Per averti farei di tutto

di TZNFerroxsempre
(/viewuser.php?uid=978963)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***
Capitolo 4: *** Tre ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
Ogni giorno volevo che fosse sempre lunedì o mercoledì. Perché dico questo? Semplice! Sono i soli due giorni dove vedo lui, il ragazzo che a differenza di tutti gli altri è riuscito a farmi perdere la testa anche se la mia storia con lui non potrà mai avere un inizio o un lieto fine e vi spiego subito il perché: nel mio mondo l’amore non esiste solo per il sesso opposto ma anche per il proprio sesso, sono una ragazza a cui piacciono sia gli uomini che le donne in poche parole, una ragazza bisessuale.
  
Ho una storia che dura da quasi un anno con una ragazza lesbica dichiarata di nome Angelica, sorella di un mio amico omosessuale anche lui e la cosa non è affatto facile per me, non è semplice portare avanti una relazione con una ragazza tenendola nascosta soprattutto al nucleo famigliare. Loro non devono assolutamente saperlo al momento perché potrei deluderli amaramente. Infatti gli unici a conoscenza di questo mio segreto sono il mio amico gay, il suo ragazzo, Angelica e una mia amica del corso che frequento appunto ogni lunedì e mercoledì mattina.
 
Sono ora mai quattro mesi che ho cominciato a frequentare questo corso che un domani dovrebbe darmi una mano per inserirmi nel mondo del lavoro perché a proposito di lavoro, io non ho chiaro di che cosa voglio fare. Non è facile infatti trovare un lavoro ad una ragazza ribelle e molto eccentrica come me, che ama vestirsi come Elton John ogni giorno della sua misera esistenza. Io però spero sempre che in questo mondo ci sia qualcuno con buon senso, che ti assuma anche se ti presentassi al colloquio di lavoro vestita da clown. La mia famiglia mi vorrebbe normale, ma nel mio mondo di eccentricità la normalità è assai nemica, ma poi al mondo esiste una persona normale? Ditemi voi come sono queste persone normali che tutti vorrebbero, così mi metto in testa di provare ad essere come loro.
  
Fatto sta che nonostante fossi ribelle, eccentrica, bisessuale e un forte desiderio di riuscire ad assomigliare in qualche modo a Elton John, lo avreste mai immaginato che potessi perdere la testa per un ragazzo che vorrebbe essere a tutti i costi molto simile a Celentano? Sono veramente fuori di testa. Dovrei chiudermi in un manicomio forse farei prima, che sperare in speranze inutili. Non ho alcun modo di potermi avvicinare a lui, anche se lo vorrei davvero.

Anche se sono molto diversa da lui per averlo proverò a fare qualsiasi cosa. Lo voglio a tutti i costi come ragazzo, anche a costo di giocarmi la mia relazione con Angelica ma lei lo sa che sono lesbica solo per metà, che potrei anche innamorarmi di un uomo in ogni momento ma credo di essermi già innamorata di un ragazzo.
 
Ah! Ho ventidue anni, vivo a Torino e mi chiamo Vanessa.  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Uno ***


Uno
 
Sono le nove e mezza in punto di un lunedì mattina. Io sono appena entrata nell’aula del posto dove di solito andavo per frequentare questo corso molto importante. Questa mattina, mi sono presentata vestita con una maglia leopardata e pantaloni zebrati con tanto di occhiali da sole bianchi a pois neri mentre come scarpe ho addosso delle banali scarpe da ginnastica beige.
  
La mia amica Violetta mi osserva molto preoccupata.
  
« Vanessa sembri uscita da una tappezzeria sta mattina. Quando ti vedrò vestita come una persona normale? » mi domanda lei, sorridente.
  
« Lo sai che lo faccio per attirare l’attenzione di qualcuno e anche per assomigliare a Elton John, il mio idolo numero uno » commento io.
  
« Ancora non riesco a capire come fa a piacerti Matteo. Fra tutti quelli che ci sono in questo corso, lui sarebbe quello che lascerei volentieri fuori dalla classe, tutte le volte che arriva in ritardo » commenta Violetta.
  
« Mi piace perché riesce a farmi sorridere e soprattutto a divertire, quando si mette in testa di imitare Celentano, ci riesce perfettamente. Dovrebbe provare a partecipare in qualche talent musicale » rispondo io, arrossendo.
  
« Ci credo! Partecipa ai karaoke e ai corsi di teatro. Per questo riesce a farlo bene, mi ha detto che lo prendono proprio per fargli fare la parte di Celentano quando è a teatro quindi, lo saprà interpretare come un fenomeno » continua Violetta.
  
Nel frattempo, il docente del corso ci ha invitati a sederci e, a chiudere le nostre bocche per portare ascolto alla lezione. Oggi si lavorerà sulle nostre emozioni e io oggi ho solo un’emozione per la testa: l’amore. Vorrei inginocchiarmi davanti a tutti gli allievi del corso, prendere la mano di Matteo e dirgli davanti a tutti che sono innamorata perdutamente di lui ovviamente è una cosa più facile a dirsi che a farsi. Credo che dovrei semplicemente aspettare che si faccia lui avanti dopo tutto sono dell’idea che deve essere sempre l’uomo a farsi avanti per primo. Le donne devono solo aspettare quindi, meglio che lasci perdere le mie aspirazioni di gloria visto che Matteo per me non prova niente sto solo perdendo tempo ad illudermi.
  
Si sono fatte le dieci del mattino. Siamo tutti seduti ai nostri posti ma manca solamente Matteo che ci scommetto, arriverà sempre in ritardo ma di solito tra le dieci e dieci un quarto è già in classe. Il posto alla mia destra è vuoto; vorrei tanto che si sedesse vicino a me al suo arrivo ma sicuramente prenderà il posto vuoto che abbiamo lasciato vicino alla cattedra del docente. Uffa! Io voglio che si metta a tutti i costi vicino a me, sarei la ragazza più felice del mondo solo per un gesto del genere.
  
Finalmente alle dieci e cinque la porta d’ingresso si spalanca e vedo entrare una faccia familiare: Matteo. In questo momento, comincia a battermi il cuore a mille e lo so al cento per cento che sono diventata anche rossa nelle guance. Lui è vestito con una camicia bianca, pantaloni corti tipo jeans beige da uomo e … accipicchia ai suoi occhi! Quello sguardo è troppo pericoloso per una come me. È bastato guardarlo in faccia una volta per innamorarmi di lui.
  
Noto che è alla ricerca di un posto da sedersi quando da non crederci, decide di occupare il posto vicino a me lasciato vuoto. Oh my god! Per una volta sono davvero molto felice.
  
« Ciao, come stai ehm … Vanessa? Dico bene? » mi domanda lui.
  
« Si, hai detto bene Matteo, io sono Vanessa! » rispondo io, capendo che sono arrossita in faccia.
  
Dopo quasi quattro mesi, non ha ancora memorizzato che mi chiamo Vanessa. Direi che io e lui andiamo davvero a gonfie vele.
  
« Come mai sei arrivato in ritardo? » domando curiosa.
  
« Perché ascoltavo il mio MP3 mentre ero in tram e la musica mi ha distratto, mi sono ritrovato al capolinea » mi dice lui.
  
Alla faccia! Succedesse una cosa del genere anche a me mentre ascolto Elton John nelle cuffie sarei tra le nuvole perché di solito, finisco solamente per causare brutti guai quando mi abbandono alla sua musica.
  
« Cosa ascoltavi di bello? » domando, pur sapendo la risposta.
  
« Ma che domande sono? Ascoltavo Celentano. Avevi dei dubbi? » mi risponde lui.
  
« Dovevo aspettarmelo » concludo io, guardandolo dolcemente dritto negli occhi.
  
« Ehi, quaquaraquà, volete prestare ascolto alla lezione?  Siete fidanzati? » si lamenta il docente.
  
« No, ci scusi! » rispondiamo insieme al docente, un po’ dispiaciuti per aver portato disturbo.
  
Il docente ci aveva appena chiesto se eravamo fidanzati. Quanto avrei voluto rispondere assolutamente si, siamo due fidanzatini molto innamorati poi però Matteo mi mandava a quel paese se dicevo una cosa del genere ma che ci posso fare se muoio d’amore per lui e se sogno di dirgli una volta per tutte che lo amo. Peccato solamente che dopo la lamentela del docente nemmeno un minuto, io e Matteo rincominciamo a chiacchierare.
  
« Mi piace come sei vestita, un look molto vistoso » mi dice lui squadrandomi dalla testa ai piedi.
  
« Grazie, anche tu stai molto bene » rispondo io.
  
« Veramente? Ti piaccio? » mi domanda lui.
  
« Si, stai molto bene vestito così! » ammetto sorridendo.

Lui mi fa un sorriso mettendo in mostra i suoi denti bianchissimi, mi fa impazzire quando sorride così in modo naturale. Mi dispiace che posso solo stare a guardarlo quando invece vorrei baciarlo e non smetterei mai più di farlo.
  
Violetta che è seduta alla mia sinistra mi da una gomitata.
  
« Smettetela voi due! Disturbate il docente e la lezione in questo modo » mi dice lei.
  
« Va bene » rispondo senza stare ad ascoltarla perché troppo presa a chiacchierare con Matteo.
  
« Violetta vuole dirci qualcosa? » domanda Matteo sorridente.
  
« Quaquaraquà, se non state zitti vi butto fuori dall’aula » si lamenta ancora il docente.
  
« Togliamo il disturbo! » concludiamo, questa volta veramente.
  
Finalmente alle undici e dieci comincia la pausa. Io come al solito siccome non ho l’abitudine di portarmi la merenda da casa, devo andare alla macchinetta al piano di sopra per prendere anche solamente da bere ma questa mattina ho voglia di uno snack, vedere Matteo mi mette quella strana voglia di dolce. 

« Violetta vieni anche tu alle macchinette con me? » domando a lei.
  
« Si, aspetta solo che prendo il portafoglio » mi dice lei.
  
« Ragazze vengo anche io » dice Matteo.
  
Mamma mia! Volevo parlare segretamente con la mia amica senza il suo disturbo ma ora mai ho capito chiaramente che Matteo non ci lascerebbe mai sole un momento. Io non mi staccherei mai da lui ma a volte, vorrei anche parlare in privato con la mia amica senza nessun ragazzo che disturba. A quanto pare, ho capito che dovrò aspettare di tornare a casa con lei per parlarle dato che prendiamo lo stesso tram. Violetta è la sola amica con la quale condivido la mia cotta per Matteo, l’unica informata di tutte le cavolate che faccio ogni giorno dal mattino alla sera. Quando le ho detto che avevo una cotta per Matteo a momenti non le mancava la respirazione.
  
Non appena arriviamo alle macchinette io, Violetta e Matteo prendiamo a turno delle cose alla macchinetta io ho prendo il Kinder maxi, in poche parole delle barrette di cioccolato e latte molto buone. Matteo invece prende una Fiesta e Violetta si accontenta di una lattina di Coca Cola. Come fa la mia amica a bere la Coca Cola al mattino? Beh, io a volte mi alzo alle quattro del mattino per berla visto che a casa mia quella bibita non manca mai.
  
« Ti piace la Fiesta? » mi domanda Matteo.
  
« Si, una delle mie merendine preferite » rispondo io.
  
« Ma tu rispondi sempre che ti piace ogni cosa che ti chiedo? Guarda che se una cosa ti fa schifo puoi dirmelo. Non vergognarti, mon amour! » commenta Matteo divertito.
  
Sbaglio oppure mi ha chiamata “Mon amour”? Sarà una mia impressione, devo aver capito male.
  
Mon amour … che faccia tosta! Certe volte lo prenderei a sberle ma in senso affettivo, non potrei mai fare del male al mio amore. Vanessa sei spacciata! Vedi di cominciare seriamente a distrarti dal pensare di avere speranza per poterlo conquistare perché non ci riuscirai mai.

In quel momento squilla il mio cellulare: è Angelica. Non posso rispondere perché non ci tengo a far sapere a Matteo che ho una relazione con una ragazza. Decido quindi di far finta di niente e di far vibrare il cellulare fino alla fine della telefonata.
   
Non appena finisce l’intervallo torniamo in aula.
   
L’ultima ora del corso finisce molto bene. Io e Matteo abbiamo chiacchierato veramente tanto ma adesso ci dobbiamo salutare perché dobbiamo rientrare a casa nostra e io sperò già che arrivi presto mercoledì. Violetta mi aspetta impaziente all’uscita per avviarsi verso la fermata del tram con me.
   
« Anche oggi avete parlato tanto, tu e Matteo » commenta lei.
   
« Eh si! Lui è un vero simpaticone » ammetto io.
   
« Io non riesco a sopportarlo e lo sai meglio di me. Secondo me tu dovresti trovare modo di dirgli che sei innamorata di lui anche nonostante la tua natura abbastanza strana » mi dice lei.
   
« Non gli hai detto niente riguardo quella cosa vero? » le chiedo quasi preoccupata.
   
« Io no però prima o poi, dovrai dirgli questa cosa » mi dice lei.
   
« Quando arriverà il momento giusto gli dirò anche questo ma per ora, tu non sai niente di questa cosa » commento io.
   
« Okay » conclude Violetta.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Due ***


Due
 
Sono in compagnia della mia amata Angelica. Lei non sa ancora nulla della mia cotta per Matteo ma visto che sa che sono bisessuale, credo sia molto meglio dirglielo una volta per tutte. Anche perché dire a lei di Matteo non è questa cosa complicata. Il vero problema sarà confessare a Matteo che sono metà etero e metà lesbica ma credo che sapendo una confessione del genere mi manderà a stendere definitivamente. Eppure, sono sempre al punto di partenza: io lo amo alla follia ma lui non potrebbe mai amare una ragazza con un lato lesbico e uno etero. In poche parole, sono nella merda.
   
Mi preoccupo seriamente per la sua carriera di attore. Facciamo un esempio che un giorno diventerà un attore famosissimo. Potrà mai dire ai giornali che ha una ragazza bisessuale come compagna? Direi proprio di no! Se andasse a dire che lui è gay potrebbe avere comunque una speranza ma comunicare a tutta Italia che la sua compagna è bisessuale, mi sembra davvero una pessima idea. Comincio seriamente a pensare che forse dovrei accontentarmi di stare con Angelica e non illudermi di raggiungere traguardi irraggiungibili a una come me anche perché Matteo non ha alcun tipo di interesse per me quindi, devo restare con i piedi per terra. Non ho altra soluzione.
   
Angelica questo pomeriggio mi guarda in un modo strano. Penso che abbia capito che sto pensando a qualcosa o magari a qualcuno per non dire: precisamente ad un povero ragazzo. Guardo i suoi capelli castani corti, la maglia con strane decorazioni geometriche per uomini e i suoi jeans con tanto di scarpe Nike da vero maschiaccio. Lei detesta i suoi occhi azzurri e la sua carnagione molto scura. La mia ragazza è proprio un vero maschiaccio.
   
« Patatina mia, a cosa stai pensando? » mi domanda con una voce dolce.
   
« Vasetto di miele, ho bisogno di parlarti di una cosa » rispondo io.
   
« A me puoi dire tutto » commenta Angelica.
   
« Cagnolina mia, lo sai che io purtroppo sono una ragazza bisessuale giusto? » le domando, per vedere se ha chiara la situazione.
   
« Certo, biscottina! » risponde lei sorridente.
   
« Da quando frequento il famoso corso di cui ti ho parlato, ho conosciuto un ragazzo di nome Matteo. Credo di avere una cotta per lui » le dico guardandola negli occhi.
   
« Ah! Questo Matteo lo sa che sei bisessuale? » mi domanda lei.
   
« Per ora no e fino a quando non verrà a sapere della cotta che ho per lui, intendo non dirgli niente. Ammesso che lui provi qualcosa per me cosa che non credo sia possibile. Lo so che non è pazzo di me » ammetto io.
   
« Ma lo sai che prima o poi dovrai dirglielo, vero? » mi chiede lei.
   
« Purtroppo si. Sono consapevole di questa cosa » ammetto io.
   
Come vorrei che dire ad un ragazzo che mi piace fosse semplice come parlare ad Angelica. Io non ho ancora in mente di quando mi farò avanti con Matteo potrebbe succedere domani, tra un anno ma anche … mai! Credo di sapere di preciso come andrà a finire: nessuno di noi due troverà il modo di dichiararsi e quindi, nessuno dei due saprà mai i sentimenti verso l’altro.
   
A volte, vorrei quasi che le cose fossero un po’ meno complicate per una ragazza come me ma per la mia sfortuna, ho un debole per le cose impossibili, irraggiungibili e molto pericolose. Dietro i miei lamenti di ragazza bisessuale c’è in gioco la vita e la carriera di attore di un ragazzo che tanto ragazzo non è visto che ha pure trentuno anni mentre io ne ho appena ventidue.
   
In ogni modo non sono pensieri che mi devo fare adesso visto che al momento siamo solamente due che frequentano un corso insieme quindi, prima che diventeremo due piccioncini innamorati credo che ci vorrà tantissimo tempo.
   
O forse non ci innamoreremo mai. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tre ***


Tre
 
Oggi è mercoledì e io sono già alla fermata del tram che aspetto ansiosa di arrivare al corso per stare in mezzo ai miei amici e soprattutto per vedere lui motivo per il quale mi alzo felice ogni mattina che devo andare in quel posto. Stare con Matteo e Violetta anche solo per un paio di ore è una cosa che mi rende davvero felice vorrei passarli in questo modo tutti i giorni della mia vita ma non posso essere una eterna ragazza prima o poi dovrò anche lasciare il corso per poter finalmente lavorare e guadagnare qualche soldino e poi, attualmente ho anche Angelica da viziare, coccolare e trattarla come una mia principessa anche se a volte mi sembra che lei mi faccia più bene a me che ti quanto possa farlo io per lei.
  
Ovviamente,una volta salita e dopo circa tre o quattro fermate sul tram è salita anche Violetta. Le libero il posto al mio fianco per farla sedere vicino a me e ho capito che oggi è in ottima forma forse anche più di me che penso a Matteo ventiquattro ore al giorno.
  
« Ciao Vanessa. Come va questa mattina? » mi domanda lei.
  
« Bene, amica mia. Lo sai che sto pensando a una persona » rispondo io.
  
« Oh santo cielo! Ma tu sempre a Matteo stai a pensare? A quella povera Angelica ci pensi mai? » mi chiede lei.
  
« Certo, Angelica è ora mai parte della mia vita ma anche la cosa che mi fa battere il cuore proprio come Matteo » rispondo io, ridendo.
   
« In poche parole, Matteo centra sempre in tutto quello che fai » ammette Violetta.
  
« Esattamente » concludo io.
  
« Sei un’amica simpatica. Per questo mi piace essere tua amica » conclude Violetta.
  
La mia amica Violetta è proprio una brava ragazza. La nostra amicizia è incominciata quando durante il corso ho raccontato a tutti che una volta ho mandato all’aria la casa in preda ad uno dei miei continui attacchi di rabbia. Il mio svantaggio è proprio quello: non riesco a controllare la mia rabbia e a volte mi capita pure di intuire che mi sto per scatenare e provo a fare cose strane per evitare di uscire fuori di testa come dormire o ascoltare la musica classica ma serve ben poco visto che comunque vado fuori di testa. Sono convinta che non esista alcun modo per evitare di uscire fuori di testa, quando deve succedere, succede e basta. Frequento questo corso anche per provare a sconfiggere e fermare questi miei continui attacchi di nervosismo rabbioso perché quando avrò un lavoro dovrò pur stare calma, non posso mica mandare all’aria un posto di lavoro solo perché magari un collega mi ha chiamata cretina. Direi proprio di no, ancora mi licenziano.
  
Per uscire questa mattina di casa, come accessorio ho scelto di indossare una collana simile al famoso “Cuore dell’oceano” del film Titanic. Una delle collane più belle che io abbia mai posseduto ovviamente la mia è solo una imitazione, non è sicuramente il vero Cuore dell’oceano. Voglio usare un’arma per sedurre quel latin lover accanito di Matteo e credo che indossando una collana del genere posso avere una speranza di riuscirci. Sono una donna e lo so bene che una donna per sedurre non deve farlo solo per ciò che indossa visto che a gli uomini piacciono le donne di carattere e io credetemi di carettere ne ho da vendere non preoccupatevi. Con gli uomini mi sono fatta una certa esperienza e adesso riesco a prenderli bene quei tacchini spennati, ora mai quando si tratta di maschi non mi ferma più nessuno. L’unico che non riesco a prendere per una strana ragione  è proprio Matteo sarà perché lui è ciò che mi interessa di più o detto meglio, il mio obbiettivo. Volete semplicemente capire che mi sono innamorata e basta? Anche se per uno strano motivo non riesco a capire come mai mi sono perdutamente persa di lui o forse, sono io che non voglio capirlo. Come maglia mi sono messa una maglietta grigia con un disegno di una tigre, pantaloni comodi neri e scarpe da ginnastica beige. Ovviamente, ieri sono andata dal parrucchiere e mi sono fatta fare la piega liscia.
  
Finalmente, io e Violetta siamo scese dal tram e adesso manca ancora un piccolo pezzo a piedi per arrivare a destinazione.
  
« Pensi di riuscire a dirglielo oggi, che hai una cotta per lui? » mi domanda Violetta.
  
« Non mettermi fretta, questo tipo di cose richiedono tempo » rispondo io.
  
« Guarda che ti conviene farti avanti, domani potrebbe essere troppo tardi » mi dice lei.
  
« Quando arriverà il momento giusto lo saprò, ma non è oggi! » rispondo.
  
Quando arriviamo per una strana ragione Matteo si trova già dentro. Molto strana la cosa perché lui è un ritardatario da medaglia d’oro. Sarà che magari aveva tanta voglia di vedermi quindi non potendo più stare senza di me per una volta ha preferito arrivare puntuale.
   
« Come state cocche? » dice venendo verso me e Violetta, dandoci anche un bacio sulla guancia a tutte e due.
  
« Matteo! Ti ho già detto cento volte che non devi darmi nessun bacio. Lo sai che mi infastidisce » commenta Violetta con una voce severa.
  
« Scusa. Volevo solo essere carino » risponde lui.
  
Per fortuna oggi, la lezione si svolgerà al computer. Potremo parlare un tantino di più io e Matteo tanto lui collabora con me con il computer ed è anche molto colpito dal fatto che a scrivere sono una vera macchinetta.
  
« Vanessa lo sai che mi meraviglio di te. Quando tocchi la tastiera di un computer sembri un alieno di un film alle prese con la tastiera di comando della sua navicella spaziale » mi dice Matteo.
  
« Grazie, tesoro » rispondo io, arrossendo.
  
« Sei forte » conclude lui.
  
La lezione continuò perfettamente per il verso giusto e alle undici e mezzo arrivò come sempre il momento della pausa. Mi conveniva andare alla macchinetta anche quella mattina? Visto che a colazione non avevo mangiato niente forse un po’ mi conveniva mettere qualcosa sotto i denti.
  
Volevo andare disperatamente alla macchinetta peccato che poco prima di salire sulle scale mi accorsi che Matteo aveva attaccato bottone con una donna. Allarme rosso! Dovevo assolutamente assicurarmi che nessuno dei due prendesse decisioni poco azzardate senza il mio parere. La donna in questione aveva dei capelli castani lunghi e legati, carnagione abbronzata, alta, fisico snello  e occhi marroni. Indossava una maglia di seta bianca con dei strani fiori blu disegnati infine pantaloni in jeans e scarpe da ginnastica bianche.
  
« Ciao … come ti chiami bella signorina? » dice Matteo alla tipa sorridendole.
  
« Mi chiamo Aurora. Tu chi sei? » domanda lei, verso il mio Matteo.
  
« Sono Matteo ho trentanni e tu? » domanda Matteo.
  
« Io ventinove » risponde Aurora.
  
« Complimenti sei una bella signorina. Io faccio l’attore e mi piace molto la musica. Sono un fan di Celentano. Ti piace Celentano? » domanda Matteo.
  
« Non è esattamente il mio artista preferito ma ha fatto molte belle canzoni » risponde Aurora sorridendo dolcemente.
  
« Io sono single. Tu sei davvero bellissima… » continua Matteo.
  
Per fortuna un nostro compagno del corso distrae Matteo chiamandolo e io decido di fare due chiacchiere con questa Aurora per cercare di scoprire che tipo di persona è davvero perché quella sua faccetta angelica ha qualcosa che non mi convince per niente.
   
« Quanti anni hai detto che hai? » domando ad Aurora.
  
« Ventinove… è la seconda volta che lo dico! » mi risponde lei con un tono di voce antipatico.
  
« Sei fidanzata? » le domando incuriosita sperando che mi dica di si.
  
« Io si, ho due bambine e sono sposata da tre anni » mi risponde lei.
  
Ecco perché non mi convinceva! Dovevo assolutamente avvisare Matteo sulla natura malvagia di quella strega. Mattero era in pericolo se avesse deciso di cominciare un rapporto con lei e io ne sapevo qualcosa: una volta sono stata con uno che si sarebbe sposato tre mesi dopo aver cominciato la relazione con me quindi, dovevo assolutamente avvertire il mio compagno di corso del rischio in cui poteva andare a finire.

Soprattutto dovevo trovare il coraggio di dire a lui i miei sentimenti ma la cosa non era assolutamente facile perché avevo paura di farmi una tremenda figuraccia e magari, di rovinare anche la nostra amicizia cosa che volevo evitare ad ogni costo.
  
Non potevo farlo in quel momento però, se no Matteo avrebbe pensato che io sono gelosa, credo che mi farò avanti poco prima di tornare a casa così non sospetta delle mie intenzioni. Fortunatamente alla fine della pausa, sono riuscita a disfarmi della strega cattiva e sono rientrata in aula con Violetta e Matteo.
 
Per tutta la breve parte mancante della lezione non faccio altro che pensare se dopo gli dico o non gli dico che mi sono innamorata di lui ma dopo l’incontro con quella donna, posso presumere che domani potrebbe essere troppo tardi; e non voglio rischiare che nessuno me lo porti via. Specialmente una donna sposata con due bambine.
  
Anche perché domani io al corso non ci sono e se quella domani si ripresentasse, potrebbe essere la fine per me quindi meglio evitare. Devo dire a Matteo che lo amo. Punto.
  
Una volta terminata la lezione capisco che il mio momento è finalmente arrivato! Forza Vanessa devi farti coraggio.
   
« Matteo posso lasciarti il mio numero? » domando a lui arrossendo come un peperone.
   
« Va bene e io ti do anche il mio » mi dice lui.

Dopo lo scambio dei numeri, usciamo dalla classe un attimo. Ora o mai più! Questa è l’occasione che stavo aspettando da un po’.
   
« Ehm! Ci sarebbe una cosa che devo dirti… » dico arrossendo e mettendo le mani dietro la schiena per via della tensione.
   
« Allora dimmelo » mi dice lui.
   
« Ecco… io… io… io ho… » cominciò a dire in pieno imbarazzo.
   
« Tu hai? » continua lui.
   
Dai, devo sputare il rospo! Quello che è fatto è fatto, non posso tornare indietro.
   
« Io ho una cotta per te! » rispondo.
   
« Okay va bene ciao! » mi dice lui.
   I
Io esco e finalmente mi dirigo verso la fermata del settantacinque per tornare a casa mia.
 
 

       
   
  
      
   
   
       
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3671039