Another UnderTale

di CremeAthena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~ Chapter I: Empress Undyne's Underworld ~ ***
Capitolo 2: *** ~ Chapter I-2: Welcome to the New Underground ~ ***
Capitolo 3: *** ​~ Chapter I-3: First happy time ~ ***
Capitolo 4: *** ~ Chapter I-4: First Blood ~ ***
Capitolo 5: *** ~ Chapter I-5: Friends ~ ***
Capitolo 6: *** ​~ Chapter I-6: Let me be your eyes ~ ***
Capitolo 7: *** ~ Chapter I-7: Impossible skeleton's puzzle ~ ***
Capitolo 8: *** ~ Chapter I-8: Some feelings ~ ***
Capitolo 9: *** ~ Chapter I-9: Ruins-keeper ~ ***
Capitolo 10: *** ~ Chapter I-10: Two ~ ***
Capitolo 11: *** ~ Chapter I-11: Responsibilities and choices ~ ***
Capitolo 12: *** ~ Chapter I-12: A miracle ~ ***
Capitolo 13: *** ~ Chapter II: New home, new life~ ***
Capitolo 14: *** ~ Chapter II-2: A Great Show! ~ ***
Capitolo 15: *** ~ Chapter II-3: Doubt ~ ***



Capitolo 1
*** ~ Chapter I: Empress Undyne's Underworld ~ ***


~ Capitolo I ~ Empress Undyne's Underworld ~


La caduta non era stata abbastanza violenta da risultare letale. La giovane caduta non si era ancora rialzata, nè aveva riaperto gli occhi. Temeva di ritrovarsi all'inferno... Ma una volta aperte le palpebre riuscì a vedere solamente un soffitto roccioso sopra di sè. Dov'era? La biondina si alzò muovendo il bacino e aiutandosi con le mani, mettendosi seduta. «Ugh... Aah.» Solo ora ebbe il coraggio di respirare e tastarsi la maglia a righe bianche e rosse. "Non si è strappata... Per fortuna." Pensò tra sè e sè, per poi guardarsi intorno. Non c'era nessuno, era sola all'interno della voragine che aveva notato anche durante la scalata del monte Ebott. «Spero che qualcuno venga presto ad aiutarmi...» L'umana si alzò in piedi, per poi spolverarsi la corta gonna nera e osservarsi gli stivaletti dello stesso colore. Quei fiori gialli appassiti dovevano essere un ottimo atterraggio, non aveva neppure danneggiato il proprio vestiario. Proprio guardando verso di essi notò il macete che aveva utilizzato per farsi strada con gli altri nella foresta fitta di Ebott, infilzato a terra tra di essi. Se c'era quello allora doveva esserci anche il suo cellulare..! La ragazzina, di età sicuramente maggiore rispetto a quella di Frisk molti anni prima, cominciò a cercare sul pavimento roccioso la propria roba, che sperava essersi sparsa lì in giro.
Ecco il cellulare... Distrutto. L'umana sospirò, chinata a terra, con tra le mani le due metà dello schermo touch. E ora? Quanto tempo era già passato?
«... Ooh, eddai!» Gridò ella con uno scatto di impazienza, scagliando via i rimasugli dell'apparecchio. Un rumore giunse al suo orecchio, prodotto dal cozzare di ciò che aveva appena gettato con qualcos'altro. Alzando gli occhi azzurri, vide la videocamera che avrebbero dovuto utilizzare per registrare. «Tornerà utile per fare luce...» L'umana decise di portarla con sè, dopo aver deciso di esplorare quel luogo, dato che era già lì. Dopotutto... C'era una sorta di porta, anche se più che altro era un incavo scavato nella parete rocciosa. Avrebbe incontrato qualcun altro là sotto? Per potersi difendere, la ragazzina decise di portare con sè anche il macete, che oltre che taglia erba poteva anche fare da arma.
Dopo aver superato quella sorta di ingresso, Pleya, così si chiamava l'umana, attraversò una corta grotta pressochè vuota, guardandosi attorno con curiosità. "Cos'è questo posto?" Ora che lo guardava meglio sembrava scavato apposta. Perchè infondo alla galleria c'era un'altra porta, ma questa era decorata ai bordi, anche se il colore violaceo era ormai sbadito e perduto. 
Attraversata anche questa lunga stanza buia, con la guida della luce della videocamera, la bionda giunse dinanzi a due rampe di scale che conducevano ad un unica stanza, tra le quali una distesa di foglie rosse e... Una sorta di stella tra queste, immobile. Pleya si avvicinò lentamente, osservando la strana figura. Avvicinò la mano, trattenendosi per qualche secondo, trattenendo anche il respiro senza accorgersene... Per poi toccarla.

[[ L'ombra delle Rovine incombe riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

... Nulla. Ma cosa sarebbe dovuta aspettarsi, dopotutto? Ah sì. Le era venuta una splendida idea. Mentalmente aveva appena deciso di registrare quella escursione per mostrarla poi ai suoi amici... Ne sarebbero rimasti stupiti! La accese e cominciò a salire le scale di pietra grigiastra, fino infondo. «E dopo l'ardua salita sulle scale la nostra intrepida eroina è giunta ad una stanza misteriosa.» Si stava facendo da auto-narratrice, ma presto si accorse di non sapere esattamente cosa fare. Inquadrò la stanza con la videocamera, per poi girare la visuale e guardare con cura. C'era una polvere generale, poi dei tasselli bianchi sul pavimento viola e davanti a questi una leva gialla abbassata, in un riquadro dello stesso colore. Dall'altro lato del muro, invece, oltre la porta a due ante anch'essa viola, vi era una lastra di pietra appesa. Pleya si avvicinò a questa e la osservò, avvicinandovi anche la videocamera... Ma era illeggibile. Ci battè sopra la mano un paio di volte, per poi tossire a causa della povere che si sparse. «Coff coff... Vediamo...»

"Passeranno solo gli impavidi. I coraggiosi o gli incoscienti non seguono la via di mezzo."

«Cosa significa? Mh, passeranno solo gli impavidi?...» La giovane decise poi di andare attivare la leva gialla, ma questa si dimostrò bloccata da un meccanismo... Come nei videogiochi! Guardandola in quest'ottica però era abbastanza semplice, e Pleya se ne accorse presto. «Oh, ho capito, non bisogna premere i tasselli al centro, giusto?» La ragazza camminò prima sui due a sinistra, poi su quelli a destra e infine tirò la leva, che azionò un meccanismo piuttosto rumoroso, che terminò spalancando il portone, con una certa lentezza. Da quanti anni non veniva azionato? Chi ci abitava lì sotto e l'aveva creato? Inoltre era sicura di aver udito delle voci indistinte oltre quelle mura...
La biondina riprese a filmare e avanzò oltre il portone, sbucando in un'altra stanza ove la prima cosa a coglierla fu il rumore dello scorrere dell'acqua... Poi le grida impanicate non appena si girò verso destra, oltrepassata la soglia. C'erano cinque figure che parevano capre antropomorfe indossanti armature simili a quelle medievali, che imbraccavano dei fucili, puntandoli verso di lei.

«L'umana con la maglietta a righe!»
«E' tornato il fantasma!»
«Sparate, sparate ho detto!»

Cinque "Bang!" violenti si susseguirono nell'aria. Pleya non ebbe nemmeno tempo di realizzarlo che cadde a terra, con il ventre e la testa sanguinanti, aperti da cinque proiettili di calibro grosso. Le lacrime le offuscarono la vista, mentre sentiva il sangue salirle per la bocca. "Sto... Morendo?... Ma che ho fatto...?"
«Ottimo lavoro, squadra, abbiamo preso Frisk. Sapevo sarebbe tornato!» Annunciò il mostro più grosso e minaccioso ai suoi compagni, mentre si avvicinava alla creatura ormai prossima alla morte, ma ancora cosciente, circa. La afferrò con malagrazia per i capelli biondi e la tirò su violentemente, ringhiandole direttamente contro la faccia. «Grr, questo è per la nostra Imperatrice Undyne.» Scagliò con violenza il corpo contro il muro, mentre uno dei suoi sottoposti si accingeva a parlare, abbastanza intimidito. «Veramente signore... Frisk doveva essere un bambino, anzi, dopo tutti questi anni un uomo, dalla capigliatura più scura. Questa mi sembra una femmina umana.» «Ah... Oh beh, non importa, portiamo questo corpo al laboratorio della Professoressa Alphys, ne estrarrà l'anima e saremo ancora più vicini alla distruzione della razza umana. Giusto ragazzi?» All'appello del superiore i sottoposti risposero in coro. «Sissignore!»



[[ Game Over ]]
«Continua o... Reset? Ma dove sono? Cos'è successo?» La giovane bionda si guardava attorno. Tutto nero. La ragazzina si tastò il ventre, poi la fronte. Era tutto apposto, anche se le pareva di avere il cuore che batteva all'impazzata. «Eh...? Uhm... Forse ho solo sognato? Non è possibile.» Posò la mano su quella sorta di tassello incorporeo su cui era riportata la scritta "Continua."

«Non è possibile...» La biondina era come resuscitata dinnanzi a quella stella tra le foglie rosse, nella stanza precedente a quella con il puzzle. Controllò. Aveva con sè videocamera e macete... E niente buchi. «Questo è... Assurdo... Eheh...» Pleya si lasciò cadere di schiena nell'erba rossa, portò le mani davanti agli occhi e cominciò a piangere. Era morta. Aveva fatto male... Una sensazione... Indescrivibile. Presto si addormentò con le guance e gli occhi umidi, dopo che l'occhio sinisto, per un attimo, aveva assunto un colore rosso come quello dell'erba su cui la giovane stava riposando.

[[ ... L'ombra delle Rovine incombe riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

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Capitolo 2
*** ~ Chapter I-2: Welcome to the New Underground ~ ***


~ Capitolo I-2 ~ Welcome to the New Underground ~


Era sicuramente viva. Ma... Quella sensazione come avrebbe potuto dimenticarla? Pleya non riusciva a calmare la propria Anima. Era turbata, non riusciva a pensare razionalmente ad un metodo per andare avanti. Non ci stava nemmeno provando, non aveva in mente ciò che le era successo o le grosse creature caprine che aveva incontrato, no, pensava alla sua morte.

La punta del macete strideva contro la terra, tra le foglie rosse, ma senza tagliarle, semplicemente le spostava, creando una sagoma che utilizzava come sfondo il colore acceso delle foglie e come linee di contorno il pavimento viola. Aveva passato un intero giorno senza cibo nè acqua. Se glielo avessero detto giorni fa, quando era ancora tra le comodità di casa, nemmeno l'umana stessa ci avrebbe creduto. Riguardo al dormire... Beh. La bionda girò lo sguardo verso la stella brillante, sempre raggiante, sul pavimento dietro di lei. Doveva temere o ringraziare quella "cosa"? Pleya osservò ciò che aveva casualmente disegnato. Sembrava un volto umano, femminile e materno, dolce, sorridente. «Mamma...Dammi la forza. Oplà.» La ragazzina si alzò in piedi lentamente, quasi con cautela. Non si alzava da allora, dopotutto. Disfò le foglie col macete e si preparò mentalmente ad avanzare, a testa bassa. "Devo fare un resoconto della mia situazione..." Pensava, mentre saliva per la rampa di scale a sinistra, verso la stanza del puzzle delle mattonelle bianche. "Oltre il portone, che si apre con suoni piuttosto rumorosi, ci sono quei cinque... Esseri, che mi hanno sparato. Come faccio ad andare avanti senza attirare la loro attenzione, ossia senza aprire la porta?" 
L'umana si perse nei suoi pensieri, intanto era già giunta dinnanzi alla stanza. Era tutto come il giorno prima... Quindi sì, era tornata indietro nel tempo al momento in cui aveva toccato quella stellina. Decise perfino di controllare, tentando di smuovere la leva, bloccata come prima dal meccanismo del puzzle, e andando a leggere il blocco grigiastro accanto al portone, troppo polveroso perchè la grafia sopra potesse essere compresa. 
Pleya si avvicinò al portone con l'orecchio e tentò di udire le voci degli esseri caprini nella stanza accanto. "... Nulla?" Fece solamente in tempo a chiedersi, ma ironia della sorte sembrò una delle ignare guardie dall'altro lato a risponderle, ovviamente riferendosi ad altro. «Nulla signore, qui non c'è nulla! Siamo sicuri che Frisk ai tempi sia passato proprio di qui?» La risposta del superiore giunse acida e prepotente. «Sì soldato, e se l'Imperatrice Undyne ha detto così ALLORA E' COSI'. Chiaro?»
Frisk, Imperatrice Undyne... Era sicura di aver già sentito i nomi di queste persone, o questi mostri. Frisk doveva essere il ricercato per cui era stata scambiata, un uomo dai capelli scuri. Mentre riguardo Imperatrice Undyne beh, il suo titolo le communicava a sufficienza riguardo la sua figura, ma... Il filo dei pensieri della giovane fu interrotto da una nuova voce improvvisa, decisamente diversa da quella bestiale dei soldati-capra. Più calda, più... Umana. «UOMINI! Come va?» «Qui è tutto sotto controllo, Più Importante Guardia Reale.» Rispose prontamente il comandante della truppa, con una voce decisamente più calma e pacata del suo solito. «Molto bene, allora ti do ufficialmente congedo, generale Arya! Per ordine dell'Imperatrice Undyne devi tornare alla Caserma Principale con tutta la tua squadra, d'ora in poi quest'area è sotto l'amministrazione mia e di Snowdin.» Probabilmente il generale aveva replicato qualcosa, ma talmente a bassa voce che l'umana non riuscì nemmeno ad udirla. Solo la voce del Più Importante Guardia Reale spiccava tra quelle dei presenti. «Arrivederci! Salutatemi Undyne!»
"..." Pleya era in ascolto con il fiato sospeso, chinata sulla proprie ginocchia nude, che si stavano infreddolendo contro la pavimentazione viola della stanza. Non sentiva nulla. Cosa stava accadendo lì fuori? Erano andati via tutti? Che gran colpo di fortuna! La biondina si alzò tutta allegra e tornò nella stanza precedente per toccare la stella e sovrascrivere il proprio punto di salvataggio, per sicurezza, poi rifece il proprio ingresso nella sala del puzzle. Col cuore a mille, risolse velocemente l'enigma e tirò la leva. Con la stessa rumorosità e lentezza della volta precedente, il portone a due ante si spalancò, lasciando filtrare una certa brezza. L'umana si decise ad uscire, seppur terrorizzata.
"Uno... Due... Tre..." Contò fino a tre mentalmente e aprì gli occhi azzurri. «Libera!» Gridò tutta contenta, dopo essersi guardata attorno. Il grosso corridoio era piuttosto cupo, sviluppato solamente verso destra, ma era illuminato da alcune lampade pendenti dal soffitto. Vi erano alcuni tavoli con carte e riviste varie, gran parte delle mura era coperta da rampicanti e, come udito l'ultima volta, vi erano delle fognature che portavano chissà dove... Acqua! La ragazzina si avvicinò con cautela e si chinò a bere. Che fosse acqua potabile o no, aveva sete. Si fermò per un po' a bere, bagnandosi per caso anche la maglietta a righe. «Aah, è buona!» Si bagnò anche la chioma bionda per poi rialzarsi, afferrare la videocamera e riprendere a filmare. «E così la nostra prode eroina è giunta ad un'altra stanza misteriosa! Quali sfide la attenderanno qui, oltre al dover patire la fame?» Filmando attraversò il ponticello di legno che passava sul canale fognario, girandosi verso destra notò un'altra leva, questa già abbassata. Si avvicinò, inquadrandola con la videocamera, mentre notava accanto ad essa delle scritte dal colore giallognolo ormai sbiadito. «Uhm, vediamo un po'...»

"Per favore premi questo interruttore.
                -TORIEL"


"Splash!" Ci fu un suono improvviso che fece saltare sul posto l'umana. La videocamera accesa le cadde di mano, girandosi per caso proprio verso la direzione del rumore. C'era un altro essere strano, somigliante ad una rana, che era sbucato dall'acqua. Pleya indietreggiò d'istinto, mentre quello si avvicinava. La bionda impugnò il macete e glielo brandì contro, tremando. «N-non avvicinarti!» «Crà crà.» Fece l'essere, provocando un «Eh?» perplesso dell'umana. In tutta risposta Froggit le... Saltò addosso. O almeno ci provò, visto che Pleya gridò e lo respinse con un taglio pressochè casuale agitando l'arma, che ferì il mostro, dimezzandogli drasticamente gli HP. Il mostro parve... Soffrire. Il sangue scorreva più copioso del previsto, dal taglietto. «Io... Scusa... Ti prego... Vattene!» Gridò la ragazza, spalancando gli occhi verso di lui. L'occhio sinistro emanava un bagliore rosso innaturale, del tutto diverso dal colore azzurro dell'altra iride.

[[ Hai utilizzato Forced Mercy ]]

Froggit saltò via spaventato, scomparendo nell'acqua del secondo canale. Pleya lo seguì, per poi chinarsi a osservare l'acqua che si stava tingendo lentamente di rosso. «...Eh?» Si girò velocemente, allarmata, ma non c'era nessuno. Eppure le pareva di aver notato un'ombra riflessa sullo specchio dell'acqua... Doveva essere stata un'impressione. Per quanto riguardava il suo occhio, invece, non si era accorta di nulla data la sua colorazione tornata alla normale tonalità d'azzurro. «Uh... Spero tu stia bene, ranocchia.» 
La ragazzina sospirò, per poi rialzarsi e andare a recuperare la videocamera. Uhm, in realtà non era successo nulla di che, ma aver ferito quella creaturina le era dispiaciuto. In un silenzio quasi solenne, avanzò fino alle altre due leve presenti nella stanza, vicino a quella a sinistra vi era la stessa scritta di prima firmata da questa Toriel, mentre l'altra sembrava rotta di suo. Anche questa era già stata attivata. Beh, poteva proseguire nella esplorazione, dato che non c'era altro in questo ampio corridoio attraversato da due canali fognari. Si diresse dunque verso l'uscita, quando notò una scritta tracciata col gesso bianco per terra, inquadrandola con la telecamera lesse. «Stanza Confort?» Sopra queste parole c'era una freccia, rivolta verso sud, parallelamente ai due corsi d'acqua presenti. Alzando lo sguardo vide una scavatura nella roccia violacea che portava ad una rampa di scale molto più pulita del resto di quelle rovine. Che fosse il luogo dove si riposava quella truppa? Probabile. Beh, dato che se ne erano andati... Pleya avanzò furtivamente, col cuore che rischiava di scoppiare. Si appiattì al muro e una volta giunta alla fine della scalinata sporse lentamente la testa bionda, per guardare dentro: un divano, una televisione, dei poster sulle mura riportanti un robot dalle sembianze femminili, un forno, un frigorifero...! "Cibo!" Pensò subito la giovane, non vedendo nessuno decise di entrare e prendere qualcosina. Non era una ladra, ma non poteva di certo morire di fame... Uscì allo scoperto e avanzò, dirigendosi verso il frigorifero, ma cambiò idea notando un pacchetto di patatine aperto sul divano. Registrando notò che erano semplicissime patatine, come quelle umane. «Uhm... Ne prenderò giusto una.» Vi infilò la mano e ne trasse esattamente una, per poi cacciarsela rapidamente in bocca, quasi a non volere essere vista, anche se non c'era nessuno lì. Sì, erano semplici patatine.
Dunque avanzò verso il frigorifero, ma si fermò davanti a questo. Aveva sentito un buon odorino... Pleya si girò verso il forno e ci si avvicinò, notando sopra di esso qualcosa. Una torta salata con vicino un bigliettino. Posò la videocamera sul forno accanto alla torta e prese il foglietto di carta, bianco. Lo girò. 

"Human."

Era per lei quindi!... No aspetta. Non era possibile, doveva essere per un altro umano. Eppure... Sospirando, la bionda prese il machete e si tagliò una fetta, la prese, prese la videocamera e andò a sedersi sul divano, per poi mangiare mentre si registrava. «Se qualcuno sta vedendo questo filmato... Probabilmente sono già morta. Non so come sia potuta finire qui ma... Mh, questa torta è buona... Dicevo, ecco, volevo solo dire che mi dispiace, mamma, papà. Se mai riuscissi a tornare a casa, vi prometto che farò la brava e non disobbedirò più.» Aveva finito. Pleya si alzò e afferrò la pistola che aveva notato accanto a sè, ma aveva inizialmente deciso di ignorare. Da vicino una pistola vera era... Diversa, spaventosa. Il potere di portare via la vita di qualcuno con un solo dito. "Immagino mi sarà utile..." Decise di portarla con sè, come anche il restante della torta.

[[ Ottieni Quiche Abbandonata;
Ottieni Pistola (Truppa Arya), Atk: 30 ]]


«E' ora di andare avanti, immagino... Ma dove sto andando?» L'umana scese le scale e tornò al termine del corridoio precedente, fermandosi prima della soglia dell'ingresso alla prossima sala. Perchè si era fermata?... «Cosa cavolo è quello?!» ... In mezzo alla sala successiva, sul soffitto c'era una specie di grossa televisione, a cui erano attaccate due minacciose minigun. La bionda ci mise ben poco a farsi un'idea: un robot da difesa. «...»
Ora, parlando tra noi, la sala era leggermente diversa da quella di anni prima, sviluppata verso l'alto: ora era stata resa un lungo corridoio pressochè vuoto, ma difeso dalla macchina da guerra appena descritta. L'umana tirò un lungo sospiro. Come superarlo? E qual era il suo raggio d'azione? Poteva scoprirlo facilmente, quello. Raccolse un sasso da terra e lo tirò verso lo schermo della torretta, centrandolo tra l'altro in pieno. Ma... Pessima idea. La macchina si accese e si girò verso la sua direzione, mentre inizialmente guardava una delle mura del corridoio stesso.
Nuovamente, Pleya non riuscì nemmeno a realizzare cosa stava succedendo che già era accaduto: più veloce di qualsiasi arma umana vista in tv, la torretta difensiva la bombardò rombando e le trasformò lo stomaco in un colapasta, da cui colava sangue invece di acqua. Le pupille azzurre dell'umana si dilatarono, mentre il suo corpo cadeva morto a terra, lasciando che le lacrime si spargessero all'aria durante la caduta.



[[ Game Over ]]
La biondina si ritrovò nuovamente dinanzi alle foglie rosse e alla stella, tremante. Ci avrebbe mai fatto l'abitudine? Mentre se lo domandava, si tastava il ventre, perfettamente senza buchi. «Mhh... Accidenti, non ho più la pistola nè la quiche. Questo significa che deve trattarsi di una sorta di viaggio nel tempo, almeno fisicamente.» Realizzato ciò, si accorse di dover ripetere azioni già appena effettuate, come mangiare e bere, e affrontare quella specie di rana. Oh beh, meglio farlo al più presto. Impaziente, Pleya corse saltellando per la prima rampa di scale, raggiunse il portone, attese finchè non rimase più nessuno nella stanza dopo, tirò la leva gialla, superò i due ponti sui canali fognari di corsa, evitando di incrociare Froggit, finalmente tornò nella stanza dei soldati. Recuperò la pistola e la quiche dopo averne preso una fetta... E all'improvviso si ricordò della videocamera. Se quei viaggi nel tempo riavvolgevano il tempo, allora fare filmati era una perdita di tempo, dato che il materiale veniva costantemente resettato. Piuttoto, come superare quel difficile ostacolo? Questa volta avrebbe inanzitutto salvato. Mhh... Decise di sdraiarsi sul divano e pensarci, mentre sfogliava qualche video già presente sulla videocamera, registrato con i suoi amici... Chissà dove erano ora?
Così si addormentò, sognando la propria vecchia vita.

[[ La pace del sogno ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]



 
Angolo dell'autrice:
Salve! Ci tenevo solamente a ringraziare i lettori, che anche se non se ne rendono conto sono il motore dell'avanzamento della storia; sono consapevole che non è chissà qualche grandissima storia con la migliore narrazione, ma sono felice che qualcuno almeno la legga. Se avete consigli, pareri o quant'altro sarei lieta di riceverli per recensione o anche messaggio privato.^3^ Avrei anche una richiesta: cosa ne pensate della lunghezza del capitolo? Dovrebbe essere in media quanto la lunghezza di questo o più lungo?
Bye bye!~

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Capitolo 3
*** ​~ Chapter I-3: First happy time ~ ***


~ Capitolo I-3 ~ First happy time ~


Fu un incubo a svegliarla. Non sapeva se definirlo incubo o semplicemente sogno, poichè era stato molto... Realistico. Si era ritrovata in un luogo totalmente nero, simile a quello che separava una morte e una rinascita le era venuto da pensare, solo che c'era un'interlocutrice in ombra, la cui presenza era delineata unicamente da un occhio rosso nell'ombra e una voce tenera, fanciullesca sì ma anche decisamente sinistra e arguta. Che fosse perchè non parlava con qualcuno da almeno tre giorni o meno, aveva lasciato a Pleya una sensazione spaventata, nonostante le parole non fossero state cattive, anzi.

«Sono tua amica e sono vicina a te. Non avere paura... Non sei sola.»

Beh, il dialogo era durato più di questa singola frase, ma a dirla tutta il giorno dopo la biondina non riusciva a ricordare altro. Come se non bastasse, si era svegliata in un bagno di sudore. "Non va bene, devo lavarmi. Ma ci sarà un bagno qui?" Aveva deciso tra sè e sè di non discutere con la propria coscienza riguardo l'incontro nel sogno, ma piuttosto di sistemarsi dato che aveva un po' di pausa. Cercando un poco si accorse che la stanza di riposo delle guardie caprine era più estesa di quel che pensava, dato che c'era anche un piano superiore dove trovò ciò che cercava. Si spogliò e si mise sotto l'acqua bella calda, lasciando colare con il liquido trasparente tutta la fatica e la tensione accumulate finora dall'inizio di quella pericolosa avventura. Come scappare a una riflessione sotto la doccia? Nemmeno lei ci riuscì, difatti cominciò a pensare ai suoi nuovi obbiettivi. Innanzi tutto sarebbe tornata dalla stella presente due stanze prima, poi avrebbe dovuto meditare un metodo efficace per superare il pericoloso sistema difensivo del corridoio successivo.
Uscì dopo un periodo che non poteva determinare, ma erano passate certamente intere decine di minuti, dato che Pleya adorava l'acqua. Rivestitasi con maglietta a righe, gonna, intimo e stivali, tornò al piano di sotto. Prese un po' di patatine da mangiare e tornò tranquillamente indietro fino alle foglie rosse ai piedi delle due rampe di scale. Per qualche motivo, mentre toccava la stella, si accorse di starsi inconsciamente domandando come facessero quelle foglie a mantenere il loro colore senza acqua nè sole.

[[ La vista delle foglie rosse nelle scure rovine ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]

In seguito tornò camminando alla soglia della stanza coi due canli fognari, ri-filmando tutto da capo perchè ne rimanesse un ricordo, o almeno avrebbe potuto riguardare quei percorsi in caso di bisogno. Fu lì che si appoggiò al muro e si fermò, pensierosa. Come fare? Il pericolo era reale e pericoloso e lei non aveva alcuna idea. Se si fosse avvicinata senza toccarlo, sicuramente avrebbe rilevato in qualche modo la sua posizione. Mmh...

«E se provassi a ... il filo? ... Giallo!»

La biondina saltellò sul posto, sentendo quella stessa voce che le aveva parlato nell'incubo. Si guardò attorno, ma non c'era nessuno. Eppure l'aveva sentita, anche se non era stata molto chiara, o meglio non era riuscita a comprendere tutto, sembrava un collegamento che saltava per poi riattaccarsi subito. Aveva parlato di un filo...? L'umana prese la videocamera e ingrandì l'immagine, puntando verso la torretta. In effetti c'erano alcuni fili che probabilmente portavano l'energia alla macchina, che scomparivano in un buco nel muro della grotta. La voce aveva parlato del giallo, ma come poteva arrivarci? Aveva il machete e okay, ma ad andare fin lì sarebbe già stata travolta dai proiettili. "Mh... Non sono sola?" Anche se quell'umana non era lì, o non si faceva vedere, o qualsiasi cosa fosse, c'era qualcun altro lì.
«Ranocchia! Vieni fuori!» Gridava l'umana, chinata dinnanzi all'acqua, mentre con la mano la muoveva, cercando di attirare l'attenzione di Froggit. «Crà crà?» La ranocchia sbucò fuori un poco lontana, osservandola con curiosità non avendola mai vista, anche se la ragazzina aveva qualcosa di famigliare. Ovviamente però non capiva ciò che stava dicendo. «Dovresti aiutarmi a tagliare il filo di quel coso con i due mitragliatori!» Ma la rana non comprendeva, infatti si era limitata a piegare il capo confusa. Pleya insistette: «Crà crà aiutarmi a tagliare il crà cavo giallo!» Le disegnò sul pavimento della grotta con la punta del macete due linee una parallela all'altra, e poi finse di tagliarle con un netto colpo della lama, mimando quindi ciò che avrebbe dovuto fare, per poi indicare la stanza accanto. «Mi serve il tuo aiuto, ti crà crà prego!» La risposta del mostro fu, ovviamente, un altro «Crà crà.» L'umana gli rivolse un sorriso e gli porse la mano, afferrò la sua zampa e gliela strinse, muovendola con leggerezza. Un mostro così non le faceva più nemmeno paura, rispetto alle sue morti era un nonnulla.

In seguito la ragazzina aveva guidato Froggit fino alla soglia dell'ingresso al corridoio dopo, indicandogli il filo da tagliare. La rana aprì la bocca e si lasciò mettere dentro il manico del macete, per poi serrarlo. L'umana non dubitava della sua velocità, ma avrebbe effettivamente saputo schivare i proiettili di una o due minigun? Il mostro cominciò ad avanzare a saltelli, senza alcun apparente timore. Presto pure la ragazza lo realizzò: quel sistema difensivo non si attivava nemmeno se localizzava dei mostri in avvicinamento, o almeno così doveva essere. Arrivato sotto la torretta, Froggit saltò su una delle due minigun e poi attaccò con un ampio salto, diretto verso il filo giallo. 
«Zak.» Con un rumorino questo fu mozzato, ma a discapito delle aspettative di Pleya, fu così che lo schermo si attivò, alzandosi e girandosi con anche le armi verso la direzione di Froggit e quindi la stessa dell'umana. La ranocchia stava cadendo, e le minigun muovendosi lo stavano palesemente mirando, focalizzate su di lui.
Era colpa sua. Doveva salvare quella creaturina. «FERMATI!» Gridò l'umana senza riflettere, mettendosi a correre verso la rana, con la mano aperta diretta verso di lei, come a volerla raggiungere lì istantaneamente. L'occhio sinistro della giovane si illuminò di rosso scuro, venendo avvolto da una sorta di fiammella spirituale dello stesso colore.

[[ Hai utilizzato Forced Mercy;
Forced Mercy non ha effetto su una macchina, non ha emozioni;
...
Ardi di D E T E R M I N A Z I O N E]]


L'improvvisa esplosione di determinazione trasudata dalla fanciulla si espanse tramite l'aria e fu subito individuata dalla macchiana anti-umano, che si alzò con un moto improvviso e spaventato verso di lei, sparando giusto qualche confuso colpo alla cieca, prima di disattivarsi completamente.
«Aaahi... Aah, che male...» La bionda era caduta a terra di faccia, dopo essere stata colpita alla gamba sinistra da due proiettili che l'avevano trapassata causando un'emorragia non mortale, ma che alla giovane doleva non poco. Dopotutto... Era ancora viva. Stringendosi la gamba ferita, tentò di alzare lo sguardo e guardare dinnanzi a sè, era stato un momento di panico per lei e non aveva compreso com'era andata per la rana. L'aveva salvata? «Crà crà, stai bene?...» Si limitò a chiedere, e fu deliziosamente lieta di ricevere una risposta a base di «Crà crà». «Annf... M-mi fa piacere che tu stia bene. Io non riesco a muovermi...» Non udì risposta, ma percepì i saltelli del mostro allontanarsi. La stava abbandonando? Uh, almeno stava bene... Lei avrebbe agonizzato e sarebbe morta dissanguata lì, dato che non aveva nè l'energia per muoversi nè la voglia di faticare per sopravvivere, a dirla tutta. Lentamente la biondina abbassò le ciglia in attesa della fine, chiudendo gli occhi e limitandosi a riposare.


Strani versi la fecero risvegliare, molto confusa. Cos'era successo? Aprì lentamente le palpebre, sbadigliando, quando si accorse di avere qualcosa in bocca. Ci fu un certo trambusto, un buon numero di piccoli esseri si allontanò improvvisamente da lei, come spaventati, mentre Froggit le era sulla fronte. «Crà crà!» Pleya si accorse di essere ancora sdraiata, dunque si mise seduta sollevando il busto, per poi afferrare ciò che aveva in bocca e toglierlo. Una carota verde? «...Cosa sta succedendo?» Chiese alla ranocchia, che era saltata a terra, girandosi poi verso un branco di mostri che comprendeva un insetto, un essere gelatinoso, un piccolo ciclope, una sorta di grossa carota. Mentre Froggit gracidava la risposta, l'umana si accorse di non sentire più alcun dolore. Abbassò gli occhi azzurri alla gamba ferita e notò una fasciatura ben fatta. L'avevano curata loro? "E' l'unica spiegazione." concluse tra sè e sè, rivolgendo al gruppo di mostri un sorrisone, per poi addentare il frutto che aveva in mano. Era buono, anche se aveva un sapore non proprio naturale che la faceva anche sentire bene. L'avevano pure nutrita, che carini! «Vi ringrazio, siete stati gentili a prendervi cura di me.» Il gruppo tornò vicino a lei e le fecero una piccola festa accarezzandola, Vegetoid le offrì ancora verdura.
Fu un momento felice. Per la prima volta dopo giorni, Pleya si sentì con degli amici, delle persone, perchè tali erano, se finora li aveva definiti mostri era stato unicamente per il loro aspetto. Però allora perchè quelle capre antropomorfe le avevano sparato a prescindere, appena l'avevano vista? Era stata... Paura? Ira? La combricola di mostri decise presto di allontanarsi e prendere una delle tre vie che si potevano prendere da quella stessa stanza, fatta eccezione per Froggit, che rimase per ultimo. «Crà crà.» «Crà crà a te, ci vediamo in giro se capita l'occasione.» Le labbra della bionda si piegarono in un sorrisetto divertito, mentre la ranocchia annuì e gracidò, per poi saltellare via, verso il canale di prima.
«Di nuovo sola, eh? Mh.» Sorrise tra sè e sè per poi alzarsi e andare a recuperare il macete, vicino alla macchina che ora poteva osservare da vicino. In realtà non aveva mai pensato di poter vedere una minigun come quella nella vita reale. Così minacciose, così imponenti, intimidivano la biondina, che decise di allontanarsi subito, dopo averla ripresa da vicino con la videocamera. Ora avrebbe dovuto proseguire e vedere, beh, dove l'avrebbe portata tutto ciò. Attraversò la stanza e giunse alla crocevia, segnata con un gessetto bianco sul pavimento. Tre strade diverse... Proseguire, andare a sinistra o a destra? Oh guarda, una stella. Beh, sarebbe stata quella la sua scelta, sinistra, o nord.
«Oh?» La bionda attraversò la soglia e si ritrovò in una stanza dal soffitto aperto che lasciava filtrare la luce del Sole, anche se guardando verso l'alto poteva notare che rispetto ad un'ipotetica stanza superiore c'era un altro soffitto, sempre aperto. Per il resto la stanza era semplicemente occupata da un colonnato formato da alte colonne bianche, che le parevano del tutto inutile, ma ora doveva salvare. Attraversò l'ampia stanza di corsa e raggiunse la stella senza alcuna difficoltà, per poi toccarla.

[[ La luce riflessa dalle colonne ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]




Altrove, un'alta figura gialla con gli occhiali appannati digitava velocemente dei tasti su una grossa tastiera olografica, con una velocità e una precisione impeccabile. Era stato individuato un segnale particolare derivante dalle rovine, ma di una debolezza disarmante, che faceva pensare a un errore. «Tch, detesto dover controllare le rovine da qui. Un luogo così lontano non può essere monitorato così.» «Qualcosa non va, dottoressa Alphis?» «Niente degno di nota, ho già provveduto.» La scienziata dinosauro si toccò gli occhiali, sogghignando. «Non permetterò a nessuno di far soffrire di nuovo l'imperatrice.»


 
Angolo dell'autrice:

Rieccomi qui.~ Questo è il primo capitolo senza una morte, congratulazioni alla mia piccolina che sta crescendo! (...Tranquilli, ce ne saranno ancora non poche ;)) Tornando a noi, la storia sta lentamente ingranando, a chi arriva fin qui aspettano ancora tante avventure, anche solo all'interno delle Rovine. Detto ciò ho una nuova "richiesta". Se qualcuno avesse idee per un OC (mostro o umano che sia) può inviarmi un messaggio privato con la sua scheda, in seguito potrei decidere di inserirlo nella fanfic, dato che ho ancora certi buchi da colmare in quanto personaggi e boss.
Bye bye.~

Ps: il colore rosso del mio angolino è stato sostituito col box per non creare confusione con una delle voci della storia.

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Capitolo 4
*** ~ Chapter I-4: First Blood ~ ***


Angolino dell'autrice:
Heya! Regalino per i miei lettori, due capitoli di fila! In realtà ho da studiare per i prossimi giorni, quindi ho pensato di pubblicare questo bel pezzo per farmi perdonare per la futura assenza. ^3^" La storia comincia a farsi più cruda, verso la fine è presente un po' di violenza e la prima uccisione della protagonista, e a questo proposito voglio fare un giochino con voi, il mio adorato pubblico. Chi sarà il primo essere ucciso da Pleya? Provate a indovinare e leggete fino alla fine! (... Non barate, vi vedo!)
EDIT: C'è stata una piccola modifica, avevo dimenticato di far diventare polvere il corpo di un mostro morto, ma nulla che modifichi il capitolo in modo esagerato. Lasciatemi una recensioncina se vi va e mettete la storia tra le seguite per rimanere aggiornati!;)
Buona lettura.~

 

~ Capitolo I-4 ~ First Blood ~


«Beh, che dire, il Sole visto da qui è fantastico... Ah, anche se in fondo è eccitante stare qui.» Stava commentando Pleya, rimasta dove ci eravamo lasciati, mentre contemplava la luce solare tramite la registrazione in corso. Non si vedeva direttamente il globo solare, probabilmente o era ancora presto o si stava andando verso il tramonto. Non c'era altro da fare che proseguire. Nel silenzio delle rovine, che ora l'umana sapeva essere abitate da piccole creature dalla mente potenzialmente come la sua, ella tornò alla crocevia e decise di proseguire per la direzione originale del corridoio, evitando di andare a sud. Perchè? Sinceramente, a caso. Proseguendo dunque si trovò in un altro corridoio, illuminato ai lati da torce accese innestate nelle mura. Il pavimento roccioso era coperto di foglie rosse dal colorito lucido, non calpestate da molto probabilmente. Cosa la aspettava lì? L'umana avanzò tra le foglie, ma non notava alcun pericolo, nè sulle mura nè dinnanzi a sè, e nemmeno sopra. «Wow, sto diventando troppo sospettosa.» Commentò a bassa voce, una volta giunta in fondo alla sala senza alcuna ferita nè alcun pericolo. Di nuovo scale, anche queste illuminate da torce da un lato. Dove stava andando esattamente? Salì anche queste scale e si ritrovò in un'altra stanza vuota dal tetto naturale aperto, che lasciava dunque filtrare la luce. In mezzo al tutto, era sottolineata dalla luce la presenza di una grossa lapide, con sopra di sè una piccola scultura che rappresentava un globo con le ali. Pleya si fermò sulla soglia e chinò il capo, chiudendo la videocamera. Quel luogo... Era la tomba di qualcuno. Si avvicinò lentamente con un solenne silenzio. «Splash.» Eh? Solo ora che era giunta vicino al monumento sepolcrale si accorse che attorno ad esso c'era una piccola pozza di liquido biancastro-trasparente. «Bleah...» Commentò l'umana a bassa voce, per poi spolverare con la mano la superficie frontale della tomba, rivelando il testo.

"Qui gace Toriel, ex regina dell'Unground.
Riposa in pace."


Toriel, aveva già visto quel nome... Sì, sulle leve di una delle stanze che aveva attraversato. «Toriel... ?» Uno strano suono cominciò a vibrare attorno alla ragazzina, di provenienza incomprensibile. Pleya prese ad allontanarsi velocemente, inquieta. La gelatina cominciò a volteggiare, alzandosi in aria e poi unendosi, cominciando a comporre una precisa forma.

«Sono... Sono io!»

Le disse l'essere gelatinoso, prima ancora di aver assunto una forma completa. Aveva riconosciuto quella voce. Presto la gelatina assunse la forma di una capra antropomorfa, vestita con una tunica sempre composta di quello stesso strano materiale. Una volta che la figura fu completa, aprì gli occhi. Il sinistro era bianco, come il corpo stesso, mentre il destro splendeva di un'inquietante luce rossa. Le forme del mostro erano molto amichevoli, ma il suo sorriso sinistro annullava la sua dolcezza... Anche se presto si calmò, sorridendo gentilmente.

«Io sono Chara. Finalmente ho trovato un corpo idoneo da possedere, amica mia. Così puoi sentirmi, giusto?»

«Esci da lì... Q-quello è un corpo morto.» Le rispose la bionda senza troppa convinzione, osservandola con timidezza. Non avevano un vero e proprio rapporto, ma non sapeva come comportarsi con qualcosa di così poco naturale. In confronto la ranocchia e gli altri mostri erano semplici animaletti.

«Non vorrai privarmi di un corpo... Vero?»

C'era una nota minacciosa nella voce di Chara, che faceva tremare Pleya, ma un rifiuto la faceva anche arrabbiare. «Ho detto di uscire da quel corpo, porta un po' di rispetto per quel cadavere... Altrimenti...»

«Oh aspetta, siamo amiche, non litighiamo! Volevo solo cogliere l'occasione per farmi vedere, ma non riesco a manipolare a sufficienza questo cadavere.»

L'essere sorrise dolcemente all'umana prima di sciogliersi e tornare semplicemente liquido, anche se la bionda notò la forzatura del sorriso nel non trasformarsi in un... Ghigno malevolo, le parve. Però non l'aveva attaccata nè le aveva anche solo provato a nuocere. Mh, a Pleya cominciò a parere di avere qualcosa che incuteva paura negli altri. «Forse dovrei pettinarmi...» Si ritrovò a commentare ridacchiando, ma parlava da sola. Quella presenza, Chara, era vicina a lei ma allo stesso tempo lontana, dato che nella stanza non c'era propriamente nessuno oltre lei. L'umana superò la tomba e riprese a camminare, andando verso il fondo della stanza nonostante questo fosse vuoto. "Tutta la stanza è stata dedicata a questa Toriel." Pensò Pleya, osservando che effettivamente fino al muro non c'era proprio niente di niente. Tornando indietro però si accorse di alcune incisioni sul retro della lapide. In alto c'era una figura formata da un globo con le ali, sovrastante tre triangoli con la base rivolta verso la sfera alata, e sotto la seguente iscrizione.

"Ecco la profezia. L'Angelo... Colui che ha visto la Superficie... Torneranno. E l'Underground si svuoterà."

Senza togliere nulla al rispetto per la morta, tirò fuori la videocamera e registrò la "profezia". «Potrei essere io l'angelo a questo punto...» Si disse ridacchiando, mentre si dirigeva verso la porta. «Buon riposo, regina Toriel.» Decise di rivolgerle un'ultima reverenza chinando appena il capo, per poi uscire. Beh, sarebbe andata a salvare per poi prendere l'ultima delle tre vie che le si erano aperte... Era stata molto fortunata pensandoci, aveva preso proprio le due strade corte! Probabilmente la terza via avrebbe portato fino all'uscita delle rovine... Chissà che casino sarebbe stato tornare sempre indietro. Scese le scale e tornò nella stanza con le colonne, ancora una volta non ci trovò nessuno. 
Avanzava con tranquillità verso la stella, posta infondo alla stanza, quando ci fu uno strano suono che la spaventò. Alzò lo sguardo verso l'alto giusto per vedere un altro di quei soldati caprini scenderle davanti, con addosso una sorta di jetpack. Pleya indietreggiò d'istinto, ma quello senza pietà estrasse la lancia che aveva nascosta sotto il mantello e la colpì con una larga falciata orizzontale. «Aahi...» La maglia a righe che indossava si tagliò contro la dura punta della lancia, che pareva pià un arpione, il sangue dell'umana cominciò a scorrere copiosamente dalla ferita. Non era profonda, ma... «Perchè mi attacchi?» Chiese debolmente la ragazzina, indietreggiando ancora con una mano a stringersi il petto sanguinante. Non era stata l'unica ad essere tagliata in realtà, dato che buona parte di due colonne cadde, anch'esse tagliata. L'essere ruggì, afferrando ora l'arma con entrambe le mani. Contrariamente a quelli incontrati giorni prima, non indossava un'armatura, ma un ampio mantello e qualche indumento leggero. Ma perchè ce l'aveva con lei...? «Muori!» La attaccò di nuovo, saltandole addosso con un ampio fendente verticale dall'alto in basso, questa volta però l'umana fu rapida e schivò con un rapido salto indietro, evitando al pelo. Qualche capello biondo cadde comunque a terra, tagliato dalla lama. «Io n-non...» Sentiva gli occhi già diventare lucidi. Non poteva fare nulla, ma... Non voleva mica morire. E l'essere si stava per avventare su di lei. 
«Grrr... AHH!» Un terrificante verso, da sopra di loro, ruppe l'equilibrio sonoro che c'era nella stanza. La capra antropomorfa alzò lo sguardo e fece appena in tempo a bloccare con la lancia il grosso essere con una pesante ascia bipenne che lo aveva attaccato. Cos'era? Una sorta di toro antropomorfo... «Crà crà.» Quel verso...! L'umana alzò lo sguardo e notò che ai lati del pavimento della stanza superiore c'erano la ranocchia e i suoi altri amici. Allora era opera loro!
Tornando al combattimento, l'essere taurino saltò pesantemente a terra, mentre l'inviato reale indietreggiò, un po' stordito a causa dell'attacco che aveva dovuto sostenere. «Minox, Re delle Rovine, il patto con l'imperatrice prevedeva la consegna di qualsiasi umano fosse...» Le parole del mostro dalla pelle chiara furono interrotte dal sovrano delle rovine, che ringhiò furioso. «Hai attaccato una mia suddita, questo ti impedisce di parlare.» Mosse l'ascia indietro, indicando l'umana. «Quella creatura è palesemente un mostro, gli umani non parlano con i mostri.» «La vostra insistenza vi rende nemico dell'Imperatrice. Mi prendo il diritto di attaccare.» Replicò l'essere caprino, anche se in realtà fu il toro per primo ad attaccare con furia, un pesante fendente dell'ascia che l'avversario evitò, per poi ferire Minox con un rapido colpo di lancia, direttamente sul viso. Il re ruggì, per poi tentare di mozzare direttamente il capo all'essere caprino, che ancora una volta evitò, abbassandosi... Ma non si era aspettato di ricevere un possente calcio, che lo scagliò direttamente contro il muro, facendolo sbattere pericolosamente. Il jetpack parve rompersi, ma... Era passato attraverso la stella del salvataggio? Pleya stava assistendo, terrorizzata. I muscoli del suo protettore sembravano pompati e inarrestabili, possenti, mentre l'altro era piuttosto piccolo e veloce.
«Tsk... T-tu stai andando contro la legge!» Gridò il mostro sbattuto al muro, rimettendosi in piedi dopo essersi tolto dalla crepa che aveva creato con il proprio corpo. Si sentiva la testa che girava, ma grazie alla dottoressa Alphys aveva un'arma segreta... Determinazione. I suoi occhi si illuminarono di rosso, e cominciò la fine delle danze: si gettò sul monarca e cominciò un duro corpo a corpo, in cui paradossalmente il più piccolo dei due stava avendo la meglio. Non che il re non l'avesse compreso, ma... Non avrebbe deluso i propri sudditi.
«GRR... AAAHH!» L'essere taurino saltò addosso all'altro con l'ascia in alto, per tagliarlo in due, ma egli scomparì dalla sua vista e... Era sopra di lui. La lancia penetrò la spalla del sovrano che cominciò a dimenarsi e gridare, in preda al dolore, agitandosi con una furia a cui l'altro resisteva appena. Con un grande sforzo, il soldato reale estrasse la lancia e mozzò la testa al ribelle. Il grosso corpo si riversò a terra, sulla schiena, lasciando sgorgare copiosamente il sangue sulla pietra violacea da ciò che rimaneva del collo, per poi scomporsi in polvere bianca che si sparse con l'aria.

A quale scena... Spaventosa stava assistendo la biondina? Il mostro-capra si alzò in piedi con in mano la lancia, ansimante ed esausto, con gli occhi ardenti di rosso come la punta dell'arma, tinta del sangue reale dell'essere appena ucciso. Quegli stessi occhi si posarono sulle innocenti pupille azzurre dell'umana, e l'essere cominciò ad avanzare, sogghignando. «Ora tocca a te... Umana.» Ringhiò con una voce strana, cadente, mentre afferrava la lancia a due mani. «Crà... Crà...» Un gracidare lamentoso e altri versi circondarono la sala, giungendo dall'alto. I mostri sul piano superiore stavano piangendo il loro re... E la colpa era sua. Pleya strinse i denti ed afferrò il macete, brandendolo verso il mostro che si avvicinava. Sapeva cosa fare... Doveva solo essere determinata. Il suo occhio sinistro si illuminò di rosso scuro, avvolto da una fiammella immateriale dello stesso colore. Solo uno sforzo... "Coraggio . . ."
.
.
.
.
.
La biondina girò improvvisamente la lama e chiuse gli occhi, per poi infilzarsi nel seno, dove più o meno doveva esserci il cuore. Le lacrime colarono tra le palpebre serrate, mentre l'umana tentando di ignorare il dolore rigirava la lama nella piaga. Doveva morire e cambiare gli avvenimenti.
«Eh, pensavi ti avrei torturata? Per estrarti l'anima basta il cadavere!» Anche la lancia penetrò Pleya, o almeno il cadavere che rimaneva di lei, che cadde a terra senza alcuna energia.
.
I lamenti dei mostri stavano crescendo, ma tanti piccolini non potevano nuocere a una delle guardie reali d'élite. Il corpo dell'umana però si rimise eretto dinnanzi all'essere caprino, circondato di un'aura rossa che terrorizzò il mostro, facendolo indietreggiare. L'umana aprì gli occhi ora entrambi rossi, le guance le si erano coperte di un lieve rossore e i suoi capelli stavano diventando castani. Il macete era ancora infilzato nel suo seno, così come la lancia ancora la trapassava da parte a parte. Ma le sue labbra si piegarono in un ghigno, nonostante le lacrime versate poco prima, che ancora le inumidivano le guance.

«Finalmente ce l'ho fatta... Questo corpo è mio!»

Con un movimento troppo rapido per il mostro inviato da Alphys, Chara gli fu davanti con la mano sul machete che le aveva trapassato il cuore. Stretta la mano sul manico, lo tirò fuori senza alcuna esitazione e... Proprio mentre la lama stava per percorrere profondamente tutta la faccia della bestia, il corpo già morto dell'umana si bloccò, cadendo poi a terra senza forza, per giacere nella pozza di sangue che si formò velocemente del sangue colante dal cuore di Pleya, lasciando la guardia reale solamente con un doloroso graffio sul volto.



[[ Game Over;
«Pleya... Sei la mia unica speranza! Sii determinata.» ]]

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Capitolo 5
*** ~ Chapter I-5: Friends ~ ***


~ Capitolo I-5 ~ Friends ~


Pleya comparse nuovamente dinnanzi alla stella, nell'ampia stanza col colonnato. La sua espressione era rigida, ma si sciolse presto con un profondo respiro. La verità era che non sapeva come procedere, era piena di insicurezze e indecisioni: come salvare tutti? Non voleva nè che il toro morisse, nè che i suoi amici mostri fossero tristi... Nè che quella capra antropomorfa morisse, in realtà.
«Sai, in realtà io credo che qualcuno invece dovrà morire... Penso toccherà a quella guardia reale d'élite.»
Questa volta la frase di Chara nella sua testa l'aveva sentita quasi perfettamente, e la cosa la confuse. Perchè solo ora? «V-veramente non ho alcuna voglia di ucciderlo... Sempre che io ne sia capace.»
«Oh, sì che lo sei. E sai perchè? Perchè sei umana, gli umani sono di natura più potenti dei mostri, a prescindere dall'età o dal sesso... E' questione di Anima.»
«Dici davvero..? Beh, se è così dovrei avere potere su tutti qui... E-e allora posso impedire loro di combattersi!» La biondina alzò leggermente il tono della voce nel parlare, come per darsi convinzione. Oh, no, non era affatto sicura di se stessa, anzi, molte ansie la stavano divorando dentro,ma non sarebbe riuscita ad uccidersi un'altra volta e a rimanere lì per sempre... Doveva prendere una decisione che la convincesse. E lottare frontalmente non lo era. 
Dal canto suo Chara avrebbe voluto convincerla a provare l'emozione di uccidere qualcuno che non ha speranza contro di te, ma non ci riusciva, e già più di una volta Pleya aveva dimostrato di sapersi ribellare a lei con determinazione. L'anima della bionda era risultata molto più potente di quella della castana, che ne era consapevole, altrimenti sarebbe riuscita a controllarla da molto tempo. E ci aveva provato nonostante tutto, ma i risultati... L'Anima della ragazzina aveva strappato alla piccola assassina metà della sua, e ciò si era già manifestato già più volte, quando l'occhio sinistro di Pleya si illuminava di rosso, senza che la bionda stessa ne fosse consapevole.

«Dove vai?»
La biondina era uscita dalla sala del colonnato e si era fermata alla crocevia, guardandosi attorno. «Mhh, voglio esplorare qui intorno e vedere se trovo qualcosa di utile. Puoi dirmi tu quando tornare?»
«Sì. Cosa speri di trovare?»
«Cibo per capre... Per addomesticare quel coso.»
«Mpf, ahahah... Stai scherzando?»
«Tu cosa dici? Guarda, un sasso.» L'umana aveva ripercorso i suoi passi verso la sala dove era presente la torretta spenta, e qui aveva trovato un sassolino, che si era chinata a raccogliere. «Se lo accecassi con questo secondo te potrei legarlo?»
«Sì, ma non hai una fune.»
«Oh... giusto.» Tirò distrattamente il sasso contro la torretta, provocando al cozzare dei due oggetti un rumore metallico. Stava perdendo tempo di propria volontà, e si stava anche facendo un'amica... Ne aveva bisogno e sembrava anche che questa Chara avesse memoria come lei delle sue morti, quindi era la candidata più promettente, anche contro la sua volontà.
«Sai che sento tutti i tuoi pensieri, vero?»
«Ah, ehm... Non mi sono ancora presentata, io sono Pleya.» La bionda rise tra sè e sè, sentendosi un po' ridicola perchè, beh, stava parlando da sola in un luogo silenzioso come la morte, abitato da piccoli mostri che la evitavano tassativamente.
«Comunque c'è un modo alternativo alla violenza per vincere contro i mostri... Si chiama Pietà, lo utilizzava Frisk.»
«Pietà?»
«Già, non che io sia la persona più indicata a spiegartelo... Ma tu hai sviluppato un'abilità speciale proprio legata alla Pietà.»
«Abilità speciale? Scusa, mi siedo, sembra una cosa lunga.» La ragazza si sedette semplicemente a terra, poggiandosi con la schiena al muro e distendendo le gambe, e rimase a guardarsele dato che non aveva altro da fare se non ascoltare. L'anima di Chara parve diventare visibile e tangibile, Pleya sentiva la piccola appoggiata alla sua spalla, come una normale amica... Ma doveva essere una sua impressione, dato che non c'era nessuno.
«Una volta all'interno della Barriera un'anima umana muta, diventa più forte, guadagnando quelli che ai tempi avrei definito... Beh, superpoteri, ma che ormai sono solita chiamare Abilità. Frisk come te aveva il potere di salvare i suoi progressi, ma non ne ha sviluppate altre... Mentre tu hai un'abilità che costringe i mostri a ritirarsi tramite l'espansione della tua anima, che dovrebbe communicare con loro e spaventarli, o qualcosa del genere, credo.»
«Ah... Ma chi è questo Frisk?»
«Frisk era un'umana caduta qui molto tempo fa.»
«Ho... Sentito...» La voce di Pleya aveva indugiato su quest'ultima parola, ricordandosi che in quell'occasione era morta crudelmente, ma procedette. «Che Frisk era un ragazzo.»
«Veramente il suo sesso era abbastanza fraintendibile, era una bambina impassibile allora e non apriva spesso bocca.»
«Uuhm, cos'ha fatto di male? Le guardie che mi hanno uccisa mi avevano scambiata per lui.»
«Ha ucciso l'ex re e l'ex regina, da allora è salita al trono la comandante delle guardie reali, una donna-rettile molto fedele al re, a tal punto da impazzire alla sua perdita: indisse la caccia all'uomo e cominciò a raccogliere le sette anime umane per distruggere la Barriera.»
«Hai nominato anche prima questa barriera, cosa sarebbe?»
«Non lo sapete più voi umani?» La biondina scosse la testa, dunque Chara continuò a parlare. «Tanto tanto tempo fa tra umani e mostri scoppiò una tremenda guerra, che terminò con la vittoria umana, che cacciarono indietro i mostri e li confinarono tramite una potentissima barriera. Per distruggerla, hanno bisogno di sette anime umane, mentre per superarla in realtà basta l'anima di un mostro e quella di un umano.»
«Oh... Beh questa storia è parecchio strana, i mostri esistono anche fuori.»
«... Come?»
«E' come ti ho detto, solo che non sono così civili e intelligenti... Sono proprio bestie!»

Seguì un silenzio generale che Pleya non sapeva come interpretare, dunque ricambiò dondolando i piedi, senza dire parola.
Chara invece dal canto suo stava riflettendo su se stessa, da quando se ne era andata Frisk non le era mai capitato di "risvegliarsi", e ora era successo di nuovo, ma con Pleya... Sentiva quasi di essere un'altra persona, come era successo nella Pacifist Route di Frisk in realtà... O era cambiata nella genocide? Chi era davvero Chara stessa? La sua vera identità stava venendo sepolta dal passare degli anni, sempre di più influenzata dalle personalità che la risvegliavano. Di questo passo stava davvero diventando amica della biondina?

«Sei silenziosa, qualcosa non va?»
«Non sono solita parlare tanto, mhpf.»
«Oh... Ah, va bene, anche se finora mi hai dato informazioni preziose!»
«Smettila, tsk. C'è una cosa che mi sono dimenticata di dirti. Sono due le filosofie regnanti tra gli umani che giungono nell'Underworld: o la pietà o "In questo mondo è uccidere o essere uccisi".»
«Prima o poi ti ringrazierò materialmente della tua gentilezza, Chara.» La ragazza sorrise tra sè e sè, mentre percepiva la ragazzina borbottare. Il loro legame si stava come facendo più forte.
«Stai sorridendo da sola come un'ebete, lo sai? Comunque basta perdere tempo, sarebbe ora di andare, anche se ripeto che io lo ucciderei quell'essere...»
«Ah, devo già andare? M-ma non ho ancora organizzato una strategia! Uff.» Pleya si rimise in piedi sospirando, solo ora cominciò a riflettere su un vero piano d'azione, anche se Chara interruppe per due volte di fila il filo dei suoi pensieri, di proposito, ridacchiando. La cosa finì con l'umana col macete in mano che si dirigeva verso la stanza col colonnato, completamente allo sbaraglio.

[[ Avere un'amica accanto ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]

«Andiamo.»
«Sì... Dovrò aiutarti immagino.»


 
Angolo dell'autrice:

Rieccomi! Questo capitolo esplicativo è senza pretese ma dovuto, ho gettato sassolini della lore di Undertale inventata da me in quanto non chiaramente spiegata canonicamente, tra cui il carattere di Chara, di cui ho un'interpretazione un po'... Beh, vedrete in futuro. Spero abbiate gradito il capitolo precedente, ci si vede nel prossimo capitolo con la prima Boss Fight di questa storia.
Riguardo la grafica, nei seguenti giorni ingrandirò tutti i testi come questo, dato che lo trovo più leggero da leggere... Datemi un'opinione riguardo ciò, se vi va.^3^
Bye bye.~

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Capitolo 6
*** ​~ Chapter I-6: Let me be your eyes ~ ***


~ Capitolo I-6 ~ Let me be your eyes ~


Presto giunse il rombo emanato dal jetpack del mostro con le sembianze da capra, che atterrò velocemente dinnanzi all'umana e senza parlare procedette con la stessa prima mossa dell'altra volta, un'ampia spazzata. Con un veloce passo indietro Pleya schivò, per un pelo. «Senti, parliamone! Io non ti ho fatto...»
«Non parlare scema, schiva!»
La biondina indietreggiò di nuovo grazie al suggerimento dello spettro lì presente, ma si prese comunque un graffio sulla guancia destra, a causa dell'attacco subito successivo dato in senso opposto con lancia-arpione.
«... Dietro di te!»
La colonna stava cadendo, e per fortuna la vocina se n'era accorta, Pleya si buttò in tempo di lato, evitando di rimanere travolta per poi rialzars...
«No, no, rotola via!»
All'ultimo l'umana decise di rotolare di lato, e fu una bella fortuna: la lancia in arrivo dall'alto sfiorò il suo braccio, strappando un piccolo lembo della maglietta e facendole un graffietto sanguinante certo, ma almeno non gliel'aveva completamente mozzato. «Via via via!» Gridò la biondina spaventata, e scappò tra il colonnato, coperta dal fumo creato dalla colonna distrutta. «Nasconditi pure, ma io ti troverò e ti ucciderò, umana!» Ruggì la guardia reale.

Intanto Pleya, con una velocità che non sapeva di avere, era giunta a nascondersi dietro una colonna all'altra estremità della sala, sul lato destro in modo da non essere troppo facilmente rintracciabile. «Ti prego, aiutami...» Stava implorando Chara a bassa voce, ma la piccola non diceva nulla.
«... Primo, fai silenzio, posso sentirti anche solamente per i pensieri. Secondo, devi sincronizzare la vista alla mia, così ti sarà più semplice vedere e schivare i suoi attacchi.»
L'umana si chiedeva come si potesse fare una cosa del genere.
«Ah, non lo so, chiudi gli occhi e concentrati.»
"Ci proverò..." La bionda chiuse gli occhi e cominciò a focalizzarsi sui suoni della stanza silenziosa.
...
...
...
«Ma ti sei addormentata? APRI GLI OCCHI!»
Pleya trasalì e aprì gli occhi di scatto, forse si era concentrata fin troppo, ma per fortuna c'era la vocina nella sua testa con lei ad aiutarla. Il suo occhio sinistro ora era di colore rosso e la pupilla pareva avvolta da una fiammella intangibile dello stesso colore, leggermente più scura.
«Chara... Ci vedo sfocato!»
«Non siamo sulla stessa lunghezza d'onda... Scappa cretina, hai parlato a voce alta!»
Nel suo isolarsi dal mondo, l'umana aveva dimenticato di poter pensare invece di dover parlare, ma non ci aveva pensato: scappò subito contro il muro, mentre la colonna dietro la quale era nascosta veniva prima attraversata da un taglio orizzontale, poi cadeva a terra, a pezzi. La bionda al muro si girò, stropicciandosi l'occhio rosso di cui non si era ancora accorta con la mano, dato che non aveva ripreso a vedere normalmente. «Oh e vattene, lasciami stare!» Gridò in preda ad un attimo di panico mentre vedeva (più o meno) che il mostro la stava nuovamente per colpire.
«Vai a destra!»
Fu strano come il consiglio di Chara filtrò al corpo di Pleya come fosse un ordine diretto del suo cervello. Pleya si spostò, mentre la punta della lancia rimase infilzata nella parete accanto alla spalla sinistra della ragazzina.
«Permettimi di essere i tuoi occhi.»
"Ti ringrazio, però non ho idea di come fermarlo." Pensava l'umana durante la fuga verso sinistra, mentre la guardia reale estraeva pesantemente la sua arma dal muro.
«Devi colpirlo almeno una volta, sarà fatta!»
Senza ancora girarsi, la biondina corse casualmente tra le colonne e si nascose dietro una di queste, per poi fermarsi a riflettere. "Perchè colpirlo dovrebbe bastare?"
«Hai notato che l'altra volta ad un certo punto i suoi occhi sono diventati rossi? Si è iniettato una certa quantità di determinazione, che andando per le lunghe lo uccide e trasforma il suo corpo in gelatina. Se lo colpissi si spaventerebbe e farebbe la stessa cosa!»
«Ma io non voglio ucciderlo!»
«Hai urlato di nuovo scema, spostati!»
L'umana si tolse nuovamente e cambiò colonna, ma presto si accorse che il mostro le stava abbattendo tutte, per non lasciarle più alcun nascondiglio. "E va bene, lo faccio... L'altra volta però non ho notato nessuna iniezione! Con quale mano la fa?"
«Per forza, avevi quel grosso toro davanti. Con quella senza la lancia, ma perchè?... Pleya?»

La ragazzina non le rispose ma uscì allo scoperto, impugnando il machete con la destra. Vedeva ancora tutto sfocato, ma era palese che alcune colonne non erano più in piedi, bensì stavano a terra distrutte. «Ehy, sono qui! Sono pronta ad affrontarti!» L'essere si girò verso di lei ed avanzò nella sorta di arena che aveva creato distruggendo le colonne, costituita di un terreno non esattamente regolare. Senza troppi complimenti attaccò per primo con la sua lancia.

«Sinistra!.. Destra!.. Abbassati!.. Indietreggia!»

Con la prima serie di attacchi ci furono pochi problemi, grazie alla guida di Chara la giovane riuscì ad evitare i colpi, subendo giusto qualche graffio al braccio e al petto. L'umana ritrovò l'equilibrio stabile e si mise ben salda, stringendo il manico della sua arma con forza, per darsi coraggio. "Voglio colpirlo ora, Chara!"

«Bene... Sinistra! Ho detto sinistra!»

Lo spettro aveva ripetuto la direzione da prendere, ma aveva notato che la sua compagna era rimasta ferma con i piedi. Cosa stava facendo? Eppure la determinazione di Pleya era tangibile per lei, allora perchè rimaneva ferma? La biondina bloccò la lancia in arrivo col machete e la spinse indietro verso destra, la stessa direzione da dove arrivava il colpo, per poi girare il polso e creare un bello squarcio nel petto del nemico, che si riempì subito del liquido rosso vitale, cominciando a gocciolare. 
Il mostro si bloccò e lasciò cadere la lancia, per poi afferrarsi la ferita. Sapeva benissimo di essere stato addestrato per quel momento, ma aveva brutti ricordi su ciò che poteva fare un umano... Dopotutto un solo umano poteva equivalere tutti i mostri dell'Underground, dicevano quando egli era ancora un cucciolo. E poi, guardandola, anche di aspetto era spaventosa: graffiata, col lungo pugnale insanguinato, il respiro affannato e pronto a saltargli addosso per divorarlo... E poi quell'occhio rosso che avrebbe spaventato perfino i suoi superiori? Ah, ma lui aveva la determinazione dalla sua. 
«Lo sta facend...»
Chara stava appena per avvertire Pleya, quando il rombo di uno sparo invase la stanza, facendo sussultare i piccoli mostri che stavano assistendo dal piano superiore. La biondina aveva velocemente estratto la pistola e aveva sparato, senza darsi tempo di pensare e lasciare rispondere la sua puntigliosa coscienza. Un liquido rosso colava dalla mano del soldato, ma non era sangue, era il composto di Alphys chiamato DT-49. Anche la siringa di vetro si era infranta, finendo a terra. La guardia reale alzò lo sguardo incredulo, con gli occhi sbarrati. Pensò di avere davanti il demonio, altro che ragazzina umana. Guardando l'espressione della bionda, al mostro sembrava che ella stesse per godere della sua preda, con i denti stretti in un ghigno... Che in verità era dovuto allo sforzo di aver sparato, che per quanto semplice come azione a Pleya aveva pesato non poco, difatti avrebbe potuto sbagliare mira con poco.

[[ Hai utilizzato Forced Mercy ]]

 «I-io non ci sto più, mi licenzio! Qualcuno mi aiuti!» Piagnucolò l'essere caprino, azionò subito il jetpack e scappò via volando molto velocemente, mentre il sangue sgorgante dal suo petto ancora cadeva sulle macerie del colonnato.
L'occhio dell'umana tornò normale, mentre questa cercava di calmarsi e far smettere il fiatone. "Chara... Sei ancora qui, vero?" Chiese mentalmente, ora più che mai non voleva rimanere sola.
«Certo. Sei stata brava, hai fatto come volevi, anche se ora quello potrebbe andare dritto a riferire della tua presenza, e ti ritroveresti in un mare di guai.»
"E che importa?... Per ora va bene così." Pleya ripose le proprie armi, dopo aver pulito il macete contro una colonna, poi andò verso la stella e la toccò, per salvare. 

[[ Il colore rossastro del tramonto su un paesaggio così desolato ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]

"Non voglio rifarlo mai più..." Sospirò tra sè e sè la giovane, non aveva affatto idea di ciò che la aspettava, mentre tornava verso la stanza con il divano, su cui avrebbe riposato più comodamente che stando a terra.


 
Angolo dell'autrice:
Ehy guyz, nuovo capitolo! Scegliere il titolo per questo genere di capitoli è sempre difficile, poichè non vorrei spoilerare nè a chi arriva a leggere qui o a chi guarda in generale la lista dei titoli. Ad esempio, avete presente quando in DragonBall Z siete arrivati la prima volta a vedere Freezer e leggete tra i titoli degli episodi dopo "La morte di Freezer"? Ecco, non vorrei creare questo terribile effetto spoileroso! Quindi ad ogni capitolo con il titolo cambiato rispetto all'originale scriverò in fondo il primo titolo da me scelto, che in questo caso era "Pleya&Chara Vs Élite Royal Guard". Il titolo si commenta da sè, chiaro.
Stay determinated, alla prossima!^3^

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Capitolo 7
*** ~ Chapter I-7: Impossible skeleton's puzzle ~ ***


~ Capitolo I-7 ~ Impossible skeleton's puzzle ~


«Yaaaaaawn!» Pleya si stiracchiò sul letto per almeno cinque minuti, per poi aprire con calma gli occhi e mettersi seduta. Wow, che disordine: la coperta per terra, il cuscino pure, la sua maglia chissà dov'era finita e infine il libro che stava leggendo era ancora aperto sulle sue gambe. Si stropicciò gli occhi per poi spostare il libro e girarsi col corpo, posando i piedi nudi sul pavimento di marmo bianco, ma ancora senza alzarsi. Aveva dormito molto e anche bene, dopo essersi fasciata tutte le ferite. «Buongiorno Chara... Yawn.»
«Hai un metabolismo strano, tu.»
«Che vuoi farci, morire e resuscitare intacca la mia psiche, aumentando il mio bisogno di dormire... O no.» La ragazzina rise tra sè e sè per poi alzarsi, diretta verso la doccia mentre canticchiava una canzoncina allegra. Se la stava prendendo moooolto comoda, ma al massimo se l'avessero uccisa sarebbe tornata in vita e avrebbe cambiato le proprie azioni. Lo stava davvero pensando? Ahah, impossibile.
«Invece l'hai pensato.»
"Tsk, non parlavo con te!.. Hai visto la mia maglia?" Chara le rispose che era finita in qualche modo sotto il letto ed effettivamente era lì, dunque Pleya aveva tutto ciò che le serviva per godersi una bella doccia, poi avrebbero ripreso l'attraversata delle rovine. "Tu non sai come si esce da qui?" L'interlocutrice rispose di no, non lo sapeva anche perchè la struttura là sotto era cambiata e non poco, ad esempio quella zona confort non esisteva mica. «Uhm, approposito di questo, ma... Tu chi sei?»
«Mh, io sono Chara...»
«Questo lo so, io-»
«Lo so Pleya.» La interruppe la piccola «Percepisco tutti i tuoi pensieri, e adesso non è davvero importante chi sia io. Finisci di lavarti i capelli, mi faccio un pisolino.»
«Ma... Aspetta!» Nulla, era già andata, la biondina non percepiva più la sua presenza quasi fisica. «Questa me la paghi, uffa!»  La ragazzina sbuffò, per poi decidere di terminare di lavarsi e uscire.

Si era risistemata tutto: vestiti, fasciature, armi... E provviste, aveva preso anche da mangiare dato che non aveva tutta questa voglia di fare avanti e indietro. «E ora... Posso andare a salvare per poi proseguire, anche se Chara non si fa più vedere... Cioè sentire.» Pleya ri-fece tranquillamente tutta la strada, facendo colazione con qualche biscotto "preso in prestito" dallo stanzino delle guardie, fino ad arrivare alla sala delle colonne, ormai semi-distrutta... Che peccato. Piuttosto le venne una bella idea. «Psst, Crà crà, sei lassù?! Crà crà!» Continuò ad emettere versi del genere finchè Froggit non si sporse da ciò che rimaneva del pavimento della stanza superiore, rispondendole con un indagante «Crà?» «Puoi darmi qualche crà crà vegetale verde di carotino? Sono ferita!» La ranocchia rispose con il solito verso, per poi saltellare via. Dopo qualche minuto fu di ritorno, e le lanciò una carota verde. Pleya non riuscì nemmeno a prenderla al volo, ma non era importante. «Ti ringrazio amico mio! Ci si vede crà crà quando arrivo lassù!» «Crà crà!» Fu l'esauriente risposta del mostro.
L'umana uscì dalla stanza addentando il cibo curativo speciale di Vegetoid, quando la sua cara amica tornò, con una frase troppo simpatica.
«Ti stai rimpinzando? Così ingrassi!»
«Ooh, come osi! Sono stata a digiuno per un giorno intero mphf!»
«Non parlare con la bocca piena...»
«Smettila, vorrei vedere te!» Notando che Chara si silenziò davvero dopo questa frase, Pleya si scusò mentalmente e prese la propria videocamera, che aveva ignorato per un po', e cominciò a narrare, registrando, mentre superava l'ultima soglia rimasta inesplorata: era giunta all'ennesimo corridoio, anche qui c'erano canali fognari attraversabili grazie a ponticcioli. «E la nostra audace guerriera è...»
«Ma cosa staresti facendo?»
Chara l'aveva interrotta all'improvviso, ed effettivamente era la prima volta che la biondina registrava con i suoi possibili commenti, ciò fece imbarazzare un pochino Pleya. «Documento la mia avventura! Però non dovresti parlare, così sembra che io sia pazza.»
«Ti ho già detto che puoi sentirmi solo tu, e puoi pensare ciò che vuoi dirmi... Non lo fai, quindi tu sei pazza!»
"Mi piace dare aria alla bocca!" Le rispose insistente la biondina, per poi concentrarsi sula strada: non pareva esserci nessun pericolo, ma giunta in fondo il percorso si divideva in due, solo che a differenza della crocevia precedente qui c'era una sorta di guida, tracciata per terra con del gesso bianco. «Uhhm, Snow-qualcosa e... Quest'altra scritta è illegibile. Che si fa?»
«Snowdin dovrebbe essere la prima città fuori dalle Rovine, credo sia l'uscita.»
«E l'altra?»
«Non lo so...»
Pleya si guardò attorno, sbirciando per le due vie: la prima era normale, forse un po' polverosa, mentre la seconda... Beh, un piccolo mostro dotato di un solo inquietante occhio ne uscì e le passò accanto, ignorandola completamente.
«Ehm, salve.» Salutò la ragazzina con fare educato, anche se quell'esserino l'aveva superata già da un poco. Comunque, la biondina aveva deciso di proseguire verso l'uscita, così avrebbe potuto cercare un modo di tornare a casa. Dunque proseguì per dove aveva scelto, e si ritrovò in un altro corridoio, questo molto più stretto che superò velocemente, trovandosi ad un bivio. La giovane chiese a Chara cosa fare. La risposta fu di esaminare spostare lo sguardo a destra...

"Benvenuti nel labirinto!
Buon divertimento con questo puzzle, nyehehe!"


Ah, un puzzle, come quei due all'inizio! Ma questo sembrava molto più complesso e casuale! Cioè, in realtà dipendeva dalla grandezza del luogo, dopotutto aveva una videocamera con sè, quindi un piccolo vantaggio...
«Posso dirti subito qual è l'uscita se vuoi.»
«No! E' un gioco, non c'è bisogno di barare.» Replicò la giovane bionda, che seppur più grande di Chara si stava dimostrando molto molto più ingenua di lei. Così Pleya cominciò a vagare per il labirinto, e dopo sei vicoli ciechi trovò l'uscita, nel silenzio di Chara che si era un attimo staccata da lei per controllare in giro, e... Non era l'unica uscita in realtà, anzi, probabilmente era quella non principale, ma per ripicca non glielo disse nemmeno. Dove l'avrebbe condotta? La biondina avanzò per il corridoio che cambiava colore, rispetto al violastro delle rovine in generale le pareti e il pavimento ora erano verniciate con un bianco pulito e lucido, anche se decisamente poco curato.
«Non conosco questo posto...»
«Nemmeno io, sembra la casa di qualcuno!» Esclamò Pleya eccitata, sembrava essersi dimenticata di essere nell'Underground. Ovviamente stava registrando tutto.
«Allora dovresti fare silenzio, è molto probabile che sia un mostro...»
Superato il corridoio giunse in una stanza con la luce accesa. All'interno era pieno di libri e macchinari incomprensibili, tavoli con sopra riviste e cose varie e, infondo, un mostro peloso dalle sembianze umanoidi, grigio col muso allungato, sedeva su una sedia con le ruote, dondolandosi davanti ad un computer acceso, intento a fumarsi una sigaretta con un'angosciante tranquillità, gli occhi chiusi. La prima cosa che notò Pleya fu il portacenere pieno di sigarette schiacciate, la seconda era il manico sinistro del camice da scienziato che indossava, penzolante come se fosse senza braccio... Anzi, era decisamente senza braccio. 
«Benvenuta, piccola umana.» La apostrofò appena entrata l'essere, senza nemmeno aprire gli occhi, piuttosto tirò un'altra boccata con la sigaretta. 
Avvicinandosi, la bionda notò che l'ampia stanza era letteralmente invasa dal fumo, che le causò qualche colpo di tosse. «Eh? Mi avevi già notata?» Chiese, abbastanza scioccata da ciò, Chara ridacchiando le fece notare che c'erano almeno tre telecamere di cui non si era accorta. 
«Così pare.» Rispose egli «Io sono il professor Sadd, ma questo non ha importanza in realtà.» Continuò lo scienziato, per poi scendere a terra con la sedia, aprendo gli occhi scuri e spenti, senza vitalità. 
Se non altro non sembrava temerla, dopo ciò che aveva visto negli occhi della guardia reale di prima agli occhi di Pleya questo era... Ammirevole. «Io sono Pleya... Tu n-non hai paura di me?»
«Dovrei? Spero che la morte mi pigli proprio ora.» Sadd si portò nuovamente la sigaretta alla bocca, con una certa lentezza, aspirò molto profondamente, per poi soffiare fuori una bella nuvoletta grigia, che circondò la sua alta figura, seduta sulla sedia.
«Certo che questo tipo ne ha poca di determinazione, perchè non lo ammazzi? Lo renderesti felice!»
«Ti manderei subito via se non avessi fatto una promessa a quei due scheletri. Avvicinati ancora un po'.» Continuò a parlare il mostro, mentre la ragazzina rimproverava mentalmente Chara, infastidita dal suo triste commento. Quell'"uomo" sciupato le faceva pena. Improvvisamente una mano grigia, dello stesso colore del pelo del professor Sadd, si alzò in volo dal banco di lavoro e fluttuò fino alla figura di Pleya facendo sobbalzare quest'ultima, a cui venne poi offerto un fogliazzo. La biondina lo afferrò, dopo la prima sorpresa nel vedere quell'arto svolazzante. «Dato che hai sbagliato uscita, per uscire da qui dovrai superare la sfida dello scheletrino... Non che me ne importi molto, in realtà.»
«Ma questo è un cercaparole...» Affermò l'umana, esaminando il semplice foglio. «Hai una penna, signor Sadd?»
«Vuoi farlo davvero? Esci e basta!»
«Certo, dovrebbe essercene una su uno dei tavoli.» Rispose annoiato il padrone di casa, senza rivolgere più attenzioni alla giovane. Pleya si avvicinò ad essi, per poi cercare tra libroni vari.
"Non vedo perchè no, sembra divertente e poi è solo un cercaparole!" La risposta alla protesta di Chara arrivò mentalmente, ma sorpresa delle sorprese la biondina trovò la penna vicino ad una delle stelle di salvataggio! Che bello. Ovviamente salvò, per poi dedicarsi al cercaparole.

[[ Il disordine dell'ufficio ti ricorda quello della tua stanza, riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

...
...
...
Passarono la bellezza di due ore, e a Pleya mancava da almeno un'ora e mezza una parola sola. Skeleton.
«Scusa ma qui manca una parola... E' un puzzle sbagliato! Come posso fare?»
«Ah boh.» Le rispose l'interlocutore, che aveva fumato almeno cinque sigarette nel mentre, mentre lavorava al pc con la mano volante, che si illuminava con una luce bianca ogni tanto. «Te ne lamenterai con lo scheletrino, ma se non completi il puzzle non puoi uscire.»
L'umana borbottò tra sè e sè, per poi sforzarsi nel risolvere l'enigma... E ne avrebbe avuto per ancora un bel po', per come la vedeva Chara, che faticava a comprendere la ragazzina.




Altrove, oltre tutta la grossa struttura delle rovine, due individui, uno alto e uno basso, stavano camminando verso Snowdin, in tutta tranquillità, sotto il sole alto nel cielo sul paesaggio su cui cateva dolcemente una candida neve bianca.
«ALLORA SANS? NON MI HAI ANCORA RIVELATO PERCHE' SEI TORNATO ALLE ROVINE PROPRIO OGGI A CONSEGNARE IL TUO PUZZLE A QUEL TIPO STRANO! DI SOLITO NON HAI VOGLIA DI FARE NULLA! E QUELLA STRADA NON VIENE USATA DA TANTO, C'E' IL TELETRASPORTO! IN COSA CONSISTEVA IL TUO PUZZLE, COMUNQUE?»
«bro, sono sicuro che presto qualcuno affronterà la mia sfida... da quando ti lamenti se faccio qualcosa?»
«BEH... RIMANE STRANO! MA NON MI HAI DETTO COS'ERA IL TUO PUZZLE! NON NE AVRAI FATTA UN'ALTRA DELLE TUE? NYEHEHE!»
«no no, paps... ehehe voglio lasciarti sulle ossa.» Lo scheletro più basso fece un occhiolino al fratello, che sbuffò, con un sorriso, riuscendo a trattenere a stento le risate.
«SEI PROPRIO SANSAZIONALE, HEH. HEH!»

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Capitolo 8
*** ~ Chapter I-8: Some feelings ~ ***


~ Capitolo I-8 ~ Some feelings ~


«... Cosa staresti facendo ora esattamente?»
«Mi distraggo un attimo.» Pleya si stava facendo un giretto per il laboratorio, che aveva due piani, guardando le cose sui tavoli e quant'altro, curiosa di sapere di più su quel tipo, dato che non le aveva detto nulla.
«Stai curiosando tra le cose di quel mostro. Vuoi andartene o no?»
«Ecco qualcosa di interessante! Guarda!» La biondina aveva trovato una fotografia incorniciata, che ritraeva due giovani mostri sorridenti della stessa specie, forse lupi antropomorfi. Uno dei due doveva essere il professor Sadd, dato che il colore della sua pelliccia era quello, ma era decisamente più allegro, quasi un'altra persona. I suoi occhi trasudavano emozioni forti e positive, al contrario di... Beh, ora. E aveva ancora il braccio, mentre l'altra chi era? Forse la sua fidanzata?
«Sei davvero un'impicciona.» Commentò Chara, ridacchiando. «... Pleya?»
«Mi sento... Un po' male.» Rispose la ragazzina, che si stava improvvisamente sentendo la testa girarle e il corpo appesantirsi.
«Vai a sederti, forse ti sei sforzata troppo in questi giorni.»
La ragazzina invece cadde a terra di sasso, svenuta. Chara imprecò, chiedendosi a cosa fosse dovuto l'improvviso svenimento.
.
.
.
La giovane aprì gli occhi azzurri lentamente, su un letto che non riconobbe subito. Aveva qualcosa di freddo sulla fronte... Oh, uno straccio bagnato.
«Ma buongiorno, dormito bene?» Commentò lo spettro ironicamente, per poi sospirare.
«Cos'è successo?» Chiese ad alta voce Pleya, mettendosi seduta sul letto invece che sdraiata.
«Devi aver mangiato del cibo scaduto, immagino.» La voce improvvisa di Sadd la spaventò, l'umana era ancora un po' confusa ma realizzò presto la situazione in cui si trovava. «Avevi la febbre alta.»
«Ti ringrazio per esserti preso cura di me.» Rispose la ragazzina, sorridendo allo scienziato, che invece si girò e si allontanò spingendo la sedia con le rotelle con i piedi, mentre si tirava fuori una sigaretta. 
«Non c'è problema, riposati ancora un po'.» Disse freddamente egli, uscendo dalla stanza. Pleya rimasta sola si guardò attorno, per poi sospirare. Forse erano stati quei biscotti...
«Ma non mi dire.»
«Mhpf, credo dormirò ancora un poco.» Le rispose Pleya sorridendo, per poi tornare a stendersi. Dormire e non fare nulla era davvero moooolto rilassante, secondo lei. Chiuse gli occhi e tentò di appisolarsi, ma notò presto di non avere sonno. Uffa. Allora si alzò, togliendosi lo straccio bagnato dalla fronte, per poi stiracchiarsi. Adesso si sentiva bene! Camminò lentamente fino alle scale e scese al piano di sotto, appoggiandosi appena al muro con la mano. Quel tipo era stato piuttosto gentile, nonostante le apparenze. Giunse al piano di sotto mentre lo scienziato mangiava, guardando qualcosa ad una televisione sottile appesa in alto al muro, che lei non aveva notato precedentemente.

«... E con questo si concludono le notizie riguardo al prossimo grande evento all'arena!» Esclamò la donna-strano animale tentacoloso antropomorfo, mentre leggeva dei fogli che teneva coi tentacoli. «Restate sintonizzati con Octopa, Canale MTT-NEWS!»

Pleya sentì la frase come se fosse stata detta da una persona che le passava accanto a un'altra che accompagnava la prima, mentre Sadd sembrava realmente interessato, difatti solo dopo la fine del notiziario si girò verso l'umana.
«Ah, vieni, ti ho preparato da mangiare.» Disse, mentre con la mano magica tirava da un altro tavolo una sedia come la sua, con le rotelle, fino ad un tavolino che aveva appena preparato accanto a sè, completamente sgombro da qualsiasi cosa se non un piatto di zuppa fumante e un foglio con sopra una penna. Prima non c'era, la biondina ne era sicura.  «Dato che non so cosa mangiate voi umani ti ho fatto una zuppa con verdure.»
«Non siamo mica alieni... Anche se le verdure non mi piacciono.» Ella si avvicinò un po' insicura, poi spostò un poco la sedia e si sedette, per poi avvicinarsi alla zuppa ed annuarla. Prometteva bene. «Ti ringrazio!» Gli sorrise e diede un sorso del brodo, scottandosi la lingua "Ahi!"
«Comunque...» Il professor Sadd si era girato, dando le spalle a Pleya e accendendosi invece una sigaretta. «Vuoi uscire dalle rovine, giusto? Oltre il labirinto si trovano gli ultimi due puzzle per uscire dalle rovine. Non ne so nulla, ma so che il secondo si attiva solamente in caso passi un'anima umana... Fai attenzione, okay? Sei ancora giovane e quel coso è fatale, non risparmia nessuno, ma può fallire.»
«F-farò del mio meglio.» La giovane arrossì a quelle parole, chinando la testa sul piatto per non farsi vedere. Si preoccupava per lei? Aww, era così paterna come cosa... «Tu invece perchè sei qui da solo? Me lo chiedevo da un po', non sembri una persona... Ecco, che da noi umani sarebbe segregata, hai perso un braccio ma sei molto intelligente, no?»
«Mhm, che ragazzina curiosa.» Le rispose brevemente egli, dando un largo tiro alla sigaretta, soffiando fuori molto fumo, nella direzione opposta all'umana, che stava lentamente bevendo il caldo brodo mentre ascoltava, effettivamente curiosa. «Beh, ascolta bene, non mi ripeterò.» Lo scienziato sbattè la cenere al portacenere tenuto in aria dalla mano magica, per poi dare un'altra boccata e cominciare a parlare. «Anni fa ero uno dei tanti collaboratori dello scienziato reale, la dottoressa Alphys, che lavorava su un metodo per resuscitare i mostri morti tramite un... Un qualcosa chiamato "determinazione", abbreviato dt. Io ero molto fiducioso, ma i suoi composti facevano tutti cilecca in qualche modo. Lei era molto determinata, la mia invece vacillava. In quegli anni... Un umano giunto nel sottosuolo.
Uccise.
Mia figlia.»
Il mostro aveva fatto due pause molto inquietanti, Pleya ebbe il presentimento che sarebbe scoppiato a piangere, ma non fu così, difatti egli si limitò a fumare ancora la sigaretta, quasi finita ormai.
«... Mia figlia, il mio unico motivo di vita. Metà del mio tempo passava chiuso in laboratorio, e l'altra metà con lei, che aveva perso la madre in tenera età. Non avevo altre relazioni, se non quelle flebili con i miei colleghi... Ah, non credo più nella vita.» Si interruppe, per schiacciare la sigaretta sul portacenere, con tutta calma. Girò lo sguardo verso l'umana e sorrise a metà, appena visibilmente. «Ma tu sei simile a lei, sai? Era piuttosto allegra... Voi umani siete come noi mostri, non siete tutti uguali, vero?»
«Oh, immagino di sì...» La biondina aveva pressochè terminato la zuppa, dunque spostò il piatto a lato sul tavolo e sbirciò il foglio lì presente. Il suo puzzle... Giusto, doveva ancora finirlo.
«Riguardo quello, credo tu debba collegare la S di "word search" nel titolo con "keleton" sotto, in verticale... C'è scritto "keleten", ma dovrebbe essere la soluzione, credo.» Il lupo antropomorfo le sorrise per poi alzarsi in piedi, per dirigersi verso uno dei tavoli stracolmi di roba strana. Nè tirò fuori un affarino e si avvicinò all'umana, per poi posarlo sul tavolo e allontanarsi, per tornare alla propria sedia. «Prendito, te lo regalo.»
«Wow, è un i...» No, il cellulare che le aveva lasciato non era un iPhone, scoprì Pleya girandolo, insensatamente delusa. «... Un iMettaton? Sembra una marca di... Boh, qualcosa. Grazie, mi sarà di certo utile!» Dopo le prime indecisioni, si ricordò di ringraziare educamente, sorridendo, per poi provare quell'oggetto nero. Al tatto era solido e piacevole, niente male davvero. E il software era veloce. Anche se... Chi era la modella robotica messa come sfondo?
«Mettaton è la star dell'Underground, sponsorizzata dalla regina e dallo scienziato reale, che la utilizzano come icona. C'è già il mio numero, comunque, se hai bisogno di qualcosa chiamami.» Sadd si sistemò gli occhiali appannati, per poi girarsi.
«Ora... Vado, immagino.» Pleya mise via cellulare e puzzle e si alzò, pronunciò quelle parole, salvò (che dolce tristezza sarebbe stata dover ri-sentire sempre quella storia?) per poi incamminarsi verso l'ingresso, che era anche l'uscita.

[[ Il disordine del laboratorio ti ricorda quello della tua stanza, riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

«Sì, ci si vede.» 
L'umana si fermò e sorrise, per poi girarsi verso il suo prossimo obiettivo: uscire dal labirinto dal lato giusto! «Sì! Ciao ciao!» Corse fuori, finendo con lo sbattere contro la parete viola del primo muro. «Ahii... Uff» L'umana si accarezzò il naso per poi procedere camminando, in tranquillità. «Mi mancherà, sai? E' una brava persona.»
«Pleya, è un mostro... 
Anche se non sono tutti propriamente mostri.» 

«Come hai detto? Ho sentito bene?» Le chiese la biondina mentre camminava, Chara aveva solamente sussurrato nella sua testa la sua ultima frase, ma l'aveva sentita.
«Eh? No, non... Guarda avanti che è meglio.»
«Mhpf, ormai questo labirinto mi appartiene!» Ribattè con orgoglio la bionda, che però per trovare l'altra uscita fece una decina di giri, tra il tornare all'ingresso, il giungere di nuovo presso il laboratorio del professor Sadd e il perdersi tra vicoli ciechi.

«Perchè non ci fermiamo un attimo?»
Superato il labirinto c'era un corridoio che andava avanti verso un'altra sala, dove avrebbero trovato la prossima sfida per uscire da lì. La biondina si fermò a metà strada e sorrise. «Strano, di solito sei tu che vuoi che ci sbrighiamo, perchè ora...?-» La frase della biondina fu interrotta dalla sorpresa che provò questa nel vedersi formare davanti da una lieve nebbia una figura umana, una bambina dai capelli corti castani indossante un maglioncino a righe verdi e gialle, pantaloncini marroni e stivali dello stesso colore. Sul suo visetto dalle guance rosee un sorriso insicuro, mentre la guardava con gli occhi rossi, coperti appena dai capelli.
«Sono io, Chara... Sono riuscita a materializzarmi solo ora.»

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Capitolo 9
*** ~ Chapter I-9: Ruins-keeper ~ ***


~ Capitolo I-9 ~ Ruins-keeper ~


«Woow, che bambina carina!» Fu la prima reazione di Pleya, che tentò di abbracciarla, senza successo dato che ci passò attraverso. «Eh?-» La ragazzina ci riprovò più e più volte, determinata, ma dovette rinunciare dato che non riusciva nemmeno a prenderle la mano.
«Eheh, non sono materiale non puoi toccarmi.» La bambina rise e si allontanò appena con un passetto indietro, solo ora la biondina notò che i suoi piedi non toccavano terra. «Una specie di fantasma, capisci?»
«Sì, ho capito, però sei una normale umana vedo! Mi aspettavo chissà cosa, dato che sai un po' di cose di questo posto.» Pleya le camminò attorno nonostante lo spazio ristretto del corridoio, seguita dagli occhi cremisi della bambina.
«Sono qui da un bel po'...» La castana sorrise dolcemente, per poi girarsi, rivolgendo le spalle all'altra. «Volevo solo dirti che da ora in avanti ho intenzione di supportarti come meglio posso, sono viva grazie a te, dopotutto.»
«Non lo stavi già facendo?... Oh.-» La bionda rise, per poi annuire. «Va bene, sarà fantastico! Andiamo avanti!» Dopo questo breve dialogo, ripresero a camminare nel lungo corridoio oltre il labirinto. Una decina di minuti tra le torce innestate alle mura, e ancora la biondina procedeva, di buon passo. Quando sarebbe finito quel passaggio? 
«Manca poco, è una prova anche questa, per quanto basilare... Un test di indipendenza.»
«Secondo me testa la pazienza, ha l'obiettivo di far correre l'umano, così che si stanchi e arrivato infondo collassi e sia catturato facilmente dai mostri.» Rispose Pleya, suscitando la risata di Chara.
«Non sarebbe un cattivo piano, sai?... Ecco l'uscita! E c'è anche un punto di salvataggio.»

[[ La tua avventura nelle Rovine sta volgendo al termine, ciò ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]

Dopo che la biondina ebbe salvato, sbucarono entrambe in una sala buia e spoglia, tutto era immobile, non c'era niente da notare, le pareti rocciose erano quasi naturali, c'era un portone dall'altro lato e... Un'ombra in avvicinamento. «Ah... Ah... Ah...» L'essere in ombra emanò una risata spezzettata, avvicinandosi di un altro passo. «Human.» La sagoma era bassa, Pleya non riusciva a distinguervi alcun dettaglio, per qualche motivo era completamente in ombra, a dispetto della luce emanata alle spalle dell'umana, dalle torce del corridoio precedente.
«Sans?» Chiese Chara, seppur solamente la sua compagna fosse in grado di vederla.
Pleya ripetè lo stesso nome, con un accento interrogativo, rivolta però alla castana. La figura in ombra sogghignò. «Eheh, conosci quel nome, quindi sei una viaggiatrice temporale... Human.» L'ombra attorno all'essere si dilagò, lasciando al contrario una figura che sembrava brillare di suo: inizialmente la figura scheletrica spaventò Pleya, che impiegò qualche secondo per ricordarsi dove si trovava. Come descrivere uno scheletro? La sua figura era piccola, poco più bassa di lei, ingrossata da una felpa azzurra aperta col cappuccio, indossava una gonna nera corta e delle pantofole, e nelle sue orbite non c'era alcuna lucina da identificare come occhi. Le labbra erano inclinate in un'espressione sorridente, un sorriso appuntito e un po' cattivo. Chara invece stava avendo un punto di vista completamente diverso. Lei vedeva dinnanzi a sè Sans, lo stesso scheletro che aveva già incontrato più e più volte lo scorso risveglio, solo che aveva... Beh, sembrava una femmina visto che aveva la gonna. O forse non era lui?
Era passato un po' di tempo nel più assoluto silenzio. «Sono la guardiana delle Rovine. Dietro la porta alle mie spalle si trova l'uscita per le rovine. Ma tu sei umana. Farai del male e ucciderai per il puro gusto di farlo. Ehehe...» Lo scheletro parlò con il suo tono vagamente femminile e freddo, mantenendo quel sorriso, reso inquietante dalle orbite vuote forse.
«Ma no, io...» Pleya tentò rapidamente di rispondere all'accusa, ma fu sormontata dalla voce improvvisamente alta della custode delle rovine.
«TACI! Ora. Verrai giudicata. Verrai giudicata per ogni tua azione.» Lo scheletro fece una pausa, nella sua orbita sinistra comparve un grosso occhio giallo luminoso, che osservava l'umana. «Non hai fatto nulla... Ma sei già stata qui. Hai già resettato, vero? Hai ucciso tutti e ti sei fermata qui non riuscendo a battermi, non sei mai uscita, quindi hai deciso di resettare, e io non posso ricordarmelo. Per questo...» Il sorriso sul volto del mostro si era allargato, mentre Pleya, confusa, chiedeva mentalmente spiegazioni a Chara, ma non ce ne fu tempo: la guardiana alzò una mano puntandola verso la biondina, che si trovò improvvisamente sbattuta indietro, fino a sbattere violentemente al muro.
Ed era solo l'inizio. Lo scheletro cominciò a muovere la mano ad una velocità impressionante verso tutte le direzioni, casualmente, e il corpo abbandonato di Pleya era costretto a seguire ogni direzione, finendo ogni volta a sbattere contro una parete rocciosa, ad una velocità impressionante.

Quando fu tutto finito, Pleya cadde a terra, sangue e lacrime le si mischiavano sotto gli occhi, il suo corpo era ridotto a uno straccio sanguinante e in stato di semi coscienza.

[[ -19,999999999999999999999999 9 9 9 9 9 9 Hp. ]]

«Pleya! Ascoltami, io non posso farci nulla, ma tu sì!» Lo spirito di Chara la raggiunse dopo un primo sbigottimento, tentando di aiutarla invano, dato che non poteva toccarla. «Chiudi gli occhi e concentrati! Presto vedrai due tasti "Continua" e "Reset"! Premi il primo, fidati di me!»
Lo scheletro si avvicinava lentamente al corpo dell'umana, ma si fermò prima del tempo. Aveva visto qualcosa che la impanicò. «Non sei da sola? No, aspetta, mezza anima? Cosa significa?» Mentre rifletteva, la biondina a terra stava cercando di non morire e di concentrarsi, isolando il dolore che sentiva per tutto il corpo. «Non importa, alla tua prossima morte, human.» Dietro la piccola figura della guardiana comparve in volo un grosso cranio di una sorta di dinosauro, che aprì la bocca e cominciò a caricarsi con una potente energia bianca, per poi spararla sotto forma di raggio, che investi il corpo di Pleya e lo polverizzò...

«Ci è mancato poco, fiù... Mi faceva tutto così male!» La ragazzina ricomparve appena fuori dalla Sala del Giudizio, tutta intera. Sospirò allegramente per poi tornare indietro, pensierosa sul da farsi. Di certo non avrebbe subito ritentato quella sfida, era stata completamente inerme contro la guardiana.
«Sai, è identica a un altro scheletro... Ed è anche forte quanto lo era lui.»
«Identica? Uhm, sua sorella forse?» Chiese Pleya, mentre camminava nuovamente lungo il lunghissimo corridoio, calciando ogni tanto i sassolini ai lati del passaggio.
«No, lui aveva solamente un fratello minore.»
«Allora potrebbe essere una specie di clone, come nei film di fantascienza!» La biondina rise in seguito a quell'affermazione, ma Chara parve incupirsi.
«Uhm... E' perfino possibile, vista la tecnologia che hanno sviluppato qua sotto...»
«Tecnologia?... Ho un'idea!» L'umana si fermò e tirò fuori il cellulare, per poi sbloccarlo e cominciare a cercare il numero del professor Sadd. «Gli chiederò se può aiutarci a contrastare quell'attacco che mi sbatteva a destra e a sinistra! Così sarò in grado di parlarle, almeno.»

«Pronto?» Rispose la voce bassa dello scienziato, dall'altra parte della cornetta.
«Professore! Sono io Pleya, ho bisogno di un aiutino!» La giovane rispose in modo forse un po' troppo vivace, visto che le era mancato un po' stare con lui.
«Dimmi, di cosa si tratta?»
«C'è un mostro che mi sballottolava qui e lì solamente muovamente le mani, e non saprei come contrastarlo, puoi aiutarmi?» L'aveva spiegato in modo da far schifo, e l'interlocutore infatti potè capire poco, se non nulla.
«Puoi spiegarti meglio, non ho capito nulla...» Rispose egli, sforzandosi di comprendere, dato che avrebbe voluto davvero aiutarla. «Per fortuna stai bene, comunque.»
«Ahaha, sì...» Che risata falsa fece, ma non se ne preoccupò e continuò a parlare. «Era un attacco che mi muoveva, un attacco...»
«Gravitazionale?» Suggerì Chara, sedendosi sull'aria in attesa di proseguire.
«... Gravitazionale, ecco!» Pleya terminò la propria frase, sorridendo all'amica e ringraziandola mentalmente. 
«Vedrò cosa posso fare, raggiungimi appena puoi, va bene? Stammi bene.» Sadd la salutò, per poi chiudere dopo aver udito la risposta della ragazza, un semplice «Ciao, ti ringrazio!».

Le due si rimisero in marcia, verso il labirinto, poi verso il laboratorio dello scienziato. «Non credo basterà per sconfiggere la Guardiana, sai?...»

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Capitolo 10
*** ~ Chapter I-10: Two ~ ***


~ Capitolo I-10 ~ Two ~


Rifattasi con Chara tutta la strada, Pleya riuscì a trovare dopo qualche tentativo la direzione giusta per raggiungere il laboratorio del mostro canino. Una volta entrate, il professore accolse la biondina con un sorriso e le offrì dei biscotti, che ella accettò e consumò allo stesso tavolino dove aveva risolto il puzzle, mentre lui invece si fumava una sigaretta in piedi. «Ho creato ciò che mi avevi chiesto, mi manca solo un componente, che vorrei mi andassi a prendere al bazar qui vicino.»
«Bazar?... Gnon ho notato nulla del genere.» Rispose la ragazzina seduta sulla sedia, mentre masticava un biscotto che la fece parlare leggermente male.
«Prima del labirinto ci sono due vie, hai presente?» Sadd tirò una profonda boccata, per poi soffiare il fumo verso l'alto. «Dall'altra parte si trova la piazza principale del Regno delle Rovine, un regno costituito separatamente dal resto dell'Underworld. Lì potrai comprare ciò che ti chiedo. Non hai dei soldi, vero?»
«Credo di aver capito... No, non ne ho.» La biondina scosse la testa, sospirando.
«Mh, lo immaginavo.» Al contrario lo scienziato sorrise e andò a spegnere la sigaretta, per poi scomparire per un'attimo dalla sua vista, salendo le scale.
«Hai sentito? Prima parlava del regno del toro che abbiamo incontrato la scorsa volta.»
«Già, è vero, l'ho pensato anche io. Beh, meglio così, avremo occasione di esplorare anche quel lato delle rovine almeno! Sarà figo!» Forse la biondina alzò troppo la voce, ma Sadd fu di ritorno dopo qualche minuto. Le posò davanti un borsellino, contenente un bel po' di monete.
«Ecco a te, ci ho messo più del necessario in caso tu voglia qualcosa.» Pleya ringraziò arrossendo appena, per poi scendere dalla sedia e incamminarsi per l'uscita. «Stai attenta!»

[[ Hai ottenuto 50G ]]

«Mi sembra sempre di stare da mio padre, è bellissimo...» Commentò la biondina, mentre procedeva per il labirinto, nel tentativo di azzeccare dal primo colpo il percorso giusto.
«L'ho notato, è una cosa carina.»
«Già... Tu ti ricordi cosa dobbiamo comprare?» Per fortuna, Chara rispose di sì. In questo modo avrebbero potuto sfidare ad armi pari quello scheletro, anche se la castana aveva molti dubbi su come avrebbe potuto Pleya vincere, e stava cercando di inventarsi qualcosa per aiutarla, ma se quell'essere fosse stato forte quanto Sans la vedeva molto molto dura.

La piazza di cui parlava il professor Sadd era un luogo enorme, la stanza più grande che avessero visto le umane finora, e aveva anche il soffitto aperto in più punti, per far filtrare la luce. Il luogo era circolare e c'era davvero un ampio traffico di mostri, alcuni ancora sconosciuti. Sembrava essere diviso per negozi, oppure per gruppi di amici, proprio come per gli umani. Per prima cosa, decisero di andare a chiedere del componente che serviva loro: Pleya chiese al primo mostro che le capitò a tiro, un gatto bianco con due code, più grosso di lei, che le indicò uno dei pochi negozi nella piazza che possedeva un edificio chiuso, mentre i più erano strutturati come bancarelle. L'insegna diceva "MTT-Store". Pleya entrò, facendo suonare il campanellino.
«Buongiorno Cliente!» «Ehy, è un'umana! All'umanaaa!» «Fai silenzio, accettiamo anche gli umani se hanno da pagare! Cosa desideri piccola?» Al banco c'era un essere umanoide con due teste che avevano appena... Parlato tra loro. Wow, non avrebbe mai smesso di stupirsi, lì dentro.
«Uhm...» La biondina entrò guardandosi attorno, era come un normale negozio di elettronica, ossia zeppo di roba figa che non avrebbe mai saputo utilizzare. «Buongiorno a... Voi? Io mi chiamo Pleya, sto cercando un...» Si fece suggerire il nome dalla fantasma, che si era bellamente seduta sul bancone dato che nessuno poteva vederla nè toccarla. Fortunatamente il commesso (o i commessi?) avevano quel pezzo, e glielo portarono. 
Dopo aver pagato uscì, allegra, salutata dai commessi. «Torna a trovarci, Pleya!» «All'umanaaa! Torna presto!»
Aveva ancora 20G da spendere, quindi poteva farsi un giretto... Di certo non aveva fretta di tornare a combattere. Camminando incrociò di nuovo Froggit con un gruppo di rane e le salutò, sorridendo e gracidando ogni tanto tra le sue parole.
«Oh, approposito di questo,» Le disse Chara, volteggiando accanto a lei. «Sai che puoi comprendere i mostri che parlano a versi, tipo Froggit? Devi concentrarti e cercare di guardarti attorno con la tua anima. Potrai vedere anche le anime altrui.»
«Non sembra una cosa così scontata...» Rispose l'interlocutrice, ma ci provò comunque. Chiudere gli occhi, concentrarsi, isolarsi dai rumori e dalle sensazioni esterne, e... «Ehy, sembra funzionare.» Ora la biondina non sentiva più versacci, sentiva parole che con quei toni sembravano strani, ma a cosa si riferiva Chara riguardo le anime altrui?
«Oh, nulla, è una cosa che funziona solo in combattimento... La vedrai presto, ahah.»
«Sperando di durare abbastanza, eh...»
«Ehy, umana!» Pleya fu attratta da una vocina che la chiamava, che apparteneva a un ragnetto appena lontano da lei. Cercando di non sembrare troppo schifata, si avvicinò a lui. Ce n'erano altri due, e stavano vendendo delle ciambelle disposte su due tele diverse. «Vieni a comprare cibo fatto dai ragni, per i ragni, di ragni!» 
Di ragni? No, che schifo... Ma non essendo scortese, la biondina prese una delle ciambelle ragno e lasciò nella tela 7G, per poi provarla. «Ehy, è davvero buona! Dammene un'altra!»
«Volentieri umana! Prendine quante ne vuoi!»
«Purtroppo non ho abbastanza soldi, una basta. Ah, e mi chiamo Pleya, non umana.» La giovane prese un'altra ciambella e la pagò, rimanendo con soli 6G. Forse aveva speso troppo?
«Va bene, ci si vede presto! Torna a farci visita!» La salutò allegramente il ragno, seguito dagli altri suoi colleghi lì con lui.

«E' un bel posto, vero?»
«Già, sembrano tutti piuttosto felici qui sotto.»
«Ma allora perchè quegli altri sono così feroci?... Mh, non capisco.» Pleya scosse la testa, guardando Chara, ma stava attenta anche a non sbattere contro le mura del labirinto. Presto giunsero al laboratorio, dove il professore montò velocemente uno strano aggeggio cubico, piuttosto piccolo in realtà.
«Ti basterà tenerlo in tasca.» Le spiegò, mentre si accendeva l'ennesima sigaretta. «Questo Gravi-3 riconosce le distorsioni gravitazionali attorno a te e ne crea di perfettamente opposte, in modo da equilibrare e rendere l'effetto risultante nullo. Tieni presente che funziona solo se le distorsioni gravitazionali sono abbastanza forti, quindi stai attenta, va bene? Non è nè sarà mai uno scudo perfetto.» Pleya annuì, afferrando il cubo nero e mettendoselo nella tasca della gonna. Lì sarebbe andato bene. «Stai attenta, mi raccomando... Cerca di scappare se le cose si mettono male, va bene?»
La biondina annuì fiduciosa, per poi uscire. «Ti chiamerò quando sarà tutto finito!»
.
.
... [[ La tua avventura nelle Rovine sta volgendo al termine, ciò ti riempe di DETERMINAZIONE. ]]

«Rieccoci, eh?» Davanti agli occhi chiari della bionda c'era l'ingresso per la Judgement Hall delle Rovine. L'ultima tappa per uscire da lì.
«Pleya, cerca di rilassarti, va bene? Prenderò il controllo del tuo corpo e lo utilizzerò per cercare di passare il portone.»
«Farò del mio meglio, Chara... Mi fido di te.» La biondina le sorrise per incoraggiarla, non sapeva che la bambina nonostante le apparenze era molto più forte di lei, ma lo avrebbe presto visto. Le due attraversarono la soglia, entrando nella stanza buia e lasciandosi alle spalle il corridoio con le torce.
«Ah... Ah... Ah... Human.» La voce dello scheletro le accolse dopo qualche attimo di silenzio, mentre la figura in ombra avanzava di un passo. Wow, Pleya aveva dinnanzi a sè la prova vivente che lei poteva davvero viaggiare nel tempo..! Passò un po' di tempo, la ragazzina dinnanzi alla guardiana rimase in silenzio. Stava cercando di rilassarsi, di non pensare a nulla, di lasciarsi andare... L'ombra che avvolgeva il mostro intanto era sparita, mentre ella continuava a parlare. «Sono la guardiana delle Rovine. Dietro la porta alle mie spalle si trova l'uscita per le rovine. Ma tu sei umana. Farai del male e ucciderai per il puro gusto di farlo. Ehehe... Ora. Verrai giudicata. Verrai giudicata per ogni tua azione.» Lo scheletro fece un'altra pausa di pesanti secondi, nella sua orbita sinistra comparve un grosso occhio giallo luminoso, che osservava l'umana. «Non hai fatto nulla... Ma sei già stata qui. Hai già resettato, vero? Hai ucciso tutti e ti sei fermata qui non riuscendo a battermi, non sei mai uscita, quindi hai deciso di resettare, e io non posso ricordarmelo. Per questo...» Il sorrisetto maligno sul cranio della scheletrina si contorse in una smorfia. «Aspetta, cosa sta succedendo?... Due anime?»

[[ Le due parti dell'Anima di Chara si sono riunite;
Chara ti possiede ]]


La figura dell'umana dinnanzi alla custode cambiò: le sue guance arrossarono, gli occhi chiusi si aprirono, risultando ora rossi, la sua espressione si piegò in un sorrisetto, le punte dei capelli assunsero un colorito più castano. «Ehy, scheletro, dimmi, non sei Sans, vero?»
«Tu... Dannata human.» La scheletrina stava cominciando a sudare freddo, soprattutto dopo che alzando la mano verso Chara non era riuscita a smuoverla di un millimetro. «Tu...» Improvvisamente il mostro spalancò le orbite, ri-controllando il LOVE dell'umana ora. Da un purissimo 1 era schizzato all'infame 20. Indietreggiò, mentre spawnava un buon numero di ossa che volarono verso l'umana, per distruggerla. «TU SEI FINITA!»
«No.» Fu la secca risposta di Chara, mentre questa si muoveva lateralmente per schivare. Il nuovo corpo era più grande del suo, ma era ugualmente agile. E poi... Sfoderò il machete e lo utilizzò per tagliuzzare cinque sei ossa in una volta sola. Era simile al suo pugnale, quell'arma. Rimase ad osservare l'avversaria, per poi cominciare ad avvicinarsi. «Non voglio farti nulla, sei tu ad attaccarmi.» "Pleya, guardala bene. Concentrati e guardala."
L'anima di Pleya, che non riusciva nemmeno a materializzarsi come fantasma, si concentrò e guardò. Beh? In più vedeva dinnanzi alla scheletrina un cuoricino giallo, cosa voleva dire?
"Possiede un'anima umana, ecco cosa significa." Fu la risposta mentale di Chara, mentre evitava altre ossa si arrivo. Una le penetrò la spalla, ma la castana non ci fece troppo caso, con tutti gli Hp che possedeva. Cominciò a correrle intorno, ma all'improvviso davanti a lei scese dall'alto un Gaster Blaster. L'umana ci saltò sopra, ignorandolo del tutto, per poi alzare il machete, in volo. Lo caricò con l'energia della propria anima, facendovi splendere la lama di una luce rossa, per poi abbassarlo e attaccare con un potente fendente il Gaster Blaster che le stava appena andando in contro. Sì, Chara riusciva a prevedere le mosse di quella scheletrina. Non era che una mera copia di Sans, Chara poteva ricordare le sue battaglie con lui con una masochistica nostalgia. Il teschio-arma colpito si divise a metà ed esplose, lasciando cadere l'umana a terra. Ce n'erano altri due alla sua destra. Come previsto, i due spararono due potenti cannoni energetici. La barriera verde eretta giusto in tempo da Chara bastò appena, infatti crollò subito dopo l'attacco. L'umana si girò verso la scheletrina che era indietreggiata ancora, sorridendo beffardamente. «Allora?»
La sua avversaria sorrideva ancora malignamente, anche se stava palesemente sudando, nonostante non fosse dotata di pelle. Come faceva a sudare..? «Capisco... Vediamo come te la cavi con questo.» Il corpo dell'umana fu improvvisamente tirato verso l'alto, ella se ne accorse e spostò appena la traiettoria per evitare le ossa che sbucarono dal terreno, ma fu colpita da molte altre ossa provenienti alle sue spalle. Era stato un doppio attacco molto veloce..! E il karmic retribution aveva ferito la ragazzina più gravemente del previsto, infatti ella si ritrovò a cadere a terra inerme. «SEI FINITA, CHE SIA FATTA GIUSTIZIA!» Gridò la scheletrina, davanti al corpo sanguinante a terra scese un Gaster Blaster, che spalancò la bocca e sparò fuori un attacco energetico.
.
.
«... L-l'hai detto tu stessa, no? Siamo in d-due...» Pleya si tirò su, ritrovando il proprio aspetto originale. Guardando Chara, aveva compreso una cosa ed era riuscita ad erigere una barriera per difendere la sua amica. Si rialzò e forzò un sorriso, ansimando, per poi tossire sangue.
«Mh, di nuovo LV 1...» Commentò la scheletrina.

[[ L'Anima di Chara è stata nuovamente divisa ]]

L'occhio sinistro di Pleya, di nuovo azzurro, diventò rosso e fu circondato da una fiamma spirituale di colore rosso scuro. La scheletrina parve rassicurarsi un po', la sua avversaria era allo stremo, anche se la aveva affaticata non poco... E senza attaccarla direttamente. La biondina le sorrise. «Perchè non smettiamo di combattere? Non... Non ce la faccio più...»

[[ Hai utilizzato Forced Mercy;
.


«... NON PENSERAI DI ESSERE IN VANTAGGIO SOLO PERCHE' L'ALTRA ANIMA AVREBBE POTUTO ELIMINARMI, VERO?»

.
Ma hai fallito, Runes-keeper è troppo orgogliosa. . . E determinata ]]


«Ehehe... Pronta alla fine? Anche se tornerai ancora...» Lo scheletro chiuse le orbite, per poi spalancarle nuovamente. La luce irradiata dal grosso occhio giallo che ormai riempiva completamente l'orbita sinistra era aumentata, illuminando ora tutta la stanza. «Non ti permetterò di fare del male ai miei amici!» Ci fu una sorta di scossone che fece quasi cadere l'umana un po' malmessa, poi qualcosa di mastodontico si alzò a destra della scheletrina. Un braccio scheletrico di dimensioni decisamente enormi, che si muoveva come il braccio destro della guardiana. Ella alzò il proprio braccio, lo rivolse verso Pleya e lo abbassò. Quindi... Via! Allo stesso modo infatti la nuova arma si alzò in volo e ruotò nella direzione della biondina, per poi calare con forza su di essa... La ragazzina si salvò per un soffio, buttandosi lateralmente a terra, per poi venire ricoperta dalla polvere sollevata dal grosso arto ossuto a terra, tossendo.
Pleya si rialzò, tremando, per poi afferrare il machete con entrambe le mani e puntarlo verso l'avversaria, che seppure a distanza la vedeva benissimo, sanguinante e tremante. La biondina forzò un sorriso, stringendo il manico della sua arma. «Noi due non ci arrenderemo, sai? Prima o poi dovrai farci passare!» Chara era accanto a lei e osservava la scheletrina, tentando di memorizzare i suoi pattern mentre si riprendeva. Il braccio gigante si rialzò nuovamente in aria, mentre alcuni Gaster Blasters comparivano alle spalle della guardiana, che sembrava meno che mai decisa ad arrendersi... La battaglia stava riprendendo.


 
Angolo dell'autrice:

Lo so, non dovrei tagliare i capitoli in questo modo, a metà del bello, ma invece lo faccio perchè non siano troppo lunghi.- E nulla, le rovine non sono ancora finite pare, stay determinated.~ 

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Capitolo 11
*** ~ Chapter I-11: Responsibilities and choices ~ ***


Angolino dell'autrice:
Ehy pals!~ Prima di lasciarvi procedere, ho notato dal contatore di visite che non poche persone hanno saltato la parte 9 e sono passate direttamente alla 10, probabilmente senza accorgersene dato che sono stati pubblicate di fila, vi invito a recuperarla, anche perchè qualcosa non andrebbe nella storia saltando un'intera parte. ^3^
EDIT: Il sito non viualizza il carattere wingdings utilizzato per le parole pronunciate da W.D. Gaster(Ho spoilerato la sua presenza, ooops), nonostante l'HTML sia stato trascritto correttamente, quindi saranno sempre riportate con quel font lì che il sito legge, inoltre saranno in maiuscolo come nel gioco originale il testo dello stesso è sempre in wingdings maiuscolo, come per Papyrus il font Papyrus è sempre scritto maiuscolo.  
RE-EDIT: Non è vero, l'ha visualizzato in ritardo... Piuttosto, per tradurle basta semplicemente cercare un wingding translator su google.
E nulla, enjoy.~



~ Capitolo I-11 ~ Responsibilities and choices ~


Schiva. Schiva, schiva! Il braccio osseo di dimensioni esagerate si abbattè appena accanto a lei, i due attacchi delle armi a forma di cranio di dinosauro furono evitati dall'umana per poco, subito dopo. Ora delle ossa procedevano verso di lei, di due colori diversi.
«Attenta! Gli ossi arancioni non ti fanno niente se ci passi attraverso, quelli blu invece non ti feriscono se stai immobile!»
«Eh?» Fu la reazione di Pleya, ma fortunatamente era abbastanza sincronizzata con la bambina e comprendeva al volo i suoi insegnamenti: passò attraverso un paio di ossa dello stesso colore di un'arancia, poi sbattè il muso contro un osso blu, a causa della foga che ci stava mettendo nel fuggire si era confusa, ma si fermò subito dopo, lasciando passare attraverso di sè qualche altro osso azzurro. Dietro di lei, due Gaster Blasters la attaccarono coi loro attacchi a base di luce bianca.
«Uff... Ma quando muori?» Sospirò la guardiana, mentre sentiva le orbite farsi pesanti. Perchè le veniva da addormentarsi dopo un impegno faticoso e prolungato? Non poteva mica farla finita ora dopo le sue parole... La scheletrina si tirò su, stringendosi alla grossa felpa, per poi guardare cosa stava facendo l'umana. I due Gaster Blasters avevano attaccato, ma la sua anima dal colore anomalamente scuro era ancora lì, dietro la luce bianca, che quanto si dissolse lasciò vedere una barriera magica verde frantumata. Gli occhi dagli strani colori di essa incontrarono i suoi, poi la biondina cominciò a correrle in contro, col machete in mano. Finalmente la attaccava direttamente e mostrava la sua natura umana? Lo scheletro chiuse l'orbita destra e si preparò ad attacare di nuovo. Il corpo di Pleya fu bloccato a causa della telecinesi, per pochi secondi, durante la quale molteplici ossa cominciarono a volteggiare attorno a lei e formarono presto un altissimo e letale tornado, che avvolsero l'umana. Purtroppo durò meno di quanto la custode si aspettasse: la biondina creò un varco caricando l'energia della propria anima sulla lama del machete e colpendo il tornado, per poi sbucare fuori e scattare verso di lei, ansimante. Perchè si sforzava tanto? Dopotutto le sarebbe bastato un reset per tornare e riprovare...! Quell'ultimo pensiero fece imbestialire lo scheletro, che pestò il piede per terra e mosse il braccio destro come per dare un colpo orizzontale, verso l'avversaria. Pleya non riuscì a schivarlo, la direzione orizzontale aveva reso l'attacco molto difficile da evitare, e fu scagliata dritta contro un muro, contro cui sbattè, cadendo poi a terra, sanguinante e già malmessa. Quasi immobile, ma non era ancora morta. Gli umani erano duri a morire...
.
.
Però ora la biondina era immobile a terra, forse poteva concedersi un riposino... Massì, qualche minuto... Inesorabile, anche l'orbita sinistra della scheletrina si chiuse. Finì per addormentarsi in piedi, con una naturalezza che simboleggiava la sua riluttanza, lo sforzarsi per non farlo. Chara potè ri-vedere semplicemente Sans, prima della sua morte. La guardiana si addormentò e sognò.

«Sembra tutto perfetto, signor Gaster.» Un alto mostro giallo dalle sembianze di una lucertola-dinosauro, indossante un lungo camicie bianco da scienziato aveva appena pronunciato quelle parole, toccandosi gli occhiali che ne nascondevano lo sguardo.
Il suo interlocutore era uno scheletro dall'altezza esagerata, dotato di un cranio strano, rotto, l'occhio destro era semichiuso e spaccato verso l'alto, mentre il sinistro al contrario era rotto verso il basso, indossava un'elegante giacca nera e parlava utilizzando le mani grigiastre, dotate entrambe di un bel buco nel mezzo, e altre mani volanti identiche alle sue. «MOLTO BENE. ORA POSSO AVERE CIÓ CHE HO RICHIESTO?»
La scheletrina provò a muoversi. Non poteva, era dentro una sorta di gabbia, formata da vetro magico. Allora si guardò attorno. Accanto a lei c'era un'altra gabbia di vetro, contenente uno scheletro identico a lei, che come lei si muoveva guardando a destra e a sinistra confuso... A destra la stessa cosa. Cosa stava succedendo? Chi era? Cos'era successo prima di tutto ciò?
«Certo, subito... Grazie.»
«É STATO UN PIACERE FARE AFFARI, DOTTORESSA ALPHYS.» Rispose lo scheletro, communicando con il suo modo strano di dialogare con le mani...

.
.

La guardiana spalancò all'improvviso gli occhi, ricordandosi della situazione. Dove era... L'umana?! «Ehy, sono qui.» Si voltò verso la voce, di scatto, per poi notare che era ferma, la biondina si stava ripettinando e stava cercando di togliere il sangue che le imbrattava il lato sinistro del volto, sotto l'occhio, finendo col trasportarlo semplicemente dal viso alla mano. Il machete era a terra, con la lama infilzata al pavimento per stare in piedi. Pleya scosse più volte la mano ricoperta del liquido scarlatto, spargendolo per terra, per poi ri-afferrare la sua arma da terra. Il suo occhio sinistro era ancora circondato dalla fiammella rossa, che ardeva con molta più calma di prima.
«Perchè non mi hai attaccata?» Chiese la guardiana, incupendosi, mentre il grosso arto a terra cominciava a volteggiare, alzandosi al lato destro del mostro. «Avresti potuto uccidermi...» Sibilò sempre lei, abbassando lo sguardo, umiliata.
«Te l'ho già detto, non era e non è ancora mia intenzione farlo.» Rispose la ragazzina, con sicurezza, osservando lo scheletro con una certa serietà, sottolineata dal sangue ancora presente sul suo volto e dal suo aspetto malandato, a causa della lunga battaglia. L'avversaria chiuse le orbite, per poi riaprirle, la sinistra colma di luce gialla, mentre l'altra completamente vuota.
"Chara, ho bisogno di avvicinarmi. Ce la fai?" Aveva chiesto intanto Pleya, mentalmente, alla sua compagna.
«Sì, lascia fare a me.»

[[ Le due parti dell'Anima di Chara si sono riunite;
Chara ti possiede ]]


Il braccio scheletrico volteggiante si alzò in aria, mentre Chara assumeva il controllo del corpo della ragazzina, che mutò d'aspetto come già in precedenza: gli occhi divennero rossi, le guance arrossarono e le punte dei capelli si scurirono. La ruins-keeper sorrise di nuovo con cattiveria, mentre il braccio si alzava, completamente in verticale e ricadeva dall'altra parte, sull'umana. Alla scheletrina parve di riuscire a schiacciare il suo bersaglio, ma si accorse che tra la polvere l'umana stava correndo sul braccio gigante, puntando direttamente a lei.
Chara si vide arrivare in contro Gaster Blasters e ossa, ma non avrebbe fallito. Parò qualche ossicino, evitando poi uno dei cannoni energetici con un salto di lato dall'enorme braccio bianco, riprendendo a correre. Ancora attacchi. Le labbra della ragazzina si piegarono in un sorrisetto, adorava le sfide. Fece un passo a sinistra evitando altri attacchi telecinetici, per poi scattare di nuovo in avanti. Sbattè contro un paio di ossa ma ignorò il dolore e tirò in avanti, puntando dritta verso l'avversaria. Bastava un colpo e sarebbe...! Chara evitò gli ultimi Gasters Blaster e si fermò, puntando la punta del machete contro lo scheletro, che aveva ormai a un passo da sè. Il sorrisetto dell'umana incontrò quello della scheletrina, che si era come paralizzata di fronte a quello spettacolo.

[[ L'Anima di Chara è stata nuovamente divisa ]]

I capelli e il resto del corpo di Pleya mutarono di nuovo, anche se la ragazzina si manteneva fissa in quella minacciosa posizione. «Ascolta, non  voglio colpirti. Arrenditi e lasciami passare, voglio solo tornare a casa.»
«...» La guardiana osservava l'umana in silenzio, seguitando a sorridere, un sorriso che ormai stava risultando sempre di più una maschera. Le lacrime cominciarono a colare da entrambe le orbite vuote della creatura, create chissà in che modo. A poco a poco, mentre piangeva, il sorriso si ruppe in violenti singhiozzi. Aveva avuto paura di morire. Sconfitta, si lasciò cadere a terra, mentre la biondina in piedi sospirava di sollievo. Il suo occhio sinistro smise di emanare scintille rosse. «... Fiù. Che esperienza terribile...»

«... E i più pericolosi per noi sono quelli con il potere di creare punti salvataggio e resettare. Perchè? Perchè nell'immensità del tempo potrebbero cambiare per qualsiasi motivo, anche impazzendo, tornare indietro e prendersela con voi e con i vostri fratelli e amici. Non dovrete MAI risparmiarli, per il vostro bene!»

Perchè quella frase passò in mente alla scheletrina proprio ora? Guardando l'umana dal basso, notò accanto a lei l'anima rossa che l'aveva accompagnata nella battaglia. Le parve vederla materializzarsi sotto forma di sagoma umana, con gli occhi e il ghigno rosso... L'abilità di leggere il LOVE era crudele. 20. Quella cifra...

«Ci sono due valori essenziali che potete visualizzare di ciascuna anima. L'EXP e il LOVE. Sono due acronimi: il primo significa execution points, indica il dolore inferto agli altri; più EXP possiede un'anima, più aumenta il LOVE. LOVE invece significa level of violence, indica la capacità di far del male a qualcuno. Più aumenta più è facile ferire gli altri senza provare alcun rimorso. Più è alto il LOVE e più dovete essere consapevoli di avere contro avversari pericolosi...»

Senza contare i valori visti quel giorno stesso, aveva visto solamente un altro valore di LOVE... Un 2. Ma 20? Era dieci volte tanto! Come poteva quella creatura maligna risparmiarla?... Non poteva farlo.

[[ Pleya is sparing you;
...;
Fight ]]


L'umana, in piedi, che sembrava così sicura di se stessa, venne trafitta senza nemmeno accorgersene da ossa arancioni. Le pupille della biondina si dilatarono, girandosi verso di lei con aria... Delusa? Il sangue cominciò a sgorgarle dalla bocca, mentre lei si teneva alle ossa per non cadere. Stava piangendo? Perchè piangeva?! Quell'atteggiamento da debole faceva ribollire il sangue nelle vene della custode... O meglio, lo faceva metaforicamente dato che la scheletrina non aveva nè vene nè sangue. Perchè si atteggiava ad agnellina, da lupo che era?!  Decise di recidere la sua agonia con un unico colpo, facendo comparire anche ossa dal pavimento che distrussero definitivamente il colpo dell'umana, uccidendola.

[[ Game Over;
«Pleya... Non arrenderti! Usciremo di qui, rimani determinata.» ]]


La biondina comparì nuovamente dinnanzi alla porta della stanza buia, un po' abbattuta. «Uffa, perchè lo ha fatto? Non c'è davvero modo di smuoverla?» Si tirò indietro i capelli, notando compiaciuta che almeno si era pulita. E anche i suoi vestiti stavano decisamente meglio, così come il suo corpo.
«Non lo so, forse si è spaventata vedendomi combattere.»
«Può essere.» Replicò la biondina, per poi sedersi a terra, appoggiando la schiena al muro. «Immagino che dovremo stare un po' qui a pensare a qualcosa...»
«E se la uccidessimo? Sai, anche se la lasciassi ucciderebbe eventuali altri umani giunti qui dopo di te.»
«... Non ci avevo pensato, però non è una motivazione valida.» O forse lo era? Pleya abbassò lo sguardo, pensierosa. In effetti, se quella scheletrina era così determinata da uccidere lei che la stava risparmiando... Però avrebbe anche potuto non passare nessuno, quindi ucciderla sarebbe stata una scelta azzardata. «No, non credo di riuscire a ucciderla in nessun caso.»
«Per quanto sia forte rispetto a un mostro, puoi batterla, Pleya. Hai un grande vantaggio, oltre a me. Hai notato che oltre ad aver ripetuto esattamente le parole della scorsa volta ha anche utilizzato gli stessi attacchi fino ad un certo punto? Ecco, il tuo vantaggio è conoscere i suoi attacchi, ripetendo più volte la lotta ti abituerai ad essi e imparerai a schivarli. In poche parole... Finchè sei determinata nessuno qui può fermarti.»
La biondina sospirò, mentre il fantasma della bambina castana le fluttuava attorno. No, uccidere quella scheletrina era fuori discussione, piuttosto sarebbe stato meglio stordirla e andare avanti, fingendo di non essersi mai posta quella domanda... Stava fuggendo dalle sue responsabilità? Dopotutto era l'unica ad avere quei poteri, quindi sì, era una sua responsabilità. Se qualcuno fosse morto dopo di lei a causa della guardiana delle rovine... Aaah, che scelta difficile!
«Uhm... Forse non avrei dovuto dirlo, scusami.» Disse la fantasma, sinceramente pentita, non pensava Pleya fosse una tipa così... Come definirla. Paranoica? Sensibile?
«Non importa, Chara. Ci tocca andare avanti, non credo ci siano altre uscite.» La ragazzina si alzò in piedi velocemente, afferrando il machete e osservandone la lama, ancora salda. Bah, perchè le veniva messa davanti una scelta tanto difficile?

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Capitolo 12
*** ~ Chapter I-12: A miracle ~ ***


~ Capitolo I-12 ~ A miracle ~


La biondina entrò per l'ennesima volta nella stanza. Aveva deciso con Chara che lei non sarebbe più apparsa... Ma erano già passate almeno una decina di morti, se non di più. Che fosse a causa di qualche osso, di un attacco dei cannoni magici a forma di teschio di dinosauro, o del braccio gigante, per Pleya da sola erano attacchi molto difficili da schivare a causa della sua velocità. Ma ora aveva più o meno imparato il pattern iniziale, a furia di tentativi... Per non parlare dei dialoghi che cominciavano a diventare una vera e propria noia. «Ah... Ah... Ah...» Di nuovo la risata iniziale della scheletrina, seguita poi dalle solite parole: era la guardiana delle rovine, dietro di lei c'era l'uscita, ma gli umani erano tutti violenti, bla bla. Il solito volto, no, anzi, cranio, che cominciava a sudare dopo che la sua iniziale skill per sbatterla a destra e a manca era fallita, ed ecco che cominciava il vero combattimento. La biondina aveva notato che, in modalità completamente casuali ma sempre diverse, riusciva a ottenere nuovi dialoghi dalla sua avversaria, che potevano essere interessanti nonostante un'eventuale sconfitta. Schivo le ossa in arrivo muovendosi di lato, poi respinse la nuova raffica in arrivo agitando il machete, lasciò passare qualche attacco di colore blu. Creò una barriera per difendersi da due colpi dei grandi teschi, per poi cominciare ad avvicinarsi. Per ora era stato lo stesso pattern che lei aveva studiato, ma le era venuta in mente una cosa. Cosa sarebbe successo se avesse provato a colpirla o se l'avesse colpita? Qualche differenza l'avrebbe sicuramente sortito un'azione del genere, e un colpo non avrebbe di certo distrutto la scheletrina.
"Queste domande... Sono i primi passi per puntare ad una genocide. Non fare così, Pleya." Si disse Chara tra sè e sè, lì presente ma senza communicare con la biondina, dato che facendolo la guardiana avrebbe potuto scoprirla. Cosa sarebbe successo se la ragazzina avrebbe scelto quella via? Chara stessa sarebbe impazzita come era successo quando Frisk aveva compiuto la medesima cosa?
L'umana si destreggiò tra le ossa e i Gaster Blasters, riuscendo tra qualche colpo a raggiungere la sua avversaria. Tentò con un affondo, ma la custode schivò con un impeccabile movimento laterale. «Ti sei decisa a mostrare la tua vera natura?» Un improvviso osso penetrò Pleya nel fianco, ma la ragazzina non se ne preoccupò e proseguì: il suo occhio sinistro si accese di rosso scuro, mentre tentava un nuovo fendente laterale. Ancora una volta la scheletrina schivò, questa volta indietreggiando. «Oh, sei debole.» Notò compiaciuto lo scheletro, col suo sorrisetto malvagio. La biondina tentò di nuovo un attacco, ma una debole forza gravitazionale la tirò indietro, facendola finire contro varie ossa che la mandarono a terra. Si rialzò, tastandosi la ferita sanguinante sul fianco, per poi notare che la sua avversaria si era allontanata. «Ahi ahi...» Anche questa volta sarebbe finita male, tanto valeva cazzeggiare un po' e cercare di scoprire qualcos'altro attraverso le parole del mostro, che chiuse le orbite, per poi riaprirle con la sinistra completamente illuminata di giallo. Questo significava..! La biondina schivò velocemente il grosso braccio scheletrico in arrivo, correndo poi verso la scheletrina. Questa volta la avrebbe..! Pleya tentò di colpirla, ma ella evitò... No, anzi, fu l'umana a sentire qualcosa di tagliente che le tagliava lo stomaco, aprendo una lunga ferita sanguinante che la fece crollare. Ugh, anche questa volta... Chiuse gli occhi, attendendo di morire. «Voi umani non siete nulla di speciale, infondo.» Commentò la scheletrina, incamminandosi verso di lei. «Pure quel tipo venuto anni fa non ha avuto chance. Eheheh.» Cosa significava? Aveva forse già ucciso un umano..?

[[ Game Over;
«Pleya... Basta giocare! Sii determinata e impegnati, c'è speranza!» ]]


«Hai ragione, Chara... Questa volta non so cosa mi sia preso, forse ero un po' frustrata.» La biondina si grattò la testa, dopo essere uscita nuovamente dalla stella. Attraversò la soglia, facendo risuonare pesantamente gli stivali contro il pavimento roccioso. La figura in ombra le si presentò subito d'innanzi, con la solita risata, che fu però interrotta dall'umana. «Puoi saltare il monologo iniziale? Sono stanca di questa parte.»
«Oh, sei una di quelli che può resettare... Capisco.» Le ombre si dissolsero, rivelando la piccola figura della scheletrina. L'orbita sinistra si illuminò di giallo, e cominciarono le danze. La biondina cominciò a schivare ossa e Gaster Blasters, a saltare, a correre qua e là per evitare il grosso braccio scheletrico sotto gli occhi, cioè le orbite, della scheletrina, che piano piano si stava controvoglia assopendo. Era passato un po' di tempo, e l'umana era ancora viva!
Pleya si fermò, ne aveva subiti di danni ma ora gli attacchi non arrivavano più... Doveva essersi addormentata come ogni volta che era arrivata a quel punto. Ora, invece di fermarsi a riprendere fiato, la malmessa umana si recò all'uscita dalle rovine, spolverandosi la maglia. Provò a spingerla, ma nulla, sarebbe stato impossibile per qualsiasi umano in realtà. 
«Stai provando a fuggire? Eheh...» Era passato un po' di tempo, quando la voce alle sue spalle si fece sentire, sorprendendola. La scheletrina si era svegliata, e sorrideva ancora come sempre. Pleya si girò e si buttò a terra, non sapeva che la stavano per colpire proprio dei Gaster Blasters, ma immaginava stesse per arrivare un attacco. «Voi umani non scherzate mica, siete tosti...» Sussurrò il mostro, mentre la ragazzina riprendeva a saltare e correre tra i suoi attacchi. Stavano diventando più complessi, con ossa che arrivavano da qualsiasi direzione... Ed erano nuovi pattern.

«Anf... E basta...» La bionda aveva il fiatone, e anche la sua avversaria si stava palesemente sforzando per non assopirsi di nuovo. Un rumore le fece sussultare entrambe, che girarono lo sguardo verso la porta. Un osso magico azzurro aveva attraversato il portone da fuori, poi era diventato normale e aveva dato un potente colpo al muro, accanto alla grossa porta a due ante. Una catena che Pleya non aveva notato si ruppe, mentre il portone cominciava a muoversi.
«AAAAH! AMMIRATE IL GRANDE PAPYRUS!» La voce risuonò mentre la porta si spalancava, aperta da uno scheletro decisamente alto che stava spingendo con una forza disumana, muovendo le gambe talmente velocemente che l'umana quasi non riusciva a vederle. Una volta spalancata completamente l'uscita, avanzò e si mise in posa, mostrando la potenza dei propri muscoli... Che non aveva essendo uno scheletro.
Dietro di lui avanzò un altro scheletrino, che l'umana trovò quasi identico alla custode, specie negli abiti e il sorrisetto, anche se era più divertito che altro. «ah paps, sei un gran pezzo d'ossa.»
«GIA'.» Papyrus tossicchiò e avanzò, seguito dal fratello, e si rivolse a Pleya, che era rimasta stupita e a bocca aperta. «GREETINGS HUMAN! IO SONO IL GRANDE PAPYRUS E LUI E' MIO FRATELLO SANS, E TI DICHIARIAMO IN ARRESTO! SEI PREGATA DI SEGUIRCI, PRIMA CHE IL PIATTO DI SPAGHETTI SI RAFFRED... OPS, VOLEVO DIRE, PRIMA CHE DEBBA FARTI DEL MALE!»
«oops proprio...» Commentò Sans divertito, abbassandosi il cappuccio. Come avrebbe potuto dire di no al sorrisone del fratello più alto? Inoltre... Quella voce le pareva di averla già sentita. La biondina avanzò verso di lui porgendogli i polsi, per farsi ammanettare, ma Papyrus la afferrò per sotto le ascelle e cominciò a esaminarla, come fosse una bambina. Cosa stava facendo? Presto l'umana si sentì avvolta da un calore curativo, che la curò del tutto... Non le era rimasta nessuna ferita!
«Io devo dissentire... E' mio compito eliminarla!» Ringhiò la custode, lasciando cadere a terra il grosso braccio scheletrico.
«IO SONO IL PIU' ALTO DELLA GUARDIA REALE, E TI CONGEDO, AVENDO APPENA CATTURATO QUESTA UMANA. S-39, VAI A FARE QUELLO CHE VUOI, MA TI PROIBISCO DI PARLARNE A CHIUNQUE!» Rispose lo scheletro con calma, dopo aver riposato Pleya a terra, che cominciò con curiosità a guardarsi il corpo.
«andiamo, buddy» disse Sans, facendo cenno alla biondina di proseguire con lui. «lasciamo fare a mio fratello.»
«Mh, io mi chiamo Pleya.» Disse rivolta a entrambi, salutò la scheletrina con la mano e si girò, per poi andarsene fuori con Sans. Fuori per modo di dire, erano ancora nel sottosuolo anche se... Ehy, c'era il sole sopra di loro? C'era anche la neve, che freddo!

«mio fratello è figo, eh?»
«Già, è vero!» Rispose l'umana, sorridendo anche se Sans era davanti a lei e le dava le spalle. «E' anche molto gentile!»
«sì...» Rispose Sans, girandosi appena con la testa. Si fermò e si girò verso di lei, per poi porgerle la mano. «staremo per un po' insieme, io sono sans, sans lo scheletro.»
«Mi sono già presentata, io sono Ple...» Non appena gli strinse la mano ossuta, la pernacchia emise il suo suono. «...Ya?» 
Lo scheletro la guardava sorridendo alla sua espressione. «eheh, lo scherzo del cuscinetto rumoroso nella mano funziona sempre.» Pleya rise, meglio uno scheletro burlone che uno che cerca di ammazzarti, dopotutto. «senti, pal, come avrai già capito non intendiamo arrestarti, anche perchè undyne ti ucciderebbe... ora andiamo a casa, paps ci raggiungerà appena può. conosco una scorciatoia, ma dovresti vedere almeno una volta la strada per le rovine, sai, nel caso ti tornasse utile. per ora, puoi prendere questa» Si tolse la grossa felpa blu e gliela porse, rimanendo con una semplice maglietta bianca.
L'umana la indossò, le stava grande ma era abbastanza calda, contro il freddo era l'ideale. «Grazie, ma tu non avrai freddo?»
«non ho la pelle, kiddo.» Rispose lo scheletrino. «non sento nè caldo nè freddo... ma sento la suoneria del tuo cellulare.»
«...-» Pleya non fece in tempo a ribattere, che il suo cellulare cominciò a suonare. Come era possibile? «Pronto?»
«ohi, buddy!» Eh? La biondina alzò la testa, davanti a sè non c'era più nessuno! Eppure aveva appena distolto lo sguardo per pochi secondi per prendere il telefono! «dietro di te.» L'umana si girò velocemente... Ma non aveva nessuno dietro. Qualcosa le si schiacciò contro la base della schiena... La pernacchia. «wow, se devi andare in bagno potevi dirlo!»
«Aaah, basta Sans!» Gridò Pleya girandosi con le guance rosse, mentre lo scheletro ridacchiava, causando di conseguenza anche la sua ilarità.
«okay, andiamo a casa. ho voglia di ketchup.»
«Sì...» La biondina si mise le mani nelle tasche della felpa, proseguendo dietro lo scheletro. A metà strada della via principale, svoltarono, andando verso sud. Non stavano andando ad una grande città, intuì la biondina. Adesso aveva due amici? Sarebbe stata bene con loro? Papyrus, lo scheletro con la sciarpa rossa le aveva fatto una bellissima impressione con il suo sorriso così puro, stessa cosa Sans, più basso e simpatico, che al contrario sembrava saperla lunga. Tipo, come faceva ad avere il suo numero di telefono?... Gliel'avrebbe chiesto una volta a "casa". Che bello ripetere questa parola dopo tanto tempo...!


 
Angolino dell'autrice:
Con questa parte si conclude il primo capitolo, anche se sentiremo ancora parlare delle Rovine... E ci torneremo sicuramente! Grazie a chi ha seguito fino a qui.^3^
Il titolo di questo capitolo, comunque, sarebbe dovuto essere "First meeting: the skelebros!". Detto ciò, ci vediamo la prossima volta col Capitolo II, bye bye.~~

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Capitolo 13
*** ~ Chapter II: New home, new life~ ***


~ Capitolo II ~ New home, new life ~


"Nuova Sansowdin" 

Diceva l'enorme cartello ricoperto dalla neve che precedeva la cittadina, dotato di un buco tra le due parole per poterci passare dentro. Era scritto proprio così, con delle lettere cancellate con un pennarello rosso. La cosa divertì la biondina, mentre ci passava attraverso. Per tutto il tragitto innevato, Pleya aveva avuto l'impressione di essere osservata da qualcuno, probabilmente qualche mostro di passaggio, che però non si era avvicinato, probabilmente perchè era accompagnata dall scheletro. Appena entrata in città, beh, cambiò tutto. Era un luogo piuttosto allegro, reso caldo da vari braceri che rimanevano accesi anche sotto la neve in qualche modo, abitato da molti mostri, soprattutto bambini, ce ne erano molti di passaggio. Ma che fossero grandi o piccini, tutti salutavano Sans, allegramente, e lui rispondeva, ogni tanto presentando Pleya. Nessun attacco? Niente di strano?
Tra le varie vie, infine lo scheletrino la portò a una bella casa, abbastanza separata dalle altre. «questa è casa nostra. carina, eh?»
«Oh sì, è carina! Ma... Quella cassetta è strapiena non dovresti..?» Di tutta l'abitazione, l'umana non aveva potuto non notare le due cassette postali, una vuota e l'altra invece era chiusa a malapena, e piena di lettere.
Lo scheletro aprì la porta e ignorò le sue parole, invitandola ad entrare. «entra pure... io mi faccio un pisolino, yawn.»
«Eh? No aspett...-» Nonostante l'umana fosse entrata subito dopo di lui, Sans era già stravaccato sul divano che dormiva beatamente. Come poteva essere stato così veloce? Mah. Chiuse la porta dietro di sè e avanzò, guardandosi attorno. Wow, che casa grande! Due piani, il primo dedicato ad un ampio salone con due divani, uno dotato di tavolino davanti, la televisione e al bagno, cui si accedeva per il corridoio, e il secondo a due stanze, probabilmente quelle dei due proprietari ossuti. Uhm, cosa fare, da sola in una casa che non era nemmeno la sua? 
«Pleya.»
«Fin...» Quanto tempo era passato dall'ultima volta che Chara le aveva parlato? Tanto, troppo, ma la ragazza la interruppe senza concederle di terminare la frase.
«No, non parlare, pensa. E ascoltami. Quando sei con questi due scheletri non parlerò con te, sono mostri molto potenti e possono percepirmi, se communico con te o mi manifesto. Quindi...»
"Ho capito, non c'è bisogno di dire altro... Mi sei mancata!" Anche la biondina la interruppe, dato che il concetto era semplice, anche se aveva delle domande da farle. Dunque andò a sedersi sul divano vuoto, per non disturbare lo scheletrino, mentre Chara le rispondeva. Dinnanzi a lei, sul tavolo, c'era un piatto di spaghetti ancora fumante, che sembrava starla aspettando. Giusto, lo scheletro più alto gliene aveva parlato.
«Oh, anche tu mi sei mancata... Ah, e lì ci sono 20 gold.»
«Uh?» Era vero, in effetti c'erano dei soldi nascosti tra i cuscinetti del divano! Beh, li avrebbe presi, in caso le fossero serviti, poi li avrebbe in qualche modo riconsegnati al proprietario. Dunque la biondina afferrò il biglietto vicino al piatto, per poi leggere.

"Mangia pure umana!... E lasciamene un po'!! Nyehehe"

"Finalmente si mangia.~" Pensò l'umana, sotto lo sguardo fantasma dello spirito di Chara, in piedi davanti a lei, che stava solo aspettando di vedere la sua reazione al cibo di Papyrus, divertita. ... E invece no, dopo aver avvolto con la forchetta un po' di pasta, la giovane se li portò alla bocca e li mangiò, senza alcuna smorfia di disgusto.
«Eh? Sono buoni?» Chiese lo spettro, palesemente stupito di ciò a cui assisteva.
«Mmh, sono commestibili, anche se non sono il massimo... Gliene lascio un po'.» Pleya le sorrise forzatamente, dopo aver ingoiato. Chara ridacchiò, scuotendo la testa. Quella ragazza era fin troppo buona per il mondo, a parere della castana. La biondina mangiò appena due cucchiaiate, per poi alzarsi. "Voglio andare fuori, non posso curiosare qui." Mmh, però, avrebbe dovuto continuare ad utilizzare la felpa di Sans? La bionda se la tolse, la posò sul divano e cominciò a cercare qualcos'altro. Salì le scale e aprì la prima porta che trovò, per poi entrare in una stanza carina, dove c'erano molte cose... Anche una bandiera priata? Pleya si avvicinò, notando che era piuttosto vecchia. Piuttosto, lì vicino trovò una sciarpa rossa, sul tavolo su cui erano sparse varie miniature. «Questa è carina, non trovi?»
«Se piace a te...»
L'umana la prese e se la avvolse al collo. Le stava piuttosto larga, infatti entrambe le estremità erano abbastanza lunghe, Pleya decise di porle al lato del collo. 

[[ Hai ottenuto 20G;
Ottieni Sciarpa Rossa ]]


Poi rifece la strada al contrario e uscì di casa, venendo accolta dal gelo della neve, ma anche dal calore che esprimeva attorno a lei la cittadina. Lì, davanti alla casa di Sans e Papyrus, c'era una stella di salvataggio che precedentemente Pleya aveva ignorato, visto che era stata in compagnia dello scheletro, ma ora salvò, per assicurarsi di non dover ripetere questa luuuunga avventura.

[[ L'altezza della casa di Papyrus e Sans troneggia su di te, riempendoti di DETERMINAZIONE. ]]

Camminando per le strade veniva salutata ogni tanto, per qualche motivo. Ma non aveva dove andare, semplicemente si stava limitando a guardarsi attorno curiosa. Più o meno era come essere in una città umana, probabilmente l'atmosfera era anche più allegra. Ma allora perchè la guardiana delle rovine l'aveva attaccata? Quella domanda le stava occupando buona parte dei pensieri.

«Come andrà d'ora in poi? Hai intenzione di rimanere qui?»
"Beh, non sarebbe una cosa cattiva, è un bel posticino." Le rispose Pleya pensando, mentre camminava per una piazzetta. 
Presto si accorse che gran parte dei mostri-bambini, e non erano pochi, si stavano dirigendo tutti verso una un'unica direzione. Da un gruppo si staccò un giovane mostro che la notò e le si avvicinò, rivolgendole delle parole di getto per poi scappare. «Ehy, mostro travestito da umano, sei un po' in ritardo! Dove vai? Il teatro è di là dove vanno tutti! Affrettati o comincia tutto senza di te, sai che noia!»
«Mostr... Cosa? Ehy, aspetta!-» Pleya sospirò, chiedendo spiegazione a Chara, che alzò le spalle anch'essa perplessa. Allora decise di seguire la massa per una via brulicante di "gente". Mediante questa strada giunse ad una piazza decisamente più ampia e affollata sia da piccoli che da adulti, e anche da alcuni mostri antropomorfi in armatura, davanti ad una creazione abbastanza alta, probabilmente per far vedere a tutti.
«Ohi, stai attenta a quello lì giallo.» Le disse Chara, indicandole un alto dinosauro antropomorfo in armatura, le cui mani e braccia erano staccate dal corpo, ma gli stavano accanto volteggiando in aria, ed ora erano incrociate, mentre lo sguardo controllava con attenzione la zona. La castana lo aveva conosciuto molto molto tempo prima come... Monster Kid, ma ora era ben cresciuto e doveva essere entrato nella Guardia Reale, data la sua armatura scintillante.
«Capisco.» Rispose la biondina, avanzando verso la costruzione in marmo che costituiva il "teatro" stando a distanza dalla folla poichè aveva fatto il giro lungo all'esterno, osservandolo curiosa. Improvvisamente delle voci cominciarono a salutarla, bambini che scuotevano le mani tutti eccitati.

«Ehy ehy! Ciaoo!»
«Ehy, oggi nuovo personaggio?»
«Un umano femmina? Figo!»
«Buona esibizione!»

Eh? A Pleya fu naturale sorridere e grattarsi la guancia, mentre avanzava verso il palcoscenico, sul quale era calato il sipario costituito da un telone rosso. Un'alta tigre antropomorfa pareva aspettarla, vista la coda che si muoveva nervosamente. Era vestita in modo strano, con sopra normali vestiti un ampio martello e una maschera rossa che le copriva la faccia, tipo uno che deve nascondere la propria identità. Nel vederla però alzò un sopracciglio, per poi invitarla con l'indice della destra ad avvicinarsi. La biondina la seguì dietro la costruzione di marmo, dove la tigrotta si sedette su una cassa e incrociò le gambe, per poi sospirare. «Ma... Tu chi saresti? Dov'è Mio?»
«Ehm, io... Non so di chi tu stia parlando, ma mi chiamo Pleya.» Le rispose l'umana, per poi sorridere appena. Il mostro non aveva un'aria serena, aveva un'espressione anzi... Crucciata. «Cos'è questa storia del mostro travestito da umano?»
«Io invece sono Neme. Beh, vedi, qualche mese fa è giunto qui un giovane umano, forse più grande di te. Come credo saprai, l'Imperatrice ha ordinato di uccidere qualsiasi umano, ma io sono il sindaco di questa città e ho deciso di nasconderlo, con la scusa che è un mostro mutaforma e si trasforma in umano per fare questi spettacoli, in cui il mio personaggio, un mostro visto come "eroe", sconfigge un umano. Ma ora... Non so dove sia.» Neme abbassò lo sguardo, afferrandosi una ciocca dei capelli neri e cominciando a torturarla, mentre rifletteva. Poi rivolse un sorriso alla bionda, facendo vedere le zanne, e congiunse le mani, prengandola. «Mmh, prenderesti il suo posto, solo per oggi? Poi andrò a cercarlo!»
«Eh? Ma io... Non saprei cosa fare!» Protestò la ragazzina, sorpresa di un simile invito. Era stata pensierosa riguardo ad altro. La custode delle rovine non aveva inteso di aver ucciso l'ultimo umano passato per di là? Come era possibile?
«Devi solo schivare i miei attacchi, fingere di attaccarmi, e poi venir sconfitta da me! Tranquilla, non ti accadrà nulla, sono una professionista!» Lo disse con così tanto entusiasmo da convincere Pleya, non che fosse tanto difficile in realtà, ma... E ora?
«Uh, sento puzza di guai sai? Ahahah... Esporti davanti tante guardie reali non è una buona idea.»

 
Angolo dell'autrice:
Hey palz! D'ora in avanti le pubblicazioni saranno settimanali, visto che la scuola incombe, scusatemi per questo, ma farò del mio meglio.^^" E nulla, c'è da dire solamente che anche avendo superato le rovine ci si tornerà, dopotutto ci sono ancora personaggi non ben approfonditi.~ Nulla sarà lasciato al caso, qui.
See ya, have a good time.~~

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Capitolo 14
*** ~ Chapter II-2: A Great Show! ~ ***


~ Capitolo II-2 ~ A Great Show! ~


-La trama di quella recita fu communicata al pubblico tramite un monologo della protagonista stessa, l'eroina Neme: nello scontro precedente era riuscita a cacciare il malvagio Mio, che però da allora non si era fatto più vedere. Gli era successo qualcosa? Cosa sarebbe accaduto ora? La tigre schioccò le dita, assieme al suono che si propagandava per l'aria anche un pizzico di polverina magica. Ne conseguì una mutazione completa del palco e del sipario, che si trasformò in una semplice via cittadina, con come sfondo le facciate di alcune case, al posto del sipario. Era il segnale, Pleya uscì e si ritrovò dinnanzi al pubblico che la applaudiva, affiancata dalla figura semi-trasparente e fluttante di Chara, la quale incrociò le braccia sorridendo.
«Soddisfatta immagino, e ora?» Sussurrò la bambina al suo orecchio, per poi sparire anche dalla sua vista, mentre l'eroina della scena parlava ad alta voce.
«E tu? Chi saresti?»
«Mhpf, sono una compagna di Mio, sembra che questa volta toccherà a me farvi soffrire, mostro!» Detto con la solita maglia a righe bianche e rosse forse stonava un po', ma la biondina sguainò il macete con un ampio gesto teatrale e lo puntò contro l'avversaria, sogghignando più malvagiamente che riusciva. «Tu sarai la prima, Neme! Mi hanno già parlato di te, dovresti essere piuttosto forte, preparati a mangiare la tua stessa polvere!»
«... E' una battuta? Davvero? Sono pronta, umana!» Le due si fissarono negli occhi per un po', rimanendo in silenzio. Neme sembrava più aggressiva, ma la ragazzina aveva avuto da lei qualche istruzione. Gli occhi del mostro si illuminarono di arancione all'improvviso, creando una strana sensazione all'interno di Pleya, le pareva di essere legata strettamente all'altra, come se un qualcosa si fosse creato tra loro. Il segnale, eccolo!

[[ Neme ha utilizzato SOULS Harmony ]]

La tigre afferrò da sotto il mantello alcune di stelle di carta, per poi scagliarle contro l'umana con una certa forza. Quelle strane armi cominciarono a ruotare piuttosto velocemente, dando a Pleya una certa sensazione di pericolo. Eppure, cosa strana, alla ragazzina sembrava comprensibilissimo il loro moto. Mosse l'arma, colpendo nei pochi secondi seguenti gli attacchi e deviandoli, uno fu addirittura tagliato a metà. 
«Non è nulla di che, ah!» Esclamò la bionda, cominciando correre verso il mostro. Ancora una volta fu bersagliata da stelle di carta, ma Pleya rotolò di lato, fermandosi e rialzandosi subito grazie alla mano sinistra utilizzata come perno, per poi gettarsi addosso alla tigre. "Nel caso la colpissi posso sempre resettare, giusto?" Fu un pensiero che le passò in testa per un secondo, dato che Chara rispose affermativamente. Il macete tracciò un'arco rosso nell'aria, incontrando però lungo il corso di questo solamente qualche capello nero da tagliare. Neme aveva evitato il colpo all'ultimo, indietreggiando sia con la testa che con le spalle, ma tenendosi stretta col bacino. Pleya si sentì il seno sfiorato dalla mano sinistra della creatura, poco prima di venir scagliata leggermente via. Presto però si ritrovò in piedi, non era stato un attacco particolarmente potente... Oppure era lo stesso che il congegno del Professor Sadd contrastava? Possibile. L'umana indietreggiò, sorridendo mentre partiva un applauso. Stava per cominciare il secondo round.
«Vediamo come te la cavi con questi!» Altre stelle di carta, ma questa volta furono lanciate con un effetto particolare: avanzando nella traiettoria contro Pleya, il loro numero sembrava moltiplicarsi, diventando un attacco abbastanza pericoloso, se non fosse stato per qualcosa che la biondina aveva imparato da poco. Indietreggiò con la mano reggente il macete, che venne avvolto all'improvviso da un'aura di colore rosso scuro, ribollente come delle fiamme, per poi attaccare l'aria con l'arma. Il rosso si sparse in avanti come un raggio laser abbastanza spesso, per poi esplodere al livello degli shuriken di carta, polverizzandoli nella nube di fumo che ne derivò.

«Wow, questa volta è su un altro livello!...»
Voci del genere cominciarono a circolare tra i presenti, emozionatissimi. Nessuno dubitava di quel mostro, fatta eccezione per... Beh, uno scheletro di nostra che stava dormendo in piedi, aprendo ogni tanto l'orbita destra per guardare lo spettacolo.

Neme ne sbucò in corsa dal fumo, con in mano un coltello con cui tentò di colpire l'umana. Ella però schivò, per poi attaccare a propria volta. Cominciò così una danza piuttosto in sincronia, i colpi andavano e venivano ma si limitavano ad intercettarsi o ad andare a vuoto. Perchè la biondina non riusciva a colpirla? Impossibile, era quasi frustrante.
«Ho notato un sottilissimo filo arancione, praticamente inesistente, che collega le vostre ANIME. Sembra che questa tipa possieda un'Abilità speciale.» La voce improvvisa di Chara invase la mente di Pleya, distraendola. L'arma di Neme le tagliò appena la guancia, facendola sanguinare, creando nella tigre un attimo di confusione, ma ella si riprese subito, ci era abituata dopotutto: spiccò un salto indietro per indietreggiare, per poi gettare il coltello e puntarle contro un dito. 
«E' ora del mio SPECIAL ATTACK. Preparati alla fine!» Era il segnale, ora avrebbe dovuto evitare un paio di attacchi, per poi sparire mentre subiva il suo attacco finale, con una specie di teletrasporto. 
L'umana strinse i denti, facendo un passo indietro, spaventata ma agguerrita. «Ma che cavolo..!»
La tigre congiunse le mani, cominciando ad emanare un'aura arancione piuttosto minacciosa. Il pubblico fremeva, non vedeva l'ora di vedere proprio quello. Tante spade in verticale cominciarono a volare contro l'umana frontalmente, mentre attorno venivano evocate arie spade volanti, andando a formarle attorno una forma sferica piuttosto estesa. "Wow, questo sembra complesso..." In realtà fu semplice, anche se la velocità degli attacchi era alta. Evitò ogni lama spostandosi, ma senza avanzare verso Neme, la cui figura si era fatta più scura fatta eccezione per l'aura e gli occhi aranci. «Attenta, ora dall'alto!» Anche il prossimo pattern di attacchi, una sequenza di spade dall'alto una dopo l'altra, fu schivato con successo.
«E' finita, AAAAH!» Neme cominciò a ringhiare. Aprì la mano sinistra, mostrando di avere un cuore di colore rosso scuro nella zampa, per poi stringere il pugno, disintegrando l'anima con una fiamma aranciastra che avvolse la mano chiusa. Le varie spade che componevano l'orbita sferica cominciarono a piovere su Pleya da ogni direzione, quasi in contemporanea, sollevando un polverone che nascose il teletrasporto. Fu un successo, Pleya non si sarebbe mai aspettata di ricevere così tanti ringraziamenti o acclamazioni... Certo, anche se erano state dirette a "Mio", in realtà.



«SEI STATA FANTASTICA, HUMAN! MI HAI PURE LASCIATO DEGLI SPAGHETTI!»
«Oh... Grazie.» La biondina sorrise, seduta tra i due schelebros. Sans sonnecchiava, stravaccato alla sua sinistra.
«proprio fanta-stica, ma io preferisco il ketchup. perchè non me ne porti un po'?»
«OH, SANS!»
«Non fa nulla, glielo porto.» La ragazzina rise, andando in cucina per prendere una confezione di ketchup, mentre lo scheletro più alto riprendeva a parlare.
«HO SISTEMATO TUTTO CON S-39, PUOI ENTRARE ED USCIRE DALLE ROVINE COME VUOI ORA. OH, E IO, IL GRANDE PAPYRUS, TI INSEGNERO' ANCHE AD UTILIZZARE IL TELETRASPORTO!»
«Volentieri, ma Neme mi ha chiesto di raggiungerla, prima.» Fu la risposta della biondina, mentre tornava indietro per mettere nella mano ossuta dello scheletro più basso ciò che aveva chiesto.

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Capitolo 15
*** ~ Chapter II-3: Doubt ~ ***


~ Capitolo II-3 ~ Doubt ~


«Ti ringrazio per ieri, sei stata molto brava.» Neme si complimentò subito con l'umana che si guardava attorno incuriosita, seppur appena arrivata. La dimora di  era veramente enorme vista da fuori, ora Pleya voleva solamente sapere cosa poteva esserci in un posto così grande.
«Veramente io credo chiunque avrebbe potuto farcela... Però ti ringrazio.» Rispose la bionda, mentre osservava due statuine poste su un mobiletto poco più basso di lei. Una delle due rappresentava due figure caprine antropomorfe, entrambe abbastanza imponenti e forti. Ne riconobbe una, Toriel, ex regina dell'Underground, mentre l'altra...
«King Asgore Dreemurr, suo marito. Anche lui è stato ucciso da Frisk, se ricordi cosa ti raccontai.»
La ragazzina annuì mentalmente, per poi girarsi verso la tigre umanoide. Non si aspettava di trovarsi alle sue spalle, accanto alla tigre umanoide, un ragazzo umano poco più grande di lei, un po' imbarazzato. Neme gli diede una spintarella in avanti ridacchiando. «Ti presento Mio, lui è il "mostro travestito da umano! Avanti, avanti!» L'umano avanzò impacciato e abbassò la testa, mentre la padrona di casa andava verso la porta. «Vi lascio da soli, devo parlare con un mio amico qua fuori! Poi non scappare Pleya, devo pagarti!»
«P-piacere di conoscerti, credo... Non parlo con un umano da un po', per questo mi sento un po' a disagio.» Mio aveva i capelli neri che praticamente gli coprivano gli occhi chiari, sul suo naso portava degli occhiali ed indossava vestiti simili ai suoi, ossia un maglione verde e dei pantaloni lunghi.
«Io invece sono Pleya, il piacere è mio.» La ragazzina gli rivolse un sorriso, decisamente più sciolta di lui. 
«Prova a guardare la sua anima.»
«Uh?» Il ragazzo notò presto come ella lo stesse fissando intensamente, senza dire più nulla. Inclinò il collo, fissandola a propria volta negli occhi. Rimasero così fino a quando quella compreso. «Oh, ho capito! Vuoi vedere la mia ANIMA, no? Dovevi solo chiederlo.» Le sorrise gentilmente e fece segno di porgerle qualcosa. Sul palmo aperto comparve un cuoricino pulsante fermo immobile, di colore verde.
«Verde... Significa gentilezza. Cosa aspetti? Devi mostrare la tua!»
«Ah, sì! Ecco.» Anche la bionda gli porse la mano. Su di essa si materializzò invece un cuore di colore rosso scuro, piuttosto particolare in realtà. Entrambi gli umani lo osservarono per un po', straniti dall'ingrossamento della stessa forma di colore rosso più chiaro attorno al lato sinistro. «Uhm... Non so perchè sia così, ahah.»
«Non importa.» Rispose Mio, ridendo anche lui per sciogliere la tensione. «S-saliamo in camera mia! Ho alcuni giochi! Ti va?»
La bionda accettò e salì le scale, ritrovandosi in una stanzetta abbastanza ampia, arredata proprio per un ragazzino, c'era un ampio armadio a muro dove erano messi pochi vestiti e una collezione di modellini, al centro della stanza una grande scrivania completamente bianca, su cui poggiavano un computer e un paio di libri, poi c'erano anche un divano e la televisione, in un angolo della stanza, e una scatola ripiena di giocattoli, mentre il suo letto si trovava di fronte alla porta. L'umana si avvicinò alla finestra, scostando le tende verdi con la mano. «Chissà che bel panorama da qui!» In effetti poteva vedere una piccola fetta della città, ma disegnato in maniera deliziosamente pittoresca, anche se... Guardare in alto le faceva tornare in mente quella domanda. Come faceva a nevicare sotto terra? Decise di abbassare gli occhi verso il basso, notando davanti all'edificio una figura piuttosto conosciuta, anche se rivoltale di spalle, che parlava con Neme, la quale ascoltava con le braccia incrociate sotto il seno, parendo abbastanza confusa. «Sans..?»
«Pleya! Vieni a giocare con me?» La vocina del ragazzo le si rivolse all'improvviso, ma ella si girò subito sorridendo e si avvicinò, annuendo.
«Oh sì, arrivo!»


«l'umana deve essere eliminata, buddy.» Disse lo scheletrino, era un ordine, anche se pareva più star parlando con un'amica. Come sempre, dato che la sua espressione era perennemente ferma.
La tigre rispose abbassando gli occhi e muovendo appena la sua coda. «Sì, ho capito, me l'hai già detto...»
«quello sguardo lo fai quando non sei troppo sicura di te. è raro, ma lo riconosco.»
«...» Neme rimase in silenzio, abbassando la testa.
Lo scheletro nella felpa sospirò, chiudendo le orbite. Riaprendole erano completamente vuote. Era serio, era dannatamente serio. La cavità sinistra si riempì con un occhio giallo. «ti parlo da... scheletro giusto. l'anima rossa è una minaccia e basta, s-39 aveva ragione, ma con papyrus accanto non ho potuto fare nulla. portala lontana da qui e... procedi. sai già che in caso contrario andrò direttamente da alphys.»
«Quando sarà il momento giusto...» Gli occhi della tigre si illuminarono di una luce aranciastra, che andò a contrastare quella gialla dell'interlocutore, creando un'interessante miscuglio di colori quasi omogenei. «... Sans.»
«va bene, pal. noi mostri siamo diventati davvero forti, non trovi? ci siamo evoluti e presto attaccheremo l'umanità. ehehe... rivediti, hai la pelle un po' tirata. o dovrei dire tigrata? ah ah ah.»



«Non hai un po' freddo così? Dovrei avere qualcosa, se ti va!»
La bionda annuì, alzandosi in piedi. Guardò i fogli sulla scrivania, mentre Mio andava a cercare dei vestiti nell'armadio. Il ragazzo tornò con un maglioncino degli stessi colori della sua maglia, ossia righe bianche e rosse, e dei pantaloncini, che le avrebbero comunque tenuto più caldo della sua gonna corta.
«Ti ringrazio! ... ... Uhm, dovresti uscire fuori, così posso cambiarmi.»
«OH! E'-è vero!... Scusami!» Mio corse fuori tutto imbarazzato, chiudendo la porta, seguito dalle risatine della bionda. L'umana cominciò a spogliarsi, mentre davanti a lei, appoggiata proprio alla porta chiusa, si materializzava la sagoma diafana di Chara.
«Dobbiamo allontanarci, ho bisogno di farti vedere una cosa.»
«Sì, va bene, mh...» La bionda infilò il maglione, pensierosa, per poi rivolgere un sorriso alla piccoletta. «Troveremo qualcosa dopo, te lo prometto.» Chara ricambiò il sorriso, sparendo subito dopo, mentre Pleya terminava di vestirsi. Ultima cosa, la sciarpa rossa, che avvolse un poco al collo, lasciandone il resto libero al vento, sulle sue spalle.

«Io vado allora.» Communicò ella a Mio, uscendo dalla stanza.
«Tornerai a trovarmi, vero? Non esco molto spesso... Oh, questa deve essere Neme.» La tigrotta in effetti aveva appena chiuso la porta dietro di sè, notando la biondina tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni un borsellino pieno di monete e glielo lanciò. Pleya lo prese al volo.
«Ti ringrazio di nuovo per ieri.» Disse ella sorridendo, l'umana ovviamente ricambiò e salutò, andandosene col ricavato.

[[ Hai ottenuto 60G ]]

Pleya tornò presto alla casa degli skelebros, trovandovi solamente il più alto, che la aspettava sulla porta col suo tipico sorrisone fin troppo puro.
«HUMAN! ANDIAMO, IO IL GRANDE PAPYRUS TI FARO' DA TUTORE PER UN PO'! NYEHEHE!!» Le porse la mano guantata e l'umana la afferrò, così cominciarono a camminare, facendo praticamente il percorso inverso per arrivare alle Rovine. «C'E' UN TELETRASPORTO PARTICOLARE, CHE HO FATTO INSTALLARE QUI PROPRIO PER AVERE UNA SCORCIATOIA! PERCHE' SAI, QUEL LABIRINTO CHE HO INVENTATO E' UN PUZZLE... TROOOPPO COMPLESSO!»
«Eh, già, è stata una faticaccia per me!» Sì, Pleya stava assecondando Papyrus, sotto il borbottare di Chara, che ovviamente poteva sentire solo lei. «... Oh, approposito di puzzle! E quel cercaparole? Non so nemmeno dove l'ho lasciato.»
«QUELLO ERA IL PUZZLE DI SANS, HUMAN. NYEHE, UN CERCAPAROLE, QUALCOSA DI ASSOLUTAMENTE FACILE!... ECCOCI! QUESTO E' IL TELETRASPORTO!» Le due figure erano andate a sud rispetto alla porta delle rovine, costeggiandole comunque, fino a raggiungere una piattaforma metallica bianca praticamente incastrata nella terra, che si confondeva nella neve. «PER UTILIZZARLO SERVE UNA FORMULA PARTICOLARE! OSSIA "PAPYRUS IL PIU' GRANDE DELLA GUARDIA REALE"! NON RICORDO BENE COME FACCIA A RICONOSCERLA, MA... CHE NE PENSI?»
Paps era fin troppo entusiasta, come poter dire di no? «Certo, è... Fantastica come parola d'ordine. Allora provo! Ci vediamo di là? Papyrus il più grande della guardia reale!»
«NO PLEYA, MA CI VEDIAMO PIU' TARDI! CIAO CIAO! RICORDA CHE FUNZIONA ANCHE IN SENSO OPPOSTO!» I due si salutarono con la mano, mentre la biondina veniva avvolta da una luce bianca.

La bionda si ritrovò in un luogo non troppo scuro, circondata da pareti viola. Sì, era all'interno delle rovine, questo era ovvio, ma dove? Avanzò di qualche insicuro passo, sbucando tra due bancarelle, dove alcuni mostri esponevano le proprie merci. Ma certo, riconobbe il luogo, erano alla piazzetta delle Rovine! Gli occhi azzurri della ragazzina si spostarono verso l'alto, andando a cercare i raggi solari che penetravano le spaccature della parete rocciosa costituente il soffitto dell'ampia stanza. Sì, era lì... «Allora, cosa devi farmi vedere?» Pleya aveva parlato nuovamente ad alta voce, dimenticandosi che Chara sentiva direttamente i suoi pensieri. Oh beh...
«Andiamo in quell'angolo, c'è bisogno di concentrazione.»
La biondina annuì e fece come dettole, praticamente uscì dalla piazza e si ritrovò al bivio che conduceva dall'altra parte al labirinto. Andò a sedersi schiena al muro, per poi guardare lo spirito, incuriosita. «Allora?»
«Voglio farti vedere un ricordo. Sono sicura che varrà più di qualsiasi parola io possa usare...» Notando che Pleya stava annuendo, la castana riprese a parlare. «Ti avverto, non sarà piacevole, ma è necessario. Come contro la Guardiana devi rilassarti e permettermi di possederti.» La ragazza chiuse gli occhi, il suo respiro rallentò, la sua anima si scoprì a quella di Chara.

[[ Le due parti dell'Anima di Chara si sono riunite;
Chara ti possiede;
Stare
insieme vi riempe di DETERMINAZIONE ]]

La figura bionda di Pleya cominciò a mutare, assumendo caratteri peculiari al corpo di Chara, ma il corpo non si mosse comunque.

Era seduta ad un tavolo ben apparecchiato, con tanto di candela, davanti a. . . Sans. Lo scheletrino era davanti a lei con il suo sorrisetto.
* hey.
* let me tell you a story.

Iniziando così, Sans raccontò di essere stato sentinella di Snowdin, come "loro" ben sapevano, che sedeva là tutto il giorno a cercare umani, annoiandosi. Ma fortunatamente là all'interno della foresta c'era una grande porta chiusa... Perfetta per fare gli scherzi del toc toc. Un giorno, improvvisamente, una donna rispose. Con lei si divertì, ricambiava i suoi scherzi, lo fecero per tanto tempo, finchè un giorno lei non gli chiese di promettere di stare dietro e proteggere l'umano che avesse superato quella porta che li separava. Lui rispose che odiava fare, ma... Accettò.
* do you get what i'm saying?
* that promise i made to her . . .
* you know what would have happened if she hadn't said anything?

Sans chiuse le orbite, rivolto verso di lei. Inquietante.
* . . . buddy.
Quando si rigirò e le riaprì... Erano vuote.

* you'd be dead where you stand.



[[ L'Anima di Chara è stata nuovamente divisa ]]

Pleya si stringeva a sè stessa, a testa bassa. Com'era possibile sentire freddo se aveva caldo, in quel maglione e con quella sciarpa.
«Capisci? E' pericoloso, nonostante quello che sembri...»
«Già, eppure io...» La biondina sbuffò, nascondendosi col volto contro la sciarpa rossa. «Non ho fatto nulla! Perchè dovrebbe uccidermi?... O perchè non lo fa?!»
«Non ne sono sicura, però te l'ho fatto vedere per una sola motivazione. Devi stare al sicuro! Lui è molto forte, e l'unico motivo per fargli abbandonare il suo intento sarebbe ucciderlo, cosa che tu non vuoi. Capisci? Sei in trappola! Forse...»
«Non lo so, ci penserò, Chara.» Pleya si tirò su, prese un bel respiro e fece qualche passo avanti verso di lei. La bambina battè le palpebre due volte, prima di venir abbracciata. O almeno la bionda ci provò, ma come sempre le passò solamente attraverso. «Ugh, sarà per la prossima volta allora. Andiamo a mangiare qualcosa da quei simpatici ragnetti! Quelle ciambelle erano buone. ~» E poi c'era quella facenda... Perchè Mio era ancora vivo?

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