At the beginning with you - Come tutto ebbe inizio

di PrincessMiyu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno ***
Capitolo 2: *** Quello stesso giorno a Tokyo ***
Capitolo 3: *** Una visione tra i fiori di ciliegio ***
Capitolo 4: *** Ti va un caffè? ***
Capitolo 5: *** Dannata influenza! ***
Capitolo 6: *** Amicizia a piccole dosi ***
Capitolo 7: *** Tutto all'improvviso ***
Capitolo 8: *** Un viaggio da ricordare ***
Capitolo 9: *** Non ci vedo chiaro ***
Capitolo 10: *** Senza te ***
Capitolo 11: *** You give love a bad name ***
Capitolo 12: *** Non tutte le creme brûlé escono col buco ***
Capitolo 13: *** Un nome da dare ***
Capitolo 14: *** Sul punto di crollare ***
Capitolo 15: *** Quando sono gli occhi a parlare ***
Capitolo 16: *** At the beginning with you ***
Capitolo 17: *** Un triste addio (Prima parte) ***
Capitolo 18: *** Un triste addio (Seconda parte) ***
Capitolo 19: *** E' davvero la fine? ***
Capitolo 20: *** I wish you were here ***
Capitolo 21: *** Ora lo so! ***
Capitolo 22: *** Un agrodolce risveglio ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il ritorno ***


Salve belle bimbe e bei bimbi. Sono qui oggi perché ho perso una specie di scommessa e per tenere fede ad una promessa.
Ebbene sì! Poiché non mi aspettavo di ricevere così tanti complimenti e recensioni sulla mia prima OS, allora grazie alla spinta e al supporto della mia amica/manager/sponsor/tutto Yasha 26, sono riuscita a scrivere la long ispirata alla OS. Se non ci fosse stata lei, questa storia sarebbe rimasta in un angolino nascosta da qualche parte nei meandri del mio pc con il nome di “quello che nessuno leggerà mai”.  
Non mi voglio dilungare molto con queste introduzioni che possono scocciare.
Posso solo dirvi grazie per le belle parole che avete speso per me leggendo la mia prima ff e spero che anche questa long possa essere di vostro gradimento*^*
Quindi bando alle ciance, ciancio alle bande e vediamo come tutto ha avuto inizio.
Buona lettura.
PrincessMiyu  :*
 
 

Capitolo 1: Il ritorno. 
 

Aprile
 
 
Ecco! Anche questa è fatta. Finalmente ho sistemato anche l’ultima valigia!
Domani rientrerò finalmente in Giappone e non vedo l’ora! Ritornerò alla mia vita e riprenderò da dove ho lasciato.
Tre anni fa, dopo essermi laureato, mi sono trasferito a Berlino insieme ai miei genitori e a mio fratello per seguire una specie di tirocinio nell’azienda di famiglia.
Diversamente da come si può pensare, sono felicissimo di poter lavorare nella compagnia di mio padre. Sin da piccolo, mi ha sempre affascinato vedere come mio padre e mio fratello smanettassero con i computer e come risolvessero qualsiasi genere di problema senza batter ciglio.
È incredibile che da una piccola azienda di un settore così di nicchia come quello informatico all’epoca, sia diventata una delle più importanti aziende in circolazione. Da un po’ di tempo si è estesa anche su suolo internazionale, aprendo questa filiale in Germania.
A differenza di mio padre e di mio fratello, che sono ingegneri informatici, il mio lavoro è quello di programmatore.
In questi anni mi sono spezzato la schiena per apprendere tutto ciò che serve per portare avanti un’azienda di un certo calibro, e posso dire che non mi sono mai pentito, nemmeno per un giorno, di essere venuto qui. Vivere in questa città è stato elettrizzante, stimolante e mi ha portato parecchie soddisfazioni. E poi, il posto è meraviglioso, ho sempre saputo che l’Europa fosse bellissima, ma non così.
C’è un detto che fa “cerca di prendere la conoscenza dell'occidente e il modo di intendere dell'oriente, poi inizia a cercare”. Nel mio caso non c’è aforisma più azzeccato di questo.
Adesso sono passati tre anni e ho deciso di tornare a Tokyo. Mio padre è molto soddisfatto del mio lavoro e mi ha assicurato che posso continuare da solo, anche se, devo ammettere, mi pesa un po’ dover lasciare Berlino, ma ho fatto una promessa.
Finalmente rivedrò la mia casa, i miei amici ma, soprattutto, rivedrò Kikyo.
Mi ha aspettato per tutto questo tempo. Adesso posso tornare da lei e ricominciare a stare insieme come una volta.
Kikyo ed io ci siamo conosciuti cinque anni fa e stiamo insieme da allora. Io ero iscritto alla facoltà di informatica, mentre lei frequentava la scuola di moda.
Ci siamo incontrati durante una festa universitaria, tra una chiacchierata e l’altra abbiamo iniziato a frequentarci. Non sono mai stato un tipo da storia fissa, ma neppure un donnaiolo. Con Kikyo stavo bene, a parte il suo carattere un po’ troppo “spigoloso”, ma mi piaceva che fosse un tipo deciso che teneva tutto sotto controllo.
All’inizio non la consideravo una storia seria, ma col tempo ha iniziato a piacermi sul serio e ho pensato potesse essere la persona giusta con cui costruire qualcosa. Abbiamo passato due anni insieme tra alti e bassi (aggiungerei più bassi che alti) e devo ammettere che l’idea di partire non è stata una gran mossa, ma pensare di rinunciare a realizzarmi dal punto di vista professionale era ingiusto, così le ho promesso che sarei tornato appena avrei potuto gestire l’azienda da solo, e lei, tra un urlo e l’altro, ha accettato.
Questa sua scelta di aspettare il mio ritorno, mi ha fatto capire che, forse, può essere davvero la persona giusta e che il nostro rapporto sarebbe migliorato.
Adesso sistemo le ultime cose che mi mancano, ma vedo qualcuno che entra nella mia stanza.
- Be' fratellino, sistemato tutto? – chiede mio fratello maggiore, Sesshomaru, guardando la mia stanza ormai quasi vuota.
- Sì. Devo solo mettere la chitarra nella custodia e andare a letto. – rispondo, mentre ripongo la chitarra.
Non sono un granché, anzi, so a malapena qualche canzone e alcuni accordi, però suonarla ogni tanto mi fa stare bene, specialmente quando mi sento molto giù o quando sono particolarmente euforico.
Continuo a guardare mio fratello che mi fissa serio.
- Sei davvero sicuro di quello che fai? Non stavi andando poi tanto male. – puntualizza.
- Per caso era un complimento? – sorrido soddisfatto.
- Ma sta’ zitto! Dico solo che non è necessario che torni a coordinare la sede di Tokyo. Abbiamo persone in gamba che se ne stanno occupando. – precisa il mio fratellone, sempre pieno di complimenti.
- Sì, lo so che la “squadra dei sette” sta facendo faville. – rispondo sarcastico.
La squadra dei sette, come la definisco, è un gruppo di sette ragazzi che lavora nella nostra azienda da quasi dieci anni. Oltre che essere degli ottimi lavoratori, sono anche dei buoni amici e quando siamo partiti, hanno preso loro le redini della compagnia, almeno fino al mio ritorno.
- Mi spieghi perché diavolo li chiami in quel modo? Non sono mica l’A-Team. – dice senza un velo di umorismo.
- Non lo sai che se spieghi una battuta, questa poi non ha più senso? – sentenzio.
- Se non faceva ridere prima figurati dopo. – borbotta come al solito.
- Senso dell’umorismo saltami addosso, eh? – sospiro rassegnato - Li chiamo così perché lavorano insieme, sono sette e poi il nome è figo. –
Mio fratello mi guarda talmente impassibile che mi fa quasi paura.
- Visto? Anche dopo la spiegazione fa schifo uguale. – afferma e dopo un attimo di silenzio, prosegue - A parte gli scherzi, al posto tuo non sarei mai tornato, specialmente per una ragazza. – mi fredda sul posto.
- Lo avresti fatto per Rin se fossi stato al mio posto. – replico irritato.
- Non è la stessa cosa e tu lo sai. – risponde senza batter ciglio.
- Come ti pare. Devi dirmi altro? – domando per sviare il discorso.
- Non mi mancherai per niente. –
- Tsk! Certo come no. –
- Domani ti accompagno all’aeroporto, così ho la certezza che ti levi dalle palle. –
- Sempre simpatico, eh? Grazie. – sorrido infine per ringraziarlo.  
- Figurati. – ricambia per poi lasciare la mia stanza.
Il nostro rapporto è sempre stato così. In realtà, siamo fratellastri. Lui è figlio della prima moglie di mio padre, hanno divorziato quando lui era piccolo. I rapporti tra Sesshomaru e sua madre non erano idilliaci e lei non poteva essere certo considerata la “mamma dell’anno”. Infatti, uno dei motivi del divorzio fu proprio il non occuparsi della famiglia. Mio padre, anche se sempre a lavoro, era quello che lo accompagnava a scuola, lo faceva studiare; insomma era l’unico che si occupava di lui. Dopo la separazione, per un po’, pur non volendo, ha vissuto con la madre, ma mio padre sapeva che non era la scelta giusta per suo figlio, così cercò di ottenerne l’intera custodia, ma la questione si risolse in fretta, perché fu proprio lei a cedergliela completamente non volendo occuparsene.
Dopo qualche tempo, mio padre incominciò a frequentare mia madre e, di lì a poco, si innamorarono e sposarono. Pochi anni dopo nacqui io.
Inizialmente, tra me e mio fratello ci furono un po’ screzi ma, fortunatamente, quel periodo durò molto poco. Adesso siamo molto uniti, anche se le sue battute simpatiche non mancano mai e ha il senso dell’umorismo di un surgelato.
Come abbia fatto sua moglie, Rin, a sciogliere quel ghiacciolo, rimarrà un mistero!
Finisco di sistemare le ultime cose e decido di andare in salone dai miei genitori che guardano la tv insieme alla piccola Kotomi, la figlia di Sesshomaru e Rin.
Appena mia madre mi vede mi sorride e fa cenno di seguirla in cucina. Mi siedo su uno degli sgabelli vicino alla penisola, mentre lei mette su l’acqua per il thè.
- Hai preso tutto? – chiede dolcemente mentre si siede di fronte a me.
- Sì. Credo di non essermi dimenticato nulla. – rispondo facendo mente locale.
- Non è un problema quello. Nel caso ti dimenticassi qualcosa, te lo mandiamo insieme ai pacchi che ti spediremo. – mi rassicura.
- Grazie mamma. –
- Ascolta Inuyasha… ormai sei un uomo, sono orgogliosa che tu abbia deciso la tua strada. Mi mancherai da morire, questo è ovvio, ma sapere che sei felice e consapevole della vita che hai scelto, farà colmare questa mancanza. E poi sono convinta che Tokyo ti serberà qualcosa di bello e di inaspettato. – sorride per poi abbracciarmi.
- Mi mancherete anche voi. Ancora grazie. – rispondo commosso all’abbraccio.
Appena fischia la teiera ci stacchiamo, nel frattempo, arriva mio padre con Kotomi.
- Che cosa sono quelle facce lunghe? Verremo a trovarti appena sarà possibile e ci sentiremo sempre. Skype è stato inventato apposta. – rassicura mio padre con un gran sorriso.
- Nonno, cos’è Skype? – domanda incuriosita mia nipote.
- È un telefono speciale che, oltre a farti parlare con lo zio, ti permette anche di vederlo. – le spiega mio padre.
- Solo vederlo? Ma così non potrò abbracciarlo. – afferma con aria triste.
- E allora ti riempio di baci e abbracci adesso, così puoi farne una scorta! – detto ciò, prendo la mia nipotina in braccio e me la spupazzo.
- Ahahahah… va bene, va bene! Zio, dai basta, non respiro così… ahahahahahaha! – implora senza smettere di ridere.
Adoro questa piccola birba. Ha 6 anni ed è la copia della madre, sia fisicamente che caratterialmente; infatti, come Rin, è dolcissima e solare.
- Zio, ma stai tornando a Tokyo per quell’antipatica di Kikyo? – domanda con la faccia imbronciata mentre la rimetto giù.
Ecco! Da questo mi rendo conto che è anche figlia di mio fratello.
- Sì, torno da lei. Non chiamarla così, lo sai che non è educato. –
- È antipatica e non mi piace. Trovane un’altra, no? – afferma, lasciandomi completamente spiazzato. Come se fosse così semplice!
E pensare che la conosce così poco visto che, quando siamo partiti, aveva solo 3 anni.
Nemmeno il tempo di rispondere che interviene sua madre.
- Mi-chan, non si dicono queste cose. Non si parla in questo modo della ragazza di tuo zio. – la rimprovera in maniera molto mite Rin.
- Per me sí! – risponde secca, facendo ridere mio fratello che mi arriva alle spalle.
- Brava la mia principessa. – la elogia, prendendola in braccio.
- Maru, non incoraggiarla. Deve imparare che non può sempre dire tutto quello che le passa per la testa. – sentenzia Rin, lanciando uno sguardo di fuoco al marito.
- E far diventare mia figlia un’ipocrita? Giammai! È tardi, sarà meglio rincasare. –
- Sì, hai ragione è molto tardi. – conferma Rin guardando l’orologio.
Giunti alla porta, ci salutiamo.
- Ciao zio! Tanto ci vediamo lo stesso col telefono speciale del nonno, vero? –
- Ma certo, fräulein. Comportati bene. – dico dandole un bacio sulla guancia.
 Nel frattempo, si avvicina Rin e mi abbraccia.
- Fai buon viaggio, Inu. Mi raccomando, abbi cura di te e salutami Miroku. E scusa per prima con Kotomi. – mi saluta, sciogliendo l’abbraccio.
- Ma figurati. Adoro quella piccola peste, ma spera che da grande non assomigli al padre. – la canzono.
- Oh, santo cielo! Sarebbe un disastro, anche se purtroppo dovrò rassegnarmi all’idea. – dichiara apertamente, consapevole che a fianco a noi c’è mio fratello, che infatti interviene non tanto contento.
- Io sono qui, eh? –
Non riusciamo a resistere oltre e scoppiamo tutti a ridere.
Mi mancheranno da morire questi momenti con la mia famiglia.
- Noi ci vediamo domani pomeriggio per andare all’aeroporto. – mi conferma, infine, Sesshomaru.
- D’accordo, grazie ancora. A domani. –
- Buonanotte cari. Attenti sulla strada. – augura mia madre.
- Notte anche voi e grazie per la serata. – ringrazia Rin, congedandosi.
Prima di andare in camera, mi ferma mio padre.
- Inuyasha, ti sei impegnato molto in questi tre anni e hai raggiunto dei risultati eccezionali. Sono sicuro che in Giappone farai meraviglie. Hai reso il tuo vecchio fiero di te. –
- Grazie papà, è molto importante per me questo. –
- È normale, vorrei che rimanessi qua, ma è giusto che vada per la tua strada. Per qualunque problema, contattami. Anche se, sono certo che non ne avrai bisogno. – dice abbracciandomi.
Dopo avermi augurato la buonanotte, ritorno nella mia camera e decido di andare a dormire.
 
 
 
Il suono del telefonino mi sveglia improvvisamente. Fuori è ancora buio. Guardo l’orologio digitale sul comodino e segna appena le 5.
Chi diavolo è a quest’ora?
- Pronto? – rispondo tra l’addormentato e l’incazzato senza neppure guardare chi sia.
- Buongiorno Inu-chan! Non dirmi che stavi ancora dormendo! – esclama la voce dall’altra parte della cornetta che conosco fin troppo bene.
- Miroku, razza di idiota, certo che stavo dormendo, sono le 5 del mattino! – brontolo.
- È così che rispondi al tuo migliore amico? Sei proprio cattivo, Inu-chan. – continua a punzecchiarmi.
- Piantala di chiamarmi Inu-chan! Sei più insopportabile di Jakotsu. Ancora non mi hai detto cosa vuoi. –
- Ti sei dimenticato che mi sono preso la serata per venire a prenderti? Mi devi dire a che ora atterri e, soprattutto, dove devo andare a prendere la tua “dolce metà” …ah! Chiedile anche se posso venire con la mia umile auto, perché la limousine non è disponibile. – canzona il mio amico e non ho la forza di rispondergli a tono.
- Molto spiritoso. Atterro all’aeroporto di Haneda alle 23 e no, non c’è bisogno della limousine perché Kikyo non verrà. – rispondo atono.
- Come? Non ti vede da tre anni e nemmeno viene a prenderti all’aeroporto? – domanda lui sorpreso.
- Ha da fare. – dico scocciato.
- Alle 11 di sera? Davvero io non capisco come puoi far finta di niente. Fossi stato tu al suo posto, avrebbe preteso la tua presenza con tappeto rosso, petali di rosa e un quartetto d’archi. E se non avessi spaccato il minuto, ti avrebbe frullato tre quarti di maroni! – sentenzia senza tanti giri di parole.
- Senti Miroku, da te sarà pure ora di pranzo, ma qua sono ancora le 5, quindi la voglia di risponderti è pari a 0. Poi mi basti già tu. – ironizzo, per cercare di sviare il discorso e, soprattutto, chiudere la telefonata il prima possibile.
- Sì sì, scherza quanto vuoi, sai che ho ragione. Ti lascio stare solo perché le telefonate intercontinentali costano. –
- Sei un idiota. Se avessi usato WhatsApp il problema non sussisteva. – lo sbeffeggio alla grande.
- Non ti rispondo nemmeno. Ci vediamo all’aeroporto. –
- D’accordo. Non ti dimenticare del tappeto e dei fiori. – continuo a prenderlo in giro.
- Sarà fatto. A dopo, amico. Fai buon viaggio. – riattacca.
Sono amico di Miroku dai tempi delle superiori. Abbiamo fatto tutto insieme e ne abbiamo passate tante. È come se avessi un altro fratello. A differenza mia, lui non ha scelto l’università, ma ha deciso di dedicarsi completamente al pianoforte, da sempre sua grande passione.
I suoi idoli sono sempre stati: John Williams ed Ennio Morricone.
Il suo sogno più grande è quello di dirigere un’intera orchestra che suoni la sua musica. È davvero molto bravo e sono sicuro che, un giorno, lo realizzerà. Per ora, si esibisce nei locali e lavora al conservatorio. A volte tiene anche qualche lezione.
Ha solo un grande difetto: è un inguaribile maniaco. Ama corteggiare qualsiasi essere di sesso femminile e ha lo strano vizio di chiedere figli a tutte.
Anche lui, come tutti parrebbe, non sopportare la mia ragazza. Purtroppo devo ammettere che Kikyo ha un carattere un po’ particolare che non a tutti può andare a genio, ma è pur sempre la mia ragazza. Deve pur valere qualcosa, no?
In realtà, proprio ieri, ho avuto un mezzo litigio con Kikyo sul fatto che non verrà all’aeroporto ma, alla fine, la discussione è andata a scemare perché lei ha troncato il discorso, senza ritornare sull’argomento.
La rivedrò sabato con molta calma. Non vedo l’ora di partire, ma ho uno strano senso di agitazione.
Sarà l’emozione per il viaggio? Chissà…
 
 
Alle 16:45 ho il volo, mio fratello viene a prendermi alle 15 in punto per portarmi all’aeroporto.
In auto non chiacchieriamo molto, più che altro ci limitiamo a parlare di lavoro e di come dovrò gestire la situazione a Tokyo, lavorando insieme a Bankotsu per un po’ di tempo.
Dopo aver fatto il check-in, ci incamminiamo verso la zona d’imbarco e ci salutiamo.
- Grazie di tutto. Ci sentiamo appena mi sistemo. – saluto mio fratello con un abbraccio.
- Fai buon viaggio. Mi raccomando non fare casini. –  
È sempre il solito!
- Stai tranquillo. – lo rassicuro sorridendo.
Prima di dare il biglietto all’hostess di terra, mi sento chiamare.
- Inuyasha! Non lasciare che nessuno al mondo decida per te. Tu sei ciò che scegli di essere. – afferma con aria molto seria.
Lo guardo sorpreso per queste sue parole, come se mi stesse leggendo nella mente e volesse placare il mio turbamento. Non faccio altro che annuire per poi raggiungere il mio gate.
Prendo posto sull’aereo in attesa che decolli, nel frattempo rifletto sulla frase di mio fratello; come se avesse capito il mio stato d’animo e avesse voluto, in qualche modo, tranquillizzarmi.
Appena decollati, ripenso a tutto quello che ho passato in questi tre anni e cosa ritroverò.
Non devo essere agitato! Andrà tutto bene. Purtroppo le relazioni a distanza sono sempre difficili, ma appena sarò a Tokyo riprenderò da dove ho lasciato.
È così semplice!
Sfrutterò queste quindici ore di viaggio per rilassarmi e non pensare.
 
 
 
Le ore passano tranquille; niente perturbazioni e nemmeno ritardi durante lo scalo.
Stanno dando “47 Ronin” film con Keanu Reeves. Non l’avevo ancora visto perché, in parte, temo sempre che gli americani non riescano ad interpretare appieno la cultura orientale, specialmente se si parla di determinati periodi storici, però questo non è nemmeno male!
Anche quando vidi “Kill Bill” rimasi piacevolmente sorpreso su come il regista avesse unito oriente e occidente. Ovviamente si parla del mitico Quentin Tarantino, che è un regista straordinario!
Sono sempre stato un appassionato di cinema, specialmente per quello d’autore. Vivendo in Europa mi è stato più facile apprezzare film come quelli francesi o italiani. Passione che, purtroppo, condivido solo con mia nonna, che è stata l’artefice di questo mio interesse; è raro che riesca a vedere con qualcuno questo genere di film. Con Miroku qualche volta ci andavo, ma dovevo sempre stare molto attento a cosa sceglievo di andare a vedere; con Kikyo meglio non parlarne. Mi ricordo la prima (e decisamente l’ultima!) volta che andammo al cinema, non smise un secondo di parlare e da allora… mai più!
 
Finalmente atterro! Queste ore sono state interminabili; non vedo l’ora di rivedere il mio letto.
Prendo il bagaglio dal nastro e faccio tutti i dovuti controlli.
Mi ero dimenticato di quanto qui fossero scrupolosi!
Esco dalla zona riservata ai passeggeri e vedo in lontananza Miroku e… Oh ma che ca…! Ha davvero portato dei fiori?
Bene! Ho quindici secondi per elaborare un omicidio e come nascondere il corpo.
- Ti prego, dimmi che è uno scherzo! – affermo disperato e terrorizzato.
- Caro, è così che mi saluti dopo tutto questo tempo? E poi, me li avevi chiesti tu i fiori. – mi deride lui mettendo il labbrone.
Non resistiamo più e scoppiamo a ridere, facendo girare tutti.
- Bentornato amico! È bello rivederti. – dice abbracciandomi dopo aver lasciato i fiori da qualche parte.
- Grazie Miroku. Sono a casa e, soprattutto, non vedo l’ora di entrarci! – esclamo, mentre ci incamminiamo verso l’uscita per raggiungere la macchina.
- Com’è andato il volo? –
- Tutto molto tranquillo, a parte le quindici ore, ma ho mangiato bene, i vicini erano silenziosi e il film che hanno dato non era neppure male. – rispondo massaggiandomi il collo.
- Oh Kami! Spero non sia stato uno di quei film che piacciono a te, perché se così fosse capirei il silenzio dei tuoi vicini. – ironizza il mio amico mentre mette il bagaglio in auto.
- La tua simpatia mi mancava. E giusto per la cronaca, non era “uno di quei film”. – preciso entrando in macchina, ma andandomi a sedere sul lato sbagliato.
- Caspita! Non sono più abituato alla giuda a sinistra*. –
- E meno male che non devi guidare tu. – dice Miroku mettendo in moto. - Dai su! Raccontami un po’ di queste tedesche. – prosegue.
- Ma possibile che non riesci a pensare ad altro? –
- Scherzi? Sei stato nella patria delle spilungone, bionde e occhi azzurri. In qualità di tuo migliore amico è normale che ti chieda. E non dirmi che te ne sei lasciato sfuggire qualcuna, o giuro che ti faccio scendere da questa macchina ancora in corsa! –
- Ti ricordo che ho una ragazza. È mai possibile che ve lo dimentichiate e abbiate sempre da ridire? E poi, se mi sentisse che faccio apprezzamenti su altre ragazze, mi farebbe a pezzi. –
- Allora… primo: dovresti dare più ascolto a tuo fratello; secondo: adesso lei non può sentirti perché non c’è, ringraziando la qualunque festa che l’abbia trattenuta in questo momento. –
Beccato!
Lo guardo sorpreso per la sua perspicacia.
- È inutile che mi guardi con quella faccia da idiota. Era ovvio che non fosse venuta per un qualche evento mondano. Non mi interessa ora. Poche oche e più tedesche! – taglia corto.
Touché!
- Non è vero che tutte sono bionde e con gli occhi azzurri. Non sono nemmeno tutto questo gran spettacolo. Ti posso assicurare che sono molto più belle le italiane. Prima che me lo chiedi, non mi sono fatto nessuna. – anticipo, conoscendolo.
- Su quello non avevo dubbi. Sei troppo buono e, soprattutto, molto paziente. Non so come tu abbia fatto a stare senza scopare per tutto questo tempo. Almeno facevi un po’ di ginnastica… seria! – sospira come sconfortato.
- Miroku, stai esagerando adesso! Non mi sono portato a letto nessuna perché sto con Kikyo! Fine della discussione! – sbotto infastidito.
- Va bene! Stai con Kikyo! Siete la coppia più bella del mondo e sono certo che quando vi vedrete farete l’amore tutti i giorni. E, soprattutto, sarà tutto spontaneo! – replica canzonandomi alla grande.
Finisce sempre così ogni volta che parliamo di Kikyo. È il mio migliore amico e lo so che lo fa per il mio bene, ma non sopporto l’idea che i miei amici non approvino la mia ragazza.
- Ehi amico! A proposito di ragazze, raccontami di questa ragazza che è riuscita a conquistare il tuo cuore da cascamorto. – cerco di deviare il discorso.
- Sango è una donna meravigliosa e sono completamente pazzo di lei. Lavora per una rivista come grafica e ogni tanto canta insieme a me quando faccio le serate. – spiega, illuminandosi quasi.
- Canta? Wow! Deve essere proprio una santa a sopportarti. E come l’hai conosciuta? – chiedo incuriosito.
- Durante una serata. Ero in pausa e stavo chiedendo ad una tipa di darmi un figlio e, per evitare il solito urlo isterico, mi sono imbattuto in Sango. Sono rimasto accecato dalla sua bellezza e ovviamente ho chiesto la stessa cosa a lei ma, invece di una risposta, mi sono letteralmente ritrovato con un occhio nero. Dopo, non so come, ci siamo visti sempre più spesso e, tra un cazzotto e un sorriso, ci siamo innamorati. - racconta con occhi sognanti.
- Chi l’avrebbe mai detto: Miroku innamorato perso! Se qualcuno me l’avesse raccontato non ci avrei creduto. Sono felice per te, amico. –  
- Grazie Inuyasha. Tu, però, cerca di esserlo per te stesso. – dice guardandomi con sguardo malinconico.
Non riesco per niente a sostenere quello sguardo.
Il perché non ci riesca? Non ne ho idea!
Riesco solamente a fargli un leggero sorriso e tornare a guardare davanti a me.
 
 
Tra una chiacchiera e l’altra, arriviamo al mio appartamento.
- Buonanotte Inuyasha. Dormi bene, ci sentiamo appena ti riprendi dal jet lag. – mi saluta Miroku lasciandomi di fronte alla porta di casa.
Appena entro, lascio tutto dove sta e mi butto sul letto.
Sono distrutto!
Guardo l’ora e mi rendo conto che è tardi, ma devo avvisarla che sono arrivato.
Digito il suo numero e dopo sento squillare. Almeno è sveglia!
- INU-CHAN! – mi grida Kikyo dall’altra parte. Urla talmente forte che sono costretto ad allontanare il telefono. - Ce ne hai messo di tempo a chiamare! Che fine avevi fatto? – domanda stizzita.
- Nessuna fine. Sono appena tornato a casa. –
- Mi mancavi Inu-chan. Dovevi telefonare subito. –
- Lo sai che non sopporto che mi chiami in quella maniera. Se ti mancavo così tanto potevi anche venire con Miroku all’aeroporto, ma hai preferito fare altro. – ribatto infastidito.
IO, posso chiamarti come mi pare e piace. Lo sai che non potevo assolutamente mancare a questa festa, cosa avrebbero pensato?
- Che fossi andata a prendere il tuo ragazzo all’aeroporto. Non è mica tanto strano, sai? – rispondo abbastanza amareggiato.
- Ma stai scherzando? Una ragazza che va a prendere un ragazzo di notte… avrebbero sicuramente pensato male. –
- Però quando vieni a letto con me tutta la tua virtù la lasci a casa, vero? –
- Inu-chan, cosa vuoi insinuare? Ti ricordo che se non fossi partito, tutto questo non sarebbe successo, quindi è colpa tua! – sbotta lei.
- D’accordo Kikyo. Come ti pare. Ti voglio ricordare che sono appena tornato e l’ho fatto per te. Almeno evitami tutta la paternale. –
- Va bene, scusa hai ragione. Adesso ti devo lasciare che i miei mi stanno chiamando. Ci vediamo domani, ok? Ciao. – riattacca subito, senza darmi il tempo di rispondere.
- Sì… ciao! – saluto ironico il telefono.
Iniziamo proprio bene!
Dopo essermi fatto una doccia mi ributto a peso morto sul letto e cerco di addormentarmi.
Prima di chiudere gli occhi, ripenso a quello che ha detto mia madre la sera prima: “Sono convinta che Tokyo ti serberà qualcosa di bello e di inaspettato”.
Se i presupposti sono questi, la vedo davvero dura.
Sono troppo stanco per pensarci, domani andrà meglio quando la rivedrò; forse ho esagerato a risponderle in quel modo, ma di certo non mi aspettavo che dovessimo già litigare appena arrivato.  
Sono sicuro che tutto andrà per il meglio e saprò affrontare la situazione.
Per ora sarà meglio dormire.
Ora che ci penso, è primavera e domani è anche sabato, sicuramente un po’ di jogging tra i fiori di ciliegio non mi farà altro che bene.
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
E il primo capitolo è andato. Spero che vi sia piaciuto e vi abbia stuzzicato un minino di curiosità e voglia di leggere il secondo capitolo.
Ancora ringrazio Yasha 26 per il suo sostegno e, soprattutto, per la sua enorme pazienza.
Grazie in anticipo a chi leggerà e recensirà *_*
 
Diamo largo alle curiosità:
 
*In Giappone si guida a sinistra, quindi il volante si trova sulla destra, come nel Regno Unito.In Europa, la guida è esattamente al contrario.

Ho scelto Ennio Morricone e John Williams perché sono i migliori compositori che conosca, essendo poi un’appassionata di cinema non potevo non citarli.
Ennio Morricone: sono quasi certa che tutti lo conosciate, specialmente se siete fan dei film di Quentin Tarantino, nel quale la sua musica è praticamente onnipresente in quasi tutti i suoi film.
John Williams: se non lo conoscete, mettetevi in un angolino e fatevi mezz’ora di vergogna xD (ovviamente scherzo!). Parlando seriamente, è praticamente il compositore che ha dato vita alle colonne sonore di Star Wars, Harry Potter, Indiana Jones, Superman, Jurassic Park, E.T., Mamma ho per l’aereo, Lo Squalo…
Insomma, tutte musiche che, anche chi non ha visto questi film, riuscirebbe a canticchiare e soprattutto riconoscere.
Miroku compositore è stata la prima cosa che mi è venuta in mente, poi col codino e l’orecchino, un po’ l’impressione del musicista ce l’aveva, così ho deciso di provarci; invece, l’idea di Miroku e Sango legati insieme dalla musica, darà vita a tante dinamiche che più in avanti si andranno a scoprire e sono molto felice del fatto che loro saranno un pezzo fondamentale di tutta la storia. Quindi non pensate minimamente che li lascerò in un angolino ad assistere tutte le vicende in maniera passiva, perché non sarà assolutamente così.
Non prendetevela con Inuyasha e con il suo comportamento un po’ troppo zerbino e da prosciutto sugli occhi, sta lavorando sodo per togliersi questa zavorra dalle spalle, giuro!
 
Che dirvi più? Vi anticipo solo che il prossimo capitolo sarà tutto incentrato su Kagome e, come è successo in questo con Inuyasha, si andrà a scavare un po’ di più su com’è la sua vita e anche qualcosina sul suo passato.
Vi rinnovo i miei ringraziamenti e alla prossima con il capitolo “Quello stesso giorno a Tokyo”
:*
PrincessMiyu.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Quello stesso giorno a Tokyo ***


Capitolo 2: Quello stesso giorno a Tokyo.
 
Aprile
 
Sono le 11.25, tra pochi minuti ci sarà la riunione di staff per parlare degli articoli che usciranno nel prossimo numero.
Spero stavolta di riuscire a convincere il capo ad accettare la mia proposta. Dopo avermi cestinato l’articolo sul festival del cinema che ci sarà tra un mese, mi auguro almeno che accetti questo.
Nel frattempo che aspetto ricontrollo il mio ultimo pezzo, fino a quando mi sento chiamare.
- Higurashi, smettila di sognare ad occhi aperti. La riunione sta per cominciare. – mi avvisa quella antipatica di Tsubaki.
- Non stavo sognando ad occhi aperti, stavo controllando l’articolo. – cerco di rispondere con calma senza cedere alla sua evidente provocazione.
- Appunto! Smettila di sognare che quel temino possa essere chiamato articolo. E ora muoviti. –
- Scriverò anche temini, ma almeno posso chiamarmi giornalista. A te, che stai sempre con la lingua attaccata alle chiappe di Naraku, come devo chiamarti? – rispondo a tono. Non mi spacco tutti i santi giorni per far chiamare i miei lavori: “temini”.
- Puoi chiamarmi tranquillamente “il tuo peggior incubo” o “colei che ti renderà la vita impossibile”. – controbatte mentre si avvia verso la sala riunioni.
Maledetta strega!
Tsubaki è l’assistente personale di Naraku Onigumo, direttore del “TimeMagazine”. Da quando sono stata assunta non fa altro che torturarmi. Sono convita che lo faccia perché pensa mi metterò a piangere o potrei licenziarmi solo per non sentirla o semplicemente perché si annoia, ma non ha capito proprio niente, questa soddisfazione non gliela do di certo.
Le mie colleghe mi hanno detto che con i nuovi arrivati è sempre così, ma con me è diventato un vero e proprio accanimento. Lavoro per questa rivista da un anno e mezzo e ancora non me la sono levata di torno. All’inizio non rispondevo alle sue provocazioni, ma adesso non mi trattengo più; non è un mio superiore e non le devo nulla, anzi.
Si avvicinano le mie colleghe Eri e Ayumi che hanno assistito a tutta la scena. Loro, oltre a Sango, sono le persone con cui ho legato di più al giornale. Ci conosciamo da quando sono arrivata qui e siamo diventate grandi amiche. Spesso e volentieri usciamo insieme per fare serate solo ragazze, ma da un po’ di tempo ci vediamo poco per via di motivi famigliari o sentimentali.
Eh! I ragazzi non portano altro che guai… sempre detto!
- Kagome, non si è ancora stancata di tormentarti? –
- Non ti preoccupare Eri. Si vede che tra una leccata e l’altra, Maga Magò si annoia. – dico facendo ridere sia lei che Ayumi.
- Sei forte Kagome. Sarà meglio andare ora. – mi incita quest'ultima.
- Sì, andiamo! – sospiro, pensando che sarà una giornata molto, ma molto, lunga.
Forza Kagome!
Siamo tutti in sala riunioni aspettando che il nostro capo inizi.
- Buongiorno a tutti. Vediamo di incominciare. – annuncia, finalmente. - Allora, per il prossimo numero avremo un bel po’ da lavorare. Siamo ad aprile, questo significa che si stanno avvicinando l'estate e la Golden Week. – esordisce il boss. – Nezumi continua con quella rubrica sul come rimanere in forma; è stata parecchio apprezzata. Con il nuovo numero cerca di rimanere sulla stessa lunghezza d’onda e inserisci qualcosa di più coinvolgente. – ordina alla mia collega.
- D’accordo capo. -
- Higurashi, invece, tu … -
- Scusi se la interrompo, ma avrei una proposta che vorrei esporre. – esordisco per proporgli la mia idea.
Mi guarda già storto. Brutto segno!
- Sentiamo. – risponde stizzito.
- Ecco, avevo intenzione di lavorare su un progetto un po’ diverso. Qui a Tokyo, tra pochissimo ci sarà la mostra di un giovane fotografo emergente. Purtroppo questa mostra non è stata molto pubblicizzata e sarà possibile vederla solo per poco tempo. Allora, avevo pensato di scrivere un articolo e magari intervistarlo per farlo conoscere ai nostri lettori. – concludo con sicurezza.
Con la coda dell’occhio vedo la mia migliore amica, Sango, che mi sorride orgogliosa.
- Noioso. – risponde secco il mio capo.
- Non sarebbe noioso. È davvero molto bravo, poi sarebbe un incentivo per far sì che questi eventi culturali siano sempre più frequenti. – insisto, devo battere il ferro finché è caldo. Non può liquidare anche questa idea così su due piedi.
Che rabbia!
- Ripeto: noioso. La nostra rivista viene letta da gente che mangia in piedi e dorme seduta, e non ha tempo per rilassarsi o andare alle mostre. Servono cose che li tenga attivi e non che li faccia addormentare. Chiaro? –
- Cristallino. – rispondo leggermente inacidita.
- Bene. Vorrei che ti occupassi di un sondaggio: su che tipo di cibo viene consumato più frequentemente. Ormai nel nostro paese troviamo di tutto e di tutte le etnie. Vedi quanta gente è rimasta attaccata alla tradizione orientale oppure è caduta nella tentazione del mondo occidentale. Fai un buon lavoro e vedrai che, per l’arte e il cinema, ci sarà tempo. –
- D’accordo capo. –
Non ascolto più nulla durante tutto il resto della riunione, ci sono rimasta troppo male per come ha rigettato anche questa proposta e sinceramente parlare di cibo non è che mi entusiasmi più di tanto.
 
 
Finita la riunione, vengo affiancata da Sango mentre lasciamo la sala.
- Kagome, mi dispiace tanto. Era davvero una bellissima idea. Tsubaki non faceva altro che ridacchiare come una cretina. Quanto avrei voluto spaccarle quella faccia tirata. –
- Lascia stare Sango, quell’arpia è l’ultimo dei miei problemi. Poi, già sapevo che non avrei concluso nulla, mi è bastato vedere la faccia di Naraku quando ho iniziato a parlare. – sbuffo rumorosamente – Che diamine! Vorrei parlare un po’ di cultura, di cinema e di arte, ma non mi dà il ben che minimo spazio. Il mio ultimo articolo è stato sul sesso e sul quanto poco ne facciamo per colpa del troppo lavoro. –
- Dai! Devi ammettere però che è stato un bell'articolo, hai aperto gli occhi su un tema di cui non tutti parlano. –
- Grazie, ma non è questo quello che voglio. Lo so che non è professionale, ma vorrei davvero poter essere più libera. –
- Almeno hai sempre il tuo blog dove puoi essere una gazzella. – mi sfotte la mia amica.
- Sì certo. Un blog che non calcola praticamente nessuno. –
- Ma se hai appena iniziato. Smettila di buttarti giù, capita a tutti una giornata storta. –
- Hai ragione, basta deprimersi! Scriverò di quel fotografo sul mio blog e per quanto riguarda l’articolo, vedrò di far uscire qualcosa di buono. Alla fine, basta che faccia quello che vuole Naraku per un po’ di tempo, e sicuramente mi darà la possibilità di scrivere quello che voglio. – ammetto speranzosa.
- Brava amica mia! Così ti voglio, combattiva e grintosa! - d’un tratto, si immobilizza guardando l’orologio. - Oh Kami! È tardissimo! Devo fare qualche ritocco alla copertina e rivedere dei riquadri. Aspettami quando finisci, che torniamo a casa insieme. – dice correndo poi verso il suo ufficio.
- Va bene, amica. A dopo. – la saluto raggiungendo la mia postazione.
 
 
La giornata di lavoro finisce, così io e Sango ci incamminiamo verso casa.
- Stasera facciamo qualcosa? – mi chiede lei di punto in bianco.
- Certo, ma non hai una serata con Miroku? –
- Oggi no. Stasera deve andare a prendere un suo amico all’aeroporto. Quindi, che ne dici di vino e chiacchiere? –
- Sì ci sto! Allora prima di arrivare a casa dobbiamo passare al supermercato per prendere qualcosa. –
Ci troviamo di fronte al market quando sentiamo un cellulare squillare.
- È Miroku. Scusami devo rispondere. – mi avvisa Sango.
- Tranquilla, ti aspetto. –
Sango si allontana per parlare mentre io, per ammazzare il tempo, decido di guardare qualche vetrina, ma sbadatamente vado a sbattere contro qualcuno.
- Ahi! Mi scusi non l’avev… - le parole mi muoio praticamente in gola appena mi rendo conto di chi ho di fronte.
- Kagome! –
- Koga! – esclamo sorpresa, continuando a sgranare gli occhi.
- Che bello rivederti. Ti trovo bene, sai? – sostiene, rivolgendomi un sorriso che mi fa quasi venire i brividi. Come diavolo fa?
- Non posso dirti che per me è un piacere, però sì, sto bene. –
- Kagome, ti prego. È successo tre anni fa e non avrei mai voluto che le cose tra di noi andassero in quel modo. Farei qualsiasi cosa per rimediare. –
- Non devi fare proprio niente. Hai fatto più che abbastanza. –
- Non mi perdonerai mai, vero? –
A quella affermazione, butto un lungo respiro in maniera quasi liberatoria e decido di rispondergli.
- Non c’è nulla da farti perdonare. Alla fine non avrebbe funzionato lo stesso, solo che non mi sembra il caso di parlaci come se fossimo vecchi amici e come se nulla fosse. Poi suppongo tu stia ancora con Ayame, giusto? –
- Sì, stiamo ancora insieme. – conferma con leggero imbarazzo.
- Appunto, non mi sembra proprio giusto! –
- Ho capito. Allora non ti trattengo oltre. –
Koga fa per allontanarsi, ma dopo pochi passi si gira verso di me.
- Kagome! Per quello che vale, mi ha davvero fatto piacere vederti. Stammi bene. Ciao! – saluta.
- Ciao Koga. – ricambio, accennando un leggero sorriso, ma non più di tanto.
Pochi minuti dopo ritorna Sango ed io sto ancora pensando al mio “scontro” con Koga.
Ormai non sono nemmeno più arrabbiata, anzi, credo di non esserlo mai stata. Ovviamente a chiunque darebbe fastidio essere traditi dal proprio ragazzo, no?
- Kagome, mi stai ascoltando? – mi richiama Sango.
- Scusami Sango, ero sovrappensiero. Dicevi? – rispondo, distogliendomi dai miei pensieri.
- Ho detto che oltre al vino prendiamo anche da mangiare, magari ti viene in mente qualcosa per l’articolo, partendo da cosa piace a noi. –
- Giusto! A dire il vero non ci avevo pensato! –
- Davvero? Non stavi pensando all’articolo? – chiede sorpresa.
Non riesco a rispondere; so che qualunque risposta possa darle, non mi crederebbe. Mi conosce fin troppo bene.
- Kagome, sicura di stare bene? –
- Sì sì. Dai andiamo a casa che sto morendo di fame. Stasera ho proprio voglia di spaghetti, prendiamo quelli e la passata di pomodoro. Farò un sugo da leccarsi i baffi. –
- Quindi italiano! –
- Un punto per l’Italia. – dichiaro soddisfatta.
 
 
Arriviamo a casa mia e incomincio a preparare la cena, mentre la mia amica mette gli stuzzichini nelle varie ciotoline per poter fare una specie di aperitivo.
Lascio il sugo a cuocersi e raggiungo Sango seduta sul divano che mi versa un bicchiere di vino.
- Con chi parlavi mentre stavo al telefono con Miroku? – domanda mentre mi siedo e prendo il bicchiere.
Merda! Allora mi ha vista. Adesso che le dico?
- Allora? Sto aspettando. – mi sprona nuovamente, fissandomi con sguardo indagatore.
Non ho altra scelta.
- Koga. – sospiro con rassegnazione.
- Koga? Quel Koga? – chiede soffocandosi quasi col vino.
- Ne conosci altri? Ci siamo scontrati mentre guardavo le vetrine e abbiamo parlato. – rispondo cercando di apparire più calma possibile. Non tanto perché non mi va di parlare di Koga, ma perché Sango quando ci si mette può fare davvero paura.
- Parlato? Al posto tuo lo avrei pestato a sangue quel bastardo! –
Sempre violenta lei! L’adoro anche per questo.
- Di certo non sono stata gentile. Comunque perché avrei dovuto pestarlo a sangue? Non mi interessa più la cosa. Anche se è stato sbagliato il modo, è bene che le cose siano andate così, ci saremmo lasciati ugualmente. –
- Oh sì! Sicuramente non sarebbe andata, perché ti voglio ricordare che ogni relazione che hai avuto l’hai sempre sabotata, poiché non ti sei mai innamorata di nessuno. Imponevi a te stessa di amarli, ma quando ti accorgevi che la cosa non funzionava, mollavi tutto. Con Koga è una fortuna che sia andata male, ma con Kohaku ne vogliamo parlare? –
- No ti prego... Kohaku no! –
- Invece ne voglio parlare. Sarà anche mio fratello ed è normale che ci sia rimasta male quando vi siete lasciati, ma fatti dire una cosa: anche se eravate una bella coppia e andavate d’accordo, ti posso assicurare che non sarebbe andata avanti in nessun modo. Avreste solo sofferto più del dovuto. –
- Ma Kohaku ha sofferto per colpa mia. – ammetto dispiaciuta.
- Certo, ha sofferto e anche tanto, ma se non l’avessi lasciato, adesso non starebbe con Kanna e non starebbe aspettando il suo primo figlio. È andato avanti e ha trovato ciò che lo rende davvero felice. A dire il vero, sono sempre stata più preoccupata per te. –
- E perché dovresti esserlo? Sto bene. –
- Non lo metto in dubbio, ma devi renderti conto che non puoi scegliere chi amare; Koga e Kohaku lo hanno capito, hanno voltato pagina e sono felici. Tu lo hai mai fatto? – domanda, mentre mangia i salatini senza staccare gli occhi da me.
Ma che razza di domanda è?
- Chissà, forse sono troppo esigente e l’uomo che fa per me non esiste. – sostengo, cercando di trovare un appiglio da qualche parte.
- Balle! Se la smettessi di considerare le cotte, le infatuazioni, come sentimenti superficiali e non ignorassi i segnali che ti dà il tuo corpo, ti posso assicurare che adesso non faremmo questa discussione. L’amore è un sentimento che parte dal cuore, ti fa perdere la testa, ti fa fare cose che non faresti mai e ti fa provare emozioni uniche, che possono portarti alla felicità più estrema, ma anche alla sofferenza più totale. L’amore non lo puoi razionalizzare. È impossibile! –
- Primo: ogni sentimento che si prova parte dal cervello, il cuore è solo l’organo che ci pompa il sangue in tutto il corpo, quindi vuoi o non vuoi, ogni sentimento può essere visto con razionalità; secondo: prendere in considerazione quelle “stronzate varie” non ha mai portato nulla di buono. Quanti si sono ritrovati a pentirsi amaramente per aver creduto ad un colpo di fulmine? Te lo dico io: almeno il 98% delle persone. Ecco perché ci fanno miliardi di film su questo tema, perché non succede mai nella vita reale. –
- Il 98%? Mi dici da dove diavolo ti è uscito questo numero? –
- Sono una giornalista e ho fatto un sacco di sondaggi, posso anche stimare una percentuale volendo. – ironizzo, cercando di portare questa assurda conversazione su un altro livello di sopportabilità.
- Quanto sei scema. Comunque parlo sul serio. I batticuore, le gambe molli, la gola secca, le farfalle nello stomaco non sono leggende metropolitane, ma sono tutti segnali che il cuore ti dà per farti capire che qualcuno sta iniziando ad entrarti dentro. Sono più che certa che né per Kohaku né per Koga, tu ti sia mai sentita così. – ascolto, continuando a guardarla e sentendomi sempre peggio. -  Sei una ragazza stupenda e un’amica eccezionale. Ti chiudi a riccio nel tuo finto cinismo solo perché non vuoi soffrire. Cerca di non essere così fredda, apri di più il tuo cuore, o il cervello nel tuo caso e vedrai che tutto ti sembrerà diverso. – termina.
Quando parla così sembra peggio di mia madre! 
- Parlò colei che si innamorò di un cascamorto che chiedeva figli a tutte. – la sbeffeggio.
- Già, chi l’avrebbe mai detto. Questo dovrebbe farti pensare che Miroku non l’ho scelto, è semplicemente "entrato". – confessa, con un leggero rossore sulle guance che la rende bellissima. Deve essere proprio innamorata!
- E va bene. Ti prometto che aprirò di più il mio cuore. – canzono la mia amica facendomi scappare una risata.
Mi alzo dal divano e mi dirigo verso la cucina per controllare il sugo.
 
La cena passa così velocemente e serenamente tra cibo, vino e chiacchiere, che non ci accorgiamo che è mezzanotte passata.
Dopo avermi aiutato a sistemare, Sango decide di andare a casa. Le avevo proposto di restare a dormire da me, ma non vede l’ora di vedere il suo Miroku, che sarà sicuramente tornato dall’aeroporto.
Rimango sola con i miei pensieri e senza nessuna voglia di dormire.
Il discorso di Sango mi ha un po’ destabilizzato e non perché non avessimo mai affrontato la questione, ma perché ha ragione su tutta la linea.
Non sono mai stata innamorata e ho sempre mandato all’aria qualsiasi relazione che ho avuto; non tanto per la paura di soffrire, ma perché ho sempre avuto un concetto un po’ contorto dell’amore rispetto alla stragrande maggioranza delle donne.
Per me, l’amore è un sentimento troppo profondo che deve essere coltivato e costruito, non può essere minimizzato da una sensazione effimera come il colpo di fulmine; puoi rimanere affascinato difronte ad una bellezza sconvolgente, ma non puoi certo perdere la testa al primo sguardo.
Con nessuno dei miei ragazzi c’è mai stato nulla del genere e, anche in questo, Sango ha ragione.
Nessun ragazzo mi ha messo in soggezione e mi ha mai fatto sentire timida o impacciata, anzi. La famosa sensazione delle “farfalle nello stomaco” non so nemmeno cosa sia. In realtà, non sono stata con molti ragazzi e ho avuto solo due relazioni serie.
Il mio primo vero ragazzo è stato Kohaku, il fratello di Sango appunto. Lui è stato il mio “primo” in qualunque cosa: primo appuntamento, primo bacio, prima volta; è stata, in tutto e per tutto, la relazione più importante. Ci conosciamo sin da quando eravamo bambini ed era l’unico ragazzo con cui mi trovassi bene, anche se non l’avevo mai visto come un possibile fidanzato. Poi, una sera, mentre eravamo a casa sua, mi diede un bacio e mi confessò che gli piacevo.
Lì per lì, rimasi senza parole. Non riuscivo a capire come avessi fatto a non accorgermene per tutto quel tempo; poiché anche a me lui non dispiaceva, soprattutto perché lo conoscevo da una vita, decidemmo che era giusto provarci. All’epoca avevo 19 anni e lui 21.
Siamo stati insieme per più di un anno e devo ammettere che è stato un anno bellissimo, ma quando le cose hanno cominciato a farsi più serie, tutto iniziò ad essere decisamente più complicato, almeno per me.
A dirla tutta, le cose potevano essere molto più semplici se avessi provato amore per Kohaku e non solo un immenso affetto. La cosa più terribile che può succedere è non riuscire ad amare il ragazzo con cui hai condiviso tutto, vendendo soffrire lui che, invece, ti ama con tutto se stesso.
Il giorno che lo lasciai è stato uno dei più brutti della mia vita; l’ultima cosa che volevo accadesse era proprio far soffrire Kohaku.
Così, per non vedermi più, qualche settimana dopo decise di trasferirsi a Kyoto per lavoro.
Sango, per un po’, me ne ha voluto per questo, ma col tempo anche lei capì che era la cosa più giusta da fare e tornammo ad essere amiche.
Passarono alcuni anni e di relazioni sentimentali non volevo più saperne. Mi buttai a capofitto nello studio per diventare giornalista e fu quattro anni fa, proprio durante il mio corso di studi, che incontrai il mio secondo ragazzo, Koga.
Frequentavamo lo stesso ateneo e ci incontrammo per la prima volta in biblioteca. Stavo cercando un libro per una ricerca e lui si trovava nella mia stessa sezione. Purtroppo il libro era troppo in alto e non c’erano scalette nelle vicinanze. Koga, vedendo la ridicola scena di me che saltellavo per cercare di afferrarlo, lo prese per me. Mi colpì perché, fisicamente, era molto simile a Kohaku, a parte per gli occhi che erano di un azzurro così intenso che sembravano finti; invece gli occhi di Kohaku erano di un bel color nocciola.
Tra una chiacchiera e l’altra decidemmo di frequentarci, ma non durò molto a lungo. Stetti con lui sei mesi finché lui non ebbe la “geniale” idea di tradirmi con Ayame, sua compagna di corso che gli andava dietro da anni ormai.
Poco male perché, anche con lui, l’amore non si è presentato alla mia porta. Sicuramente non ho sofferto più di tanto; era più il mio orgoglio ad essere ferito che non il mio cuore.
Ed ora eccomi qui, a 27 anni, sola a casa a rimuginare sulla mia vita e a sorbirmi le paternali della mia amica come se fossi ancora un’adolescente.
Prendo un cioccolatino da una delle confezioni che abbiamo comprato oggi e, dopo averlo mangiato, mi accorgo che all’interno della carta c’è un bigliettino con una frase:
L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi insegue” W. Shakespeare.
Questa frase davvero non la capisco. Chi insegue un amore che ti sfugge?
Chi lo fa è solo un masochista. L'unica cosa che si può fare in quei casi è farsene una ragione; anche se con Koga e Ayame la tecnica “dell’insegui finché non si stanca” ha funzionato, non significa che sia giusto perdere tempo dietro ad una persona che non ti vuole.
L’amore non corrisposto è, senza dubbio, il tipo di amore più crudele che potrebbe uccidere chiunque.
Qual è il destino di un amore unilaterale? Cosa potrà mai portare di buono?
Assolutamente nulla!
Ecco perché, per me, l’amore non può essere preso con tanta leggerezza. Almeno ci si risparmia una sofferenza inutile.
Sarà meglio andare a letto, ho pensato anche troppo stasera. Domani è sabato, questo significa niente lavoro; andrò al parco immersa nei fiori di ciliegio, approfitterò della giornata per fare qualche domanda in giro per l’articolo e poi andrò al mio solito chiosco.
Sì! Domani mi sento che sarà una splendida giornata.
E con questo pensiero mi accoccolo tra le braccia di Morfeo.
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Anche questo capitolo è finito! *^*
Finalmente, la parte introduttiva si è conclusa e dal prossimo capitolo entreremo nel clou della storia. Ci sarà di divertirsi!
Come avete notato, la nostra Kagome ha un caratterino bello tosto, ma con un passato un po’ particolare, soprattutto dal punto di vista sentimentale.
Eh beh, ma che ci possiamo fare se nessuno è riuscito a fare breccia nel suo cuoricino? Peccato che non sappia cosa l’aspetta xD
Non ve lo aspettavate Kohaku, vero? ^^ 
 
Per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, ho preso ispirazione da un po’ di film presi qua e là. Ho praticamente fatto un collage di spezzoni di alcuni film. Per esempio, l’idea di Kagome che lavora in una rivista e con Naraku rompipalle che le impedisce di scrivere ciò che vuole, l’ho presa dal film “Come farsi lasciare in 10 giorni”. Non è un film che mi ha fatto impazzire, però lo vidi un po’ di tempo fa e quando c’è stata la scena della riunione di staff, mi si è accesa la lampadina. Poi l’assistente zitella acida come Tsubaki si trova un po’ ovunque, quindi ho solo ripreso un classico. XD
Magari può sembrare banale vedere la protagonista “bullizzata” sul posto di lavoro, però ho voluto più giocare sul botta e risposta e non sul vittimismo, anche perché non fa parte dell’indole di Kagome in qualunque versione la si descrive.
Beh, non mi dilungo tantissimo, però vi voglio ringraziare per chi ha letto (perché avete letto… lo so, vi ho visto! xD) e per chi ha recensito, le vostre parole mi hanno reso felicissima.
Spero vi sia piaciuto e vi aspetto (se vi va!) con il prossimo capitolo intitolato “Una visione tra i fiori di ciliegio.” Vi anticipo, se non si fosse capito, che c’entreranno dei fiori di ciliegio xD Dopo questa freddura, vi saluto :)
Baci. Alla prossima :*
PrincessMiyu
 
 

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Capitolo 3
*** Una visione tra i fiori di ciliegio ***


Capitolo 3: Una visione tra i fiori di ciliegio
 
Pov Inuyasha
 
Il campanello inizia a suonare con insistenza facendomi svegliare.
Chi cavolo è?
Mi alzo dal letto ancora mezzo addormentato per aprire la porta.
- INU-CHAN! – mi urla Kikyo, saltandomi al collo e riempiendomi di baci su tutta la faccia.
Non sono mai stato un tipo espansivo e il fatto che mi salti addosso così, appena sveglio, un po’ mi irrita, ma non ci vediamo da tre anni e ieri sera, per giunta, abbiamo litigato, perciò per stavolta la lascerò fare. In parte sono felice che dimostri tutto questo entusiasmo, si vede che le sono mancato.
- Buongiorno anche a te, siamo felici stamattina? – le chiedo sorridente e occhi languidi, stringendola a me.
- Uh! Inu-chan, se vogliamo continuare vai subito a lavarti i denti. Lo sai che mi dà fastidio l’alito mattutino. – dice scostandosi da me e voltando la testa dall’altra parte.
Uff! Come smorzare l’eccitazione in tre secondi.
- Vado! – affermo solamente dirigendomi verso il bagno.
Dopo essermi rifrescato e lavato i denti, ritorno in cucina e riprendiamo il discorso lasciato prima.
- Dicevo che sei felice stamattina. – ripeto.
- Mi pare ovvio. Ho comprato le brioches al cioccolato bianco. – dice mostrandomi il pacchetto.
- Kikyo grazie per il pensiero, ma lo sai che non mi piace il cioccolato bianco. – spiego con gentilezza.
- Ma come fa a non piacerti? I tuoi gusti sono davvero strani. Poco male, li mangerò io. –
La faccio accomodare in casa e incomincia a scartare le brioches.
Finisce sempre così. Compra qualcosa al cioccolato bianco, le dico che non mi piace e poi lo mangia lei. Odio la roba dolce e il cioccolato bianco è al primo posto in classifica. Adoro solo il cioccolato fondente. 
- La festa di ieri è stata un successone. Mio padre è riuscito ad accaparrarsi un’altra pubblicità. Alla prossima devi assolutamente esserci. – racconta mentre addenta la brioche e io mi preparo una buona tazza di caffè.
- Appena ci sarà occasione. Visto che sei qui, potremmo passare la giornata insieme. Avevo intenzione di fare jogging, ma posso rinunciare per stare con te. – propongo.
- Inu-chan, non posso! Sono venuta anche per questo. Non hai visualizzato i miei messaggi su WhatsApp e non hai risposto alla mie chiamate. Ho da fare tutto il giorno e anche stasera. –
- Quindi sei passata solo per dirmi che nemmeno stasera ci vedremo? –
- Certo che no. È ovvio che volevo anche vederti. –
Kami! Vi prego, ditemi che sto sognando!
- Se mi stai punendo per essere partito, basta che me lo dici. – sostengo irritato.
- UFFA! Ora che ti prende? Non ti va mai bene niente! – esclama scocciata.
- Sì, hai ragione. Non mi va mai bene nulla, sono io quello che se la prende e sono io lo stronzo. – dico sarcastico.
- Non fare il melodrammatico! Avrai modo di farti perdonare… Iniziando da ora. – sussurra, avvicinandosi per baciarmi sulle labbra e cercando di approfondire. All’inizio non rispondo, ma poi cedo. Non tocco le labbra di una donna da tre anni. Sono pur sempre un uomo!
- Scusami per averti risposto male, ma credevo di passare tutto il giorno con te. – mi scuso appena ci stacchiamo.
- Lo capisco. Allora io vado. Ciao cucciolo! – mi saluta, mandandomi un bacio volante sull’uscio della porta e lasciandomi decisamente di sasso.
- Ciao Kikyo. – provo a ricambiare con lo stesso “entusiasmo”, ma mi riesce difficile.
A quanto pare, lei non ci fa caso e lascia il mio appartamento senza battere ciglio.
Cucciolo poi! E chi sono, uno dei sette nani? Mah!
Capisco abbia i suoi impegni, ma mai che rinunciasse per stare con me.
Comunque poco male, ora chiamo Miroku ed esco con lui stasera, non mi va di stare a casa senza far nulla. Voglio uscire e fare quello che mi ero prefissato.
Indosso la tuta ed esco di casa per dirigermi verso il parco che dista pochi isolati da qui.
 
Il Giappone in questo periodo è meraviglioso; diventa più colorato e nell’aria c’è un profumo che non ho mai ritrovato da nessun’altra parte.
Non c’è nulla da fare, casa è sempre casa. Nessun paese del mondo potrà mai sostituirla.
Arrivato al parco inizio con lo stretching di riscaldamento per poi correre. Non sono un tipo che fa jogging, ma quando ho voglia di stare all’aria aperta non mi dispiace.
Dopo una decina di minuti no stop, mi fermo per riprendere fiato e rimango incantato dalla bellezza dei fiori di sakura. Questo parco non me lo ricordavo così bello!
Continuo a guardare la pioggia di petali, per un attimo chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo e appena li riapro, il mio cuore perde un battito. Rimango immobile come un imbecille a fissare quella che forse è la ragazza più bella che abbia mai visto. È seduta al tavolino di un chiosco, con le gambe accavallate; con una mano porta indietro una ciocca dei suoi capelli ondulati e nerissimi dietro l’orecchio, mentre con l’altra mantiene la penna appoggiata sulle labbra.
È talmente concentrata che non si è accorta che il cameriere è passato già un paio di volte.
Senza nemmeno accorgermene, prendo il telefonino dalla tasca e furtivamente le scatto una foto. Vorrei avvicinarmi di più, ma non so come… Toh! Una fontanella, avevo giusto sete!
Eh sì! È davvero stupenda, ma forse è meglio che non continui a fissarla sennò sarà costretta a chiamare la polizia, poi che diavolo racconto? Così, abbasso lo sguardo e bevo.
Dopo essermi rinfrescato e aver temporeggiato con i lacci delle scarpe, riprendo a correre.
Mi fermo non poco lontano dal chiosco e riguardo la foto che ho appena scattato, penso di aver appena fatto una cosa da perfetto maniaco.
Che diavolo combino? Sono completamente impazzito? Se mi vedesse Miroku non smetterebbe nemmeno per un secondo di ridere di me e Kikyo… CAZZO! Ho una ragazza e mi metto a fare queste cose? Sono un demente!
Devo cancellarla assolutamente!
Mentre sto per cancellare la foto, però, continuo a fissarla e non posso fare a meno di sorridere. Dopo minuti di contemplazione, decido di salvarla.
Tanto chi la rivede più? Almeno ho un bel ricordo della mia prima giornata di ritorno a Tokyo.
Rimesso il cellulare in tasca, mi avvio verso casa.
 
Pov Kagome
 
 
Sono seduta al mio solito tavolo, sotto l’albero di sakura del chiosco del mio parco preferito, per scrivere il mio articolo sulle cibarie (o almeno ci provo!).
Mi sto praticamente scervellando per capire dove diamine partire quando noto che uno dei fiori cade sul mio taccuino. Sollevo la testa e rimango come congelata. Di fronte ai miei occhi c’è il ragazzo più bello che abbia mai visto. Ha dei lunghissimi capelli neri come la pece legati in una coda e degli occhi così profondi e scuri che mi ricordano una notte di luna nuova. Indossa i pantaloni neri di una tuta molto morbidi e una maglia bianca a maniche corte decisamente aderente.
Non riesco a smettere di staccare gli occhi da lui nemmeno per un secondo. Il suo fisico è perfetto, credo che non riuscirei a trovare difetti.
Accidenti! Me lo sto letteralmente mangiando con gli occhi da quando ha iniziato a bere dalla fontanella. Dovrei smetterla di fissarlo come se fossi una guardona. Se dovesse accorgersene che gli racconto? “Sei talmente bello che non ho potuto fare a meno di guardarti?” Ma anche no!
Scosto lo sguardo e, qualche minuto più tardi, vedo che si sistema le scarpe e riparte con la sua corsa, ed io resto imbambolata a fissare il punto in cui è sparito.
Wow! Chissà chi era quel ragazzo splendido!
Ho il cuore che batte come un tamburo.
Accidenti! Ma che mi prende?
- Kagome! – mi chiama con insistenza Naoki, il cameriere.
- Eh? –
- Tutto bene? Hai una faccia strana e poi sei tutta rossa. –
Merda! Che figura del cavolo!
- Ah sì? Ehm… No… cioè… sì, sto bene. Pensavo ahm… co-cosa ti piace mangiare più spesso? – chiedo la prima cosa che mi passa per la mente.
- Scusa? – domanda confuso.
- È per un articolo che sto scrivendo. Sto facendo un sondaggio su cosa preferisce mangiare la gente oggigiorno. Quindi, sei più tradizionalista o ti piace sperimentare la cucina esotica? –
- Credo di essere più attaccato alla tradizione. È raro che vada fuori a mangiare straniero. –
- Bene! Grazie per avermi risposto. –
- Di nulla! Ecco il tuo caffè. –
- Grazie mille Naoki –
- Ah! Ti ha squillato il cellulare… due volte. – mi avvisa per poi allontanarsi.
Il telefono? Come ho fatto a non sentirlo?
Ti prego fa che non sia Naraku!
Prendo il telefonino e, per fortuna, è Sango.
Finisco di bere il mio amato caffè, lascio il conto sul tavolo e mi avvio verso casa, digitando il numero di Sango.
Chissà che vorrà?
- Pronto?
- Ehi Sango, sono io. –
- Kagome, dove ti eri cacciata? Ho provato a chiamarti più volte. –
- Scusami, non l’avevo sentito. Dimmi tutto. –
- Volevo dirti di tenerti libera per stasera, che usciamo. –
- Ok, mi terrò libera. Dove si va? –
- È un nuovo locale che ha aperto da poco. Oggi c’è l’inaugurazione e, a quanto mi ha detto Miroku, c’è anche un palco con gli strumenti per le serate dal vivo, quindi è una buona cosa per lui. –
- Essendo un’inaugurazione non sarà su invito? –
- Non preoccuparti, ha tutto Miroku e appunto per questo verrò a prenderti per le 20, poi li raggiungiamo al locale. Abbiamo appuntamento con loro alle 21. –
- Loro? – domando incuriosita.
- Sì, ti ricordi del migliore amico di Miroku che è appena ritornato a Tokyo, quello di cui ti ho parlato? Ci sarà anche lui stasera. –
- Certo che mi ricordo. D’accordo, allora ci vediamo dopo e non fare tardi! Ciao. –
- A dopo Kagome. –
Chissà come sarà l’amico di Miroku. Spero non un maniaco come lui e che sia carino.  Anche se… dopo aver visto quello spettacolo di ragazzo stamattina, sarà complicato trovare anche solo “carino” qualsiasi altro essere maschile.
Oh Kami! Chi se lo scorda più!
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Visto che Kikyo stasera ha altri impegni, ho deciso di uscire con Miroku, così conosco la famosa Sango e con lei ci sarà anche una sua amica.
Se non fossi fidanzato sembrerebbe un’uscita a quattro. Povero me!
Tra un po’ dovrebbe arrivare il mio amico, sperando che non faccia troppo tardi visto che le ragazze ci aspetteranno di fronte al locale.
Nemmeno il tempo di finire il mio pensiero, che sento bussare. Apro la porta e c’è Miroku.
- Ciao amico. – mi saluta lui tutto sorridente.
- Non ci credo. Tu che arrivi in anticipo? Hai intenzione di far nevicare ad aprile? –
- Eh eh eh! Le signore non si fanno mai aspettare. Poi ho dimenticato il telefono a casa e se arrivo tardi Sango mi uccide, e ti assicuro che lo fa sul serio. –
- D’accordo, d’accordo. Dammi altri cinque minuti e possiamo uscire. –
Dopo qualche minuto siamo pronti ad andare, quando sentiamo nuovamente bussare alla porta.
E ora chi diavolo è? Apro e rimango sorpreso.
- Kikyo! –
- INU! – mi urla addosso disperata gettandosi al collo. Di nuovo!
- Ehi! Che è successo? Stai bene? – chiedo ansioso.
- Sto bene? MI VEDI CHE STO BENE? –
- Allora spiegami che succede? – domando ancora più preoccupato, con la paura che sia successo qualcosa di grave.
- E magari la smetti di urlare. Non siamo sordi. – interviene Miroku che, a differenza mia, è più che tranquillo.
- Ah! Ci sei anche tu. – afferma lei con aria di sufficienza.
- Anche per me è un dispiacere vederti. – continua Miroku con le sue frecciatine verso la mia ragazza.
Guardo Miroku in modo tale che capisca che deve smetterla, intanto faccio accomodare Kikyo che sembra più agitata del solito.
- Mi spieghi? – domando ancora una volta, appena la vedo calmarsi un po’.
- Inu, la serata è saltata. –
- Eh? Tutto qui? –
- Come sarebbe “tutto qui”? Non si può organizzare una serata e poi annullarla così. Che modi sono questi? Inu resti a casa con me? – chiede facendomi la faccia triste.
- Ma Kikyo, noi stavamo per uscire e abbiamo appuntamento con la ragazza di Miroku. È venuto pure a piedi perché così andavamo con la mia moto. Vieni con noi, no? Prenderò la macchina. Tanto non ci sono problemi, giusto Miroku? – lo guardo supplichevole, sperando che non dica di no.
Fortunatamente, fa spallucce per darmi l’ok, anche se non è molto entusiasta.
- Scherzi, vero? Non verrò mai in un locale di basso borgo! E poi ti ho detto di stare a casa con me, non di venire con te! –
Non posso crederci!
Perché quando si tratta dei suoi piani dobbiamo stare sull’attenti, ma quando si tratta di me si può mandare tutto a puttane? Mi sa che non ho molta scelta!
Mi giro verso Miroku sbuffando.
- Miroku, se vuoi iniziare ad andare, vai. Ti presto la macchina. – dico a bassa voce.
- No, amico, ti aspetto. Non me ne vado da qui senza di te. Se me ne andassi lo sai che non ti muoveresti più, vero? – risponde deciso usando la mia stessa tonalità di voce.
Come dargli torto?
- Allora? Sto aspettando. Miroku, tu puoi andartene, non ti trattiene nessuno. – sentenzia la mia ragazza.
- Non mi muovo da qui. Fai come se non ci fossi. – canzona Kikyo con molta nonchalance.
Questi due si odiano proprio, eh?
- Per favore Kikyo, ragiona! Sono tornato ieri, stamattina mi hai detto che non potevamo vederci per degli impegni. Mi sono organizzato di conseguenza e adesso non posso mettere sottosopra una serata solo perché me lo chiedi tu. –
- Ah bene! Sono tre anni che non ci vediamo e non hai nemmeno voglia di stare con me? –
Che? Sta scherzando spero!
- Ti voglio ricordare che nemmeno tu sei mai venuta a trovarmi! Sei sempre stata "super impegnata". Ti sto chiedendo di venire con noi proprio perché così stiamo insieme, ma tu rifiuti per via del locale! –
- Tu sei partito lasciandomi sola pensando esclusivamente a te stesso e alla tua “carriera”. Ora ti chiedo di stare con me e invece mi stai dicendo che preferisci spassartela col tuo amico! – ribatte infuriata.
Non ha tutti i torti. Sono andato via per tre anni e lei mi ha aspettato. Per un motivo o per un altro non siamo mai riusciti ad organizzarci un viaggio, io per andare da lei o viceversa. Però le avevo promesso che sarei tornato quando avrei finito il mio lavoro in Germania, e così ho fatto.
Allora perché sento che tutto questo sia sbagliato? Possibile che sia sempre colpa mia per qualunque cosa?
Il litigio continua e il tempo passa; dal che eravamo in anticipo adesso siamo in ritardo pazzesco, ma Miroku non ha voluto muoversi da qua e l’idea che stia aspettando per colpa mia, mi fa innervosire.
Dopo un po’ il telefono di Kikyo comincia a squillare, così risponde.
- Pronto? Sì… ah certo… quindi è possibile venire… ah ok! A tra poco allora. – conclude mettendo giù.
- Cos’è? La serata non è saltata alla fine? – domando irritato.
- Beh, almeno puoi uscire, no? E possiamo concludere questa discussione. Però domani stiamo insieme, ok? –
- Va be’. Passa una buona serata. – le rispondo atono.
Detto con tutta franchezza, meglio così. Adesso voglio proprio “spassarmela” col mio amico.
- Ciao amore. – mi saluta dandomi un bacio sulle labbra che io a stento ricambio.  Oggi mi ha fatto troppo girare le palle.
Appena esce da casa mia, Miroku mi fissa con una faccia che conosco fin troppo bene.
- Non dire nulla. –
- Ok! Non dico nulla, ma ti prego scappiamo che siamo in ritardo mostruoso. Sango sarà furiosa. –
- Sì andiamo. –
Saliamo in moto e cerco di arrivare al locale il prima possibile.
Spero che Sango non si incazzi troppo con Miroku per colpa mia.
Parcheggio la moto nelle vicinanze del locale, Miroku inizia a cercare la fidanzata finché non vediamo una ragazza molto carina che sbraccia come una pazza gridando “Siamo qui”.
- Oh! Ecco lei è Sango. Da quella parte Inuyasha. – mi informa indicando la ragazza che ci sta chiamando.
 
 
Pov Kagome
 
 
- Sango, possibile che il tuo fidanzato debba sempre farci aspettare? – chiedo irritata alla mia amica mentre aspettiamo fuori dal locale.
- Che vuoi farci Kagome, è sempre così. Spero vivamente che non abbia perso tempo a chiedere figli a qualche smorfiosa di passaggio, sennò è davvero la volta buona che lo disintegro! - esclama Sango, facendo in mille pezzi un dépliant che si ritrova tra le mani.
- Dai, ormai sai com’è fatto e dovresti averci fatto l’abitudine. Sarà anche un farfallone, ma ama solo te e non ti tradirebbe mai. - le dico sorridendo, vedendola rasserenarsi. Non ha neppure il tempo di rispondermi, però, che incomincia a sbracciare come una pazza gridando “Siamo qui”.
Appena mi giro per guardare nella stessa direzione di Sango, il mio cuore smette di battere per un istante, per poi ripartire come se fosse un tamburo impazzito. Non riesco a credere ai miei occhi, ma accanto a Miroku c’è proprio “Lui”! Anche se non è più in tenuta ginnica è lo stesso ragazzo che, senza fare nulla, mi ha stregato oggi al parco. Si avvicinano a noi e poco dopo me lo ritrovo di fronte e posso ammirarlo ancora di più in tutta la sua perfezione. Ora ha i capelli sciolti, che sono veramente lunghi e liscissimi, e indossa dei jeans e una camicia con i primi due bottoni aperti.
Che altro posso dire… se stamattina era bellissimo, ora è un Dio!
Fortunatamente la voce squillante di Sango mi fa rinsavire e posso finalmente tornare una persona normale, anche se credo che la mia faccia abbia raggiunto tutte le tonalità esistenti di rosso.
 
Pov Inuyasha
 
 
Seguo Miroku e, man mano che ci avviciniamo sempre di più alla sua ragazza, riesco a mettere a fuoco chi è accanto a lei e appena me la ritrovo di fronte non riesco a credere ai miei occhi. Non è possibile! È la ragazza di stamattina. Che diavolo ci fa qua, per giunta accanto a Sango?
Ha un vestito che risalta il suo fisico perfetto, non è molto alta, ma ha tutte le forme al posto giusto. I suoi capelli, alla vista, sembrano morbidissimi; i lineamenti del viso sono così delicati e non sono mascherati dal troppo trucco. E poi i suoi occhi da cerbiatta trasmettono tanta dolcezza, ma anche molta grinta.
Diamine! Avevo proprio ragione a pensare che fosse stupenda.
- Ma ciao bellezze! – esordisce Miroku con un sorriso che mi inquieta da morire.
Sarà così violenta questa Sango?
- Ciao un cazzo! Hai idea di quanto ci hai fatto aspettare, donnaiolo deficiente? Sarà meglio che trovi una scusa che sia degna di essere chiamata tale, perché sennò a casa ti ci faccio ritornare orizzontale! - esclama Sango.
Caspita, che caratterino!
- Ma amore mio bellissimo, ti giuro che non ho fatto nulla. Abbiamo avuto dei contrattempi e siamo stati pure impossibilitati a telefonare. – la supplica disperato, sarà meglio andare in suo aiuto.
- Ha ragione lui Sango. Per il ritardo è stata tutta colpa mia, vi chiedo scusa. Diciamo che ho avuto un imprevisto e Miroku ha voluto aspettarmi. E comunque non mi sono ancora presentato, sono Inuyasha, piacere. – mi presento, cercando di salvare il mio migliore amico da morte certa.
- Ok! Se così stanno le cose vi perdoniamo. Piacere di conoscerti Inuyasha, Miroku mi ha parlato un sacco di te. Io sono Sango e lei è la mia migliore amica Kagome. – si presenta anche lei e io non riesco a staccare gli occhi di dosso dalla sua amica Kagome.
- Ciao Kagome, piacere di conoscerti. – le sorrido stringendole la mano.
- Ciao, piacere mio. – risponde con un filo di voce che se non fossi vicino a lei non avrei neppure sentito. Poi mi sta guardando stranissimo, sembra quasi terrorizzata.
Oh mio Dio! Si sarà accorta che la sto fissando come uno scemo!
Finalmente entriamo nel locale spinti da Miroku. Appena vediamo un tavolo libero ce ne appropriamo.
- Ragazze, aspettateci al tavolo, noi intanto prendiamo da bere. – dice Miroku e facendomi cenno con la testa di andare con lui.
 
Pov Kagome
 
- Ragazze, aspettateci al tavolo, noi intanto prendiamo da bere. - ci informa Miroku allontanandosi con Inuyasha. Nel frattempo sento lo sguardo interrogativo e scrutatore di Sango addosso che mi fa venire i brividi.
Ora sì che inizio a sudare freddo!
- Allora ragazzina, mi dici che ti prende? Non ti riconosco più. Sputa il rospo! - ordina perentoria senza tanti giri di parole.
- Non ho niente e non chiamarmi ragazzina. - mi irrita quando mi chiama così e lei questo lo sa, infatti fa così ogni volta che la faccio arrabbiare o vuole che vuoti il sacco.
- Ti conosco dalle elementari e non ti ha mai intimorito e imbarazzato niente e nessuno, soprattutto i ragazzi. Li hai sempre affrontati uno ad uno a testa alta, senza mai sentirti a disagio, quindi sì, ti chiamo ragazzina. Allora? – conclude, non lasciandomi via d’uscita.
- Uff… non lo so nemmeno io! Posso solo dirti che stasera non è la prima volta che vedo Inuyasha. – rispondo, mantenendo la testa bassa, e con la coda dell’occhio vedo la faccia di Sango interrogativa che mi esorta a continuare - Mentre ero al parco per scrivere il nuovo articolo, me lo sono praticamente ritrovato davanti e dirti che non ho smesso di fissarlo nemmeno per un istante è un eufemismo. – confesso alla fine con tranquillità e concludo sconsolata – Non so davvero che cosa mi sia preso. È come hai detto tu, non mi sono mai sentita a disagio o imbarazzata di fronte a nessuno e ora mi sono ritrovata nella posizione di non sapere nemmeno come si stringa una mano. -
Sango ha una reazione che sinceramente non mi sarei mai aspettata, mi ride praticamente in faccia senza il benché minimo ritegno.
- Allora vedi che ho ragione a chiamarti ragazzina? La grande Kagome Higurashi, donna che ha sempre visto la vita con raziocinio, quella che non ha mai creduto agli innamoramenti e alle, come le definisce sempre lei, “stronzate varie”, si è presa una bella cotta per uno che nemmeno conosce! – continua a ridere, facendomi solo innervosire solo per le grandi idiozie appena dette. Prima di poter replicare, lei riprende a parlare – Comunque, a parte gli scherzi, se davvero ti piace quel ragazzo, buttati e cerca di cambiare atteggiamento, perché così mi sembri un’ameba senza intelletto. Ritorna ad essere la mia amica cazzuta di sempre, perché così davvero non ti si può guardare. - afferma, tornando finalmente seria ma facendo un mezzo sorrisetto soddisfatto.
- Prima di tutto, non mi sono presa una cotta per nessuno e continuo a pensare che quelle siano stronzate varie. Diciamo che sono rimasta affascinata dalla sua bellezza. Che diamine, non sono cieca! Secondo, sul fatto che debba riprendermi hai ragione, non è da me essere così imbranata. Cercherò di essere la Kagome di sempre, ma per favore, levati quel sorrisetto del cazzo che mi fa solo partire l’embolo! - sbotto alla fine.
- Ecco, finalmente sei tornata te stessa. Beh, continua così che stanno ritornando. – ma non ho neppure il tempo di girarmi che Sango mi si avvicina sussurrandomi all’orecchio – Amica mia ricordati: Chi di spada ferisce di spada perisce. – dopo questa frase Miroku e Inuyasha ritornarono con i drink e da lì non ho più pensato alla frase dettami da Sango.
 
 
Pov Inuyasha
 
Dopo esserci allontanati, facciamo la fila per i drink.
- Bella, vero? – sostiene Miroku guardando in direzione delle ragazze che, nel frattempo, stanno parlando.
- Stupenda. – affermo solamente, riferendomi a Kagome e continuando a guardarla.
- Ehi! Ma come siamo espliciti. Te lo dico ora, giù le mani dalla mia ragazza! –
- Cosa? Che dici? – chiedo cadendo dalle nuvole. Solo ora mi rendo conto che il mio amico, con quel complimento, si riferiva alla sua fidanzata.
Altra figuraccia!
- Inuyasha, sei qui con noi? –
- Sì, sì. – rispondo evasivo per non far capire a Miroku cosa mi passava per il cervello.
- Ah! Ora ho capito. Noto che almeno il buon gusto ti è rimasto. Già! È davvero stupenda. –
- Non ho pensato che Kagome fosse stupenda. – mento spudoratamente senza pensarci troppo.
- Chi ha detto che ti riferivi a Kagome? Lo hai fatto tu. – mi risponde facendomi un mezzo sorriso.
Mi ha fregato!
- La coda è finita. Andiamo. – stronco il discorso sul nascere.
- Sì, sì. Andiamo. – dice Miroku, continuando a farmi mezzi sorrisetti.
Ahimè! Sarà una serata lunghissima.
 
La serata passa tranquillamente, ma con Kagome non riesco a spiccicare una parola e non riesce proprio a guardarmi. Poi è da un po’che non si vede.
Spero che non sia andata via.
Anche Miroku e Sango sono spariti.
Va bè! Andrò a prendere una boccata d’aria, c’è tantissima gente.
Vado verso l’uscita, quando noto che sulla terrazza c’è proprio Kagome. Forse potrei provare a parlarle. Così, decido di raggiungerla e cerco di farmi notare senza che le venga un infarto.
- Kagome, giusto? – le domando.
- Sì giusto, Inuyasha. Anche tu sei uscito per mancanza di ossigeno e di eccessivo “tunz tunz”? – chiede facendomi ridere. Guarda un po’, oltre ad essere bellissima è anche simpatica.
- Diciamo di sì. Non sono più abituato a stare in mezzo alla calca in spazi chiusi; preferisco decisamente l’aria aperta. Ho buttato l’occhio su questo terrazzo ed eccomi qua. – spiego, ovviamente non le posso certo dire che sono uscito perché l’ho vista – Quindi hai una voce. Scusa se te lo dico ma quando ci siamo presentati pareva avessi visto un mostro e che in un qualche modo ti avessi spaventato. – confesso alla fine, continuando a sorseggiare il mio drink.
Mi guarda stranita dalla mia affermazione.
- Scusami se ti ho dato quest’impressione. Certo che non mi hai spaventato; è che oggi è stata una giornata un po’ stressante per via del lavoro, quindi avevo la testa da un’altra parte. –
- Capisco. Di cosa ti occupi, se posso chiederti? –
- Certo che puoi. Lavoro per una rivista come giornalista e da poco ho aperto un mio blog dove parlo di arte e cinema, quindi la maggior parte del tempo sto seduta a scrivere o in giro per qualche intervista. Anche se preferisco di gran lunga dedicarmi al blog. Amo vedere un film al cinema o anche a casa, oppure andare alle mostre e raccontare ciò che ho visto e cosa mi hanno trasmesso. E poi mi piace avere un rapporto più diretto con i lettori, riesci a capire davvero cosa piace alla gente e c’è più confronto. –
Un blog che si occupa di cinema? Spettacolare! Questa ragazza diventa sempre più interessante.
- Wow! È decisamente un’idea fantastica. Considerami già uno dei tuoi lettori perché lo leggerò senz’altro. Anch’io sono un amante del cinema, specialmente i film d’autore stranieri. Vivendo all’estero ho imparato ad amarli, ma è davvero raro trovare qualcuno che li apprezzi e… - non ho il tempo di finire che mi sento lo sguardo entusiasta di Kagome addosso, che m'interrompe all'istante.
- Anche tu ami i film d’autore? Non hai idea di come questa cosa mi elettrizzi! Io non potrei guardare altro! Tutti definiscono quel genere di cinema pesante, lagnoso, pieno dialoghi e poca sostanza, ma mi chiedo come si faccia a definire un genere palloso quando in realtà rispecchia qual è la personalità del regista e su come lui vede… - si ferma di botto, perché si accorge che la sto guardando senza parole. Sono meravigliosamente stupefatto da questa ragazza, nell’arco di pochissimi minuti mi ha impressionato.
– Oddio, scusami! Mi sono lasciata trasportare e ti ho interrotto mentre stavi parlando. – si scusa ed è in un evidente imbarazzo. Non posso fare a meno di sorridere di fronte a tanta tenerezza.
- Ma no, figurati. Mi è piaciuto tutto il pathos che ci hai messo e non posso che essere d’accordo con te. –
- E tu invece che lavoro fai? Miroku ha detto che hai vissuto all’estero per un po’. Cosa ti ha riportato qua? –
- Lavoro come programmatore nell’azienda di famiglia, la “NoTaisho Enterprice” e sono tornato oltre che per motivi lavorativi, anche per motivi personali. – rispondo cambiando decisamente umore.
- Spero che questi motivi personali siano piacevoli e se non dovessero esserlo, sono sicura che tutto andrà per il meglio. – afferma con estrema dolcezza.
Di solito mi irrita chi si impiccia della mia vita privata, ma con lei mi sento di parlare liberamente. Perché?
- Grazie Kagome, sei molto gentile. A dir la verità non so nemmeno io se definirli piacevoli o no. Intanto il mio motivo personale mi ha fatto arrivare in ritardo stasera. – affermo con amarezza, ma poi perché le dico certe cose?
- Non vorrei sbagliarmi, ma da come ne parli sembra che tu sia ritornato per una ragazza –
- Infatti non ti sbagli. –
- Scusami se ti sono sembrata indelicata o impicciona, non era mia intenzione. Lo so che non sono affari miei, ma spero che tra voi tutto si risolva. –
Non mi va di toccare ancora la questione e, a quanto pare, Kagome lo capisce, così riprende l’argomento di prima. Riusciamo a parlare di qualsiasi cosa che sia cinema, fotografia, viaggi; è davvero incredibile come mi abbia coinvolto così facilmente, di solito non mi apro in questa maniera con un’estranea. Nemmeno quando conobbi Kikyo ero così interessato.
Bene! Adesso faccio pure i paragoni? Che diavolo ci mettono in questi cocktail?
- Beh, Inuyasha, direi di rientrare perché inizia a fare un po’ freschino. –
- Sì hai ragione, è meglio rientrare. Miroku e Sango ci avranno dato per dispersi. –
- No figurati! Quei due staranno litigando o pomiciando. Di certo non si chiederanno che fine abbiamo fatto noi. – scherza lei, facendomi sorridere.
- Allora, se davvero non ci considerano, che ne dici di un altro giro? – le propongo.
- Volentieri. –
Rientriamo nel locale e continuiamo la serata.
La prossima volta ci penserò due volte prima di dire: “Tanto chi la rivede più”!
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Olè! Finalmente i nostri eroi si sono incontrati *^*
Beh, non si può certo dire che il destino con loro sia stato banale, usare una pioggia di fiori di ciliegio per notarsi è da sclero mentale estremo xD ma non credete che si limiterà solo a quello.
I giochi sono appena iniziati.
Abbiamo fatto la conoscenza di “quell’amore di ragazza” di Kikyo e quanto il nostro Miroku l’adori. Infatti, potremmo considerarlo la voce di tutti quelli che l’amano come una zanzara che ti ronza nelle orecchie U.U
Spero vi sia piaciuto e spero che continuiate a seguire questa storia :3 Mi raccomando recensite, che per me è sempre una grande gioia sapere cosa ne pensate. Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito. Soprattutto non finirò mai di ringraziare Yasha 26, non solo per la sua santa pazienza, ma anche le sue lezioni di make-up di sabato pomeriggio xD
Che dire più? Vi aspetto col prossimo capitolo “Ti va un caffè?”
Baci :*
Princess Miyu
 

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Capitolo 4
*** Ti va un caffè? ***


Capitolo 4: Ti va un caffè?
 
Pov Inuyasha
 
Sono passati alcuni giorni da quando sono rientrato. Ho ripreso a lavorare e anche con Kikyo sembra essere tornato tutto alla normalità. Ora non fa altro che starmi appiccicata. Non che mi dispiaccia, però resta il fatto che in questo modo non riesco a vedere i miei amici.
Perché riuscire a conciliare amici e ragazza sembra così difficile?
Organizzare una serata tutti insieme pare che sia la cosa più assurda del mondo.
Meno male che, almeno, esiste la pausa pranzo!
- Amico, mi rendo conto che l’astinenza faccia male e che vuoi fare le acrobazie con la tua trottolina, ma ti voglio rendere presente che ci siamo anche noi e che da quando sei tornato non abbiamo preso nemmeno una birra insieme. – mi accusa di punto in bianco Bankotsu. Anche lui, come me, è un programmatore e si è occupato della società al mio posto. Ora che sono tornato potrò continuare quello che ha iniziato, ma avrò bisogno di lui per i primi mesi.
- Hai ragione Bankotsu, l’ultima volta che ho visto Miroku è stato il giorno in cui siamo andati a quell’inaugurazione. –
- Già! Fattelo dire, amico... Tra meno di dieci anni starai lì a fare sesso con tua moglie nella squallida posizione del missionario e uno di voi due starà dormendo*.  Se devi tenere l’uccello in gabbia, almeno vedi di fartelo coccolare bene. – interviene poi Suikotsu, il nostro tecnico.
- Io dico che Inu-chan merita di meglio. – ora è il turno di Jakotsu a dire la sua sulla mia vita sentimentale.
- Ragazzi, ma volete piantarla? Come fate ad essere così superficiali? Esiste una cosa che si chiama “amore” che va al di là dell’aspetto fisico. Poi Jakotsu, che ne sai di bellezze femminili? – mi soccorre Renkotsu, forse l’unico con un pizzico di buon senso.
- Ren-chan sei solo uno stupido. Il fatto che il mio cuore batta per i bei maschioni, non significa che non possa giudicare una donna. Se dico che il mio Inu-chan merita di meglio, è così. –
- Ragazzi, siete consapevoli che io sia qui, vero? –
- Certo che sì, amico bello! Abbiamo spettegolato su di te per tre anni, ora stiamo approfittando della tua presenza per rincarare la dose. – afferma Bankotsu, mettendomi un braccio intorno al collo.
- Dai su, quando possiamo spassarcela tutti insieme? Puoi anche venire con la tua puledra se non vuoi che resti sola soletta. – prosegue quel depravato.
- Che diavolo dici? Kikyo sarebbe la puledra? –
- E chi altri sennò? – si interrompe – OH! Non dirmi che c’è un’altra puledra di cui non sappiamo nulla? Brutto porcello! – mi stringe ancora di più col braccio mentre con l’altro mi dà un pugno in testa.
- Ahia! Lasciami, tu sei un malato; peggio di Miroku! Non c’è nessun’altra puledra e non chiamare così la mia ragazza. –
- Peccato, speravo che un’altra avesse fatto breccia nel cuore di Inu-chan. – ammette tristemente Jakotsu.
Mi ammutolisco di colpo per la sua frase, poiché la mia mente si proietta al giorno in cui ho visto Kagome al parco.
Perché mi è venuta in mente lei? Nemmeno la conosco. Mi avrà colpito, quello sì, ma non ha di certo fatto breccia nel mio cuore.
- Inu-chan ci sei? –
- Eh? Sì, sì. –
- Sarà! Sembravi perso nel mondo dei sogni. – continua ad osservarmi sospettoso.
Maledetto!
- Ragazzi, se vogliamo vederci tutti insieme, perché non andiamo a vedere Miroku una di queste sere? Dovrebbe avere una serata a breve. – devio il discorso, altrimenti chi se lo staccava più.
- Ottima idea! È da un po’ che non vediamo Miroku suonare, così prendiamo due piccioni con una fava. –
- Allora è andata! Appena so tutti i dettagli vi farò sapere. –
 
Finita la giornata di lavoro, decido di farmi un giro, prima di andare da Kikyo.
È sempre piacevole camminare quando arriva questa stagione.
Cammino fissando con poca attenzione i negozi, quando ad un tratto vedo una ragazza che riconosco subito, intenta a fare domande ai passanti.
- Kagome? – la chiamo appena congeda le persone con cui stava parlando.
- Inuyasha! – saluta con un bellissimo sorriso.
- Che ci fai da queste parti? –
- Sto intervistando un po’ di persone per un articolo che devo scrivere. –
- Quindi sto interferendo su un futuro premio Pulitzer. –
- Non credo che quel premio lo si vinca parlando di cosa la gente preferisce mangiare. – dice ironica facendomi scappare un risata.
Restiamo ancora in mezzo alla strada a parlare, fino a quando non mi viene un’idea malsana.
- Senti, se non hai molto da fare, ti andrebbe un caffè? –
Ho davvero chiesto a Kagome un caffè?
Ok, calma! Non c’è nulla di male in tutto ciò… spero.
- Ehm … Sì certo. Se mi permetti, conosco un posto dove il caffè lo fanno divino. Non è molto distante da qui. -
Continuiamo a chiacchierare per tutto il tragitto fino al posto che ha deciso Kagome.
Entriamo nel parco dove qualche giorno fa ero venuto a fare jogging, lo stesso in cui la vidi in quel chiosco. Infatti ci dirigiamo proprio lì.
- Ah! Lo conosco questo posto. – dico senza pensarci molto.
Bravo il cretino!
- Ah sì? – domanda e mi sembra un po’ agitata. Spero che non sia per colpa mia.
- Casa mia non è molto distante da qui e poi ho fatto jogging qualche giorno fa. – spiego sinceramente. Mi ricordo che era talmente assorta che forse non mi ha visto (almeno spero!), perciò è inutile che racconti una balla, se poi mi ha visto sono pronto a prendermi tutti gli insulti.
- Ah capisco! Io vengo sempre qui per scrivere e non noto quasi mai la gente che passa. –
Fiu! Pericolo scampato!
 
 
Pov Kagome
 
 
Infatti, sottolineerei quel quasi. Credo che lui sia stata la prima persona a farmi distrarre da quello che stavo facendo. Almeno, adesso, ho la certezza che quel giorno non mi ha notato.
Meno male!
Ci accomodiamo al mio solito tavolo e a servici arriva l’immancabile Naoki.
- Ciao Kagome. Piacere di rivederti. – si rivolge a me sempre sorridente.
- Ciao Naoki, ti presento Inuyasha. L’ho portato qui per fargli assaggiare il caffè più buono di Tokyo. –
- Sempre buona. Piacere Inuyasha, sono Naoki. –
- Piacere mio. –
- Allora vi porto due caffè? –
- Sì, per me il solito espresso. Per te, Inuyasha? –
- Anche per me un espresso. Grazie. –
- Ti piace il cioccolato fondente? – chiedo.
- Ad essere sincero, mi piace solo quello. –
- Perfetto! Allora Naoki, portaci anche quei buonissimi cioccolatini extra fondenti. Grazie. –
- Certo! Arrivo subito. –
Naoki si allontana e Inuyasha si guarda intorno in maniera interrogativa.
- È da molto che vieni qui? È un bellissimo posto. Venivo spesso in questo parco, mi sembra strano che non l’abbia mai notato fino all’altra volta. –
- L’hanno aperto due anni fa e lo frequento da allora. Non l’hai notato, probabilmente, perché stavi già all’estero. –
- Giusto! – conferma – Comunque io sto ancora aspettando, sai? – se ne esce all’improvviso lasciandomi perplessa.
- Scusa, che staresti aspettando? –
- L’intervista! Voglio contribuire anch’io al tuo articolo. –
- Ah, quello! Non c’è bisogno, credo di aver capito che cosa preferisci mangiare. – lo provoco un pochino solo per il gusto di farlo.
- Davvero? Illuminami, Sherlock! – mi sfida sogghignando.
Mi ha chiamata Sherlock? Ora sì che mi diverto!
- Allora… penso che il tuo piatto preferito sia giapponese, qualcosa di classico tipo il ramen. Hai vissuto all’estero con i tuoi, se non sbaglio, quindi tua madre avrà continuato a cucinare tradizionale. Non disapprovi la cucina straniera, anzi, ci sono degli alimenti che da noi sono poco usati, ma da quando li hai scoperti non potresti farne a meno. Ultima cosa: odi tutti i dolci; chi dice che mangia solo cioccolato fondente, quasi sempre, abolisce tutto il resto. –
Rimane esterrefatto dalla mia spiegazione e questa cosa mi fa sorridere vittoriosa.
Subito dopo, Naoki arriva con le nostre ordinazioni e Inuyasha ancora non è uscito dallo stato di trance.
L'ho sconvolto così tanto?
- Come diavolo hai fatto? –
- Elementare, Watson! – lo sbeffeggio brindando alla vittoria col caffè come se fosse champagne. – A parte gli scherzi, ci sono riuscita perché stando alle persone a cui ho chiesto, mi sono resa conto che chi ha vissuto all’estero per un bel po’, tende più ad apprezzare determinati alimenti, rimanendo molto attaccato alla cucina di casa. Sul cioccolato fondente è una cosa abbastanza comune e per quanto riguarda il tuo piatto preferito, ammetto di aver tirato ad indovinare. –
- Sei incredibile. Hai davvero la stoffa della giornalista, si vede anche che lo fai con passione. –
- Sì certo, però se il mio capo evitasse di darmi questi articoli sarebbe meglio. Non voglio fare la schizzinosa, ma vorrei tanto parlare un po’ di cultura, di arte, di cinema. Non me lo lascia mai fare. Per cui sono costretta a scrivere quello che lui decide. –
- Penso che ci voglia solo un po’ di pazienza. Poi, se ti posso dare un consiglio, cerca di non prenderla così male. Il potere di un giornalista credo sia proprio quello di trasformare un argomento di poco conto, che magari nemmeno piace, in un gran pezzo. Appunto perché non ti piace devi avere la capacità di tirarne fuori il meglio. –
Caspita! Non ci avevo mai pensato.
- Wow! Grazie mille per le tue parole, le terrò presenti. Comunque lo credo anch’io che ci voglia pazienza, ma non mi piace vedere che non mi sta nemmeno a sentire. Per esempio: tra un mese ci sarà una specie di festival del cinema dove trasmetteranno alcuni film nuovi e dei cortometraggi provenienti da tutto il mondo, oltre che giapponesi. È un evento straordinario, così ho chiesto se potevo scrivere almeno la lista dei film in programmazione e in quali cinema vederli, ma niente da fare. Richiesta completamente cestinata. Uno dei motivi per cui ho aperto il blog è stato questo, almeno do libero sfogo alla mia frustrazione. – mi dispero.
- Che esagerata! Comunque conosco il festival di cui parli. La società che pubblicizza l’evento ci ha chiesto di creare il sito web per le prenotazioni, programmi, cinema convenzionati e altro. Dovremmo chiuderlo a breve. –
- Oddio! Sul serio? –
- Certo. Anzi, mi hanno pure dato, in veste di capo dell’azienda, l’abbonamento per vedere tutti i film per l’intera durata del festival. –
- Wow! Che fortuna! - sbuffo triste, perché per avere quell’abbonamento devi aprire un mutuo.
- Beh, ma non ti ho detto che con quello posso portare un’altra persona. –
Come? Dove vuole arrivare?
- Ti andrebbe di accompagnarmi? –
- Mi stai prendendo in giro? Non è che dopo aver accettato mi fai una pernacchia? –
Scoppia a ridere per questa mia stupida uscita.
- Certo che sei strana. Perché dovrei farlo? Comunque parlo sul serio. Allora accetti? –
- Me lo chiedi? Certo che accetto! Sicuro che non ci siano problemi? –
- No figurati. Se non lo avessi chiesto a te, sarei andato solo. –
- Inuyasha sei un angelo, non hai idea di quanto mi hai reso felice! Devo sdebitarmi in qualche modo. Inizio offrendoti il caffè, anche se dovrei offrirtene almeno mille. –
- Non se ne parla! Non ho mai fatto pagare una ragazza in vita mia, non voglio iniziare oggi. Sono stato io ad invitarti, quindi pago io. –
Dopo aver pagato ci incamminiamo verso l’uscita del parco. Si è fatto buio, il tempo è letteralmente volato.
Siamo fermi ad un incrocio dove io devo andare a destra e Inuyasha deve proseguire dritto.
- Allora grazie per la compagnia. Sul caffè avevi proprio ragione, era ottimo! –
- Grazie a te per tutto quanto. Davvero, se cambi idea per quanto riguarda il festival non ci sono problemi. –
- Ehi tu! Ma lo sai che parli troppo? –
- Non mi chiamo “ehi tu”, lo sai il mio nome, razza di cafone. –
- Ah, è così dunque? Sono passato da angelo a cafone in meno di dieci minuti? –
- Già! E se continui a non usare il mio nome, il livello si abbassa. –
- Tsk! Ma guarda un po’ che ingrata. – brontola rumorosamente. Non credevo fosse così scontrosello. Poi aggiunge – Senti, ritornando al festival, hai intenzione di parlarne sul blog, giusto? –
- Sì, certo. Perché? –
- Così, voglio leggerlo. Come si chiama? –
- “Cultural Point”. Allora ancora grazie. Sarà meglio che vada. Buona serata. –
- Ciao Kagome, anche a te. –
Mi allontano dispiaciuta, avrei voluto restare con lui ancora un altro po’.
Forse avrei dovuto chiedergli il numero di telefono.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Sono un perfetto idiota!
Non solo è tardissimo, ma non ho nemmeno chiesto il numero di telefono a Kagome.
Sarò costretto a chiederlo a Miroku appena lo sento.
Ora devo assolutamente scappare, altrimenti la pace raggiunta con Kikyo andrà a farsi fottere.
Non mi sono accorto del tempo che passava, stare con Kagome è stato così piacevole che ho dimenticato tutto il resto. E pensare che oggi è la nostra serata. Accidenti a me!
Ho anche ignorato pesantemente il telefono per via del silenzioso. Kikyo mi ha chiamato un sacco di volte, ora è inutile che la richiami, perderei solo tempo. La cosa più giusta da fare è correre senza fermarmi.
Sono di fronte a casa di Kikyo e busso.
- INU-CHAN! Ma dove diavolo ti eri cacciato? – mi urla più del solito. Stavolta non mi resta che prendermele tutte.
- Lo so, Kikyo. Sono in ritardo spaventoso, ma ho avuto un contrattempo. –
Contrattempo? Non ho nemmeno il coraggio di dire che ho incontrato una persona.
Sono un vigliacco!
- Non mi importa! Puoi anche aver incontrato Buddha in persona. Questa è la nostra serata e mi hai fatto aspettare come una stupida, ancora! Non ti sono bastati i tre anni? Nemmeno alle mie telefonate hai risposto! –
- Hai ragione, mi dispiace da morire. Mi farò perdonare. –
- La vedo molto dura, Inu-chan. Dovrai fare i salti mortali per farti perdonare. –
Devo trovare un modo per calmarla, non possiamo litigare di nuovo. Così la prendo con impeto e la bacio per poi spingerla verso la sua camera.
Pericolo scampato!
 
Non riesco a prendere sonno, così approfitto che Kikyo si sia addormentata per dare un’occhiata al blog di Kagome dallo Smartphone.
Mi ha detto che si chiama “Cultural Point” … eccolo!
È molto semplice, forse fin troppo, ma i contenuti sono eccellenti. Leggo i post dove c’è stata più affluenza di commenti.
Questo è simpatico: “Film in poche parole”.
Inizio a leggerlo e non smetto di ridere per l’ironia che ci mette riuscendo a raccontare la trama in davvero poche parole; ha anche proposto ai lettori di scrivere delle piccole recensioni, purché siano ironici e utilizzando meno parole possibili.
Continuo a spulciare il blog ed è incredibile, parla di cinema, teatro, fotografia, pittura; è davvero un cultural point.
Ad un tratto, mi viene un’idea su come potrei far esplodere il blog di Kagome. Domani devo assolutamente parlarne con Bankotsu.
Sarà meglio che torni a dormire ora!
 
 
Il giorno seguente sono davanti al mio pc continuando a sfogliare il blog di Kagome, per cercare di dare forma all’idea che mi è balenata ieri notte.
Mentre continuo a lavorare, entra Bankotsu.
- Inuyasha, allora… Jakotsu ha finito la grafica di quella pagina e-commerce, devi solo guardarla. Per quanto riguarda il sito di Sumisu**, avevo pensato di mettere nell’area delle prenotazioni anche la planimetria delle sale, così oltre a comprare il biglietto è possibile scegliersi il posto. –
- Mmh! – annuisco guardando ancora il computer.
- Inuyasha, ma mi hai ascoltato? –
- Sì sì. Mi chiedevo solo una cosa. – esito un attimo, giusto per avere la massima attenzione del mio amico. – Se aggiungessimo una community? – domando con aria sicura.
- Una community? Una sorta di stanza dove tutti parlano della stessa cosa? –
- No! Una community inteso che una persona pubblica dei post inerenti al sito e che poi la gente che si è registrata può commentare. –
Vedo Bankotsu rifletterci un po’.
- L’idea non è male, renderebbe il sito ancora più attivo, ma chi se ne potrebbe occupare? –
Sorrido soddisfatto e senza dire una parola giro il monitor verso Bankotsu. Si avvicina con aria incuriosita e inizia a leggere qualche riga del blog di Kagome con estrema attenzione.
- Amico, questo è geniale! Questo fa proprio al caso nostro. –
- Ora non ci resta altro che parlarne con il signor Sumisu e sperare che accetti l’idea. Anche se dobbiamo prendere in considerazione che il tempo è poco. –
- E magari contattare l’autore di questo blog. –
- A dire il vero, è un’autrice. È la migliore amica della ragazza di Miroku che ho conosciuto qualche giorno fa. – racconto al mio amico con un’aria stranamente felice.
- Ah! Qua gatta ci cova! –
- Eh? –
- No niente. Beh, allora se è amica di Sango la conosceremo senz’altro. Ci sarà anche lei alla serata di Miroku, no? –
A questa affermazione del mio collega tolgo di scatto lo sguardo dal pc.
Cavolo! Chi ci aveva pensato?
- A proposito della serata di Miroku, è prevista per domani sera nel solito locale. Quindi cercate di esserci! –
- Noi sicuramente ci saremo. Tu, piuttosto, vedi di non fare bidone. Verrà anche la tua pulzella? –
- Mi ha risposto con un “Vedremo”. Lo sai che non sopporta Miroku quindi non posso garantire sulla sua presenza, ma sulla mia stai tranquillo. Ci sarò. –
- D’accordo! Poi sono davvero curioso di conoscere la bell’autrice. –
- Nemmeno la conosci e già ci stai provando? –
- Allora lo ammetti che è bella. – mi incalza Bankotsu.
Rimango spiazzato e palesemente senza parole da quella frase. Da quando sono diventati tutti così perspicaci?
Kagome non è bella, è semplicemente stupenda.
-  Il tuo silenzio è più eloquente di mille parole. Adesso sono ancora più curioso. Ora, torniamo a lavoro, che è meglio. – se ne va lanciandomi uno sguardo divertito.
Non avrà intenzione di provarci con Kagome, vero? Ma a me che diavolo importa, facesse quel che vuole. Ho una fidanzata e di quello che fa Kagome non deve assolutamente importarmi.
A lavoro!
Digito il numero del signor Totosai e aspetto che squilli.
- Ufficio di Totosai Sumisu! –
- Salve sono il signor No Taisho, potrei parlare col signor Sumisu? –
- Un attimo, glielo passo sull’altra linea.
- Grazie! –
La musica se la potrebbero pure risparmiare.
- Signor No Taisho?
- Salve signor Totosai, la chiamavo per darle alcuni aggiornamenti sul sito, ma principalmente per proporle un’idea. –
- Mi dica, sono tutto orecchi. -
 
 
 
Come volevasi dimostrare, Kikyo non verrà alla serata di Miroku, ma per fortuna è saltata fuori un’uscita tra donne e quindi non ho avuto problemi sul fatto che io sia qui. Altrimenti Bankotsu mi avrebbe ucciso, insieme agli altri.
Sono all’interno del locale insieme a Bankotsu e Jakotsu, purtroppo il resto della compagnia non è riuscito a venire. Con lo sguardo cerco Miroku e Sango, ma soprattutto Kagome, così potrei accennarle ciò che ho pensato per il suo blog, per giunta, se dobbiamo andare al cinema insieme, devo anche chiederle un recapito telefonico.
Non c’è nulla di male in questo. È per lavoro, solo lavoro!
- Ma quelli non sono Sango e Miroku? – esordisce Jakotsu.
- E soprattutto, chi è quello schianto accanto a lei? -  esclama Bankotsu fin troppo eccitato. Ho il timore di sapere chi è lo “schianto” a cui si riferisce.
Mi giro in direzione dei miei amici e, infatti, vedo Miroku, Sango e Kagome. Il termine di Bankotsu non le rende per niente giustizia; stasera è oltremodo divina.
- Inu-chan tutto bene? Sei talmente rosso in faccia che risplendi al buio. – mi richiama Jakotsu facendomi tornare sulla Terra.
- Eh? Ma che cazzate stai dicendo? Sto benissimo. Basta con questo “Inu-chan” sei insopportabile! – sbuffo rumorosamente e mi allontano.
- E che avrò detto mai! – urla stizzito il mio amico.
Vado verso Miroku che tra pochi minuti dovrà iniziare.
- Inuyasha, allora sei venuto! –
- Certo, non potevo mancare. Poi sono curioso di sentire anche Sango. –
- Grazie Inuyasha, stasera farò solo un paio di brani. Questa serata è solo per Miroku. –
- Ciao Inuyasha. – mi saluta Kagome con il suo bellissimo sorriso.
- Ciao Kagome. – ricambio allo stesso modo.
- Ragazzi, laggiù ci sono i tavoli riservati a voi. Iniziate a sedervi e avvertite gli altri, noi dobbiamo salire. –
- D’accordo. In bocca al lupo, amico. –
Miroku mi ringrazia con il pollice in su e si allontana insieme alla fidanzata, mentre io e Kagome ci accomodiamo ai nostri posti.
- Come stai? – chiedo.
- Tutto bene e tu? –
- Tutto bene. Dovrei dirti una cosa. –
- Hai cambiato idea riguardo il festival, vero? – domanda preoccupata.
- Sei proprio assurda! Riguarda sempre il festival, ma non ho cambiato idea. –
- Allora cosa? –
Sto per iniziare a parlare quando ci raggiungono Bankotsu e Jakotsu.
- Wow! Mia dolce visione, per caso vieni dal paradiso? –
Non posso crederci. Tolto un cascamorto se ne fa un altro. Non poteva bastare solo Miroku?
Giuro che domani lo licenzio!
Nemmeno il tempo di rispondere in difesa di Kagome, vedo che è proprio lei a prendere parola.
- Sì. Sono uno spirito morto vent’anni fa, come il tuo stile di rimorchio***. – fredda Bankotsu in pochissimi secondi, lasciandolo a bocca aperta, e non è il solo.
Quando l’ho conosciuta mi sembrava una molto più timida. All’inizio non riusciva nemmeno a parlare e ora ha fatto a pezzi Bankotsu senza batter ciglio.
Avevo ragione a pensare che dentro quegli occhi, oltre alla dolcezza, ci fosse anche della bella grinta.
Devo ammettere che è stata grandiosa!
- Oh Kami! Meno male che esiste una ragazza che tiene testa a questo cretino. Piacere di conoscerti, io sono Jakotsu e il cretino è Bankotsu. – interviene il mio amico senza smettere di ridere.
- Piacere di conoscervi ragazzi, io sono Kagome, un’amica di Sango. –
- Per caso sei tu quella che gestisce quel blog culturale? –
Ora lo ammazzo!
- Sì sono io, ma come fai a saperlo? –
Eh no! Se deve utilizzare il blog come metodo di abbordaggio, si sbaglia di grosso.
- Gliene ho parlato io. Riguarda proprio la cosa di cui volevo parlarti, ma stanno per iniziare, ne parliamo dopo. – intervengo senza far aprire bocca al mio, adesso, ex-amico.
- D’accordo. – annuisce confusa.
Guardo Bankotsu in modo da fargli capire che Kagome non si tocca. Un momento… Non si tocca?
Lui, di rimando, mi guarda divertito come se in faccia avessi scritto “Scemo”, ma almeno ha recepito il messaggio.
 
Miroku inizia a suonare tutto il suo repertorio, alcune musiche le conosco fin troppo bene altre sono nuove. È davvero bravissimo, dall’ultima volta che l’ho sentito suonare è migliorato in maniera incredibile. Vedo tutti ascoltarlo in religioso silenzio facendosi cullare da quelle note meravigliose.
Ora è il turno di Sango che canterà una ninnananna scritta da Miroku, di cui avevo sentito solo la melodia, ma la parte cantata è la prima volta che l’ascolto. È un usignolo, trasmette un’immensa dolcezza proprio come deve essere una ninnananna.
Appena finisce di cantare, partono gli applausi meritatissimi.
Sono stati incredibili!
- Sango è bravissima. – mi rivolgo a Kagome.
- Lo è sempre stata, ma da quando canta con Miroku lo è ancora di più. Sono molto affiatati e lo si vede in questo. –
Non posso che darle ragione. Sono splendidi insieme ed è evidente che Miroku è l’uomo più felice del mondo.
- Grazie mille, avevo pensato di chiudere la serata con questo ultimo pezzo, ma visto che siete stati così calorosi suonerò un altro pezzo insieme alla voce della mia dolce Sango. –
Inizia a suonare una canzone che credo di conoscere.
- È “Ai no uta”. – mi dice Kagome. Mi giro verso di lei e la vedo che non distoglie gli occhi dalla sua amica. Deve piacerle molto questa canzone, o le fa ricordare qualcosa, perché vedo che ha gli occhi lucidi.
È bellissima, più la guardo e più mi viene da sorridere, prima sembrava tanto forte e adesso ho solo voglia di tenerla stretta a me.
Cosa? Inuyasha sei ufficialmente rincoglionito!
A questo pensiero scosto subito lo sguardo e continuo a vedere la performance di Miroku e Sango.
Finito di suonare, questi ultimi ci raggiungono al tavolo, così continuiamo la serata tra risate e chiacchiere fino a tardi.
Conclusa la serata, decidiamo tutti di tornare a casa, quando vedo Bankotsu provarci ancora con Kagome. Perché mi fa incazzare questa cosa?
Senza rendermene conto mi avvicino a loro.
- Kagome ti dovevo dire quella cosa. – le dico, mentre fulmino nuovamente con lo sguardo Bankotsu.
- D’accordo, io andrei. Kagome è stato un immenso piacere conoscerti. Buonanotte ragazzi. – si congeda, facendole il baciamano e lasciandomi solo con lei.
- Vuoi che ti accompagni a casa? –
- No non ti preoccupare, ho la macchina proprio parcheggiata lì. – mi indica lei.
- Ah ok! Volevo chiederti se potevi darmi il tuo numero, l’ultima volta mi è completamente passato di mente. –
- Sì, certo. Anch’io me ne sono dimenticata. Era questo quello che volevi chiedermi? –
- Non solo, ma è tardi, sarà meglio che torni a casa. Ci sentiamo con più calma. – dico mentre le porgo il mio telefono dove scrive il suo numero.
- Va bene. Ecco qua! Fammi uno squillo e siamo a posto. –
- Fatto! –
- Perfetto! Allora ci sentiamo. Buonanotte Inuyasha. – saluta avviandosi verso la sua auto.
- Notte Kagome. Mi raccomando, dritta a casa. – la stuzzico.
- Va bene, papà. – entra in auto e parte.
Aspetto che svolti l’angolo e mi avvio verso la mia moto.
ETCHI! Cavolo, spero di non essermi preso il raffreddore.
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
* Amici, amanti e…
**Sumisu=Fabbro
*** How I met your mother 1x03
 
Eccoci qua!
La storia piano piano sta andando avanti ed anche Bankotsu e compagnia ha fatto la sua apparizione. Ovviamente il nostro amichetto “treccioluto” (cit. Yasha 26 xD) è entrato all’attacco per conquistare il cuore della nostra Kagome.
Spero vi sia piaciuto e ringrazio ancora a chi sta seguendo questo mio parto mentale ^_^
Se vi va, vi aspetto col prossimo capitolo: “Dannata influenza!”
:*
Princess Miyu.

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Capitolo 5
*** Dannata influenza! ***


Capitolo 5: Dannata influenza!
 
 
Pov Kagome
 
 
Non credevo che scrivere questo articolo mi sarebbe piaciuto così tanto. Parlare con tante persone mi ha fatto capire che il cibo non è solo una questione di sapori, ma c’è chi lo lega alla sfera emotiva, poiché quando mangiamo usiamo la maggior parte dei nostri sensi, non solo il gusto. Ho cercato di impostare l’articolo in modo tale che non fosse solo un semplice sondaggio, ma per far capire che l’arte del mangiare non è semplicemente riempire lo stomaco. L’avere una così ampia scelta a livello gastronomico è uno dei tanti modi per conoscere la cultura di chi c’è intorno a noi.
Aveva proprio ragione Inuyasha, non devo vedere le cose con negatività solo perché non mi piace l’argomento, devo essere professionale e trovare il lato positivo.
Sto trascrivendo sul pc le ultime righe del pezzo così da poterlo finalmente mandare a Naraku per il check. Domani ci sarà un’altra riunione di staff e spero che questo articolo possa piacergli, così da sperare in qualche altro pezzo interessante.
Guardo il calendario e non manca poi molto dall’inizio del festival del cinema. Ancora non ci credo che Inuyasha mi abbia offerto di accompagnarlo. Devo ammettere che un po’ mi innervosisce, non vorrei che ci fossero problemi con la sua ragazza per colpa mia, però se per lui non è un fastidio non posso far altro che credergli. Anzi, appena trovo un po’ di tempo lo invito insieme agli altri a vedere la mostra di quel fotografo coreano, così inizio a sdebitarmi un pochino. È dalla serata di Miroku che ho il suo numero, ma non ho mai avuto il coraggio di contattarlo, forse così ci riuscirò.
- Higurashi, il capo ti vuole. – mi avverte Tsubaki.
Rimango sorpresa perché non credo che abbia già letto l’articolo, gliel’ho appena mandato!
Chissà che vorrà!
-Vado subito. –
Busso alla porta dell’ufficio di Naraku e sento la sua voce che mi invita ad entrare.
Rimango in piedi davanti alla sua scrivania con aria tranquilla mentre lui continua ancora a leggere dei fogli.
- Il tuo pezzo come procede? – domanda senza staccare gli occhi dal foglio.
- L’ho appena concluso. Le ho anche mandato l’articolo per email. –
- Bene! – risponde continuando a guardare tutt’altro tranne che me.
Odio quando la gente mi parla non guardandomi in faccia!
- C’è altro che deve dirmi? O posso andare? – rompo questo silenzio a dir poco snervante. Detto questo, distoglie la sua attenzione da quello che stava facendo e inizia a fissarmi con aria quasi minacciosa. Prevedo guai!
- Ho saputo che da un po’ di tempo ti occupi di un blog tutto tuo dove parli di arte e cinema. Esatto? –
- Sì, signore! – confermo senza nessuna esitazione.
Ora cosa c’entra il blog?
- Non posso certo impedirti di aprire un blog anche se lavori per me, ma mettiamo in chiaro una cosa: spero per te che, questo blog da quattro soldi, non sia solo una sorta di provocazione nei miei confronti perché non accetto le tue proposte. Non dimenticarti qual è il tuo ruolo in questa rivista e per chi stai lavorando, perché non ci metto niente a sbatterti in archivio a non farti scrivere nemmeno l’indice di questa rivista. – cerca di intimidirmi, ma con me non attacca.
- Signore, mi dispiace che pensi ciò, ma posso assicurarle che non è una provocazione nei suoi riguardi. – mi giustifico senza abbassare lo sguardo.
Più passano i giorni e meno stima ho per questo essere. Davvero crede che lo reputi così importante da aprire un blog per provocarlo?
Quanto può essere arrogante ed egocentrica una persona?
- Sarà meglio per te. Leggerò il tuo articolo e domani alla riunione ti dico cosa ne penso. Puoi andare. –
- Arrivederci. –
Chiudo la porta dell’ufficio e vorrei soltanto urlare dalla rabbia, anzi, vorrei spaccargli una sedia addosso per vedere se da quella testa esce qualcosa.
- Che c’è, Higurashi? Naraku ti ha dato un’altra lavata di capo? – mi chiede Tsubaki con quel sorrisetto maligno che mi fa accapponare la pelle.
- Ma non ti stanchi mai di non farti i benamati fattacci tuoi? –
- Me li faccio tranquilla. Solo che mi diverte vederti con quel musetto tanto imbronciato. – ammette.
- Puoi dire e fare quello che vuoi, ma ricorda che sarò sempre un passo avanti a te. Io contro una come te, non perderò mai! – controbatto con aria di sfida senza mai abbassare lo sguardo.
- Vedremo! – risponde facendosi una grassa risata mentre si dirige verso l’ufficio di Naraku.
Va’ al diavolo!
Oltre a scrivere quello che vuole lui, cos’altro devo fare? Se crede di poter manovrare anche quello che faccio al di fuori del lavoro, non ha capito proprio niente!
Meno male che questa giornata da schifo è finita. Ho bisogno d’aria!
Mentre sistemo le cose in borsa arriva Sango.
- Kagome te ne stai andando? –
- Sì, ho appena finito. –
- Tutto bene? Sembra che tu voglia uccidere qualcuno. –
L’hai detto sorella!
- Te lo dirò, ma non ora. Ho proprio bisogno di andarmene. –
- Anche io sto andando via. Devo vedermi con Miroku perché deve lasciarmi delle carte. Vuoi venire con me? –
- Magari. –
Stare un po’ con Sango mi farà bene.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Come si può essere così incoscienti? No! La parola giusta è coglione.
Dalla serata di Miroku non mi sentivo bene e negli ultimi giorni non ho fatto altro che starnutire di continuo dando colpa alla primavera. Adesso sono a casa moribondo con 39 di febbre, al posto degli starnuti adesso mi ritrovo un mal di gola pazzesco e per giunta non ho nemmeno fatto scorte di medicinali. Devo assolutamente uscire per prendere qualcosa, altrimenti rischio di peggiorare ulteriormente la situazione, ma non ho neanche la forza per stare in piedi.
Il telefono inizia a squillare.
Oddio che mal di testa! Da quando ho messo il volume della suoneria così alto?
- Pronto? – rispondo a fatica con un tono decisamente grave.
- Cavoli capo, avevo capito che stessi male, ma non credevo ti trovassi direttamente nell’oltretomba.
- Ban ti prego, ho un mal di testa atroce, se mi devi dire qualcosa fallo in fretta. –
- Volevo dirti che ha chiamato il signor Sumisu per parlarti riguardo la proposta del blog. Ha detto che vuole parlartene personalmente.
- Accidenti! Più tardi lo chiamo e gli do appuntamento per domani. –
- Ehi, amico non così in fretta! L’ho avvertito del tuo stato di salute; prima di tutto ti augura una veloce guarigione, secondo ha detto che per un paio di giorni può aspettare. Nel caso in cui non dovessi riprenderti, puoi contattarlo via Skype. –
- Grazie mille Bankotsu, ma non ti ha accennato nulla, vero? –
- Nulla, ma da quello che mi è sembrato di capire, pare che la cosa l’abbia interessato. –
- Incrociamo le dita allora. –
- Ci sentiamo Inuyasha, mi raccomando riprenditi. –
- Grazie. Ciao. –
Devo vestirmi e andare in farmacia, non posso restare in queste condizioni, devo rientrare al più presto a lavoro.
Nemmeno il tempo di rialzarmi e mi squilla di nuovo il telefono.
Ma proprio oggi devono rompere tutti?
- Pronto? – rispondo con tono molto più scocciato.
- INU-CHAN!
- Kikyo ti prego non urlare. – imploro con voce sofferente.
- Che ti prende Inu?
- Mi sono beccato l’influenza con tanto di febbre alta. -
- L’INFLUENZA? COME? DOVE? Quando hai incominciato ad avere la febbre?
Meno male che le avevo chiesto di non urlare!
- Mi è salita stanotte, puoi stare tranquilla. –
Mi dimentico quanto sia ipocondriaca… tra le altre cose.
- Ah ok! Ma non hai preso nulla?
- No, perché non ho fatto rifornimento di medicinali quando sono tornato. Chi pensava di prendersi l’influenza in piena primavera? –
- Se vuoi ti mando qualcuno per le medicine, sai io non posso proprio permettermi di ammalarmi in questo momento.
- No tranquilla, me la vedo io. – rifiuto categoricamente.
Non sopporto l’idea che un estraneo venga a casa mia mentre sono in queste condizioni. Preferisco fare da solo.
- Come vuoi. Allora cerca di riprenderti in fretta. Ci sentiamo appena ti senti meglio. -
- Ci sentiamo. Ciao Ki. –
Conclusa la telefonata, provo ad alzarmi per andare verso il bagno per potermi preparare, ma un capogiro fortissimo mi porta a barcollare e appoggiarmi al muro.
Non ce la faccio. Non ho altra scelta che chiamare Miroku.
A fatica riprendo il telefono e compongo il numero.
- Inuyasha, dimmi tutto. – risponde come stesse andando di fretta.
- Miroku, scusami se ti telefono mentre sei a lavoro. –
- Amico, ma cos’hai?
- Mi sono preso una brutta influenza e, come un idiota, non ho medicinali. Potresti passare e portarmene un po’? Avrei voluto andarci io, ma questa febbre non mi fa muovere. –
- Caspita! Se mi hai chiamato significa che stai proprio male. Non preoccuparti cercherò di fare il prima possibile. Adesso ti devo lasciare che devo vedere Sango. Non ti muovere, eh? – ironizza per farmi sentire meglio.
- E chi si muove! Grazie amico. –
Chiuso il telefono mi trascino verso il divano aspettando l’arrivo di Miroku.
Meno male che ho lasciato la porta d’ingresso aperta!
 
 
Pov Kagome
 
 
Sono con Sango e vediamo arrivare Miroku che sta correndo come un pazzo.
- Ciao ragazze. – ci saluta e subito dà un bacio a fior di labbra a Sango.
- Tesoro, come mai sei così di fretta? –
- Sono in ritardo incredibile, devo tenere una lezione al conservatorio e prima devo urgentemente passare da Inuyasha. –
Sentire il suo nome mi ha fatto venire un strano brivido lungo la schiena.
- Che è successo ad Inuyasha? – domanda Sango.
- Si è preso l’influenza e ha bisogno di alcuni medicinali, quindi non posso trattenermi. La lezione che devo tenere oggi è di estrema importanza, se perdo altri minuti non ce la farò mai. – dice mentre cerca nella cartellina le carte da dare a Sango.
Perché non va la sua ragazza ad occuparsi di lui? Ho quasi paura a chiedere. Che situazione, forse potrei dare una mano.
- Miroku, se per te non è un problema, potrei andare io a portagli le medicine, così tu puoi andare direttamente al conservatorio senza che arrivi tardi. –
- Non preoccuparti Kagome, farò in tempo. –
- Sono libera e tu non hai molta scelta. Poi lo faccio con piacere, è pur sempre un amico che ha bisogno. –
Il viso di Miroku si illumina e Sango mi lancia i suoi soliti mezzi sorrisetti.
- Kagome sei fantastica, ti devo un favore. Questo è l’indirizzo, non è molto lontano da qui e la farmacia è pure lì vicino. – mi scrive l’indirizzo su un pezzo di carta.
- Per quello non c’è problema, l’accompagno io con la macchina. – interviene Sango.
- Va bene, stai tranquillo. Lo tratterò bene. –
- Ancora grazie. Adesso devo proprio andare. Ciao amore. – saluta baciando nuovamente Sango e lasciandole le “famose” carte. - Ciao Kagome, grazie mille. –
- Figurati! Ciao. – gli sorrido mentre lo vediamo incamminarsi a passo veloce in direzione del conservatorio.
Mentre siamo in macchina, Sango comincia a canticchiare un motivetto alquanto fastidioso.
- E Kagome si è presa una cotta! – canticchia tutta fiera e soddisfatta.
- Sì sì. Mi sono presa una bella cotta e, già che ci sono, appena lo vedo gli salto anche addosso. – la canzono così forse si decide a finirla.
- L’idea non è mica male, di sicuro si riprenderebbe. –
- Certo che sei proprio scema! Ha una ragazza e non penso minimamente a lui in quel modo. – cerco di dirlo più convinta possibile.
- Ma dai! A chi vuoi darla a bere! C’hai anche flirtato. –
- Flirtato? Io? E quando l’avrei fatto? –
- Quando avete preso un caffè in un certo chiosco; hai cominciato a pavoneggiarti e a fargli gli occhi dolci dopo che ti ha invitato al festival del cinema. Lezione numero uno, ragazzina: quello si chiama flirtare. –
- Oh Kami! – sospiro rassegnata.
Maledetta me e la mia mania di raccontarle le cose!
È sempre la solita, meno male che casa di Inuyasha è vicina. Mi faccio accompagnare da Sango fino alla farmacia così da evitare di sentire le sue cretinate.
- Siamo arrivati, puoi anche lasciarmi qua. Grazie per il passaggio… rompipalle! – la saluto mentre scendo dalla macchina.
- Prego miss “non mi prenderò mai cotte per nessuno”. Ci sentiamo e mi raccomando, dai un bacio ad Inuyasha, e non da parte mia. – continua a prendermi in giro senza smettere di ridere come una scema, per poi andarsene.
Io presa una cotta… Che stupidaggine!
Oltre alle medicine prendo anche qualcosa da mangiare, non so cosa abbia Inuyasha nel suo frigo, quindi è meglio prendere tutto l’occorrente per poter preparare un buon porridge di pollo. Un vero toccasana!
Arrivo di fronte al suo appartamento e ne rimango sbalordita. È davvero un bel palazzo!
Non lo vedo da giorni e adesso devo fargli da infermiera, questo mi rende un po’ nervosa. Potrebbe essere usata come trama per un film a luci rosse.
Ma che cavolo vado a pensare? Maledizione a Sango e alla sua boccaccia!
Faccio un bel respiro profondo e busso alla porta, ma non sento nulla, né passi né voci.
Spero stia bene!
Provo a girare la maniglia e fortunatamente la porta è aperta. Entro abbastanza lentamente, non voglio essere troppo invadente visto che Inuyasha si aspetta Miroku e non certo me.
- Permesso? Inuyasha? –
Non sento ancora nessuna risposta. Inizio seriamente a preoccuparmi.
Me ne frego dell’educazione, lascio le buste per terra e cerco Inuyasha. Appena arrivo nel salotto, lo vedo steso sul divano con un plaid che lo copre fino alla testa e trema come una foglia, così mi avvicino di corsa verso di lui.
- Inuyasha! Inuyasha mi senti? – lo scuoto dolcemente, ma non si sveglia. Gli tocco la fronte e scotta tantissimo, la febbre sarà altissima.
Mi allontano un attimo per cercare la sua camera. Dopo averla trovata, sistemo il letto così può stendersi subito.
Ritorno da lui e riprovo a svegliarlo.
- Inuyasha, per favore svegliati! – lo richiamo nuovamente e vedo che si sforza ad aprire gli occhi.
- Kago… - non riesce a pronunciare il mio nome per quanto sta respirando a fatica.
- Inuyasha, devi fare un piccolo sforzo. Devo metterti a letto, perciò appoggiati a me, ok? – e lui annuisce debolmente.
Almeno sono riuscita a svegliarlo.
Sono di fronte a lui che provo a metterlo prima seduto, poi con le braccia lo avvolgo intorno al torace come se lo stessi abbracciando e cerco di tirarlo su con tutta la forza che ho.
Con fatica riesco a metterlo in piedi e si appoggia completamente a me.
Questa sua vicinanza mi fa agitare e comincio a sentire anch’io le gambe cedere.
Finalmente riesco a portarlo in camera e lo stendo sul letto rimboccandogli le coperte. Gli misuro la febbre e noto che è arrivata a 40.
Accidenti! Deve averla trascurata molto questa influenza per ridursi così.
Gli metto sulla fronte un cerotto di raffreddamento e gli do la medicina con un po’ d’acqua.
Mi siedo sul bordo del letto e aspetto che si addormenti.
Dopo un po’ lo vedo aprire a fatica gli occhi.
- Kagome… per… perché sei… qui? – mi guarda con gli occhi lucidissimi, ma è talmente stanco che non riesce a tenerli aperti.
- Sono venuta per le medicine, Miroku non poteva e sono passata io. Dai, adesso non parlare e cerca di dormire così può fare effetto la medicina. –
- Non dovevi. –
- Tranquillo. Poi non dimenticare che ho un debito da saldare con te. – cerco di ironizzare, infatti gli strappo un piccolo sorriso.
Non mi risponde più, si sarà addormentato.
Nemmeno il tempo di allontanarmi che comincia ad agitarsi per via della febbre alta spostando le coperte, cerco di sistemarle avvicinandomi parecchio.
- Mmh! – si lamenta, mi sa che l’ho svegliato.
- Scusami. – dico a bassa voce, immagino abbia la testa che gli scoppi.
- Tu hai… davvero un buon odore. –
- Eh? – lo guardo sorpresa e il mio cuore sta battendo all’impazzata.
- Sono felice… che tu sia qui. –
Rimango così piacevolmente stupita da quelle parole che il mio cuore continua a battere come un tamburo.
- Inuyasha, senti… -
Lo vedo che rimane con gli occhi chiusi e il viso leggermente più rilassato. Si è addormentato!
Vado in cucina a preparare da mangiare così appena si sveglierà potrà mangiare qualcosa, sono sicura che non ha toccato cibo.
Mentre cucino ripenso alla frase che ha detto e sento il mio cuore battere ancora fortissimo. Istintivamente prendo una ciocca di capelli e me la porto vicino al naso per sentirne l’odore. Sorrido al pensiero che lui mi abbia detto che sia felice della mia presenza.
Ma che diavolo penso? Stava delirando, non sapeva quello che stava dicendo. Magari mi avrà pure scambiata per la fidanzata. Ma poi, perché rido come un’ebete?
Mi sento la faccia andare in fiamme, sarà che avrò la febbre anch’io! Sono qui per aiutarlo e non per altro.
Finito di preparare il porridge lo metto da parte, guardo l’orario e noto che sono già passate un paio d’ore, quindi tra un’altra oretta devo sostituire il cerotto.
Non me la sento proprio di andarmene e lasciarlo solo, a meno che non arrivi qualcuno, non mi muovo da qui. Per fortuna ho con me il Tablet. Odio questo affare, ma tutta la redazione deve averne uno in caso di trasferte. Visto che sono qui, ne approfitto per lavorare un po’!
 
Trascorsa l’ora vado a controllare Inuyasha, che dorme tranquillamente. Cerco di essere più delicata possibile nel sostituire il cerotto e meno male dorme ancora.
Quanto è sudato!
Prendo un fazzoletto e cerco di asciugargli il viso e il collo fino a dove posso per non svegliarlo. Continuo a guardarlo dormire e credo che potrei restare così tutto il giorno senza mai stancarmi. È davvero bellissimo! E pensare che consideravo questa giornata un completo schifo, ma ora… Ad un tratto, il mio cellulare inizia vibrare distogliendomi da quell'assurdo pensiero.
Esco dalla camera per poter rispondere.
- Pronto? –
- Kagome sono Miroku. Tutto bene? Ci sono stati problemi?
- No nessun problema. Quando sono arrivata non l’ho trovato per niente bene, ma per fortuna sta riuscendo a riposare. –
- Sei un angelo. Ora lo chiamo per dirgli che quando finisco passo da lui.
- A dire il vero, io sono ancora a casa sua e sta dormendo. Non me la sono sentita di lasciarlo da solo. Se vuoi posso aspettare finché arrivi tu. –
- Kagome non so davvero come ringraziarti, mi sento molto più sollevato sapendo che non è da solo. Appena finisco passo da lì. A dopo!
- A dopo – riattacco.
È davvero un grande amico a preoccuparsi così per Inuyasha, si vede che è come un fratello.
Mi domando ancora come mai la sua ragazza non si stia occupando di lui, o almeno una telefonata.
Davvero non capisco!
 
Pov Inuyasha
 
 
Ho fatto un sogno davvero strano!
Ho sognato Kagome che mi chiamava più volte chiedendomi di svegliarmi e poi ricordo un profumo buonissimo come di fiori e poi… niente.
Provo ad aprire gli occhi e mi rendo conto di essere in camera mia.
Sarò svenuto, perché non ricordo come diavolo sia arrivato qui. Mi sento la fronte tirare e mi accorgo che ho una specie di cerotto, che mi tolgo.
Quanto avrò dormito? Guardo l’ora e noto che è già sera.
Ho ancora un tremendo mal di testa, ma credo di riuscire ad alzarmi. Mi metto seduto, quando sento ad un tratto un rumore provenire di là. Forse c’è ancora Miroku!
Mi alzo lentamente e mi avvio verso il salotto. Con mio grande stupore, invece, vedo seduta al tavolo del mio soggiorno Kagome, nella stessa posizione in cui la vidi per la prima volta; immersa nei suoi pensieri, le gambe accavallate mentre guarda il Tablet e con la penna poggiata sulle labbra. È ancora più bella dell’altra volta.
Che ci fa lei qui? Allora non era un sogno!
Cavolo! Spero di non aver sparato qualche stupidaggine.
Kagome stiracchiandosi si gira verso di me.
- Inuyasha, che fai in piedi? Torna subito a letto! – dice alzandosi di scatto avvicinandosi velocemente a me.
- Mi sento meglio, davvero. – provo a rassicurarla.
- Non importa. La febbre sarà pure scesa, ma devi stare a riposo. Non sappiamo se si rialzerà. – mi mette il suo braccio sotto il mio e mi riaccompagna in camera - Accidenti. Sei ancora tutto sudato. – continua preoccupata appena mi tocca la schiena.
Non riesco a non guardarla incredulo. Ha toccato il mio sudore e non ne sembra disgustata? Se l’avesse fatto Kikyo sarebbe svenuta al solo pensiero.
- Inuyasha, tutto bene? Scusami se ti sono piombata in casa così. – si scusa con aria dispiaciuta.
- Ma no, che dici? Anzi non ti ho ancora ringraziato. – vedo che mi sorride dolcemente.
Cavolo! Così mi uccidi! Credo di essere rosso in faccia e non è la febbre.
- Di nulla. L’ho fatto con piacere. –
Mi fa sedere sul letto e la vedo prendere il termometro.
- Rimisuratela, così vediamo di quanto si è abbassata. –
Dopo cinque minuti...
- Ottimo, 37 e mezzo. Ora ti consiglio di cambiarti perché hai la maglia fradicia. Se mi dici dove posso trovare i vestiti puliti, te li passo. –
- I pigiami sono nel terzo cassetto del mobile che sta alla tua sinistra. –
- Ecco qua! Mentre ti cambi vado a riscaldare la cena. Ho preparato del porridge di pollo, ti piace? – chiede porgendomi il cambio ed io semplicemente annuisco.
Sono davvero senza parole.
Si è presa cura di me come non hai mai fatto nessuno, forse solo mia madre. E pensare che ci conosciamo da così poco.
Mi sento la testa pesante e il cuore che batte forte, ma stranamente sono sereno.
Vado in bagno per darmi una rinfrescata, indosso il pigiama pulito e ritorno in camera.
Sul comodino c’è il piatto fumante che mi ha portato Kagome e vedo lei che mi sistema il letto.
- Te l’ho risistemato. Ora siediti e mangia un po’. –
Ritorno a letto e lei si siede sul bordo accanto a me mentre mangio il porridge.
Devo dire che è delizioso!
- Com’è? –
- Buono. –
- Sono contenta. Almeno recupererai un po’ di forze. Mi spieghi come hai fatto a ridurti così? –
- Ritornato in Giappone non ho pensato di controllare se i farmaci che tenevo in casa fossero scaduti o no. Chi ci pensava che mi sarei preso l’influenza in questo periodo? –
- Tutti uguali voi uomini! Pensate di essere Superman e che niente vi possa scalfire. Ti ricordo che sei fatto di carne e ossa pure tu. –
- Ehi tu, per caso mi stai rimproverando come un poppante? –
- Eccolo che ritorna il lato scontroso. Allora non stai così male. – mi punzecchia.
- Non sono scontroso, sei tu ad essere antipatica. – rispondo, vedendola ridere di gusto e non posso fare a meno di ridere insieme a lei. Appena smettiamo, ricomincio a parlare – Kagome, non che mi dispiaccia, ma come mai sei qui? – chiedo, ma mi guarda un po’ stranita e con un lieve rossore sulle guance.
- Te l’ho detto prima, però mi sa che non lo ricordi. Miroku aveva una lezione da tenere e avrebbe rischiato di arrivare in ritardo se fosse venuto qui, ma poiché mi trovavo con Sango quando ci siamo incontrati, vedendolo in difficoltà mi sono offerta di venire al suo posto. -
- Ancora grazie, non eri tenuta a farlo. -
- Figurati. Sono felice che ti senta meglio. Se devo essere sincera, mi sono molto preoccupata quando ti ho visto in quelle condizioni, e ho anche capito che dovevi stare molto male per telefonare a Miroku. – confessa preoccupata – Senti Inuyasha, posso farti una domanda? – chiede di punto in bianco.
- Certo! –
- Perché… - non fa in tempo a parlare che sentiamo il campanello.
- Sarà Miroku, mi ha chiamato prima per dirmi che sarebbe passato. Vado io! – spiega, alzandosi per andare ad aprire la porta.
Chissà che stava per chiedermi.
Intanto continuo a mangiare e, come previsto, Kagome arriva in camera insieme a Miroku.
- Amico, ma che combini? –
- È solo influenza. –
- Curata da epoca medievale oserei dire. –
- Scusate se vi interrompo. Miroku visto che sei qui, io andrei prima che si faccia troppo tardi. –
- Certo. Vuoi che ti accompagni? –
- No tranquillo, non abito molto lontano. –
- Come vuoi, fai attenzione allora. –
- Certo. Allora vado. Ciao Inuyasha, mi raccomando riguardati. Per qualsiasi cosa, puoi chiamarmi. –
- Grazie ancora per tutto. – ringrazio di nuovo sorridendole.
Ricambia facendomi uno splendido sorriso per poi uscire dal mio appartamento.
- Meno male che c'era lei, almeno ti ho lasciato in buone mani. – sospira rincuorato.
- Buonissime direi. – ammetto tra me e me.
- Hai detto qualcosa? – mi chiede Miroku guardandomi interrogativo, mentre si sistema.
- No no. – nego, mentre continuo a mangiare. Non so perché, ma ad ogni boccone ho voglia di sorridere come un cretino.
- Inuyasha, come ti senti? Mi sa che ti sta tornando la febbre, hai la faccia tutta rossa. –
- Sì sicuramente. – confermo non molto sicuro di quello che sto dicendo.
Dannata influenza!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
Tenerelli loro! *^*
Cos’è capace di fare l’influenza, vero?
Se avete notato, ho cercato di sfruttare le dinamiche dell’episodio “L’enigma della luna nuova. Inuyasha dai capelli neri” … ve lo ricordate? Adoro quella puntata e ho cercato di omaggiarla in questo modo, spero vi sia piaciuto :3
Ora vi lascio qualche chicca xD
 
Alcuni particolari narrati in questo capitolo possono sembrare alquanto surreali, ma vi posso assicurare che sono realmente accaduti xD. In primis la questione dei medicinali in casa. Questa cosa è successa a me: per fortuna non sono un tipo che si ammala molto spesso e perciò non uso molte medicine. Un giorno stavo sola a casa (senza ragazzo e coinquiline) e ho incominciato a stare malissimo, febbre alta, stomaco che neanche vi dico, vertigini, insomma di tutto e di più. Per farvela breve, vado a cercare almeno una tachipirina per abbassare la febbre e tenevo tutto il cassetto pieno di medicine scadute, non se ne salvava nemmeno una. Così anch’io ho dovuto chiamare i soccorsi perché non riuscivo a scendere di casa.
Un’altra vicenda accaduta (questa volta non a me) è la faccenda del “sudore”. Ebbene sì! Un mio carissimo amico aveva una ragazza che se lo toccava quando era sudato, facevi meglio ad iniziare a pregare perché faceva la pazza. xD
 
Ecco, dopo questo momento di spettegulles vi lascio, però vi anticipo che il prossimo capitolo sarà pieno… molto pieno… nuovi incontri ci saranno che porteranno i nostri protagonisti a….
Non ve lo dico! xD
Se volete scoprirlo, leggete il prossimo capitolo “Amicizia a piccole dosi”.
Alla prossima :*
Princess Miyu

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Capitolo 6
*** Amicizia a piccole dosi ***


Capitolo 6: Amicizia a piccole dosi.
 
Giugno
 
Pov Inuyasha
 
Da quando ho avuto l’influenza, io e Kagome abbiamo legato tantissimo.
Appena mi sono ripreso ha invitato me, Miroku e Sango, ad una mostra di fotografia; l’invito lo ha esteso anche a Kikyo, ma non ho voluto coinvolgerla perché so che non è il suo genere. Le ho anche parlato della proposta del signor Totosai che, tra l’altro, era entusiasta all’idea di inserire il blog nel sito. All’inizio l’ho vista sotto shock, ma ritornata alla realtà ha cominciato ad esultare come non avevo mai visto nessuno fare.
L’incontro con Totosai è stato incredibile, si è fatta ben volere sin da subito e si è dimostrata all’altezza della situazione senza pretese. Ha accettato molto volentieri di utilizzare il suo blog per tutta la durata dell’evento, il compenso non è stato granché, ma almeno si è fatta un po’ di pubblicità. Non solo il festival è andato a gonfie vele, ma il nostro lavoro sul sito web è stato giudicato in maniera molto positiva, anche grazie a Kagome.
Durante le due settimane dell’evento del festival ci siamo divertiti un sacco; ogni volta che finivamo di vedere un film, si andava al chiosco per discuterne, come fosse un rito.
Sono state settimane così belle e stimolanti che mi è dispiaciuto siano finite così in fretta.
Si è instaurata una splendida amicizia, che non credevo fosse possibile in così poco tempo.
Adesso ci sentiamo quasi tutti i giorni e a volte rimaniamo a parlare per ore ed ore anche solo di cavolate; appena sappiamo di qualche mostra ci fiondiamo all’istante, quando abbiamo voglia di vedere un bel film andiamo al cinema oppure uno a casa dell’altro.
La cosa più incredibile è che stare con lei sembra sia la cosa più naturale del mondo.
 
Siamo arrivati a fine giugno e tra pochi giorni ci sarà un party per festeggiare i quindici anni di attività dell’azienda; saranno presenti persone molto importanti e ovviamente inviterò anche Sango, Miroku e Kagome. Verrà anche Kikyo e vorrei presentarle Kagome, sperando che facciano amicizia. Non le ho molto parlato di lei, forse perché ho un po’di timore che non capisca il tipo di rapporto che c’è tra noi e avrei rischiato di creare problemi non solo a me, ma anche a Kagome. Conoscerla di persona sarà sicuramente più semplice.
Sono in ufficio a vedere ancora una volta la lista degli invitati ed è molto tardi. Sto per chiudere quando vedo i miei genitori che mi contattano su Skype.
- Ciao caro. – mi saluta mia madre, seduta accanto mio padre.
- Ciao mamma. Ciao papà. Che bello sentirvi. – saluto sorridendo.
- Figliolo, come sta andando da quelli parti? Vedo che sei ancora in ufficio.
- Sì, sto ricontrollando gli inviti per la festa. –
- Caro, non è tardi? – si allarma mia madre.
- Sì lo è, infatti tra un po’ torno a casa. –
- Inuyasha non dimenticarti cosa è successo quando ti sei trascurato, cerca di non stressarti troppo. –
- Mamma, ho avuto l’influenza quasi due mesi fa. Non è successo nulla di grave. –
- Non è successo nulla grazie alla tua amica. Come hai detto che si chiama?
- Kagome. –
Tra un discorso e l’altro, è uscito il fatto di come avevo conosciuto Sango e Kagome. Da quando ho raccontato a mia madre di come si è presa cura di me, non fa altro che lodarla.  
- Tesoro lo sai che sei esagerata, vero? Inuyasha è un uomo. – la riprende mio padre.
- Sarà anche un uomo, ma sono pur sempre preoccupata per mio figlio. –
- E perché io no? Ma guarda un po’ che mi tocca sentire. - si gira mio padre contrariato verso mia madre che continua a mettere il muso. Si comportano ancora come una coppietta di novelli sposi. – Comunque Inuyasha, c’è ancora qualcuno che vuole salutarti. – prosegue lui.
- Ciao zio! – spunta fuori la mia peste.
- Ciao birba. Stai con i nonni allora. –
- Sì, mamma e papà sono usciti per una commissione, così mi hanno lasciato qui. –
- Sappi che è stata lei a chiedere di chiamare. – mi informa mia madre.
- E avete fatto bene. Mi avete reso felicissimo. –
- Zio, non verrai mai a trovarci? Ho finito la scorta di abbracci che mi hai dato. – domanda triste Kotomi.
- Già ti manco, piccola peste? Comunque credo di venire per la prima settimana di agosto. –
- Oh! Che grande notizia. Non credevo venissi così presto. Verrai da solo? – chiede mio padre.
- Dovrei venire con Kikyo. Le avevo promesso che ci saremmo presi una vacanza. –
Vedo mia nipote sbuffare rumorosamente dopo quello che ho detto, ma faccio finta di niente.
- Capisco! Beh figliolo, stacchiamo e mi raccomando vai subito a casa. Non fare troppo lo stacanovista.
- Grazie tante papà. Buona giornata allora. Vi voglio bene. –
- Anche noi. E a te, buonanotte.
 
 
Sono le 23, chiudo tutto e mi avvicino alla mia moto.
Kikyo è a Osaka con il padre per una campagna pubblicitaria e starà via un paio di giorni, allora ne ho approfittato per stare con i miei amici. Però… anche se è tardi, non sono per nulla stanco e non mi va di tornare a casa. Così prima di mettere in moto decido di mandare un messaggio a Kagome:
 
La vita è uguale a una scatola di cioccolatini…
 
Per noi ormai è diventato come una specie di saluto; invece dei soliti “Ciao”, “come stai”, “che fai”, facciamo che uno dei due scrive l’inizio di una frase celebre e l’altro la finisce. Per il momento abbiamo sempre indovinato.
Aspetto un po’ e ancora nessuna risposta. Forse starà dormendo, vista l’ora. Mentre metto il cellullare in tasca lo sento suonare.
Messaggio:
 
… non sai mai quello che ti capita!
 
Allora è ancora sveglia! Noto che sta continuando a scrivere.
 
Lo sai che ti stavo pensando?
 
Come? Stava pensando… a me?
Il mio cuore credo che abbia perso un battito.
Arriva un altro messaggio:
 
Il portatile mi sta dando un sacco di problemi. Questo rottame non si avvia più, sono ore che esco pazza. Domani posso lasciartelo e gli dai un’occhiata?
 
Ah! Era per il portatile! Perché ho come la sensazione di essere un po’ deluso?
Sarà che sul serio lavoro troppo! Ha ragione mio padre, devo smetterla di fare lo stacanovista.
Decido di rispondere:
 
Se per te non è un problema il fatto che sia così tardi, posso passare anche adesso.
 
Cavolo! Un ragazzo che va a casa di una ragazza a quest’ora, può sembrare abbastanza equivoco. Perché sono così stupido?
 
Non c’è nessun problema, tanto qua ne ho ancora per molto. Ti aspetto!
 
Bene! Andrò a casa di una ragazza (che non è la mia!) a ripararle il computer. Se qualcuno avesse assistito, avrebbe subito pensato alla classica scusa di rimorchio. Ma, in questo caso, non c’è nulla di male perché sto andando da un’amica. A-M-I-C-A.
Non devo farmi problemi che non esistono.
Indosso il casco e parto in direzione casa di Kagome. Arrivo e non appena apre la porta, rimango per un istante bloccato.
I Kami stanno facendo di tutto per farmi diventare pazzo? Capisco che è estate e fa caldo, ma così è troppo! Deglutisco a vuoto vedendola in pantaloncini e canotta, con i capelli legati e senza un filo di trucco. Sarebbe bellissima pure con un sacchetto della spazzatura, per non parlare del suo profumo buonissimo, che ricordo di aver già sentito.
- Buonasera fanciulla. Il ripara-rottami è qui. – saluto all’istante prima che la situazione diventi ancora più assurda.
Mi sa che è stata una pessima idea!
 
 
Pov Kagome
 
 
Perché? Perché? Perché?
Stramaledetto aggeggio infernale, mi farai andare al manicomio!
Perché non si avvia più? Ma la buona vecchia macchina da scrivere faceva così tanto schifo?
È tardissimo. È inutile che continui a guardarlo e a imprecare, tanto non si sistemerà certo così.
Domani vedrò di chiamare Inuyasha e chiedergli la cortesia di dare un’occhiata a questo affare.
Vado in bagno a farmi una doccia rilassante e rinfrescante. Appena esco noto che mi è arrivato un messaggio. È Inuyasha!
 
La vita è uguale a una scatola di cioccolatini…
 
Sorrido appena lo leggo. Oggi è il turno di Forrest Gump!
Strano che mi contatti a quest’ora.
Rispondo:
 
… non sai mai quello che ti capita!
 
Continuo:
 
Lo sai che ti stavo pensando?                   
 
Oddio! Sono una demente. Che diavolo mi dice il cervello? Ci mancava solo un cuoricino ed era la proposta indecente perfetta.
Devo rimediare:
 
Il portatile mi sta dando un sacco di problemi. Questo rottame non si avvia più, sono ore che esco pazza. Domani posso lasciartelo e gli dai un’occhiata?
 
Fiu!
Subito dopo arriva la sua risposta:
 
Se per te non è un problema il fatto che sia così tardi, posso passare anche adesso.
 
Prima è meglio è, almeno se riesce a sistemarmi il pc ora, domani potrò lavorare tranquillamente. Poi non c’è nulla di male, no?
Così gli invio:
 
Non c’è nessun problema, tanto qua ne ho ancora per molto. Ti aspetto!
 
Ora mi sento un po’ nervosa. Sarà meglio che vada ad asciugarmi i capelli.
 
Dopo una decina di minuti arriva Inuyasha. Non parla subito, anzi mi fissa strano. Forse ho qualcosa tra i denti.
- Buonasera fanciulla. Il ripara-rottami è qui. –
- Sei il mio salvatore, altro che. Accomodati. –
Lo faccio accomodare in soggiorno dove c'è il portatile sul tavolo.
- Ti offro qualcosa? Hai mangiato? –
- Sono a posto. Grazie. – mi sorride sedendosi di fronte al computer per poterlo sistemare, così mi siedo accanto, per provare almeno a capire che diavolo è successo.
- Come mai sei fuori casa a quest’ora? Non dirmi che stavi ancora in ufficio? –
- Già, stavo rivedendo alcune cose di lavoro e sul tardi ho visto la lista degli invitati per la festa dell’azienda. Lo sai che devi esserci, vero? –
- Certo, non mancherò, come tu sei ufficialmente invitato al tempio Higurashi il 15 luglio per il mio compleanno. –
- Vedrò di non mancare. - accetta continuando a sorridermi. – Ehm… Mi sa che ti sei beccata un bel virus, ma non ti preoccupare, ti risolvo tutto. – mi informa scostando subito lo sguardo da me e riferendosi al portatile.
- Grazie mille, Inuyasha. Mi hai salvato. –
Dopo che mi spiega in parole povere quello che è successo, mette il computer a fare dei controlli che richiedono un po’ di tempo, così ci mettiamo sul divano a guardare la tv facendo zapping.
- Guarda, stanno facendo “Se scappi ti sposo”. – nota Inuyasha.
- Oddio! Capisco che la reunion Roberts-Gere abbia fatto battere il cuore a milioni di nostalgici, ma vuoi mettere a confronto con “Pretty Woman”? –
- Tsk! Voi donne siete tutte uguali. Amate quel film solo perché sognate di camminare sulla Rodeo Drive come Vivian con le buste piene di vestiti, offerti gentilmente da lui. – insinua sarcastico.
- Mi stai dicendo che, piuttosto che pagare i vestiti a quella che sarà la donna della tua vita, preferisci una che ti molli all’altare e non sa nemmeno come le piacciono le uova? –
- Almeno il mio conto in banca sarebbe salvo. –
- Oh! Povero il mio ingenuo. Non ne sarei così sicura. – lo sbeffeggio senza che nemmeno abbia il tempo di replicare – Comunque non sopporto le commedie romantiche, finiscono tutte allo stesso modo. Lei che si dichiara a lui, lui che si dichiara a lei, bacio finale che corona tutto il loro sogno d’amore e fine. Perché non fanno un film su quello che succede dopo il grande bacio? – domando cambiando canale e continuando a girare.
Meglio evitare i film romantici!
- Lo fanno! Si chiama porno*. –
- E questa dove l’hai sentita? –
- Mah! Non lo so, da qualche parte. – risponde con indifferenza per poi proseguire – Suppongo che il tuo film preferito non sia un romantico. –
- Esatto! – affermo fiera.
Si gira verso di me e mi fissa serio. Ok! Mi sto agitando! Perché?
- Sei una donna, vero? – se ne esce all’improvviso e senza pensarci gli tiro una cuscinata in faccia con tutta la forza che ho. E pensare che… ma che diavolo pensavo?
– Ahi! Ma sei scema? – si lamenta come un poppante.
- Sei un cavernicolo senza il minimo tatto. Certo che sono una donna! – mi metto a braccia conserte con l’aria imbronciata. Dopo un po’ ricomincio a parlare – “The Departed”. – ammetto d’un tratto.
- Eh? – chiede toccandosi la testa dove gli ho tirato il cuscino.
- Il mio film preferito è “The Departed”. –
- Wow! Sei incredibile. Non mi sarei mai aspettato che ti piacesse quel film. E questo mi fa ulteriormente capire che hai buon gusto. Chiederei sempre consigli a te. – mi loda non smettendo mai di sorridermi.
- Grazie. Il tuo? –
- “Casablanca”. Tengo molto a quel film, a parte che è stato il primo film straniero che ho visto e poi è il preferito di mia nonna. È stata lei a farmi appassionare al cinema. Come è stata lei a portarmici la prima volta quando ero bambino. – mi racconta con aria felice.
- Caspita! “Casablanca” è un capolavoro senza precedenti e non è da tutti riuscire ad apprezzarlo. Tua nonna deve essere una donna molto intelligente. –
- Infatti, lo è. – afferma per poi ritornare a guardare il televisore. Ad un tratto mi blocca – Ferma qua! Questo non è… - incomincia a dire quando mi rendo conto anch’io di che film è.
- “La fortezza nascosta” di Akira Kurosawa. – diciamo insieme come se fossimo sincronizzati. Ci guardiamo e non possiamo non sorridere, e credo che in questo momento potrei perdermi nei suoi occhi.
- Lo sapevi che questo film è stato fonte d’ispirazione per George Lucas in “Star Wars”? – intavolo la mia solita conversazione in stile documentario. Di solito quando lo faccio con gli altri, tendono a mandarmi a quel paese!
- Certo che lo so, sapientona! Non sembrerebbe, ma sono un gran fan di “Guerre Stellari”. –
- Uh! Sei uno di quelli che ha in casa uno Stormtrooper a grandezza naturale? – lo punzecchio con molto gusto.
- Non mi sarebbe dispiaciuto averlo, ma mi sono limitato alle locandine di tutti i film. Ce li ho tutti appesi in ordine di uscita. – spiega tutto fiero.
- Ah beh! Allora è diverso! – continuo a prenderlo in giro e nel frattempo inizio a ridere mentre lui mi guarda con aria leggermente infastidita.
- Sì, ridi ridi! Sta parlando la signora “non mi piacciono le commedie romantiche come tutte le femmine”. – prova a controbattere, ma non la smetto di ridere. Così dopo poco mi segue anche lui e proseguiamo a vedere il film.
Si fa notte fonda senza che nemmeno ce ne accorgessimo. Non abbiamo fatto altro che guardare film e parlare per ore. Credo di aver passato una delle notti più belle della mia vita e per questo devo ringraziare il mio computer, che ho tanto maltrattato.
Dovrebbe rompersi più spesso!
 
 
I giorni passano e arriva il giorno del party dell’azienda di Inuyasha, meno male che Sango mi ha aiutata con il vestito altrimenti sarei entrata nel panico più totale.
Col fatto che ho lavorato con loro per il periodo del festival del cinema, non voglio assolutamente sfigurare. Ci saranno tante persone, tra cui anche il signor Totosai, che non vedo da quando mi ha assunto per il sito. Non ringrazierò mai abbastanza Inuyasha per quella occasione, oltre a divertirmi tantissimo facendo qualcosa che io amo, ho raggiunto un discreto numero di contatti.
Il vestito che ho scelto per l’occasione è molto semplice, a bretelline verde smeraldo che arriva sopra il ginocchio, con la particolarità di un’ampia scollatura dietro la schiena e infine sandalo col tacco vertiginoso.
Arrivano a prendermi Miroku e Sango, stranamente in orario.
- Wow! Kagome sei uno schianto. – mi guarda Miroku.
- Davvero, sei bellissima. Moriranno tutti ai tuoi piedi. – insiste Sango.
- No no. Sarà meglio non uccidere nessuno. Su andiamo se non vogliamo arrivare tardi. –
Giunti alla sede della “NoTaisho Enterprice” rimaniamo meravigliati dagli addobbi. È tutto luminoso e meraviglioso, ma soprattutto molto elegante.
Entrati si avvicina a noi con un grande sorriso Jakotsu. Devo molto anche a lui, grazie al suo lavoro di web designer mi ha aiutato a sistemare l’interfaccia del blog per renderla (come diceva lui) più “appetibile”.
- Ragazzi buonasera e ben arrivati. – ci saluta come solo lui può fare – Fatemelo dire siete da mozzare il fiato. Kagome sembri una divinità, mi raccomando stai lontana da Ban, sennò non ti si stacca più. –
- Grazie per l’avvertimento. Non ti preoccupare saprò cavarmela. –
- Non ho dubbi, tesoro! –
- Allora Jakotsu, tutto questo abbellimento è opera tua, vero? – chiede Sango.
- Sì, sono davvero orgoglioso di me stesso. –
- Sul serio, hai fatto un ottimo lavoro. – si complimenta infine Miroku.
- Grazie Miro-chan. Non state qua impalati, andate verso la sala riunioni che c’è un buffet eccezionale e sicuramente troverete Inuyasha con Kikyo. –
Kikyo è qui! Conoscerò la ragazza di Inuyasha. Perché, improvvisamente, mi sto agitando? Era normale che ci fosse.
Salutiamo Jakotsu e ci avviamo verso la sala riunioni, ma di Inuyasha non vi è nemmeno l’ombra. Mentre stiamo prendendo qualcosa dal buffet, qualcuno si avvicina a noi.
- Signorina Kagome, che gioia rivederla. –
- Signor Totosai, anche per me è una gioia. – saluto inchinandomi.
- Mia cara, me lo lasci dire, è un vero incanto stasera. –
- La ringrazio, è troppo buono. –
- Dico solo la verità. Come procede con il suo blog? Starà sicuramente facendo faville. –
- Grazie all'opportunità che mi ha dato, ho raggiunto un buon numero di lettori. Quindi il merito è anche suo. –
- Non ho fatto proprio niente, il merito è tutto del suo talento. Ho solo dato una leggera spinta. –
- La ringrazio ancora infinitamente. – mi inchino.
- Vi lascio proseguire la serata. Se cercate il signor No Taisho è laggiù che parla con alcuni azionisti. –
Dopo essersi congedato ci avviciniamo ad Inuyasha, che finalmente riusciamo a scorgere.
Lo vediamo parlare con delle persone, come ci aveva detto il signor Totosai, così decidiamo di avvicinarci ancora.
- Inuyasha! – lo chiama Miroku per attirare la sua attenzione.
Quando si gira e il mio sguardo incrocia il suo, rimango letteralmente senza fiato.
Come possono una camicia e una cravatta stargli così divinamente? Come può esistere una persona così perfetta?
Oh mamma! Se in questo momento qualcuno mi stesse fissando, vedrebbe la bava uscirmi dalla bocca. Anche se sbavare per il proprio migliore amico non è certo il massimo!
Si avvicina a noi con aria molto felice.
- Siete arrivati finalmente. –
- Amico mio, ti abbiamo trovato. Avete fatto un lavoro meraviglioso, la festa è grandiosa. –
- Tutto merito di Jakotsu. –
Inuyasha abbraccia sia Sango che Miroku, poi si gira verso di me e fa lo stesso.
- Ciao Kagome, sono felice che tu sia venuta. – mi saluta continuando ad abbracciarmi.
- Non potevo mancare. – affermo sciogliendo l’abbraccio.
- Sei una favola, lo sai? – mi dice d’un tratto.
Ho avuto complimenti per tutta la sera, ma perché solo quello di Inuyasha mi fa avvampare?
Credo di essere diventata un peperone. Accidenti!
- Grazie. Anche tu non stai male. – ricambio il complimento e lui mi fa un sorriso col quale potrebbe uccidermi.
- INU-CHAN! – sentiamo una voce a dir poco “squillante” di una persona. Vedo avvicinarsi una ragazza magra, con capelli neri, lunghi e lisci, che da come è vestita sembra voglia sostituire la palla da discoteca con tutte quelle paillettes. Peccato che sia così appariscente, perché è davvero molto bella.
Chissà perché ho un brutto presentimento!
- Inu-chan, ma dove eri finito? – chiede la ragazza attaccandosi come una cozza a lui.
- Sono sempre stato qua. Salutavo i miei amici. Già conosci Miroku, lei è Sango la sua ragazza e lei è Kagome. Vi presento Kikyo, la mia ragazza. – ci presenta e in questo momento mi sento come svuotata, come se fossi fuori posto. Ma dovevo conoscerla prima o poi.
Sorridi Kagome, sorridi!
- Piacere di conoscerti Kikyo, sono Sango Hirai. – inizia Sango con le presentazioni.
- Guarda un po’ la ragazza che ha avuto il coraggio di prendersi quel maniaco di Kazaana. Dovrebbero darti un premio. –
- Oh Kikyo! Detto da te è un complimento. – si difende Miroku preso in causa.
- E sarei onorata di ricevere un premio, se questo significa avere al mio fianco Miroku. –
- Ah beh! Contenta tu. –
Caspita! Si conoscono solo da tre secondi e già si odiano? È un record!
Vedo Inuyasha un po’ abbattuto, forse è meglio intervenire.
- Finalmente ti conosco. Piacere, sono Kagome Higurashi. – mi presento, sfoggiando il mio sorriso migliore e tendendo la mano per stringerla, ma la vedo un po’ riluttante.
- Kikyo Tama, piacere. – risponde porgendomi la mano come se stesse facendo lo sforzo più grande del mondo.
Iniziamo proprio male!
- Aspetta! Tama hai detto? Come… - cerco di chiedere poiché riconosco il cognome, ma non mi lascia il tempo di finire.
- Sì, come l’agenzia pubblicitaria Tama. La società è di mio padre. – interrompe spostandosi i capelli come per pavoneggiarsi di essere figlia di Hisaku Tama.
- Conosco l’agenzia di tuo padre. Lavoro per il “TimeMagazine”, so che voi collaborate molto spesso con la rivista. – cerco di farmi vedere interessata e soprattutto non farle capire che pian piano sta arrivando in cima alla classifica delle persone con cui non avrò mai, e poi mai, a che fare.
- Quindi sei una giornalista? Non ho mai notato il tuo nome. –
Kikyo! Ti informo che stai quasi superando Tsubaki per essermi salita sulle palle nell’arco di 60 secondi. Va be’, continuiamo a fare buon viso a cattivo gioco… per Inuyasha.
- Non saprei, lavoro per loro da più di un anno e non parlo di argomenti specifici, per lo più faccio sondaggi e scrivo quello che mi dice Naraku. –
- Sicuramente avrai scritto di argomenti che non mi interessavano. – spiega con talmente tanta freddezza che farebbe invidia persino al polo nord. - Senti Inu-chan ci sono delle persone che mio padre ha detto bisogna conoscere assolutamente. –
- Kikyo, sto parlando con miei amici. Tanto non scappano da nessuna parte. –
- Ho detto che dobbiamo andare ora. I tuoi amici puoi vederli quando vuoi. –
- Beh ragazzi, scusate, ci si vede più tardi. Buon proseguimento. –
- Sì certo, come no! – borbotta Miroku tra sé e sé.
Inuyasha fa per allontanarsi finché non si gira di scatto e torna di nuovo a guardarci.
- Caso mai non vi rivedessi… -
Vedo Sango e Miroku che si guardano come per dire "questo sta andando di matto" così rispondo io.
-… Buon pomeriggio, buonasera e buonanotte. –
- Kagome sei la migliore! – così dicendo si allontana seguendo Kikyo, lasciando me completamente scioccata dal sapere chi si trova accanto al mio amico.
- Ma è sempre così quella? Oppure oggi le girava storto? – esordisce Sango riferendosi a Kikyo.
- No, a volte è anche peggio. Ma lasciamo perdere. – risponde Miroku decisamente scocciato - Ora mi spieghi cos’era quella cosa? – continua cambiando discorso rivolgendosi a me.
Grazie ai Kami!
- “The Truman Show”. – rispondo scioccata. Continuano a guardarmi come se avessi detto una parolaccia. - Non avete mai visto quel film? – chiedo ancora più sconvolta ed entrambi negano con la testa. – Oh! Come può questo mondo reggere di fronte a cotanta ignoranza. – li prendo in giro e mi allontano.
Poco dopo, vado verso il barman per farmi versare una flûte di champagne, quando accanto a me arriva qualcuno che conosco fin troppo bene.
- Lo sai che se fossimo al buio potresti illuminare l’intera sala solo col tuo sguardo? –
- Se sono così luminosa non avvicinarti troppo, potresti accecarti o, addirittura, bruciarti. –
- Correrò il rischio. Per te varrebbe la pena. –
- Ciao Bankotsu! – saluto sarcastica, come faccio sempre con qualunque uomo. O almeno quasi tutti!
- Perché sei così cattiva con me? Sono adorabile. –
- Sì come un maiale che si rotola nel fango. Sai che con me non attacca, vero? –
- Tentar non nuoce, dice il saggio. –
- Il saggio dice anche che “il troppo stroppia”. Ti lascio fare solo perché non sei così testa di rapa come vuoi far credere. –
- È già un inizio. –
- Possiamo essere solo amici, Bankotsu. Non di più. –
- Ok! Allora brindiamo alla nostra amicizia. – urtiamo i calici per il brindisi e continuiamo a parlare.
 
Pov Inuyasha
 
Accidenti, quanta gente!
La festa sta andando una meraviglia, anche se avrei voluto stare un po’ con i miei amici e non solo parlare di lavoro.
Il comportamento di Kikyo mi ha dato fastidio, ma non volevo rovinare la serata a tutti con una lite. Appena avrò occasione le parlerò.
Volevo che diventasse amica di Kagome e invece il suo lato acido ha preso il sopravvento.
Se penso a Kagome, devo dire che è meravigliosa stasera, speriamo che si senta a suo agio.
Mentre mi annoio ad ascoltare dei pubblicitari, amici del padre di Kikyo, mi accorgo che, vicino al bancone del barman c’è Bankotsu che credo stia parlando con qualcuno, che non riesco a vedere, e sembra anche che si stia divertendo un sacco (almeno lui si diverte!). La cosa mi fa sorridere parecchio fino a quando l’ostacolo che mi impediva di vedere la persona con cui sta conversando, si sposta. Appena mi rendo conto che la persona in questione è Kagome, il sorriso sparisce in automatico.
Perché mi dà questo tremendo fastidio? E poi Kagome non gli aveva dato due di picche? Allora perché ridono e scherzano come se fossero amiconi?
- Signori, vogliate scusarmi. Devo allontanarmi un attimo. – decido di andare per prendere da bere (almeno quella è la scusa!). Tanto chi li stava ascoltando quei palloni gonfiati!
- Inu-chan, ma dove stai andando? – mi riprende Kikyo con aria stizzita.
- Rimani qua, tranquilla. Non vorrei che si offendessero. Torno subito. –
Non le lascio il tempo di rispondere che mi dirigo verso il bancone dove si trovano Ban e Kagome.
- Vedo che vi state divertendo. – li interrompo in maniera abbastanza brusca, fulminando con lo sguardo Bankotsu.
- Capo! Stavamo facendo due chiacchiere… Oh! Ho visto una persona che devo salutare. Kagome è stato un piacere. – la saluta con il baciamano. Quest'aria da ufficiale gentiluomo mi fa venire voglia di sgozzarlo.
Fatto questo mi saluta con un cenno di capo e si allontana lasciandomi solo con Kagome.
- Se ti stava dando fastidio, ricordami di licenziarlo appena torna. – affermo con ironia.
- Ma no, ormai ho imparato a gestirlo. –
- Va tutto bene? –
- Certo, mi sto divertendo un mondo. – mi risponde con un grande sorriso.
- Senti, scusa per prima con Kikyo se ti ha offesa. –
- Figurati. Sono talmente abituata alle cattiverie di Tsubaki che penso addirittura mi abbia fatto un complimento. –
- In che senso? – domando un po’ confuso.
- Nel senso che se non reputava interessanti i miei articoli, significa che Naraku è un idiota. –
- Sarà come dici tu. – dico poco convinto conoscendo Kikyo, ma lo tengo per me.
Mentre le chiedo che fine avessero fatto Miroku e Sango, si avvicina a noi Jakotsu con una macchina fotografica.
- Inu, Kagome un sorriso per la stampa? – ci chiede facendoci notare la fotocamera.
- Perché no! – rispondo di getto.
- Voglio una bella posa, tipo i film che piacciono a voi. –
Kagome ed io ci guardiamo e cerchiamo di inventarci qualcosa, poi vedo la faccia di lei illuminarsi come per farmi capire che ha avuto un’idea.
- Trovato! Inuyasha ci mettiamo schiena contro schiena poi mettiti le mani in tasca. –
Obbedisco, poi sento Kagome che mi prende la cravatta e se la porta vicino.
- Siete fantastici! Ora sorridete. – incita Jakotsu e scatta la foto.
Appena la vediamo, rimango senza parole. Questa è la posa di "Pretty Woman".
Più la guardo e più sorrido perché penso che questa foto non potrebbe essere più bella di così.
E al diavolo Richard Gere e Julia Roberts!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
* “Amici di letto”
 
 
Buonsalve  guys. Scusate il ritardo ma ci sono stati alcuni imprevisti e impegni universitari che mi hanno portato a pubblicare un po’ più tardi.
Spero che l’attesa ne sia valsa la pena e che vi sia piaciuto questo capitolo, ma soprattutto se avete gradito questo incontro mistico tra Kagome e Kikyo… già si adorano XD
Comunque continuo a ringraziarvi a chi continua a leggere questa storia e spero che continuate a farlo, perché ora ci si diverte. Perciò, mi raccomando leggete il prossimo capitolo intitolato “Tutto all’improvviso” e alla prossima.
Ciau
Princess Miyu
:*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Tutto all'improvviso ***


Capitolo 7: Tutto all’improvviso.
 
Luglio
 
Pov Kagome
 
Domani sarà il mio compleanno e, come tutti gli anni, lo festeggerò con la mia famiglia al tempio di mio nonno appena fuori città. Quest’anno però, oltre a Sango, ho esteso l’invito anche a Miroku ed Inuyasha, ma proprio lui ieri mi ha avvertito che non potrà esserci perché sarebbe stato occupato con Kikyo. Mi è dispiaciuto, ma non posso certo dirgli di liquidare la sua fidanzata per stare con me.
Sono a lavoro per cercare di scrivere l’ennesimo articolo del cavolo che mi ha assegnato Naraku: “È possibile rimanere amico del proprio ex?”. Non poteva assegnarmi argomento peggiore, come se io potessi parlarne, viste le mie esperienze “amorose”. Certe volte mi chiedo se lo faccia apposta!
Oggi per fortuna faccio solo mezza giornata, così ho tutto il pomeriggio per me.
Appena intravedo Tsubaki, la fermo.
- Tsubaki! – si gira parecchio infastidita. – Non farmi quella faccia, non ruberò molto del tuo prezioso tempo. Volevo dirti che tra dieci minuti vado via e devi confermare a Naraku che mi prenderò due settimane di ferie, lui sa già quando. –
- Sì glielo dirò, tanto per quello che gliene importa. – si allontana con totale indifferenza.
Sono talmente stanca che non ascolto nemmeno più.
Ho deciso di prendermi due settimane di ferie perché ho davvero bisogno di una vacanza; anche Miroku, Sango e Inuyasha se le sono prese e abbiamo cercato di far coincidere almeno una settimana, così da poterla passare tutti insieme. Per l’altra settimana Miroku e Sango faranno un viaggio, io la passerò con la mia famiglia e Inuyasha starà con Kikyo.
Spengo il pc e metto tutto in borsa in malo modo, quando sento il cellulare squillare e rispondo senza vedere chi è.
- Sì, pronto? – rispondo parecchio annoiata.
- Sono Inuyasha. È un problema che sia io?
Merda! Che figura!
- Oh! Inuyasha, certo che no. –
- A che ora stacchi da lavoro?
- A dire il vero, sto per andare via. Perché me lo chiedi? –
- Perfetto! Spero che tu abbia dei pantaloni addosso perché non c’è il tempo di passare da casa tua. Il tragitto è lungo!
- Non capisco. –
- Scendi e lo capirai. – mette giù.
Ha detto di scendere? Non mi starà mica aspettando di sotto, vero?
Vedo Eri che torna alla sua scrivania che si trova vicino alla finestra.
- Oh, per tutti i Kami. Chi è quella divinità? –
A questa affermazione mi avvicino alla finestra e si unisce anche Ayumi, che ha la postazione accanto a quella di Eri.
- Uh vedere vedere vedere! – esclama impaziente - Caspita! Che figo! –
- Ma quello è Inuyasha! – chiarisco non appena mi avvicino anch’io.
- Quell’ Inuyasha? – chiedono all’unisono. Nemmeno se si fossero messe d’accordo sarebbero riuscite ad essere così sincronizzate.
- Sì, ve ne ho parlato. È il mio migliore amico. – svelo con un po’ di imbarazzo.
Ayumi ed Eri mi guardano tra il sorpreso e il “compassionevole”.
- Cacchio, Kagome! Con un amico come lui, ci scommetto che i sogni erotici sono all’ordine del giorno. Mi fai quasi pena. – confessa Eri.
- Siete solo due cretine. Scappo che mi sta aspettando. –
- Vai, vai! Divertiti. – mi saluta con malizia Ayumi, ma non ci bado più di tanto.
 
Prendo tutta la mia roba in fretta e furia e scendo.
Inuyasha è appoggiato alla sua moto e mi sorride.
- Che ci fai qua? – domando spaesata.
- Voglio portarti in un posto. E no, non ti dico dov’è. Devi solo metterti il casco. –
- Va bene. – rispondo riluttante non essendo per niente sicura di quello che sta succedendo, ma con lui penso che andrei in capo al mondo.
Metto il casco e sfrecciamo via.
Non so dove stiamo andando, ma rimaniamo in moto per parecchio tempo. Il sentire la sensazione della sua schiena sul mio corpo mi dà un senso quasi di protezione. Mi sento magnificamente!
Finalmente dopo esser stata per (credo) un’ora in moto, ci fermiamo. Tolto il casco, rimango stupefatta dalla bellezza di questo posto.
- Benvenuta ad Hakone! - esordisce Inuyasha.
- Hakone? Siamo a Kanagawa? –
- Già! È qui che ho passato gran parte della mia infanzia. È uno dei posti a cui sono maggiormente legato, insieme ad un parchetto sconosciuto che si trova vicino al cinema dove ho visto il mio primo film con mia nonna. Sono gli unici due posti dove mi sento bene, ci vengo quando voglio rilassarmi o quando ho voglia di restare da solo a pensare. –
- Davvero? – chiedo e lui annuisce semplicemente. – È un posto bellissimo. Come mai mi hai portato qui? –
- Avevo un impegno e volevo compagnia. Poi devo farmi perdonare per domani. –
- Ma non dovevi. Capisco perfettamente che hai degli impegni con Kikyo. –
- Dovevo e come! - mi sorride – Dai andiamo, ci sono tante cose da fare e poco tempo. –
- Ma non avevi un impegno? –
- Sì, però prima ti faccio fare un giro. –
Pochi metri più avanti parcheggiamo la moto e iniziamo a girare. Mi fa vedere tutti i posti caratteristi di questo paese completamente immerso nella natura.
Ci fermiamo in un bar per prendere qualcosa di fresco.
- Non ti farò ancora gli auguri, perché porta male darli prima. Posso solo dirti: Alla tua salute, bambina! – dice avvicinando il bicchiere per urtarlo contro il mio.
- Ho sempre sognato che qualcuno mi facesse gli auguri citando “Casablanca”. –
- D’ora in poi ti farò gli auguri sempre così. – dichiara per poi sorseggiare la sua bevanda. Scolata completamente guarda il telefono e ricomincia a parlare – Beh, possiamo andare! –
- Ma mi spieghi dove dobbiamo andare? – insisto impaziente.
- Ti voglio far conoscere una persona. – risponde solamente facendomi diventare ancora più dubbiosa.
Riprendiamo la moto e ci fermiamo di fronte ad una villa molto grande e credo che sia anche molto antica. Scendiamo e Inuyasha suona il campanello. Noto che c’è scritto “No Taisho” e lo guardo ancora più interrogativa, anche se forse inizio già a capire di che persona si tratti.
Dopo poco, apre una signora ben distinta.
- Inuyasha, sei proprio tu? –
- Ciao Kanade, che bello rivederti. – si salutano con un affettuoso abbraccio mentre resto in disparte. Non voglio interrompere un momento così intimo.
- Quando la signora mi ha detto che saresti passato non potevo crederci. –
- È dentro? –
- Sì, ti sta aspettando in giardino. –
- Bene! Scusate non vi ho presentato. Kanade, lei è la mia amica Kagome. Kagome, lei è Kanade, la nostra vecchia governante. –
- Salve signora, è un vero piacere conoscerla. –
- Il piacere è tutto mio mia cara. Prego accomodatevi. –
Mentre ci avviamo verso il giardino, Inuyasha decide di spiegarmi.
- Questa è casa di mia nonna. –
- Quella che ti ha fatto innamorare del cinema? –
- Esatto! Le avevo promesso che oggi sarei passato, e visto che ti avevo parlato di lei mi è sembrato giusto fartela conoscere. Sa più cose lei sulla cinematografia giapponese di un’enciclopedia. –
- È stata davvero un’idea magnifica. Grazie. Invece, Kanade? –
- Lei all’inizio si occupava della casa e di mio fratello quando era piccolo e ha continuato anche dopo la mia nascita. Poi diventati più grandi e quando il nonno è venuto a mancare, si è trasferita qui. La nonna ha sempre vissuto in questa casa, ma ama Tokyo. Infatti, spesso e volentieri, quando può ci va anche solo per farsi una passeggiata. Quand’ero piccolo capitava che venisse a trovarci e si divertisse a potarmi al cinema a vedere qualche film d’animazione. –
- E quando siete partiti? Penso sia stato difficile. –
- Beh, è stato complicato, però lei dal Giappone non voleva muoversi e poi con mio zio che abita non molto lontano da qui e Kanade, posso dire che siamo partiti in maniera abbastanza tranquilla, anche se le telefonate di mio padre, lunghe anni, con mio zio non mancano mai. Ma sono sicuro che se mia nonna lo scoprisse, andrebbe su tutte le furie. Odia pensare di essere sempre monitorata. È molto orgogliosa e testona! –
- Adesso si capiscono tante cose. – affermo iniziando a ridere in modo contenuto.
- Che vuoi dire? – chiede guardandomi con mezzo sopracciglio alzato.
- Niente, solo che adesso ho capito da chi hai preso. – rispondo col sorriso.
- Dannata! – controbatte sorridendomi.
 
Arriviamo in giardino e noto una signora seduta sotto un albero a leggere un libro. Vedo lo sguardo di Inuyasha illuminarsi, sembra anche gli si siano inumiditi gli occhi. Deve volerle molto bene.
- Nonna! – la chiama Inuyasha.
- Inuyasha, nipote mio! – lo vedo scattare all’istante per abbracciarla. Mi commuove vedere scene così, è sempre bello sapere che hai una famiglia che ti vuole così bene.
Inuyasha l’aiuta ad alzarsi, ma sembra che non ne abbia bisogno. È una signora molto piccola e potrebbe sembrare la classica vecchietta, ma noto che è molto vispa.
Decido di avvicinarmi così da potermi presentare.
- Buon pomeriggio, signora. Sono Kagome Higurashi. – saluto inchinandomi.
- Salve a te mia cara, sono Kaede No Taisho. – si presenta ricambiando il mio gesto, per poi voltarsi verso il nipote. – Figliolo, finalmente hai aperto gli occhi? –
- Nonna! Lei è solo una mia amica. –
- Peccato! Prima o poi i Kami mi ascolteranno e ti metteranno un po’ di sale in quella zucca. –
- Tsk! Sempre molto gentile. –
- Lo sono fin troppo. Dai andiamo ad accomodarci che vi offro un thè. –
Ci sediamo e iniziamo a parlare. Questa donna ha una cultura incredibile, ci sta raccontando cose sul cinema orientale nei tempi della guerra che nemmeno sapevo. Starei a sentire le sue storie per giornate intere senza stancarmi mai.
- Quindi anche tu sei appassionata di cinema? –
- Sì, per me non c’è niente di meglio di un bel film. È una passione che coltivo sin da piccola. Il mio primo film è stato “Rashomon” di Akira Kurosawa. Mi trovai per puro caso a vederlo insieme a mio padre e ne rimasi affascinata. Poi col tempo, mi sono sempre più appassionata e ho provato a vedere quelli stranieri, così mi sono innamorata dei film di Martin Scorsese. –
- Martin Scorsese? Caspita! Sei una donna che ha gusto. –
- E non è tutto! Gestisce anche un blog su internet che parla di cinema. È davvero stupefacente. – interviene Inuyasha lodandomi e facendomi sentire in leggero imbarazzo.
- Come si suol dire, sei una donna con le palle. –
Questo suo commento mi lascia sorpresa, è raro che qualcuno mi dica che sono una donna con le palle. Mi hanno sempre definita un po’ troppo emancipata per essere una ragazza giapponese, ma sentirlo dire da una donna come lei non fa altro che rendermi felice.
Proseguiamo con le chiacchiere, fino a quando Inuyasha si rende conto che si è fatto tardi e decidiamo che è l’ora di andarcene.
- Grazie di tutto, nonna. Ci vediamo presto. – dice Inuyasha abbracciandola e noto che lei gli sussurra qualcosa all’orecchio e il suo sguardo cambia radicalmente, ma poi lo vedo di nuovo sorridere e darle un bacio sulla fronte.
- Signora Kaede, è stato un vero onore conoscerla. – la saluto affettuosamente.
- No Kagome, ti posso garantire che l’onore è tutto mio. – ricambia facendomi l’occhiolino e questo fa scattare Inuyasha in modo insolito. Continuo a guardarli non capendo cosa sta succedendo.
- Su andiamo, sennò non arriviamo più. –
- Ok! Allora buona serata e grazie di tutto. –
Così saliamo in moto e torniamo a casa.
 
Giunti a destinazione, arriva il tempo dei saluti anche per noi.
- Inuyasha, non so davvero come ringraziarti per questo meraviglioso pomeriggio. Sono stata benissimo. –
- Ne sono felice, sei piaciuta tantissimo a mia nonna. –
- È una donna eccezionale. –
- Già… Allora, è giunto il tempo dei regali. Non sarà mezzanotte, ma il regalo te lo devo pur dare. –
- Regalo? Ma non dovevi, dopo tutto quello che hai fatto oggi era più che sufficiente. –
- Sciocchezze! – esclama porgendomi una busta.
- Cos’è? –
- Se non lo apri non lo saprai mai. –
Obbedisco e vedo cosa c’è dentro. Resto completamente senza parole.
- Inuyasha, ma sei pazzo? Questi sono i biglietti per la prima di “Silence”. Ma come hai fatto a trovarli con così tanto anticipo? –
- Lo ammetto, ho dei superpoteri. E poi sei o non sei innamorata di Scorsese? –
- Non so davvero cosa dire. Un semplice grazie non è sufficiente per tutto quello che fai per me. –
Il mio corpo si muove da solo e lo abbraccio come credo di non aver mai fatto finora, lo stringo forte a me e lo sento ricambiare il mio abbraccio. Il suo calore ha un non so che di rilassante e accogliente, anche se fuori ci sono 40°C non mi dà per niente fastidio, anzi, vorrei restare così per sempre. Sento un brivido lungo la schiena appena le labbra di Inuyasha mi sfiorano l’incavo del collo, questo mi fa capire che forse è meglio che mi allontani, così decido a malincuore di staccarmi.
Ci guardiamo ancora un altro piccolo istante finché non è lui a rompere il silenzio.
- Allora, buonanotte. Domani divertiti. –
- Lo farò. Buonanotte anche a te. –
Aspetto fino a quando non sale sulla moto e parte, mentre io rimango ancora un po’ spaesata per quello che è appena successo.
Possibile che ricevere dei biglietti per il cinema mi faccia questo effetto? Non posso abbracciare in questo modo chiunque mi faccia un bel regalo. Un minimo di contegno. Che diamine!
Mi sento ancora il suo profumo addosso, lo stesso che ormai ho imparato a riconoscere all’istante. Riapro la busta con dentro i biglietti e continuo a sorridere come una scema. Credo che questa intera giornata sia stata il regalo più bello che abbia mai ricevuto, non ricordo di essermi sentita così felice come in questo momento.
Porca miseria che caldo! Mi sento scottare e lo stomaco contrarsi.
Che diavolo mi sta succedendo?
 
 
Siamo al tempio shintoista di mio nonno per festeggiare il mio compleanno. Oltre a mia madre e mio padre, ci sono anche Miroku e Sango. Mio fratello Sota quest’anno non è potuto venire per via dei suoi studi, ma qualche ora fa è arrivato un corriere che mi ha portato il suo regalo. Due libri di cui uno per nulla carino e l’altro decisamente migliore: il primo è “Computer per tutti For Dummies” e l’altro “Storia del cinema”.
Passiamo la serata in allegria, anche se mi rendo conto che c’è qualcosa che non va. Non vedo i miei da parecchio tempo, quindi potrei anche sbagliarmi, ma sento tensione nell’aria come se stessero cercando di nascondermi qualcosa.
Sarà una mia impressione!
Non ci penso più e continuo a godermi la festa, anche se sento la mancanza di Inuyasha.
Chissà che starà facendo. Se ripenso a ieri sera, ricomincio ad agitarmi. Ma perché?
Mio nonno mi fa tornare alla realtà dandomi il regalo e, come al solito, mi dà una di quelle cose strane scaccia-demoni che solo lui può conoscere. Quest’anno è il turno di un portachiavi a forma di palla rosa che dovrebbe essere fortunata, appena ho chiesto spiegazioni di come funzionasse, è partito il racconto in stile documentario. Con la musichetta di sottofondo sarebbe stata perfetta!
Sango e Miroku mi hanno regalato un quadro meraviglioso, che avevo già visto un po’ di tempo fa e di cui mi ero completamente innamorata, non mi aspettavo che me lo regalassero.
 
Fatte le 22, i miei amici decidono di andarsene così li accompagno fino alle scale appena fuori dal tempio.
Ad un tratto, mentre sto rientrando, sento qualcosa rompersi. Corro per paura che qualcuno si possa essere fatto male, ma nemmeno riesco ad arrivare in cucina, che sento mia madre iniziare ad urlare come non l’avevo mai sentita. Non mi faccio subito vedere, lo so che non è bello origliare, ma voglio capire cosa sta succedendo.
- Non guardarmi con quegli occhi da sporco traditore che sei! –
- Smettila di fare l’isterica, sei solo ridicola. Hai organizzato questa pagliacciata solo per nascondere l’evidenza! –
- Vi sembra il momento di litigare, con vostra figlia che potrebbe tornare da un momento all’altro? – fa notare mio nonno.
- Che tornasse, deve sapere che suo padre è solo un pezzo di merda! –
- Ehi, bada a come parli Yuka. Ti ho sempre trattata con rispetto, non ti permetto di parlarmi in questo modo. –
- Mi hai rovinato la vita invece! Non ho fatto altro che serviti e riverti per trent’anni. Se sono rimasta con te è stato solo per i nostri figli che non volevo crescessero senza di te, visto che come padre almeno non fai così schifo. – lo accusa mia madre.
Al solo sentire queste parole sento il cuore andare in frantumi.
Cos’è questa storia? Da quando i miei litigano in questo modo? Cosa significa che sono rimasti insieme solo per noi? Sono davvero stata così cieca da non capire che c’erano dei problemi? Continuo ad ascoltare quello che si dicono e rimango scioccata da tutte quelle parole.
- Allora vogliamo parlare di te? Con la tua gelosia morbosa che mi ha assillato per anni e anni e ci mancava poco che fossi gelosa dell’aria che respiravo. Non ho potuto fare carriera perché eri tu ad impedirmelo ed era logico che il mio malumore ricadesse su di te. –
- Non darmi la colpa della tua stramaledettissima carriera. Se non sei andato avanti è perché non hai mai avuto le palle di prendere una posizione! –
- ORA BASTA! Giuro sui Kami che non rispondo più delle mie azioni! –
- Provaci soltanto brut… - a mia madre muoiono le parole in gola appena si accorge di me, che dopo l’ennesimo scambio di “gentilezze” sono uscita allo scoperto.
- Kagome noi… - prova a parlare mia madre.
- Quello che sta succedendo mi sembra abbastanza ovvio, però voglio sentirmelo dire da voi. –
Così è mio padre il primo a prendere parola.
- Tra me e tua madre le cose non vanno bene ormai da tanto tempo. Abbiamo continuato a stare insieme per voi, ma non è stato semplice. Da quando sia tu che Sota siete andati a vivere per conto vostro, abbiamo cercato di ricostruire qualcosa, ma è stato tutto inutile. Anzi, le cose sono persino peggiorate. –
- E non vi siete sognati minimamente di dirmi che avevate dei problemi? Vi sembra normale che io debba scoprirlo così, come se fossi un’estranea? –
- Su questo abbiamo sbagliato, ma aspettavamo il momento giusto per dirti che abbiamo deciso di divorziare. – si giustifica mia madre.
- Bene! Ora che lo avete fatto, continuate pure a tirarvi i piatti addosso. Me ne vado, grazie per il regalo. – li liquido senza esitazione prendendo il quadro e la borsa, uscendo senza guardare in faccia nessuno.
- Kagome aspetta! – grida mio nonno.
- Scusa nonno, ma devo andarmene. –  esco come un fulmine.
Metto tutto in macchina e mi dirigo verso casa mia. Il cellulare non fa altro che squillare.
Sicuramente saranno loro e senza vedere chi è spengo il cellulare.
Fanculo!
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Sono ad una cena con i genitori di Kikyo e mi sto annoiando da morire. L’idea di stare sempre seduto a mangiare e a mangiare e a mangiare, non fa altro che farmi venire voglia di suicidarmi.
Per Kikyo era importante che ci fossi e così ho deciso di stare con lei, anche se mi è dispiaciuto parecchio non andare dai genitori di Kagome per festeggiare il suo compleanno. Se ripenso ancora a ieri, il mio cuore riprende a battere come un tamburo. Colpa di mia nonna che mi ha sussurrato all’orecchio quella frase: Cerca di non fare cose stupide. Non fare in modo che lei diventi il tuo più grande “chissà come sarebbe stato”. Per non parlare di quell’abbraccio meravigliosamente interminabile. Tornato a casa mi sentivo ancora il suo profumo addosso e la morbidezza della sua pelle sulle labbra, che mi ha tenuto sveglio tutta la notte. Che diavolo ho che non va? Sono certo che sia il caldo.
Sì, sicuro! Sarà lui ad uccidermi!
Ritorno ad ascoltare quello che gli altri dicono fingendomi interessato e guardandoli mangiare il dolce mi viene in mente una citazione da mandare a Kagome.
Forse è la volta buona che la batto!
Prendo il cellulare e le scrivo:
 
Perché, senza l'amaro, amico mio…
 
Aspetto alcuni minuti e vedo che non ha ancora risposto. Guardo l’ora e sono le 21:45. Forse non ha il cellulare vicino, è il suo compleanno e sta in compagnia, non può certo stargli dietro.
Mi risponderà!
22…
22:15...
22:30...
Possibile che non l’abbia ricevuto? Da quello che mi risulta lo ha ricevuto, ma non l’ha ancora letto.
Miroku mi ha mandato un messaggio pochi minuti fa dicendomi che il quadro le era piaciuto e che erano appena rientrati a casa, quindi escludo che loro sappiano perché non stia rispondendo.
Ora provo a telefonare! Cerco di alzarmi, ma vengo bloccato da Kikyo.
- Amore, dove vai? –
- A fare una telefonata. –
- Proprio ora? Non vedi che stanno parlando? –
- Infatti, loro stanno parlando. Di' che sono andato in bagno. – rispondo lasciandola spiazzata.
Appena mi ritrovo in un posto un po’ più tranquillo, compongo il numero di Kagome.
Il telefono della persona chiamata, non è al momento raggiungibile.”
Dannata vocina!
Riprovo ancora, ma con scarsi risultati. Così ritorno a sedere, ma non stacco gli occhi dal cellulare.
 
È quasi mezzanotte, mi rialzo nuovamente per riprovare a telefonare, ma tutto tace. Non ce la faccio, devo andare a vedere se è tutto a posto.
Mi avvicino a Kikyo.
- Senti Ki, devo andare via. È successo un imprevisto! –
- Di che parli? –
Non ho tempo per spiegarle, devo inventare una balla.
- Miroku è rimasto a terra con la macchina e ha bisogno di me. Non credo di fare in tempo a tornare. –
- Per Miroku stai sempre sull’attenti, vero? Di quello che importa a me, te ne freghi. –
- Lo sai che non è vero. Sono stato qui stasera per te e non per altri. Scusami, ma devo proprio andare. – le do un bacio sulle labbra e scappo.
Mi dispiace Kikyo!
Appena sarò più tranquillo, le spiegherò tutto. Ora non riesco a pensare ad altro fuorché a Kagome.
Salgo in macchina e vado a tutto gas verso casa sua, con la speranza che ci sia.
Arrivato inizio a bussare in maniera frenetica. Non so che mi stia prendendo, ma non riesco più a pensare.
- Kagome? Ci sei? Kagome? - provo a chiamarla insistentemente.
Dopo qualche minuto mi apre la porta, ha una faccia sconvolta e mi guarda con sorpresa.
- Inuyasha che ci fai qui? –
- Non rispondevi e mi sono preoccupato. – spiego, mentre lei inizia a piangere come se non potesse più trattenersi oltre – Cos’hai? – chiedo con aria preoccupata.
- Inuyasha! – si butta tra le mie braccia continuando a singhiozzare. Non posso fare altro che stringerla lasciandola sfogare finché non sarà pronta a dirmi cosa è successo. Vederla piangere in questo modo mi fa un male lancinante, spero di riuscire ad aiutarla.
La riporto in casa tenendola ancora tra le braccia e la faccio sedere sul divano.
Dopo che si calma mi racconta tutto quello che è successo dall’inizio alla fine.
- Accidenti! Non è stato un finale di serata piacevole. –
- È stata proprio una doccia fredda. La notizia della separazione mi ha lasciata sconvolta, ma lo sono stata ancora di più nel sentire come si sono praticamente vomitati addosso tutti i loro fallimenti e rimpianti, come se non si fossero mai amati. Mi fa male sapere che mi hanno voluto tenere all’oscuro di tutto. Sono consapevole che l’amore tra due persone può finire, non sono una ragazzina. Ma così… –
- Kagome sono esseri umani anche loro, possono sbagliare come tutti. –
- Ora la situazione sarà più complicata. Avevo chiesto una settimana in più di ferie per passare un po’ di tempo con loro, ma adesso questo non si può più fare visto che non ho nessuna intenzione di stare né da uno né dall’altro. Non voglio fare torti o favori a nessuno. Non posso nemmeno andare da mio fratello. –
- Allora cos’hai intenzione di fare? –
- Non lo so. Magari rimango a casa a spaccarmi di film e patatine. –
Il fatto che Kagome passi da sola la settimana di ferie non mi sta per niente bene. Ho un’idea, ma forse è meglio definirla una pessima idea.
- Senti tu hai preso i miei stessi giorni, vero? –
- Le prime due settimane di agosto, perché? –
- Io dovrei andare a Berlino dai miei la prima settimana. Vuoi venire con me? –
Gliel’ho davvero chiesto? Quanto posso essere diventato cretino? Pensare che il biglietto in più che avevo preso era per Kikyo, che tra l’altro non sa nemmeno che glielo avevo procurato, visto che doveva essere una sorpresa.
Ripeto: quanto posso essere cretino?
- A Berlino? Ma Inuyasha non devi andarci con Kikyo? –
E ora che le dico?
- Non può venire e il biglietto in più c’è. Cambiare aria ti farebbe bene. –
- No Inuyasha, non sei costretto a portarmi dietro. Non voglio farti pena. –
- Pena? Razza di scema, voglio aiutarti, poi se preferisci stare qua a piangere e a ucciderti col cibo spazzatura, accomodati. – la schernisco e vedo che abbassa lo sguardo. Forse sono stato troppo duro. – Scusami, ma non voglio che resti da sola. E lo dico perché sei mia amica e tu faresti lo stesso per me. – le prendo il mento e glielo sollevo dolcemente così da poterla guardare. – Allora? – chiedo nuovamente.
Kagome non risponde, ma si limita ad annuire facendomi sorridere per aver accettato. Sorriso che mi muore all’istante, dopo che mi rendo conto di aver combinato un enorme casino, a cui devo rimediare.
- Bambina, ora devo andare. Ci sentiamo domani. Ti manderò per email il biglietto, ok? Devi solo stamparlo e procurarti il passaporto. – le dico alzandomi dal divano e avviandomi verso la porta.
- D’accordo Inuyasha. –
Mentre mi giro per andarmene, Kagome mi afferra la camicia.
- Inuyasha…Volevo dirti grazie. Grazie perché ci sei sempre. Grazie perché mi fai piangere sulla tua spalla. Grazie perché so che su di te posso sempre contare. Grazie che esisti. –
Di nuovo il cuore sta facendo i capricci, non vuole smetterla di battere all’impazzata.
In questo momento non si rende conto di quanto sia dolce e bella, vorrei ancora stringerla e non lasciarla più.
- Ehi ragazzina! Troppi complimenti detti da te mi fanno impressione, vedi di finirla. – la provoco e finalmente riesco a strapparle un sorriso. – Ora vado davvero, buonanotte. Dormi bene. –
- Inuyasha! –
- Sì? –
- … il dolce non è tanto dolce. – risponde riferendosi al messaggio che le avevo mandato prima.
Accidenti! Ma le sa proprio tutte?
 
Salgo in macchina e maledico la mia stupidità. Non c’è nulla di male ad aiutare un’amica, ma agire senza pensare è da cretini.
Vedo il telefono e anche se è tardissimo decido di telefonare a Miroku.
- Inuyasha, ma che diamine ti passa per il cervello? Hai visto l’ora?
- Scusami Miroku, ma avevo urgente bisogno di parlarti. –
- Spera per te che sia una cosa seria.
Prendo un respiro profondo e gli racconto tutto, da quando ho utilizzato la macchina rotta come scusa per svignarmela dalla festa di Kikyo fino a come ho trovato Kagome.
- Amico, fattelo dire! Ti sei proprio infilato nella merda. Per carità! Il fatto che tu abbia fanculizzato Kikyo per andare ad aiutare Kagome, non fa che rendermi orgoglioso di te. Ma devi ammettere che, per quanto io possa non sopportare la tua ragazza, non ti stai comportando da fidanzato modello.
- Miroku, ho dovuto inventare una scusa su due piedi, perché avrei perso tempo solo a spiegarle la situazione, le dirò tutto appena si saranno calmate le acque. Comunque non è finita qui. –
- C’è dell’altro? Sei pieno di scoop stasera.
- La prima settimana di ferie vado a Berlino a trovare i miei e… porterò Kagome con me. –
- Ok! Inuyasha, mi sa che il caldo ti ha dato alla testa! Come la porti con te?  E Kikyo?
- Da quando ti interessa di Kikyo? Tanto non credo sarebbe venuta. – provo a giustificarmi inventando la prima balla che mi è venuta in mente.
- Che significa “non credo”?
Rimango in silenzio a questa domanda.
- Oddio! Non credi perché Kikyo non sa niente, vero? Inuyasha ascolta, ti rendi conto che c’è qualcosa che non va? Sei davvero sicuro che per te, Kagome sia solo un’amica? – mi chiede di punto in bianco.
- Certo che è solo un’amica, mi stai per caso dicendo che mi sono innamorato di lei? –
- Sei tu che lo stai dicendo, non io.
- Non dire cazzate, Miroku. –
- Sarà come dici tu, ma resta il fatto che stai perdendo il controllo della situazione e nemmeno te ne stai accorgendo. Vai a farti una bella dormita. Ne riparliamo domani. –
- Forse hai ragione. Buonanotte, amico. –
- Notte. –
Sto davvero perdendo il controllo di tutto? Quando l’ho sentita piangere tra le mie braccia, non ho potuto fare a meno di chiederle di venire con me. L’idea di lei sola, non mi ha fatto ragionare più.
Il fatto che Kagome mi abbia sconvolto la vita non lo metto in dubbio, ma dire addirittura che quello che provo per lei non è amicizia, ce ne passa di acqua sotto i ponti.
Meglio mettere in moto e andare a dormire. Devo pur spiegare a Kikyo qualcosa.
Speriamo che la notte porti davvero consiglio.
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
“Perché, senza l'amaro, amico mio, il dolce non è tanto dolce.” Dal film "Vanilla sky"
 
 
Anche questo è andato :)
Non finirò mai di ringraziarvi per chi sta leggendo la mia storia, i numero di visualizzazioni è veramente alto e di questo non potrei essere più che contenta. Ma non mi dispiacerebbe avere qualche recensioncina in più xD. Essendo la mia prima storia vorrei tanto sapere cosa ne pensate, se sta andando bene, sta andando male, se vi sta appassionando, se vi sta annoiando… insomma se mi volete dire qualsiasi cosa, io sarei più che contenta di leggere quello che voi pensate. Specialmente ora che Inuyasha ha combinato davvero un bel casino, anzi dire casino è riduttivo. xD
Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà Kagome-centrico e si intitola “Un viaggio da ricordare”, quindi si può immaginare cosa potrà accadere. E per tutti i fan del fratellone No Taisho, non vi preoccupate, che nel prossimo rivedremo tutta la famiglia al completo con tante belle chicche. 
Un abbraccio a tutti e alla prossima.
:*
Princess Miyu.
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Un viaggio da ricordare ***


Capitolo 8: Un viaggio da ricordare.
 
 Pov Kagome
 
Agosto
 
Tra tutte le cose che pensavo non mi sarebbero mai successe, una era proprio quella di passare le ferie in Europa. E adesso mi trovo su un aereo, insieme ad Inuyasha, diretto a Berlino.
Dopo tutto quello che è successo in queste ultime settimane, Inuyasha non ha voluto che restassi da sola, così mi ha invitata a casa dei suoi per una settimana.
Se devo essere sincera, questo viaggio mi rende parecchio nervosa, ma allo stesso tempo euforica. Mi chiedo ancora cosa avesse Kikyo di così importante da non partire con il suo ragazzo. Mah! Da una parte non mi dispiace che non sia potuta partire.
Ma che diavolo penso? Scaccio quel cattivo pensiero dalla mia mente e penso a godermi il volo.
Il viaggio è stato piacevole, tra una chiacchierata e l’altra le ore non ci sono pesate per niente. A parte le mie gambe e il mio sedere che si sono atrofizzati!
L’aereo atterra e finalmente posso sgranchirmi.
- Ah! Era ora! Non ce la facevo più. – affermo con un sospiro di sollievo.
- Purtroppo le quindici ore fanno questo effetto. – dice Inuyasha che è intento ad aspettare i bagagli sul nastro trasportatore.
 
Preso tutto, ci avviamo verso l’uscita per prendere un taxi.
Il tragitto dall’aeroporto a casa di Inuyasha non è stato molto lungo, ma per tutto il tempo mi sono sentita una bambina che non faceva altro che rimanere incantata da ciò che vedeva.
Arrivati a casa sua, alla porta ci accoglie una donna bellissima ed elegante; noto che ha gli stessi occhi di Inuyasha.
- Caro ben arrivato! Hai fatto un buon viaggio? – saluta la donna abbracciandolo.
Mi sto decisamente agitando!
- Ciao mamma. Tutto bene. Scusami per questa improvvisata, ma lei è Kagome. Mi sono permesso di invitarla così non passava le ferie da sola. –
- Piacere di conoscerla signora No Taisho. Mi scuso per il disturbo. – dico inchinandomi.
- Che disturbo! Allora tu sei la famosa Kagome, finalmente ti conosco! Mio figlio mi ha parlato di te e devo dire che non ti ha per niente reso giustizia, mia cara. – mi confessa lasciandomi spiazzata. Ora posso sprofondare! Giustizia? Di cosa sta parlando?
- Mamma, perché non ci fai accomodare? Ti ricordo che non siamo arrivati col teletrasporto. – sbotta Inuyasha diventando leggermente rosso.
- D’accordo, brontolone. Entrate! Kagome, fai come se fossi a casa tua. – mi accoglie passandomi un braccio intorno alla spalla accogliendomi in casa.
- La ringrazio ancora signora No Taisho. –
- Per favore chiamami Izayoi. Non mi far sembrare più vecchia di quello che già sono. –
Entriamo dentro e rimango estasiata dalla raffinatezza della casa (a parte che dalla sua grandezza). Anche se vivono in Europa, lo stile orientale è rimasto; per non parlare dei quadri appesi al muro che sono uno più bello dell’altro.
Izayoi mi accompagna nella stanza degli ospiti per poter sistemare la valigia.
Rimasta sola, mi siedo ai piedi del letto e guardo la stanza con occhi sognanti. È tutto bellissimo e l’aria che si respira è di casa e tepore famigliare. Cosa che molto probabilmente non sentirò mai più.
Una lacrima riga la mia guancia al solo pensiero di quella sera. Mi chiedo ancora il perché e come sia potuto capitare tutto questo? Si può davvero fingere di amare una persona solo per mantenere le apparenze?
L’arrivo di Inuyasha mi distoglie da quei pensieri.
- Kagome tutto bene? –
- Sì, tranquillo. Ho avuto solo un piccolo momento. –
- Se è stato per qualcosa che ho detto io oppure mia madre, mi dispiace. –
- Scherzi? Qui è tutto perfetto e tua madre mi sembra una donna meravigliosa. Anzi, grazie per avermi portato qui. –
- Di niente. Comunque sarà meglio che ti prepari al peggio. –
- Perché? –
- Stasera a cena ci saranno mio fratello e famiglia. –
- Oh! Finalmente conoscerò il fratello simpatico. –
- Tsk! Tu di certo non lo sei per niente. – borbotta – Vedi di riposare un po’. Sarai esausta. – conclude avviandosi verso porta.
- D’accordo. Grazie ancora, Inuyasha. – lo saluto e lui ricambia facendomi un bellissimo sorriso. Credo che non potrei più vivere senza.
 
Arriva l’ora di cena e faccio la conoscenza del padre di Inuyasha, che dall’aspetto pare un uomo severo vista la stazza, ma in realtà è un uomo molto gentile che ama dal profondo del cuore i suoi figli e sua moglie. Poi arriva il turno di Sesshomaru. Quando Inuyasha mi diceva che il fratello poteva essere paragonato ad un ghiacciolo, non credevo che il paragone fosse letterale. Ha davvero uno sguardo glaciale che ti mette i brividi, a differenza di sua moglie che è il suo esatto contrario; infine, c’è la loro bambina. È uno scricciolo, ma sicuramente è molto sveglia. Già l’adoro!
Adesso ci troviamo tutti insieme a tavola a parlare del più e del meno.
- Allora fratello, la tua “non” dolce metà dove l’hai lasciata? –
- Sesshomaru, ricominci? – risponde il minore.
- Che non sia dolce è un dato di fatto. Mi chiedevo che scusa avesse inventato per non venire. –
A quanto pare, nemmeno il fratello di Inuyasha vede di buon occhio Kikyo.
Chissà perché non mi sorprende!
- Non poteva per via di alcuni impegni. – spiega continuando a mangiare e senza distogliere gli occhi dal piatto. È evidente, almeno per me, che c’è qualcosa sotto e che lui non vuole darlo a vedere.
- Meglio così! È più gradita la presenza di Kagome. Mi raccomando non fartela scappare. – afferma convito Sesshomaru. Vedo Inuyasha che tra un po’ si strozza con la carne che stava masticando.
Fatemi sprofondare. ORA!
- Che diavolo stai dicendo? Certo che sei proprio un deficiente! – sbotta dopo essersi ripreso.
- Ehi! Non ti scaldare, fratellino. Era solo una battuta. –
- Tu che fai battute? Tsk! Chi ci crede. Per poco non mi facevi morire. –
Vedo gli altri componenti della famiglia ridere di fronte a questo teatrino che coinvolge anche me, il che mi toglie da quest'imbarazzo assurdo.
- Raccontaci di Miroku. Com’è questa ragazza? – interviene ad un tratto Rin, forse per aiutare il cognato.
- Sango è una ragazza eccezionale, un po’ manesca, ma è quello che ci vuole per quel depravato. Poi è la migliore amica di Kagome. – spiega lui voltandosi verso di me con un bel sorriso.
- Davvero? – chiede rivolgendosi a me.
- Sì, ci conosciamo dalle elementari e da un anno e mezzo ho iniziato a lavorare insieme a lei per la stessa rivista. Lei come grafica ed io come giornalista. –
- Miroku che predilige la monogamia... chi l’avrebbe mai detto. Non avrei di certo scommesso se avessi pensato a questa eventualità. – sostiene amareggiato Sesshomaru.
- E intanto mi sono intascato 200 € grazie a te. – interviene vittorioso il padre.
- Papà, ma vi siete messi a scommettere sulla vita amorosa del mio amico? – chiede sconvolto Inuyasha.
- Che vuoi farci, figliolo, alla mia età ci si annoia facilmente. –
- Inui No Taisho! Da te non me lo sarei mai aspettata! – lo rimprovera la moglie.
- Ma cara, era solo una piccola scommessa tra padre e figlio. –
- Siete proprio un padre e un fratello degeneri. –
- Inuyasha, se te la sei presa perché pensi che non abbiamo fatto scommesse su di te, ti sbagli di grosso. Ho un’agenda piena con le varie puntate, se vuoi puoi darci un’occhiata. – lo provoca Sesshomaru.
- Dannato! –
- Anch’io anch’io voglio scommettere su zio Inuyasha! – grida tutta elettrizzata Kotomi.
- Ecco! Bravo Maru! Ora non la smetterà più! – dice rassegnata Rin.
- Mi farete diventare matto! – sbuffa Inuyasha afflitto, portandosi una mano sulla fronte.
La serata la passiamo in armonia tra chiacchiere e risate. Ho parlato un po’ di me, del mio blog e noto che rimangano molto affascinati dalle mie idee e su quali sono le mie aspirazioni.
Sono davvero una bellissima famiglia.
 
Finita la cena, vado in cucina con Izayoi a dare una mano. Ad un tratto, arriva Kotomi.
- Kagome! Ho un regalo per te. –
- Davvero? Grazie piccola, non dovevi. –
- Ti ho fatto un disegno. – dice tutta sorridente porgendomi il disegno.
Ha disegnato tutta la famiglia al completo e lo guardo incantata, fino a quando un piccolo particolare mi salta all’occhio.
- È stupendo! Hai disegnato tutti molto bene, ma chi sono questi che si tengono mano nella mano? – chiedo, indicando il “particolare” in questione.
- Sei tu con zio Inuyasha. – risponde con tutta la naturalezza che solo un bambino può avere.
Devo ammettere che questa affermazione mi ha spiazzato un po’ e mi ha messo decisamente in imbarazzo.
- Perché dovremmo tenerci per mano? –
- Voi due un giorno vi sposerete. –
Se prima ero destabilizzata adesso mi sento come se stessi cadendo nel baratro più profondo. Il mio cuore per un attimo ha perso un battito e credo che la mia faccia possa essere paragonata ad un pomodoro.
- Kotomi, lo sai che tuo zio è già fidanzato con Kikyo, vero? – cerco di farla ragionare, non posso certo stare qui muta come un pesce!
- Kikyo è brutta e antipatica. Tu, invece, sei bellissima e simpatica. – afferma sbuffando peggio di un treno.
Accidenti! Nessuno mi ha mai messo così in difficoltà quanto lei. Da grande darà del filo da torcere a chiunque se iniziamo così.
- Grazie piccolina, ma non si dicono queste cose sulla ragazza dello zio. –
- Uff! Lo dice sempre anche mia madre, ma non mi piace Kikyo e anche a lei non piace, però sta sempre a rimproverarmi. Zio Inuyasha è troppo buono per lei. –
In questo non posso che darle ragione. Ha solo 6 anni e ha capito tutto.
- Custodirò questo regalo come il più prezioso dei tesori. Grazie Kotomi. – le sorrido e l’abbraccio forte, schioccandole un bacio sulla guancia.
Per tutto il tempo c’era Izayoi che ha assistito alla scena e non smetteva di sorridere.
Dopo che Kotomi lascia la cucina, la mamma di Inuyasha si avvicina a me invitandomi a sedere.
- Sei incredibile! Entrare nelle grazie di Mi-chan non è impresa da poco. –
- È una bambina molto sveglia e adorabile. Qualità che spero non perda mai. – sorrido per poi incupirmi, ripensando alle parole di Kotomi che mi hanno spiazzato.
- Che c’è cara? Ti preoccupa qualcosa? –
- No, no. Pensavo che non deve essere facile per Inuyasha sentire che non approvino la sua ragazza. – improvviso, visto che anche a me Kikyo non trasmette simpatia.
- Ormai è abituato e lo sa che tutto quello che gli diciamo è per il suo bene. Quando comincerà a capire da solo cosa è giusto per lui, allora saprà come comportarsi. –
- Capisco. Quindi anche tu pensi che Kikyo non sia giusta per Inuyasha? –
- E tu lo pensi? – mi incalza in maniera inaspettata facendomi trasalire.
Che diamine dico ora?
- In realtà non penso niente. Non la conosco molto, non saprei che dire. – invento la balla più grande del mondo. Avrei tantissime cose da dire, ma meglio tenerle per me.
- Sarà! Mi sembri un tipo che invece di cose da dire ne ha tante. – afferma con un mezzo sorriso.
Ma che fa, mi legge nel pensiero?
- Sta’ tranquilla, mio figlio sarà anche un testone, ma non è uno stupido. Prima o poi si accorgerà di cosa c’è davanti a lui. – conclude facendomi l’occhiolino.
Bene! Perché mi sento presa in causa?
Per caso oggi è la giornata del “Come mettere a disagio Kagome” e nessuno mi ha avvertito?
Continuiamo a chiacchierare per un altro po’ finché credo sia giunta l’ora di andare a letto, mi sento addosso ancora gli effetti del fuso orario.
Auguro la buonanotte a tutti e mi dirigo verso il bagno, quando vedo uscire Inuyasha a petto nudo con un asciugamano intorno a collo intento a tamponarsi i capelli umidi.
Anche se con un leggero imbarazzo, non riesco a non bearmi di quella visione. C’è poco da dire: è stupendo!
- Ho appena finito. Puoi andare. – mi informa grattandosi la nuca.
- Grazie Inuyasha. Allora buonanotte. –
- Notte. – dice passandomi a fianco e non posso fare a meno di inspirare il suo profumo, che ho iniziato ad adorare.
Approfitto anch’io per farmi una doccia veloce e vado a dormire.
 
Passano un paio di giorni e non mi sono fermata un’istante.
Berlino è stupenda e Inuyasha come cicerone non è per niente male. Abbiamo visto la Porta di Brandeburgo, la Pergamon Museum e la East Side Gallery; quest’ultima è stata la tappa che mi è piaciuta di più.
In 1.3 km di muro è racchiuso un mix di arte e storia di Berlino; quando il muro cadde nel 1989, rimase in piedi solo quel tratto e così divenne una specie di galleria d’arte per tantissimi artisti.
Le opere sono una più bella dell’altra e trasmettono ottimismo e voglia di cambiamento.
È davvero incredibile!
Passare queste giornate con Inuyasha è bellissimo, sembra che le ore durino sempre troppo poco.
Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per ciò che ha fatto. Se non mi avesse portato qui, a quest’ora mi starei spaccando di lavoro o davanti alla tv a mangiare schifezze solo per non pensare; invece grazie a lui e alla sua famiglia mi sento come se fossi a casa.
Stasera, su idea dei signori No Taisho, decidiamo di uscire con Rin e Sesshomaru andando in un pub dove Inuyasha andava spesso con i suoi colleghi quando viveva qui.
Devo dire che questi pub sono molto folcloristici e completamente diversi da quelli che si trovano a Tokyo. Fantastico!
Ci sediamo e ordiamo quattro birre con degli stuzzichini e iniziamo a parlare, ovviamente Sesshomaru non perde tempo a prendere in giro Inuyasha.
- Kagome non puoi capire. Quando litigavamo, mi inseguiva per tutta casa con una specie di bastone che per lui era una spada che avrebbe potuto uccidere cento demoni in un colpo solo. Com’è che la chiamavi? Tess… qualcosa? – canzona Sesshomaru.
- Tessaiga. La chiamavo Tessaiga. Avevo 7 anni e tu, che dovevi essere il fratello maggiore, non facevi altro che farmi i dispetti. Perché non racconti a Kagome di quando ti ho beccato a piangere mentre vedevi “Le pagine della nostra vita”. Un omone come te che piange per un film. –
- Per l’ultima volta, non stavo piangendo, mi era entrata una cosa nell’occhio. E il film non lo stavo nemmeno guardando. –
- Certo dicono tutti così. –
Non riesco a smettere di ridere, sono troppo buffi.
- Ma siamo sicuri che abbiate 30 anni? Litigate ancora come due ragazzini. – interviene Rin che ride da sotto i baffi.
- Donna, non mi provocare. –
- Lo sguardo da tenebroso principe di ghiaccio non attacca con me, amore. –
Li guardo incantata, ma anche un po’ stranita su come due persone così diverse siano così tanto innamorate.
- Come vi siete conosciuti? – domando incuriosita bevendo un sorso della mia birra.
Dopo che lo chiedo tutti si scambiano un mezzo sorriso.
- Credo che sia colpa mia. – apre il discorso Inuyasha.
- In che senso? – chiedo dubbiosa.
- Devi sapere che io, Inuyasha e Miroku eravamo compagni di classe al liceo. – spiega Rin.
- Davvero? –
- Certo. Eravamo inseparabili, ci chiamavano lo “strano trio”. Più che altro non capivano come Miroku potesse essere amico di una ragazza. –
- In effetti me lo sarei chiesto anch’io. – confermo meravigliata.
- Comunque, all’epoca mio fratello era uno studente universitario e visto che la nostra Rin è sempre stata una mega schiappa in matematica, ebbi la geniale idea di chiedere a mio fratello di darle ripetizioni. –
- Wow! Allora vi siete innamorati tra una ripetizione e l’altra. –
- Magari fosse stato così semplice. Posso dirti che mi ha fatto piangere… e tanto. –
- Ma almeno n’è valsa la pena. –
- Certo amore. – conclude Rin dando un dolcissimo bacio a suo marito.
 
Finita la serata, Rin e Sesshomaru decidono di tornare a casa.
- Sicuri di non volere un passaggio? Tanto dobbiamo passare a prendere Kotomi. – domanda Rin.
- Tranquilli, davvero. È ancora presto, ci faremo una passeggiata. – rispondo facendo un inchino per ringraziarli.
- E poi non siamo due vecchietti, come qualcuno qui presente. –
- Inuyasha, vedi di non giocare col fuoco che ho ancora altre storielle su di te da raccontare. –
- Non oserai! –
- Ma che fate? Ricominciate? Andiamo Maru, Mi-chan ci aspetta. Buonanotte ragazzi. Ci vediamo presto. – dice Rin.
- Sì andiamo. Allora buona passeggiata. Ci vediamo domani. – ci augura Sesshomaru.
- Notte. Date un bacio alla peste. – saluta infine Inuyasha e io insieme a lui.
Iniziamo a girare per il centro di Berlino ed è davvero incredibile come tutto sia così luminoso, per non parlare del clima che è sicuramente più sopportabile del Giappone in questo periodo.
Da quando ho sentito la storia di Rin e Sesshomaru mi chiedo perché lei abbia pianto tanto per lui, è evidente che si amino. Chissà com’è andata e soprattutto come ha reagito Inuyasha.
- Inuyasha, come hai reagito quando hai saputo di Rin e Sesshomaru? –
- Oh! L’ho capito piuttosto tardi che Rin fosse innamorata di mio fratello. Fu un anno abbastanza intenso dove entrambi hanno sofferto molto. –
- Come mai? –
- Sostanzialmente per due ragioni: una superabile e l’altra, invece, decisamente più complicata. – spiega – La prima ragione fu la differenza di età; innamorarsi di una ragazza che ha la stessa età di tuo fratello non è proprio il massimo, renditi conto che sono pur sempre otto anni di differenza. Adesso non si notano, ma immaginati una ragazza di 15 anni assieme ad uno di 23. La seconda ragione, quella più complicata, fu che Sesshomaru era fidanzato con una ragazza che si chiamava Kagura. –
- Ora si capiscono tante cose. Non deve essere stato facile per Rin. –
- Già! Quando conobbi Kagura la soprannominai “signora del vento”. Indossava ogni volta dei vestiti svolazzanti e aveva sempre un ventaglio in mano. –
- Mi stai dicendo che hai dato un soprannome alla ex di tuo fratello perché aveva dei vestiti svolazzanti? – chiedo fermandomi di colpo.
Lì scoppio a ridergli in faccia per l’assurdità della cosa. Non riesco a smettere.
- Sì sì ridi pure. Tanto chi la fa l’aspetti. – risponde parecchio stizzito.
- Uh che paura! Che mi farai? Mi trafiggerai con Tessaiga? – continuo a stuzzicarlo senza smettere di ridere.
- Guarda un po’ questa ingrata che a tradimento si allea con mio fratello. –
- Dai Inuyasha non te la prendere. Resta il fatto che avevi una fervida immaginazione. –
- Come tutti i grandi geni, sottolineerei. –
- Mi chiedo come mi avresti soprannominato. –
- Ti avrei paragonato ad una sacerdotessa che lancia frecce purificatrici. –
- Che razza di cafone. Dici così solo perché mio nonno è un sacerdote shintoista. E comunque se davvero lo fossi, adesso ti metterei un rosario intorno al collo e ti costringerei ad andare “a cuccia”. –
- Ehi dannata, mi stai forse paragonando ad un cane? –
- IO? Non lo farei mai. – continuo a canzonarlo.
Dopo un po’ ci fissiamo e, all’improvviso, scoppiamo a ridere per la ridicolaggine della conversazione.
Ritorniamo a camminare dopo aver smesso di ridere come due emeriti imbecilli e riprendiamo il discorso da dove lo avevamo interrotto.
- Come ti dicevo non seppi subito dei sentimenti di Rin, ma incominciai ad avere qualche sospetto quando la vedevo piangere ogni volta che c’erano Sesshomaru e Kagura. Trovava un qualsiasi nascondiglio per piangere. Ovviamente lei non ci diceva niente, ma con Miroku decidemmo di indagare ugualmente. –
- Da bravi impiccioni. – aggiungo.
- Ah ah! Simpatica! Tenni anche sott’occhio mio fratello e notai dei cambiamenti in lui ogni volta che era con Rin. Era sempre freddo e tutto posato, ma c’era qualcosa di diverso. Era più vero. Onestamente non so effettivamente come andarono le cose, ma so solo che una sera Sesshomaru uscì di casa come un lampo e il giorno dopo mi ritrovai Rin come cognata. Da allora non si sono più lasciati. Poi tutto il resto è storia. – termina di raccontare.
Continuiamo a parlare finché non ci troviamo nella piazza più grande di Berlino, Alexanderplatz. Rimango sbalordita dalla particolarità dello stile e dalla presenza di numerose attrazioni. È veramente meraviglioso!
Ci avviciniamo ancora di più all’Urania Weltzeituhr, quando Inuyasha, di punto in bianco, mi guarda serio e ricomincia a parlare.
- Non mi hai mai parlato della tua vita amorosa. La mia la conosci praticamente a memoria e adesso sai anche quella di mio fratello. Dimmi un po’ la tua. – chiede per poi distogliere subito lo sguardo da me come se si vergognasse, mentre io trasalisco al solo sentire quella domanda.
- Non te ne ho parlato perché non c’è nulla da dire. – cerco di tagliare corto.
- Dai non dirmi che non hai mai avuto un ragazzo? Non ci credo. –
- Sì li ho avuti, però non credo che valga la pena parlarne. –
- Che esagerata, ma che ti costa? – insiste.
Mentre lui continua a camminare, io mi fermo di colpo con lo sguardo basso e i pugni stretti.
- HO DETTO CHE NON VOGLIO PARLARNE! – sbotto all’improvviso facendolo girare di scatto.
L’idea che lui sappia di quanto sia incapace di amare mi fa sentire ancora più uno schifo. Non voglio che mi guardi come fanno tutti, come una cinica senza cuore. Non potrei sopportarlo!
- Scusami, non volevo impicciarmi. – afferma mortificato avvicinandosi a me.
- No… scusami tu. Solo che per me non è molto facile parlarne. – sospiro – Ho avuto due storie importanti, una finita male e l’altra finita peggio. Il mio ultimo ragazzo mi ha tradito e con il primo non è andata. –
- Cosa c’è di tanto strano? Uno era uno stronzo e l’altro non era quello giusto. –
- Non ci sarebbe nulla di strano se avessi provato un minimo di amore per almeno uno dei due. Inuyasha, la causa delle mie storie malriuscite sono sempre stata solo io. Con Koga può anche starci che l’amore non sia nato, mettiamoci il tradimento come valore aggiuntivo ed era quasi scontato mandarlo a quel paese, anche se sono più che certa, ed è dura ammetterlo, che lui mi abbia tradito proprio perché non gli davo ciò che voleva, non lo facevo sentire importante. E con Kohaku è successa la stessa cosa, solo che a mio avviso è successo molto peggio. Lui è sempre stato un ragazzo splendido, mi ha donato tutto e mi ha amato con tutta l’anima; mentre io invece che gli ho dato? Solo tanta sofferenza. Sono arrivata alla conclusione che se non sono riuscita ad amare una persona che mi ha dato tanto, significa che forse sono una che non è capace di amare. Sono solo una stronza. – racconto senza mai staccare gli occhi da terra.
E una stupida aggiungerei. Volevo che non mi guardasse il quel modo e, invece, gli ho praticamente vomitato addosso tutta la mia schifosa vita, ma non sono riuscita a trattenermi.
- Cazzate! – esclama con decisone e naturalezza lasciandomi a dir poco sorpresa.
- Scusami? – domando alzando il capo di colpo.
- Ho detto: cazzate! Devi smetterla di darti colpe che non hai. Non ti sei mai innamorata, e allora? Quello giusto arriverà e magari è molto più vicino di quanto tu immagini. –
In questo momento il mio cuore sta battendo all’impazzata e non riesco a distogliere lo sguardo da lui.
- Per cui smettila di dire che sei stronza perché, mia cara, sei tutto tranne che quello. Se davvero lo fossi non avresti conquistato la mia famiglia in meno di una settimana, specialmente Kotomi; per di più non avresti delle persone che ti adorano e farebbero di tutto per te. Ti nascondi in questo cinismo solo per proteggerti da non so cosa. –
- E tu lo faresti? – chiedo senza pensarci un solo secondo.
Inuyasha non risponde subito, forse sta cercando di capire se ha sentito bene o non sa che cavolo rispondere.
Che imbecille sono!
- Farei di tutto per te. – risponde guardandomi con dolcezza, troppa dolcezza.
Oh mamma! Mi dimentico quanto sia bello.
Mi sta per mancare il fiato!
- Altrimenti non ti avrei portato qui e, ti assicuro, che non l’avrei fatto per chiunque. – prosegue, distogliendo di scatto lo sguardo da me.
Forse l’ho messo in imbarazzo. Sono doppiamente imbecille!
- Grazie Inuyasha. Sei una persona eccezionale. – lo ringrazio cercando di farlo sentire un po’ più a suo agio. Lui ricomincia a guardarmi come se mi stesse scrutando l’anima.
Siamo vicinissimi l’uno di fronte all’altro e continuiamo a guardaci negli occhi; potrei perdermici i quegli occhi così profondi. Mi sembra come se il tempo si fosse fermato e che intorno a noi non ci fosse nessun altro. Ho la gola secca, il cuore sta per uscirmi fuori dal petto e sento nuovamente quella sensazione strana allo stomaco.
- Non ringraziarmi. Siamo amici, no? – rompe il silenzio Inuyasha.
- Già! Amici. – ripeto con tono amaro.
È stato come ricevere un pugno al solo sentire quella parola e, non so come, mi ha fatto sentire triste.
Perché provo tutto questo?
Basta Kagome! Non farti prendere dall’agitazione. È ovvio siate amici, che cosa avrebbe dovuto dirti?
- Dai, riprendiamo a camminare o non vedrai nulla se continuiamo a stare fermi. –
- Sì andiamo. –
Una cosa è certa, questo sarà sicuramente un viaggio che non dimenticherò mai. Mi sento persino in colpa per essere così felice, perché temo che tutto questo mi costerà caro… molto caro.
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo, molto lontano…
 
 
- Pronto?
- Sono io, ho bisogno di parlarti. –
- Amica mia, da quanto tempo. Dimmi tutto.
- Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. –
- Di che si tratta?
- Kagome Higurashi. Voglio che tu la tenga d’occhio. –
- Higurashi? Perché ti interessa? È solo una sfigata!
- Una sfigata che potrebbe darmi un sacco di problemi e, comunque, non ti ho chiesto un parere. –
- Va bene. Cosa vuoi sapere?
- Tutto. Vita, morte, miracoli, anche quante volte va in bagno se è necessario. –
- Se ti può interessare, posso dirti che è in ferie al momento e che tornerà tra due settimane.
- Bene! Allora fammi sapere dove sta. –
- Sarà fatto! Ma posso almeno chiederti perché?
- Non permetto a nessuno di toccare ciò che è mio. –
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Zanzanzaaaaaaaan!
Ebbene sì! Ho fatto una cosa insolita. Come se avessi spostato la “telecamera” per 5 secondi. A quanto pare qualcuno dall’altra parte del mondo sta un po’ fremendo xD, Kagomina potrebbe incominciare ad avere dei seri problemi U.U
Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto un po’ di problemucci. L’importante è che sono riuscita ad aggiornare. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e non smetterò mai di ringraziare chi sta leggendo e chi ha recensito. Ancora grazie! *^*
Se vi va ci si “vede” con il prossimo capitolo “Non ci vedo chiaro.” Adesso è il turno di Inuyasha, come starà passando questa settimana?
Alla prossima.
Primcess Miyu :*
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Non ci vedo chiaro ***


Capitolo 9: Non ci vedo chiaro.
 
Pov Inuyasha
 
Agosto
 
 
Stasera si sta benissimo, anche se fa caldo c’è questo venticello che ti fa diventare tutto sopportabile. Sono sul balcone di casa mia e penso a tutto quello che è successo in questa settimana e quello che mi aspetterà. Domani, io e Kagome, riprenderemo l’aereo per tornare a Tokyo; non posso negare di provare un po’ di agitazione all’idea di affrontare Kikyo, però ho scelto io di infilarmi in questo casino e da solo dovrò uscirci.
Ripenso ancora alle parole di Miroku che mi ha detto il giorno prima di partire.
 
         _____________________________________________________________________
 
Una settimana prima…
 
- Allora… domani parti? – mi chiede Miroku.
- Già! – rispondo mentre continuo a sistemare la valigia.
- Alla fine cosa hai detto a Kikyo? –
- Le ho detto che stavo tornando per lavoro e che ci saremmo presi un po’ di tempo per noi al mio ritorno. –
- E se l’è bevuta? – chiede sorpreso dalla scusa che mi sono inventato.
- A quanto pare. –
- Senti Inuyasha lasciatelo dire, ma hai fatto la più grande cazzata della storia. Te lo ripeto, non stai facendo altro che cose stupide ultimamente e tutto per una persona che consideri solo un’amica. Ne converrai che risulta un po’ ambigua come cosa. –
- Non c’è nulla di ambiguo. Appena ritornerò vedrò di sistemare tutto, farlo ora non mi sembra giusto nei confronti di Kagome che non merita di entrare nei miei casini, visto che ha già i suoi. –
- E Kikyo allora? –
- Ma che diavolo Miroku! Da quando ti preoccupi per Kikyo? –
- Ehi razza di cretino! Non sono preoccupato per quella bambola gonfiabile, sono preoccupato per te e per Kagome. – lo guardo stranito senza capire che cosa voglia dire. Così lo incito a proseguire - Non ti sto giudicando per il semplice fatto che da tutta questa storia, posso finalmente dire di aver ritrovato il “vecchio Inuyasha”. –
- Che cosa vuoi dire? –
- Voglio dire che ho di nuovo di fronte a me lo stesso ragazzo che non faceva altro che cose stupide, agiva d’impulso, che non si faceva dire da nessuno quello che doveva o non doveva fare, giusto o sbagliato che fosse a te non importava, perché ogni cosa l’hai fatta col cuore. Quello che stai facendo ora per Kagome è solo l’ennesima dimostrazione di quanto sia grande quel cuore, ma devi tenere conto che ci saranno delle ripercussioni. –
- Miroku la stai facendo più grande di quello che è. –
- No, Inuyasha! Kikyo non se ne starà in un angolo a piangere appena verrà a conoscenza di tutta questa storia. Ci saranno delle conseguenze e queste le pagherà tutte Kagome. Lo sai che la tua ragazza non è un tipo che si lascia scivolare le cose. È vero che con Kagome avrebbe pane per i suoi denti, ma non credo che tu voglia si arrivi a tanto. –
- Certo che no! Ma non descrivere Kikyo così, avrà un carattere difficile, ma addirittura vendicativa e meschina mi sembra esagerato. –
- Mi vuoi far credere che Kikyo non è una stronza, manipolatrice e meschina? SMETTILA DI FARE LO ZERBINO E APRI QUEI CAZZO DI OCCHI! – mi grida spazientito.
- BASTA! – urlo anch’io sbattendo il pugno sul tavolo.
- Scusa ho esagerato! Ma fatti dire un’ultima cosa. Parti tranquillo, goditi questa settimana insieme ai tuoi, non pensare a nulla e pensa solo a divertirti e a far stare bene Kagome. Sappi però, che quando tornerai dovrai affrontare questa situazione e voglio solo che tenga gli occhi aperti. Io e Sango non diremo nulla, su questo puoi stare tranquillo. –
- Non ti preoccupare. Lo farò per Kagome. È un’amica che sta passando un momento non felice e voglio essere lì fino a quando tutta questa tempesta non sarà finita. –
- Amico mio, spera solo che questa tempesta non peggiori, sennò a restarci secchi sarete solo voi due. -
 
                _____________________________________________________________
 
 
Domani saremo già di ritorno.
Accidenti! Questa settimana è volata e non credevo di divertirmi così tanto. Hanno adorato tutti Kagome, specialmente Kotomi, cosa del tutto rara.
In questi giorni ho imparato a conoscerla ancora di più e non credevo possibile che avesse così tante ferite nel suo cuore. Quando mi ha chiesto se anch’io per lei avrei fatto di tutto, non credo di essere stato più sincero in tutta la mia vita.
Davvero farei di tutto per lei? Certo, come potrei non farlo. Se non la vedo sorridere almeno una volta durante la giornata, mi sento come un vuoto dentro.
L’essere stato così bene in questi giorni, non fa altro che complicare ancora di più la situazione.
Cosa diavolo mi sta succedendo?
Guardo in direzione della finestra della stanza di Kagome, che è poco distante dalla mia e continuo a sospirare come se stessi aspettando qualcosa. Ma cosa?
Poco dopo sento qualcuno arrivarmi alle spalle.
- Inuyasha sei ancora in piedi? –
- Rin sei tu. -
- Tra un po’ andiamo via. Allora… domani torni in Giappone? –
- Già! – rispondo quando mi viene in mente una cosa. – Posso farti una domanda? –
- Dimmi. -
- Lo sai che non mi hai mai detto come tu e mio fratello vi siete messi insieme? –
- Come mai me lo chiedi proprio adesso? – chiede sorpresa.
- Curiosità. –
- Ecco… una sera Maru mi stava accompagnando a casa. Ad un certo punto non mi accorsi che stava passando una macchina e lui mi ha praticamente tirato a sé. La troppa vicinanza ha fatto sì che ci baciassimo, solo che quando ci siamo staccati non c’è stato il lieto fine che mi aspettavo. Litigammo di brutto e non ci parlammo per una settimana. –
- Ora capisco perché per un po’ non venisti più a casa. – dico ripensandoci e lei annuisce solamente.
- Una domenica mattina lo incontrai e caso ha voluto che mi vedesse insieme al nostro compagno di classe Daichi, te lo ricordi? –
- E come no? Il ragazzo che ti lasciava il tappeto di bava quando ti vedeva. Caspita! Immagino che per Sesshomaru sia stato un duro colpo. –
- Resta il fatto che lo ignorai completamente, anche se dentro di me ero la ragazza più felice del mondo, solo per averlo rivisto. Fingere di essere quella a cui non importava nulla non è stato semplice, però questo ha fatto in modo che quella sera stessa lui venisse da me. Ricordo ancora che pioveva a dirotto. –
- Ricordo quella sera. Uscì all’improvviso senza dare spiegazioni a nessuno. –
- Mi disse che non dovevo più osare vedere altri ragazzi e che il mio posto era accanto a lui. E poi tutto il resto lo sai. –
Rimango stupito da quello che ho appena sentito, mio fratello che apre così il suo cuore... non ci avrei mai creduto.
- Adesso posso fartela io una domanda? –
- Certo. –
- Perché continui a sospirare? In quindici anni che ti conosco non te l’ho mai visto fare, nemmeno per Kikyo. –
- Non sto sospirando. Sto riflettendo. –
- Ok! La cosa è ancora più sospetta. –
- Non sei per niente gentile, lo sai? –
- Dimmi cos’hai. – insiste diventando seria.
- Ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare e quando tornerò a casa dovrò risolvere tutto. –
- Per caso riguarda il fatto che sei partito con Kagome senza dire nulla a Kikyo? –
- Ma come diavolo fai a saperlo? – sbotto meravigliato.
- Non ne avevo la certezza, ma mi hai dato conferma ora. –
- Sono stato uno stupido, ho agito senza pensare alle conseguenze. Se devo essere sincero, non sono più convinto di niente. Ho una grande confusione in testa e non capisco da cosa derivi. –
- Il fatto che tu abbia agito senza pensare è proprio una caratteristica marchiata “Inuyasha No Taisho”, quindi la stranezza non la vedo. –
- Ma ti sei messa d’accordo con Miroku per caso? –
- Non serve, ti conosciamo e basta. – sospira – Comunque, lasciati dire una cosa: molto spesso ciò che vediamo non è come sembra. La realtà che abbiamo di fronte a volte viene completamente distorta, da un evento, da un pregiudizio o anche da una persona. Resta a noi aguzzare la vista e capire cos’è reale e cosa no. E quando entri in confusione è solo perché non stai riuscendo a vedere. –
- Come faccio a capire cos’è reale? –
- Posso solo indicarti la soglia, sei tu quello che la deve attraversare. –
- Oh! Non riesco a credere alle mie orecchie. Tu che citi “Matrix”. –
- Mi hai rotto per anni con quel cavolo di film, che ormai l’ho imparato a memoria. –
- Devi ammettere che è bello. –
- Se sei in vena di spararti domande esistenziali sul perché viviamo e sul “Grande Fratello”, sì è proprio bello. – ironizza strappandomi un sorriso.
Non parlavamo così da un sacco di anni.
- Grazie Rin. –
- Sei come un fratello per me ed è normale che mi preoccupi. Se posso darti un consiglio: non pensarci troppo, ma non dare tutto per scontato, perché molto spesso la soluzione ce l’hai proprio accanto ed è più semplice di quello che credi. – mi rassicura facendo cenno col capo in direzione della finestra di Kagome.
Non riesco a rispondere. Forse ho paura di quello che potrebbe dirmi.
- Ora devo proprio andare. Dormi bene e fai buon viaggio. – mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.
- Notte anche a te. – ricambio, mentre la vedo allontanarsi e lasciandomi solo con i miei pensieri.
Ributto l’occhio verso la stanza di Kagome e faccio una carrellata di tutto quello che è successo fino ad ora. Possibile che sia lei a crearmi tutto questo? E poi, perché?
Sarà meglio andare a letto, continuando a pensare non risolverò certo il problema.
Sto per dirigermi in camera, mentre sento provenire dal bagno la voce di Kagome che canticchia tutta allegra. Senza accorgermene mi fermo di fronte alla porta per sentire:
 
Se sei riempito di tristezza
Puoi contare su di me
Io prenderò, prenderò, prenderò il sentimento,
prenderò, prenderò prenderò il sogno così come è giusto che sia
Vieni da me, solo in questa oscurità
Vieni vicino a me
Ora farò brillare qualche luce
Sarò con te, sarò con te
Resterò al tuo fianco
Così vieni da me
Io capirò chi sei
La sola persona preziosa al mondo
Io prenderò, prenderò, prenderò il sentimento,
prenderò, prenderò prenderò il sogno così come è giusto che sia
 
Sorrido a queste parole e noto anche che la porta del bagno è leggermente aperta. Non credo si sia accorta di non averla chiusa bene. Che imbranata!
Esito un po’, ma decido di scostare appena appena la porta per dare un’occhiata e… Oh Kami! Ha addosso solo un asciugamano. Rimango immobile come uno stoccafisso per un tempo che mi sembra interminabile, ma mi sentivo come se mi avesse ipnotizzato. Per fortuna che continua a canticchiare e non si accorge di me. Appena “ritorno sulla Terra”, mi allontano a passo svelto per rientrare in camera.
Accidenti! Ma che diavolo mi è preso? Mi sembra che ormai abbia preso l’abitudine di guardarla di nascosto.
Diamine! Il mio cuore sta battendo all’impazzata, come se non avessi mai visto una donna con un asciugamano addosso. Ma nessuna era Kagome! Kami, però è davvero bella!
Chissà se tutto questo c’entra qualcosa con quello di cui ho parlato con Rin.
Diavolo Inuyasha! Invece di pensare a un modo per risolvere con Kikyo penso a Kagome. Adesso basta!
Dopo aver imprecato come mai in vita mia, mando al quel paese tutto e cerco di dormire.
Per pensare avrò quindici ore a disposizione!
 
 
 
Non ho aperto bocca per tutto il tragitto casa-aeroporto; mi sono alzato di pessimo umore e non facevo altro che pensare a ieri sera, soprattutto non avevo per nulla voglia di ripartire. Spero che il viaggio duri il più a lungo possibile.
Lasciati i bagagli nella stiva, ci dirigiamo verso l’imbarco e Kagome non fa altro che fissarmi interrogativa.
Non so che diavolo mi prende!
Seduti sull’aereo, Kagome decide di rompere questo mutismo.
- Ma che hai? –
- Scusami Kagome, ma c’è una cosa che devo dirti e non so da dove iniziare. –
Tanto vale che le confessi tutto!
- Non hai detto a Kikyo che ero con te, vero? – mi incalza come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Ma che… te l’ha detto Rin? –
- No! Ti si leggeva in faccia a caratteri cubitali che stavi nascondendo qualcosa. L’ho capito la sera che siamo arrivati. Aspettavo che me lo dicessi tu, razza di scemo! –
- Accidenti! Scusami se ti ho coinvolto in questa storia. –
- Guarda che non mi hai coinvolto proprio in niente perché non è successo nulla. –
Ecco! In questo momento è come se avessi sentito male allo stomaco, come se avessi ricevuto un pugno. Anche se è vero!
- Scusami, ma non sei arrabbiata? –
- Perché mai dovrei esserlo? Se mi arrabbiassi con te mi sentirei come se non accettassi il tuo modo di essere. –
- Non capisco. –
- Ho imparato a conoscerti e posso dire che sei scontroso, permaloso e a tratti musone, ma allo stesso tempo sei buono, generoso, altruista e metti le persone a te care al primo posto. Hai deciso di portarmi qui pur volendo passare le ferie con la tua fidanzata, non dico che sia stato giusto, ma tu sei fatto così. Sei uno stupidone dal cuore grande. – si interrompe un attimo – E con tutta onestà, non cambierei niente di te, per nulla al mondo. Mi piaci così come sei. –
Sono completamente senza parole, non riesco a fare a meno di guardarla come quella sera in cui mi ha raccontato di come lei sia incapace di amare. Come può dirlo, quando i suoi occhi mi trasmettono tanta dolcezza e al tempo stesso una grande serenità?
In poco tempo ha capito come sono fatto e per lei vado bene così.
In una cosa ha sbagliato, sicuramente è anche quella più grave: non avrei voluto passare questa settimana con nessun’altro, se non con lei.
- Quindi Inuyasha, puoi stare tranquillo. Cerca di risolvere questa situazione e fai quello che ti senti di fare. –
- “Fai quello che ti senti di fare” questa frase mi è nuova. Significa tutto e non significa niente. –
- Non conosco Kikyo, quindi dovrò fidarmi del tuo istinto. – conclude regalandomi il suo bellissimo sorriso.
- Grazie Kagome, mi sento più tranquillo. –
Ed è vero che mi sento meglio. Ha placato il mio spirito angosciato solo con il suo sorriso e con le sue parole. Credo che tra tutti, sia l’unica in grado di riuscirci.
Grazie per essere così!
 
 
Finalmente arrivo a casa.
Sono stanchissimo, sarà meglio dormire che domani devo assolutamente vedere Kikyo.
Appena giro la chiave del mio appartamento, mi rendo conto che non ci sono le mandate. Preoccupato apro la porta ed entro in casa. Arrivato in salotto, vedo Kikyo seduta sul divano. Sapeva che sarei rientrato in serata, ma non ha mai fatto queste improvvisate e soprattutto non ha mai utilizzato la chiave di riserva.
- Sei tornato! –
- Kikyo! Che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo. –
- Che c’è, amore? Ti disturba il fatto che sia qui? – si avvicina a me con passo lento.
- Certo che no. – rispondo titubante.
Kikyo si ferma davanti a me e inizia ad accarezzarmi il petto con le dita.
Da quando è così intraprendente?
- Lo sai che mi sei mancato tanto? Non ho fatto altro che pensarti. – mi dice con voce sensuale e non so come reagire.
- Senti Kikyo… - non faccio in tempo a parlare che le mi blocca mettendomi una mano davanti alla bocca.
- So tutto! –
Come è possibile?
Si allontana un po’ e mi volta le spalle. Dopo che prende un lungo respiro inizia a parlare.
- Come hai potuto farmi questo? Ti ho aspettato per ben tre anni per farti seguire il tuo sogno, quando avresti potuto fare tutt’altro senza che mi abbandonassi. E ora questo! – si volta e la vedo piangere.
- Kikyo, non è successo niente. Ho aiutato un’amica in difficoltà, non sono riuscito a farne a meno. Ti prego, credimi. –
- Allora se non è successo nulla, perché non me lo hai detto? –
A questa domanda rimango spiazzato. Ci avrò pensato per intere settimane sul perché non abbia detto nulla a Kikyo di questa mia iniziativa, ancora oggi non trovo una risposta.
- Ho agito d’impulso, senza pensare. Per favore, perdonami! – spiego dispiaciuto, più che altro perché non so che potrei dirle.
- Non hai la minima idea di quanto sia stata male, ma non volevo arrivare alle conclusioni affrettate. Volevo sentire da te come stavano davvero le cose. – conclude per poi voltarmi le spalle di nuovo.
Allora decido di raggiungerla e di abbracciarla da dietro per poi sussurrarle all’orecchio.
- Non capiterà più. Te lo giuro! –
- Mai più bugie? –
- Mai più! Mi farò perdonare. – cerco di convincerla, la volto verso di me e comincio a baciarla.
- Oh sì che lo farai. – dice appena ci stacchiamo con tono un po’ strano, ma non ci bado più di tanto.
Passiamo la serata insieme e questa volta fare l'amore con lei mi è sembrato diverso, forse perché per la prima volta non abbiamo dovuto aspettare un giorno prefissato per poterlo fare; ma mi sembra tutto così strano! Credevo di dover affrontare una persona molto più adirata e invece l’ho trovata comprensiva, anche troppo. La sua reazione mi ha completamente spiazzato.
Dopo qualche ora, Kikyo decide di tornare a casa, poiché non può passare la notte fuori. Così rimango solo a pensare.
Forse mi sto immaginando tutto! Mi sto creando dei problemi che non ci sono. Kikyo alla fine si è dimostrata tollerante, perché dovrei dubitare della mia ragazza?
Credo che questa vicenda possa segnare una svolta decisiva per la nostra storia. In fin dei conti è colpa mia, ho sbagliato (di nuovo!) e devo rimediare. Voglio dimostrare a Kikyo che deve avere fiducia in me.
Miroku aveva torto, non ci saranno conseguenze e Kagome può stare più che tranquilla. E a proposito di Kagome, sarà meglio che per un po’ eviti di vedermi solo con lei, non voglio che ci siano altri problemi. Anche se, solo all’idea di non vederla mi fa stare male, ma credo di non avere molta scelta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Qualche ora dopo…
 
 
- Alla fine davvero quella puttana è partita con lui. Ottima idea quella di guardare le sue email. –
- Ora come hai intenzione di agire? –
- Per il momento, Inuyasha pende dalle mie labbra, mi è bastato fare un po’ di moine e adesso se gli chiedessi di buttarsi giù dal tetto, lo farebbe. Ora tocca occuparsi della sua amichetta. Avrò ancora bisogno di te. –
- Mi stai dicendo che non hai ancora finito? Non hai appena ottenuto quello che volevi?
- Ma nemmeno lontanamente! Kagome deve sapere cosa significa mettersi contro di me. -
- Cosa vuoi che faccia?
- Devi farla uscire per un paio d’ore, perché ho bisogno di fare due chiacchiere con Onigumo. –
- Non sarà difficile, ma non sarebbe meglio telefonargli?
- No! Ho bisogno di parlagli di persona. –
- Va bene. Appena è fuori ti faccio sapere.
- Molto bene! –
- A presto allora. –
- Ciao Tsubaki. –
Cara Kagome, preparati! Perché non hai la minima idea di quello che ti aspetta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Ciaoooooo xD
Anche questo capitolo è andato… Ormai le crisi esistenziali ce le hanno entrambi i nostri protagonisti, ma le “moine” di Kikyo non porteranno a nulla di buono u.u
La canzone che canticchia Kagome è Come di Namie Amuro, una delle sigle finali di Inuyasha *^*.
Che dire? Il prossimo capitolo farà un po’ venir voglia di schiaffeggiare qualcuno xD non vi dico chi u.u
Continuo ancora a ringraziare a chi sta seguendo questa storia, le visualizzazioni sono tantissime e questo mi rende felice *^*
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e, se vi va, ci si becca al prossimo capitolo intitolato “Senza te”
Alla prossima.
Ciau :*
 

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Capitolo 10
*** Senza te ***


Capitolo 10: Senza te.
 
 
Pov Kagome
 
L’estate è volata e non si può certo dire che non sia stata piena di avvenimenti.
Da quando sono rientrata dalla Germania, affrontare tutto quello che mi sono voluta lasciare alle spalle per una settimana non è stato facile, ma almeno sono riuscita a farlo col cuore sereno.
Con i miei genitori la situazione non è delle migliori. Cerco di aiutarli quanto più possibile, ma devono rendersi conto che non possono restare nel mutismo più totale e non posso risolvere io tutte le loro questioni, con mio fratello fuori città gestire tutto è ancora più complicato.
A parte che da un po’ di tempo i miei pensieri sono completamente rivolti altrove, o meglio a qualcuno… ad Inuyasha.
Sapevo che dopo quello che è successo con Kikyo, non si sarebbe fatto vedere molto spesso. Avevamo cercato di conciliare le nostre ferie per poter passare una settimana in puro relax e divertimento, ma ahimè, non è stato possibile. Mi è dispiaciuto, non tanto per me, ma per Miroku che non è riuscito a vedere il suo migliore amico nemmeno durante le vacanze. Lo avremo visto, occhio e croce, tre volte in una settimana e sempre accompagnato da Kikyo, che non faceva altro che fulminarmi con lo sguardo. In parte non posso biasimarla, visto che sono partita col suo ragazzo senza che lei lo sapesse, ma primo, non sapevo nulla e se lo avessi saputo avrei evitato tutto questo putiferio; secondo, se davvero l’è passata e ha capito la situazione, perché continuare con questa parte? Ho cercato di scusarmi e farle capire che non c’era nulla di ambiguo spiegandole anche la mia situazione, ma sembra che non mi abbia neppure ascoltata, o meglio ha fatto finta solo perché c’era Inuyasha.
Che altro posso fare? Ormai non ci bado nemmeno più, ma sono giunta alla conclusione che è davvero una persona con cui non andrò mai d’accordo. È viziata, saccente ed egocentrica. Deve dire sempre la sua su qualsiasi cosa, appena apre bocca Inuyasha deve mettersi in mezzo, ogni tre per due deve ricordarci che è figlia di suo padre, non si può parlare di nessun argomento che lei reputa noioso (cioè ogni argomento dove bisogna usare un minimo di materia grigia!) e poi è attaccata ad Inuyasha come una cozza chiamandolo in continuazione “Inu-chan”. Anche i sassi sanno che odia essere chiamato così. Però, lui non dice nulla e quindi non posso permettermi di aprire bocca, anche se mi verrebbe voglia di strangolarla. Pensa più a come innalzare il suo ego piuttosto che rendersi conto di quanto è fortunata ad avere un uomo come Inuyasha.
L’ho soprannominata la “principessa sul pisello” e visto che non sono un tipo a cui piace la banalità ci aggiungo anche “con una perenne scopa nel culo”. Sango vorrebbe che non la chiamassi in quel modo e non perché le stia simpatica, ma non vuole che faccia sangue acido, però è più forte di me.
Dopo le ferie sono rientrata a lavoro e mi sento come se qualcuno mi stesse col fiato sul collo e mi controllasse. È una sensazione bruttissima e spero che non duri a lungo.
Saranno solo paranoie? Non saprei!
Sango dice che molto probabilmente è solo stress dovuto a tutto quello che è successo, ma anche perché ormai sono giorni che non vedo e sento Inuyasha. Ci sentiamo una volta ogni tanto, ma nulla di che. È capitato di chiedergli di vedere un film o di andare al chiosco per un caffè, ma ha sempre rifiutato e se uscivamo c’erano sempre Sango e Miroku. L’ho pure incrociato ogni tanto, ma era sempre con Kikyo che l’accompagnava a fare i suoi giri, e anche lì ci limitavamo ai soliti convenevoli. Cosa che io ed Inuyasha non abbiamo mai fatto.
Comincio a pensare che possa essere davvero io il problema e questo mi fa male.
 
 
 
 
Settembre
 
Settembre è ormai arrivato e mentre cammino nei pressi del parco vedo gli alberi dei miei fiori preferiti (magari ci fossero i fiori di ciliegio a settembre!) quegli stessi fiori che mi hanno portato a guardare Inuyasha per la prima volta. Sorrido pensando a come si sono evolute le cose fino ad ora, ma considerando quello che è successo nelle ultime settimane, il sorriso di colpo scompare per dare spazio alla tristezza. Non credevo possibile che avrei sentito così tanto la mancanza di Inuyasha. Ogni azione che facevo con lui ormai era diventata un’abitudine, che custodivo gelosamente come uno dei riti più sacri.
Non sarò mai arrabbiata con lui per questo, ma il fatto che mi stia rendendo infelice mi fa infuriare.
Lo dovrei vedere questa domenica insieme a Sango e Miroku (ovviamente!), spero di riuscire a parlagli perché questa situazione di stallo non riesco più a reggerla. Se davvero ha dei problemi con me, allora che me lo dicesse apertamente. Mi sono stufata di persone che non mi dicono le cose come stanno, lo hanno già fatto i miei genitori e non posso sopportare che lo faccia pure lui.
Mentre continuo a camminare assorta nei miei pensieri, vedo una persona di fronte ad una vetrina che non mi sarei mai aspettata di incontrare.
- Signora Kaede! – la saluto andandole incontro.
- Kagome, carissima. – ricambia affettuosamente.
- Che ci fa qui? È venuta da sola? – domando sorpresa.
- Avevo voglia di farmi una passeggiata a Tokyo. Non preoccuparti, c’è sempre Kanade con me, ora è entrata in questo negozio. Non mi andava di entrare e ho preferito rimanere fuori a godermi questa arietta. –
Le sorrido ricordandomi quello che mi disse Inuyasha riguardo alle passeggiate della nonna e nel frattempo esce dal negozio Kanade.
- Oh! Signorina Kagome. Che bello rivederla! –
- Salve signora Kanade. La prego mi dia del tu, il “signorina” mi mette a disagio. –
- D’accordo, Kagome. –
- E tu invece che ci fai da queste parti? – mi chiede nonna No Taisho.
- Niente di particolare, mi facevo solo un giro… per riflettere. – confesso con aria malinconica.
- Senti Kagome, se non hai da fare ti andrebbe di unirti a noi? La tua compagnia è molto gradita. A meno che tu non voglia stare con delle vecchiette. –
- Tutt’altro! Mi farebbe molto piacere. –
- Allora, se non è problema, continuo con alcuni giri, voi andate tranquille. – interviene ad un certo punto Kanade.
- D’accordo cara. A dopo. –
- A più tardi signora Kanade. –
Ci incamminiamo verso il parco e parliamo di tante cose, in particolare di come “Casablanca” abbia inciso sulla storia tra lei e suo marito, di com’era Inuyasha da piccolo e di come ha vissuto prima di andare a Berlino.
Parlare di lui ha iniziato ad intristirmi e credo che la signora Kaede se ne sia accorta.
Trovata una panchina ci sediamo e ricominciamo a parlare.
- Allora, come sta quel testone di mio nipote? –
- Credo stia bene. È da un po’ che non lo sento. –
- Ah davvero? Quando siete venuti a casa mia mi avete dato l’impressione di essere molto amici. Non sei andata in Germania con lui? –
- Temo che sia stato proprio quello il problema. Penso che voglia allontanarsi perché non vuole avere ulteriori questioni con la sua ragazza, da una parte non posso dargli torto, però… -
- Non credo sia tu il problema, anzi sono quasi certa che lo sia lei. Quando l’ho vista la prima volta, avrei voluto entrare nella testa di Inuyasha per vedere se in quel momento ci fosse un cervello o un branco di scimmie urlatrici*. Glielo si legge negli occhi quello che è realmente: fredda e calcolatrice.  Tutto l’esatto opposto di quello che è mio nipote. –
- Già! – ammetto con molta amarezza.
- Non pensarci troppo, vedrai che tornerà tutto come prima. Dagli solo un po’ di tempo per rendersi conto. Ti assicuro che lo farà molto presto. L’ho visto con che occhi ti guarda. –
Occhi? Che vuole dire?
- Perché con che occhi mi guarda? – domando spaesata.
Sospira rassegnata prima di rispondere. – Ah! Ai giovani d’oggi bisogna sempre far notare tutto. – fa un altro sospiro – Kagome, fatti dire una cosa: nei film c’è la protagonista e c’è la migliore amica. Tu sei una protagonista, ma per una qualche ragione ti comporti da migliore amica. ** –
Continuo a non capirci nulla e a guardarla con aria interrogativa.
- Non ti preoccupare, un giorno capirai. – conclude non aggiungendo altro.
Poco dopo, ci avviamo verso l’uscita del parco per poter raggiungere la signora Kanade, quando la nonna di Inuyasha mi guarda con sguardo serio.
- Kagome, posso chiederti una cosa? Te lo chiedo come se fossi mia nipote. –
- Certo, ma non mi faccia quello sguardo così serio, mi sto preoccupando. –
- Kagome, quando non ci sarò più, Inuyasha sarà quello che soffrirà più di tutti. Promettimi che gli starai vicina. – mi prega seria.
Rimango spiazzata da quella richiesta alquanto strana. Perché?
- Ma perché mi dice questo? Non deve assolutamente pensare ad una cosa del genere. –
- Promettimi che lo farai. Lui avrà bisogno di te quando accadrà. Potrò morire più tranquilla sapendo che ci sei tu. –
Non posso fare altro che prometterglielo, ma non so quanto potrò farlo.
- Lo prometto. –
- Ti ringrazio. Ora sono molto più serena. – mi ringrazia con un sorriso così dolce e rassicurante che mi scalda il cuore.
Vediamo tornare Kanade e ci salutiamo, Kaede continua a sorridermi e non posso far altro che ricambiare.
Le sue parole mi hanno destabilizzato parecchio e non posso fare a meno di pensare ad Inuyasha e cosa stia facendo in questo momento.
Mi sento completamente svuotata. Forse devo dare retta a Kaede, devo smetterla di pensarci troppo.
 
 
Pov Inuyasha 
 
 
Sono tre settimane che evito Kagome, ho rifiutato ogni sua richiesta e le poche volte che ci siamo visti stavamo sempre con Sango e Miroku, e a volte anche con Kikyo.
Ammetto che mi sto comportando di merda, ma se devo essere del tutto sincero pensavo che sarebbe stata una questione di poco tempo e sarebbe tornato tutto come prima; invece Kikyo non mi molla nemmeno per un istante e non mi dà la possibilità di dirle “no”. Però, devo assolutamente recuperare la sua fiducia e non posso permettermi di sbagliare ancora. Quindi, anche se è una scelta sofferta, devo pensare prima di tutto alla mia ragazza, poi potrò pensare al resto.
Sono in ufficio a lavorare quando sento bussare alla porta.
- Avanti! –
- Inuyasha, c’è una persona per te. – mi informa Bankotsu.
- Chi? Non avevo appuntamenti. –
Nemmeno il tempo di finire di parlare che vedo, con mia grande sorpresa, la persona che mi è venuta a trovare.
- Non hai un po’ di tempo nemmeno per me? –
- Nonna! – esclamo alzandomi subito dalla sedia per avvicinarmi alla porta. – Mi raccomando quando vieni a Tokyo non avvisare mai, eh? –
- Ragazzino, mi hai preso per una vecchia rimbambita? –
- Certo che no! – sospiro per poi rivolgermi al mio amico – Grazie Ban puoi andare. –
- Ricevuto capo! Salve signora No Taisho, mi ha fatto piacere rivederla. –
- Ciao caro, alla prossima. –
Dopo che Bankotsu lascia la stanza, faccio accomodare la nonna.
- Sei venuta da sola? Dov’è Kanade? – chiedo allarmato.
- È di sotto a chiacchierare con Jakotsu. Lo sai che quando iniziano a parlare non finiscono più. –
- Perché non mi hai chiamato? Saremmo andati a pranzo insieme. –
- Ma no! Stai lavorando e non volevo certo distoglierti. – mi fissa in maniera seria per poi ricominciare a parlare – Che brutta faccia che hai. –
- Sono molto stanco. –
- Davvero? Credevo che tornare un po’ a casa dai tuoi ti avesse fatto bene. –
- Sì mi sono rilassato… anche troppo. – affermo e non posso non pensare a Kagome e alla settimana che abbiamo passato insieme.
- E… - mi incita a continuare.
- “E” cosa? – domando non capendo cosa vuole sapere.
- Raccontami un po’ di come si è trovata Kagome, cosa hanno pensato i tuoi di lei, se vi siete divertiti. Insomma cose così. –
- È andato tutto bene. Mamma e papà l’hanno adorata e anche Kotomi. Te l’ho detto, ci siamo rilassati. – confesso con un tono leggermente malinconico.
- Meno male che ti sei rilassato, pensa se non lo fossi stato. Spero almeno che quella che definisci “tua ragazza” non ti stia rincretinendo. –
- Sei sempre la solita. –
- Il fatto che non neghi vuol dire che ho fatto centro! –
Non rispondo, ma mi limito a farle un mezzo sorriso.
- Sei incredibile! – sospiro per poi continuare a parlare – Come mai ti trovavi da queste parti? Di solito non passi mai di qua. –
- Sono venuta a trovarti. Da quando sei rientrato dalle vacanze non ci siamo visti proprio e poi volevo sapere com’era andata e vedere come stavi. –
- Te lo ripeto, va tutto bene. Sono solo stanco. –
- Capisco. – afferma continuando a fissarmi con sguardo indagatore, come se stesse cercando di captare una mia qualsiasi reazione. Che le prende? - Ma la ami davvero? – chiede seria di punto in bianco.
- Chi? – rispondo di getto senza pensare.
– Non importa. Beh, sarà meglio che me ne vada, altrimenti perdiamo il treno. – sospira alzandosi dalla sedia.
- Se mi dai qualche minuto vi accompagno. Giusto il tempo di prendere la macchina. –
- Stai tranquillo! Ti ripeto, non sono rimbambita. –
L’accompagno di sotto dove vedo Kanade e Jakotsu che stanno ancora parlando.
- Jakotsu stai battendo la fiacca? Non dare fastidio a Kanade. -
- Inu-chan, non essere cattivo! –
Dopo aver fatto tutti i saluti e le dovute raccomandazioni, abbraccio ancora mia nonna prima che vada. Le do un bacio sulla fronte, come mia consuetudine fare, ed esce insieme a Kanade dall’edificio.
Mi ha fatto piacere vederla, anche se mi sembra un po’ strano che faccia queste improvvisate, specialmente quando sono a lavoro. Mah! Sarà che mi faccio troppe domande!
Anche se parlando di Berlino, mi ha fatto venire in mente Kagome e su come sono arrivato a questo punto.
Accidenti! Questa situazione mi sta pesando peggio di un macigno. Ho bisogno di parlare con Miroku. Domenica gli chiederò di incontrarci un po’ prima.
 
 
Sono passati alcuni giorni e oggi pomeriggio mi vedo con Miroku, Sango e Kagome.
Miroku ha accettato di vedermi un po’ prima per poter parlare.
- Mamma mia amico, oggi sei più deprimente del solito. Non credevo che fare pace con Kikyo ti facesse così male. –
Ho raccontato che cosa è successo appena ritornato a Tokyo e di come l’ha presa Kikyo sapendo di Kagome. Ovviamente, non crede minimamente a quello che ha detto, sta continuando a dirmi di tenere gli occhi aperti.
- Non sei il primo che me lo dice. Sono stato impegnato ultimamente e poi è vero, sono di pessimo umore. –
- Vuoi che te lo dica io perché? –
- Non mi va di sentire niente, quindi evita. –
- Non dovrei dirtelo, ma anche Kagome non ha una bella cera. L’ho vista pochi giorni dopo essere tornata che era allegra e luminosa come non l’avevo mai vista, e poi incupirsi giorno per giorno. Non credi che avresti fatto meglio a parlarle prima di sparire così? –
- Ci credi che non ne ho avuto il tempo? –
- Se penso che hai avuto a che fare con Kikyo, ci credo e come. Però continuo a ripeterti di non abbassare mai la guardia, non mi fido di lei. Molte cose non mi tornano; per esempio, mi spieghi come diavolo ha fatto a sapere che Kagome stava con te? Io e Sango di certo non glielo abbiamo detto. Temo che ci sia dell’altro e vi voglia allontanare. Non credo che tu lo voglia, altrimenti non avresti questa faccia orripilante. –
- Anch’io mi sono chiesto come avesse fatto a scoprirlo, ma alla fine mi sono detto che non aveva più importanza del come avesse fatto. Kikyo non sta escogitando proprio niente, è stata comprensiva e non devo fare la guardia proprio a nessuno. Poi te lo ripeto, non sto così per Kagome, non sono certo tenuto a starle dietro! – sbotto dicendo cose completamente prive di senso non rendendomi conto di aver gridato fin troppo.
Miroku non riesce a rispondermi quando sento qualcuno alle spalle.
- Non preoccuparti Inuyasha, non sei tenuto a fare niente. –
Sono completamente pietrificato, appena mi rendo conto di aver fatto l’unica cosa che non avrei mai voluto fare: allontanare Kagome.
- Kago… -
- No no. Lascia perdere. Mi hai evitato finora, puoi tranquillamente continuare a farlo. –
Sango e Miroku mi guardano con sguardi accusatori e non posso che dargli ragione.
Come diavolo mi è venuto in mente di dire una cosa simile? Tra l’altro nemmeno la penso.
Come posso essere così coglione? Perché quando si tratta di Kagome perdo completamente la testa?
- Ben fatto, Inuyasha! Se volevi rovinare tutto, ci sei riuscito. – mi accusa Miroku.
Il pomeriggio passa in maniera strana, Kagome non mi rivolge la parola, ride e scherza come se non fosse successo nulla. Cerco di instaurare un dialogo con lei, ma è tutto inutile, mi risponde solo se è strettamente necessario, per giunta in monosillabi.
Sono un cretino in tutti i sensi! Cosa posso fare?
 
Dopo essermi preso non solo la ramanzina di Miroku ma anche quella di Sango, rientro in casa sbattendo praticamente tutto.
- Al diavolo! – grido mentre lancio le chiavi di casa e mi butto malamente sul divano.
Guardo il soffitto e cerco di non pensare, ma l’immagine della faccia che ha fatto Kagome appena mi ha sentito, mi si presenta davanti agli occhi. Come ho potuto essere così stronzo?
Mi sento così… così… Non faccio in tempo a formulare il mio pensiero che mi squilla il telefono e rispondo scocciato.
- Sì? –
- INU-CHAN! -
- Kikyo, ti voglio ricordare che ci sento. –
- Volevo avvisarti che stasera esco con un’amica, quindi non ci vediamo.
- Bene! – rispondo indifferente. In questo momento non me ne sta fregando nulla.
- Siamo acidi?
- Può succedere anche a me, no? –
- Inuyasha, non provarci nemmeno a rispondermi male.
- No e chi ti risponde male. Guarda che non ruota tutto intorno a te, avrò altre cose che riempiono la mia vita. – sbotto senza filtrare molto le parole che dico.
- Oh Kami! Ancora con la storia che devo chiederti cosa succede nella tua vita. –
- Senti Kikyo lascia perdere. Non è giornata! –
- Si… va be’ come ti pare. Meno male che esco. Ciao. –
Nemmeno la saluto e metto giù.
Ora basta! Devo parlare con Kagome, non posso stare così. Sto impazzendo, voglio che torni tutto come prima. Non posso sempre privarmi di qualunque cosa; se ho voglia di stare con i miei amici non devo avere timore di starci, se voglio passare del tempo con Kagome lo devo fare. Se lo accetta bene, altrimenti abbiamo un grosso problema.
Mi alzo di scatto, prendo le chiavi ed esco veloce come un lampo.
Prima di arrivare da Kagome faccio una piccola deviazione, avrò pur bisogno del mio “ramoscello d’ulivo”.
Giunto all’appartamento di Kagome, prendo un lungo respiro e busso.
Appena apre la porta la vedo parecchio abbattuta e anche un po’ incazzata.
- Che vuoi? – mi “saluta” fulminandomi con lo sguardo.
Mi correggo, è un bel po’ incazzata!
- Volevo parlarti e scusarmi con te. Sono stato un cretino, quello che hai sentito oggi non lo pensavo nemmeno. –
- Tu pensi che mi sia arrabbiata per quello? Lo so che non lo pensavi e ti assicuro che se davvero l’avessi fatto, ti avrei appeso al primo lampione. Come so anche che quando ti ci metti, parli a sproposito. Mi hai evitato per tre settimane e non dico che dovevi starmi dietro, ma almeno dirmi cosa era successo dopo il nostro ritorno. Non mi hai fatto sapere nulla, dopo che sono stata preoccupata per giorni, con la convinzione che IO ti avessi creato dei problemi e che per non averne altri, avessi deciso di tagliarmi fuori completamente dalla tua vita, così… come se nulla fosse. –
Credeva davvero che il problema fosse lei? Credeva sul serio che io volessi tagliarla dalla mia vita?
Non ha capito che, ora come ora, senza di lei mi sento come se mi mancasse qualcosa.
La nostra amicizia è diventata talmente tanto forte e importante per me che non posso farne a meno. Non posso fare a meno di lei!
- Scusami, Kagome! – la guardo terribilmente dispiaciuto e con la speranza che possa perdonarmi.
- Non credo che delle scuse basteranno. – mi dice incrociando le braccia e guardando verso l’alto gonfiando leggermente le guance.
- Nemmeno insieme a dei popcorn e “The Departed”? –
Vedo il suo sguardo rilassarsi piano piano e a sostituire quel broncio c’è un leggero sorriso.
- Questo è un colpo basso. –
- Però n’è valsa la pena. –
- Entra, scemo! –
Entro in casa e siamo uno di fronte all’altra vicini, molto vicini.
- Bambina, allora mi hai perdonato? –
- Hai preso solo i popcorn? –
Sorrido a quella domanda e da dentro alla busta tiro fuori anche una confezione da sei di birre.
- Ecco! Adesso ci siamo. – le prende per metterle in frigo e inizia a riempire una ciotola con i popcorn.
Mi dirigo verso il salone per poter mettere il film. Ci sediamo entrambi sul divano e l’unica cosa che ci divide è solo la ciotola.
Non ci diciamo molto, forse è ancora arrabbiata.
- Ti avevo già perdonato appena ti ho visto fuori dalla porta. – confessa rompendo quell’insopportabile silenzio.
- E allora perché? –
- Primo, perché volevo un po’ tenerti sulle spine; secondo, perché sei scemo. –
- Dannata! – le dico senza smettere di sorridere.
- Ora stai zitto! C’è Billy che sta per infiltrarsi nella banda di Costello. –
E ancora una volta il mio spirito si placa completamente. Non so che cosa sia, non so come faccia, ma so solo che stare con lei mi fa sentire bene.
Non farò di nuovo lo stesso errore, è mia amica e farò di tutto per conservare questo rapporto.
D’ora in poi voglio pensare anche a me.
 
 
 
 
Pov Kagome
 
 
Non credevo che mi avrebbe fatto così male. Sentire quelle parole uscire dalla bocca di Inuyasha, è stato peggio di una coltellata.
Sapevo che quel pomeriggio ci saremmo visti, così avevo chiesto la cortesia a Sango di allontanarsi con Miroku per qualche minuto, giusto il tempo di scambiare qualche parola con Inuyasha visto che, fortuna ha voluto, non ci fosse quella “scopa in culo” di Kikyo. Chi avrebbe immaginato che nemmeno arrivata al luogo dove ci saremmo dovuti incontrare, avrei sentito proprio dalla stessa persona che, fino a qualche settimana prima mi diceva che avrebbe fatto tutto per me, “non era tenuto a starmi dietro”. Non solo mi ignorava senza darmi una ragione, ma parlava come se avessi davvero bisogno di un badante che mi stesse dietro.
In quel momento mi sono sentita morire, avevo una gran voglia di piangere, ma allo stesso tempo volevo incazzarmi come una iena e staccare qualcosa, perché era ovvio che quelle parole non erano sentite, erano semplicemente messe lì senza senso.  Quell’idiota invece di parlare chiaramente con me ha voluto fare di testa sua, escludendomi completamente, facendomi capire che fossi io la causa dei suoi guai.
Per tutta la sera non ho fatto altro che girare per l’appartamento senza fare nulla e imprecare contro il muro solo per la voglia di sfogarmi. Ma quando l’ho visto sulla soglia di casa mia, la prima cosa che avrei voluto fare era saltargli al collo per la felicità, però ho voluto tenerlo un po’ sulle spine.
Ho un orgoglio anch’io!
Anche se, sono ormai consapevole che non potrei essere arrabbiata con lui per troppo tempo… non potrei!
Mi ha anche portato “The Departed”, come posso non adoralo dopo questo gesto?
Continuiamo a vedere il film in religioso silenzio, quando ad un certo punto decido di romperlo del tutto.
- Ti avevo già perdonato appena ti ho visto fuori dalla porta. – cerco di rasserenarlo.
- E allora perché? – chiede confuso.
- Primo, perché volevo un po’ tenerti sulle spine; secondo, perché sei scemo. –
- Dannata! – continua a sorridermi.
- Ora stai zitto! C’è Billy che sta per infiltrarsi nella banda di Costello –
Rimaniamo in silenzio ancora per un po’ed io con la coda dell’occhio vedo il profilo meraviglioso di Inuyasha. Lo vedo finalmente più rilassato, forse anche lui ne stava soffrendo. Ora mi sento come se un macigno si fosse levato dallo stomaco e avesse lasciato spazio a quel bellissimo tepore che provo ogni volta quando sono con lui. Non c’è nulla da fare, con lui sto bene e non voglio perderlo per nessuna ragione al mondo.
- Inuyasha? – lo chiamo con voce bassa.
- Mmh? – mugugna con ancora in bocca il popcorn.
- Promettimi che non ci allontaneremo più. Almeno non così! – chiedo con aria seria.
- Te lo prometto! –
Tiro un sospiro di sollievo che tenevo da non so quanti minuti, ad un certo punto mi sento afferrare e Inuyasha mi abbraccia. Non riesco a muovere nessun muscolo.
Oh Kami! Che sta succedendo? Il cuore tra un po’ mi esplode.
- Grazie per essere così. – mi sussurra e io credo di star andando a fuoco e sto sentendo brividi dappertutto.
Perché ogni volta che sono con lui non capisco più niente? Perché mi sento così?
Come può lui, anche solo con un semplice gesto, farmi passare dalla tristezza più totale alla felicità più assoluta?
E da lì mi ritornano in mente le parole della mia cara amica:
L’amore è un sentimento che parte dal cuore, ti fa perdere la testa, ti fa fare cose che non faresti mai e ti fa provare emozioni uniche, che possono portarti alla felicità più estrema, ma anche alla sofferenza più totale.
No, non è possibile! È il mio migliore amico, come posso provare amore per lui?
Ci stacchiamo e lui mi guarda continuando a sorridermi, facendomi deglutire a vuoto di fronte a tanta dolcezza.
No, mi rifiuto di crederlo!
 
 
 
 
Angolino svago
 
* Aldo, Giovanni e Giacomo in “Chiedimi se sono felice”
 
** “L’amore non va in vacanza.”
 
Anche questo capitolo lo salutiamo xD
Quei due fessacchiotti hanno fatto pace. Oddio! Chiamarli fessacchiotti è un eufemismo visto quanto sono babbei xD
Nel prossimo capitolo ci sarà la svolta… la vera svolta! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate adorato nonna Kaede quanto me *^*
Non smetterò mai di ringraziarvi per il sostegno che mi date… Grazie grazie e ancora grazie <3
Se siete curiosi di sapere cosa succederà, vi aspetto col prossimo capitolo “You give love a bad name” che tradotto è “Tu dai all’amore un cattivo nome”. Titolo preso dalla bellissima canzone di Bon Jovi *^*
Alla prossima :*
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** You give love a bad name ***


Capitolo 11: You give love a bad name (Dai all'amore un cattivo nome)
 
Ottobre
 
Pov Kagome
 
Da quando io e Inuyasha abbiamo avuto quello spiacevole episodio, siamo diventati più affiatati di prima. Sembriamo due persone che si conoscono da una vita, quando in realtà sono solo sei mesi. Ormai tra di noi non ci sono più filtri o segreti, parliamo praticamente di qualunque cosa; a parte una: Kikyo.
Ultimamente lui non fa altro che raccontarmi quanto sia diventata paranoica e lunatica più del solito, anche Miroku lo conferma. Possibile che solo ora se ne renda conto?
Non riesco a parlare di lei, è più forte di me, anche se lui cerca in tutti i modi di farmi esprimere qualche giudizio. Molto probabilmente vuole che gli dia dei consigli, come faccio sempre, ma quando si tratta di Kikyo, il mio cervello va in completo black-out. Non la sopporto e di certo non userei parole molto carine, non sono per nulla obiettiva quando si parla di lei quindi, spesso e volentieri, devio il discorso con la classica frase “fai quel che ti senti di fare”. Non voglio rischiare di perderlo, perciò sto muta e incasso, comprese le occhiatacce da isterica che mi rivolge quelle poche volte che ci vediamo.
Parlando di cose belle: il 21 sarà il suo compleanno e ho ordinato il regalo settimane fa dall’America. È un'edizione limitata di “Casablanca”. Quando ho scoperto che non aveva il blu-ray del suo film preferito, ho girato come una pazza per trovare questa edizione. Non solo è in lingua originale, ma all’interno del cofanetto ci sono tutte le illustrazioni e i fotogrammi originali.
Sono certa che farà i salti di gioia!
Gli ho anche comprato un rosaio con delle perle viola e alcuni magatama. È più un regalo scherzo in ricordo di quello che ci siamo detti in Germania. Chissà come la prenderà!
Sono a lavoro e ancora quell’orribile sensazione di essere osservata non se ne vuole andare, ma sono troppo felice per badarci.
Naraku da un po’ di tempo non mi sta più chiedendo di scrivere molti pezzi, anzi, certe volte mi manda in archivio per scansionare le copertine dei vecchi numeri. Da quando ha scoperto che ho collaborato con la compagnia del signor Totosai durante il festival del cinema, mi ha preso di mira e ormai non scrivo nulla da due uscite.
La cosa mi dà un po’ infastidito, ma Sango mi ha consigliato di mantenere la calma e di aspettare che smaltisca l’umiliazione (visto che lo ha definito blog da quattro soldi!). Così ho fatto.
Il mio blog sta continuando a crescere e non posso che esserne felicissima, sono arrivati un sacco di contatti e mi richiedono sempre nuovo materiale; per cui da una parte questa “mancanza” di lavoro mi fa dedicare più tempo al blog. Infatti ora, sto aggiungendo un post sui top e i flop di quest’anno. Mentre lo controllo canticchiando, arriva quella simpaticona di Tsubaki.
- Higurashi! Vedo che siamo sorridenti stamattina. Hai finalmente capito che fare la giornalista non fa per te? –
- Guarda Tsubaki, sono così di buon umore che non ti mando nemmeno in quel posto che conosci fin troppo bene. –
- Spero che non sia un uomo a renderti così felice, che a quel punto dovrei fargli le condoglianze. –
- Anche se lo fosse non sono affari tuoi, quindi gira i tacchi. –
- E perdermi la riunione di staff? Fossi matta. Sbrigati che sta per incominciare. –
Da un po’ Tsubaki è diventata più fastidiosa del solito, tende sempre a sapere cosa sto facendo.
Mah! Si vede che sta incominciando ad annoiarsi e vuole trovare un nuovo modo per rompere le palle.
Raggiungo Sango e andiamo insieme verso la sala riunioni.
Non mi aspetto nulla, anzi mi chiedo perché richiedano ancora la mia presenza se non ha intenzione di farmi scrivere.
- Buongiorno a tutti! Iniziamo subito. – parla leggendo il foglio che ha tra le mani. – Le ultime uscite sono andate molto bene, ma dobbiamo sempre fare di più quindi dobbiamo assolutamente alzare il livello. –
Oddio! Ho paura di cosa voglia dire con quel suo “alzare il livello”. Di sicuro, non sarò inclusa.
Assegna alcuni articoli, oserei dire soliti, alle mie colleghe e penso che la riunione sia finita qua, ma…
- Ah! Higurashi, visto che sei stata molto ubbidiente in questo periodo, ho deciso di darti un nuovo pezzo. – mi guarda con sorriso sarcastico.
“Ubbidiente”? Ha davvero detto “ubbidiente”? Mi ha preso per un cane? Va be’, sorvolerò a questa cafonata solo perché finalmente mi ha dato un lavoro da fare.
- Scriverai un articolo sul cinema. –
Come? Davvero? Ho sentito bene? Ok! Dov’è la telecamera? Perché sicuro è uno scherzo.
- Signore, dice sul serio? –
- Certo, sono una persona col cuore d’oro. –
- La ringrazio infinitamente. – e poi parto come una macchinetta per esprime il mio entusiasmo - Ho tantissime idee al riguardo. Possiamo fare un paragone tra cinematografia orientale e occidentale, in che modo una influenza l’altra. O anche su dei film con delle tematiche particolari e da come nascono e poi… -
- Frena, frena, frena. Non ti ho detto che potevi scegliere di cosa parlare, come sempre te lo dico io. –
Eh va be’! C’ho provato, alla fine se si tratta di cinema mi va bene tutto… credo!
- Mi scusi signore. Di cosa si tratta? –
- Voglio che parli del film top del 2015. – lo fisso interrogativa, più che altro per cercare di capire cosa intende per “Top”. – 50 sfumature di grigio. –
Ecco appunto!
Rimango congelata per un istante con un’espressione del tutto indecifrabile.
- Come scusi? Non ho capito. –
- Scriverai un articolo su 50 sfumature di grigio in previsione del sequel che uscirà tra qualche mese. Devi raccontare come questo film abbia rivoluzionato il genere erotico. –
- Capo, scusi se mi permetto, ma definirlo film top non è del tutto esatto. È stato considerato il peggior film dell’anno, quindi non mi pare corretto considerarlo il “top”. Si potrebbe fare questo articolo non usando questo film come termine di paragone? –
- La riunione è aggiornata. – congeda tutti per poi proseguire - Higurashi! Nel mio ufficio. – sospira rassegnato e palesemente irritato.
Merda! Perché non tengo mai chiusa questa cavolo di bocca?
Arrivati nell’ufficio di Naraku, lui si siede e mi guarda con sguardo assassino.
- Higurashi, per caso vedi il mio nome scritto su un cartellino sulla giacca? –
- No signore! –
- Bene! Quindi questo significa che non sono un boyscout, ma sono quello che mantiene in piedi questa baracca. Io sono il capo e sono io che ti dico cosa scrivere. È l’ultimo avvertimento che ti do, se avrai ancora qualcosa da ridire, ti assicuro che per te non ci sarà posto nemmeno nell’armadio delle scope. Spero di essere stato chiaro! –
- Come sempre. –
- Allora vai a lavorare. Voglio il tuo articolo tra diciassette giorni a partire da ora. –
Esco dall’ufficio per niente soddisfatta, certe volte mi chiedo perché non mando lui e i suoi articoli del cavolo a quel paese?
Strano! Mi aspettavo che arrivasse Tsubaki con le sue solite battutine, ma non c’è. Meglio così! Davvero si starà stancando. Appena sto per sedermi alla mia postazione, arriva Sango che mi incita a seguirla in bagno.
- Allora cosa ti ha detto? –
- Mi ha dato l’ultimo avvertimento. Se non faccio come dice lui, mi manda a spasso. –
- Che stronzo! Ma che diavolo gli sta prendendo ultimamente? –
- Sinceramente Sango, non mi interessa. Ho sempre fatto il mio lavoro e continuerò a farlo, ma non smetterò mai di dire quello che penso. –
- Amica mia, fattelo dire: sei meravigliosa! Se fosse successo qualche mese fa avresti dato di matto, ma ora non ti comporti nemmeno più da ragazzina. –
- Ehi! Non sono una ragazzina e non mi sono mai comportata come tale. Sono solo di buon umore e non voglio che nessuno me lo rovini. – spiego mentre mi sistemo il trucco.
- Immagino che sia Inuyasha a farti quest’effetto. – afferma la mia amica con sorriso sghembo ed io per poco non mi acceco con il mascara.
- Ma cosa dici? Inuyasha non mi fa nessun effetto. – affermo, cercando di sembrare il meno agitata possibile.
- E cosa avrò mai detto? Intendevo solo che sono felice che abbiate risolto e che siate tornati ad essere amici. Avevi davvero un aspetto terribile, sai? – non rispondo alla sua provocazione e continuo a fissare lo specchio senza incrociare il suo sguardo. – Ragazzina, mi nascondi qualcosa? Ti stai agitando e soprattutto non mi hai mandato al diavolo. –
- Ma no, scema! … Ah! Volevo dirti che mi è arrivato il regalo di compleanno per Inuyasha. –
- Lo sai che non vuole fare nulla, vero? –
- Sì sì lo so, ma devo pur darglielo quindi dovremmo organizzare una serata. –
- Avrei già un’idea, ma te lo dico dopo. Ora torniamo a lavoro. –
- Sì andiamo. –
Mentre stiamo per uscire dal bagno, sento un rumore che mi fa voltare.
- Kagome, che c’è? – chiede Sango.
- Ho sentito un rumore. –
- Io non ho sentito niente. –
- Me lo sarò immaginato. -
Dopo essermi convinta, finalmente usciamo dal bagno.
 
 
 
In bagno…
 
- Questo è quanto! –
- Alla zoccola piace il gioco pesante? E noi glielo daremo.
- Mi spiace Kikyo, speravo che con quell’articolo si sarebbe infuriata e Naraku l’avrebbe licenziata. Non mi aspettavo una reazione del genere, conoscendola. –
- Tsubaki, la vendetta è un piatto che va servito freddo. Verrò di nuovo a parlare con Onigumo, perciò tienimi aggiornata. –
- Certo. –
 
 
 
L’idea di Sango era quella di invitarci a cena a casa di Miroku, così da poter approfittare di questo momento per stare insieme e dargli il mio regalo. Per fortuna Kikyo non c'è.
La serata passa serena e tranquilla tra buon cibo e risate, quando ad un tratto Miroku si fa leggermente più serio.
- Ragazzi, sono felicissimo che siamo riusciti a passare questa serata solo noi quattro. Visto che, molto probabilmente, il nostro Inuyasha festeggerà il suo compleanno altrove, abbiamo approfittato di questa serata per brindare alla tua salute, ma non solo… - lui e Sango si scambiano uno sguardo complice, mi sa tanto che vogliono dirci qualcosa di importante.
Oh mamma! Non sarà che…
- Volevo dirvi che ho chiesto a Sango di venire a vivere con me. – annuncia sorridente Miroku.
- Cosa? – urliamo sorpresi sia io che Inuyasha.
- E io ho accettato. – continua Sango.
- Oh Kami! Ragazzi è una notizia grandiosa. – esplodo di felicità.
- E bravo Miroku, che ha deciso di mettere la testa a posto. – aggiunge entusiasta Inuyasha.
Tra abbracci, baci e commozione comincia a farsi molto tardi e decidiamo di ritirarci a casa.
- Inuyasha, scusami potresti accompagnare Kagome a casa? Rimango ancora qui per aiutare Miroku. –
- Certo non c’è problema. –
Mi sento in completo imbarazzo. Non mi faccio accompagnare a casa da quando ho la patente, e guarda ora.
Saliti in macchina, Inuyasha inizia a parlare.
- Wow! Che serata! Non mi aspettavo un passo del genere da parte di Miroku. Ha fatto davvero centro! –
- Sono felicissima per loro. Si meritano tutto il bene del mondo. –
- Posso chiederti una cosa? –
- Dimmi. -
- Che è successo alla tua macchina? Non mi hai detto nulla. –
- Beh ecco… l’ho data a mia madre. Prima usava quella di mio padre e poi dopo quello che è successo le ho dato la mia senza che ne comprasse un’altra. Stanno già sborsando un capitale per via del divorzio, quindi non volevo che si aggiungesse un’altra spesa. Alla fine cammino molto a piedi e i mezzi funzionano, perciò non è stato un grosso sacrificio. Mi spiace solo di non essere indipendente e farmi accompagnare come se fossi una ragazzina. –
- Capisco. Per l’accompagnarti posso diventare il tuo autista personale se vuoi. –
- Sei gentile, ma no. Grazie –
- Eccoci qua signorina. Arrivati nella sua dimora. –
- Ah ah ah! Spiritoso… Senti volevo darti il mio regalo di compleanno. –
- Bambina, ma non era necessario. –
- Niente ma. Ecco qua! Non ti dico buon compleanno ora, perché porta male. – ripeto quello che mi disse lui al mio compleanno.
Gli passo la busta con dentro i miei due regali. Scarta con entusiasmo il primo pacchetto dove trova il Blu-ray e appena si rende conto di cos’è rimane paralizzato per un bel minuto abbondante.
- Dove diavolo l’hai trovato? Erano anni che cercavo questo genere di cofanetto, ma era talmente limitata come edizione che non sono mai riuscito a trovarlo. Sei pazza! –
- Come vedi ho anch’io i superpoteri. –
- Ce li hai sì. Forse è il regalo più bello che abbia mai avuto. Grazie. –
- Guarda meglio che c’è dell’altro. –
- Altro? – chiede, guardando meglio dentro la busta e trovando un’altra scatoletta. L’apre e rimane sconvolto ed io inizio a ridere.
- Cos’è questa roba? –
- Hai detto che mi avresti paragonato ad una sacerdotessa e adesso ti do quel rosario che ti avevo promesso. –
- Ma sei seria? Adesso che fai mi mandi “a cuccia”? –
- Mettitela e proviamoci. –
- Ma nemmeno per sogno. Dannata! – impreca per poi scoppiare a ridere insieme a me. Quando ci riprendiamo, ricomincia a parlare – Grazie bambina. -
- Di niente. – rispondo mentre ci abbracciamo.
Ci stringiamo per un bel po’ di tempo e come sempre il mio cuore batte all’impazzata quando sono così vicino a lui, ma è così piacevole e bello che cerco di non pensarci e godermi il momento.
- Peccato che il 21 tu sia impegnato. Una bella maratona di “Ritorno al futuro” ci stava. – ammetto mentre ci stacchiamo.
- Già! Che senso ha nascere il 21 ottobre se non posso vedermelo? Grande Giove! –
- Siamo sul pensate, eh? –
- Che c’entra il peso? –
Scoppiamo a ridere dopo questo botta e risposta alla Doc e Marty, ma decidiamo che è arrivato, per davvero, il momento dei saluti.
- Sarà meglio che entri in casa. Grazie per avermi accompagnato nella mia umile dimora, Ambrogio. – lo ringrazio prendendolo in giro.
- Ciao bambina. Buonanotte. –
- Notte. –
Rientro in casa felicissima che gli sia piaciuto il mio regalo.
Ora devo pensare a scrivere quell’articolo su quella cosa, che non so da quale girone dell’inferno sia nata. Ma prima di scrivere devo pensare a quando vederlo.
Oh Povera me! Verrà un infarto al tizio del noleggio quando lo prenderò. Prevedo già morte e distruzione.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Da quando ho risolto con Kagome le cose tra noi vanno alla grande, sono felicissimo di aver ritrovato la mia migliore amica. Siamo più uniti che mai, però se ho sistemato tutto con Kagome, con Kikyo non va di certo meglio.
Per tre settimane ho fatto di tutto per assecondarla in ogni sua cosa, volevo farmi perdonare per la questione della Germania, ma sembrava non fosse mai abbastanza. Quando ho preso la decisione di non continuare a mortificarmi, la metamorfosi. È diventata più appiccicosa, più ossessiva e più passa il tempo meno riesco a sopportare, anzi adesso mi incazzo molto più facilmente, sembra di essere tornato ventenne. Sono settimane che non facciamo altro che andare in giro per negozi di qualsiasi genere; articoli per la casa, vestiti, mobili, antiquariato.
Neppure il tempo di uscire dal lavoro che la devo scortare a destra e a sinistra. Anche per il mio compleanno non è stato molto diverso, e visto che non volevo nessun genere di festa, la mia ragazza ha deciso che sarebbe stato bello fare qualcosa di nuovo: andare all’IKEA. Mi chiedo certe volte da dove arrivi tutta la mia pazienza, non credo che generalmente le coppie facciano queste cose ogni santo giorno.
Ma non potevamo davvero starcene sul divano a fare la maratona di “Ritorno a futuro”? L’anno scorso che ci fu il raduno mondiale dove proiettarono i primi due film al cinema, fu uno dei compleanni più belli della mia vita.
Meno male che ci sono i miei amici che riescono a tirarmi su il morale e soprattutto grazie ai Kami che c’è Kagome. Anche se non mi dà mai un consiglio per quanto riguarda Kikyo, pur essendo consapevole della mia situazione con lei. Vorrei tanto sapere cosa pensa realmente, ho sempre molta considerazione di quello che dice proprio perché è sempre molto obiettiva e sincera.
 
Oggi sono distrutto!
È sabato e non vedo l’ora di rilassarmi, voglio stare steso sul divano e godermi il blu-ray di “Casablanca” che mi ha regalato Kagome. Sono giorni che faccio su e giù e oggi voglio solo stare in pace.
Nemmeno il tempo di pensarlo mi squilla il telefono. E ti pareva!
- Pronto? –
- Inu-chan, che stai facendo?
- Sono in panciolle sul divano e sto per guardarmi “Casablanca”. –
- COME? Ancora non sei pronto?
- Perché dove volevi andare… ancora? – chiedo infastidito.
- Sai il tappeto che avevo preso tre giorni fa? Fa schifo e non si intona alla mia stanza.
- Kikyo, mi sembrava di averti detto che quel tappeto non era adatto, ma mi hai risposto che eri sicurissima di quello. Ora vuoi che venga con te per cambiare quello che dicevo di non prendere? – sospiro spazientito.
- Ti aspetto allora.
- Scordatelo! – sbotto senza girarci intorno.
- Come scusa?
- Non mi muovo da qua. Ho avuto una settimana stancante per via del lavoro e sicuramente il tuo shopping compulsivo non è stato di certo rilassante. Quindi se vuoi andare, chiama una tua amica. –
- Inuyasha, spero vivamente che tu stia scherzando. È sabato, dannazione, e voglio che venga tu. Fine della discussione.
- Abusi della parola “voglio” un po’ troppo spesso. –
- Ma mi dici che diavolo ti prendere ora? Sembrava che stesse andando tutto bene e ora cos’hai? Hai di nuovo fatto qualcosa che non dovevi fare?
- Perché la colpa di tutto è sempre mia, mi pare ovvio. Comunque non ho fatto assolutamente nulla, VOGLIO solo stare in pace. Se vuoi stare con me, il posto sul divano c’è. – controbatto con decisione.
- Fai poco lo spiritoso Inuyasha, guarda che non sono la tua amichetta.
Appunto, non lo sei!
Il tono che ha usato per dirlo mi dà alquanto fastidio. Ogni scusa è buona per mettere in mezzo Kagome.
- Allora, mi vieni a prendere o no?
- Ho detto di no! – ripeto ancora più convinto di prima.
- Va bene Inuyasha allora sapp… - chiudo la conversazione. Non l’ho mai fatto in vita mia, ma non stavo reggendo più. Mi scoppia la testa, la sua voce è talmente forte che potrebbe romperci i vetri.
Mi alzo dal divano e accendo la radio, sperando che arrivi una bella canzone.
 
Colpito al cuore
Ed è tua la colpa
Dai all’amore un cattivo nome
 
Ciò che vendi è un sorriso d’angelo
Mi prometti il paradiso,
ma mi fai patire l’inferno
 
Bene! Mi ci voleva proprio You give love a bad name di Bon Jovi. Prendo una bottiglia di birra dal frigo e ascolto attentamente le parole della canzone e tengo il ritmo con il piede.
Sento il mio telefono squillare, ma appena vedo che è Kikyo alzo ancora di più il volume della radio.
 
Sei come una pistola carica
Non c’è posto dove nascondersi
Nessuno mi può salvare
Il danno è ormai fatto
 
Colpito al cuore
Ed è tua la colpa
Dai all’amore un cattivo nome
Faccio la mia parte e tu i tuoi giochini
Dai all’amore un cattivo nome
Dai all’amore un cattivo nome
 
Santo Bon Jovi! Non potrei essere più d’accordo con te in questo momento. Mentre continuo ad ascoltare quella canzone mi fermo a guardare la foto mia e di Kagome il giorno della festa dell’azienda in posa Gere-Roberts. Sorrido e penso che Bon Jovi probabilmente non aveva nessuno che potesse salvarlo, ma io invece sì.
Mi vesto in fretta e furia e prendo dei dvd.
Aspetta un attimo! Che sto facendo? Perché invece di chiarire con Kikyo, penso di andare da Kagome? Davvero certe volte non mi capisco nemmeno io.
Riguardo ancora quella foto e mi focalizzo sul suo viso sorridente, e ripenso a quanto fosse splendida quella sera.
Al diavolo! Mi ero ripromesso che avrei pensato a me, adesso voglio pensare a me.
Prendo le chiavi ed esco di casa.
 
Busso al suo appartamento e mi apre sempre con quello splendido sorriso
- Ehi ciao. –
- Allora, qui abbiamo “Pulp fiction”, “Arancia Meccanica” e “Taxi Driver”, ma se sei in vena di pianti isterici ho anche la quarta opzione che è “La vita è bella” di Benigni. E gli immancabili popcorn. – dico porgendole la busta extra large di popcorn.
- Oh Kami, tra un po’ piango per la commozione, ma piango anche perché devo declinare l’offerta. – mi risponde dispiaciuta.
- Perché mai? Lavoro? –
- Già, per una volta che, finalmente, il mio capo decide di darmi un pezzo sul cinema, sono obbligata a scrivere un articolo su un film pessimo. Credo che perfino Peppa Pig insieme ad Hello Kitty avrebbero saputo fare di meglio. Mi stavo mettendo proprio adesso a vederlo. – mi spiega scocciata facendomi ridere di gusto.
- Caspita! E cos’è questa oscenità? – domando continuando a ridere.
- 50 sfumature di grigio. –
- Oh… wow! Beh dai, allora ti accompagno in questa ardua impresa. Così se mai dovessi addormentarti o ti dovesse arrivare un conato di vomito potrei svegliarti o reggerti i capelli, dipende poi dall’evenienza. Inoltre non l’ho visto nemmeno io, almeno se fa così schifo potremmo divertirci a prenderlo per il culo come se non ci fosse un domani. – la vedo finalmente ridere.
È stupenda quando lo fa.
- Aggiudicato! E poi ci sono anche i popcorn a tirare su il morale. – alla fine accetta e mi fa accomodare in casa.
Dopo avermi offerto il caffè, si mette accanto a me sul divano con la ciotola dei popcorn e iniziamo a vedere il film.
Appena iniziato c’è qualcosa che attira la mia attenzione. Non l’avevo mai vista all’opera, quindi un po’ mi incuriosisce come lavora.
- Un taccuino? –
- Beh sì. Ogni volta che devo scrivere un pezzo uso sempre il taccuino per scrivere le note. Anzi, in realtà, utilizzo il pc solo ed esclusivamente per trascrivere l’articolo e mandarlo al mio capo per il controllo. Anche per il blog faccio la stessa cosa, trascrivo e mando online. Scrivo tutto con carta e penna ed è una cosa che faccio sin da quando ero piccola. Non riesco a concentrarmi o esprimere quel che penso direttamente sul pc, la vedo una cosa talmente impersonale che chiunque potrebbe fare; invece, quando sono seduta con il mio taccuino, la mia penna e comincio a scrivere, lì ci sono io. La mia scrittura, il mio sudore e addirittura la goccia del caffè che stavo bevendo, sono cose solo mie. Lo so è una cosa stupida, ma alla fine non m’importa, sono quel che sono. – chiarisce dopo aver messo in pausa.
Accidenti! Questa donna mi stupisce sempre di più.
- Invece non la reputo una cosa stupida, anzi, anche se t’immaginavo una sempre attaccata al pc o al Tablet per lavorare, visto che ti occupi anche di un blog. –
- No no no no! Per carità. Meno ci sto vicino a quell’aggeggio infernale meglio è. Mi avvicino a lui solo quando leggo le risposte dei lettori o per leggere le email e, grazie ai Kami, tutte le notifiche mi arrivano per telefono, evitandomi di stare a controllare ogni giorno. Dio benedica gli Smartphone! – afferma con decisione e non posso fare a meno di ridere seguito da Kagome.
Continuiamo a vedere il film per la prossima ora e mezza.
Ora posso affermare con fermezza che questo film fa davvero schifo!
La vedo che non sta riuscendo più a trattenersi.
- Oh mamma! Un’ora e mezza di supplizio e riuscire a partorire un articolo decente sarà ancora più un supplizio. Ma come si può concepire tutto questo? Potrei basare la questione su tre punti fondamentali: primo, è un insulto al genere femminile; secondo, è un abominevole insulto al genere femminile; terzo, è un enorme e raccapricciante insulto al genere femminile! –
- Quindi, se ho ben capito, per te è un insulto al genere femminile. – la stuzzico.
- Scemo! E poi non puoi nemmeno definirlo un film erotico. Ti trasmette tutto tranne che quello. Se davvero dobbiamo dirla tutta, se vogliono un film erotico che si vedessero almeno “9 settimane e mezzo”! Il plot è praticamente identico, è degli anni 80 e di certo la protagonista non doveva essere costretta a firmare un contratto allo scopo di essere comandata a bacchetta. E comunque, basterebbero semplicemente due parole: Kim Basinger. Ho detto tutto! –
- Già, che donna! Comunque sì, ti do ragione su come viene rappresentata la figura della donna, però anche dal punto di vista maschile non è di certo meglio. Io che sto dall’altra parte, vedere un uomo che prova piacere dominando la propria donna, mi mette a disagio. Forse perché è una cosa che non mi appartiene e credo che non appartenga a molti uomini. Per carità, sotto le lenzuola ognuno è libero di fare quel che vuole, ma se è la donna che qualche volta prende le redini della situazione può diventare dannatamente sexy. E poi puoi fare l’amore o una semplice scopata, ma sempre in due si fa, che uno goda e l’altro no, non ha senso per me. – sostengo e ammetto con un pizzico di malizia. Noto che un po’ arrossisce, anche se non vuole darlo a vedere.
Ma quanto è bella!
Adoro questo suo lato; è una donna molto forte e sicura, ma ha questi momenti in cui non riesce nemmeno a sostenere un discorso diventando talmente dolce e tenera che potrei anche definirla molto sensuale.
Cavolo! Ma che sto dicendo? Inuyasha riprenditi!
- Beh sì certo. Senti, sai cosa mi ci vorrebbe ora, oltre ad un antidiarroico? – mi chiede mentre gli faccio “no” col capo. - Di un bel massaggio ai piedi! – allude.
Massaggio ai piedi? Il mio cuore credo che abbia perso un battito in questo momento. Ma sicuramente si ferisce a “Pulp Fiction”.
- Ah ah! Mi sa tanto che qualcuno ha voglia di vedere “Pulp Fiction”. – provo ad indovinare.
- Bingo! Cerchiamo di ritrovare la sanità mentale con il buon vecchio Quentin. Ovviamente sempre che tu non abbia altro da fare; non voglio assolutamente bloccarti qua. –
- No no, anzi, sono libero come l’aria. Quindi accetto volentieri di partecipare a questo tuo rito di purificazione. –
Ho bisogno di allontanarmi un po’. Credo che questo film provochi dei problemi mentali.
- D’accordo. Prendo altri popcorn. –
Meglio approfittarne, così afferro Kagome per un braccio per bloccarla.
- No lascia, li prendo io, tanto ho bisogno un attimo del bagno. Tu intanto metti il film. –
 
Pov Kagome
 
Quando ritorna dal bagno e va in cucina a versare i popcorn nella ciotola, lo guardo mentre è di spalle e mi soffermo sul suo lato B. Inconsapevolmente deglutisco e mi tocco con la mano il braccio con cui mi ha afferrato. Sento di nuovo un caldo atroce e quando mi rendo conto di quello che sto facendo, cerco di sbuffare in maniera silenziosa per riprendermi.
- Non posso crederci, sto diventando peggio di Miroku… - bisbiglio tra me e me, mettendomi le mani in faccia.
- Ecco qua. – ritorna Inuyasha, facendomi sussultare. Si risiede accanto a me e vedo che prende il cellulare e lo scruta intensamente con una faccia a dir poco scocciata, e appena si rende conto che non c’è nulla lo rimette a posto in malo modo.
- Iniziamo? – chiede un po’ troppo serioso.
- Sì, però prima dimmi cosa c’è. – dico con sguardo indagatore.
- Mmmh? – risponde da perfetto gnorri.
- Sicuro che non ci siano problemi che tu rimanga qua? O meglio… problemi per qualcuno? Perché credo che tu non sia venuto fin qui solo per vedere un film. Che succede? – domando, sapendo già la sua risposta e quale sia il vero problema.
- Non lo so nemmeno io. Ormai mi incazzo per qualsiasi cosa e non riesco più a sopportare nulla. Visto che sono settimane che Kikyo mi porta in giro a vedere negozi di qualsiasi genere e ormai non riesco più a fare la distinzione tra una negozio di vestiti e un negozio di mobili. Oggi volevo semplicemente stare a casa tranquillo senza troppi sbattimenti. Kagome, non hai idea di che scenata mi abbia fatto al telefono e se ci ripenso mi ritorna il mal di testa! – afferma, facendo una pausa per poi continuare – Ma la cosa che mi ha sconvolto di più è che le ho chiuso il telefono in faccia per non sentirla più. Sono arrivato all’esasperazione e sinceramente non è da me. Non so davvero cosa fare perché da una parte mi dispiace. – sostiene con una faccia a dir poco perplessa.
- Eri arrabbiato, è normale tu abbia reagito così. Per quanto riguarda il resto… fai quello che ti senti di fare. – rispondo solamente, come sempre.
Non riesco ad essere obiettiva quando si tratta di Kikyo e non posso certo dirgli che come persona fa schifo e dovrebbe solo mandarla a fanculo. A parte il fatto che parlare di lei mi fa salire un nervoso assurdo solo a pensare come tratta Inuyasha, ma davvero… chi sono io per giudicare e dirgli di buttare alle ortiche una storia durata anni?
E come ogni volta, questo mi provoca una fitta al cuore che fa malissimo, facendomi venire voglia di piangere fino allo sfinimento.
- Già! Come sempre. – mi risponde sarcastico, prendendo poi il telecomando per mettere in play. - Dai, iniziamo a vedere il film o qui davvero mi tocca massaggiarti i piedi. – mi sorride facendomi l’occhiolino.
Guardiamo il film in religioso silenzio e a un certo punto, verso la fine del film, sento i miei occhi appesantirsi e li chiudo per un istante. Poi sento Inuyasha che mi sveglia scrollandomi dolcemente e dicendo il mio nome. Quanto vorrei che fosse sempre così. Cosa? Che diavolo sto pensando? E da lì sbarro gli occhi.
 
Pov Inuyasha
 
Mi chiudo in bagno e mi sciacquo la faccia con acqua ghiacciata per riprendermi.
Era ovvio che si riferisse a “Pulp Fiction”. Perché ho pensato a tutt’altra cosa?
Perché sono un cretino, ecco perché. Ormai mi dovrei rassegnare al fatto che Kagome non mi è del tutto indifferente. È bellissima questo è ovvio, ma non posso sentirmi come un quindicenne allupato.
Sto perdendo la testa, mi sembra di essere tornato in Germania se non peggio.
Basta! Mi devo riprendere.
Torno in cucina, riempio nuovamente la ciotola con i popcorn e torno a sedermi accanto a Kagome.
- Ecco qua. – la vedo saltare, forse era sovrappensiero. Prendo il cellulare e noto che ci sono due chiamate perse e cinque messaggi da parte di Kikyo. Non ho proprio voglia di stare a sentirla, sto tanto bene. E con tutta onestà, nemmeno me ne importa. Così ripongo il cellulare in malo modo.
- Iniziamo? – dico con aria irritata.
- Sì, però prima dimmi cosa c’è. – mi ha beccato.
- Mmmh? – cerco di far finta di non aver sentito.
- Sicuro che non ci siano problemi che tu rimanga qua? O meglio… problemi per qualcuno? Perché credo che tu non sia venuto fin qui solo per vedere un film. Che succede? –
Tanto vale che sputi il rospo. Poi chissà forse è la volta buona che mi dice qualcosa. Magari la provoco un po’.
- Non lo so nemmeno io. Ormai mi incazzo per qualsiasi cosa e non riesco più a sopportare nulla. Visto che sono settimane che Kikyo mi porta in giro a vedere negozi di qualsiasi genere e ormai non riesco più a fare la distinzione tra una negozio di vestiti e un negozio di mobili. Oggi volevo semplicemente stare a casa tranquillo senza troppi sbattimenti. Kagome, non hai idea di che scenata mi abbia fatto al telefono e se ci ripenso mi ritorna il mal di testa! Ma la cosa che mi ha sconvolto di più è che le ho chiuso il telefono in faccia per non sentirla più. Sono arrivato all’esasperazione e sinceramente non è da me. Non so davvero cosa fare perché da una parte mi dispiace. –
- Eri arrabbiato, è normale tu abbia reagito così. Per quanto riguarda il resto… fai quello che ti senti di fare. – niente da fare mi risponde nella sua classica maniera. Che diavolo devo fare per farmi dire quello che pensa?
- Già! Come sempre. – rispondo scocciato, però non le posso dare una colpa, perciò andiamo avanti e cambiamo discorso. - Dai, iniziamo a vedere il film o qui davvero mi tocca massaggiarti i piedi. – affermo facendole l’occhiolino.
È ufficiale che il mio cervello è andato a quel paese insieme a quello di Anastasia. Meno male che non se ne accorge e che il film inizia, così siamo concentrati solo su quello.
Poco prima che finisse il film mi giro verso Kagome e noto che dorme profondamente. Smetto praticamente di guardare lo schermo e mi alzo per avvicinarmi di più. Mi siedo a terra di fronte al divano e inizio a guardarla come non l’avevo mai vista. Credo di essere rimasto almeno dieci minuti a fissarla, il suo viso rilassato, il suo corpo perfetto che si muove ad ogni suo respiro per poi soffermami sulle sue labbra, così piene e perfette. Sarei un pazzo se dicessi che non vorrei assaporarle, perché in questo momento non riesco a pensare ad altro che alle sue labbra sulle mie. Prendo il telefonino, e come successe sei mesi fa, le scatto una foto senza che lei sappia nulla.
- “Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci.” – sussurro quella frase di Shakespeare mentre continuo a fissarla e piano piano, come fossi ipnotizzato, mi avvicino sempre di più a lei.
In quell’istante, vibra il cellulare facendomi saltare ed è l’ennesima chiamata di Kikyo alla quale nuovamente non rispondo.
Cazzo! Che diavolo stavo pensando? Sono impazzito?
Devo andare prima di fare qualche sciocchezza, così decido di svegliare Kagome dolcemente. 
- Oddio! Scusami Inuyasha mi sono appisolata. Quanto ho dormito? – mi chiede dispiaciuta.
- Sì e no una quindicina di minuti, non di più. Ti ho svegliata perché è meglio che vada da Kikyo adesso, ma non volevo andarmene senza salutarti. – invento la prima balla che mi viene in mente.
- Capisco. Ti accompagno alla porta. –
- Grazie mille per aver condiviso con me quella tortura, forse da sola non ci sarei mai riuscita. –
- Mi raccomando, voglio un grande pezzo. –
- La vedo dura, ma almeno il grosso del lavoro è già stato fatto. Adesso manca solo scrivere. –
- Bene. Allora io vado. – cerco di salutarla, ma il corpo va per conto suo e così le do un bacio sulla guancia, cosa che non avevo mai fatto e poi le sussurro appena - Grazie a te per oggi. Sono stato benissimo. – scostatomi, ci rendiamo conto che la situazione si è fatta parecchio imbarazzante e forse è meglio levare subito le tende. - A presto Kagome. – la saluto allontanandomi il più velocemente possibile non dandole il tempo di ricambiare.
Mi fermo un secondo e rifletto su cosa è appena successo. Il cuore mi sta esplodendo e non capisco come sia potuto accadere. Risentire la morbidezza della sua pelle sulle mie labbra mi ha dato una sensazione di calore e pace. Diavolo ed era solo un bacio sulla guancia!
Ovviamente, ora come ora, non ho nessunissima intenzione di andare da Kikyo, perché a parte tutta questa situazione assurda che si è creata, io sto bene.
Ora voglio solo parlare con Miroku, ho bisogno di un amico. Anche se non ho bisogno che qualcuno mi dica che… oggi ho desiderato Kagome come non ho mai desiderato nessuna.
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
 
Ciao bellezze ^_^
È andato anche questo capitolo. Beh che dire, la svolta c’è stata e adesso i nostri due fessacchiotti preferiti incominciano a farsi due domande, ma come accade tutte le santissime volte, c’è sempre uno che capisce prima dell’altro. Mai che lo capiscano in contemporanea (ma vedi un po’ questi U.U). Comunque chi non ha mai visto “Pulp fiction” consiglio di farlo perché è bellissimo, ma vi dico anche che se siete deboli di cuore o facilmente impressionabili allora meglio di no.
Vi lascio i link di due scene top di questo film *^*
https://www.youtube.com/watch?v=ak9LOLDaglk (Filosofia sul massaggio ai piedi xD)
https://www.youtube.com/watch?v=9dm627Yi7WQ (Scena meravigliosa *^*)
Per quanto riguarda il raduno mondiale di “Ritorno al futuro”, volevo dirvi che l’hanno fatto davvero ed io ci sono anche stata e mi hanno dato il poster. Poiché anche quello è uno dei miei film preferiti non potevo non metterlo così ho voluto far coincidere il giorno del compleanno di Inuyasha lo stesso giorno in cui Marty e Doc vanno nel futuro (21 ottobre 2015). Or dunque vedetevi anche questa trilogia u.u
Dopo avervi tartassato alla Kagome Style xD, vi continuo a ringraziare per chi sta seguendo questa storia e chi ha sempre il tempo di recensire lasciandomi il suo pensiero. Davvero ancora grazie :3
Ci si becca al prossimo capitolo intitolato “Non tutte le creme brûlé escono col buco”.
Un bacione :*
Princess Miyu
 
 
 

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Capitolo 12
*** Non tutte le creme brûlé escono col buco ***


Capitolo 12: Non tutte le creme brûlé escono col buco.
 
 
Pov Kagome
 
Dopo che Inuyasha se ne va, rientro in casa e chiudo la porta. Non faccio in tempo ad arrivare alla sedia che mi appoggio al muro e scivolo fino ad accasciarmi a terra. Con la mano sul cuore, sento come se stesse per esplodere e non riesce minimamente a calmarsi.
Sango! Ho bisogno di Sango! Prendo il cellulare e le mando un messaggio:
 
A casa mia. ORA!
 
Sango mi ascolta attentamente mentre le racconto tutto e dopo un po’ inizio anche a piangere come una bambina. La mia amica, vedendomi in queste condizioni, mi abbraccia forte fino a quando non smetto, così può iniziare a parlare.
- Kagome, è inutile che ti dica che cosa stai passando perché lo sai già. Non vuoi ammetterlo, sei un’orgogliosa e una testarda. Hai sempre giudicato l’amore a prima vista o l’infatuazione come cose superficiali. Ora che ci sei inciampata tu in quella situazione che tanto criticavi, stai completamente perdendo la testa. – sostiene Sango con un tenero rimprovero. - Ma resta il fatto che il tuo caso è diverso... o almeno adesso. – dice ancora ed io la guardo interrogativa aspettando che continui. –Non si tratta più di una semplice cotta. Tu ne sei innamorata persa ormai. Quando sei con lui non ti rendi conto di quanto diventi splendida; diventi luminosa e sempre sorridente. Sei te stessa. Questo fa l’amore. Ti rende più bella e ogni volta che sembra ti vada tutto storto, ti basta pensare a lui e tutto assume un altro colore. È vero che ti senti così quando sei con Inuyasha? – mi guarda sorridendo appoggiandomi la mano sulla spalla.
Semplicemente annuisco e mi sfogo con un pianto liberatorio tra le braccia di Sango per un tempo interminabile.
Ormai non ci sono più dubbi e non posso più nascondermi. Amo Inuyasha e non potevo scegliere persona più sbagliata, perché so già che lui non proverà mai quello che provo io.
Lui non potrà mai essere al mio fianco come vorrei.
Non potrò mai rimpiazzare Kikyo nel suo cuore.
Sono vittima del tipo di amore che ho tanto evitato nutrendo una sofferenza che non avrei mai voluto provare.
Ma di una cosa sono certa: non voglio perderlo per nessun motivo al mondo. Anche se il mio cuore è in mille pezzi, gli starò comunque accanto… per sempre.
 
Novembre
 
Dopo quel giorno, ho cercato di non far trasparire nulla e continuare a comportarmi normalmente, ma non credevo sarebbe stato così difficile.
Prima ignoravo i miei sentimenti e cercavo in qualunque modo di non pensare a tutto quello che mi accadeva quando stavo con lui, ma ora che mi sono resa conto di amarlo sembra che non riesca più a controllarmi e la voglia di stringerlo, di accarezzarlo, di baciarlo, diventa sempre più forte ogni istante che passo con lui.
Non so se il mio cuore potrà mai reggere a tutto, ma devo andare avanti per custodire almeno la nostra amicizia.
È davvero ironico tutto questo! Fino a qualche tempo fa se qualcuno mi avesse detto che avrei fatto questa fine, gli avrei riso in faccia senza alcun ritegno; invece mi guardo ora e affermo che il mio cuore è a pezzi, quando prima sostenevo che ogni sentimento poteva essere razionalizzato.
Quanto posso essere ridicola?
Quando si dice il Karma!
Ho scritto il pezzo su “50 sfumature di schifo” il giorno dopo averlo visto. Non è stato facile, ma ho cercato di fare un po’ a modo mio perché è pur sempre un mio articolo. L’ho fatto anche leggere ad Inuyasha e gli è piaciuto tantissimo. La cosa che mi dispiace di più è che non potrò metterlo sul blog. Pazienza! Lo leggeranno i lettori della rivista.
Tra pochissimo andrò da Naraku per farmi dire com’è e se andrà tutto bene domani sarà già in stampa.
- Higurashi! Puoi andare. – mi avverte Tsubaki.
- Vado subito. – rispondo mostrandomi sicurissima.
- Non sarei così tranquilla se fossi in te. – provoca nuovamente senza darmi il tempo di rispondere.
Cosa avrà voluto dirmi?
Tranquilla Kagome, vuole solo provare a spaventarti!
 
Dopo essere entrata nell’ufficio di Naraku con i soliti convenevoli “Busso-Prego-Entra-Siediti”, lo vedo che ha tra le mani il mio articolo e lo legge con attenzione, ma non riesco a decifrare il suo sguardo.
Deglutisco a vuoto quando vedo i suoi occhi puntare su di me. Oggi fa paura!
- Higurashi, noto a malincuore che, anche se mi dimostro disponibile, tu non fai mai quello che ti dico. Ti avevo avvertito che se avessi fatto un altro passo falso, non ci sarebbe stato più posto per te. – afferma lanciando in malo modo il mio articolo.
- Lei mi ha detto che non dovevo più contraddirla e non l’ho fatto. Cosa avrei fatto ora? Ho solo cercato di analizzare dei punti su cui riflettere, come sempre. –
Ecco il “come sempre” potevo risparmiarmelo.
– Sai Higurashi, mi sono rotto di te. Da quando sei qui non sei stata altro che una spina nel fianco. Non sei e non sarai mai all’altezza di questo giornale. Questo tuo atteggiamento da emancipata del cazzo non ha fatto altro che crearmi problemi. E sai che c’è? Hai venti minuti per prendere la tua roba e uscire da questo edificio. SEI LICENZIATA! –
- Se per lei fare giornalismo significa fare quello che viene ordinato e sopprimere il pensiero di una persona, allora può andare direttamente al diavolo. E non si preoccupi, me ne basteranno cinque. – sfogo del tutto la mia rabbia e indignazione senza rimangiarmi nulla.
Esco dall’ufficio di Naraku sbattendo la porta e ci sono i miei colleghi, compresa Sango, che mi guardano interrogativi, ma io cerco di evitare tutti i loro sguardi e vado dritta alla mia scrivania a prendere le mie cose.
Si avvicinano a me Sango, Ayumi ed Eri con sguardo preoccupato.
- Kagome cosa diavolo è successo? Abbiamo sentito gridare. – mi domanda preoccupa Ayumi.
- Son… -
- VOI! Tornate a lavoro, non vi è permesso parlare con chi non fa parte della redazione. – grida Naraku sull’uscio della porta del suo ufficio. Nemmeno ha il buon gusto di uscire.
- Cosa? Ma che significa? – chiede Sango.
- Quello che è. Ci sentiamo dopo. –
Finito di prendere la mia roba, vado verso l’ascensore sentendomi tutti gli sguardi puntati addosso. Alle porte dell’ascensore c’è Tsubaki che sogghigna come non mai.
- Sarai contenta immagino. –
- Oh, non sai quanto. –
- Almeno l’ultimo vaffanculo non te lo leva nessuno. Vaffanculo! –
Appena le porte si aprono, prima che entrassi del tutto, sento Tsubaki che sussurra - Game over, Higurashi! – per poi andarsene nella direzione opposta.
Odio l’idea di avergliela data vinta, ma non ci bado più di tanto, adesso ho solo bisogno di metabolizzare cosa mi è successo.
Vorrei che Inuyasha fosse qui. Se mi fosse successo qualche settimana fa non avrei avuto problemi a chiamarlo, ma ora? Come mi devo comportare?
Ho bisogno di lui, ora come non mai.
 
Pov Inuyasha
 
Da quella volta a casa di Kagome, sento che qualcosa è cambiato. Non ho più avuto il coraggio di telefonare a Miroku perché avevo voglia di stare da solo e riflettere.
Con Kikyo sembra essersi sistemato tutto, anzi sembra più contenta del solito, ma quello a non essere sereno sono proprio io.
Penso e ripenso a quello che mi disse Rin in Germania: La realtà che abbiamo di fronte a volte viene completamente distorta, da un evento, da un pregiudizio o anche da una persona. Resta a noi aguzzare la vista e capire cos’è reale e cosa no.
Temo che sia Kagome a distorcere completamente la realtà. Il fatto che lei sia così bella, gentile, disponibile, intelligente, dolce, ma soprattutto così diversa da Kikyo, sta del tutto offuscando la mia capacità di giudizio. Prima non avevo problemi, mi facevo scivolare qualsiasi cosa senza creare questioni, ma adesso basta una mezza parola fuori posto di Kikyo che subito mi precipito da Kagome. Non è un ragionamento sensato quello che sto facendo, ma credo che quello che sento per Kagome sia solo una sorta di riflesso condizionato a quello che succede con Kikyo. Non può essere altrimenti, però anche il solo pensare che tutto questo non sia reale mi provoca una fitta lancinante al petto.
Non c’è che dire, sono proprio da ricovero!
 
Sono in un bar ad aspettare Kikyo e nel frattempo che aspetto, ho preso il “TimeMagazine” per leggere l’articolo di Kagome. L’avevo già letto, ma volevo vederlo direttamente dalla rivista. Ma con mio grande stupore, noto che non c’è! O meglio c’è, ma non quello che mi aveva mandato.
- “[…] Film che ha suscitato scalpore in tutti i sensi. Sicuramente è un modo originale e innovativo di vedere il romanticismo […]” – leggo tra me e me con aria di disgusto.
Cos’è questa schifezza? Perché non c’è l’articolo di Kagome?
- INU-CHAN! – mi saluta Kikyo con tono squillante, si vede che le gira bene.
- Ciao. – ricambio con indifferenza senza staccare gli occhi dal giornale.
- Ehi nemmeno mi saluti? –
- Sì scusa, stavo vedendo se fosse uscito l’articolo di Kagome. –
- Ah già! – afferma con disinteresse.
Subito dopo ricevo un messaggio di Miroku:
 
Amico dove sei?
 
Rispondo:
 
Sono al bar Midoriko con Kikyo. È successo qualcosa?
 
Ho urgente bisogno di parlarti. Sto arrivando.
 
Che sarà successo? Spero non qualcosa di grave.
 
D’accordo. A tra poco.
 
Mentre continuo a fissare il cellulare col pensiero di cosa deve dirmi Miroku, i miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Kikyo.
- Allora, mi stai ascoltando o no? –
- Scusami, stavo parlando con Miroku, tra un po’ sarà qui. –
- Ah beh. Sono così contenta che non mi interessa che lui ci sia o no. –
- Buon per te. –
Kikyo sembra non essere soddisfatta del mio atteggiamento, così mi toglie il giornale dalle mani e legge l’articolo che doveva essere di Kagome.
Dopo poco arriva Miroku con passo svelto che si avvicina a noi.
- Miroku, tutto bene? –
- Io sì. Dobbiamo parlare Inuyasha. –
- Sì un attimo che pago. –
Appena finisco di dire questa frase, Kikyo chiude la rivista e la butta sul tavolino.
- Non è così male il pezzo. Forse quello della tua amica non era all’altezza. – non ascolto con molta attenzione, il mio cervello è rimasto bloccato a quel “Non è così male”, ma dice sul serio?
- Kikyo non sai nemmeno di che cavolo stai parlando. – sbotta all’improvviso Miroku.
Che diavolo sta succedendo?
- Dico solo quello che vedo. Poi detto con tutta franchezza, quella Kagome non è un granché, mi sa di sfigata. –
A quest’ultima frase il sangue comincia a ribollirmi come non è mai successo in tutta la mia vita.
Come l’ha chiamata? Sfigata?
- Come hai detto scusa? – chiedo di ripetere per darle la possibilità di rimediare a quello che ha detto. Sento che potrei esplodere!
- Ho detto che è una sfigata. – ripete con fermezza e forse anche con un velo di cattiveria.
Al diavolo che è la mia ragazza, non permetto a nessuno di insultare Kagome così gratuitamente.
- E dimmi un po’, per te essere sfigata significa dire sempre quello che si pensa e cercare di dare un minimo di argomenti in una rivista che non fa altro che sparare stronzate, che solo a persone come te possono piacere? –
- Cosa hai detto? – chiede togliendosi quel sorrisetto dalla faccia.
- Hai sentito bene. Non sopporto che tu debba definire “sfigata” una persona che fa il suo lavoro con professionalità e dedizione, solo perché non hai il cervello adatto per poterla comprendere. Visto che il tuo livello è questo, tienitela pure quella schifezza. – mi alzo e guardo Miroku che rimane con gli occhi sgranati e la bocca spalancata dallo stupore. – Andiamo Miroku. –
Mentre ci allontaniamo sento nuovamente la sua voce.
- INUYASHA! TORNA SUBITO QUI! – urla con tono autoritario, come se io fossi il suo cagnolino.
Eh no! Questo è troppo.
Mi giro per andare verso di lei, Miroku mi guarda cercando di dirmi di non andare, ma ho altro in mente adesso.
Noto che Kikyo mi guarda con aria soddisfatta, peccato che non sto tornando per quello che pensa lei.
- Non sono il tuo cane. Prova un’altra volta ad urlarmi in questo modo e giuro che ti faccio passare un bruttissimo quarto d’ora. – le dico con voce molto pacata senza distogliere lo sguardo da lei.
Detto questo, nemmeno aspetto la risposta di Kikyo e mi allontano con Miroku che non smette di guardarmi sbalordito.
Appena siamo un po’ più lontani, il mio amico decide di prendere la parola.
- Mi spieghi che cosa è successo poco fa? Perché non sono sicuro di aver visto bene. –
- Hai visto bene, non mi piace che parli così delle altre persone. –
- Diciamo che non vuoi che si parli così di Kagome. Inuyasha, davvero che diavolo ti è preso? Per carità, era ora che ti decidessi a zittirla, ma ti rendi conto che ci sei andato giù pesante? Le hai praticamente dato dell’oca senza cervello. –
- Hai ragione forse ho sbagliato, ma davvero non ci ho visto più. –
- Non ho detto che fosse sbagliato, anzi avrei voluto il replay per godermi la scena. Però mi spieghi come sono andate le cose dall’inizio? –
Gli racconto tutto quello che è successo, compreso quando sono andato a casa di Kagome e ci siamo visti “50 sfumature di grigio”.
- E poi? – mi incita Miroku a continuare, ma non ho la forza di dirgli che sono stato a fissarla mentre dormiva e a fantasticare sulle sue labbra. – Sto aspettando, sai? –
- E va bene! Non è successo nulla. Ho avuto solo un momento di debolezza, durato davvero pochissimo, ma mi ha destabilizzato un po’. Diciamo che quello che ho provato è stato inaspettato. – sbuffo rumorosamente e imbarazzato come mai prima.
- Uffa Inuyasha, smettila di girarci intorno, mi stai facendo venire la nausea. –
Tiro un lungo respiro e confesso.
- L’ho… l’ho desiderata, ok? Anzi, l’ho quasi baciata mentre dormiva. – esplodo esasperato e con una gran voglia di sprofondare sottoterra. Se pensarlo lo ritenevo imbarazzate, dirlo ad alta voce è anche peggio.
Miroku mi guarda meno meravigliato di quanto mi aspettassi e inizia a parlare. - Fai un respiro profondo e ragiona un attimo. Ora, non credi che questo possa significare qualcosa? –
- No, non significa niente perché non è reale. –
- Che significa non è reale? Delle tue emozioni stiamo parlando e ovvio sono reali. –
- No, Rin me lo ha detto chiaro e tondo. – rispondo quasi… deluso?
- Cosa c’entra Rin ora? Cosa ti avrebbe detto? –
Spiego cosa mi ha detto il giorno prima che tornassi in Giappone.
- Come al solito, capisci sempre fischi per fiaschi. Sono sicuro al 100%, se non di più, che non si riferisse a Kagome. –
- E allora a chi? –
- Vogliamo giocare all’ “Indovina Chi” o vuoi continuare a fare l’idiota? Era ovvio che si riferisse a Kikyo. È lei quella che ti sta completamente distorcendo la realtà, non Kagome. Lei è l’unica che sta finalmente facendo riemergere quello che sei veramente, senza trucco e senza inganno. E non è la prima volta che te lo dico. Tu stai trovando solo una scusa per nascondere quello che davvero provi. Hai solo una fottutissima paura di aver perso tempo ad inseguire una che nemmeno dici di amare. Ti avessi sentito una volta dirle “ti amo” o chiamarla “amore”. Dopo cinque anni è piuttosto grave, sai? –
- Lo sai che odio questi nomignoli e non sono così espansivo in fatto di sentimenti. –
- Non lo sei perché non l’hai mai provato. – risponde senza girarci intorno e lasciandomi spiazzato.
- Stai vaneggiando. Non nascondo proprio niente e, tanto meno, ho paura. – cerco di uscirmene in qualche modo.
- La gelosia nei confronti di Bankotsu, il viaggio in Germania, le visite notturne, la sceneggiata di poco fa, la voglia di lei. Sai che in tutto questo c’è una sola spiegazione, vero? – inizia ad elencare per farmi arrivare a non so che conclusione.
- No no no no no! Non ci provare Miroku. È una delle persone più importanti della mia vita e non saprei nemmeno quantificare il bene che le voglio, se mi sono comportato così è perché ha passato momenti difficili, volevo esserci per lei e continuerò a farlo. Quel momento successo a casa sua è stata una causa dovuta alla mia lite con Kikyo, ma ti posso dire che non è assolutamente come dici tu. Me ne sarei già accorto se fosse così. –
- Oh amico mio! Ti assicuro che saresti l’ultimo ad accorgetene. – sospira – Come vuoi Inuyasha, fai ancora il finto cieco. Spera solo che quando ti accorgerai di quello che è davvero reale, non sia troppo tardi. Adesso abbiamo un argomento molto più serio da affrontare. –
- Ma che è successo? –
- Si tratta di Kagome e riguarda proprio quell’articolo. –
- Dimmi tutto. – chiedo ansioso.
Chissà perché, ma ho un brutto presentimento.
 
 
Pov Kagome
 
Non ho avuto il coraggio di chiamare Inuyasha per dirgli che sono stata licenziata.
Sono una vigliacca e anche bugiarda. Avevo detto che non sarebbe cambiato nulla e invece non riesco nemmeno a telefonare al mio migliore amico. Avevo giurato che anche se sono innamorata di lui non avrei permesso a niente di interferire sulla nostra amicizia. E ora sono a fissare il telefono indecisa se chiamare o no.
Mentre sto per infilarmi sotto la doccia sento bussare alla porta. Oddio! Se fosse Inuyasha, che faccio? Che dico? Come mi comporto?
Vado vicino alla porta, deglutisco a vuoto e guardo dallo spioncino. Ma che…
Apro subito e rimango del tutto sbigottita.
- Ragazze, ma che ci fate qui? – davanti a me mi trovo Eri, Ayumi e Sango.
- Siamo venute a tirarti su il morale. – afferma Eri.
- Che cosa? –
- È davvero assurdo quello che ha fatto Naraku, ma non preoccuparti, per quanto sei brava troverai subito di meglio. – continua Ayumi entrando in casa seguita dalle altre.
- Grazie davvero siete delle vere amiche. – ci abbracciamo tutte.
Finito il momento goliardico, Eri ferma tutte e inizia a parlare.
- Allora visto che siamo qui, oggi facciamo casino per tutto il giorno. E per fare contenta Kagome, ho portato anche un film. –
- Sì ottima idea, un bel film ci vuole. Cos’è? –
- Non sono esperta quanto te, ma è uno americano: “Il matrimonio del mio migliore amico”. –
Il mio cuore per un breve istante ha smesso di battere, ma non poteva sceglierne un altro?
Di certo, non posso dirle di no, non mi sembra giusto dopo che sono venute qui per me.
- Va bene, allora iniziate a metterlo mentre io preparo un po’ di stuzzichini. – cerco di sforzarmi che mi vada e mi dirigo verso la cucina seguita da una Sango indagatrice.
- Kagome, scusami non sapevo che cosa avessero preso. – si scusa a bassa voce.
- Tranquilla, non c’è problema. È solo un film. –
- Non hai detto nulla ad Inuyasha, vero? –
Nego solamente col capo.
- Ti stai solo facendo del male. Non voglio che tu soffra così. Diglielo, cos’hai da perdere? –
- La cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la mia vita. Non importa quanto soffrirò, ma sarò lì con lui anche quando il mondo smetterà di girare. Non voglio lasciarlo andare via. – rispondo senza la minima esitazione.
Sango non riesce a rispondere, così approfitto del suo silenzio per ritornare dalle altre e iniziare a vedere il film.
 
Il film è iniziato da un bel po’. Lo avevo già visto qualche tempo fa quindi so come va a finire.
Farò la stessa fine di Julia Roberts. Anche se facessi di tutto per conquistarlo sono certa che lui tornerebbe sempre da lei. Magari dovrò pure fare la damigella d’onore alla principessa sul pisello, solo per farmi “godere” lo spettacolo in prima fila.
Ora capisco quella frase che mi disse la nonna di Inuyasha quando ci incontrammo a settembre: “Tu sei una protagonista, ma per una qualche ragione ti comporti da migliore amica”. Purtroppo questo è l’unico ruolo che posso permettermi e credo che non potrei essere nient’altro.
Siamo arrivati alla scena della creme brûlé:
 
Julienne: Tu sei Michael, sei in un famoso ristorante francese e ordini creme brûlé come dessert: è bella a vedersi, è dolce, è insopportabilmente perfetta. All'improvviso Michael si rende conto che non "vuole" la creme brûlé... no, vuole un'altra cosa.
Kim: E che cosa vuole invece?
Julienne: Gelatina...
Kim: Gelatina?! Perché la gelatina?
Julienne: Perché è più di suo gusto la gelatina! La gelatina risponde di più ai sui gusti, capisco che in confronto alla creme brûlé è solo gelatina, ma probabilmente è quella che ci vuole per lui.
Kim: Posso diventare gelatina!
Julienne: No, la creme brûlé non sarà mai gelatina, tu non potrai mai essere gelatina!
Kimi: Devo diventare gelatina!
Julienne: Tu non diventerai mai gelatina!
 
- A me più che una creme brûlé, mi pare un uovo strapazzato uscito male. – mi faccio sfuggire, riferendomi a Kikyo.
- Povera Cameron Diaz! – dice Eri di punto in bianco.
- Come? – chiedo un po’ confusa.
- Addirittura definirla un uovo strapazzato uscito male, mi sembra un po’ eccessivo. –
- Hai ragione. –  
 
Finito il film, Eri e Ayumi crollano letteralmente sul divano mentre io e Sango mettiamo in ordine. Noto che la mia amica continua a non staccarmi gli occhi di dosso.
- La vuoi smettere di fissarmi? Faccio così pena? –
- No, sono solo preoccupata per te e riflettevo su come sono avvenuti i fatti. –
- Non c’è nulla su cui riflettere. Mi ha licenziato perché non scrivevo quello che voleva lui, perciò se due più due fa quattro, non c’è assolutamente nulla di che. –
- Non so Kagome. Tutta questa storia mi puzza, se è come dici tu poteva farlo molto tempo prima. Perché proprio adesso? Chiamami pazza, ma credo che qualcuno lo abbia spinto a farlo. –
- E chi? Tsubaki? Non credo che abbia talmente tanta influenza su Naraku. Non penso che oltre a fargli qualche lavoretto di bocca, gliene freghi molto di cosa pensa lei. –
- Non parlo di Tsubaki, ma di qualcuno che sta più in alto. Non ti viene in mente proprio nessuno? – Sango cerca di farmi arrivare a chi si sta riferendo.
Non può essere stata lei? Come diavolo avrebbe fatto? Avrebbe dovuto spiarmi H24.
- No, non è possibile. Capisco che sia disturbata, ma addirittura arrivare a questo? Perché? –
- Lo hai detto ora. Perché è disturbata! E se avesse capito che provi qualcosa per Inuyasha? –
- Ok! Metti caso che ne sia capace. Ho cercato in tutti i modi di non far trasparire nulla. Dopo la Germania, non credo sia successo qualcos’altro che possa averla disturbata. E non dovrebbe neppure preoccuparsene visto che sarei la prima a non fare nulla. –
- Non credo che dovresti sottovalutarla. Penso che… - si interrompe all’improvviso quando sente il mio cellulare squillare.
Lo prendo e leggo il nome sul display: Inuyasha.
- Devo rispondere. –
Faccio un lungo respiro e rispondo.
- Pronto? –
- Kagome, tutto bene?
- Ciao Inuyasha. Eh… insomma! Stavo giusto per telefonarti. –
- Miroku mi ha raccontato quello che è successo. Possiamo vederci così mi racconti meglio? –
Dopo qualche istante di esitazione. – Certo, al chiosco tra mezz’ora? –
- Al chiosco tra mezz’ora.
Finita la telefonata, guardo Sango e con un sorriso forzato le dico semplicemente – Si va in scena! –
Prendo il cappotto ed esco di casa.
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
 
Ops! Immagino tutte le urla contro il trio diabolico xD (e avete pure ragione u.u)
Ebbene sì! Kagome ha capito che quello che prova per Inu non è amicizia *yeahhhh* (grazie Sango!) e mo’ si trova leggermente nella merda perché, oltre essere innamorata del migliore amico, è stata licenziata senza tanti complimenti… olè -_-  Però anche in Inuyasha qualcosa è cambiato quindi chissà come si comporterà adesso…
Beh spero che vi sia piaciuto questo capitolo e continuo a dirvi grazie per tutto il supporto che mi date e grazie come sempre a Yasha26 per la pazienza che ha con me *^*
Adesso vi aspetterete che vi saluti lasciandovi il titolo del prossimo capitolo, ma questa volta non lo farò *tatataaaaaaaaaaa* xD
Il prossimo capitolo sarà una sorpresa perciò posso solo dirvi:
Al prossimo capitolo… Ciau :*
Princess Miyu
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Un nome da dare ***


Capitolo 13: Un nome da dare.
(Pov Miroku)
 
 
Accidenti!
È notte fonda e non riesco proprio a chiudere occhio. Sono troppo nervoso.
Mi alzo dal letto per dirigermi in soggiorno senza fare rumore così non sveglio Sango, che invece dorme come un angioletto.
È davvero stupenda la mia Sango, sia dentro che fuori. Da quando viviamo insieme la mia vita è completa. Ringrazio i Kami ogni giorno per avermi dato la possibilità di incontrarla. Sono stato molto fortunato, peccato che non possa dire la stessa cosa di Inuyasha.
Si ostina inutilmente su cose che non esistono. Come si fa ad essere così ciechi? Come fa a dire che quello che prova non è reale?
Poi tutti gli ultimi avvenimenti non fanno altro che farmi pensare che qualcosa non va. Come faceva Kikyo a sapere che Inuyasha era andato in Germania con Kagome? Non lo sapeva nessuno a parte me e Sango. Temo che da allora qualcuno li stia tenendo sott’occhio e credo anche di sapere chi potrebbe essere. Sapevo che dopo quella vicenda non sarebbe rimasta con le mani in mano. Ho detto a quello zuccone di tenere gli occhi aperti, ma mai una volta che mi desse retta.
Toccherà a me vederci un po’ più chiaro, perciò dovrò fare una telefonatina a Rin. Controllo l’ora e noto che sono le 2. In Germania saranno, più o meno, le 18. Provo a chiamare. Digito il numero di Rin sperando che risponda.
- Non posso crederci! Sei davvero tu? – esclama la mia amica decisamente meravigliata.
- Che cos’è questo tono così sorpreso? Ti sembra così strano che ti abbia chiamato? –
- Ehm… sì! Non ti sento da mesi.
- Accidenti! Stare con Sesshomaru ti ha inacidita. E pensare che ti ho fatto pure da testimone. – la stuzzico, provocandole una sonora risata.
- Puoi dirlo forte! Che bello sentirti Miroku. Come stai? –
- Anch’io sono felice di sentirti, piccolina. Sto alla grande… almeno parlo per me. – rispondo con rammarico.
- È successo qualcosa ad Inuyasha? –
- Già! –
Le racconto tutto quello che è successo (a grandi linee) da quando è rientrato dalla Germania fino a ieri.
- Certo che è proprio un testone. Non ha capito niente di quello che gli ho detto, cioè lo ha capito, ma ha sbagliato completamente soggetto. E tu sei inaffidabile. Inuyasha che risponde male a Kikyo, era un evento da filmare. –
- Ero talmente sorpreso che non sarei riuscito nemmeno a prendere il telefono. E comunque gliel’ho detto pure io, ma sai com’è fatto, è talmente convinto di quello che dice che non si rende conto di cos’ha sotto il naso. –
- Lo so, finché non ci sbatte il muso non capirà mai. Miroku, sicuramente tu che li vedi tutti i giorni sai come sono insieme, ma quando sono stati qui ti posso assicurare che non ho mai visto Inuyasha così felice. Ogni volta che parlava con Kagome, e di Kagome, il suo viso si illuminava. E potrei sbagliarmi, ma credo che anche lei provi qualcosa per lui. –
- Kagome? Non saprei, lei è molto restìa quando si tratta di faccende di cuore. Non è un tipo che si innamora facilmente. –
- Sarà come dici tu, però io sono convinta che quei due formerebbero una bellissima coppia. E sono certa che siano pazzi l’uno per l’altra. –
- Oh Rin! Se davvero fosse così, lo sai che casino? Non dimentichiamoci che c’è sempre Kikyo di mezzo. –
- A proposito di quella sanguisuga, cerca di riuscire a scoprire qualcosa. Sono d’accordo con te sul fatto che qualcosa non torni, è tutto troppo strano; e se davvero lei è l’artefice di tutta questa storia, come quasi sicuramente è, giuro che appena torno la distruggo. Sono stata calma finora, ma ora non mi trattengo più. –
- Da quando sei così violenta? Guarda che devi pensare alla tua famiglia. –
- No tranquillo, mio marito e, soprattutto, Kotomi si unirebbero a me. – sospira per poi continuare. -  È un fratello per me, non posso sopportare l’idea che lei lo manipoli come se fosse un giocattolo e so che anche tu la pensi come me. –
- Hai ragione. È un fratello e soprattutto voglio che sia felice. Non merita di soffrire. – dico con aria triste e malinconica.
- Dai su, finirà tutto per il meglio. Parlami di te. Come va con Sango? –
- Una meraviglia! – rispondo decisamente felice.
Restiamo a parlare ancora un altro po’fino a quando non riattacchiamo, assicurandoci di rimanere aggiornati e che ci saremmo visti tra qualche settimana, poiché quest’anno, per la prima volta da quando si trovano in Germania, tutta la famiglia No Taisho sarebbe rientrata in Giappone per le vacanze natalizie.
Anche se sono stato un bel po’ di tempo al telefono con Rin, il sonno continua ad evitarmi. Non mi sento ancora sereno così mi dirigo verso il mio fedele compagno.
Mi siedo di fronte al pianoforte e inizio a suonare un pezzo che mi rimbomba in testa da giorni ormai.
È iniziato tutto suonando qualche nota senza pensarci, ma più continuavo a suonare, più quella melodia prendeva forma e adesso non faccio altro che suonarla.
È la prima volta che compongo un pezzo così dal nulla e al quale non riesco nemmeno a dare un nome. Di solito, quando scrivo, so perché lo faccio, ma stavolta non so per cosa o per chi compongo. Continuo a suonare quando noto che dietro di me c’è Sango che mi guarda.
- Tesoro scusami. Ti ho svegliato, vero? – chiedo dispiaciuto, fermandomi all’improvviso.
- No. Ho sentito che non eri più a letto così mi sono alzata. – dice avvicinandosi per poi rimanere in piedi a fianco a me appoggiando il braccio sul piano. - Ti prego continua a suonare. Era stupenda. – prosegue la mia fidanzata.
- Grazie. Anche se non ha un nome. Forse è per questo che continuo a suonarla, per potergliene dare uno. – rispondo con sguardo basso e triste.
- Amore cosa c’è? – domanda preoccupata.
- Penso ad Inuyasha. Si sta rovinando la vita e non se ne sta nemmeno accorgendo. O meglio, lo sa, solo che è troppo orgoglioso per ammetterlo e poi c’è qualcosa che non torna. – rispondo continuando a suonare in maniera più dolce.
- Spiegati meglio. Avete di nuovo discusso per via di Kikyo? –
- Prima che Inuyasha conoscesse Kikyo, non aveva mai pianificato nulla, ha sempre fatto quello che ha voluto e soprattutto non è mai stato un tipo accomodante o accondiscendente. Non era un donnaiolo, ma si è sempre comportato bene e tutte le ragazze pendevano dalle sue labbra. Con Kikyo è stato diverso. –
- Che aveva di così diverso? Tre tette? – domanda facendomi sorridere per la bizzarra uscita.
- No! Era un tipo deciso e maniaca del controllo. Questa cosa affascinò molto Inuyasha e così decise di provarci. Col tempo però tutti, e anche lui, ci rendemmo conto che era solo una bambina viziata che manipolava tutto e tutti. Seh! Altro che carattere deciso! –
-  Mi chiedo anch’io come sia possibile che un ragazzo come Inuyasha stia con una come Kikyo. Sarà che forse a lui va bene così? – afferma Sango e smetto di suonare di colpo.
- Non è così. Quando hanno iniziato a frequentarsi era tutto normale, non era una storia seria quindi bene o male non c’erano problemi. Come ti ho detto, lui non è mai stato accondiscendente, anzi, è sempre stato un tipo impulsivo, permaloso e a volte anche scontroso, ma in mezzo a questi difetti c’era una persona vera che non aveva problemi a dirti le cose in faccia, che non ha mai messo gli amici o il lavoro o quant’altro di importante per lui al secondo posto. Con Kikyo, invece, Inuyasha è completamente diverso, si morde la lingua prima di esprimere un giudizio, non perde mai le staffe se vede un’ingiustizia e addirittura pianifica quando deve fare l’amore. In poche parole, è succube della reincarnazione di Satana. –
- Sul fatto che sia la reincarnazione di Satana non posso che essere d’accordo, meno male che a suo tempo sia riuscito a partire. – afferma lei.
- Già! Credo che in quel caso sia stato più spirito di sopravvivenza che altro. Aveva capito che questa relazione lo stava cambiando e una parte di lui ha avuto paura di quello che sarebbe successo se non l’avesse fatto. Sapeva che se fosse rimasto, Kikyo lo avrebbe costretto a lavorare insieme a suo padre come pubblicitario, cosa che lui avrebbe odiato fare. Quando le ha detto che sarebbe tornato e lei accettò di aspettarlo, per lui è stato come una specie di segno, ma mal interpretato aggiungerei. Così, convinto del fatto che magari fosse quella giusta, ha deciso di continuare questa storia. Ed è proprio per questo che non ammetterà mai di essere infelice e di aver preso un granchio. –
Orgoglioso testone!
- E cos’è invece a non tornarti? –
- Ho appena parlato con Rin. Mi ha raccontato quello che è successo a Berlino e io le ho detto cosa è accaduto al loro rientro. Anche lei pensa che c’è puzza di bruciato. Kikyo come ha saputo della Germania? Io e te non l’abbiamo detto a nessuno. Ti giuro, è una domanda che mi sta assillando da mesi. Per non parlare del suo bipolarismo che è a dir poco disgustoso. Non si è mai interessata di uscire con Inuyasha insieme a noi, poi, di punto in bianco, per tutto il periodo estivo è stata attaccata a lui come una  cozza, guarda caso, ogni volta che c’era Kagome. E poi l’ultima, ancora più schifosa, ogni volta che Inuyasha si vedeva con Kagome, per magia lei diventava più vogliosa di una gatta in calore, quando in realtà non arraperebbe nemmeno un mandrillo. Lei poi che è sempre stata più frigida di una mazza di scopa. –
A Sango scappa una risatina a questa mia ultima battuta per poi diventare nuovamente seria.
- Pure il licenziamento di Kagome per me è tutta una magagna. Sono quasi certa che qualcuno abbia spinto Naraku a farlo. È vero che Kagome e Naraku non si sono mai visti di buon occhio e hanno sempre discusso sui suoi articoli, ma lui non l’ha mai licenziata, perché sapeva che i suoi articoli valevano e, anche se non lo ammetterebbe mai, molti numeri sono stati una bomba soprattutto grazie ai suoi pezzi; e non perché gli argomenti fossero interessanti, ma era lei a renderli tali. Allora perché? Perché licenziarla proprio ora, dopo che l’hai anche fatta lavorare in archivio? Non so se c’entri Kikyo perché onestamente non ho idea di come ci sarebbe riuscita. Ne ho parlato con Kagome, ma per lei mi sto immaginando tutto. –
- Sì certo, siamo sempre noi ad immaginarci tutto e a vaneggiare. Comunque ti posso assicurare che un modo l’avrebbe trovato. In quanto a rovinare la vita degli altri, lei è una maestra. -
- C’è dell’altro, vero? Cos’è veramente che non ti sta facendo dormire? – domanda la mia perspicace fidanzata.
Faccio un bel respiro profondo e decido di dirle tutto.
- In tutto questo, quello zuccone, quell’idiota, quel grandissimo mentecatto, si è innamorato di Kagome e non vuole ammetterlo. Quando ho cercato di farlo ragionare mi ha detto che stavo vaneggiando, dicendomi che lei è una delle “persone più importanti della sua vita e non potrebbe quantificare quanto bene le voglia”. Ma fammi il piacere! Vai a raccontarlo a qualcun altro. Di certo, per un’amica non pianti in asso la tua ragazza per andare da lei. Per un’amica non impazzisci se la vedi con un altro. Per un’amica non ti incazzi quando qualcuno osa dire una parola fuori posto su di lei, specialmente quando quel qualcuno è la tua ragazza. Un’amica non la desideri. Potrei dirtene un’infinità. –
- Che cosa avrebbe detto su Kagome quella Barbie uscita male? – chiede irritata.
- Ha detto: “Quella Kagome non è un granché, mi sa di sfigata”. –
- La distruggo quella stronza! E ci credo che Inuyasha si sia incazzato, lo avrei fatto anch’io. –
- Sì certo che lo avresti fatto, come  anch’io, ma ti posso assicurare che difronte ad Inuyasha ho detto parole molto più pesanti nei confronti di Kikyo e lo sai qual è stata la sua reazione più eccessiva? –
- No. –
- “Miroku stai esagerando”. E poi finiva lì, tornavamo a ridere e a scherzare come prima. Inuyasha dopo quella frase non ci ha visto più, le ha detto cose molto pesanti e questa è una cosa alquanto anomala. Non ha mai perso le staffe con lei, nemmeno quando era evidente che stesse sbagliando. –
- E scusa Miroku, ma invece di farglielo capire perché non gli hai detto chiaro e tondo come stavano le cose? – chiede cominciando stranamente ad agitarsi.
 Perché?
- Scherzi? Come potrei farlo? È talmente orgoglioso che non lo ammetterebbe mai, a meno che non ci sbatta il grugno di sua spontanea volontà. Sicuramente per non darmi ragione sposerebbe Kikyo all’istante, quindi meglio evitare. Con Kagome è davvero se stesso, lo vedo vivere. È la cosa migliore che gli sia successa da quando è tornato a Tokyo e se la sta facendo scappare via così. La situazione è molto complicata e meno male che almeno Kagome non gli va dietro, altrimenti sai che casino? –
Vedo Sango che mi fissa terrorizzata per poi distogliere lo sguardo da me, guarda il soffitto e incomincia a torturarsi le mani.
Ok! Nasconde qualcosa!
- Sango sputa il rospo! Cosa non so? –
Perché ho l’impressione che le cose si complicheranno ancora di più?
- Ehm… Sai è successa una cosa assurda. Hai presente la mia amica Kagome? –
Continuo a fissarla serio. Non ho tanta voglia di giocare!
- Sango! – la richiamo serio.
- Ecco! Ha appena capito di essere innamorata di… Inuyasha. – dice deglutendo rumorosamente.
Cosa? Allora Rin aveva ragione!
- CAZZO! Quindi non abbiamo solo il signor zuccone, abbiamo anche la signora! Ma te lo ha detto lei? – sbotto.
- Beh sì! Anzi, quella pazza è convinta che lui ami Kikyo e, non solo, vuole restargli amica nonostante soffra come cani. –
Bene, direi benissimo!
Se prima ero depresso, ora lo sono ancora di più. Quei due hanno la felicità proprio di fronte a loro e se la stanno facendo scappare come due stupidi.
- Dobbiamo assolutamente fare qualcosa. Innanzitutto, dobbiamo scoprire se davvero c’è lo zampino di Kikyo in tutta questa faccenda. Secondo, dobbiamo assolutamente parlare con Kagome ed Inuyasha. – sostiene decisa Sango.
- Lo sai che se gli sbattiamo in faccia la realtà sarebbe inutile. Entrerebbero entrambi in totale negazione e peggioreremmo solo la situazione. Purtroppo non possiamo fare nulla, solo aspettare che ci si schiantino da soli su quel muro, sperando che non sia troppo tardi quando lo capiranno. –
- Hai ragione. – ammette afflitta.
All’improvviso Sango mi guarda e si siede accanto a me guardando il pianoforte.
- Ok! Forse non possiamo fare nulla di diretto, però un modo per farli “schiantare” su quel muro lo possiamo trovare, no? – dice guardandomi speranzosa.
- E come? – chiedo interrogativo.
- Risuona dall’inizio il pezzo di prima. –
- Non capisco. Cosa intendi fare? –
- Dargli un nome. – risponde regalandomi uno dei suoi dolci sorrisi.
Allora capisco cosa intende dire, così obbedisco e inizio con la prima parte. Sango dopo un po’ si alza per prendere carta e penna per poi risedersi accanto a me incominciando a scrivere delle parole.
 
Eravamo sconosciuti, che partivano per un viaggio
non avremmo mai sognato quello che sarebbe successo
adesso siamo qui, ed io mi ritrovo improvvisamente
all'inizio di tutto con te”

 
La vita è una strada e io voglio continuare a percorrerla
l'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
la vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
sarò lì quando il mondo smetterà di girare”

 
Leggo quello che ha scritto e rimango sbalordito dal modo in cui le parole si incastrino in maniera così perfetta con la mia musica.
Ripenso a tante cose e a tanti momenti in cui Inuyasha parlava di Kagome per cercare di trovare le parole adatte e poi… eccole!
 
Sarò lì quando la tempesta sarà finita
alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te”

 
“Nessuno mi aveva detto che ti stavo per trovare
quello che hai fatto al mio cuore era inaspettato
quando ho perso la speranza, e tu eri lì a ricordarmela
questo è l'inizio”

 
Continuiamo a scrivere fino alle prime luci dell’alba. Appena finiamo io e Sango ci guardiamo soddisfatti della nostra canzone, poi le accarezzo la guancia e ci scambiamo un dolce bacio. Non appena ci stacchiamo ci guardiamo nuovamente con uno sguardo molto più languido e ricominciamo a baciarci in modo più passionale. Solo Sango mi fa sentire così, con un bacio riesce a farmi toccare il cielo con un dito. Quando sento la sua lingua giocare con la mia e le sue braccia circondarmi il collo, perdo completamente il controllo di me stesso. Mi stacco dalla mia donna per pochi istanti per poterla mettere sopra di me per poi riavventarmi sulle sue labbra. Sango mi stringe ancora di più e la sento gemere nella mia bocca. Ci stacchiamo per mancanza di ossigeno e ne approfitto per toglierle la camicia da notte, lasciandola solo in slip e lei fa la stessa cosa con la mia maglia. Inizio a baciarle il collo, la clavicola, fino ad arrivare al suo perfetto seno, con una mano ne accarezzo uno mentre lecco e succhio l’altro. Sango, invasa dal piacere, inarca la schiena per avvicinarsi di più a me e inizia ad accarezzare la mia evidente erezione con una mano. Continuo stuzzicarla e incomincia a strusciarsi, chiedendo ancora di più.
- Miroku… non ce la faccio più. – mi supplica ansimando.
- Tranquilla, ora rimedio subito. – la rassicuro tra un bacio e l’altro.
La sollevo e la porto sul divano. Non resisto nemmeno io! La metto stesa mentre mi posiziono tra le sue gambe e comincio a stuzzicarla prima di levarle di slip. Continuo a baciarla e a proseguire quella piacevole tortura che ci sta facendo impazzire, quando sento le mani di Sango che tirano l’elastico dei miei pantaloni per incitarmi a toglierli. Non me lo faccio ripetere due volte e anche il pantalone finisce a terra insieme a miei boxer. Non riuscendo più a resisterle, entro in lei con decisione e, come ogni volta, mi sento in paradiso. Il piacere che mi invade quando facciamo l’amore, non è paragonabile a nessun’altra mia storia di una notte ed è una sensazione che non scambierei per nulla al mondo.
Amo questa donna con tutto me stesso e voglio che lo sappia e che lo senta.
Sango avvolge le sue gambe intorno al mio bacino mentre intensifico le spinte e stiamo arrivando al culmine entrambi. Lei continua a gemere fortissimo e io non sono da meno; un altro paio di spinte e riverso il mio piacere in lei.
Ci stendiamo l’uno accanto all’altro, sul fianco con la sua schiena appoggiata sul mio petto, siamo decisamente compressi, ma non riusciamo a separarci.
- Ti amo Sango. – le dichiaro dandole un bacio sulla spalla.
- Anch’io, amore. –
Rimaniamo così ancora per un po’, ma il freddo comincia a farsi sentire così decidiamo di alzarci per andare a letto.
Dopo che Sango prende sonno, io rimango sveglio per rimettere a posto qualche altra parola e pensare al titolo.
Scrivere questa canzone con lei è stata un’esperienza meravigliosa e mi ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia grande il suo cuore. Come potrei non amarla, solo con lei avrei potuto tirare fuori un brano così carico di amore, tristezza e speranza.
Già! La speranza di riuscire sul serio a fargli accettare i solo sentimenti e non nasconderli o negarli. Riusciranno ad essere felici come lo siamo noi due?
Era proprio vero quando sentivo che questo pezzo non lo stavo creando per me, ma inconsapevolmente lo stavo creando per Inuyasha e Kagome.
Voglio che si trovino e sono più che certo che siano fatti l’uno per l’altra. Il destino non può essere così crudele da farli incontrare, innamorarsi, ma non aversi.
Se possiamo in qualche modo aiutare questo sadico destino, ben venga. Devono avere la possibilità di ricominciare partendo da loro.
Kikyo non può averla sempre vinta!
Torno a guardare la mia ragazza e le accarezzo la guancia, e posso dire che adesso sono molto più sereno e consapevole che una via d’uscita esiste, ma soprattutto perché ora posso dargli un nome.
                              
                                              
 
“AT THE BEGINNING WITH YOU”
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
*Coff coff * eccomi qua! Avete ragione sono sparita… perdonatemi T^T ma sono giorni frenetici.
Torniamo alla storia… beh! vi avevo detto che i nostri Sango e Miroku avevano un ruolo fondamentale in tutto questo casino, dando addirittura il titolo xD.
Scusate se non ho detto subito che il titolo della storia l’avevo preso dalla canzone finale del film animato “Anastasia”, ma, appunto, volevo farvi una sorpresa :3 spero che abbiate gradito.
Ho utilizzato il testo originale e non quello italiano perché mi è sembrato più adatto, anche se mi piace da impazzire pure l’altra versione. *^*
Continuo ancora a ringraziarvi per chi recensisce e per chi legge (chiedo venia se non ho risposto :’( ma davvero è un periodo assurdo), come continuo a ringraziare fino a quando posso Yasha 26 per tutta la pazienza che ha con me <3 <3 <3
Grazie grazie grazie *^*
Se vi va, vi aspetto col prossimo capitolo “Sul punto di crollare” (stavolta il titolo ve l’ho detto xD)
Un bacione :*
Princess Miyu
 
 

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Capitolo 14
*** Sul punto di crollare ***


Ciao a tutti :)
Faccio una piccola premessa. Questo capitolo parte dalla fine del capitolo 12, quindi con Inuyasha e Kagome che si devono incontrare al chiosco. Perciò quello che è successo nel capitolo precedente ancora non è avvenuto, almeno fino a quando non ripristinerò la linea temporale xD.
Detto ciò, spero vi piaccia!
Buona lettura.
 
Capitolo 14: Sul punto di crollare.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Non posso credere a quello che mi ha detto Miroku. Kagome licenziata!
Come diavolo è stato possibile? Poi perché non mi ha detto nulla e ho dovuto scoprirlo in questa maniera? Devo chiamarla assolutamente! Digito il suo numero e aspetto che mi risponda.
- Pronto? –
- Kagome, tutto bene? –
- Ciao Inuyasha. Eh insomma! Stavo giusto per telefonarti. –
- Miroku mi ha raccontato quello che è successo. Possiamo vederci così mi spieghi meglio? –
Certo, al chiosco tra mezz’ora? – risponde dopo qualche istante di silenzio.
- Al chiosco tra mezz’ora. –
Chiusa la telefonata mi dirigo come un razzo verso il chiosco. Ho il cuore che non smette di galoppare, credo che sia dovuto alla tensione. Non solo Kikyo ha deciso di farmele girare, ma ora scopro che la mia migliore amica, di punto in bianco, è stata licenziata. Che diavolo sta succedendo?
Aspetto l’arrivo di Kagome impaziente come non mai; poi eccola lì, stupenda come sempre anche se ha gli occhi rossi e occhiaie evidenti.
- Bambina! – l’abbraccio di getto appena la vedo. Non ho saputo trattenermi, avevo bisogno di stringerla e di sentire il suo profumo. Lei ricambia il mio abbraccio stringendo con forza la giacca.
Sciolto l’abbraccio, l’accompagno al tavolino dove ero seduto e le chiedo di raccontarmi tutto sin dall’inizio.
Rimango pietrificato e allo stesso tempo disgustato da quello che mi sta raccontando Kagome. È davvero un uomo che non ha un minimo di cervello se non riteneva all’altezza i suoi articoli.
“All’altezza” dove l’ho già sentito? Bah! Sarà un’impressione!
- E questa è tutta la storia. Non c’è altro d’aggiungere. –
- Perché non mi hai chiamato prima? Sono caduto dalle nuvole quando Miroku me lo ha detto. –
- Volevo telefonarti, ma è successo tutto così in fretta e dovevo avere il tempo di metabolizzare. – si giustifica mantenendo la testa bassa e voce soffocata. Non è da lei essere così, almeno con me.
- Davvero non mi hai telefonato solo per questo? – insisto e la vedo cambiare espressione come se non si aspettasse questa domanda.
- Ma certo. Anzi, scusami se sei venuto a saperlo da Miroku, però è stata davvero una giornata da dimenticare. – rialza il suo sguardo verso di me e cerca di rasserenarsi.
- Non volevo che ti scusassi. Sono tuo amico; se non ci sono in queste situazioni, a cosa servo? –
- Tu ci sei sempre Inuyasha. A volte penso anche di abusare troppo della tua amicizia. – dice sorridendomi dolcemente.
Kagome non farmi quello sguardo, non hai idea di che confusione mi crei solo con il tuo sorriso.
- Te lo avevo già detto che per te farei di tutto. – affermo senza pensarci due volte e le guance di Kagome diventano rosse. Si è per caso imbarazzata per quello che ho detto? E soprattutto… perché una parte di me ne è felice? 
Uffa, di nuovo! Invece di pensare a lei, sto pensando a quanto sia bella quando mostra questo lato tenero. Devo assolutamente cambiare discorso.
- Stai già spedendo curriculum? –
- Ne ho spediti un paio stamattina per due riviste che già sapevo fossero in cerca di qualcuno. Poi domani continuo la ricerca. –
- Se ti serve una mano posso chiedere anch’io in giro. –
- Grazie mille, ma non credo ce ne sarà bisogno. Troverò qualcosa. –
- Tsk! Testona. –
- Senti da che pulpito viene la predica. Tu sei il re dei testoni se non l’imperatore. –
- Ehi! Dannata non ci provare sai? –
- Provare a fare cosa? A eleggerti re degli zucconi? Lo sei già. – mi canzona sorridendo.
- Oh! Finalmente ti vedo ridere. Non lasciarti scalfire da niente, perché non sei sola. – la vedo avvicinarsi di più a me e stavolta è lei che mi abbraccia affettuosamente, ed io ovviamente ricambio.
- Grazie Inuyasha. Non so come farei senza di te. – mi sussurra all’orecchio, provocandomi un brivido che avevo già provato stando tra le sue braccia.
- Ed io senza di te. – dico solamente, senza nemmeno pensarci. Lo so che potrebbe sembrare ambigua come frase, ma non potrei più stare senza Kagome. So già com’è stare senza di lei ed è una cosa che non voglio più provare.
Kagome si stacca velocemente e sembra anche stia tremando, starà sentendo freddo. Perché io invece sento un caldo atroce? E siamo pure a novembre!
- Scusa Inuyasha, devo tornare a casa perché ho lasciato le ragazze lì. –
- Le ragazze? –
- Sì, Sango, Ayumi ed Eri. Sono venute a tirarmi su il morale e le ho lasciate che stavano ronfando sul divano. –
- E sei venuta qui comunque? – chiedo meravigliato dal gesto, sapendo per certo che qualcun altro non l’avrebbe fatto.
- Certo che fai domande stupide a volte, lo sai? – mi prende in giro, forse per togliermi la faccia da ebete che sicuramente ho in questo momento.
- Feh! Stupido è chi lo stupido fa. -
La vedo scoppiare a ridere come se si volesse liberare di tutta l’amarezza accumulata.
- Sempre con la risposta pronta tu. Nemmeno Forrest Gump risparmi. – dice continuando a ridere. Non posso far altro che ridere insieme a lei.
Quando ci siamo calmati entrambi le chiedo se vuole essere accompagnata a casa.
- Tranquillo, non c’è bisogno. Vado a piedi. –
- Allora… posso accompagnarti a piedi? –
- Non demordi mai tu, eh? Andiamo dai. – mi rimprovera mentre iniziamo a incamminarci verso casa sua.
- Con una rompipalle come te solo così si può fare. –
- Ed ecco che l’Inuyasha scontroso fa la sua apparizione. Mi mancava, sai? –
- Stammi a sentire, ragazzina… - m'interrompo perché il cellulare inizia a squillarmi.
È Kikyo. Da quando l’ho aggredita in quel modo non l’ho più chiamata, forse è meglio che risponda.
- Scusami, devo rispondere. – la informo dispiaciuto.
- Tranquillo. – mi rassicura lei.
- Pronto? –
- INU-CHAN! Ti prego, ho bisogno di te. Puoi venire? –
- È necessario? –
- Sì. Ti prego perdonami per quello che è successo, ma ho davvero bisogno di te. – mentre sento parlare Kikyo, il mio sguardo punta verso Kagome che sta guardando da tutt’altra parte. Perché finisce sempre così?
- Va bene. Arrivo subito. –
Messo giù, sembra che stia facendo uno sforzo immane ad andare via. Arrabbiarmi così tanto con Kikyo mi fa stare davvero così?
- Bambina, scusami. Devo andare via. –
- Non c’è problema. Vai. –
Il mio corpo ormai, da un po’ di tempo, ha vita propria e fa quello che io non dico. Le do un bacio sulla fronte come se avessi l’esigenza di sentire di nuovo la sua pelle sulle mie labbra e, come quella volta, ho riprovato quel tepore che mi arriva fino in fondo al cuore.
- Ci sentiamo presto, ok? –
- Certo. Ma ora vai. – risponde quasi come se mi stesse pregando di andar via. Perché?
Con grande, grandissimo sforzo lascio Kagome per dirigermi a casa di Kikyo.
Cazzo, Inuyasha! Controllati, sei solo arrabbiato con la tua ragazza e preoccupato per la tua migliore amica. Non farti influenzare, altrimenti rischi d'impazzire (come se non lo fossi già!).
 
 
Pov Kagome
 
 
Arrivo a casa trascinandomi come uno zombie, apro la porta e vedo Sango venirmi incontro.
- Kagome, ha appena chiamato Miroku e mi ha… - si blocca appena mi vede mentre rimango appoggiata alla porta con la testa bassa e tremo come una foglia. – Tesoro, tutto bene? – chiede preoccupata.
Alzo lo sguardo e le faccio un leggero sorriso per tranquillizzarla.
- Sì. Fa molto freddo fuori. – dico in maniera per niente convincente.
- Non penserai mica che ti creda. –
- Non ho detto di credermi, ma fattelo bastare per ora. – mi giustifico con tono duro e la supero appendendo il giubbotto sull’attaccapanni. Sbuffo rassegnata per poi voltarmi di nuovo verso la mia amica.
- Scusami. Non volevo, ma ho solo bisogno di una doccia calda. Se volete organizzare qualcosa, per me non ci sono problemi. Mi va bene tutto. -
- D’accordo. Allora sveglio quelle due pigrone. Comunque volevo avvertiti che stanotte non posso rimanere, mi ha appena telefonato Miroku e ha bisogno che sia a casa. -
- Tranquilla. –
Dopo averle fatto un sorriso come per ringraziarla, mi dirigo verso il bagno.
Rimango sotto il getto dell’acqua calda immobile a fissare il vuoto non so per quanto tempo, finché gli occhi non si riempiono di lacrime e mi accascio a terra stremata come se avessi fatto la maratona di New York. Seduta e con le mani tra i capelli inizio a piangere, ringraziando il rumore della doccia che copre i miei singhiozzi.
Come sono stupida! Come posso essere così incoerente? Non volevo che cambiasse nulla tra di noi e pensavo che sarei riuscita a sopportare tutto senza avere nulla in cambio; invece cosa faccio? Piango come una disperata perché la sua dolcezza e premura mi distruggono anche solo guadandomi, ma allo stesso tempo sono felice per ogni istante che passo con lui. Ogni attenzione che mi rivolge è come un angolo di paradiso, ma giusto il tempo di tornare alla realtà che tutto diventa più doloroso di una tortura.
Come può renderti felice la cosa che più ti fa star male?
Sono una vera e propria masochista oltre che una bugiarda.
 
 
 
 
Sono passate un paio di settimane da quando sono stata licenziata. Ho mandato un sacco di curriculum e ho fatto alcuni colloqui, ma appena sentono il mio nome e la rivista per cui ho lavorato mi dicono “Le faremo sapere” o “Mi spiace, siamo già al completo”. Ma brutti imbecilli, se siete già al completo, perché cavolo mi fate il colloquio? All’inizio sembrano tutti interessati, poi però mi liquidano senza tanti complimenti. Non ci vuole un genio per capire che quello stronzo di Naraku mi sta facendo terra bruciata intorno. Non posso pretendere di trovare un lavoro così su due piedi, questo è certo, ma non posso neppure permettermi di rimanere senza. Con i risparmi che ho posso resistere per un paio di mesi, più o meno, tra affitto e altre spese; se non troverò nulla sarò costretta a cercare tutt’altro, perché non ho intenzione di chiedere soldi ai miei visto che la situazione è già quella che è; tantomeno non ho intenzione di lasciare casa mia. Mentre aggiorno il blog mi cade l’occhio sulla foto mia e di Inuyasha della festa dell’azienda di quest’estate, che ho incorniciato e messo sulla scrivania insieme alle altre.
Accarezzo con le dita la fotografia, concentrandomi sul viso di Inuyasha, e non posso fare a meno di sospirare. È vero, però! Mi basta pensare a lui e tutto mi sembra più sopportabile, almeno so che, anche se in solitudine, mi posso rifugiare nel mio piccolo angolo dove posso bearmi del suo sorriso.
Forza Kagome!
Ricordati che sei ancora disoccupata e non è il momento di crollare.
Mi rimetto a cercare finché non squilla il telefono. Guardo il display e letto il nome faccio un lungo respiro prima di rispondere.
- Ciao papà! – rispondo risultando più tranquilla possibile.
- Ciao tesoro, come va?
- Non mi lamento. Dimmi tutto. –
- Lo so che sei incasinata in questo momento, ma ci sarebbero delle cose che dovresti andare a prendere da casa. Sai, con tua madre che non mi vuole tra i piedi mi risulta difficile.
- Volete finirla di fare i bambini? Siete adulti, porca miseria! Ma è possibile che non riusciate a stare nella stessa stanza senza la voglia di ammazzarvi? -
- Kagome se sapessi cosa ho passato io, sono sicuro che non diresti così.
- No papà non provarci. Non voglio sentirti che parli male della mamma. Lo sapete che non prendo le parti di nessuno. Perché invece di chiamare me non hai chiamato lei? –
- Tesoro, ma tu credi che sia così facile e che abbia voluto questa situazione? Io ho amato tantissimo tua madre, anche se lei non vuole riconoscerlo. Non credo che un altro uomo avrebbe sopportato quello che ha fatto lei solo per pura gelosia; pensa che era talmente gelosa di una mia ex collega che per controllarla aveva chiesto alla mia segretaria di tenerla d’occhio. Non mi capacitavo di come lei sapesse tutto pur non essendo dell’ufficio. – lo ascolto un po’ con disattenzione, poiché ha ignorato la mia richiesta di non parlare male della mamma, anche se non credevo minimamente possibile che lei potesse arrivare a tanto. Ad un tratto, l’ultima frase mi lascia un po’ interdetta, come se avessi preso una specie di scossa.
Come ha detto?
- Kagome, non sono un santo, ho anch’io le mie colpe però… - prova a proseguire, ma lo interrompo bruscamente – Papà potresti ripetere quello che hai detto? –
- Ho detto non sono un santo. –
- Non questo, ancora prima. –
- Che non capivo come sapesse tutto pur non lavorando con me? –
E se Sango avesse ragione? Se davvero qualcuno mi avesse controllato per tutto il tempo per poi darmi il colpo finale solo per… gelosia? No… non può essere!
- Kagome ci sei? – mi richiama insistentemente mio padre notando il mio improvviso silenzio.
- Sì ci sono. Senti, tranquillo. Vado io a prendere le cose a casa. Mandami un messaggio per dirmi cosa ti serve. –
- Tesoro sicuro che vada tutto bene?
- Sì, credo di sì. Papà ora devo riattaccare, ci sentiamo, ok? –
- D’accordo. Allora grazie e ti voglio bene.
- Anch’io papà. Ciao. –
Pensa Kagome pensa!
Le uniche persone a odiarmi là dentro erano Tsubaki e Naraku, almeno credo. Poi non so se c’è qualcun altro che serba rancore nei miei confronti, ormai non mi stupisco più di nulla. Quindi se fosse Tsubaki quella che mi ha tenuto d’occhio per tutto il tempo, sarebbe plausibile. Ma che diavolo c’entra lei con Kikyo? Di contro c’è che, l’agenzia Tama e Onigumo hanno sempre collaborato, quindi avrei il collegamento con Kikyo, ma qui sorge un’altra domanda: come avrebbe fatto a controllarmi se non usciva dall’ufficio se non per andare al bagno?
C’è un tassello che manca. Giuro che se non fosse stata la ragazza di Inuyasha mi sarei già fiondata a casa sua per dirgliene quattro, altro che minacce velate alla Tarantino Style.
Se solo avessi almeno una prova che colleghi tutto e che non è solo l’influenza di Sango a depistarmi. Ma anche se fosse vero, che cosa dovrei fare? Alla fine dei conti, sono innamorata di Inuyasha e se avesse agito per gelosia non avrei nemmeno il coraggio di sputarle in un occhio a quella “mazza in culo perenne”.
Spero che sia solo un mio film mentale!
 
 
Pov Inuyasha
 
Sono pieno di lavoro in questo periodo, tra nuovi progetti e la chiusura dei conti prevista per dicembre, sono stato super impegnato e non sono nemmeno riuscito a vedermi con Kagome, ci siamo limitati alle chiamate e ai messaggi. L’ho sentita come sempre, tranquilla e ottimista, ma so che è solo una facciata perché è un’orgogliosa del piffero e sta facendo così solo per non essere di peso a nessuno.
Tra i tanti pensieri c’è anche Kikyo. Sarà lo stress o che ho la testa da un’altra parte, ma non ho intimità con lei da quasi un mese, anzi più precisamente da quando ho visto “Pulp fiction” con Kagome. È brutto dirlo, ma non ne sento nemmeno la necessità.
Quando due settimane fa sono andato al chiosco con Kagome, e Kikyo aveva telefonato perché voleva necessariamente la mia presenza, non ha fatto che provocarmi pensando che l’avrei perdonata solo sbattendomela in faccia. A parte che mi ha telefonato utilizzando la scusa del pc che non si accendeva (e va be’!), ma dopo ha fatto veramente di tutto per andare a letto, cosa che non sono riuscito a fare. Poi ultimamente, il fatto che lei voglia farlo al di fuori della nostra serata mi sembra piuttosto strano, quando ci provavo io ero quello che non pensava ad altro. Mah!
Mi maledico da quel pomeriggio per quello che ho pensato, ma non sono riuscito ad andare fino in fondo con Kikyo, perché sentivo ancora il profumo di Kagome addosso e non volevo se ne andasse via.
Tutt’ora mi chiedo: perché quando ho Kikyo tra le braccia, o la sfioro, o la bacio, non provo lo stesso brivido che provo solo stando vicino a Kagome? Kikyo è la mia ragazza, allora perché diavolo non provo questo per lei? Da quando sono diventato così stronzo?
Basta con questi pensieri inutili. Non mi fanno ragionare con lucidità. Ricorda che non è quel sembra. Kagome è solo un’amica. PUNTO! Non posso cedere ad una semplice attrazione.
Sono nel mio ufficio ad ultimare i codici quando sento bussare.
- Avanti! –
- Inuyasha, è arrivato Myoga Nomi. – mi avverte Mukotsu.
- Certo, fallo accomodare. –
- Agli ordini, capo! –
Myoga Nomi è un ex produttore cinematografico che ora ha fondato una delle case di distribuzione cinematografiche più importanti del Giappone. Un paio di giorni fa mi ha contattato per un colloquio di lavoro. Roba grossa!
- Signor No Tashio, sono Myoga Nomi, piacere di conoscerla. – si presenta rivolgendomi un inchino che io ricambio.
- Il piacere è tutto mio. Prego, si accomodi. Le posso offrire qualcosa? –
- No grazie, sono a posto. Allora signor No Taisho, passiamo subito al dunque. Conosco molto bene il lavoro di suo padre e di suo fratello e c’è da dire che anche lei ha una bella stoffa. Il mio amico Totosai mi ha parlato molto bene di lei. È rimasto così soddisfatto del suo lavoro durante il festival del cinema che mi ha praticamente costretto a parlare con lei. Non ha fatto altro che parlare di lei e di un’altra persona. Una donna mi sembra. –
- Kagome Higurashi? –
- Esatto! Ha definito il suo lavoro a dir poco eccezionale. –
- È vero. Lei è stata la nostra vera punta di diamante. –
- Credo che unire efficienza e originalità sia l’arma vincente. Voi ci siete riusciti ed è proprio questo quello che vogliamo. –
- Mi dica di che si tratta. –
- Lei sa che da un po’non lavoro più come produttore e, con altri miei colleghi, abbiamo fondato già tempo fa una nuova casa di distribuzione cinematografica, la “TokyoMovie Pictures” che è 100% giapponese con ispirazione al modello americano. Poiché siamo nell’era di internet e visto che stiamo andando piuttosto bene, vogliamo anche espanderci in rete aggiornando il nostro sistema. Signor No Taisho, vorrei che lei e il suo team vi occupaste del nostro sito web, poiché so che a livello di efficienza e di funzionalità siete il top. Ma vogliamo anche originalità ed è lì che entra in gioco la signorina Higurashi. –
- Signor Nomi, ma esattamente per originalità cosa intende? –
- Vorrei acquistare il suo blog. -
- Signore, sono davvero lusingato che abbia scelto noi per la realizzazione del sito web e sarei ancora più onorato di realizzarlo, ma per quanto riguarda Kago… ehm…la signorina Higurashi, deve parlare con lei personalmente. Anche se ha collaborato con noi, non è una mia dipendente, quindi non posso decidere per lei. –
- Capisco! Allora che ne dice di una cena di lavoro così da poterne discutere? –
- Volentieri! –
- Perfetto, allora ci vediamo domani alle 20 in punto all'Aragawa. Lo conosce? –
- Sì, certo. – confermo con molto stupore, visto che è uno dei ristoranti più cari in circolazione.
- Allora ci si vede domani signor No Taisho, spero davvero in questa collaborazione. –
- Anch’io signor Nomi. A domani. – gli stringo la mano e lo accompagno alla porta.
Rimasto solo in ufficio analizzo la situazione e penso che per Kagome sarebbe un’ottima opportunità, però riuscirebbe a vendere il blog?
Devo subito telefonarle, ma mentre sto per alzare la cornetta entra Bankotsu.
- Allora? –
- Vuole che ci occupiamo del sito della “TokyoMovie Pictures”. –
- Wow! Dici davvero? –
- Però vuole anche comprare il blog di Kagome. –
- In che senso? –
- In realtà non lo so. Domani ne parleremo a cena insieme a Kagome, quindi si deciderà tutto lì. – spiego palesemente emozionato.
- Eh amico mio! Se non ti conoscessi bene, direi che sei più emozionato per l'uscita con Kagome che per l’offerta di lavoro. – mi provoca con sorriso sghembo. Dannato Bankotsu!
- Ehi, vuoi fare a botte? –
- Che avrò mai detto? Anch’io sarei molto emozionato ad uscire con un pezzo di donna come lei. – a questa affermazione non riesco a non guardalo con occhi assassini.
Ma allora vuole proprio morire?
- Inuyasha, Inuyasha, Inuyasha. Quanto sei prevedibile, ma sai che ti dico? Ogni lasciata è persa. Se non te la prendi tu se la prenderà qualcun altro. –
Detto questo esce dal mio ufficio lasciandomi spiazzato. Si divertono tutti a dirmi mezze frasi.
Decido di mandare un messaggio a Kagome:
 
Non c'è niente più fasullo di un poliziotto…
 
Questa la indovina sicuro, sono stato troppo buono.
Arriva puntuale la sua risposta:
 
…tranne i poliziotti in tv.
Dai Inuyasha, sul serio? Proprio “The Departed”? Potrei offendermi!
 
Rido per questa risposta, così decido di punzecchiarla ancora un altro po’:
 
Non si sa mai avessi perso la memoria.
 
Mentre le scrivo continuo a ridere come un ebete.
 
Se vuoi ti dico minuto, luogo e personaggio. Poi vediamo chi ha perso la memoria.
 
Oddio! Ne sarebbe davvero capace? Questa donna fa paura!
Però adesso è meglio dirle il vero motivo per cui l’ho contattata:
 
Parliamo di cose serie. Tieniti libera per domani sera.
 
Le dico senza molti complimenti e giri di parole.
 
Ogni minuto che passa…
 
Ah! Vuole ancora giocare?
 
… è un'occasione per rivoluzionare tutto completamente.*
 
Mi sa tanto che non ho molta scelta.
 
Ovvio che no!
 
Allora sono libera.
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
* Vanilla Sky
 
 
Ehm… sono ancora viva xD Ebbene purtroppo sono impegnatissima per via dell’università e non sono riuscita ad aggiornare prima. Spero che con il prossimo non faccia questo ritardo mostruoso :(
Tornando alla storia… beh ormai Kagome si è completamente rassegnata al fatto di essersi innamorata del suo migliore amico e Inuyasha…. Beh è sempre Inuyasha non c’è nulla di nuovo xD sempre in conflitto su ciò che deve fare e su ciò che vuole fare. Un’eterna battaglia che finirà presto…forse! Hihihihihihihiihih xD
Spero che questo capitolo sia piaciuto e che non mi odiate a tal punto da non leggere il prossimo capitolo che si intitolerà: “Quando sono gli occhi a parlare” <3
Vi ringrazio tutti per chi legge e commenta, ma ovviamente non smetterò mai di ringraziare per tutto la mia Yashiro-san aka Yasha 26 *^*
Alla prossima.
:*
Princess Miyu.


 
 
 
 

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Capitolo 15
*** Quando sono gli occhi a parlare ***


Capitolo 15: Quando sono gli occhi a parlare.
 
 
Pov Kagome
 
Che cosa mi è saltato in mente di accettare l’invito di Inuyasha? Certo che sono proprio cretina! Però se non mi ha dato possibilità di scelta vuol dire che è una cosa importante. Non so nemmeno dove dobbiamo andare! La cosa più brutta dell’essere donna è proprio il non sapere cosa mettersi quando non sai dove andrai, allora ho cercato di andare sulla via di mezzo. Ho optato per un vestito aderente blu scuro a manica lunga, ma che lascia le spalle scoperte e delle scarpe dello stesso colore col tacco alto. Tanto nel caso in cui rimanessimo fuori c’è sempre il giubbotto che salva tutto. Mi metto un velo di trucco e sono pronta.
Alle 19.30 arriva Inuyasha. Bello come sempre e quando si mette in tiro lo è ancora di più. Certe volte vorrei fregarmene e farlo mio seduta stante; peccato che abbia una coscienza e che lo ami troppo per poter fare una cosa così da maniaca. Potrei fare concorrenza a Miroku!
- Buonasera bambina. –
- Vado bene vestita così? –
- Sei perfetta! – mi sorride.
E tu sei scorretto! Come faccio a mantenere la calma se fai così? Non posso fare a meno di arrossire, ma faccio finta di nulla.
- Fiu! Meno male, mi hai tolto un pensiero. Ancora devi dirmi dove dobbiamo andare. Saremo solo noi? – chiedo nervosa.
- Ehi bambina, calma! Dai tempo al tempo, in macchina ti spiego tutto. –
Saliti in macchina mi spiega del loro nuovo lavoro, però non dicendomi ancora cosa c’entri io.
- È fantastico Inuyasha, ma non capisco che c’entro. –
- Stai andando a fare un colloquio di lavoro. –
- Cosa? Inuyasha ti avevo detto che non c’era bisogno. So cavarmela da sola. – sbotto leggermente adirata.
- Uffa quanto parli! Io non ho fatto proprio niente. È il signor Nomi che ha chiesto di te. –
- Ma non capisco cosa voglia da me. –
- Appena parlerai con lui lo saprai. –
Non posso crederci. Un lavoro! E me lo sta offrendo uno dei produttori più famosi in Giappone.
Mi sto agitando! Non basta che accanto a me ci sia l’uomo che amo (ma che non ne ha la più pallida idea!), devo pure sopportare la tensione di una cena di lavoro.
Calma Kagome, respira!
Arrivati al ristorante, Inuyasha nota la mia agitazione e mi porge il braccio sorridendomi, come per rassicurarmi. Entriamo e ci dirigiamo verso il cameriere.
- Buonasera. Siamo il signor No Taisho e la signorina Higurashi. Siamo ospiti del signor Myoga Nomi. –
- Sì certo. Il signor Nomi e sua moglie sono già arrivati, vi accompagno da loro. –
Il cameriere ci accompagna al tavolo dove è seduta una coppia.
- Signor No Taisho, ben arrivati. Lei dev'essere Kagome Higurashi. Incantato di fare la sua conoscenza. –
- L’onore è tutto il mio signor Nomi. –
- Vi presento mia moglie Itomi. –
- È un vero piacere conoscerla signora. Inuyasha No Taisho. –
- Il piacere è mio. –
- Prego sediamoci. –
Dopo aver ordinato degli antipasti e finiti i vari convenevoli, iniziamo a parlare di lavoro.
- Allora signorina Higurashi, penso che lei sappia già del perché di questa cena. –
- Più o meno. So che lei vuole che il team di Inuyasha si occupi del sito web della sua casa di distribuzione, ma sinceramente non so come posso esserle utile. –
- Grazie anche a Totosai, ho dato un’occhiata al suo lavoro e ci sono feedback molto positivi, tranne che dal suo ex datore di lavoro Naraku Onigumo. – dichiara serio.
Sento quel nome e mi torna la paura che per causa sua non mi vogliano far lavorare.
- Ma sa che le dico? Conosco Naraku e suo padre e credo che siano la dimostrazione che la stupidità e l’avidità siano caratteri genetici. La sua ostinazione a dire quanto lei fosse incapace mi fa invece pensare su quanto lei in realtà sia capace. Visto che la nostra di casa di distruzione ormai è leader nel settore a livello nazionale, come già avevo anticipato al signor No Taisho, vogliamo espanderci anche in rete. Vorremmo creare una comunità online che ci aiuti a diffondere il nostro lavoro con più velocità grazie a delle aree di discussione, recensioni e novità sui film o quant’altro, cose che lei già fa. Non voglio girarci intorno, quindi arrivo al sodo. Vorremmo acquistare il suo blog. -
Come? Ho sentito bene?
- Mi scusi signor Nomi, non capisco. In che senso comprare il mio blog? –
- Nel senso che il suo diventerebbe una specie di blog aziendale. Avrà il suo studio, il suo team di cui lei sarà la director. L’unica cosa che ovviamente dovrà fare è ridimensionare i suoi argomenti e limitarsi solo in ambito cinematografico, però per il momento dobbiamo iniziare così. Dovrà comunque pubblicizzare la nostra azienda. –
Non posso credere a quello che ho sentito. Acquistare? Ridimensionare?
Davvero vogliono il mio blog? Non è una scelta facile visto che alla fine dovrò sempre limitarmi in qualche modo, sembra come se stessi vendendo mio “figlio”. Però…
- Signorina Higurashi, se vuole pensarci non c’è problema e ne ha tutto il diritto. Però le voglio dire che vorremmo iniziare sin da subito a lavorarci e abbiamo necessariamente bisogno di qualcuno. –
Ci penso ancora un po’ e noto che anche Inuyasha è agitato quasi quanto me. Non ha detto una parola mentre io e il signor Nomi discutevamo, molto probabilmente voleva che decidessi tranquillamente senza che venissi influenzata.
Ma sì...
- Signor Nomi, con tutta franchezza, quando mi ha parlato di acquistare e ridimensionare gli argomenti, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata di rifiutare. Per un momento ho pensato che se davvero lo vendessi è come se dessi una mia creatura, che ho creato e costruito da sola seguendo il mio istinto e le mie passioni. E non voglio nemmeno passare per quella che si vende al miglior offerente solo perché non ha più un lavoro. – mi fermo per riprendere fiato e per poter dire la mia decisione – Ma non credo che per il mio blog ci sia un’occasione migliore di questa. Parlare di cinema è sempre stata la mia più grande passione e se devo minimizzare il numero di argomenti accetterò questa condizione. Quello che desidero fare è parlare di cinema senza che nessuno mi obblighi su come e su cosa devo scrivere. Mi basta solo questo. Se per lei sono condizioni accettabili, allora sarei più che onorata di far parte della sua società. –
Vedo il volto di Inuyasha rilassarsi, l’avevo lasciato col fiato sospeso per tutto il mio discorso. Finalmente sul suo viso spunta quello splendido sorriso che mi fa battere il cuore, poi mi volto verso il signor Nomi per sentire cosa ha dire.
- Allora dobbiamo assolutamente brindare a questo nuovo rapporto di lavoro. Saremo una grande squadra. – afferma alzando il calice e noi facciamo altrettanto e brindiamo.
 
La serata trascorre molto serena quando, ad un certo punto, cominciamo a non parlare più di lavoro.
- Voi due come vi siete conosciuti? Siete proprio una splendida coppia. – se ne esce di punto in bianco la signora Itomi.
Coppia? Ha detto coppia? Sarò passata tra la vita e la morte nell’arco di tre millesimi di secondo e non so nemmeno cosa fare. Oh signora Itomi, quanto si sbaglia, ma soprattutto quanto vorrei fosse vero.
Non posso far vedere che c’è qualcosa che non va, quindi devo intervenire assolutamente, stiamo in silenzio da troppo tempo per i miei gusti. Poi perché diavolo Inuyasha è fermo come un pesce lesso? Sembra come entrato in trance.
- No no no no. Signora si sbaglia. Io e Inuyasha siamo solo ottimi amici. Nulla di più! – spiego con convinzione ma allo stesso tempo con agitazione, infatti appena termino di parlare deglutisco a vuoto come se da quelle parole avessi perso tutta la saliva.
Il “nulla di più” magari lo potevo evitare, visto che per me è una balla colossale.
Cavolo, Inuyasha mi ha guardato proprio strano!
 
Pov Inuyasha
 
Wow! Ha accettato questo lavoro. Per un attimo avevo pensato che avrebbe rifiutato, meno male, così potrà fare quello che ha sempre sognato. Ora possiamo lavorare nuovamente insieme, non proprio insieme però avremo una specie di collaborazione.
Tra una cosa e l’altra, il discorso passa dal lavoro alla nostra vita di tutti giorni.
- Voi due come vi siete conosciuti? Siete proprio una splendida coppia. – afferma la moglie del signor Nomi.
Rimango pietrificato da questa dichiarazione, il mio cuore sta battendo ad una velocità disumana e veramente non so che cavolo rispondere. Mentre cerco di spiccicare almeno una sillaba, sento intervenire Kagome.
- No no no no. Signora si sbaglia. Io e Inuyasha siamo solo ottimi amici. Nulla di più! – dichiara schietta mentre la fisso un po’ sbigottito.
“Nulla di più”? Caspita! Non ha perso tempo a giustificarsi e a dire che siamo solo amici.
Non credevo che solo l’idea di essere scambiata per la mia ragazza le facesse così schifo.
Ecco! Ora ricominciano le mie reazioni strane. Perché diavolo mi dà fastidio che lei abbia negato? È ovvio che siamo amici. Devo ripeterlo come un mantra nella mia testa fino a quando non ritrovo la mia sanità mentale.
Saranno passati pochi secondi da questo scambio di battute, ma mi sono sembrate ore infinite.
- Sì è vero, siamo solo amici. E, in realtà, ci conosciamo da qualche mese. – intervengo alla fine facendo il finto vago.
- Sette mesi. – precisa Kagome.
- Oh beh! Allora scusate per la gaffe. Signori scusate, vado un attimo alla toilette. –
- Vengo con lei. – aggiunge la mia A-M-I-C-A.
Le vediamo allontanarsi e Myoga sospira.
- Donne! Devono andare sempre in bagno in coppia. – asserisce rassegnato facendomi sorridere. – Posso confessarti una cosa, Inuyasha? Posso chiamarti Inuyasha, vero? Ovviamente puoi darmi del tu. –
- Sì certo. – annuisco un po’ confuso.
- Ci avrei messo la mano sul fuoco che Kagome fosse la tua compagna. –
Ancora con questa storia? Ma lo fanno apposta per farmi diventare pazzo?
- Mi dispiace, ti saresti scottato, ma io sono già impegnato con Kikyo Tama. –
- Kikyo Tama? La figlia di Hisaku Tama? –
- Sì. Stiamo insieme da cinque anni. –
- Ah! Quanto è piccolo il mondo. –
- In che senso? –
- Nel senso che sei fidanzato con la figlia di uno dei collaboratori più attivi dell’ex capo di Kagome. È bizzarra come coincidenza. –
A questa sua affermazione rimango un po’ interdetto. Già… coincidenza bizzarra!
Continuo scervellarmi dopo quel che ha detto, ignorando completamente il signor Myoga.
- Inuyasha! – mi richiama – Va tutto bene? Ti ho perso per un attimo. –
- Sì, mi era venuta in mente una cosa. Scusami, stavi dicendo? -
- Quindi tra te e Kikyo è una storia seria. –
Seria? Sì è seria, non può essere diversamente… vero?
Annuisco soltanto, ma vedo che non è molto convinto.
- Sai, non ti conosco molto bene, ma ho la mia età. C’è un detto che fa: “La lingua può nascondere la verità, ma gli occhi… mai!”. Gli occhi non ingannano mai, Inuyasha. È quasi evidente che i tuoi dicano tutt’altro di quel che dici. –
Non faccio in tempo a ribattere che ritornano le signore.
Maledizione! Adesso penserà che abbia ragione e crederà davvero che io sia innamorato di Kagome. Come se già non lo pensassero tutti, o almeno lo pensa Miroku e credo anche Bankotsu.
Che situazione del cavolo!
Accidenti però, è davvero stupenda stasera. Appena l’ho vista a casa sua ci mancava solo che iniziassi a sbavare come un mastino e quando le sue guance diventano leggermente rosse è ancora più bella.
Ancora mi chiedo come faccia ad essere sicura e determinata, ma allo stesso tempo diventare così adorabile e, a volte, fragile, al punto che vorrei stringerla a me per proteggerla da tutto il male del mondo.
E come al solito ho pensato a Kagome in modo che non avrei dovuto. Grandissima testa di cazzo! Vuoi ricontrollarti?
 
Finita la cena salutiamo Myoga e consorte e riporto Kagome a casa.
Siamo di fronte all’appartamento di lei e non so come, ma stasera sembra più taciturna del solito. Dovrebbe essere contenta per il lavoro e invece è come se avesse qualcosa che non va.
Cosa posso fare?
- Inuyasha, grazie per la bella serata. Come al solito mi hai salvato, non saprò come ringraziarti per questo. –
- Ma perché ogni volta che stiamo insieme mi devi sempre ringraziare o cercare un modo per ripagarmi? Per una volta potresti non dirmi nulla e accettare che sono qui… per te. – deglutisco a questa affermazione, ogni mio buon proposito della serata è andato a farsi benedire.
- Magari potessi. – dice quasi sussurrando.
- Che significa? –
- Niente, ho solo bevuto un po’ troppo. –
- Ma se non hai bevuto quasi niente. Perché fai così? Sei strana da un po’ di tempo. –
- Non sono strana. Ti assicuro che sto bene. –
Mi avvicino ancor di più e le poggio una mano sulla guancia per poterla guardare meglio. Per un istante mi sono beato, ancora una volta, di quelle labbra meravigliose.
- Me lo diresti se qualcosa ti turbasse, vero? – la guardo intensamente e anche se solo illuminati dalla luce del lampione noto che è arrossita, e senza staccare il suo sguardo dal mio annuisce debolmente – Allora ti credo. – mi stacco quasi immediatamente come se mi fossi scottato.
- È meglio che vada. Buonanotte bambina. –
- Buonanotte. –
Dopo averla lasciata rimango in macchina per qualche istante prima di partire. Poggio la testa e le braccia sul volante e continuo a chiedermi il perché di tutto. So che a questo punto dovrei allontanarmi da lei, ma è l’ultima cosa che voglio.
Ho paura che se anche dovessi solo prendere in considerazione l’ipotesi di essere innamorato di Kagome, credo che non uscirei vivo da questa situazione, però non voglio nemmeno pensarlo, devo solo sforzarmi e cercare di portare avanti ciò che ho iniziato. Non mi sono mai sentito in questo modo e non so come comportarmi, ma so solo che più passa il tempo più quelle labbra saranno il mio tormento.
 
 
Dicembre
 
Il lavoro sul sito del signor Myoga mi toglie un sacco di tempo, ma stiamo andando alla grande. Anche Kagome sta lavorando molto, non ci siamo sentiti spesso, solo qualche volta la sera prima di andare a letto. So che è stata molto impegnata a cercare i collaboratori per il blog, che ha potuto scegliere personalmente su consenso del signor Myoga.
Ho ripensato molto a quella sera e, certe volte, non riesco a chiudere occhio, forse è anche per quello che parlo con Kagome prima di andare a letto, per rasserenarmi.
Come può riuscire a tranquillizzarmi la causa della mia confusione? Avrei bisogno di farmi vedere da qualcuno bravo, ma molto bravo.
Sono a letto e compongo nuovamente il suo numero.
- Pronto? – mi risponde con una voce alquanto inquietante e mi sa che si è presa un bruttissimo raffreddore. Ho una gran voglia di prenderla un po’ in giro.
- Oh! Mi scusi credo di aver sbagliato numero. Dovevo chiamare un’amica, ma mi sa che ho chiamato l’uomo delle nevi. – non riesco a non ridere.
- Vuoi essere bandato a fanculo ora o tra cinque binuti? – risponde stizzita, ma la sua voce è davvero buffa.
- Oh Kagome sei tu allora? Pensavo di aver chiamato in qualche paese dell’Himalaya. –
- Guarda sto per bettere giù, razza di cavernicolo. –
- Non sapevo che stessi così uccisa. Da quanto stai così? –
- Da due giorni. Ba è solo raffreddore, non ho febbre né altro, solo tanto cola naso.
- Meglio così allora, altrimenti avrei dovuto farti da infermiere per sdebitarmi per quello che hai fatto per me. –
- Albeno i biei bedicinali non sono scaduti.
- Simpatica lei! … Senti che stai facendo? Oltre ad annegare nei fazzoletti? –
- Vedo “Casablanca”.  Lo stanno facendo sul satellite in questo bobento.
- Uh! Maledetta e non mi dici nulla? Canale? –
Prendo il telecomando per accendere la tv che ho in camera.
- 211. –
- Lo sai che questo scenario fa molto “Harry ti presento Sally”? –
- Non te ne uscirai anche tu con discorsi assurdi sui vari tipi di donna, vero?
- Ma come diavolo fai a ricordarti a memoria tutte le scene dei film? –
- È un dono.
- Comunque Harry sapeva il fatto suo. Lei sì che è a basso mantenimento. –
- Non bi starai bica paragonando a Sally, voglio sperare!
- A Sally? Tu? Ma se tu non sai nemmeno che significa la parola “a parte”. Se fosse per te mangeresti anche bendata, senza sapere che c’è dentro. –
- Inuyasha, per caso ti sta puzzando vivere? Bi hai chiabato solo per prenderbi in giro?
- Ma no, mica solo per quello. Volevo anche sapere come andava il lavoro. –
- Tutto bene! Sono riuscita a trovare dei bravi ragazzi e per ora li ho assunti cobe stagisti. E per il resto è davvero tutto bellissibo. Anche se avere a che fare con aggeggi infernali come diecibila pc, Tablet e altri strumenti di tortura touch bi faranno uscire pazza.
- Eh ragazzina! Gestire un blog significa stare dietro ad un pc, quindi vedi di curarla questa tecnofobia. –
- Sarò tecnofobica, ba albeno lo so usare. –          
- Sì certo. Ti assicuro che mia nipote saprebbe usarlo meglio di te… A proposito di mia nipote. I miei tra qualche giorno ritorneranno in Giappone per il Natale, faremo una festa la vigilia e sei ufficialmente invitata. –
- Che bello! Sono felice di rivedere i tuoi. Ci sarò senz’altro. –
- Perfetto, bambina. Allora ti lascio dormire. –
- D’accordo. Cobunque sappi che appena ti vedo ti disintegro per averbi dato dell’inetta.
- Non ti ho dato dell’inetta. Dico solo che con i computer sei una schiappa. –
- Guarda sto troppo bale per risponderti. Ti banderò a fanculo quando bi sentirò beglio.
- Beh, in effetti con questa voce non faresti paura nemmeno ad una formica. –
- Quindi abbetti che faccio paura, di solito.
- Forse farai paura, ma non a me. – la sento ridere di gusto. Ormai i nostri battibecchi sono diventati quasi d’obbligo, ma ci divertiamo da morire. Solo con lei mi sento così libero di parlare. – Ehi! Cerca di dormire e riprenderti che ti voglio in forma. E chiamami se hai bisogno, non fare che stai male e non telefoni. –
- Non bi chiabo Inuyasha. Non sono così stupida.
- Va bene, me lo sono meritato. Buonanotte bambina. –
- Notte Inu!
Inu? Mi ha chiamato Inu? Non so perché detto da lei non mi dà per niente fastidio, anzi, mi piace.
Ho odiato tutti i diminutivi possibili e sono poche le persone che si permettono di chiamarmi Inu, ma detto da Kagome è come se assumesse tutto un altro suono che quasi mi piace sentire.
Va be’ dai a lavoro Inuyasha! Che bisogna ultimare il sito di Myoga prima di Natale, troppe cose da fare e poco tempo.
Per le tue pippe mentali ci sarà tempo.
 
 
 
 
Pov Kagome
 
 
Perché la mia bocca non sta mai zitta? Ma tra tutti i nomi proprio “Inu” lo dovevo chiamare?
Il moccio invece che uscirmi dal naso, mi entra ancora di più nel cervello? Da una parte sono sollevata che ultimamente ci sentiamo solo per telefono, anche se mi manca, almeno così posso fingere che sia tutto normale e non gli faccio vedere che muoio ogni volta che sto con lui. Per telefono posso nascondermi tranquillamente senza far trapelare nulla, ma se poi me ne esco con “Notte Inu” tutte le mie buone intenzioni se ne vanno a farsi friggere.
Finisco di vedere “Casablanca” mentre continuo a soffiarmi irrimediabilmente il naso.
Quanto odio stare così. Se avessi avuto almeno la febbre, qualche giorno a letto e sarei tornata come nuova, ma così è solo una tortura. Andare a lavoro in queste condizioni è davvero tragico, sembro sul serio l’uomo delle nevi.
I nuovi stagisti sono in gamba e uno in particolare è molto bravo, Akitoki Hojo, anche se mi sa tanto che ha un debole per me; infatti non ha perso tempo nel chiedermi di prenderci qualcosa da bere un giorno di questi, ma ovviamente ho rifiutato. A parte che non mi va di unire la vita personale col lavoro, ma dall’altra come posso uscire con un uomo se nella mia mente c’è solo Inuyasha?
Mi chiedo perché non gli ho parlato di Hojo, forse mi illudo che gli possa importare qualcosa se lo dicessi, ma alla fine credo che mi inciterebbe a lasciarmi andare e sono sicura che mi farebbe ancora più male.
Sono una povera stupida!
Parlandone con Sango, mi ha consigliato di dargli una possibilità anche se non mi sembrava molto convinta, anzi, quando si apre l’argomento Inuyasha cerca sempre di sviare il più possibile. Quando ero io a non volerne parlare mi istigava a sputare il rospo con tanto di sfottò sul fatto che mi fossi presa una cotta, adesso cerca in tutti i modi di non aprire il discorso, come se volesse evitare di dirmi qualcosa. Purtroppo so già cosa vuole evitare di dirmi e la lascio fare visto che non ho intenzione di sentire che sto sbagliando a rimanere amica di Inuyasha e che così mi faccio solo del male e tutto il resto…
Come se non lo sapessi!
Mentre sto per addormentarmi ricevo un messaggio:
 
Buonanotte capo. Fare una bella dormita ti farà bene.
Ci vediamo a lavoro.
Hojo.
 
Caspita, adesso pure i messaggi di buonanotte? Noto che è un tipo alquanto insistente.
Rispondiamogli in modo tale da non dare troppa confidenza.
 
Grazie per la premura, ma so cavarmela. Per un semplice raffreddore, poi.
Ci si vede a lavoro.
 
Speriamo che lo capisca. Odio le persone insistenti.
Meglio andare a dormire, ne ho assolutamente bisogno.
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Il cognome che ho scelto per Myoga vuol dire pulce in giapponese.
*Durante la telefonata, per far sì che si notasse che Kagome fosse raffreddata ho sostituito tutte le “m” con le “b”.
 
 
Lo so… sono una brutta persona T^T
Mi dispiace per averci messo una vita ad aggiornare, ma come già vi avevo anticipato, sono sommersa dagli esami ed essendo gli ultimi, paradossalmente, sembrano non arrivare mai XD
Tornando al capitolo… la nostra Kagome finalmente trova un nuovo lavoro *yeeee* sicuramente più gratificante ^_^  e Inuyasha… è inutile che continuo a dirlo ma è sempre Inuyasha… lento lento ma ci sta arrivando (moooolto lento -_-)
L’idea per quel genere di blog l’ho avuta spulciando da internet e vedendo il sito della Warner Bros xD e poi la parte finale un po’ alla “Harry ti presento Sally” era una cosa che volevo fare da un po’ e alla fine eccola lì.
Spero che vi sia piaciuto e che soprattutto non vi siate stancate con l’aspettarmi XD
Vi chiedo perdono e ringrazio chi mi sostiene e sopporta (sai che parlo di te Yasha *^*) Grazie a chi ha letto e recensito spero di avervi fatto valere l’attesa... che dire, se vi va, vi aspetto al prossimo capitolo intitolato ehm… “At the beginning with you” (eh sì è il titolo della storia ^^)
Un abbraccio e alla prossima.
PrincessMiyu :*
 
 
 
 
 
 
 
 
            

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Capitolo 16
*** At the beginning with you ***


Capitolo 16: At the beginning with you.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Mancano tre giorni a Natale e finalmente i miei genitori ritorneranno in Giappone per passare le vacanze qui. Non vedo l’ora di poterli riabbracciare, soprattutto quella piccola peste di mia nipote.
Questi giorni sono diventati molto intensi e carichi di lavoro. Il sito del signor Myoga ci sta occupando tantissimo e poi insieme ad altri lavori che teniamo in corso, abbiamo davvero pochissimo tempo libero. Anche Kagome sta lavorando molto, si è occupata di talmente tante cose in poco tempo che non so nemmeno io come abbia fatto, non credo che sarei riuscito a fare quello che ha fatto lei in così poche settimane. A parte qualche telefonata o messaggio prima di andare a letto, non ci stiamo vedendo spesso, anzi, ci limitiamo ad un caffè al volo durante la pausa pranzo. Purtroppo oggi non è uno di quei giorni, sono a mensa da solo che faccio un pasto veloce per poi ritornare a lavoro.
Mentre pranzo, accanto a me si siede il mio amico Jakotsu.
- Inu-chan, oggi qui? –
- Sì, ho una marea di cose da fare. Tu, piuttosto, hai finito con quella grafica? –
- Ma sempre di lavoro parli? Per una volta che siamo soli e farci due chiacchiere senza rompipalle tra i piedi, pensi alla grafica? –
- Hai ragione, amico. Solo che mi sembra che il tempo non basti mai. –
- No caro. Sei tu che lo sprechi inutilmente. –
- Ehi bada a come parli. –
- Vedi che sprechi tempo a dire cose inutili? Piuttosto, parlando di cose belle: vigilia di Natale. –
- Ah sì! La faremo a casa dei miei genitori. –
- Quella vecchia? Credevo che l’aveste venduta. -
- No no. Quando mio padre decise di trasferirsi a Berlino non ha avuto la forza di venderla o affittarla, ci tiene troppo. –
- Potevi andarci tu, invece di prenderti il tuo vecchio appartamento. Capisco l’indipendenza, ma questa è stupidità. –
- Me lo aveva anche proposto di andarci a vivere appena rientrato, ma con tutta onestà è troppo grande per viverci da solo. Se un giorno decidessi di trasferirmi credo che lo farei con qualcuno. –
- Non che mi entusiasmi l’idea, ma potresti farlo con Kikyo. Magari con questo passo il vostro rapporto si evolverà, anche se la vedo difficile. -
- Nah! Che vai a pensare? Non ho testa e tempo di pensare a cose del genere. –
- Davvero? Mi ricordo invece che eri tornato proprio per mettere su casa e famiglia. Hai per caso cambiato idea? –
- No, non dico che abbia cambiato idea, penso solo che non sia il momento. –
- E quand’è allora? –
- Sai che c’è? Hai ragione, dovrei proprio pensarci a questa eventualità, anzi inizio da subito. – sbotto all’improvviso alzandomi di scatto dalla sedia e dirigermi verso il mio ufficio.
- Inuyasha! Che ho detto ora? Mi dici che cavolo ti prende da un po’ di tempo? – urla in modo che io lo senta.
Jakotsu continua a chiamarmi, ma non rispondo. Che amico strano, prima mi istiga a lasciare Kikyo perché non è adatta a me, adesso vuole che pensi ad una possibile convivenza.
Che diavolo gli passa per la testa? E soprattutto… cosa diavolo passa per la testa a me?
Dovrei essere contento di questo e invece sono più incazzato che mai. Per di più, dalla serata con Myoga che ho iniziato a sospettare che il licenziamento di Kagome non sia stato solo per una “divergenza di opinioni”.
Ha ragione Jakotsu, sono tornato qui per creare un futuro con Kikyo e ora mi sto tirando indietro, anzi sto iniziando a dubitare di lei. Sono cambiate tante cose da quando sono qui e l’idea di una possibile convivenza non mi ha per nulla sfiorato il cervello.
Cos’è che mi blocca? Perché tutte le mie certezze sono crollate come un castello di carte?
Rimango seduto nel mio ufficio a fissare il vuoto, quando mi si focalizza davanti l’immagine di Kagome. Ormai non ci faccio più caso a questi miei momenti da centro igiene mentale, però un po’ questo mi fa riflettere.
È davvero lei a bloccarmi?
Il cellulare mi distoglie completamente dai miei pensieri.
- Pronto? –
- Fratello, stai battendo la fiacca? –
- Non batto la fiacca, non mi chiamo Sesshomaru. –
- Ritenta sarai più fortunato. Vedi che siamo appena atterrati. –
- Atterrati? Ma non dovevate arrivare domani? –
- Imbecille! Che giorno è oggi? –
- 22. –
- Lo vedi che sei imbecille? È 23. Ma dove hai la testa? –
23? Non posso crederci che ho perso completamente la cognizione del tempo.
- Scusami, fratello. Non so come abbia fatto. –
- Va be’! Ti ho chiamato per avvertiti di venire a casa appena esci da lavoro. –
- Certo. –
- Bene, allora a dopo! –
- A dopo e bentornati. –
Ricontrollo il telefono per avere conferma su quello che mi ha detto Sesshomaru, ed è proprio vero: oggi è 23.
Come diavolo ho fatto? Il lavoro e i mille pensieri mi stanno letteralmente uccidendo, appena questo periodo sarà finito avrò un minimo di pace e serenità.
E chissà, magari farò anche ordine nella mia testa.
 
Pov Kagome
 
- Questa no. Questa la spostiamo qui. Questa la mettiamo al centro. Ciao ciao a questa… Allora partiamo da qua. – spiego, facendo vedere ai ragazzi le immagini da mettere sul blog utilizzando un enorme schermo touch. Questo strumento è l’unico che riesco a sopportare tra tutti quelli che mi fanno usare, alla fine è divertente spostare le immagini su uno schermo con la mano.
- Allora ragazzi, dobbiamo decidere cosa mettere in evidenza. Ricordiamoci che si tratta di internet quindi abbiamo bisogno di traffico, perciò idee forti. –
- Capo, se facessimo una classifica su quali film vedere a Natale. –
- Sì, così mettiamo al primo posto il “Grinch”. No no, ci vuole qualcosa di più incisivo. Non è che dobbiamo pettinare le bambole. Dai su! – stuzzico facendo ridere tutti quanti.
La riunione continua in maniera abbastanza tranquilla ed escono tantissime idee per il blog. Tra quelle da scartare e quelle buone, la giornata di lavoro finisce.
Mentre metto la mia roba in borsa, una persona si avvicina a me.
- Capo, vedo che ti sei ripresa. –
- Era un semplice raffreddore, Hojo. –
- Allora un giorno qualcosa da bere possiamo pure prendercela, no? –
- Cosa non ti è chiaro nella frase “Non posso”. “Non” oppure “posso”? –
- Ma che ti costa? È solo un caffè. –
I caffè li prendo anche con Inuyasha e sicuramente non ho bisogno di andarci con te!
- Mi costa che non ho intenzione di unire vita privata e lavoro. Sei un ragazzo in gamba e dal punto di vista lavorativo sei forse uno dei migliori. Non fare l’insistente. –
- E va bene, capo! Buona serata. –
- Ciao! –
Sbuffo parecchio annoiata da questa cosa, continuo a non sopportare questo suo essere insistente e appiccicoso.
Sulla strada del ritorno sento il cellulare squillare.
- Pronto? –
- Ciao Kagome. Sono Rin!
- Rin ciao, ma siete tornati? –
- Sì siamo atterrati qualche ora fa. Adesso stiamo sistemando casa. Più tardi viene Inuyasha per la cena, vuoi venire pure tu?
- Mi piacerebbe tanto, ma sono molto stanca. Vado a casa mi tuffo sotto la doccia e letto. –
- Capisco! Dai allora ci vediamo alla festa della vigilia.
- Senz’altro. Buona serata e salutami tutti. –
- Non mancherò. Ciao Kagome!
Mi dispiace aver dovuto declinare l’invito, ma (a parte che è vero che sono distrutta) ancora non mi sento di rivedere Inuyasha, specialmente con i suoi. Avrei voluto tanto rivederli, ma mi sentirei come se fossi tornata in Germania, che anche se è stata un’esperienza meravigliosa che rifarei altre mille volte, so pure quali sarebbero le conseguenze e non voglio assolutamente riviverle.
Mi godrò la vigilia di Natale, sperando che Kikyo non prenda a noia la mia presenza, altrimenti qua si rischia che lo spettacolo lo diamo noi. Il dubbio sul fatto che c’entri lei sul mio licenziamento ancora non me lo sono tolto, e il fatto che abbia trovato un lavoro molto più bello e appagante non significa che la faccenda debba rimanere in sospeso.
È una questione di principio!
 
È la vigilia di Natale, sono molto eccitata per questa serata perché rivedrò i genitori di Inuyasha, Rin, Sesshomaru e la piccola Kotomi.
Miroku e Sango verranno a prendermi tra poco, anche loro stranamente sono molto entusiasti di questa serata e non mi hanno voluto accennare nulla, ma a quanto pare i genitori di Inuyasha gli hanno messo a disposizione un pianoforte.
Arrivati a casa dei genitori di Inuyasha rimango incantata dalla sua bellezza. Questo stile un po’ occidentale lo amo da impazzire, mi meraviglia che Inuyasha non sia venuto a vivere qua dopo il suo ritorno, anche se conoscendolo non si sarà voluto trasferire per la grandezza, ne sono quasi certa. Pigrone!
Suoniamo il campanello e ci apre la bellissima Izayoi.
- Oh carissimi ben arrivati. –
- Salve Izayoi, che bello rivederti. – si avvicina Miroku abbracciandola affettuosamente.
- Miroku, che gioia. Questa ragazza stupenda suppongo sia Sango. –
- Sì signora, sono Sango Hirai. È un piacere conoscerla e grazie per il suo invito. –
- Miroku è come un figlio per me e qui sei la benvenuta. E io sono Izayoi, dammi del tu. –
- D’accordo, Izayoi. –
- Kagome cara, sei bellissima come sempre. Sono felicissima che tu sia venuta. –
- Che bello rivederti Izayoi. Non potevo mancare, anzi ti chiedo scusa per non essere venuta ieri sera. –
- Non preoccuparti, Rin mi ha detto che eri esausta. –
Dopo esserci salutati, sento una piccola pulce che mi prende di soppiatto.
- Kagome! Che bello vederti. – mi urla felice. – Sei bellissima! -
- Mi-chan, sei tu ad essere bellissima. Farai strage di cuori. – dico abbracciandola e riempiendola di baci.
- Chi è che deve fare strage di cuori? – interviene con aria infastidita Sesshomaru accompagnato da Rin.
- Dai Sesshomaru non essere geloso. Se incominci a 6 anni, cosa farai quando avrà un fidanzato? – lo provoca Miroku.
- Non dirlo nemmeno per scherzo! –
- Zio Miroku! – lo saluta tutta contenta, saltandogli praticamente al collo.
- Ciao principessina! Ma quanto sei cresciuta. Diventi ogni giorno più bella. –
- Grazie! Zio Miroku, lei è Sango? – chiede indicando col dito la mia amica.
- Sì, Kotomi. Ho sentito molto parlare di te. Piacere di conoscerti. – sorride facendo fare lo stesso alla bambina.
Miroku si avvicina a Rin e Sesshomaru e li abbraccia calorosamente.
- Che bello rivedervi! Vi voglio presentare la mia Sango. Sango, loro sono Sesshomaru e Rin. –
- Finalmente ti conosco. Miroku ci ha parlato tantissimo di te. – si presenta in modo affettuoso Rin.
- Anch’io ho sentito molto parlare di voi. Conoscervi mi rende felicissima. – ricambia la mia amica molto emozionata.
- Allora visto che sei la sua fidanzata posso chiamarti zia? – interviene tutt’un tratto Kotomi.
- Ma certo piccolina. – risponde sorridente Sango.
- Quando Kagome si fidanzerà con zio Inuyasha, potrò chiamare anche lei zia. –
Tutti si guardando con aria divertita e confusa.
Mannaggia a Kotomi e alla sua lingua troppo lunga. L’adoro, ma non poteva scegliere momento peggiore per dire questa cosa.
- Chi vorresti chiamare zia? – spunta Kikyo all’improvviso con accanto Inuyasha.
Ho provato un brivido bruttissimo che è partito dalla punta dei piedi fino ai capelli. Vederli insieme non credevo mi facesse così male, ore di autocontrollo buttati nel water.
- Non a te brutta antipatica. – la offende facendole una linguaccia e si avvicina al padre.
Appunto! Il tempismo è sempre dalla mia parte. Ma vaffanculo!
- Kotomi, chiedi scusa. – rimprovera Rin con tono non molto duro.
- No! – esclama e se ne va con passo svelto.
- Scusala! – cerca di giustificare la figlia, ma non mi pare convinta.
- Figurati, sono solo parole di una bambina! –
- Che ha molto più sale in zucca di te. – bisbiglia Sesshomaru facendo sorridere di traverso la moglie.
Iniziamo bene la serata, vedo Inuyasha abbastanza a disagio e amareggiato.
- Ragazzi, dai non state lì impalati, venite nel salone. Tra un po’ iniziamo a mangiare. – cerca di calmare gli animi e cambiare discorso.
Ma perché deve essere così bello? Ed io posso ammirarlo solo da lontano. Più lo guardo e più mi rendo conto che è quasi scontato innamorarsi di lui ed io sono caduta nella sua dolce trappola con tutte le scarpe.
Ci spostiamo verso il salone e con Inuyasha non sono riuscita a scambiare ancora mezza parola. Appena provavamo ad aprire una conversazione c’era sempre qualcosa che ci interrompeva.
Speravo di usare questa sera per passare un po’ di tempo con lui, ma ahimè qualcuno da qualche parte lassù deve volermi molto male (o bene. Dipende dai punti di vista!).
 
Pov Inuyasha
 
Mia madre mi ha informato che sono arrivati Kagome, Sango e Miroku. Mi precipito verso l’ingresso quando vedo Kikyo che viene con me. Oggi non si allontana nemmeno per un secondo, spero di riuscire ad andare almeno in bagno senza che mi segua come un’ombra.
Li vediamo che stanno parlando tra loro insieme a Sesshomaru, Rin e Kotomi. Deve essere molto contenta nel rivedere Kagome, per tutto il tempo non ha fatto altro che chiedermi se sarebbe venuta oppure no. Mentre ci avviciniamo, sentiamo Kotomi dire una frase strana, o meglio ne sentiamo metà.
- … con zio Inuyasha, potrò chiamare anche lei zia. – dice sprizzante di felicità.
Chissà che avrà detto quella piccola peste, le facce sono tutte un po’ sorprese ma sorridenti.
- Chi vorresti chiamare zia? – se ne esce all’improvviso Kikyo.
Oddio spero che non inizi una discussione.
- Non a te brutta antipatica. – si arrabbia mettendosi vicino a mio fratello.
Meno male che speravo che non iniziasse una discussione.
- Kotomi, chiedi scusa. – rimprovera Rin, ma so perfettamente, e anche lei, che con quel tono non otterrà niente.
- No! – urla scappando in tutt’altra direzione.
Che testa dura ha quella bambina, ma da una parte è un bene che sia così, darà del filo da torcere a molte persone.
- Scusala! – si scusa Rin in modo quasi freddo, come se lo facesse per obbligo e non perché lo voglia fare davvero.
- Figurati, sono solo parole di una bambina. – risponde Kikyo con aria quasi di sufficienza.
Ma perché deve fare sempre così? Non può essere più morbida? Poi che non si lamentasse se gli altri non la considerano.
Vedo mio fratello che bisbiglia qualcosa facendo sorride Rin. Sospetto già cos’abbia detto, ma non voglio iniziare una discussione, è un giorno di festa e lo dobbiamo passare in allegria.
- Ragazzi, dai non state lì impalati, venite nel salone. Tra un po’ iniziamo a mangiare. – invito tutti a spostarsi così posso finalmente salutare i miei amici come si deve, specialmente Kagome che è da un po’ che non passiamo una serata insieme. È sempre bellissima, rimane semplice senza strafare con abiti pomposi o trucco esagerato. Guardo la mia ragazza e noto che è tutto l’esatto opposto, e non capisco perché si ostina a mettersi i mascheroni e uscirsene con abiti sgargianti quando non ne avrebbe bisogno. Che io ricordi, non credo che in cinque anni l’abbia vista senza trucco. Com’è possibile? Non lo so nemmeno io!
 
La serata è iniziata da un bel pezzo e con Kagome non sono riuscito a spiccicare mezza parola, sembra che stia diventando una missione impossibile dirle solo un “ciao”. Mi urta che non le ho fatto nemmeno un regalo, ma tra il tempo che manca e Kikyo che non si scollava, è stato praticamente impossibile prenderle qualcosa. Quest’anno è stata un’impresa, infatti mi sono veramente limitato a mia madre e Kotomi, per Kikyo invece non ci sbatto più la testa. Ogni volta che le regalavo qualcosa non andava mai bene, così ogni festività che si presenta se lo decide da sola. So che è una cosa triste, ma contenta lei!
Appena riesco a liberarmi da Kikyo provo a uscire per prendere una boccata d’aria. Si congela fuori, quindi sono sicuro che non mi cercherà qui, così posso stare un po’ per conto mio.
Arrivato sul balcone noto che non sono da solo, ma c’è Kagome intenta a guardare il cielo.
Mi avvicino silenziosamente per non distrarla.
- Sono bellissime, vero? – dico guardando verso l’alto. Con la coda dell’occhio noto che continua anche lei a guardare su.
- Già, si vedono benissimo da qua. –
- Non c’è molta illuminazione in questo lato della casa. Poi oggi è una splendida serata anche se si congela. – stacco gli occhi dal cielo e ammiro il suo profilo.
Accidenti! Ma la mia migliore amica non poteva essere una racchia? Non posso emozionarmi come un ragazzino ogni volta che la vedo.
- Finalmente riusciamo a parlare. – afferma interrompendo i miei pensieri.
- Infatti. Come va? –
- Va tutto bene. Il lavoro è meraviglioso e gestire un blog in questo modo è divertentissimo. A voi col sito? –
- Lo stiamo ultimando e sarà pronto per i primi di gennaio. –
- Wow! Siete velocissimi. –
- Mai quanto te. Hai sistemato il blog in pochissimo. –
- Ma no! C’ho messo poco perché non avevo altri impegni, voi avevate anche altri lavori da fare. –
- Ehi Higurashi, sei per caso in cerca di complimenti? –
- Per chi mi hai preso? – mi prende in giro, scoppiando dal ridere e io insieme a lei.
Com’è bello passare questi momenti con lei, mi sento bene… anche troppo.
All’improvviso veniamo interrotti da Rin che ci invita ad entrare perché c’è una sorpresa.
Entriamo e vediamo Miroku e Sango vicino al pianoforte.
- Ah ecco la sorpresa! – esclama entusiasta Kagome.
Proviamo ad avvicinarci di più, quando vedo in lontananza Kikyo.
Non riesco a fare a meno di sbuffare. Ormai le mie reazioni non riesco a controllarle e ho imparato a non farci più caso, ma rimane pur sempre un problema.
Chi è che sbuffa vedendo arrivare la propria fidanzata? Ovviamente io!
- Buonasera, dolce Kagome! – si avvicina ad un tratto Bankotsu con la sua solita aria da figo.
- Buonasera a te. – ricambia il saluto con il solito sorriso.
- Capo, la tua ragazza non ha fatto altro che chiederci dove fossi. Ti conviene raggiungerla. –
Bankotsu, non hai idea di quanto ti odi in questo momento.
- Sì, sarà meglio. – sospiro e guardo Kagome. – Allora ci vediamo dopo. –
- A dopo. –
Il mio sguardo si sposta subito su Bankotsu come una sorta di raccomandazione.
- Tranquillo, capo. – mi fa l’occhiolino.
Mi dirigo verso Kikyo e noto che vicino a lei stanno Rin e mio fratello.
Attendiamo che la sorpresa di Sango e Miroku abbia inizio.
Chissà che sarà!
 
- Buonasera a tutti. Innanzitutto, volevo ringraziare la famiglia No Taisho che, come la maggior parte di voi saprà, è come una seconda famiglia, poiché la mia l’ho persa a 16 anni. Mi avete accolto in casa vostra come un figlio e io non riuscirò mai a dimostrarvi quanto questo significhi per me. Poi volevo ringraziarvi per avermi dato la possibilità di suonare per voi questa sera. Il pezzo che andrò a suonare è uno nuovo, che io e la mia bellissima Sango abbiamo scritto. Vogliamo regalare questa canzone a due persone in particolare che si sono sempre cercate e continuano a farlo, ma per uno strano scherzo del destino più si cercano più si respingono. Questa canzone è più un incoraggiamento di non lasciarsi influenzare dalle apparenze e soprattutto di avere il coraggio di iniziare partendo da loro. Grazie! –
Dopo il discorso toccante di Miroku parte un applauso sentito e commosso, ma stranamente dalle sue parole rimango completamente spiazzato; ho avuto come l’impressione che stesse smettendo di guardami. Sarà stata un’impressione!
La musica parte e Sango incomincia a cantare.
 
At the beginning with you
 
Eravamo sconosciuti, che partivano per un viaggio
non avremmo mai sognato quello che sarebbe successo
adesso siamo qui, ed io mi ritrovo improvvisamente
all'inizio di tutto con te
 
nessuno mi aveva detto che ti stavo per trovare
quello che hai fatto al mio cuore era inaspettato
quando ho perso la speranza, e tu eri lì a ricordarmela
questo è l'inizio
 
e la vita è una strada è io voglio continuare a percorrerla
l'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
la vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
sarò lì quando il mondo smetterà di girare
sarò lì quando la tempesta sarà finita
alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te
 
eravamo sconosciuti, in un'avventura pazza
non avevamo mai sognato che i nostri sogni
sarebbero diventati realtà
adesso siamo qui, non siamo spaventati del futuro
all'inizio di tutto con te
 
e la vita è una strada è io voglio continuare a percorrerla
l'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
la vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
sarò lì quando il mondo smetterà di girare
sarò lì quando la tempesta sarà finita
alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te
 
sapevo che c'era qualcuno da qualche parte
solo come me nel buio
adesso so che il mio sogno continuerà a sopravvivere
ho aspettato così a lungo che
niente riuscirà a separarci
 
e la vita è una strada è io voglio continuare a percorrerla
l'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
la vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
sarò lì quando il mondo smetterà di girare
sarò lì quando la tempesta sarà finita
alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te.
 
Partono gli applausi meritatissimi da parte di tutti i presenti.
Sono completamente pietrificato. Le parole di Sango e Miroku mi sono entrate dentro l’anima come un fiume in piena, non ho smesso per un attimo di guardarli, era come se stessero parlando con me. Senza accorgermene mi volto per cercare lo sguardo di Kagome e appena la trovo vedo che è sconvolta quasi quanto me. E come se mi avesse letto nel pensiero si volta anche lei verso di me. Ci guardiamo come forse non abbiamo mai fatto da quando ci conosciamo e dopo qualche istante la vedo scappare. Cerco di raggiungerla, ma sento afferrarmi il braccio.
- Che fai sparisci di nuovo? – chiede Kikyo con sguardo sospetto.
- Volevo andare da Miroku. – mi invento una balla su due piedi.
- Ci andrai dopo. Ora stai con me. –
Chissà dov’è scappata Kagome e soprattutto perché.
 
Pov Kagome
 
Che cosa diavolo è successo là dentro? Cosa è saltato in mente a Sango con quella canzone?
È stata forse una delle canzone più belle che abbia mai sentito, ma perché Inuyasha mi ha guardato appena è finita? Non ce l’ho fatta a reggere il suo sguardo e sono scappata via.
Ripenso alle parole di Miroku e mi sono sembrate rivolte direttamente a me. Mi chiedo dove volevano arrivare. Il cuore non sta smettendo di galoppare e la voglia che ho di piangere è talmente grande da farmi male.
I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di un messaggio.
 
Buon Natale, capo!
Spero che tu stia passando una piacevole serata. Sappi che ci spero ancora in quella tazza di caffè.
A presto
Hojo.
 
Che palle! Ma davvero è così insistente? Però, forse non è una cattiva idea. Potrei dimenticarmi di Inuyasha per un po’ e cambiare aria mi fare bene.
 
Buon Natale anche a te.
Non ti prometto nulla, ma chissà che l’anno nuovo non riservi qualche novità.
Buona serata!
 
Decido di rispondere un po’ così, ma starà buono per qualche giorno… o almeno lo spero!
Accidenti che situazione però!
 
Pov Inuyasha
 
La festa della vigilia è stata un successone, tutti hanno molto apprezzato la canzone di Miroku e gli hanno consigliato di suonarla nuovamente in una delle sue serate.
Non ci hanno voluto dire a chi fosse dedicata la canzone, in realtà ero quello fremeva di più per saperlo, ma non c’è stato verso di fargli uscire niente.
Per i prossimi giorni andrò a lavorare per concludere alcuni progetti e verranno pure mio padre e mio fratello per gestirli insieme. E poi per Capodanno andremo ad Hakone da mia nonna, poiché non è venuta da noi a Natale perché era stata invitata dal fratello di papà. Ho chiesto anche ai miei amici di venire, ma Miroku e Sango lo passeranno fuori e Kagome lo passerà con sua mamma per non lasciarla sola.
Peccato non mi sarebbe dispiaciuto passare un’altra serata come quella di Natale tutti insieme.
 
Gennaio
 
I giorni passano velocemente, come anche la festa di Capodanno e siamo già arrivati a gennaio. È stata una festa molto bella e passarla con la mia famiglia tutta riunita è stata ancora più bella. Mi spiace soltanto che mancavano alcuni pezzetti della mia vita, tra cui anche Kagome. Infatti, non sono mancate le domande su di lei nonostante la presenza di Kikyo accanto a me. Mia nonna è qualcosa di assurdo, non riesce a tenersi un cecio in bocca e, da qui, capisco che noi No Taisho siamo fatti tutti della stessa pasta.
Nemmeno io riuscirei a stare zitto se una cosa non mi andasse giù, o almeno così facevo. Da quando sto con Kikyo, questo lato di me l’ho represso per via di molti trascorsi che ebbi con lei prima di partire per la Germania. Ripenso ancora alla conversazione che ebbi con Jakotsu sulla convivenza e, devo ammettere, che ora la voglia è pari a zero, però provo a passare più tempo possibile con lei senza dare sempre la colpa al lavoro. Appunto per questo, adesso mi trovo a casa di Kikyo (ovviamente solo il giorno quando i suoi non ci sono), anche se sto lavorando come un pazzo perché devo assolutamente ultimare il sito del signor Myoga.
- Inu! Dai smettila con quel computer. – si avvicina a me punzecchiandomi per attirare la mia attenzione. Sta iniziando pure a strusciarsi. Bene!
- Kikyo, devo assolutamente finire di lavorare. Sono venuto qui così quando finisco facciamo qualcosa, però più mi distrai, più tardi finisco e più non posso dedicarmi a te. – dico serio non curandomi delle sue provocazioni.
- Uffa! Inuyasha sei così noioso. Se avessi accettato il lavoro che ti aveva proposto mio padre, a quest’ora non ti staresti spaccando la schiena. –
Quando apre questo discorso tendo sempre ad innervosirmi e, a quanto pare, non ha ascoltato nulla di quello che le ho appena detto visto che continua ad allungare le mani.
- Amo il mio lavoro, ho studiato tanto per fare il programmatore e non lo cambierei per niente al mondo. – ribadisco scostandomi leggermente.
- Non capisco cosa ci trovi di bello. Il pubblicitario è un bellissimo lavoro e sicuramente guadagneresti il triplo. –
- I soldi certo non mi mancano e poi se ti piace così tanto perché non lo fai tu? Almeno fai qualcosa! C’è un bel detto che fa “il lavoro nobilita l’uomo”. – replico, facendo prendere il sopravvento al gene No Taisho, ma ora non mi importa. Almeno così ha smesso di fare la gattamorta.
Abbiamo già fatto questa discussione e non voglio ripetermi.
- Inuyasha come ti permetti di parlarmi così? –
- Kikyo mi sono stufato di ritornare sull’argomento. Te lo ripeto: fare il pubblicitario non mi è mai importato e mai mi importerà. Ficcatelo in testa! – alzo i toni come non facevo da tempo, ma ultimamente il mio atteggiamento nei confronti di Kikyo è molto cambiato, anche se non ho ancora ben capito da cosa può essere dipeso. So solo che non riesco a reggere più i suoi comportamenti.
- Certo che sei proprio un pezzo di merda. – mi insulta senza tanti complimenti.
- Pure! Senti, sai che c’è? Ora… - mi blocco all’istante perché inizia a suonarmi il telefonino.
Vedo che è mio fratello.
- Sesshomaru non è il momento, ti chia… - non faccio in tempo a finire la frase che lui mi interrompe.
- Inuyasha, la nonna è morta. – mi dice secco lasciandomi completamente svuotato non riuscendo a dire una parola – Ti prego, vieni subito a casa. Abbiamo bisogno di te.
Non faccio altro che emettere una specie di mugugno per poi mettere giù senza dare alcun accenno di vita a mio fratello.
Così senza dire una parola e ignorando pesantemente la mia ragazza esco dall’appartamento.
Appena fuori, non curante del tempo, inizio a scappare senza alcuna meta.
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
*coff coff* Eccomi tornata con il nuovo capitolo.
Spero che non mi picchiate per il finale, ma purtroppo era previsto e poi un po’ di drammaticità non fa mai male… specialmente se lo fai per uno scopo *ihihihihihihih*
Comunque per Inuyasha e famiglia è un brutto colpo e ora dovrà affrontare questo dolore… chissà se finalmente riuscirà a fare un po’ di ordine dentro a quel casino che ha nella testa… e Kagome? riuscirà a stargli vicino (come aveva promesso)? Lo saprete solo nel prossimo capitolo XD
Continuo a ringraziarvi col tutto il cuore per le visualizzazioni e i commenti. Mi rendo conto che ultimamente non sono sempre presente, ma cercherò di fare il possibile. Per ora posso solo ringraziarvi e vorrei potervi abbracciare in questo momento *^*
Per la mia Yasha 26 che ancora continua a sopportarmi nonostante tutto questo periodo incasinato, un abbraccio immenso… non so come farei senza di lei :*
Beh dopo questo momento da oscar XD vi saluto e alla prossima con il capitolo intitolato “Un triste addio.” Prima parte. T^T
Un abbraccio :*
PrincessMiyu.
 

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Capitolo 17
*** Un triste addio (Prima parte) ***


Capitolo 17: Un triste addio (1° parte)
 
 
Pov Kagome
 
Alla fine mi sono fatta convincere a prendere questo caffè con Hojo. Non è che abbia tutta questa gran voglia, specialmente dopo la sera di Natale.
Comunque per evitare che questo appuntamento durasse più del previsto, ho chiesto a Sango di telefonarmi e inventarsi una scusa. Lo so che non è molto educato, ma davvero non riesco a fare finta di niente. Potrei anche dargli un’occasione, ma già dalle prime mosse che ha fatto, le possibilità se l’è bruciate tutte.
Abbiamo appuntamento vicino alla stazione per andare in una caffetteria che conosce lui.
Spero almeno che il caffè sia buono!
Mi avvio verso il punto d’incontro stabilito e noto che è già lì che aspetta.
Oh mamma! Si nota la differenza di quando esco con qualsiasi altro ragazzo e di quando invece esco con Inuyasha. Perché sono così patetica?
Basta Kagome! Oggi per te Inuyasha non esiste!
 
- Ciao Kagome! –
- Ciao Hojo! – saluto con sorriso parecchio forzato.
- Non avevamo detto che potevamo chiamarci per nome? Non chiamarmi “Hojo” mi fai sentire a disagio. –
- Hai ragione, Akitoki. –
- Ecco! Così va molto meglio. – mi sorride tutto soddisfatto. – Vogliamo andare? – annuisco e ci avviamo.
Per tutto il tragitto non fa altro che parlare solo lui e di come, dove, quando e perché è cresciuto. Se voleva attirare la mia attenzione, sta sbagliando proprio tutto. Non so chi mi stia dando la forza di non sbadigliare.
Prego affinché non manchi molto e, per fortuna, Akitoki indica la caffetteria. Qualcuno lassù ogni tanto mi ascolta!
Mentre siamo seduti al tavolo cerchiamo di intavolare una discussione alla quale possa partecipare anch’io.
- Sono felicissimo che abbia accettato di uscire con me. –
- Akitoki è solo un caffè, non è di certo un appuntamento. – rispondo inacidita.
- Ah beh… sì hai ragione, ma non c’è bisogno che lo specifichi con quel tono. Se non ti andava potevi rifiutare, come hai sempre fatto. –
Che faccia tosta!
- Ma se ho rifiutato mille volte e altre tante mille hai insistito. –
- Ammetto che non mi piacciono molto i “no” come risposta. E comunque insistere alla fine ha funzionato, no? –
- Sei proprio un tipo strano, eh? – sorrido leggermente divertita.
Nel frattempo arrivano i caffè che avevamo ordinato. Beh, almeno su questo aveva ragione: il caffè non è per niente male. Intanto che bevo, mi volto verso la finestra sospirando e vedo che si sta annuvolando parecchio, e come al solito il mio pensiero torna nuovamente ad Inuyasha. Chissà cosa starà facendo.
- Diavolo! Vuoi uscire dalla mia testa? – impreco tra me e me. E questo mio strano atteggiamento non rimane del tutto indifferente agli occhi di Hojo.
- Non ti piace proprio la mia compagnia, vero? –
- Non sei tu il problema, ma sono io. Anzi, ti voglio chiedere scusa per come ti ho risposto prima, però sono io a non essere di compagnia. –
- Spero almeno che lui meriti quei sospiri. –
- Si vede così tanto? –
- Solo un cieco non vedrebbe che sei innamorata. – mette le braccia dietro alla nuca e si sdraia ancora di più sullo schienale. – Ah! Quanto lo invidio. È fortunato! – mi adula facendomi l’occhiolino.
- Penso che tu abbia capito che le lusinghe non attaccano con me. –
- Ho recepito il messaggio, tranquilla. Sto solo dicendo la verità. –
Che tipo!
- Se lo dici tu. – ci mettiamo entrambi a ridere. Mah, forse riusciamo ad instaurare un rapporto normale senza che debba mettere i paletti. Ad un tratto sento il cellulare squillare ed è Sango.
Ah già! Lei doveva togliermi dai guai.
- Scusami devo rispondere. – informo Hojo e lui mi fa cenno che non c’è problema. - Pronto, Sango? Guarda che per quella questione puoi stare tranq… - non faccio in tempo a continuare che sento la voce tremante della mia amica che mi interrompe.
- No Kagome è una cosa seria. Devi assolutamente raggiungerci a casa nostra.
- Mi stai spaventando. Che cosa è successo? –
Dopo qualche istante di silenzio, Sango decide di rispondere.
- È morta la nonna di Inuyasha. –
Sono del tutto pietrificata, non riesco ad emettere nessun tipo di suono e mi rendo conto che con questa mia espressione faccio preoccupare anche Hojo.
- Kagome, ti prego vieni qua.
- Arrivo. – dico con un filo di voce e metto giù rimanendo a fissare il vuoto.
Hojo continua a scuotermi per riportarmi alla realtà, ma non riesco ancora a credere a quello che ho appena sentito. E Inuyasha? Sarà con loro? Come starà? Devo assolutamente raggiungere gli altri.
- Akitoki, puoi fare una cosa per me? –
- Certo. –
- Se sei in macchina, puoi accompagnarmi? –
- Sì andiamo. –
 
Arrivo nell’appartamento di Sango e Miroku, appena busso alla porta ad aprirmi è la mia amica con una faccia molto abbattuta. Vanamente cerco di capire se c’è Inuyasha, ma non si trova qui, e noto Miroku che parla al telefono molto agitato e accanto a lui c’è Rin.
- Dove diavolo si sarà cacciato? – urla Miroku appena chiude la telefonata.
- Miroku non urlare che svegli Kotomi. Ha pianto così tanto che è crollata. – avvisa Rin e vedo che c’è la bambina che dorme sul divano.
Entrambi si accorgono della mia presenza e si avvicinano con sguardo quasi speranzoso.
- Kagome, ti prego dimmi che hai sentito Inuyasha. – mi supplica Rin.
Per un momento mi sento mancare l’aria.
- Non sapete dov’è? – domando terrorizzata.
- Abbiamo provato a chiamarlo, ma ha il cellulare staccato. Prima di uscire a cercarlo aspettavamo te, speravamo che almeno tu sapessi che fine avesse fatto. –
- Avete provato a chiedere a Kikyo? – chiedo con molta amarezza.
- Tsk! Figurati se quella strega sa qualcosa. Glielo abbiamo chiesto, ma non ha saputo dirci nulla. C’ha solo detto che ha lasciato tutta la sua roba ed è scappato senza prendere la macchina. – risponde stizzito Miroku.
- Dai facciamo mente locale. Dove può essere andato? Sta per mettersi a piovere e fuori si gela, scommetto per quanto è zuccone non avrà nulla con cui coprirsi. – spiega preoccupata Rin.
- Non c’è nessun posto dove andrebbe? – chiede Sango con naturalezza.
A quest’ultima frase ripenso al giorno del mio compleanno.
 
 
 
- Hakone? Siamo a Kanagawa? –
 
- Già! È qui che ho passato gran parte della mia infanzia. È uno dei posti a cui sono maggiormente legato, insieme ad un parchetto sconosciuto che si trova vicino al cinema dove ho visto il mio primo film con mia nonna. Sono gli unici due posti dove mi sento bene, ci vengo quando voglio rilassarmi o quando ho voglia di restare da solo a pensare.  –
 
 
 
 
- Sango! – chiamo la mia amica per attirare la sua attenzione – Mi presti la macchina? –
- Certo, ma dove vuoi andare? –
- Forse so dov’è Inuyasha. –
- Ti accompagno. – scatta subito Miroku.
- Vorrei andare sola, se non è un problema. –
- Sei sicura? – chiede preoccupa Sango.
- Non c’è tempo per quello. Non riesco ad immaginare come possa sentirsi Inuyasha in questo momento. Meglio non andare tutti insieme, potrebbe sentirsi soffocare. –
Tutti si guardano straniti finché Sango non mi porge le chiavi della sua macchina e un paio di ombrelli.
Sorrido solamente e mi precipito verso l’uscita.
- Torna con lui, ti prego. – mi supplica Miroku.
 
Mi dirigo verso il parco di cui mi parlò Inuyasha a tutto gas, spero di trovarlo sul serio lì, altrimenti è un grosso problema. Non può essere andato ad Hakone visto che non ha preso la macchina.
Accipicchia! Sta piovendo a secchiate!
Mentre guido ripenso alle parole della signora Kaede quando la incontrai mesi fa, non credevo possibile che questo giorno sarebbe arrivato così presto. Come posso aiutarlo? L’unica cosa che posso fare è stargli vicino.
Giunta a destinazione parcheggio e mi avvicino al parco. Grazie al cielo, è qui!
È proprio lì, seduto su una panchina con la testa bassa non curante della pioggia. È completamente fradicio! Da lontano riesco a vedere la sua sofferenza. Povero amore mio, quanto vorrei prendermi il tuo dolore per darti almeno un po’ di sollievo.
Faccio un lungo respiro e mi avvicino a lui lentamente. Non fa caso che mi sono avvicinata e così decido di ripararlo dalla pioggia con l’ombrello.
- Guarda che così ti ammalerai. –
Solleva la testa per guardarmi e rimango pietrificata dal suo sguardo che credo non dimenticherò mai più.
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Sono scappato da casa di Kikyo perché mi sentivo soffocare. Le parole di mio fratello mi rimbombano nella testa senza smettere. Non posso credere che mia nonna se ne sia andata… non voglio crederci.
Scappo come un pazzo senza sapere dove andare, ma poi mi rendo conto che c’è solo un posto dove posso andare. Così mi dirigo verso il mio parchetto segreto.
Per fortuna non c’è nessuno così mi accascio sulla panchina con il fiatone per via della corsa. Spengo il telefono perché non ho voglia di stare a sentire cavolate come “Mi dispiace”, “Condoglianze”, “Era una brava donna” che questa è la volta buona che mando tutti a quel paese.
Guardo verso l’asfalto e mi accorgo che inizia a piovere, prima debolmente e poi fortissimo, ma non riesco a sentire niente né il bagnato né il freddo.
Possibile che sia diventato apatico? Da quando ho iniziato ad esserlo? Non riesco a capire cosa provo, so solo che non riesco a fare nulla e i miei pensieri sono tutti proiettati al fatto che la nonna sia morta; ricordare un momento felice sta risultando la cosa più difficile del mondo. Perché è così difficile?
È come se fosse andata una parte di me.
- Guarda che così ti ammalerai. – sento ad un tratto quella voce che riconoscerei tra mille altre.
Sollevo lo sguardo e la vedo bella come sempre che mi porge l’ombrello. Anche se per come sono zuppo ora, è inutile.
- Come mi hai trovato? –
- Quello laggiù non è il cinema dove vedesti il tuo primo film con tua nonna? – sorride indicando il cinema facendomi voltare verso al sua direzione e annuisco.
Se n’è ricordata! Non avrei mai creduto che sarebbe riuscita a trovarmi. E come un lampo mi torna in mente quando venni qui con mia nonna a vedere “Pioggia di ricordi”.
Certo che il destino è proprio bizzarro a volte, ma almeno sono riuscito a sbloccarmi un po’.
- Ti stanno cercando tutti. Sono in pensiero per te. –
- Avevo bisogno di stare solo. –
- Lo so ed è giusto che sia così, ma non puoi restare qui al freddo e al gelo. Rischi davvero di prenderti un accidenti. –
- Per quel che me ne importa. –
- Inuyasha non fare il testone, lo sai che non puoi proprio permettertelo. Pensa ai tuoi genitori, a tuo fratello e a Kanade, credi di essere l’unico che sta soffrendo? Devi essere forte anche per loro perché dovete sostenervi a vicenda. –
- Come faccio ad essere di sostegno ai miei se non riesco nemmeno a sostenermi da solo. –
- Ma tu non sei solo. Ci sono Miroku, Sango, Rin, Kikyo, … io. – mi rassicura con estrema dolcezza e pensare che lei è qui per me, mi rende immensamente felice.
Per un momento agisco senza ragionare e prendo Kagome con determinazione e l’abbraccio. Rimango seduto mentre lei resta in piedi, infatti le mie braccia l’avvolgono in vita e la testa è praticamente appoggiata al suo petto. Noto che questo mio gesto fa sì che lei perda la presa dall’ombrello facendolo cadere, però non si muove dal suo posto e dopo un po’ ricambia l’abbraccio avvolgendomi completamente la testa.
Non so per quanto tempo rimaniamo così a prenderci tutta l’acqua possibile, ma mi sento come se fossi al sicuro e così mi lascio completamente andare e inizio a piangere stringendola ancora di più.
Non ho mai pianto sulla spalla di nessuno, ma sentire il suo calore è stato come se mi invitasse a buttare tutto fuori, farlo è stata la cosa più naturale del mondo.
- Andrà tutto bene, Inu. Lo so che può sembrare difficile, ma devi darti il tempo di metabolizzare e raccogliere tutti i momenti meravigliosi che avete passato insieme; quando riuscirai a farlo non ti ricorderai solo che tua nonna ti ha lasciato, ma riuscirai a sopportarlo e questo ricordo non ti farà più male. – mi rincuora continuando a tenermi tra le sue braccia e accarezzandomi.
Si stacca dolcemente e mi sorride.
- Ma ora è meglio che entriamo in macchina, che mi sono inzuppata pure io ora. – mi tende la mano per incitarmi a seguirla – Andiamo a casa di Miroku, che sono in pena per te. – detto questo l’afferro e ci dirigiamo in macchina.
 
Arrivati a casa dei nostri amici vengo praticamente assaltato da Miroku, Rin e Kotomi.
- Zio! – urla Kotomi appena mi vede.
- Razza di stupido, ma che fine avevi fatto? –
- Scusate ragazzi se vi ho fatto preoccupare, ma avevo bisogno di stare da solo. –
- Lo capisco Inuyasha, ma non puoi sparire così. Sesshomaru ha fatto il diavolo a quattro per trovarti e così facendo hai fatto stare in pensiero anche i tuoi genitori, che in questo momento non ne hanno proprio bisogno. – mi bacchetta la mia amica d’infanzia.
- Hai ragione, non mi sono comportato bene. Ora torno a casa. –
- Non puoi andare in queste condizioni. Vai a farti una doccia calda che nel frattempo ti preparo dei vestiti di Miroku e degli asciugamani. – mi costringe Sango in modo tale da non poter rifiutare.
Così mi dirigo in bagno senza avere molta scelta, ma sicuramente farmi una doccia calda mi farà rilassare un po’.
- Grazie mille. -
Sono degli amici meravigliosi.
Mentre sono sotto l’acqua penso al mio comportamento infantile. Ho fatto preoccupare tutti pensando solo alla mia sofferenza.
Cosa avrei fatto se non fosse arrivata Kagome? Come solito ha la capacità di sopirmi l’anima. Ormai ho capito che senza di lei non posso stare e credo che l’idea che mi era balenata in testa di andare a vivere con Kikyo sia del tutto esclusa. Ora come ora, non sento la necessità di aver al mio fianco Kikyo, non vorrei nessun altro se non Kagome.
Penso che sia giunto il momento di iniziare a cambiare molte cose e di prenderne in considerazione altre… incominciando proprio dalla mia fidanzata.
 
 
Pov Kagome
 
Meno male, adesso con una bella doccia si sentirà subito meglio. Sango mi porge un asciugamano per asciugare i capelli completamente zuppi.
- Kagome, grazie. – si avvicina a me Rin.
- Ma come mai anche tu, come zio, sei fradicia? – chiede Kotomi.
- Beh… ecco... io…. – non riesco proprio a rispondere.
- Avrà dimenticato l’ombrello, Mi-chan. – mi salva Sango rispondendo a Kotomi, per poi rivolgersi a me - Comunque appena Inuyasha esce dal bagno ti infili pure tu e niente storie. – prosegue bacchettando pure me come con lui.
- Kotomi perché non vai in camera di Sango e Miroku a vedere la tv? Parlo un po’ con loro e poi torniamo da papà insieme allo zio. –
Kotomi senza dire una parola obbedisce e va in camera.
- Mi spiegate come sono andate le cose? – domando.
- Nonna Kaede se n’è semplicemente andata, durante la notte mentre dormiva. Kanade è andata per svegliarla e non ha risposto. – mi spiega tristemente Rin – Maru ha chiamato Inuyasha per dirgli di raggiungerlo a casa e mi ha detto che sembrava molto nervoso. Dopo aver appreso la notizia ha praticamente emesso solo un mugugno e ha messo giù. – prosegue infine.
- Poi Rin ha telefonato per metterci al corrente della situazione e per sapere se Inuyasha fosse passato di qui. Così Miroku non riuscendo a rintracciarlo è scappato a casa di Kikyo sperando di trovarlo lì. – aggiunge Sango.
- E non vi ha saputo dire nulla. – suppongo.
- Meno male che sei riuscita a trovarlo tu. Non sapevo dove sbattere la testa. Posso chiederti come e dove l’hai trovato? – interviene Miroku.
- Nell’unico posto dove avrei potuto trovarlo. Il luogo dove ha visto il suo primo film insieme a Kaede. –
- Come stai tu invece? – chiede in pensiero Sango.
- La verità? Un po’ frastornata, nemmeno io ho ancora appreso appieno la notizia, però non volevo farlo notare ad Inuyasha. -
- Davvero Kagome grazie. Ora che termina di farsi la doccia ci muoviamo per andare verso Hakone. Io andrò insieme ad Inuyasha, Rin e Kotomi. –
- Certo, noi vi raggiungeremo più tardi. Per qualsiasi cosa, fateci sapere. – continua Sango.
- E Kikyo? L’avete almeno avvisata che Inuyasha è tornato? – domando e a queste parole mi guardano straniti per l’assurdità della cosa.
Sango n’è al corrente, ma Rin e Miroku non sanno quanto mi costano queste parole.
L’esitazione a rispondere sta durando un po’ troppo.
- Capisco che non sia un amore di ragazza, ma è pur sempre la fidanzata di Inuyasha e non mi sembra il caso di fare questo genere di discussioni proprio ora. – sbotto all’improvviso.
Questa è peggio di una violenza fisica, però è anche vero che non è il caso di pensare ai miei problemi di cuore.
- Hai ragione Kagome. Prima di andare verso Kanagawa vedrò di prendere anche lei. Così recuperiamo anche la macchina di Inuyasha. –
Dopo un po’ lo vediamo arrivare e pare si sia leggermente ripreso… almeno fisicamente.
- Amico sei pronto ad andare? – domanda Miroku avendo come risposta solo un cenno di “sì” col capo.
- Vado a preparare Mi-chan. – avvisa Rin dirigendosi verso la camera.
Prima di uscire vedo Inuyasha che mi afferra per mano e non accenna a parlare, anche se i suoi occhi mi vorrebbero dire mille cose.
- Ci vediamo più tardi, tranquillo. - lo rassicuro e poi faccio quello che non avrei mai dovuto fare: dargli un bacio sulla guancia. Lo vedo quasi spaesato, così continuo a parlare - Ora vai, che dovete passare anche da Kikyo. –
- Già! Non ti ho ancora detto grazie. – risponde come se fosse intontito.
- Avanzano. – sorrido.
- A dopo. –
Usciti dall’appartamento, su ordine di Sango vado a buttarmi anch’io sotto la doccia.
Accidenti che situazione!
 
Arriviamo a casa di nonna Kaede ed è stracolma di gente, tra queste vedo tutti i ragazzi che lavorano con Inuyasha, avranno sicuramente chiuso l’azienda per il lutto.
Dopo aver firmato il registro e lasciato la busta, mi guardo ancora intorno per trovare Inui e Izayoi, quando incrocio lo sguardo di Kanade che parla con alcune persone, così decido di avvicinarmi a lei.
- Kanade! –
- Oh Kagome! Grazie per essere venuta. – mi abbraccia calorosamente.
- Ci mancherebbe. – sciolgo l’abbraccio – Lo so che è una domanda stupida, ma come va? –
- È tutto così strano. Conoscevo la signora Kaede da quando ho iniziato a lavorare per la famiglia No Taisho e sapere che se n’è andata mi fa salire uno sconforto incredibile. Per me era come una sorella maggiore anche se avevamo molti anni di differenza. –
- Era una donna che si faceva volere bene. Non mi sorprende che tu abbia instaurato questo rapporto con lei. Purtroppo non ho avuto molte occasioni per conoscerla meglio, ma ho legato con lei sin da subito e mi sento anch’io come se avessi perso una persona molto cara. –
- Anche tu le piacevi molto. Quando ci incontrammo l’ultima volta non hai idea di quanto fosse felice per essere stata con te. –
- Lo sono stata anch’io. –
- Se vuoi salutare i signori No Taisho sono in camera da letto con Sesshomaru e Inuyasha. Vai da loro, sono sicura che apprezzeranno. –
- Vado subito. Grazie Kanade. –
Mi ritrovo all’entrata della camera della nonna e dentro ci sono tutti i No Taisho al completo insieme ad altre persone, a me sconosciute, e poi con mio immenso rammarico c’è Kikyo sotto braccio ad Inuyasha, ma non sta minimante supportando il ragazzo, sta con lo sguardo annoiato che guarda il cellulare. Come si può essere così menefreghiste in un momento come questo?
Non faccio in tempo ad entrare che Inuyasha mi nota e si avvicina di scatto a me, lasciando Kikyo un po’ interdetta. Usciamo così dalla stanza per poter parlare tranquillamente.
- Sei arrivata! –
- Ti avevo detto che sarei venuta. Come ti senti ora? –
- Tengo duro. –
- Bravo ragazzo. –
Nemmeno il tempo di fare due chiacchiere che arriva anche Kikyo. Il suo sguardo non mi dice nulla di buono!
- Kagome cara! Grazie per essere venuta in questo giorno così triste. – dice con fintissima gentilezza prendendo di prepotenza il braccio di Inuyasha.
“Kagome cara”? Per fortuna che anche lui rimane stranito dall’atteggiamento della sua fidanzata, allora non sono io la pazza!
- Ciao Kikyo, non potevo mancare. Anche a me la signora Kaede era molto cara e per portare i miei rispetti ai genitori di Inuyasha. -
- Posso immaginare che abbiate legato molto in Germania. – insinua con tono pungente proprio per farmi capire che la faccenda è ancora aperta. Vedo Inuyasha non molto a suo agio (come me del resto) ma devo assolutamente uscirmene.
- Sono delle brave persone e meritano il mio rispetto. – cerco di alleggerire la tensione con scarso successo.
Poco dopo, arriva un uomo che bisbiglia qualcosa ad Inuyasha e così dopo essersi scusato si allontana. Rimango così, sola con Kikyo per la prima volta in nove mesi.
- Kikyo vado a fare le mie condoglianze ai genitori di Inuyasha e vorrei accendere l’incenso. – provo ad allontanarmi, ma lei non mi dà modo di farlo.
- Aspetta! Vorrei parlarti un attimo… da sola. – mi informa come quasi mi stesse obbligando a seguirla.
Anche se con malavoglia, annuisco e decido di seguirla in giardino.
- Che mi vuoi dire? –
- Non ti arrendi mai, vero? –
- Di cosa stai parlando? – chiedo con molta noia.
- Del fatto che ti ostini a rubarmi ciò che è mio. –
- Mi spiegheresti cosa ti starei rubando? –
- Non fare finta di niente. Credi che non t’abbia visto il giorno della festa aziendale mentre vi facevate la foto a civettare con Inuyasha? Lo so che lo vuoi, ma puoi anche rassegnarti, che è tutto inutile. Puoi anche smetterla di fare l’amica premurosa e affettuosa, tanto per lui non sei niente. Appena si stancherà di averti tra i piedi sarai solo un vano ricordo. –
- Hai finito con questa scenata chic anni ‘80? Inuyasha non è un giocattolo e poi non sto facendo proprio niente. Riguardo a quella sera, non stavo civettando era solo una foto. Perché invece di pensare a me, non pensi a stare accanto al tuo ragazzo che ha bisogno di te? –
- Lo sopporto già tutti i giorni, se aspetta cinque minuti non è un problema. –
Stronza! Con che cuore dice queste cose? Non si può nemmeno definire cuore di ghiaccio. Questa il cuore non ce l’ha neanche.
- Te lo dico una volta per tutte. Stai alla larga da Inuyasha! E ti assicuro che stavolta non ti toglierò solo il lavoro, ma ti renderò la vita un inferno. –
Rimango paralizzata da quelle parole così cariche di odio e cattiveria. Non posso credere a quello che ho appena sentito. Il sospetto c’era, ma avere la conferma detta così su due piedi non credevo facesse male.
- Allora sei stata davvero tu! Lo sai che potrei denunciarti, vero? –
- Con che accusa? Con quali prove? Poi fai quel che ti pare, tanto non vincerai mai. Sei solo un minuscolo pesciolino che posso manipolare come tutti gli altri. –
- Puoi dirmi quello vuoi, non mi tange minimamente. La cosa più triste è che hai sprecato il tuo tempo in macchinazioni contro di me, piuttosto che goderti il ritorno del tuo ragazzo che non vedevi da tre anni e renderti conto di quanto tu sia fortunata. Inuyasha ti ama, potevi proprio risparmiartelo. – l’accuso anche se ogni mia singola parola era più dolorosa di una pugnalata.
- Si vede che non hai proprio capito nulla. Non è l’amore di Inuyasha che mi manca, perché solo un sempliciotto come lui poteva essere disposto a fare tre anni di relazione a distanza senza battere ciglio. Con lo “sprecare il mio tempo” volevo solamente farti capire che non potrai mai competere con una come me. Non faccio toccare a nessuno ciò che è mio. –
- Forse stai parlando un po’ troppo. Sai che potrei dirgli tutto? –
- Sono più che sicura che non lo farai invece. Lo sai che ti faresti solo odiare e poi proprio oggi vuoi fare questa scenata? Ad un funerale non è molto carino. –
- Non puoi continuare a raccontargli balle a vita. Lui non è uno stupido, non si farà manipolare da te. –
- L’ho fatto finora, perciò non vedo quale sia il problema. – rivela guardandomi con sorriso vittorioso e, odio ammetterlo, ma è così. Mi sento completamente svuotata – Quindi ti consiglio di sparire dalla sua vita il più in fretta e silenziosamente possibile. Ti concedo di venire domani al funerale solo perché sono di animo nobile, ma dopo ti voglio fuori dai piedi. Ricordati che non mi piace ripetere le cose, perciò non fare in modo che accada. -
- Guarda che con me le minacce non attaccano. Se provi a toccarmi io ti divoro, non sono un docile agnellino. – l’affronto con sicurezza.
- A te non farò proprio nulla, ma sarà Inuyasha a pagare per la tua ostinazione. – mi avvisa con cattiveria. A questa frase rimango immobile come se mi avessero appena freddato, però cerco di reagire.
- Che avresti intenzione di fare? Non crederai mica che mi faccia abbindolare così. –
- Dici di no? Quanto sei ingenua! Ora capisco perché fai così tenerezza ad Inuyasha, il difensore dei creduloni. –
Stronza! Ho una gran voglia di strangolarla con tutta la forza che ho.
- Sai… farti perdere il lavoro era solo un promemoria per ricordarti qual è il tuo posto in questo mondo, però se dovessi vederti di nuovo tra i piedi non mi risparmierò e, come ti ho già detto, sarà Inuyasha a subirne le conseguenze, e ti posso assicurare che sono infinite; basta chiamare le persone giuste. – afferma con un ghigno che non promette nulla di buono.
- Di che diavolo stai parlando? Quali persone? – chiedo seriamente preoccupata.
- Suvvia, sarai anche ingenua, ma non sembri stupida. Non è difficile arrivarci. –
- Non ti credo! Non puoi avere tutto questo potere! – esclamo sconvolta, perché temo di aver capito di chi sta parlando.
- Tu credi? Vuoi mettermi alla prova? Se vuoi incomincio già da adesso, mi basta solo una telefonata. – sostiene, prendendo in mano il cellulare e guardandomi con tono di sfida.
La guardo terrorizzata e tremante. Vuole addirittura mettere in mezzo la mafia per rovinare Inuyasha? Che cosa ha intenzione di fare? È completamente impazzita!
- Non puoi fare sul serio Kikyo! Inuyasha è il tuo ragazzo! –
- Conosci il detto: “in amore e in guerra tutto è lecito”? – sorride maligna, e qui capisco di aver perso una battaglia nemmeno mai iniziata.
Non potrei mai perdonamelo se succedesse qualcosa alla società di Inuyasha, alla sua famiglia o… a lui. No! Non non posso permetterlo!
- Kikyo, ti prego! Se provi un briciolo d’affatto per Inuyasha, non farlo. Te ne prego! – la supplico mandando a quel paese il mio orgoglio.
- Oh, che tenera che sei! – dice con tono sarcastico – Se non mi puzzassi di sfigata ti darei pure una carezzina sulla testa. – si interrompe per tornare di nuovo seria - Te l’ho detto, cara. Dipende solo da te. – mi sfida non distogliendo lo sguardo da me.
Rimango immobile e completamente pietrificata. Non riesco più a dire una parola.
La mia mente è in completo black-out. È davvero capace di arrivare a tanto?
- E fu così che la leonessa si è appena trasformata in un docile agnellino. Ora, sarà meglio che vada dal mio fidanzato che, come hai detto tu, ha bisogno di me. – conclude marcando in maniera netta le parole “fidanzato” e “me”.
Se ne va ancheggiando come se stesse camminando sopra una passerella, ma non si rende conto che siamo ad una veglia? E non mi rendo conto di quanto sia diventata patetica?
Mi sono fatta fregare da una smorfiosa e non solo; non ho avuto la forza di spaccarle la faccia, ho voglia di urlare e di rompere qualsiasi cosa. Come posso allontanarmi da lui così dall’oggi al domani? C’eravamo promessi che non ci saremmo più allontanati! Magari tutto quello che mi ha detto era solo per spaventarmi, ma come posso esserne sicura? Non posso rischiare. Non posso permettere che faccia del male ad Inuyasha. Devo andare via!
Sto rientrando in casa quando mi trovo Rin davanti.
- Kagome, tutto bene? Sei pallida. –
- Sì sarà la pioggia che ho preso. – esito un po’ prima di continuare a parlare – Inuyasha si trova ancora in camera? –
- No. È con suo zio insieme a Sesshomaru. Vuoi che te lo chiami? –
- No no. Faccio le condoglianze ai tuoi suoceri e vado via. –
- Come? Stai andando via? Ma sta per arrivare il sacerdote. -
- Sì, lo so, ma davvero mi sento poco bene. – cerco di trovare una scusa plausibile, ma noto Rin poco convinta.
- Ma non vuoi nemmeno salutarlo? –
- È indaffarato, non voglio distoglierlo. -
- Kagome, ma è successo qualcosa? Con me puoi parlare. –
- No davvero. Ci vediamo domani. –
- Come vuoi. –
Mi faccio schifo come non mai. Ma non posso fare altro!
 
Giunta in camera, vedo Izayoi e Inui che parlano tra di loro.
- Disturbo? –
- Carissima, che bello vederti. – mi abbraccia Izayoi.
- Le mie più sentite condoglianze. – dico rivolgendomi a Inui.
- Ti ringrazio Kagome e anche per aver ritrovato quel testone di mio figlio. Miroku ci ha raccontato. – mi ringrazia Inui.
- Non ho fatto assolutamente niente. L’ho solo riportato a casa. – il mio sguardo si sposta sul corpo senza vita di Kaede e, per fortuna pare abbia un viso molto sereno. – Era una donna formidabile, peccato che non l’ho potuta conoscere meglio. –
- Se n’è andata serena e non ha sofferto. E questo è un grande sollievo. – sospira Inui - Sai le piacevi molto. –
- E lei a me. –
Mi accorgo di essere stata troppo tempo a parlare, sarà meglio che me ne vada prima che ritorni Inuyasha.
- Izayoi, Inui, mi spiace ma devo lasciarvi, non mi sento molto bene. Ci vediamo domani. –
- Ma certo Kagome. Ancora grazie per essere venuta. –
Dopo averli salutati mi precipito all’uscita alla ricerca di Sango.
Appena la trovo le chiedo nuovamente di prestarmi la macchina così da potermene andare. Inizialmente non capisce il perché di questa decisione, ma poi si convince e mi dà le chiavi.
Per un momento intravedo Inuyasha e approfitto della calca per svignarmela senza che se ne accorga.
Salita in macchina mi allontano di qualche metro dalla villa e appena trovo un posto dove posso sostare, mi fermo. Mi sento un peso sul cuore e la testa rimbombare come se fossi dentro ad una campana. Senza poterne fare a meno scoppio in un pianto straziato come non mi era mai capitato in tutta la vita, forse perché questo non è un addio solo a Kaede, ma anche ad Inuyasha.
E questa volta, lo sarà per davvero!
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Ciao a tutti eccomi di nuovo qui con un altro capitolo (o meglio solo la prima parte) >-<
Che dirvi… Kikyo è una grandissima stronza ormai è appurato xD ma stavolta ha superato se stessa. Che succederà ora???
Ormai siamo quasi agli sgoccioli, la fine si avvicina e tante cose ancora da chiarire e scoprire XD
Vi voglio ringraziare come sempre per chi ha letto e recensito… anzi vi chiedo scusa per non aver ancora risposto lo farò al più presto.
Il mio ringraziamento specialissimo xD va, come sempre, a Yasha 26… senza di lei questo capitolo non sarei mai riuscita a finirlo e sarei rimasta dentro un buco nero *^*
Continuo a ringraziarvi con tutto il cuore per l’affetto che mi dimostrate e il sostegno… mi spiace gli aggiornamenti dell’ultimo periodo sono più lenti, ma cercherò di fare il possibile per essere più puntale. :*
Un abbraccio grande a tutti e vi aspetto con la seconda parte de “Un triste addio”
Baci :*
Princess Miyu
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Un triste addio (Seconda parte) ***


Capitolo 18: Un triste addio (2° parte)
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Mi sono dovuto allontanare un attimo con mio zio per risolvere qualche questione burocratica insieme a Sesshomaru. Possibile che nemmeno ad una veglia funebre si possa stare tranquilli?
Tra un discorso e l’altro, ripenso ancora al comportamento strano di Kikyo.
Cos’è che ha detto? “Kagome cara”? Da quando fa tutte queste moine, specialmente ad un’altra donna? Se poi questa si chiama Kagome, la cosa mi fa insospettire.
Finito di leggere e firmare varie scartoffie, rientro in casa. Forse riesco ad avere un po’ più di tranquillità e magari cerco di stare un po’ di più con i miei genitori.
Mentre sto rientrando, intravedo Kagome che non sembra abbia una bella cera. Cerco di chiamarla, ma lei mi vede e in maniera inaspettata si volta andandosene via.
Ma mi ha ignorato? Che diavolo l’è preso? La veglia ancora non è finita!
Sorpreso da questo strano comportamento, raggiungo Sango e Miroku che sono poco distanti.
- Ragazzi, sapete dov’è Kagome? –
- È appena andata via. Credo che non si sentisse molto bene. – spiega Sango.
- Non mi ha avvisato. L’ho intravista e sembrava che stesse scappando. –
- Ma no! Non ti avrà sicuramente visto. –
Sì certo! Mi ha visto e come, appena ha incrociato il mio sguardo è fuggita.
- Va be’! Vado a raggiungere i miei. –
Lascio i miei amici e non sono ancora del tutto convinto di quello che mi ha detto Sango.
Che cosa le passa per la testa? Questa cosa mi irrequieta parecchio.
- Inu-chan! – mi chiama ad un tratto Kikyo che si avvinghia a me come una cozza.
- Kikyo, ma un po’ di contegno. –
- Uff! Sei il mio fidanzato, no? Lo capiranno. –
- Sì, ma sono io a sentirmi a disagio. Ti ricordo che mia nonna è morta. – dico parecchio stizzito cercando di scostarla e poi decido di chiederle che cos’era quell’uscita di prima – Piuttosto, come mai tutta questa gentilezza nei confronti di Kagome? –
- È una tua amica che è venuta per sostenerti. Non dovevo essere gentile? –
- Non ho detto questo, non capivo solo questa tua improvvisa gentilezza. –
- Mi ferisci così, ma a proposito dov’è? –
Prima la chiama cara, ora mi chiede dov’è. Ma ha bevuto?
- Se n’è andata. – rispondo secco e forse si è anche notata la nota acida, ma se devo essere onesto non mi aspettavo che se ne andasse così senza nemmeno salutarmi.
Ci siamo sempre detti tutto e ci siamo promessi che non ci saremmo più allontanati come successe mesi fa. Ho paura che si allontani da me e che adesso sia solo l’inizio. Se dovessi perderla non so che farei. Proprio ora che… No no Inuyasha! Non pensarci, ha detto che ci sarà sempre e le devo credere.
Dopo qualche minuto arriva il sacerdote buddista per iniziare la cerimonia e così tutti gli invitati si accomodano in casa.
 
 
Per il funerale abbiamo fatto tutto secondo i desideri della nonna, una cerimonia molto semplice nel tempio ad Hakone.
Ancora non sono riuscito a realizzare per bene la situazione, vedo mio padre e mio fratello che stanno gestendo la cosa in maniera completamente diversa dalla mia. Capisco che in queste circostanze non c’è un comportamento giusto o sbagliato e bisogna fare solo quello che ci si sente di fare, ma guardandoli mi sento in difetto e un po’ li invidio per come stanno reagendo. Forse so come stanno riuscendo ad affrontare un dolore così grande, perché al loro fianco ci sono mia madre e Rin che sono i loro punti di riferimento. Non pensare la stessa cosa di Kikyo fa male e lo è ancora di più quando non cerco questo tipo di sostegno da lei. Solo quando mi trovavo tra le braccia di Kagome, sapevo di trovare un appiglio e che su di lei posso sempre contare… almeno così credevo fino a ieri.
Non l’ho né vista e né sentita, nemmeno per sapere come stavo e non posso nascondere che la cosa mi abbia fatto male, però Rin mi ha detto che al funerale ci sarà e avrò occasione di parlarle; magari mi faccio anche spiegare il perché è scappata in quella maniera.
Mi chiedo ancora perché non sia arrivata, il rito sta per iniziare.
 
Pov Kagome
 
Non arriverò ad Hakone troppo presto, ho chiesto nuovamente la cortesia a Sango di prestarmi la macchina, per poter andar via appena la funzione finisce.
Non è nella mia indole comportarmi in questa maniera, ma le parole di Kikyo mi rimbombano ancora nella testa come un mantra che non ha nessuna intenzione di smettere. Non pensavo di essere così debole. Credevo di essere una ragazza forte che affrontava tutte le situazioni di petto e invece, da quando ho scoperto di essere innamorata di Inuyasha, ho imparato ad avere anche questo lato fragile.
L’idea di essere stata messa fuorigioco dalle macchinazioni di Kikyo, mi fa salire una rabbia che non riesco a controllare, ma allo stesso tempo non posso permettermi di cedere, perché se è stata capace di arrivare a tanto solo per un capriccio, non riesco ad immaginare cosa farà ad Inuyasha se farò di testa mia. A me può fare quel che vuole, ma se dovesse fare qualcosa a lui non riuscirei a sopportarlo.
Parto da casa in modo tale da arrivare a cerimonia quasi iniziata, così da non dover affrontare Inuyasha. È la cosa più brutta che potessi fare, soprattutto in un’occasione del genere ed è per questo che non ho smesso di piangere da quando sono uscita dalla villa ieri. Devo solo tenere duro e sono sicura che tutto questo passerà, almeno per Inuyasha, non di certo per me.
Giunta a destinazione, come da programma, il rito è iniziato da poco e decido di rimanere un po’ a distanza per non farmi notare. Vedo Inuyasha vicino ai suoi genitori e accanto a Kikyo.
Se mi avesse tirato uno schiaffo mi avrebbe fatto meno male.
La cerimonia funebre prosegue e noto che Inuyasha si guarda un po’ intorno come per cercare qualcuno. Che stia cercando me?
Appena i nostri sguardi di incrociano, il cuore mi si stringe come in una morsa, ma devo assolutamente far in modo che non si noti la mia agitazione. Così lo saluto con un piccolo cenno con la mano e gli sorrido, vedo che anche lui ricambia con un sorriso come se fosse sollevato.
Peccato solo che quella a non essere sollevata sono proprio io.
Oh Inuyasha! Come vorrei gridare al mondo intero quanto ti amo. Come vorrei starti accanto in questo difficile momento come avevo promesso a tua nonna. Sono sicura che se mi vedesse ora mi odierebbe. Non riesco a trattenere le lacrime e inizio a piangere ripensando a tutto quanto, penso di non essere mai stata così male e sbagliata come in questi due giorni, vorrei schiaffeggiarmi da sola. Mi faccio forza e mi avvicino all’altare per accendere l’incenso.
Prego, per far sì che vegli sempre su Inuyasha e possa perdonarmi per non aver mantenuto la promessa.
 
Il rito giunge al termine, dopo aver lasciato i fiori sulla bara, scappo verso il cortile del tempio in modo da non farmi vedere, non subito almeno. Alla fine non posso andarmene adesso, almeno fino alla cremazione devo restare, e poi la principessa sul pisello mi ha dato la concessione di restare qui, sfruttiamola.
Sono immersa nei miei brutti pensieri, quando dietro di me arriva Sango.
- Kagome, allora eri qui. Hanno chiuso la bara. – mi informa, annuisco solamente senza spostare lo sguardo - Tutto bene? – chiede ancora la mia amica.
- No! – rispondo e continuando a fissare un punto non preciso e continuo a parlare – L’avevo conosciuta, sai? Una volta andai a casa sua insieme ad Inuyasha, era così dolce e mi ha trattato come se fossi sua nipote senza nemmeno conoscermi. –
- Miroku mi diceva che Kaede è sempre stata un’attenta osservatrice, era raro che si sbagliasse nei confronti di una persona. –
- C’è una cosa, però, che non ho mai detto, nemmeno ad Inuyasha. La rividi un po’ di mesi fa. Ci incontrammo per puro caso e mi chiese se volevo farle compagnia per una passeggiata, e accettai. Parlammo per un tempo infinito e mi raccontò di come aveva conosciuto il marito, del lavoro, di quando era bambino Inuyasha. È stato uno dei pomeriggi più belli della vita mia. Poi mi disse una cosa che mi destabilizzò un po’. Lei aveva capito tutto… prima di me. –
- Cosa? –
- Mi disse che quando non ci sarebbe stata più, Inuyasha sarebbe stato quello che avrebbe sofferto più di tutti. Mi fece promettere che gli sarei stata vicina ed io risposi che non doveva assolutamente pensare ad una cosa del genere. Concluse dicendomi che avrebbe avuto bisogno di me quando sarebbe successo, così le promisi che gli sarei stata accanto. Mi rivolse un sorriso così splendido e sereno che non potrei mai dimenticare. –
- Oh Kagome! Ti prego non fare così. –
Non riesco a frenare le lacrime.
- Adesso mi sento come se la stessi deludendo perché non sto mantenendo la promessa, ma non posso stargli vicino come vorrei. C’è già lei. E io che cosa sono? Niente! –
- Ma che diavolo stai dicendo? Inuyasha ha bisogno di te, era preoccupato quando sei sparita ieri. E poi che cosa significa che non puoi? Che cosa è successo? –
Non mi va di raccontarle quello che Kikyo mi ha detto, più che altro non capirebbe e sicuramente mi inciterebbe a dire tutto ad Inuyasha, mettendo Kikyo alle corde.
- Ti ricordi quando mi dicesti che l’amore ti fa provare sensazioni uniche, capaci di farti arrivare alla felicità più sconfinata, ma anche la sofferenza più totale? – accenno a quello che mi disse lei mesi e mesi fa, quando compativo tutti coloro che rincorrevano un amore impossibile.
- Sì. –
- È vero questo, ma quando l’amore è corrisposto. Quando non lo è, la sofferenza si moltiplica per compensare la felicità che non c’è. Se è davvero questo l’amore che ho sempre protetto e decantato come un qualcosa di prezioso, posso dire che mi sono completamente sbagliata perché… fa davvero schifo. – mi allontano scoppiando in lacrime perché non riesco più a reggere questo peso. Voglio addormentarmi e risvegliarmi quando non sarò più innamorata di Inuyasha, anche se implicherebbe non svegliarsi mai più.
 
Pov Inuyasha
 
Non posso crederci. Dobbiamo seguire il carro funebre ed è di nuovo sparita, ma cosa cavolo le sta prendendo?
È arrivata in ritardo al rito, si è messa in fondo lontana da tutti, mi ha solo accennato un saluto e ora di nuovo sparisce? Non voglio pensare che mi abbia raccontato una balla quando mi ha detto che ci sarebbe stata lei. Stranamente mi è più vicina Kikyo, so che questo dovrebbe farmi piacere, ma ho bisogno di Kagome. Non so che significa, ma ora come ora, non voglio saperlo e neppure mi interessa, voglio solo che lei stia accanto.
Non me ne voglia Kikyo, ma è così!
La cerco in lungo e in largo, ma pare che non si voglia far trovare. Più non la trovo più mi innervosisco.
Kikyo mi rimane attaccata come una sanguisuga, però non la considero nemmeno. Non so se lo abbia notato, ma dopo un po’ noto che si stacca e si allontana.
Dopo minuti interminabili finalmente trovo Kagome che parla con i miei genitori ed è affettuosa come sempre.
- Kagome! – mi avvicino interrompendo la loro conversazione.
- Ehm… ciao Inuyasha! – saluta titubante.
Ha gli occhi rossi e gonfi. Ha pianto.
- Che fine hai fatto? Non ci siamo visti proprio. –
- Ero qui a parlare con i tuoi genitori. – risponde per nulla sincera, ormai la conosco come le mie tasche e credo che anche i miei si siano accorti che ha cambiato atteggiamento.
- Ragazzi, vi lasciamo; tra un po’ inizia il corteo. –
- Va bene. –
Rimaniamo soli e la sua agitazione aumenta. Ma che cos’ha?
- Tutto bene? Sei arrivata in ritardo. –
- Sì, scusami. Non mi sono svegliata in tempo. – si scusa in maniera molto fredda – Inuyasha, devo andare via dopo la cremazione, non posso trattenermi. –
- Cosa? Come andare via? Ma se non siamo riusciti a fare una conversazione di più di dieci parole messe in croce. Che diavolo ti prende? – le afferro il polso, parlandole con tono abbastanza duro.
Non sono mai stato così con lei, infatti rimane sorpresa dalla mia reazione.
Mi fissa incredula e si stacca dalla mia presa in maniera violenta.
- Non mi prende niente, ti ho detto solo che devo andare via. Cosa prende a te, piuttosto. C’è Kikyo, stai con lei. –
Dopo queste parole si allontana e io rimango immobile e interdetto.
Non avrei mai pensato che quelle parole mi avrebbero fatto così male.
Ci spostiamo tutti verso l’uscita perché dobbiamo incamminarci verso il luogo della cremazione, e lì vedo una cosa che trasforma il mio dolore in rabbia.
Kagome è accanto a mio fratello e lo saluta in maniera molto più affettuosa e calorosa rispetto a me. Non sono mai stato geloso di mio fratello ed è sicuramente stupido esserlo, ma perché ha questo atteggiamento con lui e con me no? A questa scena non riesco a fare a meno di stringere i pugni e farmi sopraffare dal rancore.
Hai ragione, Kagome! C’è Kikyo che mi sta accanto e mi basterà solo lei. Anzi, sai che c’è…
- Amico, tutto bene? – arriva Miroku ad interrompere i miei pensieri.
- Va! – rispondo atono – Miroku, stavo pensando una cosa. – mi fermo un attimo senza staccare gli occhi da Kagome che fa tutta la carina con qualsiasi altro essere umano.
- A cosa? –
- Credo proprio che chiederò a Kikyo di venire a vivere con me. – dichiaro in modo molto alterato.
- Stai scherzando spero? –
- Perché dovrei? Ci stavo già pensando e considerando le circostanze mi sono convinto. –
- Che stai dicendo? Inuyasha sei ancora sconvolto per la morte di Kaede. Ti prego, non fare scelte stupide. –
- Mi dite sempre che faccio solo cose stupide e che va bene così. Ora che fai ritratti solo perché si tratta di Kikyo? Quando invece si tratta di Kagome è tutto giusto. –
- Amico, ma che ti prende? Hai litigato con Kagome? –
- No. Ho solo fatto due più due. – mi calmo un po’ e cerco di tranquillizzare anche Miroku che sembra gli stia per venire un infarto – Comunque è solo un’idea, che però voglio prendere in considerazione. –
Prima che possa dirmi altro, mi allontano da Miroku e mi avvicino verso Kagome.
Stavolta deve ascoltarmi!
- Scusate se vi disturbo. – interrompo mio fratello e Kagome con tono quasi infastidito. - Kagome, puoi venire un attimo? – chiedo, ma dal tono lo faccio sembrare più un ordine che una domanda. Kagome annuisce rassegnata e mi segue appena fuori dal tempio.
- Cosa vuoi dirmi? –
- Visto che non ti trattieni, ti volevo chiedere se più tardi o domani mattina ci potevamo vedere per un caffè. Ho bisogno di parlarti di una cosa importante. –
- Appena ti liberi ci vediamo, va bene? – afferma glaciale.
- Al chiosco. A più tardi. – rispondo con altrettanta freddezza.
Così dicendo, Kagome abbassa lo sguardo e se ne va senza accennarmi né un saluto né niente.
Non credevo che potesse fare così male, essere ignorato dall’unica persona su cui credevi di poter contare. Spero che stando da soli, riusciremo a parlare e magari farmi dire del suo comportamento.
Purtroppo non riesco ad essere per troppo tempo arrabbiato con lei, la troppa paura di perderla supera qualsiasi cosa, anche la rabbia.
 
La cerimonia finisce e, dopo aver portato l’urna di mia nonna al cimitero accanto alla lapide di mio nonno, raggiungo Kagome al chiosco. Vedo che lei che è arrivata prima di me e ha uno sguardo perso nel vuoto come se la sua anima fosse stata prosciugata. Forse sono stato duro con lei, ma è stata una reazione dovuta al suo comportamento. Se c’è bisogno che debba fare un passo indietro, per lei sono disposto a farlo.
- Ciao Kagome! È molto che aspetti? – solleva lo sguardo e mi fa cenno di “no” col capo.
Ecco ora non parla! Non iniziamo bene.
- Di cosa mi volevi parlare? –
Ora che la guardo negli occhi, mi rendo conto che sono completamente spenti. Non è la Kagome che conosco.
- Prima mi puoi dire che cos’hai? Sei strana, puoi parlarmi se c’è qualcosa che ti turba. –
- Ma non ho niente. –
- Se sei arrabbiata per come mi sono comportato prima, ti chiedo scusa. Ma cerca di capire che la situazione non è delle migliori e vederti reagire in quel modo mi ha spiazzato. –
- Non c’è bisogno che ti scusi. È complicato! –
- Cosa? –
Si ammutolisce alla mia domanda e mi fa capire che c’è davvero qualcosa che non va e che non vuole dirmi. Perché?
- Che volevi dirmi? – chiede nuovamente sviando per l’ennesima volta alla mia domanda.
È così? Allora…
- Ho intenzione di chiedere a Kikyo di vivere con me. – rivelo con una leggera aria di sfida.
Se non reagisce a questa cosa, significa che tutto quello che credevo e quello che, forse, stavo iniziando a provare, andrà tutto per aria.
La vedo quasi in panico a questa mia rivelazione, forse è la volta buona che sputa il rospo. Può anche incazzarsi con me e darmi dell’idiota, ma preferisco questo che alla classica frase:
“Fai quello che ti senti di fare”
- Fai quello che ti senti di fare. –
Dà voce al mio pensiero e non posso essere che deluso.
Non ci posso credere che l’abbia detto… di nuovo.
Questo vuol dire che mi sono solo illuso che poteva esserci qualcosa di più. Ho fatto proprio bene a non credere a queste sensazioni che provavo.
Se solo avessi preso in considerazione l’ipotesi di amare Kagome, avrei solo avuto una terribile batosta. Anche se fa ugualmente male… troppo male.
Le parole mi muoiono in gola, quando vedo lei alzarsi di scatto.
- Scusami Inuyasha, ma ho un impegno. Devo scappare! –
- Vuoi che ti accompagni? –
- No no. È vicino. Scusami ancora. –
- Allora ci sentiamo? –
Annuisce debolmente e scappa via lasciandomi solo. Rimango al tavolo ancora per qualche minuto per riflettere, ma non riesco a capacitarmi del suo comportamento.
Che situazione assurda! Non capisco il mio atteggiamento figuriamoci se capisco quello di Kagome.
Chissà, forse sto sbagliando tutto!
Prendo il cellulare e scorro tra le vecchie immagini finché mi trovo davanti la foto che le scattai mentre stava dormendo sul divano. Chi si scorda di quel giorno? Mi era davvero partito il cervello, però quant’è bella. Potrei stare ore a guardare questa foto.
Con un gesto molto spontaneo, imposto l’immagine come schermata di blocco. Sospiro rassegnato, perché credevo che mi sarei sentito meglio, invece ho il timore che andrà sempre peggio.
 
 
Pov Kagome
 
Corro come una pazza per arrivare il prima possibile a casa. Ripeto a me stessa che non devo piangere e che se è andata a finire in questa maniera è anche colpa mia.
Mi sto comportando di merda, non volevo dire ad Inuyasha la vera indole della sua fidanzata proprio per non farmi odiare e ora che sto facendo?
Avevo promesso che gli sarei stata vicina in qualsiasi situazione, anche se ne avessi sofferto, , ma questo è troppo. Come posso accettare questa convivenza? Quanto avrei voluto urlare e dirgli tutto, ma non avrei concluso nulla.
Tornata a casa, lascio borsa e cappotto in malo modo trascinandomi verso il divano. Mi stendo a pancia in su e scoppio a piangere mettendomi le mani sopra agli occhi.
Non faccio altro che piangere da mesi; non si esauriscono mai le lacrime?
Sento il mio cellulare squillare e appena lo prendo leggo il nome di Inuyasha sul display, rifiuto la telefonata.
Non ce la faccio… non più!
Sono stata forte finora, ho sopportato qualsiasi cosa, persino le cattiverie e minacce di quella stronza, ma ora sapere che vivranno insieme non posso proprio sopportarlo.
Inuyasha continua a telefonarmi e mandarmi messaggi, ma non rispondo né a uno né all’altro. Abbasso la suoneria così da non poter sentire più nulla, appena ho un po’ di silenzio sento la stanchezza e il bruciore degli occhi sopraffarmi e così mi addormento sul divano senza accorgermene.
 
Un paio di giorni dopo, speravo che l’umore sarebbe stato migliore, ma in realtà mi sento sempre peggio. Inuyasha continua a chiamare ed io ad ignorarlo, non ha idea di quanto mi stia costando tutto questo. Non sentire, vedere, evitare l’uomo che amo più di me stessa, mi sta provocando un male mentale e fisico che non ho mai provato in vita mia.
Ho preso dei giorni di permesso per via del lutto, ma non so se è stata una buona idea anche se non credevo che le cose sarebbero andate in questo modo. Almeno a lavoro mi sarei distratta di più e sarebbe stato molto più semplice ignorare il telefono.
Ormai il danno è fatto, nel caso continuo a lavorare in casa.
La giornata passa un po’ così, tra doccia, pulizie, lavoro e altro fino a quando non vedo nuovamente il cellulare illuminarsi.
Possibile che sia ancora Inuyasha? Guardo il display e leggo che è Ayumi.
- Ayumi? –
- Kagome ciao! Come stai? Sango mi ha detto che avete avuto un lutto.
- Ehm… sì! Comunque sto bene, più o meno. –
- Ci tenevi molto a questa persona che è venuta a mancare? –
- Diciamo di sì. –
- Mi spiace molto. Senti che ne dici di una serata solo ragazze? Io ed Eri volevamo andare in un locale, vuoi venire?
- D’accordo, distrarmi mi farà bene. –
- Allora dai, ti veniamo a prendere alle 21, ok? –
- Perfetto! A dopo Ayumi. –
Forse uscire un po’ mi farà bene.
 
Riattaccato con la mia amica e ricontrollo nuovamente i messaggi. Inuyasha non ha smesso di scrivermi e telefonarmi. Perché sta insistendo così? È vero che non mi sto comportando da persona matura e per nulla da amica, ma forse così si stancherà di me e potrà vivere la sua convivenza in pace.
Ma sono davvero sicura di volere tutto questo? Ovviamente no!
 
Arriva sera e le mie amiche mi vengono a prendere per andare in questo locale. Sango non è voluta venire perché non si sentiva molto bene e non voleva lasciare solo Miroku.
Siamo sedute al tavolo e iniziamo con alcuni giri di cicchetti, ma a me sembra non bastare, infatti butto giù un cicchetto dietro l’altro e, senza nemmeno accorgermene, sono tutta su di giri.
- Eri! Dai shu, bevi un altro bicchiere con me! – incoraggio la mia amica a farmi compagnia.
- Kagome non ti sembra di aver bevuto troppo? –
- No! Ma che dici. Guarda! – mi alzo dal tavolo e mi mantengo in piedi con una gamba sola.
Continuo a bere senza fermarmi e ignorando completamente quello che dicono le mie amiche, per questo decidono di non farmi ordinare più niente. Così, non contenta, senza farmi notare vado al bancone per prendere un altro drink.
Mentre bevo tutta allegra, qualcuno si avvina a me.
- Ciao splendore! –
- Ciao! –
- Ti offro qualcosa da bere? –
- Già fatto, grazie! –
- Lo sai che sei bellissima? Ti piacerebbe passare un po’ di tempo con me? –
- Guarda ti dico di shi, sholo se ti possho chiamare Inuyasha. –
Si avvicina in modo malizioso e iniziando ad allungare le mani.
- Per te mi farei chiamare in qualsiasi modo tu voglia. –
Sta cominciando ad accarezzarmi la gamba con molta nonchalance. Mi dà fastidio, ma non me ne importa assolutamente niente, anche se è una botta e via, se serve a farmi dimenticare almeno per un po’, va bene.
Quando prendo la decisione di seguire il mio “cavaliere” sento afferrarmi il braccio.
- Kagome, ma sei impazzita? – mi urla Eri.
- Ehi tu, vedi di girare a largo. Non vedi che è ubriaca? – interviene anche Ayumi.
- E va bene. Ma datevi una calmata, sembrate due zitellone acide. Non ho fatto niente. – si difende il ragazzo.
- Non ti prendo a calci nel culo solo perché la mia amica ha più bisogno. – continua la mia “salvatrice”.
Mi appoggio ad Eri che continua la sua ramanzina anche fuori dal locale.
- Kagome, ma che ti prende? Da quando ti ubriachi così? Non ti riconosco più! –
- Uffa! Eri sei pesante. Sono grande e vaccinata. Se mi voglio ubriacare mi ubriaco, se voglio divertirmi mi diverto, se mi voglio shcopare uno che mi abborda in un locale me lo shcopo. -  
- Kagome ma che hai? Neanche avessi avuto una delusione d’amore! – cerca di ironizzare Ayumi, non sapendo di averci preso in pieno.
- Voglio andare via e voglio shtare da shola! – dico, dopo aver esitato un po’ prima di parlare.
- Non ti lasciamo andare in queste condizioni. –
- Lo farete invece. –
Ho abbastanza lucidità per chiamare un taxi e salirci sopra, senza però la minima idea di dove andare. Il tizio più me lo chiede e più non riesco a concentrarmi. Così decido di farmi portare nell’unico luogo in cui mi sento di dover andare.
Arrivata a destinazione inizio a bussare a ripetizione e incomincio ad urlare.
- Aprimi! Ho bishogno di te. Ti prego! –
Continuo a bussare finché la porta, finalmente, non si apre.
- Kagome, ma cosa ci fai qui? –
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
 
Ciao bella gente *^*
E abbiamo concluso pure questa parte… non c’è nulla da fare, quando ci si avvicina alla soluzione c’è sempre qualcuno che ti rompe i benamati “gioielli di famiglia” e che cos’è xD
Comunque consolatevi… è questione di poco. Più passa il tempo e più sono io stessa che mi dico “Ma quanto ca*** ci sto mettendo?” so problemi seri! xD
A parte gli scherzi siamo davvero agli sgoccioli… ormai è palese al mondo intero così sti due provano l’uno per l’altra, solo che una sta in posizione fetale a piangere in un angolino per colpa di una “scopa in culo” e l’altro crede che farebbe un delitto contro l’umanità se dicesse di amare Kagome… ma sti giovani! xD
Continuo ancora una volta a ringraziarvi… siete sempre tanti che leggono questa storia e persone che mi sostengono. Davvero grazie per le belle parole che mi rivolgete e per il supporto, mi commuovo sempre quando vedo tutto questo affetto da parte vostra.
Un saluto grande e come sempre vi aspetto con il prossimo capitolo (che vi anticipo sarà un po’ speciale <3) intitolato “È davvero la fine?”
Un abbraccio. 
:*
Princess Miyu

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Capitolo 19
*** E' davvero la fine? ***


Capitolo 18: È davvero La fine? (Pov Sango)
 
 
Sono ormai tre mesi che vivo con Miroku e non credo di essere mai stata così felice.
Anche se ho vissuto poco in questa casa, posso dire che è successo davvero di tutto.
Qui, io e Miroku, abbiamo scritto la nostra prima canzone che, ironia della sorte, non è nemmeno dedicata a noi, ma a quei due testoni dei nostri migliori amici.
Già! Si amano, ma non lo sanno. Sembra un classico cliché da commedia romantica, ma purtroppo è la verità. La troppa paura di perdersi a vicenda, paradossalmente, li spinge sempre più ad allontanarsi. Con la nostra canzone, crediamo, di essere riusciti a far accendere qualcosa, anche se una debole fiammella, ma dobbiamo portare molta pazienza; stiamo pur sempre parlando di Kagome ed Inuyasha, le persone più orgogliose e testarde che abbia mai conosciuto. C’è da dire che sono perfetti. È proprio vero il detto: “Dio li fa e poi li accoppia”.
Sperando che li faccia accoppiare veramente.
È dal funerale della signora Kaede che non abbiamo notizie da nessuno dei due e dopo aver visto Kagome in quello stato, non la biasimo che voglia restare sola, anche se quella disperazione che ho letto nei suoi occhi derivava da qualcos’altro di molto più grave, ne sono sicura.
Cerco di prendere sonno tra le braccia di Miroku quando, all’improvviso, sento bussare alla porta di casa.
Chi diavolo può essere a quest’ora?
- Che succede? – si sveglia di soprassalto Miroku.
- Sono le 3 del mattino. Chi sarà mai? –
Andiamo entrambi verso la porta con aria vigile finché la persona che non smette un attimo di bussare inizia a parlare.
- Aprimi! Ho bishogno di te. Ti prego! – voce che riconosco subito anche se palesemente su di giri.
- Ma è Kagome! – informo Miroku e avvicinandomi velocemente all’entrata.
Apro la porta e la vedo appoggiata al muro con tutta la faccia rossa.
- Kagome, ma che ci fai qui? –
- Dovevo fare qualcosha che non riushcivo a ricordare e più Travis* mi chiedeva dove mi voleva portare più mi shfuggiva. Così sono venuta a farti vishita. Shcusa! – la trascino dentro casa in modo da non svegliare tutto il pianerottolo. Per evitare che cada la prendo facendole mettere un braccio intorno al collo mentre la sorreggo per la vita.
Accidenti! Ha l’alito che puzza quanto una distilleria.
Sapevo che stasera sarebbe uscita per distrarsi un po’ con Eri e Ayumi, ma non credevo che l’avrebbero ridotta così. Che diavolo le passa per la testa! Non si è mai comportata in questa maniera.
- Kagome, ma sei ubriaca? – chiede Miroku avvicinandosi a noi.
- Oh lo shpero, che she questo shignifica esshere shobria shono in un bel cashino. – risponde la mia amica continuando a ridere e barcollando con me appresso.
Per fortuna c’è anche Miroku che mi aiuta a portarla sul divano.
- Grazie ragazzi, non vi volevo disturbare. She volete continuare a fare l’amore, prometto che non sentirò niente, mi tappo le orecchie così. – dice, mettendosi le mani sulle orecchie.
- Che stai dicendo? –
- Fatelo e siate felici, voi che potete. Io, invece, potrò sholo immaginare come sharebbe farlo con Inuyasha… Shi, Miroku shono innamorata del tuo e anche del mio migliore amico. Shorpresa! – urla aprendo le braccia e accasciarsi sul divano. – Miroku! – lo chiama facendo cenno con la mano per farlo avvicinare. Lui mi guarda un po’ terrorizzato, ma gli faccio spallucce perché davvero non so che cosa voglia. – Lo shai che ti odio? Potevi lashciarlo a casa quella shera invece di convincerlo a venire? Così sarebbe rimasto solo un dolce ricordo tra i fiori di ciliegio e invece mi trovo ubriaca stesa sul divano di casa vostra a deprimermi. – comincia a ridere in maniera rumorosa, ma sono evidenti le lacrime che escono dai suoi occhi. Di punto in bianco si ferma per continuare a parlare, diventando molto più seria, quasi lucida. – Quella “scopa in culo” potrà vederlo ogni giorno, svegliarsi accanto a lui, lo potrà stringere, lo potrà baciare, adesso che andranno a vivere insieme sarà impossibile che il nostro rapporto rimanga uguale. Sai Sango, per tutto questo tempo mi sono fatta un sacco di domande a cui ho sempre cercato di dare una risposta, tranne ad una. Credo la più brutta di tutte. –
- Quale? –
- Perché lei e non io? Fosse una brava ragazza che lo rende felice non avrei problemi. Avrei sofferto, ma almeno lo saprei al sicuro. Invece è con una che si compra le sue attenzioni manipolandolo e facendo del male a chi sta accanto a lui. Mi ha fatto perdere il lavoro solo per un suo capriccio, solo perché, parole sue, ho toccato ciò che è suo. Ma magari l’avessi fatto! – confessa tutto come se si volesse togliere un peso dal cuore.
- Cosa? Allora avevo ragione che era stata lei, ma come lo sai? – affermo, guardando Miroku che mi fissa con uno sguardo tristemente rassegnato.
- Me lo ha confessato il giorno della veglia della nonna di Inuyasha. – spiega con aria sofferente.
Maledetta vipera, nemmeno il giorno della morte della nonna del suo ragazzo ha un minino di decenza.
- Kagome, la puoi denunciare per danni morali e mettere nei guai anche Naraku. –
- No Sango, che senso ha? Non ho prove, è la mia parola contro la sua e poi, sembra strano dirlo, ma mi ha fatto un favore, ho trovato un lavoro migliore. – risponde cominciando a chiudere sempre più spesso gli occhi.
- E ti pare una giustificazione? Perché non l’hai detto a lui? –
- A cosa sarebbe servito? Mi sarei fatta solo odiare. Comunque, non ho molta scelta, dovrò sparire per sempre dalla vita di Inuyasha, anche se preferisco morire piuttosto che non vederlo più. Però… – afferma rimanendo con gli occhi chiusi e con le lacrime che le rigano le guance.
- Però cosa? Non dire stupidaggini, anzi, forse si sarebbe reso conto di quello che aveva di fronte. Tacendo la verità che cosa diavolo hai risolto? Se lui ti amasse? – mi lascio scappare come una stupida, mordendomi poi la lingua e sorbendomi gli occhi di fuoco di Miroku. Ma a quanto pare lei non sente la mia l’ultima affermazione perché si è praticamente addormentata.
Le metto una coperta addosso e le tolgo le scarpe, per poi voltarmi verso Miroku che parla a bassa voce in modo da non svegliarla.
- “Dolce ricordo tra i fiori di ciliegio”? – domanda spaesato, ripetendo la stessa frase della mia amica.
- È una storia lunga. Piuttosto cos’è questa storia della convivenza? – chiedo di getto.
- Me ne ha parlato Inuyasha il giorno del funerale della nonna, ma non lo vedevo molto convinto, anzi mi sembrava piuttosto arrabbiato. –
- Ah ecco perché mi dicevi che molto probabilmente era troppo tardi per loro. – Miroku annuisce amareggiato.
- Credevo che avesse litigato con Kagome, è curioso che lo abbia detto a lei prima di Kikyo. Possibile che dentro di lui voglia che Kagome lo fermi? Se fosse così si capirebbe la sua poca convinzione. Anche se il suo atteggiamento era più strano del solito. –
- Tesoro, con i “se” e con i “ma” la storia non si fa. Non vedi che sta malissimo? Non posso più vederla così, le cose invece di migliorare vanno sempre peggio. Dopo tutto quello che abbiamo fatto e hanno passato, come può essere finita così? Non è giusto. –
- Lo so tesoro, sto male anch’io. – mi avvicino a lui e lo stringo cercando di trovare un po’ di sollievo, ma senza riuscirci.
- Dai amore, non stare così. Forse ho un’idea. – mi consola catturando la mia attenzione. Così prosegue. – Per caso Kagome si vede ancora con quello stagista appiccicoso? – domanda su due piedi.
- Con Hojo? Ma scherzi? Nemmeno per un caffè è riuscita a resistere. Pensa che per far finire subito l’uscita mi ha pregata di chiamarla e fingere un’emergenza. Poi è successo quello che è successo e non è più servito. –
- Mi è sufficiente sapere che si sono già visti. –
- Che cosa hai intenzione di fare? –
- Giocarmi l’ultima carta. Se crede di averla perduta forse riusciamo a smuoverlo. –
- Ma gli diresti una bugia. Avremmo fatto prima a dirgli tutto a questo punto. –
- E tu tradiresti così la fiducia di Kagome? Lo so che lo fai a fin di bene, ma in questo modo lei non si fiderebbe più di te. E per quanto riguarda la bugia, Kikyo lo ha fatto per mesi, se non per anni, perciò giochiamo anche noi con le sue regole. Poi non sarebbe una vera e propria bugia, è solo una piccola modifica. –
- Tu dici che funzionerà? –
- Se non funziona vuol dire che è così che doveva andare. –
Guardo la mia amica che dorme profondamente e sospiro rassegnata. Annuisco solamente a Miroku per fargli capire che sono d’accordo sul da farsi. Tanto che abbiamo da perdere?
Se non va nemmeno questo, vuol dire che non era destino e si allontaneranno.
- Domani andrò a parlargli. Ora andiamo a dormire e non preoccuparti per Kagome, si alzerà solo con un gran mal di testa. –
- Già! Sperando che non vomiti sul pavimento. –
- In quel caso pulisci tu. –
- Vuoi che ti uccida a suon di ceffoni? Tu mi darai una mano. –
- Oh Kami! Sei proprio manesca. Nemmeno il nostro piccolo fagiolino riesce ad addolcirti un po’? – si avvicina accarezzandomi la pancia.
- Quando si tratta di te anche lui o lei sa che devo trattarti così. –
- Cattivi. – mi dice sorridendo e baciando la mia (ancora per poco) microscopica pancia.
Ebbene sì! Ho da poco scoperto di essere incinta.
Non abbiamo ancora avuto molto tempo di dirlo a tutti, poiché ci sono stati molti imprevisti. Visto che è ancora molto presto, aspettare a dirlo non è stato un problema.
Appena Miroku lo ha saputo non ha fatto altro che stringermi e ringraziarmi, ripetendomi che finalmente potrà riavere una famiglia.
Anch’io non potrei essere più felice di avere un bambino dall’uomo che amo. All’inizio ho avuto una paura immane che fosse troppo presto, ma appena ho visto la felicità negl’occhi di Miroku, tutte le mie paure e preoccupazioni sono svanite.
L’essere così felice mi fa sentire in colpa nei confronti della mia migliore amica che, a differenza mia, sta passando le pene dell’inferno. Quando la incitavo ad aprirsi e lasciarsi andare non credevo che avrebbe sofferto così, ma soprattutto non credevo che sarebbe successo tutto in maniera così assurda. Stare dalla parte di quella che sa, ma che non può parlare, è una cosa frustrante; ed è vero che se dovessi parlare è come se tradissi Kagome, ma è anche vero che ogni tanto fare una cosa scorretta per una giusta causa non è mica la fine del mondo, no?
- So a cosa pensi. Non sentirti assolutamente in colpa di niente e non farti venire in testa di spifferare tutto. – mi legge praticamente nel pensiero.
Non posso più tenergli nascosto proprio nulla ormai!
- Andiamo a dormire. Non credo che per ora si alzi. –
Ci avviamo verso la camera da letto e ripensando alla situazione mi addormento tra le braccia di Miroku.
 
La mattina seguente non ci alziamo molto presto, ma fortunatamente Kagome è ancora dormiente.
Bisogna ringraziare che abbia il sonno molto pesante e che, soprattutto, non abbia vomitato sul tappeto. Il tempo di fare una colazione lampo e Miroku si prepara per andare da Inuyasha. È certo di trovarlo a casa perché l’azienda è chiusa per lutto, così cerca di essere più veloce e silenzioso possibile per uscire prima che si svegli.
- Allora, io vado. Se dovesse chiedere di me dille che sono andato in conservatorio. –
- Oddio, non credo che si accorgerà che tu ci sia o meno. Con la sbronza che ha preso è già tanto se capisce che sta a casa nostra. –
- Te lo dico per scrupolo. Vai nel panico quando si tratta di mentire. –
- Scusa se non sono abituata a raccontare balle, donnaiolo da strapazzo. – sbotto avendo sempre il tono di voce basso e suscito così l’ilarità del mio fidanzato.
Sarà che la gravidanza mi rende più docile. Pessima cosa!
- Vado amore. Incrocia le dita. – mi dà un bacio a fior di labbra e subito scende per fare lo stesso sul mio grembo. È diventata una specie di abitudine che mi piace tantissimo e mi commuove allo stesso tempo.
Andato via, mi dirigo verso la cucina per preparare il caffè. Sono certa che appena Kagome si sveglierà ne avrà molto bisogno, a meno che non si svegli solo sentendone l’odore. Conoscendola potrebbe esserne capace!
Come volevasi dimostrare, appena mi avvicino al divano con la tazza di caffè, la vedo muoversi e aprire a fatica gli occhi.
Povera amica mia. La testa deve fare davvero male.
- Come va? – chiedo porgendole la tazza di caffè e una pastiglia per il mal di testa.
- Grazie. Che dirti, uno schifo. – prova a sedersi e prendere la tazza. – Perdonami se ti sono piombata in casa così. Ci credi che non ho la più pallida idea di come abbia fatto? – si scusa buttando giù prima la pastiglia.
- Ti credo. In poche parole, hai dato il mio indirizzo perché “Travis” ti metteva fretta. – racconto per poi tirare un lungo respiro e proseguire. – Mi spieghi cosa ti è saltato in mente? Capisco che volevi distrarti, ma arrivare a questo punto è stato da irresponsabili. Se ti fosse successo qualcosa? – la sgrido preoccupata.
- Sango, ti prego, non fare la mamma. Non ne ho bisogno. – a questa affermazione arrossisco leggermente, ma la mia amica ha il capo chino e non ci fa molto caso.
- Non voglio farti da mamma, ma non è da te. Lo so che stai attraversando una situazione difficile che non hai mai affrontato, ma non è comportandoti da incosciente che dimenticherai Inuyasha. – mi pesa da morire dire queste parole a Kagome quando so che la verità e tutt’altra, ma devo avere fiducia in Miroku e sperare che quell’altro zuccone si svegli.
- Dovrò uscire dalla sua vita, ma non voglio dimenticare. Tanto c’ho provato e non ha funzionato. A questo punto meglio berci su, poiché solo così posso sopportare la vista di Inuyasha insieme a quella “scopa in culo perenne”. – si guarda intorno interrogativa – Ma Miroku non c'è? – mi chiede.
- Ehm no… è andato al conservatorio. Comunque voglio informarti che non puoi sfuggire ai problemi con l’alcol, specialmente se quando alzi il gomito spifferi qualsiasi cosa. -
Con tutti questi segreti e insulti repressi verso Kikyo mi verrà un’ulcera.
- Oddio! Cosa ho detto? – esclama facendosi andare di traverso il caffè.
- Praticamente tutto. Persino del tuo “dolce ricordo tra i fiori di ciliegio”. –
- Oh Kami! Non glielo andrà a dire, vero? –
- Beh non lo so, visto che gli hai detto che lo odi, potrebbe vendicarsi. – la prendo palesemente in giro.
- Cosa? Ma mica lo penso davvero! – dice decisamente in ansia.
- Kagome rilassati. Non dirà niente. – la rassicuro perché sta sul serio entrando nel panico.
Oh no! Sto iniziando a non sentirmi bene. Piccolino aspetta un po’.
Sentire l’odore del caffè sta accentuando la nausea. Certo che la gravidanza è proprio strana, quando lo stavo preparando non mi ha dato problemi e ora non riesco a sopportarlo.
Devo assolutamente andare in bagno!
- Sango, vado un attimo in bagno a rinfrescarmi. – avvisa alzandosi dal divano.
- NO! – urlo di getto facendole sgranare gli occhi. – Ehm… scusami, ti dispiace se vado prima io? Avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male. –
- D’accordo! Ma sicuro che è qualcosa che hai mangiato? Hai una faccia un po’ strana. –
- Ma sì sto bene. Ora scusami. – scappo lasciando la mia amica parecchio interdetta.
Apro l’acqua del lavandino in modo da non far sentire che sto praticamente vomitando l’anima. Meno male che il bagno è distante dal soggiorno.
Appena mi sento meglio esco dal bagno e noto Kagome che guarda il suo telefonino.
- Come va? – chiede appena mi avvicino a lei.
- Bene, tranquilla. Come mai stavi fissando il telefono? –
- Mi avrà chiamato almeno una decina di volte in questi giorni e ho sempre rifiutato, nemmeno ai suoi messaggi ho risposto. Non ho il coraggio di affrontarlo. Per cosa, poi? –
- Per via della convivenza di Inuyasha e Kikyo? –
- Ho detto pure questo? – annuisco semplicemente – Comunque sì. Quando me lo ha detto mi è crollato il mondo addosso e, dopo avergli rifilato la solita solfa, sono scappata senza dargli nessuna spiegazione. E guardami ora, non riesco a smettere di fissare il telefono. –
Accidenti! Ora che le dico? Forse è meglio che mi faccia raccontare qualcosa.
- Ma puoi spiegarmi meglio cosa è successo? Magari mi spieghi anche come ha fatto Kikyo a farti licenziare? –
- Bene, pure questo ho detto! – sospira e inizia a raccontare.
 
Mi spiega per filo e per segno tutto quello che è accaduto dalla veglia di Kaede fino a ieri, anche se sono sicura che non mi stia dicendo tutto.
- Sicuro che sia tutto qui? Non è che c’è dell’altro? –
- No no, sicura. – mi conferma poco convinta.
- Forse Inuyasha sta provando a chiamarti per dirti qualcosa di importante. – provo a convincerla.
- Sì sicuramente, magari per aiutarlo con gli scatoloni. – risponde sarcastica. – Posso andare in bagno ora? Avrò bisogno della maschera anti-gas? – mi punzecchia regalandomi un piccolo sorriso.
- Stupida! – rido e poi la vedo dirigersi verso il bagno.
Prendo il telefono e nessuna notizia da parte di Miroku. Sono molto in ansia, questa attesa mi uccide.
Tornata dal bagno facciamo altre due chiacchiere e sembra che si sia ripresa, ovviamente mi riferisco alla sbornia. Sono sicura che in cuor suo sta malissimo.
- Ma oggi non vai a lavoro? – chiedo.
- Mi sono presa un permesso, nel caso lavoro da casa. Sarà meglio che vada, mi dispiace per il disturbo. –
- Smettila di chiedere scusa, ma la prossima volta che decidi di darti alla pazza gioia rimani a casa o fatti accompagnare da qualcuno che conosci e sa dove abiti. –
- Grazie di tutto, Sango. – mi stritola letteralmente; riesco a sentire a pelle la sua sofferenza. Ricambio l’abbraccio per darle ulteriore conforto. Almeno per ora, posso fare solo questo.
Lasciato il mio appartamento, faccio una cosa che molto raramente faccio: pregare.
Kamigami, vi prego! Fate in modo che abbiano la possibilità di trovarsi e di potersi finalmente vivere. Date a Miroku le parole giuste per convincere Inuyasha a rivedere i suoi passi, non può vincere un’arpia come Kikyo facendo soffrire Kagome che invece ha finalmente scoperto cos’è l’amore… anche se nel peggiore dei modi.
 
 
 
 
Angolino svago
 
*Protagonista di Taxi Driver. Che è, appunto, un tassista. xD
 
 
*coff coff* Eccomi di nuovo qui poco prima di Natale xD *yeahhhh* non ci credo ce l’ho fatta xD
Vi avevo già anticipato che questo capitolo sarebbe stato un po’ speciale… come avevo fatto il capitolo dedicato a Miroku non potevo fare la stessa cosa pure con Sango, che tra l’altro ci ha rivelato la bella notizia *^* almeno loro ci danno una gioia, vero? Ihihihihhihihihihih
Ci stiamo piano piano avvicinando alla fine e ormai le questioni irrisolte stanno per avere finalmente una soluzione. U.U
Vi ringrazio come sempre tutti quanti che leggete e recensite. Siete meravigliosi e soprattutto Yasha 26 che continua sempre ad aiutarmi e consigliarmi <3
Vi aspetto col prossimo capitolo che si intitola “I wish you were here.” *^* (Un nome una garanzia xD)
Un abbraccio a tutti
:*
PrincessMiyu
 
 
 

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Capitolo 20
*** I wish you were here ***


Capitolo 19: I wish you were here.
 
Pov Inuyasha
 
Mentre sono sul divano a fare zapping, annoiato come mai prima d’ora, penso a tutto quello che è successo: la morte di mia nonna, il fatto che abbia pensato di andare a vivere con Kikyo e poi la sparizione di Kagome. Sono tre giorni che provo a chiamarla e non mi risponde, o meglio, rifiuta le mie chiamate, e con tutta franchezza non me la sono sentita di andare a casa sua.
Chissà cosa diavolo l’è preso!
Il campanello mi distoglie completamente dai miei pensieri, così mi alzo per andare ad aprire la porta. Davanti a me trovo proprio l’oggetto dei miei pensieri.
- Ciao Kagome. – la saluto sorpreso, ma felice.
- Scusami se sono sparita, ma avevo bisogno di riflettere. –
- Su cosa? – non so perché saperlo mi rende decisamente nervoso.
- Posso entrare? Ci vediamo un film. – mi guarda con degli occhi che non ho mai visto e hanno un non so che di sensuale che non mi dispiace affatto.
Siamo seduti sul divano e mentre ho il telecomando, Kagome cerca di togliermelo dalle mani.
- Ma che fai? –
- Dai voglio scegliere io il film. Non lo scelgo mai. –
- Ma sentila! Non lo scegli mai? Ma se decidi sempre tu. –
Mi divincolo in modo da non farmi portar via il telecomando quando, ad un tratto, mentre Kagome si ritrova in ginocchio sul divano, me la ritrovo completamente attaccata addosso.
Non posso fare a meno di deglutire e smettiamo di ridere, ci perdiamo totalmente l’uno negli occhi dell’altro e poi il mio sguardo scende, inevitabilmente, sulle sue labbra perfette che mi hanno sempre fatto sospirare.
Non credo che stavolta riuscirò a trattenermi.
Sarà il più grande errore della mia vita, ma non posso più sottrarmi, così, d’impeto, azzero la distanza che c’è tra noi e unisco la mia bocca con la sua.
Kami! Sono dolcissime e morbide come le ho sempre immaginate.
Come ho fatto a trattenermi per tutto questo tempo? Non mi sono mai sentito così.
Voglio di più, molto di più, ma ho paura che Kagome non voglia. Cerco di staccarmi, ma sento che schiude la bocca e finalmente risponde al bacio.
Mi sento in paradiso in questo momento e appena sento le braccia di Kagome avvolgermi il collo, perdo tutto il mio autocontrollo e la stendo completamente sul divano.
Lascio le labbra per baciarle il collo con una foga che non credevo di avere. La sento ansimare mentre accarezzo quel corpo meraviglioso e questo mi fa impazzire ancora di più.
- Non hai idea di quante volte ho desiderato farlo. – affermo tra un bacio e l’altro.
- Oh Inuyasha. – ansima con un filo di voce che mi fa perdere la testa.
- Kagome mi fai impazzire. Ti voglio. –
- Inu-chan, ma perché mi chiami Kagome? –
Mi pietrifico all’istante appena sento quella voce che, purtroppo, riconosco. Mi stacco tremante e vedo che sotto di me c’è Kikyo e non Kagome.
Come posso essermi sbagliato? Non è possibile!
- Inuyasha, davvero provi questo per me? – sento all’improvviso la voce di Kagome dietro di me che mi guarda con aria quasi disgustata. – Credevo che noi due fossimo solo amici. Poi tu hai scelto Kikyo, come posso competere io? –
No, non è vero. Io stavo baciando te. Volevo te. Desideravo te.
Perché è andata a finire così?
- No Kagome, ti prego ascolta. Non è come credi. – la supplico, ma sembra che non mi dia retta.
Ma che sta succedendo?
Ad un tratto, mi accorgo che non mi trovo più nel mio appartamento, ma in una stanza completamente buia anche se riesco a vedere chiaramente Kagome.
- Mi spiace Inuyasha, ma non posso. Non voglio vederti mai più. – dice quelle poche parole che mi fanno male più di mille pugnalate messe insieme. Si volta dall’altra parte e si allontana da me. – Addio Inuyasha. -
- No! Ti prego Kagome... aspetta! - urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Provo ad inseguirla, ma mi sento bloccato come se qualcuno mi stesse trattenendo. Mi giro e vedo che Kikyo mi ha letteralmente incatenato.
- Tu sei roba mia Inu-chan. Fattene una ragione. – mi dice con un ghigno decisamente divertito e cattivo.
- Roba tua? Ma vai al diavolo tu e le tue manie di possessione. Mi sono rotto di te. Lasciami andare. – controbatto facendo di tutto per liberarmi, ma senza successo. Non ho altra scelta che urlare a squarciagola fino a quando non si gira.
- Kagome non andare! Non vivo senza di te, ti prego! Kagome! KAGOME! –
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi sveglio di soprassalto completamente sudato e con il cuore che non smette di battere.
Era solo un sogno!
Accidenti, sembrava così reale.
Mi sento così vuoto senza di lei. Mi manca da morire e non so come fare.
Sono così disperato che la sogno la notte… e che sogni!
Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia fredda, molto fredda. Dopo essermi fatto una buona tazza di caffè non mi sono ancora ripreso, anzi sembra che mi senta sempre peggio.
Prendo la chitarra, cosa che non facevo da tempo, e inizio a suonare la prima canzone che mi viene in mente.
 
 
Quindi tu pensi di saper distinguere il paradiso dall'inferno e
I cieli azzurri dal dolore.
Sai distinguere un campo verde da una fredda rotaia d'acciaio?
Un sorriso da un pretesto?
Pensi di saperli distinguere?
 
Ti hanno portato a barattare i tuoi eroi per dei fantasmi?
Ceneri calde con gli alberi? Aria calda con brezza fresca?
Un freddo benessere con un cambiamento? E hai scambiato
Un ruolo di comparsa nella guerra con il ruolo da protagonista in una gabbia?
 
Come vorrei, come vorrei che fossi qui
Siamo solo due anime sperdute che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno. E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure
Vorrei che fossi qui
 
Canto Wish you were here dei Pink Floyd, finché mi rendo conto che qualcuno è appena entrato nel mio appartamento.
- Dovete togliervi questa brutta abitudine di entrare così. – guardo il mio amico con sorriso sarcastico.
- Ho bussato, ma non mi hai sentito. – dice Miroku che mi guarda con sguardo compassionevole, come se fossi un cane bastonato. – Allora, chi vorresti fosse qui? – continua.
- Come? – chiedo come appena sceso dalle nuvole.
- L’ultima volta che ti ho visto prendere la chitarra in mano è stato quando ti sei laureato e hai praticamente stroppiato “We are the champions” dei Queen. Eri la felicità fatta persona quel giorno; ti vedo ora e posso assicurarti che nei tuoi occhi c’è solo tanta tristezza, perciò ti rifaccio la domanda: chi vorresti fosse qui? –
- Kagome non risponde alle mie chiamate e non ho la più pallida idea di dove sia, se sta bene, sta male. Vorrei solo capire il perché. – rispondo rassegnato.
Miroku si avvicina e si siede accanto a me.
- Per una volta mi vuoi ascoltare senza che tu mi dica che sto vaneggiando? –
Non ho la forza di controbattere quindi sarà meglio che questa volta ascolti sul serio.
Annuisco solamente così Miroku può proseguire.
- Ora come ora, pensi sul serio che sia Kagome quella che non ti sta facendo vedere chiaro? Sei ancora convinto che sia lei quella che ti sta offuscando la realtà? –
- Non so più niente. – affermo rassegnato.
- Ed è per questo che hai deciso di andare a vivere con Kikyo? Perché non sai niente? –
Non riesco a rispondere perché nemmeno io so che mi sia passato per il cervello quando ho parlato di questa mia “epifania” a Kagome.
In realtà lo so, ero talmente arrabbiato e deluso che non ho ragionato più. Non so perché, ma volevo provocarla, addirittura volevo che si arrabbiasse e mi desse dell’idiota per questa decisione.
E invece…
Miroku non sopportando il mio mutismo decide di proseguire.
- Inuyasha, hai solo paura, ma ora basta! Non sei più un ragazzino. Con Kikyo è stato un errore, fattene una ragione. Tutti sbagliamo, tante coppie si lasciano, anche quelle che stanno insieme da anni e anni. Non fartene una colpa per esserti innamorato di una persona mentre stavi con un’altra. È successo a tuo fratello, perché non poteva succedere a te? –
- Non è così. – rispondo secco.
- E com’è allora? Ti stai di nuovo chiudendo a riccio nel tuo insensato senso di colpa. Inuyasha svegliati! Perché non vuoi ammetterlo? È davvero Kikyo a bloccarti? Ti prego, almeno in questo, sii sincero. –
- È normale che debba pensare a Kikyo, sennò il problema non si poneva, ti pare? –
- Ok! Ti rifaccio la domanda e spero in una risposta un po’ meno idiota. Perché diavolo non lo ammetti? –
- Perché non posso farlo. –
- Oh Kami! Inuyasha quella non è una risposta. Perché non potresti? –
- Perché non so nemmeno io che diavolo provo! Non so che cos’è. Non so perché mi senta in questo modo. Se fosse tutto fumo negli occhi? Se non fosse reale? Cosa ci guadagnerei? -
- Sei proprio un idiota. Con Kagome sei te stesso, sei la persona più felice del mondo; invece Kikyo è solo il tuo burattinaio. Te ne rendi conto, vero? Adesso guardami negli occhi e dimmi: Miroku amo Kikyo e per Kagome non provo nulla. Abbi le palle di dirmelo! – mi incita a guardarlo negli occhi.
- Ma che vai sparando, perché dovrei dire una cosa del genere? –
- Se è la verità non dovresti avere problemi. –
Mi ammutolisco completamente, non ce la faccio a dirgli quello che mi ha chiesto, perché so che in fondo al mio cuore quella non è la verità, ma non posso permettermi di cedere… non è giusto.
- Sei un vigliacco Inuyasha. Il tuo terrore in questo momento è tutt’altro. Tu sai cosa provi per Kagome, lo sai sin troppo bene, ma hai talmente tanta paura di perderla sia come compagna sia come amica, che ti stai autoinfliggendo questa pena assurda per rispetto di una persona che per te non l’ha mai avuto. Mi dici cosa c’è di strano? Tu e Kagome siete sempre stati molto uniti, potevi metterlo in conto che ti saresti innamorato di lei. –
- Che diavolo di discorso è? Allora se fosse come dici tu, mi sarei dovuto innamorare di Rin, anzi sarebbe stato pure più plausibile visto che la conosco da una vita. –
- Ma di Rin tu non ti sei innamorato a prima vista, di Kagome invece sì! Mi ricordo il modo in cui la guardavi la prima volta che vi ho presentati al locale. –
In realtà quella era la seconda volta! Ma evitiamo di dirglielo.
- Che c’è, ora mi vuoi propinare la storia del colpo di fulmine? Piantala con queste stronzate da teenager. –
- Ah! Vuoi una stronzata meno da teenager? Ti accontento subito! Tra la tue paure più grandi c’è anche il fatto che pensi che per lei provi solo attrazione fisica mista ad un desiderio irrefrenabile di averla; ma fattelo dire da uno che ne capisce: se fosse stata solo una gran voglia di scopartela, l’avresti già fatto con o senza Kikyo. Perché, amico mio, la carne è debole specialmente per uno che aveva la sua notte di “fuoco” una volta la settimana. –
- Non è come dici tu, perché lo sai che in tre anni non ho toccato nessuna donna. E non è che non ne sentissi la mancanza. –
- Perché nessuna ti ha colpito come Kagome, e poi sei un bravo fidanzato. E ti dirò di più! Sono più che certo che tu non lo faccia con la tua fidanzata da un bel pezzo. –
- Che cosa ti dà tutta questa certezza? –
- Ti conosco! E se vuoi ti dico anche da quando. La butto lì: non hai più voglia di farlo con Kikyo da quando stavi per baciare Kagome mentre dormiva. E facendo un paio di conti, occhio e croce, tu non giaci con una donna da ben due mesi. Accidenti, per essere fidanzato è davvero tanto tempo. Mi chiedo come mai Kikyo non se ne sia accorta. – sostiene ironico.
Mi ammutolisco nuovamente a questa sua affermazione. Ma come diavolo ha fatto? È così evidente?
- Mi sa tanto che ho fatto centro! Allora vuoi altre delucidazioni? O ti ostini ancora a non capire? –
Anche se fosse come dice lui, come potrei fare questo a Kagome, siamo solo amici per lei, non potremmo essere nulla di più.
- Miroku non… – cerco di dire qualunque cosa, ma le parole mi muoiono in bocca.
- Ah ok! Quindi se per te non è nulla, allora non ti seccherà sapere che si sta frequentando con un tipo, giusto? –
- Come? – chiedo quasi terrorizzato.
- Si sta frequentando con un suo nuovo collega e, molto probabilmente, non ti risponde perché non vuole essere disturbata. Perciò è un bene che sia solo un’amica, le saresti solo d’intralcio. –
Il mondo mi crolla completamente addosso. Sta frequentando qualcuno? Che significa? Chi è questo tizio? Ma scherziamo?
Guardo il mio amico con paura, ma allo stesso tempo furioso.
- Questa è bella! Dici di non provare nulla per Kagome, ma hai il terrore che lei stia con un altro. – mi provoca facendomi ancora più innervosire.
- Non ho mai detto di non provare nulla. – mi faccio sfuggire senza pensarci.
- Oh ma davvero? Non l’avrei mai detto. – afferma con tono sarcastico. – Beh, fatti passare questa insana gelosia e vedi di fare pace col cervello. –
- Non sono geloso. Ho solo paura che la nostra amicizia venga compromessa da questo tizio venuto da chissà dove. – spiego abbastanza infastidito.
- Questo mi sembra un vero e proprio attacco di gelosia, ma fai un po’ come ti pare. Credi a quello che vuoi e continua a pensare che sia solo amicizia, tanto secondo te lei nemmeno ti guarda, vero? –
Perché mi sento così… svuotato… completamente svuotato?
Una coltellata farebbe meno male, questo è poco ma sicuro. Ho solo voglia di urlare e spaccare tutto.
- Noto che hai perso il dono della parola. Comunque non farti venire strane idee. Vuoi stare con Kikyo? Fallo, ma togliti dalla testa Kagome se davvero t’importa di lei. Di certo non ha bisogno che il suo “amico” – simula le virgolette con le dita – sia geloso per una scusa talmente stupida come quella che mi hai appena detto. –
- Perché ti ostini a dirmi di essere sincero sui miei sentimenti, però a condizione di restare lontano da Kagome? Perché vuoi che ci separiamo? A che gioco stai giocando? –
- Non è più gioco, amico. E vedo che forse la lampadina ti si è accesa se mi hai fatto questa domanda. –
Detto ciò, abbasso lo sguardo come se fossi stato sconfitto. Mi si stanno confondendo ancora di più le idee. Altro che lampadina!
- Voglio restare da solo. – lo prego non staccando gli occhi dal pavimento.
Sento Miroku che sorride come se sapesse quello che avrei detto. Questo è il rischio di avere un migliore amico che conosce ogni singolo lato del tuo carattere.
- Ti lascio allora. – si alza dal divano per dirigersi verso l’uscita, ma ad un certo punto lo sento fermarsi. – Ehi! – mi chiama incitandomi ad alzare lo sguardo – Tu credi che tra me e Sango sia sempre stato facile? Pensi che io o lei non abbiamo avuto paura? Non conoscerai bene Sango, ma conosci alla perfezione me. Sei partito che ero uno che saltava da un letto all’altro e al tuo ritorno hai trovato uno che ha una ragazza fissa a cui non potrei essere più che fedele. Sango non ha avuto storie meravigliose e l’ultima persona di cui si poteva fidare era proprio un libertino come me. Ma ci siamo trovati e ci siamo innamorati, prendendoci tutti i rischi che ne avrebbe comportato. Credi che tu sia l’unico ad avere paura? Se davvero vuoi una cosa devi prenderla, perché se aspetti potrebbe essere troppo tardi. Pensaci! – conclude, lasciando il mio appartamento.
Rimango solo con i miei pensieri e sinceramente non credevo che mi sarei sentito così devastato. E pensare che ho scelto io di intraprendere quella strada. Ho scelto io di non credere che tutto quello che sentivo fosse reale, ma per quanto mi sforzi sembra che tutto quello che ho fatto finora non sia servito a nulla, ma abbia solo peggiorato la situazione.
Ho fatto davvero di tutto per non perderla, ma cosa ho risolto? Mi sono solo creato un labirinto dal quale non riesco più nemmeno io ad uscirne. Come posso essere arrivato a questo punto?
Mi maledico per quello che sto pensando ormai da mesi: per Kikyo non provo più nulla o almeno quello che credevo di provare. Avessi provato per Kikyo anche solo una minuscola parte di quello che provo per Kagome, molto probabilmente qualcosa sarebbe stata diversa. Come anche sarebbe stato diverso se Kagome fosse stata più schietta nei confronti di Kikyo.
Non ho mai capito cosa lei realmente pensasse e quando avevo bisogno di un suo consiglio, su di lei non potevo contare; dovevo sempre sorbirmi la classica frase “fai quel che ti senti di fare”, ma perché diavolo devo fare quello che mi sento quando in realtà non sento assolutamente nulla? Non saperlo, ha fatto in modo che io fossi in qualche modo bloccato.
Scocciato, prendo il telecomando in mano e accendo la tv. Per fortuna è già sintonizzato sul canale del cinema.
No, non ci posso credere! Ma mi prendete in giro?
Stanno trasmettendo “Harry ti presento Sally” e non una scena qualunque, ma la classica delle classiche:
 
Harry: Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich. Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf, e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo, e non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.
 
 
Possibile che pure i film debbano tormentarmi?
Di getto spengo il televisore perché dopo questa non voglio più sentire nulla. Mi alzo e mi avvicino al frigo dove è attaccata la famosa foto mia e di Kagome. Appena la stacco dal frigo e la tengo tra le mani continuando a fissarla come se ne fossi ipnotizzato, incomincio a fare una sorta di viaggio nel tempo, rivedendo tutti i momenti passati con lei, cercando di guardarla con occhi diversi, quelli con cui non ho mai voluto vederla.
Ripenso alla prima volta che l’ho vista al parco, ho creduto davvero di non aver mai visto ragazza più bella di lei e le ho anche fatto una foto per non dimenticarmela. Ricordo ancora come per pura casualità ci siamo incontrati la sera stessa e come sia stato bello poter parlare con lei anche se non ci conoscevamo. Per come si è presa cura di me in un modo che nessuno ha mai fatto senza che neanche glielo chiedessi. Ricordo in Germania, sicuramente è stata la settimana più bella della mia vita, dove sono riuscito a vedere cosa c’è in fondo al cuore di Kagome e ancora una volta avrei voluto stringerla a me; non avrei voluto nessun altro. Ancora, penso ad ogni suo sorriso, ad ogni sua parola, ad ogni suo gesto, che mi hanno lasciato un segno indelebile che ormai fa parte di me. Ripenso ad ogni brivido che provavo solo standole vicino, ad ogni sensazione che mi spingeva sempre più verso di lei. Ripenso al suo sguardo, il quale ho sempre avuto la presunzione che fosse solo per me e questo non faceva altro che confortarmi e placarmi l’anima, come quando mi ha trovato dopo la notizia di mia nonna; solo con la sua presenza e dolcezza sono riuscito ad affrontare quella sofferenza che credevo incolmabile, stando semplicemente tra le sue braccia, ma non riesco a dimenticare la grande delusione e tristezza che ho provato mentre mi evitava, proprio quando avevo più bisogno di lei. Mi ha fatto così male che non c’ho pensato due volte a parlarle della convivenza con Kikyo, come se volessi farle un dispetto. Però, per quanto mi abbia fatto male, i momenti passati con lei forse sono gli unici dove veramente mi sentivo bene, felice, sereno… vivo.
E ora saranno solo vani ricordi, poiché lei adesso sarà impegnata con qualcuno che non sarò io. Si innamorerà lasciandomi solo ed io non credo di potercela fare, non voglio separarmi da lei, non voglio che tutto questo finisca, ma soprattutto… non voglio che stia con nessun altro.
Sono uno stupido!
Ripenso alle parole della nonna quando andai a casa sua quest’estate: Cerca di non fare cose stupide. Non fare in modo che lei diventi il tuo “come sarebbe potuto essere”.
E come era prevedibile, adesso sono solo in cucina a deprimermi su una foto, ripensando ai momenti più belli della mia vita e rimuginando sul fatto che forse tutto quello che ho provato finora non era frutto della mia immaginazione, ma erano emozioni vere che ho nascosto per paura che tutto fosse effimero e che avrei potuto perdere in una folata di vento se solo avessi ceduto a quelle sensazioni.
In cuor mio l’ho sempre saputo. Devo solo dirlo, non posso andare avanti così.
Dillo Inuyasha!
- Mi sono innamorato di Kagome! – esclamo a voce alta come se mi volessi liberare di un macigno. Senza accorgermene mi è entrata così dentro l’anima da diventare una parte di me. Rido da solo come un matto per scaricare la tensione, ma davvero mi sento più libero dell’aria. Sono arrivato a questa conclusione e non posso fare a meno di sentirmi bene anche se molto triste. Ormai è troppo tardi, non posso rovinarle la vita dicendo di amarla solo per alleggerirmi la coscienza. Non posso essere così egoista! Adesso lei frequenta un altro e non posso farci niente, poi rovinerebbe la nostra amicizia. Credo che quello di stanotte sia stato un sogno premonitore, non posso permettermi di perdere ciò che ho di più caro e bello. Lasciarla andare sarà il mio unico gesto d’amore per lei. Ora c’è da sistemare la questione di Kikyo. A questo punto un paio di paroline gliele dovrò dire. Il fatto che io ami Kagome, di certo, non porterà come finale me e lei insieme per sempre felici e contenti che corriamo verso il tramonto, ma non posso stare con Kikyo, ora non più.
Mi squilla il telefono e, per un attimo, ho sperato che fosse Kagome, ma ovviamente non è lei.
Parli del diavolo!
- Sì, Kikyo, dimmi. – rispondo in maniera molto fredda.
- Ah beh, ormai sempre di pessimo umore ti becco. –
- Ho le mie ragioni. Senti dobbiamo parlare. –
- Ci vediamo domani, no? Come avevo deciso. – mi dice euforica.
- Non possiamo farlo oggi? –
- Lo sai che non mi è possibile. Per caso sei impaziente?
- È una cosa importante. Comunque se non puoi, allora a domani.  – chiudo direttamente senza darle il tempo di salutare.
Non sono dell’umore per tutti questi convenevoli.
Avrò una giornata intera per pensare e starmene da solo, aspettando che arrivi domani.
 
 
Pov Kagome
 
Mi sono ridotta proprio male ieri sera. Ha ragione Sango, cosa diavolo mi è saltato in mente? Meno male che non le ho accennato che stavo per farmi abbordare dal primo cretino che ho incontrato. Dovrei ingraziare Eri e Ayumi per avermi soccorso, se non ci fossero state loro, avrei fatto la cazzata più grande della mia vita.
Ho la testa che mi scoppia, per fortuna che Sango mi ha detto quella compressa, altrimenti non so a che livelli starei.
Accidenti! Per fortuna che nel mio momento da macchina della verità non mi sono lasciata sfuggire che Kikyo mi ha “gentilmente” invitato a sparire dalla vita di Inuyasha. Già oggi sembrava strana e se glielo avessi detto avrebbe iniziato una caccia alle streghe (o meglio, alla strega) che sarebbe rimasta nella storia. Non che mi sarebbe dispiaciuto, ma non voglio vedere cosa quella serpe è capace di fare, ne ho già avuto un assaggio.
Sono giorni che non mi faccio sentire e lui non smette di cercarmi. Non voglio sentire più niente.
Inuyasha ti prego, smettila! Non hai idea quanto mi stia costando tutto questo.
Voglio rinchiudermi in casa fino a quando non mi riprendo. Visto che nemmeno l’alcol è servito per poter dimenticare, a questo punto è meglio rimanere a casa e magari aspettare che un meteorite o il motore di un aereo mi si schianti addosso mentre dormo. Fa un po’ “Donnie Darko”, e queste manie suicide di certo non sono da me, ma mi sento davvero come se qualcosa mi avesse schiacciato. Ma devo andare avanti, lo devo fare per me. Non posso essere un corpo senz’anima per il resto della mia vita.
Mentre mi trovo in posizione fetale sul divano a piangermi addosso sento bussare alla porta.
Oh mamma! E se fosse lui? Che faccio? Che gli dico? Non ce la faccio ad affrontarlo ora.
Il bussare continua fino a quando chi c’è dietro alla porta non inizia a parlare - “Kagome ci sei? Sono la mamma!”- Mi avvicino di scatto alla porta per aprirle.
- Ciao mamma! –
- Ciao tesoro! Come mai c’hai messo tanto ad aprire? – dice, mentre la faccio accomodare in sala da pranzo.
- Non aspettavo visite. Pensavo fosse qualche venditore porta a porta. – invento su due piedi.
- Se lo dici tu! – risponde, non molto convinta della mia spiegazione. Mi scruta attentamente mentre preparo il thè e alla fine decide di riprendere la parola – Come sta la famiglia di Inuyasha? –
- Sono ancora molto scossi. Al funerale li ho visti distrutti. –
- E tu? –
- E io cosa? –
- Come stai? – mi chiede quasi con severità.
- Bene. – dico secca. Appena verso il thè nelle due tazze ricomincio a parlare. – Mamma, posso chiederti una cosa? –
- Dimmi. –
- Come hai fatto a disinnamorarti di papà? –
- Non mi aspettavo da te una domanda del genere. Credevo più plausibile che mi volessi fare una ramanzina sui valori della famiglia, su come io sia stata una pessima moglie. –
- Non ho mai pensato nulla del genere. Non sono io a doverti giudicare. Tutti sbagliamo nella vita, a volte riesci a rimediare e altre no. La mia domanda era seria: come si fa a non amare più una persona? –
- Semplicemente non si può. L’amore finisce, è vero, ma non puoi deciderlo certo tu quando smettere di amare una persona. Il dolore è atroce, a volte difficile da sopportare, ma il tempo guarisce ogni ferita. –
Rimango in silenzio dopo le parole di mia madre e fisso intensamente la mia tazza di thè, con la speranza che qualcuno o qualcosa mi dia qualche risposta.
Ad un certo punto, mia madre si alza facendomi distogliere dai miei pensieri e la vedo avvicinarsi alle foto che ho sul mobile. E guarda caso che foto ha scelto di prendere? Quella mia e di Inuyasha durante la festa aziendale.
- Formate proprio una bella coppia. – esordisce mia madre continuando a fissare la foto.
- Smettila di dire sciocchezze! – scatto irritata.
- Non sono sciocchezze, dico solo la verità. Poi devi spiegarmi perché ancora non glielo hai detto. –
- Che cosa avrei dovuto dirgli? –
- Che sei innamorata di lui. –
- È fidanzato. Non credo che serva altro per non dirglielo. –
- Non lo neghi allora. –
- Che lo nego a fare? Tanto per quel che vale! –
- Mah! Io dico che Inuyasha sia pazzo di te. E non uscirtene con la scusa che è fidanzato, perché questo non ha mai impedito a nessuno di innamorarsi di un’altra persona. Tuo padre lo sa bene! – conclude acidamente.
- Mamma! – la riprendo con fermezza.
- Scusa, scusa! Quello che ti voglio dire è che non sempre stare con una persona vuole dire amarla. L’amore ha talmente tante facce che per un certo istante può sembrare vero, ma basta incontrare la persona giusta per capire cosa realmente il cuore vuole. –
- Fidati, non è questo il caso. È molto più complicato. –
- E cosa non lo è? – mi sorride per poi darmi un bacio sulla guancia. Mi guarda dolcemente e continua – Tutto passa. Anche questa passerà! –
Con le lacrime che nuovamente prendono il sopravvento, mi fiondo tra le braccia di mia madre.
- Grazie. –
- Di nulla, tesoro. Ti voglio bene. –
- Anch’io. –
Dopo qualche minuto mia madre lascia il mio appartamento e resto nuovamente sola con i miei pensieri.
Dovrei sentirmi meglio, ma perché è così dannatamente difficile?
 
 
 
“L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi insegue.”
Avrò letto e riletto quella frase di Shakespeare almeno un migliaio di volte, ma senza mai capirne davvero il significato. Mi sono sempre chiesta chi fosse così scemo da inseguire un amore che mai gli sarebbe appartenuto e che mai sarebbe stato ricambiato.
Chi l’avrebbe mai detto che, tra tutti, la scema in questione sarei stata proprio io?
 
Sono ancora qui a guardare il soffitto, con gli occhi pieni di lacrime a cercare di sforzarmi e convincermi che tutto quello che sto provando sia sbagliato, e che un amore non corrisposto è solo un modo come un altro per autopunirsi, ma più ci provo e più la mia mente ritorna alla prima volta che ho incrociato il suo sguardo.
Non lo sento ormai da quattro giorni. L’ultima volta che l’ho visto mi aveva confessato di voler chiedere a Kikyo di andare a vivere insieme. Come al solito non ho avuto il coraggio di dirgli nulla, ma stavolta la mia reazione è stata completamente diversa. Sono scappata e da allora non ho avuto più la forza né di vederlo né di sentirlo, rifiutando tutte le sue chiamate. So che non è un comportamento di cui andare fiera, ma in questo momento ho il cuore in frantumi e non credo che riuscirò a recuperarne tutti i pezzi.
Aver avuto l’amicizia di Inuyasha è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata, ma se avessi saputo che innamorarmene mi avrebbe fatto sentire così, forse ci avrei pensato due volte. Però, col senno di poi, credo che anche se tornassi indietro altre mille volte, avrei sempre scelto Inuyasha.
Aveva proprio ragione Sango: “Chi di spada ferisce di spada perisce”.
Sento il campanello suonare, distogliendomi dai miei pensieri e con fatica vado ad aprire.
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
Ciao a tutti voi *^* CE L’ABBIAMO FATTAAAAA
Santo Inuyasha finalmente ce l’ha fatta tra un po’ piango anch’io xD nemmeno io lo sopportavo più ahahahahahahha
Questo è l’ultimo capitolo dell’anno <3 spero di averlo chiuso bene e che vi sia piaciuto *^*
Continuo a dirvi grazie per tutto il supporto e per recensisce e legge ogni volta… i miei ringraziamenti non sono mai abbastanza.
Vi auguro di passare un felice Natale con i vostri famigliari e amici in salute e in allegria <3
Ci si becca all’anno nuovo con un nuovo capitolo intitolato “Ora lo so!” *^*
Alla prossima.
Un abbraccio e Buon Natale a tutti :*
PrincessMiyu
                                                                                                  
 

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Capitolo 21
*** Ora lo so! ***


Capitolo 20: Ora lo so!
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Sto andando da Kikyo per rompere definitivamente la nostra storia, poi con Kagome vedrò come gestire la questione. Ora la cosa che più conta è salvare almeno la nostra amicizia. Non era sicuramente l’ambizione della mia vita innamorarmi della mia migliore amica, ma piuttosto che perderla me lo farò bastare.
Chissà cosa sta facendo. Se penso che potrebbe stare con quell’idiota in questo preciso momento, divento furioso solo al pensiero.
Continuo a chiedermi come abbia fatto ad essere così stupido? Ho avuto la capacità di negare tutto anche quando i segnali erano più che evidenti. Mi sono fatto influenzare dai sensi di colpa e da non so quale altra scusa idiota, tanto da non vedere che la risposta a tutte le mie domande ce l’ho sempre avuta davanti agli occhi da ormai nove mesi, da quando l’ho vista per la prima volta al parco.
Ora pago le conseguenze della mia stupidità, ma almeno la questione con Kikyo va risolta subito. Ho  preferito andare da lei a piedi, magari quest’aria bella fredda mi farà riflettere meglio e immaginare cosa accadrà nelle prossime ore.
La prima cosa da sapere è se ha fatto del male a Kagome, perché se è davvero così, giuro che non la passa liscia.
Non ho più intenzione di farmi abbindolare da quello che mi dirà e soprattutto stavolta voglio davvero seguire il mio cuore. Sta urlando da troppo tempo, è ora di dargli un po’ di respiro.
Non voglio più rimpianti!
Sono di fronte a casa di Kikyo, faccio un respiro profondo e busso.
Dall’altra parte sento la voce di Kikyo che mi urla “È aperto!”. Entro e vedo che è tutta in ghingheri, con un vestito pieno di quei cosi scintillanti per giunta fin troppo corto e scollato.
Non provo nemmeno un minimo di eccitazione, tutti i nodi ormai sono al pettine!
- Inu-chan, vuoi uscire vestito in quel modo? -
- Kikyo dobbiamo parlare. – dico senza tanti giri di parole.
- Va be’ parleremo al ristorante. Dove hai prenotato? –
- Non ho prenotato da nessuna parte. –
- Ma lo sai che i posti che piacciono a me è impossibile andarci senza prenotazione. –
- Chi ti ha detto che dobbiamo uscire? Ti sto dicendo che devo parlarti, ma tu come sempre non ascolti mai quello che dico. –
- Uff! Ah già! Cos’hai? – mi domanda scocciata come se mi stesse dando un contentino.
- Eh? –
- Vuoi questo, no? Che ti chieda in continuazione cosa succede nella tua vita. –
Rimango allibito a queste parole. Ora la vedo chiaramente per quello che è. Avevano tutti ragione e io non ho visto nulla.
- Senti, tra questa e questa, che preferisci? – si gira tutto d'un tratto con due cosi di colore diverso, che non so nemmeno a che cavolo servono.
- Ma che diavolo me ne frega! Per caso stai cambiando discorso di proposito? – sbotto irritandomi sempre di più.
- Che noia! Se rispondi, iniziamo a parlare. È importante! –
- Quello blu! – l’accontento per non sentirla più.
- Quello blu? Ma non va bene. Allora prendo questo lilla. –
- Perché cazzo me lo hai chiesto allora? – inizio a perdere la calma.
- Volevo un tuo consiglio, no? –
- Ma se nemmeno mi dai retta, perché diavolo ti ostini a chiedere? –
- Accidenti Inu-chan! Da quando sei così scontroso e antipatico? Sei cambiato. –
- In realtà, sono sempre stato così. Sono permaloso, scontroso, antipatico, impulsivo e testone. Sono sempre io, dovresti saperlo. –
-  Ma credevo invece di averti migliorato. –
- Migliorato? Non sono un giocattolo che puoi aggiustare. -
A quelle parole, mi viene in mente quello che mi disse Kagome sull’aereo.
 
 
- Ho imparato a conoscerti e posso dire che sei scontroso, permaloso e a tratti musone, ma allo stesso tempo sei buono, generoso, altruista e metti le persone a te care al primo posto. Hai deciso di portarmi qui pur volendo passare le ferie con la tua fidanzata, non dico che sia stato giusto, ma tu sei fatto così. Sei uno stupidone dal cuore grande. E con tutta onestà, non cambierei niente di te, per nulla al mondo. Mi piaci così come sei. –
 
 
 
Oh Kikyo! Non hai idea di come mi rendi le cose più semplici in questo momento. A quel ricordo, scoppio in una sentita risata come se fossi impazzito, ma non vedo l’ora di liberarmi di un peso immane.
- Che c’è da ridere? – domanda seria.
- Sai che ti dico? È finita! –
- Eh? –
- Ho detto: È finita! Sei sorda, oltre che essere una grandissima stronza? –
- Inuyasha, ma per caso sei andato fuori di testa? – comincia ad urlarmi contro.
- Mai stato più lucido in tutta la mia vita. Questa pagliacciata che c’è tra di noi è durata fin troppo. Ora è finito il tempo dei giochi. Il tuo burattino ha deciso di tagliare le corde. – dico più furioso e convinto che mai.
- Come al solito ti fai sempre influenzare da quelle serpi dei tuoi amici. Non hai capito che vogliono metterti contro di me, soprattutto quella gattamorta di Kagome. –
Kagome, gattamorta?
- Attenta a come parli Kikyo. Se avessi davvero ascoltato i miei amici non ti avrei fatto da zerbino per cinque anni. E poi te l’ho già detto una volta, non osare mai più parlare così di Kagome. Lei non c’entra nulla. – alzo i toni e ora è arrivato il momento di sapere cosa ha fatto.
- Kagome. Kagome. Kagome. Sempre e solo Kagome! Ma davvero ti interessa di quella sfigata, che non è nemmeno capace di tenersi un lavoro senza farsi buttare fuori? –
Cos’ha detto?
- Come fai a saperlo? Io non ti ho detto niente. – se i miei occhi potessero produrre fiamme, a quest’ora Kikyo sarebbe bella che carbonizzata.
- Beh ecco… -
- Hai costretto tu Naraku a licenziarla, non è vero? Cos’altro le hai fatto? – urlo come mai in vita mia.
Come posso essere stato con una persona del genere? Come ho fatto a non vederla chiaramente per quello che è? Perché Kagome non mi ha detto niente? Cos'altro le ha fatto?
- L’ho fatto per amore! Avevo paura che ti stesse portando via da me. E poi, mi hai lasciato sola per tre anni per fare i cavoli tuoi e non mi meritavo un trattamento del genere. Kagome ha fatto di tutto per allontanarci, si nascondeva dietro a quell’aria da amica quando in realtà ti voleva e non certo perché fosse innamorata di te. Non potevo permettere che ti avesse. – si giustifica con aria da santarella, dicendo per giunta cose senza senso.
Adesso non so se ridere o prenderla a parolacce! Con che faccia mi dice una cosa del genere?
- Kikyo ti stai rendendo ridicola! Come fai a parlare di amore quando non mi hai mai apprezzato per quello che sono, sminuendomi più e più volte? Questo non è amore. Ma devo essere onesto, la cosa non mi tange nemmeno, perché neanche io ti amo. Anzi, non lo sono mai stato. Mi sono creato una bolla fatta di sole stronzate dovute ai miei sensi di colpa che TU per anni mi hai affibbiato ingiustamente solo per tenermi in pungo. Ora la cosa non mi interessa più, puoi girarci intorno quanto vuoi e attaccarti a qualunque cosa, mi rendi solo le cose più facili. –
Vedo Kikyo che abbandona quella faccia da finto cane bastonato e dare spazio alla cattiveria più assoluta.
Si sta rivelando per quello che è realmente!
- Non oserai lasciare me. Ti pentirai amaramente di quello che stai dicendo! –
- Non sto osando, ma lo sto facendo e anche di gusto aggiungerei. – sorrido sarcastico, per poi dare spazio alla serietà più assoluta – Non provare a minacciarmi Kikyo. – finalmente vedo nei suoi occhi paura. Non si aspettava che l’affrontassi a viso aperto senza mezzi termini – Prova ad azzardarti a toccare, anche solo con pensiero, Kagome, e giuro su tutti i Kami esistenti che sarai il primo essere di sesso femminile su cui alzo le mani. –
- “Essere”? –
- Di certo non posso definirti donna. Che donna sei, se manipoli chiunque solo per divertimento? Che donna sei, se sei disposta a fare del male al prossimo solo per il gusto di farlo? Che donna sei, se tratti chi ti sta intorno come misere formiche? Sei una poveraccia, Kikyo. Quando un giorno qualcuno ti butterà giù da quel piedistallo di merda che ti sei creata da sola, ti renderai conto di quando tu sia insignificante. – mi libero completamente e sono in procinto di andarmene quando mi viene da dirle l’ultima cosa. - Hai rovinato tutto solo per il tuo egoismo e per la tua presunzione. Potevamo finirla tre anni fa, ma hai voluto tenermi all’amo solo per pararti il culo e io come un cretino ci sono cascato, perché credevo che dietro a quella faccia rifatta ci fosse molto più. Che mi serva di lezione. –
Vado verso l’uscita senza neppure guardarla.
- Non puoi lasciarmi Inuyasha! Non sei nessuno senza di me! – mi ferma trattenendomi per il braccio.
A quanto pare non ha capito un cavolo di quello che ho detto.
- Questo lo pensi tu e anche se fosse, meglio essere nessuno senza di te, piuttosto che essere qualcuno stando con te. – mi stacco violentemente dalla sua presa e apro la porta. - Addio Kikyo! Non farti più vedere. –
Uscito da quell’appartamento, posso tirare un sospiro di sollievo. Ho detto cose terribili a Kikyo, ma non mi pento minimamente. Ha fatto del male a Kagome, solo perché pensava che lei ci stesse separando, quando la realtà è tutt’altra. Kagome non ha fatto proprio niente, mi sono innamorato di lei solo perché è sempre stata se stessa e non ha mai fatto nulla per apparire quello che non era. Non mi ha mai fatto sentire fuori posto o inadeguato, per lei sono sempre andato bene così. Con Kikyo non mi sono mai sentito come mi sono sentito con Kagome, sin dalla prima volta che l’ho vista.
È sera inoltrata e fa molto freddo, mi incamminano senza meta ripensando alle parole di Kikyo: “Kagome ha fatto di tutto per allontanarci, si nascondeva dietro a quell’aria da amica quando in realtà ti voleva”.
Quanto vorrei che fosse vero, quanto vorrei correre da lei e dirle che la amo. Ma come posso farlo se sta con un altro?
Mi fermo all’improvviso e mi ripeto quello che ho detto prima di bussare da Kikyo. Non voglio più rimpianti!
In realtà, io non dovrei sapere nulla di questo fantomatico tizio, è stato un pettegolezzo di Miroku. Lei non mi parla da giorni. Non voglio più questo silenzio, ora basta!
Inizio a correre come un pazzo verso casa di Kagome.
 
Finalmente arrivo a casa sua. Ho il terrore di non trovarla o, cosa peggiore, di trovarla con lui.
Se ci penso sto male, ho il cuore che mi batte all’impazzata e non credo che la causa sia solo la corsa. Senza pensarci troppo, busso. Come va, va!
Mi poggio allo stipite della porta per riprendere fiato, quando sento la porta aprirsi. Ed eccola lì! Bella come il sole, ma con gli occhi gonfi e rossi. Stava piangendo!
- Inuyasha tutto bene? Che ci fai qui? – chiede un po’ intimorita.
- Posso entrare, almeno così possiamo finalmente parlare? – la butto sull’ironico e cerco di normalizzare il respiro.
Mi fa accomodare in soggiorno e mi offre un bicchiere d’acqua e, per fortuna, sembra sia sola. Seduto sul divano, Kagome rimane in piedi davanti a me. Svuoto il bicchiere e penso a cosa dire cercando di essere serio.
- Perché piangevi? – domando fissandola negli occhi.
Non voglio più pensare a cosa a dire. Siamo qui, siamo in ballo e allora balliamo.
Alla mia domanda mi fa spallucce, come se non sapesse cosa rispondermi. Chissà perché me lo aspettavo.
Testona!
- Chissà perché questa tua reazione non mi sorprende per niente. Comunque se sono qui è per un motivo. – decido di prendere il toro per le corna. Devo farle sputare tutto quello che ha dentro, se le dicessi che so tutto, negherebbe all’istante – Avevo un appuntamento, e ci sono anche stato a dir la verità, infatti sono qui per dirti com’è andata. –
- Hai chiesto a Kikyo di andare a vivere insieme? –
- Se ti dicessi di sì? – la provoco volutamente.
- Sono molto contenta per te e spero voi siate felici. – risponde abbassando lo sguardo in modo quasi meccanico.
- Tsk! Certo che sei davvero assurda lo sai? Ti chiedo perché piangi e non mi rispondi, ti dico che ho chiesto a Kikyo di venire a vivere con me e mi dici che sei contenta dopo che non ti fai sentire per giorni, e tra l’altro non mi guardi nemmeno in faccia quando ti parlo! – sbotto all’improvviso. Non può tirarsi indietro proprio ora e se ha qualche problema col sottoscritto è il momento di affrontare la questione una volta per tutte.
Mi alzo di scatto parandomi davanti a lei così da obbligarla a guardarmi.
- Allora? Dimmi la verità. Cosa ti è preso in questi giorni? Cos’è, il nuovo collega ti ha tenuto talmente tanto occupata da ignorarmi completamente? – mi faccio sfuggire come un idiota, ma non ce l’ho fatta a resistere davanti a tanta ostinazione.
Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro.
Sto iniziando ad agitarmi come non mai, l’essere così vicino a lei mi fa salire i battiti alle stelle.
- Nuovo collega? Ma di che diavolo stai parlando? In questi giorni non ho visto proprio nessuno; è stato solo un caffè. E poi, anche se fosse, a te che importa? Se sono sparita avevo le mie buone ragioni e, che diamine, perché devo dare conto a te di quello che faccio? Tu dovevi pensare alla tua bella e non volevo assolutamente disturbarti, così ho pensato ai fatti miei. Ora, razza di scemo, che vuoi da me? – urla furiosa.
Non c’è nessun collega? Solo un caffè? Aveva le sue buone ragioni?
Che diavolo è questa storia?
- Disturbarmi? Ma ti senti quando parli? Beh, razza di stupida, cominciano a diventare affari miei quando la mia migliore amica, dopo la nostra ultima conversazione, decide di sparire dalla circolazione non solo non facendosi sentire, ma anche rifiutando palesemente tutte le mie chiamate! Certo che dovevo pensare alla mia “bella”, ma se ti ho cercato in questi giorni, non ti è per niente passato per l’anticamera del cervello che avessi bisogno di parlare con te? – grido senza rendermene conto.
- Oh beh! Avevi bisogno di parlarmi? E sentiamo, che volevi dirmi? Volevi l’amichetta che ti tenesse la manina mentre ti lamentavi per l’ennesima cazzata della tua fidanzata? No grazie, non mi sta più bene questa cosa! Se vuoi fare lo zerbino fallo, però io me ne esco fuori da questa situazione. Hai fatto la tua scelta, ora di certo non puoi tornare indietro. – mi risponde a tono iniziando a piangere.
Mi distrugge vederla così, ma è lei la Kagome che conosco ed è con lei che voglio confrontarmi.
Finalmente!
- Come puoi uscire da una situazione in cui non sei nemmeno entrata? Ogni volta che si apriva l’argomento Kikyo ti limitavi sempre e solo ad ascoltare. Non mi hai mai detto quello che realmente pensavi, al massimo dicevi “fai quel che ti senti di fare”. Non credi che invece della manina io volessi semplicemente sapere quello che pensavi? –
Ora non filtro più i miei pensieri. Voglio che lo sappia, non posso tirarmi indietro.
Sono egoista a fare questo, ma non riesco a trattenermi.
Basta con le pippe mentali!
Ma prima…
- Perché volevi questo? Cosa sarebbe cambiato? –
- Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. Comunque sappi che mi è sempre importato del tuo parere e del tuo giudizio più di chiunque altro e, sì, sono convinto che molte cose sarebbero cambiate e avrei fatto chiarezza su molte altre tanto tempo fa. –
- Cosa vuoi dire? Visto che non ti dicevo come stavano le cose, tu hai continuato a fare stronzate? No Inuyasha, questa cazzata risparmiatela. Non sei un poppante e credo tu sia anche abbastanza intelligente da fare le tue scelte, consapevole delle conseguenze. Non darmi colpe solo perché non sapevi come comportarti! –
- Ecco, è proprio qui che ti volevo! Credi davvero che sia tanto idiota da non accorgermi di cosa stava succedendo? Credi che io sia così cieco? Sì, lo sono stato, ma per quanto riguarda i miei sentimenti, se mi sono comportato in maniera stupida è perché non volevo perdere la cosa più bella che mi sia mai capita, non accorgendomi però che stavo per perderla ugualmente. Ora ti prego, dimmi quello che davvero pensi. – la prego con la speranza che possa capire.
- Non voglio. Fa troppo male. –
Vedendola così non resisto più, decido di appoggiare la mia fronte sulla sua. Avevo bisogno di sentirla sulla mia pelle, il suo dolce profumo, il suo respiro.
- Ti prego. – la supplico nuovamente e la vedo che si sta torturando il labbro.
- Come potevo dirti quello che dovevi fare, se io per prima non ho mai capito a fondo cosa significasse stare con una persona? Come potevo dirti che tutto quello stavi facendo era solo un modo per accontentare lei, ma rendeva infelice te? Come potevo dirti di lasciar perdere, quando ti vedevo innamorato di lei? Come potevo dirti che sei una persona meravigliosa e non sopporto l’idea che tu stia accanto ad una persona che non ti merita? Soprattutto come potevo dirti che il solo vederti con lei, mi fa stare così male che mi sembra di morire? – confessa continuando a piangere.
Non riesco a credere a quello che ho appena sentito. Per tutto questo tempo, provava questo? Per me?
Siamo solo due cretini!
Le sorrido accarezzandole le guance con i pollici e nel frattempo le asciugo dalle lacrime. È così bella e dolce, anche quando piange.
- Stupida ragazzina. – le dico e finalmente faccio quello che desidero fare da mesi ormai.
La bacio dolcemente come se volessi darle il tempo di abituarsi e questa volta non è un sogno, sto davvero baciando le sue labbra. Per un attimo non risponde, ma dopo poco dischiude le labbra e le nostre lingue finalmente iniziano a cercarsi, accarezzarsi, sfiorarsi.
Nel mio sogno mi sentivo meravigliosamente bene come in paradiso, ma ora che mi trovo nella vita reale, quello che sento è molto di più.
Ci stacchiamo per riprendere fiato e decido di confessarle tutto.
- Senti io… - incomincio a parlare, ma vengo bruscamente interrotto.
- No Inuyasha, ti prego, va bene così. Farò finta che non sia successo nulla, però… - la zittisco, perché non ha capito niente di quello che ho intenzione di fare.
- Se mi lasciassi finire di parlare, forse le cose sarebbero più chiare, no? – chiarisco e con un gesto del tutto naturale la stringo a me avvolgendo le braccia intorno alla vita e facendo toccare nuovamente le nostre fronti.
Non ti lascio più scappare ora!
- Da quando sono tornato in Giappone, ho creduto che la mia vita sarebbe continuata come avevo pensato o meglio, tornando pensavo di trovare quello che avevo lasciato, ma non è stato così. Sapevo che, appena tornato, avrei dovuto comunque sopportare il carattere non facile di Kikyo, credendo anche di riuscire a gestirlo, e ti assicuro che avevo tutte le buone intenzioni di questo mondo visto che mi aveva aspettato per tre anni. Credevo che ci tenesse ancora alla nostra storia e non volevo deluderla, pensando più a quello che voleva lei rispetto a ciò che desideravo io. Kagome, quando sono tornato ero pieno di certezze e di scelte scontate che da un momento all’altro sono tutte crollate. Questo grazie a te. – riprendo fiato per poi continuare - Grazie a te ho capito davvero cosa vuol dire essere apprezzati per quello che si è. Non hai mai voluto che io fossi qualcun altro e non hai mai cercato di sopprimere i miei pensieri o le mie passioni. Solo con te sono me stesso. In te ho trovato quella serenità che non avevo mai provato e mi sono sentito perso non vedendoti in questi giorni. Ma sai qual è la cosa peggiore? –
- No – mi risponde in maniera quasi impercettibile.
- Ho sentito molto di più la tua mancanza in questi quattro giorni che quella di Kikyo negli ultimi tre anni. Ogni istante senza di te mi sembrava infinitamente frustrante. Non riuscivo a smettere di pensare a te, neanche volendo. Ti giuro, mi sono odiato per questo perché ero consapevole che fosse sbagliato provare questo per te e non per lei. Quando Miroku mi ha detto che avevi accettato la corte di un tuo collega non ho capito più niente; mi sembrava di impazzire al solo immaginarti tra le braccia di un altro. Mi imponevo che fosse solo timore che la nostra amicizia ne risentisse, ma il pensiero di non averti più per me e la paura di averti perso per sempre, mi hanno fatto capire che non riesco più a fare a meno di te, Kagome. – a queste mie parole, Kagome si scosta leggermente e mi guarda sorpresa.
Finalmente hai capito?
- Inuyasha, ma… -
- Kagome, quello che sto cercando di dirti è che ti amo. Mi hai creato una confusione assurda e una moltitudine di emozioni che non ho mai provato in vita mia, e quando mi sono reso conto di essermi perdutamente innamorato di te, finalmente tutto mi è stato più chiaro. Quello che provavo, i sensi di colpa, il mio senso del dovere, è andato tutto in secondo piano, perché non facevano altro che rendermi ciò che non sono. E prima che tu me lo chieda, per quanto riguarda Kikyo è vero, stasera l’ho vista, ma l’ho lasciata. Non posso e non voglio più vivere senza di te. –
L’ho detto! Ce l’ho fatta, non posso crederci. Ma lei cosa penserà?
Non sta dicendo nemmeno una parola, possibile che abbia frainteso tutto?
Ma quando pensavo che fosse solo un abbaglio, Kagome mi bacia, sorprendendo me stavolta.
-Ti amo anch’io. Non sai quanto. – confessa vicinissimo alle mie labbra.
Non posso fare a meno di sorridere e tornare a baciarla con molta più passione di prima. Mentre l’accarezzo, sento le sue dita tra i miei capelli che mi provocano un brivido di piacere lungo tutta la schiena. L’eccitazione non tarda ad arrivare quando i nostri baci diventano sempre più famelici.
- Piccola… forse è meglio che ci fermiamo, altrimenti rischio di non riuscire più a controllarmi. – dico ansimando. Non vorrei smettere, ma non posso saltarle addosso così su due piedi.
- Non ci penso nemmeno a lasciarti andare proprio adesso! Ti ho aspettato fin troppo. – dichiara lasciandomi senza parole, ma non me lo faccio ripetere un’altra volta.
Così la prendo dai fianchi e la trascino sul divano mettendola sopra di me. Inizia a sbottonarmi con lentezza la camicia senza smettere di baciarci. Non riesco a non gemere ad ogni suo tocco finché non ci stacchiamo per potermi togliere la camicia con più facilità. Una volta tolta, inizia a stuzzicarmi, accarezzarmi, baciarmi, leccarmi. Ogni suo gesto mi fa impazzire come mai mi era capitato.
- Oh Kagome… se continui così mi uccidi prima di iniziare. – inizio a stuzzicarla maliziosamente.
- Non trovavi la donna che prende le redini dannatamente sexy? – mi ricorda cosa le dissi mesi addietro. Come posso dimenticarmi quello splendido pomeriggio!
- Vero. Ma è anche vero che avevo detto “qualche volta”. – decido di stare al gioco.
- E questo che vuol dire? – coglie la mia piccante provocazione.
- Vuol dire che è arrivato il mio turno. –
Prendo in braccio Kagome e la trascino in camera non staccando mai le mie labbra dalle sue.
Inizio a spogliarla, ma lasciandola in intimo. Continuo a bearmi del suo corpo perfetto baciandolo partendo dal collo fino ad arrivare al seno. Non resistendo oltre, le tolgo il reggiseno e, finalmente, posso contemplare questa creatura così perfetta e meravigliosa.
- Amore mio sei bellissima. Non smetterei mai di guardarti. – ammetto continuando ad accarezzare il suo seno.
- Ridillo. – mi chiede sorridendomi.
- Sei bellissima. – rispondo ricominciando a baciarla dappertutto.
- Non questo. – ribatte ansimando.
In realtà, non l’ho mai detto a nessuno. Non sono stato mai tipo da nomignoli, li ho sempre reputati stupidi e banali. Ma con Kagome mi è venuto così spontaneo chiamarla così, anzi, credevo che dicendolo sarebbe risultato un peso e, invece, è tutto l’esatto contrario. È una liberazione!
- Amore mio. – ripeto rimanendo attaccato alla sua pelle.
- Dillo ancora. – mi prega gemendo più forte.
- Amore mio, amore mio, amore mio, amore mio, amore mio e un miliardo di volte amore mio. – ripeto ancora continuando a baciarla. Vederla ansimare di piacere, fa aumentare la mia eccitazione in maniera esponenziale che è abbastanza evidente ormai. Non riuscendo a trattenermi, inizio a stuzzicarla vicino la sua intimità e, con mio immenso piacere, noto che si struscia contro la mia mano, evidente segnale che vuole di più. Segnale che voglio assolutamente cogliere senza farmelo ripetere. Le tolgo l’ultimo indumento rimasto e decido di darle ancora più piacere. Così inizio prima a toccarla con le dita e poi di continuare con la bocca.
Oh Kami! È buonissima, potrei non staccarmi più.
- Oh Inuyasha… oh sì… - geme fortissimo afferrandomi la testa e sento che il piacere non tarda ad arrivare.
Mi stacco da lei decisamente soddisfatto, ma allo stesso tempo impaziente di farla mia come non avevo mai provato per nessuna.
Mi spoglio velocemente per poter liberare la mia erezione che è arrivata sul punto di esplodere. La sovrasto ricominciando a baciarla, dopo averla accarezzata un po’ con la mia virilità non resisto ed entro in lei con decisione. Mi muovo in lei con dolcezza per assaporare ogni singolo momento.
Non saprei nemmeno come descriverlo, perché non è solo meravigliosa questa sensazione, ma è molto di più. Fisicamente sono dentro di lei, ma in realtà è lei dentro di me avvolgendomi corpo e anima.
Ogni cellula del mio corpo sta urlando che io sono suo e lei è mia. Non stiamo facendo solo l’amore, ma ci stiamo completando fondendoci come se fossimo una cosa sola.
Aumento l’intensità delle spinte, quando Kagome si mette a cavalcioni sopra di me e inizia a muoversi con vigore facendomi impazzire, così mi muovo insieme a lei entrando sempre più profondità. Un altro paio di vigorose spinte e finalmente vengo in lei felice e appagato. Con il sorriso sulle labbra la stendo sul letto tenendola tra le mie braccia.
- Ti amo Inuyasha. - dice baciandomi sul petto.
- Ti amo anch’io Kagome. - ricambio, baciandola a mia volta sulla fronte.
Senza accorgercene ci addormentiamo rimanendo stretti l’uno a all’altra.
Durante la notte, sento muoversi il letto e mi sveglio. Noto Kagome che è sveglia e guarda con aria strana il cellulare.
- Amore che c’è? – domando preoccupato.
- Ha squillato il cellulare e mi sono svegliata. Pensavo fosse il mio e l’ho preso. Mi dici che cos’è questa cosa? – mi mostra la foto che ho messo come schermata di blocco.
- Ops! E dai non te la prendere. Mi dispiace, non ho saputo resistere. Eri così bella e non ho potuto farne a meno. – ammetto facendo il finto dispiaciuto.
- Ma si può sapere quando l’hai fatta? – chiede incuriosita.
- Quando ci siamo visti insieme Pulp Fiction e “quell’altra cosa”. – confesso alla fine.
- Davvero? E pensare che quel giorno stavi male per Kikyo. –
- Non stavo male per Kikyo quel giorno. Stavo male perché NON stavo male per Kikyo. Non m’importava più nulla di quello che diceva e non facevo altro che pensare ad un modo per scappare. O meglio, non facevo altro che pensare ad una scusa per venire da te. Quel giorno non avevo ancora capito cosa provassi e avevo solo una gran confusione, però volevo stare con te, così sono venuto a casa tua. – spiego imbronciato. Uffa! Perché doveva ricordarmi l’unica parte brutta di quella giornata?
Kagome ad un tratto si avvicina a me e mi bacia sulle labbra, forse per dirmi che non è infastidita?
Già che ci siamo! Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!
- Amore senti, c’è un’altra cosa che devo dirti. – mormoro.
- Che c’è? Non dirmi che eri vergine? – la ragazza scherza col fuoco.
- Quanto sei stupida. – dico scoppiando a ridere. - A parte gli scherzi, volevo dirti che quella foto non è l’unica che ho. –
- Come? – chiede incuriosita e decisamente confusa.
Inizio a scorrere le immagini e le faccio vedere la foto che le feci quando la vidi la primissima volta al chiosco.
- Ero appena rientrato in Giappone ed ero andato al parco per fare jogging. Mi sono fermato un secondo per vedere un albero di ciliegio e mentre guardavo i fiori cadere, mi sei apparsa tu davanti agli occhi, così bella e assorta nei tuoi pensieri. Credevo che non ti avrei più rivisto ed è per questo che scattai quella foto. Pensa che, per vederti meglio, andai a bere alla fontanella vicino al chiosco. Non hai idea di come mi sia sentito maniaco in quel momento, non solo fotografavo una sconosciuta, ma avevo anche una fidanzata. Avevo anche pensato di cancellarla ma non ne ho avuto la forza. E poi chi avrebbe mai immaginato che ti avrei rivisto quella sera stessa? – rivelo decisamente imbarazzato come mai nella vita. Vorrei sprofondare e adesso sono certo che riderà di me. Reazione che, con mia sorpresa, non arriva, anzi sembra che stia per piangere. Bene!
 - Ehi piccola, perché piangi? – chiedo preoccupato.
- Penso a come è strano il destino e a come un semplice fiore di ciliegio sia riuscito ad innescare tutto questo. –
Mi accarezza la guancia e mi guarda con la sua solita dolcezza.
- Che vuoi dire? – ora quello confuso sono io.
- Poi ti racconterò, abbiamo tutto il tempo del mondo. Adesso baciami. –
Accolgo la sua richiesta con piacere e la bacio con ardore. Ricominciamo a fare l’amore fino al punto di riaddormentaci abbracciati e felici.
Questo è l’amore e ora lo so!
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
*coff coff*
Ciao bellezze xD Lo so sono in super ritardissimo, ma sono sommersa dai libri, quaderni e appunti.
La sessione d’esame invernale è una delle cose peggiori T^T spero di finire al più presto e poter pubblicare in tempo gli ultimi capitoli.
Ebbene sì popolo! Iniziate a fare il conto alla rovescia perché mancano altri due capitoli *^*
Il viaggio è stato lungo e sofferto XD, ma alla fine i nostri due eroi ce l’hanno fatta “OLEEEEEEEE” si sono dichiarati e dati alla pazza gioia <3 <3… e soprattutto la cara Kikyo se n’è andata a “fanciullo” :3
Se ne sarà andata veramente???? Bah chi lo sa! xD
Spero vi sia piaciuto e continuo a ringraziare chi ha ancora la pazienza di leggere e soprattutto Yasha 26 che mi aiuta sempre :*
Ancora grazie e se vi va ci si becca col prossimo capitolo intitolato “Un agrodolce risveglio”
Ciauuuuuu
PrincessMiyu
 
 

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Capitolo 22
*** Un agrodolce risveglio ***


Capitolo 22: Un agrodolce risveglio.
 
Pov Kagome
 
Non penso di aver mai dormito così bene in tutta la mia vita. Ancora non riesco a credere a quello che è accaduto ieri sera.
Inuyasha ha detto che mi ama!
Vorrei tirarmi dei pizzicotti per vedere se è un sogno, ma sono talmente avvinghiata a lui e non ho tutta questa grande voglia di staccarmi.
Lui è stupendo e adesso che dorme lo è ancora di più. Starei ore ed ore a guardarlo.
- Non ti ha mai detto nessuno che è da maleducati fissare le persone? – dice ad un tratto Inuyasha, aprendo un occhio solo e facendomi un sorriso sghembo.
- Ma anche fare finta di dormire non è molto carino. – cerco di controbattere.
- Ah davvero? Mi sembrava che non ti stesse dispiacendo lo spettacolo. –
- Che pallone gonfiato! E poi senti chi parla! Quello che scatta foto a tradimento. Guarda, mi hai fatto passare tutta la poesia. – fingo offesa e mi divincolo per alzarmi, quando sento il braccio di Inuyasha avvolgermi dalla vita e ristendermi nuovamente sul letto, con lui sopra di me.
- Dove credi di andare? –
- Via! Non voglio stare nello stesso letto insieme a te. – rispondo con un pizzico di malizia, anche per capire dove arriva.
- Ma io non ti ho mai detto che dovevi smettere di farlo. – si avvicina al mio collo e comincia a baciarlo prima con molta dolcezza e poi con più ardore. – Amo il tuo odore. – dice tra un bacio e l’altro.
- Lo so, me lo hai già detto. – gli sussurro, ricordandomi di quella frase che disse mentre delirava.
Inuyasha si scosta sorpreso della mia risposta e mi guarda interrogativo.
- Quando te lo avrei detto? –
- All’incirca nove mesi, fa mentre eri in preda ad un delirio. –
- Maledizione! Ti devo essere sembrato ridicolo in quel momento. – impreca diventando completamente rosso e, imbarazzato, distoglie lo sguardo.
- Tutto il contrario. Non avrei smesso nemmeno per un secondo di guardarti. – confesso seria.
Ritorna a guardarmi e col pollice mi massaggia le labbra per poi impossessarsene quasi con urgenza. Continuiamo a baciarci fino a spingerci oltre.
Per un attimo, ripenso che Kikyo avrà avuto questo trattamento ogni volta che dormivano insieme.
Accidenti! Non sono mai stata né gelosa né tanto meno insicura, perché devo fare così dopo tutto quello che c’è stato stanotte?
A questi pensieri mi irrigidisco e Inuyasha lo capisce.
- Amore, qualcosa non va? –
- No, niente. – nego distogliendo lo sguardo da lui.
- Non me la dai a bere. Allora? – afferma prendendomi il mento e voltarmi con dolcezza per potermi guardare.
- È che… che se ripenso che queste attenzioni le rivolgevi a Kikyo mi sento ribollire dalla rabbia. –
Vedo Inuyasha che non smette di sorridere quasi vittorioso. Ora lo uccido!
- Questa sì che è una sorpresa. Non credevo fossi gelosa. –
- Infatti, non lo credevo nemmeno io. Sei tu che mi rendi così. –
Mi bacia sulla fronte e ritorna a fissarmi.
- Non ho mai avuto questi risvegli con Kikyo per due motivi: primo, perché non mi sono mai svegliato così eccitato come questa mattina. – quasi in automatico scosto lo sguardo per vedere come realmente è la situazione e, in effetti, è decisamente molto “sveglio”. – E secondo, lei non sopportava l’alito mattutino, quindi non si lasciava sfiorare di prima mattina. Perciò tutta questa grande propensione, ma soprattutto voglia, a farsi le coccole mattutine, non c’era. – si avvicina a me ancora di più e continua a parlare. – Non essere così insicura, non ne hai motivo. Ricorda che ho scelto te, non conta quello che è successo prima, ma conta solo adesso. –
A quelle parole sento tutte le mie paure e insicurezze andare al diavolo e voglio davvero che il passato non ostacoli il nostro presente. Così decido di ribaltare la situazione e, con lo sguardo meravigliato di Inuyasha, mi trovo sopra di lui.
- Così quella sciocca non sa com’è fare l’amore alle prime luci del mattino? –
- Se vogliamo dirla tutta, nemmeno io. – risponde con sorriso malizioso.
- Allora dobbiamo subito rimediare. –
- Parole sante. –
Sento le sue mani che mi afferrano i fianchi e scivolo per farlo entrare in me molto lentamente. La sua testa sprofonda sul cuscino quando inizio a muovermi con più intensità. Non riuscendo a trattenersi oltre, con foga mi prende e mi porta sotto di lui e continua con spinte sempre più veloci e profonde. Non ci vuole molto che arriviamo al piacere più assoluto insieme, con lui che si stende accanto a me mentre riprendiamo fiato.
- Wow! – esclama felice.
- Già! – confermo più che appagata e mi stringo ancora più a lui.
Restiamo abbracciati ancora per un altro bel po’ di tempo, finché decido di alzarmi per preparare la colazione.
- Dai bambina, rimani a letto? È presto! – prega trattenendomi ancora.
- Ma voglio preparare la colazione e poi non è presto, sono le 10 passate. –
- Ma è domenica! – insiste mettendomi il broncio.
Quanto è cucciolo!
- Ehi Rick, che fai i capricci? –
- No Ilsa, voglio baciarti come se fosse l’ultima volta. – risponde, citando “Casablanca”.
Mi bacia con molta dolcezza e amore.
- Dai, amore. Fammi alzare. – ripeto amorevolmente non appena ci stacchiamo, anche se neppure io ho tutta questa gran voglia di alzarmi.
- Uff! E va bene, ma sappi che mi sono offeso. –
- Prometto che ne varrà la pena. –
Così dicendo gli do un altro bacio e mi rivesto con le prime cose che trovo in giro.
Dopo essermi messa un paio di pantaloni e una canotta, mi dirigo verso il soggiorno e vedo sul divano la camicia di Inuyasha, così decido di mettermela.
Wow! Ha il suo odore, sembra come se mi stesse abbracciando.
Credevo che fosse una cosa stupida e troppo da film indossare la camicia del proprio uomo dopo aver fatto l’amore, invece guarda ora! È stato il primo gesto che ho fatto da quando sono in piedi.
 
Giunta in cucina a preparare la colazione, nemmeno il tempo di rompere le uova e preparare il caffè che sento bussare alla porta. Senza pensarci più di tanto, apro non chiedendo chi è.
Il cuore mi si ferma in gola, poiché davanti mi trovo sicuramente l’ultima persona che mai avrei voluto vedere.
- Cosa ci fai qui? – chiedo acida.
- Buongiorno anche a te. –
- Lo era fino a qualche istante fa. Che ci fai a casa mia? – faccio finta di riflettere e decido di rispondere alla mia stessa domanda. – Ah già! Immagino che tu ne conosca anche la planimetria senza esserci entrata, vero? –
- Che ne diresti di farmi entrare? Non sono di certo un cane che deve essere lasciato fuori. –
- Tranquilla, non hai da temere. Un cane lo avrei fatto già entrare. – controbatto e finalmente posso dare libero sfogo al mio modo di essere. Se pensa che quella che ha conosciuto finora sia la vera Kagome, non ha capito niente. Ora non può più farmi nulla!
- Guarda un po’ chi ha le palle tutto d’un tratto? Comunque voglio informazioni. –
- Dammi un altro motivo valido per cui non debba chiuderti la porta in faccia. –
- Voglio sapere dov’è il mio fidanzato. –
Ma con che faccia lo chiama ancora “il mio fidanzato”?
- Non so di cosa tu stia parlando. –
- Ti decidi a farmi entrare? –
Le faccio segno di accomodarsi parecchio scocciata e, per fortuna, appena entra si mette di spalle all’entrata che porta alla camera da letto. Mentre Kikyo è in procinto di parlare, noto Inuyasha che cerca di non farsi notare da lei e si poggia al muro ascoltando la nostra conversazione tra il divertito e l’indignato.
Ora mi diverto io! Vediamo fin dove ha il coraggio di arrivare.
- Già che siamo qui, mi togli una curiosità? -
- Se proprio devi. –
- Chi hai usato per tenermi d’occhio? Tsubaki o Naraku? –
- Tsubaki è una mia amica dai tempi del liceo. Siamo stati io e mio padre a raccomandarla a Naraku come sua assistente. Il fatto che tra te e lei non scorresse buon sangue, mi ha reso il lavoro molto più facile. –
Stronza tu e stronza lei! Appena la rivedo giuro che la faccio a pezzi.
- Oh! Ora capisco come ha appreso le sue innate capacità “oratorie”. – ironizzo in maniera pungente nei confronti della mia ex “collega”.
- Non so di che stai parlando. –
- Hai ragione! C’è bisogno di un cervello sviluppato e non riempito di botulino per capire certe battute. -
- Ah! Ah! Ah! Molto divertente! – risponde sarcastica. – Ora tocca a me. Ti rifaccio la domanda: Dov’è il mio fidanzato? –
- Ed io ti ripeto che non so di che diavolo stai parlando. Perché lo dovrei sapere? –
- Come immaginavo, qui non c’è. Non sei così stupida, allora. – ipotizza, facendo finta di guardarsi attorno non notando che mi sono lasciata sfuggire un mezzo sorriso.
Non credevo che TU, invece, fossi così stupida, oltre che cieca. Ho addosso la sua camicia, dove si sente ancora il profumo del deodorante che usa sempre. Come diavolo fa a non vederla?
- Perché avrebbe dovuto essere qui, secondo te? – continuo a provocarla.
- Perché mi sei sempre stata tra i piedi dandomi un sacco di problemi. E mi hai fatto ben capire che lui non ti è del tutto indifferente. –
- Ti ricordo che stai facendo tutto da sola. E cosa c’entrerei io nel tuo marasma sentimentale? – proseguo la mia interpretazione di perfetta gnorri. Mi dovrebbero dare un premio!
- Voglio che tu faccia qualcosa per me. Devi convincere Inuyasha a tornare con me. Ha avuto qualche colpo di testa dovuto alla morte di quella vecchiaccia e voglio che tu gli parli. Se vuoi avere una vita serena e tranquilla, ti conviene fare quello che ti dico. – mi minaccia nuovamente, ma questa volta non andrà come dici tu, cara Kikyo. E ora il colpo di grazia!
- Non osare parlare di Kaede in questo modo. Voglio ricordarti che sei stata tu a dirmi di sparire dalla vita di Inuyasha in maniera… aspetta come avevi detto? Ah sì! In maniera più veloce e silenziosa possibile. E ora vuoi che gli parli per farlo tornare da te? Tu sei fuori! Però sei anche fortunata, perché se è con Inuyasha che vuoi parlare, è proprio lì dietro di te. –
Si gira spaventata e rimane meravigliata nel vederlo lì, specialmente a torso nudo, pronto per esplodere. Chissà forse c’è arrivata?
Pessima mossa a chiamare in quel modo Kaede!
- Ti avevo detto di non farti vedere più. Non solo non lo fai, ma hai anche il coraggio di mettere bocca su mia nonna. – dice con tono decisamente incazzato.
Poi noto che si rende conto di cosa ho addosso e il suo sguardo si tramuta in qualcosa che non dimenticherò mai più.
- Tu sei una stronza bugiarda! – mi insulta senza farsi tanti problemi, non riuscendo a trovare altre parole.
- Senti un po’ da che pulpito viene la predica. E poi non ho mentito; tu mi hai chiesto del tuo fidanzato, no? Io qui non lo vedo. In questo appartamento c’è solo il mio. – la schernisco con mio grande piacere e a quest’ultima frase sorrido cercando lo sguardo di Inuyasha che lo ricambia.
- Vedo che non hai perso tempo, eh? – insinua rivolgendosi a Inuyasha.
- Fidati, ne ho perso fin troppo invece. Ora ti consiglio di andare, prima che perda la pazienza. Ti ho avvertito una volta, non farmelo ripetere. –
Kikyo rimane completamente senza parole, guarda prima lui e poi me; fa questo gesto almeno un paio di volte, finché sono io adesso a non sopportare più la sua presenza in casa mia.
- L’hai sentito, no? Ora puoi anche andare all’inferno insieme alla tua amichetta Tsubaki per quanto mi riguarda. –
- Inuyasha, ti prego, non puoi farmi questo. – lo supplica cercando di fargli gli occhi dolci.
E questo proprio no!
La prendo per i capelli e la trascino fuori di casa. Mi hai proprio stancato!
- Allora non ci siamo spiegate. FUORI! – sbotto mentre ancora la trascino per i capelli e la butto fuori senza tanti problemi. Tutta la mia rabbia repressa sta venendo fuori, anche se non sono del tutto soddisfatta.
- Sentirete ancora parlare di me. Vi siete messi solo nei guai! –
- Oh Kami! Davvero sembri una appena uscita da un film di second’ordine anni 80. I cliché li stai rispettando proprio tutti. Meno male che non eri tipa da cinema. – la sbeffeggio come avrei voluto fare da mesi.
Quando sta per andarsene, non riesco a trattenermi e la blocco.
- Ah Kikyo, un’ultima cosa! –
Le mollo un destro dritto sul naso che ha fatto male anche a me ma, per quanto sto bene, il dolore non lo sento neanche.
- Stronza! Mi hai rotto il naso! – mi urla a terra dolorante.
Così mi abbasso per farmi sentire.
- Questo era per tutto quello che mi hai fatto e sono stata anche buona. Sappi però, che se proverai a minacciarmi di nuovo o oserai anche avvicinarti a Inuyasha, giuro che te lo rompo davvero… e non solo. – l’avverto non distogliendo gli occhi da lei che, al contrario mio, trema come una foglia.
Penso che adesso abbia capito!
- Va’ via! –
Queste sono le ultime parole e mentre sto per entrare in casa, vedo la faccia di Inuyasha completamente scioccata.
Ora va molto meglio!
 
Pov Inuyasha
 
Accidenti! Non credevo che Kagome avesse tutta quella forza, fa più paura persino di Sango.
Non dico che non abbia apprezzato lo spettacolo, ma, ripeto, accidenti!
Ho indossato solo i pantaloni, perché la camicia era rimasta in cucina e quando ho sentito la porta d’ingresso aprirsi, non mi sarei mai aspettato di vedere Kikyo. Il fatto che sapesse dove abitava Kagome mi fa ben capire quanto si è spinta oltre.
Come sono stato stupido! Sono stato io a permettere che tutto questo accadesse.
Mi sono fermato ad ascoltare senza farmi notare, anche per capire fino cosa le avrebbe detto e, com’era prevedibile, ha solo pensato a far prevalere il suo ego, dimostrandosi la dittatrice di nessuno. La stronza ha osato pure nominare mia nonna, nemmeno di fronte alla morte ha un minimo di decoro.
Le avevo detto che qualcuno l’avrebbe buttata giù dal suo piedistallo e la cosa più appagante è che è stata proprio Kagome a farlo, con un bel destro aggiungerei.
- Scusami se ti ho sconvolto, ma andava fatto. Quella “scopa in culo” mi stava irritando. – si giustifica distogliendomi dai miei pensieri.
- “Scopa in culo”? – chiedo facendomi scappare una risata.
- È solo il dolce nomignolo che le ho affibbiato mesi fa. A dirla tutta, il nome intero è “principessa sul pisello con una scopa in culo perenne”. Sai, odio la banalità. –
- E me lo hai tenuto nascosto per tutto questo tempo. –
- Non potevo certo dirtelo. –
La guardo dispiaciuto e sentendomi in colpa.
- Ehi, non ci provare nemmeno a farlo con me. –
- Se non ho detto niente! –
- Non c’è bisogno. Non voglio che ti senta in colpa per quello che è successo. Non potevi farci nulla e non è colpa di nessuno, tanto meno tua. Lo hai detto anche tu, non conta quello che è successo prima, ma conta solo adesso. –
- Hai ragione, ma resta il fatto che mi devi un po’ di spiegazioni. Partiamo da quello che hai detto prima. –
- A cosa ti riferisci? –
- Com’è che hai detto? “Qui il tuo fidanzato non lo vedo, in quest’appartamento c’è solo il mio”? – le faccio il verso, avvicinandomi ammiccante e spingendola piano piano fino a bloccarla tra me e il muro.
- Che ho detto di tanto strano? – mi chiede non potendo fare a meno di arrossire.
- Perché non ti avevo chiesto nulla. – inizio a punzecchiarla come adoro fare.
- Che vorresti dire? – mi guarda terrorizzata.
- Io speravo che fossimo tipo scopamici o qualcosa del genere. Sai, ho pur sempre una relazione di cinque anni alle spalle! –
Noto che è letteralmente rimasta senza parole. Così sorrido e le accarezzo la guancia.
- Non dirmi che ci hai creduto sul serio? –
- Certo che no! Però rimani un emerito cretino. –
- Sei bellissima, anche quando ti arrabbi! Soprattutto con la mia camicia addosso. – confesso malizioso, per poi baciarla nuovamente sulla labbra con passione.
Dopo un po’ ci stacchiamo e noto che mi continua a fissare con occhi da cucciola.
- Non doveva nominare tua nonna. –
- Non m’interessa più quello che dice, però sì, non ne aveva il diritto. -
- Mi dispiace per essere sparita dopo il funerale ma Kikyo non mi ha lasciato molta scelta. –
- Sei una stupida! Dovevi dirmelo invece di tenerti tutto dentro. Cosa credevi mi sarebbe successo? - chiedo con un filo d’ironia.
- Beh! Prima di tutto scusami tanto se mi sono preoccupata per te e secondo non è di certo cosa di tutti giorni essere minacciati da una che promette di sguinzagliarti la Yakuza da un momento all'altro. -
- Yakuza? Sul serio? - domando quasi divertito.
- Non ha detto proprio quello, però me l'ha fatto capire. È stata capace di farmi perdere il lavoro e sinceramente non osavo pensare cosa avrebbe fatto a te. -
- Tu hai perso il lavoro perché avevi un demente come capo e ti posso assicurare che la Yakuza non ha nulla a che fare con la famiglia Tama. - spiego, mentre Kagome mi guarda sgranando gli occhi. - Di una cosa sono sempre stato certo su Kikyo ed è che crede di avere tutto il mondo al suo servizio; e grazie a questa convinzione dice cose che nemmeno sa. - concludo.
- Non ti sto capendo. -
- Intendo dire che non avrebbe mai avuto il potere di chiamare un mafioso per farmi fuori. Lei lo crede perché conosce delle famiglie che ne fanno parte ma nulla di più. - cerco di rassicurarla.
- Che cosa potevo saperne? - afferma abbassando il capo come si vergognasse.
Le sollevo dolcemente il capo prendendola dal mento.
- Ha giocato col tuo buon cuore usando la paura. Non devi vergognarti di questo, è lei che lo dovrebbe fare. -
- Beh! Col pugno che le ho dato, credo proprio che ci penserà due volte prima di minacciare le persone. - afferma accennando un sorriso.
- Credo proprio di sì! - sorrido anch'io ripensando alla scena di prima per poi tornare serio e continuo – Ritornando al discorso di prima; domani pomeriggio dovremo andare dal notaio che, a quanto pare, ha lasciato testamento. –
- Davvero? Non me lo aspettavo. –
- In realtà, nemmeno io. Vuoi venire con me? –
- Amore mi piacerebbe, ma devo lavorare domani. Ho già preso questi ultimi giorni di permesso. –
- Ah sì? Non lo sapevo. –
- Beh, per il funerale e per… - esita un po’ a rispondere. – Per poterti stare vicino. –
- Scherzi, vero? –
- Purtroppo no. Avevo organizzato tutto per poterti essere d’aiuto in qualche modo e invece… sono stata a piangere in posizione fetale per quattro giorni. – rivela dispiaciuta.
- Sciocca! Allora ti verrò a prendere da lavoro appena stacchi, d’accordo? –
Annuisce tutta felice.
- Allora bambina, invece oggi cosa vuoi fare? –
- Mmmh! – riflette alzando lo sguardo. - Avrei una mezza idea di andare a fare shopping per vari centri commerciali. – mi riferisce alla fine.
- No pure tu no, ti prego. – rispondo disperato.
Scoppia a ridere di gusto lasciandomi un po’ spiazzato.
Si è presa gioco di me?
- Amore mio, chi la fa l’aspetti. Dovresti vedere la tua faccia. – continua a ridere senza fermarsi.
- Non sei affatto divertente. Meriti una punizione. –
La prendo di peso e mi dirigo verso il bagno.
- Inuyasha No Taisho, dove mi porti? Ma non abbiamo preso nemmeno il caffè? – si lamenta, dimenandosi sopra la mia schiena.
- Conosco un altro metodo per svegliarsi. –
- Ma sei un maniaco, peggio di Miroku. – continua a ridere.
- Guarda che mi riferivo alla doccia gelata. Sei tu forse la maniaca! Ma se ci scappa qualcos’altro non mi tiro certo indietro. – confesso con naturalezza infilandoci, ancora vestiti, dentro la doccia.
- Vedi che sei un manico?! -
 
Dopo il sesso fantastico nella doccia, ci mettiamo in cucina e decidiamo cosa fare durante la giornata. Per il momento non possiamo fare molto, perché dobbiamo aspettare che i miei vestiti si asciughino. Meno male che Kagome non ha vestaglie o accappatoi rosa, sennò sì che mi sentirei un cretino.
Cominciamo a parlare, mentre lei prepara da mangiare.
- Amore, se vuoi andare dai tuoi, non c’è problema, vengo con te. –
- Oggi i miei non ci sono. Hanno obbligato sia a me che a Sesshomaru a passare una giornata per conto nostro. Visto il trambusto di questa settimana, hanno voluto che ci rilassassimo oggi. –
- Ho capito. Stasera c’è la serata di Miroku e Sango che vogliono rilasciare al pubblico per la prima volta la loro canzone. –
Ripensando alla loro canzone, comincio ora a mettere tutti i pezzi al loro posto e sorrido solo al pensiero che quella potrebbe essere davvero la nostra canzone.
- Sicuramente ci andremo, anche perché dovrei pur avvisare quel ficcanaso che ho lasciato Kikyo. –
- Eh già! Pensare che Miroku sapeva che ero innamorata di te. –
- COSA? –
- Lo ha scoperto per puro caso, tipo avantieri. L’unica a saperlo era solo Sango. –
Porca misera! I nostri migliori amici sapevano tutto e ci hanno fatto penare. Però ripenso a tutti i tentativi di Miroku di farmi capire quello che mi stava succedendo e sono stati completamente vani. Ho sempre negato tutto, solo quando ho avuto paura di perderla mi è scattato qualcosa.
Il detto: “Ti accorgi l’importanza di una cosa dal momento in cui la perdi.” sono io al duecento per cento.
Mentre continuiamo a parlare, cade l’occhio su un disegno attaccato al frigo con accanto una nostra foto che ci facemmo in Germania insieme a Rin e Sesshomaru.
- Kagome… quel disegno da dove spunta? – chiedo mentre lei si gira distogliendo l’attenzione su quello che stava facendo.
- Quello? Me lo fece Kotomi quando venni con te a Berlino. –
- Sul serio? Non me l’avevi mai fatto vedere. –
- Forse perché quella peste aveva disegnato noi due che ci tenevamo mano nella mano. –
- Cioè, mi stai dicendo che quelli siamo io e te? – chiedo incredulo, anche se più lo guardo e più lo noto che siamo davvero io e lei.
- Già! –
- E te l’ha fatto in Germania? – domando stupidamente ancora sconvolto.
- Già! –
- Ho per caso una nipote veggente? –
- No, hai una nipote che è più intelligente di me e te messi insieme. –
- Oh sì! Questo è poco, ma sicuro. –
Scoppiamo in una sentita risata, quando mi viene in mente un’idea da proporle.
- Ho una proposta. La vuoi sentire? –
- Dimmi tutto. –
- Perché non andiamo al cinema prima di andare a sentire Miroku e Sango? –
- Sarebbe meraviglioso! – accetta tutta felice ed entusiasta. – Che vuoi vedere? -
- “Kimi no na wa”. –
- Il nuovo film d’animazione di Makoto Shinkai? – chiede meravigliata.
- Sì. Volevo vederlo da quest’estate, anzi, volevo chiedertelo, però mi sentivo un po’ a disagio. –
- Perché? Non sarebbe stata la prima volta che andavamo al cinema insieme. –
- Amore, ma se evitavamo come la peste qualsiasi cosa di romantico. In quelli che vedevamo insieme la cosa più sdolcinata che trovavamo era lui che spara in testa a lei e lei che lo uccide facendogli esplodere il cuore. Per non dimenticare di quell’obbrobrio di “50 sfumature di grigio”. –
- Sì hai ragione. Dai ci sto! Poi sono mesi che è al cinema, ha fatto milioni d’incassi e le recensioni sono ottime. Manchiamo solo noi, un bell’articolo sui film d’animazione ci potrebbe stare. –
- No! Oggi niente lavoro. Devi solo goderti il film col tuo ragazzo. –
- Mmh! Nah! Adesso voglio il mio scopamico. –
Scoppiamo a ridere come due scemi e ci calmiamo quando il campanello del forno suona.
 
La giornata passa serena tra buon cibo, chiacchierate, coccole e risate, che non ci accorgiamo dell’ora.
Dopo essere stati al cinema a vedere “Kimi no na wa”, film che è piaciuto tantissimo sia a me che a Kagome, ci dirigiamo verso il locale dove suonano Miroku e Sango.
Questa serata era prevista da subito dopo Natale. Miroku ha fatto di tutto per spostare il giorno per via del lutto, ma se avesse disdetto non ne avrebbe avuta un’altra per un bel po’, così ha dovuto per forza accettare di esibirsi oggi.
Chissà che faccia farà appena saprà di noi!
 
Pov Kagome
 
Siamo arrivati al locale dove suonano Miroku e Sango, sono tutta euforica per questa serata. Non vedo l’ora di dire a Sango di me e Inuyasha. Morirà d’infarto!
Entriamo nel locale e i nostri amici si trovano già sul palco pronti a cantare.
Fortunatamente, hanno annunciato che stanno per cantare proprio “At the beginning with you”.
Mentre ci avviciniamo un po’ di più al palco, vediamo che ci viene incontro qualcuno di nostra conoscenza.
- Ciao ragazzi. Inuyasha, non mi aspettavo di vederti. –
- Ciao Ban. Diciamo che oggi è un giorno speciale. – lo vedo sorridere ed io non posso fare a meno di arrossire.
- Dolce Kagome, che bello rivederti. – mi saluta in procinto di farmi il solito baciamano.
- Ehi amico, giù le mani! La mia donna non si tocca! – lo provoca bloccando il braccio di Bankotsu.
La sua faccia è indecifrabile appena ha sentito “la mia donna”. Io credo di essere andata completamente in fiamme invece, ma sentirglielo dire mi fa sentire divinamente.
- Capo, scusami forse ho sentito male. –
- No no. Hai sentito benissimo! –
- Grandissima testa di cazzo. Finalmente ti sei deciso. Non ce la facevo a più a fare il cascamorto per te. – lo stringe intorno al collo sfregando la testa col pugno.
- Sì certo, lo facevi di proposito, no? A chi vuoi darla bere, razza di deficiente. –
Arriva anche Jakotsu che ha assisto a tutta la scena da lontano.
- Ma possibile che dobbiate sempre dare spettacolo? Miro-chan sta per iniziare e voi pensate a fare i cretini. – sospira afflitto e rassegnato per poi voltarsi verso di me. – Ciao cara, qual è il motivo della loro diatriba stavolta? –
- Eh… - non riesco a rispondere.
A un tratto, ci ammutoliamo perché vediamo Sango che incomincia a parlare.
 
- Proseguiamo la serata e, come vi avevamo anticipato, canteremo la nostra nuova canzone “At the beginning with you”. È la prima volta che ve la presentiamo; questo è un pezzo che abbiamo scritto davvero col cuore in mano e con la speranza che l’amore trionfi, non solo nelle favole. Grazie ancora a tutti. –
Parte l’applauso d’incoraggiamento e finalmente la canzone inizia.
Sentendo quelle parole sotto questa nuova luce, mi fa pensare a tutto quello che è stato il nostro percorso. Eravamo sconosciuti, non pensavamo che ci sarebbe successo tutto questo e adesso siamo qui con la voglia di cominciare la nostra vita partendo da noi.
La frase “sarò lì quando il mondo smetterà di girare” ricordo ancora quando l’ho detta a Sango poco tempo dopo che scoprii di essere innamorata di Inuyasha. Mi commuovo a questo pensiero e d’impulso afferro la mano di Inuyasha stringendola con delicatezza, lui ricambia e mi sorride come se stesse avendo i miei stessi pensieri.
Finita l’esibizione, parte un lunghissimo applauso caloroso da parte di tutti i presenti, lasciando nei volti di Sango e Miroku tanta gioia e soddisfazione. Anche noi iniziamo ad applaudire felici per la loro esibizione e non appena ringraziano nuovamente tutti gli spettatori, lasciano il palco.
Inuyasha vede Miroku avvinarsi e mi lascia la mano, cambiando subito espressione.
Quanto è scemo! Vuole vendicarsi col suo migliore amico per avergli detto che mi stavo frequentando con Hojo. Invece di ringraziarlo lo vuole far soffrire.
Certe volte è proprio un ragazzino, ma lo amo da morire anche per questo.
- Inuyasha, non ti aspettavo. – saluta Miroku molto sorpreso ma credo anche felice che sia lì. – Ciao Kagome, ci sei anche tu. Come stai? – si rivolge poi a me.
- Meglio, grazie. –
Poco dopo arriva anche Sango, che continua a non avere una bella cera. Già da ieri non la vedevo bene. Spero non sia nulla!
- Ragazzi ciao. Che bella sorpresa! –
- Sango, tutto bene? –
- Sì sì. Sono solo un po’ stanca. –
- Miroku, la verità è che sono venuto per parlarti. – continua il mio ragazzo.
- Vuoi che ci spostiamo? –
- No no. Voglio che anche Sango ascolti. – risponde tutto serio.
Mamma mia, è un attore nato! Io, invece, non so quale forza mi sta trattenendo dal non ridere.
- Amico, mi stai preoccupando! –
A interrompere la conversazione arrivano anche Bankotsu e Jakotsu, che si erano allontanati per prendere da bere.
- Ragazzi siete assolutamente fantastici, come sempre. Nulla togliere alla vostra bravura, ma è Inuyasha la grande star di stasera. – afferma tutto elettrizzato.
- Oh Kami! Inu-chan allora è successo davvero qualcosa! – urla entusiasta e impaziente Jakotsu.
- Volete smetterla di tenerci sulle spine? – ci supplica Sango che è lì a cercare il mio sguardo per capire se le notizie siano buone o cattive.
Rimango totalmente seria e questo suscita la preoccupazione della mia amica.
Inu, ti prego PARLA!
- Bankotsu, glielo stavo per dire. Abbiate un minimo di pazienza, visto che dovete essere tutti ammassati come comari, almeno aspettate che finisca, no? – ammonisce l’amico e tirato un respiro profondo, continua a parlare – Ho fatto quello che mi hai detto e ci ho pensato. Ieri sono andato a parlare con Kikyo e ho fatto quello che dovevo. –
Bankotsu mi guarda strano come per dirmi “Che diavolo dice?”. Così gli faccio capire di non parlare e che è tutto a posto.
- No Inuyasha! Ti prego, dimmi che non hai fatto quella stronzata immonda. Davvero non hai capito nulla di quello che ti ho detto? Hai segatura al posto del cervello? – sbotta nervoso. Sango si avvicina a lui per calmarlo.
- Se ancora non ti ho detto niente. – dice, accennando un leggero sorriso.
- Hai detto più che abbastanza, razza di testone! –
- Inuyasha! – lo richiamo in modo da fargli capire di non tirare troppo la corda.
Lui mi guarda e capisce.
- Tsk! Che questo che ti serva di lezione! Non provare a dirmi più balle come quella che la mia ragazza si vede con un altro. –
- Inuyasha, ma ti sei ammattito? Quando mai ti ho detto che… - si blocca di scatto e comincia a fissare sia me che il suo amico, incredulo di quello che ha appena sentito. Insieme a lui, anche Sango ci guarda con occhi sgranati come se stesse sognando - Vuoi dirmi che… - quasi non riesce parlare, forse per il troppo timore di fare qualche gaffe. Conferma facendogli l’occhiolino e, senza perdere tempo, Miroku esulta come un pazzo insieme a Sango, facendo scoppiare dalle risate me, Inuyasha e Bankotsu. Solo Jakotsu rimane ancora interdetto davanti a tutta questa scena.
- Scusate, mi spiegate che succede? Mica ho capito. –
- Cretino, sveglia! Inuyasha ha finalmente deciso di smettere di sbavare dietro a Kagome come un mastino arrapato e di passare direttamente all’azione. –
- Oh Inu-chan! Era anche ora! Hai mandato a spasso quella demente di Kikyo. Alleluia! –
- Bankotsu, vedi che ancora non ho finito con te. Ora sì che ti ammazzo sul serio! -
Continuiamo a ridere come ragazzini e quando finalmente riusciamo a smettere, Miroku ricomincia a parlare.
- Siete tremendi. Ci avete fatto perdere dieci anni di vita. Sango non può permettersi tutte queste “montagne russe”. –
- Che c’è, sei malata? – chiede con nonchalance Bankotsu.
- In realtà, no. Sono solo incinta. – rivela con molta naturalezza.
Rimaniamo tutti a bocca aperta non credendo minimamente a quello che abbiamo appena sentito.
- Allora? Adesso chi è la grande star della serata? – scherza Miroku rompendo il silenzio.
Ed è lì, che senza rendermene conto, scoppio a piangere e abbraccio la mia amica come per trasmetterle tutta la felicità che provo in questo momento. Sango risponde al mio abbraccio e cerca di istigarmi a non piangere, ma sono troppo felice e le lacrime non smettono di scendere.
- Wow! Amico, notizia più bella non me la potevi dare. – sento dire da Inuyasha, anche lui, rotto dall’emozione.
- Ragazzi, ci vuole un brindisi. – esordisce Jakotsu.
Sango ed io ci stacchiamo e aspettiamo quei due pazzoidi con le flûte. Arrivati, passano i bicchieri a tutti.
- Per te un analcolico. – dice Jakotsu rivolto a Sango mentre le porge il drink.
- Uff! Grazie. Ecco cosa odio della gravidanza. –
- Dai su, non è mica per sempre. – la rincuoro io ancora scossa dalla notizia.
Jakotsu innalza il calice e incomincia il suo brindisi.
- Questa settimana è stata parecchio dura, soprattutto per Inuyasha. Tutti conoscevamo Kaede, perciò un brindisi a lei è d’obbligo. A Kaede! –
- A Kaede! – ripetiamo, ed io stringo la mano di Inuyasha per fargli vedere che sono accanto a lui.
- Poi, brindiamo a questa coppia meravigliosa. Sango che è riuscita a redimere Miroku; ora, non ci resta altro che guarire quel cretino di Bankotsu. –
- L’unica che poteva redimermi, si è appena impegnata. – interrompe proprio Bankotsu guardando verso di me.
Perché è così deficiente?
- Allora, vuoi proprio la morte! – minaccia il mio ragazzo, che noto essere parecchio geloso.
Fino a stamattina se la rideva tanto e guardalo ora!
- Ragazzi, non interrompetemi! – sbuffa irritato Jakotsu. – Dicevo… Grazie d’esistere Sango. Miroku, a parte la farfallonaggine, sei un grande uomo, musicista e amico. Questo regalo dei Kami ve lo meritate tutto e vi auguriamo tutta la felicità e il bene del mondo. A Sango e Miroku! –
- A Sango e Miroku! –
- E infine a voi due. Inu-chan ci conosciamo da dieci anni. Tu eri ancora all’università quando incominciai a lavorare per tuo padre. Ti ho visto sia prima che con Kikyo e, se devo essere sincero, avevo timore di non vedere te nel periodo post Kikyo. Meno male che sei arrivata tu, Kagome. Da quando vi scattai quella foto il giorno della festa aziendale, non mi sono mai tolto dalla testa l’idea che siete fatti per stare insieme. E ora, eccovi qui con quegli occhi che solo chi sa cos’è l’amore ha. Brindiamo a voi, che siete la dimostrazione vivente che l’amore ha trionfato. A Kagome e Inuyasha! –
- A Kagome e Inuyasha! –
Brindiamo anche noi, quando Inuyasha mi guarda e mi dà un bacio a fior di labbra per poi allontanarsi di pochi millimetri dalle mie labbra e sussurrarmi “Ti amo”, di rimando gli sorrido rispondendogli “Anch’io”. Suscitiamo così le urla isteriche di Jakotsu come per incoraggiarci a continuare.
- Ehi sporcaccioni, cercatevi una stanza. – sfotte ancora Bankotsu.
- Invidioso? – sorride con aria di sfida il suo amico.
- Certo che siete proprio cretini, eh? – sgrido Inuyasha e Bankotsu, nemmeno fossero due ragazzini.
- Ha ragione ragazzi. Siete proprio due cretini. – interviene Miroku.
- Ma sentilo, inizia già a fare il papà! – lo canzona Inuyasha suscitando le risate di tutti.
Passiamo una piacevolissima serata tra sorrisi, chiacchiere e lacrime di commozione.
Dopo il nostro dolce risveglio abbiamo anche avuto un pizzico di acidità ma ora ci troviamo insieme con la combinazione più buona del mondo che non cambierei per nulla al mondo.
Per citare una meravigliosa canzone “Alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te”.



Angolino svago

Ehm.... sì sì sono proprio io che ritorno dopo tipo due anni per cercare di finire questo parto mentale. Era un peccato lasciare questa storia in sospeso proprio verso la fine. Ci voleva il coronavirus per farmi riprendere questa mia follia che noto continua a piacere e di questo non posso che essere contenta *__*
Grazie a Yasha26 che mi ha aiutato tantissimo (come sempre) soprattutto su questi ultimi capitoli che avevo perso non so dove... "Dio benedica i cestini" xD
Comunque bando alle ciance, spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche dopo anni :3 e se volete ci si "rivede" al prossimo e Ultimo capitolo capitolo intitolato "Epilogo"(ovviamente xD)
Vi ringrazio e un abbraccio a tutti 
PrincessMiyu :*

 

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


Capitolo 23: Epilogo. Pov Inuyasha
 
 
TRE ANNI DOPO
 
 
 
Sono passati quasi tre anni dal giorno in cui io e Kagome ci siamo dichiarati, e sono stati i più intensi della mia vita.
I primi mesi, superare la morte di mia nonna non è stato semplice ma Kagome mi è stata molto vicino e sono riuscito ad andare avanti. Credo che il momento più difficile sia stato proprio il giorno dell’apertura del testamento. Sentire quelle parole prettamente sue, ma pronunciate da un altro, mi aveva fatto ben capire che la nonna se n’era davvero andata.
La nonna ha diviso equamente alcuni beni appartenuti a mio nonno, compreso buona parte del proprio patrimonio, tra mio padre e mio zio, il resto lo ha lasciato a noi nipoti e a Kanade.
A Sesshomaru, in qualità di primogenito, ha lasciato la casa ad Hakone. A Kanade ha regalato un pezzo di terreno dove poter vivere in tranquillità in mezzo alla campagna e coltivare i suoi frutti. A me ha lasciato tutta la sua collezione di film e libri ma soprattutto un paio di oggetti che non mi sarei mai aspettato: una scatolina e una lettera che ho aperto appena mi sono trovato da solo.
Mi commosse vedere cosa c’era all’interno della scatolina, non mi aspettavo che la nonna avesse potuto fare una cosa simile. Quando lessi la lettera che aveva scritto solo per me, tutto mi è sembrato più chiaro e mi ha fatto rendere conto ancora di più di quanto sia stato fortunato.
 
 
Per quanto riguarda Sango e Miroku, sono più felici che mai. Sango ha partorito due gemelle che hanno riempito la vita di tutti noi. Lei è una mamma bellissima e Miroku la ricopre di premure e attenzioni di cui non lo credevo capace.
Dopo circa un anno dalla nascita delle bambine, finalmente hanno deciso di sposarsi, seppur con non poche difficoltà, e così ho potuto conoscere il famoso ex di Kagome, cioè Kohaku, il fratello di Sango. È stata una situazione alquanto imbarazzante sia per me che per lei ma alla fine è un bravo ragazzo. Anche lui e la moglie hanno avuto una bella bambina.
Ho avuto anche occasione di parlare con Kohaku da solo. Ammetto che inizialmente è stato difficile, perché non sapevo come sarebbe andata quella conversazione, però mi ha fatto capire che, anche se Kagome rimarrà per sempre il suo primo grande amore, sa che adesso lei è felice accanto a me, così come lo è lui con la moglie.
Ancora oggi ricordo ogni singola parola di quel giorno…
 
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- Amore, pensi che saranno d’accordo su questo regalo? - chiedo.
- Beh, dovranno accettarlo anche se non sono d’accordo. Sono anni che non si prendono del tempo per loro e con questo viaggio gli regaliamo anche po’ d’intimità. -
- E con le bambine? -
- Ci ho già pensato. Ho parlato con Kohaku e mi ha detto che si prenderanno cura lui e Kanna delle bambine, tanto non torneranno subito a Kyoto dopo il matrimonio. -
Già Kohaku, il famoso ex di Kagome. In occasione del matrimonio della sorella è tornato a Tokyo insieme alla moglie e sua figlia, ed anche lui, come Kagome, è il testimone di Sango e a causa di ciò abbiamo passato un bel po’ di tempo insieme.
All’inizio è stato imbarazzante e vedevo anche Kagome abbastanza a disagio, più che altro perché non vedendolo da tanto tempo e soprattutto dopo essersi lasciati male, non sapeva come comportarsi, così, per evitare ulteriori disagi, ha preso coraggio e ha chiarito con Kohaku tutto quello che avevano lasciato in sospeso e questo ha riportato serenità in entrambi.
Vedere Kagome finalmente serena e consapevole di aver scacciato i fantasmi del passato mi rende felice ma non riesco a fare a meno di essere un po’ ansioso. Sono sicuro al cento per cento dei sentimenti di Kagome e non ho di certo paura che Kohaku me la possa portare via, avendo anche una famiglia adesso, però ho questo senso di insicurezza che mi innervosisce.
Non ne ho parlato con Kagome perché sono consapevole che è un problema solo nella mia testa e non voglio farla preoccupare inutilmente. Sicuramente mi sentirò meglio appena lui riprenderà il volo per Kyoto, però mi sa che dovrò attendere un bel po’.
- Amore tutto a posto? Non mi stavi ascoltando per niente. – mi richiama la mia fidanzata.
- Scusami bambina ero sovrappensiero. Comunque va bene questo regalo, sicuramente anche Rin sarà d’accordo. Più tardi la chiamo e glielo dico.  –
- Non ti preoccupare ci penso io, devo sentirmi con lei tra un po’ così, appena ho anche la sua approvazione, prenoto subito. Adesso vado a farmi una doccia. – si alza dal divano e mi dà un bacio sulle labbra – Vuoi unirti a me? – sussurra staccandosi pochissimo dal mio viso.
- Non provocarmi donna. – stuzzico a mia volta per poi riprendere a baciarla con più passione, ma veniamo interrotti dal suono di un cellulare… il mio!
Ci stacchiamo scocciati da quella interruzione.
- Non conosco questo numero. – dico appena prendo in mano il telefono.
- Rispondi allora, potrebbe essere importante. Riprenderemo dopo. -  mi dà un altro bacio e si allontana verso il bagno.
- Pronto? –
- Ciao No Taisho, sono Kohaku Hirai. Scusami se ti chiamo così all’improvviso, mi sono fatto dare il numero da Sango. Spero non ti abbia infastidito.
- Ehm… no tranquillo. Hai bisogno di qualcosa? – rispondo un po’ titubante.
- Sono arrivate le fedi e sono andato a prenderle io perché Sango non poteva. Sapevo che dovevi tenerle tu e visto che sono in giro ho pensato di portartele. Per te è un problema se ci vediamo tra un po’?
- Va bene. Aspetto che Kagome esca dalla doccia e ti raggiungiamo. –
- Non ti preoccupare, non c’è bisogno che venga pure lei. Tanto devo solo lasciarti le fedi. –
- D’accordo. Allora ti mando un messaggio con la posizione. A tra poco. – accetto anche se poco convinto.
- Grazie No Taisho. A tra poco. –
Gli mando la posizione di un bar non troppo distante da casa. Avverto Kagome ed esco di casa.
Kohaku non tarda molto ad arrivare, si vede che si trovava già nei paraggi.
- Ciao No Taisho, ti chiedo ancora scusa per questa improvvisata. –
- Non ti preoccupare, anzi ti ringrazio, sei stato molto gentile ad essertene occupato. –
- Tranquillo, ero libero. - rimaniamo in silenzio per un po’ e poi lui riprende a parlare. - Posso offrirti qualcosa? Vorrei scambiare due parole con te. Sempre se non sei impegnato. - mi chiede con molta serenità e, senza pensarci troppo, accetto.
- Posso chiamarti per nome? Questa formalità sta iniziando a starmi stretta. –
- Certo. Nemmeno a me piace. – ammetto sincero.
- Perfetto! – prende un lungo respiro e ricomincia a parlare.
Ora sì che sono in ansia!
- Senti Inuyasha, sono qui non solo per darti le fedi, ma volevo fare due chiacchiere con te. Da solo. – spiega serio.
- Potevi chiedermelo semplicemente senza che usassi questa scusa. – cerco di essere più tranquillo possibile ma non nego che, anche se non è nemmeno iniziata, sono già nervoso per questa conversazione.
- Beh, non so tu, ma se mi avesse chiamato un ex della mia fidanzata chiedendomi di incontrarci per parlare, non so se avrei accettato così su due piedi, anche se le intenzioni sono del tutto innocenti. –
- Quindi vuoi parlare di Kagome? –
Annuisce semplicemente. Ordiniamo un paio di caffè e appena il cameriere ci lascia nuovamente soli Kohaku riprende.
- Inuyasha, innanzitutto volevo scusarmi con te se in qualche modo ti ho messo in imbarazzo o a disagio. Questa conversazione volevo farla già da tanto tempo, però devo ammettere che non è stato facile nemmeno per me. All’inizio pure io, quando ho rivisto Kagome dopo tanto tempo e con accanto un altro uomo, mi sono sentito fuori posto. Ovviamente tutto questo era dovuto non dai miei vecchi sentimenti ma per come erano andate le cose tra noi. –
- Perché mi stai dicendo tutto questo? Hai già chiarito con Kagome, come è giusto che sia. Non c’entro nulla in questo caso. – lo fermo subito leggermente infastidito.
Perché diavolo mi deve raccontare della sua storia con Kagome?
- È vero, con Kagome ho chiarito ma avevo bisogno di chiarire anche con te. Perché se fossi stato al tuo posto credo che un minimo di ansia l’avrei. –
- E dovrei averla? - ribatto con decisione.
- Assolutamente no! Se mi facessi finire di parlare capiresti che puoi stare tranquillo. – afferma lui.
In parte sono sollevato ma voglio sentire quello che ha da dire perciò lo faccio proseguire.
- Quando Kagome mi ha lasciato, il dolore che ho provato è stato immenso. Stavo così male non c’ho pensato due volte a scaricarle tutta la colpa, vomitandole tutte le mie frustrazioni e andandomene da Tokyo come se fossi stata la vittima. Mi consideravo il ragazzo perfetto che per lei avevo fatto di tutto e mi sono infuriato semplicemente perché non mi amava. Invece di cercare di comprendere cosa è andato storto, capire lei soprattutto, ho fatto in modo che fosse la strega della situazione, considerandola una persona incapace di amare. Che grande uomo sono stato, vero? – ammette con grande amarezza e io continuo ad ascoltarlo con attenzione.
Ora comincio davvero a capire come sia nata quella ferita nel cuore di Kagome. Ovviamente so come sono andate le cose, ma non credevo che questo senso di colpa le fosse stato inculcato.
- Kohaku, tutti possono sbagliare e tutti dicono cose che non pensano quando sono in preda al dolore e alla delusione. Sono il primo che a volte agisce senza pensare e dice cose che non pensa, però sai che Kagome alle tue parole ha creduto sul serio? Per anni è andata avanti con quella convinzione e per lei non è stato facile. -
- Lo so. Ci ho messo molto tempo per capirlo, ecco da cosa derivava il mio disagio nel vederla dopo tanto tempo. Poi quando l’ho vista con che occhi ti guarda, il sorriso che ti rivolge e come ti stringe a sé, mi ha reso davvero felice perché finalmente ha trovato la persona giusta per lei, come io l’ho trovata per me. – sorride e china leggermente la testa. – Ti voglio ringraziare per aver reso felice Kagome. Per me resterà per sempre una ragazza speciale e che merita tutto il bene del mondo. – alza il capo e mi guarda seriamente come se stesse aspettando una mia parola.
- Sembri un padre che mi sta concedendo la mano di sua figlia. – ironizzo cercando di alleggerire un po’ la situazione.
- Dici che ho esagerato? – sta al gioco facendo un mezzo sorriso.
Forse potrebbe pure starmi simpatico.
- Grazie per avermi parlato, però, come ti ho detto, era più importante che chiarissi con Kagome. – dico alla fine ritornando serio.
- Era importante anche parlare con te. Non volevo che continuassi a sentirti a disagio ogni volta che ci vediamo e volevo solo tranquillizzarti. –
- Ma non ero a disagio. – fingo per non far trasparire che aveva ragione.
- Sì certo, come non lo ero io. – risponde sarcasticamente strappandomi un sorriso.
Continuiamo a chiacchierare quando squilla il cellulare di Kohaku.
-È Kanna. Inuyasha ti devo lasciare, mi ha fatto davvero piacere parlare con te. – dice mentre lascia i soldi della nostra consumazione sul tavolino.
- Anche a me, Kohaku. –
- Giusto, quasi dimenticavo. – mette la mano in tasca e tira fuori una scatolina. – Eccoti le fedi. – me la porge.
- Mi ero dimenticato pure io, se lo sapesse Miroku non smetterebbe di rompere. – sorrido mentre l’afferro.
- Allora alla prossima Inuyasha. – mi saluta porgendomi la mano.
- A presto Kohaku. – la stringo con decisione e finalmente anch’io posso dire di essere sereno.
 
 
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Dopo quella chiacchierata è stato più facile per tutti e ci siamo potuti godere quel periodo in tranquillità.
Successivamente, Sango ha lasciato il suo lavoro al “TimeMagazine” per dedicarsi completamente a fare la mamma e alla musica con Miroku che, invece, ha iniziato ad avere un discreto successo grazie alla canzone dedicata a noi.
Ebbene sì! Quei pazzi ci hanno confessato che quella canzone era stata scritta pensando a noi e usando parole che noi stessi abbiamo usato.
 
 
Mia madre e mio padre hanno vissuto a Berlino per un altro paio d’anni per poi ritornare definitivamente a Tokyo, come anche mio fratello e famiglia che poco dopo si sono trasferiti ad Hakone, per la grande gioia di Rin e Kotomi.
Quando seppero di me e Kagome, mia madre pianse dalla felicità e mio padre, ancora più contento, riscosse i soldi da mio fratello. Ovviamente, quel padre e fratello degenere che mi ritrovo, avevano scommesso pure su di me. Per non parlare della felicità di mia nipote che ha iniziato a chiamare Kagome “zia” non appena Rin glielo ha detto e, parlando di lei, ha fatto un urlo talmente forte che credo lo abbiano sentito fino in Germania.
Che bello avere una famiglia che complotta alle tue spalle!
Invece i genitori di Kagome, dopo qualche tempo, hanno ottenuto definitivamente il divorzio. Non è stato facile per lei ma miracolosamente sembra che il loro rapporto sia migliorato. Hanno finalmente capito che non possono fare questo sia a lei che a Sota. Non si ameranno più, ma almeno sono riusciti ad instaurare un rapporto d’affetto e rispetto in modo da restare una famiglia.
“La squadra dei sette” continua a lavorare per noi. Per fortuna (sua!), Bankotsu ha smesso di stare dietro a Kagome e si è trovato una nuova vittima, Ayumi, l’amica di Kagome.
Non c’è mai un momento di pace con quest’uomo!
 
E Kikyo? Eh…
Lei non ha avuto più il coraggio di presentarsi, però non ha certo perso tempo a far diventare tutta la nostra storia di dominio pubblico. Infatti, circa un paio di mesi dopo la rottura, Eri e Ayumi ci mandarono una copia del giornale dove c’era scritto un articolo di gossip: “La famosa figlia di Hisaku Tama si racconta”.
Si può immaginare cosa abbia raccontato. Appena io e Kagome leggemmo l’articolo, ridemmo per mezz’ora (senza esagerare) per tutte le assurdità lette ma, grazie al cielo, questa faccenda non influenzò la vita professionale sia mia che di Kagome, così lasciammo correre senza fare nulla mettendola nel dimenticatoio, in quanto poi si è dimostrato solo fuoco di paglia.
 
Parlando di me e Kagome, invece, va tutto una meraviglia.
Dal giorno in cui abbiamo iniziato a stare insieme non ci siamo mai separati. All’inizio, sfruttavamo ogni singolo minuto per stare insieme perché il tempo ci sembrava sempre poco, addirittura non riuscivamo a dormire da soli, il mio umore cambiava totalmente da quando mi svegliavo da solo o con Kagome tra le braccia.
Ovviamente, come tutte le coppie, abbiamo avuto i nostri momenti difficili. Erano passati alcuni mesi dall'inizio della nostra relazione e Kagome aveva iniziato a comportarsi in modo strano; era sempre nervosa, irascibile, non potevo dirle nulla che mi aggrediva come una furia. Dopo l’ennesima sfuriata decisi di prendere il toro per le corna e, anche grazie all’aiuto di Sango, ho capito che cosa le stava succedendo. Aveva un ritardo del ciclo di parecchi giorni e aveva timore che un bambino, così presto, sarebbe stato un errore ma, soprattutto, aveva paura che col tempo le sarei rimasto accanto costretto solo dalle responsabilità. Era completamente terrorizzata all’idea che le cose tra noi potessero cambiare e che mi comportassi come con Kikyo.
Aveva sempre avuto paura d’impegnarsi perché era consapevole di non provare amore per il suo partener ma, in questo caso, aveva conosciuto una paura tutta nuova che non riusciva a gestire.
Al di là di ogni previsione, però, il test risultò negativo. La cosa ci risollevò il morale ma sicuramente questo episodio ci ha unito molto più di prima, facendoci affrontare tutto il resto insieme e soprattutto senza paure.
Grazie a Kagome ho capito cosa vuole dire essere una coppia e cosa voglio da questa, anche nell’intimità. Con Kikyo non riuscivo mai ad essere disinvolto o passionale. Certe volte tendevo a farlo quasi per obbligo e mi limitavo davvero allo stretto indispensabile; con Kagome, invece, è sempre tutto molto spontaneo e non mi stancherei mai. Non ho mai provato nulla del genere per nessuna, sono completamente pazzo di lei. Solo con lo sguardo riesce a trasmettermi tutto: amore, passione, dolcezza, gioia.
Ripenso alla strada che abbiamo percorso, ne abbiamo passate tante e questi tre anni di relazione ce li siamo goduti ogni giorno, istante dopo istante.
E quando sono arrivato alla conclusione che non potrei più vivere senza di lei, ho preso una decisione importante, proprio subito dopo il matrimonio di Sango e Miroku.

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- È stata davvero una cerimonia bellissima. Sono così euforica che non ho per nulla sonno! – dice la mia fidanzata mentre torniamo a casa.
- Mi spieghi perché ti sei scansata mentre Sango lanciava il bouquet? –
- Perché quell’affare mi porta solo sfortuna. L’ho preso due volte e subito dopo mi sono lasciata, perciò meglio evitare. –
- Allora hai fatto benissimo, anche se non sarà certo un mazzo di fiori a liberarti di me. –
- Meglio non rischiare comunque. –
- Visto che non sei stanca facciamo una piccola deviazione. – la informo continuando a guardare la strada.
- Deviazione? Ma amore è tardi e poi sono vestita così. – dice guardando il vestito elegante.
- Non preoccuparti sei perfetta. –
- E ovviamente non mi dirai dove stiamo andando. -
- Esatto! Anzi già che ci sei, mettiti questa sugli occhi. – le porgo la cravatta che mi ero tolto prima di salire in macchina.
- Addirittura! Ma è proprio necessaria? – chiede confusa.
- Ti fidi di me? – sorrido sghembo sapendo perfettamente che con questa domanda avrei ottenuto quello che volevo.
- Questo è un colpo basso. – gonfia le guance e senza chiedere altro si mette la cravatta per coprire gli occhi.
Guido per altri dieci minuti fino ad arrivare di fronte ad un edificio completamente deserto. Avviso Kagome che sento un po’ in difficoltà ma la rassicuro e scendiamo dalla macchina. La prendo per mano e ci incamminiamo verso il portone. Prendo le chiavi e apro, saliamo fino ad arrivare di fronte ad una porta. La faccio attendere un momento, giusto il tempo di attivare il generatore di corrente. Appena le luci sono accese, prendo la mia fidanzata e la conduco in quell’appartamento ancora vuoto, fino a farla arrivare alla porta-finestra che si affaccia ad un grande balcone.
Così decido di toglierle la cravatta per farle vedere il panorama: una distesa di alberi di ciliegio che incornicia perfettamente tutto il paesaggio.
- Inu, è meraviglioso... ma non capisco. Che posto è? – mi chiede guardandosi intorno completamente spaesata.
- Diciamo che ci sono un paio di cosette che ti ho omesso da un po’ di tempo. - confesso suscitando in Kagome tantissima perplessità, così continuo a parlare – Subito dopo che aprimmo il testamento di mia nonna, ti venni a prendere e andammo al nostro parco per fare una passeggiata. Ti ricordi cosa mi dicesti? –
- Che sarebbe stato bello vedere ogni giorno quegli alberi fuori dalla finestra, anche se non sempre in fiore. -
- Esatto! E per puro caso un giorno, mentre rientravo da lavoro, mi sono trovato di fronte a questo edificio che era ancora in fase di costruzione. In quel momento ho pensato a quella frase e non c’ho pensato due volte a chiamare l’agenzia per vedere il progetto. Così l’ho bloccata. Ho pensato che per noi sarebbe stata perfetta. Qualche giorno fa mi ha chiamato l’agenzia per dirmi che avevano ultimato i lavori e darmi le chiavi, così potevo iniziare le pratiche burocratiche per un eventuale trasferimento. Ora ci resta solo arredarla. – le sorrido.
- Per noi? Cioè… questa è casa nostra? - chiede confusa ma con voce emozionata.
- Certo, se tu lo vuoi. -
- Certo che lo voglio! - afferma piena di gioia saltandomi al collo e baciandomi con estrema dolcezza. Si stacca pochissimo da me – Non potrei essere più felice. È tutto perfetto! -
- Beh, non pensi che questo momento si possa migliorare in qualche modo? – dico leggermente dispiaciuto.
- La vedo difficile. -
-  Nemmeno se ti chiedessi di sposarmi? – chiedo con naturalezza.
- Cosa? – mi risponde completamente spiazzata con un filo di voce.
- Se ti dicessi che mi sono innamorato di te dal primo istante che ti ho vista ci metteremmo a ridere entrambi, visto il tempo che ci abbiamo messo. Però in un certo senso è stato così. Appena ti ho vista mi sei entrata dentro in maniera inaspettata e non facevo altro che pensare a te. Se mi chiedessero come mi vedrei tra dieci anni, risponderei… “Mi vedo con te. Magari a vedere gli oscar nella sala da pranzo di questa casa e con i nostri figli che sono a scuola. Ad ammirare insieme questo panorama mentre sorseggiamo il nostro amato caffè, anche quando saremo dei vecchietti circondati dai nostri nipoti. A guardare i film sul divano fino a tardi con i nostri popcorn.” Non importa cosa ci riserverà il futuro, la cosa che importa di più è che siamo io e te. - mi stacco leggermente per avere modo di arrivare alla tasca per prendere il regalo numero due.
Sicuramente il più importante di tutti.
Appena apro la scatolina di fronte a Kagome inizia a piangere portandosi le mani davanti alla bocca.
-Amore, è bellissimo. - dice emozionata.
- Ecco l’altra cosa che ti ho tenuta nascosta. Questo è l’anello con cui mio nonno ha chiesto a mia nonna di sposarla. Voleva che lo dessi alla persona più importante della mia vita, con la quale avrei voluto svegliarmi accanto ogni mattina, la quale mi illumina la giornata solo con un sorriso. Questa persona sei tu Kagome. Lo sei sempre stata, dal primo giorno che ti ho vista. – mi fermo un attimo per mettermi in ginocchio. – Perciò facciamo le cose per bene allora. - dico strappando un sorriso a Kagome che continua a piangere.
Lo so è un classico ma una volta nella vita si deve pur fare!
- Kagome Higurashi, mi faresti l’onore di diventare mia moglie? - chiedo finalmente con il cuore che tra non molto uscirà dal mio petto.
- Sì, lo voglio! –
Le infilo l’anello al dito e di slancio Kagome mi bacia con più passione stavolta. Ricambio il bacio e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
- Ti amo da impazzire, Inuyasha No Taisho. – mi sussurra distaccandosi leggermente.
- Ti amo, signora No Taisho. Sarà meglio tornare a casa ora. –
- Sarà meglio, perché non vedo l’ora di togliere questi vestiti. – dice sensualmente mentre mi accarezza il petto.
- I miei o i tuoi? – inizio a provocarla.
- Indovina? – sussurra per poi mordermi il lobo dell’orecchio.
 
 
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E siamo arrivati ad oggi.
Dopo qualche tempo ci siamo trasferiti nella casa nuova e finalmente ci siamo sposati. Sono seduto sul divano e riguardo le varie foto poggiate sulle mensole e non posso fare a meno di sorridere. Oltre alla nostra prima foto alla festa aziendale, ci sono le foto dei nostri viaggi, tra cui anche quella del nostro viaggio di nozze a Los Angeles (non poteva essere diversamente), foto con i nostri amici e le foto del giorno più bello della nostra vita.
Era splendida quel giorno, ero talmente emozionato che ho rischiato di dimenticarmi tutte le promesse.
Non mi sarei mai immaginato che la mia vita sarebbe stata così perfetta… e siamo solo all’inizio.
La TV mi distoglie dal mio viaggio di ricordi.
- Amore, stanno per iniziare! – chiamo mia moglie che si trova in cucina a prendere i popcorn.
- Sì arrivo! –
- Che palle che lo dobbiamo vedere di mattina quando accade di sera. –
- Si chiama fuso orario, amore. Non ti lamentare, se fossi stato in Europa l’avresti visto a notte fonda invece, almeno così ce lo vediamo a pranzo. –
- Siamo usciti prima da lavoro di proposito. –
- Guarda che io sto lavorando. Sei tu che fai il lavativo. – mi riprende mentre si siede accanto a me con la ciotola di popcorn.
Siamo a casa a vederci gli Academy Awards. È quasi mezzogiorno quando a Los Angeles saranno tipo le 20. Ho lavorato fino a qualche minuto fa, così sono andato a prendere Kagome che, a differenza mia, è esonerata proprio per vedere in diretta gli oscar.
- Tsk! E io credevo che ti facesse piacere vederli insieme a me. –
- Di', piuttosto, che avevi il timore che me li vedessi con Hojo. –
- Dannata! Non ho timore proprio di niente. Per un tizio che si chiama “Hojo”, poi. –
- Ti dà fastidio nonostante siamo sposati e siano passati anni? – rivela dandomi un bacio a stampo che sa di popcorn. - Lo sai che ti amo ancora di più quando fai il geloso. – mi sussurra a fior di labbra.
- Ruffiana! – dico sorridendo. – Ma quando si mangia? –
- Il brodo si deve fare un altro po’. –
- Kagome, potevi tranquillamente preparare il ramen istantaneo, non c’era bisogno che lo facessi tu. –
- Ma non esiste che ti faccio mangiare cose istantanee. Devi solo aver pazienza. –
- Agli ordini, capo! –
 
Il programma incomincia, grazie ai Kami non mi sono sorbito tutta la parte del red carpet. Bella all’inizio, ma dopo ti annoia da morire.
Gustiamo poi un buonissimo ramen fatto da Kagome mentre vediamo le varie premiazioni. Altro che ramen istantanei!
 
- Peccato che anche quest’anno non ci siano statuette per l’animazione giapponese. –
- Già! Sicuramente vincerà “Toy Story 4”. Però non dimenticarti di “Parasite”, sono davvero curiosa che cosa vincerà. –
- La vedo dura. È stato un film che ha fatto parlare molto, ma lo sai come funziona e, in questo caso, il film ti piace o non ti piace. Non puoi usare la via di mezzo. –
- Esattamente! Ecco perché sono curiosa. - afferma Kagome con sorriso entusiasta mentre non vede l’ora che inizino le premiazioni.
Finalmente iniziano le premiazioni e siamo completamente elettrizzati nel sapere chi vincerà la categoria come miglior attore non protagonista.
 
 
*…E l’oscar va a … Brad Pitt per “C’era una volta…Hollywood”.*
 
 
- Evvai!- esultiamo insieme e Kagome annota tutta felice sul suo taccuino.
- Mi spiace molto per Joe Pesci. Purtroppo penso che Martin Scorsese quest’anno non vincerà molto. – dice dispiaciuta.
- “The Irishman” non è stato di certo il suo miglior film. – confesso e lei annuisce semplicemente.
Continuiamo a guardare le premiazioni in religioso silenzio fino a quando non stanno per annunciare la miglior regia.
- Ecco! Questo è uno dei premi più importanti. Dopo la grandissima sorpresa di “Parasite” come miglior sceneggiatura originale, non vedo l’ora di sapere chi vincerà ora. – ammette Kagome entusiasta.
- Se vince Quentin Tarantino, vince anche come miglior film. –
- Ci sono talmente tanti film che meritano la vittoria che c’è davvero l’imbarazzo della scelta. –
- A parte “Piccole Donne”. –
- Appunto! Se vince “Piccole Donne” spacco qualcosa. – afferma con fermezza. – Ecco! Stanno per proclamare il vincitore. –
 
*…E l’oscar va a…Bong Joon-Ho per “Parasite”.*
 
Rimaniamo letteralmente sconvolti appena Spike Lee legge il nome del vincitore. Restiamo senza parole per qualche minuto fino a quando è Kagome a parlare.
- Accidenti che colpo, chi se lo sarebbe mai aspettato. –
- Hai visto come si sono alzati tutti per applaudirlo? Vincere contro Tarantino, Scorsese e tanti altri più affermati non è un’impresa da poco. –
- Essendo poi un film sud coreano e avere così tanti consensi è davvero ammirevole. Hojo aveva proprio ragione che non era da sottovalutare. Dovrei ascoltarlo di più. – afferma mentre scrive sul taccuino.
- E sentiamo, quando te lo avrebbe detto? – chiedo facendo il finto arrabbiato.
- Amore, ma stai parlando seriamente? –
La guardo con sguardo truce aspettando con impazienza la sua risposta. Adoro provocarla, anche se Hojo davvero non lo sopporto.
- Come puoi essere geloso di una persona per cui non ho mai provato alcun tipo d’interesse, anche prima che ci mettessimo insieme. –
- Ma ti ricordo che con lui ci sei uscita. –
- Non sono uscita proprio con nessuno e poi, ti rinfresco la memoria, ho accettato di prendere un caffè con lui solo perché quello screanzato, che è tutt’ora mio marito, faceva tutto il fidanzatino perfetto con una scopa in culo. – risponde offesa gonfiando le guance come una bambina.
Quanto la amo, non riesco proprio a resistere.
Sposto la ciotola di popcorn, orami vuota, e mettendola sopra il tavolino di fronte il divano e senza tanti complimenti afferro Kagome e la stendo sotto di me. Rimane sorpresa dal mio gesto non staccando mai gli occhi dai miei. Inizio ad accarezzarle la gamba fino ad inserire la mano sotto il vestito e salire piano piano raggiungendo l’orlo dei suoi slip.
- Inu, devo lavorare. – dice appena ritorna alla realtà, anche se non è molto convinta. Senza dire nulla, prendo il telecomando e premo il pulsante della registrazione.
- Così puoi lavorare dopo. – afferro il suo taccuino e glielo tolgo dalle mani per poi continuare quello che stavo facendo. Scosto leggermente lo slip e inizio ad accarezzarla fino a spingermi oltre. - Sei mia, non dimenticarlo. – sussurro mentre il mio dito è dentro di lei, dandole piacere.
- È difficile dimenticarlo, specialmente col tuo anello al dito. – risponde ansimando buttando la testa indietro e spingendo il suo bacino contro la mia mano, volendo di più.
- Voglio sentirlo dire da te. – aumento il ritmo facendola gemere sempre di più.
- Il mio cuore, la mia anima e il mio corpo ti appartengono. Sono completamente tua. – ammette guardandomi con occhi pieni di passione.
Oddio quanto è bella! Mi odio da morire per quello che sto per fare.
- Ok! Adesso puoi riprendere a lavorare. – mi stacco da lei quasi di prepotenza lasciandola delusa oltre che sorpresa.
Nemmeno il tempo di allontanarmi e Kagome mi afferra il bacino con le gambe non lasciandomi indietreggiare. Di certo non ho realmente intenzione di fermarmi, ma mi fa impazzire questo suo lato intraprendente.
- Non ci penso nemmeno. Ora tu continui quello che hai iniziato. – mi minaccia sensualmente avvicinandomi sempre di più a lei e mettendomi le braccia intorno al collo.
- Perché dovrei. Se non si fosse capito era una punizione. – cerco di rimanere impassibile, ma con scarsi risultati specialmente grazie alla mia eccitazione che accarezza la femminilità di Kagome quasi come se la punizione la stessi subendo io.
La sollevo leggermente ancora attaccata a me per guardarla meglio e soprattutto per sentirla ancora di più.
- Punizione per cosa? Per amarti a tal punto di annullarmi pur di non perderti? – domanda non distogliendo mai lo sguardo da me, trasmettendo sensualità e dolcezza allo stesso tempo come solo lei riesce a fare.
- Non lo avrei permesso in nessun modo. – ammetto con sincerità non avendo più voglia di giocare.
La voglia che ho di lei è sempre più forte.
- E quindi maritino, che ne diresti di continuare a farmi vedere il paradiso? –
- Oh mogliettina, solo con te ho il permesso di andarci. Ti amo. –
- Ti amo anch’io. –
Iniziamo a baciarci senza mai staccarci. La ristendo sul divano e sposto la mia attenzione sul suo collo. Sento gli stessi brividi della prima volta, ma è ancora più bello, elettrizzante, eccitante.
 
 
Il viaggio è stato lungo ma intenso. Un viaggio che ripeterei altre mille volte, anche se è stata dura e in parte sofferta, aver avuto Kagome è stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare.
Ripeso a quel giorno di aprile, quando la vidi per la prima volta. In cuor mio sapevo che quella ragazza era speciale, che sarebbe rimasta impressa nella mia mente, nel mio corpo, nella mia anima. Anche la nonna lo sapeva. La sua preziosa lettera è ben riposta nel mio comodino tra le pagine di uno dei libri che mi ha lasciato. È il ricordo più caro che ho di lei e mi ritrovo spesso a leggerla, sorridendo con tenerezza. Era una grande donna. Aveva capito tutto solo osservandomi.
Ho sempre cercato Kagome con ogni mio senso e ora che è tra le mie braccia posso catturare il suo calore, il suo profumo, il suo sapore, la sua voce, il suo sguardo.
Nessuno mi aveva detto che ti stavo per trovare, quello che hai fatto al mio cuore era inaspettato, quando ho perso la speranza e tu eri lì a ricordarmela.
Questo è l'inizio.
Già, amore mio! Questo è il nostro inizio. L’inizio del nostro nuovo viaggio.
Un petalo di sakura ha dato inizio a tutto e ora, anche se ancora non lo sapevamo, stavamo dando “vita” ad un nuovo inizio… ma questa è un’altra storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Caro Inuyasha,
ti scrivo questa lettera, ma non so quando la leggerai. Sai cos’è quella scatolina e ho deciso di darla a te perché voglio che tu la dia alla persona che reputi la più importante della tua vita, la persona con cui vuoi svegliarti accanto ogni mattina, la persona di cui non puoi fare a meno, la persona che ti illumina la giornata solo con un semplice sorriso, la persona con cui vuoi passare il resto della tua vita.
So che questa persona già la conosci, devi solo ammetterlo a te stesso e se segui il tuo cuore puoi stare certo che non sbaglierai.
Meglio fallire con la consapevolezza di aver provato e non vivere con il rimorso per non aver nemmeno tentato.
Ricordati di non chiederti mai come sarebbe stato.
Ti voglio bene.
Nonna”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
 
Le frasi in tra gli asterischi sono frasi dette in inglese.
 
 
 
 
 
Che dire… finalmente questo lungo viaggio è finito e posso dire che è stato meraviglioso. Per essere stata la mia prima storia non immaginavo che sarei riuscita a concluderla, ma soprattutto non credevo che molte persone si sarebbero affezionati ai “miei” Kagome e Inuyasha.
Non posso fare altro che ringraziare chi mi ha sempre sostenuto, letto, recensito e non. Ho conosciuto persone meravigliose, come la mia Yasha che ormai è diventata un pezzo di cuore, non so come ringraziarla e sicuramente senza di lei tutto questo non ci sarebbe stato che mi ha insegnato, supportato e sopportato xD.
Avevo tanto da dire, ma nel momento in cui ho iniziato a scrivere le ho perse tutte… spero che possiate perdonarmi e capirmi *_*
Per ora, questa storia si chiude… chissà se in futuro ci sarà dell’altro XD
Buon settembre a tutti :3
E se nel caso non vi rivedessi…. Buon pomeriggio, buonasera e buonanotte (supermega citazioni *ˆ*)
Un abbraccio
Princess Miyu :*
 

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