Fairy End - Senza Tregua

di Jashin99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ferite aperte e grondanti ***
Capitolo 3: *** God Vs. Monkey ***
Capitolo 4: *** Miracolo ***
Capitolo 5: *** Il veleno peggiore al mondo ***
Capitolo 6: *** Non si torna più indietro ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


_Access_

_S*re?_

_Ope*ate_

_

_Dal database del Regno di Fiore_

_

_

_Ra*porto attacco 2 febbraio X79*_

_

_

_Vittime civili: *7 unità_

_**spe*si civili: 9 unità_

_Feriti civili: 39 unit*_

_

_Vitti** militari: 1*0 unità_

considerevoli: Droy *****, Nab Lazaro, ****us Johnner, Sarusuke Jet_

_Dispersi militari: 3 unità_

considerevoli: Gajeel Redfox* Levy M*Garden_

_Feriti militari: 200 unità_

           considerevoli: Bickslow ** (ferite superficiali), Elfman Stra*ss (lacerazione arteriosa multipla) Erza Scar*** (ferita

                                  profonda addominale), Evergreen ******** (lesioni cerebrali irr**********), Flare Corona (stato

                                  comatoso), Freed Justine (fratture multiple n***** ****** perone) Ginger Mattan (ferite superficiali), Juvia

                                  Loxar (danno psicologico ******), K***** Mikazuchi (ferita profonda addominale), Lisanna Strauss *stato

                                  comatoso), Minerva Orland (ferite superficiali), Yukino Aguria (sottoposta a Cambiamento, stato comatoso,

                                  sospetto danno psicologico)_



_Error_
_Error_
_We are!_
_Spacchiamo i culi!_
_Apriti cielo! - febbraio X794_
_Cazzoni morti o dispersi: -98_
_Alc-ni importa-t-: Cambiati -umeri 444, 445, 446 (i tre porcellini) e 555 (un- troia che c'è andata di nascosto)_
_Cretin- che si so-o f-t-i prendere-o chissà do-e sono: Cambiati numeri 709 (il biondino) e -30 (il gatto senza la volpe)_
_Feriti: un bordello, che palle 'sto lavoro, dat- che di importanti sia-o due li metto qui, Cambiato nume-o 298 (tra la fata turchina e Mangiafuoco ha -erso tipo muscoli, articolazioni, parti del corpo le palle e sciagura var-a), e la grande magnifi-a me, che sono rimasta senza un braccio e senza pelle- Ah poi Sayla, umanificata, in coma e pure uscita di melone, quasi mi dispiace per lei. Quasi. Ehi, almeno non le sono cadute le dita a quella. Ora vado a toccarmi ciao._



Un lieve fruscio sull'asfalto era tutto quello si lasciavano dietro. Non a caso, erano una squadra stealth.
Le sue vibrisse si rizzarono, l'odore era vicino.
Con un mano prese l'elsa che spuntava al di sopra della spalla, attraversò un altro paio di isolati, poi fece cenno agli altri di fermarsi.
Li aveva percepiti.
Avanzò lentamente, uscendo dal corridoio di edifici e uscendo alla luce del sole.
!!!”.
Si trovava al centro di uno spiazzo grigio, dove avrebbe dovuto esserci uno stabile; invece tutto intorno a lui sorgevano, alti dieci metri, forse trenta pali metallici dalle punte che riflettevano il sole, una specie di foresta di ferro e luce.
Fatto cenno agli altri di aspettare, Panther Lily camminava proteggendosi gli occhi con l'ombra della mano, ma era difficile perché i riflessi venivano da ogni direzione.
Si fermò davanti alla picca centrale, più alta delle altre, e alzò lo sguardo.
Eccoti qui.”.
Gajeel.”.
DEDENG
L'asta vibrò sotto i talloni laminati di Gajeel, seduto in cima. Lo stava fissando da sotto quella lastra grigia, all'apparenza apatica e morta.
Batté i piedi ancora una volta, poi si diede lo slancio con le mani e si tuffò.
Lily lo seguì con lo sguardo finché non toccò terra, leggero come una piuma, lo svolazzio dei suoi abiti fece più rumore di lui.
Rimasero entrambi immobili, mani sui fianchi, testa alta, poi Gajeel batté un pugno sull'asta alle sue spalle.
DENNNNNNNNNG
La parete si increspò come acqua smossa, spuntarono un ciuffo azzurro, poi una testa, poi un corpo intero, che cadde a terra con un tonfo sordo.
Lily aggrottò la fronte: -Che cosa le hai fatto?- gli intimò.
Da sotto la maschera sentì uno stridio metallico, come di ingranaggi arrugginiti, poi a mano a mano si trasformava in una risata.
-Ghihihihih... Che c'è, Panther Lily, è così che mi saluti?-.
Gajeel allargò le braccia, mentre il ferro sul suo corpo si ritraeva sotto i suoi vestiti.
Lily si rilassò: -Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai?-.
Gajeel ridacchiò ancora, era bello rivedere la sua faccia; ai suoi piedi, Levy borbottò qualcosa e si rialzò.
-Ehi, che cavolo...-.
Gajeel le mollò un pugno in testa che la fece finire di nuovo faccia a terra.
-Ah! Cosa ti è preso?-.
-Cosa, gamberetto, quelle gambe così forti non reggono il tuo grasso?-.
Levy gonfiò le guance: -B-Baka...-.
Poi si riscosse e balzò in piedi: -Io non sono grassa!-.
-Guarda che io intendevo il seno.-.
Levy diventò paonazza: -Idiota!!!-.
Lily sorrise, in quel momento sembrava essere tornato tutto come prima.



Dal diario del prode cavaliere Dan Straight [segue disegnino illustrativo].
Mi svegliai tra le braccia della dolce Kinana-occhio blu che mi bendava.
Oh prodezza divina che relegasti alle donne il sacro compito del ristoro!
Quando lo feci notare alla madamigella lei, vista una perdita di sangue in viso e arrossita da una vampata di pudore, accorse subito nel coprirmi bocca e naso stringendo così tanto da non farmi respirare!
Dunque, il mio angelo spese il suo fiato leggiadro nel narrarmi di come ci battemmo con onore e riuscimmo a recuperare importanti documenti sulla locazione dei suoi amici, che purtroppo Kinana-sama vuole occultare alla mia conoscenza; comunque poco dopo affrontammo due pericolosi avversari, ed io ricorsi persino al mio fascino da impavido cavaliere biondo per difenderla, ahimè riuscendo solo per un crine di cavallo a permettere a me e a Kinana-dono di ritirarci. E con rammarico notai che anche il suo corpo rimase molto provato da quella fatica.
Ma ci rifaremo! Orsù dunque, alla liberazione!




Divampo

la mia anima segna i nomi e

sbraita















Angolo del Chisinonmuoresirilegge
Ciao ragazzi, sono tornato!!! (cit. Indipendence Day)
Come promesso, ecco questa seconda parte, che sarà molto corta: sto lavorando alla terza, e non è mica facile! Quindi continuate a supportarmi!
Godetevi la lettura, e buona estate!

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Capitolo 2
*** Ferite aperte e grondanti ***


I'm waking up to ash and dust
I wipe my brow and I sweat my rust
I'm breathing in the chemicals
I'm breaking in, shaping up, then checking out on the prison bus
This is it, the apocalypse
Whoa

I'm waking up, I feel it in my bones
Enough to make my systems blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age
Whoa, whoa, I'm radioactive, radioactive
Whoa, whoa, I'm radioactive, radioactive

(Radioactive-Imagine Dragons)


Le battono i denti, ha freddo, nuda in quella stanza bianca e vuota.
Prende in mano una ciocca dei suoi capelli, li scruta attentamente, le sembra impossibile che siano i suoi: così lunghi, così grigi.
Ma anche quelle mani che stringono quei capelli non riesce a credere che siano le sue, o quelle di un essere umano.
Oscilla con le dita, fa toccare tra loro le punte delle unghie, anzi, degli artigli; rimane quasi ipnotizzata da quel semplice gesto.
Poi scuote la testa, non ha tempo da perdere, si mette seduta, chiude gli occhi, respira.
Incrocia le gambe a zen e appoggia i torsi delle mani sulle ginocchia, rilassa ogni muscolo, si libera di ogni pensiero.
La sente, è apparsa dietro di lei, la raggiunge, le salta addosso, non la atterra, si limita a prenderla per le spalle e schiaccia il viso sul suo collo e sui suoi capelli, annusandoli e assaggiandoli.
-È la resa dei conti... mmm che pelle buona...-.
Parla veloce, poi si sposta dall'altro lato della testa.
-Io ho il tuo aspetto e tu il mio, io ho i tuoi occhi e tu i miei, la cosa potrebbe dare spunto a qualche monologo filosofico...-.
Socchiude appena un occhio, la spia con una fessura gialla elettrica.
L'altra ci sta dando dentro, la prende, la lecca, la morde, le afferra con veemenza il seno e inizia a palparla.
-Mmm non ti interessa... non ti interessa vero? Mmm... sì tu vuoi solo questo, lo vuoi non è così? Mmm...-.
Ora l'ha sbattuta per terra, è sopra di lei, la abusa in ogni modo possibile.
-Io ti divoro o tu mi divori, è così che va il mondo, mmm... sei deliziosa...-.
Lei tiene lo sguardo alto sul soffitto (non può vederlo, è bianco come tutto il resto), non reagisce nemmeno passivamente a quei tocchi aspri, si lascia violare, invadere, divorare.
E poi... poi ricomincia tutto da capo.



Due mesi prima
-Che palle!-.

-Che palle!-.

-Che palle!-.
-Cosa ti turba, Zancrow?-.
-E me lo chiedi pure? Sono giorni che camminiamo e basta, mi annoio!-.
-Ma se hai bruciato tre villaggi fin'ora.-.
Beh certo, quello era il minimo per scrollarsi.
-Mi spieghi perché non voliamo via, Bluenote? Perché non ci teletrasportiamo?-.
-Te l'ho già detto, avresti dovuto farlo quando la breccia nella barriera era ancora aperta. E alzarci in volo segnalerebbe la nostra posizione al nemico.-.
-E chissenefrega! Anzi, meglio! Così ci divertiamo un po'!-.
Ma quel musone scassapalle non ne voleva sapere niente; Zancrow lo conosceva, se gli entrava un'idea in testa non c'era verso di levargliela neanche a suon di pugni. Ehi, un momento!
-Divertiamoci un po' e lottiamo!-.
-Non mi pare il caso, e non saprei dosare la mia forza.-.
-Keh! Guarda che io sono forte, molto più di te!-.
Bluenote lo trucidò con lo sguardo, facendolo impallidire per un secondo, e poi imbestialire per questo.
-Come osi guar-
-Riusciresti a farmi volare???-.
Zancrow ammutolì, sputò a terra e riprese a camminare a gambe larghe.
-Ti spedirei in orbita, io sono un dio! Ma comunque mi interessi poco! Io voglio solo quel bastardo che sta in alto!-.
-Allora perché ti sei unito a lui?-.
Perché? Che domanda stupida.
Perché era divertente, no???



-Per quanto ancora hai intenzione di stare seduto lì, Elfman?-.
Per quanto?
Per sempre.
-Ohi, non eri tu che ti proclamavi un vero uomo? Allora rialzati e smettila di autocommiserarti!-.
Un vero uomo? Heh, che parole arroganti.
Non era mai stato così lontano dall'essere un uomo.
-...come faccio, Erza?- Sussurrò: -Come faccio io adesso? Sono stato completamente inutile, tutti voi avete combattuto e avete rischiato la vita, io invece mi sono fatto stendere subito. Dimmi, come dovrei perdonarmi per questo?-.
-Ma non è certo colpa tua! Ascolta, a volte non conta quanto sei forte, a volte non è l'avversario giusto per te, e non ci puoi fare nulla! Ma questo non significa che sia un tuo sbaglio!-.
Quelle parole gli arrivavano vuote, come quelle che si sentiva dire da ore, come si sentiva dentro.
-...quindi cos'è, sfortuna?-.
Erza si bloccò.
-Beh... sì.-.
Elfman aggrottò le sopracciglia.
-Quindi io dovrei dirle... che è stata solo sfortuna? Che se quando Evergreen partorirà il suo cervello congelerà, è stata solo sfortuna? Che se mia sorella ora è in coma, è stata solo sfortuna? Che se io non ho fatto niente per impedirlo, è stata solo sfortuna?-.
-Elfman, non intendevo...-.
-Guardami negli occhi e dimmi che è stata solo sfortuna!!! Dillo se ci riesci!!!-.
Si era alzato e l'aveva presa per le spalle, gliele stringeva tanto da sentire male alle dita.
Ma lei non si lamentò, anzi, gli sfiorò i polsi con le mani e scosse la testa, ma non tanto, appena appena.
-No, non è stata solo sfortuna. Ma non è stata certo colpa tua.-.
Elfman sentì la sua voce incrinarsi, e gli occhi diventarle lucidi.
-Tu non hai potuto scegliere, tu sei stato sconfitto contro la tua volontà. Ma io? Io che invece di aiutare i miei compagni sono rimasta a combattere solo perché mi piaceva? Io che me ne sono fregata di tutto il resto, e sono rimasta lì, , invece di pensare anche solo un poco di tutto il resto??? Eh??? Che ne dici di me, allora???-.
Elfman la lasciò andare, indietreggiando un poco.
Scosse la testa, una volta, rigorosamente: -Erza, tu sei il solo motivo per cui mia sorella, e Yukino, e Flare, e chiunque altro sono vivi.-.
-No, io sono la ragione per cui loro sono in coma!!! Io, capisci??? Io!!!-.
Si buttò addosso a lui, nascose il viso sulla sua spalla e scoppiò a piangere, mentre lui la fissava incredulo.
-Ma che... che stai dicendo? Tu? Tu hai sconfitto tre Cambiati da sola, hai portato sulle spalle Lisanna e Yukino fin dall'altra parte del campo, sei rimasta in piedi a fronteggiare Natsu, tu dovresti avere una medaglia, tu sei un vero uomo!-.
-Io sono il responsabile di tutto questo!-.
-No, l'unico responsabile di tutto questo è il mostro che le ha ridotte in questo stato!-.
Elfman si bloccò, Erza si staccò da lui asciugandosi le lacrime.
-Ora hai capito, eh?-.
Elfman boccheggiò incredulo, in effetti Erza non era mai stata così arrendevole al pianto.
-Quindi hai... finto?-.
-No, ho solo ripetuto quello che provavo prima.-.
-Ah... capisco...-.
Erza gli sorrise e si incamminò nel corridoio, lasciandolo solo con i suoi pensieri confusi.
L'aveva appena consolato... o fregato?



TOC TOC PUM
La porta crollò e Dan rimase col pugno alzato in aria.
-Perdinci, non ho dosato la mia forza.-.
PEW
Un proiettile rimbalzò sul suo pettorale e finì sul soffitto.
PEW PEW PEW
-Esci dalla mia stanza.-.
PEW PEW PEW
-Ma Kinana-sama, io volevo...-.
PEW PEW PEW
-Esci subito-kina.-.
PEW PEW CLICK CLICK
Kinana si mise a ricaricare.
-Ma Kinana-swan, sei così bella in canottiera su quell'affare per gli addominali!-.
PEW PEW PEW
-Sei ancora qui?-.
PEW PEW CLICK
Kinana sospirò e mise via le pistole: -Vabbeh, ormai hai visto.-. Si mise seduta e incrociò le braccia sotto il seno.
-Che vuoi-kina?-.
-Ecco, mi interrogavo sul nostro prossimo futuro, sono due settimane che siamo in questo covo. Non dovevamo liberare i tuoi amici?-.
-No, non più.-.
-Uh? Che vuol dire?-.
-Che non c'è più bisogno di liberarli, sono già liberi-kina.-.
-Eh?-.
Kinana sospirò, mettendosi una giacca: -Li hanno liberati e riarruolati. Tutto è bene quel che finisce bene-kina.-.
Dan rimase perplesso.
-Va bene, quindi ora cosa facciamo?-.
Kinana lanciò qualcosa che rimbalzò sulla sua testa; Dan abbassò lo sguardo e vide che era un rettangolo verde con una faccia sopra.
-Tienili, compraciti ciò che vuoi, sempre che il tuo codice non te lo impedisca. Ora esci-kina.-.
Dan capì che quell'“esci” non si riferiva solo dalla stanza.
-Mi rifiuto!-.
-Non mi servi più-kina.-.
-Ma il mio compito non è finito ancora!-.
-Non è nemmeno mai iniziato. Su, torna dal tuo esercito e lasciami sola.-.
Dan batté lo scudo a terra.
-Giammai! Un cavaliere che abbandona una dama non è degno di tal nome!-.
-Ma quale dama e dama-kina! Mi hai vista? Sono un'assassina sfigurata psicopatica e lievemente sociopatica, non una damigella che deve essere salvata!-.
-Sì invece, colei che devo salvare è proprio davanti ai miei occhi, presa in ostaggio dal peggior nemico che esiste!-.
-Sarebbe?-.
-Sé stessa!-.
-Oh che frase fatta. Ah, immagino che non posso liberarmi di te-kina.-.
-Esattamente! E rimarrò immobile qui finché tu non
BANG
-Ho come un giramento di capo...-.

E crollò a terra.



Controllo ore 11.59.57 secondi.
Niente da segnalare.
Controllo ore 11.59.58 secondi.
Niente da segnalare.
Controllo ore 11.59.59 secondi.
Niente da segnalare.
Controllo ore 12.00.00 secondi.
Niente da segnalare.
Rapporto orario al Master.
Si voltò, arrivò alla porta, la aprì, abbassò lo sguardo.
-Rapporto orario. Niente da segnalare.-.
Il Master, raggomitolato su sé stesso, non disse niente.
Mirajane fece un passo indietro, chiuse la porta, si voltò, tornò davanti al letto.
Controllo ore 12.00.05 secondi.
Niente da segnalare.
Controllo ore 12.00.06 secondi.
Niente da segnalare.

Controllo ore 12.59.59 secondi.
Niente da segnalare.
Controllo ore 13.00.00 secondi.
Niente da segnalare.
Rapporto orario al Master.
Si voltò, arrivò alla porta, la aprì, abbassò lo sguardo.
-Rapporto orario. Niente da segnalare.-.
Il Master sospirò.
-Mir-
Mirajane fece un passo indietro, chiuse la porta, si voltò, tornò davanti al letto.
Controllo ore 13.00.05 secondi.

-Rapporto orario. Niente da segnalare.-.
-Mira...-.
Mirajane fece un p-
-Stai ferma!-.
Mira si bloccò e rimase in attesa di ordini.
-...prenditi una pausa.-.
Mirajane batté le palpebre e metabolizzò l'ordine in testa.
-Obbedisco.-.
Allungò un braccio e iniziò ad aprire e chiudere la mano.
-...che stai facendo?-.
Mirajane abbassò la mano.
-Non riesco ad afferrarla, Master.-.
-...cosa?-.
-Una pausa.-.
Il Master si alzò, fece un passo di lato, e iniziò a sbattere la fronte sul muro.
-Sono desolata. Mi punisca come trova più opportuno.-.
Il Master si raddrizzò, si massaggiò la bocca con una mano, poi disse: -Va bene, senti, vai a farti un giro.-.
Mirajane batté le palpebre e metabolizzò l'ordine in testa.
Alzò un piede, poi l'altro, e fece un giro su sé stessa.
Il Master però non sembrava felice.
Ritenendo di aver in qualche modo contravvenuto all'ultimo comando, lo ripeté.
Completato il giro, però, vide che il Master stava colpendo il muro con la fronte.
“Un nuovo ordine?”.
Lo imitò.
“Il Master ora batte più forte... il suo genio non ha eguali.”.



SLAM
Evergreen trasalì.
-E... e tu chi sei?-.
Sonnecchiava tranquillamente in attesa di... morire, quando si era trovata di fronte a una ragazza dai corti capelli fucsia e gli occhi dello stesso colore, che saettavano addosso a lei come per incenerirla.
La raggiunse a grandi passi e la prese per le spalle: -L'hai incontrato, vero???-.
Ever non capiva niente, se non che la testa pulsava come non mai.
-Non dirmi che l'hai ucciso-dechi! Non puoi avermelo ammazzato, vero???-.
-Ma-ma di chi parli? E chi diavolo sei?-.
In quella entrò anche Elfman, che dapprima confuso afferrò la ragazza e la spinse via.
-Ehi!- Le urlò contro: -Tu sei Ginger, giusto? Ma che t'è preso, non vedi come sta Evergreen???-.
In un altro momento si sarebbe subito schierata con lui e contro quella pazza smorfiosetta, ma in quello era contemporaneamente confusa dalla situazione e stordita dalle urla, perciò le ci volle un po' per gridare: -Piantatela di fare casino voi due! Si può sapere che state facendo?-.
Elfman sussultò e si rivolse a quella Ginger urlandole a bassa voce: -Perché sei entrata in questo modo? Ever è incinta e anche m- si bloccò.
Malata, moribonda o già morta? Chissà cosa stava per dire.
Ginger allora prese lui per il collo, e per fortuna capì anche lei di abbassare la voce.
-Anche tu l'hai incontrato, giusto-dechi?-.
-Ma chi?-.
-Il demone col mantello, quel bastardo del ghiaccio!-.
I due ragazzi ebbero un soprassalto.
-Allora è vero! Non l'avrete mica ucciso-dechi???-.
Stavolta fu Elfman ad afferrarla: -Tu lo conosci?-.
-Per mia sfortuna sì! Ho un conto in sospeso con lui-dechi! Ha osato supcontrastare la mia magia del ghiaccio! Pensa che ha persino osato assorbirlo, grrr!-.
-Assorbirlo?- Ripeté Ever: -Tu ne saresti capace?-.
-Uh? È proprio quello che volevo mostrargli! Il suo stupido ghiaccio, sparito nelle mie dita, sai che risate gli avrei fatto in faccia-dechi?-.
Ever guardò Elfman, e Elfman Ever, entrambi pensarono alla stessa cosa. Ma quanto a dirla...

-Eh? Hai il suo ghiaccio in testa?-.
-E non urlare! Comunque sì! Saresti in grado di toglierlo?-.
-Ehm... sì...-.
-Davvero?-.
-...ma non sopravviveresti-dechi.-.
-Cosa?-.
-Insomma, probabilmente assieme al ghiaccio staccherei un bel po' del tuo cervello, ecco.-.
Ever abbassò il capo, era stata un'illusa a sperarlo anche solo per un istante.
-Non...non puoi fare proprio niente?- Le chiese Elfman, lui invece non si era ancora arreso; oppure sì, ma si rifiutava di comprenderlo.
-Dechi...- Persino lei sembrava sconsolata, forse in fondo si dispiaceva per lei.
-A pensarci, però, se il ghiaccio non si può assorbire si può sciogliere... per voialtri rimuovere l'acqua poi sarebbe più semplice-dechi. Ficcate un tubo su per il naso, succhiate e...-.
Oppure chiedevano a Juvia. Un attimo, non cascarci, Ever! Non può che finire male!
-E tu puoi scioglierlo?-.
Ginger si morse il labbro.
-Io no... però ho incontrato un tipo che mi ha supcontrastato col fuoco... le sue fiamme nere potrebbero fare al caso vostro...-.
Il perché le sue e non quelle di Ginger che pure si professava al suo livello, non lo spiegò; magari quell'altro aveva più autocontrollo?
-E quindi dovremmo portarlo qui?-.
-Ahahah! Proprio no, perché civi ammazzerebbe subito! Mi bastano un po' delle sue fiamme, le assorbo e voilà. Senti, quanto ti manca per partorire?-.
Disse “partorire” per non dire “morire”, alla fine un po' di tatto ce l'aveva.
Comunque era una storia proprio divertente; Evergreen si massaggiò il ventre.
-Avrei già dovuto farlo una settimana fa.-.
Ginger si strozzò con la sua stessa saliva.
-Dechi?-.
-Il mocciosetto è furbo, deve aver preso dalla madre. Però non so per quanto potrò resistere...-.
-Beh, direi che il tempo st- Ginger non finì la frase che Elfman era corso fuori dalla porta.
-DEVO TROVARE LA PRINCIPESSA!!!-.



-Miao!-.
Millianna si guardò intorno.
Un obitorio, che bello, non ne aveva mai visto uno dal vivo!
Ahahah, “vivo”!
-Perché adesso mi hai portata qui-nya?-.
Quella donna era scura in volto, sembrava proprio di pessimo umore.
Eheheh, beh, erano due settimane che cercava di convincerla a prenderla sotto la sua ala! Figurarsi-nyah! Se si era unita ai demoni c'era un motivo, ed era... ehm... boh, non lo ricordava più! Comunque proprio non le piaceva quella.
-Non avrei voluto mostrarti questo, Millianna. Ma è giusto che tu lo sappia.-.
Fece SWOSH e ricomparì davanti ai cassetti con dentro i corpi.
Ne aprì due.
Millianna sbatté le palpebre e inclinò la testa: Minerva non si muoveva più, voleva che la raggiungesse? Va bene, anche se non ci capiva molto.
E più andava avanti, più sentiva quell'odore, e più ci capiva meno.
Arrivò là davanti e non ci capì più niente.
-Che cosa significa questo-nya?-.
Minerva non rispose.
Millianna digrignò i denti, le si rizzarono i capelli, allungò gli artigli.
-Cosa significa questo-nya???-.
Non parlava, allora conficcò le unghie sulle sue spalle e la guardò furibonda.
-Ti ho chiesto cosa significa??? Perché loro due sono qui???-.
-...-.
-Chi è stato??? Dimmi chi è stato!!!-.
-I demoni.-.
Millianna aprì le mani e Minerva indietreggiò.
Lei rimase immobile.
“I demoni.”.
-Millianna...-.
“I demoni.”.
-...non fare così...-.
“I demoni.”.
I demoni!”.
I demoni!!!”.
-...ti prego, so che erano tuoi amici, ma non...-.
I DEMONI-NYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!”.
-
Si riscosse, qualcosa le aveva toccato il braccio.
Era la sua mano.
-Scusami, non avrei dovuto farti vedere quest-
-No. Hai fatto bene invece.-.
Si graffiò le guance fino a tirarsi il rosso degli occhi, e assaggiò il suo stesso sangue che le colava giù.
-Perché ora li ammazzo di brutto tutti!!!-.



C'era una montagna sopra al suo cuore.
Ne sentiva tutto il peso, e tutti i suoi massi accuminati che premevano sul suo petto; doveva essere una montagna strana, dunque, oppure messa al contrario.
Di certo non era piccola. Però quanto grande fosse non lo sapeva, perché non riusciva a sollevare le palpebre per guardare.
E non riusciva a fare nient'altro, non riusciva a muovere le dita, non riusciva a chiudere la bocca, non riusciva ad alzare la lingua, non riusciva nemmeno a controllare se fosse ancora tutta intera o se fosse a pezzi, e come si sentiva.
Uh, forse era per questo che non riapriva gli occhi: aveva troppa paura per guardare.
Che gran vigliacca, eh? Poteva immaginarli, i suoi compagni, suo fratello, Erza, Flare, Yukino, tutti intorno a lei che speravano che si svegliasse, e lei che non dava segno di vita, troppo impegnata a nascondersi da sé stessa nella sua solitudine.
Solitudine? No, c'era qualcun altro con lei.
Lisanna...
La sentiva, era alle sue spalle e premeva le mani sui suoi occhi per non farla guardare.
Dunque era lei la causa.
Io? Mi lusinghi! Ma sei sicura di voler guardare? Pensi davvero di essere al sicuro?
I miei amici sono qui... non voglio aprire gli occhi, ma non voglio deluderli... loro sono qui per me...
“Sono qui”? Cosa ne sai? E se tu fossi ancora per strada? Non lo sai, vero?
È di fianco a me... la sento...
“È di fianco a me, la sento”? Ahahah! Non hai paura che sia morta?
No... ma vorrei tanto... vorrei tanto...
Cosa?
Lisanna afferrò i suoi polsi e si scoprì gli occhi, girandosi di scatto.
-VORREI TANTO VEDERTI SBAGLIARE!!!-.
Tutto il suo corpo ebbe una convulsione, Lisanna sentì il bippare dei macchinari impazzire in una linea, poi si rilassò e ricadde sul materasso.
Materasso? Allora era davvero all'ospedale, e lei non parlava più.
Bene...
Si leccò le labbra, erano secche e screpolate, poi percepì attorno alla bocca una sfera di plastica.
Un respiratore? Ecco perché sentiva così pesante il fiato...
-Bianca!-.
“Flare? Che bello, stai bene!”.
Voleva dirlo, ma uscì solo un sospiro più lungo degli altri.
Flare era dietro alla vetrata della stanza, ed era l'unica cosa che poteva distinguere dal bianco sfumato dello sfondo.
Povera ragazza, sembrava volerlo sfondare quel vetro tanto le stava appiccicata. Come voleva alzarsi e andare da lei, ma chissà se si era accorta che era sveglia. Ah, certo, ora stava urlando per il corridoio per un medico, doveva averla terrorizzata prima...
Un momento, cos'erano quei cerotti e quelle bende? Cosa le era successo? Ricordava solo la sua voce disperata, ma non sapeva né dove né quando l'aveva sentita, certo dopo essere svenuta.
E Yukino? Lei dov'era??? Si guardò intorno per quello che poteva, perché si accorse di avere mani e piedi immobilizzati, ma comunque non la vedeva da nessuna parte.
“Eppure... eppure sono sicura che era di fianco a me! Non sarà che... no, no, no!!!”.
Si divincolò per liberarsi, ma qualcuno irruppe nella stanza e la tenne ferma.
“Yukino! Yukino-chan!!!”.
L'ago di una siringa le punse il collo.
“Oh...”.
E poi nero.



Wendy appoggiò la valigia sul pavimento e si buttò sul letto.
Il viaggio era stato stressante, per quanto corto. E anche se voleva con tutta sé stessa rialzarsi e correre da Lisanna e dalle altre, ogni cellula del suo corpo si rifiutava. “Dopo!” Frignavano come bambini: “Lo facciamo, sì, tuttavia più tardi!”.
-Mmm...- Mugugnò battendo pugni e calci sul materasso.
Poi si rilassò, si mise supina e guardò il soffitto. Bella la stanza però.
All'improvviso sentì una specie di ronzio alle orecchie; sbuffando si mise seduta e si guardò intorno, che ci fosse una zanzara?
Eccola infatti, le sfrecciò davanti e sparì alle sue spalle; si voltò di scatto e la seguì con lo sguardo, si dirigeva verso la finestra chiusa; si precipitò subito ad aprirla e la vide uscire.
Ah, che bello! Vola libera, piccola creaturina!
Si girò e fece per tornare sul letto, quando vide ai suoi piedi, sporgente appena da sotto la coperta, un qualcosa nero.
Che cos'era? Forse qualcuno l'aveva dimenticato lì?
Lo prese in mano, era un tomo nero, strano, non aveva un titolo, e persino le pagine erano nere.
Fece per aprirlo, ma si bloccò.
Perché l'aveva chiamato “strano”? Non era per il colore, era... uhm... era la sensazione che le trasmetteva.
Era un libro vecchio, eppure aveva un ché di nuovo, come se ci avessero scritto sopra degli appunti. Ma... anche se non l'aveva mai visto prima, era certa di averlo già tenuto tra le mani, tanto, tanto tempo fa.
Lo esaminò attentamente, più lo guardava più era familiare, finché non vide delle scritte dalla calligrafia arcaica campeggiare sulla copertina.
Storse lo sguardo, lo fissò più da vicino, e finalmente lesse.
-Etherious...-.
“Cos... ma questo è...”.
Lo lasciò andare, ed esso cadde a terra con uno SNAP.
Wendy indietreggiò e inciampò sul letto, si mise seduta e arrancò fino a cadere.
-Che significa? Che significa? Perché lì sopra...-.
-Perché lì sopra c'è il mio nome???-.



Ricontrollò lo zaino, c'era tutto, bene.
Lo chiuse e se lo mise in spalla, poi uscì dalla sua stanza.
-Dove pensi di andare, Elfman?-.
SLAM
Richiuse la porta e si accucciò.
“Come ha fatto a scoprirmi???”.
TOCTOCTOC
Riaprì piano la porta, e vide l'occhio di Erza puntato su di lui.
-C-Che c'è?-.
Erza alzò qualcosa di luccicante che tintinnò.
-Ti servirà un passaggio, non credi?-.
“Chiavi? Di un Espada? Ma allora...”.
Spalancò completamente la porta e guardò stupito Erza.
-Mi stai aiutando?-.
-E me lo chiedi?- Sorrise con superbia: -Forza, andiamo!-.
“Andiamo?” -Ma vieni anche tu?-.
La rossa aggrottò la fronte: -Che domanda è? Ti servirà come minimo il mio aiuto se vuoi prendere quel demone e portarlo qui.-.
-Ma la Prima ha detto...-.
-Sì, “andare alla sua ricerca sarebbe improduttivo in un momento del genere, rischieresti solo la vita, e anche se si tratta di una delle mie figlie è pur sempre solo una persona”; poi, quando te ne sei andato spaccando tutto, lei e la principessa mi hanno riferito di alcuni incendi vicini al confine, come se qualcuno se li stesse lasciando dietro.-.
-C-Cosa? Perché non l'hanno detto subito?-.
-Perché sarebbe stato un incitamento alla diserzione, e poi prima che potessero dirti qualcosa... beh, hai spaccato tutto. Avanti, andiamo?-.
Si voltò e fece per incamminarsi, ma Elfman la trattenne: -Ma non ti sei ancora ripresa del tutto, Erza! Questa è una cosa che solo io devo fare!-.
-Te lo sogni! Si tratta di Evergreen, farò di tutto per salvarla!-.
Che uomini, lei e la principessa e la Prima, come poteva insistere ancora???
-Va bene, allora and- Erza lo colpì in faccia con un calcio facendolo cadere, e gli schiacciò la testa con il piede.
-Erza, ma che...- La ragazza guardava in aria con gli occhi infuocati e il pugno alzato, e urlava: -Sì, noi la salveremo! Evergreen è molto importante anche per me, quanto vorrei potere prendere quella scheggia e strapparla via, e poi mangiarmela io, deve essere buona non credi???-.
Elfman gemette: che piede da uomo, e che forza...
-Quindi è questo che avete in mente, eh?-.
I due sussultarono e si guardarono intorno: quella ragazza dai capelli castani, Kagura, li guardava dal fondo del corridoio a braccia incrociate, con uno sguardo molto virile. E minaccioso, soprattutto quello.
-Kagura...-.
-Erza-nee, capisci che non posso lasciarvi partire.-.
-Ehi!- Protestò lui: -Con chi credi di-
-Perché no?- Domandò Erza.
Kagura afferrò l'elsa della spada con una mano: -Simili colpi di testa non sono consentiti proprio perché rischiano di scatenare il caos. Ora come ora il regno è un castello di carte, la minima mossa falsa e cade tutto; non vi permetterò di fare quella mossa.-.
-Aiutare un amico non è una mossa falsa.- Erza exquipaggiò una spada: -Inoltre un Cambiato cadrà nelle nostre mani, e se non lo fermiamo si riunirà alla forza bellica nemica, perciò...-.
Kagura slacciò il fodero e lo impugnò: -Questo è irrilevante, se la Principessa e il tuo Primo Master non vi hanno concesso l'autorizzazione, non ci sono discussioni.-.
-Ah? E allora perché ci avrebbero suggerito di farlo comunque?-.
-Ufficiosamente, dunque anche questo è irrilevante.-.
Ohi-ohi-ohi!” Il ragazzo cominciava a preoccuparsi:Se non si calmano qui finisce che...”.
SWISH PUM
“Appunto!”.
Elfman si coprì gli occhi per lo spostamento d'aria, Erza e Kagura erano scattate in avanti insieme e si erano scontrate spada contro fodero.
-Vai Elfman!!!- Gridò Erza a denti stretti; il ragazzo vide infatti che le chiavi gli erano cadute addosso.
-Ma, Erza...-.
-Vai!-.
Elfman annuì e saltò in piedi, poi corse via verso il parcheggio.
“Ever, ti salverò!”.



Aprì un occhio.
Spiò a destra, poi a sinistra.
“Una stanza. 4 metri di soffitto circa; soffitto e probabilmente pareti scuri.”.
Alzò un polpastrello e toccò dov'era sdraiata.
“Materasso in lattice, letto a due posti. Gli odori sono... lavanda, deve esserci qualche fiore oppure un profumante. Devo essere in una qualche camera di lusso, non ricordo come ci sono finita.”.
“L'ultima cosa che ricordo cos'è? Allora... io ero...”.
Le immagini le arrivarono in testa tutte di colpo. La missione la sfera quella ragazza Gajeel il vortice lo scontro il ragazzo con l'elmo la spada il raggio il dolore il Master le corna-
Le corna!
Balzò seduta e si tastò la testa, trovando il vuoto.
“Ah... allora è così... e il mio corpo è...”.
Aprì e chiuse la mano, trovandola quasi atrofizzata.
E non era solo quello.
“Sono sparite tutte le particelle di anti-magia... quindi sono davvero diventata questo...”.
“Questo schifo!!!”.
Batté i pugni sul letto, imprecando.
-MERDA!!! MERDA MERDA MERDA!!!-.
Affannò, trovandosi improvvisamente senza fiato; si sentiva diversa, era la prima volta che faceva una cosa simile, ed era la prima volta che sentiva quella rabbia dentro di sé, e quel forte desiderio.
Tutta la stanza rasa al suolo, ecco cosa l'avrebbe calmata. Distruggere, che parola dolce e attraente... non vi si era mai soffermata a lungo, pensò, ma ora voleva contemplarne il significato attivo.
-Deve usufruire del bagno?-.
Sayla alzò la testa e si accorse solo ora che, seduta di fianco al letto e vestita da cameriera, c'era lei.
Mai più di allora voleva disintegrarla.
“È Sopita. Oh, ora capisco la sua domanda.”.
-No. Devo dedurre che mi trovo alla gilda, sbaglio?-.
Mirajane vacillò; giusto, quel tipo di domande la metteva in crisi, quando un “no” poteva indicare entrambe le risposte.
-Ho ragione?-.
-Affermativo. È stata portata qui dal Master una settimane fa. Da allora non si era ripresa.-.
-Sei qui su suo ordine?-.
-Affermativo.-.
-Qual è il tuo compito preciso?-.
-Soddisfare ogni Sua richiesta.-.
Le scintillarono gli occhi, davanti a lei c'era una macchina da guerra ai suoi ordini. Eheheh, le veniva da ridere, non capiva bene come mai...
-...purché non prevedi la lesione di lei o di altri soggetti.-.
Sayla si arricciò una ciocca di capelli attorno al dito. Doveva aspettarselo, peccato.
-Il Master ora dov'è?-.
-Ha passato i giorni precedenti in veglia fuori da questa stanza, ora riposa.-.
“Il Master? Per quale motivo?”.
-Kyouka-sama è... l'ha già uccisa?-.
-Negativo.-.
“Cosa?”.
-E le è stato fatto del male?-.
-Negativo.-.
Strano. Era sollevata per questo, ma anche confusa.
“Non ha preso alcun provvedimento per me? Forse aspettava che mi svegliassi, oppure...”.
No, che sciocchezza, non poteva essere in pensiero per lei, non era che una pedina nelle sue mani.
Proprio in quel momento si aprì la porta.
-Chi... Master!-.
E.N.D. si fermò, fissandola stupito.
Eh, però non la guardava in faccia, ma più in basso.
Toh, era nuda, non se n'era accorta prima.
-C-Ciao Sayla. Non sapevo che eri sveglia.-.
Lei cacciò un grido e si nascose sotto le lenzuola.
“Cos'è questa... vergogna??? Perché sono imbarazzata???”.
-Mira, vai a prenderle dei vestiti!- Urlava intanto la voce del Master.
-Sissignore.-.
La porta cigolò, si chiuse e rimasero soli.
“Cosa dovrei fare? Non riesco a muovermi per l'imbarazzo, e non so cosa dire!”.
Parlò lui: -Allora, come ti senti?-.
-Ehm... L-La ringrazio per avermi salvata...-.
-Non serve, ma tu come stai?-.
Come stava? Bene, insomma, non voleva più distruggere tutto, e poteva ipotizzare che Kyouka era salva, che anche lei era salva, e che il Master non fosse arrabbiato anche se aveva fallito, anche se aveva perso ogni battaglia, anche se l'aveva deluso in ogni modo, anche se si era fatta colpire, e umiliare, e trasformare in un... in un...
Cielo, ora si era messa a piangere!
Cercò di asciugarsi le lacrime, ma invece singhiozzò solo più forte.
Che-che vergogna che provava, che rabbia, e che dolore! Non-non si era mai sentita così male!
Il Master le si avvicinò, lo capì dal rumore dei passi.
-Ehi, Sayla, che ti prende?-.
-Ho coh-mbinato un dih-sah-stro! Ho-Ho deluh-so tutti! Io non-non posso restare più qui!-.
-Ma che dici? Avanti, non fare così...- Si sedette sul materasso, Sayla voleva davvero obbedirgli, ma non ci riusciva, non ce la faceva proprio a smettere di bagnare il lenzuolo.
-Io sono diventata un... un'umana!- Ecco, aveva detto quella parola, la causa di tutte le sue lacrime.
-Non lo neghi, lo so che è così! Sono un mostro, non sono più un Etherious! E questo non è più un posto per me!-.
Chiuse gli occhi rifugiandosi nel suo pianto, mentre il Master si fece silenzioso.
Ma non esisteva parola che potesse cambiare ciò che era successo, e lei sapeva solo che doveva alzarsi e andarsene subito, non appena ne avesse avuta la forza.
TAP
Sentì un tocco caldo sulla testa, e poi spostarsi di lato per accarezzarla.
“Master...”.
-Non è più un posto per te? Che scemenza! Questa è casa tua, no? È la tua gilda! E sei qui da quando... da quando sei nata mi pare!-.
Sayla si morse il labbro e si ritrasse.
-Ma io... io sono una schifosa umana!-.
-Heh, ricordati che stai parlando con l'ex-membro di Fairy Tail.-.
Sentì i polpastrelli premere un attimo, inavvertitamente, allora lei si buttò all'indietro e cadde dal letto, trascinandosi la coperta.
-Urgh!-.
-Sayla! Ti sei fatta male?-.
Alla vista della sua mano si ritrasse di nuovo.
-Non mi tocchi! Non sporchi le sue mani con me!-.
-Vuoi piantarla con questa storia???- Stavolta non riuscì a scappargli e l'afferrò per la mano; lei iniziò a tirare da una parte, lui dall'altra.
-Mi lasci!-.
-No!-.
-Mi lasci!-.
-E sta' ferma!-.
La porta si aprì.
-Ohi, cos'è questa confusione? Perché sono vestita così, e perché ho dei vestiti in mano?-.
Approfittando della sua distrazione, Sayla si liberò dalla presa del demone e si rialzò, correndo verso l'uscita, ma la diavolessa le mollò un pugno in faccia che la fece finire proprio tra le braccia del Master.
Sentiva il respiro del ragazzo sul collo, e le sue labbra sfiorarle la schiena.
E quelle sensazioni le suscitarono una reazione... strana.
Non era l'eccitazione lussuriosa che la prendeva un tempo, era di nuovo quell'imbarazzo destabilizzante che la paralizzò; e sentì anche...
Paura?
Provava paura? Essere totalmente scoperta in balia del Master, perché la terrorizzava? Per quale assurdo motivo? Non aveva intenzione di ferirla, questo lo sapeva bene, e allora perché si sentiva così... indifesa?
-Sayla, perché stai tremando? Ehi, ti senti male?-.
-Mi lasci...-.
-Cosa?-.
-MI LASCI!!!-.
Lui la lasciò, no, gli aveva obbedito, aveva usato il Macro su di lui!
-Sayla? Che...-.
-Cosa ho fatto???-.
Cercò di scappare, ma Mirajane la fermò con un altro pugno.
-Ah, che soddisfazioni che ho oggi!-.
Lei chiuse gli occhi e svenne di nuovo.






Angolo dell'autore
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, e io pubblico ancora a orari indecenti. Oh eh.
Grazie dell'attenzione e, mi raccomando, recensioni positive!

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Capitolo 3
*** God Vs. Monkey ***


Benribenri banzai benribenri banzai
benribenri banzai ningen
Benribenri banzai benribenri banzai
benribenri banzai ningen!
Hora biribiri okorasuka? biribiri okorasuka?
biribiri okorasuka, ningen?
Hora biribiri okorasuka? biribiri okorasuka?
biribiri okorasuka, ningen?

What’s up huanzai ippai
hanzai kienai towani
What’s up huanzai ippai
(uramini wana dare down?)
What’s up huanzai ippai
hanzai kienai towani
What’s up huanzai ippai

(What's Up People?-Maximum the Hormone)

Bianca... Bianca...

BiancaBiancaBiancaBiancaBiancaBiancaBiancaBianca!!!

BIANCA!!!
-Cof cof!- Si strinse una mano sul petto, tossendo fortemente. Riprese fiato, sentiva il cuore esplodere.
-Tutto bene, Flare-san?-.
Flare rialzò lo sguardo.
-Azzurra.-.
Azzurra guardò verso Bianca.
-Come... uhm... sta lei?-.
Come sta? → Sta bene? → Sta bene con me → Te la ruberò, ahahahahahahahah!
Flare strinse i pugni.
-Rivale in amore!-.
Azzurra la guardò stralunata, doveva aver capito che lei aveva capito.
-Cosa? C'è Lucy qui?-.
Flare trasalì.
Blondie!”.
Azzurra scosse il capo: -No, lei non c'è più... e nemmeno Juvia... la mia testa...-.
Flare abbassò il viso, Blondie non c'era più, che stupida era stata a ripensare a lei e-
Azzurra le cadde addosso, Flare la prese tra le braccia e arrossì.
Azzurra ci-ci sta pro-provando con-con me? Non-Non mi ero mai resa conto dei suoi sentimenti!”.
Azzurra si riscosse e si rimise in piedi.
-Esiste! Lei esiste, giusto?-.
-Azzurra...-.
-Già, Juvia è ancora viva!- Iniziò a martoriarsi il labbro con le dita: -Era viva... esisteva... ma ora...-.
-...mi dispiace, ma non posso accettare il tuo amore...-.
Azzurra si mise una mano tra i capelli, quella risposta doveva averla finita. Si sentiva un po' in colpa.
-Snif!- Singhiozzò Flare: -Mi dispiace!-.
-Lei non ce la fa più!!!-.
-Ehi, che state facendo?-.
Flare si asciugò le lacrime e vide che era arrivata Rossa. Simpatica, Rossa.
-Oh, Rossa-chan! Aiutami!-.
-Erza-san! Il cervello di Juvia sta esplodendo!-.
-Calmatevi entrambe! Mi spiegate perché urlate?-.
-Ecco, io...-.
TUNF
-Ah!!!- Flare e Azzurra balzarono all'indietro e abbracciarono Rossa, spaventate da quel rumore improvviso.
Bianca si era alzata silenziosamente, aveva dato un pugno sul vetro e ora le guardava con gli occhi spalancati e le graffiava il vetro.
-Bianca!- Esultò Flare, le pupille assatanate le donavano: -Sei sveglia, che bello! E sei già in piedi!-.
Bianca mosse le labbra ma non sentiva le parole, forse era per il vetro; allora si buttò sul vetro e allargò le braccia per abbracciarla, appoggiando la guancia su quella di Bianca.
-Ah, che gioia! Bianca!-.
Solo che lei non c'era più.
-Eh? Eh?-.
La porta della stanza si aprì e Bianca uscì; barcollava, tremava, e la guardava da spiritata.
Che... carina! È adorabile!!!”.
Mentre la contemplava, però, Azzurra e Rossa si fecero avanti e la presero per le braccia.
-Lisanna, come stai?-.
-Juvia esiste? Diglielo, ti prego-.
-Dov'è Yukino?- Domandò lei.
Flare si inginocchiò, mordendosi le unghie per la disperazione.
Argentea... dunque è lei... dunque è lei...”.
LA MIA RIVALE IN AMORE!!!”.
-Lisa-san, forse è meglio che torni a letto.-.
-Lei non è più lì dentro, perché?-.
Ma lei... lei adesso è...”.
-Dov'è, Erza?-.
-È andata in missione.-.
E quindi avrò tutto il tempo di farle cambiare idea! Ahahahah!!!” E corse via.



Sfondava tutti gli alberi con l'Arrancar, dirigendosi verso l'esplosione.
Lo seguiva da giorni, era finito nella Selva Oscura, e quelle fiamme nere non potevano che essere le sue.
-Preparati, mostro, stai per affrontare un vero uomo!-.



Più che la sua amica, sembrava un morto vivente.
Il suo fisico era ridotto all'osso, gli occhi erano scavati nelle orbite, e teneva le labbra spalancate come un'ebete. Per questo le aveva consigliato di tornare a sdraiarsi, ma forse dirle tutta la verità l'avrebbe convinta. Ma ora quel suo silenzio la spaventava.
-Lisanna, devi sapere che Gajeel ha acquisito una certa abilità...-.
-...-.
-Ti spiegherò tutto, ma è in grado di guarire i Cambiati con una... con una strana magia, e l'ha fatto con Yukino; poi lei è stata mandata in missione, ma non è niente di pericoloso.-.
Lisanna ammutolì, abbassò lo sguardo e sembrò assopirsi.
Avanti, dì qualcosa...”.
Lisanna fremeva come una caffettiera sull'orlo di traboccare, e poi esplose.
-PERCHÉAVETEMANDATOLEIQUANDOÈSUCCESSOSEISICURACHESISIARIPRESADELTUTTOCOS'ÈQUESTAMISSIONE
MISTAIMENTENDOVEROSELESUCCEDEQUALCOSACOSAFARAIPERCHÉNONSEIANDATACONLEIDEVORAGGIUNGERLA
ORADOV'ÈECOS'ÈQUESTASTORIADIGAJEELSEISICURACHENONLEABBIAFATTONIENTEDEVOVEDERLADEVOVEDERLA
SUBITODEVOVEDERECONIMIEIOCCHICHESTABENE!!!-.

EH???” Di quella marea di parole ne aveva capito sì e no la metà, e come d'incanto Lisanna si era ravvivata e le si era gettata addosso, ora sembrava un cane rabbioso.
-Ju-Juvia, aiutami!!!-.
Ma la ragazza si era rannicchiata in una delle sue crisi, quindi doveva cavarsela da sola.
E poi occuparsi anche di lei.
-Lisanna, ti prego, torna a dormire!-.
-Sono stanca di dormire! Per quanto tempo ho dormito???-.
-Ehm... Yukino si è svegliata due settimane fa...-.
-Ma quanto ho dormito io???-.
Erza vacillò, quanto tempo era passato ormai?
-Quasi un mese...-.
-Che cosa???-.
Lisanna si staccò da lei e si guardò intorno come spaesata, poi si appoggiò al muro massaggiandosi la fronte.
-Quando tornerà lei?-.
-Presto.-.
-Quando???-.
Erza sussultò, era la terza volta che quella ragazza le faceva paura negli ultimi cinque minuti.
-N-Non lo so di preciso, ma ti assicuro che non corre nessun pericolo!-.
Lisanna strinse i denti: -Mio fratello?-.
Eh, quella era la parte divertente: era lui la missione.
-Sta cercando una cura per Evergreen.-.
-Capisco... è via pure lui...-.
Ohi-ohi, il suo tono è completamente cambiato... cosa fa, piange?”.
-Lisanna, guarda che non c'è niente da piangere! Va tutto bene, credimi!-.
-...Sono inutile...- Borbottò lei.
Erza sgranò le palpebre e boccheggiò incredula. Che razza di situazione si era creata? Lisanna sembrava diventata una bambina!
-No... non è mica colpa tua... anzi, per avere riportato delle ferite del genere, è incredibile che tu sia già in piedi! A tal proposito, che ne dici di...-.
Lisanna scoppiò in lacrime come un neonato; Erza spalancò la bocca fino a terra, cosa doveva fare? Dov'erano i medici, accidenti?
Sperando in qualche miracolo, chiamò Juvia; ma anche lei si era messa a piangere, e Flare era sparita.
Ma-ma-ma... cosa faccio ora???”.
-Erza!!!-.
Le due ragazze le si lanciarono addosso e la strinsero come una bambola, impedendole quasi di respirare.
Cosa???”.
-Erza!!!-.
-Aiuto!!!-.



Bluenote guardò interrogativo Zancrow.
-Perché hai lanciato questa segnalazione?-.
-Perché questa Selva Oscura mi ha rotto di brutto, e tra poco la chiameranno “Deserto Sbiadito”!!! Keheheheh!-.
Scosse la testa, quel ragazzo era tutto fumo e niente arrosto, non era in grado di farlo volare.
-Hai già sterminato ogni forma di vita che hai incontrato, no?-.
-Forma di vita! Keheheheh! Cosa vuoi che me ne faccia di qualche pesce piccolo? Un leone è forte non in base a quante formiche schiaccia, ma a quanti bufali divora!-.
Rise di nuovo, confermando la sua pochezza d'intelletto.
Che idiota, l'aura che sta arrivando è potente, non dovrebbe sottovalutarla. Un leone? Al massimo un gatto selvatico; quello che sta arrivando, però, è un cacciatore.”.
Il rumore dell'Espada ormai arrivava anche a lui.
Anche se è un po' troppo rumoroso. Me ne libererò subito.”.
Alzò la mano verso le esplosioni, ma Zancrow glie l'abbassò con un colpo di mano.
-Uh?-.
Quello gli puntò contro il dito.
-Non ti azzardare a intrometterti! Quella preda è tutta mia!-.
Bluenote fu tentato di massacrarlo per la sua insolenza, ma non ne valeva lo sforzo. Se voleva uccidersi, che facesse.
-Ho visto la tua ultima performance con una “preda”, ma quel gattino aveva le unghie troppo lunghe per i tuoi denti.-.
-Non c'entra niente! Io sono- Bluenote si voltò e smise di ascoltarlo, incamminandosi verso il confine.
-Come ti pare. Quando hai finito, raggiungimi, sempre che tu riesca a camminare.- E alzò la mano in cenno di saluto, lasciandolo solo con le sue imprecazioni.



-Mio fratello è scappato? Non posso crederci!-.
Hisui scosse il capo.
-Ti prego, non fare così. Comprendo la tua preoccupazione, dico davvero, ma andrà tutto bene.- O almeno così sperava, in realtà tutta la situazione le stava completamente sfuggendo di mano. A sua discolpa si poteva dire che aveva subito un duro colpo con l'attacco, però in cuor suo sapeva che erano solo scuse per la sua incompetenza.
-Ma dov'è adesso? Perché l'avete lasciato andare?-.
E come avrebbero potuto fermarlo? Non aveva voluto sentire ragioni, ma quando si tratta di amore ci sono forse ragioni che tengono?
-Lisanna, ti prego di calmarti, non ti sei ancor ripresa...-.
Era vero poi? Era già in piedi da sola, e stava rapidamente riprendendo il colorito roseo, ancora un poco e non si sarebbe detto che era appena uscita da un coma.
-Voglio vedere il Primo! Devo parlare con lei!-.
-Mavis non è qui al momento, tuttavia...-.
-Sono sicura che sapeva che se ne sarebbe andato! Avrebbe dovuto fermarlo!-.
-Ma si tratta della donna che ama!- Esclamò: -Ed è anche una tua amica!-.
-Lo so benissimo, ma dovevate mandare qualcun altro!-.
-L'abbiamo fatto, dopo...-.
-Sì, Yukino! Che stava forse peggio di lui!-.
-Non l'abbiamo mandata sola, ma con una squadra...-.
Lisanna aggrottò la fronte, la curiosità aveva momentaneamente vinto la furia: -E con chi?-.
Ecco, come dirglielo?
Per fortuna qualcuno bussò alla porta e lei lo invitò a entrare.
-Principessa, ha un momento?-.
Mai era stata più sollevata di vedere Arcadios.
Solo che la sua espressione non prometteva nulla di buono.
-Lisanna, puoi aspettare un momento?-.
-In realtà io-
-Ottimo!- Si alzò e uscì in fretta con il cavaliere.
-Allora, cosa deve dirmi?-.
Arcadios era scuro in faccia, Hisui temette che sapesse delle pillole.
-Principessa, temo ci sia una spia nel castello.-.
-Come dice?-.
-Me lo ha confermato quel mago, Freed Justine.-.
-Freed-san?-.
-Come ben sa si cura della cupola attorno al castello e della barriera sul confine; mi ha confidato che l'energia di E.N.D. sarebbe stata in grado di romperne una, ma non entrambe. Dunque qualcuno deve aver agito dall'interno.-.
-Un traditore? Impossibile! Ogni persona era fidata lì dentro!-.
-Il signor Justine non ha dubbi al riguardo.-.
-Ma è ancora scosso, non è completamente attendibile.-.
Il cavaliere scosse la testa: -È un sospetto che avevo già da tempo: ci pensi, il loro arrivo non segnalato dai radar, questo stesso attacco improvviso... tutto fa presagire a una spia.-.
Hisui si mise a riflettere.
-Lei sospetta di qualcuno?-.
Domanda inutile, sapeva di chi dubitava. Di chi aveva sempre dubitato fin dall'inizio.
-Principessa, un individuo simile è quantomeno losco...-.
-Mavis Vermilion è una nostra alleata: su di lei garantiscono tutti i membri di Fairy Tail. E poi non crede che se il nostro stratega facesse il doppiogioco la guerra starebbe già volgendo al peggio?-.
Ma lui non ne era convinto, e Hisui sapeva che non lo sarebbe mai stato.
-La prego, almeno non ne parli con lei.-.
-Immagino non posso chiedere altro... Va bene, ha la mia parola.-.



Chi è che fischia... ah, è la mia testa...”.
Elfman rialzò la fronte dolorante dall'airbag, cercando di riprendere i sensi.
Ho sbattuto contro qualcosa? No, sono sicuro di averlo puntato...”.
E infatti lo vide, al di là del vetro, il piede appoggiato sul cofano distrutto con cui aveva fermato l'Arrancar.
-Keheheh! Beh, tutto qui?-.
Poi tirò un gran respiro ed Elfman reagì appena in tempo, buttandosi fuori dallo sportello prima che le fiamme incenerissero i sedili.
-Tu bas... cosa???-.
Il demone teneva sollevato l'Espada sopra la testa. Con una mano.
-Ciao ciao!-.
Mer
SBAM



Lisanna se n'era andata già da cinque minuti, la Principessa non era più tornata e quindi aveva alzato i tacchi. Vigliacca, che gran vigliacca! No, non erano cose da pensare quelle, non era lei a... pensarle.
Elfman e Yukino, a loro doveva pensare. Doveva raggiungerli, sì, si era cambiata e sarebbe partita anche lei...
-Oh!- La evitò per un pelo, stava per sbatterci addosso.
-We-Wendy? Tu qui?-.
La ragazzina dai capelli blu la guardò assorta, come se dovesse ancora riconoscerla. Poi ebbe un sussulto.
-Lisa-san! Allora è vero che sei sveglia!-.
-Sì, ma non sapevo che fossi qui. Quando sei arrivata?-.
-Circa due settimane fa... Lisanna, i tuoi occhi sono...-.
Ah, già, l'aveva notato anche lei, ora erano entrambi gialli; e tra l'altro si era accorta di avere i canini più lunghi e appuntiti, però in quel momento erano l'ultimo dei suoi problemi.
-Wendy, ho saputo di Sherria... non ho parole per dirti quanto mi dispiace...-.
Lei abbassò gli occhi: -Ormai l'ho accettato.-.
Che brutta bugia.
Ancora non si capacitava che non gliel'avesse detto quel giorno, perché era rimasta zitta tenendosi dentro tutto il suo dolore: le amiche non servivano a questo?
-Wendy, se hai bisogno di qualunque cosa, io sono qui.-.
E da come la guardò per un istante sembrò davvero che volesse dirle qualcosa, ma poi parve cambiare idea.
-Wendy?-.
-Lisanna, hai sentito di Gajeel?-.
Lei annuì gravemente, ricordando le parole di Hisui: -Lo hanno Cambiato come hanno fatto con Yukino.-.
-G...già... e se dovesse succedere a qualcun altro, cosa faremo?-.
Lisanna si abbassò alla sua altezza e le sorrise, aveva capito il problema.
-Ehi, guarda che non puoi farci niente, nemmeno la tua magia curativa è così forte.-.
-Questo lo so, tuttavia... se succedesse ancora?-.
-Vedrai, non accadrà. E comunque ce l'abbiamo una cura!- Ehi, a proposito, perché non l'avevano usata su Yukino e su Levy? Eppure la principessa non sembrava che...
-Ma se non ci fosse? Voglio dire, se loro rimanessero così per sempre, tu cosa faresti?-.
Una domanda davvero strana, Lisanna iniziò a sospettare che ci fosse qualcos'altro sotto; prima che potesse chiederglielo, però, sentì il rumore di una stampella e alzò lo sguardo.
-Ehi, bensvegliata.-.
-Svegliata! Svegliata!-.
-Freed! Bickslow! Oh cielo!-.
Il mago delle rune aveva una gamba ingessata (era sua la stampella), e l'altro il braccio.
-Tranquilla, non è niente! Ancora pochi giorni!- Esclamò Bickslow: -Tu piuttosto, pensavamo di trovarti sul letto di morte a quest'ora! Invece sei dura a schiattare, eh?-.
Intanto Freed e Wendy si stavano salutando, e Lisanna ripensò a quella conversazione nell'Espada: sulla cimice, e tutto il resto.
Chissà se gliel'ha detto, certo che mi sembra passata una vita da allora.”.
-Ehi, Lisanna!-.
-Ah, sì, che c'è Bickslow?-.
-Ma ci sei?-.
-Sì-sì, solo che... ehm... sono un po' stanca!-.
-Beh, è normale.- Commentò Freed: -Piuttosto, non avrai intenzione di scappare da qui spero.-.
Lei fece una faccia a dir poco stupefatta, come aveva fatto a capirlo??? Aspetta, aspetta aspetta, non è che di nuovo...
-Con tuo fratello in missione e le tue amiche sulle sue tracce, guardando poi come sei vestita, ci ho subito pensato.-.
In effetti i jeans e la maglietta erano un po'... il solito galletto arrogante... un attimo, aveva detto “amiche”?
-Perché il plurale? Chi altro c'è con Yukino?-.
-Lisa-chan, la principessa non te l'ha detto?- Le chiese Wendy.
-Cosa? Dirmi cosa?-.
Da come la guardavano tutti e tre, non era una di quelle cose che si dimenticano sul treno.



Ma tu guarda, quest tipo non è male! Forse forse mi diverti un po'!”.
Strinse le dita sul suo pugno corazzato e gli diede fuoco.
-Ah!- Urlò il gorilla, allora gli diede un calcio sullo stomaco e lo fece volare via.
-Keheheh! Sei addirittura peggio di quella micetta! Le tue emozioni sono un putiferio già da sole!-.
-Emozioni?- Gemette quello rialzandosi; oh, poverino, che brutta ustione che aveva in petto! E sulle braccia, in faccia, tra le gambe...
-Certo! Pensi che la rabbia che provi adesso sia al 100% naturale? La mia Raiva dà fuoco non solo al tuo corpo, ma anche al tuo spirito!-.
E difatti lo scimmione partì alla carica come un rinoceronte inferocito, lo fermò con un calcio in viso. Se si poteva chiamare così il suo grugno.
-Non te l'hanno insegnato a scuola? Controllare le proprie emozioni è essenziale per vincere! E se le utilizzi sono un'ottima arma!- Ohibò, ora parlava come quella troietta di Meldy.
-Tu...- Il gorilla si rimise in piedi, ma tremava tutto, l'aveva conciato per le feste eh? Già, l'aveva sopravvalutato.
-Le emozioni sono la nostra forza... ma non mi piace come le usi tu!- Alzò il braccio che diventò d'acciaio, ma che spettacolino!, e provò a colpirlo.
Che lento!” Lo schivò come niente e lo colpì alla schiena con il Pugno di Ferro, stavolta spedendolo in mezzo ai cespugli.
-Keheheh! Bravo, un gorilla come te sta bene lì in mezzo!-.
Toh, si era rialzato ancora, che sorpresa.
-È inutile! Le emozioni sono potere! La rabbia è potere! E io sono potente! Tu invece sei una stupida scimmia idrofoba!-.
Dai, così era troppo semplice, reagì persino a quella provocazione e lo caricò di nuovo; Zancrow diede fuoco sotto i piedi, si sparò in aria e gli passò sopra, poi atterrò sulla sua schiena.
-Levati! Levati, maledetto!- Cercava di prenderlo, ma quel suo corpo era così grande che le sue mani non lo sfioravano nemmeno.
Keheheheh! Stupido citrullo!”.
Gli mise le mani sugli occhi e le incendiò.
-Cucù, indovina chi è?-.
-ARGH!!!-.
Il gorilla si agitò e sbandò da una parte all'altra, neanche ci arrivava a levargli le dita! Mio kami, quante risate!
Alla fine fu lui a lasciarlo, e quello invece di mettersi al riparo rimase lì a tamponarsi gli occhi.
È completamente scoperto! Che imbecille, ahahah!”.
-Pugni del Dio del Fuoco!!!- Lo tempestò di cazzotti allo stomaco, infine lo stese con uno sul mento.
Il gorilla volò qualche metro e crollò a terra senza più muoversi, lui gli fu subito sopra con la mano alzata.
-Facciamola finita, perdente! Falce del Dio del Fuoco!-.
Prima di colpirlo, però, rimase qualche secondo a fissare il suo volto contorto e ustionato dalle fiamme; peccato solo non gli gridasse pietà!
-Questo è il tuo posto, scimmia, sotto un dio! Dillo all'inferno che ti ha mietuto la mia falce!!!-.
Inaspettatamente quello riaprì gli occhi.
-Sei solo un diavoletto colle fiamme al culo!-.
Gli strinse la testa con le mani, comprimendogli il cranio come con delle macine.
-AHH!!!-.
Porc-
CRACK



Non aveva mai visto Sayla così.
Non si riferiva alla testa scornata, che poi era anche più carina e comoda: insomma, immaginatevi voi a girarvi sul letto forando continuamente il cuscino. Tipo quelle volte che l'avevano fatto, quante lenzuola bucate...
Ma non era quello, era che proprio non ce la faceva a vederla così depressa.
Stupidamente lui aveva pensato che andare da Kyouka l'avrebbe fatta stare meglio; così quel giorno l'aveva trascinata davanti alla capsula e l'aveva messa su una sedia aspettando che si risvegliasse, e che boh, stesse meglio, invece non alzava nemmeno la testa e nascondeva il viso tra i capelli.
Aveva come la sensazione di aver peggiorato le cose.
-Tu non ci capisci un cazzo di donne, Master.-.
-Mirajane! E tu da dove sei sbucata?-.
Lei incrociò le braccia e scosse la testa.
-Come hai fatto ad avere un'idea del genere, mi chiedo.-.
Uhm, bene, era tornata la solita demonietta impudente, eh? Ce n'era voluto per convincerla a smettere di tremare, ma da ieri a oggi stava sfornando il suo vecchio repertorio di “Ca**o”, “P***a m***a” e la sua preferita, “M*******************onzo”.
Comunque non capiva cosa intendesse dire.
-Di solito andare da Kyouka la rilassava, perciò ho pensato...-.
-Ecco, qui sta il problema: “di solito”.-.
-Eh?-.
Mira sospirò: -Allora, cerca di seguirmi: fin da piccola, lei è sempre stata innamorata persa della donna aquila; la cosa che le ripeteva più di tutte era: “gli umani sono peggio degli insetti”; adesso, dopo che si è fatta sconfiggere dai suddetti, diventa ella stessa un insetto; quindi oltre al danno psicologico, si trova in un corpo nuovo con emozioni nuove e bisogni fisiologici nuovi, in pratica è in quella che gli uomini chiamano “pubertà”. Ora si disprezza per le sue nuove condizioni (che ricordo essere insettiformi), e ora chi si trova davanti? Il suo amore che odia gli insetti! Bingo! Ora starà pensando a qualcosa tipo: “Buhuhuh! Non appena si sveglierà mi odierà a morte, non sono nemmeno degna di stare nella sua stessa stanza! Buhuhuh! Tra l'altro il suo dono d'infanzia, per cui mi ha chiamata bella (mi sono rivista il film in testa cento volte), è andato in briciole perciò gioisci popolo!”.-.
Natsu schiuse le labbra e aggrottò le sopracciglia.
-Quale essere è così complicato da farsi tanti problemi?-.
La ragazza sospirò.
-Come ho detto, non capisci niente di donne.-.
-...ok, allora vado da lei e...-.
-Ma sei irrecuperabile! Sei l'ultima persona che vuole vedere dopo quella lì, e non serve ti spieghi il perché. Lo faccio lo stesso: l'hai maciullata (e anche me a dirla tutta).-.
Natsu si morse il labbro: -Allora vacci tu.-.
-Io. Sul serio. Io.-.
Alzò le mani in segno di resa.
-Dimmi tu cosa devo fare.-.
-Perché dovrei? Neanche mi piace quella! Sono ben felice di... ehm... ha dei begli occhi, Master...-.
-Quindi, dimmi cosa devo fare.-.
-Eheheh, ecco, come posso dire, non puoi farci niente di niente, nisba. Ogni tua azione la farebbe stare male, mi dispiace.-.
-Sì però io... ehi, e ora che sta facendo?-.
Infatti Sayla si era alzata dalla sedia e stava lanciando una corda contro il soffitto... un attimo, era un cappio?
-Si vuole impiccare!-.
-E tu lasciala.-.
-Cosa?-.
Sayla intanto si era annodata il collo e calciò via la sedia, penzolando per qualche secondo; poi la corda si ruppe e cadde a terra.
-Visto?-.
-Ma non si rialza! Ah no, ora si è rialzata. Un momento, perché ha infilato la testa in una capsula? E perché sta chiudendo lo sportello? E perché sta salendo il liquido???-.
-Tranquillo, non si può affogare lì dentro.-.
-Infatti ora cerca di decapitarsi con il vetro! Devo fermarla!-.
-Ma è divertente!-.
Natsu corse da Sayla e la tirò via.
-Sei impazzita S- Trasalì, il suo volto era scarno e funereo come quello di una mummia.
-Mi odierà. Mi odierà di certo. Sono diventata un mostro.-.
-Ma no! Senti, io non ci capisco molto di queste cose, di donne, di amore...-.
-...o di come suicidarsi!- Urlò Mira, tenendosi a debita distanza: -Consigliale il veleno, il veleno!-.
-...il punto è che Kyouka non ama le corna che hai in testa-
-Corna...- Ripeté lei con aria moribonda.
-o le cellule demoniache dentro il tuo corpo-
-Cellule demoniache...-.
-insomma lei ti amerebbe anche se fossi un mostro-
-Sono un mostro...-.
Natsu alzò gli occhi al cielo: -Non deviare le mie parole! Ma secondo te il vero amore cos'è? Non è gusto estetico per un bel corpo (che in ogni caso non ti manca) o frenesia sessuale (e anche quella non ti manca), è qualcosa che c'entra coll'anima e col carattere, credo, e presumo sia legato in qualche modo al legame preesistente tra gli individui... e deve c'entrare con la durata del rapporto... e poi... e poi...-.
Si rivolse a Mira, ma quella sgranocchiava dei popcorn intenta a osservare la scena.
-Ehm... sì, immagino che... che superi ogni confine fisico... e che vince su tutto... e che...-.
Accidenti, Mirajane aveva ragione, non ci capiva un cavolo!
-Kukuku...-.
-Eh?- Sbagliava o stava sorridendo?
-Ahahah! Ahahah! Ahahahahahahahah!!!- Sayla si piegò in avanti massaggiandosi la pancia.
-Ahahahahahahah! Ahahahahahahah!!!-.
Ma perché ora ride? Che ho detto?”.
Ancora una volta cercò l'aiuto di Mira, ma lei faceva il pollice verso e teneva in mano un cartello con scritto in rosso: “Volevamo il sangue!”.
Ma-ma-ma mi stanno prendendo in giro???”.
-Ehi, Sayla, io... oh!-.
Sayla rideva così tanto che era arrossita, sembrava che tutta la sua tristezza fosse sparita d'un tratto.
Ed era anche molto carina.
Rinuncio a capire.”.



Quando aveva ucciso Lisanna, ormai tanti anni addietro, Elfman aveva sofferto per giorni; poi era venuta la commiserazione; infine la rabbia, un'enorme, enorme rabbia incontrollata verso sé stesso, verso la creatura che l'aveva posseduto, verso qualsiasi cosa si muovesse.
Ora invece era furioso con una sola persona, quel ragazzo. E una rabbia del genere non l'aveva provata neanche quella volta.
Non ce la faceva neanche a guardarlo senza volerlo uccidere; e solo in quel momento che ci era riuscito iniziava a ritrovare la calma.
Lo lanciò via.
Idiota, mi ero protetto gli occhi con la mia magia! Alla fine era lui a non saper gestire le sue emozioni!”.
Lo guardò per qualche secondo, poi sussultò, avvertendo il panico gelargli le ossa.
No, no, no!!!”.
L'ho ammazzato! Ora come farà quella a assorbire le sue fiamme???”.
Che sciocco sono stato! Mi sono fatto davvero accecare dalla rabbia! E ora Ever...”.
-...ahi.-.
Cosa?”.
Il demone alzò le gambe e si diede lo slancio per rimettersi in piedi.
Nascondeva il viso con le mani, no, sembrava più che lo stesse aggiustando dagli scrocchi che sentiva.
-Non è possibile! Ti ho spaccato la testa!-.
Sentì come dei singhiozzi, poi capì che erano delle risate ovattate dalle mani.
Come fa a ridere con delle ferite del genere? È un mostro!”.
-KEHEHEHEH!!! MI HAI SPACCATO LA TESTA??? E CREDI CHE QUESTO BASTI A FERMARE UNA DIVINITÀ???-.
Tolse le mani e vide che era praticamente illeso, se non per la mandibola, che sporgeva un poco di lato.
Non è un demone qualunque! Deve avere usato qualche trucco!”.
Il demone gli fece la linguaccia e alzò le dita medie, ed Elfman si sentì montare dalla furia di prima.
Devo controllarmi, sta usando ancora quella maledizione!” Ciononostante la voglia di saltargli addosso era perfino più forte di prima.
-Io sono potente, potente capito??? Sono forte più di chiunque altro!!! Hai fatto male a metterti contro di me!!! Keheheh!!!-.
-BEAST SOUL!!!- Non riuscendo più a trattenersi, si trasformò e si gettò all'attacco.
-Ultima Cena del Dio del Fuoco!!!- D'improvviso Elfman si trovò bloccato come da due morse infuocate che lo ustionavano.
Ruggì, era un'agonia che non sembrava avere mani fine, eppure le risate del Cambiato gli bruciavano più del fuoco.
Ora basta! BASTA!!! Beast Soul, Lizardman!!!”.
La pelle corazzata ora non bruciò più, e uscì da quell'inferno trovandosi subito davanti il demone.
Ti faccio ridere io!!!” Lo colpì con un pugno proprio in quella sua bocca spalancata, schiacciandolo a terra e finalmente facendolo stare zitto.
-RIDI, RIDI, FORZA, RIDI!!!- Urlava mentre continuava a colpirlo, mentre si bagnava del suo sangue, e portava con sé brandelli di carne sollevando i pugni.
Infine diventò il Belcusas, unì le mani in aria e le abbatté sul suo petto.
Si fermò, respirò, sorrise per un istante; poi si allontanò, giusto in tempo, perché la trasformazione finì e ricominciò a bruciare.
Urlò al cielo, ogni cellula del suo corpo gridava di dolore e lui con lei, e soprattutto provava una rabbia tale che quella di prima non era niente. Non pensava minimamente alla cazzata che aveva ripetuto, vittoria e spasmo erano irrimediabilmente mischiate nel suo animo.
-CHI È FORTE ADESSO??? CHI È UN VERO UOMO??? IO, IO, IO!!!-.
Si inginocchiò, si sdraiò, chiuse gli occhi, all'improvviso non sentiva più male, solo una gran stanchezza.
Ever...green... io l'ho...”.
-Un uomo?-.
La stanchezza cedette il posto al terrore, Elfman alzò forzatamente il capo e lo vide: ferito, mutilato, con la testa a penzoloni, ma ancora in piedi.
Co...sa?”.
-Che vuoi che me ne freghi, uomo o scimmia è uguale. Per me sei solo un pasto succulento.-.
Rialzò il volto, era martoriato e pieno di lividi, ma si leccava voracemente le ferite come un predatore col sangue della preda.
E rise di nuovo.
-Sei sorpreso, keh! Ce l'hai scritto in faccia: “come cazzo fai ad essere vivo?”!!! Ti svelerò un segreto, io sono...-.
Sembrò voler urlare di nuovo “forte”, ma si bloccò con la bocca spalancata e poi scandì: -morto.-.
Elfman non capiva, ma sapeva che non poteva rimanere immobile, così provò a rialzarsi.
Grave errore, le gambe urlarono e lo tradirono.
-Lo ero fin dall'inizio, lo sai? Fin da quando mi hanno buttato in quella vasca, io ero solo un cadavere. Ecco, guarda qui.-.
Si indicò il petto, ed Elfman sussultò.
L'aveva colpito così tanto da scoprirgli il rosso dei muscoli, solo che all'altezza del cuore c'era una specie di sfera di fuoco nero da cui si diramavano come delle vene scure.
-Non è né il cuore né il cervello a tenermi in vita, ma è questa fiamma infinita, dono del bastardo demoniaco. Te la farò semplice, se la spegni o me la stacchi mi hai ammazzato.-.
-Perché... mi dici... questo?- Gli chiese tra un ansimo e l'altro: quella fiamma faceva al caso suo, anche se Zancrow non poteva saperlo.
-Forse sei... stanco di vivere... e vuoi morire?-.
Il Cambiato lo guardò come sbigottito, poi scoppiò a ridere.
Ma non era la sua solita risata spavalda, era come se si stesse divertendo sul serio.
Ed era ancora più snervante.
-Ahahah! Morire? Non capisci che per me sia una grande fortuna essere di nuovo in vita??? Ho una seconda possibilità per vendicarmi di quel moccioso-drago!!! Ahahah! Se penso che voleva fare di me una delle sue marionette!!!-.
Natsu! Giusto, era lui che l'aveva sconfitto nell'isola!”.
Il biondo allargò le braccia che ancora grondavano dalle ferite, e sgranò le fauci al cielo.
-E non solo! Ci sono tanti altri che voglio sconfiggere! Anzi, io voglio sconfiggere tutti! Dimostrare che sono il più forte, il più forte!!! Ergermi vittorioso su voi scimmie, vedervi contorcere dalla rabbia e dal dolore, e infine perire come carboncini!!! Non c'è desiderio più grande per me che questo!!! IL VERO POTERE, IL POTERE ASSOLUTO!!!-.
-Per questo motivo ti ho rivelato come uccidermi! Perché sarà una gran gioia vederti morente ai miei piedi, con la mano alzata verso il mio petto e la consapevolezza che la tua vittoria era così vicina e che hai fallito come uno stupido! KEHEHEHEHEHEHEHEHEHEH!!!-.
Elfman l'aveva già capito che era pazzo, ma non fino a questo punto.
-Tu prima hai detto...-.
-Eh??? Stai parlando, uomo-scimmia???-.
-Tu prima hai detto- Ripeté: -che se non controlli le tue emozioni non puoi vincere... ma per la tua arroganza mi hai svelato il tuo punto debole... quindi stai perdendo...-.
-COOOOOOOSAAAAAAA???- Il Cambiato si avvolse nelle sue stesse fiamme: -STAI DICENDO CHE IO SONO DEBOLE??? RAIVAAAAAA!!!-.
Elfman si aspettò di sentire un'onda di rabbia investirlo, invece niente.
Sta usando la Maledizione su sé stesso per potenziarsi! È folle!”.
Ma folle o no, se avesse continuato così non ci sarebbe stato scampo per lui.
-Beast Soul: Belcusas!-.
In questo modo la sua pelle guarì, ma per quanto? Doveva sconfiggerlo prima che tornasse normale, solo che, adesso più che mai, il nemico sembrava inavvicinabile.
-Nube del Dio del Fuoco!-.
Un vortice nero lo sollevò da terra, non sentì il calore ma si trovò completamente spiazzato, e il Cambiato in fiamme si schiantò su di lui.
Off!” Iniziò a precipitare, e l'altro gli fu dietro.
-Spada dell'Oscurità!- Provò a intercettarlo in questo modo, ma lui girò intorno al suo braccio allungato e lo raggiunse prima che toccasse il suolo, colpendolo e lanciandolo di nuovo in aria.
In breve tempo si trovò in balia dei suoi attacchi saettanti. Non sentiva male, ma era inerme.
Che rabbia! Così non combino niente!”.
A un certo punto, però, Zancrow si fermò sopra di lui, il braccio alzato nella Falce di Fuoco.
-La mia rabbia brucia e mi da potere, la tua ti incenerisce!!! Questa è la differenza tra un dio e una scimmia!!!-.
Si protesse appena in tempo con il Rock Bull, e stavolta finì davvero a terra. Ma non si rimise in piedi che già una cometa nera si stava dirigendo contro di lui.
Accidenti! Accidenti!!!”.
SWISH
Cosa?”.
Era... sparita? Un secondo prima che lo colpisse, era svanita nel nulla?!
Si guardò intorno, non era il demone a essere svanito, era lui che si era spostato. In cielo.
Cadde, da chissà quanti metri d'altezza, e osservando il suolo vide solo una macchia nera che si ingrandiva a dismisura.
Che sta succedendo???”.
Poi sparì anche lei, e smise di cadere.
Cioè, si trovò a terra, senza alcun danno.
Non ci capisco niente!”.
Il demone era lì, poco distante, al centro del cratere da lui creato, ancora intontito per lo schianto.
Dunque chi...
-Scusa i modi bruschi, ma l'area di impatto era troppo estesa.-.
Elfman si voltò, trovandosi davanti una donna dai capelli neri e con una benda sull'occhio.
-Ma tu sei...-.



Bluenote si svegliò di soprassalto.
Il ragazzo si è scatenato di là... ma di chi è quest'aura?”.
Anzi, queste cinque auree... sembrano potenti.”.
Si rialzò, si sgranchì le spalle e si incamminò, con il sorriso stampato in volto.
Forse con loro riuscirò a volare!”.

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Capitolo 4
*** Miracolo ***


Imma tale it higher and high and high and higher
I stay and buy attire
Keeping burning like that fire

And oh, I'm alive, I'm alive, I'm alive
And oh, I can fly, I can fly, I can fly
And oh, I'm alive, I'm alive, I'm alive
And I'm loving every second, minute, hour, bigger, better, stronger power

I got that power
I got that power
I got that power
Power, power, power

(That Power-Will.i.am Ft. Justin Bieber)

Adesso.
Tra tutti i momenti, proprio quello.
-Evergreen! Ever!!!-.
La ragazza le era appena sfrecciata davanti, trasportata da una decina tra dottori e infermieri, e lei le era corsa dietro, inutilmente trattenuta da Flare.
-Cosa sta succedendo?-.
La risposta era stata quella che temeva.
Si sono rotte le acque. Ora. Ora che Elf-nee non c'è.”.
Si fermò che aveva il fiatone.
Ora che deve ancora tornare, lei sta per...”.
Si sentì bruciare gli occhi, e soffocò un singhiozzo stringendo i denti.
Ora che dovrebbe essere il giorno più bello della loro vita, lei sta per morire!!!”.



Circa un'ora prima
Ma tu guarda che fortuna.
Era lì che stava per dare il colpo di grazia a quel gorilla mongoloide che gli arrivavano, manco a chiamarle, cinque nuove portate belle fresche.
Come chiamarla quindi se non fortuna?
-Modalità Dio del Fuoco e Ghiaccio.-.
-Cosa stai facendo, Zancrow?-.
-Uh?- Zancrow si voltò e vide che era arrivato Bluenote.
-Visto il numero di nuovi avversari sfoderi tutte le tue carte? Se è così mi deludi, ragazzo.-.
-Ma cosa blateri, vecchio scemo? Vai a farti un riposino e dammi dieci minuti, non me ne servono altri per sistemare tutti questi qui!-.
-Ne sei sicuro? Perché non dovrei pensare che te la stai facendo sotto?-.
Farsela sotto? Zancrow aggrottò la fronte, non sclerava solo perché trovava assurdo che l'avesse insultato in quel modo.
-Keheheh! Come al tuo solito non hai capito un cazzo! Vedi, ognuna di queste pietanze deve essere cotta o raffreddata in modo diverso prima di essere servita a un dio! I gatti vanno cucinati a fuoco lento, i pipistrelli surgelati per bene, gli uccelli cotti a puntino e le scimmiette ridotte in granite. E te, Blue, come dovrei prepararti?-.
-Che arroganza, detto da uno che di solito brucia tutto.-.
-Brucio ciò che va bruciato! Ora fatti un giro e lasciami cucinare questi plebei!-.
-Ehi-ehi-ehi!!!- Una dei suddetti aveva avuto l'arroganza di prendere la parola: -Tu sei quel biondino dell'altra volta!!!-.
-Nyah! Sempai, quello è Zancrow-danna! Che piacere rivederla! Ora muori!-.
-Eh? Ma guarda, voi due vi ricordo, e anche della donna ciclope! Con te micetta ho anche un conto in sospeso! Keheheh! Ti faccio arrosto!!!-.
Bluenote gli si avvicinò.
-Che vuoi fare?-.
-Non mi interessa cosa fai delle altre, ma quella donna- Indicò il pipistrello ciclope: -la voglio io.-.
La donna fece una smorfia e alzò le mani, creando due sfere magiche.
-Ritiratevi, e noi non vi inseguiremo.-.
Zancrow sputò a terra: -Questa mi da sui nervi! Va bene, ma se ti raggiungo e non hai ancora finito, l'ammazzo io!-.
-Elfman, stai dietro di me.-.
Il gorilla d'acciaio scattò in piedi: -Non serve che ti preoccupi per me, Minerva! Posso cavarmela benissimo da solo!-.
Keh, che stupida scimmia, manco capire quando era tempo di crepare! Voleva farne un bel ghiacciolo e poi ridurlo in cenere!
-Forteforteforte! Guarda come sono forte!!!- Sbraitò gonfiando i muscoli.
Voleva travolgerlo, ma la babbuina coi capelli blu si lanciò anche lei e lo colpì al viso con un calcio.
Urgh!” Volò all'indietro e rimase in piedi a fatica.
Ma che razza di piedi ha questa qui??? Primate di merda, ti brucio!!!”.
Lei intanto si teneva in mano il piede e saltellava con l'altra gamba: -Ah! Buca! No, cioè, come si dice? Brucia, ecco! Ahi!-.
-Apriti, Portale del Toro: Taurus!- Non capiva chi avesse urlato, ma d'un tratto un minotauro con un'ascia gli apparve davanti.
-Muuuuuuuuuu!!!-.
Zancrow bloccò la scure con le mani, ma ecco che due specie di serpenti colla faccia da pesce lo attaccarono ai lati.
-Urlo del Dio del Fuoco e del Ghiaccio!!!- Colpì il toro tenendosi l'ascia, con cui spaccò la testa ai serpenti.
-Uhm! Non male come... eh? Che fine ha fatto?- L'arma, come le bestiacce, era sparita.
-Zeroja Tigër!- L'altra gatta, che ora sembrava una tigre, gli stava piovendo addosso con le unghie allungate.
-Ultima Cena del Dio del Fuoco e del Ghiaccio!- La fermò con le due chele, ma fece un errore a scoprirsi in quel modo, perché davanti a lui comparve la micia e dietro la ragazza uccello.
-Gato Diablo...-.
-Apriti, Portale...-.
-Ma tu guarda che...- Mise le mani a terra, si alzò in verticale e aprì le gambe.
-Tormenta del Dio del Fuoco e del Ghiaccio!- Ruotò su sé stesso e le spazzò via con un fascio di fuoco glaciale.
-Bene, e ora... cosa?- Non riusciva più a muoversi, era come bloccato.
Corde? Ma chi... la gatta!”.
Vide il gorilla che gli correva incontro a testa ingiù, provò a spostarsi ma le corde lo strinsero più forte.
Caz-
Lo travolse e se lo portò via, sfondando con la sua schiena file e file di alberi.



-Dechi! Se n'è andato!-.
-Che facciamo, Sempai, lo seguiamo?-.
-No, se ci tiene tanto a batterlo da solo che faccia pure-dechi!-.
-Tuttavia, Ginger-sama...-.
-Eh??? Hai qualcosa da ridire, Testa Fiorita???-.
Yukino si fece piccola: -No, niente...-.
-Ehi, ragazzine- Fece allora Levy: -forse dovremmo dare una... estremità del braccio... mano, ecco, alla Sensei.-.
Ginger si voltò e vide qualcosa che la lasciò di stucco.
Tra Minerva e quel tizio si era creato una specie di cratere: da una parte c'era lei, ansimante e ferita, dall'altra lui, illeso e a braccia conserte, con lo sguardo da pesce lesso.
-Speravo tu mi facessi volare, che peccato.-.
-Anf... anf...-.
-Sensei!-.
La raggiunsero tutte, e la aiutarono a rimettersi in piedi.
-Grazie ragazze, ma state indietro, non è un avversario alla vostra portata.-.
-Nya! Ma cosa dici, Sensei?-.
-Non eri tu che ci dicevi di lavorare come una squadra?-.
-Poi è per questo che ci hai portate qui, no-dechi?-.
Minerva le guardò confuse, poi annuì.
-Allora tenetevi pronte, al mio segnale!-.
-Davvero patetico.- Scandì il nemico: -Circondarsi di rifiuti per proteggersi è tanto inutile quanto penoso!-.
-Chi hai chiamato rifiuti???- Si infuriò Ginger.
-E la Nostra Signora non farebbe mai nulla di simile! Non è quel tipo di persona!-.
-Ragazze...-.
-Penso di aver sbagliato a riporre la mia fiducia in voi! Non siete minimamente in grado di farmi volare!-.
-Ti spedisco in orbita, bastardo-dechi!!!- Ginger non gli saltò addosso solo perché Yukino e Millianna la trattennero.
-Schema a piramide, ora!-.
Le fece teletrasportare ai quattro lati dell'uomo, lei si beccò il destro, mentre Yukino gli volava sopra senza essere vista.
Come d'accordo, partì prima Minerva e, giunta a metà strada, lei, poi Levy e così via; l'uomo schivò Minerva, parò lei, incassò Levy, indietreggiò con Millianna e venne centrato in pieno da Yukino; come previsto lui provò ad afferrarla, Minerva la fece sparire e alle sue spalle comparve Millianna.
-Incarcerazione del Gatto!-.
La corda lo circondò e lo bloccò come aveva fatto col biondino, Ginger incendiò prontamente i pugni e si trovò subito sopra di lui.
-Prendi questo, dechi!!!-.
Lo scazzottò a raffica, finché non si ritrovò con gran dispiacere al punto di partenza; ma sapeva che toccava alle altre due.
-Acquarius-sama, per cortesia, lo colpisca con l'acqua!-.
-STAI ZITTA!!!-.
-Solid Script: Lighting!-.
I due attacchi si unirono a mezz'aria, e l'uomo fu colpito da un'onda elettrificata che lo fece esplodere in tante scintille.
-Ah-ah! Boom! Così mi piace!-.
Minerva la swisshò con le altre al suo fianco; scuoteva la testa, brutto segno.
-Non è finita.-.
La polvere si posò a terra, e l'uomo era là, che fissava il vuoto come non fosse successo nulla; si levò la giacca, rivelando una leggera ustione allo stomaco, ma nient'altro.
Che mostro è questo??? Un Cambiato così potente non l'ho mai visto-dechi!!!”.
-Il mio nome è Bluenote Stinger.- Si presentò: -Ricordatevene quando sarete morte, se finirete da qualche parte.-.
-C'è qualcosa che non va in lui.- Borbottò Minerva.
-Che intendi dire?-.
-Guarda la sua aura demoniaca.-.
Ginger controllò e rimase allibita.
-È bassissima! Anche se la stesse occultando, è praticamente nulla-dechi!-.
-Oh?- Fece lui: -Mi avete scambiato per un Cambiato? Vi sbagliate, a parte la trachea il mio corpo è ancora umano.-.
Tutte e cinque ebbero la stessa reazione.
Sc-Scherziamo? Q-Questo sarebbe un semplice uomo?”.
-Cosa c'è, non vi fate avanti? Allora tocca a me! Cadi!-.
Una montagna, o qualcosa di simile, le cadde addosso e la schiacciò brutalmente a terra.
-Ugh!!!-.
Riusciva appena ad alzare la testa soltanto per vederlo immobile a pochi passi da loro, tutte quante sdraiate e inermi.
D-Dechi! Cos'è questa forza???”.
-Vediamo un po', da chi inizio? L'istinto mi dice di lasciarti per ultima, donna, quindi inizierò con queste ragazze... tu, che mi hai infastidito più di tutte.- E si avvicinò proprio a lei.
B-Bastardo! Se solo riuscissi a rialzarmi te la farei vedere!!!”.
-Fermati!- Gridò Minerva, mentre lei non riusciva nemmeno a gemere: -Non fare loro del male!!!-.
Bluenote le puntò la mano contro, e un secondo dopo ci si trovò il viso premuto.
Cos-
Le dita dell'uomo si chiusero sulla sua testa in una morsa d'acciaio, era come se lei fosse un'arachide e lui lo schiaccianoci.
-NO!!!- Sentì la Sensei tentare, invano, di rimettersi in piedi.
Voleva alzare le mani per liberarsi, sicuramente ci sarebbe riuscita, ma la pressione di prima la costringeva a penzolare inerme come un pesce all'amo.
Dannazione! Non riesco... non riesco a muovermi! Dannazione!”.
-NO!!! SMETTILA!!! SMETTILA!!!-.
Dannazione! Dannazione!!! DANNAZIONE!!!”.
CRACK
Qualcosa si ruppe.
Il suo... cran
-LASCIA STARE LA MIA SEMPAI!!!-.
Bluenote spostò il braccio di lato, in modo che Ginger potesse scorgere con un occhio quello che stava succedendo.
-Sciocca ragazzina, il tuo turno era l'ultimo.-.
Si levò i suoi artigli dal petto come se fossero un cerotto, e Millianna non riusciva a reagire, se per qualche miracolo era riuscita a rimettersi in piedi ora era immobilizzata e passiva come una bambola.
Bluenote alzò un dito e Millianna volò in aria; poi lo abbassò.
Eh? Mill-
SBAM
Ginger si sentì gelare, la ragazza si era schiantata al suolo con velocità inumana, lanciando un flebile urlo.
Si sollevò di nuovo, le braccia e le gambe pendevano inerti e il viso era sporco di sangue.
SBAM
Ancora, se non più velocemente, stavolta senza neanche un sospiro.
Volò di nuovo e cadde di nuovo, volò e cadde, e avanti così, fino a che Ginger non perse il conto.
È svenuta, ormai ha vinto-dechi!!! Che senso ha continuare??? Maledetto!!!”.
Poi si accorse che le sue mani erano più leggere, stringendo i denti le alzò e le strinse al braccio che la intrappolava.
CREPA-DECHI!!!”.
Gli congelò il polso, sperando che così l'avrebbe lasciata; invece si fece solo notare.
SBAM
Ora era lei a essere a terra, col palmo ancora premuto in viso e le dita che le frantumavano le ossa, la montagna era diventata un massiccio montuoso, e i gemiti ricadevano giù in gola più in basso di dov'erano partiti.
MERDA!!!”.
Poi, d'improvviso, niente più montagna, niente più dita, niente di niente.
I suoi occhi videro bianco per qualche istante, poi l'azzurro del cielo.
Cosa...”.
Si rialzò, la testa che girava e che veniva attratta minacciosamente dal suolo, ma non forte quanto prima.
Vicino a lei c'era Millianna, immersa in un lago di sangue, e Levy e Yukino, intontite quanto lei.
Alzato lo sguardo vide Minerva che, braccia spalancate, era tutta avvolta da un'aura nera, e il terreno davanti a lei era coperto da una cupola scura.
-Sensei?-.
Le si avvicinò zoppicando, quella non dava cenno di sentirla, e quando la vide in faccia capì il perché.
Una furia del genere non l'aveva mai vista, mai, in nessun essere.
Non sembrava neanche più lei, sibilava parole in una strana lingua che le rimbombavano nelle orecchie.
-M-Minerva, che stai facendo?-.
Non le rispose, continuò con quella sua strana cantilena; poi, senza preavviso, smise, e la cupola sparì.
Ginger pensò di non vederci bene ancora bene, socchiuse gli occhi, mise a fuoco; no, non si sbagliava.
Era come se il terreno lì sotto fosse stato rimosso, lasciando al suo posto uno sfregio bianco, come la parte cancellata di un disegno.
-O-Ohi, che hai fatto?-.
Lei la guardò con quei suoi occhi sbarrati che le fecero rizzare i peli fin sulla coda.
-L'ho tolto.- Scandì lapidaria: -L'ho cancellato da questo modo.-.
-Sì ma... ma come...-.
Trasalì.
Cancellato” non significava “ucciso”.
Possibile che abbia imparato quella maledizione-dechi? A meno che... se ogni maledizione deriva da una magia, non abbia imparato la magia corrispondente-dechi! Ma è magia oscura di prima classe!”.
È terrificante... non riesco a smettere di tremare...”.
Ma almeno è finita-dechi...”.
-Ecco, proprio questo intendevo con “volare”.-.
Minerva e Ginger si voltarono insieme, Bluenote era alle spalle di Yukino e la teneva per il capo come aveva fatto con lei poco prima.
La pelle del suo corpo e di metà viso era come sparita, scoprendo il rosso dei muscoli.
-Un dolore simile non l'ho proprio mai provato.-.
Yukino...”.
CRACK
Bluenote girò la mano, Yukino ebbe un sussulto, poi si afflosciò e smise di muoversi.
-YUKINOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!-.
Saltò in aria, tra le mani creando una sfera di fuoco per lanciargliela contro. Ma si trovò il corpo di Yukino che le volava addosso, e capì che sarebbe stata disintegrata lei al suo posto.
Ma lo capì un attimo troppo tardi, e la ragazza era già stata spazzata via.



Se avesse avuto i nervi in quella corazza, o anche appena sotto, probabilmente sarebbe già stato ucciso dal dolore.
Ogni parte del suo corpo fumava, reduce dalle fiammate del demone, meno alcune articolazioni, che invece erano congelate.
-Lo devo ammettere...- Ansimò: -Sei un vero uomo...-.
Ansimava anche lui, ora non andava più a fuoco, e anche lui non aveva una pelle che potesse fargli male.
-Scimmia... sei una portata principale, devo ammetterlo... un delizioso primo piatto...-.
Ma riacquistò subito quel suo ghigno fetente.
-Keheheh! Se non ci fosse Bluenote, forse un paio delle tue amiche non sarei riuscito ad ammazzarle! I miei più sinceri complimenti! Sei sicuramente il gorilla più forte che c'è!!! AHAHAHAHAH!!!-.
Anche lui, però, si mise a ridere.
-Il tuo nome è Zancrow, dico bene? Mi sarebbe piaciuto affrontarti con più calma, ma quella tua fiamma mi serve per salvare la donna che amo! Perciò dovrò finirla subito con te!-.
L'altro si sganasciò con più forza.
-Salvare??? Per cosa hai preso le mie fiamme??? Non salvano, loro distruggono, pezzo d'idiota!!! Anche se per qualche miracolo dovessi battermi, non salveresti proprio nessuno!!! Ahahah, povera la tua scimmiona!!!-.
Era un'istigazione, lo sapeva, ma sentire chiamare Ever “scimmiona” lo faceva uscire dai gangheri.
-ARRENDITI ZANCROW!!!-.
Pugno, un ultimo pugno, l'avrebbe fatta finita in quel modo!
-USERÒ IL CENTOPERCENTO!!! FÚRIA!!!-.
Non riusciva a vedere bene attraverso il fuoco e l'adrenalina, ma gli sembrava che fosse diventato più grosso; tuttavia non poteva farsi fermare da questo e provò comunque a colpirlo, solo che lui parò il pugno con una mano, e lo attaccò a sua volta con un cazzotto infuocato; ma Elfman lo fermò come stava facendo con lui.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
-KEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH!!!-.
Ora erano fronte contro fronte, chi avrebbe spinto di più avrebbe vinto; le fiamme attorno al ragazzo, intanto, si estinsero, e poté vederlo (per quello che riusciva).
Era grosso il doppio, il petto e le braccia erano tre volte più grandi di prima, gli erano sparite le pupille e allungati i canini, e i suoi lineamenti si erano fatti più bestiali.
-Chi è che sarebbe la scimmia adesso???-.
Lui ruggì, forse non era più capace di parlare; non era vero, infatti parlò, ma sembrava più un ringhio che una voce.
-MI SONO SBAGLIATO PRIMA!!! NON ESISTE MIRACOLO CHE POSSA SALVARTI, SCIMMIA!!! PERCHÉ SOLO GLI DEI CONCEDONO I MIRACOLI, E IO SONO L'UNICO DIO QUI!!!-.
Elfman avanzò di un passo, costringendolo ad arretrare, poi ne fece un altro e un altro ancora.
-Sbagli! Non mi serve ricevere un miracolo! Mi basta la mia volontà per crearne uno con le mie mani!!!-.
-NON SAI NIENTE!- Ora era l'altro che camminava: -SOLO GLI DEI CONCEDONO I MIRACOLI! UN SEMPLICE UOMO NON PUÒ COMPIERNE UNO!!!-.
-Sei tu che non sai niente!!! Siamo noi a creare i nostri miracoli!!! Quello che la donna che amo sta per dare alla luce è quello che mi serve per sconfiggerti ZANCROW!!!-.
Iniziò a scalciare, come se camminasse su un tapis roulant, perché anche Zancrow fece altrettanto.
-È INUTILE, SCIMMIA!!! IO SONO PIÙ FORTE DI TE!!! I SENTIMENTI SONO LA FORZA DEGLI UOMINI, E IO CONTROLLO IL PIÙ POTENTE DI ESSI!!! NON PUOI VINCERE, NON ESISTE CHE TU VINCA!!!-.
Elfman mise un ginocchio a terra, costretto dalla spinta verso il basso dell'avversario.
-Ti sbagli... ti sbagli!!! I tuoi sentimenti sono finti!!! I miei invece sono reali!!! PERCIÒ NON PERDERÒ!!!- Spinse in alto, ed ecco, si rialzò, cercava di buttarlo via ma anche lui premeva forte e si trovarono di nuovo pari.
No, non era vero, stava esaurendo le forze, mentre l'altro sembrava averne più di prima.
Non posso arrendermi! Io lo faccio per Evergreen! Io combatto per lei e per mio figlio! La sua furia è solo fine a sé stessa!!!”.
Avanti, ora procedeva in avanti, gli sembrava voler spostare un vulcano in eruzione, eppure avanzava.
-IMPOSSIBILE!!! NON PUOI SCONFIGGERMI, GORILLA!!! IO SONO UN DIO, IO SONO FORTE!!!-.
-LA TUA FORZA È MERA ILLUSIONE!!! LA MIA È L'ANIMA DEI MIEI COMPAGNI!!! UN UOMO CHE COMBATTE PER SÉ STESSO NON CAPIRÀ MAI COSA SIA IL VERO POTERE!!!-.
SBAM SBAM SBAM
-COSA VUOI SAPERNE TU, GORILLA???-.
Resistette a tutte le sue testate, o almeno così credette finché non sentì del sangue colargli sugli occhi. Non sapeva di chi fosse, ma l'avrebbe scoperto molto presto.
-SEI SOLO UN PATETICO GORILLA!!! UN PIATTO SULLA MIA TAVOLA!!! UNA SCIMMIA OTTUSA COME TE NON CONOSCE LA FORZA!!!-.
-IO NON SONO UN GORILLA!!! IO SONO UN UOMO!!! E UN UOMO È SEMPRE SICURO DI CIÒ CHE PROVA!!!-.
Ebbero come un sussulto che li spinse entrambi indietro e li separò.
Maledizione! Sono sbilanciato!”.
-ENJIN NO...-.
Elfman chiuse gli occhi.
Evergreen... mi rendo conto ora... che non ti ho nemmeno salutata...”.
Che uomo pessimo sono stato...”.
Ti prego... dammi la forza per non arrendermi...”.
Anche se tutto il mio corpo me lo implora... aiutami...”.
Aiutami...”.
Elfman!”.
CREDI IN ME, EVER!!!”.
-Beast Arm!-.
Non riaprì gli occhi, sferrò solo quel pugno: il pugno che un uomo dà una sola volta nella vita, quello in cui metteva tutta la sua anima.
-DOGŌ!-.
-PUNCH!!!-.



-Ohi, Sensei, che è 'sta storia-dechi?-.
-Nyah! Con la sempai, evvai!!!-.
-Argh! Levati scema! E te che hai da scrivere???-.
-E te che hai da scrivere???” chiese la demente puzzona... interessante...-.
-Demente puz- COSA???-.
-Si-Signorina Gigner, la prego, si calmi...-.
-MIAO!!! NON TOCCARE IL MIO SEMPAI RIVALE IN AMORE!!!-.
-Ah! Millianna-sama! Qualcuno mi aiuti!!!-.
-Qualcuno mi aiuti!”, fece la sgualdrina in costume...-.
-BRUTTA PUT- Minerva-sensei, dì qualcosa-dechi!-.
-Sensei? Mi spiace, per me esiste solo la mia sempai! E TU PRENDI QUESTO!!!-.
-Minerva-sama, sappia che sono felice di lavorare con l- ahi! Millianna-sama!-.
-“La donna dal seno gigaenormico si schiaffò la fronte, sospirando disperata per le tre deficienti che si trovava davanti; solo la bellezza della quarta ragazza la salvò (momentaneamente) dal suicidio”...-.
-STRONZAAAA!!!-.
-Minerva-sensei!-.
Minerva si riscosse a quell'ultima voce.
-Levy!-.
-Che cacchio facciamo?-.
Fare? Cosa... dobbiamo fare? Cos'è appena successo?”.
Cos'è che sto guardando?”.
Era qualcosa di grosso, nero, bruciato.
Era un corpo.
-Ginger!!! NO!!!-.
Corse da lei, ma inciampò e cadde, no, non riusciva a rialzarsi, non era inciampata.
Cosa??? È quell'uomo!!! Quell'uomo ha fatto tutto!!!”.
QUELL'UOMO!!!”.
-Hai già finito, donna? Ho già ucciso tre delle tue amiche, e ora...- Alzò la mano e trasse a sé Levy, stringendola per il collo: -...sto per uccidere anche lei.-.
-Agh!!!-.
-Forse non sono così importanti per te, donna. O forse sei troppo debole per farmi volare. In ogni caso, la colpa di averle portate qui a morire è solo tua!-.
CRACK
-Uh!- Levy ebbe un ultimo spasmo, poi l'uomo la gettò via, come se fosse un sacco dell'immondizia o qualcos'altro, e non la sua preziosa bambina.
-Maledetto!!! Maledetto!!! Non la passerai liscia!!!-.
-E come, se non riesci neanche ad alzar-
-Questo è il mio territorio!!! Io decido chi si alza e chi sta a terra!!! E TU STAI A TERRA!!!-.
Non si limitò a scambiarsi di posto con lui in un secondo, come chiunque avrebbe pensato guardandola.
Scompose la gravità che impregnava il terreno e la riportò alla normalità, questo in tre decimi di secondo; in seguito, in sei decimi, spostò entrambi nella sua dimensione dove gli fece esplodere l'aria attorno, e nel decimo rimanente fece riapparire sé stessa e lui ai suoi piedi.
-Urgh!-.
-TU NON VOLERAI, BLUENOTE STINGER!!! TU SPROFONDERAI ALL'INFERNO!!!-.
Ora era il suo turno di schiacciarlo a terra con la sua gravità, e di fargli esplodere la terra sotto il naso e l'ossigeno sopra la schiena, riassaporando una dolce fragranza sadica che aveva dimenticato da tempo, che la riempiva e la svuotava ad ogni istante lasciandola perennemente insoddisfatta e incitandola a spingere di più, di più, di più...
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!-.
Non sapeva come fosse successo, ma quando aveva pensato di avercela fatta si era trovata anche lei a terra, schiacciata dalla stessa forza che usava su Bluenote.
Che diavolo sta succedendo??? È ancora in grado di usare la sua magia???”.
Era così, lo capì dallo sguardo che le rivolgeva appena sporto dal terreno; la stava sfidando a chi avrebbe resistito di più: l'altro sarebbe morto.
Accettata!!! PROPOSTA ACCETTATA!!! È eccitante, non trovi??? Nessuno dei due ha la minima idea di chi vincerà, non è meraviglioso???”.
Aumentò la pressione su Bluenote e lui la gravità su di lei; non si sentiva più le ossa della schiena, iniziava a perdere la vista, percepiva mille lame trapassarla in tutto il corpo.
Per questo sorrideva.
Cosa desiderare di più da uno scontro se non un totale annientamento, eh???
-Io sono la tua Signora, Bluenote!!! Ricordati di me quando brucerai all'inferno, ahahahahah!!!- Gli fece il verso.
Quello rise, e lei pure, risero entrambi mentre si massacravano, perché non potevano divertirsi di più; e intanto a loro si era creata una voragine che si allargava a macchia d'olio attorno, e più diventava grande più diventava profonda e distruggeva ogni filo d'erba, ogni sasso, ogni insetto, ogni perso-
Persona?
Le ragazze!
Le ragazze!!!
Cosa stava facendo??? Cosa si era messa in testa di fare??? Come aveva potuto permettersi di perdere il controllo e di coinvolgerle??? Mio kami, doveva metterle in salvo, doveva fare qualcosa, doveva doveva doveva...
Erano vicine, mostruosamente vicine, stavano rotolando tutte verso di lei, e se l'avessero raggiunta la gravità le avrebbe... no!
Alzò la mano, fu difficile, e ancora di più bloccare la loro caduta con la magia, ma riuscì a farcela, anche se sentì il peso sopra di lei aumentare.
Non ce la faccio a resistere!!! Il mio braccio si sta spezzando!!!”.
Ma bastò ricordare i loro sorrisi per darle tutta l'energia che le serviva.
Voi siete come delle figlie per me!!! Non permetterò che vi facciano ancora del male, dovesse costarmi la vita!!!”.
Mise l'altro palmo a terra e invertì la gravità con cui bloccava Bluenote, facendolo cioè sbalzare in aria; subito fu libera anche lei, e a sua volta si sollevò da terra raggiungendolo.
Quello era troppo stupito per rendersi conto della situazione, e cioè di trovarsi alla sua completa mercé, né lo capì in tempo per evitare il colpo magico in pieno petto che lo fece schiantare a terra.
-Urgh! Ma che...-
Ancora in aria, Minerva alzò le mani al cielo e con tutta la magia che le rimaneva creò un ultima sfera nera.
-IN QUESTO COLPO C'È TUTTA LA MIA VITA, BLUENOTE STINGER!!!-.
Il tempo rallentò, Minerva distinse il viso incredulo dell'uomo, vide riflessa nei suoi occhi la luce nera che stava per scagliarli contro, e vide sotto di sé le quattro ragazze adagiarsi al centro del cratere e rimanere lì, l'una ammassata sulle altre.
Ragazze, perdonatemi... sono stata una pessima insegnante...”.
Io...”.



-Ahahahahahah!!! Ho vinto-dechi!!!-.
Ginger campeggiava sulla stordita Levy tenendole il piede premuto sulla schiena e le dita alzate a v.
-Te l'ho detto che non mi battevi!!! Così impari a insultarmi, Puffetta!!!-.
-Brava brava senpai!- Le batté le mani Millianna: -Sei la migliore-nya!-.
-Levy-sama!- Yukino si precipitò dalla povera ragazza e le prese la mano: -Si svegli, nobile Levy!-.
-Ah... eh?- Levy smise di fare gli occhi a spirale e si riscosse.
-Cosa cav... come??? Perché sono qui sotto???-.
-Perché hai perso, Puffetta!!!-.
-Non chiamarmi Puffetta!!!- Si agitò così tanto che colpì Yukino che a sua volta andò a sbattere contro Millianna.
-Miao!-.
-Millianna-sama! So-Sono desolata!!!- Yukino le si inchinò frettolosamente più volte, aspettandosi una sfuriata come quella di inizio giornata.
E in effetti Millianna iniziò con: -E sta' più attenta a...- solo che dopo ci fu un tonfo e Yukino si sentì travolgere.
Era successo che Levy e Ginger avevano ripreso a picchiarsi ed erano andate a sbattere su di loro, così caddero su una pozza di fango.
SPLAT
-Pfui!-.
Si rialzarono, togliendosi lo sporco dalla faccia.
-Ginger-sama, Millianna-sama, Levy-sama, state bene?-.
-Puffetta idiota-dechi! Guarda che casino hai fatto!-.
-Io? Ma se sei stata tu a... uhm... urtarmi... per prima!-.
-Dannata Levy-senpai! Colpire così la mia Senpai e spingere anche Yukino-senpai-nyah!!!-.
Yukino sussultò e le luccicarono gli occhi.
-M-Millianna-sama... lei mi ha chiamata... senpai!-.
Millianna alzò lo sguardo su di lei dicendo: -Ehi, hai ra...- ma si interruppe quando vide il fango colarle dalla fronte e tapparle la bocca.
-Mmh!-.
Millianna inizialmente rimase imperterrita, poi alzò gli angoli della bocca e scoppiò a ridere.
-Pff! Ahahah!!! Dovresti vedere la tua faccia-nyah!!!- Ma anche a lei finì in gola il fango, che iniziò a tossire.
Al ché anche le altre due si misero a ridere.
-Ahahah! Sie-Siete ridicole-dechi!!!-.
-Dovresti vedere te!!!-.
Minerva abbozzò un sorriso e decise di farsi vedere.
-Vi lascio sole due minuti e guardate cosa fate.-.
Loro non la ascoltavano nemmeno, si erano appoggiate l'una sull'altra e ridevano sguaiatamente.
Minerva fece un passo verso di loro, ma le arrivò una palla di fango in viso.
Ebbe un sobbalzo e boccheggiò, mettendosi una mano in volto per pulirsi gli occhi.
Le quattro la guardavano stranite, rendendosi conto solo ora di avere esagerato.
Per loro sfortuna, il terreno lì era molto fangoso.
-Allora è così che la mettiamo...-.
-No Sensei non-
SPLAT



Quanto avrebbe dato per poter rivivere quella sera anche solo per un istante.
Chissà, forse dall'altra parte avrebbe potuto.
Mi mancherete...”.
Scorse Bluenote mettersi una mano in petto e scandire: -Gravity Push.-.
Poi l'esplosione, e una scia di fumo schizzò via, verso il confine.
È fuggito...”.
Cadde.
Cazzo...”.
Gettò un'ultima occhiata alle ragazze, chiuse gli occhi, dormì.



Zancrow si pulì la bocca e sputò per terra.
Un altro topo schifoso, chissà che questo non l'ammazzava una volta per tutte.
Ma no, sarebbe stato troppo facile.
-Ehi, senti...- Diede un colpo di gomito al bambino che aveva di fianco per scrollarlo, ma lui cadde a terra con un tonfo sordo.
Toh, hai vinto la scommessa... è toccato prima a te...”.
Si rannicchiò su sé stesso e iniziò a dondolare, così da non pensare ai morsi della fame.
Heh, a pensarci, ora c'era qualcosa da mangiare...
Poi vennero i passi.
Cosa? Così presto oggi?”.
Le solite mani l'afferrarono e lo sbatterono a terra, poi uno dei due si mise sopra di lui e iniziò a spogliarlo.
Fa schifo... ogni giorno fa schifo...”.
Sentì il vento soffiargli sulle natiche nude, e si preparò ad aprirle.
Non ho nemmeno il coraggio di uccidermi... perché non posso morire e basta...”.
Ma quel giorno successe qualcosa di nuovo; sentì il peso sulla schiena diminuire di colpo, e qualcosa cadere a terra.
Cosa...”.
Un urlo, era l'altro uomo, e un altro tonfo.
Zancrow alzò distrattamente la testa, e vide del sangue colare verso di lui.
-Sei forte, ragazzo.- Dissero i piedi davanti a lui.
Chi è? Uno nuovo?”.
Guardò ancora più in alto, ma c'era il sole era difficile; poi vide una grande mano tesa verso di lui.
-Non sono forte...- Borbottò: -Io sono debole... molto debole...-.
-Ti sbagli, hai una grande determinazione. Sei l'unico sopravvissuto.-.
-Determinazione... no... ho solo troppa paura di morire...-.
-Non c'è nulla di male nel non voler morire. Ma tu, ragazzo, hai di certo una gran voglia di vivere. Forza, vieni con me.-.
Perché vuoi me?” Voleva chiedergli, invece biascicò solo la prima parola.
-Perché io posso darti la vita che meriti. Non dovrai più soffrire tutto questo, ma infliggerlo.-.
Cosa? Infliggerlo? Cioè... stare sopra? Lui? Ma chi poteva essere per dargli una cosa simile? Un... un dio?
Alzò ancora gli occhi e vide la sua ombra imponente oscurare il sole con due enormi corna.
-K-Kami...- Ripeté.
Lo vide sorridere sotto due baffi bianchi.
-Già, posso renderti un dio.-.
Infine vide tutto il suo volto duro e aspro, con una benda sull'occhio e un'aria di potenza soprannaturale.
-Diventare... dio...- Solo pensare a una cosa del genere gli veniva da piangere.
-Non piangere, ragazzo. Solo i deboli piangono, e tu sei forte.-.
Forte? Lui... forte? Nessuno gliel'aveva mai detto prima d'ora, era... era una parola piacevole, era leggera come un solletico, si sentiva... come dire... riempito, come se avesse capito che c'era stato un vuoto dentro di lui fino ad allora e che la sua vita non doveva essere necessariamente quello che era sempre stata, che quindi c'era un'alternativa migliore, e che l'avrebbe avuta, com'era giusto.
Per la prima volta nella sua vita sentì un torpore in viso e una specie di tensione sulle guance che gli fece sollevare le punte delle labbra.
-Sì! Forte! Io sono forte!!!-.



Sorrideva ancora, nonostante di lui non fosse rimasto altro che un torso nero con metà testa attaccata immerso nella cenere fumante.
Stringendo tra le mani la fiamma nera, Elfman si voltò e si incamminò verso le ragazze. La sua corazza era saltata via in più punti rivelando la sua pelle bruciata, era la prima volta che gli succedeva. Praticamente, appena fosse tornato normale, gli si sarebbero viste le ossa. Una sofferenza straziante; avrebbe pianto e urlato come un bambino.
Invece, morire ridendo... già, quello Zancrow era un vero uomo.
Camminò imperterrito per il sentiero di alberi distrutti fino a raggiungere lo spiazzo.
Lì la sua maschera imperturbabile lasciò posto a un gran stupore.
Cos'era accaduto???
Si precipitò sul bordo del cratere, e vide una figura completamente nera in piedi su quattro corpi immobili; in particolare, stava cercando di rianimare Minerva.
-Ti prego, ti prego, ti prego Sensei!!! Ti prego apri gli occhi!!! Apri gli occhi-dechi!!! Non mi sono mai scusata per quella volta, ma non farmi lo stesso scherzo!!! Ti prego, non puoi farmi questo!!!-.
Iniziò a darle pugni sul petto, Elfman la raggiunse e la scrollò per le spalle.
-Ehi, che sta succedendo???-.
Mattan Ginger, di lei si trattava, si voltò; non la conosceva bene, ma non si sarebbe mai aspettato di vedere quello che stava vedendo.
Piangeva, anzi di più, era disperata, tremava e non sapeva dove guardare.
-Io-Io-Io non lo s-so... mi sono svegliata e-e...-.
Doveva essere stato l'altro uomo, ma quello che si chiedeva era altro.
-Loro sono... vive?-.
Ginger tremò ancora, o forse annuiva, perché rispose: -S-Sì... le nostre ossa sono cartilaginee e...- ebbe un mancamento e gli crollò tra le braccia.
-Ehi! Ehi, Ginger!-.
-La Sensei...- Biascicò: -Salva la Sensei...-.
Annuì, la posò a terra e si mise sopra la donna.
Non c'era battito, non c'era tempo di provare il massaggio cardiopolmonare, così alzò il pugno e lo calò gridando.
Minerva spalancò gli occhi e alzò bruscamente il capo, annaspando come un pesce fuor d'acqua.
-Minerva-sensei!- Esclamò Ginger, lacrime agli occhi: -Grazie al... snif... cielo-dechi!-.
-Gin...ger? Sei... ancora... viva...-.
La ragazza annuì e fece per abbracciarla, ma si trattenne.
-Dobbiamo curarti, Sensei, dobbiamo... snif... cercare aiuto-dechi!-.
Elfman sapeva che era impossibile, erano lontani dalla minima traccia di civiltà ed entrambi erano troppo in fin di vita per occuparsi di lei.
E non c'era tempo di spostarsi, men che meno senza mezzo di trasporto.
Aspetta, e loro come erano arrivate?
-Dov'è il vostro Arrancar?-.
Ginger scosse la testa.
-Non c'è, abbiamo usato la sua magia per spostarci. Siamo partite solo una settimana fa, non pensavamo che... che...-.
-Sì ma dovevate pur avere un piano di riserva!-.
Minerva gemette tentando di muoversi, Elfman e Ginger la tennero ferma.
-La tasca... qui dentro...-.
Ginger frugò nel suo mantello, eppure lui notava come solo allungare la mano le provocasse spasmi.
Infine la ragazza estrasse un pulsante.
-È una carica... di teletrasporto... per la città più vicina...-.
-Andiamo allora!-.
-No!- Elfman le bloccò il polso prima che spingesse il bottone.
Lei lo fissò sbalordita.
-Evergreen! Io devo tornare da lei! Non c'è modo di andare direttamente da lei???-.
-Scherzi-dechi???- Eccola, la Ginger che ricordava: -È dall'altra parte di Fiore!!! Ci vorrebbe non so quanta energia per farlo!!! Non perdiamo altro tempo-dechi!!!-.
-Energia?- Elfman le mostrò la fiamma: -Tipo questa?-.
Ginger guardò prima lui, poi il fuoco, poi lui di nuovo.



-Lisanna, capisci che non posso...-.
-Principessa, ti prego principessa, me lo sento, sento che sta per tornare!-.
-Sì, ma mi stai chiedendo una cosa impossibile! Non posso abbassare la barriera attorno al castello nemmeno per un secondo!-.
Lisanna si passò una mano tra i capelli, dietro di lei Flare si agitò.
Stava bene, Flare, era bello vederla, ma adesso proprio non aveva tempo.
-Ti scongiuro, solo cinque minuti! Lo sento dentro di me, sta per arrivare, so che sta per farlo! E porterà tutte con sé!-.
Hisui si massaggiò la fronte e sospirò.
-Come sta Evergreen?-.
-Sta partorendo in questo momento, e non sai quanto vorrei essere con lei, ma più di chiunque mio fratello lo vuole! Cinque minuti, solo cinque minuti!-.
-Non posso, sai che non posso, soprattutto ora. E poi... e poi lo sai che è impossibile che arrivi proprio ora! O che torni qualcun altro!-.
Certo che lo sapeva, eppure proprio per quello sarebbe arrivato. Suo fratello avrebbe fatto l'impossibile per le persone che amava, l'impossibile, specialmente per Evergreen e per suo figlio.
Ed era più che certa che stava per arrivare, lo sapeva, come sapeva che anche le altre sarebbero tornate insieme a lui.
Ma non si aspettava che la principessa l'avrebbe accontentata, non perché non lo volesse, ma perché proprio non poteva farlo. Eppure, eppure cinque minuti sarebbero bastati, e glieli doveva, sì, glieli doveva dopo averle nascosto che anche Ginger se n'era andata! Cinque, solo cinque minuti!!!
-Ti scongiuro, lei sta per... Elfman deve esserci, ti prego...-.
Le sue mani tremavano, ma quando il tocco dei polpastrelli di Flare le immobilizzò, anzi, la immobilizzò tutta.
Non capiva ancora perché quella ragazza la mettesse così in soggezione, ma era una soggezione piacevole, calmante, quello che le ci voleva adesso.
Si sentì infatti molto più tranquilla.
Flare non parlava, probabilmente non sapeva cosa dire, e nemmeno lei, perciò rimase zitta, mentre Hisui le dava la schiena e si massaggiava la faccia in mille modi diversi.
Alzò due dita.
-Due minuti. Non di più.-.

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Capitolo 5
*** Il veleno peggiore al mondo ***


Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare
Ma c'è il dolore che sale, che sale e fa male
Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me
Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta
Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa
Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c'è
E sale e scende dagli occhi
Il sole adesso dov'è?
Mentre il dolore sul foglio è
Seduto qui accanto a me
Che le parole nell'aria
Sono parole a metà
Ma queste sono già scritte
E il tempo non passerà

(La Notte-Arisa)

Era bellissimo.
Come altro definirlo? Un miracolo così piccolo da poterlo tenere in mano, una nuova vita che si dimenava per aggrapparsi ad un mondo sconosciuto, un'anima impetuosa racchiusa in un involucro di carne e pianti.
Non c'era niente al mondo, non una cosa che fosse più bella della nascita di un neonato, e ogni volta Wendy si commuoveva con tutto il cuore.
Ma non quella volta: no, non riusciva a essere felice, perché la tristezza nel suo cuore era troppo grande per contemplare quella piccola grande meraviglia.
-Co...com'è?-.
-È... bellissimo...- Singhiozzò: -È bellissimo Evergreen, è davvero bellissimo!-.
-Ah... è un maschio... posso vederlo?-.
-Sì...-.
Che bugiarda, che bugiarda che era, sapeva che non poteva vedere più nulla, nemmeno il suo bambino; eppure glielo diede in mano, nelle sue fredde mani, che fecero piangere il piccolo più forte.
-Ehi, ciao...- Sussurrò avvicinandolo al seno congelato: -Sono la tua mamma... già, hai una mamma fredda, eh?-.
Le sue labbra tremarono e si riempirono di cristalli, così come i suoi capelli; e Wendy non poteva fare altro che rimanere lì a trattenere le lacrime. No, nemmeno quello riusciva a fare.
E invece... invece il bambino smise di piangere, rimase zitto qualche secondo, e infine si mise a ridere.
Rideva, aveva riconosciuto la sua mamma e rideva, così come era giusto che fosse, come avrebbe dovuto essere allora e per sempre, un momento di felicità, un momento di felicità dannazione!!!
Evergreen glielo porse e lei si affrettò a riprenderlo, tenendoselo stretto. Ecco, s'era rimesso a piangere.
-Ah... pensi che... pensi che starà bene?- Sussurrò la ragazza con un filo di spirito in gola.
-Certo che sì! Starà bene perché sarai con lui!-.
Bugiarda.
-Wendy... voglio che... anf... che tu sappia... che... che...-.
-Non parlare, non parlare Evergreen, ti prego non parlare, ti-ti rimetterai più in fretta...-.
Bugiarda.
-...sei stata... una buona... amica... grazie... di tutto...-.
-Co-Cosa dici? Non serve che mi ringrazi! E poi-e poi devi ancora vedere Elfman!-.
-Elf...man... sì... digli che... digli che...- Scoppiò in un violento attacco di tosse, e Wendy sentiva ogni ticchettio dell'orologio segnare l'inevitabile scadere del tempo.
-Non dirmi niente, glielo dirai tu, glielo dirai tu capito? Lui sta... sta per arrivare!-.
Bugiarda.
-Sta... arrivando... ah... bene... io... io... mi riposo... solo un secondo...-.
Ora il bambino piangeva a dirotto mentre lei nascondeva le sue lacrime; e non per illuderla, ormai non ne aveva più la forza, ma perché non aveva il diritto di coprire quelle di suo figlio: non lei, né nessun altro.
-Certo... certo...- Annuì: -Riposati... ti sveglierò io quando lui arriverà...-.
Bugiarda! Bugiarda bugiarda bugiarda!
-Mi dispiace!- Gridò, con la gola in preda a convulsioni salate: -Mi dispiace! Mi dispiace così tanto! Non posso fare nulla! Non sono in grado di salvarti!- si piegò come per coprire il bambino dalla vista della madre morente, ma in realtà era lei che non riusciva a guardarla.
E il bambino, oh beh, nella sua testolina capiva che stava accadendo qualcosa di sbagliato, e si opponeva nell'unico modo che potesse.
Piangeva, e lei con lui, perché neanche lei poteva fare altro.



Zancrow era morto.
Strano da metabolizzare, ma era così.
Non l'avrebbe mai immaginato, né che Bluenote si riducesse così male da volersi Cambiare.
Forse, se li avesse recuperati subito, tutto questo non sarebbe successo; ma farlo era impossibile senza che quello lì li aiutasse ancora. Cosa poi avesse fatto di preciso, non lo sapeva; ma la morte del biondo si aggiungeva all'esito dei suoi errori, delle sue colpe.
Stava sbagliando, sbagliava tutto, ogni cosa che faceva la sbagliava.
Era tentato, dico sul serio, di finire subito quella guerra e di uccidere Zeref, oppure andarsene, oppure qualcos'altro, sì, qualcos'altro, fare qualcosa con qualcuno una volta tanto. Rimpiangeva i suoi anni da mago, non si era mai divertito tanto. E poi rinnegava simili pensieri, ma invece di stare meglio stava solo più male.
Oh, certo, anche negli ultimi tempi si era divertito. Ma solo ripensare a come lo faceva vomitare.
La porta si aprì, e vide entrare l'ultima persona che voleva vedere: Sayla.
Cazzo, ora cosa doveva dirle? Come rimediare a ciò che le aveva fatto? Come parlarle di nuovo? L'aveva fatta ridere, va bene, ma l'aveva anche offesa, picchiata e umiliata, e quello era l'inizio, perché poi l'aveva spedita in una missione suicida priva di senso ed era diventata la cosa che odiava di più: un'umana.
Già, questo non poteva perdonarselo.
Più gli si avvicinava, meno riconosceva la sua camminata tranquilla, il suo sguardo imperturbabile, il suo oscillare disinvolto con le mani.
C'era qualcosa di strano in lei, e come aspettarsi altro, ma una simile calma non era naturale in un momento come quello, nemmeno per lei.
Sayla si fermò, lui la guardò, nessuno parlò. Poi:
-Na...tsu... tu... mi vuoi... bene?-.
Questo non era naturale soprattutto per lei.
-Sayla, io... certo che sì... Sei una delle compagne più preziose che ho...-.
-Allora... non... potresti... far finire... tutto? Te lo chiedo... per... favore...-.
No, c'era qualcosa che non andava. Non sembrava più, lei, anzi, non era lei.
Si guardò il polso, poi guardò quello della ragazza, e rimase impressionato.
La cosa si era evoluta.
-Hai compiuto tre errori.-.
Sayla trasalì.
-Il primo: il modo di parlare, lei non mi chiama per nome e non mi da del tu, né mi fa delle richieste dirette.-.
-Il secondo: non trema mai davanti a me fintanto che rimango calmo, o almeno cerca di nasconderlo, non di accentuarlo.-.
-Il terzo: forse avrebbe fregato qualcun altro, ma fregare me? Sul serio, Meldy? Me?-.
La ragazza ammutolì finché non alzò un timido sorriso.
-Per lo meno posso dire di averci provato.-.
-A fare cosa?-.
-Sono disperata, Natsu.- Gli rispose allargando le braccia: -Lo ammetto. Non so cos'altro inventarmi. Speravo che la sua voce potesse...-.
-Mi fai schifo. Approfittare della sua debolezza psicologica per agganciarsi a lei e possederla... però mi domando come tu abbia fatto.-.
-Lo so, non volevo arrivare a questo. Ma ti assicuro che lei sta bene, sta solo... ecco, sta solo dormendo.-.
E.N.D. scosse la testa, non era quello il punto.
-Non ti capisco, cosa speri di ottenere ancora? Cosa vedi ancora in me, dopo tutto quello che ho fatto?-.
-Vedo un ragazzo- Natsu si girò e vide che a parlare era stata Mirajane, che certo era una preda facile da assopita: -che non sa più chi è, che ha perso la luce della sua strada e ora vaga nelle tenebre, ed è così disperato che le usa come mantello per ripararsi dal freddo. Eppure non ha ancora perso la speranza, una parte di lui si aggrappa al ricordo della luce, e vuole tornare da lei. Io questo vedo, la tua mano tesa verso l'alto alla ricerca di un aiuto.-.
-Un aiuto? Perché dovrei chiederlo? E anche seguendo questa assurda ipotesi, perché dovrei sperare di ottenerne uno?-.
-Perché- Riprese Sayla, gli stava venendo il torcicollo: -nessuno, nessuno commette dei crimini senza poi pentirsi almeno un po', nessuno è tanto crudele.-.
-Pentirsi non basta.-.
-No, ma è possibile espiare le proprie colpe.-.
-Ti sbagli, quello che è fatto è fatto, non si può cancellare.-.
Fu Mira a scuotere la testa stavolta.
-Espiare non vuol dire cancellare i propri errori. Vuol dire accettarli, e soffrire per essi, ma cercare di riempire il vuoto che hanno creato.-.
Natsu scosse la testa, già l'aveva sentita questa, nel profondo del suo animo.
-È impossibile, è un buco troppo grande.-.
-Eppure anche riempirne solo il fondo, o un'incavatura sul fondo, o un piccolo foro nell'incavatura vuol dire rimediare agli errori, anche solo per pochissimo!-.
-Non è sufficiente!-.
-E non lo sarà mai, Natsu! Non sarà mai sufficiente! Ma se non lo facessimo che senso avrebbe vivere ancora? Continuare a ferire e uccidere gli altri, e scavare sempre più in profondità, a cosa ti porterebbe? Dove saresti? Solo, in mezzo al fango e al sangue, senza essere nemmeno in grado di guardare il cielo!-.
-Perché dici questo???- Sbraitò lui agitando i pugni: -Perché rimani convinta che io voglia uscire da lì??? Possibile che il tuo cervello non ti dica quanto sia stupido???-.
-Certo che me lo dice!-.
Le palpebre di Sayla si arrossarono, non capiva se le lacrime fossero sue o di Meldy, ma percepiva che erano sincere.
-Ogni parte del mio corpo mi dice che non c'è più speranza! E mi implora, mi implora di ucciderti ora che ne ho l'occasione, mi implora di scagliarmi contro di te e stringere le mani sul tuo collo e sentirti morire tra le mie dita! Ma il mio cuore...- Si mise una mano sul petto: -...e anche il suo mi dicono di continuare! E sarebbe così facile non ascoltarli, credimi, sarebbe così facile smettere di aiutarti, e odiarti, odiarti con tutta me stessa!-.
-Però se lo facessi... chiuderei il buco e ne farei la tua tomba, e non potrei mai perdonarmelo. Nessuno merita niente di simile.-.
Natsu strinse i denti, soffiò, si calmò, sorrise.
-Non ho mai conosciuto qualcuno più ostinato di te. Ma i tuoi sforzi sono inutili, fatti un favore e muori e basta.-.
-Per quale ragione dici così? Possibile che tu non sia stanco di tutto questo?- Se si riferisse alla sua persecuzione o alla guerra non lo capiva, ma la risposta sarebbe stata comunque la stessa.
-Io? Certo che lo sono, ma dimmi, chi sono io? Sono Natsu o E.N.D.? Sono entrambi o nessuno?-.
Sayla si morse il labbro, se aveva capito bene come funzionava la cosa ora toccava a Mira parlare.
Si volse dunque a lei: -Non sai nemmeno a chi parli, come fai a salvarmi?-.
Mira non rispose, né Sayla, l'aveva lasciata proprio senza parole.
-Beh, ormai non ne sono più sicuro neanch'io.-.
-Allora perché non ti fermi?-.
Heh, non si sarebbe mai stancata di chiederglielo. Si prese comunque un po' di tempo per rispondere.
-Che cosa pensi distingua un umano da un demone, Meldy? Non sono un paio di cellule o la magia che usa...-.
-Sono queste cose qui.- Si mise una mano sul cuore.
-Oh, non è così scontato come sembra. Non è che gli Etherias non le provino, ma non riescono a capire il concetto di “emozioni”. Sono un po' come quel malessere che ti prende delle volte, a cui non sai dare un nome, e aspetti solo che passi. Non danno loro particolare importanza, dunque tendono ad eliminarle; oppure si aggrappano a una fino a renderla una malattia, come nel caso del tuo vestito.-.
-È quasi un blocco psicologico, o forse Zeref ci ha creati così e basta: poiché noi non siamo una specie che si evolve come la vostra, non è scritto nel nostro DNA come non c'è in quello di una sedia; però io l'ho fatto. Capisci, non era mai successo nulla di simile: provo tutte le emozioni di un umano e riesco a comprenderle, eppure non riesco a farle prevalere sul mio istinto. E allora cosa sono? E.N.D., il Demone Cremisi, oppure Natsu Dragneel, il figlio del drago? Prima ero convinto di essere entrambi, adesso invece non lo so più. Non so più perché vada avanti, anche se mi fa male e vorrei fermarmi. Dico sul serio, ho la faccia tosta di lamentarmene. Lo faccio e basta, perché smettere sarebbe troppo rischioso. Chiamami codardo e ipocrita, ma sono stufo di tutto questo, voglio sul serio tornare a divertirmi, ma non capisco più cosa mi faccia divertire. Seguo il mio istinto, e l'istinto mi dice di finire la guerra, in un modo o nell'altro.-.
-E allora perché...- Sayla si bloccò: -Ma non ha senso. Tempo fa mi dicesti che voi seguite la vostra natura che è ucciderci, però il vostro unico obbiettivo è uccidere Zeref. Allora perché fate tutto questo? Perché anche questa ragazza non pensa ad altro che eliminarci?-.
Natsu arricciò il naso, era come se quelle parole gli fossero arrivate in una lingua straniera, di cui comprendeva appena il significato; come se un muro si fosse interposto tra le orecchie e il cervello. Forse lo sconcertava così tanto perché era la verità?
Poi alzò gli angoli della bocca e ridacchiò, infine scoppiò a ridere.
-Ahahah! Ahahahahahahah!!! Ahahahahahahahahahahahah!!! Ahahahahahahahahahahahahahah!!!-.
Si asciugò le lacrime dagli occhi, percependo la confusione nell'animo di Meldy e cercando di contenere le risate.
-Scusa, è che per un secondo ho avuto paura che avessi ragione tu! Pensa se tutto quanto non avesse un senso! Sarebbe ridicolo, no?-.
Meldy non ci trovava niente di divertente, quindi si calmò del tutto.
Ovviamente poteva darle tutte le informazioni con la magia, ma sentiva che sarebbe stato uno spreco liquidare così il discorso.
-Noi esistiamo per uccidere colui che porta il nome di “Zeref”, cioè “immortale[1]”. Noi riconosciamo Zeref come umano, e dunque ogni umano è potenzialmente “Zeref”. Guarda cos'è successo a Mavis appena un secolo fa. Per evitare una simile ripetizione noi uccidiamo gli umani, anche se col tempo la maggior parte di noi ha confuso il concetto: per Mard Geer erano solo degli insetti, per Gajeel dei giocattoli da rompere, per i Nove delle offese per gli occhi... non sanno nemmeno loro perché li odino così tanto.-.
-Ma questo è folle!- Esclamò Mirajane: ed ecco tornare la pacata, ma pur sempre aggressività che aveva visto in Meldy, seppur poche volte.
-Uh?-.
-Voi fate delle cose terribili solo per un'eventualità remota! Non posso credere che pensiate davvero questo! Non posso credere che esistano degli esseri così malvagi!-.
Natsu alzò le spalle, davvero non sapeva che dirle. Era così, punto. Un leone era forse malvagio a sbranare le gazzelle? Non era solo fatto così e la cosa non andava oltre al suo controllo?
-Quando in una piantagione c'è un albero malato, tagliate sia lui che quelli vicini; per noi siete tutti degli alberi vicini.- Si limitò a farle intendere, e chiuse il discorso persuadendola da dentro attraverso il link. Disumano? E chi lo era più in quella stanza?
-Bene, se non c'è altro...- Si alzò dal trono e scese i gradini, superando Sayla e avviandosi verso la porta.
Certo che una cosa del genere non se l'aspettava, Meldy aveva sempre curato i suoi piani. Fallivano sempre, ma almeno ci pensava, e invece un azzardo simile... era una carta che poteva giocarsi molto meglio, diciamolo! Poi anche la faccenda di metterla sul personale...
-Ti sbagli su una cosa.- Lo fermò lei; non fu tanto la curiosità, quanto lo stupore che parlasse ancora dopo il suo intervento.
-Io vedo il suo cuore. Per questa ragazza non è una malattia. È vero amore.-.
Per un secondo rimase impassibile, ancora quel muro al cervello.
-Non c'è differenza.-.
Agitò la mano in cenno di saluto, poi pensò che un trucco del genere doveva riuscirgli anche a lui, se sfruttava bene la rosa. Sostituire i propri nei corpi altrui... non era forse caratteristica dei demoni la possessione?
Uscì dalla stanza immettendosi nel corridoio, quando sentì odore di bruciato.
Mmm? Cos'è che brucia? Viene dal lab...”.
CLICK
Caz-
Un tocco freddo sulla nuca, poi uno sparo.



* * *



Qualche giorno prima
-Kinana-sama, siamo arrivat-
-NON SIAMO ARRIVATI QUINDI STAI ZITTO!!!-.
Non ne poteva più di quel rompiscatole che ogni cinque maledettissimi minuti le chiedeva se erano arrivati! Non erano arrivati, non stavano arrivando e non sarebbero arrivati per molto molto molto tempo!!!
-Invero la invito a calmarsi, Lady Kin-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!- Tirò fuori la pistola e gliela puntò addosso: era caricata con proiettili anti-demone, quindi finalmente se ne sarebbe liberata! Oh, sì, che sollievo!
-Kununu-tun!- Disse lui col carrello della pistola in bocca: -Nun punsu cu surubbu un urruru?-.
-E perché mai-kina???-.
Dan sputò la pistola come una gomma: -Perché poi ci crolla tutto addosso!-.
Kinana strinse i denti: accidenti, aveva ragione!
-Senti, sono giorni che scavo Straight, sono stanca ed esaltata, quindi tu sei l'ultima cosa che mi serve!!!-.
-Ah, comprendo appieno! Codesta vostra richiesta presuppone il bisogno di un supporto morale!-.
-Eh?-.
Dan inspirò col naso a pieni polmoni, mise le mani a megafono attorno alla bocca e con la faccia rossa l'aprì per urlare:
-DAMMI UN UNO, DAMMI UN D-
-CRETINO!!!- Con un pugno lo fece volare all'indietro di una decina di metri, poi la galleria iniziò a tremare.
-Merda!- Appoggiò le mani sulle pareti e usò la sua magia per calmare la terra; era come cercare di placare un'onda anomala, ma ci riuscì.
Dan intanto si era messo seduto e, con un bernoccolo pulsante in fronte, la fissava come uno scolaretto delle elementari.
-Piantala di guardarmi e di fare lo scemo! Lo capisci o no che la missione è cruciale-kina?-.
-Invero sì! Dobbiamo devitalizzare i vili demòni introducendoci silenziosamente nelle loro fortificazioni!-.
-Quindi farci seppellire vivi va contro i nostri interessi mi pare-kina!-.
-Oh!- Dan batté il pugno sul palmo: -Astuto!-.
Kinana alzò nervosamente il sopracciglio: “Ma se me l'ha appena detto lui!”.
-Tuttavia, mi domando, non avranno pensato a una strategia del genere?-.
-Dico, per chi mi hai presa-kina? Secondo te perché mi sono iniettata una lacrima di drago della terra, per sport? Non fare sì con la testa-kina! Questo è il mio campo, posso eludere ogni difesa e resistere persino alla pressione litostatica di qui sotto! Mi domando solo come faccia tu-kina...-.
-Un allenamento tonico per uno spirito d'acciaio!-.
-...c'avrei scommesso. Ci ho messo mesi a recuperare le informazioni necessarie sulla struttura di Tartaros, sai quanti demoni ho catturato e interrogato? Se mi intralcerai ancora e renderai vani i miei sforzi non avrò pietà-kina!-.
-Ah! Che perseveranza, Lady Kinana!-.
Kinana si massaggiò la fronte, esasperata.
Ancora un paio di giorni... un paio di giorni!”.



* * *



Una la perse subito, la seconda si accasciò fatto il primo passo, la terza gli cadde da qualche parte per strada e la quarta proprio davanti all'ospedale.
Ma la quinta, l'unica ancora cosciente, lei la teneva ben stretta tra le braccia, come avrebbe tenuto suo figlio e sua moglie di lì a poco.
Non era più sicuro di avere delle mani con cui tenerli o dei piedi con cui raggiungerli, o anche solo di una pelle per sentire il loro respiro sul petto, l'unica cosa che sentiva era di dover correre.
Urtò qualcuno nel corridoio, forse anche due persone, non vedeva, faceva solo la strada a memoria: d'altra parte l'aveva fatta così tante volte... Pensò che doveva aver generato una gran confusione, sperava che nessuno lo intralciasse; fu fortunato, o forse qualcuno lo aiutò, non avrebbe saputo dirlo.
Arrivò e girò a destra, la porta era aperta oppure la sfondò entrando, e una luce gli illuminò occhi; ma, ormai fermatasi, sentiva le forze venir meno e un pesante torpore premere con vigore.
Eccola lì, era ancora viva, sul letto, e la sentiva piangere... no, non era lei, era suo figlio.
Suo figlio...
Mio...”.



Rimane con il dito premuto sul grilletto, continuando ipnotizzata a premergli la pistola fumante sulla nuca.
Le sembra incredibile, non riesce a crederci, eppure ha funzionato, ha funzionato davvero.
-Eh... eh... eheheh... ahahahahahahahah!!! AHAHAHAHAHAHAH!!!-.
Alza pistola e viso al cielo con tanta veemenza che quasi cade all'indietro.
-Ce lo fatta! Ce lo fatta-kina! Ahahahahah! Erik, hai visto Erik??? Hai visto??? Ti ho vendicato, ti ho vendicato!!!-.
Nell'impeto delle risate guarda di nuovo il cadavere a terra, e questo la fa ridere ancora di più. Si piega sulle ginocchia, incurante del rumore dello sparo, dei possibili rinforzi in avvicinamento, di dove si sia inguaiato Dan. Perché ora ha raggiunto il suo obbiettivo, ora ha ucciso E.N.D., cosa le importa del resto, cosa le importa di morire se Erik può riposare in pace?
-Kina-kina-kina! Non fai più il gradasso, eh??? Non sei più il gran capo dei demoni, non sei più nulla! Sei solo un cadavere in decomposizione, non puoi fare niente!!!- Inizia a calciarlo sulla pancia, e lui incassa come un sacco da box, senza muoversi, senza gemere, continuando a guardare irrimediabilmente il pavimento.
Kinana si inginocchia, in modo da osservare da vicino il buco sporco in mezzo ai suoi capelli scarlatti.
-Ma non temere, perché tra poco ci saranno i fuochi d'artificio nel Cuore dell'Inferno, e tutti i tuoi cari amici ti raggiungeranno nell'aldilà-kina!!! Ah, ma tu non puoi sentirmi vero-kina? Ormai sei una carcassa impotente! Forza, proteggi adesso i tuoi compagni! Alzati e colpiscimi, sono così vicina non vedi-kina???- Lo prende tra i capelli, un po' si sporca le unghie di sangue ma poco importa; è tentata di girarlo per vedergli il viso ma non le piacciono più di tanto i cervelli spappolati!
-Dai, dai, dai! Sono qui, se non mi fermi farà tutto boom! Farà tutto boom-kina!-.
E infatti ci fu una forte luce dal fondo del corridoio, e poi un gran fragore di tuono.
-Oh, è troppo tardi-kina, che peccato-kina! Guarda, guarda laggiù, quelli sono tutti i tuoi compagni che bruciano!!! Oh, è vero, non puoi! Non puoi non puoi non puoi-kina!!! Perché sei morto, e i morti non fanno nulla-kina!!!-.
TAP
Kinana scatta in piedi, ma le dita nemiche girano e le spezzano il polso sinistro.
-Urgh!-.
-Brava, mi trovi d'accordo, i morti non fanno nulla.- Il demone si rialza ciondolando come uno zombie, il sangue gocciola dalla sua testa insieme a qualcos'altro. Qualcosa di grigio e denso.
Il-Il proiettile! L'ha fuso-kina!”.
Natsu si gira, lento, implacabile, gli occhi infuocati e il volto scuro ma immacolato.
-Quindi che ne dici di startene zitta?-.
Kinana si sente impallidire, ma una strana gioia la fa anche sorridere.
Certo, se fosse stato così semplice non ci sarebbe stata soddisfazione!
-Pensi non mi fossi preparata a questo? Anzi, in realtà ho pianificato ogni genere di situazione-kina! Forza, re dei demoni, combattiamo un po'!-.
Natsu si rimette dritto, scrolla le spalle e scrocchia il collo, senza perdere quell'espressione che avrebbe abbattuto una tigre.
-Combattere? No. Io ti polverizzo male.-.
La ragazza si aggiusta il polso con un colpo secco di mano e si lecca le labbra eccitata, come un serpente davanti alla preda.
-Ti divorerò, topo di fogna!-.



Uscì più morta che viva dalla stanza di Evergreen.
Pensava di essere pronta al peggio, ma solo ora si rendeva conto di cosa esso fosse.
Lisanna e Flare le vennero incontro, chiedendole preoccupate come si sentisse; capirono dalla sua faccia che qualcosa non andava, ma lei le superò senza degnarle di una risposta. Più tardi si sarebbe scusata cento, mille volte, ma non in quel momento; in quel momento non c'era spazio tra i suoi pensieri per un terzo.
Vagò per il corridoio con gli occhi sgranati nel vuoto, fermandosi davanti a un muro e appoggiandoci la mano. Respira, annaspa, affanna, ma il peso sul cuore non se ne va, anzi, si fa più pressante, allora non si inginocchia e poi si siede, stringendo le dita sul piccolo seno.
Era terrorizzata, terrorizzata da quello che aveva visto, terrorizzata da quello che sarebbe successo, terrorizzata da quello che avrebbe dovuto dire ad Elfman.
-Yo, come butta?-.
Wendy alzò il viso, trovandosi faccia a faccia con un ghigno di metallo.
-Gajeel...san... ah! Come stanno Levy-san e le altre?-.
-Boh, e io che ne so?- Fece lui alzando le spalle.
-Ma... ma come? Pensavo che tu... tu fossi...-.
-Non ho idea di cosa succeda dentro quei tubi di acciaio. Però funzionano, nove volte su dieci. Otto e mezzo.-.
La spiegazione non la convinceva molto, ma Gajeel era l'unico che potesse guarire le ragazze.
-Gajeel-san, ma cosa ti è successo? Mi hanno detto che anche tu sei stato... ehm... ecco...-.
In principio il ragazzo non capiva che parola cercasse, quando lo fece schioccò le dita con un: -Ah!-.
-Ahahah! Ti sembro uno di quegli sfigati? Io sono un Etherious al cento percento, bella mia! A tal proposito, è meglio parlare...-.
Wendy indietreggiò di scatto, allontanandosi dalla sua mano tesa.
-U-U-Un Etherious? M-M-Ma allora t-tu sei come Natsu-san???-.
-Eh? Sì perché? Cioè, ovviamente sono meglio, ma il capo è lui... era lui, insomma. Che poi nessuno l'ha mai eletto, aveva solo il fandom di Mard Geer dalla sua.-.
-P-P-Però... insomma, non dovresti... non per intromettermi... ma non dovresti essere... assieme... ecco, assieme a Natsu-san?-.
Gajeel aggrottò la fronte.
-Come? E per quale motivo? Qui mi trovo molto meglio, e se devo uccidere Zeref meglio farlo con voi no?-.
-Ecco... sì... immagino di sì...-.
-Dai, non farti pregare...- Gajeel allungò ancora la mano e lei, seppur titubante, gliela strinse.
Ma come il polpastrello sfiorò il palmo guantato del ragazzo, questo si chiuse su di lei e la trascinò via con sé.
-Cos... aspetta, Gajeel-san, aspetta!!!-.



-98, 99 e...-.
ZAK
-100! Orbene, ci sono altri nemici in grado di affrontarmi?-.
Il plotone di demoni arretrò con un cigolio unito, facendo sorridere Dan.
-Ah-ah! Arretrare davanti al nemico è disonorevole, tuttavia come biasimarvi?-.
Poi un orco, un troll, con una benda alla bocca si staccò dai soldati e si stazionò davanti a lui, stringendo i pugni minaccioso.
-Orsù, vile mostro, dimostra la tua prodezza e affrontami!- Esclamò il cavaliere battendo lo scudo a terra.
-Ti mostrerò la forza della mia Santa Fede!-.
-La tua santa fede?- Ripeté quello borbottando, con un accento barbarico invero: -Spiacente, non sono esperto del mondo di fuori. L'unica fede in cui credo è il mio Master, e la mia fede mi impone di eliminarti, uomo di latta.-.
Dan schivò una sua raffica di pugni dell'orco, e passò al contrattacco con la lancia, ma senza riuscire a colpirlo.
-Sei veloce! Tuttavia dovresti sapere come funzionano i poemi cavallereschi!-.
L'orco sferrò un altro pugno e lui lo parò con una testata.
-Il cavaliere uccide l'orco malvagio, e conquista la sua dama!-.
-Dunque preparati a venire sconfitto! Sancta Fides! Lux!-.
Un fascio di luce divina lo illuminò, donandogli la Forza Della Iustitia e Dei Capelli Biondi.
-Uhm?- Fece l'orco: -E quello che dovrebbe essere? Una tinta?-.
Dan piegò le gambe, impugnando Habaraki.
-La fede è la lancia indomabile del cavaliere! Hasta!-.
Scattò in avanti e lo perforò al fianco, ma l'orco fu abbastanza agile da schivare l'attacco e mettersi al suo lato.
Calò un cazzotto, ma lui lo parò con lo scudo.
-Il cavaliere è il baluardo dei deboli! Scutum!-.
-Ah!- L'orco arretrò stringendosi dolorante la mano, e Dan tornò all'attacco.
-Un cavaliere non indietreggia mai, ne va del suo onore! Impetus!- Corse in avanti e lo colpì in bocca con la fronte.
-Allora hai capito cosa succede a un... uh?- Provò a tirare fuori la testa, ma da sotto la bandana l'orco la teneva stretta tra le fauci.
-Ahi-ahi-ahi! Mi stai mordendo i capelli, orco villano!-.
Poi successe qualcosa di strano, ma strano davvero: il terreno si allontanò dai suoi piedi, sempre di più, sempre di più, finché non penzolò come un lestofante impiccato.
Istintivamente agitò arti superiori ed inferiori, ed ebbe come il sentore di avercele più brevi: molto, molto più brevi del solito.
Poi l'orco lo sputò, e quando cadde a terra si accorse di averli davvero rimpiccioliti, e anche le mani e i piedi, perché li sentiva toccare i giunti dell'armatura. Così non riusciva più a muoversi!
-Che stregoneria è mai questa?-.
-Stregoneria? Sbagliato, uomo di latta. Questa è una maledizione!- Disse il troll levandosi la bandana dalla bocca, scoprendo due fauci pelose.
-Perdincibacco! Io pensavo fossi solo brutto e rozzo, ma sei davvero un orco!-.
L'orco grugnì infastidito.
-La Legge della Regressione ti riporta a quei tempi lontani in cui non eri altro che un moccioso fastidioso.-.
-Ah! Sin da piccolo un cavaliere è addestrato alle nobili ar- Un calcio in viso lo mandò gambe all'aria, facendo sparpagliare la sua armatura in giro.
-Ma che credi, che sia un elisir di giovinezza? La Regressione agisce anzitutto sulle abilità fisiche, magiche e diaboliche, portandole a quelle di un vero infante.-.
Dan si massaggiò il naso dolorante e scricchiolante, scorgendo l'orco avvicinarglisi.
Poi, un bagliore in cielo e un forte boato, e volò via spinto da un gran vento.
Atterrò di schiena, rimasto intrappolato nella corazza pettorale, e assistette immobile alla scena, col fiato spezzato dalla botta.
-K-Kinana-sama!-.
Era lei che si era schianta a terra, anche lei supina, braccia e gambe lanciate in aria per il contraccolpo, e sopra di lei c'era un ragazzo, un demone dai capelli rossi e avvolto nelle fiamme, che le premeva la faccia con la suola della scarpa.
-Shine.-.
La sua mano si circondò di fiamme come quella di un demonio, ma tra le dita svolazzanti di Lady Kinana comparvero due pistole puntate.
Gli spari suonarono simultanei, il ragazzo li evitò prodemente piegandosi all'indietro, ma l'astuzia di Lady Kinana aveva previsto tutto questo ed eccola rimettersi in piedi con uno slancio! Evviva la nobile Kinana!
Riprese a sparare, ma il ragazzo rosso le afferrò i polsi alzandoglieli in aria e vanificando i proiettili, argh! Che peccato, ma non demorda!
Ancora una volta la dama era pronta, alzò i piedi e li attorcigliò sul collo dell'avversario per strangolarlo; poi, dato che lui l'aveva mollata, si mise seduta sulle sue spalle e gli puntò le pistole sulla testa; ma ecco che, come per magia, i sandali del ragazzo presero fuoco e lo lanciarono in avanti facendolo girare e schiantando Lady Kinana a terra, poi fece un altro giro e si rimise in piedi.
Anche Kinana-tan si rialzò, i due si voltarono in sincrono e combatterono corpo a corpo: erano così veloci che Dan non riusciva nemmeno a starci dietro, si augurava solo che Kinana-tan gliela facesse vedere a quel tipo!
A un certo punto tra le mani della ragazza comparve una spada e lei iniziò a spazzare colpi che l'altro schivava a fatica, finché con l'altra mano lo acciuffò e cercò di infilzarlo; ma con una manata discendente, che avrebbe forse spaccato una montagna a giudicare dalla forza, quello spezzò in due la lama, senonché Madamigella Kinana gli strinse la mano ora libera sul collo.
-Che cosa speri di... cosa?-.
Il braccio della damigella diventò viola sporco, facendolo sussultare più volte.
Sogghignando, Lady Kinana alzò l'altro pugno, che diventò marrone, e lo percosse in viso con l'eleganza di una signora.
-Questo è per Erik, questo è per il mondo e questo è per me-kina!!!-.
Era rapida come un canguro dei cartoni animati e devastante come una palla da demolizione, ma ecco che, evidentemente caratteristica comune dei diavoli, il ragazzo fermò il pugno coi denti.
-Pfui! E chi sarebbe Erik?-.
Erik? Chi è costui? Ah, ho capito! È un nomignolo che mi ha affibbiato in pegno d'amore!!!”.
-Erik era colui che amavo-kina!-.
Magnifico! Il mio angelo finalmente si è dichiarato!!!”.
-E tu l'hai ucciso!!!-.
Dan ci rimase di sasso, non sapeva di essere morto. O forse vedendolo a terra aveva pensato che lo fosse?
Voleva urlarle che stava bene e che contraccambiava, ma ebbe un sobbalzo vedendo il suo occhio lacrimare.
-Non ti perdonerò mai, mai per questo!!!-.
Lo colpì di nuovo, e ancora e ancora e ancora, non sembrava più nemmeno lei ma una macchina da guerra. Dolce signora, chi poteva essere codesto nemico per renderti una tale belva?
-Stronzo stronzo stronzo! Io ti credevo un amico-kina! Ti credevo mio amico, Natsu!!!-.
Natsu?” Ripeté tra sé e sé il cavaliere: “Non è il nome di quel ragazzo col sedere in fiamme?”.
A osservarlo meglio, ci assomigliava non poco! Un pugno più forte e il ragazzo indietreggiò, pulendosi il viso col polso.
Lady Kinana alzò una pistola per fare fuoco, ma fu interrotta dalla voce dell'altro, che trasudava di malvagità.
-Erik, hai detto? Spiacente, mai sentito.-.
La donzella digrignò i denti.
-Forse tu lo conoscevi con il nome di “Cobra”-kina!-.
-Cobra? Ah, ora ricordo, il Dragon Slayer di Crime Sorcière! Ma dai, era il tuo ragazzo, quello sfigato?-.
-Non osare parlare di lui in questo modo!!!-.
-Eh? E perché? Chi può impedirmelo?-.
BANG
La risposta arrivò rapida come una pallottola.
L'ha colpito! Invero l'ha colpito!”.
E invece no, perché la sputò dalla bocca.
-Sai, ero curioso di sapere perché tu abbia voluto farmi incazzare così tanto. Speravo quantomeno in qualcosa di serio, e invece...-.
Dan vide sul volto dell'amata dipingersi una furia che era più propria di un diavolo che di una persona, tant'è che gli fece accapponare la pelle.
-Di serio-kina? Hai la minima, minima idea di cosa abbia provato nello scoprire che era morto? Non poterlo più toccare, non poterlo più vedere, non poter più sentire la sua voce, hai idea di cosa si provi-kina??? No, non ce l'hai ma ora ce l'avrai! Ho fatto saltare in aria tutti i tuoi amici, tutti, tutte le tue basi di rigenerazione hanno fatto boom! E non li rivedrai mai più!!!-.
Il demone Natsu sobbalzò a quelle parole, e Kinana rise isterica.
-La senti, la senti Natsu-kina? La paura di essere soli, quella serpe che striscia attraverso il buco che hai in petto, che si attorciglia intorno alle tue viscere e morde i tuoi occhi con fiele atroci! Le senti le lacrime velenose che scorrono sul tuo viso-kina? Cosa si prova, Re dei Demoni? Cosa si prova a perdere tutto quello che ami??? Non c'è veleno peggiore eh??? Non c'è veleno peggiore delle emozioni umane-kina!!!-.



Veleno.
Era come avere veleno al posto del sangue, e spine al posto delle gambe, e un riccio infuocato in seno.
No, di più, era come avere dei macigni al posto delle ossa che appesantivano i suoi passi, il suo respiro e i suoi pensieri.
Non era più consapevole di avere una forma, la sua mente era mischiata con quella della sua aguzzina, non sapeva perché si stava muovendo e per volontà di chi delle due.
Sapeva solo dove stava andando, e che doveva assolutamente arrivarci.
-Esci... da... me...-.
-Non... posso... farlo...-.
-No... lasciami... sola...- Vacillò, si inginocchiò, gridò tra i denti stretti.
-Devi andartene! No non posso! No... devi... andartene... ah!-.
-Esci dal mio corpo!!!-.
Cadde e si accasciò, iniziando a strisciare verso il fuoco, lentamente, trascinando il peso inerme delle sue gambe.
-Non posso... lasciarti... andare...- Parlò la sua voce.
-Devi... fermarti... Sayla... per favore... fermati...-.
Si fermò, ogni sua cellula si rifiutava di muoversi ulteriormente.
-Stanca... sono stanca... i miei occhi non... ce la fanno...-.
Chiuse le palpebre e si sentì avvolgere da un piacevole tepore, come se tutta la fatica fosse scomparsa e avesse lasciato spazio ad un'insopportabile stanchezza.
Era così piacevole lasciarsi andare al sonno, tanto per il resto ci sarebbe stato tempo, sì, c'era tanto di quel tempo; invece non poteva aspettare ancora per rilassarsi a quel calore e per dormire...
Calore?
Perché faceva caldo?
E quest'odore di fumo...
-Fuoco!- Urlò in un sussulto, e scattò per rimettersi in piedi; ma, ancora una volta, le gambe la tradirono.
Non posso lasciarti proseguire oltre. Cerca di capirmi, perdonami se puoi, ma non puoi aiutare E.N.D.!”.
Sayla rimase interdetta.
-Non posso... aiutare... il Master?-.
Scosse la testa.
No.”.
-No.- Ripeté lei.
Poi, tremando, sporse i denti e si morse il labbro, cercando di trovare l'aria da soffiare.
-V...V...-.
Com'era la parola?
-Vaf...fan...culo...-.
Cosa?”.
-Vaffanculo...- Ripeté, poi sorridendo: -Eh, è strano dirlo. Vaffanculo, putida donna. Ci sono solo-
La gola si riempì di rigurgito che trattenne a fatica, strozzandosi il collo; poi riprese:
-tre persone-ugh-tre persone che possono darmi un ordine. E tu non-
Si piegò in avanti e vomitò, era come se l'altra non volesse farla parlare.
Motivo in più per continuare.
-non sei tra queste!-.
Ebbe uno spasmo, si appoggiò al muro, sussultò di nuovo più e più volte, stringendo le mani tra i capelli. In testa aveva un frullatore che mischiava, smistava e mescolava di nuovo le loro due menti, confondendole l'una coll'altra.
Paura, dolore, rabbia, trepidazione, dubbio, rancore, Kyouka, Gerard, Natsu, Ultear e altro ancora girava e rigirava, alcune parole da incomprensibili diventarono conosciute e altre da conosciute incomprensibili ora che lei non era più lei, e dunque l'altra, ora che non era più l'altra ma era lei, non capiva più quelle parole e per lo stesso motivo le capiva, e ognuna di esse lasciava solchi indelebili che scorticavano la sua ragione.
Urlò, o ne ebbe la sensazione, e poi, improvvisamente, buio.
Quando provò a respirare fu come annaspare sott'acqua e sentì il vuoto in gola. Istintivamente si piegò in avanti e, ritrovatasi in piedi, c'era un ragazzo davanti a lei che la guardava preoccupato.
-Meldy, stai bene?-.
-S-Sì Gerard... è solo che Cobra sta...-.
Meldy?
Gerard?
Cobra?
Ma che stava dicendo?
Cos'erano quei nomi?
I miei compagni.” Pensò subito. Ma sentì di non averlo pensato lei, perché era assurdo.
E non era solo quello, si sentiva strana, come se fosse in una pelle che non le apparteneva, e guardandosi si accorse di stare indossando dei vestiti rosa chiaramente non suoi. Eppure, per quanto confusa, non ne fu sorpresa, perché sentiva che non c'era niente di strano in tutto ciò.
Gerard le mise una mano sulla spalla per farle forza, e solo allora si rese conto di stare tremando.
Paura.
-Cos'è? Cos'è che sta arrivando?- Si sentì chiedere.
Il ragazzo guardò il cielo con fare pensieroso.
-Perché Cobra sta urlando così forte? Cosa sta sentendo? Devi dirmelo Gerard!-.
Gerard si rivolse a lei scuotendo la testa.
-Io non...-.
Una lieve folata di calore le fece chiudere gli occhi, e fu un bene, perché percepì attraverso le palpebre un forte bagliore che di certo l'avrebbe accecata. Riaperti gli occhi, Gerard non c'era più.
-Ma... cosa...-.
-HOTEYE!!!-.
Qualcuno aveva urlato, quel nome lo conosceva, ma soprattutto conosceva quella voce; si volse affannando e... la vide, le mani tra i denti e lo sguardo inorridito su qualcosa a terra che inizialmente non riconobbe e di cui, francamente, non le importava nemmeno, perché era passato così tanto, così tanto tempo da quando l'aveva vista in piedi, viva lei, eppure contemporaneamente la cosa non la sorprendeva perché sentiva di averla avuta sotto gli occhi fino all'istante prima.
Ma non ebbe nemmeno il tempo di riordinare i suoi pensieri che lei era non c'era più, no, c'era ancora ma non era più lei, bensì una donna dal cappotto piumato e dai lunghi capelli bianchi, con il suo stesso sguardo inorridito in viso.
...Angel?”.
E d'un tratto non era più importante chi fosse ma quello che guardava, un corpo a terra dal volto bruciato e cosparso di sangue.
Hot...eye...cosa...”.
E poi vide quello che Angel non osava guardare, alto tra le fiamme nere, dagli occhi in ombra dai capelli quasi fossero ombra anch'essi, e con un sorriso a metà tra il ringhio di una bestia e il soffio di un serpente.
Non c'erano dubbi, era il Master.
Natsu
La temperatura si era alzata fino a diventare scottante, eppure era scossa da brividi gelidi che aumentavano più si focalizzava su di lui, sui suoi artigli aguzzi e sul suo sguardo famelico e disumano.
P-Perché ho paura del Master? Perché ho paura che questi umani possano... che possano...”.
Un altro lampo e Natsu era al posto di Angel; mentre lei, lei non c'era più.
Però sapeva che se si fosse voltata ne avrebbe visto i resti bruciati.
-No! Angel-sama!!! No!!!- Singhiozzò tappandosi la bocca con le mani.
Cos'era quel dolore? Per quale motivo nella sua mente vedeva le immagini della ragazza? Perché, perché, perché stava piangendo???
-Maledetto!!!-.
Trasalì a quella voce, non la sentiva da un anno ma era quella di Ezel, eppure quello che si muoveva instabile davanti ai suoi occhi tremuli era molto più snello, era Racer, mio kami no, fermati Racer non
-Yawn!-.
La macchia nera scoppiò di fiamme, e si sentì urlare di nuovo.
Ezel!!! No!!! NO!!!”.
Una serpe che si fosse annidato tra le sue ossa le avrebbe fatto forse meno male, perché quella che aveva dentro era dello stesso fuoco che ardeva sui corpi dei suoi amici e che bruciava anche lei; e lo sentiva, e lo sentiva tutto, partire dalle gambe e scavare fino al bacino, risalire fino al cuore per poi stringerlo e divorarlo, vomitandone le ceneri.
Ecco, percepiva i suoi polmoni consumarsi a ogni attimo che respirava quell'aria arida e a ogni grido che sentiva e che, in un secondo, spariva, lasciandosi dietro quel trafiggente odore di putrido bruciato.
Vide Tempestar generare un ciclone che avvolse Natsu, ma l'aria prese fuoco e la colonna si abbatté sul ragazzo, che scomparve in un urlo.
Vide Cobra ruggire straziato e avvolgere Natsu con il gas velenoso, ma il suo ruggito si trasformò in un rantolio quando si trovò il petto trapassato dal nulla ardente; lo vide inginocchiarsi e la sua testa finire tra le mani di Natsu, lo vide alzare lo sguardo e poi non guardare più nulla.
Infine vide sé stessa e si sentì impazzire, e guardò un centinaio di spade rosa trafiggere il corpo del demone, senza provarne gioia o rabbia o senso di colpa ma solo desiderio di annientamento, senza riconoscerlo più come persona o come Master, senza più vedere niente, né in lui né intorno a sé.
Poi, di botto, le fiamme che aveva dentro si spensero, domate da un incendio più concreto e vivido, che le tinse il fianco di rosso.
Si accasciò stringendo la ferita, non per bloccarla, ma per sentirlo ancora, sentire quel male così potente da annebbiarle la mente, un tentativo disperato di allontanare da sé l'incubo che stava vivendo.
Non era quella la realtà, non poteva esserlo. A ogni suo sguardo sciancato la scena era diversa, ora non era più in quel luogo ma sul Cube devastato, ora nel laboratorio, e ora di nuovo lì; ogni goccia di sudore che le passava davanti agli occhi trasformava Cobra in Jackal e Silver in Midnight e Angel in Kyouka, i suoi amici nei suoi compagni tanto che non li distingueva più, ed erano tutti a terra, sporchi, mutilati, morti.
Ma c'era una cosa che non cambiava mai, ed era lui, quello che si stava avvicinando a lei estraendo a ogni passo una lama dal corpo, un essere mostruoso dagli occhi di fuoco che soffocava l'aria e che pareva fondere il paesaggio attorno a lui, quasi a spiccare dalla sua fragilità per affermare la propria presenza.
Era il suo Master, e ne aveva paura; era il suo amico, e ne aveva terrore; era una bestia, e ne voleva scappare; ed era la prova che era tutto vero, e ne aveva ancor più paura.
Pensò di morire, ci pensava Meldy, ed ebbra di disperazione iniziava a sperarlo, fin quando una voce alle sue spalle la riscosse dal sonno letale nel quale si stava abbandonando.
-Sayla!-.
Si girò troppo rassegnata per capire, e sgranò gli occhi quando vide il ragazzo dai lunghi capelli neri superarla zoppicando.
-Mard... Geer... anche tu...-.
-Sayla rispondimi! Riesci a sentirmi? Rispondimi Meldy!!!-.
La scosse per le spalle e i suoi occhi affilati si addolcirono, i suoi capelli si schiarirono, tutto in lui cambiò, tutto tranne l'ustione al ventre che gli scopriva i muscoli.
-Io lo tratterrò, hai capito? Ma tu devi fuggire, devi scappare di qui!-.
-Io... scappare?- Ripeté atona: -Perché? Gli altri sono tutti... tutti quanti Gerard... tutti quanti... anch'io devo andare da loro... anch'io devo mo-
-Basta Sayla! Tu non morirai qui, hai capito??? Non morirai qui!!! Non lo permetterò mai!!!-.
Povero Gerard, non doveva piangere, ormai era finita, era finita per tutti e anche per lui, perciò perché piangere? Se ne sarebbero andati insieme, e per quale motivo mentire dicendo che non sarebbe morta? Perché non doveva morire, se tutti gli altri erano già morti? Che senso aveva, dillo Gerard, che senso aveva?
-Che senso ha... nessuno... non ha alcun senso... tutto questo non ha senso... perché è successo tutto questo... perché Natsu sta facendo questo... perché moriremo in un modo così orribile, Gerard? Per-
Ecco”, pensò sentendo tutto il corpo scaldarsi, “mi ha colpito.”.
È finita.”.
Ma non era la spalla di Natsu quella su cui affondava il viso.
-Meldy, ora devi ascoltarmi attentamente e fare quello che ti dirò.-.
La sua voce sussurrata all'orecchio era tremante ma si sforzava di essere coraggiosa anche per lei; Sayla annuì, anche se già sapeva cosa le avrebbe detto, come sapeva che non l'avrebbe mai, mai fatto.
-Tu devi scappare da qui. Non posso permettere che anche tu venga uccisa, io lo tratterrò più a lungo possibile ma tu devi fuggire e non voltarti mai.-.
-No...- Singhiozzò lei: -Gerard non puoi chiedermi questo, ti prego, non chiedermi questo!-.
-Devi sopravvivere, Sayla! Sei l'unica cosa buona che mi rimane, non posso perdere anche te!-.
-E io allora??? Anch'io non voglio perderti!!! Anche tu sei l'unica persona che mi è rimasta!!!-.
-Lo so, lo so e mi dispiace, ma tu puoi ancora trovare un'altra famiglia! Tu puoi ancora redimerti, c'è ancora speranza per te!-.
Sayla scosse la testa, la sua mente si era già arresa ma il suo cuore non poteva accettarlo.
-È sempre stato il tuo problema!- Rispose tra il pianto: -Anche tu puoi redimerti, è per questo che esiste Crime Sorcière!-.
Lui la strinse più forte, lasciandole bagnare la sua spalla con tutte le sue lacrime.
-Non perdere la speranza Meldy, Natsu è ancora lì dentro e so che puoi salvarlo, sei l'unica che può farlo! Ti prego, promettimi che te ne andrai!-.
No, non voleva salvare quel mostro, non voleva abbandonare Gerard in quel modo, non voleva salvarsi solo lei, non voleva sopravvivere ad un prezzo così alto.
Ma promise di farlo, e Gerard la lasciò.
Piangeva anche lui, non lo divorava la paura, perché non ne aveva mai avuta di morire, ma il senso di colpa per il dolore che le stava infliggendo; ciononostante non si sarebbe tirato indietro.
Meldy si voltò verso Natsu, e quello che vide li fece rabbrividire.
-Oh, avete finito?-.
Con un calcio più forte dei precedenti fece rotolare via il corpo di Keith, scrollandosi le spalle.
-Discorso toccante, dico davvero, quasi mi dispiace di dovervi uccidere entrambi...-.
Tirò fuori la lingua e sogghignò, stringendo occhi e labbra in un sorriso maligno e volpino.
-Non è vero, mi sta venendo ritto dall'impazienza!-.
-Sarò io il tuo avversario!- Esclamò Gerard facendosi avanti.
-Avversario?- Ripeté il demone: -Piuttosto arrogante detto da uno scarafaggio!-.
Sayla si accorse troppo tardi che le aveva scagliato contro una palla infuocata, sentì il fumo bruciarle gli occhi che, d'istinto, lacrimarono.
-Ugh!-.
Quando recuperò a pieno la vista vide che Gerard aveva alzato la mano davanti al suo volto; ma così facendo si era praticamente carbonizzata.
-No! Gerard!-.
-Vattene, Meldy.- Le intimò a denti stretti per il dolore.
-Ger-
-VATTENE!!!-.
Sayla sgranò gli occhi, pianse ancora, poi si girò e corse via.
(Quel momento l'avrebbe ricordato ogni notte, e ricordò di averlo fatto anche quella prima).
Non c'erano le parole per descrivere la miriade di spine che le turbinava dentro, e se anche ci fossero state svanirono del tutto quando, voltatasi per un istante, intravide un forte bagliore infuocato circondare Gerard.
Soffocò, non seppe come, la sua anima che le implorava di tornare indietro, e si dileguò dal fuoco della battaglia.



-Io... io sono... Gajeel, noi siamo... davvero...-.
-Capisco come tu ti senta. Beh, immagino che è meglio lasciarti sola, senpai. Ghihihihih!-.
Gajeel alzò i tacchi lasciando Wendy da sola.
Sola?
Sola?
No!
Vi prego no!
Non voglio rimanere sola!
Chiunque, qualunque cosa, ma non rimanere sola, non adesso, non adesso, se rimaneva sola adesso dopo cosa sarebbe successo??? Se già la lasciavano adesso cosa avrebbero fatto dopo, quando avrebbero scoperto che lei era... che lei era...
Si coprì la bocca con una mano, trattenendo un rigurgito. Con l'altra toccò l'oggetto nella sua tasca, lo prese in mano e quello si ingrandì fino a diventare un libro.
Il suo libro.
A malapena riusciva a guardarlo, era tentata di gettarlo e correre via, ma allo stesso tempo sapeva di non poterlo fare perché quel libro era suo, era una parte di lei, era legata indissolubilmente alla sua vita e al suo destino.
Però non voleva, avrebbe dato qualsiasi cosa perché non fosse così! Non era giusto, non era giusto che stesse succedendo proprio a lei, come poteva averlo meritato??? Sapeva di essere egoista, sapeva che quel grave fardello sarebbe allora caduto sulle spalle di qualcun altro, e si sarebbe sentita un vero mostro: eppure almeno non lo sarebbe stato davvero, almeno non sarebbe stata un Etherious, non sarebbe stata uno degli assassini della sua migliore amica!!!
Cosa devo... cosa devo fare? Sherria, Charle, cosa devo fare adesso? Io non voglio tutto questo! Non voglio rimanere sola!”.
Aiutatemi!”.
“Vi prego, qualcuno mi aiuti!!!”.

TOC TOC TOC
Wendy trasalì, rendendosi conto di aver urlato e di essersi inginocchiata.
-Wendy, tutto bene?-.
-Freed... san...-.
No, non andava bene. Voleva dirglielo, voleva spalancare la porta, abbracciarlo e supplicarlo di consolarla; e lui si sarebbe irrigidito, le avrebbe chiesto perché faceva così e lei gli avrebbe detto tutto e poi-
-Sto bene, sto bene Freed.-.
Poi cosa?
-Sei sicura? Perché ti ho sentita urlare...-.
Niente.
-Scusami se ti ho fatto preoccupare, Freed-san, ma va tutto bene.-.
Non sarebbe rimasto più niente.
-Posso entrare?-.
Lo sentiva già addosso quel niente, giocare con l'acido del suo stomaco e stringerle il cuore. Allora fu debole, fu vigliacca, e nascose il libro in tasca.
-Sì, entra pure.-.
Il verde fece capolino nella stanza dell'ospedale dove l'aveva portata Gajeel; Wendy sorrise appena nel constatare che le sue ferite stavano guarendo, quasi lei non ne avesse alcun merito quand'era vero il contrario: la paura fece quello che di solito faceva la modestia.
Con il suo solito guizzo di sguardo, Wendy lo sentì esaminarla in un istante e cercare di ignorare i suoi occhi arrossati.
-Uhm, hai bisogno di rimanere sola?-.
Wendy sussultò a quella parola.
Sola.
-No... no, rimani pure.-.
Freed rimase zitto per qualche secondo, poi aprì bocca per parlare ma sparì d'un tratto con un botto e al suo posto arrivò Bickslow.
-Wendy cos'è questa storia??? Perché diamine Evergreen si comporta così???-.
Evergreen?
Oh mio kami, Evergreen, come aveva fatto a dimenticarsi di lei?
-Wendy- Riprese Freed, riapparso malconcio dal basso: -perdona Bickslow, ma siamo, ecco, un po' confusi. Che le è successo?-.
Wendy aprì la bocca, boccheggiò, nascose il viso tra le mani.
-Non lo so.-.



Ora era seduta - Con l'altra alle sue spalle - E contemporaneamente era in piedi - E davanti a lei c'era l'altra - Accucciata su sé stessa – Piangeva - Perciò parlò lei - E l'altra -
-Non puoi proseguire ancora! Ti prego, non andare avanti!!!-.
-Per...ché...-.
Il motivo lo sapeva - Sentiva che lo sapeva - E non serviva che i loro pensieri fossero uniti - Perché era così chiaro - Da essere quasi banale -
-Non voglio che tu... non voglio che tu...-.
Il buio si diradò - L'avvolse il rosso acceso - E l'aria sporca le graffiò gli occhi - Proprio come quella volta -
E ancora una volta - Si sentì radere al suolo - Di fronte a quel fuoco infernale - Che li stava divorando - Che consumava - Quelli che - Erano stati suoi compagni - E lei dentro - Partendo dai piedi - E salendo fino al cuore -
Fino al cuore -
-NON VOGLIO PIÙ RIVIVERE QUELLA SENSAZIONE!!!-.








[1]Spiegazione: mi pare che “Zeref” derivasse da “Seraph” che, in senso lato, indica l'immortalità... Faceva figo e mi serviva per trama.

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Capitolo 6
*** Non si torna più indietro ***


Attenzione: questo capitolo contiene temi delicati, che potrebbero urtare la vostra sensibilità.
Sperando non sia così, ne approfitto per dire che, anche se è il capitolo finale, c'è ancora l'epilogo.
Buona lettura.



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Oh ye of so little faith
Don’t doubt it, don’t doubt it
Victory is in my veins
I know it, I know it
And I will not negotiate
I’ll fight it, I’ll fight it
I will transform

When, when the fire’s at my feet again
And the vultures all start circling
They’re whispering, “you’re out of time.”
But still, I rise
This is no mistake, no accident
When you think the final end is near; think again
Don’t be surprised, I will still rise

(Rise-Katy Perry)

La morte.
Stranamente quello che trovava bello dei morti era la morte: che è un evento irreversibile, giusto per iniziare. Capitava una volta, e poi non tornavano più indietro, no-no. Non si muovevano, non si lamentavano, non facevano niente di niente. Passività fatta carne.
Belli i morti.
Quindi odiava, cavolo se lo odiava, quando i morti non rimanevano tali: cosa che, ultimamente, gli succedeva un po' troppo spesso.
Paradossalmente ora si sentiva proprio come un morto-morto: era tutto intorpidito e non riusciva a muoversi di un millimetro, così rimaneva sdraiato a guardare il cielo, buio e fosco come ad ogni ora del giorno.
-Signore.-.
Toh, ecco quel tipo zannuto, Doriate, da quando era lì?
-Che c'è? Credimi che il cielo è più bello del tuo grugno.- Natsu si sorprese della sua stessa calma, tutta la rabbia che credeva di avere era sparita nel nulla. O forse il veleno lo stava ancora drogando?
Doriate sbuffò infastidito.
-Ancora non capisco perché sei il mio capo.-.
-Ce lo chiediamo entrambi.-.
Si trovò il piede del demone sopra al naso.
-Sarebbe così facile schiacciarti ora...-.
Natsu schioccò la lingua.
-Ripeto: preferisco il nero di prima.-.
Doriate rimise il piede a terra.
-Per tua fortuna io sono fedele a chiunque mi dia gli ordini.-.
-Mmm, ora la mia giornata è completa.-.
-Vuoi che li segua?-.
-No, lasciali andare. È più divertente se sanno che sono vivi per un mio capriccio. Anche se quell'ultimo trucchetto mi ha fatto davvero incazzare!-.
-Capisco. Però quel demone li sta seguendo.-.
-Quel demone? Ah, quell'altro che non so chi ha avuto l'idea di Cambiarlo... beh lascialo fare.-.
Doriate gli porse la mano, ma lui mugugnò per dissentire.
-Non ho voglia di rialzarmi. Riporta tutti dentro e vi raggiungerò.-.
D'un tratto un chiarore e un forte boato.
Fuoco? Fuoco, e tanto, ne sentiva l'odore, forse era quello di cui aveva bisogno. Ma... quella cenere... carne e ossa... che bruciano...
Che bruciano...
-Uhm. Pare che l'incendio in laboratorio si stia propagando. Non è una buona idea rientrare ora... Master?-.
L'esplosio-Il laboratorio! Come ho potuto dimenticarmene???
-Ah! La mia mano! Signore... ma che... brucia!-.
Ladistruggoladistruggoladistruggoladistruggoladistruggo!!! LI UCCIDERÒ TUTTI!!!”.
La rabbia che ora tornava a bruciare in lui faceva bollire l'aria e la terra, e le fiamme dal castello gli confluirono attorno in lingue scarlatte che si alzarono in cielo. Affamato e deciso a liberarsi dal veleno, iniziò a divorarle con furore, sentendo gli arti e le membra riaccendersi e il viso trasfigurarsi in un urlo disumano.
-RHAAAAAAAAAAA!!! SONO BUONE MALEDIZIONE!!!-.
Alzò il pugno e lo batté al suolo, così forte da creare un buco d'impatto.
-Master!- Esclamò Doriate, che era indietreggiato: -Sta-sta bene?-.
E.N.D. serrò le dita, piegò le gambe, e poi si rimise in piedi con uno sforzo di addominali, rigurgitando il veleno che evaporava nel fuoco.
-Non mi serve il tuo aiuto!!! QUESTO VELENO NON È NIENTE!!! VOGLIO SOLO DISTRUGGERLI TUTTI!!!-.
-SONO TUTTO UN FUOCO!!!-.



Uffa!
Che noooooooia!
-Voglio rialzarmi!!!-.
Voglio voglio voglio, e tanti auguri, solo a pensarci le veniva un dolore cane in mezzo alle gambe: era come essere un palloncino pieno di ricci!
Come diavolo ci era finita in quel cavolo di letto? Perché aveva la pancia gonfia e flaccida? E soprattutto perché aveva così fame di patatine???
-Che palle!-.
La porta della stanza d'ospedale su cui si era ritrovata d'un tratto si aprì.
-Uh? Freed! Meno male! Prima c'era qui una mocciosa che... ehi, perché quella faccia?-.
Il suo compagno non era mai stato un tipo sorridente o minimamente empatico, ma non l'aveva nemmeno mai visto così cupo.
-Che sta succedendo, me lo spieghi? Dov'è Laxus?-.
-Evergreen, ora devo farti una domanda molto importante, perciò rispondi con sincerità.-.
Eh? Che stava blaterando? E se era in un ospedale dov'era il suo antidolorifico???
-Qual è l'ultima cosa che ricordi?-.
-L'ultima cosa?- Si spremette le meningi per ignorare il male: -Vediamo... non mi ricordo molto, ho come della nebbia in testa... ma stavamo sterminando quella gilda di scimmie no?-.
Freed si strofinò il mento con le nocche.
-Quella gilda di scimmie... uhm... quanti anni saranno passati da allora?-.
Ever sgranò gli occhi.
“Anni? Come anni? Sarà passato sì e no qualche giorno! Poi perché perdiamo tempo, dobbiamo aiutare Laxus a conquistare la gilda no?”.
-Aiutami a rialzarmi, Freed, e portami da Laxus! Oppure mi vorrai dire che... oh no... non dirmi che gli è successo qualcosa!-.
Freed si impasticciò con la bocca, cosa rara, e rispose: -...no, non esattamente.-.
Ah, certo che no! Laxus era Laxus, nessuno lo poteva battere!
-Allora dov'è?-.
-In prigione.-.
-Cosa??? Stai scherzando???- No, Freed non scherzava mai, sicuramente non su Laxus! Com'era potuto succedere? Li avevano scoperti? Forse era finita in ospedale per le ferite?
-Freed, esigo una-
-In che anno siamo?-.
-...ma sei scemo? X784!-.
-Nove.-.
-Uh?-.
Freed chiuse gli occhi e aggrottò la fronte, era un suo gesto tipico prima di infierire sugli avversari con una verità bruciante, allora perché lo stava facendo con lei? E poi cosa significava quel no...
Gli anni.”.
-Ever, ora noi siamo alla fine del X793.-.

-Eh?-.
La ragazza boccheggiò per una decina di secondi, incapace di metabolizzare quella frase; poi scosse la testa per negare tutto, accorgendosi di avere i capelli molto, molto più lunghi del solito.
Im...possibile...
-Cosa... cosa dici? Avanti, Freed, li sentirei dieci anni in più sulle spalle, no?-.
-È... abbastanza complicato, non li abbiamo vissuti tutti. Sono successe molte cose da allora.-.
Evergreen si mise le mani tra i capelli, tutto questo era troppo, troppo da sopportare! Dieci anni? Laxus in prigione? E poi cosa, si era sposata?
Sgranò gli occhi, all'improvviso sentiva... sì, lo sentiva in testa, era il pianto di un bambino, e per qualche motivo faceva piangere anche lei.
Ma non di dolore.
-Cos... queste lacrime... perché sono così contenta... oh mio dio mi sento così... così...- E scoppiò in lacrime, in tutta la sua vita non si era mai sentita così, così felice, così leggera, come se il dolore non contasse più nulla in confronto a quella dolce melodia; eppure era il piagnisteo di un poppante, e lei li odiava i poppanti, allora perché, perché diavolo voleva alzarsi in piedi per trovarlo e abbracciarlo e non lasciarlo mai???
-Freed... Freed ti prego... dimmi cosa mi sta accadendo!-.
Il verde si massaggiò la fronte.
-Credimi, è meglio che ti risponda qualcun altro, sai che non sono bravo con queste cose.-.
-Non m'importa! Devo sapere! Ti... ti prego! Ti prego Freed! Ho paura! Sono terrorizzata! Non ho mai provato niente di simile! Non so cosa fare!!!-.
-...Va bene.- Acconsentì lui, facendola illudere che le cose non potevano che migliorare.
-Poco fa hai partorito.-.
-
Partorito?
Quindi tutto questo è... e quel pianto è...
-Chi?- Fu quello che riuscì a chiedere.
-Elfman Strauss. Vediamo, vi siete innamorati un anno fa e a quanto pare non avevate i-
-Chi?- Ripeté.
Freed alzò un sopracciglio.
-Ah, è vero, tu non lo conoscevi allora, è stato dopo.-.
-Chi?-.
-È un... un ragazzone della gilda che-
-Chi?-.
-Ever...-.
-Chi?-.
-Chi è?-.
-Chi è?-.
-Ev
-CHI È???-.
-Ehi cerca di calmar-
-COME PUOI PRETENDERE CHE IO MI CALMI??? MI SVEGLIO COL FIGLIO DI UN VERME CHE NEMMENO CONOSCO E TU VUOI CHE IO MI CALMI???-.
Una fitta alla vescica la fece ammutolire e quello spasmo tramutò tutto ciò che provava, tutta la gioia, tutta la paura, in pura furia.
Freed scosse la testa: -Sapevo che non avrei dovuto dirtelo. Sarà meglio trovare un dotto... oh!-.
Ever, alzando faticosamente il viso, vide che Freed aveva aperto la porta e si era trovato davanti un gorilla albino ricoperto di bende con una faccia mortificata e allibita, tanto che si sarebbe messa a ridere se non stesse stringendo i denti per non strapparsi lo stomaco di dosso.
-Chi... è... questo?- Ringhiò.
Al che il gorilla abbassò le spalle, emise come un lamento gutturale e crollò a terra, quasi schiacciando l'altro ragazzo.
Un'onda di disgusto le salì per l'esofago: un impulso irrazionale glielo fece odiare, come se fosse il genere di persona che gli piaceva meno; ma non sapeva dire il perché.
Eppure a guardarlo le veniva in mente solo una parola.
Nullità.



-Dark Capriccio!-.
-Kina!-.
Spiccò un salto e il raggio la mancò di nuovo.
Sì, ma per quanto ancora?
-Spira del Drago di Terra!- Provò a infilzarlo con una stalagmite, ma il terreno era difficile da muovere perché intriso di potere demoniaco, e lui era rapido a svolazzare in aria.
Oltretutto la nube di schifo poco più indietro la distraeva.
“Vieni con noi”, sì certo.
-Zzz... ronf zzz...-.
E poi c'era lui.
-Svegliati e aiutami baka!-.
Puntuale, Dan riaprì gli occhi.
-Kinana-swan! Quale delizia che-
-Non iniziare-kina!-.
Altro raggio, altra elusione al pelo.
-Torna normale e dammi una mano!-.
-Normale? Oh perdinci! Sono ancora un infante!-.
-Già!-.
-Sono fellonato!-.
-Già!-.
-E lei mi sta amorevolmente tenendo in braccio!-.
-Gi... non ci pensare proprio-kina! Guarda che ti butto!-.
-Cotanta gentilezza le s'addice invero!!!- Continuò lui cogli occhi a cuore: -Persino regge la mia Habaraki sulla schiena!!!-.
-Ed è così pesante che butterò te!-.
-Ma che ne è del mio scudo?- Abbassò lo sguardo e notò che ci stava scivolando sopra.
Kinana alzò un sopracciglio: -È un ottimo snowboard sai?-.
-AAAAAAAAAAAAAH!!! IL MIO SPLENDIDO VESSILLO DI CAVALIERE!!!-.
-E piantala di agitarti!!!-.
FIUUU
Il colpo le fischiò tra i capelli, cazzo che rottura, era ora di farla finita: con uno “scusami un attimo” lanciò in aria Dan, prese una pistola e mise l'altra mano a terra per usarla come perno; poi con una sforbiciata delle gambe si diede lo slancio per voltarsi verso il demone, prese la mira, puntò alla testa, fece fuoco; nel frattempo aveva continuato a girare fino a riuscire a rimettersi dritta, si rialzò, distese il braccio di lato e afferrò Dan per la gamba. Era un po' difficile mantenere l'equilibrio, e non aiutava il fatto che Dan fosse ormai nudo e che messo così gli poteva vedere il coltellino da mischia.
-Weeee!- Gioì il pupo: -Dovrebbe vederlo mia dama! Si sta reggendo lo volto e sta gridando come un mentecatto! Lei sì che sa come trattare i sacripanti!-.
Kinana sogghignò, non le dispiacevano tutte quelle lusinghe.
-Ma cosa è capitato? È riuscita a eliminare il Re dei Diavoli?-.
Il sorriso diventò smorfia.
-Ce l'avevo in pugno-kina, pensavo che il mio veleno l'avrebbe ucciso! Invece si è levato la mano come niente fosse, ha blaterato che “è un veleno che ha sempre avuto” e mi ha scagliata via-kina!!! Se non avessi usato il mio asso nella manica... grrrrrr, che rabbia!-.
-Asso nella manica? Di cosa si tratta, Mia Signora?-.
Senza rispondergli che tanto non ne valeva la pena, rimise a posto la pistola chiedendosi cosa fare adesso, e le venne un'idea.
-Dan, questo scudo quanto è resistente?-.
-Ah! Forgiata con l'acciaio del Monte del Destino, stillato dalle Lacrime del-
-Una bomba a eternano la regge?-.
Il bambino ammutolì.
-Non sarebbe esattamente ponderata per questo, tuttavia sì.-.
GRIN
-Kinana-sama? Perché le sue labbra si incurvano in...-.
PUNCH
Un pugno in faccia e si zittì. Beh, questo non glielo faceva proprio vedere!
Lo strinse... bleah... al petto e estrasse la sua Granata Nera, l'unica che aveva: una sintesi di tecnologia e magia purificatrice, era in grado di convertire tutto l'anti-ethernano che trovava in ethernano puro, rilasciando un'immensa quantità di energia.
Sotto forma di esplosione.
“E alle mie spalle c'è una bella pompa per la benzina...”.
Tolse la spoletta alla granata, contò fino a tre, la lanciò all'indietro con tutta l'energia che le rimaneva, poi con un colpo del piede sulla punta dello scudo lo fece alzare in modo che le coprisse la schiena.
Una mano sulla cinghia del ferro e l'altra attorno al corpicino del mini-Dan, aspettò per due lunghi secondi il colpo.
E poi bianco.



Elfman era stato ricondotto con urgenza nella sua camera da dove era praticamente scappato. Muoversi così aveva riaperto le sue ferite, ma starebbe stato bene; almeno fuori, perché dentro non si sarebbero mai più richiuse.
La principessa aveva sospeso ogni provvedimento per la sua diserzione, chiamiamola così, dato che Erza aveva confessato di averlo spinto ad andare.
Oh, ora Erza doveva essere da qualche parte a farsi divorare dai rimorsi per averlo fatto andare.
Ed era giusto così.
Sì, sapeva che era crudele a dire così e che lo faceva solo perché sconvolta, ma la verità era tutta colpa sua se Elfman non era rimasto. Per cosa poi? Cosa avevano ottenuto? Niente. Ginger, Yukino e le altre lottavano ancora per la vita, lui stesso era gravemente ferito e Evergreen... come potevano dire di averla salvata? Era un miracolo che avesse lobotomizzata solo la memoria.
Rifiutava ogni visita, non voleva vedere nemmeno suo figlio, e soprattutto era tornata la ragazza acida e cattiva di un tempo. Non era più la sua amica, la persona che conosceva era morta, quello era solo il suo corpo abitato da uno spettro rancido.
-Bianca!-.
Lisanna rialzò la testa sorpresa: non si aspettava che sarebbe entrata senza bussare. A ben pensarci, ultimamente le stava addosso più del solito.
-Flare. Cosa c'è?-.
La trovava in forma, un po' più pallida del solito: forse aveva sentito, e come poteva essere altrimenti?
La rossa rimase scossa dal suo tono freddo, ma invece di confortarla lei la incalzò: -Sai, forse è meglio che te ne vai.- e con un certo gusto perverso.
Flare sgranò gli occhi e impallidì.
-P-Perché? Forse ho fatto qualcosa che... scu-scusami...-.
Lisanna abbassò lo sguardo: -No, non è questo, non hai niente da farti perdonale.-.
-A-Ah, allora è perché vuoi rimanere un po' da sola... sai io ti avevo portato questi...-.
E le porse quello che teneva dietro la schiena, una scatola di cioccolatini a forma di cuore.
Non le suscitarono alcuna emozione, nemmeno un po' di appetito.
Rimase zitta per qualche istante, quasi a cercare qualche significato nascosto in quello che aveva davanti, e poi disse: -Credo che sia meglio che non ci vediamo più.-.
Flare inizialmente parve non aver sentito, poi non aver capito, poi non crederci: abbassò le braccia come crollassero, socchiuse la bocca e labbra e fronte iniziarono a tremare.
-M-M-Ma... perché... io volevo solo... se è per aver provato a... se vuoi che rimaniamo solo amiche...-.
Le luccicavano gli occhi, eppure Lisanna non sentiva niente. Nemmeno quando iniziò a piangere si smosse, rimanendo in un apatico silenzio.
Allora Flare si voltò per correre via, ma invece di girare la maniglia si fermò senza girarsi.
-Sai,- Commentò, con una voce ancor più delusa che sofferta: -quando hai detto che volevi essere mia amica, anche se desideravo di più, in realtà mi sarebbe bastato di meno. Volevo solo che continuassi a guardarmi come mi avevi guardato allora. Io... io pensavo di piacerti. Pensavo di... aver trovato qualcuno con cui stare. Ma se tu pensi questo... allora non sei più la Bianca che conoscevo.-.
Non sei più la bianca che conoscevo
Quelle parole smossero qualcosa nel suo animo, non un'emozione ma quantomeno un'ammissione, la realizzazione di qualcosa, cioè che aveva ragione. Era cambiata, stava cambiando, non si riconosceva più in sé stessa. E non era per gli occhi o per i denti, era dentro.
Ma quantomeno sentiva di doverle una spiegazione.
-Non ti servirebbe a niente.-.
Flare, che stava aprendo la porta, si bloccò di nuovo.
-Essermi amica, intendo. Anzi, saresti in pericolo.-.
-Cosa... dici?- Domandò lei senza girarsi.
Uno strano solletico le pizzicava gli occhi, ma le alzava anche gli angoli della bocca.
-Pensaci un secondo: in tutto questo tempo, non ho fatto altro che fallire. Tutte le persone intorno a me sono morte, oppure peggio.-.
Flare sussultò, voleva replicare che non era vero, gentile da parte sua ma falso e perciò crudele.
-Mia sorella; Vijee; Laki; Cana; e ora anche Elfman, Yukino, Ginger, Levy, e chissà quanti altri ancora. C'è come una maledizione attorno a me.-.
Alzò il viso, forse illudendosi di trovare delle stelle da guardare, e invece c'era il soffitto, un piatto e scabro soffitto grigio. E lei si sentiva esattamente così, grigia.
-Sai, io penso di non aver salvato una sola persona fino ad ora.-.
-No!!!-.
L'albina si trovò improvvisamente le mani di Flare sulle sue e il suo volto in lacrime a un palmo dal suo.
-Tu hai salvato me!!! E... e anche tanti altri!!! E hai sempre messo la tua vita in gioco per-
-Hai ragione.-.
Flare ammutolì, cercando con gli occhi un indizio tra i suoi che potesse chiarire quella frase. Ma non c'era nulla da trovare, se non giallo elettrico. Invece nei suoi... oh, quanta tristezza, quanta speranza, quanta confusione, quanta...
Dolcezza.
-Hai ragione, ti ho salvata. Però ti ho messa per prima in pericolo. Ma tu mi dirai che ti ho salvata da una vita nella solitudine e nel dolore, perciò hai ragione. Tu sei l'unica che posso dire di avere aiutato davvero.-.
-Per questo voglio che tu te ne vada.-.
-Vattene, Flare. Prima che sia troppo tardi, vattene. Prima che io ti ferisca, vattene via.-.
-Ormai tanto non sono più quella di un tempo. Non sono più la tua amica. Non sarò in grado di guardarti come allora; non sarò in grado di pensare a te come tu pensi a me.-.
Flare boccheggiò come un pesce, poi scosse la testa: -Tu stai cercando di proteggermi Bianca, tu ci tieni ancora a me! Perciò non puoi dirmi di-
-Sbagli.-.
-Mi sei indifferente.-.
-Non provo nulla per te.-.
Lisanna sentì le dita della rossa, fino ad allora fortemente premute, alzarsi fino a lasciarla, e lei indietreggiare inorridita.
-La cosa mi sorprende, ma non mi spaventa che per qualche secondo.-.
-Il fatto è che se vedessi crollare anche te, penso proprio che impazzirei. È una cosa personale. Voglio dimostrare a me stessa che ho fatto qualcosa di buono; anzi, ne ho bisogno. Che sia tu questo qualcosa, non mi interessa più.-.

-Come... come puoi dire questo?-.
Dolore, tutto il resto se n'era andato dai suoi occhi, adesso c'era solo dolore. Ed era ovvio, era giusto.
-Non ci credo. Bianca, io non ci credo!-.
-Fattene una ragione!- Sbottò lei: -Lo sai che inizi a seccarmi? Questa è la mia stanza e tu non vuoi andartene! Esci di qui subito!-.
-Esci dalla mia vita!!!-.

Silenzio.

-Ho capito. Scusami se non ho bussato.-.
Un inchino, come quello che si fa a un insegnante, a un superiore. A un estraneo.
-Grazie di tutto. Addio allora.-.
Si voltò, stavolta per sempre, e la vide uscire dalla stanza.
E il silenzio dentro di sé non coprì più nulla.
-RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
Si buttò a terra e cominciò a sbattere la testa, cercando di esorcizzare quelle urla infernali che la straziavano.
-SCUSA!!! SCUSA!!! SCUSA!!! NON VOLEVO PARLARE COSÌ!!! NON PENSAVO DAVVERO QUELLE COSE!!!-.
-VOLEVO SOLO CHE TI ALLONTANASSI!!! VOLEVO SOLO CHE TU FOSSI AL SICURO!!! VOLEVO VOLEVO VOLEVO CHE TU RIMANESSI IN VITA!!!-.
-TI GIURO CHE TI VOGLIO BENE FLARE!!!-.
A che serviva, a che serviva ora mettersi a piangere e a urlare, a che serviva se l'aveva cacciata via un istante fa, a cosa serviva tutta quella sceneggiata??? A cosa, se Flare era...
Flare?!
Le stava davanti, o meglio sopra, era come se non se ne fosse mai andata, o forse era tornata indietro?
Che importava, non cambiava nulla, dopo come l'aveva trattata non esistevano parole per riportare tutto come prima, perché lei si era sempre aggrappata alla parte umana che le rimaneva ma ora l'aveva distrutta con le sue stesse mani! Aveva fatto un danno terribile, irrimediabile, disumano!!! Aveva-
Caldo.
Il suo corpo era caldo.
Era piacevole.
-Perché non l'hai detto subito Bianca???- Singhiozzò Flare oltre la sua spalla.
-Perché, perché non me l'hai detto???-.
-Perché... perché pensavo di potere ingannare me stessa! Sono stata una stupida! Volevo proteggerti e invece ti ho ferita!!! Volevo salvarti e ti stavo pugnalando!!!-.
-Allora tutte quelle cose...-.
Scosse la testa, strusciando la guancia sui suoi capelli e sul suo cranio.
-L'unica cosa vera è che non voglio che ti succeda niente! Ma non per me stessa, perché sei tu!!! Perché sei tu Flare!!! Pur di salvarti farò di tutto, mi trasformerò in un mostro, diventerò crudele, mi allontanerò da te, qualsiasi cosa per una minima speranza!!!-.
Le mani della rossa premettero sulle sue spalle, era un po' come prima ma più dolce e triste.
-Sei tu che mi hai insegnato che non potevo farcela da sola! Ti prego Bianca non mandarmi via!-.
No, no, certo che no, non l'avrebbe lasciata mai, mai, per tutto l'oro del mondo, mai!
-Aiutami... ti prego, Flare, aiutami... non so più cosa fare...-.
Allora la ragazza le prese la testa e l'appoggiò al suo seno, baciandola tra i capelli e ripetendole che non era sola.
Quelle parole, quella morbidezza, quell'intimità, quelle lacrime che gocciolavano giù insieme alle sue, le aveva già sperimentate, ormai anni prima, da piccola, con sua sorella.
Mirajane.
Rivide sé stessa tra le sue braccia, a piangere come allora, e poi si addormentò.
Si risvegliò nella stessa posizione, ma avvertiva una lieve freschezza sulla punta della lingua; quando riuscì a mettere a fuoco vide che le labbra di Flare luccicavano a qualche centimetro dalle sue.
Che strano, erano così rosa e gonfie che le parevano finte, allora le tastò con un dito; erano come di gelatina, soffici, tiepide e umidicce, chissà come sarebbe stato il loro sapore...
Sapore?
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
Non saltò in piedi solo perché la sua unica speranza era che lei continuasse a dormire; così strisciò cautamente fuori dalle sue braccia e si rialzò, gemendo mentre si sgranchiva.
Guardò fuori dalla finestra, era il tramonto, un tramonto di fuoco, e il fuoco la fece pensare a lui, a Natsu.
Già, nemmeno lui era riuscita a salvare.
Poi i suoi occhi videro qualcosa che la fece sbiancare, arretrare, gridare.
Prima le erano sembrate delle macchioline nere, ma stavano diventando sempre più nitide, ed il cielo ne era pieno.
Flare si svegliò di soprassalto, ma lei la sentiva appena.
-Bianca cos...-.
Poi iniziarono a cadere.



Poco prima
Bruciato.
Incenerito.
Distrutto.
Tutto quanto.
Tutti quanti.
Tutti morti.
-...ore! Signore!-.
Natsu sussultò e si riscosse, accorgendosi del soldato che gli stava parlando.
-Mi piaceva.-.
-Master?-.
-Il sapore. Il carbone. La cenere. Mi piacevano. Mi piacciono ancora. Tutto questo mi piace. È spaventoso.-.
-Signore, io non credo di capire...-.
-No che non puoi capire, tu non sai cosa significhi tutto questo. Sei un'armatura vuota con un insetto dentro. Ma io non sono come te!-.
Lo prese per il collo e lo sollevò in aria, facendolo dimenare come un pesce fuor d'acqua.
-Lo senti questo odore? È la carne arrostita e il liquido evaporato delle capsule! Ed erano delle persone!!!-.
Le mani del demone si strinsero attorno al suo polso con poca convinzione, ma iniziò a strozzarlo; allora lo lasciò andare e volse un ultimo sguardo avvilito su quello che prima era il laboratorio.
-Quanti erano qui dentro?-.
Il demone non rispose, era ancora più terrorizzato di prima.
Un momento, cosa gli aveva detto prima?
-Non-non-non è successo solo qui! Anche gli altri due sono in preda alle fiamme!-.
E.N.D. gli rivolse uno sguardo che avrebbe raggelato persino lui.
-Come diavolo ha fatto una donna da sola a fare tutto questo?-.
Avanzò minaccioso verso il soldato, ma vedendo come arrancava tremante lo trovò così misero da non essere nemmeno degno di essere colpito.
-Che ne è del terzo?- Ringhiò: -Qual è?-.
-I-Io...-.
-Rispondi!-.
-Le prigioni!- Gridò come a dire: “Non uccidermi!”.
Serrò la mascella, a parte la gilda era il rifugio più protetto, ma se era riuscita ad arrivare fin lì cosa le avrebbe impedito di... argh!!!
Sentendo il rumore di passi entrare in laboratorio si voltò furioso, chiunque gli sarebbe capitato a tiro lo avrebbe uc-
-Sayla?!-.
La ragazza, dal volto e dai capelli sconvolti, zoppicava ansimando e appoggiandosi con tutto il corpo alla parete, sembrava prossima a collassare.
-Ehi, tutto bene?!- Corse da lei per sorreggerla, ma il suo sguardo lo fece trasalire.
Non pensava nemmeno che potesse fare un'espressione simile, e se non stava fingendo, anche solo provare un'emozione simile.
PAF
D'improvviso la sua testa era torta di lato e la guancia gli pulsava.
-Sayla...-.
Sapeva cos'era appena successo, ma non riusciva a crederci.
-Come?- Sbraitò lei scuotendolo per le spalle: -Come hai potuto fare una cosa del genere???-.
Lui non riusciva a staccare gli occhi di dosso dai suoi, perché lei non guardava in quel modo nemmeno i suoi nemici.
E non l'aveva mai vista piangere così.
-Li hai uccisi tutti! Tutti i miei amici! Sei un mostro! Sei un mostro!!!-.
Rimase senza parole, non aveva idea di cosa stesse dicendo, eppure sentiva quelle accuse esplodergli in petto, perché sapeva che in un qualche modo erano vere.
Sayla si accasciò a terra e si abbandonò ai singhiozzi; E.N.D., seppur ancora incredulo, allora si voltò.
-Cosa fai ancora qui?- Chiese al demone di prima, che era rimasto a terra tutto quel tempo.
-Vattene via!-.
Il soldato si rialzò di scatto, dimenticandosi a terra la lancia per lo spavento e affrettandosi a dire: -S-Sì, mi scusi! Io mi- SPLAT
Al contatto umido Natsu si immobilizzò, si levò il sangue dagli occhi e vide che il tipo era rimasto senza testa.
-Oh... cazzo, chi è stato a... tu!-.
-Ciao moccioso! È da un po' che non ci si vede!-.
Il vecchiaccio era apparso dal nulla e gli si avvicinava con aria strafottente; cosa aveva da ridere in quel modo, cosa, era pura fortuna che non fosse stato lì dentro con gli altri, e anzi qualcuno poteva spiegarli il motivo per cui proprio lui si fosse salvato??? Kyouka, Bluenote, Torafuzar, erano tutti morti, e quella mummia stronza era ancora viva???
-Che vuoi ora?-.
Jiemma, l'ex-master stronzo di Sabertooth, scoppiò a ridere: -Sembra che tu abbia perso qualcosa!-.
-Se non avessi trovato già Cambiato anche te saresti ancora sotto terra! Quindi dammi una valida ragione per non rimediare adesso!-.
-Ahahah! “Master”, è così che ci si comporta? Ti ciucci il pollice per un po' di formiche morte?-.
-Formiche? Tu, gran figlio di...-.
STANK
Natsu sgranò gli occhi, una capsula rigenerativa era appena comparsa in aria e si era schiantata a terra con un fragore metallico.
-Beh, cos'è quella faccia? Chi credi abbia insegnato a Minerva la sua magia spaziale?-.
STANK STANK STANK
Una dopo l'altra piovvero forse venti capsule, non riusciva a contarle tanto quelle erano veloci e tanto lui era incredulo.
Poi, quando finirono, corse da loro a controllarle una ad una.
Kyouka, Frammalth, Jackal, tutti i Nove, e anche altri.
-Ora ti inginocchi pure? Non hai vergogna moccioso? Beh, sappi che farò di questi eletti la mia gilda e la userò per-
PAM
Sfondò il soffitto sparendo nel cielo; Natsu abbassò il pugno, e finalmente la trovò.
Non si era reso conto di averla cercata, ma in quel momento ogni suo freno venne meno e aprì lo sportello per fiondarsi su di lei ma all'ultimo, vedendola così da vicino, si immobilizzò.
-Oh, Lucy... sei ancora viva...-.
Le accarezzò la guancia, aveva un volto così sereno che non sembrava essersi resa conto di niente, e anche se il suo corpo era freddo sentiva ancora la vita scorrerle tra le carni.
Ma era debole.
La prese con entrambe le mani e le sollevò la testa, in modo da poterla studiare a pieno.
-Stai bene, sei ferita? No, va tutto bene, va tutto bene Lu, non ti succederà più niente...-.
Poi si incupì e si rialzò, alle sue spalle c'era lei.
-Io...-.
-Lo sapevi.- L'accusò senza voltarsi.
-Natsu, io non...-.
-Tu lo sapevi. Sapevi cosa stava succedendo, vero? Anzi, visto che non poteva agire da sola ti sei fatta un giretto da fantasma negli altri laboratori, vero?-.
-Ti prego, cerca di capire...-.
-Per questo hai agito in quel modo! Per questo hai cercato di convincermi un'ultima volta! Per questo, ho ragione???-.
-Mi dispiace, non volevo che finisse così, non pensavo che lei avrebbe...-.
-RISPARMIATI QUESTO TONO DISPIACIUTO!!! NON NE HAI ALCUN DIRITTO!!!- Urlò voltandosi di scatto, quella donna piangeva, osava piangere e scusarsi.
-Ti giuro che non immaginavo che avrebbe fatto una cosa del genere!!! Non avrei mai voluto tutto questo!!!-.
-BASTA MENTIRE!!!-.
Meldy ammutolì con un sobbalzo, e le mostrò il segno sul polso.
-Ricordati che sento quello che pensi! Non so come tu abbia fatto a nascondermi un'informazione simile, ma io ti leggo dentro!-.
-No...- Scosse la testa, ma appena, senza davvero crederci.
-Forse la tua lealtà a quell'uomo ti ha spinto a cercare pietà, ma tu hai sempre voluto questo! Per questo l'hai lasciata fare!!!-.
-No...-.
-Tutti quei bei discorsi! La collaborazione, il perdono, tutte stronzate!-.
-No...-.
-Tu hai sempre voluto che succedesse questo! Tu ci hai sempre voluti morti!!!-.
-No!!! No!!! Io non volevo!!! Io non... io non...-.
Si mise in ginocchio, gridando e singhiozzando mentre prendeva il pavimento a pugni.
-Io non ce la faccio!!! Non ce la faccio Gerard!!! Ti giuro che ci sto provando!!! Ti giuro che... che ci ho provato... ma non ci riesco!!! Non riesco a perdonarli!!!-.
-NON CI RIESCO GERARD!!!-.
Il Cremisi rimase a osservarla disgustato, il solo pensiero che un essere simile fosse lì davanti...
-Voi umani siete tutti uguali! Siete rivoltanti, siete falsi, siete delle serpi! Ma io vi estinguerò, non sono come voi!-.
E fu così che gli venne un'idea.
-No... io sono peggiore...-.
Si girò e marciò ritornando verso Lucy, distruggendo la sua capsula con un calcio.
-Ora entra dentro di lei.-.
Meldy smise di piangere, percepì la sua sorpresa sporcargli i pensieri.
-Fallo, o la ammazzerò.-.
-Co-sa vuo-i fa-re? Per-ché mi chie-di una co-osa simile?- Singhiozzò la ragazza, aveva paura, e voleva che fosse così.
Poi sparì e Lucy aprì gli occhi.
Fu un lampo, Natsu la prese per il collo e la sollevò in aria per gustarsi la sua espressione sofferente e insieme terrorizzata.
-A-Ah! N...tsu...-.
Oh sì, oh sì, era da tanto che non sentiva quella voce, gli era mancata un sacco.
Alle sue spalle sentì: -Ehi, capo, mi sa che mi hanno drogata, e non so se hai visto l'esplosione qui fuo... ehi, che è successo qui? E che ha questa da piangere?-.
-Mirajane.- Disse lui girandosi di tre quarti: -Proprio te cercavo. Contatta le nostre basi e dì loro di preparare tutti i cadaveri umani che hanno.-.
-Preparare? Non capisco, per cosa?-.
-Per una sorpresa. Agli umani. E porta via Sayla.-.
-Una sorpresa?-.
-Piantala di fare domande! Mi infastidisci!- La demoniessa sussultò e prese in braccio Sayla, che probabilmente stava dormendo.
Eheheh, stava scappando per il terrore, era divertente! Gli ricordava i vecchi tempi...
-Torniamo a te.- Lucy smise di dimenarsi e provò a parlare, invece soffocò.
Se la portò vicino al viso, contemplandola ancora ma stavolta con malefica perversione.
Poi la baciò.
La costrinse a baciarlo.
Spinse le labbra sulle sue e inserì a forza la lingua, schiacciandola sul suo palato e assaporandolo salato.
Lei tentò di liberarsi, era viscido, orrido, mostruoso, si sentiva impotente e incapace di reagire, invasa nella bocca e nella ragione da quell'anguilla squisciante.
Provava una paura tale da far rabbrividire anche lui, e questo gli piacque, così decise di amplificarla.
Lei urlò, scalciò, strozzò, allora lui la schiacciò a terra e le si mise sopra, bloccandole i polsi e leccandosi le labbra.
-Aspetta... ti prego...-.
Lucy!”.
-Ti prego, ti prego no Natsu!-.
-Mi preghi?- Sogghignò lui: -Ma come, non lo sai?-.
Piantò le unghie sui suoi polsi e lei gridò.
-Pregare il diavolo è un grave peccato!-.



-Maledetta ragazzina!-.
Si fece strada per il corridoio spintonando i demoni che lo intralciavano, fino ad arrivare al laboratorio. Poco c'era mancato che l'esplosione lo disintegrasse, ma poco così.
-Ehi spero che ci sia ancora una... ma che sta succedendo?-.
Vedeva E.N.D. accucciato sul pavimento, stava lanciando versi rochi e tremava tutto, soprattutto non capiva cosa gli stava sotto.
Ma quel braccio che sporgeva era...
-Oh mio... ahahah!!! Non ci posso credere!!!-.
Quasi non sentiva più il dolore in faccia, se poi ne aveva ancora una: quella scena lo faceva sbellicare, per i più svariati motivi.
-Sì, voglio mettermi anch'io! Saranno passati secoli dall'ultima volta!-.
Fece un passo ma una voce lo fermò.
-Non ti conviene farlo...-.
Si voltò, a parlare era stato un moccioso dai capelli argentati e senza vestiti.
-Eh? Vuoi provare a fermarmi?-.
-Non io...-.
Brain aggrottò la fronte: -Vuoi dire...- indicando il rosso.
Al tacito assenso sbuffò e tornò indietro.
-Dì un po', tu non eri un moscerino della luce? Un tipo come me è normale, ma tu non vuoi fermarlo?-.
-Ah... Non mi interessa...-.
Brain lo squadrò attentamente: il ragazzo non distoglieva gli occhi dalla scena, ma non perché fosse attratto; tutt'altro, sembrava più averci buttato lo sguardo e non trovare un valido motivo per distoglierlo.
Però che non lo guardasse era una grave mancanza di rispetto.
-Tu sei uno di quelli che mi ha fermato dieci anni fa! E guarda caso ho proprio voglia di sfogarmi!-.
Gli diede un pugno in viso, ma quello evaporò e si riformò, impassibile, dopo qualche secondo.
Provò a colpirlo di nuovo, ancora e ancora fallendo più volte, finché non si accorse di avere la mano cosparsa di brina.
-Brutto... mi stai prendendo in giro?-.
-...-.
-AAAAAAAAAAAAAAH!!!- Il Master si rizzò in aria sputando fiamme dalla bocca, poi piegò la testa all'indietro e li fissò con il volto eccitato, da far accapponare la pelle. Beh, tanto lui non ce l'aveva più la pelle.
Con uno slancio si rimise in piedi e si diresse verso di loro, Brain non capiva le sue intenzioni ma sembrava ancora trasognante.
-Lyon, dì a Mira di prepararsi: farò i fuochi d'artificio. Zero, rifatti la faccia, fai schifo.-.
Brain sobbalzò innervosito, Lyon rimase imperturbabile.
-Cosa vuoi fare?-.
-Attaccarli. Ma con più convinzione.-.
Gli passò di fianco senza neanche guardarlo, impudenti uno più dell'altro, Lyon lo osservò andarsene nel corridoio con la coda dell'occhio.
-Ho capito.-.
SWOSH
BUM
La sua faccia evaporò di nuovo, così al suo posto Brain distrusse il muro.
-Lo eliminerò quel dannato!!! Nessuno, nessuno mi insulta così!!!-.
Lyon si girò e si incamminò come se nulla fosse.
-E pensare che un tempo era un santarellino come te! Quasi lo preferivo quando non era un mostro!-.
Il ragazzo si fermò.
-Mostro?-.
-Beh, sì, certo, mostro! Guarda come ha ridotto quella lì!-.
-...- Lyon si allontanò, ma prima di svoltare l'angolo gli chiese: -Dunque non l'hai notato?-.
Brain era sempre più in collera.
Notato cosa??? Parla chiaro una buona volta!!!
-Stava piangendo.-.
E sparì.
Piangendo?”.
Si girò verso la ragazza, rimasta a terra; e tornò a sorridere.
Beh io non avrei pianto di certo!”.
La raggiunse, era ridotta a uno stato pietoso, piena di lividi e bruciature si copriva inutilmente il seno con le mani ferite e borbottava qualcosa tipo: -Andrà tutto bene... Lucy... ci sono io con te... starai bene... non sei sola...-.
Un brivido gli percorse la spalla, non che fosse dispiaciuto per lei, figurarsi! ma certo non la invidiava. Quel ragazzo era decisamente una persona pericolosa.
Mmm, tutti quei ragionamenti gli stavano facendo passare la voglia e tra l'altro stava impazzendo dal male, però sarebbe stato un peccato sprecare un'occasione simile...
Facciamo una cosa veloce.”.
Si mise una mano tra i pantaloni per abbassarseli, ma una fitta sul collo lo fece trasalire.
Forse un effetto ritardato dell'esplosione? No, non era una ferita, era qualcosa di raggelante, di pungente, di costante, come se gli avessero lanciato uno spiedino in fondo all'aorta.
Uno sguardo, ecco cosa, qualcuno lo stava fissando, ma non certo un essere umano e nemmeno un demone qualunque: erano come gli occhi avidi di un rapace che stava calando per strappargli la testa dal corpo.
Strapparmi la testa dal corpo? Ma cosa sto pensando???”.
-Chi osa guardarmi in questo mo-
SBAM
Qualcosa lo travolse e lo sbatté a terra, poi una morsa artigliata si piantò attorno alle sue tempie, chiudendosi pericolosamente verso gli occhi.
-AAAAAAH!!!-.
Tentò di levarsela di dosso, ma un'altra stretta gli inchiodò il braccio al suolo, tanto forte che le sue ossa iniziarono a scricchiolare.
Gli occhi gli schizzavano fuori dalle orbite, così si trovò a fissare la figura che lo sovrastava, e ne rimase stupefatto.
Aveva delle fattezze femminili ma lo premeva a terra con due zampe da uccello, e gli occhi affilati blu scuro e i coltelli al posto delle dita non erano certo quelli di una donna comune.
No, conosceva bene quel volto d'aquila, ma non si sarebbe mai aspettato di rivederlo.
-Tu!!! Lasciami subito, dannata arpia!!!-.
-Questa donna appartiene al Master, e al Master soltanto.- Replicò lei, e né il suo tono né il suo sguardo ammettevano obiezioni, anzi, sembravano pronti a incenerirlo.
Non era cambiata affatto, la Schiavizza Stelle del Tartaro.
-Perciò rimani al tuo posto, umano!-.
Spinse a fondo e lui perse i sensi.



Era rannicchiata nel suo alloggio quando piovvero.
All'inizio non si accorse di niente, poi percepì le loro ombre, infine alzò gli occhi e li vide.
Non li riconobbe subito, non poteva, e molti di loro non li avrebbe mai più potuti riconoscere.
Oltrepassavano la barriera, perciò non potevano essere nemici, ma cadevano dall'alto, quindi non potevano essere persone. Dovevano essere oggetti, oggetti non-magici né armi, che la barriera non aveva considerato minacce e che quindi accompagnava a terra.
Poi, quando il primo fu abbastanza vicino, capì che si sbagliava: non erano oggetti, erano proprio persone.
No, non era vero neanche quello.
Non lo erano più.
Corse in strada, dove già si stava radunando la folla; sapeva di dover invitare tutti alla calma, ma lei per prima non ci riusciva.
Una cosa del genere era incredibile, impensabile, inimmaginabile.
Inumana.
La folla si aprì a ferrò di cavallo quando il primo cadde.
Il primo.
...
Era lui?
Era... lui?
Quella macchia azzurra, erano i suoi capelli?
-Permesso, permesso, fatemi passare!!!-.
No, non poteva essere lui, una parte di lei aveva sempre mantenuto una fioca speranza e ora non poteva trovarselo lì, non poteva incontrarlo in quel modo, non poteva vederlo così, non voleva accettarlo, no, no, non è vero, ditemi non è vero!!!
Invece, come uno schiaffo in pieno viso, eccolo là.
Dopo più di un anno.
Dopo così tanto tempo.
Sei crudele però.
Potevi almeno ricomparire lontano da me.
Potevi almeno preparami in qualche modo.
Sei crudele Gerard.
Avevo promesso a me stessa che questo giorno non avrei pianto.
Invece... sei crudele.
Non riesco nemmeno a tenerti tra le braccia.



* * *



-Oh, è già finito il Secondo Arco.-.
-Che te ne pare, fratello mio?-.
-Mmm, hai ragione, non è un granché come finale.-.
-Sai, se questo fosse un anime, ora ci sarebbero tutti i personaggi in sequenza per vedere cosa stanno facendo in questo momento.-.
-Dunque, vediamo... ci sarebbero Lisanna e Flare abbracciate l'una all'altra... Erza sdraiata sul nudo asfalto con Kagura che accorre e la sostiene, ma trasalisce nel vedere quel cadavere... Elfman che ancora non sa niente nel suo letto d'ospedale a ripensare a ciò che ha perso... suo figlio che frigna nella stanza dei bebè... e sua madre che lotta tra la mente e il corpo, uh, forse su di lei ci sarebbe una ripresa più lunga, la si vedrebbe più sofferente, più confusa, più combattuta.-.
-E poi, per rimanere in ospedale, le cinque demoniette nei tubi di Gajeel e lui davanti a quello di Levy, preoccupato da morire ma senza darlo a vedere nemmeno a sé stesso. Wendy sarebbe al suo fianco? No, penso che la vedrei in camera sua, con Happy e Charle, e il suo libro nascosto dietro quel falso sorriso, cacciato sotto il letto. Ah, la Principessa che ha appena preso le sue pastiglie è già all'opera per gestire la situazione nonostante lei stessa sia sconvolta: è ammirabile come riesca a mantenere l'autocontrollo e disporre gli ordini.-.
-Dall'altra parte, ci sei tu (non ti si vede il viso) che abbassi le mani e, esausto per l'energia spesa per il teletrasporto, ti lasci cadere sul tuo trono, che trovi meno scomodo del solito senza rendertene conto. I tuoi demoni? Troppi, non li badiamo, chi in camera sua e chi in giro in ansia.-.
-Kinana? Lasciamola in sospeso, forse è viva o forse è morta; tra le prigioni dei demoni, invece, qualcuno si sta agitando, una nuova voce si sta spargendo, quella della battaglia finale.-.
-Ah, e magari si mostrerebbe anche quell'uomo che si sta trascinando fuori dalla caverna e zoppica lentamente verso casa, con una dissolvenza finale sul sole che tramonta tra le montagne.-.
-Però.-.
-Però questo non è un anime, è solo una brutta storia. E tutte queste storie minori non verranno mostrate, non ne vale la pena. Basta sapere che tutte finiranno a breve, come dei miseri fiumiciattoli mangiati dal torrente.-.
-La tua però no, perché il mio piano funzionerà.-.
-Tu ne sei la prova, perché sei già li fuori mentre ti stringo a me adesso.-.
-Immagino che il lettore sia molto confuso a riguardo: tu sei già fuori, ma io ho il libro con te dentro. Poco male, sono dell'idea che molte cose sfuggano al comprendonio umano: ogni cosa ha di certo una causa, ma perché tutti dovrebbero sapere la spiegazione di tutto?-.
-Non ha senso.-.
-L'unica cosa che ha senso è il nostro obbiettivo, la nostra morte.-.
-E la distruzione di tutto questo. Anche se io odio la distruzione, ciò deve avvenire.-.
-Uhm, in fondo la distruzione mi piace, se è per salvare questo mondo dalla feccia umana.-.
-Eh, già, ormai non si torna più indietro.-.
-Come dici? Sì, è stato un arco breve. Sai, è un espediente comune tra gli scrittori dilettanti.-.
-D'altronde- Aggiunse rialzandosi e prendendo in mano il libro scarlatto: -si sa come si dice: il secondo capitolo non è mai bello quanto il primo.-.
-Ma è il terzo a fare la storia.-.






Angolo dell'autore
Da quando non edito? Comunque sia, mi scuso per l'eventuale crudezza delle tematiche (non succederà più).
E che altro dire? Cercherò di essere più puntuale!
Buonanotte a tutti!

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


-Mira-nee!-.
-Dai, torna qui Lisanna!-.
-Bianca?-.
La voce di Flare mi distoglie dai fantasmi di questo posto. Per un attimo mi sono rivista com'ero tanti, tanti anni fa; ma è un pensiero pericoloso da fare, qui e ora.
-Tutto bene?- Mi domanda lei preoccupata. Noto che i suoi occhi si sono spalancati, un po' come quando fa quel suo strano sorriso; ma le stanno bene, anche se così sembra essersi spaventata.
-Sì.- Le sorrido io: -Solo che è da tanto che non torno più qui.-.
Magnolia.
La mia vecchia casa.
La mia vecchia vita.
-Su, andiamo!-.
È passato già un mese da quel giorno, quando i morti caddero dal cielo; anche quelli di cui sapevano non rimaneva più nulla. Ovviamente una cosa del genere non è molto strano sentirla come ieri.
Non è stata solo un'esibizione, un'offesa, o una dimostrazione di potere; nessuno ne sentiva il bisogno, nemmeno lui. Era una dichiarazione di guerra.
La battaglia finale si sta avvicinando, e affila la falce.
E io devo essere pronta.
-Bianca... siamo...-.
-Sì, siamo arrivate.-.
Guardo quel triangolo buio nella roccia che mi invita a entrare, o meglio, mi sta obbligando. I miei sensi sono tesi verso quel luogo, solo un'eco nel mio cervello si oppone; ma io la metto a tacere.
-In questo posto i miei fratelli hanno affrontato i loro demoni quando io... beh, ora è il turno della sorellina.-.
-Però...-.
Le appoggio una mano sulla spalla per confortarla, mi piange il cuore vederla così spaventata, ma proprio per questo devo essere forte e nasconderle la mia paura.
-Non preoccuparti, andrà tutto bene. Vedrai, uscirò in men che non si dica!-.
Flare aggotta la fronte e tira le labbra in basso, sta per scoppiare a piangere, allora la bacio in fronte.
-Salutami Yukino e Ginger quando si sveglieranno. Ah, e anche Levy e... beh, anche Minerva e Millianna. Mi raccomando, bada a mio fratello, a Ever, a Juvia e a Wendy e... a tutti.-.
-Anche a Rossa-sama?- Domanda titubante; entrambe sappiamo bene che sta solo prendendo tempo, ma faccio finta di niente.
-Soprattutto lei. Erza è molto forte, ma è anche molto fragile. Ti prego, stalle vicina.-.
Flare annuisce più volte, vuole rimandare il suo ultimo assenso, tuttavia io l'abbraccio forte e la saluto.
-Ciao Flare. Comportati bene, e cerca di voler loro bene quanto gliene voglio io.-.
-Sniff!- Tira su col naso.
-Ci proverai?-.
-Sniff! Sì! Te lo prometto Bianca!-.
-Bene.- La guardo per un ultima volta da vicino, le sue grandi iridi rosse, i suoi lunghi capelli intrecciati, le sue labbra sottili, le sue braccia, il suo seno, il suo sguardo, voglio memorizzare ogni cosa di lei così che quando tornerò sarò sicura di... di riconoscerla... di riconoscerla ancora!
-Bian...ca... stai... piangendo...-.
Mi asciugo gli occhi e nego con forza.
-No, ho solo qualcosa sugli occhi.-.
Sì, i tuoi.
-Allora ci vediamo Flare. Buona fortuna.-.
La lascio, è più difficile di quanto pensassi ma mi giro e mi tuffo nell'apertura.
E tutto si fa silenzio.









Angolo dell'autore
Intanto auguri a tutti! Sì, lo so cosa state pensando, "ho aspettato più di un mese per questo?". Ebbene sì.
In realtà sono superimpegnato, ma dato che siamo alla fine dell'anno posso tirare fuori qualche buon proposito no? Quindi... mi impegno a...
...
...
...
Buon anno!!!

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