Gli opposti s'incantano

di Giumbo_e_friends
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio: LA CONFIDENZA ***
Capitolo 2: *** SORPRESA (?) ***
Capitolo 3: *** L'AMATO ***
Capitolo 4: *** L'AFFETTO DI UN AMICO ***
Capitolo 5: *** IL BINARIO 9 3/4 ***
Capitolo 6: *** L'HOGWARTS EXPRESS ***
Capitolo 7: *** VERSO HOGWARTS ***
Capitolo 8: *** PROFESSORI E SORPRESE ***
Capitolo 9: *** CHI CERCA TROVA ***
Capitolo 10: *** UN TUFFO NEL PASSATO ***
Capitolo 11: *** PAGINA 394 ***
Capitolo 12: *** UN TUFFO NEI RICORDI ***
Capitolo 13: *** IL MOMENTO DELLA VERITÀ ***
Capitolo 14: *** RICORDI RESIDUI ***
Capitolo 15: *** NON SIAMO UNA COPPIA, NON ANCORA ***
Capitolo 16: *** DIFFICILE DA AMMETTERE ***
Capitolo 17: *** IMBARAZZO DI COPPIA ***
Capitolo 18: *** IL MAGO DI SOSTEGNO ***
Capitolo 19: *** IL PRATO FIORITO ***
Capitolo 20: *** SBUFFO ARGENTEO ***
Capitolo 21: *** LA VITTORIA DOPO LA SCONFITTA ***
Capitolo 22: *** L'ANNUNCIO TRIONFALE ***
Capitolo 23: *** IL CLUB DI " MES AMIS " ***
Capitolo 24: *** CENA « WHIT MES AMIS » ***
Capitolo 25: *** IL " THUM " ***
Capitolo 26: *** LA SBORNIA ***
Capitolo 27: *** I POSTUMI ***
Capitolo 28: *** « HO DETTO BASTA! » ***
Capitolo 29: *** SI CADE IN PIEDI ***
Capitolo 30: *** " MI SONO PERMESSO DI FARTI UN REGALO " ***
Capitolo 31: *** CASA DOLCE CASA ***
Capitolo 32: *** NATALE SVANITORE ***
Capitolo 33: *** NASCONDINO ***
Capitolo 34: *** NOTE RIPARATE ***
Capitolo 35: *** "QUESTA VOLTA LAVORERETE SOLI" ***
Capitolo 36: *** SHOPPING CHE/CON PASSIONE ***
Capitolo 37: *** LUMACLUB, ALCOL E NUOVI SAPORI ***
Capitolo 38: *** SARÁ VERO? SARÀ FALSO? ***
Capitolo 39: *** ALLENAMENTI DEI SEGRETI ***
Capitolo 40: *** LA PARTITA DELLA DISCORDIA ***
Capitolo 41: *** I.R.A. Irresponsabile Ragazzo Alticcio ***
Capitolo 42: *** FUORI CONTROLLO ***
Capitolo 43: *** L'UNIONE FA LA FORZA ***
Capitolo 44: *** P.A.C.E. Perdono Amore Coccole Equilibrio ***
Capitolo 45: *** LA VITA POSEGUE ***
Capitolo 46: *** LA PROSSIMA SARÀ L'ULTIMA ***
Capitolo 47: *** IL GIORNO X ***
Capitolo 48: *** L'ULTIMA SFIDA ***
Capitolo 49: *** LA FESTA DOPO LA VITTORIA ***
Capitolo 50: *** ESAMI FINALI ***
Capitolo 51: *** LA FINE DEGLI ESAMI ***
Capitolo 52: *** IL MASTER DEI DUELLI ***
Capitolo 53: *** LA FESTA DI FINE ANNO ***
Capitolo 54: *** YOU MAKE IT MAGICAL ***
Capitolo 55: *** LA TORRE DI LYDIA ***
Capitolo 56: *** IL SOSIA MANCATO ***
Capitolo 57: *** ADDIO HOGWARTS ***
Capitolo 58: *** LA PATENTE DA AMATORE ***
Capitolo 59: *** CARO AMORE... TI SCRIVO ***
Capitolo 60: *** PERCHÉ PIANGI? ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio: LA CONFIDENZA ***


Erano trascorsi circa tre mesi dal termine della seconda guerra dei maghi, Hogwarts era stata ricostruita e la professoressa Mc.Granitt era la nuova preside.

La sgangherata compagnia si apprestava a tornare a scuola per terminare gli studi. I più determinati erano Harry ed Hermione che volevano realizzare le loro ambizioni: di diventare Auror per Harry e trovare un impiego al ministero della magia aspirando sempre alle vette più alte per Hermione.
Ovviamente anche Ron sarebbe tornato a scuola con loro; anche se studiare non lo appassionava gli era indispensabile per poter diventare Auror.

I tre maghetti, ormai maggiorenni, erano tutti riuniti alla Tana; questa era ormai una cosa extraordinaria siccome Harry aveva preso dimora presso la casa lasciatagli da Sirius.

L' ex sede dell'Ordine ora apparteneva a lui, e divenne un luogo di convivialità, nel quale erano sempre ben accetti tutti gli amici dell'occhialuto, nonché gli amici degli amici.
Tutto ormai era pronto per ricominciare la scuola, tranne la mente di Harry. 

C'era una, anzi, due preoccupazioni attanagliavano il maghetto ormai famoso sia nel mondo magico che in quello babbano: la prima riguardava una certa ansia nel rivedere una persona che amava segretamente, mentre l'altra riguardava un suo segreto di cui NESSUNO, neppure Ron ed Hermione erano a conoscenza; la persona amata è un ragazzo.

Quella sera il vento di Agosto frusciava attorno alla Tana, tutto era tranquillo ed Harry decise di confidare ai due amici il suo segreto prima che questi riprendessero le loro plateali effusioni... 

I due erano sdraiati su un dondolo all'esterno della cucina; lei era accoccolata con la testa sulle gambe del fidanzato che le carezzava i capelli. 

Harry li raggiunse e si schiarì la voce; visibilmente imbarazzato chiese di parlare con entrambi di una cosa molto personale.

Hermione percepì tale imbarazzo tramite gli occhi smeraldei dell'amico, che erano lucidi e tremavano per il nervoso...

Da ottima amica quale si era sempre dimostrata si alzò e disse a Ron di far sedere l'amico paonazzo e tremante tra loro; una volta più a suo agio si fece coraggio e disse con un filo di voce 

« Devo confidarvi un segreto, io...ecco... sono gay»

In quel momento a Ron scappò una risata soffocata che venne interrotta da un fulmineo sguardo di ghiaccio mandatogli proprio da Hermione che colmò quel silenzio imbarazzante con una frase comprensiva detta con amore quasi materno, quel tipo di amore che Harry non aveva mai potuto ricevere se non dalla signora Weasley.
 La frase era la seguente:

 «Harry,dipende da persona a persona.. ma in qualsiasi caso sei più cosciente di te stesso.. ti senti adulto, lo sei, e puoi tranquillamente trovare l'autostima necessaria a vivere tutto ciò... ed in ogni caso sappi che se avrai bisogno di parlarne ci saremo sempre per te... poi se lo hai fatto con una persona per te speciale beh, lí devi dirmelo tu..» 

 Harry la interruppe 

« grazie del sostegno ragazzi, lo apprezzo davvero molto... ma chiariamo subito, io non l'ho fatto con nessuno! Solo che mi...» 

e si interruppe, volendo evitare di rivelare per chi battesse il suo cuore.

Purtroppo ad Hermione ciò bastò per intuire che nei suoi pensieri ci fosse qualcuno. 
Da lì ne scaturì un incalzante susseguirsi di nomi di possibili candidati, fino a quando la madre di Ron lì chiamò in casa.

Per la gioia di Harry era ora di cena.

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Capitolo 2
*** SORPRESA (?) ***


Hermione preferì non pressare troppo Harry e lasciarlo mangiare.
Al termine della cena, che fu caratterizzata da un imbarazzo apparentemente ingiustificato del ragazzo, lei  lo prese da parte e iniziò un discorso tanto serio quanto dolce e affettuoso.
 
La frase che scaturì dalle labbra della ragazza fu molto toccante e profonda: 
 
«Harry, non importa chi ami o di che sesso sia,noi siamo tuoi amici e se tu sei felice lo siamo anche noi, e non importa se a noi piacerá, l'importante è che lui piaccia a te!» 
 
Harry stava per replicare
 
«Ma non so se mi piaccia veramente D...» 
 
poi si fermò di botto, imbarazzato.
 
Hermione, però, l'incalzò 
 
« D chi??!»
 
Harry era leggermente scocciato, ma ribattè imbarazzato e poco credibile 
 
«D...i dare affetto a un maschio... Ecco...» 
 
«sei credibile quanto Allock  come insegnante ahahah, comunque non so se la cosa ti faccia piacere ma... Immaginavo tu non fossi tanto etero».
 
Ora il moro era sulla difensiva 
« come imaginavi?!? E da quando soprattutto?!? »
 
« Harry, sono tua amica da una vita ormai, per di più sono una ragazza, certe cose le vedo e le intuisco. In particolare ho iniziato a sospettare qualcosa intorno al quarto anno in cui notai la tua emotività, eri e sei troppo sensibile per la media di voi ragazzi... Idem per l'anno successivo con le esercitazioni dell'Esercito di Silente hai dimostrato una passionalità poco affine a un ragazzo,soprattutto a uno della tua età... Guarda la differenza tra te e Ron, anche solo quando tu capivi gli stati d'animo di Cho!
Ma...Harry! E la storia con Cho? E con Ginny?!».
 
Il ragazzo era ormai rosso in viso, e rispose con lo sguardo perso nel vuoto 
 
«con Cho lo sai bene come è andata, e ancora non ero certo dei miei gusti, mentre Ginny... È stata lei a voler chiudere la relazione perché...ecco... Si sentiva più maschio lei forse... Hermione, credo che lo sappia anche lei»
 
L'amica sorrise e rispose 
 
«Probabile Harry, ma anche lei ti vuole bene per come sei,quindi tranquillo; ora andiamo o ci daranno per dispersi...
... D sta per Dean?»
 
« Hermione, smettila! Ahahahah »

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Capitolo 3
*** L'AMATO ***


Mancava soltanto una manciata di settimane alla ripresa degli studi ed era giunto il momento di recarsi a Diagon Alley per acquistare i libri di testo e il materiale necessario. 
 
Mentre passeggiava per le vie, buttando un occhio qua e là, Harry fermò il suo sguardo sulla vetrina della bottega di Olivander e, in quel momento vide lui,il suo amore segreto... 
 
Quel biondino con gli occhi chiari,la pelle bianca e candida come il latte e la corporatura ossuta ma con la giusta componente di fisico lo dotavano di quell'aria di ragazzo fragile e delicato che lui compensava facendo lo spavaldo.
 
Era sempre comparso nella vita di Harry, ad ogni anno e in ogni corso, e lo aveva sempre incuriosito... 
 
Ed ora erano lì, in mezzo alla folla, nello stesso posto e allo stesso momento.
 
 Ad un certo punto l'esile ma affascinante figura sparì dalla vista e d'improvviso Harry avvertì una presenza alle spalle, ma non fece tempo a girarsi che sentì una voce beffarda e spavalda dire con tono di superiorità: 
 
«Beh Potter!? Ci diamo agli acquisti da poveri?» 
 
Harry si girò di scatto e gli rispose in modo secco come aveva sempre fatto anche se ne era fortemente attratto:
 
« Beh, Malfoy, fino a prova contraria sei qui anche tu... E seppur io ne ignori il motivo, o stavi facendo compere anche tu... O ti mancavo» 
 
A queste parole Draco arrossí ed Harry se ne accorse, dunque calcò la mano e aggiunse 
 
«Ah, quindi devo dedurne che tu mi stessi pedinando... Ma bene! » questa volta il rossore divenne più forte, le punte delle orecchie divennero viola e dai capelli, biondi e perfettamente pettinati, scese un rivolo di sudore da panico.
 
Molto impacciato e legnoso Draco rispose 
 
«sei il solito rozzo cavernicolo Potter; ti ho visto e,per quanto poco ti sopporti, la buona educazione che io ho ricevuto mi impone di salutarti almeno » 
 
prese fiato, vide Hermione e Ron che avanzavano verso di loro, dunque riprese 
 
«Ah, vedo che giri ancora col rosso e la sua ragazza... Non ti vergogni ancora? Io mi vergognerei,sai?!» 
 
I due amici erano ormai a portata d'orecchio ed Harry volle evitare di farsi scoprire dall'intuito di Hermione, non ché di far iniziare un'altra litigata tra i suoi migliori amici e il suo "maghetto preferito", dunque rispose seccamente al biondo:
 
«E da quando ti preoccupi di cosa provano gli altri? Ed in particolare per me?» 
 
Calò il silenzio.
 
Draco aveva la faccia attonita con la bocca aperta e un dito alzato come se stesse per ribattere ma fosse stato congelato.
Harry, invece, aveva un'espressione compiaciuta; si girò verso gli amici e se ne andò salutando Draco con il cenno di una mano, senza neppure guardarlo più in faccia. 
 
Era stata una giornata fantastica per Harry: si era divertito, aveva zittito il suo rivale ed aveva finalmente rivisto il maghetto che aveva rubato il suo cuore.

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Capitolo 4
*** L'AFFETTO DI UN AMICO ***


Dopo l'episodio di Diagon Alley,  Harry temeva un interrogatorio da parte dell'amica, che però disattese tali aspettative e si limitò a punzecchiarlo investigando come di suo solito. 
 
Fu Ron questa volta a farsi avanti e tirare in ballo l'argomento. 
 
Da subito iniziò con lo scusarsi anche se non riuscí ad essere disinibito come di suo solito: 
 
«Harry, scusa se quando ci hai confidato...quella cosa... Mi sono messo a ridere è che non ci pensavo neanche lontanamente che tu, ecco...» 
 
«Che io fossi gay? Non è una malattia Ron e io sono felice di essere ciò che sono» 
 
ribattè Harry, facendo arrossire l'amico, quasi in tinta con i capelli.
 
 Dopo essersi ricomposto, il rosso chiese, comunque imbarazzato:
 
 «Dimmi una cosa, io... Ti sono mai piaciuto? In senso... In senso omo intendo...»
 
 ed Harry, ridendo 
 
«No Ron, tranquillo, non sei il mio tipo»
 
Ron riprese, fingendosi offeso 
 
«ah si?? E chi sarebbe il tuo tipo?» 
 
ed Harry, distrattamente 
 
« tipo Ma... Mah,non so neppure io». 
 
Ron non si accorse del lapsus e non proseguì con le domande ma si limitò a dire
 
« Beh, fin che non mi fai il filo la cosa mi va bene, decidi tu se coinvolgermi o meno raccontandomi le tue avventure; ti chiedo solo un favore, risparmiami le parti osé »
 
Harry sorrise ed annuì, i due si congedarono e andarono a dormire;.
 
Anche se non era tardissimo il giorno dopo sarebbe stato il gran giorno, quello del rientro a Hogwarts.

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Capitolo 5
*** IL BINARIO 9 3/4 ***


Quella mattina Harry si svegliò presto, addirittura prima di Hermione. Stava sognando Draco: si trovava, come tutti gli studenti, sull'Hogwarts Express; d'un tratto scomparvero tutti e rimasero soltanto lui e Draco. Nel sogno Harry si fece coraggio e gli si avvicinò, ma il biondo si allontanò. Percorsero così un treno che non finiva mai, e per quanto lui corresse, Draco era sempre più lontano e, anche se l'essere "soli" lo eccitava, il fatto che l'amato si allontanasse lo metteva in agitazione: infatti si risvegliò sudato e... Con un prominente principio di erezione. Una volta ricomposto si rese conto che mancava pochissimo tempo al ritorno a scuola, pensò alla probabilità di vedere il suo maghetto in stazione e di riflesso pensò all'imbarazzo che gli causò la sua frase della giornata a Diagon Alley; come poteva una semplice frase insinuante un ipotetico interesse di Draco per Harry aver fatto sudare e agitare una persona fredda e calma come Malfoy? Harry si perse in miliardi di ipotesi fantasiose a riguardo e tutte portavano a due conclusioni: o la reazione non era collegata a Harry oppure i suoi sentimenti erano ricambiati segretamente dal biondo. Harry stesso ritenne improbabile la seconda ipotesi e pensò si trattasse della prima anche se non ne era convintissimo; i suoi viaggi mentali furono interrotti da Hermione che era venuta a svegliare lui e Ron. I tre si prepararono e furono finalmente davanti al portale di accesso al binario 9 3/4. La prima ad attraversarlo fu Hermione che voleva correre a cercare una cabina libera; subito dopo fu il turno di Harry che, attraversata la barriera, si trovò davanti proprio Malfoy che stava appoggiato a una piglia e, siccome quella era proprio la prima cosa che si vedeva accedendo al binario 9 3/4 di King's Cross, Harry gli posò subito gli occhi addosso: in quel preciso istante Draco alzò lo sguardo e incrociò lo sguardo occhialuto che già lo fissava quasi adulante. I due arrossirono e per loro il tempo si bloccò in quel preciso istante, anche se in realtà il momento poté durare pochi secondi siccome Harry si era fermato in adulazione un paio di metri oltre il portale: infatti in brevissimo tempo giunse Ron che lo urtò interrompendo quella specie di stato di incoscienza apparente: il rosso prontamente cercò di capire perché Harry si fosse fermato nel pieno del passaggio: «Scusa Harry, sei tutto intero?» Harry annuì ma ormai il contatto visivo con Draco si era interrotto e il biondo, imbarazzatissimo, era tornato a discorrere coi suoi amici; quindi i due cercarono Hermione che era già a bordo dalla parte opposta del treno. Nel tragitto Ron chiese all'amico cosa ci fosse di tanto speciale da fermarsi così; Harry rispose dopo un breve silenzio che quel posto e quel treno gli erano mancati un sacco, Ron continuò il discorso parlando delle sue intenzioni per l'anno venturo ma Harry era assente perché pensava ancora al magnetismo di quegli occhi di ghiaccio ed alla potenza che aveva legato i loro sguardi poco prima. Nel frattempo Draco segretamente lo guardava andare via, ma anche se il biondo distoglieva lo sguardo con destrezza felina ogni volta che l'occhialuto lo cercava nostalgico, per Harry non fu difficile capire che quello che gli era parso un paradiso d'argento, lo stava fissando senza volerlo far capire. Queste occhiate sfuggenti e imbarazzati si interruppero soltanto quando il capotreno fischiò facendo salire tutti a bordo: l'anno venturo si preannunciava interessante, o almeno iniziava con un mistero di difficile soluzione: cosa tramava Draco?

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Capitolo 6
*** L'HOGWARTS EXPRESS ***


Il treno era partito da poco,i tre ragazzi, colti dalla nostalgia, fecero scorta di dolciumi vari dal carrello delle vivande per poi iniziare a conversare sui punti salienti del nuovo anno, primo tra tutti: chi avrebbe preso la cattedra di Difesa contro le arti oscure?
 
Le voci parlavano di un auror di mezz'età, senza meriti eccezionali ma con molta esperienza e forte carisma, era un ex grifondoro e il suo cognome pareva essere Garten, Rupert Garten, e questo nome non suonava affatto nuovo a Harry  che però non si fermò a lungo su ciò, voleva capire soltanto cosa stesse succedendo nella testa del suo bel tenebroso. 
 
Ogni sua riflessione veniva però disturbata dai pettegolezzi dei due piccioncini, quindi Harry optò per un temporaneo isolamento, cercò la ritirata più vicina, ma per sua sfortuna era guasta, dunque cominciò a cercarne una seconda: caso volle che questa fosse appena una decina di metri prima di dove era seduto Draco, che gli parve pensieroso almeno quanto lui. 
 
Quando il biondo alzò lo sguardo Harry si chiuse nella ritirata e tentò di ipotizzare a cosa pensasse Malfoy.
 
Tale sforzo non fu necessario siccome poco dopo lo stesso Draco, con l'amico Blaise, si piazzò proprio davanti alla porta dell' involontario rifugio di Harry. 
 
Blaise gli domandò con tono preoccupato cosa lo turbasse, se fosse legato alla storia di suo padre  rinchiuso ad Azkaban o se fosse successo qualcosa. 
Draco,che solitamente era scrupoloso e attento rispose distrattamente e senza curarsi di controllare l'eventuale presenza di orecchie indiscrete: 
 
« No Blaise, le voci su mio padre sono molte ma non mi turbano,solo che... Prima di partire ho avuto un involontario scambio di sguardi con quel ragazzo che sai...e temo stia tramando qualcosa... E la cosa mi impensierisce alquanto... Sai che uno dei motivi per cui sono tornato quest'anno è legato a lui... » 
 
e Blaise rispose:
 
«lo so,ma non credi sarebbe meglio giocare a carte scoperte? Sono anni che la tiri avanti questa cosa di Potter» 
 
e Draco replicò 
 
« si Blaise, hai ragione ma non posso andare lì e dirgli che...» 
 
si interruppe bruscamente poiché vide Ron avanzare verso di loro 
 
«so che è fiato sprecato Malfoy ma... Hai visto Harry? »
 
 «Cos'è? Ti sei perso la parte meno scadente della vostra bizzarra compagnia?» 
 
ribatté Draco con l'appena ritrovato tono saccente, poi aggiunse 
 
«Comunque no babbanofilo, non ho visto Har... Ehm, Potter... Come se potessi avere interesse a sapere dove si trovi il tuo amichetto... Lasciaci in pace Weasly, parlavamo di cose importanti»
 
 Ron lo guardò un istante e proseguì la ricerca mentre Blaise chiuse il discorso dicendo 
 
« Beh Draco, torniamo a sederci, non manca molto all'arrivo.»
 
Harry staccò incredulo l'orecchio dalla porta lasciandosi scivolare fino a trovarsi seduto a riflettere: aveva veramente sentito Malfoy definirlo la parte "meno scadente" di qualcosa?
Lo aveva sentito dire che era a causa sua se il biondo era a Hogwarts quell'anno? 
Lo aveva sentito parlare del loro "incontro" mattutino a qualcuno e per di più con toni e lessico da persona umana e sentimentalmente vulnerabile? 
E soprattutto, Draco stava veramente per chiamarlo Harry?
 
Uscito dal bagno e tornato dagli amici si sedette, nella sua mente una cosa sola riecheggiava: veramente il suo amato parlava a qualcuno di lui senza usare insulti e addirittura chiamandolo per nome?

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Capitolo 7
*** VERSO HOGWARTS ***


Il convoglio giunse puntuale alla stazione di Hogsmeade ed Harry fece il possibile per mascherare la sua voglia di ritrovare lo sguardo che tanto magneticamente lo attirava. 

Gli fu decisamente d'aiuto sentire il possente saluto del gigante buono che l'ha accompagnato dall'inizio della sua vicenda magica, Hagrid.

Dopo essersi salutati i tre ragazzi si diressero verso le carrozze trainate dai thestral, che ormai quasi tutti potevano vedere. 
Con gran stupore di Harry non erano i soli ad aspettare di prendere posto sulle carrozze per Hogwarts, oltre a loro c'erano tre serpeverde: Blaise Zabini, Pansy Parkinson e Theodore Nott, che erano i tre eletti che circondavano sempre Malfoy; la domanda sorse spontaneamente a Harry: cosa facevano lì senza di lui? 

La risposta giunse altrettanto spontaneamente, siccome nel momento in cui i tre furono in vista, dalla boscaglia sbucò Draco che disse: 

« ok, ho sistemato la cosa, ora possiamo andare».

 I due gruppetti mantennero una notevole distanza ed Harry cominciò ancora a rimuginare indagando con gli indizi a disposizione, la domanda attuale era: cosa aveva combinato Malfoy nel tempo trascorso tra la discesa dal convoglio e il riemergere dal bosco del biondo? 

A puro titolo di curiosità domandò un parere ad Hermione facendole notare che Draco non sembrava star male fisicamente o essere affaticato da fatiche necessarie a attuare qualche piano malefico, mentre i suoi tre colleghi sembravano annoiati come se aspettassero da parecchio. 

La risposta di Hermione lasciò Harry spiazzato ma stranamente felice:

«Guarda Harry, sinceramente non lo avevo neppure notato, ma anche pensandoci non saprei che dire... Se non lo conoscessi direi che l'abbia usato come pretesto per perdere tempo e aspettarci»

Ci fu un momento di silenzio nel quale Harry constatò che la sua ipotesi coincideva con quella della sua brillante amica; in quel breve istante i tre si guardarono e risero pensando alla surrealitá di tale eventualità, e risero, risero fragorosamente. 

Harry, che ormai non trovava la cosa così strana, si girò verso l'altra combriccola e vide Draco che li stava fissando, sembrava parecchio imbarazzato ma nel suo sguardo c'era la paura di chi ha la coda di paglia e teme di essere scoperto. 
I due sguardi si incrociarono ancora ma il biondo si voltò subito, e dopo poco giunsero le ultime due carrozze per la scuola.

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Capitolo 8
*** PROFESSORI E SORPRESE ***


Giunti ad Hogwarts fu il momento del discorso della preside Minerva Mc.Granitt e del consueto banchetto preceduto dalla presentazione del corpo insegnanti. 

Tutti gli occhi erano puntati sul nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure.
Si trattava di un auror di mezz'età, di origine tedesca che  aveva già insegnato a Durmstrang con l'incarico segreto di monitorare 
Igor Karkaroff. 
Non aveva doti fisiche particolari: aveva un po di pancia, capelli brizzolati e portava spesso gli occhiali da sole e la camicia slacciata di due bottoni facendo così spuntare una vistosa catenina d'oro. 
Ciò che dava risalto a quest'uomo erano le sue capacità interpersonali, un carisma magnetico e la capacità di alternare a una forte risolutezza il saper alleggerire le tensioni, scherzando e mettendosi anche in situazioni imbarazzanti intenzionalmente.

Harry lo guardò per qualche istante, poi capì perché gli pareva familiare: lo aveva visto nella mente di Piton al quinto anno durante le sue lezioni di occlumanzia. 

Ripensando a quell' episodio infatti ricordò di averlo visto al tavolo dei grifondoro accanto a Lily e successivamente in un angolo con lo stesso Severus mentre tentava di consolarlo, senza contare che poi Harry lo identificò come l'uomo vicino a James Potter e Sirius, disposto precisamente tra Lupin e Piton nella foto dell'Ordine della Fenice originale.

Durante la sua presentazione Garten affermò di essere onorato di essere al posto che occuparono due suoi cari amici ormai deceduti quali Remus Lupin e Severus Piton e si augurò di riuscire a reggere il confronto con loro. 
Era il nuovo direttore di grifondoro e tutti i membri della casa pendevano dalle sue labbra anche se tutti quanti gli studenti erano praticamente in adulazione, Draco compreso.

Terminato il banchetto fu lo stesso professore a cercare Harry per comunicargli di aver rinvenuto un contenitore nelle stanze di Piton, con su scritto

"far pervenire al signor Potter,che possa vivere meglio del sottoscritto".

Harry si sentì stranamente a disagio ripensando a Piton e chiese ulteriori informazioni ma Garten rispose che non ne sapeva molto, sapeva soltanto che era uno scatolone contenente cose che Severus aveva messo da parte prevedendo una sua morte improvvisa e violenta. 
Harry accettò  l' invito di Rupert a prendere assieme un te nei giorni successivi, per poter recuperare lo scatolone; il professore aggiunse, poi, che voleva fare due chiacchiere con Harry e raccontargli il suo periodo studentesco  con i suoi genitori,il suo padrino e l'uomo che votò la sua vita a proteggerlo.

Terminato il breve colloquio col nuovo docente, che Harry già stimava moltissimo, fu il momento dell'attuale preside che salutò in modo professionale ma affettuoso il maghetto, che conosceva dalla bellezza di 18 anni, e gli porse un fagotto.

Harry un po stranito ringraziò e l'aprì.
Dentro c'era una giovane fenice. 

La preside disse con tono autocompiaciuto e affettuoso:

 « Lei è Bonnie, diretta discendente di Fanny. Sai, Potter, ho pensato che potesse risultarti utile e soprattutto di compagnia un animale per recapitare messaggi e far pratica siccome hai deciso di tornare a scuola. E poi ho pensato ti sarebbe stata cara in quanto potrà ricordarti il professor... Silente»

 nel dire quel nome anche la granitica donna lasciò spazio ad un luccichio nostalgico nello sguardo, Harry, invece, aveva già le lacrime agli occhi, sia per la nostalgia che per la commozione causata dal dolce gesto della donna; la ringraziò molte volte e,ancora commosso, si diresse alla voliera per portare Bonnie alla sua dimora.

Subito dopo quella scena commovente, voltandosi, vide Draco con gli occhi rossi e umidi ed uno strano sorriso.

 Ma Harry non ebbe il tempo né di sbigottirsi né di realizzare che addirittura Malfoy si era commosso per l'accaduto, il biondo si rese conto di essersi mostrato commosso in pubblico ed in presenza di Potter, si pietrificò un istante per l'imbarazzo,arrossì e poi corse a nascondersi nelle sue stanze.

Ad Harry non restò che constatare la particolarità di quello che era soltanto il primo giorno di un intero anno scolastico.

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Capitolo 9
*** CHI CERCA TROVA ***


La prima settimana di scuola era trascorsa, le lezioni procedevano e gli sguardi di Malfoy erano sempre coperti da un velo di timore. 

In una giornata uggiosa Harry decise di recarsi da  Garten per scoprire cosa il professor Piton gli avesse lasciato e, soprattutto, perché l'avesse fatto. 

Mentre vi si recava continuava a pensare al Draco commosso che aveva visto la settimana precedente ed all'aria timorosa che lo circondava da quel momento in avanti. 
Casualità volle che tra un pensiero e l'altro Harry s'imbattesse proprio nel suo maghetto; avvicinatosi senza farsi vedere attaccò subito il discorso: 

«Hey Malfoy!» 

questo fece un balzo, si girò un po imbarazzato, e rispose 

« che vuoi Potter? Non hai di meglio da fare?»; 

Harry decise di andare diretto al punto e disse 

«Stavo andando da Garten a dire il vero, poi ti ho visto e mi sono ricordato di quando ti sei commosso vedendo me e la mia fenice... Ero curioso di sapere da quando avessi iniziato a provare sentimenti  positivi verso la gente... E verso di me in particolare »

La voce di Harry iniziò a tremare sul finire di questa frase, ma era nulla a confronto dell'imbarazzo che ora affliggeva il biondo: arrossito e sudato disse, tentando in vano di nascondere il tremolio nella sua voce: 

«non stavo piangendo, avevo qualcosa in un occhio... E sono corso in stanza perché mi dava fastidio e volevo levarlo... Comunque io... Non provo nulla per te, nulla se non disprezzo per, hai capito Harry?! » 

Harry sorrise poiché aveva finalmente capito qualcosa; quel tono era troppo morbido per il genere di discorso, la voce di Draco tremolava come mai prima e l'occhialuto capì di avere la chiave per schiudere  ripensamenti nel biondo, nel remoto caso quelli fossero atteggiamenti inconsci e non intenzionali. 

Il moro, dunque, con voce sicura ribatté: 

« Ah, quindi è ufficiale, ora mi saluti per strada e mi chiami anche per nome??». 

Draco si rese conto di non aver più usato il nome di Harry soltanto parlandone con Blaise o parlando tra se e se, bensì di averlo usato direttamente con lui, ed era la prima volta in assoluto!
Piuttosto scosso per la cosa, concluse:

 «Oh Potter, non è comunque il tuo nome? O forse a me è vietato usarlo? E... Non avevi da fare col prof. Garten?».

Harry si era quasi dimenticato di questo fatto e dunque si congedò furbescamente 

«Caspita,hai ragione! Ora scappo, ciao Draco» 

e il biondo, che aveva abbassato la guardia 

«Ciao Harry »

Appena resosi conto di ciò che aveva appena fatto Draco mugugnò, proprio come quando ci si martella su un dito per errore, ed Harry, che era già lontano, sentendolo sogghignò.

Giunto da Garten si scusò per il ritardo, si sedette sorseggiando una tazza di te e successivamente il professore gli porse lo scatolone. 
Harry lo ringraziò di tutto cuore e i due si persero in nostalgici ricordi con i quali Rupert confermò di essere stato amico di Lily, Sirius, Remus e James ed affermò di esser stato il miglior amico di Severus, nonché suo confidente sin dai primi anni di scuola ad Hogwarts. 

Terminato il "momento nostalgia " Harry tornò al dormitorio grifondoro trasportando a fatica il voluminoso scatolone.

Giunto in stanza lo fissò titubante e quando l'aprì vi trovò un baule di legno sigillato da una strillettera, che però era nera con sigillo bianco, quindi Harry pensò non si trattasse di un rimprovero e volle attendere ad aprirla per essere lucido e aver un ricordo di ottima qualità, per poterlo estrarre e conservare anche dopo la distruzione della missiva. 
Sopra al baule, però, vi era un pezzo di pergamena; Harry l'aprì ed iniziò a leggere: 

“signor Potter, siccome su alcune cose contenute nel baule ho promesso riservatezza, giurando sulla mia stessa vita, spero di non essere più materialmente presente nel mondo dei vivi, in caso contrario, SMETTA SUBITO DI FRUGARE TRA I MIEI EFFETTI PERSONALI!!   Firmato: Severus Piton.” 

Nel leggere la parte finale Harry avvertì un brivido lungo la schiena, dopo di che optò per andare a dormire e scoprire, dopo una notte di riposo, cosa contenessero la strillettera e il baule.

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Capitolo 10
*** UN TUFFO NEL PASSATO ***


Ben riposato e a mente lucida Harry decise di farsi coraggio e, mentre Ron e Hermione stavano studiando, iniziò con l'aprire la strillettera.

Chiuse la porta, prese un bel respiro, staccò il sigillo e :

« signor Potter, per quanto potrebbe farmi piacere poterle parlare di persona, non posso perché presumo di essere deceduto. 
Ho raccolto molte confidenze e molti segreti senza farne mai parola ma, a questo punto, non so perché dovrei preoccuparmi: vorrei proprio vedere chi potrebbe riuscire a prendersela con me, dato il mio stato attuale. 
Come spero di essere riuscito a comunicarle tengo a lei signor Potter, malgrado abbia molte cose in comune con suo padre ha gli occhi, la sensibilitá e la dolcezza di sua madre, per non considerare la lealtà e il difendere ciò a cui tiene... 
In ogni caso ho intuito che, oltre tutto, vi attirasse lo stesso genere sessuale, e spero le faccia piacere sapere che esiste qualcuno che l'ama segretamente, come feci io con Lily. 
Se tutto sta andando come previsto il mondo ora è buono ed è il momento adatto per scoprire nuove possibilità; spero in oltre che questa persona sia ancora in vita così che tutto fili liscio. 
Nel baule troverà una serie di mie confidenze dei primi anni di scuola, fatte a pochi eletti di cui mi fidavo e riguardanti me e la dolce Lily, per tanto 
La pregherei di tenerli per se e non infangare la mia memoria; troverá poi una serie di confidenze fattemi dal Suo spasimante, signor Potter, confidenze che riguardo la sua persona. 

Troverà poi due libri: il primo è una bozza della biografia del professor Silente pubbicata recentemente;  della suddetta la invito a leggere il capitolo che parte da pagina 394; il secondo libro è il mio volume del corso di pozioni, lo ho ritrovato tramite un incanto che sono, anzi ero solito fare sui miei oggetti. 
La bozza della biografia servirà a schiarirle le idee riguardo ciò che NON dovrà fare affinché tutto vada per il meglio; il secondo libro servirà a garantirle una tale abilità nel preparare pozioni e intrugli da farla lavorare in supporto a chi l'ama signor Potter.
Avrei voluto aiutarla anche nel praticare incantesimi a Difesa contro le arti oscure; le tornerebbe utile eccellere in tali materie, dal momento che il suo spasimante manca di pratica in Pozioni ed anche se è piuttosto intraprendente, non ha finezza e dimestichezza in Difesa contro le arti oscure. Le ultime due qualità, per quanto mi dolga ammettere, lei le possiede già senza bisogno di aiuti esterni, dunque non necessita della mia "supervisione".
Ora ha tutti gli strumenti per rendere felice una persona che lo merita, oltre ad essere lei stesso felice Potter, vivendo la vita rosea di cui mi privai quando mi lasciai sfuggire l'occasione di averla con sua madre.
Non so se sarà possibile ma nel caso potessi le garantisco che porterò i suoi saluti alla sua dolce madre, a Felpato e Lunastorta, a tutti i maghi, professori e creature magiche cui riterrò lei fosse affezionato e... Anche a quel... Suo padre, e parlerò bene di lei a chiunque abbia fatto la sua conoscenza. 
Ripongo grandi speranze in lei signor Potter, renda felice la persona che l'ama, si tenga stretti gli amici e viva la vita felice che non ho vissuto io. 
In bocca al lupo caro Harry Potter. 
Con stima e affetto, Severus. »

Detto ciò la strillettera si distrusse.

Harry era scioccato, non poteva credere a ciò che aveva appena sentito: i brividi che provava non erano dovuti al sentire ancora la viva voce di Piton, bensì alla dolcezza ed all'affetto di tali parole. 
Il giovane si affrettò a recuperare il ricordo per intero e a depositarlo nell'ampolla che aveva preparato ed etichettato, dopo di che si sdraiò sul letto e iniziò a fissare il soffitto valutando da cosa partire.

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Capitolo 11
*** PAGINA 394 ***


Harry decise di andare per gradi e partì dal leggere la biografia di Silente. 
Era un tomo spesso spesso, una grossa pila di fogli di pergamena legati da due anelli di spago.
La copertina non era particolarmente decorata e le pagine, piuttosto ingiallite, superavano l'altezza di un vocabolario bilingue babbano. 
 
Harry si sedette comodo e iniziò a sfogliare, fino a pagina 394, il titolo del capitolo era il seguente: 
 
"l'amore perduto dei miei vent' anni"
 
Harry si sentì stranamente chiamato in causa ripensando alla strillettera di Piton ed al fatto che in quel capitolo fossero contenuti i comportamenti da non adottare in amore. 
 
La cosa che più gli faceva percepire un legame diretto tra il suo futuro e quel capitolo era l'enorme quantità di voci in circolazione, voci che vedevano il Prof Silente scapolo poiché in realtà non attratto dalle donne, proprio come Harry. 
 
Terminato il breve ragionamento il ragazzo iniziò a leggere.
La lettura stimolava la sua fantasia sin dall'introduzione, che riportava le seguenti parole: 
 
"Ho amato un ragazzo, lui è stato il mio più potente rivale, forse il più grande mago oscuro della storia; il suo nome? Gellert Grindelwald. Il suo carisma mi affascinava molto, il suo carattere schivo mi attraeva, la sua fermezza e determinazione mi eccitavano; ne ero così assuefatto da tramare, io stesso, un piano che rendesse, me e lui, i dominatori del mondo magico e di quello babbano. 
Per non oppormi ai suoi desideri di grandezza sono andato contro tutti, fino al punto in cui ci siamo dovuti separare; da lì non ho smesso di amarlo per almeno un quarto della mia vita, fino a che non sono stato io stesso a sconfiggerlo. 
Sebbene ora io non l'ami più, ho ancora una cosa che me lo ricorda in ogni momento: la mia bacchetta prima era la sua..."
 
Harry rabbrividí: anche lui amava un mago con manie di grandezza, anche lui l'avrebbe amato anche da " cattivo" e anche lui aveva sempre un ricordo dell'amato, aveva la bacchetta di Draco. 
 
Harry lesse a lungo e notò che Silente si comportò spesso in modo analogo a come avrebbe fatto lui.
Ci furono baci, situazioni imbarazzanti, litigate ma Silente continuò a lasciar correre, ottenendo scarsi risultati. 
 
Fu poi la frase conclusiva del capitolo a lasciare Harry sbigottito: 
 
" Ho amato Grindelwald, lui ha amato me; abbiamo perso un sacco di tempo nascondendoci dietro sguardi e occhiate rubate.
Lui è diventato un mago oscuro, ma solo perché gliel'ho permesso.
Io amavo lui e lui me, se avessi avuto il coraggio di oppormi forse ora non sarebbe a Nurmengard, forse ora sarebbe buono, forse ora saremmo insieme e avremmo vissuto una vita intera felici e innamorati, senza aver sprecato un'occasione più unica che rara. 
Forse sarebbe andata meglio; forse, perchè io amavo lui, e lui amava me."
 
Ora era chiaro ciò che il professor Piton intendeva far capire al ragazzo: Harry avrebbe dovuto essere l'ancora di salvezza del suo amato poiché questo aveva una mentalità piuttosto orientata al male, anche se in realtà era di buon cuore. 
 
Quel parallelo, ovviamente, per l'occhialuto avrebbe avuto senso solo con Draco come altra parte, anche se da Piton non era arrivata ancora alcuna conferma a riguardo. 
 
Era ora di guardare i ricordi.

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Capitolo 12
*** UN TUFFO NEI RICORDI ***


Harry stava ancora rimuginando su ciò che aveva appena letto quando decise di esaminare i ricordi lasciatigli nello scrigno.
 
Partendo dai più vecchi e scoprì due cose: la prima, Piton amava Lily più di ogni altra cosa e parlava di lei, sognando a occhi aperti; la seconda, non si dichiarò mai alla ragazza perché non sapeva se costei ricambiasse il sentimento. 
 
Proseguendo scoprì con stupore che Lily amava a sua volta Severus, ma che non lo disse quasi a nessuno poiché se ne vergognava, vista la tenera età. 
 
Stava visionando l'ennesimo ricordo commovente in cui vide Piton raccontare a un giovane Lupin del momento in cui si innamorò di Lily; quest'ultimo mostrò sempre indifferenza nei suoi confronti e probabilmente, neppure lo stette ad ascoltare; ma Harry ascoltò bene e si fermò a pensare a quando si innamorò di Draco.
Probabilmente avvenne al terzo anno: sebbene la reazione del padre a tale evento causò la condanna morte di Fierobecco (poi sventata dai ragazzi con il giratempo), a parere di Harry fu il ferimento di Draco da parte dell'ippogrifo a scatenare nell'occhialuto sentimenti per il biondo che superassero la rivalità che da sempre li metteva in opposizione. 
 
Chiuso questo attimo di riflessione, il maghetto si rimise all'opera.
 
Il ricordo successivo riguardava un Piton piagnucolante e triste che,in lacrime, raccontava il suo stato d'animo nel vedere Lily e James fidanzati ad un amichetto, il cui volto aveva un che di conosciuto... Era il prof. Garten!
 
Dunque lui aveva assistito direttamente alle vicende riguardanti Severus e Lily. 
 
Harry non credeva possibile che Piton avrebbe mai potuto rivelare i propri sentimenti ad un altro essere vivente, eppure era così. 
 
Ciò lo convinse a cercare di far aprire a Draco quella spessa corazza di ghiaccio, mostrando ciò che realmente si nascondeva sotto di essa. 
 
A questo punto Harry si ricordò dell'altra serie di ricordi lasciatigli; iniziò a visionarli e... 
 
Si! Erano di Draco. 
 
Per essere precisi i primi raccoglievano un imbarazzato Draco che chiedeva a un imbarazzato Piton se un Serpeverde potesse provare simpatia per un Grifondoro; proseguendo, giunti al quarto anno, i ricordi mostravano un Draco preoccupato per l'incolumità dello stesso Harry, impegnato nel Torneo Tre Maghi: il biondo infatti chiedeva insistentemente a Severus di proteggere l' occhialuto il più possibile. 
 
Un altro estratto di memoria, risalente all' inizio del sesto anno riportava un dialogo dove Draco era in lacrime raccontando a Piton di aver aggredito Harry in treno, ammettendo singhiozzante,di esserne innamorato malgrado tutte le cose che li avevano sempre divisi. 
 
Harry stava piangendo.
 
Non aveva solo scoperto che Draco lo amava, aveva scoperto che il loro "amore" era colmo di analogie con quello tra Lily e Severus. 
 
Asciugatosi le lacrime, Harry decise di ultimare l'analisi dei ricordi per poi passare a studiare un giusto approccio per scoprire se i sentimenti del biondo fossero ancora lì, o se i conflitti avvenuti a partire sesto anno avessero cambiato qualcosa in Malfoy, lasciandogli solo spazio per occhiate colme di rimpianto. 
 
L'ultimo ricordo, il più recente, risaliva a poco prima della morte di Piton.
 
Il professore aveva incontrato Draco poco dopo la vicenda dell'incendio nella stanza delle necessità. 
 
Draco era abbastanza scosso e in lacrime, raccontò dell'avvenuto e che Harry in persona lo aveva salvato rischiando la sua stessa vita. 
La cosa che lo faceva sentire così male era che in quel momento, sulla scopa, Draco avrebbe voluto soltanto abbracciare Harry e dirgli quanto grande fosse l'amore che provava per lui, ma non ci riuscì e,appena a terra fuggì in lacrime cercando,appunto,Severus. 
 
Dopo lavicenda della scopa Malfoy aveva bisogno un confronto diretto con il suo "confidente", siccome si sentiva terribilmente in colpa per come si era comportato negli anni con Harry.
 
Piton, si limitò a dire a Draco che aveva perso l'occasione perfetta, e di non piangersi addosso che tutto si sarebbe sistemato. 
 
Harry ormai era una cascata di lacrime vivente. 
 
Anche lui, in quel momento, avrebbe voluto soltanto baciare Draco e dichiararsi, ma non poteva farlo così, all'improvviso. 
 
Era ora di studiare un piano.

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Capitolo 13
*** IL MOMENTO DELLA VERITÀ ***


Harry pensò a lungo ad un modo per fare a Draco la fatidica domanda, ma non ci riuscì. 
Sapeva che il biondo era abbastanza furbo da rispondere mentendo, se si fosse sentito attaccato.

Optò per la via più semplice per questo genere di vicende amorose: ma non usò un filtro d' amore, bensì il veritaserum. 

Utilizzò il libro che gli aveva lasciato Piton, e lo realizzò in modo che Draco non ricordasse la discussione che avrebbe seguito l'azione del siero.

Come Harry immaginava il risultato fu eccezionale, dunque si diresse alla sala comune per cercare Draco, lo trovò e inventò una scusa, gli si avvicinò e disse: 

«hey, Malfoy» 

il biondo prima s'illuminò, poi arrossí e rispose, cercando di mascherare la felicità 

« che c'è adesso Potter? Non vedi che ho da fare? » 

« il tuo gufo ha attaccato la mia fenice alla voliera; ho già curato Bonnie, ma il tuo gufo è compito tuo» 

detto ciò Harry se ne andò e si nascose appena fuori dalla voliera. 

Poco dopo giunse un Malfoy piuttosto preoccupato.
Harry lo intercettò e gli disse che il suo gufo stava bene, che quello era solo un pretesto per separarlo dagli altri e potergli parlare da solo. 

Draco non seppe che rispondere e si lasciò scappare solo un sospiro di stupore.
Harry gli disse di seguirlo ed il biondo acconsentì; si recarono in una stanza vuota vicino agli ingranaggi del grosso orologio della scuola, Harry lo bloccò momentaneamente con l'incanto "immobilus", gli diede il siero, lo sbloccò e gli fece la domanda

« Draco, cosa provi per me?»

Harry si aspettava una risposta semplice e breve ma dal biondo scaturirono fiumi di parole 

« tu mi piaci Harry, da sempre ormai, ma non ci riesco proprio a dirti "ti amo", non riesco. 
Dopo le battaglie dello scorso anno avevo paura anche solo di guardarti negli occhi, il mio amato mi ha salvato la vita ed io neppure l'ho ringraziato, dai, come avrei potuto non sentirmi a pezzi per aver perso l'occasione? 
In più l'unico che poteva aiutarmi in ciò è morto, e pensare che Piton voleva il meglio per noi due... Non ho mai capito perché. Comunque non riesco a dirti ti amo, non ho mai amato nessuno, ho sempre e solo amato te, e poi... Ecco... 
Mi vergognerei a dirtelo o comunque a fare il primo passo... 
E poi che dovrei fare? 
Farmi sotto e baciarti? 
Non saprei neppure come fare, dovresti iniziare tu...»

Detto ciò si bloccò, poi chiese stranito:

« Potter? Dove siamo?» 

Harry capí che tutte quelle veritá avevano esaurito il siero, comunque non fece tempo a rispondere a Draco poiché questo vide una vecchia muta di Aragok e gridò 

« Quello cos'è??!! Aiuto! Sono aracnofobico!!» 

e cadde a terra rigido ed immobile, anche se cosciente. 

Harry si inginocchiò sul biondo, era pallido e freddo, tremava, e ripeteva bisbigliando 

«aiuto... aiuto...aiuto... ».

Harry non sapeva che fare, lo scosse, gli mise il suo mantello addosso per scaldarlo, ma Draco rifiutava ogni tentativo restando bloccato in shock.

A un certo punto Harry tentò di baciarlo, ma i loro denti si urtarono rovinando il momento. 

Draco non si sbloccò ma smise di ripetere la parola aiuto. 

Harry lo guardò negli occhi grigi, ancora terrorizzati e ritentò con un nuovo bacio a stampo. 

Draco smise di tremare e mise un braccio sulla schiena di Harry, che gli cadde addosso, gli mise una mano tra i capelli e strofinò la punta della lingua sulle labbra dell'occhialuto. 

Harry ricambiò e i due iniziarono a baciarsi al buio e a terra; la sola cosa che riuscivano a percepire oltre al loro bacio vorace era il contatto tra le due spontanee erezioni che stavano manifestandosi ai giovani maghi. 

La loro attenzione restò comunque sul bacio: era un bacio così intenso e vorace da far pensare che entrambi volessero recuperare gli anni perduti.

D'un tratto Draco morse il labbro inferiore di Harry poi lo spinse da un lato e si addormentò iniziando a russare.

Harry era eccitato e confuso.

Caricò l'amato sulle spalle e, nascostosi sotto al mantello dell'invisibilità, lo portò fino ad una porzione di prato in cui il biondo era solito sonnecchiare. 

Lo baciò un'ultima volta e si ricoprì col mantello.

Fece per andare via ma mentre era ancora a portata d'orecchio sentì sussurrare al biondo dormiente 

« ti amo Harry ».

L'occhialuto lo guardò con occhi innamorati e poi se ne andò. 

Tornato da Ron e Hermione non disse nulla di ciò che era successo, anzi, non proferí parola; si limitò a fissare il cielo dalla finestra e a sorridere col viso tra le mani mentre s'apooggiava coi gomiti al davanzale.

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Capitolo 14
*** RICORDI RESIDUI ***


La scuola procedeva regolarmente e Draco ed Harry non si erano più rivolti la parola dall'episodio del veritaserum. 
 
Harry non era felice di ciò, sapeva che il biondo l'amava, ma temeva che questo potesse ricordare del siero magico.

A prescindere da ciò la mente del cercatore di Grifondoro ora era ferma sul quidditch, mancava poco al ritorno di Harry nell'universo sportivo. 
 
Era ancora il cercatore e il capitano della squadra, e Ron era decisamente migliorato come portiere, ma non giocavano da parecchio e la partita con Tassorosso li mise sotto stress. 
 
Il fatidico giorno era arrivato, il sole splendeva e anche se Ron rischiò di cadere dalla scopa un paio di volte, Harry acchiappò il boccino e la squadra vinse. 
 
Mentre i vincitori rientravano negli spogliatoi una sagoma dai capelli biondi attirò l'attenzione di Harry.
 
Era Draco!
 
Sbucò dalla boscaglia, prese il ragazzo per un braccio e disse 
 
«Potter, dobbiamo parlare, seguimi!» 
 
ma si corresse subito 
 
« vai a lavarti che puzzi di sudore, e sbrigati! Io ti aspetto qui».
 
Harry, pensieroso, si affrettò a ricomporsi per andare dal suo amato.
Rivestitosi sgattaiolò fuori dagli spogliatoi e raggiunse il biondo, che lo prese per un braccio e lo portò fino al platano picchiatore. Appena entrati nel passaggio che stava sotto esso, Draco si sedette e iniziò il discorso:
 
« dunque,dunque; oggi avete vinto eh? Non farti troppe speranze, contro di noi non vincerete... A meno che tu non voglia darmi qualche pozione per rimbambirmi» 
 
Harry s'irrigidí, Draco sapeva, ma non pareva arrabbiato, anzi, sogghignava... 
 
Malfoy riperse il discorso 
 
« non ricordo molto, ricordo solo che mi hai portato in uno sgabuzzino, da lí ho un vuoto, poi l' inmmagine di uno schifoso ed enorme ragno e poi di te che mi baci standomi sopra... Deduco tu mi abbia estorto alcune dichiarazioni... 
E ora... Che vorresti fare?» 
 
Harry non sapeva che dire, quindi tentò di baciarlo, ma il biondo gli mise una mano sulla fronte e lo fermò 
 
«oh no Harry, non mi ruberai un altro bacio! Non prima di aver fatto le cose come si deve, comunque ho capito a cosa aspiri, gioca bene le tue carte e vedremo». 
 
I due uscirono dal rifugio e improvvisamente Draco afferrò la nuca di Harry e disse guardandolo negli occhi verdi e intensi 
 
« MA CHI VOGLIO PRENDERE IN GIRO!?! » 
 
quindi lo baciò. 
 
Harry aprì le labbra ormai inumidite dalla saliva dell'altro permettendogli di transitare con la lingua.
La mano di Harry fini su una natica di Malfoy che gli morse un labbro e si staccò dicendo 
 
«e che nessun'altro ti ronzi attorno!!» 
 
Il moro allora lo afferrò per una spalla lo girò di schiena e lo morse sul collo, lasciando un segno evidente quasi quanto quello che aveva lui sul labbro inferiore; si sistemò gli occhiali e disse 
 
« vale anche per te, ora sei mio!» 
 
«scordatelo!-ribatté Draco-dovrai guadagnartelo...». 
 
I due risero e si voltarono per tornare al castello; certamente non si aspettavano ciò che saebbe successo in quel preciso istante: dietro di loro c'erano Garten, Lumacorno e la preside Minerva McGranitt.
I primi due esterrefatti e con la bocca spalancata, mentre la professoressa, anch'essa sbigottita, aveva un sorriso piuttosto compiaciuto. 
 
I due maghetti erano scioccati, ben tre professori lo sapevano.

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Capitolo 15
*** NON SIAMO UNA COPPIA, NON ANCORA ***


 Dopo essere stati scoperti Harry propose al biondo di parlare con i tre docenti, che tra l'altro erano i due direttori delle rispettive case, e la preside della scuola. 

Draco andò nello studio di Lumacorno appena questo rientrò al castello, subito gli chiese se l'avesse detto a qualcuno ma il professore rispose candidamente: 

«Signor Malfoy, la sua vita sentimentale è sua, non mia; sono felice che lei sia in grado di amare, per giunta amare una persona dal carattere a lei poco affine... Tutta via non sta a me divulgare questi dettagli, quindi può contare sul mio più totale riservo. In quanto direttore della casa Serpeverde, cui lei appartiene, posso assicurarle che se avrà bisogno di consigli o di supporto, anche su tali argomenti, la mia porta sarà sempre aperta». 

Draco ringraziò più volte il professore e poi si congedò. Nel frattempo Harry si recò nell'ufficio di Garten, quando lo vide arrivare fu lui stesso a chiamarlo: 

« Potter! immagino stia cercando me, si accomodi».

Il ragazzo, leggermente intimorito, entrò nell'ufficio e chiuse la porta, poi si accomodò su una sedia : 

«Professor Garten, volevo parlarle di ciò che ha visto poco fa vicino al platano picchiatore... » 

e qui Harry fu interrotto dal professore 

«Cosa dovrei aver visto? Ho solo visto due persone che si amano mentre manifestavano il loro amore... 
Potter, la mia faccia era dovuta al fatto di vedere lei baciare il suo rivale pubblico, non al fatto che lei stesse baciando un ragazzo, anzi, in bocca al lupo per ciò! ».

 Rupert si alzò dalla sua sedia, si affacciò dalla finestra a guardar il tramonto, mise le mani sui fianchi e, dopo un profondo sospiro riprese 

« caro ragazzo, deduco che Malfoy fosse l'argomento delle rivelazioni di Severus. Chi meglio di lui potrebbe rappresentare la difficoltà di un amore tra un Grifondoro ed un Serpeverde? Sai Harry, e scusa se ti do del tu, io conoscevo sia Piton che tua madre, li conoscevo fin da quando i due s'innamorarono. 
Nessuno di loro volle sbilanciarsi dichiarandosi ed il risultato fu un amore mai sbocciato. Non incappare nello stesso sbaglio. 
Dal mio status di direttore della tua casa farò del mio meglio per poterti aiutare se ne avrai necessità. Intanto posso garantirti che sarò muto come una scopa sull'argomento »;

Harry lo corresse 

« come un pesce professore, i babbani usano dire come un pesce... Comunque la ringrazio molto per la disponibilità » 

il professore, poi, concluse: 

«si figuri signor Potter... Comunque, Harry, i babbani dicono così perché non conoscono noi maghi... Ora va, farai tardi a cena». 

Harry uscì e trovò il suo Draco a attenderlo; accertatisi di esser soli si dettero un rapido bacio a stampo, arrossirono e si aggiornarono sui colloqui appena avuti coi docenti. 

Ora era il turno della preside, sta volta vi si recarono insieme, Harry stringeva la mano di Draco che, imbarazzato, lasciò la presa, lo baciò fuggevolmente e disse 

« ne la manina ne altri baci fin che non farai le cose fatte bene... Non siamo ancora una coppia, ricordalo».

Detto ciò i due presero un respiro, bussarono ed entrarono nell'ufficio della professoressa Mc.Granitt. 
Appena li vide la donna sorrise e disse 

«Oh, ecco i nostri piccioncini, accomodatevi, abbiamo molto di cui parlare...».

I due ragazzi si sedettero ed Harry iniziò a parlare: 

«Professoressa, vede... Noi non siamo una coppia... Non ancora almeno... E volevamo esser sicuri di poter contare sulla sua discrezione a riguardo... ». 

La donna ribattè 

«Potter, così mi offendi, per chi mi hai preso? Per una strega da pettegolezzi? Sono felice per voi, spero solo che questa faccenda non vi distragga dagli studi. 
Che poi, parlando chiaramente, dubito che a lei signor Malfoy possa recar danno l' influenza di Potter... 
Potrebbe aiutarla in difesa contro le arti oscure, o in pozioni, o a trovare uno scopo benefico per il suo futuro... 
Mentre a te, signor Potter... Mh vediamo... In cosa potrebbe aiutarti Malfoy... Ah ecco, la sua precisione potrà giovarti ampiamente se imparerai a applicarla a trasfigurazione. 
Vi faccio tanti auguri per il vostro rapporto, ora a cena, o vi daranno per dispersi!»

Era fatta, i professori erano con loro. 

Restava il fatto che, ormai, il loro non era più un segreto; almeno un amico di Draco e ben tre professori sapevano della vicenda amorosa: era il momento di dirlo a Ron ed Hermione.

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Capitolo 16
*** DIFFICILE DA AMMETTERE ***


Anche se era ora di cena Harry restò nella sala comune a pensare a un modo per dire a Ron e Hermione che il suo amato fosse Draco. 
 
Avviare il discorso non fu difficile, a causa dell'evidente morso che Harry aveva sul labbro; Hermione, infatti, chiese subito cosa fosse successo, ma non diede all'amico tempo di rispondere.
La ragazza si ricordò di aver notato Malfoy che tentava di nascondere un morso sul collo; a quel punto incalzò: 
 
«non è che quel morso è legato a un morso sul collo di una certa persona?! » 
Harry si bloccò, anche sta volta l'amica l'aveva battuto sul tempo; non gli restò che confermare: 
 
« si Hermione, proprio lui... E anche se non c'è nulla di serio so che mi ama, e io lo amo tanto ».
 
A questo punto fu Ron a chiedere 
 
«Miseriaccia! Posso sapere anche io di cosa parlate a questo punto? » 
 
e la sua fidanzata rispose: 
 
« Non essere sciocco Ron, parlavamo dell'amore di Harry »
 
«ah si?!» 
 
ribattè Ron, sorseggiando del succo di zucca 
 
«e di chi si tratta?». 
 
Silenzio. 
 
Il solo rumore che si udiva era Ron che deglutiva il suo succo.
 
D'un tratto Harry bisbigliò: 
 
«d... Draco...»
 
e Ron, tra un sorso e l'altro, 
 
«Dai Harry, un po' di voce, non ho sentito nulla! Non può essere così terribile... » .
 
Harry allora si schiarì la voce e scandì con voce sicura: 
 
«È Draco!».
 
Ron sputò tutto il succo che aveva in bocca e iniziò a tossire. 
Ripreso il controllo chiese, quasi in preda al panico: 
 
«Malfoy?! 
Ma fai sul serio? 
Con tutto il mondo magico a disposizione, ti sei scelto lui!? 
Io certe volte proprio non ti capisco!»
 
« Ma Ron! Sai che al cuore non si comanda! E non importano le cose in comune, l'importante è avere in comune l'amore!
Per l'altro... Neppure tu e Hermione avete molto in comune, ma vi amate, mi sembra». 
 
Ron si sentì toccato, sia moralmente dalle parole dell'amico, sia fisicamente dallo scappellotto datogli dalla fidanzata prima della risposta del moro. 
 
Ripreso il raziocinio, Ron fece all'amico delle scuse e tanti auguri per la novella relazione... 
Harry aveva il benestare degli amici e dei docenti.
 
A questo punto restava solo una cosa da preparare: la proposta ufficiale a Draco.

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Capitolo 17
*** IMBARAZZO DI COPPIA ***


Harry continuava a pensare a un modo per fare la proposta a Draco; purtroppo non lo conosceva granché, anzi, non lo conosceva affatto. 

In suo aiuto la scuola organizzò la prima uscita per gli studenti, destinazione Hogsmeade. 

Una volta saputa la data dell'escursione Harry prese da parte il suo bello e gli disse che una volta giunti al villaggio l' avrebbe aspettato in un luogo a sua scelta tra  il pub "Testa di porco", "Mielandia" o "Da Madama Piediburro". 

Sentendo le tre proposte Draco non seppe se ridere o offendersi, dunque sbottò 

« Testa di porco?! Valgo così poco?
... Mielandia... Troppa gente!
...  Madama Piediburro... Sei impazzito??!! Non siamo ancora una coppietta, e non ho intenzione di farti da ragazza! 
Se mai staremo assieme saremo due ragazzi, non pensare che io mi metta a fare la fidanzatina sdolcinata! ». 

A Harry faceva piacere sentire quelle parole, Draco aveva già pensato a loro come coppia in futuro, però quelle parole lo lasciarono altrettanto scocciato, era senza un posto da proporre... 
Non si fa conversazione in cartoleria o tra gli indumenti ed ai Tre manici di scopa c'erano i professori... 

Ma il biondo riprese: 

« se proprio vuoi aspettarmi da qualche parte sperando che io possa volerti cercare va alla Stamberga strillante...
Ma non farti troppe speranze,chiaro Potter?!».

L' altro sorrise facendo un cenno con la testa ed un occhiolino da sotto le lenti, poi si congedò. 

Una volta giunti ad Hogsmeade Harry corse da Aberforth a far scorta di viveri per poi dirigersi alla stamberga.
Giuntovi notò che il biondo era nascosto tra gli alberi che guardava un orologio da taschino. 

L' occhialuto, senza farsi vedere, corse alla casupola e vi lasciò i viveri facendo poi in modo di sbucare alle spalle del biondo. 

Lui era ancora lì, a fissare la cipolla, quindi Harry partì con un secco 

«Cosa aspetti?! Perché guardi l'ora Draco?» 

-e poi, ridendo-

« sperando che tu potessi volermi vedere... 
Non farti troppe speranze Potter... 
Ma non farmi ridere ahahah! Ammettilo che guardavi l'ora per essere sicuro di avermi fatto aspettare...!». 

Draco era rosso e sudava, si limitò a mugugnare 

«E se fosse?! 
Tu piuttosto hai preparato qualcosa? ».

Harry non rispose, lo prese per mano e lo portò nella stamberga. 

Lì il biondo trovò cibo e bevande e, una volta a suo agio, chiese ad Harry cosa avrebbero fatto. 
Si premurò di avvertirlo che coccole mielose da femminello erano fuori luogo ed Harry, seccato, precisò di volerlo solo conoscere un po' rendendosi disponibile a farsi conoscere dal suo amato. 

I due chiacchierarono a lungo, anche se era Harry a condurre il discorso; faceva domande e diceva cose su di se mentre Draco rispondeva telegraficamente e non chiedeva molto. 

Il biondo era colmo di imbarazzo, essendo solo con chi gli ispirava tante cose "sporche".
In ogni caso lui seppe tutto del suo amato, di se invece lasciò capire di amare la precisione, di essere parecchio geloso e paranoico, di amare la raffinatezza delle cose, la cultura generale e soprattutto di non avere idea su cosa fare nel futuro. 

Il tempo a disposizione finì ed i due si diressero ad Hogwarts con tutti i compagni. 

Harry non sapeva molte cose in più rispetto a prima sul suo maghetto, aveva capito solo che erano uno l'opposto dell'altro, accomunati solo dalla paranoicitá e dall'esser gelosi. 

Per far la proposta, dunque, non restava che aspettare il momento più opportuno.

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Capitolo 18
*** IL MAGO DI SOSTEGNO ***


Seppur tra i due giovani maghetti non ci fosse nulla di ufficiale, né tanto meno di segreto parlando di relazione, restava il fatto che i professori di ben tre corsi li avevano visti, e avrebbero fatto di tutto per avvicinarli più possibile.

Era l'ora di pozioni, Harry aveva il manuale del prof. Piton e se la cavava egregiamente; la pozione del giorno era il veritaserum: già preparata e usata da Harry, non che tra le più gettonate da Severus. 

Mentre il moro si destreggiava tra i calderoni, l'orgoglio impediva a Draco di chiedere all'amato l'aiuto di cui aveva bisogno. 

Il professor Lumacorno notò la difficoltà del serpeverde, ma intervenne solo quando dal calderone di questo uscì una nube che generò uno spostamento d'aria tale da spettinare la chioma dorata sempre impeccabilmente pettinata.

«Signor Potter, probabilmente l'età sta diventando mia nemica, può controllare lei dove sta sbagliando Malfoy ed aiutarlo a capire lo sbaglio?
Non è un'opzione, e parlo a entrambi! 
Se uno di voi volesse rifiutare priverebbe la propria casa di 40 punti!».
 
Nessuno dei due avrebbe mai rifiutato.

Colmi di imbarazzo i due cominciarono a ripercorrere le fasi della produzione. 

Draco ovviamente non perse l'occasione di scoccare frecciatine ad Harry riguardo la pozione con cui estorse un'ammissione dei sentimenti del biondo, insistendo sul fatto che quella non funzionò al meglio. 

Harry non diede peso a ciò che sentiva e fu più che professionale, dunque anche l'altro s'impegnò e comprese il suo sbaglio. 

Lumacorno era esterrefatto, li aveva messi in coppia per avvicinarli, ma non credeva che qualcuno sarebbe mai riuscito a correggere Malfoy. 

La lezione si concluse con un "oltre ogni previsione" per Draco, che raramente superava uno striminzito "accettabile" in Pozioni, ed un "eccezionale" per Harry, con l'aggiunta di due punti a grifondoro per la professionalità dimostrata.

Usciti dall'aula  di pozioni fu il momento di trasfigurazione.

La professoressa Mc.Granitt annunciò di voler far lavorare sui volti gli studenti e, dopo un lungo preambolo, chiamò a sé i due innamorati : 

«Ricordate ragazzi, l'accuratezza della nostra trasfigurazione dipende per metà dalla nostra precisione e per metà da quanto conosciamo il soggetto da riprodurre, per questo motivo voglio qui accanto a me i cercatori di grifondoro e di serpeverde: dopo anni di partite a fissarsi attendendo di individuare il boccino, credo che conoscano abbastanza bene i tratti dell' altro...». 

Fece disporre i due ragazzi faccia a faccia a venti passi l'un dall'altro, li fece girare di spalle e diede l'ordine di iniziare la trasformazione.

A trasformazione effettuata iniziò a giudicarli 

«Potter... 
Dunque... 
Le proporzioni non sono proprio esatte... 
Sembri vagamente un fumetto, ma nel complesso sei andato bene, meglio del tuo solito "accettabile"... Credo di poterti dare un "oltre ogni previsione" ».

Harry era molto soddisfatto, non si era mai impegnato tanto; certo non era precisissimo, però conosceva benissimo il soggetto, dunque aveva fatto del suo meglio. 

Era il turno del biondo.

 «Malfoy! La sua precisione mi stupisce sempre! Anche se la trasandatezza della capigliatura sembra quasi una caricatura il resto è praticamente ineccepibile, credo che questa volta dovrò dare un "eccezionale"... 
Comp... Ahi ahi ahi signor Malfoy!
La cicatrice! Dov'è?! 
Niente eccezionale per lei, ma un oltre ogni previsione non glie lo toglie nessuno! 
Anzi, voglio premiare la precisione del resto, due punti a serpeverde». 

Draco era seccato per quell'errore, aveva sempre odiato quella cicatrice, quindi non la guardava spesso quando aveva il moro dinnanzi a se.

Tutto sommato la giornata era andata bene a entrambi, al giovane grifondoro poi era piaciuta particolarmente: aveva avuto successi scolastici e era stato parecchio tempo spalla a spalla con l'amato. 

Malgrado tutto, però, la mente di Harry era bloccata su un punto: come poteva chiedere a Draco di fidanzarsi con lui?

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Capitolo 19
*** IL PRATO FIORITO ***


Harry pensò a lungo al modo ed al luogo in cui dichiararsi al suo amato, ma fu durante una lezione di astronomia che ebbe un'illuminazione.
 
Il biondo gli passò vicino e subito l'aria si riempì di profumo alla lavanda; un aroma che li aveva accompagnati in ogni incontro da quando ne avesse memoria olfattiva. 
Il ragazzo pensò che, siccome pare che a Draco piaccia molto la lavanda, sarebbe stato opportuno dichiararsi in un romantico campo del suddetto fiore al tramontar del sole. 
 
Decise le circostanze mancava un pretesto per attirare lì il giovane serpeverde senza che questo sospettasse nulla. 
Al fine di rendere tutto speciale Harry chiese l'aiuto di Hermione.
 
La ragazza, saputo il piano, ritenne la cosa favolosa e indicò all'amico un luogo perfetto per la cosa. 
I due organizzarono ogni dettaglio, si procurarono cibo e bevande, allestirono il posto come per una scampagnata tra fidanzatini e pensarono a come portare lì il biondo: decisero che Harry lo avrebbe fatto materializzare con lui senza dirgli la destinazione. 
 
Dopo aver organizzato la logistica mancava il pegno d'amore, qualcosa che simboleggiasse la loro unione. 
Per questo Harry chiese un consiglio a Luna, la quale immaginava già tutto, identità dell'amato compresa. 
 
L' amica procurò ad Harry delle splendide collanine coi ciondoli che si incastravano tra loro. 
Sopra vi erano state incise le loro iniziali e vi erano incastonate una pietra azzurra ed una viola. 
Quella azzurra era quasi trasparente, come l'essenza del giovane innamorato; quella viola era più intensa dell'altra e a prima vista pareva opaca,ma a un attento esame si rivelava anch'essa pura e limpida: in breve inizialmente torbida ma poi pura, come l'essenza di Draco.
 
Tutto era ormai pronto, il piano sarebbe scattato dopo la lezione di Garten, appena prima del tramonto. 
 
La lezione parlava di incantesimi di difesa, nella successiva ci sarebbero stati i primi duelli. 
 
L'argomento più complesso della lezione fu l'incanto patronus; Harry era già all'appuntamento con la mente ed era visibilmente distratto, e Garten lo capì subito. 
 
Con quel genere di docente non ha mai importanza di chi si tratti, dal momento che si prende parte a una lezione, neppure l'Oscuro signore potrebbe di distrarsi senza farla franca. 
 
«Potter!! -tuonò Rupert- siccome nessuno nasce acculturato gradirei seguissi anche tu! Non importa chi tu sia, nella mia aula puoi ignorarmi solo se conosci meglio del sottoscritto l' argomento trattato!».
 
Respirò e, passando a un tono di sfida, riprese:
 
« non voglio sapere dove sia la tua mente, ma porta il tuo corpo su quella pedana e mostra a tutti la grandezza del mio metodo, così smetterai di sentirti al di sopra delle mie spiegazioni, non puoi sapere già tutto, anche se hai sconfitto Voldemort!». 
 
Mentre Harry si dirigeva in cima alla pedana tutti morivano dalla voglia di vedere Potter colto in fallo; ma i grifondoro dell' Esercito di Silente lo avevano avuto come insegnante ancor prima della sconfitta dell'Oscuro signore e aspettavano solo lo stupore del docente... 
Hermione addirittura ridacchiò, poiché conosceva la potenza del patronus dell'amico. 
 
Garten si mise accanto all'alunno, prese fiato e rilassati i muscoli enunciò a gran fiato 
 
«expecto patronum!!». 
 
Dalla bacchetta del professore uscì un portentoso ariete argenteo che abbagliò le prime file di ragazzi.
 
Rupert disse alla classe 
 
« questo ragazzi è un patronus corporeo, più complesso tra i risultati raggiungibili.
Solitamente l'incanto si manifesta con una nebbia argentea; per entrambi serve la tecnica, cosa che ancora voi non avete. 
La sola formula, senza tecnica, non produce risultati -poi guardò al suo fianco- Potter! 
Eviterai la punizione se dalla tua bacchetta uscirà più di un soffio di fumo argentato »
 
 si levò il suono di due risate mal trattenute con le mani alla bocca: erano Ron e Hermione che aspettavano lo sgomento del professore. 
 
Dopo quelle due risatine scese il silenzio e Rupert diede il via libera.
 
Harry raccolse le forze,respirò e enunciò con potenza esplosiva nella voce :
 
«EXPECTO! PATRONUM!!». 
 
Si spensero le candele ed il maestoso e ormai famoso cervo comparve, illuminando a giorno la classe, arrivando fino alle ultime file. 
 
Garten aveva la bocca spalancata e lo sguardo fisso, guardò incredulo l'alunno, tentò di dirgli qualche parola senza però riuscire a dire molto altro oltre a 
 
« sta mi***a!». 
 
Dopo la perla di finezza,ancora scosso dall'accaduto, il docente si girò verso la classe e annunciò la fine della lezione. 
 
Harry, soddisfatto, uscì dalla classe eattese Malfoy per poi smaterializzarsi. 
 
Appena rimaterializzati Draco prese a starnutire 
 
«Potter! 
Sei il solito maldestro! 
Non sai che sono allergico al polline?!» 
 
Harry subito tornò ai locali scolastici con l'amato, calmatolo decise di rimandare proposta e ciondoli. 
 
In breve era tornato al nascere del problema: quale occasione sarebbe stata utile a raggiungere il suo obiettivo?

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Capitolo 20
*** SBUFFO ARGENTEO ***


Dopo l'imbarazzante flop dell'appuntamento con Draco, Harry riprese a escogitare un modo per fargli la proposta, ma nulla gli pareva abbastanza all'altezza dell'amato. 

Il primo barlume di opportunità per conoscerlo,infatti, arrivò dopo la  lezione di Garten: la lezione pratica sul Patronus. 

Il professore fece schierare tutti gli alunni dicendo

«non mi aspetto che tutti riusciate a generare un patronus al primo tentativo, ma chi dovesse riuscirci andrà ad aiutare chi non riesce. 
Per riuscire a formulare uno scudo abbastanza potente dovete liberare la mente,pensare ad un ricordo, il più gioioso che avete, dopo di che dovrete lasciarvi colmare da questo ed in fine enunciare "expecto patronum" » 

dopo di che li fece provare in gruppetti.
La maggior parte dei grifondoro riusciva a generare addirittura un patronus corporeo creando gran sgomento nel docente; del resto avevano fatto pratica con Harry, quindi tutto nella norma per Hogwarts... 
I grifondoro restanti generavano almeno un po di bagliore argenteo, anche se da perfezionare. 

Corvonero e tassorosso avevano anch'essi qualche patronus corporeo (sempre a causa dell'esercito di Silente) anche se meno di grifondoro, c'erano poi altri patronus semplici, e questa volta alcuni che generavano solo sbuffi argentei, consistenti ma brevi. 

L'ecatombe si verificò con i serpeverde: solo un paio di patronus e nessuno dei due corporeo. 

Un maghetto poi non l'aveva presa troppo sportivamente; era un biondo a caso, piuttosto permaloso, dalla cui bacchetta usciva soltanto uno sbuffo argentato appena percepibile. 
La conseguenza di ciò fu un Malfoy che imprecava prendendo a calci il muro. 

Garten lo strattonò per un braccio e gli gridò

 « Oh, ti vuoi calmare!? Farò finta di non aver visto nulla ma che sia l'ultimo episodio! » 

lo trascinò fino ad Harry e poi praticamente glie lo lanciò addosso; Harry lo afferrò impedendogli di cadere. I due ovviamente arrossirono, ma l'imbarazzo fu spezzato dal professore 

«Potter! Ti affido sto caso disperato. Se dovessi stargli appresso io finirei col lasciare la sua casa senza punti. 
Non voglio più rivederlo fin che non sarà capace di generare un patronus semplice e senza imbestialirsi! È chiaro?!» 

i due annuirono un po' terrorizzati e poi andarono in un angolo a provare.

Harry si rivolse a Draco chiedendo quale ricordo usasse e lui rispose 

«beh... La prima partita di quidditch vinta da cercatore, perché? » 

«Non è abbastanza! Non hai un ricordo più gioioso? ».

Il biondo arrossí, e a voce tremolante disse

 «io...beh...
...forse...ecco...il...
...il nostro primo bacio...» 

e poi con un sussulto della voce 

«ma non voglio che il mio patronus ti somigli!!».

 Harry si mise a ridere e disse 

«stupido! Ahahah, mica c'entra, sono lusingato di essere il tuo ricordo più bello, grazie!
Comunque dai, concentrati e ritenta usando quel ricordo». 

Draco prese fiato, si concentrò e riprovò.

Il risultato fu un perfetto patronus semplice. 

I due gioirono, ma smisero subito per non attirare l'attenzione. 

Draco però voleva di più, voleva un patronus corporeo. 
Determinato a farcela riprovò una, due, tre volte, mettendo sempre più energia e finendo con lo svenire. 

Harry lo riprese al volo evitandogli una rovinosa caduta, lo sdraiò a terra e subito il biondo riaprì gli occhi; approfittando del fatto che nessuno li guardava Harry gli tolse la bacchetta e lo baciò,Draco ricambiò il bacio, poi afferrò la mano dell'occhialuto per rialzarsi. 

Harry lo guardò e gli disse: 

«non serve esagerare così, ti fa solo male. 
Ora andiamo in sala comune, mangi qualcosa e riproviamo, ok?».

Draco,ancora sorridente per il bacio rispose 

«ok Harry, ma voglio riuscire superarti ancora!» 

Harry sorrise, quella frase non era detta col solito tono superbo e presuntuoso, sta volta suonava molto dolce, e poi... L' aveva chiamato per nome.
 
Tornati dal breve spuntino i due ripresero e subito Harry notò una maggior potenza.

Domandò a Draco se avesse cambiato qualcosa; il biondo arrossí ammettendo che ora il ricordo era quello del bacio di qualche minuto prima. 

Notato il cambiamento Harry s'avvicinò, gli si mise alle spalle e gli sussurrò 

«ora mantieni la concentrazione e tieni lo scudo per più tempo possibile ».

Draco formulò l'incanto e eseguì un potente patronus semplice.

Ciò lo rese felicissimo, ed allo stesso tempo eccitò teribilmente il fidanzato. 

Dopo poco tempo di tenuta il moro cinse la vita del biondo con un braccio, con l'altro gli strinse dolcemente la mano senza bacchetta e avvicinò la sua erezione al fondoschiena dell'amato. 

Fu in quel momento che dalla bacchetta comparve un maestosa serpe argentata: ecco il tanto desiderato patronus corporeo. 

I due giovani maghi erano stupiti ed eccitati,si fiondarono dietro una pesante tenda e iniziarono a baciarsi. Le loro lingue frenetiche esploravano la bocca dell' altro e intanto il biondo mordicchiava le labbra di Harry, non appena questo ritirava la lingua.

Una volta ricomposti i due andarono da Garten, il professore vide un morso sulle labbra e chiese:

«Potter... Ti sei morso le labbra dal nervoso? Non dirmi che non ha fatto progressi!» 

ed Harry, con voce leggera e appagata 

« si fidi prof.Garten, sarà soddisfatto ». 

Il professore allora diede il via a Draco che lesto cercò lo sguardo di Harry, lo trovò subito, quindi chiuse gli occhi e si concentrò, pronunciò le parole  dell'incantesimo...
Ed ecco ricomparire lo scintillante rettile, argentato come gli occhi dei Malfoy. 

Garten era esterrefatto 

«caspita Malfoy, complimenti!» 

«grazie professore, ma è quasi tutto merito di Har ehm di Potter » 

il professore ancora stupito si voltò verso il grifondoro e disse 

« Potter, ragazzo mio, non mi capacito della tua abilità, davvero! 
Ti ho affidato un ragazzo che a malapena faceva sbuffare la sua bacchetta e tu me lo hai riportato con un maestoso patronus corporeo...» 

Harry sorrise, tirò a se Draco, facendolo arrossire e replicò:

«grazie del complimento professore, ma cosa certa è che, al di là il mio aiuto, Draco abbia dimostrato una forte determinazione per raggiungere tale risultato».

Rupert li guardò mentre, fieri di ciò che avevano fatto, resistevano a stento al lasciarsi andare ai più scatenati istinti che trasparivano dai loro sguardi.
L'uomo prese quindi un respiro e disse 

« la vostra modestia vi fa onore, assegno un eccezionale a entrambi».

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Capitolo 21
*** LA VITTORIA DOPO LA SCONFITTA ***


Erano trascorse alcune settimane, le lezioni passavano veloci, i due lavoravano spesso assieme e si aiutavano a vicenda a migliorare le loro medie.
Anche se non si erano ancora fatti la proposta vera e propria non erano rari gli episodi in cui i due si baciavano di nascosto, tutto era rilassato e piacevole. 

Un giorno, però, iniziarono i fermenti per la seconda partita di quidditch dell'anno: serpeverde contro tassorosso. 

Draco non cavalcava una scopa da un paio d'anni ed era molto nervoso; Harry da parte sua tentava di alleggerire quella tensione il più possibile, ma con scarsi risultati.

Il giorno prima della partita il biondo era talmente intrattabile da non permettere a Harry nulla più del saluto. 

Il giorno della partita il grifondoro tentò di intercettare  l'amato prima che entrasse in campo, ma non riuscì a parlargli, quindi corse sulle tribune per prender un buon posto. 

Il tempo era nuvoloso e soffiavano forti raffiche di vento, la partita procedeva senza particolari colpi di scena, le squadre continuavano ad esser costantemente in pareggio. 

A neppure due minuti dalla fine Draco vide il boccino e lo inseguì come se la sua vita dipendesse dall'acchiapparlo. 

Era lì lì per prenderlo quando una raffica di vento deviò il boccino impedendo la presa. 
In quel momento l'arbitro fischiò, la partita era finita. 

Le due squadre avevano pareggiato. 

Harry attese Draco fuori dagli spogliatoi e tentò di abbracciarlo, ma questo si scansò. 

Il grifondoro s'indispettí, afferrò l'amato per un braccio lo trascinò al platano picchiatore, per portarlo al passaggio situato sotto di esso. 

Una volta lì lo mise al muro e lo baciò. 

Il biondo iniziò a sciogliersi e la situazione a scaldarsi.
Harry sbottonò la camicia dell'amato; nel momento in cui vide quel pallido fisico perfetto iniziò a baciarlo con molta più passione di quanta ne usasse prima. 
D'un tratto realizzò, era il momento. 
Smisero di baciarsi un istante, si guardarono teneramente negli occhi e poi Harry disse 

«come ti senti ora? Va meglio? ».

L'altro, sorridente, fece tempo solo a rispondere di si prima di essere riinterrotto; Harry si mise una mano in tasca, strinse quella di Draco con l'altra, lo guardò negli occhi e gli disse 

«Draco, ci siamo conosciuti tanto tempo fa, ci siamo fatti la guerra, abbiamo fatto tregue, siamo tornati nemici, ci siamo salvati le chiappe in extremis... Ed ora siamo amanti... 
Ma non voglio più questo, non lo meriti!».

Il giovane serpeverde aveva un'ombra di terrore sul volto, ma poi il moro si inginocchiò, prese le collane e aggiunse 

«Draco Malfoy, vuoi essere il mio fidanzato?». 

Gli occhi argentei del biondo s'illuminarono, guardò Harry e rispose commosso ed eccitato 

«Certo! Perché abbiamo aspettato tanto?!»

poi lo abbracciò tuffandoglisi addosso, gli strappò la camicia lo baciò sensualmete sul petto. 

Si coccolarono per ore e tornarono al castello per cena, rilassati e molto innamorati.

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Capitolo 22
*** L'ANNUNCIO TRIONFALE ***


Di ritorno dalla scampagnata con Draco, dopo essersi opportunamente salutati, Harry si precipitò al dormitorio; doveva cambiare quella camicia che era ormai stata sbrindellata dalla passione del giovane amore. 

Sulla sua strada sta volta trovò Ron, che inizialmente chiese notizie sulla camicia ma poi ebbe un'illuminazione: probabilmente era colpa di Draco. 
Realizzato ciò disse

 «ho capito, è stato Draco a strappartela, ammettilo! 
Però dimmi solo si o no, sorvola sui dettagli... Per favore ». 

Harry annuì e disse...

«Ecco... Ci siamo fidanzati ».

 Ron subito prese a sorridere facendo i complimenti all'amico. 
Se l'aveva capito Ron, sicuramente Hermione non avrebbe tardato a intuirlo. 
Cambiatosi la camicia, il ragazzo si diresse nella sala comune del dormitorio, scese le scale e si trovò davanti l'amica per puro caso. 
L'occhio osservatore di lei notò una catenina sotto al colletto dell'amico. 
La ragazza sorrise e gli si fiondò addosso afferrando la catenina per vedere il ciondolo.
Quando riconobbe la tessera di puzzle sorrise in maniera quasi irreale emettendo un suono molto acuto, anche lei aveva capito.

«Harry, sei riuscito a chiederglielo!?
 E come? Racconta su! 
E mi raccomando, 
OGNI...SINGOLO... DETTAGLIO! ». 

Il ragazzo sorrise e iniziò a raccontare di come l'esito del quidditch avesse incupito il serpeverde, di come lo avesse dovuto costringere a seguirlo, di come lo calmò ed in fine come gli fece la proposta. 

Hermione iniziò a ridere fragorosamente quando Harry parlò della camicia strappata, poi lo abbracciò quasi commossa per la gioia, non l'aveva mai visto così felice prima.
Ron, che si stava ancora riprendendo dai dettagli del racconto, si congratulò a sua volta. 
A differenza della sua ragazza, però, si spinse oltre e chiese ad Harry quando li avrebbe "presentati". 

Gli occhi verdi e i capelli corvini del ragazzo restarono la sola cosa colorata nel suo volto, il resto impallidì.
Come avrebbe potuto avviare un rapporto pacifico tra il biondo tenebroso e la coppia che più aveva disprezzato negli anni?

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Capitolo 23
*** IL CLUB DI " MES AMIS " ***


Lumacorno non era il solo professore che amava circondarsi e far baldoria con le punte di diamante del suo corso, anche Garten era solito farlo.
Entrambi i professori, infatti, desideravano creare un rapporto più informale con gli studenti più meritevoli. 

Vi erano soltanto due grosse differenze tra le due scuole organizzative: in primis Lumacorno organizzava cene eleganti e di gala mentre Garten preferiva uno stile più rustico. 
La seconda differenza era che al club di "Mes Amis" cibi e bevande erano tipici del mondo magico, dato che Garten passò molto tempo tra i babbani arrivò a non ritenere più interessanti i loro prodotti e, anzi, ad avere nostalgia di quelli del suo luogo d' origine; al "lumaclub" per contrapposizione tutto era babbano: Lumacorno passò vari ma brevi periodi tra i babbani, restando affascinato e non tediato dai cibi e dalle bevande incontrate, anzi, il professore di pozioni approfittava abitualmente delle sue competenze di mescitore improvvisandosi barman e miscelando a caso vari alcolici.

Mancavano tre settimane a Natale, e Garten decise di organizzare il suo banchetto prima delle festività, dato che quello di Lumacorno era già fissato a circa un mese dopo le feste.

Siccome Garten non riteneva ancora di poter distinguere le eccellenze, organizzò una lezione di duelli. 

Gli studenti vennero divisi in coppie e ciascuna coppia doveva battersi contro un'altra; si potevano usare schiantesimi, incantesimi di difesa e qualunque altro incantesimo che non arrecasse un diretto danno fisico. Avrebbe perso il duello la coppia che sarebbe stata "schiantata" fuori dalla pedana.

Casualmente Harry finì in coppia con Draco.

I due si trovarono contro un tassorosso e un corvonero; Ron e Hermione finirono contro una serpeverde e un tassorosso e così via. 

Iniziarono i duelli, ma tutti aspettavano di vedere Harry, che era nel secondo girone. 

La coppietta serpe-grifone si sedette tra gli spettatori del duello cui partecipavano Ron e Hermione; subito Ron andò all'attacco sbalzando fuori il tassorosso, ma nel farlo venne disarmato dalla serpeverde. Malfoy si fece sfuggire un commento

« ahahah Weasley, il solito maldestro ahah, nulla puoi contro serpeverde».

Il fidanzato lo guardò male e disse 

«tutta fortuna... E il duello non è ancora finito »;

nel frattempo Hermione continuava a giocare di difesa proteggendo Ron, ma con un diversivo la ragazza fece distrarre la grifondoro per un istante, tempo sufficiente a permetterle di colpire e sbalzar fuori Ron. 

Hermione ora era sola, non aveva più nessuno cui prestar attenzione, dunque iniziò ad attaccare. 

Le due ragazze iniziarono a duellare con foga crescente, mettendo così tanta potenza negli incantesimi che un "Levicorpus" di Hermione colpì l'avversario di Luna, dall'altro lato della stanza, facendola vincere. 

A un tratto Hermione eseguì due stupeficium in rapida sequenza: il primo venne parato, il secondo la fece vincere. 

Draco, attonito, disse:

« caspita che brava, forse addirittura più abile di te, non credevo fosse possibile un duello del genere » 

« meglio di me? 
Forse, vedremo, vedi solo di non farti schiantare subito» 

il biondo lo guardò e... sembrava piuttosto preoccupato.

Salirono sulla pedana e da subito il duello entrò nel vivo, Draco rischiò di inciampare e cadere dalla pedana due volte nel respingere un attacco ma riuscì a cavarsela. 

Improvvisamente l'avversario su cui si concentrava Harry disarmò il biondo. 

Panico. 

Harry ora aveva due priorità, salvare la reputazione di Draco e non perdere quel duello in modo indegno. 

Ebbe un'illuminazione, vide la fontana che stava sull'angolo dell'aula.

Dopo numerosi incantesimi di difesa ne fece uno potentissimo in attacco, venne parato ma garantì a Harry il tempo di prelevare l'acqua dalla fontana e imprigionarvi gli avversari come fece Silente all'Ufficio Misteri. 

Mentre faceva roteare la sfera d'acqua Malfoy lo guardava estasiato, come il resto degli spettatori, Garten compreso. 

L'estasi del serpeverde venne interrotto da Harry, che gridò:

 «Draco! La tua bacchetta! » 

lasciò cadere la bolla d'acqua e 

«Accio bacchetta! ». 

Draco la prese al volo e subito parò un attacco diretto al suo fidanzato. 

Harry non ebbe il tempo di ringraziare poiché dovette pararne uno, a sua volta, diretto a Malfoy.

Il duello riprese, ma ora anche Draco era determinato.
A un certo punto i due erano praticamente sincronizzati, talmente sincronizzati da riuscire a sembrare un mago con due bacchette. 

La conclusione fu spettacolare, Harry partí con l' attirare l'attenzione dei due col suo patronus, Draco dunque attaccò il corvonero spiazzando il tassorosso che venne subito schiantato da Harry. 

La classe applaudì, e Garten aggiunse « questo sì che è alto livello cari studenti.

« Potter!Malfoy!Granger! Voi sarete al tavolo d'onore con me!»

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Capitolo 24
*** CENA « WHIT MES AMIS » ***


Dal momento che i tre ragazzi erano già al tavolo d'onore con Garten ad Harry pareva inutile, ma allo stesso tempo indispensabile chiedere a Draco di andarci assieme. 

Nei giorni successivi al duello Malfoy mostrò una sorta di ammirazione per l'abilità del fidanzato, senza mai ammetterlo direttamente.
In un momento in cui tale ammirazione repressa si leggeva chiaramente negli occhi grigi, Harry colse l'occasione per avviare un discorso, che l' avrebbe poi portato sull'argomento invito: 
 
« allora tesoro,ti è piaciuto il mio stile di duellare?»

« primo, in pubblico devo ancora abituarmi al sentirmi chiamare per nome, non siamo sempre soli sai?! 
Secondo, si, ok, te la cavi abbastanza bene, ma non mi pare il caso di fare i manifesti».
 
Harry, che lo stava portando al punto desiderato, disse:
 
« ok, ok, ho capito che più di così non posso ottenere da te, comunque anche tu te la cavi bene... Proprio per questo Garten ti ha reputato un ottimo alunno...
A proposito, Draco, sai la cena "with mes amis"?
Ci verresti con me?».
 
Il biondo esordì con fare pignolo:
 
«non sarò esperto di cultura babbana, ma è un miscuglio errato di più lingue se non sbaglio»

«hai ragione, sono inglese e francese, ma Garten lo fa apposta, proprio per mostrare l'internazionalità dello star assieme senza badare alle barriere culturali».

 Il biondo non era abituato ad essere smentito e corretto, quindi sbuffò e riprese: 
 
«comunque... Andarci con te dici? 
Beh, aspetta, guardo se ho impegni... 
Ah già... Sono già invitato pure io! 
Ti hanno fatto un incantesimo confundus per caso?!».

Harry rise ironico, poi replicò:
 
«vedo che non ci arrivi; una cosa è andarci da amici, un'altra da fidanzati. 
Non dico baciarsi o altro, ma mi piacerebbe passarti a prendere prima della cena».

Malfoy sollevò lo sguardo distratto verso Harry e concluse 
 
«Tu sei strano... 
La cena inizia alle 21:00 passa a prendermi al mio dormitorio al massimo alle 20:45, e non tardare o vado da solo. 
Ricorda, jeans e camicia a quadri» 
 
iniziò ad andarsene, poi fece capolino, ed ammiccando disse 
 
«se non sai che fare, probabilmente sarò pronto già alle 20:00. A più tardi! » 
 
aggiunse un occhiolino e se ne andò via. 

Erano le 19:30, Harry era pronto: stivali di cuoio scuro con gambale rosso, jeans blu intenso con cuciture gialle, cintura con fibbia in bronzo raffigurante un grifone dorato, camicia a quadri rossi e bianchi con contorni neri e per finire una classica cravatta di cuoio con un cervo argentato per fermaglio.

Uscendo dalla sala comune di grifondoro intravide Hermione: stivali in cuoio scuro non lucido e gambale rosa, gonna di jeans blu sbiadito lunga fino al ginocchio e camicetta maniche corte a quadri rosa e sfumature di blu con contorni bianchi sottili; la salutò e le diede appuntamento alla cena. 

Alle 19:55 era davanti all'uscita dei serpeverde, e pochi minuti dopo vide una delle cose più belle che avesse mai visto; Draco uscì e gli si avvicinò.
Aveva stivali di cuoio chiaro con gambale verde brillante, jeans neri, una cintura nera con la fibbia argentata sulla quale spiccava una serpe verde smeraldo,camicia a quadri verdi e blu in più sfumature e gemelli d'argento a forma di cavallo.
In quel look scuro, ma colorato, i capelli biondissimi del ragazzo sembravano splendere come la luna nella notte. 
 
Improvvisamente ad Harry i pantaloni stavano più stretti, ma non era finita, mentre lui restò immobile Draco si mise alle sue spalle e lo baciò sul collo sussurrandogli ad un orecchio 
 
«quanto sei elegante Harry, sai, mi eccita vederti così... direi anche più del solito».
 
Il tono sussurrato e sensuale di Malfoy fece accendere tutta la passione che Harry tratteneva,quindi si girò, mise una mano in vita e una sulla nuca di Draco e lo baciò in una sorta di caschè. 
 
Finito il bacio appassionato il Biondo prese per mano l'amato e gli disse:
 
«vieni con me, in corridoio potrebbe arrivare chiunque ».

I due si appartarono in uno stanzino e si baciarono appassionatamente per un ora. 

Erano ormai le 20:55 e Draco si accorse del ritardo; avrebbero dovuto correre per non tardare. Si ricomposero e giunsero puntuali alla cena; fecero il loro ingresso, come tutti, e andarono a sedere con Garten ed Hermione.

Dopo poco il professore si alzò, fu allora che Hermione si rivolse ai due, in particolare a Draco:
 
«hey Malfoy, dimmi un po', che avete fatto tu e il mio migliore amico?»

Draco arrossí;
 
«Nulla! Come mai pensi certe cose?! »

« avete entrambi le labbra gonfie, se dovessi tirare a indovinare direi vi siate baciati a lungo...».

 Il biondo aveva una strana espressione sul volto, Harry era tesissimo, aspettava da un momento all'altro una scenata o chissà cosa.
 
Deludendo le aspettative il fidanzato prese fiato e timidamente disse 
 
«ecco Granger... Noi... 
...Ci siamo fidanzati...». 

Harry non credeva alle sue orecchie, Hermione invece sorrise e disse 
 
«ah,lo sapevo io!».

Draco ribatté,spiazzato: 
 
«lo sapevi?!? E come?!? ». 

Hermione fece un mezzo sogghigno,accavallò le gambe e prese il bicchiere, poi disse 
 
«nessun informatore, noi donne abbiamo un sesto senso».
 
Detto ciò sorseggiò soddisfatta il suo succo di zucca e sorrise guardando le facce stranite dei due ragazzi.

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Capitolo 25
*** IL " THUM " ***


La serata con Garten filava tranquilla, Harry stava accanto al suo ragazzo che,stranamente, stava chiacchierando con Hermione.

I due discorrevano di argomenti scolastici e la ragazza iniziò a narrare degli allenamenti dell' “esercito di Silente”; Draco era molto interessato e chiese ad Harry di di insegnare anche a lui tutte quelle cose, il ragazzo fu felicissimo di ciò e accettò la proposta, tutto era al massimo. 

Dopo la cena Garten aprì l'open bar.
Non esistevano tante bevande alcoliche non babbane che Harry non conoscesse bene; ma una, che era la più forte tra gli alcolici magici, attirò l'attenzione del gioviane: il "Thum".
 
Questa bevanda era il distillato di una pianta molto antica, la " gorlierum tantuperis", gusto e colore somigliavano al latte di suocera babbano, ma la gradazione alcolica era dell' 80%. 
 
Il fatto che fosse ottenuto tramite lavorazione magica lo faceva percepire come un comune liquore babbano, solo che dopo poco la carica alcolica veniva sprigionata di colpo nello stomaco e venendo quindi avvertita proporzionalmente alla quantità ingerita in un lasso di tempo. 
 
Per essere chiari, se qualcuno ne sorseggiava un bicchiere durante chiacchiere amichevoli o in momenti di meditazione si percepiva euforia alcolica "socialmente accettabile"; invece, nel caso in cui si decidesse di berne un bicchiere in un sol fiato, l'alcol sarebbe liberato e assorbito rapidamente dando così sbronze leggendarie, nel caso dell'ingestione di più bicchieri la quantità di alcol era tale da far perdere i sensi.
 
Essendo una bevanda magica, era studiata e realizzata in modo da impedire la morte dell'individuo che ne dovesse abusare.

Il nome poi faceva capire la potenza: " THUM", infatti, era il rumore che faceva un gigante cadendo svenuto dopo essersene scolato d'un fiato una sola bottiglia!

Se Harry era generalmente abituato all'alcol, Draco si era sempre convinto che gli alcolici e le altre sostanze utilizzabili per svago fossero una volgarità da persone rozze, ma quella sera cambiò idea. 
 
Il biondo vedeva tutte persone distinte bere e d'un tratto anche Harry aveva un bicchiere in mano.
Il moro prese il bicchiere, guardò il fidanzato e gli chiese se volesse bere qualcosa. Lo spirito competitivo di Malfoy gli fece ordinare la stessa bevanda dell'altro, il micidiale Thum. 

Il giovane grifondoro ne bevve un sorso e fece una pausa per assaporare.
Ne bevve un altro, bindò con il prof e ne ribevve un altro ancora; si fermò a guardare il bicchiere, ed esclamò:
 
«no, basta. È buono ma è troppo forte per me». 

Mentre il grifondoro parlava Draco assaggiò un minuscolo primo sorso, non poteva ancora aver percepito la dirompente carica alcolica della bevanda, per cui pensò che fosse solo il sapore fortemente aromatico della bevanda a "intimorire" il grifondoro:
 
 «che c'è Potter? 
Quest'acquetta è troppo forte per te?».
 
Detto ciò si tappò il naso ed ingurgitò l'intero bicchiere in un batter d'occhio.

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Capitolo 26
*** LA SBORNIA ***


Subito dopo aver ingurgitato il contenuto del bicchiere il biondo si alzò, barcollò e si appoggiò ad Harry che decise di portarlo fuori e chiamare Hermione. 
 
Mentre aspettava l'amica reggeva Draco che, seppur seduto, continuava a scivolare verso il pavimento.
Attaccatosi al collo del grifondoro iniziò a biascicare tentando di sussurrargli cose all'orecchio; seppur sgrammaticate e mal dette Harry capiva qualcosa: erano delle cose molto spinte.
 
Arrivò Hermione e spiegò rapidamente all'amico che quel liquore magico non causa né vomito né mette a rischio la vita, ma che causa un ebbrezza proporzionale alla quantità ingerita in un breve lasso di tempo. 
Si raccomandò di tenerlo sotto controllo per la nottata successiva e di trattare la situazione come una comune sbronza.
 
Ascoltati i consigli di Hermione, alzò dal pavimento il fidanzato, lo portò davanti ai dormitori serpeverde, poi si rivolse a lui:
 
«Draco? Hey? 
Qual è la parola d'ordine? 
Non posso metterti a letto se non ci fai entrare!».
 
Purtroppo l'effetto del thum era ancora molto attivo e la risposta fu:
 
«Tu vuoi solo portare il più bel cercatore della scuola a letto! 
Quante ci han provato! 
È solo il primo appuntamento, non mi hai offerto neppure la cena, perché dovrei venire a letto con te?», 
 
poi scoppiò a ridere e disse qualcosa tipo:
 
«mammina,portami a nanna, raccomtami una storia» 
 
 «prima devi dirmi la parolina che serve a aprire le porte».
 
Il biondo si mise a piangere 
 
«scusa mammina, scusa! 
Me la sono scortata, non punirmi, non voglio stare solo nel bosco! 
No, no! Noo!!».
 
Harry rimase stupito, sia dalla sbronza dal carattere variabile che dalle punizioni che il Draco bambino subiva.
 
In ogni caso c'era poco tempo per lo stupore, la voce di Malfoy avrebbe svegliato qualcuno, quindi il grifondoro lo condusse alla stanza delle necessità. 
Al suo interno li aspettavano un letto a baldacchino a due piazze, con cuscini, coperte e una divisa per ciascuno. 
 
Harry sdraiò il biondo, si tolse stivali, jeans e camicia per poi tornare dal fidanzato, momentaneamente letargico. 
Decise quindi di spogliarlo.
Giunse ai pantaloni, ma slacciata la cintura l' imbarazzo lo bloccò. 
 
In quell'istante Draco riprese a farfugliare.
 
Harry si ricordò di indossare soltanto i suoi boxer bordeaux con elastico e cuciture grigie, quindi si gettò sotto le coperte per non farsi vedere. 
Dopo pochi secondi ricordò lo stato d'ebbrezza del fidanzato e uscì dalle lenzuola coprendo lui per poterlo spogliare senza imbarazzo. 
 
Quando entrambi furono pronti a dormire Draco si alzò dal letto cercando acqua per dissetarsi. 
 
Bevve e, tornando a letto, si fermò di colpo davanti al baldacchino; ad Harry fu impossibile non guardarlo. 
 
Draco era lì, in tutto il suo splendore: il solito fisico magro ma ben strutturato, quei sottili peli biondi e soffici ed un paio di boxer elasticizzati attillatissimi a strisce verdi scure e blu come unico indumento.
 
Il biondo, seminudo, guardò verso il letto e esclamò sorpreso e biascicante 
 
«ci sei anche tu?! 
Allora dormo lì -e poi- oh, ma sono praticamente nudo! 
Beh pazienza ».
 
Si rimise sotto le coperte: era spettinato, aveva il naso e le guance rosse ed era leggermente sudato; la cosa fece impazzire Harry, ma nulla a confronto di quanto sarebbe successo subito dopo.
 
Draco l'abbracciò baciandolo e creando il primo contatto tra i due corpi pressoché nudi. 
 
Durante l'abbraccio il biondo, piacevolmente sorpreso, disse 
 
« Hey, ma sei praticamente nudo anche tu!
E mi sembra di capire che la cosa ti piaccia». 
 
I boxer del giovane grifondoro erano lì lì per esplodere, ma questi non poteva neppure immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco. 
 
Improvvisamente la testa del biondo scivolò sotto le coperte, andando a baciare l'erezione del fidanzato. 
 
Subito dopo riemerse e, vedendolo piuttosto in imbarazzo disse
 
«che c'è tesoro? Non ti senti a tuo agio?
 Ci penso io!».

Tornò sotto alle lenzuola e gli abbassò bruscamente i boxer. 
 
Harry era praticamente pietrificato.
Aveva uno strano sorriso, ma non sapeva che fare.
 
 D'un tratto, poi, più nulla.
Tutto si fermò sotto le coperte. 
 
Harry un po' preoccupato alzò le lenzuola; Draco dormiva. 
 
Il ragazzo si ricompose, spostò il biondo mettendolo a pancia in su e con la testa sul cuscino, per poi coricarsi a suo fianco e addormentarsi.
 
Stava quasi prendendo sonno quando Draco si girò mettendo la testa dorata sul suo petto.
 
Harry lo strinse a se con un braccio, lo baciò sulla fronte e poi s'addormentò.

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Capitolo 27
*** I POSTUMI ***


Quando Draco si riprese dalla sbornia della sera prima era ancora stretto nel tenero nido dell'abbraccio di Harry.
Non sapeva cosa fosse successo o dove fossero, non ne aveva memoria, e la cosa lo mise leggermente sulla difensiva.

Quando capì di essere solo con il fidanzato si rilassò.

Uscì delicatamente dall'abbraccio dell'amato, gli si mise sopra a cavalcioni e lo baciò delicatamente. 

Harry aprì leggermente gli occhi, era il più bel risveglio che avesse mai avuto.

Iniziò a ricambiare il bacio, che da delicato e casto divenne passionale e potente.

Draco capì subito che la sua iniziativa era cosa apprezzata, infatti sentì qualcosa che lo allontanava dal corpo del fidanzato, qualcosa di caldo e familiare.

Il biondo iniziò a strusciarsi, Harry dunque lo strinse forte a se e si girarono. 


Ora la situazione era lo specchio della precedente, era il grifondoro a percepire qualcosa che lo spingeva via dal biondo. 

D'un tratto il giovane serpeverde si voltò, mettendosi con la schiena verso l'alto.

Harry, che non era più in grado di trattenersi, iniziò a baciare la nuca del biondo, poi le spalle e la schiena, fino ad arrivare ai boxer. 


In quel momento suonarono le 9:00.

Draco trasalì ed esclamò:

«Ma è tardissimo!
Perché non abbiamo mai tempo per noi caspita?!»

si alzò dal letto sconsolato e affranto e proseguì:

«Dai Harry,sbrigati!
Faremo tardi da Garten, ci metterà in punizione se non ci sbrighiamo!».


A questo punto i due iniziarono a vestirsi lanciandosi occhiate colme di desiderio. Uscirono in corridoio e corsero fino all'aula di difesa contro le arti oscure. 

Prima di entrare Draco guardò il fidanzato, lo baciò e disse:
 
« Buon giorno Harry » 
 
e poi entrò.

Harry rispose sorridendo, mentre lo guardava entrare:
 
«Buon giorno amore» 
 
e poi lo seguì entrando in classe.

Garten non era ancora in classe, quindi nessuno era al posto assegnato.
 
Improvvisamente comparve Hermione, che si rivolse a Draco ancor prima che all'amico:

 «Allora Malfoy? Passata la sbronza?» 

e lui, imbarazzato,

«Ehm... Io... Si,tutto bene...
Ma tu Granger come fai a saperlo?! 
Non avrò dato spettacolo?!? »

la ragazza sorrise e replicò:

«Forse...» 

poi rise e, godendosi il terrore nello sguardo di del biondo riprese:

« Non hai dato spettacolo, solo che il tuo ragazzo era preoccupato e mi ha chiesto aiuto » 

poi si rivolse ad Harry

«E tu? Hai fatto il gentiluomo? 
O hai approfittato di un inerme ubriaco?» 

poi si voltò e se ne andò ridendo.

I due ragazzi a questo punto avrebbero voluto estinguere i malintesi accesi dall'amica, ma Garten entrò, ombroso come non mai, e fece sedere tutti. 
Indossava una camicia stropicciata, i jeans della sera prima ed un paio di occhiali da sole abbastanza scuri. 

«Potter, vieni qua! » 
 
esclamò. 

Harry temeva volesse parlare della sera prima, ma il professore riprese:
 
 «oggi fai tu lezione! 
Niente duelli, usa i manichini... 
E non gridate, c'ho mal di testa». 

Hermione si rivolse a Ron,sogghignando:
 
«A quanto pare Draco non è stato il solo a esagerare col thum», 
 
poi cercò il biondo: aveva le mani sulle orecchie, teneva gli occhi chiusi e aveva la testa sul banco. 
 
Dopo averlo visto esclamò, a voce più alta di quanto pensasse 
 
«caspita che postumi!».
 
Garten la fulminò con lo sguardo, anche attraverso gli spessi occhiali scuri, poi tuonò scocciato:

 «il prossimo che grida dovrà vedersela con me sulla pedana!
Potter! Ora fa lezione, io sto qui in zona».

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Capitolo 28
*** « HO DETTO BASTA! » ***


Harry iniziò a far esercitare i compagni sui fondamentali: attacco, difesa e disarmo dell'avversario.
 
L' assenza del docente spronò un gruppo di serpeverde, irrispettosi verso il "famoso Potter", a far baccano.

La lezione filava liscia, Garten si era appena complimentato con il suo allievo per la competenza all'insegnamento; ma non passò molto che gli "oppositori ", in un gruppo da sei, attaccarono di sorpresa il "novello" insegnante.
 
In quel momento il giovane, trovò fulmineamente schierati Ron ed Hermione a coprirgli le spalle.

Una cosa che il trio non aveva calcolato riguardava l'aggregazione di casa: tutto il quarto ed il quinto anno di serpeverde ora era schierato contro il trio grifondoro.

L'impari duello vedeva i tre in leggero vantaggio, anche se parecchio in difficoltà.


Inaspettatamente giunse un quarto elemento, Draco, che ripresosi parzialmente dai postumi si schierò contro i suoi compagni di casa.

In quel frangente giunse Garten:
 
« Basta! Ho detto niente baccano! 
È chiaro?! Io qui non ci voglio entrare più oggi!
Qua dentro mi manca l'aria! » 
 
e poi si rigirò verso il corridoio allontanandosi. 
 
Come se nulla fosse il duello riprese e dopo poco si sentì direttamente dal corridoio gridare 
 
«Basta! ».
 
Lo scontro era concitato, ed un incantesimo di Draco uscì dalla classe. 

Garten entrò imbufalito, fece esplodere una cattedra con un incantesimo e gridò furibondo: 
 
«HO DETTO BASTA! PORCA MISERIA, BASTA!
CHI È STATO A FARE LO SCHIANTESIMO CHE È USCITO DALLA PORTA?!».
 
Tutti si calmarono, Harry si fece avanti tentando di spiegare la situazione, ma il professore non lo lasciò neppure iniziare 
 
«Potter, te sei preciso con la mira, non puoi esser stato te. 
Voglio il responsabile qua, sulla pedana, vi avevo avvisati!».

Draco si fece avanti timoroso, Rupert lo vide e sbottò:

«Malfoy, te m'hai sfidato?! E mo la paghi!».
 
Per quanto Draco fosse abile nella difesa, il docente era sicuramente più esperto, ed il biondo durò pochi minuti prima di esser sconfitto.

Ad Harry montò il nervoso. 

Quando Garten affermò che, malgrado tutti volessero contrastarlo, nessuno studente era abbastanza abile da tenergli testa, al giovane grifondoro saltarono i nervi e saltò sulla pedana: 

« non è corretto, non è corretto battersi contro i propri alunni, e non è corretto ciò che ha fatto con il povero Draco, quindi, IN GUARDIA!».

Garten non se lo aspettava, ma ormai era una questione d'onore, quindi accettò la sfida. 

Seppur un po goffo a causa dei postumi, Garten mostrò la sua abilità a tutti gli studenti; d'altro canto, però, Harry reggeva il ritmo. 
Se l'uno combatteva per orgoglio, l'altro combatteva per amore. 

Arrivarono a livelli e potenze tali che si videro solo nelle battaglie tra Auror e Mangiamorte, fino al punto in cui i due lanciarono lo stesso incantesimo.
I due flussi si incrociarono restando in contrasto e respingendosi reciprocamente.

Harry ripensò allo sguardo di Draco quando si diresse al "patibolo" senza alcuna colpa, afferrò la bacchetta con due mani e mise tutta la sua energia in quell'incantesimo. 

Garten venne disarmato e schiantato.
 
Appena si riprese disse, con un po di fiatone:

«la lezione è finita, FUORI!» 
 
e poi aggiunse 
 
«POTTER! Complimenti! Sarai un grande mago, ne sono certo! 
Ora non vantarti troppo di avermi battuto».

Harry e gli altri uscirono dalla classe, siccome la lezione era terminata prima decisero di andare da Hagrid e presentargli la nuova coppia.
Draco non era troppo convinto ma accettò.

Giunti sul posto introdussero la situazione al gigante buono che, dopo il primo sgomento guardò negli occhi il biondo dicendogli:
 
«Scusa la schiettezza ma tu non mi sei mai piaciuto, ma se piaci a Harry dovrò fidarmi di lui. 
Vedi solo di non farlo soffrire, per me è come un figlio, quindi fallo soffrire e te ne pentirai!».

Draco indispettito replicò: 
 
« E come me la faresti pagare razza di zot...» 
 
si interruppe di colpo, Harry lo stava baciando sul collo. 

Hermione prese parola e ridendo disse:

« Come ci hai sempre detto, il segreto per allevare ogni creatura magica è sapere come calmarla; a quanto pare vale pure per i maghi».
 
Tutti risero, Draco compreso. 

Spezzata la tensione iniziale Hagrid fece ai due i suoi migliori auguri e si congedò, doveva preparare una lezione. 

Le due coppie, allora, andarono a sedersi ai margini del bosco. 

Dopo poco Harry e Ron si sdraiarono a terra e lasciarono sdraiare al proprio fianco le rispettive metá facendo loro da cuscino col petto. 

Da un lato Ron ed Hermione che si coccolavano dolcemente, dall'altra Harry che coccolava il suo Draco cercando di non fargli sentire troppo i postumi della sera prima. 

Quello fu il primo vero momento in cui Draco si sentì parte di qualcosa contenente dei sentimenti: non era solo la prima volta che pubblicamente si sentiva amato da qualcuno che amava, ma per la prima volta sentiva di aver trovato due amici su cui poteva realmente contare.

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Capitolo 29
*** SI CADE IN PIEDI ***


Dopo gli avvenimenti del giorno successivo alla cena "with mes amis" i due fidanzatini stettero più tempo in disparte, cercando quella scintilla che s'era accesa al risveglio nella stanza delle necessità. 

Trovarla sembrava impossibile, ogni giorno più del precedente.

Tutta questa difficoltà nel rapporto di coppia probabilmente era legato anche a una cosa che non riguardava i sentimenti: s'avvicinava la partita grifondoro-corvonero. 

Come prima d'ogni partita Harry era tesissimo, ma non lo dava a vedere, e riusciva addirittura a coccolare Draco e consolarlo per eventuali insuccessi scolastici. 

Il giorno della partita era nuvoloso,pioveva e soffiava il vento, Harry aveva brutti presentimenti.

La partita cominciò tra varie difficoltà; punto di grifondoro, punto di corvonero, ancora grifondoro, ancora corvonero e così via, continua parità. 

Tra le fitte gocce di pioggia Harry vide il boccino, mancavano pochi minuti alla fine del tempo e le squadre erano il perenne parità. 

Il cercatore di grifondoro partí all'inseguimento, alle spalle aveva costantemente il suo diretto avversario; sfrecciarono nella pioggia quando d'un tratto 
«punto a corvonero! » 
esclma lo speaker, Harry si rese conto di essere in svantaggio a pochissimo dalla fine, quindi mise tutto se stesso nell'inseguimento. 

Il cercatore di corvonero era lento, non riusciva a reggere il passo, ma non voleva permettere a grifondoro vincere, quindi urtò intenzionalmente la scopa dell'altro. 

Harry ondeggiò un po', poi venne disarcionato dalla scopa. 

Restò aggrappato al manico di questa, ma non riuscí a rimontare su.
Il giocatore scorretto, che non era stato visto, si fece sfuggire il boccino anche se ancora lo rincorreva, tutti però guardavano Harry. 
 
Tutti lo guardavano, tutti tranne un attaccante che si lanciò con la pluffa verso la porta di grifondoro; quel tale non calò una cosa, Ron ne aveva già viste mille di situazioni in cui Harry era in pericolo e s'era salvato, quindi era ancora concentrato sul gioco.

Corvonero lanciò, grifondoro parò e rilanciò. La pluffa attraversò il campo senza attirare l'attenzione di chi era impegnato a guardare Harry che stava quasi rimontando in sella, nessuno la vide,nessuno, e... 

«punto a grifondoro! Tempo scaduto, ed è parità!».

 Ron era in cima al mondo, Harry al livello più basso, si sentiva inutile, e lo notò anche Draco che l'aspettava dopo la doccia fuori dagli spogliatoi.
 
Harry era curvo su se stesso, spalle basse e sguardo perso, trascinava i piedi e il suo ombrello era appoggiato alla schiena; non mise forza ne nel tenerlo dritto per ripararsi dalla pioggia ne nell'abbracciare Draco, sembrava fosse morto dentro.  

Questa volta fu il biondo a prenderlo per mano e portarlo al platano picchiatore. 

I due erano zuppi, il biondo tremava quasi, l'altro era sempre nello stato di poco prima. 

Gli tolse il mantello e la camicia che erano zuppi e gli diede la sua maglia,che era ancora asciutta, restando con la camicia e col mantello ormai appesantito dall'acqua. 
 
Vedere Draco infreddolito e tremante fece scattare qualcosa in Harry che a sua volta tolse i vestiti bagnati al fidanzato, accese un fuoco per farli asciugare e poi vi si accoccolò davanti abbracciato al suo amore. 

Harry aveva appena visto Draco rinunciare a qualcosa per qualcun altro, ora aveva una certezza inconfutabile: anche Draco era buono d'animo e, cosa più importante, l'amava veramente. 

Il cercatore di grifondoro in quel giorno avrà anche subito una mezza sconfitta nello sport, ma certamente ha potuto confermare la più grande vittoria nel suo cuore.

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Capitolo 30
*** " MI SONO PERMESSO DI FARTI UN REGALO " ***


Era ormai l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale, le prime che Harry avrebbe trascorso solo e lontano da Hogwarts. 

Il giovane grifondoro stava facendo colazione pensando al fatto che forse non avrebbe rivisto Draco per qualche settimana. 

Pensieroso, alzò lo sguardo dal distratto pasto, e vide Bonnie volare verso di lui con una lettera. Malgrado la distrazione del momento realizzò che era presto per la posta, chi mai poteva essere il mittente?
 

Quando l'aprì il ragazzo capì che l'aveva mandata Draco: era ordinata, precisa e profumava di lavanda. 

Cercò nel refettorio la bionda chioma per chiedere spiegazioni, ma non la trovò, quindi iniziò a leggere:
 

"ciao Harry, immagino tu ti stia domandando perché ti ho scritto, beh; mi sono permesso di farti un regalo.
 Siccome posso solo immaginare quanto tu vorrai vedermi durante le vacanze, ho pensato di farti recapitare un armadio svanitore.
Non so dove tu abiti, ha pensato il tuo amichetto Weasley alla consegna; in ogni caso quell'armadio è progettato per avere un collegamento esclusivo con quello che ho in camera mia.
Quando non riuscirai a trattenere le tue rozze pulsioni prova a passare, se sarò di buon umore potrò decidere di allietare qualche ora del tuo triste tempo libero. Buon Natale, Draco." 


Harry non sapeva come reagire, era felicissimo, ma allo stesso tempo stava ridendo notando quanto al biondo fosse difficile esprimere interesse verso di lui.

Uscito nel cortile principale, il ragazzo si pulì gli occhiali e si mise alla ricerca del fidanzato.
Lo trovò appisolato in un angolo appartato del prato, verso la gufiera. 

Si avvicinò con passo felpato, gli si sdraiò accanto e lo svegliò con un bacio sulla fronte. 
Dopo averlo svegliato si accertò che nessuno li guardasse e gli saltò addosso abbracciandolo, baciandolo e ringraziandolo. 

Dopo quelle rapide ma intense effusioni i due si sdraiarono a guardare il cielo; Harry avvicinò lentamente la mano a quella del fidanzato e glie la accarezzò dolcemente, Draco sorrise. 

La coppietta era lì sdraiata sul prato, mano nella mano, nessuno li avrebbe potuti disturbare; nessuno eccetto Blaise che sbucò da dietro una colonna:

«Ma quindi state davvero assieme?!!? Dai Draco,così! »

Harry si girò indispettito verso il biondo 

«Quindi non lo hai ancora detto ai tuoi amici? E non dire che non sanno nulla, lo so che almeno lui sa!».

La risposta fu secca:

«Senti, primo non è facile da dire, secondo volevo evitare la figura della fidanzatina ninfomane e smielata».

 Blaise fece due passi indietro e se ne andò, conscio di aver avviato un battibecco tra i due innamorati.
Harry e Draco non litigavano, discutevano solo; il primo, indispettito:

 «Ma dai Draco! Pensavo ne fossi felice, non che tu volessi nascondere la nostra relazione anche agli amici» 

e l'altro:

«non voglio nascondere la nostra relazione, almeno non agli amici, però non voglio mostrare una mia versione "rosa" che vomita cuoricini e arcobaleni »

Harry si strofinò gli occhi con due dita sotto gli occhiali, prese un bel respiro, e replicò:

« Per prima cosa qualunque te è meglio di quello che hai mostrato per 7 anni!
Seconda cosa il te che conosco da quest'anno è meraviglioso!
Terza cosa, perché hai paura di essere smielato? Lo sei già stato?! Tu con me sei solo tenero e passionale, e nessuna delle due cose darebbero fastidio a chi ti conosce da tempo! » 


Draco lo guardò negli occhi e rispose: 

« I miei amici non conoscono il me che conoscevi tu, conoscono un me sicuro, che sa sempre che decisione prendere, che a volte ha bisogno qualcuno con cui parlare, e anche se può farne a meno quando ha un confidente parla dei problemi che però sopporterebbe ugualmente perché, almeno all'apparenza, è una persona forte»

« se il problema è questo credimi Draco, a chi ti è stato vicino nei momenti brutti non farà altro che piacere vederti felice, credimi!»

Draco non replicò, ma sorrise e baciò il suo fidanzato.
I due erano ancora seduti a terra, abbracciati sia per l'amore che li legava che per la fredda temperatura.
D'un tratto Harry guardò il cielo e sussurrò:


«Tesoro, nevica!»

 Draco sorrise, diede un ultimo rapido bacio al fidanzato, dopo di che i due si alzarono.

Era il momento di chiudere le valigie.

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Capitolo 31
*** CASA DOLCE CASA ***


L' Hogwarts express si accorciava di alcuni vagoni per le festività natalizie, quindi era più difficile avere una precisa divisione delle case. 

Harry e Draco imbarcarono i bagagli e si salutarono con una stretta di mano a causa della folla, dopo di che salirono. 

Il "caso" volle che i tre grifondoro e la cricca di serpeverde si sedessero in sedili molto vicini; mentre gli amici dei due fidanzati erano seduti dandosi le spalle il biondo e il moro si riuscivano a intravedere tra le file dei sedili. 

Quegli sguardi erano colmi di passione e di tristezza per esser separati, ma tale situazione durò fino a quando Harry sentì la necessità di recarsi alla ritirata.
Circa due minuti dopo, infatti, anche il biondo s'alzò per recarvisi.
Se la necessità di Harry effettivamente era reale, quella di Draco non lo era affatto.

Quando il moro lo vide arrivare lo salutò e precisò che la toilette non era più occupata; in risposta si sentì spingere dentro al piccolo stanzino. 

Draco gli stava addosso, chiuse la porta e iniziò a baciarlo appassionatamente, ad Harry sembrò di non esser mai stato baciato con tanta passione. Quando i due si staccarono per respirare e guardarsi negli occhi Harry disse sorridendo 

« "le MIE rozze pulsioni"...
... "se sarai di buon umore potrai decidere di allietare qualche ora"...
ma chi vuoi prendere in giro mio caro, non resisti neppure un viaggio in treno senza di me. Ahahah»

in risposta Draco lo guardò profondamente e con la voce traboccante di passione replicò

«ohh,sta zitto Potter!» 

per poi riprendere il vorace baciarsi.

I due si baciarono a lungo, sino a quando il controllore annunciò l'imminente arrivo al capolinea.
I due si diedero un lungo bacio profondo e intenso, dopo di che una serie di bacetti a stampo rapidi e fugaci, per poi salutarsi definitivamente.  

Mentre Harry si dirigeva verso casa aveva solo Draco in mente: i suoi occhi,i suoi capelli,il suo corpo e soprattutto le sue labbra. 

Harry lo pensò per tutto il tragitto da King's Cross a Grimmauld Place; s'era ormai fatto tardi quando il giovane mago rincasò, quindi decise di andare a letto. 

Si preparò per la notte ed entrò in camera; accesa la luce notò un foglio di pergamena sul copriletto, l'aprì e lesse 

"hey, non prenderti bene, sono passato solo per vedere se gli armadi svanitori funzionano a dovere... Certo che se tu fossi stato a casa ti avrei permesso di baciarmi volentieri, ma pazienza, sarà per la prossima volta. Buona notte, Draco."

Harry era adirato, se l'era perso! 
In ogni caso, però, era felice di sapere di non essere il solo ad aver nostalgia dell' altro. 

Fatte queste constatazioni optò per andare a dormire, sperando di aver più fortuna nel mondo dei sogni; e poi le vacanze erano appena cominciate e Draco era già stato lí, quanto avrebbe potuto resistere ancora? 
Certamente si sarebbe rifatto vivo nei giorni successivi, e questo dava ad Harry un'enorme sensazione di pace interiore.

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Capitolo 32
*** NATALE SVANITORE ***


Il primo giorno effettivo di vacanza fu piuttosto malinconico per Harry: era in una casa con mille ricordi, nel periodo dell'anniversario della dipartita dei genitori e, cosa peggiore, era solo. 
Non voleva mostrarsi debole e quindi non contattò nessuno, né gli amici né il fidanzato; non avrebbe voluto rattristare nessuno di loro.

Hermione già immaginava sarebbe successo ciò e gli inviò una missiva con il suo gufo: in breve la ragazza lo invitava ad unirsi a lei e Ron per festeggiare il Natale. 
Il ragazzo non avrebbe accettato, era infatti convinto che accettando avrebbe rovinato a tutti la festa, senza contare che le effusioni degli amici l'avrebbero riportato con la mente a Draco. 

Non rifiutò subito l'invito, aspettò di avere una scusa credibile per farlo.

La giornata trascorse rapidamente ed il giovane andò a dormire con un pizzico di malinconia nel cuore. 
L'indomani quel velo di malinconia c'era ancora, più pesante della sera precedente, e la cosa sembrava poter solo peggiorare. 
Harry passò tutta la giornata alla finestra con lo sguardo perso nel vuoto, guardando i fiocchi di neve e rimuginando su cosa avrebbe voluto davvero dalla sua vita. 

Era ormai sera quando, d'un tratto, un rumore proveniente dalla camera attirò l'attenzione del giovane grifondoro: era l'armadio svanitore. 

Quando s'aprì ne uscì una visione angelica: era Draco, con la sua bionda chioma che spiccava in cima ad un pigiama di seta a quadretti grigio chiaro su fondo grigio scuro perlato, ad accentuare la maestosità glaciale del biondo c'era lo scollo del pigiama con taglio "a V" riempito da un foulard dello stesso grigio del pigiama ma con piccoli pois bianchi. 

Appena uscito dall'armadio disse: 

«Sta notte dormo qui, ti spia...»

 -s'interruppe improvvisamente-

Draco non aveva tenuto conto di una cosa, la sua maestosità non era la sola cosa glaciale in quel momento, tra malinconia e solitudine Harry non aveva acceso il fuoco nel caminetto. 

Mentre il padrone di casa era ancora in estasi per ciò che vedevano i suoi occhi, l'altro riprese a parlare 

«Dio che freddo! Vuoi che mi venga un accidente?! Fa qualcosa!» 

e poi concluse 

«io proprio non capisco come fai a stare bene con questo freddo...»

La risposta era semplice, dal momento che l'essenzialità è sempre stata una caratteristica degli indumenti di Harry, questo indossava un caldo pigiama di pile con pantaloni blu e maglia, di un intenso rosso scuro, a dolce vita.
Quest'ultima era parecchio attillata e contribuì a riscaldare l'infreddolito ospite mostrando ogni muscolo del fidanzato che si stava adoperando per accendere il fuoco.

I due si stesero su una coperta davanti al fuoco, quasi fossero due gatti. 
L'antiestetico pigiamone da casalinga disperata di Harry giocò a suo favore, infatti, il tremante Draco passò la serata avvinghiato al fidanzato quasi come fosse un termosifone. 

Dopo ore di coccole il biondo s'addormentò sul petto tiepido del suo amore.

Il mattino seguente Harry aprì gli occhi e si ritrovò solo. 
Il petto era ancora tiepido, dunque non aveva sognato, fatto sta che del biondo non c'era più traccia.
Questo portò un vento di amarezza nel cuore del giovane: se n'era andato via senza neppure salutarlo.

Rabbuito nel cuore il giovane si diresse in bagno per prepararsi a una giornata che era cominciata in malomodo.
Aperta la porta lo vide, e subito s'illuminò

«Draco, ma sei ancora qui?!»

lui rispose un po trafelato mentre si sistemava la chioma 

«Certo che si, per chi mi hai preso? Credevi me ne andassi senza salutare?! Comunque ora devo scappare, altrimenti mia madre si accorgerá della mia assenza»

Harry era un po' intontito ma realizzò il tutto e riaccompagnò il fidanzato all'armadio svanitore. 
I due si diedero un lungo bacio, dopo di che il biondo aprì l'anta del ritorno e, prima di entrarvi, disse:

«senti Harry, domani sarà Natale, mia madre partirà nella notte per andare ad azkaban da mio padre e non ritornerà prima di dopodomani; verresti tu a casa mia?»

«Certo Draco!» 

«perfetto, a sta notte allora, vieni verso le due»

Si baciarono un'ultima volta, l'anta si chiuse e il biondo svaní.

Per Harry era il momento di iniziare a prepararsi per la sera seguente.

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Capitolo 33
*** NASCONDINO ***


Harry era nervoso e impaziente.

La sola volta in cui entrò a villa Malfoy fu da prigioniero, mentre ora andava là da fidanzato in incognito.

Narcissa non ci sarebbe stata, Lucius era in prigione, e Draco l'aveva invitato di sua sponte; nessuno li avrebbe disturbati.

Il grifondoro era pronto, come di suo solito più ironico che elegante; aveva un pigiama a tuta che sembrava la divisa di babbo natale: rossa con bordi bianchi e un cinturone nero disegnato in vita, sul cappuccio c'era addirittura il pompon. 
Principale differenza dalla divisa originale, il pigiama di Harry lo faceva praticamente sembrare nudo, era attillatissimo!

Mancavano pochi minuti alle due, l' ora dell'appuntamento. 
I minuti sembravano non passare mai; d'un tratto ecco, le campane scandirono il momento, erano le due e per il giovane era ora di partire. 
Appena chiusa l'anta dell'armadio il cuore iniziò a battergli forte, dopo di che

 «Harmonia nectere passus»

 ed ecco le porte della destinazione aprirsi.

Draco era lì seduto sul letto ad aspettare, indossava una vestaglia di seta blu con scollo a "V" e bordi bianchi con rombi blu.

«Ciao Draco, quanto sei elegante!»

 «Grazie! Anche tu sei molto... ehm... molto simpatico vestito così »

 i due risero, si gustarono una cioccolata calda e poi si avvicinarono al letto. 

Draco si tolse la vestaglia e il fidanzato potè notare da subito i divertenti boxer (attillatissimi) che stava indossando, erano verdi con l'elastico rosso, e avevano tante renne disegnate sopra.
 
Non ebbe però tempo di commentare, il biondo gli si lanciò addosso facendolo cadere sul letto; iniziò a baciarlo con passione per poi sollevarsi, guardarlo negli occhi e dire 

«ciò che sento promette bene, vediamo che pacco regalo ha per me babbo Harry!».

Harry arrossí leggermente, non lo immaginava così "affamato", ma la cosa non gli dispiaceva affatto; e la sua erezione lo confermava. 

Draco gli sfilò sensualmente la tuta di babbo natale, poi si soffermò a guardare i boxer del moro e sorrise, erano bianchi con la faccia di un pupazzo di neve, e la carota era esattamente lì, dando un senso di tridimensionalità al disegno. 

«Oh che bella carota!» esclamò il biondo, dopo di che scese con la testa e iniziò a baciarla giocandoci con la punta della lingua. 

Harry era in estasi, ma il meglio di ciò che il padrone di casa aveva progettato doveva ancora arrivare. Draco risalì lesto, e i due ripresero a baciarsi con molta più passione di prima. 

Si rotolarono tanto sul letto da spostare copriletto, coperte e lenzuola senza usare le mani. Trovatisi sul copri materasso, e senza smettere di baciarsi, si sfilarono i boxer e continuarono a strusciarsi l'uno sull'altro fino ad addormentarsi nel tiepido abbraccio del partner. 

Quando si risvegliarono fu Harry a prendere le redini in mano; iniziò ad accarezzare il corpo del fidanzato, iniziando a baciarlo dalla fronte e scendendo centimetro per centimetro lungo il petto con intenzioni ormai ovvie. 

Quando giunse all'ombelico, i due avvertirono un suono che li terrorizzò, il suono di una chiave che apriva il vecchio portone d'ingresso. 

Il giovane grifondoro non era abbastanza lucido per utilizzare l'armadio svanitore senza rischi; Draco lo sapeva e, mentre si rimetteva addosso la vestaglia gridò sussurrando 

«NASCONDITI!»

Harry scivolò sotto al letto accanto a una voluminosa valigia, il biondo gli lanciò tutti gli indumenti e si recò a controllare chi fosse arrivato. 
«Oh, mamma, già di ritorno?» 

«si figlio mio!» rispose euforica «Buone notizie, forse tuo padre sarà scarcerato prima dell'estate!»

 «Wow, che bella notizia! » replicò il giovane, la sua voce aveva però un tono di timore, suo padre odiava solo una cosa più dei mezzosangue, quella cosa era Harry Potter. 

Senza esserne consapevoli i due giovani, separati da un materasso e una porta, avevano assunto la stessa espressione di disappunto. 

Narcissa non lasciò però spazio a pause per i vari stati d'animo e tentò di entrare nella stanza del figlio

 «Devo subito recarmi al Ministero della Magia per compilare la richiesta di rilascio, mi servono le pellicce che ho messo nel tuo armadio e la valigia che hai sotto al letto »  

Draco era pietrificato, Harry terrorizzato. 

Fingendo rapidamente un forte imbarazzo il biondo disse fulmineo 

«ehm...mamma... Ricordi che solitamente... Dormo...ecco, dormo nudo?! Potrei solo vestirmi un po di più prima che tu faccia i bagagli?»

«Oh,giusto, fai pure figliolo, hai 8 minuti! Ah, buon natale!» 

«grazie mamma, anche a te»

Data la rapida risposta alla madre tornò in camera e si rivolse al fidanzato 

«Non puoi restare lì! E neppure andartene,troppo rumore! Che si fa?» 

«Mi nascondo sul balcone» 

rispose candidamente il moro, il biondo acconsentì e aggiunse 

«Perfetto! Aspetta il mio segnale per rientrare». 

Una volta che Narcissa fece i bagagli esclamò
 «Perfetto! Ora una bella doccia e si parte!» 
dopo di che si diresse in bagno e l'acqua iniziò a scorrere.

 Chiusa la porta il biondo si fiondò dall'amato, che era piuttosto infreddolito 
«Hey, entra! Ce la fai a viaggiare o vuoi riprendere le forze?» 

«No no, riesco, tranquillo » 
rispose il grifondoro avvicinandosi all'armadio svanitore, poi aggiunse 

«a questo punto ci vediamo a scuola! Buon natale Draco!» 

« Buon natale Harry, e scusa per tutto ciò»

I due si baciarono e Harry chiuse la porta, sussurrò rapido e con voce sicura 

«Ti amo Draco!»

poi recitò la formula e svanì, facendo ritorno a Grimmauld Place.

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Capitolo 34
*** NOTE RIPARATE ***


Il ritorno verso scuola fu piuttosto insolito.
Non molti serpeverde erano tornati a casa per natale, soprattutto tra i più grandi, quindi non c'era nessuno che Draco ritenesse una minaccia alla segretezza del suo rapporto col giovane fidanzato. 
In virtù di ciò la coppietta viaggiò nella stessa cabina di Ron e Hermione; tende  chiuse, porta bloccata e tanti tanti baci appassionati. 

Giunti a Hogwarts i due dovettero ricomporsi e tornare alle solite e fugaci coccole celate. 

Le lezioni ripresero tranquillamente; la prima materia in orario era trasfigurazione. 
La lezione era semplice, bisognava trasformare il proprio animale in uno strumento musicale scelto in precedenza; il risultato sarebbe stato testato dal prof Vitious.

Hermione scelse l'arpa precisando qualche intarsio aggiunto; Ron optò per la tromba da cavalleria, tirando a se sguardi di dissenso; Harry scelse la chitarra, precisando che l'avrebbe fatta di colori che ricordassero le fiamme della fenice; Draco scelse il clavicembalo annunciando varie decorazioni; infine Luna scelse il theremin, chiarendo che lo avrebbe riprodotto in modo piuttosto originale. 

L'arpa risultò semplice e elegante,decorata sul davanti, unico difetto: mancava una corda. 
Il clavicembalo era ineccepibile dal punto di vista acustico e all'interno del coperchio superiore aveva un meraviglioso paesaggio dipinto. 
Il theremin aveva la forma di un tasso impagliato, ma perfetto nella parte tecnica. 

Le note stonate del gruppo furono Ron e Harry; la tromba era priva di tasti e curve, sembrava quasi un corno acustico, la chitarra invece era scordata e aveva ciocche di piume di fenice disposte a casaccio sulla superficie anteriore.

La McGranitt decise di intervenire: 

«ragazzi, non voglio che il vostro primo voto dopo le vacanze sia negativo... Signorina Granger, ti affido Weasley; Lovegood ti... No! meglio di no...ehm... Vediamo... Qualcuno preciso... Uh! Signor Malfoy, le affido Potter!
 A voi due affido il compito di raffinare questi balbettanti babbuini sgraziati. Forza, al lavoro!».

Hermione iniziò a bacchettare Ron, rimproverandolo poiché non si applicava abbastanza e neppure tentava di fare meglio. Dopo alcuni battibecchi il risultato fu una trombetta a un tasto, appena sufficiente, che emetteva una sorta di pernacchia metallica.

Nel frattempo l'altra coppia tentava di collaborare senza imbarazzo.

Il biondo, colmo di superba autostima tuonò:

 «Dimmi... Cosa vorresti farci con quell'uccello spelacchiato?»

«Piano coi dispregiativi, non ti ricordi neppure com'è!» 
ribatté il fidanzato che poi, arrossendo, aggiunse
«Ciò che ne farò dipenderà da cosa mi lascerai fare tu...».

 Draco scoppiò a ridere 
« Stupido! Ahahah, intendevo la tua fenice. Come vuoi trasformarla?».

 I due risero, poi il grifondoro spiegò che avrebbe voluto dare alla chitarra la forma di una fiamma, colori sgargianti nelle sfumature tipiche del fuoco e ,ovviamente, l'avrebbe voluta ben accordata. 

Tornato serio e professionale, il biondo iniziò la spiegazione 

«per prima cosa concentrati; seconda cosa,visualizza ciò che vuoi ottenere, non pensare ai singoli dettagli uno per volta, vedili tutti assieme o finirai col creare solo gli ultimi dettagli a cui hai pensato. 
Per ultimo aspetto il suono; tu credi che io sappia accordare un clavicembalo? O che ne conosca tutte le note? No! Però conosco il suono. 
Pensa ad una chitarra che suona e questa suonerà bene, pensa a come accordarla e... Beh, ora prova, vediamo se anche sta volta ho ragione ». 

Harry si concentrò e... Puff, Bonnie era diventata una splendida chitarra elettrica a forma di fiamma, con colori vivaci e soprattutto con un bel suono. 

Tutti erano increduli, tranne Draco che era il trionfo fatto a persona; perfino la prof.ssa McGranitt dovette complimentarsi col principe delle serpi. 

Il feeling tra loro cresceva sempre più; entrambi ormai erano straentusiasti del ritorno a scuola.

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Capitolo 35
*** "QUESTA VOLTA LAVORERETE SOLI" ***


La collaborazione tra i due maghetti si confermò da subito proficua, ma col passare del tempo continuò a crescere in modo inarrestabile. 

Un giorno, prima che iniziasse la lezione di pozioni, Lumacorno disse: 
« ragazzi, manca una settimana alla cena del Lumaclub, oggi lavorerete in autonomia, chi riuscirà a preparare una fiala di pozione di mandragola da "eccezionale" sarà invitato al ricevimento.
Gli invitati potranno portare con loro un ospite, a patto che questo sia stato in grado di produrre una pozione invecchiate, di livello medio, che valga almeno un "accettabile". Buona fortuna, al lavoro! ». 

I due giovani innamorati finirono ai due angoli opposti della classe. Harry tentava di aiutare Draco, e lui tentava di recepire tale aiuto, o almeno osservare il fidanzato e copiare il procedimento. 
La prima pozione ottenuta fu ovviamente "eccezionale" per il grifondoro e "oltre ogni previsione" per il serpeverde; la seconda fu sempre "eccezionale" per il moro, mentre per il biondo fu uno "scadente". Hermione riuscì a essere invitata per un soffio, mentre Ron non era neppure riuscito a raggiungere la base per farsi invitare. 

Terminata la lezione la " nuova compagnia " (Harry, Hermione, Ron ed il nuovo elemento, Draco) si ritrovò ai " Tre manici di scopa " per far due chiacchiere. Mentre vi si stavano recando Harry prese il moroso per un braccio e, restati qualche metro indietro rispetto l'altra coppia gli chiese: 

«Draco, lo so che sembra ovvio, ma vorresti venire con me alla cena del Lumaclub?».

Malfoy strabuzzò gli occhi e esclamò: 

« ma fai sul serio?! Ti ricordi che siamo due ragazzi? Che siamo in incognito? E soprattutto che eravamo d'accordo che non avremmo fatto cose in pubblico?! Come ti vengono certe idee!?»

Con tono risentito e un po' deluso l'altro rispose

«Sbaglio o entrambi risultiamo single? Sbaglio o a pozioni e a difesa stiamo spesso assieme? E ricordo male o le cose in pubblico erano un problema fin che non fossimo stati una coppia? Ora sono quasi due mesi che stiamo insieme... » 

«ok Harry, mi hai convinto, ma niente cose in pubblico ».

Ordinate 4 burrobirre i giovani iniziarono a chiacchierare.

«Allora Draco »chiese Hermione «ti ha invitato tuo marito alla festa?» 

e Ron ridendo 

«Marito o moglie? Chissà chi fa cosa... Ahahah».

 Il biondo, stizzito 

«si, mi ha invitato, e io posso andarci a differenza tua... Chi ci porta invece tua moglie? »

-silenzio-

«Beh, io pensavo di portare Ginny... Visto che con Harry non è andata bene credo le possa fare piacere conoscere qualcuno...» 

Ron fece una smorfia a metà tra il geloso e l'offeso, ma Harry tentò di sdrammatizzare la situazione che stava diventando tesa

 «ottimo, almeno non sembreremo strani noi due»

Malgrado il goffo tentativo del moro Ron e Draco si stavano ancora guardando in modo minaccioso, quindi se ne uscì con una frase che avrebbe sicuramente costretto il fidanzato a dirigere la sua attenzione su altri " problemi "

 «voi due come vi vestirete? Io pensavo di mettere i pantaloni neri, la camicia grigia, la giacca blu e quella cravatta bordeaux... E quelle scarpe celesti... Bello no?».

Draco strizzò gli occhi e lo fulminò con lo sguardo 

«non pensarci nemmeno! Se ci tieni tanto a accompagnarmi tu sii elegante, o almeno decente... Anzi, ti porterò io a Hogsmeade; andremo da Stratchy&Sons!».

La tensione tra il biondo e il rosso era svanita, Draco era già proiettato a un'altra missione: rendere il fidanzato il più presentabile possibile.

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Capitolo 36
*** SHOPPING CHE/CON PASSIONE ***


Appena entrati nel negozio Harry notò un cambiamento in Draco, era molto più esigente del solito. Gli si avvicinò il capo dei venditori e il biondo subito abbaiò 

«ci servono due abiti! Uno principalmente verde e uno rosso. Le cose economiche e sintetiche non me le faccia neppure vedere, intesi?! E svelti, che il tempo è prezioso!! »

Iniziarono ad arrivare abiti da sogno, ma no, non erano abbastanza. 
Draco dirigeva abilmente il "traffico" e non permetteva che nessun abito non al suo livello si avvicinasse ai salottini di prova; non solo aveva l'aria del "padrone di casa", ma dava ordini ai vari commessi senza farli fermare un secondo, rimproverandoli se qualcosa non andava.

 A Harry quella sicurezza e quell'aria autoritaria eccitavano un sacco. 

Cominciò la fase di prova nei camerini.
Dopo circa cinque minuti Draco uscì per farsi vedere dal fidanzato: indossava un completo di raso verde scuro, la giacca con doppiopetto aveva lo scollo a v nero, sotto di essa indossava una camicia della tinta dello scollo con cuciture bianche, una cravatta identica alla camicia ma con strisce diagonali distanti bianche e, per finire, scarpe nere in cuoio lavorato e decorato. 
Con la spilla del serpente argentato sul colletto nero sembrava proprio un " principe delle serpi". 

Ora che il suo abito era stato selezionato era il momento di concentrarsi sul fidanzato. 

I due si chiusero in camerino, fino a che non trovarono lui, il completo perfetto: camicia bianca, pantaloni,giacca e panciotto rossi, papillon rosso e nero. 
La spilla dorata del grifone e le scarpe lucidissime rosse con la punta nera completarono il look.

In quel momento fu Draco a perdere il controllo. 

Tolse con cura gli indumenti al fidanzato, li piegò e li mise al sicuro, dopo di che gli si gettò addosso. 

Sembrava uno dei soliti raptus di baci, ma sta volta il biondo andò oltre, sentiva la prepotente erezione del moro che lo allontanava facendo pressione sulla sua biancheria intima umida e  tesa, quindi carezzò con passione la belva ancora celata e poi gli sfilò i boxer. 

Restò letteralmente a bocca aperta, non si sarebbe mai aspettato una bacchetta del genere, neppure nel migliore dei sogni. 

Era enormemente perfetto.

Il giovane grifondoro ora voleva dar sfogo alla sua medesima curiosità da lungo repressa, quindi sfilò gli abiti al fidanzato e tuffò una mano in modalità esplorazione. 

Mentre Harry non aveva il coraggio di andare oltre Draco iniziò a giocherellare con la suddetta bacchetta.

Harry si fece coraggio e sfilò i boxer al gelido amante. 

Era proprio come lo sognava. 

La pelle vellutata e glabra in quella precisa zona lo portarono a iniziare a sua volta ad armeggiare. 

I due non smisero mai, neppure mentre si baciavano. 

Leggeri gemiti affannosi si levavano nell'aria, poi all'improvviso una breve precipitazione, poi un'altra; entrambe abilmente contenute con vari fazzoletti. 

Una volta che i due si ricomposero andarono a pagare i vestiti per il lumaclub, poi uscirono dal negozio. 

Entrambi erano piuttosto imbarazzati, ma senza dubbio erano anche molto appagati e, soprattutto, più affiatati che mai.

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Capitolo 37
*** LUMACLUB, ALCOL E NUOVI SAPORI ***


La serata che precedette il ricevimento sembrò una copia di quella vissuta con la cena di Garten: Harry andò a prendere il fidanzato, si baciarono a lungo, rischiarono di tardare e rivissero l'imbarazzo di una donna dall'intuito tagliente dopo aver visto Ginny che, quella sera, accompagnava Hermione. 

Le due ragazze erano splendide: la fidanzata di Ron aveva un lungo vestito rosso dalle linee morbide e con la parte superiore in pizzo, la giovane Weasley, invece, indossava un lungo abito del medesimo colore, ma più acceso e  dal design piuttosto arioso; parte interessante che lo rendeva leggermente maschile: ciò che all'apparenza sembrava una gonna erano in realtà due voluminosi gambali.

La cena si svolse tranquillamente, fino a quando il prof Lumacorno non decise di aprire il suo openbar.

Il docente mescolava vari alcolici babbani creando cocktail potenzialmente letali. 

Il primo intruglio era molto simile ad un " Longisland ", tutti e quattro bevvero e a Draco piacque. 
Il secondo giro era praticamente un " Malibú e coca " ma con molto più gusto di cocco: Ginny rifiutò e Draco bevve qualche sorso dal fidanzato ed iniziò ad essere euforico. 

Si susseguirono " Pina colada" e " caipiroska " bevuti da tutti e quattro.

I successivi " sex on the beach ", " sidecar " e " gin tonic " vennero solo assaggiati da un Malfoy piuttosto alticcio, mentre gli altri gustavano tutto, mantenendo sempre qualche riserva sulle abilitá mescitorie del docente.

Quando venne proposto il " blody Mary " Hermione si chiamò fuori e, con le sue facoltà leggermente annebbiate iniziò a trattenere il biondo, che tentava costantemente di arraffare il cocktail che il suo ragazzo stringeva tra le mani. 

Da quel momento scattò la " gara di ignoranza " tra Harry e Ginny.

La ragazza, infatti, beveva come un vecchio alcolizzato e facendo degna concorrenza all'ex fidanzato.

I due trangugiarono " Negroni", " tequila sunrise ", " Moskow mule" e per finire un devastante " petroleum ".
Fatto degno di nota, per questi ultimi quattro " intrugli " il professore smise di utilizzare i misurini; erano infatti autentiche bombe alcoliche.

Le due spugne bevevano a piú non posso, l'altra grifondoro assaggiava solo qualche sorso mentre il biondo rincorreva i bicchieri vuoti sperando in qualche stilla rimasta sul fondo. 

Del famigerato " petroleum" anche Draco riuscí a afferrare un bicchiere, lo bevve e finì tra il divanetto e il pavimento.
Soltanto Hermione lo vide e si mise a ridere. 

Gli altri due continuarono con shot di tequila, vodka e assenzio.

Terminate le proposte alcoliche i tre recuperarono una sorta di relitto umano, che ormai somigliava soltanto vagamente a Malfoy e si trascinarono verso i dormitori.

Ginny tentò più volte di baciare Hermione, alternando improvvise corse verso i cortili gridando frasi tipo "voglio andare nella natura!!".

Mentre la giovane tratteneva la fuggiasca, Harry tentava di non far sbattere Draco contro le pareti. 


Le due grifondoro tornarono al dormitorio spettinate e ubriache perse, mentre il moro riaccompagnò il biondo al dormitorio serpeverde; o almeno lo fece credere. 

Conoscendo se stesso, la bassa tolleranza del fidanzato e gli effetti di un'elevata alcolemia il giovane aveva realizzato un intruglio in grado di ridurre ad una minima euforia anche la peggior sbronza, eliminando i vuoti di memoria e i postumi.

Ed una sua invenzione, quindi la provò su di sé; quando vide che funzionava la somministrò al biondo, che si riprese subito e chiese spiegazioni. 

Dopo essere stato aggiornato si sdraiò con la testa sulle gambe del fidanzato, che era seduto a terra, lo guardò e sorridente disse 

« sarà l'alcol, ma sono stranamente eccitato». 

Anche Harry lo era. 

I due si appartarono , erano nervosi ma colmi di eccitazione. 

Iniziarono a baciarsi con foga e passione, poi finirono sul pavimento di uno stanzino dismesso. 

Continuando a baciarsi si spogliarono fino ai boxer; due erezioni mostruosamente consistenti si erano levate, i due quindi si sdraiarono uno sull'altro e iniziarono a muovere il bacino su e giù facendo sfregare i loro manici di scopa.

La testa del biondo scese, proprio come la sera del thum, ma stavolta non si fermò sul più bello. 

Draco proseguì e, mordendo l'elastico, sfilò i boxer umidi del fidanzato; dopo quel passaggio fondamentale tornò a baciarlo e, con abilità incredibile riprese a strofinarsi riuscendo a sfilare anche il proprio intimo. 

I due ora erano COMPLETAMENTE NUDI.

Optarono per distendersi su un fianco, e successivamente l'uno con la testa verso i piedi dell' altro.

Inizialmente esplorarono solo la superficie dell'altro, come fosse un fresco calippo, ma la passione e l'eccitazione erano tali che il solo assaggio era ormai una banale forma di preliminare.

Il primo a rompere l'imbarazzo fu proprio il principe delle serpi, lui infatti smise di fermarsi alla copertura ed iniziò a gustare l'intero ghiacciolo. 

Anche Harry seguì l'esempio, e nessuno dei due se ne pentì.

Per la prima volta, assaggiarono una parte dell'altro che fino a quel momento avevano solo conosciuto reciprocamente con tatto e vista.

Fu per entrambi la prima volta, e fu memorabile. 

A prova di ciò vi erano i due volti dall'espressione di celestiale estasi ed i frequenti «coff coff» del biondo alternati ai gemiti di entrambi.

Il momento topico fu ovviamente quello conclusivo, in cui finalmente entrambi assaporarono tutta la passione e l'essenza dell'altro.

Dopo aver concluso i due si scambiarono tenere effusioni, si rivestirono e tornarono al dormitorio serpeverde continuando a coccolarsi teneramente. 

Giunti all'ingresso, illuminato solo dalla fioca luce di una torcia, Harry baciò Draco per parecchi secondi; fu un bacio da classico film strappalacrime. 

Dopo l'intenso bacio si separarono, fecero ritorno ai rispettivi dormitori, si misero a letto e sperarono di potersi presto riabbracciare in un dolce sogno.

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Capitolo 38
*** SARÁ VERO? SARÀ FALSO? ***


Il giorno dopo la serata alcolica di Lumacorno i due ragazzi erano freschi e riposati grazie alla pozione di Harry, mentre le due grifondoro avevano dei tremendi postumi.

Ad Hermione, poi, era sorto un grosso dubbio legato ai gusti sessuali della futura cognata. 

Il biondo manifestò particolare entusiasmo per la pozione inventata da Harry, non che per gli alcolici babbani, quindi il moro gli fece omaggio di una bottiglia di tequila e di una fiala di pozione, con la promessa di festeggiare insieme un qualche evento importante.

Dopo le prime ore di lezione il confronto con Hermione fu inevitabile. 

«Dimmi Harry, a che ora sei rientrato? ... E che avete fatto?!»

Harry non aveva segreti per Hermione, quindi raccontò ogni fatto avvenuto:

«Credimi Hermione, è stato magnifico! Dopo che siamo andati verso il suo dormitorio ho testato una pozione di mia invenzione per combattere gli effetti negativi dell'alcol. 
Ha funzionato, ci siamo coccolati un po e poi siamo finiti ad... assaggiarci. 
Ti giuro, vederlo senza boxer così da vicino è stato bellissimo! 
Poi è sempre profumato di lavanda, la sua pelle è morbidissima e ...  ...credo che là abbia meno peli di te... Ahahah»

«ehh Harry, quanto sei innamorato..! Sono contenta per voi»

« E non sai la parte più romantica: dopo baci e cose non proprio soft ci siamo coccolati ancora, poi lo ho accompagnato alla porta... E lì ci siamo dati un lungo e casto bacio al chiaro di luna, meraviglioso!»

La ragazza sorrideva, era felice di vedere il suo migliore amico così entusiasta dell'amore; poco dopo, però, cambiò argomento: 

« Io ho scoperto che se Ginny beve diventa peggio di una pianta tentaculum... Secondo te... potrebbe avere un debole per me?! »

« credi forse che io abbia il radar solo perché amo un ragazzo?!» 

replicò scherzosamente il moro, che poi aggiunse in tono più pacato 

« secondo me è alquanto probabile come cosa, ricordi che ci siamo lasciati perché si sentiva lei " l'uomo"? Io non sono così effemminato dai! Quindi... » 

Appena il ragazzo smise di parlare giunsero Ron e la sorella, i quattro fecero qualche battuta sullo stato in cui s'era ridotto Draco e prontamente comparve anche lui unendosi al gruppo. 

La compagnia si diresse verso l'aula di Lumaconrno, ma questo era in ritardo.

La maggior parte del Lumaclub aveva evidenti segni di postumi, ma a quanto pare la vittima più profondamente colpita dalle bombe alcoliche del professore fu Lumacorno stesso. 

Al posto del docente di pozioni arrivò la supplente unica della scuola, la professoressa Eocaprino; 
una donna magra e alta, con i capelli scompigliati e gli occhiali, perennemente storti, sulla punta del naso.

La supplente tentò di approntare una pozione, ma si bruciò la punta del dito col calderone. 

La classe iniziò a ridere e lei, inalberata, riprese Hermione. 

La ragazza, però, stava soltanto interagendo con Harry riguardo la questione di Ginny e lí per lí non capí perché fosse stata la sola ad essere richiamata.

La docente ebbe poi la nefasta idea di richiamare all'ordine la classe sbattendo un coperchio sul piano di lavoro. 
Nulla di tremendo in quell' idea, non fosse per il fatto che nel compiere il movimento, la donna lasciò un dito tra il coperchio e il tavolo finendo per schiacciarselo, suscitando l'ilarità generale.

 Ma ad Hermione nulla importava di essere stata richiamata senza aver alcuna colpa, o se la docente aveva ricevuto il contraccambio karmico; tutti i suoi neuroni erano tesi a trovare la risposta a una sola domanda : Ginny la stava forse corteggiando?

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Capitolo 39
*** ALLENAMENTI DEI SEGRETI ***


Sin dal duello di Harry contro Garten, Malfoy era intenzionato ad apprendere la maggior quantità possibili di tecniche di combattimento dal fidanzato.

Harry fu felicissimo di soddisfare questo desiderio; riunì una minima parte di coloro i quali presero parte alle lezioni pre Esercito di Silente e riaprì la camera dei segreti.

Si trovarono lì, in supporto alla coppia: Hermione, Ron, Ginny e Luna. 

Visto il numero pari il docente programmò da subito una serie di duelli.

Prima ci sarebbero state le lezioni di spiegazione, poi le esercitazioni (queste per tutti), ed alla fine ognuno si sarebbe battuto a turno con tutti gli altri.

Cominciarono a ripassare i fondamentali: gli incantesimi base, la pronuncia delle formule, l'esecuzione di incantesimi senza l'uso della voce, il movimento del polso e la corretta postura di esecuzione.

Sebbene tutti loro (tolti forse Draco e Luna) fossero streghe e maghi competitivi e potenti, ognuno aveva una peculiarità con cui aiutare la formazione degli altri.

Harry, ovviamente, iniziava il processo insegnando la formulazione e le modalità di utilizzo dell'incantesimo.

Hermione si occupava dei dettagli riguardanti formulazione e esecuzione.

Ron si occupava delle esercitazioni di combattimento simulato dando magari correzioni sulla pratica, come ad esempio la postura da tenere oppure come ridurre l'ampiezza dei movimenti.

Harry, nuovamente in gioco, si dedicava ora al far superare le eventuali lacune fino a quando chi fosse stato in difficoltà non fosse riuscito ad eseguire agevolmente l'incantesimo in questione.

A questo punto Ginny si occupava della potenza e della scioltezza di esecuzione con combattimenti simulati più complessi.

Quando l'incantesimo in questione era stato trattato per intero era il momento di Luna, che aveva il compito di illustrare i vari usi " impropri " di tale formula in situazioni di reale necessità.

La squadra lavorava in maniera impeccabile, e ben presto Draco si avvicinò al livello degli altri.

Per saggiare la solidità degli insegnamenti impartiti, non che per tenere in allenamento gli ormai " arrugginiti" maghi, era giunto il momento delle prime sessioni di duelli. 

Harry ed Hermione trovarono particolare difficoltà nello sconfiggere Ginny,  e anche se Ron diede loro parecchio filo da torcere non fu loro impossibile batterlo.

Contro i due biondi il combattimento fu rapido, semplice e spettacolare, ma senza alcun dubbio fu quello tra il prescelto e la sua migliore amica ad essere il più incredibile in assoluto, e finì in parità!

Luna trionfò soltanto contro la temuta Ginny, la sua calma infatti innervosì la rossa facendola deconcentrare e consegnando alla bionda la vittoria; ma del resto il combattere non fu mai una sua passione.

Ginny, come già detto venne sconfitta da Harry, Hermione e Luna. D'altro canto era da parecchio che la ragazza non prendeva parte a un duello extracurricolare e durante il periodo più intenso di battaglie per il trio di grifondoro ( quello della ricerca degli horcrux)  lei era ancora a Hogwarts.
 Vinse facilmente contro Ron, conosceva a menadito i punti deboli del fratello, mentre fu più difficile battere un avversario fino a quel momento ignoto: Draco perse sì contro Ginny, ma lo fece con onore, facendola faticare non poco.

Ron si fece onore ma riuscì a battere soltanto i biondi, facendo anche una figura piuttosto imbarazzante nei duelli persi; è vero che diede filo da torcere agli avversari, ma perse tutti e tre i combattimenti per distrazioni stupide. 
Contro Luna vinse con un impeccabile duello, mentre contro Draco vinse per poco. Il duello col biondo era al livello dei tre in cui il rosso aveva perso, la vittoria dipese soltanto da chi dei due cadde in banali sbagli per primo.

Il principe delle serpi si fece onore: fece faticare Ginny, batté Luna, si avvicinò alla vittoria con Ron e perse rapidamente ma dignitosamente sia contro Hermione che Harry.

Le lezioni proseguirono e tutti continuavano a migliorare.
 
Di tanto in tanto Harry batteva Hermione e viceversa, Ron riuscì a sconfiggere la sorella e pareggiare con i due migliori amici, Ginny riuscì a pareggiare con Harry, Luna riuscì a battere Ron, ma la rivelazione più grande fu Draco.

Il biondo riuscì a sconfiggere più volte i Weasley e a pareggiare col fidanzato; una volta, addirittura, riuscì a battere Hermione.

Tutto era tranquillo e roseo, nessun intoppo ai piani dei ragazzi, ma d'un tratto urgeva una pausa, si avvicinava la partita Serpeverde contro Corvonero.

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Capitolo 40
*** LA PARTITA DELLA DISCORDIA ***


La partita che tanto preoccupava Draco era effettivamente una variabile molto importante: la vittoria di serpeverde avrebbe portato la casa a pari con grifondoro; una sconfitta avrebbe fatto lo stesso ma con corvonero, il pareggio avrebbe portato le squadre al pari con tassorosso, rendendo necessario un ulteriore spareggio.

Il biondo era, come sempre prima di una partita, freddo e scostante ma Harry riuscì comunque a baciarlo prima dell'inizio.

Non era una giornata molto soleggiata, ma non soffiava neppure un alito di vento. 
Draco era agitato, ma credeva in sé.

Sulle scope, fischio d'inizio, lancio della pluffa e via!

Dopo pochi minuti la partita entra nel vivo, Draco si lancia all'inseguimento del boccino, il cercatore di corvonero gli sta dietro ma è lento. Al secondo giro di inseguimento il biondo mette tutte le sue forze in uno sprint e...

Serpeverde vince!

Appena negli spogliatoi iniziano i festeggiamenti. 

Draco vorrebbe tanto avere accanto il suo amore per festeggiare, ma sa che non può ne raggiungerlo ne farsi raggiungere. 
Per sentirlo più vicino recupera la tequila regalatagli e inizia a berla.

Non ha idea di quanto nefaste saranno le conseguenze di ciò.

Draco inizia ad essere piuttosto ubriaco, e la festa si sposta dagli spogliatoi al campo.

Il biondo aveva un'enorme voglia di baciare il suo fidanzato, o comunque abbracciare qualcuno che facesse parte della nuova famiglia creatasi durante le esercitazioni; in campo però vi erano solo serpeverde e corvonero.

D'un tratto il biondo riuscì a intravedere Luna e le si avvicinò. 

Lui la voleva solo abbracciare, ma l'alcol traditore lo portò a far confusione con ciò che avrebbe fatto al fidanzato e la baciò. 

Per sfortuna la ragazza aveva bevuto per dimenticare la sconfitta, quindi anche lei era piuttosto disinibita, e ricambiò il bacio che divenne piuttosto languido.

Siccome le disgrazie non vengono mai sole, c'era un'altra cosa di cui Draco non era cosciente: Harry era dietro agli spalti, e aveva visto tutta la scena.

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Capitolo 41
*** I.R.A. Irresponsabile Ragazzo Alticcio ***


Dopo aver visto il bacio al termine della partita Harry scappò furioso. 
Nessuno era a conoscenza del bacio, neppure Draco e Luna, dal momento che entrambi avevano la memoria annebbiata dall'alcol. Harry, invece, ricordava esattamente il bacio ma non era a conoscenza della componente alcolica della vicenda.

Il giovane non perse tempo, infatti corse ad informare Ron e Hermione dell'avvenuto.

I due s'infuriarono quanto Harry, e nessuno dei tre rivolse la parola ai biondi per alcuni giorni.

Il primo incontro, casuale, fu tra Draco e Ron.

Il rosso, infatti, stava camminando nei corridoi del castello quando venne raggiunto dal fidanzato  dell'amico:

«Hey Weasley, come sta Harry? Non sono più riuscito a vederlo dalla partita di quidditch...»

La risposta fu piuttosto secca

«Non fare l'innocente Malfoy, lui ha visto tutto! Sai benissimo perché non vi state più vedendo! »

«Tutto? So benissimo il perché? Ma di cosa stai parlando?!»

Alla risposta del biondo Ron assunse un'espressione di sdegno, poi concluse:

«Negare l'evidenza... Tu proprio non sai cosa sia la vergogna! ».

Draco restò esterrefatto e senza parole. Doveva assolutamente parlare con Harry... ma come, e soprattutto, dove?!
Non dovette pensarci a lungo, sapeva dove trovarlo. 
A prescindere dalla sua partecipazione, infatti, gli incontri nella Camera dei segreti sarebbero proseguiti.

Raccolte le forze attese che gli altri entrassero nella camera per poi raggiungerli.

L'accoglienza non fu delle migliori.

Harry lo vide e subito, rancoroso:

« Tu cosa fai qui? Che vuoi da me?»

«Vorrei capire capire cosa ti sta succedendo»

In quel momento intervenne Ron

« che faccia tosta che hai, neghi addirittura con lui che ha visto? Sei disgustoso, lasciatelo dire»

«Taci!!» tuonò Harry, rivolgendosi all'amico «Non rivolgerti a lui in questi termini! Solo io posso farlo!»

Intervenne anche Hermione 

« Harry calmati, Ron non ti ha fatto nulla! È solo lui che ha fatto lo stupido e ora nega tutto! Non è colpa di Ron se il tuo ragazzo è così volubile, imprudente e stupido»

«Hermione, non ti ci mettere anche tu! 
Lui non è stupido, o forse sì, ma non sta a te dirlo!» 

poi si rivolse al biondo, che ormai era terrorizzato da ciò che vedeva

«E tu?! Qui non è un posto per chiarire! Vuoi combattere? Forza, sulla pedana!».

Draco non voleva battersi, ma sperava che dopo un duello il fidanzato si sarebbe calmato, quindi l'assecondò.

Harry sprigionò una potenza inaudita, mentre Draco si limitava a difendersi come meglio poteva. A ogni attacco aumentava di potenza, senza dar cenni di voler terminare il duello. 

Poco per volta passò dagli incantesimi tipici di un duello a quelli che possono ferire in modo più o meno grave l'avversario. 

«Harry, stai esagerando! »

intervenne Ginny

«Taci, non sai cosa mi ha fatto! »

Detto ciò lanciò un incantesimo alla pedana facendola esplodere e scagliando Draco ad alcuni metri.

«Posso sapere cosa ti ha fatto» 

insistette Ginny.

Harry disse, furente 

«mi ha tradito!»

Draco aveva la faccia scioccata, più di Ginny.

Era la prima volta che entrambi venivano a conoscenza del fatto.

Mentre il biondo tentò di proferire parola Harry spiazzò e terrorizzò tutti girandosi verso il fidanzato e enunciando... 

«Crucio!»

Dopo pochi secondi realizzò cosa stesse facendo, gettò la bacchetta e gridò, piangendo : 

«Lui l'ha baciata! Ha baciato Luna! »

Dopo di che corse a rifugiarsi nei meandri della Camera, piangendo rumorosamente.

Draco si alzò e vide Ron ed Hermione che lo guardavano contrariati.

Quando si voltò verso Ginny fu nuovamente colto da un profondo terrore.

La ragazza era alquanto infuriata, la pelle del viso era rossa quanto i suoi capelli, e una vena le pulsava al centro della fronte.

Improvvisamente tuonò

«Cosa hai fatto?! Brutto verme viscido luridoschifososcarafaggio!»

Lanciò un potente incantesimo esplosivo a pochi centimetri dal ragazzo e poi gridò ancora

 «Vattene via!! SPARISCI!!»

Draco fuggì terrorizzato.

Da lì a poco giunse Luna, che con la sua solita innocenza neppure sospettava che gli altri la stessero evitando per un qualche motivo.

Non passò molto, però, prima che Ginny le chiarisse i fatti:

«Tu! Cosa hai fatto?! Perché caspita hai lasciato che Draco ti baciasse?!»

Luna rispose candidamente:

«Baciare Malfoy? Ginny stai bene? Come puoi credere che io sia capace di fare certe cose ad Harry?!» 

Hermione l'incalzò: 

« Non negare anche tu, Harry vi ha visti... Sai, dopo la partita di quidditch »

Luna sorrise e replicò: 

« Dopo la partita dici? Beh, io ricordo ben poco, ero piuttosto ubriaca, ma dai cori che arrivavano dagli spogliatoi di Serpeverde, potrei giurare che anche Draco fosse piuttosto alticcio»

Hermione spalancò la bocca, avvertì un brivido lungo la schiena e sussurrò: 

«Oh no, nemmeno Draco lo sa!»

Prese la mappa del malandrino dalla tasca di Ron e corse alla ricerca del biondo. Lo trovò in un corridoio, rannicchiato in un angolo, che piangeva. 

«Draco, alzati!»

«Che vuoi? Ti va di torturarmi un po'?» 

ribatté il biondo ancora rannicchiato. 

Hermione si accovacciò accanto a lui; quando capì che lei lo avrebbe ascoltato iniziò a parlare, con le lacrime agli occhi:

«Vedi Granger, io non ricordo nulla del dopo partita! Non ricordo di aver baciato Luna, non ricordo neppure di averla vista! Ricordo solo di aver aperto la...» 

si bloccò un istante, poi mise la testa tra le mani e terminò 

«aver aperto la bottiglia di tequila, che probabilmente ho finito in breve tempo... »

Il biondo era ora conscio della dinamica dei fatti, ed  era mortificato, ma Hermione voleva la conferma di ciò cui era giunta tramite intuizione, quindi balzò in piedi e disse, con tono inquisitorio 

«Draco Malfoy! Tu hai veramente aperto e bevuto un alcolico conoscendo la tua bassissima tolleranza? 
E veramente l'hai fatto sapendo che nessuno avrebbe badato alle tue azioni dovute alla sbronza? »

Draco era nuovamente in lacrime, ma rispose con un piagnucoloso 

«Si»

Hermione si mise una mano in fronte e esclamò 

«adesso mi è tutto chiaro, proverò io a spiegarlo ad Harry! 
Comunque lasciatelo dire Malfoy, ti sei comportato da irresponsabile ragazzo alticcio!»

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Capitolo 42
*** FUORI CONTROLLO ***


Mentre Hermione stava ascoltando la versione di Draco, Ginny stava discutendo con Luna nella Camera dei segreti.

« Fammi capire Luna! Cosa facevi lì? E soprattutto, tu ,perché ti saresti ubriacata?!»

« Ginny, stai calma, lo sai che amo il quidditch... Giocava corvonero quindi ero tra gli spalti. Il fatto è che la partita è durata poco, Draco ha subito preso il boccino facendoci fare una figura misera! Volevo dimenticare quella sconfitta quindi ho iniziato a bere.»

«Non dirmi di stare calma! E comunque cosa ti fa pensare che anche Draco fosse ubriaco!?»

« Andiamo Ginny, hanno vinto grazie a lui, è logico che la squadra abbia voluto festeggiarlo?»

«Ma come sai che anche Draco ha bevuto?!»

A questo punto Ron interruppe il loro botta e risposta 

« Ginny, sei stata tu a dirmi quanto lui brami l'alcol... E soprattutto di quanto poco regga ciò che beve!»

«Hai ragione» rispose la sorella.

Ginny si placò, ma in quegli stessi istanti ricomparve Harry.
Vide luna e subito s'innervosí:

« Tu! Tu l'hai baciato! Come hai potuto?!»

Lanciò un blando "stupeficium" e se ne andò.

Ron ed Hermione si rividero alla sera, raccontandosi ciò che avevano scoperto.

Ritennero opportuno che fosse uno di loro a spiegare tutto ad Harry, fungendo così da ambasciatori.

Fu Hermione a proporsi come tale, quindi cercò l'amico e lo trovò al terzo piano, nella stanza dove era stato collocato fuffy. 

Il moro era ancora piuttosto irritato e accolse in malomodo l'amica. 

La situazione degenerò quando questa pronunciò cinque parole:

«Harry, devo parlarti di Draco».

Sentendo il nome del biondo Harry si alzò di scatto, prese la bacchetta, urlò ad Hermione di tacere e le lanciò un blando stupeficium, proprio come aveva fatto con Luna.

Harry non aveva considerato, però, contro chi l'aveva lanciato; se Luna non aveva reagito restando inoffensiva, Hermione non si sarebbe certo comportata come il tipo di persona disposta a subire un "attacco" a sorpresa lasciandosi colpire senza conseguenze.

La ragazza, infatti, schivò l'attacco e continuò a difendersi, tentando di tanto in tanto un expelliarmus. 

Il giovane grifondoro non accennava a smettere, anzi, iniziava a "giocare sporco" come contro il fidanzato.

Come per il primo attacco "a sorpresa", Harry non calcolava contro chi si stava battendo, l'amica infatti non gli permise molte scorrettezze, e gli tenne testa fino a quando non arrivò Ginny che la stava cercando.

Appena vista la scena la rossa approfittò dell'effetto sorpresa disarmando il giovane compagno.

Harry però era piuttosto indispettito ed infuriato; quando le ragazze videro che stava per riprendere la bacchetta optarono per una ritirata.

Appena si furono messe al sicuro Hermione concluse

« Questa storia lo ha mandato fuori di sé, credo che l'unica possibilità sia un intervento di gruppo con tutti e tre gli interessati e noi altri a far da garanti della sicurezza » 

«Hai perfettamente ragione Hermione, ci sto!»

« Ah Ginny, mi raccomando, non una parola riguardo il duello che hai appena visto! In particolare con tuo fratello »

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Capitolo 43
*** L'UNIONE FA LA FORZA ***


Siccome Ron era l'unico a non essersi messo dalla parte dei biondi fu suo compito attirare Harry all'appuntamento.

Quando i due entrarono nella stanza delle necessità gli altri erano lì in attesa. 

Harry vide Draco e Luna, si mise subito sulla difensiva, poi si voltò verso Hermione accusandola di aver ordito tutto. 

Dopo un breve battibecco reagì come l'ultima volta, attaccando la ragazza e dando il via a un nuovo duello.

Il moro iniziò a battersi, incurante del fatto che Ginny, Ron, Luna e anche Draco avrebbero duellato al fianco di Hermione. 
I tre grifondoro tentavano di disarmarlo o comunque di colpirlo per renderlo inoffensivo, luna si limitava al tentare di disarmarlo e Draco si sentiva troppo in colpa per attaccare, quindi eseguiva solo incantesimi di difesa.

Harry, malgrado fosse consapevole del fatto che difficilmente sarebbe riuscito a colpire uno dei sei, cercava comunque di metter a segno qualche colpo.

Faceva tentativi su tutti gli avversari, eccetto che su Draco.

A dispetto dello svantaggio numerico il giovane godeva del controllo della " battaglia ".

L'estenuante combattimento stava mettendo a dura prova il gruppo di avversari. 

D'un tratto, però, Ginny notò il comportamento di Harry verso Draco: anche in pieno  scontro evitava di attaccarlo con potenza.

La rossa, dunque compì una  mossa inaspettata: improvvisamente colpì Draco con uno schiantesimo.

La trovata, tanto geniale quanto sleale, suscitò l'effetto sperato.

Harry distolse l'attenzione dal duello per un lasso di tempo sufficiente gli altri per disarmarlo e bloccarlo con una serie di incantesimi. 

Draco si rialzò un po' frastornato ed infuriato:

« Cosa ti frulla in quella testa Weasley? Ricordi? Siamo dalla stessa parte »

La ragazza rispose sibillinamente:

« Mi pare tu stia bene... Era tutto calcolato »

La diatriba tra i due venne interrotta bruscamente dalla voce del moro, che tuonò:

« Nessuno può fare del male a Draco! È chiaro?! Nessuno A PARTE ME!! »

Quelle ultime tre parole fecero tremare il biondo, che corse a nascondersi temendo che il fidanzato avrebbe potuto liberarsi.
 
Dal momento che si trattava soltanto di un timore di Malfoy, gli altri gli si avvicinarono impugnando le bacchette. 

Una volta accerchiatolo, Luna iniziò a raccontare la sua versione

« Harry, lasciami dire che mi dispiace, mi dispiace molto per ciò che hai visto; comunque è stato tutto un grosso malinteso! 
È possibile che io e lui ci siamo baciati, ma non è stato intenzionale. 
Io avevo bevuto molto, e lui probabilmente più di me... Quindi non sapevamo cosa facevamo, e neppure ne abbiamo memoria!
Comunque posso garantirti che non permetterei mai una cosa simile se avessi ancora le facoltà per farlo!
Tu sei mio amico Harry Potter, non lascerei mai che qualcuno che ami ti tradisca in mia presenza! 
Per di più ne Malfoy ne nessun'altro ragazzo mi interessa... 
Sapete... Io e Ginny siamo fidanzate... Quindi Harry... Puoi perdonarci?»

Tutti erano rimasti spiazzati dal coming out delle due ragazze, mentre Harry aveva sia la bocca aperta per lo stupore della nuova coppia uscita allo scoperto che gli occhi lucidi per la rabbia dovuta  all'ennesima versione della vicenda:

«congratulazioni ragazze! Vi perdono! 
...Luna, scusami! 
E anche voi altri, scusatemi per il mio pessimo carattere in questi giorni!» 

poi aggiunse 

« perdono Luna e mi scuso con voi altri, ma per perdonare Draco voglio sentire da lui la SUA INTERA VERSIONE!»

Un passo era stato fatto, adesso restava solo da convincere Draco a parlare col ragazzo che ora temeva, affinché gli raccontasse ogni dettaglio che ricordasse riguardo all'atto incriminato guadagnando, così, il perdono del giovane grifondoro.

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Capitolo 44
*** P.A.C.E. Perdono Amore Coccole Equilibrio ***


Harry doveva incontrare il fidanzato per chiarire la vicenda, gli amici decisero di contattare anche gli amici di Draco: Pansy Parkinson,Theodore Nott e Blaise Zabini.

L'appuntamento sta volta era ai locali di Fuffy al terzo piano. Tutti i partecipanti formarono un cerchio attorno ai due fidanzati, ognuno con la propria bacchetta pronta a scoccare incantesimi per ogni evenienza.

Draco, tremante, fece il primo passo verso il fidanzato. 

Tutti erano molto tesi.

Harry non sembrava particolarmente adirato, quindi il biondo iniziò a parlare 

« Harry perdonami! Ti prego perdonami! Ti chiedo mille volte scusa, sono stato un irresponsabile! Stavamo festeggiando la vittoria, io volevo festeggiare... Ma con te... Siccome non era possibile ho pensato che la tua tequila mi avrebbe fatto sentire più vicino a te... Poi non ricordo quasi nulla...» 

qui iniziò a piangere

«Probabilmente siamo usciti in campo e io cercavo qualcuno a cui voglio bene perché... Avevo bisogno di un abbraccio... Poi devo aver visto Luna e aver finito col baciarla... Ma sai che io amo te! Non lo avrei mai fatto da sano! Devi credermi!»

Harry sembrava un pezzo di ghiaccio, sembrava addirittura più freddo del biondo prima del fidanzamento. 
Senza proferire parola fece un passo verso Draco, poi un altro.

I tre serpeverde interpretarono come una minaccia il comportamento del moro e scagliarono all'unisono uno "stupeficium".
Harry, senza neppure guardarli direttamente, parò i tre incantesimi e disarmò il trio con un potente expelliarmus. 

Si avvicinò ancora a Draco, allungò un braccio e l'afferrò prima che questo potesse spostarsi; poi lo abbracciò forte. 
Il biondo stava piangendo, poi Harry gli chiese scusa per essersi comportato così e soprattutto per averlo attaccato pesantemente durante il duello. 

Draco sembrava una fontana, ma si asciugò le lacrime e stampò un enorme bacio appassionato sulle labbra del moro.

Era il primo bacio dei due davanti ai più cari amici di entrambi, riuniti in via eccezionale.

Evidentemente le loro divergenze erano state appianate, era tornata la pace tra i due.

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Capitolo 45
*** LA VITA POSEGUE ***


Fatta la pace i sei ragazzi tornarono ad allenarsi in vista degli esami finali; Ron ed Harry riuscirono a realizzare splendide trasfigurazioni, Hermione studiò a memoria gli appunti del ricettario di Piton e gli altri cercarono di assimilarne la maggior quantità possibile.

I cambiamenti più strabilianti avvennero nella difesa contro le arti oscure.

Luna divenne un'ottima duellante, Ron migliorò la sua tecnica mentre Ginny, Hermione ed Harry erano sempre al loro altissimo livello, riuscendo raramente a sconfiggersi nei duelli. 

E Draco?

Con grande sorpresa di tutti, anche lui stava raggiungendo gli altissimi livelli del trio di imbattibili!
Sicuramente non era ancora al loro pari, veniva ancora sconfitto più spesso dei tre, ma i suoi pareggi erano di gran lunga superiori alle sconfitte. Di tanto in tanto gli capitava anche di vincere contro i tre avversari più agguerriti.

I duelli più spettacolari erano ovviamente tra Draco e Hermione oppure tra Harry e Ginny. 
Lo stile del biondo era troppo simile a quello del moro, mentre quello della rossa era ancora più dirompente del loro; il caso di Hermione differiva da loro tre in quanto il suo stile era molto più scolastico e rigoroso. 

Dopo l'ennesima lezione extra i sei decisero di recarsi da Hagrid siccome avevano ancora un paio d'ore prima del calar del sole.

Il gigante buono era sempre contento di vedere Harry e i suoi amici, infatti teneva sempre in fresco un po di burrobirra per loro. Solitamente teneva anche una bottiglia di vino babbano bianco e frizzante, come piaceva al moro.

Fatti i soliti convenevoli e le domande di rito, Ginny ripresentò al guardiacaccia la migliore amica, ma sta volta la presentò come la sua fidanzata.

Hagrid ebbe un sussulto, poi guardò Ron e Hermione e gli sussurrò 

« voi due vi piacete ancora, vero?»

Ron lo guardò con sdegno mentre Hermione, che aveva capito la battuta, gli sorrise e baciò il fidanzato. 

Fatte le congratulazioni il padrone di casa propose un brindisi alle coppie, tutti risero e festeggiarono; Draco ora non era ubriaco, però era brillo, e leggermente più simpatico e scherzoso.

Harry vide passare Seamus e gli corse incontro, ci parlò e tornò dai compagni. 
Il fidanzato lo guardò colmo di rammarico, voglia di scherzare e alcol; prese fiato e :

« tesoro, scusami ancora per la stupidaggine fatta con Luna; che tu sia così tanto geloso fa vedere che ti importa... In ogni caso... sono geloso anche io! 
Quindi se ti becco a far qualcosa con quel Finnigan, o con qualcun altro, te lo stacco a morsi!»

Harry rise di gusto, lo baciò e gli rispose 
«ti amo tanto!»

 per poi coccolarlo teneramente.

Tornado al castello i sei si fermarono al prato dove Harry e il fidanzato erano soliti appartarsi.

Sembrava una favola; tre coppie sul prato: Harry, Ron e Ginny a terra e Draco, Hermione e Luna accoccolati ai rispettivi partner, tutto era fantastico.

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Capitolo 46
*** LA PROSSIMA SARÀ L'ULTIMA ***


La vita ad Hogwarts proseguiva a gonfie vele per i nostri giovani amici; andavano a lezione, facevano allenamenti e ripassi delle varie materie in compagnia, tutte e tre le coppie si amavano e coccolavano spesso e i due maghetti erano tornati in rapporti molto più che pacifici. 

Tra una lezione e l'altra i due si appartavano spesso; si scambiavano coccole, baci, effusioni... E anche altre... cose... 
Senza mai andare oltre le pratiche manuali ed orali.

Un altro evento importante portò nuovi patos nell'ormai routinaria vita di coppia da amanti clandestini dei due maghetti: la partita Corvonero contro Tassorosso.

Questa partita era molto importante: le due squadre che si sarebbero affrontate erano ad un punteggio pari.
Altro aspetto curioso era che, con un numero di punti superiore, la parità sarebbe stata anche tra serpeverde e grifondoro.

In breve la squadra vincitrice sarebbe andata in finale, giocando contro la casa di uno dei due amanti (che si sarebbero affrontati nel successivo incontro).

In caso di eventuale pareggio, la partita serpeverde - grifondoro avrebbe assunto la valenza di finale.

Harry propose di andare insieme alla partita.
Draco accettò, ma a condizione di guardarla dagli spalti di corvonero assieme a Luna, per non destare sospetti.

La partita era piuttosto frizzante, i due cercatori tentavano di raggiungere il boccino e le squadre tenevano sempre un minimo distacco.
Il cercatore di tassorosso era lento, quello di corvonero aveva il boccino praticamente in pugno. La speranza di vittoria sfumò per la casa di Luna nel momento in cui la scopa del loro cercatore smise di funzionare correttamente costringendolo a ritirarsi.

Tassorosso non riusciva a tenere il ritmo, quindi la partita continuò terminando con un pareggio.

Luna li guardò e disse:

« Ragazzi, avete visto? Ora siete direttamente in finale! 
È la prima volta che gareggiate l'uno contro l'altro da quando siete fidanzati, vero? »

Nessuno le rispose.

Entrambi sapevano benissimo che aveva ragione, erano già in ansia perché ora sapevano: la prossima partita sarebbe stata tra di loro, la prossima sarebbe stata l'ultima.

Entrambi i giovani cercatori erano molto tesi, anche se la partita che li avrebbe visti contendersi il titolo di campioni di quidditch era ancora lontana.

 Questa tensione non complicò solo i rapporti tra i due: Draco, in particolare, divenne aspro anche con i professori.

Molti capivano o lasciavano correre, ma non mancava la classifica voce fuori dal coro, Garten restava il solito intransigente.

Durante una delle tante lezioni teoriche di difesa contro le arti oscure Draco era palesemente nel suo mondo, e il professore non fece passare molto tempo prima di farglielo notare

« Malfoy! Che stai facendo?! La vuoi seguire o no sta lezione?? 
Non sei esonerato perché la tua media è migliorata!»

« Professore, ero leggermente distratto, tutto lì» 

« Palle Malfoy, tutte palle! Te sei tranquillo e rilassato perché quando duelli c'hai Potter che non vuol farti fare figuracce e quindi ti aiuta!»

« Ma come si permette, io ho sempre combattuto al meglio nei duelli!» 

« È vero! Come può insinuare che io manometta il risultato di un duello?! »

« Potter taci! Malfoy, vediamo se hai le palle, vai in pedana e battiti con... Weasley» 

Draco era piuttosto determinato e sentendo il cognome di Ron si sentì sicuro di vincere, ma Garten precisò

« Weasley, ma non il vostro amico, la sorella: signorina Weasley, in pedana!»

Draco era leggermente più preoccupato, la potenza dirompente di Ginny lo aveva sempre messo in difficoltà.

Il duello ebbe inizio.

I due si erano già battuti, ma erano sempre state vittorie abbastanza alla pari.
Sia il biondo che la rossa usavano una potenza abnorme, ma Draco sembrava quasi più sciolto. 

Fu un duello lungo ed esaltante, e terminò quando il biondo riuscì a parare e mandare al mittente un forte "everte statim" sconfiggendo l'avversaria.

« Malfoy, hai vinto, mo segui la lezione, intesi?!»

Draco stava per rispondere al professore, ma Harry lo prese di nascosto per mano e glie lo impedì.

Ciò avvenne anche nei giorni successivi.

Per queste stesse tensioni i due scelsero di mettere in pausa le loro lezioni extracurricolari, infatti si vedevano solamente più a lezione e nei corridoi.

Tutto ciò fino al momento cruciale: il giorno della loro partita di quidditch.

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Capitolo 47
*** IL GIORNO X ***


Il sole era sorto da pochi minuti, sia Harry che Draco erano svegli, in poche ore i due si sarebbero trovati faccia a faccia sulla scopa in pieno campo di quidditch.

Un nodo allo stomaco li attanagliava entrambi, ma a differenza del serpeverde il moro aveva al seguito amici più sentimentalmente attivi, di conseguenza ne soffriva meno.
Il giovane grifondoro ne era consapevole, quindi mandò dal biondo Ginny ed Hermione come supporto.

Draco era teso come un elastico, addirittura tremava per la tensione.

Effettivamente non era una gran bella giornata, meteorologicamente parlando. 
C'erano nuvole scure qua e là, il vento soffiava lieve e freddo ed in fine l'umidità rendeva tutto viscido e scivoloso.

« Draco, che ti succede? Perchè sei cosí agitato? È per il tempo o per l'identità del tuo avversario?»

domandò Hermione; il giovane rispose, balbettando leggermente:

«io...
...non lo so... 
... Credo per entrambi...
... Non voglio rischiare che uno di noi due si faccia male»

« Andiamo femminuccia! -lo apostrofò la rossa- Che ti succede? Ci siamo battuti molte volte, io stessa ho ammirato le tue mosse anche se mi duole ammetterlo!
Certo, non posso dirti che sei più bravo di Harry, ma te la cavi molto bene, sarà una partita entusiasmante! 
E mi spieghi cosa cambia dal lato del farsi male? 
Non rischiate anche durante le altre partite?! 
Suvvia, tira fuori la grinta che tanto mettevi in mostra quando ti facevi beffa di noi!».

Draco abbassò lo sguardo e, con un filo di voce, rispose 

« non era grinta, era il mio modo di reprimere l'amore e l'invidia per il vostro affiatamento con Harry... 
Ora che non ho più problemi con questi sentimenti non mi interessa trionfare a suo discapito, credo che lascerò vincere grifondoro»

« Scelta tua Draco, ma pensa alle conseguenti reazioni della tua casa» 

disse l'arguta grifondoro.

Draco iniziò a singhiozzare, ma Ginny aggiunse:

« sono anni che gioco in squadra con Harry, questa è una finale, dubito che possa gradire una vittoria non guadagnata!».

 Draco iniziò a piangere; ma le due riuscirono, almeno momentaneamente, a farlo smettere e portarlo agli spogliatoi.

Lì ebbe il primo confronto con il fidanzato.

Harry lo abbracciò e lo baciò, poi gli disse:

 « Oggi voglio che tu mi dia filo da torcere, questa partita dovrà restare negli annali del quidditch! ».

Draco si allontanò di qualche centimetro, poi replicò 

« Io... Io non voglio battermi, la vittoria è tua...»

Harry era contrariato, non voleva una vittoria regalata, e neppure Ron, Hermione, Ginny e Luna volevano permettere al biondo di fare una simile assurdità.

I due fidanzati stavano discutendo l'insostenibilità dell'idea proposta dal biondo di ritirarsi in favore di grifondoro. 

Draco era seduto su una panca e, mentre piagnucolava in mutande, continuava a insistere sul non voler scendere in campo.

Seppur fossero presenti tutti i componenti della compagnia per far supporto morale ai due l'attenzione del moro era tutta rivolta al fidanzato; tale sentimento, poi, era contornato da sdegno per l'idea del "forfet".
Per questo motivo, a prescindere da cosa stesse facendo, il giovane grifondoro continuava a ribadire a Draco di volere un confronto alla pari e vincere o perdere con onore.

L'esecuzione automatica delle azioni portò Harry a spogliarsi per indossare la tenuta da gara; mentre si svestiva continuava imperterrito il suo monologo:

« Ascolta Draco, non voglio farti vincere, e tantomeno che tu mi offra la vittoria a tavolino; è la finale e voglio meritare la vittoria battendomi come ho fatto in ogni partita per ormai otto anni.
Ci siamo confrontati molte volte sul campo sportivo, perché sta volta dovremmo tirarci indietro?! 
Dico bene Ron?! 
Ron??!!»

Il rosso, che stava alle spalle dell' amico, non rispose.

Harry si voltò e sentì Luna sussurrare alla fidanzata

«Ginny, ma come hai potuto rinunciarci? 
È enorme! »

Perplesso si voltò ulteriormente e vide Ron che chiudeva gli occhi ad Hermione con le mani e lo fissava dritto negli occhi. 

Lo sguardo del rosso era il solo fisso al viso del ragazzo; gli sguardi delle fidanzate, infatti, non erano neppure lontanamente rivolti al suo volto.

Il moro continuava a non capire, quindi esclamò:

« Si può sapere che avete tutti?!»

Senza mai distogliere lo sguardo, Ron tentò di rispondere

« Beh Harry... Vedi... Tu...»

Venne interrotto dal biondo, che ora non piangeva più, ma rideva

« Harry, tesoro, il tuo amico sta tentando di dirti che...
... Che sei nudo!!
Ahahahah!» 

Harry divenne bordeaux e si coprì al meglio usando le mani. 

Nessuno era in grado di proferire parola; nessuno ,eccetto Draco, che concluse:

« Per mio conto puoi anche non coprirti, a meno che non ti voglia la nostra Hermione sono il solo qui interessato al tuo... argomento... 
In ogni caso se non vuoi far cose per cui pure io debba spogliarmi ti direi di rivestirti, mi hai convinto.
Scendiamo in campo, e che vinca il migliore!»

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Capitolo 48
*** L'ULTIMA SFIDA ***


Le due formazioni scesero in campo, la pluffa venne lanciata e la partita iniziò.

Le scope erano viscide, le mani di tutti gelide e il cielo aveva assunto quella colorazione grigio perla che prende la vista.

Erano tutti in movimento; tutti tranne i cercatori che stavano aspettando il bagliore aureo del boccino.

Draco sembrava assente, Harry solo preoccupato che uno di loro potesse farsi male.

D'un tratto eccolo! Il boccino era nel campo visivo del moro.
Anche il fidanzato lo aveva visto ma non voleva che l'altro se ne accorgesse poiché non voleva destar sospetti nel prescelto non lanciandosi per primo all'inseguimento.

Il cercatore di grifondoro non permise l'ennesimo tentativo di regalare la vittoria; guardò l'avversario e gli disse:

«Draco,lo hai visto?! 
Al mio tre partiamo, e se mi lasci vincere ti mollo!
Pronto?!Uno! Due!! TRE!!»

I due iniziarono un meraviglioso inseguimento, passarono da un lato all'altro del campo, si infilarono sotto le impalcature delle tribune e salirono in alto tra le nubi. 
Durante tutto l'inseguimento nessuno dei due consentiva la formazione di un distacco superiore ad un metro. 

Il boccino sfrecciava, lucido di rugiada, ed i due cercatori lo rincorrevano sempre senza sosta.

Erano prossimi a raggiungerlo quando il cercatore di serpeverde, a causa del forte vento e della scarsa aderenza verso la propria scopa, scivolò precipitando nel vuoto.

Il sangue di Harry si congelò in quel preciso istante, ma la sua mente reagì rapida; il moro virò lateralmente compiendo mezzo giro della morte.
Così facendo restò ancorato alla sua scopa da sotto riuscendo a recuperare e salvare il fidanzato.

Il boccino era ancora vicino, quindi il cercatore di grifondoro urlò al biondo di reggersi, dopodiché riprese la corsa verso la vittoria.

Il boccino si lanciò verso il basso, il giovane lo seguì a ruota.
Notò che il Malfoy aveva praticamente rinunciato alla gara, siccome stava con entrambe le mani rigidamente attaccate alla scopa.

Il grifondoro non voleva una vittoria simile, quindi gridò 

« Draco! Dammi la mano! Sto cadendo!» 

Harry non stava affatto cadendo, ma così facendo fece avvicinare la mano del biondo alla bizzarra pallina volante. 
D'un tratto le due mani si strinsero come una trappola per topi, imprigionando il boccino in una stretta d'acciaio.

Il moro ora decise di concludere la corsa: rallentò, si strinse al fidanzato e, fungendo da carrello d'atterraggio toccò terra con la schiena suscitando terrore in tutti i presenti.

Appena fermi Draco tentò di lasciare la mano dell'altro per potersi accertare della sua incolumità; ma ciò non fu possibile, il grifondoro non mollava la stretta.

Il gioco ora era fermo e la McGranitt stava entrando in campo.

Il biondo era cavalcioni sul fidanzato che sembrava incosciente.

Dopo pochi secondi dall'atterraggio, però, Harry riaprì le palpebre e si avvicinò agli occhi grigi dell'altro mettendosi semiseduto, il tutto senza mai lasciargli la mano.

«Harry, stai bene?» 

«Mai stato meglio tesoro» 

Draco sorrise ed esclamò

«TI AMO!»
 
dopodiché lo baciò, davanti a tutta la scuola.

Nel frattempo era arrivata la preside. 
Dopo aver visto che i due erano vivi e vegeti chiese, scocciata:

«Potter! Malfoy! Insomma! Dov'è il boccino? Chi ha vinto?! »

Solo adesso Harry permise a Draco di lasciargli la mano, e in quel preciso istante riemerse anche il boccino.

Il moro guardò la professoressa e le disse:

«Vede... Ecco... 
...Noi... L'abbiamo acchiappato nello stesso preciso istante...»

« Ecco, mi sembrava che fossero finiti i problemi... Beh, alzatevi!»

La donna prese la pallina dorata, si recò a centro campo, prese la bacchetta e, amplificando la sua voce con "sonorus" esclamò:

« Il boccino è stato preso simultaneamente dai due cercatori! 
Dubito ci siano precedenti su cui basarsi, e dal momento che siamo alla finale e che oltre ai punti il boccino conferisce direttamente la vittoria... 
Per la prima volta nella storia del quidditch -prese fiato-
ABBIAMO DUE SQUADRE VINCITRICI! 
GRIFONDORO E SERPEVERDE SONO VINCONO LA COPPA DEL QUIDDITCH! »

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Capitolo 49
*** LA FESTA DOPO LA VITTORIA ***


Tutti gli spettatori erano perplessi e confusi; sia per il bacio appena visto, sia per il risultato finale del torneo. In ogni caso dopo l'annuncio della preside iniziarono pochi applausi lenti, a cui seguirono altri più veloci, fino a quando l'intero pubblico prese a esultare alzandosi, gridando e applaudendo.

A questo punto iniziarono i festeggiamenti, che durarono fino alla notte, si componevano di musica, alcol e cibo. Dal momento che a festeggiare erano due squadre le celebrazioni furono le più grandi e ricche mai viste.

Ginny, Luna, Ron ed Hermione si divertirono assieme ai due amici e per la prima volta si comportarono come tre vere coppie di innamorati.

Non si sa se a causa dell'alcol o se ciò fosse dovuto all'indole passionale del docente, ma quella sera Garten iniziò a fare numerose avance alla preside, nonché alle altre professoresse.

La festa era all'apice, quando i due festeggiati svanirono.

Corsero lesti alla camera dei segreti e iniziarono a baciarsi.

Nella camera c'era un letto, i due si sedettero sopra di esso e continuarono a baciarsi abbracciandosi e strusciandosi. 
Si strusciarono tanto da sfilare il copriletto senza usare le mani.

I baci voraci non terminarono, anzi, aumentarono di foga mentre poco alla volta i due si spogliavano.

Passato lo step dei baci iniziarono a armeggiare con la bacchetta altrui; tali giochetti proseguirono fino a quando Harry non scese più a basso con la bocca: baciò ogni centimetro del petto del biondo, per poi sostituire le sue labbra alla mano. 

Tale iniziativa avviò una lunga e fantasiosa serie di contorsioni e pratiche del medesimo genere.

La situazione era sempre più bollente e il desiderio di Harry era esplosivo quanto la sua erezione. Quello del biondo, forse, ancor più grande.

Il giovane grifondoro non osava chiedere di passare al livello successivo perché sapeva che Draco era vergine, come lui del resto, e non voleva mettergli fretta.

I due erano sudati e eccitati quando l'affascinante serpeverde si chinò sul materasso portando il fondoschiena a una spanna dal naso del fidanzato 

« Dai Harry, facciamolo! È il momento »

Harry era sì vergine, ma non era certo uno sprovveduto, sapeva che era necessaria qualche manovra preventiva per limitare il dolore che inevitabilmente avrebbe fatto sentire al fidanzato. 

Iniziò quindi ad armeggiare con le sue dita affusolate, lentamente, una per volta.

Il biondo gemeva di piacere e agitava la sua "camera dei segreti" bramando il momento in cui sarebbe stata aperta. 

A questo punto il prestante attivo raddoppiò.

Seppur affusolate, le due dita provocarono un sussulto del fidanzato che, gemendo più forte,  balzò in avanti coricandosi sul materasso. 

Ripreso fiato si rivolse all'altro

« Cosa vuoi fare?
Stai sulla porta ancora un po' o entri in casa? 
Tanto ormai male me lo hai fatto, che può esserci di peggio? »

Il ragazzo non sapeva quanto si sarebbe pentito di questa frase.

Harry sostituì la lingua alle dita, indugiò ancora qualche istante, ma all'ennesima pressione fattagli dal fidanzato si decise a tentare.

Draco aveva un enorme sorriso monello sul volto, aspettava da molto quel momento. 
Mise le gambe sulle spalle del moro, e questo stabilì il primo contatto di tale genere.

Non appena il grifondoro fece pressione, però, il fidanzato si allontanò come fosse sul sedile eiettabile di un'auto da film di spionaggio, trovandosi in piedi davanti al letto, con il viso e le orecchie bordeaux e gli occhi sgranati.

« Mai più Harry! Mai più! 
Faremo ancora un tentativo TRA UN PO' DI TEMPO, ma se ti metto fretta non darmi retta MAI, MAI PIÙ! INTESI?!»

Harry si mise a ridere e i due tornarono a coccolarsi teneramente fino a quando si addormentarono accoccolati, riprendendo poi le effusioni appena svegli; dopo di che si recarono a lezione.

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Capitolo 50
*** ESAMI FINALI ***


Dopo i simultanei coming out di Draco ed outing di Harry, al termine della partita di quidditch, i due avevano iniziato a vivere da coppia la loro quotidianità.

Durante questo tempo passato assieme il moro riuscì a convincere il fidanzato a tentare la carriera di auror, al fine di poter trascorrere maggior tempo assieme mettendo in luce il lato buono del tenebroso principe delle serpi.

Per poter perseguire tale obbiettivo i due studiarono assieme fino al momento in cui iniziarono gli esami.

La prima materia fu incantesimi. 
La prova consisteva nel compiere il maggior numero di incantesimi in modo corretto; per superare il voto "  accettabile " era indispensabile che almeno metà di essi venissero prodotti in forma non verbale.
Draco, Harry, Hermione e Ginny meritarono un " eccezionale ", mentre Ron e Luna si guadagnarono un soddisfacente " oltre ogni previsione ".

Nel pomeriggio dovettero sostenere l'esame di erbologia che tutti, eccetto Ron, superarono con " oltre ogni previsione ".

Ultima materia della giornata era astronomia.
Le tre coppie avevano perso per abitudine, da dopo la partita di quidditch, di sdraiarsi nei prati o appartarsi nella torre di astronomia per ammirare le stelle. 
Eccetto Ginny, che forse era la meno romantica dei sei, tutti ottennero un " eccezionale ".

Il giorno successivo sarebbe stato il momento di materie più pesanti: storia della magia e trasfigurazione.

Tutti quanti erano agitati, chi più chi meno. 

Come rimedio all'ansia le coppiette si riunirono nella stanza delle necessità, brindarono con un solo bicchiere di spumante babbano e passarono la notte accoccolati al reciproco amato.

Storia della magia preoccupava solo Ron, Ginny e Luna, che non erano i più dediti allo studio. Hermione aveva studiato ogni dettaglio, come sempre, e Draco aveva poche difficoltà su quella materia: molti dei personaggi citati erano in qualche modo imparentati con lui. Harry, invece, non era particolarmente preparato, però la materia lo aveva sempre interessato: con la sua memoria, e un po di fortuna avrebbe potuto farcela. 
Il questionario era piuttosto semplice, nessuno prese voti insufficienti, e il trio dei favoriti prese il massimo.

Il prossimo scoglio preoccupava Harry e Ron: malgrado le lezioni fornite dal biondo e dalla brillante grifondoro, trasfigurazione non era mai stata il loro forte.

«Ragazzi, ricordate quella volta in cui vi misi a coppie per farvi assumere le sembianze dell'altro? 
Il vostro esame consisterà in quello, ma le coppie verranno estratte a caso»

Il fato volle che i due fidanzati si ritrovassero ancora insieme, mentre Ron capitò con sua sorella, ed Hermione si trovò in coppia con Luna. 

Dato il via la preside iniziò a valutare le coppie.

«fratelli Weasley, bella trasfigurazione, solo che sua sorella Ginny non ha le spalle così larghe... 
Mentre... Beh... La sua versione di suo fratello è eccezionale! »

« signorina Granger, fantastica versione, l'unico appunto... Lo stemma sulla divisa»

«oh, scusi professoressa McGranitt »

«complimenti per la voce! Ti meriti un eccezionale! »

Giunta ai due maghetti la docente li scrutò attentamente, poi esclamò

« Potter! Malfoy! Voi volete prendervi gioco di me! 
Trasfigurate, ora!»

«Ma professoressa! Noi siamo già trasfigurati!» risposero in coro.

« Che lei, signor Malfoy, sia capace di imitare aspetto e voce in maniera ineccepibile è risaputo, ma che tu signor Potter sia egualmente capace è tutt'altra cosa»

I due sorrisero;

« Professoressa, io sono Potter... »

« Ed io veramente Malfoy! »

La donna sospirò:

« Devo proprio sbugiardarvi in pubblico?! 
Come volete! 
Finite incantatem!»

Recitato il contro incantesimo restò sbigottita, i due ritornarono al loro aspetto originale; effettivamente la professoressa si era sbagliata.

La donna abbozzò un sorriso, e prima di passare alla coppia successiva, disse

«Potter, Malfoy... Ottimo lavoro »

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Capitolo 51
*** LA FINE DEGLI ESAMI ***


Le ultime due materie nel blocco degli esami erano le più amate/temute: pozioni e difesa contro le arti oscure.

Lumacorno fece estrarre a sorte una pozione a testa da eseguire senza l'uso del ricettario.

Hermione ritrovò una vecchia amica, pescò la Polisucco; a Draco toccò il Veritaserum, ad Harry la Félix Felicis; Ginny si ritrovò sul classico estraendo il Distillato di Morte vivente, Ron si trovò a dover preparare l'Intruglio Confondente e mentre Luna dovette cimentarsi con Amortensia.

Dal momento che sia Harry che Hermione avevano a che fare con preparati con un imponente tempo di preparazione a loro spettavano soltanto le ultime fasi di produzione.

Al momento del giudizio Lumacorno non poté far altro che complimentarsi con Hermione, Harry, Draco e Luna che ottennero un "eccezionale"; continuando a complimentarsi con Ron e Ginny che ottennero " oltre ogni previsione ": al primo per la semplicità della ricetta, alla seconda per alcuni intoppi durante la realizzazione. 

Soddisfatti dei voti andarono a pranzare, tutti erano in trepidante attesa per l'esame di Garten.
Il giovane serpeverde poi era piuttosto impaurito, lui e il professore non avevano mai avuto un bel rapporto.

Entrati nella sua aula trovarono Garten in tenuta da duello sulla pedana; Draco deglutí.

«Ragazzi, volete uscire dal mio corso? 
Disarmatemi e avrete un " accettabile "! 
Volete un voto più alto? Schiantatemi! 
Volete il massimo?! 
Sbattetemi fuori dalla pedana! 
Tutto chiaro?! 
PRONTI!»

I ragazzi restarono piuttosto attoniti a questa notizia.

Molti venivano però aiutati dal professore, esso infatti non faceva granché per non farsi disarmare.
Ovviamente chi aspirava a un voto più alto ,invece, avrebbe dovuto meritarlo.

L'ordine di esecuzione sarebbe stato per estrazione: prima si estraeva la casa da cui partire in ordine alfabetico, per poi estrarre la lettera da cui partire nell'ordine dei cognomi.

La prima casa fu tassorosso, seguendo l'ordine alfabetico subito dopo fu il momento di Corvonero.

Luna era circa a metà dell'ordine di esecuzione, salì in pedana e il combattimento iniziò.

La ragazza si batteva con il suo solito ottimismo, recitando le formule con voce pacata e rilassata.
Il professore l'aveva sempre vista come una ragazza senza stoffa da duellante, quindi non calcò molto la mano; la bionda però era cambiata, ora si batteva con più abilità. 
Qualche "stupeficium" alternato a un paio di "exspulso" ed un "expelliarmus" che venne parato.
 In quel momento Luna decise di voler concludere il duello con un " levicorpus" seguito da un potente "aqua eructo" che scagliò il docente lontano dalla pedana. 

Tale incantesimo, semplice e efficace, le fece guadagnare un "eccezionale ".

Dopo corvonero era il turno di grifondoro, lettera estratta W: iniziò Ginny.

La ragazza ingaggiò un duello lampo.

«Stupeficium! Expelliarmus! Alimentes flames!»

In pochi secondi Rupert era circondato da fiamme. 
Appena riuscì a diradarle sentì solamente 

«Flipendo!»,

dopo di che vide una pioggia di libri avvicinarglisi.

Non si lasciò colpire, ma per evitarli balzò giù dalla pedana perdendo il duello.

Se le due fidanzate avevano combattuto con il fuoco e con l'acqua Ron intendeva combattere con la privazione sensoriale la sua battaglia.

Salito in pedana il rosso formulò rapidamente un " conjuntivitus" ed un "muffliato" rendendo il docente momentaneamente cieco e sordo. A questo punto  gli fu semplice attaccarlo con uno "stupeficium" che lo colpì schiantandolo e sbalzandolo fuori pedana portando anche lui a ricevere un "eccezionale".

Ora le cose si facevano interessanti, dopo una decina di minuti era il turno di Hermione.

La ragazza salì in pedana, attese un cenno di attacco dal professore, bloccando la sua iniziativa attaccandolo con un " confundus".
Garten era un po spaesato, quindi la giovane strega proseguì il suo attacco.
Incrementò la confusione dell'avversario dandogli orribili visioni in mondi irreali con un ineccepibile "dismundo".
Dopo averlo confuso e spaventato, la ragazza lo fece fuggire dalla pedana attaccandolo con uno stormo di uccelli evocati tramite l' incantesimo " avis".

Due duelli mancavano all'appello, quello di Harry e... Quello di Draco.

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Capitolo 52
*** IL MASTER DEI DUELLI ***


Tutti gli studenti attendevano il turno di Harry, tutti credevano avrebbe sbalzato il prof. al fondo della classe al primo colpo.

Il giovane salì finalmente in pedana, e al suo primo attacco restarono tutti delusi; aveva iniziato con un semplice " expelliarmus", seguito da altri incantesimi base come "stupeficium" e " expulso".

Il pubblico ben presto capì quanto aveva sbagliato nel  valutare la qualità del duello: gli incantesimi base del prescelto avevano infatti potenza addirittura superiore a incanti più avanzati utilizzati da altri studenti.

Il duello proseguiva su questa falsa riga.

Anche Garten aveva capito che il giovane puntava sulla potenza, spesso riusciva a malapena a contrastarlo.

Il grifondoro sfoderò una serie di incantesimi di difficoltà media ma molto potenti, nel seguente ordine: volate ascenderai, everte statim e rictusempra.

Dopo tale raffica soddisfò finalmente le aspettative dei compagni con un incantesimo talmente difficile che addirittura Hermione lo riteneva un azzardo.

Raccolte tutte le forze e la concentrazione disponibile gridò scandendo bene:

« MOBILICORPUS! ».

Il corpo del docente s' immobilizzò, smise di combattere, mentre l'uomo gridava: 

« Potter!? 
Che vuoi fare? Mollami!!
Mollami ora!! 
Smettila! Hai vinto! 
Ti do eccezionale, mo mollami!!»

Harry ora aveva il completo controllo sui movimenti di Garten, e ne approfittò per farlo apparire agli occhi di tutti come un burattino (forse anche per vendicare le volte che aveva umiliato Draco); per aggiungere una nota di colore, ovviamente, il giovane non mancò di far eseguire buffi movimenti all'uomo.


Con un movimento della bacchetta, poi, lo fece voltare verso le scale della pedana per farlo scendere, vincendo il duello.

Era fatta, ora mancava solo serpeverde, lettera estratta N.

Draco sarebbe stato alla fine di tutti, quindi il moro si fiondò a fargli coraggio. 

Il giovane serpeverde era agitatissimo e tremava.
Harry lo prese per un fianco e lo strinse a se, l'abbracció forte e provò a baciarlo; l'altro era talmente agitato da non ricordare come si baciasse qualcuno.

A questo punto il grifondoro gli si pose alle spalle e lo strinse tra le sue forti braccia, dopodiché iniziò a baciarlo sul collo e sugli splendidi capelli setosi.

Il profumo inebriante che questi emanavano eccitò tantissimo il moro; il fidanzato non poté non accorgersene, forse a causa della possente erezione che gli si posava sul fondoschiena.
Anche Harry capi, tramite lo stesso indicatore, che a Draco la cosa dava piacere. 

I due erano finalmente rilassati e accoccolati, ripresero quindi a baciarsi e stringersi, fino a quando Garten tuonò:

« Malfoy! Tocca a te! In pedana!»

Draco si diresse verso la scala, salito in pedana guardò tra il pubblico e rivide lo sguardo del suo amato, ed in più lesse il suo labiale "coraggio tesoro, ti amo!" .

Quella frase gli diede coraggio, e ciò non cambiò neppure dopo la frase di Garten: 

« Malfoy, te devi meritartela, hai battuto la Weasley perché è amica tua e di Potter, ma me non mi batti! In guardia! »

Draco era pronto, parò il primo attacco e poi lanciò un potente expelliarmus, dopo di che sbalordì il docente lanciando un "serpensortia".

Mentre Garten era impegnato a contrastare il raffinato e vigoroso cobra bianco appena evocato dal biondo, questi raccoglieva forze e concentrazione, per poi pronunciare secco « Aguamenti!»

In pochi secondi il professore si trovò sospeso da terra in una bolla d'acqua. 
Draco lo spostò, dimostrando tutta la sua potenza e la sua raffinatezza maturata nelle lezioni col fidanzato. 
La magia con cui aveva appena vinto il duello era paragonabile a quella eseguita da Silente nell'ufficio misteri contro Voldemort, e anche il professore dovette ammetterlo: 

«Malfoy, scusa se t'ho sottovalutato e accusato di imbrogliare, complimenti! 
- poi si voltò-
Potter, immagino sia anche merito tuo, complimenti! Me ne ricorderò, contaci!»

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Capitolo 53
*** LA FESTA DI FINE ANNO ***


Terminati gli esami la preside organizzò un'ultima festa.

Non si trattava di una cerimonia solenne o di un ricevimento di gala; era una serata dedicata agli studenti: c'erano cibi e bevande e chi lo desiderava poteva esibirsi su un palco.

Draco non avrebbe mai preso parte a simili volgarità, rischiando di ridicolizzarsi, ma Harry non era dello stesso avviso.
Il giovane coinvolse la sua migliore amica e la convinse a cantare con lui una canzone babbana in un improbabile duetto.

A fargli coraggio, dietro le quinte, c'era anche Ginny. La giovane avrebbe cantato una canzone scritta a quattro mani con Luna accompagnandosi con la chitarra.

Tra il pubblico dunque ci sarebbero stati: il sofisticato Draco, il goffo Ron e la stonata Luna.

La proposta più sensazionale, però, non fu tanto lo spettacolo, quanto la concessione di non dover indossare prevalentemente colori richiamanti la casa d'appartenenza: gli studenti ora erano sciolti dagli obblighi verso la scuola, non erano più grifondoro o serpeverde, erano tutti quanti giovani maghi che s'apprestavano a tuffarsi nel mondo degli adulti.

La sera della cena tutto il castello era addobbato a festa.

Questa volta davanti alla sala comune di serpeverde non c'era solo Harry, c'erano anche Ron e la fidanzata. 
Il moro ed il fidanzato non si nascosero, si baciarono e andarono alla festa con gli altri; addirittura i quattro fecero la foto ricordo assieme.

Il biondo era completamente vestito di nero, il fidanzato invece aveva completo e cravatta neri con una camicia beige; con loro c'erano anche la compagna d'esibizione del moro, che indossava uno splendido abito nero attillato con le spalline, ed il suo fidanzato, che indossava una giacca nera più sportiva con panciotto e cravatta dello stesso colore su una camicia bianca.

Meno disinvolte erano le due ragazze, che si trovarono alla festa e furono costrette a una foto ricordo a festa iniziata.

Ginny indossava una canotta bianca con bordo grigio ed una camicietta finemente gherpardata, Luna invece indossava un maglioncino blu ed un vestito bianco a fiorellini.

Le tre coppie si divisero subito dopo aver cenato allo stesso tavolo: lo spettacolo li attendeva.

Dietro le quinte tutti erano tesi, Harry sudava, Ginny provava la sua canzone nelle retrovie, ed Hermione era in piena crisi da "non mi esibisco".

Lo spettacolo procedeva ed un'esagitata Ginny corse facendosi largo tra gli altri artisti per non tardare ulteriormente a salire sul palco.
La sua esibizione fu semplice e perfetta, tutti applaudirono. 
La giovane poi scese dal palco e si recò dalla fidanzata.

Dopo alcuni partecipanti toccò ad Harry ed Hermione. 

La canzone iniziò, e il giovane entrò subito nel ruolo del cantante; non cantava benissimo, ma si muoveva e atteggiava come un big della musica live.
La stessa cosa non valeva per la ragazza, lei era stata trascinata lì dall'amico; cercava di muoversi con la sua stessa naturalezza, ma non ci riusciva, e... Aveva scordato le parole!

Il moro tamponava le dimenticanze della sua amica, ma dentro era un po' malinconico: cercava conforto nello sguardo del fidanzato, ma non lo trovò.

L'esibizione risultò comunque spettacolare e tutti applaudirono, si sentiva addirittura Ginny gridare:

«HARRY! HARRY! HARRY! »

Il giovane uscì da dietro le quinte, mentre la ragazza si fermò a sistemarsi il trucco.

Appena varcata la soglia il moro vide Ron corrergli incontro con le braccia spalancate, correva talmente tanto da rischiare di sbandare e scivolare in una curva del tragitto.

I due si raggiunsero e il rosso sollevò da terra Harry, gli fece i complimenti e lo ringraziò per aver coinvolto Hermione.

Il giovane grifondoro cercava il fidanzato, ma trovò Luna.

La ragazza era affacciata verso il cortile interno, con la maglia chiusa, le braccia strette e... Un paio di occhiali.

«Luna, stai ben... Porti gli occhiali?!»

«Ciao Harry, si,solitamente non li metto, ma lo spettacolo mi ha fatto venire male alla testa... Comunque splendida esibizione, sei una bestia da palcoscenico!»

«Grazie Luna! Bella quella montatura, sta proprio bene con i tuoi capelli biondi! 
Ma dimmi, quante altre cose ancora non so di te? Sei una cara amica ma non ti conosco quasi, parlami di te...»

« Harry, mi piacerebbe, ma credo che Draco ti stia cercando... »

«Davvero?! -e si voltò- Grazie mille! 
Però voglio fare questa chiacchierata entro la fine della scuola, intesi?! »

La salutò e si diresse verso il fidanzato, che era appoggiato al portone

« Non ti piace proprio la festa, vero tesoro?»

« Beh, troppo chiasso; comunque sono entrato quando c'eri tu, non canti male sai?!»

Quello era il primo complimento così spontaneo che il biondo faceva al fidanzato; malgrado tutti quelli ricevuti, il più importante per Harry era e sarebbe restato quello.

Si  baciarono, poi il biondo concluse:

« Ti va di lasciare la festa e andare in qualche posticino? Potresti cantare per me... 
O sta volta potrei essere io a emettere suoni... Che ne dici? »

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Capitolo 54
*** YOU MAKE IT MAGICAL ***


I due giovani si allontanarono dalla festa e si diressero al dormitorio di grifondoro.

La scuola era deserta quindi, indisturbati, i giovani si rifugiarono nella stanza del moro.

Harry lasciò annodata alla maniglia della porta una cravatta, in modo che il compagno di stanza capisse di non dover entrare, poi corse dal fidanzato, e iniziò a baciarlo.

Il biondo era eccitatissimo, e sta volta voleva andare fino in fondo. Agitò la bacchetta e la stanza si riempì di candele profumate alla lavanda; il fidanzato l'agitò a sua volta, e comparve un grosso mazzo di fiori.

Draco smise di baciarlo e lo guardò seccato, ma lui non lo lasciò neppure parlare dicendo rapido

« Tranquillo! Sono di plastica»

L'espressione del giovane serpeverde divenne un sorriso innamorato

« Tu si che mi conosci, adesso...
Ti amo tanto! »

Creata l'atmosfera i baci ripresero, proseguirono teneri e voraci allo stesso tempo, fino a quando le loro mani iniziarono a spogliare l'altro.

Ritrovatisi nudi le loro mani, prima, e le loro bocche dopo, iniziarono quasi automaticamente a eseguire azioni che causavano i gemiti di piacere dell'altro.

Sembrava una replica di quella volta nella camera dei segreti.
Harry si avvicinò al fondoschiena del fidanzato e iniziò a inumidire con la lingua la parte interessata, poi iniziò ad armeggiare con le dita passando lentamente da una a tre.

Draco lo lasciò fare, non voleva sentire nuovamente il dolore che li aveva bloccati la scorsa volta.

L'attesa fu ripagata, il moro prese a sua volta le dovute precauzioni perché tutto filasse liscio, e fece girare l'amato.

Gambe sulle spalle dell'attivo e espressione sognante ma preoccupata, questo era il biondo.

Il giovane grifondoro s'innamorò di quell'espressione.

Mentre iniziava delicatamente a fare pressione iniziò a baciare appassionatamente il suo adorato passivo.

Con le mani strette in quelle dell'altro, e senza mai smettere di baciarsi, il moro avanzava lentamente, fermandosi quando il biondo serrava leggermente i pugni.

Dopo un paio di minuti era fatta, smisero per un istante di baciarsi, e Draco sussurrò sensualmente

« Tu si che ci sai fare, prendimi e fammi tuo!»

A Harry batteva forte il cuore;  dopo quelle parole iniziò con lenti movimenti del bacino, aumentando poco per volta.

A ogni variazione di velocità corrispondeva una variazione del rossore sul volto del serpeverde, ma quando il moro gli chiedeva se fosse opportuna una pausa, questo rispondeva gemendo:

« Non smettere! Ti prego continua! »

I gemiti continuarono per un discreto lasso di tempo, durante il quale l'eccitazione del biondo lo aveva portato ad avere il petto caldo e umido.

I gemiti proseguirono fino a quando entrambi, giunti al culmine, si fecero coro emettendone uno più potente dei precedenti.

Dopo quell'urlo di piacere i due si ricomposero e ripresero a baciarsi, più innamorati che mai, fino ad addormentarsi accoccolati. 

La mattina seguente Draco aveva ancora il fondoschiena un po' indolenzito, ma era soddisfatto: finalmente era riuscito a portare il suo rapporto col fidanzato al livello più alto di sempre.

Il biondo, sorridente, ringraziò il fidanzato e lo baciò.
In quel momento il moro gli sussurrò:

«Amore mio, è stato...»

«... Magico»  
completò il serpeverde.

Dopo di ciò prese in prestito il mantello dell'invisibilità fece ritorno al suo dormitorio.

Era giunto infatti l'ultimo giorno di scuola, era il momento di fare le valigie e dire addio al castello.

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Capitolo 55
*** LA TORRE DI LYDIA ***


Harry aveva già fatto le valigie, sapeva che salutare tutti gli avrebbe richiesto più tempo rispetto agli altri. 
 
Sceso nella sala comune incontrò Ron ed Hermione che scendevano insieme dalla stanza di lei.
 
La giovane domando, con un pizzico l'impertinenza:
 
«Allora? È stato bello? Racconta!»
 
Ma Ron s'intromise, fulmineo:
 
« Non raccontare, non ora, ti prego... È sufficiente un si o un no»
 
Harry sorrise e rispose soltanto
 
« No, non è stato bello...
È stato MAGICO! »
 
I tre sorrisero e si salutarono.
 
Harry aveva una lunga lista di persone da salutare, ma tra tutte spiccava un nome: Luna.
 
Dopo una breve ricerca la trovò all'ultimo piano del castello, si avvicinò e disse:
 
« Luna! Hey, hai già fatto i bagagli? Ricordi? Dovevamo fare una chiacchierata »
 
« Harry caro! Si, già fatto i bagagli, ma direi che non c'è molto da dire, mi conosci...»
 
« Non come vorrei, Luna... Non mi hai mai parlato del tuo passato, delle tue passioni, di molte tue emozioni... Io non ti conosco»
 
« Effettivamente hai ragione, ma lascia che ti faccia una domanda: sai come ci siamo fidanzate io e Ginny?»
 
«N...o... So soltanto che lo hai reso pubblico a noi quattro quando mi avete bloccato nella stanza delle necessità a causa del tuo bacio accidentale con Draco »
 
«Harry seguimi, del mio passato potremo parlare anche fuori da Hogwarts, ma devo assolutamente presentarti due persone, anche se una probabilmente già la conosci»
 
I due si recarono in una torre non molto alta, ormai inutilizzata e poco frequentata.
 
Era conosciuta come la torre di Lydia, anche se Harry non sapeva perché.
 
« Vedi caro amico, come ben sai io ho sempre trovato meno complesso rivolgermi ai fantasmi, quelli buoni ovviamente.
In questa torre c'è il fantasma più femminile, dolce, coraggioso e sensibile che abbia mai conosciuto.
È il fantasma di un ragazzo di nome Miguel, era un ragazzo della nostra età, era gay anche lui, e amava vestirsi da donna... e aggiungerei con risultati strabilianti. 
Per sua, e nostra sfortuna, si tolse la vita a causa di un mondo troppo chiuso e bigotto per vedere la bellezza accecante della sua essenza...
Io mi ci sono sempre confidata, ed è anche merito suo se io e Ginny ci siamo fidanzate. »
 
Harry stava quasi piangendo, ma poi vide palesarsi a lui l'affascinante ectoplasma.
 
Era un ragazzo di media statura, fisico slanciato e sottile, fluenti capelli corvini e un fascino magnetico.
 
Fatte le presentazioni Harry e Miguel parlarono a lungo, sia di quanto possa essere difficile uscire allo scoperto in un contesto dominato dall'ignoranza, sia di ciò che Luna aveva confidato negli anni.
 
Quando si salutarono il giovane grifondoro aveva gli occhi lucidi e un nodo allo stomaco; in quel momento avrebbe desiderato, più di ogni altra cosa, di aver potuto conoscere quella splendida persona prima che si togliesse la vita.

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Capitolo 56
*** IL SOSIA MANCATO ***


Usciti dalla torre di Lydia, Luna si rivolse ad Harry

« Su, non essere malinconico.
Lo so, è triste non essersi conosciuti da vivi, ma non possiamo farci nulla, ormai è successo... 
Ora però non ti abbattere, la vita va avanti...
La persona che ti presenterò ora probabilmente già la conosci, ma dubito tu sappia che è stato il confidente di Ginny sin da quando stava con te. 
È anche lui un membro di grifondoro... Hai presente Dave?»

Il moro lo aveva ben presente, in origine David veniva spesso scambiato per Harry Potter.
Il ragazzo era coetaneo della sorella di Ron, ed aveva una corporatura, una montatura di occhiali nonché un taglio e una sfumatura di capelli praticamente identici a quelli del prescelto.

La cosa aveva causato anche leggeri screzi all'interno della casa all'epoca gestita dall'attuale preside, ma tutto si appianò quando la chioma del giovane si tinse di biondo al suo terzo anno di scuola, poco prima del ballo del ceppo.

Ciò che il moro sapeva sul suo conto si fermava al fatto che si avvicinò a Ginny durante le esercitazioni dell'Esercito di Silente, momento in cui chiarì subito che il suo cuore batteva per un giovane e biondo tassorosso di nome Andrew, ma che sarebbe potuto essere un buon supporto morale per la ragazza negli anni futuri.

Fatte le dovute presentazioni i due grifondoro iniziarono a chiacchierare, ed Harry scoprì che splendido amico avrebbe avuto se solo si fossero conosciuti meglio.

Chiacchierarono a lungo della loro passione per il creare oggetti, per il buon cibo e... Per i ragazzi.

Quando David prese più confidenza si mise comodo, accavallò le gambe affusolate e iniziò a raccontare: 

« Sai Potter, devo dirtelo, tu mi piacevi, prima che conoscessi Andrew intendo; comunque avevo già capito che provavi una qualche forma di attrazione verso Malfoy...
Avrei voluto aiutarti a capirlo, ma poi non avrei più saputo come aiutarti con lui... Anzi, devo farti i miei complimenti, sei riuscito a smussare gli angoli taglienti di quel gelido ragazzo, dovrai raccontarmi come hai fatto!»

« Beh...Dave... Intanto chiamami Harry, sappi che mi lusinga sapere del tuo antico debole per me, mentre mi lascia sconcertato che tu sapessi da così tanto dei miei gusti... Ma se lo sapevi perché non hai impedito a Ginny di mettersi con me?»

« Vedi... Harry, tu le piacevi e lei ti piaceva, se fosse stata di indole meno mascolina sareste stati una coppia perfetta... Comunque non sareste stati i primi bisessuali a funzionare come coppia...
Se stai per chiedermelo Ginny non ti ha mai incolpato del fallimento della vostra relazione, e anzi, ha sempre parlato bene di te»

« Dave -intervenne Luna- Raccontagli come hai aiutato Ginny e me a trovarci»

«Oh beh -riprese il giovane- io vedevo l'interesse della mia cara amica verso le altre ragazze, e spesso anche lei me ne parlava... 
Per mia sfortuna non ha mai lasciato trasparire per chi battesse il suo cuore, e ogni volta che le chiedevo chi fosse la fortunata non mi dava risposta... Quando venne a conoscenza del bacio tra Luna e Malfoy, però, mi fece capire senza ombra di dubbio chi fosse la sua amata. 
Siccome Luna non ha il carattere del tuo ragazzo non mi fu difficile capire con chi si confidava.
Mi recai nella torre di Lydia e Miguel mi raccontò che anche lei amava segretamente Ginny. 
La parte più difficile fu quella di calmare quella furia rossa per poi  comunicarle che la corvonero del suo cuore ricambiava il suo amore...»

«Complimenti Dave, hai un intuito formidabile! 
Ora perdonami, devo portare fuori dalla stanza i miei bagagli... »

« Oh caspita! È già così tardi? 
Devo ancora ritirare le ultime cose!! 
Ci vediamo in stazione, è stato un piacere parlare con te, Harry »

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Capitolo 57
*** ADDIO HOGWARTS ***


Giunta alla sua massima espansione, ora la compagnia contava quattro coppie.

Gli otto studenti avevano terminato di caricare i loro bagagli, ed iniziarono a salire sul treno. 

Decisero di raccogliersi in un unico scomparto; erano tutti assieme:
Harry, Draco, Hermione, Ron, Ginny, Luna, David ed Andrew. 

La situazione era colma di romanticismo, erano tutti lì teneramente accoccolati.
D'un tratto, però, il biondo iniziò a rabbuirsi e piangere sperando di non essere visto; per sua (s)fortuna Harry lo vide, dunque chiese preoccupato:

«Draco, che succede?»

« Mi sento strano a dirlo...»

« Non preoccuparti -intervenne Luna- ormai sei un pezzo di tutti noi, non potresti mai sembrarci strano!»

« Ecco! Vedete? Non voglio rinunciare a tutto ciò scendendo dal treno! Siete la prima vera famiglia che ho avuto, e non vedervi ogni giorno mi uccide dentro!»

«Scusate se mi intrometto -disse David- ma non vedo il problema... La tua famiglia non approva? Troverete senz'altro un modo, vedo quanto ti ama il tuo ragazzo, sono certo si farà in quattro per te! Sbaglio? »

Draco aveva gli occhi pronti a inondare il treno di lacrime, ma la frase fu di Harry ad aprire le dighe.
Il giovane grifondoro lo strinse forte a se e gli disse:

«Amore, te lo giuro io ci sarò sempre per te!
Sarò la tua spalla su cui piangere se lo permetterai, l'orecchio che ti ascolta in ogni momento, la mano che ti aiuta a rialzarti; basterà solo che tu me lo lasci fare!
A volte sono un pessimo consigliere , ma ascolto volentieri e me la cavo a consolare!»

Il biondo era un fiume in piena.

Tra un singhiozzo e l'altro, però, riuscì a rispondere:

«Sei speciale per me, sei pervy al punto giusto e nei momenti giusti, sei simpatico, gentile, non rozzo come molti, carino...e tanto sensibile...
 Io voglio qualcuno da amare, qualcuno con cui sfogarmi, ma sono così insicuro, e non voglio deprimerti ogni giorno costringendoti a intrufolarti a villa Malfoy per farmi felice...»

«Ascoltami amore mio,  faremo delle tue insicurezze le nostre sicurezze, vuoi  qualcuno che ti faccia sfogare? Eccomi! Da amare? Se non mi vuoi più devi solo dirlo... Qualunque cosa succeda non preoccupartene prima del dovuto, quando sarà il momento ci  penserai, e... per quanto poco può valere, io sarò lì! 
Se mi permetterai di starti vicino farò il possibile per trasformare le tue espressioni di tristezza in sorrisi, anche se per farlo dovessi tenerti a testa in giù per i piedi!»

Terminata la frase anche il moro si mise a piangere, così fecero Luna ed Hermione, le seguirono Ron, David, Andrew e addirittura Ginny.

Giunti a King's Cross Harry strinse con tutte le sue forze il fidanzato e lo baciò con passione.

Quel viaggio in treno aveva segnato tutti quanti; Draco ed Harry, infatti, non furono i soli ad avere la mente occupata da profonde riflessioni durante il tragitto tra la stazione e le rispettive abitazioni.

Tornato a Grimmauld Place, Harry era triste e pensieroso, e fu così per l'intero giorno seguente.

La tristezza cessò quando l'armadio svanitore iniziò a rumoreggiare. 

Era Draco.

Harry lo vide uscire, gli corse incontro e lo fece finire a terra nell'abbracciarlo.

I due restarono a lungo sul pavimento, baciandosi e abbracciandosi come se non si vedessero da secoli.

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Capitolo 58
*** LA PATENTE DA AMATORE ***


Dopo la prima improvvisata del biondo i due iniziarono a vedersi spesso a villa Malfoy, era meno rischioso per entrambi: Narcissa usciva sovente lasciando solo il figlio, ma non aveva dei lassi di tempo precisi, per cui era meglio che Draco non lasciasse mai la dimora di nascosto.  

Uno dei sogni segreti del biondo, però, era quello di farlo in auto.

Harry si stava adoperando per renderlo possibile, e, tra una serata al caminetto ed una sotto alle coperte riuscì a prendere la patente. 

Da lì a poco acquistò un auto volante rossa, piuttosto sportiva e molto spaziosa.

Un giorno Narcissa smise di allontanarsi dalla proprietà, quindi i due poterono soltanto incontrarsi per pochi istanti e solo per scambiare quattro chiacchiere e fugaci baci lampo.

In questo periodo Harry s'incupí e l'auto gli servì principalmente per spostarsi tra la tana, la casa di Luna e quella di Dave.

Grimmauld Place, ormai, era diventata solo un punto di passaggio per Harry. 

Non era insolito che lasciasse i locali a una delle coppie di amici mentre lui stava dagli altri quattro maghetti che tentavano di rallegrarlo.

Un giorno, in cui Ginny e Luna erano le "custodi" dell'ex casa Black, Garten si presentò alla porta domandando di Harry.

Le due ragazze reindirizzarono l'uomo alla tana ed avvertirono gli altri.

All'arrivo del loro ex professore tutti e cinque erano pronti ad accoglierlo, in trepidante attesa.

L'uomo non aprì bocca, di tolse il mantello e porse al moro una pergamena col sigillo della preside.

Harry l'aprì e lesse ad alta voce:

"Caro signor Potter, sono lieta di informarla che a causa dell'improvvisa partenza del professor Garten, la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure tornerà vacante.
A seguito della sua recente investitura alla carica di Auror, è con immenso piacere che la scuola di Hogwarts le offre la possibilità di unirsi al nostro corpo docenti.

Attendiamo una sua risposta entro due settimane prima dell'inizio delle  lezioni

In fede Minerva McGranitt"

 Harry era senza parole, ma non era finita; Rupert si schiarì la voce e disse:

«Potter, spero tu voglia accettare, hai un gran potenziale, usalo! 
Ti ho raccomandato personalmente come mio sostituto, non farmi far figuracce!»

« Non lo farò, si fidi!»

L'uomo se ne stava andando, quando aggiunse:

«Sai Potter, ho raccontato alla preside quanto hai aiutato Malfoy ad affinare la sua tecnica, nonché dell'effetto che hai avuto sul suo essere... Hai convinto un mangiamorte a diventare auror, e a diventarlo col sudore della fronte!
Non so se posso dirtelo, ma la preside ha deciso di smettere di insegnare, e per premiare la volontà del tuo ragazzo ha deciso di offrirgli la cattedra di Trasfigurazione! A presto Potter, in bocca al lupo!»

I ragazzi erano tutti sbigottiti, Harry saltò in macchina e tornò a casa, dopo di che scrisse un biglietto al fidanzato:

"DEVO VEDERTI".

Lo mise nell'armadio svanitore e in breve ricevette la risposta:

"Domani mia madre sarà via tutto il giorno, VIENI IN MACCHINA"

Detto, fatto; la mattina seguente Harry montò in auto e volò fino a villa Malfoy. 

Appena su videro il biondo gli gettò le braccia al collo, si baciarono e poi si addentrarono nelle vicinanze della villa.

Il moro voleva fare le cose per bene: portò il fidanzato a pranzare, lo coccolò e lo fece rilassare tra carezze e baci.

Seppur già fidanzati entrambi erano piuttosto in imbarazzo, ma non mancava occasione in cui entrambi scambiassero battute e frecciatine piuttosto spinte. 
Dopo neppure un'ora i freni di entrambi stavano per svanire, quindi il giovane grifondoro avviò il motore ed iniziò ad esplorare il parco circostante la dimora dell'altro cercando un posto appartato.

Durante il tragitto parlarono della loro comune intenzione di diventare insegnanti, ma durò poco... Mentre il grifondoro guidava l'altro lo palpava sensualmente, impedendo ogni continuità nel dialogo, ed eccitando inverosimilmente il conducente.

Quando trovarono una radura su di una sorta di argine i due si fermarono, Draco sfilò la maglia ad Harry, iniziò a baciargli il petto ed a palparlo sotto la cinta.

Al ragazzo piaceva molto, e dopo poco iniziò a stimolare il biondo.

Entrambi erano terrorizzati dall'essere scoperti, ma la passione era più forte; un bacio, una palpata e i due restarono nudi. 
Il moro abbatté o sedili e poi iniziò a assaggiare il biondo giocando con la sua erezione.

Draco iniziò quasi subito a gemere, ma smise quando seguí l'iniziativa del fidanzato.

I due avevano fatto l'amore più volte da dopo gli esami finali, ma entrambi morivano dalla dal desiderio di rifarlo dopo la breve astinenza.

Il biondo balzò con le ginocchia sui sedili ed Harry gli si posizionò dietro.

Ciò che avvenne dopo fu così carico di passione da far pensare a chiunque udisse i gemiti che un lupo mannaro si fosse ferito gravemente.

I due, dopo aver soddisfatto il loro comune desiderio, si coccolarono per ore, lo rifecero in maniera più romantica e tranquilla al chiaro di luna, per poi ammirare le stelle mentre si baciavano.

Ritornati alle rispettive dimore i ragazzi erano ancora sognanti, ma un evento spezzò l'idillio, Harry ricevette un allarmante biglietto da Draco: 

"Dobbiamo essere prudenti, mio padre è tornato da Azkaban! Non scrivermi, ti scrivo io"

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Capitolo 59
*** CARO AMORE... TI SCRIVO ***


Harry sentì il rumore del suo cuore che andava in frantumi: Lucius era tornato!

Con il cuore in gola, lo stomaco annodato e la testa sulle montagne russe Harry non chiuse occhio, provò a ripiegare sull'alcol ma le ragazze avevano lasciato solo i vuoti.

Carico di agitazione e malinconia scrisse un biglietto:

"Sono da loro"

Lo mise nell'armadio e montò in macchina.

Appena giunto alla tana mostrò ad Hermione la missiva ricevuta.

La ragazza impallidì, abbracciò l'amico, fece rotolare Ron giù dal letto spingendolo con un piede e strillò

« Ginny! Corri»

La rossa arrivò di corsa, quasi inciampò sul fratello. Appena vide i due abbracciati chiese, in coro col fratello:

«Hermione, cosa sta succedendo?!»

La grifondoro passò il biglietto all'amica, le lo lesse e lo lasciò cadere mentre corse via infuriata.

Ron stava tentando di leggerlo quando la rossa tornò impugnando la bacchetta. 
Mentre camminava nervosamente per la stanza borbottava:

«Sta volta lo sistemo io! 
Ora la paga per tutte quelle che ha fatto! Rimpiangerà di...»

Hermione l'interruppe:

«Ginny! No! 
Chiama Luna e Dave! 
-poi guardò verso terra- 
Ron! Il padre di Draco è tornato a casa, è un evento drammatico! Alzati dal pavimento! »

Alcuni minuti dopo arrivarono Luna e David.

Luna insisteva col voler andare tutti alla villa e "liberare" il biondo, Dave invece cercava di tranquillizzare Harry:

«Sentimi Potter, non ci conosciamo da molto come amici, ma posso garantirti che osservo molto. 
Tu ami Malfoy, e lui ama te, troverete un modo; lui non mollerà! Anzi, non siete neppure sicuri che il padre sarà un ostacolo! »

«Ha ragione -intervenne Ron-, lascia loro il tempo di assestarsi, dopo tutto andrà al suo posto... So che è dura, ma la massimo si tratterà di qualche settimana senza sue notizie... »

Sia grazie agli amici, sia grazie all'alcol portato da questi, ora Harry era più calmo.

La quiete però fu momentanea, il caso volle che dopo alcune ore giungesse il gufo del biondo con una lettera.

Harry provò a leggerla, ma era una pergamena vuota... 
Provò poi con l'incantesimo rivelatore dell'inchiostro invisibile, ma non funzionò.
Il moro ricordò una variante inventata da Piton, mandò Hermione a recuperare gli appunti del principe mezzosangue e trovò la formula adatta a rivelare la scrittura, la grafia era di Draco:

"Mio caro, sai che non sono una persona capace di esprimere bene i propri sentimenti, e nemmeno definirli, ma sai che tutto il tempo in cui ci siamo frequentati e tutte le nostre avventure mi mancheranno tantissimo.
Mi hai fatto capire che i babbani non sono come pensavo, e che non tutti i maghi aspirano solo al potere (come i miei ex amici).
Tu in particolare ti sei rivelato totalmente diverso da ciò che pensavo; oltre al fisico ,che già ammiravo, hai un carattere molto dolce, ed è quello che fa di te una persona meravigliosa e indimenticabile.
Non ho parole per ringraziarti di tutto ciò che hai fatto per me, davvero grazie!
Non dubitare, il mio cuore sarà sempre con te, non ti dimenticherò mai: sei la prima persona che mi ha fatto stare veramente bene, con te problemi e angosce sparivano.
Non voglio che il ritorno in libertà di mio padre ci allontani, né che ci divida del tutto, ma sai anche tu che non potremo più essere vicini come prima.
Noi tutti siamo piccole storie, e la nostra continuerà, anche attraverso mille avversità. Ricorda, nessuno può pianificare la vita, ma io lotterò per noi, e tu farai lo stesso.

Per sempre tuo, Draco"

Harry crollò a terra, le ginocchia non lo reggevano più, e subito iniziò a piangere.

Hermione Dave e Ginny gli corsero incontro. 

Mentre Ron e l'amico di Ginny aiutavano il moro ad alzarsi, le tre ragazze leggevano la lunga missiva. 

Quando anche loro iniziarono a piangere fu il turno dei ragazzi, effettivamente Draco si era rivelato estremamente sensibile e passionale, quindi anche i due si commossero.

Tra tutti questi giri di commozione Harry, che aveva ripreso le forze, si appropriò di una pergamena e scrisse una risposta altrettanto strappalacrime:

"Stai tranquillo, amore mio, io non ti lascio! 
C'è la nostra foto a vegliare su di me.
Se non ricevo tue notizie la guardo, e quella mi rassicura, mi ricorda che il tuo cuore e il mio sono ancora legati, e che non hanno bisogno di messaggi materiali per comunicare. 
Guardo la foto e sento che come un pezzo di te è dentro di me ad addolcire la tristezza, uno di me è lì con te a farti compagnia.
Guardo quella foto e vedo che nei miei ricordi sei ancora tra le mie braccia, che siamo ancora stretti mentre ci baciamo teneramente;
guardo quella foto e vedo che non c'è il punto al termine della nostra storia, ce ne sono tre di puntini, e subito dopo la scritta "... to be continued„ 
Con affetto, il tuo cuore rosso e oro”

Trattò allo stesso modo la missiva, fece partire il gufo, e si piazzò dinnanzi alla finestra aspettando la prossima corrispondenza da parte dell'amato.

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Capitolo 60
*** PERCHÉ PIANGI? ***


Era passata quasi una settimana; Harry era sempre lì, accanto alla finestra, giorno e notte.

Hermione non riusciva più ad avvicinarsi a lui senza che le venissero le lacrime agli occhi, Luna provava sempre a rassicurarlo, Ron si assicurava quantomeno che mangiasse almeno lo stretto indispensabile a sopravvivere, mentre Ginny non poteva avvicinarglisi: vedere ridotto così il ragazzo che anche lei aveva amato la mandava su tutte le furie.

La sola persona ad aver capito come prendere il triste grifondoro era David. 

Il ragazzo passava ogni sera alla tana, raccontava qualcosa di sé, del suo passato, della sua giornata e dopo poco anche il moro iniziava a parlare.

Era uno straccio, ma con Dave ritrovava un po di voglia di vivere, e parlava: parlava di Draco, dei loro scontri, delle loro avventure e di cosa avrebbe fatto in futuro se fosse tornato a lui.

Il ragazzo lo ascoltava e lo tranquillizzava come meglio poteva, in quel momento l'ultimo membro della combriccola stava fungendo da collante, affinché questa non si spaccasse.

«Sai David, mi piacerebbe che il padre di Draco accettasse la cosa... Accettasse me... Non so come vadano queste cose i genitori, io i miei non li ho mai conosciuti... So che la madre vuole solo che il figlio non soffra, ma suo padre è meno aperto... Soprattutto se si tratta di me...
Cosa posso fare? Dimmelo tu  perché io non lo so!
Se fosse per me andrei in questo preciso istante a portarlo via da là... Ma non posso obbligarlo, non posso sapere cosa sceglierebbe tra me e la sua famiglia... Un ragazzo lo rimpiazzi, ma il sangue è sangue...»

« Smettila di dire stupidaggini, lui ti ama, moltissimo, e sono certo che al mondo nessuno lo ami con la passione che hai tu!
Il sangue è sangue, un ragazzo gay è un ragazzo gay, nessuna delle due cose si può cambiare, ma la famiglia può accettarlo, con il tempo.
Draco ti ama, non ci sono dubbi! Non è semplice trasformare un mangiamorte in un auror, ma il suo amore per te è così forte che ha reso tale cambiamento possibile! 
Quindi non piangerti addosso! Credi a me, lui vuole solo te!»

«Ma...»

Harry s'interruppe, vide volare un gufo sconosciuto verso di lui, ed aveva una lettera.

Il moro balzò in piedi, ribaltando la sedia. 
Tutti i ragazzi accorsero, ed il giovane aprì frettolosamente la missiva, iniziando a leggere a voce alta ciò che la busta conteneva:

"Caro Harry, i miei non accettano che io diventi un auror, tanto meno un professore.
In oltre... 
Mio padre lo è venuto a sapere... e non approva."

- Hermione cominciò a mangiarsi le unghie ed a sudare freddo, ma il messaggio proseguiva-

" Ha iniziato a gridare e a scagliarmi contro oggetti vari contro. Quando si è calmato mi ha detto che avrei dovuto rinunciare a te, oppure avrei dovuto rinunciare al patrimonio di famiglia e sarei dovuto sparire dalla loro vita per sempre. Ho dovuto fare una scelta, e credimi, mi spiace moltissimo, ma considera cosa c'è in gioco...”
 - A queste parole Ginny afferrò la bacchetta e gridò: 

«Oh, adesso mi sentono!» 

Ma Harry continuò imperterrito-

" Ora sono stato chiuso in camera per punizione, e non potrò uscire da qui fin che non comunicherò la mia scelta... È con la morte nel cuore che ti dico che non potremo più vederci a villa Malfoy... "

Tutti scoppiarono a piangere, Harry compreso.
Girando il foglio, però, notò un piccolo post scriptum e lo lesse tra se e se: 

"P.S. fare un trasloco con un armadio svanitore non è semplice!"

Harry smise di piangere e si catapultò sulla sua auto, suscitando lo sgomento generale, e si fiondò verso Grimmauld Place.

Giunto alla porta di casa realizzò di avere lasciato le chiavi nell'auto.

I suoi nervi non potevano reggere oltre, doveva scoprire se la sua ipotesi fosse corretta.

Sfoderò la bacchetta ed enunciò:

«Bombarda!» 

Una volta abbattuta la porta entrò e gridò:

« Draco!! Sei qui?! »

Dopo un secondo di silenzio eccola! 

L'agoniata risposta arrivò:

«Si tesoro! Sono qui! E non ti lascerò mai più! »

Il moro corse verso la voce, appena si videro si abbracciarono e baciarono. 

Entrambi piansero.

Harry asciugò le lacrime al fidanzato, e gli chiese:

« Draco, che c'è? Perché piangi?»

E lui rispose:

«Perché per la prima volta nella mia vita sono... Felice»

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