My dad is a punk rocker

di HIMsteRoxy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Ore 8 AM.
La radio sveglia si accende improvvisamente e il ritmo incalzante di I Don’t Want To Grow Up dei Ramones inonda la camera da letto.
I raggi del sole filtrano attraverso la finestra della stanza di un piccolo e disordinato cottage, mentre gli occhi di Anthony si aprono a fatica e frustrato e con una pesante emicrania – postumi di una nottata passata in un pub della città fino alle tre del mattino – si rigira tra le coperte, bofonchiando qualche parolaccia.
Allunga una mano verso quell’affare che urla a squarciagola ad un volume abbastanza alto – chi è quell’idiota che ha alzato il volume al massimo? – e cerca di spegnerlo, ma fallisce miseramente.
La radio, nel tentativo di acciuffarla e di pigiare il pulsante giusto, cade rovinosamente a terra con un sonoro tonfo, ma invece di zittirsi, continua a trasmettere musica.
Anthony sospira pesantemente e si volta nuovamente verso il comodino. Porta un piede fuori dalle coperte, tastando a tentoni il pavimento, mentre cerca la radio. Quando la trova tenta di scaraventarla il più lontano possibile, ma il suo tentativo fallisce miseramente perché sbaglia la mira e assesta contro l’aria un goffo calcio.
La canzone termina e vi sono alcuni secondi di silenzio, in cui Anthony tira un sospiro di sollievo, che vengono però interrotti dalla voce irritante di uno speaker e subito dopo da una nuova canzone dal ritmo rockeggiante.
Infila la testa sotto il cuscino e preme la stoffa contro le orecchie, mentre combatte l’emicrania che adesso sembra peggiorare sempre di più. Quindi prende la definitiva decisione di alzarsi dal letto.
Apre direttamente gli occhi e si mette a sedere, abbassa lo sguardo verso la radio che continua a gracchiare e si alza, sospirando. Prende da terra l’oggetto, lo deposita sul comodino ingombro di cartacce varie, tappi e bottiglie di birra, pacchetti di sigarette vuoti e quant’altro, e abbassa finalmente il volume.
Attraversa la stanza a piedi nudi, scavalcando il ciarpame che perpetua sul pavimento dalla notte precedente: una maglietta, dei jeans sbiaditi e una giacca di pelle. Si staziona davanti lo specchio e osserva il suo riflesso: i capelli neri sono scompigliati, la lunga barba è incolta e gli occhi sono arrossati e denotano che la sera prima ha bevuto così tanto, ma questo lo sa già.
Continua a guardarsi e alla fine ammette che non è poi conciato così male. Anzi, il suo look trasandato, le tre collane che porta sul petto e i due piercing all’orecchio sinistro, gli donano un’aria parecchio giovanile, se non fosse per il fatto che abbia compiuto da poco i quarantacinque anni e che gli anni settanta siano passati già da un bel pezzo.
Si atteggia davanti allo specchio, pavoneggiandosi, poi si dirige direttamente in cucina. L’emicrania sembra essersi attenuata, riflette mentre inizia a preparare il caffè, ma proprio in quel momento un punto preciso nella tempia ricomincia a pulsare e Anthony è costretto a fermarsi un attimo e porta entrambi le mani sulla testa. Si maledice per aver bevuto troppo la sera precedente e per non essersi fermato al primo bicchiere di birra, ma che poteva fare? Per lui non c’è divertimento senza la birra e non può certo rifiutare quando sono gli amici ad offrire.
Riprende ad armeggiare con il caffè, quando il suo telefono cellulare inizia a squillare, sepolto chissà dove. Segue le note di Rock the Casbah dei Clash per tutta la casa: ritorna in camera da letto, poi di nuovo in cucina e infine, mentre il telefono smette di squillare, lo trova nascosto in un buco del vecchio divano, in soggiorno.
Lo prende e se lo rigira tra le mani, riflettendo sul come, quando e perché sia finito proprio lì. Non riesce a darsi una risposta e controlla il registro chiamate.
Si accorge di avere ben cinque chiamate e un messaggio da parte di Beth, la sua ex moglie. Si gratta la testa e, sbadigliando, se ne ritorna in cucina. Versa il caffè ormai pronto in una tazza e prende posto a tavola. Porta la tazza all’altezza delle labbra e fa un sorso, mentre ignora le cinque chiamate perse e va a leggere direttamente l’unico messaggio.
 
Anthony, dove sei finito?
Ti sei dimenticato che giorno è oggi?
Tu e Kirsten dovevate fare quella gita. Glielo avevi promesso.
Vedi di presentarti almeno stavolta.
 
- Beth
 
Quasi si affoga con il caffè e deposita la tazza sul tavolo, che barcolla precariamente. Tiene ancora in mano il cellulare, si alza direttamente dalla sedia e controlla il calendario. È sabato, il primo del mese ed ha promesso a Kirsten, sua figlia di quindici anni, proprio oggi di portarla a fare una gita fuoriporta. Anche le volte precedenti aveva promesso di passare del tempo con lei, ma ogni volta si era dimenticato o aveva dovuto disdire perché troppo impegnato con il suo lavoro da musicista.
Finisce di bere in fretta e furia il caffè, scottandosi e urlando per il dolore. Controlla l’orario – è in ritardo di mezz’ora – e ritorna in camera da letto. Prende da terra gli indumenti gettati a terra, si veste il più in fretta possibile e si guarda allo specchio. Pettina i capelli alla bell’e meglio, torna in cucina e prende due pasticche per il mal di testa. Afferra il cellulare, il portafogli, le chiavi dell’auto ed esce di casa.
 
 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


 
The Passenger di Iggy Pop risuona nell’abitacolo dell’auto di Anthony, mentre sfreccia ad alta velocità nelle strade semi-deserte della città. Le due pasticche per il mal di testa hanno già fatto il loro effetto e, durante il tragitto, Anthony ha fatto anche una brevissima sosta e ha bevuto un altro caffè assieme ad un panino.
Di tanto in tanto controlla l’orario sul cruscotto e impreca ad alta voce, mentre preme l’acceleratore per arrivare il prima possibile da Beth, nonostante già il ritardo di trenta minuti.
Sa a memoria la strada e ricorda benissimo la casa di Beth, dove viveva prima che lei decidesse di divorziare da lui. Quello, il periodo antecedente al divorzio, è stato secondo Anthony il periodo più bello della sua vita.
 
Aveva conosciuto Beth ad un concerto e quella sera stessa si era innamorato follemente di lei, del suo viso e dei suoi occhi. Le aveva anche detto, in modo del tutto sincero, che era diversa dalle altre ragazze che aveva incontrato e ben presto il loro rapporto da sconosciuti si era trasformato in quello di amici, che condividevano la passione per la stessa musica, e infine in qualcosa di ancora più profondo: si erano sposati, erano andati a vivere assieme e infine era nata Kirsten.
In quello stesso periodo Anthony aveva anche coronato un altro sogno: quello di creare una sua band, in cui avrebbe ricoperto il ruolo di chitarrista e cantante del gruppo; questo lo aveva però portato a trascurare sempre di più la famiglia.
La musica, la band e il suo sogno di diventare famoso erano diventati la sua priorità in assoluto. Dopotutto considerava sé stesso come un figlio del punk rock e osannava gli anni settanta come se il tempo si fosse cristallizzato in quella determinata data. Gli anni che passavano, le mode che cambiavano non gli importavano nulla. Lui viveva perennemente negli anni settanta, imitando in tutto e su tutto le varie icone del punk, tra cui anche Sid Vicious dei Sex Pistols.
Beth, gli aveva confessato una volta, si era innamorata del suo umorismo, della sua spontaneità, la sua allegria e la sua positività, ma con il passare del tempo aveva iniziato a criticarlo duramente. Lo rimproverava perché faticava a dover convivere con un uomo adulto che era ancora convinto di essere ancora un ragazzino ribelle. Inoltre Anthony, secondo lei, non era stato mai stato il tipo che combinava qualcosa di serio, anche per quanto riguardava la sua band. La gente sapeva che non si poteva fare affidamento su di lui, ma lui aveva continuato ad inseguire il suo sogno, anche dopo lo scioglimento della band.
Inoltre Beth si era adeguata agli anni che passavano ed era maturata, invece Anthony aveva continuato per la sua strada, estraniandosi dalla sua famiglia e preferendo la musica a loro. Non faceva altro che strimpellare tutto il giorno, invece di combinare qualcosa di serio, su quella chitarra, a cui aveva dato il nome Cherie, preso in prestito da Cherie Currie, una delle componenti delle Runaways – la mia Cherie, affermava infatti Anthony ogni qualvolta aveva tra le mani lo strumento musicale.
Beth non riusciva davvero a capire come la loro relazione potesse andare avanti se lui non maturava e cambiava atteggiamento, così aveva chiesto il divorzio. Anthony si era detto subito contrario a riguardo, ma alla fine aveva accettato e si era trasferito a malincuore nella sua nuova casa.
 
Arriva a destinazione e parcheggia davanti casa. Si volta verso l’edificio e suona il clacson. Si ravviva i capelli con una mano e contempla la sua immagine nello specchietto retrovisore, prima di scendere dall’auto. Si appresta ad attraversare il vialetto, ancheggiando appena, e raggiunge la porta, che si apre improvvisamente. Anthony incontra lo sguardo serio e parecchio irritato di Beth e accenna un mezzo sorriso colpevole, mentre alza le mani in segno di resa.
Beth resta impassibile di fronte al suo goffo e patetico tentativo di scusarsi per il ritardo e si sposta appena per farlo passare. Anthony non sa come salutarla, se provare a darle un bacio sulla guancia o se magari è meglio lasciar perdere, per non peggiorare ulteriormente la situazione. Entra quindi dentro e prende posto direttamente sul divano. Beth richiude la porta alle sue spalle e chiama Kirsten, per poi ritornare a guardare il suo ex marito.
«Stavolta di che scusa si tratta, Anthony?», chiede Beth distaccata e stanca delle sue innumerevoli scuse. Anthony apre bocca, ma poi la richiude immediatamente.
«Ieri sera ho fatto un po’ tardi, sai gli amici…», replica infine Anthony. Alza anche le spalle e, per aggiustare la situazione, le sorride in tono innocente. Beth continua imperterrita a fissarlo irritata e abbassa poi lo sguardo sul suo look, che definisce mentalmente abbastanza ridicolo.
«Per l’amor del cielo, Anthony! Cos’hai addosso? Non puoi vestirti e comportarti come la gente normale? Tutto questo è ridicolo e in te non vi è nemmeno una parte che vuole davvero sistemare le cose. Pensavo che col tempo maturassi un po’, così da poter fare il padre a Kirsten e invece sono piuttosto sicura che, tra i due, è lei quella più matura.», sbotta Beth, non riuscendo più a tenere dentro quei pensieri.
Anthony sta per replicare, quando finalmente li raggiunge Kirsten. Si alza dal divano, focalizzando l’attenzione sulla nuova arrivata, saluta la figlia sorridendo e, dopo aver fatto un cenno di commiato a Beth, si dirige assieme a Kirsten fuori di casa e verso l’auto.

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Anthony osserva di tanto in tanto, mentre guida, Kirsten seduta al suo fianco. Si chiede mentalmente quanto effettivamente sia cresciuta dall’ultima volta che l’ha vista. Sa comunque che è in quell’età in cui a volte sembra ancora una bambina – la sua piccola bambina – e altre invece in cui inizia ad essere una ragazza. Una teenager, in poche parole. Gli ricorda un po’ lui, quando era un adolescente e aveva tanti sogni ed ideali.
Ma la cosa buffa è che se ne accorge solo ora, perché – deve ammetterlo – non ha avuto molto tempo a disposizione per riflettere su queste cose. Il suo tempo è stato impegnato solo dal suo egocentrismo, ed egoismo probabilmente – come direbbe Beth – e forse la sua ex moglie ha un pizzico di ragione, ma dopotutto si tratta solo di un pensiero passeggero.
Alla fine si convince che può avere sia l’una che l’altra cosa: la musica e la sua famiglia. Deve solo sapersi organizzare e tutto andrà sicuramente liscio. E poi ha fatto sempre così, anche se Beth non è stata poi così d’accordo e lo ha sempre rimproverato per il suo stile trasandato e le sue cattive abitudini.
Ad ogni modo, oggi ha rispettato, sebbene con un po’ di ritardo, la sua promessa e ha in mente qualcosa di speciale per la loro piccola gita.
Ha deciso infatti di portare Kirsten ad un concerto, affinché possa conoscere meglio la sua passione e capire quanto questa sia importante per suo padre.
Si rilassa pienamente e aumenta il volume della radio, quando lo speaker annuncia London Calling dei Clash. Anthony sorride e inizia a canticchiare la canzone, ricordandosi dei vecchi tempi, mentre si volta verso la figlia per cercare da parte sua un po’ d’incoraggiamento.
«Ti piace questa canzone?», chiede Anthony super felice. Sembra che sia ritornato nuovamente ragazzo e la felicità che prova sprizza da tutti i pori. 

Kirsten si sente abbastanza imbarazzata nei confronti di suo padre. Non sa cosa aspettarsi da questa giornata, ma da ciò che sua madre le ha detto sicuramente sarà qualcosa di insolito e molto strano. Sa infatti che Anthony è un tipo davvero bizzarro, se ne accorge pure lei e deve dare infine ragione a sua madre. Lo trova buffo e si comporta in modo davvero stravagante, rispetto ai tempi in cui vivono. Lei ascolta un genere musicale diverso e il look di suo padre somiglia molto a quello dei ragazzi della sua età, eccetto per qualche indumento ormai passato fuori moda e che lui si ostina ad indossare. Inoltre tale look non è adatto per uno della sua età, ma per il resto il suo essere così eccentrico, almeno, non lo rende così noioso come i padri dei suoi amici, che si vestono in giacca e cravatta e sono sempre seri. Suo padre, al contrario, è un tipo gioviale e sempre allegro, forse un po’ troppo allegro. Non si riesce mai a prenderlo sul serio. Deve però anche ammettere che sua madre ha perso quell’allegria da quando ha divorziato da Anthony e si preoccupa di più per cose molto futili. Non si diverte quasi mai e questo non va nemmeno bene, riflette Kirsten.
Si volta verso il padre e focalizza l’attenzione sulla sua domanda e sulla canzone. No, non la conosce. Scuote la testa, per poi rispondere.
«Non so nemmeno chi siano, papà. Ascolto un altro tipo di musica. Molto più recente, sicuramente.», replica Kirsten osservando l’ovvietà.
Anthony resta stupito, quasi non si aspetta di ricevere una tale risposta da sua figlia, ma ripensandoci deve darle ragione. Vi è pur sempre una certa differenza d’età tra di loro e sua figlia può non sapere com’erano quei tempi e quali band fossero in voga.
«Sì, okay. Però tutti conoscono i Clash. London Calling dei Clash, ti dice qualcosa? È impossibile che tu non abbia mai sentito parlare di loro.», ribadisce Anthony, ferito quasi gli avessero spezzato il cuore.
Kirsten è costretta a scuotere nuovamente la testa, quindi resta in silenzio. In un secondo momento però, per spezzare quella tensione e quell’imbarazzo, ritorna a parlare.
«Però conosco molte altre band che suonano il rock. Non saranno famose come questi Clash, ma è pur sempre musica, no? A proposito, non mi hai ancora detto dove stiamo andando.»
«Oh sì, giusto. Dopotutto il rock ha la sua importanza, sebbene sia cambiato nel corso degli anni. Si è evoluto, in un certo senso. Adesso i giovani hanno altre esigenze e così la musica cambia. È una sorpresa, ma se proprio ci tieni a saperlo: ad un concerto!», riflette pensieroso Anthony, per poi esclamare tutto contento.
Kirsten sorride felice, anche se l’idea di andare ad un concerto è piuttosto ovvia. Il mondo di suo padre gira attorno alla musica e cosa c’è di più entusiasmante di un concerto? Chissà perché non ci ha pensato prima. Spera solo che riesca davvero a divertirsi in compagnia di quel padre così bizzarro.
Dal canto suo, Anthony è convinto della sua scelta e il sorriso di Kirsten gli conferma che ha scelto bene. Distoglie lo sguardo da lei e riprende a canticchiare allegramente, mentre sfrecciano tra le strade.

 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Il luogo che Anthony ha scelto – e che coincide esattamente con l’idea che si è fatta di divertimento – è in realtà un piccolo villaggio sulla costa. Non uno di quei villaggi sconosciuti e sperduti, ma un villaggio abbastanza famoso, perché luogo di ritrovo per molti amanti della musica in generale. Un luogo molto speciale per Anthony, perché ha un posto ancora più speciale nel suo cuore e fa parte del suo passato e quindi della sua adolescenza. È un luogo che lo ha segnato moltissimo, in positivo, dal punto di vista musicale. Qui infatti ha potuto conoscere molta gente con le sue stesse passioni, entrare nel mondo della musica e scoprire tutti i grandi che, negli anni avvenire, avevano fatto la storia del punk rock.
In ogni periodo dell’anno, ma soprattutto in estate, il villaggio si riempie sempre di gente e di visitatori arrivati da ogni parte del mondo, con l’unico scopo di divertirsi e di poter ascoltare della buona musica, in compagnia.
Dopo aver parcheggiato l’auto, proprio di fronte ad una immensa spiaggia semideserta, Anthony e Kirsten scendono e si dirigono assieme verso l’unico pub del posto.
Anthony si volta indietro di tanto in tanto per osservare Kirsten, che è occupata invece a guardarsi attorno con curiosità e il cui sguardo è stato rapito soprattutto dall’oceano. Nei suoi occhi è visibile quel particolare luccichio, quando si è estasiati da un determinato panorama e non si riesce a distogliere lo sguardo.
Anthony capisce esattamente cosa sta provando Kirsten, anche se per ragioni diversi dalle sue. Anche lui, ai tempi, era stato rapito dal quello stesso panorama, ma adesso sono soprattutto i ricordi a fargli questo effetto. In questo momento si sente felice, di una felicità paragonabile quasi all’estasi. Ogni angolo di strada gli riporta alla mente dei determinati ricordi e questo non può che renderlo assolutamente felice.
Si volta ancora una volta verso Kirsten e la osserva, senza staccare gli occhi dalla sua figura, quasi volesse trasmetterle tutto ciò a cui sta pensando, a tutte le immagini che si susseguono nella sua mente, e rimasi quasi deluso, rendendosi conto che è assolutamente impossibile che lei possa provare quelle stesse emozioni.
Raggiungono il pub e varcano la soglia. Anthony si dirige direttamente verso il bancone, dove un uomo possente e basso lo saluta calorosamente. È il proprietario del locale; un suo vecchio e carissimo amico, di nome Jonathan. Si abbracciano più volte e subito iniziano a parlare dei vecchi tempi e di quelli nuovi, delle proprie famiglie e delle proprie occupazioni, quindi Anthony finalmente gli presenta Kirsten.
Dopo i convenevoli, essendo già ora di pranzo, padre e figlia ordinano qualcosa da mangiare e da bere, quindi prendono posto in uno dei tavoli liberi. Anthony si guarda attorno estasiato e osserva le miriadi di foto e di poster che, nei tempi, sono stati attaccati alle pareti e che sono stati conservati, in tutti questi anni, come dei veri e propri cimeli. Ritraggono band famose degli anni 70 e 80, copertine di dischi, foto autografate assieme ai fan o semplici foto di gruppo tra amici. In una di queste ultime, Anthony ricorda che ce ne dovrebbe essere una che dovrebbe ritrarlo con degli amici. Deciso a individuarla, inizia a guardare ogni singola foto, mentre ancora una volta i ricordi lo invadono.
Kirsten lo segue con lo sguardo e viene subito rapita anche lei dalla miriade di fotografie, sparse per tutto il locale.
«Questo locale è pieno zeppo di fotografie e poster. Deve essere abbastanza famoso!» constata, rivolgendosi verso il padre.
Anthony lascia perdere, per qualche attimo, la faticosa ricerca e si volta verso Kirsten. Coglie allora l’occasione per rispondere alla sua affermazione e per parlare, senza problemi, delle serate passate in quel locale. Si sente onorato di poterne parlare con lei e di poter così ricordare apertamente uno dei periodi più belli della sua vita.
«E lo è, infatti!» Qua hanno suonato un sacco di band ed è stato da anni un luogo di ritrovo per gli amanti di ogni genere di musica. Non solo per quelli come me! Qua dentro entrava gente di ogni stile o cultura.» esclama, sorridendo. «Questo posto è molto speciale per me, è uno dei posti che preferisco in assoluto. Quando avevo la tua età, più o meno, venivo sempre qua, quando ne avevo la possibilità, per incontrare gli amici e per parlare delle nostre più grandi passioni.»
Kirsten lo ascolta attentamente, senza perdersi nemmeno una parola. In realtà, è davvero curiosa di poter sapere ogni piccolo particolare e di conoscere soprattutto suo padre o com’era, quando lui aveva la sua età. Lo guarda con comprensione e inizia istintivamente ad immaginarsi l’uomo che ha davanti, con un look più o meno simile a quello attuale, mentre scherza con i suoi amici o inizia a suonare la chitarra, davanti a molta gente con la sua stessa passione.
«Dovrebbe esserci qui, infatti, da qualche parte nel locale, una mia foto, sai? Vorresti vederla, per caso?» chiede Anthony, voltandosi nuovamente verso i muri tappezzati. Kirsten annuisce entusiasta e segue con lo sguardo il padre, che nel frattempo si alza e si allontana appena, per cercare la preziosa foto. Gli occhi di Anthony sono puntati su ogni singola foto, attenti a non lasciarsi sfuggire nemmeno un singolo dettaglio, ma alla fine rinuncia. Le foto sono troppe e, così facendo, non riuscirà mai a trovarla. È costretto a chiedere aiuto a Jonathan. L’uomo li raggiunge e, questione di pochi secondi, riesce a ritrovare la famosa foto.
Anthony la indica tutto contento e fa segno a Kirsten di raggiungerlo. La ragazza si alza immediatamente e osserva con trepidazione la foto. Riconosce subito la figura giovane del padre, che nella foto indossa dei vestiti scuri e ha i capelli cortissimi, quasi rasati. Abbraccia alcuni amici e, nel frattempo, ammicca verso l’obbiettivo e indica con un dito il fotografo.
Kirsten continua a guardare la foto e si stupisce di quanto sia giovane suo padre, quindi fa il confronto con l’uomo che ha accanto e ammette che non è affatto cambiato, a parte ovviamente gli anni.
Nel frattempo, la loro ordinazione è già pronta, quindi riprendono posto al loro tavolo e iniziano a mangiare, mentre riprendono la conversazione già iniziata, incentrata tutta sul passato.  

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Anthony e Kirsten passeggiano, calpestando la sabbia fine, uno accanto all’altra. Dopo il pranzo si sono spostati direttamente sulla spiaggia, che sta iniziando già a popolarsi di gente, arrivata esclusivamente al villaggio per il grande evento della serata.
Anthony tiene le mani dentro le tasche dei pantaloni e cammina adagio, con lo sguardo rivolto verso il basso, mentre Kirsten si volta distrattamente verso l’oceano e fissa le onde che s’infrangono contro gli scogli e che lambiscono la terra. Socchiude per qualche attimo gli occhi e si lascia trasportare infine dal rumore delle onde. Quindi ritorna ad aprirli e guarda nuovamente suo padre.
La loro conversazione ha avuto un esito alquanto positivo: con delle semplici parole e degli sguardi complici, quel legame tra padre e figlia, che sembrava quasi essere arrivato al capolinea, ha improvvisamente ripreso vigore, grazie proprio a quella conversazione. Entrambi infatti hanno avuto modo di dire la propria opinione, di confrontarsi e soprattutto di conoscersi meglio.
Quei fili invisibili che circondano l’anima delle persone, piano piano, si sono uniti tra di loro nuovamente, per formare qualcosa di forte, qualcosa di indissolubile.
Hanno continuato a parlare anche fuori dal pub, su svariati argomenti, ma adesso un silenzio imbarazzante si è impossessato improvvisamente di entrambi, mentre il tempo continua inesorabilmente a scorrere.
I secondi passano e sembrano durare un’eternità; nessuno dei due sa cosa dire esattamente e la loro mente è impegnata freneticamente a trovare qualcosa da dire, qualcosa che possa riempire questo silenzio, questo vuoto.
Si aggrappano al rumore delle onde, all’odore di salsedine, al cielo e alle nuvole dalle mille forme, alla sabbia e ai suoi castelli diroccati, pur di tenere la mente impegnata e di evitare che sprofondi nel vuoto.
Anthony in questo momento prova un senso di nostalgia, misto anche a qualcos’altro. Non sa bene cosa sia esattamente, non riesci a dargli un nome preciso, ma sa solo che è qualcosa di forte e che non ha mai provato prima. Che sia forse un senso di colpa? Può darsi, si ripete mentalmente.
Guardando Kirsten, si rende conto di come la sua presenza di padre sia paragonabile a quella di un fantasma. Non c’è quasi mai, dimentica sempre gli eventi importanti, e anche quando c’è, non è veramente presente. Il suo ego è imponente come una montagna, che nasconde alla vista le persone a cui dovrebbe voler bene davvero e a cui dovrebbe dedicare più tempo.
La sensazione che prova è davvero orrenda e farebbe di tutto pur di disfarsene, di strapparsela di dosso e di calpestarla, finché non scompare. Non sa come, però. In realtà, lo sa bene: il suo orgoglio gli impedisce anche di pronunciare un misero scusa, ma questa stessa parola alla fine non servirebbe poi a tanto. Questa magica parola, che dovrebbe rimettere a posto tutti i cocci rotti, non potrà né ora né mai cambiare le cose o ridare a Kirsten tutte le volte in cui la sua assenza aveva gravato su di lei. Per quello c’è bisogno di forza di volontà, di costanza, di promesse mantenute, di fatti ed Anthony sa benissimo che probabilmente non ha niente di tutto ciò.
«Allora, cosa abbiamo in programma per le prossime ore?» chiede Kirsten all’improvviso, interrompendo il corso dei suoi pensieri. Anthony ritorna alla realtà, allontanandosi dal cupo umore che alleggiava su di lui, pochi secondi prima, e riflette sulla domanda di Kirsten. In realtà, non ha pensato bene sul da farsi, non nei minimi particolari, insomma.
«Tutto quello che vuoi! Il concerto sarà solo stasera e ancora mancano parecchie ore, quindi a te la scelta! Puoi decidere tu la nostra tabella di marcia. Dal canto mio, volevo solo passare del tempo con te ed è quello che stiamo già facendo. Non ho altre pretese. I tuoi desideri, oggi, però, hanno la precedenza.» risponde alla fine, sorridendo e tornando ad essere di buonumore.
«Anche io. Sto bene qui e la tua compagnia, devo ammettere, è piacevole. Mamma si sbaglia su di te, almeno su alcune cose.» risponde Kirsten, sorridendo. Anthony resta stupito dalle sue parole.
«Sul serio? Tipo quali?»
«Sarai anche un po’ strano, ma sei allegro. Gli altri, intendo i genitori degli altri, non sono così. Sono troppo seri e tu invece non lo sei. Forse nemmeno riesci ad essere serio. Insomma, la giornata non è ancora finita e non fai altro che essere felice.»
«Lo pensi davvero?»
«Sì, certo! Forse avrai i tuoi difetti e penso che tu non voglia nemmeno negarli, dopotutto, ma chi non ne ha?! Non siamo perfetti o mi sbaglio?»
«Giusto, però… non dovresti fare commenti del genere. Non penso che le tue coetanee facciano ragionamenti del genere. Avranno altre cose in testa, a quest’età.»
«Può anche darsi.» replica Kirsten, alzando le spalle.
«Non mi hai ancora detto, però, cosa vuoi fare.»
«Passeggiare avanti e indietro. E ho anche voglia di un gelato! Che ne dici?»
«Dico che è una bellissima idea! A che gusto?»
«Cioccolato e nocciola!»
«Ottima scelta. Andiamo, allora!»
Fanno improvvisamente dietrofront e si dirigono allegramente verso la gelateria, mentre Anthony inizia a canticchiare Rockaway Beach dei Ramones.

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Il sole è tramontato da un pezzo e la sera è scesa sulla spiaggia deserta. Tutta la gente si è riunita dentro il pub e locale è così strapieno che non c’è più un posto libero. I tavoli sono tutti impegnati e non vi è nemmeno lo spazio per muoversi in libertà. Sul palco si è già sistemata la band, impegnata a montare i vari strumenti e ad accordarli.
Nella cacofonia si fatica a capire cosa stia dicendo l’altro e si riesce a comunicare solo gesticolando. L’aria che si respira però è confortevole, c’è un bel clima amichevole e quasi familiare, come se tutti si conoscessero tra di loro e facessero parte, appunto, di una grande famiglia, accomunati da un’unica cosa: la musica.
Kirsten resta meravigliata da tutto ciò: non conosce nessuno, ma non si sente affatto sola. Non prova nemmeno un briciolo di solitudine, che invece ha provato magari in altre occasioni, con persone che conosceva benissimo.
La gente sembra essere davvero felice, senza un motivo in particolare – è felice di essere presente, lì, in quel momento preciso – ed è in trepidazione per il concerto. Non vede infatti l’ora di scatenarsi e di cantare e ballare a ritmo di rock.
La ragazza cerca con lo sguardo, tra la folla, Anthony e lo ritrova poco dopo accanto al palco, mentre sta conversando allegramente con alcuni tipi non più giovani, ma dal look stravagante. In un’altra situazione li avrebbe sicuramente guardati con diffidenza e derisione, ma adesso invece prova nei loro confronti solo curiosità e molta simpatia. Si accorge anche che Anthony si è adattato perfettamente alla situazione in cui si trova, senza avere alcun problema. Lo invidia, in realtà. Lei non ha affatto questa peculiare caratteristica, ma vorrebbe tanto averla.
Dopo pochi minuti, Anthony conclude la conversazione e fa segno a Kirsten di raggiungerla. La ragazza si alza e, facendosi spazio tra la folla, finalmente si spinge proprio accanto al palco. Anthony le sorride e l’abbraccia calorosamente, in silenzio. È contento di essere là e in compagnia di sua figlia. In quel momento non desidera nient’altro.  

Il fatidico momento sembra essere finalmente giunto: le luci si accendono, la band è già pronta ed ecco che inizia a suonare i primi accordi, mentre il frontman attacca a cantare. La gente esulta e inizia a scaldarsi. Le note di Anarchy in the UK dei Sex Pistols riempiono il pub ed è subito un tripudio di suoni, urla e gioia allo stato puro.
Anthony tiene lo sguardo fisso sulla band e non distoglie mai gli occhi da essa; è come se fosse rapito. Inizia a cantare, imitando all’unisono le persone che sono accanto a lui, preso dalla foga del momento.
Inizia a sentirsi nuovamente giovane, come se fosse ritornato negli anni della sua giovinezza e non si accorge di quello che succede attorno a sé. In quel momento esistono solo lui e la musica; la musica della sua adolescenza.
Kirsten segue il ritmo della canzone e sorride contenta. Deve ammettere che tutto sommato non è niente male e che suo padre aveva effettivamente ragione a riguardo. Si volta verso di lui e scoppia a ridere, istintivamente, mentre lo osserva. È davvero buffo, in realtà. Si guarda allora attorno, un po’ imbarazzata, osservando le reazioni della gente, ma tutte le persone sono prese dalla musica e sembrano non fare caso ad Anthony, quindi si tranquillizza e decide di godersi il concerto, senza distrazioni.
Il ritmo della canzone si fa sempre più incalzante e Anthony sente l’adrenalina scorrere nelle sue vene. È una bella sensazione e l’asseconda in pieno. Percepisce ogni singola nota, ogni singolo strumento, ogni singola vibrazione della voce del cantante.
Si volta distrattamente verso Kirsten e le sorride, ammiccando, e iniziando a ballare a ritmo. Kirsten ricambia e, quando lui cerca di coinvolgerla, per un attimo è titubante e cerca di tirarsi indietro, ma poi ci ripensa e inizia a muoversi anche lei.
Adesso Kirsten non guarda nemmeno le persone che ha accanto. Anthony è così naturale e spigliato, che in realtà nemmeno a lui importa ciò che potrebbe dire la gente sul suo conto. In quel momento, e in nessun altro momento, gli interessa.
La canzone giunge al termine, la gente applaude, ed ecco che segue subito un’altra canzone. Tutti i brani che la band ha intenzione di suonare sono uno più famosi dell’altro e che vanno dagli anni 70 agli anni 80.
Molta della gente che si è riunita al pub ha vissuto questi anni quando erano ancora degli adolescenti ed ognuna di queste canzoni ha un determinato ricordo e un posto speciale nei loro cuori.
Quello era il periodo in cui i ragazzi si ribellavano alla società troppo rigida e cercava delle risposte nella musica e nella rivoluzione. Le regole dovevano essere infrante e la ribellione era l’atto più coraggioso che un ragazzo potesse fare. Si gridava alla libertà in generale, s’inveiva contro le convenzioni sociali e contro le guerre, contro le imposizioni della società e contro le differenze tra i vari ceti sociali o semplicemente tra uomo e donna.
Quelli erano stati gli anni più difficili, in cui sembrava che il mondo fosse totalmente perso e di cui non si aveva il controllo. Ci si sentiva impotenti, ma si voleva cambiare quel mondo che stava andando in rovina, prima che fosse troppo tardi.
Erano i pensieri, gli ideali e i sogni degli adolescenti che erano svaniti improvvisamente con la maturità e con la consapevolezza che mai poi e mai si sarebbe riusciti a cambiare davvero il mondo. Questo era il ciclo della vita, sempre uguale, dove non c’era spazio per il cambiamento vero e proprio.
La serata procede allegramente e le ore passano così veloci che alla fine Anthony è dispiaciuto di dover lasciare il pub. Ha guardato distrattamente l’orologio e si è appena accorto che dovrebbero ritornare a casa, prima che Beth inizi a chiamare per il ritardo. Non vuole farla arrabbiare e arrivare tardi; sa benissimo cosa succederebbe se tutto ciò succedesse. Non potrebbe più vedere Kirsten e adesso sua figlia ha l’assoluta precedenza. È diventata per lui la sua unica priorità. Si stupisce di questo pensiero passeggero, ma non può fare a meno di pensarci.
Così raggiunge, cercando di farsi spazio tra la folla, Kirsten che è rimasta accanto al palco, e le fa capire, attraverso dei gesti, che devono assolutamente andare, nonostante lui non voglia lasciare ancora questo posto. 
Anche Kirsten è della stessa idea: si sta divertendo un sacco e non ha proprio voglia di tornare a casa, ma alla fine annuisce seria. Sua madre sarà molto preoccupata, se non la vedrà arrivare.
Escono dal locale, mentre l’aria fredda della sera li investe in pieno, e raggiungono l’auto. Kirsten guarda per l’ultima volta l’oceano scuro, quindi sale dentro, esausta. Nonostante il divertimento, si sente davvero stanca e non vede l’ora di tornare a casa e di andare direttamente a dormire. È stata una bella giornata e deve ringraziare per questo solo suo padre.
Anthony la imita e la osserva in silenzio. La sua visione generale della vita ha subito delle variazioni, qualcosa si sta già muovendo verso un nuovo cambiamento.
Mette in moto e s’immette nella via, pronto per ritornare a casa.

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


La musica trasmessa dalla radio riempie l’abitacolo; il volume è basso, ma abbastanza alto da poter riconoscere la melodia. Kirsten tiene lo sguardo fisso sul finestrino e osserva distrattamente le luci delle strade e delle case che si alternano tra di loro. Anthony invece fischietta tra sé il motivo della canzone e guarda davanti a sé la strada, illuminata dai fanali, per il resto è assorto nei suoi pensieri. È stata una bellissima giornata per entrambi e adesso, con il calare della notte, la mente è impegnata con i pensieri e le riflessioni.
Anthony si ritrova a pensare al primo giorno in cui ha conosciuto Beth. Non sa perché ci sta pensando proprio adesso, ma la sua mente non smette di ricordare quei momenti passati assieme a lei. A quei tempi si era davvero innamorato di lei e quell’amore era cresciuto gradualmente con il passare degli anni. Malgrado non l’avesse mai dimostrato apertamente, era sempre rimasto innamorato di lei. Quando aveva saputo del divorzio, ci era rimasto davvero male; non riusciva a credere che tutto fosse finito e che tutto potesse finire solo con un pezzo di carta e nient’altro. E tutti gli anni che avevano passato insieme? Okay, lui non c’era stato, ma l’amore non poteva essersene andato così improvvisamente. Probabilmente Beth lo aveva amato così tanto da far male e il fatto stesso di non voler soffrire più l’aveva portata ad allontanarsi, anzi ad allontanarlo dalle loro vite, affinché non le facesse più soffrire.
Adesso lo riconosce: aveva sbagliato, aveva maledettamente sbagliato e adesso era fin troppo tardi per poter rimettere a posto i pezzi rotti.  Sospira istintivamente, senza nemmeno accorgersene. Nello stesso momento Kirsten distoglie lo sguardo e lo osserva, quindi spezza finalmente quel silenzio.
«Tutto bene? A cosa stai pensando?» chiede, preoccupata. Non ha mai visto suo padre in questo stato e ciò la rende inquieta.
Anthony ritorna alla realtà e si volta verso di lei. Aggrotta la fronte per qualche attimo, cercando di nascondere il disagio che sta provando, quindi risponde alla sua domanda.
«Sì, tutto bene. Stavo solo pensando a tua madre.» risponde serio, alternando gli sguardi tra lei e la strada illuminata.
«Siamo ancora in tempo. Non penso che si arrabbierà.» dice Kirsten, fraintendendo la ragione per la sua preoccupazione.
«No, non pensavo a questo. Pensavo a quando io e tua madre ci siamo conosciuti.» ammette Anthony.
«Ti manca, vero?»
«Si vede così tanto?»
«Manchi anche a noi. Anche alla mamma, intendo. Lei non lo dimostra, ma è così. Io credo che nel profondo lei vorrebbe che tutto si aggiustasse. Pensi che sia ancora possibile?»
«Probabilmente no. Ormai non ha più senso.»
«Ma per te ne ha ancora, no? Non potreste fare pace o chiarirvi una buona volta per tutte?»
«Non è così semplice, Kirsten. Anche se io lo volessi, non credo che tua madre voglia davvero provarci nuovamente. Ci siamo già passati e non ha portato a niente di buono.»
«E cosa dovrebbe farle cambiare idea?»
«Dovrebbe fidarsi nuovamente di me. E la fiducia, una volta perduta, non la si può riavere indietro. Ho giocato tutte le occasioni che tua madre mi ha dato e sicuramente si è stancata delle mie scuse e dei miei comportamenti.»
«Quindi non è possibile che tutto si sistemi? Nemmeno se cercassi io di convincerla?»
«No, non credo sia possibile.» esclama alla fine Anthony. Sa di essere nel torto e di non avere nessun diritto di avanzare richieste a riguardo. Sa di non avere più possibilità e di averle sprecate tutte, così come ha sprecato il tempo. Adesso non può più fare nulla.
Kirsten lo guarda impacciata, non sa cosa dire e alla fine distoglie lo sguardo e ritorna a fissare la notte scura.
Vorrebbe tanto che i suoi genitori ritornino assieme e facciano finalmente la pace. Non c’è altro che desideri così tanto. Da una parte riesce a capire sua madre, del perché dei loro litigi, ma oggi ha potuto anche comprendere i sentimenti di suo padre. Non mette in dubbio le critiche di sua madre nei suoi confronti, ma tutto ciò che ha appena detto è realmente sincero. Quelle non sono bugie e ha intravisto in lui, nelle sue parole e nei suoi sguardi, qualcosa come un senso di colpa e un volere mettere a posto le cose. Sebbene sua madre gli abbia dato troppe possibilità che lui ha semplicemente ignorato, lei al suo posto gliene darebbe un’ultima, sicura però che tutto si aggiusterebbe.
Finalmente arrivano a casa. Anthony scende dall’auto e accompagna Kirsten alla porta. Beth viene ad aprire, guarda seriamente Anthony come per rimproverarlo dei suoi comportamenti precedenti e si rivolge direttamente verso Kirsten.
«Come è andata, allora? Vi siete divertiti?»
«Oh, sì, è stato bellissimo! È stata una bella giornata. Ci siamo divertiti un sacco, non è vero, papà?» esclama contenta Kirsten, facendo l’occhiolino a suo padre.
«Sì, è stata davvero una bella giornata.» conferma Anthony. Beth guarda entrambi e annuisce. Non sembra molto curiosa di sapere i particolari, né ha intenzione di far entrare in casa Anthony. Kirsten intanto coglie l’occasione però per lasciarli soli. Saluta Anthony ed entra dentro, diretta verso la sua stanza.
Anthony vorrebbe tanto parlare con Beth, dirle tutto ciò a cui ha pensato e spiegarle anche che questa giornata gli è stata molto d’aiuto e che ha capito finalmente cosa vuole davvero dalla vita, ma non sa da dove cominciare. Beth se ne rimane lì, davanti la soglia di casa, con le braccia conserte, a guardarlo in modo serio. Sa che in questo momento sta ancora criticando il suo look.
«Beh, io vado. Ci sentiamo, allora. Buonanotte, Beth!» esclama, alla fine, voltandosi. Beth ricambia frettolosamente e richiude la porta, alle sue spalle. Anthony sente il tonfo della porta richiudersi e sospira, mentre percorre il vialetto ed entra in auto. Resta a fissare il vuoto per qualche minuto e si rimprovera mentalmente.
Si dà dello stupido per non aver avuto il coraggio di dirle tutto e di spiegarle che, in realtà, l’ama ancora e che vuole riprovarci. Ha paura di ricevere un no come risposta, ha paura che un solo rifiuto, una sola parola, possa fargli così male, da far polverizzare anche l’ultimo briciolo di speranza che ha nel cuore.
Guarda distrattamente la casa, vede le luci accese e intravede dalle tende Beth e Kirsten che stanno parlando. Le osserva in silenzio, invidioso di quella felicità da cui lui è escluso, quindi amareggiato distoglie lo sguardo, mette in moto e va via.

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Il suo umore è proprio a terra in questo momento, osserva la strada ma in realtà guida come un automa verso casa. Davanti agli occhi ha ancora lo sguardo serio di Beth che lo rimprovera silenziosamente per il passato.
Anthony non pensa più al passato – se ne è appena accorto – vuole rimediare ad esso e adesso ciò che gli interessa di più è solo il presente. Si maledice per essere stato un codardo, ma ormai non può fare altro che dimenticare l’intera faccenda. Inoltre, è davvero troppo stanco per poterci pensare proprio adesso. Non vede l’ora di andare a dormire e di svegliarsi direttamente a mezzogiorno. Sicuramente l’indomani non avrà voglia di vedere nessuno. Si chiuderà a casa e resterà così per un po’.
Parcheggia davanti casa, apre la porta e si trascina dal soggiorno fino alla camera da letto. Si spoglia distrattamente, buttando a casaccio i vestiti e si butta direttamente sul letto, a peso morto. Inizia a non avere la voglia di niente e ripensa automaticamente alla bella giornata passata con sua figlia. In realtà, ciò che davvero gli è piaciuto veramente non è stato il concerto in sé o il posto in cui hanno trascorso la giornata, ma la sola presenza di Kirsten. Le altre cose sono passate direttamente in secondo piano. Per una volta – per la primissima volta – ha apprezzato la presenza di sua figlia ed è contento di questo. Non ha avuto bisogno di altro per essere contento.
Si rigira nel letto e non riesce a prendere sonno, nonostante la stanchezza fisica. Adesso la sua mente è di nuovo piena di pensieri e di rimorsi. Prova a pensare ad altro, a qualcosa di piacevole e rilassante, ma è tutto inutile. In un secondo ha rovinato nuovamente tutto, non ci ha nemmeno provato e non sa quindi se il suo tentativo sarebbe andato a vuoto o no. Sospira pesantemente e si alza. Accende la luce e passeggia avanti e indietro per la stanza. Guarda in modo compassionevole i vestiti che ha gettato a terra e il disordine che perpetua nella stanza, quindi fissa distrattamente il suo riflesso nello specchio. Si guarda e non si riconosce più, per qualche secondo. Il suo look è così antiquato, rispetto ai tempi in cui vive. Nessuno si veste più così. Si sente un po’ ridicolo, ammette a se stesso. Probabilmente Beth ha ragione ad averlo guardato in quel modo. Se lo merita, ma dopotutto quello che vede riflesso nello specchio è se stesso e non una persona che si è adattata ai canoni della società, fingendo di esser qualcun altro, solo per conformarsi alle regole. È sempre stato fedele a se stesso, forse anche troppo, ma almeno su questo è stato sincero. Si sente ridicolo solo perché adesso le opinioni di Beth e di Kirsten gli stanno a cuore e valgono tantissimo, più di quelle delle persone che non conosce e di cui comunque non gli importa assolutamente nulla. Continua ad osservarsi e infine si convince che non è tanto il look a renderlo ridicolo ai suoi occhi, ma il suo carattere e la sua ostinazione. Sente il peso degli anni su di sé e capisce che il passato non c’è più, lui vive ancora in esso, ma oggi ha scoperto davvero cos’è il presente. Non dimenticherà mai il passato, farà sempre parte di sé, sarà un piccolo promemoria, ma adesso vuole esserci davvero, vuole essere se stesso ed esserci. Vuole entrambi le cose, non vuole cambiare nulla, ma ampliare se stesso e migliorare, senza dover cancellare le parti migliori che gli piacciono. Magari col tempo cambierà qualcosa e maturerà ancora, ma adesso è questo ciò che vuole.
Sorride a questa nuova scoperta e il suo ottimismo rinasce più di prima. Ha finalmente aperto gli occhi, ha finalmente capito chi è ora, chi sarà in futuro e cosa farà esattamente affinché tutto vada nel modo giusto. Sarà ostinato adesso, sarà ostinato per ciò che vuole veramente, perché farà di tutto pur di convincere Beth che è cambiato, che vuole cambiare in meglio e che vuole tornare con lei per rendere felice lei e Kirsten. Adesso, solo loro due vengono prima di tutto.
Controlla precipitosamente l’orologio; non è ancora troppo tardi per prendere l’auto e ritornare da Beth. Si riveste in fretta, prende le chiavi e raggiunge l’auto. Mette in moto, diretto verso casa di Beth. Parcheggia davanti al vialetto e quasi corre, raggiungendo la porta di casa. Suona un paio di volte, preso dall’euforia. Non riesce a stare fermo ed è così su di giri che appena Beth apre la porta, piuttosto seccata, lui l’attira direttamente verso di sé e la bacia con passione.
Da quanto tempo aveva aspettato questo momento! Si sente pienamente felice e solo quando si stacca la guarda con occhi diversi. Beth resta sorpresa e allibita dal gesto così spontaneo e improvviso. Non sa cosa dire, né cosa fare. Sa solo che quella spontaneità ha riacceso in lei qualcosa; qualcosa che pensava fosse morto definitivamente. Ha sentito il suo cuore battere, ha sentito riaccendersi quella passione che provava per lui, quelle emozioni, quell’amore che provava da ragazza.
«Beth, io voglio riprovarci. So che ho sbagliato in tutti questi anni. So che mi sono comportato malissimo, che vi ho trascurate, che mi sono intestardito con le mie passioni, che sono stato un egoista, ma oggi… solo oggi ho capito cos’è davvero importante per me e siete tu e Kirsten. Mi dispiace di averlo capito solo ora, ma è la verità. Voglio che tu mi dia un’altra chance, l’ultima chance e ti prometto che la coglierò e che cercherò con tutto me stesso di renderti felice nuovamente e di conquistare la tua fiducia. So che non sarà facile, ma voglio provarci. Ti prego solo di darmi quest’ultima possibilità.» Anthony la guarda, supplicandola con gli occhi, di dargli un’ultima possibilità. Non sa cosa aspettarsi veramente da lei, ma spera solo che la sua risposta sia un sì.
Beth lo fissa confusa e solo dopo qualche minuto, inizia a rispondere. Sente tutta la rabbia che ha provato per lui in tutti questi anni e non riesce a non nasconderla.
«Dovrei odiarti, Anthony. Dovrei davvero odiarti. L’ho fatto, ti ho odiato per il modo in cui ti sei comportato. Dovrei odiarti, ma ti amo ancora. Non ti ho mai dimenticato e se ti ho odiato è stato unicamente per questo motivo. Ti amavo troppo, mi hai ferita più volte, ma l’amore non è mai scomparso del tutto. Io non so davvero però cosa fare. Devi metterti nei miei panni. Vieni qui, fai promesse, usi delle parole, ma io non voglio ripassare quei momenti. Sarebbe solo uno spreco di tempo per te e per me. Non voglio ricadere nello stesso errore e perdonarti e riprovarci sarebbe esattamente questo. Non sono sicura di volerlo ancora. Non ora. Non più, Anthony.» Beth scuote la testa, infine, convinta della sua risposta.
Anthony resta allibito, era proprio di questo che aveva paura, di ricevere un no. Teme di non farcela e sta per voltarle nuovamente le spalle, sconfitto.
Kirsten, che ha ascoltato tutta la conversazione, irrompe improvvisamente sulla soglia di casa e osserva ciò che è rimasto della sua famiglia. Sua madre ha rifiutato nettamente e suo padre sta per andare via definitivamente. Deve assolutamente fare qualcosa e subito, prima che possa perdere la sua famiglia per sempre.
«No, aspettate! Non potete arrendervi entrambi in questo modo! Io so che c’è ancora qualcosa che vi lega, qualcosa di molto forte e non potete fare in modo che questo filo si spezzi definitivamente. C’è ancora qualcosa che potete fare entrambi, trovare un compromesso e riprovarci. Non è ancora finita; non potete saperlo se non ci provate. Mettete da parte il vostro orgoglio e fate ciò che il vostro cuore vi sta dicendo, ma che voi non volete ascoltare. Noi siamo ancora una famiglia e possiamo esserlo anche in futuro, solo se lo volete. E sono sicura che entrambi lo vogliate.» esclama Kirsten, quasi con le lacrime agli occhi. Beth si gira verso la figlia ed Anthony si ferma improvvisamente e si volta lentamente.
Anthony sa che Kirsten ha ragione, ma adesso dipende tutto da sua madre. Lui si è messo in gioco, ha messo di lato le sue paure e il suo orgoglio, adesso però è il turno di sua madre.
Beth ricambia gli sguardi che Anthony e Kirsten le rivolgono. Si aspettano una risposta, ma lei non sa davvero cosa dire. È consapevole di aver messo al primo posto il suo orgoglio e se stessa, ha rimproverato Anthony per le stesse ragioni per il suo egoismo, ma adesso lei sta commettendo lo stesso sbaglio. Non riesce a perdonarlo e non vuole perdonarlo. Eppure, lo ama; lo ama con tutta se stessa. Sa che la sua vita, da quando lo ha allontanato, è cambiata e non in meglio. Ha ancora bisogno di lui e nel profondo sa di volerlo, sa di volergli dare questa possibilità e di riprovarci nuovamente. Se non si butterà a capofitto non saprà mai se funzionerà o no. Non saprà mai se veramente Anthony manterrà le sue promesse. Non saprà nulla così. Vivrà con il rimorso di aver commesso un altro errore e questa volta non potrà più fare nulla per ritornare indietro.
Si volta verso Anthony e lo guarda a disagio. Resta in silenzio, per dei lunghi secondi, e alla fine annuisce, sorridendo. Sì, vuole provarci di nuovo. Sì, vuole dargli quest’ultima possibilità. Sì, vuole fidarsi nuovamente di lui.
Anthony la fissa confuso, aggrotta la fronte per un attimo, quindi improvvisamente un sorriso spunta sul suo viso. L’abbraccia e la stringe a sé, e la bacia nuovamente. Kirsten li raggiunge contenta e tutti e tre si abbracciano calorosamente. Alla fine, rientrano in casa, come un’unica famiglia che si è finalmente ricongiunta, pronti per un nuovo inizio. Pronti per affrontare il futuro insieme.

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