Unendo i frammenti di un puzzle

di Aliak
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scoprire che Lei è un alieno ***
Capitolo 2: *** Rivelatore di Alieni ***



Capitolo 1
*** Scoprire che Lei è un alieno ***


Ma cosa gli era saltato in mente, si domandava il perché avesse accettato di andare in quel bar assurdo, e ora che si trovava di fronte alla porta dello stesso, erano raffinati tutti i dubbi e le paure, che fino a poco prima aveva tenuto nei reconditi della sua anima. Si aveva di certo bisogno di distrarsi da quel lavoro, e aveva chiesto alla sua Assistente Jess di uscire prendersi tutta la serata, che lei se ne sarebbe ritornata a casa, invece lei gli aveva proposto di uscire distrarsi rilassarsi un attimo. Non era la prima volta che passavano una serata tra amiche insieme, no il loro non era un solo rapporto di lavoro, non avrebbe cambiato per niente al mondo la sua assistente, era una amica, confidente, una persona fidata in quel mondo di piranha che la circondavano. Sapeva che poteva fidarsi di lei ciecamente per tutto, era per questo che era finita in quella situazione assurda. Lena Luthor in un bar per alieni, probabilmente doveva risultare ironico, sua madre e suo fratello l’avrebbero ripudiata all’istante, nel momento stesso che aveva accettato quell’idea. O forse l’avrebbero seguita ma con il solo unico scopo, di eliminare tutta la feccia presente nel luogo. Potevano finire nel menù del bar probabilmente, non conosceva i gusti di chi lo frequentava, ma c’era una piccola o forse enorme possibilità che quello potesse accadere, e non avevano armi o altro per difendersi. Dopotutto, era un bar per alieni, e loro erano umane non era di certo il luogo più opportuno per loro. Dopotutto c’erano infiniti luoghi, pub discoteche da visitare in tutta National City, e visto il suo nome, non avrebbe avuto problemi a entrare in uno degli stessi, anche in quelli privati non sarebbe per forza servito un invito. In caso avrebbe corrotto un Body Guard all’entrata, con una piccola mancia non sarebbe stato un problema, era una milionaria dopotutto. No invece erano proprio la, dovevi calmarti non apparire debole, dopo tutti quegli anni nella famiglia Luthor non sarebbe stato assolutamente difficile tutto quello, dovevi mostrarti forte superiore, anche se non lo eri. La tua assistente invece sembrava tranquilla, come se nulla fosse, era entrata nel bar e l’avevi seguita senza esitazione, camminava con scioltezza all’interno dello stesso, come se non fosse la prima volta che veniva lì, cominciava a dubitare che lo fosse dopotutto. Lo sguardo si era spostato su quello che la circondava per essere certa di non vedere pericoli imminenti, il bar aveva l'aspetto polveroso rustico, e aveva quel tipo di atmosfera dove si poteva quasi sentire l'odore del testosterone in aria, o almeno, l'equivalente alieno se esisteva. Gli ricordava un po’ i telefilm degli anni 80. Sembravano esser passati inosservati, ognuno era rimasto al proprio posto come se nulla fosse, c’erano alieni di ogni tipo, alcuni abbastanza umanoidi o almeno così sembravano, altri con aspetti molto più mostruosi, con ogni tipo di colore della pelle, o squame artigli denti affilati, no non riuscivi a sentirti del tutto sicura, ma eri giunta fino al bancone fermandoti davanti a esso affianco a Jess. Di fronte a te si mostrava quello che sembrava un umano, almeno apparentemente con i capelli scuri e gli occhi di un grigio indefinibile chiaramente non umano, spalle larghe braccia forti, corpo snello il tipo di ragazzo che piace alle ragazze, o almeno se non fossero Lesbiche. Quanto meno l’aspetto quasi umano la rassicurava in qualche modo.

 

-Una Tequila Sunrise per favore per me, e te Lena?- aveva chiesto girandosi Jess verso di te, a dire la verità non sapevi se fidarti di quello che potevano servire in quel bar, ma alla fine avevi deciso di scegliere il tuo solito sperando di non rimanere avvelenata.

-Oh, uh, suppongo che avrò uno scotch, per favore.- avevi cercato comunque di sembrare il più naturale possibile, donando anche un lieve sorriso al barista.

-Arrivano subito.- aveva detto il barista allontanandosi leggermente da loro, per cominciar a preparare il cocktail di Jess, avevi cominciato a tamburellare nervosamente contro il bancone dello stesso bar, guardando di nuovo lungo la stessa sala, di certo non si mostrava molto grande, però nel suo piccolo sembrava molto accogliente, e il clima apparentemente sereno, non se lo sarebbe aspettato.

-Ecco a voi, sono 12 dollari.- aveva detto il barista poggiando davanti a loro i due bicchieri, Jess aveva aperto la sua borsetta, cercando il portafoglio, l’avevi fermata poggiando una mano sulla sua.

-Offro io, ma se succede qualcosa sta sera, te ne pentirai fino alla fine dei tuoi giorni.- avevi tirato fuori una banconota da 20 dollari e avevi detto al barista di tenere il resto, ti eri voltata di nuovo verso la sala, alla ricerca di un posto a sedere lontano da sguardi indiscreti, o almeno così speravi e ti eri mossa verso lo stesso seguita a pochi passi dalla tua assistente. Ti eri seduta semplicemente, incominciando a sorseggiare il tuo scotch in silenzio. Non era male, decisamente non potevi lamentarti dello stesso, ne eri rimasta entusiasta. Non ti eri accorto che qualcuno si stava avvicinando sempre di più, al vostro tavolo ne tanto meno che fosse una figura a voi molto familiare.

-Lena, Jess cosa vi porta in questo bar?- Anche in mezzo al casino, avresti riconosciuto quella voce così familiare, e dolce che solo una persona poteva emettere, non omologandosi alla folla, avevi sentito il cuore sussultare per un istante prima di voltarti verso la figura della giornalista juniores Kara Danvers. Eri sorpresa da quella presenza, la giovane timida giornalista, in un bar per alieni, da sola? No non poteva essere, o forse era lì a causa di un qualche articolo richiesto dal suo capo.

-Doveva staccare un po’ dal lavoro, e quindi gli ho proposto di venire qui.- aveva risposto Jess, per entrambe sollevandola da quell’incarico.

-Oh, bene volete unirvi a noi?- aveva chiesto indicando il gruppo che probabilmente era entrato, quando avevi percepito che la porta del Bar si era aperta di nuovo, poteva riconoscere la figura di James, e dell’informatico della Catco, Winn? Gli sembrava che si chiamasse così. -Siamo venuti a vedere come se la cava Mon.. Mike come barista, a cominciato da poco a lavorare qui.- aveva indicato con la mano il barista che li aveva serviti, lo stesso aveva alzato lo sguardo salutandole con un cenno della mano, per poi tornare al suo lavoro.

-Certo la trovo una buona idea.- avevi ammesso, guardando Jess, presi i bicchieri vi eravate diretti verso il tavolo da bigliardo, dove tutti gli altri erano riuniti, erano state fatte tutte le dovute presentazioni, finalmente aveva conosciuto anche la sorella adottiva di Kara, e la sua compagna Maggie, quanto meno con loro si sarebbe sentita meno a disagio, eppure Alex ogni tanto mandava frecciatine nella sua direzione, avevi fatto finta di non notarlo ma non era stato affatto facile, no decisamente non era stato facile, ma non volevi rovinare la serata. Mentre loro giocavano a biliardo, te avevi intrattenuto discorsi con Winn, che sembrava affascinato nel discutere gli ultimi sviluppi tecnologici a L-Corp, e con James che conosceva da tempo, di tanto in tanto con Kara. Jess aveva partecipato invece alla partita con Alex e Maggie, doveva ammettere che se la cavava bene, mentre lei e Kara, si mostravano decisamente goffe allo stesso punto, anche se lei non era riuscita a spezzare la stecca come la giornalista. La serata alla fine risultava decisamente gradevole, aveva scoperto che loro venivano lì quasi ogni sera, che Maggie l’aveva scoperto a causa del suo lavoro in polizia, quanto meno era un luogo come un’altro per passare una serata tra amici senza il caos degli altri locali. Mon-el era giunto alla fine fino al tavolo, avvicinandosi a Kara sorridendogli porgendogli qualcosa che aveva in mano, un bicchiere contenente un liquido marroncino verdastro che emetteva bolle, come se fosse in ebollizione naturale. Aveva detto che era un dono della casa, incoraggiando Kara a bere qualcosa di diverso da una Club soda, che di certo non l’avrebbe uccisa. Lei non ne era decisamente convinta, e stava per dire qualcosa quando Jess aveva preso di nuovo parola.

-Wow, non mi dire che quello è un Aldebaran Rum?- aveva chiesto verso Mon-el, Alex si era fermata e guardava entrambi, e la sorella come se fosse nel dubbio se mettersi in mezzo o lasciarla fare.

-Sì, esatto.- aveva risposto semplicemente Mon-el come se fosse la cosa più normale.

-Ne ho sentito tanto parlare in questo Bar, sarei curiosa di assaggiarlo, ma sono umana e probabilmente mi ucciderebbe.- avevi sgranato gli occhi a percepire quelle parole dalla tua assistente, ed eri sbiancata osservando Kara tranquillamente mandar giù metà dello stesso bicchiere, come se nulla fosse. Avevi atteso una qualche reazione avversa temendo per il peggio, ma aveva continuato a sorseggiarlo fino alla fine come se nulla fosse, quanto meno eri sollevata che fosse ancora viva, che non si stava sciogliendo davanti ai suoi occhi senza che potessi far nulla per fermare tutto quello. Aveva mandato giù l’intero contenuto del bicchiere senza avere ripercussioni, anzi chiedendo allo stesso Mon-el di portagliene un’altro. Improvvisamente la consapevolezza aveva colpito Lena, aveva messo insieme due più due, come poteva non aver capito che Kara era un alieno? Il suo modo di comportarsi, alcune volte poteva percepire l’incertezza nella sua voce, quando parlava con lei o altro, che cercava di nascondere in un finto balbettamento per cercar di celare l’insicurezza nel trovare la parola giusta nella loro stessa lingua. Il suo modo di vestirsi, chiaramente inusuale aveva un corpo perfetto che celava sotto un abbigliamento che poco gli si addiceva, ricordava che gli aveva detto che era volata fino al suo ufficio, che non gli serviva timbrare il cartellino del parcheggio. Si era subito corretta, cercando di dire che era giunta in autobus, in realtà non eri convinta nemmeno allora, di quella scusa data dalla giornalista. Ora si domandava perchè non glielo avesse  rivelato, erano ormai amiche da tempo delle volte si confidavano sulle più svariate cose, forse temeva la sua reazione? Era a causa del fatto che era una Luthor? Ora capiva anche il come mai della vicinanza con Supergirl, forse la stessa riusciva meglio a rivelarsi a qualcuno che era più vicino a lei, che fosse un alieno, che la potesse capire, piuttosto che a altri giornalisti umani. Tutto era finalmente chiaro. Aveva sentito lo sguardo pungente di Alex su di lei, logico che lo sapeva sua sorella che era una aliena, dubitava che lo fosse anche lei aveva almeno quella impressione. La stava guardando attentamente, la stava analizzando aspettando una reazione della Luthor,  per scoprire che Kara non era umano, Lena aveva guardato la donna sorridendogli in modo rassicurante, e una alzata di spalle. Era stata zitta anche quando Kara, era entrata nell’ufficio con Superman affianco, probabilmente conosceva anche lui quanto meno abbastanza bene, e forse conosceva anche l’identità segreta della donna d’acciaio. Sapeva che Clark era Superman in quanto era stato inizialmente amico di Lex, prima che… non voleva pensarci, ma aveva fatto finta di nulla quel giorno.


Pian piano avrebbe messo insieme, i pezzi di quel Puzzle complicato.



Note: Beh ultimamente ho una voglia matta di scrivere Fiction legate a Supergirl, non riesco proprio a fermarmi, probabilmente insieme a questa ne scriverò anche un'altra, completamente diversa, beh come da descrizione, questa sarà una serie di Oneshot legate a come la nostra Lena, scoprirà che la nostra Kara è Supergirl, dovrebbero essere più o meno 5 o 6 capitoli, non so ancora per certa, so solo che se cercate una fiction femflesh non ci saranno scene di nessun genere, ne baci ne altro ne tanto meno scene Het, quindi consolatevi.
No niente fiction karamel, ne Supercorp, cioè più o meno... Spero di non deludervi.
Baci

Aliak

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Capitolo 2
*** Rivelatore di Alieni ***


Si sentiva euforica quella mattina dopo l’incontro con la presidentessa, e non aveva fatto obiezioni quando snapper gli aveva detto di andare alla Lcorp per parlare con Lena, della firma della presidentessa sull’amnistia. Era volata fino al tetto della Lcorp, per poi cambiarsi di nuovo al volo e scendere per la rampa di scale, fino al piano dove si trovava Lena. Una volta arrivata era stata accolta dalla presenza della sua assistente Jess, che la fece subito accomodare nello stesso ufficio. Avevi ricambiato subito il caloroso sorriso della Ceo, per poi avvicinarsi alla sua scrivania e delicatamente stringere quella mano che gli porgeva, ricordandosi di moderare la forza, non sapeva perché ma quella donna, aveva un qualcosa che la rendeva nervosa in sua presenza.

 

-Signora Luthor, è un piacere rivederla.- gli avevi detto calorosamente, guardandola in quegli occhi di un intenso colore degli smeraldi, perdendoti negli stessi.

-Anche per me signorina Danvers, ma chiamami Lena ti prego.- gli aveva chiesto gentilmente, avevi annuito delicatamente, ti sentivi leggermente imbarazzata all’idea di chiamare Lena per nome, gli sembrava così intimo.

-Allora tu…- avevi balbettato non trovando le parole, sentivi la tua mente in sobbuio.

-Sì, allora ti chiamerò Kara.- Lena invece risultava chiaramente più naturale meno tesa, prese un profondo respiro cercando di calmarsi di nuovo. -Se hai il ticket del parcheggio, te lo faccio timbrare.-  Kara guardò Lena in soggezione, mentre posava la giacca sulla sedia di fronte alla stessa scrivania, doveva trovare una scusa decente per giustificare il fatto di non averlo.

-Oh, nono, non serve ho fatto un volo… con l’autobus.- aveva cominciato nervosamente a sistemarsi gli occhiali, mentre si era corretta subito, non poteva rivelare così facilmente la sua vera natura, non poteva dire a Lena che lei era Supergirl, e per questo non aveva bisogno dei mezzi tipici, che gli bastava spiccare il volo e poteva anche raggiungere in pochissimo tempo qualsiasi parte del mondo senza nessuna difficoltà.

-Sono lieta di vedere che stai dando una chance al giornalismo, ma se sei qui nel giorno in cui la presidentessa, firma la sua legge di amnistia aliena allora…- sembrava non averci fatto caso, o quanto meno aveva cercato di evitare la domanda, l’espressione sul suo viso non era cambiata, il sorriso si era solo leggermente più allargato come se cercasse in qualche modo di rassicurarla. 

-Sono venuta qui per chiedere alla sorella del più noto nemico degli alieni, un parere sull’ordine esecutivo della presidentessa.- Terminò per lei Kara, era un compito ingrato quello era certo, non che gli piacesse l’idea di interrogare Lena su tutto quello, ma era il suo lavoro. Ma Lena non reagì in nessun modo in cui Kara aveva immaginato, si tirò semplicemente indietro con la sedia, alzandosi infine.

-Ti mostro una cosa..- e così dicendo con un bel sorriso in faccia, si diresse verso una specie di cassaforte che aprì con l’impronta digitale, ne tirò fuori un oggetto. 

-Che cos’è?- ti eri alzata di nuovo avvicinandosi curiosa a Lena. 

-E’ un rilevatore di alieni, che permette agli umani di scoprire chi non è veramente uno di loro.- Lena le sorrise entusiasta, era difficile per te rimanere calma, non di fronte a quella rivelazione, Lena non sembrò notare nulla e continuò a sorriderle. 

-Non è ancora pronto, stiamo ancora sviluppando il prototipo, ma vogliamo questo dispositivo in ogni negozio, in ogni città, in tutta l’America.- non gli piaceva del tutto quell’idea, non era un modo per privare la libertà? 

-Come funziona?- Chiese a suo malgrado, interessata non per i motivi che pensava Lena. 

-È  un semplice test epidermico- le rispose Lena -Guarda, ti faccio vedere com’è un responso negativo- Continuò lei soddisfatta, poi posò il suo pollice su un quadratino nero sul dispositivo, l’aggeggio suonò e si colorò di verde, Lena glielo avvicinò per farglielo vedere, tutta entusiasta. -Ecco, vedi? È semplice, adesso prova tu..- sentì il proprio cuore perdere un battito, doveva tirarsi fuori da quella situazione, subito! Cercò di eludere il tentativo di Lena di farle fare il test, porgendole una domanda, che era risuonata subito nella sua mente appena aveva accennato a quel dispositivo.

-Ma un dispositivo come questo, non va contro tutto quello per cui dovrebbe battersi l’America?- Lena la guardò seria, posando il dispositivo sul tavolo, sembrava irritata da quella domanda, aveva notato diventare la Ceo più rigida.

-Ovvero che cosa?- Le domandò Lena incrociando le braccia in maniera seria, poggiando il dispositivo sulla scrivania.

-Contro la libertà?.. La persecuzione, l’oppressione, è sempre stato un paese pieno di immigrati e..- Lena la interruppe prendendo di nuovo parola. 

-È anche un paese pieno di esseri umani.- specificò, si sentì chiaramente a disagio nel continuare quella conversazione. 

-Si, solo..non credi che questo dispositivo riporterà gli alieni nell’ombra su cui la presidentessa sta cercando di fare luce?- aveva infine domandato a Lena

-Un alieno vuole la cittadinanza, è suo diritto, ma se uno di noi vuole sapere quale suo concittadino non è umano, ne ha diritto anche lui. Sono un imprenditrice, la LCorp è un azienda e con questo potremmo fare una fortuna, a differenza di Lex io voglio farlo per il bene del mondo.- Così dicendo Lena si girò per tornare a sedersi e in quel breve lasso di tempo avevi abbassato leggermente gli occhiali, per poi usare la vista per cercar di danneggiare quel dispositivo, sperando con tutto il cuore che funzionasse.

-Allora, provalo.- Lena le sorrise porgendole il dispositivo, che aveva preso in mano, avevi sistemato di nuovo gli occhiali, guardandola intensamente negli occhi per poi mormorare. 

-Ma certo!- Con aria poco convinta posò il pollice sul quadratino nero e trattenne il respiro…. Verde. Il dispositivo per fortuna non aveva funzionato correttamente, tirò un sospiro di sollievo, sentendosi sollevata all’idea.

-Visto è? Funziona bene.- certo che si, ora che lo aveva manomesso funzionava benissimo.

-Direi che posso andare allora, ho abbastanza materiale per l’articolo.-

-Kara ma non abbiamo..- voleva andarsene di lì il prima possibile, prima che succedesse qualcos'altro che mettesse a repentino la sua identità.

-Devo andare- avevi detto nervosa dirigendoti verso la stessa Port dell’ufficio, non potevi restare un minuto di più ma in quel preciso istante, la porta, tuttavia, la raggiunge metà strada come essa viene aperta da Jess, troppo tesa per il dispositivo non ti eri accorta che stava per entrare nell’ufficio. La porta va a sbattere forte contro il tuo viso, per fortuna senza danni alla stessa, ma gli occhiali cadono a terra mozzati in due. 

-Oh mio Dio, Kara…- Lena si lascia sfuggire quelle parole, avvicinandosi rapidamente a lei, leggermente muovi due passi indietro portando rapidamente le mani a coprire il volto, e gli occhi, celare la tua identità non erano stupide se l’avessero guardata in viso senza occhiali, l’avrebbero riconosciuta.

-Signorina Danvers! Mi dispiace tanto!- Jess emerge dall'altra parte della porta, fare un passo verso Kara, e allo stesso tempo calpestando involontariamente gli occhiali sotto le proprie scarpe, o almeno quello che ne rimane. -Oh no.- Jess dice mentre si abbassa a prendere i frammenti degli occhiali, il panico più totale prende il sopravvento su di lei, le mani ancora sul naso che probabilmente sarebbe ’rotto' se fosse umana

-No no, Jess, va tutto bene. Non importa non è colpa tua.- avevi detto cercando di rassicurarla.

-Non c'è il sangue? C'è? È rotto? Mi dispiace, signorina Danvers, non avevo idea che tu fossi lì...- Lena è già in piedi, affiancandola.

-Fammi vedere, Kara, se è rotto…- aveva sentito la mano di Lena poggiarsi sul suo avambraccio.

-Lena, sto bene davvero, io sono ok ... mi limiterò a andare in… bagno?- dici semplicemente, mentre Jess sembra accompagnarti infondo al corridoio fino a raggiungere lo stesso, lasciandoti infine da sola, ti eri mossa verso i lavandini lentamente le mani erano scese dal viso, avevi osservato la figura riflessa all’interno dello specchio. Il naso non era rotto, nessuna traccia di sangue, o di traumi causati da quell’incidente, cosa che c’era d’aspettarselo dopotutto, lei era la donna d’acciaio e di certo una porta non poteva fargli del male, ma era una scusa come un’altra per cercar un modo per sviarsi da tutta quella situazione. Ma non poteva scappare, in bagno c’era si una finestra, anche se molto piccola, ma avrebbe dato nell’occhio la sua scomparsa improvvisa e probabilmente sarebbe stato ancora peggio, che cosa poteva fare. Le mani involontariamente si era strette contro la ceramica del lavandino, andando a formare delle crepe, avevi ignorato il crepitio della stessa troppo intenta nei tuoi pensieri, dovevi trovare un modo per uscire da quella situazione il prima possibile, ma come? Un bussare arriva fino al proprio udito, seguito dalla voce di Lena.

-Kara, tutto bene? Ho qui il Kit di pronto soccorso.- non aveva fatto in tempo a fermarla che era già entrata in bagno, richiudendo quasi subito la porta dietro di se, si sposta in modo tale da coprire con il suo corpo il lavandino che ha rotto, sotto la pressione delle sue mani, per poi andar di nuovo a coprire il viso con le proprie mani celandolo.

-Sto bene, lo giuro non è rotto, mia madre adottiva è un medico-  non era proprio vero, ma doveva trovare una scusa per spiegare tutto quello. Lena non sembrava convinta si stava avvicinando sempre di più a lei, lo poteva sentire anche senza vedere, inali bruscamente l’aria cercando di calmarti, anche se puoi percepire le mani di Lena afferrare delicatamente i tuoi polsi, il tuo cuore sussulta a quel tocco, mentre non riesci a opporre resistenza lei sembra lentamente abbassare le tue mani.

-Kara non fare la bambina, fammi vedere.- il sorriso che aveva sulle labbra fino a poco prima era scomparso del tutto, lasciando che una espressione di stupore comparisse sul viso, quando finalmente vede il tuo viso libero dagli occhiali, per quanto i capelli quella mattina erano raccolti in una crocchia, sapeva benissimo che l’aveva riconosciuta. Fa un passo indietro, lasciando di colpo i suoi polsi come se quel tocco l’avesse scottata. 

 

Niente sangue.
Niente naso rotto.
Proprio Supergirl.
E un lavandino rotto.


 



PS: in realtà questo capitolo doveva venire prima di quello precedente, ma ci ho pensato solo ieri a questa piccola messa in scena, dopo aver rivisto tutta la stagione uno e due, quindi spero non vi abbia deluso, in realtà mi sono divertita a scrivere questo capitolo se posso ammetterlo e spero piacerà anche a voi. In ogni caso, un bacio e alla prossima.

Aliak

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