True Undertale

di ChrisAndreini
(/viewuser.php?uid=466967)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perdindirindina, dove sono finita?! ***
Capitolo 2: *** Un fiorellino vuole uccidermi ***
Capitolo 3: *** Una capra mi aiuta, evviva! ***
Capitolo 4: *** Mike Wazowski?! ***
Capitolo 5: *** Un fantasma più asociale di me? ***
Capitolo 6: *** Ehm, Carota, devo per forza mangiarti? ***
Capitolo 7: *** Il fuoco non mi convince a rimanere, mamma capra ***
Capitolo 8: *** Mettiti nei miei panni... anche se non portiamo la stessa taglia ***
Capitolo 9: *** Da quando gli scheletri hanno fratelli? ***
Capitolo 10: *** La prossima volta meglio non respirare ***
Capitolo 11: *** I puzzle sono semplici quando li puoi vedere dall'alto ***
Capitolo 12: *** Chara fa voto di silenzio per farmi uccidere ***
Capitolo 13: *** Sono passati nove mesi, ma la follia rimane ***



Capitolo 1
*** Perdindirindina, dove sono finita?! ***


Note pre lettura: Come in tutte le storie di Undertale che si rispettano avviso tutti che sarà tutto pieno di spoiler, o forse no, a dire il vero non lo so ancora, ma dato che dopotutto ogni storia di Undertale ha spoiler è molto probabile che li avrà anche questa. 

Che poi, in questo fandom, ogni cosa è spoiler, anche il fatto che… spoiler alert… Flowey è cattivo!! Wow, eppure è una cosa che si scopre nel tutorial, quindi non dovrebbe essere spoilerosa.

Vabbè, procediamo.

 

True Undertale

Perdindirindina, dove sono finita?!

 

Ok, odio le storie sui fandom con OC. 

Mi spiego, non è che le odio completamente, non mi piacciono e basta.

Dopotutto io leggo per i personaggi dell’opera, non per qualche strano tipo che non conosco e non voglio conoscere che si crede un grande e deve per forza essere un protagonista complessato.

Io vengo in questa sezione per Sans, Papyrus e tutti gli altri, non me ne può importare di meno di un personaggio che suona bene solo della testa dell’autore.

E soprattutto se questo personaggio è l’autore stesso.

Santo cielo! Non potrebbero esserci meno manie di protagonismo?

Tipo Petrarca, che dedica un libro a una donna e poi parla solo dei suoi complessi.

Ma andiamo! 

Oppure Dante che scriva una fanfiction su tutti i personaggi storici famosi e si fa tanto il figo mettendosi come protagonista e sentendosi un prescelto manco fosse Harry Potter.

Che poi non esisteva ancora all’epoca, ma dettagli.

Tutta questa premessa perché, vi chiederete.

Beh, perché in questa fanfiction l’Oc sono io.

Si, sono come Dante e Petrarca e tutte quelle brutte persone che si credono dei gran protagonisti, ma dopotutto sarò un po’ come Cecco Angiolieri, e creerò un personaggio letterario, tranquilli.

…Un personaggio letterario che farà esattamente come farò io.

Però ammettiamo una cosa, è facile giocare ad Undertale e scegliere la pacifist.

…Cioè, facile se si è esperti con i tasti e dalla pazienza infinita.

Cosa che io, stranamente, sono riuscita ad essere, anche se di solito non lo sono mai stata.

Però, se noi, e dico noi nel senso di noi noi, esseri umani nerd abituati ad essere sempre davanti ad un computer, fossimo davvero lì, non credo che ci metteremmo ad affrontare i mostri agendo o combattendo. Non credo che saremmo, e qui è proprio il caso di dirlo, indifferenti e impassibili come la nostra cara Frisk, che, ammettiamolo, è parecchio impassibile e indifferente, con quella eterna espressione.

Io personalmente prenderei la situazione con un po’ più di panico.

Quindi, se siete degli esseri umani nerd abituati ad essere sempre davanti al computer, forse potrete anche apprezzare questo davvero odioso personaggio letterario Oc da me rappresentato, dato che potrete immedesimarvi in lui.

Se non lo siete… wow, allora perché state leggendo questa storia? Non dirmi che sei andato a cercare fanfiction su Undertale per mera curiosità di un gioco che hai giocato di sfuggita tra un’uscita con gli amici e l’altra.

Ok, questa era cattiva.

Comunque, prima di iniziare, piccola descrizione su questo personaggio letterario da me rappresentato come fossi un Oc.

Il mio nome è Chris, che, se ci pensate, è anche un nome che può essere usato al maschile o al femminile, anche se di solito è usato al maschile.

Io personalmente sono femmina.

E poi sono… sapete una cosa, forse è meglio non descrivermi troppo, altrimenti comprometto lo spirito del gioco, che comunque comprometterò ugualmente.

Va bene, ora che ho detto il mio nome e specificato il mio essere donna… direi che è il caso di creare un modo per finire nel sottosuolo.

Ok, ci sono:

 

Nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovai per un monte oscuro, che la diritta via era smarrita.

…Ok, ok, stavo solo scherzando, anche se effettivamente un po’ ci stava.

Va bene, farò la seria.

O almeno, la meno stupida.

 

Era un’afosa domenica mattina, di un’estate di un anno imprecisato, ed ero andata con i miei amici a scalare un monte vicino a casa mia.

Evito di dire che monte, che vetta o che catena montuosa perché potreste azzeccare la mia abitazione e noi dobbiamo fingere che io possa essere tutti voi, quindi pensate alla montagna più vicina a casa vostra e credete che sia quella.

Se invece non avete amici con cui andare in giro a scalare le montagne, sappiate che non ne ho neanche io, quindi usate la vostra immaginazione.

Dato che faceva un caldo bestiale ed io sono una pera cotta per niente abituata a camminare, mentre i miei “amici” sono super allenati e fanno ciaspolate di inverno e maratone d’estate (ve l’ho detto, usate l’immaginazione) io mi sentii costretta a fermarmi, e mi appoggiai ad una roccia per riprendere fiato, mentre portavo alla bocca la mia borraccia bevendo avidamente, pur sapendo che in realtà, per qualche motivo che in questo momento mi sfugge perché non è che io spicchi proprio in scienze e, soprattutto, educazione fisica, non faceva poi così bene bere quando si era incredibilmente accaldati.

Santo cielo che frase lunga!

Ma, ehm, torniamo a noi.

Mi ero appoggiata ad una roccia a bere, mentre i miei compagni di avventure montagnose mi mollavano senza manco girarsi a guardare (alla faccia dell’amicizia!), quando sentii un suono tra i cespugli.

Io, essendo una ragazza incredibilmente coraggiosa e intrepida appartenente alla casa dei grifondoro, naturalmente salii sulla roccia e presi un bastoncino a mo’ di arma, con le ginocchia molli, spaventata dal fatto che potesse trattarsi di un cinghiale o qualcosa del genere.

-Hey, Chris! Sei svenuta per caso?- chiese uno di questi fantomatici amici da molto distante.

-Eh, si, si, sono svenuta, grazie di essertene accorto!- risposi io, senza spostare lo sguardo dai cespugli.

Dato che non davano altri segni sospetti, alzai le spalle e scesi la roccia, per raggiungere i miei “amici”.

Senonché, dal nulla, un’ape comparve davanti a me senza il minimo preavviso, e dato che sono un cuor di leone, io urlai come una matta e scappai manco avessi visto un orso grizzly, inciampando sulla roccia dietro di me e cadendo dritta tra i cespugli di poco prima, che nascondevano una buca profondissima.

Io, tremante come una foglia in procinto di staccarsi dall’albero, cercai di reggermi, e riuscii a prendere il cespuglio, e ad urlare con tutte le forze che avevo in corpo.

Il tipo che mi aveva prima chiesto se fossi svenuta accorse, ed io mi sentii salva, senonché l’ape di prima tornò a tormentarmi, e si posò su un ramo del cespuglio a pochi centimetri dalla mia mano.

Io, che ho una scala di priorità da far invidia a Hermione Granger, urlai ancora più forte, e lasciai la presa, cadendo nel burrone.

E siccome questa è una storia realistica, morii.

Fine!

…Avete ragione, se fosse una storia realistica io non sarei mai andata in gita in montagna.

Caddi di sedere sul morbido di alcuni fiori gialli.

Rimasi lì per qualche minuto, col coccige probabilmente completamente polverizzato e un dolore pazzesco alla base della schiena che mi fece pensare di essermi paralizzata.

Poi, borbottando piccole imprecazioni creative, dato che io non dico mai parolacce vere ma solo cose tipo “Capperi!” “Capperuncoli!” Perbacco, no, ok, perbacco no. “Cavolo!” “Che spizza!” e, per qualche strano motivo che non so neanche io quindi non chiedetemi nulla, “Mimma!”, provai ad alzarmi.

Anche questa è una lunga frase, ma vabbè.

Naturalmente non procedetti, perché procedere quando si è caduti in una buca profondissima e con i tuoi “amici” che sicuramente cercheranno un modo per salvarti è la cosa più idiota che una persona possa fare. 

Quindi urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, e siccome faccio teatro e canto, mi uscì relativamente facile usare bene il diaframma e tutto il resto.

Però nessuno sembrò sentire un tubo.

-Che amici del cavolo!- dissi tra me, ma di che mi stupivo, io non è che abbia molti amici, e di certo i miei veri amici non sono i tipi che vanno a fare gite in montagna, quindi non si trovavano in quel gruppetto.

Così rimasi lì, mi sedetti cautamente sui fiori aspettando e cacciai il cellulare, che naturalmente era rotto.

Lo gettai via sbuffando e mi preparai ad aspettare, quando realizzai una cosa fondamentale.

Ero seduta su dei fiori gialli, in piena estate e dentro un buco, quindi quei fiori gialli erano senza ombra di minimo dubbio completamente bersaglio di api.

E fu questo a spingermi ad allontanarmi il più possibile da lì.

Così mi alzai di scatto, provocandomi una mega fitta al coccige, e scappai, raggiungendo una stanza nuova, con un solo punto illuminato.

In questo punto c’era un altro fiore giallo, con una faccia disegnata sopra.

-Ciao! Io sono Flowey, Flowey il…- e forse non era poi così disegnata.

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!- urlai, scappando via nella stanza di prima.

Tra api e un fiore parlante, a questo punto erano meglio le api!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Perché faccio note d’autore se sono anche la protagonista e già dall’inizio mi rivolgo a voi?

Boh, vabbè, comunque spero che la storia vi piaccia, non è nata per essere presa seriamente ma perché mi divertiva l’idea e spero diverta anche a voi.

Non sono molto avvezza al genere comico, quindi qui dico solo quello che mi passa per la testa con la speranza di cacciarvi una risata, e vi dico che Mimma è davvero una mia imprecazione random, e la dico anche abbastanza spesso.

Sarà una storia con gergo molto normale, come se parlassi invece di scrivere, ed è un’esperienza nuova per me.

Quindi spero davvero che la storia vi diverta come diverte a me scriverla e vi avverto che l’aggiornamento potrebbe essere molto a singhiozzo, ma probabilmente sarà abbastanza frequente, dipende dall’ispirazione del momento e dalla mole di compiti, quindi se non aggiornerò per molto tempo prendetevela con i miei professori. xD

Un bacione e alla prossima. :-*

 

Ah, e ci tengo a ringraziare la mia amica Michy_66 perché mi ha incoraggiato a scrivere la storia e a pubblicarla, e soprattutto perché mi ha dato l’idea del “What If?” Un grande applauso!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un fiorellino vuole uccidermi ***


Un fiorellino vuole uccidermi
(e ci riesce pure)

 

Tornai quindi nella radura con i fiori gialli probabilmente infestati dalle api, e urlai nuovamente contro il soffitto, da cui non si vedeva l’uscita.

Dato che siamo in una storia realistica rimasi lì per sempre e morii lì, fine.

 

Come dite, non posso far finire una storia così soprattutto dopo aver appena iniziato il primo vero capitolo?

Va bene, allora facciamo che, quando mi troverò in un punto morto in cui non mi andrà di continuare perché tutti i miei sensi mi dicono di arrendermi e rimanere in un determinato punto, una vocetta mentale mi dirà le solite cose del tipo “Chris, stay determined!”

Oppure, più semplicemente, prenderà il controllo di me perché dopotutto io sono un po’ schizofrenica pazza quindi è probabile che possa, almeno in una storia, soffrire di personalità multipla.

Perciò mi farò guidare, ogni tanto, da Chara.

Ciao Chara, saluta i nostri telespettatori.

Ma non sei in una ca**o di storia, Chris? Non fare l’idiota! Non ci sono telespettatori, al massimo dei ca**o di lettori!!

…CHARA NON SI DICONO LE PAROLACCE NELLA MIA STORIA!!! 

Tanto me le hai censurate, e a me non frega un…

MIMMA! SMETTILA!!!

Se non procedi ti ficco un calcio su per il…

PROCEDO! PROCEDO!!!

Ok, quindi procedetti, e decisi, più per la mia salute mentale e per la salute delle mie orecchie, di tornare nel posto dove il fiore mi stava aspettando, un po’ annoiato.

Io tremavo come una fogliolina.

-Ciao, io sono Flowey, Flowey il fiorellino- ripeté lui, apatico, come se si aspettasse una mia nuova fuga, che sinceramente avevo in mente.

Ma mi feci coraggio, e sollevai una mano, salutandolo lentamente.

-Ciao Flowey il fiorellino- dissi tremante.

-Sei nuova del sottosuolo- disse convinto, non era affatto una domanda, ma io annuii comunque

-Tranquilla, non sei la prima umana che cade qui dentro- mi rassicurò, sorridente, ma chissà perché io non mi tranquillizzai.

-Ah, bene- risposi invece -Quanto velocemente sono morti?- chiesi, a titolo informativo.

Flowey sembrava sorpreso da questa domanda.

-Di solito non lo chiede nessuno- disse confuso.

-Lo sapevo, molto in fretta. VOGLIO TORNARE A CASA!!!- iniziai a singhiozzare, come una bambina di due anni, battendo i piedi per terra.

-Senti, bella, starei cercando di aiutarti se vuoi ascoltarmi- mi disse il fiore con sguardo seccato.

Io indietreggiai.

-Senti, fiore, sei un fiore! Credi davvero che mi fiderò di te?- chiesi io, guardandolo storto.

-Va bene, almeno ti sei espressa subito, e non ho bisogno di fingere ancora- mi sorrise lui, poi fece una faccia inquietante, e io mi pentii immediatamente di quello che avevo detto.

-Ehm, cioè, no, no, fingi pure, caro…- provai a ritornare sui miei passi, ma purtroppo era troppo tardi.

Infatti accanto a me comparvero tanti petali strani, che si abbatterono contro di me, all’altezza della mia vita.

Io sbarrai gli occhi, spaventata, e mi abbassai per evitarli, gettandomi a terra e distruggendomi il già provato coccige.

-Ahia!- mi lamentai, e il fiorellino si arrabbiò ulteriormente.

-MUORI!! IN QUESTO MONDO E’ UCCIDI O SEI UCCISO!!- disse in tono inquietante, e centinaia di quei petali formarono una cupola intorno a me, e si diressero lentamente ad uccidermi, mentre lui rideva.

-Senti, ma scusa, perché mi uccidi così lentamente?- chiesi, lui fermò un attimo il suo attacco e mi guardò confuso.

-Cioè, capisco che vuoi assaporare il momento, ma non è più semplice uccidermi e basta. Dovesse succedere che qualcuno, che ne so, ti interrompa come nei film- suggerii, quasi tra me.

… Serve davvero che io commenti?

Lo so già che sono un’idiota, Chara, non mettertici pure tu.

Il fiorellino ci pensò un attimo, e annuì.

-Ma sai che hai ragione, ragazzina- affermò, poi mi colpì di scatto, ed io morii, urlando un ultimo -MIMMA!- terrorizzato.

Fine!

“Non puoi abbandonare adesso, ca**o! Siamo solo al primo capitolo Chris! Sii determinata e se proprio non ce la fai almeno fammi fare il mio ca**o di lavoro!!

Ok, ok, mi svegliai che ero ancora nel giardino dei fiori dorati, con un dolore al fondoschiena che davvero preferivo essere morta piuttosto, e decisi, ovviamente, di restare lì e basta, aspettando gli aiuti.

“CHRIS!!!”

Uff, va bene, mi alzai e molto titubante andai nell’altra stanza, dove il fiore mi aspettava, sorridente.

-Ciao, io sono Flowey, Flowey il fiorellino- mi salutò come se non fosse successo niente.

-Ciao Flowey il fiorellino- ripetei io, cercando di non farmi tremare la voce.

-Sei nuova del sottosuolo- affermò lui.

-Già, già. Su, ammazzami ancora e facciamola di nuovo finita- mi coprii gli occhi per non guardare.

-Tu sai…- disse il fiore con voce inquietante.

-Perché, tu no?- chiesi io.

Chara fece un gran bel facepalm nella mia testa, o almeno immagino che lo fece, dato che non potevo vederla.

“Sono un pensiero, cretina, non ho le capacità di fare un facepalm, ma l’avrei fatto se avessi potuto”

Comunque, il fiore mi uccise ancora, ed io tornai nuovamente in mezzo ai fiori, e mi sdraiai a riprendere un attimo fiato.

“Ma sei scema! Non hai superato neanche una parte dove è impossibile morire!!! Ora dimmi, COME CA**O HAI FATTO?! Ci vuole un talento!!”

Ho sonno, Chara, fammi dormire. E poi è una storia realistica questa.

“Se ora non ce la fai prendo io il controllo e ammazzo quel figlio di put**a”

CAVOLO NO! Questa è la mia storia ed io devo risolvere le cose in maniera pacifica.

“A me sembra che tu voglia morire in modi atroci

Pure, fortuna che almeno posso tornare in vita altrimenti davvero la storia sarebbe già finita da un secolo.

“E siamo solo al primo capitolo ca**o”

BASTA PAROLACCE! 

Ok, adesso vado da Flowey e gioco al suo gioco!

“Vi faccio una predizione: morirà altre sei volte”

 

…E’ successo solo perché lei ha portato sfortuna, non per altro.

“Che vi dicevo”

Vabbè, la nona volta mi avviai nella stanza accanto, e mentre Flowey iniziava a presentarsi.

-Ciao io sono Flowey, Flowey il…- io lo superai con una lunga falcata, e procedetti dritta verso la stanza accanto.

Il fiore girò la testa petalosa (ho trovato un modo per dire questa parola assurda che funziona nel senso della frase yuppi!) di 180 gradi e mi guardò, seccato.

-Hey! Guarda che sto parlando con te!- mi richiamò, rientrò nella terra e mi sbarrò la strada.

-E io non voglio morire una nona volta!- mi lamentai io, con le mani sui fianchi e le lacrime agli occhi.

Lui ebbe un lampo di consapevolezza negli occhi.

-Ma quindi tu sai già…- iniziò a dire.

-Si, capperi! Lo so, mimma! Lasciami in pace,…-

“CA**O!”

-…Perdincibacco!- 

“Sei una delusione sotto tutti i punti di vista”

Il fiore non voleva però lasciarmi andare, e si eresse dal terreno diventando grande quasi un metro.

Io non sono una grande atleta, l’avrete capito un capitolo fa, ma decisi comunque di rischiare. 

Gli diedi le spalle e poi mi lanciai contro di lui prendendo la rincorsa per superarlo, mentre lui preparava un attacco di petali killer per farmi di nuovo fuori.

Io riuscii incredibilmente a superarlo, sfracellandomi la faccia nel pavimento oltre a lui.

-Ahia- mi lamentai, ma non avevo tempo per autocommiserarmi, dato che i suoi petali killer mi stavano inseguendo.

-AIUTO!!- urlai, cercando di alzarmi e inciampando sui miei stessi piedi come un’idiota.

“Tu sei un’idiota”

Non commentare proprio in un momento così teso!

Però, stranamente, il fiore non sembrava aver capito la mia idiozia, e mirò proprio nel punto dove sarei stata se non avessi perso l’equilibrio nel tentativo di rialzarmi, così evitai l’attacco e non morii.

-Sei più scaltra di quanto pensassi- si complimentò Flowey, prima di circondarmi nuovamente in una cupola di petali.

Ebbi l’accortezza di non chiedergli di uccidermi più velocemente questa volta, dato che avevo imparato la lezione, ma mi rannicchiai cercando di venire beccata dai petali il più tardi possibile, anche se in effetti non avrebbe cambiato nulla.

Ovviamente mi sbagliavo di grosso.

Infatti i petali vennero bloccati, e Flowey venne lanciato via da una palla di fuoco, per poi ritirarsi seccato nel terreno.

Io alzai la testa, guardandomi intorno spaventata, e la vidi, alla fine del corridoio.

-Non preoccuparti, bambina mia, da ora in avanti ti proteggerò io- mi disse una capra parlante antropomorfa.

Io mi alzai di scatto, e corsi via urlando, sotto il suo sguardo confuso.

Non mi piaceva affatto quel mondo!!!

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ed ecco il primo molto corto capitolo.

Però almeno ho aggiornato subitissimissimo! :)

Quindi credo davvero che la storia procederà così, con corti capitoli e aggiornamento veloce, spero vi vada bene.

“A me si, così questa tortura finirà più in fretta

Salutate tutti Chara!!

“Vaffan**lo”

…Quanti a favore della sua rimozione dalla storia?

“Quanti a favore del mio controllo su di te e della rimozione della censura?” 

Argh! Mi farà impazzire questa voce nella testa!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché il mio coccige non l’ha apprezzato, e mi auguro che seguiate numerosi la storia, la recensiate eccetera eccetera.

Un bacione e alla prossima :-*

“Una coltellata e a mai più >:)”

CHARA, COSI’ LI SCORAGGI!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una capra mi aiuta, evviva! ***


Una capra mi aiuta, evviva!

 

 

A mia discolpa per essere scappata subito posso dire che capii che quella capra antropomorfa era dalla mia parte quasi immediatamente.

“Tsk, si si, ma spiega come”

Lo stavo facendo!

Mentre correvo per tornare all’inizio e rimanere lì per sempre, e questa volta davvero, inciampai sui miei piedi, e la capra-donna mi afferrò e mi rimise eretta, preoccupata.

-Non temere, piccola mia, sarai al sicuro con me- mi disse da brava pervertita, accarezzandomi la testa.

-Che vuoi farmi?- chiesi tremante, temendo fosse una di quelle donne sole che, beh… sono troppo sole, non so se mi spiego.

-Questo mondo è così crudele, ma io ti guiderò attraverso le catacombe- mi rassicurò lei, curandomi con un po’ di magia e facendo tornare sano il mio povero coccige.

-C_catacombe?- chiesi io, spaventata.

-Io sono Toriel, la guardiana delle Rovine, e il mio unico scopo è quello di salvare gli umani che cadono qui. Tu sei la prima dopo tanto tempo- mi diede un buffetto affettuoso sulla guancia, e in quel momento decisi di fidarmi, anche se, visto che i miei genitori mi hanno sempre detto di non dar retta degli sconosciuti, tenni sempre la guardia alta.

Solo che se lei non sospettava niente era molto meglio, quindi mi feci guidare.

E il fatto che mi strinsi al suo braccio con tutte le forze che possedevo  facendomi quasi trascinare non era perché ero spaventata a morte e non volevo perderla di vista, ma per confonderla ulteriormente.

-Piano, piccola mia, non stringere troppo forte, sei al sicuro con me- tentò di rassicurarmi Toriel, sorridendo amabilmente.

-Non mi lascerai sola, vero?- chiesi io, speranzosa.

-Ma certo che no, sarai sempre accanto a me, in ogni passo di questa avventura, ti insegnerò a risolvere gli enigmi di queste stanze, farò scappare i nemici che ti affronteranno e non permetterò che nessuno ti faccia mai del male- mi assicurò la donna-capra, e io lasciai la presa, tirando un profondo sospiro di sollievo.

-Bene, allora sarà facile per me tornare a casa- dissi contenta, iniziando a saltellare al suo fianco come chi non ha una preoccupazione al mondo.

Però mi venne un pensiero sgradevole, e guardai di sottecchi la mamma-capra.

-A meno che tu non sia una di quelle possessive madri che non permettono ai figli di respirare e non abbia intenzione di tenermi qui per sempre come fa una brava yandere a costo di chiudermi in casa e distruggere ogni singola via d’uscita. Ma tu non sei così, vero?- chiesi, iniziando a preoccuparmi.

-Le rovine sono piene di puzzle, e li devi affrontare per passare da una stanza all’altra. Ecco, ti faccio vedere- ignorando completamente la mia domanda e il mio discorso, premette quattro pulsanti a caso che spuntavano nel terreno, e aprì la porta per la stanza successiva.

-Già, eh eh, adoro il professor Layton quindi non sarà un problema, ma…- cercai di insistere, seguendola nella stanza accanto, con un corridoio e interruttori.

-Ora voglio che tu prema gli interruttori giusti- mi disse, raggiungendo la fine della stanza

-Aspetta, come diavolo dovrei…- iniziai io, poi notai che erano indicati da delle scritte a caratteri cubitali.

Ah!

“Finalmente qualcosa in cui non puoi sbagliare”

Ovviamente chiunque sarebbe arrivato alla conclusione…

“Ecco infatti”

…che era tutto un trucco e dovevo premere l’interruttore non segnato.

Che genio che sono, vero?!

“…”

Premetti quell’interruttore, ma Toriel mi riprese.

-No, no, sono gli altri, piccola mia, quelli segnati- me li indicò, e io, controvoglia, li premetti.

L’uscita si aprì, e Toriel procedette nella stanza accanto, dove c’era un pupazzo pieno di cotone.

-Ah, comunque, riguardo a quello che ti ho detto prima…- provai nuovamente ad insistere.

-Come umano che vive nelle Rovine potresti incontrare mostri, e io voglio che tu parli con loro per prendere tempo fino al mio arrivo- mi interruppe Toriel, con un tono dolce e mieloso che mi preoccupò ulteriormente.

Stava deliberatamente ignorando tutto quello che avevo detto, e poteva significare solo una cosa:

“Che aveva intenzione di tenerti con se per tutta la vita”

… stavo per dire che non ci sentiva bene, ma ODDIO!POTREBBE ESSERE!!

“Sei proprio un’idiota”

E tu non sei d’aiuto.

-Allora, piccola mia, parla con il pupazzo- mi incoraggiò Toriel, con un largo sorriso.

-Ehm, se io mi trovassi in un combattimento con un mostro a dire il vero non credo che parlerei- ammisi incerta, scrutando il manichino di stoffa come se mi avesse fatto un torto personale.

“Ecco, brava, uccidilo, distruggilo, riducilo in piccolissimi pezzettini con inaudita rabbia”

-In effetti credo proprio che scapperei a gambe levate senza preoccuparmi di fare la figura del coniglio- dissi con onestà, rivolgendomi a Toriel e ignorando la voce assassina nella mia testa.

-Oh, ma cara, non devi temere, i mostri non sono cattivi, sono solo spaventati- mi rassicurò Toriel, accarezzandomi la testa con affetto.

-Già, logico, spaventati da un singolo umano, disarmato, terrorizzato e che gioca in territorio sconosciuto mentre loro sono in casa e sono un miliardo. Chi non si spaventerebbe- dissi ironica, e Toriel non seppe come obiettare.

-Comunque prova a parlare al manichino per fare pratica- mi incoraggiò nuovamente, indicando il pupazzo.

-Io non parlo ai manichini, già ho toccato il fondo parlando con la mia testa- obiettai io, incrociando le braccia.

-Coraggio, non temere, non ti farà niente- mi rassicurò la capra antropomorfa.

-Lo spero, ma non mi rivolgo ad oggetti inanimati così tanto per…- Toriel mi lanciò un’occhiataccia.

-Parla a quel manichino!- mi disse quasi minacciosa.

-Ehi! Ciao Manichino, ma lo sai che sei molto, ehm, pupazzoso oggi? Come dici, sarebbe più corretto scappare invece che parlare al nulla? Era proprio quello che dicevo a Toriel, ma sembra che la farò felice così quindi immagino che… beh… non so che altro dire!- guardai Toriel, che aveva assunto nuovamente lo sguardo amorevole.

-Molto bene, piccola mia. Procediamo- si complimentò, prima di dirigersi nella stanza successiva.

-Ok, ok…- feci per seguirla, poi però mi sembrava di lasciare questioni in sospeso, perciò feci pat pat sul muso del Manichino.

-Ciao caro, spero di rivederti- gli dissi, con un sorriso, prima di correre a raggiungere Toriel

“Sei un caso senza speranza”

Sta zitta, abbiamo avuto un confronto davvero piacevole, e non posso dimenticarlo così, di punto in bianco.

“Senza speranza è riduttivo”

Comunque, raggiunsi Toriel in una stanza porpora come tutte le stanze fino ad ora.

-Eccoti, c’è un altro enigma in questa stanza, spero ce tu riesca a risolverlo- mi informò, e procedette oltre.

Io mi guardai intorno, e notai che il pavimento era in due colori diversi.

Poi lessi una scritta su un muro che diceva che la sala ad ovest era l’impronta di quella ad est.

Io non riconosco molto bene le coordinate se devo essere sincera, ma immaginai che la sala che avevo attraversato fosse uguale a quella che dovevo attraversare, che notai era completamente piena di spuntoni.

Non ci mesi molto a fare due più due.

“Scommetto che ora dirai che dato che nell’altra stanza non c’erano spuntoni di alcun genere allora non dovevi preoccuparti e potevi procedere tranquillamente per tutto il tappeto di spine”

Non sono così idiota, è ovvio che la zona più chiara è quella che devo attraversare!

“…mi sa che un pochino ti ho sottovalutata”

Memorizzai ogni singolo passo, e mi preparai ad affrontare il puzzle, così nessuno mi avrebbe mai più potuto dire che ero un’idiota.

-Allora, due passi avanti, due a sinistra, tre avanti, due a destra, quattro avanti, due a sinistra e tre avanti- mi ripetevo tra me, mentre raggiungevo Toriel.

Improvvisamente una specie di rana gigante bianca mi comparve davanti.

-OH MIMMA!!!- esclamai io.

La rana non capì quello che stavo dicendo, ma probabilmente neanche un qualsiasi altro essere con il dono della parola lo avrebbe capito.

-Ribbit Ribbit- disse lei, e neanche io capii quello che stava dicendo lei, ma supposi si trattassi di qualcosa del tipo: -Voglio fare un gioco con te-

Toriel mi spuntò dietro e guardò male la rana prima che potesse fare qualsiasi cosa.

Essa se ne andò con la testa bassa, e io mi ritrovai davvero felice di avere quella madre yandere iperprotettiva, e tirai un sospiro di sollievo.

“Pffff, comunque si chiamava Froggit, non Mimma”

Fingerò di non aver sentito.

“Ma se è tutto scritto, è ovvio che non senti”

Fingerò di non aver letto.

-Allora, piccola mia, sei pronta?- mi chiese Toriel, incoraggiante.

-Sono completamente, cento per cento, definitivamente, senza nessun dubbio di nessuna entità… pronta!- dissi, convinta.

-Bene piccola mia… mmmmm… questo puzzle mi sembra così pericoloso per te. Ecco, prendi la mia mano- mi incoraggiò, ma non aspettò la mia approvazione, e me la prese lei.

-Ehi, aspetta un attimo- provai ad obiettare, delusa, ma lei aveva iniziato a  procedere, con me alle calcagna come un cagnolino.

-Ma… ma…- dissi io, tristissima, una volta superato il puzzle.

-Bene, procediamo- mi incoraggiò Toriel, andando nella stanza seguente.

-Noi due ci rivedremo- promisi, guardando storto gli spuntoni.

Inutile dire che Chara stava ridendo come una matta nella mia testa, e probabilmente non riusciva neanche a respirare.

“N_Non… AHAHAHAH… ho…. AHAHAHAH… i… AHAHAHAH… p_pol… AHAHAHAH… polmoni… AHAHAHAH… c_creti…”

Vabbè, avete capito.

Mi ripromisi in quel momento di non impegnarmi mai più così tanto per risolvere un qualsivoglia enigma.

Tanto ci sarebbe sempre e per sempre stata Toriel al mio fianco e non avevo assolutamente niente di niente da temere, quindi avrei affrontato ogni cosa senza il minimo pericolo e senza paura, perché avevo una donna capra pronta ad aiutarmi e a… 

-Piccola mia, vedi, devo chiederti una cosa importante adesso. Voglio che tu attraversi questa stanza da sola- 

…proteggermi per sem…

-Come?- chiesi io, sperando di aver capito male.

-E’ per testare la tua indipendenza. Dovrò fare delle commissioni e ti dovrò lasciare sola per un po’. Spero che capirai- mi disse mortificata.

OH C…

“…A**O!?”

…APPERUNCOLI!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Beh, il tuTORIEL è finito xD

Ora sinceramente non ho idea di che cosa farò, anche se la scelta mi pare ovvia: aspetterò Toriel in quella stanza, e stavolta Chara non mi farà cambiare idea

“Sicura? Sai che un bersaglio fermo è facile preda per i mostri?”

… Beh, comunque il capitolo è finito.

Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite e a quelli che hanno recensito.

Gli aggiornamenti continueranno credo con una frequenza così.

Ho già una mezza idea di come andranno le cose e vi dico che potrebbe esserci, nel prossimo capitolo, un’altro personaggio inatteso.

Comunque ci tenevo a precisare che io personalmente vedo Chara e Frisk come femmine perché semplicemente sono femmina io, quindi mi appare inconscio relazionarmi a loro, ma non voglio assolutamente dare per certo il loro sesso.

Semplicemente è una scelta stilistica, e se volete voi potete cercare di leggere al maschile.

E se vi risulta difficile sappiate che comunque Chara è una voce nella mia testa, e io quindi essendo femmina ho una voce nella testa femminile.

Vabbè, questo è tutto, un bacione e alla prossima :-*

“Buona morte a tutti! >:D”

Argh, come devo fare con te -.-‘

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mike Wazowski?! ***


Mike Wazowski?!

 

 

Inizialmente, lo ammetto, mi attaccai con tutta la forza del mondo a Toriel, pregandola di non lasciarmi lì, ma lei, pur se mortificata, era irremovibile.

-Non starò via molto, piccola mia, e se avrai bisogno di aiuto… ecco qui, tieni un cellulare, sentiti libera di chiamarmi quando vuoi- mi diede un cellulare così antico che ero sicura non si sarebbe mai e poi mai rotto, tipo i nokia 3310.

Io rimasi a bocca aperta, e Toriel, vedendomi sistemata, se ne andò a fare le sue commissioni del cavolo.

Io guardai quel gioiellino con gli occhi che brillavano, e non perché sono troppo fissata con i cellulari e non posso staccarmi da loro, perché è mia sorella quella così.

E neanche perché era la prima forma di tecnologia che vedevo da quando ero caduta nelle Rovine, anche se un pochino la cosa mi emozionò.

Il vero potere di quel cellulare era un altro, perché se prendeva, e probabilmente prendeva perché sennò non aveva senso darmelo, potevo chiamare i miei genitori!!!!

Feci velocemente il numero (che ovviamente non scriverò dato che non sono un’idiota) e provai a chiamarli.

Mi rispose una voce completamente sconosciuta.

-PRONTO, CHI PARLA? SE QUESTO E' UNO SCHERZO TELEFONICO SAPPIATE CHE NON POSSO TRATTENERMI, SCUSATEMI. DEVO FINIRE DI RICALIBRARE I MIEI PUZZLE!- disse la voce acuta dall’altra parte della cornetta, non urlava, in realtà, la ma sua voce trasmetteva il maiuscolo, ed io, dopo aver fatto un’espressione confusa, riattaccai, infastidita.

Beh, aveva senso, mondo di mostri, numeri di mostri.

Che pizza!

“Che ca**o!”

Ah, eccoti, mi stavo chiedendo dove fossi finita.

“Sei in questa ca**o di stanza da dieci minuti! PROCEDI!!”

Ignorai la voce, se c’era una cosa che avrei senz’altro fatto quella era rimanere nella stanza.

Mi arrivò una chiamata da parte di Toriel.

-Pronto, piccola mia, mi dispiace ma sto avendo delle complicazioni, potresti per favore aspettare altri cinque minuti?- mi chiese, ed io mi misi seduta comoda vicino ad una colonna, e giocai con il cellulare.

“Stai scherzando?! E’ vecchissimo!”

Ovviamente non l’ascoltai, e chiamai numeri a caso di quelli che in teoria erano miei conoscenti, in pratica degli strani mostri che davvero speravo di non incontrare mai, perché altrimenti sarebbe stato imbarazzante.

“Chris!”

E sta zitta, Chara! Fammi divertire in pace!

Purtroppo, quando un mostro femminile mi urlò nelle orecchie che se mi avesse trovata mi avrebbe infilzata con le sue lance, capii che non era una buona idea continuare, e mi misi a fare avanti e indietro.

Il cellulare squillò, ma non era Toriel, ma… un cane?

Vabbè, lasciai perdere, anche perché mi si stava scaricando.

Così lo bloccai e lo misi in tasca…

“Chris!!”

…e mi appisolai un po’

“CHRIS!!!”

Snort, snort.

“CH… un momento, se lei è addormentata posso prendere io il controllo… mmmmm… non è una cattiva idea, posso uccidere tutti i mostri e farla avanzare e…”

MI SVEGLIAI!! 

“Ca**o! Troppo tardi!”

E siccome dovevo andare in bagno con grandissima urgenza, decisi di cercare una casa qualunque e chiedere asilo, perché dannazione ero lì da qualche ora e avevo bevuto come una matta prima di cadere.

Così procedetti nella stanza accanto, dove c’era Mimma, la rana di prima

“Froggit!”

Come ti pare.

Io misi le mani davanti alla testa preparandomi ad un attacco, ma la rana rimase lì a fissarmi.

E io la fissai.

E lei mi fissò.

E io mi annoiai e adocchiai una stanza dietro di lei, che raggiunsi.

Presi una manciata di caramelle da una ciotola che le offriva e me le misi nell’inventario.

Sinceramente le avrei mangiate anche subito, ma prima di tutto dovevo trovare un gabinetto.

Quindi decisi, incerta, di procedere, sperando con tutto il cuore di non dover fare i miei bisogni nel mucchio di foglie rosse lì davanti.

“Ehi, aspetta! Lì c’è un punto di salvataggio! Salva!!” 

Cosa diavolo…?

“Quello sbrilluccichio in mezzo alle foglie!! E’ un punto di salvataggio!”

Mi avvicinai e ispezionai tra le foglie, per trovare semplicemente un… orologio?

“…”

IO ADORO GLI OROLOGI!! FORSE CE NE SARANNO ALTRI!!

Questo mi diede determinazione! 

“…”

Comunque, procedetti nella stanza successiva senza timori, ed essa si rivelò essere piccola, stretta e senza nemici in lontananza.

Stavo davvero iniziando a sentirmi la regina di quel mondo quando dal nulla si aprì una buca, ed io caddi come una pera cotta dritta su altre foglie rosse.

Purtroppo non cerano orologi tra di esse.

-Ahia- dissi con le lacrime agli occhi.

Il mio coccige chiedeva pietà, infastidito, ma ovviamente non vi scrivo cosa mi disse perché ho già una voce fastidiosa nella mia testa, e fu persino più volgare della stessa.

“Nessuno mi batte in volgarità!”

Fidati, il mio coccige era molto arrabbiato.

“Bah!”

Io rimasi sdraiata sulle foglie per metabolizzare il tutto, poi lentamente mi alzai e mi guardai intorno, per notare che c’era una scala che molto probabilmente conduceva alla zona che avrei voluto raggiungere prima che il pavimento mi tradisse.

Mi arrampicai e uscii fuori, procedendo nella stanza successiva, dove c’era un masso grande quanto me da spostare per premere un interruttore per togliere altri spuntoni.

Roba da The Legend of Zelda!

Il problema è che quando lo fai in un videogioco e ti risulta semplice evitano di dirti che il protagonista ha una forza sovrumana.

E io, questa forza, non l’avevo!

Spinsi con tutte le mie forze, ma ci misi un secolo a spostare il masso, e sudai sette camicie.

Non che portassi camice a dire il vero.

Dopotutto era estate, quindi, come in ogni gita in montagna che si rispetti, avevo messo una t-shirt, dei jeans non troppo pesanti, delle scarpe da trekking e una felpa, quindi diciamo che alla fine di tutto avevo una felpa zuppa e una t-shirt completamente fradicia.

Mi tolsi la felpa e me la misi in vita.

Così non solo dovevo andare con urgenza sempre maggiore in bagno, ma avevo pure una sete tremenda.

Iniziai a lamentarmi a mezza voce, mentre Chara, nella mia testa, mi intimava di sfogarmi ammazzando il primo nemico che mi avesse trovata.

E credo che me la tirò, e anche parecchio, perché non appena arrivai alla stanza successiva, uno strano Mike Wazowski mi bloccò la via, ed io non avevo la più pallida idea di come affrontarlo o aggirarlo.

-Oh Cavolo!!- esclamai, spaventata.

“Non si chiama Cavolo ma…” provò a prendermi in giro Chara.

-Non prendertela con me- mi disse quello.

-Un momento, se tu sei Mike Wazowski significa che in realtà io sono finita nell’universo di Monster & Co. ed io sono come Boo!- esclamai, emozionata -Comunque tranquillo, non me la prendo con te- aggiunsi poi, per mettere le cose in chiaro. 

Lui mi attaccò con delle strane palline che io, con difficoltà, riuscii a schivare gettandomi a terra.

Era una buona strategia, anche se il mio coccige non l’apprezzava.

-Mi lasci passare, per favore?- chiesi poi, sorridendo amabilmente.

Lo ammetto, se non l’avesse fatto sarei stata disposta a spostarlo di peso, ma mi piace tentare con le buone prima di passare alle cattive, soprattutto se sono disarmata contro un mostro da un occhio solo che usa attacchi magici e che mi ricorda un mio mito di quando ero piccola.

Lui, strano a dirsi, mi fece passare, e mi diede un po’ di monete, che io, confusa, misi in tasca.

Poi mi accinsi ad attraversare senza problemi il pavimento, ma caddi nuovamente a terra, su un altro mucchio di foglie rosse.

Ormai non ce la facevo più, e mi abbandonai su di esse privata di ogni energia, e senza la minima voglia di risolvere anche quel puzzle.

Chara!

“…”

Chara, ti sto chiamando!!!

“Sogno o son desta. Hai deciso finalmente di permettermi di uccidere tutti e prendere possesso del tuo corpo usandoti come una marionetta umana di pelle e ossa che posso trattare come voglio a far uccidere numerose volte contro i boss più difficili prima di strappare loro la vita una volta per tutte?! MUAHAHAHAHAH, FINALMENTE CA**O!!!”

Ok, ho cambiato idea, non mi rivolgerò mai più a te.

“Ma..”

Insomma, Gravity Falls mi ha insegnato a non affidare il proprio corpo a un demone giallo.

“Io non sono gialla!”

Ma la tua maglia è verde e gialla, quindi shhhh!

“Ma…”

Ciò non toglie che ho bisogno di aiuto per questo puzzle, e devo troppo andare in bagno!!!

“Se non mi fai prendere possesso del tuo corpo non ti dirò nulla!”

Sai vero che se non mi dici nulla io non proseguirò e tu devi farmi proseguire per forza, vero?

“Hai già degli ottimi motivi per proseguire, non c’è bisogno di me”

Capperi! 

Rimasi lì per un po’, poi sbuffai e mi alzai, per andare alla fine della stanza e vedere come risolvere il puzzle, ma non riesco a concentrarmi quando devo andare urgentemente in bagno, quindi finii per ributtarmi sulle foglie sperando in un miracolo.

E il miracolo… non avvenne perché tutto quello che arrivò fu una gelatina verde che mi bloccò la strada.

Io sono matta per il budino, e mi dovetti convincere che aveva il sapore di broccoli per evitare di mangiarla, visto che oltre alla sete stavo iniziando ad avere fame.

-Ehm, ciao gelatina- dissi, prendendo una delle caramelle che avevo racimolato prima e mettendola in bocca, giusto per evitare di mangiarmi lei.

Quella fece dei versi strani, e io ne presi un’altra dalla tasca e gliela diedi.

La gelatina sembrava soddisfatta, e se ne andò saltellando e sballonzolando via, senza neanche attaccarmi, e lasciandomi una mancia di una moneta.

-Ti sei sprecata- commentai sarcastica, ma la intascai ugualmente, felice.

Il problema di prima però c’era ancora.

CHARA!!!

“Hai cambiato idea?”

No, ma…

“E allora non ti servo!”

Ma insomma, devo sbrigarmi, sono stanca, ho fame, ho sonno e…

Mi venne un’idea geniale, e chiamai Toriel, piena di aspettative.

Purtroppo mi rispose un cane, che abbaiò sonoramente e poi chiuse il telefono.

-Ma… ehi!!- mi lamentai, chiudendo il telefono.

Poi sbuffai sonoramente, e mi stavo quasi per rassegnare e provare a farlo io stessa quando un altro Mike Wazowski mi arrivò davanti.

-Ci mancavi solo tu!- commentai, seccata.

Non fu una buona scelta, perché quello mi uccise.

Fine!

No, ok, non finì, perché mi ritrovai nel punto dove avevo trovato l’orologio.

Certo che Mike Wazowski era irritabile.

Comunque, tornai alla stanza di prima dopo aver affrontato nuovamente alcuni mostri senza però morire più, per fortuna, e, davanti al pavimento che cadeva e senza la minima intenzione di buttarmi ancora, mi misi in ginocchio in posizione di preghiera

-Invoco il publbico da casa affinché mi dia un aiuto esterno!- dissi al nulla, un Froggit di passaggio mi guardò storto e probabilmente pensò fossi pazza perché decise di non attaccarmi.

“Già, il pubblico da casa, al massimo i lettori, e comunque non potresti semplicemente…”

*Suggerisci a Chris di andare verso il muro, poi fare sette passi davanti e voltare a sinistra per tre, poi andare a sinistra per altri tre, a destra di due, a destra fino in fondo e poi procedere dritto fino alla fine

“…”

“CHI E’ QUESTA ESALTATA!!!”

*Dici a Chara che il tuo nome è Frisk, e che aiuterai nell’impresa nei momenti di massimo bisogno

“NO!!! SONO IO LA SUA VOCE NELLA TESTA!!!”

Un momento, un momento, perché parli in seconda persona?

“Chris, non puoi chiedere a qualcuno perché parla in seconda persona!”

Non venirmi a dare lezioni di buone maniere!

*Rispondi che parli in seconda persona per mantenere un tono professionale e senza emozioni

Ah.

*Aggiungi che il tuo lavoro qui è finito, e che Chris potrà invocarti solo quando si troverà in una situazione davvero disperata, e che questa era solo un intervento in via del tutto eccezionale

Ah.

*Saluti tutti i lettori e fai una linguaccia a Chara, insultandola.

“EHI!!”

Ok, mi sta già davvero molto simpatica.

Ovviamente seguii alla lettera i suoi consigli, e mi ritrovai nella stanza accanto in men che non si dica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Non sono del tutto soddisfatta, ma il punto forte della storia sta per iniziare, qui siamo solo all’inizio.

Dopotutto tra un paio di stanze c’è un fantasma più asociale di me.

Spero che comunque questo capitolo vi abbia strappato un sorriso e non mancate di farmelo sapere se così è stato ;)

Vi è piaciuta l’introduzione a sorpresa di Frisk?

Ovviamente non la metterò molto, Chara basta e avanza pure tanto.

“EHI!!!!”

Ecco, appunto, mi rovina pure l’angolo autore.

Comunque, come potete vedere non ci sono punti di salvataggio, ma solo eventi o avvenimenti che mi rendono determinata, e quindi mi aggrappo a quel ricordo per ritornare in vita.

E le battaglie non sono a pulsanti, quindi è anche più complicato fare la scelta giusta.

Diciamo che è molto più realistico, più o meno.

E, a differenza di Frisk, io ho i miei bisogni umani quali dormire, mangiare e… insomma, il momento quando la natura chiama.

Quindi fidatevi, non seguirò minimamente il percorso originale ;)

E vi è piaciuto il piccolo cameo di Papyrus? Speriamo non si ricordi della mia voce quando ci incontreremo, così com Undyne, potrebbe volermi ancora più morta xD

Come sempre ringrazio tutti quelli che seguono, recensiscono e anche solo leggono questa storia.

Veramente vi ringrazio con tutto il cuore <3

Un bacione e a…

“VAFFAN**LO!!!”

CHARA!!!

“Speravo di prenderti in contropiede che pa**e!!”

Dovrai tentare meglio di così -_-

“Hai appena imitato quella pu***na di Frisk, ahahahah!”

Uff...

Un bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Un fantasma più asociale di me? ***


Un fantasma più asociale di me?

 

 

Il telefono squillò.

-Uff, scusami piccola mia. Un cane mi aveva rubato il telefono, ma sono riuscita a recuperarlo. Come stai? Non sei uscita dalla stanza, vero?- dall’altra parte c’era Toriel.

-Ti ho chiamata un sacco di volte! Devo andare in bagno!- dissi io, con voce insolitamente acuta, ormai non ce la facevo proprio più.

-Oh!- commentò Toriel dall’altra parte, ma continuò subito, e aveva una voce… sorridente. 

Aspettate, si può dire sorridente di una voce? Boh.

“No”

Invece si, facciamo finta di si.

-Nella stanza dove ti ho lasciato c’è un bagno pubblico dietro la colonna alla fine. E’ un po’ piccolo ma se è urgente non sarà un problema spero- mi disse, ed io sbarrai gli occhi e guardai la stanza dietro di me, che non avevo la minima intenzione di affrontare nuovamente.

-Ehm… ci sono altri bagni pubblici nelle rovine?- chiesi, cercando di non far trasparire il tono colpevole.

-Non che io sappia, perché? Non sei uscita dalla stanza, vero?- mi chiese preoccupata, ed io, che sono orgogliosa e non voglio mai risultare disobbediente, anche perché non mi sarei potuta giustificare con un: La mia vocina mentale antipatica mi ha costretto, decisi di mentire, anche se non mi piace farlo.

-Nooo, non sono uscita- immaginate che la mia voce sia fintissima come quella di una persona che sa recitare che finge di non saper recitare -Ma se, ehm, eventualmente, dopo che mi avrai portato a casa tua, dovessi andare in bagno…- iniziai a dire, ma Toriel mi interruppe.

-Non preoccuparti, c’è un bagno in casa, non sono una selvaggia- mi disse… sorridente di nuovo, lo posso davvero dire?

“NO!”

Zitta, è la mia storia e posso fare quello che voglio.

Comunque, io ebbi una mezza idea di iniziare a sbattere brutalmente la testa contro una delle tre rocce della stanza dove mi trovavo, ma Toriel continuò a parlare sorridente.

“Bah…”

-Comunque, piccola mia, preferisci cannella o caramella al burro?- mi chiese, con voce carica di aspettativa.

Che sapore ha la caramella al burro? 

Sinceramente non lo sapevo, ma decisi di optare per quello, dato che caramella e burro nella stessa frase mi interessavano abbastanza, e la cannella non mi fa affatto impazzire.

-Caramella al burro, perché?- in realtà non mi importava nulla del perché, dato che avevo tre massi da spostare ed una fretta abissale, ma non volevo sembrare poco interessata.

-Oh, nessuna ragione, grazie di avermi avvisato- e Toriel riattaccò senza neanche un ciao.

“E’ stata proprio una ca**o di maleducata, io la ucciderei se fossi in te”

…opterò per l’opzione di ignorarti e basta, Chara.

Iniziai a spostare i tre massi, stavolta con un bel lavoro di piedi e scalciate, ma non avevo neanche finito con il primo masso che il telefono squillò di nuovo.

Osservai per sicurezza il numero, non volevo fosse di nuovo quella donna nervosa che mi aveva minacciato di morte per lo scherzo telefonico, ma era solo Toriel.

-Pronto, Toriel- risposi con il fiatone.

-… ah, doveva essere proprio urgente- commentò lei. Che illusa, credeva davvero fossi ancora nella stanza.

-Ehm, cosa c’è?- tagliai corto io, mentre continuavo a scalciare la roccia.

-Oh, ecco, volevo sapere se, ehm, storceresti il naso se trovassi un po’ di cannella nel piatto. So qual è la tua preferenza, ma…- Toriel sembrava a disagio, ma io lo ero di più.

Insomma, avrei tanto voluto dire che odiavo alla follia la cannella, che dalla volta in cui l’avevo mangiata per sbaglio su una mela e avevo quasi vomitato l’anima avrei voluto distruggere tutte le scorte del mondo e che non l’avrei mai più voluta mangiare, ma non lo feci, perché sono beneducata.

“Più che altro ti manca spina dorsale, carissima”

Invece dissi una cosa del tipo.

-No, tranquilla, Toriel. Mi piace anche la cannella- e immaginate di nuovo il tono fintissimo di prima.

-Oh, perfetto, allora- e riattaccò, contenta.

Iniziando a zompettare in giro per i bisogno urgentissimo di andare alla toilette, decisi di tornare all’idea di prima e iniziai a sbattere la testa contro una roccia che avrei dovuto spostare.

-Hey, un po’ di rispetto, ragazzina!- mi disse la roccia.

Io non mi stupii, o meglio, mi stupii meno del solito. 

Infatti feci solo un balzo talmente sorpreso che andai a sbattere contro la roccia adiacente, provocandomi una fitta alla spalla.

-Roccia, parli pure tu adesso?- chiesi, lamentosa.

-Certo, e non provare a spostarmi come hai fatto con l’altra roccia- si arrabbiò lei.

-Come se mi facesse piacere- borbottai tra me e me -Voglio solo sbloccare l’uscita- dissi poi, alzando le mani in segno di giustificazione.

-Ah, quindi mi stai chiedendo di spostarmi?- chiese la roccia, incerta.

Io rimasi ammutolita.

Passarono alcuni secondi.

-Ehm, ti ho fatto una domanda, umana- cercò di riscuotermi la roccia.

-Tu ti sposti da sola- dissi solo io.

-E’ una specie di minaccia?- la roccia era un tantino confusa.

-TU TI SPOSTI DA SOLA!!! OH, ONNIPOTENTE ROCCIA, GRAZIE MILLE PER NON FARTI SPOSTARE DA ME, SE TI MUOVI LI’ IO TI FARO’ UN SACCO DI STATUE E…-iniziai a dire inchinandomi a lei.

La roccia, se avesse avuto una faccia, mi avrebbe senz’altro guardato confusa come a chiedersi che strana malattia mentale avessi.

“Schizofrenia è solo una delle tante”

E poi mi interruppe.

-Calma, calma, mi muovo, mi muovo, ma basta con tutte queste cerimonie- e si spostò fino all’interruttore, che, nonostante mancasse un’altra roccia da spostare, liberò l’uscita.

-Ho un debito, roccia- l’abbracciai stretta.

“Adesso questa qui ti tradisce”

-Si, si, ora vattene, così posso spostarmi- mi incoraggiò lei in tono burbero, scrollandosi di dosso la mia sgradita presenza.

-Ok, grazie ancora- non appena varcai le spine, la roccia si spostò, e sono convinta che non mi avrebbe mai più fatto passare.

Si, sono molto brava a farmi degli amici.

Comunque arrivai in un posto tranquillo, con nessun nemico all’orizzonte, una tana di topo e un pezzo di formaggio.

“Magari un giorno il topo uscirà fuori dalla tana e prenderà il formaggio, è un pensiero che fa salire determinazione, forse adesso riuscirai a salvare”

Mi precipitai a prendere il formaggio, ma era attaccato al tavolo.

“Che stai facendo?”

Prendo il formaggio, io adoro il formaggio!

“E a cosa ti serve il formaggio? Lo mangi così, a pezzi? E poi pensa al povero topo”

Innanzitutto i topi qui sono senz’altro tutti umanizzati oppure sono tipo Ratatouille, quindi non necessitano di solo formaggio per nutrirsi, e secondo, metti che incontro, chessò, un piatto di spaghetti al sugo, devo per forza metterci il formaggio, io AMO il formaggio, soprattutto sugli spaghetti.

“Come fai a sapere che incontrerai degli spaghetti?!”

…Perché, li incontrerò davvero?

“No, cioè, non lo so, potresti ma anche no, insomma…”

CHE BELLO!!! ORA SI’ CHE SONO DETERMINATA A CONTINUARE, e non solo perché ho davvero bisogno di andare in bagno.

“… ok, questa tipa è strana”

Presi il formaggio utilizzando tutta la forza che avevo a disposizione e alcuni pezzi impolverati che non mi sembravano molto puliti li diedi al topolino dentro la buca, che squittì ma non si fece, per fortuna, vedere.

Poi uscii dalla stanza, sperando di essere almeno a metà strada.

Ma vidi una cosa che fu più sconvolgente di tutti i mostri visti finora, e non in senso negativo.

Infatti vidi un fantasma, sdraiato sul pavimento.

-Questa la devo dire a mamma- dissi tra me.

Infatti mia madre è tutta fissata con i fantasmi e gli show sui medium tipo, ehm, Medium.

Il cuore mi batteva forte, ma i fantasmi non fanno nulla, quindi non ero spaventata.

Mi avvicinai circospetta e decisi di provare a saltarlo, dato che mi sembrava stesse dormendo beato.

Il fantasma iniziò a tremare, ed io mi ritirai.

-Okay…- mi misi in ginocchio e lo osservai, lui si alzò lentamente ed io sobbalzai.

-Oh, Cielo! …Ehm… ciao, fantasma- ero abbastanza bianca cadaverica, probabilmente lui mi scambiò per un suo simile, comunque mi guardò con testa bassa.

-Oh…. immagino che noi ora dovremo combattere- disse tristemente.

-Che?! No, no, non ce n’è bisogno, io…- provai a dire, ma lui non mi stava ascoltando.

-Almeno posso mettere un po’ di musica? Non mi piace combattere in silenzio, mi fa sentire ancora più solo- mi chiese tristemente rassegnato, ed io lo guardai piegando la testa.

-Certo- acconsentii, prima di tornare a cercare di persuaderlo a non attaccarmi -Comunque io vorrei solo…- provai a dire, lui mise la musica.

Io mi interruppi, ed iniziai ad ascoltarla.

-Va bene, umana… fai tu il primo attacco?- chiese il fantasma.

Io iniziai a muovermi a ritmo di musica.

-Figa questa musichetta- commentai solo.

Il fantasma, con le lacrime agli occhi, sembrava sorpreso.

-Cosa? Ti piace?- chiese, incredulo, colpendomi con un po’ di lacrime acide.

Io cercai di evitarle, ma una di esse mi bruciò la spalla.

-Ahi- dissi, massaggiandomi la zona.

-Oh…. scusa….- mi disse lui, con altre lacrime.

-Cielo, fantasmino, calmati. Non è nulla, tranquillo. Comunque si, mi piace molto, davvero- lo rassicurai con un sorriso -Insomma, non è proprio il mio genere, ma è molto orecchiabile- aggiunsi poi, prendendo il tempo con il piede.

Lo ammetto, non sono esperta di musica, però mi piace ascoltarla, ed adoro cantare, anche se nel ballo sono una frana pazzesca.

-Oh….. davvero?- commentò il fantasma, commosso.

-L’hai fatta tu?- chiesi curiosa, ma pronta ad evitare altre lacrime acide vaganti.

-Io… si, l’ho composta io… ma non è un granché…- si sminuì lui, abbassando la testa.

-Vuoi scherzare, sei bravo. Ce la vedo da matti in un videogioco o in una puntata di qualche serie televisiva. Poi vabbè, io non sono un’esperta, anzi, sono un po’ una frana per queste cose- ammisi, alzando le spalle incerta.

-Oh……. Di solito vengo qui perché non c’è nessuno, ma oggi ho incontrato qualcuno di gentile. Grazie umano… ti lascerò passare e…. oh, ma sto parlando troppo, scusami….- e detto questo sparì, togliendo la musica e lasciandomi a muovermi nel nulla.

-Ehi, ma…- sospirai, seccata.

-Mi sarebbe piaciuto chiacchierare un altro po’- commentai, triste, ma decisi di procedere, dato che tra la bruciatura e il bisogno di andare in bagno stavo davvero per impazzire.

Mi ritrovai però in un bivio.

Dovevo andare dritto o procedere a sinistra.

Stavo per procedere a sinistra quando Chara richiamò la mia attenzione, e lo dico, era molto meglio se non l’avesse fatto.

“Chris! Vai dritto!!”

Perché mi dovrei fidare di te?

“Ehm… se vai dritta potrai comprare delle ciambelle”

Non so se crederti.

“Te lo giuro, che tu possa sostituirmi con quella zo**ola di Frisk se sto mentendo”

Ok, ti prendo in parola, adoro le ciambelle.

Stavo per diventare nuovamente determinata quando, non appena arrivai nella stanza davanti, il mio cuore perse un battito.

Infatti c’erano due enormi ragnatele.

“Pfffffff” Chara si stava trattenendo dal ridere, quella bas… voltagabbana.

Sbarrai gli occhi, ed iniziai ad indietreggiare con una lentezza esasperante, senza osare guardare in alto. Tremavo come una fogliolina su un albero ed il mio cuore batteva tutti i suoi battiti.

Il problema è che un ragno grande quanto la mia mano comparve sulla ragnatela più grande.

-Salve, umana, vuoi una ciambella dei ragni, fatta dai ragni, per i ragni, con i ragni? Tutti i ricavati vanno a veri ragni- mi disse il ragno con voce squillante, muovendosi verso di me.

-AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!- urlai mentre mi venivano le lacrime agli occhi, uscendo dalla stanza.

“AHAHAHAHAHAHHAHAH!!!!” rise invece quella str…ofinaccia di Chara alle mie spalle

“Guarda, ahahahaha, che, ahahahah sono ahahahah nella tua ahahahah testa ahahahahahah”

E’ un modo di dire figlia di… una madre simpatica.

“Ti sto spingendo al limite cara mia”

Ti odio!!!

Perché se c’è una cosa che non sopporto, che davvero temo alla follia, che odio con tutto il cuore del mio cuore e di cui ho una fobia incredibilissima, sono i ragni!!!

Uscita da quella stanza, ancora tremante e terrorizzata, sperai solo di non incontrarli mai più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Stavolta Chara l’ha fatta grossa!

“Aspetta di arrivare a Hotland ahahahahah xD”

Uff, adesso tipo censurerò ogni parola che dirai, pure se non sono parolacce

“C**a?! S*ai scher**ndo?! CA**O!!”

Ah, che bella soddisfazione.

Comunque, scusate se ho aggiornato troppo tardi, ho avuto cose da fare e sono riuscita a scrivere questa storia solo oggi (anche perché devo assolutamente finire di scrivere una long entro il 7 e sono in altissimo mare mannaggia) 

Perciò spero davvero che il capitolo vi piaccia, e volevo puntualizzare una cosa che forse avrei dovuto dire dal primo capitolo ma vabbè.

Tutto quello che scrivo qui, critiche, pensieri eccetera sono solo personali e non intendono accusare nessuno, come nel prologo che dico che non mi piacciono gli OC non intendevo sminuire tutti gli OC ma prendermi in giro da sola.

Sono tutte solo e semplici opinioni personali che non devono essere prese come fatti perché io per prima non li considero tali, voglio solo fare una storia demenziale semplice da scrivere e senza offendere nessuno.

Ora che ho chiarito, anche se avrei davvero dovuto metterlo al primo capitolo e forse lo farò, spero che la storia vi piaccia e vi informo che nel prossimo capitolo potrei finalmente andare in bagno.

Comunque se non affronto tanti mostri è perché vorrei soprattutto concentrarmi sui boss, ma ne incontrerò altri non temete.

Grazie a tutti quelli che seguono, recensiscono, leggono la storia e un grande abbraccio a tutti.

Un bacione e alla prossima :-*

 

P.s. Non è davvero figa la musichetta del fantasma? <3 Un momento, non so il suo nome! :O
"Pffff, sfi**ta... E*i, n*n e*a u*a parol**cia!!"

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ehm, Carota, devo per forza mangiarti? ***


Ehm, carota, devo per forza mangiarti?

 

 

Quando raggiunsi la stanza che avrei dovuto scegliere al posto di quella dei ragni, mi accasciai a terra, distrutta dalla corsa, dall’incessante bisogno di un luogo dove evacuare e dalla stanchezza che iniziava a farsi sentire.

Inoltre avevo anche fame, e non potevo campare di caramelle.

Nella sala che avevo appena raggiunto c’erano tre rane come quella che avevo incontrato all’inizio, ed io decisi di chiedere loro indicazioni su come raggiungere la casa di Toriel, in modo da non perdermi nuovamente in mezzo a ragnatele orribili e disgustose.

-Salve, ehm, Mimma, giusto?- chiesi, non ricordandomi il vero nome.

“Froggit!!!” 

Ah, ecco.

Sono una frana con i nomi, li dimentico sempre.

-Ciao Froggit- salutai, e la rana mi guardò.

-Ah, l’umana che…- iniziò a dire lei.

-Volevo chiederti un favore, è molto urgente- la interruppi io, e lei sembrò infastidita.

-Ah, vedo che sei proprio…- iniziò probabilmente ad insultarmi, ma io non la feci finire, e continuai.

-Davvero mooolto urgente- sottolineai, la rana iniziò ad avere un tic all’occhio.

-Non mi fai neanche fini…- iniziò a lamentarsi, ma io spiegai i miei bisogni senza badare molto a lei.

-Insomma, c’è questa capra, che mi ha lasciato qui, ed io devo andare in bagno, quindi, insomma…- cercai un bel modo di dirlo, e la rana pensò avessi finito di parlare.

-Pensavo avresti saltato il discorso, non che l’avresti interrotto!- esclamò seccata.

-Ehi, non interrompermi quando parlo!- mi arrabbiai io, incrociando le braccia.

A quel punto la rana decise che non valeva la pena impegnarsi, e se ne andò zompettando.

-Ehi, aspetta!- provai a richiamarla, ma lei era già lontana, per fortuna ce n’erano altre due poco distanti.

-Salve Fro… ma vi chiamate tutte Froggit o è tipo il nome della specie?- mi chiesi, quasi tra me.

“No, guarda, le loro madri non hanno fantasia, è ovvio che è il nome della specie, stupida!”

Grazie Chara, sempre molto gentile e paziente.

Comunque mi avvicinai all’altra froggit, che però, visto quello che era accaduta alla sua amica, decise di scappare a zampe levate.

Non nel senso che se l’era levate letteralmente.

“Non serviva specificarlo”

Con questi mostri non si può mai dire.

Dato che il problema iniziava a farsi urgente davvero (non che prima non lo fosse) decisi di procedere e basta, per raggiungere il più in fretta possibile la casa di Toriel.

Così evitai di parlare con l’ultima rana rimasta, che a dire il vero sembrò un po’ delusa, e raggiunsi la stanza successiva, che mi fece venir voglia di morire di nuovo.

“Posso accontentarti subito, sai?”

Zitta, tu.

Era una stanza lunga e piena di buchi, e c’era una scritta che diceva che in una di queste buche ci sarebbe stata la porta per aprire la stanza successiva.

Io mi lasciai cadere a terra, del tutto priva di determinazione.

Ma proprio mentre stavo valutando l’idea di fare la selvaggia e urinare in giro da qualche parte, Chara decise di spronarmi.

“Sii determinata, e che diamine. Vedili uno alla volta e figurati se quello giusto sarà l’ultimo!”

Evidentemente le mie lamentele avevano sfiancato anche lei.

-Con la sfortuna che mi ritrovo sarà così…- mi dissi da sola a denti stretti.

“Se non vai subito ti possederò, ucciderò tutti e poi, e poi… butterò via il formaggio che hai raccolto e tutte le caramelle!!”

NON IL FORMAGGIO E LE CARAMELLE!!!

Mi alzai di scatto e mi gettai sulla prima buca con la massima determinazione.

Con meno determinazione mi resi conto che ero caduta in una buca con un qualcosa di strano che sbucava dal terreno.

Mi avvicinai lentamente, forse era la levetta, anche se sembrava quasi una carota.

Io, beh, non sono un’amante della verdura e della frutta, lo ammetto, ma le carote mi piacciono abbastanza.

Purtroppo non era una levetta, e nemmeno una carota, almeno non proprio.

Spuntò dal terreno e mi guardò con degli occhietti pieni di un desiderio terribile.

“Ti voglio ricordare che questa è una storia a rating verde”

Non quel tipo di desiderio… lui… voleva darmi verdura e frutta.

“GASP!”

Mi si avvicinò zompettando, con attacchi pronti, e mi disse tre minacciose parole, che me le sognai la notte per qualche giorno.

-Mangia le verdure!- spedendomi tutto in bocca.

-AHHHHHH- io scappai su per il tunnel alla massima velocità, ma una volta risalita ricaddi dentro allo stesso buco, e quindi mi ritrovai davanti la stessa carota, seccata.

-Mangia le verdure!!- ripeté, con più enfasi, bloccandomi la strada, ed io decisi di fare la cosa migliore in quel momento.

“Ormai ti conosco e so che significa farti uccidere, perciò ti farò restare determinata con queste parole: se muori dovrai rifarti tutto questo percorso daccapo e rincontrerai… i ragni!!”

Inutile dire che mi abboffai senza ritegno, pur rischiando di vomitare, e quando tentai di mangiare anche il mostro la carota decise di andarsene, e soddisfatta mi lasciò qualche moneta, che io misi in tasca.

Così risalii, con la pancia piena di cose orribilmente sane e la vescica che chiedeva pietà peggio del coccige.

E poi mi buttai nel tunnel immediatamente sotto quello appena imboccato.

Lì trovai un bel fiocco rosso, e mi stava quasi per risalire la determinazione quando mi ricordai che in quel momento non mi servivano fiocchi, ma bagni.

Decisi comunque di metterlo, visto che ho i capelli lunghi come Rapunzel e iniziavo a sentire caldo.

Così mi feci una bella coda di cavallo, e…

“Sai che più parli più tardi arriverai a casa di Toriel?”

Giusto, comunque risalii nuovamente e scesi nel tunnel subito avanti a quello appena imboccato.

Lì ebbi una graditissima sorpresa.

Infatti, sdraiato a terra, c’era il mio carissimo amico… amico… 

-Ciao fantasma!! Che bello vederti. Volevo giusto chiederti il tuo nome. Prima non me lo hai detto- lo salutai con un grande sorriso, e lui mi guardò, sorpreso.

-Ohhh…………. il mio nome è Napstablook. Quanto sono maleducato. Scusami. Ohhhhhhhhhhh……………..- e scomparve subito, depresso.

-No, aspetta, non intendevo…- cercai di fermarlo, ma era troppo tardi.

-Il mio nome è Chris, comunque- dissi in un sussurro, prima risalire.

“Hai un’abilità incredibile nel farti odiare dai mostri e nel deprimerli” ridacchiò Chara nel mio cervello, ed io mi buttai con leggerezza nel buco che per fortuna aveva la levetta.

Io la spinsi con foga e corsi fuori, diretta nella stanza successiva.

“Non vuoi controllare gli altri…” provò a suggerirmi Chara, ma io avevo le scatole piene.

Superai le ultime stanze a specchio con facilità.

Dopotutto le colonne non nascondevano i colori, dato che io non avevo una prospettiva solo frontale, e quindi mi ritrovai di nuovo in un bivio.

“In alto c’è Toriel!” mi suggerì Chara, ma io ormai ero diventata furba, e non avevo più intenzione di seguire i suoi consigli stupidi.

“Ma guarda che c’è davvero…”

-Bla bla bla bla bla, non ti sento- dissi a me stessa mentre andavo avanti, ma mi ritrovai solo con una froggit che mi guardò storto, credendomi pazza.

-Ho visto Toriel uscire dalla stanza con un sacco di cibo. Non le ho chiesto cosa stesse facendo, noi mostri siamo spaventati da lei- mi informò, indicando una stanza dietro di lui, o lei, chissà se quella froggit era maschio o femmina.

“Ti interessa davvero?!”

Comunque, diedi un’occhiata alla stanza, ma era vuota, ad eccezione di un coltello di plastica.

Decisi di prenderlo, giusto perché ci entrava nella mia tasca.

“Ah, vedo che stai entrando nello spirito genocida. Sono molto fiera, muahahahah”

L’avrei buttato alla prima occasione, l’avevo preso solo per non lasciare spazzatura in giro. Sono una tipa ecologica io.

“Ed io stupida che ci stavo pure credendo”

Infatti, sei proprio stupida.

Tornai indietro saltellando, ma badate, non perché ero allegra per aver zittito Chara, ma più che altro perché ormai non mi trattenevo più, e decisi di andare nella direzione indicatami precedentemente da Chara, che, guarda caso, portava alla casa di Toriel.

“Chi è la stupida adesso?!”

Zitta, tu mi hai dato l’informazione giusta perché sapevi che non l’avrei seguita!

“Beh, si, mi hai beccata. Ma alla fine ho vinto io. Tiè”

Comunque (ma quanti comunque dico?) arrivai a casa di Toriel, proprio mentre quest’ultima usciva di casa e mi chiamava al cellulare.

Quando si dice sfiga! Se solo avessi aspettato un altro po’ non avrei dovuto fare tutto da sola ma mi avrebbe chiamato e mi sarebbe potuta venire incontro.

“Non è così che funziona”

Perché, che intendi?

“Lascia perdere, guarda”

-Ma, ma come sei arrivata qui?- mi chiese la mamma capra, controllando le mie condizioni.

Io abbassai la testa colpevole.

-Scusami, Toriel. Ma dovevo andare in bagno e non sapevo ce ne fosse uno nella colonna, così ho affrontato tutte le stanze. Ho provato a chiamarti prima, ho anche fatto un sacco di scherzi telefonici, ma tu non hai risposto perché un cane ti aveva rubato il telefono, ed io allora ho affrontato tutto perché dovevo andare in bagno e c’erano mostri, e una froggit mi odia anche se non ho capito perché. E poi c’era questo fantasma carino carino che mi odia anche lui perché l’ho depresso anche se non era mia intenzione e Mike Wazowski mi ha ucciso e così sono ritornata indietro, e dovevo ancora andare in bagno quindi ho proseguito, e poi Frisk mi ha aiutato, ma se n’è andata, e Chara mi ha fatto incontrare i ragni, ed io odio i ragni. E una carota voleva che io la mangiassi e mi ha dato tante verdure e mi sono ingozzata, ma dovevo comunque andare in bagno e… Toriel, ti prego, dov’è il bagno?!?!?- spiegai in poche parole la situazione, ma Toriel non sembrò afferrare bene tutto quello che avevo detto, e mi guardò confusa.

Poi scosse la testa, curò le varie cose che mi avevano colpita, tipo le lacrime acide di Napstacoso e mi accompagnò dentro casa.

-Il bagno è la prima porta a sinistra, da quella par…- indicò un lungo corridoio, ed io mi ci fiondai di scatto.

Quando finalmente svuotai la mia vescica, beh, fu allora che davvero tornai determinata.

Eccome se ero determinata.

“Era ora. Presto, prendi il coltello e ammazza tutti!”

Determinata a farmi una bella dormita ristoratrice.

“MA VAFFAN**LO!!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Beh, dai, ho aggiornato presto :)

*Sguardi di disapprovazione dalla folla*

Come dite, sono passati mesi?! *controlla il calendario*

Scusate davvero tantissimo, ma tra la scuola, i vari contest a cui devo partecipare, la scuola, uno spettacolo teatrale che ho fatto mercoledì, la scuola, vari casini in famiglia e la scuola, ho avuto poco tempo e poca ispirazione per questa storia.

Però sono tornata ad aggiornare, sono finalmente andata in bagno e, boh, secondo me le cose inizieranno a farsi ancora più divertenti una volta raggiunta snowdin.

Vi prometto che cercherò di aggiornare con più frequenza, ora che iniziano le vacanze, e spero davvero di poter anche tenere una media di un capitolo alla settimana, visto che quando mi ci metto escono abbastanza velocemente.

Avrei tanto voluto farlo più lungo ma mi è uscito così.

Nel prossimo affronteremo mamma capra, in una battaglia in cui è impossibile morire (fidatevi, io ci ho provato apposta ma è fin troppo difficile).

Chissà come me la caverò.

“Secondo me ci resti secca più e più volte”

Sei sempre pessimista

“Sono realista, e Manuel Darknight è d’accordo con me >;)”

A proposito di questo. Scusate se non rispondo alle recensioni, ma sappiate che le leggo con davvero tantissima gioia.

Cercherò di rispondere ora che mi libero un po’, perché mi si sono accumulate e ci tengo a rispondere bene.

Un bacione e alla prossima :-*

“Un pugno di ferro allo stomaco e morite di emorragia interna >:)”

CHARA, PIANTALA, NON SI CONCLUDONO I CAPITOLI COSI’!!!

“Ma neanche urlando!”

Sigh, perdonatela, sapete com’è fatta <:)

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il fuoco non mi convince a rimanere, mamma capra ***


Il fuoco non mi convince a rimanere, mamma capra

 

 

Però non avevo la più pallida idea di dove dormire, perciò cercai Toriel, che era seduta su una poltrona in salotto.

-Oh, hai fatto presto. Mi dispiace che tu abbia dovuto aspettare. Non avrei mai dovuto lasciarti sola- abbassò la testa, affranta, ed io mi sentii maggiormente in colpa.

-No, Toriel, non è vero, è colpa mia. Dovevo rimanere nella stanza e tutto sarebbe andato bene. E sono una tipa diligente di solito, solo che tutto questo è molto strano- cercai di rassicurarla, avvicinandomi.

Toriel mi sorrise, materna.

-Lo capisco, una volta avevo…- iniziò a dire.

“Non dovevi chiederle della stanza da letto?!” Chara sembrava restia a farmi scoprire cosa Toriel stesse per dire, ma prima che potessi dirle che era davvero maleducata mi scappò uno sbadiglio, e Toriel si interruppe comunque.

-Oh, ma vedo che sei stanca- si alzò dalla poltrona e posò il libro.

-Su, vieni, ti mostro la tua stanza, e quando ti sveglierai mangeremo insieme una fetta di torta che…- si interruppe di scatto, come cadendo dalle nuvole.

-Cioè… ma ormai non credo di potertelo tenere nascosto ancora a lungo. Mi sono assentata per prepararti una torta alla cannella e alla caramella al burro. Ci ho messo un po’. Sai, per festeggiare il tuo arrivo- mi confessò, ritornando al corridoio dove c’era il bagno.

A me, lo ammetto, mi vennero le lacrime agli occhi.

-Grazie, Toriel- dissi con un sorriso, cercando di non tradire l’emozione.

-Tutto bene, piccola mia?- mi chiese lei, preoccupata.

-Si, si, è che mia sorella mi fa sempre questo genere di sorprese. Lei adora cucinare e non vuole che io sappia cosa sta facendo, e devo sempre stare nell’altra stanza e…- pensare a mia sorella mi faceva male. Già mi mancava la mia famiglia, così decisi di cambiare subito argomento -… questa è la mia stanza? Che bella! Allora io vado a dormire, ci vediamo domani, Toriel- la abbracciai ed entrai.

“Ti rendi conto di aver detto ‘Che bella’ prima ancora di averla vista?!”

Zitta, ero emozionata!

Comunque era davvero molto bella e accogliente.

C’erano giocattoli, vestiti, tante paia di scarpe.

Ed il letto…

Oh, Mimma il letto...

Mi ci buttai subito senza neanche avere la decenza di togliere le scarpe, ed era più comodo di quello dell’Hilton hotel dove avevo alloggiato una volta per pura botta di…

“..cu*o!”

…fortuna.

E quel letto era comodo, fidatevi.

Ma forse il letto della casa di Toriel era anche più comodo perché ero davvero distrutta, quindi mi addormentai subito, facendo in tempo solo a mettermi sotto le coperte perché sennò mi prendevano i mostri.

Cosa che lì era davvero plausibile.

Quando mi svegliai qualcuno mi aveva rimboccato le coperte, tolto le scarpe e anche svuotato le tasche, cosicché tutti i miei averi non si erano distrutti nel mio sonno.

Il formaggio non c’era, e nemmeno il coltello, ma per fortuna l’orologio era lì, e vidi che avevo dormito davvero tantissimo, oppure pochissimo.

Perché o erano passate tre ore oppure quindici.

Vista la mia stanchezza precedente ed il mio stare riposata optai per la seconda ipotesi, e mi stiracchiai contenta.

“E’ stata una noia, lo sai?”

Zitta tu, almeno mi sono riposata e… e… la mia attenzione venne presa da una fetta di torta posata sul comodino.

Oh, mimma!! 

La presi subito e feci per mangiarla, ma poi pensai che sarebbe stato poco educato da parte mia e decisi di andare a cercare Toriel nei lunghi corridoi della casa.

La trovai seduta sulla sua poltrona, che leggeva un libro.

-Buon…- mi interruppi. Era giorno, notte. Non si poteva capire, nel sottosuolo -Ciao Toriel- la salutai in modo molto più generico, con un grande sorriso.

-Buongiorno bambina mia, dormito bene?- mi chiese lei, con un gran sorriso.

Aveva messo gli occhiali, e con quelli addosso mi fece un sacco pensare a mia nonna.

Cioè, non fraintendete, non intendo dire che mia nonna assomiglia ad una capra, né che Toriel mi sembrava anziana, ma…

“Hai insultato due persone in una botta sola, tu si che dai soddisfazioni”

Zitta, intendevo dire che mia nonna ha i capelli dello stesso colore della lana di Toriel, e anche morbidi, e anche lunghi come le orecchie della mamma capra, quindi in un certo qual modo si somigliavano, un pochino, viste con gli occhi della nostalgia.

-Ho dormito benissimo, come una bambina- risposi, con un sorriso.

-Non hai mangiato la torta. Non ti piace?- mi chiese lei, un po’ triste.

-Cosa? No, volevo mangiarla con te, e non volevo sporcare in camera- la rassicurai io, e lei sorrise, intenerita.

-Oh, quanto sei dolce, piccola mia, ma sarai davvero affamata, ed io ho già mangiato un avanzo di torta di lumache. Dovresti assaggiarla anche tu, è molto buona- 

Eccola qua, tale e quale a mia nonna.

Anche lei cerca di farmi mangiare frutta e verdura come non mai.

Strinsi la bocca come se avessi mangiato un limone, sperando di andarmene prima che lei mi offrisse quella fantomatica torta, e lasciai cadere l’argomento, anche perché avevo davvero fame.

-Beh, si, magari un giorno- era la stessa risposta che usavo con mia nonna, e anche con mia mamma, mio padre… ogni singola persona che incontravo che mi dicesse di mangiare cose che non volevo assaggiare, per farla breve.

Pensare a loro mi fece venire un nodo allo stomaco.

-Vado a mangiare in cucina- dissi, anche per dare un’occhiata in giro e prendere qualche scorta da portare con me per il viaggio, anche se pensavo che Toriel mi avrebbe preparato un pacchetto pranzo che neanche le madri del sud. 

E non è un insulto, per carità, io lo so bene, ho un sacco di parenti in Puglia, e non fanno altro che darci… 

Pensare alla mia famiglia aumenta il mio nodo allo stomaco, e dato che ho anche fame non posso permettermi di avere lo stomaco aggrovigliato.

“Tu pensi che Toriel ti lascerà andare?”

Aprii il frigo.

Ovvio che lo farà, Toriel è senz’altro… 

“Cosa c’è?”

“Che succede?!”

“CHRIS!!!”

… cioccolata?

“Cioccolata?!”

CIOCCOLATA!!! Nel frigo c’era una tavoletta enorme di cioccolata.

“Buona la cioccolata!”

No, tu non capisci, la cioccolata è la cosa migliore che esista al mondo.

E’ tipo il nettare degli dei, l’ambrosia… e altre cose che ora non mi vengono in mente messe insieme.

Inutile dire che tornai determinata nel giro di un secondo, e presi la cioccolata, che misi con cura in tasca.

Nel frigo non c’erano altre cose interessanti, tranne il mio formaggio, che recuperai.

“Beh, c’è la torta di lumache”

Sottolineo interessanti.

C’era anche il resto della torta a raffreddare, ed era davvero enorme.

Forse un po’ troppo enorme, mi intimidiva abbastanza.

“Sul serio, Chris?!”

Decisi di non prenderla, e dopo un’attenta osservazione notai che in cucina non c’era nessun tavolo e nessuna sedia dove sedersi a mangiare.

Perciò tornai in salotto, e mi sedetti sul tavolo.

-Hai trovato qualcosa di interessante?- mi chiese Toriel.

Avrei voluto vantarmi della mia scoperta cioccolatosa, ma poi decisi di astenermi dal darle quella informazione.

Probabilmente non avrebbe fatto nulla, ma non volevo rischiare che mi prendesse il cioccolato.

Chissà, magari era una fanatica anche lei, e non me lo avrebbe lasciato.

“Non ti facevo così egoista”

Sono la distributrice ufficiale di fazzoletti della classe, in quanto l’unica a portarli, do le penne e i fogli al mondo, e non mi ritornano mai indietro, ma non osate toccarmi la cioccolata!!

“Mmmm, interessante, se ti togliesse la cioccolata la uccideresti? Perché sono convinta che se sapesse che l’hai presa te la toglierebbe di sicuro”

Ci hai provato, ma ovviamente io non glielo dirò per controllare, quindi non avrò scuse per ucciderla

“Cioè, la uccideresti davvero per la cioccolata?!”

La cioccolata è sacra.

-E’ una cucina molto pulita- dissi in risposta alla sua domanda, con un sorriso, ed iniziando a mangiare la torta.

Io sono un’amante di torte, e come ho già detto mia madre e mia sorella ne fanno molte.

E non mi piace la cannella.

Ma cavolo se la torta di Toriel era buona!!

Era morbida ed all’interno aveva la caramella al burro fusa e calda.

La cannella non si sentiva molto, e nell’insieme ci stava una meraviglia.

Mi finii l’enorme fetta in tre morsi famelici, e Toriel mi fece uno sguardo sgomento, per poi sorridere, soddisfatta.

-Ti è piaciuta?- mi chiese, orgogliosa.

-Non sai quanto! Devi darmi la ricetta, mia sorella non la farebbe mai così ma… anzi, no, scusa, lo so che le cuoche di alto calibro non rivelano i loro segreti. Però è davvero una meraviglia. Posso prendere almeno cinque fette per il viaggio, e una da portare a mia mamma? Anzi due, così la assaggia anche mia sorella. A mio padre nulla che mi fa la morale. E’ fissato con il cibo e…- mi interruppi, osservando l’espressione a disagio di Toriel.

Il mio sorriso si spense.

-Non devi darmeli per forza, dicevo così, per dire, e per complimentare la tua cucina. Inoltre non saprei dove metterla, non posso portarla in tasca come le caramelle e la cio… ehm… il formaggio- cercai di rimediare, ma Toriel sembrava sempre più tesa.

-Puoi prendere tutta la torta che vuoi, l’ho fatta per te- disse, giocherellando con il libro -Vuoi sapere il libro che sto leggendo? Si chiama “72 usi per le lumache”- cambiò argomento.

-Non voglio prenderla tutta, non temere, anche se effettivamente è così buona che me la mangerei in un solo boccone. Comunque, interessante libro. Tu con lumache intendi quelle con il guscio o quelle senza, perché le prime mi piacciono, le altre, ehm, un po’ meno- dissi, senza capire bene il nervosismo di Toriel.

-Vuoi sapere un fatto interessante sulle lumache? Lo sai che le lumache… parlano… mooolto… lentamente…- disse, con lentezza.

Io rimasi zitta, senza capire dove volesse andare a parare.

-Oh, certo, lo immagino- dissi dopo un po’.

“Le lumache non parlano”

In un mondo di mostri è ovvio che parlino!

-Scherzo. Le lumache non parlano- ridacchiò Toriel, facendomi restare delusa, e facendo sbellicare Chara nella mia testa.

-Ah, bene. Comunque, come si esce dalle rovine? C’è tipo una strada che poi porta alla superficie? Perché io dovrei tornare a casa. Mia madre sarà preoccupatissima- non mi andava di essere sgarbata, ma ormai ero in giro da un bel po’, e non volevo far preoccupare la mia famiglia.

-Che ne dici di provare quella torta di lumache…- Toriel iniziò a darmi l’impressione che cercasse in tutti i modi di cambiare argomento.

“Solo ora?”

E l’allusione alla torta di lumache aumentò la mia voglia di tagliare la corda.

“Che insensibile che sei”

-Toriel, come torno a casa?- chiesi, in tono fermo.

La mamma capra sembrò sul punto di piangere, chiuse il libro di scatto e si alzò.

-Devo fare una cosa. Perdonami, piccola mia- e si diresse per le scale nell’area dell’entrata che non avevo proprio notato.

Non ci voleva un genio per capire che aveva a che fare con la mia richiesta, e che quindi se volevo andarmene dovevo seguirla alla svelta.

Decisi di tornarmene in cucina e mangiare un’altra fetta di torta.

“Brutta idiota! Seguila, prima che ti impedisca di tornare a casa!!”

Ma non voglio ferirla!

“Bene, fa come vuoi, non rivedrai mai più tua madre, tua sorella e tutti i tuoi cari!”

Rimasi immobile per qualche secondo, pensando alla questione.

Cavolo! Per una volta Chara aveva ragione!

“Io ho sempre ragione!”

Corsi dietro a Toriel, e la trovai subito sotto le scale, come se mi aspettasse.

-Qui in fondo c’è l’uscita dalle rovine, io adesso andrò a distruggerla.  Ti prego, piccola mia, permettermi di proteggerti e va di sopra- disse, prima di procedere.

Se l’avesse distrutta sarebbe stato più semplice attraversarla, no? 

“Credo che intenda farla crollare così da non permetterti mai di uscire”

COSA?! 

Le corsi dietro.

-Ti prego, Toriel. Devo tornare a casa! Mamma sarà preoccupatissima, non è da me sparire!- provai ad obiettare.

-Così tanti umani sono usciti da quella porta, e non sono mai tornati- continuò a Toriel, come se stesse facendo un monologo.

-Sono usciti dal Sottosuolo?- provai ad indovinare, con un sorriso speranzoso.

Toriel continuava a camminare.

-L’ho visto accadere tante volte. Vengono, escono da qui, e muoiono- disse, in tono truce.

-Ah- commentai, rallentando il passo.

-Se esci di qui, lui, Asgore, ti ucciderà- 

-Ahhhh- mi fermai del tutto, mentre Toriel raggiungeva la porta che portava all’uscita delle rovine.

-Ti prego, va di sopra- mi supplicò.

“Affrontala!”

-Io…- iniziai a preoccuparmi. E’ vero che ero già morta tante volte, ma chissà, magari avevo un numero di vite limitato. Questo era solo l’inizio, forse dovevo darmi una calmata.

Forse dovevo restare con Toriel.

Ma non potevo farlo, lo sapevo.

Mia sorella non poteva credere di essere padrona della camera.

Il mio gatto non si sarebbe fregato il mio letto.

Mia mamma non avrebbe cucinato di meno.

E mio padre doveva ancora dirmi un sacco di cose su quanto la dieta paleo fosse migliore di quella al cioccolato.

Per la prima volta dall’inizio di tutta l’avventura sentii una determinazione diversa scorrermi nelle vene.

Dovevo rivedere la mia famiglia!

E quella mamma capra, sebbene adorabile e dalle migliori intenzioni, non me l’avrebbe impedito!

Feci un passo avanti.

-Ti prego, piccola mia…- provò a dire lei.

-No, ora sentimi! Io devo tornare a casa, e non puoi tenermi qui per sempre! Inoltre non posso morire, quindi non devi preoccuparti di questo!- incrociai le braccia, decisa, ed avanzai ulteriormente, per ritrovarmi a pochi centimetri da lei.

Toriel abbassò lo sguardo.

-C’è solo un modo per provarmi che ce la potrai fare. Dimostrami che sei abbastanza forte da sopravvivere- dalle sue mani comparvero due palle di fuoco, che mi colpirono senza che neanche avessi il tempo di prepararmi psicologicamente.

I miei capelli presero fuoco, ed io mi rotolai a terra con una bella dose di panico.

-Toriel, stai scherzando?!- chiesi, fuori di me, una volta controllate le condizioni disastrose della mia chioma.

-Va bene che volevo tagliarli, ma così mi sembra esagerato- provai a buttarla sul ridere, ma altre palle di fuoco cercarono di colpirmi.

-Toriel, finirai per uccidermi così- dissi, evitandole per un pelo rotolando di lato ma beccandomi un capocciata sul muro.

-Ahia!- commentai, con le lacrime agli occhi.

“Che aspetti. Uccidila!!”

Ma con cosa?! Anche se avessi voluto, e non volevo affatto, non avevo nulla con me, ad eccezione del piatto sopra cui avevo mangiato la torta.

Lo presi e glielo gettai contro, ma la mia mira faceva parecchio schifo, ed il piatto si ruppe a terra, spargendo i suoi cocci contro di me e contro Toriel, che si ferì alla guancia.

-Mimma! Toriel, mi dispiace!!- urlai, correndo verso di lei per vedere se stesse bene.

Non credo di biasimarla per la palla di fuoco che venne dopo e che mi uccise, ma diciamo che poteva anche risparmiarsela.

Mi ritrovai davanti a lei, che stava in procinto di distruggere la porta.

Rimasi ferma ed in silenzio.

-Ti prego, piccola mia, va di sopra- mi incoraggiò lei.

-Toriel…- provai a dire, poi i miei occhi si riempirono di lacrime, e corsi via, lasciandole fare il suo lavoro.

“Che cavolo fai?! Affrontala, uccidila!! Non deve farla franca per averti tolto la vita!”

Ma non mi andava di ascoltare nessuno, volevo solo riflettere un attimo sul modo migliore per passare.

Volevo tornare a casa, ma non avevo la minima intenzione di uccidere qualcuno per adempiere al mio scopo.

E di certo non Toriel, anche se era senz’altro una pazza solitaria.

Quando raggiunsi la cima delle scale, decisi di esplorare un altro po’.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ho dovuto dividerlo in due parti, sennò diventava troppo lungo.

Ma il prossimo arriverà presto, non temete.

“Tsk, credeteci!”

Ok, forse no, ma ci proverò con le massime forze, promesso! 

Ultimamente sto scrivendo molto, anche per vari contest, quindi perdonatemi.

Questo capitolo sarebbe dovuto arrivare ieri, ma anche oggi va bene.

Cercherò di pubblicarne un’altro domenica.

Come potete anche vedere, anche se è principalmente una storia comica e demenziale non ho potuto non metterci dei pezzi più seri, perché è anche una storia “realistica”, e la mia determinazione non può venire solo da cioccolata ed orologi.

Spero che il capitolo vi piaccia, è il più lungo che ho scritto fino ad ora, visto che arriva a nove pagine di TextEdit.

Nel prossimo capitolo, oltre alle solite risate (che spero ci siano) aspettatevi anche un po’ di feels. E’ difficile dire addio a Mamma Capra <3

“Ma anche no!”

Ti ho visto meno attiva, oggi, Chara

“Mi disgustavi e basta!”

Già, già, sempre carina.

Un bacione e alla prossima :-*

Wow, non ha commentato, strano.

Ma piacevole :D

“VA**ANC**O!!!”

Ah, lo sapevo.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Mettiti nei miei panni... anche se non portiamo la stessa taglia ***


Mettiti nei miei panni... anche se non portiamo la stessa taglia

 

 

Salii le scale così in fretta che per poco non mi slogai la caviglia.

“Per poco?” 

A dire la verità me la slogai sul serio.

-Capperuncoli, cetriolini e broccoli!!- imprecai, scatenando le risa di Chara, ma non avevo tempo da perdere, dovevo assolutamente trovare informazioni da usare contro Toriel prima che lei distruggesse la porta.

Così, saltellando su un piede solo e urtando codesto piede contro la libreria, mi avvia nel corridoio dove ci sarebbe dovuta essere la mia camera, dato che le altre stanze della casa c’erano tutte.

Inoltre dovevo anche tornare in bagno.

“Sul serio, Chris?!”

Anche tu te la faresti quasi addosso in un combattimento contro una capra che lancia palle di fuoco! 

Soprattutto se ti offre LUMACHE!!

“E qui non hai poi tutti i torti, anche se quando…”

Si interruppe di scatto, probabilmente perché ammettere che non avevo tutti i torti era stato davvero durissimo per lei.

O forse voleva nascondere un suo eventuale coinvolgimento in un passato con Toriel.

L’ultima ipotesi mi sembra molto improbabile visto che Chara è solo una voce nella mia testa, quindi penso più alla prima.

“Già… già…”

Andai in bagno, e per fortuna i miei capelli erano in buona salute, come potei constatare allo specchio.

Con il nastro trovato prima mi feci un tuppo per evitare di farmeli arrostire di nuovo, visto che sono lunghissimi e ci tengo abbastanza.

“Dovresti rivedere le tue priorità, o finisce come...”

Ah, giusto, le informazioni!

Mi diressi in tutta fretta verso la camera di Toriel.

O almeno immaginai fosse la sua camera visto che era l’unica stanza che non avevo visto ad eccezione di una dove c’era scritto che c’erano lavori in corso.

Comunque azzeccai il posto, per fortuna.

“Chissà come mai? Eppure era la prima volta che tornavi in vita in un combattimento contro Toriel…”

La cosa che mi colpii di più fu il letto.

Cioè, mamma capra è grande, quindi era ovvio che anche il letto fosse grande, ma era il triplo del mio nell’altra stanza, e sembrava di una comodità ancora maggiore.

“Stai concentrata, idiota del ca…”

Giusto, giusto. 

Andai alla scrivania e cominciai a invadere la sua privacy.

La cosa non mi piaceva affatto.

Io non sono poi così curiosa, e poi conoscevo Toriel da meno di ventiquattrore… forse. 

A dire la verità il tempo era difficile da calcolare lì, comunque la conoscevo da poco, e frugare nei suoi segreti mi sembrava davvero crudele.

Però non mi sembrava di avere altra scelta.

Appoggiato sulla scrivania c’era un diario.

Gli diedi un’occhiata veloce, ma conteneva solo battute di dubbio gusto.

-Perché lo scheletro vuole un amico? Perché si sente OSSOlo-

“… Chiunque abbia fatto a Toriel questa battuta deve essere l’ultimo a morire. Lo uccideremo dopo avergli ucciso tutti gli amici e la famiglia davanti, quando sarà così triste e demoralizzato da sperare lui stesso di essere morto. Certo, sarà un combattimento impossibile, ma con la giusta determinazione Chris riuscirà...”

-Ahahahaha, oddio è peggio di quelle della mia amica di penna, di mio zio e di un mio compagno di teatro messe insieme!! Chiunque abbia fatto a Toriel questa battuta deve assolutamente conoscerli!-

“…Concentrati, delusione umana”

Ok, ok.

Continuai a leggere il diario, ma c’erano solo battute di simile calibro.

-Perché uno scheletro non si butta dal trampolino?-

“NON LO VOGLIO SAPERE CONCENTRATI!!”

-Perché non ha fegato!! Ahahahah-

“CONCENTRATI!!!”

Ok, ok.

Lasciai perdere il diario e controllai vari cassetti, ma non c’era niente di utile.

Solo nell’ultimo trovai una foto incorniciata.

“Non… non credo che dovresti…”

Ovviamente non ascoltai Chara, e la osservai bene.

C’era Toriel, in compagnia di un tipo capra che stranamente aveva dei capelli e la barba… cioè, le capre hanno la barba, ma lui l’aveva bionda?! Ma come?! Le capre non dovrebbero avere la barba e i capelli biondi!

La cosa che mi colpì di più, però, fu il fatto che tra di loro c’era un piccolo cucciolo di capra umanoide.

“Adesso dirai qualcosa del tipo che Toriel lo aveva rapito e troverai una soluzione idiota a quella foto”

Chara, sono una stupida idiota, ma non fino a questo punto.

Doveva essere suo figlio, e mi chiesi cosa gli fosse successo, perché conoscendo Toriel era piuttosto improbabile che l’avesse lasciato a sé stesso o abbandonato.

Insomma, già non voleva lasciare me, figurati un figlio vero che aveva dato alla luce e di cui conosceva l’intera vita.

Forse era iperprotettiva perché al figlio era capitato qualcosa.

Solo che questa consapevolezza non mi aiutava a trovare qualcosa da dirle per convincerla a lasciarmi tornare a casa.

Mi gettai demoralizzata sul letto di Toriel.

“Ogni scusa è buona per sdraiarti su quel letto, vero?”

Iniziai a pensare, e dato che sono una tipa che ama immedesimarsi, visto che faccio teatro, chiusi gli occhi e cercai di immedesimarmi in Toriel, anche se ero a conoscenza del fatto di non possedere tutti i pezzi del suo grande puzzle.

“Ok… cosa pensi di ottenere in questo modo?” 

Immedesimamento time!!

“Non dovresti dire immedesimazione?”

Ah… giusto…

IMMEDESIMAZIONE TIME!! (sigla musicale tipo Ladybug durante la trasformazione)

“Cos’è Ladybug, adesso?!”

Lascia stare.

Comunque… sono Toriel.

Sono una mamma capra… appunto, mamma.

Ed ho sicuramente un figlio.

Ma dov’è mio figlio?

Dov’è mio figlio?

Spalancai gli occhi.

-Dov’è mio figlio!!- esclamai, eccitata.

“Perché, hai un figlio? Non sei un po’ giovane e soprattutto un po’ disgustosa per avere figli? Non credo che un ragazzo voglia mettersi con te”

Su questo hai ragione, ma non intendevo mio figlio… intendevo mia madre.

“…”

Non hai capito, vero? 

“… la tua mente è contorta forte”

Toriel aveva un figlio. Quindi sa cosa significa perderlo. E mia madre, in questo momento…

Anzi, non te lo dico, lo capirai quando andremo da Toriel.

“Da quando tu, personaggio in prima persona, sai qualcosa mentre il pubblico no?”

Da quando voglio creare la suspance!!

E poi avranno capito tutto. Sono intelligenti, loro.

“Se lo dici tu”

Con a caviglia dolorante uscii dalla stanza decisa ad affrontare Toriel e non morire… ma il tuppo mi si sfasciò.

I tuppi restano poco quando si ha un metro di capelli.

Vabbè.

Mi feci la coda, e me la avvolsi attorno al collo per evitare di bruciarla, prima di scendere le scale saltellando, e sperando che Toriel non avesse distrutto il passaggio.

Evidentemente non era molto certa di quello che doveva fare, perché ero stata via almeno una mezz’ora e non aveva mosso un dito.

Chissà…

-Toriel! Fermati!- esclamai, anche se subito mi resi conto che non stava facendo nulla che richiedesse di essere fermato.

-Piccola mia, torna in camera tua- mi disse nuovamente.

Avrei voluto rispondere una cosa del tipo: ‘Senti, Torielluccia, sono stata via per un sacco di tempo e non hai fatto un tubo, se davvero decido di rimanere qui rischio di non vederti mai più e morire di fame’.

Però decisi di astenermi dal farlo.

Fare l’acida non mi avrebbe aiutato in quella situazione.

-Toriel, devi lasciarmi tornare a casa- feci qualche passo avanti, poggiando poco il piede slogato.

Stavo già per fare il mio discorsetto incoraggiante, quando mi venne in mente una soluzione ancora più intelligente.

“Voglio proprio sentirla”

-Perché non mi accompagni tu? Così è certo che starò bene!- proposi, sorridente, ma Toriel abbassò lo sguardo, e lanciò una palla di fuoco quasi per sbaglio, che per fortuna mi colpì di striscio, bruciandomi il fianco della felpa.

-Ma che cavolo!- esclamai, un tantino seccata, per poi decidere di ritornare al piano originale.

Prima che potessi parlare, però, Toriel ritornò al suo, di piano originale.

-C’è solo un modo per convincermi a lasciarti andare…- iniziò.

-…Provami che sei abbastanza forte per sopravvivere- continuai io, sbuffando.

“Wow, sei morta solo una volta eppure lo sai già a memoria”

Ok, ok, è arrivato il momento di dirvi la verità… tra lo scorso capitolo e questo sono morta circa sette volte.

Solo che è stato in maniera talmente ridicola che non mi andava di raccontarlo nei minimi particolari.

Una volta Toriel mi ha lanciato una palla di fuoco dritta in faccia perché le ho urlato contro che era una Yandere pazza psicopatica del cavolo… e devo dire che ci stava, anche se credo non l’abbia fatto poi intenzionalmente, visto che stavo ferma e lei credeva mi sarei spostata.

Cinque volte sono scivolata e caduta dritta sulle palle di fuoco che avrebbero dovuto essermi lontane circa cinquanta centimetri.

L’ultima volta… ovvero la prima… sono caduta dalle scale mentre cercavo di andare ad esplorare.

“Sei un caso perso! Credevo non lo avresti mai rivelato ai lettori”

Zitta.

Comunque, iniziammo l’ennesimo combattimento.

Toriel mi guardò un po’ strano, forse perché avevo azzeccato quello che voleva dire.

-Combattimi o scappa via!- esclamò, evocando altre palle di fuoco.

Io mi strinsi bene intorno al collo i capelli, cercando di apparire sicura di me e determinata, ma tremavo come una foglia in procinto di staccarsi dal ramo.

“Per me verrai strangolata dai tuoi stessi capelli”

Non è vero… spero.

Comunque tremavo anche perché cercavo di stare su un piede solo ed era abbastanza complicato.

-Toriel, non voglio combatterti!- le dissi con voce ferma.. o almeno tentai, perché uscii un pigolio quasi inudibile.

Toriel scosse la testa.

-Cerco solo di proteggerti- mi disse, lanciandomi una palla di fuoco che mi fece perdere il mio già instabile equilibrio.

Tanto il mio coccige ormai ci era abituato.

“Che dolce e tenera mamma capra, vuole solo il meglio per te… ecco perché tenta di ucciderti. Ma che razza di ragionamento è!?!”

Ero troppo impegnata a rotolare via dall’ennesima palla di fuoco per concordare con lei.

-Lo so! Ma io devo tornare a casa!- le urlai con il massimo fiato, buttandomi a faccia a terra per evitare un’altra palla di fuoco.

-Perché non puoi accettare semplicemente l’idea di rimanere qui, in questo posto sicuro? Non posso lasciare che anche tu muoia!- disse, lanciando un attacco quasi senza guardare, e beccandomi con una mira che farebbe invidia ad Occhio di Falco.

Per fortuna mi beccò lo stomaco e non i capelli.

Ed io riuscii stranamente a spegnere le fiamme prima che consumassero tutti i vestiti.

Se mai fossi riuscita ad uscire, la prima cosa che dovevo fare era trovare dei nuovi vestiti.

-Sei una madre affettuosa e dolce, e lo capisco… ma prova a metterti nei miei panni- mi uscii spontaneo, anche se non volevo che lei si mettesse nei miei panni, e non solo perché era molto più grande di me e di certo non ci entrava.

Non che io sia poi uno stecchetto, sia chiaro.

La mia strategia consisteva in altro, ma mi ero lasciata prendere.

Toriel scosse la testa, e per fortuna evitai l’ennesimo attacco perché sarebbe stato killer per me.

-Non sai cos’è meglio per te, sei ancora giovane! Vai di sopra, ti prego- mi supplicò, con le lacrime agli occhi.

-Hai ragione, io non so cosa significhi vedere un figlio che scompare e non sapere se è vivo, se è morto o dove sia- iniziai a sfoderare la mia strategia.

“Ma che stai facendo?! La ferirai e basta, in questo modo!”

Sempre meglio che ucciderla come vorresti fare tu.

Toriel mancò così tanto il bersaglio che non sarei potuta morire neanche per sbaglio, ed iniziò a tremare.

Prima che potesse dire alcunché, continuai.

-Io non so che significa rimanere soli e non avere la più pallida idea di cosa stia accadendo ad un figlio, forse la persona più cara che si ha al mondo- 

Toriel iniziò a singhiozzare, e a mancarmi di proposito.

-Ti prego… smettila di fare così- mi supplicò.

Io mi alzai in piedi, tutta dolorante, ed iniziai ad avvicinarmi.

-Io non so cosa tu abbia passato. Non ho la più pallida idea di cosa si provi a perdere un figlio… ma tu si- 

Devo dire che era piuttosto figo che le palle di fuoco mi evitassero e poi ritornassero ad incrociarsi dietro di me. Ma non avevo tempo per questo, e mentre avanzavo, continuavo a parlare, con le lacrime che minacciavano di uscire.

“Ed una smorfia davvero ridicola dovuta a ciò”

-Proprio per questo saprai cosa prova una donna, che sta lì sopra, e non ha la più pallida idea di dove sia ora sua figlia. E sta in giro per il monte, distrutta, sperando in qualche modo di ritrovarla. Senza indizi, sentendosi in colpa perché erano stati lei e suo marito a spingerla a fare la gita in montagna, e…- non mi trattenni più, ed iniziai a piangere.

Le palle di fuoco scomparvero di scatto, e Toriel si portò una mano alla bocca.

Dal suo sguardo doveva aver capito esattamente a chi mi riferissi, sebbene il mio parlare confuso.

-Ti prego, Toriel. Fammi almeno tentare di tornare a casa, se resto qui, sapendo quello che sta passando mia madre…- la supplicai, crollando il ginocchio e abbracciando il suo vestito.

-Oh, piccola mia- Toriel si piegò, e mi abbracciò.

-Hai ragione. Le rovine sono così strette e tua madre… ti lascerò andare, ma non posso uscire con te. Spero che capirai- sembrava parecchio combattuta, come se sapesse qualcosa che io non so e cercasse di trovare un compromesso con sé stessa.

Non volevo indagare, ed annuii solamente, abbracciandola stretta.

-Grazie, Toriel- 

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Toriel sembrò recuperare un po’ la calma, e sciolse l’abbraccio, asciugandosi gli occhi.

-Posso sempre darti i pezzi di torta che mi hai chiesto, e un cambio d’abito per il viaggio- propose, con un sorriso incoraggiante e ancora un po’ triste.

-Sei troppo gentile, io non mi sento…- provai a declinare, imbarazzata, ma Toriel insistette.

-In camera tua dovrebbero esserci dei vestiti puliti e delle scarpe comode. Io ti preparo una borsa per tenere qualche provvista- mi diede un buffetto sulla guancia, mi curò velocemente e si alzò per salire le scale.

Io rimasi a bocca aperta, piena di sensi di colpa.

Non solo le spezzavo il cuore così, lei mi dava pure la torta, e mi aveva curato quindi non avevo più nessun dolore.

Sperai vivamente che si vendicasse mettendo quella di lumache anziché quella di caramella e cannella, perché una tale bontà d’animo non ce la facevo a lasciarla così, sola e triste.

Salii lentamente in camera, con i vestiti mezzi bruciati, i capelli per fortuna salvi e un dolore al cuore che aveva rimpiazzato quello alla caviglia.

“…Ce l’hai fatta… Per me avresti dovuto ucciderla e basta! Sarebbe stato più facile!”

Nessuno ha chiesto il tuo parere, e non lo avrei mai fatto.

Toriel è troppo buona.

Mi avviai in camera, ed aprii l’armadio.

Certo, non avevo la più pallida idea di cosa mi aspettava, così decisi di vestirmi a strati, come mi consiglia sempre di fare mia madre quando andiamo in un posto e non sappiamo le previsioni meteo.

Che poi le previsioni meteo ci azzeccano talmente poco che è meglio vestirsi sempre a strati.

Cercando di non pensare che quei vestiti probabilmente appartenevano a qualche bambino o mostro morto, scelsi una t-shirt arancione, che mi sembrava abbastanza comoda. Poi un paio di jeans chiari che erano abbastanza larghi da permettere all’occorrenza di fare dei risvolti per non sentire troppo caldo, ed una felpa gialla molto calda.

Purtroppo per le scarpe non ebbi molta scelta, visto che l’unico paio che mi stava era a righe bianche e viola, però non mi lamentai più di tanto.

Mi sistemai la coda e procedetti, raggiungendo Toriel, che era in cucina.

-Stai benissimo, piccola mia- mi fece un sorriso, e notai che aveva ancora le lacrime agli occhi.

Abbassai lo sguardo, con un blocco allo stomaco.

-Grazie, Toriel. Non dovevi fare tutto questo per me- scossi la testa, mentre minacciavo di commuovermi nuovamente anche io.

“Bleah! Ma basta con tutte queste sdolcinatezze!! E’ pur sempre una storia comica, non deprimente!”

Su questo hai ragione, ma ti sfido a non essere emozionata lasciando una donna così dolce e tenera che ti ha persino preparato lo zaino con le provviste.

-Allora, ti ho messo il resto della torta, e puoi usare la borsa per quello che avevi nelle tasche. Ti ho anche dato un pezzo di torta di lumache…- 

E te pareva!

-… e avrei voluto metterti una tavoletta di cioccolata, ma… non la trovo più- fece una faccia confusa, ed io dovetti usare tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a piangere.

Non ce la feci a dire che l’avevo già rubata, mi sarei sentita ancora più carogna di quanto già non fossi.

-Magari portati anche una giacca, fuori fa abbastanza freddo- mi suggerì, ed io annuii, e presi la borsa, con le mani un po’ tremanti.

Svuotai le tasche in silenzio e sistemai tutto, tranne la cioccolata, poi tornai un attimo in camera e presi una giacca blu impermeabile.

Solo allora misi la cioccolata nella borsa.

Quando tornai da Toriel mi sentivo eccitata, terrorizzata e sommersa dai sensi di colpa.

-Sii buona, piccola mia, ok?- la mamma capra mi diede un altro lungo abbraccio, da me ricambiato con la massima forza.

-Grazie davvero. Mi mancherai, Toriel- le sussurrai, commossa.

-Anche tu, piccola mia- mi diede un’ultima carezza affettuosa sul capo, poi io mi diressi di sotto, per uscire dalle rovine, ed incamminarmi finalmente in una nuova avventura, piena di sicurezza e det...

-Ciao! Ma chi si rivede!- 

-AHHHHHHHH!- urlai a pieni polmoni, indietreggiando così velocemente che sbattei la capoccia contro il legno dietro di me.

Infatti, appena uscita dalla porta, una voce ed un fiore purtroppo ben conosciuto, mi piombò davanti.

Ed era l’ultima cosa che volevo.

-Toriel! Ho cambiato idea!!- esclamai terrorizzata, tirando pugni alla porta.

-Probabilmente la vecchia caprona non ti sente, troppo occupata ad affogare in una valle di lacrime che tu le hai causato- mi prese in giro Flowey.

“Toh, guarda. Stavo per dirlo io. Vorrei battere il cinque a questo fiore psicopatico!”

Questi commenti mi fecero incavolare.

-Vuoi batterti, eh! Su, fatti sotto!- buttai lo zaino a terra e sfoderai i pugni.

Il fiore fece una faccia da ‘B**ch please’ e…

“Hai censurato b**tch?! SUL SERIO?!”

Ce c’è? E’ una parolaccia, anche se in inglese.

“Io non ho parole!”

Invece ce le hai, sennò saresti zitta.

Bene, ha capito.

Dove eravamo rimasti? 

Ah, si, Flowey.

-Tranquilla, stupida umana, non ho più desiderio di ucciderti. Voglio proprio vedere come si evolveranno le cose. Per ora hai giocato con le tue regole, e hai risparmiato la vita di tutti…- da come diceva quel monologo sembrava se lo fosse imparato a memoria davanti ad uno specchio.

-Senti, coso- lo interruppi, un po’ seccata.

Il fiore sembrò sorpreso.

-Innanzitutto spiegami come potrei io, Chris, umana sfigata e gracile, ammazzare qualsiasi persona. Non ho armi. Perché nessuno se ne rende conto?!- iniziai a lamentarmi, indicandomi.

“Avevi un fantastico coltello. Poi Toriel ha deciso che non era abbastanza sicuro per te. Però tutto può essere un’arma, anche i tuoi capelli. Dai frustate in giro…”

-E tu stai zitta!-

Flowey si guardò intorno, sempre più confuso.

-E poi, ma si può sapere cosa avete in questo mondo che pensate che le persone si debbano uccidere, così tanto per? Siete americani per caso, che ammazzate random le persone se solo vi guardano storto?- Flowey aprì la bocca per ribattere, ma poi si stette zitto, pensieroso.

-Ed infine… lasciami in pace, che pizza! Che ci ottieni a fare il discorso da cattivo?!- ripresi la borsa da terra e me la misi in spalla, pronta per superarlo ed uscire da un’altra porta.

-Sei strana, umana- disse solo, squardandomi attentamente, per poi scomparire nel terreno.

Io mi avviai alla porta, e mi guardai intorno per evitare che qualcuno fosse in agguato nell’ombra per interrompere nuovamente la frase da fine capitolo che concludeva l’arco delle rovine.

Per fortuna non c’era nessuno.

Posso procedere.

“Coff coff sfigata coff coff”

Uff.

Varcai la porta che mi avrebbe portato fuori dalle rovine.

Finalmente la vera avventura aveva inizio, e l’avrei affrontata con costanza, e con tanta determinazione!

… Sperando di non morire troppe volte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.C.)

“A proposito di questo…”

Cos… CHARA!! CHE CI FAI NELL’ANGOLO AUTORE!!!

“Non hai letto? E’ diventato l’Angolo Chara!! :D”

No no no no no no NO! Devo fare grandi annunci, e mi serve un angolo autore!! Sciò!

“Ma…”

 

(A.A.)

Allora, ragazzi, scusate il ritardo, soprattutto visto che devo dare una brutta notizia.

“Finalmente hai capito che questa storia fa schifo e la bloccherai?”

No, ma ci sarà una pausa di più di due settimane, perché se tutto va bene vado in vacanza-studio in Inghilterra e non avrò il computer.

“E credi che ai lettori importi qualcosa? Dopotutto già di tuo aggiorni pochissimo!”

Ho deciso di ignorarti.

Comunque il capitolo di oggi è molto lungo anche per questo.

Devo dire che ho iniziato la fanfiction un po’ per gioco, ma sto iniziando ad avere grandi progetti, e tra questi c’è l’intenzione di renderla un tantino più interattiva.

Quindi, se vi va, nelle recensioni potete mettere dei suggerimenti o altre cose del genere, e deciderò se farlo o no. Naturalmente non le scelte importanti tipo se uccidere o no qualcuno, ma qualcosa di piccolo e semplice.

Tipo, che ne so, potreste suggerirmi di dormire alla locanda oppure delle tecniche per il gioco della pallina di neve.

Naturalmente sto solo facendo degli stupidi esempi

“Anche perché non hai abbastanza soldi per alloggiare alla locanda”

Già.

E ogni tanto potrei mettere un sondaggio a fine capitolo e nelle recensioni potete votare la scelta che vi interessa di più o proporne una nuova.

“E a proposito di questo…”

 

(A.C.)

“Stavo pensando che questa, teoricamente, è una storia realistica, giusto? >:)”

Cos’è quello sguardo? Non mi piace quello sguardo

“Di solito nella realtà quando si muore non si torna in vita”

Se non tornassi in vita questa storia durerebbe un’altra riga e basta.

“Lo so, ma per evitare che Chris faccia l’idiota come suo solito, potremmo fare che ogni volta che muore perde qualcosa, oppure che qualcosa le cresca addosso!! >:D”

…tipo… tipo flowerfell?!

“PROPRIO A QUELLO MI RIFERIVO!!! >:D!!!”

…cosa? No… < :O

Magari più un qualcosa del tipo che ogni volta che muoio… mi si accorciano i capelli? < :) …no, aspetta, questo è anche peggio.

Magari ogni volta che muoio… muoio… non è una punizione sufficiente?!

Oppure dimentico un pezzo del mio passato, e quindi è più difficile trovare determinazione per tornare a casa…

“Bella idea. Ma io adoro Flowertale!!!”

Ma…

“Mettiamola ai voti!!”

 

SONDAGGIO!!!!!

Dopo ogni morte, cosa può accadere a Chris?

-Un fiore giallo le cresce addosso e non può essere rimosso

-Perde un ricordo del suo passato sulla superficie

-… o proponete voi qualcosa ;)

 

 

Che ne dite, è un’idea carina? :D

Comunque un bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Da quando gli scheletri hanno fratelli? ***


Da quando gli scheletri hanno fratelli?

 

 

…Umpf!

“YEEEE!!! Adoro i tuoi lettori!!”

Io no!

“Solo perché ad ogni morte assumerò un po’ il controllo su di te. Non mi sembra tanto grave, anzi, è FANTASTICO!!!”

…già …fantastico…

“Su, su, procedi e muori, e poi muori, e poi muori, così prendo il controllo!!”

Un secondo, prego. Come avrete capito l’esito del sondaggio è stato questo. E’ stato proposto da molte persone…

“Fantastiche (e sadiche) persone!!”

…e quindi ogni volta che morirò d’ora in avanti Chara prenderà un tantino il controllo.

“E neanche il tempo di finire le rovine che lo assumerò pienamente!”

Ma se le ho appena finite!

“Appunto, non durerai due passi!”

Mi sottovaluti.

“Procedi e vedremo, non vedo l’ora di iniziare a togliere la censura, ca**o!!”

NON FINCHE’ IO VIVO!!

“Appunto”

…già … va bene, procediamo.

Appena uscii dalle rovine si abbatté contro di me un freddo bestiale.

Lo dico, non ho la più pallida idea delle leggi fisiche che permettessero alla neve di cadere sottoterra, ma questo è un mondo magico e poi io in fisica sono una cacchetta, quindi tralasciamo l’argomento.

Mi chiusi la giacca blu e mi abbassati la coda avvolgendomela poi intorno al collo a mo’ di sciarpa.

Poi procedetti a passi pesanti in mezzo alla neve, all’erta.

Perché non avevo la minima intenzione di morire!

“Ma su, prenditela comoda. Buttati nella neve, aspetta che qualche mostro ti trovi e ti faccia secca! Tanto poi rivivi”

Ci hai provato!

Accelerai il passo nel silenzio angosciante… ed inciampai in un legno pesante a terra, cadendo di faccia.

“E moristi, yeee!!”

NO! Mi rialzai sputando la neve.

-Mi è entrata nelle ossa- commentai tra me, rabbrividendo e stringendomi la giacca.

-Buona questa- disse una voce alle mie spalle, divertita.

Io mi girai di scatto, ma non c’era nessuno.

“Evvai! Muori! Muori! Muori!”

E PIANTALA!! Stai rendendo il capitolo piatto e noioso!!

“Uffa, e va bene, ma non vedo l’ora che schiatti!”

Lo hanno intuito tutti!

Mi misi a correre, ma neanche il tempo di fare due passi e sentii il suono del ramo che veniva spezzato di netto.

Non mi girai nemmeno a guardare e presto mi trovai davanti ad un ponte bloccato da delle sbarre.

Sbarre che però mi sembravano un po’ larghe per bloccare qualcuno. Persino Toriel ci sarebbe passata, e lei era enorme… non in senso offensivo, non intendo dire che fosse grassa!

“Se ti sentisse…”

Vabbè, comunque mentre le osservavo incerta su cosa fare, sentii dei passi dietro di me, e il fiato di un essere vivente dritto sul collo.

“Ma non era coperto dai capelli?”

E’ un modo di dire, perdiana!

-Umano!- iniziò a dirmi la figura, con voce tonante e spaventosa.

Non sentii molto altro, sobbalzai, iniziai a correre, inciampai e caddi dal ponte.

“SIIIII!!!”

Prima morte nella zona innevata.

Mi ritrovai di nuovo alla fine delle rovine.

“Te l’ho detto che non saresti durata due passi”

Chiusi gli occhi e respirai profondamente per calmarmi, non mi sentivo molto diversa.

“E’ un processo lento ma inevitabile. Muahahahah!!!”

Zitta!

Decisi di affrontare il pericolo a testa alta, e feci i percorso di prima senza sobbalzare (almeno non visibilmente) nemmeno una volta, e quando sentii dei passi dietro di me mi voltai per confrontare la figura con autorevolezza e…

E…

Osservai uno scheletro in felpa blu e sbarrai gli occhi, terrorizzata, mentre tutta il mio coraggio svaniva come la mia credibilità di raccontare una situazione al freddo con il caldo che tira questi giorni.

“Non mischiare il capitolo con la realtà!”

Lo fissai per qualche secondo, e lui fece altrettanto, con espressione indecifrabile.

Poi porse la sua mano sinistra nella mia direzione, e feci lo stesso errore di prima, senza curarmi di sembrare sgarbata (tanto probabilmente sarei morta di nuovo)

Era più forte di me, corsi nuovamente via con un sottile -Nope!- ed inciampai, cadendo.

“E siamo a…”

Ma non morii.

“Cosa?! Stai imbrogliando, non vale!!”

Ci fu una specie di strana forza gravitazionale, vidi tutto blu ed in men che non si dica ero di nuovo davanti allo scheletro, che per un nanosecondo sembrava avere l’occhio brillante.

-Cosa…?- esclamai a voce acuta, confusa.

-Cosa?- chiese lo scheletro, sollevando le spalle e facendo un sorrisino strano.

-Cosa!- indicai il ponte e la caduta libera alla quale ero scampata, ma lui ignorò la questione.

-Tu sei un’umana, giusto? Io sono Sans, Sans lo scheletro. Su, fatti aiutare ad alzarti- mi porse la mano sinistra, con un sorriso poco rassicurante.

Sul serio si chiamava Sans come il comic sans? Non aveva alcuno senso.

Lo squadrai un attimo, poi decisi di fidarmi, ma neanche il tempo di afferrarla che si sentii un suono parecchio molesto provenire da sotto i guanti che portava.

Io sobbalzai, e caddi di schiena nella neve fresca, lui rise di gusto.

-Oh, il vecchio scherzo del cuscino pernacchione nella mano funziona sempre- commentò, divertito.

-L’ho notato- sbuffai, infastidita. 

Tentai poi di rialzarmi, ma con il freddo stavo iniziando a perdere la sensibilità alle mani.

Lo scheletro mi aiutò, ancora divertito.

Io lo guardai storto, e mi allontanai, mettendo le mani in tasca.

-Su, non devi temere, è solo una enorme e fredda caverna piena di scheletri e mostri- mi rassicurò lui con un occhiolino.

-Vuoi uccidermi?- chiesi sollevando le mani e andando dritta al punto, un po’ spaventata.

-Nah. Dovrei essere a caccia di umani in questo momento, ma non mi va di catturare nessuno. Inoltre non mi va che quella psicopatica di Chara prenda il controllo su di te- 

“Vaffanc**o!!”

Io però mi ero un secondo distratta a chiedermi come facesse ad avere degli occhi se le orbite erano vuote, quindi non afferrai l’ultima parte.

-Aspetta che?!- chiesi, riscuotendomi.

-Mio fratello Papyrus, al contrario, è un fanatico- continuò lo scheletro senza ripetere, come se non mi avesse sentito, e l’informazione che mi diede mi fece del tutto dimenticare la constatazione precedente.

-F_fanatico?!- mi guardai intorno, preoccupata, senza neanche mettermi a domandarmi come facessero gli scheletri ad avere fratelli.

Anche se in effetti è proprio strano.

“No che non lo è. Se due fratelli muoiono e diventano scheletri sono comunque due fratelli”

Ah, già… sembrava strano però.

-Oh, guarda, è proprio lì- Sans che indicava un punto alle mie spalle, dove una piccola figura stava procedendo nella nostra direzione, mi riscosse dai miei pensieri.

-Oh Mimma!- esclamai terrorizzata, gettandomi dietro lo scheletro ed utilizzandolo come scudo umano.

“Ma non è umano, è uno scheletro”

Zitta tu!

-Su, nasconditi dietro quella grande lampada laggiù che convenientemente è a forma di umano, così non ti vedrà- Sans mi indicò un punto oltre al ponte, ed io lo squadrai confusa, facendo spuntare la testa da dietro la sua spalla.

Era parecchio basso.

“Beh, comunque più alto di te!”

Mi chiesi come facesse una lampada a forma di umano a nascondermi, e soprattutto cosa diavolo ci facesse una lampada a forma di umano nel bel mezzo dei boschi, e perché era a forma di umano.

Non aveva nessun senso.

-Che c’è, hai bisogno che ti prenda in braccio per attraversare il ponte?- mi provocò lo scheletro, interpretando male la mia esitazione.

Non è che avessi paura di cadere di nuovo come una pera cotta.

“Ah no?”

Forse solo un pochino.

Comunque non volevo dargliela vinta, e attraversai il ponte con attenzione, nascondendomi poi dietro la lampada, che era esattamente della mia misura ma non credevo mi avrebbe protetto poi così tanto.

Mi sollevai il cappuccio della felpa sulla testa ed iniziai a pregare qualche divinità a caso per salvarmi da quella situazione.

Il fantomatico Papyrus arrivò in pochi secondi.

-Hey, fratello!- lo salutò Sans, in tono rilassato.

-HEY UN CORNO! SONO GIORNI CHE NON RICALIBRI I TUOI PUZZLE!!-

Voce acuta e al maiuscolo, ricalibrare puzzle?

-Io ti conosco!- esclamai con molta poca lungimiranza, facendo spuntare la testa da dietro la lampada.

Sans si esibì in un facepalm molto divertito, Chara in uno molto seccato.

“Non posso fare facepalm, non avendo un corpo, e di certo non farei le stesse cose di quello scheletro”

Vabbè, comunque Papyrus mi guardò curioso, ed io sbarrai gli occhi, iniziando a pensare che forse era stata una cattiva idea.

“Forse?!”

-MI DISPIACE, NON CREDO DI RICORDARMI DI TE- mi disse lo scheletro, mortificato e osservandomi attentamente.

-Guarda, Paps, la lampada parla- commentò Sans, cercando di aiutarmi, e mettendo le mani nella tasca della felpa.

-Non sono una lampada, sono un’umana!- esclamai.

Non so come una persona possa essere così idiota…

“Neanche io”

…fatto sta che c’era qualcosa nell’espressione di Sans che mi aveva fatto venir voglia di contraddirlo.

“In questo momento farei davvero un enorme facepalm, se potessi”

Papyrus guardò me, poi guardò Sans, che aveva ancora quel sorriso sempiterno sul cranio scheletrico.

Non avrei saputo dire cosa pensasse.

“Probabilmente che eri l’umana più stupida che avesse mai visto.”

Probabilmente.

-SANS, QUELLA È UN’UMANA?- chiese Papyrus sottovoce al fratello, che alzò le spalle.

-Sembrerebbe di si- commentò lui, lanciandomi un’occhiata indecifrabile.

-No! Sono una lampada!- cercai di rimediare all’errore più idiota della mia vita, scomparendo dietro la mia copia in vetro.

-OH- commentò deluso Papyrus, prima di rivolgersi nuovamente al fratello.

“Wow, è persino più idiota di te!”

-COMUNQUE, SISTEMA IL TUO LAVORO!- gli ordinò.

-Ma come, mi faccio le ossa io a lavorarci- disse quello, con un occhiolino.

-E PIANTALA CON LE TUE BATTUTE! SONO RIDOTTE ALL’OSSO!- si lamentò Papyrus, facendo per andarsene.

-Bella questa, bro- commentò Sans, ridacchiando.

Papyrus si fermò sul posto, congelato, poi lanciò un’occhiataccia al fratello.

-NYEH HEH… HEH. SEI TU CHE MI CONTAGI! SMETTILA!- gli urlò contro, e Sans continuò a ridere.

Poi lo scheletro più alto se ne andò, commentando tra sé.

-PERO’ QUELLA LAMPADA SEMBRAVA DAVVERO UN UMANO…-

Io lo osservai finché non fu lontano.

-Puoi uscire ora- mi invitò Sans. Io eseguii con lo sguardo fisso all’orizzonte nel caso il fratello fosse tornato.

-Guarda che non è pericoloso, anche se tenta di esserlo. Vuole solo catturarti per entrare nella guardia reale. E a tal proposito, ultimamente è un po’ giù… non è che potresti rivelargli sul serio di essere un umano?- mi chiese speranzoso.

“Probabilmente ha capito quanta poca considerazione hai della tua vita”

-Beh…- non è che ne fossi entusiasta, anzi la cosa mi atterriva alquanto, perché a differenza di quello che dice Chara della mia vita importa eccome… anche se… effettivamente… non sembra.

-Vabbè, fa niente, speravo solo di migliorargli la giornata. Buona fortuna, umana, ti consiglio di continuare a fingerti una lampada. I mostri di queste parti non sono tutti clementi come me, ma se arrivi a Snowdin, a Est, dovresti riuscire a passare a Waterfalls senza molti problemi- mi diede indicazioni un po’ deluso, e fece per tornare nella direzione dove mi aveva trovato.

-Aspetta!- lo fermai, e lui si voltò -Se io continuassi a fingere di essere una lampada parlante che finge di essere un umano solo per sperimentare i suoi puzzle e renderlo contento andrebbe bene?- chiesi.

“Ca**ohaidetto?!”

Sans mi guardò confuso.

-Fingo di essere una lampada e dico a Papyrus che fingo di essere un umano per sperimentare…- provai a spiegarmi meglio, ma Sans continuava a guardarmi con gli occhi socchiusi, senza capire un beneamato carciofo -Non hai capito… va bene, dirò a Papyrus che sono un’umana- cedetti infine, sospirando.

-Fantastico, grazie mille!- Sans mi fece un largo sorriso e mi diede una pacca sulla spalla, poi mise le mani in tasca e tornò oltre al ponte.

“Avresti dovuto ucciderlo! Già lo odio!!”

Io no, sembra simpatico.

“A te stanno tutti simpatici”

Non tutti… ci sta… e poi quello… e lui… mmmm… diciamo che il fratello mi sembra un po’ pieno di sé per ora, se proprio devo prendere qualcuno che non mi sta simpatico.

“Più che dirlo lo stai pensando”

Se lo dicessi Sans mi polverizzerebbe.

“Non lo farebbe, anche se non sarebbe male.”

E mi crederebbe pazza.

“Già lo pensa”

Allora diciamo solo che non mi piace giudicare le persone, va bene?!

“No”

Ti ignorerò.

“Per quel che mi riguarda ucciderei Papyrus per vedere la reazione di Sans. La sua faccia da schiaffi col sorriso perenne mi urta”

Uff, procedetti, e tolsi il cappuccio da davanti al viso che non mi faceva vedere nulla.

Però mi strinsi la sciarpa-coda intorno al collo e…

“Soffocasti e moristi”

Ti prego, no! Che poi devo rifarmi tutto il dialogo con Sans, il nascondiglio e che noia. E poi da quando le sciarpe fatte di capelli soffocano.

“Se le stringi…”

Ma smettila, continuai e vidi una scatola, con dentro la cosa più bella che potessi sperare di trovare.

“Un coltello affilato? Cioccolata?”

-DEI GUANTI!!- esclamai con gioia, prendendo alla sprovvista un mostro con un cappello di ghiaccio che mi guardò stranoto e scappò via.

“Certo che ti emozioni per poco, anche se sono comunque un’ottima arma”

Ignorai Chara e li preso con gli occhi brillanti dall’emozione, indossandoli.

Erano arancioni come la T-shirt e pesanti come il piombo, ma almeno mi riscaldavano.

Tornai determinata seduta stante, e procedetti.

Certo, la determinazione non durò poi molto.

Infatti poco lontano Sans e Papyrus stavano parlando.

“Sans?”

Già, cosa c’è di strano?

“Ma non stava dall’altra parte della foresta? Come hai fatto a non vederlo mentre passava?!”

Boh, avrà usato una scorciatoia.

“Ma…”

Chara, e piantala!

Mi avvicinai titubante ai due, che non mi stavano degnando di uno sguardo, ma prima che potessi decidere di scappare via a gambe levate Papyrus si girò verso di me.

-OH, SANS! SANS!! LA LAMPADA DI PRIMA!- esclamò contento.

Probabilmente l’avevo giudicato male, sembrava così infantile.

-Ehm…- prima che potessi decidere di attenermi al mio piano originale e continuare ad essere una lampada, incrociai lo sguardo di Sans, ricordandomi la mia promessa.

Abbassai lo sguardo, stringendo i denti.

-A dire la verità… non sono una lampada- ammisi.

Papyrus si portò una mano alla bocca, scandalizzato.

-Io sono…- iniziai, interrompendomi per lasciare un po’ di suspense -…un’umana!- confermai, con sguardo fiero.

Papyrus emise un’esclamazione sorpresa, Sans, a causa di quel siparietto fin troppo assurdo, stava per rotolarsi a terra dal ridere.

“Io sto per vomitare per quanto sei deludente”

-SEI UN’UMANA?! SANS!! E’ UN’UMANA!!!- esclamò, felicissimo.

Sans sollevò le spalle.

-Evidentemente prima ti aveva mentito. Che maleducata!- commentò, lanciandomi un’occhiata dall’alto in basso molto divertita.

-EHI! Ti ricordo che è stata una tua…- iniziai ad arrabbiarmi, ma Papyrus mi interruppe, probabilmente senza neanche accorgersene visto che prima di parlare si era sistemato la voce ed aveva cercato di assumere un atteggiamento intimidatorio.

-UMANO! TU NON PASSERAI QUEST’AREA! IL GRANDE PAPYRUS TI CATTURERÀ E TI SPEDIRÀ ALLA CAPITALE, E POI… POI… NON SO COSA ACCADRÀ POI, MA PROCEDI A TUO RISCHIO E PERICOLO!! NYEH HEH HEH HEH!!!- e detto questo corse via euforico, ed io mi rivolsi a Sans, un po’ preoccupata.

-Non è che mi ucciderà?- chiesi, osservandolo camminare a grandi falcate e quasi inciampare nella neve.

Sans lo guardò intenerito.

-Nah, non è nel suo stile- mi rassicurò.

-Non era neanche nello stile di Toriel- commentai tra me e me.

Sans fece una faccia strana, poi continuò.

-Probabilmente ti porterà dritta nelle braccia di Undyne, che ti ucciderà senza che tu abbia nemmeno il tempo di salutarla, ma lui di persona non ti ucciderà sicuramente- mi fece un occhiolino, ma io ero sbiancata.

Lo guardai malissimo.

-Mimma Sans! Ma mi hai condannato a morte certa!! Ma vaff…- mi interruppi prima di pentirmi di quello che stavo dicendo, e tentai di calmarmi.

“…sta funzionando! Sei morta una sola volta e già sta funzionando!!”

Tra un po’ la parola che non ho detto a Sans la dico a te!

-E poi chi ti dice che Papyrus non mi farà niente, da quanto mi è sembrato ha un ego grande come una casa e un’ambizione più grande del suo cuore- esclamai senza nemmeno pensare a cosa stessi dicendo. Poi mi tappai immediatamente la bocca, ma ormai il danno era fatto.

Sans mi guardò con un’espressione davvero indecifrabile, ma comunque abbastanza seccata.

-Credo di conoscere meglio mio fratello di quanto non faccia tu. E… cerca di non morire troppe volte- mi disse, prima di tornare nel luogo da dove ero venuta, con le mani in tasca e il solito sorriso.

“…dovrebbe procedere più lentamente la tua discesa nella follia omicida. Stai spaventando pure me che ti controllo!”

Sta zitta! Non accadrà più… e non morirò più…

Sospirai, e continuai a camminare nel bosco, sperando di non essermi giocata per sempre un’eventuale amicizia con Sans.

Certo, era un po’ strano, un po’ traditore e voltagabbana per alcuni versi, ma ero abbastanza sicura che non mi volesse male, e che non fosse mio nemico.

O almeno ci speravo, perché mi sembra un nemico davvero difficile da affrontare.

“Oh, quoto in pieno, ragazzina! Una sfida che non vedo l’ora di affrontare!”

ZITTA TU! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ho scritto quasi tutto in Inghilterra, quindi il freddo era credibile da scrivere.

Quando sono tornata in Italia e l’ho trascritto era un po’ meno credibile.

“Giusto un pochino -_-“

Un pochino parecchio, visto che mi sto sciogliendo manco fossi un vampiro al sole.

Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto, Sans non me la racconta giusta su alcuni punti, ma che vi devo dire, è il mio personaggio preferito, perciò sarà importante in questa storia.

Salve come va?

“E TU CHE CA**O CI FAI QUI!!!!”

Voglio solo salutare i lettori che hanno votato che Chara prenda un po’ il controllo e dire loro: “Ma che vi passa per la testa?! Ci volete tutti morti?!”

“EH NO CARO MIO! LE VIRGOLETTE SONO MIE TU NON ME LE PUOI RUBARE!!”

Ma non ho usato mica il corsivo

“MA LE VIRGOLETTE SONO MIE!!!”

E allora? Il maiuscolo è di Paps ma tu lo stai usando ;)

“…”

BOOM! SPENTA!

Comunque Sans, non entrare nell’angolo autore, che la mia testa è già abbastanza affollata, con Frisk che è rintanata in un angolo senza che io neanche lo sappia.

Va bene. Anche perché è un casino per te modificare nell’editor di EFP tutte le volte il mio font perché sul tuo computer non ce l’hai, non è così? E a tal proposito, ci impiega un sacco a cambiare ogni cosa nei Font giusti quindi apprezzate lo sforzo (ho detto bene la mia battuta?)

Ma come fai a sapere tante cose?! O.o

Sapessi.

No, sapere è coniugato giusto. Come fai a sapessi non ha sens…ohhhh.

Forse volevi dire che non ha Sanso ;)

Comunque un grande applauso per l’arrivo di Sans e Papyrus.

Commentati numerosi come allo scorso capitolo (è stato bellissimo ricevere tutte quelle recensioni *^*) e un grandissimo bacione e alla prossima.

Wow, Sans l’ha proprio spenta Chara.

Speriamo per sempre.

“Humpf”

Come non detto.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La prossima volta meglio non respirare ***


La prossima volta meglio non respirare

“Nel senso di morire per mancanza d’aria?”

Non infilarti pure nel titolo!

 

 

Dopo un’attenta analisi interiore, procedetti per il mio percorso innevato, sperando di arrivare a destinazione il più in fretta possibile.

“Se non avessi detto a tutti che sei un’umana probabilmente arriveresti davvero molto in fretta”

Almeno così ho Sans come alleato.

“E Papyrus come nemico”

Mmmmm, effettivamente, ma Sans ha detto che il fratello non vuole uccidermi, quindi non devo temere.

“Tu muori nelle situazioni dove è impossibile farlo, figurati se Papyrus non ti uccide almeno nove volte… non vedo l’ora”

Sbuffai, superai una capanna di controllo mal costruita ed un cartello con su scritto di non muoversi.

Avrei dovuto fare più attenzione, ma stavo morendo di freddo e volevo sbrigarmi.

“Se non hai letto come hai fatto a capire che c’era scritto quello?”

Ci sto arrivando, perché infatti, non appena superai il cartello vidi un’altra capanna di controllo, questa volta ben costruita, sorvegliata da un cane, che spuntò all’improvviso provocandomi un infarto e facendomi cadere nella neve per la sorpresa.

“Ah, bene, siamo a due morti nella zona…”

Scusa, perché?

“Hai detto che ti sei presa un infarto. Un infarto equivale a morte, è tanto semplice”

No, no, è un modo di dire.

“Si, vabbè, ora tutto è un modo di dire”

Comunque quel cane era comparso all’improvviso, indossava una maschera, credo, ed era vestito in modo assurdo e molto poco invernale.

“E’ un cane, ha il pelo! E non è una maschera, è il colore del pelo, idiota!”

Ah, già, ma è un cane umanoide, ed indossa i vestiti, perché indossare i vestiti se non sente freddo?

“Perché tu indossi la coperta quando dormi anche se muori di caldo che se ci fosse un cammello al tuo posto sarebbe già stecchito?”

Per tenere lontani i mostri.

“Non credo funzioni, visto che in questa storia non fanno che tentare di ucciderti, e anche con pessimi risultati visto che a Snowdin sei morta solo una volta”

Se tu la smettessi di interrompere il capitolo sarei già stata uccisa sei volte da Dogman!

“…Touché”

Dove ero rimasta? Ah, si, Dogman, il famigerato cane mascherato, anche se Chara ha ragione, era solo il pelo che però sembrava troppo una maschera.

Rimasi ferma a terra, terrorizzata, e lui si guardò intorno.

-Ho visto qualcosa muoversi. E se qualcosa si stava muovendo, per esempio un umano, farò in modo che non si muova più!- minacciò, tirando fuori una spada gigante tutta blu e lanciandola in modo che falciasse tutta la strada.

Io sollevai le mani in difesa, ma per il resto rimasi del tutto congelata, mentre la lama mi falciava di netto, e mi ferii solo leggermente al petto, ma per il resto sembravo un fantasma.

-Ma che cavolo…?!- chiesi, rivolta a nessuno in particolare, poi mi tappai la bocca, perché anche se forse, e dico forse, il cane non poteva vedermi, sicuro mi sentiva, no?

Lui si girò verso di me, ed io rimasi perfettamente immobile, spaventata.

-Ho sentito delle voci, delle voci da qualcuno che non si muove. Mmmmm, devo riflettere su questo con dei croccantini per cani- E scomparve dentro la sua cabina di guardia.

Io rimasi ferma, portando una mano verso la ferita che cominciava a sanguinare.

“Mettici della neve, così muori più in fretta, e comunque come hai fatto a non morire, sul serio?! Di solito ti butti contro il pericolo come un’idiota, per una volta che dovevi muoverti sei rimasta ferma immobile, tranne per il fatto che respiravi, ovviamente. Siccome respiravi ti ha ferito la parte che si muoveva, ma sul serio, perché ora che hai ottime ragioni per morire, o almeno io ho ottime ragioni perché tu muoia, sei così dannatamente… mi stai ascoltando?”

Ovviamente io mi ero fermata a “mettici”, ma non era solo perché erano secoli che avevo deciso di ignorarla, ma perché ero ancora confusa da quello che era successo.

Insomma, fino a quel momento, ad eccezione di qualche lacrima acida, ero quasi sempre morta sul colpo, senza venire ferita molte volte.

“Chris?!”

E invece ora ero seriamente ferita, ero scampata ad una morte certa ma l’avevo pur sempre vista in faccia.

Ed ero terrorizzata!

“Solo ora sei terrorizzata?”

Il sangue non mi da fastidio, insomma, soffro di sangue dal naso ogni volta che ho il raffreddore e sono anche una ragazza sviluppata, quindi, come dire…

“Che schifo!!”

Ma sentirlo tra le mani, sentire il dolore di quella ferita che mi aveva sfiorato i polmoni e non me li aveva tagliati per pura botta di fortuna. Tremavo dalla testa ai piedi, e probabilmente, se fosse tornato, mi avrebbe vista subito e mi avrebbe affettata completamente.

Seppellii la testa nelle mie ginocchia, cercando di calmarmi, dopotutto mi era successo già di trovarmi in situazioni di morte ed ero sempre stata parecchio tranquilla al riguardo.

Ma forse la consapevolezza che morendo una parte di me sarebbe morta per davvero, iniziai a vedere tutti i risvolti di quella terribile faccenda.

Non era uno scherzo, non era un gioco, dovevo stare attenta, e quei mostri volevano uccidermi sul serio, per motivi che dovevo scoprire.

Non erano cattivi, almeno a me non sembravano, anche se le persone civili non vanno in giro ad uccidere la gente. 

Li consideravo più come si considerano degli animali feroci. Volevo stargli alla larga perché sennò mi avrebbero attaccato, ma sarebbe stata colpa mia, non loro.

“Non ha senso”

Ti pare che tutta questa situazione lo abbia?

“Sono razionali, possono decidere di non ucciderti, ma ci provano, quindi uccidili prima tu!”

No, non è questa la situazione.

C’era qualcosa che mi sfuggiva, e non capivo affatto cosa.

Sembravano quasi spaventati da me, almeno i mostri che mi avevano visto, ma non uno spaventato come io di loro, che avrei preferito evitarli, ma uno spaventato di quelli che hanno un dovere da compiere e lo fanno anche se non vogliono, perché serve per un bene superiore.

“Da quando fai la psicologa da quattro soldi per i mostri che ti uccidono?”

Da quando ho una cavolo di ferita profonda addosso che mi farà morire di emorragia a meno che non la fermi con qualcosa che non ho.

Potrei usare un vestito che ho ora addosso, ma già sto morendo di freddo di mio, le scelte sono tra morire dissanguata o morire assiderata.

“Se rimani qui morirai di tutte e due, e la cosa peggiore è che non ti conterà nemmeno come doppia morte”

-Così non aiuti!- borbottai tra me e me, con la testa sempre seppellita tra le ginocchia.

-Oh, scusa, allora me ne vado- commentò una voce appartenente a qualcuno che non avevo sentito arrivare.

Sobbalzai e alzai la testa di scatto, per trovarmi davanti a Sans, con il solito sorriso irritante e le mani sepolte nelle tasche della felpa.

-Sans? Scusa, non parlavo con te. Non credevo nemmeno ci fossi, non ti ho sentito arrivare- lo sussurrai quasi tra me, imbarazzata.

Lui mi porse la mano sinistra, per aiutarmi ad alzarmi.

-Papyrus ti sta aspettando per uno dei suoi puzzle, e si stava preoccupando. Sono solo passato a vedere se eri ancora viva- commentò, alzando le spalle.

Io guardai la mano sospettosa, e gli diedi dei colpetti incerti con il dito per essere sicura non nascondesse strani scherzi.

-Tranquilla, non faccio lo stesso trucco due volte sulla stessa persona- mi rassicurò lui, con un occhiolino.

Sempre tenendomi la ferita con il braccio destro, presi la sua mano, e mi alzai, ancora leggermente tremante.

Respirai profondamente, e cercai di assumere un sorriso.

Sentii le guance bagnate, avevo pianto?

Me le asciugai velocemente, non volevo risultare debole di fronte a Sans, che però mi guardava con un’espressione indecifrabile delle sue.

-Tutto bene?- mi chiese, in tono casuale.

-Si- affermai io, con poca convinzione -Solo una ferita di poco conto, ne ho già ricevute molte qui sotto, ce la posso fare. Tuo fratello è vicino?- chiesi, cambiando argomento. Guardai davanti a me ed osservai un puntino all’orizzonte che sembrava molto impaziente.

-Si, abbastanza. Vado ad avvertirlo che stai arrivando e che non si deve preoccupare- il suo sguardo venne attirato da alcune gocce di sangue cadute a terra.

-Quello non è ketchup, vero?- chiese in tono casuale, come se non avesse mai visto sangue in vita sua.

Cosa molto probabile, visto che era uno scheletro.

“Anche perché qui i mostri si trasformano in polvere una volta uccisi”

Davvero?

“Si, e lo sapresti SE AVESSI UCCISO QUALCUNO!!”

Ah, quindi si potrebbe farla franca facilmente per omicidio, altro che Annalise Keating… non che io voglia fare del male a qualcuno, sia chiaro. Lungi da me.

“Perché sei così buonista?!”

-No, è solo una ferita. Probabilmente farò come nei film e strapperò in modo figo la mia felpa per medicarla o qualcosa del genere- cercai di tranquillizzarlo, non sapevo neanche bene perché.

Forse perché volevo apparire forte, perché il fatto che Sans fosse l’unico mostro che non mi aveva attaccato fino a quel momento lo facevano sembrare anche uno di quelli a cui dovevo dimostrare che non mi facevo fermare.

Forse pensavo che non mi avesse attaccato perché non ero in grado e volevo dimostrargli che aveva torto.

“Ma non ti va bene niente! Se ti attaccano ti lamenti, se non ti attaccano ti lamenti uguale. Deciditi, nemica mia!”

Ovviamente in maniera inconscia perché cavolo, è ovvio che ero felicissima che non mi avesse attaccato e che non volesse uccidermi.

Forse cercavo di rassicurare me sessa, anche. Mi sembrava plausibile.

-Su, prendi la mia, ne ho venti identiche- si tolse la felpa e me la gettò contro.

Io la afferrai con entrambe le mani, guardandolo ad occhi spalancati.

-Cosa?- chiesi, confusa.

-Cos’è che mi hai detto prima? Una cosa del tipo: Mimma Sans!! Ma mi hai condannato a morte certa vaf…- 

-Ero solo un attimo nervosa, scusa, non intendevo dirlo!- lo interruppi prima che potesse mettermi in bocca la parola che non gli avevo detto, arrossendo ricordando quel piccolo momento di crisi di fiducia.

“Non è che tu ora sia molto più fiduciosa, eh”

Zitta!

-Beh, Papyrus è molto contento, quindi mi sembra giusto ringraziarti e aiutarti a non morire prima di risolvere almeno uno dei suoi puzzle- alzò le spalle, in tono normale.

Io usai la felpa per tamponare il sangue. Una volta che se ne fosse andato probabilmente mi sarei fasciata per bene, ma avevo bisogno di un po’ di privacy.

-Ci tieni tanto a tuo fratello- commentai senza guardarlo.

-Beh, come tutti, credo. Vado a prendere un’altra felpa. Ci vediamo più tardi- fece per andarsene, ma io dovevo assolutamente dirgli un’altra cosa.

-Grazie, Sans- alzai la testa su di lui, accennando un sorriso.

Lui si voltò a guardarmi.

-Per ora sei l’unico che sembra davvero non volere la mia morte, e anche se non è per me… grazie- avevo bisogno di dirglielo, come un tappo che dovevo togliere dal mio petto.

“Scena melensa!”

Lui mi lanciò un’ultima occhiata indecifrabile, poi si voltò nuovamente.

-Beh, abbi cura di te, ragazzina- mi salutò, prima di sparire all’orizzonte.

Io superai del tutto la tana di Dogman

“A proposito, si chiama Doggo”

Ah, beh, Dogman è più bello.

“E comunque non pensi alla povera mammina Toriel che hai abbandonato tutta sola nelle rovine spezzandole il cuore in milioni di minuscoli pezzettini di…”

Lo so che Toriel non voleva che morissi, e non farmi aumentare i sensi di colpa che sto seriamente pensando di tornarmene nelle rovine e mandare a Posillipo tutta l’impresa.

“No, no, non farlo, devo uccid… ehm… guidarti per tutto il tempo”

Fatto sta che è stata quella ad uccidermi di più tra tutti i mostri, dopo Flowey. Sans… non ha neanche provato o finto di attaccarmi… è strano.

“E’ debole”

Non credo, sai? Secondo me lui nasconde qualcosa, qualcosa di grosso.

Mi sedetti sotto un albero vicino ad una lastra di ghiaccio.

Ora però davvero qualcuno mi deve spiegare com’è possibile che sottoterra, a questa profondità che raggiunge quasi il nucleo terrestre, crescano alberi e laghetti di ghiaccio e… no, sul serio, ma quali leggi fisiche regolano il Sottosuolo?!

“Ti interessa davvero ora che stai perdendo ventimila litri di sangue e stai pure morendo congelata? Io voglio che tu muoia, come tutti, ma rivedi anche le tue priorità, ragazza mia!”

Giusto, giusto.

Presi l’enorme felpa, cercando di non mettermi a pensare a come mai Sans era grassottello se effettivamente è uno scheletro e non dovrebbe esserlo, perché non ha niente oltre alle ossa e quindi è molto strano che…

“CHRIS!!”

Giusto, giusto.

Presi la felpa e mi fabbricai una benda di fiducia come fanno i tipi nei film d’azione.

Mi alzai la T-shirt e mi fasciai la ferita sperando che qualche mostro non stesse osservando tutta la scena perché altrimenti avrei preferito morire per la vergogna.

“Si può sempre organizzare”

E piantala!

Dopo aver finito il tutto mi alzai lentamente e con cautela.

Fino a che non avessi curato in qualche modo magico la ferita, sempre che fosse successo, o finché non fossi morta, probabilmente la seconda opzione sarebbe arrivata molto prima, non avrei dovuto fare movimenti bruschi.

Vabbè, tanto non è che fossi in costante pericolo con mostri che spuntano da tutte le parti e che fremono per uccidermi in ogni modo possibile.

Una volta in piedi, un mostro mi fece tap tap sulla spalla, ed io mi girai tirando un pugno a caso, che Sans schivò senza nessuna difficoltà.

-Ehi, vacci piano, tigre- mi prese in giro, ridacchiando.

-Mi hai fatto paura… come… come hai fatto…?- guardai la direzione da cui era sparito, poi quella da dove era comparso, ed infine lui, che aveva una nuova felpa identica a quella di prima e non sembrava affatto affaticato da una probabile corsa.

-Ho delle scorciatoie. Mi sono dimenticato di dirti una cosa. Mio fratello, probabilmente prima o poi lo affronterai, ha un attacco speciale, che hanno anche altri mostri da queste parti. E’ un attacco blu, quando lo usa tu devi restare ferma immobile, e quello non ti colpirà- mi informò.

-Ah, capito, come quelli di Dogman- annuii, annotando l’informazione.

-Chi?- mi chiese Sans confuso.

“Doggo, stupida!”

-Doggo, Doggo, il cane di prima che mi ha feri… non fa niente, ho capito, attacco blu, devo stare ferma. Grazie- non era difficile da ricordare, blu=ferma. Facile.

-Basta che lo pensi come un cartello di stop rosso- continuò Sans.

-Eh? Che c’entra il rosso?- la mia testa iniziò a confondersi.

-Quando vedi un cartello rosso di stop ti fermi, giusto?

-Io non ho ancora la patente, non è che faccia molta attenzione ai…- provai a fermarlo per non confondermi ulteriormente, ma lui mi ignorò, evidentemente ci trovava gusto nel fondermi il cervello, come se già Chara non ci pensasse abbastanza.

-Tu immagina un cartello rosso di stop, ma blu, capito?- mi fece un occhiolino, con una faccia da schiaffi che mi avrebbe fatto venire voglia di tirargli un altro pugno.

Sans era davvero un mistero su ossa, da una parte sembrava gentile e simpatico, dall’altra completamente irritante, e si spostava troppo in fretta per essere normale.

Io annuii incerta, poi mi venne un’illuminazione.

-Ammettilo, hai uno o più fratelli gemelli, vero?- sospettai, con un sorrisetto complice.

Lui mi guardò strano, per poi ridacchiare.

-Non che io sappia, ragazzina- frantumò le mie speranze come Papyrus avrebbe  in seguito frantumato il mio cuore.

“Ma che…?! Niente spoiler, idiota!!!”

Ops, scusa, mi sono lasciata andare con le similitudini creative, fate finta di non aver letto niente.

Io misi il broncio.

-Oh…- commentai, delusa -Ma scoprirò il tuo segreto, prima o poi- lo minacciai, lui alzò le spalle.

-Ovvio che lo farai, ci vediamo al puzzle, questa volta per davvero- mi fece un ultimo cenno di saluto e poi scomparve.

Io ero in procinto di seguirlo, ma decisi di esplorare ancora un po’ la zona, ed andai verso sinistra.

Lì trovai qualcosa di molto carino… che però aumentò le mie domande circa le leggi fisiche di quel mondo.

-Olaf?- chiesi, mentre i miei occhi diventavano cuoricini alla vista di un pupazzo di neve costruito su una zona priva di alberi.

Il pupazzo mi guardò, confuso.

-Hey, ciao, viaggiatore. Io sono un pupazzo di neve- mi salutò, sorridendomi amabilmente.

Io corsi ad osservarlo, affascinata.

Era un mostro anche lui? Ovvio che lo era, altrimenti non avrebbe potuto parlare. Tutti i pupazzi di neve che venivano fatti erano vivi? Si poteva muovere? Perché se non si poteva muovere allora come faceva a fare altri pupazzi di neve che proseguissero la sua famiglia? Aveva dei genitori? Era stato creato tipo robot? Funzionava con la magia?

“Ehi, ehi, calmati, lo tratti come se fosse qualcosa di interessante!”

Ma un pupazzo di neve parlante è interessante! Posso vestirmi da Elsa e cantare Let it go!

“Il freddo non le nuoce, a te si, infatti spero tu muoia presto assiderata”

Questo è vero, tra un po’ finisco più come Anna che come Elsa.

Mi inginocchiai davanti al pupazzo con un sorriso.

-Ciao pupazzo di neve. Io sono Chris. Come stai?- chiesi, rendendomi conto solo in quel momento che se era un mostro avrebbe potuto attaccarmi.

Lui però non ne sembrava in grado.

“Ma perché ora che devi morire non muori mai!? Questo è un complotto! Illuminati confirmed!!”

Qui Bill Cipher non c’entra.

-Beh, vorrei tanto visitare il mondo, ma non posso muovermi. Potresti prendere un pezzettino di me e portarlo il più lontano possibile? Non si scioglierà neanche se lo metterai nel tuo zaino- mi chiese, con sguardo speranzoso.

-Ma certo, con piacere, pupazzo di neve carino e coccoloso- presi un pezzettino dalla base e lo misi dentro lo zaino.

Mi stava iniziando a venire una certa fame, perciò presi un pezzo di cioccolata, giusto per riscaldarmi anche un po’.

-Grazie mille, viaggiatrice- mi fece un altre grosso sorriso, ed io chiusi lo zaino, e mi avviai contenta ma comunque cauta perché la ferita faceva ancora male verso la zona di prima.

Dato che però sono un’idiota patentata, non mi accorsi del laghetto ghiacciato e scivolai, battendo il fondoschiena che per fortuna non ruppe il ghiaccio.

“Ne hai molta di fortuna da quando io voglio che tu non ne abbia”

E’ il karma, nemica mia, è il karma.

Mi alzai massaggiandomi il fondoschiena e iniziai a camminare verso il primo puzzle di Papyrus con il coccige che aveva ricominciato a farsi sentire.

Un cartello vicino al laghetto diceva che c’era un villaggio ad est. Sperai mancasse poco.

Dopotutto ne avevo fatta di strada al freddo, e Sans era andato e tornato in pochissimo tempo. Probabilmente era molto vicino.

…giusto?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

La risposta è no, ma immagino la sapevate già.

Che ne dite del capitolo, vi è piaciuto? 

Scusate se è arrivato un po’ tardi ma ultimamente ho pochissima ispirazione.

Innanzitutto voglio spiegare alcune citazioni che ho fatto, così, perché anche se so che alcune le conoscete senz’altro tutti è meglio essere sicuri.

Ovviamente Olaf, Anna, Elsa e Let it go sono riferimenti a Frozen, e vabbè, è ovvio. E quando Chara dice “Il freddo non le nuoce” è proprio un riferimento a “The cold never bothered me” della canzone in inglese.

Annalise Keating è un personaggio principale della serie TV “How to get away with murderer”, che tradotto letteralmente è proprio “Come farla franca per omicidio.”

“E invece di istruirti e uccidere qualcuno tu sei ancora qui a farti uccidere (e neanche tanto bene a dirla tutta) e a risparmiare tutti”

Chara, tu ancora non capisci che se anche volessi, e non voglio…NON HO ARMI!!

“Usa i tuoi capelli! Sono una frusta potente! E poi hai i guanti!”

Ultimo riferimento è Bill Cipher, uno degli antagonisti del cartone “Gravity Falls”, che è a forma di triangolo degli illuminati.

E… credo sia tutto sui riferimenti, bene :)

“Ah, finalmente hai finito una parte che non importava a nessuno (usando a sproposito le mie virgolette, per giunta), complimenti, vuoi una medaglia? (ovviamente sono sarcastica)”

Ma dai? (anche io)

Perdonate Chara, è irritata perché ancora non sono morta di nuovo.

Io volevo un attimo parlare di Sans

“Eh no! E basta parlare di quello scheletro grassone che ciccia fuori (capito? grassone, ciccia, sono uno spasso!!) ogni secondo come se ti seguisse e mi impedisce di farti uccidere!!”

Tu credi che lui mi stia seguendo?

“Bah, vedrai con i tuoi occhi più in là”

Mmmmm, io sono confusa.

“E quando mai!”

Vabbè, spero che il capitolo vi piaccia, cercherò di scrivere il prossimo appena possibile, un grande bacione e alla prossima :-*

 

P.s. Volete che metta il mio inventario per comodità alla fine di ogni capitolo? Perché ce l’ho e potrebbe fare comodo.

Ditemi voi ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** I puzzle sono semplici quando li puoi vedere dall'alto ***


I puzzle sono semplici quando li puoi vedere dall’alto

 

 

-La neve che cade sopra di me, copre tutto, col suo oblio…- iniziai a canticchiare, mentre mi avvicinavo verso la mia meta. Cercavo invano di riscaldarmi con le braccia, e Papyrus era un po’ lontano.

“Che diavolo stai facendo?!”

L’ho appena scritto.

“Si, ma… stai seriamente canticchiando Frozen?!”

Si, canta con me!

“Ma neanche per sogno! In questa svitata mente la regina sono io!”

Bravissima!

“Che?”

Hai appena cantato, anche se cambiando le parole.

-Ormai la tempesta nel mio cuore irrompe già- continuai, con voce tremante dal freddo.

“Se ti prenderà, felice mi farà”

Non sai le parole ma sei intonata.

“Ma non è mia intenzione, sto solo rispondendo alla tua evidente follia, e...”

-Ho conservato ogni bugia-

“…se sei scema non è colpa mia”

-Così non va, non sentirò…- continua tu!

“Ma anche no”

Ridacchiai tra me e me.

-D’ora in poi, lascerò…- continuai, mentre Papyrus, Sans, e uno strano pavimento davanti a loro, arrivavano a portata di vista.

“Che io ti controlli un po’?” 

Nope!

Per quanto mi piacesse che Chara si stesse divertendo a cantare, fui costretta ad interromperla.

“Non mi stavo divertendo, e non stavo cantando!”

Oh, beh, sappiamo tutti com’è fatta, ma è ovvio che le stava piacendo cantare.

“Se non la pianti non solo ti possiedo, ma prima di farti uccidere tutti pubblico anche il tuo diario segreto su internet!”

…ok, ok, passiamo oltre.

Ero arrivata davanti a Papyrus, con un freddo pazzesco…

“Altro che Elsa”

…e incertezza su cosa sarebbe successo.

-UMANO!- mi accolse Papyrus, con voce imponente.

Sans mi guardava con espressione curiosa, chiedendosi cosa avrei fatto.

Io stavo tremando come una foglia.

-SEI ARRIVATO AL PRIMO PUZZLE!- mi informò, in modo eclatante -AMMIRA! IL LABIRINTO INVISIBILE DELL’ELETTRICITÀ’- mi indicò il pavimento di pietra, ed io sbiancai.

-E_elettricità?- chiesi tremante, e non solo per il dannato freddo.

“Evvai!! Ora muori, ora muori, ora muori…”

PIANTALA!! 

-UNA VOLTA NEL LABIRINTO SE URTERAI I MURI INVISIBILI PRENDERAI LA SCOSSA TRAMITE QUESTO ORDIGNO- mostrò una specie di uovo azzurro che aveva in mano.

-Scusa, ma se è l’ordigno che mi da la scossa… dovresti darlo a me- suggerii.

“E’ ufficiale, tu vuoi morire, lo desideri ardentemente. E allora perché non muori mai!?!”

Non voglio morire, ma voglio essere onesta. Non vorrei per sbaglio toccare un muro invisibile e uccidere Papyrus.

“E perché, sentiamo?! Non ti stava antipatico?”

Non mi sta antipatico, solo pieno di sé! E poi se morisse Sans mi ucciderebbe dieci volte.

“Non sarebbe male”

Fatto stava che Papyrus accolse il mio suggerimento.

-EHI, E’ VERO! FERMA LI’, UMANA, TE LO VENGO A PORTARE!- con meno lungimiranza di me quando mi ero scoperta da dietro la lampada.

Infatti attraversò il puzzle mostrandomi esattamente come attraversarlo. Non sarebbe stato un problema ricordarlo.

…o almeno così sarebbe stato se lo avessi potuto vedere dall’alto e se avesse lasciato tracce, cosa che non aveva fatto.

Mentre cercavo di tenere a mente il percorso lui mi lasciò l’ordigno e tornò indietro così in fretta che quasi non me ne accorsi.

Ok, era partito da in fondo a destra, e poi era andato a sinistra, poi davanti e poi di nuovo a destra e davanti… ma quando? A quale distanza?

-ORSÙ UMANO. PARTI, COSÌ FALLIRAI IL PUZZLE E TI CATTURERÒ. NYEHEHEHEH!!- rise certo di vincere… e ne ero certa anche io.

Sospirai, massaggiandomi la ferita fasciata con la felpa di Sans, ed iniziai a procedere in avanti, un passo alla volta, incerta, e tenendo l’ordigno in mano molto tremante.

Ad un certo punto il mio piede urtò qualcosa, e mi arrivò una scossa alla mano.

“E moristi”

Ma la smetti, non morii! Era una scossa lievissima, che mi fece quasi solletico. Avrei avuto più rischio a morire per quelle scosse invernali che si prendono a volte toccando qualcuno.

Per la sorpresa lasciai cadere l’ordigno, che rotolò un po’ fino ad arrivare in un punto senz’altro elettrico.

Io mi sporsi lentamente, cercando di non toccare muri per recuperarlo.

-EHM… UMANA… TUTTO BENE?- mi chiese Papyrus un po’ preoccupato.

-Si, si, raccolgo l’ordigno e continuo con il puzzle, un momento- lo rassicurai, sporgendomi ulteriormente… e cadendo in avanti, dritta contro l’ordigno che mi si infilò, non chiedetemi come, nella manica.

Essendo caduta come una pera lessa…

“Pera lessa? Non ho mai sentito questa espressione”

E’ un misto tra pera cotta e patata lessa.

“Sei più strana ogni minuto che passi qui dentro”

Comunque… essendo caduta come una patata cotta dritta nella parte elettrica, con l’ordigno nella giacca che non sapevo come togliere…

“Moristi!”

Iniziai a contorcermi come una pazza in preda ad un enorme attacco…

“Epilettico che ti costò la morte!”

…di ridarella perché tra l’ordigno e la minuscola elettricità iniziavo a sentire parecchio solletico, e soprattutto caldo.

“Che delusione!”

Wow l’elettricità era quella scossa di calore di cui avevo proprio bisogno dopo tutto quel freddo.

Ero così presa a contorcermi e a ridere che non notai l’espressione terrorizzata di Papyrus e quella parecchio confusa di Sans.

Effettivamente avevano ragione a preoccuparsi, visto che le mie risate sembravano le urla agonizzanti di un gallo spennato vivo, ma comunque non ero nelle condizioni di controllare i miei polmoni e il mio diaframma, quindi non lo feci apposta.

-UMANO! NON TEMERE!! VENGO A SALVARTI!!- esclamò Papyrus, gettandosi verso di me e prendendomi per un piede, per poi trascinarmi dall’altra parte del labirinto.

-NooooAHAHAHAH!! CaldoAHAHAHAHAH! belloahahahahah!- provai a protestare io, mentre l’ordigno scivolava via e ritornava nel labirinto elettrico.

-…Bro… mi sembra che sia stata sconfitta- commentò Sans, alzando le spalle. Se avesse avuto un sopracciglio sarebbe stato inarcato.

Io ripresi a respirare, asciugandomi le lacrime che erano uscite per le troppe risate, e tentai di alzarmi, fallendo miseramente e sentendo una fitta al petto, dove la ferita si era riaperta e aveva ricominciato a sanguinare.

Alla faccia dello stare cauti nei movimenti.

-SI, L’UMANA È SENZ’ALTRO SCONFITTA- commentò Papyrus, un po’ incerto, mentre io premevo la felpa per rimediare, senza prestargli poi particolare attenzione.

-Allora dai, catturala- commentò Sans, alzando le spalle.

Mi alzai lentamente e cautamente, togliendomi la neve di dosso.

-SI, MA… MA…-l’altro scheletro sembrava insicuro -MA… CON COSA SI È MACCHIATA?- chiese poi, osservando il sangue e avvicinandosi.

Mi accorsi di ciò solo quando alzai la testa e me lo ritrovai a pochi centimetri dal viso.

Indietreggiai in fretta, diventando più rossa della sua sciarpa, e lo rassicurai, per evitare che si avvicinasse ulteriormente.

-Non è nulla solo una ferita di poco conto- sminuii, tamponando in modo che non si vedesse troppo la sua gravità.

“Guarda che non è così grave, non è nemmeno profonda, sei tu che sei una cacchetta”

Non posso ribattere a questa ignobile e vera ingiuria.

Gli occhi di Papyrus si spalancarono, costernati.

-ODDIO!! TI HO FERITA!! STAI MORENDO?! DEVO ASSOLUTAMENTE FARE QUALCOSA!!- esclamò, in preda al panico, e avvicinandosi ulteriormente.

Io continuai ad indietreggiare, agitando le mani per scoraggiare la sua idea, ed entrai per sbaglio nel labirinto elettrico.

-Ma a dire il vero…- prima che potessi spiegare le mie mirabolanti avventure con Dogman, urtai l’ordigno, e mi beccai una scossa improvvisa che mi fece volare dritta tra le braccia di Papyrus.

-Oh Mimma!- esclamai imbarazzata, ma per fortuna lui, nonostante fosse pelle e ossa…

Ahah, carina questa

“SANS MA CHE CAVOLO CI FAI NEI SUOI PENSIERI?!”

Ops, sbagliato contesto, scusate

Ehm… nonostante lui fosse pelle e ossa, era abbastanza forte, e mi resse senza problemi.

Poi mi sollevò come se fossi un peluche, e osservò il sangue, pensieroso.

-VEDIAMO UN PO’- commentò. Mi mise delicatamente una mano sul petto, facendomi trattenere il respiro ed evocò una strana luce blu.

Io chiusi gli occhi aspettandomi il peggio, ma poi lo scheletro mi mise a terra, soddisfatto di sé stesso.

-BENE, UMANA, ORA SEI IN FORMA E PRONTA PER IL NUOVO PUZZLE CHE TI ATTENDE PROSSIMAMENTE. È STATO PROGETTATO DA SANS, PERCIÒ, PUR ESSENDO IMMENSAMENTE INFERIORE A QUESTO, SARÀ UNA VERA SFIDA. NYEHEHEHEHEH- commentò, soddisfatto e allegro, prima di andarsene a grandi passi.

Io ero ammutolita, mi tastavo la parte curata incredula, ed ero rossa come un peperone.

-E’ stato un bello spettacolo- commentò Sans, osservando il fratello che si allontanava.

-Perché non mi ha catturato?- gli chiesi, senza neanche afferrare in pieno cosa fosse successo.

Credevo di essere io il degrado massimo in questa storia, ma forse Papyrus e Sans lo erano persino di più, soprattutto se combinati a me.

“Tranquilla, tu sei sempre il degrado massimo in questa storia, soprattutto per il tuo costante non morire quando dovresti morire davvero tantissimo!”

-Credo che voglia catturarti dopo che avrai risolto qualche puzzle, farlo ora è troppo semplice- Sans alzò le spalle, spostando lo sguardo su di me.

-Tranquilla, il prossimo puzzle sarà una passeggiata… forse- con questo mistero, Sans seguì il fratello, per poi girarsi nuovamente.

-Comunque, bei capelli- ridacchiò, prima di scomparire dalla mia vista.

Capelli?! 

Ero talmente presa a pensare a Papyrus, Sans e il puzzle che non mi ero minimamente accorta che i capelli che prima erano legati in una coda usata come sciarpa si erano sciolti elettrizzandosi tutti e facendomi sembrare una pazza.

-Cavolo!- commentai, cercando di appiattirli, e riprendendo il nastro che era scivolato per rimetterlo in testa.

Continuai a camminare e raggiunsi presto un ponte, con accanto un coniglio umanoide azzurro vicino ad un carretto di gelati.

“Nah, non sarà un carretto di gelati. Sarà di hot dog, cioccolata calda o altro, è impossibile che venda gelati in piena neve!”

Saprò di cosa parlo!

Mi avvicinai, curiosa, e lui sollevò la testa.

-Salve, cliente!- mi salutò, con un grande sorriso.

Io indietreggiai, squadrandolo diffidente.

-Vuoi acquistare un Nice Cream, la delizia che rinfresca il palato e scalda il cuore? Sono solo 15g- mi chiese, speranzoso.

“Questo qui crede davvero che sei così stupida da acquistare un gelato quando stai morendo di freddo che tra un po’ diventi davvero un pupazzo di neve di Fro…”

-Uno per favore!- diedi quasi tutti i soldi che avevo a quel tipo e presi con occhi a stella il mio meraviglioso gelato, dato che iniziavo a sentire fame e avevo proprio bisogno di qualcosa di dolce.

“Mi stai prendendo per i fondelli?!”

No, io mangio gelati sempre e comunque, come la cioccolata.

E comunque che finezza, stai diventando molto più educata Chara.

“Hai ragione… mi prendi per il c*lo!?!?!”

Come non detto.

“Così entri nei miei panni ogni volta che dico che muori!”

Secondo me più lo dici meno accade.

“Sgrunt, parlando d’altro, sai che ti è rimasto un solo gold?” 

Vabbè, il gelato ne vale la pena. Ha anche un biglietto annesso.

-Sei adorabile oggi- lessi ad alta voce, superando il ponte.

-Ah, grazie mille- commentò Sans, che era appoggiato ad un albero poco distante.

“Ma questo qui è ovunque, come il prezzemolo!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Scusatemi per il capitolo corto, spero comunque che sia di vostro gradimento.

Voglio ringraziare la mia cara amica Michy_66 per avermi dato l’idea di questa cover rivisitata di Frozen, che spero sia piaciuta anche a voi.

“A me proprio no!”

A nessuno importa il tuo parere.

Comunque, una nota sulle distanze. So che sarei dovuta trovarmi direttamente al puzzle, ma se Papyrus fosse stato così vicino mi avrebbe vista nel combattimento con Dogman e altro, perciò faccio che tra una zona e un’altra, in determinati casi, ci sia più distanza di quanto si veda nel videogioco.

Cercherò di aggiornare appena torno dalla Puglia, dove vado per una settimana, per ripagare anche il capitolo un po’ corto.

Se avete ancora consigli per le storie, prompt vari eccetera ricordate di commentare.

“Ma a chi vuoi che importi!”

E se volete la rimozione di Chara dalla storia votate a favore sempre in un commento.

“Senti, ciccia, non so se l’hai capito ma sono io la vera protagonista di questa storia immonda!”

Non finché io vivo!!

“Appunto”

…Giusto…

Spero di continuare a non morire allora.

“Per me ci resti secca molto presto”

Beh, tu non hai mai ragione.

Comunque grazie a tutti quelli che continuano a seguire questo delirio e spero che la storia continui a piacervi.

Lasciare una recensione per qualsiasi cosa, un grandissimo bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Chara fa voto di silenzio per farmi uccidere ***


Chara fa voto di silenzio per farmi uccidere

(e purtroppo funziona anche)

“Davvero? Figo!”

Smettila di infilarti nel titolo!

 

 

-Sans, cosa ci fai qui?- chiesi, mangiando allegramente il mio gelato ed intascando il biglietto.

-Stavo pensando di vendere della neve sciolta al modico prezzo di 9 gold- rispose lui, osservando il gelataio allegro.

-Purtroppo io ne ho solo 1- alzai le spalle, finendo il gelato.

“Ma… sei un animale. Era un gelato enorme!!”

Ero affamata.

“Lo vedo”

-Ah, beh, non è un problema, io non ho la neve- commentò lui, ed io non capivo se fosse serio o se mi stesse prendendo in giro.

“Secondo me dovresti ucciderlo, tanto per essere sicura”

-Beh… io vado allora, ci vediamo al prossimo puzzle- lo salutai, e continuai a camminare, andando a sbattere contro una palla di neve enorme, e cadendo in avanti.

Sentii Sans scoppiare a ridere dietro di me, ma non me ne curai, la cosa importante era che non avessi sprecato il gelato.

Almeno l’avevo finito di mangiare prima di cadere come una pera…

“Fammi indovinare, lessa?”

…stavo per dire cotta.

“Comunque devi rivedere le tue priorità”

Chara! Non ti credevo una Potterhead!!

“Cos’è una Potterhead? Una malattia strana?”

Non puoi avermelo chiesto, farò finta di non averti sentito.

“E sai cosa farò io? Non dirò mai più niente sul tuo morire perché così morirai davvero!”

L’importante è non sentirti.

“Sai che ti dico, non ti parlerò per tutto il capitolo!”

Questa sì che è una bella notizia!

“Mi rimpiangerai, e i lettori di più!”

Si, si, contaci, contaci.

Dove eravamo rimasti? Ah si, io che cadevo per terra ma per fortuna non sprecavo il gelato perché l’avevo già mangiato.

Capii subito che quella enorme palla di neve doveva finire nel buco stile palla da golf in fondo alla strada, e dato che io non avevo tempo da perdere e stavo congelando, decisi ovviamente di giocare.

Iniziai a spingere la palla per vincere nel minor tempo possibile, ma essa se ne andava da tutte le parti scivolando come se fosse sul ghiaccio e con una velocità sconvolgente.

Senza contare che mano a mano che si spostava rimpiccioliva.

Quando finalmente riuscii e metterla in buca era piccola quanto l’unghia del mio mignolo, e una bandierina grigia spuntò dal terreno, attivata da chissà quale forza magica.

‘Non ho mai visto nessuno giocare così male’ disse… come? Boh.

Forse anche la bandierina era magica.

‘Sei talmente tanto scarsa che ti ricompenserò con 20g per pietà’ continuò, io lo sentivo, ma come se fosse nella mia mente.

“…”

Il tutto non aveva il minimo senso.

Come del resto ogni cosa qui sotto.

Peggio del paese delle meraviglie.

‘Ma non giocare più’ concluse, prima di ritornare nel buco.

Io incrociai le braccia offesa, intascando i soldi con il broncio, e notai, mentre mi giravo in direzione di Sans sperando non mi avesse visto fare una tale figuraccia, che lui non c’era, ma in compenso l’enorme palla di neve era tornata al posto di prima.

Decisi di riprovarci, anche se la bandierina mi aveva detto di non farlo, solo per dimostrarle che potevo migliorare parecchio, ma quando mi avvicinai all’enorme palla di neve, essa si spostò da sola per non permettermi di toccarla, come mossa da una forza magica.

“…”

Rimasi ferma a bocca aperta e seccata abbastanza a lungo da procurarmi una paralisi facciale, e poi decisi di lasciar perdere, e… di comprare un altro gelato giusto per spendere soldi…

“…”

Stranamente, mentre formulavo quel pensiero, cambiai idea come spinta da una forza mentale potente, e mi avviai oltre il buco della bandierina… infilando per sbaglio il piede al suo interno.

“…”

A mia discolpa posso dire che avevo praticamente tutto il corpo congelato!

“…”

Se Chara non fosse in un silenzio autoinflitto probabilmente mi direbbe che sono un’idiota per volere il gelato congelata come sono.

Ma Chara non parla, ed io sono felicissima di ciò.

“…”

(Cielo, non parla davvero. Meglio passare alle maniere forti)

Ok, dove ero rimasta? Cercai di disincastrare il piede, ma ebbi parecchie difficoltà, senonché la bandierina grigia decise di farsi valere, e mi spedì fuori alla velocità della luce

‘Certo che tu sei proprio strana’ commentò, prima di ritornare a dentro e tappare il buco.

“…”

Procedetti per la mia strada, e presto incontrai un mostro molto ghiaccioso.

-Oh Mimma!- esclamai, mettendomi immediatamente sulla difensiva.

Non era Mimma, lo so, quella era la rana che avevo incontrato nelle rovine, ma avete di certo capito il concetto.

“…”

Comunque, io lo guardai, e lui mi guardò, un po’ incerto.

-Ehm… ciao- lo salutai.

Lui mi guardò come squadrandomi, ed io già temevo per la mia vita quando mi parlò.

-Perché uno studente studia con la borsa del ghiaccio sulla testa?- chiese, con sguardo speranzoso.

Io lo guardai confusa, e scossi leggermente la testa.

-Non… non lo so- dissi in un sussurro, pronta a darmela a gambe per non dimostrare a Chara che se lei non mi augura morte ad ogni passo muoio davvero.

-Perché così ripassa a mente fredda- concluse lui, aspettandosi una mia reazione.

Io lo guardai per qualche secondo ghiacciata sul posto, lui abbassò la testa sembrando rattristato, poi scoppiai a ridere, ed il mostro la risollevò di scatto.

-Che battuta carina! Perfetta per rompere il ghiaccio- gli feci un occhiolino, sperando che cogliesse, e nonostante un tentennamento iniziale, scoppiò a ridere anche lui.

Continuammo a farci a vicenda battute sul ghiaccio, o almeno, lui ne fece un sacco, ed io lo ascoltai per la maggior parte del tempo perché non sono un granché ad inventare battute, ma alla fine sembrava parecchio soddisfatto.

-Lo sapevo, lo sapevo che potevo fare il comico! Papà si sbagliava!- affermò con convinzione, sentendomi ridere per forse l’undicesima volta.

-Ma certo che puoi fare il comico, non permettere mai a nessuno di fermarti, soprattutto ai tuoi genitori. C’è mio padre che ogni volta che gli faccio leggere qualcosa mi smonta come una statua di lego- gli confessai con un occhiolino, per poi rabbuiarmi, pensando a mio padre, che non vedevo da un sacco.

Chissà che stavano pensando i miei parenti in quel momento, probabilmente erano molto in pensiero per me.

“In realtà non ci eravamo ancora accorti che fossi scomparsa. Pensavamo ti fossi fermata a fare campeggio con i tuoi amici”

Sul serio papà?! Ma ti sembro il tipo?!

“No, ma la speranza che tu lo diventi è l’ultima a morire”

Guarda, ho deciso, torno da Toriel e mollo tutto!

CHARA!!! Dovresti impedirmelo!! (E lamentarti perché ho fatto usare a mio padre le tue virgolette).

*Ricompari per spronare Chris ad andare avanti sostituendo Chara che non ha intenzione di parlare fino alla fine del capitolo

Frisk, sei tornata! 

*Affermi che non avresti doluto farlo ma assicuri Chris che non verrà sottratto al numero massimo delle sue visite

Hai un numero massimo?

*Annuisci, e rassicuri Chris che se dovesse morire troppe volte ed avere troppo controllo di Chara su di sé troppo presto, verrai ad abbassarlo. Però potrai venire solo sei volte

CHARA!! PERCHE’ NON TI STAI LAMENTANDO DI QUESTA AGGIUNTA!?!

*Rispondi che fino a che Chris non morirà Chara ha deciso di non parlare e manterrà la parola. Poi saluti Chris e te ne vai

Durante tutto questo discorso mentale, Snowdrake, il mostro, era ancora lì, e mi guardava strano, come chiedendosi perché mi fossi congelata sul posto.

(Capito? Battute sul ghiaccio… congelata… ahah… ok, era pessima, continuiamo)

Mi riscossi, e feci un grande sorriso al mio nuovo amico.

-Scusa, ero immersa nei miei pensieri, non vedo i miei genitori da tanto tempo- cercai di giustificarmi, evitando il suo sguardo.

Lui sembrò rattristarsi.

-Mia madre è scomparsa da anni- mi disse, come per consolarmi, poi mi porse una ventina di soldi -Tieni, grazie per l’attenzione- e si allontanò salutandomi.

Io li guardai con gli occhi che brillavano.

Avevo guadagnato quaranta soldi in pochi minuti.

L’assenza di Chara mi stava davvero portando fortuna. 

“Humpf”

Ti ho sentita!

“…”

…(effettivamente sbuffare non è parlare, mannaggia, mi ha fregata!)

Procedetti per il mio percorso, allegra e senza temere nulla, e presto raggiunsi uno spiazzo con un foglio di carta a terra e Papyrus e Sans davanti.

-SEI SEMPRE PIÙ PIGRO OGNI GIORNO CHE PASSA. IERI HAI FATTO UN PISOLINO LUNGO TUTTA LA NOTTE!- si stava lamentando Papyrus.

-Credo che quello si chiami “dormire”, Paps- obiettò il fratello con un occhiolino, spostando poi la sua attenzione su di me.

-TUTTE SCUSE!- si lamentò Papyrus, che non si era ancora accorto di me.

-Hey, raga… diciamo scheletri. Come va?- chiesi, salutandoli e attirando finalmente l’attenzione dello scheletro più alto.

-HEY! È L’UMANA!- esclamò Papyrus, guardandomi con un grande sorriso.

-Si, qual è il puzzle?- chiesi, guardandomi intorno alla ricerca di spiazzi elettrici o congegni vari, ma c’era solo il foglietto, in un piccolo pezzo di pietra spalata dalla neve.

-IL PUZZLE È PROPRIO… SANS! DOV’È IL PUZZLE?!?!- Papyrus sembrò avere i miei stessi problemi nel rintracciarlo, ma lo scheletro più basso alzò le spalle ed indicò il foglio ai miei piedi.

-È lì, bro

Io mi avvicinai lentamente, temendo esplodesse, e presi quello che sembrava un trova parole preso da un giornaletto di Geronimo Stilton di quelli che giocavo da piccola.

Lo osservai un po’, ma non avevo una penna con me.

-Qualcuno ha qualcosa per scrivere?- chiesi ai due scheletri, che scossero la testa, Sans divertito, Papyrus sorpreso.

-SANS, STA FUNZIONANDO?!-

-Forse ho qualcosa nello zaino- proposi a me stessa.

Controllai, ma non c’era traccia di penne o matite, così decisi di segnarmi tutto a mente, anche se ci sarebbe voluto davvero un sacco di tempo.

“…”

Se Chara non avesse fatto voto di silenzio probabilmente adesso mi riempirebbe di insulti pesanti e parolacce da censurare.

Ma io credevo sinceramente che se non avessi risolto il trova-parole sarebbe scattata qualche trappola che mi avrebbe ucciso, e l’ultima volta che ero stata determinata era stato un sacco di stanze fa, e non mi andava di morire e rifarmi tutto, anche perché avevo guadagnato i big money in questo lasso di tempo.

Ero così concentrata a ricordarmi i punti esatti senza poterli segnare, che a malapena mi accorsi di Sans e Papyrus che mi fissavano: il primo piegato in due dalle risate che cercava di trattenere ed il secondo che mi fissava a bocca aperta.

-SANS…. STA DAVVERO FUNZIONANDO!- commentò, sorpreso.

Alla fine non ci misi molto, e quando finii, giusto per sfizio, decisi di controllare la prima parola che avevo trovato, che era composta da tutte le lettere della prima riga.

…solo che le lettere non erano giuste.

-Aspetta, che?!- chiesi, facendo ritornare una parte frozeriana che era in me dallo scorso capitolo.

-Sans!- urlai, alzando arrabbiata la testa verso lo scheletro che aveva ideato il puzzle -Questo trova-parole non ha una soluzione esatta!- mi lamentai, avvicinandomi per mostrargliela.

-Ops, davvero? Direi che sono stato sconfitto- commentò lui, con quel sorriso davvero fastidioso.

-Eh no! Io ci ho messo un sacco a risolverlo! Non è giusto!- esclamai, gettandolo a terra e prendendo un’ammasso di neve.

-È STATO UN FALLIMENTO!- sbuffò Papyrus, senza più badare a me.

-Forse avrei dovuto utilizzare…- cominciò a dire Sans in direzione del fratello, ma io gli lanciai per vendetta una palla di neve, che lo colpì dritto nell’orbita.

Ci furono un paio di secondi di puro silenzio, interrotti solo da Dogman che ci passò accanto fischiettando senza vederci, probabilmente perché eravamo immobili.

Io ero mortificata, volevo solo colpirlo per gioco, non beccarlo nell’occhio, che era pure vuoto quindi chissà quanto faceva male.

Probabilmente ora la neve gli era entrata nel cranio ed aveva il classico ‘cervello congelato’… non che lui avesse un cervello probabilmente, essendo uno scheletro, però insomma avete capito il concetto.

Mi guardava con orbite completamente nere se non fosse stato per la neve che ancora spuntava fuori.

Papyrus guardava il fratello con occhi sgranati.

Io stavo già scrivendo mentalmente le mie ultime volontà…

(Lascio tutti i miei averi al mio gatto: il mio computer, il cellulare, il letto e le torte di Toriel. A mia sorella lascio la torta di lumache e desidero che l’unico caricatore del cellulare rimasto lo usi solo mia madre perché sennò mia sorella lo rompe in due giorni)

…quando Sans si piegò, prese una palla di neve grande quanto quella del gioco che avevo fatto prima e me la tirò a dosso, seppellendomi in una montagna di neve dal quale mi tirai fuori con difficoltà, e con parecchi brividi.

Poi scoppiò a ridere di gusto.

-SANS! NON SI TRATTANO COSÌ GLI UMANI!- si lamentò Papyrus, lanciandogli l’ennesima palla di neve che unita alle sue risate per poco non gli fece perdere l’equilibrio.

Ben presto il tutto si trasformò in una battaglia di neve in piena regola, che si concluse solo quando io, troppo stanca per continuare, con il sudore che mi scorreva gelido sotto i vestiti, non mi arresi, sventolando il fiocco che si era sfilato dai capelli come una bandiera bianca… che però in questo caso era rossa.

Ma dettagli, non avevo niente di bianco con me.

-Vi prego… vi prego… basta… basta… sto… morendo…- dissi, con il fiato spezzato dalle risate e dalla stanchezza.

-M_MORENDO?! NO! SANS! L’ABBIAMO STANCATA TROPPO!! VIENI! TI CURO E…- cominciò a dire Papyrus, preoccupandosi di colpo e avvicinandosi a me, che scossi la testa, ridacchiando.

-Tranquillo, tranquillo… è solo un modo di dire- lo rassicurai, con una pacca sulla spalla.

Lo scheletro tirò un sospiro di sollievo, e sembrò riprendersi da quella momentanea evasione dalla realtà.

-EHM… COMUNQUE…- tossì, per riassumere un tono che doveva essere teoricamente autoritario -… QUESTA È STATA UNA VITTORIA PER TE, MA SOLO PERCHÉ SANS NON HA USATO QUALCOSA DI PIÙ COMPLICATO, COME UN RIORDINA-PAROLE!!- affermò con convinzione, e Sans, asciugandosi… le lacrime per il troppo ridere? … No, è uno scheletro, come fa ad avere lacrime per il troppo ridere?

“…”

…Forse era il residuo della palla di neve di prima?

“…”

Probabile.

Comunque, Sans, asciugandosi la neve che gli colava lungo la faccia come fossero lacrime per il troppo ridere, obiettò qualcosa.

-Riordina-parole? Ma è per ossicini. Al massimo un cruciverba

-TSK, I CRUCIVERBA SONO NOIOSI! OGNI VOLTA MI ADDORMENTO!- iniziarono a discutere su cosa fosse più difficile, se i cruciverba o i riordina parole, ed io, come ogni persona che si rispetti che si ritrova invischiata in una lite tra fratelli (a me capita sempre… di essere la litigante), mi guardai interessata i lacci delle scarpe, che si stavano sporcando da morire per via della neve.

Certo che erano consumate anche prima di essere indossate da me… chissà a chi erano appartenute, e che fine aveva…

-UMANO! RISOLVI QUESTA DISPUTA!- mi chiamò in causa Papyrus, distogliendomi dai miei pensieri.

-Che? Cosa?- io feci passare lo sguardo tra i due scheletri, per niente interessata a farmene nemico uno.

Sans mi guardò interessato, ed io tentai un modo per uscire da quella situazione.

-RIORDINA-PAROLE O CRUCIVERBA?- chiese Papyrus, con la faccia di chi è certo di vincere.

Dipendeva, a dire il vero, nei cruciverba può capitare di tutto, pure cose che non sai mai nella vita, però li ho mai trovati così difficili.

I riordina-parole non so esattamente cosa siano… anche se se è quello che penso io sono davvero per bambini.

Ed erano entrambi esercizi che avevo fatto ai corsi di inglese, quindi, in inglese cosa era più difficile?

-UMANO?- Papyrus reclamò la risposta.

Decisi di essere sincera.

-I riordina-parole sono più difficili- ammisi -Ma è stato difficile scegliere- aggiunsi poi, guardando Sans come a chiedergli con gli occhi di non uccidermi lì su due piedi solo perché avevo dato una risposta diversa da quella che avrebbe dato lui.

Evitai di aggiungere anche ‘mi sembravano facili entrambi’ per non attirarmi l’odio dei due, ma Papyrus era parecchio soddisfatto.

-VISTO?! L’UMANO DEVE ESSERE MOLTO INTELLIGENTE, SE TROVA I RIORDINA-PAROLE COSì COMPLICATI!- commentò allegro, prima di zompettare via.

Io guardai Sans, che mi sorrise divertito.

-Sei stata gentile a dare quella risposta solo per farlo contento. Perché entrambi sappiamo che i cruciverba sono molto più complicati- mi fece un’espressione quasi spaventosa, ed io, con la bocca secca, mi affrettai ad annuire, anche se trovavo davvero i riordina-parole più difficili -Qualche giorno fa stava cercando di risolvere l’oroscopo- aggiunse poi lo scheletro, ritornando come al solito, e poi allontanandosi nella direzione da cui io ero venuta.

-Ci vediamo al prossimo puzzle- mi fece un cenno, e sembrò sparire all’orizzonte.

Io respirai profondamente, e continuai il mio cammino.

Mi sentivo sola, ora che gli scheletri si erano allontanati, e senza Chara che mi augurava morte certa.

Stavo giusto per chiamarla lasciando perdere la mia dignità quando vidi una cosa che mi fece bloccare sul posto.

-…No- dissi tra me, a bocca spalancata.

“…?”

-Non è possibile- continuai, avanzando di qualche passo con la paura che potesse essere una trappola o un miraggio, anche se di solito i miraggi ci sono nel deserto più che nel ghiaccio, anche se mi pare che anche nel ghiaccio ci siano, a volte. L’avevo letto in un libro, forse proprio uno di Geronimo Stilton. Ma si parla di anni fa, eh, non vi fate idee strane (che bello che era Geronimo Stilton).

Ma la visione celestiale rimase lì, e non si mosse, anzi, divenne più vera e consistente.

A pochi passi da essa, la fissai con tanto d’occhi, e tornai immediatamente determinata.

-Ho fatto bene a prendere il formaggio- esclamai, frugando nello zaino.

Era infatti, neanche a farlo a posta (ok, forse sì, lol) un piatto di spaghetti!!

Era gelato ed incollato al tavolo, ma a me non importava affatto, perché avevo fame, e amo gli spaghetti al sugo con il formaggio!

Lo misi a pezzi sopra gli spaghetti, e ne presi una forchettata.

“Eww”

Chara, ti ho sentita (ma ancora non è una vera parola, quindi mannaggia!).

Ma non badai molto a lei, perché il sapore era qualcosa di indescrivibile, davvero immangiabile.

Probabilmente erano avvelenati.

Notai che c’era un biglietto accanto a loro.

‘UMANO! TI PREGO DI ACCETTARE QUESTI SPAGHETTI CUCINATI DA ME, IL GRANDE PAPYRUS! (P.S. IN REALTÀ SONO UNA TRAPPOLA, DISEGNATA PER FARTI CONCENTRARE COSÌ TANTO SUL LORO GUSTO RAFFINATO CHE NON TI ACCORGERAI DI NON STARE PROSEGUENDO, E COSì TI CATTURERÒ E AVRÒ VINTO IO. NYEHEHEHEH’ 

Gusto raffinato un corno!

Decisi però di non giudicare troppo aspramente, perché alla fine mi avevano fatto tornare determinata, e dopotutto probabilmente facevano schifo perché erano congelati, non perché Papyrus fosse un pessimo cuoco.

E poi era così carino, lo avevo giudicato proprio male.

Lasciai perdere il resto degli spaghetti, e continuai ad andare.

Non appena raggiunsi un grande spiazzo, un cane mi si presentò davanti.

-Oh, ciao…- rimasi immobile questa volta, mentre il cane, con una spada e uno scudo, iniziava ad attaccarmi.

Purtroppo lui, a differenza di Dogman… sembrava vederci più che bene, e non aveva lame blu.

Un veloce colpo al braccio quasi me lo tranciò, provocandomi un dolore lancinante.

-Corbezzoli!- esclamai, sorpresa.

“Ma che ca**o hai appena…?” si interruppe di scatto, come pentendosi di aver infranto il suo voto.

Ah ah! Ha parlato prima della mia mo…

…Neanche il tempo di finire il pensiero che mi ritrovai davanti al piatto di spaghetti, prima che lo mangiassi.

Il dolore era sparito, insieme al retrogusto che mi era rimasto in bocca di quei pessimi spaghetti.

Questo significava che avevo ancora il formaggio… evviva?

“Siii! Sei morta! E posso parlare, finalmente!”

Oh… che peccato… (finalmente).

“Non sai quante cose ti volevo dire”

Davvero? Aww, quindi in fondo in fondo ci tieni a darmi consigli!

“Macché! Sei un’idiota senza speranza, avrei fatto facepalm ad ogni passo che hai fatto se avessi avuto un corpo. Quante parolacce mi sono trattenuta dal dirti. Aspetta che recupero. Sei una ca**o di co**iona senza speranza del ca**o. Va**an**lo a te, a Sans, a quella palla di neve del ca…”

Credo che ne avrà per molto, meglio concludere qui il capitolo.

Speriamo di non morire troppe altre volte.

“Finalmente siamo a due morti nella zona invernale. Si ca**o!!”

…Era meglio quando non parlavi.

“Ammettilo, ti sono mancata!”

NO! (si)

“Guarda che io leggo anche il tuo pensiero più profondo, idiota!”

(Cavolo!)

E guarda che tu hai perso la scommessa con te stessa, tiè!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Si, le cose tra parentesi sono il mio pensiero più profondo.

L’idea di usarlo per il pensiero mi è venuta leggendo Shining (quanto è bello quel film).

Scusate davvero tantissimo per il capitolo davvero in ritardo e neanche tanto più lungo degli altri, a malapena mezza pagina in più rispetto a quello di Toriel.

Comunque spero che vi piaccia, anche se Chara è assente per la maggior parte di esso.

Mi sono divertita con Snowdrake, con Sans e Papyrus e anche con il puzzle della palla di neve. Nessuno ha mai fatto un risultato così brutto.

Se ci saranno errori scusatemi ma l’ho controllato solo un paio di volte perché voglio pubblicarlo oggi altrimenti non lo vedrete che la settimana prossima, visto che domani è il mio compleanno e questi giorni saranno molto pieni.

Conto di non aggiornare molto tardi, e spero davvero che il capitolo sia piaciuto e che la storia in generale continui a far ridere.

Sto cercando di renderla al meglio, soprattutto i personaggi e le parti comiche, e il riordina-parole sarebbe il junior jumble, che non sapevo come tradurre.

“Chris, è stato un capitolo orribile! Io non c’ero nemmeno!”

Guarda che sono convinta piacerà di più proprio per questo!

“Tzè, credici se vuoi, ma non è così. Anzi, sostenitori miei, se credete che dovevo starci di più nel capitolo mettere una bandierina critica rossa. Muahahahah”

No, non fatelo, domani è il mio compleanno, recensite positivamente, dai *faccina tenera*

“Sembri una rana scuoiata viva con questa faccia”

Che brutta immagine.

“Pensa e me che ti vedo!”

E con questi discorsi allegri, vi do un grande bacione e appuntamento alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Sono passati nove mesi, ma la follia rimane ***


Sono passati nove mesi, ma la follia rimane
Parlando del capitolo: Incontro un sacco di cani


“Chris!”
Mmmmm…
“Chris!!”
Groan…
“CHRIS!!!!! PER L’AMOR DEL CIELO!!!”
Humpf, cosa c’è?!
“NON AGGIORNI DA PIU’ DI UN MESE CA**O!!!”
Ma che dici, ho aggiornato molto di recente, ora vado a controllare per dimostrarti che ti sba…
“…”
…OH MIMMA!!!
“Visto?!”
PER TUTTI I BISCOTTI AL CIOCCOLATO DI MIA SORELLA!!!
“Però smettila di sclera… hai detto biscotti?!”
NON AGGIORNO DAL PRIMO SETTEMBRE!!!
“Appunto, rimedia, e fatti uccidere un po’ di volte”
Hai ragione sul rimediare, non sul farmi uccidere. Devo proprio scrivere.
“Ecco, brava!”

“…”

“… e allora?”
Eh, cosa?
“SCRIVI O NO!?!?!”
Sto facendo matematica, dammi un minuto.
“Va bene, va bene”

“…”
…Fatto, finito.
“Ah, bene, ora procediamo oltre gli spaghetti per farti uccide…”
…No, scusa, devo studiare italiano per recuperare l’insufficienza presa. Aspetta ancora un po’.
“Ma insomma!!”
Non è colpa mia se la scuola fa schifo!
“Almeno fammi scrivere a me se proprio non riesci a farlo tu!”
E farmi uccidere mille volte e farti uccidere mille persone? No, grazie!
*Entri nella conversazione esprimendoti d’accordo con il piano di Chara
“Visto, anche la Miss Pacifica 20XX è d’accordo con l’idea di farti ucci… ehm… di farmi scrivere”
*Rassicuri Chris che sarai tu a controllare Chara e non le permetterai di uccidere nessuno e di scrivere i fatti in modo concreto
“Ehi! No! Se ho io il controllo devo ucci… ehm… scrivere la storia come la scriverei io!”
Uff, e va bene. Chara, puoi scrivere. Frisk, controllala. Assicurati che i fatti siano narrati esattamente come andrebbero.
“Quindi con te che muori un sacco di volte”
Spero che il tuo corsivo non sia scomodo da leggere alla lunga.
“Il mio corsivo è stupendo!”
Se lo dici tu. Io vado a studiare Machiavelli.
“MUAHAHAHAHAHAHAH FINALMENTE HO IL CONTROLLO TOTALE DELLE SUE AZIONI!!!!! MUAHAHAH…”
*Spruzzi Chara con l’acqua per farla smettere
“Ehi! Non sono mica un cane!”
Cominciamo bene.
“Tu non dovevi andartene via?!”
Si, ma potevi aspettare almeno che aprissi il libro prima di partire con la risata malvagia.
“Va bene, va bene, aspetto”

“…”

“Ok, si è messa a studiare.
MUAHAHAHAHAHAH!!!! HO FINALMENTE IL CONTRO…”

*Spruzzi di nuovo Chara con l’acqua e la avverti che non può stare tutto il capitolo a crogiolarsi nel suo controllo provvisorio e deve scrivere!
“Va bene, va bene!
Allora, Chris decise, con non molta lungimiranza, come suo solito, di mangiare nuovamente gli spaghetti schifosi sprecando il formaggio (MUAHAHAHAH)”

Ehi! No! Non lo feci!!!
“Ma se non ti ho neanche uccisa, davvero queste piccolezze ti danno fastidio?!”
E’ il mio formaggio!!
“Sto per mandarti a fan**lo!”
Non cambia il fatto che non è realistico!
“VAFFAN**LO!! Ah, che liberazione! Continuiamo…
Un momento, ora che lei non c’è posso togliere la censura!”

Tanto prima di pubblicare il capitolo lo revisiono e la aggiungo
“Ca**o!”
*La incoraggi a continuare
“Va bene, va bene”
...
Quando Chris si risvegliò le sembrò fossero passati due mesi.
Un risveglio metaforico, poiché fu solo come aprire nuovamente un gioco che era stato messo in pausa. Dopo la sua ultima morte decise di non mangiare i rivoltanti spaghetti e invece di proseguire.
Incontrò nuovamente il cane di prima, quello il cui collo si allunga ogni volta che lo accarezzi.
-Sul serio, che figata!! Devo provarlo subito!!- esclamò a voce alta, facendo piegare la testa al cane confuso, che però non rimase a lungo fermo e cominciò ad attaccare.
Memore di quello che era già successo in precedenza la prode guerriera in giacca e capelli si buttò da un lato, schivando con prontezza il letale colpo di spada…
“STOOOOOOOOOOPPPPPPPP!!!!!!!
CHI DIAVOLO SI E’ PERMESSO DI SCRIVERE AL POSTO MIO DAL “QUANDO”?!?!!?!?!?!”

*Alzi le mani e le dici che credevi fosse davvero stata lei
_Sono solo un operaio sottopagato (per niente pagato) che Chris ha assunto per scrivere perché temeva che Chara le avrebbe rovinato il gioco_
“SMAMMA!!!”
_Fuggo_
“Uno non può nemmeno assentarsi per un attimo a mangiarsi un pezzo di cioccolata virtuale per prepararsi che le rubano il posto lavorativo. Dannata crisi!”
“Continuiamo…
Chris si era davvero buttata da un lato, ma aveva perso l’equilibrio e aveva dato una facciata al pavimento, che era più ghiaccio che neve e che quindi le sgretolò il mento.
Un altro agile colpo del cane che per la sua mira poteva sembrare un cieco la colpì di striscio alla gamba, e la ragazza più idiota del mondo rotolò via rischiando di cadere in un precipizio.
Decise di rialzarsi e fuggire via ma con la sua agilità finì solo per inciampare nuovamente e riempirsi di neve dalla testa ai piedi.
Il freddo le entrò dentro le ossa e neve e terriccio negli occhi, così non vide il letale colpo che si abbatté su di lei provocandole la terza morte…”

-Non così in fretta!-
“Sans!! Che ca**o ci fai qui?!”
-Mi chiedevo perché Chris non aggiornasse da tutto questo tempo e sono venuto a controllare. Papyrus sta aspettando da troppo tempo al prossimo puzzle, sta perdendo la speranza!-
*Entri di nuovo nella conversazione per incitare i personaggi a non perdere tempo, con la tua solita indifferenza leggermente corrotta da fastidio
-Ciao Frisk-
*Saluti distrattamente Sans e gli dici di non intrufolarsi nella mente di Chris che è già parecchio affollata, poi commenti che con le loro perdite di tempo la scuola è ormai quasi finita e Chris potrebbe tornare da un momento all’altro
“Cosa?! No!! Eravamo solo a novembre un paio di paragrafi fa!!”
*Alzi le spalle e affermi che invece è diventato giugno
-Io direi di aspettare la vera scrittrice-
“Tu vattene via osso andato a male! Non farmi perdere altro tempo devo uccid… ehm… scrivere la storia prima che Chris torni!!”
-E io rimarrò qui a bloccare il colpo letale di Lesser Dog finché lei non tornerà! Ah Ah!-
“Grrrrr!!!! Ti ucciderò! Fosse l’ultima cosa che faccio!!”
-Parla, parla, il tempo passa velocemente mentre lo fai-
Che diavolo sta succedendo qui!?! La storia non è proceduta neanche di una scena!
-Finalmente!-
“ARGH!!!! Vaffanc**o! Pezzo di me**a!! Figlio di…”
-Ti lascio, evita di morire-
Sans?
*Ti scusi con Chris e le dici che hai fatto tutto il possibile
Frisk?!
“… che tu possa morire solo dopo aver visto tutti i tuoi cari morire prima di te più e più volte senza poter fare assolutamente nulla! Che tu possa vivere una bellissima vita ma sapere in cuor tuo che è tutta una dannatissima illusione che…”
Chara!!
Uff… sarà meglio scrivere davvero questo capitolo, visto che questo preambolo dura ormai da quasi cinque pagine.
Dove mi ha lasciata Chara? Ah, ecco, il colpo mortale del cane stava per abbattersi su di me, ma in preda ad un folle e sicuramente poco sano di mente istinto da Mabel Pines, ho sollevato la mano per accarezzargli il collo, interrompendo il suo gesto.
Che dire, io adoro alla follia i cani, anche se sono più una tipa da gatti però meglio non farlo sapere in giro visto che quello era già il secondo cane che incontravo, e chissà, magari ce n’erano altri nelle vicinanze.
“…che tu possa anche avere un’infanzia schifosa, come nei peggiori headcanon dove tuo padre ti torturava e torturava tuo fratello e…”
CHARA PIANTALA DEVO PROCEDERE NEL CAPITOLO E MI STAI DANDO FASTIDIO!!!
“Lo devo scrivere io il capitolo! Abbiamo un accordo!”
Ti ho dato sette mesi e non hai scritto un’acca, non è colpa mia se sei lenta!
“Ma Sans mi ha interrotto! E poi posso scrivere solo quando sono in possesso del tuo corpo e lo possedevi tu che stavi studiando!”
In tutto questo continuavo ininterrottamente ad accarezzare il cane, il cui collo si stava allungando talmente tanto che sparì dalla mia visuale.
“Fammi indovinare, lo chiamerai Collodog!”
No, propendevo per Fuffi.
“Ma che ca**o…?!”
Comunque Coll… Fuffi scodinzolava eccitato, e decise di risparmiarmi e di andare via con il collo che andava da una parte all’altra verso dove sarei dovuta andare.
Rimasi ferma ad osservare il vuoto per qualche minuto, poi mi alzai e corsi velocemente da dove ero arrivata, zoppicando anche un po’ per la ferita alla gamba.
“Dovresti toglierti la neve e il terriccio di dosso”
Si, si, lo farò, fammi solo riprendere fiato.
Mi sedetti dietro il piatto di spaghetti rivoltanti e aprii lo zaino per prendere un pezzo di cioccolata per scaldarmi.
Sentii uno squittio da un buco che prima non avevo notato accanto a me, e decisi di dare un minuscolo pezzettino di formaggio al topo che probabilmente stava al suo interno.
“Prima mi fai tante storie per sprecarti il formaggio e poi lo svendi al primo topo che passa?!”
Un conto è una mini briciola, un conto è tutto il formaggio!
E poi è successo mesi fa!
“Sono passate poche pagine però! Sii un po’ più coerente!!”
Decisi di ignorare Chara e di rialzarmi per procedere, giusto per non far perdere altro tempo alla narrazione.
C’erano due direzioni da prendere, destra o dritto, e decisi di andare dritta.
“Hai sbagliato”
In effetti non c’era poi molto ad eccezione di qualche albero e uno spiazzo con una piccola cosa che spuntava dal terreno.
E non è che l’avessi vista, solo che andando verso il precipizio…
“PER BUTTARTI?! TRE MORTI NELLA…!”
…per controllare cosa ci fosse sotto, fanatica!
“Era troppo bello per essere vero”
Comunque inciampai su quella sporgenza e caddi nuovamente nella neve, cosa che non aiutò la mia gamba già malandata.
Decisi quindi di non pulirmi perché non aveva il minimo senso e poi magari vedendomi così sporca i mostri mi avrebbero preso per una di loro.
“…”
Non hai parole per la mia intelligenza?
“Per la tua lungimiranza in realtà. Sicura di non imbrogliare?!”
Macché, non ho mica finito il gioco almeno cinquanta volte e so esattamente che tra poco ci saranno due cani marito e moglie che mi annuseranno per vedere se sono un mostro anche io e che io voglio evitare di combattere per non descrivere un inutile combattimento che non ho voglia di descrivere perché voglio arrivare il prima possibile a Papyrus perché mi è mancato dopo non averlo visto per nove mesi.
“…se lo dici tu”
Comunque, dopo aver constatato che l’unica altra via era a destra tornai indietro e la percorsi.
C’era un enorme altissimo strato di neve da spostare, e una strada sbarrata con degli spuntoni… già abbassati.
Chissà come mai, forse erano stati gli scheletri? Forse un Flowey selvaggio che voleva aiutarmi perché ci stavo mettendo davvero troppo?
“Forse tu che sei inciampata nell’interruttore nascosto aprendolo?”
Forse, chissà, comunque non mi importa molto perché significava che non dovevo spostare tutta quella altissima neve… altissima… neve… morbida.
“Ti prego non farlo!”
Probabilmente così morbida che sarebbe come buttarsi su un materasso o un cumolo di cuscini di piume di struzzo.
“Anzi no, fallo. Almeno muori soffocata o assiderata e prendo un altro po’ il controllo. E poi… piume di struzzo WTF?!”
Ovviamente mi ci buttai a capofitto, e la neve mi entrò ovunque, in ogni anfratto.
Ma ne valse la pena.
“Non potevo capitare nella mente di una persona normale e con le priorità al posto giusto?!”
No.
Comunque dopo essermi faticosamente rialzata, procedetti allegramente oltre le spine e poi oltre il ponte, ma due cani, marito e moglie, mi arrivarono incontro con aria di chi voleva uccidermi malissimo.
Chi se lo sarebbe mai aspettato?!
“Ehm… non so… tu? L’hai detto tipo cinque minuti fa!”
Shhh!
Rimasi immobile dallo spavento, cercando di evitare eventuali lame blu improvvise, mentre loro mi annusavano, in modo molto attento.
-Oh, guarda ha l’odore di uno strano cagnolino- commentò la… mmmmm… devo trovare un nome carino.
“Cagna?”
CHARA!!
“Non puoi neanche censurarlo, è la femmina di cane!”
Si ma vorrei essere più cortese… Bridog!
“Che?”
Un misto tra Bride e Dog, mogliecane!! Sono un genio!
“Sei una delusione umana! E anche una delusione mostruosa!”
Il marito, Husbandog, mi annusò più attentamente, incerto.
-Non saprei, è strano per essere un cagnolino-
Io, preoccupata e non desiderosa di perdere tutto quello che avevo fatto rendendo otto pagine di capitolo anche più inutili di quanto già non fossero, cercai di entrare il più possibile nella parte, e abbaiai.
-Wof wof wof- feci la mia imitazione da cagnolino più realistica, pentendomi immediatamente dopo.
Dopotutto i cani in quel mondo non abbaiavano mica, ma parlavano.
Ci fu un secondo di silenzio, stavo già rassegnandomi alla terza morte nella zona innevata.
“Finalmente ca**o!”
Quando per una volta una mia stupidata si rivelò utile.
-Stavamo per far del male a un cucciolo!- si mortificò Bridog, mentre il marito indietreggiava posando la spada.
Abbaiai un po’ di più, anche se con meno convinzione.
-Piccolina, non dovresti stare qui, torna a Snowdin dai tuoi genitori- mi consigliò Husbandog.
Annuii con convinzione, e scappai via più veloce della luce per quanto me lo permettesse la gamba ferita oltre di loro, fino a raggiungere dei massi con due X, un cartello, un interruttore e più in là degli spuntoni che mi impedivano il passaggio.
Andai sulla X più vicina e divenne una O, e feci lo stesso con l’altra X.
-CIAO UMANO! TI STAVO ASPETTANDO. SEMBRANO PASSATI NOVE MESI DALL’ULTIMA VOLTA! È PER VIA DELLA MIA DELIZIOSA TRAPPOLA?- una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare e tornare sulla O, che divenne un quadrato.
“Neanche il puzzle più semplice di tutti sei riuscita a fare”
La ignorai come sempre, e mi avvicinai con un grande sorriso a Papyrus, in piedi dall’altra parte degli spuntoni.
-Ciao! Scusa sai come sono i compiti… anche se forse non lo sai. Voi avete una scuola?- chiesi un po’ tra me, ma prima che Papyrus mi rispondesse cambiai velocemente argomento, dato che sono in vacanza e parlare di scuola è l’ultima cosa che voglio.
-Ma quando voi mostri girate per la foresta dovete ogni volta risolvere questi puzzle?- indagai sinceramente curiosa, decisa oltretutto a non rivelare a Papyrus la triste sorte dei suoi terribili spaghetti.
Sembrava una immensa rottura di scatole, come mettersi a risolvere enigmi ogni volta che si voleva andare in bagno o a buttare la spazzatura… tipo in Professor Layton ora che ci penso. Che barba un mondo così!
-HAI BISOGNO DI AIUTO CON QUEL PUZZLE?- Papyrus ignorò completamente la mia domanda.
Mi voltai, e scossi la testa, era un puzzle di facilità impressionante, ci sarebbe riuscito anche un bambino.
Fallii solo una volta perché pensavo che anche i triangoli valessero se erano uguali, ma solo perché non avevo letto il cartello!
Ci riuscii quasi subito!
Poi raggiunsi Papyrus sempre zoppicando.
-BRAVA UMANA! HAI COMPLETATO QUESTO PUZZLE COSÌ ORA SEI PRONTA PER IL MIO!!!- procedette con me che gli zompettando e mi mostrò una variante molto, molto, mooooooolto più difficile del puzzle di prima.
-Papyrus, non vuoi darmi neanche un piccolissimo aiuto per risolverlo?- provai a chiedergli con un sorriso convincente.
“Sembri la bambina dell’esorcista”
Zitta tu che gli occhi neanche ce li hai per vedermi.
“Ho i tuoi e mi bastano, se solo potessi anche cavarteli sarebbe una grande soddisfazione”
Che immagine inquietante, guarda che questa storia è a rating verde!
“Cambia rating, a me non ammutolisci di certo!”
Scommettiamo?
-A DIRE IL VERO SICCOME CI METTEVI DAVVERO MOLTO A VENIRE HO CAMBIATO UN PO’ IL PUZZLE PER FARLO SOMIGLIARE ALLA MIA FACCIA, MA CI SONO STATI PROBLEMI CON IL GHIACCIO E ORA È COMPLETAMENTE DIVERSO DA COME LO VOLEVO FARE, E NON SO NEMMENO IO LA SOLUZIONE. MA POSSIAMO TROVARLA INSIEME- provò a proporre.
Io osservai gli spuntoni di ferro che uscivano dal terreno dietro il puzzle impossibile.
-…non potremmo scavalcarli, non sono tanto alti- commentai indicandoli.
Papyrus li guardò, poi guardò me, poi il puzzle e poi di nuovo gli spuntone e me.
Mi sembrava di vedere le rotelle che non aveva fisicamente nel cervello che giravano elaborando quello che avevo detto, ma purtroppo capì male.
-TI ARRENDI? HO VINTO?! TI HO CATTURATO UMANO! ADESSO TI PORTERÒ ALLA GUARDIA REALE E SARÒ ACCLAMATO E…- lo interruppi subito.
-No, no, lo risolvo, lo risolvo- mi misi all’opera, con pazienza e determinazione… e fallii decine di centinaia di volte.
Esausta ed esasperata, con Papyrus che aspettava come se fossero passati solo pochi minuti, tirai per la frustrazione un calcio a un albero lì vicino, che però era molto più duro di quanto mi aspettassi e fece un suono strano tipo ‘clang’.
Ma non fu tanto quello il problema, quanto il fatto che per prendere la gamba che mi ero uccisa contro quel tronco super resistente misi tutto il mio peso sulla gamba ferita e quindi caddi a terra e ruzzolai fino a dare una testata all’interruttore che in questo modo venne premuto.
E… gli spuntoni si tolsero? Ma WTF?!
-OTTIMO LAVORO UMANA!! STAVO PER PREMERE LA LEVA DI EMERGENZA DIETRO QUELL’ALBERO PER DISATTIVARE IL PUZZLE VISTO CHE AVEVI DIFFICOLTÀ MA SEI RIUSCITA SENZA PROBLEMI A RISOLVERLO DA SOLA- si complimentò e mi precedette oltre.
Mi chiesi dove fosse finito Sans, ma proprio mentre mi guardavo indietro per controllare se ci fosse o se qualche cane mi stesse inseguendo, ci andai a sbattere, come se fosse sempre stato lì quando era palese che fino a qualche secondo prima non c’era.
-Bel lavoro con quel puzzle, non hai neanche avuto bisogno del mio aiuto. Il ché è fantastico perché a me piace non fare assolutamente nulla- commentò, con tono sornione.
-L’ho notato, ma ogni volta che vi spostate dovete superare un puzzle?- riproposi la domanda che precedentemente avevo rivolto a Papyrus, incredula che in quel mondo i mostri dovessero perdere tutto questo tempo per una passeggiata o per andare in città o altro.
-Io ho le mie scorciatoie, e di solito Papyrus li scavalca. Hai visto quanto è alto?- serrai le labbra, infastidita dalla risposta.
-E i cani?- allargai le braccia.
-Balzano oltre. Tu sei l’unica sciocca che invece li risolve per davvero, eppure potresti balzarli a tua volta- non capivo se mi stesse prendendo in giro o se si divertisse solo a mandarmi sui nervi.
-Ma è quello che ho provato a suggerire a Papyrus!- esclamai infastidita.
-Volevi davvero imbrogliare. Ed io che credevo avessimo un accordo che comprendeva il voler rendere felice Paps- Sans si portò una mano sulla fronte in una posa melodrammatica.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai esasperata, superandolo e ignorandolo come stavo facendo con Chara in quel momento.
Lo sentii ridacchiare alle mie spalle, e commentare un veloce ma pieno di enigmi: -Sono felice di vedere che non ti ha ancora corrotto. Non cambiare mai, ragazzina-
-Cosa?- chiesi voltandomi di nuovo verso di lui, ma era già sparito.
Scossi la testa e decisi che non avevo tempo di scoprire come facesse Sans ad essere una specie di fantasma.
Soprattutto perché se avessi indagato era molto probabile che scoprissi di essere ancora più pazza di quanto già non sapessi di essere.
E credo di aver sbagliato tutti i verbi di questa frase ma non mi va di riformulare il pensiero.
Quello scheletro mi confondeva ogni giorno di più.
Procedetti per un altro po’ e ritrovai entrambi gli scheletri davanti a un pavimento a quadri stie discoteca e una macchina strana.
-ECCOTI UMANO, FINALMENTE SEI ARRIVATO AL PROSSIMO PUZZLE!!- mi accolse Papyrus con il suo solito tono enfatico.
-Perché, quello di prima cos’era?- chiesi stanca.
Speravo di riposarmi un po’.
-SOLO UN PASSAGGIO PER ARRIVARE AL PUZZLE. UN RISCALDAMENTO PER QUELLO CHE SARÀ IL PUZZLE PIÙ DIFFICILE DEL MONDO. È STATO REALIZZATO DALLA DOTTORESSA ALPHYS! VEDI QUESTE PIASTRELLE? UNA VOLTA CHE AVRÒ PREMUTO QUESTO PULSANTE ASSUMERANNO VARI COLORI, CHE HANNO DIFFERENTI FUNZIONI: IL ROSSO È IMPASSABILE, NON PUOI PASSARCI SOPRA; IL GIALLO È ELETTRICO, TI DARÀ LA SCOSSA; IL VERDE È D’ALLARME, FARÀ VENIRE UN MOSTRO CHE DOVRAI AFFRONTARE; L’ARANCIONE HA GUSTO ARANCIA, AVRAI QUELL’ODORE; IL BLU È D’ACQUA, PUOI PASSARCI, MA NON QUANDO SEI ARANCIONE, PERCHÉ TI ATTACCHERANNO I PIRANHA, OLTRE AL FATTO CHE SE È VICINO A UNA PIASTRELLA GIALLA L’ACQUA TI DARÀ LA SCOSSA; IL VIOLA SA DI LIMONE, E I PIRANHA NON TI MANGERANNO, MA È SCIVOLOSA, E PASSERAI DIRETTAMENTE ALLA PIASTRELLA SUCCESSIVA; IL ROSA INVECE È TRANQUILLO, CI PUOI PASSARE TRANQUILLAMENTE- spiegò velocemente.
-ALLORA, HAI CAPITO?- chiese poi, sorridente.
-A dire il vero mi sono fermata al ‘solo’- sussurrai tra me completamente presa dal panico.
-PERFETTO, ALLORA, CHE IL PUZZLE COMINCI- come al solito Papyrus mi ignorò, o forse non mi sentì e pensò che chi tace acconsente, comunque attivò il puzzle, ed io meditai seriamente il suicidio.
Mentre le piastrelle si illuminavano di vari colori formando la parte finale, io, allo stremo delle forze, decisi di concludere il capitolo.




















(A.A.)
Credo sia il più stancante che abbia mai scritto.
Ma tutto per voi fan che avete aspettato per nove mesi!
“Se ne è rimasto ancora qualcuno!”
Ma certo che ce ne sono.
“Un momento, ho ricominciato ad essere presente! Finalmente!! Mi aveva censurata del tutto è stato orribile. Ora voglio che tutti voi recensiate con l’ashtag(?) #SaveCharafromChris se volete sostenere la mia causa!!”
Non lo farà nessuno!
“Scommettiamo?”
Non rubare il mio scommettiamo!
“E tu non togliermi da tutta l’ultima parte del capitolo, hai idea di quanti vaffanc**o volevo dirti?! A te e a quello stro**o di Sans?! Che gran figlio di pu***na!”
Ho fatto bene a toglierti!
"Quando prenderò completo possesso del tuo corpo vedremo chi riderà per ultimo. MUAHAHAAHAHAHAH!!!!”
-Dovrai passare sul mio cadavere!-
Ma non sei già morto, essendo uno scheletro e tutto?
-No, hai scoperto la mia debolezza!-
Questo angolo autore sta diventando troppo demenziale.
Scusate ancora per i mesi di ritardo, vi giuro che a novembre-dicembre stavo già scrivendo (come potete evincere dall’inizio) ma poi il tempo proprio non l’ho avuto.
“Come se a loro importasse di quanto fai schifo a scuola!”
Intanto sono uscita senza debiti caro lei!
Risponderò domani alle recensioni perché ormai è tardi e ho sonno.
Comunque spero di aggiornare presto, un bacione e alla prossima :-*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3401718