Sai chi sei?

di hollie962
(/viewuser.php?uid=720425)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Driiiiin.

"Accidenti di nuovo il cercapersone", pensai mentre cercavo quel dannato arnese sul comodino.
Jo dormiva profondamente vicino a me, aveva appena finito il turno di notte e niente e nessuno l'avrebbe svegliata per le prossime otto ore almeno.
Io, d'altro canto, non riuscivo a dormire decentemente da ben quattro notti ormai. Appendici infiammate e occlusioni intestinali non mi avevano fatto chiudere occhio, ma d'altronde sapevo che da quando ero tornato ad operare a pieno regime non potevo permettermi il lusso di non farmi trovare a disposizione.
La decisione di De Luca di ritirare le accuse a mio carico si era rivelata la mia seconda possibilità per tornare a capo del reparto di pediatria.
Cercai di scacciare il pensiero di cosa sarebbe successo se avessi accettato il patteggiamento e uscii guardando Jo, la quale non si era minimamente accorta della mia assenza. " Tipico!".

Ore 6.30 Grey Sloan Memorial Hospital
-Alex meno male che sei arrivato, sono disperata. Letto 3, ha 6 anni e i genitori riferiscono che abbia ingoiato delle biglie. È tutto tuo.-
La Kepner aveva i capelli dritti, doveva aver passato la notte in ospedale dunque non me la sentii di infierire facendo qualche battuta inopportuna, anche se non era assolutamente da me.
-Allora campione come ti chiami?-
-Justin.- rispose il bambino biondo sdraiato sul letto 3.
"Biglie? Come diavolo gli è venuto in mente" pensai.
-Starà bene, dottore?- I suoi poveri genitori erano terrorizzati così li tranquillizzai dicendo che ne avremo saputo di più con esami più specifici.
-Uno specializzando lo porterà a fare la TAC, signora. Solo allora ne sapremo di più.-
Cosí, dopo aver praticamente costretto Warren ad andare con il bambino, mi avviai verso il mio reparto.

Proprio mentre camminavo sentii qualcosa che mi sconvolse nel modo più assoluto e che non riuscii a spiegarmi.
-Qual è il suo nome signorina?- era la voce di Jackson che si occupava delle generalità della sua paziente.
-Josephine Alice Wilson.
"Jo? Com'è possibile che Jo, la mia Jo, sia su un lettino del pronto soccorso quando solo un'ora fa l'ho lasciata che dormiva nel nostro loft?" stavo tremando al solo pensiero, ma quando scostai la tendina realizzai che la realtà che mi si parava davanti agli occhi era persino peggiore di quello che mi passava per la testa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Scostai la tendina.
Tirai un sospiro di sollievo. La ragazza davanti a me non somigliava neanche lontanamente a Jo, capelli corvini e occhi di un azzurro oceano che raramente mi era capitato di vedere, ma non era Jo, grazie al cielo.
Improvvisamente, però, cominciarono a sorgere nella mia mente dei dubbi che mi fecero quasi dimenticare l'intervento della mattinata. Dovevo sbrigarmi o Meredith mi avrebbe ucciso.
Scacciai quei pensieri che mi assillavano e mi avvisi verso la Sala Operatoria dove ovviamente Meredith mi aspettava con una faccia così eloquente che non ci fu bisogno proferisse parola.
-Si, lo so. Non dire nulla. Sono in ritardo mostruoso e mi dispiace, Mer.- Scusarsi è sempre l'idea migliore con una donna incazzata, e comunque non avevo altra scelta, avevo torto marcio ed ero stato io ad insistere affinché mi assistesse in questo intervento.
-Alex mi hai fatto aspettare mezz'ora, e sai che odio aspettare. Ho tre figli a casa con la baby sitter e non ho un minuto da perdere.-
Abbassai lo sguardo perché la realtà dei fatti è che non sapevo cosa dire, né come giustificarmi, dunque continuai a lavarmi senza dire una parola.
-Alex ma cosa ti prende? Ti vedo assente, distratto, come se fossi completamente su un altro pianeta. Cosa ti succede?-
Lei forse era l'unica che sapeva leggermi dentro, e a volte lo detestavo. Dopo tanti anni e grandi litigate io e lei eravamo rimasti in piedi insieme, avevamo superato tante tempeste ed uragani, ormai bastava una semplice parola, una sola espressione per capire che c'era qualcosa che non andava nell'altro.
-Niente. Sto bene. Entriamo, forza.-
Non potevo, semplicemente non potevo caricarla anche dei miei dubbi esistenziali che dovevo ancora confermare, peraltro.
Lei sembrò credermi, o almeno ebbe il tatto di farlo credere a me.
-D'accordo. Però sappi che se qualcosa non andasse a me puoi dirlo, lo risolvere o insieme. Non ti lascerò fare pazzie come l'altra volta.
Le sorrisi, e non per tranquillizzarla. Lei era sempre stata la mia roccia, nel bene e nel male, ci siamo odiati, voluti bene, fatti la guerra, ma nei momenti di necessità siamo sempre stati un faro l'uno per l'altra.

-Garze laparotomiche prego.-
-C'è troppo sangue, Mer.-
-Possiamo farcela Alex, fammi lavorare. Altre laparotomiche e tu Alex clampa quell'arteria. Dobbiamo capire da dove viene tutto questo sangue o lo perderemo.-
-Non c'è modo Meredith. Asportiamo il fegato in maniera radicale e salviamo il ragazzo.-
- Per poi farlo morire in lista d'attesa? Non se ne parla. Io salvo tutto.-

-Potevo farcela Alex. Potevo salvargli il fegato.-
- No Meredith. Tu volevi farcela, ma non potevi. Non devi dimostrare niente a nessuno, abbiamo salvato il paziente oggi. Gli abbiamo dato tempo, speranza, ed anche se è in lista se la caverà.-
-Lo spero davvero. Senti sono sfinita, ti va di andare da Joe a bere qualcosa?-
-Si. Ma prima devo controllare una cosa. Ti raggiungo là-
-D'Accordo, a dopo.-

Non sapevo neanche il perché ma ero nel reparto ustionati. Cercavo delle risposte ed ero intenzionato ad averle.
Quante possibilità ci sono di incontrare due persone che hanno lo stesso identico nome nello stesso ospedale? Non poteva essere un caso. Trovai la sua cartella clinica. "Josephine Alice Wilson". La aprii.
-Sapevo che stavi tramando qualcosa!-
-Meredith?! Che ci fai qui? Non dovevi essere da Joe?-
-Possiamo andarci dopo. Te lo ripeterò una sola volta. Cosa stai facendo Alex? E soprattutto perché quella donna ha lo stesso nome della tua fidanzata?-
Cosa potevo dirle, mi aveva colto in fallo. Tutto ciò che rimaneva da fare era dirle la verità.

-Beh...come già sai Jo si è trasferita qui ed ha cambiato identità per scappare dal suo ex marito violento.-
-Dove vuoi arrivare?-
-E se la sua nuova identità non fosse un nome di fantasia? Se lei fosse effettivamente qualcun altro? Voglio sapere chi è questa donna e voglio sapere soprattutto cosa mi sta nascondendo quella che dovrebbe essere la donna che amo.-
-Bene, allora controlliamo questa cartella insieme.-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3671438