Le apparenze ingannano

di ribo_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo vicino ***
Capitolo 2: *** Lasciami entrare nella vostra vita ***
Capitolo 3: *** Rumors ***
Capitolo 4: *** YuJu ***
Capitolo 5: *** Il passato torna sempre ***



Capitolo 1
*** Un nuovo vicino ***


Capitolo 1

 

Lee YerIm è una studentessa di 18 anni e frequenta l’ultimo anno del liceo più rinomato a Seoul. È una ragazza non troppo alta con lunghi capelli scuri, un viso dai lineamenti dolci e degli occhi marroni molto espressivi. Ma al suo liceo non è famosa per la sua bellezza, né per la sua intelligenza, benchè sia la prima della classe e rappresentante degli studenti. Il motivo per cui è famosa: Lee JaeBeom. Un adorabile bambino di 4 anni con gli occhi da furbetto e vivacissimo. JaeBeom, anche detto Jay, è il figlio di YerIm e tutta la scuola ne è a conoscenza. YerIm non aveva mai voluto tenere nascosto questo suo particolare, ne il motivo della sua gravidanza, perché non si era mai vergognata di suo figlio e sapeva perfettamente che non era stato uno sbaglio, o meglio lo era stato, ma lei era solo la vittima.

 

Una tiepida sera di fine agosto di quattro anni prima YerIm stava tornando a casa dopo aver passato il pomeriggio con i suoi “amici”. Non amava andare in giro di notte da sola, ma bene o male se l’era sempre cavata senza grossi problemi. Quella sera, però, avrebbe cambiato tutta la sua vita. YerIm vide una figura nera sotto un lampione, ma non si fece prendere dal panico, casa sua non era troppo lontana, avrebbe potuto fare una corsa se quel tipo avesse provato a seguirla. Non aveva però calcolato che quell’uomo era molto potente e quando gli passò vicina fu presa per il braccio e trascinata via con una mano sulla bocca perché non potesse urlare. L’uomo la trascinò in un vicolo buio e poco frequentato lontana da orecchie che potessero sentire le sue urla. Venne così stuprata e, oltre a perdere la sua verginità, era rimasta incinta. Benchè il trauma fosse stato grande e la paura le avesse impedito di raccontare tutto al padre, quando apprese quale fosse il motivo del ritardo del suo ciclo trascurò ogni timore e rivelò tutto. Il padre, che era rimasto solo ad allevare sua figlia dopo che la madre aveva abbandonato entrambi per correre dietro al primo di una lunga serie di amanti, superato lo stupore iniziale non giudicò mai sua figlia, anzi, si impegnò sempre al massimo per dare sia alla figlia che al nipote la vita che meritavano. Presto YerIm si trovò un lavoro per aiutare finanziariamente il padre e per pagarsi gli studi. Pian piano tutti i suoi “amici” se n’erano andati criticandola perché ora che aveva avuto un figlio no sapeva più divertirsi. YerIm avrebbe tanto voluto vivere una vita normale, ma come avrebbe potuto ora che era madre? Doveva destreggiarsi tra studio, lavoro e pannolini sporchi. Per riuscire in tutto aveva rinunciato quasi completamente al sonno e alla sua vita sociale. Anche a scuola era rimasta completamente sola. Tutti la conoscevano, anzi conoscevano la sua storia,ma nessuno era interessato a conoscerla per davvero. Ogni volta che cominciava un nuovo anno e le classi venivano cambiate e gli alunni ridistribuiti YerIm sperava di farsi qualche amico, ma le sue aspettative venivano puntualmente deluse.

 

Quello per YerIm era un giorno speciale: il primo giorno di scuola del suo ultimo anno. E questa volta sarebbe stato tutto diverso, aveva deciso che per quell’anno avrebbe mandato al diavolo i suoi tentativi di farsi degli amici e si sarebbe concentrata solo sullo studio per poter entrare in una buona università. Ma è proprio vero che le cose succedono quando non vuoi che accadano. La nostra YerIm non sapeva che nell’appartamento di fronte al suo si era appena trasferito un ragazzo, Kim JiWon che si faceva chiamare Bobby. Anche lui era molto solo visto che a causa del lavoro dei suoi genitori non si era mai fatto nemmeno un amico fisso. A differenza di YerIm però riusciva a farsi abbastanza amici o per lo meno a farsi notare nelle scuole che frequentava.

Il loro primo incontro fu quella mattina sul pianerottolo del loro piano mentre entrambi aspettavano l’ascensore. Bobby quando notò quella giovane ragazza con quel bambino che si tenevano per manina fu sorpreso da vedere quella ragazza che accompagnava il fratello all’asilo, fu ancora più stupito quando sentì il bambino chiamare la ragazza mamma.

-Mami, perché non possiamo dormire anche oggi fino a tardi? Non voglio lasciarti da sola- le tirò la manica il bambino.

-Jay lo so che sei un vero ometto e ti spiace lasciare la mamma da sola, ma io devo cominciare quest’ultimo anno e tu devi farti un sacco di amici all’asilo così che la mamma possa essere felice del suo bambino popolare- si incucciò e il bambino le mise le braccia al collo e si fece prendere in braccio.

-Ugh signorino stiamo ingrassando- lo prese in giro la ragazza dandogli delle pacce delicate sul sedere facendo ridere il bambino.

Nel frattempo le porte dell’ascensore si erano aperte e i tre erano entrati. YerIm aveva notato le occhiate del ragazzo, ma aveva imparato a non farci troppo caso. Continuò a giocare con il suo bambino e a farlo ridere facendo delle voci buffissime.

Si era però accorta che il giovane aveva la sua stessa divisa e quindi avrebbero dovuto fare il tratto di strada insieme. Infatti l’asilo si trovava sulla via per la sua scuola e YerIm aveva sempre benedetto questo fatto.

 

In pochi minuti si trovavano davanti all’edificio di color pesca pieno di vita grazie alle urla dei bambini che già erano arrivati e già stavano giocando spensierati. Come sempre vicino al cancello c’erano i genitori dei nuovi arrivati che consolavano i figli che di staccarsi dalla mamma non volevano saperne. YerIm ripensò a come il suo bambino non le avesse mai fatto scene e di come avesse sempre obbedito senza farsi ripetere troppo le cose forse capendo la situazione particolare in cui si trovavano. Presa da un po’ di malinconia volle stringere il suo ometto prima di salutarlo.

-Mamma! Puoi farcela anche senza di me, fighting!- la incoraggiò suscitando la sua ilarità.

-Fighting!- ripetè lei stringendo i pugni, poi gli diede un bacino, salutò le maestre e si avviò al cancello.

Solo allora si accorse che il ragazzo dell’ascensore la stava osservando e probabilmente aveva tutto. Questo provò a fingere di essere appena arrivato, ma sapeva bene di non aver possibilità di salvarsi visto che erano usciti di casa insieme ed erano arrivati sempre insieme davanti all’asilo. Bobby cominciò a prepararsi delle buone scuse, fu però inutile visto che la ragazza lo superò ignorandolo e mettendosi su delle cuffiette. Bobby non sapeva, infatti, che YerIm era abituata agli sguardi della gente spesso di disprezzo verso di lei, una giovane madre che tutti credevano dai facili costumi che si era trovata con un figlio a causa di chissà quale scappatella finita male. Erano tutti bravi a giudicare.

 

Bobby per la prima volta dopo tanto tempo era veramente curioso di conoscere qualcuno, ma non poteva immaginare che stava per addentrarsi in un campo minato. Arrivato a scuola fu presentato dal professore in quanto nuovo studente, ma a Bobby interessava solo una persona: YerIm. Entrato in classe l’aveva riconosciuta subito e non aveva staccato gli occhi da quella ragazza poggiata sul banco ed indifferente alla sua presentazione. Fu sorpreso poi dallo scoprire che lei era una delle rappresentanti degli studenti e altrettanto sorpreso rimase dal vedere che nonostante questo lei era stata isolata dai suoi compagni. Bobby andò a sedersi nell’unico banco libero, quello vicino a YerIm.

 

Le prime tre ore passarono in fretta tra le raccomandazioni per gli esami di fine trimestre e le raccomandazioni per la scelta delle università. Quando suonò la campanella Bobby fu circondato da tutti i suoi compagni di classe che volevano sapere qualcosa in più su di lui. Tra questo gruppetto, però., YerIm non c’era. La ragazza, infatti, appena aveva scoperto di essere nella stessa classe di Bobby aveva cercato di evitare il suo sguardo e di sembrare interessata alla sua presentazione, e suonata la campanella della ricreazione era scappata fuori dalla classe fino ad arrivare al tetto per evitare i soliti sguardi delle matricole che scoprivano la sua storia e soprattutto per evitare quel ragazzo.

-Cazzo doveva proprio essere il mio vicino di casa ad essere il mio vicino di banco? Sicuramente gli staranno raccontando tutto e dovrò sopportare le sue occhiate e le sue domande per tutto il tragitto verso casa. Merda, sono proprio sfortunata!- non sapeva perché ma questa situazione la metteva più a disagio del solito. Nessuno dei suoi compagni di scuola aveva mai visto Jay e non poteva permettersi che il suo bambino soffrisse a causa di commenti cattivi fatti in sua presenza.

 

Finalmente suonò l’ultima campanella di quel primo giorno e YerIm potè tornare a casa. Approfitò del fatto che il suo vicino di casa fosse circondato da molte persone da cui si sarebbe liberato difficilmente per correre verso l’asilo a prendere suo figlio. L’asilo doveva tenere Jay oltre l’orario stabilito visto che YerIm finiva lezione un’ora dopo della fine delle lezioni all’asilo, per questo la ragazza doveva sempre affrettarsi, le dava fastidio far aspettare le maestre che erano anche troppo gentili con lei.

Bobby che la vide correre via provò a liberarsi da quella cerchia di ragazzi, ma questi lo trattennero.

-È vero che sei il vicino di YerIm- gli chiese un ragazzo che si faceva chiamare B.I.

-Si, perché?- rispose spazientito Bobby.

-Stalle lontano, non ha niente di buono quella ragazza, figurati che ha un figlio di quattro anni e alcune voci dicono che per avere il mantenimento dello stato si sia fatta mettere incinta per la seconda volta- cercò di fermarlo B.I.

-Io ho sentito che la versione che racconta lei sia solo una scusa, ma che in realtà viva con il suo ragazzo che a suo tempo l’ha messa in cinta- intervenne una ragazza di cui Bobby non ricordava il nome.

-Si, e il suo ragazzo è un drogato- intervenne un’altra ragazza.

-Volete smetterla di parlare delle persone che non sono presenti!- interruppe tutti JunHoe.

-Sentite, non mi importa di cosa voi diciate, prima mi farò raccontare da lei la sua versione e poi giudicherò se sia il caso di starle lontani- disse con molta tranquillità Bobby. Poi corse via all’inseguimento di quella ragazza senza renderlo troppo palese agli altri.

 

La trovò che stava entrando nel portone dell’asilo. Si affacciò anche lui e vide il bambino di quella mattina che le correva in contro con un foglio di carta in mano.

-MAMI!- urlava felice.

-Jay!- lo accolse lei a braccia aperte con un atteggiamento completamente diverso da quello che assumeva a scuola. -Come sta l’ometto della mamma?- gli chiese poi dolce.

-Oggi con Loco abbiamo fatto una fortezza di sabbia, ma Gray ce l’ha distrutta- raccontò tutto emozionato il bambino.

-Davvero? E poi come avete fatto senza la vostra fortezza?- assecondò lei il figlio.

-Per fargliela pagare lo abbiamo rincorso per tutto il cortile e lo abbiamo preso e rinchiuso nella prigione dei cattivi bambini fino a che non è arrivato il suo papà-

-E lo avete lasciato da solo?-

-No, abbiamo pranzato insieme-

-Che bravo il mio ometto!- poi rivolgendosi al maestro -La ringrazio per avermi aiutato, senza di voi non saprei come gestire questa piccola peste e la scuola. Ma lei è nuovo?-

-Piacere sono ChanWoo, mi sono trasferito qui da poco, ma i bambini mi hanno subito accolto. Lei è la sorella di Jay?- fece un inchino ChanWoo.

-No… veramente sono la madre- diventò rossa per l’imbarazzo YerIm.

-Ah ma allora è lei la tua super mamma? Hai ragione è proprio bellissima- si rivolse lui a Jay.

-Io non mento mai!- rise il bambino. YerIm intanto era diventata ancora più rossa.

-Passi una buona giornata, io e te Jay ci vediamo domani- salutò Jay con la mano.

-Grazie ancora per tutto- si inchinò lei.

 

Bobby non poteva permettersi di farsi scoprire a spiarla per l’ennesima volta, quindi decise di avviarsi verso casa molto lentamente nel caso YerIm avesse voluto parlare con lui una volta lontani da sguardi indiscreti.

-Mamma quello è l’ahjussi che stamattina in ascensore mi faceva le facce buffe- sentì la voce del bambino poco dietro di lui e si ricordò che quella mattina mentre YerIm era girata con il bambino in braccio lui si era cimentato nel provare a farlo ridere.

-Ahjussi!- si sentì tirare per la manica della divisa Bobby.

.Jay che cosa stai facendo- lo rincorse la madre.

-Ahjussi, come ti chiami?- continuò il bambino non curandosi dei richiami della madre.

-Bobby, e chiamami hyung, non sono così vecchio- il ragazzo si incucciò per essere all’altezza del bambino.

-Bobby hyung, sei un compagno di scuola della mamma?-

-Come fai a saperlo?- chiese Bobby stupito.

-Hai la stessa divisa della mamma-

-Sei intelligente proprio come la mamma- Bobby carezzò la testa del bambino.

-Jay quante volte ti ho detto di non infastidire gli estranei?- intervenne YerIm.

-Ma Bobby hyung non è un estraneo!-

-E poi non mi sta infastidendo- Bobby si alzò -Non abbiamo avuto modo di presentarci io sono Bobby e tu sei… YerIm se non sbaglio- si inchinò verso la ragazza.

-Scusa ma non ho interesse ad avere amici… adesso se permetti noi andiamo- la ragazza prese in braccio il bambino e si avviò spedita verso casa.

Jay senza farsi vedere dalla madre mimava con le labbra un “Non ti arrendere!” e Bobby rise di fronte a quella scena.

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Capitolo 2
*** Lasciami entrare nella vostra vita ***


Capitolo 2: Lasciami entrare nella tua vita

 

Erano passate alcune settimane da quando Bobby aveva conosciuto YerIm e per quanto provasse a parlare con lei, questa trovava sempre un modo per evitarlo e scappava. Quel giorno però finalmente era riuscito ad incrociarla nell’ascensore del condominio senza nessuno che potesse interromperli.

-Senti…- provò a dire.

-Io ti ringrazio per tutto quello che stai facendo per Jay, ti ringrazio per non aver fatto commenti crudeli in sua, anzi in nostra presenza, per tutte le facce buffe che gli fai di nascosto, ma nel tempo ho smesso di fidarmi delle persone. Sono abituata a tutti gli sguardi taglienti e non posso permettere di far passare anche a te tutto questo…- lo interruppe lei senza però guardarlo negli occhi.

-Perchè dovrebbero guardarmi male?- le chiese senza capire.

-Perchè tu hai la mia età e potrebbero pensare che tu sia il padre e non voglio che tu debba sopportare tutto questo solo per essere mio amico-

-Ma se io volessi fregarmene di tutto questo e provare ad esserti amico lo stesso?-

-Come se potessi essere una persona di particolare interesse, i miei argomenti sarebbero pannolini, notti insonne, e le corse che mi faccio per poter studiare e lavorare. Sono io che non voglio trascinarti nella mia vita incasinata, ci sono tante persone molto più interessanti di me a scuola, fai conoscenza con loro- provò a scappare YerIm non appena le porte dell’ascensore si furono aperte.

-Forse a me interessi tu- la afferrò Bobby per un braccio. Per qualche minuto rimase a fissarsi negli occhi, poi il piccolo Jay corse fuori dall’appartamento per accogliere la madre.

-Mami! Bentornata, non ti sei stancata troppo vero?- le tirò una manica per poterla abbracciare.

-Anche se lo fossi il solo vederti mi fa sentire subito riposata- lo prese in braccio.

-Oh! Bobby hyung! Come stai?-

-Bene, e tu campione?- gli scompigliò i capelli sorridendo a 32 denti.

-Un po’ di raffreddore, ma non male. Mamma può venire a giocare con noi?- guardò la madre speranzoso.

-Prego? Ma tesoro ho paura tu possa prendere un’ influenza se sudi troppo…-

-Non lo farò sudare troppo- la guardò dolce anche Bobby.

-Cos…- si ritrovò davanti suo figlio con gli occhioni dolci che la facevano scogliere sempre e un ragazzo che sembrava più bambino lui di Jay e le venne da ridere. -Come posso dirvi di no…-

-Si!!- Bobby prese in braccio Jay e corse in casa di YerIm.

-Si, si entra pure… come se fossi a casa tua- disse ironica YerIm che non riusciva a smettere di sorridere.

 

Quando entrò anche lei in casa sua trovò Jay che illustrava i suoi pochi giocattoli al ragazzo che rispondeva in maniera dolcissima al bambino senza sembrare ne esagerato ne infastidito. YerIm si trovò a pensare che Bobby sarebbe potuto essere un perfetto padre per Jay, ma quando si rese conto di ciò a cui stava pensando si schiaffeggiò mentalmente.

 

-Ma hyung, tu sei in classe con la mia mamma?-

-Sì-

-Perchè non ti ho mai visto prima?-

-Mi sono trasferito qui da poco-

-Puoi per favore essere amico della mia mamma? È sempre sola e triste, ho paura che si ammali e vorrei che avesse qualche amico. Tu sembri gentile, non lasciarla sola-

Bobby si stupì che il bambino fosse riuscito a capire così bene la situazione della madre e che si preoccupasse per lei.

-Sei proprio un bravo bambino, se tu aiuterai la tua mamma ti prometto che non vi lascerò mai soli- gli porse il mignolo che Jay afferrò felicissimo.

-Una promessa non si rompe mai-

-Certo- Bobby gli fece un occhiolino.

-Sei proprio bravo con i bambini- li interruppe YerIm.

-Se ti piace tanto allora mamma potrebbe diventare il mio papà e potreste farmi un altro fratellino!- li sorprese Jay.

-Cosa?- esclamò Bobby.

-Jay il tuo hyung è così popolare a scuola che la mamma non potrebbe dormire tranquilla la notte per paura di essere tradita- si mise a ridere scompigliando i capelli al figlio.

Bobby la guardò incredulo, quella ragazza non era la stessa che lui vedeva tutti i giorni a scuola. Era così dolce e disinvolta che Bobby non poteva credere ai suoi occhi, voleva tanto mostrare questa YerIm a coloro che la descrivevano come un’associale antipatica e insensibile.

-Perchè non puoi essere così anche a scuola?- disse senza pensare a quello che stava dicendo.

-Ci ho provato, ma resterò sempre solo una poco di buono per loro- sorrise triste.

-Mami, non ti preoccupare, ci siamo noi- la abbracciò Jay-

-Voi chi?- chiese YerIm sorridendo.

-Io, il nonno e Bobby hyung-

-Omo il mio piccolo protettore- gli pizzicò le guance.

In quel momento suonò il campanello.

-Jay rimani qui non ti muovere, gioca un po’ con il tuo hyung, ma non ti devi muovere assolutamente- disse preoccupata YerIm.

 

Si alzò e si diresse verso la porta. Fece un respiro profondo ed aprì la porta.

-Signor amministratore…-

-Signorina Lee, questa è l’ultima volta che la avviso deve pagare le bollette! Non ne posso più di lei e del pelandrone di suo padre, sapete solo far confusione e dare fastidio agli altri coinquilini. per non parlare di quel marmocchio rumoroso, ma quando arriva il momento di pagare non siete mai puntuali-

-Non si permetta di parlare così di mio figlio sa! Lei meglio di tutti dovrebbe capire che mandare avanti una famiglia è difficile, ci stiamo facendo in quattro per essere onesti e pagare tutte le rate dell’affitto, non è di certo colpa mia se i soldi sono quelli che sono!-

-La prossima volta invece che andare a divertirsi e mettere al mondo un figlio che non riesce a gestire si metta a studiare e pensi ad un futuro stabile-

-Non dovrebbe permettersi di parlare così, soprattutto perché come le ho ripetuto molte volte, Jay non è il frutto di una serata in cui ero troppo ubriaca. E prima di giudicare me pensi a non tradire sua moglie con la donna delle pulizie- disse YerIm atona.

-Ma stia zitta che nessuno crede alle storielle che va a raccontare in giro per mascherare il suo errore! E si faccia gli affari suoi! Prima di diffamare me pensi a darmi i soldi… gioventù bruciata!-

 

Non era la prima volta che YerIm litigava con l’amministratore condominiale ed era nota per le sue risposte taglienti tra i coinquilini. Però per Bobby era qualcosa di insolito, in una sola giornata aveva visto ben due lati diversi di quella ragazza che a scuola cercava di farsi vedere il meno possibile.

-Cosa è successo?- le chiese preoccupato.

-L’amministratore del condominio non perde occasione per diffamarci… non ne posso più- confessò con voce tremante -riesce a vederci solo come ci dipingono gli altri senza andare oltre ai pregiudizi, però rende tutto più pesante-

-Tu lo sai che non devi ascoltarlo, tu vali molto di più di quanto questa gente dica- provò a rassicurarla Bobby.

-È quello di cui provo a convincermi anch'io ma da un po' di tempo ormai non riesco più- YerIm ormai sentiva gli occhi bruciarle.
-Ti prego lasciami entrare nella tua vita e ti prometto che ti proteggerò senza mai permettermi di giudicarti. Non puoi continuare così- Bobby aveva un tono talmente dolce che avrebbe potuto convincere YerIm se questa non avesse smesso di credere nelle persone e nella loro sincerità.
-Scusa non riesco a fidarmi... è ora che tu vada... è quasi cena e devo cominciare a preparare qualcosa per poter cenare prima di andare al lavoro...-

-Resterai sola se continui a scacciare le persone che provano ad esserti amiche-

-Non sempre sono sincere… a volte ti prendono in giro e lo fanno solo per farti stare ancora peggio… adesso vai… saluta Jay e poi vattene e cerca di vivere al meglio senza farti rovinare la vita da noi-

 

Bobby non poteva arrendersi così facilmente e decise che non poteva lasciar andare YerIm al lavoro da sola con quel buio e che, a costo di aspettarla tutta la serata, sarebbe rimasto fuori dal suo appartamento per tutta la serata. Verso le nove e mezza sentì la serratura della porta di fronte alla sua scattare, seguita da una YerIm in uniforme con una coda disordinata e di fretta. Ma la sua espressione cambiò non appena si accorse del ragazzo che la stava aspettando.

-Cosa ci fai qui?- chiese stupita.

-Non posso permettere che una ragazza giri da sola con questo buio, ti accompagno al lavoro- le sorrise dolce.

-Tu sei un pazzo, un pazzo ostinato. È inutile, per quanto ti mandi via tu torni sempre… se proprio ci tieni ad accompagnarmi-

-Quand’è che finisci il turno?-

-Perchè, hai intenzione di stare fuori dal locale fino alle tre di notte per aspettarmi?- chiese scettica avviandosi verso l’ascensore.

-Lavori fino a quell’ora? Ma come fai con la scuola?-

-Già, ultimamente mio padre lavora troppo poco e devo aiutarlo con le spese per la casa e con il cibo, quindi devo adeguarmi e fare il possibile-

-Ma con lo studio?-

-Tra un tavolo e l’altro, oppure mentre seguo Jay trovo le occasioni per studiare-

-Dovrebbero quello che fai per andare avanti e poi non si permetterebbero più di giudicarti…- disse Bobby ammirato.

-Penso che non gliene importerebbe molto- rispose affrettando il passo -Non hai risposto alla mia domanda, mi aspetterai fino alle tre oppure no?-

-Oggi non sono preparato, ma dalla prossima volta non mancherò all’appuntamento-

-Wow, ci sarà addirittura una prossima volta- YerIm scosse la testa divertita.

Arrivati davanti al locale YerIm salutò velocemente Bobby e corse dentro passando per la porta di servizio e gli raccomandò di andare a letto presto.

 

Erano le quattro di notte passate e Bobby era a letto da parecchie ore ormai. Dopo un po’ di sensi di colpa per non aver aspettato YerIm per riaccompagnarla si era addormentato. Però ora il campanello di casa lo aveva svegliato. Il ragazzo non voleva andare ad aprire perché non si fidava di qualcuno che suonasse a quell’ora, ma questa persona suonava insistentemente e non gli permetteva di riaddormentarsi. All’improvviso fu colto dal dubbio che potesse essere qualcosa di grave, scatto in piedi dal letto, accese la luce e, quando gli occhi si furono abituati, corse ad aprire.

 

Quando aprì la porta trovò YerIm ancora in divisa da lavoro con una faccia pallida e gli occhi pieni di terrore. Aveva il fiatone e non riusciva a dire delle frasi di senso compito.

-Cosa è successo?- chiese Bobby preoccupato.

-Jay… lui...io- YerIm si accasciò a terra dal momento che le gambe non la reggevano più.

-Adesso ti devi calmare e se mi dici cosa ti è successo sarò ben felice di aiutarti-

-Ti prego devi aiutarmi, Quando sono tornata a casa ho trovato Jay sul pavimento del salotto svenuto ricoperto di sudore e con la febbre altissima. Ho fatto il possibile, ma non riesco a fargliela scendere. Dobbiamo portarlo in ospedale!- YerIm era scoppiata in lacrime e teneva stretta la maglietta del pigiama di Bobby.

-Dobbiamo andare all’ospedale al più presto, veni!-


Buona sera, nel capitolo scorso non mi sono presentata. Questa è la mia seconda fanfiction che, come la prima, è nata da un sogno che ho fatto, anche se mi sono ispirata ad una fanfiction inglese She is back, perchè mi piaceva troppo l'idea di una giovane madre che si trova a dover accudire un figlio (mi rendo perfettamente conto che non sia una bella cosa nella vita reale lol) però lì non c'era di mezzo uno stupro. Spero di essermi spiegata bene visto che non vorrei passare per una persona strana...(anche se sotto sotto lo sono XD ma in senso buono (?)) Spero che vi sia piaciuto questo capitelo, se volete potete seguirmi su snapchat e we heart it (mi chiamo weirdosu) o lascirmi una recensione e, perchè no, provare a leggere l'atra fanfiction sui Bigbang, anche se compaiono altri cantanti di altre band, che si chiama My love from Seoul. E niente buona settimana <3

 

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Capitolo 3
*** Rumors ***


Capitolo 3: Rumors

 

 

Erano in quella sala di attesa da un'ora e mezza senza aver avuto notizie di  Jay. YerIm era agitatissima, continuava a cambiare posizione e muoveva il piede sinistro senza sosta.
-YerIm devi stare tranquilla, non penso sia a rischio, tra un po' verranno a dirci che starà in ospedale per la nottata e poi lo potremo portare a casa- Bobby cercava di calmarla.
-È colpa mia, dovevo rimanere a casa con lui. Dovevo capire che c'era qualcosa che non andava quando mi ha chiesto di stare a casa con lui. Sono una pessima madre- disse sull'orlo di una crisi nervosa.
-Non pensarci nemmeno che sia colpa tua!- Bobby voleva dirle molto altre ma arrivò il pediatra e non poté aggiungere altro.
Il dottore spiegò loro la situazione, tranquillizzandoli. Quando se ne fu andato YerIm si lasciò cadere sulla sedia con un profondo sospiro di sollievo.
-Domani potrà tornare a casa... che sollievo che non sia grave-
-Te lo avevo detto- disse Bobby provando a carezzarle una spalla ma lei prevedendo la sua mossa si scansò.
-Non mi piace essere toccata, scusa... andiamo a casa come ha consigliato il dottore e proviamo a dormire che tra qualche ora dobbiamo essere a scuola- si avviò a testa bassa.
-Aspettami! - Bobby le corse dietro.


Le strade erano deserte ma qualche luce cominciava ad accendersi, probabilmente gli operai si stavano preparando per andare al lavoro. Nonostante fosse ancora ottobre il freddo cominciava ad essere pungente e le prime nuvole di fumo uscivano dalle bocche dei due ragazzi. YerIm per Bobby era sempre più affascinante, soprattutto ora che ne aveva visto l'aspetto più intimo: quello di una madre preoccupata per il figlio. Avevano la stessa età, ma lei al ragazzo sembrava svariati anni più grande. Adesso capiva ciò che gli avevano sempre ripetuto, ovvero che una donna matura durante i nove mesi della gravidanza. Non poteva, inoltre, escludere che data la situazione della ragazza questa si era presa molte responsabilità, non avendo nessuno che la potesse aiutare.

-Sai ti invidio...- Bobby provò ad intavolare una conversazione.

-Per cosa? Per essere stata stuprata? Per essere una reietta che nessuno vuole? O perchè non posso vivere la mia adolescenza in modo spensierato come voi?- disse YerIm ironicamente.

-Non ti sto prendendo in giro, tu magari vedi solo gli aspetti negativi, ma se ti fermassi a riflettere ti ammireresti tanto quanto lo faccio io. Pensi che qualsiasi ragazza della tua età potesse accettare con tanta coscienza un figlio che non avrebbe voluto e nonostante ciò eccellere a scuola ed avere un lavoro part time? Io sono sempre stato bravo solo a fuggire dai miei problemi...- questa volta era il turno del ragazzo a far incuriosire la ragazza.

-A volte preferirei avere amici e fuggire dai miei problemi. Poi penso al piccolo Jay, ai suoi sorrisi che mi danno il buongiorno, alla sua risata che fa sorridere automaticamente anche me, a come io possa essere me stessa completamente e senza imbarazzo con lui, a come cerchi di proteggermi da qualcosa che è più grande di lui. È in quei momenti che penso che non scappare sia stata la scelta più giusta che io abbia mai fatto-

-Non è vero che tu non hai amici- Bobby sorrise di fronte a quella buffissima espressione di confusione che apparve sul viso della ragazza -Adesso hai me. Prometto che non ti giudicherò, che non parlerò male di te alle tue spalle e che, ovviamente solo con il tuo permesso, ti presenterò a delle persone alle quali farò conoscere la vera YerIm che sa ridere e divertirsi-

-Io... io...non so che dire...- a quelle parole, le prime che avesse ricevuto così dolcemente, era scoppiata in lacrime -Non ho mai ricevuto tutta questa gentilezza per tanto tempo. Nonostante il mio carattere così difficile tu non hai rinunciato e hai provato ad entrare nel mio mondo imperfetto... però capisci, io non voglio che ti isolino solo perchè tu stai con me.-

-Ti prometto che non verrò isolato e che nemmeno tu sarai più sola. Forse sarà un po’ difficile all’inizio, ma so che con la tua forza d’animo potrai farcela. Non piangere, come faccio a rimanere qui a guardarti senza poterti consolare- le fece uno dei suoi sorrisi, uno di quelli non sorride solo la bocca, bensì tutta la faccia. Gliene aveva rivolti tanti in quelle settimane, ma quello, quello era speciale. Era il primo che scatenava nella ragazza un qualcosa di travolgente e inspiegabile, un qualcosa che le faceva venir voglia di abbandonare tutte le sue paure e semplicemente gettarsi in quelle braccia muscolose. Qualcosa che YerIm ancora non conosceva e che si chiamava amore.

-Grazie…- fu un sussurro lievissimo, ma che alla giovane era costato un grande sforzo, lei che non era abituata ad avere qualcuno che le rivolgesse delle gentilezze per cui ringraziare. Per Bobby quel sussurro valeva molto più di tante altre manifestazioni di gratitudine esagerate, finalmente sentiva che quella ragazza un po’ di lui si fidava.

-Cavolo sono le 5! Tra tre ore abbiamo scuola. Dovremmo muoverci e provare a dormire almeno un po’- constatò il ragazzo dopo aver sbloccato lo schermo luminoso del telefono.

I due si misero a correre come qualche ora prima, stavolta, però, avevano l’animo molto più leggero e positivo.

 

Quando si furono separati, entrambi nella propria casa, YerIm nonostante gli enormi sforzi non riuscì a chiudere occhio ripensando a qual bellissimo sorriso e alla voce calda di Bobby. Si sentiva di essere tornata una ragazzina. Nella sua vita non c’era mai stato spazio per i sogni ad occhi aperti e il fantasticare, questa era la prima volta da quella sera estiva. Si dava della stupida, scuoteva vigorosamente la testa promettendosi di non pensarci più, ma cinque minuti dopo tornava ad esaminare ogni singolo particolare di quel ragazzo. Lui non poteva immaginare di essere riuscito in una impresa a cui molti ambivano, ma che nessuno era riuscito a portare a termine: conquistare il cuore di YerIm, o, per lo meno, la sua attenzione.

 

Le sette arrivarono troppo presto e la povera ragazza non si sentiva pronta per poter affrontare quella giornata. Finita scuola sarebbe dovuta passare a prendere Jay dall’ospedale e poi alle sette avrebbe iniziato il suo turno al locale. Il pensiero di rivedere Bobby la mattina e Jay il pomeriggio fu l’unica cosa che la fece decidere ad alzarsi. Quando aprì la porta di casa, senza ancora essersi resa conto di dove fosse e chi fosse, andò a sbattere contro qualcuno: Bobby.

-Sembri uno zombie, se riuscita a dormire almeno un po’?- la guardò preoccupato.

-Nemmeno un secondo… per fortuna oggi abbiamo più supplenze che ore di lezione- provò a sorridere, ma il risultato fu una smorfia che fece scoppiare Bobby a ridere.

-Dai vieni!- senza volerlo le aveva afferrato la mano, ma YerIm se ne accorse solo parecchi minuti dopo. Guardò prima la mano e poi il ragazzo che la guardava senza capire.

-Che strano…- disse a voce alta, era la prima volta che al contatto fisico con qualcuno, che non fosse della sua famiglia, non aveva quella orrenda visione.

-Cosa?- la guardò confuso.

-Lascia stare, non è niente- lo tranquillizzò.

 

Presto arrivarono davanti al cancello di scuola. YerIm si sentiva a disagio, tutti la stavano guardando e con tutti intendeva tutti, anche i professori che controllavano l'abbigliamento degli studenti e il preside che controllava i preparativi per il ballo di Natale che si sarebbe svolto molto più avanti, ma i preparativi erano lunghissimi. E il motivo erano o le sue evidenti occhiaie o il fatto che fosse arrivata mano nella mano con Jiwon ed era facile prevedere che fosse la seconda. Per l'imbarazzo la ragazza si staccò dalla presa e corse verso la sua classe. Le voci aveva imparato ad evitarle da tempo, ma questa le era rimasta dentro, non capiva perché infondo Jiwon era il suo primo ed unico amico. Ed era solo un amico giusto? Ma certo cos'altro poteva essere se non quello?

-Vi siete dati da fare stanotte date le occhiaie YerIm?- una ragazza dal fondo della classe le lanciò una frecciatina.
-No...- YerIm era abituata a rispondere, ma un nodo alla gola le impediva di rispondere con la sua solita lingua tagliente.
-Uh ti ha mangiato anche la lingua nella foga?-
-Io...cioè...no- era strano al posto della solita irritazione e indifferenza sentiva le lacrime spingere. Ma non poteva piangere, non doveva, non davanti ai suoi compagni di classe.
-Lee YerIm, vieni fuori un attimo, ti devo parlare- interruppe il cordinatore di classe e una volta usciti dall'aula riprese - Spero che le voci non siamo reali, non ti basta aver avuto un figlio dopo qualcosa di simile? Jiwon è un ottimo studente non metterlo in una posizione scomoda-  le parole del professore le facevano rabbia perché si sentiva lasciata da sola, lui non doveva essere in una posizione scomoda, mentre di lei che veniva presa di mira tutti i giorni da anni sembrava non meritare l'aiuto dei professori.
- Quante volte devo ripetere che mio figlio non è nato dopo una serata di divertimento, ma che sono stata stuprata? Le posso assicurare che un contatto fisico con qualcuno non riuscirò ad averlo con nessuno per un bel po'. Mio figlio si è ammalato e non sono riuscita a dormire per la preoccupazione-
- Non mi interessa, qui siamo a scuola e la tua vita privata non deve essere mischiata con lo studio-
-Oh certo perché fino a che la vita privata è la mia a nessuno importa, mentre se è quella di qualsiasi altro studente io devo stare attenta a non rovinarla, grazie per l'importanza che mi da- YerIm tornò in classe e si mise a sedere al suo posto che dopo tanto tempo era stato nuovamente scarabocchiato con parole che nessuno vorrebbe sentirsi dire.
La ragazza non si sforzò nemmeno a pulire visto che alla prima pausa sarebbe tornato sporco come ora. Vi poggiò sopra semplicemente la sua roba e attese l'inizio della lezione.

Fu la prima volta in cui non prestò la minima attenzione alle parole del professore. Aveva troppe cose per la testa affinché potesse concentrarsi sulla lezione. Per esempio quel contatto fisico che non le aveva fatto venire in mente quella sera, com'era possibile che non le avesse fatto la solita reazione? Di solito cominciava a tremare, si accasciava a terra e piangeva mentre le sensazioni di quel l'incubo le scorrevano lungo tutto il corpo. Invece quella mano calda che stringeva la sua le aveva trasmesso sicurezza e la voglia di non lasciarla mai più , come se solo con quella stretta YerIm fosse stata in grado di affrontare tutto persino quell'uomo.
Non trovando soluzione a questo pensiero passò automaticamente al successivo. Infondo sentiva che le parole del professore non fossero del tutto errate, proprio per questo aveva smesso di cercarsi degli amici, non voleva rovinare anche a loro la vita. Era automatico: chi stava con lei diventata vittima di un bullismo spietato a cui YerIm era abituata, ma per gli altri era insopportabile. Non voleva rovinare la vita a Bobby, non poteva perdere quel sorriso sincero eppure non voleva perdere Jiwon. Ma avrebbe continuato a sorridere dopo aver sentito tutte quelle cattiverie da quelli che pensava gli fossero amici? Doveva parlargliene e capire cosa lui volesse fare, dopotutto a Jay piaceva così tanto.

Il suono della campanella che segnava il primo intervallo la riportò alla realtà. Doveva scappare per evitare che la insultassero, quella mattina sentiva che non avrebbe potuto controllare le sue emozioni. Corse veloce sul tetto con la sua merenda.

Bobby l'aveva osservata per tutta la mattinata. Aveva gli occhi umidi e leggermente arrossati e decisamente non sembrava la stessa. Non poteva essere dovuto tutto solo alla stanchezza... cavolo doveva scoprire cosa le aveva detto il professore. Si avvicinò al suo banco con la scusa di poggiarsi alla finestra e vide l'orrore che c'era sul suo banco. La maggior parte di quelle parole erano censurate in qualsiasi programma televisivo e alcune erano anche bestemmie.
-Chi lo ha fatto?- disse poggiandosi sul banco di YerIm.
-Cosa c'è? Ti ha stregato fino a questo punto?- disse una delle ragazze.
-Non centra, ma dimmi ti piacerebbe essere chiamata puttana succhi cazzi?- la domanda lasciò a bocca aperta molti - Cosa c'è? Dopo che le aver scritte in così grande quantità vi scandalizzate a sentirle pronunciare? Scommetto che sapete perché mi hanno mandato via dalla scuola precedente, bene sappiate che sono amichevole e simpatico solo fino a che tutti vengono rispettati se ciò non accade non ci penso due volte a riempirvi di lividi. Quindi quando sarò tornato voglio vedere questo banco pulito- il ragazzo uscì dalla classe e si mise alla ricerca di YerIm.
Dopo una lunga ricerca la trovò sul tetto che finiva la sua merenda, ma sembrava più dormire che mangiare. Il ragazzo non riuscì a trattenersi dal sorridere.
-Come stai?- le si sedette accanto.
-Senti devo parlarti- la ragazza gli disse tutto quello su cui aveva riflettuto nella mattinata e gli spiegò che stare con lei lo avrebbe rovinato.
-Non mi interessa, vedrai che non succederà da adesso le cose cominceranno a cambiare e il tuo ultimo anno lo potrai vivere bene. No,  dai non piangere- si ritrovò ad asciugarle le lacrime e a consolarla.
-Nemmeno i professori sono dalla mia parte...- riuscì a capire Bobby tra un singhiozzo e l'altro.
-Senti hai bisogno di dormire un po', vieni qui, se ti appoggi alle mie gambe potrai riposare fino alla pausa pranzo tanto abbiamo quattro ore di supplenza- le mise la testa sulle sue cosce.
-Morirai di noioa a gurdarmi dormire- protestò ma stava già chiudendo gli occhi dal sonno.


Okay, mi ero ripromessa di essere puntuale almeno con questa storia, ma come previsto non lo sono stata... posso sentire il vostro odio nei miei confronti e vi chiedo immensamente scusa, ma tra campi in cui dovevo animare bambini, la Gmg con relativa influenza e la preparazione alla patente non ho più trovato modo di scrivere e non volevo farlo con fretta e senza poterlo fare decentemente... spero mi capirete 
Parlando del capitolo diciamo che per alcune cose ho preso ispirazione dalla mia esperienza alle scuole medie e per altre ho preso riferimento ad un drama molto bello, anche se crudo che si chiama Angry mom. tratta molto bene il tema della corruzione e del bullismo, bisogna solo avere molta pazienza quando lo si guarda.
Bene, vi auguro buon fine settimana e alla prossima, che spero sia molto presto, un bacione <3

 

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Capitolo 4
*** YuJu ***


Capitolo 4: YuJu

La domanda del giorno era: cosa diavolo stava succedendo a Jiwon? Nessuno in classe se lo spiegava, erano rimasti così scioccati dalla sua reazione. Insomma YerIm per loro non era altro che una ragazza facile. Ma c'era qualcuno che cominciava a pensare che non fosse così, aveva sentito quello che YerIm aveva detto al professore e non sembrava una bugia. YuJu era sempre stata una ragazza timida e non aveva mai avuto ne il coraggio, ne l'interesse di dire la sua o di farsi una sua opinione su quella ragazza. Aveva preso come dato di fatto che fosse una poco di buono, ma ultimamente ai suoi occhi qualcosa era cambiato. Il discorso di Jiwon la spingeva ancor più a ricredersi, insomma lui non si era interessato a nessuno della scuola, se non per quella ragazza. Se questa fosse stata una poco di buono ne avrebbe approfittato da molto tempo, ma lo continuava ad evitare come se non volesse che si parlasse male di lui.
-Cosa ti succede YuJu?- le chiese JunHoe, il suo ragazzo.
-Senti è possibile che quella ragazza, YerIm, non sia come tutti noi la immaginiamo?- provò a dire timidamente.
-Non dire cazzate, è meglio non avvicinarsi a quella gente- YuJu annuì, ma non credeva a quelle parole. Quel pomeriggio avrebbe provato a seguire YerIm per scoprirne di più.

Intanto sul tetto Bobby stava osservando quel viso che aveva una espressione tanto serena che al ragazzo sembrava che tutti i suoi problemi fossero spariti. Presto sarebbe arrivata la pausa pranzo e avrebbe dovuta svegliarla, per quanto gli dispiacesse non ne poteva più di non poterle parlare e di non aver compagnia.
Quando suonò la campanella YerIm si svegliò come se sentisse il richiamo del cibo. Aveva ancora tanto sonno, ma le occhiaie un po' erano sparite e lei sembrava più tranquilla.
-È stata una bella idea dormire un po', grazie... ma ora come faremo?- chiese la ragazza stiracchiandosi.
-Diremo che sei stata in infermeria, ma i professori non se ne saranno accorti visto che erano ore buche fondamentalmente- le sorrise.
-Adesso andiamo che ho fame- disse lei annuendo alle parole di lui.

Quando arrivarono in classe gli occhi erano puntati su di loro, ma per YerIm non era qualcosa di nuovo e sapeva ben gestire queste situazioni. La sorpresa arrivò quando sedendosi vide il suo banco in ordine e tutte le scritte cancellate.
-Chi è stato?- chiese incredula.
-Ragazzina, se te lo scarabocchiamo non va bene se te lo puliamo nemmeno, dicci cosa vuoi?- chiese JunHoe innervosito.
-Ma perché avreste dovuto farlo? Andiamo tutti sappiamo che in questa classe nessuno mi sopporta-
-A quanto pare c'è qualcuno che non ti odia e vedendo un semplice scherzo come quello ci ha sollecitato a pulire- rispose vago il ragazzo alto.
Dopo questo breve dibattito la pausa pranzo si svolse nella sua normalità come le ore successive.

Al suono della campanella YerIm scattò in piedi e corse fuori da scuola dimenticandosi di informare Jiwon che sarebbe andata a prendere Jay che per le quattro sarebbe stato dimesso. Ma non sapeva di essere seguita da YuJu che si chiedeva dove stesse andando.
"Ma perché stiamo andando in un ospedale...? Ah! Giusto, stamattina aveva detto che suo figlio era all'ospedale. Allora non mentiva... stiamo a vedere" pensò YuJu una volta arrivata davanti all'ospedale.
Dopo aver superato la sala d'attesa e aver svoltato un paio di volte a sinistra si trovarono nel reparto pediatrico e YerIm si fermò davanti ad una stanza al cui ingresso c'era un signore sulla quarantina. "Allora lui è il padre del figlio... non era uno stupro ma una relazione clandestina" pensò YuJu sorpresa.
-Ti rendi conto di che madre irresponsabile sei? Dovevi rimanere qui con lui!- disse l'uomo in tono di rimprovero.
-Sono rimasta qui fino alle quattro di stamattina, ma come hai sempre detto non posso perdere di vista la scuola- rispose la ragazza -Comunque papà cosa ci fai qui? Non dovevi tornare domani dal tuo viaggio d'affari?-
"È suo padre!? Alla fine non sono diversa da tutti gli altri..." YuJu si vergogna va di se stessa.
-Scusami... sono stanco e l'affare è andato male, non dovevo prendermela con te... come siete stati in queste settimane? Hai fatto qualche amico vero? Questo è il tuo ultimo anno di liceo, dovresti godertelo al meglio...- il signor Lee era seriamente preoccupato per la figlia e lo si poteva vedere dal suo sguardo.
-Tranquillo papà quest'anno si sta rivelando migliore di quelli scorsi. Ho conosciuto una persona che sembra preoccuparsi molto per me e sembra che a Jay piaccia molto-
-Ho capito che genere di amico è- disse ridendo l'uomo.

-Papà non farti strane idee... ma come farai adesso con il lavoro? Hai detto che non è andata bene-

-Dovrò andare via per un altro mese, o un periodo più lungo... mi spiace lasciarvi soli per così tanto tempo...-

-Papà lo so che lo fai per farci vivere meglio, non ti preoccupare che io e Jay ce la caveremo alla grande anche questa volta- provò a rassicurarlo.

-Grazie, ora fatti abbracciare prima che me ne vada- i due si abbracciarono fino a che l'uomo non si staccò e corse via facendo qualche breve raccomandazione alla figlia.

Quando YerIm fu certa che il padre fosse andato via aprì la porta della stanza e YuJu vi si avvicinò per sbirciare dalla finestra che c'era al centro della porta.

 

Vide YerIm abbracciare forte quello che doveva essere suo figlio. La ragazza stava piangendo e chiedeva scusa varie volte al figlio tastandogli il corpo per sentire se c'era qualcosa che non andava. La YerIm che vide in quel momento non era la solita ragazza che si mostrava fredda in classe per non farsi ferire dalle offese che riceveva, era una madre preoccupata per il figlio con un certo senso di colpa per aver lasciato solo il figlio.

Il bambino prese tra le manine minute la testa della madre per asciugarle le lacrime e rassicurarla. Questo gesto suscitò le risate della madre che disse:

-Il mio ometto ha veramente solo cinque anni? Dovrei essere io a consolarti-

-Mamma quando avrai bisogno di piangere non farti problemi a venire a piangere da me, ci penserò io a proteggerti- si fece grosso il bambino.

-Sono fortunata ad avere te- sorrise dolcemente YerIm.

-Bobby hyung non è con te? Non è che avete litigato anche questa volta?-

-La mamma non è un attacca brighe! Si è dovuto fermare a scuola, stasera passerà a trovarti e ti farà compagnia lui, visto che il mio turno comincia alle sette. Adesso vieni che torniamo a casa-

"Devo muovermi a nascondermi!" YuJu non fece in tempo a pensarlo che la porta si aprì.

-YuJu! Cosa ci fai qui- di riflesso YerIm nascose il figlio dietro le sue gambe.

-Ecco... ti ho sentita parlare con il professore e ho cominciato a pensare che le voci sul tuo conto non fossero vere. Così ho deciso di verificare di persona e ho potuto vedere che sono solo delle cavolate... scusa se ho dubitato di te...-

-Cosa dicono della mia mammina?- si fece avanti Jay.

-Tutto quello che dicono su di lei sono bugie, e da oggi aiuterò tua mamma a difendersi da ciò che dicono- YuJu si incucciò per vedere meglio il bambino.

-Posso cavarmela da sola- YerIm fece per andarsene.

-Mamma! Hai sentito che anche il nonno è preoccupato che tu sia sola, questa noona non sembra mentire. Non potresti fidarti? A me piace molto- le impedì Jay di andarsene.

-Non voglio ingannarti, lo giuro- si alzò in piedi la ragazza.

-Potresti farti del male restando al mio fianco, ne sei sicura?-

-Ti aiuterò a far cambiare loro opinione, fidati di me!- sorrise felice YuJu dopo aver fatto un occhiolino a Jay.

I tre andarono a firmare le carte necessarie per la dimissione di Jay dall'ospedale. Dopo si avviarono verso la casa di YerIm. Arrivati Jay si mise a giocare in salotto metre le due ragazze preparavano la merenda in cucina.

-Perchè ti lasci insultare in questo modo? Dovresti reagire...- cominciò YuJu.

-Il primo anno ci ho provato disperatamente, ho controbattutto, detto loro la verità con il cuore in mano e sperato mi credessero, ma non è servito. Da allora ho rinunciato-

-La gente a volte si fa influenzare da cose stupide, anche se non dovrei parlare visto che non sono diversa da loro...- disse sconsolata YuJu.

-Guarda che solo aver provato a vedere quale fosse la verità ti rende diversa da loro, in più tu hai avuto la forza di ricrederti. Credimi già questo ti rende migliore di loro- la rassicurò l'altra.

-Mi sono sempre chiesta come ci si sentisse ad essere esclusi a causa di uno sbaglio, o meglio un'incidente di cui tu sei la vittima. Non posso nemmeno immaginare a quante cose tu abbia rinunciato per crescere tuo figlio...-

-Ti prego non chiamarlo sbaglio o incidente. È vero dopo aver scoperto di essere incinta ero furiosa con il mondo, con quel porco e anche con il piccolo embrione, pensavo che guardandolo non avrei potuto dimenticare quella sera, ma quando è nato qualcosa è cambiato. L'ho visto piangere così piccolo e fragile che ho capito quanto lui fosse una vittima come me. Qualcosa mi diceva che dovevo proteggerlo a tutti i costi e poi con il passare del tempo non l'ho più visto come una vittima, bensì come un dono che mi era stato dato in un momento difficile della mia vita. Se c'è una cosa che posso dire per certo è che quello che tu hai chiamato rinuncia per me non era tale. Se lui è sazio lo sono anch'io, se lui è felice lo sono anch'io. Provvedo a lui come se fosse parte di me- spiegò molto serenamente YerIm -Ti prego quindi di non guardarci con compassione e di trattarci normalmente-

-Ti chiedo scusa. Come potrei provare pena per due persone così forti e mature, ammirazione più che altro-

-Grazie, ora andiamo prima che Jay venga a sgridarci per la nostra lentezza- tagliò l'aria YerIm -Jay la merenda è pronta-

I tre si sedettero a tavola e per i primi minuti vi fu un silenzio di imbarazzo, che poi fu rotto dal bambino:

-Ma tu sei un'amica della mamma?- la guardò -Ora siete amiche vero?-

-Me lo auguro- rispose YuJu.

-Non sarà piu sola a scuola quindi? Per fortuna, mi sembrava molto triste negli ultimi tempi, mamma sei già a due amici con Bobby hyung e YuJu noona!- sorrise il bambino.

-E vedrai che saremo sempre di più! Avrai la casa piena di gente che viene a trovarvi- la ragazza si beccò un'occhiataccia da YerIm.

-Davvero? Verrete a giocare con me?-

-Si la prossima volta mi porterò il mio ragazzo!- i due si stavano eccitando sempre di più mentre a YerIm l'idea non piaceva per niente, ma non voleva deludere il figlio.

-Davvero? Ma mamma possono?-

-Se è solo il suo ragazzo- YerIm pulì la bocca del figlio che si era sporcato con della cioccolata.

-Wuhu!- i due si scambiarono un cinque.

-A proposito YerIm, ti stai preparando per gli esami di fine trimestre? Non vorrai che qualcuno ti rubi il primo posto- YuJu cambiò discorso.

-Si tra la scuola, i turni e questo piccolo diavoletto mi sto preparando al mio meglio, nessuno mi toglie quel posto-

Le due continuarono a chiacchierare sugli esami e YuJu riempì la nuova amica di domande sui suoi dubbi nelle varie materie, mentre Jay si godeva i suoi cartoni animati. Presto arrivarono le sette e YuJu dovette andare a casa, così le due amiche si salutarono e diedero appuntamento per il giorno dopo.

 

YerIm preparò la cena in fretta visto che per quella sera avrebbero avuto un ospite: Jiwon. Avrebbe cenato con loro e poi si sarebbe preso cura di Jay mentre la ragazza andava al locale per il suo turno. Appena finito di mettere tutto il cibo pronto sulla tavola il campanello suonò e YerIm andò ad aprerire trovandosi Jiwon e uno dei suoi sorrisi migliori davanti ai suoi occhi.

-Buona sera, ho portato il dolce- disse alzando una scatola bianca.

-Ma non dovevi scomodarti!- la ragazza si sentiva in imbarazzo per un gesto tale.

-Non è educato andare a cena di qualcuno a mani vuote e poi... Jay sembra apprezzare- indicò il bambino che era venuto ad abbracciarlo.

-Non ho detto che non lo apprezzo- la ragazza fece l'offesa e Jiwon si mise a ridere.

 

La cena proseguì allegra, talmete tanto che passo troppo in fretta per YerIm che ora si stava preparando per andare al lavoro e doveva lasciare gli altri due. Salutò tristemente Jay e Bobby e notò sorpresa che per la prima volta il figlio non faceva scenate per convincerla a restare con lui. Non sapeva se esserne felice visto che si trovava bene con Bobby o offesa visto che si trovava troppo bene con Bobby. Alla fine decise di esserne felice e andò al lavoro serena.

 

Quello che trovò quando tornò a casa dal suo turno furono Jiwon e Jay addormentati insieme nel suo letto e sorrise per la tenerezza della scena. Si mise il pigiama decisa ad andare sul divano a dormire, visto che vicino al ragazzo si vergognava, ma prima di andare si chinò per accarezzare il figlio, però questo le prese il braccio e non sembrava volerla lasciar andare. Dovette quindi cedere e stendersi vicino al figlio. Si addormentò così.

volevo pubblicare questo capitolo per l'inizio della scuola ma sto avendo parecchi problemi, spero non me ne vorrete. tra litigi con mio padre e crisi interne sto parecchio male psicologicamente per questo temo che non riuscirei a scrivere un buon capitolo e sto aspettando di stare meglio. stasera con un po' di sfrzo ho finito questo spero vi possa piacere. so che sembra un po' acido ma vi chiedo veramente di lasciare una recensione così che possa capire come migliorare questa storia se ve ne fosse bisogno, fino ad ora ho avuto una sola recensione, ma ritengo che qualche altro giudizio mi aiuterebbe a regolarmi meglio.
detto questo vi auguro una buona settimana e bacioni <3

 

 

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Capitolo 5
*** Il passato torna sempre ***


La sorpresa di YerIm quando aprì gli occhi fu tanta. Per qualche minuto aveva creduto fosse un sogno. Era dalla notte in ospedale che lo sognava e credeva fosse solo l'ennesimo maledettissimo sogno. Eppure quel sorriso, quelle ciglia e quel viso sereno erano qualcosa di reale..Non c'erano dubbi quello non era un sogno e si era svegliata vicina Jiwon. L'unico dubbio era: come aveva fatto ad arrivare a quella situazione? La sera prima era talmente stanca che non ricordava cosa fosse successo... probabilmente la ragione con la stanchezza l'aveva abbandonata e avevano prevalso i suoi desideri. Cercò di alzarsi piano per non disturbarlo, ma questo aprì gli occhi e appena si fu abituato alla luce guardò la ragazza dritta negli occhi. YerIm arrossì e provò ad andarsene, Jiwon le afferrò il braccio e dopo averla fatta stendere la strinse in un abbraccio. Per fortuna arrivò il figlio a porre fine a quella situazione imbarazzante e i due si alzarono di scatto per non farsi vedere.
- Mamma oggi andiamo alle giostre?- chiese il bimbo pieno di aspettative.
- Certo- a quegli occhioni non sapeva dire di no.
- Può venire anche Hyung?- questa richiesta la fece arrossire, doveva trovare una scusa. Si voltò verso Jiwon e vide nei suoi occhi lo stesso sguardo speranzoso del figlio.
- E va bene...- no, proprio non riusciva a dirgli di no...
I due fecero festa in modo talmente buffo che non poté fare a meno di ridire.

Dopo mezz'ora i tre si trovarono davanti all'ascensore, nonostante avesse insistito Bobby non aveva accettato di fare colazione con loro e alla fine si erano accordati così.
Jiwon si caricò il bambino sulle spalle e partirono in direzione del parco divertimenti ridendo e scherzando come se fossero una vera famiglia.

Non erano gli unici che avevano deciso di andare al parco divertimenti. Anche un gruppetto di ragazzi vi si stava recando senza sapere della presenza degli altri tre. Era formato da dieci ragazzi tra i quali erano presenti JunHoe e JinHwan. Il primo si era deciso ad andare dopo un violento litigio con la ragazza. Non ne poteva più dei suoi tentativi di convincerlo a conoscere YerIm e del suo ripetere quanto fosse una brava ragazza. Non voleva di certo rinunciare ai suoi amici per quella strana ragazza, non è che non credesse alla sua storia, ma con una cosa del genere non gli andava di immischiarsi. Per quel giorno non voleva pensarci, voleva divertirsi e basta.
-Ma quello non è Bobby? Ohh aspetta ma quella non è YerIm? E c'è pure il suo marocchino...- disse quello che sembrava essere il leader.
-Aspetta, allora è lui il padre! Ecco perché la difende tanto- gli andò dietro un altro.
-Ho sentito che a quella non piace essere toccata. E se le facessimo uno scherzo?- la cosa stava prendendo un brutta piega.
-Non mi sembra una cosa carina, se è un trauma non possiamo farle questo...- JunHoe aveva i sensi di colpa dopo tutti i discorsi con YuJu.
-Hai paura?-
-No, non mi sembrava giusto- sostenne JunHoe.
-La penso come lui...- intervenne JinHwan.
-Allora lo farete voi due- i due ragazzi vennero incastrati a farlo.

-Amico siamo proprio in una brutta situazione... Non voglio essere cattivo con lei- disse JinHwan mentre si avviavano alla casa degli errori.
-Non possiamo fare altrimenti, non voglio rogne dagli altri- rispose JunHoe che non ne era totalmente convinto.
-Fare una cosa del genere... non mi convince-
-Dai entriamo prima di perderli di vista. Prima lo facciamo e meglio è-
I due entrarono nella casa stregata e si appostarono in modo che JinHwan facesse separare YerIm da Bobby e JunHoe potesse toccarla. La prima parte del piano si concluse con successo e YerIm arrivò nel punto in cui era JunHoe che la prese da dietro e la bloccò. La ragazza però cominciò a tremare fortissimo e gridò talmente forte da far sentire al ragazzo un fischio nelle orecchie anche diversi minuti dopo il grido.
-Non mi fare del male! Non mi toccare !- la ragazza scoppiò in lacrime e in quell’oscurità rivide tutto quello che quel maniaco le aveva fatto è riprovò le stesse sensazioni.
Bobby sentendo l'urlo della ragazza corse in direzione del suono e anche con quella poca luce riuscì a vedere le sue lacrime e i suoi spasmi fortissimi.
-Lasciala andare subito- avrebbe voluto rimanere calmo ma quando si trattava di quella ragazza non riusciva più a ragionare.
JunHoe terrorizzato lasciò andare la ragazza che cadde svenuta tra le braccia di lui. Solo allora si rese conto della cazzata che aveva fatto.
Bobby prese la ragazza in braccio, questa sembrò tranquillizzarsi e la portò fuori.
-Tranquilla è tutto apposto- le carezzò il viso -Jay rimani qui con la mamma che lo hyung deve controllore una cosa.
Bobby aspettò all'uscita i due ragazzi. Quando questi uscirono non riuscì a trattenersi e si scagliò contro JunHoe.
-Ma sei coglione? Sai che quella ragazza ha un trauma? Pensi che sia divertente spuntarle da dietro e bloccarle le braccia? Non pensi le potrebbe ricordare quando è stata stuprata- gli urlò contro.
-Io sarò stato un coglione ma tu ti devi calmare- rispose JunHoe anche se sentiva i sensi di colpa.
-Come fa YuJu a stare con te? Lei ragiona con la sua testa e ha provato a capire YerIm, tu, tu sei solo uno che segue il branco senza avere un briciolo di senso. Per te questo era solo uno scherzo ma a quella ragazza riporta alla mente ricordi che non dovrebbe nemmeno avere- stava per scagliare un pugno ma qualcosa lo bloccò. Era YerIm che nonostante non si fosse ripresa del tutto voleva impedire a Jiwon di fare qualcosa per cui pentirsi.
-Tranquillo, sto già meglio. Se è il ragazzo di YuJu non può essere cattivo... avrà delle motivazioni- disse in un sussurro. Poi barcollò e rischiò di cadere, ma Bobby la prese in tempo.
-Mami! Come stai? Questi ahjussi ti hanno fatto del male?- il bambino le corse vicino e lanciò ai due ragazzi quella che doveva essere un'occhiataccia ma che risultava uno sguardo tra il buffo e il tenero.
-Non ho un motivo... e a ripensarci mi sento un cretino. Ho fatto le cose perché me lo hanno detto gli altri senza pensarci... non penso che delle scuse bastino...- fece per inginocchiarsi ma YerIm lo fermò scuotendogli le mani davanti agli occhi.
-Non ti preoccupare, per paura di essere degli esclusi arriviamo a fare cose assurde- lo guardò dolce.
Come? Come aveva potuto credere che quella ragazza fosse cattiva ed infima? Perché tutti dicevano che era una poco di buono eppure a lui sembrava tutt'altro. In quel momento JunHoe aveva capito cosa volesse dire la sua ragazza e si pentì di ciò che le aveva detto. Non aveva mai pensato che seguendo gli altri sarebbe finito a fare il gradasso. Nonostante quello che aveva fatto lei lo stava perdonando.
- YuJu aveva ragione... di nuovo. Mi ci vorrà molto più tempo per il suo perdono però- disse grattandosi la nuca nervoso.
- Tranquillo ci parlo io e farò in modo che la tua pena non sia così dura- lo guardò ridendo.
-Spero che nonostante la cavolata che abbiamo fatto potremo essere amici- disse JinHwan – Fino ad ora ci hanno riempito la testa con menzogne di ogni genere sul tuo conto. Ora capisco che la tua era solo autodifesa, anzi un gesto per difendere lui-.
-Visto Jiwon? Il ragazzo di YuJu e il suo amico non possono essere cattivi- sorrise al ragazzo che spostò lo sguardo imbarazzato – Facciamo così, posso farti far pace con YuJu già stasera. Se avete voglia potete venire a casa mia e possiamo chiarire tutto, tanto avevo già chiarito con lei di trovarci. Vi va?-.
I due acconsentirono subito e così la compagnia poté avviarsi verso casa di YerIm. In poco tempo arrivarono e diedero tutti una mano a preparare per la cena nonostante le proteste della padrona di casa. JinHwan e JunHoe diedero una mano in cucina, mentre Jiwon, dopo aver preparato il tavolo, faceva compagnia a Jay. A YerIm non sembrava vero, per tanto tempo aveva desiderato degli amici con cui trascorrere del tempo e ora quel desiderio si era avverato. Era tutto normale, quella normalità che lei aveva sempre desiderato e sentiva che in qualche modo era legata a Jiwon.

I suoi pensieri vennero interrotti dal suono del campanello. Bobby aprì la porta.
-Unni, ho portato il dolce!- YuJu era tutta felice, ma la felicità scomparve quando vide il suo ragazzo sulla soglia della cucina e si trasformò in stupore -Cosa ci fai qui? Non avevi detto di non sopportarla e che dovevo smettere di parlarci?-
-In un pomeriggio cambiano molte cose- intervenne YerIm posando una pentola fumante sul tavolo del salotto. -Ha capito di aver sbagliato, mi ha chiesto scusa e ora siamo amici. Direi che non c'è più motivo di essere arrabbiati-
-Lo sapevo che avresti cambiato idea YuJu andò ad abbracciare il suo ragazzo. YerIm da dietro le spalle di lei e fece l'occhiolino a JunHoe complice di aver omesso la parte dello scherzo. Lui la ringraziò con lo sguardo e strinse forte la sua ragazza.
-Smettetela di fare i piccioncini, ci farete sentire soli!- scherzò Jiwon.
-Parla per te! Io la ragazza ce l'ho- JinHwan si scostò da YerIm e Bobby.
-COSA??- tutti e quattro lo guardarono sconvolti.
-Mami devo fare la pupu...- Jay interruppe la conversazione.
-Subito amore mio- YerIm lo prese in braccio e corse al bagno.
-Hai bisogna?- la seguì Bobby.
- Quei due sembrano una coppia sposta- scherzò YuJu facendo ridere gli altri due ragazzi.
-Non deve essere facile crescere un figlio. Io non ne avrei nemmeno la forza. Invece lei riesce a fare avanti e indietro tra scuola e lavoro badando pure a suo figlio- JunHoe prendeva in considerazione quell'argomento solo allora.- Eppure dai suoi compagni riceve solo cattiverie...-
-Adesso ha noi e poi ha Jiwon al suo fianco- lo rassicurò YuJu.
La cena passò in fretta tra una chiacchiera e l'altra e presto YerIm dovette mettere a letto Jay. Lui però fece i capricci perché voleva che fosse Jiwon a raccontargli la favola della buona notte. Alla fine la madre dovette cedere e con l'aiuto di Bobby riuscì a farlo addormentare.
-Ma tu non dovevi andare a lavorare?- si ricordò all'improvviso Jiwon.
-No tranquillo, mi ha mandato un messaggio prima il direttore dicendo che oggi avevo la serata libera- gli sorrise la ragazza.

Tornarono in cucina in cui trovarono i tre ragazzi che avevano praticamente finito di sparecchiare e avevano lasciato solo delle lattine di birra.

-Avevamo pensato che non ti sarebbe dispiaciuta una mano- cominciò JunHoe imbarazzato.

-Ma ci dispiaceva finire qui questa serata, quindi se non ti dispiace...- continuò YuJu.

-Veramente io... non saprei come comportarmi...- disse imbarazzata YerIm. Guardò Jiwon che le sorrise annuendo e la serata continuò tranquilla.

 

-Posso farti una domanda?- intervenne JinHwan -Come hai fatto a sopportare tutti questi anni di bullismo?-

-Non credo sia una domanda carina da fare!- lo richiamò YuJu.

-Tranquilla, penso sia naturale che ve lo stiate chiedendo e io non ho nulla di cui vergognarmi. La verità è che il bullismo, come lo stupro, sono delle azioni che possono lasciare delle botte o delle ferite, ma queste guariscono con il tempo, in un mese o più nel mio caso visto che ho la pelle delicata. Ma ci sono delle ferite che ci mettono anni a sparire. Sono le ferite che lacerano la mia anima, credo siano le peggiori. Non esistono delle creme che aiutano a farle guarire più in fretta o degli antidolorifici che fanno passare il dolore. In questi anni credo di aver subito molte ferite nella psiche, e mi rendo conto che molte cose che per voi sono naturali, per me sono difficili e richiedono degli sforzi enormi. È come se scalassi una montagna e per arrivare in cima dovessi arrampicarmi su una parete verticale e l’unico modo fosse superare dei determinati punti di appoggio. Solo che è doloroso e difficile superarli, credo di essere ancora alla base di quella montagna. Non so come comportarmi a livello sociale, perché questa abilità si sviluppa durante gli anni del liceo, ma io non ho potuto svilupparla; mi fanno tremendamente paura le persone e come autodifesa divento molto aggressiva e poi il mio trauma più grande è toccare le persone, o essere toccata, che è ancora peggio. Le scritte che per molto tempo ho trovato sul mio banco credo di ricordarle tutte, sono li incastrate nella mia mente e appena ho un attimo un po’ triste ritornano tutte, a peggiorare la mia situazione. La mattina mi capita di svegliarmi, guardarmi allo specchio e vedere quelle parole scritte sulla mia fronte e di credere siano vere. Se non ci fosse Jay io non riuscirei a sopportare tutto questo, il che è assurdo visto che se Jay non ci fosse la mia vita sarebbe diversa, ma senza Jay non credo la mia vita non avrebbe senso.-

Tra i ragazzi cadde il silenzio, un silenzio che YerIm voleva evitare, ma al quale non sapeva come porre fine. Forse quello era l’unico modo per mettere le basi di un amicizia solida, ma lei non poteva di certo esserne certa. Passò qualche minuto a ruotare la lattina di birra o a provare a leggere cosa ci fosse scritto, ma non vi prestò molta attenzione.

-Grazie per aver condiviso con noi queste cose, anche se non sappiamo come reagire possiamo immaginare quanto coraggio ci sia voluto per condividere queste parole. Non possiamo prometterti che faremo cambiare idea a tutti a scuola, ma alle persone a cui teniamo quello si. YerIm tu sei una persona fantastica e non la poco di buono che tutti dicono e ci dispiace di aver dato peso a quelle dicerie- JunHoe, JinHwan e YuJu si inginocchiarono per chiederle scusa e ai tre si aggiunse anche Jiwon. La ragazza si commosse per quel gesto e cercò di farli rialzare. Dopo aver chiesto loro di farlo provò a stringere Jiwon per le spalle e notò che nemmeno questa volta aveva delle brutte sensazioni. Bobby alzò lo sguardo e la guardò dritta negli occhi. Era sorpreso, ma presto abbassò lo sguardo per l’imbarazzo. YerIm staccò le mani e si alzò più imbarazzata di quel ragazzo.

Dopo questo momento che avvicinò i quattro ragazzi a YerIm la serata trascorse serena, solo che lei e Bobby non riuscirono più a guardarsi negli occhi.

 

Il giorno dopo, YerIm e Jiwon accompagnarono Jay all’asilo e poi arrivarono a scuola. La ragazza si sentiva molto emozionata, per la prima volta a scuola c’era qualcuno che l’aspettava. Infatti appena varcato il cancello della scuola, sempre tra le male voci degli altri studenti, vide YuJu che le faceva segno con tutto il braccio e che le sorrideva. YerIm guardò Jiwon per capire se quella fosse la verità o se stesse sognando, ma lui annui con la testa per farle capire che era tutto vero. Raggiunsero presto la ragazza che confessò loro di avere ancora un po’ mal di testa per aver bevuto un po’ troppo la sera prima. I tre si misero a ridere e si avviarono verso la classe.

-Ma JunHoe e JinHwan? Non sono con te?- chiese YerIm curiosa di non averli ancora visti.

-Tranquilla, non amano svegliarsi presto, arrivano sempre all’ultimo- scherzò YuJu.

YerIm annuì e proseguì felice fino alla sua classe. Raggiunse il suo banco e rimase sorpresa di vederlo in quello stato. Era pulito senza nessuna scritta, era convinta che dopo quello che era successo qualche giorno prima lo avrebbe trovato tutto scarabocchiato.

-C'è qualcosa che non va?- Bobby le appoggiò una mano sulla spalla.

-È pulito… ero convinta che avrei dovuto pulirlo io…- fissò il ragazzo incredula.

Ciò che lei non sapeva era che la sera prima, i quattro ragazzi appena usciti dall’appartamento della ragazza si erano messi d’accordo per arrivare prima e farle trovare il banco e l’armadietto puliti. In realtà i due “ritardatari” erano arrivati prima di loro e avevano pulito tutto. Non erano grandi gesti, ma per iniziare erano quel che serviva.

La classe si riempì e la campanella suonò. La mattina passò tranquilla fino alla prima pausa.

-Avete visto che adesso gli stronzi girano in compagnia?- disse una ragazza ad alta voce.

-Essere dei poco di buono dev’essere contagioso-

-Certo che però certa gente mi ha delusa-

-Quella lì vuole trasformarci tutte in troie- molte voci si alzarono con chiare frecciatine a YerIm.

YerIm si alzò pronta a ribattere, ma venne preceduta da YuJu.

-Sai mi sembri più stronza tu della mia amica. Cosa c’è? Vi sorprende che lei sia mia amica? Vorrei dire che mi dispiace, ma non sarebbe giusto. La verità è che provo pena per voi che oltre alle apparenze non riuscite ad andare. Nella vita vi fermerete sempre alla prima impressione e vi perderete tante buone occasioni- era strano vedersi difendere da lei.

-JunHoe, fai tornare in se la tua ragazza. Credo sia impazzita- anche i ragazzi della classe intervennero.

-Meglio pazza che parte della vostra feccia. Quelli pazzi siete voi che non avete di meglio da fare se non criticare. Vi da fastidio che la gente non rispetti i piani e le disposizioni che vi site fatti nella vostra testa? Beh il mondo va così- JunHoe si avvicinò alla sua ragazza.

Ma una ragazza arrivò da dietro e prese YerIm per i capelli.

-Non ti vergogni ad aver rovinato questi ragazzi? Non ti bastava Bobby? Il nostro oppa si è fatto ingannare da te che probabilmente gli hai aperto le gambe davanti e ora ti crede una brava persona- la ragazza prese una forbice e provò a tagliare i capelli a YerIm.

All’improvviso si sentì un forte schianto e si videro un paio di banchi cadere. Era stato Jiwon che aveva calciato il banco da cui la ragazza si era alzata.

-Metti giù quella forbice e non osare toccarla. Cosa vi avevo detto? Sono simpatico e disponibile fino a che si rispettano tutti, peccato che qui non stiate rispettando ne loro ne voi stessi. Ma vi siete visti? A cosa vi siete abbassati? È davvero la vostra soddisfazione massima prendere in giro gli altri? Io proverei a farmi un analisi di coscienza e capire cosa non va in voi stessi, poi penserei a scagliare sentenze. Cioè non dovreste mai farlo visto che non sarete mai perfetti. Se vi vedo ancora farle del male vi metto le mani addosso- aveva uno sguardo spaventoso.

YerIm non riusciva a credere che quello fosse lo stesso Jiwon che giocava con il suo Jay o che le sorrideva. Ma non le faceva paura, le metteva sicurezza. Sapeva che lo stava facendo per lei e poi era così attraente mentre la difendeva.

Fu abbastanza convincente da far smettere gli altri. Andò quindi a sistemarsi vicino a YerIm mentre gli altri riordinavano il casino che aveva fatto. Con Jiwon al suo fianco il resto della giornata andò bene.

 

Peccato che quando uscì dal cancello di scuola vide una persona che non avrebbe mai più voluto vedere. Cercò di non farsi notare, ma il suo tentativo fallì miseramente. Quella donna le si avvicinò e provò ad abbracciarla, ma la ragazza la respinse con disgusto.

-Perché tesoro fai così?- le chiese la donna provando a stringerle una mano.

-Che cosa vuole?- Jiwon si mise a scudo della ragazza.

-Che vuoi tu ragazzino?- la donna si stava spazientendo.

-Vattene, te l’ho già detto che io e te non abbiamo niente da dirci- la ragazza rispose aspramente.

-Come ti permetti di rispondermi così?- la donna cercò di fermarla.

-Come ti permetti di presentarti qui? Non ti è bastato tutto quello che hai fatto? Mi hai lasciato anni fa e ora torni qui come se niente fosse, come se non ci vedessimo da ieri. Te lo ripeto per l’ultima volta: tu non sei più nessuno per me- la ragazza guardò quella dritta negli occhi.

-Non puoi trattare così tua madre!- si mise ad urlare istericamente.

-Non sei più mia madre! Lasciami stare! Ogni volta che le cose sembrano andare bene arrivi tu a rovinare tutto. Hai deciso di scappare con un altro e allora restaci! Rovinati solo la tua vita, non quella degli altri- ormai tutta la scuola si era girata a guardarle.

-Tesoro non mettere in imbarazzo tua madre!- questa volta riuscì a toccarla e quel contatto mandò in crisi la ragazza. Bobby la afferrò in fretta e la strinse forte a se per calmarla. Anche se non era il momento per pensarci la ragazza si sorprese di quanto quel contatto le fosse ormai familiare e penso di essere grata che Jiwon fosse entrato nella sua vita.

-Signora è lei quella che sta mettendo in imbarazzo sua figlia. Dovrebbe almeno sapere che sua figlia odia essere toccata e se reagisce così è perché la considera un’estranea- Jiwon cercò di mandare via la donna.

-Questa troia mi ha rovinato la vita e ora crede di poter fare la vittima!- quelle parole sconvolsero Jiwon e tutti i presenti.

-Se la tratta così posso capire perché YerIm la odi. Lei è un mostro! Come può chiamare in quel modo sua figlia? Sa almeno cosa ha passato?-

-E lei lo sa? Per anni non mi ha scritto ne si è fatta sentire…-

-Io non mi sono fatta sentire? Io? Volevo vivere una vita normale, senza una madre che deruba la famiglia dai soldi per andare a ballare con le amiche, che non tradisce il merito ogni volta con degli uomini diversi. Chissà quanti ne hai cambiati e ora sei qui. So già che l’ultimo ti ha lasciata e ora hai bisogno di soldi. Ma io non ne ho, devo già occuparmi della MIA famiglia!- YerIm le sputò in faccia tutto quello che doveva dirle ormai da anni.

-Come osi dire queste bugie su tua madre!-

-Dai allora dimmi perché sei qui! Perché mi vuoi bene? Io non credo visto che mi hai sempre picchiata!-

-Ho bisogno di una mano…- disse la donna stizzita -Sempre a fare queste scenate, a dire bugie. Vieni!- la prese per il braccio, ma lei si scostò bruscamente e anche se stava ancora tremando si alzò dalle braccia di Jiwon e gli fece segno di andarsene.


Buonasera, credo di dovervi delle scuse... ormai mi credevate scomparsa...
la verità è che con gli esami di maturità sono stata impegnatissima e quest'anno è stato molto brutto per me, per quanto sia riuscita a raggiungere i miei obiettivi mi sentivo persa e non mi sento più me stessa. Spero che tornando a scivere tutto passi e che mi aiuti a stare meglio.
per quanto riuguarda la storia mi sono imposta di pubblicare ogni settimana e spero di essere costante, non so se siamo a metà o meno, ma non penso che sarà una storia troppo lunga. Per il resto spero che il capitolo vi piaccia (è un pochino più lungo del solito :D) e che passiate una buona settimana.
se volete lasciare qualche recensione mi farebbe piacere <3

 

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