Evangelion - giant monster all out attack

di Evil Ulquiorra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il mostro alla fine del lbro ***
Capitolo 3: *** L'attacco del Kaiju ***
Capitolo 4: *** È sempre la stessa musica ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ok,questa è la mia prima fan fic basata sull' anime di Evangelion. La storia sarà una sorta di crossover tra l'universo in questione e quello dei Kaiju,in poche parole,gli universi cinematografici di Godzilla e Gamera. In questa fic non ci saranno angeli( eccetto Kaworu,ma lui avrà un ruolo completamente differente da quello del canone) e la trama sarà molto diversa da quella della serie. Il protagonista,Shinji Ikari,sarà anche molto diverso,anzi,sarà il contrario di quello che conosciamo e quindi sarà molto OOC. Per scrivere questa fic ho fatto molte ricerche sulla geologia e sulla biologia del nostro pianeta e,posso assicurarvi,che tutte le nozioni che troverete già dal primo capitolo sono assolutamente vere( eccetto la parte dei mostri giganti e mecha da combattimento,s'intende). Ho scritto questa storia non solo perché amo l'universo di Evangelion ma anche perché voglio avvicinare più persone possibili a quello dei kaiju,che io adoro. Alla fine di ogni capitolo,per ogni mostro che comparirà,vi sarà una carta d'identità riservata al suddetto kaiju, in aggiunta a un video tribute per vederlo in azione. Buona lettura !!!

P.S Questa storia è stata ispirata da un film che ho visto un paio di mesi fa,il mio secondo film preferito di Godzilla ,fino ad ora. Il titolo è “ Godzilla Mothra and King Gidorah – Giant monster all out attack ”. Per chi è interessato,questo è il trailer : https://www.youtube.com/watch?v=HyFJjM-dLys


Prologo

 

Gli animali compaiono sulla terra,vivono  e poi si estinguono.
Le piante coprono il terreno come un lenzuolo verde,poi si ritirano e ritornano con maggiore fecondità.
La vita si espande,si contrae,viene spazzata via e poi riprende,a volte ritraendosi fino ai margini della sopravvivenza.
Ma la terra continua a esistere. Non importa quante specie brulichino sulla sua superficie o cadano vittime di inondazioni ,terremoti,epidemie,catastrofi cosmiche o derive continentali:il pianeta continua a girare metodicamente intorno alla sua ignara stella gialla.
Le onde dell’oceano continuano a sollevarsi,il suo nucleo di metallo fuso brucia e ribolle, i venti,leggeri o violenti che siano,continuano a scorrere sulla sua superficie.
Il ghiaccio si espande e si ritira ai poli,le piogge tropicali bagnano l’equatore e il calore fa tremare l’aria sopra ai suoi deserti. Una di queste superfici ,nella parte settentrionale del continente chiamato Antartide,stava per ricevere un momentaneo picco di calore fuori dalla norma. Nel 2010 venne la notte della stella cadente. Fu vista di mattino presto che passava su Winchester diretta verso est, una linea di fiamma, alta nell'atmosfera. Centinaia di persone dovevano averla vista e dovevano averla presa per un meteorite, come tante altre. Alcuni dissero che si lasciava dietro una scia quasi verde, che splendeva a intervalli regolari. Ryan Denning, uno dei più grandi esperti di meteoriti conosciuti all’epoca, stabilì che l'altezza alla quale era stata vista al suo primo apparire era di circa centocinquanta chilometri.
Il proiettile arrivò basso e veloce,su una traiettoria capace di eludere anche i più avanzati sistemi di controllo.
Guidato da un programma e dalla sua intelligenza interna,scivolava così radente al suolo da essere costretto occasionalmente a deviare,per non colpire gli aisberg e le montagne di graniti. Il suo obbiettivo era una valle piatta e coperta di ghiaccio da cui si sollevavano dozzine di parabole e satelliti,come coralli su un fondale marino.

                                                                                                       * * *          

Antartide 21 Gennaio 2010

I giorni passavano, ma la neve non cessava.
Gendo Ikari non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva nevicato così tanto.
Guardò fuori,verso l’oceano piatto e uniforme. L’orizzonte era come una linea d’argento vivo tra la superficie dell’acqua e le incombenti masse nuvolose.
Laggiù sembrava profilarsi una pausa giorni di scrosci ininterrotti, ma di più non si sapeva. Poteva anche scendere la nebbia.
L’oceano pacifico mandava quello che voleva, in genere senza preavviso.
Affacciato ai piedi dell’unica porte presente nella cucina ,vi era Shinji Ikari, figlio di Gendo Ikari, il volto chiuso in un cipiglio leggermente deluso
<< è sveglio>>mormorò,volgendo la propria attenzione nei confronti di una giovane donna che aveva appena fatto capolino nella stanza.
Yui Ikari, moglie dell'uomo in questione, sbirciò al di fuori dell’entrata
<< Oh,lo so. Si è alzato presto>>sussurrò, porgendo al bambino un espressione divertita
<< Ora che facciamo?>>domandò l’altro, la mano destra occupata da una striscia di carta al di sopra della quale vi era dipinta la scritta BUON COMPLEANNO.
La donna si strinse nelle spalle
<< Vatti a vestire, penso a qualcosa, ok?>>
<< Ok>>
E,detto,questo,il giovane fuoriuscì dall’ala.

Dieci minuti dopo, la voce del figlio attirò l’attenzione dell’uomo
<< A dopo papà !>>
<< A dopo, Shinji>>ridacchiò lui, osservando il bambino ,mentre questi si faceva strada verso l’uscita, la cartella di scuola sulle spalle. Non era insolito che alcuni membri del personale portassero i propri famigliari alla base e,per tale motivo,era stato costruito un piccolo centro d'apprendimento.
Yui arrivò poco dopo, sedendosi accanto a lui
<< Ti ha fatto uno striscione>>commentò.
Al sentire tali parole, lo scienziato non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Cosa?>><< Per il compleanno>>continuò lei.
A questo punto,l'uomo si portò ambe le mani alla testa, emettendo un gemito di frustrazione
<< Ci ha lavorato tanto>>ridacchiò l’altra, visibilmente divertita dalla reazione del suo marito.
Volse lo sguardo in direzione dell’uomo
<< Oggi andiamo da Akagi, prendo lui a scuola, torniamo a casa, e poi una torta come si deve, ok?>>
Gendo annuì comprensivo,prima di cominciare a vestirsi.

Raggiunsero il veicolo di trasporto dopo circa una decina di minuti. Al di fuori degli alloggi,la temperatura era ancora più fredda.
L'uomo volse la propria attenzione nei confronti della donna,prendendo posto sul sedile anteriore
<< Senti…devo essere sicuro che non dipenda dai sensori,ok? Non posso rischiare di fare la figura del solito maniaco giapponese>>
<< Tu non sei un maniaco. O meglio,lo sei…ma non in questo caso>>ridacchiò lei,ricevendo uno sbuffo da parte di Gendo
<< Dev’esserci qualcosa che trascuriamo>>mormorò questi.
La donna alzò gli occhi al cielo
<< E buon compleanno!>>esclamò, suscitando uno sguardo di pura sorpresa da parte del marito
<< Cosa? È il mio…>>
<< Sì ! Sì è così !>>continuò,chiudendolo in un abbraccio.
L'uomo non potè fare a meno di ridacchiare
<< Me l’ero dimenticato. Dovrei fare gli anni più spesso>>
La giovane gli inviò un sorriso malizioso,prima di baciarlo rapidamente
<< Oh,caro...pungi>>
<< Tutti gli uomini con la barba pungono>> borbottò lui
<< Sono contento di essermi rasato al college,altrimenti non avresti più avuto alcun motivo per preferire me a Toshiro. Ad ogni modo,a cosa state lavorando? Alla soluzione dei vostri problemi sottomarini? >>
<< Nei limiti del possibile. La piscina ci consente simulazioni realistiche fino a mille metri. A profondità superiori,i dati sono troppo imprecisi>>
<< Comunque è sufficiente per il nostro progetto>>
<< Certo,ma usiamo anche i computer per elaborare scenari alternativi. A volte si discostano dai risultati del bacino,allora cambiamo i parametri finché non raggiungiamo un allineamento soddisfacente>>
<< La Shell mira a una stazione petrolifera posta a duemila metri di profondità. L'ho letto ieri sul giornale. Abbiamo concorrenza>>
<< Lo so. La Shell ha incaricato il Marintek. È una bella gatta da pelare. Vieni ,andiamo a fare colazione>>
Una volta fuori dal veicolo, Gendo prese un respiro profondo
<< Continuo a non capire perché non volete utilizzare le swop. Non è più facile lavorare da una costruzione galleggiante,se riuscite ad andare in profondità con le tubature flessibili?>>
Lei scosse la testa
<< Troppo rischioso. Le costruzioni galleggianti devono essere ancorate...>>
<< Lo so,tutte>>la interruppe lui
<< E possono staccarsi>> finì Yui.
<< Però tutte le piattaforme sono ancorate allo zoccolo continentale>>
<< Sì,ma a profondità minori. Più in basso ci sono correnti di altro tipo e un diverso moto ondoso. Ma non è solo il problema dell'ancoraggio. Se le condutture di estrazione vengono spinte a profondità elevate,diventano instabili e noi non vogliamo un disastro ecologico. Inoltre, non si troverebbe nessuno disposto a lavorare tanto al largo su un ponte galleggiante. Persino i più incalliti vomiterebbero anche l'anima. Andiamo di qua>>
Salirono una scala
<< Credevo che andassimo a colazione>> disse Gendo,sorpreso
<< Certo,ma prima il professor Fuyustuki ha detto di volerci mostrare qualcosa>>
La donna spalancò una porta.
Si trovarono in un ufficio proprio sopra il padiglione della banchisa. Dall'ampia finestra si vedeva l'intero circolo polare. Di fronte alla vetrata,vi era un uomo visibilmente sulla cinquantina,vestito in un elegante camice da laboratorio

<< Panorama interessante,non è vero Fuyutsuki?>>domandò Gendo,ricevendo un sorriso da parte dell'interlocutore
<< Un mondo di morte che non ammette alcuna forma di vita: il Polo Sud; in effetti sarebbe meglio chiamarlo Inferno>>
<< Ma a dispetto di ciò noi esseri umani ci troviamo qui come creature viventi ancora in vita.>>
<< Questo perché siamo protetti dal potere della scienza>>commentò Yui.
Affianco a lei,il marito annuì in accordo
<< La scienza è la forza dell'uomo>>
<< Scienziati... ripongono sempre eccessiva fiducia nelle proprie idee>>borbottò il vecchio,suscitando un'espressione visibilmente divertita da parte della donna
<< Una forma di egocentrismo?>>
<< Sono uomini troppo rigidi nelle loro convinzioni, e pertanto incapaci di comprendere appieno la realtà>>
<< Eppure proprio quegli stessi uomini vanno alla ricerca della verità... che ironia>>
Fuyutsuki ridacchiò
<< Loro non sono tanto nobili. Le scoperte sono fonte di gioia. La comprensione sfocia nel dominio. Ciò che in effetti cercano, è soltanto il proprio piacere>>
<< è piuttosto ipocrita,detto tra noi>>commentò Gendo,ricevendo una piccola risata da parte della coppia.
In quel preciso istante,il vecchio tirò fuori dal cassetto della scrivania un fascicolo rilegato in pelle di cuoio,porgendolo nei confronti dell'uomo più giovane
<< Che cos’è?>>domandò questi.
Lo sguardo del professore sembrò oscurarsi
<< Un' anomalia sismica. Vedi cosa c’è scritto? Questi sono minuti . X non è giorni ma minuti. Questo è ora>>
Al sentire tali parole, Yui non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Aspetta un secondo! Attività sismica? Sismica come nei terremoti ?>>
Gendo scosse rapidamente la testa
<< No,i terremoti sono diversi,irregolari. Questo è ritmico. È in crescita>>
Entrarono all'interno di una stanza dalle pareti in cartongesso.
Decine di computer ne attraversavano gli interni,accompagnati dalle figure di altrettante persone. La camera era in un'attività frenetica. Al centro di essa,comodamente seduta a sorseggiare una bottiglia di Cola,vi era la figura di una giovane donna dalla capigliatura rossiccia,indossante un paio di occhiali al livello del volto.
Gendo non perse tempo e cominciò a camminare in direzione della scienziata,porgendogli il fascicolo
<< Akgi,che diavolo sta succedendo? Hai visto questo ?>>
La dottoressa annuì di rimando
<< Si,forse non è un buon momento per una riunione>>commentò,prima di avvicinarsi nei pressi di una ricetrasmittente.
<< Abbiamo piazzato alcune radio attorno al campo,un paio di giorni fa. Questo è quello che siamo riusciti a sentire>>
Schiacciò un pulsante.
Cominciò lentamente,per poi iniziare a farsi più forte. Un rumore lento regolare.
Pareva quasi il suono provocato da un ecoscandaglio.
Ad ogni sbalzo di frequenza,un rapido bip rieccheggiava per tutta la lunghezza della sala,seguito da un lampo di elettricità statica.
<< Qual è la sorgente?>>domandò Yui, ricevendo un sorriso da parte della donna
<< Abbiamo una struttura>>fu la sua risposta.
Il tempo parve fermarsi.
Pensando di aver capito male,la giovane inarcò un sopracciglio
<< Una struttura? Qui in Antartide?>>
<< E un esemplare>>continuò l'altra,suscitando uno sguardo di puro shock da parte dei nuovi arrivati
<< Mostragli le radiografie>>ordinò ad uno degli assistenti e questi annuì rapidamente.
Akagi si avvicinò a una scrivania. Prese due sedie di resopal e aprì un lap top dall'ampio schermo.
Mentre il computer caricava il programma,la donna tamburellava sul piano del tavolo. Infine comparve la fotografia di un enorme corpo circolare,dal diametro di circa 25 km.
<< Mio Dio>>sussurrò Gendo.
La donna continuò a fissare la radiografia
<< è sepolto a circa 1000 metri di profondità. Pensiamo che sia qui fin dall'epoca dei dinosauri>>
<< Come fate a saperlo?>>domandò Yui,ricevendo l'attenzione di Akagi
<< Grazie ai carotaggi>> fu la sua risposta
<< Attualmente stiamo cercando di mettere a punto le condizioni di un'era geologica di cinquantacinque milioni di anni fa. Più o meno tra paleocene ed eocene,sembra che la sulla terra ci sia stata una catastrofe climatica di grandi dimensioni. L'oceano si è letteralmente ribaltato. Il settanta per cento di tutti gli esseri viventi sul fondo marino è morto. Intere zone degli abissi si sono trasformate in luoghi inadatti alla vita. Invece sui continenti c'è stata una rivoluzione biologica. Nell'artico sono comparsi i coccodrilli e i primati, e i moderni mammiferi sono migrati nelle latitudini subtropicali verso il nord America. Una confusione straordinaria. Come lo sappiamo? Tutta la conoscenza sulla catastrofe deriva dai carotaggi trovati a duemila metri di profondità sui fondali marini>>
<< Centra il metano>> commentò Gendo
<< All'epoca,il metano si deve essere surriscaldato e la grande massa d'idrati è diventata instabile. Le scarpate continentali sono scivolate e hanno liberato altro metano. Nel giro di qualche millennio,forse addirittura meno, si sono sprigionate nell'oceano e nell'atmosfera miliardi tonnellate di gas. Un circolo vizioso. Il metano genera un effetto serra trenta volte superiore a quello dell'anidride carbonica. L'atmosfera si è riscaldata e,a sua volta, ha riscaldato ulteriormente gli oceani che hanno liberato altri idrati, e così via,all'infinito. La terra era diventata un forno. L'innalzamento attuale della temperatura delle acque profonde,compreso tra i due e i quattro gradi,non è niente a confronto dell'innalzamento di quindici gradi avvenuto all'ora ,ma non è da sottovalutare. Presumo abbiate trovati gli stessi effetti attorno alla struttura>>
<< è così>> confermò l'altra,suscitando uno sguardo di pura sorpresa da parte del gruppo.
L'uomo tornò ad ascoltare il battito
<< Che cos’è ? Un segnale di soccorso? Forse è un richiamo d’aiuto>>
E poi accadde.
Vi fu un lampo di luce bluastra.
Lo sentì arrivare: un mugolio crescente da un altro mondo che giungeva dal lato ovest della volta celeste, un mmmm che crebbe fino a diventare un MMMMM nello spazio di pochi secondi.
<< Che diavolo è?>> domandò Fuyutsuki,scrutando il cielo al di fuori della finestra più vicina.
Un forte rumore risuonò nel silenzio.

La bottiglia da cui la donna stava bevendo gli esplose in mano. Spaventata ,Akge fissò i frammenti di vetro e la preziosa bevanda che ora gocciolava dal suo palmo aperto. C’era del sangue sul suo collo,dove alcune delle schegge l’avevano colpita. Dal cielo stava cadendo qualcosa…in una versione accartocciata. Sospese nell’aria restavano spirali di fuoco come petali rossicci,un fiore che si stava ancora aprendo. Il corpo precipitava in una scia di fumo denso.
Qualcosa si schiantò rumorosamente sulla banchisa ,scalzando pezzi di ghiaccio,prima di rotolare vorticosamente nella neve alta a sinistra. E in quel preciso istante,il corpo toccò terra. L'esplosione fu bianca e onnicomprensiva. Ad appena un centinaio di metri lungo l'asse che conduceva alle torri di controllo più vicine,guizzò nel cielo velato una brillante scintilla dorata,come un fulmine che saetta all'insù invece che verso il suolo. Un istante dopo,l'esplosione titanica squarciò il centro della notte. Una rossa palla di fuoco cancellò prima una delle torrette poste lungo il perimetro dello stadio,poi le parabole adiacenti al traliccio e poi l'intero orizzonte da nord a sud.
I vari membri del personale cominciarono a gridare ma non furono mai in grado di udire se stessi a causa del boato devastante e progressivo del repentino passaggio di quarantamila litri di elio.
Il soffitto esplose.
Le gambe che affondarono nell’apertura erano enormi, potenti e metalliche. schiacciarono una frastornata Akagi,lasciandone solo una macchia rossa distesa sul bianco della neve. Correndo verso la porta principale,Fuyustuki urlò
<< Date l’allarme! Evacuate la struttura!>>
Spezzando un altro punto del tetto che cedeva sempre più rapidamente,un secondo piede meccanico mancò il vecchio ma intercettò un altro uomo che correva per il laboratorio.
Gendo non ebbe bisogno di dire alla sua compagna di iniziare a correre. Stavano già fuggendo come gazzelle verso l’entrata.
Intorno a loro c’era il caos,mentre i residenti rimasti si sparpagliavano in cerca di una qualsiasi altra uscita .
Una volta usciti dall’edificio,la donna e l’uomo si girarono per inquadrare il nemico
<< Gesù !>>
Vera meraviglia meccanica,la macchina era molto più alta e grossa di un normale edificio,circa 100 metri al di sopra del terreno.
Braccia e gambe potenti spuntavano dal suo corpo,insieme a un assortimento di sensori. Solo alcuni di essi controllavano i dintorni attraverso il normale spettro visivo ; altri sfruttavano gli infrarossi e gli ultravioletti.
Le membra erano di uno scintillante metallo scuro cingevano .
All’estremità di ogni braccio,una lama ricurva,simile a una falce, fendeva l’aria alla ricerca di prede. Una testa massiccia,ornata da un becco aguzzo irto di denti seghettati,così come da un paio di tenaglie simile a quelle di un insetto,prendeva posto al di sopra del collo,seguita da un totale di tre vele verticali. Un unico grande occhio rosso,disposto orizzontalmente lungo la parte anteriore del muso,setacciava l’area,illuminando la notte artica.
Le persone fuggivano urlando in ogni direzione. Molte corsero verso un parcheggio pieno di veicoli,alcuni dei quali erano stati faticosamente ripuliti dalla neve.
Sporgendosi sulle gambe dritte come travi oltre il tetto sfondato del negozio,il mecha lanciò contro i mezzi una potente scarica che li tramutò in un’abbagliante palla di fuoco. L’uomo e i suoi compagni morirono all’istante.
Gendo non aveva risentito troppo degli effetti dell'esplosione,ma di sicuro fu troppo per Yui. Scrollandosi di dosso una strana e incomprensibile emozione,l'uomo sollevò la moglie fra le braccia. Con un brusco cenno verso un altro rimorchiatore che prendeva lentamente velocità,guidò Fuyutsuki verso di esso,sperando di intercettarlo. Un uomo salvò loro la vita,pur senza volerlo.
Uno spazza neve in corsa lo colpì di striscio,ma fu comunque fortunato perché rotolò via e si rimise in piedi senza apparenti danni.
Raggiunto il rimorchiatore,la figura aprì di scatto la portiera e vi salì dentro. Il veicolo in fuga non mancò di attirare l'attenzione del mecha. Un colpo d'arma da fuoco e lo ridusse a una carcassa fumante.
Avendo già guadagnato un discreto vantaggio,Ikari arrivò a pensare che il gatto delle nevi sarebbe riuscito a sfuggire. Ma la gittata della creatura era pari alla sua mira. Proiettato in aria dal colpo,il veicolo rotolò fino a sbattere contro la tettoia di metallo che copriva in parte il deposito del carburante.
Sempre con Yui tra le braccia,l'uomo trovò riparo con Fuyutsuki dietro ad un angolo ancora intatto della base.
Sbirciando dentro,vide un paio di veicoli vuoti e probabilmente funzionanti: un'autocisterna e un carro attrezzi malandato,contente molti barili di elio. Caricando la donna sul sedile anteriore,si piegò sotto al cruscotto e iniziò a cercare i fili per accendere il motore. Una mano sulla sua spalla lo costrinse a fermarsi a guardare. Incontrando lo sguardo del suo ex studente,Fuyustuki scosse la testa e usò entrambe le mani per disegnare nell'aria la forma di un fungo,mentre mimava con uno sbuffo un'esplosione.
Gendo capì all'istante. Quel che il vecchio intendeva era non solo chiaro ma anche vero. Da quel che aveva visto fino ad ora,entrare in un veicolo per tentare di scappare non era la strategia migliore per non farsi notare dalla macchina. Ma cosa dobbiamo fare,allora? Si domandò furiosamente.
La grossa macchina gli levò il fastidio di pensare.
Le corte raffiche della sua arma,posta poco al di sopra del braccio,iniziarono a far crollare le pareti della struttura.
Giorni di neve accumulata presero a formare delle nubi impenetrabili,mentre continuava a cercare il modo migliore per strapparli dal carro attrezzi.
Guardando di scatto verso il suo mentore, Gendo con le labbra sillabò un<< fidati di me>>,poi unì i fili sotto al cruscotto. Il motore ringhiò,sembrò gonfiarsi,ringhiò ancora e poi ruggì,svegliandosi del tutto.
Lanciandosi sul sedile del guidatore mentre Fuyutsuki passava sull'altro e proteggeva Yui col proprio corpo,mise in movimento il veicolo. In retromarcia.
Colpendo l'autocisterna,il grosso mezzo iniziò a spingerla all'indietro.
Una mano sul volante e un piede premuto sull'acceleratore, Ikari notò che il suo piano stava funzionando,almeno per 2/3.
Muovendo l'autobotte,l'ave va spinta contro la gamba del mecha. In più,quel mezzo stava spargendo in giro del carburante dalle lesioni del suo serbatoio. Certo,in assenza di una scintilla la benzina si raccoglieva semplicemente sopra la banchisa. Era come se avesse sparso del latte o dell'acqua.
Mentre tentava di decidere cosa fare,una mano si posò sul suo braccio. Delle dita sottili.
Sveglia e silente, Yui stava indicando un razzo segnaletico d'emergenza all'interno del cruscotto.
Afferrandolo,l'uomo lo accese,prese la mira e lo lanciò oltre il finestrino,per poi schiacciare l'acceleratore a tavoletta. Mentre il carro attrezzi usciva con uno scatto,quel proiettile atterrò in una pozza di carburante e sollevò una fiammata violenta verso l'autocisterna .
Vedendo il veicolo in fuga, la creatura non identificata sollevò la canna della sua arma principale e prese la mira. Il risultato,quando il fuoco raggiunse il serbatoio spaccato, fu decisamente esaltante. L'esplosione fu ancora più esagerata di quanto Gendo avesse sperato. Mentre le fiamme si sollevavano al cielo dietro di lui. Spinse il veicolo lontano dalla base.
Poi,come dal nulla, il mecha fuoriuscì dalla colonna di fiamme e sparò un colpo. Il proiettile d'energia colpì la parte posteriore del veicolo,facendolo ribaltare.
Vennero sbalzati come fossero delle palline da ping pong.
Gendo non perse tempo e fuoriuscì dal veicolo,trascinando il corpo esanime della moglie. Fuyutsuki lo seguì a ruota,il volto ornato da una macchia di sangue.
Cominciarono a guardarsi intorno.
Era un massacro.
Dietro di loro,il cyborg cominciò a camminare nella loro direzione.

Nello stesso istante, grida altissime cominciarono a squarciare l'aria.
Si voltò di scatto,seguito dalla macchina. E poi lo vide.
La scena aveva qualcosa di surreale. Proprio sopra la banchisa si levava il gigantesco corpo di una creatura dalle sembianze rettili. Sembrava quasi non avere peso. Un essere di monumentale bellezza,con la testa incrostata di scaglie,tesa verso le nuvole,che se ne stava lì,a circa cinquanta metri sopra la base scientifica.
Per un attimo che sembrò eterno ,l'animale rimase sospeso,con la cosa sollevata,come fosse il corpo di una serpe.
Gendo scrutò quel gigante.
Non aveva mai visto nulla di così terribile e magnifico al contempo. Fuyutsuki,gli uomini della stazione,lui stesso...tutti tenevano la testa sollevata,con gli occhi sbarrati,aspettando di capire cosa sarebbe successo
<< Mio Dio>> sussurrò l'uomo.
La coda della bestia si abbassò,come al rallentatore,e la sua ombra si allungo sulla struttura più vicina. Placche di natura ossea cominciarono a stagliarsi lungo il dorso dell'animale,illuminate da una debole luce di colorazione blu.
Di fronte al nuovo arrivato,la creatura meccanica inclinò leggermente la testa,emettendo un sibilo di natura metallica.
E poi lo sentirono. Un suono lento e prolungato,simile a quello di un motore quando viene riavviato.
La macchina emise un urlo di rimando,preparandosi ad attaccare.
Poi ,la creatura spalancò le fauci ,rivelando un bagliore rossastro che iniziò lentamente a farsi strada dal fondo della gola. Il ventriglio posto al di sotto del collo cominciò anch’esso ad assumere una colorazione vicino all'azzurro, mentre l’aria intorno a Gendo divenne calda e soffocante.
L'uomo prese un respiro profondo

<< Tutti a terra!>>
e, in quel preciso istante, l’inferno parve riversarsi sulla terra.
Una fiamma blu, grande cinque volte la testa dell’animale, divampò dalla bocca dell’essre, proiettandosi in avanti e divorando tutto ciò che che vi finì all’interno. Il cyborg non ebbe neanche il tempo di reagire.
L'attacco andò a infrangersi contro il torace del mecha,facendolo sobbalzare all'indietro. Il metallo che ne ricopriva la corazza sembrò sciogliersi sotto il calore della vampata.
La bestia aprì le fauci una seconda volta. Le fiamme furono altrettanto luminose e durarono per molto più tempo.
La macchina ne fu completamente sopraffatta e cadde lungo la banchisa,riversando neve e detriti sulle figure dei presenti.
La nuova di ghiaccio investì Gendo in pieno volto. Tutto quello che sentì l'uomo,poco prima di svenire,fu un ruggito che sembrò squarciare l'aria stessa.

                                                                                                   * * *

 

La tempesta fece calare sulla campagna l’oscurità prima del tempo. Lampi frequenti illuminavano i resti di quella giornata : pezzi d’ossa,membra umane e metalliche strappate via dai corpi a cui appartenevano,pezzi  di macchine che avevano servito gli umani e altri appartenenti a quelle che avevano perseguito solo i loro spietati scopi.
Sui resti organici e metallici si muovevano solo le nuvole e i torrenziali rovesci di neve. In mezzo a quella distruzione totale, si estendeva una macchia di fango.
Delle sagome allungate,simili a vermi,emersero dal terreno umido e si levarono verso il cielo. Non erano serpenti o millepiedi…erano dita umane…attaccate a una mano umana,e questa a un polso,il polso a…
Emerse una figura coperta di fango e di detriti.
Gli occhi erano spalancati,vitrei e scintillanti di .Sconvolta dalla realtà circostante,con un solo braccio lungo il fianco sinistro,si guardò intorno nella notte di tempesta.
La pioggia neve lavò via il fango dal suo volto e dai suoi arti.
Bagnato e sotto shock, Gendo Ikari spalancò la bocca e ululò al cielo.
Affianco a lui,stava il corpo di una giovane donna,non più grande di lui.
Tremando lievemente,disorientato e sconcertato, si ritrovò a fissare il cadavere di sua moglie,col foro di un detrito che ne evidenziava il petto.
Gelato,confuso e molto,molto solo,poteva solo star lì a guardare…e posare delicatamente una mano sul volto della giovane
<< Yui…>> singhiozzò,non facendo alcun tentativo di trattenere le lacrime.
E poi,si udì il rumore degli elicotteri di soccorso…


 

Com'era ? Spero bello! Se questo capitolo vi è piaciuto,vi prego di lasciare una recensione. Di sotto,le carte d'identità dei Kaiju comparsi.


Gigan

film: Godzilla Final Wars

altezza: 50 metri

tribute: https://www.youtube.com/watch?v=xu_UzTfz_Rw


 

Godzilla

film : Godzilla ( 2014)

altezza : 50 metri

tribute : https://www.youtube.com/watch?v=AKH-8BYBQmo

 

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Capitolo 2
*** Il mostro alla fine del lbro ***


L'ho fatto. Cavolo,ho deciso di riprender questa storia. Per tutti coloro che avevano letto il primo capitolo e si erano aspettati un aggiornamento,mi dispiace,ma la suddetta fic non aveva ricevuto l'attenzione che speravo e,in più,ero stato molto impegnato con l'esame e altri lavori. Ora,posso affermare senza ombra di dubbio che,considerando l'ottimo punteggio di ricevuto a fine anno( mi hanno accettato all'Università di Biologia Marina di Aberdeen,in Scozia),ho finalmente il tempo per riprendere questa storia e la continuerò in contemporanea con The Dark Lord Rising. Merito anche dell'ultima notizia ricevuta: il regista di Evangelion sarà anche il regista del nuovo film di Godzilla che uscirà in Giappone ad Agosto. Aspettatevi un capitolo a settimana e vi consiglio di rileggervi l'inizio,nel caso ve lo foste dimenticati. Spero di ricevere molte recensioni :)

 

Il mostro alla fine del libro

L'evoluzione doveva essere molto soddisfatta. Così soddisfatta da farsi un bel sonnellino durato 3 miliardi di anni.
Forse ha anche ammirato la sua opera con orgoglio, senza sentirsi chiamata a fare nulla di più nobile. Certo, quel sacco membranoso con una supermolecola nel nucleo era un'impresa di cui andare molto fieri.
Ma com'è stato possibile che, per 3 miliardi e mezzo di anni, non ci siano stati che organismi unicellulari? E che dire di almeno una forma di vita più complessa? Di zampe, denti e occhi o, almeno, di qualcosa di strisciante con un davanti e un didietro distinguibili? Perché mai l'evoluzione ha aspettato così tanto prima di procedere nell'esperimento della vita, decidendo poi di progettare in tutta fretta organismi sempre più complessi, come se si fosse ricordata all'improvviso di essere in ritardo sui tempi di consegna?
Ecco qui la bolla dell'ordine: c'è scritto che, per l'inizio del Cambriano, dovevo ricevere un Tyrannosaurus rex. Come? Sono arrivati soltanto le cozze e le lumache? Si sbrighi!
Bhe,mio caro lettore,se deciderai di continuare questa storia...sono certo che le risposte non tarderanno a farsi vive. E la nostra storia...comincia proprio da qui.

 

Il 13 settembre 2010 un violento cataclisma colpisce l'Antartide , causando il completo scioglimento della calotta australe e una variazione di inclinazione nell'asse terrestre. I successivi cambiamenti climatici, l'innalzamento del livello del mare e lo scatenarsi di conflitti globali per aggiudicarsi le poche risorse rimanenti, portano alla morte di circa tre miliardi di persone. Secondo la versione ufficiale, l'esplosione, denominata Second Impact, è stata determinata dallo schianto di un meteorite con il polo Sud. Questo,almeno,è quanto riportato dai giornali...

10 Ottobre 2015

Neo-Kyoto 2

Minato trattenne il respiro.
Vieni,dai. Facci questo favore.
Era la sesta volta che il beluga nuotava davanti allo specchio. Il piccolo gruppo di giornalisti e studenti che si era radunato nella sala d'osservazione dell'acquario si bloccò in un silenzio reverente. Attraverso la gigantesca vetrata potevano vedere per intero la vasca.
Raggi solari obliqui danzavano sulle pareti e sul fondo e,dato che la sala di osservazione era nell'oscurità,il gioco di luci e ombre si riverberava sui volti dei presenti. L'uomo aveva marcato il beluga sulla mandibola con un cerchio tracciato grazie a una vernice atossica. Il punto era stato scelto in modo che il cetaceo potesse vederlo solo se osservava la propria immagine riflessa nello .
Sulle pareti di vetro riflettenti della piscina erano stati sistemati due specchi,e adesso il beluga stava nuotando lentamente davanti a uno di essi. Lo faceva con una consapevolezza tale da non lasciare a Minato il minimo dubbio sull'esito dell'esperimento. Il corpo bianco si girava leggermente nel passare davanti alla vetrata,come se il cetaceo volesse mostrare agli astanti la sua mandibola segnata. Poi l'animale scese più in profondità,finchè non arrivò alla stessa altezza dello specchio.
Si fermò,si sollevò e mosse la testa prima in una direzione,poi in quella opposta. Evidentemente cercava di scoprire da quale angolazione si vedeva meglio il cerchio. Continuò a muoversi così per un bel pezzo davanti allo specchio,agitando le pinne e voltando la piccola testa con la caratteristica bombatura della fronte.
Era davvero inquietante : un essere così diverso dall'uomo,eppure con un comportamento incredibilmente simile a quello umano...a differenza dei delfini,che avevano un repertorio limitato,i beluga erano capaci di dare molte espressioni al volto. Per un istante,sembrò quasi che facesse un sorriso.
Gli uomini tendono ad attribuire stati d'animo a beluga e delfini proprio a causa di quei presunti sorrisi. In realtà,gli angoli della bocca sollevati sono frutto di una serie di peculiarità fisiognomiche utilizzate per la comunicazione. I beluga potevano anche abbassare gli angoli della bocca,senza per questo esprimere tristezza. Sapevano addirittura sporgere le labbra come se fossero di buon umore e stessero fischiettando.
Poco dopo,tuttavia,il beluga sembrò perdere ogni interesse. Forse aveva esaminato a sufficienza la propria immagine riflessa...a ogni buon conto,nuotò verso l'alto con una curva elegante e si allontanò dalla vetrata.
<< è tutto>> disse Minato,a bassa voce.
<< E questo che vuol dire?>> chiese una giornalista.
<< Già. Lui sa chi è. Torniamo su>>
Dal sottosuolo risalirono alla luce del sole. Alla loro sinistra c'era la piscina e tutti la fissarono. Appena sotto l'increspatura delle onde videro scivolare i corpi dei due beluga.
Minato aveva volutamente evitato di spiegare agli osservatori l'esatto corso dell'esperimento. Voleva raccogliere le impressioni dei partecipanti con la certezza che non avessero letto nel comportamento dei cetacei quello che lui desiderava leggerci. Le sue osservazioni furono confermate in pieno.
<< Mi congratulo>> cominciò
<< Avete appena partecipato a un esperimento che è entrato nella storia delle ricerche del comportamento: la coscienza di sé allo specchio. Sapete di cosa sto parlando?>>
Alcuni degli studenti lo sapevano. I giornalisti un po' meno.
<< Non fa niente>> disse Minato.
<< Ve la riassumo io. L'idea della coscienza di sé allo specchio è nata negli anni 70. per decenni i test si sono limitati quasi esclusivamente ai primati. Non so se il nome Gordon Gallup vi dice qualcosa...>>
Circa la metà dei presenti annuì,gli altri scossero la testa
<< Va bene. Gallup è uno psicologo della State University of New York. Un giorno gli venne un'idea folle : mise a confronto diverse specie di scimmie con la loro immagine allo specchio. La maggior parte la ignorò,altre cercarono di aggredirla,perchè pensavano si trattasse di un intruso. Alcuni scimpanzè,invece,si riconobbero nell'immagine e la utilizzarono per studiarsi. Era una cosa straordinaria ,perchè la maggior parte dei membri del regno animale non è in grado di riconoscersi allo specchio. Gli animali esistono,provano sensazioni,agiscono e reagiscono. Ma non hanno consapevolezza di sé. Non riescono a percepirsi come individui a sé,diversi dai loro simili>>
Proseguì spiegando che Gallup aveva segnato col colore la fronte delle scimmie e le aveva messe davanti allo specchio. Ispezionando il segno ,ne determinavano la posizione con le dita e annusavano. Gallup aveva proseguito l'esperimento con altre scimmie,pappagalli ed elefanti. Ma gli unici animali ad aver avuto quel comportamento erano stati gli scimpanzè e gli orangutan, cosa che portò Gallup a concludere che essi avevano la percezione di sé e quindi una certa coscienza di se stessi.
<< Ma Gallup andò oltre. Da tempo sosteneva l'ipotesi che gli animali non potessero condividere la psiche delle altre specie. Ma il test dello specchio gli fece cambiare idea. E,oggi,non si limita a credere che determinati animali abbiano coscienza di sé,ma anche che tale condizione permetta loro d'immedesimarsi negli altri. Gli scimpanzè e gli orangutan attribuiscono opinioni agli altri individui e sviluppano compassione. Sono in grado di scindere le loro condizioni psichiche da quelle degli altri. Questa è la tesi di Gallup,che ha trovato molti sostenitori.>>
Fece una pausa.
Sapeva che poi avrebbe dovuto mettere un freno ai giornalisti- non voleva ritrovarsi aleggere che i beluga erano i migliori psichiatri, che le focene avrebbero fondato un'associazione per il salvataggio dei naufraghi e gli scimpanzè un club scacchistico.
<< In ogni caso,è significativo che fino agli anni 90,per il test dello specchio,siano stati usati esclusivamente animali terrestri>> proseguì.
<< Inoltre è vero che si speculava già da tempo sull'intelligenza di delfini e balene,benchè fornire la dimostrazione non suscitasse di certo l'interesse delle industrie alimentari. La carne di scimmia e la sua pelliccia interessano solo una minima parte dell'umanità. Al contrario,la caccia alle balene e ai delfini ha ben altre dimensioni e subirebbe un duro colpo se si dimostrasse l'intelligenza e la consapevolezza di sé di tali animali. Molti sono stati tutt'altro che entusiasti quando,alcuni anni fa,abbiamo iniziato i test dello specchio con le focene. Abbiamo rivestito le pareti della piscina in parte con vetri riflettenti,in parte con specchi veri e propri. Poi abbiamo segnato le focene con un pennarello nero. Ed è stato già piuttosto sorprendente notare come i nostri soggetti ispezionassero le pareti finché non trovavano gli specchi. Evidentemente avevano capito che potevano vedere meglio il segno se l'immagine riflessa era più definita. Ma siamo andati oltre: abbiamo marcato alcuni animali con un pennarello che conteneva inchiostro e altri con uno che conteneva solo acqua. Temevamo solo che le focene reagissero solo allo stimolo tattile; invece si fermavano a lungo a esaminarsi davanti allo specchio solo i soggetti col segno visibile>>
<< Le focene ottenevano una ricompensa?>> chiese uno degli studenti.
<< No,non le abbiamo neppure allenate per il test. Durante l'esperimento abbiamo addirittura segnato diverse parti del loro corpo,per evitare gli effetti dell'apprendimento e dell'abitudine. Da alcune settimane stiamo facendo lo stesso esperimento coi beluga. Abbiamo segnato sei volte i cetacei,due volte col pennarello finto. Li abbiamo osservati. Ogni volta nuotavano verso lo specchio e cercavano il segno. Per due volte non l'hanno trovato e hanno interrotto subito la ricerca. A mio avviso,abbiamo ottenuto la dimostrazione che i beluga hanno lo stesso livello di autoconsapevolezza degli scimpanzè. Per alcuni aspetti,i cetacei e gli uomini possono essere considerati molto più simili di quanto pensavamo>>
Uno studente alzò la mano.
<< Vuole dire...>>
esitò
<< I risultati vogliono dire che delfini e beluga hanno intelletto e coscienza ,giusto?>>
<< è così>>
<< Come può dimostrarlo?>>
Minato era allibito
<< Non ha sentito? Non ha visto cos'è successo?>>
<< Certo. Ho visto che un animale ha registrato la propria immagine allo specchio,quindi è come se dicesse : questo sono io. Ciò dimostra necessariamente la coscienza di sé?>>
<< Si è dato la risposta da solo,affermando: quindi è come se dicesse “ questo sono io”. Ha coscienza di sè>>
<< Non credo>>.
Lo studente fece un passo avanti e Minato lo osservò,aggrottando le sopracciglia. Aveva una corporatura magra,capelli castani e occhi blu scuro.
<< Il vostro tentativo evidenzia attenzione consapevole e coscienza dell'identità fisica. E ,a quanto pare,lo fa con successo. Ma non basta per dimostrare che questi animali possiedano una coscienza permanente dell'identità. Da esso non si possono fare speculazioni sul loro atteggiamento nei confronti degli altri essei viventi.>>
<< Non ho detto questo>> si difese l'uomo.
<< Certo. Ha difeso la tesi di Gallup secondo cui determinati animali sono in grado d'individuare se stessi rispetto agli altri...>>
<< Ho parlato di scimmie>>
<< ...Cosa che, sia detto tra parentesi,è controversa. In ogni caso,lei non ha posto nessun limite quando si è messo a parlare di focene e beluga. Oppure mi è sfuggito qualcosa?>>
<< In questo caso non c'è nessun limite da porre>> ribattè Minato,contrariato.
<< Che gli animali si riconoscano è dimostrato>>
<< Alcuni esperimenti lo lasciano pensare,certo>>
<< Dove vuole arrivare?>>
Il ragazzo lo fissò,con una faccia impassibile,prima di stringersi nelle spalle
<< Non è evidente? Lei può vedere come si comporta un beluga. Ma come fa a sapere che cosa pensa? Conosco il lavoro di Gallup. Crede di aver dimostrato che un animale può immedesimarsi in un altro. Ciò presuppone che gli animali pensino e provino sensazioni come noi. Quello che oggi ci ha mostrato è un tentativo di umanizzazione>>
Minato era senza parole. Quello studente gli stava ritorcendo contro i suoi stessi argomenti.
<< Ha davvero questa impressione?>> domandò.
<< Lei ha detto che i cetacei potrebbero essere più simili a noi di quanto abbiamo creduto fin'ora>><< lei non ha ascoltato bene signor...>>
<< Ikari. Ikari Shinji>>
<< Signor Ikari. Ho detto che i cetacei e gli uomini potrebbero essere più simili di quanto pensavamo>>
<< E dov'è la differenza?>>
<< Nel punto di vista. Non vogliamo dimostrare che la scoperta di tratti comuni rende i cetacei più simili agli uomini. La questione non è mettere l'uomo come figura ideale,ma vedere parentele sostanziali...>>
<< Comunque non credo che la consapevolezza di sé di un animale sia paragonabile a quella dell'uomo. Le premesse di fondo sono troppo distanti. A cominciare dal fatto che gli uomini hanno una consapevolezza permanente di sé ,attraverso cui...>>
<< Sbagliato>> lo interruppè Minato.
<< Anche gli uomini sviluppano una consapevolezza permanente solo a determinate condizioni. È dimostrato. Dai diciotto ai ventiquattro mesi,i bambini cominciano a riconoscere la propria immagine allo specchio. Fino a quel momento non sono in grado di riflettere sul loro essere se stessi. Rispetto al cetaceo che abbiamo visto poco fa,sono ancora meno consapevoli della loro condizione intellettuale . E la smetta di fare continuamente riferimento solo a Gallup. Noi ci stiamo sforzando di comprendere gli animali. Perché non ci prova lei?>>
<< Comprendere è una cosa,un'altra è quello di paragonare queste creatura alla razza più distruttiva della terra>>ribattè Shinji,stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Minato sembrava ormai sul punto di esplodere.
Dopo circa un minuto buono,tuttavia,volse la propria attenzione nei confronti della folla,ignorando completamente la figura del quindicenne.
<< Naturalmente questi test sono solo all'inizio. Nessuno che faccia ricerche serie su delfini e balene rinverdire l'ameno mito degli amici dell'uomo. Verosimilmente,delfini e balene non hanno un particolare interesse per l'uomo,soprattutto perché abitano un diverso spazio vitale,hanno altri bisogni e derivano da una linea evolutiva diversa dalla nostra. Ma se il nostro lavoro può portare a trattarli con maggiore rispetto, e quindi proteggerli al meglio,allora ne vale la pena>>
Minato rispose ancora ad alcune domande e lo fece il più velocemente possibile.
Shinji si tenne in disparte,prima di fuoriuscire dall'attrazione,seguito da un ragazzo poco più basso di lui. Aveva i capelli neri e il volto chiuso in un sorriso divertito.
Volse la propria attenzione nei confronti del compagno.
<< Cavolo,quest'oggi hai davvero superato te stesso>>commentò,ricevendo una scrollata di spalle da parte dell'amico
<< Cercavo solo di mettere in evidenza gli errori della sua stessa tesi,Hamazura>>
<< Sì,sì,come no,la verità è che ti stavi annoiando a morte ,così hai cercato di vivacizzare un po' la situazione>>continuò l'altro,prima di scoppiare in una risata.
Shinji non potè fare a meno di alzare ambe gli occhi al cielo
<< Mi conosci troppo bene>>borbottò,con aria colpevole.
Hamazura si portò le braccia dietro la testa,assumendo una posizione rilassata
<< Credo proprio che ci meritiamo una birra>>
<< Siamo ancora minorenni>>
<< E succo di frutta sia>>

                                                                                                                       * * *
Altrove

Ritsuko Akagi appoggiò i suoi appunti e guardò fuori.
Il CH-53 Super Stallion si abbassava velocemente.
Una forte brezza scuoteva l'elicottero lungo trenta metri. Sembrava quasi cadere sulla piattaforma in mezzo al mare,e la donna si domandava come un affare tanto gigantesco potesse stare a galla. Ma,nel frattempo,si chiedeva: come si può atterrare su una cosa così piccola?
Più di cinquecento miglia marine a nord-est di Neo Tokyo 3,sopra la piana abissale del Kanto,c'era la USS Marine LDH-8,una città galleggiante,strana e irta di strutture,col fascino di un mezzo spaziale uscito da Alien. Due ettari di liberà e novantasettemila tonnellate di diplomazia,così la definiva la Marina giapponese.
L'elicottero virò .
Con un movimento circolare,il Super Stallion si mosse verso il punto di atterraggio e si posò.
Attraverso i finestrini laterali,Ritsuko vide un uomo con una tuta da lavoro gialla che dava indicazioni al pilota.
Qualcuno dell'equipaggio la aiutò a slacciarsi la cintura e a indossare il casco,cuffie,jacket e occhiali protettivi. Il volo era stato sgradevole e la donna si sentiva mal messa sulle gambe. Con passi incerti scese dall'elicottero,passò sotto la coda del Super Stallion e si guardò intorno. Sulla pista d'atterraggio c'erano poche persone. Quel vuoto aumentava l'impressione di un posto surreale: una distesa asfaltata,pressochè infinita,punteggiata di fortificazioni ,lunga 257 metri e larga 32.
Ritsuko lo sapeva con precisione.
Era una scienziata col debole per i numeri,quindi aveva cercato di sapere tutto il possibile sulla USS Marine,ma in quel caso la teoria capitolava di fronte alla realtà.
La vera nave non aveva nulla a che fare coi disegni dei progetti e i dati tecnici.
Nell'aria aleggiava un intenso odore di petrolio e kerosene,cui si mischiava quello di gomma calda e sale.
Il ponte era spazzato da un vento violento che sembrava strapparle la tuta. Non era un luogo per i viaggi di piacere.
C'erano uomini con giubbotti colorati e cuffie antirumore che correvano da tutte le parti. Uno le andò incontro,mentre alcuni soldati scaricavano l'elicottero. Avevano un giubbotto bianco.
Ritsuko cercò di ricordare. Il bianco era il colore dei responsabili della sicurezza. Quelli in giallo dirigevano il traffico degli elicotteri sul ponte,quelli vestiti di rosso si occupavano del carburante e delle armi. E in marrone non c'era nessuno? E in lilla ? Di che cosa si occupavano quelli in marrone?
Il freddo le entrò fin sotto la pelle.
<< Mi segua!>> gridò l'uomo ,per sovrastare il fragore dei rotori che si stavano fermando.
Indicò l'unica costruzione della portaerei. Pareva un condominio ed era sormontata da antenne e da enormi parabole.
Mentre seguiva il suo accompagnatore,Ritsuko si toccò meccanicamente il fianco con la mano destra. Poi le venne in mente che,con indosso la tuta,non poteva prendere le sigarette. Non aveva potuto fumare neanche sull'elicottero.
Volare sul oceano pacifico col vento forte per lei non era un problema,ma l'astinenza da nicotina non riusciva a reggerla.
L'uomo aprì un portellone e lei entrò nell'isola ,come veniva chiamato quell'edificio nel gergo della Marina.
Dopo aver oltrepassato una doppia paratia,si trovò a respirare aria fresca e pulita,ma non riuscì a cancellare la sensazione di soffocamento che quel luogo le comunicava. L'uomo della sicurezza la affidò a un giapponese alto e magro,caratterizzato da una benda nera che ne percorreva la parte sinistra del volto. Costui era il dottor Serizawa.
Entrambi si strinsero la mano. Nelle ultime settimane,Ritsuko aveva spesso parlato con lui,ma solo per telefono.
La donna volse la propria attenzione nei confrontI dello scienziato.
<< Allora ,che cos'hai per me?>>domandò,ricevendo un sorriso da parte del collega
<< Ora te lo mostro>>
e,detto questo,l'uomo cominciò a frugare nelle tasche del camice da laboratorio.
Dopo circa una decina di secondi,estrasse un vecchio registratore nero di forma rettangolare,poco più grande della sua mano.
Fatto questo,girò la testa in direzione della costa, che si stagliava al di fuori dell'unica finestra presente nella camera.
<< Vedi quegli edifici laggiù? Quella è la centrale atomica di Fukushima,pre-second impact. Collassata su se stessa circa un anno fa>>cominciò,intimando Ritsuko a seguire il suo sguardo.
<< Ho sprecato sei mesi della mia vita oltre quel filo spinato. Era un errore militare o qualche difetto di progettazione che ha causato il tutto? Me lo sono domandato ogni giorno>>
<< Dovresti trovarti un hobby>>commentò l'altra,con un tono di presa in giro.
Serizawa le inviò uno sguardo di traverso,prima di riprendere a parlare
<< L'altro ieri conosco un uomo che ha una barca a motore. Ogni giorno, lui passa accanto al sito del reattore, mi fa il favore di piazzare un paio di rilevatori di frequenza sulle boe. Dieci ore fa, perchè io li controllo un giorno sì e uno no, tanto per farmi del male... Dieci ore fa, mi sintonizzo e, oh mio Dio... è lì!>>esclamò,suscitando un'espressione visibilmente confusa da parte dell'amica.
L'uomo non sembrò farci caso e chiuse il volto in un sorriso estatico
<< Qualunque cosa fosse è lì dentro. La cosa che ha causato tutto questo ha cominciato a parlare. Letteralmente “parlare”>>continuò,per poi pigiare il tasto d'accensione sul bordo del registratore.
Un crepitio iniziò a rieccheggiare per tutta la lunghezza della stanza. Pareva quasi l'incrocio tra il chiacchiericcio di una cicala e l'ululato di una megattera.
Senza perdere tempo,Ritsuko incontrò gli occhi del giapponese
<< Portami laggiù >>

                                                                                                                      * * *
Mezz'ora dopo

La nebbia divenne meno densa, il cielo si rischiarò, e, esattamente trentatré minuti dopo l'ordine di restare a terra, uno dei piloti diede il via. ... ritrasmise la comunicazione a Conklin, e i Chinook, pronti al decollo, sollevarono densi veli di polvere ,trasformandosi momentaneamente in fantasmi. Poi si alzarono sopra la cima degli alberi, allineandosi dietro a Underhill e puntando a ovest, in direzione di Kineo.
Il Kiowa 58 di Ritsuko volava sotto di loro, leggermente a destra, cosa che alla donna ricordò l'immagine di un film di John Wayne, una colonna di uniformi blu dietro a uno scout indiano che, in groppa al suo pony, si teneva a un lato della pista.
Pur non potendo vederlo, immaginava che Serizawa stesse ancora leggendo il giornale. Forse l'oroscopo.
« Pesci: questo è un giorno in cui ti coprirai d'infamia. Resta a letto».
I pini e gli abeti sottostanti apparivano e sparivano come bianche fumate.
La nebbia volava contro i due parabrezza anteriori del Chinook, danzava e spariva.
Il volo era molto turbolento - come stare in una lavatrice – ma Ritsuko non si era aspettata nulla di diverso.
Si rimise la cuffia.
Un altro gruppo, forse i Matchbox Twenty. Niente di entusiasmante, ma meglio dei Pearl Jam. Quello che la donna temeva era l'inno della squadra. Ma avrebbe ascoltato anche quello. Senza dubbio.
Sotto le basse nubi, a tratti comparivano scorci di una foresta apparentemente infinita.
<< Blue Boy Leader, qui Blue 2 >>
<< Ricevuto, Due >>
<< Contatto visivo con Blue Boy. Confermato?>>
Per un istante il pilota non fu in grado di dare conferma, poi ci riuscì.
Ciò che Ritsuko vide le mozzò il fiato.
Una cosa era guardare una foto, un'immagine delimitata da un bordo, una cosa che potevi tenere tra le mani. Questo era ben diverso.
<< Conferma, Due. Blue Group, qui Blue Boy Leader. Rimanete nelle vostre posizioni attuali. Ripeto: rimanete nelle posizioni attuali.>>
Uno per uno, gli altri elicotteri confermarono di aver ricevuto l'ordine.Solo Serizawa non lo fece, ma restò dov'era.
I Chinook e il Kiowa si tennero a circa un chilometro dal corpo estraneo, in direzione del quale si vedeva un'enorme striscia di alberi caduti di lato, come se fossero stati falciati da un gigantesco taglia erba. Alla fine di questa striscia c'era una zona paludosa. Alberi morti si levavano al cielo, quasi volessero lacerare le nubi.
C'era una pista zigzagante di neve semisciolta, che, giallastra, penetrava nel terreno. In altri punti c'erano vene e capillari di nera acqua ruscellante.
Il corpo sconosciuto, un gigantesco sacco grigio del diametro di circa 30 metri, spuntava al centro della palude radioattiva, spezzando alberi e lanciandone i frammenti in tutte le direzioni.
L'elicottero si posò sull'altra sponda, dove si levava una ripida parete rocciosa, in gran parte franata nel terreno instabile.
Sulla superficie del corpo erano ricaduti terra e resti di pini spezzati.
Quando si avvicinarono all'oggetto,Ritsuko non potè fare a meno di spalancare la bocca,in stato di shock.
<< Che cos'è? Una specie di uovo? Una spora dormiente?>>domandò,prima di posare una mano sul corpo estraneo.
<< Le parti esterne sono fossilizzate, ma questa... formazione... sembra perfettamente conservata.>>sussurrò,il tono di voce ornato da un a lieve punta di sorpresa.
Affianco a lei, Serizawa si limitò ad inarcare un sopracciglio.
<< Sembra rotta. È come se ne fosse uscito qualcosa. >>commentò,volgendo lo sguardo in direzione degli alberi abbattuti.
Fu allora che si rese conto di un fatto cruciale.
Quel sentiero di tronchi spezzati...conduceva direttamente al mare.

                                                                                                                   * * *
Neo Kyoto - 2

Il bar dava direttamente sul marciapiede.
All'esterno,sotto una vecchia vite rinsecchita che offriva un'ombra irrisoria,si trovavano tavoli e sedie .
Si trattava quindi di un locale per metà all'aperto e per metà al coperto,al quale si accedeva attraverso un muro che non c'era.
Shinji immaginò che esistesse una sorta d'inferriata con cui sbarrare l'apertura quando il bar chiudeva. Sempre che chiudesse...in effetti,non l'aveva mai visto chiuso,benchè ci avesse trascorso parecchie ore.
L'interno aveva un soffitto basso,costruito con vecchie assi di colore scuro,che sembravano essere appartenute ad antiche barche a vela,alle quali erano inchiodati vari oggetti nautici: strumenti di ottone,sfere di vetro,vecchie reti.
Attrezzatura da pesca,pensò Shinji,sebbene non avesse mai preso un pesce in vita sua,ne guidato una barca a vela.
Ogni centimetro delle pareti,soffitto compreso,era ricoperto da biglietti da visita.
A pochi metri da lui, Hamazura stava cercando di flirtare con una ragazza dai capelli neri.
<< Ci sono ! Ho fatto un corso con te>>
<< A sì ? Quale corso?>>domandò l'adolescente,il volto chiuso in un 'espressione visibilmente annoiata.
Il quindicenne sembro pensarci su
<< Storia>>
<< Davvero?>>
<< Bhe,magari non ti ricordi di me ,ma...>>
<< Scusami >>
una voce sconosciuta interruppe la conversazione della coppia.
Hamazura si voltò,appena in tempo per incontrare gli occhi azzurri di un ragazzo poco più alto di lui,dai lineamenti stranieri,con il capo adornato da capelli biondo platino.
<< Sì?>>domandò il giovane,con un sorriso civettuolo.
Il nuovo arrivato si portò una mano al mento
<< Quale corso hai detto che era?>>
<< Storia>>ribattè l'altro,senza un attimo d'esitazione.
L'adolescente imitò uno sguardo sorpreso
<< Solo...storia ? Dev'essere stato un corso generale>>commentò,ricevendo un piccolo cenno da parte di Hamazura
<< Sì,esatto,generalissimo. Dovresti iscriverti,è davvero un buon corso>>
<< Ti è piaciuto?>>domandò il nuovo arrivato,apparentemente incuriosito.
Il giapponese sembrò esitare
<< Francamente l'ho trovato piuttosto...elementare>>terminò,con aria di sufficienza.
Al sentire tali parole,il ragazzo non potè fare a meno di ridacchiare
<< Elementare? Sai,non ho dubbi che lo fosse. Me lo ricordo bene quel corso,credo fosse proprio tra...la ricreazione e il pranzo>>continuò, con un sorriso di scherno.
Hamazura rimase fermo e immobile,prima di stringere ambe le palpebre degli occhi.
<< Sta per nascere un problema?>>
<< No, no, no, non c'è nessun problema>>ridacchiò l'altro,scuotendo rapidamente la testa
<< Speravo solo che tu potessi darmi qualche ragguaglio sull'evoluzione dell'economia di mercato nelle colonie del Sud. La mia convinzione è che, prima della Guerra di Indipendenza, il modello economico, soprattutto nelle colonie del Sud, sarebbe più appropriato definirlo come agrario pre-capitale...>>
<< Certo che hai questa convinzione: sei uno studente di primo anno>>commentò una voce affianco al trio.
Di fronte al gruppo di adolescenti,infatti,aveva appena preso posto la figura di Shinji Ikari,il volto adornato da un cipiglio infastidito.
<< Hai appena finito di leggere qualche storico marxista... Pete Garrison, magari. Ne sarai convinto fino al mese prossimo, quando arriverai a James Lemon, e poi parlerai di quanto l'economia della Virginia e della Pennsylvania fosse imprenditoriale e capitalistica nel 1740. Ti durerà fino all'anno prossimo, ti ritroverai qui a rigurgitare Gordon Wood parlando, sai, dell'utopia pre-rivoluzionaria e degli effetti formativi sul capitale della mobilitazione militare>>conitnuò,ricevendo un piccolo bagliore da parte dell'istigatore.
<< A dire la verità non lo farò, perché Wood drasticamente sottovaluta l'impatto...>>
<< Wood drasticamente sottovaluta l'impatto delle distinzioni sociali basate sulla ricchezza, soprattutto quella ereditata. L'hai preso da Vickers: "Lavoro Nella Contea di Essex"; pagina 98>>mormorò Shinji,suscitando un'espressione visibilmente sorpresa da parte dei presenti
<< Sì, l'ho letto anch'io. Volevi attribuirti tutta la cosa o hai un pensiero tutto tuo sulla faccenda? O il tuo trucco è questo: entri in un bar, hai letto qualche oscuro passaggio e poi fingi, lo fai passare come una tua idea per colpire le ragazze e imbarazzare il mio amico?>>domandò,il tono di voce ornato da una lieve punta di scherno.
Quando l'altro non rispose,il quindicenne si limitò ad arricciare ambe le labbra in un sorriso divertito
<< La cosa triste per uno come te è che, tra 50 anni .comincerai a pensare per conto tuo, capirai che ci sono due certezze nella vita: una, non fare queste cose; e due, hai sborsato 150.000 dollari per un'istruzione che potevi avere per un dollaro e 50 in sovrattasse alla biblioteca pubblica.>>
<< Sì, però io avrò una laurea.>>ribattè il biondo,con aria di sfida.
Shinji annuì un paio di volte
<< Sì, può darsi>>commentò,per poi stringersi nelle spalle
<< Però sarai banale>>
e,detto questo,si voltò ,seguito da Hamazura,lasciandosi dietro una folla leggermente scioccata.
Una volta fuori dal bar,la coppia di adolescenti si trovò davanti la figura di un uomo alto e tarchiato,indossante un paio di occhiali neri,così come un completo color pece.
<< Shinji Ikari?>>domandò l'uomo,avvicinandosi al suddetto giovane.
L'adolescente aggrottò la fronte
<< Chi lo vuole sapere?>>
<< Ho una lettera per voi>>continuò l'altro,porgendogli una busta.
Il giovane l'afferrò senza esitazione e cominciò a squadrarla da cima a fondo.
Hamazura si porse in avanti,visibilmente incuriosito.
<< Da parte di chi è?>>domandò,il tono di voce colmo d'aspettativa.
Shinji rimase fermo e immobile per circa un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine,prese un respiro profondo
<< Mio padre>>



Com'era? Spero bello !!!
Quando avevo detto che Shinji sarebbe stato OOC...intendevo questo. è una persona fredda,cinica e intelligente. Hamazura e l'unico ragazzo disposto a stare con lui.Spero che vi piaccia. 
Serizawa è un personaggio comparso nel film di Godzilla del 1954. Per chi ha visto l'ultimo film ( quello del 2014) non sarà difficile capire quale sia il kaiju che vedremo nel prossimo chappy. 
A presto !!!

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Capitolo 3
*** L'attacco del Kaiju ***


L'attacco del kaiju

Mike Bowman fischiettava allegramente mentre, a bordo di una Land Rover, attraversava la riserva biologica di Kyoto, nel Giappone occidentale.
Era una splendida mattina di inizio Settembre e la strada era spettacolare : seguiva l'orlo di una scogliera che sovrastava la giungla e le acque blu del pacifico.
A detta delle guide, la zona era un'intatta distesa selvaggia,una specie di paradiso. Quella vista diede a Bowman la sensazione che, forse, la sua vacanza poteva ancora essere salvata. L'uomo,un trentaseienne imprenditore edile di New York, era venuto in Giappone con la moglie e la figlia, per trascorrervi due settimane. Il viaggio, di fatto, era stato un'idea di sua moglie: per settimane, Patricia gli aveva decantato le meraviglie dei parchi zoologici dell'isola, insistendo su quanto sarebbero piaciuti ad Emily. Giunti sul posto, venne fuori che la donna aveva prenotato un intervento presso un chirurgo plastico di Kyoto.
Era la prima volta che Bowman sentiva parlare delle eccellenti ed economiche prestazioni di chirurgia estetica offerte dal Giappone e delle lussuose cliniche della città.
Naturalmente c'era stato un epico scontro tra i coniugi. Mike si sentiva raggirato, cosa peraltro vera, e oppose un netto diniego all'intervento chirurgico.
E poi era ridicolo : Patricia aveva solo trent'anni ed era una splendida donna. Diamine,era eletta reginetta di bellezza a Rice,il suo vecchio college,e da allora non erano passati neppure dieci anni. Ma la donna era tormenta dall'insicurezza.
Da qualche anno non faceva che paventare la sfioritura della sua bellezza. Senza contare tutto il resto.
La Land Rover sobbalzò su una buca, schizzando del fango.
Sul sedile accanto, la donna disse<< Mike,sei sicuro che sia strada giusta? Sono ore che non vediamo anima viva>>
<< Abbiamo incrociato un'auto un quarto d'ora fa>> le ricordò lui
<< Quella azzurra,hai presente?>>
<< Andava nella direzione opposta>>
<< tesoro,volevi una spiaggia deserta>> disse il marito
<< E l'avrai>>
Patricia scosse il capo,scettica
<< Spero che tu abbia ragione>>
<< Sì,papà,spero che tu abbia ragione>> disse Emily dal sedile posteriore.
La bimba aveva 10 anni.
<< Abbiate fiducia>>.
Guidò in silenzio per qualche istante
<< è stupendo,vero? Guardate che panorama. È fantastico>>
<< Non male>> disse la figlia.
La moglie tirò fuori un astuccetto per la cipria e si guardò allo specchio,passandosi le dita sotto gli occhi.
Sospirò e ripose l'astuccio.
Arrivarono a una discesa e Bowman si concentrò sulla guida.
All'improvviso una piccola sagoma nera schizzò attraverso il cielo. Sembrava quasi una nuvola di fumo .
<< Guarda! Guarda!>> urlò Emily.
L'ombra svanì nella giungla.
<< Che cos'era?>> chiese Patricia.
<< Una scimmia?>>
<< Forse una scimmia dalla testa di morto>> disse Bowman
<< Posso metterla nella lista?>> chiese la bambina, tirando fuori una matita.
Stava facendo un elenco di tutti gli animali visti durante il viaggio per presentarlo poi, al ritorno, a scuola.
<< Non saprei>> disse Mike, incerto.
Emily consultò le immagini riprodotte nella guida.
<< Non penso che fosse una scimmia dalla testa di morto>> disse
<< Credo che si trattasse di un'altra aluatta >>
Durante il viaggio ne avevano viste parecchie di quella specie.
<< Ehi>> disse la bimba con tono più speranzoso << Secondo questo libro, "le spiagge di Moshiro ospitano molte specie di animali selvatici, tra cui le aluatte e il coatamundis". Pensi che incontreremo uno yokai, papà?>>
<< Scommetto di sì >>
<< Davvero?>>
<< Basta che tu dia un'occhiata allo specchio >>
<< Che spiritoso, papà>>.
La pista procedeva in discesa attraverso la giungla, verso l'oceano. Quando finalmente raggiunsero la spiaggia, Mike Bowman si sentì un eroe: una mezzaluna di sabbia bianca, lunga tre chilometri, completamente deserta. Parcheggiò la Land Rover all'ombra delle palme che orlavano la spiaggia e tirò fuori la borsa da picnic.
Patricia s'infilò il costume da bagno dicendo: << Davvero non so come farò a perdere tutti questi chili di troppo>>
<< Sei fantastica, tesoro>>
In realtà gli sembrava troppo magra, ma aveva imparato che era meglio tacere a quel proposito.
Emily stava già correndo lungo la spiaggia.
<< Ricordati che devi mettere la crema contro le scottature !>> gridò la donna.
<< Dopo >> rispose Emily, ancora in piena corsa.
<< Vado a vedere se trovo uno yokai >>.
Patricia guardò la spiaggia e gli alberi.
<< Non sarà pericoloso? >>
<< Tesoro, qui non c'è nessuno nel raggio di chilometri>> disse Mike
 << E i serpenti?>>
<< Oh, per l'amor di Dio!>> sbottò l'uomo
<< Sulla spiaggia non ci sono serpenti >>
<< Be', potrebbero esserci >>
<< Tesoro, i serpenti sono animali a sangue freddo. Sono rettili. Non possono controllare la loro temperatura corporea. Quella sabbia ha una temperatura di almeno trentacinque gradi. Se un serpente vi si avventurasse, andrebbe arrosto. Credimi. Sulla spiaggia non ci sono serpenti >>
 Seguì con lo sguardo la figlia che trottava lungo la spiaggia, un puntolino nero sulla sabbia bianca.
<< Lasciala andare. Lascia che si diverta >>
 Passò un braccio intorno alla vita della moglie.


Emily corse sino allo sfinimento, poi si buttò sulla sabbia e allegramente rotolò sino alla battigia. L'acqua era tiepida, increspata da piccole onde.
La bimba rimase seduta per un po' a riprendere fiato e poi si volse a guardare i genitori e l'auto per vedere quanta distanza avesse percorso.
La madre agitò il braccio invitandola a tornare. La giovane ricambiò il cenno, fingendo di non aver capito. Non voleva mettersi la crema antisolare. E non voleva tornare dai genitori e sentire la madre che parlava di diete dimagranti. Voleva restare proprio lì, e magari vedere uno yokai.
Ora la madre la stava chiamando e la bambina decise di allontanarsi dal sole e dall'acqua riparandosi all'ombra dei palmizi.
Le fronde delle palme sovrastavano un groviglio di radici bitorzolute di mangrovia che impediva l'accesso all'interno della zona. Emily sedette a terra e scalciò le foglie secche di mangrovia.
Un frusciò tra le sommità delle palme attirò la sua attenzione.
Alzò lo sguardo. E allora,si rese conto che uno dei tronchi presenti in quella piccola foresta era assai diverso rispetto agli altri. Era nero come la pece. Aveva una superficie liscia e levigata. Sembrava quasi fosse stato ricoperto di catrame.
<< Forse è uno yokai>> sussurrò Emily.
Il suddetto arbusto,con grande sorpresa della bambina ,iniziò a muoversi, per poi sollevarsi dal terreno sabbioso.
Poi,una sagoma grande quanto un edificio si levò dalle fronde degli alberi,volgendo la propria attenzione nei confronti dell'infante. Era alta poco più di trenta metri.
La giovane si limitò a fissare il tutto con un'espressione visibilmente terrorizzata.
Poi,la creatura emise un ruggito.

                                                                                                                          * * *
GDF - Centro di comando del Giappone

Il generale di brigata Hattori Hanzo era uno di quegli uomini imponenti e bovini ,con la voce tonante e l'intelligenza non troppo sviluppata,che l'esercito si compiace di elevare al rango di generali,slavo poi per bloccarli in quella posizione. Costoro erano elementi talvolta coriacei,sempre mediocri,dotati di scarsa capacità di trattare con le persone, e di ancor minore diplomazia. Si era diffusa l'usanza di chiamarli Tori o Caproni.
A volte ufficiali con tali soprannomi salivano a un rango ancora più elevato,ma rimanevano pur sempre piccoli uomini pieni di boria,dalla mascella ipertrofica.
Avendo conquistato solo una stelletta in più rispetto a quelle che poteva ragionevolmente aspettarsi, il generale di brigata Hattori Hanzo aveva abbandonato la ricerca medica sul campo nell'inebriante possibilità di assurgere ai fasti di generale a tutti gli effetti,al comando delle truppe.
Ora,di fronte alla situazione che gli era stata appena portata all'attenzione,quel sogno non pareva poi così allettante.
Volse lo sguardo nei confronti di una schermata posta lungo la parete del centro di comando,raffigurante il soggetto della discussione
<< Questo è il nostro ago in un pagliaio, gente : MUTO. "Massivo Organismo Terrestre Non Identificato". Solo che non è più un organismo terrestre, è aereo >>continuò,ricevendo sguardi di pura sorpresa ad opera dei soldati presenti.
<< Prima che lo perdessimo di vista era diretto verso la regione del Kanto eveva emesso abbastanza impulsi EMP da creare il caos sui nostri radar e i nostri satelliti,costringendoci,per il momento,a una caccia rigorosamente a vista. E sottolieno " per il momento",poichè noi ce la metteremo tutta,per ritrovare questo essere. Dobbiamo farcela,è imperativo >>
Nascosto nelle ombre della sala,il comandante della NERV, Gendo Ikari,ascoltò il tutto con fare impassibile.
<< E così,dopo cinque anni,i kaiju sono finalmente tornati>>commentò Fuyutsuki,che si trovava alla sua destra.
Il suo vecchio collaboratore si limitò ad annuire,prima di girare la testa in direzione del professore
<< Akagi è già tornata?>>
<< è appena rientrata>> lo informò l'uomo,mantenendo un tono di voce calmo e distaccato .
Gendo si concesse un piccolo sorriso
<< In questo caso...si comincia>>

                                                                                                                              * * *

Altrove

<< Oggi alle 12:30 è stato dichiarato lo stato di emergenza per tutta la regione del Kanto che ha come epicentro il distretto di Tokai. Ripeto, oggi,alle 12:30 è stato dichiarato lo stato di emergenza per tutta la regione del Kanto che ha come epicentro il distretto di Tokai. I residenti sono pregati di dirigersi verso i rifugi designati>>proclamò una voce proveniente dagli altoparlanti sparsi per le strade della stazione.
Shinji ripose delicatamente la cornetta del telefono pubblico.
<< Perfetto,i telefoni non funzionano e i treni sono fuori uso>>mormorò,il volto adornato da un leggero cipiglio.
Cercò un posto all'ombra e si sedette comodamente sulle scale che conducevano alla metropolitana.
<< Questa proprio non ci voleva>>commentò,per poi estrarre la lettera che aveva ricevuto appena sei ore prima
<< Papà...dopo tutto questo tempo,che cosa vuole da me?>>
I suoi occhi caddero sulla foto che accompagnava il pezzo di carta. Quest'ultima raffigurava l'immagine di una giovane ragazza di grande bellezza,caratterizzata da lunghi capelli viola e da un abito piuttosto rivelatorio.
<< Che strana donna>>pensò il giovane,mentre reimbustava il tutto.
Si alzò dal posto a sedere e cominciò a guardarsi intorno
<< Bhe,non mi resta che controllare le altre stazioni>>
e,detto questo,prese a incamminarsi verso la parte opposta del complesso.

Da est riecheggiò il rumore secco di un fuoco di fila.
Non erano fucili; gli spari erano troppo forti e rapidi. Erano armi automatiche.
Alla mente di Shinji si presentò una visione nitida, come il ricordo del latte gocciolante sul mento della madre o delle persone che scappavano dalla base scientifica come se avessero dei razzi al posto dei piedi. Vide i soldati e gli scienziati che perivano a decine e a centinaia, mentre cercavano di scappare da una zona ormai trasformatasi in una danger cload; vide la neve macchiarsi del loro sangue innocente .
Questa visione lo ferì in modo del tutto inaspettato, lacerando un punto che non era ancora morto, ma solo assopito. Era quello spazio che aveva reagito con tanta forza al pianto di un bambino, che aveva creato quell'effetto sonoro che ti faceva scoppiare la testa.
Shinji raddrizzò la schiena, vide qualcosa di nero gocciolargli sul palmo della mano sinistra e, rivolto al cielo, gridò: << Oh, cazzo!>>
Un aereo. Più precisamente,uno Spit Fire . E stava precipitando nella sua direzione.

Il giovane scappò ,con la sensazione di muoversi a rallentatore.
Vide uno dei suoi piedi in una vecchia scarpa da ginnastica allungarsi in avanti e scendere sul terreno. Poi, scomparve dietro di lui ,mentre avanzava l’altro piede.

Tutto accadeva lentamente. Come guardare il replay di un giocatore di baseball che cercava di rubare la seconda base.
Shinji Ikari corse per la vita.
Cinque metri più avanti,la grande mano calda diventò una mano fantasma,anche se l’odore di benzina infuocata era forte e lo inseguiva,spinto da un venticello leggero. Evitò il veicolo per un pelo e questo e questo esplose poco più avanti .

L'adolescente corse per un’altra cinquantina di metri,poi si fermò a guardare.
Ansimava. Non pensava fosse per la corsa,anche se era decisamente fuori forma.
Pensava che fosse a causa del terrore e dello sgomento.
Poi,la grande ombra scese come una nuvola cadente.
Era una creatura alata: aveva il desing di un uccello,assai più grande di qualunque altro veicolo aereo,e stranamente nudo,sprovvisto di penne e di piume. Le sue immense ali parevano pelle tesa tra le grinfie di un corno; emanava un fetore mortale a aveva una testa dalla conformazione triangolare,adornata da un paio di linee rosse, che ne percorrevano verticalmente la parte anteriore del muso. E quando la bestia alta più di trenta metri sembrò fissarlo dritto negli occhi,Shinji rimase come pietrificato.
In quel preciso istante,accadde qualcosa di decisamente inaspettato.
Una macchina rossa,probabilmente una ferrari,saettò come un fulmine di fronte al corpo dell'adolescente.
La portiera del veicolo si spalancò,rivelando la figura della stessa donna raffigurata nella foto arrivata con la lettera del padre.
<< Scusa per averti fatto aspettare, Shinji. Muoviti,entra!>>esclamò Misato,il tono di voce ornato da una punta d'urgenza.
Il quindicenne non perse tempo e prese posto affianco alla guidatrice.
Quest'ultima ingranò la marcia
<< Tienti forte !>>
e,detto questo,compì una rapida sferzata con la parte anteriore del veicolo,evitando il piede della creatura. E fu allora,che il mondo divenne dolore e penombra.
Il tuono era come artiglieria pesante in cielo; il boato dell'esplosivo echeggiò come un gigantesco colpo di fucile.

La sezione sud della stazione , che non era di latta, bensì di vecchio ferro arrugginito, si sollevò dall'argine su una fiammata appiattita.
Si alzò per tre metri circa, simile a una rampa dal dolce pendio, e ricadde con uno schianto cupo di cemento e frammenti di metallo che volavano da tutte le parti.
L'estremità nord del quartiere fu sradicata dal suo basamento e tutta la struttura si ripiegò di traverso nella valle. Un treno merci piombò al di sopra di una macchina. 
Il fragore fu spaventoso e per un istante tutte le finestre della città si animarono di una luce soprannaturale in cui si mescolavano viola e arancione, poi si sprigionò il fuoco passando attraverso le finestre, attraverso le porte, attraverso le prese d'aria, come mille braccia muscolose e senza pietà.
Dalla nuvola di cenere,l'enorme mostro uscì completamente illeso.
<< I carri armati sono stati distrutti, ma continuano a sparare da ogni parte. Che spreco di denaro pubblico>>commentò Misato,gli occhi fissi sulla strada di fronte a lei.
Shinji fissò attonito la scena che si svolgeva alle loro spalle
<< Che diavolo è quella cosa?>>domandò,tentando di mantenere un atteggiamento apatico.
Affianco a lui,la donna inarcò un sopracciglio
<< Strano,sei molto più calmo di quanto mi aspettassi>>
<< Dici?>>ribattè l'altro,senza mai distogliere lo sguardo dalla battaglia.
In tutta risposta,Misato si limitò a sanare la sua curiosità.
<< Quella cosa...è un kaiju>>sussurrò,mentre evitava alcune macchine abbandonate al centro della strada.
L'adolescente inarcò un sopracciglio
<< Kaiju?>>
<< Non è il momento di scendere nei dettagli ! >>
Infatti,u
n secondo missile affondò proprio davanti alla coppia.
L
'impatto polverizzò la maggior parte della carreggiata, catapultando nella volta le imposte ,inclinando i paletti della luce, strappando le porte dai cardini e facendo smuovere le case nel raggio di cinquecento metri.
La raffica di detriti sbalzò le ruote della ferrari,ma Misato riuscì comunque a mentenerla in piedi,mandadola a schiantare contro un distribtore automatico.

Capì dal vento freddo che il fianco della macchina era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente.
<< Dannati...ma dove sparano? Stai bene,Shinji?>>
<< Sì,credo di sì>>mormorò l'altro,mentre fuoriusciva dal veicolo.
La donna lo aiutò a mantenersi in piedi,prima di volgere la propria attenzione nei confronti della macchina.
Non appena i suoi occhi entrarono in contatto con la figura del veicolo,il volto del capitano cominciò ad assumere una tonalità molto vicina al verde.
<< Nooooooooo! >>esclamò,suscitando un doppio introito ad opera di Shinji.
Misato abbracciò la fiancata della ferrari .
<< è stata colpita da un missile anticarro! Dovevo pagare ancora 33 rate!> continuò,per poi arricciare ambe le labbra in una smorfia di pura collera
<< Per non parlare del vestito...mi è costato una fortuna! Li ridurrò in polvere>>sussurrò,ricevendo un'espressione piatta da parte del quindicenne
<< è completamente pazz...>>
poco prima che potesse completare quel pensiero,la mente del giovane venne richiamata da una terza esplosione,che sollevò una densa nuvola di polvere attorno al quartiere.
Misato fissò il tutto con un leggero cipiglio.
<< Oh,cazzo. Non abbiamo tempo da perdere>>
Aprì la portiera del veicolo e si rimise al posto di guida
<< Non possiamo rimanere qui tutta la giornata. Torna in macchina!>>

                                                                                                               * * *
GDF

Hanzo ascoltò attentamente la persona che sedeva dall'altro capo del telefono.
<< Capisco>>sussurrò l'uomo,prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Gendo
<< Ikari,abbiamo ricevuto ordine dal quartier generale. Ora hai il comando completo dell'operazione. Facci vedere cosa sai fare>>ordinò, per poi emettere un sospiro rassegnato
<< Sarò sincero,le armi del nostro governo hanno fallito. Pensi veramente di riuscirci?>>domandò,il tono di voce ornato da una fitta di preoccupazione.
In tutta risposta,il comandante si limitò ad arricciare ambe le labbra in un sorriso
<< Non preoccuparti. Dopo tutto...è questo il compito della Nerv>>

                                                                                                                               * * *
Neo Tokyo 3

Neo Tokyo-3 era una città in costruzione sulle rive del Lago Ashi, situato lungo il versante orientale della regione del Kanto.
La vecchia Tokyo, completamente distrutta per via di uno scontro militare avvenuto il 20 Settembre 2010, a seguito del Second Impact, fu sommersa dalle inondazioni causate dallo scioglimento dei ghiacciai dello stesso fenomeno, impedendone così una ricostruzione.
Neo Tokyo-2, costruita a seguito di ciò, divenne capitale del Giappone a partire del 2012. Nel 2013, fu attuata una decisione parlamentare per costruire una città sulle rive del Lago Ashi, ovvero Neo Tokyo-3. In termini specifici, la città era situata in un'area tra la città di Hakone e Sengokubara, al nord del bacino.
Nove livelli al di sotto di tale complesso complesso, circa 100 metri lungo la crosta terrestre, una coppia di figure camminava tranquillamente all’interno di un’intricata rete di tunnel e corridoi che percorreva più di tre quarti dell’intera regione .

Mentre zampettava lungo il bunker,il rumore dei passi attuito dal tappeto, Misato non riusciva a levarsi dalla mente quello che era successo durante quella giornata pomeridiana.
Seguì con lo sguardo il giovane che le era stato ordinato di recuperare, pensando con divertimento alla scarsa conoscenza del genere umano che sembrava caratterizzarlo.
Sembrava molto intelligente e uno straordinario stratega, ma pareva faticare a distinguer gli uomini dalle macchine. Sembrava quasi convinto che, nel corpo umano, ci fosse da qualche parte un settore da programmare in modo da essere sicuri che le istruzioni fossero eseguite. Ma,in un certo senso, era molto simile a lei.
Shinji lesse attentamente i documenti che gli erano stati consegnati.
<< Agenzia speciale Nerv? Un'organizzazione sotto il diretto controllo del governo>>sussurrò,prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Misato
<< Perché mio padre mi ha chiamato? Pensavo che mi avesse dimenticato>>
<< Forse dovresti chiederlo direttamente a lui>>ribattè l'altra,stringendosi nelle spalle.
Quando l'adolescente non rispose,chiuse il volto in un sorriso simpatico
<< Non sei in buoni rapporti con lui,vero?>>
<< No. Inoltre,se lo vedo...so che riuscirà in qualche modo a farmi fare quello che vuole>>mormorò,il tono di voce ornato da una lieve punta d'amarezza.
Mentre percorrevano la struttura, arrivarono lungo un corridoio le cui finestre davano direttamente sull'esterno dell'edificio.
Quando gli occhi di Shinji entrarono in contatto con la panoramica,a mala pena riuscì a trattenere la sua eccitazione
<< Fantastico. Un vero Geofront !>>esclamò,lo sguardo fissò in direzione del sottosuolo.
Com'era di dominio pubblico,Il Geofront era una città sotterranea situata sotto Neo Tokyo-3. Tale città era stata costruita in una cavità gigante che misurava circa 6 chilometri di lunghezza e 0,9 chilometri di altezza. Tuttavia, tale formazione geologica non era stata costruita appositamente per il Geofront, ma era in realtà una cavità sferica gigante preesistente, che era stata riempita in gran parte da detriti.
Le ragioni dietro l'esistenza e la presenza di questa cavità nel sottosuolo erano state fonte di dibattito per gran parte della comunità scientifica.
Al centro della valle si trovava una piramide di metallo alta più di cento metri, circondata da boschi e da un lago sotterraneo.
Affianco al giovane,Misato annuì compiaciuta
<< Yup! È la nostra base operativa segreta...il quartier generale della Nerv. La keystone per la rinascita del mondo ,e l'ultima fortezza dell'umanità>>

                                                                                                                            * * *
Quartier Generale della Nerv

Una potente esplosione scosse le fondamenta del quartier generale.
<< Comandante,il kaiju sta avanzando! Ha superato il perimetro difensivo delle mine!>>esclamò l'operatore Makoto Hyuga ,gli occhi fissi in direzione della schermata. Affianco a lui,un uomo alto e dai capelli lunghi decise di prendere parola
<< Ha aggiustato la sua direzione di 5 gradi e continua a muoversi. La destinazione dell'obbiettivo è la nostra città>>continuò,il tono di voce ornato da una lieve punta di preoccupazione.
Gendo rimase fermo e immobile,prima di prendere un respiro profondo
<< Tutto il personale,ai posti di combattimento!>>
e,detto questo,volse la propria attenzione nei confronti dell'unica donna presente nella stanza
<< Tenente Ibuki, Iniziate l'attivazione dell'unità 01>>ordinò,ricevendo un'espressione visibilmente scioccata da parte di Maya
<< Ma questo è impossibile! Non ci sono piloti disponibili. Rei non è ancora in grado di...>>
<< Non c'è bisogno di preoccuparsi>>ribattè il comandante,mentre arricciava ambe le labbra in un ghigno sinistro
<< Il pilota di riserva è appena arrivato>>

                                                                                                                                      * * *

<< Misato?>>
<< Sì?>>
<< Stiamo camminando da molto. Non siamo ancora arrivati?>>domandò Shinji,lo sguardo fisso in direzione della donna.
Quest'ultima cominciò a guardarsi intorno,con fare imbarazzato
<< Bhe,ecco,vedi...>>
<< Ci siamo persi>>completò l'altro,con un tono di voce apatico.
La militare emise uno sbuffo rassegnato
<< Zitto. Stai zitto e seguimi>>ordinò,ricevendo un piccolo ghigno ad opera dell'adolescente.
In quel preciso istante,una voce sconosciuta attirò l'attenzione di entrambi.
<< Voi due,dove state andando?>>
La coppia si voltò.
Dietro di loro,infatti,aveva appena preso posto la figura di una donna alta e bionda,vestita in abiti da laboratorio.
Akagi volse lo sguardo in direzione di Misato.
<< Sei in ritardo,colonnello Katsuragi >>
<< Oh,ciao Ritsuko!>>esclamò l'altra,per nulla influenzata dall'irritazione dell'amica.
La donna strinse ambe le palpebre degli occhi
<< Così in ritardo che mi hanno mandato a cercarti. Non abbiamo ne il tempo ne il personale per queste sciocchezze>>sibilò,ottenendo in cambio un'espressione imbarazzata
<< Scusa ,mi ero persa. Non ricordo ancora bene com'è fatto questo posto>>ridacchiò Misato,suscitando un piccolo sospiro da parte di Ritsuko.
La bionda girò la testa in direzione di Shinji e il suo sguardo sembro illuminarsi,con grande confusione del quindicenne
<< Così e lui? Il Third children>>sussurrò,con aria estatica.
In tutta risposta,l'adolescente si limitò a porgerle la mano
<< Shinji Ikari,piacere di conoscerla>>
<< Sono Ritsuko Akagi,dal reparto ingegneria . Supervisiono il progetto Eva.>>ribattè la donna,stringendogliela con forza.
Il giovane inarcò un sopracciglio
<< Progetto eva?>>domandò,visibilmente incuriosito.
Ritsuko annuì di rimando
<< Vieni,c'è qualcosa che vorrei mostrarti>>

 

Shinji seguì la bionda lungo la scala sospesa che portava al piano di sotto.
Passarono accanto a un cartello che diceva: ZONA RISERVATA ACCESSO CONSENTITO SOLO AL PERSONALE AUTORIZZATO .
Procedettero lungo il corridoio del primo piano. Una delle pareti era di vetro e dava su una balconata adorna di palme, immerse in una leggera foschia.
Lungo l'altra parete si susseguivano porte che, a giudicare dalle scritte stampigliate su di esse, dovevano immettere in uffici: ASSISTENZA AI CLIENTI... DIRETTORE GENERALE...
A metà corridoio c'era un divisorio di vetro con un altro cartello: PERICOLO ATTENZIONE PERICOLO BIOLOGICO Questo laboratorio rispetta le norme USG P4/EK3 dei protocolli genetici .
Sotto vi erano altri cartelli: ATTENZIONE SOSTANZE TERATOGENE SCONSIGLIATO L'ACCESSO ALLE DONNE INCINTE PERICOLO ISOTOPI RADIOATTIVI POTENZIALI CANCEROGENI.
Si fermarono davanti a vetrate che davano su un locale immerso nella semioscurità, una sorta di versione ridotta della sala di controllo delle missioni spaziali.
Si vedeva una lastra di vetro con la mappa del parco e, davanti ad essa, una fila di console punteggiate di luci.
Alcuni schermi riportavano dati, ma gran parte di essi mostravano immagini di vari punti del complesso.
Nella stanza c'erano solo due persone che chiacchieravano stando in piedi.
In quel preciso istante,la voce di Maya rieccheggiò per tutta la lunghezza del corridoio.
( Il personale ai posti di combattimento. Ripeto,il personale ai posti di combattimento. Preparato l'avvio dell'unità 01)
<< Aspetta,cosa significa?>>domandò Misato,apparentemente scioccata.
Affianco a lei,Ritsuko s limitò a stringersi nelle spalle
<< L'unità 01 è stata ricaricata ed è pronta a muoversi in qualsiasi momento>>la informò,il tono di voce calmo e rilassato.
La donna inarcò un sopracciglio
<< E non vi preoccupate per rei? Se lei non può pilotarlo,come faremo con il pilota ?! >>
<< Siamo pronti anche per questa eventualità>> ribattè la bionda.
Il capitano sembrava più che mai deciso a perseguire l'argomento, ma decise di rimanere in silenzio .
Dopo qualche minuto,volse la propria attenzione nei confronti dell'amica.
<< Così, le mine n2 non hanno funzionato ?>>
<< Hanno fatto solo qualche danno impercettibile...e continua ad avanzare. Sembra che sia in grado di canalizzare le radiazioni nel terreno in un impulso EMP. Ogni oggetto elettronico nel raggio di due chilometri dall'epicentro è completamente inutile,e questo comprende aerei e veicoli da combattimento>>continuò Ritsuko,facendo una pausa per riprendere fiato
<< Questo non è un meccanismo di difesa,è un'arma. in poche parole,quel kaiju possiede almeno un barlume d'intelligenza. Insieme ai Magi siamo arrivati alla conclusione che non è controllato a distanza. È un grande ammasso d'intelligenza che decide le sue azioni>>
Si fermò di fronte a una porta su cui era ricavata la dicitura ESTRAZIONI .

Come tutte le altre, si apriva con una scheda magnetica.
La bionda inserì quella in suo possesso nella fessura; una lucina lampeggiò e la porta si aprì.
La stanza era completamente al buio. 
<< Bene,siamo arrivati>>
e,detto questo,la donna premette uno degli interruttori per la luce.
Quando l'interno della camera venne rivelato alla vista del trio, Shinji non potè fare a meno di fissare il tutto con fare scioccato

<< Woah!>>
C'è un mostro in Giappone chiamato “ oni ". Ha due corna che sporgono dalla testa e l'immagine generale che Shinji aveva della figura che gli si era appena parata davanti agli occhi sembrava basata proprio su di esso .
Una figura alta cinquanta metri si ergeva al di sopra di una vasca colma di un liquido color ambra.
Membra di colorazione viola ne ricoprivano la parte esterna mentre un paio di orbite apparentemente di vetro ne adornavano il volto.
L'adolescente deglutì a fatica.
<< è...è un robot>>
<< Non è un robot...è un'arma dell'uomo. L'intelligenza artificiale Evangelion. Ed è anche l'ultima speranza dell'umanità>>sussurrò Ritsuko,gli occhi fissi in direzione del cyborg.
Il quindicenne inarcò un sopracciglio
<< Così,tutto questo...fa parte del lavoro di mio padre>>
<< Esatto!>>esclamò una voce dall'altro capo della stanza.
L'adolescente trattenne un sussulto e si voltò d'istinto.
Una figura alta e tarchiata fuoriuscì dalle ombre della sala.
Una figura che sembrava provenire direttamente dagli incubi più reconditi della mente del ragazzo. E quella figura altri non era che Gendo Ikari in persona,con il volto chiuso in un sorriso fiducioso.

<< Ne è passato di tempo, Shinji>>
<< Non abbastanza>>ringhiò il giovane,stringendo ambe le palpebre degli occhi.
Per nulla influenzato dalla reazione del figlio,l'uomo fissò il quindicenne con uno sguardo imperturbato.
La tensione della sala cominciò a salire.
Il comandante sembrò scrutare il giovane da capo a piedi,prima di prendere un respiro profondo
<< Shinji,ascoltami molto attentamente>>sussurrò,volgendo la propria attenzione nei confronti del quindicenne
<< Lo guiderai...e lo userai per combattere il kaiju>>
<< ?! >>
Il tempo parve fermarsi.
Ogni suono all'interno della camera sembrò dissolversi nella quiete più totale.
Shinji si ritrovò inconsapevolmente a compiere un passo all'indietro.
<< Cosa?>>
<< Aspetti un momento,comandante ! Rei hai impiegato 7 mesi per sincronizzarsi con l'Eva,ricorda? Come può un ragazzo appena arrivato...è impossibile !>>esclamò Misato,condividendo lo shock dell'adolescente.
L'uomo mantenne un'espressione calma e distaccata
<< Deve solo sedersi. Non mi aspetto molto>>
<< Ma...>>
<< Capitano Katsuragi,la nostra priorità e bloccare e respingere il kaiju. E per fare questo abbiamo bisogno che qualcuno lo piloti...qualcuno capace di sincronizzarsi con l'Eva. O hai delle alternative?>>domandò Ritsuko,suscitando un piccolo sussulto ad opera della donna.
Quando questa non rispose,la bionda volse lo sguardo in direzione del Third children
<< Bene,in questo caso...Shinji,ti prego di seguirmi,cominceremo subito a...>>
poco prima che potesse terminare la frase,accadde qualcosa di decisamente inaspettato.
Cominciò bassa e gratturale. Un rumore debole e senza sentimento che presto si trasformo in una risata in piena regola. Ogni persona presente all'interno della stanza,Gendo escluso,prese a fissare il giovane con fare scioccato.
La risata isterica continuò per circa un minuto buono.
Quando il tutto divenne a mala pena un sussurro,l'adolescente volse la propria attenzione nei confronti del padre.
<< E così,dopo 5 anni,è questa la tua risposta? Chiamarmi qui per farmi pilotare un cazzo di robot?>>domandò,il tono di voce freddo come il ghiaccio.
Quando nessuno lo degno di una risposta,prese un respiro profondo
<< Stai scherzando,spero? Non posso fare una cosa del genere !>>
<< Puoi solo accettare. Tu sei il miglior candidato...no...sei l'unico candidato>>ribattè l'uomo,sostenendo lo sguardo del figlio.
Al sentire tali parole,Shinji non potè fare a meno di provare un'ondata di pura collera
<< Dopo tutto quello che mi hai fatto...>>sussurrò,abbassando la testa in direzione del terreno.
Il giovane tentò di calmarsi ,senza successo
<< Ascoltami bene,razza di bastardo. Puoi convincere l'intera comunità scientifica di quello che vuoi. Ma io ero lì,so cosa è successo e anche tu >>
<< Credi davvero che coloro che hanno scelto la discrezione abbiano agito spinti da motivi nefasti?>>domandò Gendo,con aria beffarda
<< Ti eri impegnato alla riservatezza,prima di venire con noi in Antartide,ti era stato proibito di rivelare qualsiasi cosa avresti visto. Hai mancato all'impegno>>
<< è vero,e tu hai mentito,hai distorto i fatti riguardanti la morte di 10 persone,compresa tua moglie,e hai ingozzato il pubblico con false informazioni,facendomi apparire come un bambino con disturbi mentali>>
<< Ritengo che il risarcimento offerto al tuo tutore per farti mantenere il silenzio fosse molto generoso>>commentò l'uomo,per nulla influenzato dalla rabbia del figlio.
Shinji strinse ambe le palpebre degli occhi
<< Era una bustarella,un insulto,quando si manipola la realtà,quando s'insabbiano delle prove,si fa del male,non si rovina solo la mia infanzia>>
<< Non ho tempo per queste sciocchezze. Hai intenzione di pilotare l'Eva o no?>>ripetè Gendo,il tono di voce ornato da una fitta d'urgenza.
In tutta risposta ,l'adolescente si limitò a fissarlo
<< Ho solo una cosa da dirti: va all'inferno>>sussurrò,porgendo la mano destra in un gesto assai poco lusinghiero.
Il comandante rimase fermo e immobile,a contemplare le parole del figlio.
Mantenne quella posizione per circa mezzo minuto.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine,prese un respiro profondo
<< Capisco. In questo caso...non ho più bisogno di te>>proclamò,suscitando un paio di sussulti ad opera dei presenti, Misato compresa.

<< Vai a casa. I codardi sono inutili in una battaglia in cui è in gioco il destino dell'umanità>>
e,detto questo,volse la propria attenzione nei confronti di un comunicatore
<< Fuyutsuki,portatela subito qui>>ordinò,ricevendo un doppio introito da parte del vecchio
<< Vuoi davvero usarla?>>
<< Non è ancora morta>>sussurrò l'altro, in tono freddo.
Shinji rimase fermo e immobile per circa una decina di secondi,prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Misato
<< Portami all'uscita >>
<< Shinji...>>
<< Ora!>>esclamò,il volto chiuso in un'espressione furiosa.
La donna fu tentata di controbattere. Invece, si limitò a porgergli un debole cenno col capo.
Poi,qualcosa attirò l'attenzione del Third children.
Sentì un leggero cigolio farsi strada nella sua direzione. E allora la vide.
Un gruppo di quattro uomini che trasportava una barella d'ospedale. E sopra la barella vi era una giovane ragazza dai capelli blu,probabilmente non superiore alla sua età. Indossava una divisa aderente piuttosto strana e aveva il corpo coperto di bende.
Per Shinji non fu affatto difficile capire chi fosse: era il suo rimpiazzo ! realizzò con una lieve punta di orrore.
Avevano intenzione di mandare una ragazza a combattere in quelle condizioni !?
La rabbia nel cuore dell'adolescente cominciò a manifestarsi con maggior vigore.
Strinse i pugni.
Rei,nel frattempo,stava cercando di alzarsi dal lettino,senza successo. Ogni più piccolo movimento le regalava un'ondata di dolore. Alla fine,la sensazione straziante fu troppa da sopportare e cadde violentemente contro il pavimento della sala. Ma non lo colpì.
Un paio di braccia l'afferrarono prima che potesse schiantarsi contro le piastrelle in marmo che costituivano il piano della camera.
Alzò lentamente lo sguardo,curiosa di sapere chi l'avesse afferrata.
Gli occhi rossi della ragazza entrarono in contatto con quelli di Shinji Ikari e,per un attimo,il respiro dell'adolescente sembrò mozzarglisi in gola .
Il Third children,d'altra parte,aveva il volto chiuso in un'espressione visibilmente preoccupata.
Schioccò la lingua,prima di prendere un respiro profondo

<< Fanculo>>
e,detto questo,volse la propria attenzione nei confronti di Gendo
<< Lo farò. io...piloterò questo dannato affare>>sibilò,ricevendo un sorriso da parte del padre.
<< Eccellente.
Vai insieme alla dottoressa Akagi, ti dirà cosa fare>>

 Lui, la bionda e il capitano si avviarono verso le scale che portavano all’entry plug,una capsula delle dimensioni di una piccola automobile,situata lungo la spina dorsale della macchina. Facendo attenzione a non scivolare dai bordi,l'adolescente entrò nel centro di controllo così com’era.
La capsula venne spinta da un braccio meccanico ,che la inserì nell’alloggio posto lungo la corteccia celebrale dell’ EVA.
<< Immissione LCL>>comandò Ritsuko
Una sostanza trasparente tendente all’arancione cominciò ad entrare nell’Entry Plug.
Shinji osservò il tutto con fare attonito.
<< Ehi, perché non si ferma? Fermatela, FERMATELA!!!!>>
Ormai completamente sommerso, il giovane cominciava a trattenere il respiro .
<< Shinji, fai entrare l’LCL nei polmoni, ti riforniranno di ossigeno!>>
Ancora diffidente il Third children teneva ancora il respiro, cominciando a diventare violaceo ma infine si arrese e il liquido entrò nei polmoni.
La prima impressione fu quella di affogare, con la certezza di non farcela…
Poi, miracolosamente, si riprese e comincio a respirare. Dopo circa una decina di secondi, riuscì a sedersi sul sedile dell’entry plug.
<< Che cosa strana, respiro decisamente meglio di quanto sto fuori. E poi ...cos’è questa sensazione? Mi sento le braccia pesanti>>sussurrò.
Al di fuori del mecha, Misato emise un sospiro di sollievo,prima di prendere un respiro profondo
<< Unità Eva 01...lancio !>>


Neo Tokyo 3                                                                                                            * * *

Ci sono cose che una bambina di dieci anni non dovrebbe vedere. Ci sono cose che una bambina di dieci anni non dovrebbe neanche immaginare e ci sono situazioni tanto traumatiche che nessuno dovrebbe mai essere costretto ad affrontare nel corso della propria vita.
Non si spezzano solo le ossa, anche lo spirito.
Quel giorno avrebbe cambiato Sakura Suzuhara per sempre.
Lei e il fratello si erano recati al di fuori del rifugio per trovare i loro genitori. Poi,era venuto quel mostro.
Toji era rimasto indietro e le aveva ordinato di nascondersi. Dopo più di un ora,però,la preoccupazione della bambina aveva avuto la meglio sul suo buon senso. Aveva abbandonato il nascondiglio.
Le si era gelato il sangue nelle vene, quando l'enorme chela del kaiju si era fatta strada in quello stretto vicolo di Neo Tokyo 3. L'aveva trovata.
 Tra tutti, il MUTO aveva scovato proprio lei, 36 kg di puro terrore contro la mole immensa di un cacciatore alto più di trenta metri.
Non c'era scampo: era semplicemente enorme.
Nascondere la testa tra le gambe e gridare era stata l'unica cosa in grado di fare, mentre le fauci del mostro si aprivano.
L'avrebbe uccisa. All'improvviso,un totale di quattro sagome cominciarono a sorvolare la zonna,attirando l'attenzione del kaiju.
Gli elicotteri virarono con la scattante energia di una banda che fa dietro-front al fondo del campo del Rose Bowl, e le calibro 50 entrarono in azione.
I proiettili s'inabissarono nell'asfalto, colpirono rami morti di alberi già feriti, suscitarono minuscole scintille lungo i bordi della strade. Penetrarono nella pelle del MUTO.
La creatura sembrò non accorgersene nemmeno e si limitò ad alzare le zampe anteriore.
Il caporale dello squadrone ebbe una terribile premonizione.
<< Lo becco io!>>
Era l'artigliere nel Blue Boy 4, quasi ansante per l'impazienza.
E, anticipando l'ordine del superiore, un Chinook si abbassò quasi a livello del suolo, mentre i rotori sollevavano una tempesta di neve e acqua fangosa e appiattivano il sottobosco.
<< No, negativo. Risalire alla posizione precedente più cinquanta!>> gridò il caporale, e diede una botta alla spalla del co-pilota, il quale tirò la barra, facendo risalire il Blue Boy Leader. Nonostante la musica ,l'uomo sentì le rimostranze del suo equipaggio. Vide che il Kiowa si era già allontanato. Quali che fossero le tortuosità della sua mente,il pilota non era un cretino. E i suoi istinti funzionavano alla perfezione.
<< Ah, capo...>>
Era l'artigliere, con un tono di bruciante delusione.
<< Ripeto, ripeto, risalire, Blue Group, tornare alla base...>>
L'esplosione lo scaraventò contro il sedile e sbalzò in alto il Chinook come se fosse un giocattolo.
Sentì qualcuno bestemmiare strattonando la barra.
Alle loro spalle si levarono delle grida, ma, sebbene tutti gli uomini avessero riportato ferite, l'unico a morire fu un soldato semplice che si era sporto fuori per vedere meglio ed era precipitato quando l'onda d'urto li aveva colpiti.
<< Ecco, sbloccato>> berciò il co-pilota, ma il caporale pensò che fossero passati almeno trenta secondi prima che l'uomo ci fosse davvero riuscito, secondi che gli parvero ore. La musica era cessata, e questo non faceva sperare bene per Conk e i ragazzi del Blue Boy 2.Tony virò e il militare vide che il parabrezza di perspex era incrinato in due punti.
Dietro loro, qualcuno stava ancora urlando: come risultò poi, lartigliere ci aveva rimesso due dita.
<< Dannazione>> borbottò il caporale.
Poi,gli elicottero colpì il fianco del kaiju e cominciò a precipitare.
Sakura fissò il tutto con fare attonita.
L'elicottero percorse pacificamente un tratto della strada, restando tre metri sopra il fondo della carreggiata, con le pale che giravano inutilmente nell'aria, i battenti del portellone posteriore appesi per i cardini deformati, attrezzi e timer che cascavano fuori rotolando fra le macerie.
La possente onda termica la fece sbandare sulla sinistra mandandola a schiantarsi contro la parete di un edificio.
Il suolo tremò in un fremito simile a una scossa tellurica. In tutta il quartiere esplosero le finestre.
E,in quel preciso istante,un rombo sordo attirò l'attenzione della bambina.
Si voltò ,seguita dal MUTO. E allora lo vide.
Una figura viola alta cinquanta metri si ergeva al di sopra delle fiamme. Occhi gialli come un paio di lanterne ne adornavano il capo,simile a quello di un triceratopo.
Sembrava il diavolo in persona,pensò l'infante.
Poi,la creatura girò la testa in direzione del kaiju.
Il ruggito di entrambi squarciò le tenebre della notte.



Com'era? Spero bello !!! Questo capitolo è l'unico che percorrera almeno in  parte gli eventi della serie. il resto della storia sarà molto diverso,così come l'origine di alcuni personaggi( Rei,in questa fic,non è un clone) il ruolo degli Eva,la storia dietro i Kaiju ecc...
Per chi non lo conoscesso,Il MUTO( in questo caso il maschio) è l'antagonista principale del film Godzilla ( 2014).
La cartà d'identità è qua sotto.

MUTO :
film : Godzilla ( 2014 )
altezza : 30 metri
tribute : https://www.youtube.com/watch?v=h4GsBKKqU3k   

Inoltre,per chi fosse interessato a conoscere il mondo dei kaiju,ecco alcuni tra i film più belli riguardanti questo genere,sia dall'america che dal giappone. Ogni titolo sarà accompagnato dal trailer del film. Vi avverto che,i film di Godzilla vanno presi come quelli di James Bond : fanno parte della stessa saga ma possono essere visti tranquillamente in ordine sparso( in giapponese coi sottotitoli in iat è meglio,visto che il doppiaggio toglie un sacco,come spesso accade negli anime ):

- Pacific Rim ( 2013 ) : per chi ama i combattimenti tra mecha e la saga di evangelion,questo è il film che fa per lui - https://www.youtube.com/watch?v=Nn8a5AFwzzw
- Godzilla ( 2014 ) : ottima trasposizione americana del capolavoro giapponese di Ishiro Honda, e uno dei migliori film di kaiju mai realizzati- https://www.youtube.com/watch?v=G1pX97_0rxU
- Gamera the Revenge of Iris ( 1999 ) : a mio parere,il miglior film del genere kaiju,pieno di dramma,sentimento,ottimi effetti speciali e recitazione. La trama del film si svolge in un futuro apocalittico in cui la terra è costantemente attaccata da una specie di kaiju nota come Gyaos. A difendere l'uminità vi è il guardiano del Giappone ,Gamera,un kaiju che potrebbe tenere testa perfino a Godzilla,in termini di potenza pura. L'antagonista del film ( Iris ) è in assoluto il mio kaiju preferito. La versione sub ita del film è questa ( http://www.cb01.co/gamera-3-la-vendetta-di-iris-sub-ita-1999/). Mentre qui,ecco il trailer - https://www.youtube.com/watch?v=FR8UyLw6m6A
- Godzilla vs Biollante ( 1984 ) : Per chi ama i film dell'epoca,la pellicola è un trionfo di effetti speciali anni 80 . Ottima storia,ricca di azione e dramma, e la battaglia finale tra Godzilla e Biollante è spettacolare - https://www.youtube.com/watch?v=EIvjwEVo5Z0
- Godzilla vs Mechagodzilla ( 1993) : il film è uno dei migliori Godzilla mai realizzati. l'introduzione di Mechagodzilla segna una grande svolta nell'universo cinematografico dei kaiju,introducendo i mecha per la prima volta - https://www.youtube.com/watch?v=qOtGnFIQUFw
- Godzilla vs Destoroyah ( 1994 )  : sicuramente il film di Godzilla più dark e violento,soprattutto perchè doveva essere l'ultimo fil della saga ,prima che il personaggio fosse ripreso nel 2000. L'antagonista ( Destoroyah) è 'avversario più forte e letale mai affronatto dal lucertolone radioattivo ed è uno dei miei kaiju preferiti- https://www.youtube.com/watch?v=LlOHKRx8xOs
- Godzilla Mothra and King Ghidorah ( 2001 ): Il miglior film della saga giapponese di Godzilla. Con questo ho detto tutto - https://www.youtube.com/watch?v=HyFJjM-dLys
- Godzilla Tokyo SOS ( 2003 ) : ultimo film dell'era millennium di Godzilla,pieno di battaglie spettacolari e un mechagodzilla ancora più figo - https://www.youtube.com/watch?v=3CvSZ0uRAto

 

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Capitolo 4
*** È sempre la stessa musica ***


Dopo aver ritrovato la chiavetta contenete i capitoli che avevo scritto per questa storia,ho decido di riprenderla.
Spero che questo nuovo manoscritto compnserà tutto il tempo che ci è voluto per aggiornarla.
Buona lettura !

È sempre la stessa musica
 

Gendo Ikari dormiva. E sognava.
La linea di confine rispetto ai suoi pensieri abituali era profonda, ma a lui certe distinzioni non interessavano. Gli importava solo che i contenuti del suo sonno fossero appaganti.
Qualcosa gli sfiorò le labbra. Un tocco leggero,caldo,una pressione delicata ma sufficiente a riscuoterlo.
Riconoscendone l'origine,la curva appena imbronciata delle labbra si distese in un sorriso,poi lui aprì gli occhi. Sospeso su di lui c'era un volto familiare. Gendo ne conosceva ogni dettaglio,ogni tratto,ogni ruga. Non che queste fossero molte,e comunque erano a mala pena visibili al di sopra di quella pelle bianca e perfetta. Col tempo sarebbero arrivate,certo, e,con ogni probabilità,una buona parte le avrebbe causate lui stesso. Era nella natura delle cose. La vita è così. E in fondo lui ci sperava. Gli piaceva l'idea di quell'incisione reciproca sul viso. Un parte di me sul tuo volto,una parte di te sul mio. Vivere e crescere insieme. Marito e moglie e,in futuro ,genitori.
Il volto liscio e orientale di Yui Ikari si avvicinò a baciarlo.
<< Buongiorno>> sussurrò
<< Ho spostato il camino >>.
Era una nuova informazione,ma non certo una novità.
Con un verso a metà tra un gemito e una risata,l'uomo si nascose sotto il cuscino. Lei ridacchiò e lo gettò da parte. Gendo sbattè le palpebre e i grandi occhi castani della donna gli rivolsero uno sguardo intenerito. Dominavano un volto giovanile eppure serio,con la fronte attraversata da una frangetta di capelli nocciola.
 Aveva l'aria di una donna spesso assorta nei suoi pensieri, cui tuttavia non sfugge mai nulla del mondo circostante.
<< Coraggio,pigrone. Guarda ! >>
Strofinando il lato scolorito di un piccolo cubo,Yui proiettò un ologramma che prese forma sotto i loro occhi e restò sospeso a mezz'aria. Raffigurava un edificio semplice e la resa era così realistica da sembrare reale. Reggendo il cubo sul palmo,usò una mano libera per manipolare l'immagine ,facendola ruotare e attivando lo zoom per passare dalla prospettiva esterna all'interno dello stabile.
Con un dito sovrascriveva una nota,la ingrandiva per renderla più leggibile e poi la eliminava con un gesto. Una volta individuata la prospettiva che cercava,spostò di lato una colonna di appunti per mostrare la struttura senza intralci. Il suo entusiasmo era palpabile.
<< Ecco,vedi ? L'ho trasferito dall'angolo di sud ovest a quello di nord est. Qui sta meglio,non trovi ? E in caso dovessimo usarlo davvero come riscaldamento,la nuova posizione migliora la circolazione dell'aria >>.
Con un'espressione rassegnata e divertita,Gendo scosse la testa una paio di volte,poi afferrò un cuscino e puntò lo sguardo sulla moglie.
<< Mi hai svegliato per questo ?>> esclamò.<< Ti prego,dimmi di no>>
<< Ho preparato il caffè>> rispose lei,in tono contrito << E sta nevicando >>
Lui sospirò,affondò per un momento la faccia nel cuscino, poi si costrinse ad alzarsi.
Sarebbe bastato chiedere e lei glie l'avrebbe portato a letto,ma il suo caffè aveva sempre un sapore strano,tanto valeva prepararselo da solo.
Fuori nevicava davvero.
Grossi fiocchi si depositavano sui cornicioni e sui tetti dei palazzi,addolcendo la desolazione del panorama urbano. La metropoli era stanca,scoraggiata,visibilmente allo stremo. Qualche raro passante affrontava a fatica le strade innevate,ciascuno per conto suo,senza alzare lo sguardo o rivolgere la parola agli altri. Tutti irradiavano una cupezza identica a quella degli edifici che li sovrastavano. La neve,la vita ,il futuro non erano fonte di gioia per nessuno,per le vie di Tokyo.
Preparato il caffè, Gendo prese la tazza e tornò a letto. Yui gli aveva rubato il posto e ora se ne stava sdraiata a trafficare con la proiezione del modulo,perfezionando ogni minimo dettaglio.
<< Diventerà la nostra casa,perciò la posizione del camino è essenziale>>.
Corrugò la fronte.
<< Ripensandoci,forse stava meglio sull'altro lato. È difficile decidere,senza un'idea precisa del panorama esterno. La circolazione dell'aria è importante,ma non dobbiamo trascurare e anche l'effetto estetico. Non avremo una seconda occasione,quindi non possiamo permetterci errori >>
Gendo bevve un sorso di caffè e restò a guardarla in silenzio. Lei era innamorata persa della sua capanna da ricerca...e lui di lei.
Avrebbe potuto commentare,esprimere un'opinione,se non altro per fargli capire che la stava ascoltando e che lei aveva la sua attenzione,ma non gli andava d'interromperla. Non voleva interferire con il suo sogno.
Voltandosi tornò a sbircirae il paesaggio invernale oltre la finestra. Chissà se nella loro nuova casa avrebbero rivisto la neve.
All'improvviso,una voce risuonò nella stanza,costringendolo ad aprire gli occhi. Non era la voce di Yui e non apparteneva al suo sogno. Era reale.
<< Comandante,la sua presenza è richiesta dal consiglio >> disse la voce di Caspar,nel suo solito tono solenne.
All'annuncio seguì un breve segnale sonoro. Era la registrazione della campana di una nave d'inizio novecento,recuperata come una sorta di capriccio dai progettisti della Nerv. Un frammento del passato che i costruttori del presente avevano riadattato per il futuro. Una trovata divertente inserita nel programma dall'equipè di ingegneri che non avrebbero mai avuto occasione di sentirla nel suo impiego effettivo.

Nell'ala più interna del quartier generale della Nerv non c'era nessuno,tranne Caspar,e lui era invisibile. Caspar era il quartier generale.
Nello stabilimento era ovunque e da nessuna parte, impalpabile eppure sempre pronto a eseguire un comando o a rispondere a un quesito.
Le domande che tormentavano gendo quando entrò nella sala circondata da consolle non erano del genere con cui un computer,per quanto avanzato,potesse rispondere. Certo, se le avesse formulate,lui avrebbe cercato comunque di trovare una soluzione.
A volte Gendo era tentato di dar voce ai propri dubbi,tanto per vedere come avrebbe reagito un circuito elettronico. Ma non l'aveva mai fatto : c'era il rischio che le risposte di Caspar potessero davvero rivelarsi sensate e,peggio ancora,in contraddizione con le sue.
La giacca blu con cui si era vestito era superflua in quello spazio vuoto quanto nella sua cabina.
 Nei loro spazi personali,i membri del quartier generale potevano regolare a piacimento temperatura e umidità,anche se in genere lasciavano che fossero i computer Magi a stabilire il clima più adatto,in base alla loro età e fisiologia e alle preferenze di ciascuno inserite nel programma. All'interno della base, il sonno rappresentava uno dei pochi momenti di privacy concessi al personale,ed era raro che Caspar si azzardasse a disturbarlo per avanzare un suggerimento. Le coperte,e in generale la biancheria da letto,erano un lusso,ma in fondo non eccessivo,ritenuto importante per il benessere psicologico degli addetti. Se con un paio di lenzuola ,un piumino una coperta in finta pelle di renna un individuo riusciva a riposare meglio,allora il comandante era più che disponibile a fornirli.
Mentre si avvicinava alla sala designata,la pistola che teneva in tasca era di conforto quanto Caspar stesso. Nell'altra mano teneva un paio di sfere antistress. Magari un blando tranquillante sarebbe stato più efficace,ma contro l'ansia gendo preferiva le sue sferette. Diversamente dai farmaci,erano familiari e non invasive. Anche se si poteva sostenere che dessero la stessa dipendenza.
Vagò soprappensiero lungo la sala conferenze,facendo scivolare lo sguardo sul grande tavolo ovale posizionato al centro del complesso. La calma regnava sovrana e tutto funzionava a dovere senza bisogno di imput umani. Questo Gendo già lo sapeva.
Ben presto, dal dispositivo di controllo della sala emersero un totale di nove proiezioni luminose,nitide e completamente nere. Parevano grandi monoliti di forma rettangolare,tutti recanti un incisione che andava dalla scritta 01 a quella 09.
Poi,come dal nulla,una voce profonda e anziana scaturì dall'ologramma situato al centro della stanza. Aveva un accento tedesco,parzialmente alterato dalla cadenza elettronica dell'audio.
<< Ikari...non potresti rendere più efficienti sia gli Eva che la Nerv ? Prima lo zero-zero,ora lo zero-uno... lo sai che i costi per le riparazioni degli Eva e degli edifici armati basterebbero per rovinare un intero paese ? >>
<< Abbiamo già speso troppi soldi per questi giocattoli. Non dimenticare qual'è la cosa più importante >>proclamò una seconda voce dal monolito recante la scritta 03. Aveva un accento francese.
Non passarono che pochi secondi ,e poi,una terza voce scaturi dall'ologramma situato alla destra del primo.
<< Ricordati che hai un altro compito da eseguire>>
<< Esatto !>> confermò la voce tedesca .
<< Il progetto per il perfezionamento dell'uomo. Questo progetto è l'ultima speranza rimasta per una situazione così disperata...almeno per noi.>>
<< Ne sono consapevole >>ribattè Gendo,il volto chiuso in un'espressione assolutamente stoica.
Il monolito al centro della stanza grugnì in approvazione,prima di riprendere a parlare.
<< Ad ogni modo... anche se i kaiju sono tornati,non sarà ammesso alcun ritardo sul programma. Quanto ai preparativi,li valuteremo attentamente >>
<< E per quanto riguarda il controllo dell'informazione ?>>domandò il francese,il tono di voce colmo d'aspettative.
Al sentire tali parole,l'uomo non potè fare a meno di arricciare ambe le labbrra in un sorriso complice.
<< Non preoccupatevi. Sono già state prese le contro misure necessarie >>.

                                                                                                                                    * * *

Altrove 

L'uomo è un prodotto dell'evoluzione darwiniana.
La sua struttura mentale e le sue categorie logiche sono state profondamente influenzate dalla lotta per la sopravvivenza nella natura in cui si è evoluto. In particolare, conosciamo in maggiore dettaglio ed intuitivamente quelle leggi naturali e quelle regole matematiche che ci permettono di sopravvivere. Questa impostazione di fondo ci impone una visione sostanzialmente antropomorfa del mondo che ci circonda.
Noi ,da un punto di vista antropologico, siamo certamente disabili a vivere nel mondo e nella società in cui viviamo perché il nostro corpo e la nostra psiche sono stati plasmati in un ambiente che è radicalmente diverso da quello in cui noi viviamo e l'evoluzione della società ha proceduto molto più rapidamente dell'evoluzione della specie.
Uno dei tratti distintivi che caratterizza questo fatto è la capacità di sognare.
C'è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada. E se c'è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c'è anche un sogno simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe, né lo status, e neppure l'età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato "sogno".
Questa,almeno,era l'idea che si erano fatti personaggi come Freud e Salvatore Dalì.
Nell'esame e nell'interpretazione di sogni coerenti e rigorosi, occorre vagliare attentamente il fatto, sinora a quanto pare trascurato, che la loro verità è quasi sempre poco soddisfacente: perché, quando richiamiamo alla memoria un sogno, colmiamo e integriamo, senza farci caso o senza volere, le sue lacune.
Raramente, e forse mai ,un sogno coerente è stato così coerente in realtà come ci appare nel ricordo.
Quel che vediam la notte, è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto durante la veglia. Il sogno è sovente, la rivincita delle cose disprezzate o il rimprovero degli esseri abbandonati. Da qui l'imprevisto e talvolta la tristezza.
Quella notte ,Shinji sognò di sua madre.
Sognò di giganti alti 50 metri,bestie altrettanto grandi e terribili, che sembravano fuoriuscite dai folli deliri della mente di un povero pazzo.
Sognò di una luce bianca e bellissima..ma sogno anche di morte e devastazione. E il tutto venne prontamente interrotto non appena il suono proveniente dalla tv della camera cominciò a farsi più marcato.
L'adolescente si svegliò con un sussulto.
Tentò di mettere a fuoco la vista,ma la cosa si rivelò più difficile del previsto. Dopo circa un paio di minuti,i suoi goffi tentativi cominciarono a fornire qualche risultato.
Deglutì e si guardò intorno. Si rese conto di essere in una stanza d'ospedale .Era adagiato in un letto dalle candide lenzuola di lino e faceva fatica a mantenere gli occhi aperti . Ed erano nudo. O,almeno,indossava solo una semplice veste da paziente. Come diavolo ci era arriva...
<< In merito all'esplosione di gas avvenuta ieri sera,al centro di Neo Tokyo 3,il governo giapponese si è finalmente dichiarato >>
Il suono di quella voce lo costrinse ad alzare lo sguardo,in direzione del televisore della camera.
L’immagine sullo schermo mostrava la figura di una giovane donna sulla trentina,vestita in abiti di buona fattura.
Shinji ascoltò con attenzione il resto della notizia.
<< Non dicono nulla sull'Eva o su quella creatura >>sussurrò a se stesso,il volto chiuso in un leggero cipiglio.
Si portò una mano alla fronte.
<< Ma allora...avrò davvero sognato tutto ? Di salire a bordo dell'Eva...di combattere contro quel mostro...>>
non appena quel pensiero lo colpì,scoppiò in una risata amara
<< Sì,come no. Sarebbe troppo bello per essere vero >>mormorò con fastidio,per poi alzarsi dal letto.
Aveva le gambe leggermente intorpidite,per cui dovette sostenersi alla stanga del mobile.
In quel preciso istante,una figura familiare fece capolino all'interno della camera.
Il giovane la riconobbe quasi subito.
<< Signorina Misato ?>>domandò sorpreso.
In tutta risposta,la donna gli rivolse un sorriso a trentadue denti.
<< Ehilà ! Sono venuta a prenderti !>>esclamò, in tono cippatrice.
Dopo avergli fornito alcuni vestiti di ricambio,cominciarono a incamminarsi in direzione dell'uscita.
Durante il tragitto,Misato prese a scrutarlo da capo a piedi.
<< Ho saputo che le tue ferite non sono gravi. Una fortuna,vero ?>>
<< Se lo dice lei >>borbottò l'altro,utilizzando un tono di voce impassibile.
La donna inarcò un sopracciglio. “ Maleducato “ pensò stizzita.
<< Ora ti accompagno a casa tua. Il comando ti ha assegnato una stanza personale ! >>
<< Fantastico >>continuò l'altro,per nulla imperturbato dalle parole del capitano.
Misato volse al giovane un sorriso triste.
<< Per te va bene stare da solo ? Compilando gli appositi moduli,potresti andare a vivere con tuo padre >>azzardò lei,nel tentativo di alleggerire l'atmosfera.
Il risultato non fu quello sperato. Anzi,la figura dell'adolescente sembrò irrigidirsi,anche se in maniera quasi impercettibile.
<< Non importa,preferisco vivere da solo. Quanto a mio padre...meglio che non gli stia tra i piedi >>sussurrò.
Percorsero il resto dell'ospedale nella quiete più totale.
Poi,come dal nulla,un piccolo gruppo di figure li costrinse a fermarsi. Gendo Ikari,affiancato da un totale di quattro uomini in giacca nera e cravatta,camminò lentamente in direzione della coppia. Non che il comandante volesse parlare con uno di loro. La sua destinazione era un'altra. Misato lo sapeva bene e,per questo motivo,si scansò dal centro del corridoio. Shinji,al contrario,rimase fermo dov'era.
Ben presto,padre e figlio si ritrovarono l'uno di fronte all'altro,entrambe le espressioni dei loro volti assolutamente impassibili.
La donna,così come alcuni degli accompagnatori, non potè fare a meno di reprimere un brivido.
L'uomo più grande inarcò un sopracciglio,apparentemente disinteressato dall'azione dell'adolescente.
<< Hai qualcosa da dire,pilo...>>
e poi,un pugno lo colpì in pieno volto.


Scozia 

Rioji Kaji,di nazionalità giapponese, era un uomo giovane e di corporatura alta.
Riconoscibile per il distinto taglio di capelli, raccolti in un codino stile country rock anni 70,percorse lentamente il palco che dava sull'aula dov'erano raccolti più di 200 studenti,tutti iscritti alla facoltà di biologia dell'università di Aberdeen, centro situato nella parte sud della scozia settentrionale.
Volse la propria attenzione nei confronti della folla,prima di prendere un respiro profondo.
<< L'ultima parte del ventesimo secolo ha segnato un intensificarsi dell'interesse scientifico nei confronti dell'estinzione. Non è precisamente un argomento nuovo: già nel 1786, poco dopo la rivoluzione americana, il barone Georges Cuvier aveva per la prima volta dimostrato che le specie si estinguono. L'estinzione era quindi un fatto accettato dagli scienziati quasi tre quarti di secolo prima che Darwin elaborasse la sua teoria dell'evoluzione. E in seguito, nel proliferare delle controversie sollevate dalle sue teorie, di rado è stata contemplata la questione dell'estinzione. Anzi, l'estinzione veniva di norma considerata un evento banale, un po' come un'auto che resta senza benzina. Era semplicemente una prova di mancato adattamento. L'adattamento, in sé, era oggetto di intensi studi e accesi dibattiti. Ma il fatto che alcune specie si estinguessero non veniva preso in seria considerazione. Cos'altro c'era da dire sull'argomento? >> domandò a se stesso,per poi girare lo sguardo in direzione del monitor che dava alla sue spalle,raffigurante un'immagine dettagliata dell'albero della vita.
<< Si ritiene che, dal momento in cui ebbe inizio la vita su questo pianeta, vi siano state cinquanta miliardi di specie. Ciò significa che oggi ne resta solo una su mille. Quindi il 99,9 per cento delle specie che popolavano la Terra è estinto. E gli stermini di massa rappresentano solo il cinque per cento del totale. La stragrande maggioranza delle specie si è estinta una alla volta. >>
Detto questo,fece una pausa per riprendere fiato.
Il tutto non durò a lungo.
<< Vorrei avanzare l'ipotesi che gli animali complessi si estinguono non a causa di mutamenti intervenuti nei loro meccanismi di adattamento fisico all'ambiente, bensì a causa del loro comportamento. Vorrei suggerire che gli ultimi sviluppi nella teoria del caos, o dinamica non lineare, offrono allettanti spunti circa le modalità con cui questo potrebbe avvenire. Ci suggeriscono che il comportamento degli animali complessi può cambiare con molta rapidità, e non sempre per il meglio. Ci suggeriscono che il comportamento, nel momento in cui non si adegua più all'ambiente, porta al declino e alla morte. Ci suggeriscono che gli animali possono smettere di adattarsi.>>continuò,prima di cambiare diapositiva.
<< La selezione naturale non è una spiegazione vera e propria. E' solo una definizione: se un animale si afferma, deve essere frutto di una selezione. Ma che cosa viene favorito in quell'animale? l'animale hanno tratto vantaggio dal processo di selezione? E come avviene in realtà la selezione naturale? Darwin non aveva la più pallida idea in proposito. >>ridacchiò,volgendo la propria attenzione nei confronti degli studenti.
<< L'evoluzione è solo il risultato di una serie di mutazioni che si affermano o scompaiono. Giusto?>>
<< Giusto>> confermò un membro della folla.
<< Ma in questo concetto sono insiti alcuni problemi >> proseguì l'uomo
.<< In primo luogo, il problema tempo. Un singolo batterio , la più antica forma di vita , ha duemila enzimi. Gli scienziati hanno calcolato che per raccogliere a caso questi enzimi da un brodo primordiale occorrerebbe un tempo che varia da quaranta miliardi a cento miliardi di anni. Ma la terra ha solo quattro miliardi di anni. Quindi un processo casuale sembrerebbe troppo lento. Tanto più che sappiamo che i batteri sono comparsi solo quattrocento milioni di anni dopo il principio della Terra. La vita è comparsa molto rapidamente, ed è per questo che gli scienziati hanno ipotizzato che essa debba avere origini extraterrestri. Anche se, a mio avviso, questa non è una vera e propria risposta >>
Una studentessa tentò d'intervenire
<< D'accordo, ma...>>
<< Secondariamente, c'è un problema di coordinazione. Se si accetta la teoria attuale, allora tutta la straordinaria complessità della vita altro non è se non l'accumularsi di eventi casuali... una serie di eventi genetici riuniti insieme. Ma osservando attentamente gli animali, si direbbe che molti elementi debbano aver avuto un'evoluzione simultanea. Prendiamo per esempio i pipistrelli, che sono guidati dall'eco degli ultrasuoni da loro emessi. Per fare una cosa simile, molti elementi devono evolversi. I pipistrelli hanno bisogno di un apparato speciale per emettere suoni, di un udito speciale per udire l'eco, di un cervello speciale capace di interpretare i suoni, e di un corpo capace di scendere in picchiata per catturare gli insetti. Se tutte queste cose non si evolvono contemporaneamente, non vi è alcun vantaggio. E immaginare che tutto questo avvenga per puro caso è come immaginare che un tornado possa abbattersi su un cimitero di rifiuti industriali e mettere insieme un jumbo jet funzionante. Difficile da credere >>
<< Lei sta cercando d'insinuare che l'evoluzione della nostra specie era...premeditata ?>>domandò quella stessa ragazza.
Rioji fece per risponderle,quando,come dal nulla,la suoneria del suo cellulare rieccheggiò per tutta la lunghezza della camera.
Con un sospiro rassegnato,afferrò il dispositivo elettronico e se lo portò all'orecchio,non prima,però, di rilasciare un ultima dichiarazione.
<< Riprenderemo questo discorso nella prossima lezione >>e,dopo aver pronunciato tali parole,cominciò a incamminarsi in direzione dell'uscita.
<< Sì,sono io >>esordì,facendo ben attenzione che non ci fossero persone nelle vicinanze.
Rimase fermo e in ascolto per circa un minuto buono.
Finito quel lasso di tempo,annuì rapidamente.
<< Arrivo subito >>
 
                                                                                                                             * * *

Neo Tokyo 3

Dopo gli eventi di quella mattina,Shinji si ritrovò ammanettato ad un tavolo per gli interrogatori. Misato era a malapena riuscita a trovare uno sbocco per poterlo visitare.
La donna, attualmente seduta di fronte a lui, aveva il volto chiuso in un cipiglio di pura disapprovazione.
<< Che diavolo ti è saltato in mente ?>> esordì lei,visibilmente seccata.
<< Colpire un ufficiale militare in pubblico ? Sei pazzo ?>>
<< Credimi ,se lo meritava>> ribattè l'altro,stringendosi nelle spalle.
In tutta risposta,il capitano non potè fare a meno di rilasciare un sospiro.
Fatto questo,fissò il giovane dritto negli occhi.
<< Ho parlato con il giudice. Ha accettato di rilasciarti sotto la mia supervisione.>>
<< Davvero?>>domandò l'altro,apparentemente disinteressato.
La donna annuì lentamente.
<< Sì... ma a tre condizioni >>continuò,ricevendo uno sguardo sospettoso in cambio.
<< E quali sono?>>
<< La prima è che continuerai a pilotare l'Eva>> disse lei,sollevando la mano destra e rilasciando solo l'indice.
<< Come se avessi mai avuto una scelta.>>borbottò l'altro,affondando il mento sul tavolo della cella.
Il capitano sorrise leggermente.
<< La seconda...è che verrai a vivere con me>>continuò,con un tono giocoso.
Il maschio emise un piccolo sbuffo << Una cosa da urlo >>
<< E la terza condizione è che... incontri uno psicologo.>>
Al sentire tali parole,l'adolescente non potè fare a meno di ridacchiare.
<< Io ho la responsabilità di scrivere dei rapporti su questi incontri. >>continuò l'altra,per nulla impressionata dalla reazione del giovane.
Questi si limitò ad inarcare un sopracciglio,visibilmente divertito.
<< Ah, sì? Davvero? >>
<< E se non dovessi soddisfare queste condizioni, dovrai affrontare il carcere minorile>>proseguì Misato,il volto adornato da un'espressione imperscrutabile .
Shinji si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Sì,piloterò quel dannato affare, ma non mi vedrò con nessun cazzo di psicologo >>terminò con un sibilo.
La donna rimase in silenzio per circa un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine,prese un respiro profondo.
<< È meglio che passare quel tempo in riformatorio, non credi? >>

                                                                                                                                * * *

A Ovest di Neo Tokyo 3,la macchina di Misato correva accanto ai campi di canna da zucchero color verde scuro alla luce del tramonto.
Per molto tempo quella era stata una zona agricola del Giappone,ma di recente le cose avevano iniziato a cambiare.
A sinistra si scorgevano i piatti tetti metallici del nuovo ramo industriale finanziato dalla Nerv, che brillavano argentei in mezzo al verde circostante. Shinji sapeva che non si trattava di un vero e proprio parco industriale. La maggior parte degli edifici,infatti, erano appartamenti affittati a a basso prezzo. Poi c'erano vari negozi, le officine e i centri di ricerca. L'aveva letto nella brochure della città.
Mentre rimuginava su tutto ciò,Misato volse la propria attenzione nei confronti del quindicenne.
<< Non sei molto socievole,non è vero ?>>domandò lei,con aria cantilenante.
In tutta risposta, l'adolescente si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Non è il tipo di persona che sono >>mormorò,il tono di voce ornato da una lieve punta d'indifferenza.
La donna arricciò ambe le labbra in un sorriso divertito
<< Davvero ? Allora come ti definiresti ?>>
<< Io mi considero una persona realista, ma, in termini filosofici, sono quello che definiresti un pessimista >>commentò l'altro,volgendo lo sguardo in direzione dell'orizzonte che si stagliava oltre il finestrino della vettura.
Misato inarcò un sopracciglio.
<< Vabbé! Ok! Che cosa significa?>>
<< Che non sono uno spasso alle feste >>ribattè Shinji, stringenosi delle spalle una seconda volta.
Il capitano scoppiò in una risata divertita
<< Hmm, lascia che te lo dica: non lo sei neanche in altre situazioni >>commentò lei,sperando di mantenere la conversazione.
Fortunatamente,ottenne il risultato sperato. Anche se le successive parole del giovane non furono quelle che si aspettava.
<< Credo che la coscienza umana sia un tragico passo falso dell'evoluzione. Siamo troppo consapevoli di noi stessi. La natura ha creato un aspetto della natura separato da se stessa. Siamo creature che non dovrebbero esistere... per le leggi della natura>>.
Il sorriso sul volto di Misato cadde all'istante,sostituito da un leggero cipiglio.
Tastò la lingua,nel tentativo di trovare una risposta adeguata a quell'insolita dichiarazione.
<< Hmm...mi sembra una gran bella stupidaggine >>
<< Siamo delle cose che si affannano nell'illusione di avere una coscienza>> continuò l'altro,per nulla intimorito dall'affermazione del capitano
<< Questo incremento della reattività e delle esperienze sensoriali è programmato per darci l'assicurazione che ognuno di noi è importante, quando invece siamo tutti insignificanti.>>
<< Io non andrei in giro a dire certe cose. La gente da queste parti non la pensa così. Io non la penso così >>sussurrò Misato,utilizzando un tono di voce assai più duro del normale.Nonostante ciò,l'adolescente decise di non tenervi conto.
<< E io credo che la cosa più onorevole per la nostra specie sia rifiutare la programmazione, smetterla di riprodurci, procedere mano nella mano verso l'estinzione... un'ultima mezzanotte in cui fratelli e sorelle rinunciano ad un trattamento iniquo>>
<< Allora che senso ha alzarsi dal letto la mattina?>>domandò la donna,visibilmente incuriosita.
In tutta risposta,il giovane pilota emise uno sbuffo sprezzante.
<< Io dico a me stesso che sono un testimone, ma la risposta giusta è che sono stato programmato così e mi manca la disposizione al suicidio >>terminò.
Una quiete inesorabile sembrò calare nel ventre della macchina. Perfino lo stridire dei pneumatici pareva nient'altro che lo scricchiolare del vento contro una finestra. E il tutto si prolungò per circa un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine,Misato disse la prima cosa che gli venne in mente.
<< Capisco >>mormorò,inumidendosi le labbra allo stesso tempo.
Passarono il resto del viaggio in completo silenzio,fino a quando Shinji afferrò un dispositivo rettangolare che teneva nel taschino dei pantaloni.
Era un registratore di vecchia fattura,uno dei modelli più vecchi realizzati lungo il finire degli anni 90.
L'azione attirò lo sguardo di Misato.
<< Ah,vedo che ti piace la musica ! Almeno abbiamo qualcosa in comune >>commentò lei,utilizzando nuovamente un tono amichevole.
Shinji fu assai tentato di non controbattere. Alla fine,tuttavia,decise di concederle una piccola misericordia. Dopotutto,avrebbero vissuto insieme per un bel po'. Meglio che non partissero con il piede sbagliato.
<< Ti piace Phil Collins ?>>domandò all'improvviso,ricevendo un'espressione visibilmente sorpresa da parte del capitano.
<< Lo conosco solo di fama >>rispose l'altra,dopo essersi ripresa da quel breve momento di shock.
Shinji attaccò uno dei cavi del registratore all'adattatore della macchina,prima di riprendere a parlare
<< Io sono un fanatico dei Genesis. Per la precisione dall'80 quando uscì quel famoso album, "Duke". Prima di allora, in realtà non riuscivo a capire i loro lavori. Troppo artificiosi, troppo intellettuali. È con "Duke" che la presenza di Phil Collins si fa più evidente >>.
Cominciò a scorrere i brani del lettore.
<< Io credo che "Invisible Touch" sia indiscutibilmente il capolavoro del gruppo. Un'epica meditazione sull'intangibilità. Allo stesso tempo arricchisce e approfondisce il significato dei tre precedenti album. >>
e,detto questo,fece partire la canzone.
Misato ascoltò il tutto con fare affascinato. Era la prima volta che lo sentiva parlare in maniera così appassionata.
<< Osserva la brillantezza del suono di Banks, Collins e Rutherford insieme. Puoi in pratica sentire ogni sfumatura dei vari strumenti. In termini di maestria lirica e di abilità compositiva, quest'album raggiunge un nuovo picco di professionalità. Prendi le parole di "Land of Confusion". In questa canzone, Collins sottolinea il problema degli abusi del potere politico. "In Too Deep" è la canzone pop più commovente degli anni 80. Sulla monogamia e sull'impegno. È una canzone che porta lo spirito ad elevarsi, le parole sono positive, affermative, come mai ho sentito nel rock.>>sussurrò il giovane,lasciando che il brano lo cullasse.
Quando la canzone arrivò a metà del suo percorso,riprese a parlare.
<< La carriera di Phil Collins come solista sembra essere più commerciale, e quindi più soddisfacente, in senso più ristretto. Specialmente in canzoni come "In the Air Tonight" e "Against All Odds". Ma sono anche convinto che Phil Collins dia il meglio di sé nell'ambito del gruppo, che come artista e solista, e sottolineo la parola artista.>>.
Non appena la lirica finì,Shinji fece scorrere le opzioni del registratore una seconda volta,prima di fermarsi su di un brano particolare.
<< Questa è "Sussudio", grande, grande canzone. Una delle mie preferite >>
e,detto questo,pigiò il tasto play.
Il brano partì,e Misato si ritrovò costretta ad ascoltarlo con attenzione dall'inizio alla fine, anche solo per pagare i suoi rispetti ad una recensione così approfondita.
<< Ok,lo ammetto. è piuttosto orecchiabile >>commentò lei,il volto chiuso in un sorriso gentile.
Detto questo,lasciò la strada principale e s'inoltrò con l'auto tra i fabbricati silenziosi.
Erano quasi le 9:00 di sera e il luogo era assolutamente deserto.
Parcheggiò di fronte al condominio in cui viveva.
Dall'esterno l'edifico appariva uguale a tutti gli altri. Una facciata in marmo a un solo piano con un tetto in lamiera ondulata. Non sembrava in effetti niente di più di un enorme magazzino.
La coppia uscì dal veicolo,afferrò la spesa e le borse che Misato teneva nel bagagliaio, ed entrò nel fabbricato.
<< Scusa se c'è un po' di disordine,non pulisco l'appartamento da un paio di giorni >>lo informò la donna,correndo in cucina con il cibo.
Shinji si guardò intorno.
L´appartamento di ben 100 metri quadrati, tutto con travi a vista, era dotato di un grande soggiorno con due divani e una zona con  tavolo di lavoro,così come una credenza.
Dal soggiorno si accedeva alla zona pranzo con tavolo di legno e sei sedie, accanto alla cucina, completamente attrezzata per cucinare e godere della casa. La zona notte era dotata di una stanza da letto principale e una seconda stanza che si affacciava su una finestra .
Il primo bagno era dotato di vasca e il secondo di una doccia. Luminosissimo, l´appartamento affacciava su una deliziosa e silenziosa piazzetta e sul luminoso e verde cortile interno.
Il mobilio era molto moderno e comodo, completato da televisore a schermo piatto, lavastoviglie, lavatrice ed aria condizionata in tutte le stanze. Il salotto era composto da due spazi adiacenti uniti da ampie aperture.
Nella parte più interna si trovava una confortevole zona con divani e poltrone dove si poteva conversare amabilmente prendendo una birra o sorseggiando un bicchiere di ottimo Chianti. L’altra parte era costituita da una lunga veranda, la cui parete esterna era formata interamente da finestre. Un giradischi poggiava al di sopra di di un piccolo tavolo di legno posto affianco al salotto.
Come è facile immaginare da qui si godeva di una incredibile, splendida illuminazione e di una deliziosa vista sul colorato giardino della villa.
L'unico problema ? Il ciarpame di roba e rifiuti che ricopriva più della metà del pavimento.
Il sopracciglio di Shinji cominciò a contrarsi.
<< E questo sarebbe...un po' di disordine ?>>sibilò a se stesso.
In quel preciso istante,la voce di Misato lo raggiunse dalla cucina.
<< Ti piacciono Huey Lewis and the News? >>domandò lei,sorprendendo il giovane.
Questi annuì,con fare esitante
<< Ehm, sì, così,così >>
<< I loro primi lavori erano un po' troppo new wave per i miei gusti, ma con l'album "Sports" che uscì nell'83, hanno ingranato la marcia giusta, almeno secondo me>>
e,detto questo afferrò un vecchio cd dal cassetto di una delle credenze e lo infilò nel giradischi.
<< L'intero album ha un sound incisivo, chiaro, ed è lo specchio di quel consumato professionismo che ha fatto di quella formazione una band da brivido. È stato paragonato a Elvis Costello, ma io credo che Huey possieda in misura maggiore un cinico senso dell'umorismo >>continuò la donna,facendo partire la musica.
Shinji si ritrovò perfettamente d'accordo con le parole del capitano.
Fece per commentare,almeno fino a quando i suoi occhi non caddero sul pavimento della sala.
<< Ehi, Misato?>>
<< Sì, Shinji ?>>
<< Perché ci sono tutti questi giornali per terra? Hai per caso un cane? >>
<< No,nessun cane !>>esclamò l'altra,mentre finiva di posare il resto della roba in frigo.
Fatto questo,indicò il giradischi.
<< Nell'87 uscirono con questo, "Fore", giudicato il loro album migliore. Secondo me il capolavoro in assoluto è "Hip to be Square", una canzone che ti prende talmente che la gente neanche ascolta le parole. Invece dovrebbero, perché non parla solo del piacere del conformismo, e dell'importanza del trend, è anche una personale dichiarazione di quello che la band vuole essere >>.
Al sentire la descrizione di tutti quei brani,l'adolescente non potè fare a meno di sorriderle. Sapeva che stava solo cercando un modo per relazionarsi con lui. A quanto pare,esprimere pareri sulla musica le era apparsa come una tattica efficace. Un metodo piuttosto inusuale ma,fino ad ora,non così orribile.
Aprì la porta del bagno,desideroso di scaricare la tensione accumulatasi durante la giornata.
Si fermò di colpo,non appena i suoi occhi entrarono in contatto con quello che trovò all'interno della stanza.
<< Ma che diavolo...>>
di fronte a lui,infatti,aveva appena fatto la sua comparsa la figura di un animale alto poco meno di mezzo metro. Era ricoperto di piume,aveva un becco,u n paio di piedi palmati,ed una colorazione che spaziava dal bianco al blu.
<< Oh,vedo che hai conosciuto l'ultimo inquilino della stanza ! Ti presento Pen Pen >>presentò Misato, il volto chiuso nel suo solito sorriso.
L'adolescente prese a fissare l'uccello con fare incuriosito.
<< è un pinguino delle sorgenti termali,una nuova specie ottenuta attraverso l'uso dell'ingegneria genetica >>proseguì lei,aprendo una birra e sdraiandosi sul divano.
L'animale proseguì dondolando per tutta la lunghezza della camera.
Fatto questo,volse una strana occhiata in direzione di Shinji,prima d'inoltrarsi in un piccolo stanzino scavato nella parete vicino alla cucina.
Il giovane inarcò un sopracciglio.
<< Non credo di piacergli >>
<< è così con tutti,almeno all'inizio. Non hai idea della fatica che ho dovuto fare per guadagnarmi la sua fiducia >>ridacchiò l'altra,agitando la mano destra con fare scherzoso.
L'adolescente annuì poco convinto e camminò in direzione della sua nuova camera.
<< Shinji,a proposito...>>
il suono della voce di Misato lo costrinse a fermarsi.
<< Ricordi niente della battaglia di ieri sera ?>>domandò esitante.
Il respiro del quindicenne sembrò bloccarsi.
In realtà, non ricordava molto. Era come se parte degli ultimi avvenimenti fossero stati bloccati. Devo aver battuto la testa durante lo scontro,pensò a se stesso .
Non che non ricordasse niente,sia chiaro. Ricordava quando si era trovato faccia a faccia con il kaiju per la prima volta. Non aveva ancora visto il mostro a distanza ravvicinata,e sussultò quando se lo trovò davanti,inquadrato dalla visone ottica dell'Eva. Con un rapido movimento delle ali,la creatura si era arrampicata nella parte anteriore del mecha ,ed era comparsa proprio davanti alla cabina.
La bestia aveva artigliato la fibra rinforzata,poi aveva iniziato a colpirla con il cranio. Il pannello trasparente si era incurvato sotto la potenza degli urti,minacciando di rompersi da un momento all'altro...
<< Solo piccoli frammenti. Ma,dato che sono ancora vivo,deduco di essere almeno riuscito a uccidere quella cosa, no ?>>
e,detto questo,entrò nella stanza e chiuse la porta.
Il capitano osservò il tutto con fare impassibile.
Poi,molto lentamente,afferrò un touch screen dalla borsa e cominciò a fissare intensamente lo schermo.
Ben presto, una registrazione della battaglia iniziò a giocare sulla superficie di vetro...

 



Com'era ? Spero bello !
Ho volutamente tenuto nascosto lo scontro tra l'eva e il MUTO,ispirandomi allo stile utilizzato da Gareth Edwards nell'ultimo film di Godzilla.
Non preoccupatevi,quando arriverà la prima vera battaglia posso assicurarvi che aspettare sarà valsa la pena.
Spero di ricevere qualche commenti,più ne ricevo più sono motivato a continuare la scrittura di questa fic. 

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