Until The End Of Time

di Angel_SG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che strano ragazzo... ***
Capitolo 2: *** Take a shot ***
Capitolo 3: *** I will be with you...Always ***
Capitolo 4: *** Cena da Ignis? ***
Capitolo 5: *** Incontri ravvicinati del terzo tipo ***
Capitolo 6: *** Rise and Shine...and Run ***
Capitolo 7: *** Sword and Shield ***



Capitolo 1
*** Che strano ragazzo... ***


“Che strano ragazzo”

 

 

 

Sento il mio respiro farsi affannoso, il cuore mi batte forte nel petto mentre cerco di capire dove mi trovo.

Le fiamme intorno a me sono vicinissime e sembrano inghiottire tutto quello che incontrano; mi guardo attorno cercando di apparire lucido e trovare una soluzione, ma la figura gigantesca che mi guarda dall'alto di quel trono, ridendo beffarda, sembra essere decisa a darmi del filo da torcere.

Ad un tratto un' esplosione mi getta a terra e la luce delle fiamme mi acceca, tanto che non riesco a vedere niente attorno a me, sento la presenza di qualcuno vicino che mi chiama.

 

-Noct! Stai giù, ci pensiamo noi a distrarlo.

 

Non so chi sia la persona che mi sta parlando, ma il suo tono è familiare e d'istinto sento una sensazione di piacevole calore nel petto.

 

-Noctis, presto da questa parte!- dice una voce che proviene dalla mia sinistra, cerco di seguirla sbirciando qualcosa tra le fiamme, ma un ulteriore vampata mi fa stringere gli occhi e perdo il senso dell'orientamento.

 

Mi sento afferrare e trascinare al riparo dal fuoco.

 

-Sta arrivando!!- urla una voce accanto a me.

 

Mi stringo forte alle persone che mi si sono radunate intorno e, in mezzo a quel caos infernale, mi sento comunque a casa.

Un esplosione più forte delle altre mi fa tremare le gambe.

Il fumo mi riempie i polmoni e capisco che ho poco tempo per intervenire, prima che accada l'irreparabile.

Mi alzo dal mio nascondiglio, ignoro il calore, il dolore e la paura...e mi lancio verso il mio nemico.

 


Apro gli occhi di scatto e sollevo la testa, guardandomi intorno spaesato.

-Signore, va tutto bene? - mi chiede una ragazza in uniforme.

Ci metto qualche secondo a capire dove mi trovo, poi vedo mio padre che dal sedile accanto mi guarda circospetto.

-Noctis, era un incubo, smettila di agitarti!

L'aereo...certo, siamo in volo per Tokyo, l'hostess mi guarda come fossi un mentecatto e d'istinto mi irrigidisco.

-Vuole un bicchiere d'acqua? - sorride.

-No, grazie – dico con freddezza, asciugandomi il sudore dalla fronte.

Lei se ne va offesa dal mio tono, ma francamente non m'importa.

-Potevi essere più garbato! - mi rimprovera mio padre con il suo solito sguardo di disapprovazione.

Mi volto dall'altra parte, cercando di ignorarlo.

-Sei ancora un ragazzino! - e per lui la discussione si chiude là.

 

Figurati se si lasciava scappare l'occasione! - Penso tra me e me, ma non dico nulla, perchè non ho davvero voglia di iniziare un'altra estenuante discussione con mio padre.

-Piuttosto allacciati la cintura...atterreremo a Tokyo fra poco...

-Tzè...- mi sistemo meglio sul sedile, senza la minima intenzione di seguire i suoi ordini.

-Piantala Noctis...questo viaggio significa molto per me e per la mia società...

-Wow...erano tipo...- fingo di guardare un orologio che non ho al polso – dieci minuti che non parlavi di affari...record! Magari ogni tanto potresti anche provare ad essere un po' meno altruista...non provarci neanche a pensare a cosa potrei volere io! - e tanti cari saluti alla pace e alla tranquillità.

 

-Che diavolo dici? La società un giorno sarà tua...

-Non l'ho chiesto io, così come non ho chiesto di fare questo stupido viaggio, ma figurati se tu chiedi mai qualcosa...- lo interrompo cercando di mantenere un tono di voce moderato, visto che i nostri vicini di posto sembrano molto infastiditi.

-Non mi sembra il luogo in cui parlarne...- dice a denti stretti, con espressione dura.

-No, hai ragione, magari la prossima volta ne discutiamo di fronte ad un bel gelato – sì, ammetto che il sarcasmo ed io abbiamo una lunga storia di amore e affetto.

-Noctis insomma...- cerca di parlare ma ancora una volta lo interrompo.

-Che palle! - sbuffo esasperato allacciandomi la cintura – Contento?- chiedo aprendo le braccia.

Lui mi guarda deluso e io mi volto verso il finestrino.

Lo sento prendere fiato per dire qualcosa e penso sia un altro attacco, ma mi sorprende.

-Magari...potresti provare a vedere il lato positivo dei cambiamenti...una volta tanto.-

Chiudo gli occhi e prendo un profondo respiro, senza rispondergli e la discussione si chiude così.

 

Quando atterriamo, fuori dall'aeroporto ci aspetta un taxi, salgo portando con me lo zaino dove sono riuscito ad infilare tutta la mia roba.

Mio padre mi ha comunicato solo 10 giorni prima che ci saremmo trasferiti a Tokyo e non ho neanche voluto fare lo sforzo di portare tutto con me: ho preso qualche vestito e l'ho infilato nel borsone.

Quella mattina, prima di partire, ho guardo la mia camera un' ultima volta, sapendo che non ci avrei più messo piede e mi sono chiuso la porta alle spalle.

 

Sento il taxi fermarsi, e deduco di essere arrivato alla nostra nuova casa; non sembra avere niente di particolare, anzi è piuttosto anonima...e la cosa mi piace.

Quando entro le mie sensazioni si enfatizzano, ci sono a malapena i mobili più indispensabili, la mia stanza è al piano di sopra; il precedente inquilino ha dipinto le mura di un celeste che ricorda quello del cielo, il tetto è a spiovente e si abbassa leggermente verso i lati opposti della camera; poi vengo colpito dalla finestra: la apro e vedo che c'è lo spazio sufficiente per sedersi fuori, si vede il mare e, anche se non lo ammetterei neanche sotto tortura, riconosco che il posto mi piace.

Vengo attratto dall'insegna di un negozio di okonomiyaki e subito il mio stomaco brontola in risposta.

Un bussare alla porta mi distrae dai miei pensieri e mio padre entra in camera.

-Prego accomodati! - ok forse non ce la metto esattamente tutta per andare d'accordo con lui.

Stavolta mio padre sembra ignorare la mia frecciatina.

-Stasera ho una cena con i dirigenti...-

-Divertiti! - dico senza neanche guardarlo, lo supero ed esco dalla stanza.

 

Per strada getto delle rapide occhiate al quartiere dove ci siamo trasferiti e mi rendo conto che non è il classico quartiere residenziale nello stile di Regis Caelum, ma è comunque molto più borghese del mio modo di essere.

Quando finalmente arrivo al negozio apro la porta e sento il campanello che annuncia l'arrivo dei clienti.

Mi siedo al primo tavolo libero che trovo ed apro un menù: accanto alle portate piccanti c'è un minuscolo disegnino di una fiamma e questo mi riporta al sogno che ho fatto sull'aereo; è da almeno una settimana che faccio sogni sempre più strani e così realistici, che appena mi sveglio ho bisogno di qualche minuto per ricordarmi dove mi trovo e che sono al sicuro.

Le mie elucubrazioni mentali vengono interrotte dal suono dello scatto di una macchina fotografica.

Probabilmente devo avere uno sguardo molto sconvolto o molto stupido, mentre guardo il ragazzo che, polaroid in mano, mi ha appena scattato una foto e adesso la sta scuotendo al vento.

-Un momento da immortalare...Dio non credo di aver mai visto nessuno con una faccia così corrucciata nello scegliere qualcosa da un menù.

Me lo dice sorridendo e un parte di me è tentata di prendere la polaroid e ficcargliela in gola.

-Ero sovrappensiero...mamma non ti ha insegnato che non si importunato gli sconosciuti? - certe volte mi stupisco da solo delle mie freddure.

Lui alza le spalle e ride apertamente, come a dire “Non m'importa”.

-Sei nuovo da queste parti, vero?- ora il suo sguardo è diverso, mi fissa con curiosità.

Annuisco soltanto, deciso a tornare al mio menù...peccato lui non sia dello stesso avviso.

-Non sei uno di tante parole...- si siede di fronte a me.

-Accomodati pure, eh? - il mio tono vorrebbe essere sarcastico, ma in realtà trovo la situazione ai limiti del comico.

-Grazie dell'invito! - mi risponde ridendo e si passa una mano tra i capelli biondi.

Una parte di me vuole mandarlo al diavolo, mentre un'altra non riesce ad alzarsi da quella sedia.

-Prompto Argentum! - mi tende la mano sorridendo e, per quanto voglia mantenere la mia espressione di ghiaccio, sorrido leggermente mentre gliela stringo.

-Noctis Lucis Caelum...- dico pronunciando il mio nome completo.

-Altisonante come nome! Cosa ti porta qui, Noctis? - mi chiede incrociando le braccia sul tavolo e poggiandoci sopra il mento.

-Mio padre ha degli affari qui...e ha deciso che dovevo trasferirmi con lui...- Perchè poi io stia raccontando tutto ad un perfetto estraneo, resta un mistero.

-Non sembri esserne molto entusiasta...-

-Cosa te lo fa pensare? - chiedo più curioso che seccato.

Lui non risponde, si limita ad indicare la foto che ha poggiato sul tavolo e non posso fare a meno di dargli ragione...ho un espressione terribile.

-Le tue foto contribuiscono all'autostima della gente...te l'hanno mai detto? -

Lui scoppia a ridere.

-In verità si...più di una volta...e con lo stesso tuo tono sarcastico! - mi schiaccia l'occhio e io rido divertito.

Prompto lancia uno sguardo all'orologio e si alza di scatto.

-Cavolo devo scappare...bè allora...benvenuto a Tokyo...ci si vede in giro Noct!

Mi dà una pacca sulla spalla e sento una strana sensazione di familiarità, vedo la mia foto sul tavolo, la afferro al volo e mi volto verso la porta.

-Hey tu...- il biondino si ferma e si volta verso di me – Hai dimenticato questa...-dico indicando la foto.

-E' tua...tienila pure – mi fa un cenno con la mano e si chiude la porta alla spalle.

Che strano ragazzo- penso.

Quando torno a casa un'ora dopo, sistemo la mia camera per la notte, nella parete sopra la scrivania c'è una cornice in sughero con le puntine colorate; prendo la foto e la fermo con la puntina verde.

Faccio qualche passo indietro e mi fermo a guardare la foto ancora una volta...penso al ragazzo di nome Prompto e mi viene da ridere, quel tizio è più fuori di un balcone.

Quando vado a letto sono già pronto a rivivere i sogni che da più di una settimana mi tolgono il sonno, ma non accade; dormo sereno fino alla mattina dopo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Buongiorno a tutti!!

Per chi non mi conoscesse sono Angel, è la prima ff che scrivo su final fantasy xv e ho passato tanto tempo a chiedermi se postarla o meno (leggi: ero terrorizzata dall'avviare un'altra long-fic), ma alla fine mi sono decisa.

Andando per ordine:

La storia nasce dalla profonda sensazione di annichilimento che è nata dopo la fine di ffxv...lacrime e lacrime...e mi sono affezionata così tanto a questi 4 ragazzi che non riuscivo a lasciarli andare...e partendo dal presupposto che spero la morte non sia mai una fine, mi sono chiesta: Perchè la loro storia deve finire così? Perchè non dare anche a loro un piccolo lieto fine?

E così è venuta fuori questa storiella.

La storia inizierà con dei capitolo molto leggeri, ma sarà anche una storia di avventura ( parlo così perchè i primi 6 capitoli sono già pronti quindi sono un bel pezzo avanti).

Sperando che a qualcuno piaccia, segua e recensisca, la storia verrà aggiornata settimanalmente ogni lunedì, in modo tale da riuscire ad avere sempre un capitolo pronto da parte per non avere ritardi.

Mi auguro con tutto il cuore che la storia vi piaccia.

Smetto di scrivere, sennò le note si fanno più lunghe del capitolo.

Alla prossima...e per dirla alla Noctis...

“Walk Tall...my friends”

Angel_SG

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Capitolo 2
*** Take a shot ***


Take a Shot!

 

 

Sento il vento che mi scombina i capelli, il paesaggio intorno a me è fantastico, sono poggiato alla portiera della macchina, che scivola lenta lungo delle strade a me familiari.

 

-Prompto come mai così silenzioso? - mi chiede una voce accanto a me.

-Mi godo questa splendida giornata di Giugno...- mentre lo dico socchiudo gli occhi e lascio che il sole mi riscaldi.

 

-Oh lascialo stare...una volta tanto che c'è silenzio in questa macchina! - la voce sarcastica viene da dietro di me e subito aggrotto le sopracciglia offeso.

 

-Che vorresti dire? Io non sono rumoroso! - ribatto piccato.

 

-Oh no figurati, sei silenzioso come una parata regale...a proposito, in tutto questo il nostro principe dorme ancora.

 

-Lascialo in pace dai – mugolo lagnoso e la persona accanto a me ride.

 

-Ecco il paladino di sua altezza...Oh Dei Prompto, voi due siete più inseparabili di due gemelli siamesi...siamo sicuri che non ci sia del tenero tra di voi?

 

Sto per rispondere a tono, quando un'altra voce si aggiunge alla discussione.

 

-Non hai niente di meglio da fare che prendere per il culo? - mi viene da ridere nel sentire il tono piccato del ragazzo.

 

-Oh altezza, questo non è un linguaggio che si addice al vostro lignaggio.

 

Mi sento scaldare da questa sensazione di familiarità, dentro di me so già cosa gli risponderà il “principe”.

 

-Ucciditi! - ma nel dirlo sento che sorride e quindi rido anch'io.

 

Prendo un profondo sospiro e apro gli occhi.

C'è una bella collina a ridosso del mare di fronte a me e non riesco a trattenermi.

 

-Hey ragazzi...facciamo una foto? -

 

 

Quando riapro gli occhi sono nella mia stanza, la solita, con le pareti laccate di verde, mi guardo intorno sperando di vedere ancora quel paesaggio, tendo l'orecchio, ancora in attesa delle risposta dei ragazzi del sogno, ma la risposta non arriva...mi sono svegliato troppo presto.

 

Getto a terra le coperte e vado verso la finestra, scosto un po' le tende e guardo fuori: il sole è appena sorto e il cielo si tinge di rosa e giallo.

Prendo la macchina fotografica, apro la finestra e scatto...semplicemente scatto, così come avrei voluto fare nel sogno.

 

Comincio a contare...lo faccio spesso quando la malinconia mi assale, è un metodo efficace: conto fino a dieci...lascio alla tristezza solo 10 secondi, poi riprendo in mano la mia vita.

Quando arrivo a dieci prendo un profondo respiro, poi mi volto verso lo stereo, premo il tasto power e il play...e partono le prima note di “I want to break free”, anche se è l'alba vivo da solo, quindi nessuno avrà nulla da ridire.

 

-Ok...let's star!

 

Mi vesto velocemente, non faccio neanche colazione, prendo solo la mia polaroid e scappo a bordo della mia bicicletta.

Oggi ricomincia la scuola, ma prima ho intenzione di fare un'overdose di foto.

 

-Chissa magari posso farne vedere qualcuna a Cindy quando vado al bar oggi!- dico tra me e me.

 

Penso allo strano ragazzo di ieri e, non so perchè, sento una strana sensazione al petto; solamente più tardi, appena entrato in classe, mi rendo di aver voglia di rivederlo...me ne rendo conto appena un secondo prima che LUI faccia il suo ingresso nella mia classe.

 

* * *

 

-Fanculo!- lancio l'ennesima imprecazione mentre svolto per un altro corridoio della scuola...ovviamente quello sbagliato.

 

-Dai Noctis...non puoi perderti...- e so già che parlare da soli è il primo sintomo di follia.

 

Quando vedo le lettere 4F sulla porta della stanza alla mia sinistra sento che potrei piangere di gioia; sono così di corsa che mi dimentico anche di bussare e spalanco la porta dell'aula, guadagnandomi 23 sguardi esterrefatti...24 se si conta anche quello del prof che sembra avere più o meno l'età di Tutankamon.

 

-Oh...lei deve essere il nostro nuovo studente, vediamo...- si avvicina all'elenco e cerca di scorgere il mio nome...una talpa al confronto ha una vista d'aquila.

Mi guardo intorno imbarazzato, mentre sento un vociare in sottofondo che mi fa attorcigliare lo stomaco: odio essere al centro dell'attenzione.

 

Il mio sguardo si ferma su una zazzera di capelli biondi e riconosco il ragazzo di ieri; mi guarda sconvolto come se neanche lui si aspettasse di vedermi.

C'è qualcosa nei suoi occhi che mi fa salire una tristezza infinita...ma non capisco cosa sia.

 

-Ehm...Signor Caelum...- il professore si schiarisce la voce e mi chiama, quindi sono costretto a rivolgergli la mi attenzione.

 

-Si ecco...sono Noctis Lucis Caelum...molto piacere – dico rivolto alla classe, ma in realtà il mio sguardo è perso nel vuoto.

 

-Bene Signor Caelum, a nome della mia classe le do il benvenuto e...bè le comunico che in questa classe l'educazione e la puntualità sono più che gradite, quindi come monito per domani, a causa del suo ritardo, la invito ad attendere la fine della mia ora fuori dalla porta dell'aula.

 

“E fanculo a questo avanzo di tomba”.

Mi chiudo la porta alle spalle facendo attenzione a non sbatterla, dato che non voglio peggiorare la situazione, quindi mi siedo fuori in corridoio.

 

-Hey novellino! - mi sento richiamare – Sei il tizio nuovo, vero?

 

Questo ammasso di muscoli viene nella mia direzione e io mi sforzo di ignorarlo.

 

-Ti sei fatto già buttare fuori? Dio la scuola è cominciata da tipo...dieci secondi! - continua a beffeggiarmi.

 

-Non hai niente di meglio da fare? - chiedo sollevando lo sguardo verso di lui.

 

-Si in effetti si – si ferma a riflettere – Sei il figlio di Caelum giusto? L'impresario...

 

-Non per mia scelta – ribatto in modo sarcastico.

 

-Bè sai come si dice – si abbassa al mio livello di altezza – Ognuno ha i parenti che si merita.

 

-Dei devo aver fatto proprio del male a qualcuno nella mia vita precedente – penso tra me e me.

 

-Bè Caelum, ad ogni modo se ti va di fare due salti io sono il quarterback della squadra di football della scuola...magari passa a dare un'occhiata, cerchiamo gente – mi schiaccia l'occhiolino.

 

-Piuttosto mi faccio suora! - ribatto annoiato – Perchè non sparisci adesso?

 

Ok lo devo ammettere, non è che questo ragazzo mi stia antipatico...ma provocarlo è divertente...e adesso lo sta diventando ancora di più visto che di fronte alla mia risposta il suo sorriso si è fossilizzato e giurerei di aver visto una piccola venuzza in fronte pronta ad esplodere.

 

-Ma chi ti credi di essere? - mi sta guardando con quello sguardo così oltraggiato che potrei scoppiargli a ridere in faccia.

 

-Bè sicuramente uno che riesce a tenerti testa! - sento ribattere alla mie spalle ed entrambi ci voltiamo verso il nuovo arrivato.

 

-Perdona Gladio, è sempre oltremodo scortese...ma non è una cattiva persona! - il ragazzo con gli occhiali mi sorride gentilmente e mi porge la mano – Ignis Scientia...e il bestione qui accanto è Gladio Amicitia-

 

Afferro la mano che mi porge e gliela stringo leggermente.

 

-Noctis Caelum...piacere!

 

-Piacere mio...- si aggiusta un po' gli occhiali sul naso e sta per dire qualcosa, quando sentiamo delle urla provenire dalla mia classe.

Mi sposto dalla porta appena in tempo per vedere il ragazzo biondo di nome Prompto uscire dall'aula con aria sconsolata.

 

-Quell'uomo mi odia proprio. - dice a nessuno in particolare.

 

-Cosa hai fatto stavolta? - chiede Ignis rassegnato.

 

-Niente! Giuro, stavolta non ho fatto niente di male. - ribatte Prompto, ma vedo che è arrossito un po'.

 

-Niente? - Interviene Gladio beffardo, poi finge di riflettere – Se non ricordo male l'ultima volta che non avevi fatto niente di male, avevi scattato una foto a Cindy fuori dalla finestra mentre si allenava durante l'ora di ginnastica.

 

-Ma c'era un luce fantastica, sarebbe stato uno spreco non fare una foto!!- lo dice in tono così convinto che capisco ci crede davvero.

 

-Dei, questi sono fuori di testa...ma dove sono finito?! -

 

-Sputa il rospo...cosa hai combinato? - Dice Gladio ridendo.

 

-E' una stupidaggine...il professore stava scendendo dallo scalino della cattedra e quella vecchia carampana è caduta giù! - ribatte facendo spallucce.

 

-E...- chiede Ignis invitandolo a proseguire.

 

-E bè era lì...a gambe all'aria...come un'idiota...ed ecco io...- guarda intorno a sé imbarazzato.

 

-Dimmi che non l'hai fatto...- dice Gladio cercando inutilmente di trattenere le risate, ma io ancora non capisco dove vogliano andare a parare.

 

-Che avrei dovuto fare? - chiede Prompto sulla difensiva.

 

-Magari aiutarlo a rialzarsi? - dice Ignis ironico, sbattendosi una mano sulla fronte.

 

-Non capisco...-intervengo – Che hai fatto?

 

Prompto prende la polaroid che porta al collo e la solleva, così velocemente che non riesco neanche a rendermene conto e mi scatta una foto.

Poi la sventola al vento come aveva fatto il giorno prima.

 

-Gli ho fatto una foto! - dice ridendo.- Sono stato anche gentile, gli ho fatto i complimenti per come è venuto fuori...che altro pretende?

 

Gladio smette di trattenersi e scoppia a ridere.

 

-Ti farai espellere...comunque, che ne dite di andare al bar? La scuola è iniziata da meno di un'ora e ne ho già piene le tasche! - dice Gladio passandosi una mano dietro la nuca.

 

Prompto saltella in risposta e deduco sia d'accordo.

-Dovrei studiare per il test...- Ignis sembra essere quello più restio.

-Andiamo secchione, sono sicuro che hai studiato tutta la notte, non rompere!

 

-Va bene...ma solo una mezz'oretta, poi torno a scuola.

-Oh yeah! - vedo i ragazzi cominciare ad allontanarsi e sento una spiacevole sensazione di solitudine.

 

-Vostra altezza ci vuole degnare della sua compagnia? - Se un'altra persona si rivolgesse a me come fa Gladio, penso che la prenderei a pugni...ma in questo ragazzo c'è qualcosa che mi fa stare bene, anche quando mi fa girare le scatole.

Sento uno strano crampo allo stomaco quando mi sento chiamare “altezza”, ma lo ignoro.

 

-Tzè – ribatto stizzito, ma mi avvio verso di loro e li seguo.

-Evvivaaa! - Prompto si farà espellere davvero se non la smette di urlare così nei corridoi.

 

Sento che comincia a battibeccare con Gladio, mentre Ignis cerca di fare da pacere.

Probabilmente mi metterò nei guai, ma non mi importa, perchè per la prima volta in vita mia, mi sento davvero a casa.

 

 

 

 

 

N.d.A

Yu uhhhh c'è nessuno!Ecco il secondo capitolo xD

Avrei dovuto postare ieri ma il mio computer ha dato forfait!

Spero vi sia piaciuto, qualche commentino è sempre bene accetto xD

Un beso a todos!

Angel_SG

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Capitolo 3
*** I will be with you...Always ***


I will be with you...Always

 

 

Mi chiedo ancora da che tipo di spiritello impazzito io fossi posseduto quando ho deciso di andare con questi ragazzi; non li conosco per niente e apparentemente non abbiamo niente in comune...a guardarci dall'esterno si direbbe che non siamo altro che un catorcio assemblato con pezzi raccolti a caso.

 

E' solo che nel momento in cui li ho visti andare via, ho come sentito che ci fosse qualcosa di sbagliato, come se fosse destino che li incontrassi e andassi con loro, per poi ritrovarmi in questa sottospecie di bar a bere caffè nero bollente.

 

Oh Dei, e pensare che non sono neanche credente.

Devo essermi estraniato un po' troppo perchè vedo tutti gli sguardi rivolti verso di me e mi rendo conto che devono avermi chiesto qualcosa alla quale non ho risposto.

 

-Come dite? - chiedo sapendo di fare la figura le cerebroleso...e mannaggia a me.

 

-Volevo solo sapere come ti stai trovando a Tokyo...vieni da Osaka, no?- chiede Ignis paziente.

 

-Oh be...non ho avuto il tempo di visitarla, sono arrivato solo ieri.- rispondo prendendo un sorso di caffè.

 

-Wow, quindi ti ho incontrato subito dopo il tuo arrivo...è fantastico non trovi? - Prompto è il massimo dell'esuberanza, mi mette quasi a disagio.

 

-Ehm...bè, non saprei...- dico leggermente in difficoltà e spero vivamente che la discussione cambi toni...sento come se stesse per arrivare un battutaccia.

 

-All we need is love...love is all we need! - Gladio canta con voce stonata e sento l'impulso di picchiarlo.

 

-Non hai niente di meglio da fare che rompere? - borbotto frustrato.

 

-Vuoi scherzare? Sfotterti è praticamente un idillio.- dice incrociando le braccia muscolose al petto e fissandomi con un ghigno.

 

Apro la bocca per protestare, ma non ho una risposta pronta.

 

-Ok – dice Ignis alzando le mani in segno di resa – 1 a 1, palla al centro. - sorride serafico.

 

-Tzè...come ti pare – dico rimettendomi indietro contro la spalliera della sedia. -

 

-Credo sia il caso di andare – dice Ignis, guardando l'orologio – La seconda ora inizia tra poco.

 

Gladio alza la mano per fare cenno a qualcuno e d'improvviso spunta un vecchio, che penso sia il proprietario.

 

-Hey Cid, ci porti il conto? Mi sa che dobbiamo andare a scuola...o ad Ignis verrà un infarto.

 

-Ciao ragazzi, ahh Ignis meno male che almeno tu hai la testa sulle spalle...non come questi due scavezzacollo! - e detto ciò tira le orecchie sia a Gladio che a Prompto.

 

-Ahi Ahi dai Cid mi fai male – ribatte Prompto petulante.

 

-Si si – li lascia andare – Vedrai come ti faccio male se non la pianti di scattare foto a Cindy.

 

-Non ti preoccupare...- risponde Gladio e si volta verso di me – Pare abbia trovato un nuovo soggetto! - scoppia a ridere in modo sguaiato.

 

Vedo Prompto annuire più volte velocemente con la testa.

 

-E' molto fotogenico! - sorride.

 

Qualcuno mi uccida adesso, per favore...tutto pur di evitare questa colossale figura di merda.

 

-E tu? Sei nuovo? - mi chiede curioso.

 

-Sono arrivato ieri...- rispondo semplicemente.

 

-Capisco...- forse si aspetta che io mi presenti per primo, ma quando non lo faccio mi porge la mano.

 

-Io sono Cid...e tu saresti?

 

-Noctis...Noctis Caelum – dico sapendo già che conoscerà il mio cognome...purtroppo.

 

-Caelum? Il figlio di Regis? Conoscevo tuo padre quando eravamo adolescenti...non lo vedo da un po'...ho sentito che ha fatto carriera...

 

-Fatto carriera è un po' un eufemismo – aggiunge Gladio.

 

-Tu taci se non ti vuoi ritrovare al posto della portata principale del pranzo di oggi.- Cid lo fulmina con lo sguardo ed io rido di conseguenza.

 

-Cid e Gladio hanno un rapporto esilarante – mi bisbiglia Prompto facendosi più vicino a me e abbassando il tono di voce.

 

-Guarda che ti sento, mangiapane a tradimento...- borbotta Cid, ma è più bonario di quanto si potrebbe pensare.

 

-Questo giro lo offro io in onore del nuovo arrivato...ora filate a scuola, fannulloni!

 

Ci alziamo tutti e io perdo solo qualche secondo in più a guardare quel vecchio così strano.

 

-Posso esserti utile Noctis? - mi chiede bonariamente e ho l'impressione che sappia cosa voglio chiedergli.

 

-Bè io...non vivo sulle spalle di mio padre, sono suo figlio ma non...- mi fermo e mi sento un'idiota, perchè odio che la gente pensi che il figlio di Caelum sia un mantenuto, solo perchè mio padre è quello che è.

 

-Ho capito...- si volta a pulire il bancone e faccio per andarmene.

 

-Ah Noctis...- mi richiama e io mi fermo per ascoltarlo.

 

-Sai il ragazzo che mi dava una mano con le consegne è andato al college, quindi mi ha lasciato in carenza di personale...se ti va puoi darmi una mano dopo la scuola...tu fai qualche lavoretto per me e io arrotondo un po' le tue finanze. - lo butta lì serio, come se stesse parlando del tempo.

 

-Si...certo, passo oggi dopo le lezioni se vuoi...

 

-Facciamo domani...oggi goditi il tuo primo vero giorno a Tokyo.

 

-Ok...allora a domani- lo saluto alzando una mano e poi me la filo.

 

I ragazzi mi stanno aspettando fuori e sono sorpreso della cosa.

-Ce ne ha messo di tempo, sua altezza. - Gladio non perde occasione.

 

-Bè ragazzi non voglio fare tardi per il compito...io vado, ci vediamo più tardi a lezione di mitologia...puntuali mi raccomando..- Ignis si volta a guardarmi – E' stato un piacere Noctis...a presto allora.

 

-A presto – dico, e mi trovo a sperare che sia davvero presto.

 

* * *

 

La giornata stava continuando nel peggior modo possibile: i professori non erano per niente intenzionati a lasciarmi perdere, ognuno aveva fatto una bella presentazione in grande stile nel momento in cui ero entrato nell'aula del loro corso...e desideravo davvero che si aprisse una voragine e che mi inghiottisse.

 

Mentre passo per i corridoi diretto alla mensa sento qualcuno chiamarmi.

-Hey Noct! - è Prompto che corre a perdifiato verso di me.

 

Mi fermo e mi volto a guardarlo senza nessuna espressione in volto, aspettando che dica qualcosa.

Lui si piega in avanti e poggia la mani sulle ginocchia, ansimando mentre cerca di riprendere fiato.

 

-Ti ho cercato per tutta la scuola – riesce a snocciolare sorridendo.

 

-Stavo andando a mensa – dico come le fosse la cosa più ovvia del mondo.

 

-Si...l'avevo immaginato – dice ridendo.

 

Io non rispondo, mi volto e faccio per rimettermi in cammino, ma la sua voce mi blocca.

 

-Peccato che la mensa sia dall'altra parte! - lo dice ridendo, ma l'idea che mi stia prendendo in giro non mi sfiora neanche per un istante...finora nessuno aveva avuto un tale libertà, nessuno aveva riso di me; eppure con questo ragazzo...tutto sembra normale.

 

-Saresti così gentile da indicarmi la strada? - chiedo rassegnato poggiandomi la mano sulla fronte.

 

-Meglio! Ci andiamo insieme! - il suo sorrido è così genuino che mi ricorda quello di un bambino.

 

Mi poggia le mani sulle spalle e comincia a guidarmi nella giusta direzione.

 

-Tranquillo è solo questione di abitudine, all'inizio si perdono tutti qui dentro.

 

Gli sorrido di rimando, ma non so quanto sia vero quello che dice; credo di averlo inquadrato abbastanza bene da potere dire che è il classico tipo che dice la cosa che ti fa stare meglio.

 

-Lo sai che non ti credo neanche un po', vero? - dico ironico.

 

-Si, lo supponevo, andiamo dai! - quando arriviamo in sala mensa mi indica subito un tavolo, dove vedo seduti Ignis, Gladio e altre due ragazze che non ho ancora conosciuto.

 

-Hey ragazzi sono riuscito a recuperarlo! - esclama Prompto vittorioso.

-Stavamo già per mettere un annuncio per le persone scomparse. - neanche a dirlo chi aveva pronunciato questa frase.

Sto per rispondere quando una delle ragazze mi precede.

 

-Lascialo stare, non fare l'antipatico come il tuo solito.

 

-Oh Dei Iris, con te e Prompto tra i piedi sua altezza dormirà sicuramente sonni tranquilli. - quel tale mi sta proprio sulle palle.

 

-Ragazzi siete incorreggibili – interviene l'altra ragazza, poi si volta verso di me – Io sono Cindy, piacere!- mi fa l'occhiolino ed io non posso fare a meno di sorriderle di rimando, poi collego il suo nome ad un ricordo.

 

-Sei la nipote di Cid? - chiedo osservandola mentre guarda me e, allo stesso tempo, tiene le mani tra Iris e Gladio, che hanno cominciato a litigare, nel tentativo di separarli.

 

-Hai conosciuto il nonno? Wow hai fatto presto! Comunque si, sono io. Come ti stai...- sbuffa esasperata, probabilmente disturbata dal casino che stanno facendo Iris e Gladio e tira un pugno sulla testa di quest'ultimo!-

 

-Cazzo Cindy, mi ha fatto male! - Urla Gladio infuriato – Hai la femminilità di un cassonetto dell'immondizia, ringrazia che, almeno all'anagrafe, risulti una donna, o ti avrei già gonfiato per questo affronto.

 

L'aria si gela e potrei giurare che da dietro Cindy si stia levando un aura di funesta ira.

 

Per farla breve, i due cominciano a litigare come scimmie impazzite e Ignis scosta un po' la sedia per allontanarsi, poi mi fa cenno di sedermi vicino a lui.

 

-Credo che Cindy volesse chiederti come ti stai trovando a scuola...- mi sorride rassegnato.

 

-Bè...non è male – traduzione: fa cagare, ma vabbè!

 

-E' solo questione di abitudine...

 

-Si lo spero – mi lascio sfuggire.

 

-Sai Ignis – interviene Prompto – Non capisco davvero come facciano Iris e Gladio avere lo stesso sangue, sono gli opposti.

 

-Sono parenti? - chiedo stupito.

 

-Fratello e sorella...- risponde Ignis prontamente. - E si, non si somigliano affatto.

 

Il pranzo passa così, fra un battibecco e l'altro, mentre Gladio non ne lascia passare una, rischiando di mandarmi fuori di testa almeno 10 volte.

 

Quando alla fine si alzano tutti per pagare, perdo un attimo di tempo per controllare il cellulare e vedo 7 chiamate non risposte da mio padre...che puntualmente ignoro.

 

Mi avvicino alla cassa insieme a Gladio, senza dire una parola, ma quando arriva il momento di pagare mi rendo conto dell'orrore degli orrori: ho lasciato il portafogli nell'armadietto...che si trova nel lato opposto della scuola.

 

Sto già diventando rosso e verde per la vergogna, quando Gladio mi sorpassa.

 

-Allora io ho preso una pizza, una coca, poi c'è la sfoglia e l'aranciata di mia sorella Iris...- apre il portafogli e tira fuori le banconote – E pago anche io conto del nuovo arrivato...non sia mai che non si facciano gli onori di casa.

 

Non dico nulla e, una volta che lui ha preso il suo resto, mi avvio fuori dalla mensa.

 

-Grazie...- bisbiglio, imbarazzato...con l'intento di fustigarmi nel appena avrò messo piede a casa.

 

-Sai – dice lui ridendo – Quando sono arrivato qui Ignis è stato il primo con cui ho legato...e dopo la terza volta che è stato costretto ad offrirmi il pranzo perchè dimenticavo il portafogli ovunque, ho imparato a tenere i soldi nell'astuccio...almeno li ho sempre con me – scoppia a ridere e poi continua a parlare – A buon rendere, vostra maestà!

 

Il tono che usa è lo stesso che ho sentito tutto il giorno: canzonatorio e irriverente, ma stavolta riesco a percepire qualcosa di più...sento quasi come se fosse...protettivo.

 

Mi do mentalmente dell'idiota.

 

Arriviamo di fronte all'aula della prossima lezione e vedo che lui entra con me; probabilmente seguiamo lo stesso corso.

 

-Anche tu a letteratura II? - mi chiede sconsolato.

 

-Mal comune mezzo gaudio! - rispondo io prima ancora di avere il tempo di pensare.

 

-Ahahah già – prende posto nell'ultimo banco a sinistra.

 

Io resto lì a guardare il posto vuoto accanto a lui, non so perchè ma c'è qualcosa che mi impedisce di voltarmi e cercarne un altro, poi la sua voce mi riscuote.

-Hai intenzione di sederti o no? - ancora quel tono canzonatorio.

 

-Tzè...- getto la cartella a terra e mi siedo accanto a lui.

 

Il professore entra in classe e ci alziamo tutti per salutarlo; quando ci risiediamo tiro fuori il libro di testo e un quaderno a righe, ma Gladio mi passa al foglio un foglietto bianco ripiegato.

Lo apro e leggo cosa ha scritto:

 

Ti servirà un foglio a quadri!

 

Inarco un sopracciglio e lo guardo dubbioso, poi scrivo la mia risposta.

 

In letteratura di solito si usa il quaderno a righe...

 

Lui ride ancora.

 

Infatti non intendevo per la letteratura...

 

Quando leggo mi volto a guardarlo confuso, lui mi prende il foglio dalle mani e scrive qualcos'altro.

Solo due parole.

 

Battaglia navale!

 

Devo faticare non proprio per non scoppiare a ridere.

Mi volto a guardarlo e lui mi guarda con aria di sfida, ma in realtà si vede che si sta divertendo.

Non gli rispondo, ma tiro fuori un quaderno a quadri e strappo un foglio.

 

-Quando vuoi...- mimo con le labbra e lui evidentemente mi capisce, perchè si china sul suo foglio e comincia a disegnare lo schema di “Battaglia Navale”.

 

Passano non più di 10 minuti, fino a che il professore non si accorge di tutto e coglie l'occasione per sbatterci fuori dalla classe.

 

-Bene! - dico sarcastico – E adesso? - incrocio le braccia guardandolo in cagnesco.

 

-Bè – dice lui, guardando l'orologio – La lezione finisce alle 15...abbiamo 40 minuti di tempo...

 

-E allora? - chiedo confuso.

 

-Caffè al bar di Cid, ovviamente! - si volta e comincia ad allontanarsi. - E stavolta offri tu.

Forse dovrei dire di no, dovrei mettere davvero la testa a posto...e mentre lo penso ho già infilato le mani in tasca e sto seguendo Gladio fuori da scuola.

 

-Idiota! - ribatto e lui si limita a ridere.

 

Mi sento leggero...non credo di essermi mai sentito così in vita mia.

 

* * *

 

Quando torno a casa quella sera, mio padre è seduto a tavola; cosa incredibile: ha cucinato...o almeno ci ha provato.

 

Mangiamo in silenzio come ormai capita sempre tra di noi; io non odio mio padre, ma io e lui siamo troppo diversi, non è che non voglia parlargli...è che semplicemente non so di cosa mai potrei parlare con lui.

 

Mangiamo ai lati opposti della tavola e ogni tanto sento il suo sguardo addosso, come se volesse parlarmi.

La cena fa abbastanza pietà e, probabilemte, lo sa anche lui, ma nessuno dei due dice niente.

Accendo la tv e il notiziario ci fa un sunto di tutto quello che è successo nella giornata.

Niente di troppo strano, se non fosse per un servizio che mi distrae dalla cena.

 

Gli scienziati stanno ancora cercando di capire questo strano fenomeno, oggi a Tokyo, per qualche secondo, il sole si è oscurato come durante un' eclissi di luna, fenomeno che era avvenuto solo poche settimane fa...”

 

Il servizio continua, ma non lo seguo molto, dalle poche conoscenze che ho di astronomia, non mi pare si possano avere due eclissi di sole nel giro di poche settimane, quindi deduco che il motivo sia un'altro.

Non mi preoccupo troppo, almeno fino a che non mi volto a guardare mio padre che sta stringendo i pugni e guarda la tv senza vederla davvero, con lo sguardo fisso nel vuoto.

 

-Papà...- provo a chiamarlo ma lui non sembra sentirmi – PAPA'! - urlo e lui sembra riscuotersi.

 

-Tutto bene? - chiedo stranito e lui prende un profondo sospiro.

 

-Si certo...è solo...è inquietante, tutto qui.

 

Mi stringo nelle spalle.

-Non sarà niente di che – e continuo a mangiare.

-Si...probabilmente hai ragione tu.

Quando finiamo la cena, sparecchio e lavo i piatti, poi mi dirigo nella mia stanza, ma mio padre mi ferma non appena salgo il primo gradino.

 

-Com'è andata a scuola? - mi chiede con uno strano sguardo ansioso.

-B-bene...- rispondo sconvolto – Papà che ti prende? Sicuro che sia tutto ok?

Lui sospira ancora una volta.

 

-Si...certo...

 

L'atteggiamento di mio padre è molto strano e quella sera ci metto più del solito ad addormentarmi e, forse per gli eventi della giornata, forse per quel suo strano comportamento, faccio un sogno ai limiti del reale.

 

Sono solo un bambino, sono in braccio a mio padre, mi sto stringendo forte a lui, in realtà sto solo fingendo di dormire, per godermi ancora un po' la sensazione di essere solo lui ed io.

Papà è strano da qualche giorno, non so cosa lo preoccupi, ma è diventato molto più attento a tutto quello che faccio.

Si avvicina un po' a me e mi volto dall'altra parte per non fargli capire che sono sveglio, lo faccio in modo casuale, come se avessi semplicemente deciso di cambiare posizione e lui non si accorge di nulla, ma nel farlo con una mano sposto il suo volto per sbaglio.

Sta piovendo, ci stia bagnando completamente, ma papà sembra non farci caso.

Poi stringe forte e mi sussurra della parole che mi entrano nel petto.

 

-Sarò al tuo fianco...per sempre!

 

Mi sveglio madido di sudore e con una strana stretta al petto.

Scendo in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e sobbalzo un attimo quando vedo mio padre, sta dormendo sul tavolo.

D'istinto prendo la coperta che c'è sul divano e gliela poggio sulle spalle, poi torno a letto e cado in un sonno senza sogni.

 

 

 

 

N.d.A.

Buona Pasquetta a tutti!

Posto al volo il capitolo e fuggo...spero vi sia piaciuto.

Perdonate eventuali errori di battitura ma ero davvero di corsa e la mia rilettura non è stata precisissima.

Un beso a todos!!

Angel_SG

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Capitolo 4
*** Cena da Ignis? ***


Cena da Ignis?

 

 

Sento la lieve brezza che mi accarezza i capelli, mentre afferro la padella e mi trovo a rigirare la carne che sta arrostendo al suo interno.

Prendo la forchetta e mi assicuro che sia cotta, seguo ogni passaggio con minuziosa attenzione.

 

-Hey Ignis, quanto tempo ci vuole ancora? Sto morendo di fameeee- sento una lamentela alle mie spalle e mi viene da ridere.

 

-5 minuti al massimo...è quasi cotta.- mi sistemo gli occhiali che mi sono scivolati un po' sul naso.

 

-Ignis...lungi da me assecondarlo, ma sto morendo di fame anche io...-

 

-Si mi immagino i titoli del giornale di domani...erede al trono ucciso dal cuoco del gruppo, poco puntuale nel servire la cena a tavola – il commento sarcastico mi fa ridere, mentre impiatto le portate.

 

-Eccomi arrivo – prendo i quattro piatti con due mani e mi dirigo verso il tavolo, mettendo il primi due di fronte ai due lagnoni.

 

-Ho anche preparato il dolce.

 

-Yuppieeeee – reagiscono i due ragazzi all'unisono.

 

Mi siedo nella mia sedia pieghevole, non è esattamente morbida...ma non credo di essere mai stato così comodo, forse la compagnia da sola colma tutti i lussi che mi mancano.

 

-Li stai viziando troppo Ignis! Guardali, sembrano due bambini dell'asilo!

 

-A chi hai dato del bambino? - sento la voce del ragazzo moro farsi minacciosa e mi viene da ridere.

 

-Su su non litigate...o niente dolce!- le mie parole riportano la pace in quella specie di accampamento.

 

La cena finisce tra battute e ricordi della giornata.

Mi alzo e prendo i piatti di tutti i ragazzi e mi dirigo verso la fontanella che c'è lì vicino.

 

-Qualcuno vuole del caffè? - chiedo sapendo già la risposta.

 

-Io io io! -

 

-Anche per me Ignis per favore.

Il ragazzo di poco fa risponde ai due in tono di rimprovero.

-Guardate che domani ci dobbiamo alzare presto, non credo sia il caso...

 

Sento il rumore dello scatto di una polaroid e mi viene da ridere.

-Idiotaaa! Si può sapere perchè l'hai fatto?

-Così puoi vedere quanto diventa stupida la tua espressione quando ci fai la paternale! - dice il ragazzo in tono ovvio ed io alzo gli occhi al cielo.

 

-Io ti ammazzo un giorno di questi...- sento che la minaccia potrebbe non essere vana.

 

-Io quasi quasi vado a dormire...non mi va di assistere ad un omicidio...

 

-Bell'amico che sei! - dice il biondino in tono deluso.

 

-Su non litigate!- ripeto per l'ennesima volta, ma vengo ignorato.

 

Alla fine i ragazzi vanno a letto e io resto li a lavare tutto il casino che è rimasto.

La cosa non mi pesa, sto quasi per finire quando sento qualcuno accanto a me.

 

-Direi che il Principe si è trovato un migliore amico degno di lui – sento che si è seduto accanto a me.

 

-Si...quei due sono più simili di quel che si può credere...- rispondo divertito.

 

-Già...similmente stupidi! - aggiunge lui ed io scoppio a ridere.

 

-Non ti smentisci mai...comunque qui ho finito, vado a letto.

 

-Vengo con te, non vorrei svegliarti nel rientrare dopo.

 

Entriamo nella tenda e scavalco a fatica i due ragazzi addormentati, quando poggio la testa sul cuscino penso al viaggio che ci aspetterà domani e mi addormento senza neanche accorgermene.

 

Quando mi risveglio mi guardo intorno spaesato, poi mi rendo conto di essere nel mio letto.

Il sogno che ho fatto è stato così reale che sento ancora il profumo della carne arrosto, sento lo mani screpolate per aver toccato l'acqua fredda, il profumo dell'erba intorno alla tenda...ma in realtà so che è solo un illusione, sono nella solita stanza, la stessa di ogni giorno.

 

Controllo l'orologio sul comodino.

 

06:30

Sospiro rassegnato, la sveglia suonerà tra meno di mezz'ora, non vale neanche la pena riaddormentarsi.

 

Mi alzo e vado dritto in cucina, guardando sconsolato la quantità di cibo presente sul tavolo.

Ho sempre amato cucinare, ma non ho mai avuto nessuno per cui farlo...i miei genitori sono morti che ero solo un bambino e sono stato cresciuto da mio zio...che non ha avuto nulla da ridire quando ho deciso di andarmene a vivere per conto mio nonostante fossi ancora minorenne...poco male, sto meglio senza di lui.

 

Butto le pietanze nella spazzatura e mi metto a lavare le pentole che ho usato ieri e che non ho avuto la forza di togliere la sera prima.

Mentre sento l'acqua tiepida scorrermi tra le mani, mi viene ancora in mente la sensazione di un'acqua più fredda, più naturale, quella del sogno...e sospiro.

Sono le sette passate quando finisco di risistemare la cucina, mi vado a preparare ed esco di casa senza guardarmi indietro.

Una volta Gladio mi ha chiesto come mai amassi così tanto cucinare...la verità è che non lo so nemmeno io, perchè cucinare non è bello davvero se non lo fai per qualcun altro.

 

Il mio cellulare squilla e sorrido vedendo che è proprio Gladio.

 

Colazione da Cid, solito orario ;)”

 

Scrivo velocemente un “ok” e mi incammino verso il bar.

 

* * *

 

Quando scendo a fare colazione trovo mio padre ancora in casa, cosa fuori da ogni schema e logica.

 

-Buongiorno Noctis! - dice in tono strano.

 

-'Giorno...- rispondo secco prima di andare verso il frigorifero in cerca di qualcosa di commestibile da mangiare...che ovviamente non trovo.

 

-Dovremo deciderci a fare la spesa...non c'è niente in frigo. - chiudo lo sportello e apro il rubinetto dell'acqua fredda, bevendo un sorso d'acqua.

 

-Potresti andare tu oggi pomeriggio...- suggerisce mio padre con tono di rimprovero.

 

Sto quasi per dire di sì, dato che non voglio fare la fame, ma d'improvviso mi ricordo del lavoro per Cid.

 

-Di pomeriggio non posso...do una mano in un bar – lo dico velocemente sapendo che scoppierà la terza guerra mondiale.

 

-Io non ti capisco...se hai bisogno di un lavoro, perchè non vieni a dare una mano a me? - mio padre proprio non capisce.

 

-Perchè non voglio lavorare nella tua società...perchè...ah lascia perdere! - prendo con rabbia un tovagliolo e mi tampono le labbra.

 

-Fai come credi...- si arrende troppo facilmente oggi, non è da lui.

 

-Comunque conosci il proprietario del bar a quanto mi ha detto...- dico come se mi sentissi in diritto di non tenerlo all'oscuro di questo dettaglio.

 

Lui mi guarda confuso.

-Chi è?

 

-Si chiama Cid...dice che vi conoscete da un po' di tempo...

 

-Si...da tanto tempo...il vecchio Cid, chi mai l'avrebbe detto...- la malinconia che leggo nel suo sguardo mi sbalordisce e sento il bisogno di uscire fuori da questa casa...subito.

 

-Bè io vado...ci vediamo stasera.

 

Prendo la cartella, ma appena arrivo nell'ingresso e infilo le scarpe la voce di mio padre mi ferma.

 

-Noct...stai attento ok? - sento una strana apprensione che non mi spiego.

 

-Si certo – rispondo velocemente ed esco di casa.

Quando vengo investito dal freddo della mattina mi sento improvvisamente meglio, non predo subito la direzione di scuola, ma vado diretto al bar di Cid: ho un disperato bisogno di caffeina.

 

* * *

 

Entro nel locale e subito vedo i ragazzi seduti ad un tavolo.

Quando mi vedono fanno cenno verso di me e io prendo posto nella sedia libera tra Ignis e Prompto.

 

-Buongiorno Principessa! - mi accoglie Gladio e la mia unica risposta è sollevare il dito medio...cosa che scatena le risate di tutti.

 

-2 a 1 per Noct – interviene Prompto.- A proposito, mi lasci il tuo numero? Così almeno se si organizza qualcosa ti mando un messaggio, stamattina ti volevo dire di venire con noi, ma non sapevo come contattarti.

 

Lo dice con un aria così sconsolata che mi viene da ridere.

 

-Ok...segnatelo – glielo detto al volo.

 

-A proposito...- dice Ignis – Che ne dite se stasera si organizza un cena da me?

 

Avverto un tono nella sua voce che sembra essere quello di un bisogno; più che un invito a cena, mi sembra una richiesta d'aiuto.

 

Improvvisamente mi ritrovo a chiedermi quali siano le storie di questi ragazzi, non so praticamente nulla di loro, né della loro vita.

Mentre sono perso a rimuginare nei miei pensieri vedo Prompto scattare in aria.

 

-Siiii grande Ignis! A che ora veniamo?

 

-Facciamo per le 18? - butta lì un orario

 

-Per me è ok...- Gladio.

 

-Mi piacerebbe, ma non so se ci arrivo, oggi comincio a dare una mano a Cid per le consegne a domicilio...non so se ci limiteremo a discutere del lavoro o se comincio a tutti gli effetti.

 

Ignis annuisce, ma sembra un po' deluso.

 

-Magari puoi chiederglielo quando andiamo a pagare il conto? - chiede Prompto speranzoso.

 

-Si..magari sì.

 

-Cosa mi dovrebbe chiedere? - interviene Cid tirando uno scalpellotto a Prompto.

 

-Ahi! E questo per cos'era? - chiede il biondino con le lacrime agli occhi.

 

-Oh così, perchè mi andava! Dunque Noctis cosa mi dovevi chiedere?- chiede con l'aria di chi la sa lunga.

 

-Ecco...volevo solo sapere se cominciavo già da oggi o...non so...dimmi tu ecco.- mi sento un perfetto idiota.

 

Cid sospira.

-Questi due ti porteranno sulla cattiva strada- dice borbottando.

-Veramente è colpa mia Cid...volevo organizzare una cena stasera da me – si scusa Ignis.

 

-Ah se c'è Ignis di mezzo allora va bene – risponde con aria di sufficienza guadagnandosi due occhiatacce da Prompto e Gladio, con un sottofondo di “che vorresti dire?”.

 

-Bè in realtà potresti lasciarmi il tuo numero, quando ho bisogno ti chiamo al cellulare...1000 yen ogni consegna...ci stai?

 

-Wow...ci sto eccome – esclamo stupito da tanta fortuna.

 

-Ok...per oggi allora ritieniti libero...Ok ragazzi adesso filate a scuola...oggi Gladio paga per tutti...500 yen, prego...

 

-COSA? Perchè?- borbotta Gladio sconvolto.

 

-Più la mancia per avervi portato il conto. - aggiunge Cid.

 

-Non ti sembra un po' troppo? - aggiunge Gladio guardandolo di traverso.

 

Cid si avvicina minaccioso.

 

-Un'altra parola e ti faccio pagare anche la donna delle pulizie che pulisce il porcile che hai lasciato.

 

Gladio tira fuori le banconote rassegnato e tutti scoppiamo a ridere.

 

Quando usciamo fuori Ignis si volta verso di me.

 

-La prima ora oggi ce l'abbiamo tutti insieme...tu che corso hai?

 

-Miti e Leggende...con la prof...cavolo non mi ricordo il nome.- dico sospirando.

 

-Gentiana...si, seguiamo tutti quel corso, è l'unico a cui Gladio presta un minimo di attenzione...e l'unico in cui Prompto mette da parte la polaroid.

 

-La prof Gentiana è fenomenale, vedrai ti piacerà – mi dice Prompto gasato.

 

* * *

A lezione mi rendo conto che quello che dicono della prof è vero, è l'unica a non avermi presentato in pompa magna alla classe e non potrei essergliene più grato.

 

-Allora ragazzi...oggi parliamo un po' degli antichi dei...Noctis, se qualcosa non dovesse essere chiaro non esitare a chiedere.

 

Prende un libro in mano e comincia a fare domande alla classe.

 

-Allora ragazzi chi mi sa dire quali sono i sei elementi alla base della vita sulla terra?

 

Ignis alza la mano senza esitazione, ma con calma.

Vedo gli altri ragazzi guardarlo mentre la professoressa gli dà la parola.

 

-Acqua, terra, fuoco, ghiaccio, luce e oscurità. - non ha nessun dubbio nella risposta e la prof Gentiana annuisce soddisfatta.

 

-Ottimo Ignis, allora si narra che all'inizio dei tempi questi sei elementi fossero dati in mano a sei immortali...oggi le chiameremmo divinità, ma in realtà la definizione non è esatta. I Sei non erano divinità protettrici di niente se non del loro stesso potere e decidevano liberamente se aiutare l'uomo o no...e non sempre tutti insieme.- si interrompe un attimo per assicurarsi di avere l'attenzione di tutti e poi prosegue.

 

-Accadeva spesso, infatti, che se un umano chiedeva l'aiuto dei sei, solo alcuni di loro glielo concedevano e mai senza un prova della forza dell'eroe...o in cambio di un sacrificio.

 

-Qualcuno sa dirmi i nomi di questi dei? - chiede rivolta alla classe, ma stavolta nessuno alza la mano.

 

-Ignis nemmeno tu? - si volta verso i nostri due banchi, Ignis è seduto con Gladio e io e Prompto siamo seduti dietro.

 

-Ecco...Ramuh era il dio della luce, o del tuono, Bahamut quello dell'oscurità, Ifrit delle fiamme, Titano raccoglieva in sé la forza della terra, il Leviatano o Leviathan era il guardiano dell'acqua...- Ignis si interrompe, prende un respiro e continua.

 

-La guardiana del ghiaccio viene indicata come la Glaciale.

 

La professoressa lo guarda in attesa che continui, ma lui non aggiunge altro.

 

-Noctis...nella tua scuola non avevate un corso come il mio giusto?

 

-N-no – quasi balbetto, ma mi impongo di darmi un contegno.

 

-Quindi non sapresti rispondermi...nessuno sa qual'è il nome della glaciale? Eppure è strano, tutti gli dei hanno un nome, come mai lei no? - chiede impilando una serie di domande retoriche.

 

Non so sa dove viene, ma sento una voce che quasi urla un nome dentro di me, un nome che non ho mai sentito, che non significa nulla; cerco di calmarmi ma è come se non potessi trattenermi dal parlare.

Gentiana si volta dall'altra parte e ci dà le spalle mentre si dirige verso la cattedra.

Devo stare zitto, farò solo un'altra colossale figura di merda, non posso sparare lì un nome a caso solo perchè mi è venuto in mente.

 

-Shiva! - dico a voce così bassa che penso non mi abbia sentito, ma lei si volta lentamente verso di me.

 

-Come hai detto? - chiede cercando di capire se ha sentito bene.

 

-Forse...Shiva – dico a voce più alta – La Glaciale, si chiamava Shiva.

 

Cala un silenzio di tomba mentre tutti fanno balzare i loro sguardi da me alla prof in attesa del suo verdetto.

 

-Esatto Noctis...il nome della Glaciale è proprio Shiva...- la lezione riprende come se non ci fosse stato questo scambio di battute e Prompto mi si avvicina, bisbigliando.

 

-Ma non avevi detto che non avevi studiato questa materia?

 

-L'avrò letto da qualche parte – bisbiglio velocemente, ma so che non è così, quel nome mi ha premuto forte per uscire fuori e la cosa è piuttosto inquietante.

 

Quando la lezione finisce tiro un sospiro di sollievo e scappo dalla classe prima ancora di poter avere un confronto con la professoressa.

 

-Abbiamo un altro secchione quindi? - I commenti di Gladio sono piacevoli quanto lo shampoo negli occhi.

 

Non rispondo e Prompto rincara la dose.

 

-2 a 2...chissà chi vincerà questa partita – lo dice sorridendo.

 

Durante tutta la giornata riesco a vederli solo a mensa, perchè le lezioni sono in aule diverse, quindi ci diamo appuntamento direttamente all'uscita della scuola.

 

Quando arrivo sono già lì ad aspettarmi.

 

-Allora si va? - Chiede Gladio in tono petulante.

 

-Non eri costretto ad aspettarmi – lo sorpasso senza degnarlo di uno sguardo.

 

-Allora ci vediamo alle 18 da Ignis...ti mando l'indirizzo – dico Prompto felice.

 

-A dopo allora...- dico con un mezzo sorriso, mentre facciamo qualche metro insieme.

 

Il sole sta tramontando e, mentre guardo queste strane persone accanto a me, vengo colpito da un strano flash: io e loro, accampati in riva alla spiaggia, ad arrostire carne e mangiare fagioli in scatola.

Così come è arrivata, l'immagine svanisce, ma è stata così intensa che per un attimo sono costretto a fermarmi e loro se ne accorgono.

 

-Hey Noct tutto ok? - chiede Prompto corrugando la fronte.

 

-Si solo...devo avvertire mio padre che non torno per cena.

 

Compongo velocemente un messaggio e poi stacco il telefono, perchè so già che la sua risposta non mi piacerà affatto.

 

Gladio viene e stringe il collo con un braccio.

 

-Via quel muso lungo Principino...stasera ci si diverte.

 

E, mentre li saluto, anche se morirei piuttosto che dirlo ad alta voce, so che ha ragione.

 

 

 

N.d.A

Buongiorno mondo!

C'è nessuno? Ieri ho totalmente dimenticato che fosse lunedì,sorry.

Continuano i flashback e Gentiana entra in scena xD

Dal prossimo capitolo le cose si fanno più movimentate ;)

Recensioni sempre ben accette xD

Kiss kiss

Angel_SG

 

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Capitolo 5
*** Incontri ravvicinati del terzo tipo ***


Incontri ravvicinati del terzo tipo

 

 

 

Sono nel pianerottolo da tipo 5 minuti ad imprecare contro Prompto.

Era così difficile dirmi anche l'interno a cui suonare? Perchè ovviamente sui campanelli delle porte non c'è scritto un accidenti di niente.

Mi rompe troppo fare la figuraccia di chiamare e di dire che sono lì ad aspettare come un fesso, quando ad un certo punto sento una musica assordante cominciare a venire da uno degli appartamenti...e una voce poco virile cantare.

 

Mi viene quasi da ridere quando riconosco Prompto e suono deciso alla porta dalla quale viene il casino.

Lui mi apre senza smettere di cantare.

 

-Hey! Hey! You! You!I don't like your girlfriend! - mi indica in maniera poco virile e poi si scosta per farmi passare...saltellando e cantando.

 

-Avril Lavigne? Seriamente? - chiedo trattenendomi a stento dal ridere...problema che Gladio non si pone, visto che è praticamente piegato in due sul divano.

 

-Oh Dei! Rivoglio la mia vita!- Gladio si interrompe e mi guarda – Alla buon'ora sua altezza.

 

Mi sorride in maniera meno strafottente del solito e quindi evito di mandarlo in culo.

 

-Ignis dov'è? - chiedo curioso non vedendolo in giro.

 

-E' già sui fornelli...non vedo l'ora di mangiare! - dice Prompto lamentoso, poi prende la ciotola dei pop corn e la porge verso di me – Spuntino?

 

Ne prendo una manciata e me li infilo direttamente in bocca senza rispondere.

 

-Allora che si fa mentre aspettiamo? - chiede Gladio.

 

-La mia interpretazione canora non ti ha intrattenuto abbastanza? - risponde Prompto.- Just Dance? – propone lui e la mia faccia deve essere inorridita almeno quanto quella di Gladio.

 

-Piuttosto mi faccio prete! - rispondo laconico.

 

-Antipatici....- poi rivolge uno sguardo sibillino a Gladio – Guitar Hero?

 

-Ora ci siamo! Noct tranquillo ci andrò piano con te, non mi piace stracciare i pivelli.

 

Trattengo una rispostina acida e decido di vendicarmi in un altro modo.

Quando finiscono di spiegarmi velocemente come si gioca Gladio fa partire Jon Bon Jovi...che conosco meglio delle mie tasche.

 

In quei 4 minuti semplicemente distruggo Gladio.

 

-Ma come cazzo hai fatto?- mi chiede sconvolto.

 

-Scusa Gladio, mi sarei dovuto trattenere...in fondo non mi piace stracciare i pivelli.- Gli faccio il verso.

 

E' così che funziona tra noi, non lo ammetterei neanche sotto tortura, ma in fondo mi piace questo continuo testa a testa.

 

-Ragazzi – interviene Ignis – La cena è pronta! - E solo gli Dei sanno come faccio a tenermi gli occhi dentro le orbite di fronte a tutto quel cibo...

 

La cena passa in maniera piacevole, tra Prompto che si strozza con cibo, Ignis che gli dà colpi sulla schiena per aiutarlo e Gladio che gli urla che se mangiasse a modo tutto questo non succederebbe.

Io semplicemente mi sento bene, ecco tutto.

 

-E' il momento del dolce...- Ignis tira fuori degli strani muffin...o almeno somigliano a muffin.

 

Nel momento in cui ne addento uno sento una strana morsa allo stomaco; non come quando mangia qualcosa di cattivo, ma come quando improvvisamente ti viene in mente un bel ricordo che avevi lasciato chiuso in un cassetto.

 

-Wow sono buonissimi! Sono diversi da quelli che fai di solito – dice Prompto in estasi.

 

-Ho cambiato le dosi...ho messo il miele e giocato un po' di più con la pasta per rendere più friabile...

 

-Devi sapere Noct – interviene Gladio – Che conosco Ignis da 5 anni, e sono 5 anni che mi rompe l'anima con una vecchia ricetta di un dolce che non si ricorda neanche dove ha letto...ma è fermamente intenzionato a ricrearla uguale...anche se non sa neanche lui che sapore dovrebbe avere.

 

Ignis abbassa la testa, come dispiaciuto.

 

-Quando riuscirò a trovarla lo saprò...

 

In quel momento sento il bisogno di dire qualcosa...

 

-Ci sei quasi...secondo me! - lo butto giù lì e già mi aspetto le prese per i fondelli di tutti, visto che non ho la più pallida idea di quale sia il dolce che Ignis vuole cucinare, ma stranamente nessuno dice nulla, ci scambiamo degli sguardi strani e poi riprendiamo come se niente fosse.

 

* * *

 

Non credo di essermi mai divertito tanto in vita mia, e mi riferisco soprattutto alla parte in cui abbiamo quasi rischiato di perdere Prompto, dopo averlo messo in squadra con Gladio nella partita a “Taboo”.

 

-Ma sei cretino? - Sta urlando Gladio – Dai cazzo, è un sinonimo! Dai ci metti dentro cose, delle cose come quelle che “usano” i grandi artisti con il microfono...dai – sta urlando come un forsennato guardando la clessidra, con l'unico risultato di confondere Prompto ancora di più.

In realtà non so come si faccia a fare capire la parola “lettore mp3” senza usare “canzone”,Musica, Traccia e simili, ma non posso che ringraziare il cielo per aver dato a Gladio quella carta.

 

Io ed Ignis abbiamo praticamente le lacrime agli occhi dal forte ridere...penso che non ci sia limite al peggio, quando Promto prova a dare un risposta.

 

-Ci sono! E' la valigia? - chiede in modo angelico e giuro che sono sicuro stia per esplodermi qualcosa nel cervello quando vedo la faccia di Gladio.

Riesco a tenere gli occhi aperti quel tanto che basta per vedere Gladio tirare un sonoro pugno sulla testa di Prompto.

Ignis riesce a snocciolare un “tempo”, che pone fine al loro turno di gioco.

Neanche a dire che io ed Ignis vinciamo la partita e a farne le spese è la povera testaccia dura di Prompto.

 

Quando arriva il momento di andare, sento il peso al petto tornare, so che non voglio andare, voglio restare in questa bolla di sapone.

Ignis dà a tutti noi un piccolo sacchetto con le rimanenze delle cena e ci avviamo ognuno per la sua strada, dandoci appuntamento per domani alla stessa ora.

 

Faccio un pezzo di strada insieme a Prompto, prima di salutarlo e imboccare la via di casa mia.

 

-Noct! - mi richiama lui prima che io svolti l'angolo.

 

-Si?

 

-E' stata una bella serata...dovremmo rifarlo se ti va – me lo chiede dubbioso, come avesse timore che io dica di no.

 

-Si...presto! - dico più o me stesso che a lui e Prompto mi sorride in risposta.

 

-Allora a domani.

 

-A domani – rispondo con un mezzo sorriso e poi giro l'angolo mentre lui alza la mano per salutarmi.

 

Infilo le mani in tasca nel tentativo di scaldarmi, ma sembra non avere effetto.

Ad un tratto sento una strana sensazione alle mie spalle, scatto di lato con una goffa capriola, senza sapere neanche io come ho fatto.

Fatto sta che dove stavo prima, nel punto esatto, vedo un coltello conficcato nell'asfalto.

 

-Vedo che i tuoi riflessi, seppur meno reattivi, sono comunque intatti...i miei complimenti altezza.

 

L'unico a chiamarmi in questo modo è Gladio, ma decisamente la voce non è quella del mio nuovo amico...e le intenzioni di questo strano individuo sono tutto fuorchè amichevoli.

 

-Chi diavolo sei tu? - Chiedo sfoderando una determinazione che non sapevo neanche io di avere.

 

-Non credo sia un modo garbato di esprimersi...- la voce maligna mi giunge ovattata, sento le mani sudare per l'ansia.

 

Non so cosa voglia questa strana figura, ma sicuramente non è niente di buono.

 

-Non ho soldi con me, se sei venuto per derubare qualcuno hai proprio sbagliato bersaglio.- digrigno i denti.

 

Lui ride.

 

-Sei sempre stato un tipo divertente – viene un po' alla luce e riesco a scorgere un cappello e un riflesso nei capelli tendente al viola.

 

-Si può sapere chi cazzo sei? Ci conosciamo?- chiedo nervoso.

 

-Oh si...da tanto tempo principe Noctis.- di fronte a quell'appellativo sento quasi la terra tremare, non è come quanto lo usa Gladio, stavolta sento una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa di sbagliato.

 

-Dov'è lei? - chiede sibilando.

 

-Non so di chi diavolo tu stia parlando...

 

-Non ti conviene giocare con me...- io resto in silenzio e lui fa una strana risata.

 

-Bene...vorrà dire che servirà qualcosa per rinfrescarti la memoria.

 

Vedo tante piccole figure spuntare dal buio, ognuna di loro ha una piccola torcia in mano.

Guardandole attentamente mi accorgo che sono delle gigantesche lucertole verdi avvolte un saio da monaco.

 

-Ma che diavolo...- sono ancora sconvolto, quando la mia mente partorisce una parola.

 

Tomberry.

 

Mi sento un attimo preso contropiede, eppure quel nome...sento che è davvero il nome delle creature, anche se non saprei dire come faccio a saperlo.

Un altro coltello vola nella mia direzione e mi sposto, ma non abbastanza velocemente da permettermi di evitarlo del tutto.

Sento uno strano liquido venire giù dalla guancia e rabbrividisco con orrore quando mi rendo conto che è sangue.

 

Devo scappare.

 

Sono totalmente disarmato, quindi mi butto a perdifiato nel vicolo accanto, gettandomi alle spalle il bidone dell'immondizia, nella speranza di rallentarli.

 

Più di un coltello sfreccia nella mia direzione, fortunatamente senza colpirmi, mentre la risata di quel tale mi arriva alle spalle e non posso fare a meno di provare una furia cieca nei confronti di quell'uomo.

 

-Per oggi basta così...ma tornerò!- urla al vento e io non ho intenzione di voltarmi indietro, perchè so che non ho modo di difendermi.

 

Quando arrivo alla porta di casa tiro fuori le chiavi e riesco ad infilarle nella toppa solo al terzo tentativo, tanto è forte il tremore che mi scuote tutto il corpo.

Mi getto letteralmente sulla porta una volta aperta e me la richiudo alle spalle con forza senza preoccuparmi di non fare rumore.

 

Mi lascio scivolare a terra e cerco di riprendere fiato; è tutto buio, ma all'improvviso la luce si accende e vedo l'espressione furente di mio padre, pronto ad inveirmi contro per non aver avvisato che non sarei rientrato a cena.

La voce però gli si blocca in gola e, per la prima volta, lo vedo preoccupato per me.

 

-Per tutti gli dei, che è successo? - mi chiede ad alta voce e, giuro, non ho mai sentito mio padre bestemmiare.

 

-Niente, sto bene – dico rimettendomi in piedi e sperando che le gambe non mi tradiscano.

 

-Noctis ti ho fatto una domanda! Stai sanguinando! - il tono di mio padre è adesso imperativo e, guardandolo negli occhi, mi chiedo quanti anni passerei in manicomio se gli dicessi cosa è successo davvero.

Alla fine opto per una mezza verità.

 

-Mi hanno aggredito...volevano rubarmi il portafogli, ma sono riuscito a scappare...purtroppo erano armati e mi hanno ferito...sto bene!

 

Lo dico tutto d'un fiato guardando mio padre negli occhi, sapendo bene che abbassare lo sguardo avrebbe voluto dire ammettere di stare mentendo.

 

Mio padre sembra bersi la bugia...o quanto meno fa finta di credermi.

 

-Dovremmo fare una denuncia...- dice senza smettere di guardarmi.

 

-N-no io...non li ho visti in faccia, era buio...

 

Vado verso la cucina e prendo una pezzuola bagnata, poggiandomela sulla guancia per tamponare la ferita.

 

-Perchè non mi hai detto che non rientravi per cena stasera?- dice con tono di rimprovero e...dispiacere.

 

-L'ho dimenticato...senti non devo per forza dirti tutto della mia vita.

 

Apro il frigo per prendere un bottiglia d'acqua e trovo due cartoni con due pizze intere.

 

Resto un attimo senza parole, mi volto a guardarlo, ma lui non ricambia il mio sguardo.

 

-Io...- comincio, so che dovrei chiedere scusa, ma è più forte di me, non ci riesco.

 

-Lascia stare...ho comprato il microonde...puoi scaldarla.

 

-Tu non hai mangiato? - chiedo con uno strano groppo alla gola.

 

-Non avevo fame...mangia anche la mia...buona notte Noctis.

 

Guardo quella pizza e penso che forse ci sta provando davvero ad andare d'accordo con me, magari sono io che non gli lascio neanche uno spiraglio per entrare nel mio mondo.

 

La cosa mi dispiace, ma non ho tempo per pensarci, ho altro su cui concentrarmi stasera.

Metto la pizza scaldare e, nel frattempo, mi sincero che la ferita abbia smesso di sanguinare.

 

Infilo la tuta che uso come pigiama e porto il cartone con la pizza calda in camera mia, mi stendo sotto le coperte e mi porto il portatile sulle ginocchia, ma non prima di essermi assicurato che la finestra sia ben chiusa.

 

Mi sento un totale idiota mentre digito la parole Tomberry su Google.

Sono convinto di non trovare nulla ed in effetti all'inizio è così, fino a quando un link non colpisce la mia attenzione.

 

Miti e leggende

 

Delle creature mitologiche, nessuna si presenta così apparentemente innocente come il Tomberry. Assimilabile ad un lucertola, apparentemente mite, la creatura notturna, armata di lanterna e coltelli, si rivelava essere pericolosa, in grado di trasformare l'odio in un arma da usare contro i suoi nemici. Considerato da molti presagio di morte, in quanto erano in pochi a vedere questo Daemon ed essere così fortunati da poterlo raccontare in giro”

 

La parola Daemon mi dice qualcosa, ma non riesco a ricordarmi dove possa averla sentita.

Guardo la sveglia a fianco del letto e mi rendo conto che è davvero ora di andare a letto.

Salvo la pagina tra i preferiti e chiudo il computer.

Mi rigiro più volte nel letto, ripensando alla serata e mi vengono subito in mente i ragazzi, prendo di scatto il cellulare per essere sicuro che non sia successo niente a nessuno di loro e apro la chat di gruppo che Prompto ha creato per noi quattro.

 

Prompto: Ragazzi serata bellissima, ho fatto un casino di foto...Noctis è proprio fotogenico xP

 

Gladio: A quando le nozze?

 

Ignis: Suvvia smettetela...sono stato benissimo, ci vediamo domani. Notte a tutti.

 

Gladio: Buona notte schiappette...Ah Noctis, mi devi una rivincita a Guitar Hero!

 

Prompto: ahahah rassegnati Gladio, hai trovato pane per i tuoi denti. Notteeee

 

Sorrido, sentendo ad un tratto tutta la tensione scivolare via.

 

Non sperare di battermi, ti distruggerò ancora Gladio. Mi sono divertito, Ignis ti assumo come cuoco personale ;) A domani allora...puntuali!

 

Poggio il telefono sul comodino e mi abbandono sul letto.

Sono un po' più calmo e ancora non mi spiego come sia possibile, visto che l'esperienza di stasera avrebbe dovuto mandarmi al manicomio.

 

Chiudo gli occhi e mi addormento di botto; al risveglio non mi ricordo di preciso chi o cosa ho sognato, so solo che nei miei sogni c'erano dei capelli viola e un sorriso malefico che non preannuncia niente di buono.

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

ecco il quinto capitolo, le cose cominciano a delinearsi.

Fatemi sapere che ne pensate, così valuto se continuare a postarla visto che le recensioni scarseggiano :)

un beso a todo

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 6
*** Rise and Shine...and Run ***


Rise and Shine...and Run

 

 

Sto guardando l'alba davanti a me spuntare dall'orizzonte, il sole si riflette sul mare e l'aria frizzante mi colpisce le spalle.

Incrocio le braccia al petto mentre aspetto che il nostro principe si svegli...gli Dei solo sanno quanto io voglia bene a quel ragazzo, ma non è necessario che glielo dica, no? In verità penso lui lo sappia molto bene.

 

Sento un movimento alle mie spalle e so che lui è arrivato, quindi mi giro.

 

-Bene, finalmente ti sei alzato?

 

-Io e l'alba non siamo ottimi amici...- mi dice passandosi un mano tra i capelli scarmigliati e sbadigliando.

 

-Bè quale modo migliore di svegliarsi se non una bella corsa? - dico prendendolo in giro e lui fa una faccia sconvolta.

 

-Le parole Svegliarsi, mattina e corsa non stanno molto bene nella stessa frase – lo dice serio solo per metà e io scoppio a ridere.

 

-Facciamo una cosa Principe...una corsa sulla spiaggia io e te...fino a quella roccia: se vinci tu domani non sentirai volare una mosca prima delle 11...se vinco io ti allenerai con me tutte le mattine per un mese.- dico sicuro di me.

 

Lui mi guarda e vedo il sguardo cambiare, trasformarsi da assonnato a determinato...è questo che mi piace di lui, il fatto che sappia essere un bambino, ma anche un folle adolescente...e mi chiedo se la corona non sia un peso troppo grande da portare quando verrà il momento.

 

-Mi toccherà impegnarmi e batterti. - mi spintona per gioco e ci mettiamo entrambi in posizione.

 

-Allora...- comincio io – Tre...due...uno...- non dico via, sono già partito e lui si getta a capofitto nella corsa dandomi del “baro”.

 

Ridiamo mentre sento la sabbia ostacolarmi e rallentare la mia corsa.

 

-Forza sorgi e brilla bella addormentata – urlo con tutto il fiato che ho in gola mentre prendo ancora velocità.

 

Sento il suo fiato sul collo, mentre la sabbia mi schizza addosso, lo vedo sorpassarmi e in breve mi trovo a guardare le sue spalle.

Lo supero, lui supera me...è un testa a testa, fino a quando siamo quasi arrivati al traguardo.

Siamo fianco a fianco e riesco a vederlo con la coda dell'occhio: ride, ride davvero come non lo vedevo fare da tanto, non è per niente facile scuoterlo e io mi vanto di essere uno dei pochi a riuscire a farlo...insieme ai nostri due compagni di viaggio.

E così lo faccio...rallento un minimo, giusto quel tanto che basta per lasciarlo vincere.

 

-Siiii – urla con le braccia al vento, poi posa le mani sulle ginocchia e cerca di riprendere fiato.

 

-Mi hai battuto...- dico tranquillo – Direi che il tuo sonno è salvo!

 

Stiamo ridendo entrambi, forse a voce un po' troppo alta, perchè vedo il telo della nostra tenda sollevarsi e le facce dei nostri compagni di viaggio fare capolino.

 

-Si può sapere che sta succedendo? - Chiede il biondino assonnato.

 

-Lascia stare – risponde l'altro sistemandosi gli occhiali sul naso – Io preparo la colazione...uova e bacon per tutti?

 

Nessuno risponde, ma sulle nostre facce giurerei che siano spuntati tanti cuoricini, perciò lui annuisce e si mette a lavoro.

 

Mentre ci avviciniamo all'accampamento gli getto un braccio intorno al collo, fingendo di stritolarlo.

 

-E bravo il nostre Principe! - dico ridendo.

 

-Gladiolus lasciami dai! - ma lo dice senza troppa convinzione e so che si sta divertendo anche lui.

 

Ci sediamo intorno al tavolo e guardo il sole che ormai comincia ad alzarsi nel cielo, prendo un profondo respiro e sorrido.

Va tutte bene, nonostante tutto, siamo ancora qui tutti insieme, guardo il nostro principe e mi sento sempre più determinato a proteggerlo.

 

Spada e Scudo...sarò il suo scudo...e non perchè mio padre lo fu del suo prima di me, ma perchè non permetterei mai a nessuno di fargli del male.

 

-Allora si può sapere da dove arriva questa colazione? - chiedo mezzo sgorbutico per stemperare il momento di tenerezza nella mia testa.

 

-Sei sempre il solito cafone – risponde il biondino.

 

Il ragazzo ai fornelli mi guarda e mi sorride, come se sapesse i percorsi mentali che ha attraversato il mio cervello.

 

-E' quasi pronto...fate i bravi bambini, tra poco si mangia.

 

Mi sveglio lentamente e mi rendo conto che è ancora presto, ho ricordi frammentati del sogno che ho fatto, ricordo solo una grande sensazione di benessere.

 

Mi giro un po' nel letto fino a che capisco che non riprenderò sonno, quindi mi alzo, metto la tuta da jogging e getto un cambio nel borsone della scuola...farò la doccia negli spogliatoi della palestra a scuola.

Lascio un messaggio attaccato sul frigo per Iris, in modo che non si preoccupi non trovandomi, poi metto le scarpe ed esco.

Guardo il sole che sorge all'orizzonte e vedo la spiaggia in lontananza...non ricordo bene cosa ho sognato stanotte...ricordo solo che correvo sulla spiaggia con qualcuno e che stavo fottutamente bene, quindi mi dirigo verso la spiaggia senza alcun ripensamento, in cerca di quella sensazione di benessere di cui mi resta solo un vago ricordo.

 

* * *

 

Quando mi sveglio trovo ancora il portatile ai piedi del letto e mi sembra surreale quello che mi è successo ieri, sono quasi convinto di essermi immaginato tutto, quindi cerco di non pensarci e mi alzo.

E' l'alba e, giuro, non sono un tipo mattiniero.

Scendo in cucina e preparo il caffè, aspettando che venga su vado a sciacquarmi il volto.

Me lo verso sulla tazza a forma di panda che mia madre mi aveva regalato quando avevo solo 6 anni.

Sento dei rumori provenire dal piano di sopra e capisco che mio padre si è alzato; non mi va di affrontarlo, quindi ingurgito velocemente il caffè bruciandomi la lingua ed esco fuori casa.

 

Aspiro il profumo dell'aria pura di prima mattina e, in lontananza vedo il mare, quindi decido di andare a fare due passi in spiaggia per ingannare il tempo.

 

Odio alzarmi presto, ma devo ammettere che lo spettacolo della spiaggia al sorgere del sole toglierebbe il sonno a chiunque.

 

-Hey...questa si che è una sorpresa – sento una voce in lontananza e, quando mi volto vedo Gladio.

 

-Hey...- dico a mo' di saluto.

 

-Mattiniero anche tu? - mi chiede sarcastico.

 

-Non riuscivo a dormire – rispondo semplicemente.

 

Si avvicina e mi guarda attentamente, come se mi stesse studiando, reggo il suo sguardo per un po' prima di chiedergli cosa c'è che non va.

-Niente...come te la cavi nella corsa? - mi chiede con un tono degno di significati.

 

-Oh no, non correrò contro di te Gladio...- dico terrorizzato all'idea di fare un simile sforzo a quell'ora del mattino.

 

-Paura di perdere? - mi provoca lui.

 

Lo fulmino con lo sguardo e poi un senso di deja-vù mi colpisce...e non ho dubbi su cosa rispondere.

 

-Ok...- prendiamo posto al limitare del lido.

 

-Vedi quella barca lì in fondo? - mi indica un punto lontano e io annuisco.

 

-L'ultimo che arriva paga il pranzo oggi! - mi dice sicuro di se.- E se vinco io vieni a correre con me tutte le mattine per il prossimo mese.

 

-Ci sto...se perdo io offri tu per tutto il mese- so già che dovrò correre come un forsennato.

 

-Andata...tre...due...uno – una voce dentro di me mi dice che non aspetterà il via, quindi parto prima...nello stesso istante in cui parte lui.

 

-Baro di merda! - mi urla ridendo.

 

-Senti chi parla! - rispondo cercando di continuare a respirare regolarmente.

 

Nessuno dei due sembra avere la meglio, sento i polmoni esplodermi visto che sono totalmente fuori allenamento.

 

Alla fine lui fa uno scatto e taglia il traguardo prima di me.

 

Mi getto in ginocchio sulla sabbia cercando di non farmi venire un infarto per la mancanza di ossigeno.

 

-Ne hai di strada da fare prima di battermi!- mi sfotte lui, ma in realtà penso che sia più una constatazione che una reale presa in giro.

 

-Fottiti! - esalo senza fiato.

 

Lui mi dà una pacca sulla schiena.

-Alzati sfaticato, la colazione stamattina te la offro...ma da domani cominci a pagare pegno.

 

Mi porge la mano e io l'afferro per alzarmi.

Sono un tipo competitivo, ma stranamente non mi sento sconfitto, l'idea di allenarmi con lui risveglia in me una strana nostalgia e non riesco ad essere veramente dispiaciuto all'idea di rifarlo domani.

 

-Andiamo? - Chiede tranquillo.

 

-Si...andiamo...

 

Lui sbuffa a ridere.

 

-Che hai da ridere così? - chiedo piccato.

 

-Da domani le tre parole con cui ti sveglierai saranno “sorgi”,”brilla”...e “corri”.

 

Lo mando a farsi fottere tra i denti e poi ci avviamo verso il bar, con un profondo senso di pace nel petto.

 

* * *

 

Sbadiglio cercando di tenere gli occhi aperti sul professor Trifi, il mio insegnante di Geografia, ma senza gran successo.

Ad un certo punto la mia mente si perde in strani voli pindarici, il mio mento scivola pericolosamente verso il petto ed è con uno scatto fulmineo che riesco a rimettersi su e ad aprire gli occhi...dio mio, ci mancava solo che finissi con la faccia sul banco.

Un rumore deve avermi portato alla realtà ma non so quale, fino a che non vedo un aeroplanino di carta planare sul mio banco e, aprendolo, mi rendo conto che è una mia foto mezzo addormentato...Prompto!

Mi volto verso di lui, mentre mette via la macchina fotografica e sghignazza.

Mimo con le labbra un “ti uccido” e lui alza le spalle come a dire “non ho resistito”.

 

-Caelum!!! - urla il professore imbestialito.

 

-Si? - chiedo ancora intontito e realizzo troppo tardi che deve avermi fatto una domanda.

 

-Crede di poter tornare con la mente in classe per i prossimi – guarda l'orologio – 20 minuti? - chiede sarcastico.

 

Sento le guance prendere fuoco mentre buona parte della classe ride.

 

-Mi scusi – borbotto.

 

-Vediamo...visto che si sente così informato sulla mia materia da non ritenere di dover stare attento...da dove si narra sia nata l'isola di Tokyo?

-Ehm...- maledico ogni divinità esistente nella mia testa, ma non ho davvero idea di cosa lui stia parlando.

 

-Signor Caelum non credo di sentire la sua voce...forse è meglio che si alzi in piedi, così tutta la classe può apprendere le sue perle di saggezza.

 

Mio malgrado sono costretto a farlo, guardo nel panico Prompto e Gladio che sfogliano le pagine del libro per darmi una mano, ma neanche loro hanno la più pallida idea di quale sia la risposta...se solo ci fosse Ignis.

 

-Ehm...non lo so...- dico guardando il professore negli occhi.

 

-Lei non lo sa? - Chiede lentamente. -Curioso...- ride in maniera maligna e mi chiedo che cosa abbia fatto di male per meritarmi questo.

 

-Lei segue anche il corso della professoressa Gentiana, giusto?

 

Io mi limito ad annuire, così lui continua.

 

-Bene allora direi che può farmi avere per venerdì un saggio di 8 pagine sulla nascita di Tokyo dal punto di vista storico e mitologico...vediamo – finge di riflettere – Posso anche darle uno spunto: La nascita di Tokyo tra mitologia e storia...che gliene pare?

 

-Ma io...– cerco di oppormi

 

-Un'altra parola e le pagine del saggio diventano 10...-

 

Non ho altra scelta che annuire e sedermi.

 

-Chi le ha dato il permesso di risedersi?

 

Mi fermo a metà e lo guardo in cagnesco.

 

-Credo che la giusta punizione al suo comportamento sia quello di farle seguire il resto della lezione in piedi...lei non è d'accordo?

 

Mi rimetto in piedi e sollevo lo sguardo, non riuscirà a piegarmi, che io possa bruciare vivo in questo stesso momento se avrò solo un secondo di cedimento di fronte a lui.

 

Alla fine della lezione prendo le mie cose e faccio per uscire dalla classe insieme a Gladio e Prompto, quando il professore mi ferma.

 

-Caelum...un ultima cosa...- i ragazzi mi fanno segno che mi aspettano fuori e io mi fermo per ascoltare quello che quello stronzo ha da dirmi.

-Ti invito a seguire con più attenzione le mie lezioni...non si sa mai quando ti possono tornare utili..- il tono che usa è sarcastico e saccente, quindi mi limito ad annuire e me ne vado furioso.

 

-Hey...non te la prendere lui fa così con tutti – cerca di consolarmi Prompto, ma senza esito.

 

Quando ci rivediamo nel parco durante la pausa con Ignis riesco finalmente a rilassarmi di nuovo.

 

Sento il cellulare vibrare nella tasca e rispondo ad un numero sconosciuto.

 

-Hey Noctis, sono Cid, ascolta avrei un lavoro per te stasera...sono poche consegne nella parte Est della città...pensi di farcela?

 

-Si certo...mandami gli indirizzi così li cerco su Google Maps.

 

-Ok ti scrivo tutto per messaggio...a dopo ragazzo.

 

Chiudo la chiamata e Prompto mi guarda curioso.

 

-Era Cid?

 

-Sì, mi ha chiesto di fare delle consegne stasera...

 

-Oh...- risponde Ignis – Magari allora si organizza una pizza per dopo...se ci siete.

 

-Io ci sono sempre per la tua pizza – risponde Gladio – Sono sicuro che anche Noctis ci sarà...tanto la smaltirà l'indomani con me? - scoppia a ridere e mi ricordo solo in quel momento della nostra scommessa.

 

-Cioè? - Chiede Prompto confuso.

 

-Oh niente...una cosa tra me e il principe...- stavolta abbiamo una strana scossa tutti e quattro di fronte alle parole di Gladio.

 

Ci sono dei secondi di silenzio, poi Prompto rompe quell'imbarazzo.

 

-Se vuoi sono libero stasera, ti posso accompagnare con il motorino a fare le consegne e poi andiamo direttamente da Ignis...che ne dici? - chiede speranzoso.

 

-Sì...direi che si può fare...- rispondo dopo aver riflettuto un attimo.

 

Leggo il messaggio di Cid e poi mi rivolgo di nuovo a loro.

 

-Devo essere da Cid alle 7...il tempo di fare le consegne e arriviamo...ci vediamo lì per quell'ora, Prompto?

 

Lui annuisce energicamente con la testa e io non posso fare a meno di farmi scappare un mezzo sorriso di fronte alla sua gentilezza.

 

* * *

 

18:30

 

Prendo le mie cose al volo e raccatto il computer da terra, mentre mi preparo ad uscire.

Uno sguardo al pc mi fa tornare in mente quello che è successo la sera prima; inconsciamente spero di aver sognato tutto, riapro lo schermo e aspetto che si avvii.

Apro la pagina dei preferiti che avevo memorizzato e una sfilza di orrendi disegni di creature mostruose mi si presentano davanti; vengono indicati sotto la categoria Daemon...sento un brivido scorrermi lungo la schiena, mentre ogni figura che vedo assume un'aria familiare.

 

Quando sento un bussare alla porta sobbalzo e quasi il computer mi scivola dalle mani; lo chiudo di scatto proprio un istante prima che mio padre entri in camera.

 

-Come va il taglio? - mi chiede in tono quasi casuale.

 

-Bene...- memore di quello che è successo ieri mi sento in dovere di dirgli dei miei programmi per la serata.

 

-Stasera vado a fare qualche consegna per Cid...e poi mi fermo a cena a casa di alcuni amici che ho conosciuto...

 

-Non sei mai stato un grande compagnone...com'è che ti sei fatto già degli amici? - sembra un tono divertito e, giuro, non lo sentivo da una vita dalla bocca di mio padre.

 

-Sono i tipi più svalvolati che potevo raccattare – dico quasi sorridendo – Ma sembrano brave persone.

 

-Ok – sospira – Allora divertiti...

 

-Grazie...- mio padre sta quasi per andarsene, quando lo richiamo.

 

-Papà...

 

-Mhn?- si volta a guardarmi.

 

-Ehm...no, niente...- per un attimo la folle idea di chiedergli se avesse mai sentito parlare dei Tomberry mi aveva sfiorato...ma per fortuna sono rinsavito.

 

Lui esce senza dire un parola e io poggio il computer sulla scrivania ed esco a volo.

 

Quando arrivo da Cid, Prompto è già lì ad aspettarmi, giocando con una fionda.

 

-Ma quanti anni hai? - chiedo sarcastico.

 

-Non abbastanza per crescere davvero – mi risponde ridendo.

 

Prendiamo le ordinazioni e ci avviamo per la strada, in effetti andare in giro in motorino con Prompto è rilassante, perchè a dispetto del suo carattere estroverso e folle, ha una guida impeccabile, lui ride quando glielo faccio notare.

 

-Sì, io amo le moto...Ignis ha una vera passione per le macchine.

 

-E Gladio? - chiedo sarcastico.

 

-Gladio? Solo un pazzo darebbe a Gladio un mezzo che non sia un tir indistruttibile...ha incidentato più macchine lui della Ferrari.

 

Rido e un'ora passa così, facendo anche un cospicua raccolta di mance, mi offro di pagare le benzina ma lui sventola una mano al vento e mi dice di lasciar perdere.

 

Stiamo ridendo quando lo sento irrigidirsi; sto per chiedergli cosa ci sia che non va quando sento uno strano calore alle mie spalle e una palla di fuoco ci taglia la strada.

Prompto sterza e finiamo a terra con la moto; vedo così tanto fuoco intorno a noi che quasi soffoco quando il fumo mi entra nei polmoni.

 

-Ma cosa diavolo sono? - Prompto sta urlando, ma non è il suo solito tono, è più forte e basso, qualcosa a metà fra la paura e l'ansia.

 

Guarda intorno a me e vedo solo il fuoco, ma quando guardo bene, mi rendo conto che in realtà intorno a noi non c'è un incendio, ma tante palle di fuoco sospese per aria.

 

-Che cazzo...- comincio io, ma non ho il tempo di finire che una palla si è scagliata contro di noi.

 

Scartiamo uno a destra e l'altro a sinistra, poi vedo Prompto tirare su la moto e urlare.

 

-Cazzo Noct muoviti andiamocene via di qui – sento il panico nella sua voce e corro più forte che posso evitando le lingue di fuoco.

Riesco a malapena a salire in moto che lui è già partito, devo stringermi con una mano a lui e con l'altra al maniglione dietro di me per non cadere.

 

Non riesco neanche a rendermi conto di quanto stiamo correndo, quelle strane creature ci seguono in ogni passo; ad un certo punto vedo il muro avvicinarsi a noi.

 

-PROMPTO!! GIRA! - Urlo tentando di farmi sentire al di sopra del rombo del motore.

 

-NON ANCORA! - Mi risponde lui.

 

Quegli esseri vanno spediti verso il muro seguendo noi...ancora pochi metri...vedo il vicolo a destra e capisco cosa vuole fare...pochi secondi...non ce la faremo mai...e poi succede.

 

Prompto sterza e frena contemporaneamente, e la moto si infila nello stretto vicolo, mentre una decina di quelle palle di fuoco si schianta contro il muro.

 

-Dove cazzo hai imparato a guidare? - chiedo con ancora il panico nella voce.

Lui non fa in tempo a rispondere che, usciti dal vicolo, una lingua di fuoco gli sfiora il braccio e lo vedo strizzare gli occhi da uno degli specchietti retrovisori.

 

-Bastardi! - lui sterza ancora e accelera, ma niente di quello che facciamo sembra riuscire a fermarli.

 

-NOCT! - urla lui – Ho un idea...sai guidare? - e il tono che usa non mi piace per niente ma mi trovo ad urlargli un “si” in risposta.

 

-Ok...arrivi al manubrio? – annuisco e lui continua – Appena te lo dico prendi il controllo del motore.

 

Sento i sudori freddi scendermi per la schiena ma annuisco.

Lo vedo tirare fuori la fionda e qualcosa di argentato che credo essere un coltellino svizzero.

 

-Prompto ci stanno raggiungendo!!

 

-Ci siamo quasi!! - si guarda intorno e poi sorride, quindi capisco che ci siamo.

 

-ADESSO!- Urla e lascia il manubrio.

 

Mi sporgo appena in tempo in avanti per evitare che la moto si abbatta di lato, lui si alza in piedi e infila il coltello nella fionda, poi tira.

Non capisco a cosa abbia mirato fino a che non sento un rumore di acqua,

lui si riabbassa e riprende il controllo della moto, così ne approfitto per voltarmi e vedo una grande cisterna cedere, l'acqua si riversa a fiotti sulla strada, deve aver colpito la valvola della pressione, spegnendo quelle palle di fuoco e lasciandone a terra poco più che cenere.

 

-Ce l'abbiamo fatta...- bisbiglio sconvolto.

-Davvero? - mi chiede stupito.- Oddio...yu uhhhhh – urla al vento, ma credo sia più l'effetto dell'adrenalina.

 

Arriviamo di fronte a casa di Ignis ad un velocità paurosa, scendiamo dalla moto al volo, senza neanche preoccuparci di rimetterla in piedi e Gladio deve aver visto quella scena dalla finestra, perchè si precipita ad aprirci la porta e noi ci fiondiamo dentro senza fermarci.

 

-CHIUDI! - urlo e Gladio non se lo fa ripetere due volte.

 

Arriviamo in salotto e Ignis spunta cinereo in volto dalla cucina.

 

-Che succede? - chiede guardando noi e Gladio che ci ha appena raggiunto.

 

-E' quello che vorremmo sapere anche noi...- dico per tutti e due.

 

-Che diavolo erano quei cosi? - chiede Prompto.

 

-Erano...- ancora un volta una strana sensazione allo stomaco, mentre quella parola sconosciuta viene a galla – Pyros...erano Pyros...

 

-E che diavolo sarebbero? - chiede Prompto confuso.

 

-Non ne ho idea...-

 

-Ok...- Ignis cerca di riportare la calma. - Perchè non vi sedete, porto un po' d'acqua e ci raccontate tutto ok?

 

Noi annuiamo incapaci di proferire parola.

 

* * *

 

Mezz'ora dopo mi ritrovo a guardare tre paia di occhi sconvolti, io e Prompto abbiamo raccontato ai ragazzi cosa è successo e io ho aggiunto la mia esperienza della sera prima.

 

-Oh...Santo Ramuh! - Bestemmia Gladio.

 

-Non c'è niente di normale in questa cosa – interviene Ignis – Dobbiamo scoprire che diavolo sono questi esseri.

 

-Avevo fatto qualche ricerca...- intervengo – Dovrebbero essere Deamon...o qualcosa del genere, sono figure mitologiche; e avevo trovato un sito che ne parlava, credevo di essere pazzo...

 

-Ok – Ignis scompare per qualche minuto e poi ricompare tenendo in mano il portatile.- Vediamo cosa avevi trovato.

 

Ci mettiamo poco a trovare il sito dove ho trovato le informazioni e, guardandolo attentamente, scopriamo che è il report digitale di un libro sulla mitologia giapponese.

 

-Non ci posso credere...- dice Ignis sconvolto.

 

-Cosa?- intervengo io non capendo a cosa alluda.

 

-Questo sito riporta le informazioni sulla mitologia giapponese tratte dal libro “Nox Divina”...indovinate un po' chi è l'autrice?

 

Guardo lo schermo più attentamente fino a che il nome mi colpisce e spalanco la bocca.

-La professoressa Gentiana? - chiedo sconvolto quanto lui.

 

-Credo sia il caso di farci un bella chiacchierata – dice Prompto, ma Gladio sbuffa sarcastico.

 

-Oh certo mi immagino i toni della discussione: “Buongiorno professoressa, mi scusi, che per caso mi saprebbe dire qualcosa di più sulle creature leggendarie di cui ha scritto? Credo di averne incontrata una.”

 

-Delle quali! - risponde Prompto.

 

-Che?

-Si dice “delle quali” ha scritto...

 

-Ok smettetela di litigare – intervengo io.

 

-Domani potremmo provare a saperne qualcosa di più, ma per stasera non credo ci sia molto che possiamo fare...- Ignis spegne il computer e sospira.

-Se vi va potete fermarvi a dormire qui...ho qualche futon in cantina.

 

-Iris dorme da un'amica stasera...per me va bene.

Anche io e Prompto ci mostriamo d'accordo e così Ignis scende a prenderli; Gladio si allontana per chiamare sua sorella, preso dall'ansia da fratello maggiore e io resto solo con Prompto.

 

-Dio mio...è successo davvero? - mi chiede lui sconvolto.

-A quanto pare...- rispondo io senza troppo entusiasmo, poi vengo colpito da un ricordo.

 

-A proposito...hai una mira fantastica...- dico meravigliato e lui mi sorride in imbarazzo.

 

-Bè felice di averlo scoperto stasera insieme a te...-

 

La mia espressione si tramuta in sgomento.

 

-Non eri sicuro di centrare la cisterna? - chiedo sconvolto.

 

-Avevamo altra scelta? - mi chiede lui, ma è una domanda retorica e io mi trovo ad annuire

 

-Mi hai salvato la vita...- dico in un sussurro.

 

-A buon rendere! - mi risponde con il suo eterno sorriso e io mi trovo a sorridergli di rimando.

 

-Assolutamente si...anche se spero non ce ne sia bisogno.

 

Quella notte sistemiamo i futon tutti in soggiorno, Ignis si accampa con noi, nessuno dice niente, spegniamo la luce e restiamo lì fingendo di dormire, ma in realtà nessuno di noi dorme, tengo l'orecchio in ascolto e avverto i loro respiri irregolari, cercando di rilassarmi.

Alla fine riesco a cadere in una sorta di dormiveglia, ma non riposo affatto, così quando suona la sveglia di Ignis scatto subito in piedi e comincio a prepararmi.

 

-Oggi proveremo a parlare con la professoressa...speriamo di cavarne fuori qualcosa.- Dice Ignis e tutti annuiamo.

 

Sarà una lunga giornata...

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Holaaaaaa

cmo estas?

Capitolo ancora un po' di passaggio, ma ditemi se Prompto non è un gran figo!? *.*

Ok la smetto!

Che dire? Commenti e recensioni sempre bene accetti, fatemi sapere che ne pensate.

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 7
*** Sword and Shield ***


Sword and Shield

 

 

 

Percorriamo la strada per la scuola parlando del più e del meno, cercando di fare finta che quello che è successo ieri sia stato solo un sogno.

Prompto scatta foto a destra e a manca e Gladio lo prende in giro, sembra tutto normale, come due giorni fa, ma mi rendo conto dalla sguardo di Ignis che qualcosa è cambiato.

 

Sto guardando il mio caffè con sguardo vacuo, quando la voce di Cid mi riporta alla realtà.

 

-Si può sapere che avete oggi, voi ragazzi? - ci sta squadrando con curiosità.

 

-Niente...abbiamo solo fatto un po' tardi ieri sera – risponde Ignis per tutti, ma vedo che Cid non se la beve.

 

-Sarà...a me sembrate strani...- ci lascia il conto sul tavolo e se ne va, ma sento il suo sguardo addosso per tutto il tempo.

 

-Forse è meglio andare...- dice Gladio leggermente a disagio.

 

Annuiamo tutti e ci alziamo velocemente lasciando i soldi sul tavolo.

 

Forse, se non fossimo stati così presi dagli avvenimenti della sera scorsa, avremmo notato lo sguardo di Cid farsi più attento.

 

* * *

 

Durante la lezione della professoressa Gentiana cerchiamo di accordarci su chi parlerà con lei; i ragazzi concordano che sia io a dover parlare con lei, visto che ho avuto ben due esperienze con questi strani esseri.

 

-Professoressa...- dico non appena tutti i miei compagni di classe escono dall'aula.

 

-Si Noctis? Qualcosa della lezione non era chiara? - mi chiede con fare gentile.

 

-No...solo che ho visto su Internet che ha scritto un libro...- dico infilando le mani in tasca per nascondere l'ansia.

 

Lei ride in maniera delicata e mi guarda con fare materno.

 

-Ne ho scritti più di uno...un paio di romanzi, qualche thriller e un romanzo storico...a quale ti riferisci? - inclina un po' la testa si lato senza perdere il suo sorriso e io mi sento ancora di più in imbarazzo.

 

-Ecco...intendevo...Nox Divina...dovrebbe essere sulla mitologia se non ho capito male...

Il suo sguardo cambia subito e si fa attento, il suo sorriso non scompare, ma lo vedo diventare più gelido.

 

-E come mai sei interessato a quel libro...se posso chiedere? - dice tutto con una calma terrificante e mi sento a disagio.

 

-Ecco...- d'un tratto ho un flash del giorno prima – Il professor Trifi mi ha chiesto un saggio sulla nascita di Tokyo che comprenda una spiegazione storica e mitologica...e avevo pensato che quel libro potrebbe essere un buon punto di partenza.

 

Lei annuisce lentamente e mi scruta intensamente; mi sento messo a nudo e capisco che non si sta bevendo la mia cazzata.

 

-In verità è abbastanza romanzato...non è totalmente attendibile come volume, non sarebbe meglio qualcosa di più fedele alla storia? - continua attenta.

 

-Ho già preso qualche informazione, l'incipit del saggio è già scritto...non credo di avere il tempo di cambiarlo...- improvviso sperando che ceda.

 

Dai cazzo! Non ho tempo da perdere!

 

Lei sospira.

 

-Hai qualche domanda sul testo? - cede infine e io tiro un sospiro di sollievo internamente.

 

-Ho incontrato una parola che non capisco...Daemon...dovrebbero essere delle figure mitologiche...ma non ho ben capito da dove nascevano...- dico cercando di capire da dove possano essere saltati fuori.

 

-Non sono figure mitologiche...non nel senso canonico del termine...- non smette di guardarmi fisso negli occhi e ho l'impressione che possa sentire il rumore dei miei pensieri.

 

-Erano originati dall'oscurità...si narra che diversi millenni fa il nostro mondo fosse afflitto da una grave minaccia...il cielo venne oscurato e nemmeno un raggio di luce riusciva a penetrare la coltre di buio che ci aveva invaso...da quell'oscurità hanno origine i Daemon...ce ne sono diversi tipi, non tutti con la stessa caratteristica...

 

Non so perchè ma, parlando di oscurità, mi viene in mente lo strano fenomeno dell'eclissi di qualche giorno fa, e devo fare forza su me stesso per evitare di rabbrividire.

 

-E...- comincio a chiedere mentre sento la gola chiudersi – Come si possono sconfiggere?

Il suo sguardo diventa tagliente.

 

-Stiamo parlando di una leggenda, Caelum! - risponde secca, e il passaggio al cognome mi fa capire che sono andato troppo oltre.

 

-Si...era solo perchè sa...volevo che la ricerca fosse più precisa. - dico a disagio.

 

-Considerati dispensato dal compito...parlerò io con il professore! - il suo tono non ammette repliche.

 

-Ma...- provo sentendo la possibilità di ottenere informazione svanire.

 

-Caelum! Ho detto che parlerò io con il professore!- non sorride più e la cosa mi rimette al mio posto.

 

-Va bene...grazie delle informazioni...scusi il disturbo – esco dall'aula e trovo i miei tre amici fuori ad aspettarmi.

 

-Non qui...- sussurro e mi dirigo verso il parco con loro al seguito.

 

* * *

 

Quando finisco di raccontare dell'incontro, Prompto sospira affranto.

 

-Quindi un buco nell'acqua? - la sua frustrazione rispecchia la mia, ma vengo catturato dallo scambio di sguardi tra Gladio e Ignis.

 

-Cosa? - chiedo capendo che hanno avuto qualche idea.

 

-Che ne pensi Ignis? - chiede Gladio, ignorandomi.

 

-Si...credo proprio di sì...- risponde Ignis.

 

-Avete intenzione di condividere anche con noi poveri mortali o no? - ribatto infastidito e Prompto mi dà man forte.

 

Ignis si sistema gli occhiali sul naso e poi mi guarda intensamente.

 

-Non credi che il modo in cui ha reagito sia un po' esagerato? Dispensarti addirittura da un compito? Forse non voleva che indagassi...

 

Vengo colpito dalle sue parole e sono costretto ad annuire.

-Pensi che sappia qualcosa? - chiedo.

-Sicuramente più di quel che vuole far credere...- aggiunge Gladio.

 

-Quindi che si fa? - chiede Prompto – Senza di lei siamo comunque ciechi.

 

-Ho pensato a quello che ha detto e all'eclissi di qualche giorno fa...secondo voi..- inizio, ma Ignis mi interrompe.

 

-Sono collegate? Secondo me sì...siamo nel bel mezzo di una storia ai limiti della realtà- dice incrociando le braccia al petto.

 

-E non abbiamo neanche idea di dove cominciare a prendere informazioni – ribatte Prompto sconsolato.

 

Guardo i miei amici e vedo Gladio perso nel suo cellulare.

 

-Se magari ci degnassi della tua attenzione! - dico scontroso verso di lui, ma Gladio non si scompone e continua la sua opera.

 

-Sto solo cercando di vedere se esiste qualcuno che ha ancora una copia del libro...

 

-E...- chiedo per capire se ha avuto successo.

 

-Tutte le copie furono ritirate il 30 Agosto del 2000...non c'è traccia del libro in giro...

 

Credo di aver cambiato espressione, perchè Ignis si volta verso di me preoccupato.

 

-Noctis...tutto bene?

 

-Hai detto il 30 Agosto del 2000? Sei proprio sicuro? - chiedo sperando si stia sbagliando.

 

-Si perchè? - Chiede Gladio – Vuol dire qualcosa questa data?

 

Degludisco prima di rispondere.

 

-E' la mia data di nascita...-

 

-Magari è un caso...- interviene Prompto, ma non ci crede neanche lui.

 

-Ok...abbiamo bisogno di vederci chiaro – Ignis si sistema meglio sulla sedia – Cerchiamo più informazioni possibili e cerchiamo di non andare mai in giro senza qualcosa che possiamo usare in caso di attacco.

 

-Ignis te l'ho detto...- intervengo – I daemon erano tantissimi secondo la leggenda, non possiamo essere pronti ad ogni tipo di attacco...

 

Rimaniamo tutti in silenzio per qualche secondo.

Guardo la fontanella del cortile della scuola e il rumore dell'acqua che scorre mi calma, la guardo in maniera quasi ipnotica, quando vedo uno strano riflesso viola e rosa passare sotto il pelo dell'acqua e, potrei giurare, vedo un occhio che mi osserva.

 

Mi alzo in piedi di scatto e sbatto gli occhi per un secondo, ma quando rivolgo di nuovo il mio sguardo all'acqua è tutto calmo, come se me lo fossi immaginato.

 

-Noct che succede? - chiede Prompto scattando in piedi.

 

-Io credevo....pensavo...avevo visto...- non riesco a spiegarmi neanche io cosa ho visto.

 

Ignis mi mette una mano sulla spalla.

-Hai i nervi a pezzi...è normale reagire così...

 

Vorrei obbiettare, ma non so neanche io quanto fidarmi dei miei occhi, quindi mi limito a scuotere la testa.

 

-Sto bene...andiamo, è meglio tornare in classe.

 

Ci avviamo verso l'interno della scuola, Prompto e Ignis sono un po' più avanti e Gladio resta un po' indietro, vicino a me.

 

Mi dà una pacca sulla spalla.

-Ce la caveremo...smettila di pensarci...

 

-Non hai visto quelle cose Gladio...mi sono sentito così...impotente – confesso sentendomi sconfitto.

 

-Bè per prima cosa ricordati che io e te abbiamo una scommessa in corso...devi pagare pegno – mi fa l'occhiolino e io quasi mi strozzo con la mia stessa saliva.

 

-Dopo tutto quello che è successo pensi ancora ad andare a correre la mattina? - chiedo stupito.

 

Lui fa un ghigno e mi guarda con fare spaccone.

 

-Se non puoi combatterli...almeno falli correre un po' prima di raggiungerti.

 

Sbotto una risata sarcastica.

 

-Ottimo schema di combattimento...quindi io scappo e tu combatti...ottimo!- dico saccente e lui ride.

 

-Casomai tu combatti ed io ti copro – ribatte per niente infastidito dalla mia frecciatina.

 

-Quindi..io faccio la spada e tu lo scudo? - chiedo divertito e lui si blocca sul posto.

 

Ci guardiamo per un attimo negli occhi e, non so perchè, so di aver detto la cosa giusta.

 

-Come sempre...vostra maestà! - lo dice in tono ironico, ma quella sensazione di calore al petto che provo a volte quando sono con loro torna a scaldarmi.

 

Annuisco e basta.

Non so perchè ma sento una strana sensazione, come volessi tornare indietro nel tempo e riparare a qualcosa che non ho fatto...come se ci fosse qualcosa di sbagliato in quello che faccio ogni giorno...come se...non appartenessi a questa realtà.

 

-Andiamo su...o ti friggerai il cervello! - dice dandomi uno scalpellotto.

 

Io sorrido e getto un ultimo sguardo alla fontanella.

 

-Non pensarci più Noct! - mi dice lui e io annuisco, anche se non posso fare a meno di pensare che nell'acqua si nascondesse davvero qualcosa.

 

 

* * *

 

Sono arrabbiata.

Sono furiosa.

Sono così dannatamente fuori controllo, che penso potrei ucciderlo con un solo gesto, se la sua spiegazione non mi convincesse.

 

Entro nell'aula professori sbattendo la porta e lo trovo lì seduto, con i piedi sul tavolo intento a leggere un libro e mangiare una mela.

 

Alza un po' lo sguardo e sorride spaccone, poi mi fa cenno verso la professoressa di matematica nell'angolo, che mi guarda stranita.

 

-Professoressa Yang...potrei parlare un attimo da sola con il professor Trifi?

 

Lei annuisce, capendo dal mio tono che la conversazione non sarà per niente piacevole, poi esce fuori e si chiude la porta alle spalle.

 

-Professoressa Gentiana...sempre più bella!

 

-Piantala con le tue stronzate! Che diavolo ti è saltato in mente?

 

-Non ho davvero idea di cosa tu stia parlando? - dice con quel tono canzonatorio che mi manda fuori di testa.

 

Prendo un profondo sospiro e mi massaggio le tempie con le dita.

 

-Puoi essere serio per...10 minuti? - tento la via del dialogo e lui sembra cedere un po.

 

-Era solo un saggio...non gli mica chiesto di scrivermi un resoconto della dinastia dei sovrani di Lucis...

 

-Hai idea di quello che potrebbe succedere se lui ricordasse...- comincio, ma Trifi mi interrompe.

 

-Si! Così come so benissimo che qualcosa ha già cominciato a smuoversi nelle loro menti...non riuscirai a tenere tutto arginato ancora per molto Gentiana...non tutto dipende da te...

 

Faccio per voltarmi ma lui si alza e mi afferra un braccio.

 

-Lasciami brutto...

 

-Ascoltami per un secondo...- si interrompe e pianta gli occhi nei miei – Sai benissimo che quello che sta capitando non è un caso, vero?

 

Io non rispondo e lui incalza.

 

-E' tornato...e per quanto tu possa fare finta di niente, questo non cambia le cose...

 

-Ti chiedo solo una cosa...non interferire...stanne fuori...- il mio tono è triste.

 

-Sai che non potrei neanche volendo...- ora lui mi guarda con malinconia.

 

Faccio per andarmene, ma quando sono sulla porta dell'aula mi fermo un attimo.

 

-Ti schiererai ancora con lui? - chiedo sapendo quanto mi feriscano quelle parole.

 

-Solo se sarà necessario – si avvicina e mi porta una ciocca dei capelli dietro l'orecchio.

 

-Dio solo sa quanto non vorrei farlo...ma se sarò costretto a farlo, io e te saremo di nuovo nemici...

 

Stringo forte gli occhi e mi scosto dal suo tocco, poi punto gli occhi nei suoi.

 

-E se mi costringerai a farlo...ti ucciderò ancora, senza guardarmi indietro – ogni parola lascia un solco tremendo nel mio petto.

Lui annuisce e sento il calore della sua mano contro il freddo del mio braccio.

 

-Allora spero per entrambi che non si arrivi di nuovo a quel punto...

 

Scappo da quell'aula e accelero il passo uscire dalla scuola, diretta a casa.

 

Sono solo le 4 del pomeriggio, eppure il cielo si sta scurendo, le giornate si stanno accorciando...e io so benissimo perchè.

 

Principe Noctis...temo che dovrò ancora fare affidamento su di te...perdonami!

 

* * *

 

Sono di nuovo dentro uno dei miei sogni, lo so perchè mi ricordo di avere salutato i miei amici e di essere rientrato a casa, quindi non mi spiego come io sia arrivato in quel campo di papaveri.

 

-Noctis! - mi sento chiamare, e vorrei chiedere chi è, ma ancora una volta la mia voce e i miei passi non seguono la mia volontà, quindi mi limito a fare da spettatore a quello che so essere qualcosa che non posso gestire.

 

-Dove sei? - chiedo sorridendo.

 

-Sono qui!

 

-Qui dove?

 

-Trovami Noctis! - sento la risata di quella ragazza scaldarmi il cuore e i miei passi si fanno più veloci mentre cerco di trovarla.

 

Mi fermo e mi guardo intorno, quando sento un peso sulla schiena e due mani sugli occhi.

 

-Ti ho preso io per prima! - sta ridendo e sento il cuore accelerare i battiti.

 

-Non vale! - dico e ho appena il tempo di mettere le mia mani sulle sue che lei è già fuggita via.

 

Stavolta mi volto subito e comincio a seguirla, guardo il profilo della sua schiena, i suoi capelli biondi che si muovono nel vento e la sua risata che mi riempie il cuore.

 

-Tanto ti prendo! - urlo ridendo e lei ride ancora più forte

 

-Provaci Noctis!

Alla fine sono più veloce di lei e la afferro da dietro, avvolgendo le braccia intorno alla sua vita e abbassando il volto nell'incavo della sua spalla.

 

-Presa!- le sussurro all'orecchio e lei ride.

 

-Non vale...- dice sorridendo.

 

Io mi avvicino alla sua guancia e poso un bacio leggero, poi sollevo una mano sul suo volto e la faccio voltare verso di me.

Guardo quegli occhi grandi e mi perdo nel suo sguardo,sono felice...voglio solo perdermi in lei...

 

Mi sveglio con una strana sensazione, quella che ormai sono abituato a provare, come se venissi strappato via da un sogno bellissimo...non ricordo molto bene quello che ho sognato, solo due occhi che mi guardano con amore...e sento il cuore perdere un battito.

 

Mi alzo e apro la finestra, respirando l'aria del nuovo giorno.

Mi vesto in fretta con ancora la sensazione del sogno sulla pelle, sento ancora la morbidezza della sua pelle sotto le dita, il profumo dei fiori di campo...

 

Quando esco fuori, sto per dirigermi verso la spiaggia per non tardare all'appuntamento con Gladio, quando sento un cane abbaiare.

Mi volto e vedo un cane che ha un aria familiare, mi chino e lui si avvicina in cerca di coccole.

 

-Hey bello...che ci fai da queste parti? - dico grattando un po' dietro l'orecchio.

 

E' in quel momento che mi rendo conto che ha una sacchetto attaccato al collare.

Non so perchè, ma mi incuriosisce, così lo sciolgo e lo apro: all'interno c'è un libro...e mi venga un colpo, è “Nox Divina”.

 

-Ma che diavolo...- mi volto per guardare ancora il cane ma lui è già sparito.

 

Sento un forte senso di inquietudine, ma anche di emozione, adesso abbiamo il libro, possiamo sapere qualcosa di più.

Non so chi o che cosa abbia fatto in modo che io l'avessi, ma in questo momento non ho davvero tempo per rifletterci, perchè so che adesso potremmo fare un po' di luce...adesso potremmo avere un arma per difenderci.

Metto in libro nello zaino che ho portato con me e mi dirigo verso la spiaggia: oggi a pranzo, io e i ragazzi avremo tanto di cui parlare.

 

 

 

 

 

 

N.d.A.

Buona seraaaaaaa

non sono sparita, scusate!!

Purtroppo sono scesa a casa per una settimana e non ho potuto postare.

Spero non ci siano errori perchè ho dovuto rileggere il capitolo in fretta e in furia...in caso chiedo venia.

 

Un bacione a tutti

fatemi sapere cosa ne pensare

Angel_SG

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