Far Heavens and Dark Souls

di James Potter II
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una noia di inferno ***
Capitolo 2: *** Ecco, ora si mette male ***



Capitolo 1
*** Una noia di inferno ***


Mi giravo e rigiravo nel mio letto. Un grande letto ad acqua (si insomma, l'effetto era quello, conteneva lava in realtà) che era caldo e comodo, ma quel giorno lo detestavo. Mi annoiavo, ecco tutto.
Mi alzai. La mia camera era moderna. Tutta sui toni del rosso e del nero, con il pavimento di ossidiana e una grande finestra. Da lì si poteva vedere l'inferno. No, letteralmente. Il mio castello sorgeva su un lago di lava enorme. Il cielo era rosso, il che dava alla luce un colore fastidioso. Meno male che le mie luci chiare e naturali aiutavano.
Decisi che non potevo rimanere un altro minuto in quel posto.
Mi diressi verso l'armadio lucido. Aveva un'anta nera e l'altra rossa. Ne aprii una (quella rossa. Vi interessa?) e rivelai lo specchio che era al suo interno. Specchiandomi notai che avevo addosso solo un paio di mutande a righe blu e nere. Il mio fisico era atletico, muscoloso. Avevo la tartaruga ovviamente. Le braccia e gli addominali erano scolpiti, così come le gambe. Sì, ok, la smetto. Però dai, ero un figo.
Cioè, non sono il demone più bello dell'inferno a caso. Sì, ok, il secondo più bello. O il terzo, se contiamo anche le donne. Dopo mio padre e, eventualmente, quella gran porca di Lilith. Ok, queste cose non le devo dire. Però, dai, è davvero una puttana.
Ok, ok, la smetto. Torniamo a noi. Ero davanti allo specchio. 
Presi dall'armadio un paio di pantaloni di pelle e gli indossai. Poi presi una t-shirt. Era bianca, con un teschio messicano stampato sopra. Ed infine il pezzo forte, il mio cavallo di battaglia. Una giacca di pelle nera borchiata. Aveva punte d'acciaio sul colletto, sulle spalle e sulle maniche.
Tirai fuori dalla maglietta la collana con il pentagramma rovesciato. D'accordo, molti lo riconoscono come simbolo satanico, ma cazzo, mi stavo grattando le palle all'inferno, direi che col satanico ci vado a cena.
Indossai sopra i calzini neri un paio di anfibi di cuoio. Avevano varie cinghie, una delle quali era addobbata con proiettili disposti in fila.
Feci un gesto con la mano e dopo pochi secondi stringevo un flacone spray di gel. Mi scompigliai i capelli biondi. Poi con un altro gesto trasformai il gel in una boccetta nera di profumo da uomo. Me ne spruzzai un po' sul collo. Ero pronto.
Non mi preoccupai nemmeno di uscire dal castello. Aprii solo la porta scorrevole della mia camera e, vedendo una domestica, una demone dalla pelle bianca e le corna di capra, le urlai.
-Splendore, avverti che starò via. Non so quanto-
Avevo la fissa di chiamare la gente "splendore". Pensa come si sentiva il potente Asmodeo, noto per la sua forza, a sentirsi chiamare così.
Comunque.
Mi bastò un pensiero e subito mi dileguai.
Molti si chiedono com'è teletrasportarsi. Se si attraversa un tunnel dimensionale, una camera buia o non so cosa. No, in realtà vedi un paesaggio sparire per lasciare posto a un altro. Un po' come una presentazione su powerpoint.
Scelsi come destinazione una delle mie città preferite: Roma.
Era dai tempi di Romolo Augusto che non ci andavo.
Il paesaggio che mi ritrovai davanti non fu particolarmente spettacolare. Un vicolo puzzolente. Letteralmente.
-Guarda, un servo del male- disse una voce. Fantastico. Sapevo chi fosse.
-Guarda, una mignotta con le ali-
Solo allora mi girai. Davanti a me c'era una ragazza. Dimostrava circa diciassette o diciotto anni, come me, ma sapevo che non era così.
Indossava una camicietta a scacchi, larga e con le maniche corte. Portava leggings di pelle e sotto stivaletti col tacco aperti in punta. I capelli rossi e mossi erano sciolti e volavano al freddo vento di gennaio, gli occhi verdi mi guardavano.
-Sempre delicati, voi demoni- disse. Il viso pallido e ricoperto di lentiggini era impassibile.
-Dai, ma ti sei guardata con l'armatura? Più succinta di Xena, la principessa guerriera. Sei un po' una troia, ammettilo-
-Stai dando della meretrice a un arcangelo, Ipos- pronunciò il mio nome con disprezzo. Ma dico, è un nome bellissimo cazzo!
-Meretrice? Ahah, non lo sentivo dal seicento, splendore- la presi in giro.
-Non chiamarmi splendore- mi rispose.
Suscettibile, l'angioletto.
-Ti prego splendore vattene, mi annoio e di certo non mi divertirò con una santarellina come te-
-Il tuo divertimento provoca urla tra i mortali-
-Cos... Ti riferisci a quella faccenda dell'incendio a Roma? Dai, sono passati millenni. Anche se è stato divertente vedere i cristiana torturati, non lo nego- lei mi guardò con disgusto. Quella troia mi stava stancando -voglio solo divertirmi. Ma in modo più innocuo. Discoteca, puttane, alcol e...- uno spinello mi apparve in mano. Me lo misi in bocca e lo accesi col dito -erba. Magari anche qualcosa di più pesante. Quella roba uccide gli umani, ma per me è poco più di una redbull-
-Non avete queste cose, all'inferno?-
-Puttane sì, ma mi hanno stancato, alcol orrendo, erba sì, te lo concedo. Ma i locali infernali? Tzè, dovresti vederli. Squallidi, noiosi-
-Non ti lascerò vagare sulla terra demone!-
-Che palle voi angeli. Ma da quando in qua chiamano una del tuo grado per scacciare un demone?-
-Sei un principe infernale. Sei troppo forte per un angelo comune-
-Cazzo splendore, lo so, ma sono onorato che l'arcangelo Aphrel si sia presa la briga di venire fin qui. Senti, ti assicuro che non sono venuto a fare danni. Sei l'angelo della verità giusto? Non senti che sono sincero?-
Lei sembrò perplessa. Non ti aspettavi che dicessi la verità eh?
-Ti tengo d'occhio- concluse.
Aspetta, cosa?? Mi lascia andare così? Davvero? Ma ha preso il titolo di arcangelo con i punti del supermercato?
-Se mi vuoi vedere scopare, bere e fumare, fai con comodo. Non mi vergogno di mostrare la mia mascolinità-
Si dissolse con un viso che, vi giuro, mi fece morire dal ridere. Un misto di odio, rabbia, disgusto, perplessità che sembrava un quadro di Picasso.
Con il mio spinello in bocca presi a camminare per la strada.
Come aveva fatto la capitale del mondo a ridursi così? Voglio dire, le strade sono sempre state sporche, ma gli edifici, le statue, i palazzi? Non sono un cultore dell'arte ma cazzo, gli umani sono davvero idioti.
Dunque, cosa potevo fare? In discoteca ci si va la sera, a puttane ci sarei andato dopo la discoteca, e stavo già fumando. Non mi rimaneva che andare a bere. Trovai presto un bar. Entrai.
Notai il cartello "vietato fumare". Non per Ipos il Ruggente, splendori.
Mi sedetti a un tavolo. Una ragazza si avvicinò a me.
-Non puoi fumare qui dentro, non ha letto il cartello?-
-Non riesco a leggere splendore, la luce dei tuoi occhi mi ha accecato- ma mi tolsi lo spinello e lo diedi a lei. A che serviva scomodare la polizia. E poi forse Aphrel mi teneva davvero d'occhio.
-Ma ti prego- continuai -portami un negroni-
Lei si allontanò disgustata con la canna in mano, che buttò nel secchio vicino alla porta.
Dopo una lunga attesa ritornò con un bicchiere pieno di un liquido rosso con una fetta d'arancia che vi galleggiava.
Lo scolai senza fermarmi, in un sorso. Non male, in realtà, ma niente di eccezionale.
-Splendore, saresti così gentile da portarmene altri due? Anzi no, uno solo, portami invece un bicchiere di prosecco-
E un'altro quarto d'ora passò. Adoro gli italiani, ma non sanno cosa sia la puntualità.
Il negroni era il mio cocktail preferito, anche se non era perfetto l'ho apprezzato, ma anche il prosecco non era male. 
E dopo un black russian, un americano e altri due negroni fui invitato a uscire. Ma cosa? Non ero neanche ubriacato. Non è colpa mia se voi umani appena vi bagnate le labbra perdete la ragione. Io sono un demone, per ubriacarmi dovrei farci il bagno nel negroni. Cosa che una volta ho fatto.
Finì che rovesciai un paio di tavoli e minacciai il proprietario. Un omone grasso e pelato. Certe persone dovrebbero andare a nascondersi secondo me.
Insomma, dai, fai schifo al cazzo splendore (si fa per dire).
Non so bene cosa gli dissi. Lo chiamai botte di merda, questo lo ricordo, e forse accennai a sua madre. Più di una volta. Credo avrebbero chiamato la polizia, ma fui meno fortunato. Quella scocciatrice di Aphrel decise di salvare quegli insulsi mortali. 
-Leonardo Di Bella, cosa cavolo fai?! Non so come faccio a uscire con un imbecille come te!-
Non sono un idiota, stava fingendo di essere la mia ragazza, ma cazzo, Leonardo Di Bella? Sul serio?
-Che palle Erminia, sei una guasta feste-
A sentire il nome Erminia strabbuzzò gli occhi. Oh sì troietta, tu mi chiami Leonardo Di Bella? E allora eccovi Erminia, la sua ragazza rompicoglioni.
Mi diede un pugno sulla pancia che mi fece piegare dal dolore.
Mi pare di aver besstemmiato, ma sembra che non sia il caso di scriverlo.
Si scusò col grassone e gli allungò delle banconote. Hai capito l'angioletto. Saranno stati almeno duecento sesterzi. No, che dico, ora andavano gli euri. Euri? Si dice? Dollari si dice. Ma credo sia euro anche al plurale.
Uscii dal bar accendendomi un'altro spinello.
Aphrel. No, Erminia, mi raggiunse.
-Ma cosa fai?! Avevi detto che...-
-Sono loro che hanno iniziato splendore- la interruppi. Feci un tiro di canna.
-Fantastica. Qui le chiamano "ciospe"-
-Le ciospe sono le sigarette. Quella robaccia la chiamano solo canna- mi correse Aphrel.
-Sì, sì, ok splendore come vuoi-
Era comunque un dono del demonio. Quindi fantastica.

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Capitolo 2
*** Ecco, ora si mette male ***


Ma quanto era fastidioso! Cosa diavolo era venuto a fare? Quanto mi stava dando sui nervi quel demone. Il suo spinello aveva un odore nauseabondo, puzzava di alcol, di profumo da uomo e di gel. E non la smetteva di lanciare sguardi equivoci a tutte le ragazze che passavano. E poi perché cavolo continuava a chiamare tutti "splendore"? Che senso ha?!
Un angelo non dovrebbe perdere la pazienza ma... cavolo... è così... difficile.
Ok, sono calma. Riprendiamo la storia.
Avevo deciso di seguirlo, perché ora avevo capito che non era sicuro lasciarlo solo. Poco fa, pensavo... credevo di potermi fidare. Avevo avuto troppa fiducia nei miei poteri. Era un ingannatore, come ogni fottuto demone.
-Splendore, sto andando ancora a bere, vuoi che ti offra qualcosa?-
-No- risposi freddamente.
-Davvero? Un negroni ti farebbe bene-
-Non bevo-
-Ma come? Davvero? Hai più di mille anni, non dirmi che sei anche vergine?-
Dovevo trattenermi. Non sarebbe stato il caso di mettere mano alla spada, credo.
"Mio Signore Dio aiutami e trattieni la mia mano. Non farmi scatenare una guerra che distruggerebbe Roma".
Questo è quello che ho pensato. Quello che ho detto fu:
-Parla ancora e ti taglio la lingua, demone!-
-Dai splendore, io ho un nome. E poi Ipos il Ruggente non prende ordini da un angioletto-
-Ipos il Ruggente deve andarsene! Non puoi rimanere sulla terra-
Lui si porto le mani dietro la testa e aprì le labbra in un largo sorriso. Ma perché faceva così? Cosa ci avrebbe guadagnato nel vedermi arrabbiata?
Forse voleva solo divertirsi. Se la situazione degenerava sarebbe stato necessario l'intervento di Michele, ma sarebbe stato imbarazzante. 
Ciò che mi salvò fu quello che successe dopo.
Stavo seguendo quel maiale per una grande strada. Mi pareva si chiamasse Via Flaminia.
Fu in quel momento che si sentì un ruggito.
-Tò, abbiamo compagnia- fu il commento di Ipos.
Come sarebbe a dire "tò abbiamo compagnia", non aveva davvero nient'altro da dire?!
Ci ritrovammo davanti a un demone. 
Non uno del genere di Ipos. Non era un demone maggiore. Si trattava di un mostro dal corpo peloso, la testa di lupo e un cobra al posto della coda.
-Hai fatto venire un demone delle tue legioni?!- sbottai.
Quelle rise. Sì, avete capito bene, rise. Cosa ci trovava da ridere?!
-Ti sembro il tipo da avere un mastino demoniaco come servitore? Ma sai quanto cazzo sporcano questi cosi?- 
No, non ne ho la minima idea. Dio aiutami!
-Credo sia di Mammona o di Asmodeo. No, indossa un collare d'argento. È il metallo di Gamory- concluse
Gamory? Chi cavolo è Gamory?!
-Gamory?- chiesi.
-Gamory, Gomory, c'è anche chi la chiama Gremory-
-Cos...-
-Non confonderla con Rias Gremory. È un tantino più terribile-
Rias Gremory? Ma cosa vuol dire?!
-Sai no? Quella di High School D&D-
Quello spinello deve avergli fatto male.
-Ok, d'accordo. Stai indietro, vado a ucciderlo- dissi.
-Ehm, no- fece lui -no, ci penso io. Vedo se riesco a parlarci-
E così dicendo si avvicinò a quel coso. Ma sì, parla con quel mostro.
-Ehi, splendore- urlò.
Intorno a noi c'era solo qualche curioso, gli altri erano tutti scappati.
-Via di qui- urlai. Non capirono. Oh, già, dimenticavo, non parlano la lingua angelica.
Glie lo ripetei in italiano.
Se vi state chiedendo come facevo a parlare con Ipos, lui conosce la lingua angelica.
La lingua demoniaca non la parlerei mai.
-Ascolta- continuava il demone -qualsiasi cosa ti abbia ordinato Gamory, che ne diresti di andartene? No perché se mi fai arrabbiare, dovrò ricordarle che io ho ben trentasei legioni infernali, mentre lei solo ventisei. Che ne diresti di toglierti dai coglioni?-
Ma ovvio, figurati se adesso questa Gamory non si riprende il mostro con tanto di scuse...
Come volevasi dimostrare spinse via Ipos con una zampata. Ed ecco quell'idiota sbattuto contro un palazzo.
Ovviamente non poteva finire lì. Lo vidi schizzare in avanti. 
Dalla schiena gli spuntavano due paia di grandi ali di pipistrello.
Dai capelli biondi gli spuntavano due corna. 
Non erano corna normali. Nere, lucide, dalla forma più strana che avessi mai visto.
Lunghe mezzo metro, dal centro della testa andavano in avanti, formando due ami sul suo capo.
I suoi vestiti di pelle avevano lasciato il posto ad altro.
Il pettorale di un armatura di cuoio gli ricopriva gli addominali. Era rossa e nera, sembrava fatta di ali di drago che si piegavano sul suo petto.
Al posto dei pantaloni aveva una specie di gonnellino nero di pelle squamata, come quella di alligatore. Aveva un paio di gambali fatti come l'armatura, e allo stesso modo i bracciali. Alle mani e ai piedi scalzi si potevano vedere lunghi artigli affilati.
Stringeva nella sinistra una spada.
Era insolita. Il manico era verde scuro, l'elsa d'oro imbrunito, così come il pomolo, a forma di campana. 
La lama era lunga circa un metro. Era per metà seghettata, come le ali di un pipistrello, mentre per il resto aveva una semplice forma a foglia.
Si vedevano chiaramente strani simboli su di essa. Brillavano, come lava incandescente.
Si girò verso di me. I suoi occhi, un tempo azzurri, ora erano arancioni e incandescenti.
-Allora splendore, non hai anche tu una forma da combattimento?- mi disse. La sua voce era strana. Era sempre la sua, ma sembrava provenire da un abbisso profondo.
No aspetta. Si era appena trasformato davanti a dei mortali?! 
Feci un semplice movimento con la mano e tutti quelli che si trovavano a Roma si addormentarono.
Grazie a Dio ero un arcangelo.
Decisi di non trasformarmi. Vediamo cosa sapeva fare Ipos.
Si gettò contro il mostro. Stava ridendo? Perché stava ridendo? Quanto odiavo i demoni.
La creatura cercò di colpirlo più volte, ma quell'idiota evitò ogni zampata. Stava giocando, a un demone maggiore come lui sarebbe bastato un colpo per stendere quel mastino.
Colpì col la spada una zampa del mostro.
Poi passò al fianco. Gli tagliò la coda, non smetteva di colpirlo, ma mai in punti vitali.
Quello uggiolava di dolore. Quasi mi vergogno a dirlo ma... mi ritrovai a provare pena per quella creatura.
Mi mossi quasi senza pensarci. 
La mia mano aperta scattò in avanti.
Un fasciò di luce si materializzò nell'aria, trafiggendo il mastino dritto al cuore.
Quello cadde rovinosamente a terra, senza emmettera alcun suono, se non quello del suo corpo che sbatteva sul cemento del marciapiede.
-Cosa? Ma dai! Mi stavo appena scaldando!- urlò Ipos.
-Torturare... torturare una creatura, per quanto crudele, non è l'insegamento del nostro Signore, demone- dissi pacata.
Quello alzò gli occhi.
-Non era neanche una creatura del tuo Dio splendore, ma di Lucifero- disse lui.
Io scattai in avanti. Lo afferrai per l'armatura, guardandolo truce.
-Non è il MIO Dio, demone, è il Dio di tutti noi. Il mio, il tuo, quello del tuo padrone e quello di ogni angelo!- sbottai.
Come faceva a parlare così, cosa sperava di ottenere?
Quello mi spinse via, facendomi sbattere contro un palazzo.
Sentii un forte dolore alla schiena. Ero sull'asfalto, avendo attraversato l'edificio che ora aveva un buco di raggio 1,70 m.
Sentii un'energia affluire dentro di me.
Quel demone voleva combattere? Bene, gli avrei mostrato il potere di Aphrel, arcangelo della verità e della speranza, il potere di Dio...



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