My ghost, where'd you go?

di tbhhczerwony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 00: L'incontro ***
Capitolo 2: *** 01: Faraone ***



Capitolo 1
*** 00: L'incontro ***


non chiedetemi perché, semplicemente mi sto fissando con questa ship e ho voluto fare un what if post-Yu-Gi-Oh! The Dark Side of Dimensions, e niente, questo è il prologo. Spero che vi piaccia e... cose.


00: L'incontro

 
Dopo la prima esperienza con il macchinario per raggiungere il passato, Seto decise di mettersi a lavoro per una macchina del tempo definitiva. Ci vollero quasi tre mesi per progettarla e quasi due anni per costruirla e finirla. Mokuba si chiedeva sempre perché il fratello maggiore aveva quell’ossessione nel costruire una vera e propria macchina del tempo. A cosa serviva? Forse, secondo il ragazzino, solo per sprecare la propria vita. Tutte le giornate le passava in laboratorio, mangiava e dormiva lì.
Si ricordò solo dopo che in effetti, Seto voleva ancora cercare la persona che l’aveva aiutato a migliorare nei duelli, la persona che, sebbene fosse in un altro corpo, riusciva a comunicare con lui liberamente; perché, naturalmente, da persona morta che era, la sua anima era dentro al corpo del piccolo – che ormai non lo era più di tanto – Yugi per un sacco di tempo.
Era proprio lui, il faraone Atem. Mokuba non sapeva perché lo attirasse così tanto, pensava fosse solo perché duellava in modo diverso da altri – dopotutto, stiamo pur sempre parlando del re dei giochi. In effetti era così: Seto avrebbe fatto di tutto per duellare con Atem, simulava persino i duelli con una realtà aumentata, simulava il passato, ma finalmente poteva anche scartare queste opzioni. Il ragazzino si preoccupava molto del fratello maggiore, non lo vedeva quasi mai, nemmeno durante i pasti.
Un giorno, quando si era avvicinato alla porta del laboratorio, aveva bussato alla porta, chiamando il suo nome. Purtroppo però, non ebbe alcuna risposta dal maggiore, troppo occupato nel suo lavoro. Solo il giorno in cui ebbe finito la macchina riuscì a vederlo. La porta era semichiusa, di conseguenza poteva vedere qualcosa: gli erano leggermente cresciuti i capelli e appunto per questo, nello stesso momento in cui il ragazzino aprì leggermente la porta, se li stava tagliando, facendoli ritornare della solita lunghezza.
Seto entrò dentro il macchinario e, sedendosi, nello stesso momento vide Mokuba entrare mentre correva, prima che lui sparisse definitivamente. Il ragazzino, non appena il fratello maggiore era sparito, guardò il macchinario per un po’, mentre dagli occhi fuoriuscivano alcune lacrime.
 
Nel frattempo Seto era già arrivato nel passato e, l’unica cosa che gli passava per la mente era Mokuba davanti alla macchina in lacrime. Forse avrebbe dovuto salutarlo, o almeno dirgli dove andava, ma ormai era troppo tardi.
Si ritrovò in un deserto pieno di piramidi e dal caldo che c’era, si sentiva quasi morire, “ci manca solo un miraggio” pensava. Riuscì miracolosamente ad alzarsi da terra – o per meglio dire, dalla sabbia – e si mise alla ricerca del palazzo di Atem. Da tutte le piramidi e i palazzi che c’erano avrebbe potuto anche non riconoscerlo, ma sicuramente ne avrebbe trovata qualcuno diverso dagli altri che poteva dare qualche indizio.
E mentre camminava, ripensava al duello fatto con Yugi due anni fa. Quest’ultimo gli diceva che Atem non sarebbe tornato, ma invece lui sapeva che con un pericolo imminente, sarebbe andato a salvarli. Tra l'altro, perché non sarebbe potuto rimanere nel corpo di Yugi? Aveva persino ricostruito il Puzzle del Millennio lui stesso per farlo tornare, ma era tornato solo per un attimo.
Dopo un po’ di chilometri di camminata si fermò, inginocchiandosi a terra. Aveva troppa sete e c’era troppo caldo, si chiedeva persino quando fosse l’ora della morte.
Vide però un’ombra avvicinarsi, e una mano protesa verso di lui. Seto alzò lo sguardo, e trovò proprio chi stava cercando. Gli sorrideva e voleva aiutarlo.
«A quanto pare, ci incontriamo così».

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Capitolo 2
*** 01: Faraone ***


What happened to the soul that you used to be?
 
01: Faraone
 


«A quanto pare, ci incontriamo così».
 
Seto prese la sua mano e, il ragazzo minuto, facendosi forza, lo aiutò ad alzarsi. Però subito dopo, dato che quasi perse l’equilibrio per alzarlo, lo aiutò il giovane più alto a non cadere. Il faraone gli sorrise, ringraziandolo.
In quel momento Atem stava pensando a ben altro: era contento di rivedere Seto, ma dopo essersi ripreso, aspettava da lui la richiesta di un duello, con emergenza, magari— a suo solito. Non successe nulla del genere. Più Kaiba lo guardava, più si sentiva minuscolo – anche se in effetti, in confronto a lui, lo era davvero – e in imbarazzo.
Sapevano entrambi che i duelli che facevano li collegavano, e tanto. Ma c’era molto più di quello. C’era qualcos’altro a legarli. Seto, quando vedeva Yugi, non riusciva a non pensare ad altro che al faraone, anzi, l’anima del faraone all’interno del corpo di Yugi— che infatti, quando Atem impossessava il corpo del ragazzo, lo cambiava leggermente.
I due, sebbene fossero uno la reincarnazione dell’altro, erano uguali, ma allo stesso tempo diversi. Molto diversi, per Seto. Se gli altri dicevano che Yugi aveva semplicemente una doppia personalità, lui fin dall’inizio aveva capito che c’era davvero qualcun altro all’interno del suo corpo.
Atem se ne andò dal mondo dei vivi dopo che Yugi lo sconfisse in un duello, il faraone voleva vedere se il ragazzo era autosufficiente, se poteva continuare da solo. E infatti poteva. Ma nessuno poteva di certo aspettarsi che Diva si sarebbe trasformato in una creatura demoniaca, uccidendo i cittadini di Domino, compresi Seto e Yugi.
Kaiba ricordava quel momento come se fosse il giorno prima – beh, ovviamente “il giorno prima” del suo presente, erano passati ormai due anni, eppure lo ricordava benissimo.
«Vedo che quest’anno non ti sei portato la giacca, eh?» ridacchiò il faraone.
«Nel mio presente è primavera» sbuffò appena il bruno.
Atem notò qualcos’altro di diverso nel giovane: i capelli non erano proprio gli stessi. Infatti, come detto in precedenza, in due anni non li aveva tagliati; ma per farsi riconoscere dal faraone, prima di andare di corsa nel passato se li tagliò. Il problema era che erano ancora troppo lunghi per essere quelli di Seto Kaiba.
Ma al faraone non importava, gli piacevano comunque. Non gli davano un’aria tanto diversa o strana, solo un po’ cresciuta rispetto a come se la ricordava. In effetti, ormai Seto avrebbe potuto avere più di una ventina d’anni. Invece lui, dato che era passato poco tempo da quando il Seto Kaiba di due anni prima andasse a trovarlo, aveva ancora minimo diciotto anni.
«Questo non va bene, Seto» gli disse, «Cos’è, vuoi farmi bere un elisir della giovinezza, ora?».
«No, potrei berlo io. Sono io quello che viaggia nel tempo e ha bisogno di essere riconosciuto, non tu».
Il castano socchiuse appena gli occhi, riflettendo. Non c’era alcun modo a parte quello per andare a trovare il faraone, ma non voleva nemmeno cambiare il corso della storia.
Se solo fosse andato di testa sua, anche solo facendo un minimo passo, avrebbe potuto compiere qualche errore. Non sarebbe potuto nascere Yugi, ad esempio. Era solo grazie ad Atem, se Yugi, dopo tanti anni, fu messo al mondo. E allo stesso tempo, era solo grazie a Yugi se Seto riuscì a conoscere Atem tramite lui.
Non va bene”, pensava, “Non posso stare qui ancora per molto”.
Il faraone lo guardò perplesso, incurvando le sopracciglia, quasi come se fosse un’espressione triste.
«Seto, va tutto bene?».
Seto rimase un po’ in silenzio, con ancora gli occhi socchiusi che fissavano il vuoto a riflettere. Solo poco dopo si voltò verso di lui.
«No».

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