Incatenato a me

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il dolore di George ***
Capitolo 2: *** Sto pensando a te, mentre piango, mentre respiro ***
Capitolo 3: *** La linea magica su internet ***
Capitolo 4: *** La visita notturna di Fred ***
Capitolo 5: *** Baci sensuali nel bosco ***
Capitolo 6: *** Non puoi respingermi ***
Capitolo 7: *** George pensa al suo amore per Fred ***
Capitolo 8: *** La decisione di George ***
Capitolo 9: *** Finalmente torno a respirare ***
Capitolo 10: *** Pensi di rivestirti? ***
Capitolo 11: *** Massaggi hot! ***
Capitolo 12: *** Grazie per non esserti arreso con me, fratello ***
Capitolo 13: *** Abbraccio famigliare ***
Capitolo 14: *** Ricordo tutto! ***
Capitolo 15: *** Ti amo ***
Capitolo 16: *** Voglio fare l'amore con te ***
Capitolo 17: *** Giochi ad Hogsmeade ***
Capitolo 18: *** Che deliziosa cenetta e ancor più romantica dichiarazione! ***
Capitolo 19: *** La nostra prima volta! ***
Capitolo 20: *** Dolci chiacchiere notturne ***
Capitolo 21: *** Un gustoso e dolce risveglio! ***
Capitolo 22: *** Non avreste dovuto mentirmi! ***
Capitolo 23: *** Le sorprese non finiscono mai! ***
Capitolo 24: *** Chi è tornato in vita ***
Capitolo 25: *** Bacio di fuoco ***
Capitolo 26: *** Momenti felici tra Albus e Severus e il ricongiungimento di Harry e Sirius ***
Capitolo 27: *** Harry a casa di Sirius, parlando dell'uomo di Silente ***
Capitolo 28: *** Quello che mi fa battere il cuore ***
Capitolo 29: *** Il bello di una famiglia allargata ***
Capitolo 30: *** Anime gemelle ***
Capitolo 31: *** Finchè starò con te, io sono felice ***



Capitolo 1
*** Il dolore di George ***


Tornare alla normalità dopo l’ultima battaglia a Hogwarts…l’ultima battaglia con Voldemort…era stata davvero dura.

Per Molly e Arthur era stata durissima..loro avevano perso un figlio, ma George..lui perse un fratello. Il suo gemello.

Avevano condiviso sempre tutto insieme, fin da quando erano piccoli erano stati sempre insieme..l’unica volta in cui George lo aveva lasciato da solo, Fred era morto.

George si sentiva responsabile di questo. Se non l’avesse lasciato solo..quell’unica volta..forse adesso Fred sarebbe..?
 

C’era chi diceva che la vita sarebbe andata avanti, che con il tempo, il dolore sarebbe stato meno viscerale e doloroso..ma George non voleva che andasse via, non voleva dimenticarsi di Fred, perché il dolore era l’unica cosa che gli era rimasta di lui.

A volte, il dolore faceva così male che gli rendeva doloroso perfino respirare..o parlare..i primi pasti che aveva mandato giù dopo la battaglia erano stati..spazzatura, in tutti i sensi.

Spazzatura quando li aveva sentiti al palato e spazzatura vera erano diventati quando erano usciti dal suo stomaco, perché a quanto pare il suo dolore gli impediva anche di nutrirsi adeguatamente.

Aveva letto in un fumetto che se getti un bicchiere di whisky nella spazzatura, ottieni spazzatura, se getti un bicchiere di spazzatura in una botte di whisky, ottieni spazzatura.
 

Aveva cominciato anche a vestirsi con i capi di abbigliamento di Fred. Lo facevano sentire ancora vicino al fratello, perché..c’era ancora il suo profumo indosso. Anche il suo cuscino aveva ancora il suo odore addosso.

Non si guardava quasi più allo specchio. Aveva preso il vizio di pettinarsi senza guardarsi e di evitare lo specchio del bagno, anzi, tutti gli specchi della casa.

Non sapeva cosa fare con il negozio…da una parte voleva darlo via, ma aveva l’impressione che Fred sarebbe stato addolorato da questo.
 

Fred..perchè non torni a prendermi? Io non resisto da solo senza di te..non esisto senza di te… pensava piangendo nel letto.
 

Poi..cominciarono le voci..e gli odori…

















Note dell'autrice: 

Ciao ragazzi!! Mi dispiace per voi, che, sono sbarcata anche in questo fandom xd cmq...io amo le Forgeì..e ho pensato di scriverne una, su come George non riesce a reagire alla morte di Fred..ho un'idea di come andrà la storia ma, perdonatemi, se farò qualche errorino qua e là.. come avrete letto, è una incest, quindi a chi non piace, consiglio di non leggere la storia..perchè, è su questo che verterà..io cercherò comunque di non urtare la sensibilità di nessuno!

ps la mia storia comincia poco tempo dopo la battaglia, quindi ignorando l'epilogo famoso del libro "diciannove anni dopo" ^^

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Capitolo 2
*** Sto pensando a te, mentre piango, mentre respiro ***


Quando comincia a succedere, George fatica a rendersene immediatamente conto..

Si trattava inizialmente di profumi..profumi lievi, quasi impercettibili.

George passa in cucina e sente un vago sentore di menta…a volte di lavanda..

Come le caramelle alla menta di cui Fred andava matto..come il profumo che di tanto in tanto indossava… pensava George malinconico.
 
Poi continuò con altri…profumi.. come l’odore della pelle di Fred..a volte capitava in cucina..alle volte gli sembrava di sentirlo mentre dormiva.

Devo smetterla di dormire con il suo cuscino e i suoi maglioni diceva poi, anche se, con il fatto che usavano vestirsi sempre uguali, o quasi sempre, era un po’ difficile a volte distinguere il vestiario.

George però avrebbe riconosciuto tra mille, i vestiti suoi. Erano pregni del suo odore.

La pelle di Fred profumava di muschio bianco e lavanda…profumava di fiori.
 
 
La sua famiglia era molto preoccupata per lui. All’inizio cercavano di farlo reagire, poi quando videro che reagiva sì, ma negativamente, ai loro tentativi di scrollarlo, decisero di lasciarlo stare.

“Ma sì, forse è meglio così…che elabori la sua morte fino alla fine, povero George..” disse Arthur mentre durante una cena, George era scappato via dalla tavola di pranzo, dopo i soliti rimbrotti su Fred e sull’elaborazione del lutto.
 
 
 
 
George aveva preso l’abitudine di andare in un boschetto. Un posto carino, isolato. Lontano da tutti. Nessun rumore lo poteva raggiungere. Gli piaceva stare lì e pensare…

A Fred…

Suo fratello gli mancava così tanto che quello era l’unico posto in cui poteva andare, senza che la sua famiglia lo vedesse in quello stato.

Avevano addirittura un paio di volte chiamato anche Harry e Hermione. Era stato Ron. Non gli aveva parlato per due settimane per quell’idea. Dover affrontare tutti e tre era stato così….imbarazzante.

Non aveva mai avuto problemi a fronteggiare quel trio pestifero, quando era con Fred…quando era con lui, riusciva a tenere loro testa sempre molto bene..ma da solo..era stato…così…umiliante.

E non poteva chiedere soccorso a Fred questa volta..no, non poteva..perchè era proprio per lui che erano venuti, di lui volevano parlare..e George non aveva nessuna battuta sarcastica da dire loro per farli stare alla larga..ci riusciva solo con Fred ma lui ora non c’era più.
 
Non era più divertente, non faceva più scherzi e battute, ci riusciva solo con Fred, ma lui ora…

Singhiozzò. Singhiozzò come un bambino, sul prato, rannicchiato su sé stesso, in mezzo all’erba fitta.

In pochi attimi gli occhi si annacquarono così tanto da fargli male, la gola gli faceva male per i singhiozzi e il pianto e lo stomaco era pervaso e scosso da fitte dolorose.

E proprio quando pensava che sarebbe rimasto in un tale stato di agonia per sempre..o comunque per molte ore…

George sentì qualcosa.

Sentì dapprima dei passi attutiti dietro di lui fermarsi.

Gli si mozzò quasi il respiro.

I passi..o meglio, la sensazione così familiare di quella persona dietro di lui..

Restò immobile e sentì così una mano accarezzargli una spalla con dolcezza.

Si sentì mancare di nuovo il respiro.

“Fred?”

Si voltò, ma non c’era nessuno.
 

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Capitolo 3
*** La linea magica su internet ***


George era rimasto molto scosso da quello che era successo nel bosco.

Nei pochi momenti in cui riusciva a dormire, aveva sognato sì, di poter parlare ancora con suo fratello, di vederlo, perfino.

Non pensava potesse accadere veramente però.

Ma era davvero così impossibile?

Loro erano attaccatissimi e se per George era dilaniante dover continuare a vivere senza di lui, perché non poteva essere lo stesso anche per Fred?

E se fosse stata colpa sua? Se ora Fred era un fantasma per colpa sua, perché aveva avvertito la sua sofferenza?

Sarebbe stato costretto per sempre intrappolato in un mondo che non gli apparteneva più, impossibilitato per sempre a passare oltre, condannato a guardare per sempre quello che aveva perso, senza poter parlare con le persone che amava…

Per colpa sua?
 
Però qualcosa non quadrava…

Tornò a casa e prese il computer di suo padre. Ultimamente aveva preso familiarità con questi oggetti babbani.

Il governo magico aveva indetto da poco una linea magica su internet, allacciata a quella normale, ma invisibile, parallela, incapace di essere captata, criptata o raggiunta da chiunque non fosse un mago, perché raggiungibile solo tramite le proprie impronte digitali di mago e captate dalla rete tramite il proprio flusso magico da mago.

Su questa linea, si potevano trovare i siti magici dei maghi e tutte le informazioni che i maghi avevano bisogno di sapere e che non dovevano essere divulgate ai babbani.
 
Venne quindi a sapere che i fantasmi decidono di infestare le case, perché nella loro vita sono stati più attaccati alle loro residenze, che alle altre persone.

Ma anche una persona poteva essere la casa dello spirito.

Un amore folle e travolgente e devoto provato tanto intensamente in vita, poteva portare lo spirito ad andare ovunque andasse quella persona ancora rimasta in vita, quindi lo spirito poteva, grazie a quella persona, anche spostarsi in altri luoghi.

E ancora: non sempre i fantasmi scelgono la loro condizione. Nel caso di un amore troppo potente e intenso, questo sentimento potrebbe non riuscire a spegnersi neanche con la morte, quindi non permetterebbe allo spirito di passare oltre, perché quel sentimento bloccherebbe lo spirito dove l’oggetto del suo amore è.

A George tremavano le mani mentre continuava a leggere.

È leggenda metropolitana poi, il pensiero che la condizione degli spiriti sia irreversibile. Niente dura per sempre, ma tutto si trasforma, anche un fantasma. E anche un fantasma può passare oltre, alla fine, ma lo farà quando la sua anima sarà davvero pronta a lasciare quel mondo che realizzano e accettano, non gli appartiene più.

I fantasmi però non lo accettano e quindi in questo modo non fanno altro che prolungare la loro agonia che durerà ancora moltissimi anni.

Sono comunque rari i file su casi di fantasmi  che sono riusciti a passare oltre, queste poche informazioni scoraggiano le anime che arrivano a credere che non sia realmente possibile.
 
 
George riflettè sui fantasmi del castello di Hogwarts. Quindi anche loro avrebbero potuto trovare la pace, alla fine? Fece mente locale di portare queste informazioni loro, ma chissà se ci avrebbero creduto? Di sicuro non sarebbe stato il primo a provare a risvegliare degli spiriti svogliati e rassegnati.

Tornò a pensare a Fred. Le parole: anche una persona poteva essere la casa dello spirito.

Nel caso di un amore troppo potente e intenso, questo sentimento potrebbe non riuscire a spegnersi neanche con la morte

quel sentimento bloccherebbe lo spirito dove l’oggetto del suo amore è.

Continuavano a riecheggiargli nella testa.
 
“Perdonami…Fred…io..non avrei mai voluto farti questo..” si tormentava George con le lacrime agli occhi.
 
 
 














Note dell'autrice: 

mmmm non so che cosa sta succedendo, ma quando scrivo i capitoli me ne pubblica sempre uno in più clonato o.O e devo cancellarlo..spero che quando si rimetterà a posto questa cosa, non mi si cancelli anche l'intera storia però o.O

anywayyy so che la storia è molto triste, ma verrà più dolce e romantica, prometto ^^

accadranno tante cose...nel prossimo capitolo vedremmo finalmente dei veri contatti con Fred ^^

a causa di quello che si diceva dei fantasmi nell'universo harrypotteriano sono stata costretta a inventarmi delle cose in più..altrimenti sarebbe davvero una cosa troppo triste per questi poveri esseri o.o

e poi scommetto che vi sono piaciute le spiegazioni che ho dato con il perchè fred è diventato un fantasma <333

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Capitolo 4
*** La visita notturna di Fred ***


Accadde ancora, di notte. Alcuni giorni dopo.

Una notte, George sentì qualcuno entrare nella sua stanza, poi, accarezzargli una guancia.

Era la mano di Fred.

L’avrebbe riconosciuta tra mille. Balzò a sedere subito.

“Fred??” domandò, ma di nuovo non c’era nessuno.
 
 



Passò un’altra settimana, da quell’incontro notturno e proprio quando George pensava di essersi inventato tutto, accadde nuovamente.

Sentì di nuovo la sua mano accarezzargli la guancia e il collo.

George non voleva muoversi, ma era spaventato, quindi girò il viso dall’altra parte, come un riflesso automatico.

E la mano sparì.

George si sentì in colpa. Credette che Fred aveva capito che lui aveva paura e in questo modo avrebbe potuto rischiare che Fred non tornasse più da lui.
 
Ma si sbagliò.




Passarono tre settimane stavolta, ma Fred tornò di nuovo.
 
Sarebbe stato difficile capire se era Fred, perché avvertì solo una presenza che camminava per la stanza e si fermava ai piedi del letto.

Teneva gli occhi chiusi, perché, aveva come l’impressione che, se li avesse aperti, sarebbe scomparso di nuovo.

La presenza rimaneva ferma. George si chiese se gli stava forse chiedendo il permesso per andare da lui, quindi, irrazionalmente, allargò le braccia.

Gli sembrava quasi di “avvertire” l’indecisione della “presenza” e avvertì anche quando finalmente si decise e , una volta stabilito che lui era totalmente d’accordo, si avvicinò a lui vicino al suo letto.

Anzi, non vicino.

Fred camminò sul letto fino a salire cavalcioni su George, che, non se l’aspettava e rimase basito davanti a questa iniziativa.

Fred rimase un attimo fermo, come studiandolo. George decise di restare immobile. Non poteva vederlo neanche al buio.

Quando Fred sembrò capire che George non lo avrebbe mandato via..e che non aveva paura di lui, si sdraiò su di lui, abbracciandolo, teneramente.

George si sentì totalmente e completamente sconvolto dalle sensazioni che stava provando.

Sbalordimento, sorpresa, ma anche gioia.

Quello era suo fratello.

Era lo spirito di suo fratello e lo stava abbracciando.

Decise che non avrebbe fatto male, ricambiare l’abbraccio, anche per fargli sentire un po’ di affetto ricambiato, soprattutto perché, per qualche ragione, lui poteva sentirlo davvero fisicamente ed era grato di questo.
 
Piano, quindi, allungò le mani per accarezzargli delicatamente la schiena.

Lo spirito sembrò ritemprato da quelle carezze.

Anche Fred ora lo stava accarezzando, piano sullo stomaco.

Fece poi una cosa che ancora di meno si aspettava.

Fred mise le mani sotto la sua maglietta, dapprima indeciso, poi un po’ più sicuro.

La sorpresa di George era grande, ma non voleva divincolarsi, non stavolta. Aveva paura che Fred non sarebbe mai più tornato.

Lasciò che lo accarezzasse e che gli desse due baci sulle spalle, senza opporre resistenza.

Sentiva in un certo senso di doverglielo. Fred era freddo al tatto, probabilmente cercava da lui un po’ di calore e di vita. E George era caldo.

Cercava calore, rifugio e amore.

Si sentiva strano. Utile a suo fratello come mai prima d’ora, perché era di lui che aveva bisogno, lui che cercava nel pieno delle notti, da lui ricercava calore , non da qualcun altro.
 
È vero, forse così sembrava un po’ troppo intimo, ma era anche vero che Fred era uno spirito ora, gli spiriti non hanno la stessa idea dell’intimità degli esseri viventi. E anche se era strana quella situazione, era capibile. Fred era uno spirito ora.

Dopo poco però, era andato via di nuovo.





















Note dell'autrice: 

Lo so, non era così che vi aspettavate il twincest xd ma tranquilli, la cosa non si limiterà a una cosa superficiale, sarà profonda e anche molto approfondita tra qualche capitolo (non intendo quello che pensate , ma non posso dire cosa succederà se non spoilerandovi i prossimi capitoli)

poi..so che ho scritto 4 capitoli in 2 giorni ma io li amo troppo e dovevo riunirli subito, non ce la facevo più a scrivere del povero George sofferente xd :pppp 

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Capitolo 5
*** Baci sensuali nel bosco ***


George non aveva detto a nessuno della sua famiglia, della “ricomparsa” di Fred, né delle sue visite notturne. Avrebbero pensato che era pazzo, o, nella migliore delle ipotesi, avrebbero cercato in buona fede, di far smettere a Fred di tornare a trovarlo e George non voleva questo.

Voleva che tornasse ancora e mantenere il segreto, lo sapeva, era l’unico modo per far sì che tornasse.

Accadde ancora pochi giorni dopo, stavolta.

George si trovava di nuovo nel boschetto ed era una bella giornata di sole.

All’improvviso avvertì una presenza di fronte a lui.

“Fred? Fred sei tu? Perché non posso vederti?”

Ed ecco che la figura si palesò, ma era semi trasparente, quasi un disegno, ma era Fred senza dubbio.

Allungò le braccia nella sua direzione, invito che, George accettò. Allargò anche lui le braccia e la figura si avvicinò a lui, abbracciandolo.

“Oh, Fred..sei tanto freddo, abbracciami. Ti scaldo io..ti scaldo..”

Fred si strinse a lui e George gli prese le mani per scaldargliele, benché sapesse che non poteva comunque fare niente per cambiare la sua temperatura in linea definitiva.

Diede un bacio su quelle stesse mani in maniera devota.

“Mi dispiace..” sussurrò.

Fred tornò ad abbracciarlo. George lo guardò, vide che le mani di Fred tornavano sotto la sua maglietta, in cerca di più calore ancora.
 
Fred, il suo corpo..era freddo..anche le sue mani..ma a George non importava questo.


Sentiva di trovarsi preda di un momento raro, quasi sublime, un momento simbiotico di intimità, che in tutta la loro vita di gemelli, non era mai stato raggiunto.

Si sentiva sopraffatto dal gemello..in un modo che non aveva mai sentito in vita sua..ma..non era spiacevole..

Anzi..

Sentì poi Fred lasciargli una scia di baci morbidi sul collo e senza riuscire neanche a controllarlo, reclinò la testa, lasciandogli più spazio e gemendo a quei baci.

Prima di realizzare appieno quello che stava succedendo, però, Fred era scomparso di nuovo.

George si trovò a sospirare per riprendere fiato, soprattutto perché a causa di quei baci e di quelle attenzioni, aveva provato una fitta di eccitazione al basso ventre.

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Capitolo 6
*** Non puoi respingermi ***


A cena, George mangiò in silenzio. I baci sul collo di Fred gli risuonavano ancora sul collo, nel cuore, nel cervello.

Si sentiva in colpa, ma cercava di darsi una spiegazione, cercava di non sentirsi così in colpa, soprattutto con la sua famiglia.
 
 
 
Solo dopo due giorni, stavolta, tornò Fred.

Era notte e distinse perfettamente i suoi passi. Li riconobbe.

Fred come ormai era d’abitudine, salì sul letto.

Ma stavolta George era accovacciato su un fianco. Si chiese cosa avrebbe fatto Fred a quel punto.

E Fred, si accucciò al suo fianco, con il viso rivolto verso di lui e gli accarezzò una guancia.

“Fred..” sussurrò triste George.

Allungò piano una mano ad accarezzargli anche lui una guancia.

Aveva il viso molto freddo.



Fred si avvicinò ancora e stavolta gli diede un bacio sulla bocca.

George rimase fermo, sul viso un’espressione triste. Non cercò di sottrarsi, se l’aspettava in un certo senso e forse lo voleva anche.

Ricambiò timidamente il bacio. Il bacio era più dolce, che passionale.

“Ti amo tanto..” sussurrò George triste.

Sentì solo un accenno di lingua. Appena accennato. Non osò andare oltre.

Smise di baciarlo e tremò sulla sua bocca, davanti a quella sensazione di intimità improvvisa e forse inopportuna..inaccettabile.

Ma non si allontanò da lui.

Tremava sulla sua bocca ma non lo respinse.

Fred sembrava aver capito.

Non cercò di baciarlo ancora, salì solo sopra di lui, abbracciandolo.

Poi lo accarezzò piano sui fianchi. George gemeva con affanno a quelle carezze.

Fred cominciò a baciarlo piano sul collo. George aveva l’impressione che Fred sapesse esattamente quello che provava, infatti, dopo un po’ cominciò  a strusciarsi contro di lui, poi a lasciargli una scia di baci sulla guancia e sul collo e poi riprese a baciarlo sulla bocca.
 
George si sentiva in estasi. Era una sensazione inspiegabile perché Fred non era davvero Fred. Non in carne e ossa. Riusciva a sentirlo fisicamente, ma in maniera più etera e allo stesso tempo più profonda.

E anche nel momento in cui Fred lo stava baciando, sentiva la lingua di Fred, anche se in maniera impercettibile, come se fosse lì con lui e allo stesso tempo da un’altra parte..come il gatto di Schrodinger.

Cercò di godersi ogni attimo di quegli attimi estatici, perché sapeva che sarebbero finiti..ma in quel momento era bellissimo sentire Fred abbracciato a lui, che lo baciava..che lo amava..

Sì, sentiva anche l’amore di Fred. Lo sentiva. Sentiva che lo amava.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** George pensa al suo amore per Fred ***


George si sentiva profondamente in colpa. Soprattutto con la sua famiglia. Con i suoi fratelli e con i suoi genitori.

Si sentiva un mostro, si sentiva colpevole.

Era stata dura mangiare con loro dopo..dopo quella notte con Fred.

L’indomani non andò meglio.

Mangiava piano, tenendo la testa bassa, i capelli lunghi della frangia che gli ricadevano sugli occhi.

Si sentiva come se avesse tradito la sua stessa famiglia in un certo senso.

Che cos’avrebbero pensato di lui se avessero saputo?

Come avrebbero reagito sapendo che Fred..sapendo quello che stava facendo con Fred?

E poi cosa realmente stava facendo con il suo defunto fratello?

Si sentiva un estraneo ormai in quella famiglia..con un segreto da nascondere..incapace di raggiungerli.
Un traditore.
 
 



Quello stesso pomeriggio, George trovò la sua famiglia che guardava un vecchio filmato  di Fred e George risalenti a quando avevano dieci anni. La cosa lo turbò molto.

“George, vieni anche tu. Vieni a vedere.” Disse Ginny, spronando il fratello.

George si accomodò di malavoglia sul divano a guardare lui e suo fratello che giocavano allegri, rotolando sul pavimento, facendo la lotta.

Il filmato cambiò e si riferiva ora solo a due anni fa, i due gemelli dissero qualcosa di divertente, che George al momento non capì e risero in sincrono.

Molly, cominciò ad asciugarsi gli occhi, commossi, e a parlare di quante volte la facevano arrabbiare per il casino e gli scherzi che facevano a casa. Arthur, non rendeva le cose più semplici, dicendosi orgoglioso del grande amore che legava i suoi figli, non appena il filmato si spostò a George che dava a Fred un bacio sulla guancia veloce.

George non ce la fece più e dovette allontanarsi subito da quella sala, nonostante la famiglia lo chiamava preoccupata.

Questo era troppo. Era davvero troppo.

Tornò nella sua stanza e riprese a piangere, con la testa sprofondata nel cuscino.




Quand’era cominciata tra lui e Fred esattamente?

Amava suo fratello, lo aveva sempre amato, ma non aveva mai provato impulsi impuri nei suoi confronti, allora come spiegare quello che stava succedendo in quelle settimane?

In più Fred era morto, questa cosa era ancora più sbagliata di quanto già non fosse.

Com’era possibile che fosse successo? Cercò di analizzare i suoi sentimenti e si chiese perché non aveva semplicemente respinto Fred. Forse credeva di non avere scelta? Come fare a combattere contro uno spettro?

Ma anche quella era solo una scusa. E non poteva essere così poco uomo, da addossare la colpa a Fred. Fred non lo aveva costretto. Ogni mossa che aveva fatto, anche toccarlo..e baciarlo..in quel modo..lo aveva fatto perché sentiva che gli era permesso, ancora peggio, che George lo voleva.

In fondo era il suo gemello. Sapeva esattamente quello che voleva George..una cosa che non era andata via neanche con la morte.

Ma com’era possibile che provasse dell’attrazione sessuale verso il suo gemello? Non era un fratello normale..era il suo gemello, cavolo. Loro erano uguali. Era forse solo una sorta di narcisismo il suo?

Cercò di guardare dentro di sé e trovò la risposta nel suo cuore.

No. Non era così.

Ovviamente si trovava un bel ragazzo, se si guardava allo specchio, ma non era quello il punto.

Quando pensava a suo fratello, nel corso della loro vita insieme, non aveva mai avuto importanza che fosse identico a lui.

Certo, ovviamente quando guardava suo fratello Fred, gli sembrava di guardare in uno specchio, ma non pensava a sé stesso quando guardava Fred. Non lo amava perché fosse una copia di lui, ma lo amava come..come si ama un’anima gemella.

Un’anima gemella che sai che ti appartiene, che è simile a te, ma diversa.

L’amore che provava per Fred, superava il fatto che fossero identici. In lui non vedeva un clone, ma una persona da amare, una persona che lo capiva in tutto e per tutto.

E questo era giusto. Era giusto amare il proprio fratello..se questo si riferisce ad un amore esclusivamente platonico, ovviamente.

Lui e Fred avevano avuto le loro esperienze, ma non ricordava di essere stato geloso delle esperienze del fratello, o viceversa.

Era anche vero però, che nessuno aveva avuto occasione di guardare l’altro quando erano con le ragazze.

George si chiese perché. Forse perché le poche volte che uno dei due vedeva l’altro in compagnia..c’era sempre un pizzico di fastidio..ma aveva attribuito questo a gelosia innocente per il fatto di vedere raramente il proprio fratello dare attenzioni a qualcun altro.

C’era anche il fatto strano della sessualità. George non pensava di essere gay. Non aveva mai avuto pensieri verso i maschi, eppure le attenzioni di fred lo avevano entusiasmato..

Era quindi gay? Non aveva mai pensato che nè lui nè Fred, lo fossero.
 
 
Si sforzò di pensare e cercare di ricordare se lui e Fred si fossero toccati in un modo strano qualche volta..era difficile fare mente locale. Loro stavano quasi in simbiosi, quindi erano abituati a toccarsi spesso. Avevano anche condiviso il letto più di una volta..spesso..avevano dormito abbracciati..

Abbracciati..

Comunque no, amava suo fratello ma non aveva mai pensato a lui in termini sessuali..allora perché era successo?

Perché ora che Fred lo toccava e lo baciava..lui non riusciva neanche a respingerlo?

È a causa dei sentimenti che provo per lui.. si ritrovò a pensare.

Aveva sempre dato per scontato questo amore. Aveva sempre pensato che Fred rimanesse per sempre al suo fianco e vivendo di questo amore, platonicamente aveva già tutto quello di cui aveva bisogno per essere felice, ma, una volta che aveva perso Fred…era cambiato tutto.

Toccarlo..baciarlo..stringerlo..era diventato fondamentale come l’aria per respirare, per sentire che era ancora suo, che non lo aveva perso.

Per sentirlo ancora con sé.
 
I ricordi dell’ultima notte martellavano ancora nella sua mente, facendolo vergognare. Quando Fred si era strusciato su di lui..George era venuto. Era venuto con una semplice strusciatina.

Aveva dovuto cambiare immediatamente le lenzuola per non farsi scoprire.



Tornò a pensare a cosa provava quando Fred lo toccava, anche quando erano entrambi vivi..era vero che non provava desideri sessuali, ma, ogni volta che Fred lo toccava, sentiva sempre un certo piacere, una gioia improvvisa. Amava quando lo toccava.

Forse la sua mente, abituata a certi stereotipi e dogmi sociali, gli aveva impdito di dare forma a questi pensieri e sensazioni, ma ora che Fred era morto, si sentiva così disperato per la sua scomparsa, che la razionalità se n’era andata per lasciare solo spazio al sentimento che provava per lui.

Un sentimento che non aveva mai realizzato.

Perché qui non si parlava di razionalità e di logica, ma di sentimenti, eppure anche di logica.

E sia la logica che i sentimenti, avevano provato che, benché George non avesse realizzato di amarlo fino a questo punto, appena Fred si era avvicinato in questo modo…lui non lo aveva respinto. Benché non capisse, il suo corpo era completamente d’accordo con quello che stava accadendo, come se fosse il naturale corso deli eventi, la naturale evoluzione di quello che doveva accadere.

Il suo corpo era da sempre stato sensibile, al tocco di Fred, lo sapeva. Non aveva idea che avrebbe reagito così a carezze così intime..ma questo provava solo il grande amore che provava per lui.

Perché non era dato da com’era Fred al suo esterno. Fred era uguale a lui, non avrebbe dovuto provare attrazione per lui, ma a causa del grande amore che provava per lui, con il suo semplice tocco, George si infiammava.

Era una cosa che andava aldilà del visivo, che comprendeva le anime proprio.

Con fred, era stato tutto al contrario..era arrivato prima l’amore e il magnetismo reciproco, e ora stava scoprendo che l’amore platonico che provava per lui, era così grande da sfociare anche in quello sessuale.

Perché troppo grande era quello che provava per lui, o lui per lui, che era ormai diventato impossibile per entrambi, restare dentro certi confini.

La morte li aveva separati e loro avevano bisogno di sentirsi di nuovo.

Una mano dolce e accogliente strinse quella di George, strappandolo alle sue elucubrazioni.

Fred..sei tu...sta tranquillo..non ti lascio...sussurrò George.

 
 
 
 
 












 Note dell'autrice:   
 
Scusatemi se la tiro tanto per le lunghe e anche per la lunga introspezione xd ma io penso che una cosa così improvvisa merita di essere analizzata ampiamente..non sarebbe credibile se George si sbaciucchiasse così tanto con il fratello morto e non si facesse alcun problema o domanda xd

io sono una che pensa tanto e riflette molto..quindi purtroppo do questa croce anche ai miei personaggi..perdonatemi xd

ma tranquilli, una certa soglia non si supererà..almeno fin quando Fred è ancora fantasma, i due non faranno sesso..tranquilli..non sono proprio così blasfema xd

per il resto, vi ho già anticipato nella descrizione della storia, cosa avrà intenzione di fare George xd

chissà se ci riuscirà? Arriveremo anche a quello!

Ps scusate se non parlo molto della famiglia di George e Fred ma è un mio problema...mi piace concentrarmi di più sui personaggi a cui ruota la storia, con il contorno ho un pò di difficoltà, inoltre non è importante a livello di trama, che la famiglia loro parli molto xd

anche per il fatto di tivù e simili..mi rendo conto che è strano vedere loro che guardano filmati e cose così...ma mi serviva per la trama..xd

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Capitolo 8
*** La decisione di George ***


Erano passati tre mesi in cui Fred non si era più fatto sentire e George stava impazzendo. Non sapeva come fare a comunicare con lui e dirgli di tornare.

Aveva il terrore che Fred lo avesse abbandonato per sempre e non sarebbe mai più tornato

Era stata una pessima idea guardare Romeo e Giulietta quel pomeriggio.

George preda della tristezza, quando finì il film, si chiuse in bagno e cercò di tagliarsi la gola con una lametta, nel disperato tentativo di ricongiungersi con il fratello, una volta per sempre.

Era davvero determinato. In ogni modo una vita senza Fred non aveva più senso.



Riuscì però solo a farsi un breve graffio che all’improvviso la lametta sfuggì al suo controllo come se una forza inaudita l’avesse scaraventata via.
 
George guardò la lametta scaraventata a terra fin dietro la lavatrice. Era in lacrime.

“Fred? Fred sei tu?”

La porta del bagno sbattè violentemente più volte, nonostante fosse chiusa a chiave.

“Fred! Fred, perdonami, mi dispiace..io volevo..volevo solo stare con te!”

Poi sentì il suo abbraccio avvolgerlo, pallido, freddo e tremante.

Doveva averlo sconvolto davvero tanto.

“Fred, mi dispiace…non abbandonarmi più..non posso stare senza di te..” disse, rendendosi conto di quanto sembrasse egoista. Non voleva davvero intrappolare suo fratello, il suo gemello, nell’oblio eterno.

Gli sovvenne quindi l’idea che campeggiava in lui da mesi.

Se non poteva morire con lui, allora doveva farlo tornare in vita!!
 
 

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Capitolo 9
*** Finalmente torno a respirare ***


George aveva dovuto inventarsi una scusa e dire che andava a fare una gita nei boschi con degli amici maghi e che avrebbe dormito in tenda, in campeggio, per assaporare un po’ dell’aria della montagna.

In quel momento stava tremando dal freddo e usò la magia per accendere un fuoco. Fortunatamente le fiamme del fuoco non avrebbero interferito con il suo incantesimo, anzi, se possibile, il calore delle fiamme lo avrebbero alimentato!

George fece un complesso rituale disegnando un cerchio con una bacchetta e tracciando poi all’interno il disegno della pietra della resurrezione.

Non aveva bisogno di essa, ma solo dell’energia che evocava.

Aveva poi versato il suo stesso sangue, facendosi dei tagli al polso e facendo cadere i flutti di sangue sul rituale.

Dopodiché suggellò il patto, che era simile al voto infrangibile, ma non consisteva nel giurare qualcosa davanti a terze persone. Era semplicemente dare qualcosa in cambio per far tornare in vita la persona scelta. Perché questo accadesse, qualcun altro sarebbe tornato in vita.

George aveva paura di questa opzione, ma non volle sottrarsi comunque. Avrebbe fatto di tutto per far tornare Fred. La sua ricomparsa nella sua vita, era la prova che gli aveva fatto capire, che era stato ingiusto separarli.

Continuò a cantilenare la formula, sentendo un’energia uscire fuori da lui e scaturirsi come aloni dorati, avvertì dei pizzicori agli occhi come lacrime ghiacciate di un oceano ghiacciato e sentì una profonda tristezza o desolazione uscirgli dal corpo. O forse era consolazione? Come se tutte le anime morte esistenti lo stessero abbracciando e sussurrando all’orecchio.

Crollò a terra, svenuto, incapace di reggere tanta intensità.

                                                                                                           
 
 
Quando tornò a casa, due ore dopo, si sentì esausto, ma non aveva avuto il coraggio di risistemarsi con la magia. Non sapeva se l’incantesimo avesse funzionato e sapeva che molto dipendeva anche da una questione di vibrazioni e di anima, scaturite da lui. Non contava solo l’incantesimo, ma il sentimento che ci aveva messo e comprendeva tutto. Stanchezza, sangue, dolore, sfinimento, per far sì che funzionasse.

Temeva che far sparire tutta la stanchezza con la magia, annullasse ogni cosa.

Non voleva neanche che la famiglia lo vedesse così, quindi rientrò a casa, una volta assicuratosi che tutti dormissero.

Non sapeva cosa aspettarsi.Pensava che avrebbe trovato Fred accanto a lui, nel bosco, una volta finito l’incantesimo, invece no.

Ora, se non trovava ancora nessuno una volta arrivato in casa, non sapeva come avrebbe fatto a non farsi assalire dalla disperazione.
 
Riaprì la porta della sua stanza, accendendo la luce.

Ma una volta lì, rimase paralizzato.

Fred. Suo fratello, finalmente in carne e ossa. Seduto sul letto.

“Fred…?” chiese, sperando non fosse un’allucinazione.

“George…” disse l’altro, allungando una mano. Sembrava facesse fatica a parlare.

“Sei..sei proprio tu..” disse George, avvicinandosi cautelamente. Non era uno stupido. Aveva una voglia matta di abbracciarlo, ma temeva anche che non fosse suo fratello, che fosse tornato una specie di demone o zombies.

“Abbracciami.” Disse Fred. Aveva gli occhi tremanti di lacrime e George non riuscì più a trattenersi. Cadde in ginocchio perché le gambe non lo reggevano più e poggiò la testa sul suo petto.

Cominciò a singhiozzare, fino a quando sentì una carezza sulla guancia e di nuovo:

“Per favore..abbracciami..” disse ancora Fred.

Allora George cercò di ritrovare l’equilibrio sulle gambe, di farlo per Fred. Si alzò e lo abbracciò forte, con tutta la forza che sentiva, non riuscendo più a distinguere se volesse sorreggerlo o farsi sorreggere da lui.

















Note dell'autrice: 

scusatemi per il ritardo xd ma vi avevo lasciato con un capitolo che già immaginavate cosa stava per succedere, no? <333

ci sarà un altro capitolo, poi non so se continuerò ancora la storia..ci penso xd

il titolo del capitolo si riferisce sia a Fred, sia a George xd

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Capitolo 10
*** Pensi di rivestirti? ***


George rimase sveglio tutta la notte a coccolare e rassicurare il fratello. Non parlarono di quello che aveva fatto George. Nel buio della notte e nell’abbraccio rassicurante fraterno, Fred voleva solo sentirsi al sicuro. Si sentiva spaesato, confuso. Capiva di essere a casa loro, ma era ancora in stato confusionale. Avrebbero parlato a mente lucida l’indomani mattina.

George era solo contento di riaverlo con sé. Si lavò del sangue dalle braccia solo perché non voleva sconvolgere suo fratello e si fece un autobendaggio ai polsi, grazie alla magia, ma non si curò magicamente. Aveva troppa paura di annullare quello che aveva fatto.

Non si era fatto neanche una doccia. Non voleva lasciare da solo Fred neanche per un momento.
 
L’indomani mattina si svegliò e un acuto dolore si propase per il suo stomaco. Era stato solamente un sogno? Aveva timore di aprire gli occhi e scoprirlo. Non lo avrebbe sopportato.

Li aprì lentamente e vide al suo fianco Fred che dormiva, come un angelo.

Il suo cuore si riscaldò subito. Gli fece una leggera carezza e Fred si mosse a quel tocco.

“George?”

“Ben svegliato, bell’addormentato.” Disse l’altro.
“Sono..mi sento..” disse Fred chiudendo gli occhi.

“Cosa?” chiese un po’ spaventato George.

“Confuso.” Disse l’altro.

George sospirò. “è normale..”

"Mamma? Papà? Ginny? Voglio vederli..voglio vedere..tutti.."

"Sssiii...ecco..con calma, ok? Devo pensare al modo migliore per dirglielo.." disse George preoccupato.

Fred rialzò lo sguardo e tornò a guardarlo lentamente.

“Fratello..sembri..”

“Sì?”

“Sembri uno che è appena tornato dal mondo dei morti..”

George scoppiò  a ridere. Fu una risata un po’ macabra. Certo, era una bella battuta, lo apprezzava, ma lo aveva anche riempito di brividi di freddo.

“Sul serio, non sto scherzando. Hai un aspetto orribile.”

“Grazie.” Disse George con aria gratificata.

“Vai subito  a farti una doccia.”

George lo guardò offeso.

“Stai forse dicendo che puzzo?”

“Ascolta..ho lasciato perdere ieri notte, perché avevo bisogno..che fossi qui..e anche tu ne avevi bisogno..ma ora..è meglio che ti fai una doccia, stai davvero a pezzi..”

“Non posso..devo assicurarmi che tu stia bene..” disse George.

Fred fece una risatina. “E secondo te, farti vedere da me in questo stato, mi fa sentire bene?”

George lo guardò con aria desolata e triste.

“George? Ma che cosa ti prende? Vai a farti questa cazzo di doccia.” Disse Fred. Non aveva urlato, ma il suo tono era vagamente allarmato. “Si può sapere cosa ti prende?”

“Mi prende che tu..insomma..io..ti ho appena ritrovato..”

“Okkk e perché questo dovrebbe impedirti di lavarti?”

“E se appena io..mi allontano…tu..scompari? Non posso rischiare.”

Fred lo guardò a bocca aperta.

“Guardati allo specchio. Guarda quello che hai fatto..” disse Fred, con una nota di nervosismo. “sembra che quello che hai fatto abbia lasciato il segno, quindi non penso proprio che gli effetti se ne andranno via a breve….quindi, per favore..fratello..”

George sospirò. Non avrebbe lasciato la stanza per andare al bagno.

“Okay, spostati un attimo..” disse George, spostandolo delicatamente.

“Ma cos…”
 

George prese la bacchetta magica e recitò una formula sbrigativa. Si materializzò all’istante una doccia, un asciugamano bianco e l'occorrente per la doccia, saponi e shampoo vari.

“Ma che diavolo..” disse Fred, restando a bocca aperta.

“Tranquillo. Scomparirà dopo che l’avrò utilizzata e in questo modo almeno ti avrò sotto controllo.” Disse George, chiudendo magicamente la porta con la bacchetta. "Quella è per non farti scoprire a breve, evitando istersmi di prima mattina." disse George rispondendo alla domanda interrogativa del fratello, prima di entrare nella doccia.
 
 


La doccia durò pochissimi minuti e George dovette ammettere che l’aveva rilassato. Sarebbe bastato unicamente un incantesimo bagnante ma avrebbe dovuto spogliarsi davanti a Fred, avrebbe bagnato il pavimento e…..avrebbe dovuto spogliarsi… davanti a Fred…

Cercò di ricacciare indietro il pensiero. Fred non aveva fatto menzione di quello che avevano fatto quando era ancora una spirito e se lui non aveva detto niente..lui doveva fare altrettanto.

Forse non voleva parlarne..o forse non ricordava. In ogni modo, altri shock erano l’ultima cosa di cui Fred aveva bisogno adesso.

Uscì dalla doccia, prendendo un asciugamano che si legò alla vita, sotto lo sguardo del fratello.
 
Si fissarono entrambi. Fred aveva uno strano sguardo. Gli guardava i capelli bagnati e gocciolanti fino ad indugiare sul suo petto.

“Vestiti..o prenderai freddo.” Gli disse Fred, abbassando lo sguardo.
 
George sentì una tenerezza immensa. Andò da lui con passo svelto e lo abbracciò.

Fred rimase un po’ sorpreso, ma poi ricambiò l’abbraccio, con sentimento.

“Sono così contento di rivederti, fratellino..”

“Anch’io..George..” disse Fred, abbracciandolo ancora più forte, per poi gemere un po’ di dolore.

“Cos’hai?” gli chiese George ancora preoccupato.

“Niente..è che..ho male alle ossa.” Disse Fred, respirando con affanno.
 
George si preoccupò per i primi secondi, poi sospirò di sollievo, capendo cosa stava succedendo.

“Magari anche ai muscoli?” chiese George toccandogli le braccia.

“S-sì..”

“Ok, ho capito..non preoccuparti, è normale..sono..le tue funzioni motorie..probabilmente i tuoi muscoli sono un po’ atrofizzati, dopo che…che..”

“Che ero morto.” Disse Fred con un sorrisino amaro.

“Ehm..sì..hai difficoltà anche a parlare?”

“Non proprio..ma dopo un po’ sento dolore alla gola..non volevo farti preoccupare..”

“Come va con la temperatura? Senti freddo? Caldo?”

“Vampate di caldo..e di freddo..” disse Fred guardandolo ancora. “Pensi di rivestirti o no?” gli chiese ancora.

George lo fissò sorpreso. Lo imbarazzava vederlo mezzo nudo?

“Va bene, ma dopo parleremo ancora.” Disse.

















Note dell'autrice: 

avrete capito che ho voluto giocare con il titolo del capitolo ahhah xd

Non mi è mai andato a genio il fatto che quando i morti tornano in vita nei vari telefilm, film o libri, non si faccia mai menzione alla biologia umana, voglio dire, uno torna a respirare improvvisamente e non risente di nessun problema? è anche peggio di quando ci si risveglia dal coma..occorre riabilitazione..e beh..ho voluto esplorare questa cosa xd


spero vi sia piaciuto il cap e ci rivediamo con il prossimo capitolo, dove George farà a Fred degli esercizi per la circolazione ehheeh

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Capitolo 11
*** Massaggi hot! ***


George stava facendo dei massaggi a Fred sulle spalle, per poi andare a scendere delicatamente sui fianchi, massaggiandogli i reni.

Fred chiudeva gli occhi, sospirando di sollievo.

“Asp..va bene anche sopra il maglione.” Disse, vedendo che George gli aveva alzato il maglione e metteva la mano sulla sua pelle.

George scosse la testa.

“I massaggi funzionano meglio sulla pelle piuttosto che sul tessuto.”

Fred annuì senza dire niente.

“Che cosa…ricordi?” chiese George, insospettito.

“In realtà niente. Dovrei ricordare qualcosa?”

“Uh…no..pensavo..forse..non so..” disse George un po’ deluso.

Fred continuò a guardarlo, stranito.

“Forse ero andato oltre…ma..non ricordo. George, perché..”

“Ne parliamo dopo.”

“Stai continuando a rimandare!”

“Questo può aspettare..ma QUESTO, no.” disse George brusco. “Togliti i pantaloni.”

“COSA?” chiese Fred avvertendo un’ondata di caldo in faccia.
 
George sospirò.

“Non fare il timido, avanti. Sono tuo fratello.”

“Dico solo che non è necessario!”

“Sì, invece. Devi riuscire a camminare di nuovo e non come uno zoppo. Questi pantaloni mi intralciano. Ah, dimenticavo che ti fanno ancora male le braccia. Faccio io allora.”

“No, asp..”

“Stai buono.” Disse George dandogli una sberletta sulla mano, poi si inarcò un po’ contro di lui in ginocchio, per sbottonargli i jeans. Cercò di avere la mente libera e non pensare a cose impure, mentre Fred lo guardava a bocca semi aperta in soggezione.

George glieli sfilò finalmente senza resistenza poi si fece un po’ più vicino a lui. Ora stava un po’ sudando, sentiva i capelli di nuovo bagnati sul collo.

Fred non gli toglieva gli occhi di dosso, come se fosse ipnotizzato da lui.

“Bel taglio di cap..”

“Lascia stare i capelli. Concentrati.”

“Conc.. ? Ah.” Gemette Fred mentre George stava incominciando a massaggiarlo.

“Ok, faccio più piano..”

“No..no..vai..mi piace..” disse Fred.


George sorrise e prese a massaggiargli le cosce, poi dopo pochi minuti, cominciò a trasformarle in lente carezze, fino a scivolare un po’ troppo vicino all’inguine.

Fred, che aveva tenuto gli occhi in alto e un po’ semi chiusi dalll'imbarazzo e un po’ dalla paura, stavolta, imbarazzato e un po’ impaurito, mise la sua mano su quella di George.


“Ok, basta così, il film porno un’altra volta eh?” tentò di scherzare.
 
George lo guardò con una strana espressione. Un po’ lo divertiva questo suo imbarazzo. Di certo, da parte sua non c’era visti i numerosi strusciamenti, ma lui non poteva saperlo.

“Mi dispiace, ma devo massaggiare tutti i tuoi muscoli, se vuoi stare bene.”

“T-tutti?” chiese Fred con salivazione azzerata.

George sorrise diabolicamente, capendo cosa stava pensando Fred. No,non si sarebbe spinto fino a quel punto, ma era stato divertente farglielo credere.

Poi, inaspettatamente, con uno scatto, si sedette sopra Fred.

Fred gemette davanti alla pressione improvvisa.

“Girati con il collo. Così." Ordinò l’altro, restando in quella posizione.
 
Fred obbedì senza dire una parola, ma tenendo gli occhi incatenati a quello del fratello.

“George, se..ci vedono così..pensano..”

“Zitto.” Disse l’altro, massaggiandogli piano il collo con le dita. Possibile che non ricordasse nulla?

Fred chiuse di nuovo gli occhi davanti alla pressione meravigliosa delle dita di George.

George si sporse ancora di più fino ad avere la bocca a pochi centimetri dal suo collo.

Sentiva Fred fare dei respiri affannosi come se lo stesse baciando, malgrado le sue labbra neanche lo toccassero..

Oh..quanto desiderava baciare quel collo..quanto… ma non poteva….
 


Gli sollevò la maglia fino al petto e poi riprese a massaggiarlo dal su fino al giù, vedendo Fred rovesciare gli occhi all’indietro davanti alle sue carezze.

Oh, era così eccitante vederlo contorcersi sotto di lui.

Troppo.

Chissà cosa avrebbe detto Fred se lo avesse massaggiato anche in mezzo alle gambe...voleva davvero farlo, ma...

“Ok, direi che basta così..per oggi.” Disse George, cercando di fermarsi, prima che potesse fare qualcosa di irreparabile.

Fred sospirò. Sembrava ancora più sfinito di prima, poi, riprese a parlare.
“George..me l’hai promesso…dobbiamo parlare..”

George sospirò rumorosamente. Come rovinare un momento meraviglioso.

“Preferisci che parli adesso con la nostra famiglia?”

George lo guardò atterrito.

“Quindi ti conviene prendere tempo.” Disse Fred, con un sorriso.
 

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Capitolo 12
*** Grazie per non esserti arreso con me, fratello ***


Così cominciò l’interrogatorio per il povero George.

“Allora..prima di tutto…perché?” gli chiese Fred.

“Scusa?” chiese George sbalordito.

“Perché? Mi sembra una domanda legittima. Perché, George?” chiese Fred tranquillo.

“Sei davvero così stupido?”

“Forse. Ma ancora non mi hai risposto.”

“Forse oltre a tutto il resto, avrei dovuto massaggiarti anche il cervello.”

Fred sospirò, non aveva voglia di litigare con il fratello.
 
“Perché, George? Perché mi hai fatto ritornare in vita? Voglio dire lo capisco, ok? Ti mancavo. Probabilmente hai sofferto e lo capisco, davvero..”

“Non sembra..”

“Quello che ti chiedo è perché sei arrivato a questo punto. Sai che ci sono leggi che non dovremmo infrangere, regole che non ci è consentito rompere..cose brutte accadono a quelli che l’hanno fatto..perchè non hai potuto..lasciar perdere, accettarlo? Hai idea di come mi sentirei io se a causa del fatto che io ora sia vivo, tu debba pagare chissà quale grave prezzo? Non altri, non..il mondo..ma tu.”

“Vaffanculo, Fred.”

“George, aspetta, io..”

“Dici di capire, ma la verità è che non capisci niente. NIENTE.”

“Aiutami a capire, George..mi sento così in colpa..voglio dire..io ero pronto ad andare avanti, mentre tu saresti rimasto qui a soffrire e io non…”

L’occhiata sfuggente che gli mandò George, non sfuggì a Fred.
 
“George, che cos’era quell’occhiata?”

“Cosa? Niente.”

“No, no, no, tu mi hai guardato stranito, perché? Voglio saperlo.”

“Fred, lascia perdere..”

“Tu..aspetta..” disse Fred, sgranando gli occhi. “Io non..non stavo andando avanti?”

“Fred, non ha nessuna importanza adesso..”

“Col cavolo che non ce l’ha! Ero un fantasma??”

George stette zitto.

“Mi hai visto?” George lo guardò per una frazione di secondo colpevole.

“Ti ho importunato?”

“Fred, smettila.”

Fred era scioccato.

“Che cosa ho fatto, George? Io…non ricordo niente.”

George sospirò.

“Eri qui. Sei stato qui per mesi..a volte facevi delle visite e poi scomparivi per settimane..non potevo vederti, né parlarti, ma sentivo che eri tu.”

“Cos..come facevi a sapere che ero io?”

“I tuoi abbracci..li riconoscerei tra mille..”

Fred rimase in silenzio costernato. "Cos..potevo farlo?"

"Sì..non so perchè..non parlavi, non potevo vederti, ma toccarti sì." disse senza guardarlo.

“Com’ero? Cosa facevo?”

“Tutt’alpiù..volevi starmi vicino..all’inizio era solo così..poi..”

“Poi?”
 


George sentì il cuore accelerargli i battiti.

“Poi..non ce la facevo più a..a vivere le giornate aspettando che tu tornassi..chiedendomi quando saresti tornato di nuovo..e per quanto tempo..volevo riaverti con me..per davvero..guardarti, parlarti..”

“George, io mi sento così colpevole..non riesco a credere di averti fatto questo..” Fred era davvero mortificato.

“No, senti..non chiedermi scusa..non per una cosa come questa..sei mio fratello, il mio gemello, Fred. E se neanche la morte è riuscita a dividerci..e se io sono riuscito addirittura a riportarti indietro..vuol dire solo una cosa..che non era una cosa giusta..ed è questo..che tu..che noi diremo a tutti e se non ce la farai a dirlo tu, lo farò io.” Disse George prendendogli le mani.
Fred avvertì delle lacrime scivolargli via dagli occhi. Si commosse e abbracciò il fratello.

“Grazie per non esserti arreso con me, fratello.” disse Fred. 

George sentì di nuovo i battiti del cuore accelerare e non importava che fosse innamorato del suo gemello e lui non lo avrebbe mai saputo. Non importava. Sentiva che poteva amarlo per sempre anche senza toccarlo mai più in quel senso. Tutto quello che importava era che Fred era al sicuro e di nuovo con lui.

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Capitolo 13
*** Abbraccio famigliare ***


“Allora, sei pronto, adesso?” gli chiese George, nervoso.

“Non credo..” disse Fred impaurito.

“Dobbiamo farlo..più aspettiamo, peggio è..”

“Ne sei convinto?”

“Devi mostrarti anche a mamma e papà..e ai nostri fratelli..vedrai che poi li renderai felici.” Disse George incitandolo.

“George, non potremmo dire che..io sono tornato senza sapere come? Non voglio che se la prendano con te, non..”

“Ehi, mi assumerò la responsabilità..non sarei un adulto se non lo facessi, giusto? E ora andiamo.” Disse George dolcemente.
 
 
Così, scesero piano insieme, mano per mano..e quando arrivarono in cucina, videro i genitori che facevano colazione nella cucina. Non guardavano nella loro direzione.

“Ehm…mamma..papà..” disse George, pensando che se fosse stato Fred a chiamarli, avrebbero avuto un infarto.

La madre si girò per prima e fece cadere la scodella che sbattè rumorosamente al pavimento, quando vide il figlio.

Il padre lo guardò con lo sguardo atterrito.

“Aiutami, Arthur, ho le allucinazioni…vedo…vedo..”

“Forse siamo in due, Molly..” disse l’altro.
 
“Mamma, papà..sono io..” disse Fred facendosi avanti.

“Non può essere. Non può essere.” Disse Molly.

“Sei un fantasma?” chiese Arthur. Per fortuna essendo dei maghi erano abituati al fatto che dei cari defunti potessero tornare come fantasmi, era per questo che la loro reazione non era stata troppo spropositata.
“No..sono io..sono vivo..” disse Fred avvicinandosi ancora lentamente.
 
Molly lo guardò ancora per un momento, poi scoppiò in lacrime abbracciando il figlio, crollando a terra, mentre il padre restava seduto, toccandosi il petto. Aveva l’impressione che se si fosse alzato, le gambe avrebbero ceduto.

Poi si unì all’abbraccio anche lui. Dopo poco arrivò Ginny, che, vedendo quella scena, non riuscendo a metabolizzarla, scivolò sui gradini, seduta sulle scale, scioccata e con gli occhi lucidi, guardandoli solamente per diversi minuti. La mente piena di domande.
 
Fred, nonostante era soffocato dall’abbraccio dei genitori, cercò lo sguardo di suo fratello, sorridendogli.   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice:   
 
non perdetevi il prossimo aggiornamento con altri avvicinamenti tra Fred e George <3333

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Capitolo 14
*** Ricordo tutto! ***


Un terremoto quasi travolse la famiglia Weasley.

Mamma Molly aveva chiamato tutti i figli per informarla del ritorno di Fred e per diverse ore non avevano avuto pace. Non volevano saperne di lasciare in pace Fred, tanto che George ebbe paura che tutti quanti avrebbero dormito con lui.

Vennero perfino Harry, Ron ed Hermione – Ron si era fermato a casa di Hermione da diverse settimane. Facevano i piccioncini –

Anche spiegare com’era possibile che Fred fosse tornato, fu turbante. George confessò tutto e la famiglia fu allibita, ma per fortuna Molly e Arthur erano così felici di riavere il figlio indietro, che, seppur rifilandogli un’occhiata di rimprovero, non dissero niente sulla faccenda e il resto della famiglia fece altrettanto.

Hermione cercò di prendere da parte George per fargli una ramanzina, ma Molly intuì cosa volle fare e fece in modo di tenerla lontano e impedirle di avvicinarsi sia a Fred, sia a George.

                                                                       
 
 
“Scusate tutti, ma Fred è molto stanco. Dovrebbe riposare.” Disse George, quando scoccò la mezzanotte e riuscendo quasi a fatica ad accompagnare suo fratello nella stanza.

“George…capisco la situazione, ma per quanto hai intenzione di trattarmi ancora come un bambino piccolo da proteggere? Sto bene.”

“Questo è il tuo pigiama..farò finta di non aver sentito. Buonanotte.” Disse George, mettendoselo a sua volta e coricandosi nel letto.

Fred lo guardò, sentendosi un po’ in colpa per il rimprovero. Si mise il pigiama e si coricò anche lui nel letto.
 
 
 
Durante la notte però, Fred si svegliò, sentendosi agitato. Rimpianse il fatto di non avere suo fratello vicino, così lo raggiunse nel letto.

“Fred? Cosa fai? Mi hai spaventato.”

“Scusa..io..non so cosa..”

“Che succede? Stai male?”

“No..io..dormo qua, se non ti dispiace.” Si scusò Fred.

George sorrise, contento. Non rispose, ma lo abbracciò, avvolgendolo nel suo caldo abbraccio.

Fred si trovò a sorridere e a inspirare la felpa del pigiama di suo fratello. Sapeva di buono.
 
Sentiva che avrebbe potuto addormentarsi così, ma poi dei lampi come dei flash gli esplosero nel cervello.
 
Sembrava come un sogno ad occhi aperti. Non riusciva a vedere sé stesso, ma sentiva quello che provava. Vedeva GEORGE. Sentiva che lo stava baciando, che lo toccava, lo abbracciava, sentiva la passione, la felicità , l’amore e il senso di completezza che provava con lui.

Rivide scene e ricordi mai vissuti, non sapendo a quando si riferissero. Loro due che si strusciavano nel letto come due amanti. George che diceva il suo nome, che gemeva grazie a lui. Che guardava il vuoto ma guardava anche lui.

George così disperato senza di lui.
 
Fred si sentiva sconvolto. Non riusciva a credere di essere stato l’amante di suo fratello da fantasma, ma si spiegava così allora lo strano comportamento di George e la strana intimità con cui lo toccava.

Da una parte era spaventato da questa scoperta, ma ne era anche eccitato.

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Capitolo 15
*** Ti amo ***


George era stato in cucina per preparare una colazione con i fiocchi per il suo gemello e fargli una graziosa sorpresa.

Una persona che torna dal mondo dei morti avrà molta fame arretrata, no?

Quando entrò in camera, però, Fred lo guardava con un’espressione strana.

“Fred? Sei già sveglio? Come hai dormito?” chiese, stupendosi di trovarlo in piedi.

“Meravigliosamente. Quella sarebbe per me?” chiese, indicando il vassoio con un sorriso.

“Sì. Ti piace?” chiese George timidamente.

Aveva preparato un vassoio ricco delle cose che piacevano ad entrambi.

Marmellata di fragole e di arance, miele bianco, succhi di frutta gioiosi, fette di pane alla vaniglia e caffelatte con nesquik e uova strapazzate. I babbani andavano matti per quest’ultimi.



Fred non gli rispose e George posò quindi il vassoio, perplesso.

“Se non ti piace, posso preparare qualcos’altro…non…”
 
Fece appena in tempo a posare il vassoio sulla scrivania, che quando si girò, trovò Fred che lo sovrastava con un sorrisetto.

“Fred. Che ti prende? Lasciami passare.”

“Prima dobbiamo parlare.”

“Di cosa?” chiese George sbalordito.

Fred gli prese le braccia e le tenne ferme, pressandolo contro il muro.
 
“Di questo.” Disse Fred strusciando la testa sul suo collo.

“Fred? C-che cosa fai? Cosa significa?”

“Non fare finta di non saperlo. Per quanto ancora volevi tenermelo nascosto?” chiese Fred, tenendogli sempre fermi i polsi.

“Lasciami andare, ci sono mamma e papà e i nostri fratelli che dormono a pochi passi..”

“Loro non ci disturberanno. Ho fatto un incantesimo dormiente apposta per non farli svegliare per almeno un altro paio d’ore.”

“Che cosa? Perché?”

Fred era stufo di queste manfrine e quindi pensò di baciarlo per porre fine a tutta quella litania di domande assurde.
 


Le mani di George tremarono nel vuoto quando fu colto alla sprovvista dal bacio di Fred, ma le sue labbra erano così morbide e invitanti che rispose subito con entusiasmo al suo bacio. Si aggrappò ai suoi fianchi, tenendolo più vicino e Fred contento di quella dolce resa, lo spinse sul suo letto – di George –

Non smisero di baciarsi però, e quando George incontrò la lingua di Fred, la sentì fresca e dolce e salata come acqua marina ma anche acqua di lago dolce. Gemette quando incontrò la sua lingua, provando una scossa di piacere e sentendosi già eccitato.

“Mi ricordo tutto, George. Tutto.”

“T-tutto cosa?” chiese George, accarezzandogli la frangia spettinata.

“Mi ricordo che chiamavi il mio nome..che non riuscivi a vedermi e neanche io riuscivo a vedere il mio riflesso allo specchio..ero come un’ombra del passato, ma non potevo andare via, abbandonarti, sarebbe stato come abbandonarmi…”

“Fred…”

“Non potevo andare avanti senza di te e amarti era l’unico modo per averti ancora..” disse Fred abbracciandolo.

“Aspetta..quindi tu..non mi ami? L’hai fatto solo per questo?” chiese George triste e deluso.

“No! Non pensare mai questo. Io ti amo, fratello...solo che non credevo mai potessimo amarci in questo modo. Forse perché prima eravamo sempre insieme e mi bastava questo e non pensavo di volere altro..ma da quando eravamo separati..era come se volessi solo amarti, fregandomi del tabù, fregandomene che siamo gemelli…la mia mente si è aperta come non è stato mai quando ero..umano..e anche il mio cuore.”

“E tu hai aperto anche il mio di cuore e la mia di mente..” disse George “perché la tua mente e il tuo cuore sono i miei..non è quello che ci siamo sempre detti?” chiese George ancora, continuando ad accarezzarlo.

“Assolutamente sì.”disse Fred, tenendo la sua mano tra la sua e baciando le sue dita.

“Quindi mi ami? Ripetilo ancora. Ho bisogno di sentirmelo dire.”

“Ti amo, George e quello che tu hai fatto per me, lo avrei fatto anche io per te, mille e mille volte.” Disse riprendendo a baciarlo.

"Ti amo anch'io, Fred..."

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Capitolo 16
*** Voglio fare l'amore con te ***


Svegliarsi sentendo la testa di Fred appiccicata alla sua spalla e le sue braccia che gli cingevano la vita era come un balsamo per l’anima per George al suo risveglio.

Era la presenza fisica di suo fratello a ricordargli che era vivo e che era di nuovo con lui.

Anche se lui non l’avrebbe chiamata presenza fisica, ma amore fisico. Sì, lui si risvegliava sentendo l’amore toccarlo.

Per mesi e mesi e mesi aveva sognato e desiderato di poter stringere a sé suo fratello. Aveva cominciato a desiderarlo ancora prima che Fred venisse a trovarlo come fantasma.

E aveva sempre pensato che se mai un miracolo avesse fatto ritornare da lui Fred, vivo e vegeto, lo avrebbe abbracciato e coccolato per tutte le volte che non aveva potuto.

Ma la realtà come sempre è diversa dalla fantasia o da quello che ci si aspetta..e infatti ora che Fred era tornato davvero..cosa che George non osava mai crederci troppo..era invece Fred che abbracciava lui.

Fred che se lo stringeva a sé durante la notte. George ricambiava, certo..ma era stupito. Credeva che fosse Fred quello che avrebbe avuto maggiore bisogno di coccole e conforto e invece con grande sorpresa scoprì di essere lui invece.

Lui che aveva dovuto passare tutti quei mesi a sentire la mancanza del fratello e a soffrire per questa mancanza.

Pensava che anche Fred aveva sofferto, ma forse uno spirito soffre con un’intensità diversa, l’abbandono e la separazione, dal momento che già abbandonare il proprio corpo è come una separazione, quella forse più importante di tutte.

C’era come una sorta di rassegnazione in questo..invece i vivi sono ancora molto legati e attaccati al materiale, al concreto, all’ego..alla sofferenza terrena, fisica e psichica.

Forse Fred si era accorto di questo e forse sentiva che era George quello che era stato peggio.
 


George cercò di allontanare questi pensieri e si volse a guardare il fratello ancora addormentato tra le sue braccia. Lo guardò addormentato e gli sembrò di scorgere il paradiso.

Gli sembrò di scoppiare dalla felicità.

Si chiese se sarebbe stato punito per quello che aveva fatto. Gli sembrava strano poter godere di tutta quella felicità, senza alcun prezzo da pagare..quello che aveva fatto andava contro la legge della natura. Era sicuro che ci sarebbe stato un prezzo da pagare. Non importava comunque. Tutto valeva la felicità e l’amore da cui era stato invaso, nell’aver riavuto suo fratello , anche se fosse stato solo per poco. Anche se il prezzo da pagare sarebbe stata la sua morte. Cosa che lui comunque non si augurava, sia perché non voleva separarsi dal fratello, sia perché non voleva che George dovesse soffrire, passare tutto quello che aveva passato lui..non lo aveva fatto tornare in vita per questo..ma se fosse stato necessario..avrebbe preferito morire lui, che suo fratello.
 
“Mmm..” la voce di suo fratello interruppe ancora i suoi pensieri. “Resta qui un po’ di più stavolta. Il letto è bello caldo..e indovina..anch’io..” disse scherzando Fred, stringendoselo più addosso.

George avvertì una scarica sia di eccitazione, sia di felicità alle sue parole.

Fred cominciò allora a toccarlo sotto la maglietta, accarezzandolo. Le sue mani erano calde e meravigliose. George si sentiva in estasi.
 
“Che cos’hai in mente?” gli sussurrò, guardandolo felice.

“Non so..” disse Fred, facendo il finto tonto. “Forse potrei provare a scoprire altri punti nuovi del tuo corpo..”

“Punti nuovi?” disse George trattenendosi dal scoppiare a ridere.

“Sì..punti in cui sei maggiormente sensibile..mi diverto a scoprirne sempre di nuovi..”

“Scommetto che per quanto siamo gemelli..non saranno gli stessi tuoi..” disse George con il respiro affannato per via delle carezze spinte del gemello.

“Esatto..” disse Fred, provocatorio, salendogli sopra e a George sembrò di non aver mai sentito su di sé un peso così dolce.
 


“Sai cosa mi piace di noi? è proprio questo, George. Il fatto che siamo identici, eppure diversi..il fatto che pur uguali, siamo attratti nei confronti dell’altro..il fatto che i nostri corpi identici, fremano anche solo al contatto delle nostre pelli..il fatto che quando i nostri corpi combaciano sia come l’estasi.”

“E sai perché è così? Perché ti amo, perché ci amiamo, Fred.Mi sembra così strano non averlo capito prima.” Disse George felice, con gli occhi che gli si illuminavano,poi, cercando di non sembrare scortese, si allontanò gentilmente dalle braccia di suo fratello.



“Ehi, dove vai? Hai appena detto che mi ami e te ne vai così?” disse Fred, prendendolo per un braccio, cercando di scherzare, ma era un po’ dispiaciuto.
 
George si voltò e apparve un po’ adombrato, con un sorriso triste.

“Non possiamo rischiare che ci sorprendano..”

“Ma siamo in camera nostra..George, probabilmente questa sarà un’altra giornata interminabile in cui non ci lasceranno in pace da soli un solo minuto..questo è l’unico momento in cui possiamo stare da soli.”


“ Lo so..ehi, lo so, che è scocciante, credimi..è fastidioso anche per me..” disse George, tornando da lui e dandogli un dolcissimo bacio sulle labbra. “Ma devi cercare di capirli..tu sei..andato via per mesi..” George non riusciva ancora a dire la parola morto. Era troppo dolorosa. “Hanno sofferto tutti troppo..mamma..papà..i nostri fratelli e i nostri amici..Harry, Hermione, Ron..quindi adesso vogliono stare con te il più possibile..invece per quanto riguarda me, hanno il terrore che un fulmine mi colpisca all’improvviso mentre passeggio per strada, come punizione divina per averti fatto tornare.”

Fred dissimulò una risatina, ma poi tornò serio.

“Non mi piacciono gli interrogatori estenuanti a cui ti sottopongono.”

“Neanche a me.”

“Ma anche io voglio sapere i dettagli, per essere sicuro che non rischi niente, George, me lo devi!”
 
George lo guardò. Vide che il fratello non riusciva più a dissimulare il fatto che questo dubbio, questi dubbi, lo facessero tremare di angoscia. Anzi, lo vedeva letteralmente tremare.

“Fred, ti ho già detto che devi e dovete stare tutti tranquilli. Non morirò se è questo che temete tutti. L’incantesimo mi ha legato a te ancora di più di quello che già eravamo prima. Tu sei tornato in vita grazie a me, grazie al mio sangue, e non esiste quindi che ora sia io a morire..almeno non per via di quest’incantesimo.”

“Hai detto che qualcuno dovrà tornare in vita per quello che hai fatto..se fosse Voldemort..sarebbe terribile..”

“Perché pensi proprio a lui?”

“Una vita per una vita..sarebbe il castigo peggiore per la comunità magica per aver infranto le regole..”

“Voldemort non ha nessun legame con te e poi è stato sconfitto definitivamente il giorno della battaglia a Hogwarts, e poi ha già ingannato la morte tante di quelle volte..la sua anima è spezzata, rotta..in tanti minuscoli pezzi..la distruzione di tutti gli horcrux è quello che gli restava come sua unica chance e ora non potrà davvero più tornare..esiste un limite anche per ingannare la morte. Non devi temere il suo ritorno. Per quanto riguarda te..quello che ho fatto è stato un qualcosa dettato dall’amore, quindi niente di male può accaderci..se anche avrà delle ripercussioni sul presente, non credo sarebbe una cosa brutta, dal momento che le vibrazioni e l’energia con cui è cominciata, sono solo l’amore e basta.” Disse George tenendogli le mani.

Fred aveva gli occhi che luccicavano, poi d’un tratto disse.

“Cavoli, noi siamo conosciuti come i tremendi gemelli.. e guarda qui, ci stiamo trasformando in patetici sentimentali. Non immaginavo mi facessi fare una fine così misera.”

George ridacchiò sotto i baffi.

“Hai voluto corrispondermi? Questo è il tuo castigo.”

“In realtà sarei stato io a sedurti per primo.”

“Ahia..speravo non ricordassi proprio tutto!”

“Che c’è? Ti rode fare la parte del bottom tra di noi?” lo stuzzicò Fred facendogli il solletico.
 
 
Finirono a terra, mentre si rotolavano, cercando di avere la meglio l’uno sull’altro.

“George..io ti amo..”

“Anch’io, Fred..”

“Ma..cosa ci succederà? Cosa succederà adesso? Come faremo a vivere con questa realizzazione? Come sarà la nostra vita ora?”

“Intendi con la nostra famiglia? Con tutti quelli che conosciamo?”

Fred fece cenno di sì.

“Beh..siamo dei maghi e per questo abbiamo già la vita più facile per due che devono nascondere il loro amore.”

“Sembra un destino misero.” Disse Fred triste.

George sospirò.

“Non possiamo dirglielo. Ci ripudierebbero.”

“Lo so..ma..allora che facciamo?” chiese Fred ansioso.

“Ce ne andremo. Prenderemo una casa e andremo a vivere per conto nostro, dove nessuno potrà giudicarci o altro.”

“Lo faresti davvero?”

“Fratello, ti ho fatto tornare in vita.”
 
Detto così, i due si baciarono distesi sul pavimento.

“Dio..stiamo rischiando tantissimo anche adesso..” disse Fred, guardando la porta, ma rideva divertito.

“Colloportus.” Disse George, alzandosi momentaneamente per prendere la bacchetta e sigillare la porta. “Sei più sollevato adesso?” gli sorrise, tornando tra le sue braccia.

“Sì, ma mi è venuto un pensiero improvviso..”

“Cioè che avrebbero potuto anche sorprenderci così e non ci sarebbe importato?”

“Dio, sì..come fai sempre a sapere quello che penso?”

“Sono il tuo gemello, love.”

Fred sorrise e si attaccò di nuovo alle sue labbra, poi quando si staccarono, George gli baciò il collo.

“Oh, George..ti voglio..”

George lo guardò con un brivido di paura ma anche eccitazione.

“Posso sentire quanto sei eccitato..e mi piace..” disse Fred, toccandolo in mezzo alle gambe e facendolo gemere. “L’hai..mai fatto con un uomo?” gli chiese.

“N-no..”

“Io vorrei farlo con te..”
 
Gli occhi di George brillarono di felicità immensa.

“M-ma..potrei non essere in grado..potrei non riuscire e farti male..non so se..”

“Non mi importa, George, non mi importa..voglio solo..fare l’amore con te…e tu?”

“Sì..anch’io lo voglio..” disse abbracciandolo.

“Ma dobbiamo scegliere il luogo indicato.” Aggiunse sorridendo.
 
















 Note dell'autrice: 

Yeeeee spero vi sia piaciuto questo capitolo, pieno di romanticismo e fluff *_*

ps se avete notato lo stesso capitolo scritto due volte si è trattato di un errore ..il mio computer a volte impazzisce e mi posta due volte i capitoli ma ho rimediato ^^

pps amo questa storia e i gemelli weasley <3333 ancora non so quanto sarà lunga ma vedremo ^^

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Capitolo 17
*** Giochi ad Hogsmeade ***


“George, di tutti i posti in cui potevi portami, questo era l’ultimo che potevo aspettarmi.” Disse Fred sbalordito.

“È il posto che meglio ci rappresenta. La città dei divertimenti.” Disse George.

Fred lo guardò stranito. George voleva..divertirsi?

“Vieni, sta per cominciare uno spettacolo che non vorrai perderti.” Disse George trascinandolo con sé.
 
 
George aveva trascinato Fred a vedere la rappresentazione di uno spettacolo teatrale all’aperto con attori buffi. Era la caricatura di Alice nel paese delle meraviglie, e c’erano anche il cappellaio matto, il gatto parlante..altre strane creature.

All’improvviso, mentre Fred si sganasciava dalle risate, George gli prese la mano e lo invitò ad andare con lui sul palco.

“George, aspetta, ma che fai?” gli chiese.

“Hanno bisogno di altri animali per fare il gatto e la volpe. Ti ricorda qualcuno?” disse facendogli l’occhiolino.

“Cosa? No, mi rifiuto di farlo!!” disse Fred ridendo.

“Ehi, sei il mio gemello o cosa? Tu vai dove vado io o no?”

“Questo è un colpo basso.” Sbuffò Fred, ma lo seguì comunque.
 
 
Alla fine Fred dovette ammettere che era stato piuttosto divertente. Concentrato com’era sull’essere tornato in vita, riaver avuto la sua famiglia indietro e scioccato dalla scoperta di un nuovo rapporto con il suo gemello, Fred stava quasi dimenticando come si divertivano insieme, come tutto era sempre stratosferico quando era con George, quanto si divertiva, come se fossero ancora dei fanciulli.

Recitarono i loro ruoli, travestiti dal gatto e la volpe con morbidi costumi come fossero peluches e il pubblico applaudì fragorosamente soprattutto la loro recitazione, gettandogli monete d’oro che sarebbero diventate monete di cioccolato gustose tra qualche ora.
 
Si ritrovarono a correre, divertendosi come bambini, mentre erano alle prese con un altro evento organizzato di quella giornata. Una cosa particolare. Una gara: in vari negozi sarebbero state nascoste cose da mangiare e alcuni oggetti e il compito dei concorrenti era quello di rubarne il più possibile per poi tornare nella piazza ad aspettare che venisse scelto il vincitore. Il vincitore avrebbe ricevuto una fantastica torta di neve con gelatina di fragole di bosco e vaniglia alla crema.
 
Fred e George erano veloci come fulmini a rubare quell cose senza farsi beccare. Ovviamente i padroni dei negozi sapevano che era solo una gara, ma dovevano partecipare anche loro, cercando di bloccare i ladri in ogni modo, per rendere il tutto più difficile.
 
Alla fine, arrivarono secondi, conquistando la medaglia d’argento, ma erano comunque felici.
 
 
 
“Direi che dopo questa giornata, ci meritiamo una sostanziosa cenetta, che dici?” gli chiese George bagnandosi la testa nella fontana della piazza.

Fred lo guardò ammirato. Felice che non avevano perso quella loro complicità del divertirsi insieme.

“Hai in mente qualcosa di romantico?” gli chiese, abbracciandolo per la vita. Quanto gli erano mancati i baci di George. Non vedeva l’ora di recuperare il tempo perduto.

“Dipende se quello che ho scelto lo considererai romantico.” Disse George accarezzandogli il mento.
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Che deliziosa cenetta e ancor più romantica dichiarazione! ***


George l’aveva portato in una locanda che aveva anche delle stanze da letto. In quel momento si trovavano in una splendida sala, bella come se fosse un albergo di lusso. Soprattutto era VUOTA. Al centro un grande tavolo riccamente decorato.

“Questa è una locanda speciale che cucina anche piatti tipici babbani, almeno quelli più sfiziosi.” Disse George.

“Non capisco..dove sono tutti gli altri clienti?” chiese Fred sbalordito.

“Eheheh, ho prenotato questo posto solo per noi, solo per questa notte.” Disse George, sistemandogli il colletto.

“Che cosa? Dici sul serio?”

“Vieni a vedere qui quante cose buone.”



Fred guardò e gli mancò il fiato. Cioccoli giganti, dolci di ogni tipo, torte, ma anche caviale, champagne, Burrobirra, dieci tipi di carne, caramelle, patatine fritte e gustosi risotti.

“Ma prima…l’antipasto..” disse George eccitato, gli porse le bolle bollenti: erano delle enormi gomme da masticare che erano capaci di darti un’esplosione di piacere bollente, ma prima che Fred ne prese una, George lo guardò malizioso:

“Masticala con me..” lo sfidò. I due addentarono la stessa gomma in sincrono e masticarono, non resisterono molto che un’ondata esplosiva di piacere li avvolse,partendo dai piedi arrivando fino alla bocca e li fece rotolare insieme per terra.

“Non l’avevo mai provata..questa è meglio di un orgasmo.” Disse Fred, rotolato sopra George.

George lo guardò con un sorrisetto.

“Quasi.” Si corresse Fred, avvampando, alzandosi e aiutando anche il fratello a risalire.
 
“Va bene, ora scegli te il prossimo cibo.” Disse George, invitandolo.

Fred allora scelse le ostriche, gliele avvicinò alla bocca, mentre George avvicinò l'altra ostrica a Fred e poi le mandarono giù contemporanemaente, sentendo il sapore dell’acqua marina incendiargli la bocca.

Fred gli diede un bacio veloce e poi gli passò il succo di zucca che calmò all’istante il bruciore.

“Risotto alle fragole con frutti di passione.” Disse George passando al prossimo piatto.

Si gustarono entrambi il risotto per poi imboccarsi a vicenda il frutto della passione.
 
“Scaloppine al limone con pomodorini e basilico e uova farcite al prosciutto, con contorno di una stupenda insalata marinara guarnita con salsa alla menta!” disse poi Fred.

“E Acquaviola.” Aggiunse George.
 
 
Per dolce mangiarono bacchette magiche al formaggio e poi passarono ad un enorme boccino ricolmo di crema pasticcera all'interno e cioccolata al latte all'esterno. Lo mangiarono in due con un cucchiaio, visto che era molto grosso.
 
 
 
 
Finita la cena, uscirono nel giardino che dava dietro la locanda. Era un giardino incantevole e i due si fermarono a guardare la luna.

“George…apprezzo tanto quello che hai fatto per me oggi..” disse Fred.

“Ehi, ce la meritavamo una giornata intera solo per noi.” disse George sorridendo.

“Non fare finta di non capire..i giochi..questo posto..il voler ricordarmi come ci divertiamo insieme..”

“Fred, non capisco cosa..”

“Il non cercare di baciarmi neanche una volta..”

“Non sapevo fossi un tipo sentimentale..” ridacchiò George.

“Smettila. Hai desiderato baciarmi per tutto il giorno, non è vero?”

“Woaaa..sei molto sicuro di te, non è vero?” chiese George.

“Lo vedo da come mi guardi..ti sei solo trattenuto perché sei troppo felice che io sia tornato..e vuoi lasciarmi libero di scegliere.  Temi che io mi senta obbligato a stare insieme a te per quello che c’è stato, ma così facendo vuoi dimostrarmi che anche se dovessi ripensarci, non ti perderò come fratello, e che se è solo il divertirmi con te e il nostro stare bene insieme, puoi darmelo lo stesso….ma, George..” disse Fred prendendogli le mani, mentre George imbarazzato distoglieva lo sguardo, sentendosi scoperto. “Io ti amo, ti amo come fratello e come amante, ti ho sempre amato come fratello e forse dentro di me c’è sempre stata la voglia e il desiderio di amarti anche in un altro modo..e ora che so come ci si sente, non vorrei mai rinunciarci.”

“E se tu dovessi..cambiare idea? Adesso sei felice, ma se poi..capissi che non è quello che vuoi?” chiese George con le lacrime agli occhi.

“Ehi, io so quello che voglio..so quello che sento e so quello che provo..ero innamorato di te ancor prima di esserne cosciente. Come puoi pensare che smetta, ora che finalmente lo capisco appieno nella sua totalità?” gli disse Fred prendendogli il mento tra le mani.

“Fred..la nostra famiglia..non lo accetterà mai..”

“Non mi importa di loro..se dovessero scoprirlo..amen..mi importa solo di noi. È stato sempre così. È sempre stato l’unica cosa che conta. Dove vai tu, vado io, giusto?”

“Sempre..” disse George abbracciandolo e baciandolo appassionatamente.

“George…io..ti amo e voglio fare l’amore con te. Voglio amarti completamente.” Disse Fred, respirando sul suo collo.
 
George lo guardò boccheggiando. Questo era davvero l’ultimo step da sorpassare, poi sarebbero stati una coppia a tutti gli effetti. Lo aveva desiderato così tante volte e ora Fred era lì che glielo stava chiedendo.

“Lo voglio tanto anche io, Fred.” Disse, prendendogli la mano e accompagnandolo alle camere di sopra.
 
 















 Note dell'autrice: 

ok niente io li adoro troppo ahahah xd scusate se ho fatto un pò di confusione con i cibi, ma non sono molto esperta del cibo magico e mi è toccato guardare qui e là cose su google xd

lo so, il dolce è una montagna di calorie, ma adesso i gemellini faranno sport, eh?? ahhah xd

 

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Capitolo 19
*** La nostra prima volta! ***


George e Fred salirono le scale mano nella mano, ma quando entrarono nella stanza, si lasciarono le mani automaticamente.

Non si trattava di “magia spezzata”  o qualcosa di simile, semplicemente un pizzico di paura, le emozioni erano troppe e avevano bisogno di un attimo da soli per riprendersi, ma entrambi lo volevano.

La stanza era completamente in legno, e con luci soffuse che davano un po’ sul rosa, forse merito del soffitto rosso che grazie alla luce dava quei riflessi rosati.

Il letto era un letto molto spazioso e con delle deliziose lenzuola e copriletto bianchi, molto semplice e soffice.

                                                                   



Fred si voltò verso George senza dire niente e lo baciò.

Lo baciò tenendogli le mani sul viso, un bacio pregno d’amore.

“Mi dispiace..” disse Fred.

Non era quello che si aspettava George e temette per un attimo che Fred ci stesse ripensando.

“Mi dispiace che hai sofferto..se potessi cancellare quei mesi..” specificò l’altro.

“Non vorrei che lo facessi..”

“Cosa?”

“Quella sofferenza mi ha spinto ad essere ancora più convinto a riportarti da me..quella sofferenza mi ha spinto a capire..che ti amavo, che ti amo..non vorrei mai che la cancellassi da quei mesi, Fred..” disse George.

Fred lo baciò ancora, un bacio veloce, ma aveva il viso più felice ora.

“Quando pensavo a quello che ti avevano fatto…io..io..”

“Schhh..non pensarci più….io sono qua..non ti abbandonerò mai più..” disse Fred.

“Non l’hai fatto..so che non lo faresti mai..” disse George.
 
 

I due fratelli ripresero a baciarsi, lentamente, languidamente, sbottonandosi la camicia a vicenda, finendo poi sul letto. Fred sopra George.

Il contatto dei loro bacini nudi, era caldo e avvolgente. Quasi bruciante, ma deliziosamente piacevole.

I due fratelli, malgrado erano abituati alla loro vicinanza, al contatto fisico e a tutto il resto, si sentivano ancora in imbarazzo.

Ridacchiavano piano sul collo dell’altro.

“Ok, facciamo piano..” sussurrò George; si sedettero uno di fronte all'altro e George allungò la mano a sbottonare i jeans dell’altro, sentendo la propria mano tremare.

Lo fece con lentezza esasperante.

Mi stai uccidendo” stava per dire Fred, ma si fermò appena in tempo. Sarebbe stata di sicuro la tipica frase che avrebbe spezzato l’incantesimo, questa.

Quindi disse invece “ George…siamo stati insieme tutta una vita, ma in questo momento, mi stai facendo provare sensazioni che mi stanno..sconvolgendo..” disse arrossendo. In effetti era sconvolto, sconvolto da quella valanga di emozioni e sensazioni che stava provando.

George ridacchiò e finalmente si decise a sbottonargli e togliergli i jeans.


Ancora non lo guardava, fece quell’operazione sempre con la testa sul suo collo e quando glieli sfilò, si mise a dare baci lenti e sensuali a quel collo, sentendo il fratello sfilarglieli a sua volta.
 
I fratelli finirono poi di nuovo sdraiati, questa volta Fred sopra George.

Fred riprese ad accarezzarlo dappertutto e George gemette di piacere. Le carezze di Fred. Quanto gli erano mancate.

Fred riprese a baciarlo e George si stupì ancora piacevolmente di quanto fosse passionale il fratello.

“Ci sai fare con la ling..ahh..” disse quando Fred si accinse a mordicchiargli un orecchio.



George aveva perso un orecchio quando venne colpito dal Sectusempra, scagliato dal professor Piton. Provarono in ogni modo a guarirlo magicamente, solo che non fu possibile.

Quando però Piton morì, sembrò annullarsi anche quello che fece Piton all’orecchio di George. Non subito, ma dopo alcune settimane, il suo orecchio tornò magicamente come nuovo.



“Sono felice di rivederlo..” disse Fred, giustificandosi così.

“E me lo dici solo ora però..”

“Volevo dirtelo prima..ma ero troppo occupato da te che mi saltavi addosso ogni secondo..immagino che la maledizione ha cominciato ad annullarsi quando Piton morì.” Disse.

George annuì. Per un attimo, ci fu un velo di tristezza per la sorte di Piton, ma poi i due ripresero le coccole.
 


“Non ti disgusta..l’idea..di fare l’amore con tuo fratello?” gli chiese George, accarezzandogli le cosce con desiderio ardente e lo sguardo roco di eccitazione.

“Guardami..sto morendo dal disgusto..” lo provocò Fred sorridendo, poi provocandolo, leccandogli il labbro con la punta della lingua.

I due tornarono avvinghiati insieme, poi George prese in mano la situazione.
 


“George..non credo di sapere cosa dobbiamo fare ora..” ridacchiò Fred sul suo collo.

“Credo che..dovremmo andare a istinto..” ridacchiò anche George accarezzandogli la schiena.
 
George si alzò per andare a prendere il lubrificante che aveva lasciato nell’armadio, attirando le risatine di Fred che diceva che dava tutto per scontato.
 
 



George poi invitò Fred a sdraiarsi, si inumidì le dita con il lubrificante e cominciò a prepararlo.

Era davvero molto intima come cosa. probabilmente la cosa più intima che avessero mai fatto, nonostante fossero gemelli. fare il bagno insieme, toccarsi o baciarsi, era niente in confronto.

George era parecchio teso e faceva fatica a forzare la sua apertura. Non voleva fargli male, quindi fece qualcosa per eccitarlo e rendere così più agevole il tutto.

Si sporse su di lui e cominciò a baciargli il torace e a leccarlo e a baciarlo nei pressi dell’inguine.
 
“Oddio..” disse Fred, stringendo le lenzuola. Era chiaro che apprezzava.

George ne era contento. Poi decise di rischiare un po’ di più e leccò prima timidamente, poi un po’ più audacemente, il suo pene.

Era ancora tutto così strano, ma sentire Fred gemere di piacere, gli dava coraggio.

Quando vide che era abbastanza eccitato, riprovò con le dita e finalmente riuscì a scioglierlo un po’.
 
“Schhh..non ti farò del male.lo prometto..” sussurrò George.

“Lo so..”

“Sai che tu sei l’unico maschio con cui vorrei farlo? L’unico che mi eccita?”

“Questo perché sei un narcisista inguaribile, lo sai vero?” disse Fred.

George Ridacchiò. “Allora lo sei anche tu. Siamo gemelli.” rispose Fred, vicinissimo al suo viso.
 
Erano di nuovo attaccati e i due fratelli ormai erano un forno di eccitazione. Fred si sentiva sempre di più eccitato, soprattutto vedendo lo sguardo roco di George a pochi centimetri da lui.

Sentire le sue dita dentro di lui e il suo sguardo addosso era più di quello che poteva sopportare.

“fallo..non resisto più..” lo pregò.

George fece un sorrisino e disse:

“Va bene.”
 
 
Entrare dentro Fred non fu difficile come aveva pensato. Sembrò come se fossero nati solo per questo. Per essere appiccicati addosso come due koala.

La sensazione dei loro corpi attaccati insieme fu di un piacere sublime e il loro sentimento li fece emozionare ancora di più.

“Dimmi se ti faccio male, ok? Fred!” gli disse George, prendendogli il viso.

Il fratello cercò di riprendere fiato e rispose con affanno.

“Tu..non fermarti..”

“Fred…”

“Mi farai male solo se ti fermi!” disse.
 
 
 
 
 












 Note dell'autrice: 

ok!! Ce l'ho fatta a scrivere la loro prima volta..wow! xd

Scusate i pochi dettagli in tutto il capitolo, ma così deve essere, soprattutto per questa tipologia di storie! xd e devo dire che preferisco così! Se già così ho fatto fatica, non oso immaginare mettere più dettagli xd

Spero vi sia piaciuta la loro prima volta, lo so, ho tagliato in un momento critico ahha ma nel prossimo farò riferimento alla famosa notte xd il fatto che ho tagliato in questo momento è perchè a differenza delle altre volte che ho scritto, mi sento un pò in difficoltà, forse perchè non sono abituata a scrivere di questa ship? mah o.O

ma spero di abituarmi perchè mi piacciono molto!! ringrazio Teamfrewwill  💙💜💙 che mi avvisa quando sbaglio/confondo i nomi dei protagonisti (in questo caso Fred con George) con grande pazienza! xd

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Capitolo 20
*** Dolci chiacchiere notturne ***


Fare l’amore, per Fred e George..farlo l’uno con l’altro, fu..sublime. Fu anche più del piacere. Fu sentire una pace e una completezza che non avevano mai sentito. Fu più dell’estasi. Un benessere psicofisico a cui molte persone anelano per tutta la vita.

Fu come essere in sentimento post orgasmico per minuti, mezz’ore dopo.
Ore dopo.

Forse era così che ci si sentiva a raggiungere L’Infinito.
 


I fratelli non dormirono fino a tarda notte, perché parlarono di tutto. Fred trovò molto divertente il fatto che Hermione si fosse messa con Ron.

“Finalmente si è deciso quel babbeo..”

Parlarono anche del negozio degli scherzi che avevano messo su insieme a Diagon Alley.

“Se pensi ancora di abbandonarlo, ti..ti…te la farò pagare con una maratona di sesso!” minacciò Fred, non riuscendo per il momento a pensare ad altro.

“Dovrebbe essere una punizione!”

“Anche se a pensarci bene, con il negozio non potremmo avere più tempo per noi!” sbuffò Fred.

“Assumeremmo gente che lavora per noi quando non ci saremo! Ce lo possiamo permettere! In fondo io sono quello che ha riportato in vita il proprio gemello!” si pavoneggiò George.
 
E parlarono anche della vita dopo la morte. Fred non ricordava cosa aveva provato immediatamente dopo che morì. Aveva un vuoto. Credeva però che neanche quand’era fantasma, lo ricordava. Aveva una teoria. Quando muori, vaghi in stato di incoscienza per ore, forse giorni, forse chissà per quanto, prima di ricordarti chi sei e riacquistare una coscienza. Forse solo allora devi scegliere se andare avanti oppure no.

George gli chiese se gli fosse stata data una scelta.

Fred rispose che lui non aveva incontrato Dio, se c’era era sicuro fosse dall’altra parte..non credeva che qualcuno gli avesse chiesto qualcosa. Dubitava che se anche esistessero gli angeli, avessero davvero forme come gli umani o avessero l’abitudine di chiedere le cose come le chiedono loro.

Forse gli angeli non avevano nemmeno forma umana. Forse la loro voce era più simile al canto degli uccelli..ad ogni modo, crede che sapesse da solo, se andare avanti o no.

E il suo corpo lo accettò.

Ora che era tornato umano, quell’esperienza gli sembrava più simile ad un sogno, quindi ricordava le cose non in maniera vividissima.
 
George gli chiese allora come avesse realizzato che lo amava e perché avesse cominciato a cercarlo in quel modo, anche da puro spirito.

“Io credo che gli spiriti non siano esenti dalle passioni terrene, come si possa pensare..anzi, proprio essendo puro spirito, ed essendo manchevoli della razionalità terrena, che blocca, ferisce ed allontana, si abbandonino di più ai sentimenti. Sono solo anima, niente razionalità. E io quando ti ho visto…sapevo di amarti con tutto il cuore e l’anima. Mi distruggeva vederti soffrire così. Volevo alleviare le tue pene e le mie, per non poterti più stare vicino. Volevo..farti sentire il mio amore.”

“E io l’ho sentito..ma ora, basta ricordare quel periodo, ok?” chiese George, accarezzandogli la guancia. “Pensiamo solo a noi.” e i due fratelli si riaddormentarono, accoccolati.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** Un gustoso e dolce risveglio! ***


George si era risvegliato abbracciato a Fred e inondato dal calore mattutino, caldo e avvolgente.

“Finalmente.” Disse Fred.

“Mmm..? Cosa?”

“Ero sveglio da tempo, ma ho voluto aspettare che ti svegliassi anche tu, per alzarmi.” Disse Fred.

“Cosa? Perché?” chiese George, seppur trovando la cosa di una dolcezza disarmante.

“Avresti potuto dare di matto, se ti fossi svegliato e io non c’ero.” Disse Fred, dandogli un bacio dolce sulle labbra.

George lo guardò perplesso.

“Intendi che avrei creduto che fosse tutto un sogno, non vedendoti al mio fianco?”

Fred fece spallucce.

“Wow..caspita..sei molto dolce..ma..non possiamo vivere con questa paura, no? È un trauma che va affrontato e..”

Fred rise. “Lo so, lo so, tranquillo. Solo che oggi è il nostro giorno speciale e..pensavo fosse carino aspettare che ti svegliassi.”

“Non è tutto qui, vero?”

“Cosa te lo fa pensare?” chiese Fred con aria innocente.

“Il tuo sguardo..cos’altro c’è?” chiese George guardandolo.
 
Fred sorridendo con aria furba, disse:

“Volevo che avessi un risveglio entusiasmante.” Disse, inginocchiandosi e abbassandogli i pantaloni.

“F- Fred..ma che fai?” chiese George arrossendo.

“Ho pensato se farlo prima o dopo colazione..ma meglio prima, se no poi verrà di nuovo fame ad entrambi, credo.” Disse Fred, posando la bocca sul membro già eccitato di George.

“Oddio..” disse George, stringendo le lenzuola tra i pugni. Fred cominciò a lavorarsi il suo membro con attenzione e lussuria, con le labbra e la lingua, succhiando e leccando, facendo attenzione a farlo godere più che poteva, per poi accogliere il piacere del fratello nella gola, quando arrivò al limite.

“Oh, cavolo..oh cavolo, oh, cavolo..” disse George cercando di riprendersi.

“Hai un sapore delizioso.” Disse Fred sorridendo.

“E tu sei bravo..” disse George stralunato.

“Su, facciamoci una doccia, fratellino. Come immaginavo, questa cosa mi ha messo appetito.”
 
 



Fecero una doccia veloce perché non volevano scendere  a fare colazione odorando di sesso. I due fratellini fecero la doccia insieme, insaponandosi a vicenda e poi scesero giù con i capelli ancora bagnati e lo stomaco che gorgogliava.

“Visto che hai scelto tu gran parte delle cose per questo nostro piccolo weekend romantico, mi sono permesso di scegliere qualcosa io.” Disse Fred, mentre George ammirava con stupore e meraviglia, la colazione.

Il vassoio era ricolmo di frutti di bosco. Fragole e more ricoprivano l’intero vassoio, a fare da cornice due tazze grosse ricolme di latte.

“Che bontà.” Disse George, bagnando una mora nel latte per poi assaggiarla e far mangiare l’altra metà al fratello.

“Confermo, ma anche i tuoi succhi non sono male. “ disse Fred, facendogli l’occhiolino.

“Fred!!” disse George avvampando, guardandosi intorno e facendo scoppiare a ridere il fratello.

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Capitolo 22
*** Non avreste dovuto mentirmi! ***


“E ora che faremo, fratello mio?” chiese George, camminando con la mano intrecciata nella sua, mentre uscivano dalla locanda.

“Immagino che dovremmo tornare a casa..” disse Fred, sorridendo.

“Non ho voglia di farlo..in quella casa dovremmo riprendere a nasconderci..”

“Che cosa proponi allora? Aspetta, non mi starai mica chiedendo..di andare a vivere insieme?” chiese Fred, ma gli occhi gli si illuminarono di felicità.

“Ebbene sì, te lo chiedo ufficialmente.” Disse George.

Fred gli saltò in braccio, felice.

“Ehi, ehi, ricordati che abbiamo lo stesso peso. Quasi.” Disse George, barcollando un po’.

Il fratello lo guardò felice e prese a sbaciucchiare George dolcemente.

“Ti amo così tanto..andrò dovunque tu andrai..”

“Dovunque..io andrò…sì, suona bene.” disse George sorridendo.
 
 
 
Fred e George si riappropriarono del loro negozio di scherzi, ma non ci stavano mai troppo, perché erano troppo impegnati a fare il giro del mondo, ad esplorarlo. La prossima tappa che si erano fissati, era la città babbana.

Venezia.
 
Harry, Ron ed Hermione , avevano cominciato ad avere dei sospetti su di loro, ma non ne parlavano apertamente. All’inizio era come un argomento tabù, poi, Ron stesso si lasciò sfuggire qualche sospetto, dicendo ad alta voce che avevano atteggiamenti..ambigui..da quando Fred era tornato.

Harry ed Hermione l’avevano guardato sbalorditi.

“Ron, che cosa intendi..per..ambigui?” chiese Hermione, ma Ron tossì e non disse niente.

“Io sono d’accordo con Ron!” disse Harry.

“Harry!!” disse Hermione, ma Ron si lasciò scappare un sorriso.

“è divertente per voi?” chiese Hermione alibita, mentre Harry ridacchiava un po’.

“Beh..sono sempre miei fratelli.” Disse Ron, facendo spallucce.

“Harry..” disse Hermione, cercando il suo sostegno.

Anche Harry fece spallucce.

“Hanno sempre avuto un legame stretto..a me non importa..anche Ginny se fosse stata..”

“Occhio a quello che dici.” Disse Ron, sorridendo.

“Ehm..l’avrei trovata lo stesso attraente.” Disse Harry nervoso.
 
 
Alla fine tutta la famiglia di Ron, era come se sapesse, inclusi i genitori, ma evitavano di parlarne. All’inizio si trattava solo di occhiate curiose e di nascosto, quando i gemelli andavano a trovarli, poi un giorno i genitori presero da parte Fred e George e decisero di fargli un discorso nella loro vecchia stanza.

“Sappiamo quello che sta succedendo…non siamo scemi..” cominciò Arthur. “Non dovete nascondervi con noi.” disse ancora guardandoli con tono eloquente.

I due fratelli cominciarono a tremare, e cercarono di andarsene.

“Restate. Vi prego. Non siamo arrabbiati. Vogliamo solo capire. Raccontateci com’è iniziata.” Disse Arthur, bloccandoli sul divano.

“Papà..ti prego..lascia fuori Fred..” disse George, ma Molly scosse la testa.

“Ho perso un figlio fino a qualche mese fa..e ora è qui davanti a me, non voglio perderlo di nuovo, quindi cosa pensate che potremmo farvi?”

I fratelli rimasero spiazzati da quella frase.

“Siate sinceri.è l’unica cosa. Se sarete sinceri, potremmo perfino capire.” Disse Arthur.
 
 
 
Fred e George provarono a spiegare. Cominciarono molto alla larga, iniziando dal fatto che Fred si presentava a George come fantasma, e lo andava spesso a trovare, anche di notte. Non dissero che si erano innamorati e avevano cominciato la relazione già allora. Quello sarebbe stato troppo e per fortuna loro non fecero domande.

Non parlarono mai esplicitamente della questione tabù, ma si soffermavano sul grande amore che provavano l’uno per l’altro. Fred disse più volte che solo un amore così grande avrebbe potuto far succedere quello che aveva fatto succedere George.

Fred non aveva potuto andare avanti per un motivo, un amore così grande era troppo ingiusto da spezzare, per una cosa così violenta come un omicidio.

Molly e Arthur fecero pressioni per domande più dirette, ma i fratelli non se la sentivano di scendere nel dettaglio.

“è solo una cosa platonica o..” continuava a chiedere Molly.

I fratelli cercavano di andarsene via imbarazzati, per fortuna arrivò Hermione a toglierli dall’imbarazzo.

“Molly, è arrivata Ginny con Harry..”

“Può aspettare..” disse Molly, un po’ scorbutica.

“Non credo. Sono arrivati con il cucciolo e il codesto cucciolo sta mettendo a soqquadro la cucina.”

“Oh mio dio!” disse Molly scappando fuori.

Arthur sembrava non volersi muovere dalla sua posizione.

“Anche il tuo studio, Arthur..” disse Hermione.

Arthur a malincuore lasciò la stanza, piuttosto scocciato.
 


“Grazie, Hermione..” dissero i fratelli scoraggiati.

Hermione si avvicinò a loro e prese loro entrambi le mani.

“Questo è un bene..” disse loro.

“Che cosa?” chiese George.

“Il fatto che ora siamo la vergogna della famiglia?” chiese Fred.

“Smettetela! Per anni ho dovuto subire Draco Malfoy che mi diceva che ero la vergogna dei maghi, perché sono nata mezzosangue, ho fatto una dura lotta per garantire dei diritti e la libertà agli elfi domestici perché venivano visti peggio che schiavi, per ANNI, Harry stesso ha dovuto subire umiliazioni da parte dei Dursley che lo trattavano peggio di un appestato perché per loro, essere UN MAGO, era una vergogna..e non dimentichiamoci di Lupin e Sirius..”

“Hermione..” dissero in coro i due, commossi.

“Se essere considerati una vergogna, equivale a essere paragonati a degli EROI, siatene fieri.” Disse ancora Hermione sorridendo.


“Basta con queste smancerie! Ho un’idea migliore. Andiamo in un bar a Diagon Alley a giocare a biliardino. Una partita per tutte le volte che mi avete mentito per nascondere quello che facevate davvero. Ve la faccio passare io la voglia di mentire a vostro fratello minore!” disse Ron, spalancando la porta con impeto e sorridendo a grandi denti.

“Ron!!” disse Hermione.

“Ho provato a fermarlo, ma era un tornado..” disse Harry, sorridendo, sbracciando le braccia.

“Arrivati al sesto bicchiere che pagherete, vi passeranno tutte queste pippe mentali.” Disse ancora Ron allegro.

“Ron, questo era un discorso serio, prima che tu..”

“Perdonami, amore, questa è una faccenda da risolvere tra maschi.” Disse Ron sorridendo, guardando con aria di sfida i gemelli.

“Vi faremo mangiare la polvere.” Dissero loro.
 
















 Note dell'autrice: 

sembra che non riesco a finire questa storia hahah xd ogni volta che penso che è l'ultimo capitolo, vado avanti per altri 3 - 4 - 6..mi succede sempre nelle mie storie xd 

Il fatto dei genitori..so che è una cosa delicata, ma in questa situazione secondo me ci stava..Molly e Arthur avevano perso Fred..credo che accetterebbero tutto, ora che è tornato..molti loro pensieri si sono stravolti xd

mi è piaciuta l'idea di aver inserito finalmente e a sorpresa, anche Harry, Ron e Hermione, mi erano mancati <333

non era neanche previsto che arrivassero e diventassero finalmente parte della storia, ma come al solito, ad un certo punto, la storia è come se si scrivesse da sola xd

ps ho voluto giocare con il titolo del cap e farvi prendere un coccolone! ahhah xd :pp

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Capitolo 23
*** Le sorprese non finiscono mai! ***


Giocarono a biliardo e vinsero i gemelli, ma Harry e Ron vollero la rivincita!

Così decisero di dargliela, giocando a Quidditch, nel campetto dietro, con le scope a noleggio.

Giocare a quidditch con i gemelli, fu estenuante.

Alla fine vinsero loro, ma Harry e Ron si erano battuti con forza e coraggio!

Alla fine si trovavano tutti e quattro a festeggiare la vittoria, bevendo idromele e Burrobirra, mentre Ginny e Hermione giocavano a “Cerca la tua dama.”

Era un gioco di carte, che però erano incantate. Le principesse e le regine dovevano andare a cercare le loro dame, dentro i modellini di alcune stanze in miniatura. Il gioco era un gioco da tavola e si giocava direttamente sul tavolino.

Era divertente vedere le carte muoversi e cercare le dame delle figure.

                                                                                                        

Hermione e Ginny si stavano divertendo un mondo, mentre i maschi bevevano e mangiavano dolci.

“Hermione, Ginny, vi conviene prendere questa, perché è l’ultima.” Disse quel goloso di Ron, portando una vaschetta di crema pasticcera.

“Non voglio sentirti lamentare per il mal di pancia, durante il viaggio di ritorno. Sei proprio un ingordo.” Disse Hermione.

“Potremmo andare a vivere insieme, così mi cureresti tu il mal di pancia, quando sto male.” disse l’altro.

Hermione quasi si strozzò con l’acquaviola a quelle parole.

“Andare..a vivere insieme? Ronald Weasley, non sta per caso correndo un po’ troppo?” chiese.

“Love, sono sette anni che ce la prendiamo comoda!” disse Ron, facendo ridere tutti.
 
 
 
Due settimane dopo, accadde l’impensabile. Fu George a svegliare per primo il fratello, dandogli la notizia.

“Fred, svegliati. È successo un casino al ministero della magia!”

“Cosa? Ce l’hanno con noi?” chiese Fred pensando che forse li avrebbero spediti ad Azkaban, accusandoli di relazione immorale e istigazione alla magia nera, riferito al fatto che era morto e George l’aveva riportato in vita, ma quello che disse George, gli fece capire che in realtà il ministero aveva cose più importanti di cui occuparsi che un singolo caso di una persona tornata dal mondo dei morti.

Ovvero: 6 persone tornate dal mondo dei morti!
 
 

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Capitolo 24
*** Chi è tornato in vita ***


Erano tornati in vita Albus Silente, Severeus Piton, Remus Lupin, Ninfadora Tonks, Sirius Black  e Vincent Tiger.

“Dev’essere uno scherzo!” disse Fred, stranito, mentre guardava una fotografia strana che ritraeva un gruppo di persone che si muovevano, agitando le braccia, in mezzo a quello che sembrava un bosco.

“A quanto pare queste persone sono finite immediatamente al Ministero della Magia e sottoposte a vari intrugli, pozioni e incantesimi, per verificare che siano veramente quelle che sembrano e non si trova traccia di manipolazione, visiva o verbale..” leggeva George.

“George..deve essere uno scherzo per forza..non può essere vero..opure..qualcuno si sta divertendo a farci credere..”

“Oh, pensaci, Fred. Pensa se è tutto vero! Sirius..Lupin..Tonks…Silente!!”

Fred vedeva il fratello emozionato e non potè fare a meno di provare la stessa emozione. Un calore gli irradiò tutto il corpo.
I due fratelli si abbracciarono mentre erano ancora seduti sul letto.

La giornata era cominciata davvero benissimo!! 

















Scusatemi per il capitolo cortissimo..ho davvero difficoltà a scrivere questi ultimi capitoli..già solo scrivendo questo, mi sono sforzata molto xd    

Ps ringrazio Teamfreewill  😍😘che mi ha indicato che avevo confuso Tiger con Goyle, che lapsus xd

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Capitolo 25
*** Bacio di fuoco ***


Al Ministero della Magia, in attesa di parlare con il ministro in carica in quel momento, Albus Silente e Severus Piton erano in piedi, all’interno del giardino recintato del ministero, in attesa di essere ricevuti.

Albus Silente e Severus pIton erano ringiovaniti.

Silente era ringiovanito di moltissimi anni, tornato sulla soglia dei 30. Severus piton invece ne aveva persi solo 5, e quindi era della stessa età di Albus ora.

Era successo perché la magia che era fluita da George Weasley era stata come un canale che aveva colpito, andando a toccare addirittura a livello più profondo anche le corde dell’invecchiamento cellulare degli eroi, quasi a livello ancestrale.
 
 

Albus Silente aveva una massa di riccioli biondi che gli cadevano morbidi sulle spalle. Piton era sbalordito da quanto fosse bello da giovane Silente, mentre Silente constatava con piacere, che Piton, senza traccia di stress a segnarvi il viso e i capelli finalmente più morbidi e profumati, aveva il suo perchè.



Erano un po’ in disparte rispetto agli altri, perché il Ministero non aveva voluto che fossero tutti insieme, per ragioni di sicurezza.

Erano stati ripuliti e mandati in una delle stanze del Ministero a farsi un bagno e a mettersi dei vestiti puliti, prima di essere ricevuti. Essere tornati nel mondo dei morti non li escludeva ovviamente dal fatto di essere stati tutti sottoterra e presentarsi in quel modo, ai capi del Ministero, anche se si trattava degli eroi..beh, insomma..

In quel  momento Silente stava guardando Severeus Piton, da dietro gli occhiali, sorridendo.

“Che c’è? Non mi sembra ci sia niente da sorridere! Soprattutto per come ci siamo lasciati!” disse Severus Piton, sbottando.

“Porti rancore ancora per quella storia dopo tanto tempo, Severus?” chiese Silente alludendo a quella storia di non avergli detto tutti i dettagli sugli horcrux e cosa c’entrava Potter in tutto questo.

“Oh beh, sai com’è! La morte mi ha impedito di darmi tempo per somatizzare la cosa!! Giusto per ricordartelo, Albus!!”

“Ci tenevo molto a te Severeus.”

“Va bene, la prima cazzata l’hai detta ora, risparmia le prossime per quelli del Ministero!”

“Sai perché non volevo dirtelo? Perché speravo dentro di me che meno avessi saputo, meno saresti stato in pericolo. Volevo proteggerti!”

“Bugiardo! Tu non ci hai mai tenuto a me, tu avevi già progettato la tua morte! E per mano mia. Che razza di persona fa questo a un’altra? Non certo una che ci tiiene! Io ho mentito a Voldemort! A tutti!  Ho rischiato. Ho fatto TUTTO.. PER TE! E tu cos’hai fatto per me? Mi hai protetto? Mi hai dato Hogwarts? Un posto come insegnante? Credi fosse quello che volevo?”

“Che cosa volevi, Severus? Dimmelo adesso. Una volta per tutte.”

“Adesso? Adesso è troppo tardi.”

“L’hai dimostrato continuando ad amare Lily, fino a quando non hai lasciato questo mondo! Non è mai  troppo tardi!”
 
Severus Piton rise. Una risata amara e lunga.

“Credi che fosse Lily quella che amavo? La ragazza che sì, amavo un tempo, ma per cui non sono riuscito a rischiare, a tradire Voldemort? Non era lei quella che amavo..

Forse Piton pensava di aver detto troppo, perché cercò di voltare le spalle a Silente e andarsene, ma lui, colpito, gli tenne le spalle ferme con le mani, dicendogli:

“Sev, ascolta..perchè credi che volessi che fossi proprio tu ad uccidermi?”

“Perché sei un vecchio sadico pazzo ed egoista?”

“L’orgoglio è sempre stata la mia peggiore deboezza..di nessun altro avrei mai voluto..solo con te..e ci vuole tanto  amore, per permettere, per dare a qualcuno il permesso di fare una cosa tanto importante come ucciderti..”

“Tanto grave, vorrai dire..” disse Piton, decidendo di glissare sulla frase amore.

“Stavo morendo..Sev, mi rimaneva poco. Volevo morire ancora da eroe, ma..non volevo che a farlo fossero degli assassini..volevo che a farlo fosse l’uomo che amavo..
 
Severus Piton si voltò a quelle parole, sconvolto. Fece appena in tempo a realizzare, che Albus lo baciò.



Baciare Piton, per Albus era una prova, un’altra prova per lui. Una prova che vinse. Solo che questa volta, era una prova d’amore.

Piton era rimasto fermo, quando Albus prese a baciargli le labbra e quindi Albus seppe quello che forse dentro di lui aveva sempre saputo, desiderato, ma temuto di sperare.

Sì, anche Piton lo amava!

Divenne allora più incandescente. Non si dicesse mai, che Silente fosse un pessimo baciatore! Prese il controllo del bacio, tenendogli il volto tra le mani, approfondendolo e facendolo diventare più appassionato. Dopo pochi istanti, le loro lingue si incontrarono come scintille di fuoco.



“Io..io non pensavo che tu..” disse Piton sconvolto.

“è questo il tuo problema, Severus. Pensi sempre che nessuno ti ami!” scherzò Silente.

“Stà zitto, vecchio cretino. Stavo per dire che non pensavo baciassi così..focosamente..ecco..se no, mi decidevo prima.”

“Decidere? Guarda che ho deciso io e se lo faccio ora è perché sono sicuro della mia avvenenza rifiorita, come puoi ben vedere!”

“Oh, stà zitto!” disse Piton, prendendo ora lui il controllo del bacio.
 
I due ripresero a baciarsi con passione, fino a quando gli uomini del Ministero, compreso il Ministro in persona, si sgranchirono la voce.



Piton e Silente erano ancora avilluppati insieme abbracciati e ci misero un po’ a ricomporsi.

Quando si staccarono, erano entrambi a disagio.

Signor Primo Ministro…” dissero i due.

Entrambi nel mio ufficio.”  Disse solo l’altro.
 
Mentre si avviavano, entrambi colsero frammenti di conversazione tra gli uomini del Ministero.



“Io l’ho sempre sospettato di quei due..”

“D’altronde, era strana tanta cieca obbedienza e fedeltà da parte di un ex mangia morte, doveva dargli pure qualcosa  in cambio..”

“Ma avrà avuto più di 300 anni!!”

“Beh, ma Piton non credo sia mai stato con un uomo o una donna..e..”

"Ma poi Silente gay? Che scandalo.."



“Credo che, tra le possibili cose che possa aver dimenticato a causa della mia prematura morte, non ci sia la maledizione Cruciatus, per zittire i ficcanasi e i pettegoli!”  disse Piton ad alta voce allegro.

Tutti si girarono a guardarli e Silente si mise una mano sugli occhi.

“Andiamo molto male, signor Piton. Appena tornato dal mondo dei morti, si mette già a minacciare qualcuno. Forse tutto sommato potrebbe riprendere un ruolo nel mondo, in una cella di Azkaban.”

“No, per favore, Ministro, il mio amico è ancora sotto shock e particolarmente suscettibile.” Disse Silente, per poi avvicinarsi a Piton e sussurrare:

Cerca di controllarti, altrimenti non usciremo vivi di qui.”

“Tze..ho ucciso te, posso uccidere questi idioti..”.

“Andiamo, Sev, fai il bravo..”

“E tu cosa mi dai in cambio?”

“Se lasci che arriviamo a casa entrambi senza combattere, finiamo quello che abbiamo iniziato.” gli promise, facendogli l'occhiolino e Piton, sbalordito, accettò di fare il bravo.


 
 
 












Note dell'autrice: 

non ve l'aspettavate eh? Continuo a riservarvi molte sorprese! ahahh xd allora, devo dire che avevo in programma dal'inizio, di strizzare l'occhio a questa coppia, ma non pensavo venisse proprio una cosa così lunga , ma sono contenta *_*

Spero vi piaccia..riguardo alla fine di questa storia, mi sa che ci saranno ancora altri capitoli xd

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Capitolo 26
*** Momenti felici tra Albus e Severus e il ricongiungimento di Harry e Sirius ***


“Ma come!! Silente non c’è??” chiese Harry, arrivando tutto trafelato, assieme a Ron ed Hermione.

“Aveva una gran fretta di andarsene, assieme a quell’altro strambo di Piton.” Disse uno degli uomini del Ministero.

Harry non sapeva se scoppiare a ridere o incazzarsi con lui, o magari con entrambi.

Poi vide una figura arrivare verso di lui.

“S-Sirius???” disse sbalordito, mettendosi a correre e andandogli incontro.
 
Fu un bene che Sirius non stava correndo a sua volta, ma solo camminando, perché Harry sembrava davvero come una scheggia impazzita. Continuava a correre e continuò fino a quando non arrivò da lui e gli si buttò tra le braccia, singhiozzando come un bambino.

“Harry..” disse Sirius teneramente.
 
 
 
 
 
 
*

Albus Silente e Severus Piton stavano facendo l’amore in maniera appassionata. Alla fine, il fuoco era divampato tra loro.

Piton era sbalordito da come Silente riuscisse a essere appassionato, senza tuttavia perdere la sua eleganza.

Era innamorato di Silente da molto tempo, dai primi tempi che l’aveva preso a lavorare con lui.

Era più della mera attrazione fisica, era una dipendenza. Silente era un uomo che ti faceva diventare dipendente da lui, dalla sua intelligenza, dalla sua perspicacia, dal suo sorriso, dalla sua dolcezza e dalla sua capacità di perdonare, dalle sue abilità, dal suo bisogno di aiuto.

Era speciale e faceva sentire speciali chiunque gli fosse vicino.

Senza contare che era andato oltre l’aspetto del mangiamorte, aveva visto in Piton qualcosa di buono e gli aveva dato la possibilità di redimersi.

E l’aveva difeso quando nessun altro l’aveva fatto.
 
Piton si era innamorato di Silente. Lo amava, ma non  voleva che l’altro lo dovesse sapere. Gli sarebbe bastato dimostrarsi all’altezza della fiducia che Silente aveva riposto in lui.
Non voleva deluderlo.
 
 

“Ahh….ahhhh..ahh!” Piton ansimava, ma non voleva dirgli di continuare. Il suo orgoglio non gliel’avrebbe permesso.

Quando entrambi raggiunsero l’orgasmo, Silente si sdraiò accanto a lui dicendo una battuta:

“Finalmente ti sento fare un verso che non sia di disgusto, ma di piacere, Severus.” Disse sorridendo, compiaciuto.

Piton gli lanciò un cuscino che lo colpì in faccia.

“Non essere troppo compiaciuto. Anche tu stavi perdendo per qualche attimo il tuo meraviglioso savoi fair.”

“Beh, sarebbe stato grave se non lo facessi, no?” e poi, prima che Piton potesse ribellarsi, se lo abbracciò stringendolo forte per non farlo scappare.
 
Piton si ribellò solo per qualche attimo, poi si arrese, restando abbracciato all’uomo che amava, facendo cerchi concentrici di tenerezza sulle sue spalle, con aria pensierosa.

“Albus..credi che sia cosa giusta..noi due qui, felici, di nuovo…vivi..?”

“Direi che sia il sogno più giusto che mi sia mai capitato di sognare..”

“Cosa?”

“Ci ho pensato spesso..svariate volte..quando eravamo ancora a Hogwarts..più di quanto avrei voluto e più di quanto avrei predetto…tu no?”

Severus sembrò arrossire.

“Io…insomma basta, stai diventando troppo sentimentale per i miei gusti.”

Silente scoppiò a ridere.

“Se frequentarti mi rovinerà la reputazione, non ti basteranno tutti gli incantesimi che conosci, per scappare dalla mia ira..” disse Piton alzandosi, cercando di darsi un contegno.

“Oh-oh.oh, quindi già parti dicendo che ci stiamo frequentando. Cosa ti rende così sicuro, Sev?” disse Silente, prendendolo in giro.

Piton sbiancò, poi sorrise e Albus si impanicò.

“Ok, aspetta, prima di scagliare di nuovo su di me una maledizione senza perdono, ricorda che esiste una cosa chiamata sarcasmo.”

“Stavo pensando piuttosto a un’altra che ti faccia fare il passivo.”

“Cosa? aspetta, ragioniamo.” E dicendo così, continuò ad avvicinarsi, fino a che non lo sbattè di nuovo sul letto, baciandolo focosamente.

“Ti amo..” sussurrò. “Sev, ti amo..” ripetè, strusciandosi sul suo collo.

Ma Piton non voleva lasciarsi andare.

“Tu non mi ami?” gli chiese.

Piton gli rifilò uno sguardo profondo e combattuto.

“Non avrei fatto tutto quello che ho fatto, se non..”

Ad Albus non serviva altro. Riprese a baciarlo con foga, sussurrando:

“Aspetterò che tu riesca a dirmelo. Abbiamo tutto il tempo del mondo..”
 
 
Silente e Piton ricordavano poco di quello che avevano vissuto e provato..nell’aldilà..Ricordavano solo una gran foschia bianca – il paradiso? Il limbo ? – forse quello spazio bianco che precede l’andare avanti.. ma non l’avevano atrraversato…si sentivano come se qualcosa li trattenesse ancora alla loro vita, per un qualche motivo.

Ricordavano che erano insieme, a domandarsi cosa significava questo, se l’aldilà era semplicemente quello, quando all’improvviso una forza magica, potentissima, quanto buona, li aveva rispediti insieme con la potenza di un fulmine.

La magia di George.

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Capitolo 27
*** Harry a casa di Sirius, parlando dell'uomo di Silente ***


Harry si trovava a casa di Sirius. Aveva dormito lì, il giorno stesso che lo riabbracciò, andò a casa sua e decise di dormire lì. Aveva tanto, troppo da dirgli, da raccontargli.

Troppo tempo perduto da recuperare…

Per Harry, Sirius era come un padre, uno zio, un fratello, un amico..

Non era solo per via dell’affetto che nutriva per lui, ma anche per il dolore per la sua morte, quando si era sentito abbandonato un’altra volta da qualcuno a cui voleva bene..

Ed era anche il dolore nell’essere cosciente di tutto quello che aveva passato Sirius. Questo rendeva la sua morte ancora più ingiusta e dolorosa da affrontare. Da superare.
 
E ora dopo Fred…anche Sirius. Ad Harry tremavano le gambe e batteva forte il cuore dall’emozione, tanto che dovette bere una pozione rilassante per calmarsi.

Perfino aver saputo che anche Silente e Piton erano vivi, non sembrava più tanto importante, a confronto della ricomparsa di Sirius…ed Harry era davvero molto legato a Silente.

Un’altra straordinaria notizia, era che anche Lupin e Tonks erano tornati in vita.

Sarebbero dovuti venire a trovarli quel pomeriggio a casa.
 
Altra cosa sconvolgente però, era che si vociferava che il grande Silente e l’ombroso Piton – entrambi tornati giovincelli – fossero innamorati come dei ragazzini e inseparabili.




“La vuoi smettere di torturarmi continuando a parlare di questi due insieme? Mi costringi a immaginarmi Mocciosus nudo e mi viene da vomitare..” disse Sirius seduto sulla sedia disgustato, mentre un Harry inaspettatamente affettuoso continuava ad abbracciarlo e a sbaciucchiarselo.

“Dai, dagli tregua. È dalla parte dei giusti oramai. È l’uomo di Silente.” Disse Harry con una vena ironica di doppiosenso.

“Non riesco a credere che la cosa non ti sconvolga. Non vedo l’ora che arrivino Lupin e Tonks. Sfogherai su di loro questo tuo lato inaspettato di voyeur e fanboy! Ma guarda tu se dovevo tornare in vita per trovarmi spiattellati Mocciosus e il preside di Hogwarts AMANTI, cosa ho fatto di male!” 

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Capitolo 28
*** Quello che mi fa battere il cuore ***


Pov Harry.



Non so cosa mi sia successo…non so se fu la mia adrenalina per quello che era successo, le mie emozioni per aver ritrovato e riabbracciato Sirius, o la mia costernazione davanti alla coppia Silente e Piton, che mi hanno aperto una nuova visione di mondi inesplorati…

Non so se era più lo shock di vedere Silente e Piton vivi, o Silente e Piton amanti, o entrambi ringiovaniti e insieme…

Oppure il fatto che Sirius abbia messo da parte l’orgoglio per andare un giorno a parlare a Piton e chiedergli scusa per averlo preso in giro quando erano ragazzini…

Da ragazzini si pensa che un sacco di cose che si dicano, siano giuste…

Credo sia la cosa più bella che Piton potesse aspettarsi di sentire.
 
E non so se sia stato vedere Tonks e Lupin finalmente passare del tempo normale come coppia e come genitori, e constatare quanto fossero belli,  ma qualcosa in me, si risvegliò…

Cambiò.
 

Incrociavo Draco Malfoy alla stazione di King’s Cross o da Madama Rosmerta, ed era sempre solo…

“Sono contento che Tiger..sia tornato anche lui..” gli dissi un giorno, obbligandomi quasi ad avvicinarmi.

Lui mi guardò stupito e sembrò che per una volta non riuscì a trovare qualcosa di sprezzante da dire.

Io ebbi pazienza. Ordinai una burro birra per entrambi ed aspettai.
 
Lui sembrò stupito del mio comportamento, poi come se non potesse farne a meno, chiese di Silente e di Piton.

“Stanno bene..sono felici..” risposi io, mi voltai e inaspettatamente vidi dei grandi lacrimoni uscire fuori dagli occhi di Draco.

“Draco, ma che…”

“Non l’ho ancora visto, sai? Né Piton..nè…né lui…non ne ho il coraggio..di farmi vedere da Silente, dopo..dopo la battaglia..e Piton..è stato più coraggioso di tutti, alcuni dicono che io sono stato coraggioso..invece ero un codardo..lui ha passato tutto l’anno a cercare di proteggere me e a cercare di difendersi DA ME, che lo trattavo male..”

“Draco..” mi sorpresi a parlargli per la prima volta dolcemente. “Non farti più del male, ripensando al passato..loro stanno bene ora, non ti serbano più rancore, se mai lo abbiano fatto..anzi, mi chiedono di te…vorrebbero parlarti..”

“Balle..loro..mi odiano..”

“Ascolta, anch’io ero convinto di odiare Silente quando morì..non mi aveva detto degli horcruz..non mi aveva detto niente del suo passato..credevo non avrei mai smesso di odiarlo..e invece poi..passò..tutto passa..e loro non ce l’hanno con te..sanno che non sei cattivo…”

“Dio..Potter..come ti sei rammollito se ti trovi seduto qui, a consolare me..”

“Draco, Tiger, il tuo amico è ritornato..dovresti stare con lui adesso..”

“Non sono stato in grado di proteggerlo, né di salvarlo..è stata colpa mia che è morto..”

“Draco, se non metti da parte i tuoi sensi di colpa, lo perderai di nuovo..e non vuoi che questo accada, vero?”
 
La durezza con cui gli parlai, sembrò rianimarlo.

Mi guardò serio e disse:

“Va bene…va bene..” e sembrò davvero sereno stavolta.

“Dove mangerai questa sera? Pensi di tornare a casa o di fare le ore piccole un’altra notte qui?”

“Non penso..”

“Perché ti ritiri o perché andrai in un altro pub? Magari a Hogsmeade?”

“Dio, come sei noioso..ma che sei, la mia guardia del corpo?”

“Oggi avevo in programma di mangiare una pizza, che fai, mi fai compagnia?”
 
Mi guardò serio, stringendo gli occhi, sembrò rabbrividire.

“Non hai qualcosa da fare con la tua ragazza lentiginnosa?”

“Abbiamo litigato..”

“O-okay,,,sì, per me va bene, grazie Harry…
 
 
Sentirlo chiamarmi per nome fu come un' adrenalina di elettricità per me, non sapevo spiegarmi nemmeno io il motivo,

so che quella sera non mi importava né dei miei amici, né di Ginny, di nessuno..era come una mia missione, rimettere in sesto i pezzi rotti di Draco Malfoy, non sapevo neanche io perché ci tenevo così tanto, ma ci tenevo…
 
 
 
Niente posti magici, niente magie..avevo semplicemente voglia di una bella pizza in un ristorante pieno di persone comuni, e Draco incredibilmente accettò. - ovviamente dopo aver fatto un pò di capricci

A dire la verità, sembrava un appuntamento…

Lui elegantissimo con camicia bianca e jeans bordeaux, io cercavo di eguagliarlo ma era difficile, con i miei semplici jeans e una camicia bianca.

E scoprìì un altro Draco, un Draco sorridente, che scherzava, soprattutto che prendeva in giro i babbani…

“Chi l’avrebbe mai detto che sarei venuto in un posto pieno di babbani a mangiare..devo essere davvero disperato per fare questo e tu te ne approfitti, Potter..” diceva lui ridendo.
 
 
Quando uscimmo dalla pizzeria, camminammo ancora per un po’ all’aria aperta, Draco sosteneva di dover digerire anche quella montagna di dolce che aveva mangiato.

“Si chiamano profitteroles, non avresti dovuto mangiarne così tanto..sei ingordo..” lo prendevo in giro io.

“Sai..sono ancora..mezzo scemo al momento, se vuoi ancora approfittare di me,.” continuava a scherzare, mettendola sullo scherzo ma facendo un po’ troppe battute in proposito.

E il vino mi aveva reso molto più disinibito…
 
Mi avvicinai a lui e lo baciai, e lui non mi respinse.

















Note dell'autrice: 

lo so, non vi aspettavate una Drarry a sto punto, ma davvero, era nei piani fin dall'inizio xd

questa ff sta davvero per terminare, per questo sto lasciando spazio agli altri personaggi, ma alla fine li rivedremo ancora per l'ultimo capitolo, o gli ultimi, dipende  quanto ancora manca alla fine ahha xd

baciii

Ps ringrazio Teamfreewill  😍😘 che mi ha indicato che avevo confuso Tiger con Goyle, che lapsus xd

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Capitolo 29
*** Il bello di una famiglia allargata ***


Per Harry fu un periodo duro e pieno di sconvolgimenti, da quando i suoi amici vennero a conoscenza della sua relazione con Draco.

Harry e Draco infatti, avevano intrapreso una relazione e per qualche mese riuscirono a non farsi scoprire, ma Ginny, che nel frattempo era stata lasciata da Harry quasi subito dopo l’inizio dela loro relazione, indagò e riuscì a scoprire la verità.

Molto maturamente, decise di avere un confronto con Harry e si chiarirono.

In fin dei conti a lei stava bene. Si era riscoperta innamorata di Dean thomas con cui aveva iniziato una relazione al quinto anno e quindi se ora loro due stavano insieme, lo doveva anche a questa cosa che era successa, quindi non aveva rancore con lui.
 
Harry le disse che era una persona e una ragazza veramente speciale  e si meritava il meglio e se stare con Dean la rendeva felice, lui era contento. Si scusò per non aver capito subito che desiderava stare con Malfoy, ma l’aveva capito tardi anche lui. Forse era per questo che quando erano a Hogwarts, si rendevano la vita così difficile.
 


Finito di chiarirsi con Ginny, Harry andò a parlare con Ron. Non era stato semplice per Ron, dover perdonare Harry due volte. La prima volta che aveva spezzato il cuore a Ginny, non era stata semplice, ma ancora di più la seconda. Però alla fine capì e fu sollevato dei pensieri della sorella. Quando Harry glieli confidò, abbracciò l’amico, dicendo:

“Non preoccuparti, Harry..posso arrabbiarmi un po’ con te, ma non ti avrei comunque abbandonato come amico. Lo sai, vero?”

“Lo so e ne sono felice, amico, ma mi intristiva comunque che tu potessi essere triste per tua sorella. Credimi, lo ero anch’io..ma non ho potuto fare a meno di..beh, ecco lo sai. Non lo volevo..credimi..”

“Non c’è bisogno che ti giustifichi con me, Harry.  Beh, questo vorrà dire che dovrò farmi piacere Malfoy per forza. A pensarci bene, hai molto da farti perdonare, Harry.”
 
 


Un bel giorno, Ginny andò da Harry dicendogli qualcosa che lui non si sarebbe mai aspettato. Era ormai un anno che la sua relazione con Malfoy andava a gonfie vele e fece a lui una proposta:

“Se..beh..ecco…un giorno potreste voler dventare genitori, io sarei felice di fare da madre surrogata!” disse, spiazzando sia lui, sia Draco.

“Ginny, ma che dici? Che cosa ne pensa Dean di questo?” chiese Harry, mentre Draco la guardava ancora sbalordito.

“Dean ti è debitore a vita per avermi lasciato. Infatti dice che non ha mai smesso di essere innamorato di me ed è anche per merito tuo che io e lui ci siamo riavvicinati, quindi ha la mente molto aperta. E poi io e lui in futuro avremmo sicuramente una famiglia, non sappiamo quanti figli avremmo, ma ci piace l’idea di dare dei fratellini o delle sorelline a un nostro futuro figlio..senza che debbano necessariamente o obbligatoriamente vivere nella stessa casa..in più quando mi immaginavo di stare con te, ho sempre pensato all’idea di fare un figlio insieme..”

“Non credo di voler sentire questo, adesso..” disse Draco, geloso, strappando un sorrisino a Harry.

“Pensateci” disse ancora Ginny. “Così saremo legati come se fossimo una vera famiglia, così potreste avere anche voi una famiglia, senza dover per forza ricorrere a una madre surrogata che non conoscete..mi sto offrendo io..così i nostri figli potrebbero crescere insieme..ma se non volete, non voglio costringervi. Era solo nel caso voleste, penso sarebbe bello che i nostri figli crescano insieme, da fratelli..” disse ancora Ginny.

“Sai, in fin dei conti non dice delle grandi cazzate..” disse Draco, parlando con Harry. “Ma se noi non volessimo avere una famiglia? Non sappiamo se siamo pronti per questo.” Sbuffò Draco.
 
Ginny era pronta anche per questo e disse:

“Se non sapete se siete pronti a crescere dei bambini, potrò farlo io e Dean, non ha importanza con quali genitori crescano, e in quale casa. L’unica cosa importante è che vogliate far parte della loro vita, quando ci saranno.”

Draco guardò Harry, Harry guardò Draco. In fondo l’idea non era male.

Si presero la mano.

“Sì..accettiamo..” disse Harry.

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Capitolo 30
*** Anime gemelle ***


I gemelli Fred e George erano in Italia.

Su una casa al lago.

Stavano facendo l’amore.

Stavano facendo l’amore davanti alla lunga vetrata.
 


“Oddio…AHHH!” disse George, arrivando in quel momento al culmine.

Fred arrivò poco dopo di lui, dopodiché uscì da lui e gli prese il viso, dandogli un bacio dolce e appassionato, anche se un po’ stanco, per via dei postumi dell’orgasmo.
 
“Mmm..sei bellissimo..” disse George , toccandogli il viso con le mani.

“Quanto sei narciso.” Disse Fred, ridendo, anche se capiva cosa intendeva dire.

“No..noi non siamo uguali, sai?” gli disse George.

“Davvero?”

George scosse la testa. “A volte ti viene una piccola fossetta sulla guancia, quando sorridi, oppure quando guardo i tuoi occhi..ci sono momenti in cui sembrano cambiare colore..con il tempo, la pioggia, il sole, il vento e la nebbia..o con il freddo o il caldo..o quando diventi emotivo..in quei momenti le tue guance diventano più rosee..senza contare le tue espressioni..e per quanto siamo gemelli, le trovo diverse dalle mie..”

“Perché secondo te?” chiese Fred dolcemente.

“Perché sei innamorato di me.” fu la sorprendente frase di George. “Sei innamorato di me e se è vero che le nostre espressioni, i nostri tratti somatici, cambiano o addirittura si modificano in base al nostro carattere, alla nostra felicità, ai nostri sentimenti, tu avrai per forza delle espressioni diverse da quelle che posso avere io, guardandoti.”

“Dimmi perché, voglio sentirmelo dire.”

“Perché tu quando guardi me, ami me, così come io guardando te, amo te, non me. Amiamo entrambi qualcun altro che non sia noi stessi, questo ci rende gemelli, ma diversi, uguali ma differenti.”
 
Fred baciò quelle labbra che sembravano aver appena recitato un sonetto di Shackspeare per quanto avevano detto belle parole.
 
“Andiamo a bagnarci nel lago?” gli chiese Fred, prendendo della frutta in un’ampolla da portare con loro.
“Sì.”
 
 
 
 
 
*

“Fred, se pensi alla nostra vita di prima, ti immaginavi potesse finire così?” chiese George a Fred, mentre si bagnavano seduti nella riva del laghetto, con Fred seduto appoggiato al suo torace.

Insieme? Se non guardiamo la parte più divertente” disse ridendo. “Sì. Ho sempre saputo che sarei stato con te. Non importava il luogo.”

“Non mi riferisco solo al luogo..ma a tutto quello che accadde dopo la..la battaglia di Hogwarts…” disse George. “Perdonami, non dovrei ricordarti queste cose..”

“No..no..va tutto bene..” disse Fred. “Ti dico la verità, George…non ho mai voluto immaginarmi la mia vita senza di te, o come saresti stato..senza di me. Era troppo doloroso anche solo a pensare a una vita in cui saremmo stati separati, quindi ho sempre voluto allontanare il pensiero…”

George ascoltava con curiosità e interesse queste frasi.

“E questo non è andato via neanche quando morì..tu pensi sia stato..istantaneo. Sì, probabilmente per la legge della fisica, la mia morte lo è stata..ma sappiamo benissimo che quello che accade dentro di noi, non ha la stessa valenza di tempo, del tempo che abbiamo la percezione di udire al di fuori. Sempre se il tempo ha poi davvero una legge e non sia un’illusione lui stesso…ad ogni modo, quando morìì..non trapassai..subito..quegli attimi, quei lunghi attimi che avrebbero dovuto far passare la mia anima oltre al mio corpo..si cristallizzarono in istanti infiniti. Non ricordo altro, ma ricordo questo. Ricordo che ebbi il tempo di essere cosciente di morire, potevo sentire quasi la mia anima abbandonarsi..avrei avuto tutto il tempo di pensare alla mia vita, ai miei ricordi, a…TE..ma non ho voluto farlo..”

“Perché?” chiese George singhiozzando, con gli occhi pieni di lacrime. Era stato difficile ascoltare il discorso di Fred su quello che aveva passato quando stava morendo, ma sapeva che il fratello aveva bisogno di raccontarlo.

“Perché se l’avessi fatto..avrei dovuto pensare al fatto che ti stavo lasciando..e un simile pensiero era più doloroso della morte stessa. Concentrai dunque le ultime energie che mi rimasero, per bloccare quel pensiero. Non volevo pensarci.”

“Ma poi..sei tornato..sei tornato da me.” disse George, ricordando le parole magiche e bellissime che tanto lo avevano ammaliato e dato sollievo quando su internet aveva cercato informazioni sulla condizione di Fred.
 
Venne quindi a sapere che i fantasmi decidono di infestare le case, perché nella loro vita sono stati più attaccati alle loro residenze, che alle altre persone.

anche una persona poteva essere la casa dello spirito.

Un amore folle e travolgente e devoto provato tanto intensamente in vita, poteva portare lo spirito ad andare ovunque andasse quella persona ancora rimasta in vita, quindi lo spirito poteva, grazie a quella persona, anche spostarsi in altri luoghi.

E ancora: non sempre i fantasmi scelgono la loro condizione. Nel caso di un amore troppo potente e intenso, questo sentimento potrebbe non riuscire a spegnersi neanche con la morte, quindi non permetterebbe allo spirito di passare oltre, perché quel sentimento bloccherebbe lo spirito dove l’oggetto del suo amore è.

 
“Sì…” disse Fred. “Sono tornato da te. La mia anima soffriva troppo all’idea di lasciarti.”

“Oh, Fred. Noi non siamo solo gemelli. Un simile legame, che sopravvive anche alla morte, che riesce addirittura a riportare in vita qualcuno, più di una persona, e solo per via delle vibrazioni dell’amore che il mio incantesimo ha lasciato..una simile cosa può accadere solo con..”

“Con le anime gemelle, amore mio. Io e te siamo anime gemelle. Io l’ho sempre saputo. È solo che non credevo fosse più di amore platonico, il nostro.” Disse Fred, stringendogli le mani.

“Oh, George..sai, dopo la realizzazione del nostro amore e di quello che abbiamo, io ho capito una cosa. Giudichiamo l’amore platonico come non fosse vero, ma anche quello che pensiamo platonico, in realtà suona e vibra ad altissimi livelli..e io tremo all’idea di quanti amori fantastici ed epici, sarebbero potuti nascere e non lo sono stati, solo perché si pensava non esistessero..”

“George, ma esistono.  In un’altra dimensione, si sono ritrovati, fratello.” disse George, baciando ancora una volta le labbra del suo amore.

















Note dell'autrice: 

scusate per aver cancellato il capitolo più volte, ma ho avuto problemi tecnici o.o cmq ora ho risolto xd

ps mi è piaciuto moltissimo scrivere questo capitolo e purtroppo però vedo che faccio anche fatica a finire questa storia ahha ci sarà forse un altro capitolo ancora e poi basta, perchè voglio spiegare bene perchè i fratelli vivono in Italia e come si trovano ^^

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Capitolo 31
*** Finchè starò con te, io sono felice ***


Fred e George passeggiavano in giro per la città, mirando i negozi e parlando della lettera che diede loro Silente. Era stata una lettera molto accorata e dolce, in cui li ringraziava perché con il loro amore avevano creato e adempiuto a una cosa molto più grande, una cosa straordinaria, una cosa che aveva reso possibile curare e alleviare le ferite e le sofferenze di molti.

“Credi che quando Silente disse *il vostro amore *  lui sapesse..?” chiese Fred imbarazzato.

George sorrise e lo abbracciò teneramente da dietro.

“Silente è onnisciente, sa ogni cosa e non credo che la sua temporanea morte e il suo ringiovanimento improvviso abbiano fatto qualcosa alla sua mente, per cambiare ciò. No, lui ha detto esattamente quello che intendeva dire. E anche le sue parole d’amore per noi, erano sincere. Ne sono sicuro. Probabilmente le sarebbero state se anche il nostro amore non avesse portato a queste…conseguenze. È bello però che siamo visti un po’ come Curatori di ferite altrui.”

“Pensi che anche..i nostri amici la pensano così? E i nostri genitori? La nostra famiglia? Non abbiamo più parlato con loro, da quando..da quando ci fecero quel mezzo discorso..pensi che loro?” chiese Fred.

“Sappiano? Sì. Io credo che non siano stupidi. Lo sanno, ma non vogliono chiedere e credo che per loro la cosa più importante sia, che noi ci amiamo. Sanno anche quanto questo amore ha significato..per un mucchio di persone. In un certo senso..sono orgogliosi di noi.” disse George.

“Così come le migliaia di lettere e mail che ci arrivano quasi ogni giorno, di fans che ci ringraziano per quello che abbiamo fatto. Ma ti rendi conto? Noi che diventiamo tecnologici..tra un po’ diventeremo come quelli che passano tutto il tempo sui social.”

George ridacchiò. “Non te lo permetterei mai e poi per fortuna, viviamo in un mondo in cui non ci si annoia mai. Mica come i babbani, che per provare una qualche emozione , devono drogarsi e stordirsi di telefilm. Mi dispiace un po’ per loro. Vorrei fare qualcosa a volte..ma la nostra comunità giurò di non immischiarci e di restare nell’ombra.”

“Arriverà il momento, George..fratello mio. Arriverà il giorno in cui il mondo magico e quello babbano, saranno uniti e allora non esisteranno più differenze, vivremo insieme sotto un’unica globalizzazione e sarà come avere il paradiso in Terra. Dobbiamo essere pazienti e non essere avidi di qualcosa che, se non è giunto ancora adesso, vuol dire che non è pronto ad accadere adesso.”
 
George guardò intensamente suo fratello Fred negli occhi.

“Sai, penso a Silente e Piton..da quanto tempo è che Piton serviva Silente? Da anni, eppure sembra una vita..quando entri tanto profondamente nella vita di qualcuno fino a non ricordarti più chi eri prima di conoscerlo e se eri vivo o no prima di averlo conosciuto..credo questo sia il loro caso..nessuno riuscirebbe ad immaginare l’uno senza l’altro ora..ed è proprio come mi sento io con te.” Disse Gerge abbracciandolo teneramente.

“E adesso sono felici e innamorati insieme. Se la meritano questa felicità, dopo tanta sofferenza..dopo aver sacrificato sé stessi per il bene della pace. Sono anche felice per Harry e Malfoy sai? È strano, odiavo Malfoy..e mi dispiace per Ginny, ma alla luce di tutto quanto, capisco ora quanto i destini sia di Harry, sia di Malfoy, fossero intrecciati e collegati e contro una forza del genere, non puoi farci niente.” Sulle ultime frasi, guardò il fratello dolcemente. George gli mise teneramente un dito sulla bocca e poi lo baciò.

Dopo il bacio, Fred lo abbracciò, sussurrando: “essere maghi ha i suoi vantaggi. Come potersi trasformare in un babbano qualunque per non avere lo stesso aspetto.” In effetti Fred si era trasfigurato momentaneamente e modificato i lineamenti in un ragazzo dalla carnagione chiara e i capelli color cioccolato, per non far capire che erano gemelli.

“Sei irresistibile lo stesso. Vorrei che potesse essere diverso..” disse George con un sorriso malinconico.

“Beh, se ci tieni, la prossima volta ci baciamo senza doverci travestire e poi facciamo dimenticare tutto con un incantesimo. Siamo degli eroi, ora, possiamo fare quello che vogliamo.” Disse Fred ridendo.

“Sì, ma è meglio non esagerare. Tesoro, andiamo in quel ristorante dove fanno quei primi buonissimi? Ho voglia di mangiare pasta. Approfittiamone che siamo in vacanza in Italia!!”

Fred rise e si incamminarono verso  il ristorante italiano più buono di quella città, Verona.

“Prossima tappa, Venezia.” replicò George.
 
 Avevano preso molto sul serio quel loro tour in giro per l’Italia!!

















Note dell'autrice: 

ragazzi, non ci posso credere, dopo 5 mesi, è finita!! O_O

mi sembra di andare avanti da una vita..magari voi pensate che cinque mesi sono tanti, ma vi assicuro per me sono pochi, io di norma in 5 mesi scrivo il doppio dei capitoli, non solo 30 xd altre mie storie sono andate avanti per più di un anno, e altre due, questa tutto sommato è stata breve, ma ho faticato di più a scrivere questa paradossalmente... non è stato facile scrivere una storia che avesse come trama solo Fred che tornasse in vita, (credo sia per questo che non ci sono fanfiction al riguardo,o almeno, se ci sono io non le ho viste ) e per di più incest

ma io l'ho scritta perchè ci tenevo davveri troppo..è da molto che pensavo a questa idea di Fred che tornasse in vita e mi piaceva troppo l'idea che fosse George a farlo tornare..lo so, avrei potuto scriverla solo bromance e sono sicura che avrebbe ricevuto anche più consensi, non sono stupida, lo so..ma io ho voluto fare quello che mi sentivo, se l'avessi fatta bromance non sarebbe venuta proprio così tanto dolce , che invece era proprio quello che volevo ottenere 

all'inizio volevo farli mettere insieme senza che dicessero niente a nessuno, ma grazie a un commento, ho capito che per essere più tranquilli e in pace, era giusto che le persone che volevano loro bene, sapessero e accettassero ^^

forse ho a volte fatto pasticci parlando di varie cose tecnologiche ma vivendo in questa era qui, non riesco ad escludere del tutto di parlarne xd e poi anche per i maghi, si tratta di un arricchimento che non vedo perchè non dovrebbero usare a volte!!


ps quando parlo di chi sta troppo sui social, non intendo offendere nessuno, era una cosa ironica, anche perchè io sono la prima che ci sto troppo, figuratevi xd purtroppo in quest'era non ci si può disintossicare da questo..anche per colpa del fatto che ci sentiamo sempre più soli ^^

Ero indecisa se scrivere dei gemelli in questo ristorante a Venezia, perchè ho visto delle foto davvero bellissime, ma non mi sento ispirata e non voglio fare una cosa tanto per... ma non è detto che non potrei aggiungerlo in seguito!!

Ho scritto fino a quando avevo cose da raccontare sulla loro storia, ora le ho esaurite, quindi preferisco concludere, ci sarebbe l'idea per un sequel, ma sono indecisa molto al riguardo e fino a quando non sono sicura, preferisco non parlarne!

Grazie per chi ha recensito e seguito la mia storia! Anche quel sostegno per me è stato importante!! <333

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