Your Eyes Shine Like...

di DjalyKiss94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




CAPITOLO 1                                  FESTA DEL PATRONO

 
Musica, colori, caos.
Mi ritrovo ad una festa di paese.
Più esattamente alla festa del Patrono del mio paese, in un angolo del sud-ovest della Sardegna.
Per l’occasione hanno chiamato Maurizio, un animatore cantante e ballerino, che io conosco ormai da 4 anni.

Ha 40 anni, è alto, capelli corti neri e occhi azzurri come il cielo; ha delle adorabili rughette, che gli si formano ai lati degli occhi, quando sorride.

Accanto a lui, mentre canta, ballano Alex e Shaira.
Alex ha 2 anni in più di me, è una forza della natura oltre che un bravissimo ballerino. Fa il modello: è più alto di me, non che sia una novità, ha i capelli biondo scuro, corti ai lati e un ciuffo ribelle che gli ricade, sempre, sugli occhi castani.

Shaira è una simpatica ragazza di colore, altissima e magrissima, i capelli lunghissimi raccolti in delle treccine finissime, il viso pulito tipico delle diciottenni, le labbra piene e gli occhi scuri.

Sono al porto del paese, alla sagra del pesce che hanno organizzato in onore del Santo.
Alla mia destra ci sono i tavoli allestiti per la cena e a sinistra il gazebo da cui servono il cibo e le vivande; dietro di esso c’è il barbecue da cui si solleva una nube di fumo che ogni tanto, portato dalla leggera brezza marina, arriva alle mie narici.
Io mi trovo nel mezzo, con il gruppo di animazione, seduta da una parte, nell’ombra, le mani sotto il viso.

Perdonatemi non mi sono nemmeno presentata.

Mi chiamo Aurora, ho 23 anni. Sono una ragazza molto comune: capelli lunghi e lisci castani, occhi dello stesso colore, di bassa statura (supero di pochi centimetri il metro e cinquanta) e lentiggini sul viso.

Niente di speciale.

Guardo in alto.
È una bella serata, fa molto caldo, il cielo è limpido ma le stelle non si vedono a causa della troppa luce emessa dai lampioni; solitamente in questo giorno c’è freddo, fulmini e lampi sono sovrani del firmamento e minaccia sempre di piovere.
Sbuffo.
Eh si, sono proprio sfortunata.

Prendo il cellulare e faccio un giro sul mio social network preferito.
Sorrido.
Sulla home vari post sul mio attore preferito: Robert Downey Jr.
È una persona fantastica ed è bravissimo recitando.
Ha superato tante difficoltà nella sua vita, sempre a testa alta.
Lo ammiro.

Non riesco a non ridere guardando le gif sulle sue espressioni buffe



e rimango a bocca aperta mentre mi passano davanti agli occhi nuove foto tratte dalla premiere di Spiderman Homecoming, avvenuta due giorni fa.




È     P-E-R-F-E-T-T-O !



Salvo tutte le foto e rimetto il telefono dentro la borsa, ritornando nella realtà.
Sollevo lo sguardo.
I ragazzi hanno appena finito di ballare Despacito e li vedo venire verso di me.
Sospiro mentre ripiombo nella tristezza.
Forza, non devi farli preoccupare.

-Aurora, tutto bene?- mi chiede Alex.
-Si certo!- abbozzo un sorriso, credo però che la voce mi sia uscita un po’ stridula -Perché?-
-Auri- mi dice prendendomi la mano e io sollevo lo sguardo -non mentirmi.-
Mi perdo in quegli occhi scuri.
Voi direte: sono solo comunissimi occhi castani.
No, lì c’è allegria, gioia, sono un vortice che ti risucchia e non ti lascia più andare.
Si, si avete capito, mi piace ok?
Ma tanto non ho speranze con lui, preferisco nascondere tutto, non illudermi e rimanere sua amica.
È un ragazzo fantastico, mi fa ridere e, con le sue battute a doppio senso, riesce sempre a tirarmi su di morale.
Ma non in questo momento.

Abbasso lo sguardo.
-Sei preoccupata vero?-
Uff.
Odio quando la gente riesce a capire cosa provo.
-Vedrai che non è nulla di grave e tutto si sistemerà.- s’intromette Shaira.

Ops.
Non vi ho ancora detto nulla vero?
Una settimana fa ho sforzato il ginocchio destro e, come sono scesa dal letto, mi sono procurata una leggera distorsione.
I primi giorni non riuscivo neanche a poggiare il piede!
Dolooooore!

-Si sono sicura che tornerai a ballare in men che non si dica.- cerca di rassicurarmi la mia amica.
-Siiii! E anche tu sarai di nuovo a culo di fuoriiiii!!!- dice urlando Alex.
Mi porto una mano sul viso; sempre il solito.
-Oh, la prossima volta però metti una gonna più corta!- esclama tentando di sollevare l’indumento color verde scuro lungo fino ai piedi, scoprendomi le gambe.
-Alex!- lo riprendo tirando giù le sue mani e scoppiando in una risata.
-Finalmente hai sorriso. Veramente.- torna serio, sorridendomi.
Sospiro e li guardo -Grazie ragazzi!- dico abbracciandoli entrambi; come farei senza di loro. -Riuscite sempre a tirarmi su di morale. Vi voglio davvero tanto bene.-
-Ehi posso unirmi anche io?- chiede una voce che conosco bene.
Maurizio.
-Poverino… è geloso. Ma certo!- rispondo -Dai vieni qui!-
-Abbraccio di gruppoooo!!!- Urla Shaira.
 
-Ragazzi- inizia Mauri, dopo qualche secondo, staccandosi dall’abbraccio -dobbiamo ricominciare. Ehi darling- mi chiama così a volte -vuoi venire a cantare con me? Così non stai da una parte tutta sola.-
-Si dai!- dicono in coro Alex e Shaira.
-No, ragazzi. Tranquilli. Magari dopo.- sorrido appena.
-Sicura?-
-Si, non preoccupatevi!- dico rafforzando il sorriso -Forza, ora andate! Spaccate tutto! Dovete ballare anche per me!- esclamo alzando la mano per farmi dare il cinque.
Tornano alle loro postazioni mentre mi guardano poco convinti e io li saluto con la mano, per cercare di rassicurarli.
Appena si voltano, il mio sorriso sparisce dalle labbra e torno in posizione fetale, abbracciando le ginocchia e posando il mento su di esse.

C’è una cosa che loro non sanno.
Ho fatto un’ecografia e hanno rilevato la presenza di un leggero strato di liquido, ma non hanno saputo dirmi altro.
Molti dei miei familiari o amici hanno avuto dei problemi al ginocchio e non mi hanno dato buone notizie.
Ho paura.
Ho paura che possa essere qualcosa di grave, che non mi permetta più di ballare.
Non l’ho mai fatto a livello agonistico ma ogni scusa è buona per scatenarmi in pista.
E da 4 anni, da quando ho conosciuto Maurizio e il suo gruppo, appena possibile li seguo per tutto il Sulcis Iglesiente e dintorni per poter stare in loro compagnia e ballare; per questo siamo così affiatati.
Accarezzo il ginocchio fasciato, coperto dalla lunga gonna verde.
Tra qualche giorno ho una visita dall’ortopedico per ulteriori accertamenti.
Sollevo lo sguardo.
Stanno ballando Ven Conmigo.
La canzone con il quale ho visto per la prima volta ballare Alex.
Ogni volta mi lascia senza parole, ci mette tutto se stesso in quella canzone.

Li osservo.
Il terrore mi invade.
E se non potessi più ballare?
E se non potessi più comunicare con gli altri attraverso la danza, coinvolgendo le persone e facendole sorridere?
Mi piace cantare, ma davanti ad un pubblico mi blocco e vado nel panico.
Invece se c’è da ballare sono sempre in prima fila, senza vergogna.
Tutte le serate che ho passato con loro mi tornano in mente.
E se non potessi più fare tutto questo?
Lo stomaco mi si stringe in una morsa.
Un nodo mi chiude la gola.
Sento le lacrime pizzicare, premere per uscire dagli occhi.
Non posso farmi vedere così.

Mi alzo, sistemandomi la canottiera gialla.
Prendo la borsa e la giacca beige, in tinta con i sandali.
Mi guardo intorno e con cautela me ne vado da lì, da quella festa diventata all’improvviso soffocante.
Mentre mi allontano la gente del paese mi riconosce, mi ferma e mi chiede come sto.
Con calma liquido tutti con poche parole.
Non voglio che si preoccupino per me.
In 5 minuti mi ritrovo in spiaggia.

I miei piedi affondano nella sabbia, è calda.
Al mio ginocchio non farà di certo bene.
Continuo a camminare piano fino ad arrivare alla torretta dei guardia spiaggia.
Tengo su la gonna con una mano e salgo la scaletta di legno; arrivo in cima.
Mi guardo intorno.
Tra un po’ inizieranno i fuochi d’artificio quindi non c’è nessuno.
Mi siedo a terra e poggio la borsa accanto a me, ora solo la penombra mi circonda rischiarata dai lampioni in lontananza.
Il vento mi porta la musica allegra della sagra e il vociare delle persone.
 
All’improvviso nel silenzio incomincia a riecheggiare Discombobulate.
Si esatto la colonna sonora del film Sherlock Holmes.
È la suoneria del mio cellulare.
Siete sorpresi?
Ogni volta è una tortura interrompere la canzone per rispondere alle chiamate.
È troppo bella!

Tiro fuori il telefono dalla borsetta.
È Alex.
Si sono accorti della mia assenza.
Lo appoggio accanto a me e stringo le ginocchia tra le mie braccia.
Dopo un bel po’ lo smartphone smette di suonare.
 
Silenzio.
 
Finalmente le lacrime roventi sono libere di uscire.
Non mi importa nulla del trucco che ora starà colando o del fatto che il mio viso e i miei occhi saranno rossi.
Appena mi calmo, lascerò passare un po’ di tempo e poi andrò a casa.
Inventerò un mal di testa o un mal di pancia.
I singhiozzi mi scuotono, tremo.
Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla.
-Are you Ok?-
 
_________________________
Angolino dell’Autrice
Ciao a tuttiiiii!! =D
Vi presento la mia primissima fan fiction su Robert Downey Jr. (abbiate pietà di me! XD )
È una cosuccia abbastanza piccola… mi mancano al massimo due capitoli per finirla e ne ho scritto 4.
Non so se metterò un capitolo al giorno o ogni due… Vedremo!
Quest’idea è nata così per caso, fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci baci Djlay! :*

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2              UNO SCONOSCIUTO, NON TANTO, CHE PARLA INGLESE
 

-Are you Ok?-
Sobbalzo!
Ih! Sa sprama! (che spavento)
Emetto un suono misto tra un urlo e un singhiozzo.
Sollevo lo sguardo.
Davanti a me un figura imponente, che mi osserva ancora aggrappato alla scaletta.
E chi lo ha sentito arrivare?
Le luci dei lampioni alle sue spalle e la mia vista appannata dalle lacrime, non mi permettono di vedere molto.
Porta una canottiera (rossa?), una giacca sulle spalle, dei bermuda scuri e un cappellino con visiera nero sulla testa; degli occhiali da sole (di notte?), di un colore che non riesco a definire, coprono il suo volto.
-Hey?- continua mentre finisce di salire le scale per poi inginocchiarsi davanti a me.
Bene.
Per completare il tutto ci mancava un uomo che parla inglese.
Chiariamoci, mi piace tantissimo l’inglese.
Ma devo parlare con qualcuno entro nel panico!
-Hey!- la sua voce mi appare preoccupata, poi scuote la testa come se si fosse reso conto di aver sbagliato qualcosa -Oh! I’m sorry.- schiarisce la voce -Ciao!- mi salgono i brividi nel sentire quella parola… ha qualcosa di familiare -Tu essere ok?-
Che dolce, sta cercando di parlare in italiano.
Oh mio Dio.
Un momento.
La paura mi assale.
E se fosse un malintenzionato?
Anche se quella sua voce...
Sospiro scuotendo la testa.
-Yes. I’m fine. Thank you.- rispondo asciugando in fretta le lacrime con una mano -I’m sorry.- dico raccogliendo la borsa e il cellulare.
Mi alzo in fretta in modo da andarmene, aggirando il signore che nel mentre si è messo in piedi come me.
Ahia!
A quanto pare il mio ginocchio destro non è tanto d’accordo.
Sento una fitta partire proprio da quel punto, come metto il peso sulla gamba.
Per far smettere il dolore la sollevo ma, così facendo, perdo l’equilibrio.
Vedo la scala in legno farsi più vicina.
Sto per fare un ruzzolone di almeno 2 metri e mezzo.
Due braccia mi afferrano per i fianchi impedendomi di cadere.
Poggio istintivamente le mani sul petto dell’uomo che mi ha appena salvata.
Uh… che imbarazzo…
-Thank you.- dico.
Un momento.
Sotto le dita sento un ciondolo tondo.
Poso lo sguardo sulla collana, che spicca sulla canottiera a spalle larghe arancione.
È di due colori: nera all’esterno e dentro vi è un altro cerchio sul grigio chiaro.
Quella collana…
Il cuore perde un battito.
-Oh mio Dio.-
 
Ciondolo.
Cappellino.
Occhiali.
Voce profonda.

 

-Oh no.-
Non è possibile.
Siamo ancora in questa posizione.
Deglutisco e chiudo gli occhi.
Sollevo lentamente la testa e apro una palpebra.
Il suo viso è vicino al mio e mi osserva con un sorriso.



Apro di scatto gli occhi e lo guardo.
Il cuore comincia a galoppare veloce.
-No, no, no.- dico, dopo qualche secondo, mettendo una mano davanti al viso.
Dai Aurora, ragiona.
LUI, qui, in un paesino semi-sperduto della Sardegna.
A chilometri di distanza, con i preparativi dell’uscita del film in corso.
Andiamo!
Non è possibile!
Eppure…
 
Quegli occhi…
Quegli occhi, ora dietro a delle lenti trasparenti rosa o arancioni, erano a pochi centimetri da me.
Quegli occhi scuri, profondi, giocosi, che ti bloccano il respiro, ti scavano dentro.
Quegli occhi che anche se visti in una foto, ti mandano il tilt il sistema nervoso e non riesci più a muovere un muscolo.
I SUOI occhi…
 
Scuoto nuovamente la testa.
-No. It’s impossibile.- mormoro.
Oh bene… ora parlo anche in inglese.
-No, It isn’t.- mi risponde, ha capito.
La voce… la SUA voce.
Apro le dita della mano a mo di forbice e lo guardo.
Robert.
Robert Downey Jr.
Sono tra le braccia di Robert Downey Jr.
___________
Angolino dell'Autrice
Non ho saputo resistere e ho pubblicato almeno il secondo capitolo!
Tadaaaaaan. Robert è arrivatoooooo!!! =D
Come la prenderà la nostra Aurora?
Cosa fareste voi?
Baci baci Djaly! :*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



AVVISO
Le frasi in corsivo sarebbero in inglese ma per rendere la lettura scorrevole le ho scritte in italiano, anche se qualche frase la troverete comunque.

CAPITOLO 3     SONO TRA LE BRACCIA DI ROBERT DOWNEY JR.
 
Sono tra le braccia di Robert Downey Jr.
 
Appena realizzo la situazione, sgrano gli occhi e, se possibile, divento ancora più rossa di quanto non lo sia già.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata.

-Oh my God. S-sorry, sorry, sorry…- comincio a dire come una cantilena, spingendo delicatamente le mani tremolanti sul suo petto per sciogliere l’abbraccio.
Appoggio prudentemente la gamba, assicurandomi che non mi faccia male.
-Wo, wo… Don’t worry.- esclama stringendo un po’ la presa.
Sento le sue braccia circondare il mio busto, protettivi.
Riesco a reprimere un brivido che stava per percorrere il mio corpo, da testa a piedi, per quella vicinanza.
Io continuo a guardare la sua collana, per evitare i suoi occhi, e ad allontanarmi, per quel che mi è possibile.
Lui, dopo qualche secondo di riluttanza, mi lascia andare, guardandomi insistentemente per assicurarsi che io riesca a stare in piedi.

-Aspetta.- alzo le mani per poi cancellare le ultime lacrime rimaste sul mio viso.
Lui non dice niente, continua a osservarmi confuso.
Aurora, respira, organizza una frase semplice e traducila.
-Ok. Primo. V-vi ringrazio per il vostro a-aiuto.- accidenti a me, Auri smettila di balbettare.

E voi non ridete, lo so che lo state facendo!
Voglio vedere voi se aveste davanti qualcuno che potrebbe essere il vostro idolo, di cui avete guardato tutti i film, che seguite e commentate le sue pagine ufficiali, di cui avete tutte le sue canzoni e… ok va bene avete capito no?

Sollevo per pochi secondi lo sguardo e vedo che mi sorride. Riabbasso immediatamente il capo. -Secondo. Scusa il mio pessimo inglese.- brava Auri, continua così -E terzo…- prendo un altro profondo respiro e, finalmente, ho il coraggio di sollevare la testa e guardarlo negli occhi.
Lui è lì, davanti a me.
Scuoto la testa -N-non è possibile! Tu non puoi essere…-
Lui se possibile sorride ancora di più, incrocia le braccia, si appoggia alla ringhiera di legno della torretta e mi fa cenno di continuare.

Il suo gesto mette in evidenza i muscoli e solo ora li vedo, semi nascosti dalla giacca sulle spalle: i due tatuaggi dedicati rispettivamente al figlio indio e alla moglie Susan.
Sollevo la mano destra indicandolo e ritraendo l’indice un paio di volte, boccheggiando.
Lui davanti a me, a poche decine di centimetri da me, ride.



-Are… Are you… Robert? Robert Downey Jr?- chiedo in un sussurro.
Spalanca le braccia -Tadaaan!-



Scuoto la testa -Impossibile.-
-Affatto!-

Un’idea mi sorge nella testa, facendomi sorridere!
Ma certo!
Forse è solo un sogno!
Anche se solitamente i miei sogni sembrano reali.
Lui si accorge del mio cambiamento di umore -Ehi… Sicura di stare bene?-



-Si, si.- annuisco.
Mi avvicino con cautela con l’indice alzato.
-P-posso?-
Mi guarda stranito ma acconsente.
Lo tocco col dito sul braccio sinistro.
-S-sei vero?!-
A quel punto scoppia in una fragorosa risata.



Sobbalzo, il mio cuore perde vari battiti.
Si toglie gli occhiali da sole. -Questa è un’ottima domanda.-



E qui ho perso anche qualche neurone.
Lo osservo mentre li appende al bordo della canottiera.
Si porta le dita sulle palpebre sfregandole per togliere le lacrime, mentre continua  a ridere della mia reazione.
 


-Certo che sono vero!-
Poi toglie la mano dal viso e finalmente riesco a vedere i suoi occhi in tutta la loro bellezza.
Rimango incantata.
Scuoto nuovamente la testa.

Un sorriso strano si fa strada sul suo viso -Scusa.- mi dice.
Poi allunga veloce il braccio verso di me.
Lo guardo senza capire.
Scusarsi per cos… -Ahio!-
Ha preso il mio braccio e lo ha pizzicato.
-Visto? Non è un sogno.- sorride e mi lascia andare.
Lo guardo stravolta.
Mi ha letto nel pensiero!

Oddio.

Sono davanti al mio attore preferito.
Che mi ha appena salvato la vita.
Sono davanti al mio attore preferito con la faccia e gli occhi rossi.
Probabilmente sembro una drogata.
E sicuramente ha sentito la suoneria del mio cellulare.
Mi appoggio alla ringhiera anche io, portandomi le mani al viso, e mi lascio scivolare.

Ma che sfiga!
E che vergogna!

Vedo il suo sorriso sparire e farsi preoccupato -Hey!- si avvicina.
Poggio nuovamente il cellulare e la borsa accanto a me.
Raccolgo le ginocchia, le stringo tra le mie braccia e ci metto la faccia in mezzo.
Comincio a sbattere ritmicamente la testa contro le gambe.
-Stupida, stupida, stupida.-
Voglio sparire!
Si apra un buco nero sotto di me, please!
-Hey! Stai bene?-
Scuoto la testa, in segno di negazione.
Penso a tutte le sue fan che seguo sul social network.
Se fossero al mio posto lo avrebbero abbracciato e gli avrebbero chiesto una foto, l’autografo, di tutto!

E io?
Mi nascondo e spero di sparire.

Sollevo la testa -No. Sono un disastro.- dico biascicando per poi riappoggiarla sulle ginocchia.
Sento la sua risata arrivarmi ovattata.
-No, honey bunny.-
Fermi tutti!
Come mi ha chiamata?
Lo sento sedersi vicino a me.
Mi picchietta la testa.
-Toc, toc. Ehi… Look me, please.-
Sospiro e trovo il coraggio di sollevare il capo il tanto di guardarlo negli occhi.



-Tu non sei un disastro.-
Arrossisco, ma quanto può essere dolce?
-Grazie, sei gentile… ma non è vero. Tu… tu sei qui e io…- sbuffo e sprofondo nuovamente il viso nelle ginocchia.
Cala il silenzio tra noi, interrotto solo dalla musica e dal vociare in lontananza.
Nonostante tutto non si alza, non va via.

Che imbarazzo.
È molto gentile e dolce.

Dopo qualche secondo lo sento muoversi per poi ridacchiare e parlare… dice qualcosa ma non riesco a capire.
Continuo a tenere la testa tra le ginocchia.
-Mmmh. Tony Stark, Sherlock, RDJ, Larry Paul, The Judge…- mormora dopo un po’.
Perchè ora sta elencando tutti i suoi film e i suoi personaggi?
-Mmmh! Interessante…- lo sento dire dopo qualche secondo.
Dopo qualche minuto.
-Oooh! … Uhuu! … Wow, this is beautiful!-
E poi continua a ridere.
Ma che sta facendo?
Sollevo la testa per guardarlo incuriosita.

Sbianco.
Oh oh…
________________________
Angolino dell’Autrice
Salveeee! =D
Eccomi qui con il terzo capitolo di questa storia
E così la nostra Aurora ha davanti il suo attore preferito e vorrebbe nascondersi! xD
E voi come avreste reagito?
Ma soprattutto cosa stara combinando secondo voi Robert?
 
Sabato e Domenica non potrò aggiornare, quindi ci vediamo lunedì!
Grazie a tutti voi che leggete e se vi piace votate o lasciate un commento, anche piccolo piccolo!
Baci baciiiiii!! :*

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4                                        SMARTPHONE

-Oooh! … Uhuu! … Wow, this is beautiful!-
E poi continua a ridere.
Ma che sta facendo?
Sollevo la testa per guardarlo incuriosita.
Sbianco.
Oh oh…
 
 
Ecco cosa vedo.
Robert intento a guardare lo schermo di un telefono, che tiene tra le mani, con la cover bianca a strisce fucsia.



E non uno qualunque.
Il mio telefono!
Quindi ha visto la schermata di blocco con il reattore arc.
Lo sfondo del cellulare con un immagine di Sherlock e Watson tratto dal primo film.
 
Mi sale il panico.
La galleria è composta come minimo dal 45% di foto sue o con lui.
-Mmmh. Tony Stark, Sherlock, RDJ, Larry Paul, The Judge…-
Ora ricordo!
Oh no!
Ha visto anche quelle!
Ecco perché stava elencando tutta quella roba: erano le cartelle che ho creato per separare ordinatamente le sue immagini!
Emetto un lamento, incredula.
 
Mi sente e si volta verso di me.
Capisce che lo stavo guardando.
-Oh, sai mi stavo annoiando. Non ti spiace, vero?-
Sono scioccata e impietrita dalla vergogna, a malapena riesco a comprendere quello che dice.
-Ho visto che hai tante immagini su di me.-
Oh santo cielo, questo l’ho capito… sotterratemi!
Accidenti a me che non metto la password!
 
Ad un certo punto una canzone proveniente dal telefono mi strappa dai miei pensieri.
Non parte dall’inizio ed è disturbata da dei rumori di sottofondo.
-E questo cos’è?- chiede Robert.
Strano, mi ricorda qualcosa…
Assomiglia ad un video che…
Sento la mia voce.
Sgrano gli occhi.
Oh no!
Non quello!
Lo sento ridere.
 
Sta guardando un video dove ci sono io che ballo e canto a casa.
In pigiama.
Con i capelli arruffati.
E una spazzola in mano come microfono.
 
Si volta verso di me.
-Abbiamo una star, eh?-
 
Che vergogna!
Schiarisco la gola, rossa dall’imbarazzo.
Porgo la mano con il palmo in alto.
-Give me my smartphone.- dico trovando il coraggio di sollevare la testa.
Ci guardiamo qualche secondo.
I suoi occhi castani brillano, sono così belli.
Aurora, concentrati!
Mi sorride divertito e scuote l’indice in segno di negazione.



Assottiglio lo sguardo e sollevo un sopracciglio.
-Oh, oh!- esclama fintamente preoccupato.
Lo vedo che inizia a scostarsi prevedendo che tenterò di portarglielo via con la forza.



-Dammi il telefono!- dico, in italiano, gettandomi su di lui cercando di prendergli lo smartphone.
Lui alza il braccio -No, no, no!- esclama ridendo.
-Dammelo!- accidenti è troppo forte e troppo alto.
Dopo qualche secondo, mi rendo conto che sono praticamente spalmata su di lui.
Se possibile arrossisco ancora di più.
Raddrizzo la schiena, mi do un contegno e sospiro.
Proviamo con la gentilezza.
Prendo un profondo respiro.
 
-Mr. Downey,- inizio -please- ma mi blocco subito notando la sua reazione.
Lo vedo irrigidirsi e voltarsi verso di me.
Si porta la mano libera al petto, sul suo volto disperazione e dolore.
_________________________________
Angolino dell’Autrice
Ciaoooo!! =D
Buon lunedìììììì!!!!
Lo so è un po’ cortino ma è la metà di un capitolo che secondo me stava diventando troppo lungo!
Ihihihihih! XD
Robertino cuorioso! XD
Domani appena possibile pubblico il seguito! =D
Grazie a chi sta leggendo la storia e a chi lascerà una recensione!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci baci Djaly!! 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5                 MR DOWNEY

-Mr. Downey,- inizio -please- ma mi blocco subito notando la sua reazione.
Lo vedo irrigidirsi e voltarsi verso di me.
Si porta la mano libera al petto, sul suo volto disperazione e dolore.




La preoccupazione comincia a farsi strada nel mio stomaco.
-Mr. Downey, si sente male?- chiedo posandogli una mano sulla spalla.
Stringe di più la presa sulla canottiera, posa il mio cellulare sulle sue gambe e mette la mano tremante sulla mia.
È sofferente.
Mi guarda negli occhi.
-C… come mi hai chiamato?- chiede ansante.
-Mr. Downey?!- rispondo. Ma che domanda è questa?
Distoglie lo sguardo ed emette un lamento.
Inspira l’aria tra i denti, stringendo la mia mano.



Vedo che ha i muscoli tesi e il respiro corto.
Ora sono io a tremare, preoccupata.
-Sta male? Vuol-
-Dear, please.- mi interrompe prendendo un profondo respiro.
Torna a sollevare lo sguardo inchiodandomi sul posto.
Gli occhi scuri, imploranti
Si avvicina al mio viso.


 
Pendo letteralmente dalle sue labbra.
 -Call me Robert, ok?- comincia piano -Nothing Mr. Downey. Otherwise you hurt me.-
Sbatto gli occhi più volte.
Cosa?
-R-Robert?- chiedo confusa.
Il dolore sul suo viso sparisce all’istante, sostituito da un enorme sorriso.
La presa sulla mia mano e sulla sua canottiera si allenta.
-Oh!- esclama soddisfatto -Ora sto bene!-

 

Lo guardo basita.
Cosa?
____________________
Angolino dell’Autrice
Eccomiiiii con il continuo della storia!!! =D
Allora come vi stanno andando le vacanze?
Io oggi sono andata al mare per la prima volta quest’anno, entro in acqua…
Crampo al polpaccio sinistro… non riesco nenache a camminare sento il muscolo tirare…
Doloreeee!! :/
Beh ci vediamo domanii!
Grazie a voi che leggete la storia e se vi piace o se avete un consiglio da darmi lasciate un commento!
Baci baci!!!! :*

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



Parti in corsivo : Frasi in inglese

CAPITOLO 6                                      SII TE STESSO

Chiudo gli occhi e inspiro.
-Wait…-
Magari ho interpretato male la cosa.
-Tu… tu stavi male perché ti ho chiamato Mr. Downey?-
-Esatto!- annuisce convinto.
 

 
-Quindi il respiro corto, le smorfie di dolore…- dico in italiano sotto il suo sguardo confuso, non capisce.
Tolgo la mano che era ancora sotto la sua…
Non ci credo… Ha recitato!
Ha finto di stare male, anzi che gli stessi facendo male, perché gli stavo dando del lei.

Mille emozioni dentro di me iniziano a combattere per uscire.

Entusiasmo e ammirazione: ha recitato davanti a me anche se per pochi secondi ed è stato fantastico!
Allegria: mi ha fatto uno scherzo nonostante mi conosca da pochi secondi.
Sollievo: vederlo tremante e dolorante anche se per pochi istanti mi ha fatto morire di paura. Non sapevo che fare.

Esse, però, vengono soppiantate da un sentimento contrastante e violento, che subentra ogni tanto, anche se solo per pochi istanti, dopo che smetto di piangere: rabbia.

Penso al mio ginocchio.
Al fatto che mi sia fatta male compiendo un’azione quotidiana.
Che non posso ballare e forse non potrò farlo mai più.
Che volevo solo stare un po’ da sola e piangere, senza far preoccupare nessuno.
Invece mi sono trovata davanti il mio attore preferito.
Che si è messo a frugare nel mio cellulare.
E che mi ha fatto credere di star male.
Mi sento presa in giro.
 
-Hey?-

Chiudo gli occhi ed inspiro, per calmarmi: io non mi arrabbio mai; in un altro momento gli avrei dato un buffetto sulla spalla e ci avrei riso su.
Sospiro; lui non c’entra niente, voleva solo scherzare e, dai video che vedo su internet, probabilmente ha pensato di usare la sua allegria per tirarmi su di morale. Vuole solo essere gentile, come sempre. L’irritazione scema subito, sostituita dal senso di colpa, e sento gli occhi ricominciare ad inumidirsi dietro le palpebre. Si, quelle poche volte che capita, passo dalla rabbia al pianto, e viceversa, molto velocemente.

-Va tutto bene?- mi chiede preoccupato.

Sorrido e annuisco -Si…- rispondo, dopo qualche istante, passando velocemente le dita sotto gli occhi. Mi volto verso di lui e lo guardo -Si. Tranquillo.-
Mi scruta non tanto convinto -Ma-uh?-

-Ma sappi che mi hai fatto morire di paura!- lo interrompo, puntandogli un dito contro e picchiettandolo lieve e scherzosamente sul braccio -Tu… tu tremavi e… stavi male e io…- sospiro e abbasso lo sguardo ripensando a quei secondi di terrore - … io non sapevo cosa fare…- sussurro, continuando debolmente il movimento con l’indice, per poi chiuderlo a pugno. Scuoto la testa e cerco di tornare allegra -Però… Wow! È… è stato fantastico!- lo guardo ammirata -Incredibile! Sei davvero bravissimo!- gli dico entusiasta.

Appena finisco di parlare, mi fa un debole sorriso ma mi accorgo che è triste.



Lui si toglie il cappellino scuro dalla testa, lo posa alla sua destra, per poi passare le dita tra i capelli, sistemandoseli.
All’improvviso prende delicato la mia mano destra, ancora chiusa; sussulto lievemente, sorpresa dal gesto.


 
La sua è grande e calda, gentile. Incomincia a districare il mio pugno con le sue grandi dita; sento la pelle bruciare sotto il suo tocco.
Probabilmente non l’hanno convinto le mie parole, perché mi guarda dispiaciuto e ciò non fa che alimentare il mio senso di colpa -Perdonami, non volevo preoccuparti. - dice accarezzandola - Non ti farò più scherzi. Promesso.-

Robert che non è allegro e non scherza? Panico! Ghiaccio nelle vene che si fa strada nel mio corpo, dritto al cuore.

-No!- esclamo stringendo la sua mano e alzando lo sguardo; lui mi guarda sorpreso -No, no, no, non farlo mai!- dico scuotendo con energia la testa, lui mi guarda confuso.
Come glielo spiego? Le parole mi sfuggono e un’enorme lavagna nera si materializza nella mia testa! Sbuffo infastidita -Wait a second.- Respiro. Concentrati Aurora. Sollevo lo sguardo e vedo che mi osserva comprensivo, attento e paziente.
-Sii…- incomincio e lui fa un cenno con la testa per incoraggiarmi -… sii te stesso,- bene Aurora, vai così -sii quell’uragano di allegria che vedo nei video dei backstage, sii quello che rallegra le mie giornate solo con un sorriso o una risata!-
Comincia a ridacchiare imbarazzato, portandosi quasi una mano al volto.



Oddio. L’ho detto sul serio? Mi serve una pala, ora!
Schiarisco la voce e lui torna serio -C-cioè quello che v-voglio dire è… sii semplicemente Robert per favore … sempre.- stringo la mano ancora più forte, guardandolo negli occhi -Promesso?-
Sorride e rafforza la presa anche lui; si porta la mano libera sul petto -Parola di alpaca!-
La sua espressione buffa e la sua risposta portano sollievo nel mio cuore; scoppio a ridere di gioia.
-Finalmente!-



-Cosa?- chiedo, tra una risata e l’altra non ho sentito cosa ha sussurrato; vedo che mi guarda strano però è contento.
-Niente.- solleva la mano destra, stretta a pugno, tirando fuori il quinto dito -Quindi… Perdonato?- chiede con una faccia da cucciolo bastonato.



Sospiro: in ogni caso… come si può dire di no davanti a quel faccino?
-Perdonato!- sorrido intrecciando il suo mignolo con il mio; lui solleva anche il pollice, facendomi ridere di nuovo.


 
-Oh, what’s your name, honey bunny?-
Sbianco.
Oddio che figuraccia! Non mi sono nemmeno presentata!
Panico. Di nuovo. Comincio a gesticolare imbarazzata -Oh my God, I’m sorry, please I-
-Wo, wo, wo! Stop, stop!- mi interrompe alzando le mani e prendendo le mie -Don’t worry! It’s ok!- dice, rilasciandole appena vede che mi sono calmata, con un caldo sorriso.
Faccio un profondo respiro, mi volto con il busto verso di lui, raddrizzo la schiena e poi gli porgo la mano, facendo un piccolo cenno con il capo -I’m Aurora. Nice to meet you. And I’m sorry for my rudeness.-
Lui inarca un sopracciglio, scettico, e stringe dolce la mia mano, che scompare sotto la sua.



Lo vedo inclinare la testa e sorridere, poi con uno scatto mi tira a se. In un secondo mi ritrovo tra le sue braccia. I miei muscoli si irrigidiscono, rimango con le mani a mezz’aria, sbalordita, il cuore a mille nel petto.
-Aurora…- mi sussurra all’orecchio, sento il suo fiato caldo nei capelli
Deglutisco e cerco l’aria che, ora, mi manca -Si?-
-Non essere così formale. Ho visto come ti diverti con i tuoi amici. Sei sciolta, allegra. Voglio conoscere e vedere la vera Aurora, quella nelle foto e nei video del cellulare. - si allontana un po’ per guardarmi in viso -Non trattarmi come se fossi di vetro. Hai capito?-
Sono ancora scioccata e il fatto di averlo così vicino non mi aiuta. Un po’ credo di aver capito ma per sicurezza lo guardo un po’ confusa e rispondo -Più o meno…-
Sorride comprensivo - Sii te stessa anche con me, per favore. Sono una persona come tutti gli altri. Sono semplicemente Robert. Ok?- dice usando le mie stesse parole e inclinando la testa.



Alzo gli occhi al cielo. La fa facile lui!
Sospiro e sorrido -Ok, Robert, ci proverò.- dico allontanandomi da lui di un passo.
Mi guarda scettico e un po’ triste -Pensavo ti piacessero gli abbracci.-
-Certo che mi piacciono!- dico sorridendo.
-E allora…- Allarga le braccia.



Lo guardo come se fosse un sogno -D-davvero posso?- gli chiedo speranzosa.
Lui inizia a muoverle su e giù, in attesa, facendomi ridere. Mi riavvicino a lui e lo abbraccio.
-È un piacere anche per me conoscerti, finalmente, Aurora.- La sua voce profonda parte dal petto e arriva a me facendomi tremare.
-Grazie.- dico arrossendo. Meno male che non può vedermi.
___________________________________________
Angolino dell’autrice
Ciaooo a tuttiiiii!!
Perdonate il ritardo, non mi sono dimenticata di questa ff, ma tra impegni e portare avanti un’altra storia… non ho avuto tempo di continuare questa.
Lo so è un po’ cortino… ma tranquilli la storia l’ho già scritta e finita… ha solo bisogno di una bella revisione e delle gif! =)
Grazie a tutti voi che leggete, recensite e votate!!
A prestoooo!! :*
Baci Djaly!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


ATTENZIONE
Capitolo ad ALTO continuto di GIF su ROBER DOWNEY JR.
 
CAPITOLO 7                                 CUORI E OCCHIOLINI

Dopo qualche secondo ci stacchiamo e lui ricomincia a guardare il mio telefono.
Scuoto la testa e mi schiarisco la voce.
-Ehm… Robert?-
Si volta verso di me -Yes, dear?-



-Potrei avere il telefono per favore?-
Mi sorride sornione.
I suoi occhi brillano divertiti, una luce giocosa.
Il mio cuore perde qualche colpo.
Scuote la testa -No, n-Uh?- il mio smartphone si illumina.

Discombobulate comincia a diffondersi per tutta la torretta.

Una chiamata.

Oh accidenti! Sicuramente è qualcuno che mi sta cercando!
Arrossisco, questa volta la suoneria l’ha sentita davvero.
-Uhm… bella questa canzone! Mi sembra di conoscerla…- esclama guardando il cellulare che suona e vibra tra le sue dita.
Ecco, cosa vi dicevo? Cerco di sporgermi per prenderglielo, ma lui si ritira.
-Vediamo un po’ chi è… Oh!- mi tende il telefono, dopo aver fissato per qualche secondo la foto del chiamante a tutto schermo -Tieni è il tuo ragazzo!-



Ragazzo?
-Cos- prendo lo smartphone dalle sue mani e guardo lo schermo: l’immagine di Alex mi appare in tutto il suo splendore. Calma… non arrossire…
Metto una mano sul ginocchio sinistro, per non caricare l’altro -N-non è il mio ragazzo!- dico alzandomi piano, piano in piedi; trascino il dito sulla cornetta verde e porto il cellulare all’orecchio. -Hello?-

Il caos e la musica della festa mi arrivano prepotentemente, assordandomi; allontano istintivamente l’apparecchio dal viso per poi riportarlo vicino. -Aurora?- la sua voce è chiara, segno che si deve essere spostato un po’ dalle casse, ma suona perplessa.

Pff… Che scema… ho parlato in inglese -Si Alex, sono io!-

-Aurora! Dove sei? E perché non rispondi alle mie chiamate?-
Abbasso gli occhi, colpevole; è come se lo avessi davanti: ogni sua parola è intrisa di rabbia e preoccupazione.
Sospiro -Scusami… avevo la vibrazione per questo non ho sentito il telefono. Non volevo farvi stare in pensiero… sto bene, tranquilli!-
-Mauri ti ha visto andare via, ha detto che ti muovevi come se ti volessi nascondere. Ci ha anche detto, che sembravi sconvolta e fossi sul punto di scoppiare a piangere. All’inizio abbiamo pensato che fossi andata a fare un giro per calmarti o per guardare le bancarelle, ma non sei più tornata. Ci siamo preoccupati. Che fine hai fatto?-
-Si scusa, avevo solo bisogno di fare quattro passi.-
-Sicura? Lo sai che io ci sono sempre per te. Tutti siamo qui per te.-

Continua a parlare, in sottofondo sento chiara la canzone “Shape Of You”, mentre una sensazione di commozione e di calore mi pervade. Mi appoggio alla ringhiera di legno della torretta, incrocio le gambe e sorrido.

Sono davvero dolci e premurosi. Come farei senza di loro?
E lui è così… così…

Scuoto la testa. No! Non devo crearmi false speranze. Per lui sono solo un’amica.
Mi volto alla mia destra e sollevo le sopracciglia.
Robert, ancora seduto, mi sta guardando con un enorme sorriso soddisfatto sulle labbra; solleva le mani unendole in modo da fare un cuore e fa gli occhi dolci.



Oh no, ha frainteso.

Gli scocco un’occhiataccia e lui comincia a sghignazzare.
Sii semplicemente Robert no? E vederlo così mi riempie di gioia!
Mi porto l’indice sulle labbra, mimando un muto “shut up” con le labbra.
Ma lui ride più forte e comincia a fare una serie di occhiolini maliziosi. Uno dopo l’altro.

 

-Smettila!- sussurro cercando di rimanere seria. Ma con quest’uomo è impossibile! Quindi comincio a ridacchiare anche io.
-Aury? Stai bene? C’è qualcuno lì con te?- Ops. Ha sentito.
-Ehm…- che gli dico, che gli dico? Che-cazzo-gli-dico?
Guardo Robert un po’ terrorizzata. Lui smette di sorridere e mi guarda confuso.

Non posso dire con chi sono veramente, farei saltare la sua copertura e la sua vacanza… a proposito: è in ferie o sta lavorando? Perché è qui? Comunque sia, non essendoci notizie ufficiali su internet, se si è recato qui per cercare un po’ di riposo e mi lasciassi sfuggire qualcosa, manderei tutto a monte… e queste ore, per lui, diventerebbero un incubo. E sarebbe tutta colpa mia.

-Si... ecco io sono con…- guardo Robert muovendo una mano verso di lui, dall’alto in basso, come se lo stessi presentando, cercando un’idea plausibile...

Pensa Aury, pensa, dai, dai! Ci sarà qualcos-… Illuminazione!

-… mio zio!- Perché non ci ho pensato prima! -Beh non è proprio mio zio… È un carissimo amico dei miei genitori ma lo chiamo zio da sempre! Però non è di qui… infatti per questo ti ho risposto in inglese prima al telefono; parla pochissimo l’italiano anche se un po’ lo capisce, eh, eh, eh!- Ridacchio cercando di non risultare troppo forzata.  -L’ho incontrato mentre passeggiavo, ci siamo messi a chiacchierare e ho perso la cognizione del tempo.-

-Oh, scusa, non volevo disturbare!- dice, la sua voce è piena di sensi di colpa.
-Ma quando mai, non potevi sapere.- rispondo allegra per tentare di alleggerirgli il peso.
-Tra un po’ iniziano i fuochi, ci raggiungi?-
-No!- rispondo, forse con po’ troppa foga. Robert mi guarda cercando di capire cosa mi passa per la testa, insospettito dalla mia risatina mezzo isterica di prima e da questo mio “No!” detto con veemenza.



Che vergogna! Gli do le spalle. Speriamo non capisca quello che sto dicendo. -No,- riprendo con più calma -rimango ancora un po’ a chiacchierare con lo zio… Bobby. Poi vi raggiungo!-

Chiariamo: Alex è importante per me ma seriamente… Un’occasione così quando mi ricapita?

-Oh… si certo, allora a dopo!-
-Alex!-
-Si?-
-Grazie… di tutto.- dico arrossendo un poco.
-E di cosa?! Ti voglio bene tesoro!-
-Anche io, bello. A dopo.-
-A dopo! Click.- Chiude la telefonata.

Di sicuro ho un sorriso da ebete sul volto. Scuoto la testa, sospirando -Tutto ok!- esclamo -Ti ha sentito ridere ma tranquillo… ho inventato una scusa e- mi volto verso destra.
Robert ha ricominciato a fare i cuoricini con le mani.
-Oh, smettila! Alex non è il mio fidanzato. Non… stiamo insieme. Siamo solo amici!-

-Mmmh.- mi scruta con i suoi occhi nocciola -Ma ti piace!-



-No, non è vero!-
-Oooooh… Si invece!- sorride sornione.


 
-No!- Sto cominciando ad odiarlo.
-Ah no?- si alza in piedi, mi prende il telefono dalle mani e si appoggia alla ringhiera di legno, guardandomi con aria divertita.



Incrocia le gambe e comincia far finta di torturarsi una ciocca di capelli inesistente. Schiarisce la voce -Alex? Si, Ah ha… ah ha…-
No seriamente… mi sta imitando? -Alex… Grazie di tutto…- esclama in italiano, sbattendo languidamente gli occhi e facendomi un sorriso smagliante.



Che accento adorabile… no, Aurora riprenditi!
Ma guarda un po’ questo!

Mi riprendo dallo stato di trance in cui ero caduta, gli do un buffetto nel braccio, ridendo, e gli porto via il telefono -Ma smettila! Io non faccio così! E Alex non mi piace.- dico appoggiandomi alla ringhiera della torretta.
Si porta una mano sotto al mento -Non mentire!- afferma sicuro -Ho visto come lo guardavi mentre eri seduta vicino alla consolle.- dice indicandomi con aria saccente.



Smetto di ridere e sbianco. Lui era lì? Oh santo cielo.
Arrossisco e stringo i denti, rimanendo in silenzio.
-Lo prendo come un… fooorsee…- afferma gongolando. 



Sbuffo, sconfitta, incrociando le braccia.

All’improvviso smette di ridere -Allora…- comincia facendo un passo nella mia direzione e appoggiandosi con la mano sinistra alla ringhiera, come me; una decina di centimetri ci dividono -devo essere geloso?-
-Cosa?- chiedo sgranando gli occhi. Ho capito male?
Si avvicina ulteriormente a me, il suo corpo caldo che mi sovrasta e sfiora il mio, inchiodandomi con il suo sguardo.
 


Il mio viso scotta, sento le guance formicolare.
Non riesco a respirare, a muovere un muscolo, a staccare gli occhi dai suoi, bellissimi, che brillano al buio. La luce fioca del lampione, dietro di me, dona alle sue iridi e ai suoi capelli delle sfumature dorate.

Mi accorgo di essere a bocca aperta e serro di scatto le labbra. Aurora, un po’ di contegno.

-Io sono molto geloso delle mie Honey bunnies.- dice fissandomi serio, con voce bassa e suadente, il fiato che mi sfiora.



Deglutisco. Un brivido mi percorre la schiena.
Il cuore mi pompa furioso nelle orecchie, anche se mi arriva ancora la canzone dei One Republic in lontananza, ormai alla fine.
[…Come on be my baby, come on…]
La mia faccia è in fiamme.
Devo essere un semaforo in questo momento. Rischio l’infarto!

E sicuramente lui lo sa; sa l’effetto che fa alle persone quando le guarda così intensamente e parla con questa voce sexy!
E no! Non gliela posso dare vinta! Schiarisco la voce. Tento di dissimulare il tutto, sorridendo e inclinando la testa di lato -Tranquillo. Sarai sempre al primo posto nel mio cuore.- dico portando teatralmente una mano al petto.
Lui scoppia a ridere divertito e mi cinge le spalle con un braccio -Yeah! Good girl!- dice scoccandomi un bacio sulla guancia.



Il mio cuore fa una capriola.
Ventilatore! Ho bisogno di un ventilatore!
-Sei rossa in viso, sicura di stare bene?- dice indicando il mio volto.

Ecco che vi avevo detto? Lo fulmino con uno sguardo e lui ride; non riesco a rimanere seria e dopo qualche secondo lo seguo.

-Allora devi andare dal tuo Alex?- chiede sedendosi a terra.
Alzo gli occhi al cielo -Non è il mio Alex!- dico imitandolo e mettendomi alla sua sinistra, come prima -Comunque no, io… io vorrei stare ancora un po’ qui…- abbasso lo sguardo, l’imbarazzo che prende soppravvento del mio corpo -Sempre se non ti disturbo, ovviamente!- metto in chiaro alzando gli occhi e le mani.

-Certo che puoi rimanere! - mi dice sorridendo -Anche perché camminare da sola, di notte senza cellulare è pericoloso!- esclama per poi ricominciare a guardare le foto del mio smartphone.

Sbatto un paio di volte gli occhi. Un attimo… quando me lo portato via?
Sospiro rassegnata.
___________________________________
Angolino dell’Autrice
Salveee!! =D
Chi è arrivata tutta intera fino alla fine del capitolo, alzi la mano! =)
Che dire ancora 3 o 4 capitoli (ancora in fase di revisione) e la storia avrà la sua conclusione.
Grazie a tutti voi che leggete, recensite e votate! =)
Alla prossima! =)
Djaly! :*

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



CAPITOLO 8                       DOMANDE

Siamo seduti in silenzio nella torretta. Lui continua a guardare le foto e i video del mio cellulare e io… beh, guardo lui.
Davanti a noi, in lontananza, il caos e la musica della festa. A sinistra i lampioni rischiarano lievemente la spiaggia e a destra il mare mugghia calmo. Il vento ci porta l’odore del pesce arrosto, il fumo del barbecue e la salsedine, pizzicandoci il naso.

Più lo osservo e più non ci credo! Lui è qui accanto a me… È Incredibile!
Voglio urlare, saltare dalla gioia, abbracciare il mondo!
Aurora, calmati, hai 23 anni, un po’ di contegno.

Guardo l’orologio al polso sinistro. Le 22:30.
Oh cavolo! Gli ho già portato via abbastanza tempo.
Sospiro.
I sogni non durano per sempre.
Lui mi sente e si volta dalla mia parte, scrutandomi. -Qualcosa non va?-



-Ecco…- comincio -Forse ora è meglio che vada.-
-Perché?- chiede confuso.
-Beh, ti ho portato via abbastanza tempo e sicuramente ti staranno cercando.-
-Cercando?-
-Si… la tua famiglia…-
-Oh… no, tranquilla, in realtà… sono solo!- dice sorridendo e grattandosi la nuca.
-Solo?- esclamo sorpresa.
-Si… beh non proprio solo… ho una guardia del corpo…-

Sbianco. Il panico comincia ad insinuarsi dentro le mie vene. E chi ci aveva pensato? Un bestione alto due metri, maglietta nera, occhiali da sole, espressione impenetrabile e braccia grandi quanto le mie cosce si materializza nella mia mente.
Deglutisco e mi allontano da Robert, guardandomi attorno e sollevando piano le mani, in segno di resa.

-Aurora?- mi guarda confuso.
-È qui?- sussurro.
-Chi?-
-Il tuo bodyguard!- dico gesticolando.
Scoppia a ridere, comprendendo il motivo del mio panico.



-Tranquilla, adesso non c’è: visto che è tutto tranquillo e che sei una ragazza ok, come gli avevo detto, è andato a farsi un giro.-
Sospiro sollevata. -Oh… Grazie…- dico arrossendo.
-E non devi averne paura: anche se è grande e grosso, è sempre gentile e cordiale.-
-Va… va bene.- sorrido, poi ricordo le sue parole -Ma… e?- no, ferma. Non essere maleducata e impicciona. Non sono affari tuoi!
-Ma?-
Scuoto la testa sorridendo -No, niente… tranquillo.-
Lui mette via lo smartphone e concentra tutta la sua attenzione su di me -Aurora…-
Che bello sentire il mio nome detto da lui… No, riprenditi! Scuoto la testa -Non fa nulla… davvero!-
-Puoi chiedermi tutto quello che vuoi…- dice serio.



Deglutisco fissando quegli occhi magnetici.
Ragazze non fate quelle facce, ok?

-Non è importante.- dico liquidando il tutto con un gesto della mano.
Ad un certo punto sgrana gli occhi.
Oddio che ha intenzione di fare?
Rimane così per un minuto intero.
Una parola. In-quie-tan-te.
-R-Robert? Are you ok?-
Comincia ad avvicinarsi lentamente sempre con quell’espressione sul viso.



Indietreggio con il busto. -Robert?- chiedo ma lui continua a rimanere zitto.
Mi fa impressione.

Mi volto -Ok, ok, basta, stop!- dico, stringendo gli occhi e agitando le mani in aria -Ho capito! Però non guardarmi così, per favore.- lo imploro guardandolo e stringendo insieme i palmi in una preghiera.
Il suo viso si rilassa in un’espressione soddisfatta -Allora cosa mi vuoi chiedere?-
Sbuffo -Però primo: non voglio essere indiscreta! E secondo: se non vuoi rispondere, non fa nulla, d’accordo?-
-D’accordo!-

-Hai detto che sei solo… E…- fa un cenno per incoraggiarmi -E Susan? Exton e Avri? Come mai non sono qui con te?-
Sospira triste -Un imprevisto all’ultimo momento. Volevo rinunciare anche io ma Susan non ha voluto sentire ragioni, ha insistito perché almeno io partissi. Avrei voluto tanto portarla qua e passare un po’ di tempo con lei e i bambini. Questo posto è bellissimo! A Susan piacerebbe di sicuro.- solleva la testa guardando il cielo: il suo viso è dolce mentre parla della moglie.



Annuisco e abbasso lo sguardo: com’è fortunata Susan ad avere un marito stupendo, in tutti i sensi, che la ama con tutto se stesso.
Chissà se capiterà anche a me di incontrare qualcuno che mi guardi così, un giorno.

Apro e richiudo la mano destra, indecisa, per poi posarla sulla sua spalla -Puoi sempre portarla qui un’altra volta!- dico e lui si volta verso di me -E io vi consiglierò tutti i posti più belli e gli angoli nascosti da visitare.- faccio l’occhiolino.
-Davvero?-
-Certo!- tolgo la mano -La Sardegna è tutta bella da vedere!-
-Oh, grazie! Abbiamo proprio bisogno di una guida!- sorride entusiasta.
Sospiro, incrociando le braccia -Certo che non ti arrendi mai vero?- chiedo inarcando un sopracciglio.
-No!- dice alzando le spalle con un’espressione buffa.



-Robert, posso farti un’altra domanda?- chiedo dopo qualche minuto.
-Certo darling!-
-Cosa ti porta in un paesino sperduto come questo?- chiedo allargando leggermente le braccia indicando il paesaggio intorno a me.
-Volevo staccare un po’ e rilassarmi con Susan e i bambini. Sai la premiere per il film, le interviste, le foto. È stata una cosa improvvisa; due giorni fa ho prenotato un volo per una meta a caso ed eccomi qui.-
Mmmh. Ho fatto bene a non dire niente prima ad Alex. -Lo sospettavo.-
Mi guarda incuriosito.



-Beh…- inizio -Su internet non c’erano notizie riguardo questa vacanza, poi il tuo abbigliamento… Cappellino e occhiali da sole… di notte…-
-Troppo sospetto…-
-Giusto un po’!- ridacchio
-Non hanno funzionato però!- sospira sconfitto -Tu mi hai riconosciuto.-
-Il tuo ciondolo…- gli dico indicandolo -ma soprattutto la tua voce ti ha tradito. È inconfondibile!-
Si lecca le labbra e sorride -E cosa hai detto ad Alex?-



Aurora. Riprenditi. Sbatto gli occhi un paio di volte prima di parlare -Che… che sei un mio zio… acquisito.-
-Zio acquisito?!- dice stupito.
-Un grande amico dei miei genitori… ma non sei italiano e parli solo inglese!-
-Davvero?-
-Si! Scusa ma non sapevo cosa dire… - ridacchio imbarazzata.
-Quindi nessuno sa che sono qui?-
-No. Beh… si… io lo so!-
Ride -Ma non lo hai detto a nessuno…-
-No!-
-Perché?-
-Perchè hai tu il mio cellulare in ostaggio, come potevo farlo?!- affermo con decisione.
Ride della mia battuta.

-No…- sospiro tornando seria -Perché posso immaginare la tua vita… Eventi, interviste, paparazzi… Meriti un po’ di tranquillità, di privacy.-
Porta una mano al mento scrutandomi -Quindi… è per questo non mi hai chiesto di fare una foto, né l’autografo? Vero?-



Beccata. Arrossisco -Ehm… te lo avrei chiesto...-
-Ora la facciamo!-
-Oh no, io… non voglio disturbarti.-
-Nessun disturbo!-
-Non sei obbligato.-
-Non mi sento obbligato!-
-E se pubblicassi la foto in rete?- dico incrociando le braccia.
-Lo hai detto tu: non lo faresti mai.-



-Ma-
-Aurora, insisto.- dice con un sorriso dolce.
-Ok, ok! Dopo però, tranquillo, non c’è fretta.-
-Va bene. E… grazie per non aver sparso la voce, del fatto che io sia quì. Sei stata molto gentile.- dice sorridendomi.





 
Per qualche minuto è solo la musica della sagra a fare da sottofondo. Lui ricomincia a guardare le foto. A quanto pare gli piace particolarmente il mio video dove canto e ballo in pigiama, lo ha visto almeno tre volte.

Sbuffo esibendo un falso broncio e incrocio le braccia al petto, mentre lui continua a guardare il filmato sorridendo.
-Si, si molto divertente.- dico portandomi una mano sul viso per nascondere l’imbarazzo.

Ad un certo punto dal cellulare parte una canzone che conosco molto bene: è un filmato di una delle serate con Maurizio e i ragazzi.
Mi avvicino impercettibilmente per guardare lo schermo.

Ci sono io, tra Mauri e Alex, che ballo Mueve la Colita e scherzo con loro.
Sono felice anche se non si sente il suono della mia risata, coperta dalla musica alta.

-Sei molto brava.- dice Robert.
Non riesco a ricambiare il suo sorriso. Sospiro -Grazie.- e abbasso lo sguardo, mentre un groppo comincia a formarsi nella gola.

Ad un certo punto la musica si interrompe.
-Posso farti ora io una domanda?-
Mi riscuoto velocemente dai miei pensieri e cerco di sorridere -Certo!- dico voltandomi verso di lui.

Solleva lo sguardo su di me, serio -Perché mi stai mentendo?-

 
____________________________________________
Angolino dell’Autrice
Ciao a tuttiiiii! =D
Ormai ci stiamo avvicinando alla fine!
E così abbiamo scoperto perché Robert si trova in Sardegna.
Grazie a tutti voi che leggete, recensite e votate.
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci baci Djaly! :*

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9       LA VERITà

Siamo seduti, nella torretta, uno rivolto verso l’altro.
Io lo guardo confusa, sconvolta e lui invece, con il mio smatphone tra le dita, è serissimo.
-Perché mi stai mentendo?-
-Cosa? No. Io non-
-Non è vero.-
Lo vedo guardare lo schermo per poi accostare il cellulare accanto al mio viso, come per mettere a confronto due immagini.
Abbassa la mano e comincia guardarmi intensamente.
-Your eyes don’t shine.-



Spalanco leggermente la bocca.
Ho capito bene?
Ha parlato dei miei occhi?
-Cosa?- chiedo stupita.
-Quella che ho di fronte a me non è la vera Aurora. Dov’è la ragazza sorridente e allegra che vedo in queste foto? Che cosa è successo?-
Abbasso leggermente lo sguardo -N-niente.-
-Vedi, mi stai mentendo.-
-Robert…- sospiro e torno a guardarlo -Non è importante, tranquillo.- dico; non voglio che si preoccupi per me.
-Non mentirmi.- mi perdo nell’intensità dei suoi occhi, così profondi e determinati.



-Va tutto bene, davvero.- insisto, gesticolando e cercando di sorridere, ma non funziona.
-Non è vero che stai bene. Ti ho vista: sei letteralmente scappata dalla festa e ti sei nascosta qui, da tutto e da tutti.- dice, con tono deciso, allargando le braccia e indicando l’ambiente circostante. Abbasso lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Lo sento sporgersi verso di me per cercare di nuovo i miei occhi. -Quando sono arrivato quassù, stavi piangendo e non dire di no.-

Chiudo le palpebre, sentendo il groppo alla gola tornare a farsi vivo e soffocante.
Lo sento sospirare.
-Aurora…- ora la sua voce è dolce e calda. Sussulto e apro di scatto gli occhi. Ha ripreso le mie mani nelle sue, accarezzandole -Perché sei qui? Perché non sei alla festa a ballare?-



Il mio cuore batte all’impazzata. Calma Aurora, calma. Prendo un profondo respiro. Deglutisco e torno a guardarlo.
-Robert, non voglio annoiarti con i miei problemi, sono sciocchezze… davvero, non è niente di importante.- lo vedo scuotere la testa ad ogni mia parola e passarsi una mano sul viso -Devi solo pensare a goderti questi giorni di vacanza e-



-Annoiarmi?- dice interrompendomi -Non è importante? Honey-bunny…- dice indicandosi e continuando a gesticolare -…per me è importante se ciò ti rende triste e non fa brillare i tuoi occhi.- chino il volto e chiudo le dita; allora avevo sentito bene. -Per favore, dimmi che succede.- finisce, con tono preoccupato, rafforzando la presa sulle mie mani.

Rimango in silenzio. I pugni stretti sulle ginocchia, lo sguardo basso. La morsa allo stomaco sempre più forte. Sto anche iniziando a tremare.

Robert, dopo qualche secondo, comincia ad accarezzare i miei dorsi con i suoi pollici. Altro infarto.
-Scusami… hai ragione, non avrei dovuto insistere. Ma quando ho sentito i tuoi singhiozzi non ho potuto fare a meno di avvicinarmi… e poi vedendo quanto sei allegra nelle foto… io volevo aiutarti, farti sorridere di nuovo… e parlo di un vero sorriso.- sospira -Ma se non ne vuoi parlare, non fa nulla, ne hai tutte le ragioni. Scusami ancora.- dice, abbozzando un mezzo sorriso e lasciando i miei pugni, per poi guardare in avanti e cominciare, distrattamente, a girarsi tra le mani il mio cellulare.

Apro il pugno destro e poso il palmo sul ginocchio bendato e nascosto dalla gonna lunga. Stringo la stoffa verde tra le dita.
Sorrido leggermente -Sai… In realtà… Tu mi fai sorridere ogni giorno.-
Sentendo le mie parole, si volta verso di me, ma resta in silenzio.

Chiudo gli occhi e sospiro pesantemente -Ok…-.
Lui vede il mio disagio e torna a giocare con il telefono -Senti, davvero, non sei costretta. Se non vuoi-
Scuoto la testa -Come ti sentiresti se, forse, non potessi più fare ciò che ti piace?- chiedo interrompendolo.
Si volta verso di me, sorpreso; non si aspettava quella domanda.



Distendo la gamba destra e con le mani sollevo l’indumento fino a scoprire la fasciatura.
Robert, attratto dal mio gesto, ruota il busto nella mia direzione e mi guarda in attesa di spiegazioni.
Tendo una mano, con il palmo rivolto verso l’alto. Lui aggrotta le sopracciglia confuso.
-Potrei avere il telefono? Devo andare sul traduttore. Non conosco i termini medici.-
-Oh! Certo!- Mi porge il cellulare per poi guardare il cielo, in silenzio, mentre io entro su internet.

-Tutto è iniziato una settimana fa: sono scesa da letto e ho sentito un forte dolore al ginocchio.- dico, interrompendo il silenzio, cominciando a scrivere.
-Cosa?- chiede Robert stupito -Scendendo dal letto?-



Ridacchio tristemente, fermandomi e guardandolo -Si, buffo eh?- scuoto la testa e ricomincio a digitare sullo schermo -I primi giorni non riuscivo a camminare, fare le scale…- dico mentre lui mi aspetta pazientemente.

Una volta finito gli porgo lo smartphone.

“È una distorsione.” comincia così il mio discorso, raccontando poi di quando ho fatto la lastra scoprendo, così, la presenza di liquido nella parte infortunata. Ho continuato scrivendo che molti dei miei famigliari hanno avuto problemi con le ginocchia e non mi hanno dato buone notizie.

Robert legge la traduzione, ad ogni parola il suo viso diventa sempre più triste. Solleva lo sguardo.-Ecco perché prima quando hai cercato di alzarti, sei quasi caduta.-
Annuisco mentre sento la gola chiudersi sempre di più. Schiarisco la voce prima di continuare a parlare -Tra qualche giorno ho la visita dal medico.-
China la testa -Ecco perché sei qui.-



Mi volto verso di lui mentre sento la musica latino in sottofondo, provenire dalla festa. E ciò non fa altro che peggiorare la situazione perché ogni canzone che arriva alle mie orecchie, fa riaffiorare nella mia mente tutti i momenti in cui le ho ballate: halloween, carnevale, eventi estivi, matrimoni.

Faccio un respiro profondo e stringo i pugni -Ho paura Robert…- sento le lacrime spingere ai lati degli occhi -E se fosse davvero qualcosa di grave? Se non potessi più ballare?-

Sentire quella frase detta a voce alta, da una mazzata al mio stomaco, togliendomi il fiato, rendendolo possibile… reale!

Non poter regalare sorrisi alla gente o coinvolgerle in qualche modo. Non poter più provare la sensazione di libertà e felicità che sento quando ballo. Poter dare sfogo al mio istinto per una volta, io che sono una persona controllata, che rimugina sempre, che prima di fare o dire qualcosa, ci pensa dieci volte.

Il respiro si fa corto. Un singhiozzo scuote il mio corpo.
Porto una mano davanti alle labbra.

No, non voglio piangere. Non davanti a lui.

Ma una prima lacrima comincia a scendere imperterrita dagli occhi.



Stringo i pugni e poso la testa sulle ginocchia -Io… io… scusami.- mormoro tentando di nascondermi.
Sento un leggero tonfo e, all’improvviso, due braccia forti stringermi le spalle.
Singhiozzo un po’ per il pianto e un po’ per la sorpresa, sentendo il viso in fiamme.

-Shhh… Non devi scusarti honey-bunny.- dice tirandomi verso di se e cullandomi, il fiato caldo che accarezza i miei capelli; il mio corpo trema, percorso da brividi e singulti, le lacrime roventi che scendono lungo le guance. Lui si scosta un po’: apro gli occhi e vedo che mi porge un fazzoletto.



-Grazie.- dico prendendolo; mi asciugo le guance rimanendo sempre tra le sue braccia, la nuca appoggiata al suo petto.

-La musica è la mia vita. Ballare è… tutto per me. Robert…- dico girandomi leggermente verso di lui -… io non sono una ballerina professionista ma… danzare è il mio modo per esprimermi, senza filtri, senza provare paura. Ogni volta che ballo mi sento libera, do tutta me stessa. E se non…- un altro singhiozzo spezza le mie parole.

Dice qualcosa ma non riesco a comprenderlo.
Mi volto a guardarlo -Mi dispiace, non ho capito- gli dico.
Lui mi fa cenno di aspettare, poi prende il telefono che aveva appoggiato al suo fianco e comincia a scrivere ciò che ha detto sul sito; io nel mentre continuo ad asciugarmi il viso.

Dopo un po’ vedo che ha finito e tento di prendere il cellulare.
-No.- dice ritraendosi leggermente con fare sospetto.
Lo guardo confusa e lui mi sorride dolcemente -Wait, please.- fa un respiro e poi inizia a parlare.

In italiano.

-Andrà tutto bene. Io sono sicuro che non è niente di grave. Il tuo ginocchio guarirà e tu potrai di nuovo fare ciò che piace di più a te: ballare e far sorridere la gente.-



Lo guardo a bocca aperta e gli occhi di nuovo lucidi.
Mi osserva preoccupato -Hai capito? Sono andato bene?-
Sono senza parole. -Benissimo! Sei stato bravissimo!- dico gesticolando entusiasta. -Po-posso abbracciarti?-
Mi osserva con sguardo fintamente serio, raddrizzando la schiena -Mi offenderei terribilmente se non lo facessi.-



Mi fiondo tra le sue braccia e lui mi stringe forte a se. Stringo gli occhi, tremanti, e sospiro -Grazie! Grazie Robert! Grazie per le tue parole.- sento i muscoli del viso tirare da quanto sto sorridendo. Sono troppo felice! -Grazie per aver parlato in italiano. È il più bel regalo che mi potessi fare!- Dopo un po’ mi stacco da lui incuriosita -Ma come lo hai capito?-
-Cosa?-
-Che mi piace far sorridere le persone…-

-Dai video.- dice agitando il cellulare -Tu non balli solo perché ti piace ballare. Tu sorridi, cerchi con i gesti di coinvolgere la gente. In un filmato riesci a convincere i bambini più timidi e li porti in pista. Questo fa ti te una bravissima ballerina.-

Arrossisco violentemente e abbasso il volto, imbarazzata -G-grazie, Robert.- dico sollevando solo lo sguardo.
Mi sorride soddisfatto -Aurora…- mi prende le mani e mi guarda serio ma sereno -…devi promettermi una cosa.-
-D-dimmi.- dico, ignorando l’ennesimo infarto e concentrando la mia attenzione su di lui.
-You smile…-

 
 
-Sorridi sempre.-
Raddrizzo la schiena e porto la una mano sul cuore -Parola di alpaca!-
Scoppiamo a ridere.
Lui allarga nuovamente le braccia e io lo abbraccio di slancio mentre altre lacrime, questa volta di gioia cominciano a scendere lungo il viso. -Grazie Robert. Grazie di tutto. Sei una persona speciale.-



Robert posa un bacio sulla mia tempia.
Ora ne sono certa… Io stanotte non ne esco viva!
_______________________________
Angolino Dell’Autrice
Ciao ragazziiii!! =D
Sono tornataaaaa!!!
Ma che dolce questo Rob vero?
Ormai mancano due capitoli e questa storia giungerà al termine.
Nel prossimo aggiornamento vedrete i fuochi d’artificio… letteralmente parlando! =)
Grazie a tutti voi che recensite, commentate e votate!
A presto! :* Baci baci Djaly! :*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10       FUOCHI D’ARTIFICIO

Siamo ancora qui seduti nella torretta a guardare il cielo.
Ora che mi sono sfogata e ho raccontato la verità, mi sento più sollevata; il peso allo stomaco si è dissolto, nonostante la paura e il dubbio rimangano. Ma per adesso non posso farci niente.
 
-Stella cadente.-
 
Sbuffo.
 
Robert ne ha già visto due. Io, come al solito, neanche una.
 
Mi volto verso di lui che continua a guardare, concentratissimo, il firmamento. In fondo, perché cercare una stella cadente, quando il mio desiderio si è già avverato ed è seduto alla mia destra?
 
Ad un certo punto si lecca distrattamente le labbra.


 
Annaspo, mentre il mio cuore perde l’ennesimo battito. Sbatto un paio di volte le palpebre e scuoto lievemente la testa. Meglio vedere che ore sono. Guardo l’orologio. Le 23:27 …
 
“Spettacolo pirotecnico: ore 23:00”
Pff… Se… come no!

 
Bahia Azul
 
-Ooooh…- sussurro facendo voltare Robert verso di me… questa canzone…
Chiudo gli occhi.
 
A & X
 
Sorrido mordendomi il labbro e battendo le mani, felice come una bambina. Da quanto tempo! A quanto pare Mauri ha messo…
 
Taboo!!!
 
… come stavo per dire: “Taboo” di Don Omar… sapete di quale sto parlando ( https://www.youtube.com/watch?v=lRWqYR3e7xE )? È una rivisitazione di “Llorando se Fue”, canzone di Los Kjarkas… più conosciuta come la famosissima  “Lambada” di Kaoma ( https://www.youtube.com/watch?v=iyLdoQGBchQ ). Aaaaah… avete capito ora vero?
 
Calor!
 
Ad un certo punto sento un fruscio alla mia destra: Robert si è alzato in piedi con un’espressione strana sul volto.

 

Mi guarda sorridente spazzolandosi i bermuda. Che cos’ha in mente?
-Mi concede questo ballo?- chiede porgendomi la mano e facendo un piccolo inchino.
 
Deglutisco.
Io, Robert e una lambada…
Io e Robert ballando una lambada!
 
Passion!
 
Sento la faccia in fiamme.
Decisamente no buono. O si?
 
Ehi! Guarda che ti vedo! Non fare quella faccia!
 
-Meglio… di… no.- rispondo gesticolando.
-Dai su!-
-Robert… te ne sei dimenticato?- indico la gamba. Si! Ottima scusa la gamba! -Non posso.-
-Facciamo piano, promesso.-
Guardo la sua mano tesa, col palmo verso l’alto, davanti al mio viso -Come on!- mi esorta con una faccia da cucciolo -Please…- . Io sorrido e scuoto la testa. Non riesco a dire di no.
-Va bene.- dico nervosamente e poso la mano sulla sua.


 
Mi aiuta dolcemente a mettermi in piedi.
 
Io, Robert ballando una lambada…
 
No… non ci riesco.
Sto lì, ferma, stile statua di marmo e lui mi guarda confuso.
 
Assottiglia lo sguardo -Sai come si balla una lambada?-

 

-Si, certo!- confermo con voce forse troppo acuta. Che domanda, certo che lo so. Ma questo non vuol dire che non sia imbarazzante… soprattutto in questo momento!
 
Faccio un profondo respiro e mi avvicino… cavolo quanto è alto! Incute timore.
 
Metto una mano sulla sua spalla, semi coperta dalla spallina della canottiera arancione; lui posa la destra dietro la mia schiena, spingendomi delicatamente in avanti, e la sinistra prende la mia, portandola all’altezza delle spalle.
 
Caldo, caldo… CALDO!
 
Cominciamo a muoverci lentamente. I nostri petti, beh il mio viso e il suo petto, e i nostri bacini praticamente attaccati; il suo enorme braccio destro che avvolge il mio busto.
 
Dopo qualche secondo lo sento spostarsi per cercare di guardarmi in viso -Sicura di stare bene?- chiede.


 
-Mh, mh…- rispondo con voce acuta guardando, ossessivamente, oltre la sua spalla. Come sono interessanti i camper e i lampioni!
 
No, non riesco a parlare. Né tantomeno a guardarlo.
 
-Sei rigida come un palo di legno. Tranquilla. Più morbida.-
Sbuffo dal naso e alzo gli occhi al cielo esasperata. Se… la fa facile lui!
-Non è che senti dolore?- chiede allarmato, fermandosi all’improvviso.
-N-no…- In realtà sento qualcos’altro.
 
No, non è quello che stai pensando!
 
Certo ho una sua gamba tra le mie o una mia tra le sue, dipende dalla prospettiva. E, muovendoci, la cosa non mi aiuta a… oh santo cielo… scusate… dicevo a pensare in modo lucido.
Santo cielo…
Sento la faccia in fiamme; devo sembrare un’aragosta.
Nascondo il viso nel suo petto. Il suo odore e il suo profumo arrivano come un pugno nel mio naso, stordendomi piacevolmente. Arrossisco ancora di più. No! Pessima idea!
Mi volto verso fuori. Aria fresca. D’estate? No Aurora… è il tuo viso che è troppo caldo. Respiro profondamente. Molto, molto meglio.
 
-Aurora?-
Stringo le labbra. Ignoralo. Provo a muovermi, ma Robert mi tiene ferma.
-Aurora… guardami per favore.-
Sbuffo esasperata e sollevo, per pochi secondi, solo lo sguardo verso di lui per poi tornare a fissare i camper.
 
Qualcuno mi aiuti!
 
Provo a staccarmi ma lui mi stringe di più a se.
-Dimmi cosa c’è che non va, altrimenti rimaniamo così tutta la notte.-
 
Che bella prospettiva!
No, no, no… morirei!
 
Faccio un respiro e mi volto completamente verso di lui; ormai devo sembrare un semaforo.
 
-Ammettilo: tu non sai ballare la lambada.- dice con un mezzo sorriso divertito.


 
-Si, che la so ballare…- affermo portando la mano sinistra sul viso, visto che Robert non molla la mia destra; stringo il ponte del naso tra le dita e poi gesticolo -E che… io… io non l’ho…-
-Non l’hai mai ballata?- chiede con tono dolce.
-Con un uomo.- ammetto.
-Oh!- esclama sorpreso e illuminato.
 
Dio che imbarazzo. Cerco di allontanarmi nuovamente, ma lui non demorde, la mano destra, che sfiora i miei capelli, ben ferma sulla mia schiena.
 
-Non hai… mai ballato con un uomo?-
Sbuffo -Si certo! Walzer, mazurca, polka…-
-Anche con Alex?- chiede con un sorriso malizioso.


 
Alzo gli occhi al cielo. ridacchiando esasperata -Si anche con lui!-
-Ma non la lambada.- continua lui; solo adesso mi accorgo che abbiamo ripreso a muoverci, anche se lentamente.
-Solitamente la ballo con mia madre, mie zie o con una mia cugina… ed è… beh è diverso…- Poi se si tratta di Robert Downey Jr. che trasuda virilità, sensualità e forza da ogni movimento... Ciao!
 
-E ora ti senti in imbarazzo.- conferma dolce.
-Vorrei sprofondare!- ammetto strabuzzando gli occhi.
Ridacchia -Sicuramente saresti ancora più agitata se al mio posto ci fosse Alex.-
-No!- esclamo con enfasi.
-Cosa?-
 
Abbasso il viso. Oh, no. Cosa ho detto!
Lo guardo. Ha un’aria sorpresa e divertita.
 
-Aurora… davvero ti metto così in soggezione?-
Sbuffo; tanto vale, diamoci la zappa sui piedi -Ok… ok… Senti… Sei il mio attore preferito…- comincio muovendo la mano in aria indicandolo -… sei… sei bravissimo, simpatico, dolce… bello…-
-Bello?- chiede.
-Si molto bello…- affermo con enfasi, alzando le sopracciglia, mentre lui sorride imbarazzato… lui imbarazzato!
 

 
Continuo -Quindi scusami se… beh ecco… se mi sento un semaforo vivente a…- schiarisco la voce e gesticolo -… a ballare una lambada con te.-
 
Lui rimane qualche secondo in silenzio con un’espressione neutra sul viso… Poi sorride e si volta verso di me -Cioè… Ad avere praticamente una mia gamba tra le tue.-
 

 
Lo guardo scioccata, le labbra in una “O” sorpresa.
Beccata!
Lui inarca il sopracciglio un paio di volte, come dire “Ammettilo, ammettilo ho ragione!”.



A quella espressione stringo le labbra e scoppio a ridere, sentendo la tensione dissolversi come neve al sole, e lui con me -Beh, si ok, si è vero! Era quello che stavo pensando! Oh… Mio Dio che vergogna.- dico nascondendo il volto con la mano.
 
-Mi dispiace… Forse non avrei dovuto chiederti di ballare proprio la lambada…- mi dice con tono triste.
-No, Robert, tranquillo.- gesticolo -Prima o poi sarebbe arrivato il momento e sarei stata comunque in imbarazzo. Certo magari… non come adesso, con te…-
-Ehi, ehi… guardami…- sollevo lo sguardo -…cosa ti ho detto prima? Io sono semplicemente Robert. Ok?-
Faccio un profondo respiro e alzo gli occhi al cielo.
-Ok?- chiede di nuovo lui.
-Ok! Va bene.- annuisco.
 
Poso la mano sinistra sulla sua spalla e ricominciamo a ballare; la canzone sta per arrivare alla parte finale -E se senti dolore dimmelo subito.- mi prega guardandomi intensamente alla ricerca di una mia smorfia.
-Si, tranquillo!- lo rassicuro con un sorriso.
 
Dopo qualche secondo Robert alza, pensieroso, gli occhi al cielo.
 

 
-E così sono molto bello…- dice lui stringendo le labbra e annuendo.
-Robert!- esclamo arrossendo mentre lui scoppia a ridere.
 
Ad un certo punto sento che rafforza le presa sulla mia schiena.
Sto per chiedergli cosa c’è che non va quando vengo spinta all’indietro.
-Iiiih!- Caccio un piccolo urlo di sorpresa e spavento, lo stomaco chiuso.
Lo guardo, aggrappandomi alla sua spalla, per paura di cadere ma Robert mi sorregge stringendomi forte a se.
-Ma cosa…-
-Casqué.- dice sorridendomi a pochi centimetri dal mio viso.


 
Gli lancio un’occhiataccia per poi cominciare a ridere insieme a lui, i suoi occhi profondi così vicini da potermi perdere. Dopo qualche secondo mi tira su dolcemente.
 


Sobbalziamo.
Un frastuono breve e assordante.
Il primo colpo di avviso.
-Stanno per iniziare i fuochi d’artificio?- chiede andando verso la ringhiera.
Se, se… -Pff… come minimo tra 10 minuti…- dico alzando gli occhi al cielo -Sono già in ritardo di mezz’ora.-
-Possiamo continuare a ballare allora…- propone entusiasta -Ehi ma hanno staccato la musica…-
-Si, appena danno il primo avviso spengono tutto.-
-Oh… peccato…- noto il suo viso farsi triste e abbattuto. No, non voglio vederlo così.
-Beh, io ho un’idea.- dico allontanandomi e prendendo il mio cellulare, lui mi segue incuriosito con lo sguardo -Posso?- chiedo e lui annuisce.
 
Scorro la playlist e metto The Scientist… la cover cantata da lui ovviamente!
 
Lui mi guarda e fa una faccia buffissima.
 

 
Ovviamente l’ha riconosciuta!
 
Mi avvicino e Robert mi riprende tra le sue braccia: sento nuovamente la sua mano dietro la schiena e l’altra che stringe la mia.
Cominciamo a dondolare al ritmo della musica.
 
-Bella canzone.- mi dice con finta noncuranza.
Sorrido -Si è vero… il cantante però…- dico, scherzando, facendo una leggera smorfia e scuotendo negativamente la testa.
Robert intuisce il mio gioco.
-Scusami?- mi guarda serissimo e incredulo, sbattendo lentamente gli occhi -Cosa vorresti dire?- mi chiede assottigliando lo sguardo.


 
Un brivido scende lungo la mia schiena… ora mi viene un infarto! Dissimulo con un’alzata di spalle -Oh… niente. È davvero molto bravo!- annuisco con enfasi, sbattendo le palpebre.
Un sorriso furbetto illumina il suo volto -Concordo!- esclama gongolando.

 

Scoppio a ridere con lui.
Con dolcezza e calma mi fa fare una giravolta, attento che non mi faccia male il ginocchio.
 
Scoppia il secondo avviso.
 
-Facciamo una cosa?- mi chiede all’improvviso, per poi mi tirarmi piano verso di se, facendomi il cenno di salire sopra i suoi piedi.
-Ma Robert!- lo guardo perplessa.
-Dai, dai proviamo!-
Metto i miei piedi sopra le sue scarpe di tela e lui comincia a muoversi piano, piano.
 

 
-Come siamo diventate alte!- dice e io sbuffo sarcastica; in realtà supero di poco le spalle.
-Si… Molto divertente…- Rido, insieme a lui, nonostante tremi dall’imbarazzo nel stare così appiccicata a lui.
Non riesco a guardarlo negli occhi. Il mio corpo è scosso dall’emozione.
 
-Morbida. Tranquilla.- sussurra.
Faccio un respiro profondo, mentre lui incomincia a canticchiare la canzone.
La sua voce profonda, che vibra nel petto, mi rilassa e smetto di tremare.
Dondoliamo così al ritmo della musica.
 
-Che brava.- dice ad un certo punto.
Cosa?
 
Mi volto. Robert sorride. Aspetta un attimo. Stavo cantando anche io! Che vergogna.
-Non è vero…- affermo ridacchiando, per tentare di nascondere il mio imbarazzo.
-Si, invece.- la sua voce è ferma e dolce come il suo sguardo, fisso sul mio. Non accetterà una mia negazione.
 

 
Arrossisco -Sei molto gentile, grazie. Anche tu sei bravissimo.-
La canzone giunge al termine; Robert mi fa scendere dai suoi piedi e mi fa fare un’altra giravolta.



Fa un plateale inchino per ringraziarmi; io sorrido e lo imito, facendo attenzione a non pesare sul ginocchio.
 
Il terzo avviso scoppia, dando il via ai fuochi d’artificio.

 
-Uh, giusto in tempo!- dico avvicinandomi alla ringhiera di legno con Robert.
 
Il manto scuro del firmamento si arrende, illuminandosi a giorno anche se per pochissimi istanti.
Il silenzio viene spezzato da brevi e assordanti rombi che stordiscono le orecchie e fanno vibrare il corpo, scuotendo l’animo, il cuore e lo stomaco ad ogni colpo.


 
Sollevo lo sguardo verso Robert.
I colori dei fuochi brillano sul suo viso, creando giochi di luce e i suoi occhi sono ancora più luminosi.
 
Mi volto verso il mare e mi accorgo che stanno per scoppiare dei fuochi speciali.
-Oh! Guarda questi, sono bellissimi!- dichiaro.
Lui osserva incuriosito e quando vede che il fuoco scoppia a pelo d’acqua il suo viso si illumina di meraviglia.
 

 
-Oh! Wow! Beautiful!- esclama strabuzzando gli occhi sorpreso.
Sorrido vedendolo così felice.
-Robert…- lo chiamo dopo un po’.
-Si?-
-Volevo ringraziarti…-
Si volta verso di me -Aurora non devi…-
 

 
Il mio cuore sobbalza per lo scoppio di un fuoco più forte degli altri.
Non è vero! Ammettilo che succede ogni volta che lui pronuncia il tuo nome.
 
-No, Robert per favore…- dico scuotendo la testa e guardandolo negli occhi -… voglio ringraziarti di tutto: per essere venuto qui, per aver insistito, per avermi ascoltato… per essere rimasto qui a farmi ridere, ballare e a farmi compagnia. Hai messo da parte la tua vacanza e hai fatto tutto questo senza neanche conoscermi… Non lo avrebbe fatto nessun altro! Sei una persona speciale lo sai? Ti ammiro…-
-No, io…-
-Robert… è la verità. Se non fosse per te io…- scuoto la testa e guardo il cielo -… a quest’ora sarei a casa a piangere, con la paura e i dubbi a paralizzarmi e a buttarmi giù.- sussurro con il groppo in gola al solo pensiero -Tu, nonostante tutto, hai reso questa serata la più bella della mia vita.- mi volto nuovamente verso di lui -Non lo dimenticherò mai. Grazie.-
 
Lui si avvicina e mi stringe tra le sue braccia, posando un bacio sulla tempia. -È stato un piacere, piccola honey bunny.-
 

 
Sento un caldo infernale ma non oso muovermi, è troppo bello!
Rimaniamo, così, abbracciati a guardare la batteria finale dei fuochi.
 
 
 


Primo botto.
 
 
Secondo botto.
 
-Honey-bunny? Am I Zio Bobby?-
 
Terzo botto.


__________________________

Angolino dell’Autrice

Ciao a tuttiiiiiiiii!! =D
Siamo arrivati alla fine! =D Il prossimo capitolo sarà quello conclusivo!
Dolce questo Robert vero???
Spero vi siano piaciuti i fuochi d’artificio (fatti da me tranne gli ultimi qua sotto)!
Baci baci!! Djaly! :*


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12: YOUR EYES SHINE LIKE…
 
Un anno dopo…
 
De-  tendo il braccio destro davanti a me
Spa- metto quello sinistro affianco all’altro
Cito- porto le braccia in alto per poi farle scendere, mentre con il corpo faccio un’onda.
 
Il pubblico applaude entusiasta ed io con loro, facendo un piccolo inchino per ringraziarli.
Mi giro verso i ragazzi: Alex ansima e ha la fronte imperlata di sudore, come me, mentre Mauri è dietro il computer scegliendo la prossima canzone da ballare. Gli sorrido, felice.
 
Il primo scoppio parte nel cielo. Stanno per iniziare i fuochi d’artificio.
 


La gente comincia ad allontanarsi alla ricerca della visuale perfetta.
 
-Noi andiamo nell’aiuola qui dietro… tanto è a qualche passo dalla consolle e possiamo tenerla d’occhio. Vieni?- dice Mauri mettendo un telo sopra l’attrezzatura insieme ad Alex.
-Eja, va bene! Aspetto che torni Shaira dalla toilette e vi raggiungiamo.-
-Ok!- esclama allontanandosi.
Stringo le braccia con le mani e guardo il firmamento con aria malinconica.
-Ehi tesoro… tutto a posto?- mi chiede Alex avvicinandosi a me preoccupato e sfiorandomi una spalla.
-Si. Tranquillo!-
-Per ogni cosa lo sai, sono qui.-
-Lo so. Grazie bello.- lo abbraccio e gli bacio la guancia. Dopo avergli fatto un sorriso, anche se ancora un po’ titubante, si allontana.
 
Porto di nuovo gli occhi al cielo. Sospiro: è passato un anno da quel triste giorno, che poi si è trasformata in una bellissima serata.
 
 
 
Eravate rimasti al fatto che stessimo guardando i fuochi d’artificio e proprio quando finirono, Robert mi chiese se fosse lui Zio Bobby.
Inutile dire che scoppiai a ridere.
 
Rimanemmo lì ancora per un po’, io mi aggiustai il trucco (con Robert che mi faceva dispetti di ogni tipo) e scattammo varie foto. Come promesso non ne pubblicai nessuna su internet nei giorni successivi.
Mi fece anche un autografo, che conservo gelosamente.
Ci salutammo e, con il cuore pesante, raggiunsi i ragazzi alla festa. Erano ancora preoccupati ma felici di vedermi.
Dopo neanche un’oretta me ne andai, sotto lo sguardo apprensivo dei miei amici che continuarono ad intrattenere il pubblico.
 
Cominciai a salire verso casa, pian piano per non affaticare il ginocchio, quando un’auto scura si accostò a me.
Era Robert che, rimasto nelle vicinanze a controllarmi, vedendomi arrancare verso casa, mi offrì un passaggio.
La cosa mi rese davvero felice. Potevo passare ancora un po’ di tempo con lui. Feci la conoscenza anche del suo enorme ma dolcissimo body-guard.
 
Rimanemmo sotto casa mia, seduti sul marciapiede, a chiacchierare per un po’; facemmo altre foto, anche con la guardia del corpo. Poi, siccome Robert il giorno dopo doveva partire, dovettero andarsene.
 
Lui mi strinse in un abbraccio caldo, forte e dolce, sussurrandomi all’orecchio di non preoccuparmi che sarebbe andato tutto bene e di mantenere la mia promessa: sorridere!
Salutai affettuosamente anche la sua scorta, che ricambiò con entusiasmo.
 
Rimasi in mezzo alla strada, sbracciandomi, a guardare l’auto che si allontanava nel buio della notte, diventando un piccolo punto rosso finchè, girando la curva, scomparve.
 
Tornai a casa e appena mi sedetti sul letto piansi… un po’ dalla tristezza, un po’ dall’emozione. Non ci potevo credere. Riguardavo le foto nel cellulare per convincermi che fosse successo veramente.
Scoprii che, mentre io mi davo della stupida seduta nella torretta, Robert si era fatto dei selfie scrivendomi, su una di esse, di guardarle ogni volta che mi sentivo giù… beh posso dire che, in questi 12 mesi, hanno funzionato.
 

 
La mattina dopo, appena mi svegliai, pensai tristemente che fosse stato tutto un sogno… un bellissimo sogno… uno di quelli vividi che faccio sempre.
Ma appena presi il cellulare e toccai lo schermo, davanti ai miei occhi si palesò un mio scatto con Robert, che avevo impostato come sfondo della schermata di blocco prima di andare a dormire.
 
Portai una mano alle labbra, incredula e felice.
 
Era successo sul serio!
 
Non dissi a nessuno di averlo incontrato.
 
Qualche giorno dopo ho fatto la visita.
 
Il dottore, dopo averlo sottoposto a vari sforzi (che paura: sembrava me lo dovesse staccare!), mi disse che il ginocchio era apposto e che il liquido si era riassorbito completamente… mi raccomandò di fare esercizio fisico tutti i giorni e mi diede il suo beneplacito per ricominciare gradualmente la vita quotidiana.
 
Come promesso a Robert, gli mandai un messaggio nella sua pagina ufficiale per fargli sapere come era andata, insieme alle foto fatte quella notte. Mi rispose con un cuore.
 
Appena possibile ho ricominciato a ballare e guai a chi cercava di fermarmi!
La notte della mia prima serata danzante dopo la guarigione, mandai a Robert uno scatto per fargli vedere che avevo ripreso a scatenarmi insieme ai ragazzi.
 
Visualizzò il messaggio ma non mi rispose mai. Andava bene così.
 
 
 
Ripenso spesso a quella notte: se lui non ci fosse stato, sarebbe stata una notte da cancellare e forse la tristezza mi avrebbe sopraffatta, distruggendomi.
 
Ah, Robert… se solo potessi vedermi ora, di sicuro saresti felice di vedermi ballare come nei video che vedesti nel mio cellulare.
 
Mi volto verso la spiaggia. Vorrei andare alla torretta, chiudere gli occhi e immaginare di essere di nuovo con lui a ridere e ballare… per sentirlo un po’ vicino a me anche se per qualche istante… ma noterebbero la mia assenza e si preoccuperebbero per me.
 
Sobbalzo.
 
Il secondo scoppio illumina il cielo, strappandomi dai miei pensieri.
 
-Ehi Auri!- mi chiama una voce squillante.
-Shaira, sei tornata in tempo, stanno per iniziare i fuochi!-
-Oh! Bene!-
-Ti stavo aspettando per raggiungere i ragazzi. Sono qua dietro.-
-Che dolce, grazie!-
-Ajò.- esclamo ed iniziamo ad avviarci verso la piazzetta.
-Oh giusto, che sbadata! Aspetta Auri…- dice la mia amica interrompendo il passo -Un uomo mi ha fermato e mi ha detto di darti questo.- la guardo perplessa mentre mi porge un biglietto piegato in quattro -Mi ha detto di essere un tuo… zio, anche se mi è sembrato strano: aveva un accento straniero.-
-Ehm… Grazie.- dico mentre ricominciamo ad avvicinarci all’aiuola.
 
Rimango un po’ più indietro e do una seconda occhiata al biglietto, continuando a camminare: su un lato spiccano due parole scritte a mano.
 
Per Aurora
 
Mi blocco.
Il cuore perde un battito.
-Oh mio Dio…- sussurro.
Non è possibile.
 
Questa calligrafia…
 
Le mani cominciano a tremare.
Apro pian piano il biglietto.
 
Leggo.
-Oh mio Dio!- esclamo un po’ più forte.
Non ci posso credere!
Mi porto una mano alla bocca.
Mi sembra di sentire la sua risata.
 
Mi volto per cercarlo con lo sguardo in mezzo alla folla.
 
-Auri tutto…-
-Dov’è?- dico interrompendo e avanzando verso Shaira, con tanta foga da farla indietreggiare impercettibilmente.
-Cosa?- chiede non capendo.
-Quando ti ha dato il biglietto lui dov’era?- ho il corpo che trema dall’impazienza.
-Ehm… di la… da qualche parte. Non tanto lontano.- dice indicando un punto dietro le mie spalle, opposto alla torretta che invece si staglia di fronte a me.
-Auri tutto bene?- mi chiede Alex, raggiungendoci con Mauri, avendo visto la mia reazione da lontano.
-Si! Si! Benissimo! Grazie! Grazie Shaira!- dico entusiasta, abbracciandola per poi cominciare a dirigermi verso il luogo mostratomi. 
-Ehi! Dove vai?- chiede Maurizio.
-Torno subito, tranquilli!- urlo.
 
Avanzo tra la folla con passo veloce. Il mio vestito bianco, a legare al collo, a ruota intera svolazza ad ogni mio passo. Scorro lo sguardo tra la gente. Tanta… troppa questa notte.
Non lo troverò mai!
 
Ad un certo punto scorgo una figura sorridente: cappello, maglietta, bermuda e occhiali da sole… di notte! È in compagnia di una donna e di due bambini.
L’uomo congiunge le mani davanti a se fino a formare un cuore.
 
-Robert…- Rido scuotendo la testa e corro verso di lui.
 
Attivare modalità lingua inglese!
 
Arrivo davanti a loro e mi sorge una domanda… e ora che faccio? Come mi comporto?
 
-Buonasera…- inizio mestamente.
-Oh! Tu devi essere la fan italiana, Aurora giusto?- è Susan a parlare mentre si toglie gli occhiali da sole; ha un cappellino di paglia sulla testa, prendisole chiaro e sandali. Si avvicina e allunga una mano verso di me, sorridendomi.
-Si, sono io. È un piacere conoscerla, Mrs. Downey.- affermo stringendola.
-Oh no, per favore! Chiamami Susan!-
-Va bene, Susan!- sorrido e lei mi abbraccia di slancio.
-Oh, sono davvero contenta di incontrarti. Robert mi ha parlato tanto di te.-
Oddio! Arrossisco nel sentire le sue parole -Oh… ehm… spero bene!-
-Si tranquilla!- si stacca da me e mi osserva -Allora come va il ginocchio?-
-Oh! Benissimo! È guarito completamente. Grazie!-
-Ti abbiamo visto ballando! Sei davvero brava!- esclama con entusiasmo.
 
Arrossisco. Oddio erano alla sagra e non li ho visti!
 
-Sei davvero gentile Susan, grazie. Allora come ti sembra questa parte della Sardegna?-
-Oh! È veramente bellissima! Mi ha detto Robert che ci avresti consigliato dei posti da visitare.-
-Oh si. Certo! Ce ne sono tanti qua nei dintorni e alcuni sono, oltre che molto belli da vedere, anche tranquilli!-
-Grazie! Sei molto gentile!- esclama Susan.
-È un piacere!- Abbasso lo sguardo verso i bambini; sorrido dolcemente e mi inginocchio alla loro altezza -E voi dovete essere Avril e Exton. Ciao, io sono Aurora.-
I due mi salutano sorridendo con la manina.
-Vi piace il gelato eh?-
-Siiiii!!!- esclamano in coro.
 
Mi volto alla mia sinistra, verso Robert.
Mamma mia… Se possibile è ancora più bello.



Si è tolto gli occhiali e mi guarda. Quegli occhi castani profondi, pieni di vita e di gioia; brillano. Sembra felice di vedermi. La postura rilassata, nonostante i muscoli delle braccia sembra vogliano strappare le maniche della maglietta.
 
Mi alzo in piedi e avanzo di un passo verso di lui. E ora che faccio?
Come lo saluto? Con un ciao? Lo chiamo con il suo nome di battesimo?
E se gli desse fastidio? In fondo ci siamo visti solo una volta, io sono solo una semplice ragazza, neanche una conoscente…
 
Mi avvicino ancora di poco; lui sorride e vedo che muove le braccia; tendo una mano verso di lui -Buonasera Mr.Downey. È bello rivederla. Sono contenta che sia riuscito a tornare in Sardegna e a portare la sua famiglia.- dico.
 
Sento l’aria congelarsi.
 
Il suo sorriso svanisce, le labbra di uniscono in una linea dura; le braccia ricadono lungo i fianchi e gli occhi perdono la loro luce, diventano scuri.
 

 
-Mamma, perché papà è arrabbiato?-
-Cosa?- dico voltandomi verso Exton.
 
Arrabbiato? Perché arrabbiato? Cosa ho fatto?
 
-Devo ricominciare da capo…-
 
Sento un mormorio ma non lo capisco.
Cerco di abbassare la mano ma qualcosa me la stringe; mi volto: è Robert con un’espressione neutra sul viso -Anche io sono contento di vederti e di vedere che il tuo ginocchio sta bene.-
Ricambio titubante e lo guardo confusa. Mi appare sereno ma… anche se la sua voce è dolce, il suo sguardo è ancora serio, la presa ferrea.
Ad un certo punto una luce giocosa illumina i suoi occhi -Ma Exton ha ragione, sono arrabbiato.- dice velocemente, sollevando un angolo delle labbra in un sorriso biricchino.
 

 
-Cos-uh!- In un battito di ciglia mi sento tirare verso di lui, sbattendo contro il suo petto.
Due braccia forti mi stringono la schiena impedendomi di muovermi.
Strabuzzo gli occhi e arrossisco violentemente.
 
Caldo. CALDO!
 
Sento il suo cuore che batte tranquillo sotto il mio orecchio, mentre il mio sembra voglia sfondare la cassa toracica.
Il mio respiro si spezza varie volte.
-M-Mr. Downey?-
-Sbagliato!-
 
Sono pietrificata, non riesco a pensare. Le braccia ancora sollevate a mezz’aria.
Ad un certo punto il mio sguardo cade su sua moglie, che ci osserva con i bambini a un passo da noi.
 
Stringo a forza gli occhi dall’imbarazzo e cerco di divincolarmi.
-P-per favore, mi lasci andare.- dico, la voce che trema, portando le mani al suo petto per spingerlo via da me.
Ma lui, come al solito, rafforza la stretta.
-No.-
Sbuffo esasperata -Mr. Downey…- lui fa un verso contrariato -La prego!- esclamo gesticolando.
-Tesoro…- lo ammonisce Susan.
 
Oh no… lo sapevo! Si sta arrabbiando!
 
-Ti piacciono gli abbracci. È ancora così, giusto?- domanda Robert.
-Si, ma…-
Lui volta la testa di lato, per guardarmi in viso.
-Non ti piace essere abbracciata in pubblico?- mi chiede con aria colpevole.
Sospiro affranta -No, non è questo il problema…- dico portandomi una mano sul viso -Oddio è imbarazzante.-
-Perchè?-
-Forse il fatto che ci sia tua moglie? - esclamo sussurrando per non farmi sentire e alzando le braccia al cielo. -E se lei… lei non…-
-Capisco…- dice con aria triste e rassegnata, staccandosi da me.


 
Sospiro. Un po’ d’aria, finalmente. Anche se un pizzico di rimpianto comincia a serpeggiare nel mio cuore. Si stava così bene tra quelle braccia.
Smettila Aurora!
 
-Amore.- dice voltandosi verso Susan -Senti c’è un problema che devi risolvere: questa ragazza…- avvolge un braccio attorno alle mie spalle, stringendomi a se, e indicandomi con la mano libera- non mi chiama per nome e non mi abbraccia perché teme che tu possa non essere d’accordo.-
 
-ROBERT!- esclamo con voce acuta, staccandomi da lui. Ora sono un semaforo vivente.
-Finalmente!- esulta sorridendo mentre la moglie scoppia a ridere.
 
Io mi porto le mani al volto -Ho bisogno di una pala.-
-Perché?- chiedono in coro.
-Perché adesso ho solo voglia di scavare una buca per nascondermici dentro!- esclamo piena di vergogna.
 
Susan si avvicina piano, piano e, sorridendomi, mi prende con delicatezza le mani. -Mia cara, va tutto bene.-
-Si ma… non voglio che tu…- dico abbassando il volto.
-Sei davvero una ragazza dolcissima se ti preoccupi che io possa arrabbiarmi.- stringe ancora di più la presa -Ascoltami… Pensa a quante volte avrei dovuto fare una scenata ogni volta che Rob ha abbracciato una sua fan… e che dire delle scene d’amore che gira quando recita!-
Rido con lei -Si… hai ragione…-
-Ma Robert è una persona dolce ed espansiva, è fatto così. Io lo amo per questo.-
-Anche lui ti ama. Si vede ogni volta che parla di te.-
-Davvero?- ci voltiamo a guardarlo mentre lui arrossisce
-Mi ha parlato di te e dei bambini l’anno scorso. Aveva un’espressione dolcissima.-
 
Cala il silenzio. Soltanto il brusio delle persone, irritate dal ritardo dei fuochi, lo spezza.
 
Robert si schiarisce la voce -Allora?-
-Tutto risolto!- esclama Susan -Ha la mia approvazione!- dice ridacchiando.
-Grazie.- dico abbracciandola.
-Di nulla. Ora vai o potrebbe farne un dramma!- dice sussurrandomi all’orecchio.
Alzo gli occhi al cielo e rido con lei, mentre sciogliamo l’abbraccio.
-Cosa vi state dicendo?- chiede sospettoso.
-Niente!- esclamiamo in coro.
-Oh è venuto con voi anche la guardia dell’anno scorso?- chiedo.
-Si. È da qualche parte, nei dintorni, a fare un giro per controllare.- mi dice Susan.
-Dai!!- esclamo contenta -Mi piacerebbe salutarlo, dopo!-
 
Avanzo verso Robert e mi fermo di fronte a lui.
Il mio sguardo cade sugli occhiali da sole appesi al bordo della maglietta.
-Occhiali da sole di notte, eh?- chiedo indicandoli.
Lui ride -Speravo funzionassero questa volta.-
 

 
Sorrido con lui, poi il silenzio cala nuovamente.
 
Sposto il peso da un piede all’altro -Posso?-
Alza gli occhi al cielo esasperato -Pensavo di aver già risposto un anno fa a questa domanda! Se non lo fai mi arrabbio sul serio!-
Rido e lo abbraccio. Sento le sue braccia avvolgere nuovamente la mia schiena, il suo cuore battere e il suo profumo invadermi le narici.
 
-Ciao!- dice in italiano -È bello rivederti Aurora.- continua in inglese.
Sento un brivido nella schiena nel sentire il mio nome pronunciato da lui.
-Scusa… Ho pensato che se ti avessi chiamato Robert, ti avrebbe dato fastidio.-
Si scosta da me scioccato -Perché?-
 

 
-Beh… noi (non siamo amici? No.)… io (sono solo una conoscente? Sono solo una tua fan? No.)… Ufff!! Ci siamo visti solo una volta!-
-E allora?- continua lui.
-Beh…- che cosa gli dico? -… magari avevi cambiato idea!-
-Avevo ragione! Devo proprio ricominciare tutto da capo!- esclama esasperato -Aurora… Non sono di vetro! Sono una persona…-
-Una persona come tutte le altre. Sei semplicemente Robert. Giusto?- dico interrompendolo.
-Oh! Te lo ricordi allora!-
-Si!- sorrido.
Ci abbracciamo nuovamente.
 
-Mamma. Papà non è più arrabbiato vero?- chiede Avril.
-No tesoro.- risponde Susan.
 
-Hai visto? Alla fine è andato tutto bene.- mi sussurra Robert all’orecchio.
Annuisco stringendolo a me -Avevi ragione… ancora grazie per tutto Robert.-
-Non devi ringraziarmi honey-bunny… Sai sono contento di averti visto ballare, dal vivo. Sei davvero bravissima!- dice rafforzando anche lui la presa.
Arrossisco… quindi erano veramente lì -G-grazie.-
-Aurora?-
-Si?-
-Non hai ancora risposto alla mia domanda…-
 
Mi scosto da lui per guardarlo in viso -Quale?- chiedo aggrottando le sopracciglia.
-Quella del biglietto!- esclama con un sorriso furbetto -Allora? Si o no?- chiede per poi scoppiare a ridere senza riuscire più a trattenersi.
 

 
 
Arrossisco violentemente -ROBERT!-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per Aurora
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Finally your eyes shine like stars
little honey bunny!
Shall you dance a lambada with me?
Zio Bobby.
Ps. Is Alex your boyfriend?
 
 
 
 
 
 
 
 
Terzo scoppio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ok… ok… Va bene… ti ho sentito! Se proprio vuoi saperlo io e Alex stiamo insieme da tre mesi!
 
 
 
 
THE END
 
 
 
_________________________________
 
Angolino dell’Autrice.
 
Ciao ragazzi! =)
Siamo arrivati alla fine di questa storia.
Una storia nata per caso, per disperazione, come mezzo di sfogo.
Perché ho avuto veramente una leggera distorsione al ginocchio quest’estate e le uniche cose che mi tiravano su erano: le foto di Robert su twitter e le fan fiction su di lui.
 
E così è nata questa storia dove ho unito i miei dubbi e le mie paure ad un mio sogno e alla fantasia… cosa sarebbe successo se, nelle mie condizioni, lo avessi incontrato?
 
Io amo ballare e, dopo la guarigione, sono tornata a farlo.
Io davvero ringrazio ognuno di voi che siete arrivati fin qui.
 
Ho già in mente un’altra storia, sempre su Robert Downey Jr., ma non la pubblicherò subito: è ancora da tutta da scrivere e voglio prima portare avanti l’altra mia prima long fic su Sherlock Holmes (con RDJ) “ Un Nuovo Caso di Nome Sherlock Holmes” che è la mia “bambina” e ha bisogno di tanto lavoro… e io odio iniziare le cose se non posso portarle a termine. Quindi questo nuovo lavoro potrebbe non vedere mai la luce… ma chissà.
 
Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle preferite, chi alle ricordate e chi alle seguite.
 
Ringrazio voi lettori e recensori.
Grazie a chi ha votato.
 
Grazie mille davvero a tutti voi!
 
Alla prossima!
 
Djaly! =)
 

 
 
____________________________________
 
 
Ps. Adoro questa frase nei film quindi la scrivo! XD Ahahahaah!!
 
I personaggi e le scene sono frutto della mia fantasia. Ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale. 


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