Due errori,un Amore.

di fleur aph
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 1 capitolo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 parte 1 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


7Gennaio
"La pioggia fa da sottofondo ad ogni cosa, in lontananza si possono sentire le onde infrangersi contro la spiaggia umida. Le sue dita seguono la curva dei fianchi risalendo lungo la schiena ed i brividi sotto pelle si fanno sentire, le senti risalire fino a scostare le ciocche scure scivolate sul viso, poi qualcosa di morbido si poggia sulla guancia e tu lo sai, sono le sue labbra che si fanno strada verso le tue, inizialmente è un tocco leggero, fugace, mentre le sue dita ti sfiorano la guancia in una carezza ed in quel momento le sue labbra cercano le tue, il suo profumo così familiare ti fa mancare qualche battito e sorridi felice contro quelle labbra. Da lontano arriva un pianto che via via si fa più intenso, i denti affondano nel labbro inferiore e apri gli occhi, il respiro accelerato come i battiti del cuore, istintivamente rotoli su un fianco allungando la mano, ma c'è solo freddo e vuoto."
La realtà ti piomba addosso come un macigno, le lacrime che premono per uscire ma non le lascerai scendere perchè l'hai promesso a te stessa, il pianto si fa quasi disperato e così lasci il caldo delle coperte per avvicinarti a lei, la fonte di tanto casino che agita le manine in cerca di te e non puoi resistere a quegli occhioni lucidi che ti osservano, la stringi forte al petto.
《Sei un amore piccolina》 Un sussurro prima del silenzio che ti lascia il cuore a metá.
《Proprio come lui.》

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Capitolo 2
*** 1 capitolo ***


22 Marzo tre anni prima.

Attraversare il parco di notte forse non è l'idea migliore il vento ti fa stringere nella giacca e anche se sotto tieni un maglioncino pesante un brivido ti percorre la schiena. Ma il vero motivo che ti ha spinta fuori casa è che non vuoi starci così sola sebbene quella sensazione ormai familiare ti appartenga, le dita frugano all'interno della borsa alla ricerca del pacchetto di sigarette ed appena lo trovi ne porti subito una alle labbra, a quell'etá non si dovrebbe girare soli ma ciò non ti importa molto e persa in quel momento di relax non l'hai notato, per questo sussulti quando senti una voce.

《 Sono sicuramente più forti delle tue.》 Mormora il ragazzo davanti a te mentre ti porge un altro pacchetto.
《Allora direi che potrei rubartene una.》 Rispondi osservandolo, il modo in cui ti guarda ti mette quasi a disagio, il capo spostato leggermente verso destra.
《Che guardi?》 Domandi mentre lui scrolla le spalle limitandosi a rispondere
《Te.》
《Il parco è decisamente meglio》 Mormori prendendo un lungo tiro dalla sigaretta, godentola appieno prima di sbuffare fuori il fumo, mentre la sua voce ti risponde che la natura è sempre meglio di noi, chiunque siamo e lo fa tirando su con il naso.
《Su questo non posso che darvi ragione.》 Alla tua risposta inarca un sopracciglio.
《A me e chi?》
《Darti. Non so se posso darti del tu.》 Ed alla sua risposta sul non avere cinquabt'anni non puoi che alzare lo sguardo su di lui, osservando i suoi lineamenti, lentamente ti sposti vicino ad una panchina appoggiandoti contro lo schienale di essa.
《Cosa ti porta fuori a quest'ora, ragazzo misterioso?》
La domanda è istintiva e non sei riuscita a fermarla. Lui si gratta la nuca e per un attimo ti sembra sincero. 《Io sto sempre fuori a quest'ora, ragazza misteriosa.》
《Allora ho a che fare con un nottambulo.》 Un mezzo sorriso che spunta mentre rispondi e lui subito dopo ti fa la stessa domanda e non puoi che rispondere che stare a casa da sola non ti va, passando due dita tra i capelli neri. 《È per questo che me ne sto fuori.》
Per un momento dimentichi la tua solita diffidenza, sollevando il viso verso il cielo le frasi escono senza fermarle
《 Il senso di solitudine a volte ti fa mancare l'aria.》
Inizialmente non risponde e quel silenzio pare quasi strano e per abitudine passi la lingua sul labbro inferiore, solo dopo qualche attimo risponde che la solitudine è bastarda, in replica a ciò riesci solo a dire che però è anche l'unica cosa che ti fa capire che ancora vivi. E che quando sei un pericolo per gli altri impari a capirlo. Accennando un altro mezzo sorriso tornando a guardarlo.
《Sai, si vive meglio quando non ci sono i sentimenti di mezzo.》
E su questo lui concorda, poi la domanda fatidica sul "tu hai amato?" Non lo sai, forse quello che provavi per Dom non è mai stato veramente amore, ma quando la domanda la poni tu digrigna i denti e capisci che non è un argomento di conversazione, sopratutto quando comincia a generalizzare su come le donne la diano alla prima sera e poi chiedono di essere amate tutte. È irritato e per carattere ti scaldi facilmente, subito ribatti che lui non sa nulla della tua vita e che non deve generalizzare solo perche a lui è andata male, non prevedi che risponda colpendo nel segno; perchè quella che credeva ad un illusione sei tu e ti difendi come sempre prima di sodpirare e lasciarti cadere piano sulla panchina di schiena portando un braccio a coprirti gli occhi, lui non risponde e riesci a scorgere la luna.
《Io sono come lei..》 sussurri e lui distrattamente come se nemmeno ti ascoltasse ti chiede come chi?
《Come la luna.. circondata di stelle che non raggiungerò mai》 e quella è più una confessione a te stessa che a lui.
《La luna è troppo in basso per avere le stelle come compagne. E non brilla di luce propria. Ha bisogno del sole per poterlo fare.》 Vorresti rispondere che chi ti ha procreata doveva proprio avere fantasia ma non dici nulla.
《Sei il ragazzo misterioso di stanotte.》
《Perché ne incontrerai un altro domani notte?》 Domanda mentre con un mezzo sorriso rispondi che stanotte c'è lui, perché pensare a domani. Poco dopo vi ritrovate in un bar e tu non riesci a distogliere lo sguardo da quel ragazzo particolare, con il viso incorniciato da una carnagione molto chiara, quasi lattea. Gli occhi celesti e freddi sono accompagnati da uno sguardo glaciale e i capelli folti e ricci, scuri, non sono mai abbastanza garbati.
E quando ti chiede cosa ci sia da guardare non puoi che rispondere che stai guardando i suoi occhi, che sono fatti per rispecchiare l’anima delle persone. Durante quel tempo passato insieme litigate su chi debba offrire da bere, gli domandi pure se abbia qualche passione, non come le tue ovviamente, non molti amano lavorare e fare esperimenti, fate un compromesso tu rispondi ad una sua domanda e lui ad una delle tue, ed è così che scopri che ha due anni più di te, che ne hai quasi diciassette, che vive in un monolocale e poi viene fuori ciò che non vorresti.
<< Lo è, la vita è corta.. Per chi conosce il lato oscuro della mia anima. >>
Cerchi di sviare l’argomento, conoscendo inoltre che dipinge, anche se non ha mai mostrato a nessuno le sue opere e tu sei curiosa di osservarne le mani, hai un debole per le esse, te le rigiri tra le tue osservandone ogni dettaglio. Finché non se ne esce chiedendoti che farai più tardi e tu come una scema ti offri di fargli compagnia.
<< Quali soddisfazioni credi di avere stasera? >>
Domandi inarcando un sopracciglio, e la sua risposta non tarda ad arrivare.
<< Aspiro a quelle più.. intime. >> 
E lì parte un battibecco su quanto secondo lui tutte le donne siano brave solo a parole, su quanto dicano che non lasciano soddisfazioni al primo incontro mentre si lasciano sedurre dal primo arrivato, e la prima cosa che fai è pagare ed uscire di lì, hai un assoluto bisogno di fumare, ti fa innervosire al punto che gli tiri addosso il pacchetto di sigarette che hai stritolato tra le dita, non ti aspetti quella reazione si volta verso di te avvicinandosi con quello sguardo gelido, il tono freddo e distaccato, parecchio arrabbiato.
<< Cazzo vuoi tu? >>  Sibila fissandoti, facendoti solo alterare di più.
<< Non ti azzardare ad usare quel tono con me. >>
<< Non mi comandare, donna. Non sei nessuno per poterlo fare. >>
Sbotta con tono di voce arrogante, mantenendo il tuo sguardo senza difficoltà, ma tenendosi rigido e freddo.
<< Parla il grande uomo ,sarò un nessuno che ti farà male ,se mi rispondi così ancora. >>
Riduci gli occhi a due spilli, mentre non accenni minimamente ad indietreggiare.
<< Provaci. Userai le manine? O opterai per le ginocchia? >>
<>
E lo sguardo di lui cambia, si fa assente, perso in ricordi lontani, e tu vorresti non averlo detto, vorresti anche non aver cercato di dargli uno schiaffo, ma lui se ne va lasciandoti lì con tutti quei pensieri, un'unica frase prima di andare.
<< Siete schifosamente tutti uguali >>

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 parte 1 ***


28 Marzo Tre anni prima

La notte è passata, non nel migliore dei modi e lo si nota dalla fasciatura alla mano che sta sistemando dopo la doccia, con il suo solito look felpa enorme e pantaloncini scende dalla camera presa in affitto verso il bar del locale, ordinando il solito.
Ed è in quel momento che lui entra, non l’ha notata e si è seduto dall’altra parte del pilastro che la tiene nascosta al suo sguardo mentre lui ordina una birra e le da le spalle, non può fare a meno di osservarlo rapita se si fosse avvicinata molto probabilmente l'avrebbe allontanata e come dargli torto vedendo come è finita l'ultima volta.

<< Al ragazzo del mistero offro io, devo farmi perdonare. >>

<< Sono venuto da solo, non in compagnia. Pago da me. >>

Risponde lui mentre quello sguardo si posa su di lei che dondola le gambe nude al di la dello sgabello, vuole solo scusarsi per il loro ultimo incontro. Lo sguardo di lei scivola dal suo viso al suo abbigliamento jeans strappati alle ginocchia ed una semplice felpa nera, le scarpe logore che si abbinano bene a quel suo modo di essere un po’ antico.

<< Non lo pensavo, l'ho detto perché ero nervosa. >>

Sussurra, continuando a fissare il proprio bicchiere, stringendo appena le dita della mano fasciata strizzando leggermente gli occhi a una piccola fitta di dolore, mentre il tono freddo e distaccato di lui sbotta con una semplice scusa, non le ha messo le mani addosso solo per il suo essere donna. In qualche modo di trova a dirgli che forse avrebbe fatto meglio ma la sua risposta la lascia un po’ interdetta.

<< Non sono tuo padre. >>

Una semplice costatazione, che apre un mondo che ogni volta cerchi di tenere chiuso, il tono si fa più intenso ed alto.

<< Questo è poco ma sicuro, io non ne ho uno. >>

Quello che non ci si aspetta è la risposta del ragazzo, qualcosa che vi accomuna c’è, nemmeno lui conosce il padre, si definisce il figlio di nessuno. Lo sguardo gelido ti scorre sul corpo arrivando alla mano fasciata, una domanda in cui ti chiede le circostanze in cui è finita in quel modo, il tuo caratteraccio l’ha ridotta così, tirando un pugno allo specchio.


<< Però avevo ragione, non hai avuto quello che volevi da me. >>

<< Non impongo niente a nessuno. Però devo ammettere che sei la prima che non me la dà il giorno stesso dell' incontro. >>

Un punto per te rispondi spiegandogli anche che lui generalizza sempre, facendo di te l’eccezione in quel caso. Non sai cosa ti spinga a chiedere come sia andata la sua giornata eppure lo fai, ascoltando la sua risposta, ricordando che è un nottambulo quindi è meglio chiedere come sia andata la nottata, risposta veloce e affrettata che ti lascia ancor più incuriosita ma non risponde si limita a finire il bicchiere davanti a se.

<< Hai da fare dopo? >>
<< No. >>
Una semplice parola che ti spinge a chiedergli se resta, sebbene possa essere frainteso quel chiedergli di rimanere, non è stato difficile convincerlo a salire di sopra anche se con intenzioni diverse da ciò che lui può pensare. La conferma arriva una volta in stanza e dal suo chiedere il motivo per cui l’hai portato li, ti mordi il labbro inferiore senza volerlo sedendoti sul letto, le braccia che vanno a stringere il cuscino al petto, in attesa che ti raggiunga, si irrigidisce quando chiedi se ha più dipinto e lo sguardo non può che cadere sulle sue mani, persino quando ammette di aver dipinto qualcosa che non voleva, un emozione che non vorrebbe provare.


<< Io sono veramente stupida. >> Succhi piano il labbro inferiore prima di riprendere a parlare.

<< Mi sono fracassata una mano, per colpa di un uomo. >>

Una risata sarcastica viene fuori da quelle labbra poco prima di parole che non ti piace sentire.

<< Sei innamorata. Ma vedi? Si soffre. L' infatuazione è una cattiveria. >>
Alla sua prima frase, pianti le mani ai lati delle sue gambe.
<< Io non lo amo. >>

<< E cosa provi per lui, allora? >> Tieni il viso di fronte al suo, senza distogliere lo sguardo.

<< Gli voglio bene.>>

<< Non si da un pugno ad uno specchio per una persona al quale vuoi sono bene. >>

<< L'amore illude e basta. e ti ritrovi col cuore in pezzi, forse sarebbe meglio fare solo sesso. >>

Ti ritrovi a sospirare per quella verità scomoda, in fondo è quello che fan tutti e lo conferma pure lui poco dopo, ma tu non sei tutti però, non sono mai riuscita a farlo con un altro e lui si fa beffa di te ribadendo che sei innamorata e ti sei appena fregata da sola, eppure non è certo quello il problema, lasci cadere il capo in avanti distogliendo così lo sguardo da lui.

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