sposta le mani sul mio membro, ma una delle due ci rimani solo per qualche secondo, perché successivamente si sposta verso la mia entrata, e dopo qualche secondo inserisce un dito, facendomi impazzire dalla voglia di fare di nuovo l’ amore insieme a lui.










Sono disteso sul letto, Jeff è dietro di me, non so più quante volte ha baciato la mia spalla, << Tutto bene? >> sussurra fra la mia pelle; mi appoggio ancora di più a lui, e affondo la faccia nel cuscino, stanco per i troppi orgasmi che ho ricevuto. Mi sento vuoto, ma allo stesso tempo felice, perché so che sono fra le braccia della persona che non mi farà mai del male.
Jeff si alza e avvolge il lenzuolo intorno al mio corpo e mi prende in braccio e cammina per la casa, appena entriamo nella sua stanza, mi appoggia sul letto, e mi sussurra << Dormi piccolo. Devo finire di sbrigare delle scartoffie per degli azionisti giapponesi. Mi trovi qui al tuo risveglio >> annuisco e mi metto sotto le coperte, vedo che si siede al pc e lo guardo lavorare fin quando non raggiungo il mondo dei sogni.










NDA:
scrivere capitoli quando non si ha ispirazione, vi assicuro che non è per niente facile. Fatemi sapere cosa ne pensate, e spero che possiate darmi qualche suggerimento per il prossimo capitolo ( ve ne sarei enormemente grata! ). 

 

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Capitolo 14
*** capitolo dodici ***


Non uccidetemi per il ritardo nella pubblicazione.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
 
Buona lettura.
 
 
 
 
“ Ricorda che non hai bisogno di farti notare. Se sei speciale,
viene fuori anche nel silenzio “
 
 
 
 
 
 
 
THEO
 
Quando mi sveglio sento il rumore frenetico di alcuni tasti del pc che sbattono, mi ci vuole qualche minuto prima di focalizzare che Jeff ha lavorato tutta la notte.
<< Non sei andato a letto? >> domando stiracchiandomi fra le coperte, non ottengo nessuna risposta, lo guardo meglio e noto che è troppo concentrato in quello che sta facendo; mi alzo e lo raggiungo, ma nel momento in cui mi avvicino, alza gli occhi su di me, e mi fa un sorriso accenato. Si sposta indietro con la sedia e mi siedo sulle sue gambe, lancio una veloce occhiata all’ orologio e scopro che sono le undici passate; in pratica ho dormito per quasi dodici ore filate. Jeff si risposta in avanti con la sedia e continua a lavorare al pc, mentre io me ne rimango li, stretto nel calore del suo abbraccio, a bearmi del suo profumo, che amo così tanto.
 
 
 
 
 
 
Sono a casa dei miei, mia mamma mi ha appena comprato un completo nuovo, per un’ occasione, ha mormorato che stasera ci sarebbe stato un’ evento di beneficenza, nella casa dei miei nonni. Onestamente non ho molta voglio andare, sarei voluto rimanere con Jeff, ma lui a quanto pare aveva del lavoro da sbrigare in ufficio, e così mi sta lasciando nelle mani dei miei genitori, so già che alla fine, sarò più stanco di quando mi sono alzato stamattina. Per mia immensa sfortuna non ci sarà neanche Serena a farmi compagnia. Quasi quasi, potrei starmene nella scogliera, ed aspettare che questa serata finisca il prima possibile.
 
Decido di farmi la doccia, raccolgo tutto che mi serve, e mi volto…
Sbatto la faccia contro qualcuno. Tutto quello che avevo in mano cade ai miei piedi, e i polmoni si riempiono d’ aria pronti a esplodere in un grido pieno di paura.
 
 
 
 
JEFF
 
 
Riesco appena in tempo a mettergli una mano sulla bocca, prima che parta con quello che sapevo sarebbe stato un urlo che si sarebbe sentito fino a casa dei miei. I suoi occhi sono spalancati e terrorizzati mentre l’ afferro e lo porto in bagno; chiudo la porta con un calcio e lo metto di nuovo con i piedi per terra, assicurandomi che la mia faccia entri nel suo campo visivo prima di togliergli la mano dalla bocca. Appena si rende conto che sono io, si scioglie fra le mie braccia, gli occhi offuscati tornano a brillare. Dio mi è mancato non vederlo e sentirlo. Queste ultime ore  a lavoro sono state un vero inferno.
<< Ciao Angelo >> gli dico tranquillo, mi guarda come se non capisse il nomignolo che gli ho appena affibiato.
Il suo corpo flessuoso avvolto in quel piccolo asciugamano è una delle cose più appaganti che io abbia mai visto. Sono quasi tentato di farlo piegare su quel lavandino, e scoparlo fino a quando non avrò scaricato la tensione, ma non credo che la mia idea gli andrebbe a genio, visto che non vuole essere penetrato da dietro, non dopo quello che è successo con Nathan.
 
Poggio le mani sul suo sedere, gli lascio un bacio sulla fronte, e dopo poco gli sfilo l’ asciugamano, lasciandolo completamente nudo. Sposto le mani sotto il suo sedere e lo appoggio al muro, mi mette le braccia intorno al collo e mi guarda con gli occhi pieni di lussuria, << Tieniti forte Angelo >>. Dio, ho bisogno di essere dentro di lui mi sbottono e abbasso un poco i pantaloni del completo, lasciando libero il cazzo.
Divarico le gambe, per mettermi all’ altezza giusta, e non ho bisogno di guidare il mio membro verso la sua apertura; sa dove vuole stare. Indugio contro la sua apertura, stuzzicandola un poco, voglio che mi supplichi.
<< Jeff ti prego – lo  dice a bassa voce, disperatamente – Ti prego >>. Sorrido ed entro dentro di lui, mi immobilizzo quando stringe tutti i muscoli attorno a me, portandomi ancora più a fondo. << Theo ho bisogno di prenderti con forza >> si abbassa contro la mia erezione, facendomi spostare lo sguardo verso il basso << Non importa Jeff >>.
 
Affondo le dita nella sua carne, prima di riportare lo sguardo rapito verso il mio cazzo, lucido per la sua eccitazione, che scivola fuori dal suo buco così stretto. << Non puoi capire quanto è bello guardati Angelo >>; il bisogno che ho di scoparlo forte è incontenibile. Non posso trattenermi, tiro la sua schiena contro di me, forte e veloce; ho bisogno di possederlo, ho bisogno di arrendermi alla volontà del mio corpo e di dimostrarle il bisogno che ho di lui, mostrargli nel modo migliore che sono qui e che non vado da nessuna parte.
 
Farfuglio qualcosa senza capire nemmeno io quello che sto dicendo; inizio a tremare, le ginocchia deboli. Non riesco a trattenermi oltre. << Angelo >> dico fra i suoi capelli, con un piacere che mi stordisce, cercando di fargli capire che sono oltre il limite.
<< Vieni! >> sussurra al mio orecchio,  impreco, in questo piacere accecante, non riesco nemmeno ad avere la decenza di assicurarmi che lui sia vicino all’ orgasmo.
Affonda le unghia sulle mie spalle, e capisco che sta venendo anche lui, mi sforzo di dargli ancora qualche colpo, stringendo i denti, la sensazione è fin troppo intensa da sopportare.
 
 
L’ orgasmo ci travolge entrambi.
 
 
Trovo un po’ di energia non sa da dove per tirarlo su,mentre l’ orgasmo mi travolge fino al suo apice. Il mio cuore batte di nuovo da quando scappato dal mio ufficio.
Farfuglia qualcosa, ma io non riesco a capirlo, << Cosa, Angelo? >>, ansima prima di dirmi che sua mamma è alla porta. Cazzo. Esco velocemente da lui, e mi sistemo i pantaloni, prima che Anastasia entri nel bagno.
 
La porta si spalanca e mi trovo di fronte sua mamma. Si blocca appena registra la scena; << Ciao Anastasia >> tossisco in imbarazzo, lancia un’ occhiata verso suo figlio, << Ciao Jeff >> assottiglia lo sguardo e sono contento che la voglia incontenibile di essere dentro Theo non mi abbia fatto prendere in considerazione di togliere i vestiti.
<< Ciao mamma >> sbotta senza preavviso Theo, fadendomi trasalire.
Mi sento un criminale. Scopare suo figlio, forse sarebbe meglio dire, averci fatto l’amore, con il mio ragazzo nel bagno dei suoi? E farci beccare? Sono mortificato, cazzo. Vorrei avere una pala, per potermi sotterare.
 
<< Muoviti Theo. I tuoi nonni ci aspettano >>, dice dopo averci lasciato nel bagno.
Mi giro verso Theo che mi guarda con un sorriso furbo, << Grazie tanto Angelo >> dico con malcelato divertimento.
 
Ci facciamo entrambi la doccia, e inizia quello che so per certo che sarà la mia morte, da qui ai prossimi cinque minuti.
 
 
 
 
 
 
 
Continua…….
 
 
 
 
 
 
NDA:
 
non uccidetemi, o non avrete il seguito. Spero che il capitolo, sia stato di vostro gradimento. Aspetto con immenso piacere i vostri commenti.
 
Al prossimo aggiornamento.
 
 
PS: il capitolo non è stato riletto, quindi se ci sono degli errori avvisatemi. Grazie

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Capitolo 15
*** Importante ***


Salve buongiorno a tutti voi, come potete ben vedere, il mio non è un capitolo....anzi non ci si avvicina neanche lontanamente. E mi dispiace per questo perché il lavoro...non mi permette di mettermi li, e scrivere come vorrei, anche il pc e connessione che a volte vanno e a volte no, non aiuta! Per niente oserei dire. Ecco quindi, un' alternativa al mio problema, qualcuno di voi se la sente di continuare la sstoria; ovviamente sarà letta prima da me e pubblicata in questo profilo e su quello di efp, dandovi il merito del capitolo. Qualcuno che se la sente di portarla avanti. Io al momento sono stra impegnata, non ho neanche il tempo di respirare....e mi dispiacerebbe farvi aspetttare un tempo che non so nemmeno quanto sia lungo. Un bacio. E grazie. Chi volesse farlo mi contatti privatamente. Buona giornata. Ps: risponderò stasera ai vostri commenti. 😘

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Capitolo 16
*** 13. ***


" L' amore combacia con il significato di tutte le cose: la felicità "


<< Angelo>>.
La voce di Jeff aveva sui miei sensi lo stesso violento impatto che aveva avuto la prima volta in cui l' avevo sentito. Colta e venata di sensualità, mi stordiva sia nell' oscurità della camera di mia sorella, sia al telefono, dove non potevo essere distratto da quel volto splendente.
<< Ciao >> risposi, sapevo che voleva una risposta per la casa che aveva comprato per me, ma io ancora non ero riuscito a dargli una risposta. Voleva che tornassi a casa, da lui, ma non c'è la facevo era facevo; quella ferita era ancora troppo aperta per richiudersi. Il lavoro mi aiutava a non pensare a quello che era successo con Nathan, ma ovunque io mi girassi in quell' imponente palazzpo, mi sembrava di vederlo, sapevo che ancora non si era ripreso dal coma, dopo quello che aveva fatto Jeff.
<< Stanotte ti ho sognato >> dissi ad un tratto tutto d'un fiato, senza neanche pensarci, non volevo alimentare la sua speranza di riavermi accanto nell' immediato; fece un sospiro pesante << Cosa hai sognato Angelo? >> mi chiese con voce dolce, e quella sua dolcezza fece crollare tutte le mie barriere, una lacrima scese lungo la guancia, l' asciugai il più in fretta possibile << Ho sognato noi. Noi su una spiaggia, e su quella ci sposavamo, senza nessuno, solo io e te e l'uomo che celebrava la cerimonia. Una cosa semplice, come piace a me >> dissi senza dar freno alla mia lingua, già me lo immaginavo che con un dito si sfiorava le labbra al solo pensiero di me e lui che ci sposavamo, è sempre stato contrario, e non penso che cambi idea solo perchè glielo detto.
<< Angelo – fece un profondo respiro – e se succedesse davvero tu ti sentiresti pronto? Sono sei mesi che abiti da tua sorella; che non ti vedo tutti i giorni, ti vedo solo scendere dalla macchina di tuo padre con tuo padre accanto, ho cercato di rispettare la tua scelta di starti lontano, ma vederti solo per pochi secondi non mi basta più. So che stai affrontando questo problema dello stupro con una psicologa, ma ho bisogno di più. Ho bisogno di averti accanto a me tutti i giorni. Mi mancano i nostri messaggi, le nostre cene, il solo pensiero di non poterti abbracciare dopo aver fatto l' amore, anche se non l' abbiamo fatto, mi sta facendo impazzire; ed io non so quanto resisterò ancora così >> mi dice con voce triste.


Vorrei poterlo avere qui davanti, per bearmi dei suoi abbracci, ma un telefono non ti puo' dare quel tipo di calore.
<< Mi piacerebbe vederti. Vorrei uno di quei tuoi abbracci, dove mi fai sentire al caldo, ma sopratutto protetto e amato >>, << Piacerebbe anche a me Angelo, ma non voglio farti star male, e poi ho una riunione con degli azionisti giapponesi e se la salto anche stavolta, mi ritrovo fuori dall' azienda di famiglia >> dice con un tono freddo le ultime parole, guardo lo schermo del pc, e noto con orrore che dovevo essere anche io ad una riunione con degli azionisti almeno una decina di minuti fa, << Jeff che vuoi dire? >> domando preoccupato, mi alzo dalla poltrona di pelle morbida e guardo fuori dalla finestra, e noto che una macchina si ferma, ma non gli presto molta attenzione visto che hanno bussato alla porta, e appena si apre vedo mio padre, che mi fa segno di andare alla riunione, gli faccio segno di aspettare cinque minuti e che poi sarei andato, mi scruta per un secondo e poi si richiude la porta dietro.
<< Significa che mio padre sta cercando di spronarmi a lavorare, visto che non vedo da sei mesi, e non vedrei neanche mio padre, se non fosse per il lavoro. Significa che Nathan non solo ha fatto del male a te, ma si è portato via tutto il mio mondo. Sei tu il mio mondo. >> mi risponde con fermezza, mi lascio cadere sul divanetto e guardo la porta come se da un momento all' altro possa essere lì che mi guarda con quel sorriso furbo, di chi la sa lunga.
<< Jeff devo lasciarti, ho una riunione, ho meglio ci dovevo essere già da un po', ma volevo sentirti e sapere come stai >>, grugnisce per un secondo << Si devo entrare anche io. Ti amo Angelo >> dice non aspettandosi una mia risposta; chiiudo la chiamata, e vado verso la sala riunioni e appena entro vedo che è vuota, sto per uscire quando sbatto contro un corpo caldo.
Sto per scusarmi e noto che è Jeff, mi guarda dispiaciuto, e dietro di lui vedo i nostri padri, entro nella sala, e Jeff sta per dirmi qualcosa, quando Gideon lo precede << Allora ragazzi la situazione sta così, noi ci siamo stufati di vedervi in questo stato. Jeff lo sai che tua mamma non fa che piangere tutte le sere perchè sono mesi che non ti vede? Io capisco il male che vi ha fatto Nathan, ma non puoi tagliare fuori le persone che ti vogliono bene. Non è giusto >>, Jeff lo guarda con sfida, sta per prenderlo per il colletto della camicia, quando riesco a fermarlo in tempo << Jeff no >> rimane fermo a quelle parole e mi guarda stringendo forte, il tavolo talmente forte che ho quasi paura che si rompi. Mio padre sta per parlare ma lo blocco sul nascere << Gentilmente uscite, vorrei stare da solo con Jeff >> mio padre mi guarda preoccupato e io gli regalo un timido sorriso.
Escono, e io rimango da solo con lui, faccio il giro del tavolo e prendo il telefono, e chiedo alla recepionist di staccare la telecamera dalla sala riunione, mi fa un po' di storie, dopo aver chiesto il permesso a mio padre, mi fa sapere che è spenta.
Jeff è rimasto nella stessa posizione di prima, lo guardo e gli domando << Ti puoi mettere a sedere? >> fa come gli ho chiesto e mi avvicino piano, mi scruta per capire coosa voglio fare, prima di mettermi a sedere sulle sue gambe gli dico << Voglio provare una cosa, ma tu non ti devi muovere ok? >> mi fa un cenno di si con la testa e mi metto a sedere sulle sue gambe, appoggia una mano sul mio fianco e mi guarda fra lo stordito e il confuso, appoggio la testa nell' incavo del suo collo, annusando il suo profumo. L' odore inconfondibile di sigaretta e di Jeff, appoggiai una mano all' altezza del suo cuore, e l' altra la misi dietro la nuca, volevo che sapesse che il suo mondo c'era ancora, anche se instabile, ma c'era.
Mi strinse forte e mi sussurò tante di quelle volte ti amo, che quasi avevo perso il conto; restammo così per non so quanto tempo, finchè lui non ruppe quella bolla << Davvero mi sposeresti su una spiaggia senza nessuno delle nostre famiglie? >> annui con la testa, << Angelo ce una cosa che vorrei fare. Vorrei essere dentro di te, ma so che per te è troppo presto >>, alzo la testa e lo guardo fcendo scivolare una mano sul suo volto, << Forse è troppo tardi. La terapista mi aveva detto che dovevo avere un contatto fisico con te almeno tre mesi fa. Ogni volta che mi chiede se abbiamo provato a farlo, gli dico sempre che non me la sento. C'è un motivo per cui ho fatto spegnere le telecamere, voglio provarci >> annuisce con la testa, << Mi fermerai se qualcosa non va? - annuisco alle sue parole – mi permetterai di venire con te dalla terapista la prossima settimana? >> annuisco un' altra volta.


E dopo tanto tempo risuccede quello, che è stato il nostro mondo, fatto di carezze e baci.




NDA:
Okay voglio scusarmi per non aver aggiornato non so da quanto tempo. Non ammazzatemi, ma non ho avuto più tempo, fra il lavoro, i problemi di salute, e altre cose che adesso non vi sto a sbobbinare.
Spero che il capitolo vi piaccia.

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Capitolo 17
*** 14 ***


Scusate per l' aggiornamento
in ritardo, spero che il cap
vi piaccia. Buona lettura.




" La vita e le sue imprevedibili e meravigliose svolte "




Sento ancora le sua mani accarezzarmi la schiena, le sue dita che fanno una lieve pressione ma con dolcezza tutto lunga la mia schiena, la sua lingua che accarezza la mia come se non ci fosse un domani.
Il suo sguardo pieno di amore, che finalmente mi fanno sentire a casa, dopo tanto tempo che non mi sentivo. Mi sembra la sera che è stata la nostra prima volta, e da li ho capito quanto l' amore di un'altra persona puo' farti sentire a casa e importante.






Una volta rivestiti, Jeff mi riporta alla realtà, guardandomi prima di rispondere al cellulare, non presto molta attenzione alla sua telefonata, ma una sulla schiena mi fa trasalire, e Jeff si mette di fronte a me, mi guarda come quando non vuole dirmi qualcosa, ma la mia mano involontariamente si appoggia sulla sua faccia per lasciargli una carezza, e lui bacia il mio polso all' altezza, li dove puo' sentire il mio battito; fa un respire profondo prima di iniziare a parlare << Theo, mi dispiace, non è il momento adatto per dirti quello che sto per dirti ma devo farlo, vedi mi ha appena chiamato..>> veniamo interroti dai nostri padri e Gideon guarda Jeff, << Jeff dobbiamo andare >>, dice a brucia pelo, guardo Jeff e so andrà con il padre, Jeff mi lascia un bacio vicino sulla fronte ed esce dalla stanza col telefono già all' orecchio.


Guardo mio padre, e gli chiedo cosa stia succedendo mi guarda con uno sguardo pieno di rabbia e fa segno di sedermi, appena si siede anche lui inizia a parlare << C'è una cosa che devi sapere, Jeff sei mesi fa ha quasi picchiato a morte Nathan e se non lo fermavamo io e Gideon l'ho avrebbe ammazzato >> sqaudro mio padre, non volendo sentire quella parte del discorso, ma voglio sapere quello che è appena successo << Nathan si è risvegliato, e la polizia lo sta interrogando, sono mesi che ci stanno sul fiato sul collo, per questa storia; abbiamo dato tutti la nostra versione dei fatti e di quello che ti è successo, e del perchè Jeff si è comportato così. Quando un' agente c'ha scherzato su, sul fatto che ti avessero violentato dicendo che gli omosessuali si meritavano una cosa del genere, beh Jeff non l'ha presa bene, considera che nessuno di noi gli aveva detto in che rapporti siete, l'ha picchiato ma siamo riusciti a fermarlo in tempo prima che facesse ancora più danni. Il problema è che adesso ha due denunce, la prima per Nathan e la seconda per aver aggredito un pubblico ufficiale. Gideon non riesce più a controllarlo, mi ha anche detto che fino a sei mesi, lui aveva in qualche modo diminuito questa sua rabbia violenta. Poi abbiamo capito, perchè non si comportava più così. Eri tu. Tu lo tenevi a freno, lo stare insieme a te, ha calmato quel suo lato violento. L'ha sapevamo già di te e Jeff che stavate insieme, prima ancora che vi beccassimo quella sera. Vi avevamo visto qualche settimana prima in una caffetteria, tu eri appoggiato con la schiena contro il vetro e Jeff ero lì accanto a te, che stava ridendo su qualcosa che gli avevi detto >> faccio segno a mio padre di fermarsi e lui lo fa, mi alzo dalla poltrona rivestita in pelle.




Mi fermo ad osservare il traffico da quel palazzo imponente, e vedo le macchine scorrere velocemente, dopo qualche secondo mi rigiro a guardare mio padre << Adesso che succede? >> domando con le mani in tasca, mio padre si alza e mi dice << C'è ne occupiamo noi. Se non hanno ancora Jeff e perchè abbiamo i migliori avvocati >>, faccio segno di si con la testa, e prima che mio padre esca, lo fermo, dicendogli qualcosa che non si aspetta << Prima Jeff mi ha detto una cosa, che mi ha riflettere, mi ha detto che sono il suo mondo; e che nathan non solo ha distrutto il mio mondo, ma anche il suo perchè io sono il suo mondo. Che vuol dire? >> mio padre mi viene ad abbracciarmi, e mi dice << Vuol dire che Jeff andrebbe anche in galera per te. Vuol dire che ti ama più della sua stessa vita. E matrimonio o no, per lui resterai e sarai sempre la cosa più importante di questo mondo. Tienitelo stretto un ragazzo così, perchè così in giro non c'è ne sono >> annuisco alle sue parole ed esce per andare da Gideon.




Mando un messaggio a Vania e chiedo di venirmi a prendere, mi risponde che sarà alle porte del palazzo in meno di cinque minuti. Recupero le mie cose in fretta, e prendo l' ascensore per andare alla macchina.
Una volta dentro la macchina, gli dico dove voglio essere portato, e prendo il telefono e mando due messaggi; uno a mio padre e uno a Jeff, dicendogli che sono a casa, dopo qualche secondo il telefono emette un bip e leggo che mio padre mi ha semplicemente risposto con OK, mentre di Jeff nessuna notizia.


Arrivato a casa, scendo dalla macchina e Vania con me, mi fa segno di entrare e mi da una tessera magnetica, mi soiega che va strisciata e poi devo mettere il pollice per l' impronta digitale, in questo modo nessuno che non vogliamo puo' entrare, faccio come dice e il portone si apre con un sonoro click, una volta dentro, mi trovo di fronte a una porta, Vania mi dice di inserire un codice, e io lo faccio con calma entro in casa e sento un forte odore di pulito, Vania rimane all' ingresso e mi dice che una signora viene quasi tutti i giorni per pulire, e che molto probabilmente è venuta anche oggi.
Dopo qualche minuto Vania se ne va, e io mi siedo sul divano.


Ma una mano che passa mi fa svegliare di botto, mettendomi paura.






NDA:
lo so il finale è da stronzi, ma come dice una mia amica ci vuole un po' di suspance come nei fil horror.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. :)
 

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Capitolo 18
*** 17a ***


Pronunciare questa frase ‘la vita è bella’, nel tuo periodo più buio, non è cosa da niente.

Dirlo forse è più semplice che crederci, ma se ci credi, forse riuscirai a comprendere il vero significato di questa vita…

perché la vita è bella non perché tu hai, ma perché tu dai, nonostante tutto…

La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani…

nei silenzi ascoltati…

nei vuoti riempiti…

nei sorrisi regalati e nell’amore vissuto…

La vita è bella se cerchiamo di vivere la felicità e non d’inseguirla.”


 

Roberto Benigni

 

Cap.15

 

THEO

 

 

Jeff sta preparando qualcosa di speciale per il matrimonio, non ho idea di cosa gli passi per la mente; ma spesso lo trovo nella stanza che abbiamo adibito ad ufficio pensieroso, so che spesso pensa al processo che le nostre famiglie dovranno affrontare, non c'è stato un momento di tregua. Mi sono impuntato nel voler testimoniare contro Nathan, ma so che Jeff non è per niente d'accordo.

 

Entro in camera da letto e lo trovo che si sta vestendo, lo chiamo e mi guarda, fra il curioso e l'esasperato, << oggi rientriamo entrambi a lavoro, e vorrei che non facessi la persona iperprottetiva >> gli dico mentre inizia a guardarmi in maniera torva.

Non mi guarda e finisce di mettersi la cravatta, appena finisce, passa le mani sul vestito lisciandola ancora di più, si avvicina e rimane ad un soffio da me << Ti fidi di me? Io non faccio la persona iperprottetiva, protezione è il mio secondo nome, sopratutto con te, e sarà ancora cosi quando ci sposeremo >> mi guarda come se fosse felice e sicuro di sè, ma gli metto una mano sul viso e lo allontano sorridendo.

 

Jeff mi guarda e sa bene che di questi momenti felici, sono ancora pochi per lui, visto che vorrebbe ancor maggior contatto fisico. Ma dopo quello che è successo con Nathan, difficilmente mi faccio toccare, non amo più tanto il contatto fisico;con Jeff ci riesco perchè lui ha avuto la pazienza di saper aspettare.

 

Aspettare, in quei giorni dopo gli incubi mi accompagnavo ogni notte, mentre lui restava li a guardare impotente. La cosa che ci aiutato molto è stato la terapia, anche se Jeff non era molto contento, ma mi aveva promesso che ci avrebbe provato, ed a mantenuto la parola.

 

Ma sembra che l' ombra di Nathan non mi voglia lasciare.

Scuoto la testa e ripenso al matrimonio.

 

<< Che stai combinando per il matrimonio? >> gli domando curioso, mi guarda e non mi risponde, almeno non subito.

<< La prossima settimana facciamo un viaggio, un weekend, da passare fuori città, per le valigie non ti preoccupare, chiederò mercoledi a Pilar, così non sai dove andiamo. Partiamo giovedi dopo il lavoro e non voglio sentir nessuna lamentela e già tutto organizzato con tuo padre >> mi lascia senza parole, rimango a bocca aperta e lui me la richiude con un bacio.

 

 

 

JEFF

 

Guardo il mio futuro marito con un sorriso a trentadue denti e sono felice di quello che sto organizzando per il matrimonio. Ci sposeremo a Londra con una cerimonia privata e sopratutto blindata, Serena ha avuto l'esclusiva per il matrimonio visto che scrive per Anastasia, sopratutto per quello che riguardano i matrimoni e le propposte di matrimoni dell' alta borghesia di Seattle, NY e Londra. L' articolo verrà diffuso su varie testate giornalistiche importanti di tutto il mondo. Lo so che gli ho promesso protezione, ma tutto il mondo deve sapere che è mio, e sopratutto se qualcuno gli farà male, si metterà contro non solo una ma due famiglie potenti che hanno acquistato immobili in quasi in tutto al mondo.

Ho anche parlato con Christian e mio padre, chiedendogli se io e Theo potevamo far nascere una nuova società e renderla nostra, erano entrambi entusiasti della cosa.

 

Gli do ancora un bacio, prima di ricordargli che faremo tardi a lavoro. Mi guarda e recupera tutte le sue cose, prima di salire in macchina.

 

Entriamo in limousine e Vania mette in moto, alzo lo specchio scuro per avere un po' di privacy, e vedo che Theo mi guarda con uno sguardo di chi la sa lunga.

Si avvicina a me e prende delicatamente la cravatta, si siede su di, mi lascio un bacio a stampo, per poi passare al collo in maniera più approfondita, mi lascio sfuggire un lieve gemito, e sa che facendo così potrà ottenere qualsiasi cosa voglia sapere.

<< Dove andiamo nel fine settimana? >> sorrido nel bacio e penso a quanto sia bellissimo il mio futuro e splendido marito, ma non avrà nessuna informazione sul matrimonio << Theo, ascoltami bene, io ti amo, e il mio amore te lo dimostrerò sempre e questo tu lo sai, ma non avrai nessuna informazione sul matrimonio, come non l'avrai dalla mia e dalla tua famiglia, perchè loro non sanno niente. Avevamo deciso di farla io e te questa cosa. Semplicemente noi due. Ed è così che sarà. Mi hai lasciato carta bianca sul matrimonio, e io so cosa ti piace, quindi, quando arriverà il momento, promettimi che ti godrai ogni singolo istane di quella felicità, perchè te la meriti. Se sei felice tu, lo sono anch' io. E adesso mi sa che devi scendere perchè siamo arrivati alle Grey Industries. Buona giornata, ci vediamo a pranzo >> si alza piano, mi lascia un veloce bacio ed esce dalla macchina per entrare nel lussuoso edificio. Lo guardo entrare e aspetto un messaggio da Christian; appena è nel suo ufficio mi avvisa, ormai è diventata una specie di routine per me e Christian, quando mi conferma che è al sicuro, dico a Vania che puo' andare alle Cross Industries.

 

 

 

NDA:

 

lo so, non aggiorno da più di un anno. Ma spero di riprendere il più presto possibile.

Ancora auguri per domani befane :)

 

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