Alla ricerca della fiducia perduta

di katren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Volevo conoscerla, capire perché tutto ciò.
Da quando ho scoperto la verità mi sento diversa, tradita. Prima la sedia  a rotelle poi mio padre e ora questo. Come può Oliver avermi fatto questo dopo tutto quello che abbiamo condiviso, dopo tutto quello che abbiamo passato. Ora un tarlo mi scava in testa, questo tarlo continua a dire “Lui non si fiderà mai di te” così all’infinito. Che senso ha sposarlo ora, dopo che mi ha mentito. Mi ha guardato negli occhi e mi ha detto che non c’erano problemi, per mesi mi ha nascosto ciò.
Questa mattina sono uscita di casa senza salutarlo, è stato difficile prepararmi senza il suo aiuto ma ce l’ho fatta, grande conquista la mia. Ora che dipendo dagli altri quasi per tutto, questo piccolo passo avanti mi risolleva un po’ il morale.
Uscita, sono entrata in macchina e ho chiamato l’unica persona che mi avrebbe potuto aiutare.
“Ciao Barry, sto vanendo a Central City, ho bisogno di parlarti”
“Ciao Felicity, si certo ci vediamo al Bar appena arrivi”
Al bar ci siamo riabbracciati non ci vedevamo da prima del mio “incidente”. Avevamo molte cose di cui parlare e soprattutto lui da raccontarmi. Con molta persuasione sono riuscita a farmi raccontare cosa è successo davvero in quei giorni che eravamo a Central City, soprattutto la storia del viaggio nel tempo. Sono basita, capisco che lui fosse terrorizzato dall’idea di perdermi e la stessa cosa che succede a me, io persa in lui e lui in me, ma ciò non giustifica la mancanza di fiducia, almeno non per me.
“Barry, ho bisogno che tu faccia qualcosa per me.”
“Dimmi Fel…”
“Voglio che mi porti da quella donna, Samantha si chiama. So che tu sai dove abita.”
“Si certo lo so, ma perché vuoi andare lì e farti ancora del male? Guardati sei uno straccio, si vede lontano un miglio che stare lontano da lui ti fa soffrire , andare lì non ti porterà niente di buono…”
“Io non sto mettendo in dubbio che lo amo, perché questo non posso cancellarlo con un colpo di spugna, ma mi sento ferita e devo capire se posso andare oltre ciò che mi ha fatto o se ciò che è successo segnerà la fine del nostro rapporto.”
Felicity era talmente determinata che Barry non riesce a negarglielo, forse non vuole nemmeno fermarla, vuole che lei arrivi a patti con ciò che è successo affinché torni da Oliver senza più ombre. Nel frattempo il suo cellulare squilla e lei dopo aver guardato il telefono per un attimo indecisa se rispondere o meno, chiude la chiamata, lo spegne e disattiva il gps.
“è Oliver che ti chiama?”
“ Si sarà la 5 chiamata da questa mattina, e non so quanti messaggi”
“ Forse è successo qualcosa di grave”
“No ho detto a Dig, che andavo fuori per un po’ e se succedeva qualcosa di importante poteva chiamarmi, avrei risposto solo a lui.”
“Bene, quindi andiamo?”
“Si andiamo, voglio conoscere Samantha e William.”
Ho paura, da un lato vorrei conoscerla, dall’altra scappare e dimenticare tutto, tornare a casa e organizzare il mio matrimonio come se niente fosse successo, ma non posso, non sono una che scappa difronte ai problemi, penso che il mio attuale stato lo dimostri.
“Carina la casa, ops ci sono le scale, questo si che è un problema, a meno che tu non mi prendi in braccio con le tue forti braccia e mi porti su alla velocità della luce, si ma non veloce, veloce non vogliamo che capisca chi sei, Oh ok si ora la smetto, 3..2…1 , si ok finito.”
Almeno questo in lei non è cambiato, nonostante i duri colpi che la vita le ha inferto le si è rialzata.
Nel frattempo l’ho presa in braccio e l’ho fatta sedere sulla sedia nel portico mentre tornavo giù a prendere la sedia.  Appena pronta ha fatto un bel respiro profondo e ha bussato alla porta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lunghi capelli neri, è un déjà-vu, mi sembra di averla già incontrata. Si ora ricordo eravamo nella stessa caffetteria dove lavorava Iris prima di lavorare al giornale. Quel giorno c’era Oliver con me, un vecchia amica l’aveva definita.
Lei mi guardava stranita, anzi ci guardava stranita, guardava me e Barry.
Felicity pensa, pensa a qualcosa da dire, mi ripetevo: “Buongiorno, mi scusi il disturbo io sono Felicity S…”
“So chi è lei , l’ho vista in televisione durante una presentazione della Palmer, cosa desidera?”
Rigirando il mio anello di fidanzamento non sapevo, cosa dire mi sentivo insicura e inadatta, lei era molto bella e poteva camminare, mentre io ero solo… io, la mia parlantina sembrava avermi abbandonata. Samantha osserva il mio muovere frenetico le mani  e vede il mio anello e riconoscendolo spalanca gli occhi. Molte volte lo aveva visto indosso a Moira Queen, non poteva sbagliare.
“Tu sei.. quella Felicity? La Felicity di Olliver?” lo sbalordimento lascia il suo viso e immediatamente la rabbia per essere stata tradita si desta: “mi scusi ma non capisco perché lei sia qui non ho nulla da dirle, avevo pregato Olliver di non dire nulla di me o di William, ma a quanto pare non è ancora maturato non sa mantenere una promessa.”
“No, no non è stato Olliver a dirmelo, lui non l’ha tradita, ha preferito tradire me invece. Comunque non pensi che Olliver non sia maturato o che non sia cambiato, perché invece lo ha fatto. Lui è la persona migliore che conosco. Sono stati altri a parlarmi di lei e William, Olliver non sa nemmeno che sono qui, in questo momento. Possiamo entrare? Vorrei parlarle un attimo.”
Con un’alzata di spalle, Samantha la invitò ad entrare ed offrì loro qualcosa da ber, mentre si dirigeva in cucina, Barry con un sorriso orgoglioso si rivolse a Felicity: “Non puoi proprio farne a meno?”
“Di fare cosa?”
“Di prendere le sue difese. Nonostante voi siate in rotta, tu non puoi fare a meno di proteggerlo”
“Lui negli anni ha sofferto in modo indicibile e non voglio che il mio incontro con lei possa in qualche modo pregiudicare il rapporto che dovrebbe costruire con William. So cosa significa crescere senza padre e…” venne interrotta dal ritorno di Samantha che con palese insofferenza posa il vassoio con i bicchieri pieni di limonata sul tavolo e rivolta verso Felicity, con astio gli dice: “Non mi interessa se sei su una sedia a rotelle, ma non sarò gentile con te, tu non sai quello che ho passato, tu non sai quello che passa una donna che si trova a dover crescere un figlio da sola, che deve lavorare per mantenerlo. Tu dalla tua vita privilegiata non puoi saperlo, non intrometterti nella nostra vita, dopotutto metterti con Olliver ha indubbiamente avuto i suoi vantaggi”, con un ultimo maligno commento, stringe le braccia al corpo e attende una risposta all’attacco appena lanciato.
Barry basito per lo scatto d’ira cerca di intervenire ma viene fermato da un gesto di Felicity che prende la parola: “Io non so cosa tu sappia di me o del mio passato, ma posso assicurarti che non ne sai nulla. Io sono stata cresciuta solo da mia madre che fa la cameriera a Las Vegas e che lavorava 40 ore a settimane, per permettermi di studiare. Tutto quello che ho avuto l’ho guadagnato. Quindi come vedi so perfettamente quello di cui sto parlando, quello che sono oggi è stato frutto di un lungo lavoro e di persone che hanno creduto in me. Inoltre non permetterti più di giudicare il mio rapporto di Olliver, non sai nulla di noi come coppia. Non ci conosci non hai voluto conoscerci, hai dato un ultimatum ad Olliver sapendo che avresti potuto incrinare il nostro rapporto. Hai impedito ad Olliver di dirlo alla sua famiglia, capisco il tuo timore per i media, ma dovresti esserti resa conto che nell’ultimo anno la stampa non ha più parlato di Olliver. Ma tu imponendogli il silenzio, l’hai posto in una situazione impossibile. Dovevi immaginare che avrebbe accettato pur di riuscire ad avere un rapporto cono suo figlio.”
“Io non lo conosco, io dovevo tutelare mio figlio, io conosco l’Olliver che ha tradito la sua fidanzata con me e poi ha mandato sua madre a risolvere il problema. Io non posso fidarmi di lui”.
“E qui il problema, tu guardi  Olliver e vedi l’Ollie dei tuoi diciott’anni, mentre io e i suoi amici vediamo un uomo che non è più il ragazzo scapestrato, dedito ad alcool e feste e che è corso spaventato dalla madre al primo sentore che la ragazza con cui aveva tradito Lauren poteva essere incinta. Lui è… Lui è cambiato è un uomo che farebbe di tutto per aiutare chi ama e che si assume la responsabilità delle sue azioni, ma che soprattutto si prende sempre il peso di colpe che sue non sono, solo perché vorrebbe proteggerci da tutto e da tutti”.
Il suo monologo terminò quando un ragazzino scese di corsa dalle scale urlando che il suo pc si era rotto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Un ragazzino correva giù per le scale a perdifiato. Capelli neri, ma i suoi occhi o quegli occhi li avrei riconosciuti tra mille, erano i suoi stessi occhi. Aveva gli stessi occhi di Oliver. Il ragazzino dopo essere sceso per le scale di corsa frenò la sua corsa davanti a sua madre e si girò nervoso quando si ree conto che non era solo con lei ma c'erano altre persone che non conosceva nella stanza. Il ragazzino si avvicinò titubante e con un po' di timore allungo' la mano verso di me e disse; "Io mi chiamo William e tu chi sei? Perché sei seduta su una sedia a rotelle e chi sei tu?" chiese rivolto anche a Barry. Rimasi sconvolta nell'ascoltarlo, allora è questo che i ragazzi provavano quando i cominciavo a parlare a raffica? Comunque mi ripresi e allungai una mano verso il ragazzino e dissi: "Io sono Felicity Smoak e sono ..." stavo per terminare la frase quando venni interrotta da Samantha che mi fulmino' con lo sguardo come se temesse che io potessi rivelargli la verità e si rivolse verso il figlio e cominciò a rimproverarlo per i modi dimostrati. Al termine del rimprovero io pensai di alleggerire la situazione e dissi con il mio miglior sorriso: "Ho sentito prima che hai un problema al tuo pc, si da il caso che qui davanti a te hai, tatatatah.. il CEO della Palmer Tech e di pc me ne intendo un po' vuoi farmi dare un'occhiata?" William spalancata la bocca riusci' a balbettare con un sussurro semplicemente un si grazie e corse di nuovo su per prendere il suo portatile. "Non si deve preoccupare, ho i soldi per far riparare un pc, non voglio la carità" - disse Samantha "Ma non è carità la mia, aiuto volentieri e poi per me riparare pc è la cosa che mi riesce meglio, ho costruito il mio primo pc quando avevo 7 anni, per me non è affatto un dovere ma un piacere" e lo pensavo davvero, vedere i suoi occhi così tristi per il suo problema mi aveva riportato indietro nel tempo a quando ero solo una ragazzina con una mamma sempre tanto impegnata per garantirmi un futuro dignitoso. Il piccolo scese le scale lentamente e con gli occhi pieni di speranza mi porse il suo computer sperando che io potessi sistemarlo. Lo guardai un po', lo accesi pigiai alcuni tasti e scopri il problema, per fortuna era un problema che potevo risolvere, cominciai pertanto a lavorare di buona lena, dimentica di cosa accadeva intorno a me e ignorando tutto e tutti. Barry capito il mio stato, chiamò William e cominciò ad intrattenerlo con una serie di storielle, in attesa che potessi finire. Un paio d'ore dopo riusci a consegnargli di nuovo il pc come se fosse nuovo senza più problemi. "Grazie, Grazie non so come ringraziarti, ti voglio tantooooo bene" mi abbracciò forte e appoggiato alla sua spalla sentii un odore di buono, sole e foresta, proprio come Oliver. "Non preoccuparti non ho fatto proprio nulla ora se vuoi puoi utilizzarlo l'ho anche potenziato" - William salì di corsa per le scale lasciandoci nuovamente soli - "In alcuni modi mi sembra Oliver, in altri è molto diverso, penso sia un giusto equilibrio tra di Voi. Ti chiederei la cortesia di non privare Oliver di suo figlio e di non privare suo figlio di un padre. Credimi, crescere senza un padre non è affatto bello, puoi dargliene uno è bellissimo". Samantha mi fissava un po' sulle sue e ancora un po' restia a credere che la mia venuta non avesse un secondo fine se non il semplice fatto di conoscerli. Con voce perentoria di chi ha deciso di chiudere una situazione non proprio piacevole dichiara "Non lo so devo pensarci, non era nei patti che altri conoscessero William, ne parlerò con Oliver e vediamo cosa ne viene fuori, voglio provare a dargli il beneficio del dubbio" e con queste parole non proprio carine ci scortò verso la porta e ci invitò a lasciare la sua casa.

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