The Golden Griffin

di CrystalWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo + Premessa ***
Capitolo 2: *** A witcher in Midbourough ***
Capitolo 3: *** At the Inn ***



Capitolo 1
*** Prologo + Premessa ***


Salve a tutti.
Mi sento un po a disagio a scrivere un capitolo così corto, ma è un piccolo prologo per la storia che si costruirà nei capitoli a venire.
Chi mi conosce sa che pdio fare capitoli così piccoli, ma fidatevi ne vale la pena.
Non ho altro da dirvi. Mi raccomando, finito di leggere il prologo passate fra le note, ho alcune cose da spiegarvi per aiutare a comprendere al meglio la storia.
Buona lettura.



Tutte le storie hanno un prologo no?
Sia quelle stupide e sciocche, cantate da qualche bambinaia acida, con pochi denti in bocca e rughe sul viso, sia quelle spettacolari e ricche di pathos come quelle del celebre bardo Dandelion.
Non so se questa storia potrà entusiasmarvi come le ballate sul Lupo Bianco, Geralt di Rivia, cantate da Mastro Dandelion, ma per onore e ispirazione della musa vi canterò le gesta del Grifone Dorato. Questa storia inizia così....


~~~~~~~~~PROLOGO~~~~~~~~~~~~

Una figura nera come la notte cavalcava veloce quel piccolo sentiero
Era un piccolo sentiero di collina, tutt'intorno nient'altro che distese di erba, e ogni tanto qualche campo coltivato quando passava vicino a qualche villaggio.
Ne aveva attraversato uno, il giorno prima che gli era rimasto particolarmente impresso.
Era molto grande con svariate fila di case. Molte erano in legno, ma alcune di solidi mattoni. Era gente contadina, e quando vi era giunto il sole stava tramontando. Mentre lo attraversava giungevano al suo naso svariati odori. Odori di carne, di cavoli e altra verdura, segno che si stava preparando la cena.
Ogni tanto il vento cambiava e giungeva una zaffata di fumo provenienti dai vari comignoli in cui le massaie cuocevano i pasti.
Era smontato brevemente, producendo un suono metallico dovuto all'armatura che portava e che scintillava sotto il sole infuocato del tramonto.
Controllò la bacheca di legno. A dire il vero aveva già una destinazione, non stava vagando senza meta, ma semplicemente alcune abitudini erano dure a morire.
Osservò brevemente i fogli appesi sopra, contenenti varie richieste ed alcuni annunci. Constatò che non vi era nulla di allettante per uno come lui e quindi rimontò.
Era già al limitare del villaggio quando il suo sguardo si posò su un campo fiorito. Era un misto di fiori di Bidens e Celidonie. Il giallo e il rosso infuocato unita alla luce del tramonto, fecero sorgere un piccolissimo sorriso sulle labbra dell'uomo, che contemplava quello spettacolo di colori.
Durò un attimo però. Fin da quando era arrivato aveva sentito gli occhi del villaggio puntato su di lui, e l'ultima cosa che voleva era avere problemi.
Spronò il cavallo e si allontanò a gran velocità sotto il sole del tramonto.
Ed eccolo lì, a cavalcare nell'oscurità più totale. Fosse stato un altro si sarebbe certamente perso. Ma non lui.
Dopo un'altra mezz'ora arrivò alla sua meta. I cancelli di Assengard. Contemplò la bandiera che vi sventolava. Una barca che navigava sotto un cielo rosso. Un tempo un sole dorato avrebbe formato quella bandiera ma era passato tanto tempo. Ora vi erano dei dettagli bianchi blu a stabilire come il ghiaccio avesse sostituito il sole dorato nel controllare il Nazair.
Arrivò ai cancelli. Erano di pietra e due guardie, aggrappati alle loro alabarde sonnecchiavano illuminati dalla fioca luce delle due lanterne ai lati.
Una si destò e subito fermò il viandante, ma bastarono due parole e le occhiate che gli lanciarono per aprire i cancelli con un malcelato disagio.
Mentre lo straniero entrava, le due guardie si lanciarono un'occhiata preoccupata. Lo avevano riconosciuto.
L'armatura dorata, le due spade e il medaglione. Il Grifone Dorato era giunto.


Ed eccoci qui.
Allora vi spiego due cose.
Ci troviamo nel Nazair, vent'anni dopo la fine degli eventi di The Witcher 3(mi riferisco all'espansione Blood and Wine).
Nella mia testa malata mi sono immaginato una Redania e un Kovir che si uniscono per attaccare Nilfgaard e conquistare e smembrare il suo impero. E grazie a rivolte, tradimenti e avvenimenti che chiariremo in seguito ci riusciranno.
Siamo nella capitale, anche se piuttosto rurale, del Nazair e come avrete già capito il nostro protagonista appartiene alla Scuola del Grifone.
So che alcune puristi vorranno uccidermi ma fidatemi di me. Inoltre, rivedremo anche(più in là) il nostro Geralt di Rivia.
Bene per il momento è tutto. Alla prossima e..
Good luck on the path.
Christian98

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Capitolo 2
*** A witcher in Midbourough ***


~~~~~~A Witcher in Midbourough~~~~


Il sole del mattino splendeva già da un po sulla città quando i suoi raggi colpirono timidamente il viso di Claire Rodneck.
Con un mugolio la ragazza si stropicciò gli occhi, dovendo anche fare i conti con una cascata di capelli ricci e biondi che le ricadevano in avanti.
Si tolse la vestaglia color turchese per indossare uno dei suoi vestiti abituali, un abito color rubino con diverse perle ad adornare l'abito.
Il corpetto era stretto infine l'abito terminava con una lunga gonna,anch'essa rossa.
Nel farlo rivelò il suo corpo esile ma comunque prosperoso.( A seconda dei vari punti di vista maschili ovviamente).
Ah quale visione caro lettore.
La visione della figlia del Marchese Rodneck, Lord della regione di Frostnite nel Nazair, era celestiale per chiunque vi posasse lo sguardo.
La ragazza aprì le tende e guardò fuori dalla finestra della tenuta la città che si stagliava ai suoi occhi.
Midbourough era costruita su tre livelli.
Il primo livello era il distretto della polvere.
Era la zona più grossa con diverse file di case di mattoni. Inoltre era la zona in cui vi erano concentrate le botteghe e la locanda "Il Pesce Gatto".
Era molto caratteristico e un naso raffinato lo avrebbe definito "Un misto di fumo, chiasso e vino" dato il grosso via vai.
. Il secondo distretto era posto leggermente più in alto rispetto al primo.
Era il Distretto degli Alberi.
Era la zona più residenziale, ed era costellata di alberi e piante di vario genere. Vi era inoltre una grande quercia proprio al centro del distretto, proprio davanti al Tempio dell'Aura bianca.
Oh giusto caro lettore.
Il culto dell'Aura bianca.
Chiederai cos'è. Abbi pazienza e presto ci arriveremo.
Infine vi era il terzo distretto. Quello delle nuvole.
Era quello da cui guardava Claire.
Lì si trovava il Castello del Lord.
Era un imponente castello nero con tre torri.
Non era molto largo ma al suo interno ospitava moltissime stanze, oltre ad un livello sotterraneo che erano le segrete.
Erano però separate dalla zona riservata al Lord e alla sua famiglia.
All'improvviso le porte in Mogano della stanza si spalancarono ed entrò una donna con un lungo abito blu, con sopra un grembiule bianco.
In testa portava una cuffia anch'essa bianca da cui cadevano alcune ciocche nere.
Aveva occhi verdi e una carnagione piuttosto olivastra.
Era più bassa di Claire che invece piuttosto alta e aveva inoltre occhi azzurro vivido e una carnagione delicata. Era anche piuttosto snella.
. La donna, che era la cameriera personale di Claire, parlò: " Signorina siete già sveglia?"
"Si" rispose con un sorriso.
"Bene. Sono venuto a chiamarvi per annunciare che la colazione è pronta.
"Arriverò fra un momento. Il tempo di rinfrescarmi cara Lisa"
La ragazza lasciò la stanza e così Claire potè avvicinarsi allo specchio che aveva nella camera e, riempito il catino, iniziò a sistemarsi.
Tralascerò alcuni dettagli, caro lettore, di importanza irrilevante(oltre che di natura strettamente femminile) che riguardano il trucco e la preparazione della figlia del Lord. Ti basti sapere che alla fine era pronta e ,scese le scale, si era recata nella sala da pranzo dove la tavola era apparecchiata.
I genitori della ragazza erano già a tavola che consumavano la colazione.
La madre di Claire si chiamava Astrid De Werd. Non era originaria del Nazair ma proveniva dal Kaedwen.
Aveva infatti una carnagione chiara, con lunghi capelli biondi e penentranti occhi azzurri.
Indossava abitualmente un lungo abito azzurro con svariati ricami e una collana con il simbolo della casata dei De Werd.
Il padre era invece il Lord di quelle terre.
Un Nazairi puro e fiero di esserlo.
Faceva parte dell'opposizione a Nilfgaard nel Regno e con l'avanzata degli eserciti del Nord guidati da Re Tancred si era messo a capo di un nutrito movimento di guerriglia.
. Combattè numerose contro i Nilfgaardiani e i collaborazionisti fino a che con la definitiva cacciata di Nilfgaard dal Nazair nelle Battaglia della Montagna Innevata(chiamata così perchè avvenne ai piedi del Monte Deregost sotto una fitta nevicata)venne nominato Lord della Provincia di Nemeira sotto il comando di Vincent Laurent, il neo-proclamato Re del Nazair.
Da allora il governo era stato prospero anche grazie alla duratura pace che venne dopo la guerra.
Il Kovir e e gli eserciti alleati arrivò fino alle porte della Città Imperiale.
Gli Oscuri si aspettavano di difendere la loro capitale fino all'ultimo uomo, ma il re Koviri trattenne le truppe e offrì la pace a Nilfgaard.
Sarebbe continuato ad esistere in cambio della rinuncia ai territori conquistati e il divieto di attaccare un qualsiasi regno dei coalizzati, o sarebbe stata guerra. Alcuni piccoli regni sarebbero rimasti sotto il dominio di Nilfgaard.
I Nilfgaardiani, che da tempo avevano assassinato il loro Imperatore, Emhyr Var Emreis La Fiamma Bianca che danza sulle tombe dei proprio nemici, accettarono senza indugio..
Gli oscuri erano umiliati dalla perdita di buona parte del loro Impero ma resistevano ed esistevano ancora. Al trono salì un nobile e generale di alto rango, molto amato dai soldati, ovvero Jan Calveit.
Il re Koviri prese una delle decisione più sagge mai intraprese da un sovrano : trasformare l'Impero in una confederazione.
Venne chiamato "Impero del Nord" ma in realtà si ebbe la nascita di una confederazione.
Ogni regni avrebbe avuto il proprio regno, le proprie leggi e il proprio esercito. Il tutto era a guida Koviri ovviamente.
La soluzione piacque a tutti. La pace e la stabilizzazione delle situazioni interne dei vari paesi avevano portato ad un miglioramento del commercio e della qualità di vita.
Avvenne inoltre un fatto storico.
Poco prima della fine della guerra Tancred offrì offerte di pace al regno di Dol Blathanna.
Andò da solo, senza scorta, a chiedere perdono per ciò che gli Elfi dovettero subire per colpa degli Umani. Si inginocchiò ai piedi del grande e rigoglioso albero che cresce alle porte del regno elfico.
Dopo qualche momento apparve la regina degli elfi in persona. Francesca Findabair.
Ebbero un incontro e parlarono a lungo.
Tancred ne uscì decretando la fine delle ostilità fra Uomini ed Elfi.
Chi più ,chi meno tutti accettarono le condizioni.
Gli scettici rimasero ovviamente, ma erano tutti stanchi della guerra. La pace fu celebrata in ogni città.
Qualche mese dopo, durante una battaglia per poter entrare nel territorio di Nilfgaard, l'esercito di Tancred stava per subire una clamorosa sconfitta, venne salvato proprio da un contingente di elfi in armature scintillanti e un nutrito gruppo di Nani provenienti sia da Mahakam sia dal Monte Carbon e dalle Montagne Azzurre.
Questo sigillò la pace fra le razze.
I maghi furono riabilitati in larga parte, ma furono posti ad un controllo severo per evitare altre cospirazioni come quella di Philippa Eilhart.
Questo era il clima che si respirava da vent'anni a questa parte. Una luminosa pace.
Certo i problemi non mancavano ma ognuno ci faceva fronte come poteva.
E gli Witcher caro lettore?
Beh i mostri continuavano a non mancare, anche in questa era di cambiamenti.
Ma ne parleremo in un altro momento caro lettore. Ora torniamo alla colazione che si stava consumando nella Tenuta Rodneck.
"Claire cara hai dormito bene?"
"Ottimamente madre." rispose con un sorriso mentre con una mano afferrava un biscotto.
Il padre la osservò un momento prima di parlare.
"Sono felice tu ti sia unita a noi questa mattina. Di solito ti svegli sempre dopo di noi."
"Avete ragione Padre ma questa mattina mi sono alzata con molta energià"
In effetti Claire non era tipa da svegliarsi presto.
Odiava quella sensazione di totale annebbiamento che la attanagliava ogni volta che provava ad alzarsi presto. Quella mattina però, non sapeva spiegarselo, aveva trovato un'energia incredibile e allegria fin dal mattino.
"Cosa farai oggi? Andrai in paese con Juliet?"
"Credo proprio di si".
La ragazza finì di fare colazione. "A proposito si è già alzata?"
"Si ha fatti colazione insieme alla servitù e ora è già nel suo Laboratorio."
Juliette Terry era originaria del Ducato di Gemmera.
Proveniva da una famiglia agiata e lei, in comune accordo con i suoi genitori fu mandata alla scuola di Aretuza(che venne aperta dopo che Re Radovid l'aveva fatta chiudere. Tutte le precedenti allieve erano state arse sul rogo perciò si dovette ripartire da zero. Margarita Laux-Antille però non si perse d'animo e accolse allieve da ogni parte dell'Impero. Anche ai Nilfgaardiani venne data la possibilità di iscirversi nonostante disponessero anche loro di ottime scuole. Nel giro di un lustro sorse una nuova generazione di maghe e maghi, dato che anche Ban Ard subì una sorte simile, che non fece rimpiangere la precedente. Una di queste era appunto Juliet).
Dopo aver terminato gli studi di magia, la giovane maga venne mandata dal Lord Elter per fare apprendistato dal mago del castello.
Questi era un vecchio mago del Nazair.
Aveva già servito come mago per il precedente Lord ma poi aveva aiutato il padre di Claire nella sua lotta.
Rimase al servizio del nuovo Lord e prese Juliet come apprendista. Ormai erano passati tre anni da quel giorno e Juliet e Claire erano diventate ottime amiche.
Dopo circa mezz'ora Claire scese nelle stanze del mago dove si trovava anche il laboratorio.
Quest'ultimo era un posto davvero polveroso e caotico. Vi erano scaffali pieni zeppi di pozioni e alambicchi. Altri in cui erano stipati tomi su tomi. Molti dei quali antichi di decenni.
Al centro della stanza una ragazza dai capelli neri e ricci armeggiava su una serie di alambicchi e fiale di vetro che emanavano un vapore verdastro.
Claire si avvicinò alla ragazza ma prima che potesse parlare venne acceccata da una piccola esplosione.
Si trovò davanti Juliet con un colorito verdognolo.
"Stavo preparando una pozione North Wing ma ho esagerato con il Rebis. Devono mettercene un'oncia in meno" esclamò la maga guardando il risultato del suo lavoro : Fiale in frantumi e una gran bruciatura su tutto il tavolo.
Claire si mise a ridere guardando quanto era buffa la sua amica.
"Sei sempre la solita."
"Ah ma grazie. Allora cosa ci fai qui?"
"Ho voglia di andare in giro per il paese, e mi servi come accompagnatrice"
"Beh" disse alzandosi "dovrò comprare altro Rebis. All' "Ampolla blu" dovrebbero averne ancora."
"Allora andiamo"



Un'ora dopo le due attraversavano il paese.
Come sempre era pieno di vita.
Nella Piazza delle Lance d'Argento vi era, come di consueto, il mercato e moltissimi mercanti della regione vi si recavano,persino qualcuno proveniente dalla capitale, per commerciare.
Si recarono nel distretto più basso della città dove c'era la locanda della città : Il Mare di Zaffiro.
Spettegolando del più e del meno non si accorsero del trambusto fuori dalla locanda fino a che non furono molto vicine.
Un giovanotto dall'aria altezzosa, vestito di ricchi abiti stava inveendo contro un tale.
Lo riconobbe subito. Era Jonas Matters, un nobile della zona. Suo padre era socio in affari con il padre della bionda. Jonas non risparmiva avances alla giovane, la quale prontamente declinava.
"Via i mostri da qui." stava urlando.
"Che succede?" si domandò Juliet.
. "Scopriamolo."
Claire si fece strada tra la piccola folla e quello che vide la lasciò senza fiato.
I suoi movimenti avevano suscitato l'attenzione della vittima di Jonas e i loro sguardi si erano incrociati.
Gli occhi da gatto le rivelarono che quello straniero era un witcher.

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Capitolo 3
*** At the Inn ***


----------------------- IL GRIFONE ----------------------


-- Circa 12 ore prima --
Lo straniero giunse nei pressi della taverna, strinse ancora di più i lacci del mantello e condusse la giumenta nei pressi della mangiatoia ivi posizionata
Si sentiva un gran vociare dall'interno della locana, cosa affatto insolita a quell'ora, quindi dopo aver legato il cavallo entrò
Gli avventori, molto vivaci, ammutulirono alla vista della figura entrante. Il mantello e il cappuccio coprivano quasi del tutto le fattezze ma le due spade non passavano inosservate. Non era raro che ad Assengard la gente girasse armata, ma solo una categoria di persone era famosa per portare due spade sulla schiena, lo sapevano bene.
L'oste era quasi intimorito e trasalì leggermente quando gli occhi dello sconosciuto incontrarono i suoi. Rimase più di un secondo a fissarlo. Quegli occhi..erano quasi felini.
Alla fine si fece coraggio e si avvicinò
" Che prendete? "
" Da mangiare, decidete voi cosa, e una birra " il tono della voce era pungente, quasi sgradevole benchè profondo.
" Certamente. Vi fermerete per la notte? "
" Si, e servirebbe un posto anche al mio cavallo, legato qui fuori "
" Provvederò a farlo portare nella stalla sul retro " disse l'oste, quasi sollevato all'idea di potersi allontanare dal figuro
Allo straniero vennero servite quaglie arrosto e una birra, che iniziò a sorseggiare placidamente mentre osservava la locanda. Si chiamava Mare di Zafiro, e dappertutto c'erano statue in legno di Navi blluastre oltre che alcuni trofei di pesci appesi alle pareti. Qua e là si imtravedevano intarsi dorati, probabilmente falsi e di scarsa qualità a giudicare dai graffi ma sicuramente rendeva ll tutto molto pittoresco.
Passò un po' di tempo quando un uomo so alzò dal tavolo e avvicinatosi di due o tre passi biascicò un " Hey tu, chi sei e che cosa ci fai qui? "
Lo straniero si girò lentamente e si abbassò il cappuccio, rivelando i suoi occhi gialli, che colpito dal bagliore delle candele, risultavano ancora più sinistri del solito. Aveva i capelli lunghi, sul bruno, legati ad una mezza coda ed uno spruzzo di barba sul mento.
Lo sciocco che si era preso la briga di importunarlo, caro lettore, era il classico giovanotto dalla testa calda, con la faccia butterata e il fiato da far concorrenza ad un cinghiale selvatico. Quasi stonava con il resto degli avventori che infatti erano tutti intimoriti da questa sua decisione.
" Sono un viandante che sta sorseggiando la sua birra "
" Questa è una città perbene " disse avvicinandosi, e lo straniero notò che nel farlo la mano destra iniziò a tastare sotto la veste dove probabilmente veniva tenuto uno stiletto o un pugnale.
" Perchè hai due spade? "
L'uomo non si mosse,diede un sorso al boccale, poi disse " Una è d'argento, serve ad uccidere i mostri. L'altra è d'acciaio. Serve ad uccidere gli umani. "
L'ultima frase fece venire un brivido agli avventori della locanda, e anche il giovane butterato si pentì di essersi alzato con tale spavalderia, ma aveva fama di essere un duro e non sarebbe scappato.
" Lo sapevo. Sei un witcher. Quelle stupide leggi del nord non hanno effetto qui. Saremo anche legati a loro dalla confederazione ma non saremo mai tolleranti nei confronti di voi dannati mutanti. " disse in tono duro, per poi mettere mano allo stiletto, ma il witcher con un movimento quasi innaturale, in pochi secondi sguainò la spada e la puntò alla gola dell'aggressore, mentre tra i presenti risuonò qualche grido.
" La punta della mia spada è premuta sulla tua carotide. Una leggera pressione e morirai prima che io sia tornato a sedere. È questo che vuoi? "
Il giovane, quasi alle lacrime, biascicò un " no " al che il witcher, atono, disse " allora vattene "
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e corse a gambe levate.
Intanto, intorno al mutante si era radunata una piccola folla, che lo guardava con sospetto e timore. Erano circa vent'anni che un witcher non veniva visto nel Nazair.
" Oste " disse a voce alta " prendi chiodi e martello e appendi questo annuncio " e porse all'oste un rotolo di pergamena bianca. Il proprietario della taverna non se lo fece ripetere due volte ed eseguì celermente l'incarico. Due colpi precisi bastarono per appendere il foglio al muro principale.
Il witcher tornò a sedersi per finire di cenare mentre gli avventori si accalcarono per leggere cosa fosse scritto sulla pergamena.


" Per ordine di Lord Rodneck, Marchese di Midbourough, protettore della regione di Frostnite e lord protettore della provincia di Nemeira, detto " l'ascia nera " viene incaricato il wifcher Caingorn di Pont Vanis detto " Il grifone dorato " di recarsi nella città di Midbourough per discutere del contratto di uccisione di un mostro ivi presente. Chiunque intralci , aggredisca o minacci il witcher verrà punito con la morte "
Il tutto corroborato di sigillo reale, a prova di autenticità.


Gli avventori tornarono a sedere, dato che il witcher aveva dato loro un grande argomento di conversazione, e le conversazioni mettono sete.
Intanto il witcher, finita la birra e mangiato le quaglie, pagò per il cibo e la stanza e si avviò al piano superiore, lasciandosi alle spalle il gran vociare degli avventori.
Una volta nella stanza, si slacciò l'armatura dorata e le due spade, i cui pomi rilucevano alla luce della candela, creando l'illusione di un grifone ardente. Una volta sdraiato, Caigorn venne presto vinto dal sonno.

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