Someone Like You

di Foxlos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~Incipit~ ***
Capitolo 2: *** ~Capitolo 1~ ***
Capitolo 3: *** ~Capitolo 2~ ***
Capitolo 4: *** ~Capitolo 3~ ***
Capitolo 5: *** ~Capitolo 4~ ***
Capitolo 6: *** ~Capitolo 5~ ***
Capitolo 7: *** ~Capitolo6~ ***
Capitolo 8: *** ~Capitolo 7~ ***
Capitolo 9: *** ~Capitolo 8~ ***



Capitolo 1
*** ~Incipit~ ***


La guerra era finita. O almeno è quello che si sperava. O è quello che il magico trio sperava. Dalla fine della guerra nessuno pensava che un giorno la scuola sarebbe ri-iniziata, almeno non per loro insomma avevano finito, il loro ultimo anno era stato turbolento, ma era finito. 

Eppure, ritrovarsi quella lettera in mano, con quella calligrafia elegante come se ogni lettera fosse scritta a mano libera, bè aveva letteralmente lasciato di stucco i ragazzi.
La piccola di casa Weasley osservava i tre che a loro volta si osservavano con una brillante luce negli occhi, non passo molto prima che le risate riempissero la tana.

Un altro anno nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ma, infondo, era questo che stavano aspettando, altrimenti per un intero anno che avrebbero fatto e in che guai si sarebbero cacciati? La loro vita sarebbe stata monotona, e diciamocelo non erano pronti a questo non faceva per loro, almeno per un altro anno.

Al contrario, in una tenuta cupa e spenta, quella lettera dalla calligrafia elegante, finì a diventare cenere nel maestoso camino finemente decorato, scomparendo tra il crepitarsi delle fiamme. 
Sappiamo bene come funziona con quelle belle lettere con il loro sigillo rosso, non è facile sbarazzarsene, soprattutto senza dare una risposta che sia positiva o negativa, neanche di domenica.

La scuola sarebbe ri-iniziata e nessuno poteva opporsi ad un diretto ordine della nuova preside.
♤▪♤▪♤
Ciaoo
Benvenute personcine, questa è la prima storia che scrivo.
Spero di avervi incincuriosito e di non deldeludere le vostre future aspettative, un bacio alla prossima.
Jinger

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Capitolo 2
*** ~Capitolo 1~ ***


Dimenticare è da codardi,
Lottare è da coraggiosi,
Andare oltre è umano."
-Cit-

Quella mattina Hermione si era svegliata presto, come sempre durante la scuola, si era preparata dopo una doccia calda ed era scesa per la colazione "Buongiorno cara" l'aveva salutata Molly dolcemente invitandola a sedersi alla tavola bellamente imbandita con una Ginny al quanto euforica ed agitata, anche lei sarebbe tornata a scuola ma al contrario del trio d'oro sarebbe stato realmente il suo ultimo anno.

"Buon giorno Molly, non c'era bisogno di disturbarsi" il tipico inizio di giornata che la ragazza dedicava alla padrona di casa, infatti non era d'accordo che Molly, per lei una seconda madre dopo la scomparsa dei suoi genitori, si alzasse presto per prepararle la colazione quando avrebbe potuto tranquillamente farlo lei stessa "Oh cara, nessun disturbo mi fa più che piacere. E poi se non cucino io chi la sfama la mia cucciolata" disse ridendo, contagiando le ragazze. 
" 'giorno Ginny, pronta l'ultimo anno?" "Direi di sì- disse ancora scossa dalle risate -e poi Herm, dovreste essere voi quelli agitati, sempre sperando che sia realmente l'ultimo anno questa volta"

La mora perse per un attimo il sorriso ripensando al modo in cui si era trasformato il loro sesto anno da tranquillo ad agitato in solo pochi mesi, distratta da pesanti passi spostò il suo sguardo sul nuovo arrivato riprendendo il sorriso in un battito di ciglia " 'giorno ragazze" disse in uno sbadiglio un Harry ancora piuttosto assonnato, per poi posare un lieve bacio sulle labbra della sua ragazza, un tempo quella gracile ragazzina che entrava in panico al solo nome del bambino sopravvissuto, che rispose con un semplice "Buongiorno Harry".
"Ron?" Chiese la voce gentile di Molly che stava adagiando sulla tavola un profumata torta di mele "dorme" rispose pacatamente il moro addentando un muffin ai mirtilli, "Quel ragazzo mi farà ammattire" borbottò la donna versandosi del succo di zucca "Quello è già il mio lavoro" replicò George con un sorriso sghembo prima di scoccare un bacio sulla guancia della madre e addentando un pretzel. 

"Bene se non si sbriga resterà a casa con me!" Annunciò, la madre, ponendo le mani sui fianchi udendo pochi minuti dopo dei passi malmessi è un pesante tonfo proveniente dal corridoio prima di poter ammirare un Ron tutto scarmigliato che borbottò vari buongiorno prima di iniziare ad ingozzarsi come al solito. 
A quella vista un caldo sorriso solco il viso della signora Weasley, vedere riunita la sua grande famiglia gli riempiva il cuore di gioia, nonostante tutto erano ancora li ammaccati e spezzati, anche se molte voci non le avrebbero più sentite sarebbero sempre state nei loro cuori, avrebbero vissuto anche per loro.

***

Con ben venti minuti di ritardo, dopo essere riusciti a staccare Ron dalla tavola ed aver elargito saluti a tutta la famiglia Weasley e presi i pesanti bauli che li avrebbero accompagnati lungo il loro ultimo anno, attraversarono il binario 9 3/4, davanti ai loro occhi svettava imponente la locomotiva scarlatta che li avrebbe ricondotti a casa.

"Harry ma ci pensi, un altro anno!" Disse un Hermione euforica ricevendo un sonoro sbuffo da parte del rosso "E dai Ron! È il nostro ultimo anno, un po' di allegria" protestò la ragazza scuotendolo per un braccio scatenando le risate dei suoi amici "Speriamo. Ma non ho proprio voglia di rivedere quelli" disse con un sorriso forzato indicando un gruppetto non molto lontano che si appresta a salire sul espresso, "Ron, hanno un nome anche loro" "Si, Mangiamorte" "Ron!" Lo rimprovero la ragazza "Che c'è adesso li difendi?!" "Non sto difendendo nessuno, ma hanno sbagliato e si sono pentiti, tutti meritano una seconda possibilità" "Fred non ne avrà una seconda!" Sbottò il rosso. "Ron" lo richiamo Harry "Parlate bene voi, non vi hanno tolto nessuno" "Già, hai ragione, noi non abbiamo perso nessuno. Eravamo belli felici dopo la guerra, non hai notato come ridevamo? 
Davvero, Ron, noi non abbiamo perso nessuno? Che mi dici dei miei genitori? Di Lupin? Di Tonks? Non erano nessuno?" Sibilo Hermione prima di salire lasciandosi i ragazzi alle spalle.

***

Non fu difficile trovare una carrozza libera, tutt'altro, dopo la guerra molti genitori non erano molto propensi a far tornare i propri figlia nella scuola in cui essa si è svolta.

I ragazzi, capeggiati da una Ginny euforica, fermarono la loro marcia solo una volta arrivati alla cabina scelta da Hermione .
"Come mai tutta questa allegria?" Chiese il bambino-ormai ragazzo-sopravvissuto "Mha niente di che, domani riprende la scuola!" Rispose la rossa con un sorriso a trentadue denti "Tu non la racconti giusta rossa. Non ti è mai interessata più di tanto la scuola" osservò Hermione assottigliando lo sguardo "Non è vero mora, mi è sempre piaciuta" "Si i festini!" Accuso la riccia puntandole il dito contro per poi scoppiare a ridere mentre i ragazzi prendevano posto.

La pace durò con un record di cinque minuti prima che un ragazzo dalla rossa criniera cominciò uno sproloquio di scuse che si concluse mezz'ora dopo con uno sbuffo da parte della diretta interessata "D'accordo Ron ti scuso, ma smettila ora!" Il ragazzo sorrise alzandosi di colpo dal sedile "Vado a vedere dov'è il carrello" in effetti era strano che non avesse ancora ingurgitato del cibo " Porta delle cioccorane!" Urlò Harry per farsi sentire da Ron che uscì dalla cabina con un assenso della mano.

***

Mancava quasi un ora al loro arrivo e stare ancora in quella cabina l'avrebbe portata al suicidio.
Dopo essersi preoccupato di finire: due pacchetti di tutti gusti +1; quattro cioccorane; otto api frizzole e due zuccotti di zucca, infatti, Ron era crollato a russare sulla spalla della sua 'ragazza', cosa che la infastidiva e non poco in più ci si addizionava un Harry che leggeva solo di Quidditch, ignorando la sua richiesta di aiuto, ed una Ginny impegnata ad ascoltare musica tramite un nuovo incantesimo si sentiva abbandonata al suo destino "Vado a prendere una boccata d'aria" disse Hermione scrollandosi di dosso quella specie di ghiro che cadde, con un pesante tonfo, a terra; ovviamente venne ignorata. Sbuffando uscì dallo scompartimento recandosi al balconcino al termine del treno.

***
Assorta nei suoi pensieri si risvegliò solo nel momento in cui uno sbuffo di fumo aromatizzato alla mela verde le passó sotto il naso. 
Spostó la sua attenzione al ragazzo che fumava, tranquillo, appoggiato alla balaustra al suo fianco.

La osservava con la coda degli occhi color tempesta, quando era uscito non l'aveva neanche notato, persa in chissà quali pensieri.
L'aveva osservata per un po' prima di accedere la sua sigaretta, era cresciuta bene, questo doveva ammetterlo,i capelli castano chiaro crespi è ribelli ora erano dei morbidi boccoli che le incorniciavano le spalle, ma non per questo meno indomabili.
Il fisico snello e asciutto, le forme al punto giusto e le gambe lunghe e snelle visibili dalla corta gonna della divisa.
Era sicuramente un bel vedere. "Granger" disse mo' di saluto il biondo "non pensavo tornassi Malfoy" "Oh! Neanche io sai" sorrise amaramente rilasciando un altro sbuffo di fumo.

I due rimasero in silenzio per diversi minuti, non risultava imbarazzante, come avevano pensato, al contrario era un silenzio gradevole.
Ad interromperlo fu il biondo "Vuoi?' chiese porgendo un astuccio in ossidiana finemente decorato con ricami smeraldini mostrando le sigarette di pergamena aromatizzate "No grazie, non fumo" "E fai bene" mormorò in risposta il giovane, inspirando un altra boccata di fumo.

Lo osservava​, era cambiato, l'ultima volta che lo aveva visto era durante la guerra, quella stessa guerra che ha portato giovani a crescere velocemente nel tentativo di preservare il proprio futuro,
che ci si trovasse da un lato o dall'altro, quella guerra che rafforza, così come al tempo stesso ti lascia con un indelebile peso sul cuore, 
quella guerra che ti toglie la terra sotto i piedi lasciando solamente un sottile filo dove fare il giocoliere nel tentativo di non cadere e sprofondare senza alcun appiglio,
Lasciandoti a crogiolarsi nel buio del tuo stesso dolore, nelle tue stesse paure, 
quella guerra che ti porta a chiederti: 'Perché?' e la risposta ricevuta e talmente banale da sembrare stupida 'Perché no?'.
Perché, ragazzi miei, bisogna arrivare a toccare il fondo, raschiare la fine del barile per darsi la spinta e risalire fino a vedere la luce.

Sapeva perfettamente che avrebbe dovuto odiarlo dopo ciò che era successo, così come diceva Ronald, lo sapeva, eppure, osservando quel mare ghiacciato vuoto e pieno di incrinature, non ci riusciva, non riusciva ad odiarlo o almeno, non come ci si aspettava, questo la destabilizzava perché, si, era fortemente convinta che tutti meritavano una seconda possibilità, ma quello che sentiva non era solo questo.

Un ultimo sbuffo di fumo fuoriuscì da quelle rosee labbra accompagnato dal cigolio della porta alle loro spalle che annunciava l'arrivo di una terza persona.
"Draco siamo arrivati- si rivolse al biondo -Granger" disse educatamente una voce da tenore, "Zabini" rispose cordialmente la riccia al saluto del moro serpeverde prima che questo rientrasse seguito da una testa bionda, "Ci vediamo a scuola Granger" mormorò il ragazzo buttando il mozzicone e facendolo evanescere prima che toccasse terra "A dopo Malfoy" salutò un ultima volta la ragazza osservandolo mentre andava via.
 
🌸
Ecco il primo capitolo spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere come vi sembra?.
Chiedo perdono per eventeventuali errori
Jinger

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Capitolo 3
*** ~Capitolo 2~ ***


"Ogni casa ha il suo odore inconfondibile.
Qualcosa che ti eccita e ti spaventa.
Come quando torni a casa dalle vacanze e rimani sul ballatoio,
con la porta aperta e le valigie a terra.
Indeciso se profanare quella strana penombra."
-Alfredo Accatino-


Era strano per quei pochi ragazzi osservare quelle mura che erano state per loro una casa, quelle mura che avevano difeso con sangue e lacrime poco meno di un anno fa, quelle mura crepate e abbattute senza alcun rispetto per la loro storia, quelle stesse mura che adesso si ergevano più maestose e imponenti di prima pronte a difendere ciò che si nasconde al proprio interno come una madre, una mamma che attraverso il tempo e le intemperie protegge, con crepe e tagli, i suoi bambini.
Quelle mura che senza alcuna esitazione si potevano chiamare Casa.

Finalmente erano a casa, un leggero sorriso solcava i volti dei ragazzi intenti ad osservare il silenzioso sfilare dei bagagli diretti nelle loro camere.
Varcare la soglia della sala grande fu come riceve una ventata d'aria fresca e al tempo stesso un pugno nello stomaco nel vedere scorrere davanti ai propri occhi i sorrisi e le lacrime versate accompagnate da gioia e paura, anche se ormai passata, ma l'osservare quelle quattro tavolate addobbate e stracolme di chiachiericci e risate di chi la guerra l'aveva affrontata e vinta, riempiva il cuore di una nuova forza e felicità.

"Vieni Herm!"
Ed ecco l'immancabile Ronald Weasley con i suoi capelli rossi e toga di seconda mano, cresciuto troppo in fretta, con una guerra vinta ma un pezzo d'anima perso. Mostrava uno sguardo ormai privo di quella spensieratezza che dovrebbe avere un ragazzo e che lo aveva caratterizzato durante gli anni passati, la mano che si posò leggera ma al tempo stesso forte, come a volersi accertare della reale presenza della ragazza guidandola verso la tavolata rosso-oro e i sorrisi a loro rivolti.

Al lato opposto della sala, occhi di tempesta velati di malinconia, osservavano quella sala ricolma, anche se in quantità minore rispetto agli anni precedenti, di studenti vecchi e nuovi.
La mente a vagare tra ricordi di anni passati e ormai persi, anni di errori e parole buttate al vento, per il semplice piacere di sentirti elevato rispetto agli altri, anni dove un ragazzino non era altro che tale.
E poi anni con un susseguirsi di paura e terrore, ansia e dubbi, scomparsi così com'erano arrivati, in un lampo di luce verde. 
Portatori di ferite che mai si sarebbero chiuse completamente.

Un passo.
È bastato un solo passo, oltre quell'immenso portone finemente intagliato posto a proteggere quella sala che ne aveva viste tante, perché il silenzio denso di rabbia e rancore venne accompagnato da sguardi rancorosi e bisbigli cattivi.

Uno sguardo.
Una semplice occhiata tra due amici legati dagli stessi sbagli.
Uno sguardo ad occhi nocciola screziati di puro oro, unici nel loro genere, gli unici che non lo guardavano risentiti.
                               

Riprendere la marcia verso il lungo tavolo fu una passeggiata, nonostante gli sguardi colmi di astio, molto simili a quelli che tempo indietro lui stesso mandava.
Infondo era stato cresciuto così, l'ultimo ed unico rampollo di due casate degne di nota, nascondere le proprie emozioni -le emozioni sono inutili figliolo, ad un Malfoy non servono, un Malfoy non piange, un Malfoy deve portare avanti il proprio nome rispettabile, non deve cedere e eseguire gli ordini- già e fu così che il nome dei Malfoy cadde come un bambino che corre troppo velocemente finendo per inciampare. Ma era un Malfoy, codardi fino al midollo, nascondere i propri sentimenti gli era naturale, Ma era anche un Black -sempre a testa alta, Draco, che tu abbia torto o ragione, non farti mettere i piedi in testa- parole a cui non aveva mai dato peso, le parole dell'unica donna che lo aveva protetto e che ancora lo proteggeva.

***

Il tavolo Slytherine, in confronto agli altri, sembrava una landa desolata e lasciata al suo destino.

Nessuno osava anche solo voltare lo sguardo verso di loro, comprensibile si potrebbe dire, infondo la casa di Salazar aveva tradito, ma non tutti lo avevano fatto di propria volontà. 
Eppure questo non poteva che far piacere a quei pochi ragazzi che avevano deciso di affrontare il loro ritorno a testa alta, cercando di rimediare a ciò cui erano stati costretti a fare.

Solo tre sguardi erano costantemente puntati su di loro, senza lasciarli come ad assicurarsi che questa volta avrebbero scelto la parte giusta.

Occhi di un tranquillo verde smeraldino, limpido come la primavera stessa, osservavano quei pochi ragazzi ritornati che componevano il settimo anno, con una luce nostalgica, 'non era colpa loro, si trovavano nella famiglia sbagliata al posto sbagliato' questo si ripeteva il bambino-sopravissuto,
Ma si sa, non ci sono posti o famiglie sbagliate è inutile pensare 'e se-?' 'se quel giorno avessi accettato la sua mano, la sua amicizia?  Se avessi provato a farci amicizia ad aiutarlo?' semplice, non potremmo mai saperlo quel che è stato è stato è chiedersi che sarebbe stato ti impedisce di vivere.

Occhi azzurri come il cielo d'estate, occhi un tempo bambini, ora osservavano con spavalderia, trionfo e disprezzo gli errori commessi dai vinti in una guerra che aveva portato solo morte e dolore, indignati dalla sola presenza di quelli che ora venivano considerati 'lo scarto del mondo magico' Dalla maggior parte degli studenti presenti. Occhi pieni di disprezzo si voltarono sulla tavolata rosso-oro sorridenti ' gliel' avrebbe fatta pagare '.

Scuri come l'inferno luminosi come il miglior paradiso. 
Occhi d'ambra che senza la minima paura si tuffano in un inferno freddo come il ghiaccio e agitati come la peggior tempesta, dolci come il miele lo osservavano.
Ci mise meno di un battito d'ali ad accorgersi di quello sguardo puro, lo stesso tempo in cui la ragazza decise che non gli importava, avrebbe continuato ad annegare in quegli occhi all'infinito, la decisione l'aveva presa nel momento esatto in cui aveva poggiato piede oltre le porte dell'Espresso, voleva scoprire tutto, tutti i segreti e le paure che quelle gemme preziose nascondevano. Voleva aiutarlo.

Nel momento stesso in cui si accorse dei suoi nefasti pensieri, se ne spaventò distogliendo lo sguardo da quei pozzi di argento fuso portandolo sul piatto desolatamente vuoto. 
Sentí ancora per poco la schiena bruciare sotto quello sguardo attento per poi distrarsi definitivamente rimproverando il suo amico dai rossi capelli "Ron! Non ingozzarti, rischi di soffocare!" Ricevendo uno sbuffo contrariato e risate divertite nel constatare che, effettivamente, se qualcuno non gli avesse colpito la schiena probabilmente sarebbe definitivamente soffocato. 
Morto a causa di una coscia di pollo, il signore oscuro sarebbe resuscitato per uccidersi di nuovo, lui aveva fallito miseramente.

Un limpido e cristallino tintinnio percorse la Sala Grande annunciando l'imminente discorso della nuova preside. E con lo strisciare dell'enorme scranno sul pavimento della sala richiamo definitivamente l'attenzione dei ragazzi.

"Per prima cosa, Bentornati a tutti coloro che hanno deciso che nonostante tutto valeva la pena lottare, affrontare ed andare avanti -guardó con occhi lucidi tutti coloro, che anche se non di sangue, sarebbero stati sempre suoi figli, si poteva tranquillamente dire che dopo ben sette anni era una figura fondamentale nella loro crescita- è un caloroso Benvenuto a coloro che hanno deciso di iniziare la loro strada con noi, qui ad Hogwarts -ci fu un attimo di silenzio dove l'anziana donna ricacció indietro le lacrime pensando ai figli che aveva perso- tranquilli non preoccupatevi non sarà un lungo discorso, tanto sappiamo che non servirebbe a niente, solo poche parole che spero porterete con voi " regaló un ampio sorriso ai ragazzi.

"Hogwarts porta in sè doni preziosi,
Che vi sosterranno e vi aiuteranno,
A lungo;
Difenderà le nostre idee e decisioni qualunque esse siano,
Senza voltarvi le spalle,
Mai;
Hogwarts sarà sempre con voi,
Soprattutto nei momenti difficili,
Qui potrete trovare un aiuto prezioso,
Perché ragazzi miei ricordate
'La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo ci si ricorda di accendere la luce'" 

A queste parole una luce lieve e soffusa si propagò per la sala dalle candele che fluttuavano indisturbate sul soffitto.
"Solo un ultima cosa, è vietato l'accesso alla foresta proibita ai ragazzi del primo anno.
Tra pochi giorni verranno delineati i prefetti e i caposcuola, riceverete la comunicazione scritta.
Le lezioni riprenderanno, non domani ma il giorno successivo, a causa di imprevisti burocratici, quindi avete un altro giorno di vacanza, avrete il permesso per andare al villaggio di Hogsmeade. -Urla e fischi di apprezzamento partirono dalle quattro tavolate- ed ora, buona cena e buon riposo" con un caldo sorriso che coinvolse anche gli occhi la donna si congedò per oggi dal suo nuovo lavoro, proteggere i suoi figli, la sua famiglia, la sua vita.
🌸
Secondo capitolo pubblicato.
Inanzi tutto ringrazio tutte le persone che mi hanno letto e recensito,  poi vi informo che la storia è presente anche su Wattpad, poi
So che probabilmente potrà sembrare banale è lenta a partire ma prometto di impegnarmi e di cavare fuori delle buone idee dalla mia diabolica e pazza testolina e cercherò di allungare i capitoli.
Chiedo scusa per la presenza di eventuali errori.

Jinger

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Capitolo 4
*** ~Capitolo 3~ ***


"Un amico è colui al quale puoi rivelare i contenuti del tuo cuore, ogni grano e granello, sapendo che le mani più gentili li passeranno al setaccio e che solo le cose di valore verranno conservate, tutto il resto verrà scartato con un soffio gentile."
(Proverbio persiano)

 


Le lezioni tardavano ad iniziare a causa del ritardo del nuovo insegnante di Trasfigurazione, infatti la professoressa McGranitt ex-insegnante della prima citata materia aveva deciso di dedicarsi solo ed esclusivamente alla carica di preside.

Il tempo settembrino, con il suo cielo plumbeo ed il sole pallido, che delicato accarezzava le mura e i volti dei giovani ragazzi come la fine pioggia, accompagnava le iniziali giornate di inizio scuola. Gli alunni già a scuola si godevano le fresche ore mattutine così come le poche ore di libertà rimaste prima di chiudersi nelle aule, chi finendo i compiti all'ultimo minuto chi girovagando per il villaggio di Hogsmeade.

Al contrario occhi d'ambra mangiavano veloci le scure incisioni impresse sul prezioso tomo bordeaux, diligentemente aperto sulle proprie gambe, all'ombra della grande e vecchia quercia, approfittando della pallida luce che aveva scacciato, anche se per poco, quella fine pioggerella.
"Herm!" La ragazza venne brutalmente distolta dalla sua lettura da una voce maschile e giocosa, Ron, il suo Ron.
"Herm vieni con noi ad Hogsmeade?" Chiese tranquillo il ragazzo, avrebbe accettato volentieri infondo era con i suoi migliori amici quelli che ormai considerava la sua famiglia. Non ci riusciva, nonostante tutto non riusciva a 'fidarsi' e non perché non lo volesse, semplicemente non ci riusciva era come se avesse paura, paura di perdere dinuovo tutto, si rifugiava nei libri, parlava poco, anche se cercava di evitarlo, aveva bisogno di tempo e loro lo sapevano, avevano affrontato una guerra, questo si, ma ognuno aveva la libertà di concretizzarla e assimilarla con i propri tempi.

"Ragazzi, grazie ma sarà per un altra volta, non ho molta voglia adesso. Scusate." Disse senza staccare gli occhi dal pesante tomo "Ma dai Herm! Lascia stare i libri e diverti! Domani riprendono le lezioni e chissà quando avremo altra libertà" "ho detto di no Ginny, grazie lo stesso del pensiero"
"Hermione smettila! Adesso ti alzi e vieni con noi! Non puoi continuare ad isolarti così, non fa bene ne a te ne a noi. È inutile continuare a pensare a quello che abbiamo dovuto passare, non sei l'unica sai? Quindi alzati!"
La piccola sfuriata da parte della rossa fece perdere per un attimo il sorriso al più giovane dei Weasley e lo spegnimento, di quella poca luce rimasta, negli occhi della riccia
"Ginny.." l'ammoní dolcemente il ragazzo-sopravvissuto "dai andiamo noi, ti portiamo delle paste da Mielandia, le sceglierò io apposta per te" dissolse il pesante silenzio il suo ragazzo schioccandogli un bacio sulla guancia "ci vediamo a cena" concluse il moro avviandosi verso l'enorme cancellata seguito da una Ginevra già pentita di quelle parole e un Ron che blaterava di un pollo gigante fritto, legendario a parer suo, ma che sarebbe stato il suo sogno.

Una volta scomparsi dalla sua vista, la ragazza fu libera di dare il via a lievi e morbidi singhiozzi, appoggiando il capo riccioluto al possente tronco della possente quercia.

Come detto la guerra porta cambiamenti, quindi non sarebbe difficile immaginare il tuo peggior nemico che abbandonando il suo dolce giaciglio avvolge le sue possenti braccia al piccolo corpicino tremante carezzandogli mollemente gli indomabili ricci.
La ragazza non si scostò, al contrario, si fece stringere inebriandosi di quel profumo particolare menta e tabacco con un lieve sentore di alcool.
"Tutti hanno perso qualcosa in questa guerra, chi più chi meno, ed ogniuno reagisce in modo diverso, questo però non ci permette di capire cosa prova l'altro, ci sono state scelte giuste e scelte sbagliate- interruppe le sue parole con un sospiro amaro -ma non per questo si devono giudicare o forzare gli altri" "peccato che non smetteranno mai di farlo" cercò di dire tra i singhiozzi sempre più forti la ragazza mentre il biondino cercava di calmarla.

Prese tra le candide mani il volto della ragazza asciugandole le lacrime ormai copiose, che le bagnavano il delicato viso "Granger.." la chiamo piano portando quegli occhi d'oro lucidi e colmi di tristezza a livello con i suoi, la facevano sembrare ancora più delicata di quello che era: un piccolo uccellino da stringere delicatamente tra le mani, piano per non spaventarlo e farlo volare via, la osservò per un tempo che parve infinito "..non piangere Granger, sei una Griffindor no?" Disse sorridendole per una frazione di secondo prima di alzarsi e scappare letteralmente via.

***

Silenzioso, con movimenti quasi automatici mentre si recava verso il covo delle serpi, pensava per quale motivo era sceso dal suo comodo giaciglio per stringere quella saccente griffindor, perché aveva asciugato quelle lacrime, ma la domanda che più premeva era perché gli era piaciuto? Gli era piaciuto stringerla tra le braccia così come gli era piaciuto perdersi in quegli occhi d'oro anche se colmi e arrossati a causa delle lacrime. Perché avrebbe voluto spaccare letteralmente la faccia a quella lenticchia ambulante?
Sentiva chiaramente quel corpo minuto scosso dai singhiozzi contro il suo petto, sentiva quei ricci morbidi e indomabili contro la sua mano mentre lento li accarezzava.

Era stato tradito dal suo stesso corpo, lo aveva portato a scendere dalla grande quercia nel sentire i lievi singhiozzi.
Osservava sonnecchiando le sponde del Lago Nero che si increspavano al lieve sbuffare del vento.
Dei lievi e piccoli suoni ripetuti lo avevano distratto dai suoi cupi pensieri portandolo ad aprire leggermente gli occhi per capire a chi appartenessero i passi, sicuramente una ragazza.
Aveva notato, più che la ragazza in se, l'indomabile cascata di ricci che si sistemava comoda alla base della quercia sfogliando, ovviamente, un qualche grosso libro, appurato il nuovo ospite tornò ai suoi pensieri, ovviamente da brava serpe ascoltò tutto ciò che quella piattola rossa le disse, era mai possibile che non si potesse riposare in pace in quella scuola? voleva solo un attimo per se. Nonostante tutto non era riuscito a trattenersi sentendo il suono ovattato e quasi impercettibile dei singhiozzi, era forte la Granger mai l'aveva vista abbassare il capo, mai aveva evitato di affrontarlo, non aveva paura ne di lui ne di nessuno aveva affrontato una guerra e ne era uscita vincitrice, e mai avrebbe creduto di vederla cosi con le lacrime che sporcavano il suo candido viso mai dopo quella volta, quella volta che nonostante lo stesse supplicando con lo sguardo lui gli aveva voltato le spalle per codardia, l'aveva sentita urlare, pregare, sperare, l'aveva vista alzarsi in quella guerra e lottare e ora si lasciava cullare dalle sue braccia come se lui non fosse la persona che per anni l'aveva derisa, non si era spostata aveva capito perfettamente chi fosse eppure lo strinse a se facendosi coccolare dall'ultima persona immaginabile sulla faccia della terra.

Il giovane sbuffò ripensando a come se ne fosse andato, abbandonando quel corpicino tremante, era stato obbligato la sua mente aveva iniziato a giocargli brutti scherzi, era la mezzosangue zannuta non che Griffindor, ovviamente non credeva più neanche minimamente a queste baggianate che li avevano portati al naufragio, ma non poteva neanche cambiare dall'oggi al domani con uno schiocco di dita quello che gli era stato inculcato con il tempo ed un pò di impegno sarebbe riuscito anche in questo.

Al tempo stesso non poteva evitare di immaginarla tra le sue braccia, scossa si, ma non dai singhiozzi.
Scossa e tremante pervasa da ansiti e sospiri.
E non voleva fare altro che osservarla, osservare quegli occhi d'ambra scurirsi sotto i suoi tocchi, diventare oro colato.
"... sei una Griffindor dopo tutto" si era fatto il verso da solo, Idiota. tra tutto quello che poteva dire. Idiota.
"Mente traditrice. SMETTI.DI.FARE.QUESTI.PENSIERI."
Borbottò tra se.

"Ei! Dra!" Salutò avvicinandosi un sempre elegante Blaise Zabini
"Tutto bene? Ti vedo perplesso"
"Lascia stare Blaise, andiamo a prendere da bere... Ne ho un forte bisogno" disse il biondo sconsolato avviandosi alla prima passaporta disponibile seguito da un sorriso appena accentuato che non si era perso nenache un impercettibile movimento di ciò che era accaduto.

***

La ragazza, rimasta sola sotto la grande quercia, non poteva fare a meno di chiedersi cosa passasse per la testa del biondo Slytherine.

Le erano saltate alla mente solo due possibilità;
la prima, la più logica conoscendo il soggetto, che fosse tutto un piano solo per poterla deridere successivamente con la sua combriccola.
Infondo si parlava di uno Slytherine.
Uno Slytherine biondo, arrogante e spocchioso.
Uno Slytherine biondo, arrogante e spocchioso, per non parlare del fatto che era un ex-mangiamorte, d'accordo che lo era stato passivamente, però...
Un ex-mangiamorte biondo e Malfoy.

La seconda possibilità che la sua geniale mente aveva partorito nel breve percorso giardino-scuola era che fosse realmente cambiato.
Era un ipotesi che faceva fatica a tenere ma che sperava con tutto il cuore fosse quella giusta.
Aveva notato, e come non farlo, i gesti e le parole che gli aveva rivolto. Anche se per poco si era sentita sollevata, tranquilla quasi una sensazione di protezione.
Ma aveva anche visti il modo in cui era scappato appena resosi conto di ciò che aveva fatto.
Rientrò così in Sala Grande per spiluccare qualche prelibatezza, con la mente sommersa da pensieri.

***

Erano passate poco più di due ore da quando Ron ed Harry avevano preso posto ai "Tre Manici di Scopa" e Ginny si era aggregata alle sue compagne di stanza per una Burro-Birra che si era scatenata una bufera di acqua e vento.
"Harry non aperte più!" Piagnucolò il rosso completamente spalmato contro il vetro del locale "e non possiamo neanche avvisare Hermione- salto in piedi come una molla -non possiamo avvisare Hermione!!! Si proccuperà! E se venisse a cercarci? E se si perdesse? E se poi si ammala? O sale la rapiscono?- Iniziò preda di un attacco isterico -Harry alzati, dobbiamo andare!" Il moro lo guardava con un sopracciglio alzato 'aveva sicuramente preso una botta in testa' "Ron calmati. Stai Diventando paranoico. Appena smette andiamo, non potremmo andare tanto lontano lo stesso" cercò di calmarlo Harry spiluccare quello che rimaneva del proprio pranzo "Forse hai ragione- rispose tornando al suo posto -Madama!! Mi porterebbe un altro Calderotto*?"
"Ragazzi, io e Cali andiamo a fare un giro a Mielandia, così prendo i dolci per Hermione. Ci vediamo al castello" salutò Ginevra Weasley uscendo dal locale e riparandosi prontamente con un incantesimo.

"Harry, ma quelli non sono Malfoy e combriccola?" Chiese il rosso indicando con il cucchiaio sporco di caramello verso il lato destro della sala "Sembrerebbe di si" rispose ignorando bellamente il suo amico, sapeva perfettamente cosa stava per dire "Mi chiedo ancora perché la McGranitt li abbia fatti tornare" "Ron sai perfettamente come la penso" "si si, non è colpa loro, sono stati costretti e bla bla bla. Comunque Harry alzati che andiamo, ha smesso di piovere"
Alzando gli occhi al cielo il bambino-sopravvissuto si avviò alla porta.

***

Era scesa in biblioteca per posare il tomo che aveva appena terminato ed ora stava con molta calma, tornando in dormitorio, aveva solo voglia di dormire.
"Buon pomeriggio signorina" un aura tremolante e educata oltre ogni limite fece un inchino pertanto si dietro la propria testa "Buon pomeriggio a lei Sir. Nik" "dove va di bello miss?" "Torno dalla biblioteca, penso che andrò a riposare" "capisco allora la lascio andare miss- disse il fantasma avviandosi ad attraversare il muro al suo fianco -ah miss, eviti il terzo piano, Pif sta combinando parecchi scherzi" "la ringrazio Sir. Allora ancora buona giornata" "a lei" e dopo un gentilissimo inchino sparì.

***

Terzo piano
"Ragazzi! Ragazzi!!" Una voce acuta aleggiava per il corridoio
"Dai!!" Urlava Ronald Bilius Weasley attaccato al soffitto da una strana melma rosa, sovrastato dalla risata della coppia
"Ci vediamo domani Ron!" Salutarono per avviarsi in Sala Comune
"Ragazziiiii!!"

🌸

Bene, eccomi.
Come al solito perdonate gli errori e commentate. 
Un bacio alla prossima.

 

 

*Calderotti:
torte magiche dalla forma di un calderone in miniatura ripieno di caramello.

 

 

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Capitolo 5
*** ~Capitolo 4~ ***


"Andare a caccia di ricordi non è un bell’affare. 
Quelli belli non li puoi catturare e quelli brutti non li puoi uccidere."
(Giorgio Faletti)


Erano esattamente quattro ore che sentiva quell'uomo ciarlare e non ne poteva decisamente più.
Perché? 
Per quale arcano ed oscuro motivo le prime quattro ore del primo giorno dovevano essere affidate a lui?
Perché quel buono a nulla di un insegnante non era ancora schiattato?

Eppure quella palla di lardo di Lumacorno non la smetteva di parlare, e parlare, e parlare come se non le sapessero le basi delle pozioni, come se fossero ancora dei bambini.
Ma una soluzione c'era ed era assolutamente ed infallibilmente infallibile.
Lentamente spostò le mani sul banco formando un lieve ed accennato giaciglio, spostò lo sguardo verso Blaise, suo vicino di banco e di av(s)venture, piano la testa scese ad appoggiarsi a quel cuscino improvvisato, è ancora più piano le palpebre si chiusero concedendo un lieto ristoro da tutto quel inutile blaterare.

Un improvviso terremoto lo destó dal suo pacifico e silenzioso ronfare "Draco, vedi di svegliarti o ti lascio qui" la voce profonda di Blaise non era sicuramente la sveglia che si era aspettato, lentamente così come li aveva chiusi, aprì gli occhi e le figure slanciate di Blaise Zabini e Theodore Nott lo osservavano, il primo con la borsa già a tracolla e il secondo seduto sul banco di fronte apparentemente disinteressato "la lezione è finita, ho passato dieci minuti a cercare di svegliarti, ed ho fame, quindi spicciati" asserì Blaise avviandosi fuori dall'aula "sempre gentile, che c'è luna storta?" Continuò il biondo in un borbottio prendendo la borsa su una spalla e seguendo l'amico.

***

Scesero in Sala Grande dopo aver lasciato in camera gli ingombranti libri della mattina.
"Ma quanto ci avete messo? -chiese una vocetta stridula, accuratamente disinteressata alla risposta effettiva
- Avete sentito anche voi che Weasley è rimasto appeso tutta notte al soffitto del terzo piano?" Una voce acuta, ma ormai non più fastidiosa, parlò alle loro spalle, una chioma nera è dal taglio corto ad incorniciare un viso pallido e degli occhi altrettanto scuri "No Pansy, Vuoi raccontarcelo tu?" Chiese gentilmente scocciato il moro, Pansy Parkinson strega purosangue, ex fidanzata e amante di Draco Lucius Malfoy, ex Mangiamorte, strega pentita di ciò che era stato fatto con difficoltà a cambiare le proprie idee, inculcate da genitori ormai ad Azkaban, aveva iniziato a ciarlare sullo scherzo di Pif in cui era finita la donnola.

"Buon giorno" una folta chioma biondo grano gli si accomodo di fronte "giorno Daphne" salutò educato il biondo Slytherin addentando una delle sue frittelle al granchio prontamente preparata dalle cucine, spostando lo sguardo in lungo ed in largo nella Grande Sala, lungo le pareti, il soffitto incantato, le tavolate appartenenti alle altre case, uno sguardo caldo che si dirigeva ben due tavoli di distanza dal suo, una chioma indomabile come la persona a cui appartenevano, lo sguardo divertito di Blaise "Che c'è?" "Niente, niente continua pure la tua perlustrazione ma togli le briciole dalla faccia" ridacchiò, ricevendo in risposta un occhiata truce ed una scrollata di spalle dal compagno.

Fu tutto sommato un primo pranzo veloce, 
tra chiacchiere e brevi risate, 
tra bisbigli e occhiate di malcontento da parte delle altre case, infondo era solo il primo giorno magari entro fine anno le occhiatacce si sarebbero spente, 
magari quei bisbigli che iniziavano nello stesso istante in cui poggiavano piede nella sala si sarebbero quietati, magari avrebbe potuto osservare quegli occhi d'ambra di nuovo da vicino, 
magari non arrossati dalle lacrime, magari avrebbe potuto sorridere ma di un sorriso vero come stava facendo lei.
Lo stava guardando. Gli stava sorridendo. Se n'era andato. Era letteralmente scappato.

***

Se n'era andato. Così. 
Sbatté perplessa le palpebre sui suoi occhi scuri, avrebbe voluto ringraziarlo per ieri, anche se a modo suo l'aveva consolata, confortata nonostante sia uno Slytherin e il consolare non era il suo campo, be non era il campo di nessuno Slytherin, era stato bravo, eppure era andato.

Un gufo Latteo, planò lentamente sulla tavolata grifondoro atterrando tra una portata di pancetta e una di budino ai lamponi, esattamente davanti ad una chioma riccia intenta a mangiare il suo toast con prosciutto crudo e formaggio. 
Gli occhi della sua piccola combriccola si puntarono sul volatile.
Teneva stretta nel becco una bella lettera avorio con la ceralacca rossa, lo stemma di Hogwarts svettava impresso su essa, al tempo stesso planarono in Sala Grande altri quattro gufi.

Hermione prese la lettera, consegnata da Dolhamy, il gufo della sua ex insegnante di Trasfigurazione, nonché attuale preside.

"Cara signorina Granger,
Sono lieta di comunicarle che dopo un attenta valutazione da parte di tutto il corpo docenti è stata scelta per ricoprire il ruolo di CapoScuola.
La invito a presentarsi nel mio studio, domani dopo le lezioni pomeridiane, per discutere dei suoi eventuali compiti.

Cordiali saluti
Minerva McGranitt, 
Preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

PS.
Davvero congratulazioni, Hermione, non c'è stato bisogno di pensarci neanche più di tanto, questo ruolo era già tuo dal primo anno."

Insieme alla lettera fuoriuscì una spilla con una "C" dorata bordata di rosso rubino, che la ragazza appuntó prontamente al petto.

Un colpo di tosse fece aquietare il brusio di sottofondo, 
"Cari ragazzi, come avete notato ad alcuni di voi sono appena arrivare delle lettere.
Indicano, sotto decisione del consiglio docente, i quattro prefetti e i due caposcuola. 
In bacheca troverete il vostro referente in base alla casa di appartenenza, per i Caposcuola ci incontreremo domani nel mio studio, successivamente verranno messi al corrente dei loro compiti anche i prefetti.
Ora, buona giornata e buon pranzo."

"Congratulazioni amore mio" le arrivo un inaspettato bacio al sapore di pollo da una fulminea chioma rossa, un enorme sorriso solcó il suo viso mentre accarezzava quelle labbra così calde, quelle labbra conosciute, labbra quasi di fratello.
"Grazie Ronald" sorrise tranquilla e felice per quella inattesa romanticheria da parte del suo ragazzo, era piuttosto insolito da parte di Ron, non perché non fosse romantico, ma perché solitamente la sua sensibilità era pari a quella di un cucchiaino, soprattutto in pubblico.

***

Camminava tranquillo verso il lago nero, aveva bisogno di riflettere e la cosa gli dava sui nervi, quando uno stupido pennuto per poco non gli tranciava la testa di netto, quello stupido animale si appollaió sul primo ramo vicino con una lettera nel becco, certo per poco non lo decapitavano per consegnargli una stupida lettera.

In un gesto secco l'aprí lasciando tintinnare sull'erba una spilla lucente.
La raccolse riponendola dinuovo al suo posto per poi posare la lettera e il suo contenuto nella borsa, ritornando sui suoi passi.

Camminó per un po' fino a fermarsi sulle sponde del lago, osservava le acque incresparsi sotto la lieve brezza settembrina, riportando alla mente ricordi di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

"Buongiorno Draco" una voce da bambina gli arrivò limpida.
Scendeva lentamente le grandi scalinate prima di essere fermato, una presa salda si posò sul suo braccio spingendolo a scendere, un tanfo di cane bagnato arrivò al suo naso, Fenrir Grayback lo spingeva senza alcun modo "lasciami sacco di pulci" uno strattone più forte "modera i termini ragazzino, o potrei decidere di anticipare il pranzo".
"Vieni nipotino caro, facciamo una chiacchierata" Bellatrix Black in Lestrange circondó le spalle del biondo accompagnandolo verso le segrete 
"Chiacchiereremo in cantina zia?" Chiese titubante, le mani iniziarono a tremare, le gambe sembravano gelatina, ma si costrinse ad andare avanti non poteva arrendersi adesso.

Le urla arrivavano intense alle sue orecchie.
Mezzosangue, nati-babbani, traditori del proprio sangue e babbani stessi, perfino quei grandi purosangue che li disprezzavano si trovavano legati a quelle catene.
La scena che si impresse a fuoco in quelle iridi grigie consisteva in corpi dilaniati da torture al limite della follia.
Vestiti strappati e sangue incrostato apparivano come una macabra decorazione della grande stanza, odore di sangue e morte gli provocava lievi conati di vomito, la risata di folli torturatori arrivava come pugnalate.
"Vedi nipotino caro? E così che vengono puniti i traditori. Sai, così li aiutiamo a purificarsi- la risata di una bambina folle, che ha ricevuto ció che voleva interruppe la frase, Bellatrix saltellava per la stanza -Ma noi non dobbiamo preoccuparci vero nipotino adorato?" Fissò quegli occhi scuri e dilatati in quelle iridi cineree "Certo zia Bella, noi non abbiamo da temere, riscatteró il nome dei Malfoy davanti all' Oscuro Signore" rise.

"Bene, bene! Perché non mi aiuti allora? Su nipotino non è difficile
Scegli la preda- un ragazzo, probabilmente mezzosangue, fini sotto quello sguardo scuro -Punta la bacchetta- mano di donna gli prese il polso sollevando il legno -crucio- sussurrò all'orecchio del nipote" "Crucio" bisbiglio prima di sentire le urla del ragazzo dilaniarlo da dentro "Guarda, guarda come grida!" Urló eccitata. Non ci riusciva, continuó l'incantesimo distogliendo lo sguardo "Ho detto Guarda!" Gli spostò il volto sul corpo scosso "Basta! Sei stato bravo nipotino mio, vai pure- lo blocco per un braccio sussurrandogli -ricorda cosa ti ho detto".
Tornato in camera represse a stento il vomito 'sarebbe finita, sarebbe finita presto' si ripeteva scivolando lentamente nelle braccia insidiose di Morfeo.

Con un sospiro tornó ad osservare il lago.
Era tutto finito. 
Tutto passato, ma era difficile, ancora adesso faticava anche a dormire per via degli incubi.
Sentiva le urla di ragazzi suoi coetanei e non e l'unica cosa che poteva fare era stare li, fermo, a guardare, impassibile e freddo mentre lentamente il suo cuore si spegneva sempre di più.

Spazio Me:
Vi chiedo immensamente scusa per il ritardo dei capitoli, ma qui su EFP posso postare solo tramite pc.
Vi chiedo anche perdono se la storia va a rilento, sto cercando di rivisionare i capitoli gia scritti per cercare di renderli un pò piu lunghi, essendo la mia prima ff potrebbe risultare banale vi ciedo di soprassedere e di farmi sapere che ve ne pare: Recensite!


 

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Capitolo 6
*** ~Capitolo 5~ ***


"Questa si che è una bella sventura: 
Trovare simpatica la persona 
Che ci si è prefissi di detestare." 
-orgoglio e pregiudizio- 
~Jane Austen~

"Draco!!" 
"E? cosa?" 
La voce profonda di Blaise lo fece saltare giù dal letto con un bel capitombolo a terra, provocando le risate del moro "Blaise! Non urlare, piuttosto scuotimi" "Oh no, non ci penso neanche. Così è più divertente" "Che vuoi?" Chiese ormai stizzito recandosi in bagno creando un varco attraverso i vestiti di Theo sparsi per la stanza, era dal terzo anno che divideva la stanza con Blaise e Theodore, quest'ultimo era pigro e disordinato ma furbo e scaltro come pochi, un degno Slytherin 
"Perché non c'è lo hai detto? Dobbiamo festeggiare" 
"Festeggiare cosa di grazia?" La voce arrivò ovatta "Come cosa? La tua carica di Caposcuola" 
concluse il moro stringendo in una mano la lettera ed esaminando accuratamente la spilla nell'altra, una 'C' laccata d'oro e bordata di verde smeraldo "Cosa? E da quando io sarei Caposcuola?" "La lettera dice da oggi" il biondo uscì dal bagno con indosso solo un asciugamano legato in vita, prese la lettera dando una veloce occhiata 
"Ci mancava solo questa, e dice che hanno scelto all'unanimità! Ma ti pare? Io? Questi erano fumati quando hanno scelto me, te lo dico io" lanciò la lettera sul letto per tornare alla sua doccia.

Intanto un moro che sicuramente non era stupido 'oh si davvero fumati, perché l'altro Caposcuola è una riccia grifondoro' pensò sghignazzante portando una sigaretta alle labbra scure.

***

"Insomma Draco, già siamo in ritardo, se poi rallenti ancora di più facciamo prima a tornare indietro" 
Ma il moro non era certo meglio. Camminavano con calma come se il fatto di essere in ritardo è di beccarsi una ramanzina non fosse niente di che. 
"Tranquillo, tanto c'è quella fessa che predice il futuro" minimizzò il biondo.

"Oh ma tu guarda, anche voi in ritardo?" 
"Theo, Pansy qual buon vento" 
"avete finito? Siamo in ritardo!" 
Le parole gli morirono in gola vedendo i suoi amici conversare amabilmente così decise di avviarsi a lezione per i fatti suoi " d'accordo voi beccatevi il ritardo ma poi non lamentatevi"

E così fu. 
Dovettero trascorrere una mezz'ora in più a risentire la spiegazione, 'le vostre vite cambieranno in fretta' aveva detto la babbiona, si certo come no..

***

"Buongiorno professoressa, scusi il ritardo ma sono stata trattenuta dalla preside McGranitt" 
"Non si preoccupi signorina Granger, abbiamo appena iniziato e poi mancano ancora dei suoi compagni Slytherin. Prego si accomodi pure qui" 
La professoressa Sprite le indicò un banco in terza fila dove si trovava in quel momento.

Senza esitare poggiò la sua borsa sistemandosi al banco notando solo dopo delle iridi cobalto che la scrutavano. 
"Zabini" salutò cordialmente, accomodandosi e spostando lo sguardo in cerca dei suoi amici, che avrebbero dovuto tenergli il posto, ma com'è evidente non lo avevano fatto. 
"Granger".

"...Bene ragazzi voglio per settimana prossima mi portiate una pergamena di trenta centimetri sugli usi specifici della 
lavandula angustifolia nel campo delle pozioni mediche, successivamente passeremo alla pratica- 
uno sguardo d'intesa passò prima tra Harry e Ron per poi soffermarsi su Hermione, e ovviamente venne smentito 
-voglio che questo lavoro lo facciate con il vostro vicino di banco" 
Infondo non gli era andata male, Zabini, da quanto ne sapeva era bravo in pozioni ed erbologia, non quando Neville o Malfoy, ma sicuramente non era stupido come Ron, ovviamente senza offesa per il suo ragazzo.

"Bene Granger, allora saremo compagni di ricerca" sorrise beffardo il moro 
"Già, quando possiamo incontrarci Zabini?" "Se volevi chiedermi un appuntamento per me va bene anche subito" sghignazzò allo sguardo stralunato della ragazza che lo guardava con un sopracciglio alzato 
"Scherzavo Granger, so che oggi ci sono gli incontri con la preside per i caposcuola e prefetti, quindi direi che si può fare giovedì, se non erro non abbiamo lezione" snocciolo il ragazzo 
"Mi sembra una buona idea, allora giovedì alle quattro in biblioteca" disse per poi dirigersi alla prossima lezione.

Degli occhi argentati erano appena usciti dall'aula 
"Quindi ti tocca fare coppia con la Granger" "mi è andata bene, almeno è intelligente, pensa se mi toccava la Patil, quella pensa solo ai capelli e lo smalto, quasi peggio di Pansy, anzi no è peggio di Pansy. A te chi è toccato?" 
Chiese mentre si incamminavano a pozioni "quella palla di McLaggen" 
Questo portò a fragranti risate nel gruppetto di Slytherin.

***

"Harry, ti prego" 
Ginevra Molly Weasley era esasperata, Harry James Potter non smetteva di parlare di Quidditch.

D'accordo che era capitano e lei co-capitano nonché cacciatrice, però era una ragazza è come tale pensava anche ad altro che non fosse il Quidditch e il suo ragazzo, e proprio per questo era apparsa la sua fluente parlantina, come si era accorto che lei volesse chiedergli un uscita aveva sviato il discorso, ovviamente gli piaceva passare del tempo con la sua ragazza ma a breve ci sarebbero state le qualifiche e diciamocela tutta il tempo che voleva passare con la sua ragazza era ben altro.

"...e poi sai, dobbiamo rivedere i ruoli dello scorso anno, quelli nuovi, trovare un modo per far venire Hermione alle partite, un modo per umiliare quegli sciocchi argentati..." 
"Harry Potter, basta! Ci penseremo dopo. Adesso, in camera! Ora!" 
"Ma.." fu lo sguardo limpido e truce della ragazza ad evitare una sua replica, che portò alle risate della mora intenta a portarsi avanti con lo studio, come sempre d'altronde.

"Certo che questi due giorni sono stati davvero stancanti" 
Sembrava un vecchio in pensione, sdraiato in modo scomposto su uno dei divani della sala comune, capelli scompigliati in modo eccessivo, una mano a grattarsi stancamente la pancia, mancava solo una bottiglia di birra e una TV e sarebbe stato un quadro più disgustoso di adesso. 

"Ron, sembri un ubriacone, alzati" 
"Dai Herm! Sono comodo" quei frammenti di cielo si posarono su di lei "sai, sarei molto più comodo se venissi qui con me" disse in tono basso, lo sguardo della ragazza si posò su di lui "No Ron, primo non c'è spazio, secondo devo studiare"

Sapeva a cosa puntava il rosso, non faceva altro che pensare a quello, erano fidanzati ma come già detto dai ragazzi non sembrava affatto, e non perché lei non volesse, al contrario gli sarebbe piaciuto anche solo andare in aula per mano, o un sorriso durante le ore, o chi lo sa anche un abbraccio o un bacio, gli bastava anche solo uno sguardo per fargli capire che pensava a lei o tutte quelle cose che fanno una coppia, ma a lei toccava solo la sua morbosa ed assillante gelosia alternata a quei sporadici, quasi nulli, momenti di romanticherie, come le chiamava Ron "non sono fatto per queste cose" le aveva detto una volta, dopo la guerra e il loro bacio e la loro prima volta a suggellare il loro amore era diventato iperprotettivo come se lei non fosse capace di difendersi, ma infondo lo prendeva come una dimostrazione d'amore.

"Ma dai Herm! Guarda quanto posto e poi puoi studiare più tardi no?" 
"No che non posso, più tardi ho il colloquio con la McGranitt" 
Semplice e concisa, "Va bene, va bene. Però mi prometti che domani vieni alle selezioni" 
"Accordato" promise la ragazza prima di alzarsi, scoccare un bacio sulle labbra del rosso ed andare in camera a prepararsi per la lezione di babbanologia, sarebbe stata l'ultima della giornata.

***

"...bene ragazzi è stata una lezione leggera ma non abituatevi dalla prossima settimana inizieremo a fare sul serio, vi auguro buona giornata e buona cena ragazzi."

Camminava lenta per i corridoi diretta all'ufficio della preside, era a metà corridoio quando una figura decisamente più alta di lei l'affiancò 
"Dove vai di bello Granger?" Il tono era pacato, era più una domanda di cortesia che un interesse reale 
"dalla preside" rispose altrettanto educatamente senza fermarsi, il ragazzo non emise nessun'altro suono eppure sentiva che continuava a seguirla "mi segui Malfoy?" 
Una risata tranquilla lasciò le sue labbra "che sciocca perché mai dovrei seguirti? Ho un appuntamento" "capisco, comunque io sono arrivata, ci vediamo" si erano fermati davanti le imponenti statue dei Gargoyles poste a guardia dell'ufficio una volta appartenuto ad Albus Silente in persona "anche io Granger, Budino al Lampone" il ragazzo pronunciò la parola d'ordine avviandosi lungo le strette scale a chiocciola, lasciando la ragazza alquanto basita e perplessa all'entrata di esse, seppe che lo stava raggiungendo dai passi veloci che lo seguivano, da gentiluomo qual era la attese davanti la porta prima di rivolgerle uno sguardo complice ed aprire l'immenso portone.

"Benvenuti ragazzi, vedo che avete già indossato la vostra carica" entrambi i ragazzi avevano appuntato al petto la spilla da Caposcuola "Buona sera a lei preside" sorrise 
"accomodatevi, accomodatevi. Gradite un po' di The? Un biscotto?" 
Chiese porgendo il delicato vassoio in argento colmo di biscotti ricchi di gocce di cioccolato "Per me no, la ringrazio" 
"neanche per me, grazie" 
"Bene allora passiamo subito ai vostri compiti. Come Caposcuola avrete il dovere di gestire il lavoro dei prefetti, lo svolgimento dei vari eventi e il rispetto delle regole delle case, ovviamente capisco che siete ragazzi e che questo è l'ultimo anno quindi non vi è vietato divertirvi ma nel limite del consentito chiaro?- i due annuirono -bene, allora i prefetti vi aspettano nella stanza delle necessità, questi sono i compiti che dovranno 
svolgere. 
Le ronde si attueranno subito dopo cena dalla ore nove alle ore undici, dopo di che fare voi la ronda finale fino all'una, avrete potere sulla sottrazione o l'aggiunta di punti a tutte le case, una stanza singola adiacente al vostro dormitorio, l'entrata sarà sul corridoio, in modo che sia possibile chiedere consiglio o aiuto, ma avrete accesso direttamente alla vostra sala comune mediante una seconda entrata. Ora vi lascio alla cena, le ronde iniziano stasera stessa, avvertire i prefetti" concluse composta la professoressa.

Si stavano diligentemente recando al settimo piano davanti il quadro di 'Barnaba il babbeo bastonato dai troll' 
"A te l'onore Granger" face un lieve inchino il biondo per indicare alla ragazza di far apparire la porta.

Un imponente portone con doppio battente annuncio l'imminente riunione. 
All'interno dell'aula apparsa, composta da quattro alte vetrate con i colori delle casate, un camino in marmo bianco lasciato a farsi ammirare su una parete, difronte ad esso una libreria e diverse scrivanie con pannelli trasparenti e lavagne bianche, al centro della stanza faceva la sua apparizione un enorme tavolo in noce adibito ad accogliere i ragazzi, due sedie per coppia di prefetto con la seduta del colore della casa erano posizionate tutto intorno mentre due più alte ed elaborate svettavano i colori dei Caposcuola verde smeraldo e rosso rubino.

I ragazzi presero posto.

Grifondoro 
Neville Paciock e Ginevra Weasley

Corvonero 
Anthony Goldstein e Lisa Turpin

Tassorosso 
Hannah Abbott e Ernie Macmillan

Serpeverde 
Pansy Parkinson e Blaise Zabini

I due caposcuola di posizionarono agli opposti, gli sguardi si alternavano. 
"Però, siamo assortiti" scherzò Malfoy ricevendo un occhiataccia da parte dei presenti tranne i Serpeverde che confermavano.

***

La cena era passata veloce tra una chiacchiera e l'altra, un po' di risotto e del pollo, un sorriso ed un occhiata. 
Il primo giro di ronda era iniziato da circa un quarto d'ora i primi a partire erano stati Neville ed Hannah ai piani superiori e Ernie ed Ginny ai piani inferiori, aveva deciso di passare il tempo rimasto in biblioteca portandosi avanti con i compiti.

Tutto sommato Malfoy non era antipatico a conoscerlo un po', d'altronde non ci si poteva fidare era pur sempre il Re delle serpi, un ingannatore, un manipolatore era impossibile capire cosa si celava in quegli occhi chiari.

Alle undici in scocca era davanti al portone principale di Hogwarts, sigillato con tutti quei lucchetti che non avrebbero fatto entrare nessuno, già almeno così dovrebbe essere. 
Il grande Re si faceva attendere, in ritardo di ben dieci minuti, gli si stava avvicinando con passo lento e strascinato, come un elegante e grosso felino.

"Buona sera Granger" 
"Sei in ritardo Malfoy" 
"Suvvia dieci minuti, che vuoi che sia" 
Proferì in modo soffice il biondo iniziando ad incamminarsi 
"Se ritardi di dieci minuti, ritardano di dieci minuti ed io non voglio ritardare" lo superò la ragazza 
"D'accordo perfettina so-tutto-io Granger, sbrighiamoci così puoi tornare dal tuo Weasleyccio" rispose acido "non devo andare da Ron" 
"Si come vuoi Granger, io controllo i piani superiori e tu inferiori" senza aspettare si avviò su per scale lasciandola li come uno stoccafisso

'maledetto Malfoy, maledetta io, non era antipatico? Certo che è antipatico, la persona più antipatica che ci possa essere' 
borbottando aveva controllato i primi piani è i sotterranei e non vedeva l'ora di tornare in camera, se quel rompi pluffe di Malfoy si fosse sbrigato a tornare.

Un foglietto incantato si posizionò sotto il suo naso.

"Ci vediamo domani Granger, 
buona notte 
M"

L'aveva lasciata li. 
Da sola.
Ad aspettarlo.
Al buio, in una scuola enorme che pullula di fantasmi.
Mentre lui probabilmente stava con le sue amichette. 
Che odio, stupido furetto.

Andò a letto, quel lurido bigliettino stropicciato e lasciato al suo destino sulla scrivania colma di libri. 
Mentre si abbandonava alle braccia di Morfeo.

👑 
Ecco il quinto capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Come al solito perdono per gli orrori,
Chiedo davvero scus aper questo enorme ritardo ma mi farò perdonare ;) 
 lasciate una recensione, se vi va, sarei davvero felice di sapere un vostro parere.

Al prossimo capitolo.
🌸

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Capitolo 7
*** ~Capitolo6~ ***


"l'uomo crede di volere la libertà, 
In realtà ha una grande paura. 
Perché? 
Perché la libertà obbliga a prendere delle decisioni, 
E le decisioni comportano rischi" 
-cit-


"Malfoy!!" Un urlo echeggiò per il corridoio del primo piano.

Occhi cobalto si puntarono sulla figura minuta che svelta li raggiungeva.

Il mantello nero e rosso seguiva i suoi movimenti frettolosi così come la gonna che lasciava scoperte quelle gambe lisce e toniche, attirando lo sguardo dei ragazzi senza neanche accorgersene, i libri stretti al petto stropicciavano lievemente la camicetta bianca, i capelli acconciati in un surrogato di chignon fermato con una matita, quelle labbra rosee pronte a tirare somme e sentenze e quegli occhi d'ambra già pieni di vita.

Hermione Granger era pronta a dare battaglia. 
Una dea guerriera. 
Il pensiero che attraversò la mente del braccio destro del Re Delle Serpi

Pochi passi ancora e si ritrovò faccia a faccia con degli occhi grigi scintillanti di divertimento. 
"Dimmi pure Granger" 
"Malfoy, non provare mai più a lasciarmi da sola ad aspettarti, mentre tu ti vai a divertire con le tue amichette!" 
"Perché Granger? Ti senti esclusa?" 
La derise il biondo.

Se ne accorsero tutti i presenti, anche lei. 
Non aveva un tono derisorio. 
Non aveva un tono pregno di disprezzo. 
Non provava disprezzo. 
Si stava solo divertendo, come fanno gli amici.

"Non mi sento esclusa Malfoy, ma la prossima volta porta a termine il tuo lavoro" 
Continuò lei. 
Non c'era niente di meglio che qualche battibecco con Malfoy per migliorare l'umore. 
Non perché gli facesse piacere quello che le diceva. 
Ma perché nonostante tutto, la guerra, le perdite ed i cambiamenti questo era rimasto immutato.

I soliti battibecchi. 
Le solite battutine. 
Il solito Slytherin. 
La solita Griffindor. 
I soliti Granger e Malfoy. 
Questo non sarebbe cambiato. 
Forse.

"D'accordo Granger, la prossima volta rimarrò con te" 
Terminò il ragazzo voltandosi ed incamminarsi verso il campo da Quidditch.

"Ei Granger! Tu non vieni?" 
Chiese Zabini in tutto il suo splendore guadagnandosi un occhiata perplessa dai presenti. 
"È dove dovrei venire scusa?" 
"Avrei delle idee" rise Notte, braccio sinistro del Re 
"Nott" ringhiò la riccia 
"Scherzavo, scherzavo, comunque penso intendesse alle selezioni, sai che colpo per Potter e Weasel vederti entrare con noi" 
"Ci rimarrebbero stecchiti" rise la bionda presente 
"Non andrò da nessuna parte con voi" 
"Perché? Perché siamo serpi? Sai potremmo essere più simpatici noi di quei Grifonpolli" 
"Ti ricordo Malfoy, che anche io faccio parte dei 'Grifonpolli' come dici tu, e comunque ho altro da fare, mi importa poco che siate serpi o meno"

"Già Granger, però sei decisamente meglio di quegli idioti" 
Daphne Greengrass, Regina di ghiaccio aveva appena fatto un complimento ad Hermione Granger, Regina Griffindor? 
Si, gli aveva appena fatto un complimento.

"Lo prendo come un complimento Greengrass" 
"Prendilo come ti pare Granger, ma sarebbe davvero divertente vedere le loro facce alla tua entrata con noi " rise la ragazza. 
Detto questo il gruppetto Slytherin se ne andò, lasciandola li a pensare, perché sicuramente Hermione Granger non avrebbe potuto fare altro se non pensare.

Era la prima volta in sette anni che non veniva presa in giro per la sua intelligenza o ancora per il suo sangue. 
Era la prima volta che degli Slytherin spocchiosi figli di papà scherzavano con lei e le facevano un complimento, se così si poteva chiamare, era proprio vero che la guerra cambia le persone.

***

Harry James Potter, Grifondoro, famoso bambino-che-è-sopravvissuto, abile cercatore Griffindor, 
Si trovava ben ritto al centro dell'immenso campo.

I capelli scompigliati per via della lieve brezza settembrina, i tondi occhiali poggiati sul naso già sporchi di polvere, la divisa rosso-oro fasciava docilmente il fisico da sportivo. 
"In ordine per favore" 
ormai non c'era neanche più il bisogno di urlare, Harry Potter era ammirato, era una celebrità, tutti ascoltano Harry Potter.

I futuri pretendenti ad entrare nella squadra si sistemarono in una fila un po' scomposta, i ragazzini del primo e secondo anno avrebbero aperto le selezioni. 
"Bene, sapete come funziona no? Svolgerete una breve partita mentre io e Ron faremo da osservatori, al termine della partita è probabile che ad alcuni di voi vengano chiesti altri esercizi, successivamente potrete andare e prenderanno il vostro posto terzo e quarto anno ed infine i restanti, i risultati verranno affissi sulla bacheca in Sala Grande domani durante l'arco della giornata" 
I primini così come gli altri annuirono attenti. 
"Possiamo iniziare"

In molti si erano chiesti come mai, la cacciatrice Ginevra Molly Weasley nonché futura signora Potter senza rivali, non fosse al suo fianco ma ben sistemata sulle gradinate. 
Ebbene anche la su citata è una ragazza, con bisogni da ragazza, e nonostante ami il Quidditch, come il resto della sua famiglia d'altronde, ma una ragazza non può avere al posto delle spalle un armadio, o dei tronchi d'albero al posto delle braccia, 
Così dopo studiate liti con il suo ragazzo che la trovava e l'avrebbe trovata bella in qualsiasi caso, aveva abbandonato il suo posto da cacciatrice. 
Questo non aveva favorito solo il fisico della suddetta ragazza ma anche lo stuolo di ragazzi ai suoi piedi, prontamente rifiutati.

"... Perché Weasley è il nostro re ogni due ne para tre..." 
Canticchiavano le serpi appena giunte, ma non era cosa cantavano a distrarre Ginny dai giocatori, ma come. 
Hermione gli aveva ripetuto più volte che non era giusto incolpare senza sapere, che non bisognava accollare le colpe dei genitori ai figli, che tutti avevano diritto ad una seconda opportunità e di qualcuno disposto a darla, perché, così come loro anche quei ragazzi ormai ritenuti quasi scarti l'avevano affrontata e in qualsiasi parte tu abbia combattuto la guerra porta cambiamenti.

Questo ciò che le venne in mente sentendo quel coretto improvvisato, in testa Draco Lucius Malfoy, seguito dai suoi bodyguard e dalle due dame, non avevano tono di scherno come negli altri anni, non li stavano deridendo, stavano...

Che stavano facendo?

Scherzavano, stavano scherzando come dei ragazzini al parco, come qualcuno che ha appena trovato un amico nuovo anche se non gli sta particolarmente simpatico, scherzavano con quella filastrocca.

La ragazza li osservò per un po' prima di sorridere. 
Già la guerra cambia, vogliono un possibilità? E avranno una possibilità.

Ginevra Molly Weasley si stava recando dalle serpi.

***

Camminava spedita verso la biblioteca, diciamo che stava scappando. Se l'avessero trovata l'avrebbero trascinata a quelle stupide selezioni, di quello stupido sport, per non parlare che lei odiava profondamente volare.

Quindi da brava di tutto io si era chiusa tra i suoi amati libri, in quei meravigliosi mondi, 
"Perché tutti vivono una vita, ma chi legge ne vive di più" 
Gli ripeteva sua nonna Grace, erano identiche stessi capelli indomabili e stesso cuore puro, passava interi pomeriggi con sua nonna sulla poltrona smeraldo in salotto, sulle sue ginocchia e mentre la nonna gli faceva quelle meravigliose trecce, che tanto amava da bambina, lei sfogliava quei meravigliosi libri, all'età di cinque anni sapeva scrivere il suo nome e leggere quei libroni pieni di figure. 
Gli mancava la sua nonna e i suoi libri, gliene regalava uno ogni anno per Natale, chissà di che avrebbe parlato quello di quest'anno.

Un soffio lieve le annunciò l'entrata di qualcuno, ma troppo concentrata sulle sue rune non ci diede peso. 
La sedia al suo fianco stridette sul pavimento, una chioma bionda entrò nel suo campo visivo, degli occhi azzurri si puntarono sui suoi. 
"Ciao Hermione" 
Hermione da quando era diventata Hermione per loro? 
"Ciao Daphne" 
La bionda sorrise educata, nonostante lo sguardo della riccia fosse diffidente.

"Emm.. ti serve qualcosa?" 
"Non proprio Caposcuola Granger, più che altro volevo parlare, sei libera?" 
Hermione era perplessa, parlare con lei? Ma che stava succedendo? 
"Se hai cinque minuti, finisco le ultime righe" 
Gli occhi azzurri della ragazza si illuminarono per un secondo 
"Allora ti aspetto nel giardino interno" 
Detto questo così com'era arriva la bionda Serpeverde andò via.

***

"Weasley femmina" 
Salutò una voce da tenore 
"Zabini, cosa state facendo?" 
Chiese la ragazza, con gli occhi a fessura. 
"Incitiamo il tuo caro fratellino Weasley" " grazie dell'illuminazione Parkinson" la Serpeverde ghignò 
"Vuoi unirti a noi rossa? Chissà che faccia farebbero quella sottospecie di ragazzi che avete come giocatori" 
"A parte che sono stata giocatrice anche io, no Malfoy, non canterò quella canzoncina idiota, però -gli occhi dei ragazzi si posarono sulla figura minuta dinnanzi a loro -però potrei sedermi a farvi compagnia" disse tutto d'un fiato arrossendo leggermente.

Le labbra scure del moro si aprirono in un sorriso "accomodati, ci manca una voce Daphne è tornata a scuola"

L'importante è iniziare con un passo, il resto verrà da sé. 
E lei quel passo lo stava muovendo.

***

Daphne Greengrass, Serpeverde, attendeva paziente, la regina di ghiaccio era pronta a chinare il capo alla regina Griffindor.

La trovò così, di spalle, con i biondi capelli sciolti e lievemente mossi dal vento, la divisa con i colori degli orgogliosi purosangue seguiva le forme di quella bellezza eterea.

"Daphne" 
"Sediamoci Granger, non vorrei che ti sconvolgessi troppo" 
Anche se perplessa, accetto l'invito della bionda di sedersi sulla panchina in pietra del parco interno alla scuola.

La bionda, dopo un profondo respiro, inizio il suo discorso 
"Allora Gr..Hermione, volevo chiederti scusa -il silenzio era palpabile- scusa per tutto, per gli insulti e anche solo per gli sguardi pieni di disprezzo, volevo chiederti scusa per come ti, vi, abbiamo trattato, nonostante tutto devi sapere che ho, abbiamo, stima verso di te, e volevo dirti grazie, grazie per averci salvato"

Parole semplici ma che sicuramente per una come lei erano costate molto, gli occhi nocciola velati di lacrime 
"Io.. accetto le tue scuse Daphne" 
Il gesto era partito da solo, aveva stretto la ragazza tra le sue braccia. 
"Piano con i sentimentalismi Griffindor" la bionda se la stacco di dosso 
"Ti ho detto quello che dovevo e sappi che non ho parlato solo per me"

***

Morfeo faticava a tenere i suoi cuccioli tra le sue braccia.

Una rossa Griffindor pensava che tutto sommato quelli che avevano sempre etichettato come snob, spocchiosi e figli di papà.

Una Griffindor dall'animo puro rifletteva sulle parole che le erano state rivolte quel pomeriggio, il suo cuore sarebbe stato in grado di perdonare perfino Voldemort se solo avesse visto in lui del vero pentimento.

Una bionda regina fredda e calcolatrice sorrideva vittoriosa, aveva conquistato un "amica" e ne era veramente felice, anche se mai lo avrebbe ammesso, soprattutto il loro piano sarebbe andato avanti.

Il cobalto di quegli occhi espressivi luccicava nel buio della stanza, il giorno dopo avrebbe avuto la ricerca con la mente del trio, il piano procedeva bene, e domani sarebbe toccato a lui.

I biondi crini brillavano alla luce della luna, dalla torre di astronomia osservava la sua costellazione, pensieri si spandevano per la mente, in un gesto stizzito dai suoi stessi pensieri uscì dalla torre per recarsi ai sotterranei. 
Quei boccoli caldi e morbidi gli inondavano la mente.

E quegli occhi come il cielo d'estate, lievemente coperti da quelle fiamme rosse che li differenziavano, osservavano crudeli il soffitto, li aveva sentiti, quella feccia, al campo con quella stupida canzone atta a denigrarlo. 
E l'aveva vista, sua sorella, traditrice, parlare con loro, quasi riderci insieme. 
Si sarebbe vendicato di tutto, di tutto quello che in sette anni gli avevano provocato, l'avrebbero pagata tutti, tutti coloro che si sarebbero messi sulla sua strada avrebbe provato l'ira del Re, "the King Weasley".

Impegnati in questi pensieri, finalmente, Morfeo li portò tra le sue braccia, chi con sogni agitati chi con il sorriso.

🌸
Per farmi perdonare ho deciso di pubblicare altri due capitoli oltre questo, spero vi piacciano, un beso 
P.s. So che i capitoli non sono molto lunghi, spero vadono comunque bene.

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Capitolo 8
*** ~Capitolo 7~ ***


"Il mostro non dorme sotto il letto. 
Il mostro può dormire accanto a te." 
(Anonimo)


Camminava spedita verso la Sala Grande, come al solito aveva perso tempo a prepararsi e quella mattina il suo ragazzo non l'aveva aspettata, era smanioso di mangiare lo strudel, era giovedì, e al giovedì gli elfi preparavano lo strudel di mele, il preferito di Theo.

Aveva appena finito di controllare che il trucco sugli occhi fosse apposto che si scontrò contro un corpo massiccio. 
"Parkinson" il suo nome un sibilo di puro disgusto da quelle labbra all'apparenza calde. 
"Chi non muore si rivede, o dovrei dire chi non viene imprigionato si rivede" 
"Weasley. Fai poco lo spiritoso" rispose la ragazza 
"Altrimenti, carlino?" 
Lo sguardo del ragazzo non premeditava niente di buono infatti in un attimo l'impronta di cinque dita si trovava pulsante sulla guancia destra della ragazza. 
Lo sguardo sbigottito era niente in confronto a quello di puro odio del ragazzo 
"Se fossi in te, feccia, starei zitta. Non vorrei mai dovermi sporcare le mani con qualcuno come te, ricordati però che ci dovete ben sette anni" 
Detto ciò Ronald Weasley si incamminò verso l'aula di trasfigurazione.

La trovarono cosi, con gli occhi lucidi e la guancia rossa. 
"Malfoy, piantala!" 
"Eddai Granger, prometto che la smetto se tu smetti di fare la perfettina so tutto io"

Un piccolo uragano nero si schiantò sul petto del biondo, singhiozzi scuotevano quelle spalle piccole 
"Pansy?" 
La voce calda del ragazzo fece aumentare le lacrime 
"Pansy, cos'è successo? Pansy" 
La ragazza non rispondeva, ma si rilassò al contatto con una mano piccola che le accarezzava i capelli scuri. 
Era strano consolare una serpe, ma è impossibile per un cuore puro come il suo, lasciar passare le lacrime di un anima. 
"Emm... Pansy, ecco.. magari, ti va di dirlo a me" 
Chiese la Griffindor, con voce dolce, in un attimo la ragazza si lanciò tra le braccia confortevoli e quasi materne della grifona 
"Shhh.. Shhh.. Va tutto bene, va tutto bene, vieni" 
Dicendo così si avviò con la ragazza alla rampa di scale, facendola sedere e continuando ad accarezzarla sotto la supervisione di occhi d'argento più che apprensivi.

"I-io.. sta-stavo andando.. e-e poi.. e io" 
"Va bene, tranquilla, va tutto bene" 
Alzandole il viso congestionato dalle lacrime, la riccia si accorse del rossore sulla guancia ormai gonfia, quello sguardo materno e caldo, si assottigliò indurendosi facendo sussultare la serpeverde. 
"Chi è stato?" La voce, fino a quel momento calda era diventata fredda, avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque ma non a loro, non a due serpeverde, non al principe delle serpi che a quel tono duro da parte della grifona indurì la mascella 
"Pansy?" 
Non ottennero risposta, così come non la ottenne Madama Chips, così come non la ottenne la preside.

"Grazie ragazzi per aver accompagnato la signorina Parkinson, prenderemo provvedimenti, e farò un bel discorsetto durante il pranzo, andate a lezione su" 
Furono congedati così dalla professoressa McGranitt, in silenzio si recarono alle rispettive aule. 
Trasfigurazione per lei, Divinazione per lui.

***

"Ben arrivata, signorina?" 
Venne cordialmente accolta da un uomo da mezz'età, i capelli bianchi e corti erano sottolineati dalla montatura scura delle lenti, il viso che dimostrava la sua età presentava un paio di baffi a spazzola bianchi e un secondo paio di occhiali, questa volta a mezza luna, simili a quelli portati dal Professor Silente, sotto il mantello, che lo collocava a Ravenclave , portava abiti babbani, un pantalone consumato di uno sbiadito blue jeans e un golfino giallo paglierino su una camicia bianca, non era prettamente un modello da seguire in fatto di moda, non che lei si ritenesse chissà cosa, però.. 
"Granger, signore" 
"Bene signorina Granger, prenda posto, non si preoccupi la preside mi ha già informato del suo ritardo, per questa volta non avrà ripercussioni. 
Come già annunciato alla classe io sono il nuovo processore di Trasfigurazione, il mio nome è Gilbert Venturi, ora riprendiamo da dove ci eravamo interrotti" 
L'uomo riprese la lezione nell' immobilità della classe, il professor Rüf aveva un avversario.

L'unico rumore presente, oltre ai vari respiri assonnati, era lo scribacchiare della sua piuma, nonostante l'aria soporifera di quell'uomo, ovviamente non paragonabile alla professoressa McGranitt, lei continuava imperterrita a prendere appunti. 
Un foglio piegato come una piccola farfalla si posizionò sotto il suo naso, interrompendo lo scrivere della piuma, brillava di una lieve luce azzurrognola, era stato incantato, avrebbe potuto aprirlo solo lei, la luce pulsante si fermò con l'aprirsi della pergamena.

"Ei CapoGranger, 
Ricorda l'appuntamento di oggi 
Zabini."

Un sorriso solcò le sue labbra, 
Che strano Slytherin, lo era sempre stato, nonostante le idee filo-razziste della sua casa, lui non li aveva mai insultati, si aveva supportato Malfoy se necessario, ma non aveva mai iniziato o postato avanti quelle idee al contrario era quasi gentile, ed adesso avevano addirittura una ricerca da concludere e pensare che non credeva si sarebbe presentato senza che glielo ricordasse lei.

"... La trasformazione congiunta può essere praticata solo da due o più persone che siano realmente in sintonia quasi in simbiosi, 
un esempio può essere quello del piccolo granchio Pinnotheres, che vive fra le valve delle Pinne o di quei curiosi pesciolini (Fierasfer) ma questa è tutta un altra storia, tornando a noi questa trasfigurazione è piuttosto complicata perché..." il suono della campana annunciò il termine di quelle due ore strazianti, neanche il tempo di salutare che l'aula si era svuotata.

"Dai Mione andiamo" era impossibile non riconoscere il braccio caldo e pesante del bambino sopravvissuto era impossibile 
"Si Harry arrivo" 
avevano ancora un ora di babbanologia con i tassi e una di pozioni con le serpi. 
Non ne poteva più di sentire il suo ragazzo borbottare che aveva fame 
"Ron hai fatto colazione due ore fa" 
"Lo so, ma ho proprio voglia di pollo" detto ciò con un sorriso a trentadue denti le scoccò un bacio sulla guancia candida, il tutto seguito da due occhi di diamante.

Le ore passarono in fretta, la riccia, durante l'ora di pozioni, aveva chiesto notizie della Slytherin, era ancora in infermeria, non per il colpo ricevuto che non aveva avuto ripercussioni, ma era più in uno stato di lieve shock, Madama Chips aveva preferito farla riposare, il suo chiedere informazioni non passo inosservato 
"Mione che stavi facendo?" 
"Niente di che Ron, siamo compagni di classe, e più tardi devo svolgere una ricerca con-" 
Lo sguardo limpido come il cielo d'estate si scuri lievemente 
"Tu non ci vai" la interruppe con tono freddo e distaccato 
"Cosa? Perché non dovrei andarci?" 
"Semplice, sono degli Slytherin e dei luridi, schifosi e viscidi Mangiamorte, e tu non ci andrai" 
Quel tono non era da Ron, 
Quegli occhi così freddi non erano da Ron, 
Quell'odio incontrollato verso altri non era da Ron, 
L'istinto la portò a muovere un passo indietro 
"Va bene, Ron.. prenderò tutte le precauzioni del caso, ma stai tranquillo va bene?" 
Quei pezzi di cielo tornarono caldi e tranquilli 
"Va bene, dai andiamo a mangiare che ho fame" con la sua camminata strascicata si avviò verso la Sala Grande.

Prendemmo posto alla grande tavolata rosso-oro. 
Un immensità di tipologie diverse di cibo si materializzò, dal porridge inglese alle tapas spagnole, dagli hamburger americani al tiramisù italiano, gli elfi che si trovavano nelle cucine erano fenomenali.

Lo sguardo si calamitò al lato opposto della Sala, sul tavolo delle serpi. 
La Parkinson era seduta tra Blaise Zabini e Draco Malfoy, lo sguardo basso e il povero cibo nel piatto, martoriato, la sua attenzione fu riportata sul suo tavolo da un lieve ringhio, quasi inudibile, infatti non riuscì a capire chi fosse stato, notò solo lo sguardo del suo ragazzo dove fino a poco fa c'era il suo.

"Ragazzi, silenzio- la voce amplificata del professor Vitius spostò l'attenzione di tutti -noi professori abbiamo dovuto svolgere una riunione di emergenza a causa di differenti fatti accaduti di recente, adesso non vogliamo spargere panico o chissà che pensieri tra di voi, all'unanimità abbiamo deciso che sarete tutti, diciamo, in prova. 
I fatti accaduti sono altamente gravi, se ne verranno riferiti altri sarete sottoposti tutti a colloqui individuali per trovare i o il colpevole. 
Per ora ragazzi riprendete tranquilli il pranzo" 
Nel giro di mezzo secondo alti brusii si spansero per la sala alla ricerca dei 'gravi fatti accaduti' il suo sguardo nocciola si posò in quello scuro della ragazza al lato opposto per spostarsi poi in quelli solitamente caldi del suo ragazzo ora freddi e compiaciuti per non si sa esattamente che motivo 
"Ron?" "Dimmi Mione" la voce fredda e cattiva la fece sobbalzare 
"Ecco, niente, vado.. vado in biblioteca, ci vediamo a cena" salutò alzandosi e recandosi realmente nel luogo stabilito aspettando le quattro.

***

"Ei Granger" la voce melliflua di Blaise le arrivo più che nitida mentre si sedeva davanti a lei 
"Zabini, ben arrivato" sorrise 
"Allora Hermione iniziamo?" 
"Hai fretta Zabini?" 
"Per me possiamo stare anche solo a guardarci o a fare altro sai?" Sorrise malandrino 
"D'accordo Blaise, che tipo di altro proponi?" Ammiccò lasciando il moro stupito 
La risata argentina della ragazza risuonò per la stanza 
"Dovevi vedere che faccia buffa" 
"Mi stai prendendo in giro" fece finto offeso 
"Ma chi io? Non lo farei mai. 
Però penso che sia ora di iniziare

Erano circa tre ore e mezza che scrivevano...

...La lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà antisettiche, analgesiche,  battericide, per i dolori muscolari ed è considerata un blando sedativo.

Viene anche utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante e contro i raffreddori e l'influenza.

I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi. La pianta, che era già nota agli antichi, veniva usata anche per la preparazione di talismani e portafortuna, legati a pratiche magiche ed esoteriche.

Il fiore di Lavanda assume diversi significati. La tradizione narra che questa pianta avesse effetti miracolosi contro i morsi dei serpenti: strofinata sulle ferite, dopo essere stata lasciata macerare in acqua, aveva proprietà antiveleno. Nonostante ciò, all’interno dei cespugli di Lavanda si pensava facessero i nidi proprio i serpenti.  Infatti, curare una ferita provocata dal morso del serpente bisognava avvicinarsi con molta cautela proprio alla pianta che fungeva da antidoto.

"Visto Granger! La lavanda è il nostro fiore" disse orgoglio il moro facendola ridere 
"Si possiamo anche dire cosi, ma voi non siete un antidoto" 
"No, ma siamo quasi tutti ottimi pozionisti quindi l'antidoto lo creiamo" 
"Giusto, dai è già ora di cena, mi accompagni? " Chiese, la compagnia del moro non le dispiaceva al contrario era dolce e divertente si chiedeva come mai era stato smistato a Slytherin, era un ragazzo a modo, educato e gentile. 
Gli piaceva, era stata una piacevole sorpresa.

***

La cena era passata veloce tra una risata e una risposta, tranquilla fino alla sfuriata del suo ragazzo, fino alle parole inutili di Ron, i suoi occhi parlavano da soli, non faceva altro che criticare e tormentare la casa verde-argento, godeva nel vederli in difficoltà, quello non era più il suo Ron.

Osservava il polso rosso, a causa della stretta di quello che doveva essere il suo ragazzo, a causa di una sua parola per lui sbagliata, aveva difeso il nemico a parere suo, quando una stretta gentile sulla spalla la fece 
sobbalzare 
"Tutto bene Granger? Ti vedo piuttosto assorta" 
L'incontro con quelle iridi d'argento fu un inspiegabile esplosione, ancora non capiva il senso, così come lui non capiva quella strana è piacevole sensazione che lo invadeva quando i loro occhi si incontravano. 
"Che ti sei fatta?" 
Chiese prendendo la  sua mano piccola e candida tra le sue più grandi, aveva notato il suo sguardo fisso sul polso, l'impronta di cinque dita stava già svanendo.
"Niente" disse ritirando il braccio "non è successo niente, sbrigati si sta facendo tardi".

🌸
Ho voluto aggiungere una piccola curiosità sulla lavanda spero possa interessarvi
Baci🍩

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Capitolo 9
*** ~Capitolo 8~ ***


" Vivere nel mondo senza avere consapevolezza del suo significato è come vagabondare in una immensa biblioteca senza neppure toccare un libro ..." 
-Dan Brown-

Avevano controllato i primi piani in assoluto silenzio.

Osservava quei morbidi boccoli oscillare al tempo di quei passi lenti e misurati. 
Osservava la corta gonna nera lasciare scoperte quelle gambe sinuose. 
Osservava quel passo sicuro e orgoglioso, da vera Griffindor, avvolte incerto.

Aveva osservato, e si era stancato. 
C'era qualcosa che non andava, era silenziosa, non lo guardava. 
La Granger non era mai stata così loquace, non aveva mai abbassato lo sguardo, neanche contro il Lord Oscuro, mai davanti a lui, mai aveva visto quegli occhi di puro oro e orgoglio abbassarsi davanti a lui, mai, e mai avrebbe dovuto vederli, mai lo avrebbe permesso.

Afferrò delicatamente il gomito della ragazza 
"Adesso basta" 
la voce calda del ragazzo la fece scattare, in meno di mezzo secondo era lontano da lui 
"Granger" questa volta era uscito un basso ringhio 
"Cosa vuoi Malfoy?"

Lenti, i passi del ragazzo la fecero delicatamente appoggiare al muro retrostante, lo sguardo fisso in quelle iridi in tempesta 
"Cos'è successo Hermione?" 
Chiese gentile, la voce calda del ragazzo seguita dalla presa leggera del polso ormai tornato al suo normale incarnato 
"Niente" bisbigliò in risposta 
"Non mentire, non fa per te" 
Rispose spostando una ciocca di quei ricci ribelli finitale sugli occhi, la sua pelle era calda e morbida, profumava di mandorle, quegli occhi d'oro si velarono velocemente, c'era decisamente qualcosa che non andava.

"Su Hermione, non dirò niente" 
La sua voce era calda e coinvolgente, continuava ad accarezzargli leggermente la guancia, ora rossa quasi scarlatta. 
"Io.." 
"Draco!" La voce profonda di Blaise Zabini lo interruppe dal suo breve interrogatorio provocandogli uno sbuffo indispettito, facendolo arretrare dalla Grifona.

"Sai Blaise dovrei togliere dei punti, il coprifuoco è passato da un po'" 
"Si bè, ti stavo cercando, buona sera Hermione" 
La voce fraterna di Blaise arrivò alle sue orecchie come una scheggia di vetro dentellata 
Hermione? Da quando era Hermione per lui? 
Gli dava tremendamente fastidio sentire, anche se minima, l'amicizia tra quei due. 
"Dimmi Blaise" il moro lo squadro da testa ai piedi, il suo tono era stato freddo, calmo e calcolato, avrebbe dovuto tenere la guardia alta, non che si preoccupasse che gli avrebbe fatto del male, ma era una serpe e a quanto pare qualche cosa l'aveva stuzzicata.

"Ti stanno cercando" disse guardingo 
Il biondo lanciò un occhiata alla ragazza al suo fianco, aveva gli occhi bassi, perché? 
"Sono di ronda Blaise, non ho tempo" 
"Riferirò" sospirò rassegnato, se non voleva seguirlo non lo avrebbe seguito, conosceva troppo bene il suo migliore amico, e adesso aveva altro da fare. 
"Buona notte Hermione" sorrise alla riccia sentendo un basso ringhio, un sorriso furbo ma spontaneo solco quelle labbra scure e piene 
"Buona notte anche a te Draco" calco volontariamente il nome del suo amico, prima di voltargli le spalle e tornare in dormitorio.

"Magari era importante" pigolò la ragazza ricevendo un sorrisino 
"La diligentemente regina Griffindor mi sta apertamente dicendo che avrei dovuto lasciare la ronda?" La canzonò lui 
"Non ho detto questo, ma magari era una cosa seria se è venuto fino a qui rischiando di essere punito o peggio perdere punti" 
"E lasciare una povera ragazza da sola? Se non sbaglio non è una cosa gradita"
rise questa volta facendola sbuffare 
"Cammina Malfoy" 
ribatte stizzita prendendo a camminare a passo spedito, avevano da controllare altri tre piani e voleva solo andare a dormire 
"D'accordo, però ricorda lascio cadere la conversazione ma non il discorso" 
Il tono era serio e monocorde, no non avrebbe lasciato cadere il discorso sarebbe riuscito a cavare le informazioni da quella bocca di rose, così come sarebbe riuscito ad assaggiare quel dolce sapore.

***

Era da poco rientrato in dormitorio, quando uno sguardo intenso e dannatamente cocciutto non faceva altro che perforargli la schiena 
"Cosa vuoi Blaise?" 
"Oh niente di che" ghignò il moro elegantemente stravaccato sulla poltrona della sala comune, con le gambe accavallate è un bicchiere di liquido ambrato in mano 
"Mi chiedevo- un rotazione del bicchiere -prima, durante la ronda- altra rotazione- con la bella Grifondoro- un sorso -un tempo la disprezzavi, se non erro- altro sorso -eppure" 
"Ma che diavolo vai blaterando" 
"Oh niente, niente. Volevo solo avvertirti che per la festa è quasi tutto pronto" 
"Perfetto, ora è meglio andare a-" 
"Siete ancora svegli?" Chiese una voce piccola piccola 
"Non dovresti dormire Pan?" 
"Non avevo sonno" disse. 
I due ragazzi dopo uno sguardo di intesa lasciarono uno spazio tra di loro sul comodo divano della sala comune, dove la ragazza non aspetto più di mezzo secondo prima di posizionarcisi, infondo erano cresciuti tutti e tre insieme, per questo giravano voci su differenti relazioni, ovviamente false, si conoscevano fin da piccoli, fin da quando si rubavano il ciuccio a vicenda
"Ah ecco dov’eravate, Pan mi hai fatto prendere un colpo, mi sono svegliata e non c'eri" disse la bionda affiancandosi al moro, concludendo il quartetto
"Draco ti cercavamo prima, hai saltato la riunione" disse con tono finto burbero 
"Aveva di meglio da fare" sghignazzò il ragazzo alla sua sinistra 
"ma piantala Blaise, ero di ronda" "si certo, so io che tipo di ronda stavi facendo" ribatté ammiccante. 
"Ora piantala Blaise- lo fece zittire Pansy -e tu- indicando il biondo -parla" disse autoritaria 
"Cosa dovrei di-" 
"parla" 
"Che devo dire Pansy? Ero di ronda" 
"Insieme alla Granger contro un muro" 
"Zabini o taci o ti faccio stare zitto a suon di schiaffi" detto ciò si alzò dal grande divano andandosene in stanza sotto gli sghignazzi dei suoi compagni.

Avevano capito tutto, l'unico a non averlo fatto era il diretto interessato, e ovviamente da brave serpi glielo avrebbero fatto capire loro.

***

"...bene consegnate! E fate in fretta abbiamo un altro incantesimo da svolgere" 
Con un unico colpo di bacchetta, vedendo che i suoi alunni temporeggiavano, trasse a se le pergamene ricevendo mormorii e dissensi veri e propri.

" L'incantesimo che eseguiremo oggi è la meteofattura recanto..."

"Che palle, e se c'è ne andassimo a fare un giro? Dai pan? Ti prego, non ho voglia di ascoltare questo, dai pan!" 
"Va bene, va bene basta che la smetti" disse la ragazza alzando la mano, cosa strana per una serpe 
"Mi dica signorina Parkinson, sa la risposta?" 
"No professore, vorrei andare in bagno" "Non interrompa la mia lezione per queste sciocchezze signorina, ed ora vada, si signor Zabini?" Chiese esasperato l'insegnante
"Io-" 
"vada pure lei, e non interrompetemi più, se dovete uscire uscite! Sono stato chiaro?", detto questo il giovane Serpeverde segui a ruota la ragazza, lanciando un occhiata al resto della sua casa, Tiger e Goyle erano bellamente impegnati nel loro sport preferito,  lanciare palline agli hafflepuff, Daphne era concentrata a specchiarsi in uno dei libri che le aveva prestato, Theodore gustava un qualche liquido, rigorosamente alcolico, dalla sua fiaschetta ed eccolo lì il suo obbiettivo, Draco Lucius Malfoy  stava dormendo della grossa con le braccia incrociate sul banco, le lezioni pomeridiane erano un vero e proprio suicidio di massa.

"Blaise cammina, sennò li perdiamo" disse la ragazza riportando l'attenzione del moro su di lei 
"Perdiamo?" 
"Suvvia non dirmi che non li hai visti anche tu" 
"Ma chi?" 
"Come chi? La Granger e Weasley"

***

"Ron puoi rallentare? E poi che stiamo facendo qui fuori? Fa freddo" 
"Sta zitta Mione, sono arrabbiato con te!" Sbottò il ragazzo strattonandola nei pressi del lago nero. 
"E perché di grazia?" 
"Non fare la saputella con me!" 
Il suo sguardo, lo sguardo che aveva imparato ad amare non c'era più, al suo posto lame fredde che mai si sarebbe aspettata di vedere su di lui. 
"Ron ma che ti prende? Ultimamente sei strano?" 
"Strano? Io? Siete voi quelli strani, Harry è strano, che non odia più quelle luride serpi. 
Ginny è strana, che ride e scherzare con i figli di Mangiamorte. 
E tu! Tu sei strana!..." 
Iniziava ad avere paura, non si era mai comportato così, quello non era il suo Ron, aveva indietreggiato di un passo sotto quelle iridi fredde che mai si sarebbe aspettata di vedere nei suoi occhi, senza farsi notare era pronta ad estrarre la bacchetta senza sapere che altre due figure erano pronte a fare lo stesso 
"...tu che preferisci stare in compagnia di quei viscidi, mettendo da parte noi! Cristo Hermione, hai messo da parte noi, eroi del mondo magico, per loro, per loro!!- sbottò ancora il rosso per poi bisbigliare -mi hai messo da parte, oggi è il nostro anniversario Mione" 
Un velo sottile si spostò a coprire quei pezzi di cielo limpido.

Quindi era questo, si sentiva messo da parte. 
Fu l'istinto a guidarla, fu normale per lei stringerlo fra le braccia 
"Oh, Ron mi dispiace, davvero, non era mia intenzione farti sentire questo, mi dispiace"

Occhi non molto lontani osservavano la scena. 
"È troppo buona" 
"Già lo penso anche io Pan" 
"Dobbiamo tenerla d'occhio Blaise" 
"Quindi è stato lui e? Ha alzato le mani" la voce resa gravosa dall'ira 
"Come lo hai capito?" 
"Perché vuoi proteggere la Granger?, anche se a quanto vedo non ne ha bisogno" 
"Non ne sono sicuro" prese possesso della conversazione un biondo Serpeverde, e come un serpente pronto a colpire 
"È troppo buona, troppo Griffindor, troppo umana" sospirò senza staccare gli occhi dai due grifoni che si allontanavano. 
"Ci hai messo sette anni, ma alla fine ci sei arrivato e principe?" 
Sorrise Pansy osservando i due allontanarsi, la serpe era pronta ad attaccare, a quanto pare si sarebbe preso ciò che voleva.


🌸 
Recensite, anche solo poche righe, ma vorrei sapere se vi piace o meno

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