E cosa vuol dire sayan?

di paige95
(/viewuser.php?uid=1018554)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un sogno che si avvera ***
Capitolo 2: *** Sguardi diversi ***
Capitolo 3: *** Capovolgimenti ***
Capitolo 4: *** Un salto nel tempo ***
Capitolo 5: *** Vicolo cieco ***
Capitolo 6: *** Voglia di normalità ***
Capitolo 7: *** Tentativi ***
Capitolo 8: *** Rimorsi ***
Capitolo 9: *** Liete notizie? ***
Capitolo 10: *** Ti prego torna! ***
Capitolo 11: *** La nostra "normale" famiglia ***



Capitolo 1
*** Un sogno che si avvera ***


Un sogno che si avvera
 
È una mattina come le altre. Ormai le uniche cose a cambiare nella mia vita sono le stagioni; oggi c’è un caldo allucinante eppure corro per tutta la casa a pulire e a fare il bucato. Finisce sempre così, mio marito e mio figlio sono chissà dove ad allenarsi ed io sono sempre sola. Sono stufa, hanno nella testa sempre e solo allenamenti e quando non si allenano pensano solo a mangiare.
Oh come vorrei che mio marito fosse un semplice terrestre, odio le sue origini, odio la razza sayan, odio che lui sia un sayan. Con questa storia dei sayan siamo sempre in disgrazia e mai una volta che possiamo vivere come una normale famiglia.
Tra i miei mille pensieri arriva velocemente l’ora di pranzo e ovviamente Goku e Goten arrivano di corsa a reclamare i miei manicaretti.
“Mammaaaaa! È pronto?”
“Sì tesoro”
Sorrido a mio figlio, come potrei non farlo? Infatti il vero problema non è lui, il problema è suo padre; chiunque passasse da queste parti non direbbe mai nemmeno per sbaglio che siamo sposati da non so nemmeno più quanti anni, sì bè è difficile ricordarsi gli anni quando tuo marito passa più tempo nell’Aldilà che sulla Terra.
Mangia, o meglio divora, le pietanze che gli metto sotto il naso come se non vedesse cibo da settimane.
“Goku, sei un pozzo senza fondo!”
“Eheheh hai ragione”
Forse le poche volte in cui mi dà ragione.
Tanto lo so che non c’è verso di cambiarlo, lui è così, è nella sua natura mettere al primo posto tutto e tutti e non sua moglie, la madre dei suoi figli.
Dopo pranzo a Goku viene la brillante idea di uscire di nuovo con Goten ed andare alla Gravity Room per allenarsi con Vegeta, so di non vincerla, ma come sempre mi illudo.
“Oggi Goten deve studiare”
“Ma tesoro, può studiare domani, lo sai che gli allenamenti sono importanti, per favore!”
Quell’aria supplichevole che mi fa ogni santa volta non la sopporto davvero più, se potesse mi porterebbe via anche l’aria che respiro pur di non tradire i suoi tanto amati allenamenti, ma perché non si è “sposato” loro invece di condannarmi a questa vita? Mi faccio domande stupide lo so, ma semplicemente perché sono io la prima ad esserlo, pensando che sarei stata importante per lui, non dico di più, ma almeno tanto quanto loro.
“Fa quello che vuoi Goku, tanto so che lo farai comunque”
Sono rassegnata. Tanto il figlio è esattamente come lui, cosa penso di ricavarci? Responsabilità? Dedizione allo studio? Come faccio a far capire a quei due testoni che di allenamenti non si vive? Che se Goten un giorno vuole crearsi una famiglia dovrà trovare un lavoro e mantenerla come ha fatto suo fratello Gohan? Ho speso una vita per farlo capire a suo padre e non ci sono riuscita, perché con il figlio dovrebbe essere diverso?
Esce di casa sorridendo insieme a Goten, non mi saluta nemmeno, che gli costa darmi un bacio?!
 
 
È ormai tardo pomeriggio, mi prendo un attimo di riposo, sono sfinita, leggo un libro, ma la lettura è automatica, non capisco una parola, la mente viaggia per altri mondi. La cena ovviamente è già pronta, altrimenti chi li sente quando tornano e non trovano l’unica loro ragione di vita?!
“Ciao” li saluto appena entrano dalla porta.
Goten mi corre incontro disperato.
“Mamma, mamma è successa una cosa terribile a papà!”
“Tesoro, non spaventarmi, che è successo??”
Non lo vedo, non è entrato con Goten, penso al peggio.
“Vegeta, mentre ci allenavamo, deve avergli lanciato un colpo troppo forte e”
Mio figlio sta per piangere, oddio, che non sia….
“Goten ti prego dimmi che è successo, sta bene tuo padre??”
“È vivo, ma è strano”
“In che senso strano?”
Chissà cosa intende mio figlio per strano: strano nella sua ampia gamma di stranezza o strano nel senso che non è più lui?
“Non ricorda più di essere un sayan”
“Cosa??”
In quel momento, mentre cerco di assimilare la notizia entra Goku.
“Ah ciao tesoro” mi si avvicina con un grande sorriso “questi sono per te”
Mi porge delle margherite di campo appena raccolte e mi sorride nuovamente e dolcemente.
“G-grazie”
Lo guardo stranita. No, quello non è decisamente mio marito, ma ora che ci penso non mi dispiace più di tanto. Cosa ha detto mio figlio? Ah giusto ha dimenticato di essere un sayan, ma come può essere, pensavo fosse nella sua natura, come può esserselo dimenticato?
Che il mio desiderio sia arrivato a qualcuno lassù in cielo?
 
Continua…..
 
Spazio dell’autrice
È un esperimento, non ho mai scritto una storia con un narratore interno, spero mi riesca.
Se vi va a presto con il prossimo capitolo :3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sguardi diversi ***


Sguardi diversi

Questa è la sera più strana della mia vita o almeno da quando sono sposata con Goku: mio marito non ha toccato nemmeno la metà di tutto quello che gli ho preparato per cena. Io e Goten ci guardiamo sbalorditi. Ok che le attenzioni che mi ha rivolto al suo rientrano mi hanno fatto piacere, ma ora inizio a preoccuparmi, forse non ha solo dimenticato di essere un sayan, quel colpo che Vegeta gli ha tirato lo ha ferito gravemente.
Lo fisso in pensiero e lui se ne accorge.
“Chichi, perché mi guardi in quel modo?”
Distolgo lo sguardo quasi imbarazzata.
“N-niente”
Voglio cercare di capire di più.
“Caro, sei sicuro di sentirti bene?”
La sua faccia parla da sola, sembra mi voglia dire ‘Ma che domande mi fai?’
“Certo che sto bene”
Probabilmente non ricorda nemmeno di essere stato colpito. In quel momento mi rendo conto che è il caso di chiudere questa giornata alla svelta.
 

Lavo velocemente i pochi piatti che abbiamo sporcato e mi dirigo verso la nostra camera da letto; nel tragitto incrocio mio figlio che sembra sovrappensiero.
“Mamma, come facciamo a far tornare papà in sé? Ha perso la memoria, ma lui resta sempre un sayan vero? Ha ancora i suoi poteri?”
Non so cosa rispondere a Goten, li vorrei tanto rispondere ‘Magari non li avesse più’ ma come faccio a dire una cosa del genere a quel bambino che vede il suo papà come un eroe.
“Tranquillo tesoro, vedrai che papà starà bene e domani tornerà tutto alla normalità”
Lo congedo con un bacio e lo vedo tornare sconsolato nella sua stanza; non può essere la mia felicità contro quella di Goten, io metterei mio figlio al posto del cuore se potessi!
 

Entro nella stanza e trovo Goku seduto sul letto probabilmente mi stava aspettando. Mi guarda come se mi vedesse per la prima volta. Ignoro quello sguardo, giustificandolo, probabilmente stasera non è del tutto in sé, così cerco spiegazioni.
“Allora, che è successo oggi alla Capsule Corporation?”
Il suo sguardo come se non avesse compreso la domanda. Cerco di richiamare la sua attenzione.
“Ohi Goku! Mi hai sentito?”
“Vegeta parlava di cose strane, allenamenti, bha, perché dovrei allenarmi?”
Desidero solo registrare le sue parole e riproporgliele quando tornerà in sé.
“Poi ho detto a Goten di tornare a casa, doveva studiare e poi ti avevamo lasciata sola”
O mio oddio! Cosa diavolo ha fatto Vegeta a mio marito?
“A quel punto Vegeta ha iniziato a sbraitare che lui era il principe dei sayan e che non potevamo interrompere i suoi allenamenti quando volevamo, ma non l’ho capito molto bene sai? Tu sai cosa sono i sayan?”
È grave, molto grave, ha fatto bene a preoccuparsi Goten, perché la situazione è estremamente grave.
“Non lo sai nemmeno tu vero?”
“Come?”
“I sayan”
“Mm no non credo”
Lo traumatizzerei troppo, non posso rivelargli la sua natura in questo modo.
Si alza all’improvviso e si avvia verso di me, quand’è che abbiamo finito la conversazione?
Si avvicina sempre di più, il cuore va a mille.
“G-Goku che fai?”
“Sei molto bella stasera”
Ha uno sguardo audace e malizioso, non è da lui. Dà un giro di chiave alle mie spalle. Siamo così vicini ormai e mi bacia appassionatamente. Non so perché ma è una sensazione strana, come se mi baciasse per la prima volta, ma com’è possibile?
Lui trasporta tutti i miei pensieri, spengo il cervello e mi lascio trasportare dalle sue braccia che mi avvolgono, è da tanto che non mi sento così, vabbè il resto ve lo lascio immaginare.
 
Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capovolgimenti ***


Capovolgimenti

Mi sveglio spaventata. Ma ho sognato? No, tutto fa pensare che non sia un sogno, c’è un ricordo vivissimo nella mia mente.
Mi volto verso il comodino, oh no è tardissimo, devo sbrigarmi, ho ancora tutto da fare!
Mi avvolgo le coperte intorno al corpo, ma quando sto per alzarmi una mano mi trattiene per il braccio.
“Dove vai?”
Ma non dovrebbe essere fuori, Dio solo sa dove, ad allenarsi? Ah no giusto, lui non si allena più, mi fa strano anche solo pensarlo, figuriamoci viverlo.
Mi volto verso di lui. C’è qualcosa che non va in me adesso, il volto sta letteralmente andando in fiamme, non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi dopo la notte che abbiamo trascorso.
“È tardi, devo proprio andare”
Mi divincolo leggermente dalla sua presa, lui mi molla subito non oppone resistenza.
Che diamine ho? Non era quello che volevo? Un marito più presente? Ed ora rivoglio quello che mi ignorava?
Vado in bagno a prepararmi, chiudo prudentemente la porta, questo nuovo Goku mi sembra alquanto imprevedibile preferisco non rischiare.
Appoggio la schiena alla porta e chiudo gli occhi: rivivo le sensazioni della notte appena trascorsa con la mente, mi sembra di ritornare ai nostri primi anni di matrimonio, è esattamente tutto come allora, ogni suo gesto mi lasciava senza parole, ma ora non sono più quella ragazzina inesperta eppure le emozioni sono identiche.
Mi lavo e mi vesto raccogliendo i miei lunghi capelli in un perfetto chignon.
Nell’esatto istante in cui apro la porta anche mio marito la sta aprendo dall’altra parte, mi scruta attentamente, poi mi sorride sciogliendomi delicatamente i capelli sulle spalle, una dolcissima carezza che mi lascia un brivido lungo la schiena.
"Ecco, così stai molto meglio" E chi glielo dice che li avevo tirati su per il caldo? Stavolta però non è stato il caldo a farmi sciogliere ma lui con il suo amorevole gesto.
Lo fisso negli occhi incantata: eppure quegli occhi sono sempre gli stessi, com’è possibile che lui sia così cambiato?
Anche lui mi fissa con quel suo nuovo sguardo. Ma ci si può innamorare due volte della stessa persona? Ieri avrei giurato di noi, oggi invece mi tocca ricredermi.
Ok basta, forse è meglio se vado a preparare la colazione prima che…si bè insomma vado che è meglio!
Vedo con la coda dell’occhio che mi sta seguendo in silenzio.
In cucina troviamo Goten, già seduto al suo posto in attesa che lo servo, sembra impaziente di dire qualcosa.
“Buongiorno! Papà oggi andiamo ad allenarci al lago?” ha un viso speranzoso, vuole davvero che suo padre torni il sayan maniaco degli allenamenti di prima.
“Ancora con questi allenamenti?!” ha un’espressione irritata, quasi severa con nostro figlio “Oggi si studia Goten”
Ci manca poco che soffoco sentendo quelle parole, esprimo ad alta voce la mia sorpresa.
“C-cosa??”
Anche il mio bambino ha un’espressione tra il sorpreso e il deluso. Goku ci guarda perplesso come se fosse strana la nostra reazione.
“Ma che ho detto?”
Nulla, non ha detto assolutamente nulla di male, anzi sono anni che aspetto di sentire queste parole: dopo questo credo di potermi aspettare qualsiasi cosa.
Goten mi guarda quasi in lacrime, spera in un mio appoggio, spera che io faccia ritornare la memoria a mio marito, ma no bambino mio non chiedermi questo! Intendo, almeno non oggi.
“Non ti farà di certo male staccare un po’ dagli allenamenti Goten” ritorno severa come al solito, anche se quella non è la nostra normalità.
 
 
Bussano alla porta. Goku si alza e va ad aprire. È Gohan. Oh no, ora gli prenderà un infarto appena suo padre aprirà la bocca! Mi affretto a raggiungerli e prendo la parola.
“Gohan tesoro, che ci fai da queste parti?”
Mi guarda stranito e anche Goku. Ah quindi adesso quella strana sarei io?!
“Tutto bene mamma?”
E adesso come gli dico che suo padre non sa nemmeno più cosa siano i sayan e che è diventato un romanticone? Forse l’ultima parte la ometterei, ma gli verrebbe comunque un infarto.
Fortunatamente mio figlio ritorna a parlare non aspettando ulteriormente la risposta. È diventato tutto rosso “Mamma” mi guarda imbarazzato, altre notizie scioccanti per oggi? Spero vivamente di no. “Ti volevo chiedere se oggi pomeriggio ti potevo portare Pan, sai io e Videl volevamo uscire, è il nostro anniversario”
Oddio sono imperdonabile! Ho dimenticato l’anniversario di matrimonio di mio figlio. Sto cercando le parole più adatte per rispondergli e scusarmi, ma qualcuno mi anticipa. “Certo figliolo, portala pure, io e tua madre ne saremmo felici” un sorriso enorme stampato sul suo viso.
Questa reazione non è del tutto strana, lui adora la sua nipotina, ma neppure lei riesce a scollarlo da quegli allenamenti.
Ci sto cominciando a fare l’abitudine a questo nuovo Goku. Sorrido a nostro figlio, non voglio farlo preoccupare; e poi stiamo bene o almeno suo padre non è in punto di morte, stavolta almeno no.
 
Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Un salto nel tempo ***


Un salto nel tempo
 
Come d’accordo la nostra nipotina è arrivata nel primo pomeriggio. Ogni volta quel piccolo angelo porta una ventata di gioia in questa casa. Tutte le volte che mi viene a trovare insieme ai suoi genitori sono ovviamente in casa da sola, ma pur essendo così piccola, riesce a colmare un grande vuoto nel mio cuore.
Stavolta però è diverso, non sono sola, ci sono Goten e Goku con me. Per la prima volta sento di appartenere ad una famiglia unita: è una sensazione bellissima.
Forse un tempo in cui provavo queste stesse sensazioni l’ho vissuto, torno indietro a tantissimi anni fa: Gohan era un neonato e mio marito non conosceva ancora le sue origini, abbiamo vissuto quegli anni serenamente senza minacce incombenti; ero davvero felice, finalmente avevo coronato il sogno di sposare quel bambinetto incontrato quando ancora ero piccola e molti aspetti della vita mi erano sconosciuti; certo l’età dell’innocenza non mi fece vedere chiaramente quello che sarebbe potuto essere il mio futuro, ma non mi importava, mi dicevo che se ero felice doveva sicuramente essere la scelta giusta.
Ben presto però scoprii che l’amore mi aveva accecata, che la vita che avevo sognato e vissuto nei primi tempi a fianco a Goku era solo un’illusione. Ho passato anni a piangere per tutti i momenti mancati insieme, a maledire quella razza e sono persino arrivata a maledire me stessa per aver creduto di poter essere felice. Era una persecuzione, l’inferno sulla Terra.
È stato un pugno nello stomaco scoprire che Gohan e Goten erano esattamente come il padre, possibile? No, in teoria, non doveva essere possibile, ma vai a capire come quei geni maledetti si erano completamente impossessati anche dei miei figli. Liti continue per riuscire a dare un futuro a Gohan ed ora dovrei impormi anche per Goten, ma io davvero non ho più la forza di lottare contro di lui: io sono la mamma cattiva e severa mentre Goku è il genitore buono e simpatico, le cose non cambieranno mai.
Da ieri però io non ci capisco più niente, sono confusa, in due giorni mio marito ha detto due volte a Goten di studiare, nemmeno in una vita intera gli era mai uscito dalla bocca così frequentemente. Non so se voglio che torni tutto alla normalità, volevo un marito normale ed ora ce l’ho; non ho mai dubitato dell’amore di Goku nei miei confronti, ma nei gesti dimostrava solo indifferenza.
 

Mi ritrovo a fissarlo mentre coccola Pan, sorrido a quella dolce scena e vorrei tanto gridargli ‘Vedi cosa ti fanno perdere i tuoi allenamenti?!' ma non glielo dico, non gli dico niente, in questo momento ogni parola sarebbe inutile e rovinerebbe la magia; una lacrima scende lungo il mio viso, l’emozione che provo è davvero troppo grande per il mio povero cuore; nonostante i miei sforzi di asciugarla velocemente con il palmo della mano, Goten se ne accorge.
“Mami perché sei triste?”
Gli sorrido dolcemente e gli poso una mano sulla testa.
“Niente tesoro mio”
Mi sorride e si avvicina al padre e alla nipotina.
Adoro questo momento, vorrei che durasse per sempre, ma si sa che le cose belle durano poco.
 
 

Verso sera ci chiama Gohan e chiede se possiamo occuparci di Pan fino alla mattina seguente, sono rimasti bloccati in autostrada e non vogliono passare a prendere la figlia troppo tardi per non rischiare di disturbarci; sono davvero felice, è da quando è nato Goten che una bimba così piccola non dorme in questa casa.
La poso nella culla che sono riuscita a recuperare dalla soffitta, la stessa che prima era di Goten e ancor prima di Gohan: quanti ricordi.
Non mi giro, ma con la coda dell’occhio vedo che Goku, appoggiato allo stipite della porta, mi osserva e sorride. Non riesco a tenermi la domanda.
“Perché sorridi?”
“Anche tu sorridevi prima guardando me e la piccola”
Spalanco gli occhi, da quando è diventato così attento a me e a quello che faccio?
“…e stavi piangendo”
Mi lascia senza parole.
“Vorresti una bambina anche tu?”
“Cosa??”
La sua domanda mi spiazza, mi ha annullato del tutto la salivazione. Davo davvero quell’impressione prima?
“Ho interpretato male?”
Ora il suo sorriso si è spento. Inizio a sentirmi in colpa, è da ieri sera che gli nascondo che ha perso la memoria, che qualcosa che sapeva ora non se la ricorda più, ma come faccio a dirglielo in questo momento, dopo quello che mi ha appena chiesto? Mi sta proponendo di avere una altro figlio o mi sta solo chiedendo se lo vorrei? Se si ricordasse di essere un sayan me lo avrebbe chiesto comunque?
Oddio sono confusa!
“G-Goku io”
Dannazione, questo mio silenzio sta solo peggiorando le cose.
Un rumore assordante interrompe i miei pensieri, entrambi ci affrettiamo verso l’origine del boato: proviene dalla stanza di Goten.
Oh no! Mio figlio sta sognando e nel sogno si sta trasformando, ma la cosa tragica è che si sta trasformando sul serio. D’istinto guardo la reazione di Goku, Goten continua a dormire, non si accorge nemmeno della nostra presenza, lotta contro un avversario immaginario.
Mio marito ha gli occhi spalancati, poi mi guarda in cerca di spiegazioni. Lo so che tocca a me dargliele e credo proprio che ora sia arrivato il momento della verità.
 
Continua…
 
 
Spazio dell’autrice
Povera Chichi…
Forse mi sta venendo malissimo, non lo so, datemi un consiglio per favore, ringrazio in anticipo chi lo farà!
Baci :3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Vicolo cieco ***


Vicolo cieco
 
Ok Chichi mantieni la calma! Prendo un respiro, passo davanti a Goku e chiudo lentamente la porta della cameretta senza scollargli gli occhi di dosso: temo nella sua reazione, ma se non ricorda di essere un sayan, forse non ricorda nemmeno la sua forza e questo è sicuramente un punto a mio favore. Prendo un respiro. Lui è completamente senza parole, non l’ho mai visto in questo stato, per come sta potrei aspettarmi anche uno svenimento.
Vorrei invitarlo a sedersi, ma è meglio non ritardare ulteriormente la conversazione. Goku mi anticipa.
“Quello non era mio figlio vero??”
Giustifico la sua domanda date le circostanze.
“Chichi, da quando è diventato un teppista??”
Spalanco gli occhi. Eh no semmai questa è una mia considerazione! Forse per la prima volta nella mia vita concordiamo su un punto, peccato non glielo possa far notare.
“Goku, ora non dire cavolate e ascoltami bene”
Rivaluto il fatto di farlo sedere, lo spingo, se così si può dire, verso la nostra camera.
“Ehy ehy se vuoi replicare la notte scorsa non è necessario spingere, basta chiedere”
È diventato troppo malizioso, lo preferivo ingenuo e bambinone. Lo spingo sul letto e prima che lui possa afferrarmi mi allontano a debita distanza.
“Ora non fare il cretino e ascoltami!” gli punto contro l'indice
Non mi sarei mai immaginata nemmeno nei sogni più strani che un giorno gli avrei dovuto spiegare le sue origini.
“Ok, allora, quello che hai visto prima una spiegazione ce l’ha”
È serio e mi guarda attentamente.
“Prima però devo dirti il motivo per cui non la ricordi”
Diamine! Perché è così difficile trovare le parole? Sono più in difficoltà di quando gli ho comunicato di essere incinta di Gohan: allora ero giustificata, ero solo una ragazzina di 18 anni, ma ora sono una donna matura, quindi è meglio se mi sbrigo a mettere insieme un discorso di senso compiuto, altrimenti peggioro solo la situazione.
“Ieri, quando sei andato insieme a Goten da Vegeta, ricordi cosa è successo?”
Sbatte gli occhi come perplesso, è alla ricerca di una risposta.
“Ricordo che Vegeta si è infuriato perché volevo tornare a casa”
Sono più agitata di mio marito, mi siedo accanto a lui.
“Hai dimenticato un dettaglio di ieri, tesoro”
Cerco di essere dolce per attutire meglio il colpo.
“Non so come, ma ieri Vegeta ti ha colpito particolarmente forte e tu hai dimenticato chi sei”
Continua ad essere perplesso, poi mi sorride come se avessi fatto una battuta.
“Ma amore io so chi sono, sono tuo marito”
Si avvicina per baciarmi, ma io lo respingo, non è il momento, insomma!
“Si può sapere che ti prende stasera e soprattutto che ha nostro figlio? È malato?”
C’è rimasto male, ma ora non mi importa.
Sono esasperata e parlo tutto d’un fiato.
“Goku tu sei un sayan, per l’amor del cielo! E lo sono anche i tuoi figli!”
“S-sayan?”
Sospiro, ma cosa ho fatto di male nella vita?
“Avete poteri, vi trasformate in non so ancora cosa, ma diventate biondi esattamente come hai visto prima con Goten”
Mi guarda e poi si mette a ridere.
“Tesoro, ma stai parlando di magia?” mi guarda come se mi compatisse “Non esiste”
Si schiarisce la voce per tornare serio.
Io non sto per nulla ridendo, mi sto veramente stufando.
“Goku, sono seria”
“Okok tesoro, ora però dimmi cos’ha nostro figlio” ha un’illuminazione, che stia tornando in sé? “non si drogherà spero, ha solo 9 anni!”
Oh basta, ha perso la memoria mica il cervello. Mi alzo, lui segue i miei movimenti. Visto che non lo posso più ricattare con il cibo, asseconderò il suo momento di follia.
Apro l’armadio, prendo una coperta e un cuscino e glieli metto sotto il naso.
“E questo che significa?”
Incrocio le braccia spazientita.
“Significa che, finché non mi ascolterai seriamente, dormirai sul divano”
“Ma Chichi, che ti prende, ieri”
Lo interrompo, sono veramente arrabbiata. L’ho sempre detto anch’io che Goten, seguendo le orme del padre, rischiava di diventare un teppista, ma per il semplice fatto che toglieva tempo allo studio e non perché fosse un cattivo ragazzo, anzi tutto il contrario.
“Ieri era ieri e oggi è oggi, quindi non dormirò con te finché non mi crederai”
Indico con il braccio la porta.
“Fuori Goku! Torna quando avrai le idee più chiare”
Da quando siamo sposati, salvo i momenti di vedovanza, non abbiamo mai dormito in due stanze diverse. Mi viene da piangere, ma al momento non ho altre idee, sono sua moglie e si deve fidare di me. Spero solo che questa disavventura non dia il colpo di grazia al mio matrimonio.
 
Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Voglia di normalità ***


Voglia di normalità
 
Mi lascio cadere a peso morto sul letto, sul nostro letto. Le mani sul volto come per cancellare gli ultimi minuti dalla mia mente. Ma cosa ho fatto?! Piango, tanto ora sono sola, posso anche permettermelo. Mi manca già, pensando che non sarà accanto a me stanotte.
Ho sbagliato lo so, dopotutto non è colpa sua se non ricorda, ma di quell’idiota di Vegeta. Come ho potuto mandarlo fuori dalla nostra camera in quel modo?! La mia balia me lo diceva sempre: se un marito e una moglie iniziano a non dormire più insieme significa che quel matrimonio è destinato a finire. No no no no devo scacciare questo pensiero dalla mente, non posso aver scatenato l’inizio della fine. È solo un momento di crisi, può capitare a chiunque, ne abbiamo avuti tanti e li abbiamo sempre superati.
 
Un pianto supera il mio, la mia nipotina è disperata, oh no l’ho svegliata con le mie grida.
Mi affretto verso la culla, ma trovo già lui: perché questo nuovo te è così premuroso Goku?! Mi viene così difficile odiarti anche se non sei in te.
Appena lo vedo faccio per tornare indietro, Pan è in buone mani.
Senza nemmeno guardarmi mio marito si rivolge a me.
“Si è calmata, deve aver avuto un brutto sogno”
Intendi come quello che sto vivendo io ora?
Non gli rispondo, ma mentre mi allontano lui mi prende per un braccio, mi volto e lo guardo negli occhi.
“Chichi mi dispiace, davvero. Certo che mi fido di te, mi fido ciecamente di te, come potrei non farlo se ti amo!”
Non me lo dice mai che mi ama, non se lo fa mai scappare neppure per sbaglio. Non riesco nemmeno a replicare, riesco solo a pensare ‘Ti amo anch’io Goku e ti ho sempre amato’. Le parole non escono, allontano con dolore la sua mano dal mio braccio, lui osserva il gesto con disappunto.
Mi allontano, torno in quella stanza così vuota quando sono da sola. Rivivo i momenti in cui la morte ha forzato la nostra separazione, mi appoggio contro la porta chiusa, scivolo verso il pavimento e mi abbondono in un pianto disperato soffocandolo contro le ginocchia.
 
 
Apro gli occhi. Ma dove sono? Ho un forte mal di testa e gli occhi umidi. Devo fare mente locale, sono sdraiata sul letto?? Ma non è possibile, non ricordo di…ok, deve essere stato Goku, mi sono addormentata per terra e lui mi ha amorevolmente portata a letto. Lui però non ha dormito accanto a me, il suo lato è intonso. Bè ovvio gliel’ho chiesto io e lui ha rispettato la mia decisione.
Mi alzo di scatto, ma mi blocco nel vedere che i suoi vestiti sono sulla sedia, insolitamente ordinati. Ma cosa ha indossato stamattina?
 
Basta, questa storia deve finire! Mi ricompongo e mi avvio verso l’uscita. Incrocio Goten prima di uscire dalla porta.
“Mamma dove vai? Esci anche tu?”
Anche tu? È uscito?
“Dov’è tuo padre?”
“Non lo so, ha detto che doveva sbrigare una faccenda e mi ha chiesto di darti questo foglietto quando ti fossi svegliata”
 
Qualsiasi cosa abbia fatto mi dispiace, ti prometto che risolvo tutto.
 
Oh no! ora è convinto di aver combinato qualche guaio. Certo la mia reazione di ieri sera non ha certo aiutato. Metterei la mano sul fuoco che è andato alla Capsule Corporation per avere spiegazioni da Vegeta.
“Tesoro, aspettaci qui, io e papà torniamo subito”
Non aspetto nemmeno la risposta di mio figlio. Sono incosciente lo so, sto lasciando un bambino di 9 anni con la mia nipotina che ha solo 1 anno, ma a breve dovrebbero arrivare Gohan e Videl a prenderla.
 
 
 
Arrivo in pochissimo tempo.
Mi apre Bulma. Non le do il tempo di parlare, nemmeno un saluto e mi avvio verso la Gravity Room. Corro da tanto che sono agitata.
Sono arrivata e apro con veemenza la porta. Goku sta parlando con Vegeta, ma al mio ingresso particolarmente teatrale si voltano entrambi verso di me.
“Chichi!”
È sorpreso di vedermi, ma al momento mi interessa parlare con il responsabile di tutto questo casino.
Mi avvicino a lui con cattiveria e lo minaccio con lo sguardo.
“Che diavolo hai fatto a mio marito??”
Lui non batte ciglio, figurarsi se il principe dei sayan si spaventa di me!
“Ma finiscila, io non gli ho fatto niente”
“Ah no?! E allora mi spieghi perché non ricorda più di essere un sayan?”
Indico Goku e mi volto a guardarlo, solo in quel momento mi accorgo che non è vestito come al suo solito. Quella è una camicia, ma lui odia le camicie!
Strizzo gli occhi allibita e mi riconcentro su Vegeta.
“Ti pare che tu non abbia fatto niente?! Goten mi ha raccontato che lo hai colpito e adesso è in questo stato da due giorni”
“Non ricorda di essere un sayan?” guarda sorpreso me e poi lui “Bè potrei sfruttare la cosa a mio favore”
Fortuna che sta entrando Bulma, altrimenti uno schiaffo non glielo avrebbe tolto nessuno.
“Ma cosa sta succedendo qui??”
Difficile spiegare qualcosa che non comprendi nemmeno tu.
La mia amica fa viaggiare lo sguardo da me, a Goku e a Vegeta e si sofferma proprio su quest’ultimo, probabilmente ha capito che non può che essere lui il responsabile di tutto.
“Vegeta, devi dirmi qualcosa?”
Non risponde, allora prendo la parola.
“Meglio se andiamo da un’altra parte”
La spingo leggermente dietro la schiena per guidarla.
Ci accomodiamo in soggiorno e le spiego tutto.
“È un bel guaio mia cara, ti chiedo scusa a nome di Vegeta”
“Bulma, non c’è un modo per fargli tornare la memoria? Ci sono dei lati stupendi di questo nuovo lui, ma io rivoglio il mio Goku!”
“Chichi ti prometto che cerco una soluzione”
“Ti ringrazio di cuore!”
Questi sono sicuramente i lati positivi di avere come migliore amica una scienziata.
C'erano davvero degli aspetti che ho sempre desiderato ci fossero in lui, ma non è questo l’uomo di cui mi sono innamorata. Voglio davvero che tutto torni come prima. Questa sua audacia non mi piace, rivoglio il mio ingenuo Goku, che prima di fare l’amore arrossisce come se fosse sempre la prima, non lo premedita mai, succede e basta; rivoglio quella sua ingenua dolcezza e sorpresa quando prendo io l’iniziativa. Rivoglio quelle emozioni, rivoglio la nostra unicità e magia. Rivoglio sentirmi tra braccia familiari, non sconosciute. Questa sua imprevedibilità non mi piace, voglio la sicurezza che solo l’uomo che ho sposato può darmi.
 
Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tentativi ***


Tentativi
 
Siamo ritornati a casa insieme, ovviamente in macchina, altri mezzi al momento ci sono preclusi.
Goten mi corre incontro. Come avevo previsto Gohan è passato a prendere Pan.
“Mamma, è venuto il mio fratellone e si è preoccupato quando non vi ha trovati in casa”
“Non preoccuparti tesoro, poi lo chiamo per tranquillizzarlo” gli sorrido, ma di serenità nella mia voce ce n’è ben poca
Goku si avvia verso casa, ma lo richiamo indietro.
“Dove pensi di andare”
Mi guarda perplesso.
“In casa?”
“No Goku dobbiamo risolvere questo problema”
Torna indietro da me.
“Giusto, hai ragione. Quando sei arrivata tu prima stavo cercando di capire, ma non mi hai dato modo di farlo”
“Lascia perdere, non c’è più tempo per capire” e non posso nemmeno aspettare che la scienza faccia il suo corso, devo agire.
Mi posiziono esattamente davanti a lui. Mi scruta dall’alto al basso come se la strana fossi io.
“Coraggio, dammi un pugno” ero decisa a risvegliare la sua natura sayan
“M-ma stai scherzando vero?” era scioccato
“No, sono seria” mai stata così seria
“Scordatelo! Non ti tocco nemmeno con un dito”
Stava rientrando in casa, ma lo blocco per un braccio e glielo tiro io in pieno stomaco, tanto che male posso fargli?!
Per un istante gli manca il fiato, poi si riprende “Ahia Chichi, mi hai fatto male! Sei impazzita?! Perché vuoi a tutti i costi che ci picchiamo??”
Gli ho fatto male?? No, io non posso avergli fatto male!
Ok, non è l’approccio giusto, forse se lo facessi arrabbiare si trasformerebbe, dopotutto è per una giusta causa.
“Senti Goku, c’è una cosa che non ti ho mai detto”
“E per dirmela prima mi picchi?”
Oh dai non rendere le cose più difficili!
“T-ti ho tradito”
Giuro, me ne pento già di averglielo detto.
“Cosa???”
Non reagisce, oh no, ed ora che succede?
Provo a proseguire.
“È stato q-quando tu non c’eri”
Certo, come se questo potesse giustificare il mio possibile comportamento e poi sicuramente non ricorda nemmeno di essere morto, chissà cosa pensa di aver fatto in quel periodo di assenza.
“Quindi mi stai dicendo che probabilmente Goten non è mio figlio??”
Ma perché qualsiasi cosa dica sbaglio e peggioro le cose?
“Era già nato Goten” era troppo persino in questo caso mettere in dubbio la sua paternità
Vuoi trasformarti sì o no?! È infuriato, ma “umanamente” arrabbiato e forse anche giustamente.
Vedendolo in quello stato, cerco di tranquillizzarlo, oddio cos’ho fatto? Vuoi vedere che ora mi lascia??
Mi respinge, mi allontana.
“Hai messo i miei figli nelle mani di un altro uomo??”
Puro odio gridano i suoi occhi. Non è più lui, a questo punto sarebbe dovuto diventare un super sayan, ma niente.
Non riesco a trovare nuove argomentazioni per quella bugia, penso solo di aver rovinato quel poco che era rimasto in piedi.
Cerco di tornare sui miei passi, ma ormai il danno è fatto.
“Goku, non è significato nulla, io ho amato sempre e solo te, ero sola”
“Certo e questo ti giustifica, mi pare ovvio” ora anche l’orgoglio si è impossessato di mio marito
“Mi hai lasciato sola con due figli da crescere!”
Ed ecco che vecchi rancori ritornano a galla, qui rischio io di trasformarmi, mi sto esaurendo!
“Hai perfettamente ragione” era sarcastico, lui non sa nemmeno cosa sia il sarcasmo “Allora tolgo il disturbo così potrai trovarti qualcuno che non ti lasci più sola”
“No Goku, ti prego aspetta”
Entra in casa velocemente e si dirige verso la camera da letto.
Passa davanti a nostro figlio senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
“Papà? Mamma, ma che sta succedendo?”
“Niente” lo abbraccio, lui ancora più interdetto non capisce nulla, meglio così “niente tesoro mio” ora le lacrime, non riesco più a trattenerle
Scende come una furia con la sua valigia, non si volta nemmeno a guardarci, esce e sbatte la porta.
“Mi dispiace” sono le uniche parole che riesco a dire “mi dispiace così tanto” strizzo gli occhi, un dolore lancinante al petto, solo mio figlio mi impedisce di stramazzare al suolo.
Ho rovinato tutto, stavolta sono io la colpa di tutto, in un secondo ho rovinato la cosa più importante della mia vita. La mia famiglia.
 
Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Rimorsi ***


Rimorsi
 
È un incubo! Sto semplicemente vivendo un incubo che io stessa ho contribuito a creare.
Come ho potuto dirgli quelle cose e ferirlo? Io che lo amo così tanto, che lo avrei aspettato altri 10 anni se fosse stato necessario. No, non lo farei mai, non penserei nemmeno ad un altro uomo.
Davvero pensavo in questo modo di sistemare le cose? Forse il vecchio Goku avrebbe almeno provato ad ascoltarmi, avrebbe provato a comprendere le mie ragioni, anche se so che non sarei stata giustificata a fargli una cosa simile.
Mi aveva appena giurato di amarmi e di fidarsi di me! Sono un mostro, sono esattamente come quegli esseri che da una vita attaccano il nostro pianeta, sono senza cuore.
Non ritornerà più, stavolta non ha nessun motivo per farlo. Mio padre mi odierebbe se sapesse quello che ho fatto, Gohan lo farebbe, persino Goten pur essendo ancora piccolo.
Ora ha persino il dubbio che Goten non sia suo figlio, ma che assurdità! Come può non essere suo figlio? È identico a lui!
Come faccio a riportarlo da me? Cosa posso fare perché lui si fidi nuovamente di me?
Non so nemmeno dove sia adesso, anche se una vaga idea ce l’ho.
 
 
Salgo nella nostra camera, dove sono solita rinchiudermi da qualche giorno, e noto che ha lasciato la sua tuta. Allora ha staccato davvero con la sua vecchia vita. La prendo fra le mani: è l’unica cosa che mi è rimasta del vecchio Goku, la stringo forte al cuore inondandola di lacrime, non me ne rimangono nemmeno più da tante che ne ho versate.
‘Goku, ti prego torna da me, torna dalla tua famiglia, non è vero nulla! Ti amo!’ una nuova preghiera al cielo, ma lui non mi sente.
Avevo tutto ed ora non ho niente e tutto per quello stupido desiderio. Rivoglio solo il mio dolce sayan, ma ora è chiedere troppo vero?
Il suo profumo mi inonda le narici, quello non è cambiato, è sempre lo stesso.
Non posso accettare di vivere di nuovo senza di lui e stavolta per sempre. La vita è iniziata con lui e deve finire con lui.
Non mi importa dove sia, io lo troverò.
 
 
Bussano alla porta. Sento che sta andando Goten ad aprire. Non capisco chi sia.
“MAMMA!”
Lo raggiungo. Mio figlio mi porge una busta. La apro.
Oh no! No, non sta succedendo! È una lettera di divorzio?? Lui è andato da un avvocato, ma stiamo scherzando?! Il mio Goku non mi farebbe mai una cosa simile. E la cosa peggiore è che lui l’ha già firmata.
Mi rifiuto anche solo di concepire una cosa simile.
“Mamma tutto bene?”
Il mio bambino non si merita una cosa simile.
Ma davvero non ha capito che gli stavo mentendo? Sono sicura che il vecchio Goku non mi avrebbe neppure creduto.
Non firmerò mai questi documenti, neanche con la forza riuscirà a divorziare da me.
“Mamma è successo qualcosa a papà?”
Oh figliolo come faccio a spiegarti quante cose sono cambiate in un paio di giorni?
“No, tesoro, non preoccuparti. Papà vuole farmi una sorpresa e mi ha detto di raggiungerlo”
Tanto una bugia in più o una in meno allo stato in cui siamo non cambia nulla, almeno non faccio soffrire il mio bambino mentre cerco di sistemare questa apocalisse che mi sta travolgendo. E poi la sorpresa me l’aveva fatta sul serio.
 
 
So che è andato da Bulma, ne sono certa. Provo a chiamarla, non mi pare il caso di piombare ancora a casa sua.
“Sì Chichi so quello che è successo, Goku è passato di qui. Ma non è assolutamente vero che lo hai tradito! Mi spieghi che ti è saltato per la testa?”
“Volevo sono che” ma che giustificazioni ho? “Bulma, ti prego dimmi dove è andato, io non firmerò mai il nostro divorzio!”
“Ha detto che voleva andare il più lontano possibile da qui, non saprei dove possa essere”
 
Ci deve essere un posto dove sta andando. Cerco ovunque un indizio per tutta la casa, apro ogni cassetto e anta del suo comodino, al diavolo tutto! La posta in gioco è troppo alta. Finalmente dopo aver messo a soqquadro tutti gli effetti personali di mio marito, sì perché lui è ancora mio marito che gli piaccia o no, trovo finalmente un biglietto con un indirizzo e un numero di telefono. Non è di Santan City. Lo volto: Elizabeth, Chicago. Ed ora questa chi è?? Va a vedere che scopro che in realtà mi ha tradita lui.
No ma che dico?? Ci deve essere una spiegazione, io non sono come lui, io non butto via 30 anni di matrimonio in un secondo.
Chicago è lontano, che faccio telefono? Devo farmi coraggio.
Prendo il telefono e compongo quello strano numero.  
Risponde una donna, deve essere Elizabeth.
“Pronto?”
Non ho nemmeno il coraggio di parlare.
“C-cercavo Son Goku, mi sa dire dove lo posso trovare?”
“Son Goku? Sì, dovrebbe essere in volo adesso, avevamo un appuntamento”
Un appuntamento? Non credo che il mio cuore possa reggere a tutto questo.
Mi appoggio al muro per farmi forza.
“Signora, è ancora in linea? Vuole che gli riferisca qualcosa quando arriva?”
Cosa mai posso ancora dirgli? Ha chiuso con me e con i suoi figli.
Forse la cosa migliore è firmare quei documenti e finire questa agonia il prima possibile.
 
Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Liete notizie? ***


Liete notizie?
 
Solo un semplice foglio può separare due persone per sempre. Non ce la faccio. Giuro ci sto provando, ho la penna in mano, ma non riesco a posarla su quella riga, mi sto facendo violenza da sola; come faccio a usare per l’ultima volta il mio nome da sposata, per poi dimenticarmi di lui, dimenticarmi di noi, di tutto? Non so nemmeno più cosa voglia dire essere Chichi del Toro, io sono la signora Son, lo sono sempre stata e sempre lo sarò.
No Goku, non puoi chiedermi questo! Non puoi odiare così tanto la madre dei tuoi figli.
Sto male, è una settimana che Goku se n’è andato ed io la notte senza lui non riesco a chiudere occhio.
Ho raccontato a Goten e a Gohan che è andato a trovare un vecchio amico lontano da qui e che non sapeva nemmeno lui quando sarebbe tornato, faccio finta che mi chiama quando loro non ci sono e che mi dice di salutare i ragazzi.
Bulma non ha ancora trovato una soluzione, ma sono certa che, per come stanno le cose, fargli tornare la memoria non sarebbe sufficiente a farci tornare insieme.
 

Dopo una settimana sono ancora qui davanti a quei documenti. Cosa aspetto a firmare? Tanto ormai lui ha la sua nuova vita, con quella Elizabeth, mi sto solo umiliando. Un conato di vomito, ecco cosa mi provocano i documenti, lui, lei e il pensiero di loro due insieme. Non cerca nemmeno più i suoi amati figli, è andato completamente giù di testa e con la mia storia del tradimento gli ho dato il colpo di grazia.
No, non ce la faccio devo vomitare! Spero di non ammalarmi, il mio povero Goten ha solo me, quello snaturato di suo padre non sa nemmeno più se esiste.
Non ho la febbre, ma allora cosa…no, non può essere! Non ora e non di nuovo da sola. Devo sapere la verità, per fortuna Goten è da Trunks ora, cerco di tenerlo il più lontano possibile da tutto questo, così mi dirigo verso l’ospedale.
 

Appena arrivata entro in ginecologia; conosco bene quel reparto, l’ho frequentato parecchie volte e non è nemmeno la prima volta che lo visito da sola. Incrocio un’infermiera e le chiedo se fosse possibile fare un’ecografia, lei mi indica una stanza. Busso e entro.
“Buongiorno”
“Buongiorno, prego si sdrai. Come si chiama?” la dottoressa è molto cordiale, ma sono talmente agitata che non riesce a mettermi a mio agio.
Non lo so nemmeno più come mi chiamo, ma ho ancora la fede al dito e non ho firmato le carte “Son Chichi”
Scruta attentamente quel monitor, io aspetto il verdetto e spero con tutto il cuore che sia negativo.
“È la sua prima ecografia?”
“S-sì”
“Bè allora congratulazioni” iniziamo male, quando dicono così è la fine “sono due gemelli” com’è che non sono ancora svenuta?
“G-gemelli?”
“Sì, signora Son!” odio quando sono felici, danno per scontato che lo sia anche tu, sono tutt'altro che contenta!
 

Cerco di uscire il prima possibile da lì. Ed ora che faccio? Glielo dico o non glielo dico? Servirebbe a farci tornare insieme? E poi non voglio che torni solo per questo, io vorrei che tornasse per me, per la nostra famiglia. Però io sono ancora sua moglie e questi sono figli suoi, loro non hanno fatto nulla di male, meritano di conoscere il padre, per quanto sia diventato un pessimo padre, non sarò certo io a vietarlo.
Allora è deciso, devo solo andare a Chicago, andare a quell’indirizzo e…umiliarmi, sì perché è esattamente quello che farò, lo pregherò di tornare da me, gli darò la scioccante notizia e poi probabilmente come sono arrivata me ne andrò.
 
 
 
Ho preso pochi vestiti con me, giusto il tempo di ricevere quella porta in faccia e me ne torno a casa.
Odio volare, l’ho sempre odiato, solo quando volavo con lui mi sentivo al sicuro. Ecco penso a quello mentre sono da sola su questo aereo, mi aiuta a non pensare a quello che succederà una volta atterrata, ormai la mia vita dipende da quest’incontro.
 

Ed eccomi qui a Chicago, non ci sono mai stata, ma avrei sicuramente preferito visitarla in un’altra occasione.
Prendo quel biglietto e controllo l’indirizzo, è un palazzo enorme, non riesco a stimare ad occhio quanti piani possano essere. Citofono a questa Elizabeth. Mi risponde, oddio lei è in casa!
“Salve, ho chiamato circa una settimana fa per avere notizie di Son Goku”
“Salga, decimo piano”
Che reazione è stata? Ora ho veramente paura.
Prendo l’ascensore, la salita è infinita. Prendo un respiro profondo e le porte si aprono. Ma sono sicura di quello che sto facendo? Ok, non posso più tornare indietro, posso solo andare avanti.
 

La porta è aperta. Wow, da quando mio marito è diventato ricco?! Una ragazza si avvicina, deduco debba essere Elizabeth. La squadro involontariamente: e Goku cosa ci trova in questa?
“Salve, non ho il piacere di conoscerla” mi porge la mano, mi pare un po’ esagerato stringere la mano all’amante di mio marito
“Mi chiamo Son Chichi” accentuo bene il mio nome per evitare malintesi “Sono la moglie di Goku”
La donna spalanca gli occhi. Ecco lo sapevo, ci avevo visto giusto. Ennesimo colpo da incassare.
“Ma non aveva divorziato?” mi sto infuriando, ma è decisamente meglio se sto calma nel mio stato
“No” sto davvero facendo uno sforzo a non prenderla per i capelli “Io invece con chi ho il piacere di parlare?”
“Ah mi scusi” era sovrappensiero, è chiaro che la notizia l’ha scioccata “Sono Elizabeth Evans, la segretaria di suo marito”
Sì bè, si sa che le segretar…no un momento, cosa ha detto?
“Come scusi?”
“Suo marito cercava un lavoro e una conoscenza in comune gli ha dato il mio numero. Però mi sono sorpresa quando una settimana fa ha accettato, diceva che Chicago era troppo lontano dalla sua famiglia, poi mi ha detto che stava divorziando e allora ho capito la ragione del suo cambiamento. Davvero non sapeva nulla?”
Vegeta ha totalmente annullato il vecchio Goku, ora si trova pure un lavoro?
“No, non sapevo nulla” non so se essere sollevata oppure no, non ha un’amante, ma dopo quello che gli ho detto ha preferito trasferirsi a Chicago piuttosto che stare con noi. “Mi saprebbe per favore dire dove posso trovarlo?”
“Ma certo” un tentativo lo devo pur fare.

Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ti prego torna! ***


Ti prego torna!
 
È particolarmente scioccante scoprire che mio marito ora ha un ufficio; la sua segretaria mi ha detto che è un agente immobiliare. Mi sembra tutto così strano. Veramente non mi va nemmeno giù che abbia una segretaria, ma al momento sorvoliamo su questo dettaglio.
 
Oh no, sono già arrivata alla sua porta, busso? Bè ovvio che devo bussare! Che razza di domande mi faccio? La gravidanza mi sta già dando alla testa.
“Avanti”
La sua voce. È lui. Oddio, ma quanto mi è mancato?!
Faccio scattare la serratura, apro lentamente la porta; non guarda nemmeno chi sta entrando, è concentrato su un’agenda. Sorrido, è tutto così bizzarro.
Finalmente alza la testa. Mi fissa. Io lo fisso.
Che faccio? Mi avvicino? Non possiamo rimanere imbambolati tutto il giorno.
Tiro fuori i documenti e li poso sulla scrivania. Guarda se li ho firmati senza nemmeno toccarli. Poi finalmente si decide a dire qualcosa.
“Ecco perché non mi chiamava l’avvocato” è apatico, non capisco se è contento oppure no
“Io non voglio divorziare e tu non mi obbligherai a firmare quei documenti!”
Non riesco a capire quello che prova. È peggiorato da quando ci siamo lasciati.
“Fa quello che vuoi, ora scusa ma ho da fare”
Bè se la mette così posso anche girare i tacchi e andarmene, ma non gli ho detto ancora la cosa più importante!
“Goku” cerco di attirare la sua attenzione
“Mm?” non mi guarda nemmeno, è distratto dal suo lavoro
Alzo gli occhi al cielo per darmi coraggio, mi mordo un labbro dal nervoso.
“Sono incinta”
Si blocca, non muove più nemmeno un muscolo, ma non mi dice niente e ricomincia a fare quello che aveva interrotto.
La reazione peggiore che potesse avere, probabilmente non pensa di essere il padre dopo quello che gli ho detto.
Non c’è più niente da dire, mi volto e esco.
Percorro il corridoio che mi separa dall’uscita, lacrime scendono come fiumi dai miei occhi, ma piango silenziosamente, un po’ di dignità mi è ancora rimasta.
Sono uscita, ma, nonostante l’aria, non respiro, mi sento soffocare.
“Chichi!”
Quella voce. È nella mia testa. Mi avvio per prendere un taxi. Desidero solo andare il più lontano possibile da qui.
“Chichi, aspetta!”
Non posso aver sentito male anche stavolta. Mi volto e me lo trovo davanti. È affannato per la corsa.  
Mi guarda fisso negli occhi.
“Mi sono dimenticato di chiederti come stanno i ragazzi” la voce è sempre grave e apatica
“Manchi molto a loro. Goten mi chiede ogni giorno quando torni”
È diventato triste. Non si vuole sbilanciare però.
“H-ho capito bene, sei incinta?”
“Sì” ho paura a dirgli subito che sono gemelli “Goku, io sono venuta per dirti che non è vero che ti ho tradito, non l’ho nemmeno mai pensato”
Mi guarda come se glielo dicessi solo perché ho scoperto di essere incinta.
“Non mi credi vero?”
“Non ce la faccio scusa, è più forte di me” se solo fossi di nuovo in te stesso non reagiresti così
“Avevi detto di amarmi e di fidarti ciecamente di me, ora cos’è cambiato?”
“Forse perché mi hai detto che hai avuto un altro?” ha alzato la voce e iniziato a gesticolare
Vero. Tutto vero. Maledizione!
“Sono due gemelli”
“Cosa??”
“Aspetto due gemelli”
“D-due?”
Ora si è seduto su una panchina lì accanto. Bè ovvio tutte queste notizie insieme sarebbero sconvolgenti anche per una persona che non ha perso la memoria, figuriamoci per lui.
“Senti Goku” mi siedo vicino a lui “se non vuoi tornare lo capisco, ma non fare questo a Goten o a Gohan, loro non c’entrano niente, non hanno alcuna colpa” gli parlo pacatamente, tanto sono rassegnata all’idea che il nostro matrimonio è finito “gli ho detto che sei andato a trovare un amico, non sono arrabbiati con te. Ora se vuoi vengo a firmare i tuoi documenti”
Se non mi vuole, non lo possono obbligare; il nostro matrimonio non può stare in piedi se lui non ha più fiducia in me.
“Però se divorziamo, io non credo stavolta di potercela fare a crescere due figli da sola”
Si volta di scatto verso di me.
“Ma che cosa stai dicendo?”
Era la verità. Non di nuovo senza di lui. Non me lo meritavo io e nemmeno quelle due creature.
Mi prende la mano. Mi meraviglio, non per il gesto in sé, quanto piuttosto per la sensazione che mi dà. Sorrido, è di nuovo lui, lo sento.
Ci avviciniamo lentamente, ma i nostri occhi non si scollano, finché non li chiudiamo in contemporanea e le nostre le labbra si uniscono in un dolce bacio.
Si stacca da me all’improvviso. Ci ha ripensato?
“Ho solo una curiosità”
“Quale?”  dopo tutto quello che abbiamo passato temo quello che mi sta per chiedere.
“Come sapevi che ero qui?”
Gli mostro il biglietto che conservava nel suo comodino.
“Goku non mi importa un accidente di questo lavoro, voglio solo che torniamo a casa”
Mi sorride, con quel suo sorriso meraviglioso, quello che mi fa impazzire, quello che riconoscerei fra mille altri.
“E non hai pensato male nemmeno per un momento, quando hai visto fra le mie cose questo biglietto con il nome di una donna?”
“No” giuro questa è l’ultima bugia che gli dico.
 
Continua….

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La nostra "normale" famiglia ***


La nostra “normale” famiglia
 
Sono passati 3 mesi da quei giorni orribili, non credo che li dimenticherò, la sofferenza e l’abbandono che ho provato rimarranno sempre impressi nella mia mente e nel mio cuore.
Goku mi è stato accanto ogni singolo istante, non ha dedicato nemmeno un’ora ai suoi allenamenti; mi fa piacere avere le attenzioni di mio marito, ma voglio anche che torni ad essere il solito sayan, il mio sayan, mi manca davvero ogni più piccolo dettaglio di lui.
Non provo più a fargli riacquistare la memoria, l’ultima volta che ho tentato in questa impresa ho rischiato di perdere tutto e non voglio rivivere quell’inferno, così attendo e spero che un giorno di questi possa succedere quel miracolo.
Non abbiamo detto nulla ai nostri figli di quello che è realmente successo in quella settimana, abbiamo preferito non angustiarli per nulla.
 
 
Oggi però è un giorno molto importante e voglio mettere da parte pensieri tristi; finalmente scopriremo il sesso dei nostri piccoli! Non ho nemmeno dovuto chiedere a Goku di accompagnarmi, si è offerto lui di sua spontanea volontà.
“Goku davvero, non è necessario che mi accompagni” inizio ha sentirmi in colpa, mi dà l’impressione di tenerlo incatenato ed è sbagliato, non voglio approfittarne solo perché ha perso la memoria
“Tesoro, mi spieghi come faccio a perdermi questo momento?” mi dà un bacio al volo “e poi se resto qua rischio di farmi sfuggire qualcosa con Goten o Gohan, quando invece abbiamo deciso di fare loro una sorpresa, no?”
“Okok” sono felice, forse egoista, ma serena
 
 
Arriviamo un po’ in anticipo e attendiamo. Ovviamente, non avendo ancora riacquistato la memoria, mio marito è vestito tutto elegante: sta davvero benissimo, ma sarà che io sono di parte.
Lo guardo, cerco di attirare la sua attenzione, ma da quando siamo entrati è pensieroso. Mi preoccupo, penso non stia bene.
“Tesoro, stai bene?”
Lo riscuoto dai suoi pensieri con la mia domanda.
“Sì, scusa, è che odio questo posto”
Almeno questo non è cambiato e ne sono felice.
Gli sorrido.
“Non preoccuparti non ci vorrà tanto”
 
 
Finalmente tocca a noi.
“I signori Son?”
Entriamo. Come al solito la dottoressa mi fa sdraiare sul lettino e accende il monitor, ma stavolta è diverso: quando ho scoperto di aspettare Goten mio marito non c’era, mentre ora c’è, o almeno così si può dire…
Goku rimane distante a braccia conserte, è un atteggiamento strano che non riesco a decifrare, è perso di nuovo nei suoi pensieri; credo mi abbia mentito prima, non è per il posto che reagisce così.
“Signor Son? Può sedersi accanto a sua moglie se lo desidera”
Ritorna alla realtà e sorride alla dottoressa.
“Ma certo, grazie”
È preoccupato e non capisco il perché, gli allungo una mano e lui me la stringe.
“Allora, vediamo un po’ come stanno” la dottoressa analizza attentamente lo schermo “Volete sapere se sono maschio o femmina?”
“Sì certo!” mi affretto a dire, muoio dalla voglia di sapere
“Bene” dà un’ultima occhiata per esserne sicura e poi ci dà l’annuncio “sono due bambine”
Sono felicissima, quasi piango dalla commozione. Mi volto d’istinto verso mio marito.
“Goku, stai bene?” il mio sorriso si spegne
L’aria assente come poco fa, sta fissando lo schermo. Non capisco se è felice della notizia oppure no.
 
Anche la dottoressa non sorride più. Ma cosa diavolo succede?
“S-stanno bene vero?” mi alzo leggermente per vedere
Ora capisco la reazione di entrambi: le nostre piccoline hanno la coda! Bè è normale, o meglio normale nella nostra accezione di normalità.
Mi hanno spaventata, chissà cosa credevo stesse succedendo. Scoppio a ridere.
Mio marito e la dottoressa mi guardano come se fossi impazzita. Mi ricompongo, forse ho un po’ esagerato.
“Signora Son? Non la stupisce questo?”
Non mi crederebbe mio marito, figuriamoci lei, allora fingo, ma cerco comunque di sdrammatizzare la situazione.
“Bè sì è una cosa strana, ma sono in salute, quindi non c’è alcun problema”
“Non c’è alcun problema??” Goku sembra allarmato
Ma come faccio a spiegargli tutto in questo momento?
 
Ci congediamo dalla dottoressa, la quale non è ancora molto convinta di ciò che ha visto, mi chiede di fare degli accertamenti, ma io rifiuto cordialmente. Mio marito sembra propenso ad accettare, ma io lo invito implicitamente ad andare.
 
Percorriamo il corridoio che ci porta al parcheggio. Non dice una parola. Aspetto ad arrivare a casa per parlargli, anche se forse è meglio ora, così se sviene siamo già nel posto giusto.
Mi volto verso di lui, ma si è bloccato in mezzo al corridoio. Sembra abbia visto un fantasma.
“Goku?”
Non mi risponde e ricomincia a camminare. Lo seguo.
Fantastico, 3 mesi di serenità ed ora rimpiombiamo nella crisi. Finché non torna in sé credo che non ne usciremo mai.
 
Arriviamo alla macchina, ma prima di salire devo dirgli qualcosa, questo silenzio è snervante.
“Tesoro, ma non sei felice?”
“C-certo che sono felice, perché?”
E ti sorprendi che te lo chieda? Per poco non svenivi!
“Non hai detto nulla”
“Scusa, è che” a cosa sta pensando? È un momento di gioia e lui si mette a fare il tenebroso? Capisco la confusione, ma… “perché non siamo venuti con il teletrasporto?”
Ha riacquistato la memoria? Oddio e questo quando…le bambine, le fissava in quello schermo, sono state loro a fargli ricordare chi è. Quando si è bloccato nel corridoio, non so cosa sia successo, ma è un miracolo!
Mi butto letteralmente tra le sue braccia. Sì era lui. Mi stacco e noto che è diventato tutto rosso. Era tornato il solito ingenuo sayan.
Gli sorrido.
“Bè abbiamo deciso di fare le cose in modo classico per una volta”
“E quand’è che l’abbiamo deciso?”
 
Non so se ricorda la nostra separazione. Non glielo chiedo. Non mi importa nemmeno, l’importante è che sia con me ora.
 
 
Ci avviamo per tonare a casa.
“Dici che saranno forti come il loro papà?” il mio adorato sayan è tornato finalmente, oh Goku quanto mi sei mancato
Faccio finta di essere offesa.
“Spero siano intelligenti come la loro mamma!”
Lo guardo sorridendo. Non mi importa se saranno forti o intelligenti, mi interessa solo che stiano bene e che crescano in una famiglia che le ami.
 
 
Arrivati a casa, il primo a cui dare la notizia è Goten. Lo chiamiamo in soggiorno e lo invitiamo a sedersi.
“Figliolo, io e la mamma dobbiamo dirti una cosa molto importante”
“Che cosa?”
“Presto avrai due sorelline”
Nostro figlio sembra perplesso.
“Tesoro, perché quell’espressione? Non sei felice?” mi sto preoccupando, non è un buon inizio
“Perché due, mamma? Non è sufficiente una?”
Mi metto a ridere, anche Goku ha la stessa reazione. Ed io che credevo chissà che cosa. Goten però non ride, non capisce la nostra reazione.
Mi siedo accanto a lui.
“Piccolo mio non decidiamo noi, ma tu vorrai bene ad entrambe vero?”
Sembra poco convinto, ma poi mi sorride e mi fa segno di sì con il capo.
“Bravo tesoro!” gli arriva un grosso bacio sulla guancia
Goku rompe quella piccola magia.
“Scusate se vi interrompo, ma dovremmo decidere i nomi non credete?”
Goten anticipa entrambi.
“Che ne dite di Astria e Alisia?”
Ci voltiamo verso nostro figlio e gli sorridiamo.
 
Probabilmente ora penserà di nuovo ai suoi allenamenti, litigheremo per l’istruzione dei nostri figli, lo sgriderò quando non starà composto a tavola, ma non mi importa perché non voglio più rinunciare a tutto questo. Non mi sono resa conto di avere tutto. Ho imparato la lezione! Il nostro amore va oltre i contrasti e le sofferenze ed io non voglio più rinunciarvi.
Dopotutto è solo la nostra “normale” famiglia.
 
Fine.
 
Spazio dell’autrice
Ringrazio come sempre tutti coloro che hanno letto la mia storia, seguita e recensita.
Un ringraziamento speciale a Marlena_Libby per avermi suggerito i nomi delle due piccole Son.
A presto 😊 :3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3680200