L' aiutante di Hagrid

di Phoenix rouge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1: Il ragazzo del lago ***
Capitolo 2: *** 2: Ambientarsi ***
Capitolo 3: *** 3: Colloquio di lavoro e giro turistico ***
Capitolo 4: *** 4: Acquisti e sorprese ***
Capitolo 5: *** 5: Il banchetto d'inizio anno ***
Capitolo 6: *** 6: Nuovi amici e nuovi dubbi ***
Capitolo 7: *** 7: I risultati delle analisi ***
Capitolo 8: *** 8: L'apprendistato con i centauri ***
Capitolo 9: *** 9: Banchetti e rituali ***
Capitolo 10: *** 10: Cimiteri e Lune Piene ***



Capitolo 1
*** 1: Il ragazzo del lago ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e luoghi della saga sono di proprietà di J.K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, nè intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright. 

                                                                                    Cap. 1: Il ragazzo del lago

Morbido e pungente, luce soffusa e calore.
Le palpebre sembravano incollate fra loro e il ragazzo non riusciva ad aprire gli occhi. Cercò di alzare una mano per strofinarseli, ma scoprì di non potersi muovere. Si agitò e riuscì a liberare un braccio dalla coperta che lo avvolgeva. Strizzò e sbattè le ciglia per abituare la vista alla luce calda delle candele e la prima cosa che osservò fu il soffitto: il tetto sopra di lui era ligneo e portava appesi fasci di erbe, insaccati e gabbiette vuote di varie dimensioni. La sua mente era ancora annebbiata e goffamente si sedette sul morbido letto per guardare meglio dove si trovava.
Alla sua sinistra vide una rozza credenza piena di pentole di terracotta, ciotole e boccali da birra, alla sua destra invece trovò la fonte di tutto il calore della stanza: un caminetto di medie dimensioni, in cui ardeva allegramente un bel fuoco che non faceva fumo. Davanti al letto c'era un tavolo molto alto, corredato da quattro sedie altrettanto fuori misura. Su una di esse Nereus riconobbe i suoi vestiti, messi palesemente ad asciugare davanti al camino e ormai asciutti e caldi. In un angolo c'erano una grossa cuccia, vuota, e un piccolo trespolo, dov'era appisolato un gufetto. In fondo alla stanza, infine, c'era la porta d'ingresso in legno massiccio.
Con un ampio gesto si tolse la coperta patchwork dalle gambe e posò i piedi nudi sulla pietra fredda che componeva il pavimento e le pareti. Prese i vestiti, si cambiò con un brivido e cercò il suo zaino per riporre il pigiama che aveva addosso fino a qualche minuto prima. Lo trovò vicino alla testata del letto, sopra un baule, e lo aprì, controllandolo: Erbario, provviste, cambio e pigiama. Sì, era tutto in ordine.
Ora che era nuovamente vestito, si risedette sul letto e cercò di ragionare. Evidentemente doveva essere capitato in una baita, com'era possibile dedurre dall'arredamento. Gli abitanti (il letto era un matrimoniale, quindi dovevano per forza essere due) che lo avevano accolto non erano in casa, ma lui non poteva certo andarsene senza aver ringraziato per l'ospitalità!
La sua mente confusa sembrò non allarmarsi per le evidenti stranezze presenti nella stanza (il gufo, le candele, i mobili troppo grandi...) finché non sentì un veloce raspare provenire dall'ingresso, corredato da sonori guaiti. La porta venne spalancata e un grosso cane nero, di quelli per la caccia al cinghiale, entrò a balzelloni e, quando si fu accorto della presenza sveglia e terrorizzata di Nereus, si lanciò verso di lui abbaiando. Il ragazzo si rannicchiò in fondo al letto, alzando le braccia e urlando, aspettandosi un assalto che però non venne. Infatti il cane era stato acchiappato per il collare da un energumeno che, dando la schiena al ragazzo, stava costringendo l'animale a cuccia con voce cavernosa.
Per poco il giovane non urlò di nuovo, quando l'uomo si alzò ("Era alto quasi due metri e si era solo accucciato?" Pensò sbigottito) e si voltò, posando una grossa cesoia e un cesto di vimini sul tavolo. Era alto almeno tre metri e mezzo e largo cinque volte un uomo normale. Aveva i capelli neri, ricci e ispidi, che si confondevano con la barba folta e i baffi cespugliosi. I piedi, nascosti in grossi stivaloni di gomma da giardino, erano grossi come piccoli delfini e le mani erano grandi come i coperchi dei bidoni dell'immondizia. Il proprietario della casa continuò a guardarlo, mentre indietreggiava e chiudeva delicatamente la porta con una spinta.
"Stai bene?" disse il gigante "Non hai più freddo?".
Nereus, ancora in preda ad un attacco di tachicardia e non al cento per cento sicuro della bontà di quell'uomo, rispose un tremante "No signore, grazie", stupendosi della sua voce rauca. Con fare preoccupato, l'altro gli posò una mano sulla fronte per sentirne la temperatura.
"La febbre è scesa, menomale, ho avuto paura che ci fossi rimasto secco. Eppure tremi ancora... tieni, rimetti la coperta."
Anche se aveva quasi caldo, il ragazzo non lo contraddisse e si lasciò avvolgere le spalle dalla lana colorata.
In silenzio osservò l'uomo versargli una tisana in un boccale dal bollitore di rame che era appeso sopra il fuoco. Bevve la bevanda calda, riconoscendola subito come tisana di foglie di castagno contro la febbre. Quante volte aveva dovuto berla in diciott'anni di vita! Per fortuna, veniva sempre dolcificata con il miele.
"Eri messo proprio male sai. Principio di congelamento, geloni e Merlino sa cos'altro! Mi spieghi cosa t'è venuto in mente di gettarti vestito nel Lago Nero?" le parole del suo salvatore lo fecero arrossire, mentre finalmente ricordava perché si trovava lì.
Dopo un intero giorno di cammino per le colline scozzesi era arrivato in questa verdeggiante valle circondata dai monti. Davanti a lui si trovava un enorme lago d'acqua blu pervinca, che dopo giorni di caldo e afa gli era sembrato un miracolo. Notando a malapena il grande castello sullo sfondo, aveva gettato lo zainetto sotto un albero e si era tuffato. Aveva nuotato per circa dieci minuti, sospirando di beatitudine, prima di accorgersi di quanto era fredda l'acqua. Stava tornando tremante a riva quando si era sentito afferrare per un piede ed era finito sott'acqua. Aveva cercato di divincolarsi, ma la cosa che lo aveva arpionato era straordinariamente forte. Dopo pochi istanti era svenuto. Ricordava poi pochi momenti di delirio: qualcuno che lo prendeva in braccio, il gusto della medicina antipiretica che doveva aver preso altre volte in quelle ore, l'odore del sambuco* e dolore, come tanti spilli in tutto il corpo...
Con una scrollata di spalle si distanziò da quei ricordi dolorosi e ritornò al presente, fissando i sui occhi verdi in quelli piccoli e neri del gigante.
"La ringrazio per avermi salvato la vita, signore. Sarei morto congelato se lei non mi avesse raccolto e curato."
L'uomo arrossì furiosamente e borbottò con voce burbera: "Chiamami Hagrid, non signore! Non ci sono signori qui, ragazzo."
Riconoscendo la tecnica che Hagrid aveva usato per combattere l'imbarazzo come propria anche del frate a cui era stato assegnato da neonato, Nereus sorrise e tese la mano: "Nereus Della Rovere, molto piacere". L'altro gliela strinse con un po' di esitazione e poi lo invitò a sedersi al tavolo, poggiando il suo boccale con la medicina davanti a una sedia. Il ragazzo si tolse la coperta dalle spalle e si sedette, riprendendo a bere mentre guardava Hagrid che estraeva due grosse zucchine, alcune uova e un coltello seghettato dal cesto di vimini e metteva tutto a posto, gli attrezzi da una parte e gli alimenti su un bancone da lavoro pulito, che dall'angolazione in cui era prima non aveva la possibilità di vedere.
"L'hai finita? Bravo, dai qua che dopo lo vado a lavare. Ora scusa, ma devo scrivere una lettera al mio capo, gli avevo promesso che lo avrei avvisato quando ti saresti svegliato e che ti avrei portato in Infermeria per un ultimo controllo. Sai, Madama Chips ti ha visitato spesso in questi due giorni in cui avevi la febbre alta."
Prese una penna di fagiano, una boccetta d'inchiostro nero e un foglio di spessa carta gialla (pergamena, realizzò Nereus, ricordando di averla vista in molti libri scritti nel medioevo dai monaci amanuensi conservati nella biblioteca del suo monastero) e scrisse:

Caro Professor Silente,
Il ragazzo si è svegliato, dice di chiamarsi Nereus Della Rovere e non sembra molto stupito dal nostro mondo. Forse è un Magonò integrato nel Mondo Magico. In ogni caso lo porto al castello, ci vediamo in Infermeria.
Hagrid

Legò il bigliettino arrotolato a un laccetto sulla zampa del gufetto, che aveva diligentemente posto l'arto interessato e poi era zampettato verso una delle finestre buie, prendendo il volo nel cielo stellato appena questa era stata aperta. I due presero i loro cappotti, che Hagrid aveva appeso dietro la porta, e uscirono. Mentre quest'ultimo si cambiava gli stivali, Nereus, con la sciarpa ben stretta al collo, si guardava in giro.
Vicino agli scalini dov'era seduto l'uomo, oltre ai suoi stivali di cuoio vide anche una balestra. Dietro alla capanna trovò un orto molto grande, sicuramente bastante per... tre persone per tutto l'anno, calcolò in base alla sua più che decennale esperienza in campo ortofrutticolo al monastero. Vide persino galline, maiali, mucche e pecore, tutti profondamente addormentati nelle loro stalle.
"Ner? Nereus, possibile che... ah, eccoti! Che facevi, curiosavi?"
"Scusami Hagrid, volevo solo vedere casa tua!" sorrise con fare innocente il ragazzo.
"Nah, la verità è che sei curioso come un grillo!"
Spingendolo con una mano sulla schiena, il gigante lo fece voltare e finalmente Nereus vide la maestosità del castello vicino a loro. Mentre camminavano per il parco, Hagrid dovette sostenere il giovane tre o quattro volte per evitare che cadesse nell'erba, dato che non guardava dove metteva i piedi ma l'enorme costruzione medioevale che aveva davanti. A metà percorso, finalmente, il ragazzo si rivolse al suo ospitante.
"Hagrid, ma tu che mansione hai in questo posto?"
L'uomo si gonfiò tutto e disse fieramente:" Sono Custode delle Chiavi e dei Luoghi, cioè sono colui che ha tutte le chiavi del castello e mi occupo della foresta e del parco. All'interno del castello ci pensa Gazza, che è il Custode. Ha una gatta spelacchiata, Mrs. Purr, che litiga sempre con Thor! Ma in fondo secondo me è solo un po' esaurito... tutti quei ragazzini da tenere a freno farebbero impazzire chiunque!"
Nereus chiese perplesso:"Ragazzini? Di che parli?"
"Oh, non te l'ho ancora detto? Il castello è una scuola! Mi sembra strano che tu non lo sappia, dopotutto è l'unica scuola di magia della Gran Bretagna e dell'Irlanda!"
Prima che il ragazzo potesse realizzare pienamente ciò che il suo nuovo gigantesco amico aveva detto, erano arrivati al castello e avevano salito le scale fino al terzo piano.
"Il tour lo facciamo un'altra volta con Gazza, eh?" disse Hagrid spalancando le doppie porte in vetro dell'Infermeria. Li accolse una donna di mezza età vestita come un'infermiera d'altri tempi, che si presentò sorridendo come Madama Chips. Dopotutto, riflettè Nereus, lì in quella valle tutto sembrava fermo al 1700. Chissà se conoscevano il telefono cellulare.
L'ala ospedaliera non era nulla di speciale: cinque letti per lato, ognuno dotato di comodino e separè, una porta che dava su una stanza piena di scaffali ricolmi di boccette colorate, due stanze chiuse (forse stanze dedicate alle malattie infettive?), l'ufficio con gli alloggi dell'infermiera e infine due bagni.
"Bene, signor Della Rovere, procediamo con un esame preliminare e poi viaggeremo più in profondità." disse affabile il medico, tirando fuori uno strano bastoncino decorato lungo una trentina di centimetri.
Con crescente perplessità il povero ragazzo se lo vide passare davanti, dietro e ai due lati. Poi fu fatto sedere e dal nulla comparve un foglio di pergamena con delle scritte sopra.
"Bene. Nereus Della Rovere, 18 anni e due mesi oggi (a proposito, auguri!), stato fisico: ottimo, stato psicologico: ottimo, stato mentale: buono. Livello magico 0,7**... normale, nel tuo caso."
Il bastoncino beige venne mosso di nuovo e una luce rosata avvolse il capo di Nereus, per poi dissolversi.
"Mh, come sospettavo, sei sotto lieve shock post-traumatico. Dovevo immaginarlo. In questo caso ti consiglio una terapia a base di..."
"Mi scusi..."
Madama Chips sollevò lo sguardo dal foglio di pergamena, stupita che quel ragazzo all'apparenza così timido avesse trovato il coraggio di interromperla. Ma, si disse, lui non era mai stato uno studente della scuola, quindi non aveva esperienza con la sua apparente severità.
"La sindrome da shock post-traumatico prevede allucinazioni visive e uditive? Perché credo di soffrirne da quando mi sono svegliato..."
La donna stava per ribattere costernata, ma poi si adombrò e si voltò verso Hagrid. Agitò furiosa il bastoncino e tutto ad un tratto le voci dei due erano scomparse, anche se dalla faccia di Madama Chips, stava sicuramente urlando. In Infermeria entrò di corsa un uomo anziano che Nereus non potè che paragonare a Mago Merlino.
Era alto e magro, con lunghi capelli bianchi e una barba dello stesso colore così lunga che gli arrivava alla vita e per fermarla doveva infilarla nella cintura della strana veste lilla che indossava. I suoi occhi azzurri luccicavano dietro gli occhialini a mezzaluna, ma si vedeva che era nervoso dalle occhiate che lanciava al ragazzo. I tre continuarono a discutere per una buona decina di minuti, poi evidentemente presero una decisione, perché anche Mago Merlino tirò fuori un bastoncino e Nereus potè sentire di nuovo.
"Piacere, signor Della Rovere, mi chiamo Albus Percival Wulfric Brian Silente e sono il Preside di questa scuola, ma tu chiamami solo Professor Silente. Ora, Madama Chips dovrebbe praticare ancora un incantesimo su di te, per farti capire meglio quello di cui stiamo parlando. La autorizzi?"
Il ragazzo, più confuso che mai, si fidò dei cenni di Hagrid, che annuiva entusiasticamente. Dopotutto, cos'aveva da perdere? L'infermiera creò un complicato arabesco in aria e poi puntò il bastoncino verso la fronte del malcapitato che, con la mente invasa da immagini, voci, odori e nozioni, cadde svenuto sul letto dalle coperte bianche.

*i fiori di sambuco vengono utilizzati per creare impacchi contro i geloni. (tratto dal mio Erbario)
** I Magonò hanno un livello magico da 0,1 a 0,9. Hogwarts accetta studenti a partire dal livello 3: il livello 1 e il livello 2 contengono così poca magia che è facile da controllare e non ha bisogno di essere canalizzata attraverso incantesimi o bacchette (ad esempio i prestigiatori o i monaci buddisti che levitano quando meditano sono maghi con un basso livello magico)
Hogwarts la immagino come un grande castello con a sud il villaggio di Hogsmeade, la stazione ecc. e a nord il Lago e la Foresta Proibita, che si estende a est e a ovest del castello e dietro il Lago.

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Capitolo 2
*** 2: Ambientarsi ***


r DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e luoghi della saga sono di proprietà di J.K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 2: Ambientarsi

"L'incantesimo "Intelligo Magia" è un complicatissimo incantesimo che viene insegnato solo a specifiche squadre del Ministero (Ufficio Rapporti con i Babbani, Obliviatori...) e ai Guaritori (su richiesta) perché, se mal eseguito, può causare danni permanenti alla mente della persona sottoposta all'incanto. La funzione di questo sortilegio è quella di rendere noto a un Babbano il Mondo Magico in maniera sicura per lui e per noi. Infatti egli riceverà tutte le nozioni di conoscenza e cultura generale che ogni buon mago della sua età dovrebbe possedere, ma non potrà divulgarle ai Non Magici, a meno che anche questi non siano stati sottoposti all'incantesimo. Le informazioni sono permanenti (dunque l'incanto non dev'essere ripetuto dopo un certo periodo di tempo) ed è possibile, per l'esecutore, personalizzarlo inserendo informazioni in più. Gli effetti collaterali saranno confusione, mal di testa e possibili svenimenti..."
                                                                                                                               
  da "Incantesimi Avanzati" (Miranda Gadula), cap. 16


Poppy Chips si riteneva un'infermiera navigata. Credeva di aver visto di tutto, da Trasfigurazioni semi-irreversibili a semplici raffreddori, ma mai, in più di trent'anni di servizio ad Hogwarts, aveva affrontato un caso come quello che Albus gli aveva presentato un paio di giorni prima.
Un ragazzo in età adolescenziale aveva avuto la brillante idea di farsi una nuotatina nel freddissimo e profondissimo Lago Nero. Gli studenti sapevano che allontanarsi a più di dieci metri dalla riva era pericoloso, soprattutto per le creature che vivevano nel lago. Infatti il genio era stato trovato da Hagrid, assiderato e salvato appena in tempo da un branco di Avvincini da un tritone e depositato delicatamente sulla riva vicino al suo zaino.
O almeno, così aveva detto il Preside, che aveva parlato con la sirena in persona in una lunga successione di fischi, grugniti e schiocchi. Non aveva mai capito la passione di Albus per il Marino, per il Goblinese o per qualunque altra stramba lingua magica, ma doveva ammettere che in alcuni casi poteva tornare utile.
L'aveva subito ricoverato per accertarsi delle sue condizioni e lì aveva scoperto la sua condizione di Magonò. Questo era stato un problema, in quanto non poteva usare incantesimi o pozioni per curarlo, ma solo incantesimi diagnostici per capire il suo problema. Infatti esse si legavano al nucleo magico e il ragazzo non lo possedeva.
Mentre rifletteva in questo modo, ricoprì Nereus con il lenzuolo, che nel sonno si era spostato, e raccolse il suo bagaglio.
L'Erbario del giovane scivolò fuori e lei lo aprì: ogni pianta della Gran Bretagna e dell'Irlanda era stata dettagliatamente descritta in ogni sua parte, con proprietà mediche e alimentari, corredate da meravigliosi e precisissimi disegni fatti a mano e da una mappa che indicava i luoghi dove trovarle. Scorse fino in fondo al libro, dove si trovavano le composizioni e le preparazioni dei vari metodi medicamentosi erboristici e persino ricette per ottimi piatti.
Era da quel libro che aveva attinto le "medicine" da prescrivere al paziente, dato che sembrava non avere nessun composto chimico Babbano con sè per curarsi. L'aveva affidato ad Hagrid, che di quel tipo di guarigione era il più esperto fra loro, con mille raccomandazioni, non ultima quella di portarglielo non appena si fosse risvegliato. Poi però non aveva resistito ed era andata a trovarlo e a visitarlo ogni giorno, preparando con il Guardiacaccia impacchi e decotti.
Ripose il libro al suo posto e controllò lo stato del suo malato: sembrava stare perfettamente, l'incantesimo aveva fatto effetto e presto si sarebbe svegliato con un forte mal di testa e la mente affollata. Entro un' oretta si sarebbe riordinata e il Mondo Magico avrebbe avuto un nuovo componente.
"E' ancora arrabbiata con me, Madama Chips?"
"No, Rubeus, stai tranquillo."
Quel benedetto ragazzo. Gliel'aveva detto che doveva spiegare tutto al paziente prima di portarlo da lei, che l'Intelligo Magia era difficile e molto delicato e che se poteva evitare di eseguirlo lo preferiva di gran lunga. Ma lui se n'era dimenticato, come suo solito. Non voleva urlargli così, davvero, ma aveva passato una settimana d'inferno stando sveglia notte e giorno per finire quella relazione per il S.Mungo ed era leggermente nervosa.
Per rassicurarlo, posò una mano bianca sulla sua spalla. Hagrid si era seduto a gambe incrociate in terra vicino al capezzale di Nereus e così la sua spalla arrivava all'altezza di quella dell'infermiera.
Menomale che era arrivato Silente a sedare gli animi, con le sue solite proposte pratiche.
"Se vuole restare qui, come credo che voglia, dobbiamo trovargli un lavoro!" aveva esclamato, e chi se non il buon mezzogigante si era proposto?
Si era davvero affezionato al ragazzo (come biasimarlo?) e lo aveva subito offerto come suo assistente. Non visto infatti lo aveva spiato mentre gironzolava sul retro di casa sua e aveva notato lo sguardo esperto con cui osservava e valutava il suo operato. Quando era sembrato soddisfatto dalla sua ispezione, Hagrid lo aveva richiamato.
"Bene, allora Poppy è deciso: aggiungi all'incantesimo le conoscenze necessarie ad una valutazione E nei M.A.G.O. e nei G.U.F.O. di Erbologia e Cura delle Creature Magiche, l'incantesimo gli darà automaticamente un'infarinatura di tutto il resto. Penso che ciò possa ampiamente bastare per il lavoro che gli proporremo."
Come al solito, Silente riusciva a camuffare un ordine dietro un sorriso gentile e due occhi brillanti. Così aveva eseguito l'incantesimo concentrandosi al massimo e fortunatamente era riuscito. Nereus riposava da 14 ore ormai e avrebbe dovuto svegliarsi a momenti.
Infatti, con un gemito di protesta, il ragazzo aprì gli occhi e subito contrasse il viso in una smorfia di fastidio, portandosi le mani al capo e provando ad alzarsi. Hagrid tenne una delle sue grandi mani sul petto del suo piccolo coinquilino sussurrandogli di stare sdraiato finché il mal di testa non fosse passato.
"Madama Chips" si lamentò piano il ricoverato "potrebbe darmi qualcosa per quest'emicrania? Non so, una Pozione Analgesica..."
"Mi dispiace signor Della Rovere, ma non posso usare metodi magici con te, solo incantesimi diagnostici."
"Ah... è vero... allora Hagrid..." sussurrò il giovane " maggiorana..."
"Ci avevo già pensato, Ner. Fresca fresca di stamattina" rispose l'uomo, tirando fuori da una delle sue infinite tasche un thermos babbano bianco, da cui versò una dose di tisana alla maggiorana contro cefalee ed emicranie (dolcificata con il miele) nel tappo-tazza. Faticosamente e con l'aiuto dell'infermiera Nereus si tirò a sedere e bevve la sua medicina. Dopo i primi sorsi sentì già il mal di testa diminuire leggermente e sospirò sollevato.
"Che incantesimo ha usato, Madama Chips?" chiese con tono normale continuando a sorseggiare piano la bevanda calda. Ascoltò la spiegazione dell'infermiera con attenzione, annuendo leggermente di tanto in tanto e finendo la tisana.
Alla fine della spiegazione il Guardiacaccia guardò orologio e disse: "Perbacco, è già..." Fu interrotto da dodici rintocchi.
"Mezzogiorno, ora di pranzo. Immagino che tu abbia fame, signorino. Ti dimetto solo se prendi un'altra tazza oggi pomeriggio e adesso e a cena mangi carciofi."
"Stia tranquilla Madama Chips, sono un paziente diligente."
Così facendo Nereus scese delicatamente dal letto e si avviò in Sala Grande con il suo gigantesco amico.

**********************

Mentre scendevano in Sala Grande incontrarono un bellissimo e timidissimo fantasma, che Hagrid chiamò dolcemente con il nome di Dama Grigia, e parlarono con molti ritratti curiosi. Per quanto ci fosse ancora un sottofondo di genuino stupore, l'incantesimo aveva fatto completamente effetto e  il ragazzo sapeva che nel Mondo della Magia (nel suo mondo, pensò felicemente) tutto ciò era completamente normale.
Le porte erano spalancate e Nereus poté perdersi nel cielo limpido d'agosto che nascondeva le volte a crociera del soffitto. Le tavolate degli studenti erano ovviamente vuote e al tavolo degli insegnanti erano seduti solo quattro di loro, che avevano smesso di parlare alla loro entrata. Il Magonò pensò che Mago Merl... ehm, Silente, avesse appena finito di spiegare loro la sua situazione. Perciò si avviò con passo sicuro verso il preside, che lo salutò sollevando il calice dorato.
Alla sua sinistra l'unico altro uomo del tavolo lo stava guardando con fare calcolatore e vagamente sarcastico. Era molto alto e indossava una toga da lavoro totalmente nera. Anche i suoi capelli erano lisci e neri e facevano contrasto con la pelle pallida e il naso aquilino. Il ragazzo notò che il professore aveva i capelli unti o bagnati, come se fosse appena uscito da una sauna. Vapori di pozione, realizzò subito dopo: aveva capito cosa insegnava quel docente.
Alla destra del preside invece si trovavano due donne completamente opposte: una era alta, secca, con movenze eleganti e quasi feline. Era sulla sessantina e aveva l'aria di essere molto severa. Riconobbe l'accento della donna e non fu stupito di trovare una sua connazionale: almeno una nel corpo insegnanti doveva pur esserci!
L'altra invece era molto più giovane, sulla trentina, ed era bassa, rotondetta e con un sorriso gioviale sulle labbra. Aveva i vestiti sporchi di terra e Nereus la identificò come la professoressa di Erbologia, una delle due materie che conosceva meglio.
Hagrid si sedette su una sedia rinforzata apposta per lui e picchiettò con la mano sulla seggiola che si trovava fra lui e la donna rotondetta, indicando al suo piccolo amico il suo posto. Quest'ultimo fece segno di aspettare qualche secondo e camminò fino al preside per ringraziarlo della possibilità di rimanere al castello anche dopo la sua convalescenza. Infatti il mezzogigante gli aveva riferito, nel tragitto dall'infermeria alla mensa, i progetti che Silente aveva per lui e il ragazzo aveva acconsentito ad avere un colloquio con il vecchio il prima possibile. Restare in quella valle meravigliosa, fare quello che più gli piaceva e forse essere persino pagato per il suo impegno lo riempiva di gioia.
"Sono contento la nostra proposta ti piaccia, mio caro ragazzo. Allora ti aspetto domani mattina dopo colazione per discutere i dettagli."
"Con molto piacere, signore."
Finiti i convenevoli, Nereus si voltò verso l'arcigno professore di Pozioni e si presentò con viso serio e quasi professionale. La sua mancanza di sorriso sembrò piacere all'uomo, che strinse la sua mano con fermezza e si presentò come Severus Tobias Piton. Al nuovo arrivato servì qualche secondo per collegare il suo nome alla fama che si portava dietro e tutto d'un tratto lo vide sotto un'altra luce: era davanti ad un'abilissimo pozionista e ricercatore, nonostante la giovane età (poco più di trent'anni!). Il suo passato oscuro, per quanto lo riguardava, non avrebbe affatto influito sul rispetto che intendeva portargli da quel momento in poi: tutti commettono errori e lui era stato totalmente assolto, punto. Il suddetto Piton sgranò leggermente gli occhi nel "leggere" queste parole nella mente del ragazzo: non era cieca, incondizionata e stupida fiducia Grifondoro, né un tentativo di blandimento Serpeverde, era puro e semplice... rispetto. Aveva sentito poche volte quella parola rivolta a sè stesso e mai in modo positivo.
Con una nuova consapevolezza sollevò leggermente un angolo della bocca e disse: "Credo che noi due passeremo molto tempo produttivo assieme."
"Lo credo anche io, signore. Con permesso." disse Nereus con uno sguardo malandrino negli occhi e, con un cenno del capo di commiato, subito imitato dall'uomo, si voltò verso la donna alta e snella dall'altra parte del tavolo. Così facendo incrociò gli occhi ammirati di Silente e Hagrid: ottenere rispetto da Severus doveva essere un'impresa impossibile. La risatina soffocata di quest'ultimo confermò la sua ipotesi.
"Minerva McGranitt, molto piacere." disse secca la professoressa, scrutandolo.
"Sono onorato di conoscere un'esponente così illustre della nobiltà della mia terra. Sono Nereus Della Rovere, ma questo penso che lei lo sappia già." disse il Magonò in perfetto gaelico scozzese, sorridendo alla faccia sorpresa della donna, che imprecò, facendo ridere Nereus e Hagrid e facendo impallidire scioccati gli altri.
I McGranitt erano infatti i purosangue scozzesi più ferrei in fatto di tradizione: si diceva che fra loro parlassero solo gaelico e imparassero l'inglese da un'insegnante privato. Inoltre la donna era la più esperta Trasfigurante del paese ed era anche una delle poche Animagus ancora in vita. Grazie, incantesimo, pensò scherzosamente fra sè il ragazzo.
"Sono stupita di trovare un ragazzo così giovane che parla la lingua di Alba*. Posso chiederti dove hai imparato?"
"Sono madrelingua, signora. Il monastero in cui mi hanno abbandonato da neonato era molto preciso in fatto d'istruzione teorica e pratica: so inglese, scozzese e latino così bene perchè li ho sentiti fin dalla prima infanzia."
"Gradiremmo capire anche noi, se la cosa non vi disturba!" disse Albus sollevando una mano ad indicare la sua presenza.
Nereus invece era più che sicuro che il centenario vecchietto sapesse anche quella lingua. E infatti...
"Piantala Albus" disse la McGranitt senza nemmeno guardarlo e stringendo la mano al ragazzo.
Il preside sorrise e riprese a bere.
Hagrid a questo punto prese il suo giovane amico e lo fece sedere di peso sulla sedia. Il tavolo si riempì di cibarie: due primi, due secondi, tre contorni e torta ai frutti di bosco come dolce. Servendosi di haggis** e crema di carciofi, Nereus chiacchierò con l'ultima insegnante, che si presentò come l'Erbologa Pomona Sprite. Aveva lavorato solo all'interno di Hogwarts, ma era comunque conosciuta al Mondo Magico per le due doti.
"Albus ci ha detto che hai portato con te il tuo Erbario... potrei vederlo?" chiese Sprite euforica.
Nereus si chiese se fosse sempre così allegra o fosse solo contenta per il suo arrivo.
Tirò fuori dallo zaino il libro in questione dicendole: "L'ho scritto io in quattordici anni di esperienza nell'orto, nel giardino aromatico e nel bosco del monastero... però i disegni non sono tutti miei. "
In effetti le prime pagine erano scritte in una grafia molto elaborata ma palesemente infantile, ed erano poi state successivamente arricchite nel corso degli anni da considerazioni e precisazioni. Nereus ne andava molto fiero.
"Sai, mi è venuta un'idea. Che ne dici se oggi lo tengo io? Voglio farti una sorpresa, te lo restituisco domani mattina. "
Notando lo sguardo indeciso del ragazzo, Piton annuì leggermente guardandolo negli occhi e lui decise di fidarsi. Se pesino la persona più schiva della Terra si fidava, perché non doveva farlo lui?
"Gli elfi hanno preparato questo piccolo banchetto per festeggiare la tua completa guarigione, signor Della Rovere, e sarebbe un peccato non assaggiare questo dolce!"
Con un colpo di bacchetta, la torta si divideva in sei fette e i piatti sporchi e le pietanze non consumate sparivano dirette in cucina.
"Non verrà buttato questo cibo, vero?" chiese Nereus preoccupato.
"Stai tranquillo, a cena riproporranno ciò che non abbiamo mangiato adesso. Qui non si spreca nulla! Quando ci sono gli studenti è tutto proporzionato e il più delle volte avanzano solo una decina di porzioni, che vengono propinate a noi il giorno dopo!" rise la professoressa di Erbologia.
"Della Rovere è un nome italiano, perché ti chiami così?" continuò.
Il ragazzo si mise comodo: evidentemente era arrivato il momento di raccontare la sua storia e, dalle facce dei presenti (a parte Piton, sempre impassibile) era ciò che aspettavano da quando era entrato.
"Vengo dal Monastero dei Frati francescani di Glasgow. Sono stato abbandonato da neonato sotto una quercia nei pressi del cancello che racchiude l'orto e il frate che mi ha trovato la mattina dopo, quello che poi sarebbe diventato il mio maestro fino alla maggiore età, si chiamava Frate Giorgio ed era italiano. Così è nato il mio cognome e il nome l'hanno tratto da un vecchio documento greco che trattava di Nereo, il dio primigenio del mare.
Con me nel convento c'erano altri cinque orfani, tutti maschi: Gioele, Isaac, Leandros, Giosuè e Mattew, ognuno affidato ad un frate responsabile della loro istruzione e del loro comportamento. Sono e sono stato un bambino molto vivace e Giorgio doveva sempre corrermi dietro finché a quattro anni non decise di iniziarmi all'erboristeria e all'agricoltura. Appena ho imparato correttamente tutti e tre gli alfabeti (che non erano poi molto diversi, ma lì ci facevano fare anche lezione di calligrafia) e i numeri fino a 100 sia in numeri arabi che romani, il mio maestro mi ha regalato l'Erbario vuoto. In questi diciotto anni ho appreso diverse cose, sia teoriche (come i testi della biblioteca, che spaziavano dai greci ai giorni nostri) che pratiche, con l'orto e gli animali.
A dodici anni mi hanno chiesto se volevo iniziare il percorso per diventare monaco: Isaac lo era già da un anno e Gioele e Giosuè avevano intrapreso questo percorso. Io decisi di non assecondare questa loro vocazione, volevo girare il mondo e anche Mattew, quando venne il suo momento, decise come me. Quando due mesi fa me ne andai il piccolo Leandros aveva ancora dieci anni e non so cosa deciderà fra due anni... Questo è tutto, tutto ciò che ho è in questo zaino" finì sollevando il suo modesto bagaglio.
"E' pratica comune nelle famiglie più conservatrici abbandonare il figlio appena nato, se Magonò. Poi dicono che il bambino è nato morto e fanno un bel funerale." intervenne Severus con voce carica di disprezzo. Non venne detto, ma il ragazzo era sicuro che fosse comune anche l'infanticidio in questi casi. Ringraziò Dio di essere stato solo abbandonato e persino in prossimità di un convento, il Fato era stato buono con lui...
Silente battè le mani e disse che per quel giorno erano tutti impegnati, dunque era meglio sbrigarsi a lasciare il tavolo. Appena si alzarono, tutti i piatti vuoti sparirono e la tavola rimase sgombra.
Hagrid e Nereus uscirono dal castello diretti nella capanna del Guardiacaccia, seguiti inspiegabilmente da un Albus con la testa fra le nuvole.
"Mi scusi Professore, se deve andare nella Foresta Proibita l'accompagno..." borbottò l'uomo barbuto perplesso dallo strano comportamento del vecchio preside.
"Oh no, caro ragazzo, sono diretto proprio a casa tua. Se il signor Della Rovere vuole diventare il tuo aiutante dovrà vivere con te!"
"Beh, certo, non riuscirei a vivere nel castello, troppi muri... sono abituato all'aria aperta!" disse il suddetto futuro assistente.
"Beh, e dove vorresti metterlo a dormire, Rubeus, sul tavolo? Bisogna creare una stanza in più e io sono qui per questo" chiarì Silente.
Ormai erano arrivati davanti all'abitazione. Hagrid entrò, prese Thor e il gufetto Annie, uscì e si mise vicino a Nereus, che si era allontanato per lasciare al preside lo spazio per operare.
Quando l'uomo si spostò, la casa era profondamente cambiata: il vano "centrale", che prima era quadrato, ora era circolare e largo il doppio. In più, sul retro della casa era stata aggiunta una seconda stanza più piccola. Con aria da agente immobiliare, il preside aprì loro la porta e li invitò dentro.
Il tavolo era sempre lo stesso e anche le sedie, ma la credenza era più grande e ora conteneva anche delle stoviglie a misura umana. Il "banco di lavoro" per cucinare si era spostato vicino al camino ingrandito ed era diventato di marmo, molto più facile da pulire del legno. Sulle braci accese del caminetto era stata posta una grata che, spiegò il preside ai due, aveva la stessa funzione dei fornelli babbani. Dove prima c'era il letto erano stati messi il trespolo del gufetto e la cuccia di Thor. In mezzo a loro due si apriva una porta, che portava all'altra stanza. Qui un piccolo spazio vuoto immetteva davanti a due altre porte, una molto alta e l'altra normale: erano le loro due stanze da letto ed erano identiche, ognuna di loro aveva un letto (singolo per Nereus e matrimoniale per Hagrid), un armadio, un comodino, una cassapanca e una finestra che dava sull'orto.
"Ora è tutto un po' spoglio nella tua stanza, Ner, mi dispiace!" disse Hagrid, che invece aveva in stanza appese le sue foto e tutti i suoi effetti personali.
"Non ti preoccupare, sono appena arrivato! Vedrai che decorerò tutta la casa con i miei disegni" lo rassicurò sorridendo il ragazzo.
"Prima di lasciarvi vi informo che ho reso il muro che divide le vostre stanze insonorizzato: sai, signor Della Rovere, Hagrid russa!" gli sussurrò all'orecchio il preside, con gli occhi che brillavano ilari.

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"... A la nanita nana, nanita ella, nanita ella, mi niña tiene sueno, bendito sea, bendito sea... Fuentecita que corres, clara y sonora, ruisenor que en la selva cantando y lloras... Calla mientras la cuna se balansea... A la nanita nana, nanita ella... ***"
Nereus cantava nell'orto, sotto il caldo sole delle quattro, con una bandana bianca in testa e la zappa in mano. Hagrid lo sentiva cantare così da un paio d'ore che erano al lavoro fuori, lui con gli animali e Nereus a strappare le erbacce fra le verdure. Aveva cantato tutto il repertorio dei canti liturgici, da Adeste Fidelis a Tu Scendi dalle Stelle e ora era passato ai canti tradizionali delle varie nazioni europee.
"Ner... Ner!"
"... bendito sea... eh?" disse il ragazzo, alzandosi dalla posizione accucciata in cui era per sentire meglio.
"Si può sapere perché sono due ore che canti senza sosta?" chiese l'amico avvicinandosi per non urlare.
"Al monastero cantavamo sempre mentre lavoravamo, fa bene a noi, alle piante e agli animali. E poi ero nel coro, al tempo, dunque..." rispose con un sorriso.
"Ma davvero fa bene? Io non c'ho mai provato..." borbottò Hagrid grattandosi la barba.
"Dai, t'insegno la Canzone di S.Damiano, è semplice ma è in italiano, me l'ha insegnata Giorgio. Mi sento solo a cantare senza qualcuno vicino."
Poco dopo il parco di Hogwarts risuonava del canto del piccolo coro al lavoro, perfettamente sincronizzato.
Dal suo ufficio, affacciato alla finestra ad ascoltare, Albus Silente sorrise.

* Alba è il nome in gaelico della Scozia
** l'haggis è un insaccato tradizionale scozzese, in cui un preparato di cuore, polmoni e fegato di pecora mischiati a cipolla, grasso di rognone, farina d'avena, sale, spezie e brodo viene inserito nello stomaco della suddetta pecora e bollito per tre ore. Nonostante la descrizione, è ottimo.
*** "A la nanita nana" è una ninnananna spagnola bellissima (a volte usata anche come canto liturgico) che mia madre mi cantava da piccola, se non la conoscete andate a sentirla, è meravigliosa.

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Se ci fate caso, la conformazione della casa di Hagrid (quella nuova) è la stessa descritta nel terzo film. E se qualcuno se lo chiedesse, sì, so il gaelico scozzese e sì, quella è la descrizione del mio Erbario. Così sapete qualcosina di me, autrice pazza ed eccentrica. Preciso che non sono cristiana, ma sarebbe molto strano se un ragazzo cresciuto con i monaci non lo fosse, non trovate?
Ringrazio Kyem_13_7_13 per aver inserito questa storia nelle seguite, spero che questo capitolo ti piaccia.

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Capitolo 3
*** 3: Colloquio di lavoro e giro turistico ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J. K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 3: Colloquio di lavoro e giro turistico

"Ecco la tua sorpresa!"
Il gridolino estasiato che Pomona Sprite emise dopo aver pronunciato queste parole fece voltare tutto il tavolo e procurò a Piton un istantaneo mal di testa, ma nessuno sembrò curarsi della sua smorfia di fastidio. A dire il vero, nessuno si curava mai molto di Piton in generale. Nereus posò il suo calice davanti al suo piatto e prese il libro che la donna gli porgeva con trepidazione. Quasi lo lasciò cadere: era almeno pesante il doppio rispetto al giorno prima. La professoressa non riuscì a resistere e si riprese il volume, sfogliandolo febbrilmente e parlando entusiasticamente investendo il povero ragazzo con un fiume di parole sovreccitate:
"Oh sono certa che ti piacerà! Ecco vedi qui dove tu avevi già descritto le piante babbane ho solo aggiunto le proprietà magiche e curiosità e altre cose, va beh, mentre qui nei tuoi preparati ti ho scritto tutte le pozioni che si fanno solo con le piante e invece qui nelle ricette ne avevi davvero poche così ti ho aggiunto tutto questo, ti piace??"
Sbattendo le palpebre stordito il Magonò arpionò il suo libro e se lo strinse affettuosamente al petto, sorridendo incerto e ripromettendosi di controllare cosa davvero coltivasse la professoressa di Erbologia nelle sue serre. Minerva e Severus stavano ancora cercando di nascondere le risate nelle tazze di caffè, mentre il preside e Hagrid non si fecero problemi: quest'ultimo lo mandò con la faccia nel porridge con una pacca scherzosa sulla spalla, ma ci si stava abituando.

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"Entra Nereus, entra pure!" disse la voce del preside da dietro la porta.
Che razza di parola d'ordine è Zuccotti di zucca? Perché qui tutti amano così tanto le zucche?
Questi pensieri vennero subito soffiati via dalla sua mente (compreso il gusto orrendo del Succo di zucca assaggiato quella mattina) quando il ragazzo vide l'ufficio di Silente. Situato in una torre, era ovviamente di forma circolare e su tre livelli, due per l'ufficio (in modo da tenere sopraelevata la scrivania) e uno per gli alloggi personali. Appesi alle pareti tutti i ritratti dei presidi di Hogwarts lo guardavano con aperta curiosità. Il luogo era pieno di strumenti magici, argentati e sbuffanti, disposti in ordine su mensole e tavoli. Nereus riconobbe un pensatoio e una spada medioevale conservata in una teca. Sopra ad una mensola in fondo alla stanza si trovava un vecchio cappello, completamente fuori luogo in quell'ufficio, e una meravigliosa fenice nel pieno della sua vita si stava facendo accarezzare da Silente appollaiata sul suo bracciolo. Quando lo vide entrare e guardarsi attorno a bocca aperta, volò trillando verso di lui, gli girò attorno un paio di volte e poi si posò sul suo trespolo.
"Fanny." commentò il vecchio preside.
Sorridendo, senza riuscire a chiudere la bocca, dalle sue labbra uscì solo un suono meravigliato. Poi, cercando di apparire professionale, si sedette sulla comoda sedia di fronte alla scrivania. Accettò la tazza di tisana calmante che da anni Albus spacciava come the verde senza commentare.
"Allora, ti trovi bene con Hagrid finora?" chiese affabile l'uomo, cominciando il colloquio di lavoro e mettendosi in bocca una caramellina al limone.
"Oh sì, lavoriamo bene insieme... beh, per quanto ho potuto vedere finora..." sorrise, imbarazzato "cucina abbastanza... cioè, non proprio benissimo, quindi penso che di quello mi occuperò io. Delle pulizie ci pensa lui, ha detto... qualcosa come 'una passata d'ombrello e vedi come la casa risplende' " Silente sorrise paterno alzando gli occhi al cielo "poi beh... è simpatico, di compagnia, adora il suo lavoro e gli piace cantare con me ora che ha scoperto che gli animali producono il doppio se cantiamo mentre ci occupiamo di loro. Penso che diventeremo una bella squadra."
"Bene, ne sono felice. E con gli altri professori come va?"
"Devo ammettere che la professoressa Sprite mi ha spaventato mezz'ora fa... no, non rida preside, è vero! Non ho mai conosciuto nessuno di così esuberante e loquace in vita mia, ma sembra fantastica e non vedo l'ora di lavorare con lei, se vorrà farmi fare qualcosa. Per quanto riguarda Minerva McGranitt, beh... non so come insegni, ma se è così meticolosa anche con gli studenti, sono fortunati e sfortunati allo stesso tempo! E poi parla scozzese, signore, potremo chiacchierare indisturbati senza la paura che qualcuna capisca cosa stiamo dicendo! Mh, a parte lei e credo forse un paio di studenti. Il professor Piton invece... beh lui è un caso a parte."
"Spiegati, ragazzo..." chiese leggermente corrucciato Silente.
"Non mi fraintenda, professore, non è inteso in modo negativo. Vede... sono sempre stato abituato a confrontarmi con persone molto colte e intelligenti fin dalla prima infanzia e quando incontro una mente particolarmente brillante come quella del professor Piton non posso fare a meno di andare in brodo di giuggiole. Inoltre è un maestro del sarcasmo ed è straordinariamente caustico, il che è un altro punto a suo favore poiché sono i miei tipi di ironia preferiti. Per quanto riguarda il suo passato, a me non importa. Il passato è passato e non si può cambiare."
Il sorriso di Silente e il brillio nei suoi occhi lo rassicurarono: la verità è sempre la cosa migliore da dire.
"Passando ad argomenti più seri, dimmi cosa ti hanno insegnato a Glasgow."
"Okay, ehm... tre lingue, lette, parlate e scritte con relativa letteratura, ma questo lo sapeva già... letteratura greca e miti, ma scritti in latino...so coltivare tutte le piante descritte qui, comprese quelle magiche grazie a voi... so allevare bovini, maiali, pecore, capre e tutti i tipi di pollame. Con gli animali selvatici non ho esperienza perché, fortunatamente, allevavamo abbastanza bestiame da non dover cacciare. Poi so un po' filosofia, la storia e la geografia inglesi, un pochino di scienze e la matematica fino alle equazioni di secondo grado... oh, e anche un po' di storia dell'arte!"
Il sorriso ammirato del preside fu sostituito da una scintilla di preoccupazione quando gli comunicò che, per lavorare nella Foresta Proibita, sarebbe dovuto essere in grado di difendersi egregiamente anche senza magia.
"Non si preoccupi, so usare fionda, cerbottana e arco molto bene... cioè, credo. Prima di andare via ho fatto un'ultima prova nel bosco e Giorgio ha legato dei bersagli di 2 cm sulle schiene degli scoiattoli in modo che potessero scappare sugli alberi senza essere uccisi se li avessi colpiti. Li ho centrati tutti con tutte e tre le armi, secondo lei è sufficiente? Correvano davvero molto ed era difficile prendere la mira in corsa..." disse il ragazzo, improvvisamente insicuro.
Dopotutto lì c'era gente che in quattro e quattr'otto, bibidi bobidi bu, trasforma una capanna in una baita grande il triplo. Molto probabilmente quello che sapeva fare non era abbastanza. Si sarebbe allenato di più, decise.
"E'... è stupefacente questo, Nereus, persino per un mago."
La risposta di Silente lo stupì a tal punto che non riuscì a rispondere. Comunque, notò, le sue emozioni erano tenute a freno dalla tisana calmante.
"E' abbastanza frequente invece che, nei Maghinò, i geni magici si manifestino comunque, ma per altre strade. Nel tuo caso, la tua straordinaria memoria e la tua mira infallibile sono dovuti a dei geni magici molto forti. La tua famiglia natale dev'essere stata molto potente."
Nereus s'incupì e sibilò : "La mia famiglia è Frate Giorgio di Glasgow e tutto il convento. Non voglio sapere nulla di gente che mi ha abbandonato solo perché non ero all'altezza delle aspettative."
Il preside si rabbuiò a sua volta e annuì. Poi riprese a parlare, cercando di sciogliere la tensione creatasi nella stanza.
"Bene, allora... Allora ti farò avere le armi a cui sei abituato. Adesso devo farti una domanda molto personale, Nereus. Devi sapere... anzi sai già, cosa sono i Thestral..."
"Sì, signore, posso vederli. Ho visto... morire... la mamma di Leo. L-Leandros Desdemoni, intendo. Di parto. E' arrivata un giorno con questo pancino piccolo da noi, dicendo che non aveva una casa e chiedendo pietà. Ovviamente l'abbiamo accolta. Io al tempo ero uno dei più piccoli e lei giocava sempre con noi, con me e Matt, anche quando la pancia si era fatta tanto grande che stava sempre seduta. Poi un giorno stava andando nell'orto... a prendere un po' d'aria penso... ed è caduta dalle scale... continuava a perdere sangue e urlava di salvare almeno il bambino... poi ha comiciato a spingere... ormai era tempo, un paio di giorni e il bambino sarebbe nato... e quando ho afferrato Leo per tirarlo fuori... ho fatto giusto in tempo a mostrarglielo che è morta. Avevo otto anni e avevo appena visto..."
Nereus scoppiò a piangere come non gli accadeva da tempo. Non si era mai sfogato così con nessuno a parte con suo pa... Giorgio, e non capiva perché avesse raccontato tutta la storia all'uomo che ora lo teneva stretto. Ma si era sentito meglio, si era sfogato... e Silente doveva essere abituato a crisi isteriche adolescenziali da secoli.
"Tu non dovevi essere lì, Nereus. Perché eri lì?"
"Era un'emergenza signore, c'eravamo solo noi piccoli e Frate Jacob, gli altri erano da qualche parte a Londra per non mi ricordo cosa, ma era a Westminster... Matt era corso a prendere gli asciugamani e Jacob cercava di tamponare le ferite, sopratutto quelle alla testa... Ma non ce l'abbiamo fatta. Gli abbiamo dato il cognome della madre e il nome che lei avrebbe voluto se fosse stato maschio... ispirandosi al mio..."
"Va bene ragazzo mio, ora calmati... su, asciuga le lacrime, bravo. Vuoi un'altra tisana?" sussurrò paterno Silente.
Nereus annuì e si ritrovò presto con un'altra tazza bollente fra le mani, tirando un pochino su con il naso. Dopo una decina di minuti si era finalmente calmato e il colloquio poteva concludersi.
"Ascolta cos'ho pensato: per 160 galeoni al mese (sono circa 800 sterline) aiuterai Hagrid quando vorrà e se il professor Kettleburn... Cura delle Creature Magiche, lo incontrerai, e la professoressa Sprite avessero bisogno di te, puoi andare ad aiutarli. E anche il professor Piton, direi... dato che ci vai così d'accordo. Ma il tuo compito primario sarà quello di aiutare Hagrid, d'accordo?"
"Signore, 800 sterline al mese? Scherza?" Mio Dio, era una cifra esagerata. Non dimentichiamoci che lui faceva tutto questo perché gli piaceva, non per un tornaconto. Santo cielo, avrebbe anche lavorato gratis!
"Dopotutto Hagrid prende 200 galeoni, che sono 1.000 sterline, ma se pensi che sia poco potrei..."
"Poco? Ma signore, è troppo!"
"Troppo? Ragazzo mio, dai Babbani 800 sterline è praticamente fare la fame!"
"Signore si ricordi che sono cresciuto con i monaci francescani, non ho bisogno di tutti questi soldi..."

**********************

Venti minuti dopo Nereus uscì da dietro al gargoyle con il suo contratto firmato e controfirmato in tasca e la promessa di 160 galeoni al mese sul suo nuovissimo conto alla Gringott. E' la prima e ultima volta che provo a ragionare con lui. Mentre pensava questo, incontrò un gatto per il corridoio del primo piano. Subito non ci fece caso, ma quando questo si mise a strusciarglisi sulle gambe dovette fermarsi per forza. Mentre la gatta (a tre colori sono quasi sempre femmine, ricordò) faceva l'otto fra le sue ginocchia, lui la prese per la collottola e la sollevò fino al suo viso. Non era una bella gatta, ma nemmeno brutta.
"E tu di chi sei, micina?" tubò il ragazzo.
L'animale in risposta fece le fusa.
"METTI GIU' LE TUE ZAMPACCE DALLA MIA MRS. PURR!" urlò un uomo abbastanza orrendo sulla sessantina, zoppicando per un'anca danneggiata.
Il giovane posò delicatamente la gatta a terra che subito corse in circolo fra lui e il suo padrone, come se stesse invitando quest'ultimo ad avvicinarsi. Quando fu arrivato abbastanza vicino da vederlo in faccia, sorrise. Nereus puntò gli occhi su Mrs. Purr (ma che nomi danno a questi poveri animali??) per non dover ancora vedere quella smorfia sofferente.
"Tu sei il Magonò che hanno salvato dal Lago Nero! Sei Della Rovere! Piacere, io sono Argus Gazza e lei è Mrs. Purr."
Non doveva essere molto sveglio, pensò, sorridendogli cortesemente.
"Anche io sono un Magonò. Cioè, in realtà no. La magia ce l'ho, solo che quei dannati ragazzini ne usano troppa e me la rubano." sussurrò rabbioso nell'orecchio del povero ragazzo.
Finalmente Nereus si ricordò della frase di Hagrid e capì che lui era il Custode del castello. Così gli chiese di fargli vedere l'edificio. Lui sembrò estasiato dalla proposta e disse che si sarebbero incontrati davanti all'ingresso dopo pranzo. "Ci vorrà un po'", disse.
Infatti ci volle tutto il pomeriggio e anche parte del dopocena. I sotterranei erano enormi, ma non si persero. Argus gli fece vedere le cucine, tutte le Sale Comuni, la Sala dei Trofei, le aule e le sedi dei vari gruppi scolastici (Club di Scacchi, Club di Gobbiglie, Club di Duello, Club del Libro, il coro e tutti i vari gruppi di studio creati autonomamente dagli studenti) e tutte le torri. Adesso sapeva esattamente quante aule vuote ci fossero a Hogwarts (ben venticinque) e si chiese che cosa mai poteva farsene di un'informazione del genere.
Nel suo letto, prima di addormentarsi, Nereus riflettè sul Custode. Non era cattivo, solo estremamente rancoroso e paranoico. Sperò che non fosse troppo severo con gli studenti, ma non ne dubitava. Battè un colpo sul muro che divideva le due stanze per augurare la buonanotte ad Hagrid, ma poi si ricordò che era insonorizzato. Si alzò e andò a bussare alla porta del suo amico. Non sentendo risposta, la aprì un po', ma la scoprì vuota. Dove diamine era finito Rubeus?
Sul tavolo trovò una nota che diceva:

Ner,
sono a Hogsmeade a bere qualcosa. Non aspettarmi alzato, che domani dobbiamo andare a Diagon Alley a fare spese per te.
Ordini del preside.
Buonanotte

La lettera finiva con un disegnino illeggibile che a Nereus sembrò la firma di Hagrid, ma non indagò oltre, era troppo stanco. Filò a letto, soffiò sulla candela e crollò tra le coltri.

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Ringrazio Elfosnape per aver inserito questa storia nelle seguite. Mi farebbe piacere se lasciaste un commento per aiutarmi a migliorare, ma ovviamente, se non vi va non vi obbligo. Al prossimo aggiornamento!

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Capitolo 4
*** 4: Acquisti e sorprese ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 4: Acquisti e sorprese

E pensare che quel mattino era cominciato così bene.
Si era alzato, si era bevuto la sua tisana energizzante mattutina* con due o tre biscotti multicereali trovati nella credenza, era uscito per andare al bagno (che, come ogni buona baita, si trovava all'esterno vicino alla concimaia), si era lavato faccia e denti nel lavabo di granito dietro la capanna ed era tornato dentro per svegliare Hagrid, sicuro che fosse ancora a dormire: doveva essere tornato piuttosto tardi quella notte. Aveva bussato, aveva aperto piano la porta, ma il letto del suo amico era intatto esattamente come la sera prima.
Mentre pensava quella frase emblematica, spaventato, corse fuori a cercarlo: erano le otto ormai e Hagrid non poteva non essere ancora arrivato. Dopo dieci minuti di ricerca infruttuosa Thor lo raggiunse abbaiando e lo guidò trafelato fino al pascolo recintato, dove l'immenso corpo di Hagrid ronfava fra l'erba. Non pensò nemmeno per un secondo di poterlo spostare. Fortunatamente, il Mezzogigante si svegliò da solo dopo che casualmente un secchio di acqua gelata gli piombò sulla faccia. Posando l'oggetto con molta nonchalance in bocca al Terranova, che lo riportò di corsa al pozzo dove l'aveva preso, Nereus aiutò l'uomo ad alzarsi e lo tenne in piedi quando vomitò l'anima vicino al porcile. Lo scaricò sulla sua enorme poltrona con uno sbuffo e preparò due tisane contro emicrania e nausea sul fuoco magico del camino.
"Se ti viene da vomitare di nuovo, Rubeus, dimmelo subito: non voglio dover pulire il pavimento, va bene?"
Il Guardiacaccia mugolò un assenso, con gli occhi chiusi e la testa reclinata sullo schienale in pelle. Afferrò con lentezza la tazza con l'infuso di semi di cardo e sentì la nausea affievolirsi fino a scomparire quasi del tutto.
"Stasera te ne bevi un'altra tazza. Qui c'è l'infuso per l'emicrania: hai finito la maggiorana, così ho usato il rosmarino. Mi raccomando, quando hai finito stenditi a letto per mezz'ora, ti ho già oscurato le finestre. Io arrivo subito, passo dal castello a prenderti l'Antisbornia."
"Piton mi ucciderà" sentì mormorare l'amico chiudendo la porta della capanna.

**********************

"L'Antisbornia? Vado a controllare, ma non ti assicuro nulla." disse Poppy Chips, aprendo la porta del magazzino e frugando fra le ampolle. "Perchè devi capire Nereus che non è una pozione molto richiesta qui ad Hogwarts d'estate... e infatti l'ho finita." concluse l'infermiera riemergendo dagli scaffali.
Il Magonò smise di dondolarsi avanti e indietro, un suo antichissimo tic, e si alzò dal letto morbido su cui si era arrampicato.
"E dove la trovo adesso?" chiese con sguardo un po' preoccupato.
"Severus la stava preparando stamattina: sta rinnovando tutte le mie scorte in previsione dell'inizio dell'anno scolastico. Dopotutto manca solo una settimana. Prova a chiedere a lui, gli stai simpatico e forse ti fa questo favore." disse la donna con un occhiolino.
Pochi minuti dopo, Nereus bussava delicatamente alla porta dell'aula di Pozioni. Sapeva sia la posizione del Laboratorio di Pozioni sia degli alloggi privati del professore, ma non voleva sembrare invadente. Il pozionista aprì la porta con uno sguardo annoiato che cambiò subito in incuriosito appena vide chi aveva bussato. Si appoggiò allo stipite con una spalla, incrociò le braccia e chiese cosa poteva fare per lui. Il ragazzo espose la sua richiesta molto educatamente e, dopo aver socchiuso gli occhi pensieroso, l'alto uomo davanti a lui si staccò dal legno e con un cenno della testa lo invitò ad entrare. Lo guidò fino alla porta che collegava l'aula al laboratorio e ne uscì poco dopo con una fialetta verdina dall'odore orribile. La tappò con del sughero e gliela porse con un sorriso saputo.
"Non è la prima volta che Hagrid si riduce così male, vero?"
"Ovviamente. Quell'enorme concentrato d'idiozia è capace di dormire abbracciato a un pino una sera sì e l'altra pure. Digli che con questa mi deve un'intero calderone di Antisbornia e che lo voglio per l'inizio della scuola, intesi?"
"Quanta crudeltà, Professor Piton. Il povero Hagrid non può sapere come si prepara, è stato espulso al terzo anno e quella è una pozione del quinto!"
"Pensi che non lo sappia, Signor Della Rovere?" soffiò Piton con un ghigno che non prometteva niente di buono, chinandosi fino ad arrivare vicinissimo al suo viso.
"E se io l'aiutassi in questa settimana a partire da domani? Farò tutto quello che mi dice e in cambio chiuderà un occhio sul debito di Hagrid." propose il ragazzo.
"Assolutamente no, non accetto scambi. Ora fila via, Magonò." finì Severus caustico, girandosi e provocando con il mantello il suo solito effetto pipistrello.
Nereus non si offese: se avesse davvero voluto insultarlo non avrebbe usato quel tono di voce. Dunque sorrise e corse via con la fiala stretta nel pugno.
"Diciott'anni e non sentirli" commentò il pozionista fra sè e sè, prima di chiudere la porta e tornare ai suoi paioli.

**********************

Un'ora e una pozione dopo, Hagrid e Nereus stavano tornando dal lavoro all'esterno, che quel mattino era stato molto breve.
"Di questo passo partiremo per le undici, sai? Lascia solo che faccia la lista della spesa." disse Hagrid allegro, chiudendo dietro di sè la porta di casa e sedendosi al grande tavolo.
"Partiamo con le cose che mancano in casa, tu fatti un giro e mi dici cosa dobbiamo prendere, sì?"
Nereus alzò lo sguardo al soffitto e osservò le erbe poste ad essiccare: "Di sicuro la maggiorana. Poi hai finito le foglie di betulla**, ma per quelle c'è la foresta proibita. Ti manca la nepeta cataria*** e il gallio****... ah no, quello è qui." constatò vedendo i barattoli etichettati sulle mensole "Menomale, il gallio è importante per i formaggi. Le bacche di gelso***** le ho viste qui fuori... e basta. Sei ben fornito!"
"Grazie Ner. Dunque di erbe solo la maggiorana e la nepeta cataria? Guarda se c'è altro." commentò Hagrid scrivendo su un foglietto le due piante.
"Direi solo la Pozione Antisbornia per Severus! Se poi mi compri il necessario per disegnare e dipingere mi rendi un ragazzo felice!" urlò il ragazzo dall'ultima stanza che aveva controllato, cioè camera sua.
Rubeus rise e segnò "Necessario per dipingere" nel foglietto titolato "Ner". Poi si alzò, andò nella sua camera, aprì il suo armadio e scrisse tutto quello di cui Nereus avrebbe avuto bisogno come suo aiutante e come normale mago, come guanti in pelle di drago rinforzati, toghe colorate, abiti da lavoro, stivali, intimo ecc.
Intanto il Magonò, tornato in cucina e frugando nella credenza, aveva trovato una focaccina di farro buonissima e raggiunse il suo coinquilino con quella in bocca.
"Ah, vedo che hai trovato il mio regalino di buona guarigione che ti avevo comprato dai Tre Manici di Scopa, hai ragione, mi sono dimenticato di dartelo. E' buono?"
"Mhmh" mugugnò il ragazzo con la bocca piena "Hai finito?"
"Proprio ora, mettiti il cappotto e andiamo."
Chiusero casa con Thor a fare la guardia, scesero fino al cancello e in pochi minuti erano ad Hogsmeade.
"Prima tappa, Scrivenshaft" disse il Mezzogigante entrando nella cartoleria.
"Buongiorno Hagrid! Fai già compere per i ragazzi di Hogwarts? Non è un po' prestino?" rise il commesso dietro al banco.
"Ciao Paul. No, oggi sono qui per il mio nuovo assistente, ha bisogno di necessario per scrivere e un kit completo per disegnare, colorare e dipingere." rispose l'uomo, spingendo il ragazzo davanti a sè.
Quest'ultimo si girò verso il gigante, improvvisamente preoccupato, rendendosi conti di non avere nemmeno uno zellino. Lui lo rassicurò, ricordandogli che la prima "spesa" dei propri dipendenti la pagava Silente in persona, per permettere loro di sentirsi a loro agio all'interno del castello. Più tranquillo, Nereus seguì Paul in giro per il locale.
"Dato che hai budget illimitato, mi perdonerai se ti presento subito i miei prodotti migliori. Qui abbiamo un Pennello Universale: diventa esattamente dell'ampiezza, durezza e tipo desiderati. Lo stesso vale per questa Tavolozza Multicolore: ogni incavo rappresenta un tipo di pittura: acquerello, acrilico, tempera, cera, olio, china ecc. e si riempie esattamente della quantità e tonalità che ti serve. Immagina che meravigliosi tramonti potrai dipingere!" disse mostrandogli un pennello piuttosto grosso con setole sintetiche e una tavolozza professionale in legno chiaro.
"Se invece preferisci disegnare e colorare, ecco qua due altri gioiellini: questa matita qui può diventare carboncino, sanguigna e pastelli a cera o ad olio, mentre quest'altra diventa esattamente del colore e della durezza volute, compreso il semplice color grafite. Purtroppo entrambe non sono illimitate, dovrai temperarle e alla fine ricomprarle... Allora, che ne pensi?"
Il Magonò era assolutamente senza parole: con quei quattro oggetti avrebbe potuto avere la disponibilità di uno studio professionale!
"Li compro!" disse senza pensarci due volte.
Il commesso rise soddisfatto e lo guidò davanti alla vetrina, dove erano posti tutti i tipi di piume. Il ragazzo scelse una lunga piuma di corvo nero pece e aggiunse due o tre boccette di Inchiostro Cambiacolore, molti rotoli di pergamena e un album da disegno.
Uscirono senza pagare, certi che Paul avrebbe mandato il conto direttamente a Silente.
"E ora dove si va?" chiese Nereus guardando la sua lista.
"Qui abbiamo finito, bisogna andare dove c'è più disponibilità di negozi" borbottò Hagrid frugando nelle tasche del cappotto.
"Glasgow?"
"No, Londra!" disse l'uomo entrando dai Tre Manici di Scopa e dirigendosi verso il grosso camino in fondo al locale.
Una donna sui trent'anni uscì dal retro del bancone e salutò l'uomo con un gran sorriso.
"Hei Hagrid! Come fai ad essere già in piedi dopo la..." s'interruppe notando il ragazzo vicino a lui.
Arrossendo, la ragazza si presentò come Rosmerta, la proprietaria dell'osteria.
"Allora è lei che ha cucinato quella meravigliosa focaccina di farro. Mi faccia indovinare: anche i biscotti multicereali sono suoi, non è così?" replicò il diciottenne con un occhiolino.
Rosmerta sembrò colpita dai complimenti e si lanciò in un'interessantissima sequela di ricette, ingredienti e preparazioni che interessarono molto Hagrid ma che dopo un po' annoiarono il Magonò, il quale con un paio di cenni riuscì a ricordare al suo amico il motivo della loro irruzione dentro il locale.
"Oh, sì. Ehm, mi spiace Rosmerta, ma noi dovremmo andare a Diagon Alley. Nereus deve finire la sua prima spesa, sai..." disse l'uomo sventolando la lista delle cose da comprare.
"Oh, già. Hai la polvere?"
"Mhmh. Eccola qui. Ner apri la mano... bravo. Hai la mano troppo piccola, sai? Non ci ho mai fatto caso." constatò Hagrid tirando fuori della cenere verdastra dalla tasca in cui aveva infilato la mano prima di entrare nella taverna.
Il ragazzo non commentò nemmeno e, urlando "PAIOLO MAGICO!", gettò la Polvere Volante nel camino e saltò nelle fiamme color smeraldo.
Arrivò rotolando sul tappeto impolverato, ormai così sporco che non si riconosceva più il colore originale. Ebbe giusto due secondi per spostarsi, prima che il Mezzogigante arrivasse con un tonfo così forte da far girare tutto il bar incuriosito. L'uomo si alzò con molta difficoltà e guidò Nereus sul retro, dove, tirando fuori un ombrello rosa che non gli aveva mai visto, colpì il mattone giusto e aprì il varco per Diagon Alley.
"Bene. Per non caricare troppo il professor Silente, dovremo andare a guardare se troviamo le tue cose dal negozio dell'usato. Quello che manca lo compriamo nuovo. Ti dispiace?" gli chiese il gigante facendosi largo fra la folla fino a una vetrinetta anonima.
"Perchè dovrebbe, Rubeus? Ti ricordo, di nuovo, che sono cresciuto con dei monaci, okay? Non ho bisogno di cose nuove o costose. Certo, se sono un regalo come quello che ho preso da Scrivenshaft, va bene, ma se riesco a dare nuova vita agli oggetti, perchè no? E poi sono anni che compro dai robivecchi o ai mercati settimanali di quartiere, a Glasgow. Nessun problema.******" concluse il ragazzo battendo sul fianco dell'uomo in una ben riuscita imitazione di una pacca sulla spalla ed entrando nel negozio.
Una donnina anziana lo accolse con inaspettata gentilezza e, quando Nereus le mostrò la lista, lei subito lo guidò nel reparto vestiario. Qui scelse un paio di stivali di gomma della sua misura, verde bottiglia e solo leggermente rovinati in punta. La vecchietta, Rosemarie, lo rassicurò dicendogli che non accettavano oggetti incantati con nessun tipo di fattura, per evitare articoli maledetti. Assieme agli stivali ne acquistò un altro paio di cuoio morbido e imbottiti di lana calda e un paio di scarponi quasi nuovi, a prima vista molto resistenti. Appese in un angolo trovò delle toghe da mago. Delle cinque che erano della sua taglia, il Magonò ne scelse tre: una bianca con ghirigori grigi e neri, una verde chiaro spento e una color cartazzucchero con decorazioni blu notte sul colletto, alla fine delle maniche e in fondo alla toga.
Nel reparto di vestiario babbano comprò un paio di scarpe da ginnastica marroni (sotto consiglio di Hagrid), due completi di abiti in saldo perchè talmente rovinati da essere a malapena vendibili, che destinò all'uso nell'orto e con gli animali insieme ai vestiti che già possedeva, tre magliette a maniche corte a tinta unita, tre a maniche lunghe, tre pantaloni di fustagno invernali, tre pantaloncini corti, tre canottiere, una nuova bandana bianca, che risaltava tantissimo sui suoi riccioli neri e infine cappello e guanti di lana verde chiaro come la sciarpa che già possedeva. Nereus non aveva mai pensato a queste cose "da donne", ma guardandosi allo specchio dovette ammettere che stava davvero bene.
Tornando alla cassa passarono per il reparto libri usati, in cui il ragazzo si bloccò per una buona mezz'ora. Alla fine, dei quattro libri che aveva scelto, lo convinsero a portarne a casa solo uno: "Animali, Spiriti e Fate: Manuale Aggiornato", di Sigmund Smirne.
"Il Ghirigoro mi vende i libri che ha in esubero o che non riesce a vendere. Ci guadagno più io che loro!" rise l'anziana infilando tutti gli acquisti in grossi sacchetti.
"Ehi! E questa?" esclamò il Magonò afferrando un piccolo artefatto di pietra rosa.
"Oh, quella me l'ha venduta una natababbana. E' una lampada di sale rosa proveniente da una qualche catena montuosa dal nome impronunciabile. Non l'ho nemmeno messa in magazzino, non so chi potrebbe volerla."
"Io so cos'è. In questo buco al centro metti una piccola candela e il calore fa sprigionare microparticelle di sale che purificano l'aria. E' molto utile e amata dai babbani" finì il ragazzo mettendo l'oggetto in uno dei sacchetti.
"Contento tu... spero che verrai presto a trovarmi! E se hai qualcosa da vendere, non esitare a venire da me!"
"Certo Rosemarie!" urlò Nereus in risposta.
"Bene. Ora mancano solo i completi da lavoro, lavorerai con me la maggior parte del tempo, non possiamo permettere che tu ti faccia male. Perciò dovremo necessariamente prendere tutto nuovo... da Madama McClan." commentò Hagrid.
Dopo un'altra ora, uscirono dal famoso negozio con altri due sacchetti piendi di vestiti "comodi ma che non intralciano" come aveva specificato la donna davanti alla richiesta di Hagrid.
"Rubeus, Albus pagherà una fortuna. Perchè hai voluto far sostituire i capi in pelle di drago con quelli in pelle di Graphorn? Saranno anche praticamente invulnerabili ad ogni attacco babbano e magico, ma costano il triplo della pelle normale! E in più abbiamo preso due completi invernali e due estivi!"
"Nereus, io sono un Mezzogigante. La mia pelle è naturalmente forte come quella del Graphorn, ma la tua no, bisogna proteggerti. Tu non sai con che animali abbiamo a che fare."
"Grazie per il mantello, comunque." replicò il ragazzo, lasciando cadere la questione e accarezzandosi il mantello invernale nuovo di zecca con aria ammirata.
Alla fine riuscirono anche a prendere la Pozione Antisbornia in farmacia e, usciti dalla Londra Magica, la nepeta cataria e la maggiorana nella prima erboristeria che videro.

**********************

Era ormai l'una e tornarono velocemente ad Hogwarts per mangiare qualcosa. Finirono le ultime porzioni avanzate e poi, mentre Hagrid si riposava nella sua stanza dopo aver preso la sua seconda dose di tisana contro il mal di testa, Nereus stava sistemando tutti i suoi nuovi averi nella sua stanza. Non fece in tempo a richiudere l' armadio ormai pieno che Annie attirò la sua attenzione sbatacchiando le ali sul vetro della sua finestra e stridendo. Il Magonò corse fuori dalla capanna e trovò una scatola abbastanza grande fuori dalla porta. Con fatica la trascinò in casa e la tirò sul tavolo. Si arrampicò in ginocchio su una delle sedie e aprì la confezione. Dentro c'era un biglietto scritto di fresco:

Ti avevo promesso le tue armi ed eccole qui.
So che ne farai buon uso.
Albus

Euforico, Nereus tirò fuori una cerbottana in bambù, con alcune piume attaccate in mezzo e dei piccoli proiettili a forma di cono dentro una bustina trasparente. La posò sul tavolo ed estrasse una fionda in ebano e cuoio, i cui elastici erano stati incantati per non staccarsi nè rompersi. L'appoggiò vicino all'altra arma e finalmente vide l'oggetto che giustificava la dimensione del cartone: un arco professionale in titanio, completo di faretra con venti frecce. Su tutti e tre gli oggetti erano incise in oro le sue iniziali, N. D. R.
Senza riordinare come suo solito, corse fuori con i regali fra le braccia e s'inoltrò nel parco, dove comiciò a provare l'arco. Era leggero e resistente e sembrava fatto su misura per lui: non sbagliava un colpo.
Severus Piton, con le sue erbe per le pozioni fra le mani, osservava da lontano quel ragazzo coraggioso. Sarebbe stato al sicuro... non augurava di trovarselo davanti nemmeno a Voldemort. Sorrise fra sè. Sì, forse a lui sì. Si girò e rientrò nel castello, mentre l'arciere, ignaro, faceva sibilare le sue frecce alla luce del tardo pomeriggio.


*Ricetta per la tisana mattutina: foglie d'ortica, foglie di equiseto, foglie di menta, foglie di salvia, fiori di calendula e fiordaliso. Ottima anche per le escursioni o per la palestra.

**Le foglie di betulla hanno proprietà diuretiche e febbrifughe e aiutano in caso di reumatismi, gotta e problemi renali.

***Il gallio veniva usato in passato per far cagliare il latte. Inoltre ha proprietà antispasmodiche, astringenti, colagoghe, diuretiche e vulnerarie (arresta le emorragie).

****Le more di gelso nero sono lassative e diuretiche. In decotto con lo zucchero sedano e curano la tosse e il loro succo acerbo aiuta in caso di afte (gargarismi).

*****La nepeta cataria ha proprietà antipiretiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, digestive e sedative.

******Quello che Nereus pensa dei negozi dell'usato è, lo ammetto, un mio pensiero.

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Ho scoperto che Hagrid non parla sgrammaticato, ma dialetto. E' un errore di traduzione e infatti mi sono sempre chiesta come mai un uomo con la terza media parlasse in questo modo. D'ora in poi parlerà "normalmente" e penso di modificare anche i tre capitoli precedenti, appena ho un po' di tempo. Che ne pensate?

Ringrazio Max85 per aver inserito questa storia nei preferiti. Spero di non tradire la fiducia che dimostri nei miei confronti. Rinnovo l'invito a lasciare un vostro parere e mi scuso se questa volta il capitolo è un po' lungo, mi auguro che non sia noioso. Al prossimo aggiornamento comincerà l'anno scolastico e cominceremo a modificare la trama di J.K.Rowling. Arrivederci a presto!

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Capitolo 5
*** 5: Il banchetto d'inizio anno ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J. K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 5: Il banchetto d'inizio anno

"Uill, tha mi a 'dol" disse Minerva battendo sul ginocchio di Nereus e alzandosi.
"Dol a dhèanamh thu àlainn!"* gli urlò dietro il ragazzo, ottenendo solo un insulto giocoso e il rumore di una porta sbattuta.
Scuotendo la testa, il Magonò ripose il tè nella credenza e andò fuori a lavare le tazze. Guardò il cielo e si accorse che il sole stava tramontando: si era distratto ed era già in ritardo. Hagrid stava tornando dal lavoro in quel momento e lo colpì piano sulla spalla con uno dei manici della cesoia.
"Non sei ancora pronto? Manca un'ora all'arrivo del treno!" brontolò entrando in casa e cominciando a mettere a posto attrezzi e prodotti.
Nereus corse in camera e indossò la toga da mago bianca con i ghirigori grigi e neri, a cui abbinò i suoi stivali imbottiti e il suo nuovo mantello. Sperò che gli stivali non gli tenessero troppo caldo ai piedi, ma erano le scarpe più eleganti che aveva. Si pettinò i boccoli scuri con le dita, guardandosi nel piccolo specchio appeso sull'anta del suo armadio e si giudicò accettabile. Hagrid indossava un completo marrone peloso e una cravatta giallo zabaione e attirò gli sguardi disgustati di Piton quando entrarono in sala grande alle otto e quarantacinque. C'erano già tutti i professori e la maggior parte erano arrivati quel giorno, dunque il ragazzo non aveva ancora avuto l'occasione di conoscerli.
Una giovane donna di colore si presentò come la docente di Astronomia Aurora Sinistra. Era magra e aveva sul viso un'espressione annoiata: probabilmente aveva fame e non vedeva l'ora che il banchetto cominciasse. Era seduta al terzultimo posto alla destra di Silente: gli ultimi due sarebbero stati occupati da Hagrid e da lui. Vicino alla donna era seduto un uomo molto piccolo che si presentò come il professore d'Incantesimi Filius Vitious con un sorriso gioviale. Le sue conoscenze acquisite dall'Intelligo Magia lo informarono che l'uomo era mezzo folletto ed era un abilissimo duellante.
"Ho sentito che cantavi in un coro, ragazzo. Ti aspetto alla prima riunione del coro della scuola per un'audizione!"
"Ma signore, io sono nel corpo insegnanti... o almeno nello staff di Hogwarts, non sono uno studente."
"Non c'è mai stata la regola che il coro debba essere formato solo da studenti. Se ti va sarei felice di sentirti." concluse il nano con la sua vocina acuta.
Nereus ringraziò e guardò la McGranitt. Nonostante non fosse più nel fiore degli anni, quella sera era veramente elegante con quel vestito verde smeraldo. Si avvicinò, le fece il baciamano e le sussurrò un complimento in gaelico che nessuno capì, tranne lei, che arrossì leggermente. Quando però fu Silente, seduto vicino a lei, a ribadire inconsapevolmente ciò che aveva appena detto il ragazzo, Minerva s'alzò sorridendo imbarazzata e, con la scusa di andare ad accogliere gli studenti, trascinò con se Hagrid e lo spedì a prendere i primini, uscendo dal portone dorato della Sala Grande. Salutando Severus con un cenno della mano, subito ricambiato da un cenno rispettoso della testa, il ragazzo si presentò alla professoressa Babbling di Antiche Rune. Era anziana ma molto cordiale e gli fu subito simpatica, ma la materia era troppo complicata per un tipo pratico come lui e non garantì nulla alla donna quando essa gli propose di venire a sentire alcune delle sue lezioni. Sedute vicino a lei c'erano rispettivamente Charity Burbage, la professoressa natababbana di Babbanologia, e Septima Vector, la misteriosa professoressa di Aritmanzia. Erano entrambe socievoli, ma la prima, la più giovane, gli sembrò troppo esuberante. La professoressa Sprite lo abbracciò quando lo vide e il professor Kettleburn di Cura delle Creature Magiche lo guardò con uno sguardo complice. Evidentemente era lui il destinatario abituale di quelle eccessive effusioni non desiderate.
"Allora, così sei tu il Magonò che ha preso Eccezionale in ogni esame di Cura delle Creature Magiche affrontato! Sono felice di fare la tua conoscenza, vieni, parliamo un po'."
Mentre l'uomo gli illustrava come strutturava le sue lezioni, descrivendo con minuziosa e terrificante precisione come si era procurato tutte quelle ferite e amputazioni, Nereus vide un uomo magro e tremante, con un turbante viola in testa, sedersi nel posto vuoto vicino a Severus, che, dopo averlo guardato malissimo, gli voltò letteralmente le spalle con un movimento deciso e continuò a parlare con Silente.
"Uuuuh. Chi è quell'uomo per far reagire così Piton?" chiese il ragazzo al professore che lo teneva al suo fianco con un braccio sulle sue spalle.
"Quirinus Raptor, non una persona molto coraggiosa. Silente ha dovuto fare le cose in fretta, nessuno accetta più la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure facilmente... dicono sia stata maledetta. Cavolate, ma le voci girano e ad Hogwarts non ci vuole venire più nessuno."
Un vociare confuso si mischiò con i rintocchi del grande orologio dell'atrio: erano le nove** in punto e gli studenti erano arrivati. Nereus corse al suo posto appena in tempo: moltissimi ragazzi entrarono nel salone e si sedettero ai rispettivi posti lungo le tavolate. Il Magonò li contò e vide che ogni anno aveva massimo dieci studenti per casa, fra maschi e femmine. Questo stava a significare che i giovani maghi frequentanti la scuola erano poco meno di trecento: aveva pensato molti di più, ma evidentemente la Prima Guerra Magica aveva portato via molti giovani, che di conseguenza avevano avuto meno figli. I ragazzi lo guardavano con estrema curiosità e quelli dell'ultimo anno di Grifondoro osarono addirittura fare dei cenni per farlo avvicinare. Doveva sembrargli strano che un mago praticamente della loro età sedesse al tavolo dei professori.
Hagrid lo raggiunse e commentò il posto vuoto fra Vitious e la McGranitt con "Oh perbacco, Sibilla è di nuovo in ritardo. Non le piace proprio stare in mezzo alla gente..."
Prima che il diciottenne potesse chiedere al suo amico chi era questa Sibilla, il portone si aprì, rivelando una solenne Minerva McGranitt alla guida di una lunga fila di primini con il naso per aria. Anche Nereus alzò lo sguardo e ammirò con loro il cielo stellato, in parte nascosto dalle migliaia di candele che galleggiavano sopra i tavoli e facevano luccicare le stoviglie dorate. Alcuni sembravano impauriti, altri addirittura spavaldi, ma in generale dimostravano tutti di essere ansiosi, in attesa di sapere come sarebbero stati smistati nei vari dormitori.
La professoressa di Trasfigurazione andò a prendere in un angolo il Cappello Parlante e lo sgabello che aveva preso pochi minuti prima dall'ufficio del preside e li sistemò davanti a tutta la scolaresca. Quando lo strappo che aveva per bocca si aprì e lui cominciò a cantare, la donna dai capelli neri si voltò verso Silente e afferrò la lunga pergamena che l'uomo le porgeva. Nereus applaudì con gli altri quando l'indumento s'inchinò alle tavolate e osservò i bambini alle prese con la prima vera prova della loro vita. Lo Smistamento andò liscio per almeno una ventina di minuti e il Magonò applaudì ad ogni nuovo alunno, incitandolo urlando il suo nome mentre si sedeva fra i suoi nuovi compagni. Quasi tutti gli rivolsero un sorriso grato, soprattutto il piccolo Grifondoro che si era dimenticato di restituire il cappello e si era subito le risate di scherno di tutta la sala. Quando però la Direttrice di Grifondoro chiamò con un sorriso il nome di Harry James Potter, tutta la sala si zittì, prima di scoppiare in sussurri concitati. Anche Nereus non resistette e si sporse leggermente dal tavolo per osservare il Bambino Che E' Sopravvissuto. Non era nulla di speciale: troppo magro e basso per avere undici anni (ne dimostrava a malapena nove), i capelli lisci, nerissimi e spettinati, un paio di occhiali obsoleti (sicuramente non graduati bene, dato che inconsciamente continuava a strizzare i suoi luminosi occhi verdi per vedere meglio) e l'ombra di una vecchia ferita sulla fronte, mezza nascosta dalla lunga frangia. Un minuto dopo essersi seduto strinse i bordi dello sgabello con forza e Nereus immaginò che la scelta del cappello non gli andasse particolarmente a genio. Si potevano contestare le decisioni di una mente vecchia di mille anni? Il ragazzo non lo vedeva in faccia, ma lo sentiva mormorare, anche se non capiva le parole. Silente e la McGranitt erano i più vicini: quest'ultimo si voltò verso il Magonò e, mentre tutti erano distratti, sillabò senza emettere suono "Non Serpeverde". La sua ipotesi era giusta, quindi. Quando sentì il Cappello urlare "GRIFONDORO!" applaudì e guardò quel piccolo occhialuto venire sommerso da Weasley urlanti. Hagrid, alla sua destra, fece un segno di vittoria guardando il bambino negli occhi. Nereus continuò ad incitare i primini finché anche un nuovo Serpeverde di colore non ebbe raggiunto i suoi compagni.
A quel punto Silente si alzò in piedi, sorrise, spalancò le braccia e disse alla Sala gremita e ora totalmente silenziosa: "Benvenuti! Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!"
Quando si sedette, tutti risero, applaudirono e gridarono, ormai abituati alle stranezze del preside. Il tavolo si era riempito di cibo appena l'uomo si era riappropriato del proprio scranno e tutti cominciarono a servirsi di tutto quel ben di Dio. Servendosi di roast beef, patate arrosto e piselli, Nereus colse l'occasione per chiedere ad Hagrid come mai conoscesse Potter e chi era la Sibilla di cui aveva parlato prima. Venne così a sapere della gita a Diagon Alley del piccolo Harry e dell'esistenza di una materia come Divinazione.
Stava afferrando una carota cruda dalla ciotola davanti a sè quando sentì una voce lugubre e monotona dietro di sè: "Lei deve essere il nuovo membro dello staff. Piacere, sono il professor Rüf e insegno Storia della Magia."
Voltandosi, Nereus vide un fantasma di un uomo molto vecchio, vestito elegantemente e con un monocolo che fluttuava a pochi centimetri da terra. Lo salutò rispettosamente e si presentò. Con un cenno accondiscendente della testa, lo spirito sparì nel muro. Evidentemente era venuto al banchetto solo per presentarsi. Qualche minuto dopo, quando le stoviglie della cena erano quasi vuote e nessuno stava più mettendo cibo nel piatto, comparvero i dolci. La quantità di cose da mangiare adesso era minore, perché i ragazzi erano sazi, ma la varietà era identica a prima. Il Magonò si servì di una fetta di torta di mele e una pallina di gelato ai frutti di bosco. Con stupore notò che Raptor aveva avuto il coraggio di intavolare una conversazione con Severus, che non sembrava molto felice della cosa. Curiosamente, lo vide lanciare un'occhiataccia al giovane Potter quando si accorse che il bambino li fissava, il quale fece una smorfia e si girò verso il suo vicino sfregandosi la fronte. Il ragazzo lanciò al pozionista uno sguardo interrogativo, che lui non molto elegantemente ignorò. Quando anche i dolci vennero spazzolati, Silente si rialzò e i piatti vennero riassorbiti dai tavoli.
"Ehm... solo poche parole ancora, adesso che siamo tutti sazi di cibo e bevande. Ho da darvi alcuni annunci di inizio anno. Gli studenti del primo anno sappiano che l'accesso alla Foresta Proibita è vietato a tutti gli studenti... e farebbero bene a ricordarselo anche alcuni studenti più anziani. Inoltre il signor Gazza, il custode, mi ha chiesto di rammentarvi che è vietato fare duelli di magia nei corridoi e che la lista completa degli oggetti proibiti e il regolamento di Hogwarts si possono consultare fuori dal suo ufficio. Le selezioni per le squadre di Quidditch si terranno durante la seconda settimana dell'anno scolastico e chiunque sia interessato è pregato di contattare Madama Bumb. " Una donna seduta dall'altra parte del tavolo che Nereus non aveva visto salutò alcuni studenti. Era bassa, aveva i capelli grigi a caschetto e gli occhi di una strana sfumatura ambrata. "Inoltre devo avvertirvi che da quest'anno è vietato l'accesso al corridoio del terzo piano a destra, a meno che non desideriate fare una fine molto dolorosa." Lo sguardo perplesso del diciottenne fu ricambiato da Hagrid con un segno che indicava "te lo dico dopo". Anche fra gli studenti serpeggiava una certa agitazione. Per spezzare la tensione creatasi con le sue parole, il preside propose di cantare l'inno della scuola. Gran parte dei suoi colleghi non sembrava molto felice della cosa e quando tutta la scolaresca intonò il canto Nereus capì perché: era una cacofonia di voci incomprensibili, tutti andavano ad un ritmo diverso dai loro compagni e se non avesse avuto le parole scritte davanti a sè il Magonò non sarebbe riuscito a capire nemmeno una parola. L'anziano mago diresse le ultime battute della marcia funebre cantata dai gemelli Weasley e poi congedò tutti gli studenti. Con uno stridio collettivo tutti i ragazzi si alzarono dalle panche e si defilarono velocemente verso i dormitori.
Silente si risedette con un sospiro e disse: "Bene, anche questa è andata. Ora possiamo andare a dormire anche noi. Buonanotte!" concluse camminando verso i suoi alloggi nella Torre Nord.
Qualche minuto dopo, nel suo letto, al ragazzo venne in mente l'avvertimento del preside. Cosa c'era di tanto pericoloso in quel corridoio da impedirne addirittura l'accesso non solo agli studenti, ma anche a tutto lo staff e al corpo insegnanti di Hogwarts? Eppure quando l'aveva visitato qualche settimana prima gli era sembrato un corridoio pieno di aule inutilizzate e basta. L'indomani mattina Hagrid avrebbe dovuto dargli una spiegazione più che esaustiva, o sarebbe andato lui stesso a vedere questo fantomatico pericolo.
Rincuorato da questo pensiero, si addormentò serenamente, cullato dal bubolio dei gufi appena arrivati che sfruttavano la loro prima notte di caccia nelle campagne scozzesi.

*"Beh, io vado"
"Vai a farti bella!"
** Correggetemi se sbaglio, ma qui secondo me c'è un errore di trama. Londra - Glasgow, con i mezzi moderni, sono 5 ore di treno. Mettiamo che da Glasgow ad Hogwarts ci voglia ancora un'oretta e mezza al massimo. Aggiungiamo che stiamo parlando dell'Hogwarts Express, un treno a vapore, pur comandato dalla magia: 7 ore. Secondo i miei calcoli arriverebbero alle 18, ora di cena per i britannici. I ragazzi arrivano quando il cielo è buio e si vedono chiaramente le stelle; il sole a inizio settembre tramonta alle otto, dunque arrivano ad Hogsmeade almeno per le nove. Dalle undici di mattina alle nove di sera sono dieci ore di viaggio: non vi sembrano troppe, considerando anche che il treno fa solo le fermate di King's Cross e Hogsmeade?
Comunque io mi sono attenuta al canon e ho descritto un bellissimo cielo stellato.

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Lo so, lo so, è cortissimo rispetto a quanto siete abituati, ma questa era una scena importante e volevo darle la considerazione che meritava. RECENSITE, così potete aiutarmi a migliorare (ne ho molto bisogno). A presto :*

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Capitolo 6
*** 6: Nuovi amici e nuovi dubbi ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti e personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap.6: Nuovi amici e nuovi dubbi


Uscendo dalla Sala Grande dopo aver mangiato, notò con piacere che molti studenti avevano deciso di usare quel tempo tra la fine del pranzo e l'inizio delle lezioni pomeridiane per svagarsi o svolgere i primi compiti in riva al lago. Decise di usare quelle ore per interagire con loro, soprattutto perché non sapeva cosa fare: Hagrid era a Diagon Alley per comprare qualcosa per conto del preside (che fosse un modo per sfuggire alle sue pressanti domande sul terzo piano?), Minerva e Severus stavano probabilmente correggendo i compiti delle vacanze o preparando le lezioni per quel pomeriggio come tutti gli altri professori e lui aveva svolto tutti i suoi lavori quella mattina.
Assecondò le urla di un folto gruppo di primini di case diverse che lo chiamavano perché si sedesse qualche minuto fra loro. Aiutò più che potè, cercando di rispiegare ai bambini ciò che non avevano capito delle lezioni di quel giorno, ma purtroppo nessuno di loro aveva frequentato Erbologia. Riuscì comunque a suggerire loro qualche tecnica per rimpinguare i loro scarsi appunti: i ragazzi cominciarono subito a scambiarsi i quaderni e ad unire le informazioni del libro alle loro, isolandolo involontariamente. Il Magonò si alzò, li salutò (ricevendo risposte grate) e si allontanò verso le rive sabbiose del lago. Altri ragazzi e ragazze lo salutarono da sotto l'ombra degli alberi, ma nessuno lo invitò ad unirsi ai loro gruppi e lo lasciarono proseguire.
A pochi metri dalle acque che gli erano ormai familiari, Nereus notò un salice piangente un po' più isolato e lo riconobbe come l'albero sotto cui aveva lasciato il suo zaino quel giorno in cui era quasi morto affogato nell'acqua gelida. Con sua sorpresa, anche la pianta sembrò sapere chi fosse e mosse leggermente le fronde in segno di saluto. Il ragazzo scostò le foglie ed entrò in quel piccolo mondo in penombra. C'era un ragazzo sdraiato vicino al tronco, che aprì un occhio e girò la testa verso di lui quando percepì la lama di luce che annunciava la sua entrata.
"Non volevo disturbarti" sussurrò entrando il diciottenne per non interrompere quell'atmosfera silenziosa e rilassante.
"Vieni" rispose l'altro semplicemente, voltandosi su un fianco per poter parlare meglio.
"Come ti chiami?" chiese lui di rimando, carezzando la corteccia del salice e sdraiandosi di fronte a lui in modo da guardarlo negli occhi.
"Lawrence Lloyd. Tu sei il nuovo aiutante di Hagrid, vero? Ti ho guardato lavorare dalle finestre del castello tutta la mattina." mormorò senza alcun tono di voce particolare. La luce soffusa faceva intuire a Nereus la fisionomia del ragazzo: i capelli erano chiari, probabilmente biondo cenere, e gli occhi risplendevano di una sfumatura ambrata che Nereus con un brivido associò ai licantropi.
"Perchè sei così legato a quest'albero?" chiese acutamente l'altro, rigirandosi sulla schiena e chiudendo gli occhi. Manco a farlo apposta, il raggio di sole che prima illuminava i suoi occhi fece brillare la spilla sul suo petto: era il Prefetto Tassorosso del quinto anno.
I due parlarono ancora qualche minuto, scambiandosi frasi assonnate e poi rimasero in silenzio per un po', forse addormentandosi. Alle due meno un quarto l'orologio informò il castello e tutto il parco che mancava poco all'inizio delle lezioni pomeridiane, dunque si alzarono ed uscirono da quella bolla di calma. Il Magonò scostò i rami e il quindicenne si avviò verso il castello, girandosi appena per salutarlo con un sorriso.

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"Vieni, forza... non ti faccio niente, devo solo cambiarti le bende... brava, così..." sussurrò il Magonò mentre cercava di portar fuori dalla stalla una femmina di Thestral che si era ferita al fianco volando sopra al castello. Quasi perse una mano quando finalmente il cavallo alato decise di azzannare il topo morto che gli tendeva: si era svegliato da poco e dunque aveva ancora i riflessi un po' lenti. Quando rientrò nella capanna per preparare l'impacco per la ferita, vide il suo gigantesco amico osservare con interesse un pezzo di pergamena appeso al lato destro della credenza. Afferrando un piccolo calderone in rame e alcune radici di angelica si avvicinò al banco da lavoro e disse: "Cosa stai facendo di preciso?"
"Guardo quando Harry è libero, voglio fartelo conoscere. Oh, ecco, oggi pomeriggio dopo Pozioni." Dopo un veloce sguardo al cielo rosato continuò: "Sono le sette, fra un'ora cominciano le lezioni, dovrebbe essere già sveglio."
Afferrò una pergamena e una piuma d'oca e scribacchiò un invito a bere un the. Mentre Hagrid era fuori a cercare Annie, Nereus finì di spezzettare le radici e cominciò a farle bollire sul fuoco con un coperchio*. Dopo mezz'ora il ragazzo vide tornare Edvige con la risposta e subito tornare alla Guferia (evidentemente Hagrid aveva trovato lei invece del suo gufo). Il Mezzogigante mise la testa fuori dalla porta aperta e urlò "Viene!" prima di tornare a preparare i suoi biscotti speciali per quel pomeriggio. Il ragazzo si girò verso la cavalla nera e disse: "Sei contenta, eh, Mirea? Conoscerai un bambino molto strano, ma lui probabilmente non ti vedrà". L'animale nitrì d'aspettativa.
Alle tre in punto sentirono bussare alla porta e Thor si alzò dalla cuccia raschiando le unghie sul pavimento di pietra e corse abbaiando alla porta. Nereus chiuse il libro che stava leggendo ("Bardachd nàdarra"**) ed entrò nella stanza principale proprio quando Potter e un altro bambino varcavano la soglia.
"Fate come foste a casa vostra!" disse Hagrid, lasciando andare il cane che teneva per il collare per mettere l'occorrente per il the sul tavolo. Il Magonò camminò verso i nuovi arrivati e staccò il cane dal viso del bambino dai capelli rossi. L'animale, dopo un po' di moine e un biscotto, tornò a cuccia e si sedette sulla coperta scodinzolando.
"Vi presento Ron" disse Harry sedendosi su una delle enormi sedie di Hagrid.
"Un altro Weasley, eh? Ho passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta."
"Hai dei fratelli gemelli?" chiese incuriosito Nereus al bambino, mentre Harry raccontava ad Hagrid cosa avevano fatto quella prima settimana.
"Sono il sesto di sette figli" rivelò Ron "Tutti maschi tranne l'ultima, che si chiama Ginevra e verrà a scuola l'anno prossimo."
"E poi c'è il Custode, Gazza, sembra che ci odi!" protestò Harry, e tutti gli occupanti della stanza inveirono contro l'uomo, mentre Nereus cercava di difenderlo senza metterci troppo impegno. Dopotutto, lui sapeva che Gazza odiava realmente i piccoli maghi.
Parlarono anche della lezione di Pozioni e il ragazzo promise a Potter che avrebbe parlato a Severus per cercare di farlo ragionare, ma chiese al bambino di non sperarci troppo. Piton sapeva essere straordinariamente testardo quando ci si metteva, anche quelle rare volte in cui era evidente che Nereus aveva la meglio nelle loro dispute.
Hagrid riportò nuovamente l'attenzione su uno dei tanti fratelli di Ron (un domatore di draghi) quando si rese conto che i ragazzi avevano lasciato i loro biscotti sul piattino dopo il primo morso. Anche il diciottenne li assaggiò, e constatò che come sempre il Mezzogigante aveva usato troppa farina, rendendo i biscotti immangiabili. Era forse per quello che il giovane Potter tossiva così tanto da quando era arrivato? Ma non era possibile: Nereus aveva notato che il bambino aveva una brutta tosse anche al Banchetto.
Harry vide sul tavolo il trafiletto che Hagrid aveva ritagliato quella mattina, con l'intento di spedirlo a Silente, e lo lesse, esclamando stupito: "Hagrid! La rapina alla Gringott è avvenuta il giorno del mio compleanno! Forse è successo quando c'eravamo noi!"
L'uomo evitò palesemente di rispondere e invitò il suo apprendista a far vedere l'esterno della baita agli studenti con un tono che, seppur dolce, non ammetteva repliche.
Nereus vide con stupore che Harry non si era offeso perché Hagrid aveva ignorato la sua domanda, anzi, si era rannicchiato ancora di più sulla sedia fino quasi ad abbracciarsi le ginocchia. Come se si sentisse invisibile, ma lo considerasse normale.
I bambini non sembrarono molto interessati all'orto, ma quando arrivarono alle stalle e agli altri edifici per gli animali Ron scavalcò il recinto dove Hagrid si era addormentato ubriaco alcuni giorni prima e corse subito ad accarezzare le mucche e le pecore al pascolo. Harry sembrava aver finalmente capito da dove arrivava gran parte della materia prima che serviva per cucinare i pasti in Sala Grande.
"Purtroppo non abbiamo frutteti o simili, dunque molte cose gli elfi domestici le devono comprare. Beh, certo che noi non forniamo tutta la carne e tutta la verdura: semplicemente quando gli ortaggi sono pronti o un animale è così anziano che può essere utile solo come carne da macello, li mandiamo nelle cucine e lì gli elfi domestici moltiplicano la carne e le verdure fino alla quantità necessaria. Senza questo trucco, l'orto e gli allevamenti si svuoterebbero in un secondo!" rise Nereus, apparentemente ignaro che dell'economia domestica del collegio ai bambini non poteva importare un bel niente. Mentre proseguivano, Harry chiese sottovoce al suo amico cosa fossero gli elfi domestici.
La faccia annoiata di Potter cambiò subito espressione quando passarono davanti alla stalla destinata agli animali selvatici feriti.
"Cos'è quello, Nereus?"
"Quello cosa, Harry?" dissero in contemporanea l'interpellato e Ron, il primo perché stava controllando di aver portato le medicine per Mirea dentro la sua bisaccia e il secondo perché effettivamente vedeva solo uno spazio vuoto.
"Quella specie di... cavallo nero scheletrico." rispose il moro indicando confusamente la scuderia.
"Amico, io non vedo niente!" protestò Weasley affacciandosi alla parte di legno che funge da chiusura del box e guardando dentro lo spazio buio con più attenzione.
"Non pensavo che la potessi vedere, Harry. Lei è Mirea, una femmina di Thestral." disse il Magonò scavalcando agilmente la porta e raggiungendo l'animale che mangiava nella mangiatoia in fondo al sopracitato box. Quando la giumenta venne avanti e sfiorò Ron con il muso, lui saltò indietro con un "Ah!" spaventato.
Harry invece l'accarezzò sul naso, cosa che la cavalla sembrò apprezzare. "Nereus, io non so nemmeno cos'è un Thestral."
"Te lo spiego io cos'è! E' un cavallo alato tutto nero che sembra un drago ed è presagio di morte! E in più è carnivoro!"
"Piantala con queste sciocchezze, Ronald!" Disse il Magonò con voce irritata. Aveva tirato fuori dalla borsa una ciotola di legno chiusa con del cellophane babbano e stava spalmando la poltiglia verdastra*** che essa conteneva sulla ferita abbastanza estesa dell'animale. "I Thestral non sono presagio di morte, possono essere visti solo da chi ha visto morire qualcuno."
"Oh" commentò stupito il bambino "però è vero che sono carnivori!" rimontò, deciso ad aver ragione.
"Sì, è vero, ma non sono pericolosi. Possono volare per lunghissime distanze e sono molto mansueti con chi li tratta bene. Puoi accarezzarla anche tu, sai. Non morde mica." concluse incoraggiante il ragazzo.
"Ahi!" gemette Harry, infilandosi un dito in bocca dopo aver cercato di offrire un po' di macinato all'animale. Anche dopo che l'aiutante del Guardiacaccia finì di spiegargli come nutrirlo, Ron non volle comunque avvicinarsi. Stettero con gli altri animali finchè non fu ora di tornare al castello per la cena, quando tutti loro rientrarono in Sala Grande.

**********************

Nonostane la stranezza del loro primo incontro, Nereus e Lawrence legarono in fretta: Nereus faceva spesso compagnia allo studente mentre faceva i compiti, aumentati a causa dei G.U.F.O. di quell'anno, in biblioteca o nella baita dell'apprendista Guardiacaccia. Non era raro che durante le ore buche s'incontrassero e, mentre Nereus e Hagrid lavoravano, Lawrence li aiutasse e portasse notizie e pettegolezzi dal castello. Tornavano molte volte sotto al salice quando il Tassorosso aveva finito i compiti, per parlare e rilassarsi. Il primo sabato dell'anno scolastico erano andati a sedersi sulla riva del lago e Nereus ne stava approfittando per disegnare.
"Dunque secondo te dovrei dirglielo?"
"Secondo me dovresti solo stare fermo, Lawrie..." disse l'amico tracciando con attenzione la forma degli occhi leggermente a mandorla del Prefetto con il carboncino.
"Ma se si arrabbia?"
"Fermo... perché dovrebbe, scusami? Non le stai mica dicendo che l'hai vista nuda o altro." commentò afferrando il viso del lupo mannaro e rimettendolo nella posizione giusta.
"No, devo solo dirle che ho sentito sul suo ragazzo l'odore di un'altra!" sbottò quello scattando in piedi e alzando le braccia al cielo.
Nereus sbuffò frustrato: "Siediti, ho quasi finito! Lo vuoi questo ritratto o no? Comunque che ne sai? Potrebbe essere una sua cugina, tanto la sua famiglia è imparentata con chiunque!"
Lawrence si risedette sull'erba e commentò distrattamente: "Ma sì, tanto a me che mi frega..."
"Appunto. Ecco, finito!" disse il diciottenne firmando il foglio e porgendoglielo.
Evidentemente doveva piacergli parecchio, perché con uno scatto ferino l'amico gli si gettò addosso abbracciandolo e ringraziandolo. Cominciarono a giocare come due bambini che fanno la lotta ma, nonostante la differenza d'età e i muscoli ben sviluppati dal duro lavoro del più grande, era sempre il più piccolo a sottometterlo, ringhiando giocosamente, conscio della propria forza sovrumana.
"Oh, ma trovatevi una stanza!" commentò una voce sarcastica a quello spettacolino.
Nonostante ciò, il lupo non si tolse dalla sua posizione (a cavalcioni su Nereus e tenendo i suoi polsi schiacciati al suolo), quindi il Magonò dovette piegare la testa all'indietro per riconoscere la figura del professore di Pozioni a testa in giù.
"Buongiorno Severus, mi cercavi?"
"In realtà sì. Ho bisogno di parlarti... lontano da orecchie indiscrete" sibilò occhieggiando eloquentemente Lawrence.
Con un guaito scocciato, il quindicenne rotolò lontano da lui e Nereus potè quindi alzarsi, spazzolarsi i vestiti babbani e seguire il docente. Quando si girò indietro vide che il suo amico stava guardando il suo ritratto stropicciato toccandosi perplesso il naso. Ops, pensò ridacchiando il Magonò, forse ho sbagliato le proporzioni.
Arrivati vicino alle mura, l'uomo lanciò un'Incantesimo Silenziante e si prese la testa fra le mani camminando avanti e indietro. Nereus cominciò a preoccuparsi: non era da Severus venire a cercarlo quando sapeva che era con Lawrie (il pozionista stesso aveva detto che preferiva averci a che fare il meno possibile) per poi rivelare tutto il proprio nervosismo in questo modo.
"E' uguale a Potter. Stessa arroganza, stesso modo di fare. E' la sua fotocopia con gli occhi di lei. Come faccio a gestirlo?" mormorò Piton parlando un po' a sè stesso e un po' al suo amico. Fu solo dopo una decina di minuti buoni che il Magonò riuscì a capire il nesso fra ciò che il più grande gli aveva confidato una sera di quell'estate davanti a una tazza di the e una scacchiera e ciò che era successo alla prima lezione di pozioni del primo anno che Severus gli stava raccontando dal suo punto di vista.
"Professore, a me Harry non sembra affatto un viziato o un arrogante. E' sottile come un giunco, sembra che abbia nove anni e non undici e certamente quel suggerimento sulla Granger che ti ha dato è stata ingenuità e non impudenza. Ricordati, Severus, che lui non è né suo padre né Black. Non far si che le colpe del padre ricadano sul figlio e ragionaci oggettivamente. Ti sembra un bambino sano?"
Il trentunenne crollò seduto su un ceppo e pensò a ciò che aveva detto Nereus. Possibile che lui riuscisse sempre a farlo riflettere? Ogni volta che discutevano di qualcosa, che fosse la radice di mandragora o i loro ricordi d'infanzia, entrambi andavano a dormire con qualcosa su cui pensare.
Un dubbio tremendo cominciò a profilarsi nella sua testa e, per quanto cercasse di allontanarlo, i segni erano chiari. Aveva bisogno di un altro parere: doveva parlare con Madama Chips. Con una sferzata frettolosa della bacchetta tolse l'incantesimo e s'incamminò verso l'infermeria con il Magonò alle calcagna.
Arrivati a destinazione trovarono il preside nell'ufficio della Medistrega.
"Ah, Severus, Nereus, Poppy mi stava consigliando una visita approfondita a tutto il corpo studentesco perché ha paura di aver individuato un ceppo di vaiolo di drago. Che ne pensate?"
I due annuirono d'accordo. "Tranquillo preside, eseguirò ogni esame possibile e immaginabile per scongiurare questa possibilità" commentò l'infermiera, facendo capire a Severus e Nereus con uno sguardo d'intesa che lei aveva avuto lo stesso dubbio, ma senza prove non poteva fare alcunché.
Quella sera a cena Silente annunciò il provvedimento e dichiarò che ogni studente sarebbe stato informato dell'ora e del giorno della sua visita, che era, ovviamente, obbligatoria. Se i genitori erano interessati potevano ricevere una copia delle analisi effettuate e questo procedimento sarebbe stato compiuto ogni anno sui nuovi studenti per assicurare alla scuola un'adeguata sicurezza medica. Nessuno ebbe da ridire e le visite cominciarono la mattina dopo a partire dal primo anno.


*10g di radici di angelica essiccate e spezzettate bollite in un litro d'acqua per dieci minuti formano un decotto da usare per lavare la ferita e fermare l'emorragia.
** "Poesia naturale"
*** Le foglie fresche di angelica pestate e applicate avvolte in una garza sulla ferita per 2-3 volte al giorno favoriscono la cicatrizzazione della stessa.

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Questo capitolo l'avrò aperto e interrotto trenta volte in questa lunga assenza, ma eccovelo pronto. Ho il sospetto di aver fatto più errori del solito, perciò, per favore, RECENSITE e ditemi cosa ne pensate! Grazie mille se lo farete e grazie anche ai lettori silenziosi.
Ringrazio Cuccioladuomo, Elfosnape e ShessomaruJunior per aver inserito la mia storia fra le seguite e Cuccioladuomo per averla messa anche fra le sue ricordate. Spero che questo capitolo non vi deluda.
A presto!

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Capitolo 7
*** 7: I risultati delle analisi ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 7:I risultati delle analisi

Il martedì successivo, alla fine dell'ultima ora di lezione, Minerva venne chiamata urgentemente in infermeria da un elfo domestico. Quando arrivò a destinazione con il fiatone si precipitò di corsa nell'ufficio di Chips, chiedendosi il motivo di tutta quell'agitazione.
"Che succede Poppy? Qualche problema con i miei grifoni?"
"E' meglio se ti siedi Minerva." disse l'infermiera con voce grave mentre le passava sette fogli di pergamena. Erano i risultati delle analisi del suo primo anno: non vide nulla di strano, a parte alcuni chili in più o in meno al peso ideale, niente che un'alimentazione personalizzata non potesse correggere. La scozzese guardò l'altra donna perplessa, non vedendo alcun dato allarmante. La Guaritrice le diede un rotolo di pergamena lungo il triplo degli altri, Minerva lo aprì e inorridì alla quantità di problemi che quel prospetto rivelava.

Nome: Harold James Potter
Età: 11 anni, 1 mese, 9 giorni
Livello magico: 8,7 - modificato
Stato fisico: pessimo
Stato psicologico: cattivo
Stato mentale: buono

Sistema nervoso: leggermente sottosviluppato, nervi ultrasensibili
Sistema linfatico: nessun danno
Apparato escretore: nessun danno
Apparato riproduttore: nessun danno
Apparato respiratorio: 15% fumo passivo, una polmonite non curata peggiorata in broncopolmonite (in corso)
Apparato digerente: malnutrizione 40%, stomaco delicato e leggermente atrofizzato, intestino debole, peso: 27,5 kg (peso ideale 33,6 kg: sotto peso di 6,1 kg)
Sistema muscolatorio: sottosviluppato, uno strappo muscolare al polpaccio dx curato autonomamente*
Sistema cardiocircolatorio: leggera anemia
Sistema scheletrico: sottosviluppato (carenza di calcio e minerali essenziali), una costola incrinata non curata, femore sx rotto 1 volta (curato in ospedale), omero dx rotto due volte (una curata in ospedale e una curata autonomamente), spalla dx lussata una volta (curata autonomamente), mascella danneggiata (curata autonomamente), retro del cranio contuso (curato autonomamente). Altezza: 132 cm (altezza ideale 142 cm, 10 cm più basso)
Sistema immunitario: NESSUN VACCINO SOMMINISTRATO**, difese deboli
Sistema endocrino: nessun danno
Apparato tegumentario: ematomi di diversa gravità diffusi in tutto il corpo
Malattie: varicella (1 volta), morbillo (1 volta), rosolia (1 volta), influenza (20 volte), raffreddore (30 volte), polmonite (2 volte), broncopolmonite (1 volta, in corso)
Danni genetici: miopia ereditaria (-5 diottrie per occhio, occhiali NON adeguati)

Psiche: ansia, attacchi di panico, incubi ricorrenti, emozioni represse o esagerate, autostima quasi inesistente, comportamenti autistici (autismo NON rilevato, solo comportamenti tipici)

Conoscenze babbane: ottime, scuola babbana frequentata fino alla fine della Primary School (4/5 - 11 anni d'età) con risultati mediocri nonostante le perfette conoscenze acquisite
Conoscenze magiche: quasi nessuna
Capacità motorie: sovrasviluppate
Capacità mentali: buone, rilevata iperattività

"Spero che Albus non sappia niente di questo, perché se ne era a conoscenza e non ha fatto niente, che Merlino lo assista o lo ucciderò insieme a quella famiglia schifosa!" urlò la professoressa sbattendo le analisi sulla scrivania dell'infermiera.
"Minerva, il bambino va visitato da uno Psicomago specializzato, sono riuscita ad essere specifica solo sulla parte fisica e c'è bisogno di ulteriori esami" disse quest'ultima, cercando di far capire alla capocasa la reale gravità dei problemi psicologici del bambino.
"Tranquilla cara, ci penseremo. Per ora mi limiterò a fare due chiacchiere con il preside riguardo le sue maledette protezioni legate al sangue!" protestò a gran voce uscendo dall'area ospedaliera, ignara di una piccola ombra che, scesa da uno dei letti, stava cercando inutilmente di tenere il suo passo.

**********************

"Zuccotti di zucca" disse fra i denti una furiosa Minerva McGranitt, salendo sulla scala seguita inconsapevolmente da una presenza silenziosa. Spalancò la porta irrompendo nella presidenza come era successo solo altre due volte nella sua vita: quando i Potter erano morti e quando aveva scoperto gli abusi domestici che subiva Severus Piton. Per questo Silente modificò subito la sua tipica espressione educatamente perplessa in una seriamente preoccupata, ma prima che potesse domandare alcunché, la donna gli sbatté il fascicolo davanti al naso, urlando "INNIS DHOMH!***"
Man mano che l'uomo andava avanti con la lettura sgranava sempre di più gli occhi e diventava sempre più pallido.
"M-Minerva... io ti giuro che non ne avevo assolutamente idea... Sapevo che non erano proprio la famiglia perfetta, ma Arabella non mi aveva dipinto la situazione in modo così drastico..."
"Arabella Figg? Hai messo la vita del Bambino Sopravvissuto nelle mani di una gattara Magonò ultra sessantenne?"
"Quel che ho fatto era necessario, Minerva. Le protezioni..."
"Oh, airson ifrinn riut agus ri do dhìon****, Albus, qui si parla di un bambino che non ha mai ricevuto un abbraccio in vita sua se non per cercare di soffocarlo! Ce l'hai messo tu in quella casa, sperando in una sorta di amore fraterno proveniente da una donna che ha ripudiato Lily Potter all'età di dieci anni!"
La professoressa fermò di colpo la sua invettiva percependo una pressione insolita intorno ai suoi polpacci. Voltò la testa verso la fonte della sensazione e scorse un bambino piccolissimo che la fissava con i suoi verdissimi occhi mentre si aggrappava con così tanta forza alla sua veste bordeaux da rischiare di strapparla. D'istinto la donna si chinò per prenderlo in braccio, ma appena Harry intuì quello che stava per fare, i suoi occhi si riempirono di terrore e, veloce come un Boccino, corse su per le scale e si barricò negli alloggi privati di Silente. Dai rumori che provenivano da dietro la porta, sembrava che fosse riuscito a spostare il baule che prima era ai piedi del letto davanti all'ingresso.
"Povero, povero ragazzo..." mormorava il preside, con l'aria di uno che stava quasi per mettersi a piangere.
Minerva non perse tempo e, afferrata una manciata di Polvere Volante, urlò : "Laboratorio di Severus Piton!". Se c'era qualcuno capace di relazionarsi con dei bambini così danneggiati, quello era proprio il Professore di Pozioni, pensò la donna con tristezza, ricordando gli orribili segni di cinghiate sulla schiena del ragazzo quando avevano scoperto la sua situazione durante il quinto anno.
Lo trovò con l'assistente del guardiacaccia e appena disse loro cos'era appena successo, il ragazzo spense la fiamma sotto al calderone mentre Severus lanciava un incantesimo di stasi sulla pozione. La donna si spostò in fretta dal fuoco, per permettere loro di raggiungere la torre presidenziale dai sotterranei. Per prima cosa i due visionarono il documento sulla scrivania del preside, poi, mentre Nereus crollava su una delle poltrone, il Pozionista chiuse gli occhi e si strinse la radice del naso con un sospiro. Sperava davvero di avere torto, tuttavia in quel momento il problema principale era far uscire Potter da quell'appartamento. Poi avrebbe chiesto spiegazioni al Preside.
Imbastì la sua espressione più severa e salì con forza le scale. Al bambino era stato insegnato che le moine e l'affetto portavano solo a più problemi: con il tempo chiunque lo avrebbe preso sotto la sua ala avrebbe dovuto fare in modo di cambiare questa sua teoria, ma ora si prestava straordinariamente bene per farsi ubbidire in fretta dallo studente.
Bussò con non troppa forza, ma neanche gentilmente.
"Potter!" disse con voce ferma e senza urlare "Esci immediatamente da lì!"
"Professor Piton?" rispose una vocina stupefatta, ma non spaventata, dall'altro lato della porta. Bene, la tecnica era quella giusta.
"Esattamente signor Potter, e ti ordino di aprire subito questa porta!"
"Severus!" sussurrò preoccupato il Preside.
"Sshh, lascialo fare, Albus. Sta funzionando." mormorò la Professoressa di Trasfigurazione in risposta.
Il suono del baule rimesso al suo posto risuonò in tutta la stanza, ma il bambino ancora non si fece vedere. Si sentirono diversi colpi di tosse forti e poi una vocina rauca chiese: "E' tanto arrabbiato, signore?"
"Lo sarò se non obbedisci!"
E miracolosamente, Harry aprì la porta e scese le scale. Quando passò vicino a Severus strizzò gli occhi, aspettandosi uno schiaffo sulla nuca o qualcosa del genere, ma quando non successe nulla proseguì nella discesa e si rannicchiò per terra vicino alla sedia di Nereus, cominciando a dondolarsi avanti e indietro, autocullandosi.
Il Magonò prese una tazza di tisana calmante e la offrì al bambino, ma finché non ne bevve un po' lui stesso per dimostrare che non era avvelenata, Harry si rifiutò di accettarla.
Quando tutti i presenti si furono tranquillizzati, Silente passò ad enunciare una strategia per risolvere il problema.
"Sono sicuro che riceverò numerose altre analisi problematiche, ma spero non gravi come questa. Ogni alunno con un prospetto preoccupante dovrebbe essere sottoposto ad altri esami di accertamento, dovrò richiedere che alcuni specialisti dal San Mungo siano trasferiti qui in pianta stabile... Pensavo che fosse sufficiente visitare tutti i nuovi studenti all'inizio dell'anno, ma ora credo che bisognerà fare un check-up completo a tutti a metà anno e ai casi più... problematici" esitò sfiorando la cartella clinica di Harry "servirà un controllo almeno ogni tre mesi."
Gran parte dei ritratti dei precedenti presidi mormorarono il loro assenso e diversi di loro affermarono di aver fatto lo stesso durante il loro mandato. I Guaritori presenti nei dipinti cominciarono a urlare consigli e Silente congedò staff e studente prima che il caos peggiorasse.
Durante il viaggio di ritorno verso l'Infermeria, Nereus notò che il bambino si era fatto pensoso e corrucciato, osservando perplesso prima Severus e poi Minerva. Rallentando il passo si portò a fianco di Harry dietro i due professori, abbastanza vicino da sentirlo parlare ma abbastanza lontano da non allarmarlo.
"Lui era quello cattivo, lei era quella buona. Ora lui è quello che non mi fa male mentre lei è quella che ha cercato di toccarmi. Non so più come comportarmi, Nereus..." chiese consiglio con tono triste.
"Fidati di me, sono entrambi bravissime persone, solo che il professore tende a nasconderlo di più della professoressa. Quando arriverà un altro dottore dirà a tutti come comportarsi con te e nessuno proverà più a toccarti senza la tua autorizzazione."
Sul viso di Harry comparve un'espressione diffidente mentre varcavano la porta dell'Infermeria. Una preoccupatissima Madama Chips si precipitò sul bambino e gli si piantò davanti con le mani sui fianchi e una faccia spaventosa.
"Signor Potter! Tu non lascerai più la mia Infermeria fin quando non te lo dirò io, ci siamo capiti giovanotto?"
Harry sembrò percepire che la donna non era così cattiva come sembrava, perché rispose con un flebile "Sì, signora" solo dopo che Piton lo fulminò con un'occhiataccia.
Dopo che il bambino si fu infilato di nuovo nel suo letto lo lasciarono solo con l'infermiera, che cominciava a sussurrare incantesimi di guarigione sul torace del ragazzo.

**********************

La mattina dopo, nelle bacheche di tutte le sale comuni, comparve il seguente avviso:

Giovedì 12 settembre 1991 cominceranno le lezioni di volo per gli alunni del primo anno durante le ultime due ore di lezione pomeridiane (14:00 - 17:00), così strutturate:
Grifondoro- Serpeverde: dalle 15.30 alle 16:30
Corvonero- Tassorosso: dalle 16:30 alle 17:30
Le altre lezioni si terranno nelle seguenti date...

Seguivano un elenco di date che finiva con una lezione di ripasso due giorni prima degli esami di fine anno.
Quel giovedì pomeriggio Nereus stava leggendo Animali, Spiriti e Fate appoggiato al muro esterno della capanna che dava sull'orto, mentre Lawrence scendeva verso di lui dal castello. Il lupo buttò la borsa dei libri davanti a lui e si sdraiò comodamente sull'erba con la testa sulle gambe di Nereus. Quest'ultimo sollevò il libro per fargli spazio e guardò giù, ma il più piccolo aveva chiuso gli occhi e si stava godendo la fresca brezza settembrina sorridendo leggermente.
"Stai comodo?" chiese il Magonò sarcasticamente.
"Non rompere, Ner, ho avuto una giornata d'inferno: sia Vitious che la McGranitt che Piton hanno fatto delle domande sullo scorso anno a tutta la classe e il mio saggio di Storia della Magia per l'estate sulla storia della magia celtica è stato valutato solo con A perché non ho fatto riferimenti alle rune scandinave! Sono proprio stufo."
Il bel nasino alla francese di Lawrie si arricciò di disappunto mentre incontrava gli occhi del suo migliore amico. Rinunciando a finire il libro, Nereus lo posò di lato e cominciò ad accarezzare i capelli biondo cenere del Tassorosso mentre guardava il cielo.
"Ehi, sono quasi le tre e mezza, Hagrid mi ha detto che oggi i primini provavano a volare!"
A proposito di Hagrid: gli aveva finalmente detto cosa c'era in quel famigerato corridoio del terzo piano. La pietra filosofale, seriamente? In un castello pieno di bambini? Ma la cosa più incredibile era Fuffi. Hagrid chiamava un Terranova Thor e un cerbero gigantesco Fuffi. A volte proprio non capiva il guardiacaccia.
"Eccoli infatti!" esclamò Lawrence sollevandosi di scatto dalla sua posizione sdraiata (sfiorando per un pelo il naso di Nereus, tra l'altro) e indicando una fila di una ventina di bambini che si dirigevano verso un prato vicino alla Foresta Proibita. I due decisero di guardarli dalla capanna, dato che avevano la visuale perfetta non solo per i bambini a terra, ma anche per quelli più spericolati che si libravano in aria.
Assistettero alla disastrosa caduta di Neville Paciock e al conseguente abbandono della classe da parte della professoressa per accompagnarlo in Infermeria. Preoccupati, si alzarono e cominciarono ad avvicinarsi, ma prima che potessero raggiungere la scolaresca videro i capelli biondo platino di Malfoy sfrecciare in aria, seguiti subito dopo da una figuretta grossa metà della scopa.
Nereus aveva notato un battibecco tra i due quel mattino a colazione, ma la McGranitt aveva sedato subito gli animi. Ora sembrava che il piccolo Purosangue si volesse vendicare per l'affronto subito.
"E' matto..." sussurrarono entrambi i ragazzi correndo sotto i due sfidanti. Malfoy lanciò qualcosa nell'aria e, mentre Harry si buttava all'inseguimento, il biondo scendeva di nuovo a terra acclamato dai suoi compagni di Casa.
"Signor Della Rovere!" urlò una Grifondoro dai capelli cespugliosi correndo verso il diciottenne "Ho provato a fermarlo, gliel'ho detto che Madama Bumb ci ha detto di non volare, ma lui non mi ha ascoltato..."
Nereus alzò una mano per chiedere silenzio, un gesto che aveva preso da Severus. Quel ragazzo era sottopeso e mezzo cieco: come diavolo faceva a volare così bene?
Harry prese l'oggetto alla fine di una picchiata vertiginosa e corse verso i suoi compagni sorridendo con il braccio alzato, la sfera di vetro che scintillava al sole. Tutto il suo entusiasmo si spense quando vide Nereus che lo guardava. Abbassò la testa e camminò lentamente verso di lui, poi gli porse la palla (che fu afferrata con non molta gentilezza) e sussurrò un "Scusi signore..." che solo Nereus e Lawrence sentirono.
"HARRY POTTER!" urlò la professoressa McGranitt avvicinandosi in fretta alla classe. Prima che potesse arrivarci, però, venne intercettata dal dal Magonò che le spiegò tutto ciò che avevano visto. Metà classe confermò la sua storia, mentre i Serpeverde proteggevano il loro compagno negando tutto. Dato che Nereus era comunque legalmente un adulto e soprattutto un membro dello staff di Hogwarts, venne data per buona la sua versione e Harry Potter e Draco Malfoy vennero scortati in Infermeria dalla professoressa McGranitt per fare in modo che Madama Bumb potesse decidere quanti punti togliere ai due trasgressori.

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Durante tutto il mese successivo c'erano stati diversi pettegolezzi fra gli studenti, alcuni totalmente assurdi: si diceva che Malfoy avesse sfidato Harry a duello e che quest'ultimo era stato premiato per aver vinto la sfida con una Nimbus Duemila e l'ammissione alla squadra di Quidditch di Grifondoro nonostante fosse solo un primo anno. Nereus sperava che l'intera voce fosse falsa: aver perso 20 punti per aver volato quel pomeriggio non era stato sufficiente per Malfoy? Inoltre Potter (che quel giorno aveva perso gli stessi punti di Draco, per poi guadagnarne cinque subito dopo per aver aiutato un compagno) non era nelle condizioni fisiche adeguate per giocare a Quidditch, quindi tutto questo era ridicolo.
Il giorno dopo aver letto le analisi di Harry, Silente aveva chiesto che un maginutrizionista specializzato in problemi alimentari, di nome Thomas Mittel, e uno psicomago dell'età evolutiva (infanzia e adolescenza), il signor John Cornwallis, si stabilissero in pianta stabile ad Hogwarts per aiutare Poppy, che era solo una Guaritrice pediatrica.
Per la fine di settembre Madama Chips aveva finito di visitare tutti gli studenti e il signor Mittel e il signor Cornwallis avevano terminato le cartelle cliniche entro la prima settimana di ottobre. Erano stati individuati ben sedici "casi problematici": due di essi erano già maggiorenni (una Grifondoro e un Tassorosso), e gli altri quattordici ragazzi provenivano tre da Grifondoro, quattro da Serpeverde, quattro da Corvonero e tre da Tassorosso e tutti vennero ricoverati finché tutte le loro ferite fisiche non furono guarite. A Harry venne effettivamente diagnosticata l'iperattività e fu uno degli ultimi ad uscire dall'ala ospedaliera, secondo solo alla Serpeverde del secondo anno Daphne Greengrass, su cui erano state rilevate evidenti tracce di abuso sessuale.
Il signor Cornwallis individuò almeno venti studenti con DSA e alcuni altri con Deficit dell'attenzione o iperattività. Tre studenti non presentavano ferite di alcun genere, ma due erano depressi e uno era autistico. Istituì perciò due ore due volte alla settimana in cui gli studenti (esclusi alcuni pazienti più gravi, che avevano appuntamenti fissi tre volte a settimana) potevano prenotarsi per una consulenza, ricoprendo il ruolo che lo psicologo scolastico aveva negli istituti babbani. Gran parte degli studenti vennero inseriti in gruppi di lavoro a tema alimentazione e a tema famiglia per far si che si confrontassero con i propri pari e capissero, con l'aiuto degli altri studenti con problemi simili, cos'era giusto o permesso e cosa no.
Il signor Mittel insistette per fare un programma nutrizionale anche allo staff, per "dare il buon esempio". Durante i pasti quindi ognuno aveva il suo menù personalizzato per raggiungere il proprio peso ideale, anche se il dottore aveva cercato di renderli più simili possibili per non caricare gli elfi della cucina di troppo lavoro, già complicato a causa di allergie, intolleranze e preferenze personali e religiose degli abitanti di Hogwarts.
Per i sette studenti a cui erano state diagnosticate malnutrizione, anoressia o bulimia vennero organizzati altri pasti durante la giornata, in modo che mangiassero poco e spesso.
Ci fu un po' di scompiglio all'inizio, quando alcuni ragazzi non volevano aderire ai provvedimenti dei medici, ma quando il Preside disse che per partecipare a ogni attività al di fuori delle lezioni (Quidditch compreso) era necessaria l'autorizzazione di tutti e tre i medimaghi, anche i più brontoloni si rassegnarono. La professoressa McGranitt aveva effettivamente permesso ad Harry di entrare nella squadra, ma, quando esse vennero riformate per escludere chi non era adatto a giocare, i Guaritori non avevano nemmeno dovuto leggere la sua cartella per impedirgli categoricamente di partecipare finché non avesse raggiunto i valori normali per la sua età.
Il Ministero, di fronte alle evidenze mediche, dovette procedere il più velocemente possibile a togliere dalla tutela dei parenti i casi gravi minorenni e a trovare una casa propria agli altri. Sui giornali inglesi se ne parlò molto, ma non furono inseriti i nomi delle famiglie coinvolte, nemmeno nel caso di Harry (cosa che invece fu fatta nelle testate delle altre nazioni).


* "curato in ospedale" vuol dire che i Dursley si sono degnati di portarlo al Pronto Soccorso, "curato autonomamente" vuol dire che Harry e la sua magia si sono dovuti arrangiare da soli, con risultati non sempre buoni.
** In Inghilterra non ci sono vaccini obbligatori, ma devi chiedere al pediatra se può somministrarli. Sono a pagamento, quindi potete immaginare come si sono comportati i Dursley.
*** "Spiegami!" o "Dimmi!", insomma, avete capito il senso.
**** "Al diavolo tu e le tue protezioni"

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Se le volte in cui Harry ha avuto l'influenza o il raffreddore vi sembrano troppe, pensate a quante volte voi avete avuto la febbre o la tosse e il naso tappato da piccoli, e vi accorgerete che i numeri non sono esagerati. Per il peso e l'altezza mi sono basata su peso e altezza ideale di bambini di 9 e 11 anni.
So che alcuni di voi non concorderanno con la frase "
Se c'era qualcuno capace di relazionarsi con dei bambini abusati, quello era proprio il Professore di Pozioni", ma io vedo Severus così. Cercherò di non renderlo assurdamente OOC come in certe ff che ho letto, in cui lui abbracciava Harry dopo due settimane e si faceva chiamare Sev. Capisco papà, ma Sev...
Mi dispiace per l'ultima parte, un po' tecnica, ma volevo che fossero ben chiari i provvedimenti presi dal Preside per evitare che queste situazioni continuassero a peggiorare nella sua scuola.

Ringrazio Neko02002 che ha aggiunto la mia storia nelle seguite, nelle ricordate e nelle preferite (Accidenti! Sono felice che ti piaccia così tanto!), Annika02 che, oltre ad aver inserito questa storia nelle ricordate, ha anche fatto una recensione lunghissima al capitolo 6 (grazie tesoro!), lella minerva che ha messo la storia nelle preferite e ha commentato in modo critico e costruttivo i capitoli 2, 4, 5, e 6 (grazie ancora!) e infine Kyem 13_7_3, la mia prima seguace, che ha commentato in modo dolcissimo il capitolo 6. Un grande grazie a tutte/i voi <3
Piccola comunicazione: ho il vizio, quando pubblico un capitolo, di rileggere i precedenti e aggiustare eventuali passaggi inesatti o errori vacanti. A volte riaggiornate la storia e guardate se ho cambiato qualche piccolo dettaglio (niente di importante, ovviamente!)
Correzione al precedente capitolo: l'erba più adatta per curare le ferite aperte è l'achillea (chiamata anche erba del soldato o erba delle ferite), mentre l'angelica è più usata nelle contusioni. E' un piccolo dettaglio ininfluente ai fini della storia, ma sono una persona pignola.
Finalmente sono riuscita a finire questo capitolo! La prossima settimana ho ancora un sacco di verifiche, ma appena comincia giugno sono libera!
Sarei felice se mi lasciaste una vostra opinione in merito a questo capitolo <3
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** 8: L'apprendistato con i centauri ***


Disclaimer: Harry Potter e tutti i personaggi e luoghi della saga sono di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, nè intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 8: L'apprendistato con i centauri

Una settimana prima di Halloween, Nereus stava tornando dall'ufficio della Professoressa Sprite, dove l'aveva aiutata a spostare le piantine di Grinzafico nella Serra n° 3 per la sua prima ora di lezione pomeridiana con il terzo anno Tassorosso-Grifondoro. Nel tragitto verso la Sala Grande per pranzare passò davanti alla classe di Incantesimi e decise di aspettare Lawrence, per fargli una sorpresa. A mezzogiorno il grande orologio segnò l'inizio della pausa pranzo e il quarto anno Serpeverde-Tassorosso, distrutto da quattro ore di scuola consecutive, uscì per andare a posare le borse nelle Sale Comuni e poi a mangiare. Senza neanche il tempo di spostarsi dall'arazzo a cui era appoggiato, il diciottenne si trovò le braccia piene di un Prefetto Tassorosso urlante di gioia.
"Ho sentito il tuo odore, ma pensavo che fossi solo passato per il corridoio!" disse il lupetto con gli occhi che brillavano.
Erano solo tre giorni che non si vedevano, ma per lui evidentemente sembrava passata un'eternità. In previsione della prima luna piena da quando si erano conosciuti (tre giorni dopo Halloween), Nereus aveva fatto una lunga e dettagliata ricerca in biblioteca sui lupi mannari (conoscendo il latino e il gaelico come conosceva l'inglese, aveva potuto leggere tutti i libri sull'argomento, anche i più vecchi) e, tra le altre cose, aveva scoperto che evidentemente Lawrence l'aveva istintivamente definito come "membro del branco", perché i licantropi erano così affettuosi e protettivi solo con i componenti del loro branco. Inoltre essi erano le uniche persone che tolleravano avere vicino durante la trasformazione, anche se erano umani, ma, ovviamente, solo se erano sotto gli effetti della pozione Antilupo.
Dopo aver accompagnato i Tassorosso giù nella loro Sala Comune, il ragazzo seguì Lawrie in dormitorio, curioso di vedere com'erano fatte le camere degli studenti. Dietro la botte su cui si doveva battere per poter entrare, un piccolo cunicolo, terroso e in salita, portava all'accogliente sala rotonda dal soffitto basso, che a Nereus ricordò subito i disegni delle tane dei tassi che aveva visto al monastero su un libro del XVI sec. per insegnare ai giovani Lord a cacciare. Salutò Tosca Tassorosso, che gli sorrideva dal quadro sopra il caminetto decorato con tassi danzanti, brindando con una piccola coppa a due manici. Tutta la sala era affrescata con scene mitologiche che parlavano di lealtà e duro lavoro e dal soffitto pendevano drappi gialli e neri che facevano pendant con la moquette giallo scuro e le poltrone in pelle nera. Le finestre tonde erano circa deci centimetri sopra il livello del terreno, dunque la luce che comunque arrivava da esse era costantemente oscurata dalle ombre dei piedi dei passanti.
L'ingresso ai dormitori erano due porte ai lati del caminetto, destra per i maschi e sinistra per le femmine. Entrando si arrivava in uno spazio circolare con sette porte che portavano ad altrettanti dormitori con letti in legno, coperte patchwork, bagni (uno per ogni anno) e un disordine da far invidia ai Grifondoro. Il letto del Prefetto si riconosceva immediatamente, perché, come tutti i suoi compagni di anno (Herbert Fleet, Malcom Preece, Stanley Stebbins e Anthony Rickett), aveva una pergamena appesa sulla testata del suo letto con su scritto "Lawrence Lloyd". Nereus notò con piacere che il suo amico aveva appeso tutti i disegni che gli aveva dato, compreso il ritratto, sopra al suo comodino.

**********************

In Sala Grande, quel giorno, si assistette ad un fatto piuttosto drammatico. Una bambina del terzo anno Corvonero si rifiutava di mangiare: era una delle sette persone a cui era stato diagnosticato un disturbo alimentare e, nel suo caso, era anoressica. Se ne stava lì, con le braccine incrociate e il viso corrucciato, fissando il piatto di spezzatino di pollo e purè come se fosse avvelenato e niente che i suoi compagni le dissero riuscì a smuoverla. Il suo Caposcuola, guardando nel suo calice, si rese conto che la ragazza non aveva preso le sue due pozioni per aumentare l'appetito e per evitare di vomitare dopo aver mangiato. Spaventato, corse a chiamare Mittel che, dopo diversi tentativi, dovette portarla in infermeria per ricoverarla nuovamente: era una delle anoressiche più gravi e se non avesse aumentato di almeno un chilo il suo peso entro Halloween avrebbero dovuto portarla d'urgenza al San Mungo.
"Non la possono alimentare artificialmente?" chiese la professoressa di Babbanologia a quella di Antiche Rune, mentre la poverina scalciava infuriata urlando che "doveva mantenere il controllo" mentre il dottore e il Caposcuola la trascinavano via.
"Possono, ma le pozioni nutritive forniscono solo i nutrienti necessari: se non mangia, lo stomaco smetterà di funzionare e non potrà più mangiare nulla."
Charity riprese a mangiare con sguardo triste. Gli altri studenti sussurravano fra loro commentando il fatto e spronando i loro compagni malati: Harry si vide riempire il piatto del triplo del cibo che gli era concesso mangiare per pasto e, dato che nessuno sembrava accorgersi di questo fatto, Nereus si alzò e andò a svuotare il piatto dell'undicenne fino ad arrivare ad una quantità più accettabile. Harry sospirò sollevato e gli permise addirittura di toccarlo brevemente sulla spalla.
Tornato al suo posto, Hagrid si chinò verso di lui e gli sussurrò: "Stasera al tramonto indossa le tue vesti da lavoro e prendi il tuo arco: andiamo nella Foresta Proibita, voglio farti conoscere qualcuno di speciale."
Alla richiesta di maggiori dettagli, il gigante rispose con un sorrisino preoccupantemente felice, come un bambino che stava per mostrare alla mamma quanto era stato bravo, ma rispose solo con un "Vedrai".

**********************

E precisamente quando il sole sparì dietro l'orizzonte, Nereus era fuori dalla capanna, seduto a cavalcioni della staccionata. L'arco in titanio e la faretra con venti frecce gli pendevano dalle spalle muscolose, pronti per essere usati in caso di pericolo. Indossava una tuta tutta d'un pezzo* aderente come una seconda pelle in pelle nera di Graphorn, rinforzata nei punti vitali (petto, addome, spina dorsale, genitali e testa). Aveva anche il cappuccio, che poteva essere sollevato in caso di necessità. Ai piedi aveva due alti scarponi rinforzati che servivano apposta per addentrarsi in posti eventualmente pericolosi o impervi.
"Perfetto, sei pronto. Andiamo, seguimi." disse Hagrid uscendo di casa e afferrando la balestra. Thor li seguì, stranamente silenzioso. Appena gli alberi cominciarono ad essere più fitti, il Mezzogigante si girò verso il Magonò e fece la faccia più seria che il ragazzo gli avesse mai visto stampata sul viso.
"Questa esperienza l'ho fatta anche io quando ero apprendista guardiacaccia, quindi so che può sembrarti strano ciò che stai per vedere, ma è importante che mi assecondi e che fai quello che ti dico. Intesi?"
"Certo Hagrid." rispose il diciottenne, irrigidendosi istintivamente quando sentì un forte frusciare di foglie alla sua sinistra.
"Buonasera Hagrid. Chi è il giovane uomo che porti con te?"
"Buonasera a te, Fiorenzo. Lui è Nereus, il mio aiutante... o, come dite voi centauri, il mio apprendista."
"E' il tuo puledro quindi?" chiese un centauro appena arrivato, dal manto color castagna e i capelli rosso scuro.
"Sì, Conan, e sono qui per chiedere ciò che mio padre aveva chiesto per me." rispose a sorpresa il Mezzogigante, facendo sgranare gli occhi a Nereus, che però non disse niente, come gli era stato ordinato.
Le due creature gli girarono intorno, scrutandolo dall'alto dei loro tre metri e mezzo. Fiorenzo gli venne davanti e gli sollevò il mento con una nocca, spostandoglielo per guardarlo. Era un bell'esemplare, dal corpo sauro e i capelli biondo platino. Conan gli sfiorò le labbra e comandò: "Apri". Il ragazzo perplesso ubbidì prontamente e spalancò la bocca mostrando loro i denti. Si ricordava infatti che lo stato di salute di un cavallo si vedeva dallo stato dei suoi denti ed evidentemente i centauri usavano lo stesso metro di giudizio.
"E' idoneo." dissero entrambi gli animali in coro e il diciottenne sentì distintamente Hagrid sospirare di sollievo.
"E' più grande di come eri tu quando tuo padre ti portò da noi. In teoria, alla sua età i nostri puledri perdono il loro stato di cuccioli e si sposano, ma vedremo cosa possiamo fare. Torna domani sera qui e ti diremo quanto ci vorrà." concluse Conan, girandosi e trottando via.
Hagrid lo abbracciò con forza e lo rassicurò, dicendogli che tutto sarebbe andato bene e che con i centauri era al sicuro. Fiorenzo gli mise una mano su una spalla e lo guidò nella boscaglia da cui le due creature erano spuntate. Nereus si voltò un'ultima volta indietro, ma Hagrid già se ne era andato.
"Non aver paura, puledrino. Tuo padre sa quello che fa." gli sussurrò Fiorenzo spostando i rami bassi per lui.
"Grazie, signore."
Dopo una ventina di minuti di camminata (Nereus era inciampato in una radice solo due volte e lo considerava un successo) spuntarono in una radura molto grande, in cui era radunata la più grande mandria di centauri che il ragazzo avesse mai visto... non che ne avesse viste molte, in effetti. C'erano animali di tutte le età, dai puledrini nati da poco e instabili sulle quattro zampe a vecchi quadrupedi sdraiati sull'erba perché non avevano abbastanza forza per stare in piedi. Il Magonò, estremamente imbarazzato, cercò di non guardarsi troppo in giro: le centaure erano a petto nudo come i maschi, con il seno in bella vista.
Concentrò la sua attenzione su quello che sembrava il capobranco, un centauro di mezz'età totalmente nero e dalla faccia arcigna a cui Conan stava facendo rapporto.
Mentre stava cercando di non farsi prendere troppo dall'ansia, si sentì tirare per la mano e si girò verso una puledrina bianca e beige che dimostrava a malapena quattro anni umani. Lei lo fissò intimorita con i suoi occhioni marroni e poi galoppò a nascondersi dietro il corpo pezzato della madre, che la rassicurò sommessamente. Come se quello fosse stato un segnale, pian piano tutti i centauri della zona vennero da lui. Addirittura un baio che doveva avere poco più di quindici anni umani (alto comunque non meno di tre metri) lo sollevò dalle ascelle senza sforzo, lo guardò bene davanti e dietro e poi lo rimise giù, borbottando che non capiva come facesse Nereus ad essere più muscoloso di lui nonostante pesasse un quarto di quello che pesava lui. Una giovane madre color caffè, doveva avere la sua età, si avvicinò a lui e le mostrò il suo bambino nato da due giorni, che camminava a stento aggrappandosi alla sua coda, chiedendogli cosa ne pensasse. Lui si accucciò in modo da arrivare all'altezza degli occhi del neonato (un piccolo palomino dai capelli chiari) e disse che secondo lui era bellissimo e che sarebbe cresciuto come un forte guerriero. Questo spinse altre madri a chiedergli la stessa cosa e Nereus vide anche diverse giumente incinte fra loro.
Il capobranco s'impennò e nitrì forte, facendo correre tutti di nuovo ai propri posti e lasciando il ragazzo impaurito in mezzo alla radura. Il mustang si avvicinò, si presentò come Cassandro e gli chiese se sapesse che cosa doveva fare lì e perché. A Nereus Cassandro ricordò molto Piton con i suoi studenti, dunque cercò di rispondere il più sinceramente possibile, dicendo che "suo padre" gli aveva solo detto che sarebbe stato al sicuro e che doveva obbedire a ciò che gli avrebbe detto il capobranco. La creatura sembrò sufficientemente soddisfatta della risposta e mise le mani ai lati del viso del Magonò, con i pollici sulle tempie e il resto delle dita sulla nuca. Mormorò qualche parola in una lingua che Nereus non riconobbe, probabilmente greco, dato che i centauri erano originari di lì. La sua vista si sfocò per un minuto circa, mentre Cassandro esaminava tutte le conoscenze che possedeva. Quando ebbe finito Nereus si sentiva un pò disorientato, ma si impedì di crollare a terra come una femminuccia, se non altro per non dare possibilità a Cassandro di trattarlo male.
Il morello disse a Conan qualcosa che Nereus non capì e l'altro annuì. Poi, finalmente, il Capobranco si rivolse a lui.
"Tuo padre, come suo padre prima di lui, ti ha portato da noi per completare la tua formazione. Le tue conoscenze umane, magiche e non, sono adeguate, e di questo devi ringraziarlo, ho visto raramente un puledro così intelligente. Ma ora sei qui per apprendere tutto ciò che noi creature magiche possiamo insegnarti. Grazie a quell'incantesimo che ti potenzia la memoria a lungo termine che porti addosso, non dimenticherai nulla, perciò possiamo tenerti meno del tempo che normalmente richiederebbe una formazione del genere, cioè anni. Tuo padre, per esempio, è stato due anni con noi, uno con i Maridi, tre con i folletti e uno con gli elfi domestici e le ninfe. A te basterà una settimana per ognuno di noi. In teoria dovresti fare apprendistato anche presso i lupi mannari, ma dato il tuo legame con un giovane adulto di quella specie abbiamo deciso di lasciar fare a lui. Sarai con i puledri già sessualmente maturi, quelli che voi umani chiamate "adolescenti". Hai domande?"
Nereus non rispose, ancora frastornato. Sarebbe stato via da Hogwarts un mese? Si sarebbe perso la luna piena di Lawrence!
"In realtà, ho delle domande..." disse il Magonò, cercando di non far tremare troppo la sua voce. Dannazione, non stava davanti a una manticora! Era solo un centauro con manie di grandezza!
"Bene, far domandè è simbolo d'intelligenza" commentò un anziano nelle retrovie. Nereus pose le sue domande in mezzo a un assenso sussurrato da parte della mandria a quello che aveva detto la vecchia creatura. Cassandro fece una smorfia infastidita e Nereus decise: quel centauro proprio non gli era simpatico.
"La prima riguarda Law-ehm... il giovane lupo... tra poco più di una settimana è luna piena e..."
"Non preoccuparti" stavolta era stato Conan a parlare " non è obbligatorio fare tutti gli apprendistati di seguito, anche se sarebbe consigliato... Puoi decidere tu quando far cominciare la tua settimana presso un gruppo di creature." Il centauro sorrise quando vide la tensione nel corpo del piccolo puledro umano scomparire: com'erano strani, questi esseri umani.
"L'altra domanda che ho è questa: centauri, Maridi, folletti, elfi domestici, ninfe, licantropi... non mancano i vampiri, Veela e un sacco di altre creature?"
"I vampiri non interagiscono con esseri di specie diversa dalla loro, dunque non sarebbe possibile ottenere un incontro con loro a meno che tu non ti facessi trasformare apposta. Le Veela ormai sono piuttosto rare e sarebbe difficile per te raggiungere uno dei loro clan: il più vicino a noi è in Provenza, nel sud della Francia. Le altre creature hanno molto da insegnarti, questo è vero, ma non riuscirebbero comunque a comunicare efficacemente con te perché non parlano nessuna delle lingue degli umani." disse la voce baritonale di Fiorenzo, che non si era mai mosso dal suo fianco.
"Bene, se abbiamo finito, è già un'ora dopo il tramonto e non è bene che i puledri siano svegli durante la notte. Xander, ti affido l'umano, mostragli com'è la vita di un centauro."
Dopo queste "perle di saggezza", Cassandro galoppò in direzione di uno dei molti sentieri che si diramavano dalla radura e scomparve. Xander, un giovane adulto dal pelo totalmente bianco che faceva contrasto con la sua pelle scura come il carbone si avvicinò a lui con un sorriso bonario e senza preavviso lo afferrò, se lo mise sotto il braccio e galoppò in direzione degli adolescenti ridenti dall'altra parte della radura.
"Ehi, mettimi giù!" urlò infastidito il Magonò, scalciando e agitando i pugni senza successo.
"D'accordo" rise Xander, lasciandolo cadere per terra appena erano arrivati davanti al piccolo gruppo.
"Grande, Mr. X!" disse il quindicenne baio mostrando la mano all'altro centauro perché gli desse il cinque.
"E questo da dove viene Belarus?" protestò una femmina grigia con le mani sui fianchi mentre l'albino assecondava il suo amico battendo la sua mano in quello strano gesto appena imparato.
"Ho sentito due puledri umani vicino al castello fare lo stesso: uno ha detto "Caro Mr. "non ce la faremo mai", hai visto che Gazza non ci ha beccati?" e l'altro ha risposto con questo gesto dicendo "Grande, quella caccabomba se la ricorderà per sempre quel gattaccio pulcioso!""
"Non te la prendere, giovane guerriero." disse una voce femminile alla destra di Nereus, che quasi saltò dallo spavento prima di accorgersi che a parlare era stata una puledra dal manto isabella e la carnagione ispanica che dimostrava si e no sedici anni. Nonostante questo (perché Nereus non era affatto sicuro che i centauri avessero il loro stesso sistema di misurazione dell'età: non si sviluppavano tre volte più lentamente?) la sua testa era allo stesso livello di quella di Nereus: il ragazzo si rese conto di trovarsi di fronte a una centaura pony.
"Non me la devo prendere per cosa?" chiese il Magonò, fissandola negli occhi di un caldo marrone.
"Per Cassandro. Non ama molto gli umani, ma non è colpa sua. Mia madre mi ha detto che è nato in cattività pochi anni prima che le riserve dei centauri fossero dichiarate illegali e ha visto come i maghi del Ministero trattavano la sua mandria. Quando è riuscito ad andarsene da lì ha raccolto tutti i fratelli e le sorelle sopravvissuti alle riserve inglesi e irlandesi e hanno cercato un posto sicuro dove far prosperare la colonia lontano dai Babbani e dalle grinfie di maghi senza scrupoli.
Sono arrivati in questa valle quando il preside Dippet era appena entrato in carica e hanno fatto un patto di non belligeranza con loro. Molti dei sopravvissuti erano stati importati da altre nazioni, per questo vedi manti e carnagioni tutte diverse, e non solo i manti grigi o baii originari della Grecia. Inoltre siamo più grandi, i nostri antenati greci erano alti massimo un metro e venti al garrese. Dunque vedi, non ha tutti i torti... Xander e Belarus invece sono solo due idioti, soprattutto il secondo. Xander fra una settimana diverrà adulto e non potrà più permettersi queste bambinate in pubblico." concluse con un mezzo sorriso triste la giovane.
Nereus fece un paio di calcoli: Armando Dippet aveva iniziato il suo mandato nel 1840... accidenti, Cassandro aveva qualcosa come 150 anni?? Adesso gli sembrava ovvio che i centauri crescessero più lentamente degli umani. Dunque la puledra (come si chiamava, a proposito?) doveva avere almeno... 45- 48 anni? Che strano...
"Sono Kennah, comunque" si presentò lei.
"Nereus" rispose il ragazzo, ma non si aspettava che la centaura lo salutasse con un forte abbraccio. Purtroppo tutto questo entusiasmo causò ehm... un'altra manifestazione di entusiasmo da parte del ragazzo.
"Guarda là, Kenny si è trovata un compagno!" urlò ridendo Belarus e nonostante i frettolosi cenni negativi di un imbarazzato Magonò, continuò indicando il suo... entusiasmo: "Quello succede solo con i compagni di legame, caro il mio umano!"
Xander dimostrò tutta la sua maturità schiaffeggiando sulla nuca il giovane esuberante.
"Ahi! Che ho fatto?"
"Non ti ricordi niente di quello che Fiorenzo ci ha detto sugli umani? Loro scelgono con chi legarsi, non nascono già con un compagno predestinato. Dunque il loro corpo ogni volta che vede qualcuno che potrebbe piacergli fa quella reazione! Guarda, è già sparito! Vuol dire che non sono compagni di legame, la trova solo bella, hai capito, testa di cinghiale?" concluse il giovane prendendo per un orecchio il più piccolo per portarlo da Nereus e costringerlo a scusarsi.
Il ragazzo, ancora rosso di vergogna, precisò che aveva avuto quella reazione perché le donne umane si coprivano il petto, dunque non era abituato a sentire i seni delle ragazze premuti su di lui così all'improvviso. Anche Kennah si scusò prontamente, anche se non aveva idea del perché gli umani si vergognassero tanto delle reazioni naturali dei propri corpi. Lo stallone mollò il baio e mise un braccio intorno alle spalle di Nereus, tranquillizzandolo dicendogli che quella sua raezione era più che normale, dopotutto la ragazza era una fra le più belle della madria ("dopo la mia Freya, ovviamente"), ma avrebbe dovuto abituarsi, perchè anche le Maridi giravano a petto nudo e le ninfe erano addirittura completamente nude!
E così fu. Una settimana passò decisamente in fretta: di notte dormiva rannicchiato in mezzo a tutti gli altri giovani maschi, mentre le femmine dormivano da tutt'altra parte per evitare legami prematuri; al mattino mangiava e cacciava con loro, affinando ancora di più, se possibile, la sua abilità come arciere e le sue conoscenze in campo medicinale ed erboristico; al pomeriggio seguiva l'uno o l'altro membro del branco, imparando come gestire i giovani puledri, come intrecciare cesti di vimini o piazzare trappole. Le sue conoscenze di Astronomia, Astrologia e Divinazione si ampliarono così tanto che alla fine della settimana le sue conoscenze erano uguali a quelle di un centauro adulto. Non era la prima e non sarebbe stata l'ultima volta che ringraziava quell'incantesimo che Poppy aveva messo su di lui che, oltre a potenziargli la capacità di apprendimento, rendeva permanente tutto ciò che imparava. Decise che alla fine dei vari apprendistati avrebbe scritto un libro: tutto quel sapere non poteva non essere condiviso.
La sera prima di Halloween era la sera dell'iniziazione di Xander e tutti si erano radunati nella radura per la celebrazione. Nereus era fieramente in piedi fra uno stranamente serio Belarus e una commossa Kennah e indossava una corona di fiori di pero intrecciati con viole blu** come tutti gli amici e le amiche più stretti di Xander. Il suddetto centauro stava camminando lentamente sul sentiero che dal ritrovo degli adolescenti arrivava nella radura. Sua madre gli aveva dipinto il corpo con ghirigori e simboli arcaici, che spiccavano bianchi sulla carnagione scura e neri sul pelo bianco come la neve. Mentre gli passava davanti, Kennah si gettò singhiozzante sulla spalla di Nereus, che la abbracciò stretta come quella prima volta, con gli occhi umidi dalla commozione. Nonostante fosse passata solo una settimana gli sembrava di conoscerli da sempre e sapeva che non avrebbe mai potuto lasciarli il giorno dopo, per tornare ad Hogwarts. I centauri maschi intonarono un canto baritonale quando Cassandro sollevò una corona composta da lui stesso e la mise sulla testa ricciola del giovane.
"Fiori di maggiociondolo per darti il benvenuto fra noi per la seconda volta, bacche di belladonna per la tua fierezza, fiori di ginestra per raccomandarti l'umiltà, foglie di quercia per augurarti sempre forza. Xander del branco di Cassandro, nel territorio della Foresta Proibita di Hogwarts, prometti di difendere questa mandria e i suoi componenti con la tua vita?"
"Lo prometto, capobranco"
"Prometti di cercare di migliorarti sempre e di aiutare chi ne ha bisogno, sia esso centauro o di altra specie, con dignità e solerzia?"
"Lo prometto, capobranco"
"Prometti di non tradire mai le tradizioni e le usanze del tuo popolo?"
"Lo prometto, capobranco"
"Allora io, Cassandro, capobranco della mandria della Foresta Proibita di Hogwarts, nomino te, Xander, guerriero della mandria, finchè rispetterai il giuramento."
Il canto dei giovani centauri divenne più forte man mano che la cerimonia andava avanti, fino a riempire di echi tutta la radura come il morello porse al nuovo guerriero un arco in legno resistentissimo e una freccia che Xander e Nereus avevano costruito il giorno prima. Il centauro lo prese, incoccò la freccia, si alzò più che potè sulle zampe posteriori e con un urlo di gioia e liberazione scagliò la freccia in alto nel cielo: lui e la sua compagna si sarebbero stabiliti nel punto dove essa fosse caduta. Tutta la mandria urlò di gioia, ma la cerimonia non era ancora finita: infatti, ora che era un adulto, Xander poteva finalmente legarsi alla sua Freya, che era diventata adulta il mese prima.
Infatti eccola avanzare dal sentiero che proveniva dal punto di riposo delle centaure nubili e vedove verso il suo promesso sposo: anche lei, come suo padre, era una morella, cioè aveva il manto completamente nero abbinato a una carnagione scurissima. La corona di fiori d'arancio e fiori di tiglio che portava sui riccioli scuri le stava d'incanto e faceva risaltare quell'unico garofano bianco che lei teneva fra le mani nell'incavo dei seni***. Xander la prese per mano e si misero di fonte al padre di lei, che, commosso, legò un nastro verde bosco fra le loro mani unite e chiese loro:
" Xander e Freya, giurate di proteggere l'altro con la vostra vita?"
"Lo giuriamo" dissero in coro i due sposini.
"Giurate di crescere i vostri figli insieme al meglio delle vostre capacità e secondo le tredizioni e le usanze del nostro popolo?"
"Lo giuriamo"
"Giurate fedeltà e rispetto l'uno all'altra?"
"Lo giuriamo"
"Allora io, capobranco di questi due giovani e padre della sposa, chiedo alla magia di completare il rituale di legame."
Una pioggia di foglie mista a scintillii dorati avvolse i due centauri, nascondendoli alla vista. Quando essa si dissolse i due si si stavano staccando da un bacio mozzafiato sorridendo.
"Andate a trovare quella freccia, forza!" disse Cassandro spingendoli in quella direzione.
I due vennero sommersi di abbracci e baci e Nereus non faceva eccezione, saltando al collo di Xander e urlandogli nelle orecchie tutta la sua felicità.

**********************

"Forza Nereus, fra meno di un'ora hai il banchetto di Samhain, o di Ognissanti, o di Halloween... non ci capisco più niente con tutte queste vostre religioni umane."
"Non voglio andare Kennah"
"Dovrai staccarti dal mio collo a un certo punto"
"No"
"Come no?"
"Voglio stare con voi"
"Siamo tutti già promessi e uno è pure sposato, ma grazie per l'offerta"
"Piantala Belarus, lo sai che gli umani vivono ogni evento in modo più intenso rispetto a noi"
"Ora che sei un adulto fai il genio? Ah no, lo facevi anche prima... Questi si chiamano capricci, come quelli che fa tua sorella Tessa quando tua madre non vuole portarla a galoppare"
"Nereus!"
"Ner!"
Il ragazzo si staccò dall'abbraccio della centaura solo per essere stritolato da suo "padre" e da Lawrie.
"Mi sei mancato tanto figliolo, c'è un sacco di lavoro che devi fare"
"Lo so papà, si mi sono divertito, grazie per avermelo chiesto"
"Oh, scusa, lupetto" disse Hagrid e si spostò per permettere anche a Lawrence di soffocare il suo migliore amico dopo che il Tassorosso aveva cercato di attirare la sua attenzione con colpi di tosse sempre più forti.
IL licantropo mise subito il naso nel collo del Magonò per sentire il suo odore, ma si ritrasse quasi subito infastidito.
"Ehw, puzzi di cavallo!"
"Succede quando dormi una settimana con addosso un centauro che russa"
"Io non russo!"
"Io non ho detto di star parlando di te, Belarus, poteva anche essere Xavier o Renan, o qualunque altro centauro maschio dai quattordici ai diciotto anni."
"Ah, ah, divertente"
"Forza bambini, è tempo di tornare." dise il guardiacaccia incamminandosi verso Hogwarts.
Nereus si voltò verso le tre creature, la mano di Lawrence nella sua e non sapeva da quanto fosse lì.
"Ci rivedremo presto" assicurò ai suoi amici.
"Sarà meglio per te" borbottò Kennah incrociando le mani sotto al seno dorato.
"Fila via, umano, prima che cambi idea!" disse Belarus dandogli giocosamente una pacca sul sedere, che però lo fece comunque finire disteso faccia a terra con Lawrence sulla schiena.
Quando i due se ne furono andati, i due adolescenti si girarono verso Xavier dicendo in coro: "Pensi che lui...?"
"No" disse sospirando quest'ultimo, poi guardò il cielo stellato e sorrise "ma lo scoprirà presto".




*quindi non pantalone e maglia a maniche lunghe, proprio quel tipo di tuta che la infili dai piedi e ti ricopre tutto il corpo, chiusa da una cerniera che va dall'ombelico al mento. Metto qui una foto che ho preso da uno dei miei libri preferiti che rende bene l'idea.

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** Viola blu = fedeltà, fiore di pero = amicizia durevole
*** Fiori d'arancio = castità, tiglio = amore coniugale, garofano bianco = fedeltà eterna, amore reciproco

+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+

Altezza dei centauri: 1,70 (altezza al garrese di un cavallo medio) + 1.60 (altezza di un essere umano medio)
Se avete qualche problema con il lessico dell'equitazione chiedete pure spiegazioni.
Ringrazio dal profondo del mio cuore lella minerva per i suoi consigli sempre indicati e ShessomaruJunior per aver recensito il capitolo 7.
Ringrazio tutti i miei lettori silenziosi: abbiamo superato le 250 letture al primo capitolo e fino al capitolo quattro ci sono più di 100 letture! Per me significa tanto, perché io tendo a leggere solo storie complete, quindi so quanto sia difficile seguire una storia incompleta con pubblicazione irregolare come questa. Grazie mille a tutti <3
Capitolo più lungo per scusarmi per l'attesa. Prossimo: Il banchetto e la loro prima luna insieme.
Cosa ne pensate? RECENSITE! <3

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Capitolo 9
*** 9: Banchetti e rituali ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap. 9: Banchetti e rituali

I tre uscirono dalla Foresta Proibita provando sensazioni contrastanti: da un lato, Hagrid e Lawrence erano felici di rivedere il loro amico, ma soprattutto il primo sapeva cosa stava provando il Magonò: quando aveva sedici anni suo "padre" e Cassandro erano dovuti andare a prendere lui e Fiorenzo dall'altra parte della Foresta, dove si erano rifugiati per non farsi separare. Nereus invece era felice di tornare ad Hogwarts, ma allo stesso tempo triste a causa della conversazione avuta con le tre creature pochi minuti prima. A distrarlo da quei pensieri cupi ci pensò un Terranova di 70 kg sbavante e scodinzolante che andava sotto il nome di Thor.
"Ciao bello! Ti sono mancato, eh, bestione? Sì, lo so, puzzo... non mi leccare! Thor, dai!" rise Nereus sepolto sotto l'esuberante canide.
Hagrid lo aiutò ad alzarsi e gli ordinò di lavarsi prima di scegliere i vestiti da mettersi: anche se c'era poco tempo, non avrebbe mandato il suo aiutante in quello stato alla festa.
I due Guardiacaccia non avevano una vasca e nemmeno una doccia come nei bagni super attrezzati del castello, solo una latrina esterna e un grande lavatoio di granito sul retro della casa, in cui erano attivi un incantesimo per evitare che l'acqua, anche se ferma, stagnasse e un altro che attingeva automaticamente il liquido dal pozzo. Per lavarsi dovevano insaponarsi con un sapone fatto in casa (olio di oliva, cenere del camino e olii essenziali a seconda dell'uso, non quelle robacce chimiche Babbane irritanti ed inquinanti) e poi versarsi addosso una bella secchiata o due di acqua fresca per sciacquarsi. D'inverno o quando avevano tempo andavano a fare la doccia nel bagno degli insegnanti, ma era sempre occupato e quel giorno bisognava fare in fretta. Lawrence decise di aiutarlo ed evocò un getto d'acqua calda dalla sua bacchetta; non conosceva l'incantesimo per l'aria calda, però, dunque Nereus dovette asciugarsi i capelli spazzolandoseli davanti al camino, dato che il sole era già tramontato.

**********************

"Hai una vasta scelta!" ironizzò il licantropo davanti all'armadio aperto del Magonò.
"Vuoi darmi un consiglio o no?" chiese il diciottenne sdraiato di traverso sul suo letto come mamma lo aveva fatto, guardandolo a testa in giù. Lawrie gli lanciò addosso un paio di mutande, la sua toga da mago verde oliva (quella che in un primo momento aveva classificato come "verde spento", lavata si era dimostrata di un colore decisamente diverso) e il suo paio di scarpe da ginnastica babbane, che fortunatamente il ragazzo prese prima che gli arrivassero in faccia come le altre due cose. Per dispetto lanciò il cuscino all'altro, che lo schivò senza problemi e commentò con un "Oh, molto maturo da parte tua". Il Tassorosso stava cercando di non guardarlo mentre si vestiva, ma la sua mente da quindicenne continuava a fargli notare gli addominali scolpiti, i bicipiti forti e il contrasto fra i ricci neri e gli occhi verdi di Nereus. Era così muscoloso anche prima di andare dai centauri? Non se lo ricordava, o forse non l'aveva mai notato...

**********************

Arrivarono in Sala Grande giusto in tempo per ascoltare il discorso di Silente in merito a quel Banchetto: nonostante cercassero di andare ai loro posti senza concentrare troppa attenzione su di loro, chiedere ad Hagrid di avanzare silenziosamente era come pretendere che Mrs. Purr cominciasse improvvisamente ad abbaiare.
"Benvenuti a tutti voi, compresi i ritardatari. E' con grande piacere che auguro un felice anno nuovo a tutti i Wiccan che oggi festeggiano Samhain e una buona festa dei morti a chi festeggia la vigilia di Ognissanti" Gran parte degli allievi applaudì entusiasta: gli studenti neopagani erano riconoscibili dagli abiti rituali che portavano, segno che dopo il banchetto avrebbero officiato secondo la loro tradizione, e dal fatto che sui tavoli intorno a loro c'erano solo i cibi tradizionali per quella festa*. "Per noi altri, che inizi il banchetto di Halloween!"
Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo dalle pareti e dal soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche più piccole che Hagrid aveva intagliato apposta per l'occasione, lasciando la loro polpa e gli ortaggi più grandi alla cura degli elfi domestici. Mentre cominciava a mangiare, Nereus notò con dispiacere che mancavano alcuni studenti all'appello: un posto vuoto a Grifondoro e due a Tassorosso, che appartenevano a due terzi anni che avevano fatto esplodere il loro calderone due ore prima, durante l'ultima lezione di Pozioni della giornata, e che Severus aveva dovuto accompagnare in Infermeria. Chiese informazioni a tutto il personale, ma nessuno sapeva spiegargli perché Hermione Granger non fosse presente. Nereus pensò che probabilmente si era addormentata. Notò l'assenza di Raptor, ma prima che potesse chiedere sue notizie, quest'ultimo entrò nella sala di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto in volto. Si avvicinò al tavolo principale, si accasciò davanti al professor Silente e sussurrò (ma nella stanza silenziosa lo sentirono tutti): "Un troll... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire", per poi svenire del tutto e cadere sul pavimento di pietra con un forte tonfo. Tutti i bambini cominciarono ad urlare terrorizzati e ci vollero tutta la buona volontà dei due Caposcuola e diversi petardi viola dalla bacchetta del preside perché tutti si calmassero abbastanza da sentire cosa dovevano fare. Nereus era subito scattato in piedi ed era corso verso Ronald. Quando arrivò abbastanza vicino, inorridì nel vedere che oltre ad Hermione mancava anche Harry.
"Ron! Ron, calmati! Mi devi dire dove sono Harry ed Hermione!"
"Nereus! Harry è uscito cinque minuti fa per andare al bagno ed Hermione è chiusa in bagno a piangere da due ore! Oh Nereus, è colpa mia, l'ho insultata, mi dispiace tanto..."
"Adesso non c'è tempo! Tu segui tuo fratello e non tornare indietro, mi hai capito? Vai!"
Il Magonò spinse il bambino in fila e corse fuori dalla Sala Grande. Hagrid raccolse il professore e cominciò a portarlo in Infermeria. Severus scagliò silenziosamente un Incarcerus su Raptor, che si sarebbe sciolto appena fosse stato ben chiuso nell'ala ospedaliera, e seguì Nereus di corsa. Aveva notato anche lui l'assenza di Harry. Quella sera, con il permesso del preside, dopo la cerimonia di Samhain lo avrebbe portato a visitare le tombe dei suoi genitori, come faceva lui stesso ogni anno... e se il ragazzo fosse stato preso dal Troll?
Dopo pochi secondi sentì delle urla provenire da destra, verso il bagno delle ragazze al piano terra.
"Ehi, amico! Guarda di qua, io sono più buono di loro due!" gridò Nereus attirando l'attenzione dell'essere gigantesco lontano dai due primini. Il troll alzò la clava e corse verso il Magonò, che, ottenuto ciò che voleva, corse nella direzione opposta. Severus li vide e lanciò il suo secondo Incarcerus della serata contro il bestione, che cadde a terra gridando indignato. Ora che il pericolo era scampato, i due corsero nel bagno, dove una singhiozzante Hermione cercava di far uscire un tremante Harry da sotto un lavandino sbeccato.
"Harry, ti prego, esci di lì, dobbiamo aiutare il signor Della Rovere, sta affrontando il troll per noi... Harry, perfavore..."
"Va tutto bene signorina Granger, il troll è inoffensivo"
"Oh!" urlò la bambina, e corse da Nereus, piangendo nelle sue vesti lacrime di paura. Il ragazzo la prese in braccio come avrebbe fatto con Leandros, confortandola e passandole una mano sulla schiena. Severus era con Harry, accovacciato sul pavimento fradicio e sporco del bagno, tendendo una mano aperta verso il ragazzino spaventato, in silenzio. Dopo quelle che sembrarono ore, la piccola mano di Potter afferrò saldamente quella di Severus e il bambino si fece trascinare fuori dal professore. Tutti videro che si era sporcato i pantaloni, ma Piton con un incantesimo medico eliminò la macchia prima che arrivassero Silente e la professoressa McGranitt, che urlò alla vista del troll nel bel mezzo del corridoio, ancora cosciente e ringhiante. Uno schiantesimo di Silente lo mandò a dormire. I due entrarono nel bagno e alla vista dei quattro e della condizione disastrosa in cui versava il posto, il preside chiese: "Qualcuno può dirmi cos'è successo?"
Con grande stupore di tutti, fu proprio Harry a parlare: "Stavo andando in bagno quando ho visto questa enorme creatura entrare nel corridoio. Mi sono rifugiato nella prima porta aperta che ho trovato ed era il bagno delle ragazze. Hermione era qui e si stava lavando la faccia, dunque le ho detto del troll. Lei mi ha chiesto di descriverglielo ma in quel momento è entrato. Ci ha attaccati e noi cercavamo di fuggire o di nasconderci, ma lui bloccava la porta. Poi è arrivato Nereus e l'ha attirato fuori in corridoio..."
"Sì, li stavo cercando e ho sentito le loro urla. Mentre stavo correndo via è arrivato Severus che l'ha legato." concluse il Magonò stringendo più forte un'Hermione esausta dal troppo piangere.
Silente sospirò e con un movimento della bacchetta riparò, riordinò, asciugò e pulì tutto. "Mi sembra che voi abbiate avuto fin troppe emozioni per oggi. Che ne dite di saltare il rituale e andare direttamente a letto?"
Hermione rispose a malapena, già addormentata con la testa sulla spalla sinistra di Nereus e le braccia intorno al suo collo, ma Harry strinse forte la mano di Severus, che si abbassò di nuovo per capire cosa il ragazzino stesse borbottando sottovoce.
"Harry si sente abbastanza bene per fare ciò che avevamo programmato, Albus, ma penso che andremo immediatamente" comunicò il pozionista al preside, evocando il mantello di Harry e il proprio e indossandoli.
Il preside annuì e raccomandò attenzione, prima di lasciarli andare fino al punto di Apparizione fuori dai cancelli.
"Io riporto questa creatura fuori dal castello, in attesa del Ministero domani. Voi andate a Grifondoro e dite che i Wiccan potranno celebrare stasera, ci penseranno loro ad avvisare gli altri. Ci vediamo domani a colazione, buonanotte..." disse Silente sollevando il troll e portandolo via. Mentre se ne andava lo sentirono borbottare "Raptor mi dovrà dare un bel po' di spiegazioni, oh sì..."
I due adulti non parlarono lungo il tragitto verso la Torre, per non disturbare il piccolo fagotto di Nereus. Arrivati in Sala Comune tutti si zittirono in attesa di notizie. Nereus passò Hermione alla McGranitt, che la portò a letto, e disse agli studenti che il troll era stato trovato e reso inoffensivo e che gli allievi che festeggiavano Samhain potevano organizzarsi per fare il loro rituale fuori nel parco.

**********************

(ATTENZIONE: qui di seguito e fino alla fine del capitolo descriverò in modo dettagliato un vero rituale di Samhain: chi non volesse leggere è pregato di saltare)

Fuori c'era un grande assiepamento di studenti sussurranti, disposti in circolo intorno ad un Cerchio composto da foglie autunnali, pigne e altri elementi naturali che i ragazzi e le ragazze neopagane avevano raccolto quel pomeriggio durante le loro attività pre-rituali. Nereus riuscì a guadagnarsi un posto in prima fila e a vedere e sentire tutto il procedimento.
Alcuni ragazzi stavano allestendo un grande altare con drappi neri, arancioni e di colori autunnali con diversi strumenti appoggiati sopra: si notavano bene un piccolo calderone, quattro candele di colori diversi, piccole zucche intagliate, lavoretti a tema, disegni e rappresentazioni di pipistrelli, gatti e cani, una scopa di quelle usate per spazzare per terra, diversi tipi di erbe da una parte (il Magonò riconobbe cardo, crisantemi, ginestre, felci, menta, artemisia, noce moscata, salvia, rosmarino, alloro e lavanda) e alcune pietre dall'altro lato (ossidiana, onice, corniola, opale, eliotropio e ametista). Ognuno dei partecipanti al rituale aveva portato qualcosa: un lavoretto, un disegno o qualcosa per decorare l'altare. Tutti loro avevano portato foto dei cari defunti, che erano assiepate tutte insieme davanti all'altare, sull'erba. Anche alcuni studenti non Wiccan avevano portato qualcosa per i loro amici e gli porgevano i loro regali, che andavano ad arricchire il grande altare. Alcune ragazze stavano accendendo un falò al centro dei due cerchi. Quando esso fu acceso e scoppiettante, i Wiccan si misero in cerchio intorno ad esso il nero e l'arancione delle loro vesti che si confondevano con il buio e il bagliore del fuoco.
Diverse torce si accesero al di fuori del cerchio degli studenti non Wiccan, creando così ben quattro cerchi protettivi e dando inizio al rituale.
Uno dei bambini più piccoli prese una ciotola di sale che tutti loro avevano infuso di energia in precedenza e comiciò a spargerlo in senso orario sopra le foglie e le pigne, che componevano il secondo cerchio, rinforzandolo e dicendo "sale della Terra, proteggici" ripetutamente. Tutti i ragazzi partecipanti al rituale lo ripetevano con lui e anche alcuni studenti al di fuori del secondo cerchio.
Quando lui fu tornato al suo posto, fu la volta di una bambina, che prese l'incensiere in cui bruciava un incenso specifico dall'odore inebriante e girò con quello sopra il sale nello stesso verso di prima, dicendo "Aria che soffia, proteggici". I Wiccan e le Wiccan ripeterono la frase con lei.
Uno dei ragazzi più grandi girò nello stesso verso con una candela nera e arancione dicendo "Fuoco che brucia, proteggici", copiato dai sui fratelli e sorelle e dagli studenti.
Infine una ragazza del sesto anno prese dell'acqua esnergizzata e la spruzzò sopra il sale con le dita, dicendo "Acqua che scorre, proteggici". Quando tutti finirono di dire la frase e la ragazza tornò a tenersi per mano con gli altri nel primo cerchio, il ragazzo e la ragazza più grandi fra loro si staccarono dal cerchio e si misero davanti all'altare. Guardando a Nord, a Est, a Sud e ad Ovest invocarono gli elementi guardiani dei punti cardinali (Nord- Terra, Est- Aria, Sud- Fuoco, Ovest- Acqua) sigillando così il secondo cerchio. Anche gli studenti si strinsero di più fra loro e cercarono di chiudere tutti i buchi del terzo cerchio che loro componevano.
Venne accesa una candela argento con sopra disegnato il simbolo stilizzato di una donna che tiene sopra la testa una luna piena e venne invocata da tutte le ragazze la Dea Madre nel Cerchio con un inno a lei dedicato. Quando le femmine finirono di cantare, i maschi accesero una candela dorata con inciso un cerchio sormontato da una mezzaluna orizzontale e invocarono nel cerchio il Dio Padre allo stesso modo. Poi ogni corrente chiamò i propri dei specifici: la corrente greca Ade, Ermes, Thanatos, le tre Moire, Persefone, Ecate, la corrente romana Plutone, Mercurio, ecc.
Quando tutte le varie correnti ebbero evocato i propri dei, tutti insieme i partecipanti al rito invocarono gli spiriti dei defunti.
Poi finalmente uno di loro cominciò a spiegare:"Samhain è il sabba della morte, dell'oscurità, del riposo, degli aspetti oscuri delle divinità, delle divinità dell'oltretomba e degli spiriti degli antenati. In questa festa il velo fra i due mondi si assottiglia e i vivi possono incontrare gli spiriti dei defunti". Non visti, intanto, tutti i fantasmi del castello si erano messi intorno all'altare, compreso Pix, stranamente rispettoso, ma forse solo perché aveva il Barone Sanguinario vicino.
"Infine, è un sabba di riflessione e permette di usare l'introspezione per analizzare dolori e angosce non ancora sopiti. Grazie a tutti voi per essere qui con noi stasera. In queste occasioni non esistono Case o differenze fra noi: siamo tutti figli della Grande Madre" finì alzando lo sguardo al cielo stellato.
"Adesso cominceremo a fare le attività che di solito si fanno in questa festa. Chiunque di voi voglia partecipare a qualcuna di esse è pregato di accendere la bacchetta quando vuole intervenire, grazie." disse una ragazza con un sorriso, rivolta agli studenti.
Tutti i neopagani presero una noce e la buttarono nel falò esprimendo un desiderio: se alla fine del rituale, a fuoco spento, la loro noce si fosse carbonizzata, il desiderio si sarebbe avverato. Molti studenti parteciparono, anche Nereus, che chiese una buona Luna Piena per Lawrence.
"Ora vi chiediamo di riflettere sui significati di vita, morte e rinascita. Se lo desiderate potete condividere le vostre idee con noi, ma prima di tutto dovete condividerle con voi stessi." Questa volta pochi neopagani e due studenti espressero il loro parere, ma tutti stavano ragionando su quelle idee.
"Adesso racconteremo il mito di Demetra e Persefone** e altri miti sull'oltretomba. Se avete altre storie da raccontarci accendete la bacchetta" Due o tre studenti stranieri aggiunsero i loro racconti del loro paese d'origine a quelli raccontati dai neopagani, allungando di qualche minuto questa già lunga parte del rituale.
Un ragazzo prese una mela dal cesto delle offerte e la tagliò a metà in orizzontale, mostrando a tutti una stella a cinque punte dentro al frutto e dicendo: "Questo è il frutto della vita, quindi della morte". Molti ripeterono quella frase sottovoce, riflettendo sul suo significato.
Poi, uno per uno, prima i neopagani e poi gli studenti, presero le foto dei loro defunti e parlarono di loro a tutti i loro compagni e insegnanti presenti, dicendo com'erano stati e cosa avevano fatto in vita. Era una specie di secondo funerale per tutti quanti e molti piangevano mentre prendevano un pezzo di carta a forma di mela, scrivevano sopra il nome (o i nomi) del defunto e lo attaccavano ad un lungo spago. Alla fine di questa estesa parte del rituale una grande collana di mele di carta fu appesa sopra l'altare (per essere poi spostata, nei due giorni successivi, che era ancora festa, sopra il tavolo degli insegnanti in Sala Grande).
Alla fine tutti i neopagani e alcuni studenti legarono un nastrino ad un albero lì vicino e tolsero quello dell'anno precendente, se c'era, augurandosi felicità e prosperità per l'anno nuovo.
"Bene, grazie a tutti quelli che hanno partecipato e grazie anche a chi non l'ha fatto, venuto qui solo per darci supporto. Adesso faremo il banchetto rituale, quindi se volete qualche chicco di melograno e un po' di sidro, idromele o birra, accendete la bacchetta."
Prima si servirono i Wiccan, poi passarono fra gli studenti e molti mangiarono un po' di frutta. Nereus prese felicemente una buona manciata di chicchi di melograno da un sorridente Lawrence in abito da cerimonia e un sorso di buonissimo idromele. Venne lasciata una ciotola di latte e miele come offerta e poi venne sciolto il rituale: vennero ringraziati e congedati tutti gli Dei e i guardiani elementali dei punti cardinali in ordine inverso a quello con cui erano stati evocati e venne poi sciolto il secondo Cerchio passando in senso antiorario con gli elementi in ordine inverso, ringraziandoli per il loro lavoro.
Tornando a casa quella notte, Nereus si sentiva diverso, come se fosse più energico o consapevole, senza sapersi spiegare il perché.

*i cibi tradizionali sono: maiale, castagne, noci, zucca, melograno, granoturco, patate, dolci al miele fatti in casa, sidro, idromele, birra, tisane.
**penso che la conosciate tutti, in caso scrivetemi in pv che ve la racconto.

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Mi dispiace, il capitolo è venuto troppo lungo e Severus e Harry al cimitero e la prima luna piena di Lawrence e Nereus saranno nel capitolo 10. Spero che l'ultima parte (per chi l'ha letta) non vi abbia annoiato, ma volevo darvi un assaggio di come io passo gran parte delle mie nottate durante determinati giorni dell'anno.
Ringrazio di cuore lellaminerva che come sempre analizza il capitolo paragrafo per paragrafo e mi da un'opinione su tutto (e non è neppure timida: se qualcosa non la convince o vede qualche erroraccio me lo fa sapere!) e un grande bentornata ad annika02 che ha recensito il capitolo 7 con grande entusiasmo.
Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando!
A presto

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Capitolo 10
*** 10: Cimiteri e Lune Piene ***


abcd1 DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà di J. K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

Cap.10: Cimiteri e Lune piene

Arrivati allo spiazzo d'erba circolare fuori dai cancelli, Severus Piton si girò a vedere il bambino dalle sembianze del suo peggior nemico. Le lacrime si erano seccate già da tempo sulle sue guance e quegli occhi verdi ora asciutti si limitavano solo a guardarlo interrogativamente.
"Harry" disse, scegliendo di chiamarlo per nome perché l'argomento era delicato "stiamo andando in un luogo che è potenzialmente pericoloso per te. Per andarci ho bisogno che tu ti aggrappi forte a me o alla mia tunica e io dovrò almeno toccarti la spalla. Arrivati lì dovrai starmi il più vicino possibile e avvisarmi nel caso vedessi qualcosa o qualcuno di sospetto. So che è fastidioso, ma è per la tua sicurezza, capito?"
"Sì professore. Grazie per aver deciso di portarmi con lei stanotte." rispose l'alunno, accettando le severe condizioni del pozionista.
Harry prese fra le braccia più tessuto che poté dalla tunica del professore e strinse forte gli occhi infastidito quando l'adulto gli strinse un braccio intorno alle magre spalle, poi fu risucchiato in un tubo strettissimo che gli rubò il respiro per cinque secondi. Quando poté di nuovo respirare cadde a terra ansimando, ma non vomitò: era abituato a tenersi quel poco che aveva nello stomaco a ogni costo. Si riprese dopo poco tempo, si rialzò e si guardò intorno: non erano più ad Hogwarts, ma in un anfratto boscoso scarsamente illuminato. Sentiva un rumore soffuso di bambini urlanti verso destra ed è proprio da quella parte che si stava dirigendo il professore.
Sbucarono dalle frasche direttamente nella strada principale del paese, quella che portava alla piazza. Essendo quasi le nove, erano circondati da piccoli babbani travestiti da mostri che facevano "Dolcetto o Scherzetto" alle porte delle abitazioni. Un bambino vestito da diavoletto provò a fermarlo e a chiedergli perché non fosse vestito, ma Potter si nascose dietro al mantello trasfigurato in cappotto di Piton e non rispose.
Severus nel frattempo continuava a chiedersi perché diavolo tutti gli anni non poteva materializzarsi direttamente dietro la chiesa ma si ostinava ad usare il punto di Materializzazione ufficiale e a sorbirsi dei marmocchi babbani in cerca di un mal di denti... come se non fosse già circondato da adolescenti tutto il tempo al collegio. Quando sentì Harry praticamente infilarglisi sotto al cappotto si ricordò chi era con lui e delicatamente lo prese per mano per guidarlo fra la folla schiamazzante. Arrivati al centro della piazza lo lasciò andare e gli indicò di guardare la statua che raffigurava un uomo spettinato con gli occhiali, una donna con i capelli lunghi e il viso bello e gentile e un bambino piccolo in braccio a sua madre che sorrideva. Spiegò al suo alunno che i babbani in quel punto vedevano solo un monumento ai caduti delle due Guerre Mondiali, ma che esso cambiava forma in presenza di persone con dei poteri magici. Infatti nella piazzetta si vedevano diversi individui vestiti con abiti babbani malamente abbinati che facevano foto alla statua e al paese intorno con macchine fotografiche che sarebbero state bene in un museo.
"Professore, sono...?"
"Sì Harry, tuo padre, tua madre e quello sei tu, prima..." rimase in sospeso Piton guardando la cicatrice che il bambino continuava a toccarsi, perplesso nel constatare che il neonato marmoreo ne era privo.
"... Prima che Voldemort decidesse di venirmi a fare Dolcetto o Scherzetto." concluse per lui Harry amaramente.
Quando il Bambino Sopravvissuto ebbe contemplato abbastanza la statua, si girò verso Severus in cerca di indicazioni su cosa fare.
"Vuoi vedere prima la tua vecchia casa o dove sono sepolti i tuoi genitori? Ti avviso Harry, è possibile che ci sia qualche abitante del Mondo Magico venuto ad onorare la loro memoria, cercheremo di non farci infastidire."
"Vorrei salutare mamma e papà prima, signore..."
"Va bene, stammi vicino."
Piton si fece largo verso la chiesa, aprì il cancello che conduceva al cimitero e, mentre quello si richiudeva da solo alle sue spalle, andò fin dietro alla chiesa e si diresse subito verso le due tombe in marmo bianco che spiccavano nel buio. Due maghi e una strega giravano fra le lapidi, leggendo i nomi e riconoscendo quelli di famose famiglie magiche, ma quando li videro arrivare dove erano sepolti i Potter, si avvicinarono abbastanza da guardarli ma non troppo vicino da disturbarli. Severus non seppe se essere loro grato o essere infastidito dalla loro presenza, per cui non disse niente e lesse per la decima volta le iscrizioni sui due sepolcri.

James Potter, nato il 27 marzo 1960, morto il 31 ottobre 1981

Lily Evans in Potter, nata il 30 gennaio 1960, morta il 31 ottobre 1981

L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte

Harry lesse la frase incisa su entrambe le tombe lentamente e a voce alta. Quella frase parlava di vita oltre la morte, ma non fu rincuorante per Harry. Il bambino crollò a terra piangendo silenziosamente, stringendo i pugni nell'erba buia e pensando che i suoi genitori erano là sotto, ormai polvere, ignari che il loro bambino era finalmente venuto a trovarli ed era vivo grazie a loro, ma in quel momento desiderava soltanto raggiungerli.
"Perché" sussurrava con il cuore spezzato e la voce rotta " perché me li hai portati via? Cosa ti avevano fatto? Cosa ti avevo fatto? TI ODIO! TI ODIO TI ODIO TI ODIO!"
Severus interruppe quella crisi isterica stringendoselo forte al petto. Il piccolo Potter si strinse al suo collo e pianse come non aveva mai pianto in vita sua, non curandosi del contatto fisico di solito indesiderato e quella volta ricercato, permettendo a lui e al suo professore di abbassare le proprie barriere per la prima volta dopo anni e sfogare tutti i sentimenti rimasti nascosti, sotterrati da montagne di "sto bene" ed indifferenza.
Dopo diversi minuti il bambino si staccò e prese dalla tasca interna del cappotto una busta trasparente con all'interno decine e decine dei disegni che aveva fatto per i suoi genitori, da quando era piccolo fino al più recente, il giorno prima, che era messo sopra gli altri e li rappresentava tutti e tre insieme che si tenevano per mano davanti ai cancelli di Hogwarts. Dentro di essi si potevano vedere le sagome di Hagrid, Nereus, Silente, Piton, la McGranitt, Ron ed Hermione che salutavano con il braccio alzato. Lo posò sulla tomba di suo padre e Severus lo incollò con la magia in un angolo, in modo che si leggesse la scritta ma si vedesse che Harry Potter era passato di lì e aveva fatto un regalo ai suoi genitori. Il professore evocò un giglio bianco e lo posò sulla tomba di Lily. Dovette prendere in braccio Harry per portarlo via di lì e nessuno dei due si accorse che all'uscita del cimitero qualcuno scattò una foto.

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Il mattino dopo la Gazzetta Del Profeta titolava in prima pagina:

HARRY POTTER VA A TROVARE I SUOI GENITORI
di Rosie Alderton

Ieri sera il piccolo Harry Potter, 11 anni, accompagnato dal professore di Pozioni Severus Piton, è andato a Godric's Hollow per visitare le tombe dei suoi genitori. Quando l'ho visto in mezzo alla piazza quasi non lo riconoscevo, piccolo com'è, ma quando l'ho visto guardare la Statua in Memoria, sono stata subito sicura che fosse lui.
Il bambino infatti sembrava piuttosto spaventato dalla folla e si teneva il più vicino possibile al suo professore che lo guidava verso il monumento. I due sono poi andati al cimitero, dove un testimone oculare ci offre gentilmente la sua testimonianza: "L'ho visto entrare con il signor Piton (il professore, ndr) e dirigersi subito alla tomba dei suoi genitori. Io e mia moglie eravamo lì per visitare sua nonna [...], perciò ci siamo avvicinati insieme a mio cugino. Il bambino è praticamente crollato in ginocchio sopra le tombe strappando fili d'erba e urlando che odiava Colui- Che- Non- Deve- Essere- Nominato. Poi è stato calmato dal professore che lo accompagnava e ha tirato fuori un fascio di disegni, lo può vedere lì".
In effetti la busta c'è ed è piena dei disegni che Potter deve aver fatto da piccolo: in uno si vede persino la sua famiglia adottiva cancellata con delle grandi X rosse.
Harry ha anche visitato la sua vecchia casa e il signor John Pikkly, che era lì "in pellegrinaggio", come lui stesso afferma, dice che "Harry Potter ha letto uno per uno tutte le scritte sul cartello e tutti i nomi, mentre l'uomo con lui gli diceva chi erano quelle persone e se le conosceva. Poi voleva entrare, ma il suo accompagnatore gli ha detto che era pericoloso e che tutto quello che era lì dentro era stato portato via appena erano stati tolti i corpi dei suoi genitori (non esattamente con queste parole, ovviamente) e si trovava tutto nella camera blindata dei Potter alla Gringott. Sono anche riuscito a stringergli la mano!"
Speriamo che Harry Potter si sia goduto questa sua prima visita alla sua famiglia dopo ben undici anni in cui era mancato a causa di forze indipendenti dalla sua volontà.
Con affetto, la vostra Rosie

Per la storia di Harry Potter, vedi pagg. 2-3-4
Per la storia di Godric's Hollow, vedi pag. 5
Famiglie magiche a Godric's Hollow, vedi pagg. 6  e 7
Chi è Severus Piton? a pag. 8

Sotto l'articolo campeggiavano due foto: la prima ritraeva Severus ed Harry nella folla, presi di lato: il professore teneva il bambino con una mano e indicava i suoi genitori marmorei con l'altra, mentre Harry guardava la statua stupito strofinandosi la fronte; nella seconda si vedeva Harry che si asciugava le lacrime con la manica del cappotto in braccio a Severus e quest'ultimo che lo guardava chiedendogli qualcosa, mentre uscivano dal cimitero.
Harry posò il giornale scioccato: chi aveva dato il permesso a quella gente di scrivere articoli su di lui? E soprattutto c'erano diverse cose sbagliate! Prima di tutto al cimitero erano successe molte più cose, in più la busta con i disegni era sigillata e nessuno poteva vedere i fogli che erano dentro, solo il più recente (in cui i Dursley non comparivano affatto!). Inoltre non aveva mai stretto la mano al signor Pikkly, anzi si era ritratto! Doveva assolutamente scrivere una lettera a questa signora Alderton.
"Ehi Potter! E' vero quindi che i tuoi zii ti menavano a sangue e non ti facevano mangiare! Sei uno di quelli problematici allora! Quando me l'avevano detto non ci avevo creduto." disse la vocetta acuta di Draco Malfoy da dietro di lui, stranamente senza i suoi scagnozzi al seguito.
Harry si girò lentamente, si alzò, arrivò davanti al viso pallido del biondino (che era più alto di lui di almeno 10 cm) e gli chiese, con sincera curiosità: "Ma io che cosa ti ho fatto perché tu mi trattassi in questo modo? Ti ho forse insultato senza volere? E' per il fatto che non ti ho stretto la mano?"
La faccia offesa e infuriata di Malfoy rispose per lui. Il Purosangue sembrava vicino all'incrociare le braccia e battere un piede per terra.
"Senti, non te l'ho stretta perché avevi appena insultato l'unica persona che mi aveva trattato gentilmente, non perché volevo che rovinassi le nostre vite litigando alla prima occasione come bambini dell'asilo! Sei solo un pò arrogante, ma conosco diverse persone che sono così solo per apparenza. La vuoi smettere di trattarmi male solo per un'incomprensione? Perché nonostante tu non sia la persona più amabile qui ad Hogwarts, mi sono rotto di litigare con le persone tutto il tempo! Adesso che ci siamo chiariti, fai un po' come ti pare Draco."* concluse Harry infastidito, risedendosi.
Hermione lo guardava stupefatta e meravigliata, mentre Ron stava ancora cercando di capire come avesse fatto a rimettere in riga Malfoy dandogli dell'idiota e dell'immaturo allo stesso tempo.
Il bambino in questione li guardò e disse: "Che c'è? Ho anche io qualche briciolo di maturità, sapete."
Poi riprese a mangiare e cambiò argomento.

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"Io li denuncio per diffamazione!" urlò Piton sbattendo il giornale sulla sua scrivania, spaventando Harry che era venuto lì dopo le lezioni per studiare con lui come a volte faceva.
"Cos'è la diffamazione?" chiese il bambino al professore che stava imprecando sottovoce segnandosi tutte le frasi che non andavano bene in quell'articolo, esattamente come aveva fatto Harry in previsione della lettera da mandare al giornale.
L'articolo "Chi è Severus Piton?" andava benissimo: era un riassunto di tutti i suoi articoli e interviste autorizzate sulla sua carriera di ricercatore e insegnante, con una bella foto che lo ritraeva in piedi dietro un banco da lavoro in un laboratorio di pozioni (la stessa foto che aveva usato per farsi fare un quadro magico da appendere nel Laboratorio di Hogwarts e nell'ufficio del professore di Pozioni sotto richiesta di Silente, che ora sostava nel ripostiglio in attesa di prendere tutta la sua memoria e una "fotocopia" della sua personalità al momento della sua morte).
Invece nell'articolo nuovo, oltre a diverse imprecisioni, c'erano anche quelle due foto che non facevano bene alla sua reputazione! Ora gli studenti potevano cominciare a pensare che lui sotto sotto era buono, distrarsi durante le sue lezioni e combinare dei disastri!
"La diffamazione è un comportamento mirato a screditare la reputazione di una persona, ledere la sua privacy o impedirle di esprimere la verità dei fatti per contestare la falsità di quanto detto." disse un quadro dietro la scrivania, un certo Linfred di Stinchcombe, rispondendo alla domanda di Harry, dato che Severus non sembrava intenzionato a farlo.
Harry ringraziò il fondatore della sua famiglia** e si appuntò la definizione per ripeterla in seguito ad Hermione e stupirla.
Grazie a Severus, Harry si era formato un bel programma di studi per essere sempre al passo con i compiti, cosa che non aveva potuto fare alla scuola babbana per non far sfigurare Dudley prendendo voti migliori di lui.
"Signor Potter, grazie per essere passato, ma al momento abbiamo entrambi una lettera da scrivere. Appena possibile andremo a parlarne con il Professor Silente, ma per ora, torni pure in Sala Comune, in biblioteca o dovunque lei passi la sua ora buca fra la fine delle lezioni pomeridiane e la cena. Arrivederci."
"Arrivederci professore." disse Harry uscendo.

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"Quindi domani cominci con i Maridi?"
"Sì, il professor Silente metterà su di me un incantesimo Testabolla e un incantesimo Traduttore della durata di una settimana, così potrò stare nel Lago Nero senza problemi."
Nereus e Lawrence chiacchieravano del più e del meno mentre andavano in Infermeria a prendere l'ultima dose di Pozione Antilupo: fra due ore ci sarebbe stata la Luna Piena e dovevano cominciare a prepararsi.
"Ma non avrai paura là sotto? Guarda che è buio! E c'è la Piovra gigante, gli Avvincini..."
"Ho già avuto un piacevole incontro con un Avvincino, Lawrie, e non sono morto grazie a una Selkie. Devo pur ringraziarle in qualche modo, no?"
"Scusa, ma io la scorsa settimana senza di te mi sono sentito molto solo, sono abituato ad averti vicino ormai... Buongiorno Madama Chips, è pronta la mia dose?" disse il lupo mannaro entrando in Infermeria.
La donna di mezz'età andò velocemente nel suo ufficio e prese un calice fumante di liquido grigiastro.
"Prego, signor Lloyd, tutta d'un fiato, mi raccomando."
"Sì, sì, lo so... urgh, che schifo... d'accordo signora, grazie mille... ci vediamo domani mattina!" disse il povero ragazzo restituendo il calice e dirigendosi verso il portone del castello tre piani più giù.
I due passarono da casa di Nereus per prendere una coperta, due ciotole, del macinato, una focaccia di farro e delle bottiglie d'acqua. Con tutte queste provviste si infilarono nello stretto passaggio sotto al Platano Picchiatore e arrivarono alla Stamberga Strillante che mancava un'ora al sorgere della luna.
Lawrence era sempre più nervoso e corse su per le scale, lasciando Nereus a vedersela con i bagagli. Quest'ultimo sentì diversi incantesimi di pulizia provenire da una delle stanze e si diresse lì. Lawrence era rannicchiato su di un letto a baldacchino in una camera appena pulita da polvere e sporcizia. Si era già tolto i vestiti e li aveva gettati su una sedia e ora stava tremando di aspettativa.
Nereus piegò bene i vestiti del suo amico e i suoi, riempì le due ciotole con il macinato e un po' d'acqua mettendole vicino alla porta, poi prese una coperta su cui lui e il suo amico avevano dormito la sera precedente e ci si infilò sotto con Lawrie, per niente imbarazzato dalle loro rispettive nudità. Il lupetto infatti gli aveva detto che se alla trasformazione avesse sentito subito l'odore del branco (quindi i loro due odori mischiati insieme) l'avrebbe accettato più facilmente.
Dopo un'ora di carezze calmanti, Lawrence si illuminò all'improvviso della luce argentea della luna e cominciò a cambiare senza provare alcun dolore, grazie alla Pozione Antilupo che faceva il suo effetto. Mentre sentiva il corpo sotto di lui riempirsi di pelliccia e cambiare forma, Nereus capì perché il suo amico aveva scelto quella stanza: la finestra era puntata esattamente nel punto in cui la Luna Piena sorgeva.
Un giovane lupo grigio aveva preso il posto di Lawrie in meno di un minuto ed era saltato subito in piedi, annusando la coperta e Nereus, curioso di sentire l'odore nuovo mischiato al suo. Il Magonò sapeva che ci volevano circa dieci minuti perché la mente umana di Lawrence dominasse quella canina, anche con la pozione in circolo, quindi sopportò pazientemente tutte le annusate e le leccate che il lupo entusiasta gli propinava.
Okay, okay, wow, questo è strano. Beh, bentornato me. Questa coperta odora di un profumo tremendamente buono!
Ner vide che Lawrie aveva cambiato sguardo, ad un certo punto, e aveva cominciato ad annusare furiosamente la coperta. Così, per farsi notare, gli mise una mano sulla schiena.
Chi mi tocca? Chi osa...? Oh, Nereus, ciao!
Il lupo mannaro gli era saltato addosso senza un attimo di esitazione e ora guaiva felice e lanciava anche qualche abbaio gioioso, come se quello fosse il giorno più felice della sua vita. Non volle mangiare fino a quando entrambi non furono esausti dal troppo giocare e rincorrersi per la casa e dopo mangiato cadde addormentato. Poco prima dell'alba si ritrasformò senza svegliarsi. Il Magonò lo ricoprì con la coperta, si rivestì e si addormentò accanto a lui.


*mi è successa una cosa simile alle elementari: mi ero appena trasferita in un altra scuola e c'era questa bambina che mi aveva preso di mira senza un valido motivo, prendendomi in giro, rubandomi le cose e dicendo bugie sul mio conto alle maestre. Dopo un mese mi sono stancata e all'intervallo l'ho trascinata in bagno e le ho fatto un discorsetto simile a questo: è saltato fuori che si era offesa perché mi ero presentata a lei per ultima e per i primi giorni non mi ricordavo mai il suo nome. Siamo diventate amiche ma oggi purtroppo non ci sentiamo più perché lei si è trasferita in Francia l'anno scorso e ha cambiato numero. Comunque, se ho fatto un discorso del genere a 8 anni, perché non dovrebbe riuscirci Harry a 11? Certo, è OOC, perché l'Harry IC a
11 anni evidentemente non è abbastanza maturo per fare una cosa del genere (o non vuole, probabilmente), ma il mio Harry è intelligente e non vuole problemi anche nel Mondo Magico, se può evitarli. Spero che vi piaccia, in caso contrario... mi dispiace per voi :'D

** Linfred di Stinchcombe è il primo Potter, infatti, grazie alle sue grandi conoscenze in Pozioni ed Erbologia era chiamato "The Potterer"

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Se non vi è ancora chiaro, vi metto qui sotto i vari orari (per chi vuole ho fatto anche l'intero regolamento):
07:00-08:00: colazione
08:00-09:00: prima ora di lezione
09:00-10:00: seconda ora di lezione
10.00-11.00: terza ora di lezione
11.00-12:00: quarta ora di lezione
12:00-13:00: pranzo
13:00-15:00: ora buca del dopopranzo
14:00-15:00: quinta ora di lezione (prima ora pomeridiana)
15:00-16:00: sesta ora di lezione (seconda ora pomeridiana)
16:00- 17:00: settima ora di lezione (terza ora pomeridiana)
17:00-18:00: ora buca prima della cena
18:00-19:00: cena (i britannici cenano prestissimo)
20:00: tutti gli studenti dal primo al quarto anno devono trovarsi nelle Sale Comuni (coprifuoco)
21:00: tutti gli studenti dal quinto al settimo anno devono trovarsi nelle Sale Comuni (coprifuoco)
21:00-22:00: ronde dei Prefetti
22:00-23:00: ronde dei Caposcuola
08:00-20:00: biblioteca aperta
L'orario viene scandito dal grande orologio della torre. Gli studenti hanno un quarto d'ora di tempo per spostarsi da una classe all'altra: quello è anche il tempo che possono usare per fare l'intervallo fra una lezione e l'altra. E' obbligatorio portare le uniformi solo alle lezioni e ai pasti. Le lezioni si tengono dal lunedì al sabato (il sabato le lezioni si interrompono alle 12:00 per permettere agli studenti di andare ad Hogsmeade). La domenica l'orario della colazione è spostato di un'ora, mentre il pranzo, la cena, i coprifuoco, le ronde e la biblioteca mantengono gli stessi orari. Gli studenti hanno tre ore buche standard durante il giorno, più quelle dopo cena, sabato pomeriggio, tutta la giornata di domenica e le ore buche in caso di assenza di un professore: se non riescono a studiare è solo perché non vogliono. I gruppi scolastici si tengono sempre la domenica, ognuno a un orario diverso per non incrociarsi fra loro e permettere a ogni studente di frequentarne quanti ne vuole.

La descrizione della Luna piena di Lawrence sembra corta, ma in realtà è densa di significato. A voi è piaciuta?

Ringrazio di cuore annika02 che ha recensito la storia e con cui ho intrattenuto una piacevole conversazione su aspetti poco approfonditi della storia (per ora). Se avete domande non esitate a chiedere! Volevo ringraziare tutti i lettori silenziosi che hanno fatto arrivare il primo capitolo a più di 300 visualizzazioni e tutti i capitoli fino al quinto a più di 100 visualizzazioni. Gli altri capitoli stanno lentamente recuperando: ovviamente non pubblicando regolarmente le persone non sanno mai quando riesco a postare un capitolo e controllano la storia di tanto in tanto. Sono stata davvero male ma ora che sto migliorando sono così felice che mi è venuta l'ispirazione per il Capitolo dieci!
Ho aggiustato lo stile dei precedenti capitoli in modo da farlo identico per tutta la storia: vi sembra più ordinata ora?
Vi prego di recensire, questa volta: questo è forse il capitolo su cui ho più dubbi e vorrei veramente sentire il vostro parere. Grazie mille se lo farete.
A presto

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