The key to your heart.

di Bunny17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diventare la più forte ***
Capitolo 2: *** Bianco come il cuore puro, rosso come il sangue. ***
Capitolo 3: *** Occhi blu, profondi come la notte ***
Capitolo 4: *** Meglio di così... non poteva iniziare. ***
Capitolo 5: *** Akane, perché l'hai fatto? ***
Capitolo 6: *** Ormai il dado è tratto. ***
Capitolo 7: *** Buona notte anche alla mia parte fragile. ***
Capitolo 8: *** Un maschiaccio vita larga. ***
Capitolo 9: *** Dovrai rimanere sempre un cuore puro. ***
Capitolo 10: *** Quello che avrei dovuto fare tanto tempo fa. ***
Capitolo 11: *** Un cuore puro. ***
Capitolo 12: *** Bacio. ***



Capitolo 1
*** Diventare la più forte ***


"Buongiorno sorellina, hai dormito bene?"
Che cosa è stato? Ho sentito il rumore di una porta che sbatte. Sto sognando? Sento la voce di Nabiki e dita sfiorarmi le spalle. Al diavolo, ho troppo sonno, continuo a dormire. 
"Sorellina dai, ho capito che ieri è finita la scuola e volevi riposare un po' di più, ma me l'avevi promesso!"
Apro un occhio e la vedo. Nabiki in tutto il suo splendore e in tenuta da spiaggia. In tenuta di che?! Apro entrambi gli occhi. Purtroppo ci avevo visto giusto. 
"Buongiorno Nabiki. Se vuoi portarmi al mare solo per avere delle mie foto in bikini, te lo puoi scordare."
"Dai sorellina, giuro che ti darò metà del mio ricavato, Kuno sará felicissimo di quelle foto!"
"Ah beh, allora va bene."
"Stai scherzando sorellina?"
"Sì."
"E dai Akane non farti pregare!"
La guardo in cagnesco mentre mi alzo dal letto e guardandomi nel riflesso dello specchio di fronte mi rendo conto di essere in condizioni pietose. Ho bisogno urgentemente di una doccia. 
"Nabiki chiedi a Ranma se ti fa da modella, si venderebbe anche per un misero yen."
Per fortuna o chissà per quale divinità sconosciuta mia sorella molla la presa, mentre io approfitto correndo in bagno in una velocità supersonica. 
Ah che bello, la doccia, l'acqua fredda, l'estate, il relax... 
"Nessuno ha ancora svegliato Ranma?"
Sento la voce di Kasumi provenire dalla stanza da pranzo. Cerco di fare orecchie da mercante ma so perfettamente che ce l'ha con me. 
Indosso un vestitino giallo aderente sul seno e ampio sulle gambe, prettamente estivo e con un bel secchio di acqua mi preparo a svegliare Ranma. Ovviamente la sua reazione non mi sorprende. 
"Maschiaccio che non sei altro, anche quando è finita la scuola mi svegli così?" 
Lo ignoro completamente mentre decido di scendere a fare colazione. Ranma mi raggiunge e... succede il caos. 
Shampoo impazzita con la sua bici parcheggia sulla fronte del suo " adorato Lanma", Kodachi con il suo nastro ha versato a terra tutte le bottiglie del tavolo  mentre Ukyo mi terrorizza con quella spatola volante. Conto fino a tre prima di scoppiare... 1....2...3
"Lanma, amoruccio, quanto mi sei mancato. Perché non lasci questo maschiaccio e ti fidanzi con me che sono una vera donna?" 
Mi blocco all'istante. Perché queste parole non mi feriscono più? E da quando? Dal matrimonio mancato io e Ranma non abbiamo più parlato del nostro rapporto. Qualche volta è stato gentile con me ed io ho sempre avuto il dubbio che a Jusenkyo mi abbia dichiarato i suoi sentimenti. Ma sappiamo tutti come è Ranma. Timido, impacciato e a causa del fatto che non riesce a ferire nessun essere di sesso femminile -a parte me, si intende- non riesce a mettere un punto fermo con quelle tre pazze che stanno continuando a distruggere la casa. Mi guardo intorno. Mio padre e il signor Genma discutono sul sakè bevuto ieri sera, Nabiki sta alzando il sopracciglio ad un'altezza spaventosa mentre Kasumi è palesemente felice di aver ospiti a colazione. Mi alzo. 
"Con permesso, vado a fare una passeggiata". Devo schiarirmi le idee. Ma Ranma non è dello stesso avviso. 
"Akane ti prego, non è come credi".
Io non credo più Ranma. È questo il problema. Decido di non rispondere, mi inginocchio per mettermi le scarpe ed esco. L'aria afosa e calda quasi mi fa desistere dai buoni propositi di una sana passeggiata. Ma non posso, le lacrime mi pungono gli occhi e non posso farmi vedere in questo stato. Orgoglio? Aspettative? Aspettative che tu -Ranma-deludi sempre? In fondo ci spero tutti i giorni. Spero che tu mi riconoscerai finalmente come tua fidanzata e ti libererai di quelle sanguisughe senza cervello. Non mi accorgo di aver aumentato il passo e di essermi ritrovata nella piazza principale di Nerima. Sento odori e rumori di ogni tipo, staranno facendo il mercato? Ebbene sí. Bancarelle di ogni tipo si prostrano ai miei lati, mentre i venditori urlano per attirare lo sguardo dei passanti come me. Cibo, gioielli, oggetti di ogni tipo. Chissà come sarebbe passeggiare in compagnia di Ranma. Scuoto la testa più volte e mi accorgo di un luccichio. Sarà stata un'allucinazione? Provo a riguardare nella stessa direzione e mi accorgo che invece è proprio così. C'è un oggetto che luccica. Mi attrae come una calamita mentre do continuamente spallate agli altri passanti che si lamentano della mia irruenza. I miei occhi sono fissi su quell'oggetto ma non riesco proprio ad indentificarlo, posto in maniera disordinata insieme ad altre cose che altrettanto sembrano di valore. 
"Scusi, buongiorno. Potrei vedere quel luccichio da quale oggetto proviene, gentilmente?" Sorrido al venditore mentre mi guarda con aria confusa e allo stesso tempo indecifrabile. 
"Buongiorno a lei, signorina. Mi sorprende che lei l'abbia notato. Sa,questo oggetto ha una storia misteriosa e per certi versi molto, molto affascinante."
Lo guardo ancora più curiosa di prima, mentre cerco di individuare l'oggetto che il venditore delicatamente poggia sul palmo della propria mano. 
Non è nient'altro che... una chiave. Un misera e stupida chiave. Collegata ad una collana d'oro e dalle splendide definiture. È bellissima...
Non mi accorgo che il venditore me l'ha allacciata al collo.
"Signorina, le sto per raccontare una storia. La storia di come la più bella del paese è riuscita a diventare anche la più forte delle donne del Giappone."
Lo guardo divertita mentre sfioro la chiave con le dita e il luccichio mi sembra sempre più forte. 
"Solo la prescelta potrà indossare la chiave e aprire il lucchetto."
"Scusi?"
"Signorina, ha capito proprio bene. Lei è la prescelta".
Lo fissi confusa mentre lo vedo rimettere a posto le sue cose e affrettarsi ad andar via. 
"Signore, io non ho pagato la collana! Sarà una bellissima storia ma non posso acquistarla".
Mi sfilo la collana e faccio per dargliela quando percepisco un leggero fastidio sul palmo della mano. È possibile che sia la chiave?
"Signorina, la chiave l'ha scelta. Per millenni pensavo che alcune storie tramandatemi fossero solo pura e folle immaginazione. Ma a quanto pare mi sbagliavo". Lo seguo, non riesco a capire. 
"Si spieghi meglio, per favore"
"Signorina c'è una sorgente. La sorgente di Nanxiang. È la più grande della Cina, sa?"
Annuisco ma allo stesso provo irritazione per il suo tergiversare. Non sono in vena di giochi. 
"Quindi?"
"Si, dicevo. Lì vive una ninfa. Una ninfa di nome Sayuri. È lei la risposta alle sue domande. E la chiave sarà il modo per accedere a lei". 
"È tutto uno scherzo, vero?"
"Pensatela come le pare, signorina. Potreste diventare la più forte delle donne in Giappone e dintorni, sempre se voi decideste di partire. Da quel che so io, la chiave non brillava da centinaia di anni. Solo un cuore puro può indossare la chiave."
"Se non fossi stato un cuore puro cosa sarebbe successo?"
"La chiave l'avrebbe ucciso all'istante."
"E voi avete rischiato di farmi morire per sapere se fossi la vera prescelta? Sono solo fandonie queste. Inutili e stupide fandonie!" Alzo la voce mentre la mia irritazione cresce sempre di più.
"Signorina, non è da un cuore puro queste parole. Vedo che alberga nel suo animo uno spirito di rassegnazione. Chi le sta facendo del male?"
"Cosa? Come... come avete fatto?"
"Bambina mia, se posso permettermi. Le ho già detto che la chiave appartiene solo alla prescelta. Ma anche lei stessa appartiene alla chiave. La chiave sa già tutto, anche cose che voi non avete ancora riconosciuto. Lei sa..." 
Io sono... sconvolta. Il venditore è letteralmente sparito. Che è un abile artista marziale lo avevo capito già dalla velocità con cui mi ha fatto indossare la chiave. Ma per il resto? Ho ancora la chiave stretta nella mia mano e pulsa quasi da far male. Mi sta... chiamando? Decido di indossarla di nuovo per puro istinto. Una scarica di energia mi invade il corpo e mi ritrovo ad essere semplicemente... serena. Devo ritornare a casa, questa storia mi ha destabilizzato. Devo fare ricerche, magari parlarne con una persona fidata, che non mi prenda per pazza... che non mi prenda in giro. Ma certo che mi prenderanno in giro. Siamo tutti artisti marziali, forse qualcuno conosce trucchi di magia, ma le ninfe? Solo nei libri di fantascienza esistono. Beh, abbiamo conosciuto la principessa Ori quindi perché in fondo non dovrei crederci? 
"Sono tornata."
Scena pietosa. Scena orribile. Scena che mi fa saltare tutti i nervi messi insieme. Le tre pazze sono ancora qui. Avvinghiate ad un Ranma che esasperato continua a non reagire. Salto il pranzo, non ne posso più. 
Mi chiudo in stanza e mi fermo all'istante. La chiave pulsa e sprigiona un luccichio di colore rosso. La chiave lo sa. È rabbia quella che provo. Piango... piango e piango. Non riesco a smettere, non riesco a pensare che Ranma sia così insensibile, così cocciuto, così... baka!!!! Le mie lacrime scendono copiose e la chiave cambia luce. È quella di stamattina. Colore: grigio, rassegnazione. 

"Akane, sei stata tutto il pomeriggio chiusa in camera e hai saltato il pranzo. Dai, scendi a cenare almeno."
Alzo la testa dal cuscino, non ho voglia di controbattere. Ma ho fame, tanta fame. Mi trascino giù nascondendo la chiave nel vestito, pensando che avrei dovuto trascorrere il pomeriggio cercando notizie su ciò che il venditore mi ha riferito stamattina. Invece ho pianto, pianto poi... ah, ho mandato al diavolo Ranma che ha bussato alla porta per dirmi che per l'ennesima volta ho frainteso. Insomma, storie già viste, già raccontate. Mi siedo a tavola quasi come se fossi un fantasma mentre Ranma mi guarda accigliato. Il suo orgoglio è ferito. Ed io? Non mi ferisci ogni volta, Ranma? Mangio la mia porzione silenziosamente mentre mio padre è il signor Genma sgridano Ranma per avermi trattata così, definendolo continuanente "figlio degenere". In fondo non è solo colpa sua. Stringo forte i pugni sulle mie gambe. Perché non sono più forte? Avrei sconfitto Shampoo e le altre, mi sarei fatta rispettare e avrei avuto una minima possibilità di essere presa sul serio da Ranma durante i combattimenti. Farei di tutto pur di diventare forte, ma so che non ci riuscirò mai, nessuno mi allena seriamente - soprattutto Ranma - ed io non sto facendo molti progressi in questi ultimi mesi. Una rabbia cieca si impadronisce nel mio corpo a tal punto da conficcarmi le mie stesse unghia nei palmi delle mani. 
"Akane... cos'è quel luccichio in prossimità del tuo seno?"
Arrossisco di colpo e non so che dire, che scusa trovarmi, Nabiki è troppo furba per poter essere presa in giro palesemente. 
"Niente di che, Nabiki. Solo un ciondolo che ho comprato stamattina al mercato."
Mi guarda poco convinta ma decide di stare al gioco. So che indagherà e probabilmente se non fosse una succhiasoldi mi sarei affidata a lei per ricercare la misteriosa ninfa. Ranma mi guarda di sbieco mentre il mio cuore inizia a palpitare impazzito insieme alla chiave che quasi mi vuole avvisare di un imminente infarto. Lo so, chiave! Sono rovinata, sono innamorata di quell'imbecille! Mi alzo di scatto, mentre prendo consapevolezza del fatto che la chiave sa perfettamente come mi sento e lo esterna attraverso i colori. Esco in giardino per prendere aria fresca, ma il cuore non la vuole smettere di calmarsi perché sa che dietro di lui c'è Ranma. Mi ha seguita, maledetto. 
"Akane, ti prego possiamo parlarne?"
"No."
"Akane perché fai così? Lo sai come sono fatte. Ogni giorno è sempre la stessa storia e tu non fai altro che fraintendere. Forse sei gelosa?"
La chiave trema, è di un rosso ancora più acceso. 
"Non dire stupidaggini, baka! Sarò gelosa di te solo quando Happosai riuscirà a volare." 
"Maschiaccio che non sei altro! Ed io che volevo essere premuroso! Me ne vado, buona notte Akane." 
Abbasso lo sguardo sulla chiave, è blu. Come il vuoto che sento dentro. Come la voragine che si apre ogni volta che tu te ne vai, che discutiamo. Sembra quasi che non ne possiamo fare a meno. Sembra che siamo nati per non andare d'accordo, eppure non esitiamo a salvarci rischiando la vita ogni volta l'uno per l'altra. Mi alzo di scatto. 
"Ranma..."
"Sì?" Mi guarda nervoso e a tratti speranzoso. Forse anche lui non vuole andare a letto dopo un nostro litigio. Inspiro tutta l'aria che mi circonda e decido di fare un gesto che mi scombussolerà. D'altronde sto per prendere delle decisioni che potrebbero cambiare la mia vita. La chiave pulsa sul mio petto. Gli do un bacio sulla guancia. 
"Buona notte, baka."
La guancia di Ranma è caldissima, abbassa lo sguardo, è imbarazzato. E lo sono anche io quindi decido di correre in camera ma non prima di aver sentito la risposta. La buona notte scandita nel modo più dolce che io abbia mai sentito.
"Buona notte, maschiaccio".
Mi chiudo la porta alle spalle mentre il mio cuore corre impazzito, sono felice. Con Ranma è sempre così, un attimo sei in paradiso e l'altro dopo sei all'inferno. Cerco di godermi di questi attimi di paradiso mentre la chiave emana una luce diversa. Verde: speranza. 




Salve a tutti! Sono subito tornata con un'altra fan fiction! Questa sarà a capitoli e cercherò di rimanere il più fedele possibile ai personaggi, anche se ad un certo punto della storia vorrei farli diventare più maturi e determinati, quindi ho messo già l'OOC tra gli avvertimenti. A parte questo, buona lettura a tutti e grazie a chi mi recensirà! 

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Capitolo 2
*** Bianco come il cuore puro, rosso come il sangue. ***


Driiiiiiiiiiiiin.

Odiosa, stupida e inutile sveglia. Sono in vacanza, per quale assurdo motivo ho dimenticato di disattivarla? Mi alzo stizzita dal letto e prendo un cambio per andarmi a fare la solita doccia mattutina. Se penso al bacio sulla guancia che ho dato ieri a Ranma inizio ad andare in iper ventilazione. Come ho potuto fare una cosa del genere? E ora come dovrei comportarmi quando lo vedrò? Stupida, stupida Akane. E se lui non avesse apprezzato? Non può essere però, il tono di voce quando mi ha augurato la buona notte era dolce e gentile. Mi insapono il corpo e le mie dita ricadono sull'oggetto che posa sul mio seno. La chiave. Buongiorno anche a te, chiave dei miei stivali. Fonte dei miei dubbi e delle mie perplessità, per un attimo mi ero quasi dimenticata di te. Velocemente indosso un pantaloncino e una canotta e mi appresto a fare la cosa che odio di più. Svegliare Ranma. Ma svegliare Ranma in maniera normale, è come voler fermare un toro con un tovagliolo rosso. Pura e semplice utopia. Così preparo il secchio d'acqua e glielo verso in testa, bagnando completamente il futon. Attendo la sua solita romanzina mattutina e già preparo la mia miglior espressione soddisfatta e indifferente. 

"Akane la smetti di svegliarmi così? Siamo in vacanza!" 

Mi guarda accigliato, poi abbassa lo sguardo e le guance si colorano di rosso. Ok, si è ricordato di ieri, scappo. Corro così veloce per le scale che per un secondo ho pensato di saper volare. Che scena ridicola, aiuto.

 "Buongiorno a tutti." 

Mi raggiunge Ranma e abbassiamo simultaneamente il capo. Fortunatamente gli altri non fanno commenti sul nostro strano atteggiamento, troppo impegnati a comportarsi come loro solito fare. Consumo la colazione gentilmente preparata da Kasumi e mi affretto per uscire. 

"Akane, sorellina... dove vai così presto?"

Nabiki, perché sei così intelligente e furba? Se il diavolo dovesse fare un patto con te ci ripenserebbe. 

"Nabiki niente di importante. Ci vediamo più tardi, ciao!". 

Indosso le scarpe e mi ritrovo a fuggire, di nuovo. Se mi vedesse Batman sicuro verrebbe a congratularsi con me e probabilmente mi chiederebbe di sostituire Robin per combattere insieme a lui il crimine. Arrivo davanti allo studio del dottor Tofu. Sono sicura che con le sue conoscenze potrebbe darmi una mano e so anche per certo che non mi prenderebbe mai in giro.

 "Buongiorno dottor Tofu, è permesso?" Vedo sbucare dal nulla due occhiali da vista immensi che mi scrutano attentamente. 

"Akane, sei tu. Accomodati pure." 

Lo ringrazio mentre mi siedo sull'unica sedia disponibile, di fronte alla scrivania. Se mi girassi potrei anche vedere lo scheletro che spesso è scambiato per un essere vivente a causa della follia che coglie il dottor Tofu ogni volta che vede Kasumi. Inquietante... 

"Allora Akane, quale buon vento ti porta qui? Mica hai litigato di nuovo con Ranma? Hai qualcosa di rotto? O forse hai rotto qualcosa a lui? Ma non sarebbe possibile l'ultima ipotesi, altrimenti lui dovrebbe essere qui" 

Ma che cosa sta blaterando? È tanto intelligente quanto strano. E pensare che ero convinta di essermi presa una cotta per lui e invece... 

"Niente di tutto questo, dottor Tofu. Ho bisogno di alcune informazioni e so che lei è l'unica persona che può aiutarmi. La prego solo di non farne parola con nessuno." 

"Piccola Akane, puoi chiedermi qualsiasi cosa, lo sai." 

"Le sto per raccontare una cosa che mi è successa, come dire... un po' strana? Ieri mattina sono stata al mercato. Ero attratta dal luccichio di una chiave su una bancarella di gioielli, che il venditore mi ha regalato perché mi ha definito 'la prescelta'. Mi ha spiegato che la chiave poteva farmi diventare la donna più forte del Giappone, ma solo se avessi trovato una ninfa di nome Sayuri che se non ho capito male, vive nella sorgente più grande della Cina. Lei sa qualcosa di questa ninfa? Mi sembra tanto un racconto di mitologia. All'inizio non ci ho creduto ma..." 

Mi guarda attentamente e porta una mano sul naso per alzare gli occhiali, mentre con aria sapiente mi interrompe. 

"Piccola Akane, la chiave che il venditore ti ha regalato... beh, come dire... emana luci diverse e pulsazioni?" 

"Si, ma lei come lo sa?" 

"Ho solo un libro che può fare al caso nostro. In realtà solo una pagina, precisamente una sola frase. Non si sa molto di questa storia, probabilmente perché chi ha compiuto il rito non è stata abbastanza forte da uscirne viva e poterlo raccontare". 

Mi vengono i brividi. È questo il prezzo per vivere la vita che desidero? Il dottor Tofu interrompe il flusso dei miei pensieri alzandosi di scatto dalla sedia e avvicinandosi ad una libreria immensa. Scarta più libri fin quando il suo viso si illumina. Sfoglia il libro scelto e quando il suo sguardo è fisso su una pagina, si volta verso di me e me lo consegna. Accolgo il libro tra le mani e sento la chiave pulsare. La guardo, è di colore arancione. So cosa significa. 

Coraggio. 

Rialzo lo sguardo verso la pagina indicatami dal dottor Tofu e rimango interdetta. 

 

"Quando il primo raggio di luna la sorgente illuminerà, 

Il bianco cuore puro del secolo apparirà. 

Il tempo per la forza trascorrerà 

E rosso come il sangue spargerà." 

 

"Che.... che significa questo?" 

"Akane, non posso darti informazioni precise. È tutto ciò che si sa su questa storia. L'unica cosa certa è il sangue che spargerà, probabilmente è per questo che non esistono testimoni." 

Allora... allora è così? Per diventare la più forte rischierò la mia vita? Guardo in basso e la chiave emana un altro colore, il blu. Ho paura quasi da star male. Questa storia che la chiave sa come mi sento sta iniziando a turbarmi. Sono così lunatica che lei stessa non avrà sicuro dubbi sul fatto che sia stata destinata ad essere sempre posseduta da una donna. Alzo gli occhi verso il dottor Tofu che mi guarda come se attendesse la decisione che avrebbe cambiato per sempre la mia vita. 

"Dottor Tofu, lei cosa ne pensa?" 

"Beh, penso che essere la prescelta significa essere cuore puro. E so che chi indossa la chiave e non è cuore puro, è destinato a morire all'istante. La chiave riconosce che l'unica padrona in questo secolo sei tu, ciò significa che ti riconosce come capace di diventare la più forte e di superare le prove. O comunque immagino che ci siano delle prove, dato che dice che per ottenere la forza dovrà trascorrere del tempo" 

Lo guardo, non so cosa rispondere. "Insomma Akane, io penso che tu possa farcela. So che vuoi dimostrare agli altri qualcosa, è inutile che io cerchi di convincerti che vai bene così come sei. Sono sicuro che tu ti senta inadeguata e non all'altezza di Ranma. Se pensi di poter risolvere questo vuoto che ti affligge, va da questa ninfa e schiarisciti le idee. Non necessariamente devi accettarne le condizioni." 

In effetti non ha tutti i torti, potrei semplicemente valutare i reali rischi e vedere quale sia il prezzo da pagare per diventare la più forte. Non è detto che io debba necessariamente accettare. Sapevo che avrei potuto fidarmi di lui, spesso e volentieri, per quanto io possa negare, il dottor Tofu ha sempre compreso i contorti sentimenti che proviamo io e Ranma l'uno per l'altra. Mi sento più fiduciosa e felice, posso farcela. Sono sicura che se non seguissi il mio istinto vivrei con il rimpianto di non essere andata fino in fondo in questa storia. Ma soprattutto, voglio che Ranma sia orgoglioso di avere me come sua compagna... 

"Grazie di vero cuore, dottor Tofu. Lo terrò aggiornato." 

"Arrivederci piccola Akane e in bocca al lupo." 

Gli sorrido mentre mi incammino verso casa riflettendo sulla decisione che probabilmente cambierà per sempre la mia vita. Chiudo silenziosamente il cancello e mi catapulto nella stanza di Nabiki. 

 

"Nabiki, sto per raccontarti una storia. Ma tu dovrai tacere." 

"Sorellina, lo sai che il mio silenzio ha un prezzo." 

"Ti pagherò per quello e anche per... un viaggio alle sorgenti Nanxiang... in Cina."

 

 

Alla fine Nabiki in tempo record è riuscita a procurarmi il biglietto per la prima nave diretta in Cina ad un prezzo stracciato. È la migliore sul suo campo, nulla da obiettare. Guardo l'orologio sul comodino. 

Segna le 4:00 del mattino.

Devo necessariamente annullare il mio ki, altrimenti sveglierei chiunque in questa casa. Preparo le ultime cose da mettere in borsa mentre maneggio con cura la lettera che dovrò lasciare sul tavolo della cucina. Ho evitato di spiegare le ragioni per cui parto -non mi sembra il caso che Ranma sappia che l'ho fatto solo ed esclusivamente per lui- né il posto in cui sono diretta, in compenso ho intimato più volte di non cercare di raggiungermi. Con l'aiuto di Nabiki dovrei dedicarmi al mio viaggio senza disturbi di nessun tipo. 

Ok, sono pronta. La chiave pulsa sul mio petto, sembra quasi volermi trascinare nel suo entusiasmo. Sorrido mentre la tocco delicatamente, ma prima di accontentarti, mia cara chiave, devo salutare Ranma. Entro in punta di piedi nella sua stanza, lasciando un'ulteriore lettera accanto al suo cuscino, questa è soltanto per lui. Anche se spesso non lo sopporto per come si comporta, merita delle spiegazioni. Lo guardo dormire beato, nei suoi soliti boxer e canotta bianca. Non mi accorgo di avvicinarmi sempre di più, voglio incidere tutti i tratti del suo viso nella mia mente. Il calore mi invade le guance ma questo non mi arresta, no. Sarà un viaggio lungo e difficile, se decidessi di diventare la più forte probabilmente non potrei nemmeno più sopravvivere. Premo le mie labbra sulle sue. Ranma mette una braccio sul mio fianco e mi spinge sul suo petto. Spalanco gli occhi mentre il panico si impossessa di me, il suo respiro è regolare, sta ancora dormendo. Sospiro felice di non essere stata scoperta e cerco di svincolarmi dalla sua presa. 

"Buona notte, baka. Spero tu diventerai fiero di me. Io ti... io ti... " 

"Akane, sei solo mia."

Ho sentito bene? Lo vedo rigirarsi nel letto e stringere forte il suo cuscino in un abbraccio.

Decido di chiudere di scatto la porta dietro alle mie spalle. Il cuore mi batte all'impazzata, ma non è altro che un chiaro segno dell'effetto che la vicinanza di Ranma ha su di me ogni volta. Mi sfioro le labbra con le dita, mentre prendo consapevolezza del fatto che questo sia il mio vero e proprio primo bacio. Sento il calore invadermi le guance e un senso di completezza invadermi l'animo del tutto nuovo, speciale. Sono solo tua? Si è così, Ranma. E il fatto che tu abbia sussurrato ciò durante il sonno è il chiaro segno che io abbia preso la decisione giusta. E tutto ciò che dovrò fare per poter diventare la più forte del mondo, è il mio pegno d'amore per te. Tu il più forte artista marziale dovrai avere una compagna degna di te. 

Mi mancherai più di ogni altra cosa, mio baka.

 

 

Salve a tutti! Come vedete, ho aggiornato in tempo record! In realtà il terzo capitolo è quasi pronto, quindi tra qualche giorno posterò anche quello. Dopodiché aggiornerò di meno per via degli esami. Mi scuso se questo capitolo non è entusiasmante come il primo, ma è del tutto necessario. Grazie mille per chi ha recensito e per chi inserito la storia tra le 'seguite'. Allora, secondo voi cosa significa la predizione del libro del dottor Tofu? Vediamo se già avete capito cosa ho in mente! Ma vi avviso, non è così scontato come potete pensare. Buon sabato a tutti! 

 

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Capitolo 3
*** Occhi blu, profondi come la notte ***


Ho perso il conto delle ore che ho trascorso su questa nave. Ogni tanto sono riuscita a sonnecchiare qui e lì, quando riuscivo a trovare un po' di posto dato che per risparmiare ho evitato di acquistare il biglietto comprendente la cabina. Mi guardo intorno, vedo gente di tutti i tipi. Famiglie con bambini piccoli, ragazzi innamorati, comitive di amici e lavoratori che probabilmente devono trasportare da un posto all'altro il carico merci. Sbuffo pensando a quando finirà questo viaggio. Non faccio altro che pensare alle parole del libro del dottor Tofu. 

 

 

"Quando il primo raggio di luna la sorgente illuminerà, 

Il bianco cuore puro del secolo apparirà. 

Il tempo per la forza trascorrerà 

E rosso come il sangue spargerà." 

 

Ho fatto varie supposizioni. Sicuramente il tutto dovrà avvenire al primo raggio di luna, ma il cuore puro non dovrei essere io? Questa frase non me la spiego. Per la forza concordo con il dottor Tofu, probabilmente saranno una serie di prove da superare. E perché si dovrebbe spargere il sangue? Sono arrivata a due conclusioni: o rischierò di essere uccisa o sarò io ad uccidere. Spero con tutto il cuore che non sia nessuna delle due, poiché non ne sarei capace. Ultimo dubbio, la chiave, in tutto ciò, cosa c'entra? Che ormai è diventata parte di me è chiaro, conosce tutto ció che mi riguarda, ma non riesco a capire il nesso che la lega rispetto a tutta questa storia della ninfa, del cuore puro e del sangue. 

Persa tra le mie riflessioni, non noto che a a distanza si intravede la terra ferma. Finalmente! Corro felice verso la punta della nave, alzo una mano sui miei occhi per farmi da visiera e sorrido. È proprio la terra ferma, sono arrivata. Abbasso lo sguardo e la chiave è gialla. Un nuovo colore. Chissà cosa significherà? Forse gioia? Perché è quella che provo. 

Prendo la mia borsa e non mi accorgo di dare una spallata ad un'anziana che camminava avanti a me superando l'uscita del porto.

"Mi scusi, non volevo" 

Mi guarda con insistenza il petto prima di riservarmi un'occhiataccia arrogante e stizzita. E subito mi ricordo delle parole del dottor Tofu: " Piccola Akane, ricorda che sei un cuore puro. Molte donne non credono al fatto che indossandola potrebbero morire, quindi faranno di tutto pur di sottrartela. Ti prego di fare attenzione".

Metto la mano sul petto, sorpasso velocemente l'anziana signora e cerco un punto per poter consultare la mia mappa. Arrivo presso un albero di pesco con dei rami molto lunghi, che fanno decisamente da ombra e da sollievo per questo caldo infernale. Consulto la mappa e mi rendo conto che per arrivare alla sorgente, devo intraprendere un viaggio di 2 giorni. Inizio a camminare e noto con dispiacere che la strada più breve è quella nella foresta. Pessimo segno, ho il terrore degli insetti. Forza Akane, sei arrivata fin qui tutta da sola, non puoi aver paura di stupidi insignificanti, orribili insetti.

Sento un rumore provenire dai cespugli,  e subito dopo scanso la freccia che mi è stata scagliata contro e mi metto in posizione di attacco. 

"Chi va lá?"

Sento un fruscio di foglie e mi si palesa una presenza del tutto inaspettata.

Una ragazzo della mia età mi si para davanti con arco e frecce. E me le punta contro.

"Sei una... donna. Cosa ci fai nella foresta?"

Ingoio tutta la saliva che può contenere la mia bocca. E ora cosa gli dico? Non potrei mai raccontare il reale motivo per cui sono qui. Lo guardo meglio per vedere se mi potesse sfiorare minimamente l'intenzione di fidarmi di lui, mentre noto il suo buffo abbigliamento. Calzoncini corti, un cappellino di colore verde e una camicia occidentale sgualcita. 

"Cos'hai da ridere?"

Ok, mi è scappata. Alla fine non è un brutto ragazzo, per niente. Occhi ambrati, capelli rossi e abbastanza robusto. Un po' trasandato, ma sembra un tipo apposto.

"Non era mia intenzione prenderti in giro. Il mio nome è Akane e sono di Nerima. Cerco le sorgenti di Nanxiang, tu potresti aiutarmi?"

Mi guarda come se fossi una pazza. Forse conosce la storia. 

"Ci vuole almeno un'altra giornata di viaggio e si sta facendo buio. Se vuoi potrei farti vedere la strada per una taverna qui vicino dove passare la notte e potremmo riprendere la strada insieme domani mattina. Seguo lo stesso sentiero, ma a poche ore di distanza dalla sorgente dovrò cambiare direzione per arrivare alla mia meta."

"Ti ringrazio, sei gentile. Non mi hai detto il tuo nome, però." 

"Ah, sì. Io sono Tomoe. E possiedo un negozio di fiori vicino al porto. Devo recarmi...."

È un'ora e mezza che camminiamo e io sono sfinita. Ma non perché sono stanca fisicamente, anzi potrei scalare una montagna con le energie che mi ritrovo. 

"... e con questo ti ho spiegato praticamente la storia della mia vita."

Ecco a cosa mi riferivo. Un'ora e mezza di sue parole e di miei sorrisi fatti per educazione e cortesia. La porta della taverna sarà la mia liberazione. Metto qualcosa sotto i denti approfittando dell'ospitalità del proprietario, un uomo alto e muscoloso, in contrasto con i suoi tratti palesemente orientali, mentre Tomoe è già al 3 bicchiere di sakè. Sembra reggerlo però. 

"Allora buona notte, Tomoe. Ci vediamo domani qui all'alba."

"Buona notte, mia dolce Akane."

Come mi ha chiamato?! Serro i pugni mentre salgo le scale che portano alle camere, ma cos'hanno i maschi nel cervello? Non gli rispondo solo perché è stato cortese con me, peccato che sembra la copia più grezza di Kuno insieme all'immensa gentilezza di Ryoga. In ogni caso la stanza sembra accogliente, non molto pulita, ma accogliente. Mi lancio sul letto tastandone la morbidezza, mentre fa spazio dentro di me la consapevolezza che sono fuori da giorni... e che chissà gli altri cosa staranno facendo, cosa avranno pensato delle mie lettere, cosa avrà pensato Ranma della mia assenza... se ci penso, mi sembra quasi di sentire le sue labbra sulle mie. Mi addormento senza accorgermi di aver bagnato il cuscino di lacrime e del colore della mia chiave. Blu. 

 

"Allora Akane, d'ora in poi dovrai proseguire da sola." 

Guardo Tomoe che mi indica la strada con il dito e il mio sguardo si posa subito sulla direzione da lui indicata. Vedo ancora alberi e foresta. Sono passate ore da quando ci siamo incamminati, abbiamo anche consumato una merenda a sacco- gentilmente offertaci da Benjiro, il proprietario della taverna- in prossimità di uno splendido laghetto naturale, habitat di numerose carpe e pesci piccoli. 

"Grazie di vero cuore, Tomoe. Il tuo aiuto è stato provvidenziale. Un giorno ripagherò il favore."

"Akane, l'ho fatto con piacere. Ma se proprio ci tieni a ripagare il mio favore, so che solo alle sorgenti di Nanxiang nasce un papavero bianco. Sarebbe splendido poterlo esporre nel mio negozio. In bocca al lupo per il tuo viaggio!"

Gli sorrido e mi inchino per ringraziarlo ulteriormente prima di riprendere il mio cammino. Tomoe, che ragazzo strano. Simpatico, sicuramente in sua presenza non ci si deve preoccupare del silenzio, ma un po' impiccione. Mi ha fatto milioni di domande sul perché io mi recassi alle sorgenti, palesemente eluse dai miei continui tergiversare. Ogni tanto le lezioni di mia sorella Nabiki servono, no? 

Mi blocco all'istante. La chiave pulsa impazzita, affino l'orecchio e sento una presenza dietro di me. Non c'è nessuno, alzo lo sguardo e mi ritrovo il peso di una donna che grava su di me. Non mi faccio trovare impreparata, sono pur sempre un' artista marziale. Con i piedi e le braccia la spingo forte all'indietro in modo che ho il tempo di allontanarmi e mettermi in posizione di attacco. Ci studiamo attentamente e vedo che è alta più di me, capelli gialli come il sole raccolti in una lunghissima coda di cavallo. Occhi all'insù e bocca carnosa, fisico atletico e formoso, sembra una vera e propria donna, una bellissima donna. Prende il pugnale dalla custodia posta sulla sua gamba destra e corre verso di me. Riesco a schivarla ancora una volta e con un salto prendo distanza arrampicandomi su un albero. Mi guarda dal basso con aria divertita.

"Ehi, tu. Si vede lontano un miglio che sei colei che possiede la chiave. Un consiglio-sempre se ci sarà una prossima volta- nascondila meglio. Perché ora sarà mia."

Cerco di scappare mentre lei mi rincorre con la sua risata fragorosa. Sembra quasi di sentire la voce di Kodachi con quel dannato nastro. Sono spacciata, è più veloce di me ed è armata. Mi si para davanti ed io non indietreggio. Non ho paura. 

"Vuoi fare la coraggiosa, cuore puro? Voglio quella chiave. E subito."

"Non mi fai paura, sei solo una ragazzina che si atteggia a donna."

"Ma davvero? Allora vediamo cosa sei capace di fare."

Mi si scaglia contro in una velocità impressionante, cerco di scansarla più volte ma ad un certo punto si allontana di scatto.

Ha preso la mia chiave. Ha tagliato il filo con il suo pugnale, ed io non me ne sono accorta. Che tu sia maledetta, ragazzina. 

Urlo cacciando tutta l'aria che ho nei polmoni e mi preparo a colpirla, lei alza il pugnale verso di me... 

ma non mi colpisce. 

Qualcuno la sta bloccando. 

Alto quanto basta per sovrastarmi più di una spanna, spalle larghe, capelli bianchi come la neve raccolti in una coda altrettanto alta. È... un principe. 

Quasi non mi accorgo che quella donna è corsa a gambe levate e che lui invece, ha in mano la mia chiave. 

Si gira verso di me e il mio cuore impazzisce. Occhi blu come il mare, in contrasto con il bianco dei suoi capelli e della sua pelle. Occhi blu, profondi come la notte. Occhi che conosco troppo bene. 

Gli occhi di Ranma.

Spalanco la bocca mentre vorrei dirgli qualcosa. Con aria sufficiente e senza alcun tipo di emozione mi lancia la chiave e si volta camminando nella direzione opposta alla mia. Con voce strozzata riesco ad emettere suoni che ad un orecchio umano sarebbero impercettibili.

"... e tu chi sei?"

Si ferma. Ma non si volta. Ho come la sensazione che per lui io non meritassi che il suo sguardo si posi su un essere come me. 

"Kazuma, il principe dei demoni." 

Cado sulle mie ginocchia mentre il mio cuore impazzisce. Che stupida, non poteva essere altro che un demone, nessuna delle due è riuscita a percepire minimamente la sua presenza. Perché mi ha aiutata? E perché la chiave pulsa così forte da farmi stare male? Perché il mio cuore non accenna a fermarsi? Decido di rialzarmi e di riprendermi in un tempo record, non posso permettermi di perdere altro tempo. Manca poco alla sorgente. Ma soprattutto, manca poco al primo raggio di luna. 

 

 

 

Angolo autrice 

 

Salve a tutti! Già vi ho avvisati del fatto che avrei aggiornato in tempo breve. Ho introdotto nuovi personaggi, se alcuni sono descritti brevemente è perché sono irrilevanti in questa parte della storia. Poi vi anticipo sul tempo, per Kazuma mi sono ispirata sia per il carattere sia per il fisico a Sesshomaru, fratello di Inuyasha (altro capolavoro della Takahashi). Non vi anticipo niente! Grazie a tutti per chi ha recensito, a presto!

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Capitolo 4
*** Meglio di così... non poteva iniziare. ***


I raggi della luna stanno per fare capolino sulla sorgente ed io tremo come una foglia. Secondo le indicazioni della mappa e di Tomoe, dovrei trovarmi nel posto giusto. Per avvalere poi questa tesi, basta menzionare quella pazza che ha cercato di sottrarmi il ciondolo con la forza che a sua volta è stata fermata dal principe dei demoni. In più, nelle prossimità della sorgente, ho avvertito una forte scarica di energia. Come se oltrepassassi una barriera. Se raccontassi a qualcuno di questa storia, la pazza sarei io, senza nessun tipo di dubbio. Il ciondolo continua a pulsare e a me sta salendo un'ansia assurda, molto peggio di quando ho fatto gli esami di ammissione per la scuola. Se potessi rifarei mille esami piuttosto che attendere i primi raggi della luna. Ma cosa ci sono venuta a fare qui tutta sola? Ranma, tu cosa starai facendo? Mi starai pensando? Perché io lo faccio continuamente. Perché sei tu il motivo per cui io sono qui, ad aspettare qualcosa per cui non sono pronta psicologicamente, a cui non sono preparata. Mi tremano ancora di più le mani ed una la stringo a pugno sulla mia chiave, che inizia ad avere un colore insolito, un colore nuovo. Mi guardo intorno e il posto in cui mi trovo è magnifico. La sorgente al contrario delle mie sensazioni, emana un senso di tranquillità e serenità, i rami degli alberi che la circondano si affacciano sfiorando l'acqua con le loro foglie, quasi come se fosse necessario il loro contatto, il loro cercarsi e trovarsi, come se l'uno non potesse vivere senza l'altro. 

Come io e Ranma. 

La distesa di erba che mi circonda è così fitta e verde che a stento riesco a distinguere l'inizio della foresta. Migliaia di lucciole illuminano il lago, come in un mondo incantanto. Di fronte a me posso vedere chiaramente un monte elevarsi maestoso, quasi come se volesse palesare la sua presenza... e ci riesce benissimo. I miei occhi ricadono sul riflesso delle foglie sulla sorgente e mi accorgo della luce che illumina tutta la magnificenza di questo posto, che quasi mi sta facendo un regalo per quanta bellezza stanno godendo i miei occhi. Ma è una luce troppo forte, nonostante la luna ora alta in cielo, sta compiendo diligentemente il proprio lavoro. È la luce del primo raggio di luna. Mi avvicino alla sorgente mentre la mia chiave scarica un'energia potentissima accompagnata da una luce ancora più forte: una luce bianca. 

Mi copro gli occhi dalla potenza dell'emanazione della mia chiave, quando mi accorgo che sul lato opposto della sorgente c'è un altro essere dalle sembianze umane. Un essere magnifico. 

Una ninfa. 

Capelli neri come la notte, mossi dal vento che li trascina via, sempre di più, insieme ai riflessi blu che la luna evidenzia. Un abito bianco, candido fino ai piedi, spalle scoperte che rendono chiara la pelle pallida. Non riesco a vederla in volto ma già riesco ad immaginare: tutto il suo essere emana grazia e bellezza. 

Abbasso lo sguardo, la chiave emana luce bianca e pulsa costantemente.

"Mia piccola Akane, benvenuta alla sorgente di Nanxiang. Nonché mia casa e mio rifugio. Ti prego di avvicinarti, come la tua stessa chiave ti sta suggerendo".

Con molta cautela e con un pizzico di diffidenza decido di avvicinarmi. Ci distanziano cinque passi d'uomo, ma ciò che sto guardando supera mille volte la fantasia. La ninfa si volta lentamente ed io indietreggio di qualche passo.

Quasi non credo ai miei occhi, mentre alzo la mano quasi in cerca di un contatto con quello che mi sembra essere un mio riflesso. 

"Sayuri, è questo il mio nome. Ti starai chiedendo perché io sia uguale a te. Secolo dopo secolo, io prendo le sembianze del cuore puro. Ed io stavo aspettando te, piccola Akane."

Non riesco ad emettere nessun suono, sono in fase di choc. La sua voce è melodiosa, quasi fosse una canzone di cui già conosco il motivo. Il mio cervello sta cercando di elaborare velocemente una risposta, ma in realtà mi do soltanto della stupida, perché la frase sul libro del dottor Tofu mi aveva già preparata. Ed io non l'avevo capito. 

"Quando il primo raggio di luna la sorgente illuminerà, 

Il bianco cuore puro del secolo apparirà".

Lo dico sottovoce mentre realizzo il motivo per cui la ninfa ha tutto e per tutto il mio aspetto. Alzo lo sguardo e mi vengono i brividi pensando in che follia io mi sia andata a cacciare.

"Si, mia piccola Akane, ora hai capito. Se tu volessi, potresti diventare la più forte delle donne in Giappone. Ma prima, ci saranno delle cose da sapere e dei rischi a cui tu dovrai essere pronta a sottoporti."

Io non so cosa rispondere. Sono paralizzata, è tutto uno scherzo vero? 

È soltanto frutto della mia folle e vivace immaginazione.

"So che sei sconvolta in questo momento. Ma presta attenzione a ciò che ti starò per dire: in un tempo molto lontano io ero la principessa di uno splendido regno e caddi in una maledizione. La maledizione della chiave della forza. Chiunque la possederà, potrà diventare la più forte solo se riuscirà a mantenere un cuore puro. Solo così si spezzerà la maledizione."

La guardo intensamente pensando a come sia strano ascoltare un'altra se stessa in carne ed ossa. 

Ma in realtà, non ho la forza né la capacità di poterla rispondere. Ha il mio aspetto ma nonostante questo mi sento quasi come se fossi un piccolo punto paragonato ad un enorme universo. 

"Quando sei arrivata ad una certa distanza dalla sorgente, hai sentito una forte scarica elettrica?"

"Sì." 

Rispondo senza esitazioni, ho bisogno di spiegazioni. Sono confusa, la chiave pulsa con un ritmo cadenzato, come se volesse rassicurarmi, ma io mi sento in preda al panico. 

"Hai oltrepassato una barriera. Una barriera spazio temporale."

"E questo... cosa significa?"

Riesco solo a dire con un filo di voce. Non riesco ad aggiungere altro, le parole in sua presenza sono... superflue. Semplicemente superflue.

"Significa che qui il tempo scorre secondo un ritmo diverso. Un giorno al di fuori della barriera, equivalgono a 365 giorni qui."

La guardo ancora più confusa di prima e se è possibile, ancora più sconvolta.

"Tu dovrai allenarti duramente in quello che voi comunemente chiamate 'anno', per poi ottenere ció che vuoi con un'ultima prova. Non ti serve sapere altro."

Come non mi serve sapere altro?! In cosa consiste l'allenamento? E l'ultima frase della profezia a cosa si riferisce? E la chiave? E perché lei è stata maledetta?

Riesco ad elaborare mille pensieri così velocemente che me ne sorprendo anche io, solo che anche se ci provassi, non riuscirei ad emettere alcun suono. Ma sembra quasi che lei-essere superiore e magnifico- mi legga quasi nell'animo.

"Mia piccola Akane, tutto ciò che ti serve sapere lo hai già conosciuto. Tutti i tuoi dubbi saranno svelati lungo il passare di quest'anno, se tu lo vorrai."

"Per gli altri esseri umani... trascorrerà soltanto un giorno?"

"Sí, è solo per te che il tempo trascorrerà come secondo stabilito dalla barriera spazio temporale. Allora, accetti?"

Troppe informazioni, troppi dubbi, troppi rischi. Mi ritrovo una me stessa di fronte che mi sta mettendo davanti ad una scelta di cui nemmeno io so la risposta. Spezzerei una maledizione e riceverei la forza a cui tanto aspiro. Cosa dovrei fare? Ho intrapreso questo viaggio con la determinazione e con la consapevolezza che ce l'avrei fatta nonostante tutto, ma mi rendo conto che è una cosa troppo grande di me. Ma la principessa lo sa, il suo tono era quello di una domanda retorica. 

"Principessa Sayuri, la supplico, mi risponda solo ad una domanda. Perché è stata maledetta?"

"Un tempo ero la principessa più bella e invidiata del regno. Tutti mi amavano ed avevo la fortuna di possedere un cuore puro. La mia debolezza più grande però è stata la forza e la presunzione di potercela fare anche senza di essa. Ma la forza è tutto, che sia essa fisica o solo spirituale. Connubio perfetto per regnare, necessario per lo spirito, indispensabile per costruire un futuro. La mia debolezza è stata la mia maledizione. Un mezzo demone, di nome Takuma, mi ha dimostrato che senza di essa la mia vita sarebbe stata insignificante, vuota ed inutile. Così per secoli sono costretta a vivere in un corpo che non è mio, nel corpo di una donna capace di diventare la più forte, nel corpo di un cuore puro. Nel corpo di una donna che sarei potuta essere io, se solo avessi voluto".  

Calde lacrime mi scendono sulle guance ed io non riesco ad arrestarle. Perché sento un'empatia così forte? Perché sento il bisogno di aiutarla? Di sciogliere la maledizione? 

Perché in fondo, siamo legate dallo stesso destino. Perché in fondo, ho capito perché abbiamo le stesse sembianze. 

Entrambe pecchiamo di forza. 

Legate da una forza che lei avrebbe potuto avere ed una forza che io potrei ancora avere. 

La guardo fisso negli occhi per un tempo che a me sembra infinito. Ma la mia mente è libera. La guardo mentre consapevolizzo di non avere mai avuto in realtà la possibilità di scegliere. Perché è stata quell'essere magnifico che ho di fronte a scegliere per me, quando ha palesato la sua presenza.

"Scioglierò la maledizione. Per te. E per me."

Sento la terra tremare sotto i piedi e mentre cerco di capire cosa stia succedendo vedo ai piedi del monte, un palazzo di cristallo bianco. Guardo confusa la principessa che con espressione serena si avvia verso il sentiero che conduce al castello. Rimango immobile e a bocca aperta per questa improvvisa costruzione, che in pochi secondi, è apparsa al posto della fitta foresta. La principessa Sayuri si arresta e con tutta la sua delicatezza si volta verso di me, con il chiaro segno di intimarmi a seguirla. E così faccio, ormai è come se ogni volta che io voglia allontanarmi da tutto questo, mi sento spinta da dietro, come se avessi una calamita. Una calamita verso il mio destino. 

Rassegnata dalla mia impotenza e con una mano sul cuore mi avvio verso l'entrata del palazzo, ma non prima di aver alzato lo sguardo verso la punta più alta del monte.

E lí, lo vedo. 

Capelli bianchi sparsi al vento, gli stessi hakama che indossava quando mi ha salvata. 

Il mio cuore sembra perdere di nuovo la ragione. 

È lui, il principe dei demoni.  

 

Ascolto attentamente il ticchettio dei nostri passi sul cristallo. Il castello è surreale, la ninfa che ho di fronte è surreale. Mi guardo intorno e vedo un alto soffitto e pareti bianche, non c'è colore, non c'è decorazione. È tutto essenziale. 

È tutto puro. 

Seguo intimorita la ninfa mentre cerco un modo di togliermi il dubbio più atroce che ho da quando ho messo piede nel castello. 

Ma non posso dire o fare qualcosa di sbagliato, no. L'essere superiore che ho davanti come guida non ha mai abbassato il viso. È fiera ed elegante mentre cammina nel suo abito di seta bianco-che da vicino è ancora più bello- e quasi sembra dimostrare ogni volta che domandarle qualcosa sarebbe inopportuno, data la mia inferiorità. La vedo fermarsi davanti una porta e girarsi verso di me. 

"Piccola Akane, al di là di questa porta ci sarà la tua camera. Domani mattina, troverai un cambio adatto per il tuo allenamento e la colazione servita in sala da pranzo. Con ciò, io mi ritiro nelle mie stanze. Buona notte."

"Mi... mi scusi."

Oddio, l'ho detto. Ho parlato ad alta voce. E adesso? Non posso tirarmi indietro, sembrerei una vigliacca. Non posso fare la figura della sciocca, impulsiva come sono, mi darei tanti pugni in testa quante sono le curiosità che mi scuotono l'animo. E sono davvero tante. Tantissime. Ma tra queste c'è ne è una che più di tutte mi preme di conoscere. E la chiave, che mi ha dimostrato più volte di sapere meglio di me, mi sta appoggiando in questa impresa.

Colore: arancione.

La ninfa mi guarda il petto e alza lo sguardo incuriosita, come se volesse sfidarmi, come per dire che avrei dovuto stare in silenzio e buona se non avessi avuto da dire qualcosa di intelligente.

"Principessa Sayuri, sul monte al di là del castello ho riconosciuto la figura di un demone, che qualche ora fa ha difeso me e la mia chiave. Perché si trova qui?"

La ninfa mi sorride ed io abbasso il capo, le guance mi si colorano di rosso. Sono stata indiscreta. Indiscreta e inopportuna. Stupida Akane. 

"Lui è il demone che ti allenerà in questo anno per rendere te capace. Anche lui è soggetto a maledizione, ma non ti dirò altro. Dovrà essere lui a volerti spiegare le motivazioni per cui si trova qui. Con ciò, andrei davvero. Ti auguro di nuovo buona notte, Akane."

Riabbasso il capo nuovamente e con un piccolo inchino mi congedo. 

La stanza è ampia e semplice. Possiede un bagno e un letto enorme così invitante che quasi mi sembra di essere una principessa. La cosa che preferisco di più però, è il balcone che mi si scaglia di fronte. Mi catapulto -letteralmente- fuori, mentre mi rendo conto di quanto io sia circondata di una bellezza inimmaginabile, impossibile per una ragazza comune come me. Stanca decido di mettermi a letto, non prima di aver guardato il ciondolo sul mio petto. Ho notato che quando penso o vedo il demone, la chiave emana impulsi completamente diversi da quelli in precedenza, quasi mi volesse avvisare di qualcosa di importante. Decido di non darci peso mentre sfilo dalla borsa la foto che ritrae me e Ranma il natale scorso. Bacio la sua figura mentre una stanchezza mi fa cadere nell'obblio più assoluto. 

 

 

Stendo le braccia mentre con uno sbadiglio apro gli occhi illuminati dalla luce del sole. Mi alzo di scatto mentre consapevolizzo di non trovarmi in un sogno, ma nel castello di cristallo della ninfa. Sento un brontolio allo stomaco e una leggera ansia che mi fa ricordare di essere al primo giorno di allenamento. Mi guardo intorno e subito noto il cambio offertomi dalla ninfa. Decido di usufruire del bagno prima di indossare quella che sarà la prova del mio allenamento, quella che sarà la prova del mio vero e proprio distacco dalla famiglia, dalle persone che amo di più. Un anno, che tempo lunghissimo. Anche se per loro sarà soltanto un giorno, per me sarà motivo di un totale cambiamento. Probabilmente non sarò più la stessa, non sarò la più stessa Akane.

Mi guardo allo specchio e mi imbarazzo mentre penso che non sono abituata a questo tipo di tuta da combattimento. Di solito indosso un karate-gi, d'ora in poi invece dovrò indossare una coulotte coperta da un vestito bianco, corto-molto corto- con ampi spacchi sui lati che iniziano sui fianchi. Stivali alti fino al ginocchio. Provo ad esercitarmi con qualche mossa mentre mi rendo conto che anche se un po' sensuale per i miei gusti, è una tuta da combattimento piuttosto comoda, che lascia molta libertà ai movimenti. Anche se non mi fa impazzire non posso rifiutare di indossarla e quindi decido di scendere in sala da pranzo per consumare la mia colazione. 

Si, tutto bello. Ma dove è la stanza da pranzo? Esco dalla mia stanza con la speranza di incontrare qualsiasi persona, o meglio qualsiasi essere vivente che mi possa dare informazioni. Sento dei passi nel corridoio adiacente e felice corro in quella direzione. Ma mi blocco all'istante, insieme al mio cuore mentre il respiro si mozza e le parole non escono.

Kazuma. Il principe dei demoni che cammina a passo felpato e in maniera sicura ed elegante, i suoi capelli bianchi legati si muovono ai lati quasi come se fossero parte di un'unica danza. Mi sento subito a disagio, a differenza della principessa Sayuri, lui è un essere che emana tutta la sua forza e che non ha paura di ostentarla. 

Prima di pensare mi ritrovo già a parlare. 

"K-Kazuma... buongiorno. Mi sapreste dire dove è la sala da pranzo?"

Continua a camminare senza mostrare alcun segno di aver sentito. Ma io lo so che ha sentito, dannato demone. 

"Ehi, sto parlando con voi. Odio le persone che non mi considerano e in più la principessa Sayuri mi ha detto che sarete voi ad allenarmi. Quindi sarebbe il caso che voi..."

Il principe si blocca di scatto mentre noto che la sua coda dell'occhio è rivolta verso la mia direzione. Si volta impercettibilmente, ma mi è molto chiara la sua intenzione. Mi vuole spaventare con la sua aura minacciosa mentre alza una mano facendomi notare i suoi artigli, molto lunghi, molto affilati.

Ok, ho paura. Faccio la cosa che mi riesce di più, scappare. A GAMBE LEVATE. Ovviamente.

 

Dopo un quarto d'ora riesco a trovare da sola la sala da pranzo. Per fortuna la colazione era ancora servita ed io sono così soddisfatta di quanto ho mangiato che se ci fosse Ranma qui non avrebbe esitato a prendermi in giro chiamandomi 'vita larga'.

Ranma...

I miei pensieri vengono interrotti da una presenza alle mie spalle. Non mi giro, so perfettamente chi è. La chiave me lo ha suggerito. 

"Sarò sul monte più alto. Non tollero ritardi." 

Mi alzo in fretta e corro verso la finestra. Kazuma è già sul monte ed io penso ironicamente che meglio di così, questa avventura, non poteva iniziare. 

 

 

Salve a tutti! Ho anticipato la pubblicazione. Inizialmente questi erano due capitoli che dovevano essere separati, alla fine dopo le continue richieste del capitolo dal punto di vista di Ranma, ho deciso di andare prima avanti con la storia. In realtà non volevo farvi aspettare molto a lungo. Il carattere di Ranma a mio avviso è molto contraddittorio e non vorrei farlo diventare troppo OOC, quindi sto ancora decidendo come far andare le cose per non deludere nessuna vostra aspettativa. Se avete consigli da darmi sono tutta orecchie! Grazie per chi mi recensirà. Buon fine settimana!

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Capitolo 5
*** Akane, perché l'hai fatto? ***


"Ranma, Ranma... svegliati."

Da chi proviene questa voce? È più dolce del solito, sembra quasi la voce della mia mamma... e perché non mi sono trasformato in una donna?

"K-Kasumi, buongiorno. Dov'è Akane?"

"Scendi a fare colazione con noi, Ranma."

Il suo sorriso di solito radioso sembra quasi fatto per circostanza. Quando raggiungo la sala da pranzo sembra si stia celebrando un funerale. Nabiki e mio padre stanno cercando di consolare Soun che piange disperato mentre Kasumi intanto mi porge la colazione che mi spetta.

"Che cosa succede?"

"La mia bambina! Ranma, devi andarla a prenderla! Riportamela qui, ti prego!"

"Ma cosa sta dicendo?"

Rispondo ancora assonnato mentre una Nabiki mi riserva un'occhiataccia arrogante. Sembra quasi scocciata di tutta questa situazione.

"Tieni, leggi."

Mi porge una lettera. La leggo velocemente mentre sento un vuoto dentro risucchiarmi sempre di più. 

"C-che significa?"

"Niente di ché. Akane è partita e ha chiesto esplicitamente di non cercarla."

La guardo in cagnesco mentre mi sorge il dubbio che lei già sia a conoscenza del suo viaggio. È sempre sicura di sé, è vero, ma non sta fingendo di rimanere calma, come invece suo solito fare in queste situazioni. Stringo i pugni sulle gambe mentre cerco di calmarmi, non posso far vedere che in questo momento mi sto preoccupando per lei.

Dove sarà andata quella stupida?

"Se la saprà cavare."

"Ranma cosa dici? Sarà la tua futura moglie!"

Suon ha praticamente allagato la casa, mentre io sto cercando qualcosa di intelligente da dire. 

Sento una porta spalancarsi e tutta la banda presentarsi al nostro cospetto. Shampoo, Ukyo, Ryoga e Mousse scaraventano la casa mentre io inizio a ringhiare dal nervosismo. Per completare il quadro Obaba con il suo solito bastone e un Happosai che tiene le mutandine di Akane quasi come se fossero un trofeo. Aspetta che?! Maledetto se ti prendo ti schiaccio come un moscerino!

"Lanma amole! Abbiamo sentito che Akane è partita. Che notizia meravigliosa!"

La guardo così male che probabilmente potrei ucciderla solo con uno sguardo. 

"Ranma come hai potuto? La mia Akane, la mia musa ispiratrice, l'unica ragione dei miei respiri, l'unica donna che merita me, il tuono blu..."

Finalmente Nabiki ha colpito Kuno sulla testa ed io ora posso continuare a concentrarmi sulla lettera. Alzo le sopracciglia pericolosamente mentre il labbro mi trema forte dal nervosismo.

"Ranma dobbiamo cercarla, Soun ha ragione. Io, Mousse, sono tuo amico. Farò di tutto pur di aiutarti."

"Ranma, ora che Akane non c'è più perché non ti trasferisci da me? Ti cucinerò tutti gli okonomiyaki che vuoi!"

Anche tu Ukyo?

"Ranma ti prego non pensare a nessuno! Va a cercare mia figlia! Ti scongiuro, sei il suo futuro marito!"

"Andate tutti al diavolo!"

Era la mia voce quella? Salgo le scale velocemente mentre mi chiudo la porta dietro le mie spalle. Metto una mano sul petto, mi manca il respiro. Quella stupida, perché? Perché se ne è andata? Con un misero bigliettino, la prova di quanto se ne freghi di me. Ed io che pensavo che le cose stessero andando meglio. Certo, sono timido e ancora molto insicuro, ma è solo perché divento una donna ogni volta che mi bagno con l'acqua fredda! Se potessi andare in Cina...

"Ranma apri prima che buttiamo giù la porta!" 

"Shampoo, smettetela! Aprite quella dannata porta e non risponderò più delle mie azioni!"

Silenzio. Il mio tono di voce sconvolto e allo stesso tempo fermo li avrà destabilizzati. 

"Aspettatemi giù, ho bisogno di riflettere."

Sono stufo di tutti e di tutto. Per fortuna mi hanno mollato, quei dementi.

Mi siedo sul davanzale della finestra mentre cerco di spiegarmi i motivi per cui se ne è andata senza neanche avvisarmi. Chissà Akane dove sarà a quest'ora, sarà in pericolo? Io non potrò proteggerla. Ricordo ancora la sensazione che ho provato a Ryugenzawa, quando l'ho vista tra le braccia di Shinnosuke. Colpisco forte il muro causando una crepa. Non ce la faccio, perché sei andata via da me? Sono un baka, uno stupido. E tu lo sei di più. Come hai potuto dimenticarti di me?

Mentre sento la rabbia crescere in me vedo sul cuscino del futon un biglietto ben riposto tra pieghe del lenzuolo. Mi catapulto verso di esso per leggerne il contenuto. 

 

"Ranma, quando leggerai questa lettera io sarò già partita. Ci tenevo a spiegarti i motivi per cui ho deciso di intraprendere questo viaggio, nonostante non sappia cosa aspettarmi. Spesso quando dicevi di voler andare in Cina a tutti i costi per poter diventare di nuovo uomo, non ti capivo in fondo. Mi è sempre andato bene tutto ciò che ti riguardava, anche la tua parte femminile. Ma a te sta bene? Questa domanda non me la sono mai posta con la consapevolezza di voler ascoltare davvero la tua risposta. Adesso ti capisco perfettamente. Ho deciso di rischiare perché ho bisogno di essere più forte. Ho bisogno di sentirmi libera e pronta, all'altezza dell'altre donne. Ho bisogno di riacquistare la fiducia in me stessa e scusa per tutte quelle volte che non ho capito la tua di insicurezza. L'ho sminuita ed è per questo che ora ti chiedo di perdonarmi. Voglio fare questo viaggio per riscattarmi, per sentirmi finalmente al posto giusto, per sentirmi a casa. Per non sentir più quel peso gravarmi sullo stomaco ogni volta che le altre ti circondano. Non voglio più sentirmi inferiore, non lo permetterò più. Lo devo a me stessa. E se tu vorrai ancora, al mio ritorno, vorrei sentirmi al posto giusto insieme a te. Vorrei sentirmi a casa tra le tue braccia, che nonostante siano così potenti e letali, mi fanno sentire al sicuro. Vorrei ancora essere chiamata 'vita larga' e 'maschiaccio', ma con una consapevolezza diversa. Con la consapevolezza di essere cresciuta e di essere diventata la più forte. Quella che non deve sentirsi mai più fuori posto. Ti prego di non cercarmi, fallo per me, per noi. Lascia che io intraprenda la mia strada. Perdonami se puoi. Qualsiasi cosa succeda, sarò sempre tua. 

Il tuo maschiaccio."

 

 

Stringo così forte il foglio che quasi rischio di stracciarlo. Le lacrime mi pizzicano gli occhi mentre sento il dolore nel petto crescere sempre di più. È così che ti sei sentita Akane? Inferiore alle altre? La colpa è solo mia. Sono io che ho permesso tutto questo, che ti ho sminuita a tal punto da rischiare la tua vita per dimostrare qualcosa. Ti amo così tanto eppure non ho mai saputo renderti felice, Akane. 

Mi porto il braccio a strofinare gli occhi lucidi mentre sento il bussare della porta. 

"Ranma."

"Nabiki, sei tu."

"Cognatino, che faccia che hai. Sono passate poche ore dal viaggio di Akane e già ti disperi così tanto?"

"Dimmi dov'è Akane, Nabiki."

"Il mio silenzio costa tanto, cognatino. Non tradiró mai mia sorella, che mi ha anche pagata profumatamente."

"Dimmi dov'è, ti pagherò il doppio."

"Sai, la proposta è allettante. Ora che ci penso al livello economico potrei ricavarne molti vantaggi e in più non ti nascondo che l'idea di Akane lì fuori da sola mi preoccupa. Ma cognatino, Akane è stata molto chiara con me. Non so se..."

"Farò tutto quello che vuoi."

"Ah sì? Allora mi pagherai. E dovrai dirmi cosa provi davvero per Akane."

La guardo sconvolto. Perché devo dirle una cosa del genere?

"Sei impazzita Nabiki? Per quel maschiaccio vita larga poi!"

"Ranma, smettila. Pensa bene a quello che dici, ne vale del tuo ipotetico viaggio alla ricerca di mia sorella."

"Perché vuoi saperlo, serpe?"

"Perché per quanto possa essere legata ai soldi ho bisogno di proteggere mia sorella."

Stringo forte i denti, vorrei picchiarla. Cosa dovrei fare? Dirle davvero cosa provo? 

"Io... io per Akane... insomma Nabiki! Non capisco perché devo dirlo proprio a te!"

"Ranma il tempo scorre. Allora?"

Dovrei buttare anni e anni di orgoglio, per cosa poi? Quanto vale Akane per me? Sarei disposto a tutto per lei? La risposta è sì. Akane mi ha accettato per quello sono, non ha mai cercato di cambiarmi nè di costringermi a fare qualcosa. Dico sempre che sia priva di sex appeal eppure mi rendo conto di quanto io con gli anni- a causa di quel padre degenere che mi ritrovo- sia riuscito a fingere con così tanta facilità. Akane è la donna che amo di più al mondo, darei altre mille volte la vita per lei. Farei di tutto pur di sentire ancora il mio cuore correre all'impazzata quando lei mi è vicina, quando si arrabbia gonfiando le guance, quando cerca di farmi gelosire- e ci riesce benissimo- mostrando il suo lato femminile. Akane è sempre arrabbiata, 

gelosa, testarda, orgogliosa, ma è anche bella, intelligente e dolce. Non sa cucinare è vero, ma quello lo so fare io. E probabilmente mangerò tutte le cose preparate da lei, che anche se mi faranno star male, la faranno sorridere. Lei è bella. E la sua risata è un suono a cui non vorrei mai rinunciare. Lei mi guarda nel profondo e mi resta accanto. L'unica al mondo ad essersi soffermata su tutto ciò che mi riguarda, in assoluto silenzio e in disparte. L'unica con cui mi sento me stesso, senza provare l'esigenza di dovermi nascondere. Ed io l'ho delusa.

Lei è di animo puro, mi fa gioire, stupire e capire che lei ha bisogno soltanto di essere considerata un po' di più. Akane sa di buono, sa di primavera-la mia stagione preferita- sa di tutto ciò che mi è stato negato nella vita. Sa di felicità. Ed io dovrò rincorrerla, a costo di rischiare di nuovo la mia vita. Devo dimostrarle che l'amo, nient'altro. Così come è, così come sono. Mi ha chiesto di non raggiungerla ma io non posso farlo. Devo riuscirle a dire ciò che provo, devo farle capire che a me va benissimo così come è. Perché è vero, io mi sento inadeguato e non alla sua altezza per via della mia condizione, ma non ho mai dubitato del fatto che Akane voglia star al mio fianco. Lei sì e questo non me lo perdonerò mai.

"Nabiki. La amo e darei la vita per lei."

La guardo fissa negli occhi e quasi mi sorprende la sua reazione ironica.

"Risposta esatta cognatino! Ti dirò tutto ciò che ti serve per andare da lei. Più o meno arriverai quando lei ha già trascorso un giorno lì. Sciocchezze insomma, Akane se la saprà cavare."

Annuisco pensieroso mentre ascolto ogni parola- e attentamente- uscita dalla bocca di Nabiki. 

 

 

Sta rischiando la sua vita per dimostrare di essere la più forte? È andata fino in Cina per incontrare una ninfa. Non sappiamo nulla su di lei e non mi ha mai accennato niente. Come ha potuto? 

"Suon. Andrò a cercare tua figlia."

"Grazie Ranma, grazie!"

Soun si lancia letteralmente addosso a me piangendo mentre io alzo gli occhi al cielo. 

Tutti mi guardano con reazioni diverse: Ryoga Mousse e Kuno sono felici mentre le ragazze sono arrabbiate.

"Lanma, Akane se la saprà cavare. Non perdiamo tempo! Sposiamoci!"

"Sta un po' zitta Shampoo!"

Le tolgo le mano di dosso mentre ritorno in stanza per preparare le ultime cose per il viaggio. 

 

Sono sulla nave per la Cina. Ed io povero illuso, pensavo di esser partito da solo. 

"Kuno la smetti? Se vuoi le foto di mia sorella devi pagarmi 20000 yen!"

"Kasumi puoi versare a tuo padre e al signor Genma un po' di sakè per favore? Happosai e Obaba volete unirvi a noi?"

"Shampoo, togli le mani da Ranma! Lui è solo mio!"

"Ukyo fa la finita, Lanma è mio. E tu Mousse smettila di guardarmi come se fossi il tuo piatto preferito!" 

Una nave di pazzi. Sbuffo, non siamo partiti nemmeno da un'ora e già mi sento stanco. È vero sono la mia famiglia, i miei amici. Ma niente ha senso se non c'è lei.

"Ehi Ranma."

"Ryoga."

Mi giro verso di lui, si è appoggiato come me sulla ringhiera della nave.

"Sei preoccupato per Akane?"

"No. Perché dovrei essere preoccupato per quella stupida incosciente?"

Mi guarda silenziosamente per un attimo che sembra infinito. 

"Sai, dopo la tua decisione di partire sono passato per la clinica del dottor Tofu. Mi ha spiegato tutto ciò che c'era da sapere su questa ninfa. Un po' preoccupato lo sono, non te lo nascondo. Non sappiamo cosa significhi l'ultima parte della predizione. Tu cosa ne pensi?"

"Non penso Ryoga. Se c'è qualcuno che vuole fare del male ad Akane lo uccideró."

Do un pugno così forte a Kuno-che si stava avvicinando per ascoltare- facendolo volare nella parte opposta della nave. Non ho voglia di dare spiegazioni a nessuno. Ryoga per quanto possa essere un mio nemico, è degno della mia stima. Tranne quando dorme con Akane sotto forma di P-chan. Lo strozzerei e lo farei a fettine. 

"Non ho dubbi Ranma che lo faresti. E lo farei anche io, farei di tutto per la dolce Akane. Ma alla fine il dottor Tofu mi ha anche intimato di non intrometterci. Da quanto ho capito Akane è un cuore puro, quindi ha tutte le carte in regola per riuscire nella sua impresa."

"Sì mi sono fatto spiegare più volte questa cosa del cuore puro. Non saprei Ryoga. Ma comunque non lo faccio per lei, lo faccio per Soun. Non lo sopporto quando fa così e..."

"Certo Ranma. Ed io con l'acqua fredda non divento un porcellino e tu una donna."

Mi sorride mentre mi da una pacca sulla spalla. Si allontana ed io inizio a risentire le voci degli altri che continuano a discutere. Mi giro e vedo cose che voi essere umani non potete nemmeno immaginare. Shampoo ha rotto un vetro della nave per averci buttato Mousse dentro. Ukyo la rincorre con la sua spatola. Genma Soun e gli altri due vecchi sono ubriachi fradici. Kasumi e Ryoga sono gli unici a stare per conto loro, mentre una Nabiki riposa appoggiata a Kuno. Aspetta che?! 

"Serpe, finalmente posso minacciarti anche io."

"Taci, Ranma. Ho deciso di concederti Akane, ma non ti permetterò il lusso di rivolgerti così a Nabiki, lei è la creatura più bella al mondo, è l'unica donna della mia vita, il raggio di sole che mi illumina..."

"Zitto Kuno. Minacciami pure Ranma, con i soldi di Kuno potrei ingaggiare il miglior avvocato del Giappone."

"Che stregoneria hai compiuto per far innamorare quell'idiota di Kuno di te in una sola giornata?"

"Semplicemente attraverso delle mie foto. Per lui sono diventata la migliore tra di voi e lui per me è diventata la mia entrata economica maggiore." 

"Bell'amore il vostro."

"Meglio del tuo, cognatino. A stento riesci a tenere Akane per mano."

"Brutta serpe con la lingua lunga!"

Me ne vado prima di compiere un gesto di cui me ne pentirò. Mi appoggio con le spalle al muro e chiudo gli occhi per riposare un po'. Quel dolore al petto sembra quasi che non mi voglia abbandonare. Akane se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai. Akane, perché l'hai fatto?

 

 

 

Angolo autrice

 

Salve ragazzi! Sono tornata presto, dato poi sono riuscita a capire come volevo improntare il personaggio di Ranma! Infatti volevo ringraziare soprattutto Nica0808 per il suo prezioso aiuto! Alloooora, da premettere che i personaggi sono OOC. Ho cercato di lasciare il carattere di Ranma inalterato nella prima parte, dopodiché ho voluto renderlo più "coraggioso" davanti a Nabiki, poiché lui si è reso davvero conto di aver ferito Akane nel peggiori modi possibili. Insomma si vuole assumere le sue responsabilità. Il prossimo capitolo ovviamente sarà su Akane, la narrazione dovrà andare avanti e molti personaggi dovranno evolversi. Infine vorrei ringraziarvi per le recensioni, siete troppo gentili! Cosa ne dite del capitolo? Ho deluso le vostre aspettative? 

A presto!

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Capitolo 6
*** Ormai il dado è tratto. ***


Sono arrivata sulla cima del monte in cui si trova Kazuma e già mi sento distrutta. Ho corso a perdifiato perché il signorino mi ha ordinato di non fare tardi. Peccato che lui sia un demone, mentre io una semplice umana. Maledetto, non mi ha neanche aspettata. 

"Ti avevo detto di non tollerare i ritardi."

Stringo forte i pugni attorno ai miei fianchi, già lo odio da morire. 

"Neanche io tollero i presuntuosi eppure non mi sembra che io mi stia lamentando."

"Tieni a freno la lingua ragazzina. Dobbiamo trascorrere altri 364 giorni insieme e non ho intenzione di essere mancato di rispetto da un essere insignificante come te."

"Tsk."

Giro il volto con uno scatto in un chiaro segno di stizza. Può esistere al mondo un essere più odioso di lui?

"Ti renderò forte. Forte al punto di poter ottenere ciò che tanto desideri e al punto di poter sciogliere la maledizione."

"Non basta l'addestramento per diventarlo?"

"No. Dovrai superare una prova."

"In cosa consiste? E in cosa consiste la maledizione?"

"Parli troppo ragazzina."

Sfila una katana dalla custodia e me la lancia contro. Mi inginocchio per poterla reggere, è troppo pesante per me. Come si permette di umiliarmi in questo modo? Cerco in tutti modi di mettermi in piedi, ma con scarsi risultati. Vorrei prenderlo a schiaffi. 

"A quanto pare dobbiamo partire da zero."

Lo guardo in cagnesco, sono pur sempre un'artista marziale. 

"Guarda principino che io so combattere. Semplicemente non so utilizzare una spada."

In un attimo lo ritrovo di fronte a me, alzo la testa per poterlo guardare negli occhi. I suoi occhi blu mi destabilizzano, mi ricordano troppo Ranma. Abbasso lo sguardo imbarazzata mentre mi rendo conto che ho una katana che mi sfiora la gola. Da dove è uscita?

"Non sai nemmeno difenderti. Prendi la katana che ti ho affidato e percorri la salita di questo monte fino all'ora di pranzo."

Che cosa sta dicendo? Non so nemmeno reggerla!

"Kazuma ma io..."

"Niente ma ragazzina. Ho detto che parli troppo."

Sbuffo, ma chi me l'ha fatto fare? Provo a riprendere la katana tra le mani, ma è troppo pesante. Pensavo di essere già forte eppure mi sbagliavo. Sono venuta fin qui per dimostrare qualcosa a me stessa, no? Alla fine dopo tanti tentativi riesco a trovare un metodo per riuscirla a trascinare. L'ho appoggiata sulle spalle, peccato che ho stracciato tutto il vestito e sulla mano sinistra mi sono procurata un profondo taglio per tenerla nella parte opposta del manico. Questa spada è dalle decorazioni magnifiche, peccato che pesi un accidenti. Dovrò anche percorrere il monte per ore. Forza Akane, rimbocchiamoci le mani. 

 

Sono sotto ad un albero di ciliegio per consumare il pasto cucinatomi da gentili signore del palazzo. Sono distrutta. Ed è soltanto il primo giorno. La mano sinistra pulsa e mi brucia tantissimo, nonostante ciò il colore della mia chiave è sempre arancione. Bevo un sorso d'acqua mentre Kazuma si avvicina a passo felpato. 

"Alzati."

Faccio come mi dice, ormai ho capito di non avere speranze di avere qualsiasi tipo di comunicazione con lui. Mi guarda fisso la mano sinistra mentre inspira profondamente. Il mio cuore perde un battito quando prende la mano ferita tra le sue artigliate. Mi guarda fisso negli occhi e lecca la ferita con una lentezza esasperante. Provo un sollievo istantaneo mentre mi rendo conto che si è già cicatrizzata. 

"C-come è potuto succedere?"

"È la mia saliva. Accelera il percorso di guarigione."

Lo guardo stupita e un sorriso spontaneo nasce sul mio viso.

"Ma è magnifico! Hai un potere spettacolare!"

Continua a guardarmi fisso prima di darmi le spalle, incamminandosi di nuovo verso il monte. Lo seguo e mi chiedo cosa avrà in serbo per me oggi. 

"Impugna la spada."

Cerco di impugnarla con entrambe le mani, ho difficoltà ma sono troppo orgogliosa per dirglielo. 

In un secondo sento la sua mano sulla mia. Entrambi impugniamo la spada ed io la sento così leggera che potrei quasi azzardare un movimento. 

"Akane, fermati. Inspira e ascolta ciò che ti dice la spada."

"La spada parla?"

Lo guardo sconvolta. Lui sempre freddo e scostante mi guarda quasi con odio mentre stringe la presa sulla mia mano, quasi mi volesse richiamare. Chiudo gli occhi e mi concentro: sento un potere immenso attraversarmi il corpo. Un potere che posso gestire solo io. La spada mi sta dicendo chiaramente che vuole donarsi a me e che vuole diventare la mia compagna fedele, nonostante non sappia nemmeno come usarla. 

"La sento Kazuma. La sento mia."

"La spada reagisce solo in presenza del cuore puro."

"In poche parole mi riconosce a causa della chiave?"

"Sì." 

Kazuma azzarda dei movimenti mentre io mi lascio trasportare da ciò che mi suggerisce la spada. Kazuma di scatto toglie la sua mano e io mi ritrovo con la spada puntata a terra. Quanta forza ha?

"Ehi! Potevi avvisarmi però!"

"Smettila di lamentarti. Abbiamo tanto lavoro da fare."

Sbuffo pensando che probabilmente, non riuscirò mai a portare a termine questo viaggio. 

 

Sono sfinita. Nonostante il letto sia comodissimo, non posso fare altro che lamentarmi per il dolore che sento ai muscoli. Domani sarò piena zeppa di lividi. Tutto per colpa di Kazuma. Sento pulsare la chiave, quando penso a lui mi fa sempre lo stesso effetto. È come se volesse avvisarmi del fatto che diventerà una persona molto importante per me. Mi addormento con la promessa che l'indomani sarei riuscita a migliorare. Sono pur sempre Akane Tendo, no? È passato solo un giorno e già in realtà non sono convinta della risposta. È come se percepissi tutto in maniera amplificata, come se stessi in un sogno in cui so che quando mi sveglierò sarò completamente un'altra persona. Sarò pronta a crescere? Una cosa è certa: qualsiasi cosa possa cambiare nella mia vita, non potrà cambiare il mio amore per lui. Continuerò quest'anno cercando di dare il meglio di me. Per me e per te, Ranma. 

 

Per quanto mi potessi sforzare i giorni successivi sono stati anche peggio. Mi sento sempre più stanca e ho sempre di più voglia di rinunciare a tutto per poter ritornare dalla mia famiglia. La chiave cerca sempre di farmi resistere con le sue pulsazioni, ma mi sento sola e poco stimolata, nonostante abbia bene in mente i motivi per cui sono qui. La principessa Sayuri continua a mettermi in soggezione, mi osserva da lontano quando non è impegnata in altre faccende mentre Kazuma è terribile. Nel vero senso della parola! Spesso ho paura anche di potergli chiedere se posso bere un po' di acqua, il suo sguardo mi mette i brividi. In compenso non ammetterò mai di essere inferiore a lui, quindi continuiamo a litigare come due bambini. È sempre così arrogante e presuntuoso, certo anche Ranma lo è. Ma gli occhi di Ranma sono sempre gentili, a differenza dei suoi. Sono tutti e due di un blu intenso ma mentre 

quelli di Ranma sembrano mare calmo, quelli di Kazuma sono tempesta. L'unico problema è che in entrambi ci si annega. 

"Signorina Akane la principessa Sayuri la sta aspettando in giardino."

"Vado subito, Ayano." 

Indosso gli stivali mentre mi chiudo la porta alle spalle. Chissà cosa vorrà la principessa, l'ultima volta che ci ho parlato è stato al mio arrivo. Scendo velocemente le scale e mi accorgo di quanto oggi sia una bella giornata. Non è un caldo afoso e la tavola dove siede la principessa è piena di cibo e bevande fresche. Il giardino è davvero molto bello con i suoi fiori e i suoi alberi, accompagnati dal suono dell'acqua della sorgente. 

"Buongiorno Akane, accomodati pure"

Mi inchino di fronte la magnificenza della ninfa che con il suo abito bianco mi sorride dolcemente. 

"Buongiorno principessa Sayuri."

Mi siedo composta sulla sedia mentre prendo tra le dita la bevanda offertami.

"Come ti trovi al castello?"

"Abbastanza bene. L'allenamento è duro ma non demordo. Siamo ancora alla base e sto cercando di dare il massimo."

"Lo so, piccola Akane. Ti sto guardando, sai? Hai ancora tanto da imparare, ma ce la farai. Kazuma è un ottimo insegnante."

... insomma. 

"Ehm, sì. Diciamo di sì."

"Hai gradito la divisa? Forse non sei abituata a questo tipo di abbigliamento, ma io adoro il bianco e pensavo che un abitino corto ti aiutasse con i movimenti."

"Devo dire che è piuttosto comodo, anche se onestamente non è per niente il mio genere"

Accidenti alla mia bocca larga, non potevo essere semplicemente riconoscente? Lo sguardo della principessa è così comprensivo che quasi sembra davvero che mi stia riflettendo attraverso uno specchio. 

"Ti manca la tua famiglia?"

"Sì molto. Alla fine è una decisione che ho preso di mia spontanea volontá quindi non mi lamento."

"Tu hai fatto tutto questo per un uomo. Non è così?"

La guardo sconvolta. Cos'è una specie di veggente?

"Lei... lei come fa a saperlo?"

"Semplicemente empatia. Sei un cuore puro, riesco a percepire le tue emozioni e a farle mie. Sono giorni che sento la mancanza di una persona in particolare."

Abbasso gli occhi mentre sento il calore imporporarmi le guance. Ora che ci penso spiegherebbe il perché quando ho accettato tutto questo io abbia sentito una particolare affinità con la principessa. Come se avesse scelto lei per me. Questa è la prova che fosse davvero così. Lei voleva che io accettassi ed io ho fatto mie le sue emozioni. Voleva che accettassi per eliminare la maledizione che l'affiggeva da secoli ed io da brava stupida ho fatto ciò che sentivo. Ma ormai il dado è tratto ed io non posso fare altro che andare avanti. L'unica cosa che non riesco a spiegarmi da giorni è cosa c'entra Kazuma con tutto questo. Punto gli occhi sui suoi. 

"Col tempo capirò tante cose, vero?"

Mi sorride, lo sento. Sta cercando di rassicurarmi.

 

 

 

Angolo autrice 

 

Salve a tutti! Cercherò di non annoiarvi molto con i capitoli su Akane, ma è necessario soffermarmi su di lei dato che vorrei descrivervi per bene la sua evoluzione. Spero che questo inizio vi piaccia! Ovviamente qualsiasi consiglio è ben accetto. Grazie di vero cuore per le recensioni! 

 

 

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Capitolo 7
*** Buona notte anche alla mia parte fragile. ***


Ovviamente la promessa di migliorare è andata miseramente in fumo. Sono passati tre mesi ed io a stento riesco compiere i movimenti base con la spada. La mia forza fisica è aumentata e anche la resistenza ma per Kazuma non sono abbastanza. Per non parlare del modo in cui mi abbia trattato in questi mesi! Se fossi alla sua altezza l'avrei già umiliato un milione di volte. Cerca in tutti modi possibili e immaginabili di sminuirmi, mentre io mi appello alle ultime briciole di pazienza che mi sono rimaste. 

"Principessa Sayuri, buongiorno."

"Giorno a te, bambina mia. Anche oggi Kazuma ti ha fatta arrabbiare?"

"Ovviamente! Siamo ancora a metà giornata e già mi ha distrutta. Quasi quasi ci ripenso".

Sorride divertita portandosi una mano alla bocca, è una visione. È identica a me ma la bellezza che emana è ineguagliabile. 

"Perdonalo, Akane. Kazuma è una persona molto particolare. A fine addestramento gli sarai grata"

"Sì certo e gli asini volano in cielo! Sono due mesi che corro su e giù sul monte, mi fa trascinare carichi molto pesanti e sta anche cercando di insegnarmi l'arco. Dice che è l'arma più semplice da brandire ed io non ne sono capace."

"Datti del tempo, piccola Akane. Ora hai bisogno di un allenamento per rafforzare i muscoli, le cose si fanno sempre gradualmente. Se l'arco non fa per te significa che ti eserciterai ancora di più con la tua spada. Io penso che tu sia migliorata, sono passati soltanto due mesi."

Mi guarda con estrema dolcezza ed io non posso fare altro che pensare che mi sbagliavo. Ero convinta fosse una donna fredda e distaccata, quasi come se volesse marcare ogni volta la differenza tra me e lei. Nonostante sia in tutto e per tutto una divinità, lei mi fa sentire come se fossi a casa. Non me lo aspettavo, non lo reputavo possibile. Ogni giorno alla stessa ora abbiamo finito per berci il tè del pomeriggio, lei un po' a causa della noia ed io per prendermi una pausa dagli allenamenti disastrosi. Abbiamo parlato tanto in questi tre mesi, l'ho conosciuta ed è una ninfa dall'animo meraviglioso. Mi ha raccontato che prima della maledizione lei era una semplice ragazza dai mille desideri e sogni, proprio come me. Era innamorata del principe del regno confinante e molto spesso la notte decidevano di incontrarsi in gran segreto nonostante fossero già promessi da bambini. Proprio non ce la facevano ad aspettare il matrimonio per vedersi ed io non ho potuto fare altro che pensare a Ranma e alle nostre fughe sul tetto. E come volevasi dimostrare in tutto questo tempo, non ho fatto altro che parlare di lui. Di tutte le lacrime sul cuscino, quante ne ho potute versare? Mi manca, mi manca la mia famiglia. Non pensavo mi sentissi così eppure quando mi guardo allo specchio, i capelli cresciuti sulle spalle mi fanno rendere conto che per me il tempo sia passato sul serio. La principessa Sayuri spesso mi guarda esasperata, considerando che percepisce tutti miei stati d'animo. Povera! A volte mi fa quasi pena. Stare nel mio cervello è come stare in periodo di piena guerra. Allo stesso tempo non posso nascondere che mi sia abituata qui. Il castello è molto confortevole, ho fatto amicizia con Ayano che nonostante sia una serva è bellissima. È una mezzodemone dai capelli lunghi e viola, anche lei dotata di grande forza fisica e di una vivacità fuori dal comune. Spesso abbiamo passeggiato nel castello e a volte ho insistito per consumare i pasti insieme a lei. È una buona amica ed è così entusiasta della vita che è impossibile non farsi travolgere. In più mi sta insegnando a cucinare insieme alla principessa Sayuri, la quale ha una pazienza da vendere dato che ogni volta durante l'assaggio si sente sempre male. È solo grazie a loro se alcuni giorni sono stati meno noiosi rispetto agli altri. Perché si, le giornate sono tutte uguali e soprattutto piene di Kazuma. Il mio maestro infatti, è colui che mi fa battere il cuore ogni volta senza nessun motivo preciso e che allo stesso tempo mi fa venire voglia di ucciderlo. È insopportabile, freddo, glaciale, non si lascia avvicinare da nessuno ne tantomeno permette che qualcuno lo tocchi senza il suo permesso. Insomma è il contrario di Ranma. Anche lui è bellissimo, forse anche un po' più di Ranma. È un uomo a tutti gli effetti ed è anche un demone, non rimanerne affascinati è un'impresa impossibile. In realtà anche io starei ore a guardarlo maneggiare le sue katane, ma non glielo dirò mai. Sono troppo orgogliosa e il fatto che non abbiamo un vero e proprio dialogo non facilita le cose. Non so nemmeno lui cosa c'entri con la maledizione né se lui si sia mai chiesto il motivo per cui sono qui. Insomma quelle poche volte che parliamo sono ordini oppure litigi. Forse è anche per questo che non riesco a rendere nel combattimento come vorrei. 

"Akane a cosa stai pensando?"

Sposto lo sguardo sulla ninfa seduta accanto a me, ha ancora lo sguardo dolce, a volte sembra di stare con la mia mamma. 

"A tutto e a niente principessa."

Le sorrido mentre mi metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

"Lo capisco. Non saranno stati semplici questi tre mesi. Vedrai che un giorno ti mancherà tutto questo"

"Ne sono convinta. Voi siete davvero una donna splendida e questo posto è magnifico!"

"Kazuma non ti mancherà?"

"Quell'arrogante! Assolutamente no!"

"La chiave non dice lo stesso però."

La guardo, come ha fatto a notarlo?

"È un pulsare diverso da quello che provo per Ranma. Mi vuole avvisare che Kazuma sarà importante per me, ma non allo stesso modo di ciò che provo per Ranma. È possibile?"

"Si lo è. Goditi questa esperienza Akane. Per la tua famiglia sarà trascorso solo un giorno quindi è inutile che tu adesso soffra. Qualsiasi cosa sarò qui per te."

Le sorrido riconoscente e ringraziandola decido di raggiungere Kazuma che in lontananza mi guarda già con odio. Ma ho sempre retto il suo sguardo, non ho mai ammesso i miei limiti a nessuno e lui non sarà il primo. La chiacchierata con la principessa è stata davvero provvidenziale, mi ha aiutata a comprendere che alla fine io non sto facendo soffrire nessuno se non me. Devo impegnarmi ancora di più, non sono venuta per perdere un anno della mia vita. 

"Kazuma sono pronta."

 

"Akane, lo sai che odio ripetermi."

Sbuffo. Lo so che devo mettere il braccio più dritto, ma proprio non ci riesco! In più nonostante siano passati due mesi in cui io e Kazuma siamo a stretto contatto mi sento sempre totalmente in soggezione. Cerco di puntare la freccia verso il bersaglio, ma non riesco a centrarlo. Non so quante volte abbia ripetuto questo esercizio-anche da sola- ma con scarsi risultati. 

"Kazuma io..."

Sento una presenza dietro le mie spalle, le sue mani sulle mie. Il suo respiro mi accarezza la guancia mentre sento spostarmi le braccia nella giusta posizione.  Il mio cuore corre all'impazzata e sto sperando ardentemente che lui non se ne accorga. 

"Akane."

Una sola parola, un solo tono. È così freddo da non cambiare mai espressione del viso, ma io sto imparando a conoscerlo. Con quella parola ha voluto incoraggiarmi. Scocco la freccia e riesco a centrare il bersaglio. Mi volto verso di lui, sono felice! Lo abbraccio forte mentre urlo dalla gioia, lui non si muove di un solo passo. Ma che cosa sto facendo? Con uno scatto mi porto lontana da lui mentre lo guardo intimorita. 

"Scusa Kazuma, non volevo toccarti... cioè, io..."

"Riprova da sola."

Il suo sguardo non è duro come il solito, è come se mi stesse ancora incoraggiando.

Annuisco convinta e fiduciosa mentre tengo l'arco e freccia tra le mani. Scocco un'altra freccia e il mio tiro-se possibile- è anche più preciso di prima. 

"Principessa Sayuri! Principessa! Avete visto, vero?"

Vedo la principessa dal balcone del castello farmi un applauso. Mi inginocchio più volte come se avessi un pubblico immaginario davanti a me mentre sento la felicità invadermi totalmente, insieme al colore della chiave che diventa bianca. 

 

"Sono sfinita! Tutta colpa T U A."

Con la schiena appoggiata su un tronco, Kazuma mi guarda indifferente mentre io mi stendo sull'erba. L'aria è piacevole e fresca, questo posto protetto dalla barriera sembra rispettare il cambio delle stagioni. Sento una leggera brezza cogliermi inaspettata e brividi di freddo mi si propagano per tutto il corpo. Mi siedo mentre con le mani mi tengo le braccia, quasi mi volessi riscaldare. Immediatamente sento un calore invadermi le spalle, alzo lo sguardo e rimango a bocca aperta. Kazuma mi ha messo sulle spalle la sua casacca ed è rimasto a petto nudo. La sua pelle bianca fa da contorno ai suoi addominali scolpiti e dai muscoli ben delineati. È uguale a Ranma, solo che lui ha le fattezze di un uomo. Come sempre mi batte il cuore all'impazzata- ormai ci sono abituata- mentre cerco qualcosa di sensato da dire. Alla fine credo di capire cosa mi lega a lui. È tutta una questione di sguardi. Ci scrutiamo l'animo nonostante non conosciamo i passati dell'uno e dell'altro. 

"G-grazie... sei gentile."

Lo vedo di nuovo con la schiena sull'albero ed io vorrei fargli talmente di quelle domande che durerebbero giornate intere. 

"Akane. Prima che tu mi chieda qualcosa, sappi che diventi molto forte solo quando sei spensierata." 

 

Mi giro nel letto continuando a pensare alle parole di Kazuma. Che cosa significa? Alla fine non sono riuscita a dirgli più nulla. Siamo ritornati al castello dopo un po' e gli ho restituito la giacca sentendomi totalmente in imbarazzo. Non sono spensierata? Forse no. La storia di Ranma, del matrimonio, di quelle pazze scatenate che ci incasinavano tutte le giornate non mi rendono tranquilla. In fondo non chiedo tanto, spero solo che Ranma un giorno capisca che ho bisogno di dimostrazioni, tutto qui. Ho bisogno che metta in chiaro il nostro rapporto agli altri e soprattutto a se stesso. È vero io non faccio eccezione, devo comunque considerare il fatto che non semplifico le cose. La verità è che sono orgogliosa al massimo ma allo stesso tempo sono un'eterna romantica. Darei anche la mia vita per Ranma ma i suoi atteggiamenti proprio non li reggo! Più passano i giorni e più non posso fare altro che paragonarlo a Kazuma. Lui le avrebbe incenerite soltanto con gli occhi a quelle vipere di Shampoo, Ukyo e Kodachi! Quanto le odio. In fondo è anche per loro se sono qui, soprattutto per Shampoo. È bella, sa cucinare ed è una delle migliori combattenti amazzoni. Mi sento sempre inadeguata nonostante stia accrescendo la mia forza, mi rendo conto di quanto io debba ancora risolvere dei conflitti nati soltanto nel mio cervello. Se fossi spensierata renderei di più? Non riesco ad accorgermene. Oggi sono riuscita ad utilizzare bene l'arco, probabilmente è grazie alle parole della principessa. Con la consapevolezza che non facessi soffrire nessuno della mia famiglia, mi sono rilassata e ho addirittura abbracciato Kazuma! Chissà come ha fatto a mantenere la calma e a decidere di risparmiarmi la vita. Guardo la foto di Ranma sul comodino e il peso al cuore sembra quasi mi stia dando un attimo di sollievo. Forse il problema tra me e lui sono io? È il mio senso di inadeguatezza che ci rende fragili? Sono le mie paranoie, insicurezze, la mia gelosia accecante? So solo che di progressi ne ho fatti pochi ma nonostante ciò, voglio far di tutto per riuscire a star bene con me stessa. Buona notte a te Ranma, buona notte anche alla mia parte fragile. 

 

 

 

Angolo autrice 

 

Salve a tutti! Mi raccomando, non fraintendete il rapporto tra Kazuma e Akane. Vi ho già detto che che sarà un legame particolare, ma non vi spaventate. Akane dovrá ancora maturare. Fatemi sapere cosa ne pensate, vorrei fare altri capitoli sul suo allenamento. Non mi piace l'idea che diventi forte e legata a tutti i personaggi senza un criterio logico. Grazie per le recensioni!

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Capitolo 8
*** Un maschiaccio vita larga. ***


La mia divisa è cambiata. Guardo il calendario che mi sono fatta regalare dalla principessa Sayuri e mi rendo conto che mancano pochi giorni a Natale. Sposto di nuovo lo sguardo verso lo specchio e i capelli sono cresciuti ancora di più, ora li lego in una coda alta dato che in combattimento potrebbero essere pericolosi. A prova di ciò, Kazuma per convincermi a legarli, me li ha tirati tantissime volte. Maledetto! Per non parlare del fisico, quasi non mi riconosco più. La principessa Sayuri dice che sono dimagrita troppo, io invece penso di essere molto più tonica di prima! Altro che vita larga Ranma, tra pochi mesi ti farò vedere io! Nonostante provi la sua mancanza in fondo mi sento serena.

La divisa è-ovviamente- aderente di colore bianco dalle definiture blu e non lascia nessun lembo di pelle scoperta. I soliti stivali alti fini al ginocchio ormai sono diventati parte di me. Spesso indosso anche un mantello quando le giornate sono particolarmente fredde, come appunto quella di oggi. Ne sistemo i lacci intorno al collo mentre cammino fuori dal balcone e inspiro profondamente l'aria gelida. Tutto il castello, la sorgente è il bosco sono innevati e io penso che i miei occhi non siano degni di questo spettacolo. Non vedo l'ora di raccontare a tutti questa esperienza -che nonostante mi stia togliendo tutte le energie fisiche e mentali- rimane comunque magnifica. Più passano i giorni e più mi rendo conto che probabilmente tutto questo mi mancherà. La principessa Sayuri è come se fosse una mamma per me, la sera è solita venire nella mia stanza e quasi pretende che io le racconti la mia giornata. A volte ero così stanca che a stento mi accorgevo di addormentarmi con le sue mani tra i capelli. Ayano è l'amica più cara che ho, non la cambierei per nulla al mondo. Ho instaurato con lei il rapporto che ho con le mie sorelle. È così energica! E Kazuma... è sempre glaciale. A volte però il luccichio dei suoi occhi lo tradisce, sembra fiero di me. Sto migliorando sempre di più nonostante non riesca ancora a sconfiggerlo con la spada. In questi giorni ci stiamo allenando soprattutto sul combattimento aereo e anche se ho le mie solite difficoltà, cerco di fare del mio meglio. Non so ancora quale sia la prova che mi aspetti, ne tantomeno so se sopravviverò o meno, ma mi sento diversa. A volte sono riuscita ad ottenere qualche tipo di informazione, sono così curiosa che ho anche chiesto al personale del castello. Tutti mi danno risposte vaghe ed io adesso quasi mi sento rassegnata. In realtà ho scoperto che nessuna è mai riuscita a spezzare la maledizione e quindi a raggiungere l'ambita forza. Non si hanno testimonianze semplicemente perché una volta conclusa la prova tutte le prescelte perdono la memoria. In più la chiave una volta indossata non risponderá più in base alle loro sensazioni e se venisse indossata più di una volta potrebbe ucciderle. È per questo che di solito la principessa affida il compito al venditore-che conobbi sei mesi fa- di tenere la chiave al sicuro. Non so nient'altro. Sorrido mentre vedo Kazuma nel giardino, il vento tra i capelli che volano quasi mischiandosi alla neve. Prendo la rincorsa per saltare sul cornicione del balcone e sprofondo con i piedi nella neve. Ne prendo una manciata in mano e corro così velocemente che Kazuma mi guarda quasi come se fossi impazzita. Gli lancio la palla di neve contro e mi blocco quasi come se mi fossi scottata. 

Lo conosce il gioco, vero? 

Da come mi sta guardando... no. È furioso ed io sono una donna morta.

"Kazuma... stavo solo... io stavo scherzando"

Tentenno di qualche passo mentre una palla di neve mi arriva dritta in faccia e mi fa cadere a terra. È stato lui a tirarmela. Come fa ad essere così veloce?

"Brutto stupido ti faccio vedere io"

Ci rincorriamo lanciandoci palle di nevi mentre mi ritrovo a ridere felice e di cuore. L'espressione di Kazuma sembra quasi non mutare ma spesso innalza un angolo della sua bocca in un sorriso. Sorride per me. Il mio cuore perde un battito quando me lo ritrovo dietro le spalle. 

"Ok, hai vinto. Ti va di fare un pupazzo di neve?"

"E che cos'è?"

Lo guardo sconvolta. 

"Come hai vissuto la tua vita senza giocare con la neve?"

Gli prendo la mano con uno scatto e lo faccio inginocchiare accanto a me. 

"Allora inizia a prendere più neve possibile e cerca di fare un palla come la sto facendo io."

Come è possibile che la sua sia più perfetta della mia? 

Assembliamo i pezzi mentre cerco dei rametti per creare le braccia. 

"Questo è lo sgorbio che ti diverti a costruire?"

"Kazuma non essere crudele! È divertente, soprattutto da bambini."

Mi guarda come se fossi un'aliena e mi rendo conto che forse ho esagerato con le parole. 

"Kazuma, non hai mai in vita tua giocato con la neve?"

Glielo chiedo dolcemente ma non mi risponde, anche se ormai lo conosco così bene che ho già capito. 

"Nemmeno le altre prescelte hanno mai giocato con te?"

"Le altre avevano paura di me."

È così io sono l'unica che affronta questo glaciale demone? Non ricordo un momento in cui sia rimasta in silenzio o in cui non l'abbia affrontato. All'inizio ogni volta sembrava furioso a differenza di questi ultimi due mesi, in cui sembra quasi essersi abituato alle mie maniere da... maschiaccio. Abbasso lo sguardo come se mi fossi ferita da sola. Noto che anche la chiave ha assunto il mio stato d'animo: il grigio.

Kazuma fa un passo verso di me e capisco che vuole che io sposti l'attenzione su di lui. Come faccio a guardarlo in questo momento? Lui è bellissimo con i suoi capelli bianchi e con i suoi occhi blu che quasi mi sembra vogliano perforarmi, mentre io? Anche io da lui vengo considerata un maschiaccio. 

"Kazuma io..."

"Sei diversa... ma unica, Akane."

Il cuore batte forte nel mio petto, sembra quasi voglia uscire dalla gabbia toracica ormai troppo stretta. Come ha fatto a capire ciò che mi passava per la testa? 

"Volevi dire che sono solo un maschiaccio vita larga, non è così?"

Stringo forte i pugni attorno ai fianchi mentre mi rendo conto che le lacrime mi pizzicano gli occhi. Probabilmente non riuscirò mai a superare questa inferiorità dato che continua a farmi male come il primo giorno. Lo sento quel dolore che torna sempre prepotente a ricordarmi di non essere alla sua altezza, all'altezza del mio Ranma. 

Rialzo gli occhi verso Kazuma e vedo che mi fissa senza nessuna espressione particolare del viso. Si avvicina e mi mette un braccio intorno al fianco. 

"Non mi risulta che tu sia una vita larga."

Stringe forte la presa mentre le mie lacrime mi bagnano le guance senza che io le possa comandare. Mi stacco velocemente da lui e gli do le spalle. 

"Sì, ma rimango un maschiaccio. Lo hai detto anche tu, le altre ti hanno sempre temuto."

Perché ci tengo così tanto al suo parere? Non abbiamo mai parlato così tanto, ma nonostante i continui litigi abbiamo instaurato un rapporto profondo. Un rapporto fatto di sguardi e complicità. Ricordo che tutte le volte in cui sono riuscita in un esercizio non ho mai ricevuto un complimento da lui. Ricordo anche però che a differenza degli altri non mi ha mai fatta sentire inadeguata. Non ho nemmeno ricevuto nessun tipo di rimprovero da parte sua anche quando fallivo o quando mi sentivo demoralizzata. Kazuma in nessun occasione esprime un giudizio, lascia che sia l'altra persona a riflettere sui suoi errori. A differenza di Ranma sa scrutarmi l'animo e si comporta di conseguenza, senza che io glielo faccia notare. Senza che io parli lui già sa.

"Akane, le altre non sono degne della mia fiducia."

Sento l'impugnatura della spada scivolarmi nella mano destra. La guardo mentre mi rendo conto che quella che ho tra le dita non è la mia spada. Mi giro verso di lui mentre inizio a piangere a singhiozzi. Ha lasciato che io possa impugnare la sua fedele spada. Lo guardo riconoscente e con gioia mentre inizio a muoverla così agilmente che quasi me ne stupisco da sola. 

"Anche la tua spada mi parla, sai?"

"E cosa ti sta dicendo?"

"Mi sta dicendo... che non sono un maschiaccio."

 

"Kazuma, cosa c'entri tu con la maledizione?" 

Ok, gliel'ho detto. Respiro profondamente prima di scoccare la freccia che ho tra le dita, la chiave con il suo colore arancione mi appoggia nella scelta. Kazuma mi ha aiutato ad affinare i sensi, ma nonostante mi stia concentrando sull'udito, non riesco nemmeno a percepire un minimo rumore. Mi volto verso di lui e vedo che mi sta fissando. Gira le spalle e va in prossimità di un albero ormai spoglio delle sue foglie. Sono felice che voglia che mi riposi, gli allenamenti al gelo e con la neve sono molto più pesanti di quelli fatti all'inizio. In silenzio mi avvicino a lui e mi metto comoda sulla neve mentre strofino le mani quasi stessi ascoltando la storia che mi cambierà la vita. 

"È una domanda sciocca la tua. Sono il demone più forte che esista al mondo. Ti fa pensare a qualcosa?"

Eccolo, con tutta la sua arroganza. Ci sono così abituata che quasi non mi da più fastidio. 

"Non saprei, forse perché la principessa non ha minimamente idea di cosa sia la forza?"

"Esattamente. Quel ridicolo mezzodemone per poter far riuscire la maledizione necessitava dell'essere più potente e forte al mondo."

"Quindi tu andresti a compensare ciò che non ha la principessa? Automaticamente aiuti i cuori puri e quindi le prescelte a raggiungere la loro forza. Come hai reagito quando ti sei ritrovato rinchiuso per secoli in questa sorgente?"

Mi guarda fisso in un tempo che sembra infinito.

"Pensavo fosse uno scherzo. Ho cercato il mezzodemone per secoli, fin quando mi sono rassegnato."

Lo guardo e mi viene da ridere. 

"Sai, pensavo tu fossi innamorato della principessa e che le avessi dichiarato fedeltà."

"Non dire sciocchezze, Akane. Io non provo amore."

Lo so. Lo percepisco, ma allora cosa provi per me? Non è indifferenza la tua. 

"Lo vedo. Io invece penso che..."

"Signorina Akane! Avevate detto che ci avreste aiutato con i preparativi!"

 Mi alzo mentre mi scuoto i pantaloni per far cadere la neve. 

"Arrivo! Scusami Kazuma. Ci vediamo per gli allenamenti di domani... e grazie, a modo tuo sei stato gentile."

 

 

"Ayame, vi ho spiegato milioni di volte come si fa l'albero di Natale!"

"Akane, ci dispiace, davvero. Ma è la prima volta che ne sentiamo parlare!"

Nessuno in questo palazzo ha mai trascorso l'anno come invece noi siamo abituati a fare. Ho infatti contato i giorni sul calendario segnalando i giorni festivi. Oggi è la vigilia di Natale ed è necessario che si festeggi! Io amo il Natale, mi ricorda i momenti tra me e Ranma di pura dolcezza. Ricordo l'anno in cui sparí tutta la giornata ed io insieme alle pazze lo cercammo ovunque. Al parco me lo ritrovai con tutti i regali che avevo desiderato. Ricordo che il cuore mi batteva così forte che quasi ero tentata a dichiarargli i miei sentimenti. Un altro anno organizzammo una festa, ci divertimmo davvero tanto! Ovviamente le altre misero il loro zampino, così riuscimmo a scambiarci i regali sul tetto. Quella notte espressi un desiderio. Lo stesso desiderio che mi tormenta ancora oggi e che è realizzato solo a metà.. essere la sua donna. 

Io, Ayame e la principessa abbiamo deciso di addobbare tutto il castello con rami di abete, decorati da piccoli fiocchi rossi fatti a mano e da candele di numerosi grandezze. Tutte le tovaglie sono di colore rosso e l'albero di abete è stato gentilmente preso da Kazuma. Ho spiegato a tutti loro cosa prevede la tradizione e mi hanno guardata quasi come se fossi una persona che non proviene da questo pianeta. 

"Akane, piccola mia. Che ne dici se ti occupi delle portate più semplici che ci hai detto di cucinare?"

"Dite sul serio, principessa?"

"Certo! Sei migliorata tanto e questa idea del Natale sta entusiasmando tutti in questo castello." 

In effetti tutti i servi si stanno impegnando per addobbare l'albero. Le tovaglie con tutti gli oggetti decorati li abbiamo creati in queste sere davanti al camino e con una cioccolata calda. Per non parlare degli angioletti fatti con la plastica. Poi è stato così bello conoscerli tutti: Asuna, Kei, Takashi e tutti gli altri! Sono così gentili che la principessa Sayuri si è subito dimostrata il più disponibile del previsto. Nonostante lei non sia abituata a stare nella stessa stanza con dei servi si è subito ambientata e ha fatto altrettanto amicizia. Mi sento parte di un'unica famiglia ed è soprattutto per questo se riesco ad andare avanti nonostante la mancanza della mia vera, di famiglia. 

"Akane, va tutto bene. Ricorda sempre che..."

"Per loro è solo un giorno. Scusatemi principessa, a volte mi faccio prendere dai ricordi."

"Piccola mia, è assolutamente normale. Ma la tua presenza qui ha cambiato tantissime cose. Anche io provo questo senso di famiglia che ci accomuna tutti in questo castello. E dopo secoli per la prima volta credo di sentirmi felice."

Sento anch'io adesso la gioia invadermi l'animo, la principessa ha parlato con sincerità. La abbraccio perché non posso fare altrimenti. Ho bisogno di calore umano e voglio condividere con lei tutto ciò che sto provando qui. Ricambia l'abbraccio mentre mi accarezza dolcemente i capelli. 

"Riposa Akane, tra poche ore dovremo cucinare per il cenone."

"Avete ragione, principessa."

Sbatto le mani in cerca di attenzione da parte di tutti, che stanchi-ma felici-stanno ultimando le ultime faccende. 

"Mi raccomando stasera a cena saremo proprio tutti in questo castello. Alle 20:30 in punto ben vestiti. Va bene?"

Mi sorridono felici mentre io penso che sarà un anno che anche se volessi, non potrò mai dimenticare. 

 

 

 

Angolo autrice

 

Salve a tutti! Grazie per le recensioni precedenti e per chi ha inserito la storia tra le 'seguite'. Vi prego nuovamente di non fraintendere il rapporto tra Kazuma e Akane. Kazuma sarà un personaggio molto importante e forse questo capitolo già vi chiarirà qualcosa sul suo ruolo. Grazie ancora, spero che nonostante questa precisazione continuerete a dirmi la vostra!

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Capitolo 9
*** Dovrai rimanere sempre un cuore puro. ***


"Ayano, ti ringrazio."

Mi sorride mentre guardo il mio riflesso sullo specchio. Mi sento quasi... bella. Il mio lungo abito blu notte mi fascia le forme mentre i tacchi che indosso già mi procurano dolore. I capelli lunghi sono stati pazientemente acconciati in una pettinatura alta da Ayano che è altrettanto bella nel suo abito viola. 

"Akane, che dici? Possiamo andare?"

"Sí, siamo pronte."

Scendo le scale delicatamente tenendomi le estremità del vestito, mi sento una vera e propria principessa. La sala da pranzo è addobbata magnificamente mentre ascolto una musica di sottofondo così rilassante che quasi sembra di essere in paradiso. Stasera tutti gli abitanti del castello sono vestiti elegantemente, ceneranno insieme a noi e tutti daremo una mano per servire le varie portate. 

"Salve a tutti, siete davvero splendidi nei vostri abiti. Godiamoci la cena ma soprattutto prima di iniziare, dedicherei un brindisi ad Akane che- per la prima volta- ci ha fatto sentire parte di un'unica famiglia."

Abbasso lo sguardo imbarazzata e muovo le mani freneticamente.

"Principessa Sayuri non è assolutamente vero, io..."

"Non dire sciocchezze, Akane. In tutti questi secoli di convivenza non siamo mai stati così uniti. Grazie di vero cuore".

La principessa ci invita a sederci e io non posso fare altro che cercare gli occhi di Kazuma che -in realtà- mi snobbano. Mi viene da ridere pensando quanto sia il contrario di Ranma in tutto e per tutto. 

"Come è buona questa minestra! Chi l'ha cucinata?"

"Asuna hai visto che buona? È stata Akane."

"Fai sul serio?"

Kazuma interviene e gli faccio un'occhiataccia così spaventosa che quasi mi sorprendo da sola. Me lo ritrovo in un attimo davanti a me sotto lo sguardo sconvolto di tutti. Mi porge la mano, vuole che balliamo. Ma è davvero Kazuma? Kei da voce ai miei pensieri. 

"Kazuma cosa ti è successo? Qualcuno ti ha fatto un lavaggio del cervello?"

"Sta zitto."

Ecco. Accetto imbarazzata mentre mi porta al centro della sala mettendomi una mano sul fianco. Vedo gli altri raggiungerci, tranne la principessa Sayuri che ci osserva serena seduta sul suo trono. 

Gli metto una mano sulla spalla e lo guardo intensamente negli occhi. Ormai nel suo blu non ci vedo più Ranma. Inclino la testa mentre li guardo più a fondo, quasi come se volessi trovarci le risposte che mi affollano la mente.

"Vedo che non ti senti più un maschiaccio."

"Eh?"

"Ti senti bella Akane. E vorresti che qualcuno non qui presente ti vedesse."

Come fa a scrutarmi l'animo? Nemmeno la principessa Sayuri ci riesce se non utilizzando l'empatia che ci lega. Abbasso gli occhi quasi come se mi sentissi colpevole. 

"Mi manca, non posso negarlo. Ma sí, mi sento più fiduciosa. E questo solo grazie a te."

Rialzo gli occhi, anche lui mi sta guardando intensamente. Mi sento subito trascinare via da lui mentre lo guardo supplichevole, non volevo interrompere questo momento. 

"Signorina Akane siete bellissima questa sera."

"Grazie Kei."

Gli sorrido felice mentre mi accorgo che tutti gli altri si stanno divertendo di cuore. Lascio la presa di Kei, altrettanto ferma e forte, anche lui è un bellissimo ragazzo. Alto, muscoloso e dai colori chiari. Mi avvicino alla principessa che per tutto il tempo è rimasta seduta.

"Principessa Sayuri, non vuole ballare?"

"No, piccola Akane. Vedo però che con il tempo tu e Kazuma abbiate instaurato un rapporto davvero profondo."

"Sí, paradossalmente posso definirmi 'legata a lui', ma non mi fraintendete..."

"Lo so, Akane. Lo percepisco, devi ancora far chiarezza sui tuoi sentimenti. Anche se sai che non è amore quello che ti lega a lui è pur sempre qualcosa di altrettanto potente."

"Sí, lo è. Mi sta aiutando davvero tanto anche se non dice una sola parola."

Vedo la principessa ridere portandosi una mano alla bocca, è davvero bella nel suo abito rosso. Ha lo sguardo sereno, sembra quasi che abbia trovato finalmente la pace che cercava. Questa pace che ora sento anch'io scorrermi nelle vene. 

 

Vedo Kazuma appoggiato alla finestra con lo sguardo spento mentre saluto tutti che -ormai sfiniti- vanno a riposarsi nelle loro stanze. Dopo la cena, che è stata davvero abbondante, abbiamo messo tutto in ordine. In più abbiamo lavato tutte le stoviglie e ora siamo decisamente distrutti. La parte più bella della serata è stata sicuramente quando abbiamo aspettato la mezzanotte. È stato davvero emozionante farci gli auguri abbracciandoci stretti e a scambiandoci baci sulla guancia. Solo Kazuma- ovviamente- non si è lasciato avvicinare da nessuno.

"Piccola Akane, dolce notte. Grazie ancora, te ne sarò grata per sempre."

"Principessa Sayuri, l'onore è mio di averla solo conosciuta."

Mi sorride mentre mi lascia un bacio sulla fronte, credo di volerle un bene sconfinato. La vedo allontanarsi mentre il mio sguardo cerca subito la figura di Kazuma, che come pensavo, non si è mosso di un centimetro. Mi avvicino cautamente mentre cerco di capire cosa gli possa passare per la testa. Tutta la sera è stato in assoluto silenzio, l'invito al ballo ha sorpreso davvero tutti. 

"Kazuma... auguri di buon natale. Questo è per te."

Si gira verso di me e impercettibilmente spalanca gli occhi, non se lo aspettava.

"Che cos'è?"

"Che domanda è? È un dono per te, no?"

Mi guarda spaesato mentre prende tra le sue mani artigliate il regalo che gli sto porgendo. Lo scarta con una lentezza esasperante, mentre il mio cuore impazzito cerca un attimo di pace. 

"Come hai fatto a trovare questo pugnale?"

"Non l'ho trovato. L'ho commissionato a Kei, è un vero e proprio amante delle armi. Ti piace?"

Mi guarda e non mi risponde. Le decorazioni sono semplici e raffinate come lui e ho fatto incidere anche le sue iniziali. Sorrido, dal suo sguardo ho capito che gli piace. 

"Anche io ho sentito dire che in questa festa ci si scambia dei doni."

In un attimo lo trovo dietro le mie spalle mentre mi attacca alla chiave- di colore rosso intenso- un ciondolo a forma di mezzaluna. 

"Buon natale, Akane."

Lo sussurra al mio orecchio e io non posso fare altro che stringere tra le dita i due ciondoli che hanno cambiato per sempre la mia vita. Mi volto verso di lui mentre gli sorrido con tutta la sincerità che posso avere. 

"Grazie Kazuma. Grazie per tutto."

Mi alzo sulle punte mentre gli lascio un bacio sulla guancia.

 

Guardo i due ciondoli rigirandomeli tra le dita. È stata davvero una bella serata, non posso negare che tutto ciò mi mancherà. Deve passare altro tempo è vero, ma quasi dimentico che quando finirà l'anno mi aspetterà una prova di cui non posso saperne la consistenza. Sto facendo molta chiarezza sui sentimenti che mi accomunano con la principessa e Kazuma, ma non ho la più pallida idea di come potrò ottenere la vera e propria forza. La principessa Sayuri ormai ha incarnato la figura della mia mamma, è così premurosa e dolce che quasi mi verrebbe voglia di farla conoscere alle mie sorelle. Kazuma... beh, ho finalmente capito il motivo per cui ogni volta il cuore mi batte all'impazzata in sua presenza. La chiave me l'ha detto più volte, ma io non riuscivo mai a comprenderla. Lui è l'uomo più importante della mia vita oltre mio padre e Ranma. È questa la verità, non posso più nasconderlo. Quello che provo per lui è vero e proprio amore. Amore nel senso più puro del termine. È stima, fiducia, comprensione, odio. Ma non è passione. Percepisco lo stesso anche da parte sua, non mi desidera come desidero Ranma. Mi desidera al suo fianco come una confidente, come un'anima affine alla sua. Niente di più. Ed io non posso fare altro che pensare che qualche mese fa lo odiavo con tutto il mio cuore. Ma è solo grazie a lui se mi sento una persona migliore, più forte e più sicura di me. Mi sfilo il meraviglioso abito mentre decido di andare a letto con la consapevolezza di volermi vivere tutto questo con il sorriso sulle labbra.

 

"Vedo che sei migliorata anche con i pugnali."

La principessa Sayuri si avvicina a noi con passo felpato, mentre io riprendo i pugnali conficcati nell'albero che funge da bersaglio. 

"Mi piacciono molto. Per lanciare i pugnali bisogna essere precisi, veloci e non bisogna avere nessun tipo di ripensamento."

Kazuma al mio fianco inizia ad inspirare profondamente ed io lo guardo per capire cosa gli stia passando per la testa. Vedo sbucare dall'albero un ragazzo a testa in giù con lunghi capelli verdi. 

"Cosa ci fai tu qui."

Ovviamente quelle di Kazuma non sono domande, sono minacce. A conferma di ciò il suo ringhio di sottofondo è inconfondibile.

"Sono venuto a trovarvi, no? Il cuore puro di questo secolo è davvero molto bello."

Alzo un sopracciglio mentre mi metto con le braccia conserte. Ma chi è questo demente? Scende dall'albero e posso guardarlo meglio. Non sembra un umano, credo sia un demone. Ha gli occhi dello stesso colore dei capelli legati in una coda bassa, mentre i lineamenti sono così dolci che quasi sembra una donna. Gli abiti sono di un tessuto prezioso dal colore giallo, la sua vista trasmette un'involontaria vivacità. 

"Sei anche molto forte, cuore puro. Vediamo cosa sai fare"

Eh? Guardo Kazuma che inerme rimane al mio fianco mentre in un secondo sfilo la mia spada dalla custodia, riesco a scansare il suo colpo- potente e mirato- mentre mi guardo intorno confusa. La principessa Sayuri sta sorridendo e Kazuma è visibilmente infastidito, chi è questo idiota di fronte a me?

"Si può sapere chi sei?"

Si blocca di colpo e si inginocchia quasi fosse al cospetto della sua regina. 

"Eiji, sono un demone che ha accompagnato Kazuma in mille avventure."

Guardo Kazuma in cerca di spiegazioni, il quale ovviamente non si è mosso di un millimetro. 

"Niente male, comunque. Sei veloce e forte, devi soltanto affinare la tecnica. Le altre di solito arrivano ai tuoi livelli soltanto all'undicesimo mese."

La domanda che mi sorge spontanea è sempre la stessa... chi è questo tipo? Guardo la principessa in cerca di qualsiasi tipo di risposta e finalmente mi accontenta facendo qualche passo verso di noi. 

"Piccola Akane, Eiji è uno dei demoni più potenti esistenti al mondo. Una delle sue abilità è quella di riconoscere immediatamente l'aurea della persona che ha di fronte."

Così io sarei diventata già abbastanza forte? Punto gli occhi su quelli di Eiji, sono di un verde brillante, sono così carismatici. 

"Allora vi ringrazio, Eiji." 

"Cosa ne dici se ti allenassi io oggi? Sono di passaggio, domani parto per l'Occidente."

"Quindi non tornerai mai più qui?"

"No, principessa. Ormai il mio tempo qui è finito e non mi dispiace visitare luoghi diversi da questo."

Kazuma lo guarda intensamente, è come se stessero parlando soltanto con gli occhi. 

Il resto della giornata è stato sfiancante. Eiji è davvero molto forte, mi ha dato tantissimi consigli soprattutto sulla strategia da utilizzare in combattimento. In più ha cercato di spiegarmi come gestire il potere ascoltando soltanto il mio ki, è stato difficile ma credo di riuscire a potermi esercitare anche da sola. Mi ha insegnato che per essere forti è necessario il contatto con la natura. Ascoltare il mio ki significa annullare tutte le passioni e tutto ciò che mi ha segnato nella vita. Il silenzio della natura, i suoi odori e i suoi colori aiutano i sensi ad ascoltare quella pace a cui tanto si aspira. Ho cercato di estorcergli alcune risposte sulla prova, ma anche lui è irremovibile. È un tipo strano ma sa essere molto più gentile e premuroso di Kazuma. Non che ci voglia tanto...

"Fermati almeno stanotte Eiji, a noi farebbe molto piacere"

La principessa ha un tono gentile e cordiale mentre mi giro verso Eiji entusiasta. 

"Lo farò, ma solo per gli occhioni della dolce Akane." 

Mi viene da ridere quando sento un ringhio da parte di Kazuma che non ci ha lasciati un secondo. 

"Sono felice. La cena è pronta tra un'ora, vi aspetto in sala da pranzo."

Faccio un piccolo inchino alla principessa che si congeda mentre la mia attenzione si sposta sugli uomini che ho di fronte. Sono davvero entrambi molto belli ed emanano una forza che quasi mi potrebbe accecare. 

"Kazuma potresti lasciarci soli? Vorrei scambiare due chiacchiere con la dolce Akane"

Kazuma gli lancia un'occhiataccia, poi mi guarda come se volesse dirmi 'qualsiasi cosa chiamami che gli spacco la faccia' -o qualcosa del genere-mentre si allontana silenziosamente. 

Seguo Eiji in assoluto silenzio tra i sentieri della sorgente. Si siede su una roccia con le gambe a penzoloni e io lo imito mettendomi con le ginocchia strette al petto.

"In secoli che conosco questo posto, non l'ho mai visto pieno di amore e gioia. È merito tuo, cuore puro?"

"Chi lo sa. L'amore c'è in tutto e in tutti, bisogna soltanto farlo venire fuori."

"Kazuma poi... non ha mai provato una sorta di 'affetto' -per quanto si possa attribuire questa parola- per nessuna delle prescelte. Lo percepisco dalla sua aurea, sei l'unica degna della sua considerazione."

Abbasso gli occhi imbarazzata, pensare che Kazuma sia diventato una delle persone più importanti della mia vita mi ha sconvolta. 

"Ne sono felice. Provo per lui una stima che non può essere quantificata."

"Hai buone probabilità di farcela Akane, peró dovrai rimanere sempre un cuore puro."

Eh?!

 

 

 

Angolo autrice 

 

Siamo arrivati quasi agli sgoccioli! Mancano pochi mesi alla fine dell'allenamento. Cosa mi consigliate? Volete altri capitoli sull'allenamento o nei prossimi dovrò accennare già qualcosa della prova? Non vorrei essere frettolosa nella descrizione delle cose ma mi rendo conto che potrei annoiarvi. Ogni consiglio è ben accetto! Grazie per chi mi recensirà!

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Capitolo 10
*** Quello che avrei dovuto fare tanto tempo fa. ***


La cena di ieri è stata una delle più divertenti in assoluto. Eiji più volte ha messo in difficoltà Kazuma ed io mi chiedo chissà quale sia il passato che li lega entrambi. In compenso ha portato un'aria di vitalità, sono davvero di ottimo umore.

"Eiji non ti fermi a colazione? Parti già?"

"Sì, principessa Sayuri. Grazie per l'ospitalità. È stato un onore conoscerla e lo stesso vale per te, Akane."

Fa un profondo inchino prima di raggiungere Kazuma sul suo posto preferito: la parte più alta del monte. Io e la principessa ci sediamo in giardino mentre consumiamo la nostra colazione. 

"Principessa, scusate la domanda. Qual è il rapporto che lega quei due demoni?"

"Piccola Akane. Sono secoli che quei due sono cari amici anche se apparentemente non si sopportano. Nutrono una profonda stima e fiducia, Eiji ha quasi la stessa potenza di Kazuma e questo rende ancora di più il rapporto basato sul come dire... odio-amore."

Sposto lo sguardo sui due che sembrano dirsi qualcosa, ma non potrei mai riuscirne a captare nemmeno una parola data la distanza che ci divide dal monte. Vedo che si stanno scambiando un bacio. Un bacio sulle labbra. Un bacio... sulle labbra. Indietreggio a tal punto da cadere dalla sedia.

"Piccola Akane, cosa è successo?"

Mi rialzo sconvolta e sbatto i palmi delle mani sul tavolo, causando un leggero tintinnio dei bicchieri. 

"P-p-principessa Sayuri. Avete visto anche voi?"

"Sì."

La principessa mi guarda confusa, non ha idea di cosa abbia scaturito la mia reazione.

"Io-io non ho niente in contrario giuro. Ma Kazuma... Kazuma, non pensavo fosse..."

Le mie guance si sono fatte di un rosso acceso. Boccheggio più volte ma sono così sorpresa che non riesco a spiccicare nemmeno una parola. 

"Ma piccola Akane, temo tu abbia frainteso!"

Non posso fare altro che guardarla scettica, si stavano baciando! L'ho visto con i miei occhi! La principessa mi sorride dolcemente, quasi come se si stesse beffando di me.

"Quando due demoni maggiori hanno un rapporto di fiducia, amicizia o stima e sanno di non potersi vedere mai più, si scambiano un bacio sulle labbra come segno di addio. Non ne eri a conoscenza?"

Certo che no, principessa. Non sapevo nemmeno che esistessero i demoni. Metto una mano al petto sospirando, mi sembrava troppo strano che un tipo come Kazuma si innamorasse... ma che soprattutto si innamorasse di un uomo. 

"Che usanza strana."

Non riesco a dire altro. 

 

 

"Kazuma, mi sento pronta. Vorrei sfidarti."

Alza impercettibilmente il sopracciglio, mi sta chiaramente prendendo in giro. Sono passati dieci mesi e tutte le notti mi sono allenata con la spada nonostante lui non ci fosse. Sono agile e veloce, ormai quei movimenti goffi non mi appartengono più. L'Akane vecchia non mi appartiene più. Grazie a Eiji ho imparato anche delle strategie che potrebbero servirmi. A parte gli insegnamenti sulla concentrazione- di cui pecco molto- Eiji mi ha insegnato a dosare la forza in base ai punti che decido di colpire. I mesi corrono ed io non vedo l'ora di rivedere la mia famiglia e Ranma ma nonostante questo, non posso fare altro che pretendere di migliorarmi sempre di più. Se mi guardassi allo specchio quasi stento a riconoscermi per via dei capelli lunghi e per il fisico scolpito e slanciato. Questa divisa aderisce il mio punto vita- diventato ormai piccolo- il mio seno e i miei glutei alti e sodi. Ogni volta che mi guardo mi vedo più bella, soprattutto grazie a Kazuma. Lui non mi guarda come un uomo guarda una donna, ma noto che a volte durante gli addestramenti si sofferma più del dovuto sulle mie forme. Ed io non posso fare altro che sentirmi lusingata a ricevere attenzioni da un tipo come lui. 

"Allora fammi vedere cosa sai fare."

In un attimo mi colpisce con la sua spada mentre io la evito prontamente. Non voglio essere impulsiva, con Ranma ero così accecata dalla rabbia e dal mio orgoglio che tendevo a non concentrarmi come avrei dovuto. Con Kazuma è diverso, lui mi trasmette freddezza e mi ha insegnato che in combattimento non esiste pietà. Ma solo concentrazione e imperturbabilità. Devo abbandonare tutti i sentimenti negativi che di solito provo contro il 'nemico di turno' per rendermi conto del punto debole dell'avversario. Perché per Kazuma tutti- e dico tutti- hanno un punto debole. Cerco di studiare i suoi movimenti mentre continuo a scansare i suoi colpi, non mi rendo conto di un suo braccio che mi sbatte violentemente contro un albero. Mi rialzo mettendomi una mano sulla schiena, sanguino sulle spalle ma non mi importa. Kazuma mi ha insegnato a non dare più peso al dolore. Corro verso di lui e fingo un attacco, mi sono resa conto che nonostante sia il demone più potente al mondo e che sia impossibile colpirlo, tende a spostare tutto il suo peso sulla gamba destra. In questo modo trascura la parte sinistra del suo corpo. Ma Kazuma non è così ingenuo e sarà quindi veloce a difendersi nel caso voglia colpirlo in quella parte. Così invento una strategia. Cerco di colpirlo velocemente con la spada, sento la potenza invadermi il corpo mentre lui cerca di difendersi senza sforzarsi più di tanto. Mi sta sottovalutando e questo gli costerà molto caro. Continuo a spingerlo con la spada verso l'albero che ha di spalle, mi lascia fare, non riesce ancora a capire le mie intenzioni. Con tutta la forza che ho colpisco la sua spada, mentre velocemente prendo un pugnale-posto sulla mia coscia- e lo conficco sulla spalla sinistra di Kazuma. La potenza con cui l'ho lanciato lo ha spinto contro l'albero. Ovviamente è stato pronto, non l'ho ferito. Ma ora è spiaccicato all'albero a causa del pugnale che ha oltrepassato la sua maglia. Mi guarda furioso mentre io non posso fare altro che ridere di cuore. 

"Cosa c'è Kazuma? Mai sottovalutare il nemico, me l'hai insegnato tu."

Stacca il pugnale con la mano destra ritornando alla sua solita espressione imperturbabile. 

"Non ti ho mai sottovalutata, Akane. Sei tu che lo fai."

Sento un dolore al petto molto forte, abbasso gli occhi quasi scottata. 

"Non è così. Ma obiettivamente sono meno forte rispetto alle altre."

"Eppure quel ragazzo ti ha scelto lo stesso."

"Lui non mi ha scelta! Sta con me solo perché è un matrimonio combinato, ti ho già spiegato che è una situazione complicata."

"Non dire sciocchezze, Akane. Lo sai come la penso."

"Adesso mi sento molto meglio, sai?"

Riesco ad alzare lo sguardo e a sorridergli, voglio spiegargli cosa penso. 

"È grazie a te se ho più fiducia in me stessa e se sono più forte. Le altre mi hanno anche insegnata a cucinare, credo che finalmente possa sentirmi all'altezza di quelle tre pazze che corrono dietro Ranma!"

Sorrido ma è malinconia ciò che provo.

"Lo eri già, Akane. Da ciò che mi hai detto sei l'unica che lo ami davvero, senza inganni e senza pretese. Non so cosa sia l'amore, ma credo che il significato sia questo."

Abbasso gli occhi imbarazzata mentre prendo tra le dita la chiave e il ciondolo con la mezza luna. 

"Anche tu sai cosa significa amare, Kazuma. Grazie di vero cuore."

Si avvicina mentre abbassa il capo per guardarmi profondamente con i suoi occhi blu. Non c'è più tempesta, solo gratitudine. 

"Non mi piaci, ragazzina, se è questo ciò che intendi. Ma vedo in te qualcosa che non ho mai visto nelle altre. Ripongo solo in te la fiducia che non ho mai provato per nessuno. Vedo orgoglio, tenacia, determinazione. Ma vedo anche nei tuoi occhi la comprensione, vorresti che Ranma fosse come me, non è così?"

Non lo rispondo, è una domanda retorica. 

"Vorresti che sia come me perché ti capisco con un solo sguardo, perché pensi che io faccia la cosa giusta senza che tu me lo dica. Lo hai sempre descritto come un ragazzo orgoglioso, che da la vita per te ma che non fa altro che ferirti. Io penso che se lui non fosse così tu non lo ameresti così tanto e non daresti la tua vita per lui. Lo ami perché è così come è. Devi solo accettarlo."

So che ha ragione, in fondo amo Ranma per quello che è. Anche quando mi fa arrabbiare, anche quando è così testardo da non capire che certe cose mi feriscono nell'animo, lui è così. Orgoglioso, difficile ma anche esattamente dolce. Ma la verità è che quando sono partita, provavo risentimento nei suoi confronti. Pretendevo che lui prendesse una decisione senza rendermi conto che anche io assumevo un atteggiamento sbagliato. Ed io, orgogliosa come sono, non riesco ad accettare che sono cambiata, maturata. Che non provo più quelle cose, non provo più rabbia, ma solo amore. È solo che è tutto così difficile.

"Lo vedo l'amore che provi per lui, è passionale, illogico, irrazionale. Io non provo amore in quel senso. Ma provo 'amore' nel senso totale di fiducia."

Mi sfiora la guancia con le sue dita artigliate mentre il mio cuore non smette di battere. Proviamo le stesse emozioni, le stesse sensazioni. Kazuma è per me un confidente, un amico, la persona che in alcune circostanze vorrei diventare. Ma non è l'amore che mi lega a Ranma. L'amore che provo per Ranma è gelosia, dipendenza, possessione. Avere Ranma come futuro marito significherà accettare tutto ciò che gli riguarda. Anche le altre pazze se necessario. Sarò forte per te Ranma, sarò alla tua altezza. Tra due mesi ci sarà la prova ed io ho bisogno di vederti, toccarti. 

 

"Akane, quanta malinconia."

"Principessa Sayuri, perdonatemi. Lo so che dovrei essere felice, tra pochi mesi potrò rivederlo. Ma Kazuma mi ha fatto capire certe cose e adesso mi manca più del solito. Ho scoperto di amarlo ancora di più."

"Ti farò un regalo, piccola Akane. Vieni con me."

Il suo sguardo dolce mi trascina mentre mi offre la sua mano che io prontamente afferro. L'unico rumore è quello degli insetti e del ticchettio dei tacchi, la leggera brezza ci sposta i capelli ed io non posso fare altro che essere curiosa di ciò che mi spetta. La principessa si ferma sulla riva della sorgente ed io la guardo più confusa di prima, se possibile. 

"Akane, va al centro della sorgente ed esprimi un desiderio."

Faccio come mi è stato detto, ho imparato a non fare più domande. L'acqua mi arriva sulla vita, è fredda ma non me ne curo più di tanto. Prima di esprimere un desiderio rivolgo un'ultima occhiata alla principessa. Il suo volto è sereno e le mani sono giunte, ha capito già quale sarà il mio desiderio. 

'Voglio vedere Ranma.'

Guardo il riflesso della luna sulla sorgente, nulla sta cambiando. Metto una mano sul petto, sono delusa. Mi giro verso la principessa, le lacrime mi pizzicano gli occhi. Speravo davvero di poterlo rivedere. 

"Akane? Sei tu?"

Mi volto in direzione della voce che amo di più al mondo. 

"Ranma... Ranma, mi sei mancato!"

Corro verso di lui mentre gli allaccio le braccia sulla schiena. Lo sento drizzarsi al mio tocco. 

"Akane, cosa dici... è passato solo un giorno! Ma... come è possibile che ti stia toccando?"

Alzo il volto verso di lui. Ha le guance rosse, è imbarazzato ma non lascia la presa sulla mia schiena. 

"Ranma, non importa... io"

Gli metto una mano sul viso, lo amo. Questo anno è stato tremendo senza di lui, sono cresciuta e so cosa voglio. Combatterò per ciò mi spetta. Ranma è mio e voglio che lui sappia cosa provi per lui. Ho sognato questo momento da anni, mi avvicino al suo viso. Lui sposta il suo sguardo altrove, è imbarazzato. Ma io non lo sono più, non ho vergogna di mostrargli ciò che provo per lui. Ranma si mette una mano alla testa, sembra quasi terrorizzato mentre io gli allaccio le braccia al collo. 

"Akane c-cosa stai facendo?"

"Quello che avrei dovuto fare tanto tempo fa."

Mi alzo sulle punte mentre sfioro le labbra con le mie. Sono morbide, hanno il sapore della mia stagione preferita. Ranma spalanca gli occhi ma non si allontana, si avvicina verso di me per sfiorarmi nuovamente le labbra, ma io sto per cadere.

"Ranma!"

"Akane, cosa succede? Akane! Sto ven... te"

La sua immagine è sempre più sfocata e sembra quasi che stia toccando il nulla. 

"Ranma, no! Ranma, io!"

Mi inginocchio mentre scoppio in lacrime. Avrei voluto dirgli tante cose, avrei voluto toccarlo di più, avrei voluto finalmente dar voce al desiderio di baciarlo, di sentirlo davvero mio. 

"Akane, forse non avrei dovuto..."

"No, principessa Sayuri. So che percepite rimpianto ma credetemi, è anche gratitudine la mia. Grazie, davvero."

La principessa allarga le braccia mentre con i vestiti bagnati mi trascino verso di lei. Continuo a piangere per un tempo che sembra infinito, fin quando mi asciugo gli occhi con le braccia -proprio come una bambina che viene rassicurata dopo essersi sbucciata il ginocchio - e rivolgo nuovamente lo sguardo verso la principessa. 

"L-lui... si dimenticherà di questo incontro?"

La voce è tremolante e rotta del pianto.

"No. Non saprà spiegarselo però, quindi penserà che sia stato soltanto un sogno."

E in effetti è così. È stato un sogno che non avrei mai voluto interrompere. Lui non sa cosa abbia provato io in quest'anno, con che fantasmi ho dovuto combattere. Ora mi sento amata, mi sento bella. Non mi sento più inferiore quando parlo delle altre e so cosa voglio da Ranma. Ranma è estremamente timido, ma nonostante ciò stava per baciarmi anche lui. So che sono rimasta estremamente gelosa di lui, ma cosa ci posso fare? 

"Bambina, forza. Ora sentiti meglio, la prova è vicina e tu dovrai concentrarti." 

Le sorrido riconoscente prima di andare verso le mie stanze. Mi sento più leggera, più libera. Vedere Ranma mi ha dato quell'ultima carica in più prima di rivederlo di nuovo. Mi ha ricordato il motivo per cui sono qui, perché ogni tanto io quasi lo dimentico.

 

 

 

Angolo autrice 

 

Salve a tutti! Scusate l'assenza. Allora da premettere che ho scritto tra gli avvertimenti OOC, questo significa che Akane volutamente è cresciuta. Non sarà la stessa ragazza di sempre e già si dovrebbe capire dai ragionamenti che fa. La presenza di Kazuma non é assolutamente da triangolo, però è davvero importante per Akane perchè è lui che l'ha fatta crescere. Non so se aggiungere 'nuovo personaggio' nella descrizione. A parte questo siamo alla fine, il prossimo sarà un capitolo sulla prova e ovviamente... ci sarà anche Ranma! Grazie di vero cuore per le recensioni, alla prossima!

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Capitolo 11
*** Un cuore puro. ***


"Credi di essere pronta?"

Kazuma mi guarda con aria imperturbabile mentre percepisco chiaramente la preoccupazione della principessa che in lontananza veglia su di me. Le sorrido rincuorandola ma so troppo bene che ormai siamo giunti alla fine di questo percorso in cui sono felice di poter rivedere gli altri ma spaventata da ciò che mi aspetta... perché non so cosa mi aspetta. Guardo Kazuma in cerca di rassicurazione ma il demone poco è incline a farlo, ormai non mi sorprendo più. Fisso la katana tra le mani mentre mi tremano le ginocchia pensando che probabilmente tra poco tutti gli sforzi fatti potranno risultare vani. 

"Akane sta calma. Andrà bene."

Guardo Kazuma in cagnesco, gli sembra facile. Se avessi la sua forza anche io sarei così tranquilla, peccato che per arrivare a questo livello ne ho fatti davvero tanti di sacrifici. Stendo le pieghe della divisa bianca mentre con un respiro profondo mi avvicino al lago che mi ha sempre accompagnato in questo anno. Mi ha vista crescere, crollare, piangere ma ha visto anche tutti i miei progressi. 

"Solo entrando in acqua inizierà la tua prova."

Non riesco a parlare, un groppo alla gola mi costringe a restare in silenzio mentre lo stomaco in subbuglio mi chiede pietà. L'istinto è quello di fuggire, ma non andrebbe contro il mio codice d'onore? Ranma non farebbe mai un atto così vigliacco. Lentamente muovo un passo verso il lago dalle acque calme e tranquille,  L'increspatura dei miei passi mi fanno rendere conto di quanto io stia per fare i conti con il mio destino. 

"Sono pronta."

Porto la mano alla chiave di colore arancione. La terra all'improvviso si muove sotto i miei piedi mentre cerco di tenermi in equilibrio aiutandomi con le braccia. Il mio sguardo cerca immediatamente quello di Kazuma che sembra quasi essere sparito nel nulla. La paura si impossessa di me prima di rendermi conto che di fronte a me c'è un essere alto almeno 10 metri. Indietreggio cacciando un urlo, mi ha colta impreparata e onestamente poco mi importa del mio orgoglio. Mi guardo intorno per cercare eventuale vie di fuga prima di soffermarmi sull'aspetto del 'coso' di fronte a me. 'Coso' che mi sta ringhiando contro a tal punto da spostarmi i capelli all'indietro. Sembra un ragno dalle centinaia di zampe. Le sue zanne lucide e grandi quanto me fuoriescono dalla bocca umida di saliva che mi fa venire letteralmente voglia di vomitare. Le mani tremano ma cerco di tenere una presa salda con la katana che sembra quasi voglia incoraggiarmi insieme alla chiave che pulsa sempre più forte. Ho paura e non me ne vergogno. Continuo a guardarmi indietro con la speranza di trovare qualcuno che mi aiuti ma niente, sembro del tutto sola. Un ringhio più forte degli altri mi spinge indietro, l'alito pesante quasi mi uccide. Decido di seguire gli insegnamenti di Kazuma: mai perdersi di coraggio e pensare sempre ad un punto debole dell'avversario. Una zampata mi spinge contro un albero mentre sento un dolore alla schiena acuto e immediato. In ginocchio trattenendo un grido di dolore, non me lo aspettavo. Apro un occhio cercando la figura di fronte a me, il corpo del ragno è coperto di peli mentre le zampe saranno almeno una decina. I suoi occhi rossi iniettati di sangue quasi mi ricordano la paura più grande che ho. Quella di morire. Mi rialzo lentamente cercando di raccimolare le forze, non posso perdere senza aver combattuto. Impugno la spada di nuovo mentre mi avvicino con pochi passi alla figura mostruosa che ho di fronte. Il suo corpo è concentrato e spesso, trafiggerlo non servirebbe a niente. Corro velocemente cercando di sfuggire alle zampe che continuano a colpirmi mentre osservo una parte del suo corpo da poter almeno sfiorare. Mi ritrovo dietro le sue spalle, gli ho tagliato un ciuffo di peli ma non l'ho ferito. Ero certa di averlo colpito. Noto che non è affatto veloce ma le sue zampe sí. Il suo ringhio ancora più forte degli altri mi fa capire che non è stata una grande idea cercare di ferirlo -per niente di suo gradimento- così indietreggio sempre più spaventata. 

"Akane, puoi farcela."

Sento la fiducia scorrermi nelle vene mentre stringo la chiave tra le mie dita, la sua voce mi è arrivata nella testa forte e chiara. Grazie, principessa. Cerco di guadagnare tempo mentre sfuggo alle sue zampate, ma mi sto soltanto stancando di più. Salto su un albero mentre noto un punto in mezzo ai suoi occhi. Un punto che non è coperto dai suoi lunghi peli. Come faccio a raggiungerlo? Con un salto mi ritrovo sulla sua testa mentre le zampe cercano di colpirmi. Le più lunghe mi sfiorano causandomi continui graffi che bruciano come se fossero scottature e si moina al di sotto di me cercando di farmi perdere l'equilibrio. Mi aggrappo ad un pelo ma mi scotto subito, sembra quasi velenoso. Un movimento brusco sta quasi per farmi cadere così prendo un pugnale e  glielo conficco in testa. Con entrambe le mani mi do la spinta giusta per rimettermi in equilibrio. Con la katana taglio di netto una delle sue zampe mentre mi rimetto in piedi totalmente. Conficco in un punto più vicino agli occhi il pugnale per tenermi in equilibrio ma un'altra zampata mi fa gridare dal dolore. 

"Akane!"

La voce di Kazuma mi fa strizzare gli occhi, mi sta rimproverando. Non posso farmi battere in una maniera così vile. Le forze sembrano quasi abbandonarmi mentre cerco di impugnare nuovamente la spada che ho tra le mani. Con unico salto conficco la katana nel punto scoperto gridando forte tutta la forza che ho. Il mostro si accascia ma io rotolo verso la riva del lago. L'acqua a contatto con le ferite mi brucia ancora di più ma il mostro-ragno con un ultimo ringhio sembra quasi sparire. Sospiro sperando che la prova sia finalmente finita. Vedo la principessa apparire dietro di me insieme a Kazuma, sono sereni, lo percepisco. 

"Akane."

Mi giro verso di loro ma sono senza forze. Li guardo riconoscenti, ma le loro espressioni si spengono immediatamente.

"Non perdere mai fiducia in te stessa, nessuno è migliore di te. Ricordatelo sempre."

La voce di Kazuma mi arriva forte e chiara prima di rendermi conto che il lago in cui mi trovo cambia nuovamente lo scenario. Di fronte a me appare il mio incubo peggiore. La causa di tutte le mie sofferenze, del motivo per cui sono qui. Belle, forti e fiere. Kodachi con il suo solito ghigno sembra quasi prendermi in giro mentre UKyio mi guarda con lo sguardo dolce misto a cattiveria e infine... lei, Shampoo. Il mio cuore perde di un battito mentre cerco di mettermi in piedi. Non ho mai ceduto di fronte a loro e mai lo farò. La risata di Kodachi mi arriva alle orecchie, ma io la guardo con strafottenza. La mia forza attuale è nettamente superiore alla sua, non mi fa paura. Guardo Ukyio, che in realtà ho sempre considerato un'amica. Loro si avvicinano a me mentre Shampoo mi fissa con quell'aria saccente e superiore che mi fa saltare tutti i nervi. 

"Akane, combatti con noi. Se vincerai, ci rassegneremo e avrai Ranma. Parola nostra."

Le lancio un'occhiata di sfida, loro due non mi fanno paura. Prendo la katana in silenzio mentre mi avvicino a loro, cercano di colpirmi ma la mia velocità le supera. Le disintegro letteralmente. Alzo gli occhi di fronte a me e ciò che vedo mi fa fare due passi indietro. Shampoo è avvinghiata a Ranma che -come sempre- non riesce a reagire. Il sangue mi arriva al cervello e le mani tremano dalla voglia di combattere. 

"Dai Akane, non hai speranze. Lanma è mio, ci sposelemo molto presto."

Il sopracciglio si alza involontariamente mentre chiudo gli occhi respirando profondamente. La rabbia mi scorre nelle vene, ho una grande voglia di prenderla a calci nel sedere.

"Ne sei convinta?"

Mi guarda con il suo solito ghigno, sicura di se stessa. Si volta verso Ranma mentre mi ripeto che tutto questo non è reale. Non è... reale.

Shampoo preme le sue labbra su Ranma che nonostante sia imbarazzato ricambia senza nessuna inibizione. La vedo leccargliele sempre con più trasporto, mentre Ranma mi guarda colpevole continuando a fare una debole pressione sulle braccia di Shampoo. Potrebbe scaraventarla dall'altra parte del lago in qualsiasi momento se lo volesse ma continua a baciarla come se io non esistessi per lui. Sento il mio cuore frantumarsi in mille pezzi, tutto ciò di cui avevo il terrore si è avverato. E si é avverato davanti ai miei occhi. Il mio sguardo si sposta su altro, il mio orgoglio non mi permette di scappare. Mi sento umiliata e quasi vorrei dare un cazzotto ad entrambi che continuano a scambiarsi effusioni come se fossi soltanto una spettatrice qualunque, che assiste ad un film dell'orrore. Stringo forte i pugni prima di riferirmi a loro con aria minacciosa. La mia aurea cresce sempre di più, a tal punto da conquistare l'attenzione dei due cretini di fronte a me. 

"Avete finito? Siete vomitevoli."

Corro verso di loro per colpire Shampoo, Ranma con un balzo si allontana da me cercando di giustificarsi. Il mio sguardo deluso lo allontana mentre cerco di colpire Shampoo che preparata mi ha scansato con facilità. Cerca di sfuggirmi ma riesco a prendere una ciocca dei suoi capelli tirandola verso di me. La guardo con odio prima di darle un pugno in faccia che quasi le fa perdere i sensi. Le do un calcio così forte che la spingo contro un albero. Il suo naso perde sangue mentre la mia attenzione si sposta verso Ranma che continua ad indietreggiare spaventato. 

"Akane... non volevo, io..."

Corro verso di lui con tutta la forza che ho mentre cerco di colpirlo più volte sui fianchi. Non mi colpisce, mi schiva come al solito facendomi perdere la pazienza. 'Non colpisco le donne', la sua frase mi rimbomba nelle orecchie ricordandomi di quanto mi ritenga inferiore. Gli do un calcio in bocca che lo fa spostare di qualche metro. Non mi prende sul serio, quindi non avrò pietà. 

"Wow, Akane. Sei così migliorata, ma non sarai mai forte quanto me."

Ricordo gli insegnamenti di Kazuma e tutte le botte in testa ricevute per non aver incanalizzato la rabbia in modo giusto. Mi fermo sul posto respirando forte prima di creare un vento che mi sposta i capelli e che cresce come un uragano sempre più grande. É così forte che Ranma e Shampoo si parano con le braccia prima di urlare contro di loro tutta la rabbia che ho. 

"Tecnica del demone del vento."

Li lancio via da me con una potenza così intrinseca di rabbia, prima di cadere in ginocchio esausta. Quella tecnica é così forte da prosciugare tutte le energie insieme alla collera che mi ha lasciato un grande vuoto nel petto. Sento di nuovo la terra tremare ma non me ne curo più di tanto, riesco a sentire le ferite ad una ad una bruciarmi sempre di più, anche se non paragonabili allo squarcio che ho dentro al cuore. Di fronte a me si erge una roccia alta il triplo di me, è lucida e piena di insenature, sicuramente degna di attenzione rispetto al lago che finora ha soltanto diminuito la velocità dei miei movimenti. Sposto lo sguardo verso lo stesso luccichio che mi ha portato dove sono adesso. Non è altro che uno scrigno incastonato nella roccia, che è ricco di pietre luminose. Appoggio le mani sull'erba assottigliando lo sguardo, prima di accorgermi che la chiave sta pulsando così forte che sembra quasi voglia richiamare la mia completa attenzione. I colori dello scrigno rappresentano i vari sentimenti della chiave, è così bello che mi spinge ad avvicinarmi proprio come feci un anno fa al mercato. È una vera e propria calamita per me, sento la potenza scorrermi nelle vene. I miei passi sono lenti e cadenzati fino a quando qualcosa mi blocca sul posto. La sua voce...

Mi giro immediatamente vedendo tutta la mia famiglia e i miei amici al completo, insieme a quella pazza di Shampoo che pensavo di aver appena sconfitto.

"Ma come... è possibile?"

Balbetto scioccata cercando di riuscire a distinguere la realtà dall'illusione. Vedo la principessa e Kazuma avvicinarsi a me velocemente, mentre li guardo in cerca di spiegazioni. 

"Akane!"

La voce di Ranma è preoccupata e seria, sto ancora sognando?

"Non vi avvicinate, potrebbe essere pericoloso per Akane. La prova è stata quasi superata. Per diventare la più forte dovrai aprire lo scrigno con la chiave."

Kazuma guarda i miei amici con aria seria e da rimprovero prima di spostare lo sguardo su di me.

"Chi sei tu? Cosa ne vuoi sapere cosa sia giusto per Akane?"

Un Ryoga nervoso sbraita contro Kazuma che lo incenerisce con lo sguardo. 

"Sto bene, state tranquilli. È una cosa che riguarda me, non voi."

Con aria serena cerco di farli stare buoni e a loro posto. Alcuni mi guardano con sospetto mentre altri sono così confusi da risultarmi difficile anche poter spiegare.

Sento Shampoo alle mie spalle che urla come la bambina che é.

"Akane, cos'è questa storia? Perché tu potrai diventare la più forte e io no?"

La sento correre verso di me per strapparmi la chiave sul petto mentre io cerco di fermarla, la prendo per un braccio ma mi morde così ferocemente che così ingenuamente abbasso lo sguardo per vedere cosa mi è stato fatto. In un attimo inserisce la chiave dentro lo scrigno mentre un boato ci spinge tutti via. Apro gli occhi per prima, Shampoo è a terra. Lei non è un cuore puro... lei è morta.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

 

Vi chiedo umilmente perdono per la mia assenza! Purtroppo non ho potuto aggiornare prima per vari problemi, in più sono stata in vacanza senza internet. Come avete trascorso l'estate? Spero nel migliore dei modi. Ringrazio tutti coloro che mi hanno recensito e anche quelli che mi seguono silenziosamente. Spero che l'attesa sia stata ripagata con questo capitolo. Come avete potuto vedere, la prova non è finita...

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Capitolo 12
*** Bacio. ***


L'urlo straziante, le ginocchia a terra. Non sento, non vedo. Gli occhi si appannano prima di veder correre la figura di Mousse che si siede per reggere Shampoo priva di sensi. Sento un vuoto mentre il sapore salato delle lacrime mi invade la bocca. La scena di fronte a me mi sconvolge e non riesco a pensare se non quella figura che tanto ho cercato di odiare, mentre Mousse cerca di chiamarla per farla rinsavire. Obaba si avvicina a lei ma lo percepisco, è distrutta. Con il suo bastone si mette in silenzio affianco del corpo di sua nipote senza vita, ma calde lacrime la tradiscono. È colpa mia, sapevo che chiunque avesse toccato la chiave al di fuori del cuore puro sarebbe andato incontro a morte certa ed io non ho fatto in tempo per impedirlo. 

"È morta! Shampoo! Shampoo, non lasciarmi. Ti prego! 

Gli urli strazianti di Mousse mi stanno dilaniando mentre poggio le mani a terra per sostenermi. 

"Akane!"

La voce di Ryoga mi scuote, ma non al punto di voltarmi. Sento una calda mano toccarmi la spalla, è Ranma. Non riesco a vedere nient'altro intorno a me, prima di buttarmi tra le sue braccia e piangere a singhiozzi come non ho mai fatto nella mia vita. Il corpo esanime di Shampoo è impresso nella mia mente mentre cerco di aggrapparmi all'unica certezza che ho, le sue spalle.

"Akane."

Mi volto immediatamente al richiamo di quella voce così melodiosa ma rotta dal pianto. La principessa sta percependo tutto il mio dolore cercando di dissimularlo tenendo le nocche delle mani ben strette, quasi facendole sbiancare. La guardo con occhi esasperati mentre stringo più forte la giacca di Ranma senza osare guardarlo negli occhi, non ci riuscirei, non potrei. 

"C'è un modo per far ritornare in vita la tua amica. Ma non assicuro che funzionerà."

Sento il silenzio intorno a me, tutti sono fermi ad ascoltare tranne Mousse che continua ad urlare quasi come se fosse un pazzo, ma in realtà lo è già. É pazzo di amore, di amore per lei. Si alza in piedi e con uno scatto prende per le spalle la principessa stringendola forte. 

"Dimmi, dimmi cosa bisogna fare. Farò di tutto per riportarla in vita!"

Mi alzo affiancando Kazuma mentre con un braccio sposto di qualche metro Mousse. Kazuma ha anticipato il mio pensiero, toccarlo significava mettere in pericolo l'intero equilibrio del lago. L'avrebbe fatto male sul serio e questo non gliel'avrei mai perdonato. La principessa si ricompone prima di parlare ancora. 

"Non hai abbastanza forza per poter adempiere alla prova."

La vedo voltarsi verso di me mentre sento sempre la presenza di Ranma dietro le mie spalle, è affranto e i continui singhiozzi degli altri mi fanno sentire soltanto più sporca di quanto lo sono già. 

"Tu o l'uomo alle tue spalle potreste avere la possibilità di farlo. Gli altri dovranno rimanere qui."

Si innalza un dibattito tra i presenti che mi snerva fin quando do un urlo capace di zittire tutta la mia famiglia e il resto. 

"Ditemi cosa devo fare."

"Kazuma aprirà un varco in cui c'è un ulteriore spazio temporale. Incontrerai il dio del tempo, dovrai convincerlo a farti ritornare indietro e li dovrai proteggere la tua amica. Non so in cosa consista la prova, mi dispiace."

Rispondo senza esitazione.

"Kazuma, aprimi il varco."

"Verrò con te."

La voce dietro le mie spalle mi fa rabbrividire, prima di vedere Ranma serio e composto. Lo conosco quello sguardo, ottiene sempre ciò che vuole. Faccio un cenno con la testa prima di vedere Kazuma che in silenzio apre un varco con la sua spada. Con un colpo ha squarciato il cielo: un colore viola e nero si confonde, si muove in continuazione quasi fossero nuvole impazzite nell'immensità del vuoto. Mi sento stringere per un fianco e con un salto riusciamo ad oltrepassare il varco. Poso i piedi a terra ma indietreggio, mi sento stanca e avvilita. Ranma mi guarda preoccupato prima che io con uno sguardo rassicurante gli faccio capire di stare bene. È tutto un vuoto, un continuo protrarsi di cose indefinite che fanno quasi scivolare nell'oblio dell'anima. Mi fermo, chiudo gli occhi e respiro a fondo. 

"È li!"

Inizio a correre nella direzione che ho appena percepito mentre Ranma mi tiene il passo con difficoltà. 

"Akane, cosa...?"

Prendo la spada al mio fianco causando uno squarcio nel nulla, lo scenario cambia prima di arrestarmi totalmente. Orologi, orologi di qualsiasi tipo di dimensione. Un ticchettio preciso, invadente, insopportabile.

"Come avete fatto a trovarmi?"

Una voce ci fa voltare prima di renderci conto di star al cospetto del dio del tempo. Barba lunga, tunica nera con uno scettro che finisce con una palla di cristallo così lucente che quasi mi acceca. È seduto su un trono fatto di metallo, il suo sguardo è serio e astioso prima di rendermi conto che la cosa più giusta da fare è inginocchiarmi immediatamente. Con la coda nell'occhio vedo Ranma fare lo stesso, farfugliando cose senza senso. 

"Scusi le nostre presenza senza preavviso, grande Dio del tempo. Le volevo chiedere -con tutta l' umiltà- se fosse possibile rimandare indietro il tempo, affinché possa salvare la nostra amica da morte certa."

Alzo gli occhi, si sta prendendo gioco di me. La sua risata rimbomba in tutte le pareti facendo tremare impercettibilmente gli orologi appesi. 

"E perché dovrei farlo?"

"Le chiedo umilmente di accontentarmi, ve ne prego."

Spero vivamente che Ranma non apra la sua bocca arrogante e saccente, altrimenti saremo in seri guai. 

"Dai, vecchio. È importante, la nostra amica è morta..."

Come non detto, gli do un calcio talmente forte da farlo zittire all'istante. 

"Accetto, ma solo se superiate una prova."

Si alza dal trono lentamente prima di avvicinarsi a me. Mi tocca la guancia con un dito mentre percepisco i muscoli di Ranma irrigidirsi. 

"Lo faccio solo perché sei così bella, Akane. Un cuore puro che è arrivata fino a questo punto. Mi chiedo però dove sia la tua chiave."

Abbasso gli occhi imbarazzata prima di spiegargli il motivo per cui Shampoo sia morta. Ranma è arrabbiato anche se non ne capisco il motivo.

"Che senso ha salvarla? Una persona così cattiva di animo non è degna di vivere."

"Non è cattiva! Lei... lei nonostante tutto, è mia amica."

Mi si appannano gli occhi ma non voglio mostrarmi debole. Così di scatto volto il viso verso la parte opposta mentre stringo i pugni attorno ai miei fianchi.

"Se così la metti. Vi proporrò una cosa semplice. Percepisco perfettamente i vostri animi, ma vi chiedo di rispondere con assoluta sincerità."

Perdo un battito di cuore, ho paura. 

"Nel caso mentiate, uno dei due morirà. Intesi?"

Guardo Ranma che si fa immediatamente rosso in viso. Sbotterà tra 3...2...1...

"Ma ti è saltato il cervello, brutto vecchiaccio che non sei altro!"

Gli do un pugno così forte sul viso da farlo volare mentre sento le mie sopracciglia alzarsi fino all'attaccatura dei capelli. 

"Akane, da quando sei diventata così forte?!"

Sorrido,  Ranma non hai nemmeno idea di quanto lo sia diventata. 

"Diteci pure, siamo pronti"

"Bene."

Lo vedo unirsi le mani con un unico gesto e con un sorriso che sotto i baffi bianchi sembrerebbe anche rassicurante se non fosse per questo posto pieno di orologi che mi mettono una totale ansia. 

"Salvereste l'altro, pur sapendo di mettere in pericolo la vostra vita?"

Rispondo senza esitazione.

"Sí."

Il mio cuore batte velocemente quando mi rendo conto che insieme alla mia voce all'unisono la stessa risposta è stata data da Ranma. Sento un calore invadermi le guance. A cosa serve sentirsi dire ti amo dopo un'affermazione del genere?

"Avete risposto immediatamente. Senza pensarci."

Abbasso gli occhi, mentre sento il terrore invadermi le membra. Mi tremano le mani, se qualcuno dei due avesse mentito? Chi sarebbe morto, io o lui? Non posso morire senza aver fatto quello che avrei sempre voluto fare. Mi giro verso di Ranma prima di lanciarmi tra le sue braccia. Premo le mie labbra sulle sue. Combaciano magnificamente prima di sentire le lacrime scendere copiose sulle mie guance. Sento le sue mani che mi stringono, percepisco in lui la mia stessa paura. La paura di perdersi. Un bacio casto, dolce, delicato. Le sue labbra sono morbide e sanno di forza, di qualcosa di inafferrabile. Niente a che vedere con il regalo della principessa, questa volta Ranma è presente. Perché mi sta stringendo come se fossi la cosa più bella della sua vita. Le mie braccia vanno a cercare immediatamente le sue spalle prime di stringere i capelli sulla nuca tra le dita. Mi lecca piano le labbra quasi come se cercasse il mio consenso, che io non sto per negargli fin quando non sento una voce che ci fa staccare immediatamente.

"Calma, ragazzi. Siete ancora vivi per il momento. Avete risposto con sincerità. Porterò indietro il tempo ma prima per uscire da qui dovrete affrontare lui."

Non abbiamo nemmeno il tempo di guardare i nostri visi imbarazzati che ci voltiamo in direzione del dito del dio. 

"Ancora?! Io non ce la faccio più!"

Grido esasperata prima di vedere Ranma sorridermi.

"Fammi vedere quanto sei diventata forte, maschiaccio."

Lo guardo convinta prima di ringraziare il dio del tempo concesso, correndo in direzione del mostro davanti a noi. Con la spada lo colpisco in un fianco mentre vedo Ranma colpirlo in più direzioni. Gli sorrido mentre salto verso di lui e insieme facciamo indietreggiare il mostro che non fa altro che lamentarsi dal dolore. 

"Notevole."

Il suo sorriso mi fa perdere un battito prima di dargli un calcio sincronizzato che lo fa stramazzare al suolo. Fin troppo facile. Salutiamo con la mano il dio del tempo, prima di saltare nuovamente il varco. Appoggio i piedi a terra prima di rendermi conto di dove io sia finita. 

"Akane, cos'è questa storia? Perché tu potrai diventare la più forte e io no?"

Stessa scena, stesso posto. Vedo Shampoo correre in mia direzione. Con una rovesciata mi allontano da lei il prima possibile mentre con la coda dell'occhio vedo lo scrigno luccicare sempre di più. Corro a più non posso intanto che gli altri sono rimasti inermi, come se non sapessero cosa potrebbe succedere da lì a breve. La chiave pulsa sempre di più mentre la sfilo dal collo e con un salto mi sento sbattere a terra da due mani che mi graffiano. Shampoo cerca di bloccarmi a terra, ma la sento la forza dentro di me. Do un urlo così forte che la spingo via da me, facendola sbattere sul muro. La vedo rialzarsi ma Ranma con un balzo arriva dietro alle sue spalle e la blocca. 

"Akane non sprecare questa possibilità, corri!"

Nonostante provi dolore mi alzo in fretta e con un'unica mossa riesco ad infilare la chiave nello scrigno. Emana una luce intensa a tal punto da farci coprire gli occhi. Sento un tepore invadermi le ossa, i muscoli e il sangue che scorre impazzito nelle vene mentre sento una forza immensa crescere dentro di me. Mi guardo le mani, le braccia prima di girarmi verso tutti gli altri. Mi fissNo sconvolti prima di sentire l'urlo di Shampoo dietro le spalle. Con una mano la spingo nella parte opposta del lago, non ho saputo controllare la mia forza. 

"Shampoo, sta ferma. Non è nelle tue possibilità sconfiggerla e nemmeno nelle mie."

Obaba da voce ai suoi pensieri, mentre io sono così sbalordita da non saper cosa dire.

"Perché Akane ed io no? Akane allenami!"

Eccolo il solito bambino che urla ogni volta che non ottiene niente. Stupido Ranma.

"Akane. Ce l'hai fatta."

Mi giro verso la principessa Sayuri e Kazuma che mi guardano sereni e orgogliosi. 

"Grazie, grazie di tutto. Non vi dimenticherò mai!"

Mi lancio tra le braccia della principessa che mi stringe così forte da non respirare. Devo tutto a loro. Mi hanno accolta come una figlia e mi hanno resa forte come una guerriera. La principessa mi accarezza il viso prima di allontanarsi lentamente. 

"Kazuma."

Tocco la chiave, tocco il ciondolo di luna.

"Questo è un addio?"

La mia voce è rotta dal pianto. I suoi occhi blu mi trafiggono, lo sento che che è fiero di me.

"Sí, lo è."

Posa le labbra sulle mie dolcemente mentre io chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dalla consapevolezza che rimarrà nel mio cuore nonostante tutto. Il bacio più dolce, quello che mi sta dicendo 'ti considero degna del mio rispetto'. Lo guardo riconoscente prima di vederli sparire nel nulla, quasi fosse tutto un sogno. Mi giro mentre vedo le facce degli altri sconvolti, quella nervosa di Ryoga e quella di mio padre in lacrime. 

"È mia figlia! Lei è mia figlia!"

Sorrido pensando che è tutto finito, prima di accorgermi che Ranma è totalmente sconvolto e ha gli occhi bassi. 

"Ranma ti ha tradito! Questo matrimonio non dovrà avvenire"

Ryoga, che idiota. Mi avvicino a l'uomo della mia vita mentre tutti mi chiedono perché ho i capelli lunghi, come ho fatto a dimagrire in una settimana e perché la mia aura è aumentata quasi del triplo. 

"Calma, ragazzi. Vi spiegherò tutto durante il viaggio."

 

 

 

Angolo autrice 

 

Siamo quasi alla fine, non mi sembra vero! Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Volevo solo chiarire una cosa: chi ha seguito la storia è totalmente a conoscenza che un non cuore puro sarebbe morto indossando la chiave. La morte di Shampoo ne è la prova. Il bacio con Kazuma non è nulla di malizioso, è semplicemente il modo in cui i demoni si salutano quando sanno di non vedersi mai più. Allora cosa ne pensate? Grazie per le recensioni, mi fate sempre emozionare!

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