State of mind

di Juliia8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'appuntamento delle 8:00 ***
Capitolo 2: *** Bugie ***
Capitolo 3: *** Risposte ***
Capitolo 4: *** Bugie ***
Capitolo 5: *** I Dipinti ***



Capitolo 1
*** L'appuntamento delle 8:00 ***


Scendo dall'auto, girovagando per le vie di Manhattan, fino ad arrivare al mio studio, apro l'agenda e con il dito scorro fino al primo appuntamento delle 8:00 "nuovo paziente", arriccio le labbra per poi sedermi sulla piccola poltrona proprio accanto al lettino "cominciamo questa giornata" sussurro tra me e me.

Poco dopo sento dei colpi alla porta

"E' aperto"

vedo affacciarsi un ragazzino dai capelli neri, gli occhi verdi e un espressione terrorizzata sul volto gli sorrido invitandolo ad entrare, non sapevo che i miei guai sarebbero scaturiti proprio da quel ragazzino cosí spaventato.. Si siede sul lettino continuando a torturarsi le mani

"Hey, sta tranquillo..io sono Holly e tu?"

cerco di stabilire un contatto con lui.

"Mi chiamo Brian e ho 10 anni"

dice con voce tremante, descrizione molto dettagliata la sua..contina a guardarsi attorno.. comincio a preoccuparmi che sia io a terrorizzarlo..

"E dimmi come mai sei qui?"

mi osserva con i suoi grandi occhi mentre riflette sulla risposta da darmi

"la dottoressa ha detto che ho un..un disturbo post traumatico"

comincio a scrivere appunti e noto che cerca di sbirciare mi lascio sfuggire una risata prima di alzare nuovamente lo sguardo su di lui.

"E cosa ti è successo?"

ed è a questa domanda che lo vedo irrigidirsi e cominciare a tremare leggermente

" Hanno ucciso mio padre.. e io ero li con lui.."

"Dimmi hai qualcuno con cui parlare liberamente con cui sfogarti quando hai bisogno? non so..magari qualche amico" "

"Si, cè mio fratello maggiore, cerca di esserci sempre ma ha anche il suo lavoro.. non sta piú bene..cerca di non piangere davanti a me ma spesso lo sento la sera, nella sua camera accanto alla mia. si sente tanto in colpa"

dice serio assumendo un espressione pensierosa

"Oh.. e come mai?"

" Questo non posso dirlo"

continuiamo a parlare finchè osservo l'orologio, la seduta è terminata, lo saluto mentre scende le scale..quel ragazzino mi ha conquistato. Osservo nuovamente l'agenda..mh..il prossimo paziente è alle 10:00, decido cosí di andare a prendermi un caffè, prendo la borsa e esco dallo studio soffermandomi ad osservare la targa appesa alla porta "Dottoressa Holly Carter, Psicologa" Sorrido..mi sono laureata due anni fa, ricordo ancora quel giorno..mia madre piangeva come una fontana mentre mio padre rideva

"Si sta laurendo non sta andando in guerra"

gli ripeteva ridendo.

Mi dirigo alla caffetteria di fronte, mi immetto nella fila mentre cerco il portafoglio nella borsa, arriva il mio turno ma proprio in quel momento si posiziona davanti a me un ragazzo

"Un cappuccino a portar via"

ordina ignorandomi, alzo un sopracciglio..sbaglio o mi ha appena fottuto il posto?! picchietto la mano sulla sua spalla cercando di richiamare la sua attenzione, e finalmente si volta è piu alto di me ha i capelli corti e neri con un ciuffo nel lato destro, gli occhi sono verdi, ha la masciella delineata da una corta barba nera,il labbro superiore è piu sottile di quello inferiore, indossa una maglietta nera, e dei jeans.

"Sono forse trasparente!"

"Vado di fretta, e mi stavi facendo perdere tempo mentre armeggiavi nella borsa"

quanto vorrei prenderlo a sberle..

"La tua educazione è veramente ottima"

alza gli occhi al cielo

"Cosa sei mia madre" dice ridendo

"Vaffanculo"

replico

"La ramanzina è finita posso andare ora? o vuoi farmi perdere altro tempo?"

Quanto è odioso.. la commessa attira la sua attenzione indicando la sua ordinazione, e lui prende il suo cappuccino mentre sorride soddisfatto, gli tolgo il bicchiere dalle mani

"Grazie"

dico uscendo dal locale

"Sei pazza o cosa!"

mi avvicino a lui

"Questo serve come risarcimento danni"

sospira alzando nuovamente gli occhi al cielo "Non ho parole.."

lo vedo scoppiare a ridere, oh ora si diverte anche..

"Per questa volta hai vinto tu ragazzina"

"Dottoressa Holly,grazie"

"Oh certo..-ride-mi devi un cappuccino Holly"

dice per poi andarsene, faccio spalluccie e bevo soddisfatta il mio cappuccino gratis, Holly 1 sbruffone 0.

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Capitolo 2
*** Bugie ***


"maledette scarpe"

dico, i tacchi non fanno per me, sono sicura che un orso ubriaco avrebbe un andamento migliore del mio su questi trampoli. Paragone indecente il mio, gli orsi non si ubriacano..credo..vengo risvegliata dai miei assurdi pensieri dal frastuono delle campane della chiesa di fronte a me.

"Sono in ritardo!"

urlo, accelerando il passo, piú facile a dirsi che a farsi, il tubino verde smeraldo che indosso non aiuta i miei movimenti, infatti quando la mia meta è quasi raggiunta, il mio piede decide di fare un movimento falso e farmi perdere l'equilibrio. Premedito giá l'impatto con l'asfalto, la scena si svolge quasi a rallentatore, un po come nei film dandomi la possibilitá di immaginare il dolore; ma la mia caduta viene frenata da qualcosa di morbido riapro gli occhi che fino ad ora erano ben serrati per la paura, ritrovandomi due occhi verdi davanti

"Ti ho presa al volo, altrimenti ti saresti schiantata sul pavimento"

"Ancora tu"

il ragazzo di fronte scoppia a ridere, quanti si diverte a prendersi gioco di me, è lo stesso tipo che mi aveva fatto infuriare qualche giorno fa alla caffetteria..

"Buongiorno anche a te Holly"

"Dottoressa"

ribatto io seria

"Certamente..sbaglio o mi devi un cappuccino?"

mi guarda mentre arriccia le labbra

"Io non ti devo niente, ti rinfresco la memoria..tu mi hai superato nella fila da vero cafone, quel cappuccino era mio fin dall'inizio"

alza gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente

"Stavo solamente cercando di invitarti a prenderne uno con me"

dice facendo spallucce per poi osservarmi insistentemente

"Veramente sono in ritardo per un matrimonio"

incrocia le braccia alzando un sopracciglio assumendo un espressiome esilarante, mi lascio sfuggire una risata

"Holly!"

mi volto è la sorella della sposa, si appoggia sulla mia spalla con il fiatone

"Kim mi ha chiesto di venirti a cercare pensava ti fossi persa"

grazie della fiducia è..ammetto di essere parecchio goffa ma non sono una bambina! La vedo poi sollevare lo sguardo e un enorme sorriso impadronirsi delle sue guance

"È il tuo accompagnatore?"

quasi mi cade la masciella, ma prima che io possa rispondere, lui mi precede

"Si,piacere Jacob"

gli porge la mano sfoggiando un dolce sorriso. Ruby afferra la sua mano stringendola energicamente continuando ad avere un espressione ebete in viso, io ancora sconcertata guardo il ragazzo che a quanto pare si chiama Jacob, con l'espressione piú infuriata che riesco a fare, si volta a guardarmi e fa spallucce. Non solo mi ruba il posto nelle file, ora si imbuca al matrimonio della mia migliore amica fingendosi il mio ragazzo, deve essere impazzito!Ma gliela faró pagare parola di Holly Carter.

"Ottima scelta"

si congratula Ruby continuando a farmi occhiolini, ma io non ho scelto proprio niente questo fa tutto da solo!

"Bhe..vi aspettiamo dentro, a dopo Jacob"

mi accerto che si sia allontanata per sfogare tutta la mia rabbia

"Non so cosa tu ti sia messo in testa, ma io non sono il tipo di ragazza che si fa abbindolare da un bel faccino e un paio di muscoli intesi!?"

"Hai appena detto che mi trovi bello"

sorride soddisfatto possibile che riesce sempre a rivoltare la situazione a suo favore! Punto il dito sul suo petto

"Non ti conosco nemmeno! ho appena scoperto il tuo nome e tu vuoi imbucarti ad un matrimonio con me! Cosa sei un pazzo!"

"Mi è sembrato che tu non sia nemmeno in grado di reggerti in piedi, e ho pensato che ti servirá una mano"

ormai è fatta Ruby sará gia corsa a dire tutto a Kim, non posso lasciarlo qui ho le mani legate

"Eh va bene..ma ti prego almeno datti una sistemata"

si osserva da capo a piedi, indossa un paio di jeans neri e una maglietta a maniche corte bianca, i capelli arruffati sono disposti in modo disordinato

"Vieni con me"

lo trascino fino al negozio piú vicino, mi fiondo sulle camicie, ne prendo una bianca e gliela porgo

"Non se ne parla"

"Ti ricordo che è stata una tua idea, non puoi imporre condizioni, posso anche andare sola"

sbuffa per poi entrare nel camerino e uscirne poco dopo lo osservo attentamente, non è proprio il tipico abbigliamento per un cerimonia ma puó andare

"Non cè male"

si avvicina prendendomi la mano

"Ora andiamo" ritiro subito la mano

"Te l'ho detto sei tu che hai creato questa assurda situazione, non sono la tua fidanzatina"

"Sei cosi irritante"

fingo di non aver ascoltato l'ultima frase e comincio a sistemargli i capelli, osservando soddisfatta il lavoro finito; ormai avremmo perso tutto il ricevimento..dovremmo sbrigarci per la cerimonia dato che sono la damigella d'onore. Arrivammo a destinazione entrambi con il fiatone, entriamo dentro e gli chiedo di aspettarmi in un angolo senza parlare con nessuno; mi reco nella stanza della sposa che mi lancia uno sguardo che quasi mi trafigge..

"1 chi è il tipo di cui mi ha parlato Ruby; 2 che cazzo di fine avevi fatto!"

dice furiosa, preferirei sorvolare la prima domanda..

"Sono qui del resto ne parliamo piú tardi"

sfoggio uno dei miei migliori sorrisi per evitarmi la gogna

"Per ora la scampi ma dopo ci facciamo una chiaccherata"

annuisco mentre la aiuto a sistemarsi, è davvero stupenda ci conosciamo da 8 anni ormai,abbiamo due anni di differenza io sono la piú piccola, ci siamo trasferite qui a Manhattan assieme, per fare la specializzazione lei come medico pediatra io come psicologa ..proprio qui ha conosciuto Daniel, lo sposo, è un ragazzo meraviglioso l'ha corteggiata per mesi prima che lei accettasse di uscire con lui.La osservo nel suo vaporoso abito bianco con il suo fisico snello e i suoi capelli castani lievemente nascosti dl velo di pizzo, i suoi occhi color nocciola sono rossi per le lacrime dovute all'emozione; le sue labbra carnose hanno dei piccoi segni che mi lasciano intendere che le stia mordendo da ore per il nervoso.

"Sto per avere una crisi di nervi.."

"Sei perfetta, e andrá tutto bene"

ci abbracciamo per diversi minuti, adoro il suo profumo di lavanda..si asciuga una lacrima per poi respirare profondamente

"Sono pronta"

Noi damigelle siamo le prime ad entrare, e dopo la commozione del momento precedente mi ricordo del mio problema! Cerco Jacob con lo sguardo finchè non lo vedo seduto appena dietro i parenti della sposa, tiro un sospiro di sollievo, lo vedo sorridermi ricambio con un piccolo sorriso.

Siamo tutti al pranzo di nozze, osservo Jacob seduto proprio accanto a me, mentre ride conversando con Ruby, non so cosa si stiano dicendo sono troppo occupata ad "analizzarlo" dopotutto è una cosa che mi viene naturale analizzare le persone in tutte le loro sfumature..ma con lui davvero non so da dove partire; ci sono momenti che sembra assente intento a pensare chissá cosa, momenti che ride cosi forte..ma soprattutto perchè ha voluto mettere in scena questa pagliacciata?

"Possiamo parlare un attimo"

dico richiamando la sua attenzione

"Certamente"

mi risponde serio per poi alzarsi e seguirmi, lo porto nel giardino accanto al ristorante, alzo lo sguardo su di lui che nel frattempo si sta accendendo una sigaretta

"Allora?"

dice incitandomi a parlare

"Perchè hai fatto tutto questo?"

"Te l'ho detto è stata una coincidenza..e poi ho visto che ti serviva una mano tutto qua, e inoltre mi sembrava un buon modo per scusarmi"

mente spudoratamente

"Non sono una stupida Jacob"

"E io non lo penso"

"La tua è tutta una scusa, io voglio sapere cosa ti passa per quella testa"

"Questo non credo siano affari tuoi"

mi risponde serio è un enigma non riesco a decifrarlo..

"Non so nulla di te.."

"Sono Jacob Miller e ho 26 anni, questo è tutto quello che ti serve di sapere"

"Cosa vuoi da me?"

"Per qualche assurdo motivo mi intrighi Holly..nessuna ragazza mi aveva mai messo i piedi in testa e tu ti sei presa gioco di me alla grande in quella caffetteria..ti giuro che non ho mai riso cosí tanto in vita mia, una ragazzina che mi prende di petto fino a che non l'ha vinta, mi hai fregato Holly"

si morde il labbro, per poi spegnere la sigaretta e avvicinarsi a me..

"Ma non ho intenzione di obbligarti a fare nulla..e non credo tu abbia bisogno di un disastro nella tua gloriosa vita da dottoressa"

mi supera ma poi si ferma voltandosi di nuovo verso di me

"Un ultima cosa..perfavore non metterti piú quei trampoli o rischi di farti male"

si allontana e io sto ancora elaborando tutto

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Capitolo 3
*** Risposte ***


Mi distendo sulla sedia, sono le 14:00 pm, mentre cerco la mia agenda, dannazione sono cosí disordinata. Eccola finalmente scorro i vari appuntamenti..Brian Miller, è solo un assurda coincidenza mi ripeto; ma la mia fottuta mente mi ricorda che mi ha parlato di un fratello maggiore..perfetto direi! Mi passo la mano tra i capelli l'ultima volta che l'ho visto è stato il giorno del matrimonio piú di una settimana fa, ma la mia solita curiositá picchietta insistente e so benissimo cosa vuole..analizzare quello strano ragazzo, analizzare Jacob Miller.

"P..posso?"

poso lo sguardo su la porta ed eccolo li quel ragazzino terrorizzato che si guarda intorno

"Entra pure Brian"

si siede sul lettino e mentre sto prendendo la sua scheda comincia a parlare

"Mio fratello è nei guai..non sapevo a chi altro dirlo, di certo non alla mamma la farei preoccupare"

"Tuo fratello si chiama Jacob?"

ma so giá la risposta, e quando lui all'inizio un po stupito annuisce, che comincio a riflettere su quel "Mio fratello si sente in colpa", Holly sei un ottima calamita per i pazzi, daltronde sono una psicologa cosa mi aspettavo di attirare principi azzurri sul cavallo? mi lascio sfuggire una risatina isterica, prima di tornare su Brian

"Che tipo di guai?"

"Bhe..lui ora gestisce la palestra di papá, insegna boxe, sono giorni che quando si cambia noto dei lividi, grossi lividi, mi ha detto che se li è fatti in palestra, ma io non sono stupido..le chiavi della palestra sono sempre rimaste su la mensola"

"E spesso torna la notte tardi, me ne accorgo perchè passa a darmi il bacio della buonanotte"

la mia mente comincia ad affollarsi di supposizioni, che non sono affatto piacevoli

"Capisco..credi che questo suo strano comportamento, centri con la morte del vostro papá?"

azzardo la domanda, ma devo saperlo, e il piccolo comincia a torturarsi le mani abbassando lo sguardo

"Brian cosí non andiamo da nessuna parte ho bisogno che tu risponda alle mie domande"

"Forse.."

dice in un sussurro ed io sospiro pesantemente, in che guai si è andato a cacciare..

"Brian devi spiegarmi tutto quello che è successo quella notte"

il piccolo comicia a piangere

"Papá non cè piú ecco cosa è successo..e io sono solo.."

il suo corpo è scosso da singhiozzi, ma prima che possa avvicinarmi per consolarlo, scappa via. Decido di seguirlo ma appena scesa in strada di Brian nessuna traccia, ottimo.. dopo questa posso anche buttare la mia laura nel cestino. Torno di sopra continuando il mio giro di sedute..finchè faccio uscire l'ultimo paziente. Chiudo gli occhi cercando di calmare il mio mal di testa, ma il mio telefono comincia a squillare "Mamma" appare su lo schermo, anche lei oggi..

"Pronto"

"Che tono triste tesoro"

"Non è una buona giornata e sono stanca, voi come state? Come vanno le cose a Boston?"

"Tutto bene tesoro, tua zia Gloria chiede di te, mi faresti il piacere di farle una telefonata?"

"Si mamma"

"Come è andato il matrimonio di Kim?"

"Sono in luna di miele"

"Non hai tanta voglia di parlare eh?"

"Te l'ho detto sono solo stanca è tutto ok, ti richiamo con più calma domani"

"Va bene piccola, ci manchi tanto"

"Anche voi tantissimo"

dico per poi riagganciare e lasciarmi cadere sul lettino ed addormentarmi. Mi risveglio stordita, osservo l'orologio ci metto un po prima di mettere per bene a fuoco le lancette, è quasi mezzanotte, quanto cazzo ho dormito!Cosa sono una sottospecie di bradipo! Cerco di ritrovare un contegno, per poi prendere la borsa e scendere giú in strada, non cè un anima viva qui, mi affretto a raggiungere l'auto mettendo in moto.

Sono quasi arrivata a casa per mia fortuna,sono ferma ad un semaforo quando sento delle urla, mi volto appena, e tra quel mucchio di circa 6 ragazzi lo vedo..si è proprio lui, poggio la testa sul volante

"Cosa stai cercando di dirmi facendomelo ritrovare sempre in mezzo ai piedi!?"

urlo a qualsiasi entitá onnipotente ci sia li in ascolto, decido di avvicinarmi appena posteggiando nel lato opposto. Stanno litigando animatamente, ma quello piú nervoso mi sembra proprio Jacob, che all'improvviso sferra un pugno sul volto di uno dei ragazzi, altri due tentano invano di sferrargli calci e pugni, ma per quanto la sua astuzia e agilitá siano notevoli loro sono in maggioranza. Due lo bloccano, mentre il primo ragazzo si prende la sua rivincita, a lui se ne unisce un secondo, lo vedo incassare i colpi finche non si piega per poi sputare del sangue, decido che ne ho abbastanza sto per fare una cosa folle..tenendo il motore acceso sfreccio vicino a loro e apro lo sportello

"Jacob! Sali presto!"

riesce a divincolarsi e a saltare in auto, riparto immediatamente.

"Cazzo, bel salvataggio dottoressa"

ride lui come se nulla fosse successo

"Cosa ci trovi da ridere proprio non lo so quei tipi ti stavano massacrando"

"Me la sarei cavata, quelli non erano veri pugni, ne ho ricevuti di peggio"

"Non ti facevo cosí teppista Miller"

"Che ci facevi in giro a quest'ora?"

"Stavo andando a casa come una persona normale, invece di fare scazzottate"

fermo l'auto e lo osservo seria

"Tu perchè eri in quella situazione?"

"I soliti quattro sbruffoni che hanno bevuto troppo"

"Non sei bravo a dire cazzate"

alza gli occhi al cielo, sbuffando

"Non devo darti spiegazioni"

"Allora scendi"

"Vuoi lasciarmi qui? Non so nemmeno dove mi hai portato!"

"Tu fai il cazzone io ti mollo qui!"

"Gli dovevo dei soldi"

"Per quale assurdo motivo?"

"Perchè ti interessa tanto?"

"Perchè non riesco a lasciare nei casini le persone"

dico abbassando lo sguardo non riuscendo a sostenere il suo, con quei fottutti occhi verdi, giurerei che brillano.

"Me la caveró come ho sempre fatto"

"E se per una volta accettassi un aiuto?"

lo vedo sorridere

"Sei un angioletto custode che mi hanno mandato per caso?"

stavolta scoppio a ridere anche io

"Certamente! Mi hanno anche detto che devo tenerti d'occhio perchè sei un idiota!"

"Sei molto bella quando ridi..ma ci sono alcune volte quando ti arrabbi che arricci le labbra in modo adorabile"

dice guardando dritto davanti a se

"E tu alzi gli occhi al cielo in continuazione, e quando sei pensieroso ti mordi solo il lato sinistro del labbro mai il destro"

"Non me ne ero mai accorto, mi hai osservato attentamente piccola stalker"

"Sono solo molto attenta ai dettagli, in ogni caso..dove ti porto?"

ecco che si morde il labbro nel lato sinistro

"A casa non direi..cè una persona molto incazzata con me ad aspettarmi.."

"Un altra?"

dico facendolo accennare un sorriso, sono quasi sicura che si riferisca a Brian..non posso dirgli nulla il segreto professionale me lo impedisce e inoltre mi sembra l'unico modo per capire fino in fondo questo ragazzo.

"Posso stare da te, solo per stanotte?"

Holly no! no e poi no! Lo conosci appena! Eppure non ho timore di lui anzi provo uno strano senzo di innata fiducia

"Jacob io..non so se sia il caso"

"Oh..giuro che non ho intenzione di portarti a letto Holly..solo che davvero non ce la faccio a tornare a casa stasera"

resto pensierosa, non posso lasciarlo qui in strada..

"Non importa proveró a contattare qualche amico, grazie per il salvataggio Holly"

sta per scendere dall'auto quando fermo la sua mano

"E va bene! ma ti avverto fai una mossa sbagliata e ti prendo a calci nel culo intesi?"

"A gli ordini!"

Arrivati a casa lo invito ad entrare

"Benvenuto nella mia umile dimora"

si guarda attorno rimanendo fermo sull'uscio

"È proprio da Holly"

lo guardo assumendo un espressione corrucciata alla sua affermazione

"Che vorresti dire?"

"Che è tutto esattamente dove dovrebbe essere, cosi schematico"

"Si chiama ordine Miller"

"No è diverso! Il tuo è proprio uno schema, per esempio..quella libreria, su ogni ripiano cè una fila di libri tutti dello stesso colore, e quei quadri occupano la parete in sequenza dal piú piccolo al piú grande"

tutto esatto, assumo un espressione di stupore per poi cominciare a sistemare il divano.

"Tu dormi qui"

"E se ho un incubo posso venire in camera tua?"

"Assolutamente no! E poi gli incubi? Davvero? alla tua etá?"

comincio a ridere mentre lui comincia a spogliarsi

"Sono ancora qui!"

dico chiudendo gli occhi

"Mi sono solo tolto la maglietta..non sopporto di avere i vestiti sporchi addosso"

..le sue spalle sono larghe,ha un fisico possente ricoperto da muscoli, tralasciando tutto ha un corpo davvero attraente

"Holly!"

"Mh.."

rispondo senza staccare gli occhi dai lividi che intaccano il suo petto e il suo fianco

"Non mi fanno poi cosi male, posso farmi una doccia?"

"Certo, il bagno è di la"

dico indicando la porta infondo al corridoio, gli prendo un asciugamano e lo vedo entrare nel bagno. Nel frattempo ne approfitto per spogliarmi e mettermi finalmente il pigiama e amdarmene a dormire, riesco solo a indossare una maglietta quando la porta si apre all'improvviso

"Ma porca puttana si usa bussare lo sai!"

cerco di coprirmi, lui si è messo una mano davanti a gli occhi mentre ride

"Non ho visto niente giuro!"

dice non riuscendo a trattenere le risate e io vorrei tanto averlo lasciato in quella fottuta strada, è completamente fradicio coperto dall'asciugamano legato alla vita

"Ero entrato in doccia ma poi mi sono ricordato di non averti dato la buonanotte"

dice sul serio? mi guarda con i suoi capelli neri che gli ricadono su la fronte mentre continua a gocciolare

"Buonanotte Jacob"

"Buonanotte angioletto..ah giusto dimenticavo..dottoressa angioletto va bene lo stesso?"

perchè deve essere cosi dannatamente adorabile!

"Mh..direi di si"

mi sorride per poi sparire dietro la porta che chiude alle sue spalle; mi infilo dei pantaloncini e mi metto nel letto.

Jacob:

Mi ero ripromesso di starle lontano..ma non so per quale assurdo scherzo del destino è lei che ha trovato me, oltretutto salvandomi il culo. L'acqua scorre lungo il mio corpo e lascio che i miei muscoli si rilassino, sfioro con le dita l'enorme livido sul fianco e mi lascio sfuggire un lamento; quei bastardi me la pagheranno. Il mio pensiero va a Brian..sará furioso con me gli avevo promesso che sarei stato a casa per cena, faccio proprio pena come fratello maggiore; ma il massimo dello schifo lo raggiungo come figlio..non sono stato in grado di difenderlo..non doveva andare cosí! sbatto i pugni sul muro della doccia e senza volerlo le lacrime scorrono confondendosi co le gocce d'acqua, sono un totale disastro distruggo tutto cio che tocco e rischio di rovinare anche lei. Nonostante tutti gli sforzi di mio padre sono finito in qualcosa piú grande di me, ma è l'unico modo per riuscire finalmente a proteggere ció che resta della mia famiglia, i combattimenti clandestini sono l'unica soluzione, dopotutto fare a botte è la sola cosa che mi riesce bene. O forse sono contento che qualcuno mi prenda a pugni, perchè vorrei tanto farlo io ma sono troppo codardo, è ció che mi merito..spero solo che Brian diventi un uomo migliore di me, un po simile a nostro padre, quelle notti che si sveglia urlando e corro da lui so benissimo quali orribili immagini lo tormentano, sono fisse nella mia mente come un proiettore che trasmette a ripetizione lo stesso film, le stesse scene. Ma gliel'ho promesso, l'ho giurato sul suo corpo senza vita e a me stesso che lo vendicheró, ad ogni costo. Esco dalla doccia e mi metto le cose che mi ha lasciato Holly, cose del suo ex ragazzo mi ha detto, esco sul balcone osservando le luci splendenti di Manhattan mentre mi fumo una sigaretta per distendere i miei nervi

"Non riesci a dormire?"

"No"

sento che si avvicina finchè non è accanto a me

"Hai avuto un incubo per caso?"

sorrido voltandomi verso di lei

"Sarei venuto in camera tua se cosí fosse"

"Se ti va di parlare.."

"Avevo deciso di starti alla larga, ho anche cambiato caffetteria"

abbasso lo sguardo, non riesco a reggere i suoi occhi puntati su di me, sembra di guardare l'oceano..

"Non scherzavo quando ti ho detto che manderei a monte la tua vita, come un urugano..mi basterebbe poco per distruggere tutto, ti giuro che dopo questa notte sparisco e ti lascio vivere la tua vita"

lei non risponde semplicemente mi osserva, si avvicina per poi stringermi a se, il mio stomaco comincia a contercersi e il mio battito accelera senza sosta mentre la sua mano scorre lungo la mia schiena

"Non voglio che tu sparisca"

dice con un filo di voce e mentre la stringo a me capisco che non ci riuscirei neanche volendo, cosa mi hai fatto Holly Carter?.

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Capitolo 4
*** Bugie ***


Mi sveglio cominciando a rigirarmi nel letto, tanto che le coperte si sono aggrovigliate tra le mie gambe, dandomi la sensazione di essere diventata un involtino primavera. Riesco a liberarmi da quel groviglio esco dalla camera, silenzio piú totale, nel divano lui non cè, mordo il mio labbro cosí forte da farmi male, ma mai come la vista di quel divano disfatto e vuoto.

"Hey buongiorno angioletto"

urlo per la sorpresa, sentendo una forte risata divertita alle mie spalle, inarco un sopracciglio infastidita

"Stai cercando di farmi prendere un colpo per caso!"

"Pensavo mi avessi sentito, perdonami..ah! non è vero è troppo divertente"

quanto si diverte l'idiota! e quella che per poco ci rimetteva le penne ero io.

"Me la pagherai Miller"

diventa serio osservandomi continuando ad avere un aria divertita.

"Avanti nanerottola fatti sotto, vediamo che sai fare"

"Nanerottola a chi razza di scimmia poco evoluta!"

"E poi sarei io il cafone.."

sussura prima di dirigersi in cucina, che si sia offeso?, decido di seguirlo, lo osservo qualche minuto notando che sta cucinando, ora mi avvelena ne sono certa, mi conviene fuggire finchè sono in tempo.

"Scusa Jacob..io..non volevo essere scortese"

"Mi sento ferito nel profondo dottoressa non so come si possa rimediare"

dice con voce teatrale osservandomi, per poi avvicinarsi a me

"Se mangerai cio che ti ho preparato forse potró perdonarti"

"E chi mi garantisce che tu non ci abbia messo qualcosa di strano per vendicarti?"

si mette una mano sul petto fingendo di accasciarsi sul tavolino, mentre io scuoto la testa.

"Dottoressa lei mi sta forse accusando di un atto cosí terribile? Sono veramente sconvolto questa volta dalle sue insinuazioni!"

"Smettila di fare l'idiota perfavore..lo mangeró!"

sorride, per poi alzarsi e porgermi il piatto, mi siedo e prendo la forchetta titubante osservando quelle uova strapazzate che sembrano tutt'altro, ne prendo un po per poi mangiarle, ed è in quel preciso istante che lo vedo sorridere compiaciuto, nel frattempo la mia bocca va a fuoco, quel bastardo! corro verso il frigo bevendo un intera bottiglia d'acqua, appena la mia gola si placa, gli rivolgo uno sguardo assassino chiudendo gli occhi in una fessura.

"Subdolo essere!Io ti ammazzo!"

"Salsa piccante carissima Holly, dopotutto la scimmia non è poi cosí poco evoluta"

dice sorridendo soddisfatto, mi dirigo verso di lui, fermandomi a pochi centrimetri dal suo viso, lo sento sussultare appena mentre la sua espressione torna seria.

"Sei un vero stronzo Miller"

"Lo so"

"Stamattina pensavo te ne fossi andato"

"Tu mi hai detto di restare e io l'ho fatto"

"Ma tu vuoi restare?"

prende il mio viso ponendo due dita sotto il mio mento costringendomi a guardarlo.

"Me ne sarei giá andato se non volessi"

"Scometto che cè un ma.."

"Sono cosí scontato? C'è un ma hai ragione..Ci sono cosí tante cose che non sai di me, cose che ti farebbero scappare via"

"Jacob è vero non ti conosco e forse mi sto cacciando in un enorme guaio..ma come hai detto io sono il tuo angioletto custode ora"

"Holly..tu sei davvero meravigliosa ma io non posso rovinare la tua vita non è giusto"

"Te l'ho detto, io non riesco a lasciare le persone nei guai, e ormai so che hai bisogno di aiuto"

non ho idea di cosa io stia facendo, devo essere impazzita ma non riesco ad allontanarlo, ho cosí bisogno di salvarlo, perchè quel sorriso deve essere protetto ad ogni costo, quando con lui sono un altra Holly, non la solita rompipalle perfettina ma riesco a lasciarmi andare come mai nessuno era riuscito.

"Ma vorrei anche che tu parlassi con me"

"Quando ci riusciró lo faró te lo prometto"

la voce di Brian riecheggia nella mia mente "Si sente in colpa" "C'entra con la morte del vostro papá?" "Forse.." la mia parte razionale comincia a risvegliarsi e io non posso fare a meno di indietreggiare, osservando il suo stupore, e se lo vedessi solo come voglio vederlo e non per ció che è realmente? Holly devi essere razionale non instintiva, eppure non mi sono mai sbagliata su le persone e guardando i suoi occhi verdi che mi osservano attenti ad ogni dettaglip non riesco a vedere nulla di male, nulla se non paura.

"Ora dovrei andare"

mi risveglia dai miei pensieri, lo osservo mentre sta ancora cercando di capire cosa mi passa per la testa, non è facile Miller, non lo so nemmeno io.

"Dove vai?"

"Devo andare al lavoro, sai le scimmie lavorano"

"Anche io dovrei, ci vediamo stasera?"

dico sosprendendolo, ma poi sul suo volto si fa largo un enorme sorriso.

"Non farti strane idee Miller,dormi sul divano anche stasera"

"Prima credo sia il caso che io passi a casa, sai ho altri doveri"

"Lo capisco..non preoccuparti, ma non cacciarti nei guai"

annuisce per poi chiudersi nella doccia, mentre io sistemo la cucina.

"Io vado Holly, non cacciarti nei guai"

"Fai il pappagallo ora?"

ride prima di uscire di casa. Mi reco al lavoro salendo lentamente le scale trovandomi proprio di fronte alla porta Brian

"Hey piccolo che ci fai qui?"

si alza e mi ritrovo avvolta tra e braccia di quel bambino cosí impaurito, lo accarezzo leggermente per poi chinarmi alla sua altezza.

"Brian che succede?"

"Mi dispiace per come mi sono comportato ieri non volevo, ora sarai arrabbiata con me"

"Ma che dici! Con questo faccino come potrei essere arrabbiata con te"

a quel punto mi sorride senza lasciare la presa.

"Ti va di andare a prendere un bel cornetto gigante?"

"Con il cioccolato?"

"Montagne di cioccolato! Ti uscirá persino dalle orecchie"

lo prendo per mano tornando in strada mentre guardo il suo viso finalmente rilassarsi, lo porto alla cornetteria all'angolo della strada e mentre si abbuffa non posso fare a meno di sorridere

"Tuo fratello sa che sei qui?"

"In realtá no.."

sará preoccupatissimo, Brian ha preso proprio dal fratello senza obra di dubbio.

"Ti porto da lui"

e anche se un po titubante finisce di mangiare e usciamo, mi guida fino alla palestra, ora non posso evitare che venga a sapere che sono la sua psicologa.

"Brian sapresti mantenere un segreto?"

"Si certo"

"Non devi dire a tuo fratello il mio nome va bene? Di solamente che ti ha accompagnato la tua dottoressa"

"Perchè?"

e ora come glielo spiego che non posso creare un conflitto di interessi.

"Perchè voglio che sia una sorpresa"

"Non mi hai convinto, ma lo faró per te"

"Grazie Brian"

mi sorride, questo ragazzino è fin troppo sveglio prima o poi intuirá qualcosa. Lo vedo in lontananza entrare nella palestra e dalle vetrate posso vederere Jacob che gli corre incontro stringendolo forte

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Capitolo 5
*** I Dipinti ***


"Mi dispiace di averla fatta aspettare signor Brown, ma ho avuto un contrattempo"

"Non si preoccupi non è molto che aspetto"

Invito l'uomo su la cinquantina ad entrare mentre sistemo lo studio, prendendo il necessario per la seduta, e posizionandomi su la poltrona di fronte al lettino su cui si è steso.

"Dunque lei viene dallo studio di Jefferson dico bene?"

"Si, ma la prego mi chiami solo David"

"Certamente, le sue cartelle non mi sono ancora state inviate ma possiamo procedere con una prima valutazione, se per lei va bene David"

"Il dottor Jefferson, mi ha sottoposto a varie sedute di ipnosi per risalire all'evento scatenante, ma senza riuscirci, motivo per cui ora sono qui"

"Come credo lei sappia io sono contraria all'uso dell'ipnosi come metodo teraupetico, lo ritengo uno strumento inutile"

In quel momento la porta viene aperta con forza, entrambi ci voltiamo verso colui che è fermo sull'uscio.

"Dottor Jefferson sono occupata"

Dico cercando di mantenere la calma.

"Io credo invece che dobbiamo parlare"

"Mi scusi solo un attimo David"

Appena uscita dallo studio, la mia rabbia esplode mentre spintono quel buono a nulla.

"Chi ti credi di essere per venire qui a interrompere il mio lavoro!"

"Io non ti permetteró di rubarmi i pazienti ragazzina, o te la faccio ingoiare la tua laurea"

"Non sono io che li rubo, sei tu che non sai dove mettere le mani Nik! Fai valutazioni assurde e gli propini farmaci come caramelle, saranno anche disturbati ma riconoscono un coglione quando lo vedono"

Si avvicina costringendomi con la schiena al muro, finchè è a pochi centimetri da me ma non smetto di mantenere il suo sguardo.

"Stammi bene a sentire, ti stai immischiando in qualcosa piú grande di te"

"Non ho paura di uno pseudo dottore di 24 anni che non sa svolgere il suo lavoro"

"Ed è qui che ti sbagli"

"Sparisci dal mio pianerottolo all'istante prima che ti prenda a calci"

Si lascia sfuggire una piccola risata per poi sparire lungo le scale, i miei muscoli si rilassano e l'adrenalina scorre lungo tutta la mia schiena, non sopporto quell'inutile presuntuoso, sono anni che cerca di accaparrarsi piú pazienti possibili, per lui sono solo numeri e nient'altro, non si appassiona alle loro storie, ai loro casi, ne si preoccupa di comprendere i sentimenti che li costituiscono, è solo capace di prescrivere farmaci che diano la sensazione di star bene, almeno fino alla seduta seguente.Rientro nello studio, il signor Brown mi osserva con aria interrogativa, deve aver ascoltato ogni singola parola, dopotutto il nostro non era un discorso civile.

"Mi dispiace David"

"Sono contento che qualcuno gliene abbia dette quattro a quel pallone gonfiato"

Scoppio in una grossa risata per poi ricominciare finalmente la seduta in santa pace.

-

Sono sfinita, vorrei solo buttarmi sul letto, Jacob non si è fatto sentire per tutto il giorno deve essere stato parecchio impegnato, o forse non aveva voglia di farsi sentire, o ancora peggio si è messo nei guai.Sospiro sonoramemte, forse mi sono illusa su questo ragazzo. Parcheggio l'auto per poi procedere a passi veloci verso casa, mi fermo osservando una figura avvolta nell'ombra a pochi passi dal portone d'entrata, il suo volto è coperto da un cappuccio della felpa blu che indossa è sicuramente un uomo, non mi muovo di un solo passo mentre la paura si impossessa del mio corpo; almeno finchè non solleva il capo e suo sguardo si scontra con il mio, quegli occhi li roconoscerei ovunque, quel verde cosí intenso, quelle piccole sfumature piú chiare che si dirmano per tutto l'occhio, e quella luce che li racchiude è cosí tenebrosa e al contempo intrigante.

"Jacob, mi hai spaventato"

Si avvicina lentamente senza dire una parola, la sua andatura è esitante finchè non arriva di fronte a me, ed è quando il lampione che ci sovrasta, mi rende piú facile la vista che noto il suo labbro completamente spaccato, piano sfilo il cappuccio portandolo dietro al suo collo, i suoi occhi fissi su di me cominciano quasi a bruciarmi.

"Cosa non ti era chiaro della frase non cacciarti nei guai?"

"Posso portarti in un posto?"

Annuisco, fa cenno con la testa verso l'auto, ed è li che saliamo poco dopo, mentre mi indica la strada da percorre, all'incirca 15 minuti, di assoluto silenzio.

"Siamo arrivati, accosta"

E cosí faccio, lo seguo fino ad un magazzino, estrae una piccola chiave, che fa scattare la serratura del meccanismo per la serranda, ed appena le luci si accendono, rimango stupita dal suo contenuto, non so dire quanti quadri con disegni meravigliosi riempiono gran parte del magazzino.

"Li ho fatti io"

Mi volto ad osservarlo, mentre lui guarda dritto davanti a se, entriamo e subito chiude la serranda a le nostre spalle, per poi guardarmi, finalmente.

"Sono bellissimi"

Mi sorride per poi avvicinarsi ad un enorme disegno che ricopre metá della parete, rappresenta un ragazzo ricoperto da lividi, è di una bellezza disarmante.

"È da un po che ci lavoro, è quasi finito"

Poggio una mano su la sua spalla e lui si volta a guardarmi, non riesco a decifrare il suo sguardo, ma il mio rimane fisso su la ferita sul suo labbro, si è cicatrizzato, ma il rivolo di sangue è ancora presente.

"È qui che vengo quando ho bisogno di rilassarmi, quando non ce la faccio piú a restare nel mondo, nel mondo vigliacco che distrugge tutto senza nemmeno rendersene conto, qui mi sento a casa piú di qualsiasi altro posto, rappresento tutto ció che mi passa per la testa, qui ho il controllo, le pennellate seguono i miei movimenti riesco a comandarle, a gestirle, è come se tutto il tornado di emozioni che ho dentro confluisse in quel piccolo strumento e si tramutasse in colore, è in grado di rilassarmi"

"Ora mi dici che cosa ti è successo?"

Scuote la testa energicamente, abbassando lo sguardo.

"Jacob mi avevi promesso che non ti saresti cacciato nei guai"

Il suo corpo trema leggermente, prima che io riesca a sentire i suoi singhiozzi, mi avvicino a lui per poi stringerlo forte a me, mentre sento le sue lacrime bagnare il mio collo, la mia mano accarezza leggermente i suoi capelli, mentre l'altra scorre lungo la sua schiena, scossa da piccoli brividi, non ho il coraggio di dire una sola parola, percepisco la sua mano stringere la mia maglia, mentre sento il suo dolore scorrere lungo il mio collo.

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