Pop Fantasy

di FrenLeon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kibil ***
Capitolo 2: *** Galanteria sui mezzi ***



Capitolo 1
*** Kibil ***


Mi chiamo Kibil, ho 21 anni e studio al secondo Weapon Design all'Accademia di belle arti di Sena, detta anche ABAS.
Attualmente sono in guai grossi, mi sono svegliato molto prima della sveglia automatica, forse troppo presto e non riuscendo a riprendere il sonno mi sono attaccato davanti al computer senza accorgermi del tempo che passava, ignorando anche la sveglia.

Ora quindi sto correndo a perdifiato per raggiungere la fermata del bus in tempo prima che passi. Lo zaino con dentro qualche quaderno e dei libri, ora mi sta sbattendo ripetutamente sulla schiena mentre corro con in mano un succo di pera.
Per fortuna ho un'ottima vista e da lontano vedo il mio bus arrivare, devo farcela.

Scatto in avanti, cercando di schivare le persone sul marciapiede, destra, sinistra, supero la signora col cane, supero il signor orco con i sacchetti della spesa e via, finisco il succo e lo butto al volo nel primo cestino. 
Lo vedo avvicinarsi, si ferma e inizia ad aprire le porte.  Con le braccia inizio a fargli cenno di aspettarmi, mancano pochi metri, non so se mi ha visto ma io corro e agito le mani comunque.
Dieci metri, cinque, tre, due, uno e salto dentro prima che la porta si chiuda. Vittoria!

Mi siedo sul primo posto libero che trovo e riprendo fiato, mi do una sistemata e controllo l'ora.
Perfetto sono in orario per le lezioni, ma aspetta... 
Controllo ripetutamente il telefono e mi accorgo di quanto sono cretino ad aver impostato male la sveglia automatica, oggi è sabato, non c'è lezione...

Mi lascio cadere sul sedile e mi sistemo i capelli neri, scostandoli dalle orecchie lievemente a punta. Ah dimenticavo in effetti, sono un mezz'elfo.

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Capitolo 2
*** Galanteria sui mezzi ***


Generalmente a Sena viaggio con i mezzi di trasporto, abbiamo la metropolitana, i bus e i tram.
Capita molto spesso, specialmente durante gli orari di punta di rimanere rimanere incastrati sui mezzi in mezzo a una valanga di persone.
Ormai sono abituato, sarà l'abitudine o la pazienza, ma c'è ancora una cosa che mi mette in grosse difficoltà: i posti riservati.
Generalmente come è di comune buon senso, bisognerebbe far sedere gli anziani, le donne incinta, i disabili o  anche solo per galanteria le ragazze in generale. So che può sembrare una cosa facile ma io trovo ancora difficoltà nel capire chi far sedere.
Vi racconto un aneddoto in particolare.
Sono seduto sul tram mentre ascolto la musica, quando alla fermata che arriva, salgono tre individui, un signore anziano abbastanza basso ma robusto con la barba candida come il cotone, una ragazza alta e slanciata, dai capelli color platino e con gli occhi azzurri cristallini, mentre per ultimo sale una signora all'incirca di quarant'anni con un pancione abbastanza evidente.
Automaticamente mi alzo per far sedere uno di loro, indicanto il posto con la mano, le altre persone attorno sembrano non far caso alla scena quando però mi trovo davanti i tre individui che mi fissano.
- Stai dicendo a me  figliolo? - mi dice il signore
- Veramente penso che stia dicendo a me - gli risponde la ragazza

La situazione è imbarazzante e io rimango in silenzio.
- No guardi, penso che ad un livello d'anzianità tocchi a me. Ho novant'anni anche se non li dimostro. Sangue nanino - afferma il signore con profondo orgoglio.
- Non si dovrebbe tirare fuori l'argomento età con il gentil sesso, ma dato che lo ha citato, io ho centoventi anni. Sangue elfico - dice la ragazza, a questo punto signora, facendomi l'occhiolino. Avrà visto che sono mezzo elfo, in effetti mia madre mi aveva spiegato che gli elfi hanno una vita media quasi il triplo di quella degli umani.

Il signore non la prende bene e mi fissa in cerca di una risposta.
- A questo punto non è meglio far sedere la signora, data la sua situazione - indicando la signora dietro di lui dalla pelle olivastra e dai denti affilati leggermente sporgenti. Deve essere un'orchessa a giudicare dall'apparenza.
- Cosa intende dire? Che situazione ho? - risponde lei.
- Penso non faccia bene al bimbo se sta in piedi tutto questo tempo - aggiunge la signora elfa.
- Ma di che bimbo parla? Mi sta dicendo che sembro incinta? - la signora orchessa inizia a scaldarsi.
La situazione si anima e le persone iniziano a notare la scena, facendomi provare un profondo disagio.
Ad un certo punto però si arriva alla fermata dopo e mentre i tre discutono sento altri passi esitanti avvicinarsi, mi giro e guardo in basso. Mi esce un sorriso dal volto e con voce pacata gli dico.
- C'è un posto, vuoi sederti? Sarà pesante quello zaino -
- Grazie mille! - i tre litiganti si girano e vedono a chi ho appena dato il posto, si tratta di un piccolo bambino uscito proabilmente da scuola, con uno zaino grande il doppio di lui. 
Alla fine sorridono e smettono di discutere, io scendo alla fermata dopo e saluto tutti con un cenno e con la coda dell'occhio li vedo ricambiare con un sorriso.

Ecco, questo genere di situazioni è sempre complicata.

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