Who cares if one more light goes on? Well, I do.

di ArgusApocraphex_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelo ***
Capitolo 2: *** And it's your song that sets me free ***



Capitolo 1
*** Gelo ***


La morte di Chester Bennington mi ha profondamente sconvolta, nonostante non fossi una fan accanita dei Linkin Park. Sento che sia andata via un pezzo della mia adolescenza. Questa breve one shot composta da qualche capitolo è ispirata proprio alla domanda che mi son fatta: e se accadesse a Jared?
Ecco, la risposta è tra queste righe. 
Ho cercato di essere più realistica possibile, e perdonatemi per eventuali errori in inglese. 
Buona lettura, echelon.

-Ma allora è vero quel che hanno detto su Jared? –
-Cosa? –
-Sì, è vero –
-Non sto capendo, ragazzi, a cosa vi riferite? –
-Come vero? Oh cazzo –
-RAGAZZI, DITEMELO, HO BISOGNO DI SAPERLO – Le mie dita tremano mentre digito le lettere sulla tastiera del telefono. Ho paura di ricevere una risposta e sto iniziando a sudare freddo.
-.. Jared non c’è più. –Perdo un battito.
- Cosa stai dicendo –
- E’ così –
- Cazzate. Sai quante bufale diffondono su personaggi famosi come lui. E’ una puttanata –
- Mary, ti dico che è vero. Che tu voglia crederci o no, Jared è morto, non è più tra noi –
Dall’angolo dell'occhio inizia a scendere automaticamente una lacrima. Resto impietrita a fissare quella frase sullo schermo. Ma una parte di me non vuole crederci, così decido di fare le opportune ricerche.
- Non ci crederò mai. Devo leggerlo coi miei occhi –
- Fai come vuoi. Io ti ho detto quel che dovevo dirti –
Mi disconnetto immediatamente da Whatsapp per cercare informazioni. Digito sulla barra di ricerca “Jared Leto” e tra i risultati un “dead” affianca queste due parole. Ci clicco su.
Appaiono una serie di risultati. “La pagina di Wikipedia è ancora scritta al presente” dico tra me e me; mi sento sollevata. Continuo a scorrere e leggo di testate giornalistiche internazionali che riportano la notizia. “Jared Leto is dead”, “Jared Leto is not with us anymore”. “cazzate, tutte cazzate. Giornali di merda”. Ma in preda alla curiosità decido di aprire uno di quei link, nonostante abbia una paura fottuta.
Inizio a leggere:  Jared Leto, also known as the frontman for 30 seconds To Mars, is dead at the age of 46…
Mi si gela il sangue.
Gli occhi mi bruciano, sento le vene delle mie braccia esplodere, tanto che mi si gonfiano. Non riesco a stare in equilibrio sulle mie gambe, quindi cado a cascamorto sulla poltrona del negozio di scarpe. Mia madre mi chiede – tutto bene? Che hai? - - No, ho bisogno di aria – rispondo di getto, senza connettere il cervello alle parole che ho appena pronunciato. – voglio uscire da qui –
Mia madre, notandomi profondamente sconvolta, si scusa con la proprietaria del negozio, mi prende per il braccio e mi conduce fuori dal negozio, per avviarci verso la macchina.
Nel frattempo, il mio telefono è intasato di notifiche. Da Facebook, Whatsapp, Twitter. “il gruppo X ha appena pubblicato….”, “Thirty Seconds To Mars ha appena pubblicato…”
Clicco sulla seconda notifica.
E’ un post scritto da Shannon.
“Allora è vero” penso.
Le lacrime rigano violentemente le mie guance. Il respiro è affannato. A malapena deglutisco.
My little brother, my anchor, my father, my everything. I'll always remember your smile, your kindness, your dedication to music and cinema.
I feel lost without you. I can't believe that you're not with us anymore, with me, that you can't call me ''Shan " anymore or messing with my hair, telling Tomo to always do his best while being in the studio.
A part of me died along with you, better, I'm dead with you because it won't ever be the same without you.
You were 30stm. And they forever will be, with you.
I love you,
Shan
Singhiozzo. Sto svuotando il mio corpo di tutta l’acqua che lo colma.
Non riesco a realizzare. Mi sembra tutto così assurdo. Non può essere successo davvero. Non lui. Cazzo, Jared, proprio TU, TU, che hai sempre spinto noi ECHELON, NOI BELIEVERS, a lottare. Tu, che in Closer To The Edge canti (perché non dirò mai cantavi, non riesco ad accettarlo) I will never forget, I will never regret, I will live my life?
Tu, che sei la mia forza… non puoi avermi mollato proprio adesso…
- Tesoro vuoi dirmi che hai? Mi sto preoccupando – mi chiede mia madre mentre si siede in macchina. Si volta verso di me e mi prende le mani.
- Mamma, non c’è più. -
- Chi? –
- Jared Leto. E’ morto. – pronuncio a malapena, con un filo di voce. Sento che le mani di mia madre stringono ancora più forte le mie. Il mio sguardo è spaesato, le mie guance irritate dalle lacrime, e il cuore batte troppo velocemente. Mia madre mi abbraccia. Lei sa chi era Jared. Lei che mi ha accontentato tutti questi anni, accompagnandomi ai concerti. Lei che ha sopportato le sue canzoni in riproduzione mentre mi facevo la doccia e lei cucinava. Lei che, tramite me, si era affezionata a lui. Una lacrima le riga la guancia. La sento anche sul mio viso.
Durante il tragitto per tornare a casa, non pronuncio una parola. Resto in silenzio ascoltando Kings and Queens ripetutamente.
We were the kings and queens of promise
We were the phantoms of ourselves
Maybe the childen of a lesser god
Between heaven and hell,
Heaven and hell.
“Heaven”. Perchè hai scelto il paradiso, Jared? E come hai fatto a non parlarne con nessuno? Io ti ho visto, ti ho visto due settimane fa al concerto. Ed eri felice. Perché sei andato via? Non riesco a capacitarmi di come tu, proprio tu, sia andato via. Ricordo il tuo sorriso e le tue mani tese verso il pubblico, che sono accarezzate dalla tempesta di fan che ti ama in tutto il mondo. Perché ti amiamo in tutto il mondo.
E TU LO SAPEVI.
 

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Capitolo 2
*** And it's your song that sets me free ***


Nel giro di poche ore gli Echelon da ogni parte di Italia avevano iniziato ad adoperarsi per commemorare Jared. Dai gruppi ufficiali sui vari social network non si leggevano altro che post attraverso cui si cercava di organizzare un raduno, una veglia funebre. Ero distrutta, ma avevo bisogno di farmi forza condividendo il dolore con persone che potevano comprendermi. Per quanto volessi bene alle mie amiche, non era la stessa cosa. Quando ascolti una band sei affezionata a tutti i membri del gruppo, inizi a volere loro bene, ad interessarti alle vicende della loro quotidianità. La stima si evolve in un vero e proprio affetto e interesse per ogni progetto: un nuovo album, una première, un film da girare. E per Jared nutrivo questo profondo affetto da anni.
Dovevo commemorarlo in qualche modo.
Così, anche io decisi di scrivere qualcosa in uno di questi gruppi.  
 
“Per chiunque volesse onorare la memoria di Jared, scriva qua sotto se è d’accordo. L’incontro è previsto per domani al parco della mia città”.
 
Premetti “pubblica”: non ci sperai più di tanto, ma mi sentii in dovere. Ero fan dei 30stm da sette anni. So che non mi avrebbero mai conosciuto, che ero dall’altra parte del mondo rispetto a loro. Ma sono una echelon, faccio parte di una famiglia diffusa in tutto il mondo, nel mio caso però raggruppata in Italia. Dovevamo farci sentire.
Improvvisamente il cellulare iniziò ad intasarsi di notifiche: lessi almeno una cinquantina di commenti dopo appena 5 minuti dalla pubblicazione del post. La maggiorparte erano tutti affermativi; altri erano incerti perché non erano della mia città, abbastanza grande per poter permettere lo svolgimento di un raduno. Commentai proponendo un orario comodo per coloro che sarebbero venuti dall’esterno, in tarda mattinata, per consentire a tutti di arrivare in tempo. Nel mentre, i commenti continuavano a scorrere e le risposte affermative aumentavano… decisi di raccogliere in privato i loro numeri di telefono, in modo da tenerci in contatto su Whatsapp per aggiornamenti e precisazioni sul luogo d’incontro.
Jared, tutto questo lo stai permettendo tu.
 
I’m the echelon
 
Nel giro di tre ore dalla tua morte, in notte fonda, avevo creato qualcosa di bellissimo: l’unione di circa 150 echelon nella piazza principale della mia città. Ero nervosa, tremavo, sia per la tristezza, sia per l’emozione. Avrei conosciuto nuove persone, persone come me appassionate della sua musica e innamorate della sua voce.
Non mi sembrava vero.
Spensi il pc e impostai la sveglia: ma tanto fu inutile, perché non facevo altro che girarmi tra le lenzuola. Non riuscivo a dormire. Sono sempre stata una persona facilmente suggestionabile, soprattutto nei casi della morte di un caro. Chiudevo gli occhi e vedevo gli occhi di Jared ovunque, guardarmi, con le loro iridi azzurre e luminose. Lo immaginavo sul palco. Cercavo di unire i frammenti dei ricordi dei pochi concerti a cui avevo assistito. Alle volte in cui lui annunciava l’uscita del nuovo album. Alle volte in cui ricordava i tempi di “A Beautiful Lie”; e allora riascoltavo “The Kill”, “From Yesterday”, ed ero di nuovo ritornata quella 15enne che li aveva appena scoperti e non faceva altro che ascoltarli dall’entusiasmo.
Presi la maglia con la frase di Closer to The Edge scrittaci sopra:
I will never
FORGET
I will never
REGRET
I will live
MY LIFE
La strinsi a me, mentre mi sistemai in posizione fetale per dormire.
 
Andava già meglio…

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