Il potere del drago si risveglia di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Movimento agl'inferi ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Nessun dorma ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Riflessioni diurne ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Nightmare by Trunks ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Lavoro alla bottega ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Intruso nella notte ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Ha il tuo viso ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Il malessere di Goku ***
Capitolo 9: *** Cap.10 Tre piccoli bambini ***
Capitolo 10: *** Cap.9 Whis la levatrice ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Goshin, Ely e Jaden ***
Capitolo 12: *** Cap.12 John ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Preparativi per la partenza ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Per Goku ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Si parte per gl'inferi ***
Capitolo 16: *** Cap.16 Si parte per gl'inferi II° parte ***
Capitolo 17: *** Cap.17 Nomi per la copertura ***
Capitolo 18: *** Cap.18 Ritorno al passato ***
Capitolo 19: *** Cap.19 Avvicinamento tra fratelli ***
Capitolo 20: *** Cap.20 Il gruppo si separa ***
Capitolo 21: *** Cap.21 Alle porte della città ***
Capitolo 22: *** Cap.22 Il palazzo dei sovrani saiyan ***
Capitolo 23: *** Cap.23 Genitori saiyan ***
Capitolo 24: *** Cap.24 Lavoretti saiyan I° parte ***
Capitolo 25: *** Cap.25 Lavoretti saiyan II° parte ***
Capitolo 26: *** Cap.26 Notte di ricordi ***
Capitolo 27: *** Cap.27 L’antidoto è pronto ***
Capitolo 28: *** Cap.28 Baba prende l’antidoto ***
Capitolo 29: *** Cap.29 Untoched ***
Capitolo 30: *** Cap.30 I due Vegeta ***
Capitolo 31: *** Cap.31 Genitori ***
Capitolo 32: *** Cap.32 Re Vegeta torna in sé ***
Capitolo 33: *** Cap.33 I genitori di Crilin ***
Capitolo 34: *** Cap.34 Odion ***
Capitolo 35: *** Cap. 35 Il dolore per la perdita del principe ***
Capitolo 36: *** Cap. 36 Monsoon ***
Capitolo 37: *** Cap.37 Il limbo ***
Capitolo 38: *** Cap.38 Vegeta recupera la memoria ***
Capitolo 39: *** Cap.39 Goku e suo padre ***
Capitolo 40: *** Cap.40 Rimpatriata ***
Capitolo 41: *** Cap.41 Nelle fauci dello spettro ***
Capitolo 42: *** Cap.42 Supersaiyan di sesto livello ***
Capitolo 43: *** Cap.43 Lo scontro con l’esercito ***
Capitolo 44: *** Cap.44 Il passato rivive ***
Capitolo 45: *** Cap.45 Vai e vinci ***
Capitolo 46: *** Cap.46 La sconfitta di Odion ***
Capitolo 47: *** Cap.47 Il drago si risveglia ***
Capitolo 48: *** Cap.48 Festa agl’inferi ***
Capitolo 49: *** Cap.49 Chiarimento tra Vegeta e Nappa ***
Capitolo 50: *** Cap.50 Gli studi di Gohan ***
Capitolo 51: *** Cap.51 Momenti divertenti ***
Capitolo 52: *** Cap.52 La Capsule corporation si svuota ***
Capitolo 53: *** Cap.53 Strane apparizioni ***
Capitolo 54: *** Cap.54 Il supersaiyan leggendario ***
Capitolo 55: *** Cap.55 Ultra Instinct “Omen” del drago ***
Capitolo 56: *** Cap.56 Il drago sfida la leggenda ***
Capitolo 57: *** Cap.57 Broly vince il primo round ***
Capitolo 58: *** Cap.58 Vittoria? ***
Capitolo 59: *** Cap.59 Don’t jump ***
Capitolo 60: *** Cap.60 Non saltare ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Movimento agl'inferi ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.1
Movimento agl'inferi
“Hai
fallito
con Bills, perché mai anche il grande Lourth dovrebbe darti
una seconda chance?”
domandò una figura incappucciata seduta sul monte di spilli
metallici. Teneva
le muscolose gambe dalla pelle verde incrociate. La figura accanto a
lei lanciò
dei versi striduli ed annuì, facendo uscire del fumo dai
buchi sulla sua testa,
coperta da un casco.
“Perché
questa volta non dovrebbe toccare a noi?” domandò.
Una terza figura, nascosta
sotto un mantello violetto, sbatté a terra una coda candida.
“Tutti
e tre
avremo la nostra opportunità” disse.
Incrociò le braccia al petto e si deterse
le labbra viola.
“Però
non è
ancora il nostro momento. Lord Bills ha detto che se vogliamo agevolare
Lourth
e farci notare da lui” spiegò.
“Certo
che
quegli scimmioni sono proprio stupidi. Non c’è
bisogno di essere perfetti come
me per accorgersi che Lord Bills e Wish sono la vera causa della fine
dei
saiyan e tramano contro di loro” disse
l’incappucciato. La figura con il
caschetto ridacchiò e alzò il capo, osservando i
cieli rosso sangue
degl’inferi.
*******************
Re
Yammer mise
un paio di magliette hawaiane in valigia, accanto a delle pile di
calzini e
sospirò. Si voltò verso il figlio.
“Questa
volta non combinare disastri. È un miracolo che siamo
riusciti a ritrasformarti
dopo che eri diventato Janenba” si lamentò. Chiuse
la valigia. Il ragazzetto si
tolse una cuffia dall’orecchio e sorrise.
“No
problema, pà”
disse. Re Yammer si
massaggiò la fronte, un rivolo di sudore scese fino a uno
dei suoi corni.
“Non
so cosa
fare. Non è l’idea migliore lasciare tutto in mano
a qualcuno che si fa
licenziare anche dai lavori più umili. Però se
lasciassi tutto a tua sorella
Sissi, finirebbe per mangiarsi metà delle anime”
brontolò. Saike gli diede una
pacca sulla spalla.
“Sereno
pà. Nemmeno
organizzerò una festa coi
miei amici” disse. Re Yammer roteò gli occhi.
“D’altronde
se la divinità della distruzione ti ricorda che non ti
prendi ferie da
parecchio e non la vai mai a trovare, non puoi mica rifiutare
l’invito” mugolò.
Si caricò la valigia sulla spalla possente e si diresse
verso la porta.
“Mi
raccomando. Quando torno voglio trovare gl’inferi interi,
nessuna festa e
soprattutto tutti gli orchi infernali a lavoro”
ordinò, uscendo.
**************
La
figura
con il mantello violetto osservò il lago di sangue in
lontananza, gli zampilli
che si alzavano verso il cielo e si girò. Guardò
la montagna davanti a sé,
l’entrata era una gigantesca bocca dotata di affilati denti
di roccia nella
parte superiore e, nella pietra, erano scavati due occhi.
“Siamo
arrivati” disse. L’incappucciato fece fremere le
grandi ali da cavalletta sulla
propria schiena.
“Io
ero
convinto fosse prima della zona dell’oblio”
sussurrò. La creatura rosa al suo
fianco, con il capo coperto dal caschetto, gli diede una gomitata. Fece
una
serie di fischi e il verde gli diede una gomitata a sua volta.
“Non
è che
non mi fido, sciocco” brontolò. La guida
sospirò.
“Nemmeno
Zarbon e Dodoria litigavano come voi. Smettetela, non dobbiamo fare
rumore o ci
ucciderà. Dobbiamo liberarlo e metterci immediatamente in
salvo” spiegò.
Digrignò i denti e strinse i pugni.
“Perché
mai
Bills, il portatore del potere del serpente, sua signorina della
distruzione,
vuole chiedere aiuto a uno scimmione” sussurrò
l’incappucciato. Il dannato con
il caschetto fischiò.
“Ha
ragione
lui, non glielo chiede perché è un saiyan, ma
perché un potere distruttivo
giace in lui. Il potere della leggenda, l’unico che, insieme
a quello del
drago, può imbrigliare quello reale”
spiegò quello dalla pelle bianca.
Entrarono.
“KAKAROTH! TI
ODIOOO!” risuonò all’interno
della grotta. I tre videro un
gigantesco saiyan legato con delle catene dorate a una parete di
roccia,
intento a gridare.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Nessun dorma ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.2
Nessun dorma
Relax,
take it easy
For there is nothing that we can do.
Relax, take it easy
Blame it on me or blame it on you.
rilassati, prendila come viene
perché non c'è niente che possiamo fare
rilassati, prendila come viene
dà la colpa a me o dalla a te stesso
Goku
osservò May nel lettino, la bambina dormiva su un
fianco e dimenava i piedini sotto la copertina. Alcune ciocche larghe
due dita
si alzavano sulla sua capigliatura liscia a caschetto, tenute ferme dal
cappellino con le orecchie di gatto che indossava. Il Son si
massaggiò il collo
e sospirò.
<
Sta già crescendo > pensò. Alzò
lo sguardo,
Chichi dormiva, un sorriso sulle labbra, un paio di ciocche
più chiare tra i
capelli corvini e con una mano stringeva il cuscino.
Goku
si diresse verso la porta della camera da letto,
sentiva una melodia cantata da una voce femminile risuonargli nelle
orecchie.
<
L’ultima volta che l’ho sentita, ero su Nameck.
La sentivo solo io già allora, mentre ai miei piedi
c’era il cadavere del
principe dei saiyan > rifletté. Avvertì
una fitta al petto. Uscì nel
corridoio e raggiunse una finestra, guardando fuori. La luce della luna
illuminava le foglie degl’alberi mosse dal vento, la casa di
Gohan e quella di
Goten in costruzione alle sue spalle. Goku alzò il capo,
intravide la luna e
riabbassò la testa di scatto, scuotendo la coda. Alcune
ciocche dei suoi
capelli, larghe quattro dita, si divisero in capelli sottili che gli
ricaddero
davanti al viso. Si diresse verso le scale, le scese ed
entrò in cucina.
Raggiunse il frigorifero e lo aprì, prendendone una
bottiglietta di acqua
ghiacciata.
“Vegeta
ha rischiato di morire a causa di quel nuovo
potere… il potere reale. E se questa voce nella mia testa
fosse un altro strano
potere saiyan e rischiassi anche io la vita?” si
domandò a bassa voce. Chiuse
il frigo, sospirò e aprì la bottiglietta.
Scrollò le spalle.
“Dovrei
rilassarmi e smettermi di preoccuparmi” si
disse.
*************************
Vegeta
mugolò, fece scivolare il braccio tra il viso
della moglie dall’altra parte del letto e il cuscino di lei e
si voltò. Il suo
respiro era regolare, aveva una goccia di saliva ai lati della bocca.
Si mise
su un fianco nella propria parte di talamo e mugolò,
continuando a dormire.
Sgranò
gli occhi di scatto avvertendo un’aura e si
alzò seduto, facendo scivolare di lato il lenzuolo di lino.
Dalla finestra
aperta entravano folate di vento caldo che facevano ondeggiare le
tende. Vegeta
si alzò in piedi, avvertendo una figura nell’ombra
davanti a sé.
<
Troppo alto per essere Vetrunks, aura troppo
potente per essere Trunks, ma è sicuramente maschile
> pensò, stringendo i
pugni. Scatto e afferrò l’intruso alla gola.
“Ve-Vegeta…
lasciami… mi strozzi” si lamentò Goku.
Il
principe dei saiyan lo riconobbe e lo lasciò andare, il Son
tossì e si
massaggiò il collo arrossato. Vegeta lo afferrò
per il braccio e lo trascinò
fuori dalla stanza.
“Che
diamine ti salta in mente di venire di notte in
casa mia? Vuoi svegliare tutti senza motivo?” lo
rimproverò. Goku si grattò la
testa.
“Urca,
smetterai mai di cercare di uccidermi?”
piagnucolò. Vegeta roteò gli occhi.
“Tu
in estate sarai anche in vacanza dal lavoro, io
no. Buonanotte” lo congedò. Goku lo
afferrò per una spalla.
“Ho
bisogno di un consiglio…”. Iniziò Goku.
Dimenò la
coda e abbassò il capo. “… di quelli
che può darmi solo un saiyan puro”.
Aggiunse.
Vegeta
si voltò verso di lui, guardandolo in viso.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Riflessioni diurne ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Remake di Relax, take it easy II° parte.
Cap.3 Riflessioni diurne
Relax
There is an answer to the darkest times.
It’s clear we don’t understand but the last thing
on my mind
Is to leave you.
I believe that we’re in this together.
Don’t scream – there are so many roads left.
rilassati,
c'è una risposta anche ai tempi più bui
è normale che non capisci ma l'ultima cosa
che mi passa per la mente è lasciarti
credo che ci siamo dentro assieme
non urlare, ci sono così tante strade da percorrere
Bulma
sbadigliò, si passò una mano sugli occhi chiusi e
sbatté un paio di volte le
palpebre, guardando la parte di letto del marito vuota.
“Sempre
mattiniero” borbottò. Si diresse verso il bagno e
si tolse il pigiama, aprì l’acqua
della doccia e prese il bagnoschiuma. Mise i capelli in una retina e si
lavò,
lasciando che l’acqua le scendesse lungo il viso.
<
Questa
volta ho temuto così tanto di averlo perso, che mi sembra
una cosa meravigliosa
vederlo dormire ancora con me > pensò.
S’insaponò e si lavò la pelle rosea,
sentendo
alcune rughe sulla pelle liscia, sospirò e finì
di lavarsi. Si sciacquò il viso
un paio di volte, chiuse l’acqua e uscì dalla
doccia. Mise i vestiti sporchi
nella cesta e un robottino le porse quelli puliti, si vestì
e tornò nell’altra
stanza. Chiuse la finestra, uscì dalla stanza e scese le
scale. Sentì delle
voci provenire dalla cucina e si affacciò, guardando al suo
interno nascosta
dietro lo stipite della porta.
Sgranò
gli
occhi guardando la schiena di Goku seduto al tavolo, davanti al
principe dei
saiyan, accomodato nel posto di fronte.
Il
Son
succhiò rumorosamente con la cannuccia il the freddo
contenuto nel bicchiere
giallo da mezzo litro.
<
Già è
insolito vedere Goku mattiniero, figuriamoci assistere al principe dei
saiyan
che discute con lui amabilmente! > pensò.
Vegeta
corrugò la fronte ed abbassò il capo.
“Sì,
Kakaroth. Ho paura tu abbia ragione e che tu possa possedere un potere
strano
come il mio” disse serio. Le sue parole furono coperte dal
suono della
cannuccia che aspirava sul bordo del bicchiere vuoto.
“Urca!”
trillò il Son. Vegeta assottigliò gli occhi.
“Non
è
positivo” sibilò. Goku sporse il labbro inferiore
e appoggiò il bicchiere sul
tavolo.
“Lo
so, però
vuol dire che diventerò ancora più
potente” disse. Vegeta gli diede un colpo di
coda alla gamba e sbuffò.
“Non
prenderla come un gioco” sibilò. Goku
alzò indice e medio.
“Parola
d’onore”
promise. Abbassò
la mano e sorrise.
“Però
dai,
Vegeta, pensaci. I mezzosangue si dimostrano più potenti del
normale a ogni
generazione, io e te abbiamo dei poteri sconosciuti e quasi divini,
Elly
racchiude la forza delle stelle stesse e mia sorella è una
strega. Saremo
rimasti in pochi, noi saiyan, ma siamo rimasti i migliori”
disse.
“Credevo
tu ‘fossi
cresciuto sulla Terra’ e non ti sentissi un saiyan”
lo parafrasò Vegeta. Goku
prese la cannuccia tra le dita, se lo portò alla bocca e la
mordicchiò.
“E
tu
dicevi che non ti saresti mai adeguato ai ‘terrestri
inferiori’ e lavori”
brontolò. Vegeta digrignò i denti.
“Come
terrestri, io e te, faremmo schifo. Tu sei troppo ingenuo ed io troppo
orgoglioso, ma…”. Abbassò il capo e
ghignò.
“Hai
ragione,
sono rimasti i migliori saiyan” sussurrò. Goku si
grattò un sopracciglio.
“Kamy
ed Elly
sono riuscite ad avere più informazioni su questa faccenda.
Forse dovremmo
chiedere a loro” propose. Vegeta negò con il capo.
“Penso
sia
meglio non parlarne. Elly è in ospedale, per degli
accertamenti, penso che il
bambino le stia dando problemi. E Kamy la coinvolgerebbe
sicuramente” ribatté.
“Certo
che…
tu sembri quasi un padre per mia sorella Kamhara, in età.
E’ strano lei si
comporti come se foste ancora amici” disse Goku. Vegeta si
alzò in piedi.
“Prendo
altro the, ho sete anch’io” sibilò.
Bulma
deglutì, si raddrizzò ed entrò nella
stanza.
“Che
fate
voi due?” domandò. Vegeta verso del the in un
altro bicchiere da mezzo litro,
ma trasparente.
“Già
sveglia?”
domandò. Bulma mise le braccia dietro la schiena.
“Ho
fatto
delle modifiche alla Gravity Room e se non ti sbrighi a usarla,
Vetrunks se ne
approprierà per tutta la mattina” disse.
“Corriamo,
Kakaroth” sancì Vegeta, correndo fuori dalla
stanza.
“Concordo!”
gli fece eco Goku, scattò a sua volta, affiancandosi al
principe. Bulma
ridacchiò.
“Bambinoni”.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Nightmare by Trunks ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta sentendo Hero degli Skillet.
Cap.4 Nightmare by Trunks
Trunks
guardò a destra e a sinistra, il terreno sotto di lui
tremava e polveroni di
sabbia si alzavano dalle dune intorno a sé. Strinse i pugni
e incrementò
l’aura, i suoi capelli color glicine si alzarono divenendo
dorati.
“Che
succede?” domandò. Il sangue scendeva lungo le sue
ferite, mescolandosi al
sudore, il bozzo nero sopra il suo occhio pulsava e il suo battito
cardiaco era
accelerato. Si girò verso Goten, il migliore amico era
avvolta dall’aura del
supersaiyan e i suoi vestiti strappati erano sporchi di sangue rappreso.
“Non
lo so”
disse il Son. La luce dei due soli rossi sopra di loro li illuminavano,
mentre
nella sabbia del deserto si profilava la figura sinuosa di un serpente.
“È
sotto di
noi!” gridò Trunks. La testa della creatura
emerse, mentre i granelli di sabbia
aranciata gli scendevano sul corpo squamosa. Dagli occhi vermigli
lanciò dei
raggi laser, i due ragazzi saltarono schivandoli.
“Proviamo
a
fare la Fusion!” propose Goten. I due giovani eseguirono il
rituale gridando: “Fusionah!”.
Rimase separati.
“Non
funziona!” urlò il Briefs. Il serpente
spalancò le fauci e li investì in pieno
con un raggio di energia.
Trunks
sgranò
gli occhi e si svegliò di soprassalto, ansimando. Riconobbe
la propria camera
da letto, cercò di regolare il respiro e si passò
la mano sulla fronte sudata.
Pan gli accarezzò il petto muscoloso madido di sudore.
“L’incubo
sfortunato?” chiese preoccupata. Il marito si
voltò verso di lei e le sorrise,
negando con la testa.
“Solo
uno
strano sogno” mormorò. Pan gli baciò la
fronte.
“Posso
rincuorarti in qualche modo?” chiese. Trunks la cinse con il
braccio e la
avvicinò a sé.
“Ti
va di
fare la doccia con me?” domandò. Pan lo
abbracciò.
“Con
piacere” rispose. Chiuse gli occhi e lo baciò.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Lavoro alla bottega ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 Lavoro alla bottega
Goku ansimò e si
passò la mano nel colletto della camicia,
gli aderiva umido al corpo. Si deterse le labbra con la lingua,
ansimò e sentì
gli occhi pizzicare. Si passò il braccio muscoloso sulla
fronte ed espirò dalle
narici. Si girò e guardò il registratore di cassa
davanti a sé.
< Con questo caldo, rischiamo
di perdere il raccolto. E
sì che mi sono già messo d’accordo per
vendere la verdura al mercato >.
Strofinò la punta dello stivaletto blu per terra.
< Vorrei avere la bravura di
Vegeta a contrattare. Quella
volta che mi ha aiutato, ho venduto tutto al terzo del prezzo solito e
nessuno
si è lamentato > pensò. Rivoli di sudore
gli scendeva lungo il collo.
“Non ho mai visto un
albergo così carino. Sembra una vera
baita” disse una donna all’interno del negozio,
davanti al banco frigo. La
donna accanto a lei si fece aria con un ventaglio.
“Io sono venuta qui solo
perché pensavo di trovare più
refrigerio dal caldo qui in campagna. In città non si poteva
più stare. Qui
siamo più in alto, in fondo” sussurrò.
Goku si massaggiò la fronte.
< Sono venute così
tante persone… turisti, quanto non li
sopporto > pensò. Una donnona si avvicinò
a lui e schioccò la lingua. Il suo
seno prosperoso trasbordava da un costume, il sudore le colava lungo il
ventre
rigonfio e ciccione.
“Tenga!”
sbraitò la donnona. Due ragazze alle sue spalle
iniziarono a spintonarsi.
“Maledetta, le volevo io
quelle scarpe!” strillò una delle
due, tirando i capelli all’altra.
“A me stanno
meglio!” gridò quest’ultima con voce
stridula.
Le due ragazze si spintonarono a vicenda, lanciando urla sempre
più acute. Goku
digrignò i denti, prese la busta dalle mani della donna e
iniziò ad estrasse la
merce per passarla sopra il lettore prezzi. Le due giovinette in
costume dietro
la donna iniziarono a colpirsi con una serie di schiaffi che
risuonarono nel
negozio.
“Vipera!”.
“Maledetta!”. “Zoccola!”.
“Stron*a!”. “Crepa!”.
Le urla delle due giovani si fecero sempre più forti.
“Sono ventidue
yen” disse Goku, rimettendo la merce dentro
la busta.
“Così tanto? Non
mi può fare uno sconto? Sa, ho amicizie
importanti” domandò la donna. Si sporse in avanti,
batté le ciglia finte e
sporse le labbra rese rosse da un rossetto acceso.
“Urca, mi dispiace, ma non
posso fare sconti diversi da
quelli che la catena ci impon…”. Iniziò
a spiegare il Son. La donna ringhiò e
aprì il proprio borsellino, mentre le due ragazze alle sue
spalle iniziavano a
prendersi a calci, tirandosi i capelli a vicenda.
“Lei non sa chi sono io! Le
farò vedere!” strillò la
donnona. Mise i soldi sul banco e recuperò la busta.
“Andiamo via, figliole”
disse. Uscì con la busta stretta al petto, seguita dalle due
ragazze, ancora
intente a gridarsi addosso. Goku espirò rumorosamente, la
testa gli ronzava.
Una bambina si avvicinò al
bancone e si mise sulle punte dei
piedi, appoggiando le mani sulla superfice in legno.
“Avete i
lecca-lecca?” domandò con vocetta tremante.
“No, mi dispiace
piccolina” rispose Goku.
“Avete i
lecca-lecca?” ripeté la bambina. Goku
negò con il
capo, passandosi la mano tra i capelli neri.
“No, ma abbiamo il gelato.
Lo vuoi il gelato?” chiese. La
bambina batté le palpebre.
“Avete i
lecca-lecca?” chiese. Una donna si avvicinò alla
piccola e le prese la mano.
“No, piccola, mi dispiace.
Non li abbiamo” rispose Goku. La
piccola scoppiò a piangere, singhiozzando.
“Io volevo il
lecca-lecca!” piagnucolò a gran voce. Le
lacrime le rigarono il viso e fu scossa da tremiti.
“Aspetta…”
cercò di calmarla il Son. Fu raggiunto da uno
schiaffo al viso dato dalla donna.
“Così impara a
far piangere mia figlia” sibilò. Si
piegò,
prese la piccola tra le braccia e uscì dal negozio. Goku
gemette e sospirò
vedendo altri clienti uscire dalla bottega.
L’eroe della Terra rimase
solo, i suoi occhi si arrossarono e
udì un tonfo. Si voltò e sgranò gli
occhi vedendo un barattolo esplodere
spargendo noccioline americane tutt’intorno. Una pioggia di
altri sassi
colpirono lui, rimbalzando e fecero cadere a terra delle bottiglie di
plastica
d’acqua e di bibite. Goku avanzò ripercorrendo la
strada dei sassi all’inverso
e vide un gruppo di teppistelli lanciarne altri con delle fionde. Un
sasso
perforò un contenitore di detersivo blu sopra la testa di
Goku, il denso
liquido blu si versò sopra il saiyan ricoprendolo.
“Adesso basta!”
gridò Goku. Strinse i pugni e si trasformò
in supersaiyan, la sua aura dorata fece tremare le mensole con la
merce. i
ragazzini caddero per terra e gattonarono per allontanarsi, si rimisero
in
piedi e scapparono via. Goku si ritrasformò, chiuse gli
occhi e si massaggiò
sopra le palpebre.
“Non vedo l’ora
di andare a casa” gemette. < Oggi sono
rimasto a pranzo dai Briefs, ho paura di far nuovamente sentire Chichi
trascurata > pensò. Si girò e sorrise,
prendendo una confezione di
pannolini.
< Vegeta è stato
gentile a insegnarmi come si cambiano i
pannolini per bene. Non vedo l’ora di far vedere i miei
miglioramenti a
Chichina! > pensò.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Intruso nella notte ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6
Intruso nella notte
Vegeta
alzò il capo e incrociò le braccia
al petto, era sdraiato sulla ringhiera del balcone della Capsule
corporation.
Guardava il cielo, con gli occhi rivolti verso l’alto e la
fronte spaziosa
rigata da delle profonde rughe. Udì dei passi alle sue
spalle.
“Non
sei troppo vecchio per queste cose?”
domandò Bulma, stringendosi in uno
scialle. Rabbrividì di freddo, sentendo
il naso pizzicare.
“Se
tu non sei troppo vecchia per farti
gli affari tuoi…” rispose Vegeta, con tono
leggermente sarcastico. Bulma fece
schioccare la lingua sul palato.
“Scontroso”
si lamentò. Si mise di fianco
al marito, appoggiandosi con il fianco alla parte libera della
ringhiera. Seguì
lo sguardo di lui, osservando a sua volta il cielo.
“Guardi
sempre lo stesso lembo di cielo.
Ti stancherai mai?” domandò, osservando le due
stelle gemelle che lo
illuminavano.
“Tsk,
la nostalgia si fa sempre più forte.
Mi sento un dannato vecchio nostalgico” si
lamentò. Bulma strinse le labbra.
“Se
ti mancano tanto, perché non chiedi a
Baba di farti andare a trovare almeno Radish, Turles e Napa? Parli
sempre di
loro” disse. Si accese una sigaretta e se la portò
alle labbra, inspirandola.
Vegeta strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“Umphf,
ti fa male. Quante volte te lo
devo dire?” ringhiò. Bulma scrollò le
spalle.
“Goditi
questo momento insieme, piuttosto”
ribatté. Il vento gelido le sferzò il viso e le
fece ondeggiare i capelli
azzurri. Vegeta tornò a guardare il cielo.
I
respiri dei due risuonavano tutt’intorno,
ogni tanto coperti dal sibilo del vento o dal gracidare dei grilli.
La
luce della luna e quella delle stelle
illuminavano le loro figure, creando dei giochi di ombre sulle
mattonelle del
pavimento della terrazzina.
Vegeta
assottigliò gli occhi, le sue iridi
color ossidiana brillarono. Il principe dei saiyan balzò in
piedi sulla
ringhiera.
“Che…?”
chiese Bulma, rabbrividendo.
“Percepisco
un’aura” rispose Vegeta,
gelido. Bulma lasciò cadere il mozzicone di sigaretta per
terra e lo spense
sotto la scarpa.
“Un
nemico?” domandò. Il marito negò con
il capo, scrutando il loro giardino con lo sguardo.
“Troppo
debole per essere un nemico, ma è
meglio non rischiare. Vado a controllare” rispose.
Balzò, levitò e atterrò nel
giardino. Bulma si affacciò, aggrappandosi con le mani alla
ringhiera.
<
C’è troppo buio, riesco a scorgere
solo ombre nere > pensò.
“Stai
attento!” gridò.
<
Non lo vedo più. Sembra che l’oscurità
l’abbia inghiottito > si disse.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Ha il tuo viso ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.7 Ha il tuo viso
Vegeta
atterrò silenziosamente tenendo la
schiena arcuata in avanti e avanzò, mise un braccio davanti
al viso e con l’altro
caricò un ki-blast, stringendolo nella mano in modo che la
luce che emanava non
filtrasse dalle sue dita. Si avvicinò al punto da cui
proveniva l’aura, era
sempre più debole.
Si
nascose dietro un albero, scorgendo una
figura umana.
Lo
sconosciuto avanzò con le gambe tremanti,
si lasciò sfuggire un gemito strozzato e crollò a
terra incosciente.
<
La voce sembra quella di un
ragazzino. Non è una minaccia > pensò.
Raggiunse il ragazzo e s’inginocchiò
su una gamba al suo fianco e gli appoggiò la mano sulla
schiena. Il petto del
giovane si alzava e abbassava in modo irregolare.
“Tsk.
Donna, apri la porta d’ingresso!”
gridò Vegeta. Issò il giovane prendendolo in
braccio e se lo appoggiò al petto,
sentendolo respirare affannosamente.
<
All’apparenza sembrava più robusto,
invece è veramente leggero > pensò. Si
voltò e si diresse verso la propria
porta, si fermò davanti ad essa e ticchettò con
lo stivale sporcandolo di
terra.
<
Non posso fare nuovamente fretta alla
Donna o rischierò di farla cadere dalle scale >
rifletté.
Il
giovane abbracciò Vegeta nell’incoscienza
e mugolò di dolore.
<
Decisamente è molto giovane > si
disse il principe dei saiyan. Seguì l’aurea della
moglie scendere al piano
inferiore e dirigersi verso l’uscio.
La
porta si aprì e Bulma si spostò di
lato, facendo passare il marito. Vegeta entrò e
avanzò, raggiungendo il divano.
Bulma richiuse la porta e raggiunse il saiyan, guardandolo stendere lo
sconosciuto sul divano.
Impallidì
sgranando gli occhi e si portò
la mano alla bocca, socchiudendola.
“E’
identico a te da giovane! Chi è?”
domandò con voce tremante.
“Non
lo so” rispose Vegeta. Osservò il
giovane illuminato dalla luce delle lampade, i capelli a fiamma del
ragazzo
ricadevano da un lato. Sganciò il pesante mantello rosso
dalle spalle del
ragazzo, osservò il simbolo della famiglia reale inciso in
oro sul pezzo di
sopra della battle-suit.
“Resta
da scoprire chi è questo ragazzo…”
disse Bulma. Si voltò verso il marito e lo vide
indietreggiare, con le gambe tremanti.
“Che
succede?” domandò.
Vegeta
chinò il capo, la fronte corrugata,
un pugno stretto all’altezza del petto.
“L’aura
di Kakaroth. Si è incrementata all’improvviso
e poi si è quasi del tutto annullata”
sussurrò.
Il
telefono squillò.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Il malessere di Goku ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 Il malessere di Goku
“Era Chichi. Ha detto che
Goku si è sentito male all’improvviso”
disse Bulma con voce tremante. Era pallida e le sue labbra erano
esangui.
Vegeta corrugò la fronte
spaziosa e strinse i pugni, stretti
da dei guanti.
“Qualcosa li ha
attaccati?” domandò.
Bulma sospirò e
negò con il capo.
“No, è stata
l’aura di Goku. Ha avuto un attacco simile a
quelli che avevi tu, ma sua sorella è riuscita a
controllarlo” gemette. Volse
il capo.
Vegeta digrignò i denti.
< Prima a me, ora lui. Che
diamine succede al sangue
saiyan?! > pensò.
“Ho sentito che
l’aura di Kakaroth prima si è incrementata
al massimo e poi è quasi del tutto scomparsa”
ammise.
Bulma osservò il giovane
incosciente e si mordicchiò il
labbro.
“Chichi era sconvolta, lo
stanno portando qui” sussurrò
roca.
Vegeta si grattò la testa,
passando le dita tra i capelli
neri a fiamma.
“D’accordo.
Però non sappiamo se questo ragazzo c’entri
qualcosa” disse roco.
Bulma si allontanò.
“Io vado a comprare da
mangiare” disse.
Vegeta sgranò gli occhi e
si voltò verso di lei.
“Ora, donna?”
chiese.
Bulma s’infilò
il cappotto e annuì.
“Sì, magari
trovo uno dei supermercati aperti 24 su 24. Ho
bisogno di qualcosa da offrire agli dei” rispose.
Vegeta inarcò un
sopracciglio.
“Hai intenzione di far
venire qui Bills-sama, il dio della
distruzione?” domandò.
“Idee migliori?”
chiese Bulma, prendendo le chiavi di casa.
“No, Bulma. Ottima presenza
di spirito” rispose Vegeta.
Socchiuse gli occhi e ghignò.
Bulma indicò il saiyan
più giovane.
“Tu controlla lo
sconosciuto” ordinò.
***********
“Whis” disse
Bill-sama. Si rotolò sulla sedia su cui era
accomodato e con l’indice ticchettò su una delle
foglie dell’insalata sul suo
tavolo.
“Sì,
Bills-sama?” domandò il suo assistente. Si stava
sfilando il grembiule, alle sue spalle passavano dei pesci giganteschi.
“Dobbiamo trovare un modo
per avvertire Goku e gli altri.
Siamo ormai riusciti a convincere Lourth che siamo dalla sua
parte” disse il
dio della distruzione.
Whis inarcò un
sopracciglio.
“Non pensate sia troppo
presto?” domandò.
“Devono sapere della
minaccia prima che sia troppo tardi”
ringhiò Bills, mettendosi a faccia in su.
Whis allungò una mano e il
suo scettro gli volò tra le dita.
“Vi siete affezionato a Son
Goku” disse con tono gentile.
Bills sospirò pesantemente.
“Non sono il solo. Anche
tu, anni fa gli hai anche svelato
il mio punto debole” si lamentò.
Whis sorrise.
“Siete sicuro che non
convenga avvertire Zeno-sama?”
domandò.
Bills si rizzò a sedere
con un gesto fulmineo, la schiena
ritta.
“Per spazzare via Lourth,
potrebbe decidere di distruggere
tutti gli universi nella loro interezza. Qualcosa mi dice che gli altri
abbiano
fatto questa fine proprio per cercare di fermarlo” rispose,
mentre un rivolo di
sudore gli solcava il viso.
Whis annuì.
“Come desidera,
Bills-sama” disse.
Bills corrugò la fronte.
“E’ un vero
peccato, però…” mormorò.
Le iridi di Whis divennero
più scure.
“Cosa?” chiese.
“Temo che Freezer gli sia
fedele davvero. Io lo volevo dalla
nostra parte” ammise Bills.
Whis piegò di lato il
capo, una ciocca di capelli gli sfiorò
la guancia color cielo.
“Vedremo. Quel changelling
non ama essere secondo a nessuno,
nemmeno a Lourth” ribatté.
Bills annuì.
“D’accordo,
seguiremo come si svolgerà la situazione”
mormorò.
La sfera sullo scettro di Whis
iniziò a lampeggiare e
apparve al suo interno la figura di Bulma.
“Oh, il caso. Ci stanno
contattando loro” trillò. Chiuse gli
occhi e il sorriso gli prese metà del viso.
Bills si leccò le labbra.
“Beh, il lato positivo e
che torneremo ad assaggiare le
prelibatezze della terra. Lourth sarà anche un signore, ma
il cibo di quegli
umani è insuperabile” ammise.
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Capitolo 9 *** Cap.10 Tre piccoli bambini ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 Tre piccoli bambini
Goku si piegò in avanti e
accarezzò il viso della piccola
May, la bambina allungò le mani verso il padre e gli sorrise.
“M-mi dispiace, non penso
sia una buona idea al momento che
lei la prenda in braccio” disse Videl con voce tremante.
“L- lo so”
esalò Goku. May gli afferrò un dito e Goku si
voltò.
“Piccola mia, come ti
senti?” domandò C18, guardando la
figlia.
“Da infermiera posso dirti
che non ho mai visto niente di
simile. Dovrebbero inventare qualcosa del genere su larga
scala” rispose
Marron. Guardò la bambina tra le sue braccia, la madre e Ub.
“Ancora non riesco
a crederci” esalò.
Goten abbracciò Ub.
“Lo so che non dovrei
festeggiare, ma è bellissimo!” gridò.
Goku gemette, sentiva la testa
scoppiargli.
“I-io… la mia
bambina… lei…” farfugliò Ub.
“Mi piacerebbe che Gorin e
Latys lo sapessero” sussurrò Vetrunks.
Vegeta gli appoggiò la
mano sulla testa.
“I figli di Tenshinan e
Lunch lo sapranno a breve. Persone
come Marron e gli altri devono rimanere qui, qualunque cosa decidiamo
di fare”
rispose.
< Sembra che si stiano
dimenticando come sta Kakaroth
> pensò.
Elly guardò il bambino che
le comparso tra le braccia, la
pelle candida, le iridi azzurre-blu che la fissavano e i ciuffetti di
capelli
biondi sul capo.
“E’
bellissimo” sussurrò. Avvertì una
sensazione di vomito e
rischiò di cadere in avanti.
“Tutto bene?”
chiese Junior. La giovane mise il figlio tra
le braccia del namecciano e corse in bagno.
Crilin svenne ai piedi di Chichi, che
si guardò intorno
confusa.
“So-sono nati?”
domandò con voce tremante.
Videl si appoggiò contro
May, che si era addormentata, Goku
ritirò la mano e la figlia di Mr. Satan raggiunse la suocera.
“Sì,
è nato un maschietto” disse.
Bra teneva il bambino tra le braccia
e lo fissava.
“Si è clonato
Goku, di nuovo. Umphf, in quella
famiglia hanno tutti la stessa faccia” esalò.
“Whis, hai combinato un
disastro. Ora non si sta capendo
niente” si lamentò Bills.
“Non si preoccupi, sto
usando il tempo a nostra disposizione
per capire cosa accade a Son Goku” lo
tranquillizzò Whis.
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Capitolo 10 *** Cap.9 Whis la levatrice ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9 Whis la levatrice
“Cioè,
ricapitolando. Voi ci avete nascosto un’invasione
elfica, una malattia mortale, un potere saiyan risvegliato che ha quasi
distrutto l’universo e la rottura della barriera tra il mondo
dei vivi e quello
dei morti?! Vi rendete conto che in questa stanza ci sono saiyan che
dovrebbero
stare agl’inferi, di nuovo tra noi?!”
sbraitò Bills.
“Suvvia, non gridate, Goku
non si sente bene” lo rimproverò
Whis, aiutando a Goku a stendersi sul tavolo. Il saiyan aveva il viso
grigiastro e gli occhi cerchiati da delle occhiaie.
“Urca, penso che abbiamo
dimenticato di dirvi anche altro.
Tipo Devil” ammise.
Bills digrignò i denti e
fu avvolto da un’aura violetta.
“Voi! Non venitemi a dire
che avete anche di nuovo giocato
con il tempo!” gridò.
“N-no, ma abbiamo delle
meravigliose crostate di diversi
gusti” disse Bulma, con voce tremante. Porse dei sacchetti di
plastica a Bills.
Quest’ultimo si sporse e
inspirò rumorosamente, le sue iridi
brillarono.
“Dolci!”
trillò.
Suonò il campanello e
Bulma corse ad aprire, passando alle
spalle di Vegeta che fissava ancora il giovane incosciente.
Gohan superò il fratello
Goten, che stava sventagliando
Chichi riversa su una sedia, e raggiunse il principe dei saiyan.
“Ti assomiglia davvero
molto” disse, togliendosi gli
occhiali.
“Sono arrivati Crilin e la
sua famiglia. Nostro figlio
Trunks con la sua. E a breve saranno qui anche Junior ed
Elly” spiegò Bulma,
rientrando.
Osservò Kamhara stesa su
una brandina montata nel soggiorno,
la giovane era incosciente. I suoi vestiti erano lacerati in
più punti e aveva
del sangue rappreso sulla fronte.
“E’ colpa mia se
è ridotta così” farfugliò
Goku.
“Non dire
assurdità, Kakaroth. Non potevi controllarti, ne
so qualcosa” disse Vegeta.
“Ditemi perché
non dovrei uccidervi. Siete una minaccia per
il nostro universo, al momento” ringhiò Bills.
Vegeta rabbrividì e Chichi
singhiozzò forte.
“Su, Bills-sama, anche voi
avete i vostri piccoli difetti.
Dovevate parlargli prima di Lourth” lo rimproverò
Whis.
Bills arrossì e si
voltò a guardare i nuovi arrivati.
Uub sorreggeva Marron, alle loro
spalle C-18 camminava di
fianco a Crilin.
Vetrunks corse dal nonno e Bills
impallidì.
“Quanti Vegeta devono
ancora apparire?” ringhiò.
“Quello è mio
figlio” s’intromise Trunks.
“Nostro” ribatté
Pan, chiudendo la porta.
“Visto che siamo in vena di
ammissioni, Bills-sama. Tre
saiyan scappati dagl’inferi non sono rientrati. Si tratta di
Turles, Radish e
Nappa” ammise Vegeta.
Bills si nascose il viso tra le mani.
“I miei nervi. Forse dovevo
davvero passare al lato oscuro,
non fare solo finta” gemette.
Junior aprì la porta e si
schiarì la voce.
“Lo so che la situazione
non è delle migliori, ma…”.
Iniziò.
Tutti si voltarono nella sua
direzione. Videl, che teneva
tra le braccia May, si affacciò dalla cucina.
“Elly sta per
partorire” sancì il namecciano.
“ADESSO?!”
gridarono in coro diverse voci.
Whis allargò le braccia,
facendo ondeggiare il bastone con
una mano e sorrise.
“Meno male che ci sono io!
Che le donne che devono partorire
mi raggiungano. Con la mia magia, sarà questione di un
attimo e nessuno
rischierà la vita” disse.
Junior uscì, mettendosi a
correre.
Bra si avvicinò a Marron e
le porse il braccio.
“Meglio
approfittarne” sussurrò e la figlia di Crilin
annuì.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Goshin, Ely e Jaden ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.11 Goshin, Ely e Jaden
“Nostra figlia è
meravigliosa, non trovi?” domandò Marron,
mostrando la bambina a Ub. La piccola afferrò la guancia del
padre con la
manina e la tirò, fino a fargli lacrimare gli occhi,
arrossandogli la guancia
scura.
“E’
forte” considerò C18.
“E’ bella come le
mie due splendide gioie” disse Crilin,
rialzandosi da terra. Le gambe gli tremavano.
“H-ha il…
naso…” balbettò Ub.
Goten scoppiò a ridere.
“Il mio sembra mio padre
neonato, con tanto di coda e il
vostro la reincarnazione di C-18. Insomma, tutti volti noti”
disse.
“Che ne dici se la
chiamiamo Ely? Per richiamare una persona
a cui teniamo” disse Marron, voltandosi verso Junior.
“Ottima idea”
rispose Ub, annuendo vigorosamente.
“Il nostro si
chiamerà Goshin e vedete di abbassare la voce.
Sveglierete i due svenuti e non sappiamo ancora se quella specie di
clone di
mio padre sia amico o nemico. Potrebbe addirittura essere una sua
controparte
di un qualche passato cancellato dai Kaiohshin” disse Bra,
indurendo il tono.
Junior guardò il figlio
agitarsi tra le sue mani, iniziando
a scalciare.
“Su, piccolo Jaden, fai il
bravo. Sono il tuo papà, sai?”
disse.
Il bambino scoppiò a
piangere, Junior gemette sentendo le
orecchie fischiargli.
Goku si tenne la testa tra le mani,
con un mugolio
sofferente.
“Urca, non è
calmo con il padre” piagnucolò.
Vegeta si avvicinò alla
figlia e guardò suo nipote.
< Proprio una pessima
giornata, mio nipote è anche uguale
a Kakaroth > pensò.
Goshin batté le palpebre e
alzò il capo, guardò il nonno e
fece un ghignetto, corrugando un principio di sopracciglia.
“Questo è mio
nipote” si lasciò sfuggire Vegeta.
Vetrunks si avvicinò al
piccolo, si sporse sulle punte e lo
guardò.
“Ciao,
fratellino” lo salutò.
“Non è tuo
fratello” ribatté Bra.
Il piccolo piegò il capo,
facendo ondeggiare i capelli a
fiamma color glicine.
“Io ho deciso che lo
chiamerò così” ribatté
Vetrunks.
Elly uscì dal bagno e il
cigolio della porta che si richiudeva
coprì il sospiro di Bra.
< Meno male che avevo le
aspirine. Mi sento confusa… sono
madre > pensò.
Elly guardò Bills, gli
camminò intorno e si alzò un paio di
volte sulle punte dei piedi.
“Sei una saiyan anche tu,
ragazzina?” sibilò.
Elly congiunse le mani.
“Sei un gattino”
disse con voce in falsetto.
“Sono un dio! Possibile che
nessuno di voi sappia come
comportarsi? Siete rudi” si lamentò Bills.
Elly fece un mezzo inchino.
“Chiedo scusa, è
solo che sta succedendo tutto in fretta…
come sempre del resto. Un vero dio! Insomma, ormai è chiaro,
le creature più
potenti o spaventose dell’universo sono sempre
gatti” disse.
Sentì un pianto sordo e si
voltò.
“Elly, hai finito in
bagno?!” gridò Junior.
Elly corse verso di lui, Whis
tirò un colpo alla nuca del
namecciano.
“Non urlare. Primo,
spaventi il bambino. Secondo…”. Fissò
Junior.
“… questo parto
poteva ucciderla. Se non ci fossi stato io a
salvarla, oggi sarebbero morti entrambi”. Concluse Whis,
indurendo il tono.
Elly si bloccò, un rivolo
di sudore le scese lungo la
schiena.
Elly
gemette, le fitte
allo stomaco si fecero sempre più forti. L’aura
del figlio nel suo addome le
faceva tremare le costole. Venne scaraventata all’indietro da
un movimento del
piccolo, sbatté contro il muro creando delle piccole crepe.
Cadde in avanti e
ansimò, sudore gelido le scendeva lungo il corpo.
“Fai
il bravo piccolo
Jaden, mia dolce ‘luce nuova’… se mi
ammalo, sarà la fine per entrambi”
mormorò.
Junior si voltò lentamente
e si diresse verso di lei, il
bambino tra le sue braccia singhiozzava e scalciava.
“E’
vero?” domandò il namecciano.
Elly sorrise al figlio e lo prese in
braccio, il neonato
smise di piangere.
“Sta sicuramente
esagerando” mentì. Cullò il bambino al
petto e lo mostrò al padre. “Non è
bellissimo? Non sei un padre orgoglioso?”
chiese.
Junior corrugò la fronte.
“Elly…”.
Iniziò.
“Sì, ma il mio
Gokuccio sta male, non dimenticatelo!”
strillò Chichi.
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Capitolo 12 *** Cap.12 John ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.12 John
Kamy
si ridestò di soprassalto, disturbata dal grido
di Chichi. Si alzò a sedere sulla brandina e si
guardò intorno, vedeva dei
volti sfocati. Strinse gli occhi e si passò le mani sul viso.
“Ti
senti meglio?” le domandò Bulma.
Kamy
annuì e si alzò in piedi.
“Mio
fratello?” chiese, guardandosi intorno.
“È
vivo, ma non sappiamo ancora cos’abbia. Però
c’è
qui il dio della distruzione e il suo angelo, riusciranno a scoprire il
problema” disse Bulma.
Tra
le persone, Kamhara riuscì a vedere il giovane
incosciente sul divano.
“J-John!”
gridò Kamhara. Cadde all’indietro e Vegeta
l’afferrò per un
braccio, facendola sedere nuovamente sulla brandina.
“John
è questo ragazzo?” domandò.
Kamy
annuì, impallidendo.
“L-lui…
è il mio fidanzato” biascicò. Vegeta
aumentò la stretta sul braccio
di Kamy, lasciandogli il segno delle dita sul braccio,
assottigliò gli occhi e
la lasciò andare.
“Viene
dagl’inferi?” domandò gelido.
“Vegeta,
datti una calmata” ringhiò Elly, raggiunse Kamhara
e le si sedette
accanto.
“Scusalo,
questa storia ci ha sconvolto”. S’intromise Bulma.
“È
tuo fratello. I tuoi genitori hanno avuto un altro figlio
agl’inferi”
spiegò Kamy.
“Questa
volta gli è venuto meglio rispetto a zio Tarble”
s’intromise Bra.
“È
giovane per essere il fratello di nonno” disse Vetrunks. Si
nascose
dietro la gamba di
“Oh,
ma allora è di famiglia. Avere figli agl’inferi
è severamente vietato
dalle leggi divine” si lamentò Bills, sospirando
pesantemente.
Junior
gli offrì dei lecca-lecca al limone e la divinità
ne prese uno,
mettendoselo in bocca.
“Calmiamoci
tutti quanti. Ho un’idea, perché non portiamo i
più piccoli al
piano di sopra?” propose Marron.
“Ottima
idea, fatti aiutare” disse C18. Prese delicatamente la
nipotina tra
le braccia e Ub abbracciò la moglie. Ub aiutò
Marron a dirigersi verso le
scale, seguita C18 intenta a cullare la piccola Ely.
“Sì,
penso che sia meglio così”. Fece eco Bra, mise
Goshin in braccio a
Chichi.
“Me
lo può tenere?” domandò.
Chichi
corrugò la fronte.
“Figliolo,
hai sposato una madre snaturata” si lamentò,
allontanandosi con
il bambino.
“Tu
non ci provare, Jaden resta con noi” disse Junior secco.
“Non
lo avrei lasciato” ribatté secca Elly, cullando il
bambino al petto.
“Come
ha fatto… John, giusto?” chiese Goten.
Kamy
annuì.
“John,
esatto. Come mai ci sono tutti questi neonati?”
domandò.
“Whis
li ha fatti nascere. È l’angelo addestratore di
dei di cui ti ho
accennato. Quello laggiù. Accanto a lui
c’è Bills-sama, il dio della
distruzione” rispose Bulma. Lo indicò e si diresse
a sua volta verso le scale.
“Vetrunks,
sali sopra anche tu” ordinò secco Vegeta. Il
bambino annuì e
corse via, Pan lo seguì e, una volta raggiunto,
salì insieme a lui al piano di
sopra.
“Beh,
come mai John è riuscito a scappare dagl’inferi e
ha un corpo?” chiese
Goten.
“Essendo
nato agl’inferi, è un demone”
spiegò Kamy. Un rivolo di sudore le
solcò il viso e chinò il capo. “Mi
dispiace di non avervi parlato di lui”
esalò.
Vegeta
guardò il giovane incosciente.
<
Quindi è il mio fratellino. Sì, ma se Kamy
continua a soffrire così,
passerà da demone a cadavere in pochissimo e per mia mano
> pensò.
Videl
diede un bacio a Gohan e salì al piano di sopra, tenendo con
sé la piccola
May ancora addormentata.
Goku
mugolò e si stese su un fianco, facendo tremare il tavolo su
cui era
adagiato.
“Chi
lo ha ridotto così?” domandò Kamy,
indicando John.
“Non
lo sappiamo, è arrivato qui ed è svenuto. Ho
controllato e mi è
sembrato avesse delle ferite fatte da una sciabola a mezzaluna
all’altezza
della schiena” spiegò Vegeta.
“Ora
che sappiamo che non è nostro nemico…”
disse Junior. Si avvicinò al
ragazzo e gli mise un senzu in bocca, aiutandolo a ingoiarlo.
John
mugolò, iniziò a svegliarsi, mugolò e
batté le palpebre, sentendo un
brusio di voci intorno a lui.
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Capitolo 13 *** Cap.13 Preparativi per la partenza ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.13 Preparativi per la partenza
John
si alzò seduto sul divano, si guardò intorno e
impallidì, vedendo una serie di
volti sconosciuti fissarlo.
“John”
lo chiamò Kamy.
John
la riconobbe, si alzò in piedi, schivò Junior, e
corse da lei, abbracciandola.
“Mi
dispiace, non sono arrivato in tempo” disse secco.
“Non
preoccupatevi, principe. L’importante è che stiate
bene” rispose lei.
Goten
si affianco a Bra e le prese la mano nella propria.
“Tsk,
meno sdolcinati voi due. Cosa vuoi?” ringhiò
Vegeta.
John
si voltò verso di lui e sgranò gli occhi,
socchiudendo la bocca.
“Tu
sei mio fratello, la leggenda” esalò.
“Certo
che i tuoi fratelli ti venerano sempre” disse Junior,
rialzandosi in piedi.
Bills
succhiò rumorosamente uno dei lecca-lecca e si
accomodò sul divano, seguito da
Whis.
“Sappi
che sei in presenza di un dio, vedi di essere rispettoso”
ringhiò.
John
si voltò e gli fece un inchino.
“Vi
porgo i miei omaggi”. Si rizzò. “Sono
qui per avvisarvi che un saiyan molto
pericoloso è scappato dagl’inferi, ma prima di
farlo ha maledetto Kakaroth.
Sono venuto qui per avvisare la mia fidanzata che suo fratello
morirà, se non gli
verrà preparato un antidoto magico con la ‘foglia
reale’. Solo che cresce solo
nel giardino reale saiyan, lì agl’inferi, visto
che Vegeta-sei è andato
distrutto” spiegò.
“E
non potevi recuperarlo tu, visto che vieni da lì?”
chiese Crilin.
John
negò.
“Solo
l’erede al trono può farlo. Ho provato a chiederlo
a mio padre, ma lui e mia
madre sono scomparsi ieri notte. Temiamo un rapimento”
spiegò.
“Hanno
rapito i genitori di Vegeta?” esalò Goku,
sdraiandosi a faccia in giù sul
tavolo.
“Son,
pensa al fatto che stai morendo tu” ribatté secco
Junior.
“Dobbiamo
salvare mio padre. Vegeta, andiamo agl’inferi a recuperare la
foglia” propose
Gohan.
“Io
e Bills-sama non possiamo venire, sarebbe grave se venissimo meno alla
regola
di non intervenire con il mondo dei morti. Però possiamo
rimanere qui e aiutare
Goku a resistere più a lungo, dandovi un po’ di
tempo” propose Whis.
“A
patto di venire sfamati”. Aggiunse Bills.
“Avviso
gli altri, ma voi sappiate che io verrò agl’inferi
con mio padre e Gohan”. S’intromise
Trunks, correndo al piano di sopra.
Elly
guardò il proprio bambino e sospirò.
“Io
vengo” sussurrò.
“Hai
appena partorito!” urlò Junior.
“Grazie
a Whis-sama non mi sono nemmeno affaticata”
ribatté Elly.
“Hai intenzione
di abbandonare tuo figlio appena nato?” chiese Junior.
“Perché
tu cosa stai facendo? O vuoi dirmi che non
andrai a tua volta?” domandò Elly.
Junior
si grattò la fronte.
“Beh,
è diverso. Tu sei la madre” ribatté.
“Per
le saiyan non è così insolito. Non fare il
maschilista, muso verde” s’intromise Vegeta.
“Elly
è un valido aiuto e anche io. Veniamo”
s’intromise Bra.
Vegeta
digrignò i denti, Vetrunks ridiscese silenziosamente le
scale e raggiunse il nonno.
"N-non voglio essere
escluso, però..." mormorò. Le iridi color
ossidiana gli brillarono di riflessi blu.
“Solo
se tu e tuo fratello non vi mettete nei guai. Tu
no, Vetrunks, sei troppo piccolo” rispose secco il principe
dei saiyan.
<
Sensei, non
posso lasciar morire Goku. Sai quanto
gli voglio bene. Lui è stato la persona che mi ha fatto
scoprire questo magico
mondo, chi sono in realtà, te. Se non fosse stato per lui,
sarei rimasta sempre
nell’ombra, all’oscuro del bene che mi
volevate… all’oscuro del tuo amore >
comunicò Elly mentalmente a Junior.
“D’accordo.
Stabiliamo adesso chi viene” disse Junior.
“Purtroppo
non abbiamo il tempo di avvertire Yamcha e
gli altri. Goku peggiorerà in fretta”
esalò Crilin.
“Io
vengo” s’intromise Goten.
“Non
iniziate a fare i bambini” ordinò Vegeta.
“Io
direi tutti quelli in questa stanza, più Trunks, tranne
le due divinità, così non dobbiamo
litigare” propose Bra.
“Sarà
meglio, visto che dobbiamo sbrigarci” disse
secco John.
“Però
il neonato resta a casa” ribatté Kamy.
Junior
sospirò.
“Allora
non fate chiamare Dende, non vorrei desse di
nuovo di matto. E’ tornato in sé da poco. E se ne
deve occupare Videl” ordinò.
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Capitolo 14 *** Cap.14 Per Goku ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.14 Per Goku
“Gli altri ti
aspettano fuori, la navicella modificata con
la magia di Kamhara vi trasporterà direttamente
agl’inferi” disse Bulma.
Vegeta le sorrise.
“Mi sorprende
che cocciuta come sei tu non voglia venire con
noi. Pensavo saresti venuta con la scusa di pensare alla manutenzione
del mezzo
di trasporto” disse.
Bulma gli
appoggiò la guancia sulla spalla e socchiuse gli
occhi.
“Ero tentata, ma
qui non ce la faranno con tutti quei
bambini piccoli. In fondo, non verranno nemmeno tutti i
guerrieri” mormorò.
Vegeta si voltò
di scatto sentendo un mugolio di dolore.
“Non possiamo
invadere gl’inferi. Tsk,
sembriamo già un esercito così”
borbottò.
Bulma gli diede un bacio
sulla guancia.
“Vado a fare gli
ultimi ritocchi” disse, uscendo dalla
stanza.
Vegeta le diede le spalle
e si diresse nella direzione da cui
provenivano i gemiti, Goku mugolava e si dimenava sul tavolo.
Vegeta lo
sollevò tra le braccia e lo adagiò sul divano,
Goku gli sorrise.
“T-ti sei
fatto… p-più…
delicato…” farfugliò.
“Umphf”
borbottò
il principe dei saiyan, voltandosi dall’altra parte.
Goku tossì
rumorosamente e strinse gli occhi, la fronte gli
doleva e sentiva le tempie pulsargli.
“V-Vegeta…
fa male. Mi farai stare meglio?” domandò.
Vegeta strofinò
la punta dorata dello stivaletto candido sul
pavimento.
“Sì,
Kakaroth. Vedi di resistere fino a quando non torniamo”
ordinò.
Goku
assottigliò gli occhi, socchiudendoli.
“C-com’è…
avere… tanti fratelli?” domandò.
“Perché
me lo chiedi?” chiese Vegeta, inarcando un
sopracciglio.
“P-poterai con
te… Radish, vero?”. La voce di Goku era rauca
e biascicava le parole.
“Sì,
ma non ti affaticare così” rispose Vegeta,
abbassando
la voce.
Goku ansimò.
“P-po…poi
riportamelo… ri-rivoglio… mio…
fratello” gli
chiese.
“Te lo
prometto” mormorò Vegeta.
Goku gli sorrise, chiuse
gli occhi e perse i sensi, il
sudore gli scivolava lungo il viso.
Vegeta gli
accarezzò la fronte, scostandogli le ciocche di
capelli umidi e incrociò le braccia al petto.
“Vegeta, siamo
pronti! Abbiamo il mezzo per andare agl’inferi!”
udì le urla di Nappa provenire da fuori.
Vegeta sospirò
pesantemente, si voltò e vide Chichi, era
semi-nascosta dietro lo stipite della porta.
“Puoi occuparti
di tuo marito” disse gelido.
Chichi
impallidì ed entrò nella stanza, con lo sguardo
basso.
“Avevo
già intenzione di farlo” disse con voce stridula.
Vegeta le passò
di fianco e si fermò, i muscoli del corpo
rigidi.
“Sei
più forte di quanto gli altri capiscano. E lui ha
bisogno di te, sei la sua forza” disse atono.
Chichi annuì e
lo guardò in viso.
“Proteggi i miei
figli” sussurrò.
Vegeta le sorrise.
“Lo
giuro” rispose ed uscì dalla stanza, Chichi corse
dal
marito. Lo abbracciò, stringendolo a è e
scoppiò a piangere.
“Oh, Goku-sa mio.
Mi hai promesso che non mi lasci più” gemette. Era
scossa da tremiti, alcune
ciocche more le erano sfuggite dallo chignon e le lacrime le rigavano
il volto
tondeggiante.
Vegeta sentì i
singhiozzi della donna farse più lontani,
chiuse gli occhi e sospirò, massaggiandosi il viso. Una
serie di rughe erano
comparse sulla sua fronte spaziosa e ad ogni suo movimento i suoi
capelli a
fiamma ondeggiavano. Percorse il corridoio e uscì di casa,
richiudendosi la
porta alle spalle.
Diverse voci rimbombavano
per tutto il giardino
confondendosi in un boato indistinto.
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Capitolo 15 *** Cap.15 Si parte per gl'inferi ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.15 Si parte per gl'inferi
“Spero che
possiate perdonare il mio comportamento. Mi sono
presentato all’improvviso, ma era essenziale. So quanto
è importante che Goku
stia bene. È noto in tutti gl’inferi dai tempi di
Majinbu. Allo stesso modo
sono lieto di poter stare accanto ai guerrieri che hanno affrontato
Devil e suo
padre Freezer prima di lui” disse John.
Vegeta si
appoggiò a un albero, con le braccia incrociate e
schioccò la lingua, la voce del fratello gli arrivava come
un brusio alle
orecchie.
Osservò Trunks
caricare sulla navicella delle casse colme di
mele, Turles gli saltellava intorno sfregandosi le mani e ghignando.
Volse lo
sguardo ed espirò rumorosamente dalle narici.
“Ho preso i
senzu!” gridò Gohan, atterrando alle spalle di
Junior.
“Non ti
affaticare e stai attenta…”. Stava dicendo il
namecciano rivoltò ad Elly. La giovane aveva una pila di
libri scritti in
saiyan o nella lingua degli dei tra le braccia.
“Spero che ne
sia almeno uno che parla della foglia” disse
Bra, affiancandosi ad Elly.
“Certo. Ed
ultimamente ho recuperato il namecciano moderno,
insieme all’antico. Perciò, se serve,
potrò leggere anche quelli” rispose.
“Io porto la
cassetta del pronto soccorso, inizio a pensare
ci servirà anche quella!” gridò Goten
da dentro la navicella.
Nappa e Radish stavano
portando pile di casse colme di cibo
in scatola, camminando in fila indiana.
“Il portellone
ha ricominciato a funzionare!” urlò Crilin,
con le mani a conca ai lati della bocca.
“Perfetto!”
sbraitò in risposta Bulma da dentro la
navicella.
“…
perciò mi sono fatto alleati che mai avrei pensato. Penso
che ci potranno tornare utili, ma niente di operativo o ufficiale. Non
voglio
metterli in una situazione di pericolo”. Concluse John.
“Va
bene” disse Vegeta atono. Si staccò
dall’albero e si
allontanò, Vetrunks lo raggiunse correndo.
“Nonno, ti
prego, voglio venire anch’io. Non mi metterò in
pericolo e sarò utile, lo giuro”
supplicò.
Vegeta abbassò
lo sguardo, il nipote teneva i pugni stretti
e le nocche erano diventate bianche. I suoi capelli a fiamma color
glicine si
muovevano sul suo capo mossi dal vento.
“Zia ha detto
che venivano tutti quelli nella stanza. Perciò
sono compreso anch’io. E so leggere e parlare saiyan
fluentemente, ti potrebbe
risultare utile” implorò.
La sua voce era coperta
dalla cacofonia di voci circostanti.
Vegeta espirò
rumorosamente.
“Non ti
allontanerai mai da me?” domandò.
Vetrunks annuì,
le iridi color ossidiana liquide.
“Lo
giuro” sussurrò.
“Allora va bene,
ma in cambio tieni occupato John. Quando si
avvicina a me, tempestalo di domande, distrailo, insomma non voglio che
mi
faccia venire un altro mal di testa. Ho bisogno della mente sgombra per
fare un
piano” ordinò secco Vegeta. La coda dalla peluria
marrone scuro gli stringeva
la vita.
Vetrunks gli sorrise.
“Lascia fare a
me, nonno” disse. Dimenò la coda dalla
peluria color glicine.
“Tanto, da
quello che ho capito, mi toccherà a prescindere
fare da baby-sitter per una specie di scampagnata. Umphf,
che situazione” borbottò Vegeta. Si diresse verso
la
navicella, Vetrunks gli corse dietro.
John li seguì a
distanza, con passi cadenzati, tenendo la
schiena ritta.
< Certo che mio
fratello è davvero silenzioso >
rifletté.
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Capitolo 16 *** Cap.16 Si parte per gl'inferi II° parte ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.16 Si parte per gl'inferi II° parte
La luce rosata
dell’alba illuminava la navicella.
Il gruppo era
tutt’intorno ad essa, indossavano una serie di
battle-suit di vari colori e dei mantelli sopra di esse, i loro visi
erano
coperti da dei cappucci.
Bulma
sbadigliò, chiuse gli occhi cerchiati da profonde
occhiaie e si massaggiò la palpebra sinistra.
“La navicella
conta tre bagni, una cucina e una sala
comandi. Inoltre ci sono esattamente sette stanze, voi siete in
quattordici,
dovrete condividerle a due”. Iniziò a dire.
“Una a tre,
perché non è assolutamente concepibile che mio
figlio venga ed io debba rimanere a casa!” sbraitò
Pan.
“Mi pare
giusto” disse Bra, guardandosi le unghie. Pan
raggiunse la migliore amica, teneva gli occhi assottigliati.
“Quando fa
così, io non la contrario” sussurrò
Trunks con
voce rauca. Radish e Nappa ridacchiarono.
“D’accordo,
allora John e Vetrunks verranno nella mia cabina”
ordinò gelido Vegeta.
< Umphf,
non
farà storie, non vede l’ora di assillarmi. E di
sicuro non voglio rimanga da
solo con Kamy, ne abbiamo già abbastanza mocciosi per il
momento > pensò.
“Basta che non
ci siano altre interruzioni. Mio padre
rischia di morire da un momento all’altro”.
S’intromise Gohan, pulendosi gli
occhiali nel proprio mantello verde chiaro.
“Fratellone, a
me sembra una navicella come le altre”
sussurrò Goten.
“Già,
siamo sicuri che sia questa la ‘cosa’ che dovrebbe
portarci agl’inferi?” domandò Turles.
Bulma digrignò
i denti, si sporse in avanti e mise le mani
sui fianchi.
“Non
è un ‘coso’ e non
‘dovrebbe’. Vi porterà a
disperazione!” gridò.
Turles si nascose dietro
Junior, rabbrividendo. Il
namecciano si premette le mani sulle orecchie.
“Stiamo qui in
contemplazione o saliamo?” chiese Elly.
Bulma premette un pulsante
e fece riabbassare il portellone,
che si abbatté al suolo alzando un polverone.
“Io voglio la
camera più vicino al frigorifero! Così mi
occupo io delle vivande” gridò Radish, correndo
dentro.
“A-aspettate, io
devo prendermi quella più vicina al
gabinetto, nel caso mi sentissi male!” sbraitò
Crilin, iniziando a correre a
sua volta.
“L’ultimo
che sale è un rimbambito!” urlò Goten,
guardando
Trunks. Quest’ultimo ridacchiò e corse dentro
insieme al migliore amico.
“Se voi due vi
prendete la stanza insieme, allora io mi
prendo quella con letto più morbido. Muoviti Bra,
sarà nostra!” sbraitò Pan.
Risalì velocemente la rampa, Bra spiccò il volo
ed entrò dietro la sua migliore
amica.
Vetrunks si
attaccò alla gamba di Trunks.
“Io non voglio
essere una rimbambita!” sbraitò Kamy.
Iniziò
a risalire rapidamente la rampa. “E principi, perdonatemi,
andrò nella stanza
di Crilin per evitare muoia solo”. Aggiunse, sparendo
all’interno.
“Bah, ci
conviene salire anche noi” disse Junior.
Elly gli
appoggiò la pila di libri tra le braccia.
“Vado a
impedirgli di rubarci la camera migliore” disse.
Ridendo si mise anche lei a correre dentro, la lunga treccia bionda le
ondeggiava dietro le spalle muscolose.
“Io vado in
stanza con lui, così non può fare
danni” tuonò
Nappa. Si caricò in spalla Turles che lanciò
delle urla infastidite.
Gohan sospirò
pesantemente.
“Questo vuol
dire che sarò in camera con zio Radish”
gemette.
“John, io e te
andiamo in sala comandi. La guidiamo noi.
Vetrunks, tu prendici una stanza” ordinò Vegeta.
John obbedì e
risalì lentamente la rampa, Vetrunks lo superò
correndo.
Vegeta, rimasto immobile,
allungò la mano e Bulma gli mise
il telecomando sul palmo.
“Stai
attento” esalò.
“Tranquilla,
sono il miglior astro-pilota dell’universo.
Dimostrerò a tutti gl’inferi chi è il
principe dei saiyan e farò ballare questi
pivelli” disse Vegeta. Ghignò mostrando i denti
candidi.
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Capitolo 17 *** Cap.17 Nomi per la copertura ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=nxvEbqKZy-0&feature=push-u&attr_tag=p3iJht6R42CSZbJ0-6.
Cap.17 Nomi per la copertura
“Perché
abbiamo dei mantelli?” chiese Gohan, scostando la
stoffa di quest’ultimo. Si tolse il cappuccio e si
passò la mano tra i corti
capelli neri, una ciocca gli ondeggiò davanti al viso.
“Il principe non
ha nessuna intenzione di farsi riconoscere”
rispose Radish. Si era sfilato il mantello e lo aveva abbandonato sul
letto.
Era ritto davanti a una scrivania ed era intento a tagliare della
verdura.
< Ha davvero
intenzione di cucinare lui. E la vera
domanda sarebbe dovuta essere: da dove hai tirato fuori quel grembiule
>
rifletté il primogenito di Goku. Si schiarì la
voce.
“Chissà
com’è per lui anche solo l’idea di
rivedere il suo
popolo dopo tutto questo tempo. Considerando anche che sono tutti
morti,
prigionieri degl’inferi e lui lo sa” disse.
Radish immerse delle
carote in una bacinella d’acqua
appoggiata sulla scrivania.
“Tutto quello
che ha fatto, fino ad ora, sapeva cosa
significava. Non cambierebbe nulla, non tornerebbe al suo
passato” disse con
voce roca.
“Non sto
parlando dell’essere mercenari” ribatté
Gohan.
Guardò fuori dall’oblò, vedeva delle
luci simili ad arcobaleni sfrecciare oltre
il finestrino. “… ma dell’essere re. Non
vorrebbe riportarti alla vita? In
fondo, vi ha nascosti. Segno che il passato ancora lo
richiama”. Concluse.
Radish piegò di
lato il capo, facendo ondeggiare i lunghi
capelli mori che gli arrivavano sotto i glutei.
“È
vero che questo è un ritorno al passato e ci vuole bene,
ma non ripudierà la vita che ha scelto per noi”
mormorò.
Gohan tastò la
tasca interna della battle-suit i propri
occhiali. Oltre l’oblò vide degli agglomerati di
energia pulsare.
< Sembra materia
viva > rifletté.
“Rispetterà
il piano di andare e tornare? O cercherà anche
di salvare i suoi genitori?” domandò.
“Tu metti troppo
in dubbio le sue promesse. Salverà tuo
padre, anche lui tiene al mio fratellino” ribatté
Radish. Iniziò a pulire una
cipolla, facendosi lacrimare gli occhi che gli si arrossarono.
“Speriamo bene.
Di sicuro non dovrebbero riconoscerci con
questi vestiti, Bulma li ha fatti con un tessuto che si allarga o
riduce seguendo
le nostre necessità.
Soltanto i nomi mi
preoccupano. Dovremmo cercarne alcuni in
codice” rifletté Gohan.
“Che ne dici di
Pigeta? Quando era piccolo, il principe
nelle missioni sotto copertura alle volte lo usava. Io, invece, mi
facevo
chiamare Donat. E Nappa era Kappa” rispose Radish.
Gohan schioccò
la lingua sul palato.
< Sono a dir poco
osceni > pensò.
“Se li conoscete
già, è un’ottima idea.
Penserò anche a
qualcosa per me” mormorò. Si massaggiò
il collo, sentendolo scricchiolare. “Senti,
ce l’hai con noi per il fatto che ti abbiamo
ucciso?” chiese.
Radish scrollò
le spalle.
“No. Non dubito,
inoltre, che riuscirò a integrarmi. C’è
riuscita 18, in fondo. Certo, io non ho il suo seno e non sono una
bella figa,
ma…”. Iniziò.
Gohan lo raggiunse e prese
un pezzettino tagliato e lavato
di sedano, addentandolo.
“Dovremmo
approfittare di questo viaggio per conoscerci
meglio, zio” borbottò.
Radish gli sorrise.
“Ottima idea. E
come soprannome propongo…”. Iniziò.
“Ah no, ci ho
pensato. Great man andrà bene” lo interruppe
Gohan.
“O-ok”
sussurrò Radish.
< Che nome orribile
> pensò.
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Capitolo 18 *** Cap.18 Ritorno al passato ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.18 Ritorno al passato
“La cena
è stata veramente incredibile, ma temo di
vomitarla. Vegeta guida in modo troppo spericolato” si
lamentò Crilin,
sdraiandosi sul letto. Si accarezzò il ventre rigonfio e gli
sfuggì un piccolo
rutto.
“Io ho trovato
più interessante il fatto che ci abbiamo
detto di assumere dei soprannomi. Ay è facile, mi
ricorderò di voltarmi quando
mi chiamate così, ma non sono sicura che mi
ricorderò tutti i vostri” gemette
Kamy. Dimenò la coda dalla peluria rosa e
sospirò, le sue iridi castane avevano
dei riflessi verde chiaro.
Crilin chiuse gli occhi ed
espirò dalla bocca.
“Com’è
aver rivisto il tuo ragazzo? Sei ancora preoccupata
per lui? A me già mancano mia moglie e mia figlia, non ho
potuto nemmeno
godermi la mia nipotina” si lamentò. Si stese su
un fianco. “D’altronde il mio
migliore amico ha bisogno di me” borbottò.
Kamhara
appoggiò la mano sulla parete, vicino
all’oblò.
“Sono
preoccupata che entrambi i principi non si siano
ancora riposati. Non vedo l’ora che la navicella sia
abbastanza vicina alla
meta da permettergli d’inserire il pilota automatico creato
da Bulma”. Strinse
un pugno e lo appoggiò tra i seni. “Inoltre, sono
abituata a non vedere John.
Quando Lourth mi ha resuscitata, mi ha separato da lui in maniera
netta. Lui è
un demone, non lo convincerò mai a rimanere con me nel mondo
dei vivi”.
Aggiunse, con voce roca.
“Beh, potresti
chiedere a Junior. Magari con i nuovi poteri
che ha guadagnato potrebbe fare qualcosa” ribatté
Crilin.
Kamy si mise una ciocca
vermiglia dietro l’orecchio roseo,
il mantello rosso sangue che indossava ondeggiava ad ogni suo movimento.
“Per avere il
potere adeguato, dovrebbe sconfiggere suo
padre: il Demon King. Al Satan ha
acquistato un gigantesco potere agl’inferi da quando ha
scoperto di poter
ricoprire quel ruolo. Sono anche convinta che fosse d’accordo
con quelle
orribili creature simili a gatti nella creazione di Devil.
Però non abbiamo
tutto questo tempo, dobbiamo tornare alla svelta”
sussurrò roca.
Crilin si
grattò la testa, passando l’indice tra i capelli
mori.
“Magari qualche
altra volta possiamo fare una spedizione
specifica per questo. Non è giusto che tu e il tuo ragazzo
siate separati. L’amore
non va mai ostacolato” ribatté.
Le gote di Kamy si tinsero
di rosso.
“Sei davvero
gentile, sai?” sussurrò la saiyan.
Crilin
ridacchiò.
“Beh, non
sempre, ma ci provo. Non sono molto bravo con le
donne che mi urlano addosso, ecco. E certe volte balbetto con mia
moglie, ma
faccio il poliziotto proprio per aiutare.
E poi non so…
è Vegeta quello che sta facendo un ritorno al
passato, ma, mi sento come se anche io stessi tornando a
casa” mormorò.
Kamhara alzò lo
sguardo e osservò il soffitto della navicella.
“Ho come
l’impressione che questo sarà un ritorno al
passato
per molti.
Speriamo solo che i
ricordi non schiaccino il presente,
impedendoci di salvare mio fratello. Sono rinata per distruggerlo, ma
ammetto
di essermi affezionata al mio fratellino” sussurrò.
Crilin strofinò
il viso sul cuscino.
“Con Goku
è così. Tu ci provi ad odiarlo, visti tutti i
suoi
difetti, ma alla fine non può non volergli bene”
disse.
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Capitolo 19 *** Cap.19 Avvicinamento tra fratelli ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=nH920ni93lY.
Cap.19 Avvicinamento tra fratelli
Vegeta
premette una serie di pulsanti, alzò una
levetta metallica e con l’altra mano strinse più
forte il volante.
“Non
posso credere che tu abbia scelto quel nome!” udì
John urlare alle sue spalle. I capelli mori del giovane ricadevano di
lato, le
ciocche erano larghe tre dita.
“Perché
non avrei dovuto?” rispose Vegeta atona. Il
suo viso era nascosto dal mantello nero.
“I-io
capisco quando eri bambino, anche io sono stato
sc…”. Iniziò a dire John.
“Mercenario
di Freezer?” lo interruppe Vegeta. Si
voltò e guardò Vetrunks, il nipote era sporto
sulle punte dei piedi e guardava
fuori dall’oblò.
John
allungò una mano e gli afferrò la spalla.
“Sì,
ma adesso tu sei l’erede al trono saiyan” disse.
“Pi-geta,
vuol dire ‘schiavo dei soli’, vero?
Perché
Ve era re, Pi significa schiavo e geta ‘dei
soli’” riassunse Vetrunks.
Vegeta
con una mano afferrò il polso del fratello e
strinse.
“Esatto
e so benissimo perché l’ho scelto”
rispose
gelido.
John
sentì la presa dell’altro farsi sempre
più forte,
ingoiò il gemito di dolore e liberò la propria
mano.
“È
un nome terribile” disse con voce rauca.
“Essere
re dei saiyan significa essere schiavi di un
ruolo terribile. Perché si è sovrani di un popolo
sanguinario che non troverà
mai pace, maledetto e temuto dagli dei stessi” rispose
Vegeta. Fece girare l’astronave,
John saltò per non cadere.
“T-tu
sei saggio. Saresti un buon re” ribatté.
Vetrunks
levitò fino alla sedia accanto a Vegeta e vi
si accomodò, dimenando le gambe.
“Se
lo fossi non sindacheresti le mie decisioni. Mi
conosci da troppo poco per potermi dire di essermi fedele”
ribatté secco
Vegeta.
John
si massaggiò la mano con l’altra.
“Allora
te lo dimostrerò fratello” sussurrò.
Vegeta
chinò il capo e sorrise.
<
Ha del fegato, però > pensò. Si
voltò verso di
lui e alzò il capo.
“Non
essere schiavo di nessuno e non temere, nessuno
al di fuori di noi saiyan sa cosa significa quel nome” disse,
guardandolo negli
occhi. I suoi occhi color ossidiana si rifletterono in quelle del
fratello
minore.
Vegeta
vide che l’altro sorrideva e avvertì il proprio
battito cardiaco accelerare.
“Non
temo il giudizio dei terrestri. Solo, ho paura
che tu sia il primo a sminuirti” disse.
“Nonno,
secondo me saresti un buon re” mormorò
Vetrunks.
Vegeta
si sporse nella sua direzione e lo prese in
braccio, poggiandoselo sulle gambe.
Oltre
il grande oblò davanti a loro comparve un cielo
rosso sangue, con addensati nuvoloni neri.
“Siamo
quasi arrivati. Nasconderò la navicella dietro
le montagne di metallo, così nessuno la vedrà e
andremo a piedi fino alla città
saiyan” disse Vegeta. Attivò il pilota automatico
e si alzò in piedi,
continuando a tenere abbracciato il nipote al petto.
“È
fortificata, ma vi guiderò io attraverso un
passaggio segreto” disse John.
Vegeta
gli passò di fianco.
“Muoviti,
abbiamo un paio di orette prima di
atterrare. Hai bisogno di dormire, moccioso” disse. Gli diede
una pacca sulla
spalla e John sgranò gli occhi, le sue iridi brillarono.
“S-sì”
sussurrò con voce tremante. Sorrise al maggiore
e lo seguì.
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Capitolo 20 *** Cap.20 Il gruppo si separa ***
Cap.20
Il gruppo si separa
“Guardate,
quei due stanno venendo nella
nostra direzione” disse Pan, indicando davanti a
sé.
“Non
è possibile, le guardie infernali non
possono averci scoperto. La navicella era ben nascosta” disse
Radish.
“Niente
panico. Non possono essere orchi, sono
troppo magri e slanciati” ribatté Turles.
“Assomigliano
a degli elfi dalla pelle rossa”
mormorò Kamhara.
Crilin
si alzò sulle punte e si mise la mano sopra gli occhi,
mettendoli a fuoco.
“Sono
uguali a dei namecciani, ma con la pelle
rossa” sussurrò.
“Hai
ragione, ma il loro vestiario è ben
diverso” ribatté Trunks.
“Sono
demoni, la versione più pura discende
direttamente dai namecciani” spiegò John.
Rischiò che le ali nere da
pipistrello si crescessero sulle spalle e strinse con foga la stoffa
del
mantello, cercando di regolare il respiro.
I
due atterrarono davanti al gruppetto.
Uno
di loro allungò il braccio davanti a sé e con
l’indice indicò Junior.
Vetrunks
abbracciò la gamba di Vegeta ed incassò il capo
tra le spalle.
“Mio
principe, sono lieto di conoscervi. Io
sono Loras e lui e Nim” disse quello che lo indicava.
Junior
digrignò i denti, mostrando i canini aguzzi.
I
lunghi capelli mori di Loras gli ondeggiavano dietro le spalle.
<
Cosa vogliono dal mio sensei? > si
domandò Gohan, guardando le
corna dorate di Nim che sovrastavano il suo capo privo di capelli.
“Al
Satan ha predetto che oggi saresti venuto,
Demon Prince” proseguì Loras.
“Vostro
padre vi attende” aggiunse Nim.
Junior
impallidì e indietreggiò.
“Cosa
vi fa credere…”. Iniziò a dire.
“La
vostra energia demoniaca in questo luogo
risuona” lo interruppe Loras.
L’altro
guardò il resto del gruppo e assottigliò gli
occhi.
“Non
so chi sia con voi e non è di nostro
interesse. Vi chiediamo solo di seguirci” disse. I suoi occhi
gialli
brillavano, le sue iridi nere erano liquide.
Goten
rabbrividì, guardando le spade sulle spalle dei due demoni.
Le arzigogolate
impugnature erano di cristallo nero, mentre le lame erano di un metallo
che
rifletteva la luce del sole rosso infernale.
Elly
si affiancò a Junior.
<
Le loro auree sono potentissime. Se ingaggiassimo uno scontro con loro,
potrebbe durare giorni e a quel punto Son sarà
già morto > le comunicò
mentalmente Junior.
<
Stanno parlando di tuo padre…> rispose Elly
telepaticamente.
<
Non penso sia il momento migliore per tentare di farmi riallacciare i
rapporti
> ribatté Junior.
“Principe,
le chiediamo di seguirci, ora” lo
incalzò Loras.
Vegeta
strinse un pugno, i muscoli in tensione.
<
Se uno di noi attacca, attirerà l’attenzione di Re
Yammer su di noi. O peggio,
di colui che è riuscito a rapire due sovrani saiyan dal loro
palazzo in mezzo
alla loro gente senza fatica > rifletté.
“I
namecciani hanno ripudiato il loro lato
demone, ma qui potrà conoscere l’essenza nascosta
della sua gente” disse Nim
rivolto a Junior.
<
Beh, dopo tutto il perbenismo elfico, magari ti fa bene frequentare con
i
demoni > scherzò Elly telepaticamente con Junior.
Nappa
si mise dietro Vegeta, la sua mole era il triplo di quella del principe
dei
saiyan e il suo mantello sventolava, creando dei giochi
d’ombra sul terreno.
<
Abbiamo lasciato nostro figlio a casa per aiutare Goku…
> disse Junior
mentalmente ad Elly.
<
Come hai detto tu, non possiamo perdere tempo. Magari in questo modo
terremo
occupato tuo padre. John ha detto che poteva essere un problema per la
missione. Sarà il nostro modo di fare la nostra parte
> rispose la giovane.
<
Quindi vuoi seguirmi in un covo di demoni > esalò
mentalmente il namecciano.
<
Beh, gli altri seguiranno un giovane saiyan demone verso ciò
che resta di un
popolo guerriero… > gli ricordò Elly.
Kamhara
guardò Elly, le iridi verde-acqua.
<
Questa faccenda non mi piace. Eppure questi due sembrano rispettare
molto il
loro principe > rifletté.
“Sì,
vi seguiremo, ma a una condizione.
Permetterete al resto del mio gruppo di proseguire il loro viaggio
senza
interferenze” ordinò Junior.
“È
una promessa che facciamo in nome di tutto
l’esercito del Grande Mago Piccolo”
mormorò Loras. Le ciocche color ebano dei
suoi capelli erano tenute ferme dalla fascia arancione che aveva
intorno alla
fronte.
“U-un
intero… esercito…” esalò
Gohan,
impallidendo.
“Vi
permetteremo di passare incolumi” disse
Nim. Conficcò lo stivale sinistro nel terreno rossastro,
sporcando di terra la
placca dorata sulla sommità e la superficie nera.
<
Avrei voluto farti vedere la tua gente, Elly > si
scusò mentalmente Junior.
<
Mi sono bastati i miei zii come parenti indesiderati. Ora occupiamoci
un po’
dei tuoi > scherzò Elly.
“D’accordo.
Io e la mia futura consorte vi
seguiremo” disse Junior, rivolto ai due demoni.
Bra
si avvicinò ad Elly e le avvicinò le labbra
all’orecchio.
“Se
muori e rimani bloccata qui, vengo a
prenderti con la forza per portarti a casa” la
minacciò.
Elly
ridacchiò.
I
due guerrieri spiccarono il volo, Junior li seguì.
“Tranquilli,
appena risolto vi raggiungeremo”
disse Elly. Levitò a sua volta e seguì il
namecciano, mettendosi alle sue
spalle.
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Capitolo 21 *** Cap.21 Alle porte della città ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=bABmeigD8SA.
Cap.21 Alle porte della città
John
controllò che il suo viso fosse celato dal
cappuccio davanti e si allontanò dal resto del gruppo,
mettendosi davanti a
loro.
“Non
mi è piaciuto il fatto che ci siamo dovuti
separare” si lamentò Bra. Goten, al suo fianco,
alzò il capo e fece un basso
fischio.
“Le
mura di cinta di questa città sono immense e di un
metallo che sembra indistruttibile, come quello dei film”
mormorò.
Trunks
si mise una mano sul fianco.
“I
cancelli saranno ugualmente giganteschi, ma
sembrano antichi. Non so, non sono di legno e oro? Forse sono
magici” disse,
indicando davanti a sé.
“Vedrete
che la città è un misto tra futuristico, per
voi anche alieno, e antico. Però, quando saremo dentro, non
nominate ‘mai’ la
magia. Ufficialmente è bandita” spiegò
Nappa.
<
Quante volte ho difeso quei torrioni. Se mio
padre sapesse che cosa sto facendo, per un saiyan considerato traditore
come
mio fratello, non mi vorrebbe sicuramente più tra i suoi
uomini > pensò
Kamhara, rabbrividendo.
Radish
si grattò un sopracciglio.
“Ed
è meglio che i saiyan che vengono da qui non
parlino. Diamine, se mia moglie scopre che sono qui, dopo essere
scappato di
nascosto, senza avvisare né lei, né nostro
figlio, mi uccide” bisbigliò.
Turles
nascose la bocca con la mano, ridacchiando.
Crilin
vide Vegeta correre e raggiungere il fratello.
Vetrunks
si affiancò alla madre e indicò le massicce
guardie al cancello, la loro stazza era il doppio di quella di Nappa e,
alcuni,
avevano delle profonde cicatrici su tutto il corpo.
“Ci
faranno passare?” domandò con voce tremante.
“Certo,
bambino mio” lo rassicurò Pan, controllando
che il figlio fosse ben nascosto da mantello e cappuccio.
John
si voltò verso una delle guardie.
“Vorremmo
entrare” spiegò, modificando la voce con i
poteri demoniaci.
La
guardia più grossa gli si mise davanti, stringendo
un fucile laser con entrambe le mani, indossava solo una casacca
marrone mezza
lacera, stretta in vita da una corda.
“Qui
passano solo saiyan e coloro che hanno il
permesso del re” ringhiò.
John
sentì un rivolo di sudore scendergli lungo il
collo.
<
Se anche non ci fanno passare, possiamo sempre
utilizzare il passaggio segreto. Però preferirei evitare.
Abbiamo abbastanza
occhi non amichevoli addosso, non vorrei agevolare i nostri nemici,
chiunque
essi siano, facendogli scoprire un punto debole della cittadella saiyan
>
rifletté.
“Siamo
la nuova servitù che era stata richiesta dal re
in persona” mentì.
<
Questo è realistico. A palazzo hanno sempre
bisogno di manovalanza, servi e mezzosangue. Soprattutto visto che non
ci sono
‘schiavi’.
Il
nome falso che mi sono dato rispecchia la realtà,
sarò servo nel palazzo in cui dovrei essere re >
pensò Vegeta.
“Dovete
essere mezzosangue. Perciò, nome, classe e
mansione come servitù” ordinò.
“Abbiamo
due cameriere, tre giullari di corte di cui
uno di sesso femminile, uno sguattero, un giardiniere, un piccolo
traduttore,
due cuochi, un addetto alla biblioteca e un inventore”.
Improvvisò John.
<
Non so cosa scegliere per mio fratello >
pensò.
“Io
sono un medico” disse Vegeta, rendendo più roca la
voce.
Le
guardie scoppiarono a ridere e quella davanti a lui
si abbassò, puntandogli contro il fucile.
“Dimostramelo”
ordinò.
John
impallidì ed indietreggiò.
<
Perché proprio medico? I medici saiyan sono
rarissimi persino tra i purosangue e quegli alieni non vengono chiamati
così,
ma sempre infermieri o guaritori > pensò.
“Io,
Pigeta Borkod, sono una terza classe di infimo
livello, non un guerriero, non c’è bisogno di
minacciarmi” disse atono Vegeta,
continuando a falsificare la voce.
La
guardia caricò l’arma, mentre le altre smettevano
di ridere.
“Dimostramelo”
gli intimò nuovamente il colosso.
<
Il saggio maestro Aedon mi ha insegnato bene >
pensò Vegeta. Levitò, mantenendo al minimo
l’aura e avvicinò il viso, nascosto
dal cappuccio, all’orecchio dell’interlocutore.
“Dalle
macchie che ti butterano il volto, posso dire
che da piccolo hai contratto la ‘varicella saiyan’.
Non è per niente comune ed
è difficile sopravvivere, ma lascia segni indelebili per
tutta la vita. Perciò,
anche se il tuo scouter è di seconda classe, la tua potenza
è alla stregua di
una terza. Ecco perché hai quel fucile, sei molto meno forte
dei tuoi uomini.
Ora, o ci fai passare, o potrei dire tutto questo ad alta voce.
Perderesti il
rispetto degli altri e alla prima rissa, e lo sappiamo che ci
sarà in qualche
bar, ci sono sempre, ti uccideranno. Vuoi finire i tuoi giorni in un
vicolo
lurido?” bisbigliò.
L’uomo
indietreggiò, rabbrividendo e sparò in aria.
“Muovetevi
ad aprire, hanno detto sicuramente la
verità!” sbraitò. Le altre guardie
scattarono, iniziando ad aprire le porte.
John
guardò il viso sudato del colosso e si voltò
verso il fratello, che gli atterrò accanto.
“Sei
incredibile” bisbigliò.
“Aprono!”
udirono gridare Goten.
“Allontanati”
ordinò Vegeta a John che ubbidì,
avvertendo una fitta al cuore.
<
Pensavo iniziasse ad accettarmi > pensò.
Vegeta
vide il pugno della guardia arrivargli contro a
rallentatore, irrigidì i muscoli del diaframma e
incassò il capo. Si lasciò
spazzare via dal colpo, controllando che il cappuccio non gli ricadesse
all’indietro e precipitò al suolo, fingendo un
grido di dolore.
“Ed
io che pensavo che non sapesse più fingere una
scena madre, ed invece” bisbigliò Radish.
“Alla
fine il nostro bambino non cambierà mai”
mormorò
Nappa con voce inudibile.
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Capitolo 22 *** Cap.22 Il palazzo dei sovrani saiyan ***
Cap.22
Il palazzo dei sovrani saiyan
“Passi
dagl’inferi e cerchi di non incontrarmi, figlio”
disse Al Satan. Era accomodato su un trono d’ossidiana e
teneva le lunghe quattro dita della sua mano su un teschio sul
bracciolo, mentre con l’altra mano si massaggiava il mento.
Junior si avvolse nel mantello candido e un rivolo di sudore gli
scivolò lungo la fronte scoperta, le antennine gli tremarono.
“Il Supremo dentro di me non è mai felice di
vederti… e neanche io” rispose.
Al Satan ghignò, mostrando i canini candidi.
“Non dovresti prestare orecchio alla versione scadente di me.
Anche se non sei il benvenuto nel mio regno di potere, non devi
dimenticare le buone maniere”. Schioccò le dita e
una demone, ignuda con una pesante catena dorata al collo, gli porse
una coppa d’argento adagiata su un vassoio d’oro.
Junior percepì i demoni digrignare i denti.
< La fedeltà che ho sentito nella loro voce nei miei
confronti era sincera, ma qui aleggiano solo disprezzo e paura.
Che mi abbiano condotto a lui nella speranza di essere liberati?
> rifletté.
< Probabilmente. Oh, io mi sono un po’ allontanata.
Tanto non se ne sono accorti e già che c’ero sto
facendo un giretto nella tana del signore oscuro > gli
comunicò mentalmente Elly.
< Tu ti farai ammazzare, piccoletta! > la
rimproverò Junior telepaticamente.
*****
Elly
si piegò in avanti e vide una scritta dentro una sfera di
vetro luminescente.
< È nella lingua dei demoni, la versione antica, ma
dovrei riuscire a tradurla > pensò. Le iridi azzurre
le brillarono.
“Affogherete nell’ombra della luna se la dea
aprirà gli occhi durante la notte rossa”
bisbigliò. Piegò di lato il capo facendo
ondeggiare la lunga treccia dorata e scosse il capo, si
allontanò e raggiunse delle scalinate di pietra, le scene e
sgranò gli occhi.
< Junior, non dovresti mettere in dubbio la fedeltà
che hanno verso il loro ‘demon prince’…
Anche se tuo padre ha riempito le sue prigioni di schiavi >
comunicò mentalmente. Osservò la fila di celle
davanti a lei, al cui interno c’erano demoni dalla pelle
vermiglia, namecciani dalla pelle verde e saiyan incatenati.
< Qualcosa mi dice che vorresti liberarli. Solitamente ti
fermerei, ma questa volta ti dico di farlo, approfitteremo della
confusione e scapperemo. Non so se sono ancora pronto né per
affrontarlo, né ucciderlo. Inoltre, Devil era apprezzato
negl’inferi e il fatto che tu lo abbia ucciso gioca ancor
meno a nostro favore, ricordandoti quanto poco abbia apprezzato la
nostra unione > le rispose Junior telepaticamente.
< … E lo farei mille altre volte… quel
maledetto merita solo la morte… > pensò
Elly, stringendo un pugno con foga, fino a far sbiancare le nocche.
<… Anche scegliere te è qualcosa che
compirei ancora e ancora>.
********
“Il
palazzo… è proprio come lo ricordavo”
sussurrò Nappa.
“Pomposo,
sfarzoso e noioso?” domandò Turles.
Radish
lo raggiunse con uno schiaffo alla nuca, facendolo gemere.
“Rispetto”
ordinò.
“Adesso
ho capito perché hai spostato Bulma, era abituato alla
ricchezza e allo sfarzo” disse Crilin. Osservò i
drappeggi di stoffe orientali che coprivano le pareti di pietra, le
immense vetrate illuminavano l’immenso interno con luci di
vario colore.
Trunks
si avvicinò a una delle colonne titaniche e
guardò le scalinate di marmo che portavano ai piani
superiori.
“Sono
ancora più suggestivi dei castelli di mamma”
esalò.
Bra
si avvicinò a una gigantesca porta d’oro, i
battenti avevano la forma di conchiglie a spirati. La vide socchiusa e
osservò all’interno, sgranò gli occhi
ammirando la sala del trono, quest’ultimo era decorato da un
alto schienale in cui era dipinta una V circondata da fiamme.
Riuscì a scorgere degli annoiati soldati che stavano in
piedi ai due lati della stanza, a loro volta davanti a delle colonne
scure.
Vetrunks
indicò alla madre i dipinti di sovrani appesi alle pareti.
“Quelli
sono i grandi re del passato, ricordati per le loro incredibili gesta,
quando ancora la razza saiyan e quella Tsfuru non erano divise.
I
nostri antenati fanno parte di quella casata di antico fasto e
prestigio” recitò il bambino.
“Insomma,
Vegeta ha sangue blu che si mischia ad altro sangue blu. Pomposa roba
da prima classe” borbottò Goten.
“È
per questo che è così orgoglioso?
Perché sente il peso di tutti quei secoli di
storia?” chiese Gohan.
“Venite
tutti qui e smettetela, potrebbero sentirvi”
ordinò Vegeta. Il resto del gruppo si radunò
intorno a lui.
<
Il suo tono di comando e i suoi atteggiamenti rischiano di farci
scoprire anche di più. Trasuda regalità >
pensò John.
“Non
ci faranno girare subito liberamente per il palazzo. Quindi, fino
almeno a domani dovremo fare quello che si aspettano che facciamo.
Domani notte stesso tenterò di entrare nel giardino senza
farmi scoprire” spiegò Vegeta.
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Capitolo 23 *** Cap.23 Genitori saiyan ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.23
Genitori saiyan
“Sono
stanco morto. Abbiamo lavorato duramente tutto il giorno”
gemette
Trunks, massaggiandosi una spalla.
Goten
si lasciò cadere su una delle stuoie sul pavimento.
“Fortunatamente
ci hanno dato la camera da letto in comunione”
biascicò.
Chiuse gli occhi e sbadigliò.
Crilin,
ritto alla finestra, si voltò.
“Nonno
è ancora lì fuori?” chiese Vetrunks.
“Sì,
sembra che lui e suo fratello stiano parlando di cose molto
importanti”
gli rispose la madre, pettinandogli i capelli. Teneva il figlio seduto
sulle
proprie gambe.
“Vegeta
è un bel po’ che guarda quella torre
lì” sussurrò Crilin, indicando
la torre di fronte alla loro finestra.
“Era
lì dentro che veniva tenuta la Regina Sarah, sua
madre” spiegò
Kamhara.
“Non
riesco a immaginarla. Com’era?” chiese Gohan.
“Io
non l’ho mai vista. Era rinchiusa nella torre”
spiegò Kamhara.
“Io
l’ho vista la regina. Era bellissima, ma così
silenziosa. Si aggirava
come un fantasma nel luogo in cui l’avevano
rinchiusa”. S’intromise Nappa.
“Vegeta
le era molto legato. Andava a trovarla di nascosto. È stata
lei a
insegnargli a leggere e a scrivere. Era molto intelligente”.
Aggiunse Radish.
“Non
so perché, ma tutto questo mi mette una certa
tristezza” ammise Goten.
“Lei
e il principino si dimostravano l’affetto più con
la vicinanza che con
parole o gesti veri e propri. Raramente l’ha chiamata mamma,
ma erano legati
profondamente” disse Nappa.
“Io
sapevo che fosse anche molto astuta”. S’intromise
Turles.
“Lo
era. Aveva movimenti felini. Tanto il re era rigido nei suoi movimenti
marziali, tanto lei era aggraziata. Ha rubato il cuore di chiunque
l’avesse
vista. E per quanto amasse combattere, se fosse stato per lei, avrebbe
messo
fine alle conquiste saiyan”. Proseguì Nappa.
“Assomigliava
fisicamente a mio padre?” chiese Bra.
“Diciamo
che il principe ha dei tratti un po’ gentili rispetto al re
proprio grazie alle fattezze di lei” rispose Radish.
“Aveva
delle fattezze regali, ma ricordava più una dea”
mormorò Nappa.
“È
per questo che nonno è sempre riuscito a vedere le auree
divine?” chiese
Vetrunks.
“Abbiamo
parlato anche troppo”. Chiuse il discorso Nappa, indurendo il
tono.
“Giusto,
è tempo di dormire” disse Radish, addolcendo il
tono.
Trunks
corrugò la fronte.
<
Qui ci stanno nascondendo qualcosa > comunicò
telepaticamente a
Goten.
<
Può darsi, ma domani sarà un’altra dura
giornata di lavoro. Ci
penseremo poi > rispose mentalmente quest’ultimo.
**************
Elly
si tolse i disordinati capelli biondi dal viso e
rifece la propria treccia, il suo respiro era irregolare.
“Ancora
non ci credo che siamo riusciti a scappare
davvero” biascicò.
Junior
corrugò la fronte e la guardò.
<
Non vedo l’ora di poterla far riposare, non deve
affaticarsi così fisicamente > pensò.
“Se
non fosse stato per Loras e Nim non ci saremmo mai
riusciti” sussurrò roco.
Elly
si voltò a guardare i due demoni dalla pelle
rossa.
“Ci
stanno ancora seguendo?” chiese, guardando i due
avanzare sincronizzati a passo di marcia.
“Sì,
ma devo dire che ne sono contento. Sono davvero
fedeli” ammise Junior. La punta aguzza delle sue orecchie
tremò.
“Ci
aiuteranno quando raggiungeremo gli altri” disse
Elly.
“Lo
spero” mormorò Junior e le porse il braccio.
Elly
lo afferrò, si voltò e indicò dietro i
due
demoni.
“Sai,
non credo che siano gli unici che ci stanno
seguendo. Ci sono quei due biondini che ci vengono dietro”
disse.
Junior
li scorse e sgranò gli occhi.
“E
tu lo dici con tutta questa serenità?” chiese,
alzando la voce.
<
Ero così concentrato a preoccuparmi per lei che
non li ho sentiti > pensò.
“Beh,
hanno le code saiyan e sono biondi. Forse sono
amici di mio nonno. Probabilmente dovevano fare parte della sua
spedizione”
spiegò Elly.
Junior
si fermò e tornò indietro, la giovane ancora
stretta al suo braccio.
“Allora
credo ci convenga andare a parlarci” disse
secco il namecciano. Superarono i due demoni e raggiunsero i due saiyan.
Il
saiyan di sesso maschile si avvicinò alla giovane e
deglutì.
<
È uno di quelli che stavano nella prigione >
comunicò mentalmente Elly a Junior.
<
Era ovvio che entrambi venissero da lì >
borbottò mentalmente Junior in risposta.
“Elly?”
chiese l’uomo. L’altra saiyan, che stava alle
sue spalle, strinse le mani al petto.
Junior
sgranò gli occhi.
“Tu
chi sei? Come fai a sapere come mi chiamo?”
domandò Elly.
“Come
sarebbe a dire? Io sono Ren. Sono tuo padre, no?”
chiese Ren.
“Eeeeh?!”
gridò Elly saltando all’indietro. Un rivolo di
sudore le solcò il viso.
“Papà?”
chiese con voce tremante.
Junior
s’irrigidì.
“TUO
PADRE?! QUESTO È TUO PADRE?!” sbraitò.
Ren
guardò Elly, volse lo sguardo a Junior e tornò a
guardare la figlia.
“Voi
due vi conoscete?” chiese.
“Ah,
emh,
beh, ecco, papà, noi…”
farfugliò Elly, arrossendo.
“Ren
caro, è ovvio che stanno insieme. Tra l’altro,
piacere, io sono Deira, tua madre”. S’intromise la
saiyan.
“COSA?!
La mia ‘bambina’ ha il ragazzo?!”
sbraitò Ren.
“Mamma?”
chiese Elly.
Deira
le prese il viso tra le mani e le sorrise.
“Tesoro,
guardati, quanto sei diventata bella. Sei
tutta tua madre!” disse con tono deciso.
“Potevi
anche dirmelo che era tuo padre. Se lo avessi
percepito, avrei rischiato di ammazzarlo” disse Junior.
“Al
massimo, verdino, io sarei riuscito ad ammazzare
te” ribatté Ren.
“Ehy, io non
ho mai saputo nemmeno che faccia avesse mio padre!” si
lamentò Elly.
Ren
allargò le braccia e girò su se stesso.
“Allora
piccola mia, che te ne pare? Bel fisichino
il tuo vecchio” si vantò.
“Credo
che stia per venire un infarto” gemette Junior,
nascondendosi il viso con la mano.
“Elly,
tesoro, ti trovo un po’ provata. Va tutto bene?”
chiese gentilmente Deira.
“Mamma,
siamo qui per un problema. Noi…”.
Iniziò Elly.
Deira
si allontanò e sospirò.
“Oh,
già, battaglie, problemi. Sempre le solite cose
che distraggono una saiyan dal pensare a se stessa. Non dirmi che sei
ancora
vergine, tesoro” gemette.
“MAMMA!”
sbraitò Elly, avvampando.
Il
viso di Junior si tinse di viola.
“Sappi
che me ne sto andando” gemette ad Elly.
“Ehy, voi”
disse un’anziana. Correndo nella loro direzione.
“Oh,
no, un’altra” gemette Junior.
“Saggia
Altea!” dissero in coro i due saiyan.
La
vecchia raggiunse il gruppetto e indicò Junior.
“Lui
è quello di cui parlava sempre Aedon”.
S’intromise,
indicando Junior.
“Sì,
sono io” rispose il namecciano. Le sue orecchie
aguzze erano vermiglie e bollenti.
“Da
quanto stai con mia figlia?” chiese Ren, con voce
roca.
“Da
un po’ di anni, ormai. Credo tre”
borbottò Junior.
“Credi?!”
urlò Elly.
“Hai
intenzione serie con lei?” lo interrò Ren.
“TI
PARE CHE DEBBA RISPONDERE A DOMANDE DEL GENERE?!”
sbraitò Junior.
Ren
annuì.
“Sono
legittime domande di un padre!” rispose.
“Quasi
quasi, torno indietro e mi riconsegno al mio di
padre” esalò Junior.
“Idea
geniale” borbottò Elly. Si voltò verso
l’anziana.
“Kamy
mi ha parlato di lei, saggia Altea” sussurrò.
La
vecchia strega le sorrise.
“Sono
la sorella di
Leanna, tua nonna. Lei e tuo nonno Aedon ora sono in cielo”
rispose.
<
Tuo padre mi sta
asfissiando > gemette telepaticamente Junior a Elly.
“Siamo
qui per salvare
un mio caro amico. Per voi credo si chiami Kakaroth. Perciò,
perché non venite
con noi ad aiutarci?” domandò.
“La
trovo una
bellissima idea, bimba mia. Così potrò
controllare il tuo ragazzo” disse secco
Ren.
“Ed
io ti aiuterò ad
occuparti un po’ di te”. Aggiunse Deira.
|
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Capitolo 24 *** Cap.24 Lavoretti saiyan I° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.24
Lavoretti saiyan I° parte
“Freezer
mi ha parlato di nostra madre, durante un nostro scontro”
sussurrò
John.
“Mi
sorprendo che tu sia sopravvissuto a uno scontro con lui”
disse Vegeta,
con tono tagliente.
<
Non voglio essere così duro, ma non voglio rivelazioni su di
lei.
Voglio ricordarla esattamente come il giorno in cui ho dovuto dirle
addio >
pensò.
Il
bambino gridava,
urlando, dimenandosi, cercando di liberarsi dalla stretta di Zarbon e
Dodoria.
Quest’ultimo lo lanciarono in una stanza
dell’astronave, Vegeta gattonò e si
rimise in piedi, boccheggiando. Raggiunse l’oblò e
si affacciò.
Vide
la figura regale
della madre. La intravedeva illuminata dalla luce delle due lune, ritta
in
piedi sul terrazzo della torre. I suoi capelli neri avevano dei
riflessi blu
che gli facevano assumere lo stesso colore del cielo.
“Madreeee!”
sbraitò
Vegeta, le lacrime gli rigavano il volto. Vedeva la figura della donna
allontanarsi sempre più velocemente.
Vegeta
rabbrividì e si voltò, sentendo John fare una
risata gelida.
“Ho
i miei assi nella manica” disse quest’ultimo.
“Ha
detto che nostra madre portava avanti ‘strane idee’
di libertà, bontà e
redenzione. Credeva in un futuro migliore, nonostante anche lei avesse
ucciso
nella sua vita. Né tu, né nostro padre il re, ne
avete potuto sapere niente;
perché Freezer ha spazzato via l’intero pianeta
quella notte stessa” spiegò
John.
Vegeta
abbassò lo sguardo.
“L’ha
uccisa sicuramente alle spalle, mentre era intenta a dirmi addio.
Probabilmente se lo aspettava anche” mormorò roco.
<
Non posso permettermi di essere schiacciato dal dolore adesso. Il
passato è passato > pensò.
“Grazie
per avermelo detto. Ora ritiriamoci, domani avremo un’altra
giornata intensa con i nostri lavori di copertura. Inoltre se ci
trovano in
giro, dovremo spiegare cosa ci facciamo ancora alzati” disse
con voce rauca.
John
annuì.
******
“Io
ammazzo Vegeta. Sono ore che sgobbiamo” gemette
Crilin.
Kamhara
ridacchiò e incrociò le braccia al petto.
“Dai,
durante queste ore di riposo, possiamo
rilassarci anche noi” lo rassicurò.
“Avrei
preferito pulire le vetrate della sala, almeno
come casalingo me la cavo” borbottò Crilin.
<
Al contrario che come cantante. Raramente ho
sentito persone più stonate di lui > pensò
Kamhara, dimenando la coda,
nascosta sotto il mantello.
“Inoltre
fa davvero freddo. Il concetto di
riscaldamento non lo avete? Insomma, passate dal medievale,
all’asettico
spaziale, e poi dimenticate dettagli simili”
brontolò Crilin.
“Non
farti sentire. In queste sale, l’etichetta è
importante” bisbigliò Kamhara. Si
appoggiò contro la parete del corridoio.
<
Ho passato tutta la mia prima infanzia in un
luogo non adatto a me. Abbandonato in fasce in un tempio buddista.
Costretto a
rasarmi e a sottostare al bullismo. Il mio adorato sensei, la cosa
più simile a
un padre, è morto che avevo ancora solo sei anni. Ho
raggiunto maestro Muten
solo per non continuare solo a essere un marmocchio frignone in balia
di odiosi
gradassi.
Ed
ora qui, mi sento prigioniero come allora. Il mio
vecchio carattere iroso e antipatico cerca di riprendere il
sopravvento. Devo
ricordarmi perché sono qui. Goku conta su di me > si
rimproverò Crilin.
“Il
nostro spettacolo dovrà essere ancora più
bonario,
divertente e intrigante. Ci stai?” sfidò la saiyan.
Kamhara
si guardò le mani e sporse il labbro.
<
Elly me lo ha insegnato, dovrei riuscirci >
pensò, facendo il segno dell’ok.
****
Goten
si sedette sul tavolo di metallo e provò a
indossare il rilevatore.
“Tua
madre ne ha uno uguale. Probabilmente prima era
di tuo padre” disse. Ascoltò i bip che risuonavano
nella stanza, si passò la
mano tra i capelli mori e attivò lo scouter.
“Probabile”
rispose Trunks. Indossava degli occhiali
protettivi e su di essi si riflettevano le scintille azzurre che
provenivano
dal suo saldatore.
“Cosa
ne pensi del fatto che Elly e Junior si sono
portati dietro anche i genitori di lei e quei due demoni?”
chiese Goten.
“Che
è un miracolo che mio padre abbia trovato un
lavoro anche per loro e dei travestimenti. Questo posto non
è molto sicuro,
sarà per quello che i miei… fa strano dirlo,
nonni… sono stati rapiti”
bisbigliò con voce inudibile.
<
Ho disattivato tutte le possibili telecamere nel
palazzo e nessuno se n’è accorto, ma mi fido
ugualmente poco > rifletté.
“Come
va con la tua nuova invenzione?” chiese Goten.
“Rivoluzionerà
questo pianeta, vedrai” rispose Trunks.
<
Spero che mia moglie e mio figlio stiano bene.
Goten sembra tranquillo, io con il mio bambino neonato a casa lo sarei
di certo
meno. Forse è solo un bravo attore >
rifletté.
****
Junior
suonava il pianoforte, facendo scattare le dita
e la melodia risuonava nel piano superiore.
<
A quanto pare c’è una spocchiosa principessa che,
fregandosene della sparizione dei suoi genitori, mi fa suonare
ininterrottamente. Un pezzo struggente, malinconico, ma soprattutto
noioso… Piccoletta mi
prenderà in giro a vita
per questa mia occupazione momentanea > rifletté.
Elly
ridacchiava, le labbra rosee leggermente piegate. I lunghi capelli
dorati le
mulinavano dietro le spalle, illuminati dalla luce solare. Il sudore le
imperlava la fronte e aveva un’espressione sfrontata.
“Ho
donato il mio cuore a un musicista. Non lo sapevo” lo
punzecchiò.
“Insolente”
borbottò Junior.
Il
namecciano sorrise, mostrando i canini aguzzi.
<
Forse, dico forse, tutto sommato non mi
dispiacerebbe > pensò.
|
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Capitolo 25 *** Cap.25 Lavoretti saiyan II° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.25
Lavoretti saiyan II° parte
Gohan
sbuffò sonoramente, era intento a pelare una patata.
Osservava la
buccia scendere lentamente, frammentata. Incise la patata in
più punti.
<
Questo coltello taglia malissimo > pensò. Il sudore
gli scivolava
lungo il viso e accavallò le gambe.
E
tra poco morirò per la troppa afa che
c’è in queste cucine.
Mi
sento in punizione, come se non avessi fatto i compiti per mia madre
> pensò.
“Ehy, nipote, vedo che soffri
parecchio” disse Radish.
Gohan
si voltò e guardò John intento a lavare un
piatto, davanti a lui
c’erano delle altre file.
“C’è
di peggio” esalò rauco, continuando a sbucciare.
“Senti,
qui ti copro io. Mi devo far perdonare, in fondo” disse
Radish.
Gohan
si alzò di scatto in piedi e sorrise allo zio, il volto
coperto dal
cappuccio.
“Ti
sono debitore” disse. Lasciò cadere il coltello
sulle patate e corse
via.
***
Nappa
ridacchiò, vedendo Vetrunks scrivere la traduzione di un
libro passo
passo su un foglio di carta.
“Sei
davvero svelto. Conosci così bene la lingua
saiyan?” gli domandò.
Vetrunks
annuì, facendo ondeggiare i capelli color glicine.
<
Assomiglia così tanto a Vegeta quando aveva la sua
età, ma… sulle sue
mani non c’è lo stesso sangue, sul suo viso la
medesima rabbia. Mi fa così bene
al cuore > pensò Nappa.
“Se
ci fosse più tempo, vorrei farti visitare bene la
biblioteca. Qui ci
sono tantissimi tomi e non tutti sono saiyan. In compenso
c’è tutto lo scibile
della nostra gente, di quando il popolo saiyan non era solo barbaro. Ha
conosciuto tempi di civiltà” disse.
Vetrunks
fece ondeggiare la matita.
“Sarebbe
bello, ma l’altro nonnino ha bisogno
dell’antidoto” sussurrò.
****
Gohan
si appoggiò contro un muro e guardò Vegeta
lasciarsi cadere su una
sedia, abbandonandosi.
“È
stato stancante” biascicò Gohan.
“Umph, potevi non venirmi ad
aiutare” brontolò il principe. Chiuse gli occhi e
sorrise.
<
Per la prima volta sono stato veramente utile al mio popolo >
pensò.
“Sembri
soddisfatto. Ammettilo, fare il medico doveva essere il tuo
sogno”
disse Gohan.
Vegeta
si raddrizzò e si voltò di scatto verso di lui.
“Il
mio sogno è, e resterà, battere tuo
padre” sibilò.
Gohan
si staccò dalla parete.
“Non
immaginavo che l’infermeria del palazzo fosse così
piena di gente.
Sono tutti morti, eppure, si lamentano di qualsiasi tipo di acciacco e
malattia, proprio come i vivi. Non avevano un medico capace da secoli,
a quanto
pare” borbottò.
<
Avrei dovuto capire che Vegeta era esperto di queste cose dai tempi di
Nakeck. In fondo mise in moto lui i macchinari per curare
papà, allora >
pensò.
“Ormai
è notte fonda. Turles dovrebbe avermi lasciato aperta la
porta per
il giardino. È il momento di agire” disse Vegeta,
rialzandosi in piedi.
Gohan
annuì.
“Resto
io qui a coprirti le spalle” disse.
Vegeta
ghignò.
“Se
mi dovessero beccare, dirò che mi serve un’erba
per guarire un
paziente. Non è nemmeno falso” sussurrò.
<
In fondo anche Kakaroth è un saiyan e ha bisogno di me
> pensò.
|
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Capitolo 26 *** Cap.26 Notte di ricordi ***
Ringrazio
anche solo chi
legge.
I
ricordi presenti nel capitolo li
ritrovare anche nella storia: “Le cicatrici di un
figlio”, tranne l’ultimo che viene
da “L’infanzia del principe”.
Cap.26
Notte di ricordi
Vegeta
aprì il cancello di ferro
battuto ed entrò nel giardino, si guardò intorno
e fece un sorriso amaro.
<
Questo posto… mi fa ricordare più di
quello che vorrei > pensò e le sue iridi divennero
liquide.
“Quindi
Kamy ha davvero
un altro fratello?” chiese Vegeta. Saltellò dietro
Nappa, camminando sulle
punte degli stivaletti bianchi.
“Sì,
proprio oggi il suo
fratellino è potuto uscire dalla vasca pre-natale”
spiegò l’adulto.
Vegeta
sgranò gli occhi
e mise i talloni a terra.
“Era
quello nella
boccia?” chiese.
Nappa
ridacchiò e passò
la mano sul ciuffo di capelli mori sulla sua testa.
“In
questo momento si
trova nella stanza dei neonati” spiegò. Si
voltò e batté un paio di volte le
palpebre vedendo Vegeta correre lungo il corridoio.
Il
principe dei saiyan
accelerò il passo, svoltò a sinistra e si diresse
verso la sala. Si appiattì
contro una parete vedendo un paio di medici passare. Deglutì
e mise la mano in
tasca, tirando fuori una tessera.
< Chissà
se
funziona ancora la carta che mi ha dato Maestro Aedon > si
chiese.
I
medici gli passarono
davanti e Vegeta deglutì, riuscendo a scorgerli fino alle
ginocchia. Si mise a
correre nuovamente, stringendo la tessera.
< Vegeta,
ricorda sempre cosa ti ho insegnato e un giorno sarai un grande medico
saiyan,
oltre che un saggio re >. La voce di Aedon risuonò
nella mente del principe
che inserì la tessera.
Una
porta di metallo,
accanto a un vetro che prendeva tutta la parete, si
aprì.
Vegeta
estrasse la
tessera ed entrò, gli scricchiolii prodotti dai suoi
stivaletti risuonavano
ovattati nel reparto neo-natale. Guardò una serie di
neonati, stavano
addormentati riversi su un fianco, avvolti in delle code marroni.
Sentì
gorgogliare e si diresse verso la culla, si affacciò e vide
un bambino dai
capelli lunghi. Gorgogliava, mentre le lacrime gli rigavano il viso. Il
simbolo
reale sulla fronte del principe brillò, Vegeta chiuse gli
occhi venendo colto
da un capogiro ed indietreggiò. Sbatté contro la
culla a fianco, un neonato al
suo interno aprì gli occhi e si voltò verso di
lui.
Vegeta
riaprì gli occhi,
regolò il respiro e si voltò. Vide il proprio
riflesso negli occhi neri di un
neonato dai capelli a cespuglio. Gli sorrise e socchiuse gli occhi.
“Kakaroth,
allora sei
davvero uscito dalla boccia! Finalmente” sussurrò
a bassa voce. Osservò il capo
del neonato, grande esattamente quanto il resto del corpo.
Kakaroth
sporse la
testa, continuando a guardarlo, batté un paio di
volte le palpebre
ingrandendo gli occhi. Gorgogliò e sorrise, si
dimenò, allungando le mani verso
Vegeta. Questo si sporse in avanti, si mordicchiò il labbro
e mise le mani sui
lati di plastica della culla.
Kakaroth
si aggrappò al
suo collo, abbracciandolo.
Vegeta
sbuffò e lo prese
tra le braccia.
“Sei
deciso, marmocchio,
ma così mi metterai in una situazione non dignitosa per un
principe” si
lamentò. Si voltò e vide che un altro neonato,
nella culla sopra, lo stava
fissando. Non aveva il naso e teneva in bocca la coda,
succhiandola.
Vegeta
abbassò lo
sguardo ed osservò la targhetta.
“Kurin”
lesse. Kakaroth
gli afferrò le guance e le tirò, dimenando la
coda.
Vegeta
ridacchiò.
“Certo
che sei una
piccola calamità, Kakaroth” si lamentò.
Quest’ultimo
mise una
manina in bocca, succhiandola e ricoprendola di saliva. Con
l’altra cercò di
afferrare una ciocca di capelli del principe, dimenando la
coda.
Vegeta
sentì dei passi e
lo rimise nella culla.
“Ora
devo andare, la
mamma mi aspetta” sussurrò. Evitò che
il neonato lo afferrasse di nuovo ed indietreggiò.
Kakaroth
singhiozzò e un
paio di lacrime gli rigarono il viso.
“Tornerò
a trovarti, te
lo prometto” sussurrò Vegeta. Si voltò,
stringendo la tessera e si diresse
verso l’altra uscita.
Kakaroth
scoppiò a
piangere, le sue urla risuonarono tutt’intorno e Broly, nella
culla accanto a
lui, scoppiò a sua volta a singhiozzare.
Vegeta
aprì l’altra
porta e scappò via, rimettendo la tessera nei pantaloni.
Rischiò di inciampare
nel proprio mantello rosso.
“Chissà
se madre sa come
si fanno smettere di piangere i neonati” sussurrò.
Vegeta
s’inginocchiò
accanto a un cespuglio ed iniziò a tastare per terra.
<
Devo assolutamente
trovare la ‘foglia reale’ per l’antidoto
> pensò.
“Madre”
sussurrò Vegeta.
Si portò alle labbra la lattina di aranciata e ne
sorseggiò il contenuto.
La
donna aprì la
finestra della torre, il vento fece fluttuare le tendine
candide.
La
regina si voltò,
facendo ondeggiare i vaporosi capelli neri.
“Mentre
venivo qui, ho
incontrato padre. Vuole che mi alleni con Lord Freezer”
mormorò Vegeta.
Le
iridi color ambra
della donna divennero liquide. La sua pelle abbronzata fu illuminata
dalla luce
della luna.
“Io
non voglio andare
con lui. C’è Bills-sama ed io ho paura di quel
Dio. E con Lord Freezer non vi
vedrei più, io voglio continuare ad allenarmi qui”
disse il bambino. Dimenò la
coda, facendo cadere un paio di peli marroni sul letto.
La
donna abbassò il
capo, i suoi occhi si arrossarono.
Vegeta
guardò il viso
della madre e sentì i propri occhi pizzicare.
“Madre,
cosa c’è?”
chiese.
La
madre lo raggiunse e
si sedette accanto a lui, gli passò la mano nella frangetta
di capelli neri.
“Lo
sai che alle volte
non posso essere accanto a te nemmeno quando vorrei, vero?”
chiese.
Il
bambino batté un paio
di volte le palpebre ed annuì.
“Avrei
voluto tu ci
fossi mentre…” mugolò.
Guardò le proprie mani coperte dai guanti e
rabbrividì.
Sarah
lo abbracciò e lo
cullò.
“…
padre è felice che io
uccida i miei nemici”. Concluse il bambino indurendo il
tono.
La
madre gli baciò il
capo e una lacrima le rigò il viso.
“Voglio
che tu sappia
che, qualunque cosa accada, io ti sarò sempre
accanto” promise.
Vegeta
ricambiò
l’abbracciò e chiuse gli occhi. Si sentirono dei
passi e la donna sgranò gli
occhi, voltandosi.
“Vola
via dalla
finestra, ora” ordinò la donna indurendo il
tono.
Vegeta
sgranò gli occhi
e saltò giù dal letto.
“Cosa?”
chiese.
“Vai”
ringhiò la regina
incrementando l’aura.
Il
bambino annuì e corse
fuori dalla finestra. Avvertì le auree di Zarbon e Dodoria,
seguite da quella
di Freezer, la porta esplose.
“Voi
due cercate il
principe! Io mi occupo di lei” ordinò
Freezer.
Vegeta
accelerò
l’andatura.
“Devo
raggiungere la
sala del trono. Devo raggiungere padre” sussurrò.
<
Erano anni che non avevo dei ricorsi così vividi >
pensò Vegeta. Si massaggiò
le tempie della fronte spaziosa.
“Se
avessi saputo com’era davvero Bills, lo avrei implorato di
aiutarmi già a
quell’epoca… al massimo avrei portato con me il
piccolo Kakaroth. Non avrebbe
resistito all’impulso di adottarlo”
mormorò.
“Padre!
Padre aiutatemi!”
gridò Vegeta.
Zarbon
lo stringeva per
un braccio, Dodoria gli teneva ferme le gambe.
Il
bambino si divincolò,
il suo mantello strofinava contro il pavimento.
“Allora
è deciso. Me lo
avete venduto” sussurrò Freezer.
Re
Vegeta era inginocchiato
accanto al changelling. Abbassò il capo ed
osservò il pavimento, rabbrividendo.
“Padre”
implorò
Vegeta.
Il
re curvò le spalle e
strinse le labbra.
“Vostro
figlio in cambio
della salvezza della vostra razza, è equo” disse
Freezer.
“È
vostro” rispose il
re. Si alzò in piedi, si voltò facendo ondeggiare
il mantello rosso e si
allontanò. Raggiunse Radish avvicinando le labbra
all’orecchio di quest’ultimo.
“Tuo
padre?” chiese.
Radish
si morse
l’interno della guancia.
“È
ancora nella vasca
della rigenerazione” ammise.
“Allora
scappa, non mi
fido della sua parola. Se tuo padre si riprenderà
attaccheremo insieme,
altrimenti farò solo” bisbigliò con
voce inudibile.
Vegeta
vide il padre
uscire dalla stanza ed iniziò a tremare.
Lord
Freezer lo guardò e
scoppiò a ridere. Raggiunse il più piccolo, fece
saettare la coda dietro di sé
e aprì le dita delle zampe inferiori.
“Lo
voglio tra un’ora
nella prigione di pietra sulla mia astronave”
ordinò.
Vegeta
vide al collo di
Freezer la collana di sua madre, sgranò gli occhi ed
iniziò a divincolarsi.
“Dov’è
mia madre?!”
gridò. Frustò il viso di Dodoria con la coda,
lasciandogli un segno nerastro e
si divincolò più forte.
“Mamma!”
chiamò. Riuscì
a liberare un piede ed iniziò a tirare calci ai due
aguzzini, con la mano
libera graffiò il fianco di Zarbon e gli morse il braccio.
Zarbon
sgranò gli occhi,
ringhiò e raggiunse Vegeta al petto con un’onda,
facendo perdere i sensi al
bambino.
Vegeta
si passo una mano sul volto,
soffocando una risata amara. Evitò una pianta urticante e si
rialzò, continuò a
cercare. Frugò tra una serie di fiori, saltò
all’indietro evitando il morso di
una pianta carnivora.
<
Devo assolutamente ricordarmi dove si
trova di preciso la pianta. Se solo non fossi così stanco,
ma devo trovarla
prima che si faccia l’alba. Non posso aspettare un altro
giorno > pensò.
Zarbon
osservò il segno
dei denti sulla pelle azzurra, il suo braccio si era arrossato.
“Quel
selvaggio mi ha
morso. Credi che farà infezione?” chiese.
Dodoria
si massaggiò
l’ematoma sulla guancia rosa, facendo ondeggiare uno strato
di grasso.
“No,
non credo”
biascicò. Si leccò le labbra e sorrise, mostrando
i denti.
“Non
accadrà più. Lord
Freezer lo piegherà”. Aggiunse.
I
due servi di Freezer
si allontanarono dalla porta di metallo sbarrata ed i loro passi si
fecero
sempre più lontani lungo il corridoio.
Vegeta,
dall’altra parte
della porta, ascoltò i suoni farsi sempre più
ovattati. Rabbrividì, sentendo il
pavimento di metallo sotto di lui gelato e si avvolse nel mantello
rosso.
Intravedeva delle sagome nere nell’oscurità.
“Madre”
sussurrò. Le sue
iridi nere divennero gelide e spente. Si voltò verso
l’oblò e vide la torre del
palazzo allontanarsi, pian piano il castello divenne una sagoma
indistinta, la
navicella uscì fuori dalla stratosfera ed iniziò
a vedere il pianeta rosso
natale allontanarsi. Sentì una fitta al petto e si
voltò verso il muro.
“Mamma”
bisbigliò. Sentì
dei colpi di fucile laser, delle urla e il rumore di onde
d’energia. Avvertì
delle urla, dei tonfi e dei passi. Strinse le labbra, le urla si fecero
sempre
più forti e rabbrividì. Vide una lucertola
candida camminare lungo la parete,
era grande quanto il suo indice. La colpì con un ki-blast,
la bestiolina si
dimenò prendendo fuoco.
Il
principe sentì suo
padre urlare fuori dalla porta e guardò la carcassa
dell’animale privo di vita
arrivare per terra con un tonfo. Sentì i passi diminuire e
il rumore di un
portellone metallico che si apriva. Una serie di voci urlarono tutte
insieme,
il bambino strofinò i denti tra loro e si coprì
le orecchie con le mani.
Udì
in lontananza la
risata di Freezer coprire le urla, che si spensero
all’improvviso.
Dall’oblo
venne una
forte luce aranciata, Vegeta si voltò nella sua direzione
socchiudendo gli
occhi. La luce divenne candida e scomparve, su uno sfondo blu-notte
trapuntato
di stelle passò una fascia rosso sangue.
Vegeta
rabbrividì e
abbassò il capo, guardando il cadavere annerito della
lucertola. Una lacrima
gli rigò il viso pallido e si deterse le labbra con la
lingua. Strinse i pugni
coperti dai guanti e si avvolse più stretto nel mantello
vermiglio.
La
porta si aprì, Vegeta
chiuse gli occhi accecato dal bagliore della luce elettrica.
Freezer
scese dal suo
trono volante, entrò e si richiuse la porta alle spalle.
Accese la luce
elettrica della stanza illuminando il pavimento di acciaio e le pareti
di
pietra.
Vegeta
batté un paio di
volte le palpebre e alzò il capo, guardando il suo padrone.
Si alzò in piedi e
fece un paio di passi cadenzati. Abbassò il capo,
digrignò i denti e fletté le
gambe, si mise su un ginocchio inchinandosi e abbassò la
testa.
“Lord
Freezer, vi
richiedo di lasciarmi andare” disse gentilmente.
Avvertì una fitta al petto e
sentì gli occhi pizzicare.
Freezer
ghignò,
mostrando i denti candidi e si accarezzò con
l’indice le labbra sottili.
“Adesso
mi appartieni,
lo sai?” chiese mellifluo.
Vegeta
si asciugò la
guancia umida e si alzò in piedi, facendo ondeggiare il
mantello. Alzò il capo
e guardò negli occhi Freezer, osservando le sue iridi rosse
luminescenti.
“Da
oggi non sei più un
principe, ma il mio schiavo” sussurrò Freezer. Si
piegò in avanti e graffiò le
guance del bambino, facendogli dei segni sulle guance come i
propri.
Vegeta
sgranò gli occhi
e s’irrigidì, sentendo la pelle bruciare
lì dove le unghie si conficcavano a
sangue.
Freezer
gli accarezzò le
guance insanguinate e Vegeta rabbrividì sentendo le sue mani
viscide. Abbassò
lo sguardo e al collo di Freezer, accanto al medaglione che
rappresentava la
luna della madre, vide il medaglione di suo padre.
“Dove
sono mia madre e
mio padre?” ringhiò. Cercò di colpire
l’avversario con un pugno al viso.
Freezer gli afferrò il pugno e strinse, facendo
scricchiolare l’osso del più
piccolo. Con l’altra mano lo afferrò per i capelli.
“Erano
solo dei codardi,
sono finiti dove meritavano” rispose, mentre le sue iridi
brillavano di color
rosso rubino.
Vegeta
liberò la propria
mano strattonandogliela, Freezer gli strappò il mantello di
dosso, lacerandogli
la stoffa con le unghie, e gli sfilò a forza la battle suit.
“Imparerai
a temerla”
sussurrò Freezer. Strinse più forte i capelli a
fiamma del bambino e gli passò
davanti al viso la punta della coda bianca.
Vegeta
rabbrividì, il
tiranno lo fece voltare e lo immobilizzò, bloccandolo contro
il muro, premendogli
il capo contro la parete di pietra.
La
coda di Freezer
saettò e si abbatté sulla schiena del saiyan,
aprendogli un profondo
taglio.
Il
principe ululò di
dolore e la vista gli si appannò.
“Sei
maledettamente
simile a tua madre, nonostante tu abbia la faccia di quel buono a nulla
di tuo
padre” sibilò Freezer.
Vegeta
cercò di morderlo
e ringhiò, mostrando i denti, i segni delle pietre rimasero
impressi sulla sua
guancia.
La
coda colpì altre due
volte, creando il segno di una x insanguinata con una linea retta in
mezzo.
Vegeta
si accasciò
contro la parete, con dei gemiti di dolore.
“Sei
ancora così
piccolo” sussurrò Freezer. Con la coda gli avvolse
il collo e gli passò un dito
sulle tre ferite, sporcandosi il dito di sangue.
“Tre,
per la prima
volta, potranno bastare” sussurrò. Si
portò l’indice sporco di sangue alla
bocca e lo succhiò.
“Queste
tre cicatrici,
ti ricorderanno a chi appartieni” mormorò.
Vegeta
sentì dei passi e si nascose dietro
un albero.
“Sono
io. Gli altri stanno dormendo nella
stanza degli schiavi. Sono sgusciata fuori” disse Kamhara.
Vegeta
uscì dal suo nascondiglio ed annuì.
“Hai
trovato la pianta?” chiese Kamahra.
“Ancora
no. Però mi ricordo che era in
questa zona” disse Vegeta.
“Ti
ricordi, era proprio qui il posto dove
giocavamo da bambini” disse Kamhara.
Vegeta
alzò lo sguardo.
“Ricordo
molte cose” mormorò roco.
Kamhara
si guardò intorno e sorrise.
Kamy
incrociò le gambe, appoggiò le mani
sull’erba umida e osservò in
lontananza il deserto rossastro. Le iridi vermiglie le divennero
castane e il
vento le fece ondeggiare i lunghi capelli rossi intorno al viso. Si
girò e
osservò il principe dei saiyan uscire dal fango dello stagno.
I
capelli a fiamma aderivano al viso del bambino, la coda grondava fango
e
il principino teneva tra le mani una rana bluastra.
“Presa,
così impara a dubitare delle capacità del futuro
re dei saiyan!” si
vantò.
Kamy
sorrise, le iridi le divennero azzurre, osservò
l’animale gracchiare
gonfiando la gola, creando una sacca azzurrina.
“È
vero che avete sterminato gli Tsufuru ieri notte?”
domandò la bambina.
Vegeta
ghignò, socchiuse gli occhi e lasciò cadere
l’animale. Strinse un
pugno, le iridi color ossidiana gli brillarono e fu avvolto da un alone
blu
notte.
“Non
ne è rimasto vivo nessuno. La gloria è ricaduta
su mio padre,
finalmente la nostra razza non è più loro
schiava. E un giorno non dovremo
nemmeno inchinarci a Freezer” sancì.
Dimenò la coda, alzò il capo e
accentuò il
ghigno.
“Diventerò
il leggendario supersaiyan e salverò il mio
popolo!” gridò.
“Vostra
altezza, tenete Asperigus” disse Nappa. Si piegò
in avanti e fece
oscillare il peluche di una scimmia davanti al viso del bambino,
tenendo il
giocattolo per una zampa.
Vegeta
saltò e prese l’animaletto di pezza, affondando il
mento nella
pelliccia marrone scuro.
“Nappa!
Tu non mi prendi sul serio” si lamentò.
Kamy
si alzò in piedi, mise le mani sui fianchi e
annuì.
“Ha
ragione. Lui sarà il futuro re e io la sua potentissima
strega”
borbottò.
Nappa
scoppiò a ridere, il ciuffo di capelli neri sul suo capo
liscio
oscillò a destra e a sinistra.
“Sarete
anche riuscito a sconfiggere centinaia di saybamen, ma al momento
siete un re tutto sporco” ribatté.
Vegeta
digrignò i denti e soffiò con il naso.
Incrementò l’aura, il fango
schizzò tutt’intorno, Kamhara si nascose dietro un
albero dimenando la coda.
Nappa si protesse il viso con un braccio, ricoprendosi di fango.
Vegeta
strinse al petto il peluche e sorrise, avanzando.
“Ora
sono pulito e sarò il più grande re che questo
pianeta abbia mai
visto”. Si vantò, gonfiando il petto. Si
alzò in volo e atterrò sopra il ramo
di un albero e aprì le braccia.
“Sarò
temuto e riverito. L’universo intero tremerà
davanti al mio nome!” si
vantò. Mise una gamba dietro l’altra, teneva il
peluche per la coda con una
mano, chiuse l’altra a pugno e si mise il braccio davanti al
viso.
“Basta
che non ti fai crescere la barba” borbottò
Kamhara. Si avvicinò
all’albero su cui era il migliore amico.
Nappa
si strinse uno dei baffi e sogghignò.
“Forse
se ti farai crescere i baffi, vostra altezza” disse.
Uscì un
fazzoletto dall’armatura bianca sopra la battle-suit e si
pulì il viso dal
fango.
“Fino
a che non sarete re ricordatevi di non nominare Freezer se non
è
strettamente necessario. E soprattutto di non offenderlo
finché non avrete la
preparazione necessaria per batterlo” gli ricordò.
Vegeta
sbuffò e si sedette sul ramo, Kamhara si sedette accanto a
lui e gli
strinse una spalla.
“Ricordati
come è finita Reghina” sussurrò.
Vegeta
sentì gli occhi pizzicare, avvertì una fitta al
petto e soffiò dalle
narici.
“Un
giorno la vendicherò, lo giuro” ringhiò.
“Trovato”
esultò piano Vegeta, rialzandosi
con alcune foglie strette contro il petto.
Kamhara
sorrise.
“Ora
andiamo. Devo riposare almeno un’ora
o finirò per creare un veleno, invece che un
antidoto” sussurrò Vegeta. Si
allontanò con passo cadenzato.
“Non
osare, Veggy, il mio fratellone ne
ha bisogno” disse Kamhara.
Vegeta
ghignò.
<
Erano anni che non sentivo quel
soprannome > pensò.
|
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Capitolo 27 *** Cap.27 L’antidoto è pronto ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.27
L’antidoto è pronto
“Sei
davvero ridicolo con quegli
occhialini, amore” disse Pan.
Trunks
arrossì e si sfilò gli occhialini
da scienziato, con i vetri oscurati, appoggiandoli sul tavolo.
“Volevo
solo aiutare papà nella creazione
dell’antidoto” sussurrò.
“A
me piacevano” borbottò Vetrunks.
“Silenzio.
Io e papà ci stiamo
concentrando” ringhiò Bra, passando i vari
ingredienti al padre, intento a
mescolarli in una bacinella.
Gohan
camminava avanti e indietro alle
loro spalle. Junior gli mise una mano sulla spalla, stringendo le
quattro dita,
e Gohan alzò lo sguardo.
“Sembri
un avvoltoio, calmati” gli
sussurrò il namecciano.
“Sì,
signor Piccolo” mormorò Gohan.
Crilin,
in un angolo del laboratorio delle
invenzioni, tremava visibilmente.
<
Da questo procedimento dipende la
vita del mio migliore amico > pensò.
“Tsk,
io ve l’avevo detto di uscire” ringhiò.
<
La mia sfortuna è leggendaria, quanto
la fortuna di Kakaroth. Vediamo chi delle due
l’avrà vinta > pensò, le sue
iridi color ossidiana brillarono di riflessi blu scuro.
Radish
raggiunse la porta ed uscì.
“È
un’ora che siete là dentro. Ancora
niente?” chiese Nappa, appoggiato con la schiena alla parete
del corridoio.
“No”
rispose Radish, rimettendosi il
cappuccio.
“Per
ora non è arrivato nessuno. Sono le
cinque del mattino, stanno ancora tutti dormendo” disse Nappa.
Dentro
la stanza Turles scoppiò a ridere.
“Ci
siete riusciti” disse, sfregandosi le
mani.
“Kakaroth,
stiamo arrivando, resisti” disse
Kamhara.
Pamela
entrò nella stanza, ansante. Radish
entrò dietro di lei, con gli occhi sgranati.
“T-tu…”
esalò.
Pamela
si voltò di scatto, facendo
ondeggiare i lunghi capelli biondi.
“Il
grande Spettro ha scoperto che siete
qui! Ha portato tutti i prigionieri in piazza e ha detto che vuole
giustiziarli!”
gridò.
“Come
facevate a sapere che eravamo qui e
chi siamo? Chi è questo grande Spettro?”
domandò Elly.
“Probabilmente
Al Satan sapeva tutto e ha
fatto la spia” ringhiò Junior. I due demoni dalla
pelle rossa, alle spalle del
namecciano, rabbrividirono.
“Mi
dispiace, principe” esalò Loras,
mentre Nim chinava la testa.
“Non
c’è tempo per questo. Ha sfidato il
principe Vegeta e se non si presenterà subito, li
ucciderà! Siamo già morti, se
non intervenite, spariranno per sempre!” gridò
Pamela, gli occhi sporgenti. Le
lacrime iniziarono a rigarle il viso.
“Non
c’è tempo per questo, mio padre
aspetta l’antidoto” ringhiò Goten.
“C’è
Sprout tra loro!” strillò Pamela.
Radish
cadde in ginocchio, scosso da
tremiti.
“Mio
figlio” gemette. Nappa, entrato a sua
volta nella stanza, lo issò, stringendolo contro il proprio
petto.
“Non
possiamo lasciare morire degl’innocenti.
Andiamo, sconfiggiamo questo ‘fantasma formaggino’
e poi ci sbrighiamo a
portare l’antidoto a Goku” propose Elly.
“Facciamolo
nero” ringhiò Kamhara, tirando
un pugno all’altra sua mano.
Junior
piegò di lato il capo facendo
scricchiolare il collo.
“Voi
due siete come al solito troppo
avventate, ma Son avrebbe fatto la stessa identica scelta”
disse.
“Nonnino,
non puoi lasciare morire la tua
gente” disse Vetrunks, annuendo più volte.
“Tsk.
Allora muoviamoci” s’intromise John con tono
gelido.
Vegeta
mise la fiala con l’antidoto in uno
scatolino di plastica e lo nascose nella tasca della battle-suit. Corse
fuori
dalla stanza nella direzione della piazza.
“Si
pentiranno di aver scatenato l’ira di Vegeta-sama,
il principe dei saiyan”
ringhiò.
|
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Capitolo 28 *** Cap.28 Baba prende l’antidoto ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.28
Baba prende l’antidoto
John
si nascose di più il viso con il
cappuccio del mantello, fece lo slalom tra una serie di saiyan ed
incassò il
capo tra le spalle. I capelli mori a fiamma gli ricadevano di lato,
solleticandogli la guancia abbronzata.
<
Vegeta è andato avanti, probabilmente
vuole svelarsi. Dannazione, rischiamo di perderci tra noi in tutta
questa
folla. Sembra che l’intera città sia scesa in
piazza > pensò e si avvicinò a
un saiyan tarchiato alto la metà di lui.
Quest’ultimo si grattò la pancia rigonfia,
un rivolo di sudore gli solcò il capo pelato.
“Il
grande Spettro è giunto!” gridò con
tono esaltato.
<
Non li ho mai visto così affascinati
nemmeno per il loro re. Cosa sta succedendo? > si
domandò Johan.
“Evviva”
disse, fingendo un tono
estasiato.
<
Spero non abbia notato l’ironia nella
mia voce. Mi fanno venire il voltastomaco, inetti che hanno dimenticato
il loro
orgoglio > pensò.
“Finalmente
sfiderà il principe traditore”
disse il pelato con voce sguaiata.
Kamhara
raggiunse il fidanzato e lo
afferrò per un braccio, lo fece avvicinare al palco di legno
al centro della
piazza e allungò il braccio. Indicò una prigione
di metallo, al suo interno c’era
un ragazzino dai lunghi capelli mori che ricadevano scompigliati
intorno al suo
viso. Seduta per terra, accanto a lui, c’era Naly. Aveva una
ferita sulla
guancia, il sangue rappreso in un grumo sul labbro spaccato e i capelli
sporchi
di polvere e terra. Sauzer cercava di forzare le sbarre, alle sue
spalle Zarbon
sosteneva Jeeth.
Vegeta
era nascosto in un vicolo, intento
a guardare la figura di Bardack, imprigionato in un’altra
gabbia.
<
Non sono tutti ‘amici’ miei, in
realtà. Però quel ragazzino identico a Radish
dev’essere suo figlio >
rifletté. Non riusciva a intravedere le persone rinchiuse in
una terza gabbia e
le altre insieme a Bardack.
Baba
atterrò, in piedi alla sua sfera,
accanto a Vegeta.
“Non
credevo fosse da te nasconderti”
sussurrò la vecchia strega.
Vegeta
si avvolse di più nel mantello.
“Non
voglio rimanerlo a lungo. Però,
prima, mi serviva un favore, è per questo che ti ho fatto
chiamare” bisbigliò.
Porse lo scatolino di legno a Baba.
“Porta
questo a Kakaroth, è l’antidoto”
spiegò con voce inudibile.
<
È l’unica in grado di viaggiare tra
il mondo dei vivi e quello dei morti con facilità.
È una fortuna che Nappa
fosse rimasto in contatto con lei è sapesse come evocarla
> rifletté.
“Vegeta!
Io ti sfido! Dimostrami che non
sei solo un codardo!” gridò una voce maschile.
“GRANDE
SPETTRO! GRANDE SPETTRO!” iniziò a
urlare la folla, con urla di giubilo.
Baba
strinse al petto lo scatolino e cercò
di guardare il viso di Vegeta sotto il cappuccio.
“Vado
immediatamente” disse. Scomparve
ancora seduta sulla sua lucida sfera di vetro.
Vegeta
ghignò, stringendo un pugno.
<
Ora non c’è più motivo di rimanere
nascosto, anche l’ultimo tassello è al suo posto
> pensò. Uscì dal vicolo
con passo marziale, il lungo mantello gli ondeggiava dietro la schiena.
Si fece
largo tra le persone a gomitate, ghignando.
|
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Capitolo 29 *** Cap.29 Untoched ***
Dedicato
al compleanno di
Claudia. Song-fic sulle note di Untouched dei The Veronicas.
Link
musica: https://www.youtube.com/watch?v=ykW4rtW2eu0,
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Cap.29
Untoched
Radish
guardò suo figlio, le
gambe gli tremavano, rischiò di cadere a terra e Pamela lo
sostenne, aveva
indossava a sua volta un mantello con cappuccio, ma di colore dorato.
Nappa
appoggiò la mano sulla
spalla del migliore amico e assottigliò gli occhi.
Radish
volse lo sguardo e
strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“Come
diamine sono riusciti a
catturare mio padre?” bisbigliò, guardando Bardack.
<
Persino ora che è
prigioniero mi sembra così distante. Un eroe, un generale,
un caposquadra
coraggioso… non sarò mai alla sua altezza. Ho
vissuto tutta la mia vita e la
mia morte alla sua ombra. Non oso immaginare come si senta Turles, lui
ha
addirittura il suo aspetto e anche quello di Kakaroth. Nostro fratello
si è
dimostrato ancora più irraggiungibile di nostro padre
> pensò.
“Vegeta,
vediamo se questo ti
convince!” gridò lo spettro. Era totalmente
nascosto da un banco di nebbia
oscura, ma s’intravedevano delle fattezze umane.
Un
saiyan si fece avanti,
teneva immobilizzata una donna saiyan. Quest’ultima aveva
degli occhi color
ambra glaciali, dei lunghi capelli neri lisci, mossi, che le
incorniciavano il
viso e il corpo che ricordava quello affusolato di una pantera.
Radish
impallidì, il suo
battito cardiaco accelero.
<
La madre del principe: la
regina… fanno sul serio. No, non voglio perdere mio figlio!
Non come ho perso
Pamela una volta! > urlò mentalmente.
“So
benissimo dove vi
nascondete. Quella biondina laggiù ve l’ho mandata
io a cercarvi, in fondo”
disse il grande spettro.
Il
saiyan che teneva bloccata
Sarah, le mise sulla gola una lama.
Radish
indietreggiò,
impallidendo.
“Vi
ho solo chiesto aiuto
perché ha nostro figlio. Lo sai che non mi metterei mai
dalla sua parte! Ho
scoperto che eravate lì perché me lo ha detto
lui, ma nient’altro” gemette
Pamela.
Radish
serrò i pugni.
<
Sta cercando di mettermi
contro mia moglie! Di farla passare per una traditrice, dopo tutto
quello che
abbiamo passato > pensò.
***
Gine
entrò in casa, teneva il figlio incosciente tra
le braccia. Il corpo di Radish era sporco di sangue e ricoperto da
ferite ed
ematomi.
“Che
è successo?!” gridò Bardack.
“È
esausto, bagnato fradicio per la pioggia e temo
rischi la vita… si stava allenando e ha esagerato”
esalò Gine.
Bardack
serrò un pugno e indietreggiò.
“Resterà
sempre un debole” mugolò.
“Come
puoi dire una cosa del genere del nostro
bambino?!” sbraitò Gine.
“Attivo
la macchina rigeneratrice” esalò Bardack,
pallido in viso.
***
Radish
cadde in ginocchio e si pulì il sangue che gli
sgorgava dal naso con il dorso della mano.
“Sei
troppo carino per essere un saiyan. Sembri uno
dei nostri dannati padroni” ringhiò un altro
saiyan, guardando il bambino
rialzarsi.
Un
altro fece una risata gelida.
“Vuol
dire che è debole” disse.
“Beh,
con quei capelli da donna, è il minimo” disse il
terzo.
Il
piccolo Radish deglutì a vuoto e indietreggiò,
tremando. Il suo collo era stretto da un collare e indossava una
casacca
marrone.
<
Non posso farli entrare in casa per rubare. C’è
la boccia criogenica con il piccolo Turles, farebbero del male a
fratellino. Mi
sono allenato per combattere, posso riuscirci >
pensò, mettendosi in
posizione da battaglia.
“Non
potete venire tutti i giorni a darmi fastidio o a
derubare le cose in casa mia. Quando mio padre
tornerà…”. Iniziò a dire
Radish.
Il
primo bambino scattò, lo afferrò per i capelli e
lo
strattonò, facendolo cadere a terra. Lo raggiunse con dei
calci al volto,
facendolo gridare di dolore.
“Vai
pure a piangere dal paparino. Tanto sei un
debole” ringhiò.
“Noi
ti umiliamo ogni volta che ci pare” disse il
terzo bambino.
“Hiemer,
non esagerare. Tu sei una seconda classe, lui
una terza. Se continuo così lo ammazzi” disse il
secondo bambino.
<
Hiemer fa tutto questo solo perché la mia mamma
ha rifiutato il suo papà > pensò Radish,
le lacrime si mischiavano al suo
sangue e gli rigavano il volto.
“Hiemer,
tu e la tua banda di teppisti non avete
nient’altro da fare?” domandò una voce.
I
tre aggressori si voltarono e videro un giovinetto
appena arrivato, alto un po’ più di loro.
“E
tu chi diavolo sei?” domandò Hiemer.
“Io
sono Rayach!” gridò il ragazzino dai lunghi
capelli biondi.
“È
solo uno sporco mezzosangue” disse il terzo
bambino.
Rayach
ghignò e si strinse la bandana azzurra che
indossava. Scattò, mise a terra il secondo aggressore con un
calcio al viso.
Schivò i colpi di Hiemer e lo raggiunse con una testata al
mento, facendolo
indietreggiare. Con una serie di pugni fece svenire il secondo
aggressore e
ghignò.
“Ne
volete ancora?” domandò.
Hiemer
si caricò il loro compagno incosciente e
scappò, inseguito dall’altro appartenente alla sua
banda.
Rayach
si voltò e fece l’occhiolino a Radish.
“Come
ti chiami?” domandò.
“Radish!
Wow, puoi allenarmi?!” gridò Radish, scosso
da fremiti.
***
“Stai
perdendo ancora tempo a cucinare? Vuoi fare come
tua madre? Bruciare un buon potenziale combattivo dietro a cose
simili?”
domandò Bardack. Si portò la bottiglia alle
labbra e bevve avidamente il
liquore, attento a non far cadere a terra la sigaretta.
“N-no”
esalò Radish, piegando il capo.
Bardack
guardò il bambino davanti a lui e sospirò.
“La
nostra libertà l’abbiamo conquistata, ma gli
Tsufuru cercheranno di distruggerti piuttosto che lasciarcela. Non
possiamo
riposarci sugli allori, dobbiamo continuare a combattere per
sopravvivere”
disse.
Radish
annuì, guardò il padre uscire e
afferrò un
accendino. Lo utilizzò per dare fuoco alle sue ricette, le
lacrime gli rigarono
il volto. Corse alla finestra e saltò fuori, mettendosi a
correre.
<
Continuerò ad allenarmi finché non
sarò diventato
più forte > giurò.
***
Radish
si lasciò cadere seduto per terra, a gambe
larghe, il sudore gli scivolava lungo il viso.
Anche
l’altro giovane precipitò a terra, ansimando.
“Le
tue tecniche hanno sempre nomi esotici. Vengono
dall’altra razza di cui fai parte?”
domandò Radish, ansante.
“Sì”
rispose Rayach.
<
Non ha mai voluto dirmi qual è, chissà cosa
nasconde > pensò.
Turles
li raggiunse.
“Ragazzi,
è iniziato il torneo saiyan! Potrà cambiare
la nostra vita come guerrieri per sempre!” urlò.
Entrambi gli altri giovani si
voltarono verso di lui, ghignando.
“Finalmente
vedremo quanto sono migliorato” disse
Radish.
***
“Siamo
riusciti a vincere il torneo!” gridò Rayach.
“Saresti
arrivato prima tu se non mi avessi fatto
vincere” borbottò Radish.
Rayach
scrollò le spalle.
“L’importante
è essere riusciti entrambi a farci
notare e ad essere presi nella guardia reale” disse.
<
Peccato io abbia vinto con colpi bassi come
accecare i miei avversari o prenderli per la coda. Non sono ancora
abbastanza
potente > pensò Radish.
“Io,
in realtà, sono stato assegnato a quelle di
Cooler. Per questo mi sono ritirato prima della fine” disse
Turles.
Radish
sgranò gli occhi, impallidendo.
“Così
non ci vedremo più” biascicò.
“Non
preoccuparti. In fondo da neonato l’hanno mandato
su un pianeta lontano e dopo averlo conquistato è tornato,
lo rivedremo ancora”
lo rassicurò Rayach.
Turles
annuì, sorridendo.
***
“Quindi
tu in realtà saresti un nobile orfano” disse
Radish, guardando il colosso davanti a te.
“E
sono anche il tuo capo addestratore qui in accademia.
Ti renderò forte che tu lo voglia o no, ragazzino”
disse il gigante,
indicandolo. I capelli gli ondeggiavano sulla testa.
<
Deve essere veramente forte se ha battuto anche
Rayach > pensò.
“Se
stai pensando al tuo amico, guarda che in realtà
la sua potenza combattiva è zero” disse il gigante.
“Rimangiatelo!”
gridò Radish. Partì all’attacco con un
pugno, l’altro glielo afferrò e lo
sollevò per la mano.
“Non
sto mentendo. I suoi poteri lo stavano uccidendo,
ho dovuto bloccarglieli” rispose il gigante.
“T-tu…
cosa…” farfugliò Radish.
L’altro
lo lasciò andare e lo guardò cadere in
ginocchio.
“Non
lo farò cacciare, tranquillo. È stato
semplicemente passato alle missioni di supporto e alla guida dei
veicoli d’assalto.
Oh, non ringraziarmi” disse.
Le
lacrime rigarono il viso di Radish, che si mise a
gattoni, appoggiando la testa per terra.
“Per
avergli salvato la vita ti sarò per sempre
debitore, Nappa” esalò.
***
“Non
avresti dovuto usare i tuoi poteri per salvarmi”
gemette Radish, rabbrividendo.
Rayach
era intento a fasciargli il braccio ferito.
“Ho
solo vent’anni, volevo usarli almeno un’altra
volta. Quante storie” borbottò. Le bende di Radish
s’impregnarono di sangue.
“Sei
sempre più pallido. Sei sicuro che non li stai
usando di nascosto?” domandò. Sfiorò la
spalla di Rayach con la mano, quest’ultimo
arrossì, rabbrividì e si scostò.
“Che
succede?” chiese Radish, mentre l’altro si alzava
di scatto.
“Niente”
mentì. Si voltò dandogli le spalle e i lunghi
capelli biondi gli ondeggiarono dietro le spalle.
“Ho
saputo che tu e Nappa siete stati reclutati da
Lord Freezer” disse gelido.
“Oh
sì, da parecchio ormai. Ci occupiamo del
principino Vegeta. Domani ne ho un’altra. Se vuoi al ritorno
passo a
raccontartela” propose Radish.
Rayach
sorrise.
“Con
piacere”.
***
Radish
si guardò intorno nel salone e si grattò la
testa.
“Qualcuno
di voi ha visto dove diamine è Rayach?!
Avevamo un appuntamento qui stasera” disse. Si
passò le dita tra le ciocche
larghe quattro dita.
<
Eh sì che io volevo lamentarmi con lui di quanto
sta diventando fastidioso Zarbon. Quel tipo è più
femmineo di mia madre! >
pensò.
Si
avvicinò un alieno dalla pelle viola butterata.
“Mi
dispiace. Abbiamo dovuto ricoverarlo, le sue
condizioni erano critiche” disse.
Radish
lo sollevò di peso, sgranando gli occhi e lo
scosse ripetutamente.
“Dov’è?!”
urlò.
“Nel
reparto di terapia intensiva femminile” rispose
l’alieno.
Radish
lo lasciò andare.
“Femminile?”
chiese.
“Ti
conviene smettere di parlare e correre a parlarci.
Le sue condizioni sono molto gravi…” disse un
altro alieno dottore.
Quello
a terra, intento a rialzarsi, aggiunse: “Strano
che Nappa non ti abbia detto niente sulla natura del tuo amico, pensavo
foste
compagni d’avventura”.
Radish
si voltò e si mise a correre, i capelli mori
gli ondeggiavano dietro le spalle.
***
“Non
puoi consolarmi tu ogni volta che vengo a
trovarti” esalò Radish.
Rayach
gli diede una serie di pacche sulla testa,
scompigliandogli le ciocche more. Le sue mani erano gelide e il suo
sorriso
tirato, una pezza umida era appoggiata sulla sua fronte bollente.
“Devo.
Sembri sempre distrutto. Tranquillo, prima o
poi mi dimetteranno” disse gentilmente.
“Mi
spieghi perché sei ancora ricoverato qui? Capisco
che tu mi abbia detto che i lettini nel reparto maschile fossero tutti
pieni,
ma stanno passando i mesi e tu sei sempre qui”
borbottò Radish.
Rayach
ansimò e crollò all’indietro, Radish lo
aiutò a
sdraiarsi sui cuscini.
“Va
tutto bene” sussurrò.
Rayach
gli sorrise e socchiuse gli occhi.
Radish
vide il proprio riflesso nelle iridi azzurre
dell’altro, intravide le sue labbra rosee schiuse e
avvertì il battito cardiaco
accelerare.
<
Devo dire a Nappa di uccidermi, sto sviluppando
delle strane perversioni sessuali. Che sia la vicinanza giornaliera con
Zarbon?
> rifletté.
“Riposati”
sussurrò roco.
Rayach
annuì, chiuse gli occhi e si addormentò.
***
Radish
si era addormentato riverso sul letto di
Rayach, quest’ultimo gli accarezzò la testa.
Radish
si svegliò mugolando e socchiuse gli occhi, la
luce delle due lune filtrava dalla finestra.
“Sai,
penso che domani a quest’ora sarò morto”
mormorò
Rayach.
Radish
si rizzò di scatto, serrando i pugni.
“Che
cosa stai dicendo?!” domandò alzando la voce.
Rayach
sorrise.
“Sai,
tu mi piaci davvero da sempre” mormorò.
Radish
boccheggiò, arrossendo.
Rayach
si tolse la camicia da notte e Radish si alzò
in piedi di scatto.
“S-stai
delirando… chiamo un dottore” esalò il
figlio
di Bardack.
Rayach
si tolse le fasce che le stringevano il petto,
lasciando scoperto un seno roseo e minuto.
“C-co-cosa…”
balbettò Radish.
“Perdonami”
sussurrò Rayach.
“Tu…
sei una lei…” esalò Radish.
<
Mi ha ingannato per tutta la vita > pensò.
“Baciami.
Ti prego, è il mio ultimo desiderio” disse
‘lei’. Prese
la mano di Radish, che deglutì rumorosamente.
“Io
mi chiamo Pamela, in realtà. Voglio essere viva, almeno
una volta, con te, prima che sia troppo tardi”
esalò Pamela.
Radish
guardò gli occhi di lei brillare, riflettendo
la luce delle lune.
“Mi
sono sempre sentita così intatta, intoccata.
Nessuno mi ha mai accarezzata, baciata. Io ti a…”.
Iniziò a dire Pamela.
Radish
chiuse gli occhi e la baciò, stringendola a sé.
Si staccò da lei e le baciò la fronte bollente,
la pezza era caduta a terra.
“Sarai
mia, questa notte” promise.
***
“Ragazze,
preparatevi, arrivo” disse Radish,
passandosi la mano tra i capelli. Finì l’ennesimo
bicchiere di alcol e lo
appoggiò sul bancone, insieme al resto delle bottiglie e dei
bicchieri vuoti.
Aveva le gote arrossate e gli occhi liquidi, ondeggiando si diresse
verso le
mercenarie accomodate su un divanetto.
<
La mia cieca obbedienza ora va a Lord Freezer devo dimenticare tutto il
resto,
anche mio padre, persino lei… Pamela… >
pensò.
“Stai
cercando di farmi concorrenza? Che ti è successo?”
domandò Zarbon, appoggiato
contro un muro.
Radish
fece una risata fredda.
“Quando
muore la speranza, tanto vale darsi alla baldoria”
farfugliò.
<
E cancellare tutto nell’oblio > pensò.
***
“Lo
so che sono una bugiarda, ma tu devi credermi!”
gridò Pamela.
Radish
le prese il viso tra le mani e la guardò in
viso.
“Io
ti credo” giurò.
|
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Capitolo 30 *** Cap.30 I due Vegeta ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.30
I due Vegeta
La
battle-suit della regina era strappata in più punti, la
donna piegò le
labbra rosse in un sorriso di scherno.
<
Se pensate di piegarmi solo perché mi avete catturata, vi
sbagliate
> pensò Sarah. Sentiva la lama gelida premerle contro
la gola, le fece un
leggero taglio e il sangue iniziò a scivolare lungo la sua
pelle olivastra.
“Non
osare toccare mia madre!” sbraitò Vegeta.
La
sua aura iniziò ad aumentare, il cappuccio ricadde alle sue
spalle e il
suo mantello si sollevò, mentre i suoi capelli si tingevano
d’oro e i suoi
occhi diventavano verdi, ma con un’espressione glaciale
simile a quella
ritrovabile negli occhi colo ambra della regina.
Parecchi
dei saiyan in piazza indietreggiarono, alcuni spalancarono la
bocca, altri rimanendo accecati.
“Questa
è la luce del leggendario supersaiyan” dissero
alcuni dei più
anziani con voce incredula.
Goten
abbracciò Bra, intenta a guardare il palco.
“Quella
è mia nonna” bisbigliò Bra.
“Sei
uno spettro, vero? Vuol dire che sei già morto. Vuoi morire
nuovamente? Ti accontento subito!” ringhiò Vegeta.
<
Voglio schiacciare questo cosiddetto ‘grande
spettro’ sotto il mio
piede > pensò, con tono rabbioso.
“Se
mi uccidi, la prima a morire sarà tua madre. Al contrario,
se partecipi
a un gioco e lo vinci, vai via sano e salvo con tutti i tuoi
amichetti” disse
il grande spettro con voce melliflua.
Crilin
rabbrividì, guardando Vegeta.
<
Sembra trasudare malvagità > pensò.
“Che
vuoi dire con ‘gioco’, serpe?!”
urlò Vegeta.
Vetrunks
rabbrividì e si nascose dietro la gamba di suo padre.
Vegeta
lo intravide tremare, fissandolo.
<
Sto spaventando la mia stessa famiglia > pensò,
cercando di ridurre
la propria aura.
“Vedi
di rispondere, maledetto idiota!” sbraitò.
Alzò
lo sguardo e vide l’espressione di sua madre,
chinò la testa e
arrossì.
<
Non abbiamo mai avuto bisogno di parole per capirci e quello sguardo
può significare solo: “Sei un principe e non
voglio che parli come una
qualunque terza classe”. > pensò.
“Perché
dovremmo fidarci di te? Hai dato della bugiarda alla mia Pamela,
usi ricatti subdoli e ti nascondi dietro degli ostaggi!”
sbraitò Radish.
“È
semplice. Devi solo battere il mio guerriero migliore. Ci
stai?” domandò
lo spettro.
Vegeta
scoppiò a ridere.
“Io
e Kakaroth siamo i più forti di
quest’universo!” gridò.
<
Speriamo che Billsama non mi abbia sentito > pensò.
Allargò le
gambe e s’indicò con il pollice.
“Accetto”.
La
folla indietreggiò ancora, lasciando libera metà
della piazza intorno a
lui.
Dalla
nebbia del grande spettro uscì un’altra ombra che
avanzò, con
incedere marziale.
Vegeta
vide che era un uomo quando quest’ultimo saltò
giù dal palco, il
lungo mantello vermiglio che portava lo sfidante gli ondeggiava dietro
la
schiena. Teneva la coda stretta alla vita e, alla cintola, portava una
spada
con un’effige riproposta anche sulla sua battle-suit.
Vegeta
s’irrigidì, respirando piano, venendo scosso da
tremiti.
Sarah
impallidì e rischiò di svenire, mentre il
principe dei saiyan
guardava il suo avversario con gli occhi sgranati e sporti.
“Non
è valido, Vegeta è disarmato”
ringhiò Gohan.
Nappa
urlò nella direzione del principe dei saiyan.
“Altezza,
prendete!” urlò, lanciando un fagotto.
Vegeta
l’afferrò al volo.
Turles
si avvicinò a Kamhara e gli porse la mano.
“Sgancia.
Ho visto la scommessa. Nappa ha detto il vero quando ci ha fatto
sapere che sarebbe servita” mormorò.
Kamhara
gli mise in mano una moneta.
“Non
è il momento di cose simili, il principe sta
soffrendo” sibilò.
“Non
ti arrabbiare sorellona, una scommessa è una
scommessa” bisbigliò
Turles.
L’avversario
sfoderò la spada e partì all’attacco.
********
Baba
si deterse il sudore, che colava dalla sua fronte rugosa, con un
fazzoletto.
“Sono
troppo vecchia per tutte queste emozioni. E se re Yammer scopre cosa
sta capitando negl’inferi, li spazzerà tutti via
senza fare distinzioni, ed
anch’io potrei finire nei guai” borbottò.
Chichi
finì di somministrare l’antidoto a Goku.
<
Sono convinta che avrebbe preferito morire piuttosto che avere fatta
la puntura > pensò, buttando la siringa nella
spazzatura, coprendola con dei
guanti di lattice.
Il
viso di Goku da sofferente divenne rilassato e roseo.
Son
sbadigliò, allungò le braccia e con un mugolio si
destò. Si alzò di
scatto e sgranò gli occhi, Chichi rabbrividì e
indietreggiò.
Baba
rischiò di cadere dalla sua sfera.
“Basta
emozioni!” si lamentò.
Chichi
regolò il respiro e si tolse qualche ciocca mora dal viso.
<
Meno male che gli altri sono tutti al piano di sopra o avrebbe
scatenato una gran confusione questo suo essersi ripreso di scatto
> pensò.
“Amore
calmati. Sei stato molto male, hai ancora bisogno di
riposare” disse
Chichi dolcemente, avvicinandosi.
Goku
si sedette a gambe incrociate sul divano.
“Chichina,
scusami se ti faccio sempre preoccupare” disse, grattandosi
la
testa.
Chichi
gli porse un fagiolo di Balzar.
“Con
questo dovremmo essere sicuri della tua ripresa” disse.
Goku
lo mise in bocca e masticò rumorosamente.
“Dove
sono gli altri?” domandò. Si guardò
intorno. < Avrei anche voluto
rivedere la mia piccola May. Tesoro del papà, si
sarà spaventata > pensò.
“Sono
ancora agl’inferi. Se volete possiamo osservarli attraverso
la mia
sfera” propose la vecchia sibilla.
“Preferiremmo.
Ci sono i miei figli laggiù e anche la mia
nipotina” disse
Chichi.
<
È angosciante non sapere nulla… perché
non sono ancora tornati? >
pensò.
Baba
saltò giù dalla sfera e allungò le
mani grinzose nella sua direzione.
“Olla
Olla Olla. Appari nella ‘bolla’”
recitò.
Delle
immagini comparvero nella sfera, Goku s’irrigidì.
“Ve-Vegeta…
sta combattendo contro suo padre!” urlò Son.
********
Vegeta
fece una parata alta, girò su se stesso e cercò
di entrare con un
affondo. L’altro schivò, tentò una
serie di attacchi, ma Vegeta li parò facendo
mulinare la spada. Le lame si scontravano ripetutamente, producendo
delle
scintille, in clangore delle armi risuonava tutt’intorno.
<
Risuona la danza di madama morte e io, come un ballerino
sott’incantesimo,
non riesco a smettere di ballare il suo ritmo > pensò
Vegeta. Il suo corpo
era rigido e si muoveva automaticamente.
<
Mio padre sembra un automa > pensò Trunks,
rabbrividendo.
“Non
possiamo stare a guardare” disse Elly. Scattò, ma
Junior l’arrestò
mettendole la mano sulla spalla.
“Se
t’intrometti uccideranno gli ostaggi, per adesso dobbiamo
rimanere a
guardare” disse il namecciano.
Elly
rabbrividì, le sue iridi azzurre divennero liquide e
impallidì.
“Non
è giusto” gemette.
La
folla di saiyan aveva iniziato a battere le mani a ritmo e a ripetere:
“Muori,
muori” nella direzione di Vegeta.
“Maledetti!
Incitate il principe piuttosto!” sbraitò Naly
dalla cella.
Zarbon
assottigliò gli occhi e guardò la scena
attraverso le sbarre.
<
Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, quando un mercenario
troppo ubriaco o troppo borioso sfidava un giovane Vegeta. Lo
sconfiggeva con
facilità, ma a quel punto gli altri membri della squadra del
perdente lo
attaccavano. Scontro dopo scontro si riduceva davvero male, sotto le
nostre
urla di scherno e lo sguardo di Freezer. Il tiranno attendeva con
pazienza la
sua ultima vittoria e, con un ghigno stampato in volto,
gl’infieriva una
punizione esemplare >. Si voltò verso il grande
spettro. < Questa volta
non sarà diverso. Alla fine di tutto, lui, probabilmente, ci
distruggerà lo
stesso > pensò.
Kamhara
era scossa da tremiti, avvertì una fitta al petto,
guardò suo padre
prigioniero e tornò a guardare i due contendenti.
<
Questo dev’essere uno di quegl’incubi che mi
tormentano la notte.
Passerò, mi sveglierò accanto al mio adorato
John. Niente di tutto questo sarà
successo > si disse, mentre i suoi occhi diventavano liquidi.
|
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Capitolo 31 *** Cap.31 Genitori ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=Xd7rf9Am02s.
Cap.31
Genitori
<
Perché proprio lui? L’uomo che, nonostante avessi
visto in ginocchio
pronto ad umiliarsi dinanzi ai potenti, per me è rimasto
sempre su un
piedistallo. Mio padre, che mi ha venduto a un mostro, che nonostante
le
sofferenze che infliggeva a me e a mia madre è rimasto il
mio eroe. Spazzavo
vite innocenti in nome tuo, per te non ero altro che una macchina da
guerra,
esattamente come per Freezer. Volevo solo il tuo affetto! >
pensò Vegeta.
Evitò
un colpo diretto al suo collo, balzò e saltò alle
spalle del padre.
Cercò di colpirlo con un calcio, ma Re Vegeta lo
schivò, facendo ondeggiare il
mantello vermiglio.
“Avanti,
eliminami se ci riesci grande re. Fallo davanti a mia madre, falla
impazzire di dolore. Finisci di distruggere l’idea che avevo
di te.
Sappi
che il principe dei saiyan non si arrenderà così
facilmente. In
fondo, nonostante tu sia stato un fallimento di padre, ho avuto un vero
genitore accanto a me: Nappa è stato tutto quello che tu non
sei stato” disse
Vegeta gelido.
Nappa
svenne e schiacciò sotto di sé Radish, che con un
mugolio, cercò di toglierselo
di dosso. Pamela aiutò il marito a liberarsi.
I
movimenti del principe erano fluidi, mentre la lama lucida rifletteva
il
suo viso irato. Tentò un affondo, il re saltò di
lato, schivandolo.
<
Il sovrano resta un uomo apparentemente superiore e di classe persino
in questo momento > pensò Bardack. Si nascose il viso
tra le mani e ingoiò
un gemito. < Vegeta, sei davvero disposto a uccidere tuo padre?
Se solo
potessi aiutare il mio re, fermare tutto questo >.
Vegeta
incalzò l’avversario con una serie di colpi.
Il
bambino si alzò sulle
punte degli stivaletti, osservò il proprio pianeta e lo
spazio tutt’intorno
attraversò l’oblò della navicella.
Rimise i piedi a terra e alzò lo sguardo,
vide suo padre sorridergli.
Vegeta
gli sorrise in
risposta.
Vegeta
schivò un colpo diretto al suo viso, che gli
tagliò qualche capello
moro.
<
Quello stesso uomo tremava di fronte a Freezer. Per non dimenticare
quello che mi racconto ‘Paragas’ di lui, era pronto
a uccidere persino un
neonato della sua stessa gente > pensò.
“Vegeta,
adesso basta, lascia stare tuo figlio!” gridò
Sarah.
Il
re dei saiyan s’immobilizzò, la lama del figlio
gli aprì una ferita
sulla guancia, ma tornò a combattere nuovamente. Le due
spade cozzarono l’una
contro l’altra ripetutamente.
<
A-aspetta… e se non fosse in sé? Se fosse sotto
qualche sorta d’incantesimo?
Qualcosa di simile al Majin all’inizio? >
pensò Vegeta.
Raggiunse
il secondo livello di supersaiyan, si acquattò e con una
spazzata
falcio entrambe le gambe del re. Questo cadde pesantemente a terra,
Vegeta si
rialzò in piedi e gli appoggiò la punta della
spada alla gola.
Il
popolo smise di urlare, rimanendo con le bocche aperte e gli occhi
sgranati.
Sarah
strinse gli occhi e una lacrima le rigò il viso esangue.
“Ben
fatto, Vegeta. Ora devi finirlo, queste sono le regole per salvare i
tuoi compagni” disse il grande spettro.
“Prima
voglio che mio padre mi dica che fine ha fatto il suo ciondolo
reale”
disse gelido Vegeta.
Re
Vegeta digrignò i denti.
“Freezer
lo ha distrutto sotto il piede dopo avermi eliminato” disse.
“Freezer”
bisbigliò Trunks.
Il
bambino appoggiò le
mani sui fianchi e alzò lo sguardo, osservando sua madre.
“Freezer
è quel
supercattivone che è morto, giusto? Non sarebbe terribile se
un tipo così
venisse a festeggiare la nascita della mia sorellina?”
domandò.
Un
rivolo di sudore
scese lungo la guancia di Bulma, che continuò a sorridere.
Vegeta
s’inginocchiò
accanto al figlio e gli mise una mano sulla spalla.
Trunks
si voltò, il
padre teneva gli occhi serrati e stringeva un pugno.
“F-Freezer
ha voltato
pagina, e adesso è davvero un bravo ragazzo!”
mentì Vegeta.
“Eh,
davvero?” chiese
Trunks.
“Già”
esalò il principe
dei saiyan, riaprendo gli occhi, tremando leggermente.
Trunks
incassò il capo tra le spalle.
<
Quanti bocconi amari hai dovuto ingoiare per il bene della tua
famiglia, papà? > pensò.
Vegeta
lasciò cadere la propria spada.
“Come
pensavo” sussurrò.
|
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Capitolo 32 *** Cap.32 Re Vegeta torna in sé ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.32
Re Vegeta torna in sé
“Folle!
Avresti potuto vincere e invece hai preferito risparmiarlo ed ora
sei anche disarmato… Non credere, io non sarò
altrettanto magnanimo” disse
gelido re Vegeta, con una capriola all’indietro si rimise in
piedi.
Vegeta
si voltò verso il grande spettro.
“Cos’hai
fatto a mio padre e al mio popolo?” domandò.
Re
Vegeta partì all’attacco, Vegeta raggiunse il
livello di supersaiyan
blue e schivò il colpo.
“Se
mio padre fosse in sé, saprebbe benissimo che il vero
ciondolo viene
direttamente dagli dei e non si può distruggere. Il ciondolo
lo aveva Freezer e
parecchi anni fa gli fu rubato… da me” rispose il
principe dei saiyan.
Freezer
gli accarezzò le
guance insanguinate e Vegeta rabbrividì sentendo le sue mani
viscide. Abbassò
lo sguardo e, al collo di Freezer, accanto al medaglione che
rappresentava la
luna della madre, vide il medaglione di suo padre.
“Dimostralo”
disse lo spettro. Assottigliò gli occhi e ghignò.
“Nonno!”
gridò Vetrunks, lanciando qualcosa dalla folla.
Vegeta
l’afferrò al volo e lo indossò, il
grande spettro impallidì
riconoscendo il ciondolo reale al collo del principe dei saiyan.
Bra
ghignò.
“Mio
padre ha vinto il primo round” sibilò.
Nappa
strinse gli occhi ed iniziò a salmodiare una bassa litania,
Kamhara
lo imitò iniziando a fare la stessa cosa.
Il
ciondolo s’illuminò e da esso dipartì
un raggio che colpì in pieno re
Vegeta.
“Padre”
gemette Vegeta con voce ansiosa.
Re
Vegeta cadde su un ginocchio, ansimò, il sudore gli
scivolò lungo il
viso. Rialzò il capo e guardò il grande spettro.
“Quello
che dici, figlio, corrisponde a verità. Il ciondolo si
è fatto
trovare da lui, probabilmente ha incantato Freezer perché
non si ricordasse
della sua esistenza” disse. Si rialzò in piedi e
guardò il figlio.
“Perciò
come padre sarei un fallimento?” chiese a Vegeta.
Il
principe dei saiyan abbassò lo sguardo.
“Cosa
dovrei dirti? Prima hai venduto me e poi hai
venduto mio fratello John” disse roco Vegeta.
“No.
Mandai via Tarble per salvarlo. Non ho venduto
John, mi è stato strappato via quando era neonato.
Ho
cercato in tutti i modi di riprendermelo. Non
potevo lasciare anche lui a Freezer, non dopo aver perso te”
ammise Re Vegeta,
distogliendo lo sguardo.
<
Sono entrambi troppo orgogliosi per parlare di
cose simili > pensò Bardack.
“Non
è il momento di parlarne, dobbiamo fermare lo
spettro” cercò di sviare
il discorso Vegeta.
“No,
penso sia arrivato il momento di parlarne” disse gelido Re
Vegeta.
Gohan
cercò di avvicinarsi alle prigioni, ma trovò una
barriera magica.
<
Dannazione > pensò.
Naly
guardò negli occhi Turles, il cuore di
quest’ultimo diede una fitta.
Radish
abbracciò stretta Pamela a sé e guardò
Vegeta.
“Se
dobbiamo parlarne adesso, dimmi se è giusto sacrificare il
proprio
figlio per un popolo che non ha combattuto per salvarsi. Sono stati
degl’ingrati, che ti hanno lasciato andare a morire da solo.
Non hai idea di
quello che ho passato, come schiavo”. Vegeta
nell’ultima parte del discorso
aveva abbassato la voce.
<
Papà, non sapevo che per te dimostrare affetto fosse
così difficile
per quello che avevi passato da piccolo. Come potevi darmene, se non ne
avevi
mai ricevuto? > pensò Trunks.
Crilin
alzò lo sguardo.
“Sembri
interessato” bisbigliò a Junior.
“Per
mio padre non c’è possibilità di
redenzione, spero che Vegeta sia più
fortunato” gli rispose il namecciano con voce inudibile.
Re
Vegeta serrò un pugno e guardò il figlio negli
occhi.
“Volevo
solo farglielo credere. Ho attaccato quel giorno perché non
volevo
realmente lasciarti nelle sue mani. Tua madre non mi avrebbe mai
perdonato se
ti fosse successo qualcosa” ribatté Re Vegeta.
Il
grande spettro fissava i due, la regina scostò il collo, in
modo da
allontanarlo dal coltello e scivolò all’indietro,
allontanandosi
dall’avversario.
“Oh,
quanto è divertente tutto questo”
sibilò il grande spettro.
“Hai
attaccato quel giorno solo per il tuo orgoglio. Sei stato tu a dire
che di me non t’importava, che volevi solo liberare il tuo
popolo” rispose
Vegeta con tono furente.
“Era
un momento di crisi! Non potevo dimostrarmi debole”
ribatté Re Vegeta,
rabbrividendo.
“Credigli,
Vegeta. Tuo padre è sempre stato solo un ragazzino codardo
che
si atteggia a re” disse Bardack, avvicinandosi alle sbarre
della gabbia.
“Non
essere così irriverente, è pur sempre il
re” borbottò Toma.
“Oh,
amore, lo sai che mio fratello è fatto
così” disse Celipa, sedendosi
sulle gambe di Toma. Aveva un grosso ematoma all’altezza
dello zigomo.
Vegeta
si voltò verso Bardack.
“Zio”
bisbigliò.
“Si
è confidato con me, mentre ero nella vasca rigeneratrice e
pensava non
potessi sentirlo. Mi ha detto la verità sul fatto che voleva
salvarti, ma non
aveva fiducia nella fedeltà dei suoi uomini. Mi voleva al
suo fianco, ma
purtroppo ero rimasto ferito su Kanassa e i miei uomini erano
già partiti per
la missione in cui avrebbero trovato la morte contro Dodoria”
spiegò Bardack.
Gohan
inarcò un sopracciglio.
“Insomma
uno con la faccia di Vegeta ha combattuto da solo contro Freezer,
morendo, perché quello con la faccia di mio padre era ancora
nella vasca
rigeneratrice?” chiese.
“Il
destino si ripete in modo davvero crudele alle volte”
bisbigliò Crilin.
“Quel
tipo è il papà di nonno Goku?” chiese
Vetrunks.
Il
grande spettro ridacchiò.
<
Tutti quest’intrighi familiari sono così
divertenti. Si avvicendano
come comparse in uno sciocco spettacolo > pensò.
“Sì,
io sono il generale Bardack. Ed anche se sono una terza classe, sono
stato per molti anni il braccio destro del re” disse Bardack.
<
Questo è il momento per Vegeta di fare pace con suo padre e
per fare
in modo che anche John possa fidarsi di lui. O chiariscono tutto ora, o
non
chiariscono più > pensò Junior.
“Cosa
ci sai dire di ‘Paragas’?”
domandò.
Elly
inarcò un sopracciglio biondo.
<
Ficcanaso > punzecchiò telepaticamente il suo
fidanzato, che
arrossì.
Re
Vegeta sospirò.
“Paragas
era il mio fratellastro. Voleva il trono e aveva deciso di
utilizzare suo figlio, già potentissimo in culla, come arma
per il colpo di
stato. Ho dovuto fermarli, il supersaiyan leggendario era un vero
mostro,
avrebbe distrutto il mondo intero… anche se, era solo un
neonato, era
impossibile governare i suoi poteri” mormorò roco.
“Tuo
padre non è così cattivo!”
gridò Gine, da dietro il marito.
“D’accordo,
forse non sei così pessimo come padre”
borbottò Vegeta.
<
Quel tipo si distrae facilmente quando subentrano ‘tematiche
familiari’, dobbiamo continuare a distrarlo >
rifletté Bardack.
“Tuo
cugina Sarah avrà da ridire sul tuo parere su suo
marito… oh, Toma,
guarda lì” disse, indicando Crilin.
|
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Capitolo 33 *** Cap.33 I genitori di Crilin ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.33
I genitori di Crilin
“Il
nostro piccolo Crilin!” gridò Celipa.
Un
rivolo di sudore scivolò lungo il viso di Crilin che
deglutì
rumorosamente e indietreggiò.
“Ci
conosciamo, signora?” domandò.
Celipa
singhiozzò, le lacrime le rigarono il viso, Toma strinse a
sé la
moglie.
“Non
puoi ricordarti di noi, non ci vedi da quando eri appena
nato” spiegò
Toma con voce roca.
<
Uh, se non fossi morto, adesso mi andrebbero
proprio dei chicchi di mais in salsa
gluttosh > pensò il grande spettro.
“A
dire il vero, non ci hai mai detto molto della tua infanzia”
disse
Goten.
“Cosa
dovrei dire? Sono stato abbandonato da piccolo e il gran maestro di
un tempio buddista, in cui venivano insegnate le arti marziali, mi ha
raccolto
e cresciuto. Tutti gli altri allievi erano più forti di me e
approfittavano di
questo per sottopormi a bullismo. Per questo, quando è
morto, sono partito per
andare dal Genio delle Tartarughe, leggendario maestro di cui avevo
sentito
parlare, per diventare abbastanza forte, tornare e fargliela pagare.
Crescendo,
però, ho deciso di utilizzare quelle mie capacità
per proteggere la mia
famiglia e per fare il poliziotto. Il mio maestro avrebbe preferito
così e non
sono più tornato al templio” raccontò
Crilin.
“La
tua storia non è tanto diversa da quella di mio fratello
Kakaroth. Com’è
morto il tuo maestro? Lo ha per caso ucciso un mostro in una notte di
luna
piena? Perché i tuoi capelli ci hanno messo tanto a
ricrescere? Hai per caso un
neo sopra i glutei? Quando vieni sconfitto, diventi più
forte di prima? Ti
potenzi per rabbia? Il tuo ‘appetito’ è
normale?” lo interrogò Turles.
“Io
ti ricordo che sei sopravvissuto a una cornata di Freezer e che gli hai
tagliato la coda con precisione chirurgica”.
S’intromise Zarbon.
Crilin
indietreggiò, il sudore gli scivolava lungo il viso.
“Sono
senza naso e non mi sono mai trasformato con la luna piena”
borbottò.
“Perché
tu sei nato dalla magia saiyan. Celipa era sterile, tu sei stato il
mio unico incantesimo. Ti trasformi solo se la luna piena è
demoniaca. Per caso
sembrò fosse opera di demoni la morte del tuo sensei?”
chiese Nappa.
Crilin
gemette massaggiandosi la testa, mentre il grande Spettro
ridacchiava.
<
Il senso di colpa lo sta già rodendo >
pensò il grande Spettro.
“Sei
sempre stato troppo forte rispetto ai terrestri e la tua testa
è stata
capace di assomigliare così tanto alla luna da trasformare
altri saiyan”. S’intromise
Gohan.
“Sono
anche bassissimo” borbottò Crilin.
“Nostro
figlio non aveva il naso e la sua potenza combattiva era la
più
bassa che un saiyan avesse mai avuto. Tutto questo spaventò
i medici, che lo
caricarono su un’astronave e lo spedirono su un pianeta a
caso, non
aspettandosi nemmeno che lo conquistasse” spiegò
Toma.
“Io
ti volevo tenere con me. Mi mancavi così tanto. Ti facevo
sempre una
porzione di biscotti quando eri nella vasca pre-natale, anche se la
mangiava
sempre il piccolo principe che veniva a trovarci”
raccontò Celipa.
“Quindi
sono cugino di Goku e mio padre è il migliore amico del suo?
Wow, è
il giorno più bello della mia vita. Non vedo l’ora
di dirlo a 18!” gridò Crilin,
nascondendo una voce rauca.
<
Perdonami sensei, spero che
tu sia con nonno Gohan adesso > pensò.
Le
prigioni si aprirono di scatto una dopo l’altra.
“Credo
di aver trovato la runa da cancellare per distruggere la
barriera”
disse la regina Sarah.
Il
grande spettro indietreggiò, la nebbia intorno a lui si fece
più fitta.
“Come
ci siete riusciti?!” sbraitò.
“Mi
dispiace, ma questo simpatico quadretto ti ha distratto un
po’ troppo”
lo derise Jeeth.
“Jr.,
occupati di quel tipo, io cerco di salvare gli altri” disse
Re Vegeta.
“Non
chiamarmi Jr.!” gridò Vegeta.
“Jr.,
gran bel soprannome” lo punzecchiò Sauzer.
Vegeta
digrignò i denti.
“Pensi
davvero di potermi sconfiggere?” gli domandò lo
spettro.
Vegeta
cercò di raggiungerlo con un pugno, ma quello
iniziò a scomparire.
La sua risata risuonava tutt’intorno.
“Fammi
vedere se hai il coraggio, mi troverai all’entrata del
limbo” disse
lo spettro, svanendo del tutto.
<
Sempre peggio, odio quel posto > pensò Vegeta.
|
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Capitolo 34 *** Cap.34 Odion ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=7_XoKJP1XK4.
Cap.34
Odion
Vegeta
era ritto in piedi davanti alla voragine
oscura, le dava le spalle e i suoi stivaletti erano ben piantati nel
terreno
roccioso.
Il
grande Spettro comparve sopra di lui, la nebbia
intorno al suo corpo cominciò a diradarsi, mostrando la sua
figura. Era un
saiyan dai capelli grigi a fiamma, ma che continuavano lungo le sue
spalle in
una fiamma più piccola rivolta verso il basso.
<
Il colore dei capelli è un po’ più
scuro di
quello di mio cugino Calgare, ma la pelle è molto
più abbronzata rispetto a
lui. Il corpo è molto più asciutto, di fisionomia
Calgare richiamava Broly,
mentre lui è più simile a me >
pensò il principe dei saiyan.
“Mi
stai soppesando. Temi la mia forza?” chiese Il grande
Spettro, atterrandogli dinnanzi.
“No,
mi ricordi semplicemente una persona che conosco”
rispose il principe dei saiyan.
L’altro
ghignò, mostrando i denti candidi e si grattò
sopra il mento, lì dove aveva una cicatrice a forma di x.
“Devo
ammetterlo, i tuoi problemi ‘familiari’ sono
davvero divertenti, ma anche tu mi ricordi qualcuno che conosceva. Sei
identico
a ‘Vargas’ ed è per questo che voglio
vederti distrutto” rispose. Le sue iridi
color perla si scurirono fino a divenire color fumo.
“Vargas?”
domandò Vegeta, inarcando un sopracciglio
scuro.
Il
grande Spettro incrociò le braccia al petto
muscoloso, coperto da un’armatura bianca, dalle spalline e le
decorazioni blu
chiaro. La sua battle-suit nera aveva le maniche corte, che arrivavano
a
coprirli solo le spalle massicce.
“Un
tuo sciocco antenato” ringhiò.
“Non
offendere i miei antenati” disse secco Vegeta,
avanzando di un paio di passi verso il nemico.
“Perché
non dovrei? Se non fosse stato per quel
maledetto di Vargas, il regno di Salad sarebbe spettato a me. Il popolo
dei
saiyan non sarebbe andato allo sbando con me come duro sovrano. Il
popolo non
si sarebbe diviso, gli Tsufuru non avrebbero schiavizzato i loro
fratelli e gli
dei polpi mi avrebbero arriso” ribatté il grande
Spettro.
Vegeta
mise un braccio davanti al viso e serrò l’altro
pugno, portandoselo al fianco, allargò le gambe.
“Come
potrei credere alle parole di qualcuno che ha
controllato mentalmente mio padre e il mio popolo?”
domandò secco.
“Io
sono Odion, il saiyan consumato dall’odio. Quel
contadino di Vargas ha sconfitto il serpente dagli occhi di fuoco, il
mio più
grande alleato. Mi avrebbe dato il potere se quel maledetto non si
fosse
immischiato e non fosse diventato il supersaiyan God”
ringhiò il grande
Spettro.
Vegeta
scattò e cercò di raggiungere l’altro
con un
pugno, Odion spiccò il volo, schivandolo.
“Fammi
capire bene. Tu sei carico di odio perché non
sei diventato re? E l’unico modo che avevi per esserlo era
far sottomettere il
tuo intero popolo di pacifici contadini, discendenti degli
‘dei polpi’ a un
gigantesco serpente malvagio? Ed io dovrei pure ascoltare il tuo
delirio?!”
urlò Vegeta.
“Vargas
mi avrà anche eliminato, ma il mio odio ha avvelenato il
cuore di
tutti i saiyan che sono venuti dopo. La mia malvagità li ha
corrotti,
tramutandoli in conquistatori sanguinare. Il potere originario di
Vargas si è
diviso in tre ed una delle tre parti è divenuta il potere
del supersaiyan
leggendario, voglioso solo di spazzare via l’universo.
Vargas
fu il primo re. Il primo re ad avere il supersaiyan della leggenda,
il potere dannato che ora possiede colui che risponde al nome di Broly,
fu il
primo a portare il nome ‘Vegeta’;
rinominò lui il pianeta: Vegeta-sei e fu il
re della VI dinastia e tu… maledetto, sei il re della XVII
dinastia. E’ tempo
di avere la mia vendetta sulla tua stirpe” riassunse Odion.
<
Ora mi toccano anche i traditori di altre epoche. Come se essere stati
schiavi come popolo prima degli Tsufuru e poi della famiglia di Cooler,
non
avesse ripagato abbastanza le nostre colpe.
Essere
ucciso da Freezer non è bastato a ripagare i miei peccati
> pensò
Vegeta.
“Quindi
sei uno dei motivi che ha portato il mio popolo a lasciarsi
distruggere? Un motivo in più per staccarti la
testa” sibilò. Alzò la mano e
lanciò una serie di onde contro il nemico, che
sembrò scomparire e riapparire
da una parte all’altra, schivandole.
“E’
per questo che vuoi uccidermi?!” gridò Vegeta.
“No,
nel momento in cui la tua anima abbandonerà il tuo corpo, io
me ne
approprierò. Lo scienziato Tsufuru che ha creato Baby, ha
utilizzato il mio DNA
e io l’ho aiutato dagl’inferi Per un periodo sei
già stato ‘mio’” rispose
Odion, con tono gelido.
Vegeta
spiccò a sua volta il corpo ed iniziò a
incrementare la sua aura.
“Se
è il mio corpo che t’interessa, posso sempre farmi
esplodere” minacciò.
“La
mia magia lo ricomporrebbe senza problemi” rispose Odion,
scrollando le
spalle. Si piegò in avanti e ghignò.
“Arrenditi, non puoi sfuggire al tuo
destino. Sei solo un’arma nelle mie mani”
sibilò.
“Cosa
si stanno dicendo?” domandò Bra.
“Non
riesco a sentirli” rispose Goten.
Radish
era intento a dare dei calci alla barriera invisibile che copriva i
due sfidanti.
“Fino
ad ora, nonostante sia supersaiyan blue, nessuno dei colpi di Vegeta
è andato a segno” mormorò Crilin con
voce rauca.
“Ora
che l’aura del grande Spettro si è rivelata, posso
dire con certezza
che è ‘potentissima’” ammise
Junior, mentre un rivolo di sudore gli solcava il
viso.
Turles
prese a testate la barriera.
“Se
solo potessimo andare ad aiutarlo! PRINCIPE!”
gridò.
Naly
lo abbracciò e gli nascose il viso contro il petto,
rabbrividendo.
“M-
mi dispiace… sono inutile” gemette.
Turles
le sollevò il viso e le posò un bacio sulla
fronte, stringendola a
sé.
“Dannazione,
lo siamo tutti” gemette.
“Non
vedo mio padre. Dov’è?” chiese Kamhara,
guardandosi intorno.
“Sta
rimettendo in riga i saiyan che erano in piazza, liberandoli dalla
possessione a pugni” spiegò Nappa.
“Tutto
questo è assurdo. Se uno dei due dovesse cadere nel limbo,
vi
rimarrebbe imprigionato. Non ci poteva essere posto peggiore per
combattere”
gemette John.
“Credo
che la ‘madre’ di Crilin, mia zia, ammetto che mi
fa ancora strano
dirlo, si stia occupando degli altri appena liberati”
mormorò Gohan con voce
rauca.
Pan
aiutò Pamela a sedersi.
“So
che non ci conosciamo bene, ma anche lei mi sembra molto
provata”
sussurrò.
Pamela
negò con il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi.
“No,
è normale, sono cagionevole di salute” ammise.
Junior
si mise davanti ad Elly e ad i suoi genitori.
“Voi
indietro. Vi ricordo che se vi contagiasse anche un semplice
raffreddore, morireste” sibilò.
“Vi
aiutiamo noi a proteggerli” si proposero i due demoni dalla
pelle
rossa.
|
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Capitolo 35 *** Cap. 35 Il dolore per la perdita del principe ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.
35 Il dolore per la perdita del principe
<
Nessuno dei miei colpi è andato a segno, ma ogni singola
volta in cui
attacca lui finisco quasi morto > pensò Vegeta. Il
sangue gli sgorgava dal
labbro spaccato, ricadeva di lato, si teneva la spalla ferita, il
braccio gli
ricadeva inerte e anche una gamba non gli rispondeva. Ondeggiava,
rischiando di
cadere, il suo corpo era ricoperto di ematomi.
“Stai
per diventare mio” sibilò Odion, guardandolo
atterrare dinnanzi alla
voragine.
Vegeta
alzò il capo e si lasciò andare il braccio mal
ridotto.
“Sono
io l’artefice del mio destino” disse con calma.
Chiuse gli occhi,
allargò il braccio sano e si lasciò cadere
all’indietro, precipitando nel
limbo.
“Folle!”
ululò Odion.
<
Come ha potuto scegliere di sua volontà una sofferenza
infinita?! >
pensò.
“Papààààà!”
sbraitò Bra, cadendo in ginocchio. Le lacrime iniziarono a
rigarle il viso, curvò la schiena e singhiozzò.
Goten
si mise in ginocchio accanto a lei e l’abbraccio.
“Maledetto!
Me la pagherai per quello che gli hai fatto!”
gridò Kamhara,
lanciando una serie di attacchi contro la barriera invisibile.
“Non
può…” esalò Crilin.
“Ha
capito che non poteva esserci nessun’altra
soluzione” disse Junior
truce.
“Non
lo avrebbe mai fatto se avesse pensato che c’era
un’altra via” gli
fece eco Gohan con tono serio.
“Maledetto
Spettro. Affronta noi adesso, se ne hai il coraggio! Ti farò
pentire per quello che hai fatto a mio fratello!”
ruggì John.
Nappa
abbatté una serie di pugni sulla barriera.
Turles
rischiò di crollare svenuto e Naly lo sostenne.
Pamela
cercò di raggiungere Radish, cadde in avanti e il marito
l’afferrò
al volo.
“E’
un incubo” gemette Pamela.
“Concentrati
sul fatto che nostro figlio Sprout è vivo. Salveremo il
principe, vedrai” cercò di rassicurarla Radish.
<
Devo darle forza, anche se adesso vorrei morire di nuovo >
pensò.
Vetrunks
strinse la gamba del padre, Trunks lo prese in braccio.
Pan
si nascose la bocca con le mani, venendo scossa da tremiti.
Kamhara
incrementò al massimo la sua aurea, i suoi capelli si
tinsero di
color dell’oro. Le sue iridi divennero verde acqua, mentre i
suoi capelli
assumevano una sfumatura più scura. Continuò a
urlare, mentre le sopracciglia
le scomparivano e i capelli le crescevano lungo la schiena.
Ren
sostenne Toma, che stava per avere uno svenimento.
<
Solitamente i saiyan maledetti come me e quelli
‘puristi’ come lui si
odierebbero, ma al momento il dolore ci unisce >
pensò.
“MALEDETTO
IDIOTA! TI POTEVA VENIRE UN’IDEA MIGLIORE!”
gridò Elly a pieni
polmoni. Si abbatté contro la barriera con tutta la sua
forza, riuscendo a
incrinarla.
Deira
rabbrividì, guardando sua figlia.
<
E’ come se la potenza dei draghi che abbiamo sterminato
scorresse in
lei, l’ultima stella del pianeta Vegeta >
pensò.
Celipa
si avvicinò a Sarah, la regina era ritta in piedi, immobile.
<
Sembra diventata di pietra > pensò.
Turles
e Naly continuavano a tenersi abbracciati.
<
Dobbiamo avvertire la vecchia Altea e Baba. Magari loro possono farsi
venire in mente un piano migliore di stare qui a disperarsi. Devo
ritrovare la
calma, ma… il piccolo Vegeta > pensò
Nappa, smettendo di colpire la
barriera.
“Aiutiamo
la principessa!” urlò Loras.
“Se
vuole distrutta quella barriera, la faremo a pezzi!”
gridò Nim.
Entrambi i demoni partirono all’attacco.
Bardack
atterrò, seguito da Re Vegeta.
“Questa
volta dovete salvare vostro figlio” disse Bardack.
Re
Vegeta rabbrividì e abbassò lo sguardo.
“Penso
che saremmo inutili” ammise rauco.
“Forse,
ma almeno lo avremo fatto insieme. Proviamoci, come ai vecchi
tempi”
propose Bardack.
“Facciamogli
vedere che non finisce qui, a quel maledetto”. Si convinse Re
Vegeta. Lui e Bardack partirono all’attacco insieme e la
barriera cedette,
sgretolandosi in polvere luminescente.
|
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Capitolo 36 *** Cap. 36 Monsoon ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
I
flashback di questo capitolo li potete trovare nella mia fanfiction:
‘Fuga
dagl’inferi’.
Cap.
36 Monsoon
“Mi
sono teletrasportato qui agl’inferi, ma non
c’è nessuno. Dov’è finito
Vegeta? E suo padre?” si chiese Goku, guardandosi intorno.
Sentì
dei passi e si voltò, era ritto davanti al palco di legno,
nel centro
della piazza vuota.
“Son”
disse Bulma, raggiungendolo in corsa.
“Urca?
Che ci fai qui?” domandò Goku, battendo le
palpebre.
“Ce
l’ho portata io. Vegeta è prigioniero del
limbo” s’intromise Baba.
Goku
si voltò verso la vecchia sibilla.
“Eh?!
Un altro guaio?” gemette.
<
È tutta colpa mia, è finito in tutto questo
perché ha cercato il mio
antidoto > pensò.
“Porta
Bulma con te. Vegeta è scappato una volta dal limbo, grazie
al
desiderio di raggiungerla. Magari potrebbe riuscire a eludere le regole
degl’inferi
per lei un’ennesima volta” disse la sorella di
Muten.
“In
questo momento ha ancora il suo corpo, vero? Non diventerà
una nuvoletta
blu. Quella faccenda con Janemba mi è bastata”
gemette Goku.
“Goku,
tu sai già l’aspetto che assume nel limbo. Vegeta,
mentre vi era
imprigionato dopo la sua morte contro Freezer, si è messo in
contatto con te.
Su Nameck, mentre ti suggeriva la Genkidama. Quella è la
proiezione astrale che
ti troverai davanti” spiegò Baba, la sua bocca
rugosa si muoveva rapidamente.
Goku
si grattò il mento.
“Quindi
sarà nudo?” chiese.
Bulma
avvampò.
“No,
idiota! Avrà l’aspetto di quando era
bambino” abbaiò Baba.
Goku
si grattò la testa e scrollò le spalle.
“Questo
perché nel limbo deve pagare per la malvagità che
ha portato in
passato e deve avere perciò l’aspetto di quando il
suo cuore puro si è
macchiato per la prima volta di una colpa” spiegò
Baba.
“Perciò
se andiamo nel limbo torneremo bambini anche io e Bulma?”
chiese
Goku. Si grattò rumorosamente la testa.
“È tutto così difficile”
brontolò.
“No,
perché Re Yammer vi ha segnato tra i
‘buoni’. Attenti, dovrete
affrontare il guardiano del limbo, una tempesta che nessun vivo
è mai riuscito
a superare” disse Baba.
“Quindi
c’è riuscito qualcuno di morto?” chiese
Goku, mentre Bulma era
scossa da tremiti.
Baba
ridacchiò.
“Proprio
Vegeta. C’è ‘corso’
dentro” spiegò.
Goku
abbassò lo sguardo e si grattò il collo.
“Me
lo ricordo, è successo dopo Majinbu, ma non sapevo bene come
avesse
fatto” mormorò.
“Tutti
e tre noi sappiamo la faccenda. Tanto vale vederne i dettagli,
resterà tra noi e vi aiuterà” disse
Baba. Saltò giù dalla sfera e allungò
le
mani verso di lei.
Recitò
la formula e delle immagini iniziarono a comparire dentro di essa.
Il
fiato si condensava davanti al suo viso, anche
se il corpo del principe dei saiyan era solo spirituale. La superfice
delle
rocce intorno a lui era ricoperta di ghiaccio.
<
Gl’inferi sono l’unico luogo in cui posso sentire
davvero
freddo, perché è quello della mia anima >
pensò Vegeta. Si voltò, osservando
degli spiriti precipitare, colpire la superfice gelata, trasformandosi
in ombre
dalla forma umana e aliena.
Vegeta
avanzò, il suo corpo ignudo si ridusse e
il suo viso divenne tondeggiante. Il bambino di cinque anni socchiuse
gli occhi
dal taglio duro.
<
Pensavo che ci sarei rimasto in eterno, dopo che come
un’idiota mi ero umiliato morendo tra le lacrime contro
Freezer, ed invece
avevo rivisto la luce del sole > rifletté.
Serrò il pugno, conficcò le
unghie nella pelle lacerandola, e il suo sangue gocciolò.
Intravide
un orco dalla pelle blu colpire gli
spettri, facendoli entrare dentro le celle. Si nascose dietro una
roccia alta
due volte lui, aderì alla superficie liscia e gelida, chiuse
gli occhi
avvertendo il proprio battito cardiaco fasullo rimbombargli nelle
orecchie.
“Ce
ne sono altri?” domandò il colosso.
“Io
non ne vedo, viene fuori, così controlliamo la lista dei
nuovi arrivi!” rispose una voce altrettante cavernosa.
Il
principe dei saiyan ascoltò i passi del
gigante allontanarsi, si mise a correre in punta di piedi nella
direzione
contraria. Saltò, atterrando su uno spuntone di ghiaccio, si
graffiò la pelle
nuda e risalì lungo gli spuntoni successivi. Sentiva la
superficie gelida
bruciargli la pelle, le ferite sanguinavano sporcandolo di sangue e
pulsavano
annebbiandogli la vista.
Uscì
dal limbo, le sue labbra erano violacee e le
dita bluastre, gli occhi erano liquidi.
“Devo
trovare Bulma, Trunks e lo spettro di Kakaroth prima
che venga fatto sparire da Majinbu” biascicò.
Continuò a correre, i capelli a
fiamma gli ondeggiavano dietro il capo e dimenava la coda a scatti. Il
vento
gli sferzò il viso, le guance erano coperte di sangue e la
vista era oscurata.
La
grandine iniziò a cadere tutt’intorno, il
principe dei saiyan accelerò e si sistemò
nell’occhio del ciclone, che comparve
intorno a lui. Continuò a correre in avanti, assecondando il
movimento della
tempesta. Si riparò dai pezzi di grandine grandi un pugno,
creando una barriera
con l’aura rossastra.
“Ti
raggiungerò Bulma, anche solo per scusarmi di quella
follia dell’essere posseduto da Majinbu”
biascicò.
***
Bulma
inspirò il fumo
della propria sigaretta, avvertì la gola bruciare e un
sapore amarognolo in
bocca. La mano candida le tremava, alzava e abbassava ritmicamente il
piede. Le
guance umide le prudevano e gli occhi arrossati le pizzicavano,
allontanò la
sigaretta dalle labbra ed espirò, accavallò le
gambe e appoggiò l’altra mano
sul materasso del letto. Alzò il capo facendo cigolare il
materasso e guardò il
soffitto bianco del templio del supremo, soffiò il fumo
della sigaretta, chiuse
gli occhi e i corti capelli azzurri le ondeggiarono intorno al viso.
“Posso
entrare? I
ragazzi si stanno ancora allenando e ti farebbe parlare un
po’” disse Yamcha
dall’altra parte della porta.
Bulma
si riportò la
sigaretta alle labbra, abbassò il capo e socchiuse gli
occhi, le iridi azzurre
erano liquide e avvertì delle fitte al cuore.
“Vattene”
disse dura con
voce rauca.
Il
predone del deserto
sospirò e l’inventrice udì i suoi passi
allontanarsi.
“Vegeta,
brutto pezzo di
m**da, sei uno str**zo esattamente come Goku. Come ti è
saltato in mente di sacrificarti
abbandonando la tua famiglia? Se volevo un eroe imbecille non avrei
sposato
proprio te” ringhiò.
“Smettila
di offendermi.
Se tu morissi non ti piacerebbe se ti dessi della gallina o
dell’oca proprio
sulla tua tomba. Attaccami verbalmente quando torno vivo”. La
voce di Vegeta
risuonò nella stanza.
La
donna si voltò e
sgranò gli occhi, vedendo il fantasma del marito uscire
dallo specchio. Il
corpo del principe dei saiyan era ignudo e infantile, le iridi color
ossidiana
brillavano di riflessi vermigli.
“Tu,
come osi, farti
rivedere così?!” gridò Bulma. Si
sfilò lo stivale e lo lanciò contro di lui.
“Aspetta
donna, santo
cielo, lascia che inizi scusandomi almeno!” gridò
lo spettro. Schivò lo stivale
della donna, dimenando la coda.
“Io
non sono Chichi, io
te la faccio ingoiare quell’aureola che hai sulla
testa!” strillò Bulma. Si
voltò e afferrò la lampada sul comodino, si
girò e lanciò anche questa verso il
marito.
“Allora
che dovrei fare.
Scusarmi di quello che sto per dire? Sarebbe assurdo femmina, sarebbe
scurarsi
di chiedere scusa!” gridò il saiyan.
Balzò evitando la lampada che si frantumò
sotto i suoi stivaletti bianchi e il bambino rimase in volo.
La
donna strinse un
pugno e conficcò le unghie nella pelle chiara, il respiro le
divenne
irregolare.
“Non
cercare di
confondermi” sibilò. Gettò la sigaretta
a terra e la pestò sotto l’altro
stivale.
“Ho
cercato di essere
qualcun altro proprio per colpa tua e del moccioso, ma non è
per niente facile.
Ti aspettavi troppo, già è tanto che non sono
rimasto nello spazio” ringhiò
Vegeta. Dimenò più velocemente la coda, Bulma
ringhiò e tirò un calcio al
comodino facendolo ribaltare.
“Idiota
io a prendermi
in casa un assassino poco di buono. In fondo lo sapevo che la tua aria
da
cucciolo spaurito sotto quell’albero era tutta una
dannatissima finta” biascicò
la donna. La gola le bruciava e le tempie le pulsarono.
“Maledizione!
Scusa se
sono rimasto invischiato in mezzo tra il mio orgoglio e le mie
promesse. Mi
sono illuso e ho creduto nelle mie stesse bugie, ma io resto una
macchina per
uccidere. Non sono un uomo, non lo sarò mai”
sibilò Vegeta. Avanzò
galleggiando, si abbassò e atterrò.
“Presto
i guardiani
degl’inferi si accorgeranno della mia fuga e torneranno a
riprendermi. Quindi
fammi finire” disse indurendo il tono.
Bulma
si alzò dal letto,
si voltò facendo due passi e
s’inginocchiò davanti a lui.
“Io
ti amo brutto
scimmione, non osare abbandonarmi” sussurrò con
voce rauca. Lo abbracciò, le
braccia attraversarono il corpo inconsistente del bambino e la donna
singhiozzò.
Vegeta
mugolò, sentendo
il corpo formicolare e scosse il capo.
“Non
sono bravo con le
parole. Non so fare un discorso sensato in questi casi, ma sono
scappato
dagl’inferi solo per dirtelo e spero che almeno
quest’atto parli per me. Io voglio
stare con te e con il moccioso. Non so se smetterò di essere
intrappolato nel
mezzo tra due vite, ma so che voglio ogni volta tornare a quella con
voi!”
urlò. Strinse i pugni e fu scosso da una serie di tremiti, i
capelli neri a
fiamma oscillarono dietro il suo capo.
Bulma
deglutì e gli
sfiorò con l’indice la frangetta dalle ciocche
nere grandi tre dita. Lo
attraversò facendo soffiare dal dolore e mise entrambe le
mani sul pavimento
freddo, sospirando.
“Ti
perdono, ma l’unica
cosa peggio di un uomo dannato e nessun uomo al mio fianco. Giurami che
tornerai e non te ne andrai. Non me ne frega niente se non sei
l’eroe, ma il
cattivo, basta che non mi lasci mai più” lo
implorò la terrestre.
“Ti
giuro che resterò
per sempre al tuo fianco, costi quel che costi, parola del principe dei
saiyan”
sussurrò Vegeta.
“Ed
io intanto cosa farò?” domandò Bulma.
Cercò nuovamente di accarezzargli
la guancia, una lacrima le rigò il viso.
“Chiudi
gli occhi,
stupida donna. Non è così difficile trovarmi
dentro di te” rispose Vegeta.
Strinse il pugno e conficcò le unghie nella pelle della
mano.
Bulma
singhiozzò,
appoggiò le mani per terra e arcuò la schiena,
abbassò il capo e singhiozzò,
gemette di dolore e i capelli azzurri a caschetto le coprirono il viso.
Vegeta
indietreggiò, la
sentì urlare e i suoi occhi divennero bianchi.
“Bulma…”
sussurrò.
“Dannazione,
non posso
vivere senza te, maledetto sole nero! Perché non posso
abbracciarti neanche con
la mente?! Perché non ci riesco?!”
ululò. La gola le si graffiò, ansimò,
sentì
la gola dolerle. Lo specchio dietro di loro tremò, una mano
nerboruta uscì e
afferrò per il braccio il bambino.
Vegeta
si voltò e morse
la pelle bluastra, conficcandovi i denti in profondità.
“Vieni,
maledetto!”
gridò una voce cavernosa dall’altra parte del
vetro.
“Lasciatelo!”
gridò
Bulma. Tirò una serie di gomitate al braccio che teneva il
marito.
“È
un’anima senza cuore,
umana. Sa solo uccidere, dovresti aiutarmi a portarlo via!”
gridò l’orco.
“No!”
strillò Bulma.
Vegeta
sentì il sapore
metallico del sangue in bocca, allungò le braccia verso di
lei e fu tirato
indietro.
“Lascialo
stare!”.
Vegeta
alzò il capo
sentendo l’urlo di Goku e vide gli stivali blu di Son
arrivare fino a davanti
al suo viso.
“È
pericoloso” borbottò
il custode degl’inferi.
“Lo
riporto io al limbo
e lo tengo d’occhio. Tu puoi andare” rispose il
Son. Si piegò, prese il bambino
tra le braccia e se lo appoggiò al petto.
Vegeta
ansimò, l’occhio
nero gli pulsava e le labbra spaccate sanguinavano.
“Anche
da morto finisci
nei guai, vero?” chiese Goku. Raggiunse una roccia e si
sedette, sistemando
seduto il principe dei saiyan sulle sue gambe.
“Dovevo
tornare dalla
donna” sibilò Vegeta.
“Anche
io voglio tornare
dalla mia Chichi. È così bella, intelligente e
profuma meravigliosamente. Il
mio cuore in sua presenza esplode e …”
dichiarò Goku, allargando le braccia.
“Non
mi bastava essere
agli inferi? Dovevo avere a che fare con un angioletto mieloso e
cretino come
te? La prossima volta non te ne andare da casa e così non
fai il melanconico!”
lo rimproverò Vegeta. Tentò di staccarsi
l’aureola.
“E
che quando chiudo gli
occhi la vedo! Posso guardare i suoi lunghi e lisci capelli neri!
Toccare le
sue labbra rosa appena socchiuse, che desidero baciare! Sfiorare il suo
ventre
rigonfio dove cresce il mio piccolo futuro. In confronto alla sua luce
il sole
è spento. Vorrei che tutto il cielo sapesse che la
amo!” gridò a pieni polmoni
Goku.
“Quasi
quasi cerco lo
spirito di Freezer e mi faccio pestare…”
borbottò Vegeta.
“Ti
solo facendo capire
che so perché dovevi rivedere Bulma. Manca anche a te
così” ribatté Goku.
Il
guerriero dai capelli
a fiamma si passò la mano tra i capelli.
<
Direi solo che mi
sento smarrito senza di lei > rifletté.
Goku
lo strinse a sé e
sospirò.
“Troverò
un modo per
farti tornare con me, te lo giuro” promise.
Goku
assottigliò gli occhi.
<
Quella promessa ti rinnovo adesso, troverò il
modo per riportarti a casa con noi > pensò.
|
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Capitolo 37 *** Cap.37 Il limbo ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.37
Il limbo
Il
bambino avanzava con le gambe tremanti,
i suoi stivaletti candidi solcavano il terreno roccioso ricoperto da
uno strato
di ghiaccio alto due dita. Rabbrividì, nascondendosi dietro
una roccia,
intravedendo delle ombre allontanarsi.
<
Qui non c’è felicità o
libertà, solo
ombre, oscurità e dolore > pensò, venendo
scosso da una serie di tremiti.
< Non mi ricordo niente. Io chi sono? >.
“Assassino”.
“Sporco omicida”. “È tutta
colpa tua”. “Pagherai, assassino”.
Sibilavano diverse voci.
Vegeta
indietreggiò, facendo ondeggiare il
lungo mantello rosso che gli ricadeva lungo le spalle.
<
Me ne andrò, vedrete > si disse.
Avanzò di un paio di passi, vide il proprio riflesso nel
ghiaccio e notò che
c’era una venatura azzurra.
S’inginocchiò e vi passò sopra
l’indice.
<
Ha il colore del cielo, mi ricorda
qualcosa, ma non so cosa > pensò. Strinse gli occhi,
venendo scosso da
tremiti.
Una
giovane donna dai capelli azzurri si nascose la
bocca con la mano, facendo una risatina.
“Cos’hai
da ridere, donna?” si udì domandare con una
voce adulta.
La
giovane gli accarezzò la guancia.
“Non
avrei mai pensato potessi anche essere gentile, a
modo tuo, scimmione” gli sussurrò gentilmente.
Il
bambino sentì le proprie gote in fiamme
e chinò il capo, facendo ondeggiare la frangetta di capelli
che gli copriva gli
occhi.
<
Sento che non posso scappare da qui,
ma vorrei raggiungerla. Chi era? Non assomigliava a mia madre >
rifletté.
“Madre”
chiamò piano, con voce appena
udibile.
<
Mia madre aveva i capelli neri, non
azzurri. Anche il suo vestito più bello era nero. Sembrava
una rosa appassita
prima di sbocciare. Ricordo che mia madre aveva gli occhi che
sembravano di
giada. Mi ricordo che invidiavo i bambini che potevano giocare tra loro
o stare
con le loro madri. Io non potevo starle accanto nella torre.
Però
non mi ricordo come si chiamava, non
mi ricordo tante altre cose >.
Vegeta
serrò gli occhi e si portò le mani
infantili al viso, sentiva il proprio battito cardiaco rimbombargli
irregolare
nelle orecchie.
<
Mi ricordo… mi ricordo di non avere
mai avuto giocattoli, ma… sono sicuro che ‘mio
figlio’ ne abbia ricevuto uno.
Se solo riuscissi a ricordarmelo. Ricordo il suo nome: Trunks, ma non
rammento
il suo viso.
Mi
vengono in mente solo dei fiorellini
lilla, dai petali delicati, ma capaci di resistere al vento >.
Trasalì
udendo un tonfo.
“Nel
limbo non può entrare nessuno.
Meritiamo la nostra vendetta!” gridano gli spettri, intenti a
vagare tutt’intorno
al bambino.
“Come
hai fatto ad oltrepassare la
tempesta? Ritorna nel monsone!” gridarono ancora.
“No,
non più. Re Yammer decise, tanto
tempo fa, che fosse libero” rispose una figura. Emanava una
luce dorata che
accecò il bambino.
“È
venuto qui di sua spontanea volontà. Ha
deciso” ribatterono alcuni orchi infernali, sbattendo dei
bastoni chiodati sui
palmi delle loro mani, i muscoli delle loro braccia nerborute rosse e
blu erano
lasciati scoperti dalle loro attillate magliette candide.
Il
piccolo principe si avviò, muovendosi a
tentoni, verso la fonte di luce.
“Vorrei
andarmene. Potete portarmi via?”
supplicò.
<
So che questo ferisce il mio
orgoglio, ma non ricordo perché era importante >
pensò.
Gli
spiriti colpirono la figura, che
aumentò l’aura, facendoli volare indietro.
Fermò le mazze dei due orchi con
indice e medio, assottigliando gli occhi.
“Non
possiamo attaccarlo. È un innocente
dal cuore puro. Dobbiamo ritirarci” sussurrarono gli spettri,
con le voci
tremanti e ansanti.
“Non
credere tu. Un giorno o l’altro
avremo la nostra vendetta eterna” disse uno di loro,
indicando con l’indice
Vegeta e svanì.
“Guarda
tu se questo idiota doveva
arrivare solo per farci sfuggire la preda” ringhiarono gli
orchi,
allontanandosi con passi pesanti e strascicati.
Il
bambino si nascose il viso con il
braccio, ancora accecato dalla luce che proveniva dall’altro.
Batté un paio di
volte le palpebre, abituandosi pian piano al bagliore.
“Vieni,
ti riporto a casa” disse la
figura.
Vegeta
guardò il sorriso ingenuo che gli
prendeva metà del viso e vide il proprio riflesso nelle
iridi verde-acqua
dell’altro.
“Puoi
portarmi veramente via da qui?”
domandò.
L’altro
si piegò in avanti e gli strinse
il mantello intorno al corpo.
“Stai
tremando, hai freddo?” chiese.
Vegeta
annuì.
“Chi
sei?” domandò.
“Per
tutti Goku, ma tu chiamami Kakaroth”
rispose Son, prendendolo in braccia.
“Credo
che nella mia lingua significhi: “Ultima
speranza”. Anche se non ne sono sicuro, ricordo poche
cose” disse Vegeta con
voce tremante. Si accoccolò contro il petto del
più grande, dal suo corpo
proveniva del calore.
<
Forse lo è davvero, in fondo mi ha
salvato. Non m’importo nemmeno del mio orgoglio, faccia di me
quello che meglio
crede > pensò.
Goku
gli sorrise.
<
Non mi aveva mai detto il significato
del mio nome. Mi ha fatto dono di un segreto bellissimo >
pensò.
“Tieniti
a me” disse gentilmente.
Vegeta
obbedì e Goku si portò due dita
alla fronte, teletrasportandosi.
|
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Capitolo 38 *** Cap.38 Vegeta recupera la memoria ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=2DTq-Gjxz6o.
Cap.38
Vegeta recupera la memoria
Suave,
mari magno turbantibus aequora ventis
e terra magnum alterius spectare laborem.
Goku
si ritrasformò, adagiando per terra Vegeta.
“Tutto
bene?” chiese.
Il
bambino batté le palpebre, mentre riprendeva sembianze
adulte, sfiorando
le ciocche nere dei suoi capelli.
“D-dove
sono?” domandò, guardandosi intorno.
Sfiorò con l’altra mano il
prato, dai ciuffi d’erba umida, sotto di lui.
“Vegeta”
si sentì chiamare. Vide Bulma correre verso di lui e
arrossì.
<
È bellissima, sembra quella di cui mi ricordavo >
pensò.
“Spostati
Goku. Ci penso io a fargli tornare la memoria” udì
una voce
sgraziata. Si voltò e vide un’anziana a cavalcioni
di una sfera.
“Una
strega! Non mi riporterai indietro dagli spiriti” disse,
indietreggiando.
“Stai
tranquillo, Vegeta” disse lei, con un sorriso sgangherato. La
sfera
si illuminò, le iridi more del principe dei saiyan
brillarono.
Vegeta
mugolò, strinse gli occhi e si massaggiò il capo,
si rialzò in piedi
scatto.
“Avete
sbagliato a riportarmi indietro. Odion è ancora in
giro” disse
serio, guardandoli accigliato.
Bulma
lo raggiunse con un pugno alla spalla.
“Non
vorrai tornare lì dentro. Hai idea quanto mi hai fatto
soffrire?!”
gridò, le lacrime agli angoli degli occhi.
Goku
vide Vegeta rabbrividire.
<
Quello che ho trovato in quel luogo non era l’uomo che ho
imparato a
conoscere, il mio amico Vegeta.
Era
un bambino spaesato, imprigionato in un luogo freddo, diverso da
qualsiasi altro. Gelido come tutte quelle notti che ho passato da solo,
lontano
da casa. Mi sono sentito nello stesso modo da piccolo, dopo la morte
del
nonnino. Senza il supersaiyan non avrei resistito.
Puro
di cuore, io, che ho ucciso nonno Gohan da Oozaru?
Ti
vedo, hai paura anche adesso. Non ti si addice la parte
dell’eroe che si
sacrifica per tutti > pensò.
“Non
ti farò tornare lì, ho promesso che ti avrei
riportato a casa con me e
urca, lo sai, mantengo sempre le promesse” disse.
|
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Capitolo 39 *** Cap.39 Goku e suo padre ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Remake
di ‘Vivere normale’, song-fic basata
sull’omonima
canzone di Francesco e Roby Facchinetti.
Link
alla canzone:
https://www.youtube.com/watch?v=PKlgGpLyWYQ&feature=youtu.be.
Cap.39
Goku e suo padre
La
luce rossa del sole degl’inferi creava riflessi
color sangue sulle pareti del caseggiato bianco e
s’infiltrava attraverso le
finestre, ogni tanto si riverberava anche sulla barriera rendendola
percettibile, anche se di un rosato quasi trasparente.
Uno
dei raggi di luce illuminava il viso in penombra
di Bardack, i capelli mori lo coprivano in parte e la fascia impregnata
di
sangue che indossava ondeggiava ad ogni suo movimento.
“Questa
sarà una base sicura dove rimanere tutti
quanti finché non avremo triangolato”
spiegò.
Goku
giocherello con la sua cintura blu notte,
osservando il pesante mantello verde che il genitore indossava,
fissandolo
muoversi ad ogni passo del più grande. Spostò lo
sguardo sulla tuta verde e
bianca del generale, rabbrividì soffermandosi sul viso del
padre.
<
Mi somiglia così tanto, però ha
un’espressione
totalmente diversa. È ancora più serioso di
Vegeta, mi chiedo se Goten non
assomigli più a lui che a me. Mio figlio sta diventando
così riflessivo e
giudizioso.
Anche
io voglio dimostrare di saper ragionare in
battaglia, di poter diventare uno stratega quando la voglia di vincere
pompa l’adrenalina
nelle mie vene > pensò.
“Urca,
questo Odion sembra essere un avversario
davvero potente. Non vedo l’ora di affrontarlo”
ammise.
“Il
principe ti deve la vita. Sei conosciuto in tutto
l’universo come eroe… figlio mio”
sussurrò Bardack.
<
Mi dispiace non averti potuto conoscere. Avrei
dovuto insistere di più contro Freezer, riuscire a trovare
l’energia del
supersaiyan dentro di me. Se avessi superato quell’ultimo
ostacolo, sarei
potuto rimanerti accanto > pensò.
“Papà,
sono felice di poterti finalmente incontrare.
Quei pochi minuti in cui Dende ci ha permesso di vederci mi hanno solo
confuso”
disse Goku.
<
E’ inutile continuare a guardarmi indietro. Persino
il futuro che avevo percepito è adesso il passato >
rifletté Bardack.
<
Ha l’aria di qualcuno che ha combattuto delle
battaglie epiche, quella cicatrice sulla guancia me lo conferma
> pensò
Goku.
“Radish
parla sempre di te, lui ti rispetta
tantissimo.
“Temo
di non riuscire a farmi ben comprendere dai tuoi
fratelli. Loro in me non riescono solo a vedere un uomo, ma
un’ideale
irraggiungibile. Non riescono a capire che dietro ogni mia battaglia,
sconfitta
o vittoria, persino sacrificio, c’è solo un cuore
che vive per battere negli
scontri e proteggere chi ama a qualsiasi prezzo”
mormorò rauco Bardack.
Goku
si grattò la testa e abbassò lo sguardo.
“Urca,
sembra la mia descrizione. Solo che,
fortunatamente, mio figlio più piccolo non lo fa. Forse solo
perché vuole
difendermi. Però tutti gli altri abitanti del mio universo,
divinità comprese,
sembrano non fare altro” borbottò.
Bardack
lo raggiunse, mettendoglisi di fronte e gli
appoggiò la mano sulla spalla.
“E’
per quello che ti sei fatto odiare da tutti gli
universi?” chiese.
Goku
arrossì.
“Quello
e perché voglio spingermi all’estremo.
Desidero non solo diventare il più forte
dell’universo, ma un giorno superare
anche Zeno-sama. Quei due bambini rischiano di rimanere soli e non si
rendono
conto di considerare tutti come giocattoli… e non mi piace
chi mi vede in quel
modo” borbottò.
Bardack
ghignò.
“Non
pensavi che la voce di quello che hai fatto al
torneo di tutti gli universi fosse arrivata fino a qui,
vero?” scherzò.
“Urca,
no” ammise Goku, chiudendo gli occhi.
<
Imbarazzato assomiglia così tanto a sua madre
Gine > rifletté.
Bardack
raggiunse la finestra e vi appoggiò la mano.
“Tu
che hai visto il mondo degli dei, sei andato oltre
non solo il tuo pianeta, ma al nostro stesso universo…
com’è essere fuori dal
vetro della boccia dove ci hanno rinchiuso come pesci?”
domandò.
Goku
riaprì gli occhi, abbassò le braccia e
serrò i
pugni.
“Entusiasmante,
ma… così ho scoperto che gli Angeli
vengono trattati come se la morte e la sofferenza non li dovesse
trattare, l’ipocrisia
è una piaga peggiore della guerra e ci sono
divinità che sono convinte che
tutto vada solo distrutto” rispose.
<
Mi ricorda Nonno Gohan, vuole solo che io
protegga la vita. E’ morto per salvare il suo mondo e lo
avrei fatto anch’io.
Avrei
voluto essere cresciuto da lui > pensò.
“Sentì,
posso chiamarti… papà?” chiese con voce
tremante.
Bardack
si voltò e inarcò un sopracciglio scuro.
“Certo.
Mi raccomando, occupati di tua sorella
Kamhara, so che è nel mondo dei vivi con te. Sembra una
ragazza giudiziosa, ma
se fa di testa sua, combina disastri apocalittici” lo
avvisò.
“Papà,
cosa ne pensi degli animali? Un eroe può
difendere la vita del suo mondo anche proteggendo quelli?” lo
interrogò Goku.
<
Questa ha l’aria di una prova. Vuole vedere che
tipo d’uomo sono davvero > rifletté Bardack.
“Noi
saiyan siamo legati al mondo naturale, la nostra
specie si è evoluta come coltivatrice e la nostra stessa
struttura fisica muta
con la rotazione delle lune. Perciò sì.
Dobbiamo
fare la storia anche in queste piccole cose.
Il popolo dei saiyan non sarebbe perito se avessimo combattuto tutti
insieme
come un sol uomo per proteggere il nostro pianeta” rispose.
Goku
lo raggiunse e lo abbracciò, nascondendogli il
viso nell’incavo del collo.
Bardack
s’irrigidì, arrossendo, tenendo gli occhi
sgranati e le braccia leggermente divaricate.
“Per
colpa del mio Oozaru sono cresciuto da solo. Sono
tanto cambiato negli anni, per gioie, sofferenze, perché mi
sono innamorato,
per i miei amici e i miei figli, ma mi sono sempre sentito un
po’ solo.
Sono
felice di avere una mamma e un papà adesso”
mormorò Goku.
“Bardackuccio, io ho fame! Vado a cucinare per tutti! Ho
proprio voglia di
carne!” risuonò una voce femminile da fuori.
Bardack
deglutì rumorosamente e diede delle pesanti
pacche sulla schiena del figlio, che continuava a tenerlo stretto.
“H-hai
sentito tua madre… tu non hai fame?” chiese con
voce roca.
<
Ho così tante cose che dovrei dirgli, ma non sono
mai stato bravo in questo… posso dire di volergli bene se
non ci conosciamo
affatto? Ho sempre avuto difficoltà a dirlo anche al resto
della mia famiglia
> pensò Bardack.
Goku
si staccò da lui e indietreggiò.
“Io
ho sempre fame. Tu no?” domandò.
Bardack
si mise di fianco e incrociò le braccia al
petto, facendo scattare il mento verso l’alto.
“Umphf,
tutti i saiyan hanno sempre fame. Soprattutto
dopo una lunga caccia per catturare la preda”
borbottò.
Goku
sgranò gli occhi e le sue iridi more brillarono.
“Io
adoro anche la pesca e correre inseguito dai
dinosauri!” sbraitò.
Bardack
ghignò.
“Anche
arrampicarsi sugli alberi per prendere il miele
non è male” gli fece eco.
Goku
dimenò i pugni su e giù.
“O
saltare da lì per prendere al volo gli
pterodattili!” gridò.
“Sarebbe
un sogno avere finalmente un compagno di
caccia. Il mio migliore amico è troppo noioso per farlo, mia
sorella ama
sbrigarsi subito e concentrarsi solo sull’uccidere e in
generale nessuno della
mia squadra riuscirebbe” disse Bardack.
<
Forse è meglio non dirgli che il mio re era un
completo incapace in quello, secondo me adesso non lo farebbe con la
scusa che
non è reale perché dentro è rimasto il
solito fifone > pensò.
“Mio
figlio Gohan lo sapeva fare, ma adesso è
diventato uno studioso.
Un
giorno o l’altro ti prometto che riusciremo ad
andare a caccia insieme” promise Goku.
<
Questo è il giorno più bello della mia vita.
Quello in cui sogno una vita normale con mio padre >
pensò.
|
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Capitolo 40 *** Cap.40 Rimpatriata ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.40
Rimpatriata
“Allora
è vero, avete invaso gl’inferi, tu e la tua
nuova comitiva di amici”. Una voce femminile
risuonò nella stanza.
Vegeta
si voltò e impallidì, vedendo Reghina entrare
nella stanza.
“Avrei
dovuto pensare che ci avresti raggiunti, prima
o poi” disse il principe dei saiyan con voce rauca.
Incrociò le braccia al
petto. “Sei diversa da come ti ricordavo, forse
perché adesso sei una giovane
donna” mormorò.
“Tu,
invece, sei diventato un vecchio. Però non tanto
più maturo, tutto sommato. Credevi fosse una bravata
intelligente saltare
negl’inferi?” domandò Reghina.
“Avresti
fatto diversamente?” chiese Vegeta.
“Avrei
preso a pugni quel dannato spettro” ribatté
Vegeta.
***
Kamhara
si sedette accanto a John, su un divano sfondato.
“Questo
posto non appartiene ai saiyan di base, vero?”
domandò.
La
sua coda si attorcigliò intorno a quella di John, che
avvampò.
“No.
Però da quello che ho sentito tuo padre ne aveva preso
possesso”
sussurrò il giovane, appoggiandole la testa sulla spalla.
Kamhara
arrossì a sua volta, aveva il battito cardiaco accelerato.
“Ho
visto Nappa appartarsi con la mia balia, è stato
strano” mormorò roca.
“L’aria
qui è strana, con tutte queste famiglie che si
riabbracciano. Tuo
fratello ‘Goku’ con la tua famiglia,
‘Crilin’ con la sua e, invece, la mia
sembra non riuscire nemmeno a salutarsi. Insomma, sarebbe questo il
momento per
riallacciare i rapporti” sussurrò roco John,
sentendo gli occhi pizzicare.
“Beh,
non sono riunioni di famiglie complete, in fondo. Ad esempio il Nonno
Gohan di cui mi ha parlato mio fratello si trova dall’altra
parte. E non è così
essenziale per dei guerrieri dirsi i propri sentimenti”
cercò di rassicurarlo
la fidanzata.
Kamhara
si guardò intorno e scorse Junior.
<
Anche lui non ha nessuno con cui riunirsi, se ne sta lì, con
gli occhi
tristi > pensa.
“Ehy,
sensei, vieni qui. Mio padre non ha finito di farti delle
domande!”
gridò Elly, raggiunse il namecciano e lo trascinò
con sé.
<
Emh, meno male che non l’ho preso come esempio ad alta voce o
avrei
depresso ancora di più il mio ragazzo >
pensò Kamhara.
John
sgranò gli occhi e si alzò in piedi di scatto,
vedendo Re Vegeta
dirigersi con passo marziale verso di loro, allontanò la
coda da quella della
fidanzata.
“Padre…”
salutò.
<
Gli altri stanno passando da papà, a paparino, e loro sono
ancora così
formali. Poveri principi > pensò Kamy, stringendo le
labbra.
“Dov’è
tuo fratello maggiore?” chiese Re Vegeta.
“In
una delle stanze al piano di sopra” rispose John, chinando il
capo.
pensò Kamara.
“Desidero
parlarci subito nella camera insonorizzata” disse secco il
sovrano.
“Mio
re, vado a chiamarlo io” si propose Kamhara scattando in
piedi.
<
Non permetterò che il mio povero John sia anche il suo
fattorino >
pensò.
“Padre,
posso accompagnarvi?” chiese John.
Il
sovrano fece un segno affermativo col capo.
“Però
dovrai andartene quando arriverà tuo fratello”
intimò. Aprì la porta
della camera insonorizzata, su di essa spiccava il simbolo di un
altoparlante
sbarrata, e vi entrò seguito dal figlio.
“Cosa
volevi dirmi, figlio?” chiese gelido Re Vegeta.
John
gli si mise di fronte.
“Volevo
farvi vedere una cosa, padre” disse con voce tremante.
“Procedi”
sancì secco il re.
John
incrementò la sua aura e, urlando, si trasformò
in supersaiyan
demoniaco.
“È
tutto?” s’informò il sovrano.
“Sì,
padre” disse incolore John. La porta si aprì e il
demone uscì, Vegeta gli mise la mano sulla spalla.
“Sono
orgoglioso di essere tuo fratello” bisbigliò.
Le
gote di John si tinsero di rosa e il giovane si
allontanò, Vegeta entrò e si chiuse la porta alle
spalle.
Si
voltò e vide il padre che lo fissava con aria
truce.
<
Deve aver saputo che sono secondo a Kakaroth. Non
c’è modo in cui si possa conquistare il suo
affetto.
È
così difficile per lui? Io riesco a volere bene ai
miei figli nonostante tutti i loro difetti, sono orgoglioso dei loro
meriti, ma
li sostengo anche quando sbagliano > pensò.
|
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Capitolo 41 *** Cap.41 Nelle fauci dello spettro ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.41
Nelle fauci dello spettro
“È
vero che possiedi il potere reale?” chiese il re dei saiyan.
“Si”
rispose secco Vegeta.
Re
Vegeta serrò i pugni e abbassò il capo, fu scosso
da leggeri tremiti e
il mantello vermiglio gli ondeggiò sulle spalle.
“Mi
dispiace” ammise.
Vegeta
lo fissò sgranando gli occhi, piegò di lato il
capo e inarcò un
sopracciglio.
“Jr.,
è colpa mia. Non è un potere, è una
maledizione” gemette il sovrano.
<
Per una volta mi trovo d’accordo con lui >
pensò Vegeta.
“Non
chiamarmi Jr.. Ed inoltre sono io che gli ho permesso di manifestarsi
attraverso di me. È un potere che nasce dal cuore, non
dall’ira, a cui una
volta ho aperto le porte per proteggere le persone che amavo,
condannandomi”
ribatté.
“La
prima volta si manifestò a causa mia, tu eri ancora in
fasce. Sei nato
con un alto potenziale combattivo, ma non c’era verso di
fartelo esprimere. Lo
reprimevi così tanto che un giorno sei arrivato alla potenza
due. M’infuriai
così tanto che diedi la colpa a tua madre, le urlai contro,
devo esserti
apparso come un folle. Hai cominciato a piangere sempre più
forte, il potere si
è manifestato con il simbolo reale sulla tua fronte, hai
raggiunto un livello
pari a mille e hai iniziato a levitare.
Lord
Freezer ha assistito a tutto e si è ossessionato con
te” gemette il re
e la voce gli uscì spezzata.
<
Non pensavo fosse così divorato dai sensi di colpa >
pensò Vegeta.
“Quello
che è stato è stato. Nemmeno io sono un santo. Ho
fatto
innumerevoli errori. La vita mi ha insegnato che si può
sempre cambiare.
Io
non sono qui e nemmeno Tarble, ma John sì. Diventa un padre
migliore
almeno per lui” disse. Raggiunse il genitore, si mise sulle
punte degli
stivaletti candidi e gli appoggiò una mano sulla spalla.
<
Diamine, ho preso l’altezza di mia madre, sembra sempre
enorme >
rifletté.
“C-ci
proverò” rispose il re. Fece un sorriso, simile a
un ghigno storto.
<
Dei polpi, è spaventoso! Ecco perché solitamente
non lo fa > pensò
Vegeta.
“So
che è difficile farlo in pubblico per via
dell’orgoglio, ma cerca di
farti chiamare papà in privato”
borbottò.
****
“Avevo
detto che ad affrontare Odion ci andavamo solo io e
Kakaroth!”
sbraitò Vegeta.
“Gli
altri potranno anche ascoltarti, ma io sono tua madre. Non devo
obbedirti quando ordini qualcosa” disse gelida Sarah.
Goku
nascose la bocca con la mano e ridacchiò.
Vegeta
lo fissò con gli occhi socchiusi.
“Sai
essere odioso, babbeo” gli bisbigliò.
“Perciò
andremo noi cinque e non voglio sentire storie” disse Re
Vegeta,
indicano se stesso, la moglie, Bardack e i due saiyan.
“Beh,
io vi ho avvertito, quel maledetto avrà qualche scherzetto
in serbo
per noi” borbottò Vegeta.
“Il
grande spettro è stato avvistato lì
dentro” disse Bardack, indicò
una montagna dalla forma di un viso trasfigurato dall’ira,
l’entrata era tra le
fauci di pietra.
“Dobbiamo
entrare nella sua bocca?” gemette Goku.
Il
gruppetto spiccò il volo e vi atterrò davanti.
“Kakaroth,
credevo avessi paura solo delle siringhe” disse Vegeta con
voce
atona.
“È
così, solo che ho un presentimento”
borbottò Goku, sfiorando con una
mano la nuda pietra.
“Tsk, muovetevi”
ordinò Re
Vegeta, entrando. La sua voce risuonò con l’eco e
il sovrano deglutì
rumorosamente, un rivolo di suore gli scivolò lungo la
guancia.
<
Vuole nascondere il suo terrore > pensò Bardack,
andandogli dietro.
|
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Capitolo 42 *** Cap.42 Supersaiyan di sesto livello ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.42
Supersaiyan di sesto livello
“Con
quell’eco abbiamo fatto sapere a qualsiasi nemico che siamo
qui” disse
gelida Sarah.
“Non
credo che un attacco a sorpresa avrebbe comunque funzionato. Odion ci
starà già aspettando”
ribatté Bardack.
Il
corridoio di pietra era illuminato da fuochi fatui, le fiamme azzurrine
si riflettevano sui volti dei cinque saiyan.
Vegeta
guardò uno di essi.
<
Leggenda vuole che siano gli spiriti dei bambini nati morti. Di certo
non sono mai un buon segno > rifletté.
“Urca,
vedo una luce laggiù!” gridò Goku,
indicando la fine del tunnel.
Accelerarono il passo, mentre Re Vegeta decelerava fino ad affiancarsi
alla
moglie. Man mano si udiva un brusio di sottofondo farsi sempre
più forte, fino
a rimbombare nelle loro orecchie.
“Sembrano
le voci di tantissimi uomini che urlano!” sbraitò
Goku,
coprendosi le orecchie con le mani.
“Sono
incitazioni di guerra” sussurrò Re Vegeta,
corrugando la fronte.
“Sicuramente
è il rumore di scudi che vengono sbattuti contro il terreno
a
ritmo, mentre i proprietari urlano!” gridò Bardack
a pieni polmoni.
Sarah
digrignò i denti.
<
Mi stanno facendo venire il mal di testa > pensò,
stringendo gli
occhi.
Vegeta
si mise a correre e percorse l’uscita, granò gli
occhi vedendo un
cielo azzurro stagliarsi sopra di lui e un immenso deserto vermiglio
sottostante.
Le
urla si fecero via via più basse, fino a cessare.
Goku
raggiunse l’amico.
“Dimmi
che non siamo dove penso” implorò Goku,
riconoscendo due soli in
cielo.
Re
Vegeta fu colto da un mancamento e si appoggiò alla roccia
al suo
fianco, c’era un esercito di changelling, con i visi coperti
da maschere di
ferro, armati con armature di pietra su battle-suit nere.
“Ecco
gli scudi di cui vi parlavo” disse Bardack, indicando gli
scudi di
metallo che le lucertole stringevano tra le mani.
“Non
credo sia il vero Vegeta-sei, ma solo una proiezione. Probabilmente
è
una rappresentazione dell’esercito con cui si
confrontò Vargas. Ognuno di
quelli sembra la versione barbara e antica di Freezer, anche
combattendo tutti
e cinque insieme, saremmo in svantaggio” rifletté
Vegeta, incrociando le
braccia al petto.
“Umh,
qualcosa si sta avvicinando. Sembra un puntino. Urca, qualsiasi cosa
sia è a cavallo!” gridò Goku, indicando
davanti a sé.
“Noi
che siamo già morti rischiamo di rimetterci anche di
più: sparire per
sempre” bisbigliò Sarah.
“Sembra
un saiyan albino” disse Bardack, guardando la figura che suo
figlio
gl’indicava.
“Quanto
è scenografico” borbottò Re Vegeta,
nascose un brivido lungo la
schiena quando il sole rosso sangue divenne nero pece.
“Penso
che quel tipo sia Odion, dev’essere l’aspetto che
aveva in vita”
rifletté Vegeta. Ghignò. “Ho sempre
desiderato uccidere quella maledetta
lucertola di Freezer, in fondo. E’ il mio momento per
farlo”.
Goku
allungò una gamba ed iniziò a fare una serie di
esercizi, sorridendo.
Si raddrizzò e serrò i pugni.
“E’
il nostro momento per sperimentare il supersaiyan di sesto
livello”
disse e le sue iridi brillarono.
<
Allora sapeva che c’ero arrivato anche io… il
solito > pensò
Vegeta.
Goku
e Vegeta iniziarono a urlare, una luce sempre più splendente
si emanò
dai loro corpi, mentre le loro voci rimbombavano tutt’intorno.
<
Sembrano un sole nero e un sole dorato, capaci di far invidia ai veri
soli sopra di noi > pensò Bardack.
Re
Vegeta cadde in ginocchio, mentre Sarah lo abbracciava.
Goku
e Vegeta furono ricoperti da una densa peluria, come nel quarto
livello, ma la pelliccia di Son era color oro e quella del principe era
pece.
|
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Capitolo 43 *** Cap.43 Lo scontro con l’esercito ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.43
Lo scontro con l’esercito
Vegeta
alzò il braccio e lo utilizzò per para spada
nemica, passò l’altro braccio sotto la propria
ascella con la mano aperta e
lanciò un attacco energetico che decapitò
l’avversario. Una serie di frecce
vennero lanciate verso di lui, le parò saltando
all’indietro.
Re
Vegeta volò sopra l’esercito e da lì
iniziò a
lanciare una serie di onde urlando. Gli attacchi energetici piovevano
sull’esercito
avversario, esplosioni facevano sollevare polveroni vermigli. Gli
avversari
uscivano dalla sabbia con ferite superficiali o ematomi nerastri
lì dove c’erano
le intersezioni delle loro armature o intorno alle calotte
d’osso.
<
Dovrei trasformarmi in Oozaru, ma temo che le
terze classi perderebbero il controllo a vedere una luna in cielo
> pensò.
Goku
spezzava le spade con la forza dei suoi pugni,
gli scudi dei suoi avversari s’infrangevano sul suo corpo
peloso e nerboruto,
utilizzava la coda per distruggere le frecce che gli venivano scagliate
contro.
La sua aura dorata lampeggiava e un rivolo di sangue gli stava
scivolando dal
labbro.
<
Ancora! Datemene ancora! > pensava, ghignando.
Sarah
scattava, evitando gli assalti degli avversari,
raccolse una roccia appuntita da terra e scattò, la
utilizzò per trapassare l’occhio
di uno dei nemici. Il sangue le schizzò sul viso e sui
capelli mori,
gocciolandole dalle ciocche ondulate.
Odion
si sedette all’amazzone sul proprio cavallo e
fece una risata gelida, estrasse un dado e lo lanciò
riprendendolo al volo.
“Scommettiamo
che non vedrete l’alba di domani,
maledetti?” disse ironico.
Osservò
una trentina di changelling saltare addosso a
Bardack, immobilizzandolo a terra. Il saiyan ululò e
incrementò la sua aura,
facendoli volare tutt’intorno e spiccò lentamente
il volo, ansimando
rumorosamente. Un rivolo di sudore gli solcò il viso,
scivolando sopra la
cicatrice che gli segnava la guancia.
“Scommettiamo
le vostre stesse anime”. Aggiunse Odion,
passandosi la lingua sulle labbra.
Sarah
schivò una spada, la lama le ferì la guancia,
facendole scivolare una goccia di sangue.
Re
Vegeta strinse gli occhi e serrò i pugni, una serie
di fulmini caddero alle sue spalle, fu avvolto da un’aura
aranciata e partì all’attacco.
Con i successivi calci aprì a metà gli avversari,
lanciò un’onda di energia e
ne spazzò un’altra decina.
<
Il falso supersaiyan… allora non sono l’unico
saiyan che aveva utilizzato quella trasformazione >
pensò Goku. Afferrò uno
degli avversari per la coda ed iniziò a vorticare su se
stesso, utilizzandolo
per colpire gli altri avversari.
Bardack
trapassò con un pugno una delle armature
nemiche, macchiandosi la mano di sangue violetto e lanciò un
attacco
energetico, facendo esplodere il nemico.
Sarah
balzò, raggiungendo con un calcio di punta il
mento dell’avversario, schivando gli attacchi energetici
vermigli degli
avversari.
Goku
deviava gli stessi attacchi con l’indice.
<
Non finiscono mai > pensò Vegeta.
“Dannate
lucertole!” sbraitò, Balzò,
atterrò su una
spada e allungò il braccio, e lanciò un big bang
attack. La sua aura color pece
accecava gli avversari sopravvissuti, obbligandoli ad indietreggiare,
coprendosi gli occhi con il braccio.
************
“Non
ce la faccio più” gemette Sarah, detergendosi la
fronte con la mano.
Sbirciò fuori dal nascondiglio, vedeva i soldati camminare
avanti e indietro,
cercandoli.
<
Hanno un livello intellettivo irrisorio, peccato che la loro potenza
sia tutt’altra > pensò.
“Se
non avessimo trovato questa caverna di pietra tra la sabbia, e questo
anfratto, saremmo morti” gemette Bardack.
“Vi
ricordo che io ho scoperto quest’insenatura nella
roccia” borbottò Re
Vegeta, lasciandosi cadere seduto per terra.
<
Saranno anche milioni di Freezer, ma fortunatamente nessuno ha lo
stesso cervello pericoloso e affilato. Questo nascondiglio
resisterà > pensò
Vegeta.
“Urca,
sono troppi anche per me. Non finiscono mai e la trasformazione in
sesto livello non reggerà ancora a lungo” gemette
Goku, ansimando
rumorosamente, la gola gli doleva.
Vegeta
annuì, aveva a sua volta il fiatone.
<
Ho la mente ottenebrata dalla stanchezza > si disse.
“Odion
sarà anche un tiranno e un traditore, ma è pur
sempre un saiyan
antico. Rispetterà le tradizioni” mormoro Re
Vegeta.
“Hai
un piano in mente?” gli chiese Bardack.
“Mnh. Figliolo, io ero il suo
campione e lui ti ha permesso di sfidarmi a duello” disse Re
Vegeta rivolto al
principe.
“Perché
non spiegate mai chiaramente le vostre idee! Io così faccio
fatica
a seguire” si lamentò Goku.
Sarah
gli rivolse uno sguardo contrariato.
<
Le nostre trasformazioni si stanno consumando come le fiamme di un
cerino sottoposto alle intemperie del vento >
rifletté Vegeta.
“Ho
capito, per riscattare il suo onore sarebbe costretto ad accettare una
sfida diretta. A quel punto uno solo di noi combattere solo contro di
lui,
invece che con tutto l’esercito” disse ad alta voce.
“Allora
vado io” si propose Goku.
“Kakaroth…
il suo corpo in questo momento dev’essere quasi invincibile.
Significherebbe stare a guardare mentre ti fa a pezzi” disse
Vegeta.
Re
Vegeta rabbrividì.
<
Mio figlio può vincerlo, lo so > pensò
Bardack.
“Vegeta
ha ragione. Odion è nel suo regno, può escogitare
qualsiasi tipo di
trucco” disse Sarah.
“Sarà
divertente” disse Goku, scrollando le spalle.
“Il
solito cocciuto! Fatti ammazzare se proprio ci tieni!”
borbottò Vegeta,
guardando Son sorridere.
Goku
conficcò il bastone allungati, che portava ridotto sulle
spalle, nel
terreno e, ridendo, partì. Sotto gli occhi increduli di
Bardack, il bastone si
allungò, Goku si teneva aggrappato con entrambe le mani e
con esso sopra
l’intero esercito, fino a raggiungere Odion.
“Ti
sfido a duello. Io contro di te, chi vince, vince tutto!”
urlò Goku.
“Pensi
davvero che accetterò? La tua potenza è nota in
tutti gli universi!”
gridò Odion e il suo cavallo s’impennò.
“Non
puoi rifiutare una sfida!” sbraitò Goku.
Schivò una freccia che gli
era stata scoccata da uno dei changelling di Freezer e
ondeggiò, per evitare
dei colpi di spada.
“Non
posso, ma mi è concesso scegliere il mio sfidante.
Combatterò solo
contro il principe Vegeta, per lavare l’onta della prima
sconfitta” rispose
Odion.
“Accettiamo,
tanto Vegeta ti sconfiggerà subito. Però, uffa, è
noioso stare
solo a guardare” piagnucolò.
Sarah
si adagiò contro la parete di pietra, sporcandosi la veste
di polvere
rossa.
“Perché
proprio mio figlio?” gemette.
Re
Vegeta sospirò.
“Fortunatamente
ho portato la sua spada” disse, sfoderandola
dall’elsa che
teneva sulla schiena.
<
La magia dei miei avi insita in essa lo difenderà >
pensò.
“Principe,
non potete sottrarvi alla sfida” mormorò Bardack.
“Non
lo farò” rispose gelido Vegeta.
<
Dannazione Kakaroth, perché hai così fiducia in
me? > si chiese.
|
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Capitolo 44 *** Cap.44 Il passato rivive ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=2pdjMPYFE60.
Cap.44
Il passato rivive
“Kakaroth,
ricordati. Devi controllare che nessuno esterno allo scontro
aiuti di nascosto Odion, che non ci siano irregolarità o
incantesimi, ma
soprattutto proteggere i nostri genitori” disse Vegeta,
stringendo l’elsa della
spada.
“Smettila
di ripetermelo” borbottò Goku.
Odion
era in piedi al centro di un cerchio di pietre, i changelling si
stavano assiepando intorno ad esso.
“Che
gli dei polpi lo tutelino” mormorò Re Vegeta,
mentre il figlio entrava
nel cerchio di pietre.
Odion
sfoderò una daga nera e l’alzò al
cielo, i guerrieri del suo esercito
iniziarono a rumoreggiare con versi gutturali e indistinti.
<
Ecco, in questo momento sono felice di avere una battle-suit, anche se
non è l’armatura più adatta
all’occasione > pensò.
“Non
hai l’aspetto di un re leggendario” lo
schermì Odion.
“Tsk. Sarei venuto vestito di
tutto punto se mi avessi fatto sapere che serviva” disse
ironico Vegeta.
Vegeta
stringeva spasmodicamente l’elsa della spada.
<
Avrei preferito uno scontro normale, piuttosto che queste sceneggiate.
Mi sento in imbarazzo, ma anche a disagio, non sono degno di rivivere
le
battaglie dei miei avi > pensò.
Goku
si grattò la testa e sospirò.
“Non
mi sarei divertito a combattere con la spada”
borbottò.
Re
Vegeta si sedette su una roccia vermiglia, gli stivali gli affondavano
nella sabbia vermiglia.
“Nostro
figlio non ha intenzione di sacrificarsi nuovamente, vero?”
gli
chiese Sarah.
L’uomo
abbassò lo sguardo e scosse la testa.
“Né
per la sua gente, né per i terrestri. Tranquilla”
cercò di
rassicurarla, ma la sua voce era rauca.
“Il
principe è onorevole, con uno sciocco. Andrà
tutto bene” disse Bardack.
“Quel
tipo ha la faccia che ricorda una mozzarella” disse Goku,
guardando
Odion, spostò lo sguardo sugli altri changelling.
<
Il Grande Spettro sembra nervoso mentre studia l’avversario.
Non
dovrebbe averne motivo, nell’ultimo scontro aveva dominato
> rifletté
Bardack.
“Mi
dispiace, non ci sarà possibilità di arrenderti
per te! Voglio il tuo
corpo!” gridò Odion.
“Sarai
tu a scomparire per sempre!” urlò Vegeta e
balzò, abbattendo la
spada contro il nemico.
Odion
si riparò dietro il suo immenso scudo.
Un
rumore assordante risuonò tutt’intorno mentre il
ferro della lama si
scontrava contro quello dello scudo.
<
Non conosco queste regole, non sono arti marziali! Preferisco calci,
pugni, del sano potenziale energetico > pensò Goku.
“Lo
scontro ora entra nel vivo” disse Bardack.
******
“Lo
scontro è decisamente entrato nel vivo, si muovono
veloci” disse Re
Vegeta.
“Vegeta
non è in sé, non sta combattendo la sua
battaglia” disse Goku con
voce roca.
“Di
cosa stai parlando?” chiese Bardack.
“Il
suo stile di combattimento si divide in due fasi, la prima in cui
è
l’ira ad accecarlo e si basa tutto sulla forza bruta, la
seconda in cui conta
molto sulle tecniche aeree e sull’effetto sorpresa. In questo
momento, invece,
il suo modi di combattere è più simile al mio:
pura agilità. Schiva e si
trasporta da una parte all’altra” spiegò
Goku.
“Credo
sia posseduto dallo spirito di Vargas, stiamo rivivendo la storia.
Per un attimo uno dei due occhi di nostro figlio è stato
rigato da una profonda
cicatrice”. S’intromise Sarah.
“Come
sempre, siamo finiti immischiati in qualcosa più grande di
noi. Se si
risvegliasse il potere reale, scoppierebbe un vero pandemonio.
Però
credo abbiate ragione, Vegeta è improvvisamente pari con
Odion, mentre
prima non aveva chance e non si sta più trasformando in
supersaiyan di sesto
livello” disse roco Re Vegeta.
<
Quindi non solo ci sono sempre nuovi avversari potentissimi in altri
universi, ma anche in altre epoche.
In
fondo, è eccitante saperlo > pensò Goku.
|
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Capitolo 45 *** Cap.45 Vai e vinci ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=G2jYQpI_T-s.
Cap.45
Vai e vinci
“Quel
corpo era scorretto, maledetto!” gridò Sarah,
dirigendosi verso lo
scontro.
Re
Vegeta scattò in piedi e la bloccò,
abbracciandola da dietro.
“Anche
io sono in ansia, ma se interferiamo, lo scontro non sarà
valido!”
gridò.
Sarah
si divincolava, ringhiando.
“Mia
regina, la prego. Guardi, suo figlio l’ha scampata”
cercò di
rassicurarla Bardack.
Goku
sbuffò sonoramente e si massaggiò la spalla.
“Io
mi sto annoiando a stare solo a guardare”
borbottò, osservando il
mulinare delle spade. I due avversari s’incalzavano a
vicenda, mossa dopo
mossa, i colpi di spada si erano fatti frenetici e lo scontro
più selvaggio.
Ferite si erano aperte sui corpi di entrambi i contendenti, le loro
tute erano
strappate e il sangue sgorgava copioso dai loro tagli.
Sarah
si divincolò, le sue iridi color ambra si soffermavano sugli
squarci
che ricoprivano il figlio.
“Dannazione,
l’altro è molto più coperto con quella
sua dannata armatura.
Nostro figlio è scoperto!” strepitò.
Uno
dei changelling puntò l’indice verso le spalle di
Vegeta, caricando un
attacco energetico.
Goku
lo raggiunse con un’onda energetica, uccidendolo, spazzando
via anche
la ventina di changelling alle loro spalle.
<
Umh, ne ho travolti un po’
troppi > rifletté.
“C’è
qualcosa che non va” bisbigliò Bardack.
<
Odion era stanco quanto Vegeta poco fa, mentre ora il principe
continua a essere esausto, mentre lui sembra rinvigorito come se avesse
appena
iniziato a combattere. Non è solo questione di mancanza di
scudi e protezioni,
Odion sta barando con qualche incantesimo > rifletté.
Sarah
si fermò vedendo che Vegeta era riuscito a infilzare la
gamba del
nemico, trapassandola da parte a parte.
L’odore
pungente del sangue pizzicò le narici di Goku, che
starnutì.
“MALEDETTO!”
ululò Odion. Iniziò a incalzare Vegeta con dei
colpi dati con
maggiore foga, urlava dando vita a versi animaleschi ed ogni suo colpo
era
carico di furia.
Odion
strinse lo scudo con l’altra mano e lo utilizzò
per colpire Vegeta al
viso con foga, il principe dei saiyan venne sbalzato
all’indietro e andò a
sbattere contro una roccia.
Re
Vegeta notò che una delle due braccia del figlio si era
spezzata, mentre
con l’altra mano continuava a stringere la spada.
“RIALZATI!
DIFENDITI!” ululò Sarah, gli occhi liquidi.
Odion
cercò di trafiggere Vegeta con lo scudo, il principe dei
saiyan
rotolò di fianco, schivandolo. Lo scudo si
conficcò tra due pietre, Odion lo
strattonò cercando di estrarlo.
Vegeta
raggiunse Odion con una spazzata, facendolo cadere
all’indietro.
Odion
si rialzò in piedi, ansimando, il sudore gli scivolava lungo
il viso.
“Ho
diritto a invocare una pausa” ringhiò.
Vegeta
annuì, il suo corpo era scosso da tremiti.
“PAUSA!”
indì il Grande Spettro.
“Odion
ha consumato tutte le sue energie in una volta, che sciocco. Se
pensa che mio figlio avrà pietà di lui, si
sbaglia” disse Re Vegeta.
Due
Changelling nerboruti, dalle teste allungate e le lingue penzolanti,
trascinarono Odion fuori dal cerchio di pietra.
Vegeta
si diresse, con passi incerti, a sua volta fuori dal circolo di
pietre e rischiò di cadere a terra.
Goku
lo afferrò al volo, facendolo appoggiare contro la propria
spalla.
“Urca,
lo so che ti arrabbierai per questo” mormorò.
Vegeta
respirava a fatica, si appoggiò contro Goku, le gambe non lo
reggevano e fu colto da diversi capogiri, vedeva nero.
“Ci
deve essere qualche regola che ti permetta di scegliere un nuovo
campione a questo punto dello scontro” disse Sarah.
<
Rischia di crollare svenuto da un momento all’altro, povero
figlio mio
> pensò.
“Lascia
continuare il figlio di Bardack al tuo posto” lo
incalzò Re Vegeta.
“N-non
posso… e non voglio” sibilò Vegeta. Si
scostò da Goku e si rimise
ritto in piedi.
<
L’orgoglio di Vegeta è la cosa veramente immortale
> pensò Son.
“Zio,
puoi fare qualcosa per la spalla?” domandò Vegeta,
indicò il braccio
rotto.
“Lo
sai che farà male e rischi di comprometterla
seriamente” rispose roco
Bardack.
“Cosa
volete fare?” chiese Goku.
“Rimetterla
in asse a forza. Non posso usare dei senzu durante lo scontro,
lo renderebbe non valido” spiegò Vegeta.
“Urca,
nessun problema. Basterà prendere il senzu dopo lo scontro.
Però…
cerca di non farti troppo male” disse Goku.
Vegeta
annuì, Bardack afferrò la spalla del principe e
fece leva, si sentì
uno schiocco mentre l’osso tornava al suo posto, Vegeta
ingoiò un grido di
dolore.
Rischiò
di cadere all’indietro e Goku lo sostenne.
“Kakaroth,
ti devo parlare” bisbigliò Vegeta.
Goku
annuì e lo portò con sé dietro una
grande roccia, allontanandosi dagli
altri tre saiyan.
“Kakaroth,
questo luogo è intriso di magia. Forse morendo qui non si
muore
davvero”. Iniziò a dire Vegeta. Si
allontanò da Goku e gli si mise di fronte. “Mi
sei sempre stato vicino e non ti ho mai
ringraziato…”.
<
Questo discorso non mi piace. Sembrano le parole di uno sconfitto che
crede di star per morire > pensò Goku.
Afferrò
entrambe le spalle di Vegeta e lo scosse.
“Tutto
questo dimmelo quando saremo a casa. Ora torna a combattere e
vinci”
ordinò, indurendo il tono.
Vegeta
ghignò.
<
Inguaribile ottimista allergico alle parole dei menagrami >
pensò.
“Tsk. Stavolta sconfiggerò lui
e
la prossima volta toccherà a te, Kakaroth” rispose.
|
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Capitolo 46 *** Cap.46 La sconfitta di Odion ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: Red Planet di Martin
Kirkhaug & Iliya Zaki.
Cap.46
La sconfitta di Odion
“Non
è possibile. Sì è completamente
ristabilito, non ha neanche una delle
ferite che aveva prima della pausa!” gridò Re
Vegeta con voce rauca.
“Sì,
è guarito completamente. Persino la sua gamba si
è risanata” mormorò
roco Bardack.
<
Come immaginavo > pensò.
“L’unica
cosa che non è mutata è la sua furia.
È senza onore” ringhiò
Sarah.
I
capelli candidi di Odion erano mossi dal vento, il suo viso era
deformato
dalla rabbia, addentava, ringhiava e un rivolo di bava scivolava dalle
sue
labbra tremanti, la sua pelle era arrossata.
<
Ha l’aria di un folle > pensò Goku.
Odion
cercò nuovamente d’infierire su Vegeta utilizzando
lo scudo come
tirapugni, il principe dei saiyan lo raggiunse con un calcio mandandolo
in
pezzi.
Odion
lo raggiunse con una testata, facendogli sanguinare il naso.
Sarah
chiuse gli occhi.
Vegeta
cadde in ginocchio, ma continuò a parare i fendenti
dell’atro con la
propria spada.
“Jr!”
gridò Re Vegeta.
Odion
abbatté la sua spada sul principe, tenendola con entrambe le
mani.
Vegeta
fece una capriola all’indietro e si rimise in piedi, il corpo
leggermente sbilanciato in avanti.
<
Sembra essersi rotto l’incantesimo che ricreava il passato.
Vegeta
adesso è di nuovo in svantaggio… il sesto livello
consuma ancora troppe energie
e dura troppo poco. Per questo non può usarlo contro Odion,
ma… > rifletté
Goku. Si morse l’interno della guancia.
“C’è
un modo per uscirne, speriamo lo capisca anche lui”
bisbigliò.
Odion
cercò di colpire Vegeta con la spada, vibrando i colpi con
una mano,
e con dei possenti pugni, utilizzando l’altra.
Vegeta
parava con la mano, schermandosi il viso. Le spade si colpivano con
una violenza superiore a quella avuta fino a quel momento, le lame
tremavano.
Vegeta
balzò e raggiunse Odion con una serie di poderosi calci,
costringendolo a indietreggiare.
<
Sto per finire le mie energie, ma… >
pensò. La sua aura divenne
color ossidiana, come i suoi occhi e la incrementò,
tramutandosi nuovamente in
supersaiyan di sesto livello. La sua peluria scura ondeggiava sul suo
corpo
muscoloso e i suoi capelli a fiamma si erano allungati, dando vita a
una
seconda fiamma rivolta verso il basso che gli copriva
l’intera schiena.
“NESSUNO
PUO’ SCONFIGGERE IL PRINCIPE DEI SAIYAN!”
ululò Vegeta con tutto
il suo fiato.
Odion
prese la rincorsa, tenendo la spada al suo fianco, stringendo
l’elsa
con tutte e due le mani, ghignò e si mise a correre verso
Vegeta.
Il
principe dei saiyan infuse la sua energia nella lama.
Le
due spade s’incontrarono in aria, quella di Vegeta si
scheggiò, mentre
quella di Odion esplose in una serie di schegge.
“NOOOO!”
ululò il Grande Spettro, cadendo in ginocchio.
“Sei
disarmato, secondo le regole, ho già vinto. Questo scontro
finisce qui”
ringhiò Vegeta.
<
Non voglio risparmiarlo, ma non ho più la forza di dargli un
colpo
abbastanza forte da risultare mortale > pensò.
“Ha
vinto!” gridò Re Vegeta e Sarah riaprì
gli occhi.
“E
ha già sprecato la possibilità di chiedere una
pausa, non potrà
sostituirla” disse Bardack, gonfiando il petto.
Vegeta
sputò sangue e si diresse, ondeggiando, verso Goku.
Lasciò la presa
sull’elsa della spada, vedeva sfocato e accelerò
il passo.
Odion
scattò, afferrò la spada di Vegeta e
cercò di trafiggerlo da dietro,
Goku gli si teletrasportò davanti e lo trapassò
con un pugno.
Il
fantasma di Odion scomparve, Vegeta si voltò di scatto,
sgranò gli occhi
e il battito cardiaco gli accelerò.
“Cos…”
biascicò. Crollò in avanti, privo di sensi.
**********
Vegeta
mugolò, batté un paio di volte le palpebre, la
testa gli doleva, si
diede la spinta e si alzò a sedere, avvertiva un sapore
metallico in bocca.
“Hai
ucciso Odion?” chiese.
“Sì
e nel momento in cui l’ho fatto il suo esercito si
è trasformato in un
fumo grigiastro che si è diradato” rispose
Goku.
“Come
mai siamo ancora qui? Ora che Odion è sconfitto questa
caverna dovrebbe
tornare se stessa” chiese il principe dei saiyan,
rialzandosi.
“I
nostri genitori sono stati teletrasportati fuori. Urca, quando li ho
visti scomparire mi sono spaventato, ma sento in lontananza le loro
energie
vitali.
Umh,
forse dobbiamo tornare
a piedi dalla stessa direzione in cui siamo venuti” rispose
Goku.
“Kakaroth,
c’è una cosa che temo…”
mormorò Vegeta, guardandosi intorno.
“Cosa
ti rende nervoso? Odion è stato sconfitto, possiamo tornare
a casa”
borbottò Goku.
“Credo
tu abbia fatto la parte dell’esercito di Vargas, in tutto
questo.
Però Odion lo aveva ucciso lui… abbiamo in
qualche modo alterato l’incantesimo”
mormorò Vegeta.
“È
sopravvissuto alla propria spada? Urca, che forte. Beh,
l’importante è
che abbia vinto anche lui” disse Goku.
“Ci
ha rimesso un occhio. Inoltre è stato raggiunto da un Deat Beam,
ma non è morto perché in lui si è
risvegliato il potere reale. Sono leggende,
non so nemmeno se mi ricordo bene, ma di certo in lui si era destato il
potere
reale.
Lo
stesso potere che io non so controllare e che l’ultima volta
mi ha quasi
ucciso” spiegò Vegeta.
<
È come se degli occhi di brace mi fissassero. Ho le
allucinazioni?
> pensò.
<
È decisamente troppo spaventato per i suoi canoni,
l’ho visto così in
ansia solo davanti ai vermi giganti > rifletté Goku,
guardando Vegeta.
“Un
Deat Beam?
Il colpo di Freezer che ti ha ucciso su Nameck? Come faceva
Odion a saper utilizzare un colpo simile?” chiese.
“Non
lo lanciò Odi…”. Iniziò a
dire Vegeta.
Un
raggio vermiglio gli trafisse il petto da parte a parte, il principe
dei
saiyan sgranò gli occhi che gli divennero bianchi e
sputò sangue.
“Vegeta!”
gridò Goku, afferrandolo al volo mentre cadeva. Si
guardò
intorno, scosso da tremiti.
“Dove
sei?! Fatti vedere?!” ululò.
Vegeta
continuò a vomitare sangue, abbandonandoglisi contro.
Goku
lo fece stendere a terra, Vegeta ansimava e tossiva sangue.
|
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Capitolo 47 *** Cap.47 Il drago si risveglia ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritto
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=urgoSngoorI.
Cap.47
Il drago si risveglia
Vegeta
aveva la bocca sporca di sangue, il suo respiro era un rantolo
spezzato.
“L-lo
vedo… il serpente…”
farfugliò, gettò indietro la testa e perse i
sensi, abbandonandosi. Il suo corpo era adagiato sul terreno, mentre la
sua
testa era riversa sulle gambe di Goku.
Goku
appoggiò la mano sul punto in cui l’attacco
l’aveva perforato, gli
occhi sgranati.
“Vegeta,
mi dispiace” gemette.
<
Avevo promesso che lo avrei riportato a casa da Bulma. Perdonami!
>
pensò, venendo scosso da tremiti.
<
Non ti dispiace abbastanza >. Una voce possente gli
risuonò in
testa.
Goku
strinse gli occhi e scosse il capo, cercò di passare delle
energie a
Vegeta.
<
Prima dormivo. Sopito era il motivo della mia esistenza e
perciò
riposavo anch’io >. Continuò a parlare la
voce nella sua testa.
<
Che diamine vuoi?! Non vedi che mi sta morendo tra le braccia il
migliore amico?! > chiese Goku telepaticamente.
<
Solo perché non vuoi salvarlo. Questa è la prima
delle prove a cui sei
destinato e già stai fallendo > rispose la voce.
Goku
digrignò i denti, venendo scosso da tremiti.
<
Se potessi salvarlo lo farei! Non pensare che avere una voce simile a
quella di Shenron ti dia il diritto di deridermi e umiliarmi proprio
ora! >
sbraitò mentalmente.
La
fronte gli doleva e prudeva insieme, se la grattò con la
mano sporca di
sangue.
<
Ci sei arrivato vicino, non sono Shenron, ma… >
rispose la voce
nella sua testa.
Sulla
fronte di Goku apparve un simbolo dorato, emanante luce, dalle
fattezze di una testa di drago stilizzata.
<
Non gli resta molto da vivere. Non vuoi salvare il tuo re? > gli
chiese il drago.
<
Ora la sua voce è calda, rassicurante. Che il mio potere sia
protettivo? > si chiese Goku.
<
Io sono il potere del drago, nacqui per lavare l’onta delle
colpe dei
draghi. Fui creato per sorvegliare e tutelare il potere reale >
rispose il
drago. Comparve dinnanzi a Goku, le sue scaglie erano color
dell’oro e
rassomigliava al drago di energia che si manifestava con il pugno del
drago.
Gli
occhi di Goku divennero liquidi e Son guardò la creatura con
sguardo
implorante.
<
Glielo devo chiedere? Forse è come Shenron, per avere
qualcosa bisogna
esprimere il desiderio > si chiese Goku.
Il
drago fece una bassa risata rauca.
<
Deve aver sentito i miei pensieri e averli trovati stupidi >
rifletté Goku.
Il
drago si avvicinò a Vegeta e soffiò sulla ferita,
che scomparve, il
respiro del principe dei saiyan divenne regolare e dal suo viso
scomparve il
pallore.
Goku
abbracciò Vegeta, il principe era profondamente addormentato.
<
Ho potuto salvarlo perché qui si trattava di magia. Non
pensare che
risolverò tutti i tuoi problemi.
Non
sono un cane al guinzaglio, se m chiamerai sarò io a
decidere se
ascoltarti o rimanere sopito dentro di te > gli
comunicò telepaticamente il
drago e scomparve.
Goku
scosse Vegeta, che si svegliò con sguardo confuso. Vide il
potere
sulla fronte di Goku, ringhiò e lo raggiunse con un pugno,
rialzandosi in piedi
di scatto.
“Perché?”
gemette Goku, massaggiandosi la pancia.
“Non
mi farò superare nuovamente da te, Kakaroth. Ora mi
toccherà imparare
a padroneggiare il potere reale” ringhiò Vegeta.
“Sei
sempre il solito burbero” si lamentò Goku.
“Ricordatevi
la profezia. Io sono caduto, ma la mia vendetta non avrà
fine.
Si leverà un odio ancora più atavico, pagherete
portatori dei due poteri!”
risuonò la voce di Odion.
Goku
e Vegeta furono teletrasportati nel caseggiato candido, la caverna
tornò un antro oscuro. Il saiyan possente legato alla parete
ruggì, mentre una
chiave d’argento apriva le sue catene dorate, liberandolo.
***
“Uffa.
È finita male” mormorò seccato Kid Bu.
“Per
di più Goku adesso ah anche un nuovo potere”.
Aggiunge Cell.
“Il
prossimo piano andrà meglio”. Concluse Freezer.
“Non
ci sarà un prossimo” tuonò una voce.
I
tre figuri alzarono la testa e videro il gigantesco Re Yammer, con
ancora
indosso la camicia Hawaiana, intento a fissarli inferocito.
“Ora
ve la faccio pagare!” urlò ai tre, che spiccarono
il volo,
allontanandosi, inseguiti da Yammer.
|
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Capitolo 48 *** Cap.48 Festa agl’inferi ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.48
Festa agl’inferi
“Sei
sicuro, stupendo? Questa festa sarà importante, non ne
capiteranno
altre così agl’inferi” disse Sauzer.
“Mia
leggiadra creatura, verrei volentieri, ma proprio non posso. Il mio
aspetto risulta così sciupato dopo il rapimento e ho delle
terribili occhiaie
sotto gli occhi” rispose Zarbon. Chiuse gli occhi e sorrise,
piegando di lato
il capo. “Ti accompagnerà Jeeth al mio
posto”.
“Meraviglioso,
niente potrò sostituirti. Anche solo vestito di un sorriso,
sei il migliore, oltre a essere il mio amico più
caro” ribatté Sauzer.
“Oh,
l’albino servirà soltanto a non farti sentire
solo” disse Zarbon,
prendendo la mano dell’altro nella propria.
“Allora
porterò con me la macchina fotografica e
immortalerò ogni scatto
che potrà portarti il buon umore” promise Sauzer.
“E
no, verrete entrambi! Aspetti o non aspetti, sarà
un’occasione troppo
importante!” urlò Jeeth. Appoggiò una
mano sulla spalla di Zarbon e l’altra su
quella di Sauzer e li spinse, trascinandoli verso la porta.
“Jeeth!”
strillarono in coro Zarbon e Sauzer.
****
“Tu
non puoi essere serio” gemette Radish.
Nappa
annuì, aprendo un altro stipetto.
“Assolutamente.
Alla festa mi hanno detto che ci saranno degli ospiti
importanti. Perciò non andremo finché non
avrò trovato il mio servizio da the
antico" disse, indurendo il tono.
Radish
vide delle saiyan che lo salutavano, dimenando la mano, fuori dalla
finestra della casupola di Nappa. Alzò la mano salutando a
sua volta, ci fu
un’esplosione e le ragazze furono sbalzate a terra. Nel fumo
che si diradava,
Radish riconobbe la silhouette di Pamela, armata di bazooka.
Radish
sospirò.
“Tutti
i tuoi servizi da the sono vecchi” borbottò.
“Quello
ha un alto valore storico per la nostra gente.
Apparteneva…”.
Iniziò a enumerare Nappa.
*****
“Io
non ci vengo. Non ho nessuna intenzione di avvicinarmi così
tanto a mio
padre e…”. Iniziò a dire Turles.
Naly
gli diede un colpetto alla nuca con la mano.
“Smettila
di dire cose simili. Tuo padre non ce l’ha con te e se ha
chiarito con tuo fratello Goku, lo farà anche con te, se
glielo permetterai”
gli disse.
Turles
l’abbraccio e sospirò.
“Come
farei senza di te?” domandò.
Naly
gli posò un bacio sulle labbra.
“Senza
di me non sei sopravvissuto, ti ricordo. Quindi non faresti
nulla”
si vantò.
Turles
rise.
*****
Nappa
era ritto davanti al principe dei saiyan, in mezzo alla folla che
assiepava il caseggiato candido a cui era stato rimosso il tetto dalla
magia
della strega Altea.
“Vegeta,
principe, noi non abbiamo mai preso bene in
esame quello che è successo tra noi.
Ho
visto Radish e Junior chiarirsi. Radish parlare con
suo fratello minore, ma voi continuare a fuggire dinnanzi
all’argomento” disse
Nappa.
“Ci
sono cose più urgenti. Re Yammer sta dicendo che
voi tre potete rimanere nel mondo dei vivi. Forse
c’è speranza persino per
Jeeth, Zarbon e Sauzer.
Sempre
che vi resuscitiamo tutti con il drago Polunga”
ribatté Vegeta.
“Che
questo accada o no, io sento il bisogno di
parlarvi, principino” disse Nappa, poggiandogli una mano
sulla spalla.
Vegeta
strinse le labbra e annuì, seguendolo fuori.
|
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Capitolo 49 *** Cap.49 Chiarimento tra Vegeta e Nappa ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Remake
di
Bend
Your Arms To Look Like Wings. Scritta sull’ominima canzone
dei Funeral
For A Friend.
Link:
https://www.youtube.com/watch?v=RnVazIDJNmA.
Cap.49
Chiarimento tra Vegeta e Nappa
Avevano
raggiunto la fontana che zampillava sangue.
“Se
ti aspetti delle scuse, sappi già da adesso che
non le avrai” disse Vegeta, ritto dinnanzi a Nappa.
“E
se ti volessi porgere io delle scuse?” chiese
quest’ultimo.
“Te
ne chiederei il motivo” rispose gelido Briefs.
Nappa
si sporse in avanti, arcuando la schiena e
appoggiò le mani sulle ginocchia.
“Aver
permesso, con il mio carattere da testa calda,
che un ragazzino si dovesse far carico dell’ennesima colpa.
Il tuo dolore è
stato solo acuito da quel ricatto di Freezer e la mia morte non oso
immaginare
che solco abbia lasciato nella tua anima” esplicò.
“Negherei
tutto.
Perché
sì, sottolineo che non so di cosa tu stia
parlando” mentì Vegeta.
“Vorrei
solo vederti sfogare le tue sofferenze”
mormorò Nappa.
“Non
lo farò. Non solo perché il mio orgoglio non lo
permette, ma perché penso sia inutile. Non ci
dev’essere sempre un chiarimento”
ribatté Vegeta, incrociando le braccia al petto.
“Ne
ho bisogno io, però” si lamentò Nappa,
raddrizzandosi.
“Tsk. No, non
è vero. Sei un saiyan, come me, e nella
nostra razza non si sente il bisogno di fare cose del genere”
ribatté Vegeta.
Nappa
si grattò la testa priva di capelli.
“Nella
nostra gente è anche normale lasciare i bambini
da soli a combattere sui campi di battaglia, trucidando persone su
persone”.
Iniziò.
“Sì,
lo è” confermò Vegeta.
“Eppure
non hai mai permesso ai tuoi figli di farlo.
Nonostante tu fossi abituato a passare innumerevoli tramonti ed albe
sui campi
di battaglia, li hai sempre protetti da tutto questo”.
Concluse Nappa.
“Non
considererei l’essermi rammollito come un comune
terrestre qualcosa di positivo” ringhiò Vegeta,
scrollando le spalle.
“Io
sì, principe” ribatté Nappa con tono
duro.
“Strano,
visto che mi hai insegnato tu a combattere ed
eri più orgoglioso di me quando sterminavo decine e decine
di saybamen” ribatté
Vegeta. Schioccò la lingua sul palato.
“Ti
ho sempre caricato di un immenso peso e con me
Radish, e solo noi eravamo saiyan come te, perciò ti abbiamo
caricato dei
rimpianti di tutta la nostra gente.
Ci
aspettavamo che tu ci potessi salvare, che potessi
lenire ai nostri cuori feriti” mormorò Nappa,
curvano la schiena massiccia.
“I
paroloni sentimentali non ti si addicono, gigante”
lo riprese Vegeta.
“Ti
prego, fammi finire” gemette Nappa.
Vegeta
sospirò pesantemente.
“Ho
visto il vostro cuore diventare sempre più freddo.
Sono molto più vecchio di te e l’ho visto
succedere prima in tuo padre e dopo
in Radish, ma non ho mai pensato di vederlo in te.
Eri
sempre stato un bambino serioso, ma a un certo
punto ho perso di vita i sentimenti che albergavano in voi solo
perché ben
celati” disse Nappa, mettendogli una mano sulla spalla.
“Continua
a non valere semplicemente la cosa del ‘dimentichiamo
il passato e amici come prima’, vero?” chiese
Vegeta.
<
Il mio cuore è lacerato, principe. Io non volevo
farvi soffrire, ma il muro che avete eretto tra noi non riesco ancora
ad
abbatterlo > pensò Nappa, togliendo la mano.
Il
giovane
Nappa era piegato in avanti, l’unico ciuffo di capelli mori
gli ricadeva di
lato sul capo.
La
sua
padrona lo afferrò per la lurida casacca di pelle e la
strattonò, fino a
strappargliela. Intravide un lembo di pelle scoperta del saiyan,
abbronzata, il
pettorale muscoloso. Nei suoi occhi apparve un guizzo e sorrise,
socchiudendo
la bocca da cui scivolo un rivolo di bava.
Afferrò
il
viso di Nappa con la mano e gli avvicinò il volto alla bocca.
“Sei
un tale
incapace, piccolo stregone, ma anche tu potresti essere
utile” sibilò. Lo
afferrò per la catena collegata al suo collare e lo
strattonò.
“No! No!” gridò Nappa,
divincolandosi.
La
donna premette il pulsante di un telecomando e
il collare gli diede delle scariche elettriche, facendolo gemere di
dolore.
“Vieni
in camera da letto, ora” ordinò.
Nappa
era caduto in ginocchio, la donna gli
slacciò la cintura e gli sfilò la casacca di
pelle di animale, denudandolo. Lo
trascinò con sé fino alla camera da letto, Nappa
era caduto a carponi.
<
Non voglio!> pensò, mentre gli sfuggiva
un singhiozzo.
La
luce dei due soli, che filtrava dalla finestra
socchiusa, illuminò un tagliacarte d’oro.
Nappa
ne colse lo sfavillo, lo afferrò e con un
unico movimento pugnalo la sua padrona.
<
Forse a causa delle troppe cose che non gli ho
mai detto > rifletté.
“Ero
così abituato ad essere schiavo che non ho
pensato potesse ferirvi. Ho sottovalutato il vostro orgoglio e continuo
a farlo”
ammise.
“Lo
prendo per un no” borbottò il principe dei saiyan.
“Se
non ci sono parole per chiarirmi con voi, allora
vi stritolerò fino a farvi perdere il fiato” disse
Nappa. Lo abbracciò con
foga, lo sollevò continuandolo a stringerlo al petto
muscoloso e gli mozzò il
respiro.
Vegeta
chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal gigante.
<
Ti voglio bene, padrino. Se potessi vorrei
tornare ai momenti stupendi che vivevo con te quando ero bambino
> pensò.
“Sì,
sì, i tuoi sentimenti sono arrivati. Ora
lasciami, prima di uccidermi, maledizione!” si
lamentò.
Nappa
ridacchiò e lo mise giù.
“Sempre
al vostro servizio, mio futuro re” disse.
Vegeta
avvampò.
“Bah,
ora raggiungiamo gli altri… mio combattente”
borbottò, allontanandosi a passo di marcia.
Nappa
chiuse gli occhi e, sorridendo, lo seguì.
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Capitolo 50 *** Cap.50 Gli studi di Gohan ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=X_CyK3zPigw.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa allo “Sci-Fi
Fest” a cura di Torre di Carta e Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 505.
★
Prompt Parole: 36. Star Gate
Cap.50
Gli studi di Gohan
Gohan
era intento a leggere una relazione, seduto in riva al lago. Sulla
stuoia su cui era accomodato c’erano una serie di documenti e
carpette. Il vento
gli faceva ondeggiare i capelli che, sferzandogli il viso, gli
solleticavano la
pelle. Le fronde dell’albero sopra di lui frusciavano, mosse
a loro volta dal
vento.
Videl
era seduta accanto a lui, intenta a sistemare piatti e posate di
plastica. Udì ridere e si voltò, vedendo che Goku
e Goten, immersi fino alle
ginocchia nel lago, si schizzavano a vicenda.
Chichi,
ritta in piedi a guardarli, sorrideva, May tra le sue braccia
allungava le manine verso l’acqua.
“Amore,
cosa stai studiando?” domandò Videl.
Gohan
si poggiò il libro sulle gambe, si sfilò gli
occhiali e li pulì.
“Come sai,
Bulma non ha condiviso delle scoperte scientifiche come quelle della
macchina
del tempo. Periodicamente la Capsule corporation fa uscire nuove
invenzioni che
rivoluzionano il modo di vivere, ma mai dalle eccessive implicazioni
morale”
spiegò.
Videl
passò la mano su una delle pieghe della stuoia.
“Non
vogliono che la gente trovi altri modi per
ammazzarsi a vicenda, ma non vogliono neanche fallire come industria.
Posso
capirli” disse.
Gohan
si grattò la testa.
“Alle
volte temo tu abbia una visione più cinica della
mia” mormorò.
Videl
si sporse e gli posò un bacio sulla guancia.
“Questo
perché ho sposato un sognatore, ma so anch’io
che le macchine volanti potevano ridurre gl’incidenti
stradali e invece questi
sono aumentati e così anche gl’ingorghi. Che le
strade tubolari dovevano
rendere più accessibili i mezzi di trasporto e sono
diventate delle trappole
mortali. Che da quando i laser sono usati per le armi la
città è tutt’altro che
più sicura.
Penso
che qualsiasi meravigliosa invenzione abbia una
seconda faccia, ma che tu continui a fare ricerche perché ci
credi.
Ed
io voglio crederci con te, perché ho già molte
cose
che tante persone non possiedono: una figlia meravigliosa, un
dolcissimo marito
e un meraviglioso nipotino” disse.
Gohan
guardò suo padre e suo fratello giocare con
l’acqua.
“Sto
lavorando a uno ‘star gate’. A un portale che ci
permetterà di trasportarci direttamente su altri pianeti.
Aumenterebbero gli
scambi commerciali. Lo spazio ha molti meno pianeti abitati di quanto
si pensi.
Tutti loro sono collegati, ogni galassia intrattiene rapporti con le
altre. La
Terra fino a questo momento ne è stata inclusa.
Potremmo
imparare molto dalle altre culture” sussurrò.
<
Lui è per metà umano e per metà
alieno. È ovvio
senta il richiamo dell’avventura nello spazio. Il suo
è un popolo che viaggiava
sempre alla conquista di nuove conoscenze.
Riesce
a prendere il meglio del sangue saiyan anche in
questo, non solo nella forza per proteggere la sua famiglia >
pensò Videl sorridendogli.
“Bellissimo
progetto. Sono contenta che ora tu ci
possa finalmente lavorare” disse.
“Avevo
iniziato da prima del viaggio per gl’inferi, ma
non avevamo ancora ricevuto i finanziamenti
dall’università. Ora, però, sapendo
che utilizzerò dei materiali direttamente della Capsule
corporation, è già
partita una gara di appalti per dei finanziatori esterni”
spiegò Gohan.
|
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Capitolo 51 *** Cap.51 Momenti divertenti ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=bWqH0kXZq1Y.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa allo “Sci-Fi
Fest” a cura di Torre di Carta e Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 505.
★
Prompt Parole: 40. Cyberpunk.
Cap.51
Momenti divertenti
Le
luci del negozio si accendevano e spegnevano
seguendo la musica tecno che risuonava nel negozio, emanavano bagliori
psichedelici di colori verde acido, fucsia, rosso acceso e violetto.
Kamhara
sentiva la musica rimbombarle nella testa, si
massaggiò la testa e mugolò.
Elly
le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla
spalla, si sporse e le avvicinò le labbra
all’orecchio.
“Sembra
un posto all’insegna del cyberpunk!” le
gridò.
“È
uno di quei posti che chiamate discoteca?!” urlò
Kamhara. I lunghi rossi le ondeggiavano dietro le spalle e le sue iridi
verde
smeraldo era spruzzate da bagliore rosso sangue.
“No!
È un centro commerciale!” sbraitò Elly.
Kamhara
osservò le giacche di pelle dal colletto alto
che coprivano dei manichini longilinei, dalle teste candide segnate con
sopra
di segnate solo delle immense labbra rosse.
“Io
non ci volevo venire, mi ci ha trascinato Bra!”
gemette Kamy.
“A
me Marron, stiamo cercando il reparto vestitini per
bambini!
Però
dico davvero, quei manichini sembrano pronti a
prendere vita e rivoluzionarsi contro il genere umano che li ha
schiavizzati
costringendoli a mettere vestiti osceni o magliettine con
topolino!” le urlò
Elly.
<
Dev’essere qualcosa che ha a che fare con i libri
terrestri. Certo che sa davvero un sacco di cose >
pensò Kamy. La sua coda
rosea si dibatteva sotto la sua giacca violetta, i peli erano sfibrati
e gonfi.
“Le
altre ci hanno perse di vista! Approfittiamone per
scappare fuori!” urlò Elly.
Kamy
annuì e l’altra saiyan la condusse fuori,
scivolarono fuori dal negozio nell’immenso corridoio del
centro commerciale.
Attraverso la vetrina del negozio videro Vetrunks che cercava di
scappare
fuori, afferrato per una mano dalla madre Pan e per l’altra
da Bra.
“Povero
bambino, forse dovremmo salvare anche lui”
borbottò Elly.
Kamhara
esalò un sospiro prolungato.
“Quel
posto mi ha un po’ ricordato la guerra contro
gli Tsufuru. Strani colori, rumori, vestiti e tanto panico. Penso che
andrò
laggiù a sedermi su quella panchina” disse,
indicando più in là, vicino a una
palma.
“Ti
raggiungo dentro. Torno dentro e vedo se riesco a
portare in salvo Vetrunks” rispose Elly.
Kamhara
annuì e si diresse alla panchina, mentre Elly
tornava all’interno del negozio.
*******
“Fatti
da parte. Tocca a me fare la doccia! La mia
aureola è tutta sporca” disse una voce maschile
parecchio giovanile.
<
Non può proprio saltarmi! Ho programmato tutto
per oggi e questa doccia rilassante è assolutamente quello
di cui ho bisogno
adesso. Anche perché Vegeta si è chiuso nella
biblioteca e non ci saranno altre
occasioni per non incontrarlo in giro > pensò il suo
proprietario.
Indossava
solo un asciugamano azzurro sul corpo rosso
e muscoloso, i lunghi capelli bianchi gli ricadevano dietro la schiena.
Era
ritto in piedi davanti alla porta del bagno, ma un’altra
figura più alta di lui
gli troneggiava davanti.
Quest’ultimo
indossava un lungo asciugamano rosa,
sulla propria pelle color cielo risaltavano dei lunghi capelli verdi.
Le sue
iridi gialle saettavano.
“Jeeth,
la mia bellezza ha sicuramente la precedenza”
disse secco quest’ultimo.
“Ti
sbagli. Il pugno che ti sto per far assaggiare mi
dà la precedenza!” gridò Jeeth.
La
porta del bagno si aprì ed entrambi impallidirono
indietreggiandosi, un Nappa completamente ignudo e grondante acqua era
davanti
a loro.
“Zarbon,
Jeeth, volete farvi la doccia con me?” li
punzecchiò. Scoppiò a ridere vedendo gli altri
due correre via.
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Capitolo 52 *** Cap.52 La Capsule corporation si svuota ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=QHkb_CB9F1w.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa allo “Sci-Fi
Fest” a cura di Torre di Carta e Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 572.
★
Prompt Tracce: 21. A rompe accidentalmente la
macchina del tempo di B.
Cap.52
La Capsule corporation si svuota
“Mamma,
sei sicuro di voler portare tutti questi non-morti al parco
divertimenti? Insomma, sono uomini adulti” disse Trunks,
mettendosi in tasca le
chiavi di casa.
“Figliolo,
non sono zombie. Hanno solo delle aureole” disse Bulma,
infilandosi la giacca.
Trunks
si grattò il mento.
“Posso
capire Radish e Turles, Gohan si fida degli zii. Persino quel
gigante che sembra tanto affezionato a papà, però
quei tre alieni strani non mi
convincono” disse.
“Da
quando Sauzer è qui mi aiuta in casa molto più di
quanto voi abbiate
fatto in questi anni. Inoltre questi capelli me li ha sistemati proprio
Zarbon
e quel tipo, Jeeth, mi ha raccontato che era il migliore amico di tuo
padre”
rispose Bulma.
<
Mi ricordo che Crilin era molto deluso degli unici che avevano avuto
il permesso di venire. Mia madre, invece, sembra averli già
presi sotto la sua
ala protettrice > pensò Trunks.
“E
quel tipo, John, il fidanzato di Kamhara?” chiese.
“Quello
è un demone, può andare e venire dal mondo dei
morti come gli pare.
Penso che sia tornato nell’aldilà per portare le
notizie di Radish e Turles,
alla moglie e figlio di uno, e alla fidanzata dell’altro.
Anche
se potevano fare venire il povero Sprout, è solo un
ragazzino. Non è
giusto sia morto” borbottò Bulma.
“Almeno
portali in un posto migliore del parco divertimenti, non hanno tre
anni. Hai il mio numero, io sono in ufficio alla compagnia oggi. Per
qualsiasi
cosa chiama e io arrivo” le disse Trunks.
Bulma
annuì.
“Tranquillo,
li porto solo in piscina” lo rassicurò.
<
Me ne starò sdraiata sotto un bell’ombrellone, a
sorseggiare un po’ di
vino, accomodata su qualche morbida sedia a sdraio >
pensò.
“Mi fa
impressione pensare che adesso sia tu a guidare la nostra
società. Quando eri
bambino rischiavi sempre di distruggermi il laboratorio”
disse Bulma.
Trunks
sorrise e chinò il capo.
Bulma
sgranò gli occhi sentendo un’esplosione provenire
dal suo laboratorio, si mise
a correre in quella direzione. La carpetta che teneva in mano le era
caduta a
terra e i bottoni del suo camice ondeggiavano, mentre il vestito le
aderiva al
petto che si alzava e abbassava affannoso.
Entrò
nel laboratorio, il fumo la investì facendola tossire,
chiuse gli occhi che le
si arrossarono e mosse la mano davanti a sé, sentiva le
narici bruciare e la
gola le doleva.
“Che
diamine è successo?!” gridò. A tentoni
trovò la finestra sul muro e l’aprì, il
fumo pian piano si diradò.
<
Se scopro che è stato Vegeta perché
ha deciso di prendersi da solo i robot da
allenamento, giuro che lo ammazzo > pensò.
Sgranò gli occhi impallidendo,
Trunks era ritto in piedi.
Il
bambino aveva il viso annerito dalla fuliggine, i vestiti sporchi e
strappati,
i capelli scompigliati e qualche ciocca bruciacchiata.
Scoppiò a piangere,
singhiozzando, le lacrime gli rigarono le guance lavando via un
po’ della
fuliggine.
Alle
sue spalle c’era una carcassa metallica da cui si alzavano
delle fiamme.
“Santo
cielo, Trunks…” gemette la donna.
Afferrò un estintore e spense le fiamme,
guardando l’oggetto di lamiera ripiegata su se stessa.
“Mamma,
mi dispiace. Ho distrutto la tua macchina del tempo. Volevo andare a
trovare il
me nel futuro” gemette il piccolo.
Bulma
adagiò a terra l’estintore, si mise in ginocchio e
lo abbracciò stringendolo a
sé.
“Potevi
ucciderci, tesoro mio. Che spavento” mormorò.
Trunks
arrossì.
“Ora
sono cresciuto, puoi stare tranquilla” mormorò.
Bulma
gli sorrise e annuì.
|
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Capitolo 53 *** Cap.53 Strane apparizioni ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.53
Strane apparizioni
Goku
si sdraiò sull’erba, il petto si alzava e
abbassava in modo irregolare, osservò il cielo sopra di lui
e sorrise.
“È
proprio una bella giornata” sussurrò.
<
Perché non hai sentito l’aura potentissima che si
sta aggirando per il vostro mondo > gli disse mentalmente la
voce del drago.
Goku
socchiuse gli occhi.
<
Di nuovo tu? > domandò.
<
Guarda gli occhi di tua figlia. In questo momento
sono verdi, May sente quello che a voi sfugge > rispose
telepaticamente il
drago.
<
È un effetto del sole, mi ha detto Chichi >
ribatté.
<
Io sono il figlio del drago Zarma, il superdrago
delle sette supersfere. Vuoi che non ne sappia più di una
mortale?! > ruggì
il drago dorato.
<
Permaloso. Beh, nessuno ha sentito quest’aura.
E
poi perché a mia figlia dovrebbero venire gli occhi
verdi? > chiese Goku.
<
Quel verde scuro nelle sue iridi solitamente
verdi significa che si sta potenziando in vista di un pericolo. Nelle
ventiquattrore successive al suo concepimento avvenne
l’incanto di Calgare.
L’intero
mondo si è impregnato di magia verde, ed è
grazie a quella che è nata da una madre che ormai si avviava
verso la senilità.
Quell’aura
è celata, ecco perché nessuno la percepisce
> spiegò il drago.
Goku
si grattò la testa.
<
Sarà meglio che mi prepari a un attacco, allora.
Avevo proprio voglia di un bel combattimento >
rifletté.
*******
Kamy
vide un uomo avanzare verso di lei e inarcò un sopracciglio
vermiglio.
Quest’ultimo
aveva un corpo gracile e lungo la schiena gli ricadevano dei
lunghi capelli mori, aveva lo sguardo perso.
“Ti
sei perso?” chiese.
Il
giovane aveva un rigonfiamento solo all’altezza
dell’addome, indossava
solo una lunga tunica marrone.
<
Certo che sulla Terra s’incontrano persone strane >
pensò, mentre
le iridi azzurre si tingevano di un verde leggerissimo.
“Non
sono abituato a girare senza mio padre. Lui mi controllava sempre”
mormorò l’uomo.
“M-mi
dispiace” disse Kamhara. Si alzò in piedi.
“Posso aiutarti se vuoi”
gli propose.
“I-io
cercavo… una persona” ammise l’uomo. I
suoi occhi neri erano liquidi.
“Forse
la conosco. Dimmi chi è” disse Kamhara.
“Un
prin…”. Iniziò il giovane.
“Kamy!”.
La voce di C18 risuonò nel corridoio del centro commerciale,
la
sorella di Goku si voltò.
“Sono
qui. C’è una persona che ha bisogno di
aiuto!” chiamò la cyborg. Si
voltò e vide solo il pavimento e la panchina su cui era
accomodata.
<
È scomparsa > pensò e avvertì
un brivido lungo la schiena.
18
la raggiunse.
“Chi
è che ha bisogno di aiuto? Qui non c’è
nessuno” mormorò.
*******
Vegeta
affondò nella poltrona, stringeva con una mano un libro e
con l’altra
si premette gli occhiali contro il viso. L’odore dei libri e
della polvere gli
pungeva le narici, la luce che filtrava dalla finestra illuminava gli
scaffali
colmi di libri.
<
C’è fin troppo silenzio. Devo essere rimasto solo
in casa. Meglio,
posso riaprire la porta della biblioteca senza rischiare che qualcuno
mi veda
con gli occhiali. Tsk, non
è colpa
mia se mi servono per leggere.
Dannati,
osare prendere in giro ‘me’, il principe dei
saiyan. Non devono
neanche provarci! > pensò. Avvertì dei
passi e si voltò, impallidì.
|
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Capitolo 54 *** Cap.54 Il supersaiyan leggendario ***
17 accademy
Cap.54 Il supersaiyan leggendario
<
Cosa ci fa qui? Non è possibile… >
pensò Vegeta. Indietreggiò e si
trasformò in supersaiyan di secondo livello. Strinse le
labbra e serrò i pugni.
<
Fortunatamente in casa non c’è nessuno e non
corrono rischi nell’immediato,
ma… la sua sola presenza è una terribile minaccia
> pensò.
“L’erba
cattiva non muore mai” sibilò.
Incrementò ancor di più l’aura.
<
Così la percepiranno anche gli altri e arriveranno qui entro
poco >
si rassicurò.
*****
Crilin
schivò un pugno di Ub, saltando all’interno.
Tenshinhan,
accomodato sulla sabbia, li osservava scambiarsi un colpo dopo
l’altro davanti alla Kame-House. Suo figlio Gorin era
accomodato sulle sue
gambe, la schiena appoggiata contro di lui.
“Papà,
un giorno io e mia sorella saremo forti come loro?” chiese.
Tenshinhan
gli sorrise, accarezzandogli la testa.
“Se
vi allenerete, anche di più” gli disse. Gli
legò il codino di lunghi
capelli neri.
“Latys
è con Salva?” chiese Junior.
Il
namecciano era appoggiato a una palma.
“Sì.
La sta allenando. Yamcha è lì con loro, ha
allenato il nostro allievo
fino a questo momento” rispose Tenshinhan.
“Bah.
Un allievo in due, mi sembra esagerato” borbottò
Junior.
Crilin
si fermò e si voltò di scatto.
“Quest’aura…
è Vegeta…” sussurrò.
Junior
avvertì una fitta alla testa e gemette, massaggiandola.
“Qua-qualcosa
disturba i miei poteri demoniaci” gemette.
“Le
nostre auree, stanno diminuendo. Qualsiasi cosa sia, sta quasi
annullando i nostri poteri” gemette Ub.
“Papà,
cosa succede?” chiese Gorin, rabbrividendo.
Tenshinhan
lo strinse al petto con più forza.
“Va
tutto bene, piccolo mio. Ora ti porto da tua madre, lì sarai
al sicuro”
gli disse.
*********
Vegeta
si sentì sollevare e venne sbalzato in avanti, ricadde in
piedi
davanti a Broly. La figura massiccia di quest’ultimo occupava
buona parte della
biblioteca.
Il
saiyan rideva sguaiatamente, la sua risata risuonava
tutt’intorno.
<
Mi sento come se mi tenessero un migliaio di mani invisibili, che mi
trascinano verso di lui come se fosse un fulcro di attrazione. Ricorda
la
sensazione che si prova quando si viene calamitati dagli orecchini
Potara verso
l’altro partecipante alla fusione > pensò
Vegeta, divincolandosi.
“Sii
onesto. Come ti senti?” chiese Broly con voce cavernosa.
“Se
speri che ti dica che ho paura, ti sbagli”
rispose Vegeta
indurendo il tono.
“No.
Non voglio questo. Dimmi semplicemente come ti senti” rispose
Broly.
<
Il suo sorriso mi ricorda quello di un maledettissimo squalo >
pensò Vegeta. Sentì il suo corpo irrigidirsi,
avvertì l’aria mancare e la vista
gli si appannò.
“’Re’
come ti senti?” ringhiò Broly.
<
Mi sono sempre definito il principe, mai il re >
pensò Vegeta.
Avvertiva il suo intero corpo formicolare e la testa svuotata, si
sentì
galleggiare.
“Mi
sento sotto l’effetto di un incantesimo” ammise con
voce strascicata.
<
Non volevo dirlo, dannazione! È come se la mia bocca si
fosse mossa da
sola! > gridò mentalmente.
“Devi
sapere che un tempo il potere del supersaiyan leggendario e il potere
reale era un tutt’uno” spiegò Broly.
<
Perché con tutti è un troglodita folle che basa
tutto sulla pura forza
bruta, capace di ripetere solo il suo odio per Kakaroth o quanto
l’intero
universo sia un ammasso di scarafaggi al suo cospetto, e con me sembra
dotato
di finissima intelligenza? Resta un pazzo, ma con una follia lucida che
rasenta
il genio > pensò Vegeta. Cercò ancora
inutilmente di muoversi, il corpo come
pietrificato.
“Però, come
il suo popolo, si è corrotto. Il supersaiyan leggendario
passato al male, corroso dall’odio. Il potere reale, per
rimanere integro e
neutrale, si è separato da esso.
Il
potere del supersaiyan leggendario è puro Thanatos,
distruzione e
autodistruzione. È divenuto pericoloso per se stesso e gli
altri, tendente all’oscurità.
Desideroso di piegare a sé il potere reale.
Per
impedire che lo soggiogasse, con i secoli è venuto al mondo
un terzo
potere, con il compito di custodire e guidare il potere reale: il
potere del
drago”. Continuò a spiegare Broly.
“Ossia sono
una banderuola tra due venti. Che fregatura. Il
potere più forte… Tsk…
sia tu,
che Kakaroth potete controllarlo. Ti sbagli,
però, se credi di
potermi manipolare” si lamentò Vegeta.
“Sei
tu in errore. Tu non puoi decidere. Nel
momento in
cui Kakaroth perirà, utilizzerò
te e quel potere di cui non
sei degno” sibilò Broly.
“Questo
è da vedere!” gridò Vegeta. Raggiunse
il supersaiyan di quinto
livello e riuscì a muoversi nuovamente, partì
all’attacco tirando un pugno al
viso di Broly con tutta la propria potenza.
*******
“N-non
posso crederci” esalò Gohan.
<
Non posso perdere la calma, devo ragionare lucidamente. Si sono aperti
ovunque dei buchi dimensionali, ognuno di essi ha risucchiato solo uno
di noi.
Mio
padre ne sembra immune.
Fortunatamente
tutti quelli che non sanno combattere sono stati già
teletrasportati da lui al Palazzo del Supremo, un luogo che non sembra
essere
stato attaccato.
Rimaniamo
solo io e Crilin, probabilmente lui sarà…
> rifletté. Un buco
nero si aprì accanto a Crilin, Gohan scattò e lo
afferrò per la caviglia.
Conficcò i piedi e l’altro pugno nel terreno e
trattenne Crilin, mentre l’energia
di attrazione del buco nero cercava di risucchiarlo.
L’aria
che veniva trascinata all’interno si trasformava in vento,
sferzandoli
entrambi.
Gohan
urlò, mentre il buco nero diventava sempre più
forte, si trasformò in
Mystic e vi fuse il livello di supersaiyan di secondo livello.
Aumentò la
stretta, l’osso della caviglia di Crilin si spezzò
con uno schiocco e il
terrestre perse i sensi per il dolore.
Gohan
mantenne la posizione, il buco nero si richiuse.
Gohan
si ritrasformò, cadde a terra privo di energia continuando a
tenere
la presa e perse a sua volta i sensi.
|
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Capitolo 55 *** Cap.55 Ultra Instinct “Omen” del drago ***
17 accademy
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.55
Ultra Instinct “Omen” del drago
“Smettila
di ridere” ringhiò Vegeta.
Broly
rise più forte, Vegeta lo
raggiungeva con una serie di pugni e calci, sentendo le sue mani
abbattersi sui
muscoli rigidi dell’altro saiyan.
“Sai,
ti ho cercato a lungo. Ho trovato
anche una strega dai capelli rossi lungo il mio pellegrinare, ma
così ho avuto
modo di preparare tutto” spiegò. Fece scattare la
mano e afferrò Vegeta per la
gola, mozzò il fiato al principe dei saiyan e lo
conficcò nella parete.
La
libreria dall’altra parte della stanza
precipitò a terra con fragore, sparpagliando i libri
tutt’intorno.
La
mano di Broly non stringeva soltanto il
collo del principe, ma gli premeva anche sulla parte inferiore del viso
e sulla
bocca. Lo spinse ripetutamente, nel muro si creò una conca
ed iniziarono a
formarsi una serie di crepe.
Vegeta
sgranò gli occhi, l’aria gli
mancava e le sue ossa si stavano spezzando. Si ritrasformò,
mentre i suoi
capelli tornavano neri, caricò le energie rimaste nelle mani
immobilizzare nel
muro e lanciò una serie di onde. Queste si abbatterono sul
viso di Broly,
alzando un po’ di fumo.
Quest’ultimo
si diradò, Broly si leccò il
sangue che gli era colato dal labbro, che si era spaccato a seguito
dell’attacco.
<
Mi f-fa… ribrezzo > pensò Vegeta,
iniziò a vedere nero. Sentì il petto dargli delle
fitte, mentre cercava
inutilmente di respirare con il naso.
Broly
lo afferrò per i capelli e lo
estrasse dal muro, sbattendolo a faccia in giù sul
pavimento.
Vegeta
gemette e sputò sangue, si rialzò
in piedi con le gambe tremanti, lo sghignazzare di Broly gli
risuonò nelle
orecchie. Sentì la fronte scottare, un piccolo bagliore
dorato iniziò a venire
emanata da essa, mentre un’aura del medesimo colore lo
avvolgeva.
Il
suo sguardo si fece vacuo, la sua
espressione spaventata.
Un
dolore lancinante lo invase, facendolo
ululare sofferente.
Broly
ghignò.
Vegeta
cadde in ginocchio, la testa
leggermente reclinata in avanti, le labbra strette e gli occhi bianchi,
il
simbolo della casata reale saiyan sulla sua fronte intento ad emanare
luce
dorata.
“Il
potere reale si sta manifestando
perché anch’esso vuole tentare disperatamente di
riunirsi con il potere
leggendario. Lo sente così vicino.
Non
puoi sottrarti al tuo stesso potere…”
disse Broly, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Dalle
labbra di Vegeta sfuggirono dei
bassi gemiti di dolore. Gli occhi del principe dei saiyan iniziarono ed
emanare
lo stesso bagliore dorato che aveva ricoperto il suo corpo. Il suo viso
era
divenuto marmoreo, i suoi muscoli rigidi, le braccia immobilizzate
abbandonate
ai lati del corpo e le dita socchiuse.
“Presto,
principino, vedrai quello che ho
preparato solo per te” disse Broly. Si piegò in
avanti e lo guardò in viso. “Che
ne dici, ti piacciono le mie attenzione?” gli
domandò.
“Dico
che sei di cattivo gusto” risuonò
un’altra
voce maschile.
Broly
si voltò, Goku era ritto davanti a
lui, due dita ancora appoggiate alla fronte. Il simbolo del potere del
drago
brillante sulla sua fronte.
Broly
iniziò a urlare, mentre i suoi occhi
iniziavano emanare una luce blu-verdastra. I suoi muscoli si gonfiarono
ancor
di più, mentre un rivolo di bava gli scivolava dalle labbra.
<
Urca, raccapricciante come sempre
> pensò Goku.
“Kakaroth,
io ti odio!” sbraitò Broly.
Afferrò Vegeta per la gola e scomparve.
Riapparve
davanti a una tavola di pietra
circolare, sui bordi aveva dei simboli, mentre sulla sua superfice
liscia, al
centro, svettava il simbolo del potere reale.
Broly
vi stese Vegeta, una parte di roccia
divenne fluida e scivolò sopra i polsi, le caviglie e il
collo di Vegeta. Si
solidificò nuovamente, immobilizzandolo.
I
simboli iniziarono a brillare di una
tenue luce verde scuro e Vegeta iniziò a gridare di dolore.
Le
energie del principe dei saiyan
iniziarono a venire risucchiate dalla tavola, mentre i simboli
brillavano di
una luce sempre più intensa e bluastra.
Broly
ricomparve di nuovo nella libreria,
alle spalle di Goku e incrementò l’aura. Le pareti
esplosero, il tetto crollò e
Son venne sbalzato in avanti, venendo sommerso dalle macerie.
Goku
attivò Ultra Instinct, i suoi occhi
divennero color argento, i suoi capelli si sollevarono mentre
l’aura dorata del
potere del drago si confondeva a quella blu-grigia dello stadio
raggiunto. Le
macerie si polverizzarono e Son si alzò in volo, si
voltò verso l’avversario.
“Incomincia
il divertimento” disse,
partendo all’attacco con un pugno.
Broly
ricambiò con un pugno a sua volta,
questi si scontrarono e la Capsule corporation intorno a loro venne
spazzata
via.
********
Gohan
aiutò Crilin a rialzarsi,
appoggiandolo contro di sé.
“Quest’aura
è… Broly” esalò Crilin, tra
una serie di gemiti.
“È
ancora più potente di quella che
ricordavo, ma l’altra… sembrerebbe mio
padre” rispose Gohan. Si caricò Crilin
in spalla.
“Conviene
che approfittiamo della potenza
di tuo padre per andare a prendere i fagioli di Balzar” disse
Crilin.
“Umh,
buona idea” rispose Gohan spiccando il volo.
|
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Capitolo 56 *** Cap.56 Il drago sfida la leggenda ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.56 Il
Drago sfida la
Leggenda
Broly
cercò di raggiungere Goku con un
calcio poderoso, Son lo schivò abbassandosi. La montagna
alle spalle di Goku
andò in frantumi, franando.
<
È una fortuna che io sia riuscito a
teletrasportarlo lontano dalla città >
pensò. I loro pugni si scontrarono,
creando una voragine nel terreno sotto di loro.
Broly
riuscì a raggiungerlo con un pugno,
Goku venne sbalzato all’indietro, fece una capriola e
riatterrò in piedi. Parò
con le braccia una potente ginocchiata del supersaiyan della leggenda.
<
Per quanto io possa tenere questa
forma, ormai, mi consuma troppe energie con il potere che ho appena
acquisito
> pensò Son.
Broly
lanciò una serie di onde di
energia verdastre, che esplodevano emanando bagliori smeraldini,
aprendo delle
voragini.
<
I buchi neri che ho aperto avevano
quasi consumato le mie energie. Fortuna che ho una
‘batteria’ di riserva >
pensò, ghignando. I suoi muscoli si gonfiavano sempre di
più, lasciando
intravedere delle vene pulsanti, mentre il sangue pompava rapidamente.
**********
Gohan
e Crilin stavano sorvolando la
montagna, il mezzosangue aveva un sacchetto di senzu legato alla vita.
“Hey,
guarda, Vegeta!” gridò Crilin.
Gohan
assottigliò gli occhiali, si sfilò
gli occhiali e li mise nella tasca della camicia.
“Hai
ragione” disse, riconoscendo il
principe sulla grande roccia.
“Sembra
nei guai” mormorò Crilin.
<
Quello sguardo di luce con cui sta
fissando il cielo sembra glaciale. Il suo volto sembra pietrificato in
un’espressione spettrale, ma ancor più irata del
solito > pensò Gohan,
atterrando di fianco alla tavola di pietra.
Crilin
corrugò la fronte, atterrando alle
sue spalle.
“Vegeta,
stai bene? Vegeta…” lo chiamò con
voce preoccupata.
<
Non risponde > pensò.
“Non
credo possa sentirti” gli disse
Gohan.
“Secondo
te, cos’è successo?”
chiese Crilii con
tono dubbioso.
“Il
flusso di energia trasmesso in quella
pietra…”. Iniziò a spiegare Gohan con
aria compunta, la voce cadenzata e il
tono serio.
Crilin
si grattò la testa e sbadigliò.
“Cioè?”
lo interrogò ancora.
<
Ha l’aria di qualcosa di noioso >
pensò.
“Quella
pietra sottrae energia a Vegeta
per alimentare qualcun altro. Chi? Comunque sarebbe meglio non
toc…”. Proseguì
Gohan.
Crilin
cercò di rompere l’anello di pietra
che teneva una delle caviglie di Vegeta. Ululò di dolore,
mentre le sue dita si
arrossavano, ustionandosi.
“…
toccarla”. Concluse Gohan, sospirando.
Un rivolo di sudore gli solcò il viso.
Crilin
saltellò sul posto, soffiandosi
sulla mano dolorante.
Vegeta
li fissò con gli occhi che
brillavano di luce dorata. Li spalancò, mentre la voce di
Broly risuonava nella
sua mente:
<
Sì, mi sono ricaricato. Ora puoi
obbedirmi in altri modi. Te l’avevo detto, una volta
risvegliato completamente,
il tuo potere reale anela a riunirsi al mio ed è per questo
che gli ubbidirà
ciecamente >.
La
roccia si sciolse, facendosi da parte e
Vegeta si alzò in piedi con movimenti automatici.
“V-V-V-Ve-Vege-VEGETA!”
balbettò Crilin
con espressione terrorizzata, indicandolo.
“Vegeta…
ti sei svegliato?” gli chiese
Gohan.
Vegeta
lo raggiunse con un pugno all’addome,
Gohan ricadde in avanti privo di sensi.
Crilin
cercò di caricare un kienzan, ma fu
raggiunto da un calcio al viso che lo fece ricadere a sua volta
incosciente, a
fianco del primogenito di Goku.
|
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Capitolo 57 *** Cap.57 Broly vince il primo round ***
Cap.17 Promesse per il futuro
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.57
Broly vince il primo round
Vegeta
sollevò Gohan, ancora incosciente, per il bavero della
maglia. Con
l’altra mano iniziò a caricare un’onda.
Il
principe dei saiyan venne colpito da un calcio al viso, perse la presa
sul primogenito Son e cadde a terra pesantemente. Si rialzò
in gesti meccanici,
sopra di lui volava Junior, il viso in ombra e il mantello che
ondeggiava
dietro le sue spalle. Le antenne ondeggiavano mosse dal vento e il sole
faceva
brillare i suoi canini candidi e aguzzi.
Il
bagliore dorato del simbolo reale lo investì, accecandolo,
mentre Vegeta
lo fissava.
Gohan
mugolò e socchiuse gli occhi, riprendendo in parte
conoscenza.
“Signor
Piccolo” biascicò.
Junior
atterrò, mentre Gohan si rimetteva in piedi
tremanti, nascondendosi dietro il maestro.
“Davvero
una bella giornata” disse il namecciano
ironico.
<
Se non fossi riuscito ad allungare il braccio,
ancorandomi al terreno, sarei stato risucchiato da un buco
spazio-dimensionale.
Elly e Kamy stanno dovendo trovare il contro-incantesimo per riportare
indietro
tutti quelli che sono stati risucchiati.
Ed
ora mi tocca affrontare un saiyan impazzito >
rifletté.
“Credo
sia sotto l’influsso di un incantesimo”
spiegò
Gohan, indicando l’altare di pietra.
“Entusiasmante”
ringhiò sardonico Junior.
********
Broly
afferrò Goku per il collo, Son si dimenò, mentre
sentiva l’ossigeno
venire meno. Caricò un’onda e la lanciò
in faccia a Broly, che digrignò i denti
e lo raggiunse con una ginocchiata, facendolo volare
all’indietro. Caricò due
onde verdi e gliele lanciò, l’esplosione che
travolse Son lo fece incastonare all’interno
di una montagna.
Broly
lo raggiunse ed iniziò a tempestarlo di colpi, sotto ognuno
di essi
la roccia si erodeva, facendo entrare Goku sempre più in
profondità.
Goku
la trapassò da parte a parte e volò, ricadde
pesantemente a terra
aprendo una voragine.
Broly
volò sopra di lui e rise sguaiatamente.
“Addio!”
ululò, lanciando un attacco energetico.
Goku
si teletrasportò da Jirobai.
Quest’ultimo
gridò, riconoscendo la figura di Goku ricoperta di ferite
sanguinanti, vistosi ematomi e sangue rappreso che si mischiava a
quello
fresco.
“Ciao”
disse Goku, con tono intimidito, grattandosi la testa con aria
imbarazzata.
Jirobai
aprì la bocca per rispondere, Son si ritrasformò,
crollando a terra
incosciente, l’aura quasi azzerata.
“Goku!”
gridò Jirobai, prendendolo tra le braccia.
Balzar
accorse, ansimando, stringendo il suo bastone con una mano.
“È
Goku, ha bisogno di aiuto e di vestiti puliti” disse Jirobai.
“Li
prendo subito e anche da mangiare, dobbiamo rifocillare questo povero
ragazzo” disse Balzar, mentre Jirobai infilava un senzu tra
le labbra di Son.
Lo aiutò a masticarlo e a deglutirlo.
“Mi
serve aiuto” mugugnò Goku.
Jirobai
ingoiò rumorosamente saliva.
“Amico
mio, sono passati i tempi in cui combattevo con voi” disse.
<
Anche perché a vederti conciato così direi che il
tuo avversario è un
vero mostro > pensò, nascose un brivido di terrore e
un rivolo di sudore gli
solcò il viso.
“Non
è questo” disse Goku.
Jirobai
lo aiutò ad alzarsi seduto, i baffi tremanti.
“Me
lo dirai dopo, intanto ti metti a letto. Nonostante il fagiolo magico
mi sembri ancora molto provato” disse.
Goku
negò con il capo.
“Devi
fare in modo che Bulma contatti Lord Beerus”
biascicò.
*****
“KAKAROTH!
KAKAROOOOOOTH!”
sbraitava Broly.
Volava da una parte all’altra del campo di battaglia, la bava
alla bocca, gli
straripanti muscoli tremanti e gli occhi sgranati.
“Kakaroth!”. Ringhiava e
ruggiva tra le urla.
<
Dove sei?! Dove diamine è la tua aura?! Vieni fuori
maledetto
scarafaggio e fatti distruggere! > gridava mentalmente.
|
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Capitolo 58 *** Cap.58 Vittoria? ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=wG9yZMNI5UE.
Cap.58
Vittoria?
<
In questo luogo sei sopravvissuto per
miracolo dopo aver bevuto l’acqua magica di Balzar. Fu lei a
risvegliare in te
le caratteristiche saiyan sopite > gli disse mentalmente il
drago.
<
Non posso berne ancora e tornare nel
barile, questa volta non sopravvivrei > rispose Goku. Era steso
sul letto e
guardava il soffitto sopra di sé.
<
Broly sta per distruggere il pianeta
per stanarti. Accettami e permettimi di renderti più forte.
Fai un viaggio
nella tua anima, fino alla fonte del mio potere e bevi da
lì. Se sopravvivrai,
ti risveglierai più forte > gli propose il drago.
Goku
corrugò la fronte.
<
Urca… permettimi di controllare
questo potere, allora, questa magia. Riforgiami nell’oro
> rispose.
Gridò
di dolore mentre un drago d’oro di
magia fuoriusciva dalla sua fronte e lo avvolgeva, il suo corpo
scomparve in un
baluginio dorato.
*****
Junior
cercò di raggiungere Vegeta con un
calcio, ma questi lo parò con l’avambraccio.
Junior tentò con una ginocchiata,
ma il principe dei saiyan schivò spostandosi di lato.
Junior
girò su se stesso, rimanendo in volo
e tentò con un makankosappo,
che
s’infranse contro il corpo del principe dei saiyan
tramutandosi in una serie di
scintille.
Junior
lanciò un altro attacco energetico,
Vegeta allungò la mano davanti a sé e
afferrò l’onda, stritolandola nella morsa
d’acciaio delle sue dita.
<
Ha una potenza mostruosa, mi sta
travolgendo… però un potere simile…
non dovrebbe essere in grado di
controllarsi > pensò.
Gohan
caricò al massimo ciò che rimaneva
della sua aura e lanciò un’onda contro Vegeta.
Svenne dopo averla scagliata,
crollando nuovamente al suolo accanto a Crilin, ancora incosciente.
Il
principe dei saiyan afferrò l’attacco
energetico e lo dirottò contro il namecciano, lo travolse
facendolo rovinare al
suolo privo di sensi.
Vegeta
si voltò con movimenti cadenzati e
spiccò il volo, allontanandosi dai suoi avversari.
*******
“DISTRUGGERO
QUESTO MALEDETTO PIANETA PER LA TUA CODARDIA!”
ululò Broly.
“Io
sono qui. Mi cercavi?”. La voce di
Goku risuonò tutt’intorno, il supersaiyan della
leggenda si voltò. Ghignò,
trovandosi davanti Son.
“Finalmente”
sibilò Broly.
Goku
e Broly si raggiunsero
vicendevolmente al viso con un pugno di pari potenza, si separarono in
volo. Un
rivolo di sangue colò dalla bocca del supersaiyan della
leggenda, che lo leccò
con soddisfazione.
“Mi
fai schifo” gemette Goku con voce
schifata.
Il
potere del drago sulla sua fronte
iniziò a lampeggiare.
<
Essere immondo, come hai osato infangare
il potere reale! > la voce del drago risuonò
tutt’intorno e Broly rise.
<
Sento una strana rabbia risalire
dentro di me, un bisogno impellente di andarmene… aspetta,
potere reale?
Vegeta! > pensò.
“Dov’è?”
chiese. Localizzò l’aura di
Vegeta intenta a muoversi rapidamente. Si accorse che le auree di
Junior, Gohan
e Crilin stavano diminuendo e le sentì scomparire. Un
ruggito di dolore gli
proruppe dalle labbra.
<
Non possono essere morti! > urlò
mentalmente Son. Una lacrima gli rigò il viso, mentre i suoi
occhi diventavano
gelidi.
“La
pagheraiiii!” ululò. I suoi muscoli si
gonfiarono, una colonna di luce dorata
si alzò sopra di lui, si aprì una voragine nel
terreno al di sotto dei suoi
piedi. La maglia si strappò, lasciandogli scoperto il petto
ingrossato.
Goku
iniziò a caricare un’onda energetica.
“Potrai
anche sconfiggermi, ma non avrai
vinto comunque. Non sei riuscito a salvarli
‘tutti’, stavolta!” gridò
Broly.
Goku
lo raggiunse in pieno con l’attacco,
Broly ululò di dolore mentre esplodeva in una serie di
frammenti. Il suo
spirito scomparve in una nuvola di fumo, ri-teletrasportandosi nella
caverna,
in cui delle rinnovate catene d’oro lo imprigionarono.
Goku
cadde carponi, ansimando. Si portò a
fatica due dita alla fronte e si teletrasportò da Crilin.
Mise un senzu in bocca a Crilin,
aiutò Junior a
mangiarne un altro e salvò suo figlio Gohan facendogliene
ingoiare un terzo.
Tutti
e tre si risvegliarono mugolando
doloranti.
Crilin
si sedette a terra, massaggiandosi
la testa.
“Vegeta
è tornato normale?” biascicò.
“Non
era con voi? Non era prigioniero qui?”
gemette Goku.
“Son,
non abbiamo idea di dove sia” ammise
Junior. “Non era in sé, questo è
sicuro” biascicò Gohan.
“Vegeta!”
urlò Goku.
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Capitolo 59 *** Cap.59 Don’t jump ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=JviMlJlfeAY.
Cap.59
Don’t jump
Aveva
iniziato a piovere copiosamente.
Il
vento gelido sferzava il volto di Vegeta,
facendogli ondeggiare le ciocche more larghe quattro dita, rese umide
dalla
pioggia. Rivoli d’acqua gli scendevano lungo la pelle di un
rosa scuro,
leggermente abbronzata all’altezza del viso, una goccia scese
dai suoi zigomi
fino al suo mento e gli gocciolò sul petto muscoloso.
Atterrò in cima a una
scogliera e i suoi scarponcini blu affondarono in una pozzanghera. La
sua
figura fu illuminata da un fulmine azzurrino, il cielo nero ricoperto
di nuvole
venne invaso dal bagliore di un lampo.
Goku
si teletrasportò alle sue spalle e avanzò, la sua
aura dorata splendeva intorno a lui e il calore di essa gli asciugava i
vestiti, man mano che la pioggia li inzuppava, infiltrandosi tra essi,
solleticandogli
il collo.
Attivò
il contatto telepatico con Vegeta e socchiuse
gli occhi, intravedendo la figura del principe dei saiyan al centro
della
scogliera, in piedi, con la schiena ritta e il petto in fuori, avanzare
con una
serie di passi regolari.
<
Vegeta! Vegeta rispondimi| > urlò mentalmente.
“Vegeta!”
gridò, mentre la pioggia iniziava a scendere
più forte. Si mise a correre verso l’altro,
rischiò di scivolare in avanti. Le
gambe gli tremavano, la vista gli si annebbiava, mentre la pioggia gli
finiva
negli occhi e i suoi capelli tornarono neri un paio di volte. Il sangue
si
mischiava con la pioggia e gocciolavano sulla superficie liscia di
roccia nera
della scogliera.
Goku
tornò normale, scomparve anche il simbolo sulla
sua fronte, mentre l’aura dorata di Vegeta diventava nero
pece.
Il
potere reale brillò sulla fronte del principe dei
saiyan e ci fu un’esplosione di energia. Goku
sgranò gli occhi e urlò, venendo
scagliato all’indietro. Crollò
all’inizio della scogliera, lì dove iniziava un
prato che la separava da una foresta, facendo tremare il terreno. Terra
umida
schizzò tutt’intorno, l’eroe della Terra
cercò di rimettersi in piedi e crollò
a faccia in giù, alcuni fili d’erba gli finirono
tra i capelli mori e la sua
aura si azzerò.
“Vegeta!”
ululò con voce rauca, vedendo il principe
dei saiyan continuare ad avanzare.
Gli
occhi di Vegeta erano bianchi. Il saiyan in trance
teneva le labbra socchiuse, i muscoli delle braccia erano rilassati al
contrario di quelli del resto del corpo, irrigiditi
dall’incantesimo.
Goku
cercò di rimettersi indietro, ansimò,
l’acqua
della pioggia gli finiva in gola. Chiuse gli occhi e tossì
un paio di volte.
“Vegeta,
fermati ti prego!” sbraitò, la gola gli
bruciava.
Una
lacrima gli rigò il viso, confondendosi con le
gocce di pioggia. Strinse un pugno fino a far scricchiolare le ossa e
singhiozzò, mentre l’aura di Vegeta si faceva
sempre più forte. Ci furono altri
fulmini a illuminare l’orizzonte.
Goku
si mise in ginocchio e tossì più forte,
l’acqua
gli entrava nelle narici ad ogni respiro. Il suo sangue si stava
annerendo,
mentre si rapprendeva sul suo corpo ricoperto di tagli e di lividi.
Rialzò
la testa di scatto e digrignò i denti,
rimettendosi in piedi. La sua figura era piegata di lato, mentre quella
di
Vegeta continuava ad avvicinarsi al ciglio del burrone.
“Vegetaaaaaaaaaaaaa!”
ululò Goku, tenendo la bocca spalancata. Coprendo il fragore
dei tuoni, lo
scrosciare della pioggia e lo sciabordio delle onde che si abbattevano
sulla
scogliera. Il rumore del vento, però, sovrastò la
parte finale dell’urlo.
“Maledetti
poteri! Dannazione, non fanno altro che
cercare di portarti alla rovina” ruggì Son.
Voltò la testa e sputò un grumo di
sangue, iniziò a camminare, strisciando un piede, arrancando
con l’altro. I
suoi occhi erano arrossati, le sue iridi nere liquide.
<
Deve essere un incubo, solo un incubo > si
disse.
“Vegeta!
Vegeta, mi senti?!” sbraitò Goku, iniziando a
correre. Scivolò a faccia in giù e
proseguì a gattoni.
“Vegeta,
vuoi fermarti?!! SMETTILA!”
implorò.
<
Smettila con questa follia, pensa a Bulma! Cosa
dovrò dire ai tuoi figli?! Che hanno perso il padre senza
motivo?!! > lo
scongiurò mentalmente. Si rimise in piedi, il petto gli si
alzava sempre più
velocemente, il suo battito cardiaco accelerato gli rimbombava nelle
orecchie
come un fragoroso ronzio.
Vegeta
arrivò a un passo di distanza dal bordo della
scogliera.
“FERMATI!
Sei il principe dei saiyan, non un ubbidiente schiavo!”
gridò, mentre la sua
voce arrochita si abbassa di tonalità.
<
Dov’è il tuo orgoglio?! TRADITORE,
TI CREDEVO MIO AMICO! >
Singhiozzò
più rumorosamente, mentre le lacrime gli
solcavano il viso, rigandogli le guance insieme alla pioggia sempre
più
battente.
“È
tutta colpa mia” biascicò, mentre gli usciva una
voce
bassa e sibilante dalle labbra bluastre. Era scosso da tremiti, la
testa gli
pulsava e un rivolo di sangue gli scese dal naso. Si guardò
intorno,
boccheggiando, una cupola di energia si era create intorno al principe
dei
saiyan. La raggiunse ed iniziò a tempestarla di pugni.
“Vegeta,
salto io per te, se vuoi, ma non lo fare. Svegliati,
girati e dammi la mano” piagnucolò Son,
incrementando l’aura.
Vegeta
allungò il piede verso l’abisso, mettendolo nel
vuoto.
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Capitolo 60 *** Cap.60 Non saltare ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.60
Non saltare
<
Ricordati. Tu sei il portatore del potere del
drago, colui che risuonava con il potere reale >
risuonò la voce del drago
nella testa di Goku.
“Fermo!”
intimò Son, in saiyan. Dalle sue labbra
proruppe una voce arrocchita, più simile a quella del drago.
Gli
occhi di Vegeta tornarono normali, il simbolo
sulla sua fronte spaziosa smise di brillare e ricadde
all’indietro, seduto sull’orlo
della scogliera.
Si
guardò intorno e batté le palpebre.
“Kakaroth?”
chiese, riconoscendo Goku che correva
verso di lui. La sua voce era bassa e la gola gli doleva,
deglutì
rumorosamente, abbassò lo sguardo.
“Una…
scogliera”. Riconobbe, strisciando indietro,
intravedendo le punte affilate in fondo al precipizio, su cui si
abbattevano
delle alte onde.
Goku
lo aiutò a rialzarsi, appoggiandoselo sulla
schiena, anche il potere del drago si spense.
“Vieni,
ti spiegherò tutto per strada” disse.
<
Urca, non pensavo sarei mai stato così felice di
vedere il buon vecchio Vegeta > pensò.
**********
Cilin
era seduto sul divano accanto a Vegeta.
La
risata di Goku proveniva dal salone della Capsule
corporation.
“Tutto
bene quel che finisce bene!” gridò Son.
Crilin
assottigliò gli occhi, guardando il principe
dei saiyan.
“Tu
non mi avresti veramente colpito a morte, vero?”
chiese con voce tremante.
Vegeta
incrociò le braccia al petto e gli diede le
spalle.
“Tu
non mi avresti veramente lasciato svenuto e
ferito, dopo che Cell, divenuto perfetto, mi aveva
sconfitto?” chiese.
<
Diamine… se lo ricorda ancora? Gliene avevo dette
di tutti i colori, aggiungendo che lo stavo salvando solo
perché me lo aveva
chiesto Mirai Trunks > pensò il terrestre.
“Tu
non eri svenuto?” domandò.
“Ci
sentivo lo stesso” rispose Vegeta, nascondendo un
ghigno.
“Se
ti offro una pizza, avrò il tuo perdono?”
domandò
Crilin.
“Ci
penserò” rispose Vegeta.
<
Passare dal torto alla ragione in una semplice
mossa > si disse.
“La
preparerò io!” si propose Jeeth, osservandoli
semi-nascosto in cucina.
<
Nella speranza che questo possa iniziare a
risanare l’amicizia che per superbia ho distrutto >
pregò mentalmente.
“Tsk,
fa pure” concesse Vegeta. Sia Jeeth che Crilin
sorrisero.
“Tu
sei un incosciente!” risuonò l’urlo di
Elly dal
piano di sopra.
“Io?!
Sei tu che ti sei lanciata in un buco nero,
piccoletta!” rispose con lo stesso tono il namecciano. Si
udirono dei colpi,
dei mugolii e poi un tonfo.
Kamhara
guardò il soffitto, era seduta sull’ultimo
gradino della scala e le sue orecchie divennero vermiglie.
<
Direi che quei due stanno facendo pace a modo
loro > pensò.
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