Week-end rubato di Franky91 (/viewuser.php?uid=119586)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
La cerimonia della chiusura del liceo Seika era giunta per i nostri protagonisti.
Usui Takumi e Misaki Ayuzawa stavano insieme, anche se era giunto il momento di separarsi, per intraprendere le loro carriere universitarie. Misaki sarebbe rimasta a Tokyo per la facoltà di giornalismo, mentre il nostro biondo sarebbe partito per Londra, non solo per conoscere meglio il nonno materno, ma anche per frequentare la facoltà di medicina.
La loro imminente separazione preoccupava la presidentessa, la quale era giù di morale; adesso che aveva capito che lo amava moltissimo, non sapeva se avrebbe retto a dividersi da lui per un tempo lungo e non definibile.
La relazione tra i due, nonostante ai compagni di scuola sembrasse totalmente impossibile come cosa, si erano dovuti ricredere il giorno di san valentino, quando la pres aveva regalato dei cioccolatini a Takumi, e lui stupendo tutti li aveva accettati e mangiati, esordendo che i loro sentimenti erano reciproci e che lui avrebbe accettato solo i cioccolatini di lei; tutto questo lo disse mentre Misaki era totalmente imbarazzata.
Un altro momento importante nella vita di Misaki fu il ritorno del padre, il quale le aveva lasciate tanto tempo prima, facendo in modo che tutto ricadesse sulle spalle della moglie e di Misaki stessa, la quale aveva cominciato a lavorare per provvedere a quelle spese che la madre con il suo lavoro di infermiera non poteva sostenere. Questa situazione degenerò quando la madre e la sorella di Misaki accettarono di riprendere in casa Sakuya, non tenendo conto dell'opinione della mora, la quale si trasferì per un certo periodo da Usui.
Andando a vivere da lui, si crearono molte situazioni di imbarazzo, che alla fine venne spazzato via dai sentimenti che i due provavano per l'altro/a; quel periodo per la nostra pres fu meraviglioso, anche se a scuola si comportavano sempre con i loro soliti comportamenti, lui da alieno pervertito e lei da presidentessa ligia al dovere e alla morale; quando entravano dentro casa era come se tutto quello che era successo prima fosse sparito e fossero rimasti solo loro due e ciò che sentivano.
In una di quelle sere avvenne quello che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato, la loro prima volta, avvolta da amore e passione.
La situazione il giorno della consegna dei diplomi la situazioni non era tanto diversa dagli altri giorni, ma venne fuori la determinazione di Misaki, la quale mostra a tutti quale lavoro svolgesse dopo i suoi doveri da presidentessa del consiglio studentesco; dando una spiegazione a tutti gli studenti della scuola, che infine accettano una nuova presidentessa.
Takumi era molto fiero di lei, ripensando a ciò che era successo tanto tempo prima, quando si nascondeva a quei cinque gemelli che la seguivano quasi ovunque e che aveva dato modo a lui di rubarle il primo bacio.
Misaki era felice di come l'avessero presa i suoi compagni, ma un velo di tristezza era presente nei suoi occhi, occhi che non facevano altro che cercare lui, colui che aveva abbattuto quei muri che lei aveva costruiti intorno al suo cuore e che aveva affievolito quell'odio verso il genere maschile che lei provava.
Takumi aveva già le valigie pronte per la sua partenza, ma non si aspettava quello che sarebbe avvenuto sei mesi dopo, quello che una sola telefonata origliata avrebbe portato.
Erano passati sei mesi da quando Usui si era trasferito a Londra, Misaki aveva cominciato l'università, ma non aveva abbandonato il suo lavoro al Maid-Latte! Viveva ancora nell'appartamento di Takumi, non volendo tornare a casa, visto che la situazione con suo padre non si era ancora appianata, nonostante le opere di convincimento a cura di sua madre e sua sorella.
Non voleva lasciare quella casa che aveva visto quei dolci momenti passati con Takumi, malgrado il suo stato d'animo non fosse dei migliori.
Un giorno, mentre era al Maid-Latte!, ricevette una chiamata da Takumi.
"Pronto", rispose, nascondendosi negli spogliatoi, inconsapevole che il padre e la titolare stessero in parte ascoltando la conversazione, con in mente un piano ben preciso.
"Misaki", il suo nome pronunciato in quel modo, le rese gli occhi lucidi, non si aspettava una chiamata in quel momento e soprattutto da lui, che si trovava a mille miglia da lei.
"Takumi", rispose, chiamandolo per nome e facendogli battere il cuore come era successo la prima volta.
"Mi manchi", riprese lei, sentendo un silenzio emozionato dall'altro lato della cornetta.
"Anche tu mi manchi, non sarei voluto partire", disse lui, esprimendo ciò che sentiva, ma ascoltando un piccolo singhiozzo provenire dalla ragazza.
"Non dire così, altrimenti mi sento peggio e sento di più la tua mancanza", disse lei, cercando di impedirsi di piangere, cosa che voleva fare già dalla prima parola che aveva sentito all'inizio della conversazione.
"Tranquilla, ce la faremo", cercò di rassicurarla lui, "appena prendo la laurea torno lì e non ti lascio più", promise lui, contento che lei non lo potesse vedere in viso.
"Hai ragione. Come vanno le cose lì?", chiese lei, cercando di cambiare argomento.
"Tutto bene, ho incontrato il nonno e non mi sembrava molto contento che fossi qui", rispose lui, cercando di essere vago e tornare a lei. "Tu invece? Sei tornata a casa?", chiese, immaginando che vivesse ancora i quel luogo dove avevano fatto l'amore la prima volta.
"No, non mi va di parlare o vedere nessuno, preferisco stare con Licht, sinceramente", rispose, non facendogli notare che stare nell'appartamento lo sentiva più vicino, e il gatto era solo un modo per fargli capire che viveva ancora nel loro piccolo nido d'amore.
"Sei molto più forte di me, Misa; io non sarei riuscito a stare lì, sapendo che tu eri lontana, io non faccio altro che guardare le nostre foto", confessò lui.
"Non è vero, tu hai avuto il coraggio di affrontare i tuoi problemi e la tua famiglia andando lì", rispose lei, nonostante le stille silenziose le rigassero il viso.
"Che colore è il tuo intimo oggi?", chiese lui, improvvisamente, sapendo già che lei stesse piangendo.
"Sei un alieno pervertito, non te lo dirò che colore è", si alterò lei, sapendo che lo faceva perché stava male a saperla piangere.
"Comunque adesso devo tornare a lavoro, ci sentiamo anche per messaggio?", disse lei, cercando di essere forte, almeno alla fine della telefonata.
"Si, certo. Ti amo, Ayuzawa", disse lui, rendendo palese ciò che sentiva.
"Anche io, a dopo", disse, prima di chiudere la conversazione e accorgersi che vi erano rumori lì vicino.
Con un dolce sorriso, ripose alla domanda che Takumi gli aveva posto e al quale lei non aveva risposto di proposito, stare con lui aveva reso Misaki un po' più maliziosa di come era prima, quindi aprì un messaggio e scrisse solo: nero di pizzo.
Non avrebbe aspettato risposta, o almeno non l'avrebbe letta subito, perciò ricomponendosi si rimise a lavoro, non sapendo che quella malinconia che cercava di nascondere, era, invece, palese agli occhi di Satsuki e Sakuya, i quali si diedero un cenno, pronti a mettere in atto il loro piano e farli incontrare. |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Misaki riprese a seguire i clienti che si susseguivano nel
caffè, ma aveva sempre in mente il ragazzo biondo che con i suoi
modi era riuscito a farla aprire. La mora voleva solo passare anche
solo poco tempo con lui, nonostante la distanza che li divideva in quel
momento; la telefonata era stata difficile per entrambi, ma non
volevano rattristarsi, appena avrebbero potuto si sarebbero visti.
Poco distante dalla sala dove la mora stava servendo i tavoli, Satsuki
e Sakuya, rispettivamente la proprietaria del Maid Latte e il padre di
Misaki, stavano parlando; avrebbero voluto fare qualcosa per i due,
perché anche se non sapevano come stava di preciso Takumi, vedere
la loro forte Misa-chan ridotta più o meno all'ombra di se
stessa non faceva piacere, notavano qualche cambiamento nelle sue
espressioni solo quando chiamava o mandava qualche sms Usui.
"Dobbiamo fare qualcosa per quei due, anche solo un week-end rubato ai
loro impegni e che sia più o meno in territorio neutrale per i
due; non sopporto vedere mia figlia così, malgrado non abbia
ancora accettato la mia presenza nella sua vita", bisbigliò
Sakuya, continuando a preparare i piatti da servire nel locale.
"Credo che tu abbia ragione, ma come possiamo fare? E soprattutto:
dove li facciamo incontrare? Bisognerebbe qualche aiuto per
organizzare tutto, e forse qualche idea mi è venuta", rispose a
bassa voce, l'eterna ragazzina che sperava fiorissero ancora tantissimi
fiori moe moe tra i due.
"E quindi che facciamo?", domandò Aoi, il nipote di Satsuki, il
quale aveva già origliato la conversazione, cercando di far
girare le rotelle del cervello per risolvere la situazione.
"Venezia", esclamò Sayuki, ricordandosi di signore che aveva
conosciuto durante il suo lungo viaggio, e con il quale era ancora in
contatto e che gestiva un piccolo ostello, in cui i due ragazzi si
sarebbero trovati bene.
"Spiegati, così prepariamo tutto e diamo indicazioni all'alieno
su cosa deve fare e dove andare", disse il quattordicenne, grande
appassionato di moda e pensando già cosa mettere nella valigia di
Misaki.
"Ho un amico lì che ci può aiutare, ospitando i
piccioncini e facendo loro passare un bel week-end, spero solo che mia
figlia non ci mandi a monte i piani", spiegò l'uomo, stando
attento che la figlia non sentisse dei loro piani, sperando di ricevere
aiuto anche da parte degli amici di Misa e Takumi.
I due ragazzi non sapevano cosa stavano organizzando per loro,
perché per loro le giornate erano tutte uguali e non speravano
di vedersi tanto presto, oberati come erano di impegni scolastici e
lavorativi.
Il gruppo di origliatori si stava organizzando e stavano smuovendo mari
e monti per permettere ai due di vedersi anche solo per un week-end;
già avevano il luogo e l'alloggio per la coppia, ma mancava il
volo e la data precisa, e non solo, convincere anche la dolce Misaki ad
abbandonare almeno per tre giorni lavoro e studi e rilassarsi soltanto.
Le sue amiche avevano già un piano per distrarla.
"Misaki", disse Sakura, "che ne pensi se questo week-end andiamo solo
io, tu e Shizuko alle terme?", propose la ragazza, cercando un modo per
far distogliere i pensieri della mora da Takumi.
"Devo studiare e poi al caffè chi coprirà il mio turno?", rispose lei,
preoccupata per i problemi che anche solo un paio di giorni alle terme
avrebbero procurato.
"Non ti preoccupare di questo", si intromise Satsuki, "Del caffè me ne
occupo io, tu hai bisogno di staccare un po' la spina e credo che
passareunpo' di tempo con le tue amiche ti possa aiutare, e poi noi qui
ce la caveremo alla grande", continuò la proprietaria, avendo il
consenso delle altre ragazze che passavano di lì con i vari vassoi.
"E va bene, mi avete convinto, ma rientreremo domenica pomeriggio
presto, d'accordo?", pose la sua misera condizione Misaki, non
immaginando i pensieri di chi lastava ascoltando in quel momento.
'Certo, domenica pomeriggio presto, mi sa che non vorrai più tornare se
potessi.', pensò il padre della mora, sapendo già a chi chiedere per
organizzare il viaggio della sua, non tanto piccola, Misaki.
Sakuya parlandone a casa, aveva chiesto aiuto alla figlia minore, la
quale gli aveva consigliato di rivolgersi al consiglio studentesco
della Miyabigaoka, capitanata da Tora Igarashi.
Il presidente del consiglio studentesco non era molto felice di
organizzare il viaggio per far incontrare Misaki con Usui, ma si era
accorto di come lei fosse totalmente cambiata da quando lui era
partito, perciò deglutì il boccone amaro e si mise all'opera preparare
tutto più velocemente,e ingaggiò come aiutanti gli altri componenti del
consiglio.
Giunse il giovedì al Maid Latte, giorno in cui tutti gli amici dei due
ragazzi avrebbero fatto il punto della situazione.
"Allora", disse Satsuki, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
"Tutto è pronto per questo piccolo piano?", chiese, guardando i ragazzi
uno per uno.
Tutti annuirono,poi prese la parola Tora.
"I biglietti sono pronti, devo solo avvisare l'alieno sul fatto che
deve prendere un volo da Londra", espose il presidente della
Miyabigaoka.
"La valigia di Misa-chan è pronta, spero di non aver esagerato con la
lingerie", parlò Aoi, facendo arrossire le ragazze, sbiancare Sakuya e
infuriare Igarashi.
"Ma cosa dici, la mia piccola...", cominciò a cantilenare Sakuya, non
rendendosi conto che la sua piccola era già donna sotto quel punto di
vista.
Mentre il gruppo cercava di finire quella riunione straordinaria tra le
imprecazioni di Tora e i piagnistei di Sakuya; Misaki era a casa a
finire di studiare dato che aveva accettato quellapausa di tre giorni
per dedicarsi al relax, e nel frattempo nonriusciva a smettere di
pensare a Takumi; tutto in quella piccola casa gli ricordava lui e
mentre era immersa nei suoi pensieri, si accorse che una piccola palla
di pelo si era acciambellata accanto a lei, e la mora cominciò ad
accarezzarla.
"Manca anche a te, vero Licht?", disse la mora, intrecciando le dita
con il pelo del gatto, il quale gli faceva le fusa.
"Hai fame,eh, birbantello", continuò Misaki, alzandosi poi dal divano e
riempiendo la ciotola del birbante.
Stava per accomodarsi nuovamente sul divano quando il suo cellulare
trillò.
"Chi può mandarmi messaggi a quest'ora?", si chiese, prendendo il
telefono in mano e sentendo i battiti del suo cuore accelerare per il
mittente.
'Piccola mia, chi intimo indossi oggi?'
Sempre il solito era, pensò la ragazza, solo lui poteva farle domande
simili.
'Nulla.' rispose soltanto, cercando di immaginare la sua faccia
mentreleggeva quella piccola parola.
Ormai non se la prendeva più, da quando il loro rapporto era cresciuto
e si era evoluto ad un livello più intimo, non si scaldava più, aveva
solo imparato a rispondergli a tono.
'Non puoi dirmi questo e sperare che io non prenda il primovolo per
raggiungerti.' scrisse soltanto il biondo, tentando di frenare se
stesso dal farlo sul serio.
'Scherzavo, veramente stavo studiando e coccolando Licht.', rispose
lei, sapendo che la distanza era un argomento difficile per entrambi,
'Sai che se potessi scapperei da qui e volerei da te, e poi sarebbero
fatti tuoi se per almeno una settimana non vedrai altro che la nostra
camera e il letto.' scrisse il biondo, pentendosi subito di quella
piccola allusione che faceva stare male entrambi.
Misaki stavaper scoppiare a piangere ma si trattenne, voleva essere
forte e poi avrebbe pensato dopo a quello che gli aveva detto.
'Sai che domani vado con Sakura e Shizuko alle terme per tre giorni?
Vogliono farmi cambiare un po' aria e staccare la spina.' lo informò la
mora, cambiando argomento.
'Fai bene, serve ogni tanto, io stacco la spina messaggiando con te,
ciò dimenticando i comportamenti del nonno e di Gerry, e poi anche solo
una tua parola mi tranquillizza e mi da la forza di affrontare questa
distanza che nonso quanto durerà.', rispose lui, facendo commuovere
Misaki, la quale si ritrovò con il viso rigato da lacrime silenziose.
'Anche per me vale lo stesso, ma se almeno potessi vederti anche solo
per un istante sarei felice.', inviò un nuovo messaggio Misaki.
'Ti amo, cerca di dormire.' scrisse infine lui, non riuscendo a pensare
ad altro che alle parole della ragazza.
'Anche io ti amo.' mandò l'ultimo messaggio lei, accoccolandosi poi
sotto le coperte del letto, cercando l'odore del suo alieno, che da
tempo era sparito.
Usui non si aspettava quel messaggio dalla mora, pensava che stesso un
pochino meglio di lui, dato che vicino a lei vi erano la sua famiglia e
tutti gli amici, però poteva capirla, dopo quasi sei mesi di convivenza
adesso diventava molto più difficile il distacco, erano stati tre mesi
di agonia per lui, però sperava che presto avrebbe potuto vederla,
anche solo per poco, assuefarsi di lei e poi doversi separare ancora.
Proprio in quel momento, il flusso dei suoi pensieri venne interrotto
dal telefono che lo avvisava di una chiamata in arrivo.
"Pronto", rispose, non aspettandosi che ci fosse dall'altro lato e cosa
volesse.
"Pronto fratello pervertito", rispose ridacchiando Tora.
"Che vuoi Tora?", chiese il biondo, cercando di non pensare che il
ragazzo che in quel momento stava parlando con lui voleva la sua dolce
Misaki.
"E io che ti chiamavo per una bella notizia, comunque, via fax ti ho
mandato una cosa, cerca di essere puntuale altrimenti la sorpresa salta
per colpa tua", disse Igarashi, con quel tonoda saputello ricco che
infastidiva da morire il biondo.
Usui andò verso il fax e vide un biglietto aereo e un messaggio di
Sakuya e Satsuki.
"Che cosa significa?", chiese al telefono, mentre scorreva le parole
che quei due avevano scritto e rimaneva sempre più sorpreso.
"Week-end rubato", rispose soltanto il presidente e chiuse la
comunicazione.
Il biondo si ritrovò a ridere fino alle lacrime, poteva passare tre
giorni con la sua dolce Misaki in una delle città più romantiche e
questa era tutta una sorpresa per lei, altro che terme.
Ancora con il sorriso sulle labbra, preparò il borsone e andò a
dormire, pensando che solo poche ore lo dividevano dalla sua kaichou. |
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
Usui si era stupito per la telefonata della sera prima da parte di
Tora, quella mattina si era svegliato con una rinnovata energia e
sperava che tutto andasse per il meglio, era come se stesse vivendo un
sogno: finalmente poteva passare con un po' di tempo con la sua Misa.
A Tokyo nel frattempo, Misaki stava seguendo le ultime lezioni per
quella giornata e pensava che forse staccare la spina per qualche
giorno le avrebbe fatto bene, sperava che non l'avrebbero sfiancata
Sakura e Shizuko. Quando vide arrivare tutta la ciurma del Maid Latte,
con una valigia già pronta, si stupì.
"Che succede? Perché quella valigia?", domandò, vedendo poi comparire
davanti a lei un biglietto aereo.
"Stai per partire, perciò stacca il cellulare, sali in macchina che fra
poco siamo in ritardo", le risposero solamente suo padre e Saztuki.
"Ma perché? Non dovevamo andare alle terme?", continuò a chiedere anche
durante il tragitto fino all'aeroporto.
"Una sorpresa che ti piacerà, quindi stai calma e goditi questi giorni
di ferie, poi quando arrivi a destinazione, cerca una chioma bionda e
con la faccia di chi aspetta qualcuno", rispose la sorella, dandole
anche un piccolo indizio.
"Va bene, ma posso almeno sapere dove mi mandate?", continuò a
domandare, ancora confusa per la situazione.
"Solo questo ti diciamo e poi niente più! Vai a Venezia, va bene?",
rispose il padre, il quale era un po' esasperato dalle continue domande
di Misaki.
"Ok", disse soltanto la mora, stando poi in silenzio.
Giunta all'aeroporto si sentiva spaesata, il gruppo l'accompagnò al
check-in e poi si salutarono.
"Fai buon viaggio e divertiti", dissero soltanto in coro.
La mora fece solo un sorriso e poi sentì chiamare il volo; si avviò
verso l'imbarco, e quando fu fuori dalla vista degli amici, tirò fuori
il cellulare e mandò un messggio a Takumi.
'Sto partendo per Venezia, sono tutti pazzi, ma da sola che ci vado a
fare? Mi manchi tanto'.
Usui non rispose al messaggio della sua piccola Misa perché non voleva
rovinare la sorpresa, lui sarebbe partito nel pomeriggio ora di
Londra, ma questa attesa era snervante per lui.
I voli di entrambi andarono bene, ma Misaki si sentiva spossata per il
cambio di orario, era come se avesse viaggiato indietro nel tempo per
tornare al giorno prima; perciò quando atterrò si sentiva stanca e
confusa.
Takumi era arrivato venti minuti prima della mora e la stava
aspettando, però quando la vide rimase paralizzato, non si aspettava che
in sei mesi i cambiamenti che avrebbe riscontrato su di lei lo
avrebbero stordito così. Non se la ricordava bellissima come la vedeva
in quel momento.
Misaki invece quando si ritrovò davanti Takumi non sapeva cosa fare,
se saltargli addosso o avvicinarsi, poi vide lui porgerle una mano e
allora capì cosa doveva fare.
Si avvicinò lentamente a lui e arrivata ad un metro di distanza gli
corse incontro e si gettò tra le sue braccia, con qualche lacrima che
era sfuggita al suo controllo.
Il ragazzo la strinse forte e si inebriò del suo profumo.
"Mi sei mancato tanto, ma tu lo sapevi?", disse la mora, affondando
ancora di più il volto nel petto del biondo.
"Ieri ho ricevuto una chiamata dal pervertito che mi ha mandato tramite
fax biglietto e istruzioni, però non pensavo che ti saresti lasciata
convincere così facilmente, ma di questo ne sono felice. mi sei mancata
da morire", rispose il biondo stringendola ancora di più e poi
prendendo la sua borsa e la valigia di lei, non lasciandola andare e si
avviarono verso l'uscita dove trovarono un signore dall'aria simpatica
con un cartello in mano in cui c'era scritto: TAKKUN E MISA-CHAN.
Entrambi alla vista di quelle parole scoppiarono a ridere,
sorreggendosi l'un l'altro.
"Solo tuo padre poteva far scrivere qualcosa di simile", disse Takumi con un
sorriso, vedendo la mora sorridere e annuire.
'Quanto mi era mancato il suo sorriso, non so come farò tra pochi
giorni a separarmi di nuovo da lei.', pensò il biondo, seguendo il
signore su una tipica macchina italiana che li avrebbe portati dove
avrebbero dormito.
Giunti nell'ostello, rimasero affascinati dall'aspetto che aveva il
palazzo, sembrava di essere travolti dalla storia architettonica del
luogo in cui si trovavano; si guardavano intorno stupiti, quando
furono salutati da un signore che si trovava dietro un bancone.
"Voi dovete essere Misa-chan e Takkun, vero? Io sono Roberto, un
vecchio amico di Sakuya, si presentò in un perfetto inglese.
"Piacere nostro", rispose Takumi, meravigliandosi delle amicizie che
aveva Sakkun.
"Adesso mio figlio vi farò vedere la vostra suite, spero che sia di
vostro gradimento, quando volete, mio figlio vi può accompagnare per il
piccolo giro turistico che Sakuya ha pensato per voi", disse loro, poi
chiamando il figlio per lasciarli andare a riposare.
"Salve, io sono Giovanni, se avete bisogno di qualsiasi cosa non
esitate a chiamare in reception; prego la vostra camera", disse poi,
aprendo una porta dall'aria antica ma ancora in ottime condizioni,
lasciandoli entrare e poi chiudendo dolcemente la porta dietro di sé.
"Che bello qui, mi sa che devo ringraziare mio papà in modo speciale per
tutto questo", parlò la mora, buttandosi poi tra le morbide coperte del
letto a baldacchino che troneggiava in un lato della stanza.
"Che morbido, ci posso anche profondare e non rialzarmi più", continuò
Misaki, accorgendosi poi che il biondo si era disteso accanto a lei e
l'aveva attirata tra le sue braccia.
I due si sentivano in paradiso, ma Usui spezzò quel momento fatto di
tenerezza con una domanda che sapeva che avrebbe fatto alterare la mora.
"Quanto tempo è che non vedo il tuo intimo?", domandò.
Misaki, aveva imparato dal migliore, quindi oramai non si imbarazzava
molto, anzi, gli rispondeva a tono.
"Sei sempre il solito alieno pervertito, però se vuoi saperlo, ti basto
solo guardare nella mia valigia", rispose lei, osservando il viso del
ragazzo cambiare espressione e rimanere spiazzato dalla risposta che
era arrivata da lei, la quale si era alzata dal letto e lentamente si
stava avviando verso il bagno, lasciando cadere ad ogni passo un
indumento che ancora indossava.
Il biondo era ancora spiazzato, ma quando vide la mora davanti la porta del bagno con solo l'intimo addosso, sembrò che si riprese a lampo.
Ci vollero poco più di venti secondi per spogliarsi e avviarsi verso il
bagno, dal quale proveniva il rumore della doccia e la voce di Misaki
che si era accorta che il biondo la osservava dallo stipite del bagno,
già pronto per la loro prima doccia insieme in quella magnifica città.
"Pensavo che ci mettevi di meno a capire le mie intenzioni", lo provocò Misaki, lasciando che l'acqua calda della doccia scorresse sul suo
corpo.
"Che aspetti, mi lasci da sola? E poi chi mi lava la schiena?", continuò a provocare lei, non aspettandosi che Takumi l'avrebbe messa con le spalle al muro e divorando le sue labbra in un bacio che di tenero in quel momento non aveva nulla, tutta la loro passione si espresse con le labbra la lingua e le mani che accarezzavano il corpo dell'altro.
"Ti amo", dissero entrambi nello stesso momento, guardandosi negli
occhi, con l'acqua che picchiettava sui loro corpi e lasciandosi andare
alla passione che era stata repressa in quei mesi di lontananza. |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
A Tokyo, subito dopo la partenza di Misaki, tutto il gruppo era ancora
riunito in aeroporto.
"Ragazzi, mi sa che Misaki ci rimane secca appena si ritrova davanti
Usui-kun", espose Sakura, prendendo le mani di Satzuki e venendo
investite dai fiori moe moe.
"Effettivamente non hai tutti i torti, ma potrebbe anche prenderlo a
sberle come faceva a scuola", rispose Shizuko.
"Io penso proprio che quei due faranno venire il voltastomaco a tutti i
passeggeri presenti in aeroporto", sentenziò con il suo solito tono
Tora, voltandosi poi per andarsene via, borbottando parole che avevano
senso solo per lui.
"Andiamo, dobbiamo tornare al Caffè, altrimenti ci sentiremo in ansia e
sonosicura che non avremo notizie della coppietta di idioti fino a che
non torna Misa-chan", disse Aoi, trovando l'assenso del gruppo e
dirigendosi poi verso l'uscita seguito dagli altri.
A Venezia, nel frattempo i due piccioncini si trovavano ancora sotto la
doccia.
"Non puoi capire quanto mi siano mancati questi momenti", sussurrò
Takumi, riprendendo a baciare il collo di Misaki, dopo averle tolto il
fiato con quel bacio carico di passione.
"Posso capirti, invece, è quello che provo io quando non sono con te",
rispose lei con unfilo di voce, interrompendosi per le sensazione che
il biondolestava provocando, solo stringendola a sé.
"Taku..." Misaki non riuscì a pronunciare il nome dell'amato perchè lui
le strappò un gemito, con un gesto per lei inatteso in quel momento.
"Ti piace ancora quando ti tocco così, vero?" domandò lui, dedicando la
sua attenzione al seno della ragazza con le sue labbra bollenti e con
lamano biricchina stuzzicando la sua intimità.
Misaki rispose solo con gemiti che a seconda dei movimenti della mano
di Takumi si trasformavano in urla, che il biondo prontamente soffocava
chiudendole la bocca con la sua.
La mora però non voleva essere da meno, sperava solo di non creare
danni, lasciando che la sua mano scendesse lungo il corpo bagnato di
Takumi, arrivando a sollecitare il suo membro già pronto per passare
alla fase successiva, ma voleva che lei fosse pronta a riceverlo, senza
provare quel dolore che ha sentito la loro prima volta, voleva che
fosse piacevole e trasmetterle tutto l'amore che provava per lei;
perciò fece inmodo che con pochi movimenti ben mirati, lei giungesse ad
un orgasmo che avrebbe permesso a lui di entrare e a lei di provare
solo piacere.
Quando la sentì venire copiosamente sulle sua mano, l'abbracciò,
facendole poggiare le spalle alla parete della doccia, provocandole dei
brividi per la freddezza delle piatrelle, facendosi circondare il
bacinoconle sue spendide gambe e poi far sentire a lei come lo aveva
ridotto.
"La prendi ancora la pillola, vero?" si sincerò il biondo, non volendo
creare casini con la sua famiglia e soprattutto a lei, costretta a
rinunciare alla sua vita per un figlio; meglio non rischiare e poi
sarebbe troppo doloroso visto che siamo distanti e non sapremo quando
potremo ricongiungerci definitivamente.
"Certo, non serve solo per le gravidanze,e tu lo sai bene dato che mi
hai accudito duranteun certo periodo del mese e sai cosa succede",
rispose lei, richiamando l'attenzione dello sguardo del biondo che si
era fatto vacuo e pensieroso.
Takumi ripresosi dai suoi pensieri grazie alle carezze che la mora
aveva cominciato a fargli, non perse altro tempo e sollecitandola un
altro po' e poi stringendosela ancora di più addosso, lasciò che i
loro corpi, dopo sei mesi, tornassero ad essere una cosa sola.
Misaki si sentiva piena e completa in quel momento, avrebbevoluto
tenerlo dentro di sé per sempre, ma si riscosse da quello stato quando
il biondo cominciò a spingere lentamente in lei,, sorreggendola perle
natiche e lasciando che i loro corpi siscontrasse e sfregassero con
movimenti lenti e profondi, i quali stavano facendo impazzire la mora,
la quale gemeva senza sosta, srtringendosi ancora di più al corpo di
Takumi e graffiandogli la schiena quando lo sentiva fino in fondo,
travolgendola con la sua passione.
Dopo un po' tempo, Takumi avvertiva il peso della fatica e la necessità
di afffondare più velocemente e profondamente in Misaki, quando
cominciò a seguire il suo istinto avvertì che Misaki era sul punto di
riversarsi su di lui, agevolando il movimento che stava per portarlo
all'apice del loro amore portando nuovamente la mora con lui, in quel
mondo in cui esistevano solo loro due.
Quando entrambi ebbero ripreso fiato, si guardarono negli occhi e si
sorrisero dolcemente, per poi baciarsi teneremente sotto l'acqua che
ancora scorreva su di loro.
"Ti amo", sussurrò lei, stringendolo forte, anche perché non riusciva a
reggersi in piedi dopo quella dimostrazione intensa del loro amore.
"Sempre bello come la prima volta, ti amo anche io Misa; però è meglio
uscire da qui, non vorrei che ci roviniamo questi pochi giorni rubati
per una frescura", rispose il biondo, chiudendo l'acqua e avvolgendo
la ragazza nel telo che si trovava vicino la cabina doccia.
Delicatamente, Takumi portò la mora nella stanza e la depose sul letto,
mettendola sotto le soffici coperte e poi distendendosi accanto a lei,
avvolgendola tra le sue braccia e lasciando che lei poggiasse il capo
sul suo petto, sommergendolo con il suo profumo, che lo facceva
impazzire, infatti, neanche il tempo di un respiro, che venne preso da
una passione che non riuscì a reprimere, non dando a se stesso e
neanche alla mora il tempo di riprendersi dall'amplesso avvenuto prima
della doccia, che già era pronto per ricominciare, ma stavolta sarebbe
stato l'amore che provava a rendere il tutto più dolce e delicato, come
quel fiore che teneva tra le braccia e che quando si arrabbiava
diventava carnivoro.
Misaki si sentiva stremata, ma sapeva che il tempo a loro disposizione
era troppo poco per essere sprecato, perciò si lasciò trascinare da
Takumi in quel mondo fatto di loro, e nel quale si sentivano completi.
Takumi osservava il viso sereno della mora, distesa accanto a lui,
stretta nel suo abbraccio e notava come la luce del sole morente
baciasse quella pelle che lui aveva venerato per l'intero pomeriggio,
il quale era stato inframmezzato anche da risate e piccoli bisticci,
risolti dopo pochi minuti e poi sfociati nella passione più pura che
rrendevai loro occhi lucidi e velati da ciò che provavano.
Il biondo non aveva ilcoraggio di svegliarla, perciò la coprì meglio
con la coperta e vestitosi, uscì delicatamente dalla stanza, lasciando
un messaggio alla sua piccola micina addormentata;poggiatolo sul
cuscino accanto a lei, si diresse verso la reception, dove trovò
Roberto intento a sistemare delle carte, accanto le quali vi era una
tazzina di caffè.
"Salve", attirò l'attenzione il biondo, con il suo inglese perfetto.
"Oh ciao, la camera vi piace?", rispose il proprietario, alzando lo
sguarda dai fogli di prima.
"Si, è molto pittoresca e suggestiva, ma volevo sapere dopo posso
comprare qualcosa da mangiare in camera, la mia ragazza si è
addormentata per la stanchezza e non vorrei svegliarla", rispose il
ragazzo, guardandosi attorno e osservandola bellezza di quel posto,
ringraziando mentalemente Sakuya per il pensiero che ha avuto.
"Per la cena posso consigliarti il ristorante all'angolo dove fanno
anche prodotti da asporto, è molto conosciuto qui" rispose l'uomo.
"Grazie per il consiglio, arrivederci", disse il biondo, uscendo e
dirigendosi verso il posto consigliato dal signor Roberto.
Mentre camminava, prese il cellulare e mandò un messaggio al padre di
Misaki, rigraziandolo per il pensiero che aveva avuto e di non perdere
le speranze per recuperare il rapporto con la figlia; dopo di che
entrònel ristorante e ordinò qualche piatto tipico italiano da portare
via e fare una piccola sorpresa alla sua Kaichou.
Misaki si era ridestata dal suo sonno e a tentoni aveva cercato il
corpo del ragazzo che amava, ma trovando solo il vuoto e il letto
freddo, schiuse gli occhi e si ritrovò sola,notando poi un biglietto di
Takumi, il quale l'avvisava che era uscito a prendere la cena,
assicurando che il dessert era lei. La mora era arrossita leggendo il
piccolo biglietto che teneva tra le mani.
"Sei sempre il solito alieno pervertito proveniente dal pianeta
feromoni", sussurrò, conun dolce sorriso che accompagnava le sue
parole; non accorgendosi del biondo che sorrideva con malinconia a
quelle parole.
"Grazie per il complimento, Kaichou", rispose, palesando la sua
presenza e facendo sussultare la ragazza che a quelle parole si nascose
sotto le coperte, rossa come unpomodoro per l'imbarazzo.
"Ehi, Kaichuo, non vuoi la cena? Oggi anelletti a forno e coniglio alla
cacciatora", la richiamò Takumi, togliendosi la giacca, dopo aver
disposto laloro cena sul piccolo tavolino posizionato davanti la
finestra.
Misaki era ancora sotto lecoperte e sembrava che nonvolesse uscire da
lì.
"Kaichou, vuoi che ti porti come una sposa? Mi piacerebbe molto come
cosa, però so che adesso mi sbranerai, perciò, vuoi unirti a me per una
cena spartana e poi goderti il dessert?", propose il biondo, con quello
sguardo smeraldino venato di lussuria.
Misaki non sapeva che fare, se urlargli contro o gettarsi addosso a
lui; infine prese la decisione di alzarsi, a quanto sembrava il suo
stomaco reclamava cibo; lentamente si avvicinò alla valigia da dove
tirò fuori una sottoveste semitrasparente, ma era la cosa più decente
che Aoi aveva messo e si decise a sedersi su una sedia vicino il
tavolino, aspettando che Takumi prendesse posto anche lui.
"Buon appetito", dissero in sincrono, per poi sorridersi a vicenda e
dedicarsi a quella cena così strana da consumare nella camera di un
albergo.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
A Venezia, Takumi e Misaki si stavano godendo i loro pochi giorni di pace insieme. Dopo la cena che il biondo aveva portato in camera, nonostante la stanchezza, i due ragazzi decisero di fare una passeggiata tra le tradizionali stradine di quella romantica città. Misaki si sentiva spossata, non aveva riposato abbastanza ma sapeva che il tempo era poco e voleva goderselo a pieno con il fidanzato, soprattutto non potendo programmare quando si sarebbero rivisti di nuovo.
A Tokyo, non si avevano notizie dei due, ma era normale, mica potevano aspettarsi aggiornamenti giornalieri su cosa facevano; però Sakuya era contento che Takumi avesse pensato a lui, scrivendogli poche righe ma che comunicavano quanto avessero apprezzato quella sorpresa, e incoraggiandolo a non mollare con la mora, ma continuando a piccoli passi a farsi accettare e conoscere. Il padre di Misaki aveva letto il messaggio a Satzuki, con le lacrime agli occhi, e ritrovandosi sommerso da una marea di fiori moe moe, spuntati da chissà dove.“Stai tranquillo, tutto si risolverà con Misaki, bisogna solo avere pazienza e sperare che Usui-kun la convinca che non sei una cattiva persona”, cerco di rincuorarlo la proprietaria del Caffè Latte.“ Ne sono convinto anche io, però non mi voglio abbattere e poi adesso devono solo pensare a loro e a passare questi giorni insieme”, rispose Sakuya, tornando poi a lavoro. Anche se non lavorava più al caffè, ogni tanto passava per un saluto, e durante una di queste visite aveva sentito quella telefonata da cui era partito tutto.“Buon lavoro, ci vediamo presto”, lo salutò la manager, tornando alle sue faccende.
Alla villa Igarashi, quel pomeriggio si erano organizzati per un piccolo brunch gli ex membri del consiglio studentesco della Miyabikaoka, Tora non era molto contento di essere stato coinvolto nel piano per fare incontrare quei due, ma non era riuscito a sostenere l'aura malinconica che circondava Misaki e quindi aveva ingoiato il boccone amaro e aveva fatto tutto quanto era in suo potere per rivedere ancora quel sorriso e quel carattere forte che lo avevano affascinato fin dalla prima volta che li aveva visti, ma i sorrisi più belli, lo sapeva, non erano rivolti a nessun altro se non ad Usui Takumi. L'umore nero dell'ex presidente lasciava perplessa la fidanzata che la famiglia Igarashi aveva scelto per lui. La ragazza, Sakurai Chiyo, non capiva perché tutta questa ossessione per una persona che non lo calcolava minimamente e che era fidanzata con un'altra persona.Nessuno delle persone che si trovavano alla villa Igarashi capivano il perché di quel comportamento, però sapevano per certo che la situazione non sarebbe mai cambiata, Usui e Ayuzawa erano una cosa sola, nessuno fino a quel momento era riuscito a separarli e nonostante quanto Tora ci provasse, nulla sarebbe andato come voleva lui, anzi avrebbe solo fatto in modo di farli avvicinare ancora di più, per tutti la relazione dei due era come se fosse aliena, prima lei lo odiava e poi lo amava alla follia e lui prima il comportamento alieno e poi tutto zucchero e miele solo per lei, sinceramente a tutti facevano venire la carie ai denti quando erano insieme, senza contare che l'ex consiglio della Miyabikaoka sapeva che loro vivevano insieme, per quel motivo dopo il compleanno di Usui non si erano più fatti vedere a casa sua, volevano evitare l'incremento di zucchero nel sangue.
La coppietta felice passeggiava per le strade di Venezia, circondati dalla loro solita atmosfera da carie, però dopo sei mesi di lontananza erano contenti di essere insieme, anche se solo per poco. Giravano per le stradine tenendosi per mano e osservando tutto quello che vi era intorno a loro, scattando foto, sorridendosi, facendo gli scemi come loro solito; lei lo chiamava alieno e lui la faceva vergognare, anche se ormai non era così semplice farla arrossire, soprattutto dopo tutto il tempo che avevano passato insieme sotto lo stesso tetto. Mentre camminavano, parlavano di cosa facevano solitamente: scuola, lavoro, rapporti con i familiari.“Credo che appena torni a casa dovresti ringraziare tuo padre per questa opportunità che ci ha dato”, disse il biondo, circondando le spalle della mora. “Hai ragione, ma non riesco ancora a perdonarlo per aver abbandonato me, mia madre e mia sorella per un amico che alla fine si era fatto una sua vita”, rispose lei, abbassando il capo per non far notare quanto tutta quella situazione l'avesse delusa.“Però se ci pensi bene, io credo di dover solo ringraziare Sakuya”, riprese Takumi, attirando nuovamente l'attenzione di Misaki su di sé. “Beh, se tuo padre non ti avesse lasciata, tu non saresti la persona che sei adesso e probabilmente adesso non saremmo qui insieme, io non sarei il tuo primo ragazzo, probabilmente tutte le esperienze che hai fatto con me le avresti fatte con qualcun altro e io sarei solo un numero o probabilmente non mi sarei mai avvicinato a te e ti avrei trattata come ho sempre fatto con tutte le ragazze che si avvicinavano e si confessavano a me e non solo non avresti mai lavorato per il Caffè Latte e quindi tutto sarebbe stato completamente diverso, io sarei rimasto come ero prima e non sarei mai cambiato e soprattutto non avrei mai cercato di riallacciare i rapporti con i Walker. Quindi in sostanza sono felice di come sono andate le cose e per tuo padre provo solo un profondo senso di gratitudine per come sei adesso, perciò vedendola in questa maniera penso proprio che perdonarlo sia il minimo che si può fare”, finì il discorso il biondo, dando poi uno sguardo all'orologio. “Vedendola dal tuo punto di vista , è giusto quello che dici, però io sono cresciuta senza un padre che avrebbe dovuto proteggermi da persone come , e lo prendo solo ad esempio, Tora Igarashi, ma questo non è successo, quindi non riesco a perdonarlo facilmente, nonostante quello che ha fatto per noi, permettendoci di stare insieme adesso”, rispose Misaki, vedendo l'espressione del biondo cambiare al nome del fratello pervertito. “Di Tora non ti devi preoccupare, ci penso io a metterlo in riga e poi è fidanzato, anche se ho notizie che è di umore nero da quando sei partita, ma non pensiamo a lui, lo ringrazio ma questo è tutto quello che avrà, ha già cercato una volta di portarti via da me, ma non glielo permetterò mai”, disse risoluto Takumi, fermandosi in un angolo per non intralciare il passaggio e trascinandosi la mora, rubandole poi il respiro con un bacio. Alla fine di quel gioco di lingue entrambi erano a corto di fiato e guardandosi in faccia si stupirono di avere entrambi le guance rosse per l'imbarazzo, infatti Usui non era il tipo da quelle dimostrazione così profonde in pubblico.Dopo il momento iniziale di imbarazzo, i due decisero di rientrare in albergo, durante il tragitto, chiacchieravano su come andavano gli studi e cose simili.“Sai che grazie a te il mio prof di inglese cerca sempre di parlare con me?”, disse, improvvisamente la mora.“Si? E che cosa vuole?”, rispose il biondo, credendo che il prof di Misaki fosse un vecchio pelato. “Parlare e solitamente cerca di attaccare bottone pensando che la mia famiglia abbia origini inglesi e continua a chiedermi di uscire per un caffe”, risposta onesta, non soppesando che Takumi non sapeva che il prof aveva circa trent’anni.“Ok. Adesso mi spieghi perché un vecchio chiede ad una studentessa di uscire”, il biondo si stava alterando un po'. “Vero, mi sono dimenticata di dirti che ha circa trent'anni”, rispose candidamente lei.“Adesso mi sento molto sollevato, sono convinto che ci voglia qualcosa per far capire che quello di origini inglesi sono io e che ti renda off limits per tutto il genere maschile che circola nella tua università”, sentenziò Takumi, sorridendo poi per il fatto che involontariamente aveva già la soluzione a portata di mano, però voleva aspettare a parlare con Misaki, voleva sorprenderla e Sakuya gli aveva dato l'idea giusta.La mora lo guardava curiosa, sentendo il rumore degli ingranaggi del cervello del biondo girare a più non posso, però non chiese nulla, sapeva che quando pensava così seriamente a qualcosa, e di solito il soggetto principale era lei, era molto meglio aspettare perché alla fine riusciva sempre a sorprenderla e renderla felice.I due erano immersi ognuno nei propri pensieri, continuando a passeggiare e godersi la brezza leggera che muoveva lievemente i capelli di entrambi. Quando giunsero in camera, erano esausti per quella giornata piena di sorprese e novità, infatti non fecero in tempo a cambiarsi e scambiarsi qualche coccola che già erano sprofondati in quel lettone morbido che accolse due corpi intrecciati e addormentati.
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