Una Promessa

di Natasha_66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Reina Queen ***
Capitolo 2: *** La Setta ***
Capitolo 3: *** Il Chiostro ***
Capitolo 4: *** L'addestramento ***
Capitolo 5: *** Nemico? ***
Capitolo 6: *** L'Oasi Dell'Egitto ***
Capitolo 7: *** Il Mirakuru ***
Capitolo 8: *** Bugie E Decisioni ***
Capitolo 9: *** Tragedie ***
Capitolo 10: *** Il Gran Maestro ***
Capitolo 11: *** L'Ingannatrice ***
Capitolo 12: *** Il Piano ***
Capitolo 13: *** L'Inizio Dello Scontro ***
Capitolo 14: *** La Lettera ***
Capitolo 15: *** Cambiamenti ***
Capitolo 16: *** 5 Anni Dopo... ***
Capitolo 17: *** Vendetta ***
Capitolo 18: *** La Squadra ***
Capitolo 19: *** Crisi ***
Capitolo 20: *** Non È Ancora Finita ***
Capitolo 21: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Reina Queen ***


Per salvare I suoi amici e la sua famiglia, Oliver aveva dovuto chiedere aiuto ai suoi peggiori nemici: Slade Wilson, Malcom Merlyn, Nyssa Al Ghul e Capitan Boomerang. Mentre i due assassini si erano separati dal gruppo, gli altri intrapresero un sentiero tra gli alberi -Siamo vicini- commentó Oliver
-Come fai a saperlo?- chiese Boomerang
Oliver indicó un’aquila calva che volteggiava nel cielo -Ci sta indicando dove sono gli altri- rispose Oliver
Boomerang si mise a ridere -Come se un’aquila fosse così intelligente…-
-In Egitto e tra i beduini le aquile sono questioni di vita e di morte, sono addestrate come noi addestriamo i cani da caccia- disse Slade -Addestri aquile adesso?- chiese poi ad Oliver
Lui non rispose e andó avanti. Arrivarono a delle gabbie con dentro gli amici di Oliver, ma purtroppo Prometheus aveva altre cose in serbo. Aveva corrotto Capitan Boomerang e lui aveva convinto Slade ad allearsi con lui, Evelyn Sharp e Talia Al Ghul.
-A quanto pare sei solo adesso- commentó Boomerang con tono superiore -Chiederai aiuto alle aquile?-
-Non sai quanto siano utili- ribatté una voce femminile. Una donna incappucciata spinse via Talia e puntó una lama al collo di Evelyn
-Lasciala o ti uccido- disse Boomerang puntando una pistola alla donna, ma l’aquila arrivó in picchiatat e affondó gli artigli nel suo braccio. Boomerang molló la piatola e Slade ne approfittó per tenerlo sotto tiro.
-Lasciateli, siete comunque in minoranza. Gli uomini di Prometheus saranno qui presto- disse Thalia
Da dietro di loro arrivarono i due assassini e Thalia fu costretta alla fuga con Boomerang.
-Sei in ritardo…- disse Oliver alla donna liberando Felicity -Ho temuto davvero per la mia vita-
-Sono stata impegnata con degli uomini che venivano da est- rispose lei aprendo la gabbia di Thea
-Reina?- le chiese la ragazza sorpresa per poi abbracciarla -Dove sei stata per dieci anni?-
-Spegate anche a me?- chiese Felicity
-Reina è la mia sorellastra. È cresciuta a casa con noi e prima che io partissi, e diventassi un naufrago, è partita per l’Egitto- le rispose Oliver 
-A quanto pare l’Egitto non ha fatto male- commentó Thea 
-È stata un’esperienza fortificante- ribatté la donna -Ma chiacchiereremo quando ce ne saremo andati via da quest’isola- continuó con tono calmo 
-Mi spiegate cosa ci fa lui qui?- chiese Thea riferendosi a Slade 
-Slade ci aiuterà, così come Malcom e Nyssa- spiegó Oliver 
-È meglio incamminarsi- li interruppe Reina alzando un braccio guantato per far atterrare la sua aquila -Tra meno di due ore arriverá una tempesta- poi vide delle facce un po’ confuse -È cambiato il vento non lo deduco dall’aquila- commentó girandosi e incamminandosi. Gli altri la seguirono e mentre Reina era in testa a parlare da sola gli altri erano rimasti un po’ indietro a parlare tra loro, come in una scampagnata tra i boschi. Ad un tratto un gruppetto si staccó dagli altri che andarono avanti. Reina, Oliver, Slade e Nyssa si fermarono ad aspettarli.
-Un’aquila calva in Egitto?- le chiese Nyssa -Per me menti-
-Non sono affari tuoi- rispose lei tranquilla -Sei una della Setta, non c’è onore in quello che fate e quindi i tuoi pensieri e sospetti non valgono molto- la zittì. Quando tornarono anche le altre si sentì un’esplosione poco lontano -Vai a vedere Mapya- ordinó Reina all’aquila che si alzó in volo
-Continuiamo- disse Oliver -Non possiamo farci trovare- 

STARLING CITY, 10 ANNI PRIMA
Qualche anno dopo la nascita di Oliver, Robert Queen tradì sua moglie con una donna inglese durante un viaggio d’affari in Turchia. Questa rimase incinta, ma non volle la bambina, quindi l’abbandonó davanti al portone di casa dei Queen. Moira accettó la presenza della bambina in casa sua e poco a poco imparò ad amarla come una figlia. Nessuno sapeva che lei era la figlia illegittima di Robert Queen, a parte i suoi fratelli. A vent’anni il signor Queen decise che era ora per la figlia di cambiare vita e scoprire il mondo. Bussó alla porta della sua camera e poi entró.
-Hai la faccia preoccupata papà, che succede?- gli chiese lei seduta sul letto. I suoi occhi azzurri erano tipici dei Queen, ma i capelli castano scuro e il collo lungo ed elegante li aveva presi dalla madre. Ma aveva anche preso qualcosa dai modi di fare di Moira, come i gesti eleganti e la maniera composta di parlare  e di atteggiarsi con gli altri. Era alta e longilinea e tra i tre fratelli era quella che si dedicava di più ai suoi studi ed era quella che non si fermava davanti a niente pur di portare a termine un compito -Papà? Ti sei incantanto?- insistette lei scuotendo i capelli lisci.
-Pensavo di farti fare un viaggio Ren, ma non dovrai mai dirlo a nessuno- disse lui sedendosi accanto a lei -Tempo fa ho conosciuto un uomo che mi ha detto di essere il Gran Maestro degli assassini-
-Papà…- lo interruppe lei -Ho smesso di credere alle favole al secondo anno delle elementari-
-Non è una favola Ren- la riprese Robert -Quest’uomo fu il primo a staccarsi dai modi disonorevoli della Setta delle Ombre e a creare un’altra Setta che agisse in modo più onorevole e che proteggesse gli indifesi. Voglio che tu vada in Egitto, che ti addestri per poi tornare e curare la parte malata di questa città. Se avró fortuna anche Oliver si unirà a te-
Reina ci pensó un attimo poi si rivolse al padre -Sarà un’avventura eccitante- gli rispose sorridendo
-E potrai vedere il mondo, scoprire gente nuova, culture nuove e imparare tanti modi e lingue diverse. Mi prometti che t’impegnerai in questa cosa fino in fondo?-
-Te lo prometto papà- gli giuró lei -La porteró fino in fondo, anche a costo di morire-
-Partirai domani, prepara poche cose- le disse il padre uscendo dalla sua stanza. Poche cose, pensó lei guardando la sua stanza riccamente arredata con ogni bene e comfort. Rimuginó un attimo su quella che era stata la sua vita e sorrise immaginando come sarebbe stata da lì in avanti. Prese uno zaino e mise dentro dei pantaloncini, due canotte e una felpa nera. Poi notó che suo padre aveva lasciato sul letto un quadernino all’apparenza vuoto.

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Capitolo 2
*** La Setta ***


LIAN YU, OGGI
Il gruppo continuó a camminare e Thea si accostó a sua sorella -Sai chi è lui?- le chiese riferendosi a Slade -È quello che ha ucciso nostra madre-
-Lei non era mia madre- commentó Reina passando avanti. Arrivarono presto all’aereo con cui il nemico di Oliver era arrivato e decisero di separarsi: Oliver, Nyssa, Slade e Reina entrarono nell’antico tempio per cercare gli ultimi rimasti, mentre gli altri avrebbero organizzato una via di fuga. La ragazza dall’armatura e il cappuccio nero richiamó la sua aquila e, parlando una strana lingua, la fece volare via, verso il mare.
-Che cosa ti ha promesso Oliver?- le chiese ancora Nyssa, che non si ostinava a lasciarla in pace
-Niente, mi sono presentata io a lui- rispose lei -Ero a Starling City per affari e sono andata a trovare mio fratello che era in partenza, perció mi sono offerta di aiutarlo. Tu perché lo fai?-
-Voglio vendicarmi di mia sorella e poi secondo le leggi della Setta siamo sposati- rispose Nyssa 
-Auguri allora- le disse Reina con il suo usuale contegno -Forse tu sei l’assassina più degna di rispetto di tutti quelli che ho incontrato-
Caló di nuovo il silenzio e i quattro proseguirono per il groviglio di rami e tronchi. Oliver stava in testa, seguito da Nyssa e da Reina e Slade chiudeva il gruppo. Arrivati al tempio non persero tempo, entrarono e si divisero per controllare ogni angolo dell’edificio. Reina arrivò ad una stanza vuota con due colonne che coprivano la visuale. Si tenne attaccata ai muri per evitare di essere attaccata alle spalle. Prese il pugnale e la spada e tese le orecchie per ascoltare ogni rumore. Sentì un rumore proveniente dalla porta accanto a lei e con uno scatto puntó la lama al collo di Slade -Noi dovremmo essere dalla stessa parte- commentó lui
-Perdonami- si scusò lei abbassando il pugnale -Credevo fossi uno di loro-
-Hai trovato qualcosa?- le chiese Slade 
-Solo stanze vuote e polverose. Se volevano sorprenderci, sono sorpresa- rispose lei camminando in tondo si giró e vide Slade che le puntava una pistola -Non siamo dalla stessa parte?-
-Sta ferma- le rispose lui per poi sparare a un uomo dietro di lei.
Reina tiró un sospiro di sollievo -Grazie-
-Prego- le rispose lui -Ma sarebbe meglio andare- 
I due si avviarono per i corridoi polverosi fino ad arrivare da Oliver e gli altri. Davanti a loro Adrian Chase e altri uomini armati non si muovevano. Si sarebbe scatenato l’inferno e loro c’erano dentro fino al collo. Gli uomini vestiti di nero e con il volto coperto si lanciarono contro di loro. Reina riuscì ad atterrarne un paio per poi essere colpita da una lama al fianco. Questo non la fermó e uccise un altro paio di uomini. Quando tutti furono a terra Oliver si scagliò contro Chase ed ebbe la meglio.
-Se mi uccidi non riavrai mai tuo figlio- gli disse Prometheus
-Chi mi dice che è vero?- gli chiese Oliver
-Sto dicendo la verità- gli rispose Prometheus per poi liberarsi e sparire in una nuvola di fumo
-Ve la cavate da soli?- chiese Oliver ai suoi amici
-Vai, noi ci arrangiamo- gli disse Diggle 
Mentre Oliver raggiungeva Prometheus sulla spiaggia, l’altro gruppo si ricongiunse e programmò come tornare a casa. Finchè non seppero che l’isola era piena d’esplosivo e allora cominciarono ad arrendersi.
-Siamo spacciati, non possiamo arrivare dall’altra parte- commentó Curtis
-Qual è la spiaggia più vicina?-  chiese Reina a Slade
-Forse non la raggiungeremo in tempo- le rispose Slade
-Preferisco morire provandoci…- 

EGITTO, 10 ANNI PRIMA
L’aereo privato dei Queen atteró all’aeroporto di Alessandria d’Egitto. Reina venne travolta dal caldo egiziano non appena mise un piede fuori dall’aereo. Ci impiegó qualche secondo per realizzare che quel caldo afoso sarebbe stato di routine, ma non ne era spaventata, anzi la emozionava pensare di essere in un posto nuovo.
-Tu devi essere Reina- le disse un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi chiari -Io sono Cal, il maestro mi ha mandato a prenderti-
-Piacere di conoscerti Cal- gli rispose lei
-Vieni, sono tutti impazienti di conoscerti- le disse lui indicandole la strada -Ti troverai bene, siamo quasi tutti inglesi al chiostro-
-Davvero?- gli chiese lei osservando il ragazzo più grande di lei -Quindi anche tu sei inglese… qual è il tuo cognome?-
-Il mio nome completo è Carl Edward Spencer, mentre gli altri due sono Kenneth e Keyla Moore- le spiegó l’altro -Poi mio padre è uno dei maestri, si chiama Jack Spencer-
-Mia madre faceva di cognome Spencer…- commentó Reina -Magari siamo parenti-
-Forse…- lui le aprì la portiera della jeep e quando lei salì la richiuse. Salì dal lato dal guidatore e accese l’auto impolverata -Preparati al clima caldo ma secco. Qui una giornata assomiglia all’altra e non piove mai-
-Sono felice di saperlo… mi dici qualcosa su questa setta o dev’essere tutta una sorpresa?- gli chiese
-Abitiamo in quello che chiamiamo il chiostro, ma in realtà era la reggia di uno sceicco che l’ha donata al Gran Maestro con ricchezze infinte per ringraziarlo del salvataggio dei suoi tre figli- le spiegó lui -Siamo in dodici: tre maestri, tra cui il Gran maestro, tre guerrieri esperti, e poi siamo in sei in addestramento. Ma non ti anticipo altro, poi perdi l’effetto sorpresa- continuó fermandosi davanti a un cancello -E ovviamente ci sono le persone che prima servivano il sultano e che ora servono noi-
Il cancello si aprì mostrando l’immensa tenuta il stile arabo di color sabbia con grandi archi e un giardino immenso pieno di fontane. C’erano auto bianche e nere, tutte Mercedes, e delle persone vestite in modo elegante fare avanti e indietro velocemente. Reina rimase stupita di tutta quella ricchezza, lei era cresciuta nel lusso, ma non in tutto quel lusso. Si volse verso Cal -Io sono cresciuta in una casa enorme, ma vedendo questa ho vissuto nella povertà più assoluta-
-Hai un giorno di tempo per sistemarti, poi conoscerai il Gran Maestro e sceglierai armi e armatura, vestiario e cose del genere. Ora vivrai qui, avrai dei momenti liberi e delle missioni, ovviamente quando sarai pronta- le spiegó l’altro -E preparati: siamo una manica di squinternati-

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Capitolo 3
*** Il Chiostro ***


STARLING CITY, OGGI
Due giorni dopo l’esplosione dell’isola tutti erano ritornati alle loro mansioni, sani e salvi. Oliver aveva deciso di ospitare sua sorella e Slade. Quando Reina si sveglió il suo primo pensiero fu quello di controllare la ferita al fianco. L’acqua del mare e i batteri l’avevano infettata, ma non così tanto da impedirle di continuare la sua vita. Fortunatamente erano stati salvati da dei pescatori cinesi di passaggio con cui aveva dovuto discutere sul perché erano lì armati fino ai denti. Si sistemó la ferita e poi uscì dalla sua stanza.
-Buongiorno- disse a suo fratello -Anche tu sei mattiniero?-
-Veramente tu sei l’ultima a svegliarti. Slade è già uscito e io sto uscendo- le rispose Oliver alzandosi dalla sedia della cucina -Tu cosa fai?-
-Preparo la valigia- ribatté lei -Sto meglio e devo tornare ad Alessandria il prima possibile-
-A noi fa piacere se rimani- le disse Oliver -Resta finchè non sarai guarita-
Reina aprì il frigo -Mi piacerebbe restare ancora con te e l’arrabbiatissima Thea, ma mio cugino mi sta coprendo al chiostro e se va avanti così dovrò restituirgli il favore- disse lei -E di solito i suoi favori sono molto accomodanti per me-
-Allora prometti che ti farai sentire- le chiese suo fratello -Almeno per non scoprire che sei morta anni dopo-
-Promesso- rispose lei. Finito di mangiare andò in camera sua a preparare la sacca. Non si era portata molto, anche perché aveva previsto di fermarsi solo per qualche giorno , ma poi si è unita a suo fratello nella sua avventura, poi era quasi saltata in aria, poi l’hanno costretta a fermarsi ancora qualche giorno perché era debole e ferita. Era giunto il momento di tornare a casa.
-Parti?- le chiese Slade sulla porta
-Si- gli rispose lei senza guardarlo -Mi sono fermata fin troppo. Ora devo tornare ai miei doveri-
-Hai detto che mi devi un favore giusto?- le chiese conferma lui 
Reina sospirò -Non ricordo di averlo mai detto- ci pensò un attimo -Però… effettivamente mi hai salvato la vita, quindi sono in debito- continuò riaprendo la sacca
-Ho bisogno che mi trovi questo bambino- lui le fece vedere la foto di un bambino -Prima lo trovi prima potrai andartene- le disse per poi uscire
-Vi assomigliate tanto- lo fermò lei -Non è stato rapito o cose del genere vero?-
-No- le rispose lui tornando indietro -Quando ero sotto l’effetto del mirakuru ho fatto delle cose non molto belle, non so se mi vorrà bene come prima-
-Certo che te ne vorrà Slade, sei suo padre. Non si smette di voler bene ai propri genitori, sarà difficile, ma non impossibile- lo rassicurò lei -E per tua fortuna ho molti contatti, quindi non ci vorrà molto- continuò prendendo il telefono
-Grazie Reina-
-Di niente- gli rispose lei facendo un lieve sorriso. Quando Slade uscì chiuse la porta e chiamò suo cugino 
-La mia cuginetta preferita… cosa ti serve? Altri giorni? Qui cominciano a sospettare- le rispose lui con voce squillante
-Secondo te non sono stati giovani anche loro? Lo sanno benissimo che ci copriamo Cal. E ho bisogno che tu venga qui e che prenda un appartamento. Sono stufa di nascondere le mie cose, ho bisogno di qualcuno di cui possa fidarmi- gli disse lei -E dì allo zio che vieni in città per aiutarmi perché sono un po’ acciaccata-
-Ci penso io, sono un mago in queste cose-

EGITTO, 10 ANNI PRIMA
La stanza di Reina era immensa. C’era un grande salotto con dei divani bianchi e l’arredamento in stile arabo. Da un’arcata con delle tende leggere si accedeva alla camera da letto con mobili antichi e il letto a baldacchino ornato di stoffe dorate. Andò sul balcone che circondava l’intero appartamento -Wow, è immenso- disse stupita
-Hai anche una cucina e due stanze segrete- le disse Cal -E un maggiordomo personale-
-E io che pensavo che fosse una vita dura e piena di sacrifici…- commentò lei
-E lo sarà, qui passerai due giorni a settimana, se sei fortunata. Ci addestriamo nel deserto, in un accampamento di beduini. Finito l’addestramento la nostra casa sarà questa, ma gireremo il mondo-
-Sembra bello…- disse Reina -Ora mostrami queste stanze segrete, poi la cucina-
Cal chinò la testa e andò in parte alla porta del bagno, che stava vicino al letto, e aprì una porta le mostrò un salottino di colore azzurro con ampie vetrate e un minibar. Poi aprì un’altra porta segreta nella stanza segreta e la portò in una stanza vuota -Qui terrai armi, divise, veleni e cose varie- 
-Oh mio Dio, è fantastico…- commentò lei stupita per la seconda volta -Posso buttarmi sul letto adesso?-
-Mi sorprende che tu non l’abbia fatto prima- le rispose Cal.
Reina rise e poi corse verso il letto e ci si buttò sopra -Adoro questo posto!-
Un uomo dalla pelle abbronzata si accostò a Cal -Questo è Amir, sarà il tuo maggiordomo qui. Ti lascio nelle sue mani- le disse lui per poi andarsene
-Signorina Queen, è un piacere conoscerla- le disse l’uomo cordialmente
-Ti prego dammi del tu, e chiamami Reina- gli rispose lei -Allora Amir, osa mi consigli di fare?-
-Posso cucinarti qualche cosa di tipico per cominciare…-

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Capitolo 4
*** L'addestramento ***


STARLING CITY, OGGI
Reina aprì la porta del suo nuovo appartamento in centro a Starling City -Non so cosa farei se non ci fossi Cal- disse a suo cugino che era seduto sulla poltrona con un portatile sulle gambe -Hai trovato qualcosa sul mio bambino-
-Lo sapevi che stai aiutando un ex agente dell’ASIS?- le chiese lui -L’uomo che ti piace ha quasi ucciso la sua famiglia per vendicarsi di tuo fratello. Sei sicura di volerlo aiutare?-
-Gli devo la vita e mi ha chiesto solo di scoprire dove si trova suo figlio- gli rispose lei -E io lo farò, volente o nolente-
-Ti piace proprio il signor Wilson… chissà cosa dirà il tuo caro fratello- commentò Cal
Lei lo guardò male -Sto solo ritornando un favore, lo faccio anche con gli altri- ribatté lei 
Cal alzò le spalle -Allora aiutami- le disse lui -Io però sento già le campane che suonano e la canzone nuziale che parte-
Lei gli tirò una sberla sulla testa -Smettila di fumare cose strane, hai quarant’anni e sei peggio di un bambino-
-Grazie- le disse lui tornando al computer. Reina andò in camera a cambiarsi, poi prese il computer e si mise sul divani vicino a suo cugino -Ah, mi sono dimenticato di dirti che ha chiamato tua madre. Da quanto non ti fai sentire?-
Reina ci pensò un attimo poi prese di fretta il telefono e digitò il numero -Mi ammazza, me lo sento-
-Ti stavo già costruendo la bara- le disse la voce cinguettante di Jude Spencer -Non mi sembra di pretendere una chiamata al giorno, solo una volta a settimana per sapere se stai bene-
-Hai ragione mama’, tra una cosa e l’altra mi sono dimenticata. Come stai?- le chiese tentando di cambiare discorso
-Non mi freghi, la prossima volta ti dò per dispersa così impari- le rispose a sua madre arrabbiata
-Dai non prendertela, verrò a trovarti il prima possibile, promesso. E ti porto anche quelle spezie che ti piacciono tanto- la corruppe lei 
-E anche qualche souvenir?- le chiese la madre
-Si, anche qualche souvenir- le confermò -Poi ti farò sapere quando vengo a farti visita-
-Ci conto. Buon lavoro- le rispose la donna riattaccando.
-Signora Wilson…- la chiamò Cal
Reina si girò verso di lui -Non ho mai avuto così tanta voglia di ucciderti- gli disse lei fulminandolo con lo sguardo -Cos’hai trovato?-
-Il tuo bello aveva un ex moglie, Adeline, era anche lei un’agente dell’ASIS e indovina: è stato lui ad ucciderla. C’è anche il video della sorveglianza- Reina si mise dietro il cugino e insieme videro il video parziale della sicurezza dove si vedeva una donna cadere a terra ferita e basta 
-Non si vede chi è stato- commentò lei
-Ma c’erano dei testimoni, tra cui Wade DeFoe, capo dell’ASIS e spasimante di Adeline. È stato lui a mettere una taglia sulla testa di Slade e a dargli la caccia. Poi c’è il piccolo, ora non più, Joe Wilson. Indovina chi è il suo tutore…-
-Wade DeFoe- rispose lei -Sei un mago Cal, io non saprei nemmeno da dove partire con questo aggeggio- 
-Il pargolo è in Australia. T’invio l’indirizzo sul telefono-
-Preparami anche un volo, per uno all’andata e per due il ritorno-
-Agli ordini-

SAHARA, 10 ANNI PRIMA
 Faceva un gran caldo nel deserto. Nell’accampamento dei beduini tutte le reclute erano in una stessa tenda. Erano in sei: Carl, Reina, Kenneth, Kayla, gli inglesi, Armand, francese e Rafail, russo. I quattro inglesi avevano tutti i capelli scuri, solo che i fratelli Moore avevano gli occhi scuri; anche Armand aveva capelli e occhi scuri e Rafail era l’unico con i capelli biondi e gli occhi verdi. Erano arrivati di pomeriggio e Reina aveva conosciuto Jack Spencer e aveva trovato la parte materna della sua famiglia nel mezzo del nulla. Carl, o Cal, come voleva essere chiamato, era suo cugino, Jack era il fratello di sua madre, che si chiamava Jude. Non aveva conosciuto ancora il Gran Maestro, ma l’avrebbe conosciuto quando sarebbero ritornati al chiostro.
-Spero non faccia così caldo per tutta la nostra permanenza, potrei sciogliermi- disse Kenneth sdraiandosi sul suo giaciglio 
-Almeno il clima non è umido- ribatté sua sorella -Accontentati una volta tanto-
Ad un tratto lo zio di Reina entrò nella tenda -Spero siate carichi- disse l’uomo dai capelli scuri -Ho deciso di anticipare la vostra iniziazione-
-Perché?- gli chiese Cal 
-Perché il sole si è abbassato e fa meno caldo di qualche ora fa e poi è da tanto che non torturo qualcuno…- gli rispose il padre -Tutti fuori, adesso- ordinò poi. I sei ragazzi uscirono nel deserto, poco lontano dall’accampamento -Oltre a migliorare la vostra resistenza, la vostra velocità e le vostre abilità, dovrete imparare anche a pilotare aerei ed elicotteri, cavalcare cavalli, cammelli e dromedari, e alcuni di voi saranno selezionati per progetti diversi-
-Del tipo?- chiese Armand
-Qualcosa che possa salvarmi la vita quando siete a corto di risorse tecnologiche, per esempio uccelli rapaci e cetacei, cani, lupi, qualsiasi animale che abbia abbastanza intelligenza da essere addestrato- rispose il maestro
-E come potremmo addestrare delle balene?- chiese Kenneth
-Gli antichi indiani usavano orche e delfini per cercare i banchi di pesci e li avevano addestrati a riportare pescatori attaccati dagli squali, se l’hanno fatto gli indiani non vedo come noi non potremmo farlo- rispose Jack -Ma ne riparleremo tra un anno, forse. Ora voglio che cominciate a correre, finchè non vi scoppia il cuore-

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Capitolo 5
*** Nemico? ***


STARLING CITY, OGGI
Reina bussò alla porta della casa di Oliver, dove sapeva che viveva anche Slade. Le aprì stranamente Felicity -Hey, ciao- le disse -Forse abbiamo cominciato con il piede sbagliagliato…-
-Interessante, possiamo parlarne dopo. Ora devo parlare urgentemente con Slade- la interruppe gentilmente lei -Parleremo volentieri dopo-
Felicity le aprì la porta -Come fai ad essere sempre così?- le chiese appena lei entrò
-Così come?- le chiese di rimando Reina confusa -Controllata?-
-Esatto-
-Con parecchi giri di corsa, serie di esercizi vari e molto stancanti mi hanno fatto capire che durante le missioni e con chi mi è superiore di grado devo tenere a freno la lingua e i sentimenti. Poi al di fuori posso fare ciò che voglio- le spiegò lei osservando l’appartamento vuoto -Non sono qui vero?- 
-No, io dovevo solo distrarti- le disse Felicity -Oliver sapeva che non ti eri fermata solo per cortesia. Ci stavi tenendo d’occhio, forse per il tuo capo- 
Reina sorrise -Lo sai che tu sei in un luogo chiuso con me. Cosa credi che possa fare?-
-Tu non fai del male a degli innocenti…- commentò Felicity indietreggiando -L’ha detto Oliver-
-Oh ma voi non siete mai stati considerati innocenti- ribatté lei sedendosi comodamente sulla poltrona -Tutte le volte che uccidevate qualcuno, che lo facevate arrestare, ne nutrivate uno più grande: Malcom Merlyn, Slade Wilson, Elena Bertinelli, Ra’s Al Ghul, Evelyn Sharp e Prometheus. Eravate talmente tanto concentrati sulla parte negativa di questa città da non avere una visione d’insieme-
-Perché tu ce l’hai?- le chiese Felicity mettendo una mano sulla pistola nascosta sotto il cuscino
Reina tirò fuori lo stesso libretto che era stato dato ad Oliver prima che suo padre morisse -Se Ollie avesse letto fino in fondo questo piccolo oggettino capirebbe di cosa sto parlando. I nomi su questa lista sono tutti nemici che papà si è fatto cercando di curare ciò che di male c’era in questa città-
-E tu credi di fare meglio?- le chiese l’altra
-Io ho un piano, ma per attuarlo dovete farvi da parte. E non credo che una nerd con una pistola possa farlo- le rispose tirando fuori la sua pistola -Tu ora vieni con me e troviamo un accordo con i tuoi amici-

SAHARA, 10 ANNI PRIMA
Dopo due ore di fila di corsa il maestro diede ai ragazzi un attimo di respiro. Era sera ormai inoltrata e non solo la luce della luna illuminava il paesaggio pieno di dune. 
-Non credi di potercela fare per un altro giro- disse Kenneth sedendosi per terra 
-Che peccato…- commentó Cal -Io non starei lì, potresti essere vicino a uno scorpione velenoso-
Kenneth saltò subito in piedi -Scorpioni velenosi!? Stai scherzando spero!- 
Tutti si misero a ridere -Bisogna stare attenti a tutto in questo posto- commentò Reina
-Bene, noto con piacere che vi siete ripresi- disse il maestro -Quindi siete pronti per la parte fisica-
-Non è questa la parte fisica?- chiese il francese
-Si e per aver parlato: ad ogni parola che hai detto sono cento piegamenti in più. Per un totale di seicento. E che sia di lezione per tutti: chi si ferma, ride, parla, sbuffa, perfino se sento i vostri respiri, farà il doppio delle serie e starà a secco anche domani- il maestro guardò l’orologio -Anzi oggi. Cento serie da quaranta piegamenti, ora-
I sei ragazzi si guardarono e poi si misero sulla sabbia a fare i piegamenti -Penavo dovessimo anche imparare- commentò Rafail con un calcato accento russo
-Tu farai quattrocento addominali in più- gli rispose Jack -Visto che siete curiosi vi racconterò della storia della nostra setta: Dakarai, il Gran Maestro, faceva parte della Setta delle Ombre. Un giorno fu incaricato di uccidere un potente sceicco per rubarne le immense ricchezze, ma il Gran Maestro si rifiutò. Al posto di uccidere lo sceicco salvò i suoi tre figli maschi a un coccodrillo affamato. Lo sceicco gli donò uno dei suoi palazzi con servitori, guardie e infinite ricchezze. Quando Ra’s Al Ghul seppe del rifiuto di Dakarai tentò di ucciderlo, ma il Maestro fu più furbo e riuscì a scappare, formando il nostro gruppo. Sapete quali sono i nostri obiettivi?- i ragazzi non risposero per paura di un’ulteriore punizione -Avete il permesso di parlare-
-No,  signore- rispose Keyla
-Proteggere gli innocenti, chi non può difendersi, governare usando metodi equi e giusti. Per questo quando sarete pronti vi ritaglierete una fetta di terra nel mondo e insegnerete la clemenza, la bontà e la giustizia. Per questo siamo venuti a cercarvi ed è per questo che i vostri genitori hanno accettato di farvi venire qui-

STARLING CITY, OGGI
Reina aveva seguito tutti per due giorni, il che le bastava per sapere che Oliver, Thea, Diggle e il signor Lance erano nel palazzo del sindaco e che quindi lei aveva il campo libero. Dopo aver stordito Felicity andò nella stanza di Slade, dove lasciò fogli con le informazioni che l’uomo cercava, poi prese il telefono del suo ostaggio e mandò un messaggio a suo fratello: tra dieci minuti al Verdant o Felicity muore. Dopo aver inviato il messaggio prese la ragazza per i pedi e la trascinò fuori. Non chiuse la porta e portò Felicity in macchina, le legò le mani e partì diretta verso casa sua. Una volta lì si accordò con Cal per far portare la ragazza nell’Oasi in Egitto. Lui sarebbe partito con la ragazza mentre lei avrebbe trovato un punto d’incontro con suo fratello. Arrivò al Verdant giusto in tempo per essere messa all’angolo da Oliver -Dov’è Felicity?-
-Ormai è lontana. Uccidimi e non lo saprai mai- gli rispose lei -Credevi davvero che ti avrei ucciso Ollie?-
-Si, sei stata dieci anni in un luogo sconosciuto, con gente sconosciuta e credi davvero che ti avrei considerato affidabile?- lui la lasciò -Dimmi cosa vuoi-
-Solo proteggere le persone che non possono farlo- rispose lei -Non ti sei accorto che più curi questa città, più i tuoi nemici diventano potenti. Ora che sei diventato sindaco hai delle responsabilità in più, ma ti comporti sempre come prima-spiegò lei -Ti ho osservato per molo più di quanto pensi e l’ho fatto per salvarti la vita. Un’altra delle tue splendide idee e il Gran Maestro avrebbe ordinato la tua morte-
-Quindi cosa vuoi?- tagliò corto lui
-Vieni e impara come si comanda e porta anche i tuoi amici. Siete tutti miei ospiti-

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Capitolo 6
*** L'Oasi Dell'Egitto ***


EGITTO, OGGI
Mentre Oliver valutava l’offerta della sua sorellastra, che era partita per l’Egitto, Slade era riuscito a strappare suo figlio dalle grinfie di Wade DeFoe. Ma purtroppo quest’ultimo aveva mezzi potenti e se Slade e suo figlio non si fossero nascosti bene sarebbero morti. Arrivati all’aeroporto con l’aereo privato di Reina e vennero accolti dal caldo secco africano -Si muore qui- commentò Curtis -Spero che abbiano l’aria condizionata-
Ad accoglierli in fondo alla scaletta c’erano due uomini armati e un uomo vestito elegante con un turbante bianco in testa -Salve, io sono Amir, capo del personale del palazzo della governatrice. Venite, il carro vi aspetta-
-Aspetta, il carro?- esclamò René -Non avete delle auto qui-
-Le auto nel deserto devono andare piano e attraverseremo mai la catena rocciosa- rispose Amir -Prego, sarete scortati e quando arriverete avrete tutte le comodità che vorrete-
-Dobbiamo recuperare Felicity, ragazzi, movetevi- disse Oliver. Dinah, Curtis, René, Slade e Joe salirono sul carro di legno trainato da quattro cavalli sauri. Oliver si mise davanti vicino al cocchiere mentre Amir caricava i bagagli sull’altro carro. I due soldati salirono sue due cavalli neri e la carovana partí di corsa. 
Dopo un po’ Joe vide delle tende nel mezzo del nulla -Che cosa sono?- chiese il quindicenne al padre
-Beduini, vivono nel deserto- gli disse il padre 
-Sono le tende delle reclute. Nei weekend vivono nel palazzo del sultano e durante la settimana si allenano duramente- spiegò Amir
-Quanto dura l’addestramento?- chiese Curtis
-Dipende dai ritmi e dalle abilità della persona. Da reclute dai sei ai dodici mesi, poi ci sono gli apprendisti guerrieri, che si allenano per due anni affiancati da un guerriero esperto, poi ci sono i guerrieri che si allenano per altri due anni sul campo per diventare guerrieri esperti. Quando un guerriero esperto non può più combattere o decide che ora di ritirarsi, diventa un maestro- spiegò Amir 
-Sembra figo- commentò Joe -Posso farlo anche io?- chiese al padre
-Assolutamente no- gli rispose Slade -Avranno una percentuale di morti altissima-
-Le reclute e gli apprendisti sopravvivono sempre, il problema sorge quando si comincia a lavorare sul campo- ribatté l’egiziano.
In un’ora arrivarono a delle montagne fatte di roccia. Passarono per uno stretto passaggio sul fianco delle rocce e da lontano i ragazzi videro una macchia verde in mezzo al deserto attraversata da un ruscello. Tra gli alberi sorgevano delle case e delle strade e al centro di tutto c’era un grande palazzo di pietra. Al di fulri del verde c’erano invece campi coltivati e uomini che lavoravano.
-Non capisco cosa ci sia da vedere qui- disse Dinah
-A quanto pare questa è una città felice- commentò Oliver
-È un esperimento. Il Gran Maestro ha voluto che i suoi migliori allievi creassero delle città partendo da zero, all’Oasi, per esempio, c’è un mix tra l’età faraonica egizia e l’impero romano- spiegò Amir -Benvenuti all’Oasi-

SAHARA, 10 ANNI PRIMA
La mattina dopo i ragazzi si stesero sui loro giacigli distrutti e completamente fradici. Prima che si addormentassero un uomo entró nella loro tenda con un falchetto sulla spalla -Non andrete a dormire davvero in quelle condizioni- commentó l’uomo incappucciato -Dietro all’accampamento c’è un laghetto. Andate a lavarvi-
-Io non ne ho la forza- commentó Cal
-Allora vanno prima le ragazze- disse Reina -Almeno noi non ci arrendiamo così
-Ma sai gli uomini sono noti per morire al primo raffreddore- le disse Keyla -Ci vediamo dopo- 
Le due uscirono scortate dal tipo incappucciato -E tu chi sei?- gli chiese Reina 
-Io sono Khasib, guerriero esperto e allievo del Gran Maestro- le rispose lui
-E perché ci segui?- chiese Kayla
-Per proteggervi, se annegate o dei banditi vi assalgono chi vi proteggerà? Farete tutto da sole?- gli rispose l’uomo
-Ma non guardare- ribadì la ragazza poi osservó il suo braccio -Belli i tatuaggi, cosa significano?-
-Sono i gradi della Setta, recluta, apprendista, guerriero e guerriero esperto, manca solo quello del maestro- le spiegó l’uomo -Li farete anche voi supererete la parte fisica-
-Quanto dura la parte fisica?- gli chiese Reina
-Non molto con i vostri ritmi, due settimane al massimo-

L’OASI, OGGI
I ragazzi rimasero colpiti dall’immensa bellezza del palazzo della governatrice. Il palazzo si estendeva da est a ovest con due file di colonne che partivano dall’ingresso e arrivavano alle mura. Tutto era risaltato da delle piante esotiche alte e piene di fiori.
-Possiamo vivere qui?- chiese René -Al caldo mi adatto-
-Io vivo qui da un giorno e vorrei stare qui per sempre- disse Felicity 
-Tu non eri prigioniera?- le chiese Dinah
-A quanto pare qui i prigionieri qui possono andare in giro come e quando vogliono, senza guardie ne cavigliere. E poi qui si vive nel lusso, chi vorrebbe andarsene?- rispose Felicity -Amir dov’è Reina?-
-M’informo subito- le disse l’egiziano -Intanto il personale del palazzo vi mostrerà le vostre stanze-
Ad un tratto un aquila voló vicino a Oliver -Ciao Mapya- 
Dei soldati e Reina arrivarono su dei cavalli di corsa -Amir prepara le segrete, abbiamo dei cacciatori di tesori da rinchiudere- gli disse lei scendendo da cavallo -Pensavo non veniste- commentó rivolta ai ragazzi
-Non hai caldo vestita di nero?- le chiese Felicity
-Ormai ci sono abituata al caldo- le rispose lei -Venite, vi mostro il palazzo-
-Cosa farete a quegli uomini?- le chiese Joe. Entrarono nel palazzo semivuoto.
-Dipende da cos’hanno fatto e da chi sono. I cacciatori di tesori sono degli spacconi, ma hanno la lingua lunga, quindi è meglio ucciderli- gli rispose lei -Tu sei figlio di Slade, giusto?-
-Si. Perché?- le chiese lui
-Ti ho trovato io e mi chiedevo se tuo padre ti fosse venuto a prendere gli rispose lei -Comunque potrete fermarvi quanto volete, tanto questo posto è così grande che non ci incontreremmo per giorni-

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Capitolo 7
*** Il Mirakuru ***


EGITTO, OGGI
Il palazzo era immenso con ampi giardini e grandi stalle. Infatti tra i guerrieri della Setta era usanza dimostrare il proprio valore con la corsa dei carri, un gioco pericoloso e mortale. Il pomeriggio all’Oasi era caldo e afoso e chi non era abituato boccheggiava alla ricerca di un po’ di refrigerio. Verso metà pomeriggio un gruppo di sette bambini entrò nel cortile ridendo e scherzando.
-Secondo voi dove vanno?- chiese René a Curtis e Joe -È strano che le guardie non li fermino-
-Seguiamoli, magari stanno andando a rinfrescarsi in qualche fontana- gli rispose Joe. I tre si alzarono e seguirono i bambini nel giardino fitto di alberi. Arrivarono alle stalle e i bambini entrarono in un enorme tendone coperto -Che facciamo?- chiese Joe
-Entriamo, io non resto sotto il sole- commentò René
-Non sappiamo nemmeno se possiamo farlo- disse Curtis -E se ci arrestasse come quei cacciatori?-
-A me lei sta simpatica, ce la vedo bene con mio padre- commentò Joe 
-Non si metteranno mai insieme…- gli disse René -Lui è troppo burbero e lei è troppo bella-
-Grazie per il complimento- disse una voce dietro di lui. I tre si girarono e videro Reina vestita con un reggiseno sportivo e dei pantaloncini corti -Potete anche entrare, non vi mangio- disse ai tre sorpassandoli -Ma vi avverto, le piscine sono dall’altra parte-
-Da quanto sei qui?- le chiese Curtis
-Più o meno da quando vi siete messi a discutere sul mio futuro marito- gli rispose lei entrando. Dentro al grande tendone c’era un recinto con due cavalli, una mamma con il suo puledro, e i bambini che gli davano delle mele da mangiare -Non troppo bambini, se no non potrà più correre-
-Ci racconti una storia?- le chiese una bambina -Sei mancata tanto-
-Lo so, stasera vi racconterò una storia e campeggeremo in giardino, testimoni i miei amici- le rispose lei
-Sono strani, Nana- le disse un bambino
-Sii educato. Sono ospiti- ribatté lei -Allora come va a scuola?-
-Stiamo imparando gli ecosistemi, i maestri sono molto bravi- le dissero i bambini
-Bene, ora andate a dare queste mele ai miei cavalli nelle stalle- rispose lei mandandoli via
I ragazzi rimasero un attimo perplessi. Da quando dei bambini egiziani sanno parlare come loro? Anzi meglio -Come sanno la nostra lingua?- le chiese Curtis
-Qui la scuola è gratuita, pago io i maestri che vengono da tutto il mondo. I bambini imparano le lingue e decidono cosa vogliono fare quando sono grandi. Io li aiuto quando sono qui e passiamo tutti i giorni insieme- gli spiegó lei -Nella mia città chi vuole lavorare viene qui e gli viene assegnato un mestiere a seconda di cosa sa fare-
-E come fai ad avere i soldi per pagarli tutti?- le chiese Joe
-Lavoro anche io come fanno tutti… vendo puledri da corsa, stalloni, falchi già addestrati, cammelli, dromedari, e poi vinco le corse, tante corse- 
-E come concilii tutto con il lavoro?- le chiese René
-Non sono sempre via, agli inizi si, ma quando sono diventata governatrice e sono aumentati i guerrieri passo anche mesi senza fare niente- gli spiegó lei -Bisogna sempre aspettare il via libera del Gran Maestro-
-Possiamo andare in piscina?- le chiese ancora René 
-Certo, potete andare dove volete- gli rispose lei sorridendo. Curtis e René se ne andarono mentre Joe rimase -Non me la sono presa per quello che hai detto-
-Wade DeFoe ha giurato di uccidere mio padre e io temo che riesca a farlo- le confessò lui -Ci troverà ovunque saremo-
-E cosa ti fa pensare che possa ucciderlo?- gli chiese lei
-Ha ricreato un farmaco che potenzia il corpo, non so come si chiama, ma lui lo chiamava Miracolo-

EGITTO, 10 ANNI PRIMA
Dopo cinque giorni nel deserto a faticare, tornare al palazzo del sultano e stendersi tra le coperte morbide dell’immenso letto a baldacchino era un sogno per Reina. Erano passati quasi due mesi e le sarebbe piaciuto finire l’addestramento in fretta per tornare a casa e salutare suo padre che sarebbe partito per un viaggio in nave. Ma mancavano ancora quattro mesi, c’era tutto il tempo. Reina si alzó dal letto e si toccó il tatuaggio sulla gamba, il simbolo tribale delle reclute della setta.
-Ti fa male? Vuoi qualcosa da metterci su?- le chiese Amir
-No, non fa male. Fa male solo se penso a come me l’hanno fatto- gli rispose lei -Come fa ad essere così preciso se è stato fatto con una tavola chiodata e un martello?-
-Credo sia un segreto di professione- le disse lui -Il Gran Maestro si scusa un’altra volta, ma è stato chiamato per affari-
-Non importa Amir. Sono distrutta- ribatté lei
Bussarono alla porta e il maggiordomo andó ad aprire -Reina, Khasib chiede di vederti-
-Va bene- gli disse lei alzandosi dal letto e andando in salotto 
-Salute, sorella- le disse l’egiziano
-Salute anche a te fratello- gli rispose lei sorridendogli -Come posso esserti utile?-
-Mi chiedevo quale sarebbe stata la tua scelta dopo l’addestramento- le rispose lui -È partita una gara a chi si trova prima un discepolo e quindi sono venuto a proporti d’intraprendere il mestiere di falconiere-
-Ma non viene deciso dai maestri?- chiese lei
-Ma io ho visto le tue abilità e il tuo carattere. Saresti perfetta per la falconeria- le disse lui -Se mi permetti potró insegnarti e, quando avrai finito l’addestramento s’intende, diventerai la mia apprendista-
Reina pensó all’offerta dell’egiziano e si affacció alla finestra valutando le possibilità -Sarebbe un onore per me diventare tua apprendista-

EGITTO, OGGI
Reina entrò nella stanza di Slade senza bussare. Era arrabbiata per la prima volta dopo tanto tempo.
-Non si bussa?- le chiese Slade senza la maglietta
-No, sono talmente arrabbiata che me ne frego dell’educazione. Un superuomo ti ha minacciato di morte e non me lo dici?!- esclamó lei quasi urlando -Sei andato a metterti in una situazione rischiosa!-
-Tranquilla, ce ne andremo via con Oliver- le rispose lui -Non mi sognerei mai di mettere in pericolo il tuo popolo-
-Non è quello- disse lei sedendosi su una panca -È che potevi almeno stare più attento. Stai mettendo in pericolo anche tuo figlio-
-Non mi servono lezioni da una ragazzina su come proteggere mio figlio. È vero non ho pensato alle conseguenze, ma questo non vuol dire che tu possa dirmi cosa devo fare- ribatté lui con tono duro e freddo
-Hai ragione, scusa. Non ce l’ho con te, ce l’ho con me. Avrei dovuto saperlo, avrei dovuto controllare. Sono stata impulsiva e idiota- si giustificò lei -Quando c’è in mezzo un bambino e un ragazzo non capisco più niente-
-Spiegami perché- la incitò lui sedendosi vicino a lei
-Ho fatto una promessa che volevo mantenere, tutto qui- taglió corto lei alzandosi -Non ve ne andrete. Questo è il posto più sicuro dove potete nascondervi: non c’è la tecnologia, i cellulari non prendono ed è difficile da raggiungere-
-No, è fuori discussione- obiettò lui -Ce la possiamo cavare-
-Posso incatenarti qui lo sai?- le disse lei -Io comando qui-
Lui si alzó -Troveró un modo per andarmene- le disse lui stringendola 
-Sfidami, vediamo chi è più testone- propose lei baciandolo -Si comincia da adesso-

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Capitolo 8
*** Bugie E Decisioni ***


EGITTO, OGGI
Dopo una nottata in tenda con i bambini del villaggio, Reina aveva dato l’ordine di sorvegliare gli aeroporti più vicini e la strada per le montagne. Se DeFoe e i suoi fossero arrivati avrebbero dovuto passare le montagne rocciose, e con le jeep sarebbe stato difficoltoso.
-Amir, ho bisogno che tu vada a chiamare Khasib- gli disse lei camminando per i corridoi -Digli che lo aspetto domani mattina- l’egiziano chinó la testa e si avviò verso l’uscita. Ad un tratto si sentì tirare di lato -Sei impazzito?- chiese a Slade -Hai detto di essere cauti finché non ne parli con Joe-
-Tanto me ne vado- le rispose lui
-Davvero? Io ho già parlato con mio fratello…- commentó lei allontanandolo -Se vuoi battermi devi giocare d’anticipo-
-E io che pensavo che scherzassi…- commentó l’uomo -E cos’ha detto il tuo iracondo fratello?-
Lei sospiró -Forse è meglio che ne parli con lui. Non sono affari miei quello che è successo tra voi due e la storia di Shado e del Mirakuru-
-Aspetta. Chi è che ti ha detto queste cose?- la fermó lui 
-Oliver, tempo fa. Ma come ti ho già detto non sono affari miei- gli disse lei tranquilla -Parla con mio fratello, io provvederò alle misure di sicurezza-
-E se io ne volessi parlare con te? Dopotutto non ho fatto cose molto buone- le disse lui preoccupato per come Reina la pensasse
-Nemmeno io le ho fatte e non ti giudico come Thea. È vero hai ucciso sua madre, ma Moira non era totalmente innocente. Sarei troppo cattiva se dicessi che si è meritata ogni singola cosa che le è successa- ribatté lei -Era una manipolatrice e si nascondeva dietro a delle scuse-
-Non riesco a capire come sei, parli sempre in modo controllato, non sembri dimostrare dei sentimenti, ma quando parli della tua famiglia sembri arrabbiata-
-Perché lo sono- ribadì lei -Quando mi sono presentata al funerale di mio padre la reazione di Thea e Moira non è stata molto amichevole, ma ho lasciato passare perché eravamo in lutto. Adesso peró basta-

STARLING CITY, 10 ANNI PRIMA
Robert e Oliver erano morti nel mezzo del nulla, soli e abbandonati da tutti. Solo a questo riusciva a pensare Reina seduta sulla poltrona del salotto. I suoi bellissimi occhi azzurri erano cupi e tristi, ma non poteva mostrare i sentimenti che provava. “Un bravo guerriero prova dei sentimenti, un ottimo guerriero li nasconde sempre” le ripeteva suo zio. E in quel momento aveva scoperto che dopo mesi d’addestramento non riusciva a piangere la morte dei suoi cari. Provava dentro di se come una consapevolezza che la portava sempre di più a tener fede alla promessa fatta al padre. Aprì il libretto vuoto che le aveva dato e si mise vicino al fuoco per provare a vedere se c’era scritto qualcosa, ma non vide niente. Ad un tratto peró apparvero dei nomi. Non fece in tempo a leggerli che arrivò Thea con gli occhi rossi dalle lacrime -Come sta la mia sorellona? Non hai pianto oggi al funerale- le disse sedendosi davanti a lei
-Non è un po’ troppo presto per cominciare a bere?- le rispose Reina -E la mamma te lo permette?-
-Perché adesso t’interessa?- le chiese lei -Sei andata all’estero a studiare fregandotene di tutti e poi miracolosamente torni e ricomincia a importarti? Sei la bastarda più fortunata di tutte-
-È stato papà a mandarmi all’estero Thea, non è stata una mia scelta. Ma non staró a sentire le tue farneticazioni insensate- gli rispose lei alzandosi -Ed è vero, non ho pianto, ma non perché non m’importi, ma perché so che papà e Ollie vorrebbero che guardassimo avanti-
-Sei sempre stata una maga con le parole. Tu sei sempre così posata, controllata, pesi le parole, così le persone cadono nella tua trappola. Ma io so che tu non sei la santarellina che vuoi far credere- le disse Thea -La povera bambina che è stata abbandonata dalla madre dietro un compenso-
-Cosa stai dicendo Thea?- le chiese Reina
-Mia madre, mia perché tu non hai il suo sangue, stava parlando con degli uomini dopo aver saputo dell’incidente e ha detto che ti ha comprata perché tua madre era un povera sgualdrina- le rispose la sorella -E a quanto pare tu hai preso la sua abilità di manipolazione- 
Reina non le rispose, era troppo intenta a pensare alla sua vera madre che la vendeva alla sua madre adottiva. Non gliel’aveva detto in quelle poche che si erano parlate al telefono, eppure lei non era nemmeno in pessime condizioni economiche. 
-Che cosa fate ragazze?- chiese Moira alle due sorelle
-Fattelo dire da lei se non mi credi- disse Thea a Reina per poi andarsene
Reina si girò verso Moira -La lasci andare in quelle condizioni?- le chiese 
-Sta elaborando un lutto- le rispose la donna -Ognuno ha il proprio modo di reagire-
-È vero che hai dato dei soldi a mia madre per comprarmi?- chiese subito dopo alla madre
-Siediti e parliamone-
-Si o no, Moira?- ribadì lei -Io ho conosciuto la mia vera madre e se la verità non me la dici tu la chiederó a lei-
-Si, ma è stato per proteggerti. Tua madre non era sposata e non c’era la sicurezza che avessi una vita agiata e felice- le rispose Moira
-Perché questa è una vita agiata e felice?- le disse lei -Sono cresciuta credendo che mia madre mi odiasse, non potevo dire chi era veramente e adesso ho una sorella che si prende tutte le libertà di questo mondo, una madre adottiva bugiarda e un fratello e un padre colati a picco sul fondo dell’oceano. Grazie per la bella vita- continuó lei bevendo un bicchiere di vino -Domani me ne vado e non torneró mai più. Non voglio niente dell’eredità di papà, tieniti pure tutto-
-Mi dispiace Ren, io volevo solo proteggere la mia famiglia-
-Non raccontiamoci bugie: non ti è mai dispiaciuto di niente e di sicuro non ti dispiacerà per me-

EGITTO, OGGI
Slade e i tre fratelli si erano ritrovati nella grande sala da pranzo del palazzo per discutere della situazione. La tensione si  tagliava con un coltello tra i tre fratelli: Thea ce l’aveva con Reina per vecchie questioni e Oliver ce l’aveva con Reina per averlo spiato e per aver rapito Felicity.
-Io ti ho portato la valigetta Ollie, me ne posso andare- disse Thea contrariata dalla situazione
-No, dobbiamo chiarirci- ribadì suo fratello -Così ció che è successi non si ripeterà più- continuó aprendo la valigetta contenente una fiala di mirakuru con una fiala di antidoto -Abbiamo un solo tentativo-
Tra i quattro calò il silenzio -Non mi dispiace per quello che ho detto. Continuerò pensare che Slade è un omicida che si merita la morte e non mi dispiace pensare che la mia non sorella debba starsene lontano da noi-
-Non mi sfidare, ragazzina- la riprese Reina -Se io sono una bastarda lo sei anche tu. Io non c’ero mentre tu ti drogavi e ti ubriacavi in giro perché facevo quello che papà mi ha chiesto. Io ho reso onore alla mia famiglia, tu l’hai solo delusa-
-Detto da chi ha ricattato suo fratello è un complimento- ribatté l’altra
-Basta!- le interruppe Oliver -Dovremmo aiutarci, non accusarci. Io mi fido sia di Slade che di Reina e qualsiasi cosa abbiano fatto per me non esiste più. Qualcuno ha qualcosa da dire che dobbiamo sapere? Così almeno non ci saranno sorprese o che cose che potrebbero usare per dividerci-
-Io si- disse Slade -Non voglio che mi iniettiate di nuovo il mirakuru-

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Capitolo 9
*** Tragedie ***


EGITTO, OGGI
Khasib arrivó puntuale come sempre dalla città vicina. L’egiziano, che era stato per tanto tempo il tutore di Reina, era diventato il migliore amico della ragazza ed era sempre pronto ad aiutarla.
-Finalmente ti sei cacciata in qualche guaio- le disse togliendosi il cappuccio bianco e rivelando il viso sfregiato da tante battaglie
-Aspettavi solo questo?- gli chiese lei -Perché se no puoi girare il ronzino con cui sei arrivato e andartene-
-Lo sai che scherzo- commentó lui -Mi hai aiutato così tanto con i miei guai che dovró restituirti mille favori-
-Allora ho bisogno che accolga la mia gente nella tua città- gli disse lei -Ho aiutato una persona e ora un uomo a quanto pare potenziato da un farmaco miracoloso sta venendo qui-
-Allora sono questioni di cuore… va bene, fai preparare tutti- le disse lui -Al resto ci penso io-
-Grazie fratello- lo ringrazió lei
-Salute e pace, sorella- si congedò lui. Dopo che lui se ne fu andato Reina decise di mettere a posto tutto ciò che aveva in sospeso. Trovò Joe nel giardino e gli si avvicinò -Ti disturbo?- gli chiese 
-No- le rispose il ragazzo -Ho parlato con papà ieri sera…-
-Lo so, me l’ha detto. Come l’hai presa?-
-Non male. Mi sei simpatica… devo chiamarti mamma?-
-Forse è un po’ presto, ma se proprio devi- gli rispose lei -L’importante che non mi consideri la tua matrigna-
-No, ma a patto che m’insegnerai quello che sai fare-
-Non credo tuo padre sia d’accordo, ma quando sarai maggiorenne potrai fare ciò che vuoi. Per ora prepara le tue cose perché domani te ne vai- gli disse lei -Un mio amico ti terrà al sicuro mentre cerchiamo di risolvere la situazione-
-Ma io non voglio lasciare papà…- commentò il ragazzo -Voglio stare con lui-
-Lo so Joe, ma sei in pericolo. Se quest’uomo è così forte come dici dobbiamo concentrarci su come fare ad ucciderlo-
-Va bene, ma voglio che torni vivo-
-Lo giuro sulla mia vita-

INDIA, 8 ANNI PRIMA
Pochi giorni e finalmente avrebbe avuto la sua autonomia. Solo a questo riusciva a pensare Reina mentre Khasib parlava con delle persone. Ad un tratto le si avvicinò una bambina -Tu sei la fidanzata di Khasib?- le chiese la piccolina
-No tesoro, sono la sua allieva- le rispose lei 
-Perché tu non hai un compagno come il suo falco?- le chiese ancora la bambina
-Perché non ho ancora finito il mio addestramento. Quando diventerò una guerriera avrò anche io il mio compagno- le spiegò lei -Come ti chiami?-
-Alia- le rispose la bambina -Tu?-
-Reina. Piacere di conoscerti Alia- le disse Reina. Ad un tratto Khasib uscì e fece un cenno verso la ragazza -Andiamo Ren- le disse -Ci vediamo Alia- 
I due guerrieri si avviarono verso il centro della cittadina -Allora perché siamo qui?- gli chiese lei
-Ci facciamo un giro- le disse lui -E osserviamo le persone che ci stanno introrno-
Reina lo guardò stranita da sotto il cappuccio nero -Che stai combinando?- chiese sospettosa 
-Rilassati… abbiamo fatto cose peggiori- le rispose lui fermandosi -Vedi quegli uomini? Loro sono il nostro obiettivo, o meglio il tuo- continuò prima di andarsene. Reina rimase sola e cominciò a chiedersi come doveva fare perché non aveva mai fatto niente da sola. Optò per il metodo classico: prese un pugnale e cominciò a pensare alle proprie mosse e alla risposta dei suoi avversari. Prese un bel respiro e si gettò su di loro velocemente e riuscí ad atterrarli senza ucciderli. Erano in quattro e ne aveva lasciato uno cosciente -Che cosa ci fate qui? Quali sono i vostri piani?- chiese all’uomo
-Far capire alla gente che il vostro Gran Maestro è solo una finzione- le rispose l’uomo -E sei arrivata tardi…-
Dalla casa dove si erano fermati i due si sentí un grido e poi un forte pianto. Reina tornò velocemente alla casa e vide il corpo della bambina in una pozza di sangue. Era tutta una distrazione e lei ci era cascata in pieno. 

EGITTO, OGGI
Era il pomeriggio più caldo del mese e nel palazzo non c’era in giro un’anima viva. Slade e Reina stavano meditando su cosa fare con la storia del mirakuru insieme a Joe.
-Ricapitolando: se ti inietti questa cosa verde sarai come Wade ma non avrai la possibilità di tornare indietro perché userete la cura su quell’altro- disse il ragazzo 
-È esattamente quello che hai ripetuto per tre volte- gli fece notare Slade -E questo non mi fa sentire meglio. Insomma dovrei scegliere tra il vivere normalmente e il vivere in una teca di vetro-
Reina, che stava dando da mangiare alla sua aquila, si girò contrariata -Cosa vuol dire vivere in una teca di vetro? Puoi sempre imparare a controllarti- commentò -Sei un ex militare… dovresti sapere che non è finita finché non è finita-
-Scusami tanto ma tu non c’eri l’ultima volta, non vuoi nemmeno sapere cos’è successo sull’isola…- ribatté Slade
-No. Ho detto che non m’interessa saperlo perché sono la prima a dire che se ti sei pentito il passato non conta niente… poi era un contesto diverso, l’altra volta non l’avevi scelto- disse lei tornando a dar da mangiare a Mapya
-Allora non ascolti proprio…-
-No, sei tu che non ascolti- lo interruppe lei -Hai la possibilità di far vedere che non sei la brutta persona che tutti credono che tu sia e hai gente intorno a te che prima ti odiava e che adesso è disposta ad aiutarti per farti restare con JJ. Tra i due chi non ascolta sei tu-
-Io propongo di metterla ai voti- disse Joe per tagliare la tensione
-Non è una cosa che si mette ai voti- lo rimproverò il padre
-Era tanto per dire…- commentò il ragazzo -Allora io vado a finire di preparare le mie cose. Così ne discutete con calma e serenità- continuó poi uscendo
Reina sorrise per il comportamento del ragazzo e poi si rivolse a Slade -La scelta è tua Slade: puoi scegliere di affidarti alle tue e alle nostre abilità sapendo che probabilmente Wade verrà ben armato e rifornito o puoi scegliere di giocare ad armi pari con il tuo nemico e sviluppare la voglia di autocontrollo-
-Ti ho chiesto aiuto per questo. Ma se continuiamo a dirci dietro non arriveremo mai ad una soluzione- le rispose lui alzandosi dalla poltrona -Non so cosa fare Ren-
-Io ho ben chiaro cosa dovresti fare, ma se non hai la volontà per farlo non ce la farai mai- concluse lei andandosene nella sua stanza segreta -Quando hai preso una decisione fammelo sapere-

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Capitolo 10
*** Il Gran Maestro ***


EGITTO, OGGI
Per giorni Reina e Slade non si parlarono. Lei era arrabbiata perché lui aveva l’occasione di cambiare le cose e si tirava indietro, mentre lui era arrabbiato perché lei se ne era praticamente lavata le mani. Joe e gli abitanti del villaggio erano stati portati via ed erano rimasti solo loro due e Oliver. Mentre i due fratelli pensavano alle trappole da mettere Slade pensava ancora al mirakuru. Reina era nelle stalle intenta a preparare i suoi cavalli per farli portare via -Mandi via anche loro?- le chiese Oliver 
-Valgono migliaia di dollari. Certo che li mando via- rispose lei -Sono i miei campioni e voglio che vincano ancora tanto-
-Hai visto Slade?- le chiese ancora il suo fratellastro
-Mi ha chiesto un parere e io gliel’ho detto e se l’è presa- gli ripose lei -Ha la possibilità di cambiare ció che ha fatto e butta all’aria tutto-
-Non è così facile Ren…- lo giustificó l’altro 
-Eppure io la farei ad occhi chiusi. Se quello che avessi fatto si potesse rimediare così come niente lo farei. Cambierei il parere che certe persone si sono fatte su di me- disse lei 
 -Perché c’è chi ha un parere brutto su di te?- le chiese Oliver -Mi sembra impossibile. Qui parlano tutti bene di te-
Reina finì di fasciare la zampa di uno dei cavalli -Quando ero un apprendista e poi quando sono diventata una guerriera delle persone sono morte perché io non ho avuto la prontezza di reagire. Ora i loro parenti credo mi inviino maledizioni ogni giorno- gli spiegó lei -E me le merito-
I due rimasero in silenzio finché Oliver, dopo aver pensato a lungo, non riprese a parlare -Hai detto di aver discusso con Slade e che dopo non l’hai più visto…- cominció. I due si guardarono per un attimo -Non può averlo fatto da solo-

INGHILTERRA, 8 ANNI PRIMA
-Reina, tesoro, c’è tuo zio che ti vuole parlare- Jude chiamó sua figlia che era in camera sua.
Reina scese le scale e andò nel salotto -Ciao zio Jack-
-Ciao Ren. Come stai? Khasib mi ha detto che non vuoi più tornare- le disse suo zio bevendo del the
-Mi hai mentito e ho ucciso una bambina innocente. Mi sembrano buone ragioni per smettere di prendere in giro me stessa- gli rispose lei furiosa -Il Gran Maestro era tutta una balla vero? Non esiste e forse non è mai esistito. Perché illudere cosí le persone?!-
-Calmati adesso- la riprese suo zio -Sei abbastanza grande da capire che quello che non è stato detto era per preservare la Setta. Il Gran Maestro è esistito, ma è morto di malattia anni fa. Per reclutare usiamo un sosia- le spiegò -T’immagini cosa succederebbe se ad un tratto le reclute scoprissero che non siamo fondati su niente, che le nostre vite sono allo sbando? Ci sarebbe il caos e la Setta delle Ombre se ne approfitterebbe. Sono loro i nostri nemici- continuò -Inoltre la tua prova era molto difficile: nessuno avrebbe previsto che avrebbero attaccato la casa di alcuni contadini solo per scoraggiarti. Ma hai fatto il tuo compito, hai obbedito al tuo tutore e hai tolto di mezzo l’obiettivo. Non devi incolparti per questo-
-Di certo molti m’incolpano per questo- ribatté lei -Credevo che la gente avrebbe capito, ma mi sono ritrovata davanti a un orda di barbari ciechi ai mali del mondo-
-Ed è il nostro compito aprire loro gli occhi e non si può fare solo cercando di eliminare il male da questo mondo- le spiegò suo zio -Dalle nostre azioni, anche se buone, verrà sempre generato del male. Sta a noi far passare il messaggio alla gente Ren-
-E con la questione del Gran Maestro?-
-Ne stiamo cercando un altro, ma è difficile di questi tempi- le disse lui -Allora cos’hai scelto?-
Reina ci pensò un attimo. Rimanere e andare contro ai pregiudizi, alle cattiverie e alle malelingue? O restare nella sua tana e tradire gli insegnamenti del padre? Prese un bel respiro e si girò verso suo zio -Va bene, ma a una condizione: si fa a modo mio da ora in poi. O andrò dalla Setta delle Ombre e dirò che il Gran Maestro è morto-
-Vuoi sostituirti a lui? Non hai l’esperienza necessaria. Hai solo 22 anni- le rispose suo zio
-Per questo ci sei tu. Sarai il Gran Maestro pro tempore e quando sarò pronta subentrerò io- gli disse lei -Queste sono le tue possibilità: o mandare la Setta alla deriva o aspettare che rinasca-
-Come vuoi tu, Gran Maestro-

EGITTO, OGGI
Reina e Oliver arrivarono davanti alla porta della stanza di Slade -Sei sicura che questa sia la sua stanza?- le chiese Oliver
-Secondo te? Ci ho passato un po’ di tempo…- gli rispose lei -Dai bussa-
-Fallo tu- le disse lui. Reina bussò alla porta in modo elegante -Stai scherzando?! Non ho sentito nemmeno io il suono-
-Prego- gli disse lei spostandosi per farlo bussare, ma Slade aprí la porta 
-Cosa volete?- chiese ai due brusco 
-L’hai fatto?- gli chiese Oliver con tono ancora più brusco
Reina alzò gli occhi al cielo -Ma voi due un po’ di educazione?- chiese sconvolta -Non si parla cosí alle persone-
-È meglio essere freddi e impassibili…- commentò Slade -Si, l’ho fatto e non ho avuto bisogno del vostro aiuto quindi posso risolvere la situazione anche da solo-
Reina guardò Oliver, che capí il messaggio e se ne andò, poi si rivolse a Slade -Ricominci? Non abbiamo appurato che tra i due la più testarda sono io?-
-Ti lascio volentieri il titolo, ora se non ti dispiace starei facendo delle cose- si congedò lui
-Si che mi dispiace. Se vuoi fare a gara tra la mia pazienza e il tuo mirakuru hai già perso in partenza, oltretutto questa è casa mia- ribatté lei entrando. Fece un giro per la stanza messa a soqquadro -Vedo che ti sei sfogato…-
-Rimetterò a posto- le disse lui cercando di cacciarla -Puoi andartene?-
-Ho dei maggiordomi per un motivo e poi volevo chiederti scusa, mi sono lasciata prendere dalla situazione e non ho capito cosa provavi tu-
Lui si girò -Non accetto le tue scuse, ora puoi andare-
-E perché ti sei girato, allora?- gli chiese lei curiosa
-Perché potrei essere ingannato dai tuoi occhi azzurri dalle sfumature verdi e allora sarei davvero fregato- le rispose lui incrociando le braccia 
Lei gli girò intorno fino a fronteggiarlo -Funzionano sempre…- commentò soddisfatta
-Concordo…- disse lui prendendola a spalle 
-Non mi piace quando lo fai Slade! Mettimi giù!- esclamò lei ridendo -O dovrò ricorrere a misure speciali-
-Scherzi? Ora che sei diventata leggera-
-Brutto cafone!- esclamò ancora lei punzecchiandolo, ma non funzionò -Mi sta andando il sangue al cervello…-
-Oh povera… sei mia prigioniera per oggi e finchè non avrò voglia di farti uscire- 

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Capitolo 11
*** L'Ingannatrice ***


EGITTO, OGGI
Reina si svegliò per la luce che spuntava dalle tende della stanza. Si alzò poco contenta e andò a chiuderle, poi ritornò a dormire e notò di essere sola -Slade?- chiese al vuoto. Sbuffando si alzò di nuovo e andò nel salottino, ma era vuoto -Slade? Dove sei?- lo trovò davanti alla grande finestra a fissare il paesaggio desertico -Mi hai fatto spaventare, credevo te ne fossi andato a fare chissà quale crociata personale-
-Perché non ti fidi?- le chiese lui freddo
Lei lo abbracciò -Affatto- gli rispose sorridendo -Mi fido delle tue capacità, ma dopotutto per difendere la tua famiglia faresti di tutto. A cosa pensi?-
-A dopo- le disse lui -A cosa faremo quando Wade sarà sotto tre metri di terra-
-Una cosa che ho imparato è che quando fai progetti a lungo termine non succede mai quello che vorresti- commentò lei -Ma sperare non costa niente-
-Grazie per aver fatto crollare tutto- la ringraziò lui -A volte sei una serpe lo sai?-
-Non è la prima volta che me lo dicono... allora cos’hai progettato?- 
Lui la strinse -Pensavo di portarti con me a Starling City e che potremmo sposarci, più avanti- le rispose lui -Poi mi piacerebbe avere uno o due figli-
-Mi sono sempre piaciuti i bambini- disse Reina contenta -E poi entro qualche mese mi sarei ritirata dal ruolo di governatrice e pensavo di ricoprire quello di Gran Maestro-
-Aspetta, ma non ce l’avete già un Gran Maestro?-
-È una storia complicata, te la spiegherò più avanti- tagliò corto lei -Ora… posso andare a sistemare le ultime cose?-
-Se riesci a trovare la chiave della porta- ribattè lui andando al minibar -Vuoi qualcosa da bere?-
-Genio- lo richiamò lei tirando fuori la chiave -Dovresti aver imparato che raramente la gente mi frega-
-L’avevo nascosta bene. Come hai fatto?-
-Quando sono uscita dalla camera da letto ho visto che non c’era la chiave nella porta e ho pensato che potevi avercela addosso, quindi ti ho abbracciato- rispose lei -Puoi battermi in muscoli, ma non in furbizia-
Lui le prese la chiave e alzò il braccio -Prendila adesso- la sfidò
-Sfruttare l’altezza non vale- commentò lei sedendosi sul divano -Mi rifiuto di essere insultata cosí-
-Non cerchi di convincermi a dartela?- le chiese lui -Non ci credo-
-Non spreco fiato con i muli, scusa- rispose lei -Ma ti ricordo che se la tua scelta è l’altezza, la mia è l’astinenza- 
-Mi hai dato del mulo? Lo sai che posso spezzarti in due come niente?- commentò lui irritato
-Amore mio, puoi essere forte quanto vuoi, ma nelle minacce sei negato- ribatté lei -Se mi dai la chiave posso sistemare le ultime cose e potresti aiutarmi al posto di poltrire-
Lui le buttò l’oggettino -Mi sono convinto al nomignolo-

EGITTO, 8 ANNI FA
Reina era tornata in Egitto per concludere il suo apprendistato e per ricevere finalmente il suo animale e andarsene. Entrò nel palazzo di vetro e si avvicinò al guerriero -Dovevi imparare, Ren, mi dispiace avertelo fatto fare, ma non sempre le missioni vanno per il verso giusto-
-È morta per colpa mia, dovevo prevederlo-
-Non potevi- la contraddisse lui -Hai appena due anni di vita in questa Setta e qualche settimana nel mondo, col tempo imparerai cosa pensano le persone, le riconoscerai per il comportamento, le movenze, il tono, imparerai a capire quali sono le vere minacce e quali cose invece sono da evitare- continuò tirando fuori da una scatola un aquilotto che aveva appena messo le penne -Lei è Mapya, è un aquila calva e sarà la tua compagna per molto tempo- Reina prese l’aquilotto -È una creatura fiera e fedele, che darebbe la vita per la sua famiglia. Cosí come te-
-Quindi è tutto qui? Ho sbagliato e vengo premiata?- chiese lei 
-Sbagliare non è sempre negativo, Reina, tutti pensano che i nostri sbagli siano un fardello, una pena da portarci dietro, ma dagli sbagli nasce la nostra forza più grande. Si, ti sto premiando per aver sbagliato perché so che hai imparato la lezione e che ne imparerai molte altre- le rispose lui -Ma prima che tu vada devo chiederti un favore: una delle città sotto il mio comando ha bisogno diciamo di una rinfrescata e quindi ti ho nominato sua governatrice-
-Scherzi?! Non so nemmeno da dove si comincia!- esclamò lei
-Ti farai le ossa. La gente ti punirà per i tuoi sbagli e ti premierà quando ne trarrai beneficio… per il resto usa la fantasia-
-Di tutte le cose che mi hai detto questa è la più insensata…- commentò lei
-Allora mettiamola così… vuoi essere imprevedibile? Fai cose che nessuno si immaginerebbe, una la testa e il cuore. L’istinto può essere superato dall’intelligenza, l’intelligenza dalle macchine, ma nessuno potrà mai sapere cosa combini se usi un misto tra le due-

EGITTO, OGGI
-Ho capito perché hai svuotato il palazzo- disse Oliver a Reina piazzando gli ultimi inneschi sulle colonne del cortile del palazzo -Non è un po’ troppo esagerato far esplodere tutto?-
-È una cosa prevedibile, ma è questo quello che la rende imprevedibile- gli rispose lei 
-Hey Slade, la tua ragazza sta parlando un’altra lingua le puoi dire di smetterla?- chiese Oliver al suo amico, che si mise a ridere
-Mi dispiace, ma non oso approfondire la questione- gli rispose l’uomo
-Hai scavato la fossa che ti ho chiesto?- gli chiese Reina 
-Larga tre metri, lunga cinque, profonda tre. A cosa ti serve?- le chiese Slade 
-Per metterci un auto ovviamente- rispose lei -Adesso bisogna affilare i tronchi e coprire le fosse, poi dobbiamo trovare un modo per farci entrare la sabbia- continuò uscendo dal cortile
-Cosa le hai fatto?- gli chiese Oliver -È più contenta del solito-
-Niente, le ho solo detto che pensavo al matrimonio- gli rispose lui
-Non è troppo presto?-
Slade si fermò -Sta buttando giù una città intera per me e Joe- commentò soltanto lui -La tua amichetta lo farebbe?-
-Devo ammettere che mia sorella è strana su certe cose. Sembra uscita dal film La Piramide: con tutte le trappole e il resto- disse Oliver incamminandosi -Ma io ti avverto: toccala una sola volta o falle passare le pene dell’Inferno e io ti uccido-
-Non credo che lei abbia bisogno del tuo aiuto per uccidermi. Se mai dovessi farle un torto credo si trasformerebbe in qualcosa peggio di Wade e allora non ci sarà posto dove potrei nascondermi- gli spiegó Slade -È riuscita a fregarmi una chiave senza muoversi dal divano-
-Ammetto che è brava nei trucchetti psicologici- commentò l’altro -Se ti servisse un posto dove nasconderti la mia porta è aperta-
-Sinceramente, credo sarebbe il primo posto dove mi cercherebbe-
-Vi movete?- li interruppe lei da lontano -Io non ho la super forza o dei muscoli scolpiti che mi aiutino-
-Ti renderà uno schiavo lo sai?- chiese Oliver a Slade
-Esagerato, io la amo e farei di tutto per renderla felice, anche diventare un suo schiavo. Anche se non succederà mai perché gli schiavi non sono pagati e sono sfruttati fino alla morte- disse lui
Oliver si fermò scioccato -Oh mio Dio, parli come lei adesso!- esclamò sconcertato -Ti sta plasmando a sua immagine e somiglianza. I vostri figli saranno uguali a voi, come usciti da una fotocopiatrice-
-Ora esageri, ragazzo- lo riprese Slade -E i nostri figli assomiglieranno a me come Joe-

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Capitolo 12
*** Il Piano ***


EGITTO, OGGI 
Dopo aver sistemato tutto era calato il silenzio nell’immenso palazzo. I tre erano seduto sulla grande scalinata, in attesa che accadesse qualcosa. Ad un tratto Mapya atterrò vicino alla sua padrona. Oliver sospirò -Seguiamo il piano- disse alzandosi
Anche Reina e Slade si alzarono -Ci vorrà circa mezz’ora prima che arrivino- disse lei -Vado a prepararmi- continuò entrando nel palazzo. Visto che lei era quella che ne sapeva meno di mirakuru doveva uccidere gli uomini che avrebbero accompagnato DeFoe, mentre Oliver e Slade si occupavano dell’uomo. Slade la fermò -Hey, cosa succede?-
-Non mi piace questo piano- le confessò lui -Abbiamo tempo per cambiarlo-
-Tu sai cosa fare Slade- gli disse lei prendendogli la pistola ed estraendo il caricatore -Non mancare un colpo o sarà tutto vano-
-Possiamo scappare…- propose lui -Se ci nascondiamo bene non ci troverà mai-
-E vivere come dei fuggitivi? Io non mi arrendo così- gli rispose lei -Sono otto anni che agisco da sola, ma ora mi guarderete voi le spalle-
-Io mi fido delle nostre capacità Ren, ma non mi fido di Wade. È imprevedibile- la avvertí lui -Stai attenta, ti prego-
-Io vedo tutto Slade, non farà niente che io non abbia già previsto- lo rassicurò lei -Ora però vado a prepararmi, posso prevedere tutto, ma senza armi non vado lontano- continuò baciandolo -Ci vediamo quando è finita- si congedò. Raggiunse velocemente la sua stanza e si mise davanti allo specchio incoraggiandosi. Lo stava facendo per le persone che amava e non avrebbe avuto rimpianti. Si mise i pantaloni di pelle e la canotta nera, poi il mantello con il cappuccio. Entrò nella sua stanza segreta, che era un laboratorio chimico e si sedette davanti a un contenitore. Prese i pugnali che si stavano asciugando dal veleno in eccesso. Caricò le pistole e le indossò poi prese le spade corte e le mise sulla schiena. Era quasi tutto pronto, doveva ritoccare solo qualche minimo particolare e poi sarebbe potuta andare. E uno di questi dettagli era suo fratello. Prese una busta di carta e ci mise dentro dei fogli che aveva scritto con cura, poi scese dalla finestra della sua stanza e tagliò i fili degli inneschi delle bombe. Nessuno sapeva quello che aveva intenzione di fare, forse nemmeno lei lo sapeva, doveva solo dare tempo a Slade e Oliver. Rientrò nella sua stanza e liberò la sua aquila, che si librò nel cielo, poi tornò alle sue faccende. Ad un tratto Oliver bussò alla porta ed entrò -Ho trovato il tuo messaggio, di cosa volevi parlarmi?-

EGITTO, QUALCHE ORA PRIMA
Finalmente libera da Slade, Reina si era rintanata nel suo laboratorio a fare strani esperimenti che solo lei poteva sapere. 
-Ren? Sei qui?- le chiese una voce familiare
-Non sto al gioco questa volta, se mi vuoi rinchiudere scappo dalla finestra- gli rispose lei
Slade entrò nel laboratorio -Questa stanza non l’avevo mai vista…- commentò -Oliver cerca i detonatori e le micce-
Reina indicò uno scaffale dietro di lei -In alto a destra i detonatori, in basso le micce- gli disse tornando al suo lavoro -Ah e mi presti la tua pistola?-
-È un organo vitale per me, stai attenta- le disse lui dandogliela -Consegno queste cose e poi vengo a riprendermela- disse poi uscendo con le cose che servivano a Oliver. Reina prese il caricatore e tolse tutto i proiettili, poi fece il calco di uno di essi e mise un pezzo di ferro alla fine e una capsula all’inizio. Cosí fece per venti volte. Slade entrò di nuovo nel laboratorio -Cosa fai?- le chiese curioso -Non sapevo che fossi una chimica-
-In realtà non ho mai studiato per fare queste cose, ho solo fatto esperienza. E questi ti serviranno con il tuo amico- gli spiegò lei -Di sicuro Wade non è cosí idiota da farsi iniettare la cura, quindi io metto la cura nei tuoi proiettili-
-Ingegnoso…- commentò lui -Ma cosa ti fa credere che lui si faccia colpire?-
-Se sapessi di poter guarire da ogni cosa ti preoccuperesti di evitare i proiettili? Sprecheresti cosí il tuo tempo? Mentre la tua preda ha la possibilità di scappare?- gli chiese lei -Wade si farà colpire perché da quei pochi filmati che ho visto ho capito che è un maniaco del controllo. Un maniaco del controllo va in panico se sa di non averlo. Perciò quando io ucciderò tutti i suoi amici andrà su tutte le furie e agirà d’impulso. Se ne fregherà dei proiettili, non sono ingombranti nel corpo come le frecce-
-Quindi pensi che travolto da una furia ceca non si curerà di me che lo colpisco, ma piuttosto di Oliver per le frecce- concluse lui -E tu?- le chiese
-Non ti preoccupare, io ho le mie cose da fare- gli ripose lei
Slade rimase in silenzio e guardò il tavolo in fondo alla stanza -Quello cos’è?- chiese avvicinandosi
-Non toccare, sono le mie cellule staminali- gli rispose lei
-Cosa?- chiese lui confuso
-Le cellule staminali sono quelle che rigenerano il nostro corpo, di solito si trovano nel nostro midollo, nel nostro grasso corporeo e nel cordone ombelicale. Se iniettate sotto cicatrici o in una ferita si guarisce più in fretta- gli spiegò lei -Il mirakuru potrebbe essere composto da queste cellule potenziate al massimo-
-Non sapevo che facessi queste cose-
-Non ti sei mai chiesto perché non ho la cicatrice della ferita che mi sono fatta sull’isola?- gli chiese lei -Un paio di settimane e sparisce tutto-
-Allora devo ricontrollare- commentò lui 
-No, mi spiace, ma devo finire- rifiutò lei l’offerta -Se no come vuoi battere Wade?-

EGITTO, OGGI
Quattro jeep arrivarono nel cortile del palazzo. Erano tutti pronti per lo scontro finale -Entrano nel palazzo- Oliver informò gli altri -Io e Slade siamo sul tetto-
-State pronti- gli disse Reina nascosta in uno dei corridoi. Vide arrivare gli uomini e due di loro si diressero verso di lei. Uno sparò ma prese solo uno specchio e Reina lo uccise. Un altro le sparò di nuovo, ma ruppe soltanto il doppio vetro rinforzato dove era nascosta. Uccise anche quello e poi si confuse con l’oscurità dei corridoi. Fortunatamente lei sapeva dove andare, loro no. Cinque uomini arrivarono al corridoio principale e dietro e davanti a loro si chiusero due muri di vetro e delle ventole tolsero l’aria. -Quanti erano?- 
-Quindici, più due che stanno con Wade, e arrivano altre tre auto- le disse Slade
-Giornata impegnativa oggi- commentò lei 
-Lui non si muove Ren, non sta andando secondo i piani- le disse lui preoccupato -Torna indietro-
-Stai tranquillo, sta andando tutto secondo i piani- lo rassicurò lei mettendosi i guanti -Fuori sette, ne mancano otto dei vecchi e circa un’altra quindicina dei nuovi- prese un bel respiro e i suoi pugnali. Entró nell’immensa cucina e accese le luci. Di sicuro si sarebbero diretti verso la luce. Quando tre di loro entrarono Reina spense la luce e riuscì a tagliare le braccia di due degli uomini, poi la riaccese -Qualcuno ha l’antidoto per la Chironex fleckeri, anche detta vespa di mare?- chiese lei agli uomini alzando le mani -Si muore in meno di un minuto se non si ha l’antidoto, che credo non esista- gli uomini che erano stati colpiti cominciarono ad avere un blocco respiratorio e in pochi secondi morirono. Lei si rivolse all’uomo -Ci sono altre trappole qui dentro, dillo ai tuoi amici: potete restare e morire o andarvene e tornare dalle vostre famiglie- l’uomo non ci pensó due volte e se ne andó
-Alcuni di loro se ne vanno- disse Oliver. Reina si tolse l’auricolare e lo schiacció sotto lo stivale. Uscì allo scoperto e scese le scale del palazzo diretta verso Wade, verso la morte.

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Capitolo 13
*** L'Inizio Dello Scontro ***


EGITTO, OGGI
Reina scese le scale -Wade DeFoe, ti stavo aspettando…- disse all’uomo australiano dai capelli e occhi scuri e lo sguardo di chi non ha paura di niente
-Tu devi essere Reina Queen- le disse l’uomo con la voce profonda -Sono risalito al tuo computer. Tu hai aiutato Slade a prendere Joe. Credevi di passarla liscia?- le chiese iracondo
-Oh allora ti scoccia non avere il controllo su quello che sta succedendo. I tuoi uomini sono scappati e chissà cos’ho architettato per te- lo provocó lei -Io vedo tutto Wade-
-Vediamo se hai visto anche questo- le disse lui puntandole la pistola -Bloccatela- ordinó ai suoi uomini. Gli ultimi due uomini la bloccarono -Se l’hai aiutato dev’esserci qualcosa tra voi due. Perché lui puó essere felice e io no?-
-Forse sei maniacale- lo provocó ancora -Chi vorrebbe mai stare con un mostro come te?- 
-Stai zitta!- le gridò Wade con la mano tremante dalla rabbia 
Ad un tratto accadde una cosa che Reina non aveva previsto: Slade venne in soccorso di Reina ancora più furente di Wade -Lasciala stare!- esclamó furente 
-Perché dovrei?- gli chiese Wade prendendo in ostaggio Reina -C’è davvero qualcosa tra te e questo fiorellino? Assomiglia ad Adie, lo sai?-
-Mi hai incastrato quella volta e non mi sono ribellato, lasciala andare- gli rispose lui -Questa storia è tra me e te-
-Era tra me e te, poi hai tirato in mezzo Adie ed è morta, la tua ragazza, che morirà presto, e il tuo caro figlio, che tornerà a casa con me. Ti toglieró tutto, di nuovo, ma questa volta non ti lasceró scappare: resterai chiuso in cella e vedrai la tua vita andare in frantumi-
-Sei un pazzo- gli sussurrò Reina
-Non sei nella posizione di giudicare, dopotutto sei tu che ti sei buttata tra le braccia del lupo- le disse Wade
-Sei sicuro di essere il lupo? Sei esattamente dove voglio io- ribadì lei -Sei solo l’agnello-
-Ultime parole?- le chiese l’uomo
-Non farlo Wade- lo supplicò Slade -Prenditela con me-
-Che cosa faccio Slade? Le spezzo il collo o le sparo un colpo in testa?- gli chiese l’altro -Tre secondi-
-Ammazzalo- gli disse Reina prima che Wade gli sparasse un colpo in testa. Il suo corpo cadde a terra a peso morto provocando la furia ceca di Slade. 

EGITTO, UN’ORA PRIMA
Oliver si mise al centro della stanza e guardò la sorella -Cosa succede?- le chiese
-Voglio che tu dia questa a Slade- gli disse lei dandogli una busta azzurra -E queste sono per te e per Thea- gli diede altre due buste, poi gli passò una busta bianca -E queste sono le mie volontà-
-Volontà? Cosa vuoi fare Ren?- le chiese confuso Oliver
-Io confido in voi due Ollie, ma Slade ha bisogno di un incentivo- gli spiegò Reina -Mi ha proposto di scappare e io ero a un passo dall’accettare, ma deve capire che non può avere per sempre paura di ciò che è-
-Quindi vuoi praticamente sacrificarti cosí che lui tiri fuori il coraggio di usare il mirakuru? No, è fuori discussione- esclamò lui -Io sono tuo fratello maggiore, dovrei proteggerti!-
-E lo hai fatto, per anni, ma io non sono più una bambina. So a cosa vado incontro- ribatté lei -Ma non lo posso fare se tu non mi appoggi-
-Non posso Ren. Mi stai chiedendo di lasciarti morire-
-Morire? Può darsi se quello che ho in mente non funzionasse- gli disse lei -Posso ridurre i danni della mia morte Ollie, sono andata oltre al mirakuru e alle altre cose. Ascoltami bene perché questa parte è importante: avete poco più di cinque minuti per rianimarmi in caso non funzionasse-
-Adesso mi spieghi cosa succede o diró tutto a Slade- la minacciò lui 
Reina sospiró -Ho trovato il modo di autoconvincere il mio corpo a rigenerarsi, se vengo colpita guarisco, se muoio torno in vita- gli spiegò lei -Ma c’è sempre bisogno di qualcuno che mi aiuti-
-Cosa devo fare?- le chiese Oliver sconfitto
Reina gli diede tre siringhe sigillate -Iniettami il contenuto nella ferita e dovrei fare il resto-
-Cosa prevedi che accada?-
-Riuscirò a convincere gli uomini di DeFoe ad abbandonare perché sono abbastanza scaltra da ucciderli tutti. Ma questo causerà la sua ira. Un maniaco del controllo, se sa che le cose non stanno andando come vorrebbe, perde la testa e tu sai cosa succede a chi ha il mirakuru in circolo quando sclera- gli spiegó lei -Mi farò catturare, lo provocherò e lui mi sparerà un colpo in testa. Risultato: Slade furioso e Wade che non capisce più niente-
-Come puoi difenderti da un colpo in testa?- le chiese ancora Oliver, più confuso di prima
-Quattro anni fa caddi da cavallo. Una caduta abbastanza brutta. Sono stata mesi in ospedale e ho subito cinque operazioni. Risultato: placche di metallo che tengono unite le ossa-
-E tiri fuori questa cosa adesso? Come un mago tira fuori un coniglio dal cappello?- 
-Per rimanere in tema: un mago non svela mai i suoi segreti. Quindi ho semplicemente compartimentato le informazioni- spiegó lei -Tu sai una cosa e Slade ne sa un’altra e i miei collaboratori un’altra. È il segreto per la buona riuscita di un piano-

EGITTO, OGGI
Slade si scagliò contro Wade alla velocità della luce  e cominciò a prenderlo a pugni, ma l’altro riuscí a ribaltare la situazione. Nel frattempo Oliver uccise i due uomini che fiancheggiavano il loro nemico e raggiunse la sorella -Spero che tu abbia ragione…- commentò ascoltandole il battito. Fortunatamente era ancora viva, respirava a fatica, ma almeno il cuore aveva qualche battito. Wade riuscí ad allontanare Slade e Oliver prese l’occasione per prendere uno dei pugnali di Reina -Slade! Io mi occupo di mia sorella, questo dovrebbe fermarlo per qualche secondo- gli disse lanciandogli il coltello.
Slade lo prese -Ora ti uccido- disse a Wade -E pagherai ogni singola azione e parola- 
-La tua fidanzatina non aveva previsto tutto. Io lo so che è una messa in scena- ad un tratto si sentí uno stridio e Mapya scese in picchiata puntando i suoi artigli sugli occhi di Wade. Slade ne approfittò per sparare qualche colpo, ma purtroppo Wade riuscí a scappare.
Slade fece per inseguirlo, ma in un momento di lucidità rivide la scena che era accaduta poco prima. Tornò indietro e vide Oliver estrarre una valigetta grigia da sotto una mattonella -Che fai?- gli chiese
-Mi dispiace Slade. Lei non voleva che tu lo sapessi prima, l’avresti fermata- gli disse Oliver -Ma io non sono bravo in queste cose- gli passò una delle siringhe -Devi farlo tu-
-Se tocco la parte sbagliata muore- ribatté Slade -Deve farlo qualcuno esperto-
-Allora mettiamo le cose in chiaro- cominciò Oliver -Reina mi ha detto cosa avrebbe fatto e mi ha detto quello che dovevamo fare. Abbiamo cinque minuti prima che i danni si aggravino e siano irrimediabili. Ti ricordi che ti ha detto di essere caduta da cavallo? Non devi andare oltre la placca di ferro-
Slade prese un bel respiro e riuscí a seguire le istruzioni di Oliver -E adesso?-
-Ora uccidi Wade mentre io la tengo in vita-

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Capitolo 14
*** La Lettera ***


EGITTO, OGGI
Slade cercò in ogni corridoio e stanza del palazzo, ma Wade era sparito. Valutò cosa fare, ma poi decise di tornare indietro, dovevano portare Reina all’ospedale più vicino. Tornò al cortile, dove cmera soltanto un elicottero ad aspettarlo e non c’era traccia dei due fratelli. 
-Signor Wilson- lo chiamò Amir dall’elicottero -Venga presto-
-Dove sono Reina e Oliver?- gli chiese lui avvicinandosi minaccioso
-A quest’ora avranno superato il mar Mediterraneo diretti in Inghilterra, signore- gli rispose l’egiziano -Sono diretti in una struttura creata su istruzioni di Reina-
Slade salí sull’elicottero -Quindi lo sapevi anche tu?-
-Credevo che fosse per eventuali feriti, non che fosse successa una cosa del genere- gli rispose l’altro -Ma posso darle un consiglio?- 
-Con tutto quello che è successo non credo che un consiglio guasti- gli rispose lui
-Porti pazienza, non è una donna facile, non si sa mai cosa le ronza in testa. Si fidi del suo giudizio, anche se ha appena trent’anni ha molta esperienza in questi casi. È come se lei prevedesse quello che succederà, tutte le volte, non fa niente se prima non inquadra la situazione. È una maniaca del controllo- gli disse l’uomo
-E anche una pazza suicida- commentò Slade
-Con tutto il permesso, signore, è stata addestrata cosí. Le hanno sempre detto che prima o poi sarebbe successo e lei credeva che fosse quella l’occasione…-
-Ma non lo era- lo zittí lui -E credo che una ramanzina non guasti-
-Sarebbe anche molto utile- gli disse l’uomo -Comunque il signor Queen mi ha detto di darle questa- l’egiziano gli diede una busta azzurra -È da parte di Reina-
Slade aprí la lettera e cominciò a leggere:

Slade, se stai leggendo questa lettera vuol dire che è andato tutto secondo i piani, e che Wade è scappato. Se fossi morta staresti leggendo le mie volontà, che sono state opportunamente bruciate. Mi dispiace di non averti detto niente, ma non avresti mai trovato il coraggio di affrontare i tuoi fantasmi, e mi sento davvero tanto in colpa. Nel caso tu mi stia insultando, è tutto vero, sono una pazza squinternata che si è fatta sparare, ma per consolarti era tutto calcolato. Wade ti avrebbe fatto rivivere la morte della tua ex-moglie, ma preso dalla rabbia non avrebbe fatto caso al resto. Ti avevo detto che avevo avuto un incidente tempo fa e sfrutto la cosa a mio vantaggio, come tutto quello che mi circonda. Non morirò, tranquillo, ma nel caso volessi sgridarmi non me la prenderò. 
Ti amo e davvero mi piacerebbe che diventassimo una famiglia. Perciò ti spiego cosa accadrà adesso: verrò trasferita in un apposita area creata nella casa di mia madre, che sarà disperata, non dare retta a quello che dice, tende a ingigantire le cose. Porta il foglio che è in allegato alla lettera a mio zio. Lui darà l’ordine a Khasib di riprendersi la mia città e mi nominerà nuovo Gran Maestro, per rendermi più libera dai miei impegni. Le mie cose sono già state trasferite a Starling City. Ho deciso di tornare finalmente a casa, per riallacciare i rapporti con Thea e per aiutare Oliver mentre tu, immagino, andrai a cercare Wade. Fatti aiutare da Cal, lui al contrario di me è un mago dei computer. Per me è come un fratello, quindi ti aiuterà senza battere ciglio. 
Nel caso te lo stessi chiedendo: le ferite alla testa non guariscono facilmente e probabilmente mi opereranno, ma non dovrebbe essere niente di grave. Intanto occupati di JJ, anche se non vuole ammetterlo gli piacerebbe passare più tempo con te. Quindi non stare a farmi la guardia, perché sarebbe inutile, passate un po’ di tempo insieme e rilassatevi. 
Mi dispiace per quello che è successo, ma l’alternativa sarebbe stata la tua morte. L’ho fatto per te e per la mia famiglia e di sicuro non mi pentirò.
Ti amo,
Reina.

Leggendo la lettera Slade si convinse che effettivamente non aveva senso arrabbiarsi, ormai il dado era tratto e non si poteva tornare indietro -Devi fare una cosa per Reina, Amir- disse all’egiziano
-Si, signore- gli rispose l’altro
-Porta questa allo zio di Reina, consegnala solo a lui- gli ordinò dandogli la lettera in allegato con la sua -E vorrei che mio figlio venisse in Inghilterra-
-Certo, signore- gli rispose ancora l’altro.
In un’ora arrivarono nella casa della famiglia di Reina, dove Oliver aspettava in giardino. La sua calma lo sorprese da una parte, ma dall’altra no. Dopotutto se lei aveva previsto tutto come diceva, non sarebbe successo niente di grave -La stanno operando- gli disse Oliver -Hanno detto che ci vorranno solo un paio d’ore-
-Vuol dire che non è niente di grave- dedusse Slade -Se avesse riportato dei danno gravi ci avrebbero messo di più-
-Allora ha tranquillizzato anche te…- commentò Oliver
-Si e mi ha anche dato degli ordini. Solo lei può dare ordini tramite una lettera- ribatté lui -Ora… parlo con i dottori e cerco di evitare la mia futura suocera-

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Capitolo 15
*** Cambiamenti ***


Reina si svegliò un po’ frastornata e con un gran mal di testa. Si staccò tutti i fili e si mise seduta -Cosa vuoi fare?- intervenne Felicity fermandola -I dottori hanno detto…-
-Bla, bla, bla, bla, bla- la interruppe lei alzandosi -So cosa devo fare- continuò uscendo dall’unità medica che era stata allestita nel garage di casa sua -Mamma!- chiamò a gran voce -Dove sono le mie cose?- chiese cercando le sue armi, che trattava come se fossero i suoi bambini.
Ad un tratto si trovò davanti Slade -Sei nei guai lo sai?- le chiese 
-Possiamo litigare dopo? Rivoglio indietro le mie cose- gli disse lei sfasciandosi -Mamma!- 
-È uscita- le disse lui -Cosí evitava di incatenarti al letto-
Reina finí di sfasciarsi e buttando via le fasce -Va bene dai: sputa il rospo- si rivolse a lui
-Sei impazzita?! Potevi morire! E poi non me l’hai detto!- esclamò lui arrabbiato -Quando ti riprendi non uscirai mai più-
-Cosa? Ti ho salvato il culo! Volevi scappare con la coda tra le gambe e di sicuro alla prima occasione l’avresti fatto- ribatté lei sconcertata 
-Mi stai dando del codardo?- le chiese lui -Perché se era per provocarmi sono molto arrabbiato-
-Questa carta non funziona. Puoi arrabbiarti quanto vuoi, ma non mi farai mai paura. Vuoi che ti dica che ho sbagliato? Va bene, ho sbagliato. Vuoi che ti dica che mi dispiace? Va bene, mi dispiace. Vuoi che ti dica che sono un’idiota, una stupida e una psicopatica? Va bene, sono un’idiota, una stupida e una psicopatica- gli disse lei -L’ho pensato prima di decidere e non vedevo altra via d’uscita, magari tu l’avresti vista, ma io no perché la mia mente è limitata. Io non ho il mirakuru che mi aiuta a ragionare sulla situazione in un millesimo di secondo, ho solo me stessa e le mie abilità, che ho coltivata per anni. Vuoi che ti dica queste cose? Posso farlo, ma non è quello che penso. Puoi essere arrabbiato, puoi sgridarmi e puoi persino prendermi a pugni, ma non mi cambierai mai- Slade non le rispose, si limitò solo ad incrociare le braccia e a sbuffare, visibilmente sconfitto. 
-Reina, ci sono delle persone per te- le disse Amir -Le faccio venire qui?-
-No, salgo io- gli rispose lei superando Slade
-Aspetta- le disse lui -Ti accompagno, non puoi andare in giro da sola-
-Fa’ come ti pare- gli disse lei entrando in casa -Ma non interrompere gli adulti mentre parlano- 
-Se ti consideri adulta allora un neonato è un adulto- sbottò lui.
Reina lo fulminò e cominciò a salire velocemente le scale poi si rivolse ad Amir -Vorrei qualcosa per il mal di testa, grazie-
-Te la porto subito- gli rispose l’uomo sorridendo
-E per favore trova le mie armi o mia madre non me le brucerà- gli chiese ancora lei
-Certo- le rispose ancora l’uomo andandosene 
Prima di entrare nella stanza Slade la bloccò -Mi tagli fuori cosí?-
-Io non ti sto tagliando fuori Slade. Sono affari della Setta- gli rispose lei
-Potevo perderti- le disse lui -E non so cosa avrei fatto a vivere senza di te-
Lei lo abbracciò -Mi dispiace sul serio- gli disse lei -Scusami tanto-
-Adesso stai bene, è questo l’importante- la rassicurò lui -Ma voglio che ti rimetta, non voglio che peggiori la situazione. O sarò io a incatenarti al letto, Seshat-
-Perché mi chiami come la moglie di Thot?- gli chiese lei confusa
-Perché era la dea delle scienze e della sapienza. Ci ho pensato per un po’, lo ammetto- le spiegò lui -Poi tuo fratello ha pensato che sarebbe un ottimo nome da vigilante-
Reina sembrò un attimo interdetta -Perché non ci ho pensato io?- si chiese poi si rivolse al suo fidanzato -Non ti esaltare: non potrai mai battere il mio cervello-
Amir arrivò con un bicchiere -La tua medicina-
-Oh, grazie Amir- gli disse lei bevendo -Hai trovato le mie cose?-
-Si, le ho messe nella tua stanza e l’ho chiusa a chiave- le disse l’uomo
-Bene, grazie. Hai la giornata libera- poi si rivolse a Slade -Stai attento che ti tengo d’occhio-
-Veramente dovrebbe essere il contrario- commentò lui -Ti aspetto qui fuori-
Reina chinò il capo ed entrò nell’ufficio di suo zio -Sono felice di rivederti in piedi- le disse lui -Anche se siamo addestrati per “resuscitare” dalla morte-
-Sono pronta, zio. Voglio essere libera per restare con la mia famiglia- gli disse lei 
Suo zio prese un bracciale dorato e glielo diede -Questo ora appartiene a te, Gran Maestro- le disse chinando la testa in segno di rispetto -E come Gran Maestro in uscita ti chiedo una umile cortesia-
Lei prese il bracciale e lo mise al braccio perché era troppo grande per il polso di una donna -Mi hai servita bene, zio. E per sdebitarmi farò qualsiasi cosa-
-Voglio che Cal prenda il mio posto. Mi ritiro e mio figlio è pronto per essere il mio successore- le chiese lui
-Va bene, fai venire Cal domani mattina e voglio che anche gli altri sappiano. Dobbiamo espanderci e i guerrieri esperti che lavorano da più tempo diventeranno maestri e andranno in cerca di chiunque sia abbastanza abile e scaltro da diventare uni di noi: bambini di strada, ex mercenari, chiunque-
-Si, Gran Maestro-

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Capitolo 16
*** 5 Anni Dopo... ***


Alla Wilson Tower, Reina era impegnata con una marea di fogli di arretrati, ovviamente perché non erano i suoi, ma Slade aveva deciso di seguire le tracce di Wade chissà dove, circa tre settimane prima, e non era più tornato. Stava per avere un collasso mentale quando miracolosamente suo marito entrò nell’ufficio -Sembri distrutta- commentò lui un po’ sorpreso -Non eri quella super organizzata?-
-Io nelle mie cose sono super organizzata, ma tu neanche un briciolino. Nemmeno metti in ordine i fogli per data- rispose lei -E a quanto pare ti dimentichi anche di chiamare qualche volta- continuò alzandosi -E per punizione dormi sul divano-
-Sai quante volte l’hai detto?- le chiese lui sedendosi alla scrivania -Circa un centinaio, ma poi ti sei ricreduta-
Lei si massaggiò il collo -Se stanotte ti svegli tu puoi fare tutto quello che vuoi- gli rispose lei -Io ho avuto tre settimane d’Inferno- si sdraiò sul divanetto -Per fortuna JJ mi aiuta se no sarei già impazzita-
-Come ha fatto la casa a trasformarsi in un campo da guerra?- le chiese lui -E poi sono ordinato, sei tu che sei maniacale-
-Grant ha la varicella e a Rose stanno spuntando i denti e credo stia prendendo anche lei la varicella. A proposito: l’hai fatta la varicella vero?- 
-Ovvio che l’ho fatta. Anzi, mio padre mi diceva sempre che è meglio farla da bambini perché da adulti è una rottura, allora sono andato da un mio amico che l’aveva presa e me la sono fatta attaccare- le spiegò lui 
-E poi sono io la masochista- commentò lei poi guardò l’ora -Io torno a casa, Joe mi ha chiesto se lo alleno oggi e poi devo badare ai bambini- lui le rispose con un mugugno -Puoi anche rispondermi civilmente-
-Cosa devo dire che già non ho detto? Lo sai che non voglio che Joe faccia la mia stessa fine- le disse lui
-Guarda che la tua fine è stata sposare me e avere due figli bellissimi- gli fece notare lei -Figli che non stai crescendo perché sei troppo impegnato a inseguire Wade e a non ascoltare-
-Ne parliamo dopo, Ren- tagliò corto lui -Non è né il luogo né il momento-
-Non è mai il momento per te- commentò lei -Ah e se torni tardi senza avvertire, cambio la serratura e dormi fuori al freddo e al gelo- disse per poi andarsene. Prese la giacca all’ingresso e salí in macchina e si diresse verso casa. Una volta arrivata alla grande casa Wilson entrò e andò ad abbracciare i suoi due bambini ammalati. Grant aveva quasi cinque anni e, con la grande gioia del papà, non le assomigliava per niente, mentre Rose aveva otto mesi ed era identica a lei. 
-Mamma, sei tu?- le chiese una voce dal corridoio
-Si, JJ. Sei pronto?- gli rispose lei
Joe entrò nella stanza dei bambini -Sei tornata presto oggi- commentò stupito
-Perché qualcuno ha fatto ritorno- gli spiegò lei -Mi hai preso le medicine?-
-Si- il ragazzo le diede una borsina -Ah e ho notato delle macchie sulla schiena di Rose, ma non so se ha preso la varicella. E poi dovresti buttarlo fuori di casa-
-Ha solo paura che Wade possa distruggere la nostra tranquillità- lo difese lei -E poi gli ho già fatto la ramanzina. Puoi stare tranquillo-
Joe tornò nella sua stanza -Mamma, mi guardi sotto il letto? Forse c’è il mostro- le chiese Grant sotto le coperte
Reina si mise in ginocchio sul pavimento e guardò sotto il letto -Non c’è nessun mostro- gli rispose -Ora ti do la medicina miracolosa cosí in un giorno guarirai del tutto-
-Mi racconti una storia dopo?- le chiese ancora il bambino
-Certo- gli disse lei, poi sentí la porta di casa aprirsi e chiudersi -Intanto prova a riposare un pochino, poi io arrivo a raccontarti la storia- continuò prendendo Rose dal lettino e spegnando la luce. Scese al piano disotto per dar da mangiare alla piccola e incontrò Slade -Sei tornato giusto in tempo per la storia della buonanotte-
-Ma non è sera- le disse lui
-Dai questa a Grant e poi raccontagli la storia, domani starà meglio- gli diede istruzioni lei -Ah e parla con JJ, è molto arrabbiato-
Slade prese le medicine -Dopo possiamo parlare?- le chiese lui
-Si, va bene- gli rispose lei un po’ confusa -Do da mangiare a Rose e poi possiamo fare tutto quello che vuoi-
-Non tentarmi- le disse lui salendo le scale. Reina diede da mangiare alla bambina dagli occhioni azzurri e poi giocò un po’ con lei facendole il solletico, ma visto che suo marito non era ancora sceso, decise di andare a fare una doccia. Mise Rose nel grande letto matrimoniale e la circondò da cuscini, poi entrò in bagno lasciando la porta aperta, cosí da tener d’occhio la bambina. Mentre si stava asciugando i capelli Slade apparve alla porta -Mi vuoi lasciare?- le chiese preoccupato
Lei lo guardò male -Assolutamente no- gli rispose lei sicura -Lo sai che posso essere arrabbiata quanto voglio, ma io non posso vivere senza di te-
-Ho sempre paura che tu non ci sia quando torno tutte le volte a casa- le confessò lui -Ma sentirtelo dire mi rende più tranquillo-
-Lo dici come se non mi conoscessi. Io ti amo e non potrei mai lasciarti- lo rassicurò lei -E poi abbiamo due figli e c’è Joe, siamo una famiglia felice e io voglio che rimanga cosí-
-A proposito…- le disse lui abbracciandola -Non ci starebbe male un altro figlio…-
Reina rise -Si, non ci starebbe male- commentò -Forse tra qualche anno- continuò seria
-Dai Reina…- 
-No, non usare quel tono con me. Rose ha otto mesi, se rimango incinta me passeranno altri nove e avrà un anno e mezzo e Grant quasi sei. Sono ancora un po’ troppo piccoli, poi sarebbero tre da stare doetro e se tu sparisci quando ti gira cosa farò io?-
-Sei un po’ isterica ultimamente- le fece notare lui -Forse ti devi calmare un po’-
-Stai peggiorando la tua situazione, e mirakuru o no giuro che se apri ancora la bocca te ne do talmente tante da farti risvegliare tra un milione di anni- lo minacciò lei -In queste tre settimane non ho quasi dormito per il mostro di Grant, per i denti di Rose, per aiutare mio fratello, per lavorare al tuo posto e soprattutto perché tu non c’eri! Quindi io non sono isterica e non osare insinuare niente-
-Facciamo cosí: quando i bambini staranno meglio li facciamo andare da tua madre e ci prendiamo una settimana solo per noi due- propose lui -Cosí potrai riposare e rilassarti quanto vuoi-
-Non sparirai di nuovo?- 
-No, te lo prometto-

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Capitolo 17
*** Vendetta ***


A notte fonda, mentre tutti stavano dormendo Grant si svegliò e si guardò in giro e alla finestra vide un’ombra scura. Spaventato corse nella camera dei suoi genitori e si arrampicò sul letto -Papà c’è l’uomo nero fuori dalla finestra- gli disse scuotendolo
-Non esiste l’uomo nero, Grant- gli rispose lui mettendosi seduto -Non hai detto che era un mostro con il corpo di cane e la proboscide di un elefante?-
-Questo è l’uomo nero!- esclamò il bambino -Vieni a vedere!-
Slade si alzò e andò nella stanza di Grant. Controllò fuori dalla finestra, sotto il letto, nell’armadio e dietro la porta, sotto preciso ordine del bambino -Non c’è nessuno Grant, magari l’hai solo sognato. Se ci fosse qualcuno fuori suonerebbe l’allarme-
-Ma se è un fantasma gli allarmi suonano?- gli chiese il bambino
-Nemmeno un fantasma può passare gli allarmi- lo rassicurò lui -Dai a letto- continuò sistemando le coperte
-E se sono in casa?- gli chiese ancora il bambino
-Non dovevo darti i biscotti dopo cena…- commentò suo padre -Non sono in casa, ho controllato-
-E se sono scappati?-
-Nessuno riesce a scapparmi- gli rispose ancora lui coprendolo -Ora dormi- uscí dalla stanza e spense la luce, poi tornò a dormire.
-Ancora il mostro del letto?- gli chiese Reina
-Questa volta è il fantasma dell’uomo nero- le rispose Slade abbracciandola -Quasi mi faceva controllare tutta la casa-
Reina si riaddormentò e poi le venne un flash -Hai detto l’uomo nero?- chiese ancora al marito. Lui le rispose con un mugugno -Slade, alzati-
-Perché?- le chiese lui
-Perché non era l’uomo nero- gli rispose lei -Sveglia Joe, io vado a controllare Rose-
Slade si alzò e andò a svegliare suo figlio -Joe, svegliati- lo scosse
-Che succede?- gli chiese lui
-Prepara le tue cose, vai da tua nonna per un po’- gli rispose il padre sbrigativo 
-Va bene- Joe si alzò e cominciò a preparare le sue cose mentre Slade uscí dalla stanza.
-Chiamo Cal e faccio controllare i video della sicurezza- gli disse Reina 
-Forse stiamo correndo un po’ troppo, Ren- la fermò lui -Magari è un falso allarme-
Lei tornò indietro -Allora mettiamola cosí: quante volte ti è arrivata una soffiata su Wade e sei partito a vuoto? Cinque o sei? Secondo te perché?- gli chiese -Io devo proteggere i miei figli e piuttosto preferisco mandarli via per un falso allarme che lasciar passare e d aspettare che li rapisca o che li uccida. In Inghilterra ci sono venti reclute, mio zio e Cal andrà là domani, saranno più protetti-
Slade sospirò -Va bene, chiamalo- le disse -Io vado a vedere se trovo delle tracce in giardino-
Reina scese in soggiorno e chiamò Cal che arrivò subito, nonostante fossero le tre di mattina -Mi dispiace averti chiamato a quest’ora- gli disse lei -Ma è un’emergenza-
-Stavo guardando un horror, quindi, a parte un infarto, non hai disturbato- le rispose lui entrando e sedendosi sul divano. Reina gli diede il computer e lui si mise all’opera. Cominciò a vedere i video di sorveglianza del giorno prima -Cosa devo guardare? Hai per caso un amante che si è trasformato in uno stalker?-
-Sei impazzito?! Non dire queste cose davanti a Slade o dopo gli verranno strane idee in testa- gli disse lei tirandogli una sberla in testa -Devi cercare l’uomo che mi ha sparato cinque anni fa-
-Va bene…- suo cugino si rimise al lavoro -Come diavolo ha fatto ad arrampicarsi fin lí?!- esclamò vedendo un uomo che si era arrampicato sul balcone della camera di Grant
-Cal, devi portare i bambini con te in Inghilterra, mentre noi risolviamo la situazione- gli disse lei 
-Ma non avevate un super impianto d’allarme?- le chiese Cal
-Infatti- gli rispose lei scrivendo delle date su un foglio -Voglio che controlli questi periodi, vedi se lo stesso uomo si presenta tutte le settimane e tutti i giorni-
-Ci penso io- le assicuró lui rimettendosi a smanettare al computer mentre Reina uscì in giardino noncurante del freddo.
-Cosa ci fai qui fuori senza giacca?- le chiese Slade -Prenderai un malanno-
-Che cavolo me ne frega del malanno. Ho talmente cattiveria in circolo che mi starà lontano- gli rispose lei -Questa volta è personale, non lo voglio morto, lo voglio torturare, stritolare, scuoiare, fulminare… voglio rendergli la vita un inferno. Minacciare i miei figli, che idiota-
-Bentornata Seshat- 

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Capitolo 18
*** La Squadra ***


La sera dopo Slade e Reina si misero all’opera per trovare Wade, ma in due direzioni diverse. Infatti Slade non approvava i metodi che voleva usare Reina e Reina non approvava la cocciutaggine del marito. Quindi mentre Slade si arrangiava da solo, Reina era riuscita a contattare uno dei detective della polizia, che stava indagando per lei. Ovviamente era un membro della Setta. E visto che Wade era riuscito a reclutare altra gente, stando alle videocamere di sorveglianza era sempre accompagnato da due o tre persone, lei stava facendo lo stesso. Rientrò in casa per prendere delle cose e incontrò Slade -Stai uscendo?- gli chiese
-Si, ho una pista e vado a controllare. Tu cosa fai? Brancoli nel buio?- le rispose lui 
-No, intercetto le comunicazioni della polizia e il loro riconoscimento facciale ha trovato un uomo che assomiglia a Wade. Prendo le mie armi e vado a vedere- gli spiegò lei 
-Dove?- le chiese lui 
-Ti piacerebbe saperlo, ma non te lo dico- gli rispose lei -Vai ad applicare i tuoi metodi ipermoderni-
-Non possiamo essere d’accordo una volta tanto?- 
-Sei tu che hai detto che dopo essere rimasta incinta di Rose non ero più capace a fare il vigilante. Ora che ho una pista più vera della tua ti sei pentito e vuoi che ti aiuti così dopo potrai chiudermi da qualche parte- gli rispose lei 
-Ci ho provato- commentò lui -Stai attenta-
-Anche tu- gli rispose lei salendo. Si cambiò e prese le sue armi. Poi uscì e andò diretta alla centrale di polizia. Aspetto nel vicolo lì dietro che il detective uscisse e si guardò intorno notando una figura nera sul tetto lì vicino. Lo sapeva che l’avrebbe seguita, ma non si aspettava che si facesse vedere. 
Ad un tratto un uomo dalla pelle scura uscì dalla centrale ed entrò nel vicolo -Queste sono le cose che mi hai chiesto-
-Grazie- lo ringraziò lei -Ma fammi un favore, mio marito mi sta seguendo e probabilmente cercherà di prendere queste informazioni. Cancella tutto, i file e la versione cartacea-
-Sarà fatto, Gran Maestro-le rispose lui rientrando alla centrale. Reina guardò verso la figura sul tetto e poi si mise il cappuccio sparendo nella notte. Percorse qualche chilometro mischiandosi ad un tratto tra le persone, poi, uscita un po’ dalla città, girò in un vicolo e aprì una porta. Per le strade sterrate le moto e le auto erano obsolete, quindi per non essere rintracciati, i membri della Setta avevano deciso di usare i cavalli. Reina aveva espressamente chiesto che il suo cavallo da corsa preferito, ormai in pensione, le fosse portato a Starling City. Admiral era uno stallone arabo di dieci anni, nero come il carbone e con un temperamento abbastanza irrequieto, tipico dei cavalli da corsa. Salì a cavallo e prese la strada più malandata per poi partire al galoppo quando cominciava lo sterrato. In un quarto d’ora arrivò ad un casolare su uno stagno d’acqua. Scese da cavallo ed entrò -Sam ha trovato queste cose- disse agli altri appoggiando i fogli sull’unico tavolo.
Kenneth prese il fascicolo e lo sfogliò -Carino, è questo il tipo che ti ha quasi ucciso?- le chiese prendendo la foto -Sembra un troglodita-
-Non sei simpatico- lo riprese la sorella -Siamo qui per aiutare il nostro Gran Maestro, non per farti dire battute scadenti-
-Prima lo troviamo meglio è- tagliò corto Reina -Poi Rafail lo porterà in un bunker in Russia e si occuperà di rendergli la vita un’Inferno-
-In questo sono bravo- disse l’uomo con un forte accento russo -Te lo trovo io- continuò prendendo la foto -Ormai sono esperto. I miei figli scappano di casa sempre e io devo ritrovarli-
-Un ottimo allenamento- commentò Khasib -Io ormai sono troppo vecchio per fare certe cose, quindi vi dirigerò da qui-
-Davvero sei vecchio?- gli chiese Kenneth -Noi ti abbiamo sempre visto con il cappuccio-
-Si, ho circa sessant’anni- gli rispose Khasib
-Ora basta- li interruppe Reina -Non sono Wade sta minacciando la mia famiglia, ma anche i miei amici e le loro famiglie e non si fermerà alla nostra morte-
-Qual è il piano?- chiese Kayla
-Non ho un piano- le rispose lei -Prima lo troviamo prima lo mandiamo in un buco-
-Teniamoci in contatto con questi telefoni- disse Khasib dando un telefono ad ognuno -Avete ognuno quattro parti di città da controllare, non fatevi notare, state nascosti e se vedete l’obiettivo non agite da soli. È un uomo super-forte, o lo era, la cura dovrebbe aver fatto un po’ effetto almeno-
-E state attenti: se vi si avvicina un uomo con la maschera nera e arancione potete fargli quello che volete, ma non ditegli niente- continuò Reina -Slade crede di avere una pista, ma mi seguiva prima quindi credo brancoli nel buio e farà di tutto per avere informazioni-
-Fortunatamente siamo stati addestrati per le torture o saremmo spacciati- disse Rafail -Non c’impiegheremo molto a trovarlo, se è così stalker farà un errore, soprattutto ora che è stato scoperto-

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Capitolo 19
*** Crisi ***


I quattro guerrieri si erano divisi tutta la città e per tutta la notte non ci fu nessun segno di Wade. Reina entrò nella Wilson Tower verso le dieci di mattina solo per una riunione, poi se ne sarebbe andata. Entrò nell’ufficio di Slade con un sorriso maligno stampato in volto -Allora hai seguito la tua grande traccia?- chiese al marito soddisfatta
-No, ma Oliver ha detto che Felicity ha trovato qualcosa, dopo il meeting vado ad indagare- le rispose lui -E tu con la tua grande squadra?-
-Rafail è sulle tracce di Wade, entro sera l’avrà trovato- gli rispose lei soddisfatta -Lo sai che tra i due quella più recidiva sono io-
-E io sono quello aggressivo- ribatté lui -E forse non avrò i metodi persuasivi come i tuoi, ma io ho la pistola con i proiettili con la cura-
-Sbagliato- lo corresse lei -Li ho sostituiti mentre tu salutavi i ragazzi-
Slade si alzò dalla scrivania -Non sai in cosa ti stai cacciando. Wade è mio-
-Così lo potrai uccidere? Certo sarebbe una cosa soddisfacente, ma io non ho intenzione di ucciderlo, sarebbe una cosa troppo facile. Io voglio farlo soffrire per averti fatto del male, per averne fatto a JJ, per averti incastrato e per aver minacciato i nostri figli. Quindi togliti di mezzo perché quando l’avrò trovato andrò avanti a testa bassa finché non lo vedrò dietro a una cella a meno quaranta gradi a gridare di dolore-
-Vattene- le disse lui risedendosi -Non mi servi qui-
-Aspetta. Cosa?-
-Non ti voglio più vedere per un po’. Sono arrabbiato e il mirakuru potrebbe fare le bizze- le disse lui -E non disturbarti a tornare a casa, prendi le tue cose e vai con i tuoi amici-
-Mi stai cacciando via?- gli chiese lei con un misto tra l’indignato e lo sconvolto
-Si- le rispose lui -E spera che mi passi o si arriverà anche a parlare di divorzio- per Reina fu un colpo al cuore. Non osò ribattere, non sapeva cosa dire. Si girò ed uscì il più velocemente possibile dall’edificio. Tornò a casa e preparò velocemente la borsa con le sue cose e salì in macchina diretta verso la casa di Oliver. Parcheggiò davanti casa sua e rimase in macchina un momento -Reina, cosa ci fai qui?- le chiese Felicity-
-Slade mi ha lasciata e mi ha cacciato di casa- le rispose soltanto -Non sapevo dove andare-
-Ha fatto cosa?!- esclamò Felicity sconcertata. La donna aprì la portiera -Dai vieni, adesso ne parli con Oliver e vedrà lui di dare qualche calcio a quello psicopatico-
Reina scese dall’auto e seguì sua cognata dentro casa -Ren, cosa succede?- le chiese Oliver allarmato dalla visita inaspettata della sorella
-Slade l’ha cacciata di casa- tagliò corto Felicity -Vacci a parlare o ci andrò io-
-Scusa Ollie, non sapevo dove andare- si scusò Reina, ma Oliver l’abbracciò e allora fece una cosa che non le accadeva da tempo: scoppiò a piangere come una bambina.
-Non fa niente Ren. Hai fatto bene a venire qui, dopotutto siamo una famiglia e se non ci sosteniamo in questi momenti…- la consolò lui -Poi quando ti sarà passata mi racconterai cos’è successo così posso mandarlo a quel paese-
-Abbiamo discusso per via dei nostri metodi di rintracciare Wade e lui si è arrabbiato perché io voglio dargli quello che si merita e ha pesino detto che forse chiederà il divorzio- gli spiegò lei -Io non ho osato rispondere, non sapevo cosa dire…-
-Sai cosa devi fare? Vai avanti nella tua ricerca, noi ti aiuteremo e poi fai quello che vuoi con Wade. Non ti ha fermato la morte figurati se ti ferma Slade con il suo vocione autoritario. Punisci Wade e non tornare a casa. Resterai qui e se i ragazzi torneranno resteranno anche loro, mi fa sempre piacere stare con i miei nipoti- le ordinò Oliver 
-Grazie Ollie- lo ringraziò ancora lei
-Mi proteggevi dai bulli quando eravamo piccoli, ricordi? Avevo un debito da saldare- le rispose lui -Ora Fel ti mostrerà la tua stanza e starà con te oggi-
Reina si girò e seguì Felicity nella stanza degli ospiti. Chiuse la porta e si sedette sul letto insieme a Reina -Non per mettere il dito nella piaga, ma vi ho sempre considerato come la coppia perfetta- le confessò ad un tratto
-Davvero?- le chiese Reina -Magari all’apparenza, ma avevamo abbastanza problemi-
-Per me si ricrederà e verrà a chiederti scusa- la rassicurò lei -È un’idiota se ti lascia scappare così-
-Cosa dirò ai ragazzi?- si chiese Reina -Joe capirà la situazione, ma Grant? E Rose?-
-Non gli dirai niente per il momento. Teniamo la cosa tra di noi e quando sarà passata la crisi vedrai che si risolverà tutto- le disse Felicity -Insomma non può essere finita così, fino all’altro giorno eravate più innamorato che mai-
-A quanto pare io per lui sono solo un oggetto…- commentò Reina e poi si mise a ridere -Pensa che mi aveva anche chiesto se avevo intenzione di lasciarlo e io gli ho detto che non posso vivere senza di lui. Che stupida che sono stata. Si vede che lui può vivere benissimo senza di me-
-Sai qual’è il miglior amico di una donna in crisi?- le chiese Felicity
-No- le rispose Reina
-Il gelato- le rispose l’altra 
-Solo se ci penso ingrasso di cinque chili- commentò lei -Io passo-
-Oh andiamo- Felicity la tirò per un braccio -Peserai trenta chili e poi con i rubinetti aperti ne avrai persi ancora di più-
Reina sorrise e si alzò facendosi coraggio -Solo se lo diviamo- propose
-Ci sto- 

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Capitolo 20
*** Non È Ancora Finita ***


Come previsto Rafail aveva individuato Wade nel giro di un giorno. Reina andò nello stesso casolare abbandonato con Oliver e Thea -Dov’è l tua piccola banda?- le chiese Thea 
-Hey, noi siamo un super team- gli rispose Kenneth un po’ offeso
-Non dargli retta- le disse Reina -Gli piace fare il sapientone-
Thea annuì ed aspettarono che tutti si riunissero intorno al tavolo. Khasib mise la pianta della città in centro -Allora Wade si trova qui- indicò un punto della mappa -Dobbiamo catturarlo vivo. Ren ha la pistola con la cura, quindi noi dobbiamo solo tenerlo fermo. Sarà tutto rapido-
-Come può essere rapido?- chiese Oliver -Insomma ha il mirakuru, ragiona velocemente ed è super forte-
-Ci siamo preparati per questo- lo interruppe Rafail -Siamo i migliori guerrieri del mondo-
-Se lo dite voi…- commentò l’altro -Siamo pronti?-
-Prontissimi-

Dopo un paio d’ore erano tutti pronti in posizione. Reina entrò senza paura all’interno di un edificio abbandonato -Perché i cattivi devono sempre nascondino sempre in un edificio abbandonato?- si chiese 
-Deve fare molto figo- commentò Kayla -Meno male che ce l’ha con te-
-Grazie Kay- le disse Reina sarcastica guardandosi intorno -Mi ricorda la scena di un film horror… mi venite a salvare se esce fuori uno spirito indemoniato?-
-Non hai paura di un killer, ma di uno spiritello si?- le chiese Oliver
-Almeno il killer si può uccidere- rispose lei avvicinandosi a un luogo illuminato -Wade, dimmi che non sei un fantasma o cose varie-
-No, per ora sono carne e ossa- le rispose l’uomo spuntando accanto a lei -So dei tuoi recenti problemi coniugali. Mi dispiace che Slade abbia fatto la scelta sbagliata, di nuovo-
-Non ti dispiacere, non m’interessa la tua compassione- gli disse lei -Non sei stufo di questa vendetta?-
-Stufarmi? Mai. Lui mi ha rubato tutto quello che volevo-
-E perché prendertela con i miei figli? Loro non c’entrano?- gli chiese ancora lei
-Sono anche figli suoi…- commentò lui 
Reina sorrise -Allora non posso lasciarti andare allora- lo minacciò lei. Ad un tratto le porte si chiusero e apparsero altre cinque figure scure -Arrenditi Wade e io farò in modo di alleviarti la pena-
-Te l’ho detto: mai-
-Le catene- ordinò Khasib. I due gemelli presero delle catene e riuscirono a legare Wade, che stranamente non oppose resistenza. Sembrava fosse stufo di vivere, ma doveva soffrire. Reina gli sparò gli ultimi colpi che erano rimasti e poi gli si avvicinò.
-Perché non opponi resistenza?- gli chiese -Hai appena detto che non abbandonerai mai i tuoi propositi-
-Ho detto che non li avrei mai perdonati, non che io lo volessi. Succederà anche a lui, si sentirà stanco di vivere in un loop e vorrà farla finita. Non c’è tortura peggiore di questa. È come se il mio corpo non mi appartenesse: continuo a cercare qualcosa che non avrò mai. Succederà anche al tuo amato e questo potrebbe portarlo in una direzione sbagliata. Poni fine alla mia vita, ti prego-
-Va bene allora- gli rispose lei puntandogli la pistola alla testa -Ti restituisco il favore- gli disse sparandogli in mezzo agli occhi. Il corpo di Wade cadde a terra senza vita.
-Aspetta, ma non avevi detto…- cominciò Kenneth 
-Lo so cos’ho detto- rispose Reina con un tono acido -Grazie per il vostro aiuto. Potete tornare a casa- continuò uscendo. Tutti si guardarono straniti, tranne Oliver, che capì le parole di Wade e seguì la sorella. Forse il peggio stava accadendo proprio in quel momento.

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Capitolo 21
*** Fine ***


Oliver seguí Reina fuori dall’edificio abbandonato -Cosa vuoi fare?- le chiese cercando di recuperare la distanza
-Impedire che mio marito si suicidi- gli rispose lei -Se è vero quello che ha detto Wade, Slade ha già imboccato la via del non ritorno-
-Cosa ti fa pensare che abbia ragione?- le chiese Oliver
-Ragioniamo: all’inizio preferiva scappare per proteggere la sua famiglia, ora preferisce avere vendetta e se ne frega se questo la romperà in due. Prima era sempre presente, poi ogni settimana partiva per posti diversi e restava via per settimane. Direi che è rimasto tutto uguale come prima- gli rispose lei girandosi 
-Se vai lì potrebbe arrabbiarsi ancora di più e allora non ragionerebbe e non capirebbe la situazione-
-E allora cosa proponi?- gli chiese lei
-Vado io a parlarci, lo convincerò ad andare ai laboratori Star, cosí loro potranno sintetizzare la cura sul suo sangue- le propose Oliver 
Reina ci pensò su per qualche minuto -Praticamente bisognerebbe rinchiuderlo finché la cura non è pronta- riassunse contrariata -E quanti ci vorrà?-
-Forse qualche settimana- le rispose Oliver -È la scelta migliore. Tu intanto potrai cercare di convincerlo a tornare insieme-
-Non sono mai stata brava nel convincere le persone con mezzi corretti Ollie. Sono solo capace a minacciare e a ricattare- gli disse lei 
-Puoi sempre provarci- le suggerí Oliver -Io apprezzerò lo sforzo-
-Va bene- acconsentí Reina -Se si oppone usa anche la forza. Io intanto andrò a prendere i ragazzi in Inghilterra- continuò andandosene. 

Qualche giorno dopo Oliver aveva convinto Slade a farsi curare e quindi era “confinato” agli Star Labs. Reina andò a trovarlo da sola. Voleva prima capire in che condizioni lui si trovava prima di fargli vedere i ragazzi.
Il luogo dove era confinato era tutto grigio chiaro e dava la sensazione di essere in un posto isolato da tutto e da tutti. Arrivò davanti alla stanza di suo marito, che aveva la porta aperta -Ren, che bello vederti- le disse lui abbracciandola appena la vide -Dove sono i ragazzi?- le chiese
-Non ci sono- gli rispose lei -Volevo prima vedere come andava- continuò allontanandolo 
-Mi dispiace per quello che ho detto, io ero arrabbiato e non sono riuscito a controllarmi- le disse lui -Non lo pensavo davvero…-
-A me dispiace di averti condannato- ribatté lei -Mi sbagliavo, non sai controllarti-
-Pensavo di poterlo fare, per un po’ è andata bene- si giustificò lui -Io non ho memoria dei miei episodi di rabbia, come quello in cui ti ho cacciato via. Non mi ricordo niente-
-Non ti preoccupare Slade. Lo so che non ti ricordi niente- gli disse lei -E visto che non sono brava a convincere le persone ho deciso di dimenticare quell’episodio. Non è mai successo-
-Come stanno i ragazzi?-
-Bene. Joe è rimasto in Inghilterra per addestrarsi, gli ho dato io il permesso e mi ha promesso che tornerà a casa nei week-end. Grant ha un amico immaginario che combatte eroicamente il mostro sotto il letto e Rose gattona per casa senza fermarsi- gli rispose lei -A quanto pare mia madre fa miracoli-
-Se fossi cresciuta insieme a lei saresti più isterica di quello che sei già- scherzò lui
-Sei molto simpatico, grazie- ribatté lei ridendo
-Fammi uscire da qui, sto bene adesso. Voglio rivedere i miei figli-  tentò di convincerla lui -Sto bene, non mi sento arrabbiato-
Reina scosse la testa -No Slade. Ci vorrà ancora qualche giorno per la cura e qualche mese perché tu possa guarire completamente-
-No- ribatté lui con tono duro -Io uscirò da qui, anche a costo di sfondare le pareti a mani nude-
-Non puoi farlo. Le pareti hanno un campo elettromagnetico, ti stancheresti prima di arrivare fuori- gli disse lei -E ti prego di fare ciò che ti consigliano, per il bene di Grant e Rose-
-Me li farai vedere?- le chiese ancora lui 
-Ma certo Slade e poi quando tornerai a casa staremo tutti insieme e torneremo ad essere una famiglia normale- lo rassicurò lei 
-Oliver non mi ha detto cos’è successo con Wade…- cominciò lui
Reina lo fermò alzando una mano -È passato, quando sarà ora te lo dirò-
-Lo voglio sapere adesso- insistette lui
Reina si sedette sul letto al centro della stanza -Non ha opposto resistenza, era stanco di continuare a rivivere la stessa scena. Diceva che c’era come una forza che si era impadronita di lui e voleva morire-
-E l’hai ucciso- concluse Slade
-Aveva sofferto abbastanza, le punizioni che avevo in mente non erano niente rispetto a quello che aveva vissuto- gli spiegò lei -E fortunatamente Ollie è riuscito a convincerti, o saresti finito come lui-
-Come l’ultima volta…- commentò lui sedendosi sulla poltrona 
Reina si sedette in braccio a lui -Hey, ho cambiato idea: non mi dispiacerebbe avere un altro figlio- gli disse cambiando discorso
-E io pensavo di non insistere-
-Ormai il dado è tratto. Non ti puoi tirare indietro, ma se ti assomiglia, di nuovo, tu stai a casa e io dirigo la società- disse lei 
-Sei incinta?- 
-Di un maschio-

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