Il tormento del Marchio di Caino

di TeamFreeWill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tormento (prima parte) ***
Capitolo 2: *** Tormento (seconda parte) ***



Capitolo 1
*** Tormento (prima parte) ***


“Finalmente una serata tranquilla”, pensò Dean mentre con lo sguardo seguiva il fratello che stava andando in cucina a prendere birre fresche e a cuocere i popcorn. Ne aveva bisogno, lo desiderava con tutto se stesso dopo gli ultimi avvenimenti.

Comunque la serata prevedeva di guardare un film e poi giocare a carte. Avrebbe stracciato Sam! Così le pulizie sarebbero toccate al minore per un altro mese!

“Muoviti Samantha a far scoppiettare i popcorn! Ho una certa fame! E poi ti devo stracciare a carte” gridò il biondo dal grande salone, le gambe appoggiate e distese sulla superficie, il pc davanti al lui con il film in pausa.

“Il microonde ha i suoi tempi, genio! Comunque non mi batterai mai! Questo mese tocca a te pulire!” ribatté ridendo il minore dalla cucina, ma non ricevette alcuna risposta. Solo una sonora risata di scherno.

Dean stava ancora ridendo quando il dolore al braccio marchiato esplose e successe qualcosa che lo fece estraniare dal mondo all’istante.
 


-“Non può essere…” pensa Dean mentre si aggira intorno, spaesato, in quel paese abbandonato tra nebbia e il fango.

“Non di nuovo…”. Poi eccola la scena che non vuole vedere, ma che inesorabile gli si presenta: Sammy che viene ucciso da Jake accoltellato alla schiena. Solo che non è Jake a colpirlo a tradimento. Lui vede se stesso farlo.

“Sam!” grida insieme al Dean del ricordo che abbraccia Sammy oramai morto tra le sue braccia.

Il dolore provato è lo stesso di allora. Se non di più. Perché ha visto se stesso colpirlo. Non vuole assistere ad altro, non vuole assistere mentre il Dean del ricordo solleva dolcemente il corpo del fratello, lo porta in quel capanno abbandonato e lo adagia sul letto disperato. Gira il volto dall’altra parte, si tappa le orecchie per non sentire le parole di dolore che il Dean della visione rivolge al corpo di Sammy.

Vuole scappare. Le gambe sono incollate al terreno, pesanti, non rispondono ai suoi comandi però. Sente il cuore battere all’impazzata...”Uccidilo se vuoi che finisca quest’agonia” dice il Marchio.-
 



“Dean che hai?” chiese preoccupato Sam, arrivando dalla cucina e posando le bottiglie di birra e il sacchetto di popcorn sul grande tavolo. Poi, avvicinandosi agitato al maggiore, iniziò a scuoterlo per una spalla, portandolo alla realtà.

 “Cosa? Niente” rispose Dean, ma non aveva niente. Si vedeva benissimo.

Sammy non se la bevve. “Certo come no! E’ il marchio vero? Stai peggiorando cazzo”

“No Sammy! Ora non rompere e guardiamo il film!” affermò il maggiore, ma era evidentemente sconvolto. Poi quell’ordine ipnotico… Non voleva pensarci.

“Dean per favore cosa ti è successo allora?” continuò Sammy preoccupato, ma Dean si chiuse a riccio e sviò il discorso.

“Il film per favore!” e riprese a guardarlo sul pc prendendo la birra e mangiando una manciata di popcorn dal sacchetto come niente fosse, ma la serata era inesorabilmente rovinata.

Sam, si sedette sulla sedia accanto e si sforzò di riconcentrarsi, ma non ci riuscì. Era veramente preoccupato per il suo fratellone. Era sicuro c'entrasse il Marchio.

Lo vedeva che si premeva braccio, che anche lui cercava di concentrarsi di nuovo. Ma ogni volta che il fratello lo sorprendeva a guardarlo di sottecchi, veniva rimproverato.

Fu un supplizio finire il film e una volta sistemato tutto, i ragazzi vollero andare a letto anche se non avevano sonno. Niente partita a carte.

La stanza era pervasa dal silenzio più totale, perché i due erano persi nei propri pensieri.

Sam però, determinato come sempre, non aveva alcuna intenzione di dormire o ascoltare musica come avrebbe fatto sicuramente Dean. Così prese con sé alcuni libri dalla biblioteca e il proprio tablet per fare ulteriori ricerche. Avrebbe trovato una soluzione.

Dean, vedendolo, gli ricordò che non c’era niente sul Marchio da nessuna parte. Sam gli sorrise affermando che la speranza è l’ultima a morire.

“E’ bello crederci!” Disse a un Sam senza parole a quella risposta così pessimistica.

Lo lasciò lì ed entrò nella sua camera da letto, chiudendosi dentro. Pochi passi in quel suo rifugio/fortezza e dovette tenersi la testa tra le mani, il braccio con il marchio pulsava ed era rossissimo. Era la prima volta che, oltre al braccio, gli doleva la testa in quel modo. Era sicuro sarebbe scoppiata. Svenne dal dolore, con un tonfo secco.

 
- Una stanza. Un motel. Un cacciatore che punta il fucile sul petto di Sammy. Appena il figlio di puttana si toglie il passamontagna, quello che assiste lo sconvolge fin dentro l’anima. Vede se stesso sparare al cuore di Sam, non vede Walt. Vuole uccidere con le sue mani quella versione malata di sé. Ma non fa in tempo che si ritrova catapultato in quel vecchio cimitero, a Lawrence.

“Oh questo è troppo…basta” pensa. Non vuole perderlo di nuovo in quella fossa.  Solo che questa volta vede se stesso spingere Sammy nella gabbia. Non è lui a buttarsi. Ma come l’altro Dean prova il senso di vuoto e di abbandono schiacciargli il petto, quando cade in ginocchio nel punto esatto dove si è appena rinchiusa la voragine. ”Uccidilo se vuoi che finisca quest’agonia” dice quella melliflua voce.

Poi la visione cambia di nuovo. Sammy è in quel letto d’ospedale. Ha affrontato le prove ed è in coma. Il Dean del ricordo non lo salva chiamando Gadreel… Lo soffoca con il cuscino…Vede i macchinari impazzire e li sente suonare mentre la vita del fratello scivola via. Vuole fermarlo, ma non ci riesce. ”Uccidilo se vuoi che finisca quest’agonia” continua ancora quella melliflua voce -
 



Sam passò proprio davanti la camera da letto del maggiore mentre il biondo dall’altro lato sveniva con un tonfo secco.

Allarmato appoggiò a terra libri e tablet, chiamò a gran voce il fratello senza ricevere risposta bussando all’impazzata. Era sempre più nel panico. Tentò di aprire la porta ma era chiusa. Non poteva perdere altro tempo e con una spallata sfondò la porta scardinandola dal muro. Essa colpì la parete con un botto.

Appena entrò nella camera, trovò riverso sul pavimento il fratello. Si avvicinò spaventato chiamandolo, s’inginocchiò accanto a lui e appena lo sollevò abbracciandoselo stretto e accarezzandogli la schiena, il biondo gemette confuso tra le sue braccia.

Assicuratesi che si fosse ripreso completamente, lo fece alzare e sedere sul letto. Quando lo vide meglio, si accorse il maggiore era in un bagno di sudore e con il viso sconvolto dal terrore.

“Vuoi dirmi cos’hai cazzo?” chiese Sammy nel panico sedendosi accanto a Dean, posando poi una mano sulla sua spalla e guardandolo apprensivo.

“Rivedo le tue morti…Solo che sono diverse. Il me del ricordo ti uccide!” rispose il maggiore chiudendo gli occhi e mettendosi le mani alla testa, il tono  della voce tremolante. Non accennò, però, a quell’ipnotico richiamo.

“Cristo Dean! Comunque ora calmati! Quelle visioni non sono reali!.... Finirà tutto questo…Troverò una cura e questa cosa finirà una volta per tutte” continuò Sam abbracciandolo, la voce calma e sicura. Doveva farlo. Glielo doveva.

“No! Se non c’è riuscito Caino in tutti questi millenni, cosa puoi fare te?! Te l’ho detto, ho smesso di cercarla!" gridò Dean, alzandosi dal letto e iniziando a girare per la stanza come un leone in gabbia.

“Non puoi dire sul serio!” rispose Sam continuando a guardarlo risoluto. Non l’avrebbe abbandonato come fece due anni prima, quando l’aveva lasciato marcire in Purgatorio per un anno. I sensi di colpa lo svegliavano ancora nel cuore della notte.

“Non esiste cura! E arriverò al punto che sarò io stesso a procurarti la morte!” disse fermandosi e guardandolo addolorato.

Bruciavano ancora, nel cuore e nella mente, le parole di Caino dette un attimo prima che il biondo lo uccidesse con la Prima Lama.

Era da due giorni che ci pensava costantemente, che si tormentava l’anima. E ora queste visioni non facevano altro che confermargli il suo infausto destino.




Note autrice
Grazie Lilyy per segnalarmi gli errori di batittura! *-*

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Capitolo 2
*** Tormento (seconda parte) ***


“Dean! Non lo farai” sostenne il minore alzandosi e mettendosi di fronte a lui, fissandolo.

“Sam questa cosa è più forte di me…se mai dovessi arrivare a tanto preferisco morire…” disse sconvolto il biondo, passandosi le mani sui capelli, nel viso il dolore puro.

“Sei forte Dean!” disse appena in tempo Sam, prima che il fratello lo spingesse via lontano, gridando di dolore e tenendosi il braccio.

Il marchio infuocato come non mai pulsava, bruciava, rideva, lo incitava a prendere il tagliacarte sulla scrivania e a squarciare la gola all'uomo di fronte a lui.

“No no no!” urlò, mentre un'altra visione lo stava catapultando nel dolore di quel ricordo che ancora bruciava di vergogna. Ma stavolta era diversa. Era vissuta in prima persona.
 

- Lui con il martello in mano insegue Sam per i corridoi claustrofobici del Bunker, sadico. Ride. La voce lo incita. E lui cede. Colpisce e colpisce sempre più forte il fratello sulla tempia. Sente il sangue caldo colare sulla sua mano. Poi lo vede. Il corpo morto del fratello steso a terra in un lago di sangue. "Finalmente l'hai fatto” dice la voce. Il martello cade a terra con un tonfo metallico. Sul suo viso sente le goccioline di sangue del fratello. -
 

"Dean calmati per favore!!" si preoccupò Sammy avvicinandosi a Dean. Cercò di calmarlo, ma il biondo era sotto shock. Era sconvolto, in pieno panico, il terrore puro.

Stava tremando quando, all’improvviso, s’inginocchiò sconfitto, ripetendo continuamente il nome del fratello, stringendosi le spalle.

 
- Intrappolato nella sua mente Dean grida disperato “ Sam… Sammy. Che ho fatto!. Che ho fatto!" abbracciando il corpo del fratello, nella cui tempia campeggiano le ferite mortali. "Ti ho ucciso!!!” –
 

"Dean per favore non ascoltare il Marchio" disse Sammy inginocchiandosi di fronte a Dean e prendendogli il viso tra le mani costringendolo a guardarlo, costringendolo a incatenare i suoi occhi verdi nei suoi multicolore.

"Sono qui. Ascoltami" parlò dolcemente. E Dean lo guardò, gli occhi spalancati, spaventati.
 

- Nell’incubo che vive nella sua testa Dean piange, vuole morire. Nella disperazione più totale sente una voce lontana che diventa sempre più forte. Si guarda attorno confuso. Poi si sofferma ad ascoltarla meglio. E’ dolce questa. Non è come l'altra. L’ascolta. Infonde pace quella voce.-
 

"Dean sono vivo. Toccami" continuò il minore dolcemente, sorridendogli.

Il maggiore con queste parole alzò una mano verso il viso del fratello e quando l’intero palmo fu completamente appoggiato sul viso di Sam, iniziò ad accarezzarlo, subito lentamente poi sempre più velocemente. Era vero. Non aveva ucciso il suo amato fratellino.

“Sammy. Non ti ho ucciso. Dio ti ringrazio!” disse sollevato e ritornando lentamente alla realtà.

“No, lo so che non mi faresti mai del male” rispose Sammy sorridendo. Il maggiore lo abbracciò di slancio, stringendo possessivo. Poteva sopportare visioni di morte, di distruzione, di omicidi, ma vedere lui stesso uccidere Sammy andava oltre la sua sopportazione. Piuttosto si sarebbe ucciso se mai fosse arrivato a quel punto. E lo avrebbe fatto.

“Dean mi stai stritolando” disse il minore ridendo. Il maggiore si staccò subito biascicando un “scusa”, poi si alzò seguito dal minore, facendosi comunque aiutare.

"Ti sei ripreso Dean?” continuò a questo punto il moro seguendo con lo sguardo il fratello che si sedette invece sul letto di peso.

“Bisogna” confermò guardandolo. La schiena ricurva e i gomiti appoggiati alle ginocchia. Guardò il fratello alzando appena la testa. Sammy era rimasto in piedi, sul viso ancora un’espressione preoccupata.

“Lo sai che con me puoi parlarne. Tu mi hai aiutato quando Lucifero mi tormentava. Mi hai consigliato il trucco della mano…magari se anche tu…insomma...la butto lì ...te la premessi…finché non troviamo un’altra soluzione…eviteresti che il bastardo ti prenda a calci in culo” disse il moro cercando di convincerlo.

“Io non ho bisogno di premermi la mano, perché sei tu la mia mano! Sei quello che mi riporta alla realtà. L’ho capito in questo momento e se questa cosa me lo fa combattere e mi fa resistere tanto meglio” affermò Dean grato, sorridendo. Forse una speranza c’era. Forse era questa la forza che doveva trovare in lui per resistere, come gli aveva detto Sammy qualche settimana prima.

“Dean…” disse solo il minore con gli occhi lucidi, andando ad abbracciarlo, emozionatissimo. “Cerca di dormire ora ok? Recupera le energie perché ora hai un aspetto orribile…Io vado a finire un po’ di ricerche su quei libri e sul web. Ti aiuterò, è una promessa! Ah sì, domani sera ti straccerò a carte! Allora buonanotte jerk” disse ancora il moro staccandosi e sorridendogli.

“L'importante è crederci Sammy! Ti farò il culo a Poker, anche per questo mese sarai Samerentolo!" disse con un sorriso strafottente! Poi, serio, continuò "Bè notte bitch…Però, per quanto riguarda la ricerca della cura, non scervellarti troppo” rispose di rimando il maggiore, mentre Sammy battibeccò testardo con la sua miglior bitch face “Ho la sensazione che vedremo apparire Deanerentolo! Ah si! Come ti ho detto prima, la speranza è l’ultima a morire! E la cura al tuo problema la troverò” e uscì dalla stanza chiedendosi la porta alle spalle, lasciando il maggiore  ammutolito. Quanto era testardo Sammy!

Il moro ritornò in camera sua determinato più che mai a portare a termine il suo obbiettivo. Ce l’avrebbe fatta!

Ma nelle settimane successive Dean stette sempre peggio e nemmeno l’aggrapparsi al minore con tutte le sue forze riuscì a impedirgli di avere scatti d’ira o visioni oscure o immaginarsi mentre uccideva l’amato fratello. La voce del Marchio era sempre più assordante nella sua mente.

Inesorabilmente l’infausto segno stava, lentamente, schiacciandolo in tutti sensi sotto il suo peso.

Lui oramai aveva accettato la realtà e anche il suo destino, tranne uccidere il fratello. Quella cosa lo faceva soffrire giorno e notte e aveva iniziato a pensare a un piano d’emergenza prima di arrivare a tanto, ma se lo tenne per sé. Non lo confidò né a Sam né a Cass.

Comunque il suo fratellino era troppo testardo e non si arrendeva. Lui non voleva accettare che non ci fosse una cura. Una qualsiasi cazzo di cura.

E’ per questo che gli disse, mentre si dirigevano a Feyetteville per un caso, che ora l’unico modo era andare avanti e continuare a cacciare finché ne fosse stato in grado, ma che aveva comunque bisogno che lui fosse presente e non perso in inutili ricerche che non portavano a niente. Glielo disse serio, sperando che capisse, che comprendesse, che accettasse.

Sammy non rispose. Si limitò solo a fare un impercettibile segno con il capo e a deglutire. Ma lui era un Winchester. Non si sarebbe mai e poi mai arreso.

Poteva dire e fare quello che voleva suo fratello, ma lui una cura l’avrebbe trovata. Eccome se l’avrebbe trovata. Costi quel che costi. Doveva salvarlo e l’avrebbe fatto. Lo avrebbe salvato dal Marchio di Caino.



Note autrice
Grazie per avermi coretto gli errori, Lilly ^^
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.

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