Resistere

di TeamFreeWill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lasciami in pace!!! ***
Capitolo 2: *** Panico ***
Capitolo 3: *** Dov'è mio fratello?! ***
Capitolo 4: *** Tutto bene Sammy?! ***
Capitolo 5: *** Good moornig, Vietman! ***



Capitolo 1
*** Lasciami in pace!!! ***


Sam si svegliò verso le sei. Aveva preso l’abitudine di fare jogging da un po’ di tempo oramai.

L'ultima caccia a un covo di vampiri li aveva stremati. Erano andati a letto verso mezzanotte, ma ciò  nonostante la sveglia impostata suonò comunque. Dean mugugnò nel sonno, ma non si svegliò.

Sammy, invece, si alzò dal letto e si stiracchiò ignorando deliberatamente il mal di testa costante che aveva da quanto?. Sam non se lo ricordava.

Andò in bagno e si sciacquò il viso. Lo specchio di fronte a sè gli riflettè un uomo apparentemente  che stava bene, ma che mentalmente era devastato.

Strinse gli occhi in una morsa di dolore. Il tormento era costante.

“Lasciami in pace” disse furioso, stringendo le mani al lavandino e facendo sbiancare le nocche dolorosamente.

Una risata fredda e sadica fu la risposta seguita da una visione ancora più terribile di lui scuoiato vivo.

I ricordi della gabbia erano sempre più insopportabili. Si premette la ferita alla mano e tutto cessò all’istante.

Sospirò. Doveva resistere. Doveva essere forte anche per Dean. La morte di Cass era stata devastante per il fratello e anche per lui.

Il maggiore non doveva sapere che lui stava così male. Lui doveva continuare a credere che stava bene e che ne aveva il controllo. Anche Bobby doveva crederlo. Entrambi dovevano credere che non erano un problema le visioni.

Uscì dalla casa e iniziò la sua corsa mattutina, ascoltano a tutto volume della musica dal suo ipod. L’aria fresca per un po’ gli diede sollievo.

Fece alcuni chilometri costeggiando un laghetto. Il paesaggio era bellissimo, dava pace solo a guardarlo.

Si sedette su una panchina e osservò le persone che man mano iniziavano ad arrivare, il sole tiepido di fine ottobre che gli scaldava il viso.

Poi tutto intorno a sè divenne morte e fuoco. Si premette la mano, ma non successe niente. Tutto rimase uguale. Dolore, grida, panico.

“Sai Sammy per quanto continuerai così? Per quanto terrai nascosta la tua sofferenza? Sei così carino mentre cerchi di combattermi con jogging e campeggio in solitaria nel deserto!” disse l’uomo che si era seduto vicino a lui, crudelmente.

“Vattene Lucifero! Non mi fai nessun effetto, so distinguere la realtà” disse Sam…..L’arcangelo sorrise malefico e sparì come l’orrenda visione.

Sam si premette ancora la mano e si rimise a correre, ricacciando le lacrime e il dolore alla testa.

Dopo pochi metri si fermò a un bar, prese la colazione per lui e il fratello, tutto rigorosamente biologico e corse verso la casa disabitata in cui alloggiavano. Era una fortuna che ci fosse ancora la corrente e l’acqua!

Appena entrò nella camera da letto notò che Dean si era svegliato e si stava facendo una doccia. Sentiva lo scrosciare dell’acqua dal bagno.

Dopo 10 minuti il fratello uscì dal bagno e salutò il minore con una battuta delle sue “Ciao Karnazes!”

“Tieni Dean la colazione…Io l’ho già fatta mentre ti aspettavo” gli rispose il moro sorridendo, mentre l’altro prendeva il sacchetto,contenente brioches e cappuccino. Sam si strinse di nuova la mano, cercando di non farsi vedere. Troppo tardi.

“Sammy come stai?” chiese serio il maggiore a cui non era sfuggito il gesto. “Sto bene Dean… te l’ho già detto. Correre mi aiuta!” rispose il moro usando un tono della voce quanto più sicuro possibile.

Dean annuì…non poteva andare peggio di così. Quindi quella risposta se la fece bastare e andare bene.

“Tu?” chiese il moro…”Magnificamente!” rispose Dean...”Fratello vai a lavarti per favore. Fai schifo!”.

Ridendo Sammy andò a farsi una doccia. L’acqua calda lo stava rigenerando pian piano. Si stava rilassando. Anche il mal di testa stava passando.

Non poteva durare quella quiete ovviamente. La privacy non sapeva più cos’era da quando tutto era iniziato.

“Sammy...giuro che non ti sto guardando!” La voce era melliflua, divertita, ironica.

Il povero ragazzo ignorò deliberatamente per alcuni secondi l’acqua diventare sangue e poi ritornare cristallina.

Sospirò. Quando sarebbe finito tutto questo? pensó tra sé e sé amareggiato. "Mai mio caro Sammy!" rispose l'arcangelo ridendo.

Uscì dalla doccia e il solito dolore alla testa lo fece vacillare un po’, la risata era assordante.

“Sai mi manca tanto condividere i nostri momenti solo io e te….Stare con Michele non è la stessa cosa. E torturare Adam mi dà noia... ma se tu non ci sei più dove pur dar sfogo alla mia creatività innata nell'infliggere dolore. Le senti le sue urla?! Che dolce melodia! Eh sì, Sammy, te e Dean l'avete abbandonato proprio. Che fratelli maggiori inetti” Disse tutto tronfio, poi, l'arcangelo.

Lucifero era spietato nell'infliggere quella costante tortura. Ci godeva. Sorrideva e faceva smorfie per sfotterlo continuamente.

Aveva segnato un punto. La vide, la colpa sul viso di Sam.

Già. Povero ragazzo. Lui fuori e il fratello minore ancora in quella fotutta gabbia a vivere il tormento eterno, si ritrovò a pensare abbassando lo sguardo.

Sam stava cedendo al senso di colpa, che per altro sia lui che Dean avevano da quando Adam aveva detto sì a Michele, ma poi si riprese alzando lo sguardo, ora sicuro.

Morte era stato chiaro e categorico. Poteva salvare solo un'anima e creare un solo muro. Non poteva farci niente, anche se gli dispiaceva e gli mancava. Lo stesso valeva per Dean..

"Smettila figlio di puttana!" sibilló tra i denti. Riuscì di nuovo a escludere Lucifero, premendosi la mano. La voce che lo incolpava si zittì all'istante, come pure le prese in giro.

Uscì dal bagno e si sedette sul letto massaggiandosi il collo. Stranamente il fratello non c’era.

Stava ripensando a tutto quello che era successo in quelle settimane: Cass il nuovo Dio e poi la sua morte nel laghetto liberando i Leviatani, Dean che lo aiutava a distinguere la realtà con il trucco della mano, lui che rincontrava la sua amica Amy e la lasciava andare nonostante fosse un mostro, Dean che veniva giudicato dal Dio Osiride, quella coppia di stregoni che non affrontava i loro problemi matrimoniali e sembrava di essere nel film “La guerra dei Roses”, quei Leviatani che avevano assunto il loro aspetto e facevano stragi di innocenti, la litigata con Dean quando aveva scoperto che aveva ucciso la sua amica Amy e poi avevano fatto pace capendo il punto di vista del fratello, quel sensitivo che aveva fatto un incantesimo vincolante con le ossa di una pazza e il suo spirito uccideva i sensitivi rivali, il matrimonio, poi annullato, con Backy perché era stato drogato da lei con un filtro d’amore!

Già quante cose erano capitate. Le visioni in tutto quei mesi, da quando era caduto il muro, non lo avevano mai abbondonato una volta. Anzi erano aumentate nel periodo in cui era stato lontano da Dean, quando era arrabbiato con lui per la questione Amy.

Si maledì di essersi allontanato dal fratello, ma oramai era andata così. Doveva resistere.

All’improvviso sbadigliò. Non doveva addormentarsi. Voleva rimanere sveglio e aspettare suo fratello. Per ingannare l’attesa prese il suo ipod, si mise le cuffiette alle orecchie e stava per premere play quando il cellulare vibrò sul comodino.

Si girò di scatto e se le tolse. Quando aprì il cellulare quello che lesse lo sconvolse! “Sammy aiutami. Sono stato catturato da Edgar e portato in un magazzino. Fà presto a salvarmi o qui finisco male!”, recitava l’SMS.

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Capitolo 2
*** Panico ***


Sam scattò in piedi preso dal panico. Ipod e cuffiette volarono ai piedi del letto. Non riusciva a ragionare lucidamente. Il cuore batteva all'impazzata , ma si sforzò a calmarsi respirando a fondo. Doveva salvare e trovare a tutti i costi Dean. Si calmò alla fine con questo pensiero.

Andò al PC e riuscì a rintracciare il fratello tramite il GPS, sospirando sollevato.

Bene ora sapeva dove andare. Corse in cucina e prese il detersivo, poi si diresse verso la porta principale. Cercò di uscire, ma stranamente era chiusa a chiave. Il panico stava riprendendo possesso di lui.

Doveva calmarsi ad ogni costo per salvare suo fratello. Così agì d'istinto: con due calci ben assestati al centro del legno la buttò giù, si precipitò fuori dalla casa, si guardò attorno e rubò la prima macchina che trovò.

"Non ce la farai... Deluderai tuo fratello come sempre e lui morirà mangiato!" Lucifero era crudele. "Smettila cazzo" rispose Sammy mentre sfrecciava nel traffico a tutta velocità. Perché non riusciva ad arrivare?!

"Sammy ti sfracellerai! Mi piace!" Lucifero era sadico. Le visioni della gabbia non aiutavano a rimanere concentrati.

Fu un attimo, la macchina davanti a lui frenò di colpo. Lui sterzò e andò a sbattere contro un lampione. Per miracolo non prese le macchine che venivano dall’altra carreggiata. Il colpo fu violentissimo. Ovviamente la macchina era inutilizzabile.

Il ragazzo batté la testa sul volante prima che si aprisse l’airbag, ma riuscì a nascondere bene il machete sotto la giacca che aveva sul sedile del passeggero con enorme sforzo. La vista si appanava e la visione era sfuocata.

Il taglio sulla fronte era appariscente, il sangue ricadeva lungo gli zigomi e macchiava la camicia.  In lontananza il suono di una sirena fu l'ultima cosa che sentì prima di cedere all'oblio.

Si risvegliò in ospedale diverse ore dopo, mentre un dottore lo stava visitando. "Ben svegliato signor Padalecki. Ha avuto un brutto incidente. Ha un trauma cranico. Fra qualche giorno potrà lasciare l'ospedale" disse il dottor Pagen in tono tranquillo sistemandogli la flebo che aveva sul braccio.

"No! Devo andarmene. Mi dimetta. Firmo l'uscita!" Si agitò Sam. La testa gli pulsava più del solito e sentì anche tirare i punti. "No. Lei non può lasciare la struttura". L'ordine del medico fu categorico, poi se ne andò richiudendosi la porta della stanza  alle spalle.

"Dean morirà! Sarà colpa tua, fallito" L'arcangelo era inclemente. Sammy sospirò, si mise a sedere sul bordo del letto e si strappo la flebo che aveva sul braccio destro e andò a recuperare i suoi vestiti che erano nell’armadio.

Per fortuna l'arma era ancora lì nascosta nella giacca. Si rivestì in tutta fretta e uscì dalla stanza senza dare nell’occhio. Per un paio di volte fu quasi beccato, ma poi riuscì a uscire dall’ospedale. Rubò l’ennesima macchina, ma dovette anche dirigersi verso un supermarket e fare rifornimento di detersivo al Borace e infine corse a tutta velocità in direzione del magazzino. Aveva già perso tempo.

Se suo fratello moriva…Non voleva pensarci, ma qualcuno girava costantemente il coltello nella piaga ”Stai certo che morirà, lo so!”. No! L’avrebbe salvato.

Arrivato, dopo un tempo che parve interminabile, nel luogo indicato dal gps il moro parcheggiò un po’ distante e si avvicinò cauto alla struttura, si nascose dietro a un albero e osservò il leviatano che faceva la guardia al magazzino. Capì come muoversi.

“Fallirai” la voce nella sua mente rideva. La ignorò premendosi l'ennesima volta la mano e agì.

Come un predatore, scattò fulmineo buttando del detersivo in faccia al mostro. Questi iniziò a urlare e a contorcersi per il dolore, la pelle fumava e si arrossava. Sammy non aspettò oltre e con una mossa decisa tagliò con il machete la testa del mostro che rotolò lontano.

Si guardò attorno attentamente ed entrò piano nel magazzino. La struttura era molto ampia e piena di casse stipate una sopra l’altra, ma non aveva tempo per scoprire cosa contenevano, così si diresse verso la saletta degli uffici da cui provenivano dei rumori.

Riconobbe la voce di Dean. Era vivo. “Vediamo se riuscirai a portarlo fuori vivo da qui Sammy” disse quel tormento che sentiva solo lui.

Sam stava dirigendosi là, quando un colpo alla nuca con il calcio di una pistola, lo fece cadere carponi a terra.

“Bene! Un altro Winchester catturato! Il detersivo e il machete lo prendo io, figlio di puttana.” Disse Edgar prendendolo, poi, per i capelli e alzandolo. Lo trascinò in questo modo fino nella saletta degli uffici dove fu spinto a terra e lasciato lì. Poi il leviatano uscì richiudendosi la porta dietro di sè.

Quando il ragazzo si rialzò quello che vide fu Dean legato a una sedia un po’ malconcio, ma vivo. “Dean grazie a Dio sei vivo” disse Sammy avvicinandosi e abbracciando il fratello. “Che credevi?!.Che cosa ti è successo Sammy?” chiese il maggiore quando si staccò e osservò il taglio sulla fronte.

“Un piccolo incidente...ma ora che ti ho trovato possiamo mandare a fanculo questi mostri!” Disse felice il minore, mentre scioglieva i nodi ai polsi e alle caviglie del maggiore.

“E come di grazia? Se non l’hai notato siamo disarmati” rispose alzandosi dalla sedia e massaggiandosi i polsi, dove dei segni rossi erano bene visibili.

“Troveremo un modo” rispose convinto, prendendo il fratello per un braccio e cercando di trascinarlo con sé fuori da quella saletta, ma il biondo non si mosse stranamente.

“Io con te non ci vengo! Sono vivo per miracolo! Non sei nemmeno capace di guidare!” Disse il maggiore scuotendo la testa e ridendo.

Sam era sconvolto. Si girò verso suo fratello. Era ferito da quelle parole. “Perché mi parli così? Ho fatto l’impossibile per venire qua a salvarti!” Gli occhi luccicavano.

“Ne ho abbastanza….Giochiamo pulito!...” Qui il leviatano si fermò pregustando l’orrore sul viso di Sam. La consapevolezza che quello non era Dean!

“Non sei Dean! Dov’è mio fratello?” Gridò Sammy cercando di avventarsi sul quel mostro senza riuscirci. Perse l’equilibrio, stava per sbattere lungo la scrivania, ma mise le mani in avanti per poi appoggiarle sul tavolo per non cadere. Poi si staccò, ma rimase di spalle rispetto al mostro. Non voleva guardarlo.

Il leviatano, continuando a mantenere la forma del maggiore, rideva. Il moro si passò le mani sul viso cercando di calmarsi. Inutile. Stava tremando di rabbia.

Il leviatano intanto si avvicinò a Sammy e all’orecchio sussurrò “È morto…ha continuato a sperare fino all’ultimo che arrivassi a salvarlo. Ha lottato fino alla fine. L’ultima cosa che ha detto è stata "Sammy dove cazzo sei?”

Ora Sam piangeva “E' uno scherzo. Voglio vedere mio fratello!” Gridò disperato.

“Oh come sei patetico…lo vedrai presto. Prima voglio raccontarti come siamo riusciti catturarlo" rispose il leviatano, sadico, maligno, divertito.

Come Lucifero nella mente del giovane cacciatore. "Oh sì una storia! Sentiamo Sammy...La storia di un fallimento annunciato!" continuò l'arcangelo mellifluo.

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Capitolo 3
*** Dov'è mio fratello?! ***


Note autrice
Chiedo umilmente perdono! E' meglio che scappo lontano! :)



Dean si trovava nell’ennesimo bar a bere scotch scadente. Era appena stato a controllare Baby nel garage dove l’aveva nascosta e anche da Frank Deveroux per sapere se si erano calmate le acque dopo che quei figli di puttana avevano fatto stragi con il loro aspetto per tutta l’America. Anche se risultavano morti per l’FBI, Frank disse che dovevano mantenere un profilo basso ancora.

Era seduto al bancone, quando si avvicinò una donna molto sexy a lui. “Me ne faccia uno anche per me” disse al barman ammiccando. Poi si rivolse al biondo “Ah la vita…sono appena stata licenziata…sai non so tenere a bada la lingua” disse in maniera molto provocante guardandolo negli occhi. “Tu bel raggio di sole?" Chiese a Dean che si limitò ad alzare il bicchiere. Non voleva risponderle “Dai sfogati. Anch'io ho bisogno di sfogarmi" continuava la donna sistemandosi meglio vicino al ragazzo con fare sensuale. Il ragazzo era ipnotizzato.

Ordinarono anche degli shottini e iniziarono a bere. Dean, dopo un pò si era ovviamente ubriacato e iniziò a raccontare di come la sua vita facesse schifo da sempre, di come stesse soffrendo nel vedere suo fratello cercare di non impazzire e di come il suo migliore amico l’avesse tradito e che non si fidava più di nessuno. Nonostante questo gli mancava molto, ma non poteva dirglielo di persona perché era morto.

“Oh mi dispiace tesoro…" La donna si alzò lasciandolo un po’ spiazzato, lei lo guardò ammiccando e s’infilò in bagno. “Amico quella ti ha appena suggerito di far festa di là in bagno….sei un po’ tonto sai?!” Disse il barista. Dean lo guardò sorpreso, sorrise, poi andò in bagno.

Non c’era nessuno “Ecco a dar retta a un barista ficcanaso!” Pensò Dean. Stava per andarsene quando qualcuno lo afferrò per una spalla facendolo voltare. “Hai capito di venire” sussurrò provocante al suo orecchio e lo spinse al muro. “Ehi Susan che forza che hai!” Constatò il maggiore sorpreso. Si scambiarono, poi, un bacio passionale. Quando la donna si staccò sorrise soddisfatta, prese il cellulare, digitò un numero e disse solo “Bene è ora!”


Pochi istanti dopo qualcuno entrò nel bagno dall’uscita di sicurezza “ma cazzo…io non faccio le cose a tre!” Ghignò Dean con la sua ironia riconoscendo Edgar. Quello che successe dopo fu talmente veloce che il biondo non se ne rese conto. Un colpo allo stomaco e uno al viso lo fecero svenire. Il barista non si accorse di niente perché la musica nel locale era alta e c’era gente. Comunque quando Dean rinvenne, era nella saletta.



Finito il racconto, il leviatano assunse il corpo di un’avvenente donna sui 32 anni. Fisico mozzafiato. Capelli corvini. Sembrava una modella. “Ho preso il controllo di questo corpo qualche mese fa. Questo pezzo di carne stava bevendo dalla fontanella del parco…ed eccomi qui! Sexy come non mai!!"

Poi aggiunse sadica "Gli abbiamo lasciato il tempo necessario per inviarti l’SMS. Poi il resto lo sai!"

A Sam girava la testa e gli veniva da vomitare. “Stammi lontano puttana” gridò scostando di lato il viso, mentre la donna gli prendeva il volto tra le mani richiedendo la sua bocca per un bacio. “E’ così che la metti patetica creatura?…Bene!” Andò alla porta e chiamò Edgar “Porta qua il fratellone, vuole vederlo!”

Intanto Sam aveva la vista annebbiata e sfuocata. Continuava a rimanere di spalle rispetto la porta. Dovette appoggiare le mani al tavolo per non cadere, le braccia tese, il respiro sempre più irregolare, i capelli che ricadevano in avanti, la fronte imperlata di sudore.

Qualcuno parlò infierendo “Mi è piaciuto tantissimo il racconto! Te l’ho detto che finiva così”, la risata che ne seguì rimbombava nella testa dolorante.

La porta si aprì lentamente. Troppo lentamente. Sammy, con il cuore in gola, si girò verso i due, rimanendo sempre appoggiato alla scrivania, le braccia lungo i fianchi e tese con le mani appoggiate al tavolo, continuavano a sostenerlo. Le gambe tremanti non l’avrebbero retto altrimenti.

“Allora dov’è mio fratello bastardi?!” Rifiutandosi di guardare verso i due, girando la testa di lato e chiudendo gli occhi...Non voleva vedere la scatola che avevano in mano.

“E’ lì Sammy, non la vedi la sua testolina?!” Lucifero con una visione gli mostrò il contenuto della scatola… “Basta!” Gridò verso l’uomo accanto a lui, che vedeva solo lui.

“Con chi stai parlando pazzoide?! Volevi tuo fratello….eccolo. L’hai ucciso te non arrivando in tempo…Quanto era buono” Disse sadica la donna iniziando a ridere insieme a Edgar.

Sam dovette sedersi a terra. La stanza iniziò a girare sempre più forte. Un turbinio di colori indistinti, uniformi. Il povero Winchester si mise le mani alle orecchie cercando di soffocare le risate che sentiva e le parole orribili provenienti sia dai leviatani che da Lucifero.

"Guarda tuo fratello” i mostri misero la scatola vicino a Sammy e la vide…la testa. “Ci siamo vendicati di quello che avete fatto a Chet. Occhio per occhio dente per dente! Ah si... Abbiamo anche ucciso questo Frank! Così tanto per divertirci, visto che vi sta aiutando a mantenere un profilo basso. Ha fatto la fine sua! Mangiato!” Disse Edgar.

"Bravo Sammy! Hai ucciso due innocenti in un colpo solo! Sei proprio il mio ragazzo!" Continuò Lucifero.

All’improvviso iniziò a mancargli il respiro. Era avido d’aria. Stava soffocando. Il dolore alla testa era insopportabile come pure quello al cuore. Stava scivolando di lato lentamente. Tutto divenne nero. Infine l’oblio. Avrebbe rivisto Dean.

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Capitolo 4
*** Tutto bene Sammy?! ***


Quello era il paradiso. Sicuro. Dean lo stava chiamando. Per essere precisi lo stava scuotendo e sembrava agitatissimo.

“Sammy svegliati per l’amor di Dio!” Gridò allarmato il maggiore. Sammy aprì gli occhi lentamente. L’immagine era troppo sfuocata. Sbatté le palpebre diverse volte prima di mettere a fuoco lui e la stanza.

“Dean sei tu? Sono in paradiso vero?" Chiese biascicando le parole, ma non aspettò la risposta del fratello che corse in bagno e vomitò l’anima. Dean lo seguì e lo aiutò.

"Che cazzo hai Sam?” Domandò il biondo quando vide che dal naso del fratello iniziava a uscirgli del sangue. Sammy tirò lo sciacquone e corse davanti allo specchio guardandosi le pupille. Erano normali e uguali. Quindi niente ictus in atto.

“Dean sto bene” rispose mentre si sciacquava il viso. Poi si lavò anche i denti. “No Sammy tu non stai bene! Ritorno a casa e ti ritrovo che hai le convulsioni mentre dormi, ipod e cuffiette caduti a terra..., sei confuso, vomiti e poi perdi sangue dal naso!" Ruggì il fratello. “Andiamo in ospedale immediatamente o con le buone o con le cattive Sammy. Decidi!” Continuò il maggiore mentre uscivano dal bagno.

“Dean….per favore...io…” ma dovette sedersi sul letto perché gli girò di nuovo la testa. “Vedo come stai bene! Non dovevo uscire...” constatò Dean sentendosi in colpa.

“A proposito dove sei stato?” chiese Sam premendosi la mano. “Non hai letto il biglietto?…L’ho lasciato sul tavolo…” e mentre lo diceva, il biondo, constatava che non c'era nessun biglietto. ”O cazzo deve essere caduto quando sono uscito!”

Dalla finestra entrava una leggera brezza.

Iniziò a cercarlo e lo trovò per terra incastrato sotto la gamba del tavolo. “Mi spiace Sammy. Sono andato da Frank Deveroux per chiedere se potevano ritornare alle nostre vecchie abitudini, ovviamente mi ha detto che per ora è meglio di no e poi sono stato da Baby…La mia piccola messa in un orrendo garage! Me la pagheranno quei figli di puttana!. Infine, sconsolato, mi sono fermato in un bar e ho conosciuto una ragazz…”ma non finì la frase perché Sam si alzò e corse in cucina.

Dean lo inseguì spaventato e lo vide aprire frenetico i vari mobili. “Sammy ma cosa stai facendo? Mi stai spaventando! Calmati!” Poi improvvisamente il moro si girò verso di lui e gli buttò del detersivo in pieno viso!

“SAMMY! QUESTA COSA ME LA SPIEGHI STRONZO!” e andò a lavarsi la faccia al lavandino. “io scusa…O dio…! Sam era imbarazzatissimo.

Si sedettero, entrambi frastornati, su due sedie vicino alla finestra poi. A questo punto, dopo un profondo respiro, Sam raccontò dell'incubo, omettendo che era stata una visione di Lucifero. Dean prese in mano la situazione.

"Va bene, Sammy ti perdono il detersivo in faccia, ma non mi spiego come un incubo faccia avere le convulsioni e ridurti così! Quindi ora andiamo a farti una tac. Sarai un nerd, ma non sei un dottore! Quando avrai fatto tutte le visite necessarie, ritorniamo da Bobby al rifugio ok? Ora facciamo le valige e andiamocene da questa topaia.”  Disse Dean cercando anche di tranquillizzare il fratello ancora imbarazzato per l’accaduto.

Partirono dopo un pò dirigendosi verso l’ospedale e, arrivati, Sammy fece varie visite, tra cui la tac. Tutte risultarono nella norma.

“Ne è sicuro dottor Collins? Mio fratello stava veramente male!” disse Dean mentre parlava con il neurologo.

“Si signor Ackles, suo fratello sta bene. Non si preoccupi!” Rispose il medico.

“Guardi che vengo a trovarla se la situazione dovesse ripetersi!” rispose beffardo Dean tra il serio e il faceto. Il dottore lo guardò deglutendo e lo assicurò ancora.

Sammy rimase in silenzio guardando a terra. “Bene! Andiamo Sam!” I tre si congedarono stringendosi la mano, poi i due fratelli uscirono e andarono verso la loro auto.

In macchina Sammy, scherzando, disse “Visto? Te l’ho detto: niente ictus!”. “Va bene...va bene dottoressa Giò!” rispose il biondo accendendo la radio.

Il viaggio fu tranquillo. I due fratelli erano silenziosi e persi ognuno nei propri pensieri comunque. Andarono di corsa al rifugio di Rufus e quando arrivarono, furono accolti da Bobby con un abbraccio caloroso.

"Bobby la cena è pronta!” parlò una voce femminile dalla cucina… Entrati, un profumo di arrosto con patate invase le loro narici “ Che profumino!” fece Dean andando in cucina e salutando Jody intenta ai fornelli seguito da Sam.

“Vecchio volpone!” disse il cacciatore rivolto a Bobby che rispose “Idiota!” Fulminandolo con lo guardo.

“Ragazzo tutto bene?’”chiese invece Jody, con fare materno, rivolgendosi a Sam. “Si…ho solo mal di testa…”rispose premendosi la mano.

La donna lo guardò, sussurando, "Sicuro figliolo? A me non sembra. Se sono le visioni, devi assolutamente parlarne".

Quella donna aveva un sesto senso, ma il moro non voleva allarmarli e negò che lo fossero. Sarebbe stato bene.

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Capitolo 5
*** Good moornig, Vietman! ***


Subito dopo si sedettero a tavola e cenarono. Jody era una cuoca niente male. Era tutto buonissimo.

La serata trascorse piacevole e serena per tutti tranne che per Sammy, ma non lo fece vedere. Il mal di testa non accennava a diminuire, anzi peggiorava. Era pure turbato per l’incubo avuto.

“Ragazzi vado a farmi una doccia, poi andrò a letto. Buona notte a tutti” disse alzandosi, sforzandosi anche di sorridere. Gli altri gli risposero "Va bene. Notte anche a te", ignari del dolore che provava... che lui stesso non voleva far saper al mondo per non farli preuccupare ulteriormente. Con questi pensieri si diresse verso il bagno richiudendosi la porta dietro di sé, sospirando.

Una volta lì, da solo, la voce nella sua testa alzò il volume “Ciao Sammy caro!”

 “Che c’è ora ricominci anche a tormentarmi mentre dormo brutto figlio di puttana?” disse Sam, cercando di non urlare, iniziando a spogliarsi.

“Come siamo maleducati… Quello che hai visto oggi dormendo non è niente….Quando entrerò, e entrerò, quello che hai vissuto in sogno, lo vivrai da sveglio 24 ore su 24 Sammy! Non vedo l’ora che accada!” rispose sadica la voce.

Sam deglutì, entrò nella doccia  e aprì il getto dell’acqua. “No Lucifero non entrai mai!” disse convinto. E così fu.

Resistette con tutte le sue forze. E ce la fece anche per alcuni mesi. Furono duri, ma resistette.

Resistette quando Dick Roman rapì Bobby e gli sparò alla testa, mentre saliva sul furgone scappando, resistette quando aveva detto a Dean che non c’era più speranza per il vecchio cacciatore e il fratellone reagì malissimo con moltissima rabbia, resistette quando vide Bobby morire subito dopo aver scritto quei numeri sulla sua mano con le sue ultime forze.

Stava per cedere durante il funerale di Bobby e anche nelle settimane successive alla sua morte. Fu dura, ma ogni volta che guardava Dean si faceva forza per lui.

Resistette quando fu catturato da quelle Vetala e quasi morì dissanguato, resistette quando aiutò Dean a ritornare nel presente con l’aiuto di Jody e uccisero il Dio Kronos, resistette quando vide Dean inerme farsi quasi ammazzare da Emma l’amazzone, resistette quando fu inseguito da quei clown assassini al Plucky!.

Resistette, ma poi cedette. Per aiutare Dean. Per liberarlo da quel pazzo di Jeffry. Lo fece entrare.

In questo momento Sam stava per coricarsi nel suo letto. Era distrutto. Voleva solo dormire e non pensare più a quello psicopatico, ma una voce lo gelò sul posto, gli mozzò il fiato in gola e il cuore accelerò i battiti.
 
“No no, Sam!... Niente pisolino per te, Sammy!” Sam era sconvolto. Si premette la mano ancora e ancora e ancora con sempre più forza.

“Oh, avanti, non farlo…Parliamone Sam! Ti prego! Mi sono sempre piaciute le nostre chiacchierate speciali! Non vuoi parlare?!” sussurrò sadico l’arcangelo a un Sam sconvolto.

Intanto Lucifero infieriva ancora, maligno, “Si, ma guarda!….Adesso c’è qualcosa di diverso, vero?”. Sam continuava a premersela, ma nonostante il dolore, continuava a non succedere niente.

“Mi hai fatto entrare. Tu mi volevi, partner. Così pensi di usare quel piccolo trucchetto per farmi sparire così?. No!. Oramai ti tengo stretto, amichetto caro…Le mie dita stanno rimescolando quel tuo bel cervellino…” disse Lucifero alle sue orecchie malefico.

Dean dormiva ignaro di tutto. Ignaro che Sammy aveva fatto entrare Lucifero per lui. Per salvarlo.

“Avanti Sammy, avanti!” disse ridendo Lucifero verso il povero ragazzo nel panico, mentre intorno a lui le fiamme prendevano forma “Dillo insieme a me! Good Moornig Vietman!”

Sam rimase fermo, gelato, sconvolto, tremante mentre le fiamme, visibili solo a lui, lo lambivano bruciandogli l’anima e la speranza di sopravvivere alla sua stessa mente.



Note autrice
Ho sempre creduto che Sammy mentisse quando diceva che per lui le visioni non erano un problema, che lo faceva per non far preuccupare Dean e i suoi amici.
Nella 7*15 si sa benissimo come lo ha tormentato Lucy da quando cadde il muro (anche se non lo si vedeva, si capisce benissimo che l'arcangelo lo ha sempre tormentato così). Questa mia storia si collega alla fine alla suddetta puntata per sottolineare questa cosa. Povero Sam, che mesi orribili deve aver vissuto, ma lui è stato molto forte anche se alla fine ha cedutto per salvare Dean ;(
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.

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