L'abbraccio

di Alphisia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia mogliettina ***
Capitolo 2: *** L'ultimo abbraccio ***
Capitolo 3: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 4: *** Le colpe dei padri ***
Capitolo 5: *** Il perdono dei figli ***



Capitolo 1
*** La mia mogliettina ***


GokuXChichi

Wow, questo è stato forte. Molto forte. Vorrei rifarlo. Non subito, magari tra un po’. Il tempo di riprendermi. Sono grande e allenato, ma ho ancora il fiatone.
Crili me lo aveva detto che si faceva questo la prima notte dopo essersi sposati, ma non me lo immaginavo così. È stato un milione di volte più bello di quando faccio tutto da solo. E chi lo fa più da solo adesso! Il mio amico e il Maestro continuavano a scherzare su questa cosa, mi hanno fatto preoccupare per niente!
Poi che bella giornata che è stata, tutto il giorno a mangiare insieme alla mia Chichi. Spero sia felice con me, io lo sono molto. Se potessi, mi sposerei più spesso. E stasera questo.
Siamo stati tutti e due un po’ timidi all’inizio. La conosco da molto tempo, ma non ci eravamo mai visti nudi. Anzi, lei si è infilata subito sotto il lenzuolo, non l’ho vista neanche molto bene, ma mi è bastato sentire il suo corpo sotto il mio. È ancora nuda, si è rannicchiata di fianco a me, di spalle.
Un braccio è sotto il suo collo, l’altro attorno alla sua vita. Le sfioro il braccio, le do un bacio sulla spalla. Si volta piano, sorride.
-Non dormi ancora? – mi chiede con una voce roca.
-Tu quasi.
Si stava già addormentando? Ci provo lo stesso.
-Non è che ti andrebbe ancora?
Si rintana nelle sue spalle e scuote la testa. Mi sollevo e mi metto a sedere.
-C’è qualcosa che non va?
Chichi non mi guarda, anzi tenta di nascondersi da me.
-No Goku, tutto ok.
-Non ci credo. Cos’hai?
Con un balzo, mi siedo davanti a lei con le gambe incrociate. Non mi guarda ancora.
-Avanti, ormai siamo sposati. Non dovresti avere paura di dirmi qualcosa.
Infila una mano sotto il cuscino. La luce della luna piena illumina per bene il suo viso chiaro.
-Chichi, ma stai piangendo!
Non faccio in tempo a sollevarle il mento che le lacrime che mi sembrava di vedere diventano fiumi in piena. Si alza e mi salta al collo.
-Cosa c’è?
Non capisco: perché piange così disperata? Nel dubbio, l’abbraccio forte anche io. Dopo qualche momento, almeno i singhiozzi si calmano.
-Scusa Goku, è stato così brutto. Mi ha fatto male e c’è anche del sangue. Ho avuto paura!
-Sangue?
Si scosta di poco dal mio petto e solleva il lenzuolo. Vedo qualche macchia scura sul bianco.
-Ma com’è possibile!
Si passa una mano sulle guance, con un braccio sempre attaccato a me. 
-Per noi donne è normale la prima volta…
-Solo la prima?
-Sì, poi dovrebbe passare, ma non lo so se…
Ricomincia a piangere e mi abbraccia ancora per piangere più forte.
-Non so se voglio farlo ancora. Le tue amiche sono delle bugiarde.
-E ora cosa c’entrano?
Le accarezzo i capelli. So quanto sia gelosa di tutte loro, ma non capisco ancora perché ne debba parlare proprio ora.
-Bulma ha detto che è bello, che a lei piace. Anche Laura era così convinta quando ne parlava.
-Ma non sono sposate, non…
-Si può ben fare anche se non si è sposati…
Ah, non lo sapevo. Allora potevo anche non aspettare. Si asciuga le lacrime, ma le tengo una mano.
-Mi dispiace – le faccio una carezza.
-A te è piaciuto, non è così?
Alzo le spalle con un sorriso.
-Non posso nascondertelo.
Mi sento in colpa per averle fatto male mentre a me è piaciuto tanto.
-Scusami, non volevo proprio. Anzi, tutto il contrario. La prossima volta farà di tutto per essere più delicato e farti provare la stessa cosa.
La stringo a me e mi sdraio. Si accoccola sul mio petto, la sento sospirare.
-Ormai sei la mia mogliettina. 
 

Appunto della scrittrice disperata
Ditemi un modo per fermare l'immaginazione. Ho scritto almeno tre storie che non voglio pubblicare altrimenti intaso la sezione di efp con il mio account! 
Voi fatemi sapere cosa ne pensate di questo innocente Goku dopo la prima notte di nozze. Non amo particolarmente questa coppia, ma mi piace indagare questo lato di Goku, in cui scopre questa dimensione nuova di sé.
Alphisia

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Capitolo 2
*** L'ultimo abbraccio ***


YamchaXBulma
 
Che stupido, lo odio quando fa così. Lo odio.
È venuto a cercarmi fin qui al laboratorio.
Per forza, ha capito di averla fatta grossa.
La prossima volta che lo becco in giro con un’altra lo ammazzo. E non era neanche la prima volta con questa, la sua amica. Sì, certo, al bar, a chiacchierare a un palmo dal naso davanti a un drink. Lei in tiro come se dovesse uscire con il ragazzo che sa che quella sera le deve chiedere di sposarla: un vestito nero aderente e scosciato. Di bello aveva solo i capelli, biondi e lunghi. Per il resto, era una cicciona che gli ha fatto vedere le tettone, che lui ha apprezzato.
Che tristezza. A volte mi chiedo se il Genio non l’abbia influenzato in questo. Negli anni è diventato sempre più volgare nei gusti, non solo nei miei confronti a quanto pare.
Perché poi? Non gli basto io? Gli sto dando tutto di me, da molto tempo. Lo amo con tutto il mio cuore, ma mi sembra che ogni tanto se ne dimentichi. Come se fosse qualcosa di cui potersi dimenticare.
Poi torna e mi dice che non è come sembra, che ha sbagliato, mi scongiura che mi ama e vuole stare con me per tutta la vita. Le prime volte mi copriva di regali preziosi per farmi dimenticare ciò che aveva fatto: un anello, un viaggio solo per noi due, un vestito costosissimo che guardavo da un pezzo. Ora è passato a qualcosa di più impegnativo: pensa che chiedermi di sposarlo ogni tanto possa mettere a posto queste ferite profonde nella mia fiducia per lui. Come posso affidare la mia vita nelle sue mani? Come posso promettergli di volergli bene per sempre, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, se lui fin da ora non sembra disposto a farlo? E come posso essere sicura che io riuscirò a stargli vicino, nonostante tutto questo?
Tanto ci casco sempre.
Come è appena successo. Mi lascia sfogare, mi tiene le mani e mi guarda negli occhi. Annuisce durante tutto il mio discorso, quando dico che questa è l’ultima volta, che non gli lascerò una seconda opportunità perché la seconda era tre volte fa e non mi ha dato retta.
Allora mi abbraccia. Mi accarezza i capelli e mi culla, come se fossi una bambina che deve solo smettere di piangere perché tanto non è successo niente di grave.
-Dai, ti va di andare a cena fuori più tardi?
No, Bulma. Non questa volta. Non puoi dargliela vinta anche questa volta. C’è un limite a tutto. Se no andrà come al solito: ti farai imbambolare dal suo sorriso, dalle sue belle parole, lo perdonerai e, nella peggiore delle ipotesi, gliela darai.
Rimango ferma tra le sue braccia ancora per un po’, faccio calmare i singhiozzi. Tengo le mani lungo i fianchi. Mi sento completamente indifferente ai suoi gesti. Mi asciugo le ultime lacrime.
Una lucina attira la mia attenzione. In basso, sulla centralina del laboratorio, si accende una spia rossa nella parte nuova che mio padre ha aggiunto da poco. Prima non ce n’era bisogno perché quella macchina non esisteva in casa nostra.
La camera di gravità si è bloccata di nuovo.
-Devo andare.
Non mi volto neanche per salutarlo.
 
***
 

Trunks e Bulma
 
GAH
Mam ma
-Dimmi amore.
-GAH
-Ti fa strano vederlo, eh? Sei tu tra sedici anni. Sei proprio bello e coraggioso. Sei un ragazzo perfetto. Sarà tutto merito mio ovviamente.
Gahgah
Mam ma
-Dimmi Trunks.
Pa pa
-Sì, oggi è stato bravo, si è dato da fare anche per te, ma fa ancora il monello. Non è ancora venuto a salutarci. Dobbiamo dirgliene quattro. Prima però dobbiamo tagliare i capelli al tuo fratellone. Non possiamo lasciarlo tornare in questo stato a casa, vero?
-Gah gah!
 

Appunto della scrittrice
Non so bene dove mi porterà questa fan fiction, ma mi piace la piega che sta prendendo. Ho scritto delle cose che per ora mi hanno soddisfatta e che non vedo l'ora di pubblicare. 
Commentate commentate commentate :) 
Alphisia

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Capitolo 3
*** Nuove sensazioni ***


C18xCrili
 
Oh cavolo, che imbarazzo. Non oso abbassare lo sguardo per vedere la sua reazione. Mi sento caldissima fino alle orecchie, il cuore mi batte un po’ troppo veloce.
Se lo aspettava un gesto simile da parte mia? Boh, forse sì. Forse piace anche a lui, è ancora attaccato a me.
Sono cambiata molto, anzi, il mio corpo è cambiato molto da quando lui ha espresso quel desiderio. Non finirò mai di ringraziarlo. Anche prima, la parte più superficiale dei miei circuiti sentiva se qualcosa la sfiorava, se pungeva o se la colpiva. Ora è diverso. Quelle sensazioni ora sono amplificate e sento anche il calore profondo che trasmette un abbraccio come questo.
Crili, a cui non ho mai smesso di pensare da quel giorno, lassù in quel posto così lontano, mi stringe fino alla vita. Com’è piccolino.
Ti sei preso il posto migliore, eh?
Avrei voluto dargli questo abbraccio molto tempo fa, ma mi sono decisa solo oggi. Mio fratello per una volta è andato a farsi i cavoli suoi e mi ha lasciata sola. Non so neanche se dirglielo. Come potrebbe reagire? È stato pur sempre un alleato di quel Goku che dovevamo uccidere e che ha tentato a sua volta di farci fuori. Forse non c’è bisogno che lo sappia. Potrebbe farsi strane idee.
Quanti problemi mi sono fatta prima di decidermi a venire su quest’isola. E cosa penserà di me, e magari si imbarazza, magari io mi imbarazzo e non ce la faccio. Ora invece non vorrei lasciarlo.
Che sia questo l’affetto di cui tanto parlano gli umani? 





Appunto della scrittrice
Ammetto che C18 e Crili non siano la mia coppia preferita. È la prima volta che scrivo qualcosa riguardo loro due, ma mi sono accorta di quanto possa essere stata difficile all'inizio una relazione del genere. Mmm dovrò rifletterci. Lo metto nei tanti spunti che sono arrivati in questo periodo :) 
A presto, 
Alphisia

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Capitolo 4
*** Le colpe dei padri ***


Vegeta e Trunks
[Poco prima dell’inizio della saga di Majin Bu]
 
Ci siamo addormentati di nuovo, la sala è tutta scura.
Anche questa sera mi tocca portarlo a letto. Sollevo Trunks dal divano e lo prendo in braccio.
Questo bambino comincia a essere troppo grande per queste cose. La prossima volta dormirà lì. Riconosco però che in questo periodo lo sto spremendo per preparalo al meglio al torneo. Ci sono ancora molte tecniche che deve perfezionare: non posso permettermi che mio figlio non sia nella condizione migliore.
Non che possa trovare difficoltà a vincere, ma deve sempre allenarsi per superare non solo gli altri, ma soprattutto se stesso. L’unico avversario che può impensierirlo è quel piccoletto. Si vede che c’è dietro il fratello, ma non è ancora al livello di Trunks. Senza contare che è pur sempre figlio di Kaaroth.
Tutte cose che lui non deve sapere: non deve montarsi la testa né sottovalutare i suoi avversari.
Non deve fare come ho fatto io per lungo tempo: pensare di essere in cima mentre invece non ero che un combattente mediocre, come ce n’erano altri qui sulla terra. Sì, dopo Nameck ho capito che dovevo allenarmi al massimo per tornare nella posizione che mi spettava: la prima.
Almeno Trunks ha qualcuno che gli dice queste cose.
Sento qualcosa che cola sulla mia spalla, scoperta per la canottiera. Il marmocchio inizia a sbavare. A nove anni si può ancora fare così?
Non ho un ricordo di mio padre che mi dà dritte sui combattimenti. Non ho neanche un ricordo di lui che mi porta a letto.
Bulma non mi ha mai detto apertamente che sono un pessimo padre, ma so che lo pensa. O almeno lo ha pensato per lungo tempo.
Il problema è che io non so come sia un buon padre; il mio non mi ha mai mostrato lati diversi da quelli ufficiali di re. Mi ha preparato al meglio per prendere il suo posto un giorno. Fin da piccolo, dovevo già essere principe. Ho passato nottate intere al suo fianco per preparare le strategie degli attacchi ordinati da Freezer con gente che incuteva paura perfino ai suoi collaboratori. Mi sforzavo di essere all’altezza della situazione, all’altezza delle sue aspettative, quando ancora non arrivavo al tavolo attorno cui tutti erano riuniti.
Il massimo che ho avuto da lui è stata una carezza quando mi ha consegnato a Freezer. Non mi ha neanche allenato lui, ma Nappa. Che razza di padre cederebbe il figlio, il promettente primogenito, a un tiranno per ingraziarselo?
La storia che i saiyan non tengono ai propri figli è una cazzata. Mia madre me lo ripeteva spesso: suo padre non si è mai risparmiato con lei e sua sorella. Solo che a volte i guerrieri preferiscono nascondere questo lato. Mio incarnava perfettamente questo odioso stereotipo.
Tutto questo suo affannarsi per essere più re che padre però non è servito a nulla. Freezer ha distrutto tutto. Mia madre continuava a metterlo in guardia, ma lui era sordo. Era troppo orgoglioso per ammettere che stava sbagliando a fidarsi di lui.
Non posso dimenticare le urla dalla loro camera degli ultimi periodi, mentre io e mio fratello dall’altro lato della porta cercavamo di ignorarli. Almeno mia sorella era piccola, si è risparmiata questo triste spettacolo.
Le lacrime di mia madre dopo le litigate furiose fanno ancora fermare il mio cuore. Il suo viso non meritava un’espressione così sofferente. Cercava di nasconderle dietro un sorriso quando i nostri sguardi si incrociavano. Facevo finta di niente. Era importante per lei che fingessi che non mi ero accorto della sua debolezza.
Così ha lasciato che la accusassero di tradimento. Non ha fatto niente per impedire la sua morte.
Avevo solo sei anni quando tutto è stato distrutto.
Appoggio Trunks sul letto, sembra che niente possa svegliarlo. Gli tolgo gli stivaletti: dovrebbe imparare ad allenarsi a piedi nudi, è molto più difficile.
È stata tutta colpa di un re miope. È stata tutta colpa sua se quel tiranno mi ha allevato solo per essere una macchina da guerra, una macchina da guerra perfetta. Freddo, spietato, invincibile. Una risorsa irrinunciabile per colui che ambiva a dominare l’universo.
Gli rimbocco le coperte e mi siedo accanto a lui. Respira con la bocca aperta. I capelli lilla davanti agli occhi chiusi.
La sua infanzia è completamente diversa dalla mia.
Avrei preferito averne una come la sua? Mi sarebbe piaciuto crescere coccolato dalle braccia di una madre amorevole e premurosa, da un padre rigido come me, ma attento? Mi sarebbe piaciuto vivere una vita leggera e spensierata, in cui l’unica preoccupazione sono i compiti della scuola, quale gioco fare con il mio amico e al massimo prepararsi per uno stupido torneo?
Sento i suoi passi avvicinarsi. Il suo ki è così debole, ma chiarissimo per me. Una mano delicata sulla spalla, le unghie rosse.
-Ma... saliva? Lo fa ancora?
A sbavare sulla spalla di mio padre che mi porta a letto perché troppo stanco per farlo da solo?
Guardo la donna che ha reso possibile la mia nuova vita. Si pulisce la mano sui pantaloni comodi che indossa in casa.
Ricordo ancora quando mi sono innamorato di quel suo sorriso, dei suoi modi gentili, l’unica donna nell’universo dopo mia madre che ne abbia mai avuti verso di me.
Avrei preferito veramente crescere come mio figlio?
Si sistema i capelli corti dietro l’orecchio.
-Cosa c’è Vegeta?
No, proprio no.
Mi è sempre piaciuto combattere, fin da bambino, e mi manca farlo come allora, a rischio della vita, a rischio di subire l’insopportabile onta della sconfitta. Mi sentivo libero e potente. Me stesso. Ora solo questo torneo mi spinge ad allenarmi al massimo.
Un torneo.
Un gioco.
Un momento in cui i terrestri si ritrovano per stabilire chi è il più forte, non per usare quella forza combattiva per uno scopo. Una gara a chi ce l’ha più lungo, vuota e senza alcuna utilità.
Allora devo ringraziare mio padre. È stato lui a permettere che io trovassi la mia più completa realizzazione con la rovina dei saiyan. È stato lui a passarmi a Freezer per diventare il guerriero perfetto.
Le abbasso la mano che mi sta per accarezzare ed esco dalla stanza del bambino. 
 



Appunto della scrittrice
Nella mia ff sulla storia d'amore di Vegeta e Bulma ho accennato anche al perché il principe decide di "tornare quello di un tempo" per un breve periodo nella saga di Bu. Questo è più o meno quello che gli frulla nella testa. 
Fatemi sapere cosa ne pensate :) 

Mi raccomando, tenete gli occhi aperti: il prossimo capitolo sarà speculare a questo. Se in questo ci sono Vegeta e Trunks, nel prossimo troveremo...
A presto! ;)
Alphisia

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Capitolo 5
*** Il perdono dei figli ***


Trunks e Vegeta
[Alla fine della saga di Majin Bu]
 
-Goten, ricordati di venire che dobbiamo decidere cosa comprare con i soldi del premio!
-Ok! Chiedo alla mamma e ti chiamo.
-Sì, ma ricordati!
Goten prende il volo per tornare a casa mentre mi saluta ancora.
Spero non faccia come l’altra volta: l’ho aspettato due ore per giocare e poi ho scoperto che sua madre non lo aveva lasciato venire.
Sono io che non gli piaccio? Forse è solo una rompipalle, lei e lo studio. Non che mia mamma sia da meno, però… povero Goten! Lo tiene sempre a studiare!
Vado verso l’aircar, la mamma sta ancora parlando con Crili e sua moglie. Non le sta molto simpatica, ma per il suo amico se la fa andare bene.
Che giornata che è stata! E ho pure vinto il torneo! L’anno prossimo voglio gareggiare con gli adulti, quest’anno è stato troppo facile.
Mi appoggio alla macchina gialla quando vedo che arriva papà, imbronciato come al solito.
Sorrido.
È tornato.
Ha tutta la tuta strappata. Lo scontro tra lui, Majin Bu e Goku dev’essere stato forte. Mi sarebbe piaciuto vederlo e magari dare una mano. Sì, non mi sarei tirato indietro. Papà questa volta non sarebbe riuscito a fermarmi.
Mi guarda, in silenzio. Gli vado incontro e lo abbraccio. Affondo la faccia nella sua pancia.
-Sei stato bravo papà.
-Non mi hai neanche visto combattere. Come fai a saperlo?
-Sei stanco, si vede. Hai la tuta strappata e tanti graffi.
-C’è stato qualcuno più bravo di me però, hai sentito quello che ha raccontato Kaaroth.
-Non è vero. Senza di te Majin Bu non sarebbe stato sconfitto.
Se non lo avesse tenuto impegnato per così tanto tempo, Goku non ce l’avrebbe mai fatta a raccogliere l’energia necessaria. Gli ha dato filo da torcere e non è da tutti!
Sospiro e sorrido.
-Sono contento che sei tornato.
Dopo un istante sento che si toglie i guanti e li butta a terra. Mi accarezza i capelli, mi spettina. Non lo aveva mai fatto prima di oggi. Ora non c’è nessuno che ci può vedere, non mi vergogno come ho fatto prima, quando eravamo nel deserto.
E poi chi se ne frega! Io abbraccio il mio papà come e quando voglio!
-Anche io sono contento, Trunks.
Senza che me ne accorga, mi prende in braccio e mi stringe. Mi aggrappo al collo come faccio con la mamma, ma lui è più forte. Mi tiene senza muoversi in continuazione. La mamma sarà anche più morbida, ma sto comodo anche con lui.
Ora sono io che gli spettino i capelli, ma sono così ispidi!
-Ho pianto tanto quando Junior ci ha detto cosa ti era successo.
Lo abbraccio ancora un più stretto.
Prima ero tanto triste. Avevo perso il mio papà. Anche la mamma piangeva, ma prima di cominciare l’allenamento mi ha detto che dovevo essere forte come lui. Ho pensato a questo per tutto il tempo.
-Era necessario per proteggervi. Ho dovuto farlo.
Lo stringo ancora più forte, non voglio che se ne vada mai più. Gli do un bacio sulla guancia e mi stacco.
-È per questo che sei il più forte, che sei un principe.
Sorride, ma non mi guarda più.
La mamma sbuca dall’angolo. La vedo solo io, papà è di spalle. Con il dito sulla bocca mi chiede di fare silenzio.
Da quando ha sentito di nuovo la voce di papà è tornata allegra. Sì, era preoccupata per lo scontro come tutti, ma era tornata a dare energia per non perdere la speranza.
Torno con la testa sulla spalla di papà, le faccio segno di muoversi. Può sentirla in qualsiasi momento, non sa che ha un ki così facile da riconoscere per noi della famiglia? Arriva con un balzo e ci abbraccia insieme.
-I miei due uomini!
Chiudo gli occhi per sentire meglio questo bell’abbraccio.
-Dai, forza. Andiamo.
Sento sparire la presa con cui papà mi teneva su. Mi ritrovo di fianco a lui, con la mano nella sua. La mamma gli dà un bacino sulla guancia e poi sale per andare a guidare. Papà mi tira la mano.
-Mi devi raccontare quello che è successo quando ero via.
Spalanco gli occhi per lo stupore.
-Ma certo papà! Allora, devo cominciare da quando ci siamo svegliati quassù!
Apre lo sportello e, tirandomi su la mano, mi fa salire.
Quante cose che ho da dirgli! Gli farò capire che ce l’ho messa tutta, proprio come mi ha insegnato lui!
Sì, spero di essere alla sua altezza!
 





Dedica della scrittrice
Stavolta niente appunto. Solo una dedica al mio papà <3

Alphisia 

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