Cook, Love and everything else

di tigrotta87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Save me ***
Capitolo 2: *** Goodnight ***
Capitolo 3: *** Island ***
Capitolo 4: *** Home sweet Home ***
Capitolo 5: *** Last Supper ***
Capitolo 6: *** The Gift ***
Capitolo 7: *** Wedding Day ***
Capitolo 8: *** The Day After ***



Capitolo 1
*** Save me ***


COOK, LOVE AND EVERYTHING ELSE

1.   Save me

Ogni movimento stava diventando sempre più faticoso e il suo respiro si stava facendo irregolare e pesante. Questo significava che aveva portato il suo corpo al massimo delle sue potenzialità.

Le gocce di sudore che sentiva scendere dal collo sulla schiena erano un ulteriore conferma. Mosse le braccia indolenzite per rilassare i muscoli e si avvicinò al bersaglio dove l’ascia era conficcata esattamente al centro.

Nel rimuoverla non riuscì a trattenere  un sorriso compiaciuto. La precisione era sempre stato il suo forte.

Uno spostamento d’aria l’avvertirti che qualcuno era atterrato con un drago nell’arena

Astrid!” Hiccup le fece cenno di avvicinarsi           

Un altro genere di sorriso si fece strada nel suo volto. Quel giorno era la prima volta che lo vedeva, non era riuscito a vederlo neanche per il buongiorno nella sala del fuoco come spesso accadeva. Era capo, il villaggio lo assorbiva quasi totalmente, ed era strano che lei lo notasse principalmente per via dell’evidente diminuzione della quantità di tempo che passavano insieme. Ed era ancora più strano che fino a quel momento non si fosse  affatto accorta che era davvero un buon ammontare di ore durante la giornata.

salve capo!” Hiccup arricciò il naso, ed era esattamente la reazione che voleva

e dai, sai che che odio sentirlo dire da te”

Ormai arrivata vicino a lui e a sdentato, accarezzò il drago che era sempre felice di ricevere qualche attenzione

davvero? Non me ne ero affatto accorta” il sarcasmo grondava da ogni parola

attenta mia signora tutta questa spiritosaggine potrebbe anche ritorcersi contro di te” il ragazzo allungò una mano per prenderle un fianco e portarla verso di lui.

Con il divertimento di quello scambio di battute sulle labbra gli diede un leggero bacio di saluto.

per oggi non ho più incombenze, e Valka mi ha chiesto se stasera per cena volevo le polpette..”

Negli occhi di hiccup c’era dell’autentico panico

salvami”

La risata le usci immediata e le stavano quasi venendo le lacrime agli occhi

certo ridi delle mie disgrazie…” ma anche il drago aveva iniziato a fare quella specie di rumore divertito che ormai lui sapeva essere la sua risata

si si va bene fate come vi pare…ma verrai?”

Astrid giocherello con la treccina sopra la sua spalla

certo, di a tua madre che come al solito cucino io”

Il sollievo si distese in ogni lineamenti del vichingo “oh grazie, grazie grazie”

e la abbracciò felice , la rilasciò senza fretta

ti stavi allenando?” e dal tono si percepiva perfettamente che mancava un ancora?

Non era la migliore perché in tempi di pace oziava.

Sorrise dolcemente “ripensandoci stasera credo di dover lavare tempestosa quindi…”

Del nuovo terrore ingrandì gli occhi del ragazzo “per favore astrid… io ammiro la tua costanza..per favore non mi fare questo”

La sua espressione era così simile a quella del ragazzino che era stato, quando era insoddisfatto e  affranto che non lo fece penare ulteriormente

ok…ma i migliori vichinghi si allenano costantemente chiaro? E io sono la migliore”

e la più modesta”

Astrid incrociò le braccia la petto, e lui si rese conto del suo nuovo errore “ e la più bella e la più dolce e ama il suo ragazzo e non lo lascerà morire per avvelenamento..”

ruffiano” bisbigliò e lo guardò tra le palpebre socchiuse

Si girò verso sdentato “ non ha ancora imparato a chiedere le cose come si deve…insegnagli tu sdentato, solo tu non mi deludi mai”

Il drago produsse un suono di assenso felice

Hiccup rise. La sua risata era sempre giocosa e gutturale, amava tantissimo sentirlo ridere. Con un pizzico di amarezza si rese nuovamente conto che le mancava quel suono e la sua presenza.

va bene, aiuto sempre un vichingo in difficoltà… ci vediamo da te tra un ora” raccolse l’ascia che aveva lasciato terra

Ancora con il riso nella voce hiccup la salutò  “perfetto a dopo!sdentato a casa” il drago ruggì forte e aprendo le ali partì deciso verso il centro del villaggio.

 

Era incredibile. Se lo disse per l’ennesima volta, la casa di hiccup aveva assunto un aspetto…si poteva dire draghesco? Era così che lei lo definiva nella sua testa.  Nei mesi che aveva passato a Berk stabilendosi insieme al figlio Valka aveva fatto costanti piccole modifiche, aveva messo piante che non richiedevano troppa luce nè calore ovunque e morbide pelli per ingrandire il giaciglio e fare entrare anche il proprio drago oltre a sdentato. Erano state tolte gran parte delle armi e delle armature e aveva lasciato un unico tavolo centrale.

Mentre il sovra-palco sovrastante, che se bene ricordava prima fungeva da dispensa, era diventato l'incontrastato regno di Hiccup, fogli e progetti e oggetti non bene identificati si estendevano per tutto il pianale che vi era stato posto, e anche lì, su un lato, erano ammucchiate molte pelli, e astrid non dubitava che il ragazzo aveva dormito li molte sere senza usare il proprio letto, che ormai era insieme a quello di valka si trovavano nel lato più lontano all’ingresso e più inutilizzato della casa.

Accanto ai giacigli dei draghi c’era il camino e quel poco che rimaneva della dispensa, la madre di hiccup era fantastica e aveva una conoscenza dei draghi impareggiabile. Ma non poteva combinare due ingredienti a scopo alimentare senza creare qualcosa dal sicuro gusto repellente. Era una specie di dono inverso.

Perciò ormai era diventata una  consuetudine che casualmente Astrid arrivasse con cibo già pronto o da cucinare in dono e si fermasse per la cena. Era stata spinta da una sera, dopo cena ,dovevano vedersi in sale grande, e quando hiccup era apparso sembrava più morto che vivo, aveva uno strano colorito e aveva definito “difficile” digerire la carne stufata della madre.

Non che le sue doti in cucina fossero eccelse, ma non aveva mai reso qualcuno dal colorito verdastro e con spasmi allo stomaco.

Si avvicinò alla dispensa e al fuoco per iniziare a scaldare le vivande di quella sera e due occhi curiosi la seguirono. Sospirò. La madre di Hiccup aveva anche un'altra qualità, riusciva a comunicare moltissimo senza parlare affatto. E Astrid sapeva che voleva chiedere qualcosa ancora prima che si avvicinasse a lei. Qualcosa a cui lei avrebbe preferito non rispondere probabilmente.

questo pollo ha un buonissimo odore” le sorrise dolcemente indicando le carni che aveva messo al fuoco, poi la guardò contemplativa, e infine le disse qualcosa di davvero inaspettato

sai io collego le persone ai draghi, a quelli che cavalcano ma anche al tipo di drago che potrebbero essere loro stessi. Mi viene quasi automatico. Non riesco a non collegare le due cose” ridacchiò “ vent'anni di vita tra di loro mi giustificano direi”

Si avvicinò al giaciglio dei draghi e accarezzò con amore sdentato che stava sonnecchiando “di te invece. Non riesco a definirti. Sei decisamente un drago forte e fiero. E leale. Mi viene da pensare che hai tutte le qualità di un alfa” la guardò cercando di vedere se riusciva a farsi capire

ma di alfa ce ne può essere uno solo, questo mi confonde”

Era questo che voleva chiederle? in maniera criptica le stava chiedendo se avrebbe sostenuto hiccup sempre anche in futuro o se avrebbe agito secondo propria volontà. E glielo stava chiedendo per curiosità e non per giudicarla.

Per essere una persona intelligente era così limitata quando si trattava di capire la sua stessa specie..gli umani.

Sorrise mentalmente. La risposta era semplice.

Avrebbe sempre fatto entrambe le cose.

in realtà credo che la risposta migliore che posso darti è che credo che di alfa possono anche esisterne due o più, e convivere pacificamente e rispettarsi, sarà sempre uno ad avere più controllo dell’altro certo, ma la convivenza può esistere pacifica. Soprattutto se uno ama l’altro. Solo non si verifica spesso…ma le cose rare non dovrebbero stupirci no?”

Un scintilla di comprensione e quiete si creò e depositò nello sguardo della donna. Che annuì.

davvero un ottima spiegazione” poi indicò il sovra-palco e cambiando discorso “ a te l’onore di chiamare il nostro comune vichingo al pasto” inarcando un sopracciglio la guardò con aria esasperata “doveva avere finito quel progetto da circa mezz’ora secondo lui…”

un altrettanto esasperata espressione ricambiò quella di valka. Hiccup…

Continua…

Ogni parola è gradita…grazie. Tigrotta

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Goodnight ***


2. Goodnight

Riuscire a passeggiare per le strade di Berk percependo l’aria accarezzarti senza lasciare gelo era raro, quello che si poteva definire come estate durava davvero poco in quelle zone. Alzò gli occhi verso la Luna brillante di quella sera, senza nessuna nuvola ad oscurarla.

Tradusse il suo pensiero in parole per la persona che gli stava camminando accanto silenziosa “sarebbe bello se questo clima durasse un po’ più a lungo eh”

Hiccup annuì deciso “non sai quanto è comodo! Sono riuscito a riparare tutti i tetti danneggiati, e non ci sono stati più incidenti nelle case perché i draghi dormono all’aperto. Insomma oggi quasi nessuno mi ha chiesto niente…” strinse il pugno come per festeggiare una vittoria “posso dedicarmi hai miei progetti, a cena ti avevo accennato a quello a cui sto lavorando?”

Si piegò dalla sua parte per coinvolgerla in una lunga spiegazione. Oddio era ripartito!

“si me lo hai spiegato bene! È davvero interessante” parlò prima che lui potesse ricominciare e cercò di tirare le labbra in un sorriso del tutto autentico e poi cambiò direzione al discorso “ ma quindi potremmo andare alla riva domani? Avevi detto che una volta finiti le riparazioni avresti potuto assentarti..” aveva una voglia matta di volare su Tempestosa e di tornare all’isola dai ragazzi.

Hiccup non rispose subito e guardò il selciato meditabondo “si potrebbe fare…” poi più deciso e con un tono decisamente allegro disse “passiamo dalla isola dei gronchi che è di strada, devo solo prelevare dalla cima un campione di terra per Gambedipesce” le prese la mano e la fermò “ottima idea mia signora” sentì la ultima parola direttamente soffiata sulla sua guancia e le labbra di Hiccup la raggiunsero.

Chiuse gli occhi e assaporò la morbidezza che avevano, lo si poteva capire anche guardandolo, che aveva delle labbra fatte per i baci. Scoprirlo di persona in quei mesi era stato…eccitante. Tanto più che non erano mancate le occasione, all’inizio era stata sempre lei a prendere l’iniziativa la maggior parte delle volte. Ma Hiccup imparava in fretta e la loro relazione aveva preso quella piega qualche mese prima della battaglia quindi ormai era passato quasi un anno…

Mordicchiò piano il suo labbra superiore e sentì un piccolo gemito dal ragazzo che ricambiò. Poi senti del duro dietro le spalle. C'era un muro così vicino? Hiccup era praticante sopra di lei con le mani ai lati della sua testa che si appoggiavano a sua volta alla parete. Subito dopo sentì dell’umido sul collo. Questa era una piacevole novità. Sembrava piacergli tantissimo torturarla su collo e, quando lo faceva,in lei la percezione di ogni sensazione si amplificava.

Aprì la bocca per prendere più aria. E passo le mani nei capelli spettinati del ragazzo, mentre lui continuava sulla sua scia. Le sue mani vagavano sul suo corsetto avanti e indietro. E ad astrid pareva improvvisamente di essere dentro la stanza del fabbro e non in una strada deserta per tornare verso casa.

Tutto il calore che stava accumulando era normale? Non sapeva molto di tutto questo, sapevo solo che ultimamente era diventato così intenso che una volta divisi avevano entrambi il fiato corto come se avessero fatto un allenamento.

Riportò il viso di hippup sulla sua bocca e continuò quello che ormai sapeva fare bene e che la calmava almeno un po’. Baciarlo era così giusto. Si sentiva ogni volta graziata dal fatto che lui si concentrasse così tanto su di lei, sapeva che era parte della sua vita e l’aveva scelta ma niente glielo faceva sentire come quando la sua lingua esplorava la sua bocca e i suoi occhi diventavano un po’ più scuri nel guardarla. Quegli occhi sopratutto..le davano un brivido, e li voleva vedere sempre più spesso. Sentiva che stava andando verso un punto di non ritorno, e ci stava arrivando in maniera consapevole e felice.

Le mani che prima erano su suoi capelli adesso erano adagiate su di lui. Percepiva i movimenti che lui stava facendo sul suo busto anche dai movimenti del petto che stava toccando. Mmm…

CRACK! Il rumore di una porta che si apriva e si staccarono all’improvviso l’uno dall’altro.

Oddio erano in mezzo al villaggio! Astrid strizzò gli occhi provando per un attimo un ondata di vergogna poi si ricordò che non era stata lei a iniziare

“hiccup..!” il filo di voce con cui lo chiamò era estremamente risentito

“si lo so” guardandolo vide che aveva chiuso gli occhi anche lui e la mano destra stava stringendo l’attaccatura del naso come quando cerchi di risvegliarti. Poi si rilassò “ti porto a casa”

Non sapeva se essere dispiaciuta o meno che non li avessero colti in fragrante. Infondo i loro momenti finivano sempre più o meno così ultimamente, a lei piacevano molto e anche a lui, lo sapeva. Ma succedeva sempre qualcosa. Che fosse skaraccio o un abitante che aveva urgente bisogno del suo parere. Questo perché non si spostavano mai da Berk da quando era diventato il nuovo capo.

 “si andiamo” replicò

Essere interrotti non le piaceva, soprattutto perché lui le mancava. Cercò la sua mano e la strinse, almeno quello. Fece un enorme sospiro mentale. Questa nuova relazione aveva tirato fuori degli aspetti di lei che proprio non si sarebbe aspettata.

Raggiunsero piuttosto velocemente la abitazione all'estremità est del villaggio. Infondo erano vicini quando avevano sentito la porta aprirsi.

“bene e anche stasera siete sana e salva”  e le fece un piccolo inchino

“idiota!” rise “sai perfettamente che non ci sarebbe bisogno che mi accompagni”

“così mi ferisce” continuò il gioco

“no non lo faccio, ma se vuoi posso provvedere” e alzò le mani verso di lui che si ritrasse di pochissimo “sempre manesca” borbottò

Una delle mani arrivò davvero su di lui e lo sfiorò “ per stasera buonanotte”

“buonanotte mia signora, ci vediamo domattina con Sdentato e Tempestosa” Annui e lo baciò sulla guancia.

“e ricordati che vi ho lasciato anche delle cose per la colazione, a te e a tua madre…” la voce di Hiccup aveva il tono di chi sottolinea l’ovvio quando le rispose  “certo, e chi se lo dimentica…”

 Continua…

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Island ***


3.Island

Superò di poco la furia buia, un senso di trionfo la invase per un attimo. Le acque che stavano sovrastando veloci  riflettevano il color di un cielo terzo e dalle sfumature ramate del primo mattino. Poco distante, una grande isola li stava aspettando, era una gemma nel blu dell’oceano. L’isola dei gronchi era una delle isole più verdi dell'arcipelago con un altura sulla parte nord che era erbosa e pianeggiante, le rocce di cui i draghi erano ghiotti si trovavano nella montagna piena di caverne e anfratti che era esattamente al centro, alta e massiccia.

“non è una gara a chi arriva primo” sdentato era di nuovo alla sua stessa altezza e Hiccup le stava mostrando con un sorrisino ironico.

La smontava sempre. In ogni caso fece rallentare tempestosa comprimendo piano le gambe e dandogli una qualche segno con la mano sulla schiena. Erano arrivati.

“si ok, ma ho vinto io” il sorriso sardonico che accompagnò la frase venne ricambiato da un occhiata poco felice sia dal ragazzo che dal drago. Sempre in sintonia quei due.

“mi spieghi perché riesci a tirare fuori un po’ di sana competitività solo quando c’è un serio rischio di morte o pericolo in generale?” la domanda le sorse spontanea

Il drago nero stava planando lentamente nella radura e Hiccup si era sollevato leggermente per scendere dalla sua groppa perciò Astrid non vide l'espressione che stava facendo ma riuscì a immaginarsela quando rispose con un tono molto accondiscendente

“Sana?”

Ormai erano scesi entrambi. Astrid alzò le spalle in risposta e rimirò la natura che la circondava. Volare con tempestosa era magnifico e arrivare in queste terre, selvagge e intose rendeva poter cavalcare i draghi ancora più piacevole.

Hiccup si era abbassato e stava tastando il terreno “non va bene…” si rialzò con una manciata di terra tra le mani. La guardò mentre la faceva scivolare tra le dita. “dobbiamo andare nella parte più boschiva”

Chiedergli il perché avrebbe significato miriade di spiegazioni che probabilmente le avrebbero lasciato solo più domande in testa. Hiccup aveva un ingegno e una intelligenza tale che spesso saltava passaggi dando per scontato cose affatto ovvie. Perciò sia lei che i rimanenti cavalieri avevano smesso di chiedere perché e lo seguivano nelle sue scelte. E si era sempre rivelato il modo migliore di agire, anche se non era sicura di potersi paragonare a testa di tufo e moccisoso. Dubitava  che si chiedessero il perché delle cose, a volte dubitava del fatto che avessero un cervello pensante…

“ ok, lasciamo qui tempestosa e sdentato?”

Battendo le mani tra loro per levare i residui di terra la testa castana di hiccup annui. “si tanto ci allontaneremo di pochissimo”

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Gli alberi avevano una densità molto variabile e in quel punto erano radi e lasciavano vari spazi erbosi assolati e qualche ombra scura. La mattina si stava inoltrando e la luce si faceva più decisa senza essere fastidiosa.

Ogni tanto si sentiva il verso inconfondibile di un gronghio che giocava o comunicava con un suo simile.

“questa è davvero una delle isole più tranquille che abbiamo esplorato” si portò una mano al mento e continuò riflessiva “magari porto le nuove leve a fare una esplorazione qua e gli faccio la lezione sui gronchi”

“è un ottima idea!! quindi essere la sostituta di gambadipesce per insegnae la storia dei draghi al villaggio non ti pesa?”

Hiccup la stava scrutando con interesse e leggera apprensione. Si preoccupava che non le piacesse?

“Gambadispsce deve stare alla riva, anche se abbiamo sconfitto drago ci sono sempre pericoli di cacciatori di draghi e poi vuoi lasciare il comando a moccicoso?” inarcò le ciglia “vuoi che distruggano quel posto? Tanto vale tirarci una bomba al plasma!”

Il ragazzo ridacchiò “ma no! E’ che ti ho dato parecchie incombenze oltre alle cene…”

Si stava passando la mano sul collo. Quando era nervoso continuava a farlo. Ormai era un vichingo sicuro di sè su molti aspetti ma con lei ogni tanto questo lato tornava fuori.

“va bene così! Non posso stare tutto il giorno ad aspettare che tu venga a cena…” non gli sembrava di aver detto niente di particolare ma Hiccup arrossì appena. Quasi impercettibilmente. Per fortuna lei aveva l’occhio allenato.

Doveva indagare. E cercare di farlo come se non avesse notato niente. “il pollo era un po’ asciutto l’altra sera perciò le prossime volte proverò a fare come mi ha consigliato mamma..”

La risposta del ragazzo fu un “hum…”

Sempre più strano.

“hiccup? Non ti era piaciuto?”

Subito si girò verso di lei e negò deciso “no che dici, era buonissimo! Ogni cosa che fai è buonissima, è una benedizione!”

Addirittura? Astrid piegò la testa di lato e lo studiò socchiudendo gli occhi, poi fece un sorrisino “magari allora potresti ricambiare facendo quello che ti chiedo da un po”

Attaccare quando si vede l’avversario scoperto, una delle prime regole per combattere una battaglia. Nessuno vietava che questa regola potesse essere applicata anche durante un discorso, ed era per questo che Astrid vinceva sempre anche quelli, di solito.

I tratti di Hiccup vennero deformati per un momento da un espressione di panico, poi la guardò rassegnato, gli occhi verdi avevano sempre quella innocenza e sincerità che solo in lui erano ancora così spiccate, ci leggevi dentro tutto. E Astrid vide che ce l’aveva fatta prima ancora che glielo confermasse

“ok come vuoi…puoi insegnarmi le regole del corpo a corpo”

Astrid gli fece un espressione di felicità. “ non te ne pentirai ormai hai sviluppato una muscolatura tale che riuscirai a imparare tutto alla perfezi-..”

Si rese conto che stava parlando con disinvoltura del fatto che avesse notato i suoi muscoli . Hiccup aveva il lato della bocca sollevato divertito.

“alla perfezione mia signora?” gli occhi verdi avevano perso l’innocenza in un attimo. Quando si accendeva quella tensione tra loro sentiva come se dell'elettricità gli percorresse ogni singolo pezzo di epidermide. Non era ancora riuscita a capire perché lo imbarazzava parlare di cene pensò confusamente. Oh che importava? Si stava avvicinando.

Si fermò davanti a lei e senza toccarla avvicinò solo le labbra al suo orecchio. “sembra che qualcuno abbia un buon senso dell’osservazione per la corporatura altrui…ma non sei certo l’unica”

Le labbra si posarono sulla sua pelle tra l’orecchio e la guancia. E una mano salì a toccarle la treccia sulla spalla “i tuoi capelli sono cresciuti tantissimo…non li ho mai visti sciolti ma sono di un colore che mi piace tantissimo,lo sapevi?”

La bocca era secca e non riuscì a rispondergli a parole negò solo con un cenno della testa. Il suo volto era davanti a lei. I capelli di hiccup erano altrettanto piacevoli, avrebbe voluto dirglielo, le piaceva tantissimo passarci le mani. Il volto aveva perso totalmente la sua infantilità, squadrato e deciso, ma restavano quelle labbra dalla linea morbida e quegli occhi da drago. Era bello.

La bocca si posò sulla linea della clavicola e lei produsse un lieve suono.

Poteva perdersi completamente in quel mondo di sensazioni che si creava ogni volta che si toccavano.

Mosse le mani anche lei e raggiunse le sue spalle per attirarlo più vicino. Lui stava lentamente risalendo lungo il suo collo.

Arpionò le dita sulle sue spalle. Non doveva smettere. Poi la sua bocca arrivò sulla sua e ogni parte dei loro corpi che poteva toccarsi lo stava facendo. E quelle parti di lei andavano a fuoco. Ogni movimento alimentava un scintilla di piacere che si ripercuoteva come un languore al basso ventre.

Strofinò se stessa su di lui. i pensieri che andavo in tilt. Era un groviglio di sensazioni e  piacere..tanto intenso piacere.

“astrid…” si staccò quel tanto che bastava per riprendere fiato, le risalì lentamente il fianco con le mani e arrivò alla sua guancia. Aveva scritto negli occhi quasi neri che anche lui provava lo stesso ma c’era una nota di sofferenza infondo al suo sguardo

Avrebbe fatto qualcosa di estremamente onorevole e estremamente stupido. Perché era Hiccup: Dannatamente intelligente nelle cose speculative estremamente idiota nei rapporti con gli altri.

“astrid…tu…davvero sei…non te lo immagini neanche..solo… non ora”

Lo aveva già capito ma fu lo stesso come sentirsi gettare dell’acqua gelida addosso. “non ORA? Certo  a berk in casa di tua madre o da skaraccio o da me perché no?” gridò

Lo spinse via. Rabbia come lava incandescente la stava attraversando ad ondate.

Hiccup aveva un sguardo ferito ma deciso. Ecco adesso doveva tirare fuori il suo lato vichingo da leader.

Quello che disse però la lasciò di stucco

“Quando succederà non potrò ne vorrò smettere più Astrid. Lo vorrei anche di più di ora se possibile…e come hai appena sintetizzato non possiamo dare libero sfogo a questa cosa a berk, non ora…” i suoi occhi cercarono comprensione il suo volte era teso e finì cercando al sua mano e la strinse “abbi..fiducia in me”

La rabbia, come era salita, smontò. Fissò quelle labbra rosse per i baci ,quei capelli scarmigliati, le spalle larghe e il fisico asciutto, quel collo che nell’angolo vicino all’orecchio aveva un profumo buonissimo, come di vento e di cuoio. Voleva inglobarlo e sentire che era suo , solo suo con una intensità tale che le faceva quasi paura.

Perciò sospirando mosse la testa in un assenso. Perché si fidava di lui, e sapeva che la sua intenzione non era ferirla. Ma per tutti gli dei avrebbe fatto meglio a fare qualsiasi cosa volesse fare per sistemare la situazione più in fretta possibile! altrimenti da lei avrebbe avuto o tutto o niente.

Sorrise di un sorriso rubato al diavolo. E questo, era sicura, non gli sarebbe piaciuto neanche un po’.

 

Continua…

 

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Capitolo 4
*** Home sweet Home ***


4.Home sweet Home

 

Aveva esaurito le energie. Rivedere i ragazzi e gestire tutta la loro esuberanza tutta in una volta era qualcosa di estenuante. Perciò si era fermato nello spazio accanto la casa con sdentato e si era disteso poggiando la testa sull’amico. Almeno dopo la mattina la giornata era andata bene con Astrid….fece un singolo verso di strazio e si portò la mano a palmo aperto sul viso sconfortato. Tutta la situazione gli stava facendo venire una gran confusione in testa.

“amico credo proprio che mi sto complicando la vita…” la coda del drago andava avanti e indietro ritmicamente mentre guardava il padrone umano con aria curiosa. “insomma se le chiedessi di sposarmi..” cosa a cui aveva pensato spesso ultimamente; anche in quella stessa giornata, mentre gli parlava di cene “sarebbe tutto più semplice”

Il suo sguardo si soffermò sulla propria abitazione. Era un luogo di ricordi. E adesso era diventato il posto dove stava riscoprendo sua madre. Sorrise. Erano così simili. L’aveva ritrovata da poco ma con lei trovava risposta tutta una parte di lui che nessuno aveva mai compreso appieno. Nemmeno suo padre. Ed eccolo lì, il senso di vuoto che provava ogni volta che il pensiero andava a lui. Erano successe troppe cose, troppo in fretta.

Non riusciva a decidersi a lasciare il suo nuovo focolare domestico per uno del tutto da creare..di nuovo.

Ma desiderava Astrid. Il suo corpo rispondeva per lui e i sogni che faceva ultimamente avrebbe fatto arrossire il più navigato dei vichinghi! Non poteva che arrendersi allo scorrere degli eventi e portare tutto un gradino più avanti. Sennò probabilmente avrebbero finito per comportarsi come due draghi in calore, non era ammesso, in nessun modo, era lo stramaledetto capo del villaggio e doveva dare il buon esempio. Di certo non aveva paura di un rifiuto…le labbra stavolta si piegarono in una espressione di soddisfazione.

Pensarci ancora era ridicolo, doveva dirlo a sua madre. Tornò a poggiare la testa su sdentato. Era la cosa giusta da fare, ma gli pesava doverla lasciare. La madre veniva rimpiazzata da una moglie…stavolta era lui che sceglieva di lasciala. Era una stana sensazione: cercare di avere quello che si vuole ma non esserne del tutto soddisfati. Glielo aveva spiegato anche sua madre, e provandolo poteva capirla.

Sentì il muso di sdentato accarezzargli l’orecchio e un verso che era come un domanda affettuosa. Lo accarezzò di rimando. “ si bello grazie, ora entriamo”

Fece leva sulla gamba buona e si alzò.

Avvicinandosi alla porta sentì la voce di Valka. Canticchiava un canzone che ormai aveva imparato anche lui.

A sua madre piaceva cantare e lo faceva quasi incessantemente quando era in giro per casa.

Aprì la porta e il calore della stanza lo investì insieme a sdentato che si avviò come un razzo verso il suo giaciglio a salutare l'altro drago che si trovava già li sonnacchiosa.

“caro bentornato!” le braccia di Valka erano piene di legna e hiccup ne prese un po’ per aiutare

“salve mamma” la guardò incerto e chiese con voce un po’ più debole “cucini?”

Valka era consapevole di non avere nessuna dote da questo punto di vista perciò non se la prese per l’evidente disagio del figlio “no hiccup, sto preparando il fuoco per scaldare lo stufato che ci ha portato astrid” poso le legne e si mise le mani sui fianchi “ comunque come potevo cucinare anche per te? Non avevo idea di dove fossi!”

Hiccup si ricordò che aveva detto alla madre che sarebbe rietrato nel primo pomeriggio “si scusa,alla riva mi hanno trattenuto più del previsto” le fece un sorriso contrito

Valka rispose ridendo apertamente “ non c’è da scusarsi, avesti mangiato quello che rimaneva, non importa a che ora rientri se hai da fare” poi gli puntò un dito contro “volevo solo specificare che al massimo avrei cucinato per me”

Hiccup la squadrò scettico “ certo…” si mise a sedere lasciandosi andare un po’ troppo pesantemente

“sei stanco?” staccandosi la protesi e rilasciando un sospiro di sollievo le rispose “esausto”

La madre lo guardò stranito “mi dispiace ribadire l’ovvio..ma oggi non doveva essere una giornata di stacco?”

Il ragazzo annuì “si, abbiamo voluto fare troppo”

Due ragazzi di venti anni? Hiccup non gliela raccontava giusta! Aveva sempre fatto la madre poco invadente in quei mesi ma c’erano stati segnali…doveva spingere un po’.

“quindi Astri sarà esausta come te, non passa per cena?”

Desisamente no…“doveva sistemare alcune cose a casa” si erano lasciati con un bacio casto e uno sguardo azzurro carico di rabbia ben celata. Non era stato perdonato del tutto.

La donna decise che valeva la pena giocare a carte scoperte “l’hai fatta arrabbiare?”stava aggiungendo legna con precauzione e si girò per vedere la reazione del figlio.

Come sempre quando si trattava del suo ragazzo ogni emozione gli si leggeva chiaramente negli occhi così simili a quelli di Stoik. Hiccup sembrò per un attimo un bambino colto con le mani nel barattolo della marmellata.

“quindi la hai fatta arrabbiare” stavolta il tono non era più di domanda “vuoi parlarmene?”

L’espressione di hiccup virò su un lieve imbarazzo “non è che ci sian molto di cui parlare…” gli occhi che cercavano angoli della stanza per evitare di essere sondato dall’intuito di sua madre.

Hiccup Horrendous Haddock III !”  incrociò le braccia e pretese di essere ascoltata “stai cercando di svicolare?”

A Hiccup sembrò che la madre avesse poteri di lettura del pensiero. Svicolare era esattamente quello che stava facendo con Astrid. Però l’ambito in cui lo faceva era davvero un argomento su cui un ragazzo non poteva trattare con la madre! Che continuava a guardarlo con intensità.

Stava iniziando a sudare e non per il caldo.

“tesoro tu e quella ragazza siete fatti l’uno per l’altra…non può essere un problema serio” l’aveva sentita rivolgersi con lo stesso identico tono al bambino dei vicini. Che non aveva ancora cinque anni.

Il lui si risveglio un po’ di orgoglio “sono cose tra me e lei mamma”  Complimeti hiccup molto maturo.ci era cascato in pieno.

La madre infatti aveva affilato lo sguardo e l’espressione si era fatta severa.

Prima che potesse arrabbiarsi anche lei decise che doveva semplicemente essere più onesto.

“no scusa. Il fatto è che…” come poteva dirglielo? Aggrottò le ciglia e si concentrò sul dire quello che doveva nel modo giusto

“Berk è un po’ asfissiante per noi” e pregò che capisse.

E quando l’alba della comprensione giunse alla donna Valka scoppiò a ridere in maniera incontrollata.

E Hiccup la guradò Stupito.all’inizio..  “mamma hai intenzione di continuare a lungo?” un sopracciglio si era alzato nel vederla contorcersi dalle risate.

“ah ah ah....oddio no, scusa tesoro”  prese un bel respiro e fermò la risata, portò gli occhi acqua marina su di lui “è che mi ero dimenticata quel periodo è passato così tanto…”

Di bene in meglio, sua madre faceva riferimento a quando lei e suo padre avevano avuto gli ormoni galoppanti, voleva prendere sdentato, volare via e non tornare più.

“ e non guardarmi con quella espressione! Si so a cosa ti riferisci…sono stata giovane anche io, e voi avete vent'anni!..ma questo il problema si può risolvere facilmente no?” con intima gioia sul viso sua madre continuò a parlare sulla scia dei ricordi “ tuo padre e io non riuscivamo a farci una ragione di tutti i divieti che ci venivano imposti, in questo neanche lui era molto ligio alle regole!” ridacchiò “ e alla fine ce la filammo via e quando siamo tornati ci hanno fatto sposare nel giro di una settimana!”

Hiccup era più che sorpreso, questo era molto diverso da quello che si era immaginato per i suoi genitori.

“davvero?”  lo stupore si rifletteva nel modo in cui le sue palpebre sbattevano ripetutamente

La madre pensò che faceva tenerezza “ ma certo! Quando si tratta di amore siamo tutti uguali tesoro…e si diventa un po’ sciocchi” gli arruffò i capelli con affetto

“ti sei arrovellato tanto perché non volevi deludere il villaggio vero?” sospirò “tale padre tale figlio infondo…”

Hiccup la contemplò e un guizzo di affetto lo attraversò.

“ma questo cambierà ancora tutto” c’era stanchezza nella sua voce

Valka sollevò le sopracciglia sottili avendo intuito cosa intendeva “intendi con me?” si aprì in un sorriso tenero “ ma cosa vai a pensare! Siamo a Berk, a meno che tu non ti nasconda appositamente mi vedrai comunque dalle 3 alle 4 volte al giorno anche non volendolo!” lo prese in giro “quello che conta non cambierà per niente”

In quella i lineamenti femminili che la contraddistinguevano assunsero un pizzico di malizia “la hai fatto davvero penare quella povera ragazza se lei tutto questo non lo sa”

Il rossore che gli salì alle guance non riusci proprio ad evitarlo, si sentiva colto in fallo e molto ingenuo perché quello che aveva considerato un problema si era sciolto come neve al sole “ e dai! non ti ci mettere anche tu mamma…sistemerò tutto!”

La donna annuì “non ne dubito. E io ti aiuterò”  con le labbra rosate arricciate come se si stesse pregustando qualcosa continuò “ho già qualche idea”

Continua…

 

 

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Capitolo 5
*** Last Supper ***


5.Last Supper

 

Il grosso masso di pietra calcarea si depositò facendo un forte rumore. Troppo forte.

“Moccicoso!ti avevo detto delicatamente!”

Moccicoso e il suo drago erano proprio sopra il muro dove avevano appena posato la pietra e il primo allargò le braccia “stiamo lanciando dei massi giganteschi e oltre a volare con questi dobbiamo anche prendere la mira e tu vuoi delicatezza?” poi sogghignò “oltretutto non è una parola che si addice a un jorgerson”

Il capo dei cavalieri era decisamente abituato alle intemperanze dei suoi sottoposti quindi non si scompose più di tanto “sai cugino, questo spiega molte cose”

Sdentato produsse un suono di approvazione essendo pienamente d’accordo con il suo padrone umano

Moccicoso stava ancora cercando di capire quanto era stato offeso e come replicare quando comparve gambadipesce “spostati moccicoso!” sfrecciò davanti e loro “vai muscolone” e il drago produsse un getto di lava che saldò la nuova pietra alle altre.

“hiccup direi che così può bastare” gambadipesce non guardava l’amico ma il muro di cinta che avevano eretto e che aveva raggiunto una discreta altezza.

Anche hiccup lo osservò e ne fu soddisfatto. Con quello i lavori alla riva erano stati completati, oltre che un isola difficilmente raggiungibile senza poter volare adesso era fortificata. In più avevano aggiunto varie altre difese in quel mese.

Era un progetto che voleva attuare da molto, visto come si era rivelata facilmente attaccabile nel corso delle loro battaglie, non pensava che avrebbe potuto metterlo in pratica così presto. Sua madre era stata di altro avviso e non poteva esserne più contento. Non essere a berk era lo scopo iniziale ed era stato anche funzionale. Oltretutto, secondo i resoconti che aveva ricevuto dai terribili terrori, la situazione a berk era sotto controllo e i piani di Valka erano giunti al termine.

 “ok bello direi che ci siamo guadagnati la cena” accarezzò il drago hai due lati delle orecchie e senza dover dire altro sdentato capì che doveva ritornare alla base “torniamo!” hiccup fece un gesto agli altri ragazzi perché lo seguissero.

Era giunto il momento di lasciare la riva, luogo che certamente era stato di aiuto,sotto molti aspetti, ma voleva davvero chiudere il cerchio una volta per tutte.

Questo non significava che in quel mese non si fosse tolto un certo numero di soddisfazioni.

Labbra dolci e occhi sognanti, come pozze in cui perdersi. La sua vichinga era una piacevole scoperta ogni volta…

 

Astrid girò la carne con violenza per l’ennesima volta. Fare cose meccaniche la aiutava, ed era di turno alla cucina. Tra poco gli altri sarebbero rientrati. Ma l’irritazione non diminuiva tanto quando sperava. Ed era irritata solo con se stessa. Perché sapeva che c’era qualcosa che hiccup non le stava dicendo e non riusciva a farselo dire! E questo perché non rimaneva arrabbiata abbastanza a lungo, ogni volta che si proponeva l’occasione di essere soli c’era quella nuova atmosfera tra loro e…

Arrossi lievemente ma sorrise allo stesso tempo.

Hiccup non si stava più dando molti freni, anzi tutt’altro.

Solo la sera prima le sue dita agili avevano trovato la strada sotto la cotta e la aveva poggiate senza chiedere sulle fasce che tenevano strette quel punto così femminile e sensibile di lei. E lei aveva fatto un gemito davvero incontrollato mentre aveva ancora le labbra sulla sua bocca.

Aggrottò la fronte nel cercare di ricordare come erano arrivati a quel punto, perché poco prima stavano discutendo delle varie difese apportate, lì, nella sala di ritrovo comune, per l’appunto poco dopo avevano sentito le voci dei gemelli,che discutevano su chi aveva la cicatrice più orribile, e si erano resi conto di dove erano, per fortuna.

Guardò la carne rosolarsi e sentì il fuoco fare il rumore sfrigolante della cottura, concentrata. la cosa stava avvenendo con un certa frequenza e quindi erano davvero degli incoscienti. Lì erano tutti loro amici ma c’era un limite…e la riva era quasi peggio di Berk.

Nonostante tutto non riusciva a sentirsi in colpa, solo ulteriormente frustata, e allo stesso tempo…aspettava quei momenti.

Toccò la carne con un legnetto lungo che aveva tra le mani. Ancora troppo umida.

Hiccup aveva un dono naturale o forse no, lei non poteva certo fare paragoni, in ogni caso le piaceva ogni idea che attuava e se sentiva sciocca ad aspettare le sue mosse come un ragazzina, ma era così,con lui diventava come uno strumento nelle sue mani e certamente sapeva suonare bene!

E quindi eccola lì’, ogni occasione di parlare di cose al di la della riva le scivolava via dalle dita. Quando quel verde foresta la scrutava con intenzione, il battito accelerava e dimenticava tutto. Per Odino, in che razza di pasticcio si era messa a innamorarsi del quello strano, divertente e imprevedibile ragazzo?

A volte pensava che si sarebbe scottata meno all’interno del cratere del vulcano, era tutto troppo intenso.

 

Niente come l’odore del cibo che avrebbe riempito di li a poco le pance affamate faceva si che i cavalieri scendessero dai draghi in maniera ordinata veloce e senza chiacchiere.

Una volta nella sala uno sguardo della bionda li invitò a non chiedere cibo prima del dovuto.

“tra poco faccio le porzioni, sedetevi” il tono non era gentile

“dolcezza dicono che cucinare rilassa ma su di te ha un effetto inverso” moccicoso non si trattenne dal fare il commento nonostante si stesse sedendo come gli era stato chiesto

“Già astrid, oppure e quel periodo del mese? Non è che può capitare più di una volta la mese perché così potremmo anche capire perché sei sempre così allegra!che ne dici Bruta?”

Il gemello si girò verso la sorella che fece spallucce “magari a lei succede più di una volta al mese bho?”

“ma si è così!sono un genio!”  entusiasta testa di tufo continuò a parlare di periodi mentre nessuno gli dava più ascolto. Tranne la sorella che ogni tanto annuiva solidale.

Poi timidamente gambadipesce intervenne “non credo sia possibile testa di tufo” aveva il faccione un po’ imbarazzato “em…possiamo iniziare?”

Sorridendo astrid replicò “si. Tu si, voi non avete fame vero? mi sembrate presi dalle vostre teorie, penso che darò gli avanzi a tempestosa”

Testa di tufo si zittì immediatamente e con velocità prese un dei piatti che erano stati preparati

“di sicuro ti succede più di una volta al giorno!” e filò via

Hiccup non riuscì a contenere una risatina e due occhi di ghiaccio lo guardarono come dire anche tu?

In risposta parò le mani in avanti come per scusarsi,non aveva detto niente infondo.

Poi parlò “ragazzi con oggi abbiamo ufficialmente finito i lavori di fortificazione! Quindi domani siete tutti liberi di fare quello che volete, noi ci prepariamo per rientrare a Berk” indicò astrid

i gemelli fecero un identico sorriso,si girarono uno verso l’altro e dissero all’unisono “testiamo il nuovo muro!”

hiccup immediatamente si pentì di aver detto “fare quello che volete”

quei due lo avrebbero fatto invecchiare anzitempo “niente esplosioni e non vi ci potete buttare contro perché rutto e vomito non sono di gomma, e neanche voi!”

bruta storse la bocca in una espressione di disgusto “così non c’è più divertimentooo!”

sospirò esasperato “potete lanciarci contro oggetti, ma scoprirò se avete fatto qualcosa di eccessivo quindi semplicemente non fatelo”

la cena continuò rumorosa finchè come al solito non rimasero solo loro due. I loro amici avevano dimostrato una sorprendente sensibilità nel lasciagli sempre quel momento della giornata senza che dovessero chiedere. Anche se poi tornavano puntualmente,perché la sala era il luogo in cui ognuno si svagava prima del riposo.

“allora toniamo a berk?” non voleva usare quel tono sconsolato ma gli era uscito ugualmente. La riva era il posto dove si sentiva meglio, sempre

Hiccup si avvicinò e l’abbraccio portandola verso di se. “si, ma non essere dispiaciuta ci attende la festa di fine estate e i ragazzi li rivedremo presto”

Mise il naso nei suoi capelli e giocherello con la lunga treccia. Poi un grosso sbadiglio lo fece tremare e senti che astrid rideva sul suo petto. Ogni tanto la stanchezza vinceva su tutto, quindi anche quella sera non avrebbe saputo niente.

“Andiamo a dormire grande capo”

Anche se lo sguardo era assonato hiccup riuscì a metterci la giusta dose di offesa per il nomignolo

“su su che domani non partiamo se sei ridotto così” si stacco e gli diede una leggera spinta verso l’uscita

“non sono ridotto in nessun modo”

Maschi. Che fossero intelligenti o meno a volte erano così bambini.

Comunque era l’ora di riposare anche per lei, rientrare a berk significava tornare alla routine delle lezioni e degli allenamenti.

Insomma sarebbe tornato tutto esattamente come prima.

 

Continua…

 

 

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Capitolo 6
*** The Gift ***


6. The Gift

 

Ogni berkiano che si rispetti dava il suo contributo per la festa di fine estate. Era un ultimo saluto al clima mite che arrivava benvenuto e permetteva di prepararsi all’inverno duro e lungo. Astrid non era da meno. Aveva sempre amato la frenesia e la vivacità che caratterizzavano il villaggio in quella settimana. Ma quell’anno c’era qualcosa di diverso.

Stava passando con una botte vuota da portare in sala grande,  il percorso più breve era davanti la fucina di scarakkio, dove di solito si sentivano brontolii più o meno forti insieme a rumori metallici e si poteva salutare il sempre sorridente e chiacchierone vichingo biondo.

Perciò quando vide il fabbro che intingeva un ferro caldissimo nell’acqua per farlo temperare e si prendeva un minuto di riposo si preparò al solito saluto accompagnato con qualche storiella che spesso andavano a parare sullo stato delle sue “mutandine”.

Non solo skarakkio non la salutò come al suo solito ma sembrò sobbalzare e si mosse di fronte all’acqua fumante, tutto quello che produsse fu un “buongiorno”

Perplessa astrid replicò in automatico “buongiorno a te”

Questa era un ulteriore episodio di molti che si erano susseguiti nella settimana. Anche sua madre sembrava strana. Per non parlare del fatto che Hiccup era praticamente disperso. Era riuscito a vederlo si e no mezz’ora da quando erano tornati, quattro giorni addietro.

Però il giorno prima era riuscita ad ottenere(origliando con abilità una conversazione tra lui e Valka) una informazione importante: hiccup quella sera sarebbe rimasto a casa  per lavorare a un progetto.senza Valka. La madre di Hiccup aveva preso molto su serio quella festa e passava intere serate a ultimare i preparativi.

Aggrottò la fronte. Non avrebbe davvero scommesso neanche un coltellino che quella specie di ammaestratrice di draghi fosse tipo da feste di villaggio.

In ogni caso quella sera molte cose gli sarebbero state spieghiate. Perché lei aveva in mente un nuovo progetto per il suo impegnatissimo ragazzo. Rispondere in maniera soddisfacente a domande precise evitando di essere preso dalla sua ascia.

 

La sera non arrivò abbastanza velocemente. Era davvero impaziente di capire cosa diavolo stava accadendo e cosa gli aveva nascosto hiccup. Era quasi sicura che voleva fare una delle sue solite pazzie, tipo andare alla ricerca di Drago, ma senza di lei. Un guizzò di irritazione mista a delusione la attraversò. Prese un bel respiro, non poteva già partire arrabbiata o prevenuta.

Erano solo supposizioni…

Una volta giunta davanti alla casa del ragazzo guardò il portone come il suo peggiore nemico, sussurrando “ora che faccio…busso?”

Le sembrava come minimo un controsenso bussare per poi puntare l’ascia e strapazzare per bene hiccup. E sia, sarebbe entrata e basta.

Perciò aprì la porta con cautela e entrò con circospezione, e nonostante le intenzione di essere decisa le venne spontaneo essere almeno un po’ educata e si sentì dire “hiccup ci sei?”

Non vide il vichingo ma iniziò a mettere meglio fuoco la casa, e c’erano stati diversi cambiamneti,  nell’ingresso c’era solo un tavolo, che non aveva mai visto, davanti al camino scoppiettante e molte sedie di cui alcune sembravo davvero comode e appena intagliate. E la dispensa che prima era minuscola era ricopriva tutta la parete di fronte al camino.

Dietro a tutto questo, dove prima c’erano in vista i due letti messi un po’ a casaccio ora c’era…una porta.

E dove era finito il soppalco? Tra la dispensa e la porta c’era ancora una scala ma saliva fino a quello che era indiscutibilmente un altro piano, con un arco dal quale veniva una luce…

Era finita in un'altra casa? Com’era possibile ci fosse un altro piano? Non aveva mai visto niente del genere comunque. Pensandoci prima, da fuori,il tetto gli era sembrato strano avvicinandosi all’ingresso…sembrava più grande ma aveva creduto di ricordare male….

Non aveva ancora finito di stupirsi quando un’ombra si allungò sui gradini e hiccup comparve sotto l’arco in cima alle scale

Le sorrise con il suo solito sorriso un po’ storto “buonasera mia signora, ti stavo aspettando”

“Mi aspettavi?” la voce era attonita

“se credi che la tua presenza ieri non fosse stata notata come spia non hai futuro” stava ancora sorridendo  ma stavolta con puro divertimento verso di lei “volevamo che sentissi…mi ero fatto l’idea che saresti venuta una volta che avresti avuto questa informazione”

Quindi era finito dentro uno dei suoi contorti schemi? Era decisamente stufa!

“ hiccup io non mi sto divertendo neanche un po’” incrociò lo braccia e lo fissò gelida

L’espressione di hiccup cambiò e iniziò a sembrare preoccupato “no, me lo posso immaginare…” poi gli fece un cenno con la mano “ ti prego Sali, ti spiegherò tutto!” le le fece un sorriso che non gli aveva mai visto..intenso. Sentì il cuore accelerare un attimo, e il desiderio di scoprire cosa celava.

Perciò si avviò verso le scale e le Salì velocemente con Hiccup che l’aspettava con le braccia incrociate e una spalla appoggiata sull’ingresso di quella che sembrava una stanza.

Di quella che era una stanza. Era arrivata sulla cima accanto a lui e poteva vedere benissimo l'enorme letto intagliato al centro della stanza, gli armadi alle pareti e il pianale dove mettere elmi o oggetti, c'era addirittura una altro camino e infine notò la cassapanca aperta posta sua base del letto con dentro una ascia come mai aveva visto…

Improvvisamente gli tornò alla mente un ricordo

Aveva il piccolo viso con il broncio e non capiva perché tutti stessero ridendo e facendo gli auguri alla zia “mamma perché oggi siete tutti così diversi?”

perché oggi tua zia si è sposata…è un giorno di festa amore”

Ma lei continuava a non capire “che significa?” la mamma si era abbassata e l’aveva guardata “significa che schiacciasassi, il simpatico amico di zia,ora è suo marito, che la proteggerà e staranno sempre insieme e…”

Astrid non fece finire la madre “Si mamma, ho capito che andranno a stare in quella nuova casa…ma come si fa a capire che sei una moglie o un marito?” infondo zia stava sempre con il  tato che le faceva fare la ruota in ogni caso, dove era la differenza?

Sua madre non se la prese ne si spazientì e continuò “quando un vichingo vuole fare diventare una donna sua moglie, le fa un dono, qualcosa di bello e di unico, a tua zia,Schiacciasassi  ha fatto quel bellissimo bracciale di argento che le sale lungo tutto il braccio…lei lo ha accettato. E lo porterà sempre come qualcosa di speciale, e così tutti possono sapere che sono marito e moglie”

Astrid annuì. Ora aveva senso e fece un sorriso con gaio e infantile gioa guardando il bracciale di sua zia, era qualcosa di fantastico!

 

Stava fissando l’ascia come aveva fissato quel bracciale quel giorno. Non era solo un oggetto, era una promessa, era una domanda. Ed era magnifica, la lama aveva disegni di fiori e intarsiature dorate , l’impugnarura era di legno scuro e lucido, piccole pietre luccicavano sulla base della impugnatura.

Prese un respiro perché sentiva il cuore che le rimbombava nelle orecchie, era stata così cieca…

“hiccup…” ma non sapeva cosa dire e si fermò, guardando il ragazzo che fino a pochi minuti prima aveva pensato di sommergere di domande irritate e che le stava chiedendo di sposarlo.

Hiccup inclinò la testa e con voce soffice le disse “per te…” il verde dei suoi occhi brillò un attimo guardandola intensamente “io te l’avevo già detto ci sarebbe sempre stato un hiccup e un Astrid insieme, sempre”

Continuava a sorriderle dolcemente “ho pensato che potevamo renderlo un qualcosa di più ufficiale se per te va bene mia signora”

Mosse la mano per indicare la stanza “tutto questo è per noi, una casa come merita una guerriera come te”  poi il sorriso si fece ilare “con qualche tocco alla hiccup qua e là”

Astrid senti un caldo sentimento avvolgerla: quanto lo amava.

 Un pugno partì dritto sul braccio che non era poggiato sulla volta. “questo è per avermi fatto pensare che mi nascondessi chissà che e per averlo fatto per quasi un mese!”

Gli occhi di hiccup si allargarono per il dolore e la sorpresa, non era stata delicata

“ehi!mica si prepara in due giorni una casa! Non..”

Ma non finì la frase astrid aveva poggiato con fare languido le mani sul suo petto e stava diminuendo lo distanza tra loro.

Le labbra piegate in un espressione che era tutto quello che avrebbe voluto vedere.

La sua voce aveva un tono emozionato ed era a un soffio da lui quando proseguì “ e questo è per tutto il resto”

Si lasciò completamente andare nel bacio che gli diede.

 Cercò di imprimerci tutto

Si,ti sposo.

Si,ti amo.

Senza di te non posso più stare… e non starò mai più.

Il profumo così famigliare di lei l’avvolse, e si separarono con piccoli baci lentamente, guardandosi consapevoli.

Astrid prese fiato per cercare di dire, almeno in parte, quello che aveva espresso solo con i gesti

Ma non diede mai voce hai suoi sentimenti, una voce cavernicola e potente ruppe il momento

“furia buoia! state attenti!!!”

Un’improvviso vociare si levò e dall'intensità sembrava che tutto il villaggio fosse fuori dalla porta della casa.

I due giovani erano ancora a poca distanza l’una dall’altro con le braccia intrecciate e volsero all’unisono i visi verso la porta.

Poi sentirono una voce famigliare “vi dico di si. secondo me Astrid è rimasta con la vista alterata e ora vede le cose al contrario, perciò hiccup gli sembra il massimo mentre vede me..” moccicoso sembrò aver difficoltà a produrre l’aggettivo giusto.

Un'altra voce altrettanto famigliare replicò “guarda che ti trattava così anche prima, non ci vedo nessuna differenza” bruta era sempre la voce della verità

Moccicoso gonfiò il petto “ma che dici! era evidente che aveva un debole per me”

I due continuarono su questo tono e le voci in generale si fecero sempre più forti, una volta iniziato era diventato un crescendo

Sentirono anche “ ma quanto ci mettono?”

Una volta ripresa dallo stupore astrid si girò a guardare quello che forse sarebbe diventato suo marito. Se prima non lo uccideva. “ma quanti sapevano di stasera?” lo voce le uscì qualche ottava più alta del dovuto

Hiccup là guardò supplichevole “per apportare tutte queste modifiche alla casa io e mamma abbiamo dovuto coinvolgere un pò di persone…” poi abbassò lo sguardo “le voci girano…”

“quindi lo sa tutto il villaggio!” gridò isterica,poi ripensò agli atteggiamenti che avevano i suoi compaesani in quell’ultima settimana e tutto assunse un senso “ecco perché si comportavano tutti in maniera così strana!”

Fissò hiccup con sguardo assassino

Hiccup pensò che forse l’idea di sua madre non era stata così geniale dopo tutto. Cioè, aveva detto si anche se non a parole …non poteva comunque rimangiarselo vero?

Aggiunse debolmente  “ci hanno organizzato una festicciola stasera e poi per la festa di fine estate potremmo sposarci,è tutto pronto”

Questo impressionò piacevolmente Astrid. Sposarsi per la festa di fine estate era sempre stato un suo inconfessabile sogno, l’unica idea romantica che le era mai venuta in testa, e si stava avverando, per caso o per destino.

Rise sinceramente “lo avrebbero saputo comunque, ed è tutto molto bello hiccup!” gli schioccò un bacio sulle labbra “andiamo a questa festicciola ora…oltre tutto voglio spiegare una o due cosette moccicoso” gli occhi si ridussero a due fessure irate

Hiccup le prese la mano e pregustò il momento  “ voglio esserci!”

E si avviarono verso la folla che li accolse festosi con le mani ancora intrecciate e identiche espressioni felici sul viso.

 Continua…

 

 

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Capitolo 7
*** Wedding Day ***


Angolo dell’autrice.--Ragazzi preparatevi a un sacco di miele…siete avvisati ;).

Wedding Day

Il sole era libero dalle nubi, solo qualche piccolo staccio di bianco si poteva scorgere in quella che era altrimenti una perfetta striscia azzurra. Il vento aveva il profumo della salsedine e muoveva le acque scure che si infrangevano spumeggianti sulla scogliera.

L’estate li abbandonava e gli lasciava quella ultima giornata perfetta.

Vide Astrid rimettersi un lungo ricciolo biondo dietro l’orecchio. Il vento era un amico volubile e muoveva quei lunghi boccoli liberi da ogni costrizione in maniera incontrollata, erano come una nube dorata intorno a lei.

Lo sguardo forte , il naso delicato e le labbra sottili erano le sue ma ogni altra cosa di lei, quel giorno, sembrava eterea e evanescente. Come un sogno.

Il semplice vestito di un turchese pallido, perché lei amava l'azzurro, i cappelli liberi e pieni di fiori bianchi sulla sommità.

Hiccup non era sicuro che allungando una mano verso di lei non sarebbe svanita.

Lasciò che gli eventi proseguissero proprio come in sogno, senza controllo, li lasciò fluire come se fosse solo uno spettatore di uno show surreale.

Lì, in piedi sulla punta della scogliera, le loro braccia erano state intrecciate con una corda, simbolo del legame che si creava, e Goti li aveva cosparsi con poca acqua, come benedizione di prosperità, poi aveva tracciato dei simboli sulle loro fronti e disegnato un cerchio intorno a loro con il suo bastone.

I draghi erano vicinissimi a loro e sdentato guardava ogni movimento della vecchia druida con estrema attenzione, era difficile ricordare di aver visto la furia buia così calma e disciplinata.

Infine Goti aveva sciolto la corda e aveva fatto un segno di assenso.

E così erano stati uniti in matrimonio.

La mano di astrid lo raggiunse e richiamò la sua attenzione tirando leggermente la manica della sua casacca “eccoci qua!” Gli occhi accessi da un sorriso solo per lui e le labbra lievemente schiuse che lo invitavano a condividere segreti tra di loro. Strizzò gli occhi e gli riaprì un momento dopo. E lei era ancora lì,con lo sguardo un po' meno sicuro che le stesse prestando attenzione. Finalmente allungò una braccio per toccarla a sua volta e racchiuse tra la mano un morbido ricciolo biondo. Allora era reale.

Le sorrise di rimando e voleva dirle quanto tutto era perfetto e strano ma il silenzio, che era stato intenso, e aveva dato spazio a tutti i gesti del rito, venne interrotto. Tutte le persone che avevano partecipato  si stavano avvicinando per congratularsi.

“sempre in mezzo!” astrid lo disse in tono divertito perché aveva letto bene la espressione di esasperazione che si stava creando sul viso di hiccup.

Rise “Già” e le si avvicinò definitivamente, era davvero una visione così femminile quel giorno, e prima che potessero allontanarlo da lei, come certamente sarebbe successo, le poggiò un casto bacio sulle labbra.

Poi sentì la voce di skaraccio gridare “Oggi il capo diventa un uomo!”

E un'altra serie di voci si unirono a alle grida indistinte di gioia. Da li in poi gli eventi si susseguirono frenetici.

Prima che potesse girarsi una figura nera gli avvolse e sdentato iniziò a leccarli gioioso.

“sdentato lo sai che poi non va più via!!”

Accanto a lui astrid stava ridendo in modo libero e sembrava una ragazzina accarezzando il drago a cui sussurrava con affetto “ si, anche noi ti vogliamo bene”

A salvarli dal suo drago arrivò sua madre che con pochi movimenti decisi rese sdentato inoffensivo e beato e aiutò la coppia ad alzarsi. “hiccup, astrid..congratulazioni!se ci fosse tuo padre sarebbe orgoglioso esattamente come me!” il sorriso che gli stava rivolgendo era sincero

“si, grazie mamma”

La madre la squadrò con uno sguardo di comprensione e accarezzò una guancia di hiccup “avrete da fare di sicuro nelle prossime settimane ma non lasciatemi troppo a me stessa a cena, potrei risentirne” lanciò un occhiolino ad astrid e poi li spinse lievemente entrambi verso la folla

“adesso andate, vi attendono” e si girò verso i draghi.

 

Così iniziò il vortice dei saluti e delle congratulazioni.

Furono divisi da una moltitudine festante. Brindisi e cibo, risate e pacche sulla schiena

“astrid, astoria si è davvero superata, ma guardati! Sei una splendore”

Il sorriso le salì automatico dopo circa tre ore dei medesimi commenti e rispose alla amica di sua madre una delle frasi che ormai aveva consumato quel pomeriggio. Era felice, ma era stanca e intorpidita dal vino, e dove era hiccup?

Provò a vagare con lo sguardo e a cercarlo in mezzo alla sala. Riuscì a scorgerlo accanto al grande fuoco, il viso concentrato che stava ascoltando quanto gli veniva detto. Però se riconosceva bene lo sguardo lievemente fisso che avevano i suoi occhi la sua attenzione era più fittizia di quanto potesse apparire. Probabilmente stava desiderando di volare e lasciare tutti quei convenevoli.

Piegò lievemente la testa per guardarlo meglio. Hiccup era illuminato dalle fiamme e per quanto ormai da tempo si fosse abituata al la sua figura, quel giorno aveva fascino.

Dava una sensazione di noncurante eleganza e era ancora più affascinate per come si muoveva con sicurezza del tutto inconsapevole del proprio potenziale, il fascino della purezza che calzava una blusa verde scuro e nei semplici pantaloni mogano. I capelli sembravano spettinati ad arte e nel collo erano irriverenti e toccavano la linea della casacca. Era diverso e lei sapeva bene che tutte queste novità coprivano un fisico asciutto ed elegante quanto i vestiti che portava quel giorno. Forse era questo il pensiero che la attraeva e perciò si mosse verso di lui inconsapevolmente,come una falena alla fiamma.

Sentendo qualcuno avvicinarsi hiccup si girò, e immediatamente gli occhi persero completamente la loro fissità e si fecero caldi, allungo una mano verso di e lei facendola entrare nel cerchio di persone in cui si trovava.

“stanca, mia signora?”

Astrid continuò a guardarlo assorta e annuì, probabilmente il vino gli stava facendo effetto,ogni cosa sembrava avvenire e poi svanire nell’esatto momento in cui l’aveva vissuta, come un illusione

Hiccup vide le sue guance arrossate e gli occhi lievemente lucidi

“non credo tu sia solo stanca! Ti hanno fatto bere troppo!”

Mentre la portava verso di sé la contemplò divertito, questa era una novità

Astrid con un gesto goffo gli lisciò la casacca “tu sei elegante… mi piace” la voce lenta e cadenzata e prima che hiccup riuscisse a capire il movimento che avrebbe fatto, gli mise il viso nell’incavo del collo e lo annusò perché sapeva che il suo profumo sarebbe stato buonissimo

Si sentì delicatamente spingere distante dal corpo caldo del ragazzo e mise il broncio cercando di tornare ,senza riuscirci,  nella posizione da cui era stata tolta

“si decisamente ti hanno fatto bere troppo!credo sia l’ora di andare” rise con gusto, era estremamente divertito da quella astrid così inusuale ma il suo essere imprevedibile voleva dire che se le avesse lasciato libertà d’azione il giorno dopo sarebbe stato un marito meno amato.

“andiamo a casa” le accarezzò i capelli come a una bambina e poi si girò verso l’altra parte della sala e parlò con voce alta e autorevole “ringrazio tutti per questa bellissima festa e per ogni parola che ci avete riserv-”

Skaraccio che era poco distante da loro fece un ghigno “chi l’avrebbe mai detto che sarebbe arrivata la tua prima notte di nozze eh!!??non ci avrei giocato neanche un calzino quando eri uno scricciolo!”

Così il bel discorso che il ragazzo aveva iniziato era stato interrotto subito e poiché il fabbro non aveva usato un tono lieve tutta la sala proruppe in una risata.

Hiccup non si scompose “bhe skaraccio la tua opinione è sempre infallibile”  forse era il modo migliore per concludere la serata quindi aggiunse solo “buonanotte a tutti!”

Un coro di saluti li seguì mentre si avviavano verso il portone con astrid che docilmente lo seguiva silenziosa.

Iniziava un'altra parte della giornata e appena usciti dal grande portone sentì crescere una lieve tensione. Guardò sua moglie di sottecchi.

Astrid fece una piccola risatina, storse la bocca e gli sollevò il mento “sono ancora in grado di ragionare…più o meno..quel vino non lo berrò mai più!..comunque hiccup vuoi dirmi qualcosa?”

“non ne sono tanto sicuro che tu riesca a ragionare ” un pugno in risposta, ahi “ok come non detto…”

Tocco di nuovo i suoi capelli, erano di un biondo chiarissimo e luminoso sotto la luce della luna, da poco spuntata nel cielo, gli piacevano tantissimo.

La sua vichinga era forte e decisa e di lei adorava le mille sfaccettature del suo carattere, ma almeno oggi doveva fargli sapere un pensiero quasi scontato che si incastrava spesso nei suoi ragionamenti su di lei  “sei bella, lo sai vero?”Il turchese dei suoi occhi si fece scuro e la espressione di gioa e soddisfazione che si allargò sul suo viso la rese luminosa

“magari ogni tanto ricordamelo come oggi” lo abbracciò con lentezza e gli sussurrò “e adesso portami a casa”

Abbracciarla e sentirsi completo ormai era una sensazione familiare, la tensione dimenticata.

“ti dovrò ricordare anche di bere più spesso”  lei strinse forte e in modo fastidioso come risposta

La luna fu l’unica testimone del loro rientro giocoso tra risate e aneddoti della intensa giornata.

Una volta chiuso il portone di casa dietro di loro entrambi tirarono un sospiro.

Astrid si tolse le calzature e inizio a staccarsi parte dei fiori dalla testa. Con movimenti lenti.

Hiccup segui quel lavoro sentendo la voglia di aiutarla e allo stesso tempo di stare esattamente dove era.

Alla fine fu lei ad avvicinarsi,con i i fiori caduti intorno ai suoi piedi mosse la testa per indicare il piano di sopra.

Poi mise un dito sulle sue labbra e sorridendo con anticipazione lo sostituì con la bocca.

Lei sapeva di uva e la sua bocca era bollente, lo morse piano sul labbro inferiore e si strinse quanto più possibile. I suoi piccoli seni gli premevano sul torace. Con quel vestito quasi inesistente tutto il corpo di lei gli era più accessibile e si sentì fremere.

Mossero passi incerti verso le scale, staccandosi ma cercandosi in modo caotico.

Salirono velocemente tenendosi le mani.

L’ascia che le aveva donato era stata adagiata sul letto. Astrid la guardò male “molto furbi, questa deve essere un idea di testa di tufo per la prima notte di nozze”

Di nuovo diede voce a parole che normalmente avrebbe taciuto e hiccup si divertì  “perché mia signora cosa succede adesso?” la voce perfettamente innocente mentre faceva un espressione che sperava sembrasse abbastanza stupita

Astrid sorrise di un sorriso sottile e furbo “ma niente” e mentre lo diceva una spallina del vestito venne sfilata e lentamente gli scivolò via fino a formare un fagotto hai suoi piedi.

Hiccup perse la voglia di scherzare. La specie di sottoveste che le era rimasta addosso era quasi impalpabile e non c’era spazio per l’immaginazione,la pelle rosata e invitante ovunque si posava il suo sguardo.

Astrid aveva ancora quel sorriso che le aleggiava sul viso e sollevò entrambe le braccia come a chiamarlo.

Lui si mosse veloce e una mano posò subito sulla sottoveste all'altezza del seno mentre la baciava vorace.

Quei mesi erano stato una preparazione e un anticipo ma ritrovarla con quei capelli che la fasciavano come aveva solo immaginato, quella veste succinta e tutta quella pelle esposta per lui…per odino, voleva avere più mani per toccarla.

E quella notte glielo avrebbe dimostrato appieno

Continua…

 

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Capitolo 8
*** The Day After ***


THE DAY AFTER

Un profumo buonissimo risvegliò i suoi sensi. Era pane e qualcosa che non sapeva definire. E si riscoprì affamata. Ancora un minuto però.

Si mosse nelle coperte e lentamente la coscienza si fece strada nella dormiveglia, e quello che era successo il giorno prima le ritornò alla mente. Mosse la mano nell’altra parte del letto e sentì che era vuota, aprì un occhio pigramente. No, hiccup non c’era.

Ormai definitivamente sveglia si volse con il viso verso il soffitto e improvvisamente provò un acuto imbarazzo e insieme una gioia incontrollata, erano una faccia della stessa medaglia, quando tornava sui quei ricordi che le si erano subito fatti vividi. Non aveva fatto nulla per richiamarli ma erano lì prepotenti. Semplicemente non riusciva a non pensarci. Si morse un labbro.

Le spalle ampie e cosparse di lentiggini che si muovevano sopra di lei. Le spinte decise, la sua bocca ovunque, in ogni parte del suo corpo. Le sue mani così abili a suscitare in lei reazioni quasi primordiali. E suoi occhi che la guardavo come se non fosse mai sazio di quello che vedeva.

Sfregò le cosce tra loro, non si sentiva la solita ma non aveva fastidio. Aveva fatto male, però era stato…

Si girò di scatto e affondò il volto nel cuscino.

Hiccup era stato gentile ma non solo quello…e si scoprì felice perché sapeva che quel lato di lui era un qualcosa di unico che nessun altro avrebbe mai visto, anzi nessun’altra. Era diventata pure possessiva, andava di bene in meglio…

Ad ogni modo quello era una aspetto che era solo per lei. Sorrise in maniera incontenibile, come quando le avevano regalato la prima cotta di maglia,solo sua e così desiderata.

C’era qualcosa di totalizzante nel vedere quel ragazzo di solito così ingenuo o pensieroso, che sfornava piani e progetti e rideva come un bambino, lasciarsi trascinare dall’istinto e ricercare con sicurezza e senza imbarazzo, come lei invece si sarebbe aspettata, quelle sensazioni che entrambi avevano così tanto anelato. E quando il lieve dolore era finito…Sospirò beata.

L’odore diventò più corposo e la fame si fece di nuovo sentire. Era l’ora di vedere cosa produceva quei profumi così invitanti, si sollevò sui gomiti e fece una rapida ispezione della stanza, il vestito celeste era ancora nell’esatto punto nel quale l’aveva fatto cadere la sera prima, completamente dimenticato. Ma non se la sentiva di rimettere un vestito così poco abituale per lei, per quanto fosse stato bello voleva tornare in fretta alla normalità. A piedi nudi si avviò verso l’armadio e l’apri speranzosa. Perfetto!

Qualcuno, probabilmente sua madre, aveva trasportato tutti i suoi abiti li e li  aveva riposti con cura. Prese il necessario e se lo infilò in fretta dopo di che si spostò verso la lastra decorativa e lucida che ritraeva un drago accanto al grande armadio e per quanto poté si specchiò e sistemò i capelli nella sua solita treccia. Infine si sciacquò il viso nella catinella rialzata e sostenuta da un contenitore in ferro battuto che era evidente per lei, ce n’era un'altra più scura nella parte opposta della stanza.

Poi annui soddisfatta, molto meglio! Ora poteva affrontare un po’ di novità.

 

Scese le scale e una volta scesa vide il camino acceso e la porta dell’altra camera aperta, perciò si affacciò e vide hiccup riverso su un pianale pieno di foglie e altro. Ecco dove aveva spostato le sue cose.

Inoltre i due draghi stavano nei loro giacigli nell’altro lato della stanza,tempestosa fece un verso felice nel vedere la padrona e hiccup si voltò incuriosito.

“Buongiorno dormigliona” il sorriso sbilenco che non recava traccia del ragazzo della sera precedente.

Sembrava sempre puro come la neve. E astrid provò l’immediato desiderio di lasciare un segno in quel candore, esattamente come quando si trovava davanti alla porta di casa quello strato intatto e candido.

Si riscosse da quei pensieri “saranno appena le dieci…”si avvicinò “piuttosto cosa è questo buon odore non ho controllato bene”

Il sorriso si fece dolce “lieto di saperlo, volevi compagnia più del cibo”   le poggiò le labbra in un tocco delicato sulle sue.

 “ora però gradirei mangiare davvero” lo trascinò in cucina senza chiedere se voleva accompagnarla o meno. Non era  un opzione.

Le spalle di hiccup stavano sussultando per le risate “si ok, non importa tirare”

Una volta avvicinati al camino vi che varie pentole erano sistemate per essere scaldate e c’erano diverse pagnotte sul tavolo.

“uh! Quante cose!! Quelle pagnotte sono le mie preferite”

Gli occhi del ragazzo si volsero su di lei senza sorpresa “ già, me li ha dati Asteria infatti, tutto ci è stato procurato a dire il vero..” corrucciò un po’ la fronte “da solo non saprei dove iniziare”

Si questo perché hiccup più che mangiare si nutriva, quello che passava il convento andava più che bene, mangiare era un intramezzo tra le cose che doveva o voleva fare.

“infatti di queste cose me ne occuperò io sennò moriamo di fame..” Astrid voleva essere ironica ma ricevette in risposta un altro sorriso tenero.

Senza volerlo arrossì lievemente. non c’era niente di strano, era sua moglie no?

“anche papa’ mi diceva lo stesso” il sorriso si allargò e la invitò a sedersi “infatti credo di aver ereditato il talento in cucina da mia madre”

“senza dubbio!” si ricordava benissimo che avevano deciso di togliere gran parte dei turni in cucina di hiccup alla riva perché mangiare quello che provava a fare era un atto da veri vichinghi.

Ridacchiò “potremmo fare una prova di coraggio…mangiare tutto quello che il capo e sua madre faranno senza conseguenze” prese una pagnotta e la spezzò, era croccante al punto giusto “sicuramente invoglierebbe i giovani ad apprezzare di più le doti culinarie dei parenti”

“ahahah! Perché idee così brillanti non ti vengono mai quando si tratta di allenamenti veri?”

Un pezzo di pane lo colpi sulla guancia “le mie idee sono brillanti!”

Hiccup raccolse il pezzo di pane rimbalzato sul suo viso rilanciandolo da dove era venuto, raggiunse il naso “sicuro!per uccidere le leve ancora prima che abbiamo cavalcato un drago come si deve”

Astrid non se la prese e andò a togliere dal fuoco uno dei pentolini “sei troppo morbido con loro” dall’odore pareva buonissimo. La risposta fu uno sguardo molto poco convinto.

“allora oggi facciamo un giro sulle isole a sud?” poter gestire il tempo in libertà tra loro era così raro

Hiccup annui “avevo avuto la stessa idea, dobbiamo completare la mappa” e lei era brava quasi quanto lui a disegnare le terre “ci lasceranno in pace per almeno altri due giorni secondo quanto mi ha detto mia madre”

Le sopracciglia di astrid si sollevarono  “davvero? Con il mese alla riva pensavo che una volta tornato domani saresti tornato da skariccio e al villaggio”

il verde degli occhi si fece scuro, e il sorriso malizioso “diciamo che anche dopo il matrimonio ha la sua importanza avere tempo…ho contrattato”

ah ecco, aveva ragione naturalmente, solo non ci aveva sperato, aggirò il tavolo e lo raggiunse.

“lo apprezzo davvero” gli circondò le spalle si sedette su di lui e lo baciò con calma, hiccup la strinse sui fianchi, poco dopo lei si staccò di pochissimo e sorrise con le sue labbra a pochi millimetri “di nuovo buongiorno…”

Hiccup non rispose ma le sue dita la accarezzavano languidamente sulla vita e la portò un po’ piu vicina

“hai raccolto di nuovo i capelli” e tirò con delicatezza la treccia.

Il bacio che la raggiunse iniziò in modo più intimo del previsto visto che aveva le labbra già schiuse per comunicargli che avrebbe sciolto i capelli ogni volta che voleva, a casa loro.

Pane, latte e il sapore di lui le risvegliarono i sensi, i seni le pungevano come se le mancasse un qualcosa che solo lui poteva darle…

Poi sentì che i riccioli venivano liberati e le cascarono di nuovo sulle spalle. Hiccup la squadrò un attimo e fece un sorriso soddisfatto “così va meglio”

Riprese a baciarla partendo dal collo stavolta. Astrid richiuse gli occhi strettamente. E mise le mani alla rinfusa nei suoi capelli.

“Potremmo risalire in camera mia signora?” la voce arrochita poco pìù di un sussurro. Un movimento con la testa positivo come risposta e si alzò poco sicura di stare eretta sulle gambe in maniera stabile.

Hiccup continuava a guardarla intento e si mise in piedi a sua volta.

In quella sentirono chiaramente il campanaccio fuori dalla porta suonare. Astrid si sentì come portare di nuovo alla realtà.

Hiccup aggrottò in modo deciso le sopracciglia volgendosi verso la porta “ma non è possibile…” la voce aveva un tono irato che poche volte gli aveva sentito. anche lei era attonita ma il campanello si fece sentire fastidioso un'altra volta e la voce di moccicoso aggiunse “ehi piccioncini aprite!”

Hiccup si avviò di scatto e il suo viso non prometteva niente di buono, perciò astrid lo segui cercando di sistemarsi i capelli come meglio poteva.

Aprendo la porta si ritrovarono tutto il gruppo al completo davanti e c’era anche il padre di moccicoso

“cosa c’è?” il tono di hiccup era così’ deciso e poco felice che per un attimo ci fu solo silenzio.

Poi gambadipesce prese la parola “una delegazione da Golraha, l’isola a nord del grande freddo, si è presentata al porto stamani e vogliono parlare con il capovillaggio” lo disse velocemente e tutto di un fiato poi aggiunse più mite “ci dispiace tanto Hiccup, ma sembrano non avere intenzioni molto amichevoli…”

Un forte sbuffo si fece sentire, testabruta interruppe l’amico “ insomma c’è poco da scusarsi! Quei tipi hanno dato in escandescenza quando hanno visto dei draghi al villaggio e volevano fare di rutto e vomito un borsa di pelle!!” le narici le si allargarono e se avesse potuto avrebbe sbuffato fumo “sono due idioti!”

“già!”  testa di tufo ribadì “che te ne fai di una borsa di pelle di drago? E molto più utile per qualcosa per coprirsi!una coperta per esempio” testabruta colpì il fratello con un calcio ben assestato

Hiccup fece un gesto con la mano come per farli smettere di parlare  “aspettate!..e da quanto sono qui?”

Questa volta fu lo zio a parlare “da stamattina all’alba nipote,Valka è riuscita a tenerli buoni fino ad adesso ma se il capo villaggio non si presenta potrebbero prenderla come un offesa”

“gia mio padre a ragione! Quindi vedi di muoverti!” moccicoso aveva una faccia davvero soddisfatta

“hiccup quel villaggio è il maggior produttore di navi corrazzate. Non possiamo prenderlo alla leggera” era stata astrid a parlare

Hiccup annui lentamente. “lo so” guardò la ragazza bionda che lo squadrava serio. Era anche per questo che l’amava. Berk veniva prima di tutto per entrambi.

Nel loro villaggio c’era freddo, gente cocciuta, cibo poco saporito e villaggi ostili sempre pronti a guerreggiare. In molti, temeva, non avrebbero mai accettato il loro stile di vita. Ma era delle testacce dure e poi avevano i loro draghi!

Perciò chiamo sdentato “bello andiamo!” avrebbe fatto capire a quei tizi con chi avevano a che fare.

Fare l’ingresso cavalcando una furia buia faceva sempre un certo effetto.

Sali velocemente su sdentato “bene andiamo” e tese una mano verso astrid

lei lo guardò poco convinta. “eh? anche io?”  gli occhi azzurri riflettevano tutta la sua perplessità.

“ma certo! da oggi sei la moglie del capovillaggio, e questi ospiti vanno accolti come si deve” prese la mano che astrid aveva sollevato restia e la fece salire dietro di lui “e poi resti sempre la nostra miglior guerriera!”

Astrid si appoggiò grata alla schiena di hiccup. “va bene”

Il drago si levò in volo deciso.

La luna di miele era finita, quella era Berk, un povero ragazzo da poco diventato capo non poteva sposarsi e sperare di avere giorni tranquilli. Quell’ammasso di rocce dove le case erano costruite centimetro per centimetro contendendo il terreno alla natura selvaggia richiamava sempre la sua attenzione prima che avesse anche solo il tempo di pensare di rilassarsi.

Ma, pensò stringendo la mano della ragazza che amava e cavalcando in groppa del suo miglior amico, non avrebbe cambiato niente della sua terra per nessun motivo al mondo. 

-----FINE----

 

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