GAME OF HEARTS

di yuki rain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. RINASCITA ***
Capitolo 2: *** 2.MUTAFORMA ***



Capitolo 1
*** 1. RINASCITA ***


accadde tutto in una notte, dopo la morte della Regina Rossa, Alice prese il suo posto come Regina di Cuori.

Insieme alle altre principesse eresse una barriera di magia bianca, per tenere il male lontano dalla Capitale, il core del paese delle meraviglie.

Come voleva la profezia, era arrivata la guerriera che avrebbe scacciato il buio e la paura una volta per tutte.

Quella notte tutta la magia oscura venne bandita e ai cattivi conosciuti o meno venne data la caccia, molti vennero presi mentre altri riuscirono a sfuggire.

La barriera funzionava in mondo semplice tutto ciò che c'era di oscura non poteva entrare, al suo interno la magia nera spariva, lasciando streghe e stregoni senza alcun potere.

Sotto L'ordine di Alice, le guardie bianche setacciarono tutta la Capitale condannando i cattivi, i pochi che riuscirono a scappare si nascosero il più lontano possibile dalla barriera.

 

19 anni dopo …

il bosco incantato era coperta dalla sua solita neve che rendeva tutto completamente bianco, i genitori di Annah le avevano raccontato che una volta era rigogliosa di piante e fiori di ogni genere, ma da dopo la barriera non aveva fatto che nevicare ogni notte.

Annah non aveva idea di come non fosse vivere senza neve, il freddo che toccava la pelle scoperta delle mani e delle gambe, il mantello rosso che si muoveva insieme ai lunghi capelli biondi al suono del vento.

Le giovani donne come lei che indossavano semplici vestiti e non quelli strette fasce in pelle che tenevano al caldo lo stomaco sopra i vestiti rigorosamente a più strati.

Suo fratello aveva descritto delle strade costruite, dove passavano carri con cavalli e carrozze reali; decisamente diversi dalla neve che richiedeva scarpe pesanti con le suole abbastanza alte per non sprofondare.

Un mondo così sembrava non poter esistere, niente alberi, niente animali, un sacco di persone che parlano, lavoro e vivono nello stesso luogo, nello stesso momento.

Nel bosco incantato non c'era nessuno, per quanto riguardava gli esseri umani, solo Annah e la sua famiglia o così credevano loro.

La ragazza si fermò davanti a un largo sentiero che tagliava a metà il suo percorso, da una parte si vedeva chiaramente molta luce, dall'altra il bosco che diventava ancora più fitto.

Proprio da quella direzione sentì degli ululati e rumore di animali in movimento, il suo udito si era affinato negli anni e il silenzio totale le faceva decifrare qualunque suono.

Dall'altra parte del sentiero emerse un giovane uomo, dai capelli azzurri tenuti dietro le orecchie, col pallore tipico di chi cresce in quei luoghi freddi, gli occhi un misto tra il verde e il giallo, occhi che Annah riteneva una meraviglia mai vista prima.

Indossava anche lui molti abiti, molti dei quali in pelle di animale per il freddo e una mantella nera.

“Buongiorno” disse lei guardandolo con i suoi occhi azzurri.

“Giorno” rispose lui guardando verso il bosco.

“Sei pronta? Se vuoi posso lasciarti un vantaggio”

“Ti ricordo che ho vinto io ieri e il giorno prima”
“Lo sai che ti lascio vincere”

“O be lo vedremo” disse sistemandosi il mantello rosso sulla testa.

I due ascoltarono il rumore del bosco, fissando dei punti a caso, in completa contemplazione.

“5 … 4 …” Iniziò Haiden sottovoce, sorridendo alla ragazza.

“3 … 2 ….” continuò lei ricambiando il sorriso del ragazzo.

Un branco di lupi attraversò il sentiero diretto verso la zona di luce, Annah e Haiden iniziarono a correre in mezzo a loro.

Quello era il loro gioco, fin da bambini, tutte le mattine correvano con i lupi fino alla zona di caccia, una piccola valle circondata da alberi, attraversata da un ruscello di acqua che si scongelava pochi mesi l'anno.

Annah era veloce, molto veloce, abbastanza da correre davanti al branco insieme ai beta, un giorno sarebbe arrivata a livello dell'alfa che guidava il branco diversi metri avanti.

Haiden non era da meno, i due erano quasi allo stesso livello ma lui aveva un arma nella manica, i suoi occhi per una manciata di secondi divenne giallo intenso come quelli dei gatti.

La radice di un abete saltò fuori dal terreno, i lupi la saltarono con estrema facilità Annah un po' meno.

“Hai barato!” urlò al ragazzo in vantaggio.

“Non so di cosa tu stia parlando” scherzò.

I due corsero affiancati fino all'arrivo nella valle, i lupi si buttarono sugli uccelli che si erano postai sul terreno mentre loro si fermarono alla fine del sentiero.

“Hai barato!” disse col fiato corto.

“Non è colpa mia se una radice è uscita dal terreno!” anche lui aveva il fiato corto.

“No, certo, le radici escono da sole dal terreno”

“Siamo in un bosco incantato … tutto è possibile”

la ragazza lo guardò sospirando, era davvero impossibile, stava per dire qualcosa quando in lontananza percepì uno strano suono.

Si voltò verso la barriera, la conosceva era musica, proveniente dalla Capitale.

“La senti?”
“Poco” disse con scarso interesse.

“E' bellissima, ti immagini come deve essere sentire questa musica per strada? Mio fratello ha detto che molte persone si fermano a ballare nelle piazze”

“Cos'è una piazza?”
“Non lo so” disse pensierosa “Deve essere un grande luogo, dove le persone possono ballare”
“Un luogo come questo” disse l'azzurro facendo un giro su se stesso.

“Immagino di si”

“E con la musica” disse allungando la mano verso un albero, i suoi occhi si illuminarono di nuovo e i rami degli alberi iniziarono a muoversi tra loro producendo una musica simile a quella della Capitale.

“Vuole offrirmi questo ballo?” chiese inginocchiandosi come un principe.

“Ovviante” rispose fingendo di prendere i lembi della gonna con le dita.

La musica celtica aumentava di intensità, consentendo ai due di ballare in mondo scomposto.

Girando in torno, pestando la neve, Haiden faceva fare una piroetta alla ragazza ogni tanto, i suoi occhi brillarono di nuovo e dagli alberi caddero delle foglie che presero le sembianze di un uomo e lo stesso accadde con la neve, che si plasmò a una donna.

La valle si riempì di “persone” che ballavano, i cuccioli di lupo si divertivano a inseguire le foglie che sembravano trascinate dal vento.

Haiden prese Annah per la vita e la fece saltare durante le noti finali, al termine della musica foglie e neve caddero al suolo e i rami tornarono immobili.

“Lei è proprio un bravo ballerino” disse cingendogli il collo con le braccia.

“Anche lei non è male” aveva le mani strette sulla sua vita.

Annah si avvicinò baciandogli le labbra, venendo ricambiata subito, le labbra del ragazzo erano carnose e bollenti.

“Andiamo a casa?” chiese a un filo dal volto del ragazzo.

“A casa”

Tenendosi per mano i due si incamminarono lungo il sentiero, in fondo a esso c'era casa loro, nel luogo dove si erano conosciuti la prima volta, lei aveva solo otto anni e si era persa dopo essere scappata di casa.

Haiden la trovò piangente contro un albero, era la prima volta che vedeva un altro essere umano che non fosse sua madre, fu uno stupore.

I due rimasero a fissarsi a lungo finché lui non trovò il coraggio di avvicinarsi.

Annah si spaventò appena lo vide, i segni erano chiari; i capelli azzurri e il colore innaturale degli occhi, suo padre gli chiamava stregoni, le creature più cattive che esistevano a questo mondo.

Quella paura però scomparve davanti alla meraviglia di quegli occhi, Haiden era uno stregone ma non era cattivo, poteva essere tutto ma non cattivo.

Come sanno fare i bambini i due fecero amicizia e a giocare insieme tutti i giorni, essendo gli unici bambini del bosco.

Insieme scoprirono tutti i luoghi segreti o meno, la tana dei lupi e la corse folli per raggiungere la valle, la cascata, il lago incantato, non c'era un posto che non conoscevano.

Haiden aveva dodici anni quando sviluppò i poteri, non poteva chiedere aiuto a sua madre, lei impiegava i suoi per fare del male, malefici, posizioni, veleni … lui non voleva questo.

I poteri di Haiden crescevano ogni giorno di più e Annah ne rimaneva sempre più incantata perché per quanto potesse essere magia oscura, non c'era traccia di malvagità.

Crescendo insieme avevano affinato i suoi poteri e i due divennero sempre più legati.

La casa era una casa sull'albero, costruita interamente in legno, Haiden l'aveva fatta con la magia diversi anni fa.

I due entrarono in quello che sembrava un monta carichi ma in legno, gli occhi del turchino brillarono e i ganci si mossero da soli muovendo il meccanismo.

La casa era circondata da piccolo portico che creava un corridoio esterno, Annah si avvicinò al parapetto guardando l'orizzonte coperto dalle punte degli alberi.

Haiden entrò in casa accendendo il fuoco con la legna presente nel piccolo camino, senza magia, non era in grado di generare del fuoco.

Non poteva creare da nulla, riusciva solo a modificare la materia già esistete.

Annah entrò chiudendosi la porta alle spalle, era un unica stanza abbastanza grande, con un angolo per la cucina, un tavolo per mangiare, il camino con accanto una libreria colma di libri.

Dalla parte opposta troneggiava un letto matrimoniale appena al soffitto, sollevato pochi centimetri da terra , sorretto da delle forti funi.

Coperte e pellicce coprivano il letto rendendolo caldo e accogliente.

“Togliti la mantella, o bagnerai in giro” disse sfilandosi la sua e appendendola al gancio li vicino.

Il ragazzo la sfilò e la lanciò in aria, levitando la mantella raggiunse il gancio in parte a quella rossa della campagna.

“Potresti anche non usare la magia per certe cose ...” scherzò.

Annah fissò la libreria, prendendo un libro dalla copertina in pelle verde con i decori rossi incisi.

Si avvicinò al fuoco caldo, sedendosi sul pavimento tra le gambe del ragazzo, appoggiando la schiena al suo petto robusto.

Le sue braccia la avvolsero in un abbraccio caldo, adorava sentirlo vicino, anche se avrebbe dovuto odiarlo, tenerlo lontano, lui è il nemico dopo tutto.

“Ancora la bella addormentata?” chiese annoiato guardando la copertina del libro.

“Si” disse fiera “Dobbiamo prendere spunto per qualche nuovo incantesimo, magari potresti provare con le pozioni ...” lo aprì con cura facendo attenzione alle pagine rovinate e ingiallite.

I libri delle Favole erano della madre di Annah, raccontavano una parte della storia del paese delle meraviglie, insegnavano a distinguere il bene dal male e tenersi alla larga dai cattivi …

“Le pozioni? Seria? Tipo quella cosa di girare un pentolone pieno canticchiando una formula?”

Annah lo ignorò iniziando a leggere la storia ad alta voce, costantemente interrotta dai commenti del ragazzo.

“Ma questa non ci arriva? NON deve toccare il fuso, non è una cosa difficile” commentò.

La ragazza chiuse il libro “E' attratta dal fuso, per questo lo tocca”
“Si ma proprio l'ago? Non può toccare il filo? La manovella? L'ago proprio!”

“Proviamo, fammi un sortilegio e vediamo che succede” lo provocò posando il libro sul pavimento.

“Non ho bisogni di sortilegi” si vantò.

“Ah si?”

“Si … sono più il tipo che ti rinchiuderebbe in una torre finché il principe azzurro non giungerebbe in tuo aiuto.”

“Non giungerebbe mai in mio aiuto” sussurrò lei avvicinandosi al suo volto.

“Perché?” chiese stando al gioco.

“Perché mi sono già innamorata delle stregone.”

i due si baciarono, il contatto delle loro labbra era sempre qualcosa di sconvolgente per entrambi.

Senza opporre resistenza ai loro istinti continuarono ad aumentare quel contatto sempre più intenso.

Haiden la prese in braccia portandola fino al letto che oscillò leggermente, i vestiti sparirono in un attimo. Haiden si sorreggeva sopra la ragazza senza separare le loro labbra, il fuoco scoppiettava e i rumori del bosco provenivano al di fuori della finestra.

Annah si ancorò al ragazzo con braccia e gambe quando lo sentì farla sua, il suo corpo, la sua anima, tutta se stessa gli apparteneva ed era stata proprio lei a donarsi a lui senza rimpianti.

La casa si riempì di caldi sospiri provenienti dai due giovani che davano sfogo ai loro bisogni più intimi.

Aumentando con un ritmo sempre maggiore fino all'apice, uno sguardo di pochi attimi precedette un abbraccio caldo e accogliente.

Lui era io male, il nemico e lei ne era perdutamente innamorata.

 

Una donna sulla cinquantina dai lunghi capelli biondi, stava preparando le verdure per la cena, quando sentì il rumore della porta.

“Mamma” un ragazzo dai capelli marroni chiari, come i gli occhi, si fece avanti nella casa, la donna con occhi pieni di gioia si avvicinò al figlio abbracciandolo.

Indossava vestiti di alta qualità chiari, quasi bianchi con un cuore sul petto.

“Marcus” sussurrò.

“Figlio mio, sono mesi che non ti vedo, come stai?” chiese posandogli una mano sulla guancia.

“Io sto bene, papà?”

“E' a caccia, siediti sarai stanco” disse invitandolo al tavolo dove c'erano le verdure abbandonate.

“Come vanno le cose alla capitale?”

“Tutto tranquillo, sai ci sono molte probabilità che possa diventare capo squadra tra meno di un anno” Marcus si era arruolato nelle truppe bianche, a servizio di Alice all'iniziò dell'inverno, trasferendosi alla Capitale. Era considerato l'orgoglio della famiglia.

“Non sono tornato a casa solo per le visite ...”

“Che intendi dire?”
“Ti ricordi quando venne eretta la barriera? Dove i cattivi rimasero imprigionati”

“Ovvio, ero presente, è stato un vero incubo”

“Vedi … la Regina Cattiva non è stata ancora ritrovata … mi hanno mandato qui per esplorare il bosco al di fuori della barriera.”

“Streghe e Stregoni portano solo sciagura, loro hanno rovinato il nostro mondo, non vorrei che tu andassi alla loro ricerca, ma comprendo che il dovere di un soldato quello di sconfiggere l'oscurità.”

“Mamma, ho giurato di proteggere la mia famiglia e tutti quanti abbiano bisogno di aiuto”

 

Haiden giocava con i capelli della ragazza, i due erano stesi nel letto sotto le coperte, ancora senza vestiti.

“Come finiva la favola?” chiese a un tratto senza smettere di toccare quelle ciocche dorate.

“Che lei si sveglia col bacio del vero amore” disse guardando in volto.

“Sai che è un incantesimo? Tramite il bacio doni un po' della tua anima all'altra persona.”

“Sul serio?” chiese appoggiandosi alla spalla del ragazzo.

“Si l'ho letto in un libro di mia madre, è l'opposto del maleficio, quello toglio una parte di te facendo cadere la persona in un profondo sonno, mentre il bacio ti fa svegliare”

“Tu non mi faresti mai un maleficio tanto ...”

“Non ne sono neanche il grado”

Haiden guardò fuori dalla finestra “E' quasi il tramonto, devi tornare a casa”
“Non voglio” disse stringendosi a lui.

“Neanche io”

 

Annah e Haiden attraversarono la foresta mano nella mano, la luce aranciata del tramonto illuminava la neve candida.

Arrivarono fino all'inizio della barriera, altre quel sottile fascio di luce era zona vietata per il ragazzo.

“Allora a domani” disse Haiden fermandosi a un passo dalla linea segnata dall'infossatura della neve.

“A domani”

i due si baciarono a stampo per l'ultima volta.

“Andiamo a nuotare al lago incantato domani?” propose lei.

“Vediamo … se avrò tempo”

“Mi scusi, non pensavo fosse così impegnato”
“Devo girare il pentolone della pozione o non funzionerà” i due scoppiarono a ridere.

Dopo essersi salutati Annah tornò a casa, appena entrò trovò la famiglia completa seduta al tavolo.

La madre Maja, il padre Jacob e il fratello Marcus, appena lo vide un senso di odio e felicità si insinuò in lei, era felice di rivedere suo fratello maggiore, ma era un soldato se avesse saputo di Haiden, se chiunque in quella casa avesse saputo di lui si sarebbe la caccia.

Suo padre era un veterano di guerra, dopo essere rimasto gravemente ferito si ritirò in questa casa compiendo una vita da semplice cacciatore, rivendendo le carni al mercato della Capitale.

I suoi occhi azzurri erano seri su quel volto segnato da cicatrici della lotta, i capelli tenuti estremamente corti e i vestiti da cacciatore, non mostrava emozioni apparentemente, ma il senso di protezione per la famiglia era saldo nel suo cuore.

Marcus era il suo stampo, seguiva le sue orme come soldato e questo lo rendeva il preferito tra i due.

“Fratellone che sorpresa ...”

durante la cena Marcus raccontò della sua vita come cadetto e di come fosse la vita alla Capitale, niente neve, strade, persone ovunque. Annah pendeva dalle sue labbra, in cuor suo si era sempre chiesta come fosse quel posto, ma poteva solo immaginarlo.

Haiden non avrebbe potuto seguirla in quel luogo a causa della barriera e lei non era niente senza il suo stregone.

“Tra quanto tornerai la?” chiese il padre.

“Sette giorni”

“Voglio che porti tua sorella con te, in modo che possa trovare un marito”
“Jacob” lo rimproverò la moglie.

“Cos'è questa storia?” chiese la giovane.

“Figlia mia, ormai sei grande è ora di sposarsi e fare una famiglia, pretendo un nipote da te”

“Dovesti dirlo a Marcus è lui il maggiore”
“Lui è un soldato! E' diverso”

“Ora basta” intervenne la madre “Nostra figlia sposerà chi e quando vorrà, non voglio che sia legata tutta la vita a un uomo che non la tratti come merita.”

 

“Come ai vecchi tempi, noi due a lavare i piatti” disse Marcus vinco alla sorella.

“Mamma e papà a macellare qualche animale e noi qui”

“Sai … dovresti ascoltare papà … ha ragione”
“Stai scherzando spero, io non ho intenzione di venire alla Capitale e finire con un totale sconosciuto” il tono di Annah era duro, si stava arrabbiando.

“Pensi che non lo senta … hai un odore strano addosso … chi è?” chiese estremamente serio.
“Chi è chi?” chiese passandogli l'ultima tazza usata per bere durante la cena.

“Hai addosso l'odore di un uomo, papà non sente gli odori per questo non ha detto nulla”

“Forse gli odori della Capitale ti hanno rovinato il naso … ora vado a dormire, dovresti farlo anche tu o i bravi soldatini restano svegli in attesa che i cattivi bussino alla porta con una male avvelenata?” Annah si diresse verso la sua camera.

 

Haiden quando arrivò a casa era già buio, la piccola capanna era illuminata dalle luci dei candelabri.

“Sono a casa”

“Oh bentornato” sua madre era china sul tavolo a scrivere su un quadernino, i capelli azzurri ricadevano sul volto appoggiandosi sul legno.

“Posso chiederti una cosa?”

“Si” rispose distratta.

“Avevi seriamente intenzione di uccidere Biancaneve con la mela?”

la donna alzò lo sguardo verso il ragazzo.

“Ovvio, quella ragazza ha sempre mentito, non è la persona che sembra. Il trono apparteneva alla sottoscritta e lei me lo ha portato via.

Ucciderla … lei mi aveva tolto tutto … “ Haiden smise di ascoltare la solita storia che viene raccontata anhe nella Favola.

Doveva arrendersi, sua madre apparteneva ai cattivi e questo non sarebbe mai cambiato.

Andò in camera sua distendendosi sul suo letto, iniziando a pensare a cosa era meglio fare, sentiva che prima o poi Annah avrebbe sofferto, che lui l'avrebbe ferita, con la sua magia.

Perché il suo sangue era corrotto, guardò la notte dalla piccola finestra, l'oscurità era bellissima.

 

Il giorno seguente alle prime luci dell'alba Marcus e il padre uscirono per la sessione di caccia mattutina.

Annah si preparò come al solito e dopo aver salutato la madre uscì di casa con la solita mantella rossa.

Camminando spensierata si diresse al loro luogo d'incontro.

Haiden la salutò con un bacio a stampo, prima di dirigersi verso il lago incantato, un posto magico dove molti anni prima venne stregata una principessa che fu trasformata in un cigno.

I due lo avevano scoperto per caso, la neve avvolgeva il bacino avvolto dal ghiaccio, un lieve vapore emergeva dalla superficie cristallina.

Annah si avvicinò alla riva iniziando a sfilarsi i vestiti, l'acqua era sempre calda era fantastica a detta della ragazza.

Si immerse completamente, arrivando fin dove l'acqua le arrivava poco sopra il seno.

“Vieni anche tu” lo incitò.

Haiden sembrò pensarci un attimo, poi si spogliò anche lui; una volta raggiunta i due iniziarono a schizzarsi a giocare come i bambini, nuotando in quelle acquee incantate.

 

Marcus si era allontanato dal padre per esplorare la zone, la sua missione principale era quella di trovate il covo della Regina Cattiva.

A differenza di sua sorella odiava quel posto, gli animali potavano assalirlo da un momento all'altro, la neve alta gli gelava i piedi e poi … c'era oscurità in quel luogo, la avvertiva ovunque, una volta eliminata la razza delle streghe sicuramente sarebbe scomparsa e quello sarebbe tornato il vero “Bosco Incantato”.

Degli strani rumori attirarono la sua attenzione, incuriosito si diresse alla fonte di quel rumore.

Nascondendosi dietro i tronchi degli alberi, guardò i due giovani nel lago, riconobbe immediatamente sua sorella, ridere e nuotare insieme all'altro individuo.

Notò i capelli blu, si inginocchiò prendendo l'arco e una freccia dalla faretra, quel colore, tutte le streghe e gli stregoni nascono con delle deformità, era un chiaro segno. Il suo addestramento da soldato stava prendendo il controllo, prima regola: non avere pietà.

Diede un altra occhiata a sua sorella sentendo una rabbia emergere dal profondo.

Perché Annah è sola con lui? Era un tradimento o un maleficio?

Puntò alla gola, doveva centrarlo al primo colpo, stava per mollare la freccia quando Annah gli saltò addosso abbracciandolo, bloccò il colpo, spostando la freccia dall'arco incredulo.

Guardò i due baciarsi, non poteva succedere veramente, sua sorelle doveva essere stata soggiogata, non c'era altra spiegazione.

I due stavano rendendo quel momento troppo intimo per il fratello, che uscì allo scoperto.

“Complimenti”

i due i voltarono verso quella voce, il giovane soldati era a pochi metri da loro, sulla riva del lago, l'arco e le frecce tenuti pronto per l'attacco.

Il suo sguardo era carico d'odio, anche se il suo sguardo era rivolto più alla sorella che al ragazzo.

“Annah” disse con tono da rimprovero.

“Lo conosci?” sussurrò Haiden, senza smettere di fissarlo, non gli piaceva quel tipo.

“E' mio fratello Marcus, è un soldato di Alice”

“Cosa stai facendo con uno come lui? Non ti hanno insegnato a starne alla larga?”

aveva un tono di voce abbastanza alto.

“Lui è diverso ...”

“Neanche una parola! Mi hai deluso molto, appena mamma e papà lo verranno a sapere ...”

“Senti possiamo parlare ...”

“Zitto tu! Feccia hai soggiogato mia sorella per i tuoi scopi perversi” fece un passo avanti, puntandolo con la freccia inforcata nell'arco, Annah cercava di far ragionare il fratello venendo ignorata.

Gli occhi di Haiden brillarono per un attimo, “Ora fate come dico oppure ...” un ramo avvolse la caviglia di Marcus facendolo finire appeso a testa in giù,

“VIA” urlarono i due ragazzi uscendo di corsa dal lago raggiungendo i vestiti, rivestendosi in fretta.

Marcus si dimenò cercando di liberarsi, urlando e muovendo le braccia in modo convulso.

I due corsero fino a casa, chiudendosi dentro.

“Tuo fratello è un soldato?” imprecò Haiden vicino al camino spento, entrambi avevano ancora i capelli fradici e i vestiti umidi messi alla ben e meglio.

“Quando me lo avresti detto?”

“Non sapevo nemmeno che fosse tornato a casa! E' partito per la Capitale, ma non sapevo che era per arruolarsi!”

I due stavano parlando ad alta voce, Haiden si dedicò al fuoco perché stava gelando con i vestiti bagnati.

Annah camminava avanti e indietro nervosa strizzandosi i capelli.

“Dici che lo dirà hai tuoi genitori?”
“Non lo so … forse posso convincerlo a non dire nulla, sono sicura che se ti conoscesse”

“E' un soldato, mi odierà qualunque cosa io dica. Hai visto come mi guardava?”
Haiden si alzò vedendo il turbamento negli occhi della ragazza, si avvicinò abbracciando“Tranquilla, andrà tutto bene vedrai” gli sussurrò.

il versi anomali di alcuni animali attirarono attenzione dei due ragazzi, guardando fuori dalla finestra videro stormi di uccelli scappare dai nidi sugli alberi a diversi metri da loro, del fumo grigio saliva in cielo.

“Che succede?”
“C'è casa mia lì” disse Haiden correndo fuori con la ragazza appresso.

 

Una volta raggiunta casa sua vide che la porta era fuori dai cardini e piena di graffi d'animali, il tetto era bruciato e emanava ancora fumo.

Haiden entrò “Mamma? Mamma dove sei?” i mobili erano distrutti, guardò nelle camere, nella piccola dispensa messa a soqquadro, niente.

Annah era ancora sulla soglia con una mano davanti alla bocca.

“Non c'è! Maledizione” diede un calcio a ciò che restava di un tavolo.

Un lamento maschile venne da sotto di esso, lo stregone spostò un tegola, trovando un piccolo specchio, stava nel palmo della mano, con forma ovale avvolto da dei decori oro, come se fosse incorniciato.

Esso non rifletteva ma mostrava solo uno schermo nero con una piccola nube bianca che ruotava su se stessa.

“Oh menomale sei tu … temevo che sarei rimasto li per sempre”

“E' uno specchio parlante” disse la ragazza avvicinandosi.

“Uno? Io SONO lo Specchio parlante”

“Sai cosa è successo qui?”

“Sono arrivati con delle creature simili ai lupi, hanno distrutto tutto, dando fuoco alla casa” disse nervoso.

“Chi è arrivato? mia madre dove si trova?”

“Le guardie bianche, hanno preso Grimilde e l'anno processata con accusa di stregoneria e tentato omicidio, non ho visto perché ero già quaggiù ma ho sentito che parlavano di metterla al rogo.”

“Devo salvarla!” disse alzandosi.

“Non puoi fare nulla, devi scappare dal bosco prima che trovino anche te”

Annah si guardò intorno sentendo una strana sensazione, guardò fuori dalla finestra vedendo un bagliore nella neve.

“Attento” urlò spingendolo via dalla finestra, una freccia di una balestra si conficcò nel muro.

“SCAPPATE VIA” urlò l'oggetto

Haiden prese lo Specchio e insieme ad Annah scapparono, degli animali simili ai lupi, ma molto più piccoli cominciarono a seguirli ringhiando.

I due si nascosero dietro due grandi massi vicino alla cascata.

“Annah torna a casa, oltre la barriera”

“Io non ti lascio”

“Vogliono me non te”

“Non mi interessa”

“Non voglio che tu muoia”

“No, ho un piano … però devi fidarti di me”

 

“Dove sono finiti?” chiese un uomo alto e robusto.

“Li abbiamo persi” disse Marcus

“E' stato un bel colpo comunque, tuo padre trova la casa della strega tu uno stregone … niente male” commentò

“Sarà meglio ritrovarlo e eliminarlo” aggiunse dopo.

“Non accadrà nulla a mia sorella vero?”

“Se è stregata come hai detto … uccidendo lui, lei sarà libera” aggiunse “Questa soffiata ti metterà in buona luce davanti alla regina”

“Abbiamo avvistato una figura con un mantello rosso correre in questa direzione” urlò un soldato appostato su un albero.

“E' lei”

i due la bloccarono ma quando se la ritrovarono davanti

“Ma guarda che ci fai qui Annah? Hai recuperato la tua lealtà?”

lei non rispose, teneva il cappuccio fino a coprirgli il volto e saldamente allacciato intorno al corpo.

“Non rispondi? Non è importante, farò in modo che tu sia presente quando lo bruceremo sul rogo”

Annah fece un passo indietro fino a raggiungere il trono di un albero.

Marcus osservò meglio la figura incappucciata.

“E' lo stregone!” Urlò Jacob colpendolo col fucile, facendolo cadere a terra.

“Bene, bene. Dimmi ti sei scopato bene mia figlia? Perché non la rivedrai mai più”

Haiden affondò le dita nella neve i suoi occhi invece di brillare per un attimo rimasero gialli e intensi, come quelli di un gatto.

“Sei pronto a morire?”

la neve prese vita e formò due grandi lupi che aggredirono il padre di Marcus e le altre guardie.

Le urla si diffusero per tutto il bosco, Haiden ne approfittò per scappare.

Doveva ritrovare Annah, scambiarsi i mantelli era stata una buona idea per depistare i soldati, ma non poteva che essere preoccupato, infondo era la prima volta che tante persone erano nella bosco e in più erano anche i primi essere umani che vedeva oltre ad Annah e sua madre.

Doveva stare attento non sapeva come potevano reagire, non riusciva a capirli.

 

“Non lasciatelo scappare” Urlò una guardia seguendo Annah col mantello nero.

A un tratto la ragazza si fermò alzando le mani alla testa.

“Ti sei arreso é? Voltati”

la ragazza si voltò con ancora il cappuccio sulla testa.

“Tu?”

la ragazza sorrise iniziando a contare alla rovescia, la terra tremò; prima che le guardie se ne rendessero conto un branco di lupi gli assalì.

Annah aveva ragione, il bosco gli stava aiutando. Riprese a correre fino al lago, doveva ritrovarsi con Haiden e scappare lontano.

 

Marcus si rialzò, cadendo aveva sbattuto la testa contro un masso e perdeva sangue dal sopra occhio destro, barcollando prese la balestra del compagno ancora a terra e si diresse verso il padre, inerme.

“Padre, padre” lo chiamò, era rivolto col volto nella neve inerme.

Marcus si accucciò girando il corpo, Jacob aveva metà volto congelato, dove il lupo

lo aveva morso, gli occhi e la bocca erano spalancarti.

“Padre” disse il figlio in lacrime.

“Io ti ammazzo, io ti ammazzo!” urlò alzandosi dirigendosi verso il bosco.

Corse lungo il sentiero preso dalla sua ira, si sarebbe vendicato poco ma sicuro.

Superò degli alberi e vide i due ragazzi infondo alla discesa, stavano parlando, Marcus senza togliere gli occhi dal ragazzo caricò l'arma.

“Prima regola: non avere pietà” sussurrò.

 

“Annah torna a casa, ora!”

“NO, io non vado da nessuna parte senza di te!” disse afferrandolo per la mantella rossa.

“Annah tu ora- ATTENTA” la afferrò facendola cadere a terra, evitando una freccia che si conficcò nel muro.

Haiden vide Marcus correre dalla cima da una discesa verso di loro, fu un istante, un lupo di neve prese vita dal terreno, una freccia scroccò e il corpo di Annah che si parò davanti al suo.

Il lupo assalì il soldato, mentre lo stregone afferrò il corpo della ragazza con una freccia nel cuore.

“ANNAH” urlò il ragazzo inginocchiato.

“Tranquillo va bene così ...” sussurrò lei mettendogli una mano sulla guancia.

“No non va bene affatto” rispose lui disperato stringendogli la mano.

“Resta con me” lo stregone la prese in braccio a modi principessa e la portò fino a quella che poche ore fa era casa sua, posando la ragazza su quel che rimaneva del tavolo.

“Cosa ci fai qui?” urlò lo specchio sul pavimento.

Haiden lo prese in mano e lo fissò “Aiutami, devo salvarla” disse mostrandole la ragazza.

“Non puoi una freccia le ha colpito il cuore”

“Sono uno stregone ci deve essere qualcosa che posso fare”

“Non c'è e se non vuoi fare la sua stessa fine ti consiglio di filare”
“No, non senza di lei!”

posò lo specchio sul ripiano, guardando in giro per la stanza, guardò le carte sul pavimento e trovò il quaderno che sua madre scriveva ogni giorno.

Lo aprì pensando che fosse solo un diario, ma non lo era, bastarono le prime righe per capire cosa fosse.

“Un libro di incantesimi” disse tornando allo specchio.

“E' inutile non ci sarà nulla che possa salvarla! E' la magia bianca che permette di rinascere l'oscurità al massimo può toglierla”

Haiden guardò Annah, sembrava che dormisse, fissò la freccia assorto nei suoi pensieri.

“Il cuore … del cervo” sussurrò.

Si voltò “Specchio” disse serio “Dove è il cuore del cervo”

“Non lo so”

“Specchio” disse più deciso “Dove è il cuore del cervo”

“Nelle assi sotto il pavimento di camera tua”
Haiden corse in camera sua e usò la magia per far saltare le assi, da un buco nel pavimento prese una sacchetto rosso.

Al suo interno c'era uno scrigno in legno decorato in oro e rubini, lo aprì al suo interno c'era un cuore pulsante con delle venature bianche.

“Ok” disse a se stesso tornando nell'altra stanza.

“Ora mi spieghi cosa vuoi fare?” chiese lo Specchio.

“La riporterò in vita, sostituirò il cuore del cervo con il suo”
“Non funzionerà il cuore del cervo è uno degli artefatti puri, la tua magia lo distruggerà”

Haiden si avvicinò ad Annah e la baciò sulle labbra “Torna da me” gli sussurrò.

Prese la freccia e la estrasse dal suo corpo, iniziò a sussurrare parole in una lingua molto antica.

La punta della freccia brillò, con gli occhi gialli come non mai infilzò il cuore del cervo, un flusso di energia fece vibrare tutto.

Haiden vedeva tutto a rallentatore, la testa gli pulsava e del sangue gli usciva dal naso, la sua mente era annebbiata.

“Annah” sussurrò, vedendo tutto sfocato, la ragazza emanava una strana luce, quasi fastidiosa agli occhi del ragazzo.

La voce dello Specchio si faceva sempre più lontana e incomprensibile, si sentì cadere facendosi tutto buio.

“Annah” sussurrò quasi senza voce, poi più nulla.

 

“Svegliati moccioso! Non voglio sciogliermi” una voce preoccupa stava sussurrando al suo orecchio.

Haiden sentiva dolore in tutto il corpo, qualcosa lo stava trascinando per le gambe, la neve gli stava ghiacciando la schiena.

“Ti prego” sussurrò ancora quella voce, lo stregone aprì gli occhi, vedendo il cielo coperto dalle cime degli abeti.

“Lo metteremo al rogo con quell'altra” disse una voce dura e roca.

“Chissà quanti altri ce ne sono in questo bosco maledetto” rispose un altro.

Haiden alzò inclinò la testa, così da poter vedere le due grandi figure che lo stavano trascinando.

Il bluastro, faticosamente allungò il braccio toccando una radice, sentì una scossa alla testa quando attivò la magia, esse uscirono dal terreno e assalirono i due militari avvolgendoli e immobilizzandoli.

Haiden si alzò, faticosamente e zoppicante se ne andò mentre le guardie urlavano e dimenavano.

“Sbrigati ragazzo” disse lo Specchio nel cappuccio della mantella rossa.

Haiden si teneva il fianco, sentiva dolore in tutto il corpo, ogni passo era come scalare una montagna.

Si fermò appoggiandosi a un albero, vomitando sangue sulla neve candida.

“Non puoi fermarti ora!”

“Non ci riesco” sussurrò tenendosi la testa pulsante.

“Ascolta se non ti metti al sicuro finirai bruciato a un palo!” urlò terrorizzato l'oggetto.

“Ascolta io -”
“Se ora muori non salverai mai Annah!”

Haiden tenendosi stretto il fianco si diresse verso un sentiero stretto e in discesa, camminava spronandosi a compiere un passo dopo l'alto.

“Cosa mi hanno fatto?”

“Dopo che sei svenuto i soldati sono arrivati e hanno preso Annah, ti hanno picchiato di santa ragione, se non ti fossi svegliato … saresti già sul rogo con tua madre”

“Hanno loro mia madre? Devo fermarli!”

“No,no cosa credi di fare in quelle condizioni, abbiamo tempo, le streghe vengono bruciate in pieno giorno. Ora devi trovare un posto dove guarire.”

Haiden camminò fino a raggiungere il grande sentiero, quello che conduceva alla valle, la neve era sporca di rosso e dei cadaveri stavano ghiacciando al suolo.

Li ignorò senza fermarsi, continuando il suo cammino, arrivò fino a una collina piena di grotte, dove al loro interno vivevano i lupi.

Lo stregone entrò dentro una di esse, seguito dalle madri e dai cuccioli, si appoggiò con la schiena alla parete gelide e vi scivolò fino a sedersi.

Respirava a gran fatica, il corpo era dolorante e sicuramente non sarebbe riuscito a muoversi per un po'.

Con un grande sforzo raggiunse con la mano il cappuccio della mantella estraendone lo Specchio.

“Specchio, conosci … un incantesimo per … guarire subito?” chiese a fatica.

La mano giaceva a terra, con lo Specchio stretto debolmente nella mano.

“Hai usato tutta la magia che ti rimane, il tuo flusso è molto debole. Lascia che il tuo corpo guarisca da solo”
“Non ho … tempo”

“Fidati, finché sarai vivo, avrai tutto il tempo che ti serve”

I lupi si avvicinarono sdraiandosi vicino al ragazzo, posando i musi sulle gambe per riscaldarlo.

Con la mano libera accarezzò la testa di uno di loro, chiuse gli occhi quando tutto tornò a farsi confuso. La sua mente era di nuovo offuscata, suoni e visioni si mischiavano nel caos più assoluto, poi solo silenzio e buio.

 


-ANGOLO YUKI RAIN-
So di non essere bravissima a scrivere ma aveva quest'idea in testa da troppo tempo e ho buttato giù qualcosa.
sono aperta a consigli per migliorare la storia e spero che nel complesso non faccia sanguinare gli occhi.
CIAOS.

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Capitolo 2
*** 2.MUTAFORMA ***


“Qui nevica sempre?” chiese innocentemente un bambino dalla zazzera azzurra che guardava fuori dalla finestra.

“Una volta questo era un posto molto diverso, le piante erano vive e il vento cantava muovendo i loro rami, gli animali di ogni tipo abitavano questo luogo.” disse una donna dalla medesima chioma colorata.

“Cosa è successo?”

“Vedi, qui erano custoditi gli oracoli, uno a uno però hanno abbandonato questo luogo e con loro è sparita anche la magia. Da quel giorno ogni notte nevica.” raccontò la donna.

“Cos'è un oracolo?” chiese il bambino incerto su quella parola.

 

Haiden aprì gli occhi, era ancora nella grotta, seduto con la schiena appoggiata alla parete e le gambe allungate su cui stava dormendo un cucciolo di lupo.

Il ragazzo guardò fuori dove la neve bianca era illuminata dalla luce del sole, accarezzò l'animale marrone che muoveva la coda in segno d'approvazione.

“Buongiorno” sussurrò.

Sentì una forte vibrazione in parte alle sua gambe, con la mano libera andò a tastare il terreno fino a trovarlo.

“Ti sei svegliato! La prossima volta che un altro lupo mi usa come giocattolo non so cosa potrei fare” si lamentò lo Specchio.

Haiden si alzò, aiutandosi con la parte, il dolore alla testa era passato completamente, ma il corpo gli doleva ancora, la luce lo accecò quando uscì dalla tana.

Appena si suoi occhi si abituarono alla luce, iniziò a guardarsi intorno, il bosco non era ancora tranquillo, in lontananza sentiva dei rumori sconosciuti; in un giorno aveva visto per la priva volta altri essere umani come lui e per la prima volta aveva provato la paura, gli esseri umani sapevano davvero fare paura.

Haiden mise lo specchio nel cappuccio e iniziò a camminare “Cosa credi di fare ora?”

“Zitto” disse con tono freddo, incamminandosi nella neve fresca caduta la notte precedente.

Facendo attenzione a ogni suono, ogni ombra camminò lungo il sentiero delineato dagli alberi, alcuni avevano frecce incastrate nella corteccia, altri erano stato rovinati per costruirci delle strane strutture.

Era orribile, pensò senza fermarsi, gli essere umani non gli piacevano per niente.

Capiva solo ora perché sua madre non gliene avesse mai parlato, perché lo aveva rinchiuso in quella foresta. Lo aveva protetto fino a quel momento, solo ora capiva da cosa.

Si strinse il fianco sentendolo bruciare “Che succede?” chiese lo specchio sentendolo fermare. Haiden si alzò la maglia nera pesante lurida di sangue e bava di cane.

La freccia che gli aveva sfiorato il fianco gli aveva lasciato uno squarcio nel fianco, i contorni erano sporchi di sangue nero secco, mentre al centro era rosso pulsante.

“Non è messa bene”

“Tra poco guarirà” disse coprendola, gli stregoni guarivano molto in fretta. Molte volte giocando con Annah tornava a casa con le ginocchia sbucciate o qualche taglio per poi svegliarsi il mattino dopo senza un segno.

Arrivò fino a casa di Annah, al confine della barriera, ignorando il bruciare della ferita si arrampicò sull'albero.

Puntò i suoi occhi oro sulla casa, le sue orecchie si ovattarono e le voci iniziarono a farsi sentire nella sua testa.

 

“In questo momento Annah sta venendo trasferita alla Capitale, li sicuramente troveranno un modo per svegliarla” Marcus guardava fuori dalla finestra, parlando ai genitori in modo freddo.
“Quando l'ho vista, era così bianca sembrava morta” pianse la madre seduta al tavolo con un fazzoletto bianco stretto nella mano destra con l'intendo di asciugarsi le lacrime.

“Avete ucciso il soldato che ha colpito mia figlia vero?!” il padre era irato e continuava a dare pugni al tavolo facendo tremare tutto ciò che vi era appoggiato.

“Ci hanno pensato i lupi, di lui ne è rimasto poco nulla”

“Quello stregone! Che fine ha fatto?” chiese la madre stoppando i singhiozzi.

“Lo stanno ancora cercando, in compenso abbiamo trovato Grimilde una del circolo degli undici. A breve sarà messa al rogo e ci sarà un cattivo in meno a cui pensare.”

“IO VOLGIO LA TESTA DEL RAGAZZO!”

“Calmati padre, a breve avremo anche lui, le sentinella prenderanno possesso del bosco”

Jacob si alzò in piedi “Ora scusate, voglio godermi lo spettacolo della megera che brucia”

 

Haiden annullò la magia, il dolore alla ferita svanì, attendeva solo che mettesse un piede fuori dalla barriera per ucciderlo, conficcò le unghie nell'albero quando lo vide attraversare il sentiero, aveva bisogno che lo portasse da sua madre.

Guardò la sua chioma marrone chiara allontanarsi nelle neve non ancora candida, mal curante dei corpi dei compagni stesi a terra coperti da un lieve strato di neve.

Lo seguì senza fare rumore, era come andare a caccia con i lupi, doveva solo attendere il momento giusto.

Arrivò fino alla radura, era piena di umani con gli stesse vestiti, al centro esatto c'era un sacco di legna con un bastone grande quanto un fusto messo in verticale.

“Haiden … è un focolare” sussurrò lo Specchio “qui le streghe muoiono”

il bluastro trattenne il respiro avrebbe voluto scappare il più lontano possibile da quel luogo ma non poteva, non senza sua madre.

Delle urla provennero da li vicino, due uomini stavano spingendo una donna dai lunghi capelli blu vicino a Marcus facendola inginocchiare; il soldato la guardò sembrava giovanissima nonostante tutti i suoi anni, lo guardava con occhi furenti, non mostrava paura solo odio.

Tutti risero quando gli sputò in volto ma lei non mosse un muscolo, continuava a fissarlo con quegli occhi che avrebbero raggelato anche l'inferno.

“Qualcosa da dire puttana?”

“Avrei sperato di ritrovarmi davanti un bel principe, non una triglia come te” aveva la voce salda, prima di tremolii o dubbi.

“Stai per morire lo sai?”

“Non è venuta Baincaneve? Mi sarebbe piaciuta rivederla ancora una volta” disse ironica.

“APPENDETELA” urlò spostandosi il soldato.

Haiden saltò giù dall'albero nascondendosi dietro un cespuglio, i suoi occhi oro erano fissi su Marcus in attesa del momento perfetto.

Grimilde venne attaccata al fusto mentre altri soldati accendevano grandi rami, Marcus sorrise davanti a quella scena.

“Un ultima parola?” chiese prendendo il ramo incendiato.

“Si dite ad Alice … che avete perso.” iniziò a ridere, ridere in mondo incontrollato strusciando la schiena contro l'albero.

I suoi occhi si colorarono di oro brillante, stava per lanciare una maledizione.

“ORA” urlò Marcus.

I rami vennero lanciato dando fuoco al fusto, Haiden uscì dal suo nascondiglio coperto dal fumo, correndo verso il soldato, Grimilde completò la maledizione e il fuoco di cui era divenne verde.

Un ultima risata, un ultimo passo, Marcus che girava la testa accorgendosi troppo tardi dell'attacco per alcuni attimo il tempo rallentò, un fascio di luce colpì il cielo e la terra tremò in seguita a un grande esplosione.

Haiden venne scaraventato nel sentiero da dove era arrivato, battendo contro la ferita al fianco che si riaprì.

Marcus si rimise in piedi, muovendo le braccia per spostare il fumo grigiastro puzzolente di bruciato.

Corse verso il rogo, il fumo proveniva dall'incendio ancora vivo che avevano causato, il corpo non c'era, solo polvere nera che cadeva a terra dalle fessure delle corde.

Il solfato rimase immobile per un attimo per poi scoppiare un riso isterico.

“Hai visto? HAI VISTO BASTARDO! IL PROSSIMO SARAI TU!” raccolse un ramo dove la fiamma non si era consumata completamente e si incamminò per il sentiero, non lo avrebbe lasciato scappare.

 

Haiden correva stringendosi il fianco, aveva gli occhi lucidi sul punto del pianto, sua madre era morta, morta per colpa degli esseri umani e sarebbe toccato anche a lui se non avesse trovato una soluzione.

Era completamente solo, non aveva più ne Annah ne sua madre, le uniche persone che conosceva, non poteva tornare al branco dei lupi non poteva permettere che trovassero il suo unico nascondiglio.

“Te l'avevo detto che non era una buona idea!” urlò lo Specchio dal cappuccio del ragazzo.

“Puoi dirmi solo dove nascondermi?”
“Non ne ho idea … sono uno specchio io”

“Esattamente tu a cosa serviresti?”

“A niente se morirai, sei cresciuto qui conoscerai un luogo!”

Haiden cambiò direzione, correndo tra gli alberi e gli arbusti, rimaneva solo un posto dove stare, la casa sua e di Annah.

Salito su di essa spaccò il piccolo ascensore in modo che non potessero salire, sbarrò porte e finestre con la magia. Gli bastò un gesto con le mani e tutte le candele si illuminarono dando luce a quella stanza buia.

Arrivato al tavolo scavò nel cappuccio per recuperare lo Specchio e metterlo, con poca, grazia sul mobile.

Haiden rimase in silenzio col fiatone, con la mente ripassò le immagini di poco fa, sua madre era morta, non l'avrebbe mai più rivista, al pensiero gli vennero gli occhi lucidi e sentì una fitta nel petto.

Si inginocchiò a terra sbattendo i pugni sulle assi, non aveva salvato lei, non aveva salvato Annah, si sentiva completamente inutile.

I singhiozzi diedero rumore al silenzio, un silenzio insostenibile, un silenzio che non era mai esistito in quel luogo.

Si mise a sedere con le ginocchia al petto e le braccia strette intorno alle gambe, la testa posata sulle ginocchia. Cosa avrebbe potuto fare? Non poteva restare in quel luogo per sempre.

“Mi dispiace per tua madre ...” disse a un tratto lo Specchio a un tratto senza ottenere risposta.

“Era una mia cara amica … io ero presente ai tempi di Biancaneve … sapere come tirare fuori il peggio da ogni persona.”

“Buon per lei” sussurrò senza muoversi.

“Per lei è sempre stato un complimento … era molto felice quando ha visto in te i suoi poteri da strega”

“Anche se sono per metà umano … tu hai conosciuto mio padre?”
“No, io ricordo le persone cui volti si riflettono nel mio vetro … tuo padre non se mai voluto mostrare”

lo Specchiò sentì il ragazzo sospirare, aveva smesso di piangere da un po' ma non si era mosso di un millimetro.

“Se fossi stato più forte, le avrei salvate tutte e due”

“Annah non sai in che condizioni è”
“ERA COMUNQUE MORTA L'ULTIMA VOLTA CHE L'HO VISTA!”

“E quindi? In quanti libri delle Favole le principesse erano morte, in attesa che arrivasse un principe a ridarle la vita”

“Io non so-” “In nessun libro è scritto che si è principi per il sangue; Lo si è quando si ha il coraggio di lottare per chi si ama”

“Non ho questo coraggio”

“Annah ne è convinta e ti sta aspettando”

Haiden si alzò guardando verso la libreria, gli tornò alla mente la ragazza che leggeva i titoli decidendo cosa leggere, ne estrasse uno e lo guardò, non lo aveva mai letto con lui.

“L'incantesimo del lago”

“Oh è una storia bellissima, triste ma bellissima”

“Di che parla?” chiese avvicinandosi al tavolo.

“Una ragazza subisce una maledizione, ogni volta che la luna illumina il riflesso del lago ella si trasforma in un cigno, questa maledizione può essere sciolta solo dal bacio del vero amore.

Un giorno, il principe di cui era innamorata organizza un ballo e incontra una principessa.

Il principe le dichiara eterno amore e la ragazza muore per il cuore spezzato con sembianze di cigno.”

Haiden fece scorrere le pagine finché non trovò l'immagine del lago, così famigliare.

“Si quel lago è qui nel Bosco Incantato” terminò lo Specchio.

Gli occhi oro si posarono su di lei in un silenzio che sembrò durare ore.

“Riprenderò Annah” disse chiudendo il libro.

“E come hai intenzione di farlo?”
“Non è la principessa ad essere maledetta … ma il lago”

 

“Lo avete trovato?”

“No signore abbiamo anche perlustrato casa sua, non c'è” un soldato era davanti a Marcus.

“Abbiamo prelevato tutti i libri che abbiamo trovato sono su una carrozza, verranno portati alla capitale per essere studiati”

“Perfetto, di alle sentinelle di stare all'erta, lo voglio carbonizzato come la madre”

“Sissignore”

Un uomo dai capelli marroni corti e gli occhi del medesimo colore stava guardando ciò che restava dell'esplosione, aveva intorno intorno ai venticinque anni con una fetra sulla schiena e una balestra tra le mani.

Tastò la cenere nera con la mano “Cosa stai facendo?” chiese un caposquadra.

“Nulla Signore” scattò in piedi sull'attenti.

“Non siamo qui in gita cadetto! Stiamo cercando un mostro omicida”

“Lo so signore”

“Rispetta gli ordini”

“Si signore”

Gli sbatté dei documenti sul petto “Portali all'accampamento digli di spedirli al Palazzo di Cristallo”

“Si signore” disse afferrando le scartoffie.

Si allontanò dallo spiazzo verso il sentiero, appena fu abbastanza distante si nascose tra gli alberi lesse velocemente i rapporti del mago scappato e della strega appena uccisa, dalla tasca estrasse una penna e aggiunse

I soldati si sono accampati per ottenere più informazioni possibili, la data del rientro in patria non è ancora stabilita. Lui è ancora vivo

-Oliver L.

Fischiò un paio di volte prima che un grifone non atterrò su un ramo li vicino, esso era marrone con un lungo collo avvolte da delle lunghe piume alla base e la testa bianca, le grandi ali avvolgevano il corpo mentre le zampe erano conficcate nella corteccia.

Avvolse su se stessi i documenti e li legò con un laccio, si avvicinò al pennuto agganciando il laccio al collare che portava.

“Portali a Xavier” l'uccello fece un verso sbattendo le ali per riprendere il volo.

Oliver caricò la balestra e si incamminò per il sentiero davanti a lui.

“Sta calando il sole, presto sarà buio”

 

Haiden raggiunse il lago incantato “Sicuro di volerlo fare?” chiese l'oggetto, l'azzurro lo poggiò a terra insieme alla mantella nera.

“La principessa Odette si trasformò in un cigno perché esso vi era nel suo sangue, tutti i puri hanno legami con gli animali sacri. Io non ne ho, ma ho sangue umano dentro di me se dono al lago la mia magia mi trasformerò”

“Ascolta Odette si era solo riflessa nel lago, per questo si trasformava al calar del sole, se tu ti immergi il lago si prenderà parte della tua anima. E' un artefatto bianco estremamente potente.”

“Io vado” disse togliendosi le scarpe e avvicinandosi al fiume, si immerse lentamente da una parte per il bruciore alla ferita dall'altra per la tensione, il cuore iniziava a battere forte.

Guardò in alto, il cielo era limpido e ricoperto di stelle, la luna stava arrivando, appena si formò il cerchio bianco al centro del lago vi si immerse.

Illuminato sul fondo c'era un enorme fiore dalle foglie simili ad alghe verdi e i petali chiusi a bocciolo sul rosso.

Si avvicinò a esso, appena lo sfiorò un alga gli si avvolse intorno alla gamba, il ragazzo provò a liberarsi, quando un altra alga gli avvolte la caviglia spingendolo in profondità.

Le alghe lo avvolsero sempre di più e dimenandosi lasciò andare andare anche dell'aria.

I petali si aprirono rivelando quella che sembrava essere un enorme bocca con delle spine al posto dei denti, al centro vi erano dei pistilli lunghi e bianchi che come sanguisughe gli si attaccarono al petto e alla testa, iniziò a sentire delle scosse in tutte il corpo come se stessero risucchiando qualcosa dentro di lui.

Una sagoma uguale alla sua uscì dal suo corpo e venne trascinato dentro il fiore che chiuse le sue fauci un attimo dopo, Haiden venne lasciato andare gli mancava l'aria sentiva freddo, sentiva solo il silenzio del lago prima di andare verso l'oscurità della notte.

 

Oliver tornò all'accampamento dei soldati, senza farsi vedere si intrufolò nella sua tenda tutti stavano facendo il servizio di sentinella per fortuna. Prese la sua sacca per poi riuscire.

“Che fai?” si ritrovò un altro cadetto a pochi metri dalla tenda “Perché non sei in turno?”

“Sono venuto a prendere l'essenziale per fare da guardia”

“Ovvero?”
Oliver gli mostrò una fiaschetta argentata “Non è concesso alcol nelle spedizioni”

“Un goccetto andiamo, sono una persona che condivide sai? Vieni con me a formi compagnia?”

I due uomini in uniforme si addentrarono nel bosco “Dici che lo troveranno quello stregone?” iniziò l'altro.

“Chissà, magari ci sta seguendo, chi ti dice che non ti stia osservando con i suoi occhi gialli”
“Tu quanti stregoni hai visto?”

“Non mi sono mai fermato a contarli”

“Hanno tutti gli occhi gialli?”

“Oh no … no no gli occhi gialli sono normali, quelli potenti hanno gli occhi rossi come il fuoco e le fiamme gli sono immuni”

“Mostri” disse schifato.

“I veri mostri sono quelli senza occhi, due grandi perle nere senza luce, quando l'anima viene completamente divorata dall'oscurità.”

“Questa è una stupida leggenda, gli stregoni non hanno un anime.” aggiunse “Uno stregone ha ucciso mio padre, tutti quelli come loro devono morire e...”

si fermò quando si trovò la balestra puntata contro.

“Non c'è nulla di personale, saremmo anche potuti diventare compagni di bevute in altre circostanza … ma quello stregone è un bell'investimento per il mercato nero … saltami tuo padre.” gli scoccò una freccia tra gli occhi uccidendolo.

Sotterrò il corpo con la neve, non ne sarebbe rimasta traccia.

Aprì la sacca prendendo dei vestiti dal colore scuro, velocemente si cambiò togliendosi quella dannata uniforme che aveva rubato giorni prima.

Xavier non sarebbe stata felice se il suo investimento morisse per mano delle guardie reali, quel maledetto Marcus aveva rovinato i suoi piani richiamando l'esercito.

Il mercato nero lo aveva incaricato di portargli lo stregone vivo alla barriera il più presto possibile, una cavia così giovane e ricca di magia oscura i benefattori più devoti darebbero in cambio ogni cosa anche solo per un campione sangue corrotto. Uno stregone in carne ed ossa significava una fonte infinita di guadagno.

Prese la divisa e la mise nella sacca, raggiunse la riva del lago e la buttò dentro, ormai erano le prime luci dell'alba, guardandosi intorno vide una figura scusa sulla riva.

Si avvicinò trovando la mantella nera sporca di sangue, tre essa vi era uno specchio senza vetro.

Si avvicinò alla riva voltando il corpo del ragazzo col piede, aveva la pelle pallida in contrasto con i capelli corvino mentre gli occhi erano chiusi.

“Che ci fa un ragazzino come te in un posto del genere?”

Notò che sul fianco aveva una ferita aperta e diversi lividi su tutto il corpo, la osservò indeciso sul da farsi … non bisognava fidarsi di nessuno, poteva essere ciò che stava cercando sotto mentite spoglie.

Lo spostò dall'acqua sdraiandolo sulla neve, gli sollevò la mangia per vedere meglio la ferita, un bello squarcio di cui rimarrà una bella cicatrice oltre che al ricordo.

 

La testa aveva smesso di rimbombare finalmente e al suo interno vi era solo silenzio, un silenzio mai provato fino ad ora. Haiden aprì gli occhi vedendo un cielo limpido, la schiena raggelò a contatto con la neve, iniziò a chiedersi da quando era così fredda.

Si mise a sedere sentendo il corpo debole e pesante dimenticandosi della ferita una fitta al fianco lo colpì, alzando la maglia sporca di sangue vide una fasciatura intorno ai fianchi.

“Attento a muoverti o ricomincerai a sanguinare” col cuore in gola si voltò vedendo un uomo seduto su un masso, lo stava osservando una specie di specchio dal bordo oro ricco di decori.

“Chi sei? Cosa vuoi?” urlò allontanandosi fino a sbattere contro un albero provocandosi un ulteriore scossa.

“Ti ho detto di non muoverti, con un infezione del genere è già tanto che tu non sia morto.” disse distogliendo lo sguardo dallo Specchio.

“Chi sei?” chiese squadrandolo. Non era vestito come gli altri i capelli marroni corti mostravano un volto di uomo poco più grande di lui, era alto e non aveva nulla con sé tranne arco e frecce.

“Oliver Light, per gli amici solo Oliver” si presentò. “Passavo di qua e ti ho trovato svenuto nel lago e ti ho soccorso” saltò giù dal masso prendendo dalla cintura la fiaschetta e bevendo un sorso di whisky. Appoggiò lo Specchio nella neve con la sua solita nebbiolina argentata al suo interna, essa si espanse diventando uno specchio vero e proprio. Solo allora Haiden vide il suo aspetto, folti capelli neri e chiari occhi azzurri; per questo non lo aveva ucciso ma aiutato perché ora anche lui era un essere umano, uguale a loro.
“Grazie” sussurrò.

“Di nulla. Ora devo andare è stato bello” si mise la faretra in spalla e la balestra in mano.

“Tu non sei uno di loro” chiese guardando la faretra.

“Loro chi?” si voltò verso il ragazzo.

“Quelli che hanno invaso il bosco”
“No … io lavoro per i fatti mie. Sei rimasto ferito da uno di loro?”

“Una freccia”

“Non tutti hanno una buona mira immagino.” ridacchiò “E' meglio se te torni a casa” “Non ho una casa … non più ormai”

“L'anno saccheggiata i soldati?”

il ragazzo annuì.

“I soldati L'hanno rasa al suolo ma i miei genitori erano solo taglia legna.”

“I tuoi genitori che fino hanno fatto?”

“Morti”

Oliver guardò il ragazzo, i suoi occhi azzurri fissavano il lago, mentre si stringeva nelle braccia. I soldati sapevano essere senza cuore tante volte.

“Stanno cercando uno stregone … ne hanno uccisa una ma ce ne sono altri in libertà”

“Io non ne so nulla … so solo che mi hanno tolto tutto” sussurrò

“Tieni” gli passò il mantello per scaldarsi, il ragazzo lo indossò senza esitare notò che non era più sporco, probabilmente lo aveva pulito mentre dormiva.

“Quindi non hai nessuno?”

“Solo una ma non so dove sia … so solo che è alla Capitale”

Oliver sorrise “Io sto andando lì e conosco delle persone che possono aiutarti” non aveva idea di dove cercare lo stregone, tanto valeva tornare a casa prima che i soldati scoprissero il cadavere.
“Perché vuoi aiutarmi?”

“Non hai mai letto una favola? Bisogna aiutare chi è in difficoltà e poi …ho il presentimento che soldati abbiamo fatto arrabbiare qualcosa che era meglio tenere a bada” disse con un velo di preoccupazione la seconda frase.

Gli allungò la mano per aiutarlo ad alzarsi, il ragazzo la afferrò sollevandosi dalla neve candida.

“Ci vuole un gran fegato a vivere in questo luogo, quindi non avrai problemi al di là della barriere.”

I due stavano camminando lungo il sentiero indicato dal corvino da diverso tempo, era strano stare a contatto con un altro uomo, fin dalla sua nascita a poche ore prima le uniche persone con cui aveva parlato erano Annah e sua madre.

Il suo modo di camminare, di parlare di osservare le cose … era completamente diverso.

“Comunque tu sai il mio nome ma io non so il tuo”

“Haiden”

“E chi cerchi alla Capitale?”

“Una ragazza … si chiama Annah è stata portata via dai militari”

“Come fai a saperlo?”

“Suo fratello ha voluto metterla al sicuro”

“Capisco … e dimmi è la tu compagna?” chiese ridacchiando.

“ … forse” rispose leggermente in imbarazzo.







-ANGOLO DI YUKI-
e anche il secondo capitolo è terminato ... mi sto impegnango sappiatelo ahhaha ( anche se so che sarà ricco di errori grammaticali da far sanguinare gli occhi)
spero che la storia si stia evolovendo in un modo decente 
se avete cosiglia da darmi scrivete delle recensioni o anche solo per dirmi il vostro parere.


 

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