Shepseskaf, il principe d'Egitto

di Mizu Ryu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Antico Egitto ***
Capitolo 2: *** Antica Grecia ***
Capitolo 3: *** Gli Allenamenti ***
Capitolo 4: *** SCORPIO! ***
Capitolo 5: *** Heart Goes On ***
Capitolo 6: *** La Verità ***
Capitolo 7: *** L'Ultima Lotta ***
Capitolo 8: *** Izayoi ***



Capitolo 1
*** Antico Egitto ***


Antico Egitto XX secolo a.C.

«Dov’è?! Dov’è il principe Ramses-Ä?» domandò una schiava ad un’altra.
«Non lo so! Invece il principino Shepseskaf-Ë?» rispose l’altra.
Tutto il palazzo è in subbuglio perché non trovano né me e né mio fratello; d'altronde li capisco… siamo i futuri eredi al trono di un impero grandioso, se non trovano lui sarò io il Faraone, ma non lo voglio essere!
Sì, mi piacerebbe governare, ma voglio la mia libertà e non voglio tanti leccapiedi d’intorno.
Mi alzo dietro l’anfora, mi nascondo dietro le tende di lino bianco e sento ciò che dicono i miei genitori.
«Devono trovare Ramses! E se lui non si trova il mio successore sarà Shepseskaf!» sbraita mio padre come sempre e con un tono autoritario.
«Caro mio, non si trovano entrambi.» risponde mia madre con un tono impaurito.
«Se questa sera nessuno si siederà nel trono di successione, Ramses verrà punito con 10 frustate e Shepseskaf verrà punito con 20 frustate!»
«Ma caro, Ramses non ha neanche 20 anni e Shepseskaf ha da poco compiuto il diciassettesimo anno d’età, comprendili! Sono giovani.» ci difende nostra madre cercando di far trovare il senno a nostro padre.
«Donna anch’io ho preso in mano l’Egitto quando avevo quell’età ed è ora che anche loro facciano lo stesso!» dice mio padre.
«Ma marito-»
«Zitta donna se no ce ne saranno anche per te!» minaccia il faraone a nostra madre, sentendo quelle parole inizio a scappare.
Mi rifugio nella mia stanza.
«Yasmin! - esclamo chiamando la mia amica, forse il termine esatto è schiava. Per me è come un’amica perché mi aiuta nei momenti difficili, è una giovane donna con fianchi alti e seno prosperoso, ha la carnagione scura perché proviene dall’Etiopia ed i suoi capelli sono tutti riuniti in lunghe ciocche color ebano – Kall! – esclamo ancora chiamando il mio amico o meglio l’altro mio schiavo. È di origini greche, per me forse è il mio migliore amico perché infondo siamo cresciuti insieme; l’avevo ricevuto in dono all’età di 4 anni. Ha capelli corvini ed è fortissimo! Riesce ad alzare una dozzina di cammelli tutti insieme. Con lui ho passato i miglior anni della mia vita e sa tutto su di me, di lui mi fido cecamente – Huang!» esclamo per la terza volta chiamando l’ultimo mio schiavo o amico, per me alla fine è lo stesso o quasi. È di origini asiatiche, è pelato e non parla bene la mia lingua però ci capiamo.
«Eccoci.» rispondono i tre in coro.
«Vi prego aiutatemi devo trovare mio fratello, Ramses-Ä…» dico quasi supplicandoli.
«E lei lo sa dove si trova?» mi domanda Yasmin.
«Yasmin vi ho detto più di una volta che non c’è bisogno di tutta questa formalità con me… sono vostro amico.»
«Shepseskaf-Ë credo di aver visto Ramses-Ä dietro gli alloggi degli schiavi.» mi risponde Kall e corriamo subito lì.
Entro nell’atrio, mi giro verso la porta e vedo che tra due vasi, che contengono papiri, c’è Ramses accasciato, mi inginocchio di fronte a lui.
«Fratello che c’è?» domando, lui alza gli occhi e vedo, nei suoi occhi color nocciola, che sono pieni di lacrime.
«Non voglio diventare faraone…» mi risponde e subito dopo vedo arrivare i miei amici.
«Ramses come mai?»
«Perché ancora non mi sento pronto per governare un impero così vasto…» mi confessa mio fratello, a quella risposta rimango stupefatto.
«Non ti preoccupare fratello mio, se avrai qualche problema ci sarò io con te, ti aiuterò diventando il primo consigliere imperiale, te lo prometto!» lo rassicuro ed in quegli occhi rivedo di nuovo il fratello maggiore che conosco.
Mi alzo.
«Kall vai a prenderei Nekhekh, Yasmin porta la tunica cerimoniale e Huang porta gli oli profumati, quest’oggi Ramses-Ä diventerà il faraone dell’Egitto.» dico con tono autoritario, come se avessi dimenticato la nostra amicizia, e loro mi obbediscono.
La festa per l’incoronazione va tutto come previsto; mio fratello, finalmente, diventò faraone ed io il suo primo consigliere.
 
Passano anni da quell’episodio ed io aiuto sempre di più mio fratello e correggo anche le previsioni dei Grandi Sacerdoti.
«Vedo nelle viscere della Gru che il suo impero avrà molta prosperità.» dice il sacerdote e io, scettico, mi avvicino.
«Non è così…» preciso ed inizio a mettere la mano nel ventre.
Le mie mani si impregnano subito di sangue.
«Cosa?» domanda il sacerdote incredulo.
Sposto le viscere facendo uscire gran parte di sangue che sporca tutto il tavolo.
«Non è come dice lei… vede? – domando spostando tutte le viscere insanguinate, gli faccio vedere le interiora fuori posto - Questo significa che l’impero riceverà o gli accadrà qualcosa di funesto e questo pesce nello stomaco simboleggia che accadrà in un futuro non molto lontano.» dico, esco le mani tutte insanguinate, me le lavo e ce ne andiamo.
«Perché non sei voluto diventare gran sacerdote?» mi domanda Ramses.
«Per due semplici motivi. Uno che non volevo lasciarti solo e due perché mi viene naturale è come se un’energia strana mi aiutasse.» rispondo come se fosse la cosa più naturale del mondo, bhè per me lo è.
«Ho un favore da dirti fratello mio…» mi chiede Ramses fermandosi e guardandomi.
«L’ultima volta che mi hai chiamato così fu quando per sbaglio hai fatto rovesciare degli oli sacri al templio del Dio Anubi!» dico fermandomi e mettendomi a ridere.
«Sì ricordo, li sostituimmo con olio normale e quando i sacerdoti se ne resero conto digiunarono per un mese intero!» dice Ramses continuando a ridere.
«Stavolta che disastro hai fatto per caso? Hai fatto sbilanciare la bilancia del Dio Anubi?» domando ironicamente, lui scoppia a ridere.
«No, niente di tutto questo! Voglio solo che vai in un villaggio al delta del fiume Nilo.» mi risponde semplicemente.
«Ok.» rispondo senza chiedere altro, ci salutiamo com’era nostro solito fare da bambini.
«Allora aspetto buone notizie da te, Shepseskaf.» mi dice Ramses ed inizio a partire subito per il Nilo.
Quando arrivo vedo che tutto è apposto e decido di rimanere per un po’ di tempo, due lune piene.
Su consiglio di Kall decido di allenarmi sulle sponde del fiume.
Dopo quasi una luna piena e mezza vedo arrivare uno straniero incappucciato con una cassa color oro sulla schiena, mi avvicino.
«Rivelati straniero che arrivi da lontano.» dico, lui si leva il cappuccio che gli copre il viso e vedo che ha il color della pelle diversa dalla mia, è molto più chiara.
«Chi sei straniero che provieni da terre al di fuori dal comando del Grande Faraone Ramses-Ä?»
«Sono Kjell e provengo dalle terre del nord, ma vivo in Grecia.» mi risponde lo straniero presentandosi.
«Che ci fa uno straniero greco in queste terre?»
«Scusa ma tu chi sei?» mi domanda Kjell arrogantemente .
«Io sono il fratello del faraone ed il suo primo consigliere, sono Shepseskaf-Ë.»
«Sono venuto in questo posto perché ho trovato un forte Cosmo.» mi rivela Kjell dopo che mi presento.
«Cosmo? Che cos’è?» domando incuriosito.
«Il Cosmo è una forza sovraumana che hanno dei comuni esseri umani quando superano i propri limiti.» mi risponde lo straniero.
«Il Khi.» dico quasi correggendolo.
«Khi?»
«Voi lo chiamate Cosmo, ma noi lo chiamiamo Khi. È il potere che gli Dei hanno dato solo a pochi eletti.» rispondo.
Ad un tratto spunta un coccodrillo che ci sta per attaccare.
«Att-»
«Stai indietro!» ordino allo straniero prima che potesse finire di parlare, inizio a lottare contro il rettile, ma dopo un calcio ben assestato lo faccio volare via.
«Ma come hai fatto?» mi domanda Kjell sbalordito.
«È da circa 40 giornate di sole che mi alleno, non so perché ma sento questa potenza nuova che sgorga in me.» gli rispondo, lui si avvicina e mi appoggia una mano sulla spalla.
«Vuoi allenarti con me in Grecia?» mi domanda, lo guardo non sapendo se lui stesse scherzando o meno.
Era una proposta allettante.
«E a mio fratello chi lo dice?»domando sperando che la sua fosse una domanda e non una frase a sfondo ironico.
Lui indica dietro la mia schiena, mi giro e vedo i miei amici.
«Glielo diranno loro, allora vuoi venire?» mi domanda di nuovo.
Vado verso i miei amici.
«Avete sentito?» domando guardandoli.
«Vai.» mi risponde Kall.
A quella risposta mi convinco definitivamente e li abbraccio.
Ritorno da Kjell ed annuisco, così iniziammo ad incamminarci verso un mondo per me tutto nuovo.



ANGOLO AUTORE
Ciao Ragazzi!
Eccomi con una nuova storia a capitoli ed una nuova storia sul Fandom di Saint Seiya!
Già in passato ne avevo scritta una su Rugonis/Lugonis, ma adesso è diversa perchè sono personaggi totalmente nuovi.
Spero che vi piaccia il fatto dei personaggi totalmente nuovi perchè a me così viene meglio a scrivere visto che non devo rispettare nessun carattere principale xD
Già nel primo capitolo avete scoperto il protagonista (Shepseskaf
) ed un Saint (Kjell).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi perdoniate degli errori grammaticali.


XOXOXO MIZU RYU

 

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Capitolo 2
*** Antica Grecia ***


Grecia XX secolo a.C.

Ci troviamo alla base di una lunga scalinata dove ci sono più di 13 templi, sopra ad essi un templio ancora più grande e sopra ancora una statua con due colonne accanto.
«Dobbiamo salirle tutte?» domando guardando incredulo lo scenario davanti a me.
«Prima però devo fare una cosa.» mi risponde il nordico, mi giro verso di lui.
Kjell appoggia lo scrigno d’oro a terra, si leva il mantello e vedo che ha una lunghissima tunica color avorio con una fascia dorata all’altezza dei fianchi ed una spilla in pietra alla spalla destra con un simbolo strano, sembrano delle onde.
«Ora vedrai il vero potere del Cosmo o, come dici tu, del Khi.» dice sorridendo, io lo guardo incuriosito e vedo la sua mano appoggiarsi sullo scrigno.
«Vieni a me Sacra Gold Cloth dell’Acquario: Acquarius!» dice e subito dopo dallo scrigno esce un bagliore accecante.
Quando la luce si dissipa totalmente vedo che ora lui non è più vestito con la tunica, ma con un’armatura d’orata con diversi decori; rimango di stucco vedendo quella specie di “trasformazione”.
«Ma come…» dico rimanendo senza parole.
«Saprai tutto a tempo debito, ora entriamo.» dice ed iniziamo a salire le scale.
Dopo qualche minuto ci troviamo davanti ad un templio dove nell’architrave c’è un segno che fa ricordare un ariete.
Entriamo e dopo pochi passi vedo su una mezza colonna una statua d’orata di un ariete.
«Che magnificenza!» dico stupefatto dal bagliore della statua.
«Quella si chiama Gold Cloth.» mi spiega Kjell.
«È un’opera stupenda.»
«Ora ne vedrai delle altre, adesso andiamo.» dice ed obbedisco.
Oltre a quel templio ne passammo altri due molto simili al primo, ma con disegni sull’architrave e statue d’orate diverse; nel secondo templio visto nell’architrave c’era un segno simile ad un toro e dentro esso c’era una statua di un toro ed al terzo templio un simbolo con due aste e dentro c’era una statua con una persona con 2 facce e 4 braccia.
Entriamo in un templio dove sull’architrave c’era un simbolo molto strano che in qualche modo mi ricorda un granchio.
«SHI SEI QUI?» urla Kjell, sentendo quel nome mi fa ricordare il mio amico Huang.
«Eccomi…» dice una voce ed in lontananza vedo una figura con un’armatura d’orata simile a quella di Kjell. Il tizio assomiglia molto a Huang.
«Huang? Sei… sei proprio tu?» domando.
«Huang? Non lo conosco, io sono il Saint protetto dalla costellazione del Cancro: sono Shi di Cancer.» dice il tizio presentandosi.
«Saint?» domando non capendo quella parola.
«Sai è nuovo, l’ho preso dall’Egitto.» dice Kjell lasciandomi sbattere.
«Ah capisco…» dice Shi con tono ironico, sentendo quelle parole ci fa passare ed attraversiamo quel templio.
Non do troppo peso al silenzio di Kjell perché, sono sicuro, che poi mi racconterà tutto.
Entriamo in un quinto templio con lo stemmo simile ad un leone e lo attraversiamo liberamente ed entriamo in un altro con uno strano stemma, mi fermo e lo guardo attentamente.
«Che cos’è?» domando con curiosità.
«Ecco è-» 
«È uno stemma molto importante per le stelle.» dice una persona uscendo dal templio interrompendo Kjell.
«Lui è Hardik di Virgo, è definito l’amore generato da un Dio.» mi dice Kjell presentandomi il guerriero.
Il combattente si mette di parte e ci lascia passare…
Entriamo nel templio successivo e vediamo un tizio seduto davanti ad un bilancia dorata.
«Yo Elzir.» dice Kjell.
«Elzir? Per caso sei egiziano?!» domando incuriosito più che mai.
L’uomo si alza, sarà alto almeno un palmo (o anche due) in più di Kjell, la toga bianca gli scivola lunga il corpo fino al ginocchio ed alla spalla destra ha una spilla in pietra col simbolo di una bilancia.
«Si, - mi risponde l’uomo – mio padre migrò in Grecia circa cinque lustri fa ed ha incontrato mia madre e poi sono nato io.»
«Io sono Shepseskaf-Ë, fratello dell’attuale faraone Ramses-Ä.» dico presentandomi.
È la prima volta che lo faccio da quando sono in Grecia.
«Sei un protetto dalle stelle.» mi dice Elzir toccandomi la fronte.
Non capisco cosa voglia dire, infatti, lo lascio stare.
Attraversiamo anche quel templio ed entriamo nel… nell’ottavo! Abbiamo appena attraversato sette templi e come minimo ce ne sono altri cinque!
Entriamo e vedo una cassa dorata, simile a quella che aveva Kjell quando l’ho visto in Egitto.
«Prendilo.» mi ordina l’uomo.
«C-cosa?» domando non capendo.
«Prendilo e seguimi.» mi spiega iniziando a camminare.
«A-aspetta! – dico facendolo fermare – è oro e l’oro pesa molto, pensa trasportare una cassa che peserà circa 5 buoi!»
«Allora?» domanda girando la testa.
Sbuffo senza fare storie e mi metto la cassa sulle spalle e continuiamo a camminare.
Attraversiamo altri cinque templi con rispettivamente dentro i loro totem in oro.
Un serpente, un tizio mezzo cavallo e mezzo uomo con un arco, una capra con la coda di pesce, nel dodicesimo templio non c’è niente perché Kjell dice che è suo, ed infine nell’ultimo due pesci.
Attraversiamo in tutto tredici templi.
«Sei stanco?» mi domanda il guerriero fermandosi a metà scalinata che è all’uscita del tredicesimo templio.
«Diciamo… è la cassa che pesa molto.» rispondo appoggiandola a terra.
«Tra qualche metro arriveremo alle stanze del Pope.» dice Kjell riprendendo a camminare, prendo di nuovo lo scrigno e lo seguo.
 
Il guerriero apre un portone grandissimo, sarà di un legno pregiato, entriamo.
La stanza è grandissima fatta di marmo bianco e colonne altissime!
Dall’altro lato della stanza c’è una sedia e sopra d’essa un signore.
Ci avviciniamo al signore e ci fermiamo dopo qualche passo.
«Sommo Pope, - dice il ragazzo inginocchiandosi - io Kjell di Aquarius sono ritornato in Grecia. Ho portato un giovane fanciullo che possiede un Cosmo potentissimo, anche il saggio Elzir dice che è un ‘eletto delle stelle'.» dice il guerriero con testa china.
Guardo l’uomo e percepisco che è un signore di rilievo, può essere il re del posto?
«Oh sommo Pope – dico con tono determinato – sono Shepseskaf-Ë fratello minore del faraone d'Egitto Ramses-Ä. Sono il suo più fidato consigliere.» dico presentandomi.
Il Signore mi guarda, almeno credo… con quel grande copricapo in testa non capisco se mi guarda o meno.
«Sicuro che è lui?» domanda il Pope a Kjell.
«Si.»
«Non mi sembra adatto ad un ruolo simile.» risponde il signore ancora seduto, mi sento preso in giro… anzi mi sento offeso!
«Cosa vuole dire che non sono adatto ad un ruolo simile?! Io sono-»
«MI SCUSI! – urla Kjell chiudendomi la bocca – Dovevo riflettere meglio prima di portarlo al Santuario.»
«No, Kjell! – dico liberandomi – Non so lei chi sia! – dico rivolgendomi al signore ed avvicinandomi – Ma non mi faccio offendere così da nessuno! Neanche da un Dio in persona!» dico furibondo puntandogli contro il dito.
«Neanche se è Athena in persona a dirti una parola simile?» sento dire da una voce femminile e subito dopo vedo comparire una donna dietro la sedia del Pope.
È alta, snella, fianchi larghi, ha lunghi capelli color lilla ed occhi simili ad un lago di ghiaccio, seno sodo e prosperoso, ha dei tratti regali quasi divini; neanche la divina Nefertiti è così bella.
«Divina Athena!» dice Kjell inginocchiandosi immediatamente.
«Athena?» domando guardandola.
La donna si avvicina a me, è davvero stupenda, profuma come delle rose appena fiorite.
«Si, Athena… Dea della saggezza e della strategia militare, la Pallade Athena che protegge la città sua omonima. Non nego la mia protezione a nessuno purché sia intelligente ed astuto. Ora rispondimi mortale, perché sei venuto nel mio sacro santuario?» mi domanda la Dea.
Il suo modo di parlare è strano, mi lascia in suggestione… diverse domande mi sommergono… è realmente la Dea Athena? E soprattutto perché ho seguito Kjell sotto consiglio di Kall?
Ci rifletto per un po’.
«Divina Athena. – dico con un tono pacato e inginocchiandomi – Io mi sono fidato di quest’uomo, Kjell di Aquarius. Mi aveva detto che ho un Khi potente… non so neanch’io come mai ho seguito lo straniero dalla mia terra natia, ma una forza dentro mi ha detto di fidarmi. Divina Athena fa che io possa essere un guerriero come Kjell e gli altri che vivono qui al santuario. Seguirò le sue regole e starò ai suoi ordini come mia nuova Dea.» dico e guardo la Dea che mi fissa negli occhi.
Tra me e la Dea ci sono interminabili secondi di silenzio.
«Aquarius! – esclama la Dea rompendo quella lastra di silenzio – D’ora in poi questo giovane sarà un tuo allievo e protetto.» dice la Dea, dall’entusiasmo mi alzo all’inpiedi e mi chino.
«Grazie mia Dea per questa opportunità. – dico e poi alzo lo sguardo – Dica una parola e sarà il mio nuovo occhio di Ra, non sarò più Shepseskaf-Ë, ma sarò chiunque lei voglia.» dico determinato per fargli capire che di me si può fidare.
«Non c’è bisogno… mi basta la tua determinazione.» mi risponde la Dea, a quella frase rimango di stucco e la Dea si congeda.
«Shepseskaf prendi lo scrigno e seguimi.» dice Kjell andando.
«A-aspetta!» esclamo, prendo la cassa e lo seguo.
Siamo nelle scalinate, già il primo templio, quello con il totem dei pesci, l’abbiamo superato.
Kjell cammina veloce.
«K-Kjell aspetta.» dico riuscendo a malapena a seguirlo.
Egli si ferma e si tgira furibondo verso di me.
«COME HAI OSATO AD ESSERE COSÌ MALEDUCATO CON LA DIVINA ATHENA?! Sei stato fortunato che ti ha graziato! Ma non osare a giocare più così con la Dea.» mi rimprovera il guerriero.
Rimango allibito da quella sfuriata, ma non lo potosso biasimare.
 
Arriviamo al templio dell’Acquario; è grande e rotondo, sul giardino c’è una grande fontana e sopra il templio c’è una piccola abitazione.
«Io dormo nei piani alti, ti metterai nella stanza vicino alla mia.» mi dice Kjell entrando nel templio.
Entrando nel piano inferiore non vedo nulla di particolare, ma solo una grande stanza con delle macerie ed un freddo assurdo.
Kjell va verso delle scale che conducono di sopra.
Entriamo e vedo una stanza spartana.
«Niente a che vedere con le mie stanze regali.» sussurro senza rendermene conto.
«Che hai detto?»
«La tua stanza è molto singolare… è molto diversa dalle stanze del palazzo.» rispondo cercando di non offenderlo.
«Allora, principino, questa è la sua stanza.» mi dice Kjell aprendomi la porta e chinandosi.
Da quel gesto mi sento in imbarazzo e divento rosso; entro.
Da quel che vedo non sembra propri una stanza, ma uno sgabuzzino.
È tutto in disordine, ci sono migliaia di libri ma non solo!
Ci sono diversi vasi, teli, coperte, cuscini, statue ed altro che non capisco; ma nonostante tutto è una stanza molto spaziosa.
«M-Ma Kjell… questa stanza è molto più grande della tua!» esclamo meravigliato.
«Allora?» domanda lui rimettendosi dritto.
«La dovresti avere tu!»
«Ma non mi serve. - dice ironico ed entra nella stanza – La dovremmo sistemare…» continua il ragazzo, non capisco se è ironico o meno.
Lo seguo ed iniziamo a sistemarla.
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE
CIAO RAGAZZI!!!
Eccomi col secondo capitolo di questafan-fiction!
Già in questo capitolo sappiamo che Kjell è il Saint dell'Aquario e facciamo anche conoscenza degli altri Gold.
Come avrete notato sono pochi i Gold Saint ed è stata una cosa voluta... non mi domandate perchè, perchè non lo so xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi perdoniate gli errori ^^
Per quealisiasi curiosità, recenzione o domanda basta solo scrivere una recenzione o contattarmi per messaggio privato xD


XOXOXO MIZU RYU



 

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Capitolo 3
*** Gli Allenamenti ***


È l’alba di un nuovo giorno, i primi raggi del sole entrano nella mia stanza e mi sveglio.
Mi alzo, vado verso la finestra e mi seggo là.
«Chissà come l’avrà preso mio fratello?» mi domando tra me e me.
Qualcos’altro attira la mia attenzione, mi sporgo un po’ di più e vedo Kjell che si allena.
È nel giardino dietro il templio, ha la toga che copriva il busto levata.
Ha tutti i muscoli in tensione, sembrano molto più grossi di ieri… può essere per via del sudore che gli gocciola sopra, ma mi sembra vedere qualcosa di strano in lui.
Kjell mi nota, si ferma e mi saluta con la mano.
Mi raddrizzo e ricambio il saluto.
«C’è un po’ di latte di capra vicino al tuo letto.» mi dice... l’amico?
Non so neanch’io come definirlo… ormai è da circa quattro giorni di sole che sono partito (3 di barca ed uno che sono ad Atene) e non so neanche come definire lo straniero… l’ho seguito senza sapere niente… è stato Kall a consigliarmi e l’istinto a spingermi a fare questo viaggio… forse è ancora presto per pensare se siamo amici o meno.
Bevo il latte e scendo.
«Eccomi!» dico uscendo dalla porta sul retro.
«Ti sei svegliato abbastanza tardi.» mi dice il ragazzo… ragazzo? Sembra un po’ più grande di me… non me ne sono accorto prima!
«K-Kjell senti… quanti anni hai?» domando cambiando discorso.
«Ho 25 anni. - mi risponde basito – Perché?»
«Sembra un po’ strano ma… ma me ne sono accorto solo ora che sei un ragazzo un po’ più grande di me.» dico arrossendo.
«Perché tu quanti anni hai?»
«Ventidue.» rispondo.
Dopo un po’ di silenzio Kjell rompe il ghiaccio.
«Ci alleniamo?» mi domanda ed io annuisco.
Ci iniziamo a lanciare calci e pugni, fin da subito percepisco che lui è nettamente più forte di me, ma non mi demoralizzo.
Kjell mi lancia un pugno che mi scaraventa contro una colonna.
L'impatto con l’oggetto mi fa addirittura sputare sangue dalla bocca, con il palmo della mano mi pulisco.
Mi alzo e ci vado contro, ma Kjell con un altro pugno mi fa volare in aria, salta e con un calcio mi fa precipitare.
Sento qualche costola rompersi, non riesco a rialzarmi.
«Kj… Kjell basta…» cerco di dire.
Vedo il ragazzo davanti a me.
«Ti devi allenare, questo non è niente a confronto dei tuoi nemici futuri.» sento dire e svengo.
 
Apro gli occhi, vedo che sono nella mia stanza. Cerco di mettermi comodo, ma una fitta mi fa piegare.
«Finalmente ti sei svegliato.» dice Kjell entrando in stanza con delle bende in mano.
«Sono messo così male che mi devi mummificare?» dico ironico.
Il ragazzo rimane serio e si inginocchia davanti a me, e mi leva le coperte.
Vedo che ho tutto l’addome fasciato, da quella visione rimango sbalordito; pian piano che il ragazzo mi leva le bende vedo che esse vanno scurendosi.
«Da quanto tempo ho dormito?» domando.
«Non parlare, così ti farai meno male.» mi risponde il guerriero.
Finalmente toglie tutte le bende, ma ciò che vedo mi sconvolge!
Ho un taglio a forma di X sul lato sinistro.
«Ma cos-» dico, ma un dolore lancinante mi fa urlare facendomi interrompere la frase.
«Ti ho detto di non parlare! – esclama lui adirato e mettendomi un pezzo di legno tra i denti – Ora se ti fa male mordi il legno, sarà per pochi secondi.» dice Kjell e mi cambia il bendaggio.
Appena mi mette quello nuovo si macchia subito di rosso.
«Hai ancora la cicatrice fresca, anche dopo una settimana.»
UNA SETTIMANA?! Ho dormito realmente per così tanto?!
Appena finisce di fasciarmi mi toglie il pezzo di legno.
«Ora puoi parlare.»
«Perché ho questa cicatrice?! Prima non l’avevo!» esclamo.
«Ti ho rotto una costola ed è uscita. Ci sono andato un po’ pesante.» dice mettendo le bende da un’altra parte.
«UN PO’ PESANTE?! – urlo furibondo – HAI RISCHIATO DI UCCIDERMI!»
«Ora calmati che se no tutto il mio lavoro sarà stato inutile.» dice calmo.
«Sei per caso un curatore?» domando cercando di calmarmi.
«Lo sai che cos’è un Saint?» mi domanda Kjell sedendosi di fronte a me.
«No.» rispondo schietto.
«I Saint sono dei guerrieri speciali che utilizzano le forze fisiche per proteggere la Divina Athena da cui le è stata donata la Terra da suo padre, Zeus. Ella, seppur essendo la Dea della strategia militare, odia le armi ed ai suoi Saint gli ha concesso delle particolari armature chiamate Cloth. Le Cloth sono in totale 88, ognuna protetta da una costellazione ben precisa.
I Saint seguono una scala gerarchica ben precisa. Alla base ci sono i cadetti cioè coloro che si allenano; i Bronze Saint, ognuno di loro ha con se una Bronze Cloth, sono in totale 48; i Silver Saint, che ognuno indossa una delle 24 Silver Cloth; infine i Gold Saint di cui ognuno indossa una Gold Cloth e sono 12.»
«Allora tu sei un Gold Saint?» domando.
«Si, e questa è la mia dimora.» mi risponde il Saint.
«Ma se come dici i Gold Saint sono 12 perché ci sono 13 Gold Cloth?»
«Perché, Shepseskaf, devi sapere che esiste una quarta categoria… comprende 4 Cloth che generalmente entrano in una delle categorie precedenti, ma in realtà sono fortissimi. C’è la Cloth di Phoenix, la Cloth di Altar, la Cloth di Owl e la Cloth di Ophiuchus.» mi risponde il Saint.
«Ed uno come può capire da che costellazione è protetto?»
«Lo sceglie il Cosmo quando si nasce.»
«Allora tu sei un Gold Saint… da che costellazione sei protetto?» dico guardandolo negli occhi.
Kjell si alza e ritorna con il suo scrigno.
Lo apre e vedo il totem.
«Questa è la Gold Cloth di Aquarius, sono protetto dalla Costellazione dell’Acquario.» mi risponde il ragazzo.
«Allora io da che costellazione sono protetto?» domando sempre più eccitato sull’argomento.
«Ahahahahah! Ma sei ancora un cadetto!» mi risponde ridendo ed io metto il broncio.
«Allora è per questo che mi stai addestrando? Poiché diventi un Saint?»
«Sei sulla buona strada per esserlo… ma adesso riposati.» mi risponde Kjell, si alza e si gira per andarsene.
«Aspetta! – esclamo facendolo fermare e girare – Per quello che mi hai fatto non ti perdono, mi vendicherò.» dico guardondolo serio.
Kjell ride e se ne va, chiudo gli occhi e mi addormento.




ANGOLO AUTORE
Buon pomeriggio miei lettori!
Eccomi con un nuovo capitolo di questa Fan-Fic.
Seppur corto come vi è sembrato?
Inizialmente doveva essere molto più lungo ma l'ho tagliato a metà trasformandoli in 2 capitoli, mi sembrava troppo lungo un capitolo di circa 5 pagine xD
Comunque, spero che vi sia piaciuto e che mi perdoniate gli errori di grammatica ^^

XOXOXO MIZU RYU

 

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Capitolo 4
*** SCORPIO! ***


Passa una settimana prima che mi possa rialzare.
È sera, devo aspettare la mattina successiva per gli allenamenti perciò decido di uscire all’insaputa di Kjell.
Sento delle voci in lontananza.
«Ma sono voci femminili.» sussurro e corro per vedere chi è.
Attraverso il templio dei pesci e la casa del sacerdote (riuscendo a non farmi scoprire).
Arrivo alla statua di una grande donna, sarà una divinità, alla destra tiene una persona alata ed alla sinistra uno scudo.
Abbasso lo sguardo e vedo Athena che parla con un’altra persona.
«Athena!» sussurro e mi nascondo dietro una colonna e sento la loro conversazione.
«Sei sicura di quello che stai dicendo?» domanda la Dea seria e preoccupata.
«O divina Athena io, Partita di Owl, mi sono mai sbagliata? Sono il suo Saint più fidato.» risponde l’altro, è una donna!
«Non sto mettendo in dubbio le tue parole… però ho paura di quello che potrà succedere.» dice la Dea stringendo il suo scettro.
«Oh sorella…»
Sorella?! La Dea Athena ha una sorella?! Può essere vero? La persona che si fa chiamare Athena è realmente una Dea?
«Scusami… Sephora… non ci riesco a chiamarti in un altro modo.» dice la Dea.
Sephora? Non ce la faccio più!
«Che cosa significa tutto questo?!» domando uscendo dal mio nascondiglio.
Vedo le due donne sbalordite dalla mia presenza!
La Saint ha una Cloth totalmente bianca, ha lunghi capelli neri e dei bellissimi occhi cerulei.
«Tu non devi essere qua!» dice la Saint dopo pochi secondi di gelante silenzio.
«E voi due chi siete? Degli impostori?» domando a tono.
Leggo negli occhi delle due ancora più stupore.
«Che intendi?» domanda ancora una volta la Saint.
«Che intendete con sorelle?» domando tagliando corto.
«Vieni Shepseskaf-Ë…» mi dice la Dea ed io, un po’ titubante, obbedisco.
«Se non è troppo vorrei chiederle la verità.» dico inginocchiandomi appena sento un forte Khi emanato dalla donna.
«Io sono la Dea Athena, o per meglio dire che sono la sua reincarnazione.»
«Reincarnazione?» domando.
«Fin dai Tempi Mitologici la Dea Athena ha combattuto contro il male per salvare la terra ed i suoi abitanti, ma dopo l’ennesima Holy War ho deciso di reincarnarmi per essere anche più vicina ai miei Saint; così ogni 200 anni circa mi reincarno in diverse donne… io in realtà mi chiamo Sophia.» mi confessa la Dea a testa bassa.
«Allora perché vi fate chiamare diversamente?»
«Perché è così… - mi risponde Sephora – ci sono alcuni Saint che hanno degli appellativi diversi dal loro vero nome, ad esempio, ogni Saint di Taurus adotterà il nome di Aldebaran.» mi spiega Owl.
«Qui tutti sanno chi siamo.» mi risponde semplicemente la Dea.
«Allora perché io non sapevo niente?» 
«Perché non sei un Saint.» mi risponde Owl.
«Dimostrami che sei Athena! Se sei realmente la Dea a cui sto donando la mia vita in cambio dimostramelo!» dico determinato.
La ragazza con i capelli lilla si avvicina a me.
«D’accordo.» mi risponde la divinità, mi mette un dito in fronte e da quel tocco escono dei fasci di luce accecante.
Nella mia mente passano le immagini della mia vita, da quando sono nato ad adesso.
Poi… tutto si arresta quando i fasci di luce si spengono.
«Ho levato le catene che imprigionavano il tuo Khi.» mi dice la Dea levando il dito.
«Divina Athena!» dice Kjell seguito dagli altri Gold Saint.
Il mio sguardo si perde nel vuoto, sento la mia testa svuotata ed il mio corpo leggero.
«Che cosa avete fatto, Athena?» domanda Shi.
Non sento più il mio corpo e cado in ginocchio.
«Gli ho solo sbloccato gli altri sensi… ora anche lui potrà essere uno di voi.» sento dire dalla Athena e svengo.
 
Riapro gli occhi, sono di nuovo nella mia stanza.
Quando me ne accorgo mi metto subito a sedere.
«Perché… perché sono svenuto?» mi domando.
«È stata Athena…» mi risponde una voce, mi giro e vedo Elzir appoggiato alla parete.
«E-Elzir… Pa-parli di Sophia giusto?» domando ancora rimbambito.
«Allora è vero… - mi risponde il Saint avvicinandosi – Athena ti ha raccontato tutto.»
«Che cosa… che cosa mi ha fatto?» domando e lui si ferma accanto al mio giaciglio.
«Ora potrai essere anche tu un Gold Saint.» mi risponde Kjell entrando in stanza.
«Che intendi?»
«Ti ha sbloccato gli altri sensi…» mi risponde Elzir.
«Oltre i cinque sensi gli esseri umani possono padroneggiare altri sensi… - mi inizia a spiegare l’amico – il sesto senso, chiamato Rokushiki, lo padroneggiano i Bronze Saint e i Silver Saint nella sua piena potenza; il settimo senso, chiamato Manashiki, lo padroneggiano completamente i Gold Saint. Il sesto senso oltre ad un aumento di forza e di velocità, ha anche la consapevolezza del proprio Cosmo interiore e riesce a comunicare con la mente…» mi spiega Kjell.
«Il settimo senso praticamente è solo un aumento netto della forza e della velocità.» taglia corto Elzir.
Li guardo non capendo niente.
«Ho capito scendi che ti mostro tutto.» dice Kjell scendendo e Elzir dietro di lui.
Ci troviamo nel giardino.
formiamo un triangolo, davanti ad Kjell ed ad Elzir ci sono i loro scrigni dorati.
«Vieni a me Sacra Gold Cloth dell’Acquario: Acquarius!» dice Kjell, lo scrigno si apre e l’armatura si compone su di lui.
«Vieni a me Sacra Gold Cloth della Bilancia: Libra!» dice anche Elzir e la sua armatura si ricompone su di lui.
Li guardo non capendo le loro intenzioni.
«Ogni cosa è fatta di atomi, questi atomi sono vicini tra di loro e se ci si riesce a romperli o a padroneggiare i loro movimenti senza aiuto di strumenti stai utilizzando il sesto ed il settimo senso.» mi spiega Kjell.
«Oppure puoi correre veloce così.» dice Elzir, ma non lo vedo più di fronte a me, mi giro e lo vedo.
Ma una cosa attira ancora di più la mia attenzione, LA NEVE!
«Questa è neve? Ma in questo periodo dell’anno?» domando allibito.
«Questo è il mio potere.» dice Kjell, mi giro verso l’amico e lo vedo che in una mano ha una sfera bluastra.
«Anch’io ci voglio riuscire!» dico tutto eccitato.
«Anche tu sei un Saint, l’ho capito quando ti ho visto.» mi dice Libra; nella mia mente mi riaffiora quel momento in cui egli mi ha detto “Sei un protetto dalle stelle”.
«M-Ma non ho nessuna Cloth!»
«Non è vero… vai a prendere lo scrigno che ti ho fatto salire.» mi risponde Kjell.
In un primo momento rimango allibito, ma subito dopo corro e lo vado a prendere.
«È qua.» dico posando lo scrigno sul prato.
Kjell lo apre e vedo in totem di uno scorpione, uno scorpione dorato.
«Allora sarei il Gold Saint di Scorpio?» domando e vedo i due che annuiscono.
«È il momento che la indossi, ora toccala e dì “Vieni a me Sacra Gold Cloth dello Scorpione: Scorpio!”» mi dice Kjell, eseguo i suoi ordini e vedo che il totem si scompone e si ricompone su di me.
«Gli sta bene.» dice Elzir, sono stupefatto.
«Sembra fatta su misura.» dico guardandomi.
L’armatura è leggerissima.
«Ora ti dovremmo insegnare le tue mosse.» mi dice Kjell.
«Mosse?»
«Si… come lo Scarlett Needle e roba del genere.» mi risponde Elzir.



ANGOLO AUTORE
Ciao bella gente! Eccomi con un nuovo capitolo!
In questo capitolo si scopre di che Saint è il protagonista.
Spero che vi piace e che mi perdoniate gli errori ^^

XOXOXO MIZU RYU

 

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Capitolo 5
*** Heart Goes On ***


Ormai è passata una settimana da quando ho iniziato ad indossare la Gold Cloth.
È la prima volta che passo una giornata nel templio dello Scorpione.
È bello, è un luogo molto grande però è un po’ triste.
Mi c’ero abituato alla compagnia di Kjell, scherzavamo e ridevamo insieme.
Però a consolarmi c’è Elzir che è al templio prima del mio.
«Yo Shepseskaf!» sento dire, mi giro e vedo Elzir.
«Elzir!» dico vedendolo.
«Come va?»
«Diaciamo…» dico francamente sedendomi su uno dei scalini.
«Ti senti solo, vero?» mi domanda l’amico sedendosi accanto a me.
«Si…»  rispondo annuendo.
«Anch’io mi sono sentito così la prima volta che sono stato alla Casa di Libra.» mi confessa il compagno guardando il cielo limpido.
«In che senso?» domando guardandolo.
«Sai io ho passato la maggior parte della mia vita qui al Santuario. Mi aveva preso il Pope una serata piovosa; ero rimasto da poco orfano… i miei genitori erano stati uccisi nella Holly War precendente.» mi risponde il Saint.
«Holly War?»
«Si… circa ventiquatr’anni fa c’è stata una Holly War tra i Sant e i guerrieri del Dio Guan Yu, un Dio cinese, i Déshèng che avevano distrutto il mio villaggio… si trovava poco lontano da Sparta. Il Pope mi trovò che piangevo, mi ha preso sotto la sua ala e mi ha educato per diventare un Saint.» mi racconta Elzir.
 «Ma a quanti anni sei diventato un Saint?» domando curioso più che mai.
 «Quanti anni avevo? Bhè adesso ne ho 31… bla bla bla diciamo a 10 anni.» mi risponde.
Ha trentun’anni?! Cioè mi sta prendendo per il culo?! Posso capire Kjell che ha quasi la mia età ma lui! Sembra mio coetaneo!
«Invece gli altri?» domando incuriosito.
«Kjell ha 25 anni ed è un Gold Saint da circa 10 anni, Shi ne ha sui 20 ed è un Saint da circa 10 anni ed Hardik non so quanti anni abbia, ma ho sentito dire che ha appreso il settimo senso all’età di 5 anni.» mi spiega il guerriero.
«Giovane.» dico ridendo riferendomi ad Hardik.
Ci mettiamo a ridere finchè non mi alzo.
«Dove stai andando?» mi domanda l’amico.
«Sei pazzo se io passo la notte da solo qua!» dico ridendo e me ne vado.
 
I giorni passano e l’amicizia tra me, Kjell ed Elzir si rafforza di più.
Inizio a conoscere meglio gli altri Gold Saint e anche Owl.
E così, dopo un intero anno di allenamenti e di premonizioni sono diventato definitivamente un Gold Saint.
 
È sera, è la mia prima notte nel mio templio.
«È strano stare solo qua.» dico rimanendo davanti all’entrata e guardando nelle viscere del montone appena sacrificato.
«Credo che ti ci dovrai abituare.» sento dire da una voce femminile, mi giro e la vedo.
«A-Athena! - dico sorpreso – Che… che ci fa lei qua!» continuo inginocchiandomi, ignorando le mie mani sporche di sangue.
«Volevo prendere un po’ d’aria fresca.» mi risponde la mia Dea.
«Le consiglio vivamente di ritornare nelle sue stanze.» dico tenendo la testa bassa.
La Dea inizia a ridere e rialzo la testa.
«Shepseskaf-Ë ti puoi rialzare.» mi dice la Dea ed io obbedisco.
«Come mai sta ridendo?» domando non capendo la sua risata.
«Sei cambiato molto da quando sei venuto qua… è passato più di un anno.» mi risponde la Dea.
«Ha ragione, è passato più di un anno, grazie a lei sono diventato più forte e-» dico, ma qualcos’altro attira la mia attenzione, sento qualcosa di funesto.
«Lo stai sentendo anche tu?» mi domanda Athena.
«Che… che cos’è?» domando spaventato.
«È una forza malvagia che si è insediata in Egitto… ora è diventata molto più forte.»
«Forte? Da quanto tempo la sente?» domando guardando la Dea.
«È da quasi un anno che sentiamo questa presenza, ma solo ora sta diventando più forte.» mi risponde Kjell.
«Allora lo sentivate tutti?» domando quasi arrabbiato.
«Si, ma tu dovevi pensare ai tuoi allenamenti… solo ora riesci a sentirlo perché il tuo Cosmo si è rafforzato.» mi risponde Kjell.
«Ora sei pronto… domani mattina tu, Kjell ed Elzir andrete in Egitto.» ordina la Dea.
«Ma… Sophia… almeno lei sa che cos’è?» domando preoccupato.
«Un Dio funesto sta cercando di corrompere il bene del mondo… dovete cercare di fermarlo.» mi risponde la Dea.
«Allora andiamo tutti a letto… prima si dorme e prima Ra farà sorgere il sole.» 
Tutti se ne vanno, ma io mi trattengo ancora un po’.
Continuo la mia premonizione, non vedo niente di strano nel montone.
Cosa buona, vuol dire che domani la missione in Egitto andrà benissimo.
Esco le mani dal ventre, me le lavo.
«Che… che cos’è?» domando guardando la gamba anteriore dell’ovino.
Ha un morso di… sembra di un coccodrillo…
«Spero che non sarà niente di brutto.» dico speranzoso andandomene a dormire, ma lo so… nel profondo del mio cuore so che quel morso simboleggia qualcosa di cattivo.
 
 
 
 
 
 
 ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi!!! Eccomi con un nuovo capitolo (che stavo dimenticando di pubblicare).
Spero che vi piaccia ^^

XOXOXO MIZU RYU

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Capitolo 6
*** La Verità ***


Il sole del terzo giorno è ormai alto nel cielo e noi siamo sulla prua, indossiamo le nostre Cloth,
Parliamo.
«Ho paura per mio fratello.» dico preoccupato.
«Fratello?» domanda Elzir.
«Mi ricordo che quando ci siamo conosciuti mi avevi parlato di tuo fratello.» mi dice Kjell.
“Io sono il fratello del faraone ed il suo primo consigliere, mi chiamo Shepseskaf-Ë”
Quella frase mi balena in mente.
«Mio fratello è più grande di me di pochi anni, siamo sempre stati uniti… anche quando combinavamo dei guai.» dico ridendo dei ricordi del passato.
«Credi che lui c’entri qualcosa con quello che avvertiamo?» mi domanda l’amico.
«Non lo so… so solo che prima di partire gli avevo predetto che sarebbe accaduto qualcosa di funesto…» confesso.
«Allora eri un sacerdote prima di andare in Grecia?» mi domanda l’egiziano.
«No… - dico sorridendo – ero il gran consigliere.» rispondo.
Nessuno al Santuario sapeva, prima d’ora, che io faccio sacrifici per avere predizioni… non mi hanno neanche domandato prima di partire perchè stavo guardando dentro un montone.
Ad un certo punto sentiamo la barca barcollare.
Ci alziamo cercando di non cadere.
«MA CHE COS’È?!» sentiamo urlare ad uno dei marinai.
Ci guardiamo tutti e tre; non capiamo il motivo di quella marea.
«Guarda!» esclama Elzir indicando il cielo.
Vediamo uscire dall’acqua un guerriero, ha un’armatura simile alla nostra, ma è nera e dorata.
«Dunque voi tre siete i stranieri che sono arrivati dalla Grecia…» ci dice il guerriero, ha un'armatura semplice ma noto che ha il copricapo somigliante a un coccodrillo.
«Chi sei tu o guerriero misterioso.» domando mettendomi di fronte ai due.
«Io sono Sobek di Crocodile, tu straniero chi sei?» mi dice il nemico presentandosi.
«Io sono Shepseskaf-Ë di Scorpio; Gold Saint di Athena, Dea greca della saggezza e della strategia militare. Sono anche il fratello del faraone: Ramses-Ä.» dico presentandomi.
Vedo che il nemico borbotta qualcosa e scompare in una palla d’acqua.
Tutta l’agitazione delle acque si placa e la nave ritorna a navigare.
 
Arriviamo al porto, prendiamo dei cammelli e ci dirigiamo dal faraone.
Si aprono i portoni della sala grande, appena si aprono vediamo una decina di snelle ballerine danzare intrecciandosi con il loro nastro rosso.
Avanziamo.
Tutti ci guardano, schiavi e nobili.
Era da tanto che non mettevo piede in quel reggia, mi guardo intorno.
È TUTTO COME PRIMA!
Le colonne di marmo bianco, i disegni sulle pareti, tutto!
Non è cambiato niente da quando me ne sono andato.
Una soave canzone accompagna i miei passi mentre ci guardiamo intorno.
Solo una cosa è cambiata…
Vedo il faraone.
Egli si alza e, quando ci vede, sorride.
Ci fermiamo tutti e tre a qualche metro di distanza da lui, io sono di davanti, i miei amici si inginocchiano ed io li seguo; al nostro inchino le ballerine e la musica si fermano.
Percepisco il faraone che si alza e avanza.
Ad un tratto mi sento prendere per le spalle, mi alza e mi stringe.
Il faraone mi sta abbracciando.
«Shepseskaf da quanto tempo!» esclama il faraone ridendo.
«Ramses!» esclamo ridendo anch’io.
«Da quanto tempo!» mi dice lasciandomi.
«Non ci vediamo da più di un anno.» dico allontanandomi di qualche passo.
«Come stai?» mi domanda felice.
«Tutto bene.» dico tagliando corto.
Mio fratello mi fa cenno di andare nella stanza adiacente.
«Vedo che sei diventato un soldato.» dice serio il faraone appena le porte si chiudono.
Siamo soli nella stanza, quest’ultima ha una balconata che da per l’Egitto.
«Saint… sono un Saint della nobile Dea Athena.» preciso.
«Athena? Divinità della Grecia, come mai?» mi domanda serio.
«Mi sono messo a sua disposizione e lei mi ha accettato come suo Saint.» gli spiego.
«Che ci fate qua? Per quanto rimanete?» mi domanda il faraone.
«Ho chiesto il permesso di rivederti e gli altri due sono venuti per accompagnarmi.» rispondo mentendo.
«Allora rimanete qua per almeno 3 giorni, soggiornerete al palazzo.» mi offre il faraone, anche se penso che non è una offerta ma una affermazione accetto.
Ritorniamo dagli altri.
Le schiave ci conducono ai nostri alloggi, io ho la mia vecchia stanza ed i miei amici vanno in uno dei tanti alloggi.
Mi guardo intorno mentre cammino per la mia stanza, tutto è come prima… ma… ma qualcosa mi sembra che non va… i miei vecchi amici!
Yasmin, Kall e Huang!
Non li ho visti… forse dovrei dire che non li ho riconosciuti… d’altronde, anche se è passato un anno, io e mio fratello siamo cambiati di molto.
Apro l’armadio e vedo i miei vecchi abiti, mi svesto dalla Cloth e mi preparo per il bagno.
 
Poso lo scrigno vicino alla vasca, mi denudo ed entro.
L’acqua è calda.
«Da quanto non entravo in questa calda vasca…» sospiro rilassandomi.
«Allora questo è il bagno.» sento dire mentre si apre la porta, mi giro e vedo che sono i miei amici.
«Ragazzi!» esclamo vedendoli.
Anche loro posano i loro scrigni e mi raggiungono in vasca.
Ci rilassiamo tutti insieme.
“Ragazzi… - sento la voce di Kjell che ci parla telepaticamente – fate finta di niente… non mi fido di questo luogo perciò preferisco parlare tramite il sesto senso.” ci dice Aquarius.
“Allora non ero l’unico… ho avvertito qualcosa di strano appena entrato nella mia stanza… all’inizio pensavo che era per via dei miei vecchi amici invece non è così” dico rispondendo all’amico.
“Penso che il problema sia il faraone.” ci confessa Elzir.
“Mio fratello? Dici che sia realmente lui?” domando guardandolo.
No… non ci posso credere!
Realmente stiamo dubitando di lui?
REALMENTE STO DUBITANDO DI LUI?!
Io e mio fratello ci siamo sempre difesi, ma hanno ragione… anch’io ho sentito qualcosa di strano nel mio fratellone.
“Ragazzi dobbiamo stare ben attenti… neanch’io mi fido del faraone… stasera, a cena, guardatemi… se vedete che mangio vuol dire che non c’è veleno.” ci dice Kjell.
“Pensi… pensi che mio fratello voglia ucciderci?” domando allibito ed incredulo.
Non ci posso credere, questa cosa sta andando troppo oltre!
Devo ribattere.
“Non lo so… ho avvertito qualcosa di oscuro…” mi risponde l’amico.
“Anch’io…” risponde l’altro.
Kjell mi guarda, vede che sono agitato.
Aquarius non mi dice niente, ma con lo sguardo capisco che cerca di tranquillizzarmi.
Continuiamo a parlare finché non finiamo di lavarci, ci asciughiamo con i strofinacci di lino e ci vestiamo.
Andiamo a cena, ci sediamo.
Il faraone è a capo tavola, io sono alla sua destra e Kjell alla sua sinistra seguito da Elzir.
Prima di iniziare a mangiare guardiamo Kjell per sapere se il cibo è avvelenato o meno e, dopo aver capito che niente era avvelenato, iniziamo a mangiare.
Parliamo, ridiamo, facciamo finta di niente…
Ritorniamo tutti nelle proprie stanze, mi chiudo la porta alle spalle e faccio un respiro profondo.
Mi appoggio alla finestra e guardo la luna, vedo che è piena… anzi no!
«È nella fase izayoi…» sussurro vedendo che la luna sta iniziando a diventare calante.
Mi balenano le parole di Shi quando ho visto per la prima volta la fase izayoi al santuario…
“Quando la luna supera il suo massimo, da luna piena inizia a calare e quell’alone di oscurità che si vede all’inizio si chiama izayoi… questa fase di luna si chiama così nella mia lingua.”
Ma qualcosa cade, corro subito a vedere.
È… è una donna!
«Hey! - esclamo andando a soccorrerla – ma tu sei…» dico allibito e disgustato.
«Shepseskaf…» geme la donna.
«Yasmin!» esclamo riconoscendola.
È… è diversa… non è per via della caduta!
È nuda, ha diverse cicatrici in tutto il corpo, ha diverse dita della mano staccate, le gambe sono rotte in diversi punti, ha un occhio fasciato con una benda intrisa di sangue e ha il seno sinistro tutto pieno di tagli e grafi.
«Yasmin! Che… che cosa ti hanno fatto ?!» dico inorridito.
«È-È stato il faraone…» sussurra lei.
«Ramses-Ä?» dico inorridito.
«Da quando te ne sei andato tu… il faraone è cambiato… è diventato… – dice, ma si ferma poichè deve tossire sangue – è diventato sanguinario… a Kall lo ha fatto sbranare dai coccodrilli dopo avergli rotto le braccia e gambe, gli ha detto di conquistarsi la vita lottando contro essi… a Huang, visto che si comprendevano poco, gli ha tagliato la lingua… gliel’ha fatta mangiare e lo ha… lo ha… - cerca di continuare la frase, ma sputa altro sangue e denti – lo ha fatto accoppiare da cani in calore, quando lo hanno ritrovato era morto sbranato e pieno di seme.» mi confessa l’amica, quelle sue parole mi innorridiscono…
Mio fratello è realmente l’artefice ? Il mio caro fratello?!
«Yasmin e tu?» domando semplicemente mentre le lacrime mi rigano il volto.
«Mi ha reso una schiava sessuale, sua e degli altri nobili, degli altri schiavi. All’inizio ero solo del faraone, ma quando si è stufato di me… lui… lui… mi ha usata per gli altri… per i più depravati… c’era chi piaceva mordere fino a farmi sanguinare, chi graffiare, chi rompere le ossa con dei bastoni, chi levare la mia femminilità… alcuni mi calciavano sul pavimento  - mi confessa l’amica piangendo – mi ha tenuta segregata e quando doveva far divertire gli altri mi faceva strisciare fino al salone e mi faceva fare quelle cose… quando uscivo incinta mi strappavano il feto a mani nude davanti a tutti, non puoi capire… è un atto doloroso e sanguinario. – quelle parole… quelle cose così disgustose mi fanno quasi vomitare, ma devo essere forte - Shepseskaf… tuo fratello non è più il vecchio Ramses-Ä…» dice la donna esalando l’ultimo respiro.
Adesso Yasmin aveva smesso di soffrire.
Le lacrime mi bagnano il volto.
Allora Kall e Kjell avevano ragione, mio fratello è l’artefice!
Questo non è il tempo di piangere, l’Egitto… il mio regno soffre e io lo devo liberare!
Chiudo gli occhi alla mia amica e corro verso il mio alloggio, indosso la mia Cloth, ma vengo fermato nel corridoio da un nemico.
«Chi sei?!» domando vedendo quel guerriero col l’armatura d’oro e nera, come quello della barca.
«Sono Asyut di Upuaut.» dice il nemico presentandosi, ha l’armatura a forma di sciacallo.
«Che ci fate qua?!»
«Noi siamo i Death Warrior, i guerrieri che indossano i Godness, armature a servizio degli Ogdoade.» dice Asyut presentandosi.
«N-No… non… non ci posso credere!» dico incredulo.
«Dovrai invece!» dice il Death Warrior attaccandomi.
Il suo pugno mi colpisce in pieno stomaco e mi piego in due dal dolore, se non avessi avuto la mia Gold Cloth sarei morto.
Un calcio mi colpisce il fianco e mi scaraventa nella parete.
«Avevo sentito che i Gold Saint, situati nella casta più alta dei Saint, erano invincibili.» dice il nemico deridendomi.
Mi rialzo.
«A-Ancora non ho sfoderato la mia mossa vincente.»
«Ora sarai finito dal mio Death Arrow.» mi dice il nemico preparando l’arco e freccia.
«Questo lo vedremo.» dico e l’unghio della mia mano destra si allunga e si tinge di un rosso scarlatto.
«DEATH ARROW!» dice il nemico scoccando la freccia.
«Prendi questo! SCARLETT NEEDLE!» esclamo anch’io infliggendolo con le quindici punture dello scorpione, mentre la sua freccia mi colpisce la gamba.
Il nemico cade a terra.
Corro verso i miei amici, vedo che hanno sconfitto anche loro un nemico.
Ma è Sobek di Crocodile!
«Ragazzi! – esclamo dando poco conto al nemico sconfitto – Avevate ragione, mio fratello è la causa di tutto!» dico preoccupato.
«Me lo immaginavo…» dice Kjell.
«Come lo sapevi?» domando.
«Da quando l’ho visto per la prima volta sentivo un Cosmo negativo nonostante cercasse di camuffarlo.» mi risponde l’amico.
Un terremoto scuote il palazzo, cerchiamo tutti di non cadere.
«Andiamo!» ordina Elzir correndo.
«Se stai cercando mio fratello è dall’altro lato…» dico indicandogli la strada giusta, lui ritorna indietro andando nella parte giusta.
Prima di iniziare a correre Kjell mi mette la mano sulla spalla.
«Non ti preoccupare Kjell… quell’essere non è mio fratello… ora andiamo.» dico all’amico cercando di farlo tranquillizzare.
«Qualsiasi cosa accada io ti aiuterò.» cerca di confortarmi l’amico.
«Kj-Kjell…» dico ma l’amico mi interrompe.
«Cerchiamo di rimanere in vita, perché dopo la guerra ti devo dire una cosa importante.» dice il ragazzo, annuisco ed iniziamo a correre.







ANGOLO AUTORE
Eccomi col nuovo capitolo!
Finalmente si ritorna in Egitto dove si vedono i primi due nemici: Sobek di Cocodrile e Asyut di Upuaut; sono i Death Werrior che lottano per gli Ogdoade.
Come vi è sembrato? Vi è piaciuto?

XOXOXO MIZU RYU

PS: mi stavo dimenticando la parte dove Yasmin racconta la sua storia doveva essere molto più brutta e sanguinosa, ma visto che non volevo cabiare il tag da arancione a rosso ho preferito "allegerirlo" un pò.

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Capitolo 7
*** L'Ultima Lotta ***


Usciamo dal palazzo, vediamo un grande ammasso di nubi nere.
«Fratello!» esclamo guardando quella scena.
«Saint di Athena, - sentiamo dire, è una voce piena di malvagità – mi avete messo i bastano tra le ruote, ora la pagherete!» dice la voce e una luce nera si illumina.
Quando quest’ultima scompare vedo un guerriero.
È mio fratello!
Ha un’armatura, ma come?!
Il copricapo è simile a un Nemes, l’armatura gli lascia fuori i bicipidi ed i polpacci, ai due spallacci ci sono due volti e sui due bracciali altri due volti, dalla cintura parte il Shendyt color avorio ma sotto esso ha la protezione per le cosce.
«Ramses!» esclamo vedendo.
«È inutile che fai così, ormai tuo fratello è cambiato da tanto tempo.» dice il faraone toccando terra.
«Che… che vuoi dire?» domando balbettando.
«Quando te ne sei andato mi ero depresso… mi domandavo perché mai mi hai lasciato solo, ma poi qualcun altro mi ha colto nel suo abbraccio… - dice Ramses guardandomi dritto negli occhi – mi hanno aiutato, cresciuto e fatto diventare più forte…»
«Non mi dire che sono loro...» dico allibito.
«Si sono loro! Gli Ogdoade! Le otto divinità che personificano il Divino Caos. Amon, Amaunet, Nu, Naunet, Eh, Hauhet, Kuk e Kauket mi hanno dato i loro poteri, ora sono più forte di qualsiasi altra divinità; anche più forte del potente Atum o Ra!» risponde mio fratello e si scaglia contro di noi.
Poco prima che egli si schianti al suolo saltiamo, appena la nube di sabbia scompare vediamo che il faraone ci guarda.
«Non vi salverete schivandomi.» dice il nemico.
«Allora se è per questo… - dice Elzir dopo aver toccato terra – ti attaccherò prima io.» dice il compagno scagliandosi contro il nemico.
«È inutile! Death Metal!» dice mio fratello ed un vortice di scaglie metalliche lo travolge.
Menomale che Elzir usa il suo scudo per ripararsi.
Anche io e Kjell ci uniamo alla battaglia.
Ci scagliamo tutti e tre contro Ramses.
Elzir è alla destra di mio fratello, Kjell alla sua destra ed io di fronte.
Iniziamo a lasciargli i pugni e calci, ma lui riesce a pararli tutti.
«Aurora Execution!» dice Kjell lanciandogli il suo colpo, ma Ramses esce illeso.
«Scarlett Needle!» dico, ma il nemico schiva le mie punture.
«Rozan Shoryuha!» esclama Elzir lanciando i suoi draghi d’acqua, ma mio fratello di distrugge subito.
Ci lancia un’onda d’energia che riusciamo a schivare per un pelo.
Ci precipitiamo di nuovo contro di lui, ci scagliamo colpi corpo a corpo ma nessun pugno o calcio riesce a toccarlo.
Io ed Elzir ci guardiamo, facciamo un salto raggiungendo il cielo.
«Tocca a te Elzir!» dico mettendomi davanti a lui.
«Rozanhyakuryuha!» dice il compagno lanciandomi contro il nemico con una miriade di draghi.
Ramses alza il braccio pronto a lanciarmi un’altra sua sfera di energia, ma Kjell riesce a intercettare il suo colpo.
«Koliso!» esclama Aquarius creando dei cerchi di ghiaccio che lo immobilizzano.
«SHEPSESKAF TOCCA A TE!» mi urlano i miei compagni.
«Crimson Needle!» dico scagliandogli il mio colpo.
Lo colpisce!
Il primo colpo in tutta la lotta!
Atteriamo, siamo felici, l'abbiamo colpito!
Però i nostri sorrisi svaniscono come la sabbia che era nell’aria.
Ramses… Ramses non si è smosso da lì!
«Siete riusciti a colpirmi…» dice mio fratello pulendosi il sangue che gli è comparso al lato della bocca.
«Allora lui… lui è realmente un Dio?!» domando allibito.
«Ora assaggerete la mia reale potenza!» esclama il nemico alzando le mani al cielo.
Diventa tutto scuro, delle nuvole color pece si accumulano su di noi.
«State dietro di me!» ci dice Elzir cercando di ripararci con i suoi scudi.
Il faraone ci lancia il suo attacco.
È potente!
Distrugge i scudi della bilancia, l’onda d’urto ci lancia in aria.
«Ragazzi!» esclamo mentre la mia Cloth si frantuma.
L’armatura indistruttibile si è rotta!
Inizio a precipitare.
Mi sento prendere, apro gli occhi e vedo che Kjell mi ha preso (a volo in braccio); abbasso lo sguardo e vedo che sta scivolando su una strada di ghiaccio creata da lui a mezz’aria.
«Stai bene, Shepseskaf?» mi domanda l’amico.
Ritorno in me.
«Cazzo! Guarda! Mi hai preso come se fossi una ragazza, che imbarazzo!» esclamo arrossendo e dandogli pugni sui pettorali.
«Non fare così! – dice rimproverandomi ed io mi fermo – Non è stata una cosa voluta prenderti in braccio in questo modo. Con la Cloth ridotta in questo stato non saresti sopravvissuto alla caduta!»
In quelle sue parole avverto qualcosa di strano, anche lui è rosso.
Sento il cuore battermi forte, uno strano calore mi sale da dentro.
Sento qualcosa di strano, il mio istinto mi spinge a fare una cosa che non ho mai fatto prima… protendo le mie mano verso la sua faccia, chiudo delicatamente gli occhi e mi avvicino…
Quei pochi secondi rallentano, i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza...
E…
Ci baciamo.
Le nostre labbra si uniscono.
Gli attimi sembrano diventare secondi... minuti... ore...
Ci stacchiamo e ritorniamo nella lotta.
«Questa cosa ne parleremo appena tutto è finito.» dico e scendo dalle sue braccia.
Atterro, riesco a malapena ad alzare la testa per vedere il brutto scenario.
Mio fratello che attacca Kjell ed Elzir.
Precipitano entrambi, corro verso di loro e vedo che sono in una pozza di sangue.
Mi giro verso mio fratello.
«Ramses…» sussurro disgustato mentre lo vedo scendere sorridendo.
«Sei rimasto solo tu, Scorpio.»
«Fratello!» esclamo sperando che torni in sé.
«Ti farò vedere la mia forma finale, e dopo avervi sconfitto conquisterò anche la Grecia, la Gallia, la Tracia e tutti i popoli del mondo!» dice mio fratello, no! Il nemico!
Delle nubi nere e sabbia si raggruppano su di lui formando un demone gigantesco.
«Fra-Fratello…» sussurro disperato, ormai non è più il faraone; è un mostro alto centinaia di cubiti.
«Ora ti distruggerò con queste mie mani!» esclama ed un raggio di energia si fionda su di me.
Allora è proprio vero… prima di morire si rivede la propria vita attimo per attimo…
Quegli attimi sembrano lenti e l’attacco mi colpisce.
Spalanca gli occhi, non colpisce me!
«KJELL!» urlo vedendo il cavaliere essendosi preso in pieno da quell’onda di energia destinata a me.
«Kjell… Kjell!» dico avvicinandomi a lui.
La sua Gold Cloth ormai è quasi totalmente distrutta, come lo saranno le sue ossa. Ha ferite su quasi tutto il corpo e sanguina copiosamente.
«Dannati Saint, siete duri a morire!» impreca il mostro creando una sfera di energia ancora più grande.
Tutto intorno a noi inizia a frantumarsi.
«K-Kjell ti prego non morire… - dico ed i miei occhi si riempiono di lacrime – Kjell hai ancora tante cose da insegnarmi, non mi lasciare…» dico piangendo rassegnandomi alla nostra triste fine.
Sento una mano appoggiarmi sulla spalla, mi giro e vedo che è Elzir.
È pieno di ferite, ha il braccio destro rotto, quasi metà Cloth è in frantumi e sanguina dalla fronte.
Elzir mi da uno schiaffo.
«Non piangere. – dice reggendosi appena in piedi – Finché siamo vivi e possiamo lottare, nessuna morte è vana.» mi dice Elzir guardandomi negli occhi.
Ha ragione, sono un Saint di Athena e devo lottare… ancora non è il momento di piangere.
«Sommi Dèi vi prego… datemi un’ultima volta la mia energia! – prego a bassa voce - Kj-Kjell c’è ancora molto che devo imparare… devo diventare freddo come il ghiaccio davanti al nemico… me lo hai detto durante il mio allenamento… adesso ho capito queste tue parole… quel nemico… n-non è più mio fratello…» sussurro e con le labbra mimo una piccola frase…
~ Salverò l’Egitto ~.
A quella frase compare una luce che illumina tutto.
La sabbia sembra oro fuso, guardo davanti a me e compare un’armatura dorata con inserti in nero e blu.
«Ho sentito le tue preghiere ora ti presto la mia forza.» dice l’armatura.
Porgo la mano ed essa si compone su di me.
Il nemico lancia la sua sfera d’energia ed io con un fascio di energia riesco a neutralizzarla.
«Questa è l’armatura del Dio che creò tutto… ora col potere di Atum ti sconfiggerò!» dico alzandomi.
«S-Shepseskaf…» cerca di dire Kjell alzandosi.
«Ragazzi io vado, vi prometto che lo distruggerò.» dico rassicurandoli, spalanco le ali e volo.
L'Ogdoade mi lancia diverse sfere di energia che riesco a neutralizzare facilmente con la mia nuova armatura, ma proprio quando ero a metà strada precipito.
«C-Che… che cosa mi è capitato?» domando rialzandomi.
Ora l’armatura è parecchio pesante!
«L’armatura non ti riconosce…» dice Elzir avendo sulle spalle Kjell svenuto.
L’armatura si smonta e mi spunta il totem del Dio Atum di fronte a me, la maschera del Dio piange, piange lacrime di sangue.
«Che cosa vorrà dire?» domando toccandole.
“Brucia il tuo Khi…” sento dire, ma nessuno parla.
«Chi sei?!» domando allarmanto; forse i troppi traumi subiti mi hanno fuso il cervello.
“Se vuoi sconfiggere il faraone tocca il mio sangue e brucia il tuo Khi fino ai meandri dell’universo “ mi dice la voce del Dio.
«Ardi, mio Cosmo!» dico espandendo il mio Khi dopo aver toccato quel sangue.
I pochi pezzi della Cloth risplendono!
In pochi secondi la mia Cloth ha subito una trasformazione!
È simile l’armatura del Dio.
«La God Cloth…» cerca di dire Kjell.
«G-God Cloth?» domando non capendo.
«La God Cloth è la Cloth nata grazie al sangue di un Dio, pensavo fosse solo una leggenda!» mi spiega Elzir.
«Ora… Vai… - dice Kjell spuntando sangue – sconfiggi Ramses…» dice l’amico ed io eseguo i suoi ordini.
Inizio a spiccare il volo, la nuova Cloth mi fa sentire leggero e potente.
«Credete realmente di sconfiggermi con un pezzo di ferro placcato d’oro?!» dice ironico il nemico.
«Perché noi siamo i cavalieri della speranza e proteggeremo Athena ed il mondo!» esclamo fermandomi.
Il nemico mi lancia una sfera di energia, è grande!
La riesco a bloccare.
«È inutile proteggere una cosa già corrotta e finita in partenza!» dice il nemico cercando di persuadermi.
«Non è vero, tutto si può salvare! Anche se nel mondo succedono cose spiacevoli, ma si possono sempre risolvere!» rispondo.
Sento una strana energia che mi sostiene.
«Anche i momenti bui verranno rischiarati dalla luce della divina Athena.» dice Elzir e capisco che la forza era sua.
«Infondo lei è la divinità che governa e preserva l’umanità dandole speranza e una seconda possibilità!» dice Kjell dandomi anche la sua energia.
Ora mi sento pieno di nuova energia.
Riesco a neutralizzare la sfera d’energia!
«Finché ci sarà Athena a preservare l’umanità la speranza non morirà!» esclamo e mi lancio contro il nemico.
«Scarlett Needle Antares CRIMSON!» dico lanciando il mio colpo più forte.
Dal mio unghio scarlatto escono delle fiamme e prendo totalmente fuoco diventando un fuoco vivo ed entro nel mostro.
 
Sono immerso nel nulla più assoluto, sono nudo davanti a me c’è mio fratello (anch’egli nudo).
«Ramses-Ä!» esclamo ed inizio ad avvicinarmi.
Quando sono abbastanza vicino vedo che intorno a lui volteggiano otto spettri.
Gli Ogdoade!
«Shepseskaf-Ë perché difendi questo mondo?» mi domanda, capisco che sta volta è lui e non un mostro.
«Perché non voglio disperarmi… anche se la corruzione dell’uomo continuerà io… anzi noi faremo di tutto per debellarla, finché saremo insieme ci riusciremo.» gli rispondo.
«Anch’io pensavo di cambiare la storia, ma poi tu te ne sei andato e mi sono ritrovato solo… gli Ogdoade mi hanno fatto vedere la verità.» dice il faraone giustificandosi.
«Hai ragione… ho infranto la mia promessa. Nonostante non fossi solo in questa mia avventura… nonostante i miei compagni mi abbiano aiutato, adesso sono solo con te. Anche se noi umani commettiamo un errore lo potremmo sempre aggiustare, perché siamo umani non divinità; insieme noi due ce la faremo!» dico cercando di persuaderlo.
«Ed il mio errore come lo posso aggiustare?! Ho fatto cose indicibili!» dice controbattendomi.
Ci avviciniamo finché non siamo uno di fronte all’altro.
«Fidati di me, anche se saremo in due luoghi lontani... i nostri cuori saranno sempre collegati.» dico protendendogli la mano.
Mio fratello la prende.
 
Esco dall’altra parte del mostro con mio fratello in braccio e dietro di noi il gigantesco mostro si sgretola.
Atterriamo.
«Ce l’abbiamo fatta!» sussurro prendendo fiato e la mia Cloth ritorna normale.
«Shepseskaf!» esclamano i miei amici avvicinandosi.
«Alla fine hai salvato anche tuo fratello…» dice appena Kjell appoggiato su Elzir.
«Si!» dico sorridendo e appoggiando mio fratello a terra.
«Grazie Shepseskaf-Ë…» mi sussurra Ramses e lo abbraccio.
Finalmente tutto era finito!
 
 
 



ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi! 
Eccomi con QUASI l'ultimo capitolo di questa storia... potremmo dire che è l'ultimo capitolo (prima doveva essere così) poichè quello della prossima settimana si può definire un epilogo.
Spero che vi piaccia come si è svolto questo capitolo e della piccola sorpresa che vi ho dato xD
Io sono un yaoista sfegatato perciò ho voluto mettere almeno un piccolo bacino ><
Spero che vi sia piaciuto e che mi perdoniate i miei errori.

XOXOXO MIZU RYU

 

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Capitolo 8
*** Izayoi ***


“Fratello mio, ora devo andare… ma ci rivedremo, te lo prometto! Te lo immagini come saremmo stati se io non fossi mai partito? Può essere che tutto questo non sarebbe mai successo, oppure, gli Ogdoade  avrebbero conquistato il mondo. Però sarebbe stato sicuro che io ti avrei aiutato, sai incontrare Kjell e gli altri è stato bello… se non fossi mai andato con lui può essere che non avrei mai conosciuto tutto ciò che conosco adesso, ci potevamo lo stesso conoscere… o forse saremmo stati dei completi estranei… chi lo sa, però sento dentro di me che li avrei incontrati!
Fratello mio, te lo prometto… ci rivedreomo. Perciò, se lo desideriamo ardentemente, sono sicuro che riusciremo a rivederci. Ci rivedremo di nuovo! Farò di tutto perché ciò accada!
Giuro che verrò… e sarà quando la luna inizierà a divenire calante, nella fase Izayoi, spunterò e ci rivedremo… quindi… ci vediamo, mio caro fratello!”
 
Queste mie ultime parole a Ramses mi balenano in mente dopo tanto tempo, finalmente sono riuscito ad avere il permesso di ritornare in Egitto a salutare mio fratello.
Dalla lotta contro gli Ogdoade è passato un anno…

Spalanco i portoni che danno nella sala grande.
Mi fermo all’entrata.
Guardo mio fratello sorridendo, lui appena capisce che sono io si alza e corre verso di me.
«RAMSES!» esclamo andandogli incontro.
«SHEPSESKAF!» esclama anche il faraone.
Ci incontriamo e ci abbracciamo.
Da quanto tempo!
«Da quanto tempo!» esclama mio fratello felice di vedermi.
«Anche se è passato un anno ci siamo rivisti! Visto? Ho mantenuto la mia promessa.» dico felice.
Finalmente mio fratello è ritornato come prima.
La luce della luna calante illumina il nostro abbraccio.
Ramses mi guarda negli occhi senza staccarsi dal nostro abbraccio.
«A proposito! Con Kjell come va?» mi domanda sorridendo, da quella domanda mi imbarazzo diventando rosso.
Ma quel momento di assoluto giubilo viene interrotto da un’energia oscura.
La sento, è come una soave melodia di morte.
Ci stacchiamo.
«Shepseskaf?» mi domanda il faraone non capendo il mio gesto.
«Sta succedendo qualcosa.» rispondo semplicemente guardandomi intorno.
Ramses mi guarda.
Adesso so da dove proviene quel Cosmo maligno!
«Ramses rimani qua, nel tuo palazzo c’è un nemico.» dico fissandolo dritto negli occhi.
«No! Non ti lascio da solo.» mi risponde determinato.
Annuisco ed andiamo nella sala delle preghiere.
Ci fermiamo d’avanti al grande portone.
Sentiamo una melodia provenire dalla sala.
Apro la porta e lo vediamo.
 
 
                                          



ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi!
Eccomi con l'ultimo capitolo di questa storia, che ve ne pare? vi piace questo finale?
Dico la verità questo finale è stato scritto tipo lunedì perchè il vero finale doveva essere il capitolo precedente xD
Il titolo di questo capitolo si chiama "Izayoi" ed è una piccola fase della luna, lo spiego anche prima, praticamente è la fase subito dopo il punto massimo della luna; se ci fate caso dopo la luna piena si inizia a vedere un leggero alone nero e quella è la fase Izayoi.
Comunque come vi è sembrato questo capitolo e tutta la storia? 
Bhe non so se scriverò un sequel o meno... per ora mi sto cimentando su altre 2 storie e non so se avrò l'ispirazione per un secondo capitolo de "Shepseskaf, il principe d'Egitto".

XOXOXO MIZU RYU<3

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