Devil May Cry: I tre demoni

di Dragonheart 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo sconosciuto ***
Capitolo 2: *** Pace interrotta. ***
Capitolo 3: *** Identità svelata ***
Capitolo 4: *** Nero vs Vergil parte 1 ***
Capitolo 5: *** Nero vs Vergil parte 2 ***
Capitolo 6: *** Nero vs Vergil parte 3 ***
Capitolo 7: *** Riunione di famiglia ***
Capitolo 8: *** Dante vs Vergil parte 1 ***
Capitolo 9: *** Dante vs Vergil parte 2 ***
Capitolo 10: *** Dante vs Vergil: atto finale ( ? ) ***
Capitolo 11: *** La vittoria (apparente ) di Vergil ***



Capitolo 1
*** Lo sconosciuto ***


Erano passati pochi mesi da quando Dante e Nero avevano sconfitto Il Salvatore e avevano portato la pace a Fortuna. Adesso gli abitanti vivevano finalmente in tranquillità, la comunità religiosa devota a Sparda si era sciolta e i cavalieri dell’Ordine della Spada adesso erano solo un corpo militare pronto a proteggere gli abitanti del territorio.
Dopo la morte di Credo, Nero era diventato il comandante dell’ordine e, nonostante fosse riluttante all’idea di ricoprire quell’incarico, accettò in memoria di colui che lo ospitò nella sua casa quando era un orfano. Inoltre la sua storia con la dolce Kyrie andava a gonfie vele, i due erano sempre assieme e Nero la difendeva da chiunque e da qualunque cosa. Si poteva dire che la vita per Nero era diventata più tranquilla dopo tutte le diffidenze con cui aveva avuto a che fare e dopo le sofferenze e la vergogna di avere in sé una parte demoniaca; da semplice guerriero era diventato l’idolo e l’eroe di Fortuna.
                                                                                    
Quel giorno a Fortuna splendeva un sole radioso che emanava una forte luce intensa di calore che avvolgeva tutto il creato in morbido abbraccio materno, il cielo azzurro mare e privo di nuvole testimoniava di come quella giornata fosse magnifica, una giornata che niente avrebbe potuto rovinare.
Al cancello d’entrata dell’ex feudo di Sparda erano di guardia due cavalieri dell’Ordine, uno di fianco all’altro costeggiavano i lati del cancello e scrutavano l’orizzonte in modo da individuare viandanti, mercanti, malintenzionati, visitatori.
Erano immersi in una profonda concentrazione, con le braccia dietro la schiena, il petto in fuori e la spada al loro fianco, pronti ad estrarla in caso di bisogno. Nel luogo regnava la più totale calma e il silenzio era interrotto solo da una piacevole brezza calda e dal canto degli uccellini che volavano nell’immenso blu del cielo.
<< Ahhh ma tu vedi se dobbiamo stare di guardia proprio in giornate come queste, è frustrante. >> disse uno dei cavalieri.
<< Ti capisco, ma il comandante Nero ha voluto affidarci questo incarico perché si fida di noi, non possiamo deluderlo. >> rispose l’altro.
<< Lo so, ma io non ce la faccio più, il sole è così intenso da spaccare le pietre e fa un caldo infernale, vorrei solo allontanarmi per prendere qualcosa di fresco. >>
<< Ma non possiamo lasciare la postazione, se qualcuno arrivasse, entrerebbe senza essere stato identificato e la colpa ricadrebbe su di noi. >>
<< Ma dai con questa giornata chi verrebbe mai qui? Non è giornata di mercato, nessuno si metterebbe in viaggio con questo clima e poi nessun ladro o assassino farebbe tutta questa fatica per venire qui. >>
All’improvviso i due avvertirono un rumore di passi che puntavano verso la loro direzione, volsero lo sguardo e notarono l’ombra di un uomo che si stava dirigendo verso l’ingresso della città.
<< Dicevi sul fatto che nessuno si sarebbe messo in viaggio con questo clima? >>
Quando l’uomo si fu avvicinato a loro poterono vederlo meglio, anzi potevano vedere meglio cosa indossava: un lungo mantello nero che lo copriva tutto, celando il suo vestiario e il suo viso.
<< Benvenuto a fortuna viaggiatore, per poter entrare in città la preghiamo di identificarsi. >>
Questo non rispose.
<< Ehi hai sentito bello? Ti ha chiesto di identificarti, obbedisci. >>
Nessuna risposta nemmeno questa volta. I due si stavano spazientendo , quando ad un tratto lo sconosciuto parlò.
<< Quindi questa è Fortuna? La terra che fu del demone Sparda >>
<< Esattamente, e adesso identificati subito!! >>
<< Sono giunto nel posto che cercavo allora. >>
E iniziò ad avanzare verso l’entrata, ma le due guardie sfoderarono le spade e le posero tra l’ingresso e lo sconosciuto.
<< Non cercare di fare il furbo, ne abbiamo incontrati diversi tipi come te. >>
<< Già e sai come sono finiti? Decapitati o imprigionati. >>
<< A me non interessa tutto ciò, sono venuto qui per riprendere ciò che è mio quindi non conviene a voi due umani deboli e patetici ostacolarmi. >>
I due sentendo l’ultima affermazione si arrabbiarono molto e impugnarono le spade pronti per scagliarsi verso lo sconosciuto che mostrava tanta insolenza.
<< Umani patetici e deboli? Adesso ti facciamo vedere quanto lo siamo!!! >>
Si scagliarono all’attacco della figura avvolta nel mantello.
<< Patetici. >>
Ai lati dello sconosciuto comparirono dal nulla due spade verde acqua trasparenti che velocissime si scagliarono verso le due guardie e trafissero i loro corpi dritti al cuore, provocandone la morte. I due cadaveri caddero al suolo e le spade si infransero come vetri scomparendo.
<< L’avevo detto, deboli e patetici. Adesso posso andare a riprendere ciò che è mio. Sento che mi sta chiamando, dopo tutti questi anni la Yamato tornerà al suo padrone. >>
Detto questo si tolse il mantello nero rivelando capelli bianchi portati all’indietro con un ciuffo che cadeva sulla fronte, occhi azzurri come il cielo, la pelle albina, e un vestiario fatto di un impermeabile blu con bordi dorati, stivali e guanti senza dita beige e un pantalone nero come la maglia senza maniche che portava.
Lo sconosciuto gettò il mantello addosso ai due cadaveri e entrò a Fortuna, deciso più che mai a riprendere quello che era suo.
 

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Capitolo 2
*** Pace interrotta. ***


Nero se ne stava placidamente sdraiato sull’erba della foresta dietro il castello.  Gli piaceva quel posto per la sua tranquillità e, adesso che era privo di demoni, poteva portarci Kyrie quante volte voleva; come in quel caso.
Kyrie stava intrecciando una coroncina di fiori vicino a lui, di tanto in tanto buttava delle occhiatine fugaci verso il ragazzo, come per assicurarsi che fosse accanto a lei e che non notasse quel che faceva; infatti il giovane non prestava la minima attenzione a quello che la sua ragazza combinava, e onestamente non gli importava poi molto, l’importante è che fosse accanto a lui.
In poco tempo Kyrie finì la sua opera e, cercando di fare il più piano possibile, la mise in testa a Nero. La composizione floreale sembrava accompagnare bene il bianco della chioma del ragazzo e così, soddisfatta del risultato, si stese anche lei abbracciando il suo fidanzato e appoggiando la sua testa sul petto di lui, che dal canto suo, circondò la sua vita con un braccio.
<< Mi trovi forse carino con questa corona in testa? >> parlò Nero rompendo il silenzio che aleggiava in quel luogo.
<< Ops! Te ne sei accorto. >> rispose ridacchiando Kyrie.
<< Bhè non credo che oltre ad osservare il panorama e stenderti a riposare tu possa fare altro. O mi sbaglio? >>
<< No, arguto come sempre. >>
Nero la strinse più a se e con la mano demoniaca iniziò ad accarezzarle dolcemente i capelli.
<< Sei sicura ancora che vuoi stare con me? Che non ti faccia ribrezzo la mia natura demoniaca? >>
Kyrie alzò il capo e fissò negli occhi il suo ragazzo.
<< Quante volte te lo devo ripetere, a me piaci così Nero, non mi importa se sei un demone, come ti dissi sei la persona più umana che conosca. >>
Nero sorrise e la baciò. N bacio profondo e dolce che lei ricambio molto volentieri. Poi si staccò da lei e si mise a ridacchiare.
<< Cosa c’è da ridere in questo momento? >> chiese lei iniziando a ridere contagiata da lui.
<< Stavo pensando ancora al nostro primo quasi bacio. >>
<< Ah già, bel ricordo. Sarebbe stato sicuramente meglio se quei demoni non ci avessero attaccato. >>
<< Già, ma infondo va bene così. Sarebbe stato inopportuno baciarti lì in un contesto di rovine con dei fantocci che ci attaccano. >>
<< Oh certo perché tu vuoi il tramonto e il sottofondo romantico giusto? >> rise lei. << A me va bene qualunque atmosfera, l’importante è che ci sia tu con me. >>
<< Lo sai che ti amo vero? >> Si avvicinò a lei.
<< E lo sai che io amo te? >> anche lei fece la stessa cosa e si baciarono ancora.
Poi si stesero e completamente e si abbracciarono addormentandosi poco dopo.
 
Un cavaliere dell’Ordine correva per la foresta frettoloso e preoccupato, aveva un importante messaggio da riferire al suo comandante.
Non appena scorse le due figure stese sull’erba gridò:
<< Comandante Nero! Comandante!! >>
Nero e Kyrie si svegliarono da quel sonno pacifico e sollevarono il capo in direzione di colui che aveva parlato. Appena il messaggero fu loro vicino diventò tutto rosso.
<< Ho interrotto qualcosa? >>
<< Bhè ti dico solo che spero tu abbia un motivo valido per disturbarmi se non vuoi finire male.>> sbraitò Nero.
Kyrie ridacchiò e cercò di calmare Nero.
<< Su non fare così. Stia tranquillo non ha disturbato niente, piuttosto come mai è qui? >>
Il messaggero li guardò seriamente e iniziò a riferire cosa aveva da dire:
<< All’entrata del cancello della città due cavalieri sono stati trovati morti. A ucciderli è stato un uomo dai capelli bianchi. >>
I due sgranarono gli occhi.
<< Non può essere. >>
<< Io non ci credo, il signor Dante non lo farebbe mai. >>
Il messaggero capì a chi si stavano riferendo; Dante, figlio di Sparda, colui che aveva aiutato Nero a sconfiggere Sanctus e il Salvatore.
<< No, non è stato il figlio di Sparda. Quest’uomo indossa un impermeabile blu, e sebbene sia quasi uguale a Dante, i suoi capelli sono portati all’indietro. Diceva che poteva finalmente riprendere quello che era suo, Yamato!>>
Nero capì immediatamente chi fosse , dante una volta lo menzionò durante la loro lotta al quartier generale dell’ordine.
<< Adesso dove si trova? >> chiese nervoso.
<< Nella città, dopo che un cavaliere in perlustrazione ha visto la scena è venuto a riferire tutto ad alcuni compagni presenti nei dintorni. Tra questi c’ero anche io, che sono stato incaricato di avvisarvi comandante. >>
Nero strinse i pugni e digrignò i denti, segno che questa cosa non sarebbe stata facile e che invece implicava molti pericoli.
<< Nero cosa c’è? >> chiese preoccupata Kyrie.
<< Se è ciò che penso siamo in grave pericolo. Quel tizio è pericoloso e ha un solo obbiettivo. Riferisci a tutti che sto arrivando, cercate di resistere quanto è più possibile, io arriverò fra poco. >>
<< Sissignore, abbiamo iniziato ad attaccarlo, ma senza risultati, uccide senza nemmeno combattere. Non lo so come ma evoca delle spade che scaglia con il pensiero. >>
<< Ho capito, adesso vai. >>
<< Si comandante. >>
E il messaggero si mise a correre il più veloce possibile sul sentiero del ritorno.
<< Cosa vuoi fare? >> la ragazza adesso era preoccupatissima e stringeva forte la mano demoniaca di Nero.
<< Prima di tutto portarti al sicuro, poi devo recuperare la Red Queen e affrontare il tizio casinista, è me che sta cercando. >>
<< No! Non voglio che tu vada, se ti accadesse qualcosa io come farei? No, non voglio, ho già perso mio fratello, non potrei sopportare di venire privata anche di te. Sarebbe un colpo grave per il mio cuore. >>
Lo abbracciò piangendo, lui dal canto suo rispose all’abbraccio con una stretta ancora più forte.
<< Tranquilla Kyrie, non mi perderai. Adesso però muoviamoci, ok? Andrà tutto bene, ti fidi di me? >>
<< Si, ciecamente. >> sorrise.
<< Allora andiamo. >>
E i due corsero prendendo lo stesso sentiero del messaggero, mano nella mano. Come a voler affrontare insieme questo pericolo.
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Identità svelata ***


Nero avanzava a passo elevato verso il centro della città di Fortuna, la Red Queen dietro la schiena, il Blue Rose al suo fianco e il braccio demoniaco pronto a far fare qualche volo al nemico.
(Flashback)
Nero e Kyrie erano arrivati a casa loro e Nero aveva in fretta e furia recuperato la Red Queen, poi prese con se il Blue Rose, lo caricò e lo mise al suo fianco. Una volta ben equipaggiato si avviò verso l’uscita.
<< Sta attento ti prego. >> disse Kyrie.
<< Ehi io sto sempre attento. Non preoccuparti Kyrie, tornerò. >> rispose spavaldo il ragazzo.
<< E io aspetterò il tuo ritorno. >>
<< Brava la mia ragazza. Ti amo ricordalo. >> e la baciò
<< Ti amo anche io Nero. >> rispose lei una volta sciolto il bacio.
<< Bene allora vado e torno. Stai tranquilla roba da 10 minuti. >>
E detto ciò Nero uscì dall’edifico correndo come un razzo, con lo sguardo sognante e preoccupato allo stesso tempo della sua amata che l’avrebbe aspettato, anche in eterno.
(Fine Flashback)
Il ragazzo dai capelli bianchi correva come un fulmine, doveva raggiungere in fretta e furia il nemico. Per la strada aveva trovato vari corpi di cavalieri morti, segno che la lotta tra l’intruso e le guardie militari era passata di lì; Nero a ogni cadavere avvistato promise sempre di farla pagare a colui che aveva fatto quello. Finalmente arrivò alla sua meta, il centro della città, ove si trovava il teatro.
Provò a concentrarsi per percepire l’aura nemica e la trovò; era nel teatro!
<< Bene ti ho trovato. A noi due. >> E si mise a correre in direzione del teatro.
 
Un altro cavaliere cadde a terra morto, l’ennesimo che aveva tentato di attaccarlo, l’ennesimo che aveva fallito. Si era stancato ormai, tutti tentavano di fermarlo, nessuno ci riusciva e oltretutto gli dava su i nervi che quegli umani credessero di poter fermare un demone potente come lui.
Un altro nemico si scagliò su di lui, schivò il fendente verticale e, una volta dietro di lui, fece comparire una spada e gliela conficcò all’altezza del cuore. La povera vittima non potè far altro che sprofondare nel sonno eterno della oscura signora.
<< Umani, siete davvero patetici. Credete di poter fermare chiunque con la vostra forza o con il vostro numero, esseri così spavaldi andrebbero cancellati dalla faccia della Terra. Siete deboli e irritanti, oltretutto anche stupidi. Ho fatto una specifica domanda, dov’è la Yamato? E voi cosa avete fatto, avete preferito morire piuttosto che parlare. Lo ripeterò, dove si trova la Yamato? >>
Il discorso era stato udito solo da un povero cavaliere; il messaggero che aveva avvisato Nero. Ormai era l’unico rimasto in piedi e tremava come una foglia, aveva paura e non sapeva di cosa stesse parlando. La bocca tremava e dalla gola non usciva neanche il più sonoro spiffero, tanto era il terrore.
<< Era l’ultima occasione. >> disse lo sconosciuto.
E materializzò davanti a se una spada che scagliò con un movimento del braccio. La spada velocissima si stava per abbattere sul poveretto che fece l’unica cosa possibile in quel momento: coprirsi gli occhi e aspettare la morte; morte che non arrivò.
Una lama si frappose tra la spada e il suo obbiettivo, mandando in fumo l’attacco. Il cavaliere tolse le braccia dagli occhi e li sgranò; davanti a lui c’era Nero, con la Red Queen sguainata.
<< Comandante Nero, finalmente è venuto!!!! >> disse il messaggero.
<< Già, scusa il ritardo ma sai com’è. >> guardò con sfida lo sconosciuto. << Una entrata teatrale in questi casi fa sempre effetto. >>
<< Deve fermarlo comandante, vuole la Yamato. >>
<< Lo so, e penso sia normale che la reclami. >>
<< Cosa? Che vuol dire? >>
<< Che il nostro caro straniero è colui che prima di me maneggiava la spada appartenuta a Sparda. >>
E puntò la Red Queen contro il nemico, poi nero continuò il suo discorso:
<< Non è vero figlio di Sparda? >>
Il cavaliere sgranò gli occhi per la sorprendente rivelazione, mente il citato in causa non fece nemmeno una piega.
<< C-cosa ha detto comandante? Lui un figlio di Sparda? >>
<< Esatto, lui è il fratello di Dante, il secondo figlio del  leggendario cavaliere nero. Peccato che Dante non mi abbia mai detto il suo nome. Allora figlio di Sparda, posso sapere il tuo nome prima di spedirti negli Inferi? >> parlò Nero con tanta spavalderia.
<< Risponderò alla tua inutile domanda, il mio nome è Vergil. E dagli Inferi ci sono appena tornato. >>
E Vergil si mise in posizione di battaglia.
La battaglia tra i due demoni stava per iniziare.
 
 

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Capitolo 4
*** Nero vs Vergil parte 1 ***


Nero imitò Vergil e si mise anche lui in posizione di combattimento. Entrambi si sfidavano già con lo sguardo; pesante, altezzoso, spavaldo di uno e freddo dell’altro. Poi accadde tutto in un attimo; Nero scattò contro il suo avversario e preparò un affondo, il quale andò a vuoto poiché Vergil spiccò un salto per poi atterrare alle spalle del ragazzo, rifilandogli un potente calcio alla schiena, facendolo volare per diversi metri.
<< M-mi sa che saranno più di 10 minuti …….. che dolore, ahh! >> constatò il giovane rialzandosi.
Subito si ricompose e scattò nuovamente contro il suo avversario cercando di colpirlo con rapidi fendenti mirati alle spalle e ai fianchi, ma quello a volte schivava, a volte evocava le sue spade per parare i colpi. Le cose sarebbero andate avanti così per ore, constatò Nero, per cui decise di cambiare strategia e caricò un fendente dal basso, che fu bloccato sul nascere da un paio di spade evocate, incrociatesi per formare un blocco, ma il giovane aspettò proprio quel momento e afferrò la Blue Rose sparando a bruciapelo.
“ Fregato.” Pensò Nero.
Invece quello che fu fregato fu proprio lui, Vergil improvvisamente e rapidissimo si smaterializzò, evitando così il colpo.
<< Ma che diavolo … come ha fatto? >>
 
<< Comandante, dietro di lei!!!! >>
Una serie di spade stava per colpire Nero alle spalle, ma il messaggero fece in tempo ad avvisarlo così che l’albino, con una capriola all’indietro, le evitò.
<< Bravissimo! >> esultò il cavaliere.
Ma il poveretto non si accorse che Vergil era proprio alle sue spalle e fu troppo tardi quando lui se ne accorse, il demone lo trafisse dritto al cuore, uccidendolo sul colpo, per quanto esso fu violento.
<< Bastardo! >> Nero vide tutta la scena e sentì montare una rabbia, la quale cresceva lentamente in lui.
Vergil non si scompose a quella reazione, anzi esagerò calciando il cadavere lontano da lui, come fosse spazzatura e questa cose fece incavolare ancora di più il suo avversario.
Il combattimento ricominciò e ancora una volta gli affondi di Nero erano parati e schivati dal figlio di Sparda, che ovviamente non aveva intenzione di rimanere sulla difensiva, così all’ennesimo fendente parato evocò i guanti di Beowulf e colpì il nemico all’altezza dello stomaco, facendogli sputare sangue, poi con un calcio colpì il fianco e completò il tutto con la sua mossa devastante: il Lunar Phase.
Nero, sbalzato, cadde a terra dolorante. Vergil avanzò verso di lui guardandolo dall’alto in basso, poi lo sollevò per il colletto e gli chiese:
<< Dov’è la Yamato ragazzino?! >>
Incosciente, il ragazzo non rispose e quando Vergil furioso stava per sbatterlo nuovamente al suolo, si ridestò. Velocemente con il suo Devil Buster lo afferrò ad un braccio, si liberò dalla sua presa e lo fece impattare violentemente contro il suolo. Poi scattò all’indietro, raccolse da terra la sua spada e caricò al massimo l’Exceed, facendo infiammare la lama. Saltò in avanti e quando agganciò con lo sguardo l’obbiettivo, come una meteora discese, con la lama infuocata, pronta a trapassare il petto nemico.
<< Sei fottuto. >> gridò Nero.
Vergil sorrise spavaldo, ancora una volta il suo nemico era in errore, lui non era mai “ fottuto ”.
<< D’accordo, penso di aver giocato abbastanza. >>
 
Il colpo fu violentissimo, tanto che si sollevò un grosso polverone.
<< Ce l’ho fatta. >>
<< Direi di no ragazzino. >>
Una voce che a Nero sembrava quella di Vergil, ma un po’ distorta, gli aveva parlato. Una volta che il fumo svanì si rivelò al giovane albino la figura, o meglio quella vera, di Vergil; la sua versione demoniaca.
“ Ok, forse quello fottuto potrei essere io. “ pensò il ragazzo.
Lo scontro si faceva sempre più difficile e complicato per il giovane Nero.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Nero vs Vergil parte 2 ***


Il colpo fu violentissimo, tanto che si sollevò un grosso polverone.
<< Ce l’ho fatta. >>
<< Direi di no ragazzino. >>
Una voce che a Nero sembrava quella del nemico, ma un po’ distorta, gli aveva parlato. Una volta che il fumo svanì si rivelò al giovane albino la figura, o meglio quella vera, di Vergil; la sua versione demoniaca.


Nero non credeva ai suoi occhi, il suo avversario si era trasformato; il suo aspetto era mutato da quello di un umano a quello di un demone. La testa presentava una calotta che copriva il viso, delle corna erano arricciate verso il basso, il suo corpo emetteva scariche elettriche e al braccio sinistro c’era una sorta di forma quasi a “ fodero”.
“ Per la Yamato ” pensò subito il giovane.
Poi i suoi pensieri si concentrarono su qualcos’altro: la sua spada che aveva trapassato l’addome di Vergil. A quanto pare la trasformazione in demone lo aveva salvato da una ferita mortale, probabilmente fatale. A questo pensiero il ragazzo sorrise sghembo.
<< Cosa c’è devi trasformarti in demone per salvarti la pelle? >>
<< Cosa ti fa pensare questa idiozia? >>
<< Eh? >>
<< Io sono un demone potente, certamente il tuo attacco, per quanto forte lo ammetto, non mi avrebbe fatto male anche se fossi rimasto umano. Diciamo che mi sono stancato di giocare con te. >>
Detto ciò, con una potente onda d’urto sbalzò il povero Nero lontano da lui, poi rialzatosi, estrasse la Red Queen dal corpo, osservandola.
<< Un’arma interessante, per quanto il suo aspetto non attiri. >>
<< Ehi! Ridammi la mia spada! >> esclamò l’altro rialzandosi da terra.
Vergil rise a quell’affermazione, per poi ritornare serio.
<< Direi che non è una bella sensazione quella di non possedere la tua arma, vero? >>
Nero estrasse il Blue Rose nuovamente, lo ricaricò e puntandolo sul bersaglio fece fuoco. Vergil si teletrasportò nuovamente, scomparendo dal campo visivo di Nero, il quale si girò intorno per localizzare l’avversario.
<< Andiamo dove ti nascondi? Se sei davvero un figlio di Sparda non dovresti fuggire. >>
 
<< Non fuggo infatti, ragazzino. >>
Dall’alto Virgil discese velocissimo e Nero si salvò per un pelo dallo Split più violento che avesse mai visto in vita sua. Quella era una sua mossa e mai era riuscito ad eseguirla con tale potenza, il Devil Trigger di Vergil dove essere dunque molto pericoloso.
<< Te lo ripeto, consegnami la Yamato e me ne andrò, ho cose più importanti da fare che lottare contro un patetico umano. >>
<< Bhè direi che per i miei trascorsi questo è un complimento, però se davvero la rivuoi, perché non la riprendi? >>
Nero sparò due colpi per provocazione, parati dal figlio di Sparda con uva veloce roteazione della spada.
<< Allora soffrirai. >>
Caricò di energia demoniaca la Red Queen portandola all’indietro per poi scagliarla contro Nero in un Judgment Cut triplo. Il ragazzo le schivò con delle capriole laterali, poi scattò nuovamente in avanti e sparò ancora, aspettò che Vergil parasse i colpi e usò nuovamente il Devil Buster afferrando la spada. Sollevò il nemico, lo fece roteare e lo scagliò lontano.
<< Vediamo se sono ancora bravo al tiro al bersaglio. >>
Caricò il revolver con l’energia del Devil Buster e scagliò due colpi che presero Vergil in pieno, avvolgendolo con delle fiamme azzurre.
<< Si sono ancora bravo. >> constatò spavaldo Nero.
Aspettò che il nemico cadesse atterra, poi con passo veloce si diresse verso di lui, pronto a riprendersi la sua arma, ma quando gli arrivò vicino Vergil si riprese e lo trafisse alla spalla.
Nero sentì il colpo in tutta la sua potenza e trattenne un urlo. Vergil spinse dentro la carne la spada e poi notò il grilletto sull’impugnatura.
<< Mmm, mi domando che succede se premo questo. >>
Premette il grilletto attivando l’Exceed, facendo infiammare la lama della Red Queen, cosa che provocò più male al nemico che stavolta non ce la fece a trattenere un grido di dolore fortissimo.
<< Bel giocattolo, ma adesso finiamola qui. >>
Estrasse la lama dalla ferita e poi caricando un Rapid Slash fece schiantare Nero contrò la statua riparata di Sparda.
A quanto pare Vergil aveva vinto.
<< Tsk! Umani, anche se ho notato che sei un po’ diverso dagli altri, sei comunque debole come loro. >>
 
Un improvviso lampo azzurro intenso illuminò il teatro, tanto che Vergil dovette ripararsi gli occhi. Quando la luce si diradò e il figlio di Sparda potè guardare nuovamente si stupì.
Nero era in piedi, avvolto da un aura azzurro chiaro, gli occhi gialli e una figura demoniaca gigantesca dietro di lui. Ma la cosa che notò soprattutto Vergil fu la Yamato tenuta nel braccio non umano di Nero.
<< Dunque tu sei un demone, chi l’avrebbe mai detto. Non importa, adesso mi riprenderò la mia katana. >>
A quanto pare, la scoperta della natura di Nero non era stata tanto sconvolgente per il fratello di Dante.
 
<< Vedrai come ti importerà adesso. Si riaprono le danze ora. >>
 
Lo scontro tra i due non era ancora concluso.
 

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Capitolo 6
*** Nero vs Vergil parte 3 ***


I due contendenti erano uno di fronte all’altro, guardandosi con disprezzo. Entrambi trasformati, pronti a sprigionare il loro vero potenziale e sopraffare l’avversario. Lo scontro che li vedeva protagonisti non era ancora terminato, anzi si poteva dire che era solo riscaldamento e la vera battaglia stava per iniziare.
 
<< Te la farò pagare, per ogni singola vittima. >> rabbiose parole uscirono dalla bocca di Nero.
<< Patetico. Più che pensare a farmela pagare, dovresti pensare alla tua vita. >> replicò Vergil.
Dopo queste parole calò nuovamente il silenzio tra i due, un silenzio che durò attimi. Subito Nero spiccò un salto e tentò di infilzare Vergil con la Yamato, ma questo subito parò il colpo con la Red Queen. Poi il fratello di Dante spinse via Nero e subito tentò un nuovo Rapid Slash, parato dall’avversario che passò al contrattacco con una serie di fendenti veloci, intercettati tutti dal demone blu. Le due spade si incrociavano con un’intensità inumana, creando scintille e producendo un rumore acuto e stridente, accresciuto dall’eco presente nella grande sala del teatro. Dopo l’ennesimo incrocio di lame Nero cambiò strategia; diede una testata alla sua nemesi, la quale accusò il colpo, poi con il Devil Binger lo lanciò lontano e cercò di colpirlo con una delle sue mosse più potenti: il Maximum Bet. Vergil fece in tempo a frapporre tra lui e il colpo la spada, bloccando il colpo e salvandosi.
Atterrò e con uno slancio subito si lanciò in un nuovo assalto.
<< Forza, ti sto aspettando Vergil. >>
<< Sono qui. >>
 
 
 
All’esterno del teatro, per le vie di Fortuna si prestavano soccorsi ai feriti e si sgombravano le vie dai cadaveri. La gente era nel panico più totale, avendo assistito ad un vero massacro per colpa di quello sconosciuto in giacca blu. I cavalieri dell’ordine avevano tentato di contrastarlo, ma fu una disfatta totale e furono sopraffatti, quindi non restava altro da fare se non chiamare il loro comandante. Era l’unico che poteva fronteggiare quell’essere e sconfiggerlo. Una volta che le forze armate videro tornare il messaggero, il quale riferì che Nero si era mosso e stava per raggiungerli, esse si tranquillizzarono e cercarono di spingere il nemico verso il teatro, per evitare che i civili restassero coinvolti della battaglia. Così gran parte dei cavalieri, continuando a scontrarsi con l’uomo misterioso, si diressero verso il luogo stabilito, riuscendo a farsi seguire, mentre i restanti soldati prestavano cure ai feriti e ripulivano le strade dalle vittime dello scontro.
<< Che disastro, nemmeno Sanctus aveva fatto tutto questo. >>
<< Lo so amico, quell’uomo è davvero pericoloso e forte, oserei dire imbattibile quasi. >>
<< Stronzate Jonas, il comandante Nero adesso  gli starà dando una sonora lezione. >>
<< Lo spero Lucas, il comandante è forte, ma quel tizio sembrava esserlo molto di più. >>
 
<< Ehi ragazzi, scusate avete visto un uomo misterioso dai capelli bianchi e una giacca orientale di colore blu? >>
Una voce alle spalle di Lucas e Jonas aveva parlato, ma loro troppo presi dalla loro discussione non si voltarono. Anzi si limitarono a dire in modo molto scocciato:
<< Si, è nel teatro, le nostre forze armate lo hanno spinto lì. >>
<< Ok, molte grazie. ( Fischio di sorpresa) A quanto pare qui è stato fatto un casino. >>
<< Non lo vedi forse? Ora scusaci ma dobbiamo lavorare, vai da qualche altra parte! >> tentò di congedarlo Lucas.
<< Va bene, non c’è bisogno di prendersela. Vado a riprendere mio fratello, altrimenti quel tempistello farà una brutta fine. Ci si vede >>
E sentirono i passi allontanarsi da loro. Jonas si girò alla fine per vedere chi fosse, ma non vide nessuno alle sue spalle. Punto lo sguardo verso l’alto e tutto ciò che vide fu un pezzo di stoffa rosso sparire sul tetto di un edificio.  Il cavaliere sorpreso rimase a guardare lo stesso punto per 5 minuti buoni, fin quando non fu richiamato dal suo amico.
<< Ehi Jonas, che hai visto? >>
<< Uh? No niente di importante, dai rimettiamoci al lavoro. >>
 
 
 
Ancora un rumore assordante provocato dallo scontrarsi delle lame. Lo scontro ormai andava avanti da diverso tempo e per Nero la fatica iniziava a farsi sentire. Era ricoperto da tagli, il suo potere lentamente si stava consumando ed era quasi a corto di fiato. Per l’altro invece sembrava che la fatica non esistesse, nessuna stanchezza, nessuna fatica a mantenere la trasformazione; sembrava fresco come una rosa.
Subito Nero scagliò un fendente energetico, evitato da Vergil con un avvitamento, poi saltò e si spinse più in alto con l’Air Hike, ad una buona altezza usò una delle sue tecniche più rapide: Calibur. Era sicuro che sarebbe riuscito a colpire Vergil, ma questi non solo lo evitò portandosi alle sue spalle, ma copiò la tecnica colpendo con precisione il giovane, poi non contento si teletrasportò davanti a Nero lo colpì in pieno viso con un guanto di Beowulf, evocò un gambale e con calcio roteante lo sbalzò all’indietro, si teletrasportò sopra di lui colpendolo in rovesciata alla schiena facendolo schiantare al suolo e completò il tutto con lo Star Fall, centrando il bersaglio. Nero era al tappeto, il Devil Trigger affievolito e lui privo di sensi.
Vergil pensando che fosse abbastanza gettò la Red Queen a terra e con passo calmo si diresse verso quello che doveva essere lo sconfitto.
<< Hai perso. Devo dire che sono stato clemente con te, consideralo un regalo per la tua resistenza. Ora mi riprenderò ciò che è mio di diritto. >>
Avvicinò la mano alla Yamato nel tentativo di prenderla, ormai nessuno l’avrebbe fermato.
<< P-prendi … q-questo!!!! >>
Nero con rapidità si alzò sulle mani quasi a fare una verticale e con un doppio calcio colpì all’addome il suo avversario, facendolo indietreggiare. Si rimise in piedi con un acrobazia e afferrò la sua Red Queen, caricò le sue armi di energia demoniaca, mettendoci tutto quello che era rimasto del suo potere e scagliò la sua tecnica più devastante.
<< Showdown!!!! >>
Una serie di velocissimi fendenti travolse Vergil, il quale subì indifeso la tempesta di attacchi, infine Nero completò il tutto con un ultimo fendente doppio che mise al tappeto Vergil. Il figlio di Sparda, a terra dolorante si ritrasformò in umano.
<< M-maledetto! >>
<< L’unica cosa che ti spetta di diritto è una batosta. >> disse Nero annullando il suo Devil Trigger.
<< Tu, moccioso… >> Vergil si rialzò barcollando.
<< Ridammi l’arma che fu di mio padre!!!!! >>
Si ritrasformò in demone velocemente e caricò verso Nero, evocando nuovamente i guanti di Beowulf, cercando di sferrare un pugno. L’altro allora rimise dietro la schiena la Red Queen e con la Yamato cercò l’affondo. Si sarebbero scontrati violentemente se …
 
Dall’alto un uomo si calò parando con la mano il pugno di Vergil e con la sua spada bloccò la Yamato.
<< State facendo un party senza di me e questo non posso permettervelo. >>
I due videro chi li aveva fermati e pronunciarono un solo nome; lo stesso.
<< Dante. >>
 
 
 

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Capitolo 7
*** Riunione di famiglia ***


<< Chi volevate che fosse? La fata turchina? >>
E li spinse via entrambi.
<< Che diavolo ci fai qui? >> chiese Nero.
<< Niente di che ragazzino. Passavo di qui per puro caso. >>
Nero scosse la testa ridendo.
<< Si, certo. Puro caso. >>
Dante poi si voltò in direzione del fratello, nuovamente ritrasformato in umano e un po’ affaticato. A quanto pare il duello con Nero alla fine aveva stancato anche lui. Ma subito riassunse quell’aria da superiore e freddo, pulendosi la giacca e fissando negli occhi il suo consanguineo.
<< Non sei cambiato di una virgola. >> commentò Dante incrociando le braccia.
<< E tu sei rimasto lo stesso idiota che eri 15 anni fa. >> fu la replica di Vergil.
<< Ne sono passati così tanti? Eppure mi sembra non ci vediamo da un paio. >>
Nero ridacchiava, quei due a quanto pare non andavano d’amore e d’accordo come veri fratelli o meglio, Dante cercava di essere gentile e provava a fare il bravo fratellino, Vergil sembrava invece deciso a non avere troppi contatti.
<< Che hai da ridere ragazzino? >> lo richiamò Dante.
<< Niente. Anche se siete fratelli, non sembra che andiate molto d’accordo. Che c’è da piccoli vi facevate i dispetti? >>
<< Bada a come parli. Queste sono cose che non ti riguardano. Comunque devi ringraziare mio fratello che ti ha salvato da una sonora lezione. >> Vergil fu molto acido.
<< Eppure sembrava che io ti avessi messo con il culo per terra. Va bene ( afferra il manico della Red Queen)  se vuoi possiamo riprendere. >>
Nero era deciso e si rimise in posizione di combattimento, poi con il suo braccio demoniaco invitava Vergil a rifarsi avanti. Ma Dante subito intervenne dandogli un pugno in testa.
<< Ma che diavolo fai? >>
<< Nero, basta così. >> Dante era serio ora.
<< Sono venuto qui per un preciso scopo. >> continuò poi.
<< E quale sarebbe? Rivedere se stavo bene, se ero vivo dopo il nostro scontro nel castello di Mallet? >> una punta di ironia era presente nel tono dell’albino in blu.
<< Anche, ma francamente volevo capire perché ti sei diretto qui. Ho sentito a km di distanza la tua energia demoniaca. >>
<< Sono qui per riprendermi la Yamato, e l’avrei fatto se non ci avessi interrotti. >>
<< Capisco. Bhè come vedi è in buone mani. >>
Vergil sembrò alterarsi molto a quella affermazione tanto che evocò un cerchio di spade trasparenti per poi farle sparire e riapparire intorno a Dante. Quello subito mise in alto le mani.
<< Ehi non vorrai mica combattere? >>
Le spade si scagliarono su Dante, il quale con una serie di capriole laterali le evitò.
<< Ok, come non detto. >> constatò l’acchiappa demoni.
<< Buone mani o no, quella katana è mia. Vorrei sapere come è finita nelle sue mani! >>
A quel punto Nero si affiancò a Dante e rispose a Vergil con fare spavaldo.
<< Era in un laboratorio sotterraneo del castello, spezzata in due. Quando arrivai in quel posto a quanto pare ha notato la mia presenza ed è venuta da me. Non so forse gli piacevo, magari voleva un padrone più bravo e meno freddo di te. >>
 
Vergil cercò di controllare la sua collera, ma a stento ci riusciva. Quel ragazzo lo infastidiva e molto, oltretutto possedeva la sua arma e non aveva alcuna intenzione di restituirgliela, questo era del tutto inaccettabile!
Prima che Vergil facesse qualsiasi mossa avventata, Dante si affrettò a dire:
<< Gliel’ho affidata io. >>
<< Cosa? >> chiese incredulo Vergil.
<< Dopo lo scontro con una statua vivente delle dimensioni della Tour Eiffel. La Yamato sembrava in sintonia con lui e come vedi risveglia i suoi poteri di demone, per questo gliel’ho regalata. Concorderai anche che la sa usare piuttosto bene. >>
Le parole di Dante sembravano gettare altra benzina sul fuoco.
<< Non ne avevi il diritto, non mi importa se la sa usare o meno, è un regalo di nostro padre, me l’ha lasciata come sua eredità e poi non è un giocattolo, sapete cosa può fare quell’arma? >>
<< Può aprire i portali dell’Inferno, da cui escono ogni sorta di demoni. >> rispose Nero.
<< Vedi, sa anche cosa sa fare. >> aggiunse Dante scherzosamente.
Dopo aver parlato si ritrovò una spada evocata proprio puntata in faccia, a quanto pare suo fratello era proprio incavolato nero. Per questo mise la mano dietro la schiena e prese una delle due spade che aveva con se. Una era la Rebellion, l’arma che suo padre aveva lasciato in eredità a lui, l’altra era la Sparda, la spada omonima del Leggendario Cavaliere Nero. Proprio quest’ultima era stata presa da Dante, che la infilzò nel terreno, per poi invitare suo fratello a prenderla.
<< Non voglio un’altra spada Dante, voglio la mia. >>
<< Questa è tua. Solo non la riconosci. >>
Vergil non capì, ma si avvicinò e la prese, estraendola da terra. In mano sua la spada si illuminò, cambiando poi forma. La Sparda si tramutò nella Force Edge. Vergil alla fine comprese cosa Dante volesse insinuare. La Force Edge era prima nel suo vero aspetto, per questo non riusciva a riconoscerla. Dopo qualche attimo oltre all’impugnatura della spada, Vergil sentì qualcos’altro in mano. Si affrettò a mettere la Force Edge dietro la schiena e poi aprì il palmo della sua mano guantata; due amuleti erano in essa.
<< I ciondoli di nostra madre. >> commentò con nostalgia.
Quella forse per Dante fu la prima volta che rivide quell’emozione dopo tanti anni in suo fratello.
<< Erano quelli a risvegliare la vera forma della Force Edge. Quella spada mi aiutò a sconfiggere Mundus, tu mi hai aiutato a sconfiggere Mundus. >>
L’albino in azzurro continuò a osservare i due amuleti, poi lanciò a Dante il suo; quello dorato. Dante lo afferrò al volo, mettendoselo in tasca, mentre Vergil si mise il suo al collo, facendolo sparire sotto la maglia nera.
 
Un colpo di tosse poi richiamò i fratelli demoni.
<< Ok, so che non vi vedete da molto, ma io non voglio assistere a questa noiosa riunione di famiglia. >>
Nero subito cercò di cacciare la drammaticità di quel momento.
Dante subito rise.
<< Ehi sai che dissi la stessa cosa durante il primo scontro sulla Temen- ni- gru? >>
Nero sorrise, poi guardò in faccia Vergil.
<< Bhè so quanto tieni a quest’arma, ma non posso ridartela. Hai ucciso della gente innocente! Forse se non l’avessi fatto avrei capito, ma adesso se la vuoi dovrai strapparmela dalle mani. >>
<< Ecco che ci risiamo, se vi menate ancora non vi interrompo. >> commentò arreso Dante.
<< Ragazzino, nulla mi farebbe più piacere di farlo, ma forse se ti spiego il motivo per cui la rivoglio davvero me la renderai, senza farti male. >>
<< Parti già male, Vergil. >> Nero aveva intenzioni bellicose.
<< Quella spada mi serve … per distruggere una volta per tutte Mundus. >>
<< Cosa?! >> disse Dante.
<< Chi? >> chiese Nero, che già prima aveva sentito quel nome.
 
A quanto pare il ritorno di Vergil non portava buone notizie.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Dante vs Vergil parte 1 ***


Dante non riusciva a crederci; Mundus non era stato sconfitto del tutto. Ricordava le sue parole, quel            “ ritornerò”, ma pensava davvero di averlo distrutto.
<< Quindi … mi stai dicendo che io avrei fatto tutta quella gran fatica … per sentirmi dire che non l’ho finito? Tsk! A quanto pare andiamo bene. >> concluse sarcasticamente Dante.
<< A quanto pare no, ma non mi stupisco del tuo fallimento, non sei bravo a concludere le cose. >> una frecciata molto dura, quella di Vergil.
<< Io non so nemmeno di chi state parlando, chi diavolo sarebbe questo Mundus? >> Nero era spaesato.
Dante sospirò, poi iniziò a camminare in avanti, girandosi verso Nero quasi subito e con fare teatrale iniziò a raccontare:
<< Circa 2000 anni fa, una guerra tra umani e demoni … >>
<< Quella storia la so, vedi di andare al punto. >> il giovane non era un tipo paziente.
<< Sei proprio un ragazzino. In poche parole Mundus è colui che fu sconfitto da mio padre nella grande guerra tra demoni e umani, nonché suo fratello. >>
<< In poche parole è vostro zio??!! >> Nero era incredulo.
<< Perspicace. >> commentò sarcasticamente Vergil.
<< Ok, prima che iniziate a picchiarvi come due scolaretti concludo. Io sconfissi Mundus un paio di anni fa, poiché minacciava di ritornare e scatenare un’altra guerra, ma a quanto pare il colpo di grazia che gli diedi non lo ha distrutto come pensavo. >> concluse Dante.
Nero assimilò tutto il discorso nella sua mente, poi guardò entrambi i fratelli e rise. Rise tanto, tenendosi la pancia e questo fece rimanere stranito Dante, mentre il fratello si limitò a un “ tsk! Umani!”
 
<< Dante, a quanto pare hai una famiglia abbastanza tragi-comica. Tuo padre che si rivolta contro i demoni, sconfigge il fratello, fa due figli di cui uno è l’acchiappa demoni più strano del mondo e l’altro più freddo e serio di qualsiasi persona o demone ci sia al mondo. >>
<< Dove lo vedresti il lato comico ragazzino? >> chiese un Dante divertito anche lui.
<< Non lo so, a me fa ridere. >>
<< D’accordo, comunque stiamo perdendo il filo del discorso. >> Dante si fece nuovamente serio.
In seguito si rivolse nuovamente al fratello.
<< Sei venuto qui per riprendere la Yamato e adesso mi dici che Mundus è tornato. >>
<< Non è tornato Dante, o meglio non ancora. Ho detto che la Yamato mi serve una volta per distruggerlo definitivamente. O meglio per distruggerlo mi serviranno tutte e 3 le spade di nostro padre. Una me l’hai già consegnata, le altre due le avete voi. Per cui vi chiedo di darmele. >>
<< Adesso vuoi anche la Rebellion? Scordatelo fratellino, piuttosto non potremmo aiutarti a sconfiggere una volta per tutte il nostro caro zietto? >>
<< E se io non volessi il vostro aiuto? >>
<< L’ultima volta sei finito a fargli da schiavo, vuoi esserlo ancora? >>
<< Ora sono più potente, forse anche più potente di Sparda. E ora consegnatemi le spade, altrimenti ve le strapperò di mano. >>
 
Nero stava già caricando un fendente di energia con la Yamato, ma Dante mettendogli il braccio davanti lo fermò.
<< Vuoi dargli le spade? >> chiese Nero scocciato.
<< No, o meglio non facilmente. Senti Vergil facciamo così, battiamoci. Se vinco io tu accetterai il nostro aiuto, se perdo avrai le spade. >>
Vergil ci pensò su, forse la proposta di Dante non era male. Misurarsi con suo fratello sarebbe stato un buon test e poi adesso che aveva nuovamente la Force Edge poteva scatenare tutto il suo potere. Con Nero a dir la verità si era anche un po’ trattenuto, mentre con Dante avrebbe potuto anche non farlo, dato che lo reputava un degno avversario.
<< D’accordo, ci sto. Ma sarebbe stato più semplice se me le avessi consegnate. >>
Impugnò la Force Edge, nello stesso modo in cui la impugnò 15 anni fa, nel loro scontro sul fiume.
<< E dove sarebbe stato il divertimento? Inoltre siamo sull’1-1, non credi sia il momento dello scontro decisivo? >>
Il Devil Hunter prese la Rebellion.
<< L’hai detto, fratello. >> concluse Vergil.
<< Meglio che mi tolga di qui o potrei fare il terzo in comodo. >>
Nero si affrettò a trovare una sistemazione adeguata, in cima alla statua di Sparda.
 
I due fratelli girarono in cerchio, squadrandosi, facendo roteare le loro armi e sfidandosi già con gli occhi e la mente. Poi in un attimo le lame si incrociarono subito, Dante lo spinse via e subito tentò l’affondo con lo Stinger, deviato con la Force Edge da Vergil, il quale sbilanciò il fratello con una gomitata e eseguì anche lui lo Stinger, centrando il bersaglio. O meglio quello che centrò non fu proprio il bersaglio, ma la sua arma.
<< Andiamo, non mi faccio fregare dalla mia stessa tecnica. >>
Dante poi spinse nuovamente il fratello via e passando allo stile Trickster eseguì un Dash per raggiungerlo subito, poi passò allo Swordmaster e con maestria fece roteare in avanti la spada verso Vergil, che fu colpito dalla mossa, tanto da essere sbalzato in alto, il fratello lo seguì in aria e lo riportò verso il basso con un fendente in discesa.
<< Che c’è, fuori allenamento? >>
Vergil si rialzò subito.
<< No, diciamo che hai avuto fortuna. >>
 
Lo scontro tra fratelli era appena cominciato.
 
 
 

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Capitolo 9
*** Dante vs Vergil parte 2 ***


<< Che c’è Vergil, fuori allenamento? >>
Vergil si rialzò subito.
<< No, diciamo che hai avuto fortuna. >>
Subito Vergil si rimise in guardia per poi lanciarsi nuovamente all’attacco; Dante non si fece trovare impreparato e anche lui con la guardia alta si preparava al contrattacco. Vergil tentò un fendente orizzontale che fu subito intercettato, poi ne provò un altro in verticale, il quale ebbe lo stesso esito del primo, e così via gli altri. Ogni volta che Vergil attaccava Dante parava, schivava, rispondeva; gambe, spalle, volto, collo, l’albino in blu cercava di colpire ogni punto, ma trovava sempre la lama della spada del fratello pronta a proteggere il proprio padrone.
 
Nero dall’alto della statua osservava lo scontro, impressionato dalla concentrazione e dalla forza degli attacchi dei due demoni. Era uno scontro silenzioso, in cui non c’era spazio per le parole, erano le spade a parlare con la loro voce metallica ogni volta che le lame si toccavano. Era una voce forte e stridente, che riecheggiava nel grande ambiente del teatro, il quale al suo interno stava proponendo uno spettacolo inedito quale la battaglia di due fratelli demoni. Il giovane si mise comodo a sedere sulla testa della statua, quasi a voler fingere di essere lo spettatore di quell’insolita opera.
<< Se avessi dei pop corn ora, sarebbe veramente perfetto. >>
 
Ennesimo attacco del blu, ennesima difesa del rosso; i due adesso si trovavano con i volti vicini, frutto dell’ennesimo incrocio delle lame.
<< Sei noioso quando combatti Dante. >> disse Vergil
<< Ah questa è bella, ti vesti di blu e nero, parli poco, sei freddo come il Polo Sud e io sarei il noioso? >>
Fu la risposta ironica di Dante.
<< Combattere non è solo difendersi sai? >>
<< E attaccare sempre non è una buona idea >>
Dante spinse via il fratello e cercò nuovamente di colpirlo con lo Stinger, però Vergil, poco prima di essere colpito, si smaterializzò.
<< Oh andiamo, ora che attacco io sparisci pure. >>
Si guardò intorno, cercando di individuare il suo avversario, , ma la sua ricerca non diede esito.
<< D’accordo, si sa sempre  che se un tuo avversario non è a terra … >>
Guardò in alto.
<< … piomberà dall’alto! >>
Ed eseguì un High Time che fermò l’Helm Breaker di Vergil che dopo lo scontro delle lame, per via della forza del colpo e della presa sulla spada rimase a mezz’aria. Nuovamente l’albino in blu si smaterializzò e ricomparve di fronte al fratello; impugnò la Force Edge con la lama rivolta verso Dante e la scagliò verso di lui eseguendo il Round Trip.
<< Ah ma questo lo so fare anche io. >>
E subito il Devil Hunter eseguì la stessa mossa. Le due spade si incontrarono e iniziarono a danzare, come se ora fossero loro due i contendenti della battaglia, dotati di vita propria, senza nessun padrone.
Vergil evocò i Beowulf e si teletrasportò in aria eseguendo un violento Starfall. Il gemello non si fece trovare impreparato e evocando i Gilgamesh, portò il braccio all’indietro caricando il pugno e quando brillò due volte scagliò un Beast Uppercut, parando la tecnica del consanguineo.
 
<< Che scontro! Questo mi fa rimpiangere ancora di più i pop corn. >> commentò Nero dall’alto della statua.
 
Vergil eseguì una capriola all’indietro per recuperare posizione, ma Dante fu più furbo; scattò verso di lui e lo colpì a mezz’aria ripetutamente con il Kick 13, sbalzando di diversi metri in avanti gemello. Poi estrasse le sue fide pistole, passò allo stile Gunslinguer e iniziò a sparare all’impazzata.
Il suo avversario richiamò subito la sua arma, che abbandonò lo scontro con la Rebellion e, una volta impugnata, la fece roteare deviando tutti i proiettili, adesso schegge impazzite che vagavano per tutta la stanza, rischiando di colpire sia Dante che Nero. Il primo, con lo stile Trickster, li evitava grazie ai Dash, mentre il secondo, accortosi che alcuni colpi arrivavano nella sua direzione, li tagliò con la Yamato che impugnava ancora.
L’albino blu vide la scena e un’idea gli balenò in testa. Si teletrasportò fulmineo davanti a Nero, il quale aveva la guardia aperta, e gli sferrò un calcio in petto, facendolo sbattere alla parete. La botta fu talmente violenta da fargli mollare la katana che fu prontamente afferrata da Vergil, il quale atterrò in piedi sulla statua. Nero cadde verso il suolo ma Dante lo afferrò in tempo e lo adagiò su una panca.
<< Ehi ragazzino, tanto così e finivi con l’essere una frittella. >>
Nero subito si tirò a sedere, mentre con una mano si teneva il punto colpito.
<< ngh … d-dannazione se … fa male. Aspetta, dov’è la Yamato? >>
Si accorse che non era più nelle sue mani.
<< L’ha presa Vergil, ha approfittato del nostro momento di distrazione per recuperarla. Tipico stile di mio fratello, fa di tutto per recuperare le sue cose, anche quando eravamo piccoli e io non gli ridavo i giocattoli. >> rise il devil hunter.
<< Tu ridi? D-diavolo se fa male, proprio in pieno petto. Ha preso la Yamato, non è leale, non ha rispettato il patto! >>
<< Tu sta tranquillo, lo scontro non è finito. >>
E si rivolse al gemello che stava osservando la sua katana, squadrandola in ogni centimetro, come a voler verificare la sua condizione.
<< Ehi Vergil! Non mi sembra corretto, avevamo detto che se mi avessi battuto avresti avuto le spade. Non durante il combattimento. >>
Quello si mise dietro la schiena la Force Edge e facendo materializzare il fodero della katana nella sua mano la rinfoderò.
<< Questa katana è mia, non devo combattere per riaverla. Comunque sta tranquillo, ti batterò e avrò anche la tua spada, così otterrò la completa eredità di nostro padre. >>
Saltò giù dalla scultura.
<< Non vorrei rovinare i tuoi piani … anzi no, ho decisamente intenzione di rovinarli. Non è solo una questione che riguarda te e lo dovresti sapere, lascia che ti aiutiamo. >>
<< Non ho bisogno di alcun aiuto, sarai tu al massimo ad averne bisogno, quando dovranno mettere insieme i tuoi pezzi >>
Avvolto da un campo di forza fucsia Vergil si trasformò in demone.
<< Si inizia a fare sul serio dunque. Perfetto, non aspettavo altro. >>
Dante impugnò nuovamente la Rebellion che aveva recuperato poco prima di salvare Nero e ativò anche lui il Devil Trigger.
 
<< Ora si che succederà un casino. Tsk! Giuro che appena terminano la farò pagare a Vergil. >> sentenziò Nero dolorante.
 
 
Lo scontro tra fratelli entrava nel vivo adesso.
 
 

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Capitolo 10
*** Dante vs Vergil: atto finale ( ? ) ***


Dante e Vergil erano l’uno di fronte all’altro. Entrambi trasformati in demoni, entrambi avvolti da aura demoniaca e scariche elettriche; entrambi determinati a vincere la battaglia, la quale aveva un esito decisamente incerto. I due contendenti erano molto forti, con poteri eccezionali di cui avevano immediatamente fatto sfoggio, sin dalle prime fasi del combattimento. Era chiaro fin da subito ad entrambi che non sarebbe stato facile e avevano cercato di fare sul serio sin dall’inizio; con la piega che aveva preso in quel momento la contesa però, sembrava che si fossero solo riscaldati per tutto il tempo e solo ora avevano deciso di fare sul serio.
<< Sei pronto Vergil? >>
<< Sono sempre pronto fratello, preparati a finire sconfitto dal mio potere. >>
<< Un semplice si bastava. Ti preferivo quando eri Nelo Angelo, parlavi molto meno. >>
 
La voce distorta dei due demoni echeggiava nel grande spazio in cui erano. Nero seduto sulla panca, con ancora la mano sul petto, si preparava ad assistere ad un altro atto del bellicoso spettacolo, quasi invidioso di non poterne prender parte; ma quell’invidia era ricacciata indietro al pensiero che fosse una “ questione di famiglia” e lui sapeva, di non centrare niente. Così si accontentava di essere solo uno spettatore.
 
<< Adesso basta parlare. >>
Subito Vergil materializzò un cerchio di spade evocate attorno a se.
<< Combattiamo! >>
Ne fermò la rotazione, le dispose in due file verticali e le scagliò contro il suo avversario. Quello subito passò allo stile Royalguard e le parò tutte con il Royal Block, il quale consentì al demone rosso di portare al minimo i danni, ma il fratello non gli diede tregua e iniziò a scagliarne altre, sempre bloccate da Dante con il suo blocco reale. La cosa andò avanti per un minuto abbondante e ciò spazientì molto il consanguineo.
<< Hai intenzione di continuare sulla difensiva? >>
<< Scopriamolo. >>
In un attimo Dante passò al Trickster e scomparve.
<< Astuto. >>
Riapparve davanti al fratello e passando al Royalguard cercò di colpirlo con il Royal Release, ma il demone blu, che aveva previsto la mossa dell’avversario, evocò i guanti di Beowulf e parò il colpo con un Uppercut, poi si teletrasportò sopra l’avversario, evocò nuovamente il cerchio di spade, stavolta esse ruotavano in verticale, e calò in picchiata con lo Starfall.
<< Para questo se ci riesci! >>
Il suo attacco emanò una luce blu, facendolo sembrare una vera stella cadente pronta a schiantarsi. Dante sapeva bene quanto fosse forte quell’attacco, così con un Triple Dash scattò all’indietro evitando il colpo e mandando Vergil a vuoto, che si schiantò al suolo provocando un forte urto e sollevando una gran quantità di fumo. Da esso rapide emersero le spade evocate, alla ricerca del loro obbiettivo e pronto a trafiggerlo, ma il Devil Hunter contrattaccò con lo Stinger potenziato dal Devil Trigger e travolse e distrusse le spade, dirigendosi come un proiettile verso Vergil, la cui ombra era visibile dalla cortina di fumo. Questo anziché schivare, scattò contro il fratello, impugnando la Force Edge ed eseguendo anche lui lo Stinger potenziato. Lo scontro tra i due colpi provocò un’onda d’urto violenta che fece volare all’indietro i due e sbalzò all’indietro anche la panca su cui era Nero, il quale saltò prima di schiantarsi contro il muro, per poi atterrare vicino alla porta d’ingresso.
<< Ragazzi quei due combineranno un casino qui dentro. Se continuano mi toccherà pagare i danni. >> commentò il comandante dell’ordine della Spada sconsolato.
 
Dante atterrò con entrambi i piedi sul muro, per poi darsi la spinta e ripartire all’attacco; lo stesso fece il gemello che rimise dietro la schiena la Force Edge ed estrasse la Yamato. Le lame delle due spade si scontrarono insieme alle teste dei due possessori, i quali scomparirono.
<< Dove sono finiti? >> si domandò Nero.
Li cercò con gli occhi per tutta la sala, ma non gli trovò. All’improvviso udì un rumore verso l’alto e alzò gli occhi, ma non trovò niente. Poi lo sentì a terra di fronte a sé, ma niente anche stavolta. Un’altra volta lo sentì al centro del palco e riuscì a vedere due fendenti d’aria che si incrociavano, in seguito vide gli stessi fendenti più volte in altri punti, sia in aria che in terra.
<< Combattono ad una velocità così elevata che si vedono solo i loro colpi, ci sanno decisamente fare. >>
 
Dopo alcuni minuti di combattimento a super velocità, Nero vide qualcosa cadere e schiantarsi a terra. Era Dante!
<< Ah! Ragazzi che botta! >>
<< Dante! Tutto bene? >>
<< Si ragazzino, tutto bene. >>
<< Dov’è la tua spada? >>
La risposta alla domanda di Nero trovò risposta non appena vide Vergil scendere in picchiata con in una mano la Yamato e nell’altra la Rebellion, con cui intendeva infilzare Dante.
<< Oh ti prego, non di nuovo. >>
E Vergil discese centrando l’obbiettivo … o almeno così credeva, non c’era nessuno sotto di lui. Il demone rosso era riuscito con una capriola all’indietro a spostarsi in tempo.
<< Sei agile. Devo ammetterlo, rispetto al nostro scontro sul fiume sei diventato molto più forte. Ma non ti basterà per vincere. >>
<< Fermarti al complimento no eh? >>
Mentalmente richiamò la sua arma, che si liberò dalla presa di Vergil che la costringeva al suolo e ritornò nelle mani del suo proprietario.
<< Sai bene che non potremo rimanere trasformati a lungo, quindi ci conviene concludere ora, prima che esauriamo le energie. >>
<< Parla per te, i miei poteri mi permettono di poter mantenere la mia forma demoniaca per molto più tempo! >>
E  il demone blu si lanciò in un Rapid Slash potenziato dal DT, Dante saltò per evitarlo e poi con un Air Hike andò più in alto, posizionandosi esattamente sopra il gemello. Dopodichè passando allo Swordmaster calò con un Helm Breaker che colpì Vergil in pieno.
<< Preso! >>
Poi approfittando del fatto che fosse ancora al suolo lo tempestò con il Milion Stab, ovvero con una tempesta di stoccate e per finire completò la combo con un Quick Drive che lo scaraventò sul muro, facendoglielo sfondare.
 
<< Così si fa, grande! >> esultò Nero battendo le mani.
 
Era sicuro che in quel momento il Devil Hunter avesse posto fine allo scontro vincendolo, così si avvicinò a lui applaudendo ancora, come fa uno spettatore alla fine di un film o spettacolo teatrale particolarmente gradito.
<< Hai fatto vedere a tuo fratello chi comanda. Perché adesso non annulli la trasformazione? >>
Ma Dante non sembrava della stessa idea di Nero, stava aspettando una qualche contromossa da parte del fratello, certo che non bastava così poco per metterlo KO.
<< Non sono sicuro di averlo battuto, mio fratello non è il tipo di demone che puoi abbattere con una banale combo. >>
<< Stai dicendo che potrebbe tornare all’attacco? >>
<< Direi di si, ti conviene allontanarti perché ho il sospetto che i giochi siano ancora aperti. >>
Il giovane era scettico sull’affermazione del demone rosso, ma fece comunque ciò che gli fu consigliato e tornò vicino alla porta d’ingresso.
<< Allora Vergil, non credo tu sia fuori combattimento, quindi che ne dici di riprendere? >> incitò il cacciatore di demoni, alzando la voce per potersi far sentire meglio.
 
<< Direi che sono d’accordo. >> la voce di Vergil echeggiò sonoramente.
Immediatamente sbucò dal buco nel muro, correndo a tutta velocità e agitando sia la Yamato che la Force Edge davanti a se con una velocità inumana. Il gemello subito si mise in guardia con la spada davanti a se, pronto a ricevere la tempesta di colpi, la quale non tardò ad arrivare. Erano fendenti molto veloci,quasi a superare la velocità del suono e Dante non riusciva a intercettarli tutti; a stento riusciva a pararne alcuni, altri lo ferivano con tagli superficiali. Ad un certo punto il demone blu aumentò ancora la velocità e dante non riuscì più a pararli; subì in pieno tutta la potenza dell’attacco.
<< Gaaaaaah!!! >> urlò dal dolore che i colpi infliggevano.
<< Ed ora cala il sipario! >> la voce di Vergil preannunciava l’assalto finale.
Arrestò l’attacco, rimettendosi la Force Edge dietro la schiena, lasciando Dante barcollante e stordito dai colpi e usando la Yamato sprigionò un’aura azzurra che avvolse tutto fermando il tempo, poi scomparve e diversi fendenti di energia blu comparvero circondarono Dante e tutto l’ambiente intorno a lui nel raggio di un metro. Vergil riapparse subito dopo e, rinfoderando la Yamato fece esplodere i fendenti, riavviando anche il tempo. Il gemello fu investito dalla scarica di colpi e cadde a terra stremato, annullando anche la trasformazione.
<< Dante!!! >> gridò Nero preoccupato e shockato da quel che sembrava la sconfitta del suo amico.
<< Direi che è finita. >> sentenziò Vergil, ritrasformandosi.
 
Vergil sembrò aver vinto.
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** La vittoria (apparente ) di Vergil ***


<< Dante!!! >> gridò Nero preoccupato e shockato da quel che sembrava la sconfitta del suo amico.
<< Direi che è finita. >> sentenziò Vergil, ritrasformandosi.
 
Vergil sembrò aver vinto.
               
Nero era immobile, sconcertato. Dante, il famoso acchiappa demoni figlio di Sparda e secondo eroe di Fortuna, era stato sconfitto da suo fratello. Non che ciò fosse davvero impossibile, d’altronde Vergil si era dimostrato un osso veramente duro, ma non pensava che sarebbe bastato a causare la sconfitta del Devil Hunter.
 
<< Come pattuito la Rebellion è mia. >> Vergil espresse a voce la sentenza del combattimento.
Camminò verso il corpo esamine del fratello e quando lo raggiunse si chinò e afferrò la spada dalla sua mano. Si rialzò, esaminò l’arma e poi diede le spalle al gemello; allontanandosi. Si diresse verso Nero, ancora in preda allo shock. L’albino in azzurro si fermò di fronte a lui distanziandolo di 2 o 3 metri, come a voler assicurarsi uno spazio di reazione ad una sua possibile mossa d’attacco. Ma quella non arrivò mai, quindi continuò ad avvicinarsi al ragazzo.
<< Perché? >> chiese improvvisamente il giovane abbassando la testa e stringendo i pugni.
Vergil non rispose, continuando ad avvicinarsi e a guardarlo impassibile.
<< Perché Vergil? PER QUALE DIAVOLO DI MOTIVO?!! >> urlò Nero.
Il figlio di Sparda si fermò senza cambiare però espressione e senza rispondere.
<< Non rispondi maledetto?!! >>
<< Perché dovrei rispondere a una domanda così vuota? >>
Calmo, freddo, come se non avesse appena concluso un combattimento fratricida. Vergil in quel momento era ghiaccio puro. Ghiaccio che andava a scontrarsi con il fuoco rappresentato da Nero.
<< Vuota? Cos’è oltre che muto sei anche stupido?! Perché diavolo lo hai ucciso?!! Era tuo fratello, anche se a malapena lo consideravi tale, era pur sempre un tuo familiare!!! Lo hai ammazzato solo per una spada!!! >>
<< Ammazzato? Devi essere tu lo stupido ragazzo. Dante è svenuto, non morto. Per quanto la mia tecnica finale sia stata devastante non era alla massima potenza, inoltre Dante è pur sempre un figlio di Sparda, non muore per così poco. >>
Nero sgranò gli occhi, Vergil non aveva ucciso il fratello! Si era sicuramente trattenuto dallo sferrare il colpo finale alla massima potenza, eppure non era sembrato così quando la tecnica era stata scagliata.
<< Non lo hai ucciso? >>
<< No. Io volevo solo la sua spada per combattere Mundus. Quando lo avrò eliminato la renderò al suo possessore, non amo le spade rozze. >>
 
 
<< Quindi non ami nemmeno l’ombra di una spada rozza vero? >>
Vergil e Nero si guardarono intorno stupiti; la voce riecheggiante nell’edificio apparteneva a Dante, ma lui giaceva al suolo!
<< Com’è possibile? >> chiese confuso Nero.
Vergil non rispose alla domanda, indirettamente rivolta a lui. Nemmeno l’albino azzurro si capacitava di come fosse possibile sentire la voce di Dante, sana, tranquilla e non affaticata. Non l’aveva dunque colpito? Impossibile. Lo aveva colpito in pieno, a meno che …
<< Doppelganger. >> disse improvvisamente Vergil tornando a guardare la Rebellion in suo possesso. Essa divenne nera e si dissolse come un ombra. Si girò verso il corpo di dante e anche quello si dissolse.
<< Arguto come sempre fratellino. >> ritornò la voce dell’acchiappademoni.
<< Doppel.. che? >> Nero era ancora più confuso.
<< Hai ancora quello stile Dante? >> Vergil si rivolse alla voce, guardandosi intorno e cercando di individuare il fratello.
<< Si e direi che mi ha salvato le chiappe in piena regola. >>
Dettò ciò calò un silenzio tombale che durò qualche minuti prima che il rumore di un corpo in picchiata libera decise di spezzarlo.
I due demoni alzarono lo sguardo verso l’alto, osservando una figura che stava discendendo verso di loro velocemente; una figura in rosso, Dante.
Vergil fece in tempo ad evocare uno sbarramento di spade fantasma come protezione contro l’Helm Breaker di Dante, il quale infranse la difesa e costrinse il fratello ad una parata con la Yamato. Poi Dante scattò all’indietro e si affiancò a Nero.
 
<< Come diavolo hai fatto si può sapere?! >> Nero sperò che almeno questa domanda fosse ascoltata.
<< Ragazzino hai mai sentito parlare di Doppelganger? >> Dante era divertito dall’ignoranza di Nero.
<< Te lo avrei chiesto altrimenti? >>
<< Non ti agitare, te lo spiego subito, sembra che anche mio fratello voglia una spiegazione. >>
Dante aveva ancora quell’aria divertita.
<< Togliti quel sorriso Dante, un singolo colpo di genio non fa di te un eccellente stratega. >>
<< Eppure la tua faccia poco fa diceva il contrario, o evocare la mia ombra come diversivo non è abbastanza? >>
<< Basta chiacchiere finiamola qui! >>
Vergil corse verso dante con la Yamato sguainata e pronta a colpire.
<< Cala il sipario! >>
Dante gli andò incontro con lo Stinger.
 
<< E la mia spiegazione? >> chiese un’ultima volta il povero Nero.
 

 

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