Everybody hates John Murphy.

di Pixel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Sleep sweetly, my little commender. ***
Capitolo 2: *** II. Never mine. ***
Capitolo 3: *** III. Mad about you. ***
Capitolo 4: *** IV. Same eyes. ***
Capitolo 5: *** V. Abby's Lullaby. ***
Capitolo 6: *** VI. Raise a glass to Bellamy Blake. ***
Capitolo 7: *** VII. Thanks for surviving. ***
Capitolo 8: *** VIII. Among all these heroes. ***
Capitolo 9: *** IX. What remains. ***
Capitolo 10: *** X. Nina (Not everybody hates John Murphy). ***



Capitolo 1
*** I. Sleep sweetly, my little commender. ***



"Sleep sweetly, my little commender
"

Murphy non riesce a dormire, ma per lui non è una novità. L'insonnia è una delle poche cose che non lo abbandona quasi mai.
Il respiro di Ontari invece è calmo e regolare. John solleva leggermente la schiena attento a non svegliarla e piega il collo, alla fine è riuscito a farsi togliere quella dannata catena.
Poggia lo sguardo sulla figura addormentata accanto a lui. Indaga il viso quasi adorno dalle cicatrici, sotto quei segni si nascondono dei lineamenti efebici, Murphy si rende conto per la prima volta che la ragazza deve essere persino più giovane di lui. É tutto così assurdo sulla terra.
Si domanda come sarebbe stata Ontari se fosse nata sulla Arka, senza il volto segnato, senza il destino segnato.
La ragazza si muove leggermente, ma non c'è traccia dell' inquietudine che solitamente la caratterizza. Piuttosto, sembra alla ricerca di qualcuno a cui appoggiarsi, qualcuno a cui stringersi.
Forse è per questo che lo ha voluto lì, che gli ha persino concesso di rimanere nel suo letto.
Forse anche Ontari ha bisogno di qualcosa che si avvicini almeno vagamente all'affetto.
- Sono stata strappata dai miei genitori dalla regina del ghiaccio per venire addestrata.-
A John non era sfuggita la disperazione di quella frase detta con apparente freddezza. Non può fare a meno di pensare che non sono poi così diversi loro due.
Allunga la mano totalmente inconsapevole di ciò che vuole fare, e si ritrova a lasciare una carezza tremante sullo zigomo della sua carceriera.
Ha paura di Ontari, ma prova una certa tenerezza per la ragazzina che si sta accoccolando al suo fianco. La spietata comandante dei terrestri che, a modo suo, si ritrova a cercare un po' di affetto da quella mina vagante di John Murphy. È tutto così assurdo sulla terra.


Nda:
Ecco un'altra idea assurda che spero possa interessare qualcuno. Il titolo di questa raccolta è "Tutti odiano John Murphy", ma la verità è che io lo amo. Lo trovo un personaggio talmente controverso, interessante e versatile, uno di quei personaggi che ti permette di sperimentare. Ed è quello che vorrei fare con questa raccolta. Ho inserito diverse coppie nell'introduzione ma nulla toglie che potrei scrivere di altre.
Passando al primo capitolo:
Ho odiato come tutti quanti Ontari, ma in relatà ho capito che è un personaggio molto ingenuo e penso che per quel poco che abbia potuto si sia legata veramente a Murphy. Forse perchè per la prima volta si è trovata a relazionarsi con una persona "diversa" dai grounders, o forse perchè da lui non si è mai sentita giudicata. Credo che anche John in qualche modo sia riuscito a vedere questa ingenuità e, per quanto assurdo possa sembrare, credo che volesse veramente proteggerla dal mondo assurdo in cui era stata allevata.
okey, le note sono più lunghe della storia...
spero solo che qualcuno posso leggere e lasciare un piccolo parere, anche un banale "Sai cosa, lascia perdere, quest'idea fa schifo."
Se poi a qualcuno piace quello che ho scritto o trova persino interessante il progetto mi darebbe un grande incentivo lasciando qualche parolina.
A presto :)

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Capitolo 2
*** II. Never mine. ***


"Never mine" (highschoolAU)
 
"Ma dove diavolo si è cacciato Murphy?"
La voce profonda e risonante vi fa sussultare entrambi, di istinto allunghi una mano per tappare la bocca della ragazza, lei reagisce subito scansandosi dalla tua presa e facendoti capire che non è necessario. Sa benissimo che deve rimanere in silenzio, ma quando si tratta di salvare la tua pellaccia diventi particolarmente cauto.
"Non lo so, ma io ho le sigarette che ha lasciato nella tasca della mia felpa ieri sera."
Vi raggiunge immediatamente l'odore del fumo e un sottile velo grigio entra dal soffito aperto. Sei tentato di uscire fuori per prendere a calci nel culo Atom e farti ridare le sigarette, ma sai che ti aspetterebbero conseguenze ben peggiori se qualcuno scoprisse dove sei.
"Di che volevi parlarci, Bell?"
"Dovete tenere d'occhio un tipo per conto mio."
"Chi?"
"Lincoln, il quarterback della squadra di football dei Grounders."
Non presti particolarmente attenzione alla conversazione, sai che Bellamy te ne parlerà non appena vi incontrerete, ma il nome ti ricorda vagamente qualcuno. Scavi nella memoria fino ad arrivare all'ultima partita di di football che la squadra della tua scuola, l' Arkadia, ha disputato con quella dei Grounders. Ti trovi subito a domandarti che cosa voglia il tuo amico da quel bestione del quorterback e speri di non dover essere coinvolto in una delle solite risse di Blake.
"Certo, ma come mai?" La domanda che rivolge Atom cade a pennello.
"È da un po' di tempo che lo vedo girare intorno ad Octavia e la cosa non mi piace."
"Capisco..." risponde sommesso l'altro, sa che quando si tratta della sorella Bellamy diventa particolarmente suscettibile.
Ve ne parlerò meglio quando quell'idiota di Murphy si farà vivo, e tu non accenderti un'altra sigaretta che non mi va di stare ancora chiuso in questo cesso, usciamo. "
Quando anche gli ultimi passi sembrano completamente dileguarsi, quando avete la consapevolezza di essere nuovamente soli, la ragazza si avventa quasi famelica sulle tue labbra. Quest' impazienza ti stupisce e ti intriga, ma non la assecondi subito.
"Aspetta, aspetta, aspetta..." dici allontanando, anche un po' contro voglia, il suo corpo dal tuo di qualche centimetro.
"Sono andati via, tranquillo."
"Lo so..." non ti lascia il tempo di proseguire che accorcia nuovamente le vostre distanza, senti le labbra morbide stuzzicarti il collo e devi fare appello a tutto il sangue freddo possibile per fermarla.
"Cos'è questa storia di Lincoln?" a quel punto è lei a prendere le distanze, incrocia le braccia e sbuffa con quel fare da bambina viziata che ti ha sempre fatto impazzire.
"Lascia stare, non mi importa..." dici preso dalla foga di riavere di nuovo le sue labbra color ciliegia premute sulle tue, lei ti concede qualche bacio umido ma poi ti ferma. Sospiri e ti maledici per aver fatto quella domanda.
"Non sarai geloso, John Murphy?" strozzi una risata sarcastica, ma ti trovi a domandarti se sia davvero così divertente. Decidi di non rispondere, nè a lei, nè a te stesso.
Le prendi il viso angelico e lo stringi tra le mani, dedichi qualche secondo a rubare ogni sfumatura di verde che ti regalano i suoi occhi, poi la baci. È diverso da tutte le altre volte, vuoi che sia diverso. Muovi le labbra con lentezza quasi estenuante e cerchi di sentire che sapore ha la sua anima che una volta, prima che venisse toccata dalle tue mani lascive, era tanto pura.
Senti le sue dita premere sulle tue spalle, come se volesse ancorare per sempre i vostri due corpi l'uno all'altro. Ma sai perfettamente che non potrà mai succedere, lei non ti appartiene.
Mentre la stringi puoi sentire di averla già persa, non sarai più l'unico che ha osato toccarla. Non è più il tempo per voi, per i vostri spazi angusti e bui dove vi nascondevate per paura di essere scoperti. Octavia Blake è pronta per affrontare il mondo con qualcuno che non sia tu. E con questa consapevolezza ti lasci completamente andare alla dolce passione di quello che sai essere l'ultimo bacio alla donna che non meriterai mai e alla ragazzina che è appartenuta solo a te.   

 
Nda:
Non posso che ringraziare infinitamente chiunque stia leggengo, abbia meso la storia tra le seguite/preferito e sopratutto chi si è impegnato per farmi felice lasciando una sua opinione, siete importantissimi. 
Il capitolo è una OS più che una flash, mi perdonate? Il punto è che sono stata ispirata da questa ship che nessuno considera, ma penso seriamente che in questo contesto questa cosa sia plausibile. Molto da Murphy "approfittarsi" della sorellina del migliore amico (e nascondersi per la paura di quest'ultimo). Molto da Murphy anche essere consapevole che la cosa non potrà durare per sempre e cedere il passo appena sente quella stretta allo stomaco che provoca la gelosia, sa che prima o poi lei non accetterà più una storia rinchiusa tra le pareti di un bagno e la lascia andare prima che si facciano troppo male.
Non voglio dilungarmi troppo in queste note, ma mi piacerebbe sapere se anche questo esperimento vi è piaciuto.
A presto :)

P.s. Ricordo che come autrice aderisco all'iniziativa "Review for Review" di Sagas, ergo, se lasciate una recensione mi impegnerò a recensire a mia volta una vostra storia.

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Capitolo 3
*** III. Mad about you. ***



"Mad about you" 
(4x6)

Non era stato facile per te mettere da parte l'orgoglio. Eppure lo avevi fatto, con non poco imbarazzo ti eri avvicinata a lui e, fronteggiando il suo sguardo, lo avevi ringraziato. Ma a quanto pare John Murphy e il suo dannato ego non ti avrebbero mai reso le cose semplici.
"Attenta Reyes...Emori mi ha messo gli occhi addosso prima di te."
A quel punto capisci che nessuno degli appellativi più scurrili che conosci sarebbe alla sua altezza.
"Attenta Reyes...Emori mi ha messo gli occhi addosso prima di te."
Devi ammettere che la sua arroganza è una delle poche cose in grado di disarmarti. E non puoi che riconoscergli questo merito facendoti sfuggire un sorriso anzichè un insulto.
Mentre si allontana ti ritrovi ad osservarlo chiedendoti se si girerà a rivolgerti un ultimo sguardo, ma non lo fa.
Nemmeno sta volta.

~ Arka: Ultimo ballo in maschera del giorno dell'unità ~


Ti alzi leggermente sulla punta dei piedi per poter avere una visuale migliore, trovare il tuo fidanzato in mezzo ad una folla di ragazzi euforici e per lo più mascherati sta diventando un'impresa. Maledici la tua diligenza che ti ha portato a fare tardi per finire un lavoro che avresti potuto tranquillamente concludere l'indomani.
L'ambiente buio e la confusione a cui nessuno di voi è abbituato non ti aiutano, ma dopo diversi minuti di ricerca riconosci i lunghi capelli scuri che adori. Ti fai subito spazio tra la gente per raggiungere il ragazzo. Arrivi alle sue spalle e le avvolgi con le tue braccia, ha un profumo inebriante, anche più del solito. "Mi stavi cercando?" ti accingi a sussurrare al suo orecchio.
"A dire il vero, no."


Ti allontani immediatamente, il ragazzo si gira e ti ritrovi inchiodata da due occhi che anche al buio brillano di un azzurro intenso, tanto intenso che quasi ti stordisce.
Noti che a differenza di tutti gli altri non indossa una maschera, ha un viso talmente particolare ed enigmatico che pare non gli serva altro per nascondersi.


"Ma se hai bisogno di compagnia ti accontento volentieri." dice lo sconosciuto avvicinandosi a te.
"Sparisci." gli ordini non appena ti riprendi.
"Prima mi salti addosso e poi mi dici di sparire?" ti rivolge un sorrisetto sarcastico che colpisce subito il tuo lato più permaloso.


"Ovviamente ti ho confuso con un altro." Pensi di liquidarlo facilmente. "Cercavo il mio fidanzato." Come diavolo hai potuto scambiare quel tipo per Finn?
Ti volti per andare via, ma quello ti tira prepotentemente per un braccio. Siete nuovamente faccia a faccia e tu gli tireresti volentieri un pugno in pieno viso se solo non ti sentissi sopraffatta da quel dannatissimo, sconvolgente, azzurro.
"Ma è me che hai trovato." dice carico di arroganza.
E tu non sai bene come sia riuscito ad arrivare così tanto vicino alla tua bocca senza essere fermato prima, sai solo che i respiri di quello sconosciuto ti accarezza la pelle e non vorresti fare altro che baciarlo fino a fargli male.
Ti sfiora appena e senti le tue labbra schiudersi sfuggendo ad ogni tuo controllo.
"Attenta... il tuo fidanzato non sarebbe tanto contento di vederti baciare un altro."
Quando realizzi quello che è successo lui ti ha già voltato le spalle, quelle spalle che forse hai sempre saputo non essere di Finn. Non vi siete baciati, ma sai benissimo che glielo avresti lasciato fare. Lo odi, ma ti trovi a desiderare che si volti a rivolgerti almeno un ultimo sguardo prima di sparire, non lo fa.


 
~ Pianeta Terra: laboratorio di Becca ~


“Troppo lavoro e niente divertimento rendono Raven una ragazza noiosa.” Senti la voce canzonatoria risuonarti nelle orecchie. Togli la cuffia e senza nemmeno badare al dolore alla gamba ti precipiti fuori dal simulatore.
John ha il solito sguardo annoiato, lo vedi giocare con una pallina come un bambino a cui nessuno ha detto che il mondo sta finendo. Non riesci a capirlo e questo ti fa impazzire.
“Ne ho abbastanza delle tue stupide battutine.”
“Perchè non ti rilassi?” ti dice con poco interesse.
Ha addosso uno delle sue mille espressioni indecifrabili, la cosa che più non sopporti è non essere mai riuscita a capire cosa in realtà quel ragazzo provi a nascondere dietro quel’ enigma che ha dipinto sul viso. Vorresti andare da lui e strappargli di dosso con la forza la sua stupida maschera. All'improvviso senti una rabbia feroce che ti spinge a scagliarti contro di lui.


“Sei solo una sanguisuga senza un briciolo di amor proprio, Abby è una stupida a fidarsi di te. Non ti conosce come ti conosco io. Sei un sanguisuga, Murphy. Prosciughi le persona fino all'osso e prendi tutto ciò che riesci per la tua sola sopravvivenza.”
“Se non altro non sono un malato di mente come te, Raven.”


Il tuo braccio si muove prima della tua mente, se avessi avuto il tempi di pensarci forse non lo avresti fatto, ma ti ritrovi a colpire John con tutta la forza che hai.
“Ti odio!” Urli e ti rendi conto di non avere nessuna intenzione di fermarti. “Ti odio, ti odio!”.
E lo odi veramente. Odi il fatto che esista qualcuno capace di farti perdere il controllo.


Nda:
Eccoci qua meravigliosi lettori, non posso che iniziare ringraziandovi per l'aiuto che mi date a continuare questa raccolta.
Che dire, è la seconda volta che scrivo di questa coppia che mi piace veramente tanto ma è anche la sencoda volta che non sono nè convinta, nè del tutto soddisfatta. 
Oltre il fatto che ho molti dubbi sui tempi verbali che ho usato, non so se sono all'altezza di scrivere di questi due...
L'idea nella mia testa è molto chiara ma temo di aver fatto troppa confusione. Mi piacerebbe molto sapere se la storia è "comprensibile" o se ha senso solo nella mia mente, ad esempio, si capisce che Raven sa perfettamente che il ragazzo misterioso è John mentre lui forse (dico forse perchè effettivamente non è specificato) che la ragazza era Raven (perchè quella sera era mascherata come tutti)? Oppure, traspare il fatto che Raven è decisamete cotta e stracotta del nostro JM? (diciamo che questo penso sia un po' vero anche nella serie, ma sono solo le mie folli congetture)
Mi renderebbe ancora più felice del solito avere la vostra preziosa opinione. 
Grazie di tutto, a presto :)


 

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Capitolo 4
*** IV. Same eyes. ***


 

Same eyes” (4x7)

Non può che sfuggirti una risata davanti alla scena che vedi attraverso la porta a vetri di quella casa.
Mentre la fine del mondo incombe, John Murphy balla disinvolto all’interno di un enorme cucina. Lo osservi quasi affascinata dalla chimera della spensieratezza che vedi nei gesti semplici che compie, tirarsi su le maniche della maglia, mangiare un boccone di qualcosa e passeggiare da un lato all’altro della cucina masticando. Sembra che per lui la parola “preoccupazione” non abbia nessun particolare significato. Emori non pare farci caso e si precipita a disattivare il sistema di sicurezza, deve essere abituata a quel modo che ha John di affrontare la vita prendendola in giro.
Per la prima volta ti trovi a chiederti come ci si possa sentire ad essere la compagna di un tipo singolare come John Murphy.

Avvicinandoti di più ti accorgi dell’odore invitante che fuoriesce sotto forma di vapore dalle pentole che c’è sul fuoco, il profumo ricorda le domeniche in cui tuo padre preparava il suo famoso pasticcio di patate.
“Sai cucinare?”
annuisce mentre appoggia i palmi sul ripiano del tavolo sul quale è appoggiato un libro aperto e piega leggermente la testa“E sai leggere” lo punzecchi per il gusto di farlo, come non faceva da tempo con nessuno
“Si, so cosa stai pensando, Clarke...” dice distogliendo l’attenzione dal manuale “Perché i migliori sono sempre impegnati?” afferma girandosi per posarti addosso uno sguardo felino, i suoi occhi ti colgono di sorpresa, hai come la sensazione che riescano a guardare molto più a fondo del normale. Lui continua a fissarti in modo quasi sfacciato, ti penti di averlo provocato, è chiaro che nessuno può vincere quando si gioca al gioco di Murphy.

“Un buon ranzii è raro” interviene Emori e la ringrazi mentalmente per aver attirato su di sé l’attenzione del ragazzo, quasi non ricordavi più cosa si provasse a sentirsi in imbarazzo senza motivo.
“John sarebbe apprezzato da qualsiasi clan”
“Si, è un’ ottimo partito” non fai in tempo a capire quanto volessi essere ironica e quanto credi davvero a quello che hai detto che vedi il ragazzo avvicinarsi a te armato del suo solito mezzo sorriso.

Pensavi di aver affrontato tutto il possibile sulla terra, ma devi ammettere che essere imboccata da John Murphy è forse una delle esperienze più assurde che ti siano mai capitate. Lui è talmente a sua agio mentre accompagna il cucchiaio alla tua bocca che non puoi fare altro che assecondarlo.
“Oh mamma...” affermi gustandoti l’assaggio di quella prelibatezza nello stesso modo in cui lui si sta godendo soddisfatto la tua reazione.
“Wow” devi ammettere, e lui ti sorride in maniera così stranamente serena che quasi ti sconvolge.
Ti rendi conto che quella è forse la prima volta che lo vedi vivere in una situazione di vaga tranquillità e con i lineamenti rilassati appare molto più piacevole. Cerchi sul viso qualche traccia del ragazzo di cui non ti saresti mai fidata, quello che eri sicura avesse ucciso Wells e rifletti sul fatto che forse il vero Murphy è sempre stato il ragazzo capace di farti sentire a casa con un sorriso, ma nessuno di voi si era mai preso il tempo per scoprirlo. Nessuno di voi gli aveva dato l’occasione di regalare quel sorriso.

Ti soffermi sui suoi occhi limpidi come il cielo con cui la terra vi aveva accolti, non ti eri mai accorta di quanto fossero simili ai tuoi, non ti eri mai accorta di quanto fossero simili a quelli di tuo padre. Nel colore, nel candore.

Ti incanti qualche istante nei tuoi pensieri, quando torni presente a te stessa ti accorgi che Emori sta sussurrando qualcosa all’orecchio di John mentre lui la avvolge completamente con un braccio, ti scopri ad invidiare quella loro intimità, ti scopri ad invidiare quella ragazza per essere riuscita a tuffarsi nell’oceano e a riemergere con in mano la perla che era nascosta nel fondale.

“Vado a darmi una ripulita” dici capendo di aver davvero bisogno di una doccia fredda
“Si, ti mostro la strada” lo vedi protrarsi verso di te, ma Emori pare non avere intenzione di lasciarlo, lo trattiene per la maglia “Di sopra, in fondo al
corridoio”.
Lui la guarda stranito, ci sono cose che nessun uomo potrà mai comprendere, nemmeno uno con gli occhi di John Murphy.
Annuisci “Grazie” e ti allontani da loro.

Note:

iCuoco

Nda:

Ehilà, oggi si pubblica tardi, ma ho così poco tempo che devo necessariamente sfruttare questi orari e non volevo aspetare troppo.
Vorrei iniziare col dire che rimpiango il fatto di non essere in grado di fare fan art, perchè mi sarebbe piaciuto metterne un'immagine con John e Clarke, magari dove per entrambi risaltassero i bellissimi occhi azzurri, ma in giro non se ne trovano.
Passiamo alla storia, non mi è dispiaciuto scriverla, anzi. Era un'idea che mi era venuta in mente da quando ho visto quella loro strana scena nella 4x7 di cui ho riportato le battute esatte, che dite, è tanto assurdo? Insomma, mi è sempe sembrato che Clarke nutrisse un certo affetto per Murphy, forse dettato dal fatto di sentirsi in colpa per aver dato inizio alla sua serie interminabili di tormenti accussandolo di aver uccido Wells...
Non so, chiaramente non è la coppia bomba Murphy/Raven, ma è qualcosa di più controverso (e ovviamente non plausibile nella serie ma solo nella mie storielle strampalate) ed è stato bello provare ad entrare nella mente di Clarke.
Finisco ringrazziandovi tutti per quello che fate, oggi devo fare particolare menzione a 
Lupe M Reyes perchè leggendo il capitolo 5 della sua storia mi è venuta questa frase: "rifletti sul fatto che forse il vero Murphy è sempre stato il ragazzo capace di farti sentire a casa con un sorriso", diciamo che questa è un'idea di John che mi ha dato lei attraverso la storia in cui descrive un Murphy diverso nella sua vita all'interno dell' Arka, prima dell'espulsione del padre, del carcere e della terra.
Ma davvero, grazie di cuore a tutti voi. <3


Credit per l'immagine: http://malindaprudhomme.com/uploads/3/5/8/7/3587976/6423932_orig.jpg

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Capitolo 5
*** V. Abby's Lullaby. ***



"Abby's Lullaby"

L'insonna si stava confermando ancora una volta la più fedele compagna di John, si domanda perchè le uniche cose che vogliono rimanergli attaccate sono quelle che cercano di distruggerlo. Volge lo sguardo verso Emori, ha gli occhi chiusi dalle bellissime palpebre d'ambra, appare serena come poche volte lo è stata da quando vive con gli Skaicru. John non può fare a meno di chiedersi quanto ci vorrà prima che anche lei le sfugga tra le dita come uno di quei sogni che ormai non fa più da anni.
Si alza dal piccolo letto che gli hanno permesso di condividere e si rende conto di doverla ringraziare per avergli insegnato a muoversi come un ladro, in questo modo riesce a non svegliarla quando nella notte si allontana da lei per vagare aspettando l'alba.
Cammina tra i corridoi di quel bunker che a quanto gli hanno detto sarà la loro casa per i prossimi cinque anni, finchè la terra non deciderà di riaccoglierli. Alla fine lui una vera casa non ce l'ha da anni, non ce l'ha dal maledetto giorno in cui si è ammalato.
Non dorme da giorni ormai, e per quanto sia abituato inizia a sentirsi debole, i muscoli fanno fatica a trascinarlo e la testa è confusa.
Appoggia la schiena alla parete fredda del corridoio e lentamente si accascia fino a trovarsi seduto per terra. È gia la terza volta che gli succede di perdere le forze, ma sa che nemmeno quello riuscirà a regalargli qualche attimo di pace. Anche se il suo corpo cede la mente non smette per un attimo di tormentarlo. Non ha mai smesso.
"John, stai bene?" Prova a tirarsi su, non vuole che qualcuno lo veda in quello stato, ma la figura che è apparsa nella penombra gli posa dolcemente una mano sulla spalla e lo spinge a rimanere seduto
"Non ti sforzare, dimmi cosa succede" dice quella che adesso riconosce come la voce di Abby Griffin
"Niente, ho solo bisogno di dormire"
"E perchè non sei a letto allora?"
"Perchè non ci riesco" ammette
"Non riesci ad alzarti? Chiamo subito qualcuno per..."
"No, non riesco a dormire" spiega battenedo debolmente il pugno chiuso sulla parete in un soffocato gesto di esasperazione "Puoi fare qualcosa per me, Doc?" aggiunge poi dimostrandosi ancora una volta incapace di lasciare andare le sua parte più insolente, come se quella fosse l'unica cosa che lo rende ancora forte.
La donna si abbassa fino a sedersi accanto a lui "Forse si"
Quando John sente la presa delicata di Abby trascinare la sua spalla verso il basso non capisce cosa stia succedendo "Ma..?"
"Sssh, prova a non pensare a niente"
Il tessuto ruvido dei pantaloni a contatto con la guancia non gli provoca fastidio, anzi, è tutto così stranamente confortevole, così come è piacevole il leggero solletico delle dita che passano tra i suoi capelli.
"Mio marito Jake soffriva di insonnia" gli spiega prima che le parole si trasformino in una carezzevole melodia sussurrata a labbra chiuse.
Per Murphy non è facile lasciarsi andare, è quasi impossibile fermare i suoi pensieri, forse i problemi d'insonnia sono dovuti anche a questo.
Ma per una volta decide di fidarsi, di fidarsi di Abby Griffin, dell'affetto che lo avvolge, delle angeliche note che lo stanno cullando. Per una volta decide di fidarsi di qualcosa che assomiglia vagamente al ricordo più doloroso di tutti, il ricordo di suo madre.
Chiude gli occhi e guarda dentro sè stesso, vede l'immagine delle sue mani che stringono forte quel dolore come a volerlo soffocare, con timore schiude i palmi e dopo tanto tempo trova il coraggio di sbirciare attraverso le sue dita le immagini di quel fantasma. Quando si decide a mollare la presa si sente subito più leggero, per un solo secondo gli appare davanti il volto di Cateline Murphy, ma così come è comparso si dissolve. Sua mamma non gli aveva mai cantato una ninna nanna. Smette di pensare a qualsiasi cosa che non siano le note dolci che Abby gli sta dedicando e cade in un sonno profondo.

Nda:
Ho deciso di aggiornare così velocemente perchè tra qualche giorno partirò e non potrò pubblicare per circa due settimane. Spero di riuscire a sfornare un'altra storia prima di partire.
Passiamo al capitolo, senza ombra di dubbio questa volta non si tratta di una coppia romantica, nemmeno io mi spingerei tanto in là (oppure potrei? XD)
Abby non mi è mai piaciuto piùm di tanto come personaggio, ma devo dire che ha dimostrato una sensibilità particolare verso il piccolo John, come se il suo istinto di mamma leonessa sapesse attivarsi ogni qual volta trova un cucciolo ferito, e non penso che ci sia qualcuno che sia stato più ferito di Murphy proprio dalla figura materna. Non è scritta benissimo, ma penso che il concetto ci sia.
Concludo ringraziando tutti quanti per le cose bellissime che mi dite e chiedendovi un consiglio:
mancano ancora dei personaggi su cui ancora non ho scritto in questa raccolta, ma oltre loro, vorrei riscrivere di qualche ship che vi ho già proposto, pensate sia meglio creare nuove storie e continuare a postare tutto in questa raccolta visto che il protagonista è sempre Murphy e la sua shippabilità?
Grazie, a presto :)







 

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Capitolo 6
*** VI. Raise a glass to Bellamy Blake. ***



"Raise a glass to Bellamy Blake"

Cammini a passo svelto cercando di simulare una certa disinvultura mentre stringi la bottiglia di vetro all'interno della felpa. Nygel non si scomoda mai ad andare negli alloggi dei suoi acquirenti, massimo prezzo e minimo rischio e alla fine l'ammiri per questo, per il giro che è riuscita a costruire dentro quella grande galera spaziale che è l'Arka, in più non puoi negare che è solo grazie alla roba che ti procura lei che riesci a sostenere lo schifo di vita a cui siete tutti costretti.

"Fermo lì" una voce ti richiama alle tue spalle e ti fa sussultare, arresti i tuoi passi e ti volti a guardare di chi si tratti. "Dannazione" pensi quando vedi due guardie che si apprestano a raggiungerti.

"Identificati" dice il più vecchio tra i due

"John Murphy, minore, Settore 15..." inizi a recitare quella risposta come fosse una filastrocca ma vieni interrotto subito da un suono acuto proveniente dal dispositivo che l’uomo ha al polso, lui guarda lo schermo illuminato e poi si rivolge al più giovane “Il cancelliere Jaha mi sta chiamando a rapporto...” tu serri la mascella nel sentir pronunciare quel nome ma mantieni la calma, magari quella chiamata ti tirerà fuori dai guai “Porta a termini il controllo, cadetto Blake” gli ordina mentre si allontana.

Il ragazzo ti punta gli occhi neri addosso e tu non puoi che sperare che non sia abbastanza perspicace da sapere che dovrebbe perquisirti, ma sei sempre stato bravo a capire le persona al primo sguardo e quel ragazzo ti sembra tutto meno che incapace.

“Allora amico...” provi ad iniziare un discorso per cercare di ingraziartelo

“Non ci provare nemmeno, amico” senza darti il tempo di ribattere allunga una mano e afferra la felpa tastando il punto esatto in cui tieni la bottiglia.

“Tira fuori quel distillato di contrabbando” ti ordina e tu per un secondo pensi di colpirlo per poi scappare ma sei abbastanza intelligente da sapere che da quella mossa puoi ottenere solo qualche osso rotto in più. Obbedisci e gli consegni tra le mani la prova che ti farà finire dritto in cella.

“Ascolta, posso spiegarti...” inizi a giustificarti senza avere la minima idea di come potresti concludere quella frase, ma non ne hai bisogno perché lui ti interrompe “portala questa sera al Settore 17, alloggio 20391 e non farti scoprire di nuovo” dice restituendoti il distillato e la libertà. Tu annuisci e senza fargli alcuna domanda vai via.

* * *

Quando arrivi davanti alla porta ti prendi qualche secondo per pensare se sia veramente il caso di entrare nell'alloggio di un aspirante guardia con un prodotto di contrabbando o se sarebbe meglio scappare a gambe levate sperando di non rincontrare mai più quel Blake. Alla fine decidi di bussare, un po’ perché sai che non ci si può nascondere per sempre da qualcuno quando si vive all'interno di una stazione spaziale e un po’ perché è da tanto tempo che non bevi in compagnia.

Quando entri noti che l’alloggio è incasinato quasi quanto il tuo e anche lui come te non ha nessuno con cui condividerlo. Senza che abbia indosso la divisa da guardia è facile capire che è poco più di un ragazzo, avrà al massimo un paio di anni in più di te.

“Come hai detto che ti chiami?” domandi

“Non te l’ho detto”

“Giusto, mai che vi presentiate quando ci perquisite voi altri, che razza di maleducati le guardie.” scherzi e lui accenna una risata “Una guardia ti ha salvato il posteriore oggi” ribatte fingendo di dover difendere la sua categoria

“Ma non si è ancora degnata di dirmi il suo nome” gli ricordi

“Bellamy, Bellamy Blake”

“Bene, Bellamy, Bellamy Blake...” inizi il discorso continuando a spianarti il terreno con la tua ironia “io ho portato quello che mi avevi chiesto, tu hai due bicchieri?”

* * *

Come quasi ogni sera da ormai un mese ti trovi storto sul divano di Bellamy, lui se ne sta seduto per terra in un angolo avvolto da una nuvola di fumo che sei riuscito a procurargli dalla coltivazione speciale del figlio dei Green. Nonostante non siate mai particolarmente lucidi quando siete insieme hai imparato a conoscerlo abbastanza bene da sapere a cosa pensa quando preme lo sguardo sul pavimento in modo così intenso. “Forse la nascondevano lì.” pensi ogni volta che individui il punto preciso in cui gli occhi neri si focalizzano per tanto tempo, ma non gli hai mia chiesto alcun tipo di conferma, non ha bisogno di un dito nella piaga, l’unica cosa che vuole è non pensarci perché solo così il dolore si allevia un po’, tu lo sai bene. Così riempi i due bicchieri che avete posato sul tavolo con il liquido ambrato e ti dirigi verso di lui barcollante. Ti sforzi per mantenere l’equilibrio, quella megera di Nygel ha improvvisamente aumentato i prezzi e non vuoi sprecare il distillato facendolo cadere per terra perché hai bevuto troppo per camminare diritto. Riesci a raggiungere Bellamy e gli porgi il bicchiere prima di sederti accanto a lui.

“Propongo un brindisi”

“C’è davvero qualcosa a cui brindare?” chiede col suo solito scetticismo che supera persino il tuo.

Annuisci e alzi il bicchiere nella sua direzione “A Bellamy Blake, l’unica guardia su questo cesso spaziale che mi lascia fare quel cavolo che mi pare”

Lui finalmente ride e a sua volta alza il bicchiere “Whatever the hell we want”i dice prima di portarlo alla bocca

Whatever the hell we want” lo emuli, e mentre il liquido denso ti brucia la gola non puoi far a meno di pensare che la vita sull’Arka potrebbe fare meno schifo se a mandare avanti la baracca ci fosse più gente come il tuo amico.
 

 

 

 

i"Quel cavolo che ci pare" https://www.youtube.com/watch?v=RD5mxffn0ac
 

 

 
Nda:
Ehilà!
Alla fine sono riuscita ad aggiornare prima di partire, adesso inizia il periodo di piccola pausa dalle pubblicazioni e di concentrazione sulla lettura delle altre storie :)
Grazie ancora una volta a chi è arrivato fin qui e a chi mi ha dato un po' di consigli su come continuare a postare, alla fine sono abbastanza convinta che le piccole OS riguardanti Murphy le posterò tutte qui, quindi oltre alle 2 coppie rimanenti di cui ancora non avete letto aspettatevi il ritorno di qualche coppia. Davvero, spero di non annoiarvi, ma voi siete tutti così gentili nell'entusiasmo con cui accogliete questa storia e mi spingete davvero a continuare.
Passando al capitolo, grandi cuori per questi due da cui mi aspetto grandissime cose nella prossima stagione. Mi hanno sempre fatta disperare, Murphy nella prima stagione ha fatto quello che ha fatto, ma Bellamy si è comportato davvero male con lui e penso che la cosa lo abbia ferito profondamente e questa sia stata in buona parte la ragione per cui John ha tirato fuori i lati peggiori di se. In ogni caso, se non fossero stati impegnati a fare uno il maschio alfa e l'altro il lupo solitario credo che avrebbero formato una grandissima squadra (e lo faranno perchè io lo pretendo!) e penso che il loro rapporto possa essere veramente speciale. Sono abbastanza soddisfatta di questo missing moment totalmente inventato, ho voluto in qualche modo spiegare da cosa potrebbe essere nata la loro amicizia e in generale la stima di Murphy nei confronti di Blake. Spero che non vi sia risultato troppo forzato. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
A presto (anche se un po' meno presot del solito) con il prossimo episodio di "John Murphy e le mille e una ship."
Un bacio!

 

 

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Capitolo 7
*** VII. Thanks for surviving. ***



"Thanks for surviving"
Con la punta del naso attaccato al vetro della finestra osservi la magia dell'inverno, i fiocchi di neve si depositano, imbiancano ogni cosa, il mondo tace sotto quel manto e tu sei felice. Sei felice perché ti rendi conto del privilegio che è poter godere degli spettacoli che la terra è in gradi di offrire senza più doversi difendere da essa. Sono passati quasi trent’anni da quando avete abbandonato il cielo per tornare a casa. Sembra trascorso molto più tempo, da allora è tutto diverso. Avete ricostruito una società, avete fatto quello che sembrava impossibile, dal nulla avete creato pace. Sai benissimo che nel libro di storia di tua figlia ci sarà un capitolo intitolato “I Cento” e un po’ ti spaventa dover ripercorrere tutto quello che è successo attraverso l’angelica voce di Abigail che ripete a memoria le pagine per l’interrogazione. Quando sarà abbastanza grande e tu abbastanza forte, ti sei ripromessa che sarai tu a raccontarle tutto. Ma per ora vuoi che si goda a pieno ogni briciolo di spensieratezza, hai imparato a tue spese che una volta che viene strappata via è quasi impossibile da ritrovare, eppure ci state riuscendo anche voi, tutti, quelli che sono rimasti. Nella monotonia della quotidianità, nella fatica del lavoro, nella sicurezza delle mura delle case che avete edificato, state ritrovando serenità.
Senti qualcuno cingerti i fianchi e sorridi vedendo nel riflesso del vetro il viso di tuo marito
“Cosa pensa questa testolina bionda?” ti domanda dopo averti lasciato un dolce bacio sulla nuca
“Niente” gli rispondi dedicandogli un sorriso che anche lui non può vedere che attraverso il riflesso “solo che sono felice”
“Clarke Griffin che fa la sdolcinata...non mi ci abituerò mai”
“E io non mi abituerò mai al fatto di essere sposata con te, John Murphy” dici decidendoti a voltarti facendo mischiare l’azzurro dei vostri occhi. Mare, oceano, fiumi, acqua nell’acqua e sai che in realtà non c’è niente di più giusto di questo. Non c’è niente di più giusto di voi.
“Prima o poi dovrai rassegnarti” afferma con l’aria strafottente che ha custodito gelosamente da quando era solo un ragazzo “ti ho rapita principessa” ti bacia, tu senti le guance avvampare. Questo è il potere di John, con lui ogni cosa è inaspettata come la prima volta.
Qualsiasi persona sulla terra era rimasta sbalordita da voi due e pensi che anche nel cielo abbia riecheggiato il vostro scandalo. Tu sola sai quante volte ti sei trovata ad immaginare le facce sgomente di Wells e Finn che squotono la testa mentre parlano tra di loro e dicono "Impossibile, quella non è Clarke, non è la nostra Clarke" nella tua immaginazione hanno le stesse facce giovani e fresche di una volta, perchè li ricordi così e i ricordi, almeno quelli, non invecchiano. Ma ogni volta che lo vedi cantare la ninnananna mentre accarezza i capelli color grano della vostra piccola Abigail sai che insieme alle facce stupite dei due ragazzi, c'è quella dolce di tuo padre che ti sorride attraverso l'azzurro limpido dei suo occhi che è lo stesso che ritrovi ogni volta che John ti guarda.
Certo, a diciasette anni anche tu non ti saresti capita. John Murphy allora meritava solo il tuo disprezzo, per te era un parassita che pensava a nient'altro che alla sua sopravvivenza. Eppure quando le notti si rigira nel letto perchè non riesce a prendere sonno, quando i fantasmi del passato lo tormentano sottoforma di insonnia, tu gli accarezzi le guance che ti sorpendi sempre a trovare bagnate di lacrime e gli sussurri all'orecchio "Grazie per essere sopravvissuto John, grazie per essere qui."
La prima volta che lo avevi pensato era stato molto tempo fa. Era la prima festa di capodanno che organizzavate, vi eravate messi in testa di rispolverare le vecchie tradizioni, in realtà era solo una scusa per poter fare di nuovo qualcosa tutti insieme. Quella sera Monty aveva annunciato la dolce attesa di Harper, e Bellamy e Raven si erano si erano abbracciati con quell'intensità che non poteva che voler dire "Saremo noi i prossimi". Tu, che avevi passato parte della tua vita a vagare nei boschi con i tuoi sensi di colpa come tuoi unici compagni, ricordi di non esserti mai sentita più sola di quel momento. Poi alzando lo sguardo avevi trovato lui. La tua stessa espressione, gli stessi occhi di chi vorrebbe essere felice per i suoi amici ma non riesce a nascondere un pizzico di invidia e malinconia. Quando si era accorto che lo stavi guardando ti aveva regalato un mezzo sorriso e al momento di brindare per la bella notizia lui aveva allungato il braccio nella tua direzione e ti aveva fatto un cenno col capo come a dire che ormai eravate rimasti solo voi due, allora lo avevi pensato"Grazie per essere sopravvissuto John, grazie per essere qui."
La notte stessa, dopo che tutti gli altri erano tornati ai loro nidi, voi eravate rimasti a parlare. Prima di cose noiose, quelle che si usano da adulti per trovare un buon pretesto per trattenersi insieme a qualcuno più dell’opportuno. Dopo un’oretta passata a discutere di lavoro lui si era alzato dal divano di casa tua per andare via, ma tu gli avevi offerto di rimanere a bere qualcosa di caldo e lui aveva accettato. Davanti ad una tazza di tè bollente è molto più facile diventare amici, anche per due tipi diversi come voi. Certo, non avresti mai immaginato che quella sarebbe diventata la tazza del tuo migliore amico prima e di tuo marito poi. Ogni giorno di quell’anno tu e John vi eravate incontrati per ricominciare a conoscervi da zero, avevate scoperto che l’antidoto alla vostra solitudine era condividerla con l’altro. Entrambi ridevate di quanto fosse assurda quell’amicizia e lo facevate insieme, stretti sul divano di caso tua, sempre più stetti, finché esattamente un anno dopo, su quel divano, tra quelle risate, John ti aveva rubato un bacio che ti eri scoperta aver desiderato per tutto quel tempo. Eri rimasta sorpresa da quanto potessero essere morbide e dolci quelle labbra da cui solitamente uscivano le sue parole taglienti, eri sicura che con quelle labbra John fosse riuscito a baciarti il cuore, ma nonostante quello ti eri ritratta da lui


“Non vuoi?”
“No, non è questo...”
“E allora qual’è il problema?”
“Non penso sia la cosa giusta...” non avevi avuto il coraggio di guardarlo in faccia da quando lo avevi respinto, ma eri sicura che in quel momento avesse alzato gli occhi al cielo
“Dimenticavo che tu pensi troppo, Clarke” aveva detto prendendoti il mento tra le dita per costringerti dolcemente a far incontrare i vostri sguardi
“È che.. lo so che questa è la notte di capodanno, lo so che ti senti solo come io mi sento sola, ma...” avevi iniziato a fare ciò che ti veniva meglio, razionalizzare la situazione
“Aspetta, aspetta, aspetta...” ormai avevi imparato che John adorava interrompere i tuoi articolati ragionamenti con qualche battuta sarcastica, ed era proprio quello che ti aspettavi avrebbe fatto
“Pensi che lo stia facendo perché mi sento solo?”
“Si… almeno credo, insomma, tu… perché sennò?”
“Perchè ti amo” tra tutte le cose che ti saresti aspettata quella era l’unica che non avevi contemplato, ma come sempre ti eri dimenticata che John Murphy era, è e resterà, la variabile che nessuno può calcolare. Così non avevi detto niente, eri rimasta a fissarlo con sguardo attonito e lui aveva sorriso per essere riuscito a lasciare Clarke Griffin senza parole
“Ti amo perché sei così testarda e razionale che ti rifiuti di capirlo e mi costringi a dirlo ad alta voce.
Mi piace che a casa tua ci sia una tazza che usi solo per me, mi piace che questo divano sia abbastanza grande per entrambi eppure ogni volta siamo sempre più vicini.
Amo l’azzurro dei tuoi occhi che è così uguale al mio e che quando sorridi sembri ancora una bambina.
Ti amo tanto quanto ti ho odiato la prima volta che ti ho vista, ti amo perché quando siamo scesi dallo spazio eravamo dei condannati a morte ma tu ci ha tenuti in vita e hai reso possibile quello che abbiamo adesso. E sono qui non perché mi sento solo, e non perché è la notte di Capodanno, sono qui perché sei la mia principessa, perché lo sei sempre stata.”
Non ti aveva dato il tempo di rispondere, sapeva che non saresti stata in grado di farlo, così aveva posato nuovamente la bocca sulla tua e quella volta ormai eri certa che, sì, John Murphy riusciva a baciarti il cuore.


“Grazie...”
“Per cosa?”
"Grazie per essere sopravvissuto John, grazie per essere qui."
“Ti amo anch’io era troppo difficile da dire, principessa?”


Nda:
Eccomi tornta! 
Lo so, vi avevo detto che mancavano ancora 2 ship di cui ancora non ho scritto, e prima o poi scriverò anche su di loro, ma l'ispirazione mi indirizzava verso la mia super Crack (merito anche del pacchetto del contest a cui partecipa) e non ho potuto che seguire il consiglio che mi diede una volta di Spettro94, quello di seguire sempre l'ispirazione per poter scrivere qualcosa di gradevole. Spero che effettivamente sia così, che questa OS sia stata gradevole, questa volta troviamo Clarke e John come una vera e propria coppia (sposata per di più).

Sono passati circa trent'anni da quando I Cento hanno messo per la prima volta piede su una terra ostile e pericolosa, la storia ha fatto il suo corso e il mondo è tornato ad essere quello che era prima che venisse distrutto dalla bomba lanciata da ALIE, la società è tornata ad esistere così come la conosciamo noi. Non ci sono più guerre sanguinose o nemici stranieri da affrontare, c'è solo una vita da ricostruire e una quiete da ritrovare e pare che questi due personaggi siano riusciti a trovare la loro felicità solo nel rendere felice la loro nemesi. Nella storia non ho citato Emori in modo che siate voi a poter decidere cosa gli sia successo,  se lei e John si sono lasciati, se è venuta a mancare in seguito ad una malattia o ad un incidente o se è scappata in Messico XD
In più, non so se avete notato ma la parte finale è molto simile al film "Harry ti presento Sally" beh, la somiglianza è voluta perchè nel pacchetto del contest avevo come frase proprio il dialogo finale e ho pensato che adattarlo e riprendere la scena fianle sarebbe stato carino, poi se ci pensate Clarke è una biondina perfettina, programmatrice e rompiscatole mentre John inizialmente è un cinico strafottente ma che sa anche stupire scavando in fondo ai suoi sentimenti. 
Come avrete notato non potevo non inserire il mio Headcannon preferito: John Murphy ha gli stessi occhi di Jake Griffin <3
Non so bene come funzionino i crediti per le immagini (so solo che chiunque abbia creato quella fanart ha tutta la mia stima), io vi posto il link del luogo in cui l'ho trovata:
Credit Immage:http://globbyanimetears.tumblr.com/post/122053669981/murphy-is-just-so-shippable-you-know-ive-nearly

















 

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Capitolo 8
*** VIII. Among all these heroes. ***


"Among all these heroes" (2x06)
 
“È bello avere di nuovo degli alloggi, vero?” dice sedendosi ai piedi del vecchio e sottile materasso sulla quale è disteso il ragazzo
"Dannazione, mi hai spaventato” gli ringhia contro con i suoi modi poco gentili
“Il solito impavido, Murphy”
“Forse se avessi passato la metà dei giorni che ho passato io nelle mani dei terresti anche tu non dormiresti sogni tranquilli” dice stropicciandosi gli occhi con le mani come chi è appena stato svegliato, poi getta le braccia indietro e fa leva sui gomiti sollevando leggermente la schiena per poter guardare meglio la sua interlocutrice “Ma che dico, tu sei sicuramente una delle tante persone convinte che avrebbe potuto affrontare il tutto meglio di me, vero?”
“Sinceramente?” chiede retorica “non mi importa, non sono qui per questo”
“E io che mi ero illuso che la tua fosse una visita di piacere” dice sarcastico “Sai, del tipo «Come stai, John? Come ti senti a proposito di quello che è successo, John?»” lei alza gli occhi al cielo e schiude leggermente le labbra in un sospiro rumoroso “Cosa ti serve?” le domanda allora, assecondando la sua richiesta indiretta di tagliare corto
“Immagino che tu abbia già fatto incetta del distillato di Monty, giusto? Abby ha deciso che per stanotte ne avevamo avuto abbastanza...” lui si alza senza aspettare la conclusione della frase per andare a rovistare tra una catasta di cose che tiene ammassate in un angolo, lei accenna una risata “Che razza di sanguisuga...”
“Ti hanno mai detto che non sei brava a chiedere i favori?” afferma mentre le va incontro con una fiaschetta di metallo stretta tra le dita, lei si alza in piedi e allunga la mano “Non ti devo chiedere nessun favore, Murphy. Direi che hai un debito con me che va ben oltre una bevuta” lui le rivolge uno sguardo accigliato e lei con un cenno della testa gli suggerisce di spostare l’attenzione verso la sua gamba avvolta dal tutore. Per una volta non si sente in grado di ribattere, senza ulteriori indugi le consegna la fiaschetta e rimane a guardarla mentre ne butta giù una quantità ingente senza prendere fiato.
“Siete un po’ patetici voi innamorati...”
“Prego?”
Spacewalker stermina un intero villaggio di terrestri e l’unica cosa a cui riesci a pensare è che questo massacro non è altro che l’ennesima dimostrazione del suo grande, e aggiungerei nauseante, amore per la principessa, sbaglio?” Raven rimane in un silenzio che lui interpreta come assenso, fa lo sbaglio di non fermarsi a decifrare il suo sguardo e continua a parlare “Pensavo fossi una tipa tosta, Reyes. Invece, eccoti a incarnare il perfetto clichè dell’innamorata sventurata che beve per dimenticare. Ti ha amato davvero una volta, ne sono sicuro, ma sono ancora più sicuro che adesso ama Clarke. Ecco la tua seconda ferita di guerra, Raven, fatti un tutore anche per questa!” conclude il discorso emettendo la sua sentenza. Di tutta risposta lei fa scontrare per un paio di volte il palmo della mano contro la superficie liscia della fiaschetta dando vita ad una sorta di mezzo applauso “Che fantastica analisi, Murphy. Complimenti davvero. Molto accurata, acuta, condita con quel pizzico di sarcasmo che ti fa sentire molto intelligente, immagino.” Lui solleva il sopracciglio destro per rivolgerle un’occhiata sbilenca “E lo sei, ci vuole dell’intelligenza per essere tanto bastardo e psicopatico. Il tuo problema però, è che ti sfugge sempre qualche dettaglio fondamentale...” il ragazzo fa per ribattere ma lei lo zittisce con un gesto della mano. Murphy aspetta che riprenda a parlare ma lei non lo fa subito, assapora ancora qualche goccia del liquido chiaro che scendendo le brucia leggermente la gola “In questo caso, ad esempio, non sto affatto bevendo per dimenticare quello che Finn mi ha fatto”
“Ah no?” domanda increspando le labbra in una smorfia carica di scetticismo “Per cosa, allora?” la sfida a riempire di senso tutto quel discorso
“Per dimenticare quello che sto per fare...” prende l’ultimo sorso del distillato prima di gettare alle sue spalle il contenitore vuoto che impatta rumorosamente sul terreno

“E cosa stai per fare, Reyes?”
“Qualcosa di molto stupido, Murphy”

Lui scuote leggermente la testa e soffia una risata e punta gli occhi in quelli spaventosamente seri di lei. Lo sguardo di Raven è nero e duro come l’ossidiana, non è lo sguardo di chi è interessato a scavare nel profondo, ma di chi vuole intrappolare
“Immagino che questo faccia parte del mio debito...” e senza attendere nessuna risposta le afferra i capelli che porta legati dietro la nuca e con prepotenza fa aderire le labbra della ragazza alle sue.
Non è dolce come Finn, né attento come Bellamy.
Murphy è rude e sorprendentemente deciso, ha una stretta forte che le fa quasi male. Murphy è un cinico, per questo Raven ha scelto lui. Gli strappa dalla bocca dei baci che sono suoi di diritto e si sente libera di graffiarlo fino a fargli sanguinare la pelle delle spalle, perché sa che John non ha nessuna intenzione di portare su di sé il peso del mondo. Perché Raven Reyes è stanca di tutti quei ragazzini che giocano a fare gli eroi.


 
 



NOTE STORIA:
Nel dialogo iniziale: (“Forse se avessi passato la metà dei giorni che ho passato io nelle mani dei terresti anche tu non dormiresti sogni tranquilli” dice stropicciandosi gli occhi con le mani come chi è appena stato svegliato, poi getta le braccia indietro e fa leva sui gomiti sollevando leggermente la schiena per poter guardare meglio la sua interlocutrice “Ma che dico, tu sei sicuramente una delle tante persone convinte che avrebbe potuto affrontare il tutto meglio di me, vero?”) ho voluto riprendere un dialogo avvenuto ad inizio stagione tra Bellamy e Murphy in cui il primo gli rinfaccia di aver ceduto alle torture dei terresti e aver raccontato le loro strategie e Murphy gli confesso di aver ceduto solo dopo 3 giorni di tortura ironizzando sul fatto che essendo Blake migliore di lui sicuramente avrebbe resistito più di lui.
La battuta ("...fatti un tutore") che ho inserito è una rivisitazione della frase che Raven dice a Finn alla fine della 2x06, adoro pensare che Raven possa essere stata ispirata da John in questo. 

Nda:

Eccoci qui, 
mancano ancora due coppie inedite ma trovandomi a dover scrivere per un contenst chimato "Shippate lo shippabile" non ho potuto resistere e ho dovuto, ma proprio DOVUTO, scirvere di questa mia adorata ship: I Murven!
In molti avevato chiesto un "bis" di questa coppia, spero di non aver deluso le aspettative. 
Qualche parola sulla storia:
è ambientata intorno alla 2x06, in realtà non è tanto importante la puntata quanto la cornice degli avvenimenti, Finn ha compiuto la strage nel villaggio, tradisce i suoi ideali per cercare Clarke. Ho immaginato che Raven si sia sentita in qualche modo umiliata, insomma, per lei Finn si è preso la colpa di un crimine che non aveva commesso, ma per Clarke, beh, per lei va oltre. 
Abbiamo visto più di una volta Raven agire di impulso e gettarsi tra le braccia di qualcuno, certo, poteva benissimo riprovarci con Bellamy o anticipare le cose con Wick, ma ho voluto immaginare che in mezzo al principe azzurro, al leader e all'ingegnere prodigio, dopo un po' una ragazza sia stufa... Raven Reyes poi è una tipa tosta, non penso che abbia bisogno di contornarsi di tutti questi eroi, lei non ha bisogno di qualcuno che la salvi o che risolva i suoi problemi, piuttosto ha bisogno di trovarsi problemi da risolvere. Quindi, chi meglio di quel bastardo psicopatico di John Murphy?

Grazie a tutti per ogni singola parola che spendete per me e per questa raccolta, grazie di cuore.
A presto! 

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Capitolo 9
*** IX. What remains. ***



"What remains"
(post 4' stagione)

 
Senti un urlo straziante, sai che devi correre da lei. Ti muovi tra quelle pareti metalliche come fossero casa tua, perché infondo è quello che sono, da sempre.
Raggiungi il vostro alloggio in pochissimo tempo e la trovi accasciata per terra. Ti precipiti a fermarle i polsi per impedirle di continuare a strapparsi via la pelle con le unghie, troppe volte l’hai vista sfregiarsi in quel modo così disperato. 
Hai imparato che dirle di calmarsi è totalmente inutile, così l’avvolgi in un abbraccio mettendo il tuo corpo fra lei e quella parete che nei suoi attacchi più acuti colpisce con la testa rischiando di provocarsi dei seri traumi. La senti ribellarsi, battere la nuca contro al tuo petto sperando di trovare qualcosa di più duro, qualcosa che le possa fare male. Ignori le sue proteste e inizi ad oscillarla leggermente come a cullarla.

“Respira...”, le ordini dolcemente.  “Ascolta la mia voce Emori”, i suoi muscoli si fanno meno rigidi, inizia a riconosce il tuo odore. “Inspira ed espira”, sussurri con decisione.
 “Mi dono al miracolo della terra”, cantileni quelle parole per un po’ di tempo e quando senti la sua flebile voce seguire la tua sai che il peggio è passato, smette di muovere con scatti furiosi la testa e si accoccola sul tuo petto.
“Mi dono al miracolo della terra”,  ripete e il respiro torna ad essere più regolare. 
Quando lei si arrende completamente al tuo amore e smette di opporre resistenza la fai alzare lentamente e con delicatezza l’accompagni nel vostro letto. 
Rimani abbracciato a lei tutto il tempo necessario. Nonostante ti stia dando le spalle riconosci l’esatto momento in cui il sonno la rapisci, è come se percepissi la sua anima diventare più leggera. Sei talmente legato a lei che a volte ti sembra di poter oltrepassare il confine dove finisce John e inizia Emori. Ti maledici per il solo fatto di non essere capace di prendere su di te quella cosa che la sta distruggendo, ti maledici perché sta male lei e non tu.
Non puoi evitare di sentirti in colpa per averla portata lassù. Forse sarebbe stato meglio finire i vostri ultimi giorni sulla terra, attendere la fine del mondo facendo l’amore. 
Emori è sempre stata una creatura selvatica, avresti dovuto prevedere che la sua mente si sarebbe ribellata alla vita in quella gabbia spaziale. Ma tu avevi quella stupida convinzione che finché l’avresti amata ogni singolo giorno lei sarebbe stata bene - Il tuo amore non è mai stato in grado di salvare nessuno, John.- Ti trovi a ricordare a te stesso - Non tuo padre, non tua madre, perché hai pensato che sarebbe stato diverso con Emori? - 
La osservi mentre dorme, la sfiori con le dita, vorresti imprimere sulla sua pelle quella serenità che trova nel sonno. Sai che è una pace solo momentanea, che dovrebbe dormire per sempre per essere libera. Ma sei troppo egoista per desiderare che non si svegli più. Il solo pensiero ti fa rabbrividire e non riesci a rimanere disteso su quel letto un secondo di più. 

* * *

“Mi dono al miracolo del mare” una voce ti sorprende alle tue spalle, pensavi che l’Arka fosse abbastanza grande per riuscire a fare una passeggiata senza incontrare nessuno, ti affretti ad asciugare gli occhi con la manica della maglia e ti giri per vedere Raven avvicinarsi. 
“Mi dono al miracolo del mare” ripete, “era questo che diceva Luna”. 
“La prima volta che l’ho vista sbattere la testa contro il muro ero troppo in panico per ricordare a memoria la formula magica di Luna, ho solo provato ad imitare quella cosa che ha fatto quando...” 
“Quando io ho dato di matto nel laboratorio di Becca” conclude la frase al posto tuo.
“E a quanto pare funziona...”
“Lo so, ti aiuta a ricominciare a respirare. Ma perché dici della terra e non del mare?”
“Perché è lì che vuole tornare, nel posto dove è nata, dove può sentirsi libera”.

 Camminate fianco a fianco per qualche minuto condividendo solo un silenzio intimo.
“Ti stimo, John” dice. Tu strabuzzi gli occhi stupito, non solo per la confessione, ma sopratutto perché sei quasi sicuro che Raven abbia usato il tuo nome per la prima volta da quando vi conoscete.
“Non tutti sono in grado di amare in questo modo, di amare fino alla fine”
 “È la mia famiglia” dici, “l’unica cosa che mi rimane” confessi. 
“Non è da tutti...” ripete e nel suo sguardo vedi il volto di Finn. Ti meravigli ogni volta di quanto una tipa come Raven Rayes possa diventare piccola e indifesa davanti ad un ricordo,
– Se il dolore è riuscito a piegare lei, prepararti ad essere distrutto, John Murphy. -
 Serri la mascella nella speranza di soffocare quella voce, quella che ti ha sempre consigliato di arrenderti, di scappare. 
Lei ti posa una mano sulla spalla, come se si fosse accorta di quella lotta che sta avvenendo nella tua mente, come per aiutarti a mettere a tacere quella voce. 
“Ti rimaniamo noi” dice, “anche noi siamo la tua famiglia, John.” 

Nda:
Okey, non pubblico da una vita... spero possiate perdonarmi. No, non ho dimenticato il caro John e spero che non lo abbiate fatto nemmeno voi perchè è ancora qui a farvi vedere un piccolo spaccato della sua vita sperando di non annoiarvi.
Ho poco da dire su qeusto capitolo se non che è un po' ciò che spero e penso accada nello spazio. Sì, forse è una Murven travestita da Memori, ma spero di aver dato comunque profondità al rapporto di Emori e John.
Non mi dilungo troppo con le note ma chiaramente vi ringrazio tantissimo, mancano un ultimo capitolo secondo la mia scaletta e se siamo arrivati fin qui è grazie a voi, alla vostra passione e belle parole di incoraggiamento. Certo, nulla toglierà che potrò inserire nuove OS e flash su John, ma con la prossima si concluderà il mio "disegno". Grazie, grazie e ancora grazie. 




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Capitolo 10
*** X. Nina (Not everybody hates John Murphy). ***


"Nina (Not everybody hates John Murpy)"
(1 season)
 
Nina era bella come può essere bella un’assassina, con gli occhi trasparenti e le labbra rosso sangue.
I Cento erano stati mandati sulla terra come criminali, ma la maggior parte di loro non era altro che un mucchio di ragazzini spaventati. Lei no, lei era la ragazza che aveva ucciso una guardia recidendone la gola con un coltello.
Avevano tutti paura di lei, John la stimava.


Lei lo guardava spesso, se ne era accorto subito, da quando aveva avuto il primo scontro con Wells Jaha in cui era intervenuto Finn.


“Ha una gamba sola, perché non ti batti con uno come te?”
Spacewalker” si era sentita la sua voce femminile ma terribilmente graffiante spiccare tra la folla “Lascia che i grandi risolvano le loro questioni da soli la prossima volta, nessuno qui ha bisogno di essere slavato da te”.
John era rimasto stupito, perché una donna come quella non l’aveva mai vista, e perché non era mai capitato che qualcuno si schierasse così apertamente dalla parte del torto, dalla sua parte.

 
* * *


Lei lo aveva guardato per tutto il tempo, ma per lui era così facile distrarsi.
Quando hai diciassette anni passati in prigionia e improvvisamente ti trovi libero in una terra disabitata è semplice che la situazione ti sfugga di mano, se poi sei il braccio destro di Bellamy Blake può capitarti di perdere tutta la tua innocenza in una sola notte.
Quando Nina aveva fatto irruzione nella sua tenda, John aveva lasciato che mettesse in fuga quelle ragazzine che gli avevano promesso di renderlo uomo senza sapere cosa volesse dire, e aveva contemplato divertito la paura che riusciva ad incutere in ognuna di loro usando solo qualche parola.
“Sparite”, aveva detto semplicemente con un tono di chi non ammette repliche, “subito”. E dopo un primo attimo di sgomento si erano tutte dileguate, evanescenti come la loro essenza, come il ricordo dei loro volti nella mente di John.
“Devo andarmene anch'io?” gli aveva chiesto provocatorio mentre con la testa piegata osservava gli ultimi corpi uscire dalla sua tenda.
“Fai quello che vuoi” aveva risposto alzando le spalle.
“Tu cosa preferisci?”
Gli occhi di Nina si posarono per una frazione di secondo sulla pelle pallida, lasciò libero lo sguardo di compiere tutto il percorso del suo torso nudo con una sfacciataggine capace di mettere in difficoltà persino un tipo come John Murphy.


“Pensi di dirmi perché sei qui?”
“Blake mi ha detto di scegliere una tenda”
“E perché proprio la mia?”
“È la più grande”
“Quella di Bellamy è ancora più grande”
“Fuori dalla tenda di Blake c’è una fila di persone che chiedono di parlare con lui. È molto più faticosa mettere in fuga chi ha qualcosa da dire”
“E cosa ti fa pensare che non ci siano persona che vogliono parlare con me?”
“Dopo un solo giorno sei già la persona più odiata della terra, nessuno vuole parlare con te, John Murphy”
“E tu vuoi addirittura condividere la tenda con la persona più odiata della terra?”

 
* * *


John non dormiva mai, Nina se ne era accorta solo dopo diversi giorni e aveva iniziato a dare una spiegazione logica al carattere volubile e leggermente schizzato di Murphy, nonché a quelle occhiaie violacee che gli marcavano costantemente il volto.


“Questa notte andrai a fare una delle tue passeggiate nel bosco o ti rigirerai nel sacco a pelo per tutto il tempo?” gli chiese mentre ancora gli dava le spalle. Sentì il ragazzo alzarsi leggermente e non le servì guardarlo per essere certa che avesse appena alzato i grandi occhi azzurri al cielo.
Lo sguardo di John Murphy era capace di far rumore.
“Te ne sei accorta...” disse mischiando domanda e affermazione.
Una voce diversa dal solito, quasi spezzata, la convinse a girarsi.
“Da quanto soffri di insonnia?”
“Non soffro proprio di un bel niente” disse cercando di recuperare la sua spavalderia.
“Potresti parlane con la figlia di Abby Griffin, magari può aiutarti” continuò a dire ignorando la sua risposta acida. Lui sbuffò rumorosamente.
“Vuoi aiutarmi a dormire, occhioni blu?” domandò visibilmente innervosito, “perché non provi a darmi il bacio della buonanotte?”
Il solito sorriso beffardo comparve sul volto del ragazzo per scomparire immediatamente dopo quando una punta di metallo acuminato gli sfiorò la gola. Di impulso alzò le mani in alto in segno di resa.
“Calma, calma, calma...stavo scherzando!”
Mentre con una mano continuava puntargli l’arma alla gola con l’altra afferrò un lembo della maglia attorcigliandola tra le dita e attirando il ragazzo più vicino a sé. Il freddo della lama e il calore delle labbra di Nina si mischiarono in un bacio capace di spezzarli il fiato e di lasciare John Murphy per la prima volta senza parole.
“Se pensi di continuare a fare il bastardo psicopatico con tutti qui all'accampamento questo ti servirà” disse abbassando lentamente il coltello per posarlo nel palmo della mano di John, “Buonanotte Murphy”

 
* * *


- Rialzati, dannazione - pensò Nina vedendo John perdere l’equilibrio all’ennesimo colpo di Wells. Strinse i denti costringendosi a non intervenire per rimanere coerente con sé stessa. Pensò che non avrebbe dovuto dargli quel coltello, se non l’avesse fatto a quest’ora Bellamy non ne avrebbe messo uno nelle mani del suo rivale – Smettila, idiota, smettila – avrebbe voluto gridargli ogni volta che caparbiamente tentava di portare avanti un combattimento che lo stava vedendo soccombente.
Quando finalmente Bellamy si era deciso a porre fine a quello scontro John ne era uscito con entrambi gli zigomi tumefatti e l’orgoglio a pezzi.
Nina lo raggiunse nella loro tenda e lo trovò seduto, la fronte poggiata sulle ginocchia come a sostenersi.
Non si conoscevano da tanto tempo, ma Nina pensava che non lo avrebbe mai visto così.
Si sedette accanto a lui e le posò una carezza materna sui capelli scuri, lui sollevò il viso per essere sicuro che si trattasse di lei.
“Non pensavo fossi un tipo affettuoso”
“Sai qualcosa di me oltre quello che sanno tutti?” domandò retorica.
Lui scosse la testa rendendosi conto che effettivamente, a parte le voci che la volevano come un’assassina spietata, non sapeva nulla della ragazza con cui condivideva la tenda. Nonostante la vicinanza, Nina riusciva a rimanere una creature misteriosa.
“Allora lo sei?” chiese, “un tipo affettuoso, intendo...”
“No” rispose, “ma con uno come te qualcuno dovrà pur esserlo” aggiunse come a giustificare la carezza regalata un attimo prima.
“Giusto, sono la persona più odiata della terra”
“Certo che tu ti impegni per far in modo che sia così...”
“Perché dovrei?” domandò retorico alzando le spalle, “tanto tu non mi odi”.
“E questo chi te lo dice?”
Il sorriso di Nina era ciò che di più raro potesse esserci ma, forse inconsapevolmente, Murphy sapeva essere un abile ladro di emozioni preziose.
“Prima di tutto mi stai sorridendo” spiegò indicando la curva inusuale che avevano preso le labbra della ragazza, “e poi, da quando siamo arrivati sulla terra tu mi sei sempre stata vicina, tutte le volte che ho dato a questo gruppo di idioti un motivo per odiarmi c’eri…” disse riportando alla mente quegli episodi di cui si era reso antagonista, Contrariamente a quanto volesse far apparire, John era un ragazzo riflessivo e pienamente consapevole “… tu hai visto il Murphy che hanno visto tutti, hai avuto i loro stessi motivi per odiarmi, eppure continui a guardarmi come se...”
“Come se?”
“Come se non fossi una specie di mostro”.



 
* * *


“J.M.” le labbra di Clarke Griffin si mossero lentamente in modo da scandire quelle iniziali “John Murphy”, disse infine brandendo sotto gli occhi di tutti il coltello che Nina conosceva fin troppo bene come prova della colpevolezza del ragazzo.
“Non sono stato io” continuava a ripete ad una folla di ragazzi incapaci di ascoltarlo perché troppo impegnati a chiedere il suo sangue.


La situazione degenerò ancora prima che Nina potesse accorgersene, quando vide il corpo di John calpestato dalla folla era già tardi per intervenire. Mandando al diavolo ogni proposito di rimanere lucida si scagliò con forza cieca nel mezzo della ressa colpendo chiunque le capitasse a tiro
– dopotutto sono ancora un’assassina,no?- chiese a sé stessa per illudersi che ce l’avrebbe fatta, che lei li avrebbe uccisi uno per uno prima che loro potessero uccidere lui. Ma nonostante tutta la sua forza non riuscì nemmeno ad avvicinarsi al corpo del ragazzo.


“Fermali!” disse aggrappandosi all'ultima speranza di salvarlo. “Fermali, tu puoi” disse aggrappandosi alla giacca di Bellamy Blake.


Il momento in cui la corda si strinse intorno al collo di John, Nina si sentì soffocare.
Lo aveva perso, aveva perso.

 
* * *


“Se ti vedo ancora vicino al campo ti uccido” lo avvertì Bellamy con le vene del collo pronte a scoppiare. Lo gettò per terra, se lo avesse tenuto un istante in più tra le mani lo avrebbe strangolato.
“E voi se volete potete tornare al campo o rimanere a morire con lui”.


Nina lasciò che piangesse da solo tutte le sue lacrime e solo dopo si piegò su di lui per raccogliere i pezzi.
“Vattene anche tu” provò ad ordinarle, “lasciami stare” ringhiò, scansò la mano di lei e si rimise in piedi facendo appello a tutto il suo orgoglio.
“Non provare a proteggermi, sappiamo tutti e due che sono io a proteggere te” disse per la prima volta ad alta voce la verità che aveva avvolto il loro rapporto fin dal primo istante.
“Perché?” urlò stringendosi la testa tra le mani come fosse una bomba pronta ad esplodere “perché continui a proteggermi anche se tutti gli altri mi odiano?”
Lei abbassò lo sguardo come non aveva mai fatto prima.
“Alex Murphy” pronunciò quel nome con timore, come fosse un segreto inconfessabile.
“Cosa?” chiese a denti strettissimi.
“Alex Murphy era il custode del settore 4”
Con uno scatto quasi felino John la raggiunse e le afferrò le spalle per scuoterla leggermente, come a voler far uscire più velocemente quelle informazioni che stava centellinando.
“So che lavoro faceva mio padre, dimmi che centra in questa storia”
“La guardia che ho ucciso aveva tentato di abusare di me...” a quella confessione, detta con voce atona e distante, John allentò la presa e lei continuò a parlare, “e ci sarebbe riuscito se un uomo con gli con gli occhi azzurri come il mare che non avevo mai visto non fosse arrivato a salvarmi”.
Non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo, ma ormai aveva imparato a percepire il corpo di John e anche senza bisogno di vederlo lo sentì serrare la mascella come a soffocare il dolore nel riconoscere suo padre.
“È apparso dal nulla, tanto che ho anche pensato fosse un angelo, il mio angelo custode. Ma poi quella guardia lo aveva guardato negli occhi e gli aveva detto – Te la farò pagare, Murphy- e ho capito che non si trattava di un angelo, ma di un uomo che aveva appena messo a repentaglio la sua vita per salvare quella di una sconosciuta. Qualche tempo dopo quella stessa guardia è tornata a cercarmi per dirmi che aveva mantenuto la promessa, aveva denunciato e fatto espellere l’uomo che mi aveva aiutata – Nessuno verrà a salvarti, adesso – furono le sue ultime parole. Gli tagliai la gola ancora prima che potesse rendersi conto dello sbaglio che aveva commesso dicendomi ciò che aveva fatto”.
Finalmente ebbe il coraggio di guardarlo, il viso di lui era ridotto ad una maschera di cera, lei lo accarezzò macchiandosi il palmo della mano col suo sangue, odiava Blake per il modo in cui lo aveva ridotto e odiava sé stessa per non essere riuscita a proteggere quel viso prezioso.


“Ho capito chi eri appena ho incrociato i tuo occhi, così uguali ai suoi, così uguali al mare”
“Non hai mai visto il mare, Nina” fu la prima cosa che riuscì a dire sopo tutto quel tempo.
Lei sorrise, Murphy non avrebbe mai perso la sua abilità di dire la frase sbagliata e la cosa era rassicurante.


“Possiamo vederlo insieme” sussurrò quasi sperando che non la sentisse. Stare vicino a quel ragazzo aveva risvegliato in lei una dolcezza antica, capace di spaventarla.
“No” scosse la testa, “non vagheremo per la terra insieme. Sei appena stata assolta dal tuo incarico di angelo custode, puoi andartene adesso”.
“Cosa? Non capisci che...”
“Capisco che tu non vuoi stare con me, non hai mai voluto stare con me. Tutto quello che hai fatto era per pietà, per saldare un debito” si allontanò ancora in di più, “che stupido...” sussurrò portandosi le mani sul volto.
Abbandonata in fretta la dolcezza di poco prima lei gli si scagliò addosso, gli afferrò i polsi in modo da scoprirgli il viso.
“Guardami!”
“Lasciami...”
“Guardami ho detto, guardami e dimmi se davvero pensi che tra noi non ci sia stato niente, se credi che sia una persona capace di gettarsi tra le braccia di qualcuno solo per saldare un debito”
“E allora perché?”
“Perché nessuno può essere odiato da tutti, nemmeno John Murphy”.
Gli lasciò i polsi per potergli prendere il viso tra le mani, si avvicinò facendo toccare le loro fronti.
“E può darsi che quello che ha fatto tuo padre per me mi abbia aiutata a vedere meglio degli altri l’uomo che si nasconde dietro questa maschera da cinico bastardo, o forse è proprio perché sei davvero un cinico bastardo che ti amo così tanto”.



Nda:
Eccoci qua, giunti a questa fine/non fine perchè come dicevo questo capitolo conclude in qualche mdoo l'idea originale della raccolta nel senso che non aggiornerò più con regolarità ma niente toglierà che quando avrò l'ispirazione aggiungerò dei capitoli (e sapete che John Murphy è una fonte inesauribile di ispirazione).
Allora, tutta questa raccolta ha girato intorno al concetto di prtenza (tutti quanti odiano John Murphy) per arrivare a smentirlo definitivamente con questo capitolo. Ho voluto ambientarlo nella prima stagione quando tutti davvero odiavano Murphy (Persino io!) e ho fortemente voluto inserire il personaggio di Nina, una donna forte, indipendente, unica, misteriosa che semplicemente lo ama fin dall'inizio, anzi, da prima dell'inizio. Ammetto che scrivere questo capitolo è stato più faticoso del previsto, inventare un personaggio e fargli vivere l'intera storyline insieme a John in un solo capitolo è stato difficile, infatti come avrete notato vi ho messo una vita ad aggiornare e sono sparita dalla circolazione per un po'. Spero che alla fine di tutto ne sia valsa la pena. Per me sì, non nel senso che sono soddisfatta del mio lavoro, ma nel senso che questa raccolta mi ha fatto conoscere degli autori fantastici che mi hanno seguita con passione e mi hanno aiutato a migliorarmi. E' stato bello, davvero bello.
Ringrazio ogni signola persona che ha letto, inserito la storia tra le seguite o addirittura tra i preferiti. In particolare un grazie enorme a chi si è fermato a recensire anche un solo capitolo, ogni volstra parola è stata preziosa. 
E infine dei doverosi ringraziamenti speciali...
Spettro94: Che mi ha fatto emozionare con le sue recensioni poetiche
Sky: Che è stata sempre in prima fila, che ha fangirlato insieme e mi ha regalato recensioni che mi hanno riempito il cuore
Lupe M Reyes: Che mi ha fatto compagnia non solo con le belle recensione ma sopratutto con i bellissimi capitoli di "101" grazie al quale, oltre che scrivere, ho potuto anche leggere del mio adorato John Murphy.
ClaireOwen: Che ha sempre lasciato recensioni attente e dettagliate e mi ha fatto impazzire inserendo i Murven nella sua storia

Grazie di cuore a tutti 
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May we meet again.

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