I desideri nascosti del cuore, non muoiono mai

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nostalgia ***
Capitolo 2: *** Desideri e rimpianti ***
Capitolo 3: *** Il segreto di Sam ***
Capitolo 4: *** Il leggio ***
Capitolo 5: *** Un desiderio..l'ultimo. Che lui mi accompagni per sempre ***



Capitolo 1
*** Nostalgia ***


Erano passati dei mesi da quando fu smantellata la squadra di Ketch, gli altri uomini di lettere; mesi dalla morte di Castiel – anche se diversi angeli sparsero la voce che era vivo, nascosto chissà dove – mesi da quando Crowley morì e Mary era rinchiusa in un’altra dimensione e Dio sa solo che cosa stava passando e se era ancora viva; per quanto riguardava il figlio di Lucifero, era tenuto in custodia da alcuni arcangeli potenti, affinchè non potesse fare nessun male a qualcuno, angelo o umano che fosse, finchè non avessero capito che cosa fare di lui.
 


In quei mesi, Sam era convinto che Dean si sarebbe dannato l’anima – il paragone era però terribile – per trovare un modo per riportare la loro madre a casa da loro e invece non aveva fatto niente.

Sam non gliene faceva una colpa, né lo rimproverava, anzi, lui era l’ultimo che poteva parlare, dopo come si era comportato quando Dean era scomparso in Purgatorio, anzi, forse ora Dean poteva capirlo un po’ di più ed egoisticamente Sam avrebbe dovuto essere contento di questo..ma non lo era!

Sam avrebbe preferito il contrario, pur di non far conoscere mai a suo fratello lo stesso sentimento di inadeguatezza, di rassegnazione, di impotenza che lo aveva attraversato.
 

Si chiese se fosse una cosa derivata dall’età, forse stavano invecchiando? Non poteva fare a meno di fare il paragone tra il Dean di adesso e quello di una volta.
 

Questo Dean, era stanco, rassegnato, era sempre corrucciato, triste, con un’espressione dura e sembrava anche perennemente annoiato, come se la caccia non lo entusiasmasse più, come se salvare vite non lo rendeva più euforico..non era più una cosa che dava felicità, né una cosa di cui essere orgogliosi, ma una tappa obbligata, un dovere, non una ragione per essere contenti, una cosa che rendeva felici, ma un qualcosa che doveva fare per forza, e in più, non era mai abbastanza, perché c’era sempre qualcos’altro, qualcun altro da salvare, il mondo era sempre alla deriva, mai al sicuro, c’era sempre un nuovo malvagio dietro l’angolo.
 
 




“Ti ricordi l’ultima volta che siamo stati spensierati?” gli chiese Sam, cercando di prendere il discorso alla lontana.
Dean, seduto alla scrivania, guardando il suo computer, lo guardò torvo.

Una volta accendevi quel computer solo per informarti sugli omicidi

“Non siamo mai stati spensierati. Forse ti riferisci a un universo parallelo.”

Ti sbagli. C’era un tempo in cui non eri così perennemente spento.

“Invece io penso di ricordare un Dean affamato di hamburger e un Dean che sghignazzava dietro le cameriere e che prendeva a insulti i demoni.” Disse Sam, a voce più alta, con tono canzonatorio, cercando di buttarla in caciara.
Dean lo guardò di sottecchi.

“Ridendo.” Sottolineò Sam, sperando di ottenere una reazione e a Sam sembrò di vedere una luce brillare negli occhi del fratello, come se avesse voluto dirgli qualcosa,  ma poi Dean rispose con un annoiato:
“Sì, beh, avevamo anche vent’anni..”

“Ma…”

“E non avevamo ancora perso così tante persone!”

“Asp..dove vai?” chiese Sam, vedendo che il fratello si era alzato ed era più che bendisposto a non prendere parte a quella conversazione.
“A farmi un hamburger. Sperando che non siano già tutti scaduti quelli in freezer.”

Una volta non ne avrebbe lasciato neanche mezzo a fare la muffa in freezer… pensò Sam con nostalgia.
 

“Però io ti stavo parlando.” Disse Sam cercando di non lasciar trasparire il suo risentimento.
Dean si volse astioso.

“Va bene, Sammy. Allora parliamo dei vecchi tempi. Quelli in cui non avevamo ancora perso Cas, Bobby, mamma e papà, tutto il mondo, ma solo se mi fai un bel sermone di quanto spensierati e patetici eravamo!”
Sam restò sbalordito. Patetici? Non seppe che cosa dire.

“Come pensavo. Ho bisogno di bere.” Disse tornando in cucina.
 
 
 
Sam restò quindi sconsolato da solo, nella grande sala del bunker, sentendosi uno stupido e..probabilmente Dean pensava anche – insensibile –

Come poteva fargli quei discorsi quando avevano da poco perso la mamma – un’altra volta – e Castiel?

Eppure Sam non poteva fare a meno di pensarci. Nonostante tutti i problemi che avevano, gli mancavano i vecchi tempi.
 

 
 
 
 
Sam ricordava un Dean che si era introdotto in casa sua nel cuore della notte, fregandosene se Sam avrebbe potuto scambiarlo per un ladro e quindi ucciderlo. Avevano fatto la lotta al buio.

Che incoscienti… pensò Sam con un sorriso.

Quel giorno Dean era arrivato da lui e l’aveva quasi obbligato ad andare con lui.

Con sicurezza, sagacia, presunzione.

Niente a che vedere a quando mi lasciò libero di scegliere tra lui e Amelia…
 
 



Sam chiuse gli occhi e miliardi di flash cominciarono a trapassargli gli occhi.

Era il tempo dei

Guarda che roba, devi aggiornare la tua collezione di musicassette

Perché?

Tanto per cominciare, adesso si usano i cd. E poi.. Metallica?
 




Era il tempo delle fermate ai benzinai durante le giornate assolate

Guardare Dean fare benzina. Più volte. Ripetutamente.

Si fermavano più volte al benzinaio, perché non stavano mai fermi.
 
 



Era il tempo dei ogni due giorni un motel diverso

Dean che si svegliava la mattina e si andava a fare colazione

Dean che non usava nessuna vestaglia per dormire, ma i vestiti del giorno prima

E l’indomani mattina indossava una maglietta tutta stropicciata ma aveva dei muscoli e un fisico da risultare affascinante lo stesso.
 




Era il tempo dei sorrisi.

Dean, suo fratello sorrideva sempre.

I suoi occhi ridevano, la sua bocca lo prendeva in giro, continuamente

Perché mangiava insalata, perché era un secchione,

ma lo guardava sempre con tenerezza

le sue spalle erano rilassate, con una postura che denotava sicurezza, fascino

non erano curve, appesantite, e in linea difensiva come adesso.
 
 
Erano i tempi in cui Dean rideva sempre




I tempi in cui Dean era devotamente legato a John, a lui, a Bobby in una maniera così disarmante che spiazzava

Non voglio che tu te ne vada, appena questo sarà concluso

Tu, io e papà siete tutto quello che ho..vorrei che fossimo di nuovo insieme

Non puoi morire, Bobby, non ti permetterò di morire, sei come un padre per me!
 
 



Sam avrebbe voluto che il tempo tornasse indietro.

Ricordava quando Dean insultava i demoni e non provava nessuna affezione per loro.

Sapeva che si era affezionato a Crowley, nonostante quello che diceva.

Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ai tempi in cui non avevano ancora conosciuto Crowley.

 Non per cattiveria, ma perché prima del suo incontro, Dean era più spensierato, perché non aveva ancora passato questa linea in cui vedeva il bene e il male non separati.
Gliene aveva sempre fatto una colpa, ma, ora quasi rimpiangeva quel modo di vedere le cose.

Da quando vedeva le sfumature, era diventato più fragile, spento, confuso.
 
Sam rimpiangeva anche quel tempo in cui non avevano ancora conosciuto gli angeli.

Rimpiangeva il tempo in cui Dean gli diceva ridendo, che gli angeli non esistevano.

Ricordava la delusione che aveva visto nei suoi occhi, quando si rese conto che esistevano e com’erano in realtà.
 

Non era meglio forse un tempo, quando i demoni erano visti come male assoluto e gli angeli sembravano leggende eteree, invisibili all’occhio umano?
 

Castiel era loro amico, sì, avevano sofferto per la loro morte. Dean, soprattutto.

Per questo, Sam egoisticamente, avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, a quando ancora non avevano conosciuto Castiel, Crowley, Amara..perfino Dio!
Sì, perché forse la spensieratezza stava nel non sapere certe cose. Forse certe cose era meglio non saperle.
 

Era giusta forse la rinascita della loro madre perduta e poi ripersa in una dimensione che non potevano neanche raggiungere?
Lei aveva trovato la pace, per poi risprofondare di nuovo nell’inferno.
 
E era stata giusta forse la permanenza di Dean al Purgatorio? Forse la cosa che lo fece crollare definitivamente, assieme alla sua preoccupazione per quando aveva visioni dell’inf…
L’Inferno!

Ecco il momento in cui Dean aveva perso la sua spensieratezza.

Quando andò all’inferno.
Per colpa sua.
 
Ecco allora che Sam ricordò quella luce che brillò negli occhi di Dean quando gli aveva rammentato com’era una volta.
Probabilmente Dean aveva pensato che era cambiato quando era andato all’inferno.

Forse non del tutto, ma era stato l’inizio di tutto. Una sorta di primo sigillo, come quando Sam..

Spezzò l’ultimo.

E Dean non aveva voluto nominare l’inferno, perché sapeva che Sam sarebbe stato male a pensare che lui era la causa di tutto.
Sam però non era più il ragazzino orgoglioso di un tempo. Anche per lui molte cose erano cambiate.
 

Sam sapeva che non era l’inferno la sola causa di tutto, ma fu il primo tassello. Anzi forse il primo fu la morte di loro padre.
Poi arrivarono gli angeli, arrivò Lilith, i leviatani, la morte di Bobby..
 
Dean era morto dentro dopo la morte di Bobby. Sam lo ricordava bene, ma si sforzò di riprendersi perché Sam stava male. Aveva le visioni di Lucifero.
Dean doveva essere forte per lui.
 
Sam rimpiangeva molto quei tempi di spensieratezza, quando aveva 22 anni e Dean 26 e l’unica preoccupazione era quella di mettere in moto e semplicemente partire, non importava dove.
Si alzò e si diresse dal fratello, che era ancora in cucina.
 
 
“Dean?”

“Mh?”

“A-andiamo a fare un giro?”

“A quest’ora?”

“Sì. Mi farebbe piacere.”

Erano le paroline magiche. Bastava che Sam dicesse che una cosa gli faceva piacere e Dean accettava anche se non ne aveva nessuna voglia. Tutto pur di far contento il fratellino.
Almeno in questo, le cose non erano cambiate.
 
“Mmmm..va bene. Dove?” chiese.

“In moto. Non importa dove.” Rispose Sam.
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Questa era in assoluto la cosa più bizzarra che era capitata loro.

Erano passati alcuni giorni da allora e c’era stato un caso di lotta tra lupi mannari e vampiri, che Dean e Sam avevano dovuto fermare, perché stava creando parecchio scompiglio in una cittadina.
A quanto pare, i vampiri e i lupi mannari erano in preda a una sorta di allucinazione collettiva in cui seminavano il panico tra la gente, come se fossero ubriachi o preda di un qualche sogno.
Per fortuna non c’erano state vittime, ma numerosi testimoni avevano denunciato il fatto di essere inseguite e molestate da creature alquanto sinistre e in preda forse a un qualche tipo di droga.
 

Dopo varie indagini, Sam e Dean scoprirono che il responsabile era una sorta di cavalluccio marino dalle sembianze di un bambino di due anni, frutto del concepimento di un Djinn e una sirena.
Dean e Sam trovarono la situazione già di per sé paradossale, ma non era ancora tutto.

A quanto pareva il piccolo ibrido, era sfuggito dai genitori e avendo gli stessi poteri del padre, aveva creato vario scompiglio tra i mostri, facendoli vivere come in un sogno ad occhi aperti.
 

Dean e Sam non se la sentirono di inveire contro un baby mostro, perciò lo riconsegnarono ai genitori, che sembravano pacifici.
 
 
“Non siamo abituati ad avere dei debiti di riconoscenza con dei cacciatori.” Disse il padre Djinn.
“Voi non dovete..” cominciò Sam, ma il djinn lo interruppe.

“Tu hai..dei desideri..

“No, non è così.”

“Non mentire. Posso vederli.
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

allora!! Ci siamo! Sono tornata con una ff bromance! O__O 

chi mi conosce sa che ne ho scritte davvero poche e l'ho fatto solo quando come tema c'era una cosa che mi emozionava tantissimo e spero di non peccare di immodestia, se dico che avevano tutte una cosa particolare, infatti essendo che perlopiù scrivo wincest, se scrivo bromance è perchè davvero mi ha colpito una cosa particolare per cui dovevo scrivere una storia così!

E infatti anche stavolta è andata così! Ho visto un video che mi ha ispirato questa storia (perlopiù il prossimo capitolo ) e mi sono emozionata così tanto che ho dovuto fare una storia bromance, ma ne capirete meglio nel prossimo e penso ultimo capitolo!

posso solo dirvi di non saltare alle conclusioni, il djinn non li piomberà in un universo alternativo, nel passato o cose del genere

sarà una cosa diversa, che forse non vi aspetterete e forse vi deluderà anche, non so!

Ma a me è piaciuta questa idea, quindi, alla prossima!

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Capitolo 2
*** Desideri e rimpianti ***


Capire come si erano trovati in quella situazione, fu difficile. Semplicemente, un momento prima erano al bunker, intenti a parlare dell’ultimo caso con cui avevano avuto a che fare: quello del cavalluccio bambino, come l’avevano chiamato.

Un momento dopo..erano stati entrambi smaterializzati dal bunker e ricomparsi in quella che sembrava un’enorme distesa di nebbia.
 
“Sam, cosa diavolo..ci è successo?”

“N-non lo so, Dean!”

“Stiamo sognando o siamo morti? Magari qualcuno è riuscito ad ucciderci alla fine. Aspetta. Tu ti senti bene?” gli chiese Dean, sgranando gli occhi e toccandogli il braccio.

“Sei sempre il solito. Non importa che cosa succede. Ti preoccuperai sempre per me, fino alla fine.”

“Già..” disse Dean sorridendo. “Quindi questo dimostra che non è la fine, giusto? Non siamo morti.”

“E quindi deve essere qualcos’altro. Spero solo non sia un altro universo parallelo.” Disse Sam.

“Credo ci sia un solo modo per capirlo.” Disse Dean, indicando quelle che sembravano delle porte bianche sul nulla.

“Di bene in meglio. Andiamo, lasciamoci alle spalle queste distese inquietanti di nuvole.” Disse Sam.
 
“Aspetta, come sai che è la porta giusta?” chiese Sam.

“Sam, penso che non faccia differenza quale porta sceglieremo.” Disse Dean e quindi varcarono la suddetta porta.
 
Come forse in fondo i due fratelli si aspettavano, la porta rimandava a un lungo corridoio bianco al chiuso con centinaia e centinaia di porte.
E loro cominciarono a camminare.
 
 
 


I due fratelli non trovarono nessun mostro ad attenderli o con il quale dovevano misurarsi. Semplicemente, ogni porta che si apriva, li riconduceva a qualcosa di molto intimo che riguardava loro.
 
Ecco allora che Dean e Sam aprirono la porta e videro Dean che rimproverava il padre per aver mandato via di casa Sam quel giorno che decise di andare a Stanford. Lo rimproverava per avergli detto di non tornare!
 
“Dean! Non me l’avevi mai detto.” Disse Sam, sbalordito, voltandosi a guardare il fratello.

“Io..io non..non mi ricordavo questo.” disse Dean stranito. L’aveva fatto?
 
 

Lo scenario cambiò e Dean stava facendo uscire Sam, ancora adolescente, dall’impala. Era notte e gli diede un bacio tenero sulla guancia, di saluto.

“Che significa?” chiese Sam, un po’ imbarazzato.

“Non..non lo so.” Ma si paralizzò quando vide l’insegna grande dell’università di Stanford.
 
“Okay, questo di sicuro non è un ricordo. Tu non mi hai mai accompagnato a Stanford, Dean!”

“No, ovviamente no. Rimasi così arrabbiato quella sera, quando tu partisti. Ti lasciai andare via da solo e tu eri solo un ragazzino. Non avrei dovuto. Rimasi con il rimorso per tutta la notte.”
 
 


Lo scenario cambiò ancora e si vide Sam, avvicinarsi ad uno uno dei tanti motel cui loro si erano accampati. Camminava verso di loro, in mezzo a una giornata di sole, mentre loro stavano per salire in macchina.

Dean e John lo videro prima di salire e si bloccarono di colpo, lui andò da loro e finirono tutti abbracciati insieme.
 
“Sam, questo che significa??” chiese Dean stralunato. La visione era così finta che si stupiì lui stesso di come non riuscisse a distogliere lo sguardo e a trovarla allo stesso tempo così reale e vera.
 
“Da quando sono andato a Stanford, ho immaginato spesso di ritornare da voi. Vedevo me stesso camminare sulle vostre tracce, rintracciarvi in qualche motel, corrervi incontro, abbracciarvi. Non sapevo che cosa stavate facendo o dove stavate andando e quindi ogni volta la visione era diversa. In una, eravate in campagna, nell’altra eravate in un agriturismo, in un’altra stavate ancora facendo colazione seduti ad un tavolino di una tavola calda e io vi vengo incontro, in un’altra eravate assenti e io vi aspettavo su di un letto nel motel cui soggiornavate; cambiavano i dettagli, ma finiva sempre allo stesso modo.”
 
Dean era in lacrime. “Ho sperato sempre che tu tornassi..”

“E io vorrei averlo fatto.” Disse Sam.
 
“Sam, credi che questa..questa cosa..” disse Dean, allargando le braccia. “Faccia vedere i desideri?”

“Ne sono sicuro, Dean.”
 
 
 
 



Dean e Sam aprirono una dopo l’altra, svariate porte e ogni volta, desideri e sensi di colpa, si mischiavano, fino a diventare un tutt'uno, tanto che diventava difficile riconoscerli.
 
Quando Sam fu stato posseduto da Meg, per esempio. Dean aveva desiderato di non averlo lasciato da solo quel giorno, per non permettere a quella donnaccia di giocare con il suo corpo.

Quando Sam fu rapito dall’esercito di Azazel, Dean aveva rimpianto spesse volte di non averlo accompagnato in quel negozio, quando quella notte sparì.

Se l’avesse accompagnato, forse Sam non sarebbe stato rapito e non sarebbe successivamente morto. Non ci sarebbe stato bisogno di nessun patto, Dean non sarebbe andato all’inferno e tanto dolore e sofferenza non ci sarebbero state.
 
Ci fu il momento in cui Dean aveva detto a Sam che avrebbero dovuto fare vite separate e gli aveva detto di andarsene. Certo, poi ci aveva ripensato, ma, ancora prima che finisse nel futuro 2014, aveva passato momenti terribili, in cui aveva desiderato moltissime volte, di non avergli mai detto di andarsene.
 
Ci fu il momento in cui Sam aveva desiderato di non essersi fidato mai di Ruby, di non aver mai fatto scatenare l’apocalisse.
 
 
 
 
Dean aveva desiderato di non buttare mai il ciondolo quel giorno. Quel ciondolo che gli aveva regalato Sam. Sì, perché anche se poi alla fine si era scoperto che Sam l’aveva tenuto sempre con sé, Dean non aveva mai dimenticato la gravità di quel gesto. Se n’era rammaricato.

Ecco allora che videro tornare indietro il tempo e Dean con il ciondolo tra le mani, preda di una decisione, ma alla fine, non buttarlo.
 
Pensavano che fosse finita lì, ma in realtà, il nuovo desiderio, aveva la forma della dea della verità.
 
Dean era stranito. Non riusciva proprio a immaginare che cosa Sam poteva aver rimpianto di quel giorno, dal momento che non era neanche in sé durante quel periodo, visto che camminava senz’anima.

“Sam, che cosa significa questo? Perché hai rimpianti di questo periodo? Non potevi controllare quello che facevi quando eri senz’anima.”

“Ma vorrei averlo fatto..” disse Sam, percependo la perplessità di Dean.

“Come?”

“So che non potevo provare nulla, menchemeno i sentimenti..ma vorrei esser riuscito a provare qualcosa, anche se non potevo..avrei voluto essere..più forte..
 
 
Ed ecco che il Sam senz’anima cominciò a parlare a ruota libera davanti alla dea e davanti a suo fratello.

Accettò di buon grado stavolta, di dire a suo fratello che cosa provava per lui.

“ Cammino senz'anima e vorrei avertelo detto il primo giorno che sono tornato da te. E vorrei esser tornato prima. E volevo dirti da tanto tempo che quel giorno, quando hai buttato il ciondolo, mi hai spezzato il cuore e da quel momento non sono riuscito più a dimostrarti il mio affetto per te, perché, che cos’avresti fatto, se l’avessi buttato di nuovo nel cestino?”confessò il Sam senz’anima.
 
Sam..” disse Dean, voltandosi a guardare Sam, scioccato e distrutto da quella sincerità.

"Quindi tu..avresti voluto che la dea ti avesse fatto dire questo, quel giorno?"

“Mi dispiace, Dean. Ero giovane e ancora emotivamente instabile.” Disse Sam, mettendosi le dita ai lati degli occhi per frenare le lacrime, giustificandosi per quello che aveva desiderato tanti anni prima.

“Non è colpa tua. È colpa mia.” Disse Dean, pentito. Non aveva mai immaginato che avesse ferito così profondamente Sam quel giorno. Se l’avesse saputo..se avesse potuto tornare indietro….
 
Ma il Sam del passato doveva ancora finire di parlare.

“Vorrei averti confessato perché non ti cercai quando sparisti in Purgatorio..” disse il Sam senz’anima.

“Ma…sta parlando nel futuro?” chiese Dean scioccato e frastornato. Insieme allo shock di vedere il suo fratello del passato, parlare di una cosa che era successa nel futuro, ma nel loro passato, si sommava anche lo shock di risentir parlare del purgatorio.

“Credo sia una specie di paradosso, perché la mia mente tendeva ad associare il ricordo della dea al fatto di dover dire la verità, cosa che ho desiderato spesse volte fare..” disse Sam.

“Anche su questo?? Ne abbiamo già parlato, mi hai sempre detto che non c’era alcun segreto da rivelare..”

“Dean, per favore..lascia perdere..”
 
 
In quel momento si era spalancata un’altra porta il cui interno sembrava circondata da una nebulosa. Inquietante, ma anche affascinante.

“Che cosa mi nascondi da così tanti anni? Che cosa è successo di così terribile, Sam?”

“Dean, non entrare in quella porta. DEAN!!!” 

















Note dell'autrice:

ragazzi!! alla fine la storia si allunga ahhahah io pensavo potevo farla di un capitolo solo, ma davvero, l'emotività è grande! Non mi aspettavo di mettere i ricordi dei due fratelli, volevo evitare di fare una cosa trita e ritrita che è un pò un must delle storie (fanfiction o telefilm che sia ) perchè se non fatte bene si rischia di scadere nel banale e non volevo fare una cosa obbligata, ma davvero, mentre scrivevo, mi sono venute in mente quelle scene e ho dovuto scriverle!

Mi sono emozionata tantissimo a scrivere questo capitolo e vi anticipo che le emozioni non sono finite qui!!

ps la cosa del purgatorio non era una cosa che pensavo di scrivere, mi è venuta in mente all'improvviso!

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Capitolo 3
*** Il segreto di Sam ***


Brividi, costernazione ed incredulità, attraversarono Dean quando oltrepassò la porta e…

Flashback del loop infinito in cui erano intrappolati in quella storia del Mistery Spot, gli tornarono alla mente.

Poteva aspettarsi di tutto, tranne che quello.
 
“Sam, ma che significa questo? Forse che il tuo più grande desiderio era non vedermi morire così tante volte?” gli chiese.

“Io..no. Non credo sia questo, Dean.” Disse Sam, sconsolato. Era inutile mentire. Tanto presto l’avrebbe scoperto.

Dean lo guardò, arcuando le sopracciglia.

“Cioè, OVVIO che avrei desiderato non vederlo, ma..insomma! Hai capito, no?”

“No. A dire la verità, continuo a non capire, Sammy. Aspetta…non..non avrai mica fatto un patto con un demone per tirarci fuori di lì!”

“Cos..NO. NO. Avevamo scoperto chi era a tenerci lì, ricordi?”

“Gabriel..che si fingeva il trickster.” Disse Dean, capendo di essere un po’ confuso.

“Esatto..” disse Sam, deglutendo.

“Beh..ma tutto questo cosa c’entra, Sam?”

“è successo..qualcosa che non sai..DOPO.”

“Cosa? Sam, parla, mi sto spaventando!”

“Dean..ti scongiuro, non arrabbiarti..”
 


Nel frattempo, un’altra scena arrivò ai fratelli. Dean morto. Definitivamente stavolta.

“M-mi rialzerò anche stavolta. Vero? Vero? Perché non lo faccio?”

Sam non riusciva a guardarlo.

“Sam? Perché non mi sto alzando??”
 
 
 
Le scene continuavano a susseguirsi con Sam che andava in macchina da solo, Sam con lo sguardo di ghiaccio, Sam che si cuciva e ripuliva le ferite da solo, Sam che rifaceva il letto da solo. Dean continuava a vedere Sam con lo sguardo così spento e gli si spezzava il cuore vederlo così.

“Sam, cosa significa questo? Sono dei tuoi incubi? Dove mi trovo io?”

“Tu eri …morto..Dean.”

“CHE COSA? Non può essere..Sam..non è mai successo..noi ne eravamo usciti..”
 
Dean era disorientato, mentre assisteva a Bobby che continuava a chiamare Sam e l’altro non voleva rispondere, ma il colpo più grosso fu quando Bobby gli disse che per catturare il trickster, avrebbero avuto bisogno di sangue. Tanto sangue. Quattro litri e mezzo.

“Per averlo bisognerebbe dissanguare un uomo..”

“E deve succedere anche stanotte..”

“Bene. andiamo a procurarcelo.”

“Mi spezzi il cuore, ragazzo. Non vorrai davvero uccidere un uomo innocente.

“Allora perché mi hai fatto venire??”
 
Dean stava per avere un attacco di panico.

Si era messo una mano sulla bocca, mentre con con l’altra si reggeva il petto, distrutto da quello che stava sentendo e dallo sguardo spento di Sam, come se fosse morto internamente.

Sam dall’altra parte piangeva, pentito.
 
“Perché?? Perché era l’unico modo per riuscire a vederti! Perché credevo che non saresti mai stato disposto ad uccidere un uomo!”

“Ti sei sbagliato, invece.”

“BASTAAAA. BASTAAA. NON VOGLIO Più SENTIRE. NON VOGLIO Più ASCOLTARE!” gridava Dean.
 
“Vuoi davvero tuo fratello indietro? Bene. Meglio me, che chiunque altro.”

“NOOOOOOOO.” Gridava ancora Dean.
 
 

Dean e Sam assistettero – nel caso di Dean , per la prima volta – al drammatico confronto in cui Bobby disse a Sam che voleva farlo, perché lui e Dean erano la sua vera famiglia, Sam che tentennava, ma poi lo uccideva furiosamente, dicendo che lo faceva, perché lui NON ERA BOBBY, poi lo vide crollare e cominciò a richiamarlo, temendo che fosse davvero lui e invece no.

Era GABRIEL. IL TRICKSTER.

Ammise di star prendendolo in giro e dopo un altro drammatico confronto in cui Sam supplicò il trickster di riportarlo indietro, Gabriel lo accontentò.
 
 
Al termine di tutto, il tempo si era riavvolto su sé stesso e questa volta Dean vide Sam guardare i letti del motel, con sguardo spento e annichilito,sull’orlo ancora delle lacrime, prima di lasciarsi una volta per sempre, quel motel dell’orrore.
 
 
Dean alla fine di quei ricordi aveva un’espressione funerea in viso.

“Perché non mi hai mai detto niente di tutto questo, Sam?”

“Io..non potevo, Dean.”

“Ti sei portato tutto questo orrore e tutto questo dolore dentro per così tanti anni.Perchè???” gridò l’ultima parola.

Delle lacrime caddero dalle guance di Sam.

“Perché mi hanno cambiato, ma non potevo dirti quanto. Non potevo dirtelo perché mi vergognavo di quello che avevo fatto. Di quanto mi ero spinto.”

“Tutto questo..che cosa ha a che fare con la storia del Purgatorio?” chiese Dean, ancora sconvolto.

Sam prese un grosso sospiro prima di parlare.
 
“Prima che tu andassi all’inferno, avevo così tanta paura di perderti, che ero disposto anche ad ammazzare delle persone innocenti, perfino Bobby..sì, mi dissi che non era lui, ma se lo fossi stato? Sono stato imperdonabile..avevo perso completamente la bussola..e alla fine di quella storia, ero rimasto sconvolto da me stesso..quella storia mi ha cambiato.”

Dean aspettò che Sam continuasse a parlare.

“Avevo troppa paura di tornare a quel periodo. Avevo troppa paura che pur di ritrovarti, io avrei fatto ancora delle cose orribili..quindi non ho avuto il coraggio di fare niente! Non ho più potuto. Avevo troppa paura di me stesso, di quello che sarei stato capace di fare.” Disse Sam, mettendosi una mano sugli occhi, mentre le lacrime gli rigavano le guance.

Dean andò da lui e lo abbracciò forte.

“Non potevo immaginare..non potevo sapere..cosa fosse successo..perdonami.” disse Dean, stretto al fratello.

“No, perdonami tu. La paura e il trauma di quella prima morte tua…quei sei mesi lunghissimi senza di te..mi hanno provato in maniera definitiva.”

“SEI MESI??” Dean era sconvolto.

“Sì. Sei rimasto morto per sei mesi, Dean.”

“Cazzo. Perché non mi ricordo niente?”

“Merito di Gabriel, suppongo..ma..Dean, io da quel periodo..da quando ho dovuto metere  uno scudo dentro di me affinchè tu non scoprissi questo segreto, perché non volevo che soffrissi, questo scudo mi ha cambiato dentro. Ho imparato sempre di più a nasconderti quello che provavo, quello che sentivo, le mie emozioni, tutto..anche quanto tenessi a te. Anche la storia del purgatorio..era preferibile che tu pensassi che io fossi stato un menefreghista, piuttosto che raccontarti una cosa così tremenda. Dirti che avevo paura del mio lato oscuro.”

"Basta. Basta. Basta..basta.." disse Dean, stringendolo a sè, e accarezzandogli i capelli, mentre Sam singhiozzava contro di lui. “Pensavo che non ti importasse di me, invece ti importava troppo ed eri terrorizzato da quello che questo ti portava a fare. Non ho capito niente, Sammy. Mi dispiace tanto di essermi arrabbiato con te, fratellino.”

“Dean....non odiarmi...”

“Odiarti? Sei il mio fratellino. Non potrei mai odiarti."

E a Dean, mentre lo stringeva tra le braccia, sembrava di essere tornato indietro di anni. Sam era ancora Sammy. Il fratellino nerd e troppo tremendamente emotivo, che esternava sempre i suoi sentimenti e che aveva bisogno di essere rassicurato.

E chissà forse non era mai andato via. Era lui che era stato uno stupido ad allontanarlo.

Uno stupido a pensare che Sam non avesse più bisogno di lui, di essere rassicurato.

















Note dell'autrice: 

allora ragazzi, come avrete visto, ho cambiato rating! credo sia la prima volta che lo faccio per le tematiche violenti e non per le tematiche erotiche ahha c'è sempre una prima volta! xd

pensate che volevo mettere addirittura ROSSO ma non credo sia il caso perchè non è così violenta la storia..ma arancione ho dovuto metterlo per via del capitolo , perchè sam che vuole uccidere un uomo, credo sia cosa tosta!

Coomunque, spero che il colpo di scena del segreto non vi abbai deluso e non vi aspettavate di più. Io sono rimasta molto esterrefatta di vedere che questa cosa non è mai saltata fuori! O_O

secondo me era una ccosa davvero troppo importante che dean aveva diritto di sapere e personalmente credo sia vero che questa cosa ha cambiato un pò sam..da allora è come se si fosse lentamente indurito..

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Capitolo 4
*** Il leggio ***


Dopo che Dean ebbe scoperto il vero segreto di Sam, riprese a chiedersi quando avrebbero potuto andarsene da quel posto.

“Se la soluzione era che mi confessassi tutti i tuoi più intimi segreti, Sammy, direi che ora possiamo andarcene? O ce ne sono altri? Aspetta, non sarà mica qualcosa di piccante che hai fatto da giovanissimo eh?” tentò pure di scherzare.

“Non è il momento, Dean, la faccenda è molto seria. Le porte sono svanite e questo corridoio lunghissimo sembra non finire mai.” Borbottò Sam.

Ecco però che si fermarono davanti ad un leggio con un libro aperto su un'unica pagina.



“Che figata! Ho sempre pensato che esistessero solo nelle playstation. È da quando giocavo a Medievil, che desidero imbattermi in uno.” Disse Sam.

“Dai, vecchio nerd che non sei altro.  Leggi, così possiamo sbrigarci ad andare via da qui.”

“Non dirmi che non ci vedi!” disse Sam. “Non avrai mica bisogno degli occhiali?”

“Non dire scemenze. È che ho mal di testa e i caratteri sono fin troppo piccoli.”
 
Sam allora cominciò a leggere quello strano messaggio.

“Dean, Sam, vi chiederete perché vi trovate qui e quando finalmente potrete andarvene, lasciate solo che vi rincuori. Vi manca poco per giungere al traguardo.”

“Se lo dice lui..”

“Zitto!”

Siete qui per preciso desiderio di Sam. Tuo fratello, Dean, aveva dei desideri inespressi e molto potenti, che potevo leggergli dentro come fuoco, quando mi avete riconsegnato mio figlio, non più tardi di una settimana fa..”

“Diavolo! È padre djinn!”

“Già.” Rispose Sam.

“La maggior parte dei desideri di Sam, consistevano nel confessarti i suoi desideri passati. Voleva che tu ne venissi a conoscenza, ma questi erano desideri remoti, nascosti in un cantuccio della sua coscienza. Il desiderio più grande, tu non lo conosci ancora, Dean. E Sam non vuole dirtelo, vorrebbe solo che tu lo sentissi, lo vedessi. Per fare questo, è necessario, varcare L’ULTIMA PORTA.”

“Sam, sappi che io non entro da nessuna porta, se non mi dici PRIMA che cosa mi aspetta.” Disse Dean spaventato da quello che aveva sentito.

“Non posso, Dean, perché NON LO SO NEANCH’IO. NON L’HA SPECIFICATO.”

“Mi prendi in giro? Padre Djinn sa qual è il tuo più grande desiderio e TU NO? E come mai c’entro sempre io? Se non sapessi che ti piacciono le donne, giurerei..”

“Dean!! Ti sembra il momento di scherzare????” disse Sam avvampando.

“E chi scherza?”

“Muoviti. Mettiamo fine a questa faccenda!!” disse Sam spingendolo.

“MA IO NON VOGLIO!!!!” 

















Note dell'autrice: 

credetemi volevo davvero finire la storia, stavolta, MA NON CE L'HO FATTA O.O ho davvero poca resistenza si vede ahha xd

dai, il prossimo sarà l'ultimo!! xd

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Capitolo 5
*** Un desiderio..l'ultimo. Che lui mi accompagni per sempre ***


Quando Dean e Sam finalmente varcarono l’ultima porta, si trovarono davanti ad una nebbia fitta fitta che sembrava non avesse nemmeno pareti.

“Vorrei fare una battuta sul nulla che alberga nella tua testa, fratellino, ma non mi sembra il cas..”

“Zitto!” lo rimbeccò Sam, infatti c’erano dei strani rumori in sottofondo.

“Che cos’è questo rumore, Sam?”

“Io..io non lo so, Dean!”
 
D’un tratto i rumori si tradussero in parole e i fratelli sbalorditi riconobbero quelle voci.

LORO DUE.
 



“Ti ricordi l’ultima volta che siamo stati spensierati?”

“Non siamo mai stati spensierati. Forse ti riferisci a un universo parallelo."

“Invece io penso di ricordare un Dean affamato di hamburger e un Dean che sghignazzava dietro le cameriere e che prendeva a insulti i demoni.”

 "Non avevamo ancora perso così tante persone!”
 
“Cosa significa, Sam? Perché stiamo rivivendo questo?”

“Io..aspetta..forse, credo di capire, Dean..”

"Parliamo dei vecchi tempi. Quelli in cui non avevamo ancora perso Cas, Bobby, mamma e papàtutto il mondo, ma solo se mi fai un bel sermone di quanto spensierati e patetici eravamo!”
 
 

“Okay, ti decidi a spiegarmi, Sam?” chiese Dean, quando le voci svanirono e il fermo immagine si fermò a Sam seduto in salotto da solo.

“Credo che il mio più grande desiderio fosse..non so..che tu lo ammettessi…”

“AMMETTERE? AMMETTERE COSA?” Dean era scioccato.

“Che..non lo so..forse che eravamo più spensierati una volta..” disse Sam grattandosi la testa.

“E una volta che l’ho ammesso, cosa ne facciamo?”

“Io..IO NON LO SO.” Sam era imbarazzato oltre ogni limite. Non era facile per lui esprimersi.

“Fratellino..credevo che il tuo desiderio fosse..non so..più profondo, ecco! Mi stupisci.”

“Tu non capisci.”

“Spiegami!”

“Io..io.. insomma, mi piaceva il mio fratello maggiore spensierato, ecco!”

Dean restò in silenzio dopo quelle parole.

“Eri sempre contento..con il sorriso sulle labbra..era bello vederti sorridere, riuscivi a rendere sorridente anche me..ma adesso..non ti sto rimproverando, è che rimpiango quando forse eri..felice..” disse Sam sprofondando nel pavimento.

“Sammy..è..è molto dolce da parte tua…”

“è solo che?”

“Non..non la vedo come la vedi tu, semplicemente. Ne abbiamo già parlato, forse sono stato un po’ brusco l’altra volta, ma io..in realtà non mi sono mai sentito come tu dici..spensierato intendi. Sì, forse c’è stato un tempo in cui avevo più pazienza ed ero anche più strafottente, cazzuto..ma Sam, avevo anche 26 anni! Ero un giovincello, cavolo. Ma spensierati? Non lo siamo mai stati..davamo la caccia ai mostri..”

“Dean..”

“E non rimpiango quel periodo. Ogni singolo momento, è stato impegnativo, faticoso e assolutamente da non ripetere. Un po’ come il mistery spot. Insomma, adesso siamo più forti, meno sprovveduti. “
 
Come una specie di terremoto, Dean avvertì un rumore sommesso come di un crollo profondo e gli sembrò di barcollare. Sam era in ginocchio.

“Sam?? Sam, che sta succedendo?”

“Io..non lo so..Dean..ma credo che..so che è assurdo..ma credo sia quello che tu stai dicendo..”

“Non capisco!!”

“Il mio corpo..la mia mente..è come se non l’accettano..”

“MA NON è POSSIBILE!!”
 
Sam cominciò a urlare e a tenersi la testa, temendo per un momento che gli si spaccasse in due.
 

“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!”

“SAMMYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!”
 


La stanza sembrò come ovattarsi, la vista annebbiarsi, per poi tornare tutto alla normalità, anzi, ora si trovavano di nuovo in una stanza e comparve una specie di proiettore davanti a loro.
 
Dean era girato di spalle e si accorse del video solo quando questo partì.

“Ma cos…” disse Dean, attirato da subito dalla canzone che stava sentendo e che era una delle sue preferite.
 
 

https://www.youtube.com/watch?v=i3iadO8forw&feature=youtu.be ( nella mia testa, dean e sam vedono questo video...guardatelo anche voi se volete <3 )



Quello che videro paralizzò i fratelli. Loro due in macchina, in primo piano, che viaggiavano. In mezzo, un tripudio di colori in una giornata estiva, una fantastica giornata di sole.

I colori verdissimi della campagna e degli alberi intorno a loro.
 
Come adoravo andare in giro in macchina con te e attraversare la campagna!

“Sam, hai parlato?” chiese Dean sbalordito.

“Io? No!” disse Sam imbarazzato.

Ora in piedi intorno agli alberi.

Scaricavamo bagagli e borse pesanti come macigni ma non avevano peso per noi e lo facevamo con piacere, perché eravamo illuminati dalla luce del sole.

“DEAN! HAI PARLATO!”

“Oh dio santo! Non posso controllarlo, Sammy. Non posso controllare i miei pensieri!” disse Dean accorgendosi di quella verità. Era lui a pensarli, ma venivano espressi ad alta voce.
 
 
 Viaggiavamo come se non esistesse altro che quello intorno a noi.

Il viaggio.

E noi due.  Pensò Dean e anche quella volta i pensieri vennero espressi ad alta voce.
 
E poi Dean che si fermava a fare benzina e un giovanissimo Sam lo guardava dal finestrino, sorridendo.

Adoravo quei momenti. Perché era la TUA MACCHINA. Il TUO momento. IL NOSTRO. Pensava Sammy.
 
E poi ancora Dean che rubava le cose dalle mani di Sam e gli dava scappellotti in testa

Adoravo darti gli scappellotti. Per dimostrarti il mio affetto.

Lo so, Dean.
 
E un’altra scena in cui Dean era fermato dai poliziotti e si mise a salutare allegramente con la mano Sammy e subito dopo un’altra in cui in macchina faceva smorfie buffe con la faccia.
 
Ero così esaltato. Mi piaceva farmi vedere dal mio fratellino che ero un vero duro. Arrestato dai poliziotti cattivi. Brrrr.

Io pensavo solo che stavi facendo per l’ennesima volta l’idiota!!
 
E le faccette buffe che Dean faceva a tutti quelli con cui parlava nei casi.

Mi piaceva darmi un tono.

Eri un gradasso!

E come si accanivano contro i mostri! Non con pistole o fucili o altre armi, ma buttandosi addosso e facendo a spallate.

Siii bei tempi quando cercavano di fernarci buttandoci l’uno addosso all’altro disse Sam

Guarda che gigante che sei! Mi hai fatto crollare con una spinta!
 
E avevano sempre il sorriso.

Aveva ragione Sammy.
 
 

Un’altra scena, Dean vide sé stesso guardare Sammy con gli occhi che brillavano e un sorriso grande.

Sorrise anche lui a vederlo.

Era questo che voleva dire Sammy quando parlava del suo sorriso?

In quella scena non dissero niente, semplicemente si sorrisero.
 
 
 
Ed ecco Dean che faceva facce buffe mentre falciava il prato di casa sua nell’universo alternativo.
 
E quante volte si erano travestiti! Quante volte, quanti travestimenti diversi.

E Sammy, il suo Sammy.

Tenerissimo anche lui

Con le sue faccette ora tenere, ora sorprese, mentre lui lo prendeva in giro, guardandolo con tenerezza.

E quanto camminavano! Si inerpicavano addirittura sui palazzi.
 
E ascoltare la musica a palla in macchina

E fare discussioni stupide da bambini in mezzo alla strada

E guardare i casi sul computer fuori da una tavola calda su un tavolino e un Sammy tutto stravaccato

E Dean che continuava a fare lo stupido

E Sammy che lo prendeva in giro
 
Ma anche Dean
 
Come la shackeri bene quell’insalata!
 
La prontezza di riflessi in cui Sam evitò che Dean finisse investito dalla macchina del mistery spot per la seconda volta.

Le facce buffe e scontrose di Sam.

Ecco vedi? Questa è la tua bitchface!
 
E le mile volte che venivano catturati dalla polizia.
 
 
Il video finì con loro due che viaggiavano sempre con la macchina.




Si girarono e si guardarono.

“Allora, che dici? Pensi ancora quello che hai detto?” gli chiese Sam.

“Beh..io..”

“Non puoi mentire. I tuoi pensieri hanno parlato per te.” Gli fece presente Sam.

“Io..io..oh al diavolo!” disse Dean e sorprendentemente, lo abbracciò.
 


Sam rimase sorpreso e totalmente coinvolto da quell’abbraccio. Era diverso da quelli cui era abituato normalmente. Di solito Dean lo abbracciava quando aveva paura, una paura fottuta per lui o quando Sam era appena scampato alla morte.

Quell’abbraccio era diverso.

C’era passione, c’era passionalità, felicità, freschezza e gioia, come se..

Come se Dean si sentisse vivo come non si sentiva da moltissimo tempo e insieme a quello, Sam percepiva anche l’amore che Dean provava.

Per lui? Per quello che aveva appena visto? Per loro?
 
 

Dean gli accarezzò e strofinò la mano in quel cespuglio di capelli, con un’intimità che non faceva più da quando Sam era solo un ragazzino  e Dean aveva le manie di protezione.

Sam si sentì riscaldato da questo, perché sentiva Dean liberato dal peso e dal blocco che l’aveva portato a essere più freddo con lui in tutti quegli anni. Un blocco dovuto alla sofferenza, al dolore, ma anche alle delusioni. Forse anche al fatto che erano cresciuti, chi lo sa.

A Sam era mancato tutto questo. Dean era capace di riscaldarti il cuore e riempirti l’anima, con il suo affetto. Era stato brutto rinunciarci.
 
“Grazie, Sammy, per avermelo fatto rivivere. Grazie, fratellino.” Gli diceva Dean continuando ad abbracciarlo forte.

“Dean..sono così felice che tu abbia visto questo. Sono davvero felice.”
 
 

Era fatta. L’incantesimo si era dissolto. Si ritrovarono nella loro casa. Ancora abbracciati. Per qualche secondo ancora non se ne accorsero.
 
 

“Dean..siamo..siamo tornati.” Disse Sam all'improvviso.

“Ohh..” disse Dean sciogliendo l’abbraccio lentamente.



“Sembra che..alla fine abbiamo risolto quello che c’era da risolvere!”” disse Sam, cercando frettolosamente di lasciare la stanza.

Un po’ troppo frettolosamente.
 
“Fermo là. Dove pensi di andare, Sammy?”

“A farmi una doccia. Ho sudato come un dannato, in mezzo a quel dannato labirinto.”

“Non mentire. Non sudi più da anni!”

“Ti sorprenderebbe vedere come fare un viaggetto attraverso il viale dei ricordi possa far tornare certe abitudini all’organismo!” disse Sam cercando di districarsi dalla morsa ferrea di Dean.

“Ho intenzione di continuare il nostro discorso a cuore aperto!” disse Dean.
“Beh, io invece non sono pronto per parlarne. Ancora!”

“Siccome tutto questo è cominciato a causa tua, dovrai farlo.”

“Dean, ti scongiuro. Tutto quello che è successo, è stato già abbastanza umiliante.”

“Okay, allora ti chiedo solo di ascoltare quello che io ho da dire.”
“D-d’accordo.”
 
Dean prese un grosso sospiro e disse:

“Hai ragione. Hai avuto ragione su tutto, io lo sapevo anche prima, in un certo senso, è che non volevo ammetterlo, non volevo dirti che avevi ragione nel dire che ero cambiato.”

“Perché?” chiese Sam sorpreso.

Non si aspettava però quello che Dean disse.

“Perché sarebbe significato dover dire una verità scomoda e non è facile per me, l’orgoglioso Dean Winchester, ammettere che, sono cambiato perché non avevi più bisogno di me.”

“Che cosa?”

“Proteggerti, guardarti le spalle, sapere di essere.il tuo custode in un certo senso..mi faceva sentire vivo, dava uno scopo alla mia esistenza..non era la caccia..era sapere che proteggevo te, a farmi sentire così..”

Sam stava per replicare, ma Dean lo interruppe.

“Ti prego, è così imbarazzante, fammi finire se no non riuscirò più a concludere..”

“D’accordo..”

“Ma poi c’è stato l’inferno..l’apocalisse..e..quando buttai il ciondolo che tu mi avevi regalato..per me non aveva lo scopo principale di ferirti, Sammy. Era come..troncare con una parte del mio passato..come tagliare il cordone ombelicale..dopo il nostro viaggetto in Paradiso, rimasi ferito nel vedere tutti quei ricordi felici di cui io non facevo parte..ho investito tutto. Tutto nel nostro legame. Vedere che tu contemplavi l’idea di essere felice anche senza di me, mi..distruggeva, semplicemente. Mi ammazzava. Ho cominciato allora a distaccarmi, non da te..ma forse dalle..mie manie di controllo. Mi ero reso conto che quello che facevo prima, cioè pretendere di dirti quello che dovevi fare, non potevo più farlo. Eri cresciuto, volevi prendere le tue decisioni e odiavi che io ti trattavo ancora come un ragazzino, come il fratellino da difendere. Volevi cavartela da solo e odiavi quando io non te lo lasciavo fare. Senza rendermene conto, presi sempre più le distanze, senza rendermi conto di stare allontanandomi da te, soprattutto dopo la brutta storia del purgatorio e di Amelia. Mi sono sentito sempre di più messo da parte, da te, ma parlartene avrebbe significato essere, suonare, patetico, e quindi preferivo stare zitto, aumentando la distanza tra noi, quando invece avrei dovuto parlartene.”

“Sì, avresti dovuto…Dean, mi dispiace, io non mi sono reso conto di questo..”

“Ho cercato di darti i tuoi spazi..pensando che..se fossi stato meno possessivo, meno..soffocante, non te ne saresti andato via..non mi avresti lasciato..solo adesso, con quello che ho visto, mi sono reso conto di averti ferito. E sono qui a chiederti perdono. Perdono per essere stato insensibile. E Non aver capito come ti sentivi. Perdono per esser diventato un demone e averti costretto a fare tutte quelle cose orribili, DI NUOVO, facendoti rivivere la brutta esperienza che vivesti dopo il mistery spot. Perdono per quando avevo il marchio e per dei brevissimi ma interminabili minuti, ti ho terrorizzato, facendoti credere che volevo ucciderti. Tu, mio fratello, sangue del mio sangue. Non potrei mai ferirti o farti del male.”

Sam era in lacrime.

“Anch’io voglio chiederti perdono..per tutto quanto.” Disse Sam, scoppiando in lacrime, tra le sue braccia.

“L’hai già fatto, Sam. l’hai già fatto. Grazie per avermi fatto rivivere tutti quei momenti, Sammy.”

“Dean..”

“Ma adesso lavati. Puzzi davvero e io non vedo l’ora di uscire a mangiarmi una tonnellata di pizza e scarrozzarti con la mia baby per tutta la notte.”

“Fino alle luci dell’alba.”

“Fino a quando non finiremo la benzina.”

“Fino alle luci!”

“Okay, ma la benzina la metti tu, bitch!”
“Jerk!”
 
 
 
Dean e Sam avevano un amico da ringraziare dal profondo del cuore, per tutte quelle grandi emozioni, lo sapevano. L'avrebbero fatto, ma non ora. Adesso avevano qualcosa da festeggiare.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Note dell'autrice: 

STORIA TERMINATA FINALMENTE!! ahhah xd

allora, prima le cose importanti! Nel link che ho messo all'interno della storia c'è già il credit e se volete la ragazza ha anche una pagina facebook, qui:

https://www.facebook.com/Federica.Lentiggini/videos/1287865694616557/

Nel caso il link del video non possa stare, sono pronta a rimuoverlo subito, MA, è la stessa ragazza che chiede di condividerlo, come potete vedere ^^

ho amato quel video ed è stato anche quello a ispirarmi tutta questa storia ^^

così come ho amato scrivere questa storia, che in principio doveva essere una OS, ma poi si è trasformata in una storia di cinque capitoli!!!

Ora penso capiate anche voi perchè l'ho allungata così..non è stato semplice scrivere una storia così in una sola os e dover anche descrivere quello che sam e dean vedevano, è stato abbastanza complicato!

Mi piaceva troppo l'idea però..in generale ho sempre desiderato che Sam e Dean tornassero a essere come erano un tempo e poi mi è venuto il flash guardando questo video. Ho pensato: sarebbe straordinario che potessero vedere i loro sè stessi, li ho immaginati emozionati e fieri ed è venuta fuori questa cosina ^^

ringrazio tutte le persone che hanno recensito questa storia. Grazie di cuore <3

domani parto per il mare, quindi non spaventatevi se per un pò di giorni non posso aggiornare perchè non avrò la connessione ^^

mi porterò comunque il computer dietro perchè magari mi porto avanti lo stesso con gli aggiornamenti anche se non potrò pubblicare ^^

un'ultimissima cosa..lo so che forse è strano il rating arancione, ma sebbene la storia sarebbe più da verde, ho messo cose un pò pesantucce..tipo sam che vuole uccidere un uomo nella storia del mystery spot e cose del genere..per questo il rating arancione ^^ altrimenti avrei messo verde!  

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