How to face the teens

di Mat_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One. ***
Capitolo 2: *** Chapter Two. ***



Capitolo 1
*** Chapter One. ***


CHAPTER ONE - "Che l'interno abbia inizio"

La sveglia iniziò a frastornarmi le orecchie alle 6.30 del mattino, provai a tapparmi le orecchie con le poche cose che avevo intorno le lenzuola, il cuscino, le mie stesse mani … Ma niente, dovevo alzarmi, realizzare che giorno fosse e farmi una scorpacciata di caffeina per incominciare al meglio quell’inferno chiamato scuola.

Andai al piano inferiore, mia madre stava cucinando la colazione per me e mia sorella con il sorriso stampato sulle labbra, cercando inutilmente di infonderci serenità e ottimismo. Lacie era seduta al tavolo, con delle occhiaie più profonde della Fossa Delle Marianne, i suoi lunghi riccioli biondi completamente scompigliati e con indosso un pigiama di Hello Kitty al quanto imbarazzante. Io e lei abbiamo solo 3 anni di differenza, ma molte persone pensano che siamo gemelli data la nostra marcata somiglianza. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto … Ehm ok, forse non sempre; quando mia madre mi disse di essere rimasta incinta di una piccola sorellina mi ero rinchiuso in cameretta e non le ho voluto parlare per una settimana intera. Anche nei suoi primi anni di vita la detestavo, non solo perché fosse una frignona patentata, ma anche perché quella non era la figlia di mamma e papà, ma la figlia di mamma ed un certo Kevin, uomo per cui i miei genitori hanno divorziato dopo solo 4 anni di matrimonio. Avevo un anno quando successe, quindi non ho assolutamente memorie dell’accaduto, ma vedere famiglie unite mi faceva stare molto male.

Mi sedetti al tavolo per fare colazione e dopo qualche minuto anche Kevin si unì a noi. Salutò la mamma, dandole un bacio sulla bocca, poi procedette con Lacie, facendo anche una battuta sui suoi capelli arruffati e poi tentò di salutare me, ma io lo squadrai, allontanandolo da me. Nonostante vivessi con lui da ormai 13 anni, non abbiamo mai, o meglio non ho mai voluto stringere un finto buon rapporto tra patrigno e figliastro.

Appena finimmo tutti e quattro di fare colazione ci iniziammo a preparare per andare a scuola o al lavoro. Mi fermai un attimo a riflettere, stavo iniziando il liceo, “i quattro anni più belli della propria vita” come dicono tutti, cazzate, ecco cosa dico io. Erano un mucchio di stupidaggini, tutti avrebbero ricominciato a prendermi in  giro perché non ero molto abile nello sport, avrei riiniziato a stare al tavolo da solo durante a pausa pranzo e avrei passato i miei intervalli a piangere ininterrottamente nei bagni come una femminuccia. Non sarebbe cambiato nulla dalle medie, ne ero sicuro ed i famosi quattro anni più belli della mia vita, sarebbero stati i quattro anni più brutti della mia vita.
 
Subito dopo esserci preparati salimmo in macchina e nel giro si 20 minuti arrivammo di fronte alla “ Bringston  High School”, scesi dalla macchina, mi intrufolai nella mandria di studenti che si stava dirigendo dentro l’edificio e sull’ingresso esclamai: -Che l’inferno abbia inizio.-
NOTA D'AUTORE: Salve a tutti ragazzi. So benissimo che può sembrare una banalissima storia adolescenziale basata su uno stupido pischello americano che deve affrontare le superiori, da dei consigli su come farlo quando neanche lui ha la soluzione. Ma a tal proposio ho la soluzione, nel corso dei capitoli spero che capirete fino in fondo cosa voglia effettivamente mostrarvi e cosa voglia suscitarvi questa storia. Spero vivamente che abbiate gradito questo primo capitolo. Alla prossima!
-MAT

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Capitolo 2
*** Chapter Two. ***


CHAPTER TWO - "Prime figuracce"
Varcai le porte dell’inferno, ed in un attimo mi ritrovai catapultato in un nuovo universo.  Molti ragazzi erano in compagnia dei propri amici per raccontare quello che avevano fatto durante l’estate, altri erano accucciati in un angolo per paura di dover affrontare un altro anno di merda e poi c’ero io, che a momenti non sapevo nemmeno dove mi trovassi.

Avanzai di qualche passo, andai in cerca di qualcuno in grado di dirmi dove sarei dovuto andare e intanto mi guardai introno cercando di capire chi popolava la mia nuova scuola: classiche ragazze che urlano cercando di attirare l’attenzione su di loro, ragazzi che hanno come unico scopo quello di guardare il fondoschiena degli individui precedentemente descritti, persone che  vanno in giro con la camicia nei pantaloni e gli occhiali più grandi della loro anima… Insomma, un po’ di tutto!

Ad un certo punto, una ragazza paffuta con degli occhiali ridicoli, due trecce bionde che terminavano sulle prominenti spalle e dei vestiti in stile anni ottanta che la facevano sembrare un’attrice di Grease, scivolò su una buccia di banana(nel vero senso della parola, non metaforicamente) e sporcò i miei vestiti con del caffè bollente che stava portando in mano. La gente situata nelle circostanze iniziò a ridere a crepapelle, non so se per me che ero inzuppato di caffè, o per lei, che si trovava per terra ad impersonare un tappeto. In quel preciso istante mi sentii crollare il mondo addosso, così decisi istintivamente di scappare, senza nemmeno attendere le scuse della ragazza.

Cercai disperatamente un luogo desolato dove potermi asciugare ed il massimo che trovai fu un vicolo cieco dove un ragazzo palesemente nerd stava smanettando con la sua PSP imbardato nei suoi vestiti pesanti. Cercai di ignorarlo il più possibile, mi levai la felpa bagnata e mi asciugai le parti di pelle ancora umide. Il mio unico problema furono i pantaloni che, guarda caso, erano principalmente bagnati sul cavallo, in modo che sembrasse che mi fossi pisciato addosso.
-Pss! Ehi tu, mi vai a cercare un paio di pantaloni, per favore?- Sussurrai sottovoce al ragazzo nell’angolo. Non ottenni risposta, così decisi di riprovare:-Ehi parlo con te! Per favore, aiutami!-.
 Il ragazzo alzò lo sguardo e mi fisso come se fossi un alieno.
–Potresti andare a prendermi un paio di pantaloni da qualche parte? Ti prego ne ho assolutamente bisogno.- Lui si alzò in piedi, si avvicinò a me e mi chiese:-Quanto mi dai?-
Che bastardo! Voleva anche dei soldi per aiutare un ragazzo in difficoltà! Tirai comunque fuori i dieci dollari che avevo tenuto per il pranzo e glieli diedi. Non so perché, ma in qualche modo mi fidavo di lui, non sembrava un truffatore, anche se mi aveva appena scroccato della grana.
 Aspettai circa venti minuti in quel piccolo corridoio e poi lo vidi arrivare da lontano con un paio di pantaloni della tuta lucidi, probabilmente dimenticati da qualcuno nello spogliatoio della palestra.
–Ti ringrazio tantissimo! Piacere Tom! Tom Fellas!- Dissi io allungando la mano. Lui face lo stesso dicendo di chiamarsi Edward Dallas.
Appena mi cambiai i pantaloni suonò il campanello e mi diressi alla ricerca della classe per la mia prima ora.

NOTA D'AUTORE: Salve fanwriters, so che aggiorno questa storia dopo quasi un anno dalla sua prima pubblicazione, ma dovete sapere che ho appena terminato la quinta superiore ed ho avuto un sacco da studiare, inoltre un blocco dello scrittore mi ha impedito di scrivere per ben due mesi. Attualmente sto affrontando la maturità e la scrittura sembra essere l'unico metodo per distrarmi un po'. Ditemi cosa ne pensate di questo capitolo!

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