Uncanonised

di Meggy the Witch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una brutta sorpresa ***
Capitolo 2: *** Nelle mani dello Scrittore ***
Capitolo 3: *** Senza possibilità di scelta ***
Capitolo 4: *** Cattivi e senza onore ***
Capitolo 5: *** La morte dell'ultima speranza ***
Capitolo 6: *** Il nuovo canone ***
Capitolo 7: *** Il collasso ***
Capitolo 8: *** doveva finire così ***



Capitolo 1
*** Una brutta sorpresa ***


Lo Scrittore si presentava sempre con quel solito cilindro nero e quell’abito elegante che pareva facesse fatica a contenere quell’enorme pancione. Basso, lunghi baffi neri e un volto decisamente simpatico. Abitava in un grande ufficio al centro di quella grande città che lui stesso aveva scritto e creato. La città dove si ambientavano tutte le avventure dei suoi protagonisti. Gli abitanti sapevano benissimo di essere i personaggi di un libro e sapevano benissimo che lo Scrittore li aveva inventati; aveva scritto le loro storie, ad ognuno aveva assegnato un ruolo e dei compiti ben precisi. Tutti portavano grande rispetto nei confronti dello Scrittore, persino la terribile Arvan, l’antagonista della storia, che, pur sapendo che nel finale sarebbe stata sconfitta, ammirava tantissimo lo Scrittore. Le aveva comunque dato un potere enorme e una vita nel complesso piacevole.

Clara era la giovane protagonista, Doria e Fulvia i suoi migliori amici e John il suo futuro marito. Lo Scrittore aveva già comunicato ad entrambe che si sarebbero sposati nell’ultimo libro di quella saga; John era così felice! Aveva sempre avuto un debole per Clara.

Erano già stati pubblicati i primi i libri e stavano avendo un discreto successo. Da un momento all’altro lo Scrittore avrebbe iniziato la stesura del nuovo e ultimo episodio.

Clara, Fulvia e Doria stavano passeggiando tranquillamente per la loro città, godendosi quella bella giornata soleggiata. Era una di quelle poche giornate della loro vita che non sarebbe stata inserita nei libri. Qualunque cosa dicessero o facessero non sarebbe mai giunta ai lettori.

-Vi va di andare nella pasticceria di Madama Frufru?- propose Fulvia.

-Sì, dai! Anche perché il mese prossimo sarà bruciata da Arvan.- rispose Clara.

-Davvero?!- si sorprese Doria.

Lo Scrittore aveva anticipato diverse vicende della saga ai suoi personaggi, ma non a tutti aveva detto le stesse cose, così a volte capitava che alcuni rivelassero cose improvvise ad altri. Lo Scrittore sperava davvero che ciò non influisse sul suo libro!

I tre amici passarono davanti ad una elegante villetta. Nel giardino c’era una ragazzina magra e molto carina, intenta a studiare. Era Aurora, un personaggio con un ruolo molto particolare: nell’imminente libro sarebbe stata costretta ad unirsi ai cattivi della storia comandati da Arvan. L’avrebbero obbligata a compiere una missione pericolosissima per poi costringerla a combattere al loro fianco. Ma lei ad un certo punto si sarebbe ribellata e avrebbe liberato Clara e i suoi amici quando sarebbero stati catturati, permettendogli così di raggiunge la Grande Fortezza e di recuperare l’arma che avrebbe distrutto Arvan.

Era un ruolo molto importate, ma non ancora steso. Per il momento tra lei, Clara, Fulvia e Doria era stato scritto che c’era una leggera rivalità. I lettori li vedano ancora come avversari adolescenti.

La salutarono senza troppo entusiasmo. Appena Aurora vide Doria, arrossì.

Lui non si trattenne e le corse incontro abbracciandola.

-Doria, non possiamo!- gli disse Aurora.

-Ma questo giorno non sarà visto dai lettori!- giustificò il ragazzo.

Aurora e Doria erano innamoratissimi fin da quando erano piccoli, ma per una lunga serie di motivi non si erano mai detti niente e avevano finto di odiarsi. Finché lo Scrittore non aveva rivelato ad Aurora la verità. La ragazza era corsa a dirlo a Doria appena ne aveva avuto l’occasione. Da quel momento era stato davvero difficile per loro far finta di odiarsi, insultarsi e resistere alla tentazione di abbracciarsi. Però il loro amore doveva rimanere segreto: doveva essere una sorpresa per i lettori. Una bellissima ed inaspettata sorpresa. Finalmente quel tormento era finito. In quel nuovo libro l’apparente cattiva ed aggressiva Aurora sarebbe stata addolcita dal buono e timido Doria.

Il ragazzo cercò di baciarla.

-No!- lo fermò Aurora. –Quando ce lo dirà lo Scrittore!- lo rimproverò dolcemente.

Veramente nemmeno lo Scrittore era sicuro sul loro primo bacio; non sapeva se metterlo dopo la liberazione o durante la festa dopo la battaglia finale.

Tristemente Doria si separò dall’abbraccio e, senza spostare lo sguardo da Aurora, raggiunse le sue amiche.

 

Era normale che lo Scrittore convocasse i suoi personaggi nel suo ufficio prima di iniziare a scrivere il libro successivo. Doveva aggiornarli su piccole modifiche, metterli al corrente della situazione generale e presentare i nuovi personaggi.

Sistemò il leggio sul piccolo palco. Ripassò il suo discorso in attesa delle sue creature. Era davvero orgoglioso della sua storia; ai lettori piaceva tantissimo ed era sicuro che avrebbe trovato un finale epico per concludere in bellezza.

-Stupendo, davvero stupendo.- ripeteva mentre osservava quanto aveva guadagnato fino a quel momento.

-Con queste piccole modifiche poi… oh, sì, sì… i fan si aspettano… e io devo soddisfarli!-

La prima ad entrare fu Clara.

-Oh! La mia dolce eroina!- la salutò.

Clara arrossì.

-Nel prossimo libro posso essere un po’ meno…sfigata?- richiese.

L’ufficio dello Scrittore era l’unico posto dove i personaggi potevano fare quello che volevano senza che rimanesse impresso nel testo, per cui Clara appena entrava rinunciava immediatamente a quel linguaggio tanto carino ed educato che era costretta a mantenere.

-Oh, vedrai, vedrai. In questo libro, lo sai già, troverai il modo per sconfiggere Arvan! Più fortuna di questa…- le rispose, senza dirle però che sarebbe morta la sua protettrice ovvero l’anziana e saggia bibliotecaria.

Ben presto la sala si riempì.

Arrivò Fulvia con Lang, un loro compagno di scuola, seguiti da Aurora e Doria, che appena entrati si abbracciarono romanticamente. Entrò l’anziana bibliotecaria saggia e il vecchio professore di chimica, gli eleganti genitori di Aurora e quelli trasandati di Fulvia.

Lucinda, la madre di Aurora lanciò un’occhiataccia a Doria appena lo vide con il naso affondato nei capelli della figlia. Non era per niente d’accordo su quella coppia.

La gigante buona giunse con l’affascinante Louis, il ragazzo più bello della scuola. Infine entrarono Arvan e i suoi seguaci. La terrificante donna salutò amichevolmente Lucinda; erano grandissime amiche. O almeno così credeva Lucinda. Non sapeva infatti che presto quella grande amica l’avrebbe ingannata, includendo la figlia nel suo progetto di conquista mondiale. E ignorava pure che Kat, suo marito, sarebbe morto eroicamente per proteggerla da Arvan. Sapeva solo che ad un certo punto, avrebbe tirato fuori tutto il coraggio che solo una madre può avere, per affrontare da sola i seguaci di Arvan e salvare la figlia.

-Oh, perfetto, perfetto. Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare!- annunciò lo Scrittore entusiasta.

-Innanzitutto diamo il benvenuto a Valerino, il nuovo professore di fisica che ci accompagnerà per tutto il libro!-

Un grande applauso accolse un timido ometto che sedeva imbarazzato in prima fila vicino alla saggia bibliotecaria.

-Oh, che bello, che bello! Vi vedo tutti impazienti di sapere… eh, sì, sì, ora vi spiego.-

Si schiarì la voce e ripeté il discorso che a lungo aveva preparato.

-Oh, dunque, dunque… il libro come già dovreste sapere si apre con una misteriosa Aurora che inizierà stranamente a saltare molte lezioni a scuola. Il che farà insospettire un minimo Clara…-

“Ma solo io riuscirò a capire il suo problema, l’aiuterò, le starò vicino, inizieremo a frequentarci e ci innamoreremo.” pensò Doria, stringendo felice la sua amata.

-… ma la nostra protagonista avrà altro a cui pensare! Infatti terminerà il suo addestramento con la saggia bibliotecaria e insieme inizieranno una lunga ricerca per scoprire i punti deboli di Arvan! E ci riusciranno! Con l’aiuto del nostro nuovo Valerino, ci riusciranno!-

L’anziana bibliotecaria fece un gran sorriso compiaciuto. Sapeva cosa la attendeva in quel libro, ma era convinta che fosse la scelta migliore; morire per permettere alla sua protetta di sconfiggere il male.

-Valerino, devi proprio aiutarle?- ironizzò Arvan.

Una lieve risata attraversò la stanza, facendo arrossire ancor di più il povero professore.

-Ed infine ci sarà una battaglia finale, dove, aimè, Arvan morirà!- concluse con enfasi.

L’antagonista non ne fu sorpresa: era ovvio che in una storia a lieto fine il cattivo sarebbe morto.

-Poi ci sono moltissimi dettagli che non tutti possono sapere. Ve li mostrerò singolarmente nel mio ufficio ora. Vi avverto che ho deciso di fare delle piccole modifiche rispetto a quello che vi avevo detto le volte precedenti… ma sapete, il libro deve vendere, deve piacere… i lettori si aspettano cose… e io devo soddisfarli!- aggiunse con quel suo solito enorme sorriso.

Indicò la porta dell’ufficio di fianco.

-Clara! Tu sei la prima!-

La protagonista entrò accompagnata dallo Scrittore.

Fulvia sapeva bene che sarebbe stata la prossima.

Guardò con aria sognante Aurora e Doria discutere sul perché non avrebbero dovuto baciarsi prima della decisione dello scrittore.

-Sono bellissimi! Sì, sono decisamente la coppia più bella di questo libro!- commentò.

-Dici? Più bella anche di noi due?- le chiese Lang.

-Certo.- rispose sicura Fulvia. –Noi siamo una coppia felicissima ma normalissima!-

Lang non ne era troppo convinto.

-Oh, Fulvia, Lang! Tocca a voi!- esclamò la voce dello Scrittore.

I due personaggi entrarono nell’ufficio. Clara era già uscita da un’altra porta che dava direttamente all’esterno. Una volta varcata quella soglia doveva tornare ad essere il solito personaggio che le era stato imposto.

-E se lo Scrittore decidesse di farci baciare in un momento brutto? E se non ci piace il posto? Cosa ne penseresti se il nostro primo bacio fosse nel tuo scantinato sotto gli occhi di Arvan?-

Doria cercava di convincere la sua Aurora.

-Insomma… non mi va che decida tutto lo Scrittore senza chiedermi un parere!-

-Io mi fido dello Scrittore.- lo tranquillizzò Aurora. –Mi ha promesso fin da subito, fin dal primo libro, che io alla fine sarei diventata un personaggio buono. Mi ha promesso che avrei avuto una bellissima storia d’amore con te. Io mi fido.-

Doria riuscì solo a risponderle con un grande sorriso. Si lasciò coccolare dal dolce abbraccio di Aurora.

-E la proposta di matrimonio? Anche quella la deciderà lui?-

Aurora alzò gli occhi al cielo.

-Stai tranquillo…-

-No! Quella voglio fartela io di mia spontanea volontà!- dichiarò Doria.

Si inginocchiò improvvisamente e le prese una mano.

-Aurora vuoi sposarmi?-

Chiunque sarebbe scoppiato a ridere. Però Doria era serio; era uno dei pochi momenti in cui poteva decidere cosa fare senza i controlli e gli obblighi dello Scrittore, e voleva sfruttarlo al meglio.

Aurora rispose con un timido “Sì”, arrossendo come mai le era successo.

Si abbracciarono fortissimo e felicissimi. Doria avvicinò le labbra a quelle della sua amata.

-Oh, Doria! Tocca a te!- interruppe lo Scrittore.

Si staccò dolcemente dalla sua metà. Non importava; avrebbero vissuto il loro primo bacio come avrebbe voluto lo scrittore. Avrebbero atteso un po’. Sarebbe stata una piacevole attesa.

Lucinda si voltò verso la figlia.

-Ne sei sicura?-

Non aveva mai apprezzato il fatto che guardasse con aria tanto romantica quel ragazzo: era amico della protagonista, motivo valido per evitarlo ed odiarlo.

Aurora annuì allegramente. Lucinda non obiettò; in realtà apprezzava vedere la figlia così felice.

Arvan era semplicemente disgustata. Era tutto troppo… romantico! No, no. Non aveva nessuna voglia di ritrovarsi nello scantinato di Lucinda mentre quei due si baciavano sotto i suoi occhi.

-Oh, Aurora! Tocca a te! E anche i tuoi genitori, vero, sì, vero, anche loro…-

Entrarono nell’ufficio dello Scrittore.

Doria si reggeva in punta dei piedi sullo stipite della porta di uscita.

-Aurora!- gridò.

Lei lo salutò prima che lo Scrittore lo spinse fuori chiudendo la porta.

-Accomodatevi pure! Sì, lo so non è molto ordinato… no, non lo è.-

Kat si sedette quasi disgustato su quelle poltrone così poco eleganti.

Lo Scrittore sbirciò i fogli sotto la scrivania per ricordarsi in che ordine avrebbe dovuto dirgli le varie cose.

-Allora… ci saranno delle piccole modifiche, sapete, il libro deve vendere, deve piacere ai lettori. Ho fatto fare diverse indagini di mercato… diverse interviste, raccolto opinioni… e ho deciso di cambiare qualcosa.- spiegò senza smettere un attimo di sorridere.

I personaggi non erano troppo preoccupati. Faceva tutte le volte quel discorso e non era mai cambiato niente di rilevante. Il massimo del cambiamento era stato nel libro precedente quando Lucinda era stata improvvisamente abbracciata da Arvan che era inaspettatamente diventata la sua migliore amica fin dall’infanzia.

-Dunque, voi ora siete considerati come personaggi cattivi. Siete amici di Arvan, rivali di Clara, avete certe ostilità nei confronti della saggia bibliotecaria…-

-Sì, però in questo libro mi innamorerò di Doria e proprio perché lo amo, libererò lui e le sue amiche quando verranno catturati.- lo interruppe Aurora.

-Con il nostro aiuto.- aggiunse Kat –Allora Arvan cercherà di uccidere Lucinda in quanto traditrice. Ma io interverrò!- continuò, trascurando il fatto che sarebbe morto proprio in quell’occasione.

-Ed io salverò Aurora che rimarrà nelle grinfie di Arvan. Ci rifugeremo nella Grande Fortezza e lotteremo al fianco di Clara durante la battaglia finale.- concluse soddisfatta Lucinda.

L’ampio sorriso dello scrittore rimase perfettamente immutato.

-Veramente… non più.- disse.

L’entusiasmo della famiglia si spense all'istante.

-Come non più?-

-Ve l’ho detto. Sono solo piccole modifiche per incrementare la vendita, per far piacere di più il libro…- spiegò gesticolando nervosamente.

-Vedete… voi ormai siete considerati come una famiglia cattiva e piacete ai lettori così come siete. Per cui nella battaglia finale combatterete al fianco di Arvan, non di Clara.-

-E non diventeremo buoni?- chiese Kat incredulo.

-Eh, no.-

-Ma… tutte le nostre azioni eroiche? Io dovevo morire salvando mia moglie!-

-Cosa?!- si spaventò Luncinda.

Lo Scrittore, senza abbandonare il sorriso, allargò le braccia.

-Ti risparmio la vita, Kat.-

-E io e Doria?- chiese preoccupata Aurora.

-Non ci sarà nessuna storia d’amore tra te e Doria.-

Fu come se le avessero sparato dritto al cuore. Ma… avevano aspettato così tanto l’inizio di quel libro…

Lucinda non poteva crederci.

-Ma se non sono innamorati, per quale motivo dovrebbe liberarlo dopo la cattura?- chiese furibonda.

-Oh, ho già trovato un’alternativa.- sbrigò l’eterno sorriso senza aggiungere dettagli a riguardo.

-Doria avrà una relazione con Fulvia. Sono una coppia più scontata, meno inaspettata, più piacevole per i lettori.-

Aurora scoppiò in lacrime.

Quella sarebbe dovuta essere la fine delle loro finte litigate e degli abbracci nascosti... avrebbero dovuto finalmente avere la possibilità di amarsi senza ostacoli…

-Ma tu avevi detto che i loro litigi, la rivalità e tutto… li avevi inseriti proprio perché si piacevano! E inoltre Fulvia è la migliore amica di Doria!- insistette Kat.

-Oh, quelli rimarranno semplici battibecchi tra persone che poco si sopportano. Ed è meglio così, fidatevi! I buoni stanno con i buoni e i cattivi stanno con i cattivi. I lettori non vogliono storie… ibride!-

I tre personaggi rimasero senza parole davanti alla lucida scrivania dello Scrittore.

Aurora non riusciva smettere di piangere. Solo qualche minuto prima il suo Doria le aveva chiesto di sposarla… il suo Doria…

Lo Scrittore indicò la porta d’uscita, invitandoli ad andarsene.

-Mi raccomando! Al tramonto inizierà la nuova avventura! Fatevi trovare pronti!- li salutò, senza mai smettere di sorridere.

Non perdeva mai il sorriso. Mai. Aurora glielo avrebbe strappato volentieri dalla faccia.

Fuori Fulvia prendeva a calci nervosamente un sasso, anche lei per niente contenta del cambio di idea dello scrittore.

Doria non c’era. Si era diretto immediatamente verso la Foresta Blu, dove avrebbe dovuto farsi trovare per l’inizio dell’avventura.

Lucinda, Kat ed Aurora tornarono tristi e silenziosi alla loro villetta.

-Combatteremo da eroi anche al fianco di Arvan.- disse sicura Lucinda, cercando di nascondere una grande delusione.

Aurora la sentì dire qualcos’altro, ma i singhiozzi, il dolore e le lacrime la isolarono da tutto.

Poi arrivò il tramonto, e tutti i sentimenti dovettero tacere.

Lo Scrittore aveva ripreso a scrivere.

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Capitolo 2
*** Nelle mani dello Scrittore ***


-Devi invitare qualcuno al ballo.- ordinò Clara a Doria.
“Dille che ci stai pensando.” suggerì la voce dello Scrittore al ragazzo.
-Ci sto pensando…-
“Interrompilo e proponigli di invitare Fulvia” sentì Clara.
-Che ne pensi di Fulvia? Scommetto che accetterebbe!-
-Agli ordini.- sbrigò Doria.
“Agli ordini?! Doria dove hai lasciato il tuo entusiasmo?”
Si voltò verso l’amica.
-Ripensandoci… sì, hai ragione! Proverò ad invitare lei!- disse con finto entusiasmo.
Non ne poteva già più.
Nella versione originale avrebbe dovuto invitare Aurora; inizialmente lei avrebbe rifiutato, però poi si sarebbe presentata al ballo comunque.
“Bravo. Ora esci dalla biblioteca… e saluta la saggia bibliotecaria che va verso Clara…”
Doria capì che l’attenzione dei lettori per un po’ sarebbe stata rivolta alla protagonista. Erano passati due mesi da quando l’avventura era iniziata, ed erano due mesi che lui e Aurora non si rivolgevano la parola, nemmeno per insultarsi. Doveva parlarle. Ne sentiva l’assoluto bisogno.
Avrebbe dovuto dirigersi verso la scuola per incontrare il nuovo professore ma cambiò direzione. Avrebbe fatto velocemente. Aveva abbastanza tempo prima che l’attenzione dei lettori tornasse su di lui.
Era sicuro che avrebbe trovato Aurora nella pasticceria di Madama Frufru; al pomeriggio era sempre là con le sue amiche.
-No, non c’è.- gli disse seccamente Fulvia.
Era seduta su uno dei tavolini fuori dalla gelateria. Doria si avvicinò triste al tavolino.
-Tu perché sei qui?- le chiese.
-Perché Arvan tra poco verrà qui ad incendiare questo posto e lo Scrittore ha deciso che io devo essere coinvolta.- rispose con un tono acido che mai aveva usato nei confronti del suo migliore amico.
Ecco perché né Aurora, né le sua amiche non c’erano. Sapevano che Arvan avrebbe dato fuoco alla gelateria e non desideravano essere d’impiccio alla loro sovrana.
-Ah, so cosa dovresti chiedermi.- aggiunse Fulvia, alludendo al ballo. –E devo accettare. Evita di fare scene di finta cortesia per invitarmi, tanto i lettori non le leggeranno.-
Doria annuì e se ne andò prima che Fulvia lo cacciasse via.
 *
Non aveva senso.
No, proprio niente.
Cosa aveva in mente lo Scrittore? Aurora non riusciva proprio a capirlo.
Doveva presentarsi al ballo anche se Doria non l’aveva invitata. Anzi, proprio nessuno l’aveva invitata. Lo Scrittore aveva deciso che lei comunque avrebbe fatto una comparsa al ballo.
Lei e il vecchio professore di chimica aspettavano in uno dei corridoi della scuola; la voce dello Scrittore li avrebbe guidati da un momento all’altro.
-Io sarò incaricato di aiutarti nella pericolosa missione che ti ha affidato Arvan.- dichiarò improvvisamente il professore.
Non era stato guidato dallo Scrittore. L’aveva detto di sua spontanea volontà.
-Mi pareva giusto che lo sapessi. Quindi, smetti di essere così agitata! Ti aiuterò io!- aggiunse in tono severo.
Aurora non era troppo preoccupata per quella missione. Non riusciva a concentrarsi sulla preoccupazione. Era solo arrabbiata con lo Scrittore. E non pensava ad altro.
-Grazie.- si limitò a rispondere.
“D’improvviso la porta della sala si spalancò ed entrò Aurora seguita dal vecchio professore di chimica…”
Aurora entrò.
Tutti, pure il professor Valerino, furono turbati dalla fastidiosa presenza di quella ragazza che non era stata invitata alla festa. Il professore di chimica le chiese gentilmente di andarsene.
Clara non capiva. Cosa nascondeva Aurora in quella nuova avventura?
In quelle precedenti non era mai stata così isolata e solitaria. Era davvero strana.
“Pensa più intensamente a quanto sia insolito un tale comportamento.”
Già. Perché si era presentata a quel ballo senza invito?
“Ora esci.” disse lo scrittore rivolto ad Aurora.
Si allontanò velocemente dalla stanza. Aveva cercato di guardare il meno possibile all’interno della grande sala. Non voleva vedere Doria e tanto meno scoppiare a piangere.
Percorse nuovamente il corridoio.
E ora?
L’attenzione dei lettori dov’era in quel momento?
Sentì dei passi dietro le spalle che la seguivano. Clara.
“Fai finta di niente e vai avanti.”
Così fece.
Non avrebbe dovuto allontanarsi dal ballo. Doria avrebbe dovuto giustificare la sua presenza, dicendo che era stata invitata da lui. Avrebbero dovuto ballare. Il loro primo ballo.
Invece spalancò la porta di vetro all’ingresso della scuola e corse verso casa, sperando di togliersi l’attenzione dei lettori il prima possibile.

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Capitolo 3
*** Senza possibilità di scelta ***


Wow.
Bello.
Stupendo. No, davvero. Magnifico.
Gran bella trovata. Complimenti allo Scrittore per la sua fantastica scena di Doria seduto su un sasso. Scena moooolto intensa.
Ridicolo.
Dopo l’imprevedibile morte della saggia bibliotecaria, Doria si era nascosto nella Foresta Blu con Clara e Fulvia. Ed era lì, seduto su un sasso, fissando l’albero davanti a lui.
Lo Scrittore gli aveva ordinato così…
Originariamente quello doveva essere uno dei momenti più belli del libro. Avrebbe dovuto rivelare alle sue migliori amiche il segreto che ormai da mesi portava nel cuore.
Aurora. L’amore per la sua dolce Aurora. Avrebbe dovuto spiegare, far capire, che sotto l’aspetto così ostile c’era una ragazza molto fragile e spaventata da ciò che Arvan le aveva chiesto di fare. Una ragazza estremamente sola che aveva bisogno di aiuto. Una ragazza che nonostante tutto era capace di amare. Sotto quella fredda corazza c’era la vera Aurora.
Invece no. Doveva rimanere lì a pensare.
Cosa stava facendo lo Scrittore in quel momento? Stava descrivendo lui nel bosco su uno scomodo sasso?
E i lettori avrebbero preferito quello?
“Godetevi questa stupida scena allora!” pensò.
Doria non tentava nemmeno di capire.
Era davvero furioso con lo Scrittore. Lo avrebbe insultato volentieri.
Imprecò ad alta voce.
“Maledizione, Doria!!! Sei al centro dell’attenzione! Ora come ti giustifico ai lettori?”
Stava davvero descrivendo il bosco intorno a lui?
Una misera parte di Doria sghignazzò soddisfatta.
“Scriverò che ti ha punto una zanzara.”
Una grande e grossa zanzara di nome Scrittore?
Più che il sangue, Doria aveva l’impressione che quella schifosa persona gli stesse succhiando l’intera vita.
 
*
 
Aspettava silenziosa di fianco a sua madre.
Originariamente avrebbero dovuto tenere un breve dialogo, nel quale Lucinda lasciava intendere alla figlia che non aveva più intenzione di sottostare al potere di Arvan.
-Lotteremo con onore anche al suo fianco.- si convinse invece nuovamente Lucinda, osservando la sua sovrana mentre torturava una spia di Clara.
Le urla spaventarono il piccolo cucciolo di drago di Aurora, che cercò riparo tra le braccia della sua padroncina. Lei era così tranquilla, sembrava non aver paura di niente. La piccola bestiolina poteva solo sentirsi al sicuro con lei.
In realtà Aurora era terrorizzata.
Lo Scrittore non le aveva mai accennato di quel lato di Arvan. Non riusciva a smettere di pensare a cosa avrebbe potuto fare a Clara appena l’avrebbe catturata.
-Gli abbiamo presi!- annunciò trionfante Louis, che era diventato uno dei più fedeli seguaci della terribile antagonista.
Altri seguaci entrarono nell’ampio ingresso della loro villetta gettando sul pavimento quattro sagome.
Fulvia, John, Doria e Lang.
Clara non c’era!
Non era possibile!
Arvan fucilò i seguaci che tenevano stretti i prigionieri, furibonda per il fatto che non erano riusciti a prendere anche Clara.
In realtà l’avevano presa, ma non se ne erano accorti. O meglio… non la vedevano.
Poco prima di essere catturato, John, l’unico che riusciva a compiere magie, l’aveva trasformata in una cavalletta e l’aveva messa in tasca.
Clara volò indisturbata sopra un mobile, in attesa del momento in cui lo Scrittore le avrebbe detto come riprendere le sembianze umane e liberare i suoi amici.
Louis si era nascosto terrificato dietro Kat, sperando che Arvan non volesse uccidere anche lui.
L’antagonista era però interessata ai prigionieri.
Lucinda capì immediatamente.
Prese la figlia per una spalla.
-Vieni.- le ordinò.
-Dove?- chiese Aurora.
-Ti ho detto di venire!-
La condusse velocemente al piano superiore, la spinse nella sua stanza e la chiuse dentro.
Aurora provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave.
-Mamma, apri.-
Perché l’aveva chiusa dentro?
D’improvviso le urla di dolore Doria riempirono l’intera casa. Lacerarono l’udito di Aurora come lame affilate. Cercò disperatamente di aprire la porta, di uscire dalla stanza. Doveva aiutarlo, doveva fare qualcosa, doveva assolutamente salvarlo. Mandò in frantumi il vetro della finestra, ma era troppo alto, non poteva scendere! Si ritrovò a prendere a pugni il legno della porta e a scalfirlo con un frammento di vetro. Poi perse le forze e si accasciò sul pavimento, accecata dalle lacrime. Le asciugò e si sporcò il volto di sangue che colava da una ferita sulla mano. Le urla si confusero con i suoi singhiozzi e i mugolii del piccolo drago spaventato.
Doria era in pericolo. E lei non poteva fare niente.
Non lo avrebbe salvato.

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Capitolo 4
*** Cattivi e senza onore ***


La gigante buona ruggì talmente forte, che pure i migliori unicorni da guerra iniziarono ad innervosirsi.
Aurora tranquillizzò il suo. Quella gigante non era così pericolosa; l’avrebbe eliminata lei stessa.
Davanti alla gigante, Clara teneva stretto tra le mani un cristallo. L’unica arma che le avrebbe permesso di sconfiggere Arvan.
Era la battaglia finale.
Entrambi gli schieramenti si trovavano nella prateria sotto la Grande Fortezza.
Clara guardò preoccupata l’esercito di Arvan, di gran lunga più organizzato del loro.
Avevano unicorni da guerra, leoni d’assalto e guerrieri armati fino ai denti. Loro invece erano solo un gruppo di ribelli, di ogni genere, specie ed età, il cui equipaggiamento consisteva in qualche spada e qualche arco. Lang era l’unico domatore di draghi, ma non aveva ancora completato gli studi, quindi avrebbe fatto molta fatica a convincere i draghi custodi della Grande Fortezza a combattere con loro.
Clara sperava vivamente che ce la facesse: l’avere quel cristallo non le dava nemmeno un minimo di sicurezza. Impugnò la spada che era appartenuta alla sua saggia protettrice. A scuola non era mai andata bene in lotta con spada e l’unica esperienza non didattica che aveva avuto con quell’arma era stata anni prima durante una violenta discussione con Aurora.
Doria temeva che neppure i draghi fossero bastati. Arvan non poteva essere così sprovveduta per non avere dei domatori tra i suoi seguaci; Aurora era quasi sicuramente una di quelli.
La guardò mentre sul suo unicorno sguainava una minacciosa spada.
Non voleva incontrarla durante la battaglia. Non voleva scontrarsi con lei. Di sicuro lui avrebbe avuto la peggio (neanche lui andava molto bene in quella materia), ma temeva in qualunque modo di poterle far male.
“Bacia Fulvia.”
Prima della battaglia? Che pessimo momento.
Si assicurò che Aurora non potesse vederlo: quello le avrebbe fatto davvero male.
Diede un piccolo bacio a quella che era sempre stata la sua migliore amica.
Per fortuna i lettori non avrebbero visto l’espressione disgustata di Fulvia.
Arvan sapeva che molto probabilmente quella sarebbe stata l’ultima battaglia. Quasi sicuramente sarebbe morta.
Però, forse aveva qualche possibilità di sopravvivere…
Era solo una vaga speranza.
Diede il segnale per l’inizio dell’attacco.
Cavalcava in testa, seguita dai suoi seguaci.
“Con onore.” pensò Aurora mentre l’unicorno la portava sempre più vicino all’esercito rivale.
Lo Scrittore lasciò tutto in mano ai suoi personaggi. Ogni tanto correggeva qualcuno, dava indicazioni ad altri, ma per gran parte della battaglia lasciò le sue creature libere di agire.
Arvan e Clara combattevano isolate, inseguendosi a vicenda e cercando di intaccare e di evitare colpi fatali.
Doria le vide e cercò di correre in aiuto a Clara, ma il suo vecchio compagno Louis lo colpì con il suo arco, buttandolo sul terreno.
Puntò una freccia sotto il mento di Doria, con fare trionfante.
E così lo Scrittore aveva stabilito la sua morte?
Louis però ritirò l’arco e gettò via la freccia. Si voltò di scatto verso due draghi guidati da Lang che stavano decimando l’esercito di Arvan.
Scappò terrorizzato.
Glielo aveva ordinato lo Scrittore?
Clara aveva in pugno il cristallo. L’antagonista era in pericolo. Aurora si stava dirigendo in aiuto verso la sua sovrana, quando vide i due draghi.
Fece galoppare l’unicorno verso quelle creature. Non avrebbe avuto problemi a contrastare quell’incapace di Lang.
L’unicorno si fermò e la sbalzò via, facendola cadere sul terreno.
Cosa gli era preso?
Si alzò in fretta. Doveva raggiungere i draghi, non poteva permettere che distruggessero il loro esercito.
“Fermati e torna in dietro. State perdendo. Scappa dalla battaglia.”
Lo Scrittore le stava chiedendo di… abbandonare Arvan?
Vide Louis scappare come un vigliacco, verso la foresta. Sua madre era immobile; aveva ricevuto anche lei quell’ordine dallo Scrittore. Era combattuta, indecisa sul da farsi: correre per salvare la sua amica, o correre per salvare se stessa.
“Cosa state facendo? Muovetevi!”
Arvan non si accorse di essere rimasta sola.
Clara teneva stretto il cristallo e coraggiosamente tentava in ogni modo di ferirla.
L’antagonista doveva resistere. Lucinda non l’avrebbe mai abbandonata. Era la sua migliore amica, le sarebbe venuta in aiuto.
“Lascia che Clara ti infilzi con il cristallo.”
Era dunque quella la sua fine.
Non aveva scelta. Era un burattino nelle mani dello Scrittore e non poteva in alcun modo obiettare.
Trattenne il respiro e chiuse gli occhi e aspettò che il cristallo le lacerasse il cuore.
 
Era finita.
Sì, finalmente quella battaglia era finita. La cattiva era morta. Tutti corsero come previsto ad esultare intorno alla protagonista. Clara era diventata un’eroina, assieme a Fulvia e Doria. Tutti entrarono nella Grande Fortezza per festeggiare.
Aurora rimase lì, sulla collina di fronte. Ferma, immobile ad osservare da lontano la scena. Sarebbe dovuta essere una grande festa anche per lei. Avrebbe dovuto anche lei essere là con Doria. Si sarebbero dovuti dare il loro primo bacio.
Invece era costretta a scappare, come una vigliacca, da quella che per lei era diventata una sconfitta.
“Cosa stai facendo?! Vai via!” tuonò la voce dello Scrittore.
Si voltò, obbligandosi a rivolgere l’attenzione sui suoi genitori vivi ed illesi. Suo padre non era morto da eroe, sua madre non l’aveva salvata da nessun pericolo. Suo padre era un codardo, sua madre una traditrice e lei una debole ed inutile ragazzina.
Non doveva andare così!
A fatica li raggiunse e pian piano si diressero verso la loro casa, lasciandosi alle spalle la festa dei vincitori.

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Capitolo 5
*** La morte dell'ultima speranza ***


Doria sposò Fulvia. Aurora sposò Louis.

Doria e Fulvia erano eroi, ammirati da tutti. Aurora era una nullità, uno scarto della società, un’egoista che aveva cambiato partito all’ultimo momento per salvarsi.

-Non ti preoccupare Aurora.- le ripeteva sua madre –Appena questa storia sarà finita, tu e Doria potrete fare quello che vorrete. Dopo questo finale lo Scrittore non scriverà più niente su di noi.-

Già.

Doveva solo aspettare che la storia finisse.

Lo Scrittore convocò le due coppie nel suo ufficio, assieme a Lang e Clara.

Li fece entrare dalla porta d’uscita senza farli passare dall’ingresso.

Stava per concludere la storia e voleva incontrare i personaggi principali.

-John non viene?-  chiese Doria quando notò la sua assenza.

-In effetti forse dovrei…- rispose lo Scrittore pensieroso.

Aurora cercò di non guardare nella direzione di Doria o Fulvia. Era sicura che sarebbe scoppiata a piangere. Sperava che lo scrittore li avesse convocati per dirgli che aveva finito di scrivere la loro storia, così avrebbe almeno avuto una possibilità di riprendersi la vita che avrebbe dovuto avere.

Anche Doria lo sperava. Voleva davvero tanto poter passare il resto dei suoi anni con Aurora. Sarebbe stata una storia decisamente meno bella di quella originale, ma almeno sarebbe stato felice. Inoltre i lettori non l’avrebbero mai saputa e, quindi, non si sarebbero mai potuti lamentare del loro amore.

-Dobbiamo discutere dei vostri figli.- iniziò lo Scrittore.

-Originariamente Aurora e Doria avrebbero avuto un figlio di nome Kat, in onore del nonno, mentre Fulvia e Lang una figlia di nome Marta. Oh, bene, adesso Kat si chiamerà Benjamin e sarà figlio di Aurora e Louis, mentre Marta sarà di Doria e Fulvia.- spiegò come se stesse distribuendo degli oggetti qualunque.

-E io?- chiese Lang.

-Oh, tu…non verrai più menzionato nel testo.- rispose come se fosse una cosa ovvia.

Lang abbassò lo sguardo triste. Fulvia si alzò e fece per andarsene.

-Fulvia, per favore, non ho finito.- la bloccò lo scrittore.

Riprese quando Fulvia tornò al suo posto.

-Dunque… terminerò il libro facendo un piccolo riassunto di ciò che succede dopo la battaglia e descrivendo un piccolo episodio dove comparirete tutti voi, dopo circa una decina di anni, forse anche di più. Presenterò i vostri i figli e concluderò con una frase epica sulla quale sto ancora lavorando.-

Sorrise.

Clara lo avrebbe ucciso nonostante la sua vita non fosse stata cambiata. Stava facendo soffrire i suoi amici. E non poteva fare niente per impedirglielo.

-Così avrai concluso la nostra storia, vero? Non scriverai più di noi?- chiese ansioso Doria.

-Questo dipende da quanto vende il libro. Se tra qualche anno mi ritroverò in difficoltà economica dovrò scrivere di nuovo. E ho già in mente una bellissima avventura per i vostri figli!-

Aurora scoppiò a piangere. Quanto tempo avrebbe dovuto aspettare ancora per poter stare con la persona che amava?

-Oh, no, Aurora… non fare così! Per te ho in mente una bellissima nuova parte!-

-E cosa? Mi vendicherò? Ucciderò Clara? Verrò considerata come una pazza serial-killer? No, davvero! Dimmi che cosa hai mente ora per me?!- urlò tra le lacrime.

Era davvero disperata. Doria avrebbe tanto voluto abbracciarla, consolarla, dirle che non sarebbe successo niente, di non preoccuparsi…

-Immagino che farai morire mio figlio, dato che è l’unica cosa che non è cambiata dalla versione originale!-

-Oh, no! Pensavo di far morire Louis a dire la verità.- corresse lo Scrittore. –Tuo figlio avrà come migliori amici i figli di Clara e Fulvia. Sarà soggetto a prese in giro e brutti pettegolezzi a causa della tua posizione sociale, inoltre sarà pessimo in tutte le materie a scuola.- aggiunse entusiasta.

Louis sbiancò.

Doveva… morire?

-Quando inizierà la prossima avventura?- chiese Doria.

Pensava che avrebbe potuto trascorrere anni felici con Aurora, per poi fingere di stare con Fulvia solo per la durata di quella stupida nuova storia.

-Non saprei… e di sicuro questa volta non ve lo dirò! Voglio che sia tutto il più naturale possibile.-

Doria uscì dall’ufficio ed urlò imprecazioni.

-ALLORA LETTORE! HAI SENTITO? TI PIACE? VUOI CHE LO RIFACCIA?! È ABBASTANZA NATURALE?-

Lo Scrittore alzò gli occhi al cielo.

-Per fortuna l’attenzione dei lettori ora è rivolta da altre parti…-

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Capitolo 6
*** Il nuovo canone ***


Benjamin era un bellissimo bambino.
Anche Marta era stupenda, ma Doria sentiva che non era sua figlia. O meglio… non avrebbe dovuto essere sua figlia. Era un vero tormento. Non sopportava l’idea che un altro padre crescesse Benjamin.
Come non sopportava l’idea che lo Scrittore avesse deciso di far riaprire la pasticceria di Madama Frufru. Originariamente avrebbe dovuto riaprila e gestirla solo Fulvia. Invece in quel momento la conduceva anche lui assieme a quella moglie che poco sopportava.
Clara aveva preso il posto della sua protettrice nella biblioteca, Aurora insegnava ad ammaestrare draghi, John addestrava nuovi maghi e Lang era partito alla ricerca di nuove specie orientali di creature del fuoco. Mentre lui distribuiva gelati.
Una meraviglia.
I lettori l’avevano visto crescere e quindi sapevano benissimo che lui fin da piccolo voleva diventare il custode del tempo della città. Non sarebbero rimasi delusi? Preferivano davvero vederlo mentre serviva granite e pasticcini?
-Ciao papà!- lo salutò la piccola Marta mentre correva verso Monica, la figlia di Clara e John.
Erano così dolci! Chissà se lo Scrittore le aveva già parlato? Era già iniziata la nuova avventura?
Erano anni che Doria non sentiva la voce dello Scrittore. Chissà quando sarebbe tornato?
Le bambine si incamminarono allegramente verso la scuola, passando dalla villetta del loro amico Benjamin che le aspettava.
*
Aurora d’aspetto fisico era diventata identica a sua madre.
Ogni volta che entrava in biblioteca, l’istinto di nascondersi si risvegliava in Clara. Finché non si rendeva conto che quella donna era Aurora e non Lucinda.
La salutò freddamente, mentre attraversava l’ampio corridoio centrale, seguita dai suoi apprendisti e dai loro piccoli draghi.
-Vedete, questo è uno scheletro di drago adulto.- spiegava, mostrando i resti della grande creatura.
Clara ammirò orgogliosa la sua piccola Monica. Senza dubbio sarebbe stata un’ottima domatrice; era una dei pochi studenti che riusciva a tenere il suo draghetto in braccio tranquillamente. Anzi, pareva pure che quella bestiolina si fosse addormentata.
Quello di Benjamin invece non voleva saperne di rimane lì tranquillo a farsi coccolare e cercava in continuazione di volare via.
Clara si diresse verso un gruppo di studenti che parevano aver difficoltà a prendere dei libri.
Poi sentì un fracasso enorme dietro le sue spalle, seguito da delle urla.
-Mamma! Benjamin è un mago!- le corse incontro Monica.
Il bambino teneva in mano una costola di drago dalla quale continuava ad uscire acqua. La agitò e quella iniziò a sparare fiori.
-Dammela. Ok, tranquillo. Non è niente.- lo tranquillizzò Aurora.
Poi entrambe udirono una vecchia voce familiare.
“Bene, bene. E ora diamo una ripulita alla biblioteca.”

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Capitolo 7
*** Il collasso ***


7 Il collasso della storia
 
La nuova avventura era esageratamente frenetica.
I personaggi non avevano un attimo di pace e lo Scrittore continuava dargli un ordine dopo l’altro. Almeno nelle precedenti avventure c’erano dei momenti di pausa, dove ai lettori veniva descritto il paesaggio, la situazione, oppure giorni ordinari che non venivano inseriti nella storia. Invece in quella parevano non esserci giorni ordinari o descrizioni. A volte i personaggi avevano l’impressione che l’attenzione dei lettori fosse rivolta contemporaneamente da più parti.
Era una situazione estremamente caotica.
Doria, John e Louis stavano inseguendo qualcuno nella stazione. Non erano nemmeno sicuri di chi fosse. Il piccolo Benjamin stava dietro di loro sperando in qualche modo di essere d’aiuto.
Louis tese il suo arco, scoccò la freccia ma lo sconosciuto riuscì a schivarla. Anche John cercò di lanciargli un incantesimo, ma questo finì contro una colonna. Provò anche Benjamin, ma realizzò una fattura più grande di lui che lo spinse indietro facendolo rotolare sul pavimento. Doria istintivamente gli corse incontro. Lo prese delicatamente e lo aiutò a rialzarsi.
-Stai bene? Ti sei fatto male?-
-Un po’ alla schiena.- ammise il piccolo.
Corse verso Louis.
-Tutto bene?-
-Papà, non sono riuscito a fare l’incantesimo.- rispose triste.
-Non ti preoccupare. Imparerai.- lo rassicurò Louis.
Suo padre. Papà. Quella parola strideva così tanto nelle orecchie di Doria.
-Ci è sfuggito!- constatò John.
“Presto, presto! Uscite dalla stazione!”
John sbuffò contrariato. Non si poteva avere un attimo di tranquillità?
Fuori dalla stazione Aurora impugnava la sua spada, mentre Clara la minacciava con il bastone da saggia bibliotecaria. Fulvia stava tra le due.
-Non mi pare il momento di tirare in ballo le vecchie rivalità del passato…- stava dicendo.
Non la ascoltarono e si attaccarono a vicenda.
I tre uomini intervennero per separarle.
Doria prese Aurora e la trascinò lontano da Clara.
-Vi pare il caso di litigare?!-
Non l’avevano voluto loro. Gliel’aveva imposto lo Scrittore.
D’improvviso il suolo tremò.
“Scappate, scappate!”
John lanciò a tutti delle carte traslocatrici. Erano delle normalissime carte da gioco che, se strappate, erano in grado di trasferire la persona in un luogo a sua scelta.
Doria teneva ancora Aurora che stava strappando la carta.
Si ritrovarono sulla collina davanti alla Grande Fortezza.
-Perché qui?- chiese Doria.
Aurora stava per rispondergli che non lo sapeva. Lo Scrittore non aveva detto niente a proposito del dove scappare e lei ne aveva pensato uno a caso.
“Digli che è colpa sua se siete finti lì e che tu volevi andare da un’altra parte.” la bloccò lo Scrittore.
-È colpa tua!- tuonò –Io di certo non volevo finire qui!-
-Ma hai strappato tu la carta!- rispose Doria.
Non avrebbe nemmeno voluto risponderle. Era stanco di dover obbedire allo Scrittore. Non ne poteva davvero più.
-Hai interferito!-
“Bene, bravi, continuate a litigare, sottolineate che vi odiate e robe simili.” sbrigò lo Scrittore, come se dovesse correre a dare indicazioni agli altri personaggi, che chissà dov’erano finiti.
Aurora assunse un’espressione furibonda e minacciosa.
No. Non ce la faceva.
Si accasciò sull’erba e iniziò a piangere, fregandosene dei lettori, dello Scrittore e della storia.
Doria si sedette di fianco a lei. Le accarezzò i capelli.
-Aurora…-
-Io ti amo e non posso, non riesco nemmeno a dirtelo!- riuscì a dire tra le lacrime.          
-Aurora…-
Le lacrime rigarono pure il suo volto.
Le prese il volto tra le mani, come aveva fatto la penultima volta che erano stati nell’ufficio dello Scrittore, quando le aveva chiesto di sposarlo.
Era successo tantissimo tempo prima. E come se tutti quegli anni non fossero passati, la baciò.

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Capitolo 8
*** doveva finire così ***


Era talmente entusiasta di quella sua nuova storia che appena la finì di scrivere, la spedì immediatamente al suo editore senza nemmeno rileggerla.

L’ultimo libro della saga non aveva avuto il successo sperato, e così lo Scrittore si ritrovava in piena difficoltà economica. Sperava che quella nuova breve avventura lo aiutasse.

L’editore lo chiamò.

-Sei un genio.- gli disse senza nemmeno salutarlo.

-Ero sicuro che ti sarebbe piaciuta!- rispose lo Scrittore.

-Ti giuro, preferisco questa al libro precedente.-

L’entusiasmo dello scrittore era alle stelle!

-Quella scena tra Aurora e Doria! Sono sincero, ero rimasto un po’ deluso di non averla trovata prima.-

La scena di Doria e Aurora? Ah, sì. La litigata! In effetti non li aveva mai fatti parlare nel libro precedente.

Anche il correttore di bozze lo chiamò poco dopo per congratularsi. Anche lui era estasiato dalla litigata tra Doria e Aurora.

Accidenti! Lo Scrittore non avrebbe mai pensato che ai lettori piacessero così tanto i loro battibecchi.

Lo chiamò il direttore dell’azienda che si occupava del merchandise della saga. Non vedeva l’ora di mettere in vendita magliette con la scena di Doria e Aurora.

-Hey scrittore!-

Era il responsabile della copertina.

-Ma se in copertina al posto dei figli mettessimo Doria e Aurora?-

Anche lui era fissato con quei due?!

-Ma no. Perché?-

-Oh, be… era solo un’idea.-

Dopo qualche mese il libro fu messo in vendita.

Un successo incredibile. Nessuno libro della sua saga era stato apprezzato così tanto! Le vendite erano altissime e finalmente lo Scrittore riuscì a saldare i suoi debiti. I lettori adoravano quel nuovo libro. In particolare una scena: la litigata tra Doria e Aurora.

Lo Scrittore non capiva.

Cosa c’era di così speciale?

Era una discussione qualunque. Non era nemmeno la prima che avevano.

Prese il libro e lo aprì alla pagina del litigio.

 

“L’espressione furibonda e minacciosa di Aurora ad un trattò cambiò.

Si accasciò sull’erba e iniziò a piangere.

Doria si sedette di fianco a lei. Le accarezzò i capelli.

-Aurora…-

-Io ti amo e non posso, non riesco nemmeno a dirtelo!- riuscì a dire tra le lacrime.          

Le lacrime rigarono pure il volto di Doria.

Era come se l’avesse sempre saputo. Come se anche lui avesse sempre provato gli stessi sentimenti per lei.

Le prese il volto tra le mani.

-Aurora…-

La baciò.”

 

Lo Scrittore rimase a bocca aperta. Non l’aveva scritta lui!

Girò speditamente le pagine in cerca di altre modifiche.

L’intera seconda metà del libro era completamente cambiata. Nessuno dei personaggi gli aveva dato ascolto.

Louis era vivo, Lang era tornato dalle terre orientali, Benjamin diventò in breve tempo un ottimo mago, Aurora, Fulvia e Clara divennero grandi amiche, Doria ottenne il posto di guardiano del tempo della città, tutti insieme sconfissero quel nuovo nemico.

E rimasero per sempre uniti.

Lo Scrittore appoggiò quel libro maledetto sulla scrivania.

Maledetto? Perché maledetto? Solo perché era finito meglio di quanto lui avrebbe fatto?

Il telefono squillò.

-Scriverai un seguito, vero?-

Era il suo editore.

-Oh, be… credo di no.-

-Come no? Sai quanto guadagneresti con un seguito?- rispose incredulo.

Lo Scrittore rimase un attimo in silenzio.

-Sì ma…-

Sorrise al solo pensiero.

-…io volevo che la storia finisse così.-

Tra lo Scrittore e l’editore calò il silenzio.

-Ma è ridicolo! Mi stai dicendo che preferisci lasciare così com’è la storia, anziché guadagnare di più?! Sei forse impazzito?-

“No.” rifletté lo Scrittore.

Gli pareva assurdo anche a lui, ma… che razza di scrittore è uno che sacrifica la sua storia per il guadagno?!

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