Katekyo Hitman Reborn! Kiri no Gemini - The last Showdown Arc

di Kiri94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Ordinaria amministrazione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Una svolta spiazzante ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - L'idea dal passato ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Excalibur Ex ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Soul Drive ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Red Rain ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Il misterioso potere... l'Emperor! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Aria di tempesta ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Katie Rokudo ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Clarent VS Omnislayer ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Liberarsi dalle catene ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - La ragazza di un lontano presente ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - Informazione Riservata classificata SSS ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Lo scoppio della Guerra ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - Piano d'azione ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Operazione CAI ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Lo spettro di Myasnoy Bor ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - L'imperatrice della Sky Tree Tower ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 - Il demone delle Tianzi Mountains ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 - L'avvento del Dio della Morte ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 - Questa è la mia vera forza! ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 - La verità sulla Fiamma-0 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 - Cerchio Arcobaleno ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 - All'alba della guerra ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 - L'Alleanza ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 - L'inizio della vera battaglia ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 - L'impetuosa rabbia della principessa del Fulmine ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 - Assalto al castello! ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 - Proseguire ad ogni costo ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 - L'erede ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 - Doppia imboscata ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 - Risveglio ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 - L'errore dei Kokuyo ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 - Colei che ti ha sempre protetto ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 - Incontro predestinato ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 - Franginebbia ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 - Una missione impossibile? ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 - Last Stardust, la stella che illuminò la notte ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 - Distruzione e rinascita ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 - Animo corrotto ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 - Illusione reale ed illusione... virtuale! ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 - La pioggia che divenne diluvio ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 - Esperimento XY121013 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 - Il giudizio del Vindice ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 - Il punto debole degli Emperor ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 - Eleanoire, la tempesta ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 - Punto di rottura ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 - Il tempo di un riflesso ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 - Strategia ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 - L'ultima Guardiana ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Ordinaria amministrazione ***


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Era notte fonda: la luce lunare rischiarava la città, illuminando senza distinzione sontuose ville e vecchi ruderi abbandonati.
In particolare, in uno di quest'ultimi, pareva esserci parecchio movimento: uomini dall'aria poco raccomandabile correvano avanti e indietro furtivamente trafficando con grosse casse dal contenuto quantomeno sospetto, mentre altri impartivano ordini ed incitavano a non perdere tempo.
In mezzo a tutta questa frenesia, nessuno notò nove misteriose figure nascoste nella penombra.
Un ragazzo dai capelli di media lunghezza sorrise, osservando la scena.
Illuminato vagamente dalla luna, si notavano i capelli uniformemente abbastanza lunghi e folti, dall'aria disordinata come la criniera di un leone e con un grosso ciuffo fra gli occhi, ma non era la cosa più particolare di lui: due linee a zigzag simili a quelle del famoso Daemon Spade partivano da due ciocche laterali fino a raggiungere un caratteristico ciuffo ad ananas dietro la nuca.
Rigirandosi fra le mani una katana dall'aspetto comune, si voltò a guardare i propri compagni e sussurrò – Gli ordini sono di entrare in possesso del carico di droga e di passarlo agli incaricati dei Vongola, che si occuperanno di eliminarla: così facendo, infliggeremo un duro danno economico al ramo “sporco” della Yakuza, ristabilendo l'equilibrio, senza contare che risparmieremo sofferenze ad un mucchio di persone. Tutto chiaro? Ovviamente, cattureremo il nemico senza uccidere, come sempre... ma non dimenticate che la vostra vita ha la priorità su tutto. In caso di pericolo di vita, siete autorizzati alla ritirata, senza esitazioni, e se ciò non fosse possibile, beh... – la sua voce professionale parve spezzarsi per un'istante: anche dopo due anni passati a fare simili lavori, nessuno di loro aveva smesso di valorizzare la vita – … cercate di trovare fino all'ultimo una via d'uscita, altrimenti createvela come meglio potete... purché non coinvolgiate persone innocenti. Domande? – concluse, fissando il silenzioso pubblico.
Una ragazza dai capelli neri a caschetto scalato laterale, lungo sul davanti e che andava a mano a mano accorciandosi scalando fino alla nuca, con grossa parte dei capelli piegati sulla destra ed un ciuffo che le copriva l'occhio destro, sbuffò scocciata – … Ma c'è seriamente bisogno di fare 'sto discorso ogni volta?! Non siamo dei novizi, che cazzo! Ormai per noi questa è routine: concluderemo la missione che ci è stata affidata senza imprevisti come al solito, e senza nessun morto. Abbi più fiducia nella tua Famiglia, Kurai-kun! – mormorò in tono duro, ma concludendo con un dolce sorriso rivolto al ragazzo, che si sciolse e ricambiò, molto più rilassato – Hai ragione, Kumo-chan... grazie. Beh, Mirai-nee, in quanto secondo Boss e Caposquadra, come hai deciso di operare questa volta? – domandò, voltandosi a guardare una giovane donna dai capelli lunghi quasi fino al sedere, suddivisi in due code laterali tenute insieme con due fermacapelli in legno cilindrici azzurri, e con due ciocche davanti alle guance lunghe fino ai seni.
Sistemandosi il ciuffo ad ananas simile a quello del gemello, Mirai mormorò – I supervisori dei lavori questa volta sono solo cinque... in compenso, sono tutti armati con pistole dotate di silenziatori. Penso quindi che la cosa migliore è mandare in avanscoperta i nostri due membri più veloci, per disarmarli, e bloccare loro ogni via di fuga: a quel punto, userò le mie catene per intrappolarli, e la missione sarà conclusa. Questa sarebbe la soluzione più veloce e sicura, ma se non vi piace posso pensarne ad altre. Che ne pensate? – domandò.
Una ragazza dai lunghi capelli biondo cenere e due sottilissimi ciuffi verdi in testa a mo' di antenne le sorrise dall'oscurità – Penso che hai imparato ad elaborare strategie fantastiche – alzandole il pollice verso l'alto.
Mirai ridacchiò sottovoce, ricambiando con un occhiolino – Merito dei tuoi insegnamenti, Yukiko-chan! Comunque, vi va bene operare in questo modo? – domandò di nuovo, ottenendo gli assensi generali.
La ragazza dai capelli verdi e leggermente lunghi con una frangia orientata verso destra ed un lungo ciuffo biondo naturale sul lato destro si alzò in piedi, assicurandosi di rimanere nascosta, chiudendo gli occhi per percepire meglio il vento che le sollevava la lunga coda di capelli che le percorreva tutta la schiena: poi, dopo qualche secondo, mormorò con tono allegro – Hell Gear! – evocando un paio di guanti lunghi fin sopra al gomito e alla cui estremità vi era un lungo nastro dall'aria eterea, oltre a due paia di stivali eleganti e bianchi: il diadema sulla sua testa mutò leggermente forma divenendo una vera e propria piccola corona, contemporaneamente a due anelli runici rosso sangue spuntati dal nulla che iniziarono a rotearle attorno, emettendo deboli voci spettrali e inquietanti: solo allora fece l'occhiolino a Mirai – Yosh! Lasciate fare a me e a Kuro-kun! – rispose, indicando l'inconfondibile Kuro, che capelli leggermente più lunghi e arruffati e una statura ulteriormente aumentata a parte non era cambiato di una virgola – Pronto, nyah! – alzandosi in piedi.
Yukiko si alzò di scatto e lo raggiunse mormorando – Kuro-kun! – afferrandolo per la giacca e baciandolo con passione sulla bocca, per poi guardarlo, completamente rossa in faccia – Fai attenzione... ok? –.
Kuro, ricambiando, le carezzò il volto sussurrando – Te lo prometto, Yukiko-nyan! affrettandosi a raggiungere Yuniko, che guardava la scena con espressione da fangirl.
Una volta raggiunta, le disse – Io ti precedo, Lily-nyan! – tramutandosi in un'ombra e avvicinandosi furtivo ad uno dei caposquadra, attendendo immobile.
Yuniko si girò a guardare Rajiv e Vittorie: lei aveva lunghi capelli color mogano che le arrivavano fino ai fianchi, leggermente mossi, con un ciuffo in mezzo agli occhi e una ciocca bianca sul lato sinistro, mentre lui li aveva più lunghi rispetto a due anni prima, ma comunque più corti se paragonati a quelli di Kurai, tutti arruffati, a dargli un'aria però non trasandata ma elegante, come se fosse fatto apposta.
Sorridendo, sussurrò – Conto su di voi per bloccare le uscite! – ottenendo subito un – Roger! – amichevole da Vittorie e un – Agli ordini, my lady – pronunciato in tono apatico ma paradossalmente affabile da Rajiv, prima che i due svanissero nel nulla: solo allora, Yuniko alzò il pollice a Mirai prima di muoversi ad una velocità Mach 1 sfruttando l'aria compressa, mentre la ragazza esclamava – Iniziamo l'operazione! –.
*
Kuro attendeva silenziosamente sotto forma di ombra, seguendo quello che sembrava il leader assoluto, in attesa del segnale.
Dopo qualche minuto, improvvisamente udì un fruscio e vide uno dei supervisori sparato via ad altissima velocità contro un muro: era il momento di agire.
Prima ancora che l'altro potesse domandarsi cosa stesse succedendo, Kuro emerse dall'ombra tornando in forma solida e lo colpì con un colpo secco al collo, facendogli istantaneamente perdere i sensi, venendo subito raggiunto da Yuniko – E con questo siamo a due. Come ce li gestiamo gli altri? – domandò: Kuro immediatamente rispose – Non conviene che li elimini te, nyah? Sei molto più veloce di me, io intanto potrei pensare ad avvicinarmi di soppiatto manomettendo le apparecchiature per distogliere l'attenzione! – propose.
Yuniko parve rifletterci su per un momento, quindi annuì – Mi sembra un'ottima idea. Allora... diamoci da fare, socio! – disse, muovendosi con rapidità tale che Kuro quasi non la vide scomparire.
Immediatamente, si trasformò nuovamente in ombra, rendendo concreto solo il braccio destro e afferrando una pistola dietro l'altra dai facchini che portavano instancabili le casse di droga dal magazzino ai camion, mentre Yuniko metteva rapidamente fuori gioco i tre supervisori restanti.
Erano ormai pronti a dare il segnale a Mirai, quando una fiamma Sole intensissima perforò il soffitto del capannone, mentre losche figure armate di mazze e coltelli si lanciavano giù.
Sgranando gli occhi, Kuro raggiunse velocemente Yuniko – Lily-nyan, quelli chi sono? – domandò, preoccupato.
Yuniko si morse il labbro inferiore – Non ne ho idea... ma rischiano di rovinare l'operazione... – disse mestamente, rimanendo celata nel buio.
*
Una ragazzina dai lunghi capelli bianchi ma sfumati d'azzurro via via che ci si avvicina alle punte osservò la scena in disparte: afferrando il walkie talkie, parlò con calma e disse – Ehm... qui è sorto un imprevisto... che devo fare? – domandò.
Immediatamente, la voce di Mirai giunse in risposta – Abbiamo visto... mentre valutiamo il da farsi, sicuramente ci sarà una fuga generale, e anche se a guardia abbiamo Vittorie e Rajiv, rischiamo che qualcuno riesca a scappare prendendo possesso di un camion, e questo non deve assolutamente succedere. Dici che puoi occupartene tu, Marsh-chan? – domandò con una lieve punta d'ansia nella voce, che però la ragazza percepì chiaramente.
Con un sorriso, rispose entusiasta nell'aggeggio – Non riusciranno nemmeno a percorrere la strada fino al cancello! – prima di saltare giù dal tetto, atterrando con agilità felina indenne dopo un volo di oltre tre metri e scattando di corsa verso i camion carichi di droga parcheggiati nel cortile interno.
*
Come previsto da Mirai, l'arrivo degli intrusi scatenò il panico fra i delinquenti: più della metà di loro si lanciò disperata alla fuga, impazzendo in preda alle Allucinazioni di Vittorie e Rajiv non appena si avvicinarono alle uscite, mentre i restanti membri raccolsero armi improvvisate e si lanciarono all'assalto dei nuovi arrivati, ma prima che potessero fare qualcosa una fiamma sconosciuta li colpì, congelandoli all'istante sul posto e facendo calare nuovamente il silenzio nel magazzino.
Lentamente, si udirono come dei passi, mentre un'alta figura avanzava nella condensa provocato dal freddo improvviso – Tranquilli, ragazzi, non c'è bisogno che vi sporchiate le mani con loro. Avanti, raccogliamo quella schifezza ed andiamocene! – ordinò, provocando immediatamente un viavai generale fra i suoi scagnozzi, che si mossero a raccogliere le casse.
Yuniko strizzò gli occhi per metterlo meglio a fuoco: era un bel ragazzo molto giovane, all'incirca suo coetaneo, con vivaci occhi grigi e capelli biondi e disordinatissimi, che si sfumavano verso l'esterno di azzurro in modo molto simile a Marsh ma molto più nettamente.
Guardando meglio, notò che era armato di una spranga di ferro a prima vista improvvisata, ma che invece presentava uno stemma della Yakuza cancellato in rosso, il che suggeriva che probabilmente era usata abitualmente.
Senza farsi notare, Kuro scivolò nell'ombra raggiungendo Mirai e gli altri, domandando preoccupato cosa fare.
Mirai, come combattuta, tentennò e guardò gli altri: dopo qualche istante, improvvisamente, parve calmarsi.
Strinse la mano destra a pugno, alzandola in cielo, ed urlò – Andiamo a fargli il culo, gente! Non gli permetteremo di rovinarci la missione! – ottenendo immediatamente delle reazioni entusiaste.
*
Yuniko, rimasta sola, decise di prendere tempo: emergendo dal suo nascondiglio, si piazzò davanti al ragazzo misterioso intimando – Fermo dove sei! – puntando un palmo della mano davanti a lui – Chi siete? Cosa volete? – domandò in tono minaccioso.
Il ragazzo la guardò con sorpresa, per poi sorridere – Piuttosto, cosa ci fa una splendida fanciulla come te qui? Non dirmi che sei in combutta con quei delinquenti, vero? – domandò, improvvisamente con aria delusa.
Yuniko non ebbe reazione: preparandosi a combattere, rispose freddamente – Qui le domande le faccio io. Chi sei? – domandò ancora una volta.
Il ragazzo parve avvertire il pericolo: sorridendo, ma preparandosi mentalmente a combattere, esclamò – Oh, scusami, le buone maniere innanzitutto! Il mio nome è Haruo, erede della famiglia Bertesca. Ne hai mai sentito parlare? – iniziando a roteare la spranga.
Yuniko lo guardò torva – Piacere, Yuniko Lily Giglionero, futura Boss della famiglia Giglionero e Guardiana della famiglia Kokuyo. A cosa dobbiamo la vostra intrusione durante la nostra missione? – doveva essere pronta fino alla fine: il suo avversario non era una persona qualunque.
Haruo finse di pensarci su, quindi sorrise – Niente di che, siamo qui per smantellare questi narcotrafficanti e rubare il carico di droga per poi distruggerlo, in modo da ristabilire l'ordine. Qualcosa in contrario, dolcezza? – disse, roteando sempre più velocemente la spranga, mentre i suoi scagnozzi si avvicinavano circondandola in un cerchio.
Senza scomporsi, Yuniko rispose – Desolata, ma è la nostra missione, e voi siete arrivati in ritardo: che ne diresti di smetterla di intralciarci? –.
Haruo scosse la testa – Mi dispiace, mi risulta impossibile: la nostra politica è portare tutto fino in fondo. – per poi schioccare le dita – Catturatela, ma pesterò personalmente a sangue chiunque la ferisca: siete avvisati – causando un progressivo restringimento del cerchio.
Improvvisamente, quando Yuniko era rassegnata a combattere, una nebbia mista a sabbia la circondò, assumendo forma umana sempre più distinta finché non emersero due gemelli – Lascia stare la mia Lily-chan! – disse Vittorie in modo aggressivo, guardando Haruo furiosa, mentre Rajiv le dava le spalle sorridendo in modo spaventosamente folle, terrorizzando alcuni subordinati che indietreggiarono.
Arrossendo, Yuniko sorrise divertita, guardando Haruo negli occhi – Che ne dici di fare un patto? Se vi sconfiggiamo entro 60 secondi, voi ve ne andate, mentre se vincete voi, ce ne andiamo noi. Mi sembra onesto, no? – strizzando l'occhio.
Una strana luce illuminò gli occhi di Haruo mentre entusiasta urlò – Oh, mi piace! Ma ti affronterò da solo, dato che sembri davvero forte ed è da tempo che non mi scateno al massimo! – roteando con abilità maestrale la spranga, che venne improvvisamente avvolta da una fiamma Sole intensa e da una sconosciuta, simile a quella del cielo ma bianca e con piccoli cristalli di ghiaccio al suo interno, che lasciò i tre ragazzi sconcertati.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Una svolta spiazzante ***


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Yuniko osservò a bocca aperta la fiamma sconosciuta: simile a quella del Cielo come forma, ma di colore bianco, presentava al suo interno piccolissimi cristalli di ghiaccio – Cosa... che fiamma sarebbe quella?! Non è quella del Ghiacciaio, anche se sembra correlata al freddo... mh – mormorò fra sé e sé: improvvisamente, un sorrisetto si fece strada sulle sue labbra – Pensa te... Rajiv-san, Vittorie-san, potete pensare ai subordinati? Voglio affrontarlo anch'io in un duello leale – esclamò: Vittorie sbuffò scocciata, ma Rajiv annuì rispondendo apatico – Nessun problema – generando allucinazioni terrificanti, ben più di ogni film horror esistente, costringendo gli scagnozzi di Haruo a ritirarsi o ad indietreggiare, lasciando un modesto spazio libero ai due duellanti.

Yuniko si mise in posizione, guardandolo negli occhi – Pronto? – esclamò, iniziando a caricare il vento: Haruo roteò la spranga, ricoperta dalle due fiamme – Via! – urlò quest'ultimo, chiudendo gli occhi e muovendo la sbarra avvertendo lo spostamento d'aria, individuando il pugno ad altissima velocità di Yuniko e riuscendo a fermarlo.

Senza perdersi d'animo, Yuniko roteò su sé stessa generando un turbinio di vento – Tornado di lame! – urlò in italiano, scagliando il turbine con raffiche taglienti come rasoi contro il ragazzo, che sorridendo disse – Anticiclone! – emanando un intenso calore che rallentò il vento del piccolo tornado fino a farlo svanire nel nulla, ma Yuniko era già riapparsa davanti a lui – Air Impact! – urlò appoggiando il palmo della mano al suo petto, pronta a generare un'onda d'urto diretta, ma Haruo reagì con riflessi eccezionali, deviandole la mano in modo che il colpo andasse a vuoto, afferrandole poi il braccio ed eseguendo una proiezione, ma lei riuscì ad imporsi in tempo e a ribaltare il risultato, cosicché alla fine quello proiettato a terra fu proprio Haruo.

Stupito, ma anche eccitato dall'idea di affrontare qualcuno al suo livello, si rialzò senza usare le mani in modo da poterle usare per muovere la spranga ed intercettare l'ennesimo Air Impact, sbilanciando con una spazzata Yuniko prima che potesse eseguirlo, per poi afferrarle a mezz'aria una gamba, approfittando del fatto che lei si afferrò d'istinto la gonna per impedire che si sollevasse, ed esclamando – Istant Freeze! – gliela racchiuse in un blocco di ghiaccio.

Sbilanciata, Yuniko cadde a terra, e con la gamba immobilizzata non riuscì a spostarsi in tempo per evitare il calcio che Haruo le mollò: fortunatamente, riuscì a capirlo in tempo, e quindi sfruttò la cosa a proprio vantaggio parando il colpo a mano aperta, sorridendo soddisfatta mentre urlava per la terza volta – Air Impact! – e finalmente il colpo parve andare a segno.

Anche se Haruo riuscì a ritrarre in tempo la gamba, infatti, l'onda d'urto ad aria compressa lo investì, sbilanciandolo e permettendo a Yuniko di porgere le mani verso di lui e di urlare – Air Geyser! – generando una fortissima corrente ascensionale che travolse il ragazzo portandolo a qualche metro d'altezza, per poi lasciarlo precipitare in caduta libera: sfortunatamente per lei, lui aveva già in mente come sfruttare la cosa a proprio vantaggio – Scudo di stalattiti! – disse in italiano, generando una barriera di ghiaccio ricoperta da affilatissime punte di ghiaccio, mentre cadeva a velocità elevata verso Yuniko.

Prevedendo scarse possibilità di sopravvivere all'attacco, la ragazza scelse di sacrificare un paio di costole, e si colpì con un Air Impact per scaraventarsi a distanza di sicurezza, evitando il letale impatto acuminato.

Fatto ciò, alzò lo sguardo con quello del nemico lanciandogli un'occhiata furiosa – Non pensavo avresti combattuto per uccidere! – disse, decisamente irritata.

In tutta risposta, Haruo inclinò la testa, sorpreso – … ma di che stai parlando? Sapevo benissimo che l'avresti schivato, ho capito esattamente qual'è il tuo livello, quindi anche se combatto seriamente con te non ho praticamente speranze di causarti danni gravi o letali: per cui, non vedo motivo di trattenermi! Dai,affrontami al tuo massimo, ti prego! Erano anni che non mi divertivo così! Eheh – rispose in un sorriso,assumendo una posizione di guardia.

Yuniko, sorpresa, si ritrovò a sorridere: quel ragazzo era più interessante di quanto avesse pensato – Vuoi la mia massima potenza, uh? E sia. Kazehime... Limit Breaker! – ordinò alla propria Spirit, che sussultò come in preda al panico – E-eh?! Ma ne sei sicura?! Potresti batterlo anche senza, secondo me... ma va bene, eseguo! – rispose, ritrovando la sicurezza ed iniziando a vorticare attorno a lei, fino a diventare una palla di luce che si fuse con il diadema sulla testa della ragazza, che venne nascosta alla vista dall'immensa fiamma che si formò: quando emerse, era avvolta da una elegante veste, nonostante priva di fronzoli o particolari elaborazioni, che le lasciava scoperto gran parte del ventre e delle braccia, in modo da non limitare in nessun modo i movimenti: inoltre, la parte bassa consisteva in indumento che pareva qualcosa a metà fra uno slip e una gonna, che le garantiva una libertà totale ma risaltava anche le sue curve femminili, e due stivali bianchi alti fino al ginocchio: dai polsini bianchi sventolavano con grazia due eteree fasce trasparenti dalla consistenza simile all'aria solida, e il diadema dell'Hell Gear appariva ora elegante e regale, come formato da oro ed argento... il tutto mentre due anelli rosso sangue ed intrecciati roteavano attorno a lei emettendo suoni inquietanti e spettrali.

La voce di Kazehime parlò quindi nella sua testa – C-cosa dovevo dire... ah, ecco! Modalità Limit Breaker “Uranus” attivata. Tempo residuo: 5 minuti circa – mentre Yuniko cacciava un sorriso di sfida guardando Haruo negli occhi – Beh, è la prima volta che assumo questa forma, sai? Dovresti sentirti onorat-... Uh? – assunse un'aria corrucciata, in risposta all'espressione ebete che aveva assunto Haruo – Sei ancora fra noi? Che ti prende? – domandò.

Haruo in risposta deglutì indicandola – T-tu... vuoi forse sedurmi?! Cosa sei, una specie di Succube? – mormorò, imbarazzato, al che Yuniko si guardò un po' e... – VITTORIE! RAJIV! A CHE CAZZO STAVATE PENSANDO QUANDO AVETE IDEATO IL MIO LIMIT BREAKER?! SONO PRATICAMENTE NUDA! – sbraitò, rivolta ai due compagni.

Rajiv, in tutta calma, si voltò a guardarla ed alzò le spalle – Non è dipeso da noi: la forma che assume un Hell Gear, e di conseguenza il suo Limit Breaker, una volta rilasciato, dipende dall'utilizzatore – con una faccia a metà fra il “me ne lavo le mani” e il “ne è valsa la pena”, mentre Vittorie sgranò gli occhi assumendo un'espressione perversa – Ma dai, Lily-chan, non te la prendere! Sei sexy da far spavento, e nascondere una bellezza simile è un crimine. E poi, sicuramente sarai altrettanto forte! Dai, mostraci cosa puoi fare, nemmeno noi ne siamo a conoscenza! – intrappolando i nemici con delle allucinazioni per concentrarsi a guardare lo scontro.

Rossa come un peperone, mormorò un – … questa me la pagherete, deficienti perversi – accennando un sorrisetto tornando infine a rivolgersi ad Haruo, ancora imbambolato – Ehm... n-non badare all'aspetto, quanto alla potenza! E ora... vediamo cosa può fare il mio Limit Breaker... – esclamò, ripescando le informazioni dalla memoria di Kazehime, scomparendo poi improvvisamente alla vista e riapparendo dietro all'avversario urlando – Impatto Sonico! – in italiano: dopo un secondo, Haruo volò all'indietro, mentre si sentiva chiaro e tondo il suono di un pugno che andava a segno... eppure Yuniko era immobile.

Tutti i presenti osservarono attoniti la scena, lei prima fra tutti: si era mossa ad una velocità paragonabile al mach 1, infrangendo il muro del suono grazie alla spinta data da tonnellate d'aria compresse in un singolo punto, per poi colpirlo con un pugno preciso alla pancia, che lo atterrò senza che nessuno riuscì a vedere nulla.

Preoccupata, chiese mentalmente a Kazehime se l'avesse ucciso, ottenendo in risposta un preoccupato – Oh, no dai, non penso che basti così poco... spero. – che di certo non rassicurò la ragazza.

Fortunatamente, Haruo si rialzò come se niente fosse, anche se barcollava ancora un po': nei suoi occhi brillava una luce mai apparsa prima – WOW! COME HAI FATTO?! – chiese, eccitatissimo: era la prima volta che veniva messo alle corde in questo modo.

Yuniko alzò le spalle – Boh, mi è venuto naturale... vantaggi del Limit Breaker penso. Mi spiace, ma devo concludere lo scontro entro 5 minuti, per cui non ho tempo da perdere in spiegazioni! – apparentemente, il suo carattere non mutava quasi per nulla con il Limit Breaker, segno che probabilmente era in perfetta sintonia con l'entità che vi risiedeva – Burrasca forte! – urlò, scatenando un vento corrispondente al 9° grado della scala Beaufort, che spazzò via Haruo e tutto ciò che aveva intorno, subordinati compresi, mandandoli a schiantarsi contro il muro del capannone: la maggior parte delle vittime perse immediatamente i sensi, ma Haruo, sebbene acciaccato, si rialzò – Fa-fantastico! – disse, massaggiandosi la spalla destra – Mai vista tanta potenza! Hey, tu! Hai detto di essere una Guardiana della Famiglia Kokuyo, dico bene? Posso farti una domanda? – chiese, gli occhi che emanavano luce propria.

Stupita dall'improvviso comportamento di Haruo, Yuniko alzò le spalle con un – Beh, sì, ma non ti assicuro una risposta... – che il ragazzo prese come un sì – Sono tutti forti come te nella tua famiglia? – domandò.

Yuniko, arrossendo lievemente, rispose – Ehm... alcuni di loro sono anche molto più forti di me, specialmente Mirai-chan... – in tutta sincerità.

Il ragazzo, ormai sul punto di scoppiare dalla felicità, urlò un – Vi prego, posso entrare nella famiglia? – spiazzando Yuniko al punto che disattivò Limit Breaker ed Hell Gear, tornando allo stato iniziale – P-PREGO?! – riuscì a dire, sconvolta.

Haruo portò una mano alla testa, sorridendo – Ehm... troppo diretto? Beh, sai, non capita spesso di trovare gente forte più di me, quindi vorrei conoscervi meglio! Senza contare poi che, se entrassi nella famiglia, non ci sarebbe più bisogno di decidere a chi spetta il premio per aver sgominato questi narcotrafficanti in quanto avrei svolto il lavoro per voi, senza contare che avreste i miei uomini a vostra totale disposizione. Che ne pensi dell'offerta? – propose.

Yuniko, troppo di sasso per proferire parola, rimase in silenzio come se pietrificata: fu Vittorie, invece, ad esclamare un – Ehm, Lily-chan è andata in stand-by, ci penso io a chiamarti chi è di dovere. Kurai-san, Mirai-san, il capo dei nemici vorrebbe negoziare! – chiamando i boss nella ricetrasmittente.

Qualche istante di silenzio dopo, due figure apparvero dalla nebbia: i due gemelli si avvicinarono seri al ragazzo, mantenendo comunque una certa distanza per sicurezza.

Kurai guardò prima Yuniko, ancora immobile e come paralizzata, poi Rajiv, impegnato a mettere KO con allucinazioni anche gli ultimi nemici rimasti, e Vittorie, che indicò Haruo.

Quindi, lo guardarono negli occhi, domandando – Allora, quali sono le condizioni? – con tono serio e professionale.

Haruo sgranò gli occhi: immediatamente, percepì il divario di forza fra lui e i due avversari che aveva davanti, e ciò causò in lui un moto di rispetto che rafforzò ulteriormente la sua decisione – Voi siete i Boss della Famiglia Kokuyo? Bene, verrò subito al dunque... vi chiedo di accettarmi nella vostra Famiglia, anche solo in prova. Se mi verrà chiesto di provare la mia lealtà, lo farò. Se mi sarà chiesto di provare la mia massima forza, lo farò. In cambio, offro a vostra completa disposizione me e i miei uomini, e vi cedo i meriti per aver sgominato questi narcotrafficanti. Che ne dite? – propose in tono a sua volta serio.

Kurai e Mirai si guardarono, spiazzati: mai si erano sentiti così rispettati – Ehm... aspetta un attimo. Perché mai vorresti entrare nella nostra Famiglia? – domandò Kurai, curioso.

Haruo, avvistando un appiglio di speranza, lo afferrò al volo – Io... ho sempre desiderato confrontarmi contro avversari più forti di me... e Yuniko, una dei vostri Guardiani, era quello che cercavo. Inoltre, lei mi ha riferito che nella vostra Famiglia ci sono membri ancora più forti di lei! Per cui, vorrei entrare a farne parte per offrirvi supporto, e migliorarmi, superando continuamente i miei limiti. Accetterò di subire qualsiasi rito di iniziazione – rispose risoluto.

Kurai lo guardava con estremo interesse e un sorriso compiaciuto, ma Mirai, ancora non convinta, mormorò un – Hey, sia chiara una cosa. Se cerchi potere, sei nel posto sbagliato: la nostra Famiglia combatte solo per proteggere, e non per distruggere o conquistare. La nostra politica è “combatti solo per chi non può farlo”, per cui ci occupiamo perlopiù di smantellare grosse organizzazioni criminali che opprimono i più deboli o causano sofferenza agli altri. E' questo quello che cerchi? – chiese, seria.

Haruo annuì, sorridendo – Mettere la mia forza a disposizione dei deboli? Non chiedo di meglio. E' per questo che voglio continuamente migliorare e affrontare chi è più forte di me: solo così, potrò impedire ai tiranni di causare sofferenza e dolore: inoltre, il principale scopo della mia banda è proprio quello di mantenere l'ordine nella malavita, per cui i nostri interessi coincidono. Dopotutto, siamo venuti qui con l'intenzione di fermare questo traffico di droga per poi distruggerla – rispose in tono calmo e deciso.

Finalmente un sorriso comparve anche sulla bocca di Mirai: a quanto pare, aveva gradito la sincera risposta del ragazzo.

Kurai guardò la sorella – A me ispira fiducia – disse, ottenendo subito un responso positivo – Anche a me. Risponde in maniera sincera e senza esitazioni: sa quello che vuole e non ha timore ad ammetterlo: penso che una persona così potrebbe essere di grande aiuto – tornando poi a guardare Haruo – Scusa l'attesa. Siamo disposti a valutare la tua offerta, ma prima preferirei sapere qualcosa in più sul tuo conto: chi sei? Qual'è la tua fiamma? – domandò Mirai, mentre Kurai gli stringeva la mano e si presentava – Piacere, Kurai Rokudo, e lei è mia sorella gemella Mirai: siamo i due Boss della neonata Famiglia Kokuyo – ed Haruo rispondeva con una vigorosa stretta di mano ad entrambi – Piacere mio, Kurai-sama, Mirai-sama! Il mio nome è Haruo Bertesca, figlio di Gelaro, l'attuale Boss dei Bertesca: ho 18 anni e possiedo la fiamma del Sole e quella della Neve. Volete sapere altro? – domandò, ma prima che potessero parlare furono interrotti da Yuniko, appena ripresa dallo shock – Oh, anch'io ho una doppia mezza fiamma! – esclamò allegra, mentre lei e il resto della famiglia, appena arrivati, si avvicinavano confusi non capendo cosa stesse succedendo.

Haruo, perplesso, guardò Yuniko e rispose – Uh? Doppia mezza fiamma? No, no: le mie fiamme sono entrambe complete! – scatenando lo stupore generale senza capire il perché.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - L'idea dal passato ***


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– Non mi convince. –

– Eddai, Kumo-chan, non puoi sempre essere così diffidente nei confronti del prossimo... –

– Non sono io ad essere troppo diffidente, ma tu ad essere troppo ingenuo, stupido testone! Cosa faresti se si rivelasse un agente mandato a distruggere la famiglia dall'interno? –

– Naaah, sei troppo paranoica, a me sembra un bravo ragazzo! –

– … Ti strozzo. Se può servire per farti ragionare giuro che lo faccio! Sei il Boss dannazione, devi imparare ad essere più severo e meno impulsivo! –

Kumo e Kurai stavano battibeccando in disparte da ormai dieci minuti buoni: la colpa era da attribuirsi dalla decisione, secondo Kumo troppo affrettata, di far entrare nella famiglia un perfetto sconosciuto: sebbene anche Mirai si fosse dimostrata d'accordo col gemello, e Kumo nutrisse in lei una fiducia totale sulla sua capacità di giudizio, non era bastato a rassicurarla.

Yukiko osservava la scena da lontano, scuotendo piano la testa con disappunto – Kumo-san non ha tutti i torti, ma secondo me è stupido fasciarsi la testa prima di romperla... dopotutto, potrebbe rivelarsi un alleato prezioso, no? Ha dimostrato una forza elevata e sembra sincero... tu cosa ne pensi Kur... Kuro-kun? Ma dove? – s'interruppe, guardandosi intorno alla ricerca di Kuro, il quale era sparito senza preavviso, trovandolo a ridere e scherzare con Haruo.

Sorridendo per nascondere l'irritazione, si diresse verso di lui acchiappandolo per un orecchio e trascinandolo via con una vena pulsante sulla tempia, ricoprendolo di insulti per averla lasciata parlare da sola come una stupida.

Haruo, ritrovatosi improvvisamente privo del proprio interlocutore, vide in lontananza Marsh, solitaria, guardare lo schermo del proprio smartphone, avviandosi quindi per farle compagnia – Hey, ciao! Tu sei... Marsh, giusto? Ehm, senti, prima mi è sfuggito il motivo della reazione sorpresa alla notizia che ho due fiamme complete... perché? – domandò.

Marsh alzò lo sguardo, riponendo il telefono nella tasca e guardando con aria affabile il ragazzo negli occhi – Beh, perché normalmente sarebbe impensabile per un corpo poter contenere due fiamme. I dettagli, purtroppo, non li so, ma sono abbastanza sicura che avverrebbe un qualche conflitto fra gli attributi che porterebbe alla morte. Il fatto che tu sia vivo pur possedendole, beh... ti rende speciale, in un certo senso: sei come l'eccezione che conferma la regola. Magari te lo farò spiegare da Zio Shoichi. Comunque, benvenuto in famiglia, spero andremo d'accordo! – disse, sfoderando un sorriso dolce ed educato.

Haruo sorrise di rimando: quella ragazzina gli stava già simpatica – Ne sono sicuro! Ah, ehm... di solito vanno avanti così a lungo? – disse, indicando Kurai e Kumo.

Marsh scoppiò a ridere, quindi rispose – Ah, i due piccioncini? Nah, di solito vanno avanti per un po' finché... – ed indicò la scena: presi dall'impeto del litigio, i loro volti si erano avvicinati fino ad essere distanti un paio di centimetri, e non appena se ne resero conto i due si voltarono imbarazzati, rossi come peperoni ed in silenzio.

– Non so cosa aspettino a mettersi assieme quei due, perfino un cactus capirebbe che si piacciono – commentò una voce alla loro spalle, facendoli sobbalzare: Mirai osservava la scena con una faccia mista fra il divertito e l'irritato – Fanno sempre così: a primo impatto si può pensare che si odino, ma basta guardarli meglio per capire che è tutto il contrario, ahahah! Beh, mettiamoci al lavoro: distruggiamo le sostanze, leviamo le tende e facciamo rapporto al Decimo! – ordinò Mirai, apparentemente ancora piena di energie.

Haruo salutò Marsh, quindi radunò i suoi uomini e ordinò loro di aiutare a distruggere le casse: in questo modo, finirono il lavoro un paio di ore prima dell'alba.

– Hey, abbiamo fatto presto! Ottimo lavoro, gente! Ora torniamo alla base e ci facciamo una bella quanto meritata dormita, tanto per i prossimi due giorni non abbiamo impegni: approfittatene per riposarvi e rilassarvi il più possibile! – commentò fiera Mirai, guardando l'orologio per poi rivolgere un sorriso ai suoi compagni, che esultarono di buon'umore.

Lo sguardo di Kumo cadde poco dopo su Kurai, che pareva non condividere il buonumore generale – Si può sapere che diamine hai oggi?! Hai più sbalzi d'umore di noi donne! – mormorò avvicinandosi, in modo che solo lui potesse sentirla.

A Kurai sfuggì una risatina, quindi rispose – No, beh, nulla di che... pensavo solo al fatto che mi manca la Kirislayer... a quanto mi hanno detto, è andata in pezzi subito dopo lo scontro con Azrael, forse ho usato troppa energia ed è per questo che ora ho un'amnesia. Però, da allora non ho più trovato un'arma in grado di reggere la mia fiamma, vanno tutte in pezzi dopo pochi colpi... uff... mi manca avere un'arma seria, sei così fortunata ad avere ancora la tua Satan Sorrow... – in tono malinconico.

Kumo restò ad osservarlo qualche istante in silenzio, quindi lo colpì con un leggero pugno alla testa – AHIA! E questo per che cos'era?! – esclamò dolorante Kurai, ma subito dopo Kumo si avvicinò al suo fianco, poggiando la testa sulla sua spalla e facendolo arrossire – Sei stupido. Come puoi deprimerti per una cosa simile?! Sei Boss di una famiglia ora, dovresti avere preoccupazioni molto più importante di questa, no? – arrossendo a sua volta, ma sorridendo nel vedere da così vicino il volto di Kurai rilassarsi e ridacchiare – Ahahah, hai ragione! Meno male che ci sei tu, Kumo-chan... non so come farei senza di te... – sussurrò, causando un rossore intenso alla ragazza che si voltò commentando tagliente – B-beh, in tal caso temo che l'unico Boss affidabile sarebbe Mirai-chan! – guardandolo poi con la coda dell'occhio per gustarsi la sua reazione.

Kurai sbuffò con disappunto – Ritiro tutto, sei crudele! Uff... davvero, se avessi una spada affilata quanto le tue battute, probabilmente sarebbe... – i suoi occhi si spalancarono ed illuminarono – … leggendaria. Ma certo! Excalibur! – urlò, facendo sobbalzare Kumo che urlò – Hey, fai attenzione, idiota! Mi hai fatto male! – massaggiandosi la parte colpita dalla spalla.

La rabbia però le svanì subito, non appena vide gli occhi di Kurai caricarsi con una luce che non gli vedeva da anni – Uh? Ti è venuta in mente un'idea? – domandò, improvvisamente curiosa.

Kurai si voltò lentamente a guardarla negli occhi, annuendo in tono raggiante.

*

– Pronto? Oh, Kurai-san! Buonasera! Non mi dire che avete già concluso la missione! – domandò un incredulo Tsuna rispondendo alla chiamata – Ve l'ho affidata neanche dodici ore fa! –.

Kurai, dall'altro capo del telefono (e del mondo, considerando la distanza fra Italia e Giappone), ghignò soddisfatto – Dovreste saperlo ormai, che siamo più che affidabili! – pavoneggiandosi: dalla cornetta uscì una risatina da parte di Tsuna – E tu dovresti sapere che non mi piace che mi venga dato del lei! Ottimo lavoro comunque, domani stesso verserò il compenso pattuito nel vostro conto della famiglia, grazie dell'aiuto! Ci sono altre novità, comunque? – domandò, indovinando l'intento di Kurai e lasciandolo, come al solito, spiazzato – Il tuo iper-intuito non sbaglia mai, eh? Comunque sì, ho una novità e una domanda da porti: la prima consiste in un nuovo membro nella famiglia con subordinati annessi, che renderanno i nostri futuri incarichi ancora più semplici e veloci da svolgere, mentre la seconda è... dopo quella... quella volta – disse, improvvisamente serio – Dopo la battaglia con gli Zero, nel giardino della Villa, hai per caso trovato... una spada di diamante? – domandò.

Ci fu una pausa di silenzio di qualche interminabile secondo, dopo la quale Tsuna rispose – Sì, intendi l'arma usata da Zero, giusto? L'ho messa nel caveu della villa, perché? – chiese: Kurai si fece coraggio e rispose senza esitazioni – Beh, sei al corrente che all'epoca fui io a sconfiggere Zero, no? Beh, poco prima di... – si morse il labbro, provando una dolorosa fitta al ricordo – … beh, per farla breve una volta sconfitto mi affidò la sua spada... spada che reggeva senza difficoltà la sua fiamma-0. E beh, dato che la mia è andata distrutta dopo lo scontro con Azrael, vorrei chiedere se... se è possibile affidarmela, ecco. Avere finalmente in mio possesso un'arma in grado di reggere la mia fiamma risulterebbe molto utile... – concluse infine, già pentendosene.

Inaspettatamente, però, Tsuna scoppiò a ridere – Ahahah, tutto qui? Nessun problema allora, te la spedirò oggi stesso con un corriere privato. Considerala un piccolo extra per premiare la tua pazienza nell'accettare ogni mio incarico! Ora mi dispiace, ma devo andare: Gokudera-kun è qui per discutere con me di una cosa importante, e devo dargli la massima attenzione. Ti contatterò io in caso di novità, a presto! – disse tranquillamente, salutando con educazione prima di chiudere la chiamata.

Kurai rimase immobile col telefono in mano per qualche secondo, per poi esultare – Yeah! – saltando sulla sedia nello stesso istante in cui entravano Vittorie e Rajiv in stanza – Oh, sei di buon'umore, Boss? – domandò Vittorie: Kurai le lanciò un'occhiataccia – Hey, ho già detto più volte che non sono un superiore ma un vostro amico: chiamatemi per nome! – disse sbuffando, mentre la ragazza scoppiava a ridere.

Rajiv, invece, si stiracchiò con calma, per poi guardarlo negli occhi – Kurai-kun, prima al capannone ci hai detto che volevi parlarci non appena ci fossimo riposati, giusto? Cosa volevi chiederci? – domandò rilassato.

Kurai sobbalzò: nell'euforia, se n'era dimenticato – Oh, giusto! Vittorie-chan, Rajiv-kun, volevo chiedervi... sarebbe possibile sviluppare delle alternative agli Hell Gear? Mi spiego meglio... al momento, due... no, tre membri, me incluso, ne sono sprovvisti, il che causa comunque disparità insormontabili fra le forze dei singoli membri della famiglia. Voi due avete già ripetuto, e dimostrato, più volte di non averne bisogno, ma dite che si può fare? – domandò.

Vittorie si voltò a guardare perplessa il fratello, mentre Rajiv si portava la mano davanti alla bocca mentre assumeva uno sguardo pensieroso – Mmm... forse sì. Hai fretta? Perché se c'è tempo, potremo provare a discuterne con nostro padre. Dopotutto, lui stava lavorando già da anni a dei proto-gear, ricordi? Magari ora che ha avuto accesso ai Gear originali per studiarli potrebbe farcela ad ultimarli – rispose dopo un po'.

Kurai scosse la testa – Nono, assolutamente non c'è fretta! Ah, e poi, un'altra cosa... ricordate Excalibur? – chiese, ottenendo immediatamente un assenso da entrambi: quindi continuò – Ecco... prima ho parlato con Tsuna-san, e ha detto che me la spedirà in giornata, per cui entro domani dovrebbe arrivare... per caso è possibile riadattarla per renderla una Katana? Non mi trovo bene con le spade “classiche”, e per lo Shigure Soen Ryu è necessaria una Katana. Mi spiace chiedervi così tanti favori... – disse con tono colpevole.

Vittorie guardò Rajiv negli occhi, quindi scoppiarono entrambi a ridere – Ma che ti prende oggi?! Sei strano, non è da te essere così remissivo ahahah! Comunque nessun problema, parleremo anche di quello con nostro padre. Anzi, con permesso noi ci congediamo e andiamo subito da lui, d'accordo? A più tardi... Kurai-Boss-kun! – disse Vittorie svanendo in un turbinio di sabbia e nebbia.

Rajiv batté amichevolmente il palmo della mano con quello di Kurai, quindi mormorò – Ci vediamo più tardi, ti avvertiamo appena ci sono novità – sparendo nel nulla allo stesso modo della sorella, nello stesso istante in cui la porta di spalancava ed entrava Mirai – Allora, Kurai-nii! Fatto il rapporto? – disse. Sembrava decisamente di ottimo umore.

Kurai, straripante entusiasmo per le molteplici buone notizie, annuì energicamente – Sì, ha detto che entro domani avremo sul conto il compenso! Così possiamo iniziare da subito i lavori per far avere ad Haruo-kun una stanza tutta sua. Per il momento, Kuro-kun ha detto che condividerà la sua stanza, mentre i subordinati alloggeranno nella dependance della base a quanto ho capito. Ah, Mirai-nee, ho pure altre novità! – disse, spiegandole tutto.

Dopo qualche minuto, quando concluse, si accorse che Mirai aveva assunto un'espressione corrucciata, quindi si affrettò ad aggiungere – Ehm... Mirai-nee? Che è quella faccia? – preoccupato.

Mirai scosse la testa con disappunto, quindi rispose – … com'è possibile che ti ci sono voluti ben due anni per farti ricordare di essere il legittimo proprietario di Excalibur? – spiazzando completamente Kurai, che reagì con un sorriso ebete rispondendo sinceramente – Perché sono un inguaribile idiota – guardando poi compiaciuto la gemella scoppiare a ridere di cuore.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Excalibur Ex ***


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Il mattino dopo, con estrema puntualità, il corriere privato atterrò nel cortile della base: Kurai, in piedi dall'alba, scattò immediatamente sull'attenti, osservando il jet privato dei Vongola fermarsi ed aprire il portello pressurizzato: ne uscì un uomo con un gran sorriso stampato in faccia e i capelli ormai quasi completamente bianchi – Heilà! Sei tu Kurai Rokudo-san? Certo che sei cresciuto, eh? Ahah – disse questi, stiracchiando le giunture assopite durante il lungo viaggio.

Kurai lo osservò interdetto per qualche secondo, quindi si decise a domandare un – Scusami tanto, ma... ci conosciamo? – con aria confusa.

L'uomo in risposta sorrise ulteriormente, roteando un piccone che si era portato appresso – Sono Iemitsu, non mi riconosci? Ci siamo visti alla cerimonia di fondazione della tua famiglia... il padre di Tsuna, insomma! – rispose amichevolmente, facendo desiderare a Kurai di svanire per l'imbarazzo – Oddio, che gaffe! Mi scusi, non l'avevo riconosciuta...! Ma come mai il capo del CEDEF in persona si è preso l'impegno di viaggiare 14 ore solo per consegnarmi una spada? – domandò Kurai, ancora più confuso di prima: in risposta, Iemitsu infilzò il piccone a terra, usandolo come ripiano d'appoggio, per poi dire in tutta tranquillità – Caso, semplice caso, Kurai Rokudo-san. Avevo degli affari da sbrigare in Giappone, per cui mio figlio mi ha chiesto se potevo passare anche qui a Namimori per consegnarti la spada, e io ho ovviamente accettato: dopotutto, la tua famiglia negli ultimi mesi sta dando una mano non indifferente ai Vongola nell'abbattere i focolai problematici ed i traffici illegali, è il minimo che possa fare! Ah, e ha anche detto di consegnare questo a... come si chiamava? Ah, si: Marsh, mi pare. E' un regalo da parte di suo padre – aggiunse, porgendo a Kurai un flaconcino di Pillole dell'Ultimo Desiderio e mettendosi a trafficare nel Jet, riemergendo con un forziere blindato – Ecco qua: questa è la tua nuova spada. L'ho vista, è davvero meravigliosa, una fattura così perfetta che non mi stupirebbe di vederla raffigurata in qualche leggenda, ahahah! Oh, e c'è un'altra sorpresa per te... Talbot-san, ce la fa a scendere da solo? – urlò guardando il Jet.

Dopo qualche secondo di silenzio, una voce bassa e stanca, ma non per questo priva di vitalità, rispose – Non sono ancora così decrepito, sai? – mentre una curva figura dall'aspetto decrepito scendeva dal mezzo senza troppe difficoltà: era bendato, anche se si muoveva come vedesse tutto perfettamente, con un singolo ciuffo di capelli sulla testa.

Il volto, ormai segnato da profonde rughe, era disteso in un arzillo sorriso, e a discapito dell'aspetto si muoveva con inaspettata agilità, sebbene necessitasse di un bastone con il cranio di un volatile montato in cima.

Kurai notò anche come ad ogni passo la sua collana da sciamano formata da artigli di un animale non meglio identificato tintinnasse, con un ritmo regolare e che per qualche motivo lo faceva sentire a suo agio.

Nonostante non l'avesse mai visto prima, lo riconobbe subito: era l'uomo che aveva forgiato i Vongola Ring, e, successivamente, i Vongola Gear.

Stupito, sgranò gli occhi – Q-quel Talbot?! – domandò incredulo, guardando Iemitsu che, divertito dalla reazione del ragazzo, ghignò – Ah, giusto, non te l'hanno detto: ieri sera tardi Mad-san ha telefonato al mio Tsuna, dicendo che tu avevi bisogno di aiuto per forgiare tre alternative agli Hell Gear della tua famiglia: sempre per una fortunata serie di coincidenze, Talbot-san era alla villa dei Vongola, e quindi ha accettato di venire qui per collaborare e forgiare qualcosa che sia all'altezza... quel Mad fa spavento, comunque, il suo tempismo era troppo perfetto, come se sapesse già che era alla villa – affermò, annuendo tetro: Kurai abbozzò un sorriso, pensando che probabilmente era proprio così.

Quindi, sorrise all'anziano, guardandolo con estremo rispetto ed educazione – Molto lieto di conoscerla, Signor Talbot! E' un'onore per me venire a sapere che ha accettato di mettere a disposizione della mia famiglia i suoi servigi! Aspetti, le chiamo mia sorel- – ma prima che potesse completare la frase, Mirai apparve dal nulla, circondata dalla nebbia – Insomma, Kurai-nii, se devi intrattenere così tanto i nostri ospiti non è buona educazione invitarli dentro la base? Saranno stanchi per il lungo viaggio: se vogliono, sarà un piacere per noi sdebitarci per la loro gentilezza offrendogli la colazione e una stanza dove riposarsi: vero? – guardandolo con un'occhiata complice.

Kurai sussultò, sforzando un sorriso – E-esatto, stavo giusto per proporglielo! Ehm, lei è mia sorella Mirai, Co-Boss della famiglia – disse, mentre la ragazza si presentava con eleganza, invitando poi i due ad accomodarsi.

Dopo essersi sfamati, i due si rialzarono, e a nulla servì insistere – Grazie per l'invito, ma non possiamo fermarci: io devo avviarmi immediatamente a Kyoto e Talbot-san deve dirigersi al laboratorio di Mad-san – disse Iemitsu, salutando e salendo sul Jet, per poi ripartire a razzo.

Quanto a Talbot, i due gemelli si offrirono di accompagnarlo, offerta che l'anziano accettò.

Si ritrovarono davanti al palazzo diroccato, che i due sapevano benissimo essere un'illusione: in realtà, era un laboratorio a tre piani – Ah, Kurai-kun, che piacere vederti! Oh, ma che sorpresa, è venuta a trovarmi anche Mirai-san! – disse una voce familiare.

Un uomo alto e somigliante in modo impressionante a Vittorie e Rajiv emerse dall'ombra: Mad era già “armato” dagli attrezzi del mestiere – E vedo che avete portato anche il vecchio Talbot: eccellente! Ora, Kurai-kun, potresti dirmi nel dettaglio cosa vorresti? I miei figli non sono stati molto chiari al riguardo – sfoderando uno dei suoi sorrisi inquietanti.

Mirai rabbrividì, ma Kurai, che ormai era abituato, non ci fece caso – In sostanza, mi servirebbero due cose: tre sostituti agli Hell Gear, uno per me, uno per Marsh e l'altro per la nostra new entry, in aggiunta un “riadattamento” di questa – rispose, porgendo il cofanetto in acciaio contenente Excalibur – E' la leggendaria Excalibur, quindi per te dovrebbe essere più che piacevole poterci trafficare sopra. Vorrei una sua versione a Katana, comunque, senza ovviamente che perda le sue proprietà. E, se possibile, ma è una cosa extra e a cui posso tranquillamente rinunciare, vorrei che fosse possibile farla svanire ed evocarla come la mia vecchia Kirislayer. E'... possibile? Ah! Magari questi possono aiutarti... – disse, porgendo anche i frammenti del medaglione dell'Hell Gear e un pezzo della lama della Kirislayer, che aveva conservato per tutto questo tempo in una saccoccia.

Mad e Talbot osservarono i resti con interesse: Mad afferrò tre ciocche di capelli ordinatamente disposte in bustine di plastica – E questi sono i capelli utili a massimizzare la compatibilità, eh? Hai previsto davvero tutto! – disse soddisfatto.

Kurai si portò una mano alla nuca, imbarazzato – Ehm... in verità è stata Mirai-nee a ricordarmi i capelli... – rispose, mentre Mirai scoppiava silenziosamente a ridere.

Mad sorrise – Lo sapevo, ed infatti mi stavo riferendo a lei: vi conosco abbastanza bene da sapere i punti di forza di entrambi, e l'organizzazione è uno di quelli che la contraddistinguono maggiormente da te, uhuhuh! – disse mentre Vittorie e Rajiv apparivano in un turbinio di sabbia e nebbia di fianco al padre – Noi siamo pronti! – esclamarono all'unisono, salutando poi con un rispettoso inchino l'anziano Talbot, che fece un cenno ad indicare che non voleva formalità: quindi, Mad rivolse uno dei suoi inquietantissimi sorrisi ai gemelli, mormorando un lugubre – uhuh, mi sento come se fosse Natale, non vedo l'ora di iniziare! Dammi retta, forgeremo qualcosa di così eccezionale che non sentirai la differenza dal tuo Hell Gear! – svanendo nell'oscurità del buio ingresso seguito dai figli e da Talbot.

Mirai e Kurai si guardarono negli occhi, forse leggermente preoccupati di quello che aveva in mente l'uomo.

Trascorsero così un paio di settimane: Mad studiò accuratamente Excalibur, prima di iniziare a modificarla, in modo da ottimizzare la sua potenza senza che perdesse la sua essenza iniziale, mentre Vittorie, Rajiv e Talbot collaboravano a sei mani nello sviluppo delle nuove armi, con in mente un concept tutto nuovo che l'anziano aveva progettato e stava studiando ormai da anni: nel frattempo, la famiglia Kokuyo continuò a svolgere le mansioni affidate dai Vongola, ottenendo ottimi risultati anche con l'assenza di Vittorie e Rajiv, occupati nella creazione, e legando sempre più con Haruo, che come previsto, assieme ai suoi uomini, si rivelò un alleato inestimabile.

Perfino Kumo parve ricredersi, ed iniziò a rivolgergli la parola, sebbene con freddezza.

Infine, all'alba del quindicesimo giorno, Rajiv e Vittorie comparvero raggianti nello studio di Kurai e Mirai, annunciando – E' tutto pronto! Presentatevi coi diretti interessati al Laboratorio dopo pranzo, noi vi aspettiamo lì! – sparendo immediatamente dopo, lasciando i gemelli con un'espressione mista fra il curioso e l'eccitato.

*

Il folle ed inquietante sorriso di Mad torreggiava sopra un ansioso Kurai – Ehm... Mad-san, è proprio necessario...? – domandò Kurai: in tutta risposta, Mad aprì e chiuse la pinza – Suvvia, si tratta solo di infilarti sottopelle questo chip! E' il metodo più semplice ed indolore... l'altro è infilarti una Box Heiki da qualche parte, come facevano all'epoca le sei Corone Funebri per il rilascio degli Shura uhuh – ma dato che Kurai lo guardava ancora con aria terrorizzata, sospirò con disappunto. Fortunatamente, intervenne Mirai – Smettila di frignare, Kurai-nii! Sei stato tu a chiedergli un metodo per far apparire e sparire l'arma a piacimento! Fai l'uomo, dannazione! –.

Kurai arrossì dalla vergogna – Ehm... s-sì, hai ragione. Perdonami, i traumi del passato, sai... – si giustificò, porgendo finalmente la mano sinistra.

Mad sfoderò nuovamente il suo sorriso terrificante, mentre levava il bisturi mormorando – Sentirai pizzicare un po'! Uhuhuh – per poi muoversi con velocità quasi impercettibile: Kurai avvertì solo una fitta alla mano per un istante, poi svanì.

In un'unica mossa, Mad era riuscito ad incidere la pelle e ad innestare il chip in modo quasi indolore: il ragazzo non poté fare a meno di pensare che fosse un genio.

Dopodiché, una volta disinfettata l'apertura, Mad gli ordinò di alzarsi – Bene. Ed ora... estraila! – esclamò.

Kurai guardò la sorella, che alzò perplessa le spalle, poi Mad – E come faccio...? – domandò confuso: in risposta, Mad spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo – Esattamente come facevi con la Kirislayer, solo che anziché evocarla direttamente in mano devi estrarla... così! – e, aprendo il palmo sinistro ed orientandolo verso destra, con l'altra mano fece il gesto di afferrare una spada invisibile per poi estrarla – E non dimenticarti di infondere una piccola fiamma nella mano sinistra in modo che inneschi il meccanismo uhuhuh – facendo poi spazio a Kurai.

Sospirando, Kurai si concentrò, caricando la mano sinistra di fiamma, mentre Mirai guardava con interesse: imitando i movimenti di Mad, afferrò un qualcosa di solido ed invisibile nell'aria ed iniziò ad estrarre.

Immediatamente, apparve un'impugnatura nera di una katana, che divenne poi d'argento con intarsiature d'oro, e mostrando sempre più particolari: ben presto s'iniziò a vedere una bellissima lama di diamante, talmente pura da apparire quasi eterea, e con incisa la scritta a caratteri medievali “Excalibur Ex”.

Ma questa non fu l'unica sorpresa.

– Ordunque, Messere, finalmente ho l'onore di rincontrarla! Mai avrei pensato che nella sua persona si celasse il sacro sangue del Re prescelto per impugnare Excalibur, vi prego di perdonare la mia insolenza. – disse una voce nella mente di Kurai, a lui fin troppo familiare.

– Re Kiri?! – urlò, guardandosi intorno: lo spettrale serpente scheletrico dal cuore d'oro fluttuava attorno a lui.

A Kurai tremavano le mani – Quindi sei vivo... meno male... grazie per avermi guidato contro gli Zero... sei stato fondamentale per la vittoria, amico mio – disse, espletando finalmente ciò che si era tenuto per sé in questi due anni.

Lo Spirit parve lusingato, giudicando dal tono in cui rispose – Sono onorato di sentirle dirle ciò, Messere, ma gran parte del successo è invero dipeso dalle sue grandi doti di guerriero: avete il coraggio di un re, il cuore di un cavaliere e la forza di un esercito – volteggiando etereo attorno al ragazzo.

Kurai guardò Mad con un'eloquente espressione di ringraziamento, a cui l'uomo rispose con una risatina delle sue, per poi tornare a rivolgersi allo Spirit – Allora, amico mio, potresti illustrarmi le caratteristiche dell'arma? – domandò, ottenendo una risposta immediata – Nobile Messere, codesta vostra nuova arma è, come esplicita il nome, la leggendaria Excalibur, la spada appartenuta a Re Artù, rimodernata in forma di arma bianca orientale: la sua struttura in diamante permette di contenere in sé la vostra fiamma, amplificandola mediante i riflessi dei cristalli di cui è composta, e la sua innata resistenza farà sì che niente potrà mai spezzarla, ed è altresì in grado di fendere ogni materiale, senza mai scalfirsi. Senza dubbio, è la più potente lama esistente nel creato, Messere, ma non si dimentichi che non dovrà mai usarla per atti disonorevoli – concluse dopo la spiegazione.

Kurai ascoltò rapito ogni parola, per poi riferirle alla gemella, la quale ovviamente non aveva potuto sentire nulla, e ad Haruo e Marsh, rimasti fino a quel momento a chiacchierare in disparte: infine, dopo qualche minuto, le porte si spalancarono, e ne emersero Talbot, Rajiv e Vittorie, quest'ultima esclamando – Scusate per l'attesa! – porgendo a Kurai un bozzolo di roccia, mentre anche Haruo e Marsh ricevevano il proprio.

Mad guardò i tre ragazzi – Sapete già come risvegliarli, vero? Uhuh – sfoderando una delle sue inquietanti risatine.

Kurai annuì, serio, mentre afferrava con due mani il bozzolo ed infondeva la fiamma mormorando – Per proteggere coloro che amo... per mietere il male, e per difendere chi non può difendersi... ti prego, affidami ancora una volta la tua forza –: il bozzolo assorbì fiamma e risoluzione, incrinandosi immediatamente, per poi finire in pezzi dopo pochi secondi, rivelando un anello bellissimo in oro, identico ai blasoni usati dalle famiglie reali nel medioevo, su cui era inciso lo stemma che Kurai e Mirai avevano deciso di adottare come simbolo della famiglia: un tridente ed una lancia incrociati con una katana al centro avvolta da delle catene, racchiuse dentro un cerchio perfetto.

Quello di Marsh, invece, si rivelò essere un ciondolo a forma di goccia d'acqua, che in apparenza pareva liquido ma era in realtà più solido dell'acciaio, mentre quello di Haruo un tatuaggio celtico raffigurante un sole avvolto da un vento gelido.

I tre ragazzi osservarono curiosi ciò che era uscito dai bozzoli, per poi rivolgere sguardi curiosi ai loro creatori.

Fu Haruo a rompere il silenzio – Quindi questo sarebbe uno dei famosi Gear? E' fighissimo! – esclamò entusiasta, esibendo il tatuaggio, ma fu interrotto dal sorriso di Talbot – Non proprio, ragazzi miei: questo è qualcosa di completamente nuovo ed innovativo, sebbene al livello dei cosiddetti Hell Gear: ho il piacere di presentarvi i Soul Drive, i degni sostituti degli Hell Gear – annunciò in tono stanco ma solenne, lasciando spiazzati i quattro ragazzi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Soul Drive ***


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Kurai fissò il proprio anello, ripetendo fra sé e sé – Soul... Drive? – mentre Mirai guardò fisso Talbot domandando – E... che differenza avrebbero questi “Soul cosi” dagli Hell Gear? – ugualmente confusa e curiosa.

L'anziano non si fece attendere: il tempo di schiarirsi la gola ed anche Haruo e Marsh pendevano dalle sue labbra – Eheh, la differenza è sostanziale. Per prima cosa, anche loro, come gli Hell Gear, traggono forza dalla vostra forza d'animo, ma a differenza di quest'ultimi, i Soul Drive non racchiudono alcun demone al loro interno, per cui potrete scatenare ogni sorta di sentimento preoccupandovi solo di non farli andare in sovraccarico: in quel caso, rischiate di farli andare in pezzi! In ogni caso, i Soul Drive non attingono alcuna fiamma da voi, bensì l'amplificano... ne consegue che non vi stancherete affatto durante il loro utilizzo, e potrete quindi scatenarvi al massimo senza ritegno. Altra precisazione, è il loro livello di potenza: nettamente superiore ad un Hell Gear, ma altrettanto inferiore ad un Limit Breaker! A tal proposito, vorrei specificare che i Soul Drive non dispongono di simili potenziamenti “esplosivi” o a tempo, ma scateneranno fin da subito tutto il loro potenziale. – e s'interruppe, pronto ad accogliere eventuali domande.

Stranamente, la prima ad esporre un dubbio fu Mirai, l'unica a non aver ricevuto un Soul Drive – Scusi, Talbot-san... prima ha accennato ad un “sovraccarico”: cosa accadrebbe se avvenisse? – domandò, preoccupata di quel che sarebbe potuto succedere ai compagni.
Talbot prontamente rispose – Beh... il sovraccarico è un qualcosa emerso nei test effettuati ieri: sottoposto ad un'intensa forza dell'anima e di fiamma, un Soul Drive può effettivamente superare il proprio limite, ma, mentre nel caso dell'Hell Gear a rimetterci superato un certo livello è l'utilizzatore, qui si rischia che ad andare in pezzi sia il Soul Drive: abbiamo denominato il processo “Overdrive”. Per evitare ciò, abbiamo inserito un limite massimo di fiamma entro cui il Soul Drive smette di amplificarla: per rimuovere il limite, basterà chiederlo al proprio Spirit, ma badate che è a vostro rischio e pericolo, in quanto se esagerate la vostra arma andrà in mille pezzi e di conseguenza vi ritroverete disarmati in piena battaglia. In ogni caso, voi non rischiate alcunché, per cui nel caso steste rischiando la vita non fatevi scrupoli... prestate solo attenzione, dato che nemmeno noi sappiamo cosa potrebbero diventare le armi in tale stato. Altre domande? – domandò nuovamente: questa volta fu Marsh a parlare – Signor Talbot, potrebbe cortesemente spiegarci come si attivano? E' richiesta una qualche password, o...? – chiese esitante: ancora una volta, l'anziano non si fece attendere – Basterà chiamare il vostro Drive con il nome completo, ovvero Omega Drive nel caso di Kurai, Alpha Drive nel tuo caso e Delta Drive nel caso di Haruo. Dimenticavo inoltre di aggiungere che ogni Soul Drive dispone del proprio Spirit, proprio come un Hell Gear! – concluse, scatenando le reazioni entusiaste dei due ragazzi, mentre Kurai sorrideva guardando Re Kiri.
Improvvisamente, Mirai sussultò: il suo cellulare aveva vibrato improvvisamente.

Lo estrasse dalla tasca il più velocemente possibile, affrettandosi a leggere l'sms che le aveva inviato Kumo, quindi si rivolse al fratello – Kurai-nii, è arrivata una comunicazione di servizio da parte del Decimo: a quanto pare necessita il nostro aiuto per sedare una sommossa da parte di alcune famiglie, per cui la cosa è alquanto seria... abbastanza da spingerlo a chiamarci a raccolta in aiuto ai Varia – annunciò seria.
Rajiv e Vittorie si guardarono negli occhi, annuendo, quindi si rivolsero al padre e a Talbot – Ci pensiamo noi a dare eventuali spiegazioni strada facendo, non preoccupatevi: ora è meglio andare! – e si avvicinarono ai compagni.
Talbot annuì, stranamente serio, mentre Mad sfoderò uno dei suoi proverbiali sorrisi macabri ed inquietanti – Oh, una missione per sedare una sommossa con tutti i massacri annessi? Divertitevi, ragazzi miei! – disattivando con uno schiocco di dita l'allucinazione che proteggeva la porta d'ingresso, permettendo ai ragazzi di uscire e di dirigersi in tutta fretta alla loro base.
*
Non appena varcarono la soglia della base, la tensione quasi tangibile che aleggiava là attorno gli investì come un'ondata: tutti erano consapevoli che questa era la prima missione degna di tale nome che veniva affidata alla loro famiglia, segno che Tsuna li riteneva finalmente degni di fiducia incondizionata... non potevano permettersi di fallire.

Kumo corse incontro a loro: perfino lei pareva preoccupata – Mirai-chan, un aereo verrà a prenderci entro due ore a quanto ho capito, e ci raduneremo nell'aeroporto in questione con i Varia. Ah, e pare ci sarà anche il famoso “Red Rain” – disse in tono estremamente serio.
Yukiko, che passava di lì per caso, si portò le mani alla bocca – C-cosa?! Ci sarà davvero... lui?! Proprio quel Red Rain?! – domandò, agitata. 

Kumo sgranò gli occhi, confusa – Ehm... sì, è quello che ho detto... ma che ti prende? – chiese, ma Yukiko scosse la testa con forza – No, nulla, pensavo solo che allora la situazione è gravissima – rispose mascherando la sua reale eccitazione.
Kuro, in disparte, sfoderò inconsapevolmente un'espressione carica di gelosia, ma fece finta di nulla non appena la ragazza gli si avvicinò, visibilmente di ottimo umore.
Superato lo smarrimento iniziale, i presenti scossero la testa e tornarono a preoccuparsi dei preparativi per la missione, finché una seconda telefonata annunciò problemi tecnici al mezzo di trasporto dei Vongola: a quel punto, il gruppo andò nel panico.

Fu Yuniko a riportare l'ordine – Hey, calmatevi un po', gente, non riesco a sentire nulla! – urlò a sovrastare il baccano, mettendo a tacere tutti immediatamente mentre continuava, al telefono – Si, si, esatto, è urgente: non c'è problema quindi? Perfetto, sapevo di poter contare su di te: alla fine di questa missione ti concedo una settimana di ferie, promesso. Ok, a più tardi! – concluse la chiamata, riponendo il cellulare in tasca: tutti si erano radunati attorno a lei, e pendevano dalle sue labbra.
– Allora...? – domandò Kurai, senza capire cosa stesse succedendo: in risposta, lei sfoderò un sorriso rilassante – Eheh, non dovete preoccuparvi, la vostra Guardiana preferita ha appena risolto il problema: Francesco verrà a prenderci con il jet privato della famiglia Giglionero tra un'ora... ed ha promesso di non precipitare questa volta! Approfittate del tempo per finire di fare i bagagli! – annunciò, scatenando un'ovazione di gioia generale, mentre lei fingeva di inchinarsi, scossa dalle risate.
*
Il Jet arrivò puntualmente un'ora dopo, e il gruppo provò l'ebbrezza di muoversi più veloce del suono: tempo una dozzina di ore ed atterrarono senza intoppi nell'aeroporto di Fiumicino, in provincia di Roma, dove era previsto il punto d'incontro.
Non appena scesi, si ritrovarono circondati da tizi decisamente poco raccomandabili: il primo a parlare fu un uomo dai capelli a caschetto biondi, talmente lunghi da coprirgli gli occhi e ormai con qua e là qualche capello bianco – Ushishi, sono arrivati, Boss – disse Belphegor, voltandosi a guardare un corrucciato uomo dal volto solcato di cicatrici, che si limitò a schioccare scocciato la lingua prima di allontanarsi ed andare per i fatti suoi.

Un uomo dai lunghi capelli argentei si avvicinò di corsa a Kurai – VOOOOOI! Finalmente sei arrivato, piccola merda! Sappi che appena questa scocciatura sarà finita voglio affrontarti, devo controllare che quello là ti alleni a dovere! – e gli sfoderò un sorriso decisamente inquietante, che però il ragazzo ricambiò amichevolmente – Non vedo l'ora di mostrarti i miei progressi, Squalo-san! – rispose senza esitare, ottenendo un – Bravo, così mi piaci – da parte dell'uomo ed una stretta di mano, mentre tutti i presenti li guardavano increduli.
Un uomo molto muscoloso e vestito in abiti ambigui si avvicinò a loro: nonostante fosse notte, indossava un paio di occhiali da sole decisamente poco virili – Uuh! Quindi voi siete i ragazzini di qualche tempo fa? Mamma mia, siete cresciuti così tanto! Non vedo l'ora di combattere assieme a voi! Anche tu, dico bene, Levi? Uh? Levi-chan? – si guardò intorno in cerca di un uomo armato di ombrelli che tutti avevano scambiato in lontananza per un venditore ambulante, e che stava prostrato a terra a fare letteralmente da poggiapiedi per Xanxus: Lussuria osservò la scena con disappunto e, scuotendo la testa, tornò a rivolgersi ai ragazzi, sfoderando un sorriso forzato, visibilmente a disagio – Ehm, Levi-chan è mooolto occupato in questo momento, per cui vi saluterà dopo! Ora, con permesso, vado a scambiare qualche parola con il Boss – e si diresse di corsa da Xanxus, cercando invano di convincerlo a smetterla di schiavizzare Levi.

Abbastanza confusi, i ragazzi continuarono a guardarsi attorno: Mirai si ritrovò senza preavviso un uomo dalla testa avvolta da uno strano cappuccio a rana e un'espressione apatica, comparso dal nulla, e cacciò un urlo.
Fran, senza mostrare la minima reazione, mormorò – Ah, non urlare così, mi fai paura – con tono tutt'altro che spaventato e tuttalpiù privo di emozioni: il suo sguardo cadde sul suo braccialetto – Oh? Assomiglia spaventosamente all'Hell Ring che ho regalato al Maestro tempo fa. – esclamò senza emozioni: Mirai annuì con un sorriso – Sì, è lui! L'abbiamo riadattato per generare questi Hell Gear, è grazie a loro che siamo riusciti a spuntarla in qualche modo contro gli Zero. – spiegò allegramente: Fran le era sempre stato stranamente simpatico.
Il ragazzo le rivolse uno dei suoi rari sorrisi, poi improvvisamente si beccò una scarica di coltelli, che infilzarono ripetutamente il suo cappuccio – Bel-senpaaaai. Fa maaalee... – esclamò con apatia, voltandosi verso il guardiano della Tempesta dei Varia, che gli si avvicinava ghignando – Ushishi, la prossima volta ascoltami subito quando ti chiamo, stupida rana! Il Boss ha detto di avviarci, Red Rain ci raggiungerà il prima possibile. E questo vale anche per voi, marmocchi! Conosciamo bene la fama della vostra forza, e non vediamo l'ora di vederla in azione: non osate deludermi, o vi sventro vivi! Ushishishi – disse infine, rivolto a Mirai, prima di afferrare Fran per la collottola e trascinarlo via a forza.
Mirai rimase interdetta per qualche secondo, quindi soffocò una risata e richiamò l'attenzione dei compagni – Avanti, gente! Sediamo la rivolta il più velocemente possibile, così ci avanzerà il tempo di visitare la splendida capitale dell'Italia! – ottenendo entusiastiche urla di determinazione da parte dei suoi compagni, affrettandosi a ricongiungersi coi Varia, già in marcia.
*
Non appena arrivarono nel punto prestabilito, Kurai si chiese come fosse possibile che la situazione fosse degenerata così tanto in così poco tempo.
– Dannazione... questa è ben più di una semplice sommossa! – mormorò angosciato – Qui siamo davanti ad una vera e propria guerra civile! –, ed in effetti era proprio così: ovunque si udivano colpi di arma da fuoco, e le molotov volavano in ogni dove, esplodendo e ferendo con le schegge di vetro entrambe le fazioni, indistintamente.

La squadra Antimafia stava ormai iniziando a cedere, e le vittime erano incalcolabili: ovunque vi erano veri e propri laghi di sangue a tingere di rosso l'enorme via principale.
Dall'altra parte, le famiglie mafiose in rivolta combattevano anche a mani nude, con sguardi spenti e vuoti, come animali in preda alla follia.

Yuniko osservava sotto shok la scena nella strada sottostante, sporgendosi dal cornicione del tetto – Oddio... quelli si stanno letteralmente uccidendo! – inorridì, portandosi una mano alla bocca.
Kumo a quella parola rabbrividì, ma si riprese subito serrando il pugno sulla Hell Judegment: non era il momento per farsi cogliere dai traumi del passato.

Kuro sospirò – Vanno fermati, e subito, o le vittime cresceranno esponenzialmente, nyah. I Varia sono pronti ad attaccare, aspettano solo di sapere quando abbiamo finito i preparativi – disse Kuro a Kurai e Mirai, i quali si guardarono un attimo intorno per accertarsi che tutto fosse pronto: Yukiko aveva già attivato Ephestous e aveva generato una quindicina di balestre e fucili di vario calibro, tutti già disposti sul cornicione, e alzò il pollice in su – Se non posso farvi da stratega, questa volta vi farò da cecchino: nel corpo a corpo sono molto forte, ma qualcuno che attacchi a distanza serve, e temo di essere l'unica a poter ricoprire quel ruolo: i proiettili che ho generato sono di fiamma, per cui nessuno è impostato in modo da essere letale, il massimo che si può ottenere è di metterli a nanna per un po' – spiegò, ottenendo un assenso da Mirai, che passò a guardare Marsh, pronta a tuffarsi giù dal tetto, ed Haruo, che roteava la spranga con abilità degna di un maestro.
Non appena passata rassegna, riferì a Fran che inoltrò al suo Boss: quindi, Xanxus levò il braccio in alto urlando – All'attacco, feccia! – nello stesso istante in cui tutti saltavano dal tetto, gettandosi nel mezzo della battaglia.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Red Rain ***


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Nel momento in cui atterrarono al suolo, la battaglia entrò in una fase di stasi per qualche istante: per una breve, manciata di secondi, entrambe le fazioni smisero di combattere ed osservarono i nuovi arrivati, cercando di capire per che fazione patteggiassero: Kurai colse al volo l'occasione per urlare al corpo di polizia – Tranquilli, siamo dalla vostra parte, gente! Lasciateci fare però, altrimenti nella confusione rischiamo di ferirvi! Approfittatene per disporre i vostri feriti – con tono estremamente serio.
Il capo vacillò, quindi rispose irato – Hey, chi diavolo siete?! Chi vi credete di essere per darci or...dini... – ma si bloccò a metà frase, incrociando lo sguardo furibondo di Xanxus, che mormorò un – O ti levi dal cazzo o ti uso come bersaglio per le mie pallottole, rifiuto – con un tono talmente carico di furia omicida che il commissario si ritrovò a tremare e ad ordinare la ritirata ai suoi uomini senza nemmeno rendersene conto.
Squalo li guardò allontanarsi commentando – VOOOI! E questa sarebbe la polizia Antimafia? Sono fortunati a non averci come avversari, allora! – mettendosi in posizione, come tutti gli altri.
Xanxus fulminò Kurai con lo sguardo – Ti avverto, feccia. Il lato Est della strada mi appartiene: occupati solo del lato Ovest, o te la vedrai con me, chiaro? – ordinò.
Kurai accennò un sorriso esclamando in risposta un – Ricevuto! – per poi lanciarsi all'attacco assieme a tutti i membri della sua famiglia.

Yuniko fu la prima ad attaccare: attivando il Gear, si ritrovò in mezzo all'orda di nemici, quindi sorrise urlando – Tornado Incrociato! – in italiano, alzando ed incrociando le braccia e scatenando un turbine a spirale che travolse i nemici nel raggio di un paio di metri sollevandoli a mezz'aria, inermi, per poi farli ricadere con forza a terra, stordendoli.
Marsh, invece, ricoprì il proprio pugno con la fiamma, quindi caricò l'orda e colpì uno dei nemici davanti a lei urlando – Sonar Marino! –: l'uomo parve avvertire il solo impatto del pugno, in compenso tutti coloro che si trovavano dietro di lui accusarono l'onda d'urto di fiamma che si propagò da esso, ritrovandosi a terra privi di forze e fornendo a Kumo lo spazio che le serviva per saltare attivando la Full Hyper Mode Kai e attaccare dall'alto con un calcio che atterrò tutta una fila di nemici seguendo l'effetto domino.
Mirai aveva incatenato da sola una ventina circa di nemici, fornendo a Kurai lo spazio libero che cercava per abbattere tutti i nemici attorno a lui usando il dorso non tagliente di Excalibur Ex, in modo da metterli KO senza ferirli.
Nel frattempo, Yukiko, dall'alto, stava eliminando le molotov prima ancora di essere lanciate, mentre Kuro agiva nell'ombra apparendo dal nulla, disarmando e gettando a terra più nemici che poteva, aiutato da Haruo che con sprangate secche e precise rompeva le gambe dei nemici più aggressivi rendendoli inoffensivi.
Il lato Est invece si stava letteralmente trasformando in un lago di sangue, tra Bell che rideva come un matto squartando a destra e a manca con i coltelli, Squalo che menava fendenti come se stesse affettando i salami, Fran che faceva impazzire i rivoltosi con le sue illusioni, Levi che folgorava tutti coloro che si trovasse sotto tiro, Lussuria che godeva letteralmente nel massacrarli di botte e Xanxus che sparava sulla folla, colpendo più e più volte con scariche apparentemente letali di proiettili.

Eppure, in tutto questo caos, Mirai notò un particolare spaventoso: nessuno dei nemici accennava ad arrendersi o ad indietreggiare.
– No... fermatevi... FERMATEVI, E' UN ORDINE! – urlò ai suoi compagni, che immediatamente si arrestarono: ovviamente, i Varia ignorarono la cosa e continuarono a mietere vittime.
Tutti quanti si riunirono di corsa attorno a Mirai, chiedendo spiegazioni: la ragazza non si fece pregare – Non vi sembra un po'... strano, che continuino ad avanzare imperterriti nonostante i propri compagni cadano uno dietro l'altro? Non è... come dire... normale! Possono essere volenterosi quanto vogliono, ma guardate là – ed indicò i Varia – Noi stiamo solo stordendo, quindi diciamo che può essere che non sia sufficiente a spaventarli al punto da farli scappare, ma non penso proprio che i Varia si stiano trattenendo, e sicuramente sarà già scappato ben più di un morto... eppure, continuano ad avanzare e a combattere, anche se i loro compagni vengono uccisi! Che cosa cavolo sta succedendo qui?! – disse, visibilmente preoccupata.
Kurai le si avvicinò, guardandola negli occhi – E cosa conti di fare allora, Mirai-nee? Quelli a maggior ragione non si fermeranno... tanto vale metterli fuori combattimento il più in fretta possibile ed evitare che persone innocenti vengano coinvolte nel conflitto, no? Ed intendo limitarci a metterli KO, dato che le vittime della strage del lato Est – il suo sguardo si spostò per un breve istante sui Varia – ...bastano e avanzano. Facciamo così: io e un'altra persona ci facciamo strada per andare oltre alla folla: se davvero si muovono come burattini, allora basterà trovare il burattinaio e metterlo fuori gioco per porre fine a questo massacro, no? – propose: Yukiko era scesa dal tetto ed era dietro di lui – Gli ho proposto questo piano dopo aver avvistato circa cinquecento metri più in là una figura sospetta ed incappucciata, e a quanto pare ha deciso di andarci di persona... ma non penso sia una buona idea lasciare andare uno dei due Boss da solo, anche se è tra i più forti in fatto di potenza offensiva... forse posso andarci io assieme a Kuro-kun! Che ne pensi? – propose, ma prima che Mirai potesse dare l'ok, un flebile mugugno raggiunse le sue orecchie.
Sorpresa, Mirai si voltò, ritrovandosi davanti il volto arrossito di Kumo – ... se vuoi ci penso io, Mirai-chan. Penso di essere... ecco, molto in sintonia con lui, quindi possiamo gestire bene anche i combattimenti di coppia, come è già successo, il che ci da un vantaggio teorico contro il nemico anche se si rivelasse più forte di noi. Sempre... – e guardò con la coda dell'occhio Kurai – ... che a te stia bene, Kurai-kun – concluse.
Mirai dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non riderle in faccia nel vederla così imbarazzata, per cui si limitò a dirle un – Come se rifiutasse! Fatevi sotto, piccioncini: conto su di voi per fermare questa calamità prima che mi venga un collasso nervoso! – afferrandoli entrambi ed avvicinandoli, per poi lanciarsi all'attacco assieme agli altri membri della famiglia urlando – Non preoccupatevi, ci penso io a fare il culo anche alla vostra fetta di nemici! Horaaaaa! – circondandosi di catene ed evocando il più Chimere di Catene possibile ed iniziando a mettere fuori combattimento il numero più alto di nemici possibile, aiutata dagli altri.

Kurai guardò Kumo negli occhi, sorridendo, ancora leggermente rosso per il "piccioncini" – Beh... andiamo, Kumo-chan: c'è un burattinaio che non vede l'ora – esclamò, ma Kumo completò la frase al posto suo – di essere preso a calci in culo da noi. E' maleducazione farlo attendere! All'assalto! – urlò, stranamente su di giri, prendendo la rincorsa e correndo senza fermarsi, rimanendo in equilibrio sul muro, una tecnica di parkour che le era stata insegnata da Marsh nel corso dei trascorsi due anni.
Kurai, invece, decise di optare per la via meno facile – Shigure Soen Ryu... – mormorò, mentre estraeva dal palmo Excalibur Ex, che risplendette alla luce flebile dei lampioni ed iniziò ad emanare secche scariche elettriche bianche, e si lanciava contro l'orda di nemici – Forma Speciale: Raffica dello stormo di rondini! – e mosse un devastante fendente con il dorso della lama, generando un'onda d'urto di fiamma che spedì a mezz'aria un'ingente quantità di nemici, mentre lui senza perdere tempo si gettava a capofitto nel varco e menava fendenti, sempre ben attento ad usare solo il dorso, mettendo KO il più alto numero di nemici che poteva finché non sbucò oltre l'apparente infinita folla, ricongiungendosi con Kumo, la quale lo guardò con un'espressione mista fra l'irritata e il divertita – ... sei sempre il solito esibizionista. Muoviti, testone, non perdere tempo con i pesci piccoli, il nostro compito è abbattere il capobranco! – urlò, mentre evocava la Hell Judegment e con un fendente tranciava in due il rottame di un camion che ostruiva il passaggio, permettendo di continuare la corsa.
Proseguirono quindi nella strada buia ed illuminata solo dalle fiamme dolose scatenate durante la sommossa fino a giungere in presenza di una misteriosa figura incappucciata: la stessa avvistata prima da Yukiko.
I due si fermarono a distanza di sicurezza, mentre Kurai assumeva una posizione di guardia ed intimava – Chi sei?! Sei forse la mente dietro tutto questo? Ho indovinato? – e Kumo roteava la falce in modo minaccioso, pronta a combattere.

La figura lentamente emerse dall'ombra: guardandola meglio, capirono che con ogni probabilità si trattava di una donna, intuizione poi confermata non appena questi parlò – Dite a me? Sono solo una semplice civile, non si vede? – con un tono talmente arrogante che a Kurai fu chiaro che non aveva nemmeno la minima intenzione di provare a nascondersi: da dove le veniva tutta questa sicurezza?
Kumo fermò la falce a metà rotazione, mettendosi a sua volta in posizione – Oh, perfetto, a quanto pare Yukiko-san aveva ragione: quindi se eliminiamo questa stronza la missione può dichiararsi compiuta, giusto? – esclamò seria.
Kurai le rivolse un'occhiata preoccupata – Kumo-chan, fai attenzione! Potrebbe essere una trappola! – l'avvertì: in questi anni aveva imparato a controllare con molti sforzi la sua impulsività, e come risultato aveva imparato ad essere abbastanza prudente e ragionevole dal smascherare gran parte delle trappole e dei bluff dei nemici.
Kumo, d'altro canto, non era da meno: senza distogliere gli occhi dalla donna, mormorò – Tch, pensi non lo sappia? Anche se non sembra, avverto chiaramente una sensazione opprimente: è più pericolosa di quanto sembri... ma sono tranquilla. Dopotutto... se ci sei tu al mio fianco, posso affrontare chiunque. Perché... so che non mi abbandonerai fino alla fine. Ho... ho ragione, vero? – disse tutto d'un fiato, arrossendo violentemente ma facendo finta di nulla.
Kurai sgranò gli occhi, avvampando a sua volta, ma riuscì a rispondere un – Certo! Puoi contare su di me: in quanto Boss e compagno, farò di tutto per proteggerti, e so che tu farai altrettanto con me! – rispose, mentre attivava il Geminio Kiri e clonava Excalibur Ex.

La donna, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, fece una risatina ironica – Ahahah, ma che adorabile coppietta! Hey, bel fusto: lo sai che sono proprio curiosa di sapere cosa faresti se... – estrasse la mano destra da sotto la tunica, aprendo con un abile gesto un coltello a serramanico – ... fosti costretto a combattere la tua ragazza? – una fiamma mai vista prima divampò, avvolgendo tutta la sua mano: ad un esame più attento, però, Kurai notò un qualcosa che lo lasciò senza parole.
Quella non era una fiamma, bensì un ammasso fisico di numeri 0 ed 1 dentro una sostanza aeriforme ed eterea.
– Ma... cosa diavolo... – mormorò Kurai, osservando lo strano fenomeno con interesse e timore in egual misura... ma questo errore gli costò caro.
Con un rapidissimo scatto, la donna si avventò su di lui: immediatamente, Kurai frappose le due katane di diamante a parare il colpo, ma all'ultimo istante la donna virò, riuscendo a ferire Kumo di striscio sul braccio, nonostante lei riuscì a schivare con riflessi eccezionali di subire danni ben più gravi.
Immediatamente, Kurai urlò – Kumo-chan! Attenzione! L'avevo detto che tramava qualcosa! –, ma non ottenne risposta.
– ... Kumo-chan? – domandò preoccupato Kurai, con un orribile presentimento.
La donna, sorridendo da sotto il cappuccio, mormorò – Ottimo, è infetta! Ed ora... Emperor: REMOTE! – con tono avido: immediatamente, una fiammata di numeri identica a quella di prima si sprigionò dalla ferita di Kumo, che urlò di dolore, per poi svanire improvvisamente, come risucchiata dalla ferita: nello stesso istante, Kumo tacque.
Kurai corse da lei, preoccupatissimo – Kumo-chan! Ti senti beneeeeeohcazzo! – riuscì a pelo a schivare un fendente che la ragazza mosse con la falce: se non l'avesse evitato, la sua testa sarebbe senza ombra di dubbio saltata.
Kumo spalancò gli occhi, sfoderando la stessa espressione vitrea degli uomini affrontati prima: Kurai riuscì a notare un dettaglio che prima gli era sfuggito, ovvero piccoli numeri 0 ed 1 nelle iridi, identici a quelli presenti nella strana fiamma di prima, un'istante prima che la donna urlasse in tono pomposo – Ti ordino di ucciderlo! – e Kumo eseguisse priva di forza di volontà l'ordine, come una macchina, vibrando decine di fendenti contro Kurai: il ragazzo non poté far altro che parare i fendenti senza poter contrattaccare, cercando impotente di raggiungere la donna ed abbatterla... peccato che ad ogni suo tentativo di assalto, Kumo intervenisse a proteggerla, costringendolo a passare ad una forma difensiva a bloccare il colpo.

Improvvisamente, dopo aver parato l'ennesimo assalto della ragazza, notò un punto cieco, e senza esitare si lanciò contro la nemica misteriosa, urlando – Sei scoperta! La pagherai per averle fatto questo, fottuta stronza! – caricando il colpo: eppure, la donna rimase impassibile – Mi credi davvero così sprovveduta? Sicura di non essere davanti ad uno specchio? Sei tu quello scoperto! Ammazzalo! – ordinò: Kurai guardò dietro di sé con la coda dell'occhio, appena in tempo per vedere Kumo muovere un fendente diretto alla sua gamba destra – NO! – urlò disperato, cercando in tutti i modi di cambiare direzione a mezz'aria, ma ormai era impossibile... era questione di pochi secondi prima che la lama attraversasse la carne della sua gamba e recidesse l'osso...
– SCUDO DI EFESTO! –
La voce di Yukiko echeggiò potente, mentre un gigantesco scudo formato da fiamma Tempesta solida si diramava a protezione della gamba del ragazzo, bloccando la lama della falce di Kumo e permettendo a Kurai di atterrare indenne, anche se com'era prevedibile non riuscì a colpire la donna, che con un agile salto si portò a distanza di sicurezza.
L'attenzione di Kurai si rivolse però all'amica: Yukiko era in piedi davanti a lui, e pareva decisamente irritata – Kurai-san! Kumo-san! Cosa cristo state combinando?! Perché vi state ammazzando fra di voi!? Hey, Kumo-san! Fermati! Cosa cazzo...! – riuscì appena in tempo a generare altri scudi, prima che Kumo iniziasse a colpire con fendenti di forza crescente, sempre più forti: Kurai si affrettò a spiegarle la situazione – Yukiko-san, non so che diamine le sia successo, ma non farle del male: non è in sé! Ha iniziato a comportarsi in modo strano non appena è stata ferita dalla fiamma di quella là! – ed indicò la donna, che se la rideva in disparte – Quindi dobbiamo metterla fuori combattimento senza farle del male! – disse in tono risoluto.

La ragazza, però, pareva già in difficoltà – E' una parola...! Ok che gli ordini del Boss sono assoluti, ma temo mi sia impossibile fermarla trattenendomi così tanto: Kumo-san è fortissima, dopotutto, per cui... – ma venne interrotta da una sconosciuta voce maschile – Per cui lasciate che ci pensi io –.
I due ragazzi e la donna misteriosa si voltarono di scatto a guardare colui che aveva detto tali parole: un ragazzo incappucciato ed indossante la divisa dei Varia si avvicinava lentamente. Kurai spalancò la bocca, incredulo – La divisa dei Varia! Che sia...? – mormorò, mentre il ragazzo si avvicinava a Kumo, ancora intenta a cercare di sfondare la barriera di Yukiko.
La nemica misteriosa parve riprendersi dalla sorpresa: con un sorriso sadico, ordinò – Oh? Un nuovo ospite? Tsk... i ficcanaso mi hanno sempre dato sui nervi. Eliminalo subito! – ed immediatamente Kumo lasciò perdere lo scudo e si lanciò con forza all'attacco verso il nuovo arrivato: questi rimase immobile, calmissimo, ripetendo fra sé e sé – Stordirla senza ferirla, uh? Ricevuto. Ma sia chiaro... – e spalancò il palmo della mano, piegando le dita verso l'interno e caricandolo di un'intensissima fiamma Nuvola – Non posso garantire che non farà male! – e con un rapidissimo movimento colpì Kumo al ventre, emanando un'onda di fiamma che mandò momentaneamente in tilt il suo organismo, mettendola immediatamente KO e spedendola a mezz'aria con un singolo colpo ben assestato: Kurai con riflessi eccezionali si lanciò subito verso di lei, gettandosi a terra e riuscendo a prenderla al volo, per poi scoccare un'occhiata sospettosa al ragazzo – Hey, tu! Si può sapere chi diamine sei? – mormorò cupo.
Yukiko spalancò gli occhi, avvicinandosi incerta a lui, mentre questi rispondeva – Tranquillo, Rokudo-sama! Sono un vostro alleato, in quanto Guardiano della Nuvola dei Varia: il mio nome in codice è Red Rain, e sono qui per aiutarvi nella missione! –.
Kurai sgranò gli occhi sconvolto: quindi quello era Red Rain?!
Ma nulla fu minimamente comparabile al suo sconvolgimento quando, finalmente, Yukiko trovò la forza di urlare – A-Aniki! – sorridendo quasi commossa, e ricevendo in risposta da Red Rain un – Yo, Anewe! Perdona il ritardo, ma ora sono qui per aiutarti! – con una confidenza che non lasciava spazio a dubbi.
Red Rain era il fratello maggiore di Yukiko.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Il misterioso potere... l'Emperor! ***


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Mirai iniziava ad avvertire la stanchezza – Merda...! Ma quanto ci mettono?! Non ce la faccio più, questi sembra che più li pesti e più si rialzano! Uff... ma non finisce qui! – e si preparò, evocando catene su catene – Chimera di Catene, seconda forma: KRAKEN! – urlò, mentre le catene si univano fra loro a formare una colossale e mostruosa creatura a metà fra una piovra ed un polpo, che mosse i suoi ferrosi tentacoli spazzando via di volta in volta decine di nemici ad ogni colpo: tutti si ritrovarono a pensare di essere fortunati ad essere dalla sua parte.

Kuro sorrise, preparandosi ad attaccare – Ok, seguirò l'esempio del Boss e farò sul serio anch'io allora, nya! Hell Gear! – trasformandosi nel mostro già visto e iniziando a sfruttare i portali generati dalla fiamma della Notte per bersagliare più nemici alla volta con vere e proprie cariche con tutto il corpo ad una velocità quasi fantascientifica, fracassando loro la maggior parte delle ossa ed immobilizzandoli al suolo, mentre Marsh, sfinita e stufa, usò lo Tsunami per devastare una vasta area di nemici davanti a lei, rimettendoci però il polso della mano, che si slogò: nonostante si fosse molto allenata, la potenza era cresciuta con lei, e le risultava quindi ancora impossibile controllarla al 100%.
Yuniko generò una folata di vento a 400 km/h che spedì a volare via una grossa quantità di nemici, ed Haruo, ormai sfinito, si sforzava di continuare ad azzoppare l'irriducibile ondata di avversari.
In tutto questo, Mirai non si chiese nemmeno che fine avessero fatto Vittorie e Rajiv.
*
Kurai spalancò la mascella dalla sorpresa: questa non se l'aspettava proprio.
– Hai detto... Aniki?! Yukiko-san, HAI UN FRATELLO?! – urlò, dimenticando per un istante di essere davanti ad una pericolosissima avversaria e di cingere fra le sue braccia il corpo privo di sensi di Kumo.
Yukiko lo guardò con una strana espressione in faccia – … vuoi farmi credere che non ve l'ho mai detto? – domandò, rimanendo spiazzata quando Kurai annuì tetro.
Red Rain sospirò – Ehm... si possono rimandare i convenevoli a più tardi? E' maleducazione far aspettare gli ospiti! – mentre avvolgeva ancora una volta la mano semiaperta con la fiamma Nuvola di prima.
La donna, superato lo shock iniziale, sorrideva con aria interessata – Oooh? Io lo so chi sei. Red Rain, così chiamato per via della leggenda sul tuo conto che ti vede, a soli 15 anni, sterminare la Famiglia Teschionero, l'eterna e cruenta rivale dei Vongola. Dico bene, Andrea? – e gioì della reazione stupita del ragazzo – Sì, so il tuo vero nome, Andrea Amane. Come so il tuo, Yukiko. E sì, ho riconosciuto ovviamente anche te, Kurai Rokudo: ti è piaciuto eliminare Zero e rubargli la spada, non è così? Ah, e Kumo Hibari è cresciuta molto, rispetto ai dati raccolti durante la battaglia di due anni fa, anche se ovviamente siamo al corrente dei vostri progressi di questi due anni. Sì, sappiamo tutto di voi, comprese le missioni svolte dalla fondazione della vostra famiglia. Haruo Bertesca... lui mi ha stupito: non avrei mai potuto pensare che avrebbe scelto di unirsi al vostro gruppetto. Oh, comunque non scomodatevi: me ne stavo giusto andando, il test è finito, e a quanto pare il mio Emperor funziona in maniera eccelsa! Il mio Lord sarà felicissimo di saperlo! Per cui... au revoir, fanciulli: fatevi furbi e cercate di non intromettervi più nella nostra strada, e prometto che perdoneremo il vostro fastidioso intervento nel Project Zero del Cielo di due anni fa e vi lasceremo stare! – e si voltò, per andarsene... ma due oscure figure le sbarrarono la strada – Oh, ma come, vuoi già andartene e lasciarci sulle spine in questo modo? – esclamò la tetra voce di Vittorie, mentre emergeva dall'ombra con sguardo psicotico, seguita dal fratello, che mormorò un inquietantissimo – Gioca un po' con noi, dai! – con un sorriso che pareva uscire dai meglio riusciti film horror.

La donna sussultò ed indietreggiò dalla sorpresa, cadendo a terra mentre il cappuccio le scivolava via, rivelando un bellissimo viso dall'aria delicata, dagli occhi verdi e i lunghi capelli di un castano chiaro tendente al biondo, la cui frangia le copriva per metà l'occhio sinistro: sotto l'occhio destro, vi era tatuato un piccolo simbolo consistente in un Alpha greca con un puntino al centro.
Andrea sorrise da sotto il cappuccio – Oh? Questa sì che è una sorpresa! Chi se lo aspettava che la nostra avversaria fosse una così bella donna? Bene bene... – si avvicinò a lei, in modo da tagliarle ogni via di fuga – ok dolcezza, ti consiglio di arrenderti in modo da non costringerci ad usare la forza – le disse, estraendo da una tasca della tunica un paio di manette: Kurai intuì immediatamente cosa stava per succedere, ma a nulla servì il suo – NO, ALLONTANATI! –: la lama della donna riuscì a lacerare superficialmente la pelle della caviglia destra del ragazzo, e tanto le bastò – Emperor: Remote! – ed ancora una volta l'immane fiamma si sprigionò dalla zona colpita, per poi venire come risucchiata un'istante dopo.
Immediatamente, lo sguardo di Andrea mutò, e le iridi divennero un ammasso di 0 ed 1, annunciando che era appena diventato una marionetta ai comandi della donna, la quale con un ghigno ordinò – Andrea, che ne dici di scatenare una “pioggia rossa”? – con un gioco di parole, ottenendo immediatamente uno scatto furioso da parte del suo nuovo schiavo, che si avventò con violenza contro Kurai, il quale, avendo ancora in braccio Kumo, non poté far altro che urlare – CODARDA! – girandosi di schiena e preparandosi a fare da scudo umano alla ragazza... fortunatamente, uno – SCUDO DI EFESTO! – gli annunciò che era salvo: senza perdere tempo, scattò in avanti appoggiando delicatamente il corpo privo di sensi di Kumo, quindi evocò Excalibur Ex, pronto a lanciarsi all'attacco della donna... ma, nel caos della battaglia, era sparita.
E quel che era peggio era che tutti i rivoltosi controllati da lei stavano correndo nella loro direzione, pronti a dar manforte ad Andrea, ancora sotto il suo controllo.
Disperato, si guardò attorno, cercando un nascondiglio sicuro per Kumo... non trovandone nemmeno uno, si preparò a difenderla con le unghie e con i denti, quando per sua fortuna ricomparvero Rajiv e Vittorie – Scusaci, Kurai-kun! Ce la siamo lasciata sfuggire da sotto il naso come due idioti...! Bastiamo noi a lei, tu vai ad aiutare Yukiko, quello là è senza controllo e sta mirando ad ucciderla! – disse quest'ultima, mentre si preparava a respingere a suon di allucinazioni i combattenti fuori controllo, mentre il fratello correva incontro i nemici a cercare di arginarne il più possibile l'avanzata.

Kurai arrivò giusto in tempo per deviare l'attacco di Andrea prima che infrangesse lo Scudo di Efesto, ormai già provato dai colpi subiti: Yukiko urlò – Spostati, Kurai-san! – ma Kurai scosse la testa – No! Ascoltami, vai a chiamare Mirai-nee: lei riuscirà a fermarlo con le sue catene senza che si faccia del male! – ma lei, indicando l'immane orda di nemici in arrivo, insistette – Ormai non c'è più tempo! Argh! – evocò ancora una volta lo scudo, un istante prima che il fratello con un pugno colpisse in pieno Kurai – Dannazione... combattere contro qualcuno senza poterlo ferire è la cosa più frustrante del mondo, specie se cerca di ucciderti...! Non hai una qualche tecnica per buttarlo a terra e paralizzarlo anche solo per qualche secondo?! Mi servono almeno 5 secondi per generare una gabbia abbastanza resistente per contenerlo...! Ugh! – lo scudo si sfondò e un frammento di fiamma le scottò le guancia di striscio, ma senza perdere nemmeno un secondo ne creò un altro – T-ti prego! Non so quanto resisterò di questo passo, e tutti gli altri sono impegnati nello scontro...! Mi basta anche meno tempo, farò il massimo per generarla all'istante, ma per favore! – implorò, mentre lo scudo nuovo iniziava già ad incrinarsi: meno energie aveva, più fragile risultava l'oggetto generato.
Kurai annuì, chiudendo gli occhi per concentrarsi: una tecnica che mandasse KO senza ferire gravemente...? Lui non ne conosceva nessuna, poiché le sue tecniche servivano solo per proteggere sé stesso e gli altri o per abbattere i pericoli che svettavano sopra i suoi compagni, e non si era mai dato pena di sviluppare una tecnica per immobilizzare.
E allora perché avvertiva un'inspiegabile Deja Vù?

Sforzandosi, isolò la mente dai suoni della battaglia, vagando nel vasto ed oscuro oceano dei ricordi, senza meta... finché un faro illuminò finalmente la sua via.
In realtà, una la conosceva.
Riaprì gli occhi, respirando con calma e regolarità, focalizzandosi sulla figura di Andrea e cancellando tutto il resto, perfino lo scudo incrinato e Yukiko che lottava disperatamente per resistere alla travolgente forza del fratello: non poteva permettersi errori.
Lentamente, portò la lama di Excalibur Ex tesa in verticale davanti al volto, regolarizzando sempre più il respiro, mentre mormorava – Zero Memento –, iniziando a vedere i movimenti di Andrea in maniera chiara e lenta ed avviandosi velocemente verso di lui, per poi fermarsi dopo uno scatto alle sue spalle e colpendo con il piatto della Katana con un colpo verticale secco in un punto preciso della schiena di Andrea, urlando – Spaccaossa! – cercando di riprodurre la stessa forza che Zero usò quella volta contro di lui: Andrea volò all'indietro, inerme, mentre microfratture di bassa gravità si formavano sulle ossa dei suoi arti, causando uno shock che lo paralizzò per qualche secondo, mentre cadeva dolorosamente di schiena sull'asfalto, nello stesso istante in cui Kurai urlava – ORA, YUKIKO! – voltandosi a guardare la ragazza, che era rimasta a bocca aperta, confusa.
Lei aveva visto solo Kurai concentrarsi e poi scomparire e riapparire dietro suo fratello prima che questi volasse a terra all'indietro, senza capire come: ma l'urlo di Kurai la riscosse – Roger! – esclamò in risposta, mentre tracciava una sbarra dietro l'altra con Ephestous, finché Andrea, qualche secondo dopo, non fu completamente circondato: quando si riprese, era troppo tardi. Ormai era in trappola.
Soddisfatto, Kurai diede il cinque all'amica, rispondendo con un – Te lo spiego dopo! – alla domanda "che razza di mossa era quella?" per poi correre verso l'orda urlandole – Vado ad aiutare gli altri, pensaci tu a tuo fratello! – ottenendo un – Agli ordini, Boss! – da parte di Yukiko.

Kurai non fece però in tempo a raggiungere l'orda: un dirompente – ATTACCO DI SQUALO! – echeggiò nell'aria seguito da un'ingente quantità di corpi nemici lanciati per aria e da un – VOOOOOI! MI SONO ROTTO IL CAZZO DI VOI SCOCCIATURE! – mentre ne prendeva due a caso dal mucchio e iniziava a sfogare le sue ire su di loro con calci e pugni.
Xanxus, d'altro canto, pareva scatenato: come una fontana di luce, i proiettili di fiamma dell'Ira colpivano letteralmente ogni centimetro attorno a lui, crivellando senza pietà chiunque avesse la sfortuna di trovarsi al suo fianco.
Uno di essi centrò in pieno il fondoschiena di Levi, che saltò per aria dal dolore urlando – BOOSSSSS!!!! – e atterrando sopra due marionette malcapitate, schiacciandole sotto il suo peso morto, ma si rialzò subito folgorando qualunque cosa si muovesse attorno a lui, cosa che Bel sfruttò per elettrizzare i suoi coltelli rendendoli ancora più letali, mentre un apatico Fran stuzzicava con un legnetto i corpi a terra per controllare se erano vivi o morti, senza contare la pazienza di Mirai che, dopo un'infinita ed estenuante battaglia in corso da quasi un'ora, venne come prevedibile a mancare – SPOSTATEVI, MI SONO ROTTA LE OVAIE DI PERDERE TEMPO CON QUESTI COSI! – attivando il Limit Breaker mentre tutti quanti, Xanxus escluso, correvano a distanza di sicurezza – MIRAI DISSE "VENGA SPAZZATA VIA LA PLEBAGLIA CHE MI SI OPPONE!" – scatenando quattro colossali mani formate da asfalto, calcinaccio e altri detriti di vario tipo che spazzarono letteralmente via le centinaia di superstiti, scaraventandole in quattro direzioni diverse e concludendo il tutto sgretolandosi in una pioggia di piccoli detriti che tramortì definitivamente tutti i soldati-marionetta alla mercé del potere della donna misteriosa.

Fatto ciò, Mirai tirò un sospiro di sollievo disattivando Limit Breaker ed Hell Gear e rivolgendo uno stanco ma rincuorato sorriso ai suoi compagni – Uff... e con questo la rivolta è sedata, e senza vittime, almeno da parte nostra! Mamma mia che faticaccia immane... ma non capisco... hey, Kurai-nii! KURAI-NII, MA DOVE CAZZO SEI STATO FIN'ORA?! – urlò, afferrandolo – Avevo mandato te e Kumo-chan in avanscoperta ad eliminare il loro capo, che è success... oh... K-Kumo-chan! – esclamò interrompendosi e correndo preoccupata a tastare il polso di Kumo, ancora priva di sensi, mentre Kurai sospirava e spiegava in tono deluso – Ci siamo andati... ma quella donna che Yukiko-san aveva avvistato ci ha colti di sorpresa con un potere mai visto. Lei sta bene comunque, è solo tramortita, si riprenderà a breve... – disse, indicando con un cenno Kumo e raccontandole brevemente quanto era successo, per poi rabbuiarsi improvvisamente – Ma la donna... ci è scappata. Maledizione, ho fallito... – imprecò amareggiato, ma inaspettatamente la mano di Rajiv si poggiò sulla sua spalla, mentre mormorava – No, Kurai-kun. ABBIAMO fallito. Siamo una famiglia, e come tale dobbiamo condividere tutto, anche le sconfitte. Non sei da solo, e pertanto non sarai mai l'unico responsabile di una sconfitta o di una vittoria... non dimenticarlo mai – e gli sorrise amichevolmente, porgendogli il pugno destro, che Kurai batté contro il proprio ricambiando il sorriso – Hai ragione, Rajiv-san! Grazie per avermelo ricordato! Fatto sta che... non ho capito cosa diamine sia successo negli ultimi secondi della battaglia – mormorò, portandosi la mano dietro la testa.

Tutti i membri della Kokuyo si voltarono allora a guardare Mirai con sguardi eloquenti, mentre lei liquidava il tutto fischiettando e mormorando un – Ho solo perso la pazienza... – con una nonchalance che decisamente non le apparteneva.
Kurai sgranò gli occhi, deglutendo: si era appena accorto di essere parecchi gradini sotto la forza della sorella.
– VOOOOOI! Ci sapete fare, marmocchi! L'ultima mossa è stata un vero e proprio spettacolo per gli occhi! – urlò in lontananza la voce di Squalo, mentre un acciaccatissimo Levi correva verso di loro – Anf... anf... Il... Boss... ha detto... che esige un rapporto... puff... dettagliato. E... subito. Uff... – riferì ansimante, sfiancato per la battaglia e per la corsa fuori programma, per poi tornare immediatamente indietro.
Mirai lo guardò allontanarsi provando lo strano impulso di ridere, quindi si avvicinò al fratello – Kurai-nii... Xanxus esige un rapporto dettagliato, per cui vieni con me. Io riferirò i risultati della battaglia contro l'orda, mentre tu spiegherai per bene cos'è accaduto contro quella donna e anche di Red Rain. A proposito... dov'è? – domandò, improvvisamente curiosa.
Kurai le indicò Yukiko, che aveva dissolto la gabbia e sedeva accanto al corpo privo di sensi del fratello attendendo che si svegliasse, mentre Lussuria usava la sua fiamma Sole per curare le microfratture poco gravi subite dallo Spaccaossa di Kurai, e lo sguardo di Mirai percorse la direzione indicata dal dito del gemello fino ad incrociare il viso del ragazzo, il cui cappuccio era scivolato via durante lo Spaccaossa ed era ora a volto scoperto: i suoi capelli corti color marroni cioccolato giacevano scompigliati sulla nuda terra, e il suo viso da bell'uomo vagamente somigliante a Yukiko: Mirai si ritrovò ad ammettere mentalmente che era maledettamente bello, ma immediatamente liquidò il pensiero scrollando con forza la testa ed esclamando un – Beh, andiamo a fare rapporto allora – afferrando per un braccio il fratello e trascinandolo in direzione del Boss dei Varia.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Aria di tempesta ***


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– Non ci ho capito un cazzo. Parlate più chiaramente, rifiuti – esclamò adirato Xanxus, poggiando i piedi su un Levi rannicchiato a mo' di sedia e afferrando un cosciotto di pollo, che addentò con ferocia – Ripartiamo dall'inizio: cos'è successo a Red Rain? Perché siete finiti a pestarvi fra di voi se stavate inseguendo una nemica? – domandò ancora una volta.
Mirai si morse un labbro dal nervoso, vogliosa di strangolarlo, fortunatamente fu un più pacifico Kurai a rispondere... per la decima volta – Allora. Io e Kumo-chan siamo corsi, su segnalazione di Yukiko-san, a- – ma venne immediatamente interrotto 
– Non perdere tempo con fottutissimi -kun, -chan, -san o stronzate varie: il tempo stringe, riduci all'osso! – sbottò Xanxus, dando un altro morso al cosciotto.
Mirai bisbigliò parole irripetibili, inviperita, e anche a Kurai iniziò a pulsare una vena sulla tempia, anche se mantenne il sorriso – … come ti pare. Dicevo. Io e Kumo siamo corsi su segnalazione di Yukiko in direzione di una figura incappucciata che lei ha avvistato mentre era sul tetto a fare da vedetta, e dopo averle chiesto chi è siamo stati attaccati. Il punto più importante è... che non aveva una fiamma, ma qualcosa di strano e mai visto. Mi spiego meglio: era tipo del plasma etereo bianco, a metà fra il solido e l'aeriforme e formato interamente da 0 e 1 in ordine sparso: non appena Kumo è stata ferita, tale sostanza le è entrata in corpo... e da quel momento, obbediva agli ordini di quella donna. Sì, era una donna – si affrettò ad aggiungere in risposta allo sguardo corrucciato di Xanxus – ed anche parecchio agile. Dopo questo, è arrivato Red Rain e ha messo KO Kumo con una singola strana mossa, e nel frattempo si era unita allo scontro anche Yukiko. Comunque, sta di fatto che anche lui è stato ferito e controllato da quello strano potere che... mi pare abbia definito “Emperor” o qualcosa del genere... comunque, con l'aiuto di Yukiko l'ho messo KO e lei l'ha intrappolato, ma nel frattempo, nonostante l'intervento di Vittorie e Rajiv, si è dileguata... poi beh, Mirai ha perso la pazienza e ha sfondato le linee nemiche in un sol colpo, ecco tutto. Però... c'è qualcosa che mi preoccupa: sapeva tutto su di noi. Nome, età, fiamma, eccetera eccetera... è chiaro che è membro di un'organizzazione, ed è altrettanto chiaro che sono nostri nemici: proprio per questo, il fatto che sappiano così tante cose di noi mi preoccupa. Così va meglio? – concluse, seccato.

Xanxus afferrò un calice di vino, versatogli da Levi prima di rannicchiarsi a mo' di poggiapiedi, e lo svuotò in un sorso, per poi guardare Kurai negli occhi – Decisamente meglio, marmocchio. Più che le informazioni in loro possesso, m'interessa molto la parte del potere misterioso. Emperor, hai detto? Mai sentito nominare. Tra l'altro, sei sicuro che non fosse una fiamma sconosciuta? – domandò, per la prima volta sinceramente interessato: Kurai scosse la testa – No, sono sicuro che fosse tutto fuorché una fiamma. Non aveva nulla di paragonabile, inoltre oltre ad Emperor ha aggiunto qualcosa... una parola inglese... mmm... Remote o qualcosa del genere. Può darsi quindi che Emperor sia una categoria, mentre Remote il nome personale di quel potere: il che implica che i suoi eventuali compagni potrebbero possedere altri Emperor con effetti diversi. Io ho finito – disse, lanciando un'occhiata alla gemella – Tocca a te, Mirai-nee – concluse: Mirai inspirò e cercò di parlare con tono educato e paziente nonostante lo sguardo scocciato di Xanxus – Allora: ci siamo occupati del lato Ovest, come da te richiesto. Mentre combattevamo contro l'orda di nemici, però, mi sono accorta che qualcosa non andava: nonostante i loro compagni venissero spazzati via, o peggio, uccisi, non si fermavano: inoltre, avevano uno sguardo strano, quasi assente. Col senno di poi mi vien logico pensare che fossero sotto il controllo di quel... mmm... Emperor? Di quella donna, ma al momento non potevo saperlo: ho quindi ordinato ai miei guardiani di concentrarsi sul fermare la loro avanzata e non sul spazzarli via, poiché, appunto, Kurai e Kumo erano andati verso il probabile “capo”, ma... è risultato impossibile: alla fine ci siamo ritrovati ad indietreggiare, e quindi ho dato nuovamente l'ordine di metterli KO... solo che era come combattere contro un'orda di zombie, che combatteva senza ragionare e si rialzava finché non gli spezzavi le gambe: al che, dopo quasi un'ora, e dopo aver perso le notizie di Kurai, mi sono spazientita e ho deciso che era inutile andarci piano, per cui ho usato il mio Limit Breaker per spazzare via tutti i nemici in un sol colpo e mettere fine a questa fottutissima battaglia. Ecco tutto. – disse senza pause.
Xanxus stranamente ascoltò fino all'ultima parola restando in silenzio: solo una volta che Mirai ebbe concluso parlò – Ricordi cosa avevo detto, però? Di non osare sfiorare il lato Est, che mi apparteneva. Peccato che il tuo attacco di merda abbia invaso il mio territorio, feccia! – esclamò aggressivo.

Kurai deglutì, guardando la sorella: come previsto, aveva superato il limite di sopportazione – Tu... schifoso... pezzo... di merda! – mormorò Mirai a denti stretti, mentre le iridi diventavano sfumate del rosso tipico della sua ex seconda personalità e le catene saettavano tutt'attorno a lei – Osa ancora parlarmi in questo modo e ti sfondo il culo! Sono anch'io un Boss, sai?! Come cazzo di permetti di rivolgerti così in questo modo, eh?! TI USO COME STRACCIO SE OSI TRATTARMI ANCORA COSI'! – sbraitò, fuori di sé.
Kurai si portò le mani alle orecchie, scuotendo la testa con disappunto: il danno era fatto.
Xanxus strinse così tanto il calice d'argento da accartocciarlo come se fosse fatto di plastica – Non alzare la tua voce di merda, spazzatura! – rispose a denti stretti, puntando la pistola contro la ragazza – O ti crivello di colp- – ma le catene di Mirai scattarono, afferrando la pistola e strappandogliela di mano – Sai dove te la infilo questa pistola?! – ma non fece in tempo a finire la frase: con due colpi sparati precisi con l'altra arma ancora in suo possesso, Xanxus spezzò la catena che tratteneva l'altra arma e con un altro sparo ed un millimetrico gioco di sponda riuscì a deviare la traiettoria dell'arma fin nelle sue mani, tornando a puntarla contro la ragazza – Parole grosse per una bambina di merda che non ha nemmeno le palle per uccidere – replicò, con un ghigno dei suoi.
Kurai evocò Excalibur Ex, pronto ad intervenire per fermarli, ma un – VOOOOI! COSA CAZZO FATE?! – di Squalo lo interruppe – Tu! Non devi dar retta a questo maniaco, è pazzo! – disse serio, rivolto a Mirai, che improvvisamente avvertì l'impulso di ridere: Xanxus scrutò Squalo in silenzio con uno sguardo omicida sulla faccia – Cosa vuoi, Squalo di merda? – e sparando un colpo che l'uomo deviò – VOOOOI! Non me ne frega se sei il boss: ti faccio a fettine il culo lo stesso! – avventandosi l'un l'altro e scatenando una rissa da record.
Levi esitò qualche secondo, quindi si rialzò ad osservare la scena, indeciso sul da farsi, mentre Bel, Lussuria e Fran si avvicinavano per godersi lo spettacolo e quest'ultimo faceva apparire dal nulla dei popcorn per gustarsi meglio la scena.
Kurai e Mirai si guardarono negli occhi per qualche istante, quindi scossero le spalle e si congedarono per andare dai propri compagni, lasciando Squalo e Xanxus ad azzuffarsi e i Varia a fare il tifo e a scommettere.
*
Il pomeriggio stesso, Tsuna atterrò a sua volta a Fiumicino, seguito da tutti i Guardiani e da Reborn: tutti i Kokuyo corsero dai rispettivi genitori per salutarli, quindi Mirai e Kurai riferirono a Tsuna le stesse cose che riferirono a Xanxus, e furono lieti che almeno lui prendesse le informazioni molto seriamente.
Dopo aver ascoltato fino alla fine, si rivolse all'ex Arcobaleno – Tu cosa ne pensi, Reborn? – domandò, con espressione decisamente preoccupata. Il giovane uomo parve rabbuiarsi – Chaos. Nulla di buono, temo. Contatterò Verde per vedere se sa qualcosa, ma a meno di qualche scoperta recente ne dubito: quando voi due – e si rivolse ai gemelli – affrontaste Nozomi e Arashi, andai da lui per ottenere informazioni sulla vostra fiamma, e già che c'era mi parlò anche degli esperimenti degli Estraneo sulle fiamme Ibride Terra-Cielo, poi concretizzate dai Drago, e di strane fiamme prive di attributo... ma niente di diverso dall'hado, insomma, mentre tu hai chiaramente accennato a qualcosa di completamente diverso dal concetto di fiamme, e dalla tua descrizione non posso che essere d'accordo con la tua teoria. Per cui, sono spiacente, ma non saprei dirti altro, Tsuna, occorre indagare parecchio, e questo ovviamente ci rallenterà. Tieni in allerta tutta la Famiglia, il nemico sa di questa debolezza e quasi sicuramente sferrerà un attacco, non facciamoci cogliere ancora una volta impreparati come successe con gli Zero. – concluse calandosi il cappello ad ombreggiare gli occhi.

Tsuna rabbrividì: si sentiva tutt'ora in colpa per ciò che era successo tre anni prima – Ok, Reborn! Hai ragione: non permetterò che feriscano ancora una volta i miei amici! Alzerò immediatamente il livello di allerta al massimo – rispose, per poi voltarsi verso Gokudera – Gokudera-kun, posso contare su di te per avvertire gli Shimon, i Drago e tutte le nostre famiglie alleate? – domandò, nonostante la risposta fosse più che scontata – O-ovviamente, Juudaime! Lasciate fare al vostro braccio destro! – rispose immediatamente l'uomo dai capelli argentei, afferrando al volo il cellulare e iniziando immediatamente il giro di telefonate, mentre il Decimo dei Vongola dava ad ogni guardiano una diversa direttiva per poi andare, suo malgrado, a trattare con Xanxus per richiedere l'aiuto dei Varia ancora una volta.
Finito anche questo rapporto, i due gemelli tirarono finalmente un sospiro di sollievo – Uff... meno male che è finita, non sono abituata a massacri del genere... Ah! Lal Mirch! – esclamò Mirai all'improvviso, correndo immediatamente in direzione della splendida donna un tempo Arcobaleno e ad un Colonello che, nonostante fosse più giovane di lei di almeno una decina d'anni, la teneva per mano – Cosa ci fate qui? – domandò, curiosa: aveva già avuto modo di conoscerla, alla cerimonia di inaugurazione della famiglia Kokuyo, e per qualche strana ragione lei l'aveva subito presa in simpatia – Ma guarda, Mirai! Ho saputo che la rivolta è stata praticamente fermata da te, i miei complimenti! Comunque, siamo qui con il CEDEF per disporre dei feriti e dei morti. Oh, non ti preoccupare – si affrettò ad aggiungere, vedendo l'espressione atterrita di Mirai – a quanto pare non c'è stata nemmeno una vittima fra quelli abbattuti da te o dalla tua famiglia, a differenza della strage compiuta dai Varia. – ottenendo un immediato sospiro di sollievo da parte della ragazza.
Colonello, rimasto fino a quel momento in silenzio, si rivolse immediatamente alla moglie – Lal, non abbiamo tempo da perdere, il nostro compito è indagare sulla donna misteriosa che pare abbia causato la sommossa, kora! – rivolgendosi poi alla stessa Mirai – Sai dirci il punto dov'è stata avvistata la donna? – con tono professionale: la ragazza annuì – Kurai-nii ha detto che era all'incirca laggiù – rispose, indicando il punto esatto dove si era svolto lo scontro: Colonello annuì e con un cenno ordinò a tutti i dipendenti del CEDEF di seguirli, ringraziandola e affrettandosi nel punto indicato, seguito da Lal.
Mirai, sfinita, si accasciò a terra, crollando addormentata per la stanchezza.
Lentamente, le si avvicinò Andrea, completamente ripresosi grazie al Pavone del Sole di Lussuria, che con estrema delicatezza la raccolse in braccio, trasportandola con cautela all'aereo, mentre la ragazza nel sonno appoggiava la testa sulla spalla destra con un sorriso.
*
– C-che cosa hai detto?! – urlò Kumo qualche giorno dopo, una volta che furono rientrati in Giappone nella loro base, avvampando – Che cosa ha fatto Kurai-kun?! – domandò ancora una volta.
Yuniko, sfoderando uno dei suoi tipici sorrisetti maliziosi, descrisse ancora una volta la scena – Oh, è stato davvero galante! Ha raccolto fra le sue braccia il tuo corpo privo di sensi con una dolcezza degna del più sdolcinato film romantico manco fossi una bambola di porcellana e ti ha trasportata così fino all'aereo, adagiandoti infine sul tuo sedile con una premura degna di un vetraio: sembrava un principe che trasporta la sua principessa! – disse in tono eloquente, prestando bene attenzione ai dettagli e similitudini in modo da far imbarazzare ancora di più la compagna – NOOO! Che figura! – urlò Kumo, affondando la faccia nel muro – IO LO AMMAZZO! COME SI E' PERMESSO QUEL DEFICIENTE! – ringhiò immediatamente dopo, evocando la Hell Judegment con il viso ormai identico ad un pomodoro e affrettandosi verso la porta, aprendola e sbattendola con ferocia, mentre Yuniko si abbandonava ad una risata irrefrenabile, smettendo solo quando iniziarono a lacrimarle gli occhi, mormorando un – Forse ho esagerato, ma ne è valsa decisamente la pena! Vedere Kumo-san avvampare così tanto è sempre un piacere! Eheheh! – avviandosi fischiettando verso la sua camera.
Nel frattempo Kumo, strada facendo, aveva sbollito tutta la sua rabbia, si ritrovò ad immaginare Kurai che la sorreggeva in braccio con espressione virile, e avvampò nuovamente, schiaffeggiandosi poi le guance per cancellare questi pensieri, mormorando disperata un – Cosa cazzo mi succede...? Ok, ho accettato questi miei sentimenti da tempo, ma la cosa sta decisamente degenerando ora! – abbandonandosi su una poltrona della Sala Relax, che aveva raggiunto senza nemmeno rendersene conto – Non posso più andare avanti così... mi serve un modo per togliermi dalla testa questi pensieri. – si morse il labbro: sapeva benissimo qual'era l'unico modo – Devo dirglielo. Ora. Mi serve una risposta secca e chiara: se anche mi rifiutasse, chissenefrega, me ne farò una ragione: ma ho aspettato fin troppo, e non ne posso più di sentirmi così a disagio. Sì, fanculo, glielo dico – mormorò, rialzandosi di scatto e dirigendosi a passo svelto verso l'ufficio dei due Boss, cancellando qualsiasi pensiero che non fosse quello di dichiararsi senza remore: la sua determinazione aveva finalmente sconfitto ogni timore.

Così, senza ripensarci su nemmeno per un secondo, bussò alla porta, entrando non appena avvertì la voce del ragazzo rispondere: incrociare il proprio sguardo con il suo imprevedibilmente non sortì in lei alcun imbarazzo questa volta, tant'era decisa nel suo intento – Kurai-kun. Devo parlarti... in privato – aggiunse, alludendo con la coda dell'occhio a Mirai, la quale, trafficando con un computer touchscreen su cui apparivano dati dall'aria assurdamente complicati, esclamò un – E' tutto tuo, Kumo-chan, tanto non può aiutarmi qui: la matematica non è mai stata il suo forte – sistemandosi gli occhiali da riposo senza distogliere lo sguardo dai numeri che apparivano e scomparivano dal monitor.
Kumo le sorrise – Grazie, Mirai-chan. Allora, vieni? E'... urgente – aggiunse rivolgendosi a Kurai, per poi voltarsi ed uscire dall'ufficio.
Il ragazzo rimase immobile qualche istante cercando di capire cosa potesse avere di tanto importante ed urgente da doverglielo dire addirittura in privato, ma, poiché gli venivano in mente solo ipotesi una più assurda dell'altra, si limitò ad alzare le spalle e a seguirla fuori dall'ufficio.

Non appena varcò l'uscio, scoprì immediatamente che Kumo lo stava aspettando qualche metro più in là, vicino alla Sala d'Allenamento, il che lo portò erroneamente a pensare che volesse solo allenarsi con lui: come mai allora tutto questo mistero?
Ma non appena le fu vicino, capì immediatamente che non era per quello: la ragazza aveva un'espressione risoluta che Kurai non aveva mai visto apparire nei suoi occhi.
Senza perdere tempo, Kumo iniziò subito a parlare – Senti, Kurai-kun... devo dirti una cosa. Cioè... è qualcosa che volevo dirti da molto tempo in effetti, ma solo oggi mi sono finalmente decisa a farlo. Il punto è che... ecco, non è facile. Non so nemmeno da dove iniziare... – iniziò, cancellando a forza ogni dubbio o paura, fissandolo negli occhi seria con un lieve rossore a tingerle le guance. Kurai si ritrovò a pensare che era davvero bellissima, cosa che lo fece avvampare.
Poi, immediatamente il suo cuore accelerò: quell'atmosfera... il modo di parlare della sua compagna... il suo imbarazzo... possibile che...?
Deglutì, stringendo i pugni per trovare coraggio: anche se così non fosse stato, era il momento ideale per dichiararle i sentimenti che aveva taciuto per anni.
Talmente era assorto in questi pensieri che nemmeno si accorse delle labbra della ragazza che si avvicinavano alle sue, mentre lei mormorava un – Non so da dove iniziare, per cui... lascerò che siano i gesti a dirtelo al posto mio... –.
Ma, prima che le labbra dei due potessero sfiorarsi, ci fu un boato seguito da un'enorme esplosione che mandò in pezzi un grosso pezzo di muro al loro fianco, sollevando una grossa mole di detriti e fumo, che attirò immediatamente l'attenzione dei due, che si affrettarono ad avvicinarsi al punto incriminato, evocando le proprie armi, pronti a combattere.

Lentamente, una figura emerse dalla nube di polvere: un uomo incappucciato con lo stesso tipo di tunica della donna misteriosa fuggita durante la rivolta di Roma esclamò con tono rilassato – Yo! Siete la Famiglia Kokuyo, corretto? Bene, ho ricevuto l'incarico di farvi da babysitter oggi: che ne dite, vi va di giocare? – sorridendo divertito, mentre la sua mano veniva avvolta dalla stessa sostanza eterea composta da 0 ed 1 usata dalla nemica misteriosa a capo della rivolta.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Katie Rokudo ***


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Kurai e Kumo si scambiarono sguardi preoccupati: quell'etereo ammasso di numeri 0 ed 1 era inconfondibile – Tu... sei un compagno di quella donna che ha causato la rivolta di Roma, vero? – domandò quest'ultima, rivolgendosi al nuovo arrivato, che fingendo di non capire di cosa parlasse, si limitò a stiracchiarsi – Uh? Di che stai parlando? Io sono qui solo per voi, bimbi! O meglio... diciamo che vi ho portato un compagno di giochi. Eheh! – e, detto ciò, aumentò l'estensione del suo Emperor, che divampò in tutto il braccio: poi, anticipando le parole di Kumo, aggiunse – Oh, non ti preoccupare, Kumo Hibari, conosco benissimo la vostra forza e so che in uno scontro diretto non avrei speranze. Come dire... sono solo un accompagnatore del vostro vero avversario. Ho accumulato il mio Emperor per tutto il mese scorso, solo per ottenere l'energia necessaria allo scopo: dovreste essermene grati! Mi limiterò a gustarmi lo scontro in disparte – e continuò a generare la strana sostanza eterea attorno agli arti: Kumo fece per attaccare, ma Kurai la fermò, sussurrandole – Potrebbe essere la nostra occasione per capire chi sono questi tizi! Lo mettiamo a nanna non appena avremo estorto quante più informazioni possibili, d'accordo? – senza farsi notare. Kumo si morse il labbro per resistere all'impulso di fare a pezzi l'avversario, per poi rispondere sottovoce – Ricevuto... – visibilmente controvoglia.
Kurai le sorrise grato, per poi tornare a rivolgersi all'uomo misterioso, con una convincente espressione ingenua e curiosa – Oh?! Quella specie di strana sostanza..! – esclamò, indicando l'Emperor – Sembra decisamente la stessa cosa che aveva quella donna a Roma! Quindi anche tu sai controllare le persone, vero? Ma non capisco: hai accennato ad un compagno, ma sei da solo. Stai bluffando? – e sorrise: l'esca era lanciata.

L'uomo, contro ogni sua aspettativa, scoppiò a ridere – Povero Kurai... i bluff non sono il tuo forte, eh? Oh, tranquillo – disse poi, in risposta all'espressione da “sono stato scoperto” che sfoderò inconsciamente Kurai – Ho intenzione comunque di darti alcune informazioni, almeno te ne andrai all'altro mondo soddisfatto: non posso dirti né chi sono, né per chi agisco, ma come ben sai questo potere si chiama “Emperor”... o meglio, è il nome generico di tale fenomeno, diciamo che è come dire “hado” oppure “fiamma”, senza specificarne l'attributo. Ogni Emperor ha una sua peculiarità unica, che varia da Eletto ad Eletto, senza eccezione. Ma, prima che ti mostri il mio, ho io una domanda da porti – disse, mentre la sua bocca si distorceva in un ghigno perverso – Cosa pensi sarebbe successo se tu e tua sorella non foste mai nati come gemelli, bensì sotto la forma di un unico individuo, con la fiamma Nebbia-0 completa, e tale individuo, rimasto orfano fin da piccolo, fosse stato costretto a crescere duramente diventando esponenzialmente più forte per poter sopravvivere negli ambienti più pericolosi e malfamati del mondo? Ti andrebbe di scoprirlo? – leccandosi le labbra estasiato alla reazione a metà fra il perplesso ed il preoccupato che sfoderarono i due ragazzi – Oh, bene così, non serve che rispondi: la tua faccia mi dice già tutto quello che mi occorre sapere. Bene... – con un rapido gesto, accumulò tutto l'Emperor nelle mani, per poi rivolgere i palmi verso l'alto, urlando – Emperor: IF! – scatenando immediatamente un'enorme tempesta di numeri 0 ed 1 per tutta la zona circostante: Kumo evocò immediatamente il proprio Hell Gear, mentre Kurai estraeva Excalibur Ex e si metteva in posizione... ma poi, accadde qualcosa di impensabile.
Lentamente, i numeri 0 ed 1 parvero disporsi ordinatamente secondo una precisa sequenza, per poi iniziare a vorticare attorno ad un punto preciso: lentamente, presero ad ammassarsi formando una figura umana priva di dettagli, iniziando poi a solidificarsi formando una sorta di manichino.

I due ragazzi si guardarono ed annuirono: prima che l'attacco fosse completato, dovevano far fuori il nemico: per cui, ignorarono il modello umano formato da numeri 0 ed 1 e si avventarono contro la figura incappucciata, che rimase immobile esclamando tranquillamente ad alta voce – Cosa succederebbe se in realtà io non fossi fisicamente lì da voi? – per poi urlare ancora una volta – Emperor: IF! – divenendo un ologramma una frazione di secondo prima che la falce di Kumo e la katana di Kurai potessero affondare nel suo corpo. Ancora una volta, il loro nemico gli era sfuggito.
Kumo imprecò, ma Kurai rapidamente le fece cenno di tacere, mormorando – Non pensare a lui... è il minore dei nostri problemi, temo... – fissando intensamente il manichino, ormai completo.
Non appena anche l'ultimo 1 fu disposto, iniziò ad emettere una luce abbagliante ed intensa, mentre sprigionava un qualcosa a metà strada tra un Emperor ed una fiamma, la quale lentamente iniziò ad assumere sempre più la forma di quest'ultima, acquisendo tonalità indaco intenso.

Poi, improvvisamente, scariche bianche simili a fulmini presero a saettare tutt'attorno ad essa, mentre la luce diminuiva in sostituzione ad una fitta nebbia, la quale iniziò a diradarsi subito dopo, portando alla luce il corpo nudo di una bellissima ragazza: prima che venisse completamente allo scoperto, però, ad un tratto la nebbia venne come risucchiata verso di lei, solidificandosi in vestiti estremamente simili alla divisa scolastica della Namimori, solo colorata di bianco, nero e con dettagli in rosso sangue.
Kurai e Kumo, che si erano istintivamente protetti gli occhi con l'avambraccio, lentamente abbassarono l'arto per vedere meglio: una splendida fanciulla dai lineamenti delicati si ergeva in piedi davanti a loro, con gli occhi chiusi.
Kurai pensò che aveva i capelli molto simile al taglio usato da sua madre quasi trent'anni prima, ma leggermente più corto, e con il ciuffo ad ananas dietro diverso, come diversa era anche la frangia, ma nonostante tali differenze, sembrava piuttosto simile.

Anche il colore differiva: iniziando con una tonalità identica a quello di Kurai, sfumava poi verso il basso tendendo sempre più a quello dei capelli di Mirai.
I due rimasero come estasiati ad ammirare la ragazza, immobile al centro della stanza e circondata dai detriti: quella creatura apparentemente angelica era davvero loro nemica?
Kurai scosse la testa, capendo immediatamente che non doveva farsi ingannare dalle apparenze: era pur sempre un attacco generato da un Emperor, un potere di cui sapeva troppo poco per potersi permettere di prenderlo alla leggera...e considerando l'espressione di Kumo, anche lei pensava la stessa cosa.
Dopo qualche secondo carico di tensione, la ragazza misteriosa si mosse appena: lentamente, aprì gli occhi, rivelando alla luce due meravigliose iridi, viola in alto e che sfumavano in un azzurro cielo via via che si scendeva verso il basso.

Tra capelli ed iridi, Kumo pensò che fosse abbastanza simile a Marsh: buffo, perché come aspetto era invece come se avesse preso il meglio dei Rokudo!
Come una bambina curiosa, ma con espressione apatica, la ragazza volse loro lo sguardo, inclinando di lato la testa per guardarli meglio, in silenzio.
Kumo deglutì, serrando la presa sul manico della Rebirth Angel, mentre Kurai avvertì un brivido freddo percorrergli la schiena.
Quella pressione di pericolo... quella forza opprimente... erano terribilmente familiari.
– Azrael... no. E' diverso... è un'altra persona... ma emana la sua stessa aura di pericolosità... non sono sicuro che possiamo sconfiggerla noi due soli... – mormorò, rivolto a Kumo, la quale, inaspettatamente, annuì – Già... se è forte come lei, siamo in guai enormi... ma cosa pensi di fare? Non credo ci lascerà scappare. Dobbiamo combattere al massimo fin da subito, tanto sicuramente a breve anche gli altri verranno ad aiutarci, si tratta solo di resistere fino all'arrivo dei rinforzi, e beh, penso che siamo migliorati abbastanza da esserne in grado – affermò con tono positivo, mentre si metteva in posizione, pronta ad attaccare.
Kurai la guardò intensamente, annuendo: la determinazione di lei aveva risvegliato la sua.
Improvvisamente, però, la ragazza parlò con voce fredda ma melodiosa, quasi ultraterrena – Maestro, quindi devo eliminare quelle due persone laggiù? – domandò, rivolta all'ologramma, che stava via via svanendo, il quale rispose immediatamente – Sì, eliminali seduta stante, loro e tutti i membri della loro famiglia! Eheheh – ordinò, per poi svanire completamente, ma non prima che la ragazza s'inchinasse con eleganza, mormorando – Come desidera – voltandosi poi di scatto a guardare Kurai e Kumo, rimanendo immobile.

Poi, improvvisamente, divaricò le gambe assumendo una posizione stabile, portando poi la mano sinistra dietro di lei, mentre quella destra davanti, spalancando entrambe le mani.
Kurai, sgranando terrificato gli occhi, urlò – Oh cazzo! Non dirmi che... SCAPPA, KUMO-CHAN! – urlò, afferrandole la mano e iniziando a correre... ma non servì a nulla – X-Burner Zero – mormorò apatica la ragazza dopo aver generato dalla mano dietro la schiena una fiamma dolce, scatenando con quella davanti una devastante e colossale fiammata formata da intensissima Nebbia-0, in un attacco potente quasi quanto quello che Kurai usò anni prima contro Martin, che divelse le pareti e il pavimento durante la sua avanzata, danneggiando irrimediabilmente l'intera struttura della base che divenne instabile e crollò, tagliando ogni possibile via di fuga ai due ragazzi.
Disperato, Kurai maledisse il giorno in cui si distrusse il suo Hell Gear, in quanto il suo Limit Breaker sarebbe stato in grado di salvargli la vita, e mentre l'attacco avanzava, ormai a due metri scarsi da loro, si voltò a guardare Kumo, che giaceva terrorizzata.
Senza esitare, Kurai prese una decisione: con forza, sollevò e scaraventò la ragazza contro un punto non crollato del piano, mettendola in salvo appena in tempo prima che l'attacco lo investisse in pieno, disintegrandolo assieme a tutta la parete dietro di lui.

Kumo assistette inorridita alla scena, incredula di quanto fosse successo: calde lacrime rigarono le sue guance, mentre urlava a pieni polmoni, disperata, e le iridi dei suoi occhi iniziavano a scurirsi di nero, la sclera a colorarsi di rosso e le pupille a diventare croci rovesciate...
D'un tratto, un colpo secco al volto la scaraventò contro al muro, mentre una voce familiare le urlava – Cosa diamine fai, Kumo-san! Vuoi forse farti possedere dall'Hell Gear!? –.
Lentamente, Kumo riaprì gli occhi, tornati normali: davanti a lei, c'era Yuniko, in forma Limit Breaker, che posò a terra il corpo bruciacchiato ma indubbiamente vivo di Kurai accanto a lei e disattivò Uranus, tornando ad avere attivo il solo Hell Gear ed il suo tempo illimitato.
Kumo non ebbe nemmeno il tempo di ringraziarla che la nemica abbassò le mani, tornando in posizione normale, mormorando fredda e priva di emozioni – Li ho mancati... – voltandosi a guardare il trio.
Yuniko, che non sapeva nulla, le lanciò un'occhiata furiosa ed urlò – Chi sei?! Che cosa vuoi da noi?! – mentre un fortissimo vento iniziava a spirarle attorno: Kumo non l'aveva mai vista così furiosa.
La ragazza, contro ogni aspettativa, rispose senza esitare alla domanda – Vuoi sapere chi sono, hai detto? – con lo stesso tono privo di emozioni – Katie. Katie Rokudo. Questo è... il mio nome – continuò, mentre i detriti attorno si raggruppavano a formare una passerella sospesa nel vuoto che Katie usò per avvicinarsi a loro, con intenzioni ben più che chiare nonostante la sua espressione fosse impassibile e priva di sentimenti: Yuniko senza esitare scatenò una fortissima raffica di vento tesa a far precipitare nel vuoto l'avversaria, ma Katie con un semplice gesto generò una barriera frangivento che disperse l'attacco, proseguendo come se niente fosse, al che Yuniko decise di usare un approccio più diretto, e con velocità estrema si mosse arrivando davanti a lei, poggiando la mano sul petto di Katie ed urlando – Air Impact! – scatenando un'onda d'urto ravvicinata, che però Katie deviò con un rapido gesto, spostando appena in tempo il braccio di Yuniko, per poi afferrarla anche con l'altro braccio e proiettarla a terra con una forza tale da lasciarla stordita per qualche secondo.
Cercando invano di rialzarsi, Yuniko imprecò, decisa a non arrendersi: nel frattempo, Kumo si era completamente ripresa dallo shock, e con fermezza ordinò – Zephyr! Limit Breaker! – alla sua Spirit, la quale rispose – Oh, finalmente parli la mia lingua! – fondendosi con l'orecchino dell'Hell Gear ed attivando il Limit Breaker – Modalità Limit Breaker “Thanatos” attivata. Tempo residuo: 5 minuti circa. Falle il culo, tigre! – la incitò: Kumo, scostandosi i capelli bianchi, annuì fredda – Proteggerò Kurai-kun ad ogni costo – per poi lanciarsi all'attacco, appena in tempo per deviare un attacco potenzialmente letale che Katie inflisse ad un'inerme Yuniko: poi, con rapidità eccezionale, roteò la lama e finalmente squarciò il petto di Katie, cogliendola di sorpresa... pochi istanti dopo, la ferita decuplicò come dimensioni e profondità per effetto della fiamma e del Thanatos stesso, ed essendo già grave di per sé ciò causò la fuoriuscita delle viscere della ragazza, che cadde a terra riversa in una pozza di sangue.
Nella mente di Kumo balenarono per un istante le urla di quella notte di tre anni prima, ma liquidò il tutto scuotendo la testa: questa volta era diverso, la sua avversaria non era “umana”.
Improvvisamente, come d'istinto, rotolò di lato, appena in tempo per schivare un'enorme lama proveniente dal lato destro: si era appena ricordata che le falsi morti splatter erano una delle peculiarità degli illusionisti, e Katie con ogni probabilità non faceva eccezione... ed infatti, la ragazza era in piedi davanti a lei.
Batté le mani senza emozioni, mormorando fredda e apatica – Brava, ottimi riflessi. Ma non basta... non con me... – e, alzando la mano, evocò un tridente estremamente familiare, che battendo a terra causò alte colonne di fuoco incandescente: fuoco reale.
Kumo, in un disperato tentativo di farla ragionare, urlò – Perché stai facendo tutto questo?! Che ti abbiamo fatto di male?! – le chiese.
Lentamente, Katie inclinò la testa di lato, mostrando un'aria per la prima volta vagamente sorpresa – Come sarebbe a dire “perché”? – disse in tono apatico – Lo faccio perché me l'ha ordinato il Maestro – rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Kumo serrò la presa sul manico – E per una motivazione così... futile... tu fai del male a persone innocenti senza alcuna colpa?! – ringhiò. Stava perdendo la calma.
Katie la fissò freddamente negli occhi – Può essere futile per te... ma per me è normale ubbidire agli ordini. Questo mondo fa schifo – mormorò senza la minima emozione – E solo il più forte sopravvive. I deboli... verranno schiacciati dal più forte. Questa è... la legge naturale che vige sulla terra. – e mentre il tridente spariva evocò una katana terribilmente familiare a Kumo – E io ho scelto di sopravvivere, diventando la più forte. – alzò il braccio con la lama – Addio – e abbassò scatenando un fortissimo fendente... che Kumo abilmente parò – Tch, non cantare vittoria troppo presto. Non sarà un patetico attacco come quello ad eliminarmi: sarai pure capace di fare cose inimmaginabili, ma in confronto a Kurai-kun con la katana non sei nulla: gli attacchi che usa quando ci alleniamo assieme sono esponenzialmente più pericolosi e potenti! Solo... – e si morse il labbro – Perché sei... in possesso di quell'arma? – domandò rialzandosi, lo sguardo fisso sulla Kirislayer impugnata da Katie.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Clarent VS Omnislayer ***


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Katie guardò prima Kumo, poi la Kirislayer, per poi rispondere freddamente – Intendi quest'arma? Ce l'ho da quando ero bambina. Sono sopravvissuta grazie a lei – roteando l'arma con abilità.
Kumo avvertì una vena sulla tempia iniziare a pulsare: quella ragazza la mandava decisamente in bestia – Non prendermi per il culo! Sei stata creata poco fa, davanti ai miei occhi! Non parlare come se tu fossi un essere umano normale che ha avuto un'infanzia! – urlò lanciandosi all'attacco, ma con agilità Katie saltò di lato schivando la falce che s'impiantò nel terreno, quindi saltò sopra di essa correndo sopra l'asta pronta ad affondare la katana nella faccia di Kumo, ma lei appiattendo l'asta riuscì a farle perdere l'equilibrio quel tanto che bastava per consentirle di colpirla con un pugno in pieno stomaco: senza perdere tempo, urlò – Spezzaguardia Nebula: Kumo Edition! – incanalando la fiamma Nubifragio nella sua mano e sparandola direttamente all'interno del ventre della ragazza, che per la prima volta parve sorpresa: strabuzzò gli occhi e sputò sangue, venendo scaraventata a terra, mentre la mano sinistra di Kumo emetteva un sinistro scricchiolio che annunciava la rottura dell'osso della sua mano – Cazzo...! Che male!! Ma almeno l'ho colpita! – mormorò: il dolore però le consentì di sopraffare il suo Limit Breaker, che venne controllato al 100% dalla sua personalità originale – Quella maledetta stronza non la passerà liscia per aver ferito i miei compagni! – urlò, roteando la falce, mentre Yuniko si rialzava barcollante e le diceva di fare attenzione, decidendo di limitarsi ad osservare e a risparmiare le forze per un eventuale salvataggio ad alta velocità: l'impatto di prima le aveva leso le articolazioni – Eheh... quella ragazzina ci sa fare... mi ha messo a tappeto con una semplice proiezione ben piazzata... non è stato un caso, mi ha scaraventata a terra con precisione degna di un maestro. Ma chi cavolo è 'sta qui?! – quindi si schiaffeggiò, per riprendersi – No, non posso star ferma a guardare... ci ho provato, ma non ci riesco... beh, allora resta una sola cosa da fare... – e, preso fiato, urlò – Kazehime, riattiva il Limit Breaker! – attivando immediatamente Aeolus, muovendosi poi con velocità inumana e colpendo Katie con una gomitata che la spedì a gambe all'aria, ma la ragazza con riflessi eccellenti infilzò la lama della Kirislayer al muro rimanendo in aria quel che bastava per schivare il fendente della falce di Kumo, quindi usando la spinta delle gambe stacco l'arma dal muro e la usò per vibrare un fendente a mezz'aria diretto alla faccia di Yuniko, quando improvvisamente si udì il clangore dell'acciaio della katana che urtava contro qualcosa: Kurai si era ripreso, e si era unito in combattimento – Ngh...! E' fortissima! – esclamò, sforzandosi di mantenere le due Excalibur Ex: fu allora che notò che arma Katie stesse impugnando.

– Tu! Dove hai preso quest'arma?! – domandò a denti stretti, ma Katie, con la sua solita freddezza, rispose allo stesso modo di prima – Ce l'ho da quando ero bambina... – atterrando e mormorando priva di emozioni – per cui è inutile continuare a chiedermelo – concluse, aumentando la forza: Kurai si sentiva sul punto di cadere in ginocchio – Nngh... ah, è così? Benissimo: vediamo se ti passa la voglia di mentire! Shigure Soen Ryu Dual: Fendente del demone della Nebbia! – urlò, generando per una frazione di secondo l'illusione che le sue katane pesassero diverse tonnellate: Katie si ritrovò lanciata a mezz'aria, quindi Kurai urlò – Lily-chan! – la quale senza farsi pregare si spostò velocemente fino a trovarsi davanti alla ragazza tramortita, che colpì con un Air Impact spedendola a tutta velocità contro Kumo, che capendo al volo urlò – Per te è finita, Katie! – preparandosi a colpirla, focalizzandosi sul pensiero che non fosse umana, ma una semplice creazione generata da un Emperor...
– Tempo scaduto! Tempo scaduto! L'Hell Gear verrà disattivato per mezz'ora! – tuonò Zephyr, mentre Kumo tornava di colpo normale – N-no, cazzo! Non è possibile! – esclamò, sbilanciandosi e atterrando al suolo, mancando Katie per un soffio, e perdendo così la sua occasione per eliminarla: la ragazza si riprese e atterrò in piedi qualche metro più in là, pronta ad attaccare.
Stringendo i denti, Yuniko urlò – Tch... maledizioneee! – lanciandosi all'attacco a tutta velocità, ma a metà strada udì la voce di Kazehime che tristemente annunciò – Tempo scaduto! Tempo scaduto! L'Hell Gear verrà disattivato per mezz'ora! Mi dispiace! – e tornò normale, proseguendo per forza d'inerzia a schiantarsi contro il muro dietro Katie, gemendo dal dolore ad impatto avvenuto.
La mano di Kurai tremava dalla rabbia, sempre più serrata sull'impugnatura delle Excalibur Ex: aveva raggiunto il limite della sopportazione – Re Kiri... Omega Drive! – mormorò piano.
Lo Spirit immediatamente rispose – Ai suoi ordini, Messere! – mentre l'anello del suo Soul Drive prendeva fuoco ed emanava un bagliore azzurro tendente al blu indaco, la stessa luce che iniziò ad essere emessa anche dalle Excalibur Ex, mentre Kurai le sentiva chiaramente mutare: l'elsa divenne d'argento siderale e cambiò forma, divenendo più tradizionale, e la lama si allungò del 30% circa, divenendo inoltre color rosso rubino, seppur il materiale rimase comunque il diamante, e la scritta Excalibur Ex svanì, sostituita da un nome che subito gli risultò familiare: Clarent.

Inoltre, Kurai notò che la lama emetteva un calore insopportabile, come se fosse un pezzo di ferro incandescente, ma anche che bastò pensare che era fastidioso per farlo svanire di colpo.
Eppure, l'aria attorno sembrava comunque distorcersi, segno che il calore era ancora presente: si rivolse quindi a Re Kiri mentalmente – Re Kiri, cosa significa tutto questo? – domandò, mentre provava a rotearle. Nonostante fossero cresciute di dimensione, erano rimaste ugualmente maneggevoli – Messere, il suo Soul Drive pare chiamarsi Clarent, come la spada gemella della sua nobile Excalibur! Invero pare abbia in sé il calore dell'Inferno stesso, e altresì pare che lei possa decidere chi potrà avvertire cotesta lama come rovente e chi no! E... OHIBO', STIA ATTENTO, IL SINGOLAR TENZONE E' GIA' INIZIATO! – urlò, improvvisamente agitato, appena in tempo per far accorgere a Kurai che Katie si era già lanciata all'attacco e dargli modo di intercettare l'attacco – Shigure Soen Ryu Dual! – urlò, ma la Katana di Katie affondò nel suo ventre prima che potesse completare il nome della tecnica, uscendo dalla sua schiena in uno spruzzo di sangue.

Poi, improvvisamente, il vero Kurai comparve a pochi centimetri da lei urlando – Inganno della Rondine! – in Italiano, mentre eseguiva un fendente dal basso verso l'alto che la ragazza poté schivare solo mollando la presa dalla Kirislayer, che scomparve, venendo però colpita di striscio dalla lama rovente della Clarent sotto al mento, ustionandosi... ma non sembrò darci il minimo peso: rievocò immediatamente la katana e fermò il colpo sferrato, mentre con la mano libera evocava una seconda Kirislayer, costringendo Kurai ad allontanarsi con un salto mortale all'indietro per evitarlo – Ma dai... sa pure eseguire il Geminio Kiri? Ma ce l'avrà qualche limite?! In ogni caso, ora ho un vantaggio: posso colpire da più distante di quanto possa fare lei, e ho il calore dalla mia parte! – esclamò, e senza perdere tempo si lanciò subito all'attacco.
*
Nel frattempo, l'uomo misterioso stava osservando da lontano lo scontro con un binocolo: schioccò la lingua con disappunto, vedendo Katie iniziare a soccombere – Tsk... a quanto pare, tre avversari del loro calibro sono troppi anche per lei. Mmm vediamo un po'... quanta energia rimane al mio Emperor... Ah! – non appena provò a far fuoriuscire il proprio potere, si accorse che straripava – Ma dai! Non credevo me ne restasse così tanto dopo aver trasferito da una linea temporale così distante un personaggio così potente! Eheheh, ottimo, davvero ottimo! Vediamo, stando alla legge delle probabilità, sicuramente ci sarà un universo dove ciò è accaduto, quindi... cosa succederebbe se questa fantomatica superdonna ricevesse anche l'Hell Gear usato da Kurai Rokudo contro Zero? Emperor: IF! – ordinò, e immediatamente l'Emperor ubbidì, generando una grossa esplosione di numeri 0 ed 1 che immediatamente volarono da Katie come attirati da una calamita, mentre l'uomo alzava il cappuccio rivelando dei corti capelli biondi tutti sparati verso l'alto dal gel e due occhi azzurro chiaro, schermati dalle lenti del binocolo – E ora... vediamo come si evolverà la cosa! Eheheh! – commentò, lanciandosi un Popcorn in bocca.
*
Katie aveva ormai adottato la politica del “schiva e aspetta il momento propizio per attaccare”, e con agilità evitava ogni fendente, concentrandosi sul non farsi colpire in attesa di un'apertura che non arrivava: Kurai era tutto fuorché un principiante, del resto.
Poi, improvvisamente, dal varco nel muro che affacciava all'esterno entrò l'ammasso di 0 ed 1 evocato qualche istante prima dall'uomo misterioso, che si avvicinò a Katie per poi avvolgere il suo collo, solidificandosi ed emettendo un'intensa luce abbagliante trasformandosi in un ciondolo che immediatamente sia Yuniko che Kumo che Kurai riconobbero all'istante – No... impossibile... quello è...! – esclamarono all'unisono, mentre una stringa di 0 ed 1 entrava nella testa di Katie, la quale immediatamente ordinò con tono apatico – Hell Gear – attivando il ciondolo, che iniziò ad emettere luce propria: la lama della Kirislayer destra raddoppiò di larghezza e si allungò leggermente, diventando completamente nera e con spuntoni affilati alla base del retro della lama. Inoltre, due grosse e pulsanti linee rosso sangue intenso intrecciate fra loro a doppia elica simili a vene organiche ricoprirono il dorso delle lame, al cui centro sbucava un occhio identico a quello del medaglione. Infine, il manico era completamente avvolto da una fasciatura bianca, che proseguiva svolazzando per almeno una trentina di centimetri. Nella Kirislayer a sinistra, invece, i colori della lama e della fascia erano invertiti, ma per il resto era identica.
Kurai, come fecero d'altronde le due ragazze, impallidì: le aveva riconosciute – No... non ci credo... quelle sono... l-le Omnislayer... – deglutì, serrando la presa e divenendo improvvisamente serio: doveva dare immediatamente il massimo, oppure non avrebbe avuto speranze – Shigure Soen Ryu, tredicesima forma – esclamò, iniziando a correre in un attacco simile allo Scontro di Rondine, avvolto però dalla Nebbia. Katie si preparò – Tredicesima forma? Quindi non è lo Scontro di Rondine... per cui, sarà sicuramente... – mormorò apatica, mettendosi in guardia, quando ormai era a pochi metri da lei: a quel punto, Kurai lasciò cadere la Clarent, il che mandò confuse vagamente Katie – Il Samidare? – esclamò disorientata, decidendo di attaccare immediatamente l'altra mano per fermare in tempo l'attacco ma, imprevedibilmente, Kurai riafferò immediatamente la katana appena lasciata cadere con la stessa mano e con riflessi quasi inumani vibrò un fendente verticale dal basso verso l'alto con tutta la forza che aveva in corpo, urlando – Nisekiri!! – colpendo l'elsa della Omnislayer e facendola volare via a mezz'aria: finalmente, trovò l'apertura che aspettava – Ed ora... Shigure Soen Ryu Dual! Requiem delle Rondini Gemelle! – urlò, mentre imprimeva forza nelle gambe per slanciarsi velocemente contro Katie colpendola con due rapidissimi e fortissimi fendenti ad "X"... ma qualcosa andò storto.

– KURAI-KUN! – urlarono all'unisono Kumo e Yuniko, mentre Katie sfruttava l'abilità magnetica dell'Omnislayer rimasta per richiamare a sé quella in volo, roteando su di un lato schivando l'attacco di Kurai e prendendo l'arma al volo vibrando immediatamente un fendente orizzontale al ventre di Kurai, che sgranò gli occhi in un'espressione mista fra il terrificato e il sofferente, barcollando in uno spruzzo di sangue... e questa volta, era sangue vero.
Cadde in ginocchio, mentre il Soul Drive si disattivava e le Clarent tornavano ad essere un'unica Excalibur Ex, che atterrò al suo fianco con un rumore cristallino.
Katie, con ancora la lama che gocciolava del sangue del suo avversario, guardò il ragazzo dall'alto in basso – E uno è sistemato... il Maestro sarà soddisfatto – commentò senza emozioni, levando alta la spada – Ora ti finisco. Grazie per esserti impegnato – ma prima che potesse abbassare il colpo, avvertì le nocche di un pugno affondare nel suo plesso solare: prima che potesse accorgersene, volò a mezz'aria, atterrando con violenza contro un muro... finalmente, anche lei parve accusare il colpo.
– Ngh... e tu... chi sei? – mormorò, sempre apatica, ma visibilmente sofferente: un colossale demone dalle sembianze feline avanzava verso di lei, avvolto da intense fiamme oscure – Sta' lontana da Kurai-kun, nyah! Non osare toccare i miei amici, o te la vedrai con me! – ringhiò Kuro, furioso, ma avvertì una mano afferrargli la divisa per fermarlo – No, Kuro-kun... devo... devo affrontarla da solo... è come quella volta contro Zero, capisci? E' una sfida che voglio portare a termine... con le mie sole forze. Per cui... – inspirò profondamente, concentrando parte della fiamma a rigenerare provvisoriamente i tessuti – Ecco fatto, così dovrebbe reggere fino alla fine della battaglia, perlomeno... – mormorò piano, rialzandosi – Fatti sotto, Katie. Non ho ancora finito con te... – disse.
Kumo sgranò gli occhi, ammirata: la sua indomabile forza di volontà era una delle qualità che l'aveva fatta innamorare di lui.
Yuniko, invece, sembrava in ansia: non era un medico, ma non ci voleva una laurea per capire che la ferita da lui subita fosse gravissima.
Katie lo guardò fisso negli occhi: nonostante il tono della voce di Kurai facesse trasparire sofferenza e stanchezza, i suoi occhi emanavano determinazione ad ondate.
Senza nemmeno accorgersene, sorrise, mentre una strana sensazione si faceva strada scuotendo il suo sistema nervoso ed un brivido freddo di eccitazione le percorreva tutto il corpo: era la voglia di combattere, e per volontà propria, e non perché eseguiva un'ordine.

Poco a poco, il suo diaframma iniziò a contrarsi: le sfuggì una risatina soffocata – Ku... kufu... kufueheh! Sei... divertente, sai? – esclamò, sempre fredda ma questa volta con tono diverso, molto più umano – Conserva... questa luce nei tuoi occhi. Voglio vedere... se reggi il confronto col mio massimo. – e, sfoderando un sorriso che Kurai notò essere spaventosamente simile a quelli di suo padre, urlò – LIMIT BREAKER! – mentre le Omnislayer si illuminavano ed ingrandivano assumendo una gigantesca forma a triangolo, raggiungendo quasi il metro e mezzo di diametro l'una, e linee rosso sangue brillante apparivano a decorarle contemporaneamente ad un occhio rosso identico a quello del ciondolo dell'Hell Gear, e la scritta “Ares” incisa nei manici, ad indicare il nome del Limit Breaker... infine, come ciliegina sulla torta, le lame iniziarono ad emanare un'intensissima luce bianca dalle scintille indaco.
Dopodiché, Katie inclinò la testa da un lato, sorridendo come prima – Alzati e combatti, Kurai! Mostrami che la luce nei tuoi occhi... è più forte delle tenebre nel mio cuore. Kufueheh! – e, detto ciò, si lanciò a piena velocità contro Kurai, brandendo le due colossali lame luminose.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Liberarsi dalle catene ***


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Katie assaltò Kurai con una rapidissima serie di fendenti, che il ragazzo fermò appena in tempo usando il – Shigure Soen Ryu, settima forma: Shibuki Kiri! – roteando su sé stesso velocemente con le due katane a formare un piccolo, tagliente tornado formato da fiamme Nebbia-0, abbastanza forte da bloccare il colpo, quindi senza fermarsi caricò al fianco ed urlò – Shigure Soen Ryu, prima forma: Shajiku no Kiri! – eseguendo un affondo con Excalibur Ex ricoperta da fiamme blu, venendo però brutalmente spazzato via da un semplice movimento delle colossali lame dell'Ares, atterrando in qualche modo in piedi ma con nuove ferite sparse per il corpo.
Katie parve delusa – Tutto qui... Kurai? Pensi di potermi battere... senza Soul Drive? – mormorò gelida.
Kurai guardò prima lei, poi l'arma, ed infine ancora lei, esclamando un – … ehm... n-non mi ero accorto si fosse disattivato sinceramente- – causando un facepalm generale dei presenti – Ma proprio di questo idiota dovevo andarmi ad innamorare? – sbottò sottovoce Kumo, rossa dalla vergogna, mentre Yuniko e Kuro si aggrappavano reciprocamente alle spalle per non cadere a terra dal troppo ridere.
Perfino a Katie parve sfuggire l'ennesimo sorrisetto – Ku... kufu... sei divertente, avevo ragione... ma – e scomparve nella nebbia – conosco troppo bene il Shigure Soen Ryu, il mio Maestro ha inserito nei miei dati cerebrali tutte le forme, incluse quelle che tu hai usato solo quella volta contro Zero! Non puoi vincere se ti affidi solo a quello! – urlò riapparendo e vibrando una scarica di fendenti che Kurai tentò invano di parare, finché uno di essi non lo fece nuovamente volare per aria: fu allora che lei urlò – Sei finito! – saltando in aria, vibrando un doppio fendente ad X... che passò attraverso il corpo di Kurai, il quale sopravvisse ed atterrò a terra con ben poca grazia, tanto era sbilanciato.
Katie invece si posò a terra con leggiadria, inclinando curiosa la testa – E questa tecnica? – mormorò: senza farle chiedere altro, Kurai rispose – Modalità Fantasma... non avevo altro modo di uscirne, erano anni che non la usavo, ho temuto il peggio... – deglutì.

Poi, come attraversato da una scarica elettrica, il suo cervello parve elaborare a velocità supersonica i dettagli: il tono di Katie stava continuando a mutare.
Eseguendo un rapido confronto mentale, la Katie di adesso sembrava sempre più coinvolta nell'ardore della battaglia, dimostrando già una discreta gamma di emozioni, specialmente se confrontata con quella di inizio battaglia, la quale appariva come una marionetta manovrata da dei fili.
A quanto pareva, si stava sbloccando poco a poco... e se l'unico modo per ottenere tale risultato era combattere, allora lui le avrebbe donato la più intensa battaglia della sua vita – Katie! Ti sfido ad un duello d'onore! Se vinci tu, potrai far di me ciò che vuoi, perfino torturarmi fino alla morte – esclamò all'improvviso.
Kumo impallidì, mentre Yuniko e Kuro smisero di colpo di ridere e si voltarono a fissarlo con aria terrificata: che diavolo stava combinando quell'idiota?!
Katie sgranò gli occhi, fissando quelli dell'avversario che le stava davanti, capendo immediatamente che non mentiva affatto.
Fece per aprire bocca, ma Kurai le fece cenno di tacere – Ma se vinco io... voglio che tu mi dica tutto su di te. Chi sei, perché ci stai attaccando senza apparente motivo, chi è il tuo Maestro, se ha o non ha alleati... insomma, tutto. La mia vita per le tue informazioni. La posta in gioco è di tuo gradimento? – domandò, serissimo.
I suoi compagni si portarono le mani alla bocca, terrificati, ma Kumo improvvisamente sentì la paura svanirle dal corpo e sorrise rilassata – Non ho motivo di preoccuparmi... quel testone ha la pellaccia dura, se venisse ucciso probabilmente si rialzerebbe come zombie pur di abbattere il suo avversario, o non potrebbe riposare in pace. Inoltre, quando è così serio... non può perdere. Ne sono sicura, ho fiducia nelle sue capacità – pensò.
Afferrò il ciondolo della Hell Judegment – Non posso usare il Gear, ma ho abbastanza energie da poter combattere, anche se non sarà necessario... bene così. Kurai-kun! – urlò, sfoderando un'espressione la cui risolutezza era quasi tangibile – Alle retrovie ci penso io: scatenati al massimo o ti ammazzo con le mie mani prima che lo faccia lei! – urlò ad incitamento.

Kurai serrò la presa, annuendo, quindi tornò a fissare Katie negli occhi – Ebbene? – ma ebbe un sussulto non appena la vide: sembrava una bambina il giorno del suo compleanno. Decisamente un comportamento agli antipodi rispetto a quello di circa mezz'ora fa – Sì! Accetto! Devo solo sconfiggerti, vero? Ma... – e questa volta la delusione fu ben visibile sul suo volto – Sarà una passeggiata se ti ostini ad usare lo Shigure Soen Ryu... – disse rabbuiandosi.
Kurai fu lì lì per controbattere, ma improvvisamente realizzò un'altra cosa – Hey... Ka-Katie... tu non hai uno Spirit? – domandò, mentre un'orribile paura lo dilaniava... timore confermato dalla reazione di Katie – Eh? Spirit? Cos'è? – rispose, aggrottando le sopracciglia.
Anche Yuniko realizzò immediatamente a cosa stesse pensando Kurai – Oh cazzo! Se non ha uno Spirit, vuol dire che nulla limita il tempo del suo Hell Gear! Verrà posseduta! – esclamò, portandosi le mani alla bocca, mentre Kuro urlava – Allora non abbiamo tempo per i duelli leali, nyah! E' così da almeno due minuti: se non agiamo in tempo, quella... cosa... si ripeterà! E siamo sopravvissuti per miracolo, nyah! – venendo però bloccato da Kumo – No, non interverremo: ora Kurai sa che gli restano solo 180 secondi, all'incirca, per vincere: se entro tale tempo limite non avrà vinto, allora distruggeremo l'Hell Gear della ragazza. Pensi di poterlo fare, Lily-chan? – domandò, ma la ragazza aveva già estratto le pistole – Assolutamente sì. – rispose, iniziando fin da subito a prendere la mira.
Kuro non si convinse completamente, ma dopo qualche istante di tensione si calmò – Come volete...a vostro rischio e pericolo, nyah. – rispose irritato, mettendosi a sedere.
Kurai, terrificato dal pensiero di come potesse essere terribile una Possessione, mormorò cupo – Allora non mi resta altro che sconfiggerti entro tre minuti... –. Non era mai stato così serio.
Katie sbuffò annoiata – Impossibile, non montarti troppo la testa, per quanto lo Shigure Soen Ryu sia uno stile eccellente con me non... – esclamò, ma Kurai la interruppe – … funziona. Sì, lo so. Per cui... cambierò completamente stile – alzò lo sguardo: stava sorridendo – Sarai la prima che lo vedrà in azione... sii onorata. Re Kiri! Cambio forma! – urlò, mentre lo Spirit rispondeva – Ai suoi ordini, Messere! – ed Excalibur Ex veniva avvolta da una luce intensa, cambiando completamente fisionomia e tornando la spada originaria appartenuta a Zero, sotto gli occhi sconvolti dei presenti – Cambio... Forma!? I Soul Drive dispongono di un Cambio Forma?! – esclamò stupita Kumo.
Katie parve colpita, ma nutriva ancora dei dubbi – E in che modo mutare la tua katana in una spada medievale dovrebbe aiutarti, Kurai? – domandò perplessa.

Kurai, in risposta, assunse una guardia completamente diversa dal solito – Per eseguire il mio stile segreto, devo obbligatoriamente usare la True Form di Excalibur. Quanto al perché... te lo mostro subito! – urlò, scattando all'attacco prima che potesse aggiungere altro – Round Table Knights – disse, avvolgendo completamente la lama della spada con una fiamma Nebbia-0 concentratissima e ad altissima pressione – Gaheris! – ed iniziò a menare fendenti all'aria, come se stesse combattendo contro un avversario invisibile...generando ad ogni colpo una gigantesca lama di fiamma, che volava verso Katie travolgendola con impeto spaventoso, costringendo la ragazza a concentrare tutti i suoi movimenti nel tentativo di fermarli e senza darle la possibilità di contrattaccare.
Approfittando di questo, Kurai a mano a mano si portò sempre più vicino, finché non fu ad una distanza ottimale, quindi esclamò – Round Table
Knights: Tristan! – sfoderando un sorriso rilassato e innocente mentre si muoveva con grazia, quasi fosse un principe che stesse danzando per la sua dama, mentre sferrava uno dietro l'altro rapidissimi fendenti provenienti da ogni direzione e di intensità variabile, condendo il tutto con finte e schivate acrobatiche, che costrinsero per un momento Katie a cadere in ginocchio: subito dopo, però, la ragazza reagì urlando a pieni polmoni respingendo Kurai con forza sovrumana e mandandolo di nuovo per aria, ma questa volta il ragazzo rimase in perfetto equilibrio atterrando in piedi, quindi piegò gli angoli della bocca in un sorriso sfottente ed urlò ancora una volta – Round Table Knights – generando un'altra Excalibur tramite il Geminio Kiri, lanciando per aria l'Excalibur appena ottenuta e colpendola con l'altra spada per spedirla a gran velocità contro Katie, che si concentrò sull'arrivo dell'arma distogliendo lo sguardo da Kurai per pararla, cosa che fece, ma in questo modo Kurai riuscì ad avvicinarsi a lei indisturbato – Gawain! – urlò, colpendola con un devastante fendente che le squarciò il fianco in una lacerazione profonda quasi un centimetro, per poi afferrare l'altra spada respinta al volo ed eseguire un fendente dal basso verso l'alto che disarmò la prima Ares della ragazza, la quale tra lo stordimento del dolore e la consapevolezza di avere un'arma in meno si sentì disorientata: l'apertura che Kurai cercava – Round Table Knights – avvolgendo nella nebbia l'Excalibur destra.
Ritrovando la lucidità, ma sempre frastornata, Katie credette di riconoscere Gaheris e si preparò a parare le lame semplicemente usando l'enorme piatto di Ares come scudo: questo le costò il duello – Lancelot! – urlò Kurai, fondendo la lama con la fiamma Nebbia-0 ed illudendola per un solo, insignificante secondo, di essere in grado di penetrare qualsiasi materiale: la lama di Excalibur trapassò le difese di Ares, forandola e causando crepe di varia gravità, e penetrò nella spalla destra di Katie, fino a toccarle l'osso.

Il dolore fu talmente improvviso ed intenso che che perse il controllo del Limit Breaker, che si disattivò: fu allora che Kurai mormorò – E' finita – lanciandosi contro la ragazza esclamando in italiano – Zero Memento: Spaccaossa Originario! – replicando, questa volta nel dettaglio, la mossa di Zero e spedendo a terra Katie, con le ossa incrinate, cosa che però non bastò a fermare la ragazza, che tentò immediatamente di rialzarsi, ignorando il dolore che le microfratture le procuravano, motivo per cui Kurai si decise a puntare la spada alla sua gola, per poi dirle con calma – Fine del duello, Miss. Che ne dici, ti va di rispondere a qualche domanda? – domandò con tono amichevole.
*
– Tch... che delusione... sembra proprio che il mio IF non sia in grado di eliminare completamente la personalità di chi trasferisco forzatamente in questa linea temporale... o almeno, non se trasferisco con esso anche i suoi ricordi. Mah, sia come sia, il mio compito era guadagnare tempo impegnandoli per almeno mezz'ora, e ho eseguito gli ordini: tanto vale tornamene a casa, tanto quel fallimento è stato eliminato! Eheheh – e, detto ciò, usò il proprio Emperor per smaterializzarsi in un istante.
Una voce nell'ombra, distante qualche decina di metri da lui, schioccò la lingua seccata mentre abbassava un fucile da cecchino formato interamente da fiamma Tempesta – Dannazione... mi è sfuggito... mi sarebbe bastato un istante in più... – mormorò delusa la voce di Yukiko.
*
Katie fissò Kurai con espressione nuovamente fredda e apatica, immobile.
Poi, di colpo, sorrise – Hai vinto. Una promessa è una promessa, Kurai – disse con semplicità, afferrando la mano che il ragazzo le porse per aiutarla a rialzarsi – Cosa volete sapere? Vi dirò tutto ciò che ho iniziato a ricordare durante questo scontro – continuò, facendo svanire le Kirislayer (quella di destra era gravemente danneggiata) e togliendosi il ciondolo dell'Hell Gear, lanciandolo a Kumo che lo prese al volo, facendo poi il gesto ai ragazzi di avvicinarsi, cosa che, seppur titubanti, fecero.
Fatto ciò, Katie rimase immobile per qualche istante, prese fiato e... – Il mio nome è Katie Rokudo, ho 16 anni, dispongo di una fiamma Nebbia-0 perfetta, i miei genitori si chiamano... uff, non lo so... però mio padre di cognome era Rokudo, più di così non riesco a... a ricordare. Stranamente, però, grazie al Maestro conosco tutte le vostre principali tecniche, e me la cavo bene sia nel combattimento corpo a corpo che puramente illusionistico. Il mio Maestro è un membro dei... degli... non ricordo, ma comunque ha alleati, come sospettavi: altre 9 persone come lui e ben 10 detentori di fiamma-0 come me. Sono qui ad attaccarvi senza particolare ragione, o almeno, le motivazioni sono a me sconosciute e... – Kurai si sentì vagamente stordito dall'immensa mole di chiacchiere della ragazza: ma fino a pochi istanti prima non era apatica, silenziosa e senza emozioni?! 

– ... insomma, diciamo che eseguivo gli ordini... era come se una voce in loop mi ordinasse cosa fare. Poi, poco a poco, mentre combattevamo... ho iniziato a sentirla sempre più lontana e distante, e sono tornata sempre più cosciente, fino a quando, poco fa, mi hai mandato KO, liberandomi dalle catene che mi opprimevano e sbloccandomi interamente. Solo che... ah... – le sfuggì un gemito di dolore, mentre portava una mano alla testa – Io... oltre ciò, non ricordo nulla... al massimo dispongo di qualche frammento di memoria. Non so che faccia avessero i miei genitori... sono sicura che sparirono durante la mia infanzia, però non ricordo chi mi crebbe al posto loro, né il luogo della mia infanzia o cose simili... i miei unici ricordi iniziano a quando sono stata avvolta da una luce composta da numeri 0 ed 1 e si interrompono non appena arrivo qui, sul campo di battaglia. Poi vuoto, fino a poco fa... più di così non posso aiutarti, mi dispiace... – concluse, riprendendo finalmente fiato, seriamente dispiaciuta.
Kurai si sentiva strano al suo cospetto: avvertiva come la presenza di Mirai in lei, e al contempo, provava la strana sensazione di guardarsi allo specchio... anche se apparentemente il carattere di Katie era agli antipodi dal loro!
Convincendosi che la sensazione fosse data dal fortissimo senso dell'onore della ragazza, in cui Kurai si rispecchiava, si decise a fare un ultimo tentativo – Avanti, fai uno sforzo... non ricordi nulla? Per esempio, la tua data di nascita... – domandò.
Katie parve pensarci su per qualche istante, per poi esclamare – Ah! Questa la ricordo! 31 Luglio 2030... credo. Era sicuramente questa, no...? – rispose, scatenando una reazione di stupore e confusione uniforme da parte dei presenti.
Katie era nata esattamente lo stesso giorno di Kurai e Mirai, seppur avesse un anno in meno.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 - La ragazza di un lontano presente ***


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– Ka-Katie... hai detto... 2030? – mormorò incredulo Kurai – Ma... non hai detto di avere 16 anni?! Non è che ti sei confusa e... – ma si bloccò prima di finire la frase, più confuso che mai: Katie annuì – Certo, sono nata il 31 Luglio 2030, ne sono praticamente sicura! Ma il mio anno corrente è... ehm... vediamo, 16 anni più 2030... ah! Dovrebbe essere 2046, ecco! Almeno credo. Ma perché questa domanda? Cosa c'entra col fatto che ho 16 anni? Che anno è? – domandò, disorientata.
Yuniko le si avvicinò – Katie... al momento è l'anno 2047... e tu affermi di essere nata nel 2030... per cui sono solo due i possibili casi: o hai 17 anni, e ti sei confusa, ma.... ok, direi che hai evidenti sintomi di amnesia, quindi non scarterei questa ipotesi... oppure provieni veramente dal passato! Cioè, da un passato molto... prossimo? O forse dal tuo punto di vista è un... presente lontano? 
– mettendosi le mani nei capelli: non riusciva a venire a capo di quella discrepanza. Possibile dipendesse solo dalla confusione nei ricordi di Katie?
Katie provò a concentrarsi per pensare meglio, ma una fitta alla spalla, dove era stata ferita durante gli attacchi di Kurai, la fece gemere dal dolore.
Nello stesso istante, Kurai avvertì il bisogno di distendersi: la ferita sul ventre inflittagli da Katie aveva iniziato a bruciare nonostante il tessuto provvisorio creato con le illusioni – Eheh... siamo conciati parecchio male, eh? – mormorò dolorante con un sorriso sforzato, per poi guardare i suoi tre amici – Voi state bene, vero? – domandò, ottenendo risposte positive che lo rassicurarono in qualche modo.
Fu allora che notò il fatto che fossero solo in quattro – Hey ma... dove sono finiti tutti mentre ci distruggevano la base? Sono sicuro che nell'edificio ci fosse almeno Mirai-nee... ma che fine ha fatto? – borbottò fra sé e sé: Katie, sentendolo, rispose con semplicità – Ah, lei? Il Maestro tra i dati che mi ha inviato a metà scontro ha incluso il fatto che “non dovevo preoccuparmi di Mirai Rokudo perché era sigillata dal suo Emperor”. Qualcosa del genere. Comunque cosa ne farete di me ora? Ho perso e vi ho detto tutto quel che sapevo non avete motivo di tenermi in vita, no? – chiese con semplicità disarmante, ma prima che qualcuno potesse rispondere, ed un disperato Kurai urlasse – COSA DIAMINE SIGNIFICA CHE E' SIGILLATA?! – Kumo fu come colta da un'illuminazione improvvisa – ...Emperor... Emperor...! Ma certo! Emperor! – esclamò incredula, mentre un brivido le percorreva il corpo, donandole una sensazione di Deja-vù: l'aveva già sentito, molto prima delle recenti vicende della Rivolta di Roma... e forse sapeva molto bene anche dove.
Ma prima che potesse pensarci su, si udì un boato mentre dove c'era apparentemente il nulla saltava in aria un muro invisibile formato da 0 ed 1, abbattuto da un colossale serpente di catene incandescente: subito dopo, il mostro parve raffreddarsi di colpo sollevando un forte vapore, tornando ad essere formato da semplici catene su cui si arrampicò Mirai, che con una pacca alla testa disse al bestione – Grazie, bello mio! – scendendo in tempo prima che esso svanisse nel nulla.

Visibilmente irritata, si spazzolò la gonna, per poi dare libero sfogo alla sua rabbia – Chi cazzo era quella merda incappucciata!? E' apparso dal nulla, ha detto qualcosa del tipo “Cosa succederebbe se la più forte fosse sigillata in uno spazio isolato?” aggiungendo parole senza il minimo fottuto senso prima di svanire manco fosse un fantasma! Sono rimasta rinchiusa in uno schifosissimo stanzone circondata da soli numeri 0 ed 1 per un'ora, come minimo: perfino il Basilisco di Prometeo ha faticato ad abbatterlo! E... – si fermò, guardandosi attorno – Oh... Ah... Ma... che... che è successo?! – urlò, mettendosi le mani nei capelli – E' tutto devastato! E poi... – il suo sguardo si posò su Katie, in particolare sulle sue ferite – E lei chi è? – domandò seria – E' l'autrice di questo disastro? – e nel mentre evocò decine di catene, guardandola male – Allora? E' così? E' in combutta con il tizio incappucciato? – domandò ai suoi compagni, che scossero la testa. 
Kumo corse da lei – Mirai-chan! Provo a spiegarti io: allora, avevo chiesto a Kurai-kun di... ehm... – avvampò ma decise di far finta di niente – Parlare di una cosa, quando improvvisamente il muro della facciata – ed indicò l'enorme foro che dava all'esterno – è saltato in aria, ed è arrivato per l'appunto il tizio incappucciato: dopo qualche delirio, ha attivato il suo potere, l'Emperor, che se non erro si chiama IF, ed ha evocato... lei – ed indicò Katie – e batterla è stato davvero complesso, non faticavamo così tanto dai tempi della battaglia degli Zero: inoltre, sono emersi dettagli importanti ed inquietanti, e... – fu però interrotta dalla voce di Yuniko – Aspetta. ASPETTA! Ripeti il nome del suo Emperor! – domandò agitata a Kumo, la quale, dopo un attimo di tentennamento, rispose – IF. Perché? – guardando la ragazza come se fosse impazzita.
Yuniko si portò una mano alla testa – Ma certo... forse... forse ho capito la natura degli Emperor! – mormorò, scatenando l'attenzione generale, anche della stessa Katie, che venne però tenuta d'occhio a vista da Mirai mentre Yuniko spiegava – IF... è un comando eseguibile alla base del linguaggio di programmazione fin dai PC Desktop di prima generazione. Altra cosa: gli 0 ed 1, ricorrenti... potrebbero rappresentare il codice Binario, il linguaggio usato nell'informatica, alla base di qualsiasi cosa digitale... sì, tutto torna! Potrebbe essere che realmente l'Emperor sia un potere creato digitalmente, solo... rimane il fantascientifico dettaglio di come diamine sia possibile inserire un software in un corpo fisico, e sopratutto che comunque la si veda un software che possa interagire e addirittura alterare la realtà è letteralmente impossibile... mmm... dopo faccio una capatina tra gli archivi dei servizi segreti e vedo se scopro qualcosa, ma ne dubito...
 – mormorò fra sé e sé l'ultima parte della frase, affrettandosi poi ad aggiungere –  certo che sembra di essere in un manga sci-fi... ahahah – causando risate divertite da parte dei presenti.
Kumo, invece, si morse il labbro inferiore: alla fine si era ricordata dove aveva sentito quella parola. Avvicinandosi alla ragazza, le sussurrò all'orecchio – Lily-chan... potresti cercarmi informazioni su... – fece una pausa, per prendere coraggio – Kiara Emperor? Voglio sapere tutto su di lei – chiese seriamente.
Yuniko, in risposta, la guardò sorpresa – Oh? In effetti non ci avevo fatto caso che il cognome di tua madre fosse identico al potere dei nostri nemici misteriosi! Una coincidenza molto strana in effetti... mmm... – e si immerse nei suoi pensieri al punto da non notare l'espressione inorridita su Kumo – E TU COME CAZZO FAI A SAPERE IL NOME DI MIA MADRE?! – esclamò quest'ultima ad alta voce: fortunatamente, nessuno sembrò sentirla, essendo tutti impegnati a discutere sulla teoria elaborata da Yuniko, la quale le fece cenno di tacere mettendole un dito sulle labbra – vieni, andiamo a discuterne in privato, non penso tu voglia sapere a tutti qualcosa di così delicato – sussurrò, afferrandole un braccio e portandola in un luogo del palazzo semidistrutto dove non c'era anima viva.
*
Era ormai passata mezz'ora da quando aveva abbandonato il luogo di battaglia: il ragazzo incappucciato ricomparve al centro della Sala Riunioni del Laboratorio.
Una ragazza avvertì un rumore dietro di lei e si voltò di scatto, sorridendo e tornando alle sue mansioni non appena lo riconobbe – Bentornato, Axis-san. Com'è andata la vostra missione? Il vostro Emperor funziona bene in battaglia, almeno quanto nei test? – domandò, senza guardarlo, mentre riordinava alcuni progetti dall'aria complicatissima.
Il ragazzo, lentamente, si tolse il cappuccio, rivelando dei capelli biondi corti e sparati per aria dal gel, e un volto dai lineamenti delicati ma paradossalmente molto virili, sensazione forse accentuata dal fisico statuario.
Sbadigliando, spalancò gli occhi azzurri e rispose alla donna – Mah, ti dirò, Flare, come mezzo di trasporto non esiste nulla di meglio al mondo, e anche se si tratta di interagire con l'ambiente o oggetti inanimati funziona una meraviglia, ma... a quanto pare, non funziona bene con degli esseri viventi – con voce annoiata, mentre afferrava uno snack dal frigo della stanza e lo addentava senza pietà – Pensavo sarebbe stato divertente fare affrontare ai Gemelli della Nebbia qualcosa che fosse praticamente il loro riflesso dello specchio, e invece... ho dapprima intrappolato Mirai Rokudo, in modo che non interferisse, per poi mandare una “versione parallela dei gemelli” ad affrontare Kurai Rokudo, ma qualcosa è andato storto. Per prima cosa, il soggetto pareva privo di personalità, anche se dimostrava una forza ineccepibile e un istinto quasi animalesco, che ha sottomesso, da sola, ben due membri della loro famiglia... almeno finché non hanno usato quella roba là, il “Limit Breaker”, ma i veri problemi sono iniziati quando le ho donato un Hell Gear... in quel momento, ha iniziato a mostrare sentimenti e coscienza, e si è fatta coinvolgere in un duello di spade 1VS1 da cui è uscita sconfitta, motivo per cui l'ho abbandonata al suo destino. Insomma... non è un problema se "importando" qualcuno distruggo la sua linea temporale di origine, ma è inutile farlo se poi ha la facoltà di ribellarsi ai miei ordini. Credo abbia bisogno di una revisione, quasi quasi vado a mettermi in lista per una Patch. – spiegò, massaggiandosi la spalla.
La donna, senza guardarlo, ridacchiò dicendo – Hey, bel fusto, ma il rapporto dovrebbe farlo ad Augustus-sama, non a me! – con aria di finto rimprovero: al che, l'uomo le si avvicinò, sussurrandole all'orecchio – Ma parlare del mio lavoro con una così splendida fanciulla è molto più soddisfacente. Ha da fare più tardi, signorina? – con tono provocante.
Flare, senza smettere di lavorare, finse di pensare ai suoi impegni – Smonto dal turno verso le 21, ma dopo la mia agenda è libera. Che ne dice di venirmi a dare qualche “sessione privata” di addestramento, signore? – domandò con tono seducente e provocante, facendo finta di non accorgersi della mano del suo superiore che scivolava sotto la sua maglia con delicatezza e le dita che con calma e fermezza le massaggiavano delicatamente il seno.
Dandole un bacio sul collo, Axis mormorò sottovoce – Immagino di non potermi esimere dall'insegnare ad una mia sottoposta come migliorare il proprio lavoro, dico bene? Alle 21, allora – per poi uscire dalla sala, incamminandosi verso la Sala del Trono, mentre Flare ansimava senza però smettere di sistemare l'archivio.
*
Mirai sospirò: nonostante tutto, la versione dei fatti non la convinceva – Ragazzi, sia chiaro, mi fido di voi, è di lei che non mi fido, ed in quanto Boss non posso permettere che la nostra amicizia offuschi il mio giudizio e vi metta il pericolo di vita. Per cui... permettetemi d'interrogarla. Condizione di Sopravvivenza! – esclamò, pronunciando il nome della tecnica in Italiano, evocando l'Hell Gear e puntandolo al cuore: la catena attraversò incorporea il cuore di Katie, quindi Mirai le fece cenno di restare immobile – Ascoltami bene tu: questo attacco punirà le bugie con la vita. La catena è programmata per avvertire le variazioni del battito cardiaco quando si mente, e se ciò avviene, diverrà solida, spappolandoti il cuore. Per cui, a meno che tu non sia una potenziale suicida, non ti conviene mentire: in compenso, se uscirai viva da questo interrogatorio sapremo di poterci fidare di te. Tutto chiaro? – domandò seria, guardandola negli occhi: Katie la guardò imperturbabile per qualche istante, per poi annuire con convinzione.
Mirai si morse il labbro: odiava giocare con la vita altrui... ma non poteva permettere che una sua debolezza potesse costare la vita di un suo compagno, motivo per cui strinse i denti ed iniziò – Voglio che tu ripeta il tuo nome e cognome, la tua data di nascita e spieghi nel dettaglio, per quanto tu ricordi, come mai sei in possesso della Kirislayer, la quale dovrebbe essere andata in pezzi. Inoltre, voglio sapere il nome dei nostri nemici – ordinò, per iniziare: senza la minima esitazione, Katie sorrise rilassata e rispose – Il mio nome è Katie Rokudo, nata il 31 Luglio 2030. Non ricordo esattamente le circostanze in cui entrai in possesso della Kirislayer, ma avvenne quando ero bambina, all'incirca quando avevo 5 anni: un giorno fuggii di casa, essendo di indole curiosa, ed entrai in un edificio in rovina. Ricordo che ero in Italia all'epoca... comunque, in quelle rovine trovai molte strane cose, e prima che me ne accorgessi il mio corpo entrò in contatto con qualcosa, una sorta di fiala con una specie di ago che mi punse alla caviglia e causò al mio corpo dolori indicibili per qualche secondo. Quando mi ripresi, tuttavia, mi accorsi che nei miei ricordi era innestata un'immagine mentale, e soffermandomi su di essa potevo materializzarla: quell'immagine era della Kirislayer. Ecco, questo è ciò che ricordo – e guardò negli occhi Mirai come a dirle “va bene così?”.
Mirai impallidì: la versione della ragazza corrispondeva in molte parti a come suo fratello era entrato in possesso, da piccolo, dell'arma.
Senza contare il fatto della catena, ancora incorporea, che confermava quanto detto dalla misteriosa ragazza.
Mirai scosse la testa: tutto questo non aveva senso – Ed il nome dei nostri nemici? L'identità di quello che chiami “Maestro”? – domandò veemente Mirai – Rispondi anche a queste domande – ordinò.
Katie si rabbuiò – Mi dispiace... non è stato innestato nei miei ricordi chi fossero, né tantomeno so chi sia il Maestro. So solo che... quando sono stata... ecco, richiamata qui, mi è stato dato un solo, singolo ordine: ubbidiscimi. Poi, è apparso nella mia mente il volto del Maestro, che mi ha ordinato di chiamarlo così, per poi cancellare ogni sentimento o ricordo, anche se come avete visto durante la battaglia qualche frammento è rimasto. Altre domande? – chiese Katie, sorridendo – Se serve, posso dire qualunque cosa, era nei patti dopotutto – affermò, annuendo.
Mirai rimase immobile ad osservarla: era ancora viva. Non aveva mentito.
– Tch... no, va bene così – rispose, rimuovendo la Condizione di Sopravvivenza, e porgendo quasi controvoglia la mano a Katie per aiutarla a rialzarsi – Per ora confermo il fatto che possiamo fidarci di te. Ma sia chiaro... – e il suo tono mutò, divenendo abbastanza inquietante da incrinare l'allegria di Katie – Osa far del male a qualcuno di loro e ti farò pentire di essere nata. Intesi? – mormorò. Katie sbiancò, mentre un brivido di freddo le percorreva la schiena, affrettandosi ad annuire.

Detto ciò, Mirai sbuffò: non si sentiva mai a suo agio ad usare la Condizione di Sopravvivenza.
Stava per andare a contattare gli altri, quando avvertì una mano stringersi sulla sua veste per fermarla – Uhmm? – mugugnò, voltandosi per vedere chi fosse: Katie le teneva stretta la divisa, ed era girata di lato, con gli occhi gonfi di lacrime – Ecco... Mirai... io... ti chiami Mirai Rokudo, vero? Rokudo... proprio il mio cognome. Che persone erano... no, che persone sono i tuoi genitori? – mormorò, sforzandosi di sorridere, mentre le guance si bagnavano – Io... non ricordo nulla di loro, se non che sono morti quando ero piccola... cosa... cosa si prova ad avere una famiglia? – domandò, singhiozzando.
Mirai sgranò gli occhi: ma certo. Come poteva essere così stupida da non pensarci? Il suo desiderio di proteggere i suoi compagni a tutti i costi aveva soppresso la sua umanità: la ragazza era praticamente loro sorella, e aveva dimostrato di esser degna di fiducia, non avendo esitato a rispondere sinceramente: come aveva potuto trattarla in quel modo?
Addolcita, abbracciò teneramente la ragazza, stringendola al petto ed accarezzandole i capelli, mentre le sussurrava nell'orecchio – Sssh... va tutto bene ora. Scusami se sono stata dura con te... ma è più che chiaro che non sei una nemica. E poi... sei praticamente nostra sorella, no? Siamo entrambe figlie di Mukuro Rokudo e Chrome Dokuro, per cui non dobbiamo essere in conflitto – mentre Katie ricambiava la stretta, annuendo dando libero sfogo alle sue lacrime.
Kurai, nonostante il dolore, assisteva alla scena con un largo sorriso commosso: nonostante le grosse responsabilità che gravavano sulle sue spalle, alla fine Mirai rimaneva pur sempre Mirai. 
Con sforzo, si rialzò, aiutato da Kuro, e barcollò fino a raggiungere le due ragazze, appoggiando poi con fare amichevole la mano tra i capelli di Katie e scompigliandoglieli esclamando – Dai, non piangere, non ce n'è bisogno! Hai chiesto cosa si prova ad avere una famiglia, no? Beh... scoprilo tu stessa – sorridendo.
Katie alzò il viso dal petto di Mirai, voltandosi a guardarlo con gli occhi gonfi – E come...? – mormorò triste.
Kurai, senza smettere di sorridere, indicò prima sé stesso, poi Mirai, infine disse – Beh, hai noi, giusto? E sono sicuro che per mia madre e mio padre non ci sarà alcun problema a crescerti come fossi loro figlia. Certo, pur essendo sempre loro, non saranno i tuoi genitori biologici, però... ecco, come dire, niente gli vieta di volerti bene come se lo fossero, no? Per cui, asciuga le tue lacrime... ci siamo noi con te, Katie-nee. Non sei sola – e le accarezzò la guancia.
Katie spalancò gli occhi, incredula, per poi lanciarsi da lui, urlando – Oniisan! Scusami se ti ho ferito prima! – abbracciandolo forte.
Kurai apprezzò il gesto, anche se così facendo la ferita faceva male il doppio.

Ridendo, Kuro si avvicinò a lei, porgendole la mano – Hey, Katie-san! Io sono Kuro, il Guardiano dell'Ombra della Famiglia Kokuyo, nyah! – disse con fare amichevole: Katie si staccò da Kurai e sorrise al ragazzo, asciugandosi le lacrime – Piacere, Kuro-san! Spero andremo d'accordo! – e strinse la mano, dandogli poi un bacio sulla guancia a mo' di saluto.
Improvvisamente, una voce scosse la sala – K U R O-KUN. VEDO CHE TI DIVERTI IN MIA ASSENZA. –.
Kuro sbiancò di colpo, iniziando a sudare freddo – N-nyargh! N-non è come pensi, Yukiko-nyan! Lei è... – ma non fece in tempo a spiegare: Yukiko lo prese per l'orecchio e iniziò a trascinarlo per la sala urlando – Ora io e te facciamo un discorsetto, gattino in calore!! – ignorando i disperati tentativi di giustificarsi del ragazzo.
I tre assistettero in silenzio alla scena, finché non sparirono dalla loro vista: allora, e solo allora, si guardarono negli occhi scoppiando a ridere di cuore.
*
– Quindi... come sai il nome di mia madre? – domandò nuovamente Kumo: Yuniko le fece l'occhiolino – Eheh, non so mica solo quello! Non ti ricordi il nostro primo incontro? – domandò.
Kumo aggrottò un sopracciglio, ricordandosi quando lei intervenne in suo aiuto contro Alexia: come poteva dimenticarsene? 
Ma fu solo ripensandoci più a fondo che capì quello che l'amica voleva farle notare – …! Quella volta mi sparasti un proiettile carico di fiamma Fulmine, costringendo il mio organismo ad ibridizzarla con la mia fiamma Nuvola dando così vita alla mia attuale fiamma Nubifragio! Al momento non ci pensai, però... com'è stato possibile tutto questo?! Tu hai detto qualcosa del tipo “essendo sua figlia, con ogni probabilità dovresti averla ereditata da lei... ma a cosa ti riferivi? – domandò, ansiosa di saperne di più riguardo alla madre.
Yuniko la guardò, stupita che la ragazza non ne fosse già a conoscenza: le sembrava molto strano sapere molte più cose di una persona di quanto ne sapesse la sua stessa figlia, ma tanto valeva chiederglielo chiaramente – Kumo-san, hai mai sentito parlare... della Fiamma Incolore? –.
 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 - Informazione Riservata classificata SSS ***


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– Kumo-san, hai mai sentito parlare... della Fiamma Incolore? – domandò seria Yuniko, guardandola negli occhi, capendo immediatamente la risposta dall'espressione che le rivolse la compagna – … ok, no. Allora direi che è il caso di iniziare a spiegare da qui: tieni ben aperte le orecchie, perché sto per rivelarti un'informazione riservata di Classe S. La Fiamma Incolore è una fiamma priva di qualsiasi attributo. Non appartiene né alla categoria di Cielo, né di Terra, né di Eccezione: è proprio un qualcosa a sé – iniziò a spiegare, ma Kumo la interruppe – Lily-chan, ma... hai detto Classe S? Non mi sembra qualcosa di così potenzialmente pericoloso da rientrare nella Classe S: non è mica una non-fiamma? – domandò, attentissima: Yuniko la guardò scuotendo la testa – … no, Kumo-san, è qui che ti sbagli! Non ha attributi, è vero, ma ha una proprietà unica, sulla quale la comunità scientifica è attualmente divisa: è una proprietà o un vero e proprio attributo? Beh, in ogni caso, quel che conta è che c'è. La fiamma Incolore... è in grado di assorbire e di conseguenza neutralizzare ogni singolo colpo subito da attacchi con un qualsiasi attributo: diciamo che è uno Zero Chiten Toppa Kai perennemente attivo. Presenta però un'altra abilità: se sottoposta ad impulsi speciali o comunque ad una dose massiccia di fiamma, essa può mutare definitivamente nell'attributo a cui è stata esposta! Capisci? Per questo quel giorno decisi di spararti il mio Proiettile ad Impulsi Elettrici, ideato apposta dai ricercatori dei Giglionero per far emergere in me le caratteristiche assopite di fiamma Fulmine: esso contiene una carica concentratissima di fiamma Fulmine, che la tua fiamma Incolore ha assorbito mutando e divenendo Fulmine, causando poi lo shock da conflitto da fiamma che ha culminato con la fusione dei due attributi nella fiamma Esclusiva “Nubifragio”, che ha permesso di risvegliare i veri poteri della tua arma e di fare il culo ad Alexia – concluse, sfoderando un sorriso furbetto.

Kumo, che l'aveva fissata interdetta per tutto il tempo mentre il suo cervello elaborava a velocità spaventosa una domanda dietro l'altra, colse il momentaneo silenzio per porne qualcuna – ASPETTA. Io avevo la fiamma Incolore?! Ma... non è possibile! Avevo già la fiamma Nuvola completa, allora come... – domandò, ma Yuniko le fece cenno di tacere – Hai ragione, ma non ti ho detto che la fiamma Incolore è neutrale: è l'unica fiamma che si sappia possa coesistere in forma completa con una fiamma Cielo o Terra completa, solo che rimane sempre sopita. Inoltre, è ereditata dai genitori nel 50% dei casi, per cui quella volta avevo una possibilità su due che tu possedesti effettivamente tale fiamma: considerando la situazione di pericolo in cui ci trovavamo, pensai che il gioco valeva la candela. – spiegò, ma questo servì solo a far assumere a Kumo un'espressione sconvolta – M-ma! Mi hai iniettato una fiamma estranea pur sapendo che fosse presente di sicuro la fiamma Nuvola completa!? E cosa sarebbe successo se non avessi avuto la fiamma Incolore?! – domandò, rabbrividendo al pensiero: Yuniko ridacchiò spensierata – Nulla di grave, era una fiamma indotta, per cui non era sufficiente a provocare uno shock letale: probabilmente, saresti andata KO per qualche minuto e basta, nel peggiore dei casi. Paradossalmente, hai rischiato più nel momento in cui la tua fiamma Incolore è divenuta Fulmine, dato che eri nelle condizioni per subire uno Shock da Doppia Fiamma potenzialmente letale, ma confidavo che la figlia di Hibari Kyoya e Kiara Emperor fosse abbastanza forte da potercela fare... e beh, direi che non ho sbagliato a giudicarti! – spiegò semplicemente.

Kumo era indecisa se strozzarla per aver messo a repentaglio la sua vita o se abbracciarla per avergliela salvata: rimandando la decisione a più tardi, pose l'ennesima domanda – Lily-chan... mi ricordo che quella volta parlasti ad Alexia come se sapessi chi fosse... perché? Posso saperlo? – chiese: era una domanda che si teneva dentro da molto, troppo tempo.
Yuniko parve rabbuiarsi di colpo – … mi prometti che non lo dirai a nessuno? – mormorò seria, come mai Kumo l'aveva vista.
Stupita, annuì senza pensarci: in quel momento, Yuniko le afferrò il polso trascinandola in camera sua, dove si sedette davanti al portatile ed aprì un software misterioso che richiedeva una triplice password.
Fatto ciò, sullo schermo comparvero dati di ogni tipo e formato, dall'esadecimale al binario al linguaggio di programmazione.

Confusa, Kumo fece per chiedere spiegazioni, ma Yuniko l'anticipò – Questo – spiegò – E' il GWF, acronimo di "Gateway Force", il più potente software di Hacking della storia. Purtroppo, essendo stato sviluppato da decine di persone nel mondo, è assurdamente complicato da usare, perfino per gente dell'FBI americano: questo perché anche solo il compiere una singola azione può richiedere anche 25 lingue diverse tutte in una volta. Gli unici in grado di usarlo, la Famiglia Anonimo, vennero sterminati, in quanto criminali informatici ritenuti troppo pericolosi per il mondo moderno sempre più dipendente dalle macchine. Questa... – ed indicò lo schermo, scritto in lettere occidentali che Kumo faticava a leggere – è l'unica copia esistente in un'unica lingua, per la precisione l'Italiano: sono anni che lavoro alla sua traduzione, e l'ho ultimata solo qualche giorno fa. Quindi, ti chiederai: cosa c'entra questo con un fatto avvenuto 3 anni fa? Semplicemente, all'età di 10 anni, non ti posso dire come, entrai in possesso di questo software. Sai, ero ciò che definiresti una "bambina prodigio", capace di far qualsiasi cosa e bla bla bla. Si, ehm, lasciamo perdere. Ciò che conta, comunque, è che ero abbastanza intelligente da capire ad intuito come usare il software, e ciò mi permise, all'età di 11 anni, di accedere al database segreto dei Vongola, dove appresi molte cose: tra le più interessanti, vi erano 3 fascicoli. Uno dedicato alla fiamma Incolore, dove accennavano anche a tua madre, l'altro era un dossier sulle famiglie alleate con tanto di foto, e dove c'erano le schede dei membri della famiglia Drago pre-sterminio e post-sterminio con l'avviso di tenerli in osservazione sebbene non costituissero una potenziale minaccia a detta loro, ed infine... ehm... non so se dirtelo... in caso ci scoprissero in quel caso saresti considerata mia complice, e passeresti guai serissimi! – esclamò preoccupata, guardandola negli occhi: Kumo, inaspettatamente, le sorrise – Lily-chan... ricordi? Siamo compagni, nel bene o nel male: nel trionfo o nella sconfitta, restiamo una famiglia. Pensi che il pericolo di finire nei guai mi fermerà dallo scoprire la verità? Meglio così, anzi: se le cose ci andassero storte, almeno avrai compagnia in cella. E poi, non ti sei mai fatta scoprire fin'ora, giusto? Vuol dire che ci sai fare, per cui non ho motivo di dubitare nelle tue capacità! – e le fece un occhiolino.

Yuniko pensò che era davvero molto cambiata da quando aveva fatto pace con sé stessa ammettendo tutti i suoi sentimenti: poteva fidarsi delle sue parole. Ne era certa.
– Ok, Kumo-chan – rispose: Kumo notò il “chan” al posto del “san”, ma fece finta di non farci caso – Quello che sto per dirti è tratto da un dossier di classe... SSS... – ed esitò per un momento, stranamente spaventata: Kumo pendeva dalle sue labbra – … Antifiamma, nonché uno dei Dieci Grandi Segreti della Mafia. Per farla breve, essa è una versione potenziata all'ennesima potenza della Fiamma Incolore... diciamo che è l'equivalente di una ipotetica fiamma Incolore-0. Essa... è dotata dell'attributo/caratteristica denominata “Annullamento”, ed è... capace di annullare qualsiasi fiamma. E per qualsiasi intendo QUALSIASI. Che sia classica, completa, incompleta, esclusiva, doppia o addirittura un hado-0, l'Antifiamma è in grado di neutralizzarla senza il minimo sforzo, con gravissimi danni per chiunque sfrutti tali fiamme contro di essa, in quanto tale fiamma una volta "innescata" tende ad esercitare una sorta di attrazione capace di risucchiare via la fiamma del malcapitato fino a prosciugarla completamente, causandone l'inevitabile decesso... come se non bastasse, l'Antifiamma ha una caratteristica decisamente onnipotente, ovvero la capacità di rigenerare i tessuti traendo energia dalla fiamma nemica. Insomma, possedere l'Antifiamma non solo vuol dire essere invulnerabile agli attacchi di fiamma ed avere la capacità di usarla per ripristinare la propria salute, ma anche che il solo tentare di attaccare il possessore può rivelarsi fatale per l'aggressore. E questa fiamma... era frutto degli esperimenti di un gruppo di persone che sicuramente ti risulterà familiare... – disse, interrompendosi per qualche secondo, aspettando che Kumo indovinasse – Fammi indovinare... gli Estraneo? – domandò Kumo, sbuffando e pensando “sempre loro”.
Peccato che... – No, Kumo-chan: questa volta non sono loro gli autori. Il nome Insyder ti dice nulla? – domandò, conoscendo già la risposta: il cuore di Kumo saltò un battito.

*

Quella sera, Mirai e Kurai indissero una riunione straordinaria di emergenza, sfruttando l'unica sala abbastanza grande e non danneggiata: l'Auditorium.
Mirai notò che stranamente Kumo sembrava immersa nei suoi pensieri, con un'espressione che trasmetteva inquietudine e irrequietezza ad ondate.
Annotandosi mentalmente di parlarle più tardi, si schiarì la voce al microfono, in modo da farsi sentire anche dai sottoposti di Haruo, alcuni di essi seduti parecchi metri più in là – Allora... inizio con il fare il punto della situazione per tutti coloro che erano in missione al momento in cui è avvenuto il fatto: in data odierna, poco dopo le 13, un individuo incappucciato la cui divisa risulta corrispondere a quella indossata dalla responsabile della Sommossa di Roma ha fatto saltare in aria il muro della zona dell'Area Relax, mentre erano presenti sul posto Kurai-nii e Kumo-chan, e mi ha sigillata nell'ufficio di amministrazione, impedendomi di partecipare all'azione difensiva. Anche lui ha usato lo strano potere denominato “Emperor” per attaccarci, ma questa volta non ha preso controllo di uno di noi, bensì... ha evocato lei – e fece un cenno a Katie, la quale, visibilmente nervosa, fece un passo avanti – e, sotto il suo controllo, ci ha attacco, venendo poi sconfitta da mio fratello dopo una lunghissima battaglia che ha visto coinvolti Kumo-chan, Kuro-kun e Kurai-nii, oltre che Lily-chan. Il nemico è inoltre fuggito poco dopo aver evocato lei – e guardò ancora una volta Katie, che era pallida dal nervosismo.

Notando questo, Mirai abbandonò il tono informale per metterla a suo agio – Ma come ho detto, lei era controllata: in realtà, possiamo fidarci. Anche perché è sopravvissuta alla mia Condizione di Sopravvivenza – esclamò, fra lo stupore generale: tutti conoscevano l'efficacia di quella sua tecnica – inoltre, abbiamo un motivo in più per accettarla in famiglia! Avanti, Katie-nee, presentati! – le disse Mirai, con un occhiolino: la ragazza annuì, avanzando fino al microfono, dove disse con tono nervoso – Ehm... il mio nome è Katie Rokudo. Ho 16 anni e... ecco... ah! Possiedo la fiamma Nebbia-0 anch'io e... e... oneesan! Cosa devo dire?! – sussurrò all'improvviso a Mirai, la quale immediatamente riprese il controllo della situazione – …. ed è la nostra sorellina minore! Contatterò i miei genitori alla fine di questa riunione per spiegare la situazione, ma a prescindere da ciò che decideranno loro, voi dovete trattarla bene: il suo cuore è di una purezza che si vede di rado, e anche se è stranamente a disagio a parlare davanti alle folle vi assicuro che è una gran chiacchierona! Per i dettagli, chiedete a me, risponderò ad ogni dubbio. Ah, Kurai-nii – disse, rivolta al fratello, che annuì, capendo immediatamente – Vieni, Katie-nee, ti presento a due miei amici – e prese la ragazza per mano, portandola attraverso la folla (che la salutò amichevolmente, presentandosi) fino a raggiungere Vittorie e Rajiv – Ecco, proprio voi due cercavo! Katie-nee, loro sono Vittorie-san – ed indico la ragazza, e le sorrise in modo dolce – e Rajiv-san – ed indicò il gemello della ragazza, che eseguì un inchino elegante baciandole la mano: Katie arrossì, imbarazzata ma compiaciuta – e sono i nostri... come dire, scienziati. Hanno un'intelligenza fuori dal comune e sono abbastanza folli da sperimentare qualsiasi cosa: sono loro due ad aver forgiato gli Hell Gear, tra cui... – spiegò, mentre Katie estraeva il ciondolo dell'Hell Gear, fra lo stupore generale dei gemelli – il tuo – concluse, mentre i due prendevano delicatamente il ciondolo e lo esaminavano, ripassandolo poi a Katie.

Vittorie, sorpresa, domandò – Oh dei, è l'originale! Dove l'hai preso, Katie-san? – con aria piuttosto sconvolta: loro erano ben coscienti di che fine avesse fatto l'Hell Gear di Kurai.
Rajiv, invece, mormorò in tono grave – Katie-san... il tuo Hell Gear è sprovvisto di Spirit e di una protezione in caso di utilizzo del Limit Breaker. Mi permetti di installartene uno? E' per ragioni di sicurezza –.
Katie, alzando un sopracciglio, esclamò, confusa – Eh? Spirit? Protezione? Perché? A che serve? E cos'è uno Spirit? Comunque... questo medaglione me l'ha fornito il Maes- cioè, il nemico che mi controllava. Devo smetterla di chiamarlo Maestro. – si rimproverò mordendosi le labbra.
Rajiv e Vittorie si guardarono, capendo ciò che volevano dirsi e annuendo per confermare, quindi guardarono Katie negli occhi e risposero all'unisono – Quando un Hell Gear abbatte il “Limite” di sicurezza, entra in stato di Limit Breaker: così facendo si diventa estremamente potenti, ma ci si pone ad un passo dal demone che abita gli Hell Gear, e ciò aumenta drasticamente il rischio di Possessione. Per evitare ciò, abbiamo creato questi – e dalla tasca estrasse una sorta di strano microchip scolpito in una pietra che Kurai non riconobbe – ovvero intelligenze artificiali create ad hoc oppure estrapolate dalle Box Heiki dei Millefiore capaci di gestire gli Hell Gear, dare un tempo ai Limit Breaker corrispondente a 5 minuti, entro i quali non si corre alcun rischio di Possessione da esposizione prolungata, e dopo tale tempo possono sigillare l'Hell Gear stesso finché l'energia negativa accumulata non si scarica. Ora che ci penso però... – e si voltò a guardare la sorella – Hey, Vitty: ma se... – e le sussurrò qualcosa all'orecchio: gli occhi di lei si spalancarono, brillando quasi di luce propria – Ah! Sei un genio, Rakkun! – e si rivolse a Kurai, mentre suo fratello apriva il medaglione dell'Hell Gear di Katie ed installava il Chip contenente lo Spirit – Kurai-san, chiedo il permesso di raccogliere gli Hell Gear della famiglia: mio fratello ha appena avuto un'idea geniale, e se va in porto aumenterà drasticamente la stabilità e l'utilità degli Hell Gear e dei Limit Breaker! Solo che ciò richiederà almeno due giorni, per cui gli unici in grado di partecipare in missioni o difenderci da attacchi in tale lasso di tempo sarete tu, Marsh-chan e Haruo-kun, e considerando che siamo stati appena attaccati è un rischio molto alto... ma penso ne valga la pena, dato che Talbot è ancora qui in Giappone! Allora? La scelta è tua, Boss! – disse, mentre nel frattempo suo fratello aveva concluso il lavoro e lo consegnava ad una saltellante Katie. Kurai annuì – Questa modifica ha quindi tre vantaggi: aumentare il nostro potenziale offensivo, ridurre i rischi dell'utilizzo degli Hell Gear ed introdurre alcune variabili per rendere gli scontri più versatili e depistare i nostri nemici che a quanto pare sono parecchio informati sul nostro conto, dico bene? – domandò a conferma, ottenendo un cenno d'assendo dai due gemelli – quand'è così, io sono pienamente d'accordo! Dopo ne parlerò anche con Mirai-nee, ma sono più che certo che accetterà! – rispose dunque Kurai: Vittorie esultò giuliva e battè il cinque a Rajiv mentre Kurai si voltò per poter guardare da lontano l'espressione preoccupata di Kumo, sentendosi improvvisamente impotente: avrebbe volentieri barattato Excalibur per un suo sorriso, in quel momento.

*
Il laboratorio era in fermento: su ogni schermo comparve improvvisamente una scritta verde con scritto “Success!”, che causò reazioni di gioia e urla di giubilo da parte delle figure in camice: quello che pareva essere il caporeparto, estrasse una penna USB e si affrettò con scatto podista verso la Sala del Trono – AUGUSTUS-SAMA! AUGUSTUS-SAMA! E' COMPLETO! HACK E' COMPLETO! – urlò, inchinandosi e porgendo la chiave USB: dall'ombra, emerse una figura corpulenta, il cui sorriso parve risplendere nella penombra – Ho aspettato 25 anni questo giorno! 25 anni... – le sue mani presero a tremare dall'emozione – Ed ora... finalmente...! Andiamo: prima lo innestiamo, meglio è – ordinò, alzandosi: lo scienziato urlò – Sissignore!! – e scattò in laboratorio, seguito dall'uomo, il quale si fermò per un istante, volgendo lo sguardo al cielo – Goditi il tuo stupido e falso equilibrio, mondo! A breve rinascerò come Dio, e ti omaggerò un vero equilibrio degno di tale nome... con me al vertice. – mormorò, passandosi la lingua sulle labbra con aria soddisfatta – Non vedo l'ora – affrettandosi poi a raggiungere lo scienziato.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Lo scoppio della Guerra ***


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Augustus avanzava per il lungo corridoio con aria impaziente, seguito da uno stuolo di scienziati che camminavano a gran distanza da lui per non calpestargli l'ombra: avanzò fino alla fine, ritrovandosi davanti ad un'enorme portone che aprì con decisione, ritrovandosi davanti ad un'immensa sala strapiena di server e computer di vario genere – Bene bene... Flare – disse, mentre la donna s'inchinava con riverenza – come procede? – domandò.

La donna sfoderò un sorriso e, restando inchinata, rispose – Mio signore, ho concluso la mia missione: tramite una catena, il mio Emperor è giunto a colpire i più importanti capi dei principali stati: in questo momento, il Presidente degli Stati Uniti, quello Russo, Cinese e Giapponese sono sotto il nostro controllo. Penso che tre colossi siano un ottimo modo per iniziare una guerra, mentre il controllo sul Giappone ci permetterà di disporre delle nostre truppe senza intralci. Purtroppo sono costernata di dirle che l'operazione in Italia è fallita e Roma non è caduta sotto il nostro controllo, per via dell'intrusione dei Vongola e dei Varia, aiutati dalla stessa famiglia che ha sterminato gli esperimenti del Project Zero –.

Augustus ascoltò il rapporto con interesse, per poi sfoderare un gran sorriso – Perfetto: quindi, disponiamo già di testate nucleari? Eccellente lavoro, Flare! Ti sei meritata tutta la mia gratitudine... ed un cospicuo aumento. – esclamò compiaciuto, mentre tutti i presenti applaudivano entusiasti e Flare, sempre inchinata, piangeva commossa.

Non appena Augustus fece un gesto con la mano, però, la folla tacque immediatamente – E come procede il Project Zero 2? – domandò: questa volta la risposta non fu quella che sperava – Augustus-sama... il progetto non fa progressi: l'Innesto risulta impossibile. Per evitare di sprecare altri soggetti con fallimenti, stiamo usando l'Immortale, che risulta immune a shock potenzialmente fatali, ma non vi è alcun attecchimento... – rispose lo scienziato a capo del reparto, inchinando la testa umile.

Augustus sbuffò – Nah, lo supponevo. Ma gioite: oggi è un gran giorno! Con il potere divino, Hack, ora nulla è impossibile! Portatemi al reparto coi soggetti: risolto questo problema, ci sarà da fare gli ultimi preparativi e poi... il mondo finalmente farà la nostra conoscenza – e sfoderò un ghigno di pura soddisfazione, mentre la folla, ripresasi dal torpore, urlava gioiosa – Lunga vita ad Augustus-sama! Lunga vita all'Eletto! Lunga vita agli Insyder! –.

*

Kurai osservava Kumo seduta in disparte, immersa nei suoi pensieri: erano ormai tre giorni che era così.

Non poteva più stare semplicemente a guardare.

– Kumo-chan... è libero? – domandò, avvicinandosi alla ragazza ed indicando il posto accanto a lei: Kumo alzò lo sguardo, per poi abbassarlo nuovamente ed annuire, senza proferire parola.

Sospirando, Kurai si sedette, voltandosi a guardarla: era più forte di lui, più la guardava e più la trovava attraente... e più lei era triste, più lui si sentiva morire dentro – Senti... vuoi parlarne? – domandò all'improvviso, mordendosi immediatamente la lingua. Troppo schietto?

Ma Kumo non sembrò farci caso: alzando le spalle, mormorò – Non servirebbe a niente... il mio umore non cambierebbe anche se ti dicessi tutto, eh... – per poi tornare a fissare il vuoto, pensierosa.

Kurai si morse il labbro: no, decisamente non poteva far finta di niente.

– Kumo-chan! Usciamo insieme! – disse tutto a un tratto: la ragazza si voltò di scatto a guardarlo, arrossendo violentemente – CHE!? – esclamò, imbarazzatissima: Kurai, teso com'era, non ci fece caso – Beh... s-se dici che parlarne non servirebbe a niente, allora non farlo! Però... non puoi impedirmi di distrarti e farti divertire pensando ad altro! Per cui, usciamo: andremo dove vuoi. – poi, pensandoci su, aggiunse – Ehm... o-ovviamente se preferisci invitiamo anche Mirai-nee e gli altri – pensando che la ragazza potesse sentirsi a disagio loro due da soli.

Kumo fissò il pavimento, rossa come non mai: che cavolo gli saltava in testa a quell'idiota?!

Eppure, dopo averci pensato su un attimo, pensò che era l'occasione ideale per stare un po' da sola con lui: forse avrebbe perfino trovato l'occasione per dichiarargli i suoi sentimenti, com'era ormai determinata a fare il prima possibile – E sia, usciamo insieme – mormorò, cercando di nascondere l'imbarazzo: Kurai sgranò gli occhi incredulo, facendo per aprire bocca, ma Kumo gli fece cenno di tacere – MA... ad una condizione: andremo... noi due da soli... – pronunciò l'ultima frase con voce così bassa che Kurai non la sentì nemmeno – … eh? Quale condizione? – domandò, confuso.

Kumo si portò una mano alla faccia, ripetendo – Solo... io e te... non coinvolgiamo anche gli altri. Ok? – sbuffando: a Kurai s'illuminarono gli occhi come fosse un bambino – Accetto! Ora scappo da Vittorie e Rajiv a recuperare gli Hell Gear aggiornati, intanto pensa a cosa vuoi fare! A dopo, Kumo-chan! – e svanì immediatamente nella nebbia, sorridendo giulivo.

Kumo rimase immobile a fissare il punto dov'era svanito per qualche secondo, per poi mormorare – A più tardi, stupido testone – sorridendo per la prima volta dopo giorni.

*

Mirai e Kurai camminavano per il vicolo isolato – Kurai-nii, ma siamo sicuri che siano riusciti a completare l'upgrade in così poco tempo? – domandò al gemello, scostandosi i capelli – voglio dire, non ho il minimo dubbio nelle capacità di quei due geni, anzi, però... – ma Kurai la interruppe – Beh, sono stati loro a dirci di ripassare entro tre giorni: a quanto pare, la modifica, se realizzabile nella pratica, richiedeva due soli giorni più uno per effettuare test ed eventuali fix, quindi mal che vada assisteremo a qualche prova: sono curioso di sapere che diamine si sono inventati questa volta – disse, mentre varcavano la soglia del falso palazzo fatiscente e scendevano nello scantinato, quando una voce familiare alle loro spalle sussurrò – Uhuhuh, allora siete fortunati: ci servivano proprio due cavie! – che li fece sussultare spaventati, mentre Vittorie e Rajiv apparivano alle loro spalle e li spingevano nel laboratorio nascosto.

I gemelli si voltarono a guardare i due, a metà fra l'irritato ed il divertito: Vittorie si stava rotolando per terra dal ridere, mentre Rajiv si sforzava invano di rimanere serio, con un sorriso divertito che sbucava ad intervalli regolari – S-scusate! Ahahah! Non abbiamo resistito! – disse Vittorie, ancora scossa, rialzandosi – Comunque è tutto pronto: ci servono solo un Soul Drive ed un proprietario di un Hell Gear per testarlo, e poi sarà tutto pronto! Ah, giusto – aggiunse, porgendo a Kurai uno strano oggetto simile ad una chiavetta USB, dall'attacco però molto più piccolo e dall'aria delicata, molto simile ad un sottile ago – Questo è il software d'aggiornamento per Re Kiri e gli altri due Spirit dei Soul Drive: per aggiornare, basta infilare la chiave di dati qui – ed indicò un'apertura nascosta nell'anello – mentre Marsh-chan ce l'ha nel retro del ciondolo. Haruo-kun dovrà necessariamente farsi un'iniezione in un preciso punto del tatuaggio! Uhuhuh – spiegò, mentre Rajiv aiutava Kurai ad infilare il dispositivo correttamente: Re Kiri comparve immediatamente, mentre negli occhi scorrevano scritte di vario tipo, mormorando con voce metallica – Aggiornamento Soul Drive in corso... 15%... 31%... 63%... 98%... – per poi tornare normale non appena l'aggiornamento si concluse – 100%! Ohibò, qual strana sensazione, Messere! Mi sento invero rinnovato, e... perdindirindina, cos'è mai questa stregoneria?! – esclamò, guardandosi la coda: ora il suo corpo aveva qua e là dei tessuti simili alla pelle di serpente, e la sua intera struttura ossea pareva essere diventata d'acciaio e color argento – Sento in me la potenza di mille uomini! – disse in tono gioioso, fluttuando: Kurai notò con stupore come ora fosse diventato tangibile – Vittorie-san! Rajiv-san! Cosa... che significa? – mormorò, confuso.

I due si guardarono con un sorriso complice, per poi esclamare all'unisono come quando erano un'unica entità – D'ora in poi, gli Spirit potranno combattere al vostro fianco in modo da sperimentare nuovi stili di combattimento a seconda delle necessità, uhuhuh! Esattamente come fanno i Vongola con le loro Box Heiki, e questo vale anche per gli Hell Gear – dissero, porgendo a Mirai il suo bracciale, che la ragazza indossò senza esitare – Prova ad evocare Scarlet, gli Hell Gear sono già tutti aggiornati! Uhuhuh! – suggerirono.

Mirai annuì, quindi urlò – Hell Gear: Attivazione! – evocando il Prometheus... ma qualcosa era diverso: le catene erano qua e là coperte di muschio e ruggine, mentre in alcuni punti parevano avvolte da fiamme rosse intense, dall'aria decisamente rovente – Oh, ciao, Mirai! Benvenuta al tuo nuovo Hell Gear: il Prometheus Infer – disse la voce di Scarlet nella sua testa.

Mirai cercò in giro la piccola farfalla rossa, senza trovarla, finché lei non disse – Guarda sopra di te! –, cosa che Mirai fece... restando sbigottita dalla sorpresa.

Scarlet era ora una splendida Farfalla Cobra dai colori scarlatti e i riflessi arancio/giallastri, con un'apertura alare di circa 30 cm ed avvolte dalle stesse fiamme delle catene – D'ora in poi non mi limiterò a darti consigli, Mirai! Se sarà necessario combatteremo insieme! – disse determinata: Mirai la guardava estasiata – Sei bellissima! Ma cosa facciamo se ti succede qualcosa in combattimento? – domandò preoccupata, ma subito lei la rassicurò – Noi Spirit siamo legati all'Hell Gear, o meglio, al nostro Chip dentro di essi: finché rimane intatto, non possiamo morire definitivamente... al più, ci vorrà qualche minuto per rigenerare il mio corpo, nulla di più! – spiegò con fervore.

Mirai sorrise, rassicurata – Allora conterò su di te nelle prossime battaglie! – esclamò, approfittando del fatto che era solida per accarezzarla: stranamente, le fiamme non la scottarono.

Kurai, seguito da uno svolazzante Re Kiri, si avvicinò ai due gemelli – Comunque oltre a questo in che consiste questo upgrade? – domandò, curioso: Scarlet e Mirai si avvicinarono di corsa per ascoltare anche loro, mentre Rajiv si schiariva la gola – Per prima cosa, abbiamo implementato la funzione "Synchro": se un Soul Drive è nelle vicinanze di un Hell Gear, ed il proprietario è in forte sintonia con quello del Soul Drive, si può effettuare una sorta di "risonanza" fra lo Spirit del Soul Drive, che sarà la base, e quello dell'Hell Gear: questo consentirà allo Spirit del Soul Drive che effettua la sincronizzazione di assorbire provvisoriamente alcune caratteristiche dell'Hell Gear con cui si è connesso concedendo un'ulteriore potenziamento vagamente simile ad un Limit Breaker, che però varierà a seconda dell'Hell Gear con cui si è sincronizzato e con il grado di Sincronia: va quindi tenuto conto che a seconda della situazione potrebbe risultare sia in un drastico potenziamento sia in una netta riduzione della potenza di base, quindi usatelo con assoluta cautela, perché è vero che potrebbe salvarvi la vita tanto quanto è concreta la possibilità che potrebbe condannarvi. Per quanto riguarda i soli Hell Gear, invece... – spiegò, interrompendosi ad un certo punto per far continuare la sorella – … ora sono nettamente più stabili, più potenti e hanno in dotazione diverse funzioni che garantiranno nuove possibilità e tattiche nei vostri scontri. Purtroppo siamo stati costretti a cestinare la nostra idea iniziale in quanto si è rivelata impossibile da stabilizzare, almeno con le nostre attuali conoscenze, e ci siamo resi conto che ora usare i Limit Breaker risulta essere molto, molto più pericoloso, per cui abbiamo installato un dispositivo di autodistruzione dell'Hell Gear nel caso qualcosa andasse storto: abbiamo preferito un ulteriore sicurezza al rischio di Possessione insomma, e questo significa che il tempo limite non verrà allungato in alcun modo. In compenso, però, siamo riusciti a far sì che la carica negativa si esaurisca più in fretta, per cui ora si potrà riattivare l'Hell Gear dopo soli 15 minuti! – concluse Vittorie.

Mirai si soffermò per un po' a pensare alla spiegazione, quindi disse – Insomma, se vogliamo agire di tattica conviene usare il solo Hell Gear, mentre in condizioni disperate il Limit Breaker oppure la funzione Synchro, è esatto? Ma questo implica che d'ora in poi converrà agire sempre in coppia! Dico bene? – chiese, a conferma: i due annuirono e mormorarono all'unisono – L'idea è quella, uhuhuh! L'agire in coppia, oltre ad aumentare esponenzialmente il potenziale offensivo, vi permetterà maggior sicurezza: inoltre, per una famiglia degna di tale nome il gioco di squadra è essenziale, no? –.

Mirai li guardò con ammirazione – Voi due siete assolutamente geniali! – disse con soddisfazione, ma i gemelli abbozzarono un sorriso strano, quasi imbarazzato – Beh... noi veramente ci siamo limitati a sviluppare questo upgrade, ma l'idea di un “power-up” che sfrutti il combattere a coppie l'ha avuta Yukiko-san: ha anche fornito questa – e, dopo aver frugato nella tasca, Vittorie porse una lista alla ragazza, che l'aprì ed iniziò a leggerla, mentre Kurai si appoggiava a lei per leggere meglio – Ma... questa...! – disse Mirai, sgranando gli occhi – E' una lista di accoppiate consigliate per massimizzare il rendimento nelle battaglie? Oh, dei! Ha perfino segnato pro, contro e statistiche medie di ognuno dei membri della famiglia! E' assurdo! Quella ragazza è pazza, ci avrà perso ore ed ore di sonno per studiare tutto al minimo dettaglio! – esclamò Mirai, stupefatta: Kurai la guardò negli occhi – Beh, Mirai-nee, allora il minimo che si possa fare è seguirla alla lettera, no? – propose.

Mirai annuì – Assolutamente sì, ma... non capisco alcune coppie. Cioè, te e Kumo-chan sì, siete affiatatissimi – e lo guardò con un sorriso malizioso, godendo nel vederlo arrossire imbarazzato – E capisco perfettamente anche la coppia Kuro-Rajiv, in quanto si compensano: uno è un potentissimo attaccante fisico dalla forza mostruosa, mentre l'altro un illusionista eccelso che potrà fornirgli supporto ed inoltre abbattere nemici intangibili come quel tale, Eefrith, che avete sconfitto tempo fa e che un guerriero totalmente fisico come Kuro non potrebbe toccare in alcun modo... ma Haruo-Katie?! Yuniko-Vittorie? Perché? – domandò, confusa, al che Rajiv le porse un'altra piccola risma di fogli, dove c'erano scritti i motivi per cui Yukiko aveva scelto proprio quelle coppie – … ok, nessuna obiezione – concluse, impallidendo nel leggere che aveva pensato perfino ad alcune combinazioni pratiche e ad allenamenti di vario tipo.

*

– Hey, Marsh-san... dove stiamo andando? – mormorò intimidita Katie: aveva seguito la ragazza su sua insistente richiesta, ma non avrebbe mai pensato che avesse voluto subito farle vedere casa sua – Te l'ho già detto, Katie-chan, voglio presentarti il mio papino – rispose Marsh con un sorrisetto strano, trascinandola per il braccio, continuando così fino a giungere al cospetto di una colossale magione formata da cemento bianco e candido ed enormi vetrate che davano quasi l'impressione di essere immersi nella natura – Eccoci qui! Questa è casa mia, e... ecco – citofonò e restò in silenzio, indietreggiando per essere messa a fuoco: immediatamente, una voce metallica esclamò – Marsh-sama, bentornata a casa! – mentre i cancelli si dischiudevano, permettendo all'insolito duo di avanzare.

Katie, sebbene titubante, seguì Marsh a passo deciso: stranamente, si sentiva a disagio in presenza di sfarzo e lusso, come se fosse abituata a ben altro.

Continuarono a camminare (Katie notò come la gente continuasse ad usare il suffisso -sama per rivolgersi a Marsh) finché non giunsero in un'enorme sala adornata da poltrone bianche e tavoli di cristallo: sopra uno di essi, Byakuran era sdraiato con la testa poggiata al grembo di Bluebell, e sgranocchiava un marshmallow dietro l'altro mentre lei accarezzava la sua testa con dolcezza, afferrando al volo di tanto in tanto i dolcetti che il marito le lanciava alla bocca.

Marsh rimase a fissarli disgustata mentre Katie si voltava distogliendo lo sguardo finché la ragazza non si decise a segnalare la propria presenza – Che schifo, ho appena avuto un principio di diabete... – esclamò ad alta voce: Bluebell sussultò, impallidendo dall'imbarazzo, mentre Byakuran si alzò e si diresse alla figlia come se niente fosse – Oh, la mia Marsh-chan! Sei venuta a trovare il tuo amato papino? Che bella sorpres- Uh? Chi è quella? E' una tua amica? Mi sembra di conoscerla... – disse, improvvisamente serio: Marsh, senza farci caso, disse a Katie di girarsi: la ragazza guardò Byakuran, decisa a far finta di non aver visto niente – S-salve! Il mio nome è Katie Rokudo, ho 16 anni e sono qui perché... perché sua figlia voleva presentarmi a lei, signor Byakuran – disse, guardandolo negli occhi.

Byakuran sgranò lo sguardo – Tu... provieni da un'altra linea temporale, vero? – domandò, serissimo, mentre Bluebell si avvicinava e domandava – Altra linea temporale...? Come Ghost, intendi? Mmm... non so, nyu. Lei sembra avere una personalità, una coscienza e sopratutto un corpo materiale. Cosa ti dice che lei provenga da un altro tempo? Avverti una qualche distorsione attorno a lei, caro? – domandò: in questi anni, Bluebell si era interessata alla fisica del tempo e dello spazio, e aveva scoperto di possedere un innato talento nell'apprendere argomenti scientifici con il minimo sforzo, ed aveva quindi intrapreso degli studi che erano culminati con la sua 5° laurea... impensabile, se ci si basa a com'era durante lo scontro fra Vongola e Millefiore avvenuto in un futuro ormai inesistente.

Byakuran scosse la testa – No, non è questo: io... l'ho già vista, in uno dei miei mondi – rispose tetro.
Marsh, non abituata a vedere il padre così tetro, domandò – Ehm... padre... cosa intendi con “l'hai già vista”? – con aria preoccupata: l'espressione di Byakuran non prometteva nulla di buono.

Scuotendo leggermente la testa, Byakuran annuì – Sì, ne sono sicuro: l'ho già vista... nella Distopia... l'unica linea temporale dove mi fu sottratto, dopo anni, il dominio del mondo da parte di un gruppo di guerrieri dotati di poteri al limite del fantascientifico. Neppure Sho-chan ne è mai venuto a capo: in assoluto, è il futuro peggiore che mi sia mai capitato di vivere, pochissime delle persone che conosciamo ora sono sopravvissute. Mh... hai detto di chiamarti Katie, giusto? Ti andrebbe di aiutarmi a venire a capo di questo mistero? – domandò, sorridendo improvvisamente rilassato come suo solito.

Katie, disorientata, mormorò – E come posso essere d'aiuto? A malapena ricordo chi sono... – mordendosi il labbro: al che, Bluebell intuì l'idea del marito e spalancò gli occhi, incredula – C-caro! Non vorrai...? – mentre Byakuran si avvicinava e poggiava una mano sulla testa di Katie con delicatezza – E' appunto di questo che si tratta: ricordi. Vuoi che ti risvegli i ricordi della tua linea temporale d'origine? – domandò in un sussurro, causando sussulti stupiti (e disorientati) da parte delle tre donne.

*

Haruo, Yukiko e Yuniko sedevano in quello che restava della Sala Relax a guardare un'anime d'azione, in attesa di ordini o di novità, sgranocchiando pigramente popcorn e schifezze di vario tipo – Dai, Kogami! Colpiscilo, è lì, davanti a te! – urlò Haruo con fervore: Yukiko si lanciò una manciata di popcorn in bocca ed esclamò – Malefeffo Fofami, fon fafisci fe il fero nefifo è il Fibyl Fiftem? Fa rafione Fafifima! – con la bocca piena, risultando incomprensibile, mentre Yuniko osservava il tutto con le sue congetture – Kogami non ha tutti i torti, ma dargli ragione piena e bollare ciò che dice Makishima come falsità senza nemmeno rifletterci su è da stupidi... mmm... che la verità stia nel mezzo, come sempre? – borbottava, talmente assorta da non accorgersi nemmeno che Haruo e Yukiko avevano iniziato a litigare lanciandosi i popcorn in faccia.

Improvvisamente, però, un'interferenza colpì lo schermo, accendendo inoltre tutti i monitor collegati alla rete presenti nell'edificio, perfino i microdisplay del microonde: una figura in penombra apparve – Uh?! – esclamarono i tre, stupiti – Che succede?! Un attacco informatico?! – esclamò preoccupata Yuniko, correndo ad afferrare il portatile per scoprire che stava trasmettendo la stessa cosa, al che si rassegnò ad aspettare in silenzio che il figuro parlasse.

Dopo un attesa di qualche secondo, probabilmente atta a permettere all'attacco hacking di estendersi in tutto il mondo, finalmente l'uomo misterioso parlò, in Inglese – Salve, popolo. Qui è il futuro Dio che vi parla: prestate bene attenzione. Con la presente, Russia, Cina e USA dichiarano una Santa Alleanza e rivelano di avere puntate delle testate nucleari su ogni principale capitale di ogni stato del mondo. La condizione per evitare un olocausto nucleare è semplice: sottomettetevi al Santo Impero e a me, Augustus, e i civili verranno risparmiati. In caso contrario... dichiareremo guerra a chiunque oserà opporsi a noi. Avete 72 ore per decidere. – e, detto ciò, la comunicazione cadde, e, così come si erano accesi da soli, tutti gli schermi piombarono in un angosciante silenzio.

Sconvolti, i tre ragazzi si scambiarono sguardi inorriditi: era sicuro come il sole che nessun paese indipendente si sarebbe sottomesso senza combattere. Che fosse l'inizio della fine?

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 - Piano d'azione ***


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Kurai e Mirai erano di ritorno assieme a Vittorie e Rajiv quando accadde: una densa nuvola di fumo si era innalzata da Namimori – Uh?! – esclamò stupito Kurai, accelerando il passo: i ragazzi si affrettarono per riuscire a stargli alle calcagna.

Mirai capì il motivo della preoccupazione del gemello non appena notò il denso fumo nero che si diramava nel cielo – Oh, cazzo... – mormorò, iniziando a correre mentre la sua testa iniziava ad elaborare contromisure da effettuare in caso ci fossero delle persone coinvolte nell'incendio... come scoprirono molto presto, però, la realtà era ben più grave di quella ipotizzata.

– No... cosa... cosa significa tutto questo...? Sembra quasi Roma... non dirmi che c'entra qualcosa ancora quella donna! – disse con voce spezzata Mirai non appena ebbero voltato l'angolo, affacciandosi sulla strada principale: la folla degli abitanti di Namimori, come impazzita, protestava dando fuoco ad automobili e sfasciando vetrine, e non mancavano nemmeno episodi di violenza, con risse a mani nude o armati di spranghe ed armi improvvisate, mentre la furia degli abitanti in protesta metteva a ferro e fuoco la città. Per qualche ragione, tuttavia, Mirai intuì dai loro occhi che non erano sotto il controllo dell'Emperor, e quindi tirò un lieve sospiro di sollievo – Dobbiamo fermarli... ma come? – esclamò Kurai, stringendo i denti: fermarli era tutt'altro che impossibile, la difficoltà stava nel farlo senza ferirli...

Improvvisamente avvertì Rajiv mettergli una mano sulla spalla e passargli davanti, seguito da Vittorie – Lascia fare a noi, Kurai-san – mormorò con decisione, mentre si piazzavano al centro della traiettoria della folla impazzita e si mettevano fianco a fianco – Pronta, Vitty? – domandò alla sorella, infilandosi un paio di guanti neri misteriosi, guardando con freddezza i vandali che, accortosi di loro, iniziarono a ricoprirgli di insulti ed epiteti irripetibili – C'è bisogno di chiederlo, Rakkun? – rispose lei con un sorriso, infilando le mani nei guanti neri a sua volta, per poi spalancare di colpo gli occhi contemporaneamente al fratello, puntando i palmi verso l'ammasso di gente: tutta la via parve distorcersi in un'esplosione di colori e suoni, mentre l'asfalto sottostante iniziava a vorticare iniziando a risucchiare verso il suo epicentro le persone, le quali dimenticarono immediatamente le loro ostilità disperdendosi per scappare al sicuro, ed i malcapitati che ormai erano attirati nel nucleo della corrente sprofondavano nel vuoto lanciando urla raccapriccianti, e migliaia di mani scheletriche e putrefatte li trascinavano sempre più giù, e a nulla serviva opporre resistenza: finché, dopo qualche istante, i gemelli urlarono – Morpheus! – e un urlo agghiacciante echeggiò per tutta l'area, causando uno shock emotivo tale che tutte le persone svennero sul colpo, mentre l'area circostante tornava alla normalità: la rivolta era stata sedata.

– Scusa se c'è voluto un po', abbiamo cercato di renderlo il più rapido e indolore possibile ma ci stiamo ancora lavorando... sai, è molto più difficile fare questo genere di cose se non intendi uccidere, uhuhuh – dissero all'unisono, sfilandosi i guanti e riponendoli in tasca, tornando dietro i gemelli che assistevano allibiti alla via ricoperta da persone prive di sensi e al tetro silenzio interrotto solo dai crepitii delle fiamme che dilagavano – Fa... fantastico... ma perché non l'avete usata quella volta a Roma? – domandò in tono ammirato Kurai, ottenendo un – Ci avevamo provato, ma purtroppo funziona solo con chi è pienamente padrone del suo corpo, chi ha subito lavaggi del cervello o alterazioni della coscienza di qualunque tipo ne è immune – in risposta con tono professionale da parte di Rajiv.

Mirai, nel frattempo, si era lanciata contro l'unica persona ancora sveglia, incatenandola – TU! Che cosa è successo, uh?! Qual'è il motivo di questo disastro?! – urlò, puntando due catene affilate alla gola del malcapitato, il quale deglutì impaurito – S-se definisci questo un disastro, allora l'annuncio alla televisione cos'era? – rispose, balbettando e tremando – L'avete visto, no? 72 ore di ultimatum e poi... bum. Capito? BUM! GUERRA MONDIALE! ANCORA! E CON ARMI NUCLEARI! LASCIAMI ANDARE, DOBBIAMO FAR ARRENDERE IL GOVERNO! – urlò in preda al delirio, rotolando su un fianco avvolto dalle catene per allontanarsi: sospirando, Mirai fece un gesto col dito ed immediatamente le catene riportarono l'uomo-involtino da lei – Dove pensi di andare? Ti ho posto una domanda, per cui esigo una risposta. Oppure... – e gli occhi le si sfumarono leggermente di rosso – … preferisci che stringo le catene fino a farti esplodere come la confezione di una brioche, uh? – sussurrò in modo inquietante: Kurai impallidì, rivedendo in qualche modo Iarim.

In ogni caso, fu sufficiente a far crollare la volontà dell'uomo come un castello di carte – AAARGH! NOOO! R-rispondo, rispondo, lo giuro! Ti prego, prometti di liberarmi se parlo, però! Non voglio morire! – urlò disperato: Mirai sorrise dolcemente, mentre gli occhi le tornavano normali – Ecco, visto? Sei un bravo ragazzo, in fondo. Allora, spiega. Cos'è successo qui? Perché avanzavate come una mandria di scimmie inferocite mettendo a ferro e fuoco la città? – domandò ancora una volta: l'uomo la guardò disorientato, mentre gli altri tre si avvicinavano per ascoltare – Un momento... voi... voi non ne sapete nulla?! – domandò incredulo: Mirai alzò un sopracciglio – Eh? Nulla di cosa? – domandò, sempre più disorientata, al che l'uomo, incredulo, emise un sospiro rassegnato – Probabilmente eravate in uno scantinato o simile fino ad un'ora fa allora, perché pare che qualunque elettrodomestico a display connesso ad una presa elettrica abbia trasmesso in diretta il messaggio... ok, riassumiamo così. Un folle, un tale Augustus, ha affermato che America, Cina e Russia, i tre grandi colossi militari mondiali, si sono coalizzati e sono sotto il suo comando, pronti ad abbattere le loro testate nucleari su chiunque, entro 72... no, 71 ore ormai, non dichiari la sua sottomissione. Vedete?! C'è poco da stare calmi, dato che nemmeno mezz'ora dopo il nostro schifoso governo ha affermato che non vuole cedere all'ultimatum ed al disonore e che è pronto a combattere, il che significa... morte! Distruzione! Olocausti atomici! Io non voglio... non voglio che la mia bella Namimori faccia la fine di Nagasaki ed Hiroshima! Non voglio e non lo permetterò! Ecco perché stavamo protestando: il governo ha ignorato la pronta protesta formale di chi si è opposto rifiutandosi di fare dietrofront, per cui abbiamo pensato che facendo più “baccano” non avrebbero potuto più far finta di niente. Poi beh, si sa come vanno queste cose: sono arrivati i delinquenti di turno e la cosa ci è sfuggita di mano... puoi non credermi, ma non era nostra intenzione distruggere tutto! – rispose con fervore.

Mirai, inaspettatamente, annuì – Tranquillo, ti credo – mentre faceva svanire nel nulla la Condizione di Sopravvivenza (che aveva usato di nascosto nel braccio, in modo che non risultasse letale) e liberava l'uomo – Vai, sei libero. Ma ricorda che questo non è mai il modo giusto: prendersela con i civili è sempre sbagliato. Sono stata chiara? – esclamò con freddezza.

L'uomo annuì con convinzione – Già... avete ragione. Mi spiace di aver causato problemi... non era mia intenzione... – mormorò, per poi correre via, sparendo in un vicolo buio al lato della strada.

Mirai si voltò quindi a guardare i tre – Bene... che ne pensate? Ho usato la Condizione di Sopravvivenza, quindi dobbiamo tener conto che tutto ciò che ha detto corrisponde al vero. Preferite indagare ancora un po' o torniamo alla base? – domandò seria: Kurai avvolse il braccio destro attorno le spalle della sorella – Io dico che con dieci, anzi, undici teste si ragiona meglio che con quattro. Tutti d'accordo? – disse con semplicità, ottenendo cenni di assenso – Bene, allora... ciurma, rotta verso la base! – incamminandosi con passo deciso, sperando invano di reprimere quell'orribile presentimento che si era impadronito della sua mente.

*

Yuniko, Haruo e Yukiko si guardavano reciprocamente con l'aria di chi ha visto un fantasma – Ha detto... ha detto... davvero... – balbettò Yuniko shockata, mentre l'edizione straordinaria del telegiornale si chiudeva – Il Giappone non cederà al ricatto? Questo è un problema... un problema serio, dannazione! – urlò all'improvviso, lanciandosi sul portatile – Quel pazzo, Augustus... avrà sicuramente lasciato tracce: più potente è l'hacking effettuato, più tracce indelebili lascia – continuò, iniziando a battere furiosamente sulla tastiera trafficando con il GWF – Maledizione, dove... se scopro dov'è, possiamo renderlo inoffensivo prima che scada l'ultimatum! – urlò, concentratissima a leggere numeri e stringhe di codice apparentemente incomprensibili, mentre Haruo la raggiungeva, incuriosito dal suo comportamento – Hey, Lily-san... cosa stai...? – fece per domandare, ma Yuniko lo interruppe con un gesto della mano – Non ho tempo di dirti i dettagli, ma sto tentando di rintracciare la fonte da cui è provenuto l'hacking, una roba così ben fatta è impossibile da effettuare senza lasciare tracce! – spiegò velocemente: Haruo fischiò ammirato, appoggiandosi alla scrivania per osservare da vicino mentre cercava di capirci qualcosa.

Yukiko, nel frattempo, era rimasta indietro nella Sala Relax, immersa nei suoi pensieri mentre elaborava ad una velocità spaventosa progetti e teorie riguardo a quanto era successo nell'arco di una sola mezz'ora: continuò per una decina di minuti, finché non udì un rumore dietro di lei – Chi va là?! – urlò, voltandosi di scatto ed attivando l'Hell Gear, pronta ad attaccare, ma lo disattivò immediatamente una volta constatato che si trattava di Andrea – A-aniki! Cosa ci fai qui?! – esclamò, sorpresa: sorridendo, Red Rain si tolse il cappuccio – Yo, Anewe! Ero da queste parti a recuperare una certa cosa richiesta dal Boss quando ho perso i contatti con la base dei Varia, ed è stato allora che è apparso quell'annuncio. Ma che è successo qui? La vostra base è parecchio malconcia! – domandò, osservando con curiosità ed interesse i dintorni, per poi scuotere la testa – No, non è il momento. Tutto bene comunque? – domandò, abbracciando Yukiko, che sorridendo mormorò – Va sempre tutto bene quando ci sei tu! –... proprio nel momento in cui entrava Kuro, il quale lasciò cadere i sacchetti della spesa dalla sorpresa – Nyah! Scusate, non vi avevo visto: ecco, io... vado a smistare la spesa, fate con calma, nyah – disse raccogliendo il tutto e dirigendosi verso le cucine, con un'espressione di gelosia repressa stampata in volto e una vena sulla tempia che pulsava: Andrea alzò un sopracciglio – Uh? Chi è? – domandò con interesse.

Yukiko, arrossendo, mormorò – E'... è Kuro, il mio... ecco... si, insomma, io e lui siamo... – guardando dall'altra parte: un sorrisetto increspò il volto del fratello – Oh, è mio “cognato”? Buono a sapersi! Ahahah! – disse, avviandosi verso la cucina per presentarsi... ma in quel momento, rientrò il quartetto dei gemelli – Ragazzi, cosa sta succedendo?! – domandò nervosamente Mirai – Cosa significa che si rischia la terza Guerra Mondiale? – esclamò, guardando fissa Yukiko, notando poi Andrea: senza rendersene conto, arrossì lievemente, mentre questi rispondeva – Salve, Rokudo-sama! In sostanza, un folle dittatore ha stretto non si sa come un'alleanza con America-Cina-Russia, e ora dispone di una potenza di fuoco nucleare non indifferente, con cui ha ricattato il mondo: o si sottomettono, o restano liberi... ma da distrutti. Io ero in Giappone per una missione, ma ogni contatto pare sia saltato ora, e non ho modo di fare rapporto alla base... inutile dire che i terminal dell'aeroporto sono impazziti senza web, è una catastrofe senza precedenti, dall'effetto sembra quasi il leggendario “millennium bug” che si credeva dovesse avvenire nella notte fra il 1999 e il 2000, il che mi ipotizza a pensare che sia stato usato anche un qualche virus informatico. Sentite, ho un'idea: già che sono qui, mi offro volontario per aiutarvi in un qualunque piano d'azione. Che ne pensate? Potrei esservi d'aiuto? – propose, guardando Kurai e Mirai, i quali si scambiarono occhiate d'assenso: sapevano benissimo quanto fosse forte, un alleato del genere tra le loro file poteva solo fargli piacere, onde per cui annuirono.

Andrea sfoderò un sorriso, quindi si rivolse alla sorella – Anewe, conto su di te per un piano elaborato! – disse con fervore: Yukiko afferrò al volo carta e penna – Inizio ad abbozzare qualcosa, ma finché Lily-chan non rintraccia la loro base è impossibile trovarli! – disse senza giri di parole, mentre scarabocchiava su un foglio: Kurai, ripresosi dal torpore, esclamò – Ok, gente, passatemi i vostri Hell Gear che... hey, ma che fine hanno fatto Katie-nee, Marsh-chan e Kumo-chan? – domandò, notando la loro assenza, mentre Haruo tornava – Oh, Kurai-sama! Lily-san è di là in camera a tentare di rintracciare l'hacker responsabile dell'annuncio, Katie-san se non vado errato è andata da Marsh-san, mentre Kumo-san... non ne ho la minima idea, ma non l'ho vista uscire: magari sta dormendo? – disse, pensandoci su: Kurai sospirò – Vado a cercarla, ho una mezza idea di dove trovarla – disse, svanendo nella nebbia.

Mirai si sgranchì le braccia, quindi si sedette a capotavola – Bene, gente, mentre Kurai-nii va a recuperare Kumo-chan e attendiamo il ritorno di Katie-nee e Marsh-chan, aiutiamo Yukiko-san a studiare un piano. Premettendo che Lily-chan ce la farà a rintracciare il luogo, dato che mi fido ciecamente delle sue capacità, come contiamo di organizzarci? Non ci resta molto tempo se vogliamo intervenire prima della guerra, per cui una lenta infiltrazione è improponibile, ma è anche vero che attaccare direttamente corrisponderebbe a suicidarsi, dato che non abbiamo informazioni sui nostri nemici. Qualche idea? – domandò: tutti i presenti alzarono le spalle o rimasero in un pensieroso silenzio... solo Yukiko stessa parve pensare a qualcosa – Ma certo... potrebbe funzionare... – mormorò fra sé e sé, per poi voltarsi verso Mirai – Mirai-san! Ho avuto un'idea, ma... è molto rischiosa – disse ad alta voce, rabbuiandosi.

Mirai scosse immediatamente la testa – No, voglio un piano il più sicuro possibile, che metta in primo piano la sicurezza delle vostre vite... – replicò lei, ma Yukiko la fermò per continuare – No, non è rischioso per noi, ma per il mondo, poiché... prevede lo scadere delle 72 ore concesse dall'ultimatum, e di conseguenza l'inizio vero e proprio della guerra... – disse tetra, fermandosi a metà frase: i presenti non poterono evitare un brivido freddo percorrergli la schiena.

*

Kurai correva ininterrottamente per il parco, in direzione dell'altopiano, mentre il sole tramontava tingendo il cielo di sfumature rossastre e arancio: non appena giunto a destinazione, rallentò il ritmo, guardandosi meglio intorno... finché non vide una ragazza appoggiata alla ringhiera di protezione, che osservava in silenzio il sole scomparire fra le nubi.

Sorridendo, Kurai si appoggiò a sua volta di fianco a lei, fissando a sua volta il tramonto – Sapevo di trovarti qui, Kumo-chan. Sei abbastanza prevedibile, sai? – mormorò senza guardarla, mentre il sorriso si spegneva: qua e là si vedevano ancora incendi e nuvole di fumo sparse per Namimori, segno che le lotte civili stavano continuando...

Kumo serrò la presa sulla ringhiera: la sua espressione impassibile s'incrinò – Tu dici...? Beh, sapevo che dopo quell'annuncio il luogo sarebbe stato deserto, e mi serviva un po' di tranquillità per... riflettere. – spiegò brevemente, seguendo con lo sguardo uno stormo di rondini volare fra le rossastre nubi.

Poi, a bruciapelo, improvvisamente domandò – Hai intenzione di intervenire di persona contro quell'Augustus... dico bene? – facendo sussultare Kurai – … come fai a saperlo? – domandò, girandosi a guardarla.

La bocca di lei parve distendersi in un sorrisetto – A quanto pare non sono l'unica prevedibile della famiglia: le tue intenzioni sono sempre abbastanza scontate, sai? Basta capire che per te ogni vita è importante quanto se non più della tua, ed il gioco è fatto. Questa è una tua seria debolezza... se un nemico ne venisse a conoscenza, potrebbe sfruttarla per farti del male... – e il sorriso, così com'era apparso, svanì nel nulla – E io... non voglio nemmeno pensarci. Già quella volta ho temuto il peggio... quando Mirai-chan è... e poi tu... – senza rendersene conto, aveva iniziato a tremare – Io... io non voglio più vedere morire nessuno – disse, serrando i denti come a sopportare un dolore atroce.

Kurai sgranò gli occhi incredulo: era davvero Kumo quella che aveva davanti?!

Sorridendo, Kurai tentò di rassicurarla – Ma va', non ti devi preoccupare... difenderò te e tutti i membri della famiglia... a costo della vita. Te lo prometto. – disse serenamente... ma ottenne solo l'effetto opposto a quello sperato.

Furiosa, Kumo lo afferrò per la maglia e lo strattonò – NON HAI CAPITO UN CAZZO COME AL SOLITO! NON DEVI DARE ALLA TUA VITA MENO VALORE DI QUELLA DEGLI ALTRI! DEVI IMPARARE A PROTEGGERE TE STESSO TANTO QUANTO PROTEGGI GLI ALTRI! COME PENSI MI SENTIREI SE PROPRIO TU TE NE ANDASSI, EH?! PENSI MI SENTIREI CONTENTA E RASSERENATA SAPENDOTI MORTO DA EROE PER PROTEGGERE UN NOSTRO COMPAGNO!? – senza rendersene conto, le lacrime avevano iniziato a rigarle le guance, mentre colpiva con forti pugni il petto di Kurai – Perché... perché non riesci a capirlo...? La tua vita... è importante. Nessuno vorrebbe che tu la sprecassi facendo l'eroe. Non io, non Mirai-chan, nessuno! E allora perché... idiota! – la sua voce si spezzò: era come se stesse piangendo tutte le lacrime trattenute fin dalla morte di sua madre.

Kurai rimase immobile, subendo ogni colpo con un'espressione vuota e impassibile: poi, non appena la ragazza smise di colpirlo, senza dire una parola l'abbracciò e la strinse a sé – … scusami... sono un vero idiota... dev'essere stata dura per te... sopportare le mie cretinate... per tutto questo tempo... – sussurrò piano: Kumo fu mandata ad affondare la faccia sul suo petto, ma con un rapido movimento si liberò quasi subito, lasciando di sasso Kurai, che, resosi conto dell'azione, avvampò e disse – A-ah! S-scusami, Kumo-chan! Ecco, stavi piangendo e ho pensato che... che potesse esserti di conforto e... ok, lasciamo stare, torniamo alla base, ci stanno aspettando – imbarazzatissimo, Kurai fece dietrofront e si apprestò a camminare, ma qualcosa lo trattenne.

– Aspetta, scemo... non ho finito, ho un conto in sospeso con te... – mormorò piano Kumo, tenendolo per la maglietta mentre si asciugava le lacrime dalle guance arrossate – Hai detto che sono prevedibile e scontata nelle mie azioni... e questo non posso proprio accettarlo – disse, avvicinandosi a lui con un'espressione che Kurai non le aveva mai visto.

Imbarazzato, la guardò negli occhi domandando – Ah? E... ehm, ecco, riguardo a quello... – iniziò, ma Kumo si avvicinò a lui, che ammutolì, mentre lei riprese a parlare – Per cui... – continuò lei, ormai a pochi centimetri dal volto di Kurai – … ti dimostrerò che so essere imprevedibile – sussurrò, chiudendo gli occhi e baciandolo sulla bocca con passione: Kurai per qualche istante rimase interdetto dallo stupore, ma ben presto si lasciò andare, ricambiandola, mentre dolcemente la stringeva a sé.

Dopo qualche secondo si separarono: entrambi erano rossi come pomodori dall'imbarazzo, ma Kumo aveva un'aria soddisfatta – Allora, come la mettiamo, signor Kurai? E' stata un'azione abbastanza imprevedibile per i suoi gusti? – lo sfotté amichevolmente, mentre il cuore le martellava nel petto: poco dopo, Kurai sorrise, piacevolmente stordito, mentre mormorava in risposta – Mmm, non saprei, forse ho ancora qualche dubbio. Permettimi di chiarire meglio le mie idee – e la baciava a sua volta, facendola sussultare dalla sorpresa, mentre il suo cuore ruggiva impetuoso dalla felicità illuminando per un momento il triste cielo in fiamme con la loro serenità.

*

Era passata ormai un'ora da quando Mirai aveva dato inizio la riunione per poi tornare nel suo ufficio, lasciando gli altri discutere da soli in Sala Riunioni: non appena la porta si aprì, sbuffò scocciata senza distogliere lo sguardo dai fogli – Sei in ritardo, Kurai-nii... Marsh-chan e Katie-nee sono tornate da un pezzo, mancavi solo tu. Hai trovato Kumo-cha... – s'interruppe bruscamente non appena, alzato lo sguardo, vide Kurai e Kumo tenersi per mano – … EH?! – esclamò incredula, credendo di avere le traveggole – No, non ci credo: devo aver visto male... – mormorò, generando un paio di occhiali illusori che indossò... ma nulla cambiò.

Lentamente, si tolse gli occhiali, quindi si portò le mani alla bocca mentre gli occhi iniziavano a luccicarle dalla gioia – Vi prego, ditemi che non sto fraintendendo! – pigolò da dietro le mani: Kurai e Kumo si scambiarono un'occhiata imbarazzata, quindi Kurai rispose, rosso come non mai – Temo proprio che non stai fraintendendo affatto... – e Kumo si voltava dall'altra parte in silenzio, rossa a sua volta ma sorridente.

Improvvisamente, però, dietro di loro apparve Yuniko, con il portatile sottobraccio – Mirai-san! C'è un problema..! Ecco, teoricamente ho scoperto dov'è la loro base: il segnale proveniva approssimativamente dalla foresta di Myasnoy Bor, in Russia, però... – e si morse il labbro – … questo è impossibile. Myasnoy Bor, detta anche la “Valle della Morte”... sarà pure una foresta misteriosa dove avvengono fenomeni strani, ma indubbiamente non può esistere una connessione web da quel luogo così remoto, eppure non c'è alcuna traccia di depistaggio: che facciamo? Vuoi organizzare una spedizione e andare a controllare? Il nemico potrebbe davvero nascondersi lì, ma potrebbe anche rivelarsi una trap- – in quel momento, però, il portatile emise un suono come d'allarme: di scatto, Yuniko lo aprì... e la sua espressione mutò da preoccupazione ad angoscia.

Spaventati, i tre ragazzi corsero da lei, fissando lo schermo del PC e domandando in coro – Cosa succede!? – senza capire: al che, Yuniko impallidì e rispose – Succede... che ci hanno fregati... – mormorò piano, mentre sul monitor comparivano decine di luci rosse ad indicare la base nemica... luci sparse per tutta la mappa tridimensionale del mondo.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 - Operazione CAI ***


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Yuniko deglutì, mentre i presenti osservavano la scena pallidi come fantasmi – Dannazione! Guardate qui! Monte Fuji! Tour Eiffel! Addirittura dall'Empire State Building a New York e dal Duomo di Milano, in Italia! Non è possibile che l'attacco provenisse da tutte queste direzioni: questa è opera di un qualche maledetto virus informatico! – sbottò frustrata, mentre digitava furiosamente sulla tastiera fra le miriadi di funzioni del GWF – Hex Decrypter... no... Rom Editor Plus... nemmeno... Ah! Eccolo! Macrophage, l'antivirus migliore al mondo! Con questo dovremmo essere in grado di abbatter... Ma dai. MA DAI! – imprecò non appena vide comparire sullo schermo delle scritte rosse che recavano scritto in Italiano “Accesso Negato causa Firewall” – Un Virus con Firewall integrato?! Ma scherziamo?! E' utopico, avrà richiesto qualcosa come un milione di stringhe di codice! – esclamò, mettendosi le mani fra i capelli, disperata.

Kurai e Mirai si scambiarono un'occhiata confusa prima di porre la fatidica domanda – Ehm, Lily-chan... esattamente cosa stai... – tentarono di domandare, ma fu Kumo a rispondere, per evitare distrazioni all'amica – Sta tentando di capire quale fra i tanti è l'obbiettivo giusto: di più non posso dirti, ho promesso... – guardando i gemelli negli occhi.

Seguì un silenzio di qualche minuto per non disturbarla, rotto solo dal rumore dei tasti che la ragazza premeva forsennatamente sulla tastiera... finché Yuniko mormorò – Oh? Il virus sta cercando di tracciarci? Eheheh! A quanto pare il nostro aspirante hacker, per quanto molto capace, ha delle grosse lacune! Benissimo: ora digito questo... inserisco questo valore... ecco fatto! Vedremo chi la spunta! – esclamò, terminando di inserire alcuni comandi e premendo un pulsante interno al software, che iniziò ad inviare al virus dati di una locazione fasulla per depistarlo, mentre tracciava a sua volta la fonte sfruttando la vulnerabilità che si era venuta a creare... ma l'entusiasmo durò ben poco – Oh, cazzo... tre segnali sono veri, o almeno così pare! Uno è in Cina, nelle Tianzi Mountains, l'altra è in prossimità della Tokyo Sky Tree e l'ultima è... no, ma siamo seri?! La Valle della Morte era uno dei tre veri segnali?! – sospirò rassegnata, per poi rivolgersi a Kurai e Mirai – Ragazzi, urge un'altra riunione d'emergenza: sebbene nessuno dei tre mi sembri probabile, purtroppo temo che non abbiamo alcuna scelta alternativa al formare tre squadre d'assalto che aggrediscano i tre punti segnalati... – annunciò mestamente.
I gemelli si scambiarono uno sguardo determinato, per poi annuire – Ok, raduniamo tutti, meno tempo si spreca, meglio è! – fiondandosi fuori dalla stanza per richiamare i compagni.

*

– Ecco, e questo è tutto – concluse Yuniko, alla fine della spiegazione – Allora... domande? Proposte? – domandò con serietà: Mirai le aveva concesso di assumere il ruolo di comando totale per tutta la durata della riunione.
Immediatamente, Haruo alzò la mano – Hey, Lily-san! Se possibile, potrei andare alla zona segnalata attorno alle Tianzi Mountains? – domandò: lei esitò a rispondere, dando una rapida occhiata a Mirai, che annuì, per rispondere affermativamente – Certamente! Anzi, ora vi dirò le squadre, stabilite poco prima con l'aiuto di Yukiko-san. Allora: Haruo, tu sarai in coppia con Katie, e agirete assieme a me e Vittorie, mentre ad occuparsi della Tokyo Sky Tower saranno Kuro e Rajiv assieme al duo Marsh/Yukiko. Infine, Kurai, Kumo e Mirai si occuperanno della Valle della Morte... a voi sta bene, vero? – domandò a Mirai, che annuì sospirando – Quindi saremo l'unica squadra a tre? – chiese, ma a risponderle fu Yukiko – No, Mirai-san! Ho chiesto a mio fratello di accompagnarci: in questo momento sta contattando i Varia ed i Vongola per fornirci supporto, dato che le comunicazioni sono state ristabilite, e ha ottenuto un permesso speciale per collaborare indipendentemente dai Varia. Ti sta bene far coppia con lui? – propose con un sorriso: Mirai arrossì inspiegabilmente e annuì timidamente. A Yuniko non sfuggì la cosa, e sfoderando uno dei suoi tipici sorrisetti continuò – Bene, se siamo tutti d'accordo... prepariamoci! Ogni gruppo agirà in modo indipendente, seguendo il piano d'azione a loro più congeniale, ma in generale lo scopo è “non farsi notare”, ricordate! Questa operazione di contrattacco verrà denominata d'ora in poi “Contro Assalto Immediato”, abbreviato in CAI in modo da non destare sospetti quando ne parleremo tramite telefono. Chiaro? – disse, fra gli assensi generali, mentre i presenti si alzavano e si organizzavano nei gruppi descritti.

Kurai non poté fare a meno di pensare che Yuniko avesse un talento naturale come leader: mentre era assorto nei suoi pensieri (e guardava Mirai chiedendosi cosa cavolo avesse da arrossire) avvertì la mano di Kumo afferrare la sua – Cosa stai lì impalato come un cretino? Andiamo a prepararci, forza! – esclamò lei, trascinandoselo dietro con la sua solita grazia fuori dalla sala: alla fine, rimase da sola Mirai.

Accortasi di essere sola, strinse i pugni – Maledizione... cosa mi prende? Perché mi sento così a disagio in presenza del fratello di Yukiko? – mormorò, arrabbiata con sé stessa – Che cazzo mi prende?! Non dovrei pensare ad altro che all'operazione imminente, no? E allora perché? No, non va bene, devo riprendermi: se la missione fallisse a causa mia, non me lo perdonerei mai! Senza contare che lui non mi ha fatto niente di male, anzi... ma allora perché mi sento così... strana in sua presenza? – sussurrò, mordicchiandosi il labbro inferiore.

– Forse deve solo conoscermi meglio, mia signora – replicò una voce alle sue spalle.

Con un sussulto, seguito da un brivido freddo che le percorse la schiena, si girò lentamente: era Andrea – Ma che fai, origli?! – urlò avvampando Mirai, evocando le catene e puntandogliele contro – Non osare farlo mai più o ti ammazzo, sono stata chiara?! – intimò con ferocia, ma Andrea rimase sorridente e impassibile – La prego di perdonarmi, non è stato intenzionale: stavo venendo ad unirmi almeno alle fasi finali della riunione, ma a quanto pare avete finito prima del previsto. Il fatto che lei fosse qui a parlare da sola è stata solo un caso, mi dispiace aver sentito quello che diceva... comunque, Anewe ha detto che io e lei saremo in coppia insieme per questa missione: sarà un'onore collaborare con lei, Rokudo-sama! – disse, improvvisamente serio, inginocchiandosi e baciandole con galanteria la mano in segno di rispetto.

Mirai avvampo e balbettò – W-wohwowoh! Frena! Non occorrono tutte q-queste formalità, e che cavolo! – mentre lo aiutava a rialzarsi – Per prima cosa, chiamami Mirai, con o senza suffissi non importa, ma chiamami Mirai: siamo compagni d'ora in poi, no? Non servono onorificenze o simili. E dammi pure del tu, il voi mi mette... a disagio. – aggiunse.

Andrea rimase in silenzio qualche istante, per poi sorridere e mormorare – … ancora più a disagio del solito, intendi? – guardandola negli occhi trattenendo a sforzo una risata: Mirai annuì imbarazzata, ma si riprese subito, scattando verso la porta – Aspetta, ma che stiamo facendo ancora qui!? La partenza è fra nemmeno un'ora! Dobbiamo preparare le valigie e... ah, giusto! – si fermò e tornò a guardarlo – Come vuoi che ti chiamo? – domandò con curiosità, mentre il ragazzo alzava le spalle – Come preferisci: scegli se Red Rain o Andrea, a me non è mai importato – rispose, mentre apriva una valigia e trafficava per controllarne il contenuto, per assicurarsi che non mancasse nulla.

Mirai si voltò – Beh, allora a tra poco... Andrea-san! – esclamò, varcando l'uscio e lasciandosi dietro un interdetto Andrea: nessuno si rivolgeva mai a lui con un simile tono rispettoso.

– A dopo, Mirai-san! – mormorò sottovoce, sfoderando un sorriso mentre apriva la valigia che si portava dietro ed iniziava a ripiegare con cura i vestiti per farci stare più roba dentro.

*

– Kumo-chan, hai prenotato i biglietti per la Russia? – domandò Mirai, mentre trascinava il trolley con l'equipaggiamento necessario all'ingresso: la ragazza annuì – Ho fatto di meglio: ho prenotato direttamente un Jet privato, dato che le linee normali sono tutt'ora inagibili in quanto i voli sono stati sospesi dopo l'annuncio di qualche ora fa... i piloti sono all'oscuro di tutto, sono incaricati di portarci a destinazione e basta. Anche Yukiko-san e Lily-chan hanno prenotato i jet, è stato deciso all'unanimità che è il metodo più sicuro per arrivare senza intoppi a destinazione – rispose, sollevando una grossa valigia nera.

Kurai, seduto su un grosso valigione, disse – Io ho prenotato una camera per quattro persone in un Hotel dei dintorni, che potremo usare come base operativa. Rimangono solo 64 ore allo scadere dell'Ultimatum, giusto? Il tempo inizia a diminuire a vista d'occhio... e per il viaggio, anche volando a velocità massima, richiederà almeno 4 ore, il che ci porta a dover concludere la missione in meno di 60 ore e per di più in uno dei territori principalmente coinvolti! – sospirò, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa con disappunto.

Mirai le si avvicinò – Hai paura, Kurai-nii? E' normale, non preoccupar... – fece per dire, ma lo sguardo del fratello la fermò – Paura? Hai frainteso. La mia... è eccitazione allo stato puro. Mi sento come un predatore affamato che insegue una succulenta preda mentre un cacciatore gli punta un fucile addosso, pronto a sparare: sono perfettamente consapevole che un mio errore potrebbe portare all'olocausto nucleare, ma è proprio questo che mi infonde la determinazione di lottare. Qui non si parla più solo di proteggere voialtri: ora abbiamo un'intera popolazione mondiale di innocenti da salvare, e per farlo non possiamo né dobbiamo permetterci errori o... perdite. Sopratutto ora che ho capito il vero valore della mia vita – e si fermò un attimo, guardando nella direzione di Kumo, che sorrideva raggiante per la prima volta da quando la conosceva – proprio per questo, la priorità dell'operazione sarà raggiungere gli obbiettivi prefissati preservando la nostra vita. Siete d'accordo con me? – domandò ad alta voce, sollevando un coro entusiasta di assensi.

Disorientato, si guardò intorno, mentre la folla iniziava ad applaudire: senza accorgersene, aveva parlato ad altissima voce, attirando l'attenzione della famiglia.

Haruo gli si avvicinò – Ben detto, Kurai-sama! Ho ordinato ai miei uomini di tenere d'occhio la base: sono discretamente forti, per cui a meno di attacchi pesanti non ci saranno problemi, e nel frattempo hanno detto che lavoreranno alle riparazioni. Quindi, se non manca altro... – e porse il pugno in alto, teso verso Kurai – Direi che possiamo augurarci buona fortuna! – disse, attendendo in silenzio: con un sorriso, Kurai batté piano le sue nocche contro quelle di Haruo, rispondendo – Realizziamo l'impossibile, Haruo-kun, e torniamo vincitori! – per poi alzare lo stesso pugno verso l'alto e urlare – SI PARTE, GENTE! DIMOSTRIAMO CHE LA FAMIGLIA KOKUYO E' DEGNA DELLA SUA FAMA DI “LUCE DELLA SPERANZA”! – ad incitazione, sollevando un'ovazione entusiastica.

*

Yuniko sbadigliò annoiata: il suo gruppo era l'unico a non aver dovuto noleggiare un Jet, avendo a disposizione quello della sua famiglia – Francesco-san, manca ancora molto alle Tianzi Mountains? – domandò insonnolita: Katie, superata la timidezza iniziale nel ritrovarsi da sola con qualcuno che non fosse Kurai o Mirai, vagava ora per l'abitacolo, ammirando entusiasta il paesaggio sottostante che appariva a tratti sotto le nuvole – Waaaa!! E' la prima volta che viaggio in aereo, è bellissimo! Le nuvole sembrano quasi cotone! – urlò meravigliata, rimanendo a bocca aperta a quella vista mozzafiato: era così contenta da fare tenerezza, sembrava quasi una bambina alla scoperta del mondo.

Yuniko si riscosse dal torpore, guardandola sorridendo: se pensava al fatto che solo pochi giorni prima era stata una loro nemica non riusciva a crederci.

Le sembrava incredibile e surreale... come del resto era incredibile quanto le si fosse affezionata in così poco tempo.

Stiracchiandosi si alzò, oltrepassando Haruo, che dormiva profondamente con la console portatile ancora accesa, e Vittorie, che leggeva un manga umoristico spanciandosi dal ridere, fino a raggiungerla, per poi sedersi accanto a lei – E' la prima volta che sali su un aereo, Katie-chan? – domandò: la ragazza scosse la testa con un sorriso strano – In verità... è la prima volta che ho degli amici con cui viaggiare... mi ricordo di aver già volato altre volte, ma non mi ero mai gustata il paesaggio per qualche motivo... il signor Byakuran ha detto che il risveglio totale dei miei ricordi richiederà molte ore, per cui per il momento visualizzo solo immagini frammentate. Ma pazienza, va bene così! – e si voltò a guardare Yuniko, con gli occhi lucidi – Lily-san... grazie... grazie per avermi accettata come compagna... grazie di aver voluto essere mia amica! – mormorò con voce commossa, abbracciandola e abbandonandosi alle lacrime – Sono così felice... così felice... di non essere più da sola! – disse, fra i singhiozzi, lasciandosi andare in un pianto liberatorio, come se fosse da decenni che si era trattenuta dal farlo.

Incupendosi e domandandosi che razza di passato avesse vissuto Katie, Yuniko le accarezzò la testa per rassicurarla – Non ti preoccupare, Katie-chan... qui la pensiamo tutti allo stesso modo: sei una preziosa alleata e compagna. Il fatto che tu sia entrata in famiglia da poco non significa nulla: anche Haruo-kun – ed indicò il ragazzo, che dormiva profondamente – ...è un nuovo arrivato, eppure per noi è come se fosse parte della famiglia da anni! Per noi ogni compagno è prezioso allo stesso modo. Ah! Siamo arrivati! – esclamò d'un tratto, scorgendo le colossali montagne simili a colonne che si ergevano verso il cielo, ricoperte da vegetazione rigogliosa ed intoccata – che spettacolo meraviglioso! La natura è fantastica! – esclamò allegra: per un istante, Katie si rivide in lei... tanto che scoppiò a ridere.

Poi, improvvisamente, Yuniko sussultò, avvertendo una morbida pressione familiare dietro la sua schiena – Uh? Voglio vedere anch'io! Uhuhuh – sussurrò Vittorie, abbracciandola da dietro e mettendo la faccia vicino al suo collo, così che lei potesse sentire il suo respiro mentre ammirava l'area sottostante: avvampando, Yuniko si pietrificò, ma Katie, troppo assorta dal paesaggio, nemmeno ci fece caso.

*

Non appena il Jet fu atterrato e lo sportello di discesa depressurizzato, i ragazzi si pentirono subito di non essersi cambiati prima di partire – Brrr... c-che freddo! Non dovrebbe essere quasi estate?! – rabbrividì Mirai: poi, improvvisamente avvertì un fruscio ed una sensazione calda sulle spalle... Andrea si era tolto la mantella della divisa dei Varia e gliel'aveva avvolta sulle spalle, restando a maniche corte ed affrettandosi ad allontanarsi in modo che la ragazza non potesse avere il tempo di protestare.

Kumo, invece, si stringeva al petto di Kurai... anche se era una scusa: 8 gradi per lei era un freddo più che sopportabile. Ma questo nessuno lo sapeva, nemmeno suo padre – Allora... – iniziò a dire Kurai, attirando anche l'attenzione di Mirai, che smise di inseguire Andrea per restituirgli la mantella – L'Hotel dista parecchi chilometri da qui: chiamiamo un Taxi? – propose, ottenendo risposte affermative da parte dei compagni e prodigandosi immediatamente alla ricerca di un tassista che parlasse perlomeno l'inglese.

*

L'autobus si fermò alla fermata per permettere la discesa di quattro ragazzi, i quali attesero che fosse ripartito prima di radunarsi in cerchio – Yukiko-san, sei sicura che sia una buona idea infiltrarci di notte?! Cioè... è della Tokyo Sky Tree che stiamo parlando, non di un posto qualunque...! Non era più corretto di giorno, quando la vigilanza è minore? – domandò Marsh, ma Yukiko scosse la testa – No, proprio per questo è meglio attaccare di notte: non si aspettano un assalto quando le difese sono raddoppiate, no? E comunque... – continuò, in risposta allo sguardo insicuro di Kuro – Che ti succede? Non è da te avere i nervi tesi prima di una missione, Kuro-kun! – esclamò preoccupata, avvicinandosi a lui: al che, Kuro si gettò fra le sue braccia – Y-Yukiko-nyan, io soffro di vertigini! Ti prego, dimmi che non dobbiamo scalarla, nyah! – implorò, pallido come un lenzuolo.

Yukiko arrossì dalla vergogna al posto suo, mentre Marsh e Rajiv si sostenevano a vicenda per non cadere a terra per il proprio ridere.

Yukiko afferrò la faccia del ragazzo e la porse di fronte alla sua – Ma tu non sei mica composto da DNA felino? Da quando in qua i gatti hanno paura delle altez- – s'interruppe a metà frase, ricordando un particolare – Ah... giusto. Loro si arrampicano ovunque ma poi non sanno più scendere... mmm... – si mise a riflettere un po', per poi... – Hey, Kuro-kun! Vieni qui... – disse con tono provocante, afferrandolo per la maglia e bisbigliandoli parole incomprensibili all'orecchio.

Non appena finì, Kuro avvampò con un sorriso ebete ed urlò – Che aspettiamo, nyah!? Scaliamo questa torretta del cavolo e concludiamo la missione! – scalando i primi due metri con un solo salto, per poi muoversi con agilità felina fra una trave e l'altra.

Marsh lo fissò per un po', dopodiché si voltò lentamente con aria traumatizzata verso Yukiko – Grande Giove... cosa diamine gli hai mai sussurrato alle orecchie per farlo rinvigorire così!? – domandò sconvolta: Yukiko, con nonchalance, guardò il cielo stellato e borbottò qualcosa come "segreto di donna", e a nulla servì il "ma anch'io sono una donna!" di protesta che esclamò Marsh, divorata dalla curiosità.

Rajiv, intanto, era svanito nel nulla, per poi riapparire all'interno della torre, nella sala di controllo al pian terreno: come sospettava, c'erano accese decine di videocamere – Come previsto. Sapevo che c'erano di sicuro anche videocamere di sorveglianza all'esterno della torre. Povere guardie però, si staranno annoiando un sacco a vedere sempre lo stesso paesaggio... intratteniamoli con un film dell'orrore. Uhuhuh! – alterando la visione con un'Allucinazione che rappresentava una folla inferocita di persone gravemente ferite e armate fino ai denti che facevano irruzione nell'atrio seminando morte e distruzione.

Attese immobile, nascosto nell'ombra, finché non vide tutte le guardie scappare in preda al panico, in modo da sfuggire alla rivolta: non appena l'ultima guardia ebbe evacuato da un ingresso posteriore, chiudendosi la porta alle spalle, uscì con tutta calma ed urlò – Hey, ragazzi, via libera! Ho sgomberato l'ingresso, non serve più scalare, uhuhuh! – fra gli sguardi increduli delle due ragazze... che impallidirono cercando di pensare a come potevano avvertire Kuro di scendere.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Lo spettro di Myasnoy Bor ***


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Quella stessa sera il quartetto Kurai-Mirai-Andrea-Kumo si diresse alla foresta di Myasnoy Bor: Mirai tremava, non si capiva se dal freddo o dalla paura, e perfino Kumo si stringeva a Kurai inquieta... non che quest'ultimo fosse immune dall'angoscia che pervadeva quel luogo.

L'unico a suo agio, a quanto pare, era Andrea – E così è questa la famosa Myasnoy Bor, la Valle della Morte! Sapete, dicono che qui siano frequentissime apparizioni degli spiriti dei soldati deceduti durante la Seconda Guerra Mondiale, che chiedono degna sepoltura ai loro resti... ma tutt'ora nessuno ha capito se siano allucinazioni dovute alla particolare atmosfera suggestiva del luogo oppure se si tratti di veri fantasmi inquieti. In verità... – e la sua espressione divenne seria – Dicono che avventurarsi nella foresta di notte comporti la sparizione del tuo corpo, mi pare a causa di un particolare fenomeno di distorsione dello spazio che avviene ogni notte ad una certa ora e “resetta” l'area, ma sinceramente questa mi sa tanto di superstizione locale... – aggiunse, alzando le spalle: Mirai pensò che era molto acculturato... ed in qualche modo si distrasse, smettendo di pensare all'atmosfera estremamente inquietante del luogo.

Improvvisamente, Kumo si staccò dal braccio di Kurai e corse per qualche metro, inginocchiandosi poi in un punto ben preciso dove raccolse ciò che tutti i ragazzi riconobbero immediatamente come un arto mummificato... un arto umano – Beh... – disse, rompendo il silenzio – Se non altro, il fatto che esistano resti non ancora seppelliti è tristemente vero... – mentre con un sospiro seppelliva l'arto in una piccola fossa improvvisata – Va bé... muoviamoci – disse quindi, tornando al fianco di Kurai... ma non appena il gruppo iniziò a muovere i primi passi, udirono un suono inquietante, quasi un bisbiglio portato dal vento: senza dire una parola, Mirai evocò una lunga catena che vorticò attorno a loro come scudo provvisorio, Kumo ingrandì la Hell Judegment e si preparò all'attacco e Kurai estrasse Excalibur Ex dalla mano e si mise immediatamente in guardia, mentre Andrea fu così veloce che le catene di Mirai nemmeno lo sfiorarono: prima che i tre reagissero d'istinto, lui si era già mosso, ed avventato, contro l'ombra che aveva emesso il suono, urlando – Onda d'Hado! – in Italiano, colpendolo una figura a palmo aperto nel ventre ed emettendo un'onda d'urto interna che la spedì a gambe all'aria, neutralizzandola.

Una volta che fu atterrato, Andrea si lanciò con agilità sopra di lui, puntandogli la lama di un coltello al collo e mormorando – E' finita. Rispondi alle mie domande e ti lasceremo anda- – si bloccò a metà frase, non appena si rese conto che... – Ra-ragazzi... questo è morto – disse con tono inquieto.

Mirai, leggermente stupita dal modo in cui l'aveva detto, domandò – Ma cosa... non mi pare di averti visto attaccare con un colpo letale, anzi, mi sembrava tuttalpiù che volessi solo metterlo KO...! Aspetta, ma non non sei uno dei guardiani della squadra ASSASSINA Varia? Perché sembri fin troppo sconvolto all'idea di aver ucciso qualcuno... – continuò, correndo verso di lui seguita dagli altri... coprendosi la bocca con le mani dalla sorpresa.

Il nemico appena abbattuto era un cadavere mummificato.

*

Una spira di vento portò milioni di piccolissimi granelli di sabbia a riunirsi in un unico punto: lentamente, si amalgamarono fino a prendere una forma semi-umana ma priva di gambe, la quale, dopo alcuni attimi di silenzio, esclamò in un sussurro – E così... alla fine gli animaletti sono cascati dritti nella trappola, uh? Augustus-sama non manca mai una predizione: è indubbiamente uno dei più grandi strateghi della storia! Un momento...! – sgranò gli occhi dall'oscurità, mettendo bene a fuoco il quartetto – Ma quello...! Kurai Rokudo?! Mirai Rokudo?! E perfino Kumo Hibari?! I due Boss della Famiglia Kokuyo e la loro Guardiana del Nubifragio... qui? – il suo sguardo si accese di adorazione – Augustus-sama, lei lo sapeva, vero? Ha mandato qui, fra tutti, proprio me... perché sapeva che potevo batterli, vero? Ah... ahahah! Non la deluderò, mio signore! – mormorò da solo, alzando lo sguardo alla luna mentre si scomponeva nuovamente in tantissimi granelli di sabbia.

*

Kurai sospirò, non riuscendo a capire il motivo di perdere tempo a discutere se fossero stati o meno appena attaccati da una mummia – ... dai ragazzi, non direte sul serio... – disse scuotendo la testa con disappunto, ma immediatamente Kumo lo fulminò con lo sguardo – Perché, tu come ti spieghi ciò che è appena successo?! – replicò, mentre Mirai interveniva pensierosa – In effetti è assurdo, ma nemmeno poi tanto... vi ricordate la caverna dove abbiamo recuperato l'Hell Ring? Beh, non era forse successo qualcosa di simile? – lasciando sconcertato Andrea – E-eh?! Ho capito bene?! Non solo credete che ci abbia veramente aggredito un... cadavere mummificato, ma affermate di avere già subito un'esperienza analoga?! – domandò: il suo sguardo, però, non mostrava alcuna inquietudine o paura, solo una pura e sincera curiosità.

Mirai, avvertendo l'attenzione di Andrea, si schiarì la voce ed iniziò a raccontare – Per prepararci al meglio per l'imminente battaglia contro gli Zero, due anni fa, avevamo bisogno che Rajiv e Vittorie forgiassero gli Hell Gear, i quali come base avevano... gli Hell Ring. A noi mancava un Hell Ring, che risultò essere situato nella "Caverna del Demonio", che esplorammo per poterlo ottenere... ecco, a quanto pare lo spirito di quell'Hell Gear era un Negromante, perché tutti i morti di quell'area si muovevano come marionette e ci aggredivano... non appena ottenuto l'Hell Ring, comunque, tutto cessò. Uh! Un momento! – esclamò di colpo, sgranando gli occhi – E se... qui ci fosse un qualcosa di simile? – disse tutto d'un fiato, ma gli altri non ebbero il tempo di rispondere: un altro fruscio costrinse il gruppo a voltarsi di scatto, appena in tempo per vedere i cadaveri mummificati ricoperti da un sottile strato di terra rialzarsi e muoversi verso di loro, dapprima barcollanti, per poi scattare con velocità notevole, brandendo pietre o oggetti arrugginiti raccolti dal terreno circostante ed usandoli mirando ai punti più vulnerabili dei ragazzi: Kurai con riflessi straordinari mosse un affondo sopra la testa di Kumo, appena in tempo per decapitarne uno che stava per colpirla alle spalle con una lastra di metallo arrugginita, mentre Kumo ingrandì rapidamente la Hell Judegment in modo da falciare a metà tutti i nemici attorno a lei con un rapido movimento: Mirai, invece, generò una grande quantità di catene che infilzarono gran parte dei nemici, catene che vennero in seguito colpite da un'Onda dell'Hado da Andrea, che propagò una fiamma Nuvola-Tempesta dritta nel corpo dei cadaveri rianimati distruggendoli all'istante, sollevando grosse quantità di sabbia... che andavano puntualmente a posarsi sui singoli pezzi, ricomponendoli e ripartendo all'attacco.

Kurai si morse il labbro – Cosa diavolo...! – disse, mentre ne tagliava a metà un altro, che tornava a rialzarsi – Non muoiono mai! – finendo schiena contro schiena con Kumo, che disse scocciata – Ma va? Forse perché sono già morti?! Pensa a combattere o ti farai ammazzare, deficiente! – mentre allungava ulteriormente la falce e tranciava un nemico che strisciando si era avvicinato alle spalle di Mirai, pronto a pugnalarla alle spalle, mentre lei evocava il – Chimera di Catene: Kraken! – che immediatamente, non appena fu finito di essere plasmato dalle catene, iniziò ad usare la sua miriade di tentacoli per colpire brutalmente qualsiasi nemico gli si parasse davanti, impedendo di raggiungerli – Dato che non abbiamo tempo da perdere, lasciamo che se ne occupi il mio piccolino: dopotutto, questo assalto è stato fin troppo improvviso, il che ci conferma la presenza di qualcuno! – urlò ai compagni, facendo cenno di seguirla di corsa, cosa che tutti fecero... ma, improvvisamente, con un fruscio ed un boato, l'intera foresta parve dissolversi nel nulla, come castelli di sabbia che crollavano, e rivelando alte pareti rocciose... erano finiti sul fondo di un precipizio.

Kurai e Kumo si guardarono intorno, disorientati: Mirai e Andrea erano spariti all'improvviso, e come se non bastasse si erano trovati intrappolati nel fondo del dirupo – Cosa... cosa cazzo succede?! – esclamò irritata Kumo, guardandosi intorno nervosamente – Dove sono finiti Mirai-chan e Red Rain?! E come ci siamo finiti qui? – esclamò sconvolta, per poi guardare Kurai con sguardo eloquente.

Kurai, capendo tutto al volo, annuì e urlò – Spezzillusione! – facendo come il gesto di serrare la mano per stritolare qualcosa d'invisibile... ma non accadde nulla – No, eh? Allora è come pensavo... – disse sospirando Kumo – Noi non siamo in un'illusione... la verità è che c'eravamo dentro fino a poco fa. Rimane solo da capire come uscire da qui e dove sia l'autore – e, nel dirlo, iniziò a roteare la falce – Trattieni il respiro, Kurai – disse con inaspettata dolcezza, mentre attivava l'Hell Gear e appiattiva la lama affilandola a livelli inimmaginabili, per poi allungare il manico di diversi metri e roteare su sé stessa urlando – Tristo Mietitore! – falciando qualsiasi cosa attorno a lei, mentre Kurai tratteneva il respiro ed usava la Modalità Fantasma appena in tempo.

Dopo aver sferrato il colpo, la falce tornò a dimensioni normali: solo allora tutto ciò che era stato travolto dal poderoso fendente ricadde in due metà distinte, lasciando attorno a loro un cerchio perfetto.

Kurai guardò ammirato la ragazza, che sorrise soddisfatta per poi urlare – Hey, vigliacco! Non hai più posti dove nasconderti: che ne dici di venire allo scoperto?! – preparandosi ad un disperato attacco a sorpresa del nemico... che però reagì in modo del tutto inaspettato – Oh? Ma io... sono sempre stato qui... –

I due ragazzi sussultarono, guardandosi attorno... ma non videro nessuno.

Kumo, credendo di avere le allucinazioni, mormorò a Kurai – Dimmi che lo hai sentito anche tu... – ottenendo una risposta positiva – Sì... non c'è dubbio, era una voce maschile... ma aveva qualcosa di... – rispose, mentre Kumo concludeva la frase per lui – … spettrale, già. – stringendogli la mano: Kurai arrossì violentemente, cosa che fece anche Kumo distogliendo lo sguardo ed esclamando – N-non reagire così, che diamine! Abbiamo già perso Mirai-chan e Red Rain di vista: cosa accadrebbe se ci separassero?! Diventeremmo prede facili! Inoltre... – si voltò completamente, per nascondersi totalmente alla vista del ragazzo – … c-cerca di abituarti a questo genere di cose! Insomma... dopotutto sono la tua... – ma non fece in tempo a finire la frase che la sabbia del terreno circostante iniziò a convergere in un solo punto, formando una colossale mano di terra, mentre la voce urlava – Bleah, che disgusto! Andate ad accoppiarvi da un'altra parte, bestiacce! – e si abbatteva su di loro: i due, però, senza esitare si separarono schivando di lato il colpo, assumendo una posizione di guardia... ma tutto era tornato calmo.

Kumo fece per perdere la calma, ma, inaspettatamente Kurai fu più veloce – TI VUOI DECIDERE AD AFFRONTARCI FACCIA A FACCIA O NO, SCHIFOSO VIGLIACCO?! HAI PAURA PERCHE' SAI CHE TI FAREI UN CULO GROSSO QUANTO UNA PORTAEREI, EH?! – serrando la presa su Excalibur Ex, mentre Re Kiri esclamava – Ohibò, Messer Kurai ha perso il lume della ragione! – e Kumo sorrideva piacevolmente colpita.

In risposta, la sabbia attorno a loro iniziò a concretizzarsi attorniata da tantissime e familiari saette bianche, mentre prendeva via via forma umana e una voce portata dal vento mormorava – I tuoi insulti non mi toccano, caro ragazzo dalla testa ad ananas. Affrontarvi faccia a faccia, dici? – ormai la figura era quasi completa: un giovane uomo parecchio alto e dai capelli biondi medio-lunghi tirati all'indietro si ergeva in tutta la sua imponenza davanti a loro: una volta che anche l'ultimo granello si fu posato su di lui, aprì gli occhi castano chiaro e con un sorriso insano esclamò – Perché mai uno spettro dovrebbe abbassarsi a tanto? – fluttuando verso i due ragazzi, che si scambiarono occhiate confuse e preoccupate.

*

– Kurai-nii! Kumo-chan! – urlò Mirai, chiamando a destra e a manca a gran voce, preoccupata, mentre Andrea tendeva l'orecchio a captare ogni suono potesse indicargli la locazione dei due compagni... ma nulla cambiò – Ma dove diamine sono finiti?! – esclamò scocciata, dopo mezz'ora di vana ricerca, mentre Andrea alzava le spalle – Non ne ho la minima idea... non avverto nemmeno un suono, per cui è probabile che stiamo continuando ad allontanarci da loro. Proviamo a cambiare direzione? – propose, ottenendo un cenno d'assenso di Mirai – E' molto probabile che sia come dici tu: andiamo! – rispose, facendo dietrofront ed iniziando a ripercorre i propri passi, mentre alle loro spalle banchi di sabbia iniziavano ad addensarsi in una figura umana...

*

Kumo aveva sgranato gli occhi in un'espressione inorridita: uno spettro?!

Non poteva crederci, eppure stava effettivamente dimostrando di possedere caratteristiche attribuibili ad un entità quantomeno non umana.

Si voltò a guardare Kurai, anch'esso estremamente teso – Uno spettro? Che cagate stai dicendo?! Che cagate sta dicendo, Re Kiri!? – ripeté ad alta voce: lo Spirit eseguì una breve analisi, quindi indietreggiò – Non vorrei sembrar nefasto, Messere, ma invero non rilevo in lui alcunché di vivo: non ha segni vitali. Ohibò, che sia uno spettro o meno non mi è dato saperlo, ma è sicuro come il fatto che io le stia parlando che codesto essere è privo di vita – annunciò mestamente.

Kumo strinse i denti, serrando la presa sul manico e preparandosi per tentare comunque di attaccarlo, ma Kurai fu più veloce – Shigure Soen Ryu Dual – urlò, svanendo nella nebbia e ricomparendo davanti allo spettro, il quale parve alzare un sopracciglio dalla sorpresa, mentre vedeva un fendente incrociato arrivargli in faccia...

– E' un'illusione – mormorò con calma lo spettro, vibrando un potentissimo pugno alla sua destra: il vero Kurai emerse dalla nebbia, scaraventato via dal colpo, e ricadde di schiena contemporaneamente a quando svanì il falso Kurai, mentre con un semplice gesto lo spettro evocava una ghigliottina di sabbia ed esclamava con un freddo sorriso omicida – Goodbye, ananas boy! – abbassando la mano e, così facendo, spedendo la lama di sabbia a muoversi velocemente verso il collo di Kurai, con l'intento di reciderlo...

– NON OSARE TOCCARLO! – echeggiò la voce di Kumo, mentre con un rapido movimento bloccava la lama di sabbia con quella della Rebirth Angel, dando a Kurai la frazione di secondo necessaria a rialzarsi e a contrattaccare con il – Re Kiri, Cambio Forma! – ordinò, e lo Spirit rispose – Immediatamente, Messere! – mentre Excalibur Ex mutava forma tornando la spada originaria, quindi prima che lo spettro potesse reagire, urlò ad alta voce – Round Table Knights! – scattando ad alta velocità verso il nemico, mentre infondeva in Excalibur una grande quantità di energia per liberarla poi tutta in un unico fendente, che tranciò di netto il nemico misterioso al grido di – Gareth! – appena in tempo per evitare a Kumo di essere spinta contro delle affilatissime spine formate da sabbia indurita.

Eppure, non ottenne alcun effetto se non il deviare il colpo del nemico – Inutile, inutile, inutile! Non puoi uccidere uno spettro, ananas boy! – urlò questi, creando un rinforzo di sabbia attorno al pugno destro e colpendo con forza micidiale il ragazzo, che volò per qualche metro rotolando all'indietro e atterrando di schiena in malo modo.

Kumo, preoccupata, si lanciò contro il nemico mentre urlava – Zephyr! LIMIT BREAKER! – scatenando una colossale fiamma Nubifragio che l'avvolse completamente alla vista: quando riemerse, indossava una tunica nera molto simile a quella del Limit Breaker pre-aggiornamento ma più lunga, strappata e dotata di cappuccio, mentre la falce era mutata ancora, seppur leggermente: in particolare Kumo notò subito che ora sembrava più leggera e stabile, permettendole movimenti più agili.

Quindi, roteò con maestria l'arma e mormorò freddamente, mentre i capelli bianchi venivano mossi dal vento scoprendo i suoi occhi viola intenso – Esecuzione della Dea della Morte! – eseguendo quattro rapidissimi fendenti, che tranciarono il nemico in altrettanti parti prima che potesse accorgersene... ma non servì a nulla, poiché le metà si riunirono appena in tempo per caricare un pugno ricoperto da simil-stalatitti affilatissime formate da sabbia solidificata, che però venne fermato da un – Round Table Knights: Bors de Ganis! – di Kurai, che si frappose fra lo spettro e Kumo incrociando le spade, le quali modificarono per qualche secondo la loro struttura divenendo più grosse e piatte, come due scudi, formando una barriera di diamante sul quale s'infranse il pugno dello spettro, in un'esplosione di sabbia che stupì non solo Kurai ma anche lo spettro stesso, mentre Kumo sfruttava le salde spalle di Kurai come punto di slancio e lo scavalcava con un salto mortale, vibrando dall'alto un micidiale fendente che tranciò in due metà distinte l'ammasso di sabbia che componeva il nemico, taglio che poi si dilatò per via dell'effetto del – Spezzaguardia Nebula: Second Edition – di Kumo, la quale con un'agile rotolata si portò a distanza di sicurezza mentre Kurai con rapidità eccelsa puntava il palmo della mano destra davanti allo spettro approfittando della distrazione di questi, e la mano sinistra dietro iniziava ad emettere una fiamma dolce: quindi, mentre l'occhio destro sulla Lente dei Sei Sentieri (evocata con una prontezza di riflessi impressionante) diveniva rosso e la pupilla assumeva la forma di un kanji rappresentante il numero “2”, Kurai urlò – X-BURNER ZERO! – scatenando un'esplosione dirompente che travolse l'avversario, disintegrandolo e carbonizzando parte del terreno circostante, scavando un solco profondo qualche centimetro e generando con un boato una grossa apertura nel precipizio, che franò in seguito all'esplosione che seguì il colpo.

In mezzo alla polvere, tossendo, Kurai e Kumo si avvicinarono e batterono il cinque in segno di vittoria – Ahahah, ce l'abbiamo fatta! – gioì Kumo, abbracciando esultante Kurai, il quale ricambiò giulivo – Yeah! Beccati questo, spettro dei miei stivali! Ahahahah! – disattivando il Cambio Forma, mentre Kumo faceva per riallacciarsi il ciondolo al collo... ma una voce familiare interruppe i loro festeggiamenti – Niente male, piccioncini... ma penso vi sia sfuggito un dettaglio importante... – disse la voce portata dal vento, mentre granelli di sabbia da ogni dove si riunificavano a formare il corpo dello spettro – E' impossibile... uccidere uno spettro. E dire che continuo a dirvelo! – ripeté ancora una volta, sfoderando un ghigno infernale.

*

– Onda dell'Hado! – urlò Andrea, colpendo con forza il corpo sabbioso dello spettro, che rimase immobile per poi esplodere dall'interno sollevando una grosse nube di sabbia, che ancora una volta tornò al punto di partenza a riformare il corpo originale – Non vi arrendete proprio, eh? – li canzonò con un ghigno l'entità, mentre con un gesto causava un vero e proprio gorgo di sabbia nel terreno sotto i loro, che iniziò a vorticare attirandoli verso il nucleo: al che, Mirai, spazientita, urlò – E va bene, te la sei cercata! Scarlet, Limit Breaker! – urlò, ottenendo una risposta affermativa ma vagamente titubante dalla splendida Farfalla Cobra, straripante di potere: anche lei venne avvolta da una colossale fiamma Nebbia-0, che la nascose alla vista: quando riemerse, indossava una sorta di kimono azzurro, e gli anelli dell'Hell Gear roteavano a formare delle simil-ali dietro la sua schiena.

Quindi, con un sorriso crudele, Mirai urlò – MIRAI DISSE “TRAVOLGA LA LAVA SOTTOSTANTE LO SPETTRO INFAME!” – causando una rovente fiammata che si sprigionò da sotto i piedi dello spettro, che urlò arrostito vivo mentre la sabbia veniva velocemente cotta vetrificandosi: infine, quando fu bello che cristallizzato, Mirai ordinò ad Andrea – Ora! –, il quale annuì e scattò caricando tutta la sua forza nel palmo destro con il quale colpì la statua di vetro, all'urlo di – Onda dell'Hado alla massima potenza! – causando un'esplosione interna che mandò in mille pezzi l'avversario, mentre Mirai tornava normale ed esclamava, con un sorriso beffardo – E la lava ubbidì alla mia volontà – osservando la pioggia di frammenti di vetro, senza accorgersi dello sguardo intenso d'ammirazione che le rivolse Andrea.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - L'imperatrice della Sky Tree Tower ***


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– Rajiv-san... ora che ci penso, non avrai sbagliato a far fuggire tutti? – domandò all'improvviso Marsh nonostante il fiatone, mentre correvano per le rampe di scala affannosamente: purtroppo l'ascensore era risultato privo di corrente, e non c'era stato verso di farlo partire.

Rajiv si voltò verso di lei con un'espressione a metà fra l'apatico ed il curioso – Oh? Come mai questa domanda? – chiese a sua volta alla ragazzina, la quale rispose – Beh, data la tua immane dote di manipolare la psiche altrui, pensavo sarebbe stato vantaggioso farci dire dai diretti interessati se effettivamente questo posto è quel che si pensa... in modo da evitare di sprecare tempo, no? – disse semplicemente, continuando a correre: Rajiv, però, si bloccò di colpo, bianco come un cencio e con dipinta sul volto un'espressione mai vista prima – Non... non ci ho pensato... – mormorò piano, incredulo. Kuro nel vederlo non riuscì a trattenere una risata – Ah! Allora anche tu sei umano e ogni tanto sbagli! Nyahahah! – ottenendo una espressione apatica ma imbarazzata da parte dell'amico, che riprese a correre immerso nei suoi pensieri.

Anche a Yukiko sfuggì una risatina, mentre il gruppetto avanzava per la rampa successiva: continuarono così per dieci minuti buoni, finché, ad un certo punto, crollarono a terra, ansimando sfiniti – No, vi prego... PAUSA. Tanto la torre è vuota, non corriamo rischi... – ansimò affannosamente una spossata e barcollante Marsh tra l'approvazione generale, lasciandosi infine crollare al suolo respirando grosse quantità d'aria ed alzando lo sguardo al soffitto, guardando le rampe districarsi sempre più verso l'alto in quantità apparentemente infinita – Chissà se... questa fottuta torre ha una fine... – pigolò sconsolata al pensiero di dover ancora percorrere tutta quella strada.

*

Una figura coperta dalla poltrona trafficava davanti agli enormi monitor: lentamente, tirò indietro le maniche del camice che coprivano le piccole mani, iniziando a digitare velocemente sulla tastiera – E così... sono davvero venuti, eh? – mormorò con calma, premendo un tasto e zoomando sulle figure dei 4 ragazzi – Alloooraa... Rajiv Kyoki, Marsh Gesso, Yukiko Amane e XY121013, altresì noto come "Kuro". Interessante... tra loro abbiamo quindi il più forte fisicamente della Famiglia, la più agile, il più imprevedibile e la più strategica... questa volta mi è andata parecchio di sfiga. Pazienza... significa che dovrò fare subito del mio meglio: basterà che giochi immediatamente il mio asso nella manica senza perdere tempo, dopotutto sono io ad essere in svantaggio numerico e di forza, per cui non dare immediatamente il massimo equivarrebbe a firmare la mia condanna a morte. Inoltre... non intendo usare quel potere. Lui lo scoprirebbe subito, e non deve succedere. Bene, è deciso! – esclamò infine, girando la chiave di attivazione della corrente per l'ascensore – Ho ottenuto i dati che mi servivano: non ho motivo di rallentare la loro scalata! – annunciò quindi, scartando un lecca-lecca e portandoselo alla bocca, mentre scendeva dalla poltrona e si avviava verso la porta – E' il momento... di rendere fiero mio padre! – mormorò con espressione rabbuiata poco prima che la porta dietro di lei si chiudesse.

*

Improvvisamente, il gruppo udì un sonoro "ding" seguito dall'apertura delle porte dell'ascensore: dopo un attimo di smarrimento, ed un frettoloso scambio di occhiate preoccupate, Marsh si alzò e fece per avvicinarsi lentamente alle porte, ma...

– E' una trappola. –

– Già, sicuramente, è fin troppo evidente... –

– Già già, solo un idiota potrebbe cascarci, nyah! –

Marsh avvampò dalla rabbia, quindi si voltò di scatto verso di loro urlando – SENTITE, NON ME NE FREGA SE E' UNA TRAPPOLA, MA DI QUESTO PASSO L'ULTIMATUM SCADRA' PRIMA CHE NOI ARRIVIAMO IN CIMA! ALZATE QUELLE CHIAPPE O VI MOLLO QUI! – in uno slancio di irritazione che fece trasalire i presenti, i quali si affrettarono a raggiungerla appena in tempo prima che le porte si richiudessero, scambiandosi poi occhiate nervose: Marsh era strana, non era da lei comportarsi in quel modo.

Avvertendo la tensione nell'aria, Marsh sbuffò voltandosi dall'altra parte e mormorando – Sentite, mi spiace, ok? Ma non sopporto il ritrovarmi costretta a fare qualcosa in così poco tempo, odio le scadenze a breve termine... per cui, cerchiamo sempre di agire con un largo vantaggio rispetto al tempo che ci resta, d'accordo? Non sono in ballo solo le nostre vite... dopotutto a questo giro rischiamo un vero e proprio olocausto nucleare, che mieterebbe milioni, se non miliardi, di vittime. Non permetterò che l'umanità subisca una tale disgrazia solo perché voi avete paura a prendere un'ascensore! Se è una trappola combatteremo, no?! Siamo venuti fin qui per questo dopotutto, sbaglio? Per cui... d'ora in poi, evitate di perdere tempo – disse con un tono talmente serio da provocare una spiacevole sensazione di autorimprovero nei suoi compagni, che si limitarono ad annuire in silenzio mentre l'ascensore saliva... finché, dopo qualche istante, le porte non si spalancarono. Erano arrivati.

*

Avvertendo il suono delle porte dell'ascensore aprirsi dietro di lui, l'individuo misterioso si tolse il lecca-lecca dalla bocca e sfoderò un sorriso – Bene... si va in scena – mormorò, preparandosi a combattere.

*

Non appena le porte si furono aperte completamente, i ragazzi si guardarono intorno, in allerta... ma videro soltanto una ragazzina bionda girata di spalle.

Confusa, Marsh le si avvicinò – Hey, tu, piccola! Che ci fai qui da sola? I tuoi genitori lavorano qui? O sei una star televisiva? – domandò, varando le due uniche possibilità plausibili che le passarono per la mente... ma poi improvvisamente, forse guidata dall'istinto, Yukiko l'afferrò per le spalle urlando – No, Marsh! Attenta! – trascinandola via proprio mentre la ragazzina si voltava di scatto assumendo una posizione di guardia, ed il suo volto veniva illuminato dalle luci al neon: era molto bassa, sicuramente sotto il metro e cinquanta, con dei capelli medio-corti color biondo cenere, con un lungo ciuffo a coprirle interamente l'occhio destro e che le arrivava fin sotto il mento, mentre l'unico occhio visibile, il sinistro, era di un vivido verde chiaro.

Yukiko squadrò la misteriosa bambina, la quale ricambiò lo sguardo con espressione innocente ed adorabile: complessivamente, non poteva avere oltre gli 11 anni, anche se la presenza di orecchini alle orecchie la disorientava un po', ed il camice le stava più grande di almeno 3 taglie, a giudicare di quanta stoffa avesse in avanzo a coprirle le maniche e dallo strascico che arrivava fino a terra.

Mentre tentava di capire se era una nemica o solo una innocente spaventata, la ragazzina pensò bene di togliere ogni dubbio dalle menti dei loro avversari – Complimenti per essere arrivati fin qui, ragazzi! Sapendo del vostro arrivo mi sono presa la libertà di organizzarvi una festa a sorpresa... spero non vi dispiaccia! – disse con voce allegra e dolce, sfoderando un sorrisino angelico ed innocente prima di urlare – Emperor: Edit! – ed evocare la consueta fiamma composta dai numeri 0 ed 1, che però assunse questa volta la forma di una mano grossa come la sua testa e che prese a fluttuare attorno a lei, e che senza preavviso si scagliò contro Yukiko, la quale venne colta in contropiede e rimase immobile, come pietrificata...

Fortunatamente, Kuro la spinse a terra mettendosi in mezzo e lasciando che la mano lo afferrasse: solo allora la bambina, rimasta sorpresa dall'intromissione imprevista, ridacchiò e prese a muovere le dita della mano destra mentre l'Emperor seguiva i movimenti della sua mano reale – Ottimo! Non eri tu l'obbiettivo, XY121013, ma il tuo DNA geneticamente modificato sarà molto divertente da editare! Ecco fatto. – disse quindi, smettendo di muovere la mano e richiamando a sé il suo Emperor: Kuro aveva uno sguardo strano, inumano, e teneva la testa china ringhiando come un'animale feroce.

Preoccupata, Yukiko urlò – COSA GLI HAI FATTO!? Argh! – attivando appena in tempo l'Hell Gear e generando uno Scudo di Efesto giusto una frazione di secondo prima che il poderoso pugno sferrato da Kuro la centrasse in pieno – C-cosa stai facendo, Kuro-kun!? Perché mi stai attaccando!? – esclamò, cercando disperatamente di resistere alla forza dirompente del ragazzo.

La bambina, con espressione innocente, rispose con semplicità disarmante – Uh? Io? Ho solo alterato la sua percezione mentale tramite la creazione di cellule ormonali che hanno amplificato il suo istinto animalesco finché non ha sopraffatto la sua ragione umana! Ovviamente ho potuto farlo solo per via del suo DNA modificato che presenta caratteristiche feline e selvatiche, su di te, per esempio, mi sarebbe impossibile far- Uh!? – sgranò gli occhi e si abbassò all'indietro appena in tempo prima che una freccia di fiamma Tempesta solida le si conficcasse al centro della tempia, uccidendola sul colpo.

Superato lo shock iniziale, la bambina sfoderò un ghigno – Giuuusto. Il piano era di non sottovalutarvi: siete senza dubbio molto, molto più forti di me. Per cui... devo fare sul serio fin da subito, o perderò! Ecco, per iniziare – ed evocò ancora una volta il suo Emperor – Ti rendo inoffensiva! – urlò scagliandolo a gran velocità contro Yukiko, la quale non poté schivarlo e venne afferrata dalla mano: quindi, mentre schivava gli agili attacchi di Marsh con qualche difficoltà, la misteriosa bambina muoveva la mano come se stesse premendo pulsanti visibili solo a lei, per poi dopo qualche secondo esclamare – Oh, yeah! – mentre richiamava il proprio Emperor e lo usava per afferrare al volo il braccio di Marsh appena prima che potesse colpirla con uno Tsunami – Non essere impaziente, Marsh! Tanto ora tocca a te! – chiudendo gli occhi e rimodellando alla cieca, evitando accuratamente di aprirli per non incorrere nella tremenda allucinazione che Rajiv le scagliò contro, quindi, una volta concluso con lei (la quale cadde a terra contorcendosi come Yukiko) individuò dal rumore di passi la posizione di Rajiv e con un gesto riuscì ad afferrare anche lui con l'Emperor, ottenendo lo stesso risultato.

Solo allora aprì gli occhi – Che delusione... io ho dato il meglio di me perché sapevo di non avere praticamente alcuna possibilità contro di voi, e come ringraziamento ho ottenuto di essere stupidamente sottovalutata per via del mio aspetto inoffensivo, ottenendo la vittoria più semplice della mia vita. Vi credevo più maturi... – sbuffò delusa, mentre osservava le mutazioni ottenute: Yukiko era diventata una bambina di 8 anni, Kuro una bestia fuori controllo e assetata di sangue, Rajiv una ragazzina spaventosamente simile ad una versione più fanciullesca di Vittorie che frignava senza ritegno, mentre Marsh... un ragazzo dai capelli simili a quelli di Byakuran, che osservava la bambina con sguardo carico d'odio.

Una volta constatato il proprio operato, la misteriosa ragazzina scoppiò a ridere – Kyaaa! Non guardarmi così, sono troppo piccola per te, bel fusto! – disse a Marsh fingendo di arrossire, ottenendo come reazione un goffo scatto furioso da parte sua, che però crollò immediatamente a terra non riuscendo a controllare il corpo, mentre la mini-Yukiko con vocina stridula tentava invano di far smettere di piangere Rajiv in versione donna, e Kuro saltava qua e là sfasciando qualsiasi cosa emettesse un suono da lui reputato fastidioso.

Tuttavia, una volta guardato dritto negli occhi Marsh, mormorò – Però non basta. Voi Kokuyo siete famosi per la vostra imprevidibilità, più che un asso nella manica disponete di un intero mazzo di carte, ragion per cui... non devo cantar vittoria prima di avervi finito definitivamente – quindi, evocando ancora una volta il suo Emperor, lo indirizzò questa volta su se stessa... ottenendo come reazione un aumento esponenziale della muscolatura inferiore e superiore, fino ad avere arti che non avrebbero sfigurato su un atleta olimpionico, ma che su di lei risultavano decisamente sproporzionate – L'estetica non conta se si ottiene una potenza maggiore: non lo pensi anche tu? – esclamò, lanciandosi all'attacco e sferrando un poderoso calcio a mezz'aria che Marsh parò d'istinto, accusando però duramente il colpo, che per poco non le fratturò l'avambraccio.

Barcollando, provò a rialzarsi, ma il corpo non rispondeva correttamente ai suoi ordini – Dannazione... DANNAZIONE! Perché! Perché non risponde?! – imprecò, vedendo ogni sforzo risultare vano.

La bambina si avvicinò a lei, quindi la sollevò per i capelli guardandola negli occhi con espressione cupa – Non hai la minima idea di quante differenze biologiche vi siano in realtà fra noi donne e gli uomini... pensi sia così facile per il tuo cervello, rimasto invariato, adattarsi ad un corpo che gli è estraneo? Ma non avercela con me... la colpa è della vostra stupidità. Quale persona sensata sottovaluterebbe l'avversario per il semplice fatto che ha un aspetto indifeso? – e si preparò a caricare un pugno: vari flash attraversarono la sua mente, riportando a galla vecchi traumi, ma non poteva fermarsi: non ora.

– Addioooofgh! – bofonchiò dal dolore, non riuscendo a sferrare in tempo il colpo: Marsh l'aveva colpita in pieno stomaco con un "Onda Tempestosa Livello 6", spedendola a schiantarsi qualche metro più in là contro un armadietto in metallo, urlando – E QUALE IDIOTA ESITEREBBE A FINIRE IL SUO AVVERSARIO PUR ESSENDO A POCHI CENTIMETRI DA ESSO?! EH?! – mentre con uno sforzo enorme riusciva a rialzarsi in piedi e la bambina faceva altrettanto, barcollando e ripulendosi dal sangue sputato prima di sfoderare un sorriso compiaciuto.

*

La mini-Yukiko non riusciva a far smettere di piangere Rajiv – Ohi, ma che cazzo ti prende?! Smettila! Perché frigni come un neonato?! – urlò con una vocina stridula mentre la scuoteva, ottenendo in risposta un – N-Non l-lo faccio apposta! E-è più forte di me! M-mi sento come se avessi gli ormoni impazziti..! – biasciato con voce spezzata fra un singhiozzo e l'altro.
Tuttavia, un rumore improvviso alle sue spalle avvertì Yukiko che i veri problemi iniziavano ora 
– Oh... no... – mormorò sbiancando e voltandosi piano, deglutendo: Kuro, completamente fuori controllo, aveva appena finito di distruggere schermi, orologi e macchinari strani e si apprestava ora a far fuori l'ultima fonte di rumore fastidioso... Rajiv – Kuro-kun! Guardami! Mi riconosci?! – urlò disperata Yukiko, realizzando troppo tardi che né il suo aspetto né la sua voce erano riconoscibili in quelle condizioni: avvertendo quella tonalità vocale così acuta, Kuro lanciò un ruggito e si scagliò contro la ragazza, che urlò – MALEDIZIONEEE! – ed evocò due Scudi di Efesto, che vennero però spazzati via come fossero carta, scatenando un'onda d'urto che scagliò nella stanza attigua sia lei che Rajiv.

Rialzandosi a fatica, Yukiko vide arrivare Kuro con passo felino, i denti scoperti ed i peli rizzati: si morse un labbro fino a farselo sanguinare, mentre tentava di pensare disperatamente ad una via d'uscita da quella situazione – Dannazione... dannazione... DANNAZIONE! E' ridicolo! Dover combattere proprio contro di lui...! Se non altro, l'Hell Gear sembra funzionare correttamente anche in questo stato di alterazione. Grr... quella piccola troia la pagherà! OH, SE LA PAGHERA'!! – gridò mentre Kuro iniziava a caricarle addosso trasformandosi in Ombra... – Grr... con questo corpicino debole e minuto non posso sperare di tenergli testa... a quanto pare non ho scelta! Ellyk! Attiva il Limit Breaker! – ordinò alla sua Spirit, la quale, resasi visibile, annuì – Ok, padroncina! Ma poi giochiamo, vero?! – disse allegramente, mentre si fondeva con la spilla per capelli dell'Hell Gear di Yukiko e la ragazza veniva avvolta da un'intensa fiamma Tempesta: quando si dissolse, la mini-Yukiko indossava una tunica tipica dell'antica grecia, apparentemente formata da fiamma solidificata, così come i guanti ed i gambali: attorno a sé, saettavano decine e decine di armi formate da fiamma solida, di ogni tipo, tra cui lance, spade, coltelli, archi e perfino fucili. Infine, una fiamma eterna prese ad ardere attorno a lei, distorcendo con il suo calore l'aria circostante.

La voce di Ellyk nella sua testa annunciò – Modalità Limit Breaker "Rea Creatio" attivata! Tempo residuo: 10 minuti. Dacci dentro, padroncina! – mentre la mini-Yukiko si apprestava a forgiare qualcosa per poter bloccare lo spaventoso attacco del bestiale Kuro fuori controllo.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 - Il demone delle Tianzi Mountains ***


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L'aereo atterrò a destinazione in una grossa radura ai piedi di una delle colossali colonne rocciose: Katie ammirava il paesaggio dal basso con la stessa espressione ammaliata che aveva avuto durante il volo – E quindi... queste sono le Tianzi Mountains?! Waa...! Sono incredibili! – esclamò senza distogliere lo sguardo dalla montagna che si ergeva imponente appena sopra di loro: immediatamente pensò che fosse come un pilastro di quarzo ricoperto di fitta vegetazione atto a sorreggere la volta celeste.
Guardandosi intorno, si ritrovò circondata da una serie pressoché infinita di altri picchi rocciosi come quello, che si stagliavano contro l’orizzonte come grezze torri di pietra cadute dal cielo, disposte come a formare un'enorme città crostruita da giganti: improvvisamente la ragazza si sentì piccola ed insignificante di fronte ai miracoli della natura.

D'un tratto, avvertì una mano appoggiarsi sui suoi capelli ed una voce familiare alle sue spalle – Hai buon gusto, sai? Ho sempre desiderato vedere dal vivo questo spettacolo – mormorò la voce di Haruo.

Katie abbassò lo sguardo, incrociandolo con quello del ragazzo, talmente assorto nei suoi pensieri che nemmeno se ne accorse – Quindi è per questo che ci tenevi così tanto a venire qui, Haruo-san? – domandò, ricordandosi come Haruo avesse borbottato sottovoce fra sé e sé tutto il tempo durante la riunione chiedendo di essere assegnato alla spedizione di quel luogo: con un sorrisetto, il ragazzo annuì – Eh già... non è andata come speravo, però. Cioè... ehm... – arrossì, per poi guardare Katie imbarazzato – insomma, non fraintendere, so benissimo che non è una gita di piacere, ok? In ogni caso, non c'è tempo da perdere: diamoci da fare. Hey, Lily-chan! Qual'è la tabella di marcia? – domandò con serietà: Yuniko, la quale stava contorcendosi dal ridere mentre Vittorie le palpeggiava la pancia per farle il solletico, si rialzò a fatica arrossendo imbarazzata e cercando di tornare seria, avvertendo una stretta allo stomaco (probabile senso di colpa?) allo sguardo di pietà misto a divertimento che Haruo le riservò – … s-si, il piano d'azione! Allora... – si lanciò nel suo zaino, aprendo il PC portatile dove aveva installato una copia del GWF – Uno dei tre segnali proveniva da quest'area – e con una rapida digitazione circoscrisse l'area attorno a loro – Per cui, indagando sopratutto in questa zona... – altro click, nuovo effetto: ora le montagne centrali dell'area parevano collegate come da un reticolo blu – … dobbiamo scoprire se l'autore dell'hacking è veramente situato qui, e nel caso catturarlo in modo da capire più informazioni possibili, oppure trovare il dispositivo che ha emesso un eventuale falso segnale, e distruggerlo in modo che l'interferenza svanisca, o ancora, prepararci a combattere... – concluse, ponendo un tono improvvisamente grave nella fase finale del discorso.

I presenti annuirono con serietà: avevano capito tutti che la terza, tacita opzione, era riferita ad un'imboscata organizzata fin dal principio.

*

Una figura in penombra armata di binocolo osservava i ragazzi dalla montagna-colonna che svettava sopra di loro con un sorriso soddisfatto stampato sulla faccia – Eheheheh! Sono arrivati davvero! Il piano di Augustus-sama ha funzionato alla perfezione: ci sono cascati in pieno! E gli ordini... sono di eliminarli. Ah, che bellezza! – nel mentre, si passò la lingua sulle labbra – Bene bene... non riesco a vederli chiaramente da quassù, ma ad occhio e croce direi che sono l'erede dei Giglionero, il futuro Bertesca Undicesimo e... uh?! Non li riconosco! Ci sono due ragazze che non riesco ad identificare! – sgranò gli occhi, cercando di metterle a fuoco, senza alcun risultato.

Poi, improvvisamente, liquidò il tutto con una scrollata di spalle – Bah, chissenefotte. Ho un solo ordine d'altronde: fare a pezzi chiunque si presenti in questo luogo. E io, Ba'al... non disubbidisco mai agli ordini! – e, sfoderando un ghigno, si lanciò con un salto giù dall'altura, incurante del fatto che un vuoto di circa 30 metri lo separasse dai suoi obbiettivi.

*

Yuniko e Vittorie stavano discutendo da dove iniziare le ricerche, mentre Haruo e Katie avevano già iniziato ad esplorare l'area nei dintorni: stavano ispezionando la più alta montagna della zona, quando Katie si bloccò di colpo, in allerta.

Haruo, vedendola fermarsi di botto con la coda dell'occhio, si fermò a sua volta, girandosi verso di lei – Uh? Katie-san? Che succede...? – ma la ragazza gli fece cenno di tacere – Sssh! Avverto qualcosa! L'aria si sta muovendo! E' come se... come se... oh, no! – sgranò gli occhi, mentre alzava lo sguardo appena in tempo per vedere una grossa figura avvicinarsi dall'alto a gran velocità – HARUO-SAN! SPOSTATI! – urlò, balzando in avanti ed afferrandolo per la mano, scagliandolo qualche metro più in là per poi rotolare lateralmente appena in tempo per evitare l'impatto con l'essere misterioso... ma, inaspettatamente, e con un boato assordante, l'area impattata deflagrò sollevando quantità esorbitanti di schegge di roccia e terreno incandescenti che ferirono di striscio i due ragazzi, venendo inoltre scaraventati via dall'onda d'urto: se non altro, il boato richiamò Yuniko e Vittorie, che accorsero immediatamente sul luogo pronte a combattere.
Tossendo e tremando, Haruo e Katie si rialzarono, barcollanti ma pronti ad affrontare l'autore dell'attacco non appena fosse uscito dal gigantesco nuvolone di polvere e detriti.

Improvvisamente, una risata echeggiò dal centro del cratere avvolto da fumo e fiamme – Eheheh! Brava, ragazzina, ottimi riflessi! Posso chiedere il tuo nome? Sai... – a mano a mano, la coltre di fumo si stava diradando, rivelando un giovane uomo incappucciato avvolto da anelli formati da quello che pareva magma incandescente attorno ai quali lampeggiavano rapide piccole saette bianche terribilmente familiari, ed un sorriso terrificante che Yuniko associò immediatamente a quello di un demone – … riconosco Yuniko Giglionero e Haruo Bertesca, ma non te. – domandò ridacchiando, provando immensa soddisfazione allo sguardo di puro sconvolgimento che Yuniko ed un ammaccato Haruo gli rivolsero – Ebbene sì, miei pargoli, so il vostro nome. Oh? Vi chiedete come ciò sia possibile? Eheheh... SEGRETO DI DEMONE! – urlò improvvisamente, scatenando ancora una volta una gigantesca esplosione che spedì in volo i quattro ragazzi ustionandoli superficialmente e bruciacchiando le loro divise.

Attaccati prima di poter rendersene conto, il gruppo non aveva avuto modo di attutire il colpo e ora si ritrovava in netto svantaggio, con ferite abbastanza gravi prima ancora dell'inizio ufficiale dello scontro... ed il loro avversario si avvicinava nuovamente, inesorabile e pronto ad attaccare ancora.

La prima a reagire fu Yuniko – Sporco figlio di...! Kazehime, non posso trattenermi: attiva immediatamente il Limit Breaker! – urlò, mentre la Spirit appariva nel suo nuovo aspetto (consistente in una splendida aquila reale bianca dagli occhi blu e ricoperta da un piumaggio che risplendeva alla luce lunare riflettendo tutti i colori dell'arcobaleno) ottenendo immediatamente un – Ah! Sei sicura? Si sono raccomandati di usarlo come ultima risorsa e... – ammutolì incrociando per un attimo lo sguardo di Ba'al – ... e questa ha tutta l'aria di esserlo. O-ok, la procedura non dovrebbe differire molto dal Limit Breaker originale, vero? – domandò in tono insicuro, mentre volteggiava attorno a lei e si fondeva con la tiara in testa alla ragazza: le gambe e i piedi vennero avvolti da due stivali bianchi e solcati da linee verde luminescente, alti oltre il ginocchio, il corpo venne coperto da un body attillato apparentemente dotato delle stesse caratteristiche degli stivali, e le mani e braccia da guanti lunghi e bianchi intonati allo stile generale, ma con in aggiunta gli eterei filamenti trasparenti del suo Limit Breaker originale: infine, dietro la sua schiena si materializzarono sei lame semitrasparenti e piatte, che si disposero a tre per lato, formando all'apparenza delle simil-ali che levitavano dietro di lei.

Yuniko, i cui capelli si erano ritirati leggermente in lunghezza ed apparivano più chiari del solito, sfoderò uno sguardo carico di rabbia mentre raffiche di vento taglienti come rasoi la circondavano, in netta contrapposizione agli anelli di magma del suo nemico.

La voce di Kazehime risuonò nella sua testa – Nuova modalità Limit Breaker “Uranus Metria” attivata! Tempo residuo... purtroppo solo 5 minuti! Fai del tuo meglio! – la incoraggiò, mentre la ragazza annuiva, preparandosi ad attaccare.

Anche Haruo non si fece attendere: immediatamente, urlò – Delta Drive! – evocando all'istante un bastone di ghiaccio lungo e sottile, che non appena venne afferrato dal ragazzo si ricoprì di simboli tribali e sprigionò una rovente fiamma rossa e blu, che tuttavia non aveva effetto su Haruo: inoltre, dei guanti in pelle nera e borchiati apparvero a coprire le sue mani, mentre una voce mai sentita prima risuonava nella sua testa – Yaaawn! Oh? Dobbiamo sventrare qualche preda? – e subito un'altra, simile ma dalla tonalità molto più cupa e aggressiva, urlava – SIII! SANGUE! VIOLENZA! OSSA SPAPPOLATE! – con macabra allegria.

Stupito, Haruo si guardò intorno per scoprire con un misto fra il confuso e l'ammirato la presenza di due piccoli draghi: il primo, quello più rilassato, aveva le sembianze di un piccolo drago cinese bianco come il latte, ma i cui peli avevano una netta tonalità verde acqua, ed un'espressione paciosa e rilassata mentre fluttuava attorno a lui.
L'altro, invece, paurosamente simile ad un drago occidentale in miniatura, era dotato di quattro zampe coperte di artigli affilati e di un muso contorto in una terrificante espressione aggressiva: le ali, enormi rispetto al suo corpo e spiegate con aria possente, e battevano senza sosta per mantenere in aria il corpo nero come la pece, ma coperto di squame rosso sangue e costellato da affilati spuntoni che lo ricoprivano fino alla punta della lunga coda.

Superato lo shock iniziale, Haruo riuscì finalmente a domandare – Cosa... cioè... chi siete? – ai due esseri, che immediatamente si presentarono – Piacere, padrone: il mio nome è Shen, e sono... – si presentò con solenne tranquillità il drago bianco, venendo però subito sovrastato dalla ruggente presentazione del drago nero – WOOOH! UMANO! IO SONO LONG! SIAMO I TUOI SPIRIT, QUESTO E' TUTTO CIO' CHE TI SERVE SAPERE. ORA ANDIAMO A TIRAR FUORI LE VISCERE DELLA NOSTRA PREDA, SENTO L'ODORE DEL SANGUE DEL NOSTRO NEMICO E STO IMPAZZENDO DALLA VOGLIA DI IMPREGNARE I TERRENI CON QUEL BELLISSIMO PROFUMO! – sbraitò, assordando il ragazzo che si coprì le orecchie appena in tempo.

Shen, con un sospiro, scosse piano la testa – Non badarci, padrone: Long è molto... come dire... rude, ma svolge il suo lavoro in maniera eccelsa – spiegò con tono calmo, ma ancora una volta Long lo interruppe coi suoi toni soavi – RUDE!? SI DICE MASCHIO ALFA, STUPIDO SERPENTE PELOSO! – sbraitò ad un rassegnato Shen, per poi schiarirsi la voce e rivolgersi, finalmente, ad Haruo – ALLORA. IL TUO SOUL DRIVE SI CHIAMA UTOPIA, E CONSISTE IN UN BASTONE FORGIATO NEL PIU' NOBILE DEGLI ELEMENTI, IL GHIACCIO, E- – ma, questa volta, fu Shen ad interromperlo – Ehm... Long... abbassa la voce, per favore... mi stai facendo venire l'emicrania... – con pacatezza.

Long, arrossendo dalla rabbia, lanciò un ruggito, per poi abbassare controvoglia la voce – Tsk... un giorno o l'altro ti surgelo, stupido verme fluttuante... dicevo: il tuo bastone, forgiato nel nobile ghiaccio, è avvolto da volgari fiamme, che però se non altro non ti arrostiscono le chiappe, buahahah! La bellissima asta di ghiaccio è dura più dell'acciaio, e non trasmette alla tua zampa né freddo né altro, ma tieni a mente che contro chiunque altro si comporteranno come ghiaccio e fuoco normali, per cui... USALO PER SFRACELLARE LA FACCIA DEI TUOI NEMICI! AHAHAHAH! AHAHAHmphfff- – la sua risata sadica venne soffocata da Shen, che avvolse il serpentesco corpo attorno al muso di Long per continuare – Noi, onorevole padrone, saremo al suo fianco per tutta la durata dello scontro, ed eseguiremo eventuali suoi ordini: non possiamo fare granché in combattimento, ma ce la metteremo tutta! E adesso vada! – disse con tranquillità, liberando Long che subito lo apostrofò con epiteti degni di una scomunica.

Haruo, che non sapeva se ridere o piangere, si lanciò in aiuto di Yuniko, che girava lentamente in tondo con il suo avversario, in modo da studiarsi a vicenda.

*

Katie, ancora dolorante e stordita, iniziò a riacquistare completamente la padronanza dei sensi dopo un minuto abbondante: era stata quella maggiormente travolta dall'esplosione improvvisa.

Eppure, il ferroso sapore del sangue nella sua bocca non la spaventava... anzi: avvertiva in sé una piacevolissima sensazione di eccitazione e voglia di combattere – Ah... che strano... sono ferita, ma... mi sento a mio perfetto agio! Kufueheh! Ahn... quindi lui... è il nemico, vero? E il nemico... va' eliminato! Ok allora, combattiamo! – il suo sguardo divenne quello di un predatore assetato di sangue, mentre evocava le Kirislayer e con decisione esclamava – Hell Gear! – trasformando immediatamente le due katane nelle Omnislayer, mentre la sua divisa veniva sostituita da uno yukata nero da guerra decorato da petali di ciliegio scarlatti.
Una voce inaspettata esordì nella sua testa – E' la prima volta che evochi consapevolmente in autonomia l'Hell Gear, eppure l'hai già risvegliato a piena potenza... prometti bene – furono le parole che echeggiarono nella sua mente.

Katie si guardò intorno, ma non vide nessuno... almeno finché la voce non ripeté – Quassù – spingendola ad alzare lo sguardo: solo allora lo vide.

Il suo Spirit si rivelò essere una sorta di serpente corallo dai riflessi argentei, le cui squame parevano un'armatura ricoperta da spuntoni affilati, che si mordeva la coda a formare un cerchio perfetto: come potesse parlare Katie non lo capì.

Lentamente, l'essere discese fino a fluttuare a pochi centimetri dalla sua testa, quindi riprese a parlare – Sono Uroborus, il tuo Spirit: il mio unico scopo, oltre aiutarti nei combattimenti, è quello di sigillare il tuo Limit Breaker talora eccedesse il tempo massimo di 5 minuti... le spiegazioni su come essi funzionino direi che possiamo saltarle, hai dimostrato di essere più che capace considerando l'ottima attivazione dell'Hell Gear, ragion per cui non hai motivo per perdere tempo. Katie... sai che ora è? – domandò infine, improvvisamente.

Katie, tenendo gli occhi fissi su Ba'al, si passò la lingua sulle labbra, mormorando cupamente – Oh, eccome se lo so... è ora di andare a caccia! – serrando la presa sulle Omnislayer.

Uroborus chiuse gli occhi, mentre l'angolo della bocca, ancora impegnata a mordere la propria coda, s'inarcava come in un leggero sorriso – Precisamente – le sussurrò in risposta, e Katie si lanciò a all'attacco con un urlo selvaggio.

*

Dopo qualche intenso secondo di studio, Yuniko decise di prendere l'iniziativa: concentrando il vento attorno alla mano destra, disposta come a dargli la forma di una lama, urlò – Hikisaku Kaze! – generando una corrente d'aria ad altissima pressione che squarciò l'area di fronte a lei: gli alberi caddero, divisi a metà, ma il nemico misterioso parve uscirne indenne – Eheheh... è bastato far esplodere leggermente una piccola porzione d'aria e l'onda d'urto ha deviato il vento. Hai un bel potere, ragazzina, ma a quanto pare il mio è il tuo nemico natural... oh! – inclinò la schiena appena in tempo per schivare un poderoso colpo del bastone Utopia sferrato da Haruo, ma si rivelò una finta: Haruo cambiò immediatamente traiettoria del colpo, e colpì con forza la gamba dell'avversario.

Peccato che, con un ghigno, il nemico mormorò – Fregato! – esplodendo in uno spruzzo di lava incandescente, che colpì Haruo sulla faccia sfigurandolo tra urla strazianti, quindi afferrò la testa del ragazzo urlando – Triggering Explosivae! – per poi allontanarsi mentre la testa di Haruo cresceva a dismisura, liquefacendosi, fino a deflagrare con uno scoppio che spedì ovunque pezzi di carne carbonizzata e magma ardente: parecchi lapilli colpirono Yuniko, nonostante lei si fosse spostata con il Limit Breaker ad altissima velocità, e la ustionarono gravemente... ma il vero motivo per cui si fermò fu un altro.

Dopo qualche attimo, riflettendo su ciò che era avvenuto, si guardò intorno, scorgendo l'orribile cadavere martoriato di Haruo... al che, crollò in ginocchio lanciando un urlo straziante – No... Haruo... NOOOO! – creando una grossa apertura che il nemico sfruttò per caricare nel palmo della mano una sfera di magma ad alta concentrazione che scagliò contro la ragazza urlando – Eruptio Portable! –, ma Yuniko riuscì a schivare spostandosi di lato ad alta velocità, se non fosse che la sfera esplose a distanza relativamente ravvicinata devastandole gli arti del lato destro, i più vicini all'esplosione, e spedendola rovinosamente contro una delle montagne, causandole un trauma cranico ed un KO istantaneo.

Sfoderando ancora l'orribile ghigno, il nemico scoppiò in una fragorosa risata – BUAHAHAHAH! No, non penso ti finirò: sarà molto più divertente osservarti lottare su un letto d'ospedale per sopravvivere, eheheh! Ed ora tocca a... CAZZO! – si voltò appena in tempo, riscosso dall'urlo lanciato da Katie, per evitare che la ragazza lo decapitasse con un poderoso fendente, ma con riflessi straordinari Katie riuscì a colpirgli il braccio, recidendolo di netto e approfittando del disorientamento causato dall'intenso dolore per farlo letteralmente a pezzi.

Peccato solo che fosse una mera copia formata da magma – Ma cos...! – i frammenti improvvisamente si espansero, emanando un bagliore intenso ed, infine, esplodendo con un boato: Katie riuscì a proteggersi in tempo con le Omnislayer, che vennero annerite e leggermente deformate dall'intenso calore ma le permisero di salvarsi con solo qualche lieve scottatura superficiale: quindi, la ragazza si guardò attorno alla ricerca del nemico... rendendosi conto solo in quel momento dei corpi senza vita dei suoi amici – No... impossibile... cos'hai fatto... in... in così poco tempo... come... no... NON E' POSSIBILE! – la sua furia esplose: le Omnislayer vennero avvolte da un'intensissima fiamma Nebbia-0 – COME HAI POTUTO! – urlò, mentre le lacrime le rigavano le guance – I MIEI AMICI! IO... IO... AAAAAAARGH! – con un solo, singolo fendente a rotazione, devastò tutta l'aria a lei circoscritta nel raggio di cinque metri: quindi, con un ringhio disumano, urlò – ESCI FUORI E FATTI SOTTO, VIGLIACCO! – con iridi rosso sangue.

Improvvisamente, udì un pigro applauso sopra di lei, che la spinse ad alzare lo sguardo... e solo allora lo vide: il vero nemico era a pochi centimetri da lei, ed era stato in cima alla colonna fin dall'inizio.

Katie d'istinto rotolò di lato, ma ormai era troppo tardi per schivarlo – GIGAS CREPITUS! – urlò con sguardo folle il nemico, mentre lo spostamento d'aria sollevava il suo cappuccio rivelando due intensi occhi gialli e capelli arancio fiamma dalle punte blu ed un volto contorto da una folle espressione vittoriosa, mentre si abbatteva a terra generando una catastrofica esplosione che distrusse tutto ciò che trovò nel raggio di venti metri.

Questa volta Katie non fu così fortunata: sebbene riuscì a salvarsi dall'esplosione, non poté scampare ad un volo che lo spostamento d'aria le causò, spedendola a schiantarsi contro una delle montagne a circa dieci metri d'altezza, per poi farla ricadere a terra attirata dalla gravità, dove impattò per sua sfortuna in piedi, ritrovandosi viva e cosciente ma con le gambe spappolate.

Avvertiva così tanto dolore da non riuscire a respirare, tanto meno ad urlare... ma quel che è peggio, era che il nemico tanto odiato era, invece, indenne, avvolto dai consueti anelli di lava, e finalmente a viso scoperto – Eheheh... AHAHAHAHAHAHAHAH! SI! Lo sapevo! Voi Kokuyo siete solo molto fortunati: avete sterminato i componenti dello Zero Project Ein solo perché erano molto idioti e vi hanno sottovalutato, ma contro noi del Zero Project Zwei non avete alcuna speranza! Basto io, Ba'al, per schiacciarvi: dopotutto, io ed i miei compagni siamo infinitamente più forti di quelle patetiche merdine che avete schiacciato due anni fa! Peccato che ve ne siate accorti troppo tardi. La vostra stupidità... sarà la causa della vostra morte! – e, nel dirlo, puntò una mano nella direzione di Katie, ormai svenuta per il dolore, mormorando – Tsk... sei fortunata... essendo svenuta, sarà una morte indolore... che peccato. Oh beh, non importa tutto sommato: gli ordini sono solo di eliminarvi! E così, dopo la Giglionero ed il Bertesca, ora tocca a te... eee... cazzo. CAZZO. Dov'è finita l'altra?! – improvvisamente, realizzando il fatto che Vittorie era sparita, Ba'al distolse l'attenzione da Katie e si mise a cercarla con lo sguardo, chiamandola ad alta voce – Hey, stronzetta! Se ti arrendi ti concedo una morte istantanea, non ho voglia di giocare a nascondino! Dove diavolo se... i... – avvertendo una presenza alle sue spalle, s'interruppe immediatamente per poi voltarsi lentamente... trovandosi faccia a faccia con il faccino sorridente di Vittorie – Oh, cercavi me? Tranquillo, sono sempre stata qui, dietro di te, da brava bambina! – esclamò con aria innocente.

Disorientato, Ba'al alzò un sopracciglio – Dietro... dietro di me? – domandò, incredulo, sgranando gli occhi al giulivo – Sì! – che la ragazza disse in risposta.

Chiedendosi se fosse impazzita, Ba'al indicò a Vittorie i corpi fatti a pezzi dei suoi compagni ed una morente Katie – Hey... ti rendi conto di cosa è appena successo, vero? – domandò: con semplicità disarmante, Vittorie annuì – Certo che sì, è finita la recita! – sfoderando un malefico sorriso nel constatare l'espressione di angoscia farsi strada sul volto del suo avversario – Come... come sarebbe a dire recita...? Vuoi forse dirmi che... che tutto questo... – mormorò, ma fu Vittorie a finire per lui la frase – Un'illusione, già. Anzi, per la precisione, un'Allucinazione – mentre con uno schiocco di dita mandava in pezzi l'area circostante, che esplose con il rumore di un vetro infranto rivelando l'effettiva realtà con un'area ancora piuttosto intonsa e dei 3 ragazzi ancora vivi e vegeti, pronti a combattere e con i rispettivi Soul Drive e Limit Breaker appena attivati.

Indietreggiando disorientato, Ba'al mormorò incredulo – No, impossibile... IMPOSSIBILE! Vi ho eliminati! Sterminati! –, mentre una fitta di rabbia mista a vergogna lo pervadeva per essere caduto in un simile trucco: Vittorie, con semplicità, sfoderò uno dei suoi terribilmente inquietanti sorrisi esclamando – Grazie per le informazioni su chi sei e come combatti, Ba'al! Ora sappiamo esattamente come agire con te! Sai... quella di prima era solo un'Allucinazione, è vero. Ma l'inferno che stai per vedere... è reale. Non ho altro da aggiungere, è tutto vostro ragazzi – concluse infine, schioccando nuovamente le dita mentre i tre ragazzi, furiosi, sfoderavano un ghigno agguerrito, pronti a combattere seriamente contro l'odioso nemico... e Ba'al, nel profondo, si pentiva di averli sottovalutati.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 - L'avvento del Dio della Morte ***


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Kurai schioccò la lingua scocciato, mentre a Kumo iniziava a pulsare pericolosamente una vena sulla tempia – Inizi a stancarmi, sai? – esclamò irritata, partendo all'attacco frontalmente: lo spettro scosse con disappunto la testa – Hai scelto di suicidarti, Miss Capelli Asimmetrici? – mormorò, caricando la sabbia attorno al pugno fino a formare un pugnale di sabbia solidificata con il quale vibrò un affondo verso la ragazza che, così spinta dall'inerzia, poteva solo proseguire inesorabilmente verso la sua fine, senza possibilità... ma, poco prima che la lama affondasse dentro di lei, Kumo sfoderò un ghigno sfottente e, caricando nelle gambe tutta la forza cinetica, spiccò un balzo schivando in volo la lama e facendo sbilanciare lo spettro, che si ritrovò faccia a faccia con l'irritato sorrisetto di Kurai, pronto a colpirlo con il – Round Table Knights: Gareth! – eseguendo un singolo, potentissimo fendente che tranciò come forbici sulla carta la lama dura come la roccia di sabbia solidificata, rendendolo inerme e vulnerabile.
Kumo, dall'alto, levò al cielo la falce ed urlò – SENTENZA DEGLI INFERI! – caricandola di fiamma Nubifragio pura ed affondandola con un devastante colpo secco nella schiena del nemico, inchiodandolo al terreno e dando via libera a Kurai, che sfoderò un sorriso esclamando – Round Table Knights: Lamorak! – crivellando con una serie di fendenti di varia intensità il nemico immobilizzato: solo allora Kumo infuse la fiamma nella lama affondata nell'avversario e sibilò – Spezzaguardia Nebula: Second Edition! – propagando la fiamma direttamente nel corpo avversario, fino a raggiungere le molteplici ferite inflitte dalla combo di Kurai e decuplicandone la profondità, riducendo conseguentemente il corpo dello spettro letteralmente a brandelli.

Per loro sfortuna, tuttavia, il ridurre in pezzi il corpo dello spettro si rivelo completamente inutile – Tch... sabbia... – imprecò Kumo, capendo all'istante che l'attacco non aveva sortito alcun effetto: ed infatti, lo spettro si ricompose quasi subito, come nuovo, sfoderando uno dei suoi irritanti sorrisi – E' inutile, inutile, inutile! Ananas Boy, Asymmetric Girl, siete forti, senza ombra di dubbio, ma perderete: non perché siete deboli... – le sue mani vennero avvolte da due turbini di sabbia, che lentamente presero la loro forma, solidificandosi in due gigantesche braccia con mani altrettanto enormi – … ma perché vi sono toccato io come avversario! – e, non appena concluse la frase, mosse i mostruosi arti ipertrofici come per schiacciarli, causando un attacco proveniente da due fronti diverse.
D'istinto, Kurai si mise davanti a Kumo, eseguì rapidamente il Geminio Kiri ed urlò – Round Table Knights: Bors de Ganis! – incrociando le due Excalibur True ed infondendole con la propria fiamma: la loro struttura si alterò, divenendo due metà perfette di un gigantesco scudo, quindi con un gesto rapidissimo le infilzò nel terreno e si rannicchiò dietro di esse, preparandosi all'impatto: le due mani colossali travolsero le due enormi spade-scudo, che tuttavia rimasero saldamente nella loro posizione, causando la perforazione nella gigantesca mano di terra e proteggendo efficacemente i due ragazzi.
Successivamente, Kurai creò un punto d'appoggio con le mani che Kumo sfruttò per darsi lo slancio necessario a percorrere gran parte della distanza che la separava dallo spettro, che non ebbe il tempo di ritrarre gli enormi arti e si ritrovò quindi scoperto – Ora ti concio per le feste, fottuto fantasma o quel cazzo che sei! HORAAAA! – urlò Kumo, accelerando e roteando la falce mentre infondeva in essa una grossa quantità di fiamma: ma lo spettro, abbandonando il ghigno che lo stava accompagnando dall'inizio della battaglia, esclamò – Tsk, non sopravvalutarti, scimmia ammaestrata armata di falce! – estraendo le sue vere braccia dalle gigantesche protesi di terra, che presero immediatamente a sgretolarsi sollevando grandi quantità di polvere, e ricreando ancora una volta le lame di sabbia solidificata con cui tentò di sgozzare Kumo... peccato per lui che la ragazza fosse più veloce.

Prima ancora che la lama dello spettro potesse raggiungere la sua gola, infatti, Kumo vibrò un primo fendente che mozzò di netto il braccio del suo avversario, lasciando dietro di se alcune copie della falce che per inerzia si abbatterono sul nemico, svanendo subito dopo tra lo stupore di Kurai, che si stava lanciando a sua volta all'assalto – Ma che...! Quella mossa... è simile alla mia Vendetta della Rondine Fantasma! Ma com'è possibile!? Kumo non ha la fiamma Nebbia! Non possono essere illusioni! Come c'è riuscita? – cercando però immediatamente di concentrarsi sul suo avversario – No, non è il momento di pensarci! Re Kiri, esegui il Cambio Forma, questo qui non è il tipo d'avversario con cui combattere con la forza, mi serve un'arma più leggera! – ordinò, ottenendo immediatamente un  – Ai suoi ordini, Messere! – da parte dello Spirit, che riconvertì Excalibur True in Excalibur Ex: quindi, Kurai inspirò caricando la propria fiamma – Shigure Soen Ryu: forma speciale – e la Nebbia-0 iniziò contemporaneamente a vorticare attorno a lui come in un'aura infuocata, distorcendo con illusioni la realtà tutt'attorno, mentre iniziava a correre sempre più veloce.
Kumo, capendo immediatamente cosa stava per succedere, sferrò un ultimo fendente alle gambe dell'avversario per poi trarsi in salvo con un salto mortale all'indietro, appena prima che Kurai piombasse contro allo spettro a tutta velocità ed avvolto da meravigliose fiamme indaco e dalle saette bianche tipiche dell'hado-0 – Impatto Meteora: kai! – urlò piombando addosso al nemico ed arroventandolo, cristallizzando la sabbia in frammenti di vetro che esplosero subito in mille pezzi, sparpagliandosi qua e là mentre Kurai frenava a fatica fermandosi appena prima di schiantarsi contro una parete del fossato dove stavano combattendo, crollando subito dopo in ginocchio, esausto – Anf.. anf... c-ci avevo visto giusto... eheh... il suo corpo è formato da sabbia, e sabbia più calore uguale vetro... o qualcosa del genere! – mormorò fra sé e sé, soddisfatto.

Kumo si avvicinò di corsa da lui, porgendogli la mano ed aiutandolo a rialzarsi – Bella trovata, testone – disse facendogli l'occhiolino, per poi tornare seria – Ma sicuramente quel pezzo di merda è ancora vivo e vegeto... – mormorò, ottenendo subito un rumore di applausi come conferma – Rinnovo i miei complimenti, piccioncini: siete davvero forti. Ma continuate imperterriti a commettere un errore dietro l'altro, tralasciando la cosa più fondamentale... volete uccidermi, ma sono uno spettro: come pensate di poter rendere possibile un qualcosa di così... utopico? – domandò, mentre un'aura di sabbia e vento vorticava attorno a lui come protezione.
Kumo digrignò i denti, furiosa, ma Kurai, inaspettatamente, sorrise – Beh, sei un fantasma hai detto, no? Ma essendo formato di sabbia, hai un punto debole.. il calore. E questo... mi rende il tuo antagonista naturale. Re Kiri... attiva l'Omega Drive! – ordinò allo Spirit, che con un – Oh! Vada così, Messere: metta al rogo lo stregone! – trasformò Excalibur Ex in Clarent, la quale venne immediatamente avvolta da fiamme rosse e blu, mentre Kurai con un sorriso malefico esclamava – Ti darò un assaggio delle fiamme dell'inferno – lanciandosi all'assalto lasciando dietro di sé una rovente scia di fuoco.

*

Mirai disattivò il Limit Breaker con aria compiaciuta: Andrea non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, tant'era forte l'ammirazione che provava in quel momento.

Tuttavia, il silenzio in cui era ripiombata la foresta venne immediatamente interrotto dalla voce di Scarlet, che risuonò nella testa della ragazza – Ehm... Mirai... devo parlarti una cosa importante... – disse, comparendo dal Gear e posandosi sulla sua testa: Mirai, incuriosita, smise di camminare – Uh? Che c'è, Scarlet? Qualcosa non va? – domandò con curiosità.
La Spirit non si fece pregare, ed andò immediatamente al dunque – Riguarda... riguarda quanto detto da Rajiv e Vittorie alla consegna dell'Hell Gear aggiornato. Non pensi... di stare abusando del tuo Limit Breaker? – esclamò in tono preoccupato.

Mirai sgranò gli occhi, per poi alzare lo sguardo incrociandolo con quello della Spirit – Eh? Cosa intendi dire? – disse, non capendo.

Andrea, che non poteva sentire Scarlet, si accorse solo dopo qualche secondo che Mirai si era fermata rimanendo indietro, e si affrettò a raggiungerla – Mirai-sama! C'è qualche problema? – domandò frettolosamente, vedendola parlare da sola ed accorgendosi solo dopo della presenza di Scarlet: Mirai, assorta a parlare con la Spirit, gli fece cenno che era tutto ok e, a gesti, gli chiese il favore di ispezionare i dintorni per assicurarsi di avere distrutto il nemico, ordine a cui Andrea obbedì immediatamente.

Con un sospiro, Mirai sbuffò – Che c'è di male? – a Scarlet, la quale parve iniziare a perdere la pazienza – Cosa c'è di male?! Mirai, è da incoscienti! Il Limit Breaker è inteso come un'ultima risorsa, una sorta di emergenza: abusarne ti porterà all'autodistruzione! – sbottò: con l'ultima parola, finalmente riuscì a destare la piena attenzione della ragazza – Auto... autodistruzione?! – ripeté, preoccupata. Scarlet approfittò dell'attenzione per esporle immediatamente i rischi a cui andava incontro – Ascoltami... sai come funziona il Limit Breaker? – domandò, ma Mirai scosse piano la testa.

Scarlet sospirò – Ok... allora, immagina che il demone sia incatenato in una gabbia: non può farti del male, e puoi avere parte del suo potere senza rischi: questo è l'Hell Gear. Ora... usare il Limit Breaker è come aprire quella gabbia: il demone, così facendo, ne uscirà e libererà gran parte del suo potere, ma non potrà possederti, perché la "catena" impedirà al demone di liberarsi del tutto! Questo, ovviamente, se non si trascende il tempo limite, entro il quale il demone accumulerebbe abbastanza energia da spezzare anche la "catena" di emergenza. Capisci ora? – ed il suo tono mutò, divenendo grave – Se tu... continui ad aprire la gabbia, prima o poi la catena si deteriorerà fino a spezzarsi, e a quel punto il demone sarà libero... e niente potrà più fermarlo! Inoltre, il tuo Limit Breaker è indubbiamente il più forte: per questo, sei più in pericolo degli altri, sotto certi aspetti forse anche più di Kuro! E poi... ho notato di recente una maggiore difficoltà nel contenere il demone, penso che si sia rafforzato, e se continua così sappiamo entrambe cosa sarò costretta a fare... autodistruggere l'Hell Gear. Per cui, ti prego... d'ora in poi usa il Goddess Time solo come ultima risorsa... va bene? – concluse. Mirai annuì in silenzio, per poi mormorare – Già... hai ragione, Scarlet... scusami... grazie per il consiglio – accarezzandola: la Spirit chiuse gli occhi in un'espressione soddisfatta, quindi svanì nel nulla.

Non appena se ne fu andata, Mirai emise un sospiro, scuotendo piano la testa – … uff... in realtà... me ne ero accorta già da tempo... quando attivo il Goddess Time sento come una presenza... estranea nel mio corpo, ma non è facile limitare l'utilizzo di un potere così immenso... però, lo farò. Devo farlo. Vorrà dire... che la prossima volta sperimenterò sul campo di battaglia quella tecnica. Tanto ormai l'ho padroneggiata a sufficienza, resta solo da provarla in un vero combattimento – si disse con decisione, giurando sul suo onore di Boss che non avrebbe più usato il Goddess Time se non in caso di serio pericolo di vita, affrettandosi poi a raggiungere Andrea, il quale era immobile a tendere l'orecchio a quelli che, inconfondibilmente, erano suoni di una battaglia in corso, tentando di capire la direzione dalla quale provenissero.

*

Kurai sferrò un primo fendente lasciandosi dietro una scia di fuoco che descrisse un arco, che lo spettro evitò incurvando poi la schiena per evitare l'affondo del ragazzo, tentando poi di generare una stalattite di sabbia solidificata che scagliò verso la testa di Kurai, ma la lama della Hell Judegment mossa da Kumo la tranciò di netto, consentendo a Kurai di riacquistare l'equilibrio, sdoppiare Clarent ed eseguire il – Shigure Soen Ryu Dual: Requiem delle Rondini Gemelle! – colpendo lo spettro con due poderosi fendenti ad X, che cristallizzarono tramite l'intenso calore la zona colpita rendendola simile a vetro, in modo che la sabbia non potesse rigenerarlo.

Tuttavia, nemmeno questo sembrò sufficiente a fermarlo – Tch... ora non riesce a rigenerarsi, ma non serve a nulla se non subisce danni! – sbottò Kurai irritato, mentre lo spettro generava un muro di sabbia solida per fermare il fendente di Kumo ed immobilizzarne la lama.

Kurai, quindi, si ritrovò costretto a sfondare la barriera di sabbia per liberare la lama di Kumo, ma questo gli costò la possibilità di attaccare lo spettro, che approfittò dei preziosi attimi per spaccare il vetro in modo da potersi rigenerare con la sabbia, per poi alzare il braccio al cielo ed urlare – Song of storm! – generando un enorme tornado di sabbia che fischiava emettendo un suono simile ad una melodia tanto bella quanto triste, che Kumo interpretò come un requiem: quindi, lo spettro abbassò il braccio, scatenando una tempesta di sabbia a 120 km/h che spazzò via i ragazzi.
Kurai infilzò Clarent al terreno e vi si aggrappò, usando il braccio libero per stringere forte Kumo a sé, che avvampo' momentaneamente ritrovandosi senza preavviso con la faccia contro il suo petto, ma l'istinto di sopravvivenza la spinse a superare l'imbarazzo e ad afferrare la maglia della divisa di Kurai per non volare via.
Approfittando del caos, il nemico si scompose in granelli, divenendo tutt'uno con la tempesta, che iniziò a vorticare sempre più forte, mentre la canzone diveniva un echeggio di risate sadiche e l'aria iniziava a scarseggiare: 
Kurai si sentiva soffocare, ma il suo pensiero andò immediatamente a Kumo, che sentì stringersi sempre di più a lui, mentre iniziava ad ansimare...

Cercò di parlare, ma non ci riuscì: solo allora si rese conto di essere disidratato.

Giusto il tempo di potersi chiedere che diamine stesse succedendo, ed ecco che fu lo spettro stesso a spiegarlo – Ahahah! Siete finiti! La mia fiamma del Deserto-0 non ha solo il potere di generare illusioni solide mediante la sabbia, può anche prosciugare i liquidi di un qualsiasi essere vivente fino a renderlo una mummia rinsecchita! Ananas Boy, Asymmetric Girl, quello di prima era un Requiem dedicato alla vostra morte: ti consiglio di stringerti forte alla tua amata, perché per te è finita! – e sfoderando un ghigno da sopra la tempesta strinse la mano in un pugno urlando – FUNERALE DEL DESERTO! – concentrando la sabbia, che divenne rovente eliminando ogni traccia di ossigeno residuo, generando una cappa di calore asfissiante che causò grosse perdite di sudore da parte dei ragazzi, a cui ormai non restava altro che chiedersi se sarebbero morti prima per soffocamento o disidratazione...

In un ultimo, disperato slancio di vita, Kurai urlò – MA COL CAZZO! – con le ultime forze, aspirando fino all'ultima particella di ossigeno residuo: stringendo Kumo a sé, ormai in fin di vita, la baciò sulla fronte, mormorando – Kumo... ho bisogno... della tua forza... ti prego... non abbandonarmi... – ottenendo, immediatamente, una leggera stretta da parte della mano della ragazza: segno che era ancora viva, e che non si era arresa.

Con un sorriso rincuorato, Kurai, ormai al limite delle forze, raccolse a sé tutte le energie rimanenti ed urlò – Spero di aver capito bene come funzioni! RE KIRI! ZEPHYR! ATTIVAZIONE DELLA MODALITA' SYNCHRO! – evocando entrambi gli Spirit: gli occhi di Re Kiri divennero rossi, mentre con voce metallica esclamava – Inizializzazione processo... richiesta di connessione... – e, poco dopo, avveniva lo stesso a Zephyr – Connessione accettata... collegamento... effettuato! – esclamò la Spirit di Kumo: quindi, con un bagliore ed un boato di energia, un cavo etereo collegò i due Spirit, che svanirono immediatamente dopo mentre l'Hell Gear di Kumo e il Soul Drive di Kurai iniziavano ad emettere una fiamma intensissima ed intermittente, sempre più veloce, finché non avvenne un abbagliante flash a metà fra l'indaco ed il viola che accecò per un istante lo spettro.

Socchiudendo gli occhi per resistere al bagliore, aumentò la pressione della tempesta di sabbia – G-grr...! Non mi sfuggirete! Funerale del Deserto a pressione raddoppiata! – ma a nulla servì: dal bagliore, si udì l'inconfondibile rumore di una lama che fende l'aria, seguita da una quasi immediata esplosione che sospinse via la sabbia, portando uno spiraglio d'aria, quindi la grossa ombra di un'arma misteriosa roteò su sé stessa dissolvendo la tempesta.

Lentamente, dalla coltre di sabbia che planava pian piano verso il suolo, s'udì un rumore di passi deciso: pronto a combattere, lo spettro generò delle lame di sabbia solida, attendendo immobile che dalla nuvola di polvere comparisse la sagoma del suo nemico, e solo allora con un ghigno urlò – Ti ho visto! – scagliandosi contro Kurai... ma, prima che potesse rendersene conto, una lama passò attraverso il suo corpo, tranciandolo a metà di netto.

Stupito, lo spettro si ritrovò senza la metà inferiore del corpo a terra, mentre ormai la figura di Kurai era emersa dalla nebbia, risultando completamente visibile – Che seccatura... sei l'avversario più ostico che mi sia mai capitato, lo sai? Inizi a scocciarmi... – mormorò Kurai con voce gelida, innaturale.

Lo spettro alzò lo sguardo, per poterlo vedere... e si ritrovò davanti ad una persona quasi completamente diversa.

Kurai era avvolto in una tunica nera, simile a quella usata nelle rappresentazioni artistiche della leggendaria figura del Tristo Mietitore, con tanto di cappuccio calato sulla testa: la mano destra impugnava un'asta lunga circa 3 metri in cima alla quale si ritrovava una splendida ed enorme lama di falce ricurva, in quello che sembrava diamante nero, e su cui era incisa la scritta in latino “Memento Mori”, mentre sotto il braccio sinistro teneva il corpo privo di sensi di Kumo, che respirava a fatica.

Lentamente, con una dolcezza inaspettata, depositò Kumo a terra, quindi usò la mano appena liberata per togliersi il cappuccio, liberando i capelli bianchi: dopodiché, spalancò gli occhi, rossi come il sangue e dai riflessi giallo/arancio, ed impugnò saldamente l'arma con due mani, vibrando successivamente un devastante fendente che lacerò nuovamente lo spettro, appena ricomposto, e lo spedì contro una parete di fronte a lui.

Contemporaneamente a ciò, le voci all'unisono di Re Kiri e Zephyr risuonarono nella sua mente – Soul Link “Shinigami” attivato. Percentuale di successo: 100%. Stabilità: 88%. Perdite di energia: minime. Scaricamento informazioni utilizzo dell'arma: completato. Tempo residuo... 5 minuti da adesso – con voci metalliche ed elettroniche a cui, comunque, il ragazzo parve non far caso.

Kurai roteò l'arma con maestria, come se gli appartenesse da sempre, mentre il nemico si ricomponeva ancora una volta, ma senza il sorrisetto in volto, sostituito da un'irritatissima smorfia di rabbia.
Ancora una volta, Kurai parlò con voce calma e gelida – Spettro di Myasnoy Bor... in quanto Dio della Morte, è mia responsabilità punire le tue azioni. La sentenza è... la pena capitale. – e, nel dirlo, fermò la rotazione dell'arma, puntando la lama dietro di sé per poi lanciarsi all'attacco, ricoprendo l'arma con fiamma Nebbia-0 ad uno stato di altissima densità ed esclamando con fredda serietà – Ti mieterò l'anima! – muovendo un fendente con forza sovrumana mentre lo spettro urlava furioso – NON MONTARTI LA TESTA, ANANAS BOY! – generando una barriera di sabbia solidificata.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 - Questa è la mia vera forza! ***


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Kuro emise un ruggito animalesco, quindi si scagliò contro la mini-Yukiko, la quale digrignò i denti esclamando – Spero di aver capito bene il suo funzionamento...! – mentre si concentrava accumulando nella mano destra prima particelle di polvere, poi veri e propri detriti di metallo che iniziarono a volare verso di lei, accumulandosi dentro un nucleo ad altissima densità che caricò fino a saturare la purissima fiamma Tempesta, proveniente dalla fiamma eterna che le fluttuava dietro: quindi, con un rapido gesto tracciò un rombo a mezz'aria ed urlò a pieni polmoni – SCUDO DI REA! – forgiando uno scudo di fiamma appena in tempo prima che Kuro potesse colpirla con una zampata, che si abbatté invece con un sonoro clangore metallico sulla protezione generata dal Limit Breaker: stupita dal suono, Yukiko socchiuse gli occhi, notando come lo scudo, in mezzo alle fiamme solide e semitrasparenti, presentasse una struttura rafforzativa in acciaio temprato che ne aumentava drasticamente la resistenza, tanto che perfino Kuro, annebbiato da una rabbia cieca e priva di ragione, parve sorpreso – Grauh? – rantolò, per poi ruggire a pieni polmoni tempestando di colpi lo scudo, il quale però non accennava minimamente a cedere – Ma che...! Quindi è questa la capacità di Rea Creatio?! Assurdo! Quando mi allenavo contro Kuro-kun riusciva sempre a spezzare i miei Scudi dopo qualche colpo! L'aggiornamento ha aumentato drasticamente la resistenza di ciò che creo! Mmm... quindi, con ogni probabilità, se riesco a immobilizzarlo, ho buone possibilità che non riesca a liberarsi, o almeno non subito, il che mi concederebbe l'occasione di aiutare Marsh-chan ad abbattere quella stronza e porre fine a tutto questo! E sia: proviamoci! – rifletté Yukiko, rotolando di lato mentre Kuro era impegnato a tempestare di colpi lo scudo ed iniziando a caricare ancora una volta la fiamma col ferro presente nell'area, questa volta aggiungendoci anche pezzi di cemento e calcinaccio caduti a terra quando Kuro aveva abbattuto il muro poco prima, tracciando quindi a mezz'aria linee rette verticali ed orizzontali a gran velocità, che s'intrecciarono divenendo una rete in cemento armato avvolta da fiamme solide ed elastiche – Rete di Rea! – urlò, lanciandola contro a Kuro.
Purtroppo per lei, l'istinto avvertì Kuro della rete in arrivo, cosè che si spostasse con un balzo felino sul lato, evitandola, per poi lanciarsi immediatamente all'attacco verso la ragazza che si trovò nuovamente costretta a generare lo Scudo di Rea, ma questa volta Kuro lo evitò aggirandolo durante la corsa, sfoderando un feroce ghigno mentre colpiva con un pugno poderoso il braccio di Yukiko, fratturandolo in tre punti diversi mentre la forza d'impatto la spediva contro al muro, così in fretta che non ebbe nemmeno il tempo di urlare: quindi, Kuro attaccò di nuovo, colpendola allo stomaco con l'ennesimo pugno, mentre una lacrima bagnava il suo volto, contorto da una furia bestiale ed innescata, e Yukiko sputava sangue, avvertendo il respirare come qualcosa di impossibile, e sentiva lentamente la coscienza abbandonarla, mentre le si annebbiava la vista...
Poi, d'un tratto, la voce squillante di Yukiko echeggiò per tutta la stanza – RETE DI REA! – distruggendo immediatamente la falsa realtà creata a fatica da una Rajiv ancora scossa dai singhiozzi e dalle lacrime, mentre la pesante rete piombava finalmente addosso a Kuro, intrappolandolo.

Yukiko, ansimando, si voltò a guardare Rajiv con sguardo colmo di gratitudine – Gra... grazie, Rajiv-san! Se tu non fossi intervenuto... io sarei... – rabbrividì appena – … quella Allucinazione sarebbe potuta diventare realtà – concluse mestamente.

Rajiv riuscì a sorridere, asciugandosi le lacrime dal viso femminile così simile a quello della sua gemella – N-non hai bisogno di ringraziarmi... mi spiace solo non poter... essere più d'aiuto... ma posso giurartelo, mi sento come se l'intero corpo non mi appartenesse più... non dovrei aver problemi ad essere donna, dopotutto sono abituato a quando... a quando ero un tutt'uno con Vitty, ma gli ormoni... ah! – sentì nuovamente il bisogno di piangere, ma vi si oppose con tutta la forza di volontà, riuscendo perfino a rialzarsi: la piccola Yukiko la guardò con ammirazione, quindi si voltò verso Kuro, il quale cercava disperatamente di liberarsi dalla rete, che tuttavia non accennava a cedere minimamente mentre il povero ragazzo finiva tanto più invischiato in essa quanto più si dimenava.

Yukiko gli si avvicinò con sguardo vuoto, quindi creò delle catene in titanio e fiamma solida con il quale intrappolò ulteriormente il ragazzo, che si ritrovò nelle condizioni di poter solo emettere versi animaleschi, completamente immobilizzato.

Fatto ciò, la piccola Yukiko si morse il labbro dal nervoso, stringendo i pugni – Pensavo... che fino all'ultimo... che si sarebbe fermato... che avrebbe ripreso il controllo... e invece... QUEL FOTTUTO EMPEROR È COSI' POTENTE?! – urlò a pieni polmoni, furiosa, mentre si voltava dando le spalle a Kuro e sibilava a Rajiv – Tienilo d'occhio tu... io vado a fare il culo a quella piccola stronza in camice – avviandosi verso l'altra stanza, dove si sentivano distintamente i suoni della battaglia in corso.

*

La nemica misteriosa si pulì il sangue del labbro spaccato con la lunga manica del camice, sfoderando un sorriso soddisfatto – Toh! Hai preso alla lettera il detto “tirare fuori le palle”, piccola? – alludendo con un sorriso malizioso alla svolazzante gonna di Marsh: il suo corpo era diventato maschile, ma la sua divisa era rimasta invariata... e al nuovo corpo, la gonna calzava decisamente corta.

Avvampando, Marsh tentò di colpirla con un pugno, ma dopo due soli passi, non sufficienti a coprire la distanza che la separava dalla bambina, crollò faccia a terra, fra le risate della nemica, che si piegò in due dal ridere – Ahahahahahah! Oh mamma, sto piangendo! Ahahahahah! – causando in egual quantità rabbia e vergogna in Marsh, che si rialzò ancora una volta – Tu... tu... piccola...! – questa volta riuscì a sferrare un pugno, che la bambina evitò con un salto mortale all'indietro – Oops! Questo era vicino! Ti stai già abituando al tuo corpo, piccola Marsh? – disse, assumendo un'espressione più seria, sebbene senza smettere di sorridere – Bene, allora è meglio che io mi dia da fare – mormorò sottovoce, evocando il suo Emperor e dirigendolo contro sé stessa, innestandosi una lunga stringa sequenziale di 0 ed 1 che l'avvolse fino a farla scomparire alla vista: quando ricomparve, le sue braccia erano ora dotate di possenti muscoli e piume, e le gambe erano divenute zampe artigliate rendendola simile ad un'incarnazione reale della mitologica Arpia.

Con l'ennesimo sorriso, la bambina misteriosa sbatté le ali sollevandosi in volo, quindi si tuffò in picchiata – Nulla di personale, piccola, ma ho degli ordini da eseguire! E, purtroppo, tu non sei sulla lista del mondo perfetto che papà Augustus vuole creare, né, a giudicare dal tuo livello di forza, la persona che cerco... mi dispiace! – esclamò sporgendo le zampe, i cui enormi artigli luccicarono alla luce della lampada, verso la faccia di Marsh, la quale però per la prima volta dall'inizio della battaglia sorrise – Oooh? Pensi ti basti diventare un piccione per battermi? Perché se è così... mi hai sottovalutata alla grande! Dopotutto... non ho nemmeno iniziato a scaldarmi! Ehm... – improvvisamente cambiò espressione, disorientata – … dov'è il mio Spirit? – si guardò intorno, mentre la sua avversaria si avvicinava sempre più dall'alto: ormai era troppo tardi anche per provare a schivare – Aaah, che importa! Per attivarlo basta che urli... ALPHA DRIVE! – urlò a pieni polmoni, mentre il ciondolo s'illuminava sprigionando una forte luce ed una fiamma Mare l'avvolgeva completamente nascondendola per qualche istante alla vista: quando ne emerse, indossava un costume azzurro oceano che man mano sfumava in un bianco spuma, apparentemente formato da liquido solidificato in un tessuto elastico, ed il corpo era adornato da gioielli tipici degli sciamani delle tribù oceaniche... a quanto pareva, il Soul Drive si era adatto al suo corpo attuale, in quanto erano abiti prettamente maschili.

Compiaciuta, Marsh sfoderò un sorriso, mentre riusciva a reggersi stabilmente in piedi, ed una voce sconosciuta risuonava per la prima volta nella sua testa – Piacere di conoscerti, Marsh – ed una medusa identica ad una Caravella portoghese, ma azzurra e dai riflessi lilla, prese a fluttuare al suo fianco – Noi siamo Cara, il tuo Spirit. Siamo un'unica entità che al contempo è una legione, una legione pronta a combattere al tuo fianco eseguendo i tuoi ordini e ad istruirti in modo che tu possa sfruttare appieno il tuo potere! Sfrutteremo ora la sincronia mentale che c'è tra Spirit e possessore, unita ai nostri multipli cervelli, per trasmetterti in pochi secondi i dati sul funzionamento del tuo Soul Drive: ecco – disse Cara con più voci, mentre una scarica elettrica simile ad un impulso nervoso amplificato attraversava Marsh, innestandole nel cervello le informazioni del suo Soul Drive.
Fu solo grazie a questo che riuscì a reagire per tempo all'assalto aereo della sua avversaria – Barriera Condensata! – urlò in italiano, eseguendo un movimento ad arco con la mano sinistra lasciando dietro di sé una scia d'acqua ad altissima densità, con il quale fu in grado di fermare l'artigliata: la bambina/arpia rimase a mezz'aria, colta di sorpresa, mentre Marsh con un sorriso contrattaccava – Pulsar Marino! – generando attorno alla mano destra una vasta quantità di anelli d'acqua per poi sferrare con tutta la sua forza un pugno all'avversaria, che strabuzzò gli occhi dolorante mentre gli anelli d'acqua venivano sparati in rapida successione colpendo la zona circostante il punto d'impatto, aumentando via via la pressione fino a scaraventarla con forza contro la parete nord della stanza.
Solo allora Marsh, stupita, osservò prima il proprio pugno, poi Cara – … è questo? È questo che intendevate con “l'Alpha Drive ti garantisce un controllo totale di ciò che è liquido”? È questa... è questa la mia vera forza? – domandò incredula: la colonia di Spirit rispose – Sì, è assolutamente questo che intendevamo con totale controllo dei liquidi, ma ricordati che qualsiasi potere ha il suo limite, e che uno dei tuoi è l'impossibilità di utilizzare liquidi di esseri viventi all'infuori di quelli presenti nel tuo stesso corpo: inoltre, ci terremmo ad aggiungere che ti sbagli, non è questa la tua vera forza, ma diciamo che rappresenta un buon... 60%, o qualcosa del genere – lasciando a bocca aperta Marsh.

La ragazzina Arpia si rialzò a fatica, ripulendo il sangue delle sue ferite: eppure, nonostante i danni ingenti, il suo sorriso non accennava minimamente ad incrinarsi – Eheheh, come previsto... non posso vincere contro di te. Forse significa che fai al caso mio, dopotutto? – pronunciò l'ultima frase quasi sottovoce, come se fosse riferita sé stessa più che a Marsh, per poi proseguire – Beh, è presto per dirlo: sperimentiamo ancora un po'! Emperor: Edit! – esclamò, evocando la massa numerica ancora una volta, la quale assunse la forma di una mano grossolana che la bambina puntò addosso a sé stessa ancora una volta, manipolandosi arti e gambe.
Questa volta, ottenne arti felini, orecchie e coda dall'aspetto inconfondibili: una tigre – Preda e predatore: chi sarà chi? Scopriamolo! – disse, sorridendo e scoprendo i canini aguzzi per poi avventarsi con un balzo rapidissimo sulla ragazza, che non ebbe il tempo di reagire e tentò invano di proteggersi creando una barriera d'acqua che venne però facilmente squarciata dalla zampata della bambina, mentre gli artigli si avvicinavano paurosamente alla giugulare...

– LANCIA DI REA! – echeggiò la squillante voce di Yukiko, mentre una lancia formata da ferro e fiamme Tempesta solidificate fendeva l'aria e si faceva strada fra le carni del braccio-zampa così vicino al punto vitale di Marsh, costringendo la bambina a ritrarlo con uno straziante urlo di dolore: senza perdere tempo, Marsh preparò un altro Pulsar Marino, ma la bambina fu più veloce – Non pensate basti così poco... per fermarmi! – attivando ancora una volta il proprio Emperor e rivolgendolo contro sé stessa, divenendo, questa volta, una bambina-lucertola – Dovrete impegnarvi molto... – con un gesto teatrale si strappò il braccio, che tuttavia crebbe subito, più sano di prima, mentre le iridi divenivano gialle e le pupille sottili – … molto... – sui nuovi arti squamati comparvero scaglie dure come l'acciaio ed artigli affilati come rasoi – … molto di più, se volete sperare di sconfiggermi definitivamente! – scagliandosi all'attacco con un'unghiata da cui nemmeno il Coltello di Rea, appena generato e diretto verso di lei, poté uscire indenne, infrangendosi in mille pezzi fra frammenti di metallo e scintille di fiamma tempesta che volarono qua e la, lasciando Marsh da sola a tentare un contrattacco ritrovandosi però proiettata a terra da una rapidissima quanto ben eseguita tecnica di Judo, e successivamente con gli artigli del piede-zampa sinistro dell'avversaria puntati alla gola, mentre la mano dell'Emperor Edit raggiungeva ancora una volta Yukiko, la cui età venne nuovamente regredita di 5 anni rendendola una bambina di pochi mesi incapace di parlare o camminare, e costringendo quindi Ellyk a forzare la disattivazione del Limit Breaker.

– M-miraggio marino! – mormorò a fatica Marsh, mentre lo specchio d'acqua da lei creato andava in frantumi, così come la visione di Yukiko colpita dall'attacco – Piaciuto il sogno? Peccato che sia arrivata l'ora di svegliarsi, stronza! Horaaaa! – squillò la piccola Yukiko, mentre forgiava un'ascia e la usava per attaccare dall'alto: colta di sorpresa, la bambina non poté fare altro che convertire le sue scaglie in Acciaio mediante l'Emperor, e sebbene ciò rese la sua difesa impenetrabile, la rese più lenta: punto debole che Marsh sfruttò appieno – Pulsar Marino! – esclamò, pronta a colpire, ma un urlo bestiale echeggiò per la stanza, distraendola e facendole mancare il bersaglio, che si riconvertì in arpia e spiccò il volo per riprendere fiato, mentre Kuro in modalità Hell Gear sfondava il muro con un pugno seminando ovunque polvere e calcinacci, avventandosi poi contro Marsh.
Ancora goffa nei movimenti nel corpo maschile, la ragazza non riuscì a reagire per tempo: fortunatamente, Yukiko riuscì ad evocare per tempo uno Scudo di Rea, appena prima che un poderoso pugno di Kuro riducesse la sua compagna ad una frittata, voltandosi quindi a scrutare truce il suo fidanzato – Kuro-kun! Ora finiscila! Torna in te, o non te lo perdonerò! – urlò quasi disperata, ma la sua voce ed il suo aspetto erano quasi impossibile da riconoscere – Non funziona, Yukiko-san..
 – commentò mestamente Marsh  – non riesce a riconoscerti, ed ha la mente annebbiata per colpa di quella stronz... ah! – improvvisamente le si illuminarono gli occhi – Ma certo! Siete una coppia, per cui avrai sicuramente un nomignolo con cui lo chiami solo tu nell'intimità, vero? – domandò concitata.

Yukiko avvampò – Co-co-cosa ti fa pensare che io chiami Kuro-kun con un nomignolo in privato?! Perché dovrei farlo?! – balbettò in evidente imbarazzo: Marsh capì da tale reazione che aveva colto nel segno – Beh, non sarebbe poi così strano! Come ho detto siete una coppia, no? In ogni caso, prova a chiamarlo in quel modo: magari subirà uno shock momentaneo che lo riporterà alla ragione, anche solo il tempo che basta per catturarlo di nuovo! – spiegò, ma Yukiko scosse bruscamente la testa – NO! NON LO FARO' MAI! PIUTTOSTO LA MORTE! – urlò, talmente rossa da sembrare quasi incandescente: spostandola di lato con uno scatto, Marsh creò appena in tempo una superficie bagnata che rallentò Kuro quel tanto che bastava per spostarsi in sicurezza, mentre insisteva – Ne sei proprio sicura? Davvero preferiresti diventare una polpetta di carne per mano del tuo Kuro solo perché ti vergogni a chiamarlo pubblicamente con il suo nomignolo? – domandò ancora una volta: Yukiko si morse il labbro, esitando in silenzio.

Poi, improvvisamente, la nemica urlò dall'alto – XY121013, basta giocare! Falle fuori! – aizzando il ragazzo, che generò portali di fiamma della Notte, pronto ad attraversarli e a spappolarle alla velocità della luce...

– P... pi... PICCI! FERMATI!!! – urlò a pieni polmoni Yukiko, proprio mentre Kuro stava per lanciarsi dentro il tunnel di portali: il ragazzo fu come attraversato da una scossa elettrica, immobilizzandosi sul posto. Poco a poco l'Hell Gear venne disattivato e tornò alla normalità, ed anche la sua espressione tornò umana e normale – Yu... ki... ko... nyan? – mormorò lentamente, per poi cadere in ginocchio urlando e portandosi le mani alla testa in una contorta e sofferente espressione mentre una moltitudine di 0 ed 1 uscivano dal suo corpo, riportandolo alla normalità e lasciandolo crollare inerme a terra, sfinito.

La ragazza arpia scosse la testa con disappunto – Tsk... lo svantaggio di editare l'istinto di un mezzo umano è che è possibile riportarlo alla ragione senza mettermi KO a quanto pare... oh beh, poco importa: almeno ho iniziato a capire qualcosa di più del mio potere! – commentò con il suo sorrisetto, mentre atterrava con grazia ed usava Edit per riconvertirsi al suo aspetto originale – Se ho calcolato bene, ed ho ben compreso il funzionamento dei cosiddetti “Limit Breaker”, il tuo dovrebbe svanirti più o meno... ora, Amane Yukiko-san – commentò guardandosi l'orologio: ed infatti, la voce di Ellyk annunciò – Tempo scaduto, padroncina! Ora possiamo giocare? – mentre il Limit Breaker di Yukiko veniva disattivato ed il suo Hell Gear sigillato, cosi ché la ragazza si ritrovò disarmata e con il corpo di una bambina – … cazzo – riuscì appena a commentare, voltandosi a guardare Marsh – ... io a questo punto vado a vedere come stanno Kuro-kun e Rajiv-san... riesci a cavartela da solo-EHM, sola... vero? – domandò con sguardo rassegnato e tuttavia fiducioso nei confronti dell'amica.

Marsh si morse il labbro, senza rispondere, mentre la bambina sfruttava Edit per svilupparsi nuovamente gli arti di una tigre: quindi, annuì – Vai: a lei ci penso io – lanciandosi all'attacco – La farò finita con il prossimo attacco... mi hai rotto le scatole in maniera eccessiva! – nel dirlo, evitò a fatica di non cadere a terra, ancora a disagio nel corpo maschile in cui si era ritrovata, ma decisa a mettere la parola fine a questa vicenda.

La bambina-tigre, nel vederla, sorrise – Oh? Dici che per me è il momento della sconfitta? Eheh, so di essere debole... ma sono più coriacea di quello che pensi, sai? – commentò, continuando a correre e spiccando un balzo, mentre estraeva gli artigli e li avvolgeva con il proprio Emperor – E poi, anche io inizio ad avvertire la stanchezza, per cui darò il io 100% contro di te: per avere qualche speranza di vittoria, dopotutto, non posso fare altro! – disse, ormai a poche decine di centimetri da Marsh.

Con un sospiro, Marsh iniziò a regolare la respirazione, mentre la sua mente lavorava febbrilmente – Ecco, Marsh. Ci siamo. Devi eseguire l'Onda Tempestosa al Decimo livello se vuoi mettere questa irritante marmocchia al tappeto una volta per tutte... non sbagliare: non puoi permettertelo. E non puoi nemmeno permetterti danni, questa volta. Ormai l'hai capito: il tuo errore... è il contatto fisico. Se fai come Red Rain... come lui ti ha spiegato... puoi farcela! E' il momento... il momento di mostrare il frutto dei tuoi allenamenti, del sudore versato e di tutte le ferite subite nel corso degli scontri! Abbi fiducia in te... e dimostra tutta la tua forza! – si disse mentalmente, mentre caricava il suo pugno destro un'immensa mole di fiamma Mare e scattava il pugno – ONDA TEMPESTOSA, LIVELLO DIECI – e si avvicinava alla zampa della nemica, per poi, ad un paio di centimetri dal punto d'impatto, spalancare la mano urlando – TSUNAMI! – sparando successivamente un'onda d'urto di fiamma Mare che si propagò venendo poi seguita dall'impatto col palmo della mano di Marsh una frazione di secondo dopo, frantumandole qualche costola e spedendola in volo contro la finestra, che s'infranse al suo passaggio in un'esplosione di vetri, mentre il suo corpo stordito cadeva nel vuoto in una scia di sangue.

Immediatamente, Marsh realizzò quello che aveva fatto – Oddio... no... non volevo... ho... ho esagerato! – lanciandosi con uno scatto verso la finestra infranta, con un'espressione di puro terrore dipinta in volto quando scrutò le travi sottostanti, alla ricerca del cadavere della sua avversaria... ma non trovandolo.

Stupita, alzò quindi gli occhi al cielo, avvistando alla luce della luna l'inconfondibile sagoma simile ad un'arpia in lontananza, che volava in maniera imprecisa e stordita, ma tuttavia innegabilmente viva.

Tirando un sospiro di sollievo all'idea di non essere divenuta un'assassina, Marsh si accasciò sulla parete vicino alla finestra, trovandosi di fronte ad un PC portatile rosso ciliegia e dall'aria parecchio danneggiata, che stonava parecchio con l'apparecchiatura sofisticata dello studio: incuriosita, vi si avvicinò.

Il computer era irrimediabilmente devastato, ed il disco rigido giaceva spezzato in due, così come lo schermo penzolava inerme dalla metà inferiore: tuttavia, era collegata una chiavetta USB nera e bianca ancora intatta, decorata da un portachiavi rappresentante la mascotte di un famoso videogioco, simile ad una palla rosa con una bocca enorme e con due occhi teneri impreziositi da due guance rosse come le sue scarpe.

Marsh, senza pensarci troppo, la estrasse dal portatile distrutto e la rigirò fra le mani, notando praticamente subito un'etichetta adesiva – Ne.. my? – lesse, mormorando fra sé e sé senza realizzare di aver appena ottenuto la prima vera, importante vittoria contro un nemico di cui non sapevano assolutamente niente.

*

Nemy volava a fatica, dolorante e sfinita: finché, ad un certo punto, precipitò sul tetto di un palazzo abbandonato, peggiorando le sue condizioni nell'impatto al suolo che ne seguì.

Sputando sangue, si rialzò a fatica a quattro zampe, barcollando – A... assurdo... sapevo di non potercela fare... ero ben conscia della loro forza... e ho combattuto dando il meglio di me... e nonostante tutto... non è bastato...? – si sforzò di sorridere, mentre le lacrime rigavano le sue guance – Fa male... fa più male del previsto... – strinse i pugni, mentre disattivava il suo Emperor e tornava normale – P-però... però era questo il piano, giusto...? – continuò a sforzarsi di sorridere, rialzandosi ed asciugandosi le lacrime con la manica del suo camice sporco di sangue, eseguendo qualche passo prima di crollare nuovamente a terra – Eheh... sono conciata davvero uno schifo, uh? Marsh Gesso... non ti ho sottovalutata, ma ho calcolato male la tua vera forza... e questo è lo scotto che pago per il mio errore. O forse, ho semplicemente scommesso sulle persone giuste. Comunque, non sono assolutamente sicura che quello che ho fatto sia la scelta giusta, né mi sento in pace con me stessa all'idea di ciò che ho fatto a mio padre... ma ormai è tardi, non si torna indietro – quindi si rialzò ancora una volta, evocando poi il proprio Emperor ed editandosi le ossa rotte per risaldarle provvisoriamente, in modo che potesse spiccare nuovamente il volo sotto forma di arpia e rientrare alla base, per fare rapporto del suo fallimento e subire qualunque punizione Augustus avrebbe deciso di affibbiarle: ormai non le restava altro che sperare che i semi che aveva piantato germogliassero.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 - La verità sulla Fiamma-0 ***


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– Ne... my? – lesse Marsh, rigirandosi la chiavetta fra le mani: improvvisamente, però, una fitta allucinante la costrinse a piegarsi in due, facendole provare un dolore crescente via via che si propagava in tutto il corpo.
Poi, improvvisamente, così come era arrivato, il dolore svanì: Marsh tastò il proprio corpo, chiedendosi se andasse tutto bene, ritrovandosi a toccare le inconfondibili curve femminili che le appartenevano – Ah... sono... sono tornata me stessa! – esultò, realizzando finalmente di essere uscita vittoriosa da uno scontro: si rialzò di scatto, serrando bene la chiavetta in mano, e si diresse di corsa dai suoi amici.

Rajiv, tornato uomo e placata la tempesta di ormoni impazziti, osservava con un sorriso imperscrutabile Yukiko, anch'essa tornata alla normalità, accarezzare un Kuro ancora privo di sensi.

Al suo arrivo, i due si voltarono a guardarla con sguardi orgogliosi – Sei stata fantastica, Marsh-san – le disse Yukiko – Hai gestito lo scontro in maniera eccellente e con un sangue freddo invidiabile: è grazie a te che siamo usciti vittoriosi contro quella stronzetta! – continuò, ignorando il fatto che Marsh stesse arrossendo.

Rajiv, invece, sgranò gli occhi e le si avvicinò – Uhuhuh! Marsh-san, quella cosa che hai in mano... appartiene a chi penso io? – domandò serio: Marsh guardò prima la chiavetta serrata nel pugno destro, poi il suo compagno, infine rispose – Beh... se la bambina di prima si chiamava “Nemy”, allora sì, appartiene a chi pensi tu – porgendogli la piccola USB: Rajiv l'afferrò con inaspettata delicatezza, rigirandola fra le mani mentre uno dei suoi inquietanti sorrisi gli illuminava il volto – Uhuhuh! Se questa contiene le informazioni che penso, potremmo drasticamente ridurre il vantaggio dovuto all'effetto a sorpresa che hanno i loro Emperor! – mormorò piano, quindi alzò la chiave a mo' di trofeo – Grazie alla nostra Marsh, abbiamo ottenuto la prima, vera vittoria contro un nemico pressoché invisibile: ora ritiriamoci e rientriamo alla base, ci serve un PC funzionante per poter esaminare il contenuto della chiavetta! – disse ad alta voce, riconsegnandola a Marsh, che sorrideva imbarazzata ma felice.

*

Reborn osservava Verde trafficare con una tastiera di modeste dimensioni, mentre cifre e parole dall'aria incomprensibile apparivano sull'enorme schermo: dopo qualche minuto di silenzio tombale, interrotto solo dal rumore dei tasti premuti, Reborn sospirò, sistemandosi il cappello – Allora, Verde... perché mi hai fatto venire fin qui? – domandò con tono vagamente scocciato.

Lo scienziato dai capelli verdi, senza distogliere lo sguardo dal monitor, rispose – Ricordi quando ormai 5 anni fa, mi portasti i filmati del combattimento dei gemelli Rokudo? – con tono misterioso, senza nascondere un'evidente intenzione di destare l'attenzione dell'altro Arcobaleno.

Funzionò: Reborn si riscosse dal torpore, improvvisamente interessato – Certo che me lo ricordo: venni a chiederti informazioni sulla fiamma-0, ma mi sentii rispondere che era un esperimento degli Estraneo, e poco altro. Beh, hai scoperto qualcosa? – chiese: lo scienziato non si voltò, ma sorrise mentre i dati scorrevano – Ho scoperto più di quanto immagini! Ho analizzato in maniera esaustiva tutte le informazioni che ho potuto reperire, compresi i documenti trafugati dai Drago dal laboratorio semidistrutto degli Estraneo, e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere venire a conoscenza dei risultati dei miei studi: chissà, magari troverai le risposte alle tue domande – disse nuovamente con aria di mistero.

Con un sospiro, Reborn comprese – Ho capito. Cosa vuoi in cambio? – domandò mentre un'ombra calava sul suo viso e quello di Verde si distendeva in un sorriso: era fatta.

– Voglio la tua protezione durante questa imminente guerra. Oh, non fraintendere – aggiunse, in risposta all'espressione stupita di Reborn – Voglio proporre una normale alleanza fra noi due, solo con l'obbligo da parte tua di farmi da guardia del corpo. Sai, ho un'intelligenza superiore a chiunque altro, ma fisicamente non sono un granché, per cui sarei un bersaglio facile per i nostri nemici: inoltre, necessito tempo e sicurezza mentre sviluppo un piano per contrastarli. Accetti? – domandò, preparandosi psicologicamente a rispondere ai dubbi di Reborn.

Ancora una volta le previsioni di Verde si rivelarono esatte – Dammi un motivo per cui dovrei farti da cane da guardia – affermò in tono secco: Verde sorrise di nuovo – Perché ti reputo il più forte degli Arcobaleno, e perché ci sono in ballo milioni di vite, comprese sopratutto quelle della Famiglia Kokuyo. Oh, non ci avevi pensato? – aggiunse in risposta all'espressione stupita di Reborn – Hanno sterminato gli Zero, ovvero gli esecutori dei nostri attuali nemici, gli Insyder: non pensi che loro saranno le prime vittime contro cui si scaglieranno? O forse... mi stai dicendo che il tuo orgoglio conta più delle loro vite? – disse con finto dispiacere, ben conscio che aveva abbattuto l'ultima difesa di Reborn: aveva vinto lui.

Con un sospiro, infatti, l'Arcobaleno calò il cappello sugli occhi – … sei più subdolo di quanto ricordassi. E va bene. Ma ti avverto, Verde... se tenti di pugnalarmi alle spalle, o se provi a sacrificare anche solo una vita di un innocente con il tuo piano... – puntò la pistola alla nuca dello scienziato – Ti faccio esplodere il cervello. Chaos! – mormorò con un determinato tono minaccioso: Verde non ebbe alcuna reazione, e si limitò a dire – Hai la mia parola – mentre si girava con un sorrisetto infame.

Reborn sospirò ed abbassò l'arma, quindi si sedette nel posto di prima – Allora, vieni al dunque: che hai scoperto? – domandò.

Lo scienziato prese a roteare una penna mentre cominciava a spiegare – Bene. La mia teoria iniziale sul fatto che la fiamma-0 innata dei gemelli Rokudo fosse dovuta ad un esperimento che ha alterato i geni di Mukuro Rokudo si è rivelata inesatta, in quanto ho scoperto ben 13 possessori naturale di tali attributi nel mondo, sebbene solo 5 si sa siano sopravvissuti al primo anno di vita, e nessuno di essi aveva legami con gli Estraneo: per cui, ho ripreso le mie ricerche partendo dalla base che la fiamma-0 fosse perfettamente naturale, riuscendo perfino a reperire il cadavere di un detentore di tale fiamma e confrontandolo mediante un'autopsia con i resti di quella donna, Azrael o come si chiamava... e i risultati sono stati a dir poco sconcertanti! E' risultato infatti che il primo cadavere, quello del detentore naturale di fiamma-0, disponesse di un “circuito” atrofizzato, simile a quello presente in tutte le creature viventi, noi compresi, e che fa scorrere in tutto il corpo la fiamma. Il punto è che su quella donna non era presente, e nemmeno in un terzo cadavere, un cadavere comune, che ho esaminato. Ho quindi dedotto che Azrael e gli altri Zero fossero detentori di fiamme normalissime su cui, mediante esperimenti ispirati dalle ricerche degli Estraneo, venne innestata la Fiamma-0: ma siamo solo all'inizio, la vera scoperta viene adesso – s'interruppe, per riprendere fiato e creare suspance: Reborn pendeva dalle sue labbra, affamato di informazioni.

Finalmente, dopo qualche istante, riprese – Analizzando quindi il “circuito atrofizzato” sono venuto a scoprire cosa accadrebbe se si forzasse la sua apertura e s'incanalasse la fiamma al suo interno, e ciò che ho scoperto mi ha alquanto sconvolto. Se, infatti, in seguito ad un grande shock emotivo, ad esempio una rabbia incontenibile o un dolore insopportabile, o anche forzando il processo, si incanalasse la fiamma-0 in tali circuiti, il corpo andrebbe incontro ad uno stato dove diventerebbe un tutt'uno con la suddetta fiamma, scatenando una potenza senza precedenti. In particolare, i miei studi affermano con certezza che tali effetti comprenderebbero una tonificazione muscolare elevata, con conseguenti capacità superiori a quelle normalmente possibili ad un comune essere umano, anche dopo anni di allenamento, una raffinazione assoluta della Fiamma-0, che raggiungerebbe una sorta di sublimazione che ne amplificherebbe esponenzialmente le caratteristiche, ed inoltre dai risultati dei test pare proprio che una volta entrati in questo stato per la prima volta con un po' di allenamento diverrà possibile ritornarci a comando, rendendo quindi chi lo sa fare un vero e proprio superumano. Ho deciso di denominare tale fenomeno “Risveglio”, in quanto si tratta di un vero e proprio risveglio dell'essere umano. E con questo, ho finito di illustrarti la prima parte dei miei studi: per altre risposte, ti basterà leggere i miei rapporti contenuti qui – e, con gesto teatrale, estrasse dalla tasca un disco esterno – Qui c'è qualcosa come un Terabyte di dati e studi, sia sulla fiamma-0 che su quelle Ibride che su altre innumerevoli cose: è abbastanza come pagamento per richiedere la tua lealtà? – concluse, voltandosi finalmente a guardarlo negli occhi: dopo qualche istante di silenzio, Reborn annuì – Sì... ma non dimenticare le mie parole: coinvolgi anche solo un innocente, e trasformo la tua testa in un budino. – ripeté serio.

Verde annuì con un ghigno.

*

Yuniko ansimava, sfinita: Ba'al, nonostante avesse perso il vantaggio della misteriosità del suo potere, restava un avversario decisamente formidabile.

Con un'altra esplosione, respinse l'aggressivo attacco di Katie, lanciandola contro la parete di una delle colonne rocciose, ma la ragazza si diede la spinta con le gambe all'ultimo momento per lanciarsi di nuovo all'assalto, attraversando la nube ardente che seguì l'esplosione senza badare alle lievi scottature che si formavano sul suo corpo e contrattaccando con un fendente che Ba'al evitò abilmente inclinandosi all'indietro sulla schiena e che aprì una fenditura nella colonna immediatamente dietro, quindi si diede la spinta con le mani generando una piccola esplosione per lanciarsi in aria evitando così il bastone di ghiaccio avvolto dalle fiamme che Haruo mosse mirando alla sua testa, per poi caricare un'esplosione mentre cadeva al suolo urlando – Gigas crepitus! – scatenando la medesima catastrofica esplosione di magma e fiamme che già aveva usato nell'Allucinazione di Vittorie: fortunatamente, Yuniko riuscì a muoversi con il Limit Breaker abbastanza velocemente da portare tutti in salvo, ma Ba'al non accennava a mollare la presa – Dove credete di andare, piccoli scarti umani?! Pensate di cavarvela con così poco dopo avermi preso per il culo? Ah! – improvvisamente si fermò, d'istinto, urlando – E' un'allucinazione! – infrangendo così l'Allucinazione che Vittorie aveva creato, lasciandola sconvolta – C-cosa...? – mormorò presa alla sprovvista sgranando gli occhi: Yuniko, a mezz'aria, si stava lanciando contro di lui a gran velocità, tagliandogli ogni possibilità di fuga: ma Ba'al non era affatto stupido come si potrebbe pensare ad una prima occhiata – Eheh! Beccati questo, rondinella del cazzo! – disse aggressivo mentre generava una grossa esplosione alla colonna dietro di sé, che iniziò a vacillare e a cadere sopra Yuniko ed al suo nemico: la ragazza, stupita, fu costretta a deviare portandosi a distanza di sicurezza per evitare di essere colpita, consentendo quindi a Ba'al di mettersi in salvo a sua volta e di colpire con prepotenza Haruo e Katie con un calcio, per poi spazzarli via con l'onda d'urto di un'altra esplosione.

Doloranti, si rialzarono, faticando a reggersi in piedi: questa volta erano stati loro a sottovalutare il nemico – Tch... è... fortissimo... con il semplice Utopia non riuscirò mai a batterlo, purtroppo è il tipo di nemico contro cui non basta certo una semplice asta per competere... eheh... Katie-san, hai qualche idea su come abbatterlo? – domandò alla compagna.

Katie si morse il labbro, pensando qualche istante, quindi scosse mestamente la testa – No... sono abbastanza brava nell'individuare punti deboli nei miei obbiettivi semplicemente osservandoli, ma non trovo aperture abbastanza grosse da permetterci l'occasione di causargli una ferita abbastanza grave da risultare letale – disse con semplicità.

Haruo rabbrividì: come poteva pensare ad uccidere una persona senza avvertire il minimo disagio nel farlo? Senza contare che il sorrisetto che Katie aveva sfoderato lo metteva seriamente a disagio: sembrava quasi un predatore che studiava la preda.

Poi, improvvisamente, ebbe l'illuminazione: se la potenza di Utopia non bastava... forse non doveva fare altro che “andare oltre”.

– Shen, Long... quella cosa là... il Synchro... come si esegue? – domandò Haruo ai due Spirit, che stavano bisticciando fra di loro: immediatamente, Shen e Long si fermarono e risposero all'unisono – Basta chiederlo contemporaneamente a noi e allo Spirit con cui ti vuoi sincronizzare! – come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Haruo si voltò a guardare Katie, che era la detentrice di Hell Gear più vicina in linea d'aria, la quale immediatamente capì al volo ed annuì: quindi, inspirando profondamente, il ragazzo strinse i pugni ed urlò – Shen, Long, Uroborus! Attivate la funzione Synchro! – evocando in aggiunta anche lo Spirit di Katie: gli occhi di Shen e Long divennero rossi, mentre con voce metallica esclamavano – Inizializzazione processo... richiesta di connessione... – e, poco dopo, la stessa cosa avveniva anche ad Uroborus – Connessione accettata... collegamento... effettuato! – esclamò improvvisamente quest'ultimo, mentre con un bagliore ed un boato di energia, un cavo etereo collegava i tre Spirit, che sparirono subito dopo emettendo un abbagliante flash giallo, azzurro ghiaccio ed indaco che attirò l'attenzione di Ba'al – Uh? Che cos'è? – disse, fermandosi appena prima di scatenare l'ennesima esplosione contro Yuniko, che ne approfittò per afferrare al volo Vittorie e portarla al sicuro sopra una sporgenza di una delle grosse colonne rocciose, disattivando poi il Limit Breaker per evitare che scadesse lasciandola disarmata ed attivando il solo Hell Gear, lanciandosi nuovamente all'attacco in picchiata e colpendo il nemico con un Air Impact in modo che non interferisse con il processo di sincronizzazione: funzionò.

Le voci elettroniche dei tre Spirit ruppero il silenzio – Soul Link “Winter Sunshine” attivato. Percentuale di successo: 98%. Stabilità: 81%. Perdite di energia: nella norma. Scaricamento informazioni utilizzo dell'arma: completato. Tempo residuo... 5 minuti da adesso – mentre l'ombra della figura di Haruo emergeva dal bagliore e una velocissima freccia di ghiaccio sferzava l'aria, colpendo di striscio il braccio sinistro di un distratto Ba'al, che stupito tornò in sé e rotolò per terra in modo da evitare le altre: quindi, levò in alto il braccio sinistro, urlando – Bersaglio mancato, bello! Lamentati della tua sfortuna all'inferno! – pronto ad attaccarlo... ma il braccio non si mosse.

– Uh? – mugolò stupito, voltandosi a guardare il braccio bloccato e scoprendo con orrore che si era completamente ibernato sotto uno spesso strato di ghiaccio attorno al punto dove l'aveva colpito di striscio la freccia – Ma... cosa... – mormorò, tentando di rompere il ghiaccio senza riuscirci: fortunatamente per lui, alzò in tempo lo sguardo, attirato da un riflesso emesso dalla freccia cristallina, per vedere una pioggia di frecce gelide piombargli addosso dall'alto: istintivamente, caricò un grosso quantitativo di fiamma nella mano libera dal ghiaccio ed urlò – Lux Solem! – lanciando una grossissima palla di lava nel cielo che si espanse inglobando tutte le frecce, mentre Ba'al sorrideva soddisfatto – Tch, ci vuole ben altro per fregarmi, stupidi marmocchi – mostrando il dito medio.

Peccato per lui che, distraendosi, non si accorse che la grossa palla di lava andava via via a solidificarsi, fino a diventare un grosso masso che si schiantò al suolo, contro di lui, andando in mille pezzi e sparpagliando qua e là, la lava ancora liquida nel nucleo.

Finalmente, Haruo uscì allo scoperto da dietro la massa di polvere sollevata dalla precedente esplosione: la sua mano destra impugnava un'enorme arco a lunga gittata formato da intensissime fiamme Sole, non molto dissimili da quelle che solitamente avvolgevano il suo Soul Drive.

In lui però c'era qualcosa di diverso, e non era solo l'espressione seria e calcolatrice di chi ha vissuto innumerevoli battaglie: la sua divisa, come di consueto durante una sincronizzazione, era mutata divenendo un'armatura spartana formata da ghiaccio avvolto da fiamme roventi, ed i suoi capelli, lunghi oltre il metro e mezzo e abbastanza disordinati da fornirgli un'aria estremamente truce, vedevano invertiti i loro colori naturali, essendo ora azzurri e sfumati al biondo verso le punte.

Prendendo fiato, Haruo sgranò gli occhi argentei e cacciò un fortissimo urlo di guerra, correndo in direzione del centro del magma solido, come prevedendo che Ba'al fosse ancora cosciente e stesse per attaccarlo a sorpresa: ed infatti, poco dopo, la colata solidificata esplose in favore di uno spruzzo di lava liquida ed incandescente da cui emerse il nemico, pronto ad attaccare... ritrovandosi, però, faccia a faccia con l'espressione di trionfo di Haruo, il quale urlò – Cambio Forma! – mutando l'arco in una lancia di ghiaccio dalla enorme punta, su cui era annodata una fascia da guerra formata da fiamme roventi: roteando l'arma per captarne il peso e capire come usarla al meglio, Haruo eseguì un affondo che Ba'al non poté schivare... se non facendo saltare in aria tutta l'area circostante – GIGAS CREPITUS! – urlò, scatenando una gigantesca esplosione di lava, il cui getto superò i 5 metri, per poi ricadere in una pioggia acida e rovente che incendiò tutta la vegetazione attorno: Haruo, però, era saltato conficcando la lancia contro la colonna rocciosa più vicina, in modo da sfuggire all'attacco, e si preparava ad attaccare non appena avesse visto un'apertura adatta allo scopo.

Ba'al, ansimando per la fatica, si guardò intorno, ben conscio del fatto che il suo avversario fosse ancora perfettamente in grado di combattere.

Per sua sfortuna, però, aveva nuovamente commesso l'errore di prima: si era dimenticato che il suo avversario non era solo una persona.

Con un urlò, Katie uscì allo scoperto armata di Omnislayer, attirando la sua attenzione, e consentendo ad Haruo, che nel frattempo aveva trovato un appoggio stabile su una sporgenza un paio di metri più in alto, di riconvertire la lancia in arco con il Cambio Forma e di crivellarlo di frecce gelide alle spalle, mentre Katie lo assaltava frontalmente e Yuniko, capendo al volo il piano, lo attaccava dal fianco destro, in modo che lui vedesse il lato sinistro come unica via di fuga, rotolandovi per evitare il triplice assalto: come previsto, Ba'al si vide circondato e, troppo stanco per poter far saltare l'area circostante ancora una volta, optò per evitare l'attacco rotolando a sinistra... e schiantandosi con forza contro la colonna rocciosa che Vittorie aveva abilmente celato con un'Allucinazione.

Stordito, Ba'al barcollò, senza capire costa stesse succedendo, e i tre urlarono all'unisono – KATIE, ORA! – e la ragazzina si lanciò all'attacco, pronta a sferrare il colpo decisivo... ma, in quel momento, un'immagine di una figura maschile ricoperta di sangue in piedi davanti ai cadaveri insanguinati di un uomo e una donna balenò davanti ai suoi occhi: distratta da quell'improvviso frammento di ricordo, Katie si sbilanciò e rovinò a terra, perdendo l'occasione per finirlo.

Fortunatamente, Yuniko si mosse con velocità elevata ed afferrò la ragazza portandola a distanza di sicurezza, ed Haruo reagendo tempestivamente scaglio una freccia dietro l'altra verso il cielo che si abbatterono subito dopo contro Ba'al, perforando la sua carne e intrappolando il suo corpo sotto spessissimi strati di ghiaccio, finché non fu completamente avvolto in un unico piccolo iceberg spesso più di mezzo metro.

Non appena il ghiaccio smise di formarsi, Haruo e Vittorie attesero qualche secondo, quindi vi si avvicinarono con cautela, come se potesse liberarsi da un momento all'altro... per poi scoppiare in urla di giubilo, festeggiando la vittoria.

Katie rassicurò Yuniko confermando che stava bene, quindi si ripulì dalla terra ed il sangue dalla faccia e disattivo l'Hell Gear, rompendo la sincronizzazione con Haruo che tornò allo stato normale e perse i capelli in eccesso, che tornarono così alla loro lunghezza originaria.

Subito Haruo si avvicinò e le batté il cinque con un sorriso chiedendole come mai avesse perso l'equilibrio mentre Vittorie ammirava Ba'al da ogni angolazione come fosse un reperto archeologico d'inestimabile valore e Yuniko volava in ricognizione nell'aria alla ricerca dell'emettitore del segnale, che si scoprì situato in cima ad una delle Tienzi Mountains.

Non appena fu distrutto, tornò dai suoi compagni con espressione funerea – Niente... come sospettavamo, era un falso segnale... – annunciò fra lo sconforto generale – per cui, o è nella foresta di Myasnoy Bor oppure nella Sky Tree Tower... a questo punto spero solo non fossero semplici esche per farci perdere tempo, perché in tal caso avremmo fallito miseramente. – continuò, giù di morale.

Improvvisamente, avvertì dietro la schiena Vittorie, che l'abbracciava per consolarla – Eddai, Lily-chan! Non è da te abbatterti così! Abbiamo ottenuto un'importante vittoria ed un prigioniero da interrogare... e ti assicuro che io e Rakkun ci divertiamo molto a far parlare con la forza chi si rifiuta di farlo con le buone. Uhuhuh – le mormorò all'orecchio, mentre sfoderava un macabro sorrisetto a sottolineare l'ultima frase, senza far caso a Yuniko, che ammutolì avvampando.

Katie però, nonostante tutto, aveva un'ombra calata in volto – E' vero, questa è comunque una vittoria, e sotto certi versi è anche meglio di aver scoperto il loro covo dato che attaccarlo impreparati sarebbe stato un vero e proprio suicidio, ma... se io non avessi sbagliato proprio alla fine... – scosse la testa per non pensarci: dopotutto nonostante il suo errore avevano vinto, non era il momento intristirsi – No, è meglio che sia andata così: almeno adesso interrogando il nostro dinamitardo potremmo venire a conoscenza dei dettagli necessari a mettere a punto un piano d'azione col minor rischio di fallimento possibile! Kufufueheheh! – esultò improvvisamente ritrovando il buon'umore: Yuniko pensò che si stava aprendo a vista d'occhio, e questo non poteva che renderla felice.

Improvvisamente, però, si udì uno sfrigolio che attirò la loro attenzione: sotto i loro occhi inorriditi, infatti, Ba'al aveva iniziato ad emettere calore, e stava poco a poco sciogliendo il ghiaccio.

Haruo deglutì – Ma che, scherziamo?! La mia fiamma Neve ha le stesse proprietà dello Zero Chiten Toppa! E' assurdo che riesca a scioglierla così facilmente! – mormorò sconvolto: eppure, l'acqua che man mano andava a formarsi sotto il blocco di ghiaccio confermava i suoi dubbi.

Mordendosi il labbro inferiore, e stringendo i pugni dalla frustrazione, Yuniko prese una difficile decisione – … Ritirata. – mormorò seria, attirando gli sguardi dei presenti – … Prego?! Ma, Lily-san, ritirarci ora significa... significa ammettere la sconfitta! E dopo tutta la fatica fatta per catturarlo, noi... – ribatté Haruo, ma Yuniko era irremovibile – Ho detto di ritirarci! – ordinò in modo autoritario – Non m'importa di tornare con la coda fra le gambe: la vostra sicurezza ha la priorità, l'avete sentito il Boss prima di partire, no?! Questo nemico è troppo forte per noi, non siamo riusciti a metterlo KO nemmeno combattendo in quattro! Per cui, ritiriamoci! – ripeté ad alta voce, con un tono che non ammetteva repliche.

Il tre ragazzi si scambiarono occhiate incredule, ma poi incrociarono gli occhi di Yuniko, la cui tensione era quasi tangibile: solo allora annuirono ed esclamarono all'unisono – Obbediamo! – e, dando le spalle a Ba'al, il cui ghiaccio iniziava ad assottigliarsi sempre più, si affrettarono a raggiungere di corsa l'aereo, dove Francesco, capendo al volo l'emergenza nel vederli correre così in fretta, aveva già iniziato ad accendere i motori.

*

L'atmosfera che si venne a creare durante il rientro fu tutt'altro che piacevole, e Katie si sedette in disparte, tormentata dal senso di colpa per non aver finito il loro avversario rischiando di mettere in pericolo tutta la Famiglia.

Rannicchiandosi e appoggiando la testa sulle ginocchia, cercò di focalizzarsi sul frammento di ricordo appena recuperato nella speranza di rimetterlo a fuoco, ma senza risultato: le due figure morenti e l'ombra del presunto assassino erano ora più che mai sfocate e confuse, esattamente come il suo passato e la sua vera identità.

– Ma io... chi sono realmente? – mormorò debolmente chiudendo gli occhi, lasciando che una lacrima scappasse alla presa serrata delle palpebre e le rigasse la guancia.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 - Cerchio Arcobaleno ***


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Kurai esclamò con fredda serietà – Ti mieterò l'anima! – muovendo un fendente con forza sovrumana mentre lo spettro urlava furioso – NON MONTARTI LA TESTA, ANANAS BOY! – generando una barriera di sabbia solidificata: la lama della falce si abbatté con un boato simile ad un tuono contro la parete sabbiosa, che inizialmente sembrò fermare il colpo efficacemente. Tuttavia, con un rumore simile ad una piccola esplosione, il piccolo solco che l'impatto della lama aveva causato alla barriera si espanse decuplicando di dimensione, formando una vera e propria breccia nelle difese dello spettro, attraverso il quale Kurai espanse la lama riuscendo finalmente a colpire il nemico, trapassandolo, ottenendo poi come risultato, aiutato delle multiple lacerazioni dovute all'espansione della ferita, di farlo esplodere in brandelli: tuttavia, in men che non si dica la sabbia si ricompose nel corpo del nemico, apparentemente privo di danni, che si apprestò subito ad eseguire il Funerale del Deserto, ma Kurai non glielo permise, e con un movimento fulmineo mozzò il braccio alzato del nemico, roteando l'arma a mezz'aria e successivamente sferrando un colpo dall'alto verso il basso, tranciandolo in due... ma, ancora una volta, lo spettro si ricompose nel suo stato originale, privo di ferite.

Nonostante il suo corpo fosse intatto come sempre, però, qualcosa era cambiato in lui: la schiacciante superiorità di Kurai stava riuscendo quantomeno a ferirlo nell'orgoglio.

Stringendo i pugni, mentre tremava dalla rabbia, urlò – COME OSI, ANANAS BOY! COME OSI ERGERTI SOPRA DI ME?! IO SONO LO SPETTRO DI MYASNOY BOR, E NESSUNO MI E' SUPERIORE! PAGHERAI LA TUA INSOLENZA CON LA VITA! – e generò un colossale terremoto che frantumò il terreno, sollevando alcune zolle e affossandone altre, costringendo Kurai a lanciarsi verso Kumo per impedire al suo corpo privo di sensi di cadere nel baratro, ma così facendo si espose al nemico – AH! COME SOSPETTAVO! LA TUA DEBOLEZZA E' QUELLA SQUALTRINA! – ed il suo volto si contorse in un orribile, folle sorriso – … vorrà dire che eliminerò prima lei! – esclamò tetro, generando centinaia di sue copie di sabbia: in men che non si dica, la zona circostante fu riempita di burattini senza anima, pronti ad attendere l'ordine del loro creatore.

Con uno schiocco di dita, lo spettro ordinò – Uccidete la ragazza! – scatenando la loro furia, lanciandoli all'attacco.

Eppure, Kurai era rimasto silenzioso ed immobile: con delicatezza, come se stesse maneggiando un manufatto in cristallo, posò Kumo al riparo su una sporgenza, quindi mormorò gelido – Tu... come hai osato chiamarla? – mentre richiamava la falce, mollata per poter arrivare da Kumo più velocemente, e l'afferrava al volo impugnandola saldamente, girandosi con sguardo freddo ma al contempo ricolmo di espressività – Considerata l'aggravante dell'oltraggio commesso, cancellerò ogni traccia di sconto nella tua esecuzione, Spettro di Myasnoy Bor. La tua anima è corrotta ed irrecuperabile perfino per l'inferno... per cui... – una dirompente fiamma Nebbia-0 dagli splendidi riflessi viola avvolse la falce – … ti cancellerò direttamente dall'esistenza. Questa è... la mia rinnovata condanna! – esclamò, lanciandosi alla carica mentre la fiamma si condensava sulla lama, decuplicandone le dimensioni fino a fargli assumere una forma a mezzaluna incandescente cosparsa di gigantesche punte al dorso della stessa, che mosse con rapidità in un movimento ad arco pulito e preciso che attraversò l'orda di nemici, recidendoli in due metà perfette che ricaddero mentre Kurai si lanciava già nuovamente alla carica roteando su sé stesso mietendo nemici su nemici, non permettendo a nessuno di loro di avvicinarsi a Kumo, facendosi via via strada nell'orda di nemici fino a trovarsi a distanza ravvicinata con lo spettro originale: solo allora, con agilità, saltò in alto, afferrando l'arma con due mani e caricandola dietro la schiena, urlò – EXORCISMUS! – per poi sferrare un catastrofico fendente verticale, sparando via la lama ingigantita e centrando in pieno il nemico, che non poté fermare l'attacco nemmeno generando la barriera di sabbia solidificata: l'attacco fendette come burro sia la disperata barricata sia lo spettro stesso, che urlò di dolore al contatto con le fiamme che lo avvolgevano inesorabilmente, vetrificandolo in un'espressione di intenso dolore: infine, Kurai richiamò a sé la lama sparata via, che descrisse un movimento ad arco come fosse un boomerang ricongiungendosi all'asta della falce appena in tempo per sferrare un fendente orizzontale a piena potenza, che descrisse nell'aria l'inconfondibile forma di una croce formata da fiamme roventi: infine, atterrò al suolo, appoggiandosi al manico della falce per attutire l'impatto mentre alle sue spalle il corpo vetrificato dello spettro si schiantava contro il duro terreno finendo in centinaia di pezzi che si sparpagliarono per l'area attorno, mentre nella zona calava il silenzio.

Improvvisamente, però, la voce di Re Kiri rimbombò nella testa di Kurai – Emergenza! Emergenza! Segnale perso! La sincronizzazione è stata interrotta! – mentre Kurai tornava al suo aspetto originale e la falce riacquistava le sembianze di una katana dalla lama in diamante.

Stupito e disorientato, Kurai si guardò attorno, ma non riuscendo a capirci nulla si rivolse immediatamente allo Spirit – R-Re Kiri! Come sarebbe a dire “Segnale perso”?! Che significa?! – domandò mentalmente, senza nemmeno tentare di nascondere la sua preoccupazione.

Fortunatamente per lui, la spiegazione si rivelò meno grave di quanto ipotizzato – Nulla di grave, Messere, semplicemente la sua ultima mossa ha richiesto una grossa mole di energia dall'Hell Gear con cui si era sincronizzato: come risultato, la vostra pulzella ha perso i sensi, e di conseguenza il suo Hell Gear si è spento, interrompendo, ahimé, piuttosto bruscamente il segnale. Ma, non è questo il punto, Messere! C'è riuscito! Ha esorcizzato quell'anima malvagia! Nobile Kurai, questa sua impresa verrà narrata di padre in figlio nei secoli a venire! – esultò, materializzandosi sopra la sua testa ed iniziando a fluttuare giulivo.

Kurai, sebbene sfinito, sorrise a sua volta... ma, d'un tratto, avvertì un giramento di testa che lo fece crollare a terra, in ginocchio, destando la preoccupazione di Re Kiri – Messere! Tutto ben... oh, no... OH, NO! MESSERE, SI RIALZI IMMEDIATAMENTE! – urlò lo Spirit, fissando inorridito un punto alle spalle di Kurai: al che il ragazzo si sforzò di voltarsi, appena in tempo per vedere che...

– No... ti prego... basta... – mormorò incredulo e sfinito, osservando banchi di sabbia ammassarsi in un'inconfondibile figura umana – Per favore... fa che sia uno scherzo... ti prego... – disse fra sé e sé, ben conscio che sicuramente non lo era affatto, rialzandosi a fatica appoggiandosi ad Excalibur Ex, ritrovandosi ancora una volta faccia a faccia con il sorriso dello spettro – Niente male, Ananas Boy. Lo riconosco: con l'attacco di poco fa saresti stato in grado di mettere in ginocchio qualsiasi mio compagno, probabilmente perfino l'Immortale non ne sarebbe uscito illeso. Quasi quasi mi dispiace per te: lo ripeto, l'unico motivo per cui verrai sconfitto è che hai avuto la sfortuna di avere me come avversario! E adesso... – tese la mano all'indietro, ammassando banchi di sabbia fino a formare una trivella – E' arrivato il momento di morire! – la trivella iniziò a roteare su sé stessa fendendo l'aria ed accumulando piccoli cicloni di sabbia attorno mentre avanzava inesorabile, ingrandendosi allo sguardo vigile ma sfinito di Kurai, che si apprestava a sferrare un disperato fendente con tutte le sue forze, sperando di contrastarla in qualche modo...

Ma la trivella, improvvisamente, fermò la sua avanzata, come se qualcosa la trattenesse: Kurai sgranò gli occhi, sorpreso, ma anche la reazione dello spettro non fu da meno – Che... cosa... Ananas Boy, che razza di trucchetto hai usato?! Credevo ti reggessi in piedi per miracolo! – esclamò incredulo, aumentando la velocità di rotazione senza ottenere alcun risultato: poi, improvvisamente, da un cespuglio in alto sbucò una grossa figura umana che urlò – Onda dell'hado! – colpendo con forza l'arma di sabbia: le onde della fiamma di Andrea si propagarono al suo interno, sgretolandola, mentre dalla nebbia appariva Mirai, la quale teneva strette in mano le catene con cui aveva fermato l'attacco, ora visibili – Toh, guarda chi si vede: il fantasmino infame! – mormorò con un sorrisetto malvagio – Perdonami se m'intrometto nella discussione fra te e Kurai-nii, ma sai, ho sentito per caso un frammento della vostra amabile conversazione e non ho potuto fare a meno di aggregarmi a voi. Sbaglio o... hai detto qualcosa riguardo alla “sfortuna di avermi come avversario”? – domandò con aria amabile.

Confuso, lo spettro alzò un sopracciglio – … si? E con ciò? – domandò, non riuscendo a capire dove stesse andando a parare Mirai.

Sfoderando uno dei più forzati sorrisi della storia, mentre una vena sulla tempia le iniziava pericolosamente a pulsare, Mirai rispose – No, beh, diciamo che quella frase è più adatta a me che a te. Perché... SONO SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI! – urlò improvvisamente, scatenando una dirompente fiamma-0 attorno alle mani – Mi hai davvero rotto le ovaie, inutile essere! Ci stai solo facendo perdere tempo con le tue tecniche da quattro soldi, ed intanto il countdown alla Terza Guerra Mondiale procede inesorabile! Scommetto che non te ne fotte nulla al pensiero di milioni, forse miliardi di innocenti, bambini inclusi, che muoiono nello scontro, vero?! A voi interessa solo il folle piano di quel vecchio rincoglionito del vostro capo! Ma ora basta: ne ho abbastanza di voi rifiuti. Motivo per cui, ora mi sbarazzerò definitivamente di te! – disse minacciosa, evocando decine e decine di catene del Prometeus Infer mentre un'ombra le calava in viso – E per farlo, non avrò nemmeno bisogno del mio Limit Breaker. Ritieniti onorato, rifiuto: sarai la prima cavia per la mia nuova tecnica! – la pressione delle fiamme attorno alle catene sembro triplicare d'intensità: poi, improvvisamente, proprio mentre lo spettro si apprestava a ricoprirla d'insulti, furioso, le fiamme iniziarono ad emettere bagliori di colori differenti e a mutare di forma ed intensità, tornando ad intermittenza alla normalità, come se fossero lampadine in procinto di fulminarsi: poi, con un sospiro, Mirai urlò – CERCHIO ARCOBALENO, ATTIVAZIONE! – coprendo le parole del suo avversario.

Immediatamente, come se avesse premuto un innesco, le fiamme risplendettero di tutti e 7 i colori dell'arcobaleno, mutando lentamente da un colore all'altro in perfetta sincronia, fra lo stupore generale.

Kurai si stropicciò gli occhi, incredulo – E...eh?! Ma che cosa cavolo... – mormorò, non riuscendo nemmeno a concretizzare completamente il suo pensiero, per quanto assurdo fosse. Eppure, a giudicare dalla sua reazione, anche Andrea aveva teorizzato la stessa cosa – No... impossibile... – mormorò a bocca aperta, osservando lo spettacolare gioco di colori.

I loro sospetti vennero confermati praticamente subito – Cerchio Arcobaleno: Pioggia! – urlò in italiano, mentre l'attributo Nebbia-0 attorno alle catene mutava sotto gli occhi increduli dei presenti in un perfetto attributo Pioggia, con tanto di forma differente della fiamma, che assunse un colorito molto più tenue e chiaro e dai contorni definiti, cancellando ogni minimo dubbio dalle menti degli spettatori.

Mirai aveva appena cambiato attributo alla sua fiamma.

– E questo... questo com'è possibile...? – mormorò sconvolto lo spettro – Un detentore di fiamma-0 non può possedere altri attributi, è impossibile! – esclamò, indietreggiando: Mirai, d'altro canto, prese ad avanzare, seguita dalle decine di Prometeus Infer avvolte da una tenue fiamma Pioggia – Ah, davvero? Non lo sapevo, grazie per l'informazione! Sai, a differenza vostra io non ho mai avuto nessuno che si prendesse la briga di spiegarmi cos'è una fiamma-0... io e Kurai-nii sappiamo solo che si chiama così e che ci siamo nati, punto. Sappiamo anche che le fiamme-0 sono molto più potenti delle fiamme normali, ma le nostre conoscenze si fermano qui... però, sai una cosa? Nonostante questo, non ci siamo mai arresi, e dopo aver speso mesi in allenamenti infernali fino a sputare sangue ed aver combattuto scontri al limite fra la vita e la morte, lentamente abbiamo iniziato a prendere confidenza con questo attributo “speciale”, e più lo comprendevamo, più cose scoprivamo, più ci accorgevamo che le potenzialità erano veramente infinite. Sai, dopotutto il potere di Creare... è indubbiamente il più utile e versatile, anche se non il più potente, dico bene? Una fiamma in grado di annullare le leggi fisiche della terra, di far apparire concretamente ciò che non c'è e che non esiste... è stato mentre pensavo a questo che mi sono domandata “Ma allora... qual'è il limite della Nebbia-0”? E no, non mi riferivo al limite di resistenza di ciò che posso creare – aggiunse, anticipando la provocazione dello spettro – Ma al limite di ciò che posso farci. E' stato allora che l'ho trovato, che ho scoperto il limite della fiamma – e, nel dirlo, sorrise – ... è stata dura, sai? All'inizio il solo provare a cambiare il mio attributo si risolveva in un rigetto simile ad uno Shock da conflitto di fiamma, e ti assicuro che vomitare sangue non è proprio la cosa più piacevole del mondo... ma non mi sono arresa. Il pensiero di avere degli amici... no... una famiglia da proteggere, mi ha dato la forza di rialzarmi dopo ogni caduta... ed è così che, ignorando le avversità, ho lentamente superato i miei limiti, ed i limiti della mia fiamma! Capisci, faccia da culo? Voi siete deboli. E sai perché? – il sorriso divenne uno sguardo di pura determinazione – E' perché siete viscidi esseri che non hanno nulla da proteggere, e nessun vero nobile motivo per impugnare le armi! – esclamò, aizzando le catene contro il nemico: lo spettro tentò di evocare una lama di sabbia e di spezzare le catene, ma al contatto la terra si inzuppò divenendo dapprima gonfia e pesante ed infine deformabile, col risultato che l'attacco s'infranse sul Prometeus Infer di Mirai, il quale proseguì la sua corsa inesorabilmente fino a cingersi attorno allo spettro, stritolandolo ed appesantendolo, bagnando ed appiccicando ogni singolo granello in modo che non potesse scomporsi.
Al che, Mirai esclamò – Cerchio Arcobaleno: Cielo! – e la fiamma attorno alle catene divenne di un vivido arancione intenso, iniziando ad ardere e divampare fino ad avvolgere il corpo dello spettro, mettendo man mano a tacere le sue urla di dolore – Hai commesso il gravissimo errore di toccare le persone a cui voglio bene, stronzo – mormorò cupa, mentre il corpo del nemico iniziava a pietrificarsi – E questo, per quanto mi riguarda, è una colpa grave almeno quanto lo è il voler scatenare una guerra mondiale. Ma di questo, ne parleremo a quattrocchi... nella nostra base! – e sfoderò un ghigno malefico, che venne visto dallo spettro appena in tempo prima che anche i suoi occhi si pietrificassero: quindi, Mirai ritrasse le catene, attirandolo a sé e mormorando sottovoce – Ho usato due attributi... me ne restano due, prima del punto di non ritorno...! Quindi, ora tocca a... – e, nel dirlo, mentre il corpo in pietra dello spettro si avvicinava a lei, urlò – Cerchio Arcobaleno: Palude! – e la fiamma mutò ancora una volta, divenendo simile al fango di una laguna putrida che sciolse la statua di pietra, rendendola un liquido che colò nel terreno impregnandosi di terra: quindi si voltò verso Red Rain – Andrea-san, raccoglilo in un contenitore qualsiasi, presto! – urlò preoccupata – Mi è rimasto solo un possibile attributo, e sono quasi al limite: se quell'essere schifoso si rigenera siamo nei guai! – disse: annuendo, Andrea estrasse da una tasca interna una fiala di sonnifero, che rovesciò sui resti dello spettro impregnando il terreno circostante per poi raccoglierlo e richiudere il barattolo con cura, esclamando – Cattura completata, Mirai-sama! – consegnandoglielo ed aggiungendo con tono ammirato – Accidenti, quando hai accennato ad una “nuova tecnica” non pensavo ti riferissi a qualcosa di così assurdo e al contempo devastante! Imparare a padroneggiare una cosa simile deve aver richiesto un assurdità di tempo! – guardandola con uno sguardo intenso: Mirai avvampò e si voltò di lato – B-beh, sì, in effetti ho iniziato a lavorarci su dopo la sconfitta degli Zero e l'ho conclusa solo qualche settimana fa, durante il mio ultimo allenamento nella Sala Allenamenti della base... è stata dura, ma i risultati compensano abbondantemente la fatica che ho speso nel svilupparla... eheheh... – mormorò debole, disattivando il Cerchio Arcobaleno e l'Hell Gear per poi accasciarsi a terra, sfinita ma ancora cosciente, e continuando – … e comunque, questa tecnica è utile solo se abbinata alle mie catene, che hanno la dote di amplificare la mia fiamma: senza di esse, basterebbero a malapena ad attivare una Box Heiki... inoltre, il mio limite è di un minuto per attributo, in un massimo di 5 minuti d'utilizzo... oltre tale limite di tempo, subirei uno Shock da conflitto di fiamma completo, e me la vedrei davvero brutta! Certo, è un'eccellente alternativa al Limit Breaker, in quanto abusandone l'unica che può rimetterci sono io, a differenza di quel che accadrebbe se subissi una Possessione, ma come vedi consuma una mole spropositata di fiamma... Ah! – notò Kumo, svenuta e ferita, e si rialzò di scatto – Mi rimane un attributo sicuro... il quinto è sempre meglio non usarlo, non mi piace rischiare se posso evitarlo... – disse, attivando nuovamente il Cerchio Arcobaleno e rendendo incorporee le catene all'interno del corpo di Kumo, per poi mormorare – Cerchio Arcobaleno... Sole... – con aria stanca, ma riuscendo perfettamente nell'intento: la fiamma divenne gialla intensa e luminosa, iniziando a rigenerare i tessuti interni di Kumo che erano stati danneggiati dalla disidratazione e dagli ematomi dovuti ai colpi subiti.

Dopo quasi un minuto, Mirai fu costretta a disattivare il Cerchio Arcobaleno, priva di forze, ma il più era stato fatto: Kumo riaprì lentamente gli occhi, ritrovandosi immediatamente faccia a faccia con quella di Kurai, chino davanti a lei – Buondì. Dormito bene? – le disse, sfoderando un sorriso rincuorato.

La ragazza sembrò vagamente confusa, ma dopo qualche istante ricambiò – … Devo essere finita all'inferno, se la prima cosa che vedo aprendo gli occhi è la tua faccia da scemo – replicò con aria burbera, guardandosi poi intorno e chiedendo a Mirai – … che fine a fatto quel... coso? – riferendosi allo spettro.

Mirai in risposta le agitò sotto il naso il piccolo recipiente in vetro – Oh, è diventato formato tascabile e non vede l'ora di rispondere alle nostre domande! Avanti, Kumo-chan... torniamo a casa! – le disse, porgendole una mano per aiutarla a rialzarsi: con un sorriso, Kumo annuì e le afferrò la mano.

*

– Allora... ricapitolando: Yukiko ed il suo gruppo sono riusciti a sconfiggere il loro avversario, nientepopodimeno che una Insyder oltretutto, la quale aveva un Emperor in grado di alterare l'aspetto di sé stessa e dei suoi avversari ma che è riuscita a scappare, ed il mio gruppo è riuscito a catturare lo Spettro di Myasnoy Bor. Infine, il gruppo di Yuniko è tornato a mani vuote... dico bene? – domandò Mirai rileggendo gli appunti sul monitor del portatile, al capo della tavolata assieme al gemello: i capisquadra, ovvero Yuniko e Yukiko, annuirono: quindi, Mirai alzò lo sguardo dal pc, volgendolo a Yuniko – Lily-chan, potresti dirmi per favore come mai hai ritenuto necessaria la ritirata? – domandò in tono serio ma amichevole. Yuniko annuì con calma – Il nostro nemico si è rivelato eccessivamente più potente del previsto: la sincronizzazione fra Haruo e Katie l'aveva dominato, e con un gioco di squadra eravamo riusciti ad imprigionarlo... ma nonostante tutto, abbiamo notato che si stava liberando... ho quindi valutato le ferite dei miei compagni ed il loro livello di stanchezza, ed il mio responso è stato negativo: non erano assolutamente in grado di continuare in sicurezza la battaglia... e ho quindi voluto dare la priorità alla loro incolumità ordinando la ritirata... mi dispiace, Mirai-san... – mormorò, serrando i pugni – So che sei delusa... e mi dispiace... – disse, trattenendo a fatica le lacrime.

Katie sgranò gli occhi incredula: non solo Yuniko non aveva accennato al suo fallimento, ma si stava persino prendendo la colpa al posto suo! Mordendosi il labbro inferiore fece per obiettare e spiegare il come un suo errore avesse mandato a monte la missione, ma la voce inaspettatamente calma di Mirai la distrasse – Delusa?! Da te?! Ma stai scherzando?! Anzi, sono assolutamente felice, perché vuol dire che ci ho visto giusto quando ti ho scelta come caposquadra! L'ha detto Kurai-nii prima di partire, no? La sicurezza dei nostri compagni ha la priorità su qualunque cosa. E tu hai rispettato fedelmente questa sua richiesta. Altro che delusa, sono orgogliosa! – e le fece l'occhiolino.

Yuniko sgranò gli occhi, in un'espressione incredula... che lentamente si distese in un sorriso – Grazie, Mirai-san! – esclamò nuovamente di buon'umore, e anche Katie sfoderò un sorriso, sentendo parte del peso dovuto al senso di colpa alleggerirsi e svanire nel nulla.

Sistemato questo particolare, Mirai si rivolse a Marsh – Quanto a te, Marsh-chan, ammetto di essere piacevolmente stupefatta! Ho saputo che per cause di forze maggiori ti sei ritrovata a combattere la Insyder da sola, oltretutto in svantaggio in quanto vittima dell'Emperor della nemica... eppure, hai saputo mantenere il sangue freddo e hai sconfitto la tua avversaria limitando al minimo i danni verso te stessa e dei tuoi compagni! Sei stata eccezionale! Sono fiera di te! – esclamò allegramente: Marsh arrossì dall'imbarazzo per i complimenti ricevuti ma sorrise di cuore.

Tuttavia, dopo questo, l'espressione di Mirai divenne cupa – Ed ora, passiamo alle note dolenti... il fatto che tutti e tre i gruppi abbiano ritrovato dei trasmettitori di falsi positivi significa che siamo stati fregati alla grande... e no, non è colpa tua, Lily-chan! – si affrettò ad aggiungere, vedendo un'ombra calare sul volto dell'amica – Nessuno di noi ha colpa: semplicemente, il nostro nemico ci ha battuto d'astuzia anticipando le nostre mosse. Quello che conta, è che nessuno di noi è stato ferito gravemente, catturato, o... – un'ombra di puro terrore le attraversò il volto, ma riuscì a mantenere il tono – Beh, insomma, le loro imboscate sono fallite... ed anzi, abbiamo comunque ottenuto due importantissimi risultati! La prima... è questa – annunciò, mentre Kurai alzava in alto la chiavetta USB raccolta da Marsh – … e, ancora più importante... questa! – e guardò Andrea con la coda dell'occhio, il quale alzò la boccetta – Come accennato prima, lì dentro c'è lo Spettro di Myasnoy Bor, alias un detentore di fiamma Deserto-0 al servizio degli Insyder e assolutamente ostico: al momento è sigillato, ma a fine riunione io, Katie-nee, Kurai-nii, Rajiv-san e Vittorie-san lo interrogheremo, mentre tu, Lily-chan, analizzerai il contenuto della chiavetta: d'accordo? – domandò, ottenendo un cenno d'assenso da parte della ragazza – Lascia fare a me, Mirai-san! Ti prometto che entro un paio d'ore avrò decriptato almeno un 70% dei file contenuti qui dentro – esclamò determinata, afferrando al volo la chiavetta che Mirai le lanciò con un sorriso e affrettandosi ad uscire dalla Sala Riunioni precipitandosi subito in camera.

Fatto ciò, Mirai si alzò assieme al gemello – E con questo la riunione è conclusa! – annunciò Kurai, per poi volgere lo sguardo ai compagni citati poco prima da Mirai – Katie-nee, Rajiv-san, Vittorie-san! Seguitemi, se il prigioniero opporrà resistenza sarà necessario l'uso delle maniere forti, e dato che il Deserto crea comunque illusioni noi siamo i più idonei – disse, avviandosi fuori dalla sala seguito dagli amici.

Andrea guardò fisso Mirai negli occhi: prima ancora che aprisse bocca, lei aveva già capito – Ah, giusto! Andrea-san, fai immediatamente rapporto ai Varia, per favore! Avevo promesso al tuo boss di tenerlo informato sui movimenti dei nostri nemici – disse in tono stranamente dolce: il ragazzo annuì con un sorriso – Sissignora! – uscendo dalla porta, seguito da tutti gli altri membri, che si avviarono nelle loro camere per riposarsi un po'.

Non appena furono rimaste solo lei e Kumo, Mirai si accasciò sfinita su una poltroncina, portandosi una mano alla fronte – Dannazione, ci mancava solo un bel feroce mal di testa! Cazzo! – gemette.

Con un sorriso, Kumo le si avvicinò – E' dura fare il boss, eh? – le disse scherzosamente: Mirai sorrise a sforzo – Eh già... specialmente se sei costretta a fare tutta la parte burocratica perché Kurai-nii e la matematica sono come i gatti con l'acqua... ah! No! Maledizione, mi sono dimenticata di dire una cosa a Yukiko-san! – rantolò disperata, cercando invano di rialzarsi ricadendo immediatamente sulla poltrona per un mancamento – Ah... il Cerchio Arcobaleno mi distrugge... e ora come faccio... – si lamentò, a pezzi.

Kumo sospirò – Non devi ammazzarti di lavoro, Mirai-chan! Siamo tutti nella tua stessa situazione, no? Siamo una famiglia, dobbiamo sostenerci a vicenda e collaborare! O sbaglio? Dai, dimmi quello che devi riferire a Yukiko, glielo dirò io – propose.

Mirai, con un debole sorriso, annuì – Grazie, Kumo-chan... ecco, dovresti chiederle come ritiene opportuno agire ora che sono rimaste 20 ore scarse allo scadere dell'ultimatum... tutto qui. Capito? – disse, troppo sfinita per notare Kumo sbiancare: non si era resa conto che mancasse così poco.

Tuttavia, facendo finta di niente, Kumo annuì, rispondendole un amichevole – Ricevuto! – uscendo poi dalla sala diretta in camera di Yukiko, sommersa da mille pensieri.

 
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 - All'alba della guerra ***


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Kurai, Katie, Mirai, Rajiv e Vittorie erano chiusi nella Sala degli Allenamenti, sigillata per l'occasione: al centro esatto della stanza, lo Spettro giaceva incatenato saldamente da Mirai, fradicio d'acqua dalla testa ai piedi.

Davanti a lui, un Kurai piuttosto irritato lo stava interrogando con crescente crudeltà, ormai furibondo per lo scoppio della guerra ormai sempre più imminente – Rispondi, bastardo! Sei un alleato degli Insyder, dico bene? Per cui sicuramente conoscerai la locazione della loro base, è inutile che neghi! Diccela, e ti risparmieremo la vita! Ma in caso contrario... – mormorò improvvisamente, rabbuiandosi – ... mi assicurerò che tu muoia soffrendo il più possibile... e ti assicuro che non sto scherzando: se torturarti a morte significa salvare la vita a miliardi di innocenti, non chiedo di meglio – concluse in tono cupo e minaccioso.

Eppure, lo Spettro non sembrò affatto spaventarsi: alzando la testa, guardò con arroganza Kurai e gli sputò in faccia – Costringimi, Ananas Boy! Dai, fammi vedere quanto sai essere stronzo! Non ne hai le palle, eh? Lo sapevo, quelle di prima erano solo parole vuote! Ahahahah! Sei solo uno schifoso codardo, non è così? NON E' COSÌ!? – provocò con sguardo folle e carico d'odio, cercando di far perdere la risolutezza a Kurai.

Mirai fece per scattare e colpire il prigioniero in un impeto d'ira, iraconda per l'oltraggio subito dal gemello, ma venne trattenuta da Vittorie e Rajiv, i quali scossero la testa come a dirle “stai a guardare”.

Kurai senza perdere compostezza si ripulì la faccia dalla saliva del suo nemico, sospirando quasi annoiato – Risposta sbagliata, amico mio. Risposta sbagliata... – mormorò piano, schioccando le dita: nello stesso istante in cui si udì la prima nota dello schiocco, Katie scattò e con un rapidissimo quanto preciso fendente della Kirislayer recise di netto il braccio dello Spettro, il quale, impregnato d'acqua com'era, avvertì pienamente il dolore come una qualsiasi altra persona dotata di un corpo normale, e reagì cacciando uno straziante urlo di dolore misto ad imprechi non appena il suo cervello ebbe realizzato quanto era successo: quindi, Katie abbassò l'arma, rimettendosi in posizione, in un freddo e obbediente silenzio che però non riusciva completamente a nascondere la sua implacabile sete di sangue.

Mirai, sconvolta, guardò dapprima Kurai, poi Katie, infine si rivolse in un sussurro a Rajiv – ... voi... lo sapevate? Per questo che mi avete fermata? – domandò, faticando a trovare le parole tanto era scossa da quello che aveva visto.

Con suo stupore, inoltre, Rajiv e Vittorie scossero la testa – No, a dire il vero ti abbiamo fermata perché se tu fossi intervenuta in quel momento lo spettro l'avrebbe avuta vinta, in quanto, volendo tirare ad indovinare, l'essere difesi dalla propria sorella da lui sarebbe stato probabilmente interpretato come una “conferma” dell'accusa di codardia. Ammetto però che questo sviluppo inaspettato mi è piaciuto parecchio! Uhuhuh! – rispose Rajiv, sfoderando uno dei suoi sorrisi inquietanti.

Mordendosi il labbro, Mirai tornò a guardare la scena, immersa nei suoi pensieri: questa situazione stava tirando fuori il peggio di loro, e, quel che più la preoccupava, Katie sembrava diventare un'altra persona quando si trattava di combattere... e, in qualche modo, rivedeva in lei sé stessa – Katie cambia letteralmente personalità quando si tratta di schiacciare un avversario... sembra quasi... – sospirò, non riuscendo a concludere subito il pensiero – Che anche lei, come me... abbia una sorta di Iarim? Ah! – scosse piano la testa immediatamente, accorgendosi dell'errore – No... è diverso: Iarim agiva come una persona differente in tutto e per tutto, mentre Katie... sembra quasi racchiudere un angelo ed un demone in un unico corpo. Sarà una mia impressione? – si disse, osservando in silenzio.

Superata la fase critica, lo spettro, ora senza un braccio, sembrava iniziare a prendere Kurai sul serio – Ah! Non male, Ananas Boy... lo ammetto, mi hai colto di sorpresa, non ti credevo capace di tanto. Ma... alla fine, ho ragione... eheh... hai usato quella puttana per colpirmi, perché tu non ne hai il coraggio, eh? – provocò nuovamente, ansimando per via del dolore residuo che avvertiva ad ondate regolari dal moncherino.

Kurai, tuttavia, parve non scomporsi nemmeno questa volta: facendo un passo avanti, esclamò – Se non ti ho colpito personalmente è solo perché ti ritengo indegno della nobile lama di Excalibur Ex. Comunque, se insisti... – e, pronunciando l'ultima frase, generò dalla nebbia una katana comune, con cui trafisse il fianco destro dello spettro, ancora fradicio, mordendosi impercettibilmente il labbro in un gesto di disagio all'ennesimo urlo lancinante che questi lanciò per il dolore.

Sforzandosi di mantenere la compostezza, Kurai evocò un'altra katana e la puntò al collo dello spettro – Soddisfatto? Ora vedi di rispondere alle domande: sai, per noi ci sei più utile da morto che da vivo, se non sai darci informazioni utili, per cui... questa sarà l'ultima volta che te lo chiedo. Avanti, rivelaci la locazione del nascondiglio degli Insyder! – mormorò con freddezza, premendo la lama contro la carne del prigioniero, il quale sbiancò di colpo, iniziando a provare paura, ma il suo orgoglio gli permise di mantenere la lucidità – Uccidimi allora, Ananas Boy! E' inutile che continui a giocare all'aguzzino con me, perché non ti dirò NULLA! Poterò il segreto fin nella tomba, e se il mio sacrificio servirà alla realizzazione del piano di Augustus-sama, beh, allora farò volentieri da martire! Voi stupidi sciocchi, stolti e miserabili che... – farfugliò, ma un pugno secco agli zigomi sferrato da un iracondo Kurai lo mise a tacere – PERCHE'! PERCHE' CONTINUI AD OSTACOLARCI! DAVVERO NON T'IMPORTA SE MUOIONO MILIONI DI PERSONE IN UNA GUERRA INUTILE E PRIVA DI SENSO, SE INTERE FAMIGLIE VERRANNO DISTRUTTE PER UN QUALCHE EGOISTICO DESIDERIO DI QUEL FOLLE?! – si bloccò serrando i pugni, tremando dalla rabbia – ... tu... TU... GIURO CHE SE NON COLLABORI... IO... IO TI... – ma non riuscì a trovare una minaccia degna, finendo con il trattenere a fatica delle lacrime di rabbia.

Sorridendo alla vista della reazione esasperata di Kurai, lo spettro rispose con un ghigno – Ancora con questa storia?! Sei ripetitivo e noioso! Nemmeno tutte le vite del mondo basterebbero ad eguagliare il valore di quella di Augustus-sama, Ananas Boy! Perché lui... è il Dio che guiderà noi Eletti verso la sua nuova era di massimo splendore! Cosa vuoi che m'importi di qualche orfano davanti ad un simile futuro perfetto?! – esclamò in estasi, scoppiando in una folle risata che spezzò la volontà dei presenti.

Kurai indietreggiò, sgranando gli occhi, Mirai impallidì rimanendo a bocca aperta, e perfino Rajiv e Vittorie parvero scossi, sfoderando un'espressione stupita ed incredula.

Una voce, però, proveniente dalle sue spalle, parve sovrastare le sue perverse risate – No... non osare scherzare su queste cose... – disse con tono calmo, eppure così glaciale, che lo Spettro stesso ammutolì.

Lentamente, Katie iniziò ad avanzare, trascinandosi dietro la Kirislayer – La vita di quella patetica pantegana del tuo capo varrebbe più del dolore provato da un bambino nel vedere la propria famiglia sterminare...? Ma che, sei idiota? – mormorò, mentre una cupa ombra le calava in volto e gli occhi le risplendevano di un inquietante bagliore rosso carminio.

Colto di sorpresa, Kurai mormorò un – ... Katie-nee...? – appena prima che quella scattasse e con un rapido, poderoso fendente recidesse le catene che imprigionavano lo spettro, per poi puntargli contro la lama – Alza quel culo e combatti, spettro di Myasnoy Bor. Non posso perdonare le tue parole! La vita di quell'Augustus varrebbe quanto quella dell'intera popolazione mondiale, quindi?! E' un pensiero inaccettabile! Fatti sotto, verme: ti schiaccerò con le mie mani! – esclamò, mettendosi in guardia.

Kurai era troppo allibito per proferire parola, ma Mirai riuscì invece ad esclamare un disperato – K-Katie-nee! Cosa stai facendo?! Non... non è questo il piano! – cercando di pensare se era il caso d'intervenire o meno.

Serrando la presa sul manico della katana e scoprendo i denti come una fiera selvaggia in procinto di attaccare, Katie mormorò – Perdonami, oneechan... non posso perdonare le parole uscite dalla sporca bocca di questo infimo scherzo della natura... perché io... – si mise le mani nei capelli, mentre angoscianti immagini di scenari apocalittici e cadaveri di uomini, donne e bambini in condizioni terrificanti affioravano traditrici nella sua mente – Perché io... ho appena ricordato... la guerra... il futuro... – per poi mordersi il labbro fino a farlo sanguinare, mentre le lacrime irroravano le sue guance rosee – Io... non permetterò che questi folli arrivino ad arrecare così tanta sofferenza, e sopratutto non perdonerò mai questo aborto che parla con così tanta leggerezza di simili tragedie! E dato che questo sudicio scarafaggio non intende collaborare, tanto vale sopprimerlo: almeno si rende utile usando il suo lurido corpo come concime per le piante!! – urlò all'improvviso, impiantando la katana nel terreno e scomparendo nella nebbia, riapparendo alle spalle dello spettro, che nel frattempo era riuscito a drenare la sabbia del suo corpo quanto bastava per ricongiungersi col braccio, e vibrando un poderoso fendente verticale esclamando – BARA NO SETSUDAN! – squarciando di netto il petto dell'avversario, che non riuscì a voltarsi in tempo per parare, lasciando sulla scia del movimento della lama una pioggia di petali di rosa avvizziti per poi scomparire nuovamente nella nebbia sbucando questa volta da sotto di lui, afferrando la Kirislayer con due mani e muovendo un disastroso fendente diagonale che recise il corpo del nemico in due metà perfettamente simmetriche, in un'esplosione di petali di rosa nera – KUROIBARA NO KIRIZUKU! – esclamò, svanendo immediatamente ancora una volta nella nebbia.

Lo spettro non riusciva a trovare nemmeno il tempo di pensare a come resistere agli attacchi: aveva a malapena il tempo di rigenerarsi, ed ecco che subito Katie sbucava dal nulla e lo faceva nuovamente a fettine. Letteralmente.

Allontanandosi da Rajiv e Vittorie, che ammiravano gli spettacolari ed eleganti attacchi di Katie con le stelline agli occhi, Mirai si avvicinò al gemello, mormorando a fatica un – ... a-assurdo... quello stronzo ci ha causato un sacco di problemi, ed è innegabilmente uno dei peggiori avversari che ci sia mai capitato di affrontare, eppure... guarda... – ed indicò con un cenno Katie – lo sta letteralmente dominando...! Non ha nemmeno il tempo di reagire! – con tono allibito.

Kurai annuì – Sai... ci stavo giusto pensando: sappiamo veramente poco di Katie-nee... cioè, non che lei riesca a ricordarsi molte cose del suo passato al momento, quindi penso sia normale, però... insomma... – cercò di trovare le parole giuste, ma non ci riuscì: fortunatamente, Mirai parve capirlo comunque – Già... appena questa storia sarà finita, vorrei tanto sapere più cose sul suo conto, e stabilire un vero legame fraterno con lei... – disse, accennando un sorriso... ma venne subito cancellato da un'espressione di puro stupore non appena si focalizzò nuovamente sullo scontro.

Katie aveva appena finito di tagliare in 4 parti lo spettro e si era fermata in un angolo, accucciata e brandendo la katana al contrario, con la lama rivolta dietro la sua schiena... una posizione che Rajiv riconobbe subito – Uhuhuh! Quella ragazzina è una fonte inesauribile di sorprese! – disse in tono apatico, mentre Katie si lanciava con uno scatto inumano sospinta da un'onda d'urto generata dalla fiamma contro lo spettro e tendeva la lama in orizzontale di fronte a sé, caricando il colpo ed urlando – CHIBARA NO ANSATSU! – eseguendo un rapido movimento rotatorio con polso non appena si ritrovò a distanza ravvicinata ed eseguendo un'elegante piroetta a mezz'aria evitando l'attacco a sorpresa che il suo nemico le aveva preparato, passandogli accanto al fianco mentre la lama penetrava nelle carni dell'avversario e le fendeva con facilità lasciando una scia di petali di rosa bianca, per poi concludere cambiando mano alla katana, raddrizzandola e menare un fendente orizzontale, che aprì una grossa ferita nel corpo dello spettro ed imbrattò di sangue i petali di rosa ancora sospesi nel vuoto: il tutto in pochi secondi.

Sputando sangue, lo spettro cadde a terra, realmente ferito per la prima volta da quando Kurai e Mirai l'avevano affrontato – Ma cosa...! – esclamarono all'unisono i gemelli, sconvolti: come c'era riuscita?

Approfittando del fatto che fosse impegnato a rigenerare i tessuti con la sabbia delle macerie sparse qua e la, Katie puntò la lama alla sua nuca – Soddisfatta, piccola montagna di sterco? Non ti concederò nemmeno le ultime parole: meriti soltanto di morire fra disonore e sofferenza! Kufueheheh! – disse scoprendo i denti in un ghigno sadico e ridacchiando.

Maledicendosi per la sua disattenzione, lo spettro si guardò intorno alla ricerca di una disperata via di fuga – Maledizione...! Maledizione! MALEDIZIONE! Come ho potuto essere così stupido da farmi fregare in questo modo?! Quando compatto la sabbia per attaccare sono vulnerabile come chiunque altro... come ho potuto farmi fregare così da questa insopportabile mocciosa?! ARGH! IL SOLO PENSARCI MI MANDA SU TUTTE LE FURIE! Devo andarmene da qui, e in fretta...! Ormai il danno è fatto, devo ritirarmi per recuperare pienamente le forze... e quando l'avrò fatto, quella stolta pagherà per l'oltraggio che ha osato infliggermi!! Ah! – pensò, esultando interiormente quando notò una presa per l'aria nell'angolo a destra della stanza – Posso... posso scompormi e fuggire da lì! Devo solo aspettare l'occasione giusta, e cioè il momento in cui lei affonderà la lama... tre... – iniziò a contare non appena vide la mano di Katie levarsi in alto – due... – Katie caricò il colpo – Uno... – la lama si abbassò a velocità elevata – Zero! – la lama impattò nel ventre dello spettro, sollevando un'inaspettata esplosione di... sabbia.

Sorpresa, Katie balzò d'istinto a distanza di sicurezza, dando così il via libera al suo nemico che, scomposto in migliaia di piccoli granelli, si diresse nella bocchetta per l'aria e vi s'infilò, fuggendo senza aggiungere un'altra parola.

Non appena si rese conto di quel che era successo, Katie lasciò cadere la Kirislayer e si accasciò in ginocchio a terra, mollando un frustrato pugno al terreno – NO! Ce l'avevo in pugno, e l'ho fatto scappare! Maledizione! – imprecò, serrando i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.

Sospirando di sollievo, Mirai le si avvicinò – Beh, alla fine era questo il piano originale... dico bene, Katie-nee? – disse con semplicità, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi.

Katie esitò, quindi sbuffò scocciata afferrando la mano – Si, è vero... ma avrei preferito sapere che simile spazzatura non fosse libera di marciare per il mondo. Ah, Oneechan! Come hai fatto ad elaborare un simile piano in così poco tempo?! – domandò, calmandosi poco a poco e tornando del suo umore standard.

Nonostante l'inquietante rapidità nel cambio di personalità appena mostrato dalla ragazza, Mirai le rispose con un sorriso facendo finta di non aver notato niente di strano – In realtà è tutto merito di Yukiko-san: poco prima che iniziassimo a risvegliarlo dallo stato di stasi che gli avevo inflitto, ha pensato che mettendo nella sabbia necessaria a permettergli di ricrearsi dei microsegnalatori di dimensioni simili ad un granello di sabbia probabilmente non se ne sarebbe accorto e li avrebbe inglobati, divenendo di fatto un “emettitore umano di segnali radio” e permettendoci, talora l'interrogatorio fosse fallito, di scoprire comunque la locazione della loro base: il colpo di fortuna era che fra le tante invenzioni strambe di Mad-san c'era qualcosa di simile, che aveva creato anni fa per spiare i Vongola qualche mese prima dell'attentato a Namimori. Ma prima di cantare vittoria... Vittorie-san, Rajiv-san! Ha funzionato...? – domandò, incrociando le dita.

La tensione era palpabile, ma dopo qualche istante, Vittorie alzò la mano esibendo il segno dell'OK – Affermativo, Boss! Il segnale si sta rapidamente spostando, probabilmente in balìa del vento: non appena si fermerà stabilmente in un luogo sospetto, segnerò le coordinate e ci prepareremo all'assalto. Ah, le linee telefoniche sono stare ripristinate! Uhuhuh! – concluse poi, rivolgendosi a Kurai, il quale annuì al volo e rispose – Perfetto, vado a fare quel giro di telefonate allora: inizia il nostro contrattacco! – avviandosi a passo accelerato verso l'uscita della stanza lasciandosi alle spalle Katie e Mirai che si abbracciavano esultando per la buona riuscita del piano.

Mancavano ormai solo 12 ore allo scoppio della guerra.

*

Mentre correva verso l'ufficio, Kurai non poté fare a meno di ripensare al comportamento e alle parole di Katie – E' bastato parlar male di orfani e famiglie distrutte per scatenare il suo lato più spaventoso. Se avesse combattuto così contro di me quella volta... mi avrebbe ammazzato, senza ombra di dubbio. Inoltre, quei cambi di personalità così repentini... – sospirò preoccupato – ... Katie-nee, che diavolo di supplizi hai dovuto sopportare nel tuo tempo...? E che cos'era quello stile di combattimento così insolito? Spero che un giorno queste mie domande avranno risposta... – mormorò fra sé e sé, evitando in ogni modo di pensare a quel che aveva provato nel sentire quelle stesse parole che tanto avevano turbato Katie.. perché per la prima volta, Kurai aveva desiderato ardentemente di uccidere volontariamente qualcuno.

*

Yuniko litigava febbrilmente sulla tastiera del suo portatile, mentre vedeva scorrere davanti a se una colonna di testo bianco su sfondo nero con una velocità tale che leggere era umanamente impossibile: eppure, la cosa non sembrava preoccuparla.

Improvvisamente, dopo quasi 3 ore di lavoro, con un segnale il GWF le rivelò che aveva scoperto il 99% della chiave di decriptazione: più che sufficiente per ottenere il mancante 1% grazie al metodo Brute Force.

E funzionò: la chiavetta USB si sbloccò rivelando alla ragazza una montagna di file dai titoli veramente promettenti – Guarda guarda quanta roba interessante! Fiamme-0 del tipo Cielo, Fiamme-0 del tipo Terra, Project Zero Zwei, Lista degli Emperor... LISTA DEGLI EMPEROR?! – afferrò lo schermo con entrambe le mani e se lo portò alla faccia, incredula – Siamo seri?! E' davvero quello che penso?! Beh, c'è un solo modo per scoprirlo... apertura file! – esclamò giuliva, eseguendo un doppio click col mouse sul file.

Immediatamente, ai suoi occhi apparve una tabella con scritto il nome di alcuni Emperor ed il loro effetto riassunto: sfortunatamente, non c'era annotato però alcunché sui loro possessori – Oh, beh, pazienza... quel che conta è che ho fra le mani un vero e proprio tesoro! Allora... ODDIO! – ancora una volta, sgranò gli occhi, inorridendo man mano che scorreva la tabella – Virus... If... Link... Edit...! E'... è impossibile! Questi non sono esseri umani: sono mostri! Se le cose scritte qui sono vere... – deglutì – siamo veramente nei guai questa volta... uff... se solo riuscissi a scoprire come funzio...nano... – s'interruppe, leggendo un file intitolato “Studio Teorico sull'Emperor”.

Dopo qualche secondo passato a fissare interdetta lo schermo, Yuniko mormorò – ... mi sento quasi presa in giro: è tutto così semplice da sembrare quasi “forzato”. In primo luogo, come mai quella ragazzina aveva dietro una USB così di vitale importanza per gli Insyder? Può darsi che stava lavorando su qualcosa ed è stata davvero costretta a ritirarsi per via della forza di Marsh? Mh... va beh, ormai sono arrivata fino a questo punto: tanto vale... – si disse, alzando le spalle mentre apriva il file interessato.

*

La voce di Tsuna rispose immediatamente al primo squillo – Pronto? Kurai-kun? Hai qualche novità? – si affrettò a domandare, senza tentare di nascondere l'ansia nel suo tono di voce.

Con un sospiro, Kurai spiegò tutta la situazione, dall'inizio dell'Operazione Full Counter fino a pochi minuti prima, con la fuga dello spettro.

Il Decimo dei Vongola ascoltò il tutto in silenzio, interrompendo Kurai solo per porgli domande specifiche sui fatti: non appena il giovane Boss ebbe concluso il racconto, Tsuna prese parola – Grazie per gli sforzi, Kurai-kun... se riusciremo ad uscire da questa situazione, ricompenserò voi Kokuyo in maniera appropriata, ma fino ad allora sarò costretto a contare su di te in missioni pericolose... – fece una pausa di qualche secondo, come se fosse combattuto fra il dirglielo o meno: infine, dopo qualche istante di silenzio, la pressione dell'emergenza in corso ebbe la meglio.

– Kurai-kun, detesto doverti chiedere di fare una cosa così rischiosa, ma... durante una riunione di emergenza è stato deciso di dichiarare guerra agli Insyder, nella speranza che questo li distolga dal folle piano di un bombardamento nucleare su scala mondiale, e... come dire, stiamo organizzando una task-force con le famiglie alleate: volete farne parte? Sentiti libero di rifiutare – mormorò quindi Tsuna dall'altro capo del telefono, con grande sorpresa di Kurai.

I Vongola per la prima volta da quando Tsuna era divenuto Boss avevano deciso di prendere l'iniziativa e partire con una controffensiva.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 - L'Alleanza ***


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Yuniko osservava lo schermo del PC con lo stesso sguardo atterrito di chi scopre un cadavere – No... questo... questo trascende i limiti della fantascienza...! – mormorò terrorizzata, avvicinando con cautela il dito allo schermo per aiutarsi nella lettura – Project Emperor... progetto avviato nell'anno 2018, che si pone l'obbiettivo di... innestare in un corpo umano un particolare Software elaborato da uno specifico Supercomputer e che sia in grado di interagire fisicamente con la realtà... – dovette fermarsi per qualche istante, dato che la mano aveva iniziato a tremare... ma strinse i denti, continuando la lettura – L'innesto avviene nel modo seguente: completato lo sviluppo del Software, esso viene memorizzato in formato compresso su un'unità ottica e successivamente trasferito all'BtFV Electronic Impulse Converter... esso convertirà i dati digitali in un segnale fisico espresso in... in Fiamma Volts!? E che... che verrà quindi a-assorbito da... dall'Eletto prescelto?! U-un momento! C'è dell'altro! Tale processo è possibile solo... – sgranò gli occhi, deglutendo – … solo talora l'Eletto disponga di... una fiamma Incolore... che... che assorbirà i Fiamma Volts generati dall'BtFV mutandosi, infine, nell'Emperor... no... impossibile...! Questa... – batté un pugno sul tavolo, frustrata – NO! DANNAZIONE! QUESTA E' FANTASCIENZA! COME POTREI CREDERE CHE QUESTI ABBIANO TROVATO VERAMENTE UN MODO PER INNESTARE UN SOFTWARE IN UN CORPO UMANO?! E' QUALCOSA DI SURREALE!! – urlò, mettendosi le mani nei capelli e collassando con la faccia sul piano della scrivania... per poi tornare composta qualche secondo dopo, sbuffando – Però... hanno dimostrato di avere poteri altrettanto surreali... – inspirò profondamente per calmarsi, quindi si abbandonò sulla sedia assumendo un'espressione concentrata – Ricapitoliamo... hanno dimostrato di saper Editare la realtà, presumibilmente innestando un Emperor con le proprietà di un Hex Editor, di poter ricercare in alcune linee temporali parallele alle nostre in base ad un concetto basato sull'”If” informatico unito ad un potente Browser, e, ancora, di poter assumere il controllo a distanza di più persone... concetto che a questo punto attribuirei al “controllo remoto”. Tch... – schioccò la lingua con disappunto, portandosi la mano destra alla fronte – purtroppo tutti i pezzi del puzzle s'incastrano perfettamente... pare abbiamo a che fare con dei tizi veramente pericolosi... ma quand'è che la mia vita quotidiana così tranquilla e rilassante è diventata un romanzo sci-fi? Oh beh... se non altro, a questo punto azzardo un ipotesi sugli Emperor non ancora visti citati nell'altra lista... Virus sarà in grado di danneggiare in qualche maniera imprevedibile la realtà con esiti catastrofici, e Link potrà connettere l'utilizzatore ad un qualcosa o, più plausibilmente, qualcuno, ottenendone benefici di varia tipologia. Wow... beh, penso di aver scoperto qualcosa di veramente importante: è ora di andare a fare rapport...!!! – aveva appena chiuso il documento dopo averlo stampato, tornando nella directory principale dell'USB di Nemy, ed il suo occhio era caduto su un documento con un nome decisamente familiare... – Hell... HELL GEAR!? – balbettò, aprendo senza esitazione il file... e scorrendone inorridita il contenuto – Rebirth Angel che diventa Thanatos... Prometeus che diventa Goddess Time... il mio Aeolus... l'Ephestous di Yukiko, il Cerberus ed Ade di Kuro... tutto! Hanno i dati su tutti i nostri Hell Gear, tranne il mio Uranometria ed il Rea Rebirth di Yukiko... ah! Hanno anche i dati su Excalibur Ex e la Clarent! Oh no! Però non hanno info sui Soul Drive di Marsh ed Haruo... in ogni caso, siamo fregati! Questo... questo da loro un vantaggio immenso...! E quel che è peggio è che stando alle tracce, i file di questa USB sono solo un backup, per cui gli originali sono ancora in mano loro... maledizione! Quasi sicuramente quindi giocheranno d'astuzia schierandoci contro nemici contro cui il nostro Hell Gear è inutile... pertanto, la soluzione è una sola... – si morse il labbro, mentre nei suoi occhi si accendeva una scintilla di determinazione – sfrutteremo la cosa a nostro vantaggio! – esclamò, stampando anche i dati contenuti in quel documento per poi fiondarsi fuori dalla stanza, diretta da Kurai e Mirai.

*

– … e quindi, propongo di non usare, se non in situazioni di estrema necessità, i nostri Hell Gear, ne tantomeno i Limit Breaker! – esclamò secca Yuniko, fra gli sguardi stupiti dei membri della famiglia – Ovviamente da tale limitazioni sono esclusi sia Haruo-san che Marsh-chan, in quanto il nemico non dispone di dati su di loro. Katie-san... – si voltò a guardare Katie – Io ti suggerisco di fare la stessa cosa... gli Insyder hanno a disposizione i dati raccolti durante la battaglia contro gli Zero, e quindi sono perfettamente a conoscenza delle caratteristiche dell'Omnislayer e addirittura del tuo Limit Breaker Ares, in quanto... ehm... – si bloccò di colpo, accorgendosi appena in tempo prima di sfiorare l'argomento “tabù” di Hell Kurai – dicevo, in quanto è stato... beh, visto. Quindi la mia idea è questa... – concluse, lasciando che nella tavolata calasse un angosciante silenzio.

Dopo qualche istante, con un sospiro Yukiko prese parola – Lily-chan... la tua è un'ottima controffensiva, ma... ecco... – si fermò per un attimo, non riuscendo ad inquadrare ancora al meglio la situazione – se ho capito bene il tuo discorso precedente, abbiamo a che fare con veri e propri esseri sovrannaturali in grado di alterare la realtà come farebbe un software in un ambiente virtuale, giusto...? E non pensi che saremo in netto svantaggio contro di loro? – rispose con sguardo calcolatore: Yuniko tentò di ribattere con un “e come suggerisci di fare allora?!”, ma Kurai l'anticipò – Questa è davvero una brutta faccenda... da una parte Lily-chan ha ragione, utilizzare un'arma contro un nemico che la conosce così bene equivale ad un suicidio... ma d'altra parte, capisco perfettamente anche il dubbio di Yukiko-san. Diciamolo schiettamente: è da quando abbiamo vinto la battaglia contro gli Zero che combattiamo affidandoci quasi esclusivamente agli Hell Gear!! – esclamò schietto, facendo trasalire i presenti.

Yuniko strinse i pugni, abbassando lo sguardo: era vero, lo sapeva benissimo. Lei stessa, da quando era entrata in possesso del suo Hell Gear, non aveva più usato fuori dai massacranti allenamenti né le pistole, né tantomeno il Kaminari Hime... e questa bruciante verità la divorava dall'interno.

D'altra parte, Mirai fu quella che più si sentì colpevole di questa verità: chinando il capo, si rese conto di quanto la predica di Scarlet fosse veritiera, e immediatamente si pentì di aver abusato così tanto non solo dell'Hell Gear, ma del Limit Breaker vero e proprio, mentre Kumo, seduta al suo fianco, incrociava le braccia e si sprofondava nella poltrona, riflettendo sulle parole del suo ragazzo.

Fu Haruo a rompere il silenzio – Hey, ragazzi... io purtroppo non ho avuto modo di osservarvi per molto tempo, essendo solo l'ultima ruota del carro, ma... ecco, da quel poco che ho visto mi siete sembrati estremamente forti! E, perdonate la mia maleducazione, ma voglio essere sincero con coloro che ritengo preziosi compagni e, sopratutto, amici... penso che ciò che v'impedisca di usare tutta la vostra forza latente sia proprio quello che Yukiko-san ha accennato, ovvero la dipendenza dai vostri Hell Gear. Insomma... un'arma deve essere un modo per aumentare esponenzialmente la potenza di un guerriero, non la fonte della potenza stessa... no? – disse serio, cercando di mantenere un tono educato e rispettoso: e in effetti, la sua osservazione parve essere colta con immediata approvazione – Già, hai ragione, nyah! – esclamò Kuro, colpendo il tavolo con un pugno – Noi fin'ora abbiamo basato la nostra forza sulle armi, spingendole sempre oltre il loro limite massimo talora ne avessimo necessità... ma abbiamo mai provato a superare il nostro, di limite?! Se ci riuscissimo, allora sfruttando le nostre armi entreremmo in possesso di una forza inimmaginabile, nyah! – disse tutto entusiasta, annuendo fra sé e sé.

Il torpore generale parve riscuotersi, mentre negli occhi di Yukiko si accendeva una vera e propria fiamma ardente – Ma certo! Ecco come agiremo! – esclamò Yukiko, richiamando l'attenzione generale – Combatteremo le nostre sfide usando gli stili di combattimento che sfruttavamo in passato o che comunque non richiedano l'ausilio degli Hell Gear: in questo modo, i nostri avversari si ritroveranno disorientati, in quanto i loro dati si riveleranno errati ed inutilizzabili... questo li porterà ad uno stato semi-ansioso, dove si ritroveranno costretti ad improvvisare contro un nemico di cui non sanno niente. Infine, non appena troveremo l'occasione adatta, presumibilmente nel momento in cui inizieranno a competere ad armi pari con l'imprevisto stile di combattimento alternativo, scateneremo tutta la nostra potenza unita agli Hell Gear per sferrare un devastante colpo di grazia a sorpresa, mettendoli KO prima che possano mettere in atto delle contromisure! Che ve ne pare? – domandò, tra l'approvazione generale dei presenti, che parvero riscuotersi dal torpore mentre lei continuava – Ovviamente, Aniki, Haruo-san e Marsh-chan, essendo gli unici “non schedati”, saranno liberi di agire a loro discrezione, anche se consiglio comunque cautela: non abbiamo la certezza che il nemico non abbia ottenuto informazioni anche su di voi. Ovviamente... – s'interruppe, voltandosi a guardare i gemelli – … tutto questo si farà solo se i Boss concorderanno con il piano da me proposto. Kurai-san, Mirai-san, sono disposta ad obbedire a qualunque vostro ordine, anche se esso si rivelasse ai miei occhi controproducente o erroneo! – disse seria.

Disorientati, i gemelli di scambiarono un'occhiata confusa, per poi voltarsi a guardare la ragazza con aria stupita – Hey, Yukiko-san! Lo sai che con noi queste formalità non sono necessarie! – esclamarono all'unisono: quindi, Mirai si alzò di scatto – Ok, io propongo di seguire il piano d'azione della nostra Yukiko! Sei d'accordo, Kurai-nii? – domandò rivolta al fratello, ottenendo un sonoro – Certamente! E adesso, se siamo tutti d'accordo, come spiegato prima vi chiedo di andarvi a preparare alla partenza: a breve arriveranno qui tutte le famiglie incluse nell'Alleanza, e da quel momento in poi sarà una vera e propria corsa contro il tempo! – esclamò Kurai alzandosi di scatto – La riunione è conclusa! – annunciò quindi Mirai, avviandosi verso la porta assieme a tutti gli altri.

Alla fine, nella sala rimasero solo un preoccupatissimo Kurai e Kumo, che gli si avvicinò – … hai paura, uh? – domandò lei, schierandosi in piedi al suo fianco e fissandolo intensamente.

Il ragazzo si portò una mano alla fronte, quindi annuì senza esitazione: non aveva alcun motivo di mentire proprio a lei – Già... ma non per me stesso, quanto per... – fece per ribattere, ma Kumo concluse la frase per lui – … per gli altri. Lo so. Ma ne abbiamo già discusso, mi pare, no? – replicò lei con una certa freddezza, riferendosi alla loro discussione nel parco che era poi culminata con un bacio ed una tacita dichiarazione reciproca... pensiero che la fece inevitabilmente arrossire, ma nemmeno lei parve farci caso.

Kurai, d'altro canto, le sorrise – Non ti preoccupare, Kumo... non sto ponendo la mia vita dopo quella degli altri... è solo che in quanto Boss ho dei doveri, e tra essi il più importante è sicuramente quello di proteggere la mia famiglia da ogni pericolo, così come lei protegge me... ecco tutto... – rispose seriamente, con tono vagamente preoccupato: l'espressione di Kumo parve addolcirsi – … ora capisco... hai paura di non essere adatto al ruolo di Boss e, di conseguenza, di non poter proteggere al meglio la tua famiglia, dico bene? – domandò piano, sciogliendosi definitivamente quando Kurai annuì abbassando lo sguardo.

Inaspettatamente, abbracciò il ragazzo, sussurrandogli all'orecchio – Non ti devi preoccupare di questo... non potrei immaginare nessuno più adatto di te a questo ruolo, perché hai tutto quel che serve: forza, coraggio, determinazione, dolcezza, empatia, e sopratutto... responsabilità. Kurai, tu sei una persona fantastica, in grado di far risplendere di luce anche il cuore più corrotto ed oscuro e di rialzarti anche dopo essere stato ucciso pur di proteggere le persone a cui vuoi bene. Ed è anche per questo... che ti amo – concluse sorridendo mentre liberava il ragazzo dalla stretta e avvicinava il proprio volto al suo, baciandolo con passione.

Dopo parecchi istanti si separarono, rimanendo a guardarsi fissi negli occhi mentre lei mormorava – Va meglio ora? – con un sorrisetto furbo che Kurai non le aveva mai visto apparire in volto: rosso come un peperone, distese a sua volta la bocca in un sorriso, mentre annuiva – Sì, molto meglio! Grazie, Kumo... finché ci sarai te al mio fianco, la paura non prenderà mai il sopravvento. Ti... ti amo anch'io... – rispose imbarazzato, abbassando nuovamente lo sguardo, mentre Kumo, resasi conto di quel che aveva fatto, avvampava e si voltava dall'altra parte – B-bene! E allora vai a prepararti anche tu, testone! Se fosse proprio il Boss ad arrivare tardi all'incontro con gli alleati faremmo proprio una pessima figura! – disse burbera, mentre faceva dietrofront e si avviava alla porta mormorando un bassissimo quanto imbarazzato – Vado a prepararmi anch'io, a dopo – uscendo frettolosamente dalla stanza.

Piacevolmente stordito, Kurai la guardò varcare la soglia, quindi chiamò a sé Re Kiri – Oh? Messere, cos'abbisogna dalla mia persona? – domandò lo Spirit, concretizzandosi di fronte a lui.

Prendendo fiato, Kurai domandò – Quella volta... hai detto che voi Spirit ora potete combattere al nostro fianco... cosa intendevi per l'esattezza? – deciso a saperne di più.

Sebbene in un primo momento Re Kiri parve sorpreso dalla domanda, poco dopo replicò – Ebbene, Messere, s'accomodi: le spiegherò approfonditamente il funzionamento della funzione “Reverse Gear” – con uno sguardo che Kurai reputò decisamente insolito: uno sguardo fiero e combattivo degno dei più potenti ed arditi guerrieri della storia.

*

I Kokuyo attendevano immobili nel cortile della loro base: ognuno di loro indossava la propria divisa, che Yuniko aveva fatto modificare qualche mese prima per inserirvi una funzione mimetica ispirata alla pelle dei camaleonti in modo da consentire una perfetta mimetizzazione talora si fosse ritenuto necessario, sebbene all'apparenza non fosse cambiato nulla.

Kurai stava lucidando Excalibur Ex con l'ausilio di Kuro, che la teneva alzata, Mirai e Katie, che indossava la divisa di scorta di Mirai, discutevano su tattiche di combattimento puramente illusorie, Yukiko, Vittorie e Yuniko ripassavano il piano colmandone più falle che potevano, Haruo e Rajiv discutevano con inaspettata animosità e Marsh e Kumo si scambiavano informazioni con Andrea, che invece indossava la divisa dei Varia.

Improvvisamente, dopo qualche decina di minuti, quattro innovativi Jet a decollo verticale comparirono nel cielo, atterrando uno dietro l'altro nella pista della base uno dietro l'altro, calando poi la scaletta dopo pochi secondi in modo da consentire ai passeggeri di scendere.

Il primo Jet era inconfondibilmente quello mandato dai Giglionero: Francesco scese dall'abitacolo eseguendo un rispettoso inchino ai gemelli, per poi sorridere.

Dall'aereo di punta uscì Tsuna seguito a ruota dai Guardiani (Kumo non riuscì a non sorridere rivedendo suo padre dopo tutto questo tempo) che si diresse a stringere le mani ai gemelli.

Mukuro e Chrome si avvicinarono a salutare i figli, ma rimasero perplessi nel vedere una ragazzina a loro sconosciuta nascondersi alla loro vista – Oya oya... è una vostra nuova compagna? L'abbiamo spaventata? – domandò Mukuro, quasi divertito dalla cosa: Chrome, invece, sorrise dolcemente – Hey, siamo vostri alleati! I miei figli non te l'hanno spiegato? – domandò, porgendole una mano.

Katie si voltò lentamente, con un'espressione indescrivibile: Chrome e Mukuro ebbero un tuffo al cuore.

Mukuro le si avvicinò, confuso – … ci conosciamo, per caso? – domandò, spiazzato, mentre Chrome avvertiva come una fitta di nostalgia – Ah... come... perché? Questa sensazione... – mormorò, mentre Katie tentava di parlare, non riuscendo ad emettere alcun suono: in suo aiuto intervennero Kurai e Mirai, i quali spiegarono a grandi linee la situazione, destando l'attenzione anche degli Arcobaleno, che erano scesi dal 2° Jet e si erano avvicinati appena in tempo.

Alla fine, Mukuro e Chrome si scambiarono uno sguardo, spiazzati e sconvolti: fu Mukuro a rompere il silenzio – Quindi la sensazione che ho avuto era dovuta al fatto che nelle tue vene scorre il mio stesso sangue, uh? Kufufu~ – ridacchiò sfoderando un largo sorriso e poggiandole una mano sulla testa, con delicatezza, mentre una lacrima bagnava le guance di Chrome – Quindi... sei mia figlia, non è così? Questo spiega la sensazione che ho avuto poco fa... non importa se non appartiene alla linea temporale corrente o anche se proviene ad un universo parallelo: una madre riconoscerà sempre il suo bambino... – mormorò dolcemente, sorridendole di cuore.

Questo fu troppo per Katie: gli occhi le si gonfiarono di lacrime di gioia mentre urlava – Mamma... Papà... io... non so perché, ma appena vi ho visti ho come sentito... una fitta qui – si toccò il petto in prossimità del cuore – avverto... una forte nostalgia, come se non vi vedessi da anni... come se... insomma... mi siete mancati tanto! – e li abbracciava, piangendo tutte le lacrime che aveva con fatica trattenuto per tutta la vita.

– Bleah, che scenetta disgustosa – commentò uno Xanxus appena arrivato al seguito dei Varia.

Andrea si presentò al suo cospetto con un rispettoso inchino – Ben arrivato, Xanxus-sama – esclamò, ottenendo in risposta dal Boss uno dei suoi rari sorrisi mentre gli lanciava il Varia Ring della Nuvola senza aggiungere una parola.

Mukuro, nel frattempo, si era rialzato con un largo sorriso, sebbene una vena pulsante nella fronte tradisse la sua irritazione – Oh? Guarda guarda chi abbiamo qui: Xanxus, altresì conosciuto come “vengo-brutalmente-trasformato-in-un-affettato-da-una-mummia-vivente”! A pensarci bene è un peccato che Jaeger quella volta non ti abbia definitivamente eliminato, mi sarebbe stato quasi simpatico! Kufufu~ – commentò in tono amabile: in risposta, Xanxus gli punto una pistola alla tempia mormorando secco un – Tu invece morirai ora, rifiuto! – ma Hibari frappose il tonfa fra la canna della pistola e la tempia del suo rivale aggiungendo un minaccioso – Lui è la mia preda: osa sfiorarlo e ti morderò a morte – aumentando l'ira di Xanxus.

Poiché le cose stavano degenerando, Tsuna dovette urlare un secco – FINITELA DI PERDERE TEMPO, C'E' IN BALLO LA VITA DI MEZZO PIANETA! – fra lo stupore generale.

Reborn sorrise da sotto il cappello, orgoglioso del suo allievo, mentre il Decimo aggiungeva, piuttosto irritato – Xanxus-san, Mukuro-san! Piantatela di litigare fra di voi, non è proprio il momento! Hibari-san, grazie per averli fermati... – aggiunse, voltandosi a guardare grato il proprio Guardiano della Nuvola che però si girò dall'altro lato con espressione impassibile, senza aggiungere altro.

Xanxus fece per ribattere, ma Squalo gli tappò la bocca urlandogli nell'orecchio – VOOOOI! LA FINISCI DI FARE IL CAZZONE E TI COMPORTI DA BOSS?! – ottenendo solo di ricevere un sonoro pugno in risposta, con successiva lite fra i due compagni.

Con un sospiro, Lussuria si avvicinò – Non badateci, non cresceranno mai, purtroppo! Sawada-chan, ascolterò io e poi riferirò, se ti sta bene! – disse con calma, ma Tsuna scosse la testa – Non ho alcun problema, ma manca all'appello ancora un po' di gent... oh! Eccoli! – esclamò senza finire la frase, indicando il cielo: due nuovi Jet erano comparsi sopra di loro ed atterrarono simultaneamente nel largo cortile della base.

Poco dopo, le porte si aprirono ed una scaletta calò, e ne uscirono allo scoperto rispettivamente Enma Kozato e...

– ! Martin! – esclamò incredulo Kurai, stropicciandosi gli occhi, cosa che fecero anche tutti i suoi compagni: mentre gli Shimon scendevano ordinatamente, dal Jet di fianco sbucavano una dopo l'altro Necro, Glacia, Alexia, Aoi, Akai, Hydro e, dal nulla, anche Mad.

Martin sorrise, alzando la mano in segno di saluto a Kurai e Mirai, ma ciò che stupì realmente i presenti fu chi uscì dall'abitacolo subito dopo.

– Oniichan, hai davvero intenzione di combattere con un pallone da basket...? – domandò con aria rassegnata una ragazzina dai capelli color platino e dalle punte azzurre mossi a caschetto , volgendo gli occhi azzurro ghiaccio ad un altissimo ragazzo al suo fianco, che con un ghigno rispose – Hey, c'è un motivo se ho intenzione di farlo! Non sono mica scemo, sai?! – voltandosi poi a guardare con un sorriso i Kokuyo, talmente di scatto che i lunghi capelli neri e sfumati via via di viola verso le punte gli arrivarono in faccia, oscurando per un istante la vista dei suoi intensi occhi giallo ambra: ma ormai era fatta: l'avevano riconosciuto – K-Kyle?! Ame?! Cosa... cosa ci fate qua?! – mormorarono increduli all'unisono Kurai e Mirai, mentre Marsh alla parola “Kyle” si voltava a guardarlo portandosi immediatamente le mani alla bocca dall'emozione, riconoscendo quello che era il suo giocatore di Basket professionista preferito.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 - L'inizio della vera battaglia ***


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– K-Kyle?! Ame?! Cosa... cosa ci fate qua?! – mormorarono increduli all'unisono Kurai e Mirai, mentre Marsh alla parola “Kyle” si voltava a guardarlo portandosi immediatamente le mani alla bocca dall'emozione, riconoscendo quello che era il suo giocatore di Basket professionista preferito: il sorriso di Kyle svanì, sostituito da un un'espressione delusa – Come sarebbe “che ci facciamo qui”? Ovviamente siamo qui per aiutarvi! Come sai, abbiamo dei conti in sospeso con gli Insyder... – mormorò cupo, mentre Ame aggiungeva – Inoltre, se ora Ame e Kyle sono una famiglia è tutto merito di voi Kokuyo! Siamo in debito con voi! E poi... Ame non può non intervenire se qualcuno minaccia i suoi fan e mette in pericolo tutte quelle persone che non c'entrano nulla... – strinse i pugni mentre anche il suo sorriso si spegneva – … specialmente se a farlo sono proprio quegli scienziati disgustosi che hanno sfruttato per anni Ame e Kyle-oniichan! Ame si è allenata duramente per ottenere la forza necessaria a proteggere tutti, e non può mancare proprio al momento della resa dei conti definitiva! – esclamò risoluta, scatenando il silenzio generale.

Kurai e Mirai si scambiarono uno sguardo d'intesa, per poi voltarsi verso di loro con un sincero sorriso – Non fraintendeteci, siamo più che onorati di avere al nostro fianco due Ex-Zero! Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la vostra forza, e non oso immaginare quanto forti siate diventati ora, solo che ci avete colti di sorpresa! – disse Kurai, con una risatina, mentre Mirai concludeva con – Per cui, saremo onorati di combattere al vostro fianco! Ehm... Marsh-chan? Che c'è? – domandò alla ragazza, che le tirava piano la maglia della divisa senza togliere gli occhi di dosso a Kyle – Lui è... lui è... il vero e unico Kyle Braveheart, vero?! E'... è davvero lui, no? – domandò visibilmente emozionata.

Alzando un sopracciglio, Mirai rispose un – … siii? Ma scusa, non l'hai già visto durante la battaglia di 3 anni fa? – domandò, ma Marsh scosse vigorosamente la testa – Mh, no, non l'ho mai incontrato prima! Ho iniziato ad ammirarlo quando l'ho visto comparire per la prima volta sulle scene, due anni fa, e diventare un campione rinomato per via delle sue spettacolari acrobazie e dribbling d'effetto nelle partite! Eheh, ora si spiegano molte cose in effetti, ma ciò non cambia il fatto che sia una sua grande ammiratrice! – le spiegò in tono emozionato... talmente con foga che non si accorse nemmeno che nel frattempo Kyle ed Ame si erano avvicinati e l'ascoltavano con aria divertita.

Avvertendo degli sguardi fissi su di lei, Marsh si voltò lentamente... ed incrociò lo sguardo con quello di Kyle – Kyah! Ah! Ecco... io... ehm... come dire... – iniziò a farfugliare mentre avvampava per l'imbarazzo: con un sorriso, Kyle decise di rompere il ghiaccio – Ho capito bene? Sei una mia fan fin dal mio esordio? Sono onorato che una splendida dama mi sostenga da così tanto tempo: ti chiederei di fare una foto con me per ripagarti della tua gentilezza, ma direi che la situazione non è decisamente delle migliori, per cui ti andrebbe se ti ripagassi offrendoti una cena quando usciremo vittoriosi da questo disastro? – le mormorò, in modo che solo lei, Mirai ed Ame potessero sentire.

Ormai rossa come un metallo incandescente, Marsh annuì senza nemmeno pensarci: Kyle le fece l'occhiolino aggiungendo un – Bene, siamo d'accordo! Allora concentriamoci a risolvere il prima possibile il casino provocato da quegli scienziati idioti – rivolgendosi poi a Tsuna – Quiiindi, signor Decimo, potrei sapere il piano? – domandò Kyle, ma questi scosse la testa – Non ancora, mancano... ok, come non detto: eccoli! – disse, interrompendosi ancora una volta alla vista dell'ennesimo, ultimo Jet, estremamente familiare a Marsh.

Dall'abitacolo scesero, infatti, nientepopodimeno che suo padre, sua madre e le Corone Funebri al completo, che subito si diressero da Tsuna, tranne che sua madre, che l'abbracciò con un bacio sulla fronte prima di ricongiungersi al marito.

Marsh arrossì imbarazzata, ma non poté fare a meno di sentirsi felice all'idea di combattere fianco a fianco con coloro che le avevano insegnato tutto, e non vedeva l'ora di mostrare ai suoi mentori i miglioramenti che aveva ottenuto mediante duri allenamenti.

Haruo invece si guardò intorno con un sospiro rassegnato – E mio padre non c'è, eh? – mormorò, venendo udito da Tsuna, che subito lo rassicurò – Tu devi essere Haruo Bertesca, la new entry della Famiglia Kokuyo, dico bene? Non preoccuparti: Gelaro-san si è già diretto ad una delle basi incaricate di sferrare il bombardamento nucleare. Quelli che vedi qui sono coloro che attaccheranno la base degli Insyder personalmente, ma moltissime altre famiglie alleate, tra cui i Neveria, si stanno dirigendo alle maggiori basi missilistiche per tentare di ritardare il più possibile l'attacco, e tuo padre è uno di quelli! Per cui, facciamo tutti del nostro meglio, ok? Ora perdonami, ma il tempo stringe e devo spiegare il piano d'azione! – disse con un sorriso, attirando l'attenzione dei presenti e spiegando, finalmente, lo schema tattico secondo il quale avrebbero agito.

*

I Jet sfrecciavano nel cielo seguendo una precisa formazione a triangolo: in testa c'erano i Vongola, i quali stavano trasportando per comodità di movimento anche gli Arcobaleno, ed erano affiancati dal Jet dei Varia nella fila più indietro, a destra, e da quello degli Shimon, equidistante dai Varia ma a sinistra.

L'ultima fila dietro, invece, vedeva il trio Drago-Kokuyo-Gesso volare perfettamente allineati in una formazione compatta e precisa.

Nel Jet centrale, intanto, Francesco stava pilotando in tutta tranquillità quando la radio di bordo captò un segnale – Attenzione! Qui Vongola Jet, kora! Abbiamo captato una moltitudine di segnali comparire all'improvviso nel radar, e sospettiamo che si tratti di missili terra-aria a lungo raggio! Disperdere immediatamente la formazione per aumentare la libertà di movimento e di schivata: il rendezvous è prefissato nel punto segnalato dal rilevatore! Passo e chiudo, kora! – segnalò la voce di Colonello dagli altoparlanti, seguita da un silenzio totale, rotto solo dal rumore della cloche che veniva inclinata di 90° affinché il mezzo virasse di lato, e Yukiko, che stava fissando il terreno sottostante scorrere sotto di loro fin dall'inizio del viaggio, notò che, contemporaneamente, anche i loro alleati compirono tale manovra in perfetta sincronia.

Dopodiché, proseguirono per qualche minuto in direzioni separate, quand'ecco che all'improvviso a pochi metri di distanza da loro un pezzo di cielo sembrò collassare ed implodere, costringendo il loro aereo ad effettuare una brusca manovra, cambiando direzione – Ma che diavolo succede?! – imprecò Haruo, volando addosso a Rajiv per la virata improvvisa, sorte comune a praticamente ogni membro della famiglia meno che Rajiv, Vittorie ed Ame, gli unici ad essersi tenuti le cinture allacciate fin dalla partenza.

Rajiv arrossì imbarazzato nel ritrovarsi il petto di Haruo così vicino alle sue labbra, e lottava per toglierselo di dosso, sentendo il cuore accelerare, ma non appena ci riuscì, con suo enorme sollievo visto che il rossore stava diventando evidente, Francesco fu costretto ad un'ennesima virata per evitare ancora una volta una distorsione identica alla precedente, improvvisando un'inversione a 360° che sballottò qua e la i malcapitati ragazzi, i quali, dopo parecchie collisioni miste fra sedili e pareti dell'abitacolo, iniziavano a presentare qualche ammaccatura imprevista nel piano originale.

Finalmente, Yuniko riuscì a raggiungere arrancando e aggrappandosi ai sedili la cabina di pilotaggio, proprio mentre l'aereo eseguiva l'ennesimo loop e i ragazzi riuscivano in extremis a sedersi e ad allacciarsi le cinture – Francesco-san! Cosa succed... oh... mio... dio... – si fermò a metà frase, rimanendo a bocca aperta: davanti a lei, si ergeva un terrificante spettacolo.

Dai punti di cielo collassati tutt'attorno a loro stavano fuoriuscendo decine di missili antiereo da tutte le direzioni: erano circondati e, quel che è peggio, sembravano puntare inesorabilmente verso un'univoca destinazione comune, come api attratte dal miele: loro.

Inorridita, Yuniko si riscosse dallo stato di trance obbligandosi a precipitarsi nella zona passeggeri urlando – LEGATEVI I PARACADUTE ALLA SCHIENA: PROBABILMENTE STANNO SFRUTTANDO UN EMPEROR PERCHE' SIAMO CIRCONDATI DA MISSILI, L'IMPATTO E' INEVITABILE! CI HANNO FREGATI! – mentre premeva con impeto un pulsante d'emergenza: il soffitto sopra i sedili si aprì, depositando mediante un braccio automatico uno zaino di salvataggio ai passeggeri, mentre Francesco annunciava attraverso l'altoparlante – Signori, vi prego di afferrare il vostro paracadute e buttarvi immediatamente! Non occorre farvi prendere dal panico, in quanto i missili seguiranno solo il Jet e non vi ostacoleranno nella discesa! Fate presto, così potrò eseguire virate brusche e manovre azzardate senza mettervi in pericolo!–.

Annuendo, tutti i presenti presero un paracadute a testa... ma sorse un problema – Cazzo! Siamo troppi! Se ci buttiamo noi, il pilota non potrà lanciarsi! – esclamò Kyle, mentre aiutava Ame ad infilare lo zaino d'emergenza e contava rapidamente quante persone c'erano in proporzione al numero dei paracadute disponibili, scatenando occhiate di panico ovunque.

Fortunatamente, Yuniko riuscì a tranquillizzarsi e a pensare lucidamente – Un momento...! Hell Gear! – esclamò, attivando Aeolus e chiedendo conferma alla sua Spirit – Kazehime! Aeolus per quanto è in grado di sostenermi in volo libero?! – domandò in fretta e furia, terrorizzando l'aquila reale dai riflessi arcobaleno che indietreggiò di qualche centimetro prima di rispondere – S-si, allora, tecnicamente finché hai fiamma puoi volare, ma considerando la tua condizione psicologica attuale azzarderei un'ora massima di volo... – con tono agitato e preoccupato, ma si tranquillizzò di riflesso nel vedere Yuniko calmarsi: le aveva detto quello che sperava di sentire – Perfetto, allora va bene così! Ascolta, Francesco-san! Ti lancio il paracadute, tu allontanati circa 100 metri e poi lanciati dopo aver bloccato i comandi, così che colpiscano l'aereo a distanza di sicurezza... oddio, non proprio di sicurezza, ma limiteremo i danni al minimo, con un po' di fortuna ne usciremo con ferite leggere, chiaro? Questo... questo è un'ordine! Se ne esci ferito gravemente non ti perdonerò mai! – esclamò con tono deciso, mentre spalancava con un Air Impact il portello dell'abitacolo e si lanciava fuori senza esitazione, seguita dai suoi compagni.

Francesco controllò con la telecamera di sicurezza che si fossero tutti lanciati, quindi rilassò il volto in un sorriso mentre si toglieva le cuffie – Spiacente, principessa... pensa che non me ne sia reso conto? Se seguissi i suoi ordini, potrei sì salvarmi, ma metterei a repentaglio la vita di tutti voi in quanto l'esplosione dei missili investirebbe tutti nel raggio di centinaia di metri... e questo non posso permetterlo: in quanto suo Maggiordomo personale, ho il dovere di proteggere lei e tutte le persone a lei importanti. La ringrazio solennemente per tutto l'affetto che mi ha dato in tutti questi anni... – disse fra sé e sé, mentre un'ombra calava sul suo volto – Grazie... per avermi fatto sentire un calore che avevo dimenticato... – una lacrima bagnò la sua mano – Grazie... per avermi trattato come un membro della famiglia... e non come un servo... per cui, permettetemi di, almeno questa volta... disubbidire agli ordini... – nonostante le lacrime, sorrise – Arrivederci, principessa: cercate di fermare in tempo quei folli, cosicché il mio ultimo desiderio venga realizzato: un mondo di pace, dove lei e i suoi amici potrete vivere serenamente – sussurrò, impugnando la cloche e tirandola con forza dietro di sé, in modo da far prendere quota al Jet.

Nel frattempo, Yuniko sorvolava in cerchio la zona, in attesa di vedere lanciarsi anche Francesco per poi raggiungere i suoi compagni – Ma quanto diamine ci mette?! Avevo detto che bastavano 100 metri! Così rischia di non... avere il tempo... – un'angosciante sensazione s'impadronì di lei – No... non lo vuoi fare sul serio, vero?! – esclamò, lanciandosi a tutta velocità in volo per raggiungere il Jet, in una corsa contro il tempo mentre i missili si avvicinavano sempre più al mezzo – No! Non lo permetterò: posso farcela! Se accelero a sufficienza, potrò raggiungere il Jet, sfondare il vetro dal lato guida e spedirlo via con un Air Impact prima che avvenga l'impatto: sicuramente gli spezzerò qualche costola, ma è meglio questo di... – si morse il labbro, per non tenere nemmeno in considerazione quell'ipotesi – Più veloce... devo andare... più veloce...! – si ripeté, ma la distanza diminuiva troppo lentamente, e il tempo continuava a scorrere inesorabile...

– Kazehime, Limit Breaker, subito! – ordinò con foga, materializzando la Spirit che, tremando, acconsentì e attivò l'Uranometria, consentendo a Yuniko di riuscire quasi a raddoppiare la sua velocità – Ecco, ci sono quasi! Più veloce! – ma i missili erano ormai a pochi metri sparsi – Più veloce! – il cuore le martellava nel petto come se stesse per scoppiare: ormai era al limite – Un... ultimo... sforzo...! Ci sono qua... – disse con un fil di voce, allungando la mano in un disperato, ultimo tentativo di raggiungere Francesco...

Il primo missile riuscì a centrare l'ala destra del mezzo, detonando e dilaniando le lamiere che partirono come gigantesche schegge incandescenti in tutte le direzioni, una di esse ferì Yuniko al braccio di striscio, e l'impatto la spinse indietro di qualche metro cosicché fu costretta a guardare impotente i missili impattare contro il bersaglio uno dietro l'altro, in un susseguirsi di esplosioni simili a fuochi artificiali scarlatti in una ritmica sequenza di boati che parevano quasi un infernale requiem, e che ponevano la parola fine all'avventura di un uomo straordinario che non aveva esitato un solo secondo ad anteporre la sicurezza dei ragazzi alla sua.

Dopo alcuni minuti che parvero mesi, forse anni, finalmente il fumo si diradò, ammassandosi in una grigia coltre sospinta dal vento mentre una pioggia di rottami incandescenti sparati verso l'alto dalle precedenti esplosioni ricadeva per inerzia a schiantarsi sull'enorme oceano sottostante, quasi come a voler purificare in fretta e furia il cielo dalla loro indesiderata presenza: un cielo che ora col suo silenzio piangeva un'eroe decaduto accompagnando le lacrime di Yuniko.

*

– Abbiamo la conferma che l'attacco ha abbattuto tre aerei su sei, Lord Titor – disse freddamente una donna in divisa militare all'uomo in piedi alla sua destra, senza però distogliere lo sguardo dallo schermo del computer – Il suo Emperor, Virus, e la sua capacità di distorcere lo spaziotempo si sono rivelati essenziali per la buona riuscita del piano: la ringrazio dal profondo – aggiunse senza emozioni, mentre l'uomo tirava la testa indietro dal ridere – Ahahah! Non preoccuparti, è stato un piacere! Mi ha ricordato quando da bambino bersagliavo le lattine con la fionda: ogni tanto è piacevole rivivere la propria infanzia! Ora perdonami, Augustus-sama mi aspetta! Buon lavoro! – disse, appoggiando amichevolmente la mano destra sulla spalla della donna, per poi uscire dalla stanza visibilmente di buon'umore.

Non appena la porta si fu richiusa alle sue spalle, una tormenta di granelli di sabbia comparve all'improvviso di fronte a lui, condensandosi in una figura umana: lo spettro, appena apparso, s'inchinò al suo cospetto – Padre... avrei una domanda da porle – disse con inaspettata umiltà.

Titor lo guardò con sguardo severo – Ryan... ti rendi conto che la tua bravata ha rischiato di compromettere tutto il grande piano di Augustus-sama?! – sbottò in tono adirato, quasi fosse un'altra persona rispetto a prima.

Ryan si morse il labbro, rimanendo in ginocchio – Si... ho commesso... ho commesso un errore di valutazione, e ho sottovalutato il nemico... ma, vedi, io...! – cercò di giustificarsi, ma venne messo a tacere da un sonoro schiaffo del padre – Non devi darmi alcuna scusa! Che ti serva di lezione! Uff... comunque, cercavo proprio te. A quanto pare Augustus-sama, nella Sua somma bontà, ha deciso di darti una seconda occasione e mi ha chiesto di portarti da Lui: non dimenticare mai questo Suo atto di somma bontà. Ed ora alzati, e seguimi! – ordinò con voce leggermente più amichevole Titor, mentre suo figlio ubbidiva rialzandosi immediatamente, con un'espressione a metà fra l'umiliato ed il riconoscente – Obbedisco. Padre, la precedo! – disse semplicemente, dissolvendosi in finissimi granelli di sabbia, dirigendosi alla Sala del Trono.

Titor, invece, rimase immobile a fissare un punto davanti a sé – Eppure, ancora mi sfugge come abbiano fatto quelle scimmie ammaestrate a trovare la locazione del nostro Castello Zenith... mah... – si disse fra sé e sé, liquidando il tutto con un'alzata di spalle e raggiungendo suo figlio al cospetto di Augustus.

*

– Eccola, sta arrivando! – disse Katie, indicando un puntino nel cielo diventare sempre più grande man mano che si avvicinava, destando l'attenzione dei presenti – Sì, è indubbiamente Lily-chan! Allora sta bene! – disse sollevata Mirai, con un sorriso, agitando le braccia per farsi notare – Lily-chan! Siamo qui! – esclamò con un sorriso... sorriso che si spense non appena vide il volto della ragazza da vicino – Lily-chan...? Non mi dire che... – domandò con voce spezzata, mentre calava il silenzio: Yuniko annuì, senza riuscire a proferire parola. Il cuore di Mirai saltò un battito.

– No... non è possibile... è successo... è successo tutto così in fretta! – esclamò Mirai, con voce insolitamente acuta, per poi zittirsi di colpo, mormorando solo un – Perché...? – mentre scoppiava silenziosamente in lacrime.

Fin dalla lotta contro di Zero, Francesco era sempre stato come un secondo padre per loro, aiutandoli con consigli ed agevolando i loro spostamenti ogni talvolta ne avessero necessitato, e l'idea che se ne fosse andato così, all'improvviso, era assolutamente inaccettabile.

Improvvisamente, come innescate da quanto era appena successo, alcune immagini comparvero davanti agli occhi di Katie come in un flash: persone orribilmente mutilate, case semidistrutte ed in fiamme, bambini gravemente feriti che piangevano disperati ed, infine, la stessa scena di quella volta: una figura maschile in ombra che sorrideva davanti ai cadaveri sanguinolenti di una coppia.

Questo fu troppo per lei: crollò in ginocchio portandosi le mani alla testa, emettendo un urlo straziante – NOOOO! BASTA! NON NE POSSO PIU' DI VEDERE LA GENTE ATTORNO A ME MORIRE! BASTAAAA! – colpendo con forza il terreno mentre riviveva nuove drammatiche scene della sua epoca d'origine, tentando invano di scacciarle: ormai avveniva sempre più frequentemente, pertanto era solo questione di tempo prima che i suoi ricordi si risvegliassero completamente.

Kurai, invece, era rimasto impassibile ed in silenzio... e questo preoccupò non poco Kumo – Kurai... va tutto bene? – domandò, avvicinandosi a lui e vedendo che tremava con sguardo spento, in silenzio, mentre Vittorie si fiondava da Yuniko abbracciandola, ed una lacrima scendeva per la prima volta sulla sua guancia.

Kurai annuì con sforzo, bisbigliando un – Si... va tutto bene... – mentre serrava i pugni: era evidente che stava cercando di dimostrarsi forte, assumendo il comando in solitaria dato il momento emotivamente delicato della sorella – Avanti... proseguiamo – esclamò duramente, con sguardo insolitamente spento – Non sprechiamo il sacrificio di Francesco-san... proseguiamo e mettiamo fine a questa faccenda prima che mieta altre vittime – ordinò, voltando le spalle ai suoi compagni e iniziando ad avanzare in direzione di un castello visibile in lontananza.

Vittorie guidava Yuniko, troppo accecata dalle lacrime per poter camminare autonomamente, Kumo aiutò Mirai e Katie a rialzarsi e proseguire, sforzandosi di mantenere almeno lei il controllo, e Kyle prese la mano di Ame, che era rimasta sconvolta, e di Marsh, che tremava senza sosta, guidandole seguendo Kurai, mentre Yukiko e Kuro camminavano in silenzio mano nella mano, senza trattenere le lacrime.

Rajiv osservava immobile i suoi compagni in lontananza, con sguardo vuoto ed apatico ma che tradiva la forte sensazione di tristezza che stava provando in quel momento.

Improvvisamente, una mano si posò sulla sua spalla destra – Hey, Rajiv-san... tenersi tutto dentro non è indice di forza, sai? Penso che colui che non ha paura di esprimere il suo dolore sia molto più uomo di chi trattiene le lacrime. Che dici, andiamo a mettere la parola fine a questa faccenda? – disse in tono comprensivo ed amichevole Haruo, sforzandosi di sorridere per rincuorare l'amico.

Lentamente, Rajiv annuì, calandosi in testa il cappuccio per mettere il volto in ombra – Uhuhuh... hai ragione. Andiamo, il Boss ci aspetta – disse in tono serio dopo una risatina lugubre, avviandosi fianco a fianco di Haruo, mentre una lacrima fuoriusciva dal cappuccio e bagnava la sua divisa.

*

Augustus sedeva tronfio sul trono, guardandosi la propria mano destra ripensando alla facilità con cui era riuscito ad eseguire l'Innesto su Ryan pochi minuti prima, operazione fino a poco tempo prima reputata impossibile – Hack... è davvero il potere definitivo. Con questo nelle mie mani, finalmente il mio sogno di diventare una divinità... eheh...ahah... AHAHAH! – rise pervaso da una forte gioia, per poi volgere il proprio sguardo ad un uomo inchinato davanti a lui – Quindi, tornando a noi, Chrono. Quanto manca ai preparativi per il decollo? – domandò con trepidazione.

Lentamente, l'uomo alzò il capo: aveva i capelli neri tirati all'indietro le cui punte sfumavano in un bianco grigiastro, un volto leggermente allungato e dietro gli occhiali erano visibili delle bellissime iridi blu in un paio d'occhi dal taglio sottile, quasi a mandorla.

Con un sospiro, si sistemò gli occhiali chiudendo gli occhi mentre rispondeva – Mio signore, dalla Sala dell'Ascesa dichiarano che sarà possibile partire entro un'ora: quanto alla Barriera di Gravità, attendo solo un Suo ordine per erigerla immediatamente – rispose con assoluta serietà e pacatezza, con tono assolutamente professionale.

Con un sorriso, Augustus gli fece cenno di alzarsi – Avanti, Chrono, non c'è bisogno di tutta questa formalità: sai bene che tu e Nemy siete gli unici due autorizzati a non inchinarvi al mio cospetto – disse con solennità, mentre Chrono annuiva e si alzava, mantenendo la sua espressione seria e rispettosa – La ringrazio profondamente, mio signore. Posso ardire di chiederLe quali siano i Suoi prossimi ordini? – domandò, chinando il capo.

Augustus parve rifletterci per qualche istante, quindi rispose – Il tuo compito ora e dirigerti nella Sala della Sicurezza e accumulare la fiamma necessaria ed erigere la Barriera di Gravità non appena inizierà la fase di decollo, per il resto non ho altri ordini... ah, e strada facendo contatta Erika e dille che 10 minuti fa sono state rilevate alcune presenze umane sull'isola, e di dar loro il dovuto benvenuto – con tono quasi annoiato – Mph, vermi indegni di calpestar la terra ove cammino: pagheranno cara la loro insolenza! – aggiunse, mentre afferrava un calice alla sua destra e lo svuotava in un sol sorso, e Chrono eseguiva un elegante inchino mormorando un – Ricevuto, mio signore. Vogliate scusarmi... – prima di voltarsi con eleganza ed uscire dall'enorme stanza, diretto alla camera personale di Erika.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 - L'impetuosa rabbia della principessa del Fulmine ***


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Il gruppo di ragazzi stava camminando da ormai mezz'ora: il castello, finalmente, iniziava ad apparire nella sua imponenza, seppur mancassero almeno altri 5 minuti a passo regolare per raggiungerlo.

In qualche modo, lo shock iniziale dovuto al lutto era scomparso, ma sulla comitiva aleggiava una sinistra aura di tristezza e rabbia repressa mentre arrancavano compatti in direzione del maniero.

In mezzo a quella pesante atmosfera, Kyle ed Ame apparivano a disagio: non perché non provassero nulla al pensiero che una persona loro alleata se n'era appena andata per sempre, bensì per il fatto che erano ben consci di cosa stavano andando a sfidare, ed erano perfettamente consapevoli che con ogni probabilità Francesco sarebbe stato solo il primo di una lunga lista... l'abbattersi così eccessivamente per la perdita di una singola vita, sebbene umano e comprensibile, poteva portare ad esiti ben più catastrofici.

Nonostante ciò, nessuno aveva aperto bocca per tutta la durata della marcia, con il risultato che camminavano quasi per inerzia, ognuno immerso nei propri pensieri, ignari del fatto che una ragazza dai lunghi capelli biondi striati di blu li stesse osservando in silenzio dall'alto di un albero lì vicino – Eccoli, finalmente! Ricapitolando: gli ordini sono di intrappolarli in modo che non riescano ad avvicinarsi fino a quando Chrono-dono non avrà eretto la Barriera di Gravità, e di evitare assolutamente scontri inutili... beh, meglio così, non ci vuole un genio per capire che confrontarmi contro tutti loro, pur conoscendone i punti deboli e i punti di forza, sarerebbe ad un suicidio... per cui, mi conviene usare fin da subito il mio attacco più potente! – mormorò sottovoce per chiarire i propri pensieri sistemandosi il ciuffo tirandolo verso il lato destro e fermandolo con un fermaglio a forma di cristallo di neve, in modo da scoprire meglio i suoi occhi castani dalle sfumature verdi, altrimenti coperti dai capelli, per poi iniziare ad accumulare una fiamma apparentemente formata da schegge di ghiaccio ed avvolta dalle tipiche saette bianche delle fiamme-0, concentrandola tutta in un'unica mano finché, circa un minuto dopo, la pelle dell'arto destro non fu completamente colorata di un'impressionante sfumatura azzurro/blu ed avvolta da un'aura gelida entro cui fluttuavano sospesi tanti piccoli cristalli di ghiaccio: solo allora riaprì gli occhi, lanciandosi con agilità senza esitazione giù dalla pianta, atterrando con eleganza in piedi davanti ai Kokuyo in marcia che, spiazzati dall'apparizione a sorpresa, non ebbero nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo.

Con un rapido gesto, la ragazza protese il palmo della mano destra azzurra/blu davanti a sé ed urlò con decisione – ICE AGE! – scatenando un'istantanea onda d'urto gelida che congelò tutto ciò che trovava sulla sua strada, propagandosi come se si moltiplicasse raddoppiando la sua estensione di secondo in secondo: Mirai reagì prontamente evocando decine di catene che s'intrecciarono fra loro nella Barriera di Catene, evitando di essere investita in pieno dall'attacco e proteggendo così i suoi compagni, mentre Katie con un'illusione rafforzò lo scudo della sorella rivestendolo di titanio mentre Kurai afferrava e portava al riparo dietro lo scudo più compagni che poteva, ma a nulla servì: il gelo continuò ad espandersi finché tutta la zona nel raggio di 10 metri non fu completamente ricoperta da una spessa coltre di ghiaccio.

Con un sospiro, la ragazza abbassò la mano, tornata del suo colorito naturale, e si voltò in direzione del castello esclamando con tono soddisfatto – Beh, missione compiuta: e così i Kokuyo sono sistemati. Ad occhio e croce dovrebbe mancare solo una manciata di minuti all'attivazione della Barriera: devo sbriga... – ma non completò la frase, avvertendo un rumore sospetto alle sue spalle – … no, impossibile! – mormorò incredula, mentre si voltava in tempo per vedere una figura umana emergere da dietro il ghiaccio e spazzolarsi la terra dalla divisa: era Yuniko – Quindi... mi sono salvata solo io... – esclamò con uno sguardo spento mai apparso prima sul suo volto, mentre si guardava il corpo assicurandosi che fosse tutta intera: constatato di esserne uscita indenne, iniziò ad avviarsi a passo regolare verso la sua avversaria, ciondolando la testa senza emozioni in un atteggiamento inspiegabile per una persona solitamente allegra come lei.

La nemica rimase immobile con i sensi all'erta, osservando Yuniko avvicinarsi senza esitazione, finché non la vide fermarsi a qualche metro da lei: solo allora parlò – Niente male! Sfuggire al mio Ice Age non è da tutti, sai? Vediamo... capelli verdi... un ciuffo biondo... occhi azzurri come il cielo limpido di una giornata estiva... se non sbaglio sei Lily Giglionero, la futura Principessa del Firmamento a comando dei Giglionero, dico bene? Piacere di conoscerti! – esclamò in tono affabile, sfoderando però un'immediata espressione triste – Che peccato però... mi piacerebbe volentieri scambiare quattro chiacchiere con te, ma purtroppo devo proprio andare. Facciamo così: per premiare i tuoi eccezionali riflessi, ti lascerò stare, così potrai liberare i tuoi compagni, anche se per farlo ci metterai qualche ora, probabilmente... oh si, sono vivi – aggiunse, in risposta al sopracciglio aggrottato di Yuniko – Gli ordini erano di fermare l'avanzata degli intrusi, non di ucciderli... e li ho rispettati! Per cui... ja ne~ – salutò con la mano, girandosi di spalle ed incamminandosi diretta al castello.

Ma poi, improvvisamente, l'istinto la spinse ad inclinare la testa di lato, giusto in tempo per evitare un proiettile che le colpì a bruciapelo la guancia, costringendola a voltarsi per scoprire Yuniko con ancora la pistola in mano – … chi ti ha dato il permesso di andartene? – mormorò piano abbassando l'arma e lanciando un'occhiata truce alla nemica – Hai detto che stavi “eseguendo gli ordini”, giusto? In altre parole, sei una lacché di quei bastardi che ci hanno usato come bersaglio mobile per i loro missili antiaereo circa mezz'ora fa... sbaglio, forse? – domandò cupa.

La ragazza bionda la squadrò con espressione seria in totale silenzio: poi, improvvisamente, iniziò a ridacchiare – Eh... eheh... ahahahah! Divertente, come una stupida ho dato per scontato che tu fossi abbastanza furba da accettare il compromesso e ho abbassato la guardia... ma non è questo il punto: hai davvero intenzione di affrontarmi da sola? – replicò, scoprendo i denti – Noi Zero Zwei siamo stati istruiti su tutti i vostri punti deboli e di forza: potrei avere qualche difficoltà a gestirvi in uno scontro a più elementi contro me da sola, ma in un uno contro uno non hai speranz... AH! – s'interruppe spostandosi rapidamente di lato, appena in tempo per evitare che un secondo proiettile la colpisse – Sei sfortunata: ho definitivamente perso la pazienza con voi viscide creature disgustose – commentò Yuniko, per poi pensare – Kazehime – richiamando mentalmente la Spirit, ricevendo un immediato – Si? Hai bisogno? – in risposta da parte sua.

Con decisione, pensò – Sigilla l'Hell Gear per tutta la durata di questa battaglia – lasciando sconvolta la Spirit, che dopo un attimo di smarrimento ribatté con un – E-eh?! E' vero che il piano iniziale prevedeva il combattere senza Hell Gear, ma solo perché l'idea era di combattere due contro uno... andare senza Hell Gear ora equivarrebbe ad un suicidio, e allora perché? Mi permetto di rifiutarmi...! – con tono preoccupato, ma Yuniko non si arrese – FALLO, DANNAZIONE! Non riesco più a contenere la rabbia: devo sfogarla o impazzirò! E se usassi l'Hell Gear in queste condizioni... DEVO FORSE RICORDARTI COSA ACCADDE QUELLA VOLTA A KURAI?! – urlò furiosa, ripensando alla furia cieca di Hell Kurai affinché anche Kazehime riuscisse a rivederne le immagini: questo parve definitivamente convincerla – … capisco. Ma allora... come pensi di sconfiggerla...? – domandò ansiosa mentre sigillava l'Hell Gear, ma Yuniko non le rispose: era tornata a concentrarsi sulla sua nemica – Hai detto Zero Zwei? In altre parole non sei una Insyder, ma una detentrice di fiamma-0! Perfetto... allora forse posso gestirti, in qualche modo – esclamò ad alta voce in tono serio, estraendo dalla tasca una pillola color verde elettrico ignorando la risata della ragazza scatenata dalla sua affermazione, lanciandosi la pillola in bocca ed inghiottendola per poi continuare – Hai avuto sfortuna, sai? – una manciata di scariche elettrice prese ad avvolgerle il corpo – Tra tutti, l'unica a salvarsi da quel tuo attacco impressionante sono stata io... inoltre... – il corpo era ormai completamente avvolto dalle scariche elettriche di una fiamma fulmine intensissima – i missili che avete lanciato... – di colpo, tutta l'aura elettrica esplose sprizzando ovunque scintille verdi: i capelli si elettrizzarono e divennero statici, scompigliandosi in ciuffi appuntiti e disordinati, e le iridi di Yuniko divennero dello stesso colore della purissima fiamma Fulmine che l'avvolgeva – voi bastardi... avete ucciso Francesco-san... l'uomo che per me è stato come un secondo padre... e questa volta, nemmeno io... – si mosse così velocemente che la ragazza nemmeno se ne accorse: avvertì un fortissimo dolore improvviso al ventre che le mozzò il fiato, e riuscì ad intravedere con la coda dell'occhio Yuniko colpirla con un affondo del pugno destro rivestito di fiamma Fulmine appena prima che venisse atterrata da un calcio laterale sferrato dalla stessa all'urlo di – QUESTA VOLTA, NEMMENO IO POSSO PERDONARVI! – che la mandò a schiantarsi vicino alla coltre di ghiaccio da lei stessa creata.

Sconvolta, si rialzò lentamente, disorientata – Come... cosa... – mormorò ripulendosi la bocca con la manica della divisa, senza togliere gli occhi da Yuniko, ormai nel completo stato del Kaminari Hime, e rialzandosi completamente – Che cos'è... quello? Non corrisponde alla descrizione del suo Hell Gear! – esclamò, mettendosi in posizione di guardia.

Yuniko, esattamente come aveva fatto per sferrare il primo colpo, scomparve nuovamente in una pioggia di scintille riapparendo ancora una volta di fronte a lei, sferrando un pugno che la biondina riuscì a parare per un pelo incrociando gli avambracci e rivestendoli di ghiaccio, che si frantumò all'impatto riducendo però la forza dell'urto, così che lei poté contrattaccare con un pugno diretto agli zigomi di Yuniko, ma con la stessa velocità di prima Yuniko schivò il colpo abbassandosi e mirando al plesso solare della ragazza, incontrando una solida armatura di ghiaccio che la protesse efficacemente e la rallentò quel tanto che bastava alla sua avversaria per tentare di colpirla con una gomitata dall'alto, ma lei riuscì ad evitarla per un pelo rotolando a distanza di sicurezza e rialzandosi in piedi con agilità, estraendo dalla tasca una moneta in metallo e lanciandola in aria, tendendo poi il braccio destro in direzione della sua avversaria e saturandolo di elettricità mentre la moneta raggiungeva il suo apice ed iniziava la discesa verso il braccio di Yuniko.

Le pupille della nemica si dilatarono dalla paura: aveva capito cosa stava per fare – …! Merda! – esclamò ergendo una spessa barriera di ghiaccio proprio mentre la moneta atterrava sul braccio di Yuniko, che urlò – CANNONE MAGNETICO! – e veniva sparata via tramite repulsione elettromagnetica all'incredibile velocità di 4 km/s, perforando la barriera di ghiaccio simile al diamante come fosse burro e lacerando la spalla del bersaglio, che urlò di dolore cadendo in ginocchio sentendo la carne della zona colpita liquefarsi per via dell'intenso calore, riuscendo però a mantenere il controllo di sé e ad applicarsi immediatamente uno strato di ghiaccio per fermare il sangue ed anestetizzare il dolore.

Ansimando, si rialzò con uno sguardo di pura rabbia e paura, fissando con intensità lo sguardo carico d'odio e rancore della Principessa del Fulmine.

Faticava a credere a quel che aveva visto, e tutt'ora non aveva idea di come ci fosse riuscita, ma non c'era alcun dubbio: era stata colpita da una delle armi più devastanti mai prodotte dall'uomo – … un Railgun... hai sfruttato la tua elettricità per emulare un Railgun in piccola scala... sei incredibile! – commentò, riprendendo fiato ed esibendo un sorriso d'ammirazione.

Yuniko, d'altra parte, rimase impassibile, ma sorrise di rimando – Avere una fiamma potentissima non serve a nulla se non si riesce a sfruttarla al massimo. I miei due Boss sono detentori di fiamma-0, come te... e nella Famiglia ci sono tutti membri straordinariamente potenti, come Kuro-kun, Vittorie-chan, Rajiv-kun... io al loro confronto, invece, non sono nulla di speciale... eppure, il mio più grande desiderio è restare al loro fianco, e si sa, quando hai un tesoro tutti cercano di portartelo via. Per questo motivo ho sempre cercato un modo per essere al loro livello, qualcosa che mi permettesse di essere contemporaneamente lo scudo e la spada della Famiglia... è stato allora che ho capito – il sorriso divenne più spontaneo e sincero – Affidarsi solo agli Hell Gear non serve a nulla! Loro si limitano a moltiplicare il tuo potenziale: più li padroneggi e maggiore sarà la potenza che ne scaturirà, certo, ma si tratta pur sempre di un power-up momentaneo e provvisorio... se mi affidassi troppo a qualcosa di così effimero, come potrei definirmi degna di combattere al fianco dei miei compagni?! Quando gli Spirit ci hanno avvertito dei pericoli dell'Hell Gear, in realtà io li sapevo già da tempo... per questo dalla battaglia contro gli Zero non ho fatto che allenarmi senza mai utilizzare il mio Hell Gear, né tantomeno il Limit Breaker... perché se io divento più forte, lo sarò anche nel caso mi trovassi impossibilitata ad usare l'Aeolus! Ed è per questo che oggi ti combatterò senza Hell Gear, Erika – concluse Yuniko, pronunciando con solennità il nome della sua avversaria, che trasalì dalla sorpresa.

– C-come... come conosci il mio nome?! – esclamò Erika, mentre si preparava a combattere generando due lame di ghiaccio e si lanciava all'attacco contro Yuniko, la quale rispose – Allo stesso modo per cui tu conosci il mio... – schivando due furiosi fendenti dell'avversaria spostandosi con riflessi sovrumani dietro di lei – … grazie ad un Dossier di Nemy! – e sferrando un colpo a mano aperta diretto al collo, che Erika riuscì però ad intercettare con grande sorpresa di Yuniko, la quale si ritrovò sbalzata via senza nemmeno capire il perché, mentre Erika generava un arco di ghiaccio e le sparava contro una freccia che lei intercettò sfruttando l'elettricità per bypassare il sistema nervoso muovendo l'arto più veloce di un proiettile, atterrando in piedi e lanciandosi contro l'avversaria, sbriciolando con un pugno rinforzato dalla fiamma il muro di ghiaccio che le si erse davanti per ostacolarla e colpendo con forza la testa di Erika... che esplose in una pioggia di cristalli di ghiaccio. Era una copia.

Colta alla sprovvista, Yuniko si deconcentrò guardandosi intorno alla ricerca della ragazza... ed il cuore le saltò un battito nel constatare che era circondata da centinaia di copie di Erika.

Indietreggiando, si portò a distanza equa dal cerchio di cloni, cercando a vista l'originale, ma niente sembrava poterla aiutare nell'intento: erano uguali in tutto e per tutto.

Poi, improvvisamente, tutti i cloni parlarono all'unisono – Cos'hai detto poco fa? Che mi avresti battuta senza usare Hell Gear? Ahahah, povera illusa! Lo ammetto, sei stata più ostica del previsto... ma per te è finita! La tua carica elettrica si esaurirà molto prima che tu possa eliminare i miei Cloni Glaciali, costringendoti ad usare il tuo Hell Gear... contro cui so già che contromisure adottare! Hai perso, Yuniko! Ma non preoccuparti: dopo averti eliminata, per tuo rispetto non toccherò i tuoi compagni imprigionati e rientrerò alla base. Ho solo una domanda... cosa intendevi quando hai detto che hai scoperto il mio nome tramite i Dossier di Nemy-chan? Come hai fatto ad entrarne in possesso? – domandarono, mentre iniziavano ad avanzare a passo di marcia verso di lei.

Yuniko osservava l'armata di cloni ridurre sempre più la distanza da lei con sguardo perso nel vuoto, ignorando totalmente la domanda di Erika: non era ancora finita.

Lentamente, con un sospiro, prese aria ed urlò – Cosa ti fa credere che quello che ti ho mostrato fin'ora sia tutto quello che so fare?! – mentre frugava nella tasca con l'espressione di chi sta per usare il suo asso nella manica: i cloni, senza fermarsi, replicarono all'unisono – Inutile: lo so benissimo che stai bluffando! – armandosi con lance di ghiaccio, ormai quasi a portata di tiro.

Scuotendo la testa, Yuniko mormorò – Niente da fare, eh...? Beh, suppongo di dover dimostrare coi fatti le mie parole, allora – estraendo una seconda pillola verde e lanciandosela in bocca, per poi masticarla ed infine ingoiarla con naturalezza.

Nell'immediato sembrò non accadere nulla: poi, improvvisamente, Yuniko lanciò un urlò straziante, mentre l'elettricità attorno a lei andava apparentemente fuori controllo, sprizzando ovunque scintille che superavano anche il metro di lunghezza mentre lei crollava in ginocchio.

Sorpresi, i Cloni di Ghiaccio fermarono la loro avanzata – E questa sarebbe la tua alternativa?! Mandarti da sola in cortocircuito? La paura di morire deve averti dato alla testa! Ahahah – esclamarono all'unisono, convinti che Yuniko avesse commesso un errore fatale.

Eppure, dopo qualche secondo, le urla cessarono: lentamente, Yuniko si rannicchiò a terra stringendo i pugni, causando una complessiva riduzione delle scintille e regolarizzandole.

Poi, con calma, si rialzò in piedi, con la testa inclinata verso il basso, mentre lo stato di Kaminari Hime svaniva apparentemente nel nulla.

Confusa, Erika parlò di nuovo, questa volta in tono serio – … seriamente, che cos'hai in mente? Perché hai disattivato quella cosa? Hai capito che è inutile opporre resistenza o...! – tacque prima di finire la frase, avvertendo la pressione nell'atmosfera cambiare ed intuendo che non era finita lì: preparandosi ad attaccare, i cloni fermarono l'avanzata restando in attesa ad osservare quel che stava accadendo.

Lentamente, lievi scintille tornarono a saettarle attorno al corpo, lampeggiando ad intermittenza ed aumentando d'intensità e dimensioni fino a diventare intense scariche elettriche di lunghezza variabile fino al mezzo metro, saettando casualmente attorno al suo corpo.

Improvvisamente, una scarica di enormi dimensioni partì dai suoi piedi attraversandole da parte a parte il corpo, saturando di elettricità i capelli che si disposero in ciuffi appuntiti e divisi nettamente fra loro che in certi punti si alzavano verso l'alto, sorte che subì anche la lunga coda di capelli che le arrivava fino al sedere, per poi infine sublimarsi in una sorta di cerchio elettrico che rimase intrappolato dal magnetismo del corpo restando sollevata dalla testa della ragazza ad una decina di centimetri circa di distanza, formando letteralmente un'aureola elettrica.

Pian piano, Yuniko riaprì gli occhi, le cui iridi erano ora di un perfetto blu elettrico, fissando un punto imprecisato del terreno, per poi alzare lentamente lo sguardo, sorridendo con determinazione – Scusami se ci ho messo un po': ti assicuro che stabilizzare un cortocircuito non è affatto semplice, ma... eccomi qui – disse con voce amplificata e vagamente elettrica – Ti presento... il Kaminari Hime: Level Two – ed il sorriso divenne un'espressione divertita mentre si metteva a quattro zampe con il ginocchio sollevato, imitando la posizione di partenza dei corridori – Pronti al lancio... tre... due... uno... – al “via” scomparve in una scia di scintille ricomparendo nel pieno dell'armata di cloni, lasciando dietro di sé un varco formato da manichini distrutti e ridotti a frammenti informi di ghiaccio: poi, prima ancora che il nemico avesse modo di reagire, tese le braccia davanti a sé spingendo una Erika immettendole 1/6 complessivo della sua carica elettrica totale, che si concentrò fino a divenire un ammasso instabile di plasma: infine, la spedì via tramite repulsione magnetica urlando – BOMBA AL PLASMA! – sparandolo a gran velocità contro un gruppo di cloni a qualche metro di distanza da lei: non appena esso ebbe impattato, deflagrò con la potenza di una bomba annientando tutti i nemici nel raggio di 10 metri, le cui schegge vennero sparate ovunque danneggiando i sopravvissuti.

Eppure, nonostante ciò, gran parte dell'armata era ancora in piedi – Tch... maledizione... sono ancora un'infinità – mormorò, rilassando la respirazione e generando un leggero campo magnetico, riducendo all'essenziale tutte le funzioni vitali e chiudendo gli occhi, concentrandosi per recuperare energia.

La vera Erika osservava a distanza lo scontro: non riuscendo a spiegarsi le azioni di Yuniko, era ricorsa alla sua temibile Gelida Armata, la tecnica per cui era stata scelta per rallentare l'avanzata dei Kokuyo, nella speranza di comprenderla in sicurezza per poterla eliminarla nel modo più rapido possibile.

Eppure, il suo orgoglio le causava un dolore lancinante allo stomaco: il dover ricorrere ad una simile tecnica contro una singola avversaria, per di più disarmata, era stato un colpo durissimo.

Poi, per la prima volta parve comprendere le intenzioni di Yuniko: da quando si era immobilizzata, le scariche avevano iniziato a regolarizzarsi... segno che si stava ricaricando la fiamma – Come se glielo permettessi! Chi si crede di essere!? Gelida Armata, all'attacco! – ordinò, aizzando i cloni ad attaccare in massa.

E poi, accadde l'impensabile: non appena una falsa Erika si avvicinava entro una certa distanza da Yuniko, lei attaccava come mossa da un riflesso incondizionato abbattendo la copia con un singolo, devastante colpo per poi tornare nella posizione di partenza, in meditazione.

Dopo aver perso il ventesimo clone, Erika si morse il labbro, cercando di venirne a capo – Assurdo! E' semplicemente assurdo! In qualche modo ho capito il segreto dietro la sua velocità e la sua forza: sfrutta la fiamma Fulmine non solo per indurire i pugni al momento dell'impatto, ma anche per inviare gli impulsi nervosi direttamente dal cervello ai muscoli interessati, in modo da sviluppare una capacità di reazione che trascende nettamente da quella di un comune essere umano... ma questo...! Sembra quasi che si sia... programmata... – sussurrò piano per schiarirsi le idee, spalancando la bocca dallo stupore non appena ebbe realizzato il segreto di questo “contrattacco perfetto” – no... non ci credo! Ecco il perché del campo magnetico! Si è imposta un contrattacco preimpostato ogni talvolta il nemico invada lo spazio... in questo modo è simile ad un riflesso incondizionato, e lei può concentrarsi completamente altrove! E se riesce a controllare così bene l'elettricità che la circonda, allora non è impossibile pensare che la stia utilizzando come radar! Oh... cazzo... se ho ragione, questo significa che...! – spalancò gli occhi in un'espressione spaventata, riuscendo finalmente ad anticipare la mossa della sua avversaria e spostandosi di lato nello stesso istante in cui Yuniko riapriva gli occhi urlando – Trovata! – e lanciava una moneta in aria, tendendo il braccio a nordest per poi spararla con un Cannone Magnetico più potente del precedente verso la vera Erika, la quale riuscì a salvarsi solo per l'intuizione all'ultimo momento: la moneta, però, le attraversò la spalla sinistra da parte a parte, perforando l'osso stesso della ragazza che avvertì un dolore talmente intenso e insopportabile da perdere momentaneamente i sensi: i cloni caddero al suolo liquefatti, l'armatura di ghiaccio che la proteggeva si sciolse e lo stesso accadde anche alla coltre gelida che teneva in trappola i Kokuyo, che iniziò lentamente ad indebolirsi e a cedere poco a poco ai furiosi attacchi provenienti dal suo interno.

Yuniko mormorò debolmente – Tsk... l'ho mancata... avevo mirato al cuore... – cadendo all'indietro priva di sensi al suolo mentre lo stato di Kaminari Hime Level Two svaniva definitivamente.

Erika, invece, cadde riversa sul fianco, svenuta: per sua fortuna, il calore questa volta le aveva cauterizzato istantaneamente la ferita, impedendo così che si sviluppasse un'emorragia.

Un'ombra incappucciata, apparentemente comparsa dal nulla, si avvicinò al corpo esanime di lei: lentamente, la raccolse e la caricò in spalla, ridacchiando da sotto il cappuccio – Eheheh! Che idiota, s'è lasciata sconfiggere in una maniera così stupida! Se solo avesse usato fin dal principio tutta la sua potenza sfoderando entrambe le fiamme... ha commesso il mio stesso errore di tre anni fa. Tecnicamente dovresti essere lasciata al tuo destino per non avere fatto un degno uso del potere che ti è stato concesso, ma voglio darti una seconda possibilità. Ma ti serva di lezione, non sottovalutare mai più i Kokuyo, perché potresti rimanere vittima della tua stessa superbia. Eheheh! – sussurrò all'orecchio di Erika, per poi richiamare a sé delle liane provenienti dal castello che lo portarono a destinazione in pochi secondi, giusto in tempo per evitare di essere visto dai Kokuyo che, finalmente liberi, accorrevano in direzione del corpo immobile di Yuniko per accertarsi delle sue condizioni.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 - Assalto al castello! ***


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– Lily-chan! Lily-chan! Stai bene?! –

Mirai stava cercando di svegliare Yuniko, ma senza successo: uno dei principali difetti del Kaminari Hime Level Two era proprio lo shock subito dal corpo a seguito della sparizione di tale stato, che causava uno svenimento di durata variabile fra i 5 e i 10 minuti, esponendo potenzialmente la ragazza alla mercé del nemico talora esso fosse sopravvissuto.

Fortunatamente questa volta era riuscita a mettere KO la sua avversaria in tempo, pertanto si sarebbe svegliata senza conseguenze dopo una manciata di minuti... ma questo, Mirai non poteva saperlo – Non... non risponde! – mormorò spaventata, iniziando a temere il peggio.

Katie si avvicinò, appoggiando l'orecchio all'altezza della zona cardiovascolare – … però il cuore batte regolarmente, quindi penso sia solo momentaneamente KO... – commentò dopo qualche secondo, tranquillizzando i presenti.

Con un sospiro di sollievo, Kurai esclamò – Ottimo... allora conviene che uno di noi la carichi in spalla finché non si riprende e che intanto procediamo... – guardando Kumo con la coda dell'occhio, la quale annuì come a dire “fai pure”.

Con un sorriso di gratitudine, Kurai la caricò in spalla con cura senza aggiungere altro e riprese il cammino al fianco di Kumo, seguito dalla sua Famiglia, alla volta dell'imponente castello che si ergeva ormai sempre più vicino.

*

Il soccorritore incappucciato depose Erika per terra, ormai al sicuro nelle mura del castello, per poi chinarsi a levarle la maglia per poter esaminare meglio la spalla colpita dal micidiale Cannone Magnetico di Yuniko: la ferita era grave e profonda, impossibile da recuperare anche con i più avanzati metodi chirurgici – Eheheh, sei messa parecchio male, eh! Sei più fortunata di quanto pensassi però, dato che il colpo ha cicatrizzato tramite l'intenso calore la zona colpita... sei stata centrata nel pieno di un'arteria, quindi in caso contrario saresti sicuramente morta per dissanguamento prima che arrivassi io – commentò, togliendosi il cappuccio per guardare meglio e scoprendo così dei disordinati capelli corti arancione scuro dai riflessi verdognoli e le punte bionde, avvicinando gli occhi grigi al braccio della spalla ferita della ragazza e notando un colorito pallido e giallognolo che non lasciava alcun dubbio – Come supponevo... l'arteria ostruita impedisce la circolazione del sangue, e di questo passo l'arto incorrerà nella cancrena e ti metterà in pericolo di vita... ma, indovina? Ennesimo colpo di fortuna, dato che il sottoscritto è un medico! Eheheh – esclamò, estraendo un bisturi da una tasca interna della tunica e usandolo per recidere con precisione l'arto della ragazza, fortunatamente ancora priva di coscienza, amputandolo completamente per poi evocare apparentemente dal nulla delle piante che fermassero la fuoriuscita del sangue.

Fatto ciò, depose il bisturi in un liquido disinfettante che portava sempre con sé e scompose il proprio braccio sinistro in carne, ossa e quelle che avevano tutta l'aria di essere fibre vegetali, fondendole col moncherino della ragazza e avvolgendo il tutto in una fiamma Sole-0 che poco a poco rigenerò i tessuti di Erika, finché, dopo qualche minuto, l'intero braccio sinistro non le fu ricresciuto: solo allora egli separò il proprio braccio da quello della ragazza e lo rigenerò, questa volta in un istante – Eheheh, rigenerare le altre persone è un processo di una lunghezza estenuante, per uno come me che è abituato a ricrearsi qualsiasi tessuto danneggiato in pochi istanti. Beh, mi devi un favore, Erika – disse con un sorrisetto soddisfatto, alzandosi e dirigendosi al lavandino lì vicino mentre la ragazza riapriva gli occhi, guardandosi intorno disorientata – Ma... cosa... dove... Ah! – si alzò di scatto, mettendosi a sedere – Dov'è la Giglionero?! Stavo combattendo contro di lei! – esclamò affannosa, mentre iniziava a ricordare – E poi... ho abbassato la guardia e sono stata colpita alla spalla da... – si girò a guardare la spalla sinistra, rimanendo piuttosto stupita di trovarla come nuova.

Poi, immediatamente, riconobbe il luogo dov'era situata come l'infermeria del castello, e capì cos'era successo – Nova... mi hai salvata? – domandò cupa all'uomo in penombra.

Con un sorriso, Nova emerse dall'angolo in ombra dove si stava asciugando le mani – Eheheh, ci sei arrivata. Ho pensato che sarebbe stato un peccato lasciarti morire, anche se te la sei cercata sottovalutando la tua nemica... ma, d'altronde, io stesso commisi lo stesso medesimo errore tempo fa, sarebbe stato alquanto ipocrita abbandonarti al tuo destino, non trovi? – rispose, alzando le spalle con rassegnazione per poi guardare il palmo della propria mano, da cui fece fuoriuscire delle piante – Da quando Lord Augustus mi ha donato il potere della Foresta-0 ho avuto come un'epifania... se lui ha potuto perdonare il mio grave errore fornendomi addirittura un potere maggiore, allora io non ho alcun diritto di commiserare gli errori altrui. Però, lascia che ti dia qualche consiglio, un po' come se fossi tuo fratello maggiore, eheheh! La prossima volta... usa fin da subito la tua seconda fiamma. I Kokuyo sono una famiglia particolare, che racchiude in sé alcuni fra i più grandi talenti del nostro tempo: sottovalutarli significa commettere un potenziale suicidio, ed è una cosa che ho sperimentato sulla mia pelle, tre anni fa. Chiaro? Specialmente, presta particolare attenzione a Mirai Rokudo, una dei due Boss gemelli. Il suo Limit Breaker è incredibilmente potente, e al momento l'unico punto debole che abbiamo individuato è la scarsa durata di tempo... non ingaggiare un combattimento da sola con lei, è meglio una codarda ritirata strategica che una stupida morte dettata dall'orgoglio... e anche se dovessi sopravvivere, sappi che non ti curerò più se rimarrai ferita per la tua stupidità, eheheh – disse in tono serio nonostante la risata, guardando intensamente gli occhi di Erika, che arrossì lievemente girandosi dall'altra parte – Tch... farò in modo che non mi serva mai più il tuo aiuto. Comunque, grazie... per avermi curata... – mormorò in tono burbero.

Nova sventolò la mano ridacchiando – Naah, non c'è bisogno di ringraziarmi! Lord Augustus mi ha incaricato di gestire l'infermeria comunque, sto solo obbedendo agli ordini, tutto qui – replicò distrattamente trafficando con siringhe, pinze e quant'altro.

Improvvisamente, Erika ricordò le parole di Yuniko “l'ho scoperto in un Dossier di Nemy” – Hey, Nova... sai per caso dov'è Nemy-chan? Ho saputo che è tornata qualche ora fa in condizioni piuttosto pietose, quindi presumo l'abbia rimessa in sesto tu stesso... o sbaglio? – domandò con aria vagamente preoccupata.

Nova, senza smettere di trafficare fra gli arnesi, bofonchiò distrattamente un – Sala del Trono – indicando l'uscita dall'infermeria: Erika senza esitazione si rivestì per poi dirigersi alla porta, fermandosi sull'uscio mormorando un – … grazie di tutto, Nova. Ci vediamo – per poi andare alla ricerca di Nemy in modo da ottenere ottenere le dovute risposte alle sue domande.

*

Il gruppo si fermò dopo qualche minuto di cammino, non appena superarono la collina ritrovandosi faccia a faccia con una visione che suscitò in loro sentimenti contrastanti.

Da un lato tutti intuirono, senza eccezioni, che ciò che vedevano davanti a loro altro non era che l'immenso teatro in cui si sarebbe ambientata la battaglia più difficile mai affrontata, e ciò provocava loro una comprensibile sensazione di ansia e nervosismo, del tipo che stringono lo stomaco come in una tenaglia... eppure, nonostante ciò, non poterono fare a meno di sgranare gli occhi meravigliati alla vista delle colossali e scintillanti mura del castello che si ergevano davanti ai loro occhi, snodandosi per almeno 75 metri su una superficie approssimativa di oltre 5500 metri quadrati articolati su 4 piani disposti in un perfetto esagono, ognuno dei quali culminava in una torre gemella alta all'incirca 100 metri.

Ma non era questo che più meravigliava i ragazzi, e nemmeno gli incredibili tetti adornati da alte guglie blu zaffiro: ciò che più interdì il gruppo fu l'abbagliante e cristallino bianco che ricopriva le mura e che pareva emanare luce propria.

Kurai deglutì, avvertendo improvvisamente la sua piccolezza, quanto fosse solo un insignificante granello di sabbia nell'immenso universo, e iniziando a nutrire per un momento dubbi sulle sue possibilità di riuscita nell'operazione.

Fortunatamente, una debole voce al suo orecchio lo riportò alla realtà – Kurai-san... grazie per avermi portata fin qui, ma ora sto bene... – disse Yuniko, ancora frastornata.

Con un sussulto, Kurai tornò a concentrarsi sulla realtà ed esclamò un – A-ah! Certamente, Lily-chan! – abbassandosi per farla scendere, permettendole di raggiungere Yukiko e Mirai, le quali si erano già messe all'opera per discutere un piano d'azione.

Tuttavia, quella dolorosa sensazione d'inferiorità non riusciva ad abbandonarlo... ed evidentemente la cosa si ripercuoteva sul suo volto, poiché Kumo e Katie gli si avvicinarono – Kurai-nii... va tutto bene? – domandò preoccupata quest'ultima, scrutandolo con preoccupazione, ottenendo in risposta un poco convinto – Si... non preoccuparti... – a cui Katie non poté credere nemmeno sforzandosi.

Cercò di ribattere e di spingerlo a sfogarsi, ma prima che potesse farlo Kumo gli si avvicinò con uno sbuffo e, a pochi centimetri dal suo volto, colpì Kurai con il dito della mano contro il naso, facendolo sussultare per la fastidiosa sensazione improvvisa – H-hey, Kumo! Ma che diamine ti prend... – protestò, ma lei lo mise a tacere con un colpetto in testa – Cosa succede a me? Dalla faccia che hai sembra tu abbia visto un esercito di fantasmi! Che cazzo hai?! Non è certo l'atteggiamento che ci si aspetterebbe da un Boss in vista dell'assalto al covo dei nemici della sua Famiglia! – esclamò con espressione decisa.

Kurai sgranò gli occhi, sorpreso, per poi darsi un'occhiata attorno: ad esclusione di Mirai, Yuniko e Yukiko, ancora concentrate a discutere della strategia, tutti quanti lo stavano guardando con preoccupazione.

Stringendo i pugni, e maledicendosi ancora una volta per la sua inettitudine, Kurai si sforzò di liquidare i pensieri negativi – No... non è nulla, davvero... sono solo rimasto molto colpito dal castello, tutto qui. Ciò che veramente mi preoccupa, in realtà, sono proprio le colossali dimensioni: non sarebbe strano pensare che una volta all'interno potremo ritrovarci ad affrontare oltre un migliaio di nemici... dopotutto quelle mura sono abbastanza ampie da poter racchiudere al loro interno una vera e propria città! Ecco, forse non è più una buona idea quella di attaccare separatamente da più direzioni e poi riunirci dall'interno... risulteremmo in pericolo mortale se attaccati di sorpresa mentre cerchiamo di raggiungere il punto previsto per rincontrarci! – esclamò guardando Kumo dritta negli occhi, che replicò mormorando – Mh... dubbi piuttosto sensati... ma se dobbiamo agire tramite un'operazione stealth conviene farlo infiltrandoci singolarmente in modo da dare il meno possibile nell'occhio, giusto? – portandosi una mano fra i capelli, incapace di trovare una soluzione al problema.

Inaspettatamente, fu Katie a spezzare quel circolo vizioso a cui la coppia non era in grado di porre rimedio – Ehm... Kurai-nii, Kumo-san... non converrebbe allora attaccare frontalmente? E' più probabile che non si aspettino un assalto frontale, e a quel punto saremmo liberi di muoverci almeno in coppia, sfruttando l'effetto a sorpresa, ed iniziando a mietere quanti più ostacoli mentre ci dirigiamo al luogo prestabilito! Ogni volta che dovevo portare a termine un assassinio di massa assieme ad altri sicari facevo sempre così, e ha sempre funzionato! Oh... – si bloccò improvvisamente, sgranando gli occhi con aria angosciata e portandosi le mani alla testa – No, io... che sto dicendo!? Quand'è che avrei fatto queste cose?! Tutto questo... tutto questo non ha senso! Io non sono un'assassina! O forse... o forse sì...? – le pupille le si dilatarono dalla paura, mentre vari spezzoni del suo passato intrisi di sangue le sfilavano davanti agli occhi come fossero delle diapositive – Io... quelle immagini...! Ero... ero io ad averle...? Chi... chi sono io in realtà? – mugolò, sull'orlo delle lacrime, avvertendo le urla delle sue vittime echeggiarle nelle orecchie.

Poi, inaspettatamente, avvertì la calda sensazione di un abbraccio: spalancò gli occhi stupita mentre Kurai la stringeva dolcemente a sé – ... tu sei Katie Rokudo, la mia sorellina. Non m'importa cos'è successo in passato, né tanto meno voglio saperlo, semplicemente perché è passato. Katie-nee, tu sei un essere umano, e gli esseri umani sbagliano... spesso – le sussurrò all'orecchio destro, separandosi da lei e scompigliandole i capelli con fare fraterno – Tu sei tu, Katie. Non è un errore a delineare chi sei: questo compito spetta alle tue scelte, alle decisioni che prendi con consapevolezza... e tu, cos'hai intenzione di fare? – le domandò con aria improvvisamente seria.

Katie rimase a guardarlo in silenzio per qualche secondo, stupita... poi, di colpo, le lacrime presero a rigarle le guance, e la risposta le venne spontanea – Io... io voglio lottare per un futuro dove tutti noi potremo ancora ridere e scherzare insieme, gustando un gelato mentre ammiriamo i mille colori dei fuochi artificiali... in altre parole, un mondo di pace. Può sembrare banale, lo so, però... – asciugò le lacrime con la manica, sfoderando una rinnovata determinazione – … è questa la mia scelta! E' questo il desiderio che ho deciso di realizzare! – esclamò decisa, sorridendo al fratello che ricambiò accarezzandole la testa.

Non riuscendo a non sorridere a sua volta, Kumo riportò l'attenzione dei due sugli eventi correnti – Tornando a noi... Katie-san, hai detto che in situazioni simili tu e i tuoi compagni attaccavate frontalmente tramite un assalto diretto e a sorpresa, giusto? Ma non hai pensato al fatto che nessuno di noi qui è in grado di gestire un tipo di assalto simile? Non fraintendere, non dico che la tua sia necessariamente una brutta idea – disse Kumo, anticipando l'obiezione di Katie – ma non hai pensato al fatto che qui probabilmente sei l'unica ad aver ricevuto una sorta di addestramento da sicaria? Finché si tratta di combattere posso farlo, ma non avrei la minima idea di come sarebbe meglio muoversi all'interno di un luogo sconosciuto! Sarei carne da macello nelle mani dei nostri nemici! –spiegò con decisione ma senza quell'atteggiamento scontroso che la vecchia Kumo usava come “maschera” e che la contraddistingueva: al contrario, a dispetto delle apparenze trasmetteva una sensazione di gentilezza.

Riflettendo qualche istante su quelle parole, Katie non poté esimersi dal ritrovarsi d'accordo con lei – E allora come ci conviene agire? – domandò dubbiosa, ma prima che Kumo o Kurai potessero rispondere la voce di Mirai intervenne nel discorso – … semplicemente, dato che il tempo stringe, c'introdurremo nel castello tramite un attacco frontale a frammentazione, che ci consentirà di sparpagliarci non solo su più punti del castello ma perfino su piani diversi! In questo modo la confusione generata dovrebbe causare parecchi disordini interni, che noi fomenteremo causando caos e danneggiando la struttura mentre ci dirigiamo al luogo prestabilito, dove ci riuniremo e assalteremo in massa i cancelli aprendoli ai nostri alleati e dando così il via all'invasione. Se siamo fortunati, il casino generatosi distrarrà gli Insyder impedendo loro di lanciare le testate nucleari... che sono previsti fra meno di mezz'ora – disse con naturalezza, mentre si avvicinava a loro – Questa è l'idea che ha avuto Yuki-san, e devo dire che mi sembra la migliore! Per quanto riguarda il come superare quello... – ed indicò con lo sguardo il baratro che li separava dal castello – … ho calcolato che sarà sufficiente l'accelerazione data da tre portali creati dall'Hell Gear di Kuro-kun: se ho stimato correttamente la distanza rapportandola al nostro peso sommato dovrebbe risultare una potenza con un'efficienza del 110%, che ci fornirà quindi un 10% di slancio in più che fungerà come sicurezza nel caso trovassimo vento contrario durante il lancio che ci rallenterebbe. Lily-chan sarà l'unica invece ad arrivare lì in volo indipendentemente, ed avrà anche il compito all'apice della nostra traiettoria di colpire con forza il mezzo frammentandolo in tante differenti direzioni che piomberanno come una pioggia di ferro sulle mura della fortezza. Ogni capsula conterrà due persone, e Vittorie si è offerta per accompagnare Lily-chan. Ecco, questo è il piano completo – spiegò con un largo sorriso soddisfatto, senza notare le espressioni incredule e sconvolte dei tre presenti, i quali pensarono all'unisono quanto potessero fare spavento l'apparente perfezione (nonostante le evidenti falle) di un piano d'azione partorito da tre menti geniali come le loro.

Una volta deciso il da farsi, la realizzazione del veicolo risultò quasi una passeggiata: seguendo le indicazioni di Lily, la quale si era impegnata ad abbozzare un progetto adatto allo scopo in meno di un quarto d'ora, Yukiko sfruttò il Rea per forgiare tutto il metallo presente nell'area in tante rudimentali capsule biposto unite fra loro in un unico mezzo, tenute insieme da un legame molto fragile ma perfetto per la realizzazione del piano, Kuro ed il suo Hell Gear posizionarono tre portali uno di fronte all'altro formando un corridoio d'accelerazione che culminava in una rampa di lancio forgiata dalla stessa Yukiko e posizionata esattamente dove indicato dai rigorosi calcoli effettuati da Mirai: dopodiché, non restò altro da fare se non disporsi in coppie o trii, questa volta differenti rispetto alla precedente spedizione in modo da sorprendere ancora di più gli Insyder in caso di necessità sfoderando delle sincronizzazioni mai visti prima.

All'immediata destra sedevano Haruo e Rajiv, il quale aveva insistito nonostante Yukiko avesse tentato invano di convincerlo che per Haruo sarebbe stato un suicidio il lanciarsi all'attacco senza disporre di un Hell Gear a cui sincronizzarsii in caso di necessità, e subito dietro di loro vi era il trio Kyle, Kuro ed Ame, incaricato di far breccia nelle pareti interne del castello in modo da creare il più disordine possibile, e nella capsula alla destra di quest'ultima c'erano Kumo, Marsh e Yukiko, precedute da Mirai, Kurai e Katie, disposti nella capsula in prima fila.

Non appena anche l'ultima persona si fu seduta, Yukiko si apprestò a chiudere il portello, ma non prima di aver ricordato il da farsi a Yuniko – Lily-chan, ricapitolando: appena avrai attivato il tuo Hell Gear, afferrerai Vittorie e colpirai la capsula nel punto segnato dalla X con un potente Air Impact, che ci darà lo slancio necessario a raggiungere i portali... il resto verrà da sé, se Mirai-san non ha sbagliato i calcoli la forte accelerazione unita all'urto romperà a mezz'aria i legami, disperdendo le capsule che piomberanno in diversi punti. Tutto chiaro? – domandò con aria seria, ricevendo un vivace – Sissignora, signora! – di Yuniko mentre eseguiva la parodia di un saluto militare.

Con un sorriso, Yukiko esclamò – E allora... via alle operazioni! – chiudendo lo sportello, contemporaneamente all'attivazione dell'Aeolus di Yuniko: Vittorie abbracciò forte la ragazza da dietro, aggrappandosi in modo da non cadere, mentre lei partiva a velocità elevatissima urlando – Francesco-san, ti prometto che realizzerò il desiderio che mi confidasti prima di partire per la missione... – e caricava la fiamma Tifone nel palmo della mano destra – … donerò un futuro di pace a tutto il mondo! AIR IMPACT! – l'urlò echeggiò in tutta la zona, mentre colpiva l'area designata ed una potentissima onda d'urto spostava di diversi metri e a gran velocità la capsula, che entrò come previsto nei portali raggiungendo immediatamente una velocità di oltre 500 km/h nel momento in cui spiccò il volo attraverso la rampa, seguita da Yuniko stessa la quale si lanciò ad una velocità analoga verso un'enorme vetrata del secondo piano sfondandola e disattivando immediatamente l'Hell Gear una volta atterrata, iniziando subito a correre all'interno con Vittorie al seguito.

Come previsto da Mirai, invece, il veicolo nel punto più alto del lancio si frantumò separandosi nelle tante piccole capsule, che precipitarono come in una pioggia d'acciaio sfondando mura e vetrate in tanti punti (e piani) differenti.

Tutto sembrava essere andato per il meglio, eppure avvenne qualcosa che impedì loro di esultare per la corretta riuscita del piano.

– Uscite fuori con le mani in alto! Non opponete resistenza o verrete eliminati seduta stante! – esclamò una voce autoritaria da un megafono, seguita da decine di inconfondibili clangori metallici di armi da fuoco caricate.

Mirai aveva commesso un errore di valutazione: non conoscendo la planimetria del castello erano piombati dentro il Dormitorio Est degli Insyder.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 - Proseguire ad ogni costo ***


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– Uscite fuori con le mani in alto! Non opponete resistenza o verrete eliminati seduta stante! – esclamò una voce autoritaria da un megafono, seguita da decine di inconfondibili clangori metallici di armi da fuoco caricate.

Impallidendo, Kurai scambiò uno sguardo preoccupato con Mirai, mentre i loro cervelli lavoravano all'unisono sul da farsi.

Ignorando i loro brusii concitati Katie, come reagendo d'istinto, chiuse gli occhi per concentrarsi a mente fredda su ciò che la circondava, con un'espressione fredda e vacua che non lasciava presagire nulla di buono – Numero di nemici... considerando il numero dei rumori di ricarica sono circa una trentina, tutti armati – mormorò – sono inoltre disposti a cerchio attorno a noi equamente, oserei teorizzare un 10-11-10 ai tre punti cardinali ad esclusione del muro appena abbattuto, il che ci offre tre possibilità – continuò, aprendo gli occhi e sussurrando in modo che solo i gemelli potessero sentirla – la prima opzione la scarterei a priori: arrenderci. Scarterei anche la seconda, ovvero fuggire dal lato incustodito, sopratutto perché significherebbe saltare nel vuoto, e non è detto che riusciremmo in tempo a frenare la caduta con le nostre illusioni. Inoltre, queste due azioni sarebbero contrastanti al piano iniziale, dopotutto dobbiamo fare il più casino possibile, giusto? – domandò. Kurai annuì, ma Mirai avvertì un bagliore rosso illuminare gli occhi di Katie – Katie... non dirmi che stai pensando di... – ma non fece in tempo a finire la frase: all'improvviso, Katie esclamò – Questo vuol dire che l'unica soluzione è... – e nel dirlo un macabro sorriso deformò il suo volto mentre senza preavviso evocava le Kirislayer e si lanciava fuori dalla capsula urlando – ... farsi strada tra i loro corpi! Kufufueheheheheh! – scagliandosi con ferocia contro la moltitudine di nemici, falciandoli senza pietà ed emergendo illesa dalle raffiche di proiettili che la mancavano come per miracolo, così da poter disarmare i nemici in svariati modi: che il modus operandi fosse la distruzione dell'arma da fuoco oppure il mozzare direttamente mani e braccia non le importava... in breve tempo, le mura della sala si tinsero di un rosso scarlatto in un tripudio di violenza e dolore, il tutto condito dalle strazianti urla di dolore di coloro che ebbero la sfortuna d'incontrare la lama della ragazza.

Poi, non appena anche l'ultimo urlo cessò, nell'area calò un silenzio di tomba, rotto solo dai deboli lamenti dei sopravvissuti che arrancavano cercando di trarsi in salvo e dei passi di Katie che avanzava ammirando la sua opera camminando sopra al sangue sparso per tutto il pavimento.

Ansimando, con occhi assennati, Katie sorrise ripulendosi volto e mani dagli schizzi di sangue, come se fosse completamente impazzita... poi, improvvisamente, i suoi occhi tornarono ad essere espressivi, e fu come assalita dalla consapevolezza di quel che aveva fatto – No... no... cosa... io... – le katane caddero nella pozza di sangue sottostante, mentre si guardava le mani – Sono... sono stata io? – mormorò, nonostante sapesse già la risposta – Ah... no... NOOOOOO!!! AAAAAAAAAH! – urlò a pieni polmoni, in preda al panico.

Kurai e Mirai si lanciarono immediatamente fuori dall'abitacolo, preoccupati dalle urla di Katie che echeggiavano sinistramente nell'innaturale silenzio assoluto che li circondava, impietrendo però prima di poterla raggiungere, inorriditi all'aberrante spettacolo di corpi mutilati e arti vari sparpagliati nei dintorni immersi in una moltitudine di pozze di sangue.

Mirai sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca, tremando appena, mentre Kurai sbiancò voltandosi a guardare Katie con uno sguardo di puro terrore – Ka... Katie... non... Perché? – incapace di muoversi o di aggiungere una qualsiasi altra parola.

Katie, troppo sconvolta perfino per rendersi conto di ciò che le stava succedendo attorno, continuò a fissare con occhi offuscati dalle lacrime le sue mani sporche di sangue, vedendole addirittura trasformarsi in quelle di un demone per una frazione di secondo – Io... sono un mostro... – mormorò piano mentre un'ombra le calava sul volto: questo parve riscuotere i due gemelli – Katie, non dire così...! – esclamò Kurai con voce preoccupata, seguito dal – Tu non sei un mostro, Katie! – di Mirai, ma Katie non volle sentir ragioni – NO! SONO UN MOSTRO! ANDATE VIA, STATEMI LONTANI, O FINIRO' PER UCCIDERE ANCHE VOI! – urlò, correndo via con un agilissimo scatto e lanciandosi fuori dalla stanza a gran velocità prima che potessero fermarla.

Disperato, Kurai urlò – NO! ASPETTA, KATIE-NEE! NON DOBBIAMO SEPARARCI! IL PIANO PREVEDE DI MUOVERCI IN GRUPPI! – lanciandosi immediatamente al suo inseguimento con al seguito Mirai, la quale però scivolò su una pozza di sangue schiantandosi dolorosamente al suolo e rimanendo stordita per qualche istante... scoprendo con orrore, nel momento in cui si rialzò, di essere rimasta indietro – Oh no...! Perché...! PERCHE' DOVEVA SUCCEDERE! E PERCHE' CAZZO PROPRIO ORA! – imprecò furibonda ed intimorita in egual misura, notando però qualcosa che attirò la sua attenzione – Oh? E questo cos'è? – esclamò raccogliendo una chiave magnetica da uno dei cadaveri davanti a lei – Una chiave magnetica? Mh... Beh, potrebbe tornarmi utile – pensò, infilandola in una tasca interna della divisa per poi uscire a sua volta di corsa dalla stanza, nella speranza di raggiungere Kurai e Katie in tempo.

*

Haruo e Rajiv avanzavano correndo nel corridoio da ormai diversi minuti, senza fermarsi: improvvisamente, ormai allo stremo, Rajiv afferrò la maglia del compagno domandando con un sorriso forzato – H-hey, Haruo...! Che ne dici se facciamo una pausa? Non sono abituato a sforzi così fisici, e correre in lungo e in largo senza un'idea precisa non ci porterà da nessuna parte, no? – pronunciando tali parole in tono apatico ma affannato.

Colto alla sprovvista, Haruo si sbilanciò nel tentativo di fermarsi, ma fortunatamente Rajiv intervenne per tempo afferrandolo per la divisa e aiutandolo a tornare saldamente in piedi – Uargh! Grazie, Rajiv! Mh, in effetti non hai tutti i torti. Allora, qual'è il piano? – domandò con una semplicità talmente disarmante che perfino Rajiv esibì uno dei suoi rarissimi cambi d'espressione, aggrottando con stupore un sopracciglio – Beh, riflettiamo. Siamo atterrati nel piano più basso, e questa volta non abbiamo prigionieri da liberare, pertanto i sotterranei sarebbero una perdita di tempo... al pianterreno di un castello solitamente ci sono: l'ingresso, la sala pranzo, la sala da ballo, le cucine, l'armeria e a volte le sale d'addestramento e gli alloggi per la servitù adibita alla cucina, alla cura dei giardini e delle guardie. Dato che noi cerchiamo il capo, probabilmente lo troveremo nella sala del trono, solitamente posta ai piani più alti per motivi di sicurezza: in altre parole, il nostro primo obbiettivo è cercare delle scale che portino al piano successivo. Tutto chiaro? – spiegò in un tono eloquente e sciolto che non si era mai visto prima in lui: impallidendo, Haruo annuì in silenzio, per poi aggiungere – ... certo che sei parecchio informato sui castelli. Come mai? E' una tua passione? – domandò Haruo ammirato e curioso in egual modo.

Con una smorfia, gli angoli della bocca di Rajiv si distesero in un tentativo di sorriso – Si e no: è la cultura generale la mia passione, ed essa comprende tutto: castelli inclusi – spiegò semplicemente, per poi voltarsi dando le spalle al compagno – Ora andiamo, abbiamo perso fin troppo tempo e ho ripreso fiato! – esclamò, preparandosi ad iniziare a correre: ma proprio quando ebbe mosso il primo passo, l'istinto lo spinse ad indietreggiare con un balzo all'indietro... giusto in tempo per evitare un bagliore metallico che saettò proprio nel punto dove si sarebbe dovuto trovare il suo corpo, sollevando per una frazione di secondo un tagliente spostamento d'aria accompagnato da una sagoma in ombra, che poi svanì subito dopo.

Facendo cenno con la mano ad Haruo di restare immobile, Rajiv amplificò i sensi cercando di percepire la presenza dell'avversario, ma tutto ciò che riuscì a fare fu captare dei velocissimi spostamenti d'aria.

Ormai allertato, Rajiv si preparò a bloccare l'attacco del nemico nascosto nell'ombra: l'occasione parve arrivare non appena, forse stanco di essere costretto a saltare da una parete all'altra da quasi un minuto, l'oscura figura decise di partire all'attacco sferrando un assalto frontale a Rajiv, il quale, sfoderando uno dei suoi sorrisi inquietanti, si spostò di lato afferrando con precisione il braccio dell'oscura presenza.

– RAJIV-KUN, ATTENTO! – urlò Haruo, ma il suo grido non riuscì ad avvisare Rajiv per tempo: nonostante saltò in avanti quasi di riflesso all'urlo del compagno, infatti, non riuscì ad evitare completamente la lama del vero nemico, il quale si trovava alle sue spalle.

Il dolore pungente arrivò al cervello solo qualche secondo dopo: era stato colpito solo di striscio, fortunatamente, ma il sangue fuoriusciva copioso.

D'istinto, Haruo evocò Utopia e si frappose fra la losca figura in ombra, in piedi immobile di spalle davanti a loro, e Rajiv, come a volergli fare da scudo umano.

Eppure, nonostante l'assalto di poco prima, egli non sembrava più avere alcuna intenzione di attaccare, almeno per il momento: rigirava infatti una daga fra le mani, la cui lama era imbrattata del sangue di Rajiv, osservandola con interesse.

Fu solo dopo qualche interminabile istante che si decise a parlare – Hey, sei un tipetto tosto! Non è vero, bel fusto? Non ho mai faticato così tanto per fare un "prelievo" di sangue! – esclamò in modo straordinariamente rozzo, in netto contrasto con la voce femminile e delicata.

Come impietriti, i due ragazzi si scambiarono occhiate incredule, cercando di confrontare a colpo d'occhio l'uno le informazioni dell'altro nella vana speranza di capire qualcosa di più della situazione in cui erano finiti.

Per loro fortuna, ci pensò la nemica misteriosa stessa a dar loro le risposte che cercavano: con un gesto elegante ma poco aggraziato ella si tolse il mantello nero che l'avvolgeva, mostrando un camice bianco recante stampato sulla schiena quello che aveva tutta l'aria di essere lo stemma degli Insyder, una croce medica adornata da una corona e avvolta da un serpente dotato di ali angeliche – Benvenuti, pecorelle smarrite, nella dimora del Grandissimo e Supremo Lord Augustus! Io sono Jackie Jade Primerose, e sono stata incaricata di accogliere ed intrattenere personalmente voi Kokuyo. Oh, vi sembra un nome difficile? – aggiunse poi in risposta alle espressioni disorientate dei due ragazzi, mentre con un gesto della mano destra spostava i capelli rosso naturale lunghi fino al mento e spalancava gli occhi castani con riflessi verde smeraldo in un'espressione degna di una teppista – Non fate complimenti allora: chiamatemi Jade! – esclamò, accompagnando il tutto con una lugubre risatina, ancora una volta nettamente contrastante col suo timbro di voce.

Abbozzando un sorriso, Haruo domandò – Hey, ehm... Jade. Che ne diresti se... se ci lasciassi passare senza combattere? Insomma, il nostro unico scopo è scongiurare il rischio nucleare, non abbiamo la minima intenzione di impegnarci in scontri inutili! – con tono amichevole, ma in risposta ottenne solo una gelida ed inquietante espressione da parte della ragazza – “Oh, certo, nessun problema!” ... è quello che mi piacerebbe dirti, ma ecco, vedi... mi spiace, ho l'incarico di preparare il vostro buco del culo ad essere usato come portamatite, e ahimè, non posso proprio rifiutare gli ordini! – disse condendo il tutto con una risatina che rese il tutto più strano di quanto già non fosse.

Cercando di approfittare di questi preziosi secondi di stallo per studiare l'avversaria, Rajiv si ritrovò per la prima volta in vita sua a provare un misto fra curiosità e rabbia: se da un lato trovava estremamente interessante l'atteggiamento ed il linguaggio scurrile di una ragazza dai così bei lineamenti delicati, quasi in maniera comica, dall'altro stava facendo perdere loro un mucchio di tempo... e questo non poteva sopportarlo – Haruo, resta immobile... – mormorò apatico Rajiv, mentre la zona circostante a loro iniziava a vorticare accelerando sempre più: le pareti divennero un tutt'uno col pavimento, quindi quest'ultimo prese a distorcersi dapprima in una grande spirale e poi in un mandala dai mille colori, colori che si tramutarono in scene gore estremamente raccapriccianti mostranti persone orribilmente sfigurate che si strappavano via la pelle e la carne a mani nude, esponendo alla luce tendini, ossa e vasi sanguigni, si cavavano i bulbi oculari con un cucchiaino, si perforavano mani e piedi con enormi aghi di diverse decine di centimetri, si tagliavano di netto la lingua con l'ausilio di un paio di forbici, ed infine si avventarono in massa su Jade, per poi tramutarsi a mezz'aria in riflessi dell'Insyder stessa che presero a loro volta ad automutilarsi, come ad imitare le figure demoniache di poco prima espellendo in aggiunta arti deformati ed organi sanguinolenti dalle bocche, e tutto il soffitto collassava trasformandosi in una colata di sangue denso e sporco che corrodeva qualunque cosa toccasse come fosse acido, investendo in pieno la ragazza, le cui vie di fuga erano state tutte tagliate dai suoi riflessi orribilmente sfigurati...

– Bah, tutto qui? Sembra quasi uno di quei film horror low budget degli anni '70... – commentò pigramente la voce di Jade mentre l'intera allucinazione finiva in pezzi sotto lo sguardo attonito dei due ragazzi: Rajiv, in particolare, sentì come se il suo cuore si fosse fermato per un attimo.

Non poteva crederci.

Sfoderando ancora una volta il sorriso inquietante, Jade bisbigliò cupamente – Suppongo sia il mio turno ora... giusto? – leccando il sangue di Rajiv dalla lama della daga, che ripose subito dopo nell'apposito fodero che teneva legato alla cintura, per poi levare in alto la mano e schioccare con decisione le dita.

Fu come se l'inferno si fosse riversato in terra: tutto quanto attorno a loro divenne magma misto a lava incandescente, nella quale sprofondarono fino alle caviglie avvertendo un bruciore talmente insopportabile da mozzare il fiato e far desiderare di morire, percependo distintamente le loro carni liquefarsi a causa dell'intenso calore con un dolore amplificato di almeno tre volte.

Rischiando lo svenimento per lo shock termico, i due sfruttarono le loro ultime forze per darsi la spinta in un salto che li portò a schiantarsi sopra quella che pareva l'unica zona di pavimento ancora integra e solida, ad eccezione di quella su cui poggiava Jade.

Cercando di riuscire a respirare, lo sguardo di Haruo cadde verso il basso, dove si accorse con orrore dello stato in cui vessavano i suoi piedi e le sue caviglie.

La lava, infatti, aveva letteralmente carbonizzato i suoi arti, e riusciva a vedere distintamente la tibia completamente esposta del piede destro, gravemente danneggiato dall'intenso calore: per il resto, era tutto un ammasso informe di carne abbrustolita e sangue, ridotta talmente male da non poter più nemmeno provare dolore.

Haruo avvertì l'impulso di vomitare, ma qualcosa glielo impedì... una mano putrefatta fuoriuscì dalla lava, afferrando il suo braccio e tentando di trascinarlo con sé.

Urlando disperato, Haruo lottò con tutte le sue forze, ma ben presto scoprì che era in svantaggio numerico: decine di cadaveri quasi totalmente decomposti emersero dalla lava, ormai trasformata nel terreno di un cimitero, e tentarono di trascinare il ragazzo con loro.

Grazie all'istinto di sopravvivenza, Haruo riuscì a riprendere Utopia, mezza sciolta dal bagno nel magma di poco prima, e colpire con forza gli zombie, spezzando i loro fragili arti come fossero grissini, rotolando sul fianco in modo da ritrovarsi al centro della piattaforma... giusto in tempo per vedere Rajiv sbranato vivo da un'orda di esseri mostruosi dalle fattezze umanoidi e terribili, assistendo inerme ai brandelli di carne del compagno volare a mezz'aria per poi ricadere al suolo sparpagliandosi in ogni dove.

– BASTA COSI'! – echeggiò la voce di Rajiv, seguita dal rumore di vetri infranti che accompagnò lo sgretolamento dell'allucinazione.

Stupefatto, Haruo guardò prima sé stesso, poi i dintorni, senza notare particolari strani: era stato tutto solo un lungo, realistico incubo.

Sbadigliando, Jade scosse la testa delusa – Tsk... ti ho sopravvalutato a quanto pare. Sai, mi aspettavo che avresti fermato l'allucinazione prima che arrivasse e non quando ormai vi aveva già imprigionato... evidentemente non ne eri in grado, peccato – commentò con un'espressione di puro divertimento dipinto sul volto.

Haruo, ancora troppo scosso da quello che aveva passato, tremava come una foglia con gli occhi sgranati, guardandosi intorno con sguardo perso nel suo mondo, tanto che nemmeno si accorse della discussione in atto fra Rajiv e Jade – Uhuhuh, non t'illudere, ero semplicemente curioso di conoscere le tue capacità... e devo ammettere di essere impressionato! Sebbene un po' acerba ed irrealistica, la tua allucinazione non era di certo opera di una principiante... confrontandola alle mie risulta giusto di appena un grado inferiore. Stupefacente: come ci sei riuscita? – domandò sfoderando un sorriso terrificante con evidente interesse scientifico.

Avvertendo una vaga sensazione di disagio, Jade parve tornare a provare interesse nei confronti del suo avversario: era freddo, calcolatore e con una pazzia latente che lo portava ad arrivare a pensieri inconcepibili per un comune essere umano... qualità che lei apprezzava moltissimo.

Con un sospiro, alzando le spalle, Jade rimase in silenzio a fissare Rajiv negli occhi: quindi, fingendo un'aria rassegnata, ribatté – E va bene, direi che te lo sei guadagnato. Emperor: Link! – evocando attorno a sé una moltitudine di 0 ed 1.

Questa volta c'era però qualcosa di diverso: tali numeri parevano disposti in tante stringhe numeriche simili a lacci, le quali erano precedute dalle lettere "http", due punti e uno slash e separate a loro volta in maniera irregolare da puntini.

Incuriosito, Rajiv cercò di capire come mai tale disposizione avesse un'aria familiare, ma Jade gli risparmiò la fatica – Tutto questo è reso possibile grazie al mio Emperor, Link. Grazie ad esso, mi basta venire in contatto con il sangue di una persona qualsiasi per stabilire un "collegamento" con essa: tale collegamento mi permette nientepopodimeno di sfruttare... le loro abilità e tratti caratteristici per un breve periodo! Nel tuo caso, infliggendoti quella ferita poco fa – ed indicò il taglio sul braccio del ragazzo – ... ho acquisito la capacità di generare le tue stesse allucinazioni, pur non disponendo di alcuna fiamma! In altre parole, le tue allucinazioni sono inutili contro di me... il che ci rende, tecnicamente, destinati a concludere lo scontro in un pareggio. Se solo non fosse... per questo – e, con un gesto teatrale, cliccò una delle stringhe attorno a sé, materializzando dalle sue mani due enormi lame di Fulmine-0 sotto gli occhi sconvolti di Rajiv – Ah, i bei regali di Plasma! Mi ha fornito una goccia del suo sangue tempo fa, in modo da permettermi di sfruttare questa sua abilità. E ora che farai, caro? La tua unica arma, le Allucinazioni, sono inutilizzabili, mentre io con queste posso ridurti ad un affettato... che ne dici di arrenderti? Se lo farai di tua spontanea volontà, mi limiterò ad amputare le gambe a voi due, in modo da assicurarmi che non intralcerete in alcun modo i piani di Lord Augustus, e lascerò in vita sia te che il tuo amichetto. Mi sembra una proposta ragionevole, giusto? Ah, non preoccuparti, sono una donna di parola, non mi rimangio mai una promessa – aggiunse, fraintendendo l'espressione eccitata di Rajiv con una di angoscia e terrore.

Ma dovette ricredersi molto presto: dopo un paio di secondi di silenzio, infatti, Rajiv si abbandonò ad una risata folle priva di senno e a tratti demoniaca che riuscì a far breccia perfino nel senso di sicurezza nel quale si crogiolava Jade – UHUHUAHAHAHAHAH! Tu... tu pensi davvero che io combatta affidandomi esclusivamente alle allucinazioni?! UHUHUHAHAHAHAHAHA! Credi davvero che io e Vitty sopravviviamo basandoci esclusivamente su un'abilità basata sull'ingannare la mente dell'avversario? Eheh... come al solito. Per qualche strana ragione, ogni tanto appare un qualche nemico che ritiene me e Vitty come i più deboli della Famiglia, visto che combattiamo esclusivamente tramite allucinazioni e siamo sprovvisti di Hell Gear o simili. Hey, piccola Jade, vuoi sapere qual'è la verità? – un sorriso infernale deformò il suo volto – Noi... non ne abbiamo bisogno! Perché la nostra arma... è la nostra stessa mente. E tu, piccola Jade... stai per assistere a ciò che ha causato la morte di qualunque avversario ci abbia derisi o sottovalutato fin'ora – mormorò cupo, chiudendo gli occhi e portandosi le mani ai lati della testa mentre una quantità indefinibile di fiamma si accumulava nella sua testa, venendo come assorbita da essa... finché, dopo pochi istanti, tutto cessò, e Rajiv abbassò le mani, sempre ad occhi chiusi, sorridendo – Ora, sperimenterai sulla tua pelle il nostro personale "Head Gear", un potenziamento dettato dalle superlative capacità della mente umana e ad esse soltanto, senza ausili esterni. Non volevo ricorrere ad una soluzione così drastica... ma non ho altra scelta. Noi dobbiamo proseguire... ad ogni costo! – intimò a voce alta, inspirando profondamente per poi spalancare gli occhi, le cui pupille erano ora un esagramma simile a quello usato nei riti occultisti e di un colore nero intenso in netto contrasto con l'arancione sanguineo delle iridi.

Infine, dopo una breve pausa, urlò in tono apatico – Psycho Dive: RILASCIO! – spalancando le braccia come ad invitare l'avversaria ad attaccarlo.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 - L'erede ***


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Rajiv spalancò gli occhi, le cui pupille erano ora un esagramma simile a quello usato nei riti occultisti e di un colore nero intenso in netto contrasto con l'arancione sanguineo delle iridi, urlando – Psycho Dive: RILASCIO! – spalancando le braccia come ad invitare l'avversaria ad attaccarlo.

Jade, confusa, ripeté – Psycho... Dive? E cosa dovrebbe rappresentarmi quel gesto con le braccia? Vuoi abbracciarmi? – esclamò con un'aria vagamente irritata, serrando la presa sulle lame elettriche e lanciandosi all'attacco – Non ti permetterò di prendermi per il culo! – urlò una volta che fu a pochi centimetri da lui, vibrando un fendente dritto al collo di Rajiv... ma, nonostante la distanza ravvicinata e l'alta velocità del colpo, Rajiv inclinò la testa di pochi centimetri riuscendo a schivare l'incandescente lama al plasma con grande stupore di Jade, che tuttavia non perse tempo ripetendo l'attacco con l'arma impugnata nell'altra mano, ma anche questa volta Rajiv evitò il colpo, sfoderando un sorriso di sfida che mai si era visto prima comparirgli in volto.

Ormai sull'orlo della crisi di nervi, Jade imprecò – MA COME CAZZO E' POSSIBILE!? CHE RIFLESSI HA?! – iniziando a tempestarlo di colpi uno più veloce dell'altro, ma Rajiv li evitò tutti quasi con nonchalance, muovendosi solo quel tanto che bastava ad evitare il fendente, limitando il più possibile la spesa di energie a dispetto di Jade, che si sfiancava ogni secondo di più.

Incredulo, Haruo osservò la scena sconvolto: ciò che lo stupì realmente, tuttavia, non fu la velocità con cui Rajiv evitava gli attacchi, bensì la precisione dei suoi movimenti, come se conoscesse in anticipo la traiettoria dei fendenti di Jade.

Nonostante volesse intervenire per facilitare la sconfitta della sua avversaria, l'istinto gli disse di non intromettersi, poiché Rajiv non glielo avrebbe perdonato: questo, unito alla curiosità di Haruo nello scoprire cosa effettivamente fosse questo "Psycho Dive" lo spinsero a starsene in disparte... almeno per il momento.

Oltretutto, Rajiv sembrava cavarsela piuttosto bene anche da solo: nonostante fino a quel momento si fosse limitato a schivare con quei piccoli movimenti precisi, la sua dimostrazione di forza era solo all'inizio.

Improvvisamente, dopo aver schivato l'ennesimo colpo, spostò la testa in avanti avvicinandosi all'orecchio di Jade per poi mormorare – Ti sei divertita abbastanza piccolina: ora è il mio turno – colpendola immediatamente alla bocca dello stomaco con un pugno fortissimo che le mozzò il fiato, per poi sferrare un rapido quanto preciso calcio rotante alla testa che la schiantò al suolo con forza prima che lei potesse rendersene conto: l'impatto che ne risultò fu così violento che il corpo di Jade rimbalzò per terra, cosa che Rajiv sfruttò per afferrarla al braccio destro e proiettarla contro al muro, dove la ragazza sputò sangue all'urto ed infine si accasciò, senza muoversi.

Con una fitta al cuore, Haruo si voltò di lato con una smorfia: con ogni probabilità, quel volo le aveva spezzato la spina dorsale, o quantomeno causato una commozione cerebrale. Era spacciata.

Una lugubre risata, tuttavia, lo fece trasalire: Rajiv sembrava impazzito – Uhuhuh! Ma come, ho già rotto il mio giocattolo? Eh no, piccolina: non pensare che abbia già finito con te! – esclamò con sguardo folle, scagliandosi all'attacco.

Ma qualcosa lo trattenne: stupito, inclinò la testa... incrociando lo sguardo con quello di Haruo, il quale mormorò con aria piuttosto seria – Hey... basta così, Rajiv. Hai vinto. Non può nuocerci in quello stato: lasciamola lì e proseguiamo, non hai motivo di infierire su un avversario che è a terra – cercando di tirare indietro l'amico, che però si limitò a liberarsi con uno strattone e a scoppiare in un'insana risata – Uh...uhuh... uhuhahahahahah! Non ho motivo d'infierire, dici? Non hai capito nulla dalla vita, caro Haruo. Che gusto c'è a limitarsi a stordire una zanzara quando hai la possibilità di stamparla al muro trasformandola in una spettacolare macchia di sangue? Vuoi forse negare che se lo meriti? Non preoccuparti, come hai detto è già spacciata, ci metterò un attimo, giusto il tempo di... romperla del tutto! UhuhuAHAHAHAHAH! – esclamò, pronto a scagliarsi all'attacco... ma improvvisamente, come avvertito dall'istinto, si spostò di lato, appena in tempo per evitare che il pugno di Haruo lo colpisse allo zigomo.

L'incredulità di Rajiv parve riportarlo momentaneamente alla lucidità, perché esclamò – Haruo-kun! Cosa diavolo...? – fissando negli occhi il compagno, il quale si ergeva imponente con aria furiosa – Che cazzo ti è preso, Rajiv!? Ti ho detto di non infierire su un avversario inerme: è da codardi, e so che anche i nostri Boss la pensano così. Sei impazzito per caso?! Smettila di fare il coglione e muoviamoci ad andare avanti! – urlò visibilmente irritato, sperando che la sua sfuriata fosse bastata a far rinsavire l'amico.

Tuttavia, come ben presto scoprì, si sbagliava: lo Psycho Dive come effetto collaterale rimuoveva tutti i freni inibitori all'aggressività di Rajiv, senza contare che la pazienza del ragazzo in quel momento era pressoché inesistente – Oh, ho capito... ti schieri con loro, quindi? – mormorò in tono lugubre, alzando il braccio destro e tendendo il palmo della mano aperta puntato contro Haruo.

Questo fu troppo per i nervi già tesi del ragazzo: con fermezza e decisione, esclamò – Delta Drive – attivando Utopia e facendola roteare con agilità – No, non hai capito un bel niente: a quanto pare hai bisogno di una bella dose di legnate per ritrovare un po' di senno! Shen, Long – chiamò poi mentalmente i suoi due Spirit – Nel caso lo riteniate necessario, fermatemi: preferisco incassare qualche colpo di troppo che ferirlo seriamente – pensò in modo che solo loro potessero sentirlo: con pacatezza, Shen rispose – Non si preoccupi, mi assicurerò che la violenza non superi certi limit- – ma la ruggente voce di Long lo sovrastò – MA COL CAZZO! UN PO' DI SANE MAZZATE FRA UOMINI FANNO SOLO BENE! WOOO! MASSACRALO DI BOTTE E DIMOSTRAGLI CHE SEI IL MASCHIO ALFA, VEDRAI CHE LA PROSSIMA VOLTA CI PENSA DUE VOLTE PRIMA DI FARE LO STRONZO! – tappando la bocca di Shen impedendogli di replicare.

Con disappunto e preoccupazione, Haruo mormorò fra sé e sé – ... temo dovrò regolarmi da solo... inizio a rimpiangere di non aver avuto il tempo di imparare a controllare il Soul Drive al 100%... tsk... – preparandosi ad attaccare ma, prima che potesse anche solo contrarre un muscolo, una forza invisibile ed incredibilmente violenta lo spedì ad altissima velocità contro la dura parete rocciosa del castello senza nemmeno lasciargli il tempo di rendersene conto.

Stordito e dolorante, riaprì gli occhi giusto in tempo per scorgere il folle sorriso di Rajiv mentre abbassava la mano, ancora col palmo teso, e con sommo sconvolgimento del ragazzo si staccava lentamente dal suolo di qualche centimetro, levitando come fosse un fantasma: questo, unito all'energia invisibile che l'aveva scaraventato poco prima, riuscì a fargli intuire di cosa potesse trattarsi il fantomatico Psycho Dive – ... energia psichica. Ma certo...! Ora ho capito! – sgranò gli occhi, incredulo, irritato ed ammirato allo stesso tempo – Lo Psycho Dive consiste nello sblocco forzato delle capacità latenti del cervello, in parole povere capacità psicocinetiche e... – si rabbuiò, collegando la teoria appena elaborata con quanto visto contro Jade – ... e un'incredibile accelerazione del pensiero, il che comporta il vedere tutto il mondo attorno a te al rallentatore... ho indovinato, Rajiv? – domandò serio, in cerca di conferme ma anche di distrarre il più possibile l'amico.

Nonostante tutto, inaspettatamente, Rajiv parve dargli corda – Corretto: sei decisamente sveglio per essere un miserabile traditore! Sì, lo Psycho Dive consiste nello sfruttare la mia fiamma Allucinazione per accelerare le mie prestazioni cerebrali del 600%, il che porta il mio QI all'incredibile cifra di 924 e mi fornisce alcune capacità che ad un miserabile troglodita come te possono apparire quasi sovrannaturali ma che in realtà sono il semplice trionfo della scienza: capacità di vedere il mondo attorno a me ad una velocità fino a 3 volte inferiore, lo sviluppo di forti capacità psichiche, levitazione inclusa, e un elevato aumento... – s'interruppe un attimo per parare con nonchalance il rapidissimo colpo che Haruo aveva sferrato a sorpresa nella speranza di stordirlo col minor dolore possibile – ... dei riflessi – concluse, quindi contrattaccò con un fortissimo colpo allo stomaco che Haruo intercettò frapponendo Utopia a mo' di scudo, ma Rajiv non perse tempo e mirò un potentissimo cazzotto al volto del ragazzo, il quale tuttavia incassò il colpo stoicamente, sputando sangue e guardando con un sorriso soddisfatto l'espressione stupita di Rajiv – Testa di cazzo, fisicamente ti sono comunque nettamente superiore! – rispose come in un ruggito, sferrando con la mano libera un potentissimo pugno che Rajiv bloccò con una rapidissima parata, accusando però nonostante tutto il colpo – Questa tua tecnica è straordinaria, e non nego di nutrire ora più che mai un fortissimo rispetto nei tuoi confronti, ma... E' INUTILE SE LA TUA FORZA NON E' IN GRADO DI FERIRMI! – altro urlo, altro pugno – SMETTILA DI FARE LO STUPIDO, IDIOTA! – esclamò con ardore, sferrando un dritto che Rajiv accusò particolarmente male – AFFERMI DI AVERE 924 DI QI E NON RIESCI NEMMENO A CAPIRE CHE MI STO SOLO COMPORTANDO DA AMICO IMPEDENDOTI DI DIVENTARE UN ASSASSINO! RIDICOLO! – questa volta la frase fu accompagnata da un rovescio che Rajiv riuscì a schivare per miracolo, non potendo però evitare il cazzotto sferrato dalla mano destra, libera, che riuscì finalmente a mettere a segno il primo colpo al fianco sinistro, spostandolo di qualche centimetro.

Avvertendo il sapore del sangue in bocca, Rajiv parve perdere definitivamente il controllo – SILENZIO, TRADITORE BASTARDO! – sbraitò folle schivando la scarica di pugni dell'amico per poi roteare su sé stesso e affondare il gomito allo stomaco di Haruo, che si piegò senza fiato: approfittando dell'apertura, Rajiv levò in alto la gamba per abbatterlo definitivamente con un calcio dall'alto, ma inaspettatamente Haruo afferrò la gamba e lo sbilanciò spingendolo a terra, immobilizzandolo col proprio peso finché non si ritrovò a pochi centimetri dalla sua faccia: solo allora, col fiato ancora spezzato, esclamò affannato – Per tua... sfortuna... ho una resistenza... al dolore... decisamente superiore al normale...! – mentre spingeva con forza il ginocchio in mezzo alle gambe di Rajiv, che urlò di dolore – Fa male, eh?! Se vuoi che smetto, disattiva questo Psycho Dive del cazzo e torna in te! Non ho tempo da perdere per farti da babysitter, ho una missione da compiere da cui dipende il destino di innumerevoli vite! – condendo il tutto serrando ulteriormente la presa delle mani sui polsi del compagno stritolandoli fino a fermarne la circolazione, nella speranza che il dolore riuscisse in qualche modo a riscuotere la coscienza di Rajiv dal torpore.

Utopia, nel frattempo, giaceva dimenticata per terra in un angolo, sorvegliata da Shen e Long: ormai era diventata una scazzottata fra uomini, e non c'era posto per le armi.

*

Tre figure correvano compatte attraverso un lugubre corridoio scarsamente illuminato di cui non si scorgeva né l'inizio né la fine – H-hey... Yukiko-san...! Non è che sapresti dirmi mediamente quanto 'è lungo un corridoio in un castello? – domandò affannosamente Marsh, senza smettere di correre: Yukiko scosse la testa con disappunto – Non capisco... dall'esterno il castello sembrava sì imponente ma non così enorme, e invece sono letteralmente dieci minuti che corriamo senza meta e senza aver mai preso bivi attraverso un cunicolo che sembra non finire mai... merda, sicuramente abbiamo corso già più di tre chilometri se contiamo tutti i bivi, questo posto è un labirinto! Fermiamoci un attimo, ragazze! Devo... devo riorganizzarmi le idee... – esclamò fermandosi ed immergendosi nei suoi pensieri, mentre Marsh si accasciava sfinita in ginocchio per terra e Kumo si appoggiava alla parete mordendosi il labbro inferiore, visibilmente tormentata da qualcosa – Dannazione, cosa mi sta succedendo...?! La voce... la stessa voce che sentivo da bambina...! Ha ripreso a parlarmi...? Ma perché proprio ora!? – pensò fra sé e sé, portandosi le mani alla testa e comprimendola in modo da attutire la voce incomprensibile che le echeggiava nella mente da quando avevano messo piede nel castello: tuttavia, né Yukiko né Marsh parvero farci caso.

Improvvisamente un rumore nell'oscurità riportò la ragazza coi piedi per terra – Uh?! Chi è là!? – esclamò mettendosi in guardia e strappandosi dal collo la Rebirth Angel forma ciondolo, pronta ad infonderla con la fiamma – Esci allo scoperto! – intimò, mentre anche Yukiko e Marsh scattavano sull'attenti.

Tuttavia, l'essere rimase nell'oscurità, nascosto alla vista, limitandosi ad applaudire piano e rispondere con voce dai toni straordinariamente pacati ed educati – Complimenti per aver notato la mia presenza, ladies, non è da tutti! Si nota che siete persone di un certo livello. Posso cortesemente... – improvvisamente alla voce si aggiunse il rumore dei passi, man mano che una figura indistinta si avvicinava emergendo lentamente dall'oscurità del corridoio – ... chiedervi cosa ci fate nella dimora del mio padrone? – concluse la frase una volta emerso: agli occhi stupiti delle tre ragazze comparve un uomo non molto alto sulla cinquantina caratterizzato da una capigliatura medio-corta originariamente nera, ma che ormai appariva ingrigita dall'età: con eleganza si sistemò l'uniforme da maggiordomo e puntò i vividi occhi verdi sul trio, in attesa di una risposta. Nonostante non avesse più la pelle perfettamente liscia, era ancora decisamente un bell'uomo.

Tuttavia, prima che le ragazze avessero il tempo di proferir parola, il suo sguardo si posò su Kumo, e la sua compostezza parve svanire per un istante – Tu...! Sei la figlia di...! – mormorò piano, incredulo: irritata, Kumo infuse la fiamma nel ciondolo ingrandendo la Rebirth Angel a dimensioni più consone ad uno scontro – Che cosa cazzo vuoi da noi?! Dimmi chi sei TU, piuttosto! Sei uno dei nuovi Zero? Sei un Insyder? Oppure un semplice maggiordomo? – con voce irritata e stanca, che parve riscuotere le sue compagne, le quali superarono il timore iniziale ritrovando la loro risolutezza.

Tuttavia, l'uomo rimase con espressione composta, rispondendo educatamente – Milady, mi scuso profondamente per la mia maleducazione, in effetti il galateo impone che sia io a presentarmi per primo – ed inchinandosi con eleganza – Il mio nome è Blake Lewis, e sono il maggiordomo a capo della servitù di questa magione. Lei è per caso la signorina Kumo Hibari, figlia di Lady Kiara? – domandò con un sorrisetto indecifrabile.

Yukiko e Marsh si voltarono a guardare preoccupate Kumo, la quale aveva serrato la presa sulla falce con così tanta forza che la mano aveva iniziato a tremarle – Come... come sai il nome di mia madre? E che significa quell'appellativo? Lady Kiara?! Rispondi! – esclamò vistosamente agitata, nervosa come non l'avevano mai vista: quello di sua madre era un argomento piuttosto delicato.

Blake tuttavia mantenne la facciata nascondendo la sua soddisfazione: aveva abboccato all'amo – Oh? Ma quindi non ne è consapevole? Povera ragazza... è stata davvero tenuta all'oscuro di tutto per tutti questi anni? Non si preoccupi, milady, le dirò tutto io, ma... potrei chiederle cortesemente di parlarle in privato? Sono argomenti piuttosto personali, e preferisco parlargliene senza spettatori. E' possibile? – domandò con espressione piuttosto seria.

Fiutando la trappola, Yukiko esclamò – Non accettare Kumo, è una... – ma Kumo l'anticipò – Mi credi stupida, forse? E' palese che è una trappola. Ma... proprio per questo ho deciso di accettare la richiesta. Ascolterò quel che ha da dire, e successivamente userò la sua faccia come straccio per i pavimenti. Voi proseguite senza di me, il tempo stringe! Vi raggiungerò non appena risolta questa faccenda! Forza, andate! – esclamò seria, guardando le compagne con la coda dell'occhio: Yukiko parve esitare, ma Marsh le afferrò la maglia – Yukiko-san, Kumo ha ragione... non risolveremo nulla a combattere in tre contro lo stesso avversario, perderemmo solo tempo! Abbiamo una missione la compiere e pochissimo tempo a disposizione per farlo! L'hai detto tu stessa prima di introdurci nel castello, no? – disse d'un fiato, fissandola intensamente.

Con un sospiro, Yukiko si arrese – E va bene, mi avete convinta: andiamo, Marsh-san! Kumo-san... – aggiunse, voltandosi a guardare Kumo con un sorriso – ... non farci aspettare troppo – disse semplicemente, afferrando Marsh per mano ed iniziando a correre finché non furono inghiottite dall'oscurità del corridoio.

Non appena anche il rumore di passi fu svanito, Blake si voltò verso Kumo – La ringrazio per la collaborazione, Milady. Come promesso, risponderò ad ogni suo quesito, sempre che non mi sia stato proibito chiaramente dal mio padrone, s'intende – disse con un inchino rispettoso, ma Kumo schioccò la lingua stizzita – Avanti, finiscila con questa farsa! Lo sappiamo entrambi che era solo una scusa perché non avresti potuto battere tre avversarie combattendoci da solo, per cui rispondi in fretta alle mie domande e combattiamo, non ho tempo da perdere con stupide messinscene! – rispose con tono aggressivo, per poi rendersene conto con un sussulto: che le stava succedendo?

– Io... cosa mi succede? Credevo... credevo di aver soppresso questo mio lato! E allora... perché? No... in realtà so già la risposta... – pensò, rabbrividendo – Ho paura... ho paura di sapere la verità... di rimanerne sconvolta in una situazione già di per sé così precaria. Ma non intendo arrendermi proprio ora, non voglio più vivere nella menzogna – si rincuorò, tornando quindi a fissare truce Blake – Sto aspettando! Come conosci mia madre?! E perché l'hai chiamata "Lady Kiara"? – intimò furiosa, sbattendo con forza il manico della falce sul terreno generando un forte tintinnio metallico.

Tuttavia, Blake rimase immobile ascoltando lo sfogo di Kumo con un'espressione estremamente seria e professionale dipinta sul volto finché improvvisamente esclamò – Signorina, la prego di mantenere un atteggiamento consono al suo lignaggio! Dopotutto, in quanto figlia di Lady Kiara, lei è a tutti gli effetti una Discendente del Divino! – visibilmente irritato ma ancora perfettamente composto.

Kumo, sempre più confusa, lanciò un'occhiata carica di rabbia all'uomo, uscendo definitivamente dalle staffe – Discendente di chi?! Divino che?! Ma che cazzo stai dicendo?! Smettila di parlare in modo così criptico e dimmi come stanno le cose senza giri di parole, razza di pinguino aristocratico deficiente! – urlò, mentre una vena sulla tempia iniziava a pulsarle in maniera pericolosa.

Con un sospiro, Blake alzò le spalle – Come preferisce, signorina. In breve, in quanto figlia di Lady Kiara, lei è... una discendente di Lord Augustus, il Divino. Ebbene si – aggiunse, sfoderando un ghigno divertito in risposta alla faccia shockata di Kumo – Lady Kiara è... o meglio, era, la figlia del Divino, e pertanto Lord Augustus Emperor altri non è che... suo nonno – concluse teatralmente, facendo calare una drammatica atmosfera che parve appagarlo pienamente, mentre Kumo si portava le mani alla testa e sprofondava in un vortice di disperazione ed incredulità.

*

Yukiko e Marsh avevano corso senza sosta da quando si erano lasciate dietro Kumo quando, finalmente, scorsero in lontananza una luce – Ecco! Ci siamo! Quella è la fine del corridoio! – esclamò Marsh, accelerando per uscire il prima possibile da quell'angusto cunicolo: aveva appena messo piede nella stanza illuminata quando udì la voce di Yukiko urlarle un – MARSH, ATTENTA! – che giunse troppo tardi alle sue orecchie: un inaspettato quanto violento pugno allo zigomo destro la spedì malamente a cozzare contro la parete alla sua sinistra, mentre l'uscita del corridoio veniva sigillata da una spessissima parete di ghiaccio.

Avvertendo il pericolo, Yukiko esclamò – Hell Gear! – attivando il Master Ephestous e forgiando nell'immediato un pugnale di fiamma Tempesta solida, pronta a combattere: davanti a lei, tuttavia, si ergeva un volto che, sebbene sconosciuto, le risultò familiare... poi, una volta messa completamente a fuoco la sua avversaria, immediatamente le fu chiaro chi aveva davanti – Tu... sei la stronza che ci ha attaccati prima che giungessimo nel castello, vero? La donna-ghiacciolo – affermò Yukiko con un sorrisetto, guardando Erika stiracchiarsi rilassata – Yukiko Amane! Proprio te cercavo! Tu forgi le tue armi sfruttando la tua fiamma Tempesta, mentre io lo faccio sfruttando la mia: dopo l'umiliazione che mi ha inflitto la tua amica, ho proprio voglia di riscattarmi vincendo un confronto alla pari! Che ne dici, ti andrebbe di farmi da compagna d'allenamento? – domandò la ragazzina con voce suadente, forgiando una lama di ghiaccio e leccandola come se fosse già intrisa del sangue della sua avversaria.

Con un sorriso quasi divertito, Yukiko roteò la lama con abilità e ne generò un'altra nella mano libera – Effettivamente un bel riscaldamento non mi farebbe male prima di scoprire quanti oggetti posso infilare nel culo del tuo capo prima di farlo schiattare – esclamò provocandola deliberatamente, per poi urlare – Fatti sotto, bambola di neve! – lanciandosi all'attacco.


 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 - Doppia imboscata ***


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Kuro si guardò in giro con sospetto come un animale allertato dalla presenza di un pericolo, spostando lo sguardo da una parete all'altra dell'enorme sala in cui si erano ritrovati: tuttavia, nonostante l'istinto gli suggerisse la presenza di un nemico celato, non riuscì a scorgere niente, e ciò contribuì ad aumentare il suo nervosismo.

Fu per questo che, dopo qualche minuto, la voce spazientita di Ame giunse alle sue orecchie – Hey, signor Kuro, è proprio sicuro che siamo in pericolo...? Stiamo perdendo un sacco di tempo, non è meglio proseguire? – domandò, mantenendo un tono rispettoso ed educato, mentre Kyle aggiunse – Già, propongo di avanzare e basta! Dopotutto siamo venuti fin qui preparati a combattere, giusto? Basterà restare all'erta mentre avanziamo, e coi tuoi sensi sovrumani non avremo alcun problema, ne sono convinto. E poi... – un sorriso inquietante comparve sul suo volto – ... fare il culo a questi stronzi è il motivo principale per cui ho deciso di partecipare a questa operazione. Non permetterò più che quei rifiuti si approfittino delle persone per i loro sporchi obbiettivi – esclamò con fervore serrando con forza la mano destra in un pugno.

Con un sospiro, Kuro annuì – Già, avete ragione: il tempo a nostra disposizione è limitato, e dopotutto non servirebbe a niente sprecarlo alla ricerca di un pericolo invisibile, nya. Va bene, proseguiamo, vado per primo! – esclamò lanciandosi con agilità verso la fine del lungo corridoio, ritrovandosi all'ingresso di un'immenso stanzone... per poi, improvvisamente, cambiare traiettoria all'ultimo secondo gettandosi di lato, allertato nuovamente dal suo istinto animale che questa volta colse nel segno: una gigantesca esplosione si diramò improvvisamente per la stanza in penombra, illuminandola di una luce accecante seguita da un boato spaventoso che dilaniò il pavimento e le pareti circostanti come se fossero di burro, sollevando una gigantesca quantità di polvere e detriti che costrinse Ame e Kyle a coprirsi gli occhi con le braccia per evitare che i frammenti di pietra li danneggiassero, mentre Kuro si ritrovò sbalzato via dalla potentissima onda d'urto che seguì la deflagrazione, volando attraverso una parete e ritrovandosi nella stanza attigua in stato di semi-incoscienza.

Con sforzo incredibile, Kuro rotolò sul lato ritrovandosi a pancia in giù per tentare poi di rialzarsi nonostante lo stordimento, aprendo piano gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco l'ambiente circostante, riuscendoci giusto in tempo per vedere l'accesso alla stanza crollare con un boato subito dopo il passaggio di una figura nascosta nell'ombra che si avvicinò a lui con un fiero ghigno sfoderato sotto al cappuccio – Eheheh! Non mi aspettavo niente di meno da te, Kuro. O meglio... XY121013 – esclamò questi, scoprendosi il volto con la mano sinistra mentre caricava una fiamma simile a lava liquida in quella destra – Mi chiamo Ba'al, e sono impaziente di giocare con te. Avanti, alzati, stupido felino, so benissimo che ci vuole ben altro per danneggiare seriamente il tuo corpo, dopotutto sei il capolavoro degli Estraneo! Se nella tua patetica famiglia c'è qualcuno con cui posso divertirmi davvero, quello sei tu – disse, per poi sferrare un pugno ricoperto di fiamma Magma-0 dritto alla testa di Kuro, il quale seppur ancora disorientato riuscì grazie al suo istinto a compiere un balzo felino appena prima che le nocche si abbattessero sulla sua tempia, facendo sì che il pugno colpisse il suolo causando una piccola esplosione, sufficiente però ad aprire un buco sulla superficie.

Tuttavia, lo shock emotivo dovuto alla morte scampata per un soffio ebbe un effetto insperato: ritrovata la lucidità, Kuro si rialzò, sfoderando a sua volta un sorriso – Hey, Ba'al... che ne diresti di levarti e di farmi passare? Sai, ho una certa fretta, nya – domandò in tono tranquillo, come se fosse la cosa più normale del mondo da dire a chi ha appena cercato di ucciderti: fu quindi piuttosto comprensibile la reazione spiazzata di Ba'al, che tutto si aspettava fuorché una domanda così stupida – Hey, XY, l'esplosione ti ha confuso il cervello? Ti sembro forse uno che ha intenzione di farsi da parte e permettere a degli stupidi mocciosi che puzzano ancora di latte di scorrazzare liberi nella sacra dimora del Divino? – sbraitò furioso, sentendosi preso in giro: eppure, ciò non smosse Kuro minimamente, che si limitò ad alzare le spalle – Ecco, hai visto? Non ci voleva tanto. Se davvero vuoi combattere con me, non serve sputare sopra la tua dignità... sempre che tu effettivamente ne abbia una, intendo – e, nel dirlo, sorrise soddisfatto nel vedere il volto di Ba'al contorcersi in una smorfia iraconda – Insultare i miei compagni nel tentativo di farmi arrabbiare è patetico perfino per un verme delirante come te, nyahahahah! Tutto ciò che devi fare se vuoi spingermi a lottare contro di te... – le sue iridi si restrinsero diventando simili a quelli di un gatto, mentre la fiamma Ombra avvolgeva le sue mani assumendo la forma di un paio di artigli – ... è cercare di sbarrarmi la strada per impedirmi di raggiungere il mio obbiettivo. Come dicevi prima? Che sono l'unico della mia famiglia che potrebbe farti divertire? La vera domanda è... sarai in grado di resistermi almeno per un minuto? – per poi abbassarsi e lanciarsi all'attacco sfruttando le gambe come fossero delle molle urlando – HELL GEAR! ATTIVAZIONE, NYA! – trasformandosi durante la carica mentre un furioso Ba'al sgranava gli occhi iniettati di sangue in un'espressione di pura furia cieca preparandosi a colpirlo – TI AMMAZZO, GATTO DI MERDA! – avvolgendo le sue braccia con la fiamma Magma-0 e preparandosi all'impatto.

*

Era ormai passata una decina di secondi dall'esplosione: pensando che ormai il pericolo detriti fosse passato, Ame decise a riaprire gli occhi in modo da poter individuare un'eventuale nemico che avesse approfittato del caos per attaccarli di sorpresa ma, complice la polvere sollevata che ancora tardava a diramarsi, non riuscì a scorgere nulla.

Senza abbassare la guardia, si guardò intorno alla ricerca di Kyle, accennando un sorriso quando lo vide appena dietro di lei – Tutto bene, Ame-neechan? – domandò con aria seria senza guardarla, occupato a cercare il minimo movimento nella foschia.

In risposta, Ame annuì con tono deciso – Non preoccuparti, Kyle-oniichan, Ame si è allenata molto, non verrà certamente sconfitta da un po' di polvere! Anche se è piuttosto fastidiosa...! – disse concludendo la frase con dei colpi di tosse, ma rimanendo vigile e attenta in cerca di un nemico che non si decideva ad uscire allo scoperto.

Dopo un paio di minuti di tensione immersi nel totale silenzio ed una volta che la polvere si fu diradata completamente, i due decisero all'unanimità che il nemico, chiunque fosse, non aveva alcuna intenzione di palesarsi e di conseguenza era inutile sprecare altro tempo in attesa che si decidesse ad attaccarli: senza proferire parola, i due si guardarono negli occhi capendo al volo le intenzioni dell'altro, annuendo e avanzando con cautela alla ricerca di Kuro, il quale era stato separato da loro dall'esplosione.

Superato il largo corridoio si ritrovarono all'ingresso di un'enorme stanza grande quanto un anfiteatro, o perlomeno a ciò che ne restava: la maggior parte di essa presentava infatti un immenso buco, e ciò che restava intatto del pavimento appariva instabile e pronto a cedere da un momento all'altro, rendendo la stanza totalmente inagibile.

Con espressione preoccupata, Ame alzò lo sguardo vero Kyle – Kyle-oniichan... non c'è traccia del Signor Kuro e non possiamo proseguire... cosa facciamo? Il corridoio dal quale siamo venuti e' troppo lungo per tornare indietro, sprecheremmo un'infinità di tempo a ripercorrerlo e ritrovarci al punto di partenza! – domandò preoccupata, spostando lo sguardo alternativamente dal ragazzo alla voragine, cercando di pensare ad una soluzione senza riuscire a trovarla.

Fortunatamente per lei, Kyle era piuttosto bravo nell'improvvisare – Non preoccuparti, Ame, ho un'idea – rispose accarezzandole la testa mentre la superava ed estraeva dalla tasca un filo di nylon – Sapevo che mi sarebbe tornato utile! Ecco – esclamò, infondendo nel piccolo filo una grossa quantità di fiamma Nuvola-0 che lo estese in spessore e lunghezza fino a renderlo una spessa e lunga corda semitrasparente che raggiungeva il piano sottostante per poi assicurarla ad una colonna con un nodo da marinaio – Perfetto, così dovrebbe reggere! Vado prima io: se regge il mio peso, reggerà sicuramente anche il tuo – non perdendo altro tempo e scendendo immediatamente con grande agilità scivolando sulla corda senza intoppi di alcun tipo – Perfetto, è sicura! Vieni, vedo una luce in lontananza qua sotto, cerchiamo un modo per tornare al piano successivo! – urlò in lontananza dalla stanza sottostante: senza esitazione, Ame scese a sua volta, dopodiché Kyle riportò nuovamente la corda alle sue dimensioni originali e la ripose accuratamente nella tasca – Perfetto, e ora... uh? Che succede, Ame? – domandò abbassando lo sguardo verso la ragazzina – Kyle-oniichan... Ame non vede il Signor Kuro... pensi che sia...? – domandò con voce preoccupata, indicando le grosse macerie sparse per il pavimento.

Improvvisamente, Kyle parve realizzare la gravità della cosa – Ah.. non ci ho fatto caso perché il pavimento disastrato mi ha colto di sorpresa, ma se Kuro non era dove eravamo prima... no, cazzo no! – esclamò sbiancato dall'ansia iniziando a sollevare e spostare via più macerie che poteva – Kuro! Kuro! Sei qui sotto? Ti prego, se sei vivo rispondi, urla, fai qualcosa, almeno ti identifichiamo! – mentre Ame correva a dargli una mano.

Improvvisamente, però, un applauso li riscosse dalla loro febbrile ricerca: un individuo indossante la divisa con cappuccio degli Zero Zwei si avvicinò lentamente verso di loro, battendo le mani – Guarda guarda chi si rivede! Il traditore e la piccola merda! Se state cercando il vostro patetico sacco di pulci è impegnato a far divertire il mio collega, lassù – e, nel dirlo, puntò il dito indice verso una zona corrispondente al piano superiore – Visto che è sopravvissuto all'esplosione, Ba'al ha ben pensato di giocare un po' con lui: oh, ma a me va benissimo, almeno vi avrò tutti per me. Sapete, ho un conto in sospeso con voi piccoli figli di puttana – mormorò piano, passandosi la lingua sulle labbra – Che ne dite, cominciamo? – domandò con voce maniacale.

Ame avvertì un brivido freddo percorrerle la spina dorsale: quella voce le era tremendamente familiare, eppure non riusciva ad identificare a chi apparteneva, come se il suo cervello avesse rimosso completamente il ricordo ad esso correlata.

Improvvisamente udì la mano di Kyle appoggiarsi sulla sua spalla, cosa che la riportò alla realtà – Ame-neechan... resta al sicuro. Lo affronterò, tu nel frattempo cerca una via d'uscita, non possiamo perdere altro tempo! Chiaro? – sussurrò in modo che solo lei potesse sentirlo.

Per un istante, Ame pensò di opporsi, di combattere anche lei... ma la preoccupazione che avvertiva nella voce di Kyle la spinse ad obbedire – Ame... Ame ha capito. Vai, Kyle-oniichan, non permettergli di sconfiggerti, io intanto cercherò una via d'uscita! – rispose, iniziando a guardarsi intorno in cerca di una scappatoia mentre Kyle si avvicinava al misterioso nemico infilandosi la mano destra nella tasca per poi riemergere impugnando saldamente un paio di spilli da cucito, senza perdere di vista l'avversario nemmeno per un secondo, attendendo il momento giusto per attaccare – Dal modo arrogante e confidenziale con cui ti sei rivolto a noi poco fa non sembri uno che sa chi siamo solo grazie a delle informazioni raccolte, ma qualcuno che ci conosce bene... chi sei? Indossi una divisa simile a quella di noi ex-Zero, ma gli unici sopravvissuti del progetto siamo io e Ame, e non conosciamo nessuno degli Zero Zwei – affermò Kyle, come se non fosse una domanda ma un'accusa.

In risposta, il misterioso figuro scoppiò in una risata fragorosa – Buahahahah! Sei ancora più imbecille di quanto ricordassi! Per iniziare... cosa ti da la certezza che tu e la mocciosa di merda siete gli unici sopravvissuti? – rispose con semplicità, spalancando le braccia come ad invitarlo ad attaccare – Ma forse è meglio rinfrescarti la memoria. Avanti, attaccami! Attaccami con il colpo più potente di cui disponi! – con tono provocatorio.

Kyle non si fece ripetere l'invito due volte – Nah, mi basta questo per far pentire un idiota della sua arroganza! – lanciando i due spilli come fossero proiettili: a circa metà del tragitto essi iniziarono a clonarsi ad un ritmo impressionante, fino a diventare una vera e propria pioggia acuminata sparata in orizzontale diretta al petto del nemico, il quale non mosse il minimo muscolo, come se non avesse aspettato altro fino a quel momento: con un ghigno, mormorò – E con questo, diamo il via alle danze! – nello stesso istante in cui una forte fiammata Tempesta-0 disintegrava al contatto tutti gli spilli, causando un forte shock sia in Kyle che in Ame: l'avevano riconosciuto.

Con la voce spezzata da un turbinio di sentimenti negativi quali odio e rabbia, Kyle esclamò a denti stretti – ... Eefrith, maledetto bastardo... quindi sei ancora vivo? Pensavo che quella volta eri stato adeguatamente sistemato da Vittiv, ma è evidente che mi sbagliavo... – mentre estraeva dalla tasca un taglierino – Ma questa volta mi assicurerò che di te rimanga solo un freddo ed immobile cadavere! – il taglierino decuplicò di dimensioni divenendo una simil-spada con cui si lanciò all'attacco di Eefrith, il quale nel frattempo si era tolto il cappuccio mostrando il volto un tempo appartenuto a G.

– KYLE-ONIICHAN, ASPETTA! –

La voce di Ame raggiunse le orecchie di Kyle appena in tempo: prima che potesse accorciare troppo la distanza di sicurezza, infatti, si fermò senza però distogliere lo sguardo dall'avversario – Che cosa vuoi, Ame?! Non è il momento di distrarmi! – esclamò in modo piuttosto brusco per via del fervore del momento... ma la ragazzina parve non farci caso, avanzando a passo deciso verso di lui – Kyle-oniichan... non puoi battere Eefrith... utilizzando delle armi convenzionali è impossibile ferirlo, ed inoltre la sua fiamma è estremamente pericolosa! Però... però Ame può farlo. Ame si è allenata tanto, e la sua fiamma è in grado di indebolire quella di Eefrith! Permetti ad Ame di affrontarlo, per favore! – chiese in modo deciso e risoluto, ma Kyle scosse violentemente la testa – NO, è fuori discussione! Se ti succedesse qualcosa... io... – strinse i pugni, come a voler cancellare il pensiero negativo che si era insinuato dentro di lui, ma Ame non si arrese – Kyle-oniichan... tu hai sempre protetto Ame fino ad oggi, e Ame ti è grata per questo... ma questa volta, solo per questa volta, lascia che sia Ame a proteggere te – sussurrò con un sorriso, superandolo e ergendosi davanti a Eefrith con uno sguardo determinato mai visto prima in lei: Eefrith parve deluso dal cambio di programma – Naaah, ma davvero? Cioè, vuoi sul serio affrontarmi di nuovo? Non ti era bastata la lezione dell'altra volta? – esclamò sbuffando, ma Ame aveva la risposta pronta – Ame pensa che uno sfigato che si lascia sconfiggere dalla sua stessa mente non ha il diritto di sottovalutarla – disse con tranquillità, zittendo Eefrith per qualche istante e causando un silenzio di tomba rotto solo dalle fragorose risate di Kyle, che parve tranquillizzarsi: non aveva mai visto Ame così risoluta e calma.

Sfortunatamente, l'atmosfera tornò subito ad appesantirsi quando la mano di Eefrith venne avvolta dalle fiamme Tempesta-0 – Mi piace la tua sfrontatezza, stronzetta, ma sfortunatamente per te ho una certa fretta, per cui eliminerò subito te e il traditore e proseguirò per la mia strada! – urlò con sguardo folle, sferrando un pugno ad Ame, la quale rimase immobile fino all'ultimo istante piegandosi poi all'indietro evitando il colpo, quindi poggiò la mano destra per terra e con agilità eseguì una perfetta spazzata alle gambe di Eefrith che, colto il contropiede, si sbilanciò: a quel punto, Ame eseguì una rotazione di 180° a mezz'aria concludendo l'azione con un poderoso calcio al fianco scoperto del nemico che si schiantò al suolo con un suono secco.

Senza perdere altro tempo, Ame si rialzò con agilità – Ame non è più la bambina debole e fragile che conoscevi, Eefrith! Ame si è allenata giorno e notte per diventare più forte, per proteggere coloro che ama! – esclamò, caricando il palmo della mano destra con una grossa quantità di fiamme Pioggia-0 e generando una barriera improvvisata all'urlo di – Scudo di pioggia! – bloccando appena in tempo una colpo a base di fiamma Tempesta-0 lanciato a tradimento da Eefrith, che però la distrasse quel tanto che bastò per consentirgli di rialzarsi – Eheheh... ahahahah! Ok, ritiro tutto, mocciosetta: ammetto che mi hai stupito. Sai, quando eri schierata dalla nostra parte non avrei scommesso un singolo centesimo su te, e invece sei perfino più divertente di quel traditore inutile! Fammi solo un favore... non romperti subito come l'altra volta, ok? – anche l'altro braccio venne avvolto dalle fiamme mentre si lanciava all'attacco: Ame ricoprì a sua volta le braccia con la propria fiamma in modo da non finire disintegrata al contatto ed infine partì all'attacco a sua volta.

I due contendenti avanzarono finché non furono abbastanza vicini da ingaggiare lo scontro: il primo a prendere l'iniziativa fu Eefrith, che sferrò un gancio laterale avvolto dalle fiamme al volto di Ame, la quale ebbe però i riflessi necessari a deviare il colpo con il braccio destro e, resistendo al dolore della scottatura che le causò il contatto con la fiamma nemica, contrattaccò con il pugno sinistro che affondò nella faccia di Eefrith, ma lo ritrasse subito avvertendo un intenso dolore bruciante alle nocche, causando un'apertura nella sua guardia che Eefrith sfruttò per afferrarle la gamba, che Ame fortunatamente riuscì a proteggere con uno strato di fiamma, e scagliarla a mezz'aria, dove la colpì con un poderoso pugno alla pancia che le bruciò il vestito nel punto colpito e le ustionò la pelle, spedendola a schiantarsi contro i detriti un paio di metri più in là.

Nonostante i danni subiti, tuttavia, Ame si rialzò praticamente subito, un po' barcollante, e si lanciò subito nuovamente alla carica – P-pugno del tempo! – urlò sferrando un pugno avvolto dalla Pioggia-0 contro lo zigomo di Eefrith, ma questi intercettò il colpo afferrandolo con un rapido movimento, aumentando l'intensità della Tempesta-0 per arroventarle la pelle sempre di più, col risultato che Ame lanciò un urlo straziante – Ma come, ti sei già rotta? Dopo tutte quelle belle parole? Dai, resisti un altro po': mi aspetto di più dai miei giocattoli! – ghignò Eefrith, colpendola con una ginocchiata alla bocca dello stomaco facendole sputare sangue per poi afferrarla per la testa e lanciarla via come fosse un pallone, seguendola di corsa e infierendo con un calcio al fianco non appena il suo corpo rimbalzò sul terreno, spedendola a schiantarsi contro un grosso detrito del soffitto crollato e seguendola per poter infierire ulteriormente.

Questo fu troppo per Kyle: furioso come non mai, urlò – EEFRITH! ORA BASTA! NON OSARE TOCCARLA! – lanciandosi di corsa all'attacco: mentre avanzava, ogni cosa che sfiorava prese a moltiplicarsi e a crescere di dimensioni, man mano che caricava la fiamma sul suo braccio destro e lo ingrandiva di decine di volte, finché non raggiunse i 5 metri di lunghezza e i 2 di diametro, rendendolo come il braccio di un titano – SEI FINITO, TI ELIMINERO' DEFINITIVAMENTE! – urlò caricando il colpo.

A nulla servì il disperato – NO, KYLE-ONIICHAN! NON FARLO, AME PUO' ANCORA LOTTARE...! – lanciato da Ame: Kyle era in preda ad una furia cieca, e non vedeva altri che il suo nemico davanti a lui – BRACCIO DESTRO DI YMIR! – urlò a pieni polmoni, sferrando il pugno dalle proporzioni colossali contro Eefrith, generando un'energia cinetica impressionante che da sola bastò a spostare il corpo leggero di Ame, la quale venne spedita rotolando a qualche metro di distanza mentre con un boato d'impatto fragoroso il colpo centrava il bersaglio.

Ma questo fu l'errore di calcolo peggiore mai commesso da Kyle.

Senza spostarsi di un millimetro, Eefrith sfoderò un ghigno folle, mormorando – Scacco matto al re – con tono glaciale: davanti agli occhi inorriditi di Ame, l'enorme braccio di Kyle esplose in decine di frammenti di carne avvolti da fiamme Tempesta-0, la quale li corrose ad una velocità tale che finirono in cenere prima ancora di toccare terra.

Con un urlo di dolore straziante, Kyle cadde in ginocchio portandosi tremante la mano sinistra a coprirsi il moncherino insanguinato di carne: Eefrith scoppiò in una fragorosa risata di giubilo, mentre Ame rimase in silenzio inerme e con sguardo vitreo, guardando la scena quasi con distacco, come se non fosse fisicamente presente lì in quel momento.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 - Risveglio ***


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Kyle strinse i denti cercando di resistere al dolore insopportabile causato dalla perdita del braccio, mantenendo il sangue freddo ed estraendo dalla tasca il filo di nylon che usò per fermare l'emorragia legandoselo attorno al moncherino, per poi rialzarsi con fermezza, barcollando per via del baricentro spostato dallo squilibrio di peso – ... Ame. Scappa.– mormorò con decisione, preparandosi a combattere: Eefrith si passò la lingua sulle labbra bagnate dagli schizzi del sangue di Kyle, assaporandolo come fosse una leccornia – Oooh? Questa è bella, vuoi combattere ancora? Non ti è bastato diventare asimmetrico per capire che non puoi minimamente sperare di competere con me? – esclamò con semplicità, mentre ricopriva ancora una volta mani e braccia con le fiamme Tempesta-0 – Ti rendi conto che ti ho ridotto così col minimo sforzo? Perfino se tu entrassi nello stato di Hyper Overflow non riusciresti a tenermi testa: questo perché sei un fallimento, un essere inferiore, e lo dimostra il fatto che hai tradito il Divino, colui che ti aveva accolto nel momento del bisogno offrendoti un tetto ed un pasto caldo! Ed è per questo che verrai eliminato come il parassita che sei – disse semplicemente, avvicinandosi verso di lui lentamente.

Nuovamente, Kyle urlò – Ame, scappa, dannazione! Lo... lo terrò impegnato io, tu approfittane per scappare! – ma Ame non si mosse, limitandosi a mormorare – Kyle... oniichan... il tuo braccio... il tuo braccio è...! – come se fosse paralizzata in uno stato di trance.

Disperato, Kyle tentò ancora una volta di riscuoterla – AME, PORCA PUTTANA! NON MI IMPORTA SE MUOIO, MA TU DEVI VIVERE! DEVI FARLO PER ME, E PER TUTTE LE PERSONE DEL MONDO! NON PERDERE TEMPO, VATTENE, CAZZO! – portandosi poi la mano sulla grossa ferita, che aveva iniziato a pulsare per lo sforzo.

Tuttavia, la reazione di Ame fu totalmente inaspettata – Scordatelo, Kyle – mormorò piano, con voce talmente gelida e fredda che perfino Eefrith si bloccò per voltarsi a guardarla.

Sconvolto, Kyle disse implorante – Ti prego, non è il momento di fare i capricci... per favore... non voglio che ti succeda qualcosa! Fallo per me, Ame! Non voglio... non voglio perdere anche te! – ma la ragazzina rimase impassibile: lentamente si rialzò, mantenendo lo sguardo fisso su Eefrith – No, Kyle... non questa volta. Ame... Ame non fuggirà anche questa volta. Ame è stanca... Eefrith ha sempre trattato Ame come se fosse un animale, prendendola a calci e facendo il prepotente... poi ha cercato di fare del male a Yuniko... e ora... ora ha distrutto la carriera di Kyle per sempre... ora Kyle non potrà più giocare a basket, allo sport che lo rendeva tanto felice. Ame... AME NON TI SOPPORTA PIU', EEFRITH! – urlò a pieni polmoni l'ultima frase, mentre contemporaneamente un'immensa aura di fiamme Pioggia-0 la ricopriva lasciando di stucco sia Kyle che lo stesso Eefrith – Non... non è possibile... Ame ha effettuato un Hyper Overflow spontaneo?! – mormorò incredulo Kyle.

Ma non era finita.

Lentamente, man mano che il respiro della ragazzina si faceva sempre più intenso, l'aura sembrò stabilizzarsi, rimpicciolendosi fino a scomparire del tutto, nonostante la pressione nell'aria sembrasse aumentare – Ed è per questo... che Ame... no... che IO... ti eliminerò definitivamente! – mormorò infine Ame, rompendo il silenzio che si era venuto a creare: un'esplosione di fiamma ancora più potente della precedente avvolse il corpo della ragazza, ma questa volta non fu l'unico cambiamento il lei.

Pian piano, i capelli e le iridi degli occhi assunsero interamente la sfumatura di colore della fiamma Pioggia-0 emanando un lieve bagliore, come se fossero saturi di energia, e violente scariche elettriche presero a saettare attorno all'enorme fiamma che racchiudeva il suo corpo: inoltre, tutti i muscoli del suo corpo subirono una tonificazione generale, come se fossero il risultato di lunghi e severi allenamenti, e qualsiasi cosa sfiorasse le sue fiamme rallentava fino a raggiungere un perfetto stato di stasi.

A questo punto, Kyle smise di ragionare lucidamente – Ame...? Ma che cosa... cosa è... – farfugliò confuso, senza capire cosa stesse succedendo, ma involontariamente fu proprio Eefrith a chiarire i suoi dubbi – No... non può essere...! Il motivo per cui il Divino diede il via allo Zero Project... lo stato assoluto di sublimazione della fiamma... come... COME HA FATTO QUESTA MOCCIOSA A RISVEGLIARSI? COME HA POTUTO RIUSCIRE DOVE NOI TUTTI ABBIAMO FALLITO? Male... maledizione! TI AMMAZZERO', PICCOLA SCROFA, E USERO' QUELLA TUA PICCOLA TESTA DI CAZZO COME VASO DA NOTTE! NON TI PERMETTERO' PIU' DI UMILIARMI! – urlò questi lanciandosi all'attacco, caricando i pugni ricoperti dalle fiamme – CREPA! – disse quindi sferrando il primo attacco, ma Ame con riflessi impressionanti evitò il colpo spostandosi di lato per poi afferrare il braccio: quindi, con un rapidissimo gesto di leva lo proiettò con forza incredibile a cozzare contro il muro dall'altro lato della stanza, iniziando poi ad avanzare lentamente verso di lui – Io ti odio, Eefrith... io non ti perdonerò mai. Mi assicurerò che tu smetta di essere un pericolo per le persone... ti finirò con le mie mani! Ti pentirai di aver osato far del male a mio fratello!! – mormorò gelida lanciandosi all'inseguimento di Eefrith, il quale si rialzò appena in tempo per schivare il potentissimo pugno di Ame, colpo a cui seguì un agile calcio laterale che l'uomo parò appena in tempo, avvertendo però le braccia intorpidirsi – Cazzo...! La fiamma Pioggia-0 ha iniziato ad avere effetto perfino su di me?! Così non va, ogni colpo che subisco rallenta i miei movimenti... argh! – schivò appena in tempo un poderoso pugno diretto alla sua faccia, inclinando la schiena – ... e quel che è peggio è che questa puttana tascabile mi attacca incessantemente! Ma se speri di sconfiggere uno come il sottoscritto... sei sulla strada sbagliata! – immediatamente dopo colpì Ame con una ginocchiata in pieno basso ventre, sbilanciandola a mezz'aria e afferrandole la testa con entrambe le mani per poi schiantarla a terra applicando abbastanza forza da causare un impatto notevole con il suolo, impatto che normalmente avrebbe ucciso una qualsiasi bambina della sua età.

Eppure, Ame si rialzò come se avesse accusato il colpo poco e niente: ripulendosi il sangue fuoriuscito dal naso e dal labbro spaccato, mormorò ancora una volta – Non ti perdonerò mai, Eefrith! Non mi fermerò finché non sarai morto! – sfoderando un inconfondibile sguardo ricolmo di puro e sincero intento omicida prima di scagliarsi contro Eefrith bersagliandolo di pugni intrisi di Pioggia-0, tuttavia Eefrith si abbassò di scatto colpendo con forza il terreno, generando un'onda d'urto rovente che sbilanciò la ragazzina consentendogli di caricare molta più fiamma del normale nel pugno destro – E' il momento di fare sul serio ora! – ghignò sferrando un colpo fiammante che costrinse Ame a passare ad una forma difensiva rannicchiandosi a mezz'aria per evitare di finire disintegrata dal colpo, col risultato che fu lei ad essere sbalzata a terra questa volta, consentendo ad Eefrith di rialzarsi e di iniziare letteralmente a calpestarla, sottolineando ogni colpo con un insulto.

Kyle dovette lottare contro l'istinto che lo spingeva ad intervenire, il quale cercava continuamente di sopraffare la ragione: fortunatamente per lui, non bastò questo a fermare Ame, la quale rotolò di lato per schivare uno dei furiosi pestoni alzandosi con agilità in una sorta di verticale con il quale sferrò un calcio dal basso verso l'altro alla faccia di Eefrith stordendolo per qualche istante, tempo che lei sfruttò per rialzarsi in piedi e, nonostante sembrava avesse iniziato ad accusare i colpi subiti data la postura barcollante, non aveva la minima intenzione di arrendersi – Non... non è ancora finita, Eefrith! Ho appena iniziato!! – mormorò iniziando ad accumulare fiamma, col risultato che l'aura di Pioggia-0 attorno a lei triplicò d'intensità, così come le violente scariche elettriche bianche – NEPTUNE BREAKER! – urlò improvvisamente lanciandosi all'attacco con uno scatto terrificante travolgendo Eefrith come un treno in corsa avvolto dalle fiamme mandandolo a gambe all'aria, quindi concatenò un'incredibile combo di colpi: per prima cosa, sferrò un pugno dal basso verso l'alto centrando il ventre del nemico, sbilanciandolo ancora di più, quindi lanciando un urlo selvaggio prese a bersagliarlo di colpi nello stesso punto continuando a farlo restare a mezz'aria, concludendo infine con un acrobatico salto mortale che sfruttò per schiantarlo a terra con un poderoso calcio alla schiena, per poi ruzzolare a terra piuttosto provata dalla fatica.

Kyle sgranò gli occhi, talmente incredulo da non provare più dolore: quella era veramente Ame? Che fine aveva fatto la ragazzina dolce e innocua con cui aveva sempre avuto a che fare?

Ma non ebbe tempo per pensarci troppo: Eefrith, approfittando della stanchezza di Ame, aveva estratto un piccolo oggetto sferico dalla tasca e lentamente lo stava avvicinando alla bocca – AME, FERMALO! VUOLE INGHIOTTIRE UNA PILLOLA DELL'ULTIMO DESIDERIO! – urlò, riscuotendo la ragazza che subito si rialzò in piedi lanciandosi verso di lui per strappargli la pillola di mano, ma arrivò troppo tardi: con un ultimo sforzo, Eefrith si lanciò la pillola nella bocca, richiudendola per masticarla ed ingoiarla.

L'effetto fu, come sempre, piuttosto immediato: una colossale aura di fiamma Tempesta-0 proruppe tutt'attorno all'uomo, che si rialzò con sguardo completamente folle – HAI PERSO, TROIETTA! NON ME NE FOTTE NULLA SE TI SEI RISVEGLIATA: PRESTO GLI UCCELLI BANCHETTERANNO CON IL TUO CADAVERE! Ma... – e, inspiegabilmente, per un istante sembrò ritrovare un briciolo di lucidità – ... non mi accontento di eliminarti con questo. Oh, assolutamente no. Ti schiaccerò... COL MIO 100%! AMMIRA! – e, nel pronunciare queste parole, all'aura Tempesta-0 si aggiunse un dettaglio preoccupante: una fiamma molto simile a fango in ebollizione che odorava di morte – Sai, prima ti sei sbagliata: io non sono semplicemente "Eefrith". Io sono NEO Eefrith, la sua versione rinata! E ora... eheheh... ti mostrerò il mio concetto di "schiacciare l'avversario"! – lanciando poi un gemito di dolore mentre si concentrava intensamente.

Kyle era ormai disperato – Non... è... possibile...! Quel mostro... quel mostro ha pure la fiamma della Palude-0?! E ora cos'ha intenzione di fare?! Le sta aumentando entrambe al 100%?! Ma è pazzo? Vuole morire per uno Shock da Doppia Fiamma?! Oppure... no... cristo! AME, FERMALO, LUI VUOLE...! – ma non fece in tempo a concludere la frase: un'aura ora più simile ad un gas violaceo dai riflessi rosso sangue rispetto che ad una fiamma circondava un raggiante Eefrith, ancora sotto i palesi effetti dell'Hyper Overflow – Hey, Kyle... hai riconosciuto che fiamma è questa, vero? Che ne dici, ordinerai alla bimba di merda una dignitosa resa con una morte istantanea... o la lascerai combattere finché non sarà un ammasso sofferente di bubboni mezzi decomposti? AHAHAHAHAHAHAHAHAH!! – si abbandonò ad una risata folle mentre Ame, senza togliergli gli occhi di dosso, domandava – Kyle... che fiamma è quella? – mordendosi un labbro, preoccupata.

Deglutendo, Kyle si alzò, portandosi la mano al moncherino per placarne in parte il dolore – Quella... è una fiamma Ibrida... la "Fiamma della Morte". Ma, considerando il fatto che ha unito due fiamme-0, direi che è più corretto definirla "Fiamma della Morte-0". Non... non avevo idea che fosse possibile unire anche le fiamme-0: quel che so è che già di per sé è una fiamma terribile. Ame... non ti chiederò di non combattere, so già che non mi ascolterai... ma ti prego. NON SFIORARLA ASSOLUTAMENTE. In questo stato potrai pure essere immune al suo attributo di Disintegrazione, ma non ho idea di quanta resistenza tu abbia a quello della Putrefazione – le rispose, allontanandosi di qualche metro – Ecco... qui dovrei essere al sicuro. Ame... smetti di trattenerti, so che lo stai facendo perché ti preoccupi per me. Scatenati! Se vuoi avere qualche possibilità devi superare i tuoi limiti – esclamò con fervore: nonostante la disparità di forza fosse innegabile, Kyle aveva deciso di scommettere tutto sulla determinazione di Ame.

Inspirando profondamente, Ame annuì esclamando – Ricevuto... non permetterò a quella bestia di sfiorarmi! – per tranquillizzarlo, ma la verità era che non aveva la minima idea di come fare: fino a quel momento lei si era limitata ad usare solo tecniche corpo a corpo, precedute al più da un'onda d'urto di Pioggia-0 atte a rallentare i suoi avversari per permetterle di colpirli con tranquillità... in altre parole, non conosceva alcuna tecnica a distanza.

Sfortunatamente per lei, pagò caro questo attimo di distrazione: prima che potesse rendersene contro, Eefrith era davanti a lei – Cucù! – disse piano facendola sobbalzare, prima di afferrarle un braccio – ORA TI SCIOGLIERO' PIAAAAANO PIANO! AHAHAHAH! – guardandola con occhi intrisi di una follia maniacale: se l'Hyper Overflow già di per sé aveva l'effetto collaterale di causare squilibri mentali di vario tipo, su di lui tale caratteristica pareva amplificata almeno il triplo.

Immediatamente, non appena la fiamma di Eefrith entrò in contatto con lei, Ame avvertì un dolore insopportabile al braccio afferrato, iniziando a divincolarsi per liberarsi, ma ben presto capì che non aveva altra scelta: con tutta la forza di cui disponeva, nettamente amplificata dagli effetti del Risveglio, sferrò un pugno in faccia all'uomo per fargli allentare la presa e si liberò con uno strattone... ma il danno era fatto.

Con orrore, notò grossi bubboni violacei ricoprirgli la parte colpita, i quali successivamente esplosero aprendo la pelle che parve andare rapidamente in cancrena, come se fosse stata contemporaneamente colpita da acido e peste bubbonica: inoltre, anche il pugno che aveva usato per colpirlo subì lo stesso destino, dimezzandole le capacità offensive.

Pian piano, la paura stava iniziando a divorarla dall'interno... e, se essa avesse preso il sopravvento, allora anche l'ultima speranza sarebbe andata definitivamente perduta.

*

Katie vagava fra i lugubri corridoi e le inquietanti stanze vuote ed in penombra dell'immenso castello come uno spirito inquieto, le guance rigate dalle lacrime.

Come in uno stato di trance, aveva corso senza sosta finché il suo fisico aveva retto, ma ad un certo punto dovette arrendersi alla fatica e si fermò per riprendere fiato, rannicchiandosi in un angolo di un'enorme stanza buia affondando la faccia fra le ginocchia per cercare di tranquillizzarsi.

Dopo diversi minuti, finalmente, parve ritrovare la lucidità: asciugandosi gli occhi con la manica, si rialzò spazzando via la polvere dalla gonna... e fu in quel momento che notò una strana luce bluastra inondare a mo' di raggio la stanza – Ma cosa... – mormorò fra sé e sé, camminando in direzione del bagliore fino a scoprirne la fonte: una grossa finestra spalancata.

Con cautela, vi si affacciò, ritrovandosi davanti all'incredibile spettacolo di un cielo notturno costellato di stelle, che parve rincuorarla nel profondo dell'animo – Wow... è bellissimo! Il cielo è così luminoso... e quelle stelle sembrano tanti piccoli gioielli... – improvvisamente, tuttavia, un sorriso amaro le comparve sul volto – E' triste pensare che probabilmente metà di quelle stelle sono estinte ormai da tempo, e che ciò che sto vedendo in questo istante è solo un semplice bagliore residuo, un "fantasma". Però, sebbene questo sia un po' triste, è anche molto romantico: è come se nemmeno la morte potesse cancellare del tutto le tracce della loro esistenza. Chissà se è davvero così... se esiste un aldilà, e se le persone che non sono più tra noi ora sono felici... già... – senza nemmeno che se ne rendesse conto, le sue mani avevano iniziato a tremare – Ogni essere vivente vede le cose a modo proprio, ha una sua coscienza, una sua identità... ma io... io chi sono, esattamente? Chi è in realtà "Katie"? – mormorò con voce spezzata, lo sguardo perso nell'immensità della volta celeste.

*

Chrono scrutava immobile il cielo al centro di un grande spiazzo situato nell'area centrale del castello, respirando l'aria fresca della notte appena calata: entro poche ore, prima dell'alba, i missili sarebbero partiti da destinazioni completamente diverse da quelle previste dall'Alleanza delle principali famiglie alleate dei Vongola, e a quel punto la causa di Augustus sarebbe stata vinta, con la conseguente nascita di un nuovo mondo: il fatto che egli avesse ricevuto rapporti di attacchi subiti da parte dell'Alleanza alle principali basi missilistiche aveva confermato che il piano stava proseguendo per il meglio.

Proclamare un attacco nucleare su larga scala nelle immediate 72 ore successive per poi effettuare il vero attacco alle 6 del giorno successivo all'ultimatum prevista in modo che qualunque forma di resistenza nel mondo abbassasse la guardia credendo di aver sventato il genocidio di massa si stava rivelando un'idea efficace e vincente: eppure, nonostante tutto, spesso Chrono si ritrovava a dover soffocare con forza i semi del dubbio che si formavano nei suoi pensieri.

Sebbene si trattasse di non Eletti, era davvero necessario spargere così tanto sangue? Era davvero quella la via giusta da seguire?

Con un sospiro, si sistemò gli occhiali scuotendo leggermente la testa in un'espressione seria: no, ormai l'aveva deciso da anni... giusto o sbagliato che sia, avrebbe seguito Augustus, l'uomo che gli aveva salvato la vita, fino alla fine.

Fu con questo pensiero e la rinnovata determinazione che ne scaturì che prese la sua decisione finale: effettuato un respiro profondo, poggiò le mani al terreno ed urlò – BARRIERA DI GRAVITA'! – infondendo nel terreno una mole indescrivibilmente grande di fiamma Terra-0.

Immediatamente l'intero edificio e la terra attorno prese a tremare, mentre una sorta di bolla cristallina lo avvolgeva per intero distorcendo leggermente la luce e deformando la bellissima volta celeste, che risultava come specchiata agli occhi dello spettatore: ma non finì lì.

Lentamente, dopo un brusco rumore di roccia frantumata e una serie di scossoni molto più forti di prima, il castello iniziò lentamente a distaccarsi dal suolo e ad alzarsi in aria, salendo di quota finché non si fermò a circa 2000 metri d'altezza.

Compiaciuto del suo operato, Chrono si diresse quindi nella sala del trono, dove sedeva un raggiante Augustus – E così eccoti di ritorno, mio caro Chrono. Quelle scosse di poco fa... significano ciò che credo io? – domandò nonostante sapesse già la risposta.

Dopo un mezzo inchino, Chrono annuì – Mio signore, sono onorato di informarla che la Barriera di Gravità è stata eretta con successo, e che il castello è sospeso ad una quota approssimativa di 2000 metri: siamo al sicuro da qualsiasi attacco o intrusione esterna, dopotutto come Lei sa l'unico modo per disattivarla è... uccidermi – spiegò senza guardarlo negli occhi.

Augustus scoppiò in una risata e applaudì con fervore – Complimenti Chrono, hai svolto i miei ordini in modo impeccabile: non appena avremo sistemato anche i mocciosi esaudirò un tuo qualsiasi desiderio: potrei anche donarti in gestione una nazione quando la rinascita del mondo sarà completata, te la sei ampiamente meritata! In ogni caso, potrei quasi ordinare di iniziare i festeggiamenti: dopotutto... ucciderti è impossibile – e un ghigno malefico deformò per un istante il suo viso.

Inchinandosi nuovamente, Chrono esclamò con tono serio e professionale – Grazie infinite, mio signore. Posso chiederLe cos'ha in mente per i festeggiamenti? – domandò con estremo rispetto, mentre Augustus si alzava dal trono dirigendosi verso l'uscita – Oh, non preoccuparti, sarà fantastico, vedrai! Ma prima dobbiamo sbarazzarci definitivamente dei nostri piccoli ospiti indesiderati. Chrono – esclamò fermandosi all'improvviso, battendo il pugno sul proprio palmo – Ho appena avuto un'idea: ordina immediatamente di attivare AIDEN! Ah, e poi sali in cima al tetto, è meglio che tu non ti esponga a nessun rischio, anche se non esiste alcun pericolo concreto per te – esclamò: Chrono annuì – Sarà fatto, mio signore – precipitandosi fuori dalla stanza con un'andatura composta e sobria.

Rimasto solo, Augustus si affacciò all'enorme finestra della stanza, ammirando il paesaggio sottostante con soddisfazione – E' fatta! Non appena i mocciosi verranno eliminati, niente e nessuno potrà più fermarmi! La Barriera di Gravità è indistruttibile, l'unico potere che potrebbe farvi breccia è Hack, il mio potere divino. Quei vermi dei Vongola hanno perso, questa volta: niente e nessuno potrà più fermarmi! Presto il mondo verrà distrutto per poi rinascere dalle sue stesse ceneri, come una fenice che darà il via ad una nuova era di prosperità sotto il mio dominio assoluto. Dopotutto, io sono il Messia – esclamò ad alta voce, per poi abbandonarsi ad una risata di gioia.


 


 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 - L'errore dei Kokuyo ***


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Kurai collassò appoggiandosi ad un muro con aria sfiancata: aveva corso chiamando ad alta voce il nome di Katie per così tanto tempo da aver perso completamente la cognizione del tempo. Per quanto ne sapeva, potevano essere passate tranquillamente diverse ore.

Passandosi la manica della divisa sulla fronde madida di sudore per asciugarla, decise di fare una pausa e di riordinare i propri pensieri – Ok... p-pausa... correre a vuoto è... solo un'inutile dispendio di energie... certo, potevo pensarci prima, ma si sa che il mio cervello funziona a dovere solo quando ne ha voglia lui – pensò regolarizzando pian piano il respiro – Allora... Katie-nee mi ha preceduto solo di qualche secondo, il che significa che non dovrebbe aver avuto il tempo di seminarmi, eppure non l'ho vista... questo, unito al terremoto di poco fa, mi fa pensare che... che sono un totale deficiente e che mi sono completamente perso. Non c'è altra spiegazione: o questo oppure i muri di questo fottuto castello si spostano aprendo e chiudendo accessi a comando! Argh! E ora che faccio?! Sono solo, in territorio nemico, ho perso di vista Mirai-nee e Katie-nee è scomparsa senza lasciar traccia!! Come potrebbe andare peggio?! – urlò cadendo in ginocchio – E dire che ho sempre rimproverato Mirai-nee dicendole di agire in maniera meno impulsiva... – mormorò infine con un filo di voce.

Avvertendo lo stato d'animo di Kurai, Re Kiri si manifestò davanti a lui – Messere, avverto un turbamento nella sua impavida persona: posso ardire di chiederle cosa l'ha causata? – domandò con tono preoccupato.

Kurai sussultò dalla sorpresa nel vederselo comparire davanti all'improvviso, eppure il vederlo contribuì a tranquillizzarlo: non era solo – Re Kiri... è vero, ci sei anche tu! Beh... ecco, Katie-nee è scappata e sono corso al suo inseguimento ma l'ho persa, e non capisco dove ho sbagliato... insomma, non credo che lei abbia imboccato deviazioni o si sia infilata in uno dei corridoi paralleli, giusto? Stava scappando mentre era in preda al panico, non credo che avesse la lucidità necessaria per cambiare percorso, no? – domandò allo Spirit, cercando di chiarirsi i mille pensieri che turbinavano nella sua mente.

Re Kiri ascoltò in solenne silenzio, quindi esclamò – Sir Kurai, ben comprendo la vostra nobile preoccupazione nei confronti della vostra consanguinea, ma non c'è alcun motivo di agitarsi in questa maniera: d'altronde, noi Spirit disponiamo di un sistema di localizzazione per rintracciarci l'un l'altro, è un miglioramento installato con lo scorso aggiornamento. Non... non ne era al corrente? – pronunciò l'ultima frase con tono incredulo in risposta dell'espressione sconvolta di Kurai – C-cioè... mi stai dicendo che, con questa funzione, avrei potuto cercare comodamente Katie assieme a Mirai-nee... senza perdermi in questo labirinto? – domandò in un sussurro con un tic nervoso all'occhio destro.

Senza esitazione, lo Spirit confermò – Esattamente, Sir Kurai. Vuole che cerchi la sua nobile consanguinea? – domandò quindi, ottenendo un cenno affermativo in risposta da parte di Kurai, il quale mormorò a denti stretti, quasi in un ringhio – Rajiv... Vittorie... giuro che me la pagherete cara per questa vostra “dimenticanza”! – maledicendo i due compagni per la loro disattenzione.

*

Mentre volavano sopra i tetti del castello, Vittorie starnutì all'improvviso, destando l'attenzione di Yuniko – Uh? Ti sei raffreddata? E' per caso colpa dell'attacco che vi ha scagliato contro Erika qualche ora fa? – domandò alla ragazza, che rispose con un'alzata di spalle – No, è come se qualcuno avesse appena parlato male di me – con semplicità.

Confusa, Yuniko alzò un sopracciglio – A...ah, capisco... comunque abbiamo cose di estrema importanza a cui pensare – esclamò, spiccando il volo con l'Hell Gear appoggiando la mano contro la Barriera di Gravità comparsa pochi minuti prima – Questa specie di bolla... non riesco ad identificare che fiamma la componga, ma una cosa è certa: se non abbattiamo il possessore non abbiamo modo di infrangerla... e se non ci riusciamo, i nostri rinforzi non potranno intervenire. Diamoci da fare, Vittorie-chan! – esclamò con fervore, ottenendo un cenno d'assenso da parte della compagna mentre accelerava per raggiungere l'enorme terrazza situata al centro del tetto dell'enorme fortezza sospesa nel vuoto.

*

Kurai riprese la corsa al seguito di Re Kiri, il quale fungeva da navigatore scegliendo con precisione assoluta il percorso migliore da seguire: continuarono quindi ad avanzare senza sosta finché non si ritrovarono in un vicolo apparentemente cieco, che confermò la teoria che da tempo era balzata alla mente del ragazzo – Re Kiri, mi confermi che Katie è in questa direzione? – domandò allo Spirit per avere l'assoluta certezza prima di sospirare – Allora è come pensavo... non abbiamo incontrato nessuna deviazione da quando abbiamo svoltato in quel corridoio seguendo il segnale, e questo può significare soltanto una cosa: i muri del castello si spostano aprendo e chiudendo accessi. Non so come né chi li manovri, quel che è certo è che ci hanno in pugno fin dall'inizio, e che il loro piano è sempre stato il separare qualsiasi intruso per poi eliminarlo singolarmente...mi duole ammetterlo, ma questa volta siamo stati noi a sottovalutare il nemico, e come risultato ci troviamo sotto scacco – voltandosi a guardare lo Spirit.

Re Kiri tentò di replicare con qualche parola di incoraggiamento, ma con sua sorpresa il volto di Kurai sfoderò un sorriso determinato, ammutolendolo – In questo caso c'è un solo modo per arrivare da Katie-nee: proseguire asfaltando qualsiasi cosa cercherà di ostacolarci – esclamò a voce alta Kurai, per poi prender fiato ed urlare – HEY, VOI IN ASCOLTO! SMETTETELA DI PERDERE TEMPO CON QUESTI GIOCHETTI DA VIGLIACCHI: SE AVETE VOGLIA DI SFIDARMI USCITE ALLO SCOPERTO, SONO PRONTO! O SIETE COSI' DEBOLI E CODARDI DA AVER PAURA DI AFFRONTARMI ANCHE SE SONO DA SOLO? – con tono di sfida in quella che era una palese provocazione.

Con sua grande sorpresa non appena concluse la frase uno dei muri laterali del corridoio si aprì in un passaggio nascosto, come se chiunque controllasse il labirinto avesse accolto la sfida.

Nonostante l'accesso portasse in una zona diversa da quella dove Katie era segnalata, Kurai lo attraversò senza pensarci troppo: se il nemico aveva deciso finalmente di accettare un confronto faccia a faccia, non si sarebbe tirato indietro per nessuna ragione al mondo.

Con passo solenne varcò la soglia seguito dallo Spirit che fluttuava dietro di lui, avvertendo il varco richiudersi alle sue spalle non appena l'ebbe superato: si ritrovò in un'immensa stanza buia, dalle dimensioni incalcolabili.

Improvvisamente, centinaia di fari si accesero illuminando la zona circostante, rivelando un'arena dallo stile simile al Colosseo di Roma, al cui centro si ergeva un'alta figura incappucciata il cui mantello recava lo stemma degli Zero Zwei: senza esitazione Kurai si avvicinò con decisione al misterioso individuo, fermandosi solo una volta che fu giunto ad un paio di metri di distanza e guardandolo con fermezza.

Dopo qualche attimo di silenzio, finalmente l'uomo si decise ad aprire bocca – Kurai Rokudo... corretto? – domandò in tono calmo, attendendo la risposta di Kurai – Si, in persona. Posso sapere il nome della persona che ho davanti? – ribatté serio, osservando con serietà la persona che aveva davanti.

Con un rapido gesto l'uomo si sfilò cappuccio e mantello, rivelando una chioma sparata verso l'alto bionda e con le punte tendenti al verde e sfumate di marroncino ed un viso serio e composto su cui spiccavano due occhi verde chiaro vigili ed attenti – Il mio nome è Plasma Shinseki, giovane Rokudo. Non ho mai avuto l'onore di incontrarti di persona sebbene tre anni fa ho affrontato l'uomo chiamato Kuro, un tuo fedele compagno nonché combattente formidabile e leale. E' stato un piacere affrontarlo nonostante abbia perso il duello, ma questa volta finirà diversamente: da quel giorno mi sono allenato duramente in vista di questo giorno, il giorno in cui avrei finalmente affrontato l'uomo che ha sconfitto Zero. Devo ammettere che se dovessi giudicarti superficialmente avrei dubbi sulla tua reale forza, ma negli anni ho imparato a giudicare un uomo in base alle sue azioni, e la tua fama ti precede. Sono ansioso di sperimentare sulla mia pelle la reale forza del Boss della Famiglia Kokuyo, che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi due anni, e di vedere che tipo di uomo ha sconfitto il mio ex-capo. Accetti il duello, Rokudo? – rispose senza fermarsi ma scandendo con attenzione ogni singola parola, guardandolo dritto negli occhi in attesa di risposta.

Kurai rabbrividì nell'udire il nome “Plasma”, ricordando il racconto di Kuro al riguardo di un avversario apparentemente invulnerabile ed estremamente leale affrontato anni prima durante lo scontro per liberare i Vongola.

Con un sorriso inaspettato, Kurai ricambiò lo sguardo rispondendo con decisione – Eheh... sono stato fortunato a quanto pare: preferisco mille volte incrociare le lame con un guerriero estremamente forte ma che combatte con onore e lealtà piuttosto che un verme viscido e sleale che ricorre ad ogni menzogna o inganno per vincere. Plasma Shinseki: io, Kurai Rokudo, accetto il duello. Ad una condizione: un duello all'ultimo sangue – affermò con fermezza, estraendo Excalibur Ex dal palmo della mano – Un guerriero che segue il Bushido in maniera così rigorosa non sarebbe soddisfatto di essere risparmiato dopo una sconfitta, dico bene? Inoltre significherebbe che entrambe le parti si tratterrebbero per non uccidere l'avversario, e io ho intenzione di dare il massimo in questa battaglia... anzi, di più. Supererò... i miei stessi limiti! Accetti la condizione? – esclamò con tono solenne, puntando la lama in direzione dell'uomo.

Gli occhi di Plasma si dilatarono in un'espressione stupita nell'udire queste parole inaspettate: lentamente, le sue labbra si incurvarono in un sorriso sincero, un qualcosa che il suo volto non vedeva più da parecchi anni – Sono sinceramente colpito, giovane Rokudo: non mi sarei mai aspettato tanta maturità e onore da parte di un ragazzo così giovane. E sia: accetto la condizione, e prometto solennemente di combattere senza trattenermi – estraendo due strani oggetti tubolari dalla cintura per poi infonderli di fiamma, generando su ognuno di essi un'intensa lama al plasma che emanava un forte calore ed una luce accecante.

Nella mente di Kurai risuonò quindi la voce di Re Kiri – Messere, il suo animo impavido e la sua scelta di sfidare la sua nemesi in un singolar tenzone all'ultimo fiato sono da me molto apprezzati, ma... ne è sicuro? Non pensa a come potrebbe sentirsi la sua dama talora lei venisse sconfitto? – domandò preoccupato.

Con sua grande sorpresa, Kurai rispose – Di cosa stai parlando, Re Kiri? Mi basta non perdere a qualsiasi costo, no? Dopotutto se mi lasciassi sconfiggere da lui in questo momento... che speranze potrei mai avere con Augustus? – con una determinazione talmente intensa che lo Spirit si sentì quasi oppresso: non aveva mai avvertito un'emozione simile pervadere il cuore di Kurai – E sia, messere. Vinca questa battaglia in modo da fare un altro importante passo per vincere questa guerra – attivando spontaneamente il Soul Drive di Kurai, come percependo le intenzioni del ragazzo.

Roteando Clarent con maestria, ed una volta attivato il Geminio Kiri per duplicare le sue possibilità offensive, Kurai diede un'ultima occhiata a Plasma prima di urlare – Si dia il via al duello! – eseguendo uno scatto in avanti nello stesso istante in cui l'uomo partiva alla carica.

*

Mirai aveva perso la calma da ormai diversi minuti: dopo un paio d'ore spese a vagare senza meta in angusti corridoi che sembravano avere una propria volontà aveva deciso di usare la forza bruta per aprirsi la sua personalissima strada.

Dopo l'ennesimo muro abbattuto a suon di pugni avvolti da spesse catene, Scarlet si azzardò a proferir parola – Mirai, posso dirti una cosa senza rischiare di finire spiaccicata al muro? – domandò la farfalla cobra avvolta dalle fiamme, svolazzandole di fianco.

Mordendosi il labbro inferiore per tranquillizzarsi, annuì riuscendo perfino a sorridere – Si, certamente! Ehm, scusami se ti ho spaventa Scarlet... io... ecco... insomma... beh, non ce l'ho con te, quindi sì, dimmi tutto quello che vuoi – sentendosi mortificata per aver messo a disagio la Spirit.

Con un sospiro rassicurato, Scarlet svolazzò davanti a lei all'altezza del viso – Capisco che sei preoccupata per i tuoi fratelli, come capisco che ultimamente sei stata sottoposta ad una mole di stress impressionante... eppure, nonostante ciò, inizio ad essere seriamente preoccupata per te. Insomma...come posso dire... è come se in un certo senso la personalità di Iarim non fosse più completamente amalgamata alla tua. Cioè... non intendo dire che vi state nuovamente separando, anzi, tutt'altro! Ma solo che la sua... ehm, proverbiale aggressività si sta intensificando sempre di più. Per favore, cerca di controllarla, o mi vedrò costretta a sigillare l'Hell Gear finché non vedrò che il pericolo è cessato. Mi spiace essere così severa, ma preferisco evitare ogni rischio possibile... – concluse con serietà.

Mirai annuì, con un'ombra in viso – Si... hai ragione. Me n'ero già accorta... ma pensavo che fosse solo una fase che, prima o poi, sarebbe passata da sola... ma ora mi rendo conto che la cosa mi è sfuggita di mano. Grazie per l'avvertimento, tanto per cambiare... mi dispiace deluderti sempre – mormorò con un fil di voce, tremando.

Scarlet cercò di replicare per tirarla su di morale, ma proprio in quel momento le pareti si spostarono chiudendo ogni accesso (compreso il varco “forzato” creato da Mirai) aprendo un grosso accesso ad una stanza immensa incredibilmente illuminata: ancora tesa per la discussione avuta poco prima, Mirai varcò l'accesso venendo abbagliata dall'intensa luce che l'accecò per qualche istante, finché non si fu abbastanza abituata da riuscire a distinguere ciò che aveva intorno.

Con sua enorme sorpresa si ritrovò in uno spiazzo sconfinato ricoperto da una vegetazione rigogliosa e circondata da rovine di una città moderna completamente distrutta, in mezzo alle quali spiccava una cascata che cadeva con fragore nel laghetto sottostante: perfino il cielo sembrava perfettamente reale, con tanto di nuvole che si muovevano lentamente sospinte dal vento.

Confusa, Mirai si voltò indietro per cercare di capire se quella fosse veramente una stanza, ma con sua enorme sorpresa l'ingresso da cui era entrata era svanito, lasciando al suo posto un altro spiazzo immenso disseminato di rocce, piante e rovine.

Pian piano la consapevolezza si fece strada tra i pensieri di Mirai, dapprima sotto forma di dubbio, poi tramite un brivido freddo lungo la schiena: era in trappola.

Inspirando profondamente, Mirai riacquistò la calma e la lucidità necessarie a guardarsi intorno e scoprire dettagli importanti... primo fra tutti, la figura in camice da laboratorio che la osservava immobile da sopra un grattacielo crollato al suolo.

Mirai rimase immobile ad osservarlo nel silenzio più assoluto per diversi minuti, aspettando che facesse la prima mossa... ma, resasi conto dopo un po' che ciò non sarebbe mai successo, si decise ad evocare una lunga catena che andò a conficcarsi nell'edificio in rovina, fungendo da rampino e trasportando la ragazza al cospetto dell'uomo.

Atterrando in piedi con agilità, Mirai lanciò un'occhiata truce all'individuo: ora che lo vedeva da vicino riusciva a notare che fosse alto poco più di lei, e che a prima vista poteva essere tranquillamente suo coetaneo.

Nonostante ciò, il camice degli Insyder indicava senza ombra di dubbio che che faceva parte del gruppo più geniale e terribile che l'umanità avesse mai dovuto affrontare... e che era suo nemico.

La sua attenzione venne quindi attirata dalle caratteristiche fisiche di colui che sicuramente a breve sarebbe stato il suo avversario: carnagione mulatta, capelli neri, occhi verdi attenti e svegli e una corporatura piuttosto snella e muscolosa rispetto alla media degli scienziati del gruppo che aveva incontrato fino a quel momento, e che poteva indicare anche capacità di combattimento corpo a corpo e un'alta agilità.

Eppure, sebbene Mirai lo stesse osservando in ogni dettaglio manco fosse una maniaca, il ragazzo non batté ciglio: anzi, ad un certo punto si voltò ad ammirare il paesaggio post-apocalittico, ignorandola.

Fu in quel momento che Mirai capì che doveva necessariamente fare lei la prima mossa – Hey, tizio. Smettila di cazzeggiare: dimmi il tuo nome, mostrami il tuo Emperor e facciamola finita subito, ho fretta di andare a ridurre il tuo capo in un ammasso informe di carne – mormorò a denti stretti, evocando decine di catene che circondarono lei ed il suo avversario, pronte a scattare.

Inaspettatamente, tuttavia, il ragazzo sorrise, perfettamente a suo agio in mezzo ad uno stormo di catene pronte a trafiggerlo – Aaron Flores. E' il mio nome – mormorò con voce rilassata e profonda, alzando poi lo sguardo fino ad incrociarlo con quello di Mirai – Per quanto riguarda il mio Emperor, invece... beh, non te ne sei accorta ma te l'ho già mostrato, Mirai Rokudo – esclamò sfoderando un ghigno e spalancando le braccia dinnanzi al paesaggio circostante – Tutto questo è il mio Emperor... Virtualbox! – nel pronunciare il nome del suo Emperor, tutta l'area circostante, cielo incluso, divenne per una frazione di secondo appena percettibile composta da soli texture e numeri 0 ed 1, per poi tornare alla normalità – Il mio Emperor mi permette di creare questa realtà virtuale, concreta in tutto e per tutto, dove io... ho il potere assoluto! In questo momento, Mirai, non sei nel castello: diciamo che è come se qui fossimo in una realtà parallela. Sai cosa significa questo, vero? – domandò allegro, stiracchiandosi in totale relax.

Mirai rabbrividì: se quello che Aaron aveva detto corrispondeva al vero, il suo avversario disponeva di una versione migliorata del suo Goddess Time, e la sua unica via di fuga era sconfiggerlo per forza.

Era in trappola.

*

Un gruppo di scienziati lavorava febbrilmente digitando stringhe di codice sulla tastiera, che man mano andavano a creare un programma esecutivo sul grande schermo sospeso sopra una capsula di circa due metri: dopo alcuni minuti di febbrile lavoro gli scienziati terminarono di digitare ed esclamarono all'unisono – Signore, la sequenza di attivazione è completa, manca solo la sua chiave di rilascio! – rivolgendosi ad un uomo anziano in camice nero.

Con passo esitante, l'uomo si avvicinò alla tastiera collegata direttamente al grande schermo, digitando una password alfanumerica composta da 8 cifre e premendo il tasto di conferma: immediatamente, la capsula si aprì depressurizzandosi ed emanando spifferi di aria gelida dovuti alla stasi criogenica nella quale Aiden era stato tenuto nell'ultimo periodo.

Non appena lo sportello fu completamente aperto una mano afferrò con forza l'estremità dell'involucro metallico, stritolandolo come fosse fatto di carta per aiutarsi ad alzarsi in piedi ed uscire: lentamente, un uomo dai gelidi occhi argentati e una chioma di capelli rossi che andava sfumandosi in bianco verso le punte si alzò guardandosi attorno: il suo fisico era incredibilmente massiccio, un vero e proprio ammasso di muscoli che avrebbe fatto impallidire un culturista e un corpo tonificato che sembrava semplicemente troppo perfetto per essere vero.

Eppure, qualcosa in lui sembrava decisamente fuori posto, come la pelle che emanava strani riflessi sottoposta alla luce diretta e la totale assenza dei genitali, perfettamente constatabile per via del fatto che l'essere era completamente nudo.

Nonostante ciò, nessuno dei presenti parve sconvolto o stupito da ciò: anzi, con estrema professionalità, il Capo Divisione si avvicinò a lui – Ok, eseguiamo qualche test per verificare le tue condizioni. Dimmi, nell'ordine: Codice di serie, scopo e impostazione attualmente attiva – domandò, ottenendo immediatamente in risposta – Modello A.I.D. 00XEn, versione 8.5.3b – pronunciata da Aiden con voce profonda e vagamente metallica – Sono un sofisticato androide da combattimento costruito con la migliore tecnologia esistente il cui scopo è terminare qualunque minaccia per Augustus-sama e per il gruppo Insyder e Zero Zwei. Attualmente è impostata la modalità risparmio energetico: volete cambiarla? – domandò quindi di rimando osservando l'uomo anziano, il quale senza dire una parola porse un piccolissimo dispositivo ad Aiden, inserendolo in una fessura impercettibile all'altezza del petto.

Dopo pochissimi istanti di caricamento, quindi, Aiden annuì con decisione – Ricevuto. Nuovo compito: terminare Vongola e alleati. Restrizioni: nessuna. Priorità: assoluta. Vado, eseguo... e torno – indossando i vestiti che gli vennero porsi dall'uomo per poi scagliarsi verso l'uscita correndo all'incredibile velocità di 70 km/h, lasciandosi alle spalle il laboratorio della Divisione Sistemi Avanzati per andare ad adempire al suo compito: sterminare ogni possibile minaccia per i suoi padroni.

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 - Colei che ti ha sempre protetto ***


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Kumo avvertì le ginocchia iniziare a cederle mentre si portava le mani alla testa – No...! Tu menti! Quel lurido pezzo di merda... sarebbe mio nonno?! – esclamò incredula cercando di ricordare come fosse il suo nonno materno, in modo da poter catalogare la cosa come un semplice bluff del nemico... ma subito la consapevolezza di non averlo mai conosciuto la colpì come una scarica elettrica.

Blake parve rendersene conto, poiché prese immediatamente la palla al balzo – Lo negate con fervore ma in cuor vostro sapete che vi sto dicendo semplicemente la verità, dico bene, signorina? – toccando un nervo scoperto di Kumo, la quale reagì serrando la presa sulla propria arma ed urlando a pieni polmoni – CHIUDI QUELLA FOTTUTISSIMA BOCCA! – con un'energia tale da cogliere di sorpresa perfino il maggiordomo, che ammutolì sgranando gli occhi – Manco so chi cazzo sei, ti presenti a me come capo della servitù di quel vecchio idiota con manie di protagonismo, mi dici che mia madre era figlia del suddetto pazzoide e, non contento, ti prendi pure la confidenza di permetterti di atteggiarti come se capissi quello che sto provando in questo momento?! Ti dirò una cosa: le persone come te... – attivò immediatamente l'Hell Gear iniziando a roteare la Fallen Angel con maestria – Mi mandano in bestia!! – urlando furiosa mentre si lanciava all'attacco.

Tuttavia, Blake parve tutt'altro che preoccupato: il suo volto calmo e serio non lasciava trasparire alcuna emozione negativa – Ah, è così? Peccato... suppongo di non avere scelta, allora – mentre una moltitudine di 0 ed 1 circondava il suo corpo per poi disperdersi tutt'attorno come una tempesta di petali – Emperor...! – esclamò dall'occhio del ciclone l'uomo, ma Kumo, occupata com'era a tentare invano di aprirsi un varco fra il turbinio di numeri dell'Emperor, non riuscì a sentirne il nome: come se non bastasse, i numeri parevano via via accumularsi sul suo corpo, finché non si ritrovò talmente ricoperta da non riuscire più a vedere quasi nulla – Ma che...! Merda, mi ha ostruito la visuale! Così sono troppo vulnerabile, devo immediatamente... – ma prima che potesse finire la frase la tempesta di numeri cessò, svanendo tanto improvvisamente quanto era comparsa.

Stupita, Kumo si guardò intorno cercando di capire cosa fosse effettivamente successo, senza però riuscire a notare niente di fuori posto: avvertendo pian piano un sentimento misto composto da timore e confusione cercò di riordinare le idee cercando di cogliere anche il più sottile cambiamento avvenuto, ma ancora una volta venne colta in contropiede – Non si preoccupi, signorina: ho solamente pensato che, effettivamente, le mie parole per lei sono solo vaneggiamenti di uno sconosciuto. Pertanto... – mormorò Blake, inchinandosi mentre una figura emergeva lentamente dall'ombra con passo calmo e delicato.

Una donna dai bianchi capelli a caschetto entrò nella stanza, volgendo gli splendidi occhi a Kumo per poi rivolgerle un sorriso radioso dirigendosi nella sua direzione: Kumo impallidì come se avesse visto un fantasma, mentre le ginocchia iniziarono a tremarle in maniera incontrollabile – No... non è... non è possibile... – mormorò a fatica mentre un turbinio di emozioni si faceva strada nella sua mente e nel suo cuore, disorientandola e privandola di ogni voglia di combattere – ... ho pensato che richiamare a me la defunta Lady Kiara potesse giovare alla nostra conversazione. E' d'accordo, signorina? – concluse Blake con un ghigno, baciando galantemente la mano di Kiara per poi congedarsi in un angolo della stanza affinché la donna potesse facilmente congiungersi con la figlia – Tesoro mio... quanto tempo è passato... guardati: sei diventata una donna stupenda – mormorò con voce delicata accarezzandole la guancia – Sei perfino più alta di me! Ah, questo non va bene! Oh? – si fermò notando l'espressione di Kumo – Piccola mia, qualcosa non va? – domandò con aria stupita guardando la figlia negli occhi.

Tremando violentemente, Kumo non riuscì a trattenersi: le lacrime sgorgarono dai suoi occhi rigandole le guance senza accorgersene, seguite da parole incapaci di esprimere appieno la varietà emotiva che stava provando in quel momento – Mamma... no... non puoi essere davvero tu... – balbettò con voce spezzata avvertendo le forze venirle meno per l'emozione e l'incredulità.

In risposta, Kiara la strinse a sé in un caldo abbraccio materno – Va tutto bene, piccola mia... la mamma è qui con te adesso, asciuga quelle lacrime, sennò divento triste! – mormorò con tono dolce baciandole la fronte per poi separarsi lentamente da lei.

Inspiegabilmente, Kumo si sentì improvvisamente tranquilla e al sicuro come non si sentiva da molto tempo: senza nemmeno che se ne rendesse conto un sorriso le spuntò spontaneamente sul volto mentre si asciugava le lacrime – Si... va bene. Mamma... ma sei davvero tu? Non sei una... illusione, vero? – domandò conservando un po' di incredulità, spazzata via non appena Kiara le rispose – Nemmeno quel Mukuro Rokudo che tuo padre afferma di odiare così tanto sarebbe capace di creare un'illusione così perfetta, non credi? Ma se proprio hai dei dubbi... ascolta il tuo cuore: ti sembro un'illusione? – domandò con semplicità: Kumo non ebbe nemmeno bisogno di pensarci – No... quel calore che ho sentito quando mi hai abbracciato... la tua voce... sei senza dubbio tu – affermò con convinzione.

Kiara le rivolse un sorriso radioso, quindi con un sospiro si rabbuiò mormorando improvvisamente in modo serio – Bene... allora è giunto il momento per te di sapere la verità. Blake non mentiva: Augustus è realmente mio padre... e tuo nonno, di conseguenza... e per quanto sia difficile per te accettarlo, le cose stanno realmente così – esclamò con fermezza – Il che ti pone davanti ad una difficile decisione, tesoro mio... da che parte vuoi schierarti? Hai intenzione di affrontare la tua stessa famiglia mettendoti contro tuo nonno... e tua madre... o ci aiuterai ad assicurare che gli eventi proseguano sul giusto binario e vivrai in eterno al nostro fianco illuminando il mondo con l'alba di una nuova era? – domandò seria come mai Kumo l'aveva vista prima, volgendole uno sguardo gelido come il ghiaccio che parve raffreddare l'ambiente circostante – Cosa... cosa stai dicendo, mamma?! Schierarmi dalla parte di mio no... no... di Augustus... dopo tutto quello che sta facendo? Dopo il male ed il dolore che sta seminando? Dopo aver ucciso Francesco-san? – strinse i pugni per contenere la rabbia e l'indignazione fino ad affondare le unghie nella carne delle mani – No... tu non sei davvero mia madre. Non puoi esserlo... lei... lei non avrebbe mai preso le parti di un simile mostro! NON OSARE INFANGARE LA SUA MEMORIA!!! – urlò a pieno polmoni evocando ancora una volta la Rebirth Angel e scagliandosi all'attacco, vibrando un fendente diretto al volto di Kiara – IMPOSTORA! NON OSARE FINGERTI MIA MADRE! – urlò serrando la presa sul manico per aumentare la forza del colpo... ma la lama non raggiunse mai Kiara: Kumo interruppe l'attacco appena in tempo affinché la lama si fermasse ad un paio di centimetri dal bersaglio.

Mordendosi il labbro fino a sanguinare, mormorò incredula – Perché... perché non hai nemmeno provato a schivare...? – mentre abbassava l'arma.

Kiara le lanciò un'occhiata impassibile, quasi sprezzante – Chi è già morto una volta non ha motivo di temere la morte... inoltre, confidavo nel fatto che la tua ragione avrebbe prevalso. Cielo, immaginavo che per te fosse una decisione difficile ma... addirittura arrivare al punto di attaccare tua madre...! E sia: rispetto la tua decisione. O almeno... è ciò che vorrei dire. Purtroppo, mio padre intende eliminare chiunque gli si opponga, e tu non fai eccezione... e questo non posso permetterlo. Blake! – esclamò quindi rivolgendosi al maggiordomo, il quale le lanciò due pugnali d'argento intarsiati d'oro – Non posso nemmeno provare ad immaginare di perderti per colpa di una decisione simile! Non ho il potere per affrontare mio padre o per convincerlo a risparmiarti, ragion per cui non ho altra scelta: ti porterò dalla nostra parte con la forza! Solo così sarai al sicuro! – esclamò decisa, afferrando al volo i pugnali e roteandoli con maestria ed abilità – Combattimi, piccola! Dimostra a tua madre la forza e il valore che attribuisci alla tua scelta! – lanciandosi improvvisamente all'attacco con un agile balzo sferrando un affondo che la ragazza riuscì a parare per miracolo mossa dal puro istinto usando il dorso della lama della falce, ma immediatamente Kiara eseguì un fendente verso il basso che la sbilanciò leggermente riuscendo a colpire la figlia con il retro del pugnale destro per poi appoggiare le mani sul terreno sferrando un calcio dal basso verso l'alto che colpì il mento di Kumo, spedendola gambe all'aria ed atterrandola: il tempo che Kumo ci mise a rialzarsi servì a Kiara per correre verso il muro lì vicino ed eseguire un salto mortale con un'agilità che avrebbe fatto invidia perfino ad un ninja, eseguendo a mezz'aria un avvitamento per imprimere più forza ai pugnali, in modo che una volta raggiunto il manico della Rebirh Angel l'impatto sbilanciasse Kumo verso il basso permettendole di attaccarla con un calcio dall'altro che la spedì nuovamente a schiantarsi al suolo... il tutto in maniera così rapida che Kumo quasi non ebbe il tempo di sentire dolore.

Con disappunto, Kiara roteò le due lame in piedi davanti a lei mormorando – Beh? Tutto qui? E' questo il valore che attribuisci alla tua decisione? – aspettando che la figlia si rialzasse.

Kumo appoggiò le mani al terreno, raccogliendo la falce e rimettendosi in piedi barcollando leggermente, un po' stordita dal colpo – Non avevo idea che mia madre fosse così forte... eheh... beh, dopotutto è l'unica che abbia mai fatto colpo su Papà... e forse finalmente ho capito perché... – nonostante tutto, riuscì a sfoderare un sorriso – Però... questo significa che sei davvero mia madre... e io non posso farti del male nemmeno volendo... mi spiace deluderti – mormorò trattenendo a fatica le lacrime.

Con uno sbuffo irritato, Kiara esclamò – E allora arrenditi! Nemmeno io voglio farti del male, bambina mia, ma se sarà necessario a salvarti la vita non esiterò a spezzarti gambe e braccia! – serrando la presa sulle armi e facendo un passo verso di lei, ma improvvisamente Kumo le fece cenno di fermarsi – No, non posso farlo. Mi stai chiedendo di tradire i miei amici e... il mio ragazzo... – arrossì leggermente nel dirlo: non era ancora abituata ad essere così esplicita coi suoi sentimenti – di tradire coloro che mi hanno salvata dall'odio e il rancore che mi ha cresciuta negli anni? Non posso farlo. Ma non voglio nemmeno combattere contro di te, per cui, ti prego... lasciami andare – esclamò decisa.

Improvvisamente, l'istinto la guidò a portare il manico della falce davanti ai suoi occhi giusto in tempo per fermare un rapidissimo affondo di Kiara che lei non aveva nemmeno notato arrivare – E guardarti morire? Scordatelo! Non permetterò che tu faccia la mia stessa fine! Se vuoi la libertà di scegliere... dovrai conquistarla con la forza! – rispose roteando su sé stessa colpendo al fianco Kumo con una gomitata per poi sferrare un calcio rotante che la ragazza riuscì a parare ancora una volta per istinto, come se stesse combattendo con pura inerzia, osservando i movimenti di Kiara con occhi spenti e apatici.

Mille voci iniziarono ad esplodere nella sua testa: alcune dicevano di combattere, altre di arrendersi, mentre altre ancora incitavano a lasciarsi morire per concludere il prima possibile la questione, per porre rimedio a tutte le sofferenze in una volta sola...

La sua coscienza iniziò a svanire poco a poco in un buio tunnel senza luce: pian piano l'immagine dello scontro si fece sempre più lontana e sbiadita e le voci ed i suoni della battaglia sempre più distanti finché, infine, calò il silenzio.



Freddo. Un freddo gelido che le penetrava nelle ossa: quindi era ancora in grado di provare le sensazioni?

A fatica, Kumo provò a pensare, riuscendoci: era quindi ancora dotata di una coscienza.

Pian piano al freddo si aggiunse qualcos'altro, una sensazione di costrizione che avvertiva su parte del corpo, come se fosse appoggiata ad una superficie... significava forse che era ancora dotata di un corpo fisico?

– Io... dove... sono? – mormorò piano e con non poca fatica, rendendosi però conto di disporre ancora dell'udito e, a giudicare dal sapore ferroso del sangue che avvertiva in bocca, anche del gusto.

Restava solo da verificare un'ultima cosa.

Lentamente, Kumo riaprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco l'area circostante: in un primo momento pensò di essere cieca, ma poi si rese conto di essere semplicemente immersa in un ambiente composto quasi totalmente da oscurità e adornato da forme vaghe ed astratte, al contempo solide ed aeriformi: fu allora che un orribile pensiero le attraversò la testa – Questo è... l'aldilà? Sono... sono morta? – mormorò incredula alzandosi sulle ginocchia per poter vedere meglio il cupo paesaggio.

Fu allora che udì chiaramente una voce alle sue spalle – Dipende dai punti di vista: fisicamente sei viva e vegeta... è la tua mente essere morta. Anzi, per essere più precisi, è la tua coscienza, la tua personalità ad esserlo. I ripetuti shock e conflitti interiori ti hanno scosso nel profondo, e il tuo cervello ha istintivamente riposto la tua coscienza al sicuro nei suoi meandri più profondi per evitare di impazzire. In questo momento ciò che sta affrontando quella brutta copia di Kiara è poco più di un guscio vuoto che agisce basandosi sui semplici riflessi e sull'istinto di sopravvivenza. Una marionetta contro un fantoccio... piuttosto ironico, non trovi? Se non altro, finalmente ho l'occasione di parlarti – affermò con tranquillità, come se fosse al bar a chiacchierare con un amico.

Colta di sorpresa, Kumo sussultò appena prima di domandare un debole – Cosa... cioè... chi sei? – guardandosi intorno senza notare nulla di vagamente simile ad una persona senza notare nessuno: eppure, la voce proveniva da davanti a lei, come se il suo interlocutore fosse in piedi davanti ai suoi occhi – Chi sono, mi chiedi? Domanda interessante... potrei tranquillamente definirmi come "colei che ti ha sempre protetta", ma questo mi renderebbe concettualmente molto vicina ai cosiddetti "angeli custodi"... e anche questo ha una sua ironia, a ben pensarci. Dopotutto sono l'esatto opposto di un angelo, io. La tua gente... gli umani... mi definirebbero "demone" – rispose la voce, man mano che una nebbiolina oscura iniziava a concretizzarsi accumulandosi davanti ai suoi occhi ed assumendo lentamente una forma vagamente umanoide.

Davanti agli occhi increduli di Kumo si materializzò una ragazza talmente simile a lei che in un primo momento credette di trovarsi di fronte ad uno specchio, ma poi notò come pian piano la carnagione di quest'ultima si scurì, come se si fosse fatta una lampada abbronzante, e gli occhi mutare dal suo abituale blu ad un giallo intenso dai riflessi arancioni ed i capelli divenire bianchi e speculari ai suoi, crescendo inoltre di dimensioni finché il ciuffo non le coprì completamente l'occhio destro e il resto non toccò il terreno – Sai, solitamente quelli come noi tendono ad assumere le totali sembianze dell'umano con cui stipulano il contratto, ma visto che sei abbastanza confusa ho deciso di differenziarmi un po' per evitare di mandare ulteriormente in tilt il tuo cervellino. Vuoi sapere un'altra cosa piuttosto ironica? E' la stessa forma che usavo per mostrarmi a Kicchan: questo dimostra quanto sei simile a tua madre quando aveva la tua età! Ghihihi! – esclamò il demone osservandola con un ghigno dipinto sul volto... che si trasformò in delusione una volta constatata la scarsa reazione emotiva di Kumo – Che succede, improvvisamente hai perso il dono della parola...? Non hai davvero nessun commento o domanda da farmi? – sbottò sbuffando con disappunto.

Kumo, come riscossa da una scarica elettrica, si affrettò a scuotere la testa – In realtà... è l'esatto opposto. Hai detto che sei un demone... ma chi sei? Perché sembri conoscermi così bene? E questo posto... i meandri della mia mente... esiste un modo per uscirne? – domandò riprendendosi man mano dallo shock iniziale.

Incurvando la bocca in un sorrisetto, il demone esclamò con tono altezzoso – Ma come, davvero non hai capito chi sono? Quella frase, "colei che ti ha sempre protetta"... non ti dice niente? Vuoi farmi credere che fin'ora hai eseguito continuamente il "patto" con me pur non sapendo chi fossi realmente? Sei senza speranza, bimba. E sia: mi presenterò come si deve. Io sono il demone che abita la tua Satan Sorrow: per essere precisi sono una Doppelgänger, e il mio nome è... mh... sai, a dire il vero noi Doppelgänger non abbiamo un nome, solitamente anagrammiamo quello del nostro contraente, perciò puoi chiamarmi... "Moku". Si, Moku andrà benissimo. Rispondendo al resto – continuò, zittendo Kumo prima ancora che potesse aprir bocca – Ti conosco così bene perché ti sono sempre stata accanto, fin da quando Kicchan ti ha donato quel ciondolo. Hai presente il "Patto" che esegui per attivare l'Hyper Mode Kai, o quella che definisci "Full Hyper Mode Kai"? Ebbene, è con me che lo esegui, il che ti rende la mia contraente: in cambio di parte della tua fiamma atta a nutrirmi mi occupo della gestione interna della tua fiamma e delle tue emozioni, consentendoti di sfoderare il tuo potere latente: di conseguenza, tutte le battaglie che hai affrontato fin'ora con tale tecniche, ovvero praticamente tutte, le hai sempre vinte grazie al mio aiuto. Oh, non fraintendere, bimba: tu sei forte, davvero forte! – aggiunse, notando l'espressione accigliata di Kumo – Negli anni mi hai davvero stupita: nemmeno Kicchan ha mai saputo controllare così bene la Full Hyper Mode Kai! Inoltre, il modo in cui hai imparato a gestire le tue emozioni, la determinazione con cui hai affrontato le difficoltà che ti si sono presentate davanti, evolvendoti continuamente per fronteggiare i tuoi nemici... sarò anche un demone, ma simili cose mi toccano, sai? Ghihihi! – e fece una pausa, sfoderando nuovamente un ghigno.

Kumo ascoltò tutto con aria rapita, come se avesse una fame di informazioni da troppo tempo insoddisfatta – Ma... se sei davvero un demone... perché mi hai sempre aiutata e protetta? – domandò infine, dopo qualche attimo di esitazione: il sorriso di Moku parve momentaneamente incrinarsi – Perché, hai detto...? Beh, perché sei la figlia di Kicchan, l'unica mia Contraente nel corso della storia che mi abbia trattato da amica anziché da semplice strumento. O almeno – continuò, rabbuiandosi – Questa... era la motivazione che mi ero data all'inizio. Kicchan lo sapeva, sai? – mormorò mordendosi il labbro inferiore – Sapeva che stava per morire. Il giorno prima che succedesse, lei... lei è entrata spontaneamente nei meandri della sua mente per incontrarmi, e mi ha detto che avevano deciso di sbarazzarsi di lei, e che probabilmente le rimanevano solo poche ore di vita. Io mi sono proposta di aiutarla... di sostituirla, ma lei non ha voluto sentire ragioni. "Finché io non morirò davvero la mia famiglia non potrà mai definirsi al sicuro", ha pronunciato proprio queste parole. Nonostante tutto, però, era sollevata... era così felice quando le ho promesso che avrei protetto te, la sua amata bambina. Però lo devo ammettere... – e qui l'espressione di Moku divenne per la prima volta cupa e vagamente demoniaca – Inizialmente... ti ho odiato. Kicchan, la mia prima ed unica amica... colei che aveva portato la luce nel mio mondo di odio e oscurità, aveva scelto di morire per salvare la tua vita. Non potevo accettarlo... non potevo. Per questo ogni talvolta venivo "forzata" ad eseguire il patto... – mormorò, ma Kumo finì la frase per lei – ... perdevo il controllo e venivo invasa da sentimenti oscuri e maligni. Ora è tutto chiaro... ma allora devo chiedertelo... cosa ti ha fatto cambiare idea su di me? – domandò Kumo con veemenza.

Moku le rivolse uno sguardo strano, quasi addolcito, prima di rispondere – Ho iniziato ad affezionarmi a te quando anche tu hai iniziato a risplendere allo stesso modo in cui risplendeva Kicchan. Gran parte del merito credo sia attribuibile a quel bel fustacchione dai capelli ad ananas... – ridacchiò guardando Kumo avvampare per poi continuare – ... ma anche i tuoi amici hanno svolto un ruolo chiave in tutto questo. Nonostante l'odio e il rancore con cui ti ho cresciuta senza che tu avessi alcuna colpa hai saputo trovare la forza di rompere la barriera negativa che ti avevo creato attorno e di brillare illuminando anche questo mio mondo cupo come il più caldo dei soli. Ti devo davvero molto, Kumo... e non parlo solo del bisogno di scusarmi. Mi ero smarrita e ti ho fatto del male, eppure nonostante questo tu hai saputo farmi tornare ad essere quello che Kicchan mi aveva fatto diventare: me stessa. Col tempo, insomma, ho iniziato a proteggerti: dapprima per via della promessa da mantenere che la mia rinnovata lucidità mi aveva ricordato, ma prima che me ne accorgessi avevo iniziato a proteggerti perché era ciò che desideravo fare. Per questo motivo, e nel proportelo ti offro anche una via di scampo da questo luogo, ho intenzione di stillare un contratto definitivo e completo, un qualcosa che non ho mai offerto nemmeno a Kicchan fin'ora. Pensi di poterti occupare di quel fantoccio impostore che ha osato sfruttare le sembianze di Kicchan una volta uscita? – domandò con fervore, interpretando l'espressione poco convinta di Kumo come un "no" – Immaginavo... per questo ho intenzione di proporti un contratto dell'anima. In breve, in cambio di un legame indissolubile che durerà da cui fino alla tua morte, libererò il tuo vero potenziale nascosto. Allettante, no? Con questo, avrai finalmente a disposizione la forza necessaria a proteggere i tuoi cari, e potrò aiutarti attivamente durante i tuoi scontri, proteggendoti ancora meglio di come ho fatto fin'ora. Come nota negativa, ciò comporta il sentire l'una le sensazioni dell'altra, siano esse dolorose o piacevoli... e che una volta accettato è inscindibile. Accetti? – domandò infine, materializzando un foglio di carta con incise rune molto simile a quelle incise nell'altare dove anni prima recuperarono l'ultimo Hell Ring.

Con grande sorpresa di Moku, Kumo esclamò senza nemmeno pensarci – Accetto. Dove firmo? – la quale reagì rispondendo in modo preoccupato – H-hey, hai ascoltato quel che ho detto? E' un qualcosa che durerà fino alla tua morte! Sei sicura di volerlo accettare tanto alla leggera? – domandò, ma ancora una volta Kumo si limitò ad annuire – L'hai detto tu stessa, giusto? Il motivo per cui hai cambiato idea sul mio conto è perché sono riuscita a spazzare via il mio guscio di odio e diffidenza in cui sono cresciuta. Quel guscio... sono riuscita a romperlo solo imparando a fidarmi delle persone: per questo motivo, anche questa volta ho deciso di volermi fidare. E poi... non sei forse "colei che mi ha sempre protetta"? So che continuerai a farlo – concluse mordendosi il dito fino a farlo sanguinare e scrivendo sul foglio il proprio nome come meglio poteva.

Immediatamente un'intensa luce illuminò il mondo dov'erano rimaste fino a quel momento spazzando via ogni oscurità: Kumo fu come risucchiata da un vortice che l'attirò verso l'alto, come se si fosse aperto una via d'uscita che affacciava sulla realtà.

Mentre pian piano sentiva nuovamente la coscienza svanire, Kumo giurò di sentire distintamente Moku mormorare – Ci vediamo fuori... Mocchan! – seguito dal buio più totale e da un silenzio assoluto.



Pochi istanti dopo, Kumo riaprì gli occhi appena in tempo per vedere un fendente di Kiara diretto alla sua faccia, riuscendo a schivarlo incurvando la schiena all'indietro e venendo solo ferita di striscio al naso per poi roteare la propria falce con maestria cozzando contro l'altro pugnale in modo da bloccare il secondo attacco della donna.

Fu allora che lo notò: l'arma che impugnava non era più la Rebirth Angel, bensì l'originale Satan Sorrow che non vedeva da tempo – Ma... cosa significa, Moku!? – mormorò confusa parando un'altra serie di assalti di Kiara con difficoltà finché non avvenne l'ennesima stranezza.

Con un suono metallico misto a vetro rotto la lama del pugnale scalfì quella della Satan Sorrow, provocando una crepa che andò via via a diffondersi in tutta l'arma – Cosa... cosa sta succedendo?! Perché la Satan Sorrow si è danneggiata?! Moku! Dove sei?! Rispondimi! – ma nonostante pensasse intensamente non ottenne risposta... quand'ecco che un ultimo definitivo colpo di grazia fece esplodere l'arma in tante schegge metalliche che si riversarono sul pavimento, con grande angoscia di Kumo, la quale chiuse gli occhi per proteggerli dalle schegge mentre la consapevolezza di essere stata appena tradita la travolgeva come un fiume in piena: quel contratto che aveva firmato era la sua condanna a morte?

Eppure nonostante non sentisse più alcun peso nella sua mano destra avvertiva ancora qualcosa al tatto, e perfino Kiara si era fermata, stupita – Kumo... che cos'è quella? – mormorò con tono stupito.

Avvertendo il cuore batterle all'impazzata per lo spavento preso, Kumo riaprì gli occhi... e ciò che vide le mozzò il fiato.

La Satan Sorrow era sparita: al suo posto reggeva un'arma cristallina, quasi eterea, come fosse composta di pura luce ma dalla consistenza simile al vetro e la cui lama rifletteva qualsiasi cosa come fosse uno specchio. Guardandola meglio, Kumo notò come il manico fosse intarsiato da rune identiche a quelle presenti sul contratto e decorata con simboli magici e teschi quasi maligni, in netto contrasto con la sua apparenza angelica.

– La Satan Sorrow non ti appartiene più, Mocchan. D'ora in poi la tua arma corrisponderà alla mia vera forma... la Necro Reflect – affermò una voce alle sue spalle, che la fece sussultare e voltare di scatto ritrovandosi davanti ad una sorta di proiezione semiconcreta del demone – Come ti ho detto, d'ora in poi ti potrò proteggere ed aiutare attivamente in cambio di una grossa quantità della tua fiamma... e di questa – esclamò Moku evocando una Satan Sorrow completamente nera come la pece, come se fosse un clone composto da pura oscurità.

Kumo aprì la bocca come per dirle qualcosa, ma la voce di Kiara la raggiunse – Tu chi sei?! Non intrometterti nelle nostre questioni familiari! – esclamò irritata fissando la nuova arrivata.

Kumo sgranò gli occhi: com'è possibile che Kiara non riconoscesse Moku? Che la Doppelgänger le avesse mentito?

Rabbuiandosi improvvisamente Moku serrò la presa sul manico dell'arma iniziando ad avanzare a passo deciso verso Kiara – Chi sono, hai detto...? Allora è come pensavo... – mormorò con freddezza, per poi sferrare un fendente che mozzò il braccio sinistro di Kiara con una rapidità tale che né Kumo né Kiara stessa la videro agire, accorgendosi del fatto solo una volta che l'arto toccò il terreno – Tu non sei la vera Kicchan! Svela la tua natura, impostora! – urlò furiosa, preparandosi ad attaccare di nuovo.

Estremamente sconvolta, Kumo cercò di dire a Moku di fermarsi, ma sebbene muovesse le labbra non riuscì a proferir parola: eppure c'era qualcosa di strano.

Non solo Kiara non aveva reagito urlando di dolore, ma non aveva neppure perso una singola goccia di sangue.

Con disappunto, la donna raccolse il proprio arto – Tch... a quanto pare Kiara conosceva questo essere ma non era presente nei ricordi di Kumo. Che facciamo ora, Blake-sama? – domandò voltandosi verso il maggiordomo, rimasto in disparte fino a quel momento – Aaah... che peccato... ci tenevo veramente a salvare la vita della signorina portandola dalla nostra parte... e sia: gli ordini di Lord Augustus sono assoluti, e la signorina ha compiuto la sua scelta a quanto vedo, pertanto temo non ci resti altra scelta se non eliminarla. Fortunatamente i suoi ricordi sono molti variegati, e ho trovato qualcosa di molto interessante che potrebbe aiutarci nello scopo. Le chiedo scusa in anticipo, signorina... ma se ha fatto la sua scelta, allora non posso fare altro. Emperor... – ancora una volta il turbinio di 0 ed 1 si diffuse per tutta l'area ostruendo la visuale di tutti i presenti per poi svanire improvvisamente così com'era apparsa, ma questa volta Kumo notò distintamente i numeri ammassarsi in una persona davanti ai suoi occhi... una persona a lei molto familiare – No... anche lui no... – esclamò con voce tremante, osservando con soggezione l'inconfondibile figura di Hibari Kyoya ergersi davanti a lei con il Vongola Gear già attivo, pronto a combatterla.

Infine, con un ghigno malefico, Blake concluse la frase – ... Memory Drive! – esclamando il nome del suo Emperor: un potere in grado di materializzare i ricordi dei suoi avversari rivoltandoglieli contro.

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 - Incontro predestinato ***


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Erano ormai passata circa un'ora e mezza da quando la Barriera di Gravità era stata eretta: superato l'attimo di sconforto, Katie aveva ripreso la marcia verso le stanze successive, decisa a proseguire sebbene iniziasse a pentirsi amaramente dell'impulsività che l'aveva fatta allontanare dal gruppo – Sono stata una stupida... perché prima sono fuggita così? Kurai-nii e Mirai-nee sono stati così carini con me nonostante quello che ho fatto... volevano semplicemente aiutarmi ed io come ringraziamento me ne sono andata... – sospirò, continuando a camminare attraverso i lunghi ed ampi corridoi, completamente immersa nei suoi pensieri – Eppure continuo a non capire... cosa significano quei "flash" che mi vengono ogni tanto? E' come se... come se il mio cervello andasse in blackout ed agissi per istinto, così che quando riprendo il controllo il danno è fatto e mi ritrovo disorientata e confusa, finendo con il farmi sopraffare dal panico. Mi chiedo... quanto sono pericolosi questi scatti? Potrei arrivare perfino a ferire un amico? O è semplicemente uno dei molteplici "effetti collaterali" a cui aveva accennato il signor Byakuran prima di attivare il processo per il risveglio dei miei ricordi? Ah! – come se avesse preso la scossa i pensieri di Katie tornarono immediatamente a focalizzarsi sulla missione – Ma che sto facendo?! Non è il momento di pensarci! Devo immediatamente ricongiungermi a qualcuno dei miei compagni, sono ancora in pieno territorio nemico! Vediamo... se non ricordo male quel che ho visto prima affacciandomi alla finestra dovrei essere al penultimo piano, e Yuniko e Vittorie erano dirette al tetto: mi conviene dirigermi lì e sperare di incrociarle allora! – esclamò con fermezza, accelerando il passo per percorrere il più velocemente possibile ciò che restava del corridoio, spalancando la porta senza esitazione ritrovandosi in una stanza immensa dalle enormi vetrate e dalle pareti decorate da immensi arazzi recanti diversi stemmi e blasoni risalenti ad epoca medievale: il soffitto era adornato da colossali candelabri in ottone, e per tutta la stanza erano disposte ordinatamente lunghissime tavolate.

Senza la benché minima ombra di dubbio, aveva raggiunto la sala da pranzo.

Con cautela, Katie varcò la soglia avvicinandosi alla vetrata più vicina, scoprendo con un sospiro di sollievo di non essersi affatto sbagliata: il tetto era esattamente sopra la sua testa, le bastava trovare una scala che la portasse al piano successivo e si sarebbe ricongiunta alle due compagne.

Tuttavia, come colpita da un fulmine, l'istinto di Katie percepì un flebile movimento provocato da una corrente d'aria che spense gran parte delle candele simultaneamente e che la spinse a spostarsi di lato, appena in tempo per evitare un micidiale pugno che si abbatté con prepotenza sulla vetrata polverizzandola in finissime schegge che brillarono alla luce lunare come polvere di diamante.

Rotolando sul fianco a distanza di sicurezza e rialzandosi con agilità con un unica serie di movimenti, Katie evocò la Kirislayer e si mise in guardia, guardandosi attorno in cerca del nemico che, con la stessa velocità con cui era arrivato, sembrava essersi volatilizzato.

Uroborus si materializzò in forma tangibile deciso a darle una mano nell'individuare il nemico e stabilendo un contatto telepatico con la ragazza in modo da minimizzare i tempi di reazione, con scarsi risultati: per qualche ragione, non riuscivano ad avvertire nessuna presenza – Uroborus... credi che se ne sia andato? – pensò la ragazza, ottenendo un responso negativo dallo Spirit – Temo di no... potrebbe essere ancora nell'area ma immobile per celare la sua presenza in attesa di tenderci un altro agguato, non abbassare la guardia! – rispose prontamente Uroborus... e così fu: non passò nemmeno un secondo che la parete attigua alla finestra sfondata esplose in una pioggia di polvere e detriti che offuscarono la vista alla ragazza, la quale fu così troppo impegnata a tossire per vedere una figura umanoide avvicinarsi a lei con velocità sovrumana afferrandola per la faccia e lanciandola con forza incredibile da una parte all'altra della stanza, spazzando via nel tragitto diversi tavoli che si ritrovarono nella sua traiettoria e causando così una pioggia di schegge di legno che si sparsero per il salone.

Il tutto avvenne così velocemente che Katie non riuscì nemmeno ad accorgersene, ma per sua fortuna Uroborus si era velocemente frapposto dietro di lei assumendo forma materiale e attutendo così l'impatto, col risultato però che la forma fisica si dissolse in una fiammata costringendo lo Spirit a rientrare nell'Hell Gear per rigenerarla.

Katie si rialzò quindi barcollando, portandosi la mano destra alla spalla sinistra ed estraendo una grossa scheggia che si era infilata a media profondità – Gra... grazie, Uroborus! Se non fossi intervenuto tu probabilmente sarei morta sul colpo... sei riuscito ad individuarlo? – domandò mentalmente mentre rimaterializzava la Kirislayer nella sua mano, ottenendo in risposta un flebile – Guarda davanti a te – da parte dello Spirit esausto.

E così fece: mettendo bene a fuoco il polverone poteva distinguere la figura umana che avanzava a passo deciso verso di lei.

Inaspettatamente, proprio mentre Katie si preparava a lanciarsi all'attacco, il nemico misterioso parlò – I miei complimenti, ragazzina. Sei la seconda persona che sopravvive a ben due dei miei assalti, il che significa che sei parecchio forte. Posso sapere il tuo nome? – domandò con una voce vagamente metallica che per qualche inspiegabile ragione risultò familiare a Katie, senza rallentare il passo.

Colta alla sprovvista, Katie decise di rispondere, senza però abbassare la guardia – Sono Katie... Katie Rokudo. E tu... tu sei...! – ma, proprio mentre stava per concludere la frase, la vista le si annebbiò e una serie di immagini prese a scorrerle davanti agli occhi talmente velocemente da sembrare un uniforme telo bianco puro, che man mano si tingeva di colori confusi, i quali assumevano pian piano forme dapprima indistinte, poi sempre più riconoscibili finché, infine, il turbinio cessò, mostrandole una realtà del tutto diversa a quella che stava vivendo fino ad un istante prima.



Un incessante pioggia cadeva sulle rovine di quella che un tempo era una ridente cittadina: ovunque vi erano scheletri di palazzi fatiscenti e costruzioni in rovina, che costituivano il desolante paesaggio di una città fantasma.

Qua e là lampeggiavano ad intermittenza luci di insegne ormai inutili e di qualche lampione sopravvissuto a tutta quella devastazione... eppure, nonostante tutto, la città non era completamente disabitata: quattro figure incappucciate sbucarono da dietro una casa crollata, correndo senza fermarsi versò chissà quale destinazione.

Dopo qualche minuto, giunsero al cospetto di una vecchia scuola media crollata per metà nella quale vi si rifugiarono senza esitare fino a giungere in quella che con ogni probabilità era stata la sala mensa dell'edificio, dove finalmente tirarono un sospiro di sollievo.

Il primo a levarsi il cappuccio fu un uomo biondo avente una grossa cicatrice all'altezza del naso – Hey, Mukuro-san... dici che l'abbiamo seminato, byon? – domandò con voce rotta dal fiatone all'uomo che reggeva in mano un grosso fagotto – Non percepisco più la sua presenza da un po', ma bisogna essere cauti.. quel bastardo è parecchio ostinato, e non abbiamo ancora fatto in tempo a riprenderci da tutte le ferite che ci ha provocato l'ultimo scontro. Nagi – disse quindi, rivolgendosi alla donna al suo fianco – Ti affido Katie – disse, passandole il fagotto – io andrò con Ken e Chikusa a sorvegliare l'ingresso e ad erigere qualche illusione a protezione del luogo. A dopo piccola! Kufufu~ – disse con un sorriso al viso della bambina che fece capolino dal fagotto di vestiti dal quale cercava di liberarsi, per poi dirigersi fuori dalla stanza assieme ai due uomini lasciando Chrome e la bimba da sole.

Con un sorriso amaro, Chrome li osservò allontanarsi finché la grossa porta non si richiuse alle loro spalle, quindi aiutò la figlia a liberarsi dagli indumenti – Ecco qua... va meglio ora, Katie? – domandò alla piccola accarezzandole la guancia: Katie annuì – Sì, mamma... ma dove siamo? Non torniamo più all'albergo? Il letto lì non puzzava ed era comodoso! – domandò agitando le piccole braccia come per dare enfasi al discorso, fissando la madre con occhioni pieni di speranza e curiosità alla cui vista Chrome non se la sentì di dirle la verità: d'altronde, come poteva spiegare ad una bambina di soli 5 anni che l'albergo in rovina, il luogo dove avevano vissuto nell'ultimo anno, era stato distrutto dall'ultimo attacco dell'agente degli Insyder mandato sulle loro tracce per eliminarli?

Fortunatamente, Katie era molto intelligente, per cui le bastò spiegare il concetto con altre parole meno dirette – Tesoro mio, l'albergo è stato rubato da quelle persone cattive vestite di nero: d'ora in poi questa sarà la nostra casa. Non avrà i letti comodi, forse, ma in compenso abbiamo un sacco di spazio, non sei d'accordo? – domandò alla piccola, che annuì con entusiasmo – Sì, hai ragione! Qui c'è tanto spazio per giocare! E poi almeno anche Zio Ken e Zio Chikusa potranno finalmente dormire comodi invece che ammassati nello stesso letto! Fa niente se non c'è il letto morbidoso, a Katie va bene così! L'importante è che tutti siano comodi! – guardandola con un faccino adorabile e sinceramente felice.

Trattenendo a fatica le lacrime, Chrome la strinse forte a sé in un abbraccio – Katie... tu sei la mia... no, la nostra benedizione. La nostra speranza. Non perdere mai questa luce capace di risplendere in maniera così intensa in questi tempi bui... puoi promettermelo? – le sussurrò all'orecchio, accarezzandole i capelli mentre lei rispondeva – Non preoccuparti mamma... Katie non smetterà mai di sorridere, perché sa che questo rende felici anche tutti gli altri! – allegramente, baciando poi la madre sulla guancia ed esclamando subito dopo – Ti voglio bene, mamma – ricambiando la stretta.



Katie tornò alla realtà, trovandosi momentaneamente spaesata per un istante – Cosa... cos'era quello? Che significa quella visione? – mormorò fra sé e sé, dimenticandosi per un istante di essere nel mezzo della battaglia: fu proprio la voce del suo avversario a riscuoterla – Hey, hai sentito quello che ho detto? – esclamò spazientito.

Udendo la sua voce Katie sussultò e si voltò di scatto verso di lui, scoprendo con sua sorpresa che nel frattempo era uscito completamente allo scoperto: si scoprì essere un uomo tonico alto all'incirca un metro e ottanta, dai vividi occhi argentei e i capelli rossi ma sfumati dalla metà in poi in bianco in una maniera che le ricordò stranamente i suoi capelli.

L'uomo vestiva la tunica degli Insyder, ma il suo istinto le diceva che non era provvisto di Emperor: l'atmosfera che lo circondava era strana, quasi irreale, come se egli non fosse nemmeno umano... tuttavia, nemmeno lei riusciva a spiegarsi il perché di quella sensazione.

Senza nemmeno rendersene conto, però, finì con l'ignorarlo di nuovo... ma questa volta il suo avversario non ebbe la pazienza di aspettarla – Ti vedo molto distratta, Katie. Forse questo ti sveglierà un po'! – disse con freddezza, scattando avanti talmente velocemente che Katie non riuscì manco a vederlo arrivare: tuttavia sentì fin troppo bene la potenza del pugno duro come l'acciaio centrarla al plesso solare spedendola a schiantarsi con forza contro il muro, con il risultato che fu a terra col respiro mozzato e sputando sangue prima ancora che potesse rendersene conto.

Implacabile, l'uomo si incamminò lentamente verso di lei – Alzati. Se voi intrusi foste davvero così deboli, Lord Augustus non mi avrebbe mai riattivato. Avanti – esclamò gelido, avanzando fino ad arrivarle nuovamente davanti: tuttavia, Katie non riusciva a respirare, figuriamoci a rialzarsi – Quindi è così... questo è tutto ciò che puoi fare. Patetico. Beh, suppongo che i dati su di te fossero errati. Katie Rokudo, proveniente da un'altra linea temporale e trasportata qui dall'Emperor IF, e successivamente sfuggita al nostro controllo: credevo saresti stata un obbiettivo piuttosto scomodo di cui sbarazzarmi. Spero almeno che i tuoi compagni siano in grado di resistere a più di un paio di colpi, altrimenti non comprendo cos'ha destato preoccupazione a Lord Augustus – tendendo il palmo della mano destra davanti al volto della ragazza: inaspettatamente, il palmo si aprì e ne fuoriuscì una canna di fucile di grosse dimensioni, che puntò alla tempia di Katie – Niente di personale, Katie – sparando una raffica di proiettili calibro 7,62 che ridussero ad un colabrodo sanguinolento la testa della ragazza, ponendo così fine alla sua esistenza.

A lavoro compiuto, l'uomo ritrasse la canna nel palmo della mano e si avviò verso l'uscita senza aggiungere altro, quando improvvisamente un boato echeggiò per l'enorme stanza, causato dal pavimento frantumato da giganteschi rovi neri come la pece, i quali si diramarono tutt'attorno ostruendo ogni via d'uscita: finestre, porte, e perfino il muro sfondato dall'attacco a sorpresa che Katie aveva subito poco prima, venne sbarrato da quei rovi oscuri e duri come l'acciaio.

Sorpreso, l'uomo si guardò intorno, constatando che inspiegabilmente Katie era in piedi al centro della sala viva e vegeta, e senza alcuna ferita – Interessante... per cui perfino un androide può cadere vittima di una illusione, uh? – mormorò la ragazza con un ghigno – Mi spiace, rottame... ma non posso permetterti di uscire vivo da questa stanza – e, come se gli avesse letto nel pensiero, Uroborus attivò l'Hell Gear – Ho sperimentato sulla mia pelle quanto tu possa essere letale. Quelli erano proiettili anticarro, dico bene? E non solo sei dotato di un simile armamentario, disponi pure di una forza disumana e una velocità incredibile, oserei dire più o meno pari a quella dell'Hell Gear di Lily-san: sei decisamente un pericolo, per cui non mi rimane altra scelta che ridurti così male che non riusciranno nemmeno a smistarti nella differenziata! – esclamò risoluta, puntando verso di lui una delle Omnislayer per poi svanire nella nebbia, riapparendo un istante dopo sopra la sua testa in caduta libera eseguendo un affondo dall'alto che l'androide prontamente evitò roteando di lato per poi tornare al punto precedente sferrando un calcio rotante, colpo intercettato prontamente dall'altra Omnislayer di Katie, la quale contrattaccò sfilando la lama infilzata nel terreno e sferrando un fendente a spazzata, ma anche questo colpo andò a vuoto con l'androide che saltò per evitarlo e a mezz'aria tirò nuovamente fuori dalla mano la canna del fucile con il quale sparò una raffica di proiettili verso Katie, proiettili che vennero bloccati da uno scudo improvvisato coi pochi rovi non utilizzati per ostruire le vie d'uscita e che le donò il momentum necessario per vibrare un poderoso fendente alla gola dell'avversario – E con questo segno la parola fine! – urlò, osservando con soddisfazione la lama fendere la superficie della pelle del collo dell'androide.

Tuttavia, il massimo che riuscì a fare fu di danneggiare il rivestimento esterno: a quanto pare, il suo avversario era principalmente meccanico, e ne uscì indenne – Esattamente come ho detto prima... patetico. Suppongo che i dati a disposizione su di te fossero davvero errati, lo farò presente: a quanto pare, l'Emperor del signor Axis è difettoso, così come le creature che richiama a sé – allungando il braccio e afferrando Katie per la gola per poi scagliarla con forza contro al muro, e stavolta per davvero: fatto ciò, si voltò di spalle senza nemmeno degnarla di uno sguardo – Non sei un'avversaria degna di me, né tanto meno un pericolo per Lord Augustus – esclamò gelido senza fermarsi dirigendosi verso l'accesso principale della stanza, ancora ostruito dai rovi.

Lentamente la vista di Katie si appannò, e respirare si fece sempre più difficile – No... io devo... fermar... – ma non riuscì a concludere la frase: l'oblio la richiamò a sé, e nuovamente le ormai familiari serie di immagini sfocate prese a vorticare davanti ai suoi occhi, cancellando la sua coscienza.



I suoni di una feroce battaglia echeggiavano per tutto l'edificio in rovina, scuotendolo fin dalle fondamenta: Chrome giaceva rannicchiata attorno ad una tremante Katie a mo' di scudo, stringendola forte per tranquillizzarla – Mamma! Che succede?! Papà sta bene, vero...? – pigolò in lacrime, più spaventata per la sorte di Mukuro che per i forti boati con conseguenti tremolii da parte del soffitto instabile: aumentando la stretta, Chrome la baciò sulla fronte – Va tutto bene tesoro mio... tuo padre è fortissimo, e con lui ci sono anche Ken e Chikusa... non perderà, stai tranquilla! – sfoderando un largo e rassicurante sorriso, prontamente imitato dalla piccola, la quale si asciugò le lacrime esclamando – Hai ragione! Papà non perderà contro quel... – ma un inaspettato silenzio di tomba che calò sul luogo la interruppe a metà frase – ...? Che succede? Papino ha già vinto? – domandò con aria curiosa e stupita, guardandosi intorno cercando di capire cosa stesse succedendo.

Chrome si morse il labbro inferiore, visibilmente preoccupata: aveva davvero vinto? O forse questo improvviso silenzio significava che era accaduto il peggio?

Scosse violentemente la testa per cancellare quel pensiero: doveva mantenere la calma ed essere positiva. Non poteva concedersi il lusso di farsi cogliere dal panico davanti a Katie.

Un rumore di passi echeggiò per il lugubre corridoio, a ritmo serrato ed inesorabile... non poteva appartenere né a Chikusa (troppo veloce) né a Ken (troppo lento) né tantomeno al marito (troppo ritmato), e questo allarmò la donna.

Con un rapido gesto, infiammò l'anello a forma di gufo evocando Mukurowl senza farsi vedere da Katie, stabilendo con lui un contatto telepatico in modo da condividerne la visione per poi mandarlo in avanscoperta nel corridoio: tuttavia, prima che potesse osservare alcunché, Mukurowl venne immediatamente distrutto confermando i suoi peggiori sospetti.

Sbiancando come un lenzuolo, Chrome trattenne a fatica le lacrime e regolarizzò il respiro: quindi, con lo sforzo psicologico più grande mai compiuto in vita sua, guardò la figlia sorridendo ed indicando la porta dietro di lei – Hey Katie, guarda! E' tornato! – cercando di mantenere un tono convincente e naturale.

Funzionò: Katie si voltò a guardare la porta esclamando – Chi è?! Zio Ken? Zio Chikusa? Papino? – distogliendo lo sguardo dalla madre, e fornendo così a Chrome l'occasione che aspettava.

Con un rapido, precisissimo colpo alla nuca, Katie svenne senza nemmeno rendersene conto: quindi, con le lacrime agli occhi, Chrome la prese in braccio e la sdraiò in un angolo della stanza, nascondendola alla vista con una potentissima illusione protettiva – Scusami, piccola mia... ma non voglio... che tu veda questo – mormorò con voce spezzata, mentre attivava il Vongola Gear della Nebbia evocando il familiare Khakkhara con cui aveva combattuto mille battaglie, impugnandolo con mano tremante mentre le lacrime iniziavano a scorrere senza controllo – ... ti prometto che proteggerò nostra figlia a costo della vita. Qualunque cosa accada... non toccherà la nostra Katie! Ken, Chikusa... vi ringrazio per tutto quello che avete fatto fin'ora... avete reso la mia vita degna di essere vissuta e regalato un sacco di momenti felici... riposate in pace, e prendetevi cura del mio amato Mukuro. Io vi raggiungerò il più tardi possibile! – esclamò, puntando l'arma verso la porta, udendo il rumore di passi arrestarsi in prossimità della soglia.

Con un colpo secco, la porta venne brutalmente scardinata e si schiantò con fragore al suolo, seguita dall'ingresso di un'alta figura di un metro e ottanta avente una chioma di capelli rossi sfumati dalla metà in poi in bianco in una maniera così simile ai capelli di Katie: immediatamente lanciò un occhiata a Chrome, squadrandola con i suoi vividi occhi argentei – Chrome Dokuro... Guardiana della Nebbia della Decima Generazione dei Vongola, nonché ultima sopravvissuta della suddetta famiglia. Mukuro Rokudo e i suoi compagni sono stati terminati, per cui ti chiedo di non opporre resistenza così da rendere il tutto il più indolore possibile. Lord Augustus mi ha ordinato solo la vostra eliminazione: non ho alcun motivo per torturarvi – osservandola con occhi glaciali.

Serrando la presa sull'arma, Chrome esclamò – Ti piacerebbe, eh, Aiden?! Ti piacerebbe eliminarmi senza fatica per poi tornare a leccare il culo a quel vecchio psicopatico, non è vero? Beh, sai che ti dico? – alzando il Khakkhara verso l'alto – Ti trascinerò all'inferno... CON ME! – e nel dirlo colpì con forza il terreno, che esplose istantaneamente come fosse cristallo, lasciando al suo posto un'infinità di immensi occhi aventi nelle iridi i kanji dall'1 al 6 ad osservarli dall'oscurità più totale, oscurità che si diffuse anche alle pareti e al soffitto, inglobando il tutto in un'atmosfera da incubo, dove Chrome, roteando l'arma, scatenò anche colossali colonne di fuoco avvolte da fiori di loto, che travolsero l'androide in pieno.

Tuttavia, Aiden emerse dalla lava senza il minimo danno, avanzando nella sua direzione come se niente fosse – Nonostante l'illusione sia di prima qualità ci vuole ben altro per ingannare i miei sensori – spalancando il palmo verso la donna ed estraendo la canna del fucile – Ripeto: non opporre resistenza, subirai un'eliminazione indolore – sparando una raffica di colpi, che Chrome evitò dissolvendosi nella nebbia e riapparendo alle sue spalle, impugnando il Gear al contrario ed esclamando – Cambio forma! – in italiano: incredibilmente, il Khakkhara mutò divenendo una lunghissima lancia a doppia punta circondata dall'anello con i sei kunai del Vongola Gear regolare, ma la fiamma che di solito ardeva in cima all'arma si era diffusa avvolgendo completamente il Cambio Forma nella sua interezza – Se le illusioni non funzionano... allora userò il corpo a corpo! – affondando l'arma verso la schiena dell'androide, che però con un movimento fulmineo intercettò il colpo e afferrò l'arma, bloccandola – Troppo lenta! – esclamò, ma non fu abbastanza rapido da accorgersi di Chrome, la quale sfruttò la lancia tenuta saldamente ferma come punto d'appoggio con cui darsi lo slancio per colpirlo al volto con un poderoso calcio – Tu dici? – esclamò con un sorrisetto molto simile a quello del defunto marito, riuscendo a spostarlo quel tanto che bastava a liberare l'arma e a portarsi a distanza di sicurezza, dove si strappò via la benda con un gesto fluido – Non ho intenzione di trattenermi nemmeno un po'... non m'importa dei danni che subirà il mio corpo, non ho nulla da perdere... – il kanji dell'occhio destro passò a 4 – ... perché quello che conta davvero... – portò la mano all'occhio e lo perforò in un'esplosione di sangue – ... è proteggerla ad ogni costo! – un'immensa aura nera avvolse la donna, mentre l'iride rosso dell'occhio destro si rigenerava recando un kanji a metà strada fra il 4 ed il 5, ed una fiamma Nebbia lo avvolgeva mentre il sangue colava rigandole la guancia come lacrime ed il lato sinistro del corpo veniva ricoperto da linee nere.

Nonostante emanasse una sensazione di potenza sufficiente a destare l'interesse di Aiden, questo ibrido fra il Sentiero degli Umani e quello dei Demoni sottoponeva il corpo della donna ad uno sforzo indescrivibile, forzandolo a superare di molto i suoi limiti: Chrome, perfettamente a conoscenza di stare combattendo un duello da cui non poteva uscirne viva, era decisa a dare tutto quello che aveva per proteggere sua figlia.

Prima che Aiden potesse proferire parola, Chrome si lanciò all'attacco sferrando una sferzata dalla potenza sovrumana, talmente forte che l'androide si ritrovò ad indietreggiare, e un'altra, e un'altra ancora, iniziando a bersagliarlo di colpi così rapidi e potenti che per la prima volta il suo avversario sembro trovarsi in seria difficoltà, incapace di contrattaccare: eppure, nonostante a prima vista potesse sembrare il contrario, non stava subendo alcun danno veramente degno di nota.

L'incessante serie di colpi e i ripetuti rumori, tuttavia, svegliarono la piccola Katie, al riparo dietro una sorta di cubo trasparente indistruttibile generato da quasi tutta la fiamma a disposizione di Chrome – ... mamma? Dove sei? – mormorò la bambina disorientata, guardandosi intorno senza trovare nessuno, finché una serie di bagliori che comparivano e scomparivano ad intermittenza attirò la sua attenzione – E quello cos'è? – esclamò sorpresa, cercando di distinguere la rapidissima figura che stava attaccando.

Non appena il suo sguardo si posò su chi stava subendo i feroci attacchi il cuore le saltò un battito: aveva riconosciuto uno dei due combattenti – Quello... quello è... Aidin! – esclamò spaventata, non riuscendo a pronunciare il nome correttamente – E quella che sta combattendo contro di lui... chi è? – sussurrò, strizzando gli occhi per distinguere meglio le figure.

Nel frattempo, Aiden aveva terminato di calcolare il tempo che intercorreva tra un attacco e l'altro, con il risultato che, respinto l'ennesimo attacco, contrattaccò con un movimento fulmineo approfittando di quella frazione di secondo per afferrare la gamba di Chrome e roteare su sé stesso lanciandola poi a cozzare violentemente contro il muro, dove la donna lanciò un urlò straziante di dolore avvertendo diverse ossa fratturarsi e una delle costole rotte danneggiarle gli organi interni, completamente separata dal resto della gabbia toracica in seguito al durissimo impatto contro al muro.

L'urlo gelò il sangue alla bambina, la quale riconobbe la voce e con un grido di puro terrore si lanciò con forza contro la parete invisibile urlando a squarciagola – NOOOOO, MAMMA! MAMMA! PERCHE' L'HAI FATTO, AIDIN? PERCHE' HAI FATTO MALE ALLA MIA MAMMA?! – scoppiando a piangere disperata, mentre colpiva coi suoi piccoli pugni disperati il muro illusorio che la proteggeva da ogni pericolo nella speranza di abbatterlo per poter correre dalla madre.

Inaspettatamente, tuttavia, l'attacco disperato e incessante sferrato da Chrome aveva sortito qualche effetto: le braccia di Aiden erano ricoperte da profonde ammaccature, e in alcuni punti la copertura metallica era addirittura saltata, lasciando allo scoperto un tessuto biosintentico molto simile alla carne viva: oltretutto, i ripetuti colpi avevano anche ottenuto l'effetto di danneggiare il sistema centrale dell'androide, che barcollava leggermente mentre camminava verso di lei per finirla – Stima dei danni subiti: 17%. Operativo ancora ad un discreto 83%. Incredibile, Chrome Dokuro: mi aspettavo al massimo un margine di danno inferiore al 2%, hai superato ogni mia aspettativa! Suppongo che voi umani definireste questa sensazione "rispetto" – esclamò gelido, continuando ad avanzare.

Constatato il fatto di non potersi muovere, e che Katie era ancora al sicuro dietro l'illusione, Chrome capì che ormai il suo tempo era agli sgoccioli: la consapevolezza di stare per morire cancellò in lei ogni paura o restrizione emotiva – Kufufu~ – ridacchiò in modo incredibilmente simile al marito – Rispetto, hai detto? Buffo... un tostapane non dovrebbe essere in grado di provare simili emozioni. Mi sbaglio, forse? Ghn...! – il solo pronunciare queste parole le costò una fatica indicibile, ma ne valeva la pena: era decisa a togliersi almeno questa soddisfazione.

Impassibile, Aiden continuò la sua avanzata, estraendo il cannone dal palmo della mano – Sono queste le tue ultime parole, Chrome Dokuro? – domandò con calma, fermandosi in piedi davanti a lei prendendo la mira verso la sua testa.

Con un sospiro, Chrome scosse la testa – A dire il vero... prima di andarmene, vorrei correggere la tua frase di prima. La stima totale dei tuoi danni, in realtà... – mormorò con tranquillità, e prima che finì la frase si udì un fortissimo stridio metallico: Aiden si ritrovò a crollare in ginocchio, incapace di controllare i suoi arti inferiori, senza nemmeno avere il tempo di capirne il motivo – ... è del 100% – concluse con un sorriso, rivolgendo uno sguardo indescrivibile a parole alla figura sanguinolenta di Mukuro Rokudo dietro l'androide mentre estraeva il tridente che aveva affondato nel corpo di Aiden – Questo è per aver ucciso Hibari Kyoya prima che potessi farlo io – esclamò, quindi con un altro poderoso affondo potenziato dalla forza del Sentiero degli Umani gli tranciò di netto il braccio destro – Questo è per aver ucciso la mia preda, Tsunayoshi Sawada, e tutti gli altri Vongola – disse nuovamente, per poi amputare anche l'altro braccio meccanico prima che Aiden potesse sparargli addosso – Questo è per aver ucciso i miei compagni! – con un calcio lo ribaltò sulla schiena per poi affondare il tridente nel ventre, premendo a fondo fino ad inchiodarlo nel terreno – Questo... è per aver ferito la mia Nagi...! – ad ogni colpo la sua furia aumentava: Chrome non lo aveva mai visto perdere la calma in questo modo prima di allora – E infine, questo... – un centinaio di tridenti illusori apparvero sopra le loro teste – ... è per aver osato rubare il futuro di mia figlia!!! Arrivederci, Aiden... ci vediamo all'inferno! KUFUFUAHAHAHAH!! – ed emise un ultima, agghiacciante sadica risata prima che la pioggia di tridenti si abbattesse sul suo corpo tenuto in vita dal puro ed intenso desiderio di terminare l'esistenza dell'androide e su ciò che restava di Aiden, riducendolo ad un ammasso di tessuti sanguinolenti e pezzi di metallo informe.

Mukuro Rokudo aveva davvero trascinato con sé il suo avversario all'inferno.

Chrome scoppiò in lacrime, lacrime sospese a metà in quel sottile limbo che esiste fra gioia e disperazione, sollevata al pensiero che sua figlia fosse sana e salva ma disperata al pensiero di doversi separare da lei: tuttavia, il freddo diffuso in tutto il corpo e la vista che pian piano veniva meno erano un segno inequivocabile... la vita la stava lentamente abbandonando, e presto avrebbe rivisto il suo amato marito e tutti i suoi amici e compagni, con cui aveva vissuto gioie e dolori.

Tuttavia, Chrome non poteva sapere che, da dietro la barriera, Katie era sveglia e aveva assistito con i suoi occhi a tutta la scena: il rumore delle nocche insanguinate e delle grida disperate della figlia non potevano raggiungerla. Non più.



L'androide aveva appena spezzato uno dei rovi che ostruiva il passaggio, quando un movimento alla sue spalle lo costrinse a voltarsi: con sua sorpresa, vide Katie rialzarsi in piedi, con i pugni così serrati che le unghie si erano conficcate nella carne dei palmi delle mani – Aiden... – mormorò Katie, muovendo un passo in avanti – Aiden...! – ripeté ancora una volta il nome del suo avversario, con crescente odio e aggressività nel suo tono di voce – AIDEEEN!!!!!!!!!!! – urlò a pieni polmoni, scatenando attorno a sé una tormenta di petali di rosa nera affilati come rasoi che devastarono il mobilio della sala per poi prendere a vorticare attorno a lei come un'aura, tramutandosi in fiamma Nebbia-0 e poi nuovamente in petali di continuo, impugnando le Kirislayer diventate inspiegabilmente nere come la pece mentre Uroborus attivava il sigillo di emergenza all'Hell Gear per evitare che il demone approfittasse dello stato emotivo della ragazza per possederla.

L'androide osservò con interesse la scena, come se improvvisamente avesse trovato qualcosa degno del suo tempo – Quindi alla fine le informazioni che mi sono state fornite sul tuo conto non erano poi così erronee! Dico bene, Katie? O forse dovrei dire... Black Rose? – esclamò, mostrando per la prima volta una leggera variazione emotiva nel suo tono di voce mentre si preparava allo scontro.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 - Franginebbia ***


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Katie si lanciò all'attacco senza esitazione, avvolta dalla tempesta di petali di rosa nera, ripetendo ancora una volta il nome dell'avversario in un grido più simile ad un ruggito – AIDEN! – sferrando un fendente dalla portata micidiale che l'androide evitò appena in tempo e che si abbatté al suolo causando una spessa serie di crepe sul pavimento, quindi tentò di contrattaccare con uno dei suoi pugni duri più del titanio, ma l'altra Kirislayer intercettò e vanificò senza sforzo il colpo mentre Katie sfruttava l'altra lama conficcata nel terreno per darsi la spinta sferrando un calcio verso l'alto che colpì Aiden in pieno, mandandolo per la prima volta a mezz'aria e consentendo alla ragazza di recuperare anche l'altra katana e di sferrare un doppio fendente incrociato cercando quantomeno di squarciare il rivestimento esterno, ma inaspettatamente con un sinistro rumore metallico le lame delle due armi si spezzarono inspiegabilmente all'impatto contro il corpo del nemico, schizzando a parecchi metri di distanza e cadendo al suolo con una serie di tintinnii sotto lo sguardo sconcertato di Katie.

Aiden, constatata la distruzione delle armi della sua avversaria, esclamò in tono privo di emozioni – Game Over, Katie. Le tue già scarse possibilità si sono appena infrante: arrenditi – puntando all'altezza della sua testa entrambi i cannoni fuoriusciti dal palmo delle mani: tuttavia, la ragazza si limitò ad abbassare la testa e a sfoderare un ghigno mentre un'ombra calava nel suo viso – Ku... kufu... kufueheheheh! – scoppiò a ridere in una macabra ed insana risata – Sei un idiota! La Kirislayer... è un prototipo sperimentale di Box Heiki integrata al flusso sanguigno del suo utilizzatore, nonché il modello successivo agli "Shura" sviluppati dalla famiglia Gesso. Ed essendo in tutto e per tutto una Box Heiki... – concentrò la fiamma nelle katane spezzate, che poco a poco si rigenerarono – ... significa che, finché ho abbastanza fiamma per farlo, posso rigenerarle all'infinito! – esclamò per poi svanire nella nebbia, sparendo alla vista e lasciando come segno della sua presenza solo la sua voce, che echeggiò in ogni dove nella stanza come se nascoste vi fossero molteplici Katie.

Tuttavia, Aiden non si scompose minimamente: con aria impassibile, si limitò a mormorare – Allora mi basterà continuare a spezzarle finché non esaurirai la fiamma – muovendosi con riflessi disumani non appena Katie emerse dalla nebbia di fianco a lui per sferrare un fendente a sorpresa e spezzando nuovamente la lama della Kirislayer con un pugno, prontamente rigenerata per sferrare un altro attacco, che però sortì gli stessi risultati, e così via per un continuo scambio di colpi dove la lama continuava inesorabilmente ad infrangersi contro il corpo di Aiden senza riuscire a scalfire il suo rivestimento protettivo.

Ormai caduta vittima di un turbinio di sentimenti negativi quali rabbia, frustrazione e frenesia Katie iniziò a perdere il poco autocontrollo rimasto – PERCHE' CAZZO NON RIESCO A FERIRLO!? MAMMA CI E'... CI ERA RIUSCITA! E PAPA' L'HA ADDIRITTURA DISTRUTTO! E ALLORA PERCHE' IO NON RIESCO NEMMENO A GRAFFIARLO?! – i suoi occhi lampeggiarono per un secondo, mentre pian piano violente scariche elettriche bianche tipiche della fiamma-0 iniziarono a sprigionarsi attorno a lei ed i petali di rosa nera generati dalla potentissima fiamma Nebbia-0 avvolgevano come un turbine le lame – AIDEEEEN! – urlò a pieni polmoni sferrando un ulteriore, potentissimo fendente che finalmente parve riuscì ad infliggere il primo danno: con un rumore simile a ferro piegato una piccolissima fenditura si aprì sul ventre dell'androide, mostrando i circuiti misti a tessuti di carne immediatamente sotto il rivestimento. La forza della disperazione di Katie era riuscita finalmente a fare breccia, per quanto piccola fosse.

Tuttavia, il danno risultò così insignificante che Aiden nemmeno se ne accorse, e con un colpo secco tanto forte quanto rapido spedì Katie da una parte all'altra della stanza, facendola rovinare a terra.

Annaspando, Katie si rialzò barcollante, sputando sangue ma già pronta all'azione, generando uno scudo istantaneo ammassando i vari petali di rosa nera giusto in tempo per frenare alcuni colpi sparati dal fucile integrato del suo avversario, e contrattaccò fondendo i petali inutilizzati creando nuovi rovi neri che si abbatterono con forza contro l'androide, imprigionandolo e consentendole di tuffarsi di lato rotolando e lanciarsi subito al contrattacco, ma con sua grande sorpresa Aiden tranciò di netto i rovi e si spostò di lato, evitando il fendente, roteando su sé stesso cercando di tranciarla in due sfruttando la lama estraibile che aveva appena usato contro i rovi, ma fortunatamente Katie ebbe la prontezza di riflessi di frapporre l'altra Kirislayer fra l'arma di Aiden e il suo corpo, deviando il colpo e ritrovandosi indenne ad atterrare conficcando la Kirislayer libera con forza nel pavimento e "iniettando" così un grosso quantitativo di fiamma sul pavimento, che divenne rovente come lava carbonizzando tutto ciò che vi si poggiava in un'area di circa 10 metri, evitando tuttavia l'area circoscritta attorno a Katie.

Eppure, nemmeno questo parve scalfire Aiden, che si limitò a correre con nonchalance sulla superficie infernale e a colpire la ragazza con forza tale da farla ritrovare da un capo all'altro della stanza prima ancora che potesse sentire dolore: eppure, nonostante ciò, Katie si rialzò lievemente stordita ma quasi indenne.

I petali di rosa, infatti, agivano in maniera indipendente dalla sua volontà a meno che lei non decidesse di manovrarli per vari scopi, formando una sorta di "protezione d'emergenza" compattandosi in automatico talora rivelassero un oggetto solido nella loro traiettoria: e anche questa volta, il sistema funzionò, garantendole di sopravvivere ad un attacco potenzialmente letale.

Nonostante ciò, una gelida consapevolezza le attraversò la schiena – ... no, non riuscirò mai a vincere di questo passo...! Ma che sta succedendo?! Non era così forte nella mia linea temporale! Che cazzo è successo, l'hanno cresciuto a bulloni e steroidi?! – imprecò, per poi volgere il pensiero al proprio Spirit – Uroborus! Attiva l'Hell Gear! Non ho possibilità di sopravvivenza senza! – ottenendo in risposta un secco – No. Il demone ha reagito con la tua rabbia di poco fa, è talmente su di giri che sto faticando a contenerlo: rimuovere il sigillo significherebbe condannarti alla Possessione, e credimi se ti dico che a quanto leggo dai miei dati è una sorte ben peggiore di una qualsiasi morte. Dovrai cavartela senza, mi dispiace – che lasciò Katie sull'orlo della disperazione: nella sua linea temporale di provenienza era stata in grado di abbattere un Insyder e due Zero, a quanto aveva ricordato da poco, per cui era inspiegabile quel divario immenso fra lei e l'androide.

E a quanto pare Aiden si accorse dei dubbi che stavano dilaniando la sicurezza della ragazza, poiché si avviò verso di lei con tutta calma puntando entrambe le canne dei fucili che spuntavano dai palmi delle mani – Game Over, Katie Rokudo, e questa volta davvero. Rokudo... eh? Curioso: la mia prima vittima altri non è che un fantoccio spacciato per figlia di Chrome Dokuro, la Guardiana della Nebbia dei Vongola, e di Mukuro Rokudo, e uno degli scopi principali per cui sono stato creato è proprio il poter distruggere i Vongola ed i suoi alleati. Piuttosto ironico, non trovi? – pronunciò queste parole con una freddezza e un'inespressività che solo una macchina poteva essere in grado di esprimere.

Furiosa e indignata in egual modo, Katie serrò i pugni – Fantoccio...? E' così che mi vedi...? – mormorò a denti stretti quasi in un sibilo – Per te... io non sono nemmeno degna di essere considerata umana? Tutto ciò che ho provato... tutte le vite che ho dovuto spezzare per dover sopravvivere... e per cui tutt'ora provo rimorso... e quelle dei miei compagni che ho visto spegnersi... questo non è abbastanza per rendermi umana ai tuoi occhi, Aiden? – senza rendersene conto, aveva iniziato a tremare.

Aiden, impassibile, non fece attendere la sua risposta – Non sei nemmeno esistita prima che IF ti richiamasse in questo mondo: come potrei mai vederti come essere umano? Inoltre, anche i Vongola ed i tuoi amici per me non sono altro che mera spazzatura cosparsa sulla strada che porterà Augustus alla gloria suprema, e di cui devo sbarazzarmi per evitare che si insozzi le scarpe calpestandovi... nulla di più, nulla di meno – disse semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Katie spalancò gli occhi, sgomenta: come poteva esistere un essere così ignobile e privo di sentimenti?

Prima che se ne accorgesse, grosse lacrime presero a scenderle dagli occhi – Tu... per te... le vite dei miei genitori contavano meno di un insetto, vero...? Tutti i Vongola che hai sterminato... la vita di mia madre e mio padre... di zio Ken... di zio Chikusa... per te non contano nulla, vero? Non hai provato nulla nell'ucciderli... – mormorò a fatica singhiozzando – e nonostante questo io... io non posso fare niente! NON HO POTUTO PROTEGGERLI, E NON POSSO NEMMENO VENDICARLI! – urlò disperata, senza nemmeno provare a trattenere le lacrime e crollando in ginocchio – Io... alla fine è vero, sono inutile... per quale motivo mi ostino a combattere...? A che serve soffrire e ferirsi se non sono nemmeno in grado di proteggere chi amo? Sarebbe tutto più facile farla finita qui... lasciarsi andare con un colpo secco e indolore, lasciarsi dietro tutta questa sofferenza che mi tormenta da un'intera vita... – sussurrò piano dall'ombra che le calò in volto.

Quasi ignara di ciò che accadeva attorno a lei, sprofondando nel baratro di un angoscia senza fine, la mente di Katie parve scollegarsi dal mondo reale rifugiandosi in un buio dove nessuna emozione poteva raggiungerla, fino a rendere la battaglia combattuta fino a poco fa un ricordo distante più simile ad un sogno che ad eventi accaduti.

Ma poi, un flash le balenò davanti agli occhi: vide Aiden ammazzare davanti a lei Kurai e Mirai, i due "fratelli" che subito l'avevano accettata come membro della famiglia... i primi a donarle una casa, a farle provare ancora una volta cosa fosse una famiglia.

E poi fu il turno di Marsh, poi la vittima fu Yuniko, poi Kuro... in breve, si ritrovò in un angolo, inerme, circondata dai cadaveri dei suoi compagni.

Proprio come allora.

Con voce tremante, Katie emise un gemito debolissimo – No... – cercando di ignorare le voci nella sua testa: "Sei debole!" disse una delle voci "E' colpa tua se sono morti!" rincarò l'altra "Tutto questo è accaduto perché sei patetica!" aggiunse ancora una terza voce, con il risultato che la ragazza fu presto sul punto di rottura – No..! Io... io... – ma ben presto il seme del dubbio germogliò in lei, crescendo rapidamente e diventando un'angosciante pianta infestante che prese a divorarla dall'interno... una pianta terribile, chiamata senso di colpa.

Deglutendo, mormorò sottovoce – ... è vero... non è colpa mia... ma...! Io... io quella volta avrei voluto... avrei voluto davvero proteggere mamma e papà... avrei voluto davvero proteggere... la mia squadra d'assalto... ma entrambe le volte... se è finita così... è perché non ero abbastanza forte – si rannicchiò su sé stessa, come se così facendo potesse proteggersi meglio da quelle voci crudeli che infierivano sul suo animo già così provato – Se solo... se solo fossi stata forte, forse loro... – mormorò scossa dai singhiozzi, desiderando che quelle voci cessassero di tormentarla, che quel peso se ne andasse dal suo stomaco...

– ... tie! – esclamò improvvisamente una voce gentile, diversa dalle altre: al momento la ragazza parve non farci caso, immersa com'era nei suoi pensieri... ma la voce insistette – Katie! – esclamò ancora una volta, riuscendo a sovrastare le voci maligne – Katie! Apri gli occhi! – ripeté: la ragazza, dapprima titubante, non obbedì immediatamente... tuttavia, quando constatò che era calato il silenzio, finì con il spalancarli d'istinto.

Stupita, con la vista ancora annebbiata e gli occhi arrossati, si guardò intorno con aria confusa – Cosa... cos'è successo? Le voci... se ne sono andate? – mormorò piano, non riuscendo a trovare una spiegazione al fenomeno... finché una mano posata all'improvviso sulla sua spalla non la costrinse a voltarsi di scatto.

Il suo sguardo incrociò quindi gli occhi arancione vivido di un uomo che non aveva mai visto prima, ma che immediatamente le risultò per qualche motivo familiare: alto all'incirca sul metro e 75, vestito in una giacca a righe nere e bianche sotto cui era visibile una camicia bianca ed una cravatta nera, il tutto avvolto in un mantello nero su sui erano appesi stemmi dorati fin troppo familiari... inoltre, la sua inconfondibile capigliatura dorata spazzava via ogni dubbio.

Incredula, Katie frugò fra i suoi ricordi in cerca di qualcuno che corrispondesse a tale descrizione, e senza faticare troppo capì immediatamente chi si trovava al suo cospetto – Vongola... primo? – mormorò in soggezione, ottenendo un radioso sorriso in risposta dall'uomo – Mi stupisce che tu mi abbia riconosciuto così facilmente, Katie: dopotutto, credo sia la prima volta che mi vedi, giusto? – disse Giotto con voce gentile, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi ed anticipando la sua domanda prima ancora che Katie potesse aprire bocca – I tuoi sentimenti hanno raggiunto i frammenti delle nostre anime racchiusi nell'oggetto che tieni appeso al collo – e, nel dirlo, indicò lo strano ciondolo che portava al collo, effettivamente più simile ad un orecchino – Katie... sai cos'è quell'oggetto che tua madre ti ha donato prima di congedarsi da questa vita? – domandò, d'un tratto serio ma emanando comunque quell'aura di gentilezza che lo contraddistingueva, e replicando con un sorriso al mortificato cenno negativo che gli rivolse Katie – Immaginavo. Quello... è il Vongola Gear della Nebbia della 10° Generazione: il simbolo distintivo di tua madre, la Guardiana della Nebbia di 10° Generazione. In quell'oggetto... o meglio, in ogni Vongola Gear, compresi quelli distrutti, sono legati delle parti di anima di chi succede il comando della Famiglia Vongola e dei suoi Guardiani, e solo un vero Guardiano può percepire la presenza dei vari frammenti di anime. Ora, Katie... guardati intorno – concluse quindi, volgendole un largo sorriso prima di spostarsi in modo da liberarle la visuale.

Katie, un po' titubante, spostò lo sguardo in circolo attorno a lei... e immediatamente avvertì come il cuore stringersi al petto: attorno a lei erano presenti tutti i Boss ed i Guardiani di tutte e dieci le generazioni dei Vongola che si erano susseguite nel corso degli anni.

Tremante, si voltò a guardare Giotto in cerca di spiegazioni, ma ancora una volta l'uomo anticipò la sua domanda, quasi come se le leggesse nel pensiero – Il fatto che tu li veda, Katie, significa che il Vongola Gear... o forse sarebbe meglio chiamarlo con il suo nome originale, il Vongola Ring? In ogni caso, significa che sei stata scelta come Guardiana. Da adesso in poi, Katie... tu sei l'Ultima Guardiana della Famiglia Vongola. E come credo hai già capito... – e si fermò, spostandosi di lato in modo che Chrome potesse finire la frase per lui – ... significa che non sei sola e mai lo sarai, bambina mia – mormorò dolcemente lo spirito di Chrome, accarezzandole la guancia rigata dalle lacrime – E che siamo tutti molto, molto orgogliosi di te – esclamò a sorpresa la voce di Mukuro alle sue spalle, arruffandole i capelli: quindi i Guardiani tornarono al proprio posto disponendosi in cerchio attorno a Katie ed esclamando all'unisono – Non darti colpe, Katie! Le nostre speranze... i nostri sogni... la volontà dei Vongola... portali avanti tu! Noi non abbiamo alcun rimpianto, perché... – e tacquero, in modo da dare a Giotto, a Tsuna e tutti i Boss la possibilità di concludere la frase – ... sappiamo che il futuro dei Vongola è al sicuro nelle tue mani – portandosi tutti il pugno destro al cuore – Quel che è passato è passato: non si può rimediare agli errori del passato, ma puoi correggere il futuro! Proteggi la famiglia Vongola, i tuoi compagni ed il mondo intero di quest'epoca, Katie! Puoi farlo... perché non sei da sola. Noi non ti abbandoneremo mai! – conclusero, trasformandosi in sfere di luce corrispondenti a tutti i colori dell'arcobaleno e circondandola, entrando infine uno per uno nel ciondolo che portava al collo, facendo calare così l'oscurità più totale.

Tuttavia, non passò nemmeno un istante che subito il ciondolo prese a brillare, spazzando via le tenebre e rischiarando l'area con una luce iridea, e fu in quel momento che la ragazza riaprì gli occhi, ritrovandosi nuovamente faccia a faccia con il terribile androide.

La paura e la disperazione erano svanite, lasciando al loro posto una calda sensazione di sicurezza che le riscaldava il cuore: non era da sola, e non lo era mai stata.

Non era colpa sua se i suoi compagni erano morti, finalmente l'aveva capito.

E, infine, ora era al corrente della realtà dei fatti: non poteva cambiare il passato, e non poteva riportare in vita i suoi cari... ma poteva cambiare il presente, e proteggere le persone che amava. E questo le dava coraggio.

Asciugandosi le lacrime, rivolse quindi un risolutissimo sguardo al suo avversario – Ascoltami attentamente, bidone dell'immondizia automatizzato: non posso permettere l'esistenza di un simile mostro privo di sentimenti, capace di spezzare così facilmente una vita senza la minima ripercussione, come non posso permettermi di lasciare che tu faccia del male ai miei amici. Ma sopratutto... – il ciondolo, come in risonanza con i suoi sentimenti, iniziò ad emettere una vivida luce dalla tonalità cangiante – ... io, Katie, in quanto Ultima Guardiana dei Vongola, porrò definitivamente la parola fine alla minaccia comportata dalla tua entità e da quella di quel vecchio bastardo di Augustus! – e pronunciando queste parole la luce divenne talmente intensa da illuminare a giorno tutta l'enorme sala: la copia della Kirislayer svanì nel nulla, mentre l'originale nelle mani di Katie mutò divenendo una colossale spada dalla lunghezza di circa 2 metri.

La lama inoltre si appiattì e allargò raggiungendo il mezzo metro ed affilandosi su entrambi i lati, divenendo via via più chiara finché non assunse l'aspetto cristallino e puro di un enorme prisma, al cui centro vi si intravedeva lo stemma dei Vongola il cui colore variava in base all'angolazione da cui lo si osservava, e nel punto di giunzione fra manico e lama si creò un'inconfondibile "X", simbolo della 10° generazione Vongola.

Infine, due anelli runici dal colore in costante cambiamento si avvolsero roteando attorno alla ragazza nello stesso istante in cui puntò il Vongola Gear in direzione di Aiden, maneggiando con facilità disarmante quell'arma dall'apparenza titanica e al contempo eterea – Questo luogo sarà la tua tomba, Aiden! Questa lama è stata forgiata dalla volontà dei Vongola, dalle lacrime di coloro che hai ucciso... e dal coraggio di chi ti ha affrontato a costo della vita per proteggere chi amava. Una lama in grado di dissipare anche la più cruda delle realtà, in grado di fendere qualunque cosa cerchi di celare e soffocare la speranza e la verità. Questa... – uno strano riflesso di colore indefinito colorò il suo iride mentre senza preavviso si lanciava di corsa alla carica – ...E' LA FRANGINEBBIA! – vibrando un fendente di inaudita potenza che l'androide prontamente schivò portandosi a distanza di sicurezza rotolando sul fianco e tentando di contrattaccare, ma qualcosa lo trattenne: inspiegabilmente, nel punto a mezz'aria dove si era mossa la lama nel tentativo di raggiungere Aiden si era formato uno squarcio inspiegabile e arcano, come se il tessuto stesso dello spaziotempo fosse stato stracciato, ma ciò che più lo stupì fu la sensazione di essere osservato che provò alla visione della fenditura.

Tuttavia, guardando con maggior attenzione notò la presenza di innumerevoli occhi che lo scrutavano all'interno della lacerazione sospesa nel nulla, appena prima che essa si richiudesse e che Katie sferrasse un secondo attacco, che questa volta riuscì a lacerare facilmente il rivestimento esterno che proteggeva il suo corpo oltre a generare ancora una volta una fenditura a mezz'aria, da cui però questa volta emersero diverse braccia di pura oscurità che afferrarono l'androide trascinandolo verso di loro e da cui riuscì a liberarsi con molta difficoltà, appena in tempo per evitare il terzo attacco di Katie, questa volta una sequenza di fendenti con rispettive distorsioni dello spaziotempo, evitandole a fatica e riuscendo con il giusto tempismo ad afferrare il braccio libero della ragazza in modo da proiettarla lontano da lui.

Katie riuscì ad atterrare in piedi, pronta ad attaccare ancora una volta, ma qualcosa la trattenne: gli occhi di Aiden erano diventati improvvisamente completamente rossi, e la sua voce completamente metallica – Pericolo rilevato! Livello pericolo per la vita di Augustus-sama: rosso! Attivazione della forma Rilasciata... autorizzato! – esclamò, serrando i pugni e stringendo i denti: dentro il suo corpo, un nucleo contenente la fiamma Sole-0 estratta da Nova iniziò a pomparla nei circuiti dei tessuti biomeccanici dell'androide, attivandoli.

In pochissimi istanti, l'altezza di Aiden passò dal metro e ottanta a quasi tre metri: i muscoli in tutto il corpo si gonfiarono al punto che il rivestimento si lacerò in più punti, incapace a contenerli, per poi tonificarsi e compattarsi in modo da diventare simili a quelli di un culturista e, infine, violente scariche elettriche di diverse migliaia di volt circondarono il suo corpo.

Intanto, Katie assistette impotente alla scena in un misto di orrore e determinazione, mentre una fredda goccia di sudore le percorreva la schiena avvisandola che la vera battaglia era appena iniziata.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 - Una missione impossibile? ***


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La notte era ormai completamente calata, avvolgendo la fortezza sospesa nel cielo in un velo nero illuminato dalle sole stelle.

In quell'oscurità, due ragazze erano finalmente riuscite a raggiungere l'enorme spiazzo dopo una lunghissima ed imprevista gita fra i dedali del castello – Uff... ci siamo... finalmente... aria! – mormorò flebilmente Yuniko, prima di accasciarsi a terra priva di energie: Vittorie, complice la tensione che avvertiva nell'aria, riuscì invece a mantenere una fredda compostezza decisamente non da lei – Sssh... avverto qualcosa, tipo una... vibrazione: la senti anche tu? – domandò con espressione visibilmente preoccupata.

Yuniko alzò un sopracciglio, confusa, ma poi improvvisamente le si accese in testa una lampadina – Ah...! Ma certo che lo sento, e se è quello che penso... ecco, infatti – mormorò estraendo dalla tasca un dispositivo simile ad un telefono cellulare e rispondendo – Decimo? E' lei? – domandò sottovoce per evitare di attirare l'attenzione di eventuali nemici in ascolto, ottenendo un'immediata risposta dall'altro capo della chiamata – Finalmente sono riuscito a mettermi in contatto con qualcuno di voi! – esclamò con tono ansioso il Boss dei Vongola – E' da ore che provo a contattarvi, ma fino a pochi minuti fa sembrava come se la chiamata venisse riflessa da un qualche tipo di disturbo – spiegò in fretta.

Vittorie, che nel frattempo si era avvicinata per ascoltare, sembrò molto interessata dal fenomeno – Oh! Allora probabilmente le pareti del castello sono create in un materiale che in qualche modo annulla le onde radio: questo spiegherebbe come mai è riuscito a contattarci proprio appena abbiamo messo piede sul tetto dell'edificio – disse con semplicità: ma più che alla spiegazione, Tsuna parve interessato alla loro posizione – Sul tetto, avete detto...? Perfetto, allora forse potete darmi qualche spiegazione. Quella barriera nel cielo... la vedete anche voi, giusto? – domandò frettolosamente, come se non volesse perdere tempo.

Incuriosite, le due ragazze alzarono lo sguardo verso l'alto... e con loro immenso stupore, scoprirono che l'intera fortezza era stata circondata da quella che apparentemente era una colossale bolla di energia, probabilmente formata da un qualche tipo di fiamma sconosciuta: la sorpresa fu tale che rimasero a bocca aperta dimenticandosi per un momento di essere in chiamata con Tsuna – Hey... pronto? Yuniko? Vittorie? Che succede? – esclamò preoccupato, riscuotendo le ragazze che con un sussulto si ricomposero immediatamente – C-ci scusi! Si, la vediamo anche noi... ma abbiamo appena appreso della sua esistenza, per cui dubito che possiamo esserle di qualche utilità per... – tentò di spiegare Yuniko, ma Tsuna la interruppe a metà frase – No, questo non è affatto vero: il fatto che voi siate arrivate sul tetto capita a fagiolo. Ho un incarico di assoluta priorità da affidarvi: voglio che troviate un modo di infrangere quella barriera – disse senza giri di parole, per poi continuare senza dare alle due ragazze il tempo di replicare – Le abbiamo provate tutte, ma quella stramaledetta barriera non cede, non c'è modo di infrangerla dall'esterno... ma se non cede, noi non possiamo entrare nella fortezza per aiutarvi, e per quanto incredibilmente forti e affidabili voi siate non credo riuscirete da soli a sconfiggere nemici di quel calibro. O almeno, non senza perdite... ed è proprio questo che voglio evitare ad ogni costo. Se dovesse capitare qualcosa a qualcuno di voi, io... – la voce del Decimo si spezzò per poi continuare con un tono completamente diverso, quasi implorante – Perciò vi prego, trovate una qualsiasi maniera di distruggere quella barriera il prima possibile: abbiamo già disposto i feriti in un luogo sicuro, e tutti noi siamo pronti a combattere. Resteremo in attesa fino ad allora. Ah, Yuniko... – fece una pausa, poi continuò – Mi dispiace terribilmente affidare un tale peso sulle tue sole spalle... ma so che se c'è una persona in grado di farcela, quella sei tu. Hai da sempre imparato a trascendere i tuoi limiti per proteggere le persone che ami, e per questo nutro un grande rispetto nei tuoi confronti. Conto su di te, futura Undicesima dei Giglionero – concluse quindi, chiudendo la chiamata.

Yuniko fissò per qualche secondo il dispositivo in totale silenzio e con mano tremante, come se stesse stringendo fra le mani un oggetto pesante diverse tonnellate: mille dubbi presero ad invaderle la testa.

E se non ce l'avesse fatta? E se l'infrangere la barriera fosse stata al di sopra delle sue capacità, e se i suoi compagni fossero morti? E se... e se...

Poi, improvvisamente, avvertì una sensazione calda alle mani: alzò lo sguardo incrociando quello di Vittorie, la quale la fissò negli occhi con intensità – Non fallirai. Hai sentito il Decimo, giusto? Nutre grande fiducia e rispetto nei tuoi confronti, e ti assicuro che non è l'unico! Tutti noi nella Famiglia la pensiamo allo stesso modo. E poi, questo peso... – con dolcezza, sollevò le mani di Yuniko racchiuse attorno al cellulare – ... non lo porterai da sola. Dopotutto, ci sono io con te – e le strizzò l'occhio con uno dei suoi luminosi sorrisi capaci di dissipare qualsiasi timore o incertezza dal cuore di Yuniko.

Con un largo sorriso di rimando, Yuniko annuì – Hai ragione, Vittorie! Possiamo farcela! Anzi... ce la faremo! – disse rialzandosi in piedi energicamente e aiutando l'amica a fare altrettanto prendendola per mano – Non perdiamo altro tempo: la situazione è piuttosto critica! – attivando l'Hell Gear e spiccando il volo per esaminare la barriera da vicino – Uhm... questa fiamma è strana... a prima vista sembrerebbe Terra, ma è come se avesse in sé anche qualcosa dell'attributo Cielo... che sia l'ennesima fiamma Ibrida? No, è diverso – si corresse subito, avvicinandosi ulteriormente – non assomiglia alla Fiamma del Patto di Alexia, né tantomeno a quella del Collasso di Martin: è più una sovrapposizione ben distinta delle due fiamme, mischiate però fra loro... beh, sfido che la barriera risulti infrangibile, essendo che lo strato esterno Cielo col suo attributo Armonia assorbe e depotenzia gran parte degli attacchi e lo strato Terra immediatamente sotto disperde ciò che resta sfruttando l'attributo Gravità – rifletté ad alta voce in modo che anche Vittorie potesse sentirla, per poi domandare – Hey Vittorie-chan... hai qualche oggetto metallico? Il più grande possibile – atterrando di fianco all'amica e disattivando l'Hell Gear: la ragazza alzò un sopracciglio incuriosita dalla richiesta, ma alla fine si limitò a controllare nelle tasche senza dire una parola finché la mano destra non riemerse serrata attorno ad una sorta di strano oggetto simile ad un medaglione – Questo può andare bene? E' un vecchio Proto-Gear rotto: dopotutto ti serve solo come proiettile, giusto? – disse con un sorriso furbo, anticipando le intenzioni di Yuniko – ... sono così prevedibile? Ahahah! Bene, almeno risparmiamo le spiegazioni... – mormorò improvvisamente seria mentre concentrava il suo attributo Cielo in un angolo remoto del suo corpo liberando al contrario quella Fulmine con potenza esplosiva – Kaminari Hime! – urlò infine, attivando la modalità senza ricorrere all'ausilio della pillola: ormai aveva imparato come fare – Perfetto, ci siamo! Vittorie-chan, al mio tre lancia il Proto-Gear contro il mio braccio, ok? Uno... – tese il braccio in direzione della barriera nel cielo – due... – l'arto venne avvolto da grosse saette verdi che si disposero via via in maniera ordinata fino a formare degli anelli elettrici – TRE! – urlò contemporaneamente al lancio di Vittorie: l'oggetto volò con precisione quasi millimetrica fino a collidere con il braccio elettrificato di Yuniko, dove venne attirato da una prima carica magnetica che lo saturò di ioni positivi per poi sospingerlo oltre tramite repulsione magnetica, facendo sì che l'oggetto accelerasse di anello in anello finché non ebbe inizio la fase di allontanamento dal braccio.

Il tutto avvenne prima che Yuniko potesse urlare – CANNONE MAGNETICO SOVRACCARICATO! – in un perfetto italiano, e in meno di un millesimo di secondo il Proto-Gear cozzò con forza contro la barriera incontrando il primo strato Terra della barriera di fiamma.

Tuttavia, avvenne qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere: lo strato Cielo si sovrappose per un istante a quello Terra, rafforzandolo, e ciò generò una forza gravitazionale inversa sufficientemente forte da respingere al mittente il colpo, mancando la testa di Yuniko di pochi millimetri per poi andare a schiantarsi con fragore dietro di lei generando un piccolo cratere all'impatto.

Qualche secondo dopo, non appena ebbe metabolizzato la sorte a cui era appena scampata, Yuniko crollò in ginocchio con un'espressione vuota ed un sorriso forzatissimo – Eh... eheh... cazzo... – avvertendo il cuore che le martellava in petto mentre lo stato di Kaminari Hime veniva momentaneamente disattivato – Questo decisamente non l'avevo previsto... – disse sottovoce, per poi prendere un grosso respiro e rialzarsi – Ok... a quanto pare non funziona... temo sia necessario sconfiggere chi l'ha innalzata per disattivarla – spiegò a Vittorie, la quale si limitò ad alzare le spalle e a ribattere – Bel tentativo, ma devo ammetterlo: ci sarei rimasta parecchio male se avesse ceduto per così poco, uhuhuh! E ora come procediamo? – con uno dei suoi sorrisetti indecifrabili guardandola dritta negli occhi.

Poi, come allertata da un sesto senso, improvvisamente urlò – LILY-CHAN, ATTENTA! – spintonando via la ragazza una frazione di secondo prima che un'onda d'urto travolgesse Yuniko, prendendosi in pieno l'attacco: Vittorie venne sbalzata via a diversi metri di distanza, ruzzolando infine al suolo con un terribile ed inquietante scricchiolio di ossa che non lasciava presagire nulla di buono.

Colta dal panico, Yuniko urlò – VITTORIE! NOOO! – lanciandosi incoscientemente verso di lei, ma dal nulla arrivò un colpo identico al precedente che la prese in pieno: tuttavia, Yuniko riuscì a riacquistare quel tanto che bastava di lucidità in volo da consentirle di riattivare il Kaminari Hime in modo da poter atterrare indenne sfruttando i riflessi eccezionali di quell'abilità, per poi afferrare il corpo esanime di Vittorie e rotolare agilmente dietro ad una sorta di muro dove depose la ragazza afferrandole il polso, terrorizzata.

Fortunatamente, c'erano pulsazioni: Vittorie era solo svenuta – Grazie al cielo... – sospirò di sollievo portandosi una mano al cuore, per poi guardare intensamente il viso tumefatto dell'amica: il pensiero che si era ridotta così per proteggerla le pesava più di un macigno.

Una vampata d'odio le infiammò il petto mentre serrava i pugni: prima Francesco, e ora per poco non aveva perso perfino Vittorie.

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso – Aspettami qui, Vittorie-chan... ammazzo quel figlio di puttana e torno subito da te – mormorò a denti stretti provando una rabbia mai sperimentata ed un desiderio omicida che non avrebbe mai creduto di poter provare, uscendo allo scoperto – FATTI VEDERE, CODARDO! – urlò a pieni polmoni – O FORSE NON HAI LE PALLE PER FARLO PERCHE' SAI CHE FARESTI UNA BRUTTA FINE? – cercando palesemente di provocare il nemico nascosto nell'ombra.

– Non c'è bisogno di urlare... sono qui, ti sento benissimo –

La voce le era arrivata esattamente da dietro le spalle.

Con riflessi eccezionali, Yuniko si voltò di scatto eseguendo alcuni salti all'indietro per mettersi a distanza di sicurezza dove mise a fuoco colui che aveva appena parlato: si scoprì essere un uomo alto quasi un metro e novanta avvolto nella tipica divisa dei membri degli Zero Zwei, dai lunghi capelli neri tirati all'indietro aventi delle particolarissime sfumature grigio/bianche alle punte.

I vividi occhi blu dal sottile taglio a mandorla sembravano ricambiare lo sguardo da dietro gli occhiali: tuttavia, non mostravano alcun interesse – Oh, quindi è vero che i giovani intrusi che si sono introdotti nella Fortezza sono parecchio interessanti... affascinante – disse con tono calmo e pacato, come se stesse discutendo con un passante qualunque.

Sforzandosi di mantenere il controllo, Yuniko domandò – Chi sei? – assumendo una posizione ottimale per sfruttare i micidiali riflessi del Kaminari Hime, in modo da non lasciarsi più cogliere di sorpresa: con assoluta tranquillità, l'uomo rispose – Sono Chrono Hall, il braccio destro di Lord Augustus – inchinandosi con eleganza per poi puntare il la mano in direzione della ragazza – E ora, perdona la maleducazione, ma ho degli ordini da eseguire ed intendo portarli a termine il prima possibile – esclamò schioccando le dita.

Prima ancora che potesse rendersene conto, Yuniko si ritrovò schiacciata a terra da una forza di gravità impressionante, approssimativamente 5 volte superiore a quella terrestre – GAH...! – bofonchiò venendo schiantata al suolo di faccia.

Successivamente, Chrono alzò la mano verso l'alto con un gesto che ricordava molto quello di un direttore d'orchestra, e la gravità parve invertirsi: Yuniko venne sollevata a mezz'aria da una gravità quasi assente ed infine, in seguito ad un altro gesto, spedita a schiantarsi a gran velocità contro la parete ad una decina di metri di distanza.

Fortunatamente, il Kaminari Hime era ancora attivo, e ciò consentì a Yuniko di ristabilire a mezz'aria la posizione sfruttando i suoi riflessi sovrumani per poi darsi la spinta con le gambe sfruttando il muro come piattaforma d'appoggio e lanciandosi all'attacco mentre urlava – KAZEHIME! HELL GEAR! – trasformandosi durante l'assalto nell'Aeolus mentre la fiamma Fulmine del Kaminari Hime svaniva in sostituzione alla Fiamma del Tifone, cosa che consentì alla ragazza una brusca accelerazione con il quale si lanciò addosso a Chrono, caricando una grossa quantità di aria compressa attorno al palmo della mano per poi rilasciarlo generando un potentissimo spostamento d'aria – AIR IMPACT! – urlò durante l'esecuzione del colpo, ma con un movimento elegante e dei riflessi anomali l'uomo evitò l'attacco eseguendo con il braccio destro un movimento come per scacciare via un insetto ma che in realtà generò un vuoto gravitazionale che spedì Yuniko in direzione suolo, ma lei riuscì a poggiare le mani in tempo così da evitare lo schianto e si diede la spinta verso l'alto, sfruttandola per allontanarsi ad una decina di metri da terra per poi lanciarsi in picchiata a velocità crescente contro Chrono.

Scuotendo la testa con disappunto, egli esclamò – Un attacco frontale contro un avversario capace di atterrarti senza nemmeno doverti toccare è equiparabile ad un suicidio... sei già disperata fino a questo punto? – in tono perfettamente tranquillo, schioccando le dita e decuplicando la gravità attorno a sé con l'intenzione di far schiantare al suolo Yuniko, ma con sua sorpresa lei, all'ultimo istante prima di entrare nel raggio d'azione della gravità alterata, risalì verso l'alto in verticale per qualche metro per poi alzare le braccia unendo le mani ed urlare – LAME ETEREE! – in Italiano, eseguendo un brusco movimento sincronizzato con gli arti ricoperti da fiamma Tifone in modo da generare diverse raffiche di vento capace di fendere tutto ciò che incontrava come un rasoio e dirigendole verso il suo avversario.

Seppur piacevolmente colpito dalla superba virata eseguita dalla ragazza, tuttavia, nemmeno questo bastò ad impensierire Chrono – Aria compressa al punto da poter tagliare oggetti solidi, uh? Idea molto originale... ma assolutamente inutile! – e come in un deja vù, ripeté lo stesso gesto eseguito prima generando nuovamente un campo di gravità zero che disperse l'attacco senza il minimo sforzo per poi sistemarsi gli occhiali con aria annoiata – Se questo è il massimo che puoi fare, beh... ti conviene arrenderti all'evidenza. Al tuo livello attuale non sei assolutamente in grado di impensierirmi, figuriamoci di potermi affrontare in uno scontro! Ti conviene arrenderti e andartene: se eviti di starmi fra i piedi o di avvicinarti a Lord Augustus non ho alcun motivo per eliminarti, dopotutto – disse con calma, come se fino a quel momento avesse solo scherzato.

Yuniko rimase immobile sospesa a mezz'aria, con occhi sgranati e vuoti – Non... non funziona. Kazehime... l'Aeolus non funziona. Lui disperde qualsiasi attacco a base di aria con la stessa facilità con cui io berrei un bicchiere d'acqua... – spostò lo sguardo a guardarsi i palmi le mani, mentre la vista le si offuscava leggermente – Io... credevo di essere finalmente diventata forte... mi sono... mi sono allenata così tanto per proteggere tutte le persone a cui voglio bene... per proteggere chi non è sufficientemente forte da difendersi da solo... eppure non è bastato? – le prime lacrime iniziarono a sgorgarle dagli occhi, ricadendole sui palmi della mano – Perché...? A che è servito arrivare fino a questo punto se non posso nemmeno toccarlo?! A CHE MI SERVE SCORGERE IL TRAGUARDO SE NON POSSO RAGGIUNGERLO?! – l'incredulità ben presto divenne panico, ed il panico altrettanto rapidamente venne sostituito da una furia cieca –Io... io... MALEDIZIONEEEEE! NON PERMETTERO' CHE FINISCA COSI'! – urlò a pieni polmoni lanciandosi alla massima velocità in un assalto aereo, ricoprendosi di fortissime raffiche di vento che roteavano attorno a lei formando una sorta di barriera protettiva, ignorando la voce disperata di Kazehime – YUNIKO! NO! MORIRAI! – ed i suoi tentativi di farla desistere.

Per la prima volta, il volto di Chrono mutò: le labbra si incurvarono verso il basso, e gli occhi assunsero un'inequivocabile espressione di pena e disprezzo, mentre esclamava – Deludente... ma se hai deciso di porre fine alla tua vita in questo modo, beh, avrai quel che cerchi! – tendendo il braccio destro (ricoperto da una fiamma molto simile a quella della barriera che circondava la fortezza) verso l'alto per poi abbassarlo con forza urlando – HAMMER OF GAIA! – causando per un singolo, letale istante una gravità cento volte superiore al normale, che a quella velocità Yuniko non poté schivare, finendo inevitabilmente a schiantarsi al suolo lanciando un fortissimo grido di dolore sollevando polveri e detriti in grandissima quantità.

Quando il polverone si diradò, Chrono scoprì con sua grande sorpresa che Yuniko respirava ancora, seppur a fatica e ormai nel limbo fra la coscienza e l'incoscienza, ormai in procinto di essere sopraffatta dal dolore delle innumerevoli fratture subite – Tsk... dannazione, ho sottovalutato la tua resistenza a quanto pare: speravo bastasse a darti una morte istantanea. Pazienza, rimedierò subito: tuttavia, vorrei scusarmi per averti provocato più sofferenze del previsto, ti chiedo di perdonarmi – avanzando qualche passo verso di lei per darle il colpo di grazia.

Tuttavia, qualcosa gli impedì di fare più di due passi: improvvisamente, il pavimento attorno a lui iniziò a sgretolarsi e la volta celeste a collassare e distorcersi, mentre le nuvole e le stelle si disponevano in una confusionaria spirale iniziando a vorticare in maniera ipnotica e alienante, mentre i vari frammenti della fortezza iniziarono a disperdersi e a muoversi in maniera incontrollata.

Per la prima volta realmente stupito, Chrono si guardò intorno disorientato – Ma questa... è un'illusione? No. C'è qualcosa di diverso. Ma chi...? – trovando in breve tempo la risposta: in una piattaforma dietro di lui, sanguinante e livida ma perfettamente lucida, si ergeva in piedi l'inconfondibile figura di Vittorie, adirata come mai prima d'ora – Non... osare... non... non osare avvicinarti alla mia Yuniko!!l'ultima parte della frase divenne un urlo carico di rabbia, innescando una serie di suoni, luci e perfino sensi distorti che per un momento sembrarono mettere in difficoltà Chrono, il quale non poté far altro che guardarsi intorno aspettandosi da un momento all'altro un attacco che sembrava non arrivare mai.

Ma ancora una volta l'uomo ritrovò la padronanza della sua mente: proprio durante l'esecuzione della potentissima Allucinazione di Vittorie chiuse gli occhi, riordinando le proprie idee e filtrando le vere percezioni sensoriali dalle false, così che in pochi istanti l'intero attacco mentale si dissolse come una bolla di sapone, riportando tutti quanti alla realtà.

Sconvolta, Vittorie barcollò per via dello shock – No... non è possibile! Non può essere successo davvero! Ha... ha respinto il mio Mindbreaker con una facilità disarmante...! E non... io non... – l'ultimo attacco le era costato tutte le energie residue: in seguito ad un fortissimo capogiro cadde sulle ginocchia a peso morto, talmente intorpidita da non riuscire a sentire manco il dolore e troppo sfinita perfino per aprire bocca.

Tuttavia, quantomeno l'attacco aveva ottenuto il risultato di attrarre l'attenzione di Chrono su di sé distogliendola da Yuniko – Niente male, ragazzina, davvero niente male: non cadevo vittima di un'illusione dai tempi di Azrael! Questo mi fa capire che forse è meglio finire prima te: non vorrei che mi giocassi qualche altro scherzetto simile! – esclamò a voce alta senza alcuna variazione nella tonalità imprescindibilmente calma e seria mentre avanzava a passi lenti verso l'avversaria che più si era guadagnata la sua attenzione, pronto a sferrarle il colpo di grazia.

*

Yuniko riaprì piano gli occhi, mettendo a fuoco a fatica: dopo parecchi sforzi, vide Vittorie accasciata in lontananza e l'odioso, imperturbabile avversario avvinarsi lentamente a lei con ovvie intenzioni.

Cercò di aprire bocca per urlare ma non ci riuscì: una costola si era spostata comprimendole i polmoni in maniera sufficiente da toglierle l'uso della voce.

Tentò allora di muovere il corpo, ma era talmente ridotto male che il solo tentativo le costò una scarica di dolore inimmaginabile in tutto il corpo, che tuttavia le confermò il fatto che il midollo spinale fortunatamente non aveva subito alcun danno.

Con uno sforzo indicibile, Yuniko riuscì ad allungare almeno la mano verso il diadema dell'Hell Gear incrinato, richiamando mentalmente la Spirit – Kazehime... Kazehime, ti prego, rispondi...! – ottenendo in pochissimi istanti una risposta – Yu... Yuniko! Sei viva! Aaaah, stupida incosciente!! – echeggiò furiosa la voce della Spirit – Perché l'hai fatto?! Dovevi immaginare che sarebbe successo...! Perché?! – nel corso della frase, la voce della Spirit cambiò da adirata a disperata: tuttavia, Yuniko non aveva tempo per certe cose – Kazehime... non posso farcela. Aeolus è totalmente inutilizzabile contro di lui, e l'Urano Metria non basterebbe, sopratutto in queste condizioni! – esclamò mentalmente senza giri di parole, spiazzando la Spirit con l'onestà della sua affermazione – ... e allora cosa conti di fare?! Non vorrai mica usare la tua tecnica lì, vero? Il livello tre del Kaminari Hime, o come diamine l'hai chiamato durante l'allenamento! Ti stavo osservando in quel momento, e per poco ci rimanevi secca! Farlo ora in queste condizioni vorrebbe dire...! – ma venne bruscamente interrotta dalla ragazza – No! Non è... non è quello che avevo in mente – pensò intensamente, facendo calare il silenzio.

Dopo pochissimi istanti, la Spirit trovò il coraggio di farle la fatidica domanda – ... e allora quali sono le tue intenzioni? – disse telepaticamente, mentre un presentimento inconscio le anticipava la risposta di Yuniko causandole un immediato un senso di disagio, prontamente confermato dalle parole della ragazza.

– Kazehime... attivala. Attiva la funzione di potenziamento incompleta su cui stavano lavorando Talbot e Mad – pensò Yuniko in risposta, causando un irrefrenabile brivido gelido sulla schiena di Kazehime.


 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 - Last Stardust, la stella che illuminò la notte ***


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– Kazehime... attivala. Attiva la funzione di potenziamento incompleta su cui stavano lavorando Talbot e Mad – pensò Yuniko, causando un irrefrenabile brivido gelido sulla schiena di Kazehime: mille domande assalirono la Spirit, ma alla fine soltanto uno fra essi venne espresso – ... come lo sai? Come sei venuta a conoscenza di quello? – chiese con aria straordinariamente seria: nonostante il dolore insopportabile, Yuniko contrasse la bocca in un sorriso – Non dovresti sottovalutare la mia capacità di reperire dati – rispose la ragazza in tono enigmatico, lasciando intendere che non volesse aggiungere altro.

Con un sospiro, tuttavia, Kazehime si ritrovò ad opporsi per la prima volta ad una richiesta di Yuniko – No. Mi rifiuto di farlo! – esclamò con un ardore inaspettato che scosse Yuniko più di quanto avrebbe fatto una secchiata di acqua gelata – Cosa?! Perché? – ribatté la ragazza iniziando ad innervosirsi – Non c'è tempo per bisticciare, Kazehime! Se non l'attivi Vittorie morirà! Perché ti opponi? – ribatté avvertendo un moto di rabbia – Quel potere è la mia ultima... no, la NOSTRA ultima speranza! Se non l'attivi... – ma venne interrotta bruscamente da Kazehime – SE LO ATTIVO MORIRAI! – esclamò con voce disperata – Non posso consentire un qualcosa che so benissimo potrebbe costarti la vita! E anche se per miracolo dovresti sopravvivere, il tuo corpo subirebbe danni permanenti! C'è un motivo se è una funzione incompleta, sai?! – Yuniko non l'aveva mai vista perdere il controllo in quel modo – Quel potere... la Trascensione... sai almeno di cosa si tratta? – domandò improvvisamente a bruciapelo.

In tutta sincerità, Yuniko rispose – No... analizzando i dati degli Hell Gear ho solo notato delle stringhe di programmazione che non corrispondevano in alcun modo né agli Hell Gear stessi né ai Limit Breaker, per cui ho istintivamente pensato che si potesse trattare di qualcosa di diverso, ma... – venendo nuovamente interrotta dalla Spirit – Già... il tuo intuito è fenomenale quando si tratta di certe cose, dovevo aspettarmelo. Si, è così: la Trascensione è qualcosa di completamente differente dai classici Hell Gear e Limit Breaker. Non ne so molto nemmeno io: visto che la funzione è incompleta non si sono preoccupati di scaricarmi nel database tutti i dati al riguardo, ma ne so abbastanza da poterti spiegare a grandi linee di che si tratta... – fece una pausa, poi continuò – La Trascensione... anziché incanalare l'energia del demone sigillato negli Hell Ring che sono stati usati come nucleo per gli Hell Gear fa si che la tua potenza innata venga "liberata" ed espressa al suo massimo potenziale sfruttando i suddetti demoni come fossero una fonte di energia quasi inesauribile: questo indebolisce per tutta la durata della tecnica la loro volontà annullando praticamente qualsiasi rischio di Possessione, ma a caro prezzo. Il tuo corpo... si troverebbe a dover sopportare un'immensa quantità di energia demoniaca, energia incompatibile con il corpo di un normale essere umano, e pertanto Talbot e Mad avevano pensato ad una tecnologia a base di cellule staminali liofilizzate che, come dire... adattassero il corpo dell'utilizzatore, ma abbandonarono il progetto quando si resero conto dell'irreversibilità dei cambiamenti, e il troppo poco tempo che avevano a disposizione per trovare una soluzione che ovviasse al problema influì ben presto sull'abbandono del progetto. Per cui, se consentissi il rilascio... – ed improvvisamente la voce di Kazehime si spezzò come se stesse piangendo – il tuo corpo... anche sopravvivendo subiresti sicuramente dei danni permanenti, e nel migliore dei casi la tua stessa struttura fisica cambierebbe! Il tuo corpo finirebbe in pezzi! Per questo non posso permettertelo. N-non posso... – ed infine calò il silenzio.

Yuniko chiuse gli occhi, elaborando tutte le informazioni ottenute dalla sua Spirit: ora comprendeva le motivazioni dietro al rifiuto, ed anche le preoccupazioni di Kazehime.

Tuttavia, ora era il suo turno di fornirle le sue motivazioni: e lo fece con un'unica, singola frase pronunciata con voce inaspettatamente dolce – Ma se non lo faccio... se non provo nemmeno a salvare Vittorie... se un mio compagno morirà davanti ai miei occhi... sarà il mio cuore a finire in pezzi – sforzando un sorriso nonostante le lacrime avessero già iniziato a bagnarle le guance.

La decisione che prese costò a Kazehime lo sforzo più grande della sua intera esistenza – ... e sia – facendo sgranare gli occhi alla ragazza dalla sorpresa, per poi continuare – Yuniko, so che sono solo il tuo Spirit, ma voglio che tu sappia che ti ho sempre considerata un'amica... e se è vero che mi preoccupo della tua salute fisica, lo è altrettanto il fatto che non potrei sopportare di sapere di essere la causa delle tue lacrime. Per questa volta, voglio avere pienamente fiducia in te. Sigillo rimosso! – l'ultima parte della frase fu pronunciata con voce elettronica, quasi metallica: il diadema cambiò forma divenendo un ciondolo rappresentante il simbolo alchemico dell'aria, su cui le dita doloranti di Yuniko si strinsero con qualche difficoltà – Se pensi di poter sopportare le conseguenze della tua scelta... allora alzati e combatti, Yuniko! – esclamò Kazehime cercando di mostrarsi fiduciosa.

Yuniko mise a fuoco il ciondolo appena ottenuto osservandolo intensamente per poi spostare lo sguardo in direzione di Chrono, ormai a pochissimi metri da Vittorie: non c'era più tempo.

Stringendo il rinnovato Hell Gear con forza inaspettata, prese il più fiato possibile gonfiando i polmoni in modo da spostare la costola rotta per poter infine esclamare – Aeolus... Trascensione! – il più forte possibile.

*

Chrono era ormai a pochi metri da Vittorie, pronto ad infliggerle il colpo di grazia: la fiamma era ammassata sul suo braccio, segno che voleva infliggerle un colpo diretto per essere sicuro di eliminarla sul colpo senza alcun rischio di sopravvivenza.

Dopo qualche ulteriore passo si fermò esattamente sopra di lei – Bene, ragazzina: mi dispiace distruggere un talento come il tuo, ma hai commesso l'errore di schierarti dalla parte errata della scacchiera. Spero per te esista davvero un aldilà, in modo che tu possa sperimentare almeno lì un'esistenza felice. E ora... – alzò il braccio, pronto a colpire – ... addio! – mormorò con tutta tranquillità, in un tono quasi gentile.

Tuttavia, un'incredibile ondata di luce abbagliante proveniente dalle sue spalle attirò la sua attenzione prima che potesse sferrare il colpo di grazia – Uh? E ora che succede? – mormorò incuriosito, cercando di mettere a fuoco qualcosa in mezzo a tutto quel bagliore.

Con fatica, vide una figura umana luminescente alzarsi in piedi e rimpicciolirsi all'incirca di una decina di centimetri, e quelli che sembravano essere i capelli crescere leggermente in lunghezza: poi, di colpo, la luce svanì, e attorno alla figura divampo' una fiammata Cielo di una purezza mai vista prima, rivelando il corpo nudo di Yuniko completamente circondato da vampate ed anelli di fuoco (che Chrono capì essere la causa del bagliore di poco prima) attorno il quale lentamente andò a formarsi un abito perlaceo orlato con colori fiammeggianti identici a quelli delle fiamme Cielo, e le cui maniche erano circondate da nastri formati interamente dalla suddetta fiamma.

A mano a mano le fiamme attorno al suo corpo si stabilizzarono, radunandosi attorno alle sue spalle in otto grandi fiamme, suddivise in quattro per lato in maniera simile a delle specie di ali di fuoco, e attorno alle mani di Yuniko: alcuni detriti sollevati dall'incredibile ammontare di energia e successivamente magnetizzati dai residui della fiamma Fulmine presente nel corpo di Yuniko iniziarono a gravitare attorno al suo braccio destro come una minuscola fascia di asteroidi, e tutta la polvere fine presente nell'aria si addensò sulla sua testa in una sorta di aureola che ricordava moltissimo gli anelli di Saturno.

Per concludere, sugli stivali di Yuniko spuntò un pendente a forma di stella al cui interno era sigillata tutta la fiamma Fulmine residua, che risultava inutile e conflittuale con la Trascensione essendo essa basata interamente sulla fiamma Cielo.

Chrono osservò incredulo la scena come se stesse assistendo ad un miracolo divino, mentre Yuniko apriva gli occhi blu intenso sfoderando uno sguardo determinatissimo, muovendo piano braccia e gambe e constatando che in qualche modo la trasformazione aveva completamente rimosso le ferite e le varie fratture subite, al prezzo però di farla ringiovanire di 3 anni: ciò che più stupì Chrono, infatti, fu il vedere la ragazza che fino a pochi istanti fa sembrava essere in fin di vita tornare nel pieno delle forze ma con un aspetto da quattordicenne – Hey, ragazzina... si può sapere chi sei? – domandò sistemandosi gli occhiali, dimenticandosi per un istante completamente dell'esistenza di Vittorie.

Yuniko lo ignorò, occupata ad elaborare i dati scaricati da Kazehime – Quindi è questa la mia Trascensione – mormorò fra sé e sé con una calma che ricordava molto quella generata dall'Hyper Mode.

Cercò di chiamare la Spirit mentalmente, ma non ottenne risposta: la Trascensione richiedeva che lo Spirit stesso venisse integrato nella trasformazione – Capisco.. quindi alla fine sono da sola – disse sottovoce in tutta tranquillità, per poi rivolgersi al suo avversario – Mi chiedi "chi sono", Chrono? – disse ad alta voce, continuando senza dare all'uomo il tempo di rispondere – Quando la gente vede una stella cadente in cielo, istintivamente esprime un desiderio affinché esso si realizzi portando loro gioia e felicità: a volte sono richieste semplici, altre volte, purtroppo, irrealizzabili. Ebbene, io sono l'incarnazione della cometa a cui ho affidato i miei stessi desideri ed i miei ideali. Io, Yuniko Lily Giglionero, desidero con tutta me stessa proteggere i miei amici, i meno fortunati, e la pace. E ti assicuro che realizzerò il mio desiderio... ANCHE A COSTO DELLA MIA STESSA VITA! – le ali di fuoco si dispiegarono in tutto il loro splendore per poi battere generando enormi raffiche dovute allo spostamento d'aria che alzarono in volo Yuniko, dove la ragazza rimase sospesa in aria sfruttando la propulsione delle fiammate attorno alle mani – La forza dei miei ideali, dei miei sogni, della mia volontà! Questo è... il Last Stardust! – le ali di fuoco avvolsero il suo corpo in un'enorme fiamma mentre si lanciava in picchiata in un attacco apparentemente identico al precedente, tanto che Chrono credette fosse impazzita – Hai perso il senno, ragazzina?! Sei caduta nello stesso errore di prima! – esclamò alzando il braccio destro ricoperto di fiamma verso l'alto, pronto ad eseguire ancora una volta "Hammer of Gaia", ma all'ultimo momento incrociò le braccia davanti al volto come mosso dal suo istinto, ed appena in tempo: Yuniko si era mossa talmente velocemente da sembrare essersi quasi teletrasportata, ed aveva affondato il gomito in direzione del volto di Chrono risultando in un colpo dalla forza micidiale che frantumò l'ulna dell'avambraccio con cui l'uomo si era protetto, riuscendo a spostarlo per quasi un metro all'indietro per poi virare con la stessa velocità con cui aveva attaccato e portarsi a distanza di sicurezza sospesa nel cielo a qualche metro da terra.

Per la prima volta seriamente impressionato, Chrono sfruttò la gravità generata dalla fiamma Terra per compattare l'osso rotto saldandolo provvisoriamente – Incredibile...! Sei riuscita a costringermi sulla difensiva. Interessante... ma non basta ad impensierirmi – disse a voce alta in modo che Yuniko potesse sentirlo, senza nessuna variazione nel tono calmo della voce – Vorrà dire che ti considererò una mia avversaria anziché una semplice intrusa, ed in quanto tale... farò sul serio! – spalancando le braccia come se dovesse abbracciare qualcuno esclamando – GRAVITY ZONE! – generando attorno a sé un campo di gravità alterata imprevedibile decine di volte superiore alla norma, mentre in diversi punti risultava addirittura assente.

Yuniko, ancora sospesa in aria, osservò la scena con espressione seria – Lascia che ti dia un consiglio, Chrono. Se pensi che una cosa del genere possa mettermi in difficoltà... – a metà frase spense momentaneamente la fiamma attorno alle mani lasciandosi cadere per qualche metro per poi avvolgerle nuovamente in una fiamma estremamente più grossa di prima – ... allora mi stai sottovalutando! – ricoprendosi di fiamme e lanciandosi all'assalto quasi a raso terra verso il suo avversario ad una velocità tale che la gravità non fece in tempo ad agire su di lei, risultando in un altro micidiale impatto andato a segno.

O almeno così sembrò in un primo momento: in realtà Chrono aveva intercettato l'attacco afferrando con riflessi straordinari le mani della ragazza, immobilizzandola – Mi hai preso per uno sprovveduto, ragazzina? Ho capito immediatamente che il tuo potere ha un funzionamento del tutto simile ad una meteora, e so anche che ad una certa velocità la gravità non riesce ad influenzarti per via del principio della forza d'inerzia: mi è bastato questo per capire che bastava dare la priorità all'immobilizzarti per fermarti – disse con semplicità, aumentando in maniera graduale la gravità attorno a lei per impedirle progressivamente i movimenti.

Eppure, altrettanto inaspettatamente, Yuniko non batté ciglio – Se è questo il tuo piano, permettimi di dirti che ha fin troppe falle! – spostando tutta la fiamma dalle mani alle ali attorno agli stivali, generando una forza propulsiva sufficiente a contrastare l'enorme forza di gravità e a spostare Chrono, il quale sgranò gli occhi lasciandosi sfuggire un – Im...impossibile! – mentre Yuniko arrivava sopra la sua testa dandosi lo slancio col corpo e ricambiando la stretta sui polsi in modo da fare leva, sollevandolo durante la capriola a mezz'aria per poi spedirlo a cozzare al suolo con una violenza tale da farlo rimbalzare e atterrare di schiena.

Chrono sputò sangue in seguito all'urto violentissimo, rimanendo stordito per qualche istante e fornendo così a Yuniko l'apertura che aveva così disperatamente cercato fino a quel momento per poterlo attaccare a ripetizione con una scarica di pugni ricoperti da fiamma Cielo mossi così velocemente da apparire quasi dei colpi di mitragliatrice – Pioggia di meteore! – urlò lei in Italiano, caricando ogni singolo colpo tutta la rabbia e il rancore che aveva accumulato fino a quel momento e sfruttando la frenesia per aumentare la potenza ad ogni pugno inferto, senza dare all'uomo un attimo di respiro.

Poi, nel tempo fra un pugno e l'altro, Chrono si riprese quel tanto che bastò a generare un'onda d'urto gravitazionale improvvisa che spedì Yuniko a mezz'aria interrompendo la micidiale sequenza d'attacco, per poi muovere violentemente il braccio spedendola a schiantarsi violentemente contro l'orlo delle mura frantumando i Merli e facendola precipitare nel vuoto.

Ansimando, Chrono si rialzò in piedi pulendosi il sangue con la manica dell'uniforme e sistemandosi gli occhiali ammaccati, sfruttando ancora una volta la fiamma Terra e la sua forza di gravità per saldarsi le ossa danneggiate – Ho commesso un'errore imperdonabile – mormorò in tono amareggiato – Non ho minimamente tenuto conto della mobilità delle gambe... alla fine aveva ragione lei, senza rendermene conto l'ho sottovalutata – sistemandosi la divisa stropicciata ed i capelli per poi schioccarsi le dita – Beh, non accadrà più – concluse ritrovando quel tono di voce calmo e quasi inespressivo che lo contraddistingueva.

Ben conscio del fatto che non fosse sufficiente così poco per sbarazzarsi di Yuniko, Chrono si preparò a combattere, ed infatti pochi istanti dopo un bagliore di luce diretto verso l'alto confermò i suoi sospetti – Eccola... – mormorò fra sé e sé, concentrato al massimo.

Yuniko si fermò in aria, ansimando e portandosi una mano alla spalla sinistra dolorante – Maledetto... ma non puoi ripristinare i danni all'infinito! Se continuerò ad attaccarti arriverà il momento in cui supererai il punto di non ritorno, ed allora la vittoria sarà mia...! – mormorò a denti stretti richiamando a sé una piccola quantità di fiamma Fulmine sigillata in modo da distendere il muscolo danneggiato con un piccolo elettroshock anestetizzando quasi completamente il dolore – Non credere che basti un semplice livido alla spalla per farmi desistere! – urlò rivolta a Chrono – Ho giurato che ti avrei distrutto anche a costo della vita... ED E' QUELLO CHE INTENDO FARE, PORCA PUTTANA! – trasformando la calma che l'aveva accompagnata fino a quel momento in determinazione allo stato puro ed iniziando a volare ad altissima velocità in cerchio attorno all'uomo, lasciando dietro di se una spettacolare scia infuocata che riluceva come fosse finissima polvere di stelle, generando vampate improvvise di calore intenso che andarono a collidere con l'aria fredda notturna generando violente raffiche di vento a spirale tipiche degli uragani – Io non permetterò che il vostro egoismo e la vostra follia distruggano il mondo! Se i vostri piani malati prevedono di sterminare degli innocenti... allora mi farò carico di tutte le speranze e la sofferenza delle persone nel mondo e vi distruggerò con le mie mani!! – urlò per poi accelerare verso l'alto posizionandosi proprio sopra la testa di Chrono: generando quel piccolo tornado aveva tagliato ogni via di fuga al nemico – STARLIGHT DREAM! – esclamò lanciandosi all'attacco così velocemente da arrivare a colpire l'avversario prima ancora che il nome della tecnica potesse raggiungerlo e causando all'impatto un cratere di una decina di metri circa che danneggiò seriamente il tetto della fortezza facendolo collassare in più punti.

Yuniko accennò un sorriso convinta che questo colpo avesse innalzato l'asticella della vittoria in suo favore, ma per sua sfortuna Chrono aveva iniziato da tempo a fare sul serio – La velocità con cui tiri fuori nuove tecniche è encomiabile, ma pecchi della forza necessaria per sfruttarle al meglio. Il che è un vero peccato... – mormorò l'uomo mentre il polverone si diradava mostrando il pugno di Yuniko bloccato dal suo palmo della mano – ... se tu mi avessi affrontato tra qualche anno, probabilmente sarei stato sconfitto – disse semplicemente, chiudendo le dita attorno al pugno della ragazza ed esercitando una fortissima gravità interna che le devastò le ossa della mano e lese diversi tessuti causandole dolori talmente forti che dovette sfruttare parte della fiamma Fulmine per cancellare gli impulsi nervosi dell'arto in modo da riuscire a non perdere conoscenza, per poi lanciarla a mezz'aria con forza eseguendo un rapido movimento con le braccia – Riposa in pace, principessa. E' stato un bel duello – sussurrò con rispetto voltandosi verso il corpo esanime di Vittorie e sistemandosi gli occhiali mentre alle spalle di Yuniko una porzione di aria prese a distorcersi e collassare fino a causare un piccolo buco nero.

Disperata, Yuniko si avvolse con la sua fiamma generando il più forza propulsiva possibile, ma la gravità esercitata dal buco nero superava ogni più fervida immaginazione risultando decisamente troppo perfino per il Last Stardust.

In preda al panico, vide Chrono avanzare ancora una volta verso Vittorie, con la differenza che questa volta non poteva fare nulla per salvarla: era arrivata al capolinea?

La vista le si offuscò per via delle lacrime – No... non può essere... non può davvero finire così...! I miei sforzi, la mia determinazione... i miei sacrifici! E' stato... è stato tutto inutile? – mormorò con voce tremante continuando ad opporre resistenza nonostante le forze iniziassero a venirle meno – No... no... non posso arrendermi... non posso... non voglio! – continuò a ripetere come un mantra mentre sentiva i sensi abbandonarla e le fiamme spegnersi lasciandola scivolare in un limbo dove tutto era buio ed il dolore non esisteva più.

Poi, improvvisamente, udì una voce chiamare il suo nome: una voce che non udiva da anni...

– Ko-chan! Non arrenderti! –

Come colpita da un fulmine Yuniko spalancò gli occhi incredula – No... non è possibile! Questa voce... è... – pigolò per l'incredulità, deglutendo a fatica prima di domandare in un sussurro – Julie-chan... sei davvero tu...? – pur cosciente del fatto che questo questo era impossibile.

Eppure la voce risuonò nuovamente, spazzando via ogni dubbio – Ko-chan! Svegliati! Non puoi arrenderti proprio ora che sei ad un passo dal traguardo! – esclamò Julie sconvolgendo Yuniko, la quale scoppiò definitivamente in un pianto incontrollato – N-no! Non posso farcela... c-ci ho provato, ci ho provato con tutta me stessa, ma sono troppo... troppo debole per potercela fare... scusatemi! Io... non volevo deludere nessuno!! – disse fra un singhiozzo e l'altro, iniziando ad avvertire i suoni della battaglia echeggiare sempre più distanti.

Fu allora che un'altra voce familiare fece capolino nella sua testa – Signorina, non è ancora arrivato il momento di dormire – risuonò con dolcezza la voce di Francesco, seguita ancora una volta da quella di Julie – Non sei da sola, Ko-chan... non lo sei mai stata e non lo sarai mai. Ci siamo noi al tuo fianco, e non ti abbandoneremo! – raggiungendo come un sussurro portato dal vento le orecchie di Yuniko.

La voce di Francesco parlò di nuovo, riscaldandola come un delicato scialle posato sulle sue spalle martoriate – La prego, faccia un ultimo sforzo: la conosco da troppi anni per non sapere che in caso contrario si porterebbe il peso dei sensi di colpa per il resto dei suoi giorni. Forza, signorina! Si rialzi e combatta! Ora! – spalleggiata da Julie – Ko-chan! Vai e vinci! I tuoi amici ti stanno aspettando! – alla cui frase seguì l'apparizione dei volti sorridenti dei Kokuyo che la chiamavano a gran voce: questo causò la scintilla che la ragazza stava aspettando – Julie-chan... Francesco... vorrei tanto potervi riabbracciare... mi mancate così tanto che a volte sento il mondo crollarmi addosso. Ma... temo dovrete aspettare ancora un bel po' di tempo prima che possiamo riunirci. Perché... – man mano che parlava riprese coscienza, avvertendo le voci farsi distanti finché non riuscì a riaprire definitivamente gli occhi – ... ho un'intera vita davanti a me! – esclamò generando una colossale fiamma talmente prorompente da risultare potente quasi quanto un XX-Burner grazie a cui riuscì finalmente a sfuggire dal raggio d'azione del buco nero, proseguendo poi la corsa completamente circondata dalle fiamme in direzione dell'uomo – CHRONOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! – urlò a pieni polmoni, cogliendo il proprio avversario di sorpresa e travolgendolo trascinandolo con sé in cielo, lontano da Vittorie, proseguendo fino a cozzare contro la Barriera di Gravità la quale oppose fin da subito una resistenza incredibile: Chrono ricoprì ogni singola fibra del suo corpo con le sue fiamme cercando di aumentare la resistenza fisica il più possibile, ma perfino lui non poteva resistere a lungo schiacciato letteralmente tra due fuochi – NO! COME! COME PUOI ESSERE ANCORA VIVA?! COME PUOI ESSERE SFUGGITA AL "BLACK HOLE"?! – urlò Chrono sconvolto, provando terrore per la prima volta in vita sua – COME PUOI AVERE UNA FORZA TALE DA METTERMI COSI' ALL'ANGOLO DA SOLA?! – domandò cercando in tutti i modi di respingere la ragazza, ma più cercava di allontanarla e più lei aumentava la propulsione schiacciandolo contro la barriera.

Yuniko sfoderò a fatica un sorriso beffardo – E' qui che ti sbagli, Chrono! Ho accolto in me le speranze ed i desideri di tutto il mondo! Io non sono da sola... E NON LO SONO MAI STATA! – decisa a giocarsi il tutto e per tutto, liberò in una volta sola sia la fiamma Cielo che la fiamma Fulmine, generando nel cielo un bagliore che illuminò la notte a giorno – LAST STARDUST: GRAN FINALEEEEEEEEEEEE!!!!! – urlò a pieni polmoni mentre finalmente la barriera cedeva consentendo al corpo inerme e privo di vita di Chrono di superarla volando per inerzia per qualche decina di metri prima di ricadere nel mare sottostante, facendo finalmente calare il silenzio su una notte senza riposo.

Yuniko rimase sospesa in aria immobile per qualche istante, talmente priva di energia da non riuscire neanche a muoversi: poi, la barriera iniziò ad incrinarsi sempre di più fino a finire in pezzi, frantumandosi in schegge di fiamma che ricaddero al suolo dissolvendosi prima di toccare terra in una finissima polvere luminosa, accompagnando la caduta della ragazza.

Un paio di minuti dopo, il Jet dei Vongola atterrò su ciò che restava dell'ampio spiazzo sopra alla fortezza: prima ancora che si fermasse Tsuna aprì il portello e si lanciò immediatamente in direzione del corpo immobile di Yuniko, il primo che riuscì ad avvistare.

Nel vedere le condizioni in cui vessava avvertì lo stomaco contorcersi terribilmente – No... no... Yuniko... YUNIKO! – urlò il Decimo disperato avvicinandosi lentamente a lei, come se temesse di scoprire la verità.

Mentre i Guardiani e gli alleati scampati all'assalto missilistico di qualche ora prima lo raggiungevano frettolosamente una lacrima cadde dagli occhi di Tsuna bagnando il volto della ragazza immobile.

Poi, inaspettatamente, la mano di Yuniko si sollevò debolmente andando ad asciugare le lacrime del Boss dei Vongola, mentre con un fil di voce sussurrava – Missione compiuta, Decimo... non ci sono state vittime... – sorridendo di cuore prima di perdere i sensi.

Rincuorato, Tsuna la sollevò con delicatezza – Già... missione compiuta, futura Undicesima dei Giglionero – posandola con dolcezza fra le braccia di Ryohei per farla curare con l'ausilio della sua fiamma Sole ed asciugandosi le lacrime per poi dirigersi in direzione di Vittorie ad accertarsi anche delle sue condizioni.


 

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 - Distruzione e rinascita ***


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Le lame dei due contendenti s'incrociarono in un primo, pulito colpo, che echeggiò nell'aria segnando l'inizio del combattimento vero e proprio.

Il primo ad attaccare fu Kurai: indietreggiando con un paio di salti mortali eseguiti con agilità si diede poi lo slancio non appena toccò terra esclamando – Shigure Soen Ryu! – caricando sulla spalla sinistra un fendente e preparandosi a sferrarlo contro il suo avversario. Plasma serrò la presa sui manici, preparandosi ad intercettare il colpo, ma poi una sensazione istintiva lo spinse a cambiare guardia all'ultimo momento, orientandola in una frazione di secondo nella direzione opposta a quella che Kurai aveva lasciato intendere: una decisione che si rivelò azzeccata, dal momento che Kurai un istante prima di colpire il bersaglio roteò su sé stesso eseguendo due fendenti circolari consecutivi a mezz'aria – Tsuin Samidare! – che si abbatterono nella direzione opposta a quella iniziale, scontrandosi inesorabilmente con la guardia impenetrabile di Plasma, che ne uscì indenne.

Tuttavia, Kurai non si perse d'animo, e senza dare un attimo di respiro al suo avversario ripose nel fodero la Clarent sinistra e contemporaneamente lasciò cadere la Clarent destra per terra, lasciando intuire a Plasma che stava per eseguire la terza forma, "Yarazu no Ame", spingendo quindi l'uomo a seguirla involontariamente con lo sguardo: fu allora che con un rapidissimo gesto Kurai batté sonoramente le mani libere, eseguendo un perfetto nekodamashi e riuscendo così a stordire Plasma per un cortissimo, decisivo secondo, ottenendo finalmente l'apertura che cercava – Shigure Soen Ryu! Sagishi Ame! – urlò deciso, sfoderando con rapidità eccezionale la Clarent sinistra riposta poco prima nel fodero ed usandola per colpire l'uomo con un devastante fendente che squarciò di netto i vestiti ed impattò con forza sufficiente da provocare una ferita parecchio profonda... eppure non vi fu alcuno spruzzo di sangue.

Avvertendo il pericolo, Kurai rotolò sul fianco appena in tempo per evitare che la lama del suo avversario lo decapitasse sul posto, limitando il danno ad una scottatura superficiale sulla guancia destra provocata dall'immenso calore del plasma da cui era formata, ma ritrovandosi con una sola Clarent poiché l'altra, generata dal Geminio Kiri, venne pestata con forza dall'uomo finendo in frantumi con facilità disarmante sotto il suo sguardo sconcertato.

Tutto questo scambio di colpi avvenne in pochissimi istanti.

Accorgendosi dell'espressione attonita del ragazzo, Plasma alzò lo sguardo puntandolo verso di lui – Devo ammetterlo, Rokudo, hai una tecnica veramente impeccabile: sei riuscito ad infliggermi un danno di queste proporzioni al primo scambio di colpi, per di più un danno potenzialmente letale se inflitto ad un corpo comune, quindi significa che involontariamente devo averti sottovalutato. Davvero imperdonabile da parte mia, mi scuso profondamente – esclamò con tono calmo e serio, esibendosi in un rispettoso inchino ad accompagnare le sue parole che spiazzò ancora di più Kurai – Tuttavia, permettimi di chiedertelo: è davvero questa la tua reale forza? – domandò infine a bruciapelo, guardandolo con veemenza.

Colto alla sprovvista, Kurai rispose – C-certo che no, abbiamo appena iniziato dopotutto! – stupito ed anche un po' ferito nell'orgoglio: probabilmente Plasma se ne accorse, poiché continuò – Non mi riferivo a questo, ma al tuo modo di combattere. Non dubito che tu stia combattendo seriamente, ma questo come lo spieghi? – strappandosi del tutto la tunica squarciata e lasciando intravedere gli addominali scolpiti contro cui era impattata la Clarent poco prima e confermando così i sospetti di Kurai: era rimasto indenne.

Kurai sgranò gli occhi attonito, avvertendo il cuore saltargli un battito: aveva usato tutta la forza di cui disponeva in quel colpo diretto.

Poi, improvvisamente, ricordò le parole pronunciate da Kuro, e tutto gli divenne chiaro – fiamma Fulmine-0... un corpo quasi indistruttibile. Eppure...! – il suo sguardo si spostò sui frammenti della Clarent clonata, i quali si stavano dissolvendo, per poi tornare a guardare Plasma – Eppure... c'è dell'altro, vero? Ridurre in pezzi un'arma forgiata da un diamante con così tanta facilità è impossibile per il solo attributo Fulmine-0, dico bene? No... – sgranò gli occhi, riuscendo finalmente a mettere insieme i pezzi del puzzle – NO! Sei come lo Spettro che ho affrontato nella foresta di Myasnoy Bor! Sei... un possessore di fiamma ibrida-0, ho indovinato?! – esclamò in un'affermazione piuttosto che una domanda.

Capì di aver risolto l'enigma non appena l'uomo, in risposta, rese visibile lo strato di fiamma che avvolgeva il suo corpo: sopra un primo strato di fiamma Fulmine-0 ce n'era immediatamente un altro, apparentemente di composizione quasi rocciosa, e che non lasciava alcun dubbio – Montagna-0 e Fulmine-0... non è ibrida... non ho idea di come abbiate fatto, ma siete riusciti a trovare il modo di reggere due fiamme complete senza subire lo Shock da conflitto da doppia fiamma! – aggiunse infine Kurai, mordendosi il labbro in maniera frustrata.

Poi, improvvisamente, abbassò lo sguardo, mentre un'ombra cupa calava sul suo volto – Capisco. Quindi alla fine è successo davvero... – mormorò piano – E' come aveva detto Yamamoto-sensei – continuò, mentre davanti ai suoi occhi comparivano le nitide immagini di una scena avvenuta un po' di tempo fa ad accompagnare le sue parole – Lo Shigure Soen Ryu è uno stile veramente eccezionale, ed unico nel suo genere... ma è uno stile ideato da detentori di fiamma Pioggia per essere trasmesso ad altri detentori di fiamma Pioggia: per quanto io possa averlo appreso, per quanto abbia tentato di adattarlo alla mia fiamma, resta pur sempre uno stile non compatibile con l'attributo Nebbia. Ormai è inutile negarlo! – e, nel dirlo, prese fiato come a prepararsi psicologicamente ad una scelta estremamente importante – Lo Shigure Soen Ryu... lo stile che mi ha permesso di proteggere i miei amici, di difendere le persone che amo, di trionfare perfino contro un avversario formidabile del calibro di Zero...! Quello stile, ormai limita la mia crescita! Il mio potenziale è ormai in fase di stallo: non potrò mai diventare più forte, continuando ad usare uno stile incompatibile con le mie capacità innate! Non potrò mai ergermi sopra tutto e tutti! – le mani tremarono lievemente, tradendo una strana sensazione che aveva pervaso il suo corpo nel pronunciare quelle parole.

Poi, all'improvviso, le dita si chiusero nell'impugnatura più salde che mai, e gli occhi di Kurai brillarono di una strana luce – Ed è per questo che d'ora in poi smetterò di trattenere il mio potenziale! Acquisirò una forza talmente immensa da riuscire a proteggere il mondo intero con le mie sole mani! – enormi scintille bianche presero a circondare il corpo di Kurai, mentre la temperatura attorno a lui calava di qualche grado: Re Kiri, avvertendo il pericolo, si affrettò a comunicare mentalmente a Kurai – M-Messere, qualcosa non torna! Avverto nel suo animo una terribilmente familiare presenza oscura, oserei dire demoniaca! La imploro, si fermi, non ho idea di cosa potrebbe accaderle se...! – ma Kurai lo mise immediatamente a tacere – Sta' zitto, Re Kiri! Per una cazzo di volta stai in silenzio ed osserva! Osserva come mi evolvo in un qualcosa di superiore... IN UN GUERRIERO IN GRADO DI PROTEGGERE CHIUNQUE CON LE SUE SOLE FORZE! – urlò, mentre la sclera dell'occhio destro diventava rosso sangue, e la pupilla dell'iride assumeva una forma vagamente simile ad una croce rovesciata terribilmente familiare...

Tuttavia, durò solamente per pochissimi istanti: l'occhio del ragazzo tornò immediatamente alla normalità. Re Kiri, sconvolto in egual modo dal comportamento di Kurai e da quanto aveva visto, rabbrividì: la sensazione provata poco fa era stata fin troppo simile a quella sperimentata anni fa, durante la battaglia finale contro Azrael...

Anche Plasma osservò incuriosito la scena, seppur senza perdere la compostezza: l'unico che parve non accorgersene fu proprio Kurai, che assunse un'espressione incredibilmente seria e concentrata per poi esclamare con voce solenne – Hakiri Ai Fukuryu, prima forma ad una spada! – generando all'istante un suo clone illusorio, che si lanciò con lui all'assalto contro Plasma senza perdere tempo.

Con sguardo interessato, Plasma schivò il primo fendente di uno dei due Kurai e contrattaccò eseguendo un rapido contrattacco atto a mozzare il polso del ragazzo, ma l'altro intervenne intercettando il colpo e contrattaccando con un calcio al volto, che attirò l'attenzione di Plasma consentendo al Kurai appena fuori pericolo di sferrare un micidiale fendente dal basso verso l'alto, fendente che Plasma riuscì a bloccare con la lama impugnata nell'altra mano al momento giusto, spezzando la guardia del suo avversario e tentando un affondo letale al cuore, ma ancora una volta la copia intervenne roteando a mezz'aria su sé stessa con un colpo diretto agli occhi, che costrinse l'uomo ad interrompere l'attacco e a focalizzarsi sul fermarlo, lasciando però così il via libera al Kurai originale, e così via per diversi secondi dove i due duellanti si scambiarono colpi potenzialmente letali l'un l'altro senza però che nessuno di essi andasse a segno.

Ad un tratto, tuttavia, uno dei due Kurai commise un passo falso, eseguendo un movimento azzardato che lasciò la sua guardia scoperta – Hai perso! – esclamò Plasma con serietà, approfittando dell'errore e trafiggendo il suo avversario da un fianco all'altro, dimenticandosi così per un solo, decisivo istante l'esistenza di un altro Kurai, il quale si lanciò dall'alto urlando a pieni polmoni – UTSUSHI KIRI! – sferrando un fendente verso il basso con tutta la forza che aveva in corpo con l'intenzione di tagliare a metà il suo rivale, ma i terrificanti riflessi di Plasma consentirono all'uomo di frapporre il braccio destro all'ultimo momento e di ricoprirlo con tutta la fiamma doppia di cui disponeva appena in tempo per intercettare la Clarent.

L'impatto fra le due fiamme causò un bagliore intensissimo, che andava via via aumentando mentre Kurai tentava di superare la barriera consistente nell'avambraccio di Plasma e quest'ultimo spingeva nella sua direzione per respingerlo: enormi scintille formate da due incredibili forze opposte volavano in tutte le direzioni man mano che i due contendenti cercavano di prevalersi a vicenda, ma nonostante ciò nessuno dei due sembrava intenzionato a lasciarsi sopraffare.

Improvvisamente, la voce di Re Kiri risuonò ancora una volta nella sua testa – Chiedo clemenza, Messere, ma devo necessariamente disubbidire ai suoi comandi! Interrompa immediatamente l'affondo, la sua regale spada è al limite! – esclamò in tono preoccupato, ma Kurai replicò fermamente – No! E' la mia occasione, è con le spalle al muro! Se riesco a mettere a segno questo colpo, con tutta l'energia accumulata... nemmeno lui riuscirà a resistere! Gran parte della fiamma è concentrata nel braccio nel tentativo di fermare il mio attacco, per cui una volta superato fenderò il suo corpo come burro! E allora finalmente potrò proseguire...! Potrò aiutare Kumo e gli altri! – ed aumentò ulteriormente la forza applicata all'arma, mentre impercettibilmente le sue labbra s'incurvarono in un ghigno sinistro – Non ho tempo da perdere! Devo terminare questo scontro immediatamente, ci sono troppe vite in ballo! – aggiunse, aumentando ancora la forza: Re Kiri era disperato – Messere...! Io... lei... Rokud... SIGNOR KURAI! LA SMETTA IMMEDIATAMENTE, LA PRESSIONE STA INCRINANDO LA LAMA! – urlò in una mezza crisi di panico, chiamando Kurai per nome senza nemmeno rendersene conto, ma il ragazzo era talmente concentrato sul suo obbiettivo da non ascoltarlo – No! Devo superarlo ad ogni costo! Devo pensare solo a questo! Impugno la leggendaria Excalibur, dopotutto, non cederà per così poco! Basta che metta a segno questo colpo e io... – i muscoli si contrassero talmente tanto da fargli male, ma ciò gli consentì finalmente di riuscire a raggiungere la pelle di Plasma e di iniziare a scalfirla superficialmente – io... – con sforzo inimmaginabile, superò i suoi stessi limiti applicando così tanta forza che i capillari nelle sue braccia esplosero – IO DEVO VINCERE AD OGNI COSTO! – urlò a pieni polmoni, ma nello stesso istante Plasma urlò a sua volta – STOLTO! Avresti dovuto dare ascolto al tuo Spirit! – dandosi la spinta con le gambe con tutta la sua forza superando così per un singolo, fatale istante la forza di Kurai e riversandola sulla lama danneggiata della Clarent.

Sotto lo sguardo attonito di Kurai, la lama dell'arma si spezzò di netto, volando ad arco verso l'alto roteando su sé stessa e ricadendo infine con grazia al suolo qualche metro più in là come se fosse mossa al rallentatore.

L'urto, inoltre, fu così violento che lo stesso Kurai si ritrovò sbalzato via a gambe all'aria, volando a schiantarsi al suolo un paio di metri più in là e ruzzolando malamente percorrendone altri tre.

Sputando sangue e stordito dall'urto, Kurai tentò barcollante di rialzarsi portandosi la mano alla bocca mentre cercava di mettere a fuoco ciò che restava dell'arma, e con orrore constatò che non se l'era immaginato: la lama di diamante di Excalibur era stata troncata di netto, al punto che ora era all'incirca delle dimensioni di un pugnale, ed inoltre il Soul Drive si era disattivato automaticamente riportando l'arma alle sue fattezze originali.

Le mani presero a tremargli così velocemente che l'elsa gli sfuggì dalle mani, cadendo al suolo con un tintinnio sinistro – No... non è possibile... – riuscì a malapena ad esclamare con un fil di voce in seguito allo shock – Excalibur... si è spezzata...? – con l'espressione di una persona che comprende, troppo tardi, di essersi scavato la fossa da solo.

Plasma si massaggiò la parte colpita, la quale presentava un taglio superficiale sul braccio, per poi avviarsi con passo lento verso Kurai – Devo ammetterlo... sono molto, molto deluso da te. Mi aspettavo di più... dall'uomo che ha sconfitto Zero-sama. Ed invece, alla fine sei solo un ragazzino che agisce d'impulso, senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Un vero guerriero sa riconoscere i propri limiti, e la sua forza sta proprio nel trovare la maniera di aggirarli in modo da potersi migliorare. Ma tu... – si fermò proprio davanti a Kurai, guardandolo torvo con sguardo sprezzante – ... hai deliberatamente cercato di forzarli, e l'hai fatto senza minimamente preoccuparti delle conseguenze. Non hai pensato nemmeno per un istante che questo non è un gioco e che tu stesso avevi messo in chiaro che sarebbe stato un duello all'ultimo sangue, dico bene? Hai combattuto con totale sprezzo del pericolo, della tua stessa vita, e hai deliberatamente ignorato l'unica voce amica che ha cercato di fermarti prima che fosse troppo tardi! Questo non è coraggio... è incoscienza! – sbottò furioso, come se Kurai gli avesse fatto un torto enorme.

Poi, inaspettatamente, si voltò dall'altro lato, distogliendo lo sguardo – ... vattene. – mormorò semplicemente, dandogli le spalle ed avviandosi verso l'uscita della stanza.

Stringendo i denti, Kurai si decise a controbattere – Che cazzo stai dicendo?! L'hai confermato appena un attimo fa, era un duello all'ultimo sangue! Se hai vinto, che aspetti? Finiscimi! – urlò in tono ferito: Plasma si fermò per un attimo, il tempo di esclamare in tono serio – No. Non uccido i bambini. – per poi riprendere la sua marcia.

Quelle parole ferirono Kurai più di ogni arma esistente: l'umiliazione subita fu tale che il suo orgoglio raggiunse vette mai sfiorate prima in tutta la sua intera vita – Ah... ahahah! Belle parole, dette da un ipocrita di merda che collabora con uno psicopatico che è intenzionato a sterminare metà della popolazione, bambini inclusi! – replicò con tono sarcastico, centrando in pieno un punto delicato di Plasma, il quale si fermò nuovamente.

Constatando che aveva sortito gli effetti sperati, Kurai continuò – Lo sai... sei proprio odioso. Ti atteggi a figo con quei tuoi discorsi da samurai onorevole del cazzo, e giudichi ME, un fottutissimo ragazzo che sta rischiando la vita per fermare voi branco di invasati mentali prima che scateniate una catastrofe senza precedenti sull'umanità, solo perché per via della pressione provocata dall'enorme peso di responsabilità che ha addosso ha commesso qualche errore?! – un sorriso maligno illuminò il volto di Kurai, mentre si rimetteva in piedi – Sei feccia della peggior specie, tu. Ti crogioli in valori di cui nemmeno sai il reale significato, ti fai vanto di essere saggio quando in realtà sei il più stupido di tutti, e sopratutto... ti atteggi ad essere superiore quando in realtà vali meno di un verme! – urlò infine, infliggendo a Plasma una ferita ben più profonda di quella provocata dallo scontro di poco prima.

L'uomo si voltò tentando di replicare, furente, ma qualcosa nello sguardo di Kurai lo bloccò prima ancora che le parole potessero uscirgli dalla bocca: una luce mai vista prima illuminava i suoi occhi, in netto contrasto con il sorriso sarcastico stampato in volto – "Non uccido i bambini", eh? Dio, ma l'hai detto sul serio? Ahahah! – ridacchiò malefico canzonandolo per poi farsi improvvisamente serio lanciando un'occhiataccia intrisa di intenzioni omicide all'uomo – Lavati la bocca prima di dire certe cose. Non sei un prescelto, né tantomeno un essere superiore a me: sei solo uno schifosissimo, sporco essere umano con una morale corrotta, un'erbaccia che appesta il bellissimo prato che è la terra. Ed in quanto tale... io ti estirperò! – esclamò, lanciandosi all'attacco disarmato.

Sconvolto, Plasma esclamò – Pazzo! Hai intenzione di suicidarti, gettandoti senza un'arma contro di me?! – infondendo la fiamma Fulmine-0 nei dispositivi in modo da ricreare le lame d'energia per poterlo attaccare, ma a metà strada Kurai urlò – Hakiri Ai Fukuryu, forma senza spada! – generando attorno a sé una distorsione illusoria terrificante, che disorientò il suo avversario al punto che lo perse di vista, consentendo a Kurai di generare una colossale lama di circa cinque metri formata da fiamma Nebbia-0 e che gli avvolse l'intero braccio, come a divenire a tutti gli effetti un arto del ragazzo – ARTIGLIO DELLA NEBBIA INFERNALE! – urlò in Italiano, colpendo Plasma con forza travolgente e spazzandolo via per diversi metri, spedendolo a schiantarsi contro un muro e sollevando così una grossa quantità di polvere.

A tecnica eseguita, Kurai crollò a terra, sfinito – Ngh...! Dannazione, questa tecnica mi stanca parecchio... avrei preferito non utilizzarla, ma almeno sono riuscito a prendere tempo – mormorò, per poi cercare di pensare rapidamente a come concludere lo scontro... ma, per quanto ci pensasse, arrivava sempre ad un unica, inevitabile conclusione: era impossibile – Cazzo... cazzo, cazzo! Quel che più mi irrita è che quel verme ha ragione! Ho fatto un'errore fatale, lasciando che la mia arma si rompesse! In qualsiasi modo la veda, non ho alcuna speranza di vittoria. AAAAARGH, DANNAZIONE!! – urlò mentalmente, portandosi le mani alla testa – Da quando la Kirislayer si è rotta mi sono sempre trovato in una situazione peggio dell'altra, non c'è verso, non riesco a sostituirla! Se solo l'avessi ancora... se solo potessi utilizzarla ancora una volta...! – esclamò con voce spezzata, sull'orlo delle lacrime dalla frustrazione.

Improvvisamente, Re Kiri si materializzò accanto a lui – Messere... io... posso comprendere il suo stato d'animo di poco fa, la prego di non crucciarsi per la distruzione della Sacra Spada. Ma quella sua arma di cui parla, la Kirislayer... non è forse un potere che risiede dentro di lei? – domandò con serietà.

Kurai sospirò, quindi replicò – Sì... almeno, lo era. Ma ormai è andata distrutta dopo lo scontro con Azrael! – disperato: al che, Re Kiri rispose con semplicità disarmante – Ordunque, perché non prova a riforgiarla? – suggerì, per poi svanire nel Soul Drive lasciando solo Kurai coi suoi pensieri.

Nel frattempo, era riemerso dal polverone: com'era prevedibile, non aveva subito il minimo danno da quel colpo, e sembrava semplicemente leggermente impolverato – Kurai Rokudo... ammetto che le tue parole mi hanno toccato. Se è la morte in battaglia ciò che vuoi, te la concederò! – annunciò serio, avanzando verso Kurai impugnando saldamente le sfrigolanti armi d'energia.

Con un amaro sorriso, Kurai mormorò – Eheh... fosse così facile, amico mio, non avrei mai avuto bisogno di un'altra arma in primo luogo, ma purtroppo l'immagine mentale della Kirislayer è svanita completamente dalla mia men... – come un fulmine a ciel sereno, un'idea balenò al suo cervello, forse stimolato dalla consapevolezza di non avere altra scelta se non lasciarsi morire: valeva la pena di fare un tentativo.

Fu così che Kurai si rialzò in piedi, tendendo il braccio ed iniziando ad accumulare una grossa fiamma Nebbia-0 attorno ad essa, modellandola rendendola vagamente simile ad una lama ed attraendo verso essa piccoli frammenti di luce simili ad infinitesimali schegge scintillanti, come se quella manifestazione di pura energia fosse dotata di gravità propria: in quello stesso momento, Plasma scattò verso di lui caricando un colpo letale diretto alla sua testa – Addio, Kurai Rokudo! – e Kurai con un gesto disperato interponeva l'arma nebbiosa contro le lame dell'uomo nel disperato tentativo di proteggersi.

L'impatto, inaspettatamente, avvenne: con un clangore metallico, Plasma venne sbilanciato all'indietro, e Kurai rotolò sul fianco atterrando a distanza di sicurezza, riuscendo infine a guardare ciò che la sua mano impugnava.

La nebbia si dissolse, portando alla luce una lunga katana dalla lama nera come la notte e dal filo colorato di una gradevole sfumatura indaco: sul dorso non affilato erano presenti lunghe e sottili spine incurvate, mentre la guardia dell'arma presentava due linee mosse come a rappresentare l'elemento Nebbia di cui era formata.

L'impugnatura, infine, era argentea e splendente, rifinita con bordi di un color oro gradevole, e terminava con una sorta di portachiavi dalla forma misteriosa vagamente simile ad un piccolissimo shuriken.

A discapito delle apparenze, Kurai non ebbe dubbi: la Kirislayer era rinata a nuova vita.

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 - Animo corrotto ***


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Kurai osservò incredulo l'arma che stringeva in mano, muovendola con leggerezza in totale silenzio, come a saggiarne la qualità: la nuova Kirislayer si dimostrò fin da subito incredibilmente più leggera della precedente, come se fosse formata da una lega metallica differente, e tutti gli upgrade che aveva subito l'avevano resa quasi irriconoscibile.

Nonostante tutto, a cancellare definitivamente ogni possibile dubbio comparve un'incisione sul manico della stessa, recante il nome dell'arma – Re:Kirislayer...? Quindi non sto sognando! E'... è veramente la Kirislayer! – esclamò entusiasta Kurai, sentendosi pervaso da una rinnovata fiducia in sé stesso: poteva farcela.

Plasma, rimasto in silenzio, decise di ricordare a Kurai il fatto che era nel pieno di un duello – Quindi è quella la famosa "Kirislayer", l'arma con cui hai sconfitto Zero ed eliminato Azrael... interessante. Mi chiedo come mai non l'hai utilizzata prima, avevi forse intenzione di riservarla come asso nella manica? – domandò serio, ma in tutta onestà Kurai rispose – ... diciamo che ci sono stati piccoli problemi tecnici – lasciando l'uomo leggermente confuso, per poi alzare la Re:Kirislayer verso l'alto inspirando profondamente – Bene... ora posso sfruttare per la prima volta in vita mia la mia vera forza. Non userò più lo Shigure Soen Ryu, né un'arma con cui non ho piena compatibilità. Finalmente non ho più catene a trattenermi – mormorò afferrando il manico con entrambe le mani e spingendo in direzioni opposte, eseguendo così il Geminio Kiri e sdoppiando l'arma – Non ho più vincoli, nulla che possa frenare la mia ascesa! – un bagliore rosso illuminò per un istante gli occhi di Kurai, mentre eseguiva un agile salto all'indietro per poi lanciarsi verso Plasma nello stesso istante in cui toccò terra – Questa volta conquisterò la "vetta"! Questa volta... non verrò sconfitto! – esclamò appoggiando le due katane sui fianchi durante la corsa per poi saltare all'ultimo momento roteando a mezz'aria su sé stesso ed infliggendo all'uomo un doppio fendente a rotazione, prontamente intercettato dalle lame energetiche di Plasma.

Tuttavia, avvenne una cosa inaspettata: al momento dell'impatto, l'uomo si ritrovò a dover gestire molta più forza nell'attacco di Kurai di quella che si fosse aspettata, col risultato che finì con il sbilanciarsi leggermente – Ma cosa diavolo...! – riuscì appena a mormorare con espressione stupita, riuscendo a ritrovare la concentrazione appena in tempo per evitare un affondo del ragazzo, che come in preda alla frenesia aveva iniziando ad eseguire una combo implacabile di colpi in rapidissima successione, costringendolo inevitabilmente sulla difensiva – Hakiri Ai Fukuryu, prima forma a due spade: Renketsu Kogekiri! – urlò Kurai, sfoderando un ghigno di pura eccitazione che andava ad allargarsi man mano che vedeva l'avversario sottomettersi ai suoi attacchi – Tutto qui, Plasma?! Dopo tutte le belle parole in cui ti crogioli, e l'"onore" di cui vai tanto orgoglioso... è questo il tuo limite, dunque? – infierì la voce del ragazzo – Sottomesso da un "bambino" indegno di essere ucciso, eh?! – le iridi del ragazzo avevano ormai assunto un perfetto riflesso rosso, ormai troppo intenso per essere scambiato per un gioco di luci – Ti farò rimangiare ogni singola parola! Ti farò ammettere che sei un verme a cui non importa un cazzo della vita altrui, che preferisce mettere la sua forza al servizio di un pazzo anziché a protezione dei più deboli! – il ghigno si deformò assumendo un'intensa espressione di furia – TI FARO' RIMANGIARE LA TUA INCOERENZA, PALADINO DELLA GIUSTIZIA DI 'STO CAZZO! – urlò a pieni polmoni, sferrando un micidiale doppio fendente incrociato alla gola dell'uomo, ma quell'attimo di furia cieca segnò un netto ribaltamento della situazione: con un rapido, potente calcio al plesso solare, Plasma riuscì a spezzare la letale sequenza di colpi e spedire Kurai a schiantarsi a terra.

Per la prima volta, il volto di Plasma mostrava una profonda irritazione – Non osare atteggiarti come se sapessi tutto di me, dannato moccioso! – disse a denti stretti mentre infondeva nelle lame una grossa quantità di fiamma, raddoppiandone le dimensioni – Cosa ti fa credere che io VOGLIA servire Lord Augustus di mia spontanea volontà?! – senza esitazione, mosse un devastante colpo in direzione di Kurai, che riuscì a rotolare sul fianco mettendosi in salvo appena in tempo – Con che superbia osi pronunciare queste parole senza conoscere nulla di me o delle mie motivazioni? E soprattutto... – con rapidità, caricò un colpo dall'alto verso il basso che Kurai riuscì a parare al pelo incrociando le due Re:Kirislayer sopra la sua testa, senza però riuscire a respingerle – ... con che arroganza decidi chi sia il buono e chi no in questa guerra? – e nel dirlo aumentò la forza nelle braccia, generando ancora più pressione su Kurai, ormai sul punto di cedere – Ghn...! Basta... con queste... stronzate! Vorresti forse dire... che siete VOI i buoni?! Voi pazzi schifosi... che state minacciando l'ordine mondiale con la forza? – con uno sforzo enorme, fece pressione sulle sue gambe tentando di contrapporsi all'opprimente forza schiacciante di Plasma, senza però sortire grandi risultati.

Terribilmente frustrato, Kurai si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare – No... no... NO! NON PERDERO' CONTRO UN VERME COME TE – urlò in preda alla rabbia più totale, avvertendo la voce di Re Kiri urlare in lontanza – Messere...! Si plachi, la sua furia... lo sta solo alimentando! E' una trappola! – senza però riuscire a capire veramente cosa stesse dicendo lo Spirit: ormai era completamente in preda ad una spirale crescente d'odio che nemmeno lui riusciva più a giustificare – Soul... Drive... ATTIVAZIONE – esclamò senza nemmeno volerlo con voce improvvisamente più profonda e gutturale, dal suono spaventosamente estraneo.

Con la forza di una bomba, un'aura nera e spettrale esplose attorno a lui, seguita da un improvviso quanto drastico aumento di forza nelle braccia di Kurai con il quale respinse facilmente le lame energetiche che fino ad un istante prima sembravano avere la meglio su di lui, costringendo Plasma a ripiegare su una forma difensiva, pronto a proteggersi da un contrattacco che però non arrivò mai: Kurai rimase semplicemente lì, in piedi, con un'ombra calata in volto accentuata da quella strana aura nera.

Lentamente, Kurai alzò la testa, portando alla luce un volto contratto e con un rivolo si sangue a colargli sulla guancia sinistra a partire dall'occhio chiuso: tuttavia, non ci volle molto a capire cosa l'avesse causato.

Con orrore di Re Kiri, ancora troppo danneggiato per apparire in forma fisica al di fuori del Soul Drive, Kurai aprì l'occhio in questione, il quale presentava un'inconfondibile sclera nera ed un'iride rosso con una croce bianca rovesciata che non lasciava spazio ad alcun dubbio – Impossibile...! Nei Testi registrati all'interno della mia personale "Biblioteca" non v'è scritto da nessuna parte che nei Soul Drive vi dimora una forza dell'inferno, come invece accadde per gli Hell Gear, eppure... codesta situazione mi rimembra quel dì nefasto... – biascicò incredulo, mentre Kurai sfoderava un sorriso malefico ed afferrava la Re:Kirislayer, rimasta invariata, trascinandola dietro di sé come se fosse una valigia – Libero... finalmente sarò libero... spezzerò l'ultimo legame col passato... e sarò libero! – ripeté fra sé e sé Kurai come un mantra, avanzando verso un impietrito quanto disorientato Plasma – Quello... chi è? – si domandò, pur conoscendo già in cuor suo la risposta – Che sia... quel mostro? L'essere che ha sconfitto Azrael nel pieno delle sue forze? – mormorò, avvertendo una gelida goccia di sudore percorrergli la schiena a causa della tensione che avvertì nel momento in cui identificò chi aveva davanti.

Poi, come mosso dal suo istinto, concentrò tutta la fiamma nei suoi avambracci per poi incrociarli davanti a sé a protezione dell'addome: la sua intuizione risultò esatta, poiché un'istante dopo la creatura si mosse a velocità disumana sferrando un fendente orizzontale con abbastanza forza sovrumana da riuscire a farlo indietreggiare di qualche centimetro, per poi sfoderare nuovamente l'infernale sorriso capace di far gelare il sangue anche ai più impavidi e ripetere l'assalto, questa volta con un colpo dal basso verso l'alto a cui ne seguì uno inverso che spezzò definitivamente la guardia di Plasma, il quale si ritrovò in una posizione di scarso equilibrio proprio mentre l'essere afferrava l'arma con entrambe le mani per vibrare un ultimo, devastante colpo che colpì in pieno l'addome di Plasma generando una tale onda d'urto da far crollare il pavimento sotto di lui facendolo precipitare nella stanza sottostante, buco nel quale si tuffò anche il demone senza esitazione afferrandogli il volto con la mano destra quanto più saldamente poté per poi schiantarlo con forza al suolo non appena atterrarono, in modo che tutta l'energia cinetica dell'impatto si riversasse sul cranio e sul collo dell'uomo.

Questa volta, nemmeno Plasma riuscì ad uscirne indenne avendo concentrato gran parte della fiamma nell'addome non aveva potuto proteggere il resto del corpo adeguatamente, e finì quindi con l'accusare il colpo in maniera piuttosto violenta: tuttavia riuscì in tempo a concentrare parte della fiamma nel collo, impedendo così una rottura altrimenti certa e cavandosela solo con un lieve dolore cervicale, nonché riuscendo a mantenere abbastanza lucidità e concentrazione dal riuscire al scorgere con la coda dell'occhio la punta della lama luccicare sopra la sua testa.

Con riflessi incredibili, Plasma afferrò di scatto la lama della katana, focalizzando l'energia prima racchiusa nelle sue lame ad energia nei palmi della sua mani e nelle braccia, in modo da eliminare completamente i movimenti della creatura.

Tuttavia, non fu sufficiente a fermarla una volta per tutte: ancora una volta un sinistro ghigno balenò sul suo volto mentre con un movimento secco spezzava senza esitazione la lama separandola dalla parte immobilizzata per poi muoversi con rapidità schiacciando con un potente pestone la testa di Plasma, immobilizzandola al suolo.

Dopodiché, senza la minima fatica rigenerò la lama della Re:Kirislayer con un'illusione – Muori... così potrò... essere libero! – mormorò con voce quasi afona l'essere, caricando la lama di fiamma Nebbia-0 purissima e di aura nera in modo da poter perforare una volta per tutte la fiamma di Plasma, già impiegata in grandi quantità alla testa per impedire che la sua testa divenisse una frittata, ed affondando infine il colpo di grazia, a cui seguì uno schizzo di sangue.

Sotto gli occhi sconvolti di Plasma, il braccio destro del corpo di Kurai si era mosso portando la mano ad intercettare senza la minima protezione la lama dell'arma, per fermarla: finalmente si aprì anche l'occhio destro di Kurai, ancora di un azzurro intonso – No! Non è così che voglio vincere! – esclamò determinato, cercando di bloccare con la forza il lato sinistro del suo corpo – Quella volta ho ceduto all'ira, per via del fatto che credevo Mirai-nee fosse morta... e come risultato, ho quasi ucciso... tutti – la parte destra della bocca s'incurvò amareggiata – ... e se gli altri non me l'avessero riferito, nemmeno l'avrei mai saputo. Quella volta tu hai quasi ammazzato i miei amici... e non ti permetterò di farlo una seconda volta! – man mano la sclera dell'occhio sinistro iniziò a schiarirsi, nonostante il braccio sinistro opponesse ancora una grande forza nel tentativo di affondare la lama nel collo di un inerme Plasma – Se continuerò a commettere gli stessi errori non crescerò mai! VATTENE! – urlò con veemenza alla creatura che stava tentando di prendere il controllo del suo corpo, opponendo sempre più resistenza alla lama.

Improvvisamente il tono della voce di Kurai mutò nuovamente, tornando ad essere animalesco e gutturale – Non mentire a te stesso... tu lo sai. Sai di essere debole. Tu hai bisogno di me. Concedimi il controllo... ed esaudirò... ogni tuo desiderio di conquista – disse quasi in un sussurro, ricolorando la sclera sinistra di nero ed iniziando anche a contaminare la purezza dell'occhio destro...

Tuttavia, la mano non accennava a mollare la presa aumentando, anzi, la forza esercitata – Ah... ahah... AHAHAHAHAH! Non farmi ridere, rifiuto! Sei solo l'ombra di un'orrida mummia lasciata a putrefarsi chissà dove! Prima hai approfittato della mia rabbia e frustrazione per mettermi in bocca parole che non avrei mai pronunciato... è vero, sono stato debole, ma non ti permetterò mai più di interferire così in una mia battaglia: come ho detto prima, se non imparo dai miei errori... – riprendendo momentaneamente il controllo del braccio sinistro riuscì a mollare la presa e a lanciare via la Re:Kirislayer con quello destro – ... non crescerò mai! – esclamò con determinazione, assumendo con fatica anche il controllo totale della bocca per poi portare la mano destra, insanguinata dal profondo squarcio nel palmo causato dalla lama, sull'occhio sinistro per coprirlo – Ti eliminerò definitivamente qui ed ora una volta per tutte... IO NON HO PIU' BISOGNO DI TE! E NON NE HO MAI AVUTO! – urlò infine a pieni polmoni, generando una potentissima fiamma Nebbia-0 attorno a sé per un istante che turbinò attorno a lui risucchiando dentro sé l'aura nera, ora simile a fumo scuro, per poi racchiuderlo in una sferetta concentratissima dalle dimensioni di una biglia.

Kurai osservò ciò che restava del demone dell'Hell Gear con sguardo disinteressato per pochi istanti mentre l'occhio sinistro assumeva il suo regolare colore violaceo, quindi con voce fredda e decisa ordinò – Re Kiri... mangialo – ottenendo l'immediata risposta dello Spirit – Ai suoi ordini, Messere! – il quale si materializzò con le poche energie recuperate il tempo che bastò ad agguantare ed inghiottire la piccola massa energetica, per poi svanire nuovamente all'interno del Soul Drive.

Con un sospiro, Kurai distolse lo sguardo da Plasma e mormorò – ... grazie per aver pazientemente atteso che terminasse questa mia piccola grande battaglia interiore. E... ehm... – arrossì leggermente dall'imbarazzo – ... mi... scuso... per ciò che ho detto. Non nego di ritenere il tuo atteggiamento piuttosto incoerente e stupido rispetto alla posizione che occupi, ma non avrei dovuto dire quelle cose senza sapere le motivazioni che... ecco, che ti hanno spinto da quel lato del campo di battaglia. Aaah, sono un idiota, e dire che ho avuto Kyle come esempio! – pronunciò questo monologo senza guardarlo negli occhi per poi, con enorme sorpresa da parte di Plasma, porgergli la mano per aiutarlo a rialzarsi – Ora alzati: abbiamo un duello da portare a termine – disse con semplicità.

Plasma esitò restando ad osservarlo interdetto per diversi istanti: era la prima volta che un avversario gli porgesse la mano per aiutarlo a rialzarsi.

Per la prima volta dopo anni, appena prima di afferrare la mano, sorrise: un sorriso strano, che forse su un uomo dal corpo indistruttibile come lui poteva addirittura risultare fuori luogo, ma che indubbiamente donava molto al suo viso – Non ce n'è bisogno – disse con tono sereno, rialzandosi con l'aiuto di Kurai – Ho perso su tutti i fronti. Mi hai sconfitto dal lato fisico e mi hai messo davanti all'abisso incolmabile che separa i miei ideali dal mio obbiettivo. E chiedo anch'io il tuo perdono, per non aver capito che quelle parole non provenivano da te – replicò Plasma, continuando a sfoggiare un mezzo sorriso.

Tuttavia, Kurai si affrettò a correggerlo – No. Non è del tutto esatto dire che quelle parole non le pensavo affatto... semplicemente, i miei pensieri sono stati esasperati e gonfiati da quel demone da quattro soldi nel tentativo di rendermi abbastanza vulnerabile da sottomettermi... per cui le tue scuse sono decisamente fuori luogo. Tuttavia – e anche Kurai, finalmente, sorrise – accetto di buon grado l'armistizio. Non sono decisamente nelle condizioni migliori per affrontare un avversario del tuo calibro, e anche se riuscissi ad uscirne vincitore rimarrei comunque gravemente ferito, o peggio. Permettimi di farti un'ultima domanda allora, prima di raggiungere i miei compagni: perché? – domandò, tornando improvvisamente serio – Perché una persona come te ha messo la sua forza al servizio di un pazzo come Augustus? Non riesco a trovare una spiegazione logica... perché un guerriero con così tanto senso dell'onore dovrebbe sputare sopra il suo orgoglio in questo modo? – rincarò.

Il volto di Plasma si rabbuiò per un momento, ma la risposta non si fece attendere a lungo – Per lo stesso motivo per cui anche un cuore puro come il tuo sarebbe capace di uccidere a sangue freddo: per amore. La donna che amo attualmente sopravvive in uno stato vegetativo in seguito ad un'aggressione... e solo Lord Augustus ha il potere di guarirla – rispose con voce bassa e priva di emozioni, come se il parlare di questa cosa provocasse in lui un immenso dolore – Per questo motivo ho... ho messo da parte il mio orgoglio e ho votato la mia spada e la mia fedeltà al suo servizio. Sei libero di biasimarmi, se vuoi. Eppure, nonostante sia ben conscio dell'errore della mia scelta, mi è tutt'ora impossibile tornare sui miei passi. Non posso perderla, non se c'è una possibilità di poter rivedere un'ultima volta il suo sorriso. Tuttavia... – prima ancora di concludere la frase, Plasma si inginocchiò lentamente fino a prostrarsi a terra, appoggiando sul freddo pavimento il volto ormai rigato dalle lacrime – Ti supplico... tu che sei libero dal mio vincolo... ferma Lord Augustus. Io non sarò in grado di rassegnarmi finché saprò che esiste una possibilità, e non saprò mai andare "oltre". Per quanto orribile possa sembrare, quindi, ti chiedo di spezzare anche questa mia ultima catena che mi ancora al passato. E' quello che anche Mizuki vorrebbe, ne sono sicuro – concluse, ammutolendo subito dopo.

Kurai, senza voltarsi a guardarlo, rimase immobile a fissare la porta davanti a sé con sguardo vacuo: lui lo sapeva. Sapeva non poter condannare le azioni di Plasma. Sapeva che per Kumo, sua sorella e tutti i suoi compagni avrebbe potuto compiere le stesse, identiche azioni.

Ne era cosciente.

Non ebbe quindi alcuna difficoltà nel mormorare in risposta – No. Non ti biasimo, né intendo farlo. Inoltre, esaudirò la tua richiesta... e lo farò con immenso piacere – con il viso celato dalla penombra della stanza la cui unica fonte di luce era il buco sul soffitto causato dal combattimento svoltosi prima, avviandosi verso l'uscita senza aggiungere una parola, seguito dagli occhi di Plasma finché non svanì nell'oscurità.

Non appena se ne fu andato, Plasma si rialzò, osservando in silenzio il buco del soffitto: inchinarsi era stato l'ultimo abuso che avrebbe commesso nei confronti del suo orgoglio, nonché il suo ultimo coinvolgimento in questa guerra.

Non aveva intenzione di schierarsi apertamente contro Augustus esattamente come non ne aveva di schierarsi al suo fianco: se ne sarebbe semplicemente rimasto neutrale ad osservare lo svolgimento degli eventi.

Presa questa decisione fece per andarsene, ma qualcosa trattenne saldamente incollate al terreno le sue gambe: era sabbia.

Un'immensa, sterminata distesa di sabbia aveva completamente invaso la stanza, e lui sapeva benissimo cosa significava – Che cosa intendi fare, Ryan?! Perché stai attaccando deliberatamente un tuo compagno? – esclamò a voce alta guardandosi intorno.

Improvvisamente, una duna di sabbia prese ad assottigliarsi assumendo forma umana ed andando via via a concretizzarsi fino a mostrare un ragazzo dai capelli biondi e medio-lunghi tirati all'indietro e dagli inconfondibili e meschini occhi castano chiaro – Compagno? Io non vedo nessun compagno, qui... solo uno sporco traditore che ha lasciato scappare una potenziale minaccia per Lord Augustus – replicò Ryan con calma, modellando la sabbia per generare una sorta di bozzolo in cui avvolse Plasma, lasciando scoperta solo la faccia – E tu sai il massimo a cui può ambire un traditore cos'è? Un bellissimo... – prima ancora che Plasma potesse replicare, Ryan chiuse con forza la mano in un pugno raggruppando tutta la sabbia su Plasma, seppellendolo per poi compattarsi fino a stritolarlo in una pressa omicida che drenò anche tutti i liquidi che riuscì a raggiungere: quando si dissolse, di Plasma non restava altro che un rinsecchito corpo senza vita, che cadde al suolo con un tonfo sordo ed anonimo – ... Funerale del deserto – concluse Ryan, sorridendo soddisfatto del suo operato per poi scomporsi in granelli di sabbia lanciandosi all'inseguimento di Kurai, lasciandosi alle spalle la mummia di un grande guerriero che aveva avuto il coraggio di combattere contro sé stesso pur di proteggere la donna che aveva amato per una vita intera.

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 - Illusione reale ed illusione... virtuale! ***


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Mirai rimase in silenzio rimuginando sulle parole di Aaron: se ciò che aveva detto corrispondeva al vero, era bloccata in una realtà alternativa editabile a piacimento dall'Insyder in maniera simile al suo Goddess Time, con la differenza che non aveva limiti di tempo, né il rischio di vedere il proprio corpo finire in pezzi in caso esagerasse nell'utilizzarlo.

Distolse quindi lo sguardo al ragazzo e lo volse nei dintorni, analizzando quello che a breve sarebbe diventato il suo campo di battaglia: quella che aveva inizialmente scambiato per una foresta con residui urbani scoprì invece essere una vera e propria città post-apocalittica, ricolma di edifici abbattuti o fatiscenti che la natura aveva riconquistato, e ciò le avrebbe garantito non pochi nascondigli in cui rifugiarsi in caso si fosse trovata in difficoltà durante lo scontro.

Tuttavia, non fu questo a destare realmente l'interesse di Mirai – Hai detto che questo mondo è opera del tuo Emperor, giusto? – domandò seria, continuando a guardarsi intorno in attesa di risposta.

Colto di sorpresa dal tono tranquillo ed impassibile di Mirai, Aaron ci mise qualche istante a rispondere – Esattamente: è un mondo che ho creato a mio piacimento e di cui ho il totale controllo! – disse con una punta d'orgoglio nella voce, che Mirai notò con un impercettibile sorriso maligno decidendo di iniziare a tastare il terreno in maniera più decisa – E sentiamo, questa città fatiscente cosa dovrebbe rappresentare? Il tuo ideale di bellezza, oppure... la tua persona? – domandò con naturalezza, rendendo la frecciatina ancora più dolorosa.

Aaron parve accusare il colpo, perché l'angolo destro della bocca gli s'incurvò in una smorfia nervosa – Forse non ti rendi conto della tua situazione, signorina: sei in trappola in un luogo dal quale non puoi scappare in alcun modo, e in cui non hai alcun potere. Direi che i miei gusti estetici sono l'ultimo dei tuoi problemi – replicò gelido guardandola negli occhi, sguardo che Mirai sostenne senza problema ricambiandolo con un'espressione decisa ed indomabile – Fossi in te, invece, approfitterei del mio interesse verso i tuoi gusti, dal momento che appena inizieremo a combattere diverrai la mia preda. Il luogo dove scegli di combattere è irrilevante, così come lo è il tuo potere: se decido di schiacciarti perché sei un potenziale ostacolo, lo farò. Non riuscirai a impedirmi di riunirmi a Kurai-nii, Kumo-chan e gli altri, né di prendere a calci in culo Augustus – esclamò facendo un passo verso Aaron, che senza nemmeno rendersene conto indietreggiò – Ma perlomeno... puoi provarci! – concluse evocando le catene del suo Hell Gear con il quale si circondò, le quali presero immediatamente ad arroventarsi fino a diventare incandescenti – Andate, Catene dell'Inferno! – esclamò in Italiano, causando un assalto massiccio da parte delle catene che si scagliarono contro l'uomo come decine di serpenti affamati.

Tuttavia, con un semplice e pulito gesto della mano dal grattacielo crollato su cui erano poggiati uscirono delle spessissime architravi in acciaio che fermarono l'attacco senza troppe difficoltà, spostandosi il ciuffo che gli era finito davanti l'occhio sinistro con un rapido gesto prima di esclamare – A parole sei molto brava, ma se pensi che basterà un attacco simile a fermarmi significa che non hai realmente compreso la forza di chi hai davanti! – muovendo anche l'altra mano con un rapido gesto e generando grossi spuntoni in cemento armato che si diressero verso Mirai talmente rapidamente da non darle nemmeno il tempo di schivarli: tuttavia, essendosi preparata psicologicamente ad un simile contrattacco, riuscì a difendersi appena in tempo – Scudo di catene! – urlò richiamando le catene attorno a sé ed intrecciandole in uno scudo solidissimo nell'arco di un secondo che bloccarono facilmente l'attacco del ragazzo, facendo sì tuttavia che Mirai lo perdesse di vista.

Allertata, Mirai si guardò intorno cercandolo con lo sguardo, appena in tempo per notare uno dei colossali grattacieli in rovina collassare verso di lei – ... cazzo! – imprecò colta di sorpresa, intrecciando più catene che poteva con i detriti intorno a lei fino a generare una grossa figura umanoide di circa 5 metri – Chimera di Catene: Golem! – esclamò Mirai in Italiano per poi correre via dall'edificio in caduta libera approfittando dei pochi secondi in cui il Golem riuscì a reggerlo prima di finire in pezzi sotto le tonnellate di cemento, acciaio e vetro: tuttavia, nonostante tutto non riusciva ancora a scorgere Aaron.

Avvertendo una piccola ma crescente agitazione Mirai si morse d'impulso il labbro inferiore fino a farlo sanguinare in modo che il dolore la distraesse dalla tensione – Ah, è così quindi? Vuoi giocare a nascondino? E sia allora! – mormorò inviperita passandosi una mano davanti all'occhio destro generando la Lente dei Sei Sentieri recante il numero "2" – La Percezione Elettromagnetica di Lily-chan... ho bisogno di quell'abilità! – disse piano, generando attorno a sé un campo magnetico illusorio molto simile a quello del Kaminari Hime di Yuniko, con il quale individuò dei movimenti a circa 8 metri da lei – Eccoti! – urlò scatenando le catene in quella direzione, ma si rivelò essere tutto un bluff, poiché l'attacco andò a vuoto.

Proprio quando Mirai stava per perdere la calma, la voce di Aaron la raggiunse dall'alto – Peccato, c'eri quasi – disse ad alta voce il ragazzo mettendosi una mano davanti la bocca per coprire lo sbadiglio – Ma sto iniziando ad annoiarmi... che ne dici se facciamo sul serio? – domandò stiracchiandosi per poi spostarsi di lato con nonchalance evitando al pelo una catena affilata come un rasoio – ... lo prendo come un sì – e con un primo, rapido gesto verso l'alto il grattacielo caduto su cui poggiava Mirai iniziò a tremare a muoversi verso l'altro, costringendo la ragazza ad attaccarsi ad una trave arrugginita con le catene per evitare di cadere al suolo mentre l'edificio si rimetteva in piedi parallelamente a quello che prima le era quasi cascato addosso, sul cui tetto si posò invece Aaron con inaspettata leggiadria.

Con fatica, Mirai riuscì ad arrampicarsi fino al pavimento di un piano crollato relativamente ancora agibile, pronta a contrattaccare, ma ben presto vide svanire ogni sicurezza in lei.

Muovendo mani e braccia in maniera simile ad un direttore d'orchestra, l'Insyder stava causando un continuo stravolgimento del panorama: dal nulla emergevano montagne, i fatiscenti edifici crollavano e si rialzavano ad intervalli irregolari, il cielo sopra di loro da azzurro e terso divenne rosso sangue e le nuvole si ammassarono in un vortice nero che ben presto divenne un uragano che iniziò a risucchiare detriti, relitti e piante mentre si dirigeva verso di lei e enormi tuoni iniziarono a cadere ovunque, dando alle fiamme la vegetazione colpita e stordendo Mirai con i loro boati.

Come a sottolineare l'apocalisse che stava scatenando, Aaron esclamò ad alta voce – First Concert: Destruction's Crescendo! – dirigendo con i gesti tutto quel caos attorno alla ragazza, mormorando in conclusione – Addio, Mirai! Questo concerto è il mio requiem per te! – con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.

Con un profondo sospiro, Mirai prese la sua decisione – E va bene... se è uno scontro di proporzioni apocalittiche quello che vuoi, ti accontenterò. Scarlet! LIMIT BREAKER! – urlò a pieni polmoni un istante prima che i palazzi, l'uragano e un grosso numero di lampi si abbattessero contro il grattacielo in cui si era rifugiata.

Per un momento, Aaron credette che fosse finita... poi, all'improvviso, una forte luce iniziò a dipanarsi dall'interno dell'uragano, a cui seguì l'inconfondibile voce della ragazza – E MIRAI DISSE "SIA PLACATA LA TEMPESTA!" – e subito la luce divenne una vera e propria bolla d'energia dal diametro di un paio di chilometri, dentro la quale i vari edifici tornarono integri come se fosse una città appena costruita sovrastata da un tersissimo cielo azzurro e soleggiato, in cima al quale vi era Mirai con indosso un kimono azzurro inconfondibile.

Con un sorriso soddisfatto, aprì gli occhi esclamando – E sereno fu – fluttuando a diversi metri d'altezza sospesa nel vuoto.

Questa volta fu il turno di Aaron di stupirsi – Non... non è possibile! E' riuscita ad interferire col mio Virtualbox così facilmente?! – mormorò incredulo: tuttavia, ben presto un sorriso sostituì la sua espressione sconvolta – ... interessante. Quindi è questa la forza della più forte dei Kokuyo! – ricominciando ad eseguire i gesti di un direttore d'orchestra causando l'apparizione di diversi Boeing militari, i quali si disposero sopra di lei per poi, appena il ragazzo abbassò la mano, scatenare su di lei una pioggia di missili aria-superficie che le tagliarono ogni via di fuga: tuttavia, Mirai in tutta risposta lo guardò con aria altezzosa – Misero insulso verme che gioca a fare il dio... pagherai la tua blasfemia con la vita! Mirai disse "Avvenga un disturbo elettromagnetico!" – causando all'istante un'interferenza che depistò i missili spingendoli a schiantarsi l'uno contro l'altro o al suolo, causando un susseguirsi di esplosioni che tuttavia non sfiorarono minimamente Mirai.

Non appena il fumo si diradò, Mirai esclamò – E così fu – per poi alzare un braccio verso l'alto con un movimento deciso: nello stesso istante, il grattacielo su cui poggiava Aaron prese a sgretolarsi e nel giro di qualche istante collassò, facendolo precipitare nel vuoto – un infimo essere come te deve guardarmi strisciando per terra! – urlò lei, sfoderando uno dei sui sorrisi carichi di sadico divertimento.

Aaron, poco prima di schiantarsi, riuscì a creare dal nulla un ammasso di materassi che ammortizzarono la caduta, quindi senza esitare urlò – Non montarti la testa! Ti ricordo che questo è il mio mondo, e in quanto tale... IO ho il potere! – spiccando a sua volta il volo posizionandosi faccia a faccia con Mirai, visibilmente irritato dalle umiliazioni subite.

Tuttavia, la ragazza si limitò a lanciargli un'occhiataccia – "Il tuo mondo"? Hai realmente osato dire una cosa così patetica? Quello che tu chiami "mondo"... non è altro che un'illusione! Smettila di giocare a fare il dio, e comportati come l'essere umano che sei! – intimò con aria irritata, alzando il braccio destro verso il cielo per caricare un attacco, ma improvvisamente strabuzzò gli occhi portandosi le mani alla gola, ansimando.

Con un sorriso sprezzante, Aaron si sollevò in aria di un paio di metri sopra di lei, così da guardarla dall'alto in basso – Come come? Non riesci a parlare senza ossigeno? Mah, che strano... sai, ti stavi comportando così tanto da dea che per un momento ci ho creduto perfino io! Come mai un essere divino dovrebbe aver bisogno di un elemento da mortali come l'ossigeno? Può significare forse... – e sfoderò l'espressione più superba che riuscì a fare, come se volesse vendicarsi delle umiliazioni di poco prima – ... che quella che sta giocando a fare il dio sei TU? – concluse generando una grossa bolla d'aria compressa che esplose di fianco a Mirai, causando un'onda d'urto che la spedì a schiantarsi forzatamente contro il palazzo, ma che nonostante l'urto perlomeno consentì a Mirai di tornare a respirare.

Non ebbe però nemmeno il tempo di rialzarsi: Aaron si materializzò davanti a lei sollevandola stringendole la mascella – Vedi, bella, è questo che significa "avere potere assoluto". Generare e modificare oggetti solidi o fenomeni naturali come hai visto so tranquillamente farlo anch'io... ma vuoti d'aria? Cali ed eccessi di ossigeno nell'aria? Agenti patogeni? Tutte queste cose astratte non puoi crearle, mentre io sì... è questo il tuo limite! – mormorò con tono serio, creando nella sua mano una lama da taglio industriale – Adesso sta' ferma, non voglio sporcare più del dovuto – e la guardò negli occhi, aspettandosi un'espressione di terrore o quantomeno rassegnata... e invece, con sua sorpresa, trovò due splendidi ed indomabili occhi eterocromatici che risplendevano di determinazione e che riuscirono per un attimo a farlo vacillare, dando alla ragazza l'occasione di sferrargli un micidiale calcio alla bocca dello stomaco che lo costrinse a cadere in ginocchio – Come... OSI...! – esclamò sputando sangue per terra e dirigendosi verso l'Insyder con occhi ardenti di rabbia – Ti farò pentire per la tua insolenza! Mirai disse "si scateni l'armageddon!" – urlò furiosa, puntando il dito verso Aaron: improvvisamente, il cielo si tinse di rosso sangue e le nuvole scomparvero sospinte da raffiche di vento paragonabili a tifoni, ma solo nel raggio di qualche decina di metri attorno a loro... inoltre, l'aria si stava man mano arroventando e man mano il palazzo sembrava scosso da vibrazioni di crescente intensità.

Con un terribile presentimento, Aaron alzò la testa verso il cielo e lo scorse: un meteorite incandescente dal diametro di un paio di metri stava precipitando nella sua direzione ad altissima velocità – Non ci voglio credere... – mormorò atterrito, iniziando a gesticolare elegantemente con le mani nel tentativo di cancellarlo, ma con orrore scoprì che non gli era possibile farlo – Cosa...?! NO! Non è possibile! Io dovrei avere il totale controllo di questo mondo! IL TOTALE CONTROLLO! – urlò iniziando a temere il peggio, continuando invano a tentare di debellare la tremenda illusione creata dalla sua avversaria.

D'altro canto, Mirai rise di gusto, beandosi del panico dell'Insyder – AHAHAHAH! Sei finito! Sia fatta la mia volont...! – ma prima che potesse terminare la frase, e pochi istanti prima che il meteorite impattasse su Aaron ponendo definitivamente fine allo scontro, la voce di Scarlet annunciò una delle peggiori notizie che Mirai avesse udito nell'ultimo decennio – Tempo scaduto! Tempo scaduto! Il Limit Breaker verrà disattivato e l'Hell Gear sigillato! Perdonami Mirai-san... non posso consentirti più tempo di così! – mentre il kimono lasciava spazio alla divisa Kokuyo e il meteorite svaniva a meno di un metro di distanza dalla faccia di Aaron.

Mirai crollò in ginocchio, sprofondando nella disperazione – No... no... NO! CRISTO, NO! – imprecò mettendosi le mani nei capelli e pronunciando parole irripetibili.

Aaron ci mise un po' a superare lo shock: resistendo a fatica all'impulso di crollare a sua volta per terra, decise invece di sfogare l'adrenalina prendendo in giro Mirai – Ah... ahah... ahahah... ahahahah! Ahahahahahahahah! Oh, me la sono vista brutta, bruttissima! Ahahahahahah! Ahahahahah! Phew, ci sono andato davvero vicino questa volta...! Ma a quanto pare, la fortuna è dalla mia parte – disse con superbia, alzando le spalle e volgendo lo sguardo all'orizzonte – Eheh, non penso di aver mai apprezzato così tanto la vista del cielo! Sono felice di essere vivo! – commentò fra sé e sé, per poi voltarsi nuovamente verso Mirai – Per cui ti concederò una morte istanta... – ma quell'ultimo, fatale attimo di distrazione gli risultò fatale: non aveva messo in conto che Mirai potesse ancora combattere – CREPAAAAAAA! – urlò lei sferrandogli un micidiale gancio destro al volto che gli incrinò l'osso della mandibola spedendolo a terra un buon paio di metri più in là, lasciando Aaron a terra con un'espressione mista fra l'esterrefatto, l'odio verso sé stessi e pura ammirazione per la forza di volontà (e non solo) della sua avversaria.

Tuttavia, l'assalto non finì qui: furiosa come mai in vita sua, Mirai si avvicinò a lui e con forza calpestò la sua testa, immobilizzandolo al suolo sotto il suo stivale – AVANTI, VERME! ARRENDITI! DISATTIVA SUBITO QUESTO CAZZO DI EMPEROR E FAMMI PROSEGUIRE O GIURO CHE SPALMO IL TUO CERVELLO QUI, SU QUESTO CAZZO DI GRATTACIELO! – urlò in una maniera decisamente molto familiare, aumentando la pressione.

Aaron rimase in silenzio per qualche istante, avvertendo la pressione esercitata da Mirai aumentare di secondo in secondo, finché non bofonchiò qualcosa – C...ta...piu... – con molta difficoltà dato il labbro inferiore rotto e la pressione del piede della ragazza che gli premeva sulla guancia rendendo il parlare estremamente difficoltoso: pur conscia della cosa, Mirai non si sognò minimamente di allentare la presa. Furibonda com'era, doveva ringraziare il fatto che non l'avrebbe ucciso all'istante.

Con uno sforzo decisamente maggiore, finalmente Aaron riuscì a pronunciare la frase in maniera nitida... e forse sarebbe stato meglio se non l'avesse fatto – Ca... calpestami ancora, mia dea! Puniscimi – con voce inconfondibilmente libidinosa.

Sorpresa, sconvolta ed anche un po' schifata, Mirai indietreggiò allentando la presa e guardandolo con occhi sgranati – ... c-cosa?! Che cos'hai detto?! – domandò incredula, sperando di aver sentito male, ma l'Insyder decise di non lasciar spazio a fraintendimenti – Erano anni... che sognavo che una donna mi dominasse in questo modo! Vi prego, Mirai-sama! Punitemi ancora! – ripeté con occhi imploranti, mentre Mirai avvertiva un brivido gelido percorrerle la schiena.

In quel turbinio di emozioni confuse, Mirai riuscì a pensare ad un solo aggettivo per descrivere Aaron in quel momento: terrificante.

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 - La pioggia che divenne diluvio ***


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Eefrith continuava ad attaccare ripetutamente a distanza Ame con onde di fiamma, costringendola a restare sulla difensiva e a limitarsi a schivare – AHAHAHAH! DOV'E' FINITA LA TUA DETERMINAZIONE DI POCO FA, TROIETTA?! VUOI CONTINUARE A SCAPPARE ALL'INFINITO? – esclamò in tono palesemente provocatorio alla ragazzina, la quale non si scompose minimamente continuando silenziosamente ad evitare gli attacchi con agilità mentre la sua mente lavorava febbrilmente ad una soluzione: tuttavia, per quanto ci pensasse, una tattica differente dal corpo a corpo, con le sue conoscenze attuali, le risultava impossibile – Accidenti...! Se solo mi fossi allenata di più! Come ho potuto non prevedere che un giorno mi sarei potuta trovata in una situazione simile?! Sono stata una scema! – si disse con rabbia, per poi scuotere la testa con forza dopo aver evitato l'ennesimo attacco per un pelo, tornando a ragionare – No... piangermi addosso non cambierà il passato. Devo pensare ad una soluzione, e devo farlo ora! Vediamo... ho a che fare con onde di fiamma a lunga gittata, dal raggio d'impatto non particolarmente elevato ma in grado di disintegrare, o nel mio caso “putrefare”, qualsiasi cosa con cui entrino in contatto, il che rende fuori discussione il provare a pararle o respingerle a mani nude, ed avvicinarmi troppo tentando di colpirlo mi renderebbe un facile bersaglio... – distolse per un istante la sua attenzione dalla strategia spostandola sul suo braccio sinistro in cancrena e sul pugno destro – … senza contare che ho già subito parecchi danni... – mormorò piano fra sé e sé, maledicendosi per la sua stupidità – Non ce la faccio... non vedo via d'uscita...! Se solo quell'insopportabile Eefrith non avesse pure la fiamma della Palude avrei vinto facilmente! Non è giusto! Però l'ho promesso! Ho promesso che avrei difeso Kyle-nii! Oh! Difendere...? – gli occhi le si illuminarono, mentre un'idea le balenò nella mente.

Con decisione, Ame si fermò, puntando saldamente i piedi a terra e guardando in direzione di Eefrith, il quale, sorpreso, si passò la lingua sulle labbra come se stesse per gustarsi un pasto prelibato – MA BEEEENE! LA STRONZETTA HA DECISO DI SMETTERE DI GIOCARE AL GATTO COL TOPO? – commentò con tono soddisfatto, caricando un'intensissima fiamma Morte-0 nella sua mano destra: confuso dal comportamento della ragazzina, Kyle sgranò gli occhi – A-Ame! Cosa cazzo stai facendo?! Schivalo! Non avrai davvero intenzione di arrenderti, vero?! – esclamò preoccupato, mentre Eefrith caricava il colpo e lo lanciava verso Ame – NON PREOCCUPARTI, NON TI FARA' MALE... FORSE! AHAHAH! – generando un'onda di fiamma di proporzioni enormi che sgretolò al suo passaggio lo strato superficiale della pavimentazione mentre avanzava verso un'indifesa Ame, la quale tuttavia rimase immobile senza muovere un muscolo – ADDIO! SALUTAMI LA SETTA DEI TUOI GENITORI QUANDO SARAI ALL'INFERNO! – infierì quindi l'uomo nello stesso istante in cui l'attacco impattava col bersaglio, travolgendo Ame in pieno.

Tuttavia, Kyle non fece nemmeno in tempo a chiamare il nome della ragazzina che l'attacco rimbalzò al mittente contemporaneamente ad un flash azzurrino provocato da una fiamma Pioggia dissolta, costringendo Eefrith a scansarsi di lato per evitare di essere travolto dal suo stesso colpo e ritrovandosi senza nemmeno rendersene conto al cospetto di Ame – Sei scoperto, bestione! – commentò freddamente la ragazzina prima di colpirlo con forza al fianco con la mano sinistra causando all'uomo una frattura della costola inferiore della parte colpita e sbilanciandolo guadagnando quel tanto che le bastò per indietreggiare ed evitare così il feroce contrattacco dell'uomo, che finì invece con il colpire a vuoto per poi cadere definitivamente a terra.

Sconvolto, Kyle guardò Ame posizionarsi in guardia con occhi sgranati ed increduli: quand'era diventata così forte?

Come se gli avesse letto nel pensiero, Ame esclamò a voce alta – Non sono la bambina cretina che credi, Eefrith! Se parlo di proteggere tutti è perché mi sono allenata abbastanza per avere la forza di farlo! Ti conviene smetterla di sottovalutarmi, brutto maiale, perché questa volta faccio sul serio! – rispondendo indirettamente al dubbio di Kyle: Ame non era semplicemente un genio del combattimento, bensì una ragazzina baciata da un enorme talento che aveva affinato la sua abilità attraverso numerosissimi allenamenti svolti a sua insaputa.

Ma non ebbe tempo di rifletterci su a lungo: come previsto da Ame, Eefrith era ancora bello in forma, e a tempo di record si rimise in piedi – GRAAAH! SAI, AME, SEI COSI' IRRITANTE CHE MI STO PENTENDO DI NON AVERTI GIA' SCUOIATA ED USATA COME TAPPETO GIA' DIVERSO TEMPO FA... PER FORTUNA... – e, interrompendosi a metà la frase, inspirò profondamente chiudendo gli occhi per poi riaprirli – ... sono stato abbastanza furbo da lasciarti in vita sapendo che avresti potuto avere un po' di utilità – concluse tornando a parlare con un tono di voce normale, cogliendo di sorpresa i suoi avversari ma accompagnando però il tutto da un ghigno ancora più terrificante di quello precedente – Eheheh! Lo sai, vedendo il tuo Risveglio ho capito molte cose... per esempio, ho finalmente capito come faceva quella stronza di Azrael a mantenere l'Hyper Overflow così a lungo: il segreto è mantenere la lucidità mentale! Più lucidi si rimane, meglio si ottimizza la fiamma e più si riesce a rimanere nello stato di Overflow. Certo, ritrovare la calma in questo stato è incredibilmente difficile, specialmente per uno come me che ama scatenarsi circondato da una deliziosa pioggia di sangue, ma... – si passò la lingua sulle labbra con aria deliziata – ... il pensiero che compiere questo sforzo mi porterà a godermi ancora di più il momento in cui vedrò la luce abbandonare quei tuoi merdosissimi occhi e che prolungherà il tempo in cui potrò "giocare" con te in questo stato, in qualche modo riesce a darmi la motivazione necessaria per trattenere la mia furia omicida. E ora vediamo come te la cavi contro un me stesso perfettamente cosciente di ogni sua mossa o pensiero! – concluse quindi avventandosi con violenza contro Ame, la quale riuscì a saltare appena in tempo per evitarlo affidandosi all'istinto per poi tentare di attaccarlo con un calcio dall'alto, che venne prontamente evitato da Eefrith e che causò la perdita di equilibrio alla ragazzina, la quale terminò la sua azione schiantandosi dolorosamente al suolo fornendo così all'uomo la possibilità di afferrarla per il braccio già danneggiato per poi proiettarla con forza contro la parete, stordendola leggermente e concludendo la terribile quanto rapida sequenza d'attacco con una sfera di fiamme che scagliò in direzione di Ame e che deflagrò all'impatto in un'esplosione contornata da un'aura mefitica e velenosa.

Kyle distolse lo sguardo, inorridito al pensiero di che aspetto potesse avere Ame dopo un simile attacco, ma una volta che la nube tossica si fu diradata poté costatare con grande sollievo (ed enorme rabbia da parte di Eefrith) che la sua “sorellina” era indenne: un istante prima di essere colpita aveva focalizzato la sua fiamma-0 Risvegliata manipolandola fino a farle assumere la forma di uno scudo antisommossa, abbastanza grosso da proteggerla integralmente e dotato di una proprietà di Stasi sufficiente a rallentare praticamente qualsiasi attacco.

Inoltre questa volta, a differenza dello scudo di fiamma “a specchio” che aveva usato poco prima per respingere l'attacco, aveva optato per una difesa totale in grado di vanificarlo nella sua interezza – Se non posso attaccare a distanza, allora tutto quello che devo fare è proteggermi finché non sarò abbastanza vicina per poterti colpire! – si disse Ame con calma, disattivando lo scudo per potersi muovere agilmente e lanciandosi alla carica verso il suo avversario, ignorando il dolore che iniziò a propagarsi dal braccio afferrato poco prima la cui carne aveva iniziato inevitabilmente a decomporsi.

Sforzandosi di non cedere nuovamente alla follia, Eefrith mantenne uno stato mentale relativamente lucido che gli consentì di bersagliare Ame con precisissime palle di fiamma Morte-0, prontamente deviate da istantanei scudi generati (e dissolti) dalla ragazzina la quale proseguì imperterrita la propria avanzata finché non si ritrovò a pochi metri dall'uomo – Questa volta non sopravviverai, Eefrith! Questo è per tutto il male che hai fatto... che ci hai fatto! – urlò, caricando nella mano destra un'immensa quantità di Pioggia-0, pronta a colpire Eefrith con la seria intenzione di uccidere... tuttavia, proprio poco prima che potesse raggiungerlo e sferrare il colpo, quest'ultimo chinò il capo scoprendo i denti nel ghigno più malefico mai sfoderato in vita sua – Sai, Ame, mi sono sempre chiesto cosa sia più importante per te tra l'avere finalmente la possibilità di uccidermi... – e, nel dirlo, protese il palmo della mano destra verso di Kyle causando un'espressione schockata negli occhi di Ame, che in qualche modo parve prevedere cosa stava per succedere – … o impedire la morte del tuo amato “fratellone” di merda! – esclamò con sadismo, scatenando una vampata mortale visivamente piuttosto simile ad un x-burner verso un'inerme Kyle, troppo ferito per riuscire ad evitare un attacco di quelle proporzioni.

Senza esitare, come previsto da Eefrith, Ame aveva interrotto il suo assalto lanciandosi più velocemente che poteva verso Kyle nel disperato tentativo di salvarlo – No...! Kyle! Io... io... giuro che ti salverò! – mormorò con un fil di voce, cercando di accelerare superando i suoi limiti per raggiungerlo in tempo – Ti salverò... te lo giuro! Esattamente come... – una sequenza di immagini prese a scorrerle davanti agli occhi, rappresentanti i ricordi più belli ed intensi che aveva vissuto nella sua vita, i quali avevano tutti Kyle come elemento in comune – esattamente come tu hai salvato me! – eseguendo ogni passo con sforzo atroce, come se ognuno di essi le richiedesse un pezzo d'anima per essere eseguito, osservando i secondi dilatati come fossero millenni e la luce della fiamma riflettersi sempre più luminosamente nelle iridi di un'inerme Kyle, ormai troppo privo di sangue per riuscire anche solo a spostarsi di un millimetro e il cui corpo iniziava ad inumidirsi di sudore per via del calore generato dal colpo...

– BARRIERA DEL DILUVIO! – urlò Ame in Italiano con tutto il fiato che aveva in corpo, scatenando un vero e proprio colossale muro formato di Pioggia-0 che riuscì a sopravvivere al primo, devastante impatto del micidiale colpo di Eefrith: Ame era riuscita a raggiungere Kyle appena in tempo.

Dopo un paio di secondi di smarrimento, dovuti sopratutto alla mancanza di sangue necessario al cervello, Kyle si rese conto di essere ancora vivo e della presenza della sua sorellina – C-cosa...? Ame!? Cosa cazzo stai facendo? Perché!? Perché mi hai salvato?! Potevi... potevi finalmente farlo fuori! Potevi vincere! – disse sgomento, cercando di rialzarsi per aiutarla nel disperato tentativo di respingere il colpo, fallendo tuttavia miseramente a causa di un capogiro: in risposta, Ame rispose debolmente tra un respiro affannoso e l'altro – Vincere?! Che razza di vittoria sarebbe se tu morissi? Rimarrei comunque sola! E io... io non voglio vivere in un mondo senza mio fratello! Ma non devi preoccuparti, Kyle-nii... – richiamando a sé ogni residuo di energia che aveva in corpo, Ame riuscì ad impuntarsi nel terreno quel tanto che le bastava per avere la stabilità necessaria a non essere travolta dalla fiamma di Eefrith, tenuta tutt'ora a debita distanza dall'enorme muro di Pioggia-0 nonostante stesse iniziando a dare visibili segni di cedimento – Ci sono io... a proteggerti... questa volta! – tentò di rassicurarlo sorridendo, ma era evidente che era sfinita: avrebbe ceduto da un momento all'altro, era solo questione di una manciata di secondi.

Nonostante ciò, Kyle sorrise, sorrise come non faceva da anni, ignorando il calore che gli bagnava le guance e annuendo con convinzione: come poteva non avere fiducia nella sua sorellina?

Inoltre, aveva appena avuto un'idea in grado di ribaltare la situazione: tutto dipendeva da lei – Ame... Ame! Mi senti? – domandò sforzandosi di assumere un tono vivace e rassicurante, riuscendoci tuttavia a malapena ed ottenendo un lieve cenno d'assenso da parte sua in segno che era in ascolto – Quanta... quanta fiamma credi che ti rimanga? – domandò senza giri di parole: ormai il tempo era agli sgoccioli, e le ginocchia della ragazzina iniziavano già a dare i primi segni di cedimento.

Esitando per un momento, Ame rispose senza fiato – Credo che... sia a malapena sufficiente... a mantenere la barriera per i prossimi due minuti, al massimo – disse con assoluta sincerità, capendo che era inutile mentire per non farlo preoccupare in una situazione simile: mordendosi il labbro, Kyle terminò il suo ragionamento con una mesta nota che bollava la sua idea come l'unica, vera ultima risorsa di cui disponevano – Ascoltami attentamente allora: al mio segnale, voglio che tu la concentri tutta nel muro e che immagini il più intensamente possibile di spararla via come fosse il proiettile di un cannone. Sei in grado di farlo? – spiegò il più velocemente possibile.

Per sua fortuna, Ame parve capire tutto, ed annuì – Non so se posso riuscirci, ma sicuramente posso provarci. E poi? – domandò a sua volta, venendo in parte coperta dalla fragorosa risata di Eefrith e dagli insulti irripetibili con cui si riferì parlando di lei – Se riuscirai a fare come ho detto... corri. Corri, e capirai il resto da te. Se invece fallirai, beh... – continuò Kyle, sforzandosi di sorridere – in tal caso dubito che avrai il tempo di preoccupartene, no? – concluse ironicamente, sollevato nel vedere Ame sorridere – In effetti... – rispose lei, chiudendo gli occhi ed inspirando profondamente per richiamare nelle sue mani tutta la fiamma residua – Quando vuoi, onii-chan! – esclamò a voce alta quando fu pronta.

In risposta, Kyle concentrò tutte le energie di cui disponeva nel palmo dell'unica mano che gli era rimasta ed urlò – ORA! – lanciando un'onda di fiamma Nuvola che si mischiò con l'onda Pioggia-0 sparata via da Ame, fondendosi con essa e facilitandone con il proprio attributo la propagazione, sfruttandola successivamente come ponte per raggiungere l'attacco di Eefrith attraversandolo fino a raggiungere l'uomo e stordendolo con vibrazioni cinetiche intensissime che riuscirono a distrarlo quel tanto che bastò affinché le fiamme di Ame potessero sopraffare quelle dell'uomo investendolo completamente e causandone di conseguenza una momentanea Stasi totale.

Ma non era finita.

Nonostante avesse sentito chiaramente il corpo di Kyle schiantarsi esanime al suolo dietro di lei, e sentisse lei stessa le forze abbandonarla, Ame ricordò le parole di Kyle e iniziò a correre il più velocemente che poteva verso Eefrith, mentre avvertiva chiaramente gli effetti tonificanti del Risveglio venire meno – Questa è... davvero la fine... Eefrith! – esclamò con voce sfinita colpendo Eefrith al volto con un pugno talmente feroce che le sue stesse dita finirono fratturate nell'urto, avvertendo tuttavia il piacevolissimo suono della mascella dell'uomo inerme frantumarsi e una dozzina di denti schizzare fuori a velocità interstellare nel momento in cui la testa di questi cozzò violentemente contro la parete attraversandola da parte a parte, ponendo finalmente la parola “fine” all'esistenza di uno dei killer più violenti ed efferati della storia e lavando via l'onta subita dal corpo del leggendario braccio destro di Vongola Primo, usato per commettere crimini che G non avrebbe mai osato nemmeno pensare.

Successivamente Ame crollò al suolo, sfinita, volgendo lo sguardo annebbiato in direzione del fratello, mormorando – Onii-chan... Ame ha... no... io... io ho vinto – prima di collassare definitivamente al suolo sopraffatta dalla stanchezza, tuttavia con il volto disteso in un sorriso sereno.

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 - Esperimento XY121013 ***


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– HELL GEAR! ATTIVAZIONE, NYA! – esclamò Kuro trasformandosi caricando a testa bassa Ba'al, il quale sgranò furiosamente gli occhi iniettati di sangue esibendo un'espressione di pura furia cieca preparandosi a colpirlo – TI AMMAZZO, GATTO DI MERDA! – per poi avvolgere le sue braccia con la fiamma Magma-0 preparandosi all'impatto, che tuttavia fu più potente del previsto: non appena Kuro cozzò contro Ba'al, quest'ultimo venne sbalzato via violentemente ritrovandosi a mezz'aria, fattore che Kuro sfruttò per eseguire un salto e mettere a segno un pugno spedendo Ba'al a schiantarsi al suolo, ma questi poco prima dello schianto riuscì ad appoggiare la mano al suolo per frenare la caduta e sfruttò la forza cinetica per eseguire un calcio spinto verso l'alto con il quale colpì violentemente il mento di Kuro, stordendolo momentaneamente per poi utilizzare anche l'altra gamba per immobilizzarne la testa e proiettarlo al suolo.

Tutto questo scambio di colpi durò una frazione di secondo.

Kuro parve accusare il colpo: barcollando leggermente, rialzò il suo enorme corpo e volse uno sguardo sinceramente ammirato nei confronti del suo nemico – Non sei niente male, sai? Per sbalzare così facilmente il mio corpo in questo stato devi avere anche tu una forza sovrumana, nya! – commentò, per poi afferrare la gamba destra di Ba'al con un movimento fulmineo usandola per scagliarlo con forza contro la parete, partendo poi all'inseguimento e concludendo lo scambio di colpi a suo favore infliggendo un devastante pugno allo stomaco che spedì il suo avversario attraverso la parete, scaraventandolo nella stanza attigua con violenza inaudita.

Tuttavia, nemmeno questo fu sufficiente a fermare Ba'al: barcollando leggermente, l'uomo si rialzò in piedi poco dopo aver toccato terra, pochi istanti prima che le colossali nocche della mano di Kuro si abbattessero nuovamente sul suo corpo, evitando l'attacco spostandosi con agilità lateralmente per poi sfoderare un ghigno terrificante ricoprendo la propria mano con la fiamma, colpendo infine con violenza l'addome dell'enorme corpo di Cerberus Kuro generando un'esplosione sufficientemente potente ad uccidere un qualsiasi essere umano, ma che si limitò semplicemente a sbalzare via Kuro, il quale tuttavia crollò infine a terra dolorante.

Subito dopo, Ba'al iniziò a camminare nella sua direzione, fermandosi a circa un paio di metri da lui guardandolo negli occhi – Se pensi che io sia un demente che basa tutta la sua forza solo sulla propria fiamma come Eefrith, mi spiace deluderti: prima di diventare parte del Project Zero Zwei ero un Sergente dell'Esercito, il corpo a corpo è la mia specialità. Che ne dici, può bastare come riscaldamento? – domandò, schioccando le nocche delle mani facendo poi cenno al suo avversario di farsi sotto.

Kuro, ancora in modalità Hell Gear, si rialzò – Hey, Yoru... quanto tempo mi resta? – domandò al proprio Spirit: purtroppo, la risposta non fu molto incoraggiante – Ecco... non riesco a spiegarmelo, ma il tuo tempo si sta riducendo a velocità drastica, è come se qualcosa stesse risucchiando la tua energia, nyaa! – rispose amareggiato: a Kuro bastò un rapido calcolo mentale per capire che era destinato a perdere a quel ritmo – Dannazione... continuando a mantenere l'Hell Gear rischio di non avere abbastanza forza per schiacciarlo! Non ho molta scelta arrivati a questo punto... Yoru, rilascia il Limit Breaker, nya! – ordinò, ottenendo una risposta positiva da parte del gattino-zombie – Si, in effetti considerando come stanno le cose credo sia la scelta migliore... ma ti avverto, Kuro-san, posso garantirti solo i 60 secondi base, sta succedendo qualcosa di strano e oltre questo lasso di tempo il rischio sarebbe troppo eccessivo! – iniziando a girare poi velocemente attorno a Kuro fino a fondersi con esso: una luce immensa si diffuse in tutta la stanza mentre la struttura corporea colossale e leonesca di Kuro assumeva nuovamente sembianze umane.

Le braccia divennero più sottili del normale, le sue gambe più slanciate ed in generale il fisico si compattò, mentre i capelli presero a scompigliarsi sparando in ogni direzione e le iridi degli occhi assunsero un aspetto ancor più felino divenendo giallo intenso dai riflessi rosso sangue, e gli artigli delle mani crebbero divenendo quasi lame affilate e ben visibili.

In pochi istanti, Kuro divenne quindi quasi un essere formato da tenebre, lanciando a Ba'al un'occhiata quieta e terribile – 60 secondi... me li farò bastare – mormorò, generando un portale sfruttandolo per spararsi via a velocità supersonica, centrando in pieno Ba'al prima ancora che potesse rendersene conto – Ugh...! Cosa cazzo sta succedendo...? Fino ad un secondo fa era al tappet... oh – mormorò Ba'al, ricordandosi improvvisamente di un'informazione importantissima, che preso dalla rabbia del momento aveva quasi dimenticato – Ma certo... quello dev'essere Ade, il Limit Breaker dell'Hell Gear di Kuro! Stando ai dati raccolti da Nemy, in qualche modo completa la sua fiamma dell'Ombra trasmutandola in qualcosa di simile ad una fiamma della Notte, ma comunque incompleta. Dispone di una forza fisica incredibile e di una velocità senza rivali, e ha la capacità di aprire i “portali” della Notte, anche se con qualche limite... tuttavia, ha due enormi punti deboli, ovvero la sua durata di soli 60 secondi e il fatto che può comunque accusare danni. Il che significa... che devo sopravvivere 55 secondi! – concluse il ragionamento esclamando l'ultima frase ad alta voce, colpendo nello stesso istante con forza il terreno sbalzando causando un'esplosione che spazzò via Kuro proprio un istante prima che colpisse il bersaglio, il quale tuttavia si tuffò in un portale prima di cadere al suolo per poi curvare ad altissima velocità aggirando l'ostacolo ripetendo l'assalto al fianco destro, ma Ba'al prevedé le intenzioni del suo avversario e, come pianificato nella sua tattica, si voltò improvvisamente dove stava arrivando Kuro ed in una frazione di secondo urlò – RAIN STASIS! – emanando un'onda di fiamma azzurro chiaro ed avvolta da scintille inconfondibile – Ma cosa...! – riuscì a mormorare Kuro un'istante prima che l'onda di Pioggia-0 lo investisse, rallentando i suoi movimenti al punto che rimasero sì sovrumani, ma abbastanza lenti da consentire all'uomo di afferrarne il braccio mettendolo in leva dietro la schiena, immobilizzandolo nonostante la forza immensa di cui disponeva l'Ade – Bene bene, pare che il gioco sia finito! Che ti serva di lezione nella prossima vita: avere un enorme potere ed affidarsi solo ad esso è molto più stupido di affrontare un carro armato con un bastoncino. Perfino quell'idiota di Nova l'ha capito, alla fine! Ora ti rimangono 25 secondi se non ho contato male, giusto? – disse con un ghigno bestiale stampato in volto.

Nonostante gli sforzi, Kuro non riusciva a liberarsi: come se avesse letto il suo pensiero, Ba'al commentò con tranquillità – E' inutile che ti sforzi, XY: sei in leva sdraiato su una superficie solida e ad effettuarla sono io, che ho una forza temprata da anni ed anni di guerre ed battaglie. Arrenditi, e non soffrirai. O per meglio dire... soffrirai molto meno che se cercherai di opporti – passandosi la lingua sulle labbra, come se stesse assaporando quel momento.

Proprio in quell'istante, la voce di Yoru risuonò nella testa di Kuro – Tempo scaduto, nyaa! Mi dispiace davvero Kuro-san, ma... – tentò di giustificarsi, ma venne bruscamente interrotto da Kuro prima che potesse terminare la frase – No! Non ora! Io... non posso permetterlo! – ringhiò Kuro a denti stretti, forzando il Limit Breaker a rimanere aperto mentre un'immensa aura nera prese ad emanare a vampate attorno al suo corpo, con grande stupore di Ba'al – Io non... posso... lasciartelo fare! Potere... mi serve... maggior potere! – continuò, aumentando la forza fisica al punto che la leva di Ba'al parve iniziare a cedere – Di più...! – ringhiò, mentre la sclera iniziava a colorarsi di rosso: Yoru era nel panico – Nononononono! K-Kuro-san, calmati, ti prego! Se continui così... se continui così, nyaa...! – esclamò tentando di riportare Kuro alla ragione mentre si sforzava, invano, di sigillare l'Hell Gear senza successo: purtroppo per lui, non era solo Kuro ad opporre resistenza.

Come se non bastasse, inoltre, le sue parole sembravano non raggiungere più Kuro – DI PIU'... PIU' FORZAAA!! – ripeté con veemenza il ragazzo, questa volta con un tono come di più voci sovrapposte, riuscendo finalmente a rialzarsi liberandosi dalla leva e spedendo Ba'al a ruzzolare rovinosamente a terra, il quale tuttavia riuscì a rialzarsi in piedi praticamente subito – Tch... è entrato in berserk? Da dove cazzo l'ha tirata fuori tutta questa forza? Devo eliminarlo al più presto... prima che lui elimini me – commentò sorridendo di gusto mettendosi in guardia, pronto ad attaccare al primo spiraglio: erano anni che non sentiva così tanto la tensione in una battaglia.

Kuro riaprì gli occhi: ormai le iridi erano praticamente delle croci rovesciate, e la pelle stava già iniziando a dare i primi segnali di sgretolamento, segno che i filamenti di anime stavano per comparire – Ora... io... eliminare... te... e poi... io... LIBEROOOOO! – urlò il demone dell'Hell Gear usando come tramite la voce di Kuro, lanciandosi a velocità inaudita contro l'uomo che si preparò al peggio, ma proprio una frazione prima che riuscisse a portare a termine la carica la voce di Yoru echeggiò un'ultima volta – Mi dispiace, Kuro-san... ma non ho altra scelta! Hell Gear... CODEBREAKER! – ordinò con autorità, provocando l'immediata autodistruzione del dispositivo, assieme al quale sparì anche il demone ormai in possesso di Kuro lasciando urla ultraterrene e sovrapposte, causando l'immediata regressione del ragazzo che si vide tornare al suo aspetto originale ad un passo dal nemico – The end, my dear boy – disse raggiante Ba'al, approfittando del momento per colpire Kuro con un destro caricato di fiamma Magma instabile ed esplosiva, la quale deflagrò all'impatto in una colossale esplosione che travolse il corpo del ragazzo con la potenza di una vera e propria bomba, sbalzandolo via con un boato che echeggiò in tutto il castello e atterrando al suolo con talmente tanta violenza che le mattonelle del pavimento si ricoprirono di crepe, mentre il mondo piombava nell'oscurità.

*

Kuro tentò di aprire gli occhi, riuscendoci a fatica e solo con il sinistro: i suoni delle macerie che crollavano gli sembravano così lontani, e inoltre riusciva a vedere solo in un raggio di pochi metri, perdipiù con vista sfocata.

Tentò di parlare, ma non ci riuscì: il polmone destro era stato coinvolto nell'esplosione finendo carbonizzato, subendo la stessa sorte della sua cassa toracica e della metà destra del suo volto.

Tentò allora di rialzarsi, ma non ci riuscì, poiché le braccia erano attaccate al corpo da un sottilissimo lembo di carne e la gamba sinistra era scomparsa, sparata via chissà dove dall'esplosione.

Fu in quel momento che Kuro comprese la sua situazione – Il mio battito del cuore... lo sento rallentare... e questa sensazione... di leggerezza... – pensò, fermandosi per un attimo mentre cercava disperatamente di restare cosciente – Questo... è il caldo abbraccio della morte... che mi circonda... è dunque questo il mio destino...? Morire così, senza poter proteggere i miei amici...? Senza aver detto addio... a Yukiko-nyan? – si disse, mentre un'ondata di rabbia riscaldava il suo corpo ormai gelido per via del troppo sangue perso – E' dunque questo il modo in cui la vita ripaga i miei sacrifici? La ricompensa per tutta la sofferenza che ho dovuto sopportare fin'ora? – la rabbia era ormai divenuta furia – No. NO! Non lo accetto! – continuò a ripetersi, sebbene il suo corpo avesse nel frattempo esalato l'ultimo respiro ed attorno a lui fosse calata la più totale oscurità ed il più assoluto silenzio, in assenza del battito cardiaco – IO... IO NON MORIRO'! – risuonò nel nulla la Volontà di Kuro, diffondendosi come vento impetuoso nell'immensità del vuoto assoluto e spazzando via le tenebre.

*

Ba'al ansimava, cercando di riprendere fiato mentre il polverone sollevato dall'esplosione si diradava: non appena riuscì a scorgere il cadavere di Kuro, ghignò con aria soddisfatta – Dannato mostro... eheheh... mi hai fatto davvero sudare sette camicie, ma diamine, erano anni che non mi divertivo così tanto in uno scontro! Credo proprio... che ti renderò gli onori cremandoti e disperdendo le tue ceneri sull'oceano. Consideralo il mio modo di ringraziarti per questo piacevolissimo incontro – sistemandosi la spalla slogata ed osservando il corpo del suo avversario con interesse.

Il volto era stato carbonizzato per circa metà dal calore del suo attacco, e l'unico arto che risultava ancora attaccato al corpo, la gamba destra, presentava comunque grossissimi ematomi – Si, direi che sei morto, e se anche per miracolo tu fossi ancora vivo, credo ti farei comunque un favore riducendoti in cenere. Bene bene. Un po' è un peccato, avrei preferito durasse di più ma hey, non si può pretendere tutto dalla vita, no? – commentò facendo spallucce ed avviandosi verso Kuro, preparandosi a colpire... ma improvvisamente una catena nera fuoriuscita dal corpo di Kuro lo costrinse a spostarsi, così che essa finì per conficcarsi sul soffitto.

Immediatamente Ba'al si guardò intorno, esclamando – Una catena! E' la Rokudo?! – ma non avvertì nessun'altra presenza: stava concentrandosi di percepire un'eventuale intruso, ma l'ennesimo rumore metallico lo spinse a voltarsi di nuovo, appena in tempo per vedere un'altra catena partire dal corpo di Kuro e conficcarsi anch'essa sul soffitto, questa volta in posizione simmetricamente opposta – Ma cosa diavolo... – mormorò confuso, osservando altre catene subire la stessa sorte finché, piano piano, il cadavere di Kuro fu sospeso in piedi – Cosa sta succedendo?! – ripeté Ba'al, avvertendo una sensazione di opprimente tensione nell'aria – XY121013... chi... no... cosa diavolo sei, tu? – domandò con un misto fra ansia ed eccitazione, cercando di ritrovare la lucidità e di attaccarlo prima che fosse troppo tardi.

*

Kuro si sentiva leggero ed etereo, come se fosse divenuto un tutt'uno con l'astratto: tuttavia, non smise un solo secondo di ripetere quelle parole come un incantesimo – Mi rifiuto...! Io non morirò! Non oggi, non stanotte! – e ben presto si accorse che più le ripeteva e più la sensazione di leggiadria sembrava dissolversi, sostituita da una percezione fisica e concreta della realtà.

Prima ancora che potesse effettivamente rendersene conto tornò a respirare con l'unico polmone sano che gli rimaneva: successivamente, il suo cuore riprese a battere debolmente e ad intermittenza pompando fuori dalle arterie recise tutto il sangue rimasto, finché non smise definitivamente venendo sostituito da un battito “artificiale”, generato chissà dove nel suo corpo, e le vene videro il sangue rimpiazzato da un liquido di dubbia provenienza prodotto chissà dove nel suo corpo.

Senza smettere mai di ripetere quel mantra, Kuro spalancò gli occhi ritrovandosi davanti al volto sconvolto di Ba'al, il quale riuscì a malapena a domandargli – XY121013... chi... no... cosa diavolo sei, tu? – per poi scattare verso di lui per colpirlo: d'istinto, Kuro mosse il moncherino del braccio per bloccarlo, ricordandosi troppo tardi di aver perso l'arto nell'esplosione di qualche minuto prima... eppure, con sua enorme sorpresa, delle bende formate di pura oscurità avvolsero le due metà del braccio rendendole un'unica solida entità fisica che riuscì ad afferrare e neutralizzare con successo il colpo del nemico, costringendolo a saltare indietro mettendosi al sicuro appena in tempo per evitare il micidiale contrattacco mosso dall'altro braccio, il quale pareva essersi risanato allo stesso modo.

Ancora mentalmente poco lucido Kuro tentò quindi di avvicinarsi a Ba'al, inconscio del fatto che la gamba sinistra gli fosse stata recisa: ma ancora una volta le bende d'oscurità accorsero in suo aiuto, avvolgendo il vuoto fino ad assumere la forma della gamba mancante, consentendo quindi a Kuro di camminare.

Una fitta al lato destro del volto, tuttavia, distolse ancora una volta l'attenzione di Kuro dal suo obbiettivo: fu in quel momento che le bende avvolsero la metà del viso carbonizzato, nascondendolo alla vista ed anestetizzando il dolore.

Rimaneva quindi un ultimo ostacolo fra lui ed il suo bersaglio – Queste catene... mi trattengono. Le spezzerò – mormorò con tranquillità Kuro, camminando finché le catene non furono al massimo della tensione e muovendo un altro passo, più deciso, in seguito al quale esse si frantumarono in pezzi dissolvendosi nel nulla.

Infine, nei punti coperti dalle bende, presero a divampare piccole fiammelle di attributo Notte, i quali non lasciarono più alcun dubbio nella mente di Ba'al – Quindi è questo l'esperimento più ambizioso mai concepito dagli Estraneo! Ora capisco cosa sei. XY121013... ovvero un nome in codice per definire... un Vindice artificiale. Ora è finalmente tutto chiaro. Bene bene... – ghignò Ba'al, asciugandosi con un gesto nervoso il sudore freddo che aveva iniziato a colargli in giro per il corpo – Sembra proprio che il riscaldamento sia finito! – concluse con voce leggermente tremante, raccogliendo a sé tutte le forze di cui disponeva per sopraffare in battaglia l'unico avversario che nella sua vita gli avesse mai fatto sperimentare cos'era la paura.

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 - Il giudizio del Vindice ***


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Kuro guardò le braccia risanate dalle bende: era chiaro che nemmeno lui riusciva bene a comprendere cosa stesse succedendo... ma era vivo, e questo era tutto ciò che gli serviva sapere – Ba'al... a quanto pare, hai fallito nell'eliminarmi – disse con calma.

Per qualche ragione la sua voce si fosse fatta più flebile, come se si sforzasse per parlare: eppure, il timbro suonava in qualche modo molto più fermo ed autoritario, causando una sensazione di gelo quasi innaturale in chi l'ascoltava.

Prima che Ba'al potesse replicare, una moltitudine di ricordi che nemmeno sapeva di possedere invase la testa di Kuro, illuminandolo sulla sua natura – Capisco... finalmente capisco. Sono l'arma finale degli Estraneo... ciò che contavano di usare per vendicarsi... vendicarsi della punizione inflittagli dai Vindice in seguito alla creazione del proiettile della possessione... – aprì la mano destra e la richiuse muovendo singolarmente ogni dito, come se stesse testando il proprio controllo sul rinnovato corpo – DNA del Vindice chiamato Jager... potenziato con tratti felini per amplificarne agilità e flessibilità... si, tutto chiaro. Com'è chiaro... – lo sguardo di Kuro si spostò dalla propria mano al volto del suo avversario – … che non avevi tutti i torti, prima, quando mi hai definito “mostro”. Nyah ah ah! – concluse con una tetra, fredda risata che fece gelare il sangue nelle vene di Ba'al, impedendogli di proferir parola.

Ma durò solo per pochi istanti: poco dopo, l'ago della bilancia si spostò in perfetto equilibrio fra paura ed eccitazione – Interessante... davvero interessante. Quindi avevo ragione: sei un Vindice artificiale – mormorò cupo abbassando lo sguardo ed infilandosi una mano in tasca, che riemerse stringendo con presa serrata una Pillola dell'Ultimo Desiderio – Hey, ragazzo. Ti andrebbe di rendere le cose ancora più emozionanti? – e prima che Kuro potesse rispondere si lanciò la pillola in bocca – Voglio vedere cos'è più forte tra una volontà tale da sconfiggere la morte... – violente scariche elettriche bianche presero a manifestarsi attorno al suo corpo – … E LA DETERMINAZIONE DI UN VETERANO DI GUERRA MESSO CON LE SPALLE AL MURO! – la fiamma Magma-0 avvolse tutto il suo corpo ardendo violentemente, ingrandendosi via via fino a formare una vera e propria aura di fuoco.

Poi, con enorme sorpresa da parte di Kuro, ad essa si aggiunse un'altra fiamma, dal colore azzurro e calmo, che scatenò una reazione imprevedibile: la Pioggia-0 tenuta fin'ora nascosta da Ba'al collise quindi con il Magma-0, fondendosi poi con essa e divenendo una fiamma ibrida a tutti gli effetti.

Fu questione di attimi prima che attorno a Ba'al esplodesse una colossale aura di fiamma Geyser-0, generando una nube di vapore rovente che si diffuse per la stanza rendendo l'aria pesante e quasi irrespirabile.

La freddezza di Kuro sembrò incrinarsi leggermente – … a quanto pare mi hai tenuto nascosto un gran bell'asso nella manica, nyah. Quella fiamma di prima... era identica alla Pioggia-0 di Ame... – mormorò: non era una domanda, bensì un'affermazione.

Nascosto dal vapore, Ba'al scoppiò in un'insana risata – Fin'ora nessuno mi aveva mai spinto ad usarla, non avevo motivo di nominarla! Sopratutto perché non mi piace granché: rallentare i nemici e poi colpirli con comodo? E dove cazzo sta il divertimento, eh?! Ma... – Kuro riuscì ad individuare la sua figura in mezzo al vapore – … se la fondo con l'altra fiamma creando il Geyser-0 allora è tutta un'altra cosa! – prima che Kuro potesse attaccarlo, Ba'al usò un getto di vapore per spostarsi a grandissima velocità al suo cospetto – E ORA DIVERTIAMOCI! – ringhiò colpendo il suo petto con forza e spedendolo in direzione del muro, ma Kuro, con riflessi straordinari, generò una catena d'oscurità con cui avvolse il braccio che l'aveva colpito per poi sfruttarlo a mo' di rampino per lanciarsi con violenza contro il suo avversario, colpendolo con violenza al plesso solare e stordendolo momentaneamente, eseguendo quindi con agilità una presa con le gambe con cui lo lanciò al suolo con uno schianto secco: dimostrando anch'esso dei riflessi sovrumani, poco prima di cadere di faccia Ba'al mise avanti le mani, acquisendo abbastanza stabilità da poter eseguire una spazzata che sbilanciò Kuro quel tanto che gli bastò per caricare un colpo esplosivo con cui contava di eliminarlo prima che toccasse terra, ma mentre era ancora a mezz'aria Kuro usò la fiamma della Notte per creare un piccolo portale contro cui sferrò una gomitata, che venne così teletrasportata direttamente sullo zigomo dell'uomo, facendogli perdere la mira affinché l'attacco andasse a vuoto, cozzando contro il muro all'altro capo della stanza e detonando all'impatto.

L'esplosione che ne seguì fu abbastanza violenta da portare via con sé circa 1/5 totale della superficie del salone, oltre che a spazzare via il muro colpito: tutto questo avvenne nell'arco di pochi istanti, in cui i due contendenti caddero entrambi al suolo rotolando poi a distanza di sicurezza e rimettendosi in piedi quasi contemporaneamente, pronti al prossimo assalto.

*

Marsh riaprì gli occhi: era rimasta stordita per un po' il seguito al violento attacco a sorpresa, e al suo risveglio si trovò immobilizzata a terra – Oh, sei sveglia! – esclamò una vivace voce femminile a lei estranea – Forse prima ho esagerato un po'... ma poco importa, dato che sono riuscita a fermarti praticamente subito non ci sarà nemmeno bisogno di combattere. Non sei contenta? – continuò, condendo il tutto con una risata divertita.

Con un po' di sforzo, Marsh riuscì ad allentare la corda che la tratteneva al suolo quel tanto che bastò a guardare in faccia la sua aguzzina: con sua sorpresa, si ritrovò al cospetto di una donna dai tratti quasi angelici, che non doveva avere più di 26 anni.

Guardandola meglio, notò dei particolari capelli color grano, ricci ed aventi una ciocca lunga fino al mento la quale puntualmente cadeva davanti ai suoi occhi anch'essi dalla tonalità color grano, costringendola a spostarla per poter vedere meglio.

L'ultima cosa che attrasse l'attenzione di Marsh fu il corpo della donna, dalla corporatura ed altezza incredibilmente simili alla sua ma in qualche modo ancora più aggraziata, quasi fosse un fiore incredibilmente delicato – … e potrei quasi crederci, se solo non mi avesse legata come un salame con un nodo che farebbe invidia ad un marinaio – pensò fra sé e sé Marsh, ben decisa a non cascare nel tranello della donna.

Aveva già bene in mente un modo per liberarsi, ma decise di bluffare per cercare di carpirle qualche informazione utile – Hey, tu! Posso almeno sapere chi ho davanti? – domandò, cercando di sforzarsi di suonare in modo quasi arrendevole.

Funzionò – Oh, quindi davvero non intendi opporre resistenza! Grazie, meglio così, la vista del sangue mi fa sentire... strana. Comunque, il mio nome è Eve Carter, e sono un'Eletta: voglio avvisarti che non ho intenzione di farti del male se resterai qui buona buona. Il compito che Lord Augustus mi ha affidato è impedirvi d'intralciare il suo piano, non di uccidervi, per cui quando tutto sarà finito credo di poterti lasciare andare – rispose tranquillamente con tale sincerità che Marsh rimase momentaneamente spiazzata, ma riuscì a farla sembrare una reazione sorpresa riguardo un dettaglio in particolare della presentazione – Hai detto... che sei un'eletta?! Quindi hai un Emperor, giusto? – domandò quasi sottovoce, realizzando tuttavia solo in seguito quanto fosse realmente in pericolo – Esatto tesoro, non possiedo una fiamma... per cui, contro di me sei completamente impotente, Marsh Gesso – replicò con calma Eve, mentre la consapevolezza di essere nei guai raffreddò le intenzioni di Marsh come una secchiata di acqua gelida.

*

Kuro schivò il getto di vapore rovente riuscendo a tuffarsi appena in tempo in un portale, comparendo sopra la testa di Ba'al ed attaccandolo con un pugno a martello a due mani, mancando però il bersaglio dal momento che prevedé le intenzioni di Kuro spostandosi sul fianco e contrattaccando con un feroce pugno al volto al quale Kuro rispose con un violento quanto rapido calcio sullo zigomo prima che l'impatto lo sbalzasse via, concludendo lo scambio di colpi con entrambi i duellanti a terra.

Senza un attimo di tregua, i due si rialzarono scagliandosi nuovamente l'uno contro l'altro: questa volta fu Kuro a prendere l'iniziativa, generando dei piccoli portali con la fiamma della Notte per accelerare la velocità del pugno con il quale colpì con uno schiocco secco la mascella del suo nemico.

Inaspettatamente, tuttavia, Ba'al resistette al colpo in equilibrio, sfoderando un ghigno beffardo ed accumulando fiamma all'interno della mano destra per poi appoggiarne il palmo sul petto di Kuro all'altezza del cuore – Sei stato bravo... ma finisce qui. VOLCANO IMPACT! – esclamò infondendo di colpo tutta la fiamma accumulata nella zona a contatto con la mano ed allontanandosi immediatamente con un salto all'indietro.

Fu questione di pochi attimi: prima che Kuro potesse rendersi conto di cosa fosse successo le fiamma Magma-0 e Pioggia-0, opportunamente separate da Ba'al stesso, andarono in conflitto cercando l'una di prevalere sull'altra e causando così l'accumularsi di un'immensa mole di energia, la quale raggiunse in brevissimi istanti una fase critica al seguito del quale prese a collassare concentrandosi in una microscopica sfera di energia che, infine, detonò disintegrando letteralmente più della metà del petto di Kuro coinvolgendo anche parte della spalla, causando così il totale distacco del braccio sinistro.

Nonostante il danno subito, però, Kuro rimase in piedi, e questo colpì molto Ba'al – Incredibile... sei morto in piedi? AHAHAHAH! Devo proprio dirlo, hai le palle, ragazzo. Molte più palle della carne da macello con cui ho avuto a che fare in guerra! – commentò con tono sadico, sforzandosi però immediatamente di riprendere il controllo in modo da mantenere lo stato di Hyper Overflow ancora per un po' – Eheh... certo che me l'hai fatta sudare questa vittoria, eh? Riposati pure un po', ora: tra poco ti spedirò i tuoi amici a farti compagnia, così non ti sentirai sol... – s'interruppe prima di completare la frase, notando una grossa fiamma della Notte divampare attorno ai tessuti di Kuro distrutti dall'esplosione – No... non può essere...! – mormorò incredulo mentre il sorriso gli si congelava sulle labbra per poi tramutarsi in una smorfia di terrore – Ti ho... ti ho distrutto il cuore, i polmoni ed innumerevoli organi vitali! Non può... non può essere! – sentendosi come paralizzato, incapace di muovere anche solo un dito.

Approfittando dello shock emotivo del suo avversario, il corpo di Kuro vide la fiamma della Notte sostituirsi alle bende di oscurità che già aveva inizialmente ricreato le gambe mancanti, ricostruendo le parti di busto distrutte e riattaccando il braccio mozzato alla spalla fittizia che venne a crearsi – Io... non posso permettermi... di morire. Non posso lasciare... vivo... uno come te. In quanto Vindice... – l'unico occhio visibile sul volto di Kuro sembrò illuminarsi – … dichiaro la sentenza di morte! Nya ah ah! – mormorò con un sorriso quasi divertito.

Il sentirsi sbeffeggiato riuscì in qualche modo a rinvigorire Ba'al: in un primo momento rimase in silenzio, serrando i pugni fino a far affondare le unghie nella carne viva mentre la sua lucidità mentale andava a farsi benedire – Prima Nova. Poi quel bastardo di un Arcobaleno. Ed infine... tu. NE HO ABBASTANZA DI VOI IMMORTALI, PORCA PUTTANA! – la furia di Ba'al esplose, così come la fiamma attorno a lui – QUANDO AMMAZZO QUALCUNO LO VOGLIO VEDERE FREDDO ED IMMOBILE SUL TERRENO, A FARE DA CONCIME PER I VERMI COME UN SACCO DI MERDA QUALUNQUE! – ormai il suo Hyper Overflow era completamente fuori controllo – SMETTILA DI RIALZARTI E DECIDITI AD ANDARE ALL'INFERNO, MALEDETTO MOSTRO! – il vapore invase completamente la stanza ed i corridoi circostanti, rendendo l'ambiente una sauna invivibile terribilmente simile ad un forno crematorio: i quadri, gli arazzi e perfino alcuni mobili presero fuoco, mentre l'ira montava sempre più nella testa di Ba'al – TUTTI! SPAZZERÓ VIA TUTTI! AMMAZZERÓ TUTTE VOI MERDE IN UN SOLO COLPO! – urlò come un ossesso, accumulando dentro sé un'indescrivibile quantità di fiamma sufficiente, a colpo d'occhio, a spazzar via l'intero castello.

La folle determinazione del suo avversario spinse Kuro a riflettere su un piano d'azione anziché improvvisare – Merda... mi sa che l'ho provocato un po' troppo... la verità è che sono al limite: speravo di farlo desistere dal combattere, ma... – l'espressione di Kuro mutò in una mai vista prima sul suo volto, quasi di rassegnazione – In realtà... nemmeno io ho ben chiaro cosa sia successo, nyah. Quel che so... è che io sono morto, e mi è stata data semplicemente l'occasione di eliminare Ba'al una volta per tutte. Arrivati a questo punto, è inutile preoccuparsi della mia sorte: se davvero il mio destino, alla fine, è morire... – serrò il pugno destro, sostituendo lo sguardo rassegnato con uno ricolmo di determinazione – … allora non ho più motivo di contenere la forza travolgente che sento scorrere in me! – urlò con impeto, liberando tutto il potenziale fin'ora trattenuto per timore delle conseguenze: una colossale fiamma della Notte prese a scorrere all'interno del suo corpo, talmente intensa da causare rigonfiamenti nelle zone ricreate dalle bende ed ipertrofia muscolare nei tessuti organici del suo corpo, e le iridi dei suoi occhi presero a risplendere di luce propria, quasi fossero irradiate da un qualche tipo di energia sconosciuta.

Ba'al, ormai una figura umanoide a malapena distinguibile dentro la titanica fiamma che divampava attorno al suo corpo, finalmente terminò di accumulare energia – AH AH AH! AHAHAHAH! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! MORTE! TUTTI! VI AMMAZZO! IMMORTALI O MENO, MORIRETE! MORTE! UCCIDERE! UCCIDO! UCCIDO TUTTI! TUTTI QUANTI! TUTTI! – urlò a pieni polmoni completamente vittima della follia e degli istinti violenti amplificati esponenzialmente dallo stato di Hyper Overflow, preparandosi a scagliare un colpo suicida che avrebbe posto fine a tutti, Insyder e Zero compresi...

– Yukiko-nyan... amici... perdonatemi... perdonatemi per non avervi potuto dire addio... ma non preoccupatevi... veglierò per sempre su di voi, se davvero esiste un aldilà. Vi prego... proteggete il mondo, esattamente come io proteggerò le vostre vite! – mormorò tetro Kuro, ormai trasfigurato ad una vera e propria montagna di muscoli – BA'AL! PORRÓ DEFINITIVAMENTE LA PAROLA FINE A QUESTA STORIA, NYAH! – urlò richiamando a sé ogni briciola di coraggio residua, lanciandosi nel primo portale che lo portò alle spalle di Ba'al – IO... – il portale diede a Kuro una spinta dovuta all'inerzia che gli consentì di colpirlo violentemente con un primo pugno mentre si tuffava nel portale successivo, riapparendo al fianco destro del nemico – … PROTEGGERÓ... – questa volta l'accelerazione consentì al colpo di Kuro di incrinare l'osso iliaco colpito appena prima di infilarsi sul portale successivo – … I MIEI... – questa volta comparve davanti a lui, colpendolo con violenza al torace frantumando tutte le costole nell'area dell'impatto del colpo appena prima di lanciarsi nel portale alle spalle del nemico, il quale venne sbalzato in aria dalla violenza dell'urto – … AMICI... – questa volta Kuro iniziò ad avvertire il contraccolpo dei suoi attacchi, sentendo la spalla lussarsi a contatto col braccio di Ba'al, che venne però strappato di netto dalla violenza del pugno volando via chissà dove mentre Kuro ancora una volta, sempre più veloce, entrava nel portale successivo – … E LE PERSONE... – il portale si aprì sotto le gambe di Ba'al, così che il colpo di Kuro questa volta frantumasse l'osso sacro come se fosse un grissino, spedendolo ormai come una marionetta inerme a circa 3 metri da terra lasciando che Kuro si tuffasse nell'ultimo portale, che si riaprì sopra del corpo del nemico – … DI QUESTO PIANETA! – e nel colpo finale, Kuro infuse tutte le energie che gli erano rimaste muovendosi alla velocità della luce per la prima ed ultima volta.

Il cadavere di Ba'al, ormai irriconoscibile, venne sparato via con la potenza di un missile attraversando soffitti e pavimenti di tre differenti piani come fossero fatti di cartapesta, causando crolli di vario tipo nelle zone in cui passò e terminando la sua ultima corsa sfracellandosi contro la barriera attorno al castello esplodendo con estrema potenza nello stesso istante in cui Yuniko con il Last Stardust: Gran Finale infliggeva a sua volta il colpo di grazia a Chrono schiantandolo contro la stessa: questa fortuita sovrapposizione di eventi in contemporanea terminò con la rottura della barriera, incapace di contenere -e neutralizzare- danni di tali proporzioni.

Kuro cadde quindi al suolo con un sonoro schianto, con il braccio usato per sferrare il colpo definitivo ridotto ad un ammasso di bende stracciate e ormai privo di forze – Ho... ho vinto... – mormorò a sforzo, incapace di tenere gli occhi aperti – Amici... Yukiko-nyan... ora è tutto nelle vostre mani. Grazie... – aggiunse prima di esalare l'ultimo respiro, facendo piombare il silenzio più totale nella stanza.

Ad un tratto, mille luci esplosero nella sua coscienza, ed una voce metallica danneggiata echeggiò nei suoi pensieri – EMErg...nZA...! EMErg...nZA...! AtTIv... ProtocOLL... EMErg...nZA...! – e contemporaneamente centinaia di catene d'ombra presero a diramarsi dal suo corpo diffondendosi per la stanza e sollevandolo fino a posizionarlo al centro esatto dell'area, come a formare una sorta di struttura attorno alla quale presero ad intrecciarsi altrettante bende in maniere sempre più complesse fino a nascondere completamente Kuro alla vista, racchiudendolo in una sorta di enorme bozzolo dove i resti del suo corpo organico vennero disposti e ripuliti da ogni traccia di sangue o sporcizia: a quel punto, bende color carne presero lentamente a ricreare ogni tessuto distrutto o danneggiato, lavorando incessantemente al fine di costruire un corpo completamente nuovo.

Il protocollo di emergenza “XY121013 Mk.2” aveva avuto ufficialmente inizio.

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 - Il punto debole degli Emperor ***


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Tsuna rimase immobile ad osservare Ryohei curare Yuniko con la propria fiamma finché essa non fu fuori da qualsivoglia pericolo di vita: fatto ciò, si rivolse a Byakuran – Byakuran-san... tu in uno dei futuri paralleli avevi acquisito informazioni mediche che nessun altro ha, giusto? Potresti darle un'occhiata e dirmi se... se tornerà mai come prima? – domandò con serietà, cercando di mascherare la sua preoccupazione senza tuttavia riuscirci pienamente.

Annuendo, l'uomo si avvicinò alla ragazza, ora immersa in un sonno profondo, controllandola minuziosamente per qualche minuto prima di alzare le spalle – Devo ammettere che non ne ho idea, è la prima volta che assisto a qualcosa del genere: sembra essere semplicemente ringiovanita, e fratture a parte non credo sia messa malaccio. Vedremo cosa ci dirà il tempo – commentò con semplicità, attraendo su di sé gli sguardi perplessi e poco convinti dei presenti.

Superato il momento d'interdizione, Tsuna si voltò a guardare Ryohei – Onii-san, potresti curare anche Vittorie-chan per favore? Non sembra ridotta male com'era Yuniko, ma di sicuro ha visto giorni migliori – ordinò educatamente: in risposta, l'uomo si batté con forza il pugno sul petto urlando – Certo! La curerò AL MASSIMO delle mie capacità! – fiondandosi verso di lei non riuscendo a sentire la frecciatina – Semmai “al meglio”, stupida testa a prato – che gli lanciò Gokudera, il quale rimase ad osservarlo da lontano qualche istante prima di girarsi in direzione di Tsuna – Decimo, ha già deciso come muoverci? Io ovviamente verrò con lei: dopotutto siamo in territorio nemico, è mio dovere in quanto braccio destro di proteggerl- – ma a metà frase venne interrotto da una poderosa pacca sulle spalle da parte di Yamamoto, il quale cinse poi le sue spalle con il braccio destro in maniera amichevole – Suvvia, Gokudera, il nostro Tsuna è abbastanza forte da cavarsela anche senza di te ormai! Piuttosto vieni con me: io e te siamo abbastanza forti da poter tener testa a qualunque nemico! – propose l'uomo sfoderando un largo sorriso: com'era prevedibile Gokudera cercò di ricoprirlo d'insulti, ma prima che potesse replicare in qualsiasi modo la voce di Tsuna lo precedette – Mi sembra un'ottima idea! Gokudera-kun, mi sentirò sicuramente più tranquillo sapendo che ci sei tu con Yamamoto-kun! – disse con entusiasmo, sorridendo con sguardo fiducioso.

Come aveva previsto, Gokudera si placò all'istante distogliendo lo sguardo con aria imbarazzata per la fiducia dimostratagli dal suo boss – ... e va bene: se me lo chiede lei, Decimo, eseguirò i suoi ordini – rispose con tono rispettoso, voltandosi quindi verso Yamamoto per avviarsi: non fece nemmeno in tempo a fare un passo che la voce di Lambo giunse alle sue orecchie – Hey Scemodera, vengo anch'io! Ho sentito che tra le loro fila c'è un utilizzatore di Fulmine-0: contro di lui il mio Elettro Cuoio vi sarà indubbiamente utile, non credi? – esclamò con voce profonda l'uomo con le corna, superando l'albino prima che potesse protestare in alcun modo ed ottenendo il benestare di Tsuna – Sono d'accordo con te, Lambo. Ah, un'ultima cosa prima che andiate... richiedo un rapporto ogni ora, d'accordo? E sentitevi liberi di contattarmi in qualunque momento, nel caso vi servisse la mia opinione su qualcosa o... dei rinforzi. Sono stato chiaro? – disse in tono amichevole ma fermo, non ammettendo repliche: improvvisamente seri, i tre guardiani annuirono con fermezza prima di correre via compatti, attraversando la porta che conduceva all'interno del castello e scomparendo dalla vista.

Prima che Tsuna potesse fare un'altra mossa, tuttavia, Mukuro e Chrome gli passarono davanti – Sawada Tsunayoshi, noi andiamo: non mi piace l'idea che i miei figli stiano combattendo in solitaria contro mostri in grado di creare problemi perfino a noi – mormorò con un sorriso indecifrabile il Guardiano prima di svanire nella nebbia seguito a ruota dalla moglie, senza dare al boss nemmeno il tempo di aprire bocca: oltretutto, senza che se ne fosse reso conto anche Hibari Kyoya era scomparso nel nulla – ... e tanti cari saluti al mio piano di suddividerci in team. Dovevo aspettarmelo – commentò con una risatina nervosa.

Sospirando, Tsuna si avvicinò quindi a Ryohei, il quale aveva ormai quasi terminato di curare Vittorie: la ragazza era, infatti, cosciente, e stava apparentemente parlando ad un orologio da polso – Vittorie-chan, potresti per favore dirmi cosa... – esordì in attesa di chiarimenti, ma venne fermato da un cenno della ragazza – Quindi... confermi? Cioè, avevamo ragione noi?! Davvero!? – esclamò con un'espressione a metà fra lo sconvolto ed il raggiante, per poi scoppiare in una lugubre risatina degna di suo padre – Kuhuhuhu! Lo sapevo! Lo sapevo! – esultò, chiudendo la comunicazione prima di rivolgersi ad un basito Tsuna – Decimo, l'abbiamo individuato! Abbiamo individuato il punto debole degli Emperor! – esclamò con tono esaltato, saltando su in piedi prima ancora che Ryohei avesse finito di prestarle le sue cure.

Il cuore di Tsuna saltò un battito.

*

Haruo si ergeva in piedi immobile di fronte al corpo privo di sensi di Rajiv: le nocche erano aperte e coperta di sangue, ed in generale il suo volto era coperto di lividi di varia gravità – ... dovrai offrirmi come minimo una birra per farti perdonare questo casino... idiota – mormorò amareggiato, tirando un sospiro di sollievo all'idea di essere riuscito a mettere KO il suo compagno senza causargli gravi ferire – però devo ammettere... che lo Psycho Dive è tremendo – commentò, raccogliendo da terra Utopia e facendola scomparire all'interno del suo Soul Drive per poi avvicinarsi a Rajiv per raccoglierlo in spalle e proseguire, ma prima che potesse muovere un passo un rumore di applausi alle sue spalle lo costrinse a voltarsi – Complimenti, davvero un bello spettacolo! E' incredibile come voi due imbecilli abbiate davvero potuto credere che bastasse così poco a sconfiggere una come me! Ahahahah! – esclamò raggiante Jade, completamente guarita, lasciando cadere una boccetta di vetro vuota la cui etichetta recava scritto "Nova" – Il mio Link mi permette di sfruttare QUALSIASI abilità della persona con cui stabilisco il "collegamento"... le capacità rigenerative del Sole-0 di Nova non sono un'eccezione. Inoltre, prima ho mentito: in realtà posso utilizzare un'abilità solo per 15 minuti, ma in compenso... posso "linkarmi" contemporaneamente a tutte le abilità che voglio! – continuò, afferrando un'altra boccetta e vuotandola in un sorso senza nemmeno dare ad Haruo la possibilità di reagire.

Fu questione di un attimo: un'enorme aura di fiamma Ghiacciaio-0 avvolse il suo corpo, mentre con un sorriso radioso lasciava cadere la boccetta che fino a qualche istante prima aveva contenuto il sangue di Erika – Contro due avversari avevo ben poche speranze, ma se è un uno contro uno, allora le cose cambiano drasticamente! C'è voluto un po', ma finalmente ora ho il terreno perfetto per scatenarmi! Ahahah! Vediamo ora come te la cavi contro la versatilità e potenza della fiamma Ibrida-0 di Erika... e la rigenerazione di quel cazzone di Nova! – urlò generando in un istante uno sperone di ghiaccio che si estese fino a raggiungere il muro al lato opposto della stanza: fortunatamente i riflessi di Haruo lo fecero saltare in tempo, evitando l'attacco – ... wow, inizio quasi a rimpiangere di aver fermato Rajiv-kun dal far fuori questa vigliacca – commentò attivando il Soul Drive a mezz'aria ed atterrando al suolo muovendo un fendente di Utopia che spezzò di netto la lancia di Jade, piegando poi la schiena all'indietro a mo' di limbo per evitare che la lama di ghiaccio estesa lo tranciasse di netto, quindi si rialzò con agilità eseguendo agilmente salti mortali ed evoluzioni a mezz'aria in modo da evitare tutto ciò che Jade gli lanciasse contro finché non fu abbastanza vicino da poter sferrare finalmente il primo attacco – Reien Hachiretsu! – esclamò ricoprendo il bastone di ghiaccio con una fiamma ardente e sferrando otto devastanti colpi in rapidissima successione che ustionarono gravemente Jade spedendola a schiantarsi al suolo qualche metro più avanti – Mi sa che hai frainteso le mie intenzioni, Jade: io odio infierire su un avversario che è impossibilitato a combattere, è vero... ma contro un nemico in piena forma, non ho alcuna pietà! – disse puntando Utopia in direzione del corpo martoriato della ragazza, la quale si rigenerò poco dopo grazie alla fiamma di Nova.

Sebbene il suo corpo ne fosse uscito indenne, tuttavia, lo stesso non si poteva dire per il suo spirito – E ALLORA?! Se due abilità non bastano... – mormorò a denti stretti Jade, rialzandosi di scatto ed estraendo un'altra boccetta dalla tasca – ... mi basterà aumentarle fino a poterti sopraffare! – e detto ciò vuotò in un sol sorso l'ennesima fiala: questa volta toccò al sangue di qualcuno che Haruo non riconobbe, poiché questa volta toccò ad una generica fiamma Pioggia con cui avvolse il suo corpo in un sottile strato – Immortale, versatile e ora pure ignifuga: voglio proprio vedere ora per quanto tempo riuscirai a resistermi! – scattando poi a testa bassa contro Haruo concentrando nella mano una vastissima quantità di fiamma Nuvola-0 e Ghiacciaio-0 fino a renderle Tormenta, quindi a metà della corsa, giunta all'incirca al centro della stanza, si fermò colpendo con forza il terreno – Crystal Flower! – ed infondendo in esso tutta la fiamma accumulata.

In pochi istanti, enormi stalagmiti acuminate emersero dal suolo ergendosi con imponenza verso l'alto con un angolo d'inclinazione di circa 30°, assumendo via via l'aspetto di un colossale fiore cristallino tagliente come vetro e duro come il diamante, che nell'estendersi travolse e ferì Haruo squarciandogli il braccio destro dal gomito fino alla spalla e cristallizzando dentro di esso Utopia, rendendolo disarmato ed inerme.

Nemmeno Jade uscì indenne da quell'attacco ad area incontrollabile, ritrovandosi trapassata da parte a parte da uno dei "petali": tuttavia, nel suo caso, le bastò sfilare il proprio corpo dal "Crystal Flower" per tornare come nuova grazie agli effetti della fiamma di Nova – Che coglione, non hai manco saputo tenerti cara la tua arma – commentò con disappunto Jade, lanciando un'occhiata spavalda ad Haruo – Dopotutto pare che ricorrere ad un'altra fiamma fosse eccessivo contro qualcuno come te – mormorò con un ghigno di superiorità.

Constatato di essere alle strette, però, Haruo scoppiò in una fragorosa risata che stupì non poco la sua avversaria – Ma tu... pensi davvero che uno come me, che ha a che fare tutti i giorni con mafiosi di ogni tipo, affidi la sua incolumità ad una banale spranga? – mormorò a testa bassa, sorridendo beffardo: superata la sorpresa iniziale, Jade replicò – Se pensi che cascherò nel tuo bluff hai capito male, idiota: non sono certo nata ieri – preparandosi a dargli il colpo di grazia, ma Haruo continuò – E non potrei darti torto... se solo stessi bluffando. Peccato per te che stessi parlando sul serio! – esclamò alzando lo sguardo e puntandolo dritto negli occhi di lei, a mo' di sfida – Purtroppo è una tecnica che affatica terribilmente il mio corpo, per questo la uso solo nelle occasioni dove non posso cavarmela menando qualche colpo con la spranga... ritieniti onorata, nemmeno i miei compagni hanno avuto l'occasione di vederlo in azione – concluse, chiudendo gli occhi e regolarizzando il respiro per focalizzare al meglio le sue energie: ormai caduta preda della curiosità, Jade non poté fare a meno di fermarsi a guardare la scena.

Non dovette aspettare a lungo: ben presto una fiamma Sole intensissima prese ad irradiare i tessuti muscolari del corpo, gonfiandoli fino a raggiungerne l'ipertrofia.

In parecchi punti, la pelle non resse l'enorme aumento di massa e si lacerò, lasciando allo scoperto le fibre, ma prima che il dolore potesse far perdere ad Haruo la concentrazione entrò in gioco la fiamma Neve, la quale raffreddò ed anestetizzò i punti squarciati permettendogli di mantenere i muscoli in quello stato senza autodistruggere il proprio corpo: infine, con un sorriso determinato, spalancò gli occhi guardando Jade dritta in faccia – Ti presento la mia tecnica più potente... Heracles! – mormorò con voce più profonda, forse dovuta alla pressione che i muscoli esercitavano sul suo torace.

Decisamente impressionata, ma altrettanto convinta a non dargli questa soddisfazione, Jade sfoderò la miglior espressione di disprezzo che riuscì a fare – Mph. Tutto qui? Credi che trasformarti nel figlio illegittimo di Hulk ed un manichino di anatomia possa renderti in grado di sconfiggermi?! – commentò sarcastica assicurandosi di stringere fra le mani "quella" fiala.

Haruo non replicò, limitandosi a sorridere con tranquillità: poi, senza cambiare espressione, serrò il gigantesco pugno destro e lo mosse a gran velocità contro il "petalo" più vicino a lui, frantumandolo con la facilità con cui si strapperebbe un foglio di carta velina.

Deglutendo, Jade impallidì indietreggiando di qualche passo senza nemmeno rendersene conto – E-e con questo!? Credi di impressionarmi con una cosa simile? – disse sforzandosi di mantenere un tono sicuro e altezzoso, ma Haruo colse l'impercettibile sfumatura di terrore nella voce della ragazza – Sarei davvero deluso se bastasse così poco ad impressionarti, bimba. Dopotutto... ho appena iniziato! – rispose, lanciandosi contro di lei riducendo in frantumi al suo passaggio tutto ciò che incontrava come un carro armato su un prato fiorito, muovendosi ad una velocità tale che lei non poté fare nulla per schivarlo: il pugno di Haruo le colpì la spalla, lussandogliela con facilità estrema e frantumandole la scapola e la clavicola come fossero un grissino, quindi la afferrò prima ancora che potesse urlare e con forza sovrumana la scagliò verso il centro del fiore di ghiaccio, facendole attraversare tre petali per inerzia prima che si schiantasse contro il quarto riducendosi ad un ammasso di ossa fratturate.

Con un sorriso beffardo, Haruo la esortò a rialzarsi – Avanti, smettila di fare la vittima! Hai ancora a disposizione circa 4 minuti di "immortalità", dico bene? Alzati! Non vorrai mica arrenderti così facilmente dopo avermi fatto sfoderare questa tecnica, vero? – disse con voce rilassata, sgranchendosi le braccia nell'attesa.

Come previsto, in pochi istanti Jade tornò come nuova: furente ed umiliata come mai era stata nella sua vita, perse completamente il proprio autocontrollo – Tu... BASTARDO! Come... come osi... COME OSI FARE QUESTO A ME, UN'ELETTA! La feccia come te... la feccia come te...! – con un rapido movimento del pollice tolse il tappo alla fiala, avvicinandola alla bocca e bevendola tutta in un sorso – Dovrebbe solo strisciare per terra! – lanciando poi a terra il contenitore, la cui etichetta recava scritto "Azrael" – Io ti eliminerò! Uno come te è un potenziale tumore maligno per il mondo che Lord Augustus vuole creare: mi assicurerò ti estirparti prima che diventi un problema! – urlò, preparandosi a scatenare delle illusioni con la Nebbia-0.

Tuttavia, non accadde nulla – Cos... cosa significa? – mormorò stupita, cercando di richiamare a sé il proprio Emperor – Perché...?! Sembra... sembra quasi... – ma fu una voce alle sue spalle a concludere la sua frase – ... che il tuo Emperor si sia inceppato, dico bene? Uhuhu! – che fece voltare di scatto Jade: con suo sommo stupore, vide Rajiv perfettamente cosciente impugnare un aggeggio simile ad un palmare in mano – Permettimi di epurarti dai tuoi dubbi, Miss: non è un'impressione, il tuo Emperor... non funziona più per davvero! Per cui è inutile che tu provi a richiamare la nuova fiamma che hai assunto: non funzionerà – disse con tono lugubre, beandosi dell'espressione di puro panico che si fece strada sul volto della ragazza – Cosa... cosa cazzo stai dicendo?! Ciò che dici non ha senso! NON HA ALCUN SENSO TI DICO! Un Emperor non può incepparsi, né tantomeno smettere di funzionare così a caso! Bisognerebbe... bisognerebbe... – si fermò a meta frase, rendendosi effettivamente conto di ciò che aveva in mano Rajiv: un dispositivo elettronico a schermo tattile la cui strana antenna risultava terribilmente simile a quella nel loro laboratorio – Risposta esatta! Uhuhuhu! Un Emperor non potrà mai smettere di funzionare, a meno che... non venga hackerato mandandolo in tilt – concluse con un gesto teatrale Rajiv, avvicinandosi poi ad Haruo mentre Jade cadeva in ginocchio con espressione vuota.

Con un sorriso, Rajiv porse il pugno al compagno, il quale disattivò Heracles per ricambiare debolmente, sopraffatto dal dolore dei muscoli posti sotto sforzo eccessivo: quindi, tornò a rivolgersi a Jade – Sai, ammetto che ero piuttosto scettico riguardo questo piano: quando Lily-chan ha analizzato quella USB trovando, tra le altre cose, i progetti di questa "antenna ricetrasmittente per Fiamma-Volts" mi sembrava troppo bello per essere vero, soprattutto perché le analisi dei vari Emperor erano così dettagliate da fornire, manco fosse fatto apposta, anche i singoli punti deboli. Il tuo Link, ad esempio, per quanto temibile presenta un cooldown di 30 secondi tra l'assimilazione di una fiala e l'altra, probabilmente per dare il tempo al tuo corpo di abituarsi alle differenti configurazioni: per cui, mi è bastato semplicemente individuare il codice che rappresentava tale cooldown... – e nel dirlo voltò lo schermo del palmare affinché lei potesse vederlo, ritrovandosi davanti ad un editor esadecimale nella quale spiccavano alcune cifre ripetute ed evidenziate in rosse – ... e modificarlo trasformandolo da "30 secondi" in "30.000.000 di secondi": in altre parole, per i prossimi 11 mesi circa il tuo Emperor sarà inutilizzabile! Hai perso! Uhuhuh – disse sorridendo sadico, tenendo lo sguardo fisso su di lei per evitare che provasse a fuggire mentre si rivolgeva al compagno – Certo che tu non sai proprio trattenerti, uh? Quando Yukiko-san ha ideato il piano, era previsto che tu facessi finta di mettermi KO, non che mi frantumassi la mascella a suon di pugni! Ancora un po' e avrei finito con il dovermi nutrire con una cannuccia! – ottenendo immediata risposta – Naaah, non sarebbe stato realistico! Avresti forse preferito che ci avesse scoperto a metà dell'opera? L'importante era far credere al nostro avversario che tu eri stato sconfitto in modo da attirare l'attenzione su di me mentre tu provavi a mandare in tilt l'Emperor, giusto? Credo che qualche livido valga la vittoria contro un Eletto, no? E comunque nemmeno tu ci sei andato leggero – rispose Haruo per poi scoppiare a ridere assieme a Rajiv, il quale disse quindi al compagno di tenere d'occhio la ragazza allontanandosi in un punto dove c'era segnale per mettersi in contatto con Vittorie.

Jade, intanto, era rimasta in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto per tutto il tempo: la loro risata, tuttavia, sortì l'effetto di riaccendere la rabbia in lei – Voi... vermi... nemmeno vi rendete conto di chi vi siete fatti come nemico – disse con fermezza, destando l'interesse del ragazzo – Ooooh? E sentiamo, cos'avrebbe di così speciale il tuo "Augustino piccolino"? Se ha una fiamma-0, basterà combattere tutti assieme per sopraffarlo, in qualche modo, mentre se ha un Emperor... beh, hai appena visto con i tuoi occhi, no? Non capisci? Avete perso! Voi lacché e quello psicopatico del vostro capo! – commentò Haruo con veemenza, deciso ad infliggere a Jade un danno psicologico tale dal costringerla a non opporre più resistenza in modo da evitare di farle più danni del dovuto.

Ma non funzionò: Jade sembrò anzi rinvigorita da quelle parole – AHAHAHAH! Erano anni che non mi divertivo così! Davvero pensate che quel giocattolo possa funzionare anche sull'Emperor definitivo? Che possa neutralizzare l'onnipotenza di Lord Augustus? – esclamò in una risata fragorosa che fece saltare i nervi al ragazzo – "Onnipotenza", "Divino"... ma che cazzo siete, degli invasati religiosi di una qualche setta? – commentò acido, recuperando Utopia dal giaccio ormai sciolto del Crystal Flower ed avvicinandosi verso la ragazza con l'intenzione di tramortila, ma Jade decise che ormai era inutile nascondere la verità – Poco prima del vostro arrivo, l'Emperor definitivo è stato installato con successo in Lord Augustus... e credimi, quando dico "onnipotenza" lo intendo in maniera letterale. O forse tu conosci un modo più appropriato... di definire un potere in grado di modificare la realtà a piacimento? – mormorò, causando l'immediato arresto del ragazzo – ... che intendi? – domandò, d'un tratto serio.

Con una singola pausa per prendere fiato, Jade continuò – Il nome del suo Emperor... è Hack. Ed è un Emperor capace di "hackerare" la realtà, sovvertendo le leggi fisiche ed imprescindibili dell'universo – disse con calma, beandosi dell'espressione atterrita che sfoderò Haruo.

Sforzandosi di mantenere l'autocontrollo, Haruo mormorò – Grazie per l'informazione preziosa, credo che tu ti sia guadagnata un po' di riposo – sferrando poi un precisissimo colpo alla testa con Utopia, tramortendola con facilità – Sogni d'oro, principessa di 'sto cazzo – aggiunse con disprezzo prima di correre in direzione di Rajiv per avvisarlo della scoperta.

*

Tsuna ascoltò la spiegazione di Vittorie con aria attonita, senza perdersi una singola parola: si decise ad aprire bocca solo a spiegazione ultimata – In altre parole... essendo gli Emperor un software tradotto in fiamma-volts, è possibile utilizzare un apposito dispositivo messo a punto da vostro padre per mandarli in tilt con un'operazione di hacking, giusto? – domandò, ottenendo un cenno d'assenso da parte della ragazza – E... tutto ciò era dentro una chiavetta USB che avete recuperato in seguito alla sconfitta di un'Eletta, ho capito bene? – richiese nuovamente conferma, e la ottenne, dopodiché si rinchiuse in silenzio nei suoi pensieri: infine, dopo un paio di minuti, sospirò e disse con tono autoritario – Benissimo. Vittorie-chan... ti affido il compito di metterti in contatto con questa "Nemy" il prima possibile – ordinò Tsuna con tono fermo ma gentile.

Stupita, Vittorie sgranò gli occhi – Che... che ha detto, Decimo?! Perché dovrei? – domandò incredula, chiedendosi se avesse capito male, ma Tsuna spazzò via i suoi dubbi rispondendo alla sua domanda – Non l'hai capito...? Quella USB era fin troppo perfetta: dati nel dettaglio, informazioni sui singoli Emperor con tanto di punti deboli ed addirittura gli schemi per convertire segnali digitali in fiamma-volts! Inizialmente si potrebbe pensare ad una trappola, ma il successo che ha appena ottenuto tuo fratello contro l'Eletta di nome Jade ha dimostrato che non è così. Non ho ben chiaro chi sia questa Nemy, né perché lo faccia, ma una cosa è assolutamente certa: è dalla nostra parte – concluse, lasciando sbigottita Vittorie.

Infine, dopo una breve pausa di riflessione, annuì con decisione – Va bene, Decimo: cercherò di mettermi in contatto con questa "Nemy" il prima possibile! – rispose, andando a controllare lo stato di Yuniko prima di mettersi in marcia.

*

Nemy era immobile davanti alla porta della Sala del Trono, tremante: era stata la cosa giusta abbandonare nelle mani del nemico quella USB?

Aveva davvero intenzione di tradire l'uomo che l'aveva cresciuta come una figlia?

Ma sopratutto, sarebbe stata in grado di sopravvivere abbastanza dal vedere il compimento del suo piano?

Da quando era tornata non aveva fatto altro che starsene chiusa in camera a pensarci su, e il fatto che Augustus non avesse ancora richiesto un colloquio con lei per chiederle il motivo del suo fallimento non aveva fatto altro che alimentare la sua ansia, motivo per cui aveva scelto di prendere l'iniziativa e andarsi a scusare di persona, almeno per salvare le apparenze: tuttavia, per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare il coraggio di varcare quella soglia.

Stava quasi per fare dietrofront, quando una voce autoritaria alle sue spalle la fece sussultare – Ma guarda chi c'è... Nemy, figlia mia. Mi stavi cercando? – disse burbero Augustus.

Avvertendo il cuore a rischio di infarto, Nemy cercò di calmarsi un attimo prima di voltarsi – No, cioè, sì, cioè... io... – nonostante sapesse che ciò che aveva fatto era la cosa giusta da fare, in cuor suo si sentiva terribilmente in colpa, motivo per cui le sue lacrime furono sincere – Padre, io... mi dispiace! Ho fallito! Ho fallito, fallito, fallito! Vi ho deluso! Io... io volevo vincere, ce l'ho messa tutta, ma... ma... – la voce le si spezzò, impedendole di continuare: tuttavia, con sua enorme sorpresa, Augustus le poggiò una mano sulla testa – Non preoccuparti: il tuo fallimento dopotutto ha spinto i Vongola a presentarsi qui, dritti nelle fauci del leone, e loro erano una delle mie principali preoccupazioni. Sai com'è, giusto? "Tieniti stretti gli amici e ancora di più i nemici". Limitati a startene in camera tua: la tua unica punizione sarà il divieto di abbandonarla finché non avremo respinto gli intrusi. E questo è tutto – concluse, varcando la soglia della Sala e lasciando che le porte gli si richiudessero dietro, lasciando fuori la ragazzina.

Senza riuscire a fermare le lacrime, Nemy ripensò alla frase pronunciata da Augustus pochi istanti prima, e con voce spezzata mormorò – E io... cosa sono per te? Un'amica... o una nemica? – prima di fare dietrofront con aria amareggiata in direzione della sua camera.

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 - Eleanoire, la tempesta ***


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Aaron ripeté con voce maniacale – Di più... di più! Mi punisca ancora, mia dea! La prego! – guardando Mirai con occhi più consoni ad una bestia che ad un essere umano: disgustata come mai in vita sua, Mirai indietreggiò di un altro passo mormorando – C-che cazzo ti è preso? Ti si è suicidato il mononeurone?! – sentendosi in pericolo ora più di prima.

Sfortunatamente, il suo commento acido sortì l'effetto opposto di quello voluto – Si... si! Insultami! Maltrattami! – replicò il ragazzo con la bocca distorta in un sorriso perverso, mentre si avvicinava a lei con slancio tale da spingere Mirai a reagire con una sferzata delle catene al volto per allontanarlo, ottenendo però di incitarlo ancora di più – Quindi... non c'è possibilità di farlo semplicemente arrendere, eh? Se cerco di fargli desistere dal combattere otterrò solo l'effetto contrario... – penso con un sospiro – E così sia allora... se è questo che vuoi, ti regalerò una fantastica abbronzatura color melanzana a suon di pugni! – urlò scagliandosi a tutta velocità contro Aaron decisa a metterlo KO in un sol colpo, senza rendersi conto del sorriso furbo che balenò per un istante sul suo volto...

All'improvviso, uno spruzzo di sangue tinse l'aria di color cremisi, mentre ciò che fino a poco prima sembrava essere la stanza originale del castello crollava in frammenti di numeri 0 ed 1 lasciando spazio ad una sua identica copia: tanto confusa quanto preoccupata, Mirai notò con stupore che Aaron non era più davanti a lei, e che alle sue spalle provenivano rantolii agonizzanti.

Con cautela, si voltò per osservarne la fonte... e poco mancò che le sfuggisse un urlo.

Aaron era dietro di lei, con occhi orribilmente strabuzzati ed iniettati di sangue, e la mano serrata attorno ad un pugnale la cui lama era ferma a pochissimi centimetri dalla sua testa, tanto che indietreggiò d'istinto con un balzo quel tanto che bastava a togliersi dalla sua traiettoria: ma non fu quello ciò che più la sconvolse.

Andrea era dietro di Aaron, e la sua mano sbucava dal torace di quest'ultimo ricoperta di sangue come un guanto scarlatto: fu in quell'istante che Mirai comprese cos'era successo, e quale fosse stata la causa del getto di sangue di poco prima.

Aaron, senza riuscire a dire una parola, cercò di voltarsi debolmente per guardare il suo assassino negli occhi, gemendo un debolissimo – Non è... possibile... – prima di lasciar cadere il pugnale esalando l'ultimo respiro: fu solo allora che Andrea ritrasse la mano con il quale aveva passato da parte a parte il corpo del nemico, il quale ricadde a terra privo di vita come una marionetta a cui son stati tagliati i fili – Sporco vigliacco... mi viene lo schifo solo a pensare di essermi sporcato col tuo sangue – commentò con disprezzo Andrea estraendo dalla tasca un panno con cui si ripulì la mano prima di rivolgersi con sguardo serio a Mirai – Sta bene, Mirai-sama? – domandò con sincera preoccupazione.

A Mirai ci volle qualche secondo per elaborare il tutto: poi, finalmente, parve ricordarsi come si parlava – Tu... perché? – mormorò sconvolta – Perché l'hai ucciso? – domandò, ancora incredula per ciò che era avvenuto così velocemente sotto i suoi occhi.

Alzando un sopracciglio, Andrea rispose con semplicità – Forse non se n'è accorta, ma le ho appena salvato la vita. Questo rifiuto ha finto di arrendersi, creando un'illusione virtuale identica alla stanza originale da cui era iniziato il combattimento per poi spingerla ad un attacco frontale con l'intenzione di ucciderla colpendola alle spalle: ho solo fatto il mio dovere in quanto alleato proteggendola al meglio delle mie capacità – spiegò, guardandola poi dritta negli occhi ed aggiungendo – E inoltre, le ricordo che sono un membro della squadra assassina Varia: se le circostanze lo richiedono, non ho motivo di esitare ad uccidere. In ogni caso, chiedo perdono per averle fatto assistere uno spettacolo così sgradevole – concluse con un inchino rispettoso per poi sorriderle – Mi permetta di accompagnarla: so che è nettamente più forte di me, ma due teste sono meglio di una, no? – propose, tornando ad assumere un tono più amichevole e confidenziale con l'intenzione di distrarre Mirai da quanto appena successo.

Dapprima titubante, la ragazza fu colta in contropiede dall'atteggiamento del ragazzo rispondendo affermativamente senza nemmeno rendersene conto, così che in men che non si dica si ritrovò a vagare in sua compagnia per i corridoi del castello, sebbene la sua mente fosse concentrata altrove.

Ripensò alle parole del Guardiano della Nuvola dei Varia mentre un dubbio ricorrente echeggiava nella sua mente – Assassino o non assassino... è giusto uccidere così a sangue freddo qualcuno, anche se quel qualcuno è un nemico? Io... saprei fare lo stesso, se sapessi che qualcuno dei miei cari è in pericolo di vita? – continuava a chiedersi, pur perfettamente cosciente della risposta a tale domanda.

Ed era questo ciò che più la terrorizzava.

*

Erika schivò con agilità l'affondo della lancia di fiamma Tempesta di Yukiko, eseguendo una serie di salti mortali portandosi a distanza per poi, a mezz'aria, alzare il braccio verso l'alto nella sua direzione urlando – Ice Blades! – generando una sequenza di lame di ghiaccio in direzione della ragazza, la quale riconvertì la lancia in uno scudo spartano che conficcò nel terreno in modo da fargli avere il più stabilità possibile e con cui riuscì a bloccare l'avanzata del colpo, avvertendo poi un movimento dietro di sé e generando una spada corta che mosse dietro la propria schiena bloccando efficacemente l'affondo del pugnale di ghiaccio di Erika, che abbandonò l'arma saltando con agilità a distanza di sicurezza proprio un istante prima che Yukiko, con l'altra mano, riconvertisse lo scudo in una lama di fiamme sferrando un fendente nell'esatto punto dove una frazione di secondo prima c'era stato il suo collo.

Successivamente a questo terribile scambio di colpi, Yukiko sorrise – Però...! Ti muovi piuttosto bene per essere stata messa con il culo per terra da Lily-chan senza nemmeno utilizzare l'Hell Gear qualche ora fa! – commentò sarcastica provocando la sua avversaria, che si limitò a chiedere – ... e tu come lo sai che non ha usato l'Hell Gear, dato che eri imprigionata nel ghiaccio?! – con espressione beffarda, avvampando dalla rabbia quando Yukiko le rispose con tono disinvolto – Non lo sapevo, ma me l'hai appena confermato – sorridendo raggiante alla vista dell'espressione furente che le rivolse la ragazza.

Scoprendo i denti come un predatore prima dell'agguato, Erika esclamò – Ma prego, prendimi pure in giro finché puoi... tanto le migliori risate me le farò io alla fine, dopo che ti avrò trasformato in una granita! – alzando solenne il braccio destro verso l'alto – Cloni Glaciali! – urlò in italiano, scatenando una vera e propria tormenta di neve che via via andava a condensarsi in vari punti assumendo un aspetto umano via via sempre più definito, fino a replicare in tutto e per tutto l'Erika originale nel momento in cui la tempesta fu dissolta: a quel punto, tutte le copie esclamarono all'unisono con la voce dell'originale – All'attacco! – scagliandosi contro Yukiko armate fino ai denti con armi glaciali.

Rimasta immobile per tutto il tempo, Yukiko mormorò con il sorriso di chi ha la vittoria in pugno – Scopro la mia carta trappola! Campo Minato! – pronunciando l'ultima parola in italiano nello stesso istante in cui il terreno sotto i piedi dei cloni detonava in più punti sprigionando una potentissima fiamma Tempesta, riducendo in pezzi l'armata e ferendo di striscio la stessa Erika, che si ritrovò sbalzata a terra con una dolorosa scottatura al volto e l'espressione di chi ha appena capito di essere con le spalle al muro – Im... impossibile...! I miei Cloni... spazzati via così facilmente...?! – mormorò sconvolta, distogliendo momentaneamente lo sguardo da Yukiko e ritrovandosela davanti all'improvviso con un sussulto – Davvero credevi che nell'ultima mezz'ora mi fossi limitata a difendermi dalle tue mosse? In verità il mio piano era proprio di preparare un attacco a cui nemmeno tu potevi sfuggire: sei incredibilmente forte, decisamente più di me, ma a quanto pare ti sono superiore in quanto strategia – dichiarò con un sorriso vittorioso puntandole alla gola un coltello militare da combattimento forgiato con la fiamma – E ora... che ne dici di piantarla di oppormi resistenza e di dirmi dov'è quel vecchio bastardo che tanto venerate? Prometto di non farti male, dopotutto il mio obbiettivo è fermare lui, non sfigurare il tuo bel faccino – domandò con freddezza.

Erika rimase immobile, mantenendo la testa bassa e lo sguardo perso nel vuoto con un'ombra a oscurarle il volto: poi, improvvisamente, un'idea le balenò nella testa... un'idea capace di ribaltare le carte in gioco.

– Hey, Eleanoire... è pietà, questa? Cos'è, ti sei rammollita, forse? – mormorò con un ghigno la ragazza, alzando la testa in modo da poterla guardare negli occhi con espressione maligna: udendo quel nome, Yukiko ebbe una reazione spaventata, indietreggiando di riflesso urlando – C-cosa...? Come... come conosci quel nome?! – e abbassando la guardia quel tanto che bastò ad Erika per afferrare l'arma con cui era stata minacciata ed esclamare – Permafrost! – causando l'immediata congelamento dell'arma stessa e del braccio che la impugnava, provocando una dolorosissima scottatura da freddo alla ragazza, che crollò in ginocchio portandosi una mano al braccio ferito volgendo uno sguardo d'odio all'avversaria che ora le puntava una lancia di ghiaccio alla testa – Dicevi qualcosa riguardo "l'essere più abile di me nelle strategie", dico bene? Ahahahah! Povera Eleanoire... non mi sbagliavo poco fa, ti sei davvero rammollita! Abbassare la guardia così ad un passo dalla vittoria... patetico. Veramente patetico – disse con freddezza, avvicinando l'arma fino a farne sentire il contatto con la pelle – Bene bene... hai due scelte ora, ovvero svelarmi nei dettagli il vostro piano d'azione, oppure... morire – disse con calma, sorridendo soddisfatta per il modo in cui si erano evolute le cose.

Mordendosi il labbro inferiore, Yukiko si maledì per la sua stupidità: il suo piano era ormai fallito.

Per cui, non le restava altro da fare – Ok, va bene: mi arrendo. Ti dirò... tutto – disse con tono furioso Yukiko.

Udendo tali parole, gli occhi di Erika si illuminarono – Wooow, assurdo, sei davvero diversa da quello che avevo sentito dire! Avanti, spiegami tutto senza tralasciare alcun dettaglio – sibilò, preparandosi ad affondare l'arma talora si fosse rivelato un bluff: tuttavia, Yukiko la guardò dritta negli occhi – Ad una condizione però. Il nome di prima... voglio che mi spieghi cosa sai – ordinò cupa: leggermente indispettita per lo sguardo per nulla adatto ad una persona sconfitta, sospirò profondamente prima di replicare – E va bene, te lo concederò. Ma se dopo non mi dirai nulla, giuro che ti trasformo in uno spiedino. Sono stata chiara? Bene. Yukiko Amane... pseudonimo di Eleanoire Amane, l'assassina prodigio un tempo tenuta d'occhio come quasi certa successore dell'attuale Guardiano della Tempesta dei Varia, Belphegor, nonché sorella di Red Rain alias Andrea Amane, l'attuale Guardiano della Nuvola dei Varia. Si, so tutto di te, mia cara... anche se, una volta scoperto il tuo vero nome, dubito ci sia qualcuno al mondo che non ti conosca – e s'interruppe solo per bearsi dello sguardo vuoto e ricoperto dal rimorso che comparve sulla faccia della sua avversaria, per poi continuare – D'altronde, chi non conosce il nome di "Eleanoire la Tempesta"? La bambina sicario che a soli 9 anni si fece un nome nella malavita, essendo in grado di portare a termine qualunque uccisione commissionata elaborando piani capaci di risultare complessissimi anche per la mente dei veterani, lasciandosi dietro di sé montagne di cadaveri esattamente come una tempesta... sì, davvero molto interessante, sarei onorata di aver potuto conoscere una tale... celebrità, se solo non fossi diventata la rammollita che sei ora – altra pausa, questa volta per rivolgerle uno sguardo sprezzante – Quanto a COME sono venuta a conoscenza di tutto questo, beh... se davvero sapete così tante cose di noi grazie ad una USB rubata a Nemy, dovreste aver compreso le capacità di raccolta di informazioni che possiede quella ragazzina, no? Credevi davvero che non avrebbe scoperto una cosa così semplice come la tua vera identità? O credi che tagliarti i capelli ed aver messo su qualche misura in più di seno basti a cancellare il tuo passato? – mormorò, tentando un assalto psicologico sulla ragazza – Quante famiglie hai distrutto in cambio di denaro? E quante vite hai spezzato? Non importa quanto ci provi, non potrai mai cancellare ciò che hai fatto... mostro – concluse, enfatizzando la parola finale.

Una densa ombra era calata sul volto di Yukiko, la quale era rimasta in silenzio per tutto il tempo: poi, improvvisamente, un lugubre sorriso distorse la sua bocca – Pfft... mostro, uh? Buffo... fu la stessa cosa che dissi a lui, quel giorno – mormorò tetra – Lo ricordo come se fosse successo ieri: quella volta il mio incarico prevedeva l'eliminazione di un essere che stava sterminando qualsiasi famiglia avesse avuto contatti diretti con la defunta famiglia Estraneo... e fu allora che incontrai Kuro-kun, o meglio, XY121013. Quando vidi questo strano essere a metà fra un uomo ed un gatto, coperto di sporco e sangue, mi venne spontaneo definirlo col termine di "mostro". E sai lui cosa rispose...? – disse Yukiko, continuando prima che Erika potesse rispondere – Mi disse "dici così, ma le tue mani sono sporche di sangue tanto quanto le mie... questo vuol dire che sei un mostro come me?" – la voce di Yukiko si spezzò – Lui... con una sola, singola frase di una semplicità disarmante, spezzò la corazza che mi ero creata per non guardarmi alle spalle e mi costrinse a farlo. Tutt'ora li vedo in sogno, sai? Le montagne di cadaveri che mi sono lasciata dietro, e tutte le vite che ho spezzato. Ma lui... lui mi ha salvata – alzò lo sguardo, guardandola con occhi gonfi di lacrime – Lui... mi si è avvicinato e mi ha porto la mano, dicendomi con un sorriso "Dunque, se siamo entrambi mostri... perché non collaboriamo per diventare persone, nya?". Ha offerto il suo aiuto... ha voluto aiutare una come me! – ormai le lacrime scendevano senza sosta – Lui mi ha accettato per quella che ero, e mi ama per quella che sono diventata... e così vale per la mia Famiglia, per i miei... amici. E se tu pensi che basti puntarmi una lancia alla testa per sottomettermi e spingerli a tradirli... – lo sguardo di Yukiko si riaccese improvvisamente – ... vuol dire che tra noi due quella patetica sei tu. Ellyk... Reverse Gear! – ordinò alla propria Spirit, la quale per la prima volta sgranò gli occhi in un'espressione di sorpresa – W-woooow! Ok, padroncina! FINALMENTE SI GIOCA! – disattivando Ephestous e sigillandolo dentro di sé.

Poi, prima che Erika potesse muovere un muscolo, un immenso bagliore irradiò la stanza, accecandola momentaneamente garantendo a Yukiko il secondo che le servì a rotolare a distanza di sicurezza mentre Ellyk si posava al suolo: poco dopo, una colossale fiamma Tempesta si sprigionò dal suo corpo, mentre cresceva di dimensioni fino a divenire una vera e propria Inugami di circa 4 metri formata da fiamma Tempesta solidificata, dalla stessa resistenza delle armi create da Ephestous ma decisamente più elastica, e lo sguardo degno di un leone affamato.

Erika indietreggiò lentamente in preda al panico incapace di distogliere gli occhi dalla fiera, mentre Yukiko con semplicità spiegava – Quando Vittorie-chan e Rajiv-kun hanno accennato al fatto che "gli Spirit d'ora in poi potranno combattere con noi" nessuno ha capito cosa realmente intendessero dire... tranne me. Sarai confusa, per cui permettimi di spiegarti brevemente cos'è successo: il Reverse Gear è un'attivazione inversa di un Hell Gear, il quale invece di potenziare me fornisce energia alla mia Spirit, permettendole di scendere sul campo di battaglia in prima persona. Purtroppo, io non sono più in grado di combattere dato il braccio congelato, ma... mi chiedo se sarai in grado di resistere ad Inugami Ellyk nel pieno delle sue forze, considerando che sarai sicuramente stanca dopo aver combattuto con me tutto quel tempo. Beh, che dire... divertitevi! – concluse schioccando le dita con un sorrisetto malefico stampato sul volto.

Prima ancora che Erika potesse reagire in un qualsiasi modo, Ellyk si avventò con ferocia su di lei azzannandole il braccio destro e scagliandola a mezz'aria, per poi atterrarla violentemente con una zampata a terra che le fratturò qualche costola provocandone l'immediato svenimento: a quel punto, Ellyk si lanciò di corsa verso Yukiko leccando il ghiaccio che le teneva imprigionato l'arto sciogliendolo con facilità fino a liberarlo.

Purtroppo, il congelamento pareva averlo seriamente danneggiato – Cazzo...! Fa malissimo! Quella stronza ci è andata giù pesante, eh...? Dai, Ellyk, disattiva il Reverse Gear – ordinò, ottenendo l'immediata risposta da parte della Spirit – Va bene, padroncina... però la prossima volta mi trovi un giocattolo più resistente, per favore, questo si è rotto subito – commentò in tono deluso, tornando alle sue fattezze per poi sparire all'interno dell'Hell Gear, e a quel punto a Yukiko non restò altro da fare che voltarsi ed avviarsi nel corridoio per proseguire nella speranza di incontrare qualcuno dei suoi alleati, dando le spalle al corpo privo di sensi di Erika.

E questo fu il suo più grande errore – Male... detta... – mormorò con un fil di voce la ragazza, incapace di rialzarsi e riuscendo a malapena a muovere il braccio – Quindi... il tuo Hell Gear... è quella forcina per capelli, vero...? Bene... questo è... l'ultima cosa che posso fare... per proteggere Lord Augustus... – disse debolmente prendendo la mira e scagliando un'ultima, velocissima scheggia di ghiaccio che centrò con precisione millimetrica la sfera avvolta dai rovi al centro della forcina infrangendola in mille pezzi che ricaddero al suolo nello stesso momento in cui anche il braccio di Erika crollava spossato a terra: immediatamente, Yukiko udì una sequela di voci demoniache sovrapposte fuoriuscire da ciò che restava del suo Hell Gear infranto mentre le anime che lo abitavano svanivano nel nulla.

Le ci volle qualche secondo per realizzare cosa fosse successo: poi, con orrore, rimosse dai capelli la forcina e constatò il danno, crollando in ginocchio e richiamando più volte il nome di Ellyk senza ottenere risposta da parte della Spirit, abbandonandosi infine ad un urlo disperato sentendosi per la prima volta in vita sua realmente vulnerabile.

*

L'aveva cercato per almeno una decina di minuti, e finalmente eccolo lì: Kurai aveva esitato ad imboccare un bivio, non conscio del fatto che Ryan fosse sulle sue tracce, e ciò aveva consentito al ragazzo di raggiungerlo.

Dopo qualche ulteriore attimo Kurai imboccò la strada a destra, inconscio del fatto che conducesse ad un vicolo cieco ed inconsapevole del fatto che il nemico gli fosse alle calcagna: la nube di sabbia sospesa a mezz'aria assunse per un momento le fattezze di un volto ghignante, appena prima di lanciarsi all'inseguimento del giovane, ignaro Boss.


 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 - Punto di rottura ***


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Marsh tentò nuovamente di allentare le corde mentre Eve era girata dall'altra parte, ma non funzionò: fortunatamente, le era venuta in mente un'idea per liberarsi dalle corde... il problema era che l'operazione le avrebbe richiesto determinati prerequisiti.

Decisa a guadagnare tempo, Marsh raccolse a sé tutte le sue doti recitative e iniziò ad improvvisare – ... ehm... Eve... giusto? – domandò sforzandosi di replicare il tono arrendevole usato poco prima – Potrei chiederti per favore qualcosa da bere...? Sono piuttosto disidratata... – mantenendo un timbro di voce basso come se fosse provocato da una gola arida: udendo tali parole, Eve curvò la bocca in un sorriso maligno – Guarda che non sono mica scema, figurati se vado a prenderti qualcosa da bere lasciandoti il tempo per liberarti! – rispose alzando le spalle.

Mordendosi il labbro, Marsh insistette – Quella là... non è una borraccia? – disse indicando con un cenno un contenitore di plastica: ricordandosene solo in quel momento, Eve si alzò dirigendosi verso di essa mentre mormorava – Sai cosa? Parlare di acqua mi ha fatto venire sete, ora bevo un po' – dando così le spalle a Marsh e commettendo un errore che le sarebbe costato molto caro.

Con un sorriso vittorioso, infatti, Marsh esclamò – Oh, eccome se sei scema! Alpha Drive! – evocando il suo Soul Drive prima che Eve potesse avere una qualsivoglia reazione e facendo aumentare la pressione dall'acqua all'interno della borraccia fino a farla scoppiare, così che Eve fu costretta a proteggersi gli occhi dalle schegge perdendo di vista per un attimo la ragazza la quale solidificò un istante dopo l'acqua dispersa facendole assumere la consistenza di solide lame, per poi dirigerle contro la corda che la imprigionava facendola a pezzi.

Una volta capito quel che era successo era già troppo tardi: con agilità impressionante Marsh la colpì in faccia con un calcio sferrato a mezz'aria, per poi agganciarla coi piedi mentre atterrava poggiando entrambe le mani a terra per darsi la spinta ed, infine, la proiettò a terra con una violenza tale che lo schianto fu udibile a qualche metro di distanza.

Eve rimbalzò al suolo emettendo un gemito di dolore, sentendo mancare il fiato mentre veniva pervasa da un crescente senso di nausea: per sua fortuna, la proiezione la spedì più lontano del previsto, e questo le diede il tempo di reagire – Piccola... troia... e io che pensavo...! QUESTA ME LA PAGHI! – urlò sputando a terra sangue mentre una massiccia quantità di numeri 0 ed 1 prendeva ad addensarsi attorno alle sue mani fino ad assumere la forma di una pistola calibro .44, che puntò alla tempia della ragazza proprio un istante prima che ella la colpisse di nuovo – Emperor: Script! – mormorò freddamente, aggiungendo infine – Userò il tuo cadavere come cibo per i maiali! – prima di premere il grilletto.

*

Kurai arrivò alla fine del lungo corridoio, ritrovandosi davanti ad un'enorme porta d'ingresso finemente intarsiata con incisioni medievali: restò ad osservarla per qualche istante in totale silenzio, immerso nei suoi pensieri, per poi chiamare il proprio Spirit – Hey, Re Kiri... che dici, ha l'aria di una Sala del Trono questa? – domandò con aria dubbiosa.

Lo Spirit serpeggiò a mezz'aria davanti al portone esaminando le incisioni con minuzia, quindi si rivolse a Kurai con un cenno di dissenso – Ohibò, mi duole deluderla Messere, ma le incisioni non recano alcunché possa essere ricondotto alla funzione della stanza – rispose titubante: facendo spallucce, Kurai rispose – Beh, in tal caso c'è un solo modo per scoprirlo... – prima di afferrare la maniglia e spingerla in avanti in modo da spalancare l'accesso alla sala.

Non appena ebbe messo piede dentro la stanza illuminata da ampi fari capì che qualcosa non quadrava: quella che doveva essere una stanza di medie dimensioni era in realtà uno sconfinato terreno simile ad un'arena, probabilmente dove venivano addestrate le truppe.

Incuriosito, continuò a guardarsi intorno per almeno un paio di minuti finché la consapevolezza non lo colpì con la violenza di un fulmine – Un momento... sono vittima di un deja-vù o noi siamo già stati qui? – domandò con tono inquieto mentre Re Kiri andava in perlustrazione: ci volle decisamente poco prima che capissero di essere caduti in trappola – M-messere...! L'ingresso è... l'ingresso è...! – esclamò con voce ansiosa mentre Kurai correva da lui.

Con enorme orrore, dovette constatare la sparizione dell'ingresso, ora sostituito con un muro: senza farsi prendere dal panico, indietreggiò per poi evocare la Re:Kirislayer – Hakiri Ai Fukuryu... – mormorò caricando di fiamma la lama della propria arma fino a farla brillare di azzurro intenso, per poi affondarla con violenza nel muro – ... SHINTOKIRI! – penetrandolo come se fosse burro per poi scatenare un violentissimo impatto che spazzò via tutto ciò che aveva davanti.

Tuttavia, una volta che il polverone si fu diradato si ritrovarono inspiegabilmente faccia a faccia con il muro, completamente riparato e privo di qualsivoglia danno – Ma... cosa... – mormorò perplesso, avvicinandosi ad esso per poterlo tastare con mano: distratto com'era, non si rese conto del fatto che la polvere era andata via via ad addensarsi fino ad assumere una figura umana sempre più nitida, che sorrise in maniera inquietante alle sue spalle per poi tramutarsi in una colossale mano che prese ad avvicinarsi a lui...

– M-messere, dietro di lei! – esclamò Re Kiri scorgendo con la coda dell'occhio lo strano fenomeno, e Kurai immediatamente reagì con eccezionale prontezza di riflessi roteando su sé stesso e generando così un turbinio che disperse la sabbia, assumendo quindi una posizione di guardia mentre esclamava ad alta voce – Ryan, bastardo! So che sei tu, vieni fuori! – incitando l'avversario ad uscire allo scoperto.

Lo Spettro non si fece attendere: in men che non si dica la sabbia dispersa dall'attacco di Kurai tornò ad addensarsi, questa volta fino a formare il corpo di un ragazzo dai biondi capelli medio-lunghi tirati all'indietro – Niente male, Ananas Boy! Sei meno inutile di quanto pensassi. Però... ora che non ci sono delle catene a trattenermi o le tue puttanelle ad aiutarti quanto sarai in grado di resistermi? – mormorò con un sorriso sfottente stampato sulle labbra.

Kurai sfoderò un ghigno – Vuoi sapere una cosa? Un po' ho sperato d'incontrarti: sebbene l'altra volta lasciarti scappare facesse parte del piano, non mi piace l'idea che un simile stronzo sia a piede libero per il globo. Questa volta ti fermerò definitivamente – disse serrando la presa sul manico dell'arma: immediatamente, Ryan scoppiò a ridere – AHAHAH! Tu?! Fermarmi "definitivamente"? Cos'è, vuoi forse uccidermi? – domandò con fare provocatorio trasformando il sorriso in un vero e proprio ghigno e spostando lo sguardo sul volto di Kurai, la cui espressione era fin troppo eloquente – Già... no, eh? Tu non uccidi. Tu sei il "buono", vero? Sicuramente speri di riuscire a convertirmi come hai fatto con quel traditore bastardo di Plasma, o al limite di imprigionarmi in modo da rendermi inoffensivo. PATETICO – l'ultima parola fu pronunciata con rabbia, tanto che Kurai sobbalzò – E dire che vedendo come avevate preso l'iniziativa di attaccarci avevo pensato di avervi giudicato male: questa è una guerra! – esclamò con veemenza, tramutando gli arti in sabbia ed iniziando ad espanderli – GIOCARE A FARE L'EROE PURO DI CUORE NON TI PORTERA' DA NESSUNA PARTE ANANAS BOY! – urlò scatenando una vera e propria tempesta di sabbia mentre scagliava un pugno formato dalla sabbia di dimensioni titaniche contro Kurai, il quale riuscì ad evitarlo rotolando di lato e proteggendosi gli occhi con gli avambracci – La guerra è basata sulla legge del più forte! In battaglia è tutto un uccidi o vieni ucciso, e se speri di vincere senza farlo allora sei destinato a fare una brutta fine... – e sferrò un altro colpo, che Kurai bloccò generando una barriera illusoria di cemento, che però crollò in pezzi non appena l'attacco impattò contro di essa – ... proprio come quel debole di Plasma! – Kurai sgranò gli occhi con quest'ultima frase, non riuscendo ad evitare in tempo l'attacco successivo e finendo con l'essere spedito da una raffica di sabbia a cozzare violentemente contro il muro alla sua destra per poi crollare in ginocchio a terra, mentre lo Spettro si ricomponeva nella sua figura umana e gli si avvicinava a passo inesorabile.

Facendo leva sulla Re:Kirislayer per rialzarsi, Kurai si rimise in piedi con lo sguardo basso e la vista sfocata dall'occhio destro per via del sangue che colava dalla ferita sulla tempia – ... "Proprio come Plasma"...? – mormorò piano, destando l'interesse del suo avversario e arrestandone l'avanzata – Tu non sei nemmeno degno di nominarlo. Plasma è un vero guerriero che da un'intera vita combatte contro sé stesso ed i suoi ideali per il bene di colei che ama, sacrificando il suo onore ed il suo animo generoso pur di perseguire la strada che ha scelto: al suo confronto tu sei solo un guscio vuoto riempito con un odio ingiustificato verso tutto e tutti! Sei tu ad essere patetico! – rispose, aumentando il tono della voce via via che il discorso proseguiva in preda alle emozioni.

Fu allora che Ryan capì di aver vinto la battaglia psicologica che si era scatenata fra loro: sorridendo estasiato, prese fiato ed esclamò – Ne sei così convinto? Allora dimmi: saresti disposto a perseguire questo tuo ideale di "onore" se ti dicessi che ho ucciso Plasma proprio poco fa? – pronunciando con particolare enfasi l'ultima parte della frase.

Kurai rimase in silenzio per un intero minuto, in preda ai pensieri più disparati e ai dubbi più vari, finché la sua voce non si limitò a rispondere – Bugiardo – in maniera atona: avvertendo una prima crepa formarsi nella sfera emotiva del ragazzo, Ryan rincarò il colpo – Che tu ci creda o no poco importa, non cambierà la realtà dei fatti. Pensaci: sono forse il tipo di persona compassionevole che lascerebbe in vita un compagno che ha tradito la causa di Lord Augustus? – mormorò quasi in un sussurro alle orecchie di Kurai, assestando un altro colpo alla sua psiche e causando altre crepe. Ormai Kurai stava tremando.

Pervaso dell'euforia, Ryan decise infine di infliggere il colpo di grazia – Non preoccuparti, non avrai il tempo di "inquinare il tuo cuore puro"! Dopotutto... MORIRAI ORA! – urlò, sferrando un colpo al plesso solare che fece piegare in due dal dolore Kurai per poi afferrargli la faccia e lanciarlo a mezz'aria, dove lo colpì con un'immensa mano di sabbia che lo spedì ad impattare violentemente al suolo – E morto tu, toccherà ai tuoi amici! E alla tua famiglia! Voi vermi morirete tutti! Per il bene di Lord Augustus! Per garantire la nascita di una nuova era! Crepa! – sottolineando ogni parola con un colpo, mentre Kurai subiva senza avere nemmeno il tempo di reagire venendo scagliato in ogni dove come un giocattolo – ADDIO! – urlò con sguardo insano Ryan, generando una colossale lama di sabbia e sferrando un fendente con l'intento di tranciarlo in due.

Ma il colpo non andò a segno: a metà strada, infatti, la lama di sabbia venne divisa in due senza apparente motivo, separandosi in due metà ed infrangendosi al suolo.

Non gli ci volle molto a capire la causa: Kurai si era rialzato, e si ergeva in piedi proprio vicino a dov'era caduta la lama, coperto di sangue e con la divisa stracciata in più punti, ma brandendo la Re:Kirislayer con fermezza.

Lentamente, alzò la testa, mentre un'ombra gli oscurava lo sguardo – Tardi... è troppo tardi – mormorò piano con voce priva di emozioni – Come ho potuto anche solo... pensare... che dei mostri come voi potessero meritare pietà? – la presa si fece più salda, ed il tremolio cessò – Come ho potuto sperare di poter risolvere tutto riducendo la violenza al minimo? – e portò la mano destra all'occhio coperto di sangue, pulendolo con un rapido gesto – E così... Plasma è morto, eh? – la sua bocca parve inclinarsi in un sorrisetto, ma divenne ben presto un morso rabbioso al labbro inferiore che prese immediatamente a sanguinare – Lui... mi ha confessato le sue motivazioni. I suoi desideri. Si era pentito delle sue azioni, e mi aveva affidato la missione di recidere per conto suo i legami che lo incatenavano dalla vostra parte... e tu... tu l'hai ucciso, vero? – disse quasi sottovoce, piombando poi nel silenzio: per qualche ragione, i suoi capelli erano andati via via a scurirsi, fino ad assumere una tonalità quasi nera – E affermi anche che farai lo stesso con la mia famiglia? Con i miei amici? – questa volta, un sorriso malvagio comparve realmente sulla sua bocca – Congratulazioni, Ryan. Ce l'hai fatta. Mi hai corrotto – disse cogliendo di sorpresa Ryan, osservandolo intensamente: come poté notare, anche i colori delle iridi erano cambiati divenendo blu notte nel destro e viola intenso tendente al nero nel sinistro.

Dopodiché, Ryan non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca per rispondere che se lo ritrovò davanti – Ma ti assicuro che ti pentirai per tutta l'eternità di averlo fatto, quando sarai all'inferno – penetrando con la lama dentro il corpo del suo avversario per poi urlare – Hakiri Ai Fukuryu: Senkaikiri! – generando un'estensione della lama e roteando su sé stesso generando un turbinio di vento tagliente come rasoi che dilaniò il corpo di sabbia dello Spettro disperdendolo in giro per la stanza, dando a Kurai il tempo di preparare il prossimo attacco – Hakiri Ai Fukuryu: Kyoka Shintokiri! – saturando la lama di fiamma come già fatto poco prima per abbattere il muro ma senza liberare l'energia in un singolo colpo, in modo da usarla come rinforzo per potenziare i singoli fendenti in rapidissima successione che sferrò non appena Ryan tentò di ricreare il suo corpo, disperdendolo nuovamente: il tutto in un lasso di tempo di cinque secondi.

Ryan, constatando l'impossibilità di materializzarsi in un corpo fisico, optò quindi per un attacco totale, iniziando a turbinare attorno a Kurai in un vortice di sabbia che andava via stringendosi, aumentando inoltre la propria temperatura al punto che presto Kurai iniziò a sudare – Parole forti per un imbecille – echeggiò ovunque la voce dello Spettro – Per un verme come te una tomba nella sabbia è un'onore fin troppo grande: FUNERALE DEL DESERTO! – avvolgendo Kurai e stritolandolo in una morsa di sabbia ardente capace di prosciugare qualunque forma di vita da ogni liquido.

– Hakiri Ai Fukuryu: HONOKIRI! – risuonò come un tuono la voce di Kurai mentre il vortice che lo avvolgeva diveniva vetro per poi finire in pezzi nel momento in cui sferrò un fendente per uscirne: le lame delle due Re:Kirislayer erano ora color rosso intenso, ed emanavano un forte bagliore quasi come se fossero fatte di ferro arroventato – Non ho dimenticato il tuo punto debole, Ryan! Tu sei formato da sabbia, e pertanto posso vetrificarti col calore! Le tue tecniche non funzionano più contro di me! – affermò con determinazione, roteando con maestria le due katane per prepararsi al contrattacco rimanendo immobile e dando a Ryan il tempo di ricrearsi un corpo fisico.

Non appena si fu ricomposto, Ryan non perse tempo – NON SOTTOVALUTARMI, ANANAS BOY! – urlò alzandosi in volo a mezz'aria e generando un colosso di sabbia dalle fattezze umanoidi – Sandy Golem! Uccidilo! – ordinò quindi alla bestia, che senza esitazione sferrò un pugno titanico al suolo che Kurai evitò saltando sopra la mano del bestione ed iniziando a correre usando il braccio come strada, finché giunto in prossimità alla spalla si librò a mezz'aria con un salto spalancando le braccia in direzioni opposte ed iniziando ad emettere fiamma morbida dalla mano sinistra – X-BURNER ZERO! – urlò quindi a pieni polmoni, scatenando una fiammata color indaco di proporzioni altrettanto titaniche ed avvolta dalle saette la quale cozzò violentemente contro il Golem, vetrificandolo con il calore ed aprendo una vera e propria voragine mentre lo attraversava per poi impattare contro al muro in fondo alla sala, spazzandolo via con un boato assordante che sbilanciò Ryan e causò crolli di varia gravità nel solco che lasciò durante la sua avanzata, dopodiché Kurai piroettò elegantemente in aria in modo da addolcire l'impatto al suolo scagliandosi nuovamente contro ciò che restava del Golem non appena il suo piede ebbe toccato terra – Hakiri Ai Fukuryu – mormorò sovrapponendo le sue spade ed unendole in un campo magnetico mentre avanzava, accumulando in esse una vastissima quantità di fiamma instabile fino al momento in cui fu ai piedi del colosso – KIZUKUKAN! – esclamò con decisione saltando ed invertendo la polarità magnetica di una delle due lame, col risultato che esse si respinsero separandosi con violenza e liberando di colpo tutta l'energia instabile accumulata, la quale prese la forma di un immenso squarcio di diversi metri che tranciò di netto il Golem e parte della sala facendo sì che l'essere materializzato dal suo avversario si sgretolasse dissolvendosi in un cumulo di sabbia informe.

Al termine di questa sequenza impressionante di tecniche consecutive, Kurai si concesse qualche istante di pausa, seppur restando in posizione di guardia – Allora, "Spettro": che ne dici di concludere il riscaldamento e di affrontarmi finalmente a viso aperto? – dichiarò con fermezza, abbassando le armi e guardando negli occhi Ryan, il quale sfoggiava un'espressione seria come mai vista prima – ... da quanto lo sai? – domandò incurvando l'angolo della bocca con aria indispettita: senza esitare, Kurai puntò la Re:Kirislayer destra nella sua direzione – L'ho capito quando hai generato quel colosso di poco fa: è vero, quest'arena è disseminata di sabbia e terriccio, ma non spiega comunque come hai fatto a gestirne una tale quantità riuscendo contemporaneamente a mantenere la tua coscienza intatta nei granelli in cui ti sei scomposto... è qualcosa d'impossibile, perfino per te. Per cui, l'unica spiegazione è che il tuo corpo fosse fin dall'inizio un'illusione – concluse con tono deciso, causando l'immediato collasso del corpo di Ryan che si sgretolò come fosse vetro infranto mentre quello vero si avviava verso Kurai dall'angolo della stanza in cui era rimasto – Vuoi sapere una cosa? Mi hai sfracellato le palle: non ti sopporto più – commentò con tono intriso di rabbia, estraendo dalla tasca una pillola che Kurai riconobbe al volo – Per cui, ho deciso che ti riserverò un trattamento special- – ma prima che potesse lanciarsela in bocca, Kurai scattò con un rapidissimo fendente dividendo in due metà nette la Pillola dell'Ultimo Desiderio – Hey, hey, Ryan, cosa credi di fare? – mormorò con voce inquietante, affondando la lama nel polmone destro del suo avversario prima che questi potesse spostarsi – L'hai detto tu, no? Questa è una guerra, non un gioco. Se volevi combattermi con l'Hyper Overflow... – con un violentissimo movimento, Kurai mosse il braccio in un movimento diagonale che squarciò il corpo del nemico – ... ALLORA DOVEVI FARLO SUBITO, TESTA DI CAZZO! – e roteando su sé stesso colpì anche con l'altra katana aprendo sul suo ventre uno squarcio da fianco a fianco sufficiente, in condizioni normali, a farne fuoriuscire le interiora: tuttavia, il corpo di Ryan si dissolse nella nebbia, un segno che Kurai colse al volo – ... dannazione! – esclamò sorpreso, guardandosi intorno alla ricerca del vero corpo, che scoprì essere esattamente nell'angolo da cui era provenuta l'illusione – La testa di cazzo sei tu se credi che il tuo avversario esca allo scoperto solo perché glielo chiedi! – esclamò in risposta lanciandosi in bocca la vera pillola ed entrando nello stato di Hyper Overflow – E ora, lasciati divorare dal dolce oblio della morte! – sorridendo rilassato e spalancando le braccia come per abbracciare qualcuno.

Per la prima volta dall'inizio vero e proprio dello scontro Kurai si sentì pervadere dalla preoccupazione: Ryan non aveva perso la sanità mentale seppur entrato chiaramente nello stato di Hyper Overflow, e questo non riusciva a spiegarselo.

Nonostante ciò, riuscì a rimanere concentrato sulla battaglia, preparandosi a dare a sua volta il massimo – Me l'hai fatta, uh? Per tua sfortuna, ho ancora un asso nella manica... – e nel dirlo lanciò in aria entrambe le Re:Kirislayer per poi appoggiare il palmo sinistro contro il pugno destro – TRIMINIO KIRI! – urlò a pieni polmoni, infondendo nel pugno una vastissima quantità di Nebbia-0 man mano che allontanava il pugno dal palmo dell'altra mano, materializzando via via un'altra Re:Kirislayer proprio mentre le due lanciate precedentemente arrestavano la caduta in prossimità dei suoi fianchi iniziando ad orbitare attorno a lui – Hakiri Ai Fukuryu... – mormorò con concentrazione mentre Ryan si lanciava contro di lui cavalcando un'onda di sabbia – Kirisame! – disse lanciando a mezz'aria la katana appena creata e afferrando con rapidità le altre due che gli fluttuavano ai fianchi per poi usarle per colpire con un fendente incrociato la spada lanciata, la quale venne spedita a grandissima velocità contro Ryan, che si preparò a schivarla: tuttavia, a metà strada circa, essa prese a moltiplicarsi fino a tramutarsi in una vera e propria pioggia di spade, costringendo lo Spettro a ripiegare trasformando l'onda in un solido muro entro cui si conficcarono tutte le lame.

Nella frenesia del momento, aveva però perso di vista Kurai, il quale era nel frattempo giunto alle sue spalle – Honokiri! – esclamò arroventando le lame ed eseguendo un affondo, ma prima che la lama penetrasse il suo corpo Ryan generò tramite illusione reale un getto d'acqua che raffreddò l'arma quel tanto che bastò affinché non venisse vetrificato, potendo quindi scomporsi per poi riapparire alle sue spalle materializzando un tirapugni idraulico, con il quale colpì il volto del ragazzo lanciandolo oltre la parete di sabbia per poi ricomparire sopra di lui generando un'enorme mano di sabbia con il quale tentò di schiacciarlo con forza contro il terreno, se non fosse che Kurai oppose resistenza sfruttando le tre Kirislayer – Hakiri... Ai... Fukuryu...! – mormorò a fatica sentendosi soffocare – Utsushi Kiri! – ed ecco che il falso Kurai scomparve da sotto la mano e quello vero si lanciò dall'alto verso uno sconvolto Ryan – C-cosa...!? – esclamò paralizzato dalla sorpresa mentre Kurai urlava a mezz'aria – Sei finito, Ryan! Questa tecnica l'ho ideata apposta per te! – sovrapponendo tutte e tre le Kirislayer fino a renderle un'unica arma, la cui lama parve perdere solidità divenendo enorme ed eterea fino ad assumere le fattezze di un'enorme spada d'energia, la quale converse in una sorta di cerchio localizzato in prossimità all'impugnatura al cui interno vi era una specie di occhio stilizzato – Se tu sei uno Spettro, allora tutto ciò che devo fare è... "esorcizzarti"! YUREIGARI! – colpendo in pieno il bersaglio ed attraversandolo come se fosse fatto d'aria, scatenando in lui violentissime scariche elettriche che legarono fra loro i granelli di sabbia impedendo loro di separarsi – C-cosa...?! – mormorò incredulo Ryan – Cosa... cosa succede? Non riesco a separarm- – non ebbe il tempo di concludere la frase che atterrò con violenza contro il terreno, sentendo per la prima volta dopo anni il dolore provocato da una caduta ed imprecando pronunciando parole irripetibili.

A fatica, barcollando, Ryan si rimise in piedi, sputando sangue per terra prima di rivolgere a Kurai uno sguardo di puro odio – COSA. COSA MI HAI FATTO, FIGLIO DI PUTTANA? – urlò furioso, cercando nuovamente di separarsi senza successo e sentendo il panico pervadere i suoi pensieri, rafforzato dal venire meno dello stato di Hyper Overflow e di conseguenza della sua sicurezza.

Sfoderando un sorriso sadico simile a quelli tipici di suo padre, Kurai rispose alla domanda con sincerità – Yureigari... il "Cacciatore di spettri". Quella tecnica ha scaricato dentro ogni singola fibra del tuo corpo una dose massiccia di energia, rafforzandone i legami come in un campo magnetico: ammetto di aver nutrito dei dubbi sul suo effettivo funzionamento, ma ora mi rendo conto di aver sbagliato a dubitare di una tecnica ideata con l'aiuto di Lily-chan e Yukiko-san. Per i prossimi minuti sarai impossibilitato a scomporti – spiegò con tranquillità mentre le copie della Re:Kirislayer svanivano nel nulla – Il che significa... che non potrai evitare il prossimo attacco – concluse, concentrandosi fino a rendere incorporea la katana e generando una fiammata dietro di lui la cui onda d'urto lo spinse contro il suo bersaglio – SPADA ASSOLUTA DELLA NEBBIA! – arrestando la sua corsa una volta che fu dietro di lui.

Ci fu una pausa di qualche secondo: dopodiché, Ryan crollò in ginocchio a terra, sgranando gli occhi terrorizzato – L-le gambe...! Non... non mi sento più le gambe! COSA MI HAI FATTO?! – urlò in preda al panico, voltandosi a guardare Kurai, il quale gli puntò la lama alla testa – Ho reciso il tuo midollo spinale. Oh, ma tranquillo – si affrettò ad aggiungere in risposta allo sguardo terrificato del ragazzo – Non ho intenzione di lasciarti vivere una vita da disabile... perché ho tutta l'intenzione di ammazzarti, qui ed ora – mormorò con freddezza.

Iniziando a tremare violentemente, Ryan scoppiò in lacrime – NO! NO! TI... VI... VI PREGO, SIGNOR KURAI! ABBIATE PIETA'! – implorò, abbandonando ogni dignità una volta compreso di non avere alcuna via d'uscita: ciò servì però solo a fargli guadagnare uno sguardo sprezzante da parte di Kurai – Avere pietà, dici? – gli occhi scuri si rifletterono in quelli di Ryan – Tu l'hai avuta per Plasma? – concluse, mentre un bagliore comparso per un istante nei suoi occhi fece comprendere allo Spettro di essere spacciato – Ci vediamo all'inferno, Ryan – furono le ultime parole che questi udì, prima di sprofondare in un freddo nulla eterno da cui non sarebbe mai più tornato indietro.

Kurai attese qualche istante, il tempo necessario affinché fosse sicuro del decesso del suo avversario, quindi smaterializzò la Re:Kirislayer e si avviò all'uscita senza degnare il cadavere di Ryan di un solo sguardo.

Accanto a lui prese a svolazzare silenziosamente Re Kiri, il quale era rimasto in disparte per tutta la durata del duello: fu solo quando Kurai ebbe preso a camminare attraverso il solco scavato prima dall'X-Burner che si azzardò a parlare – Messere...? come si sente? – domandò con aria preoccupata.

Kurai si fermò immediatamente – Come dovrei sentirmi? Dopotutto siamo in guerra – rispose senza nemmeno voltarsi per poi riprendere a camminare.

Con un sospiro, Re Kiri mormorò – La guerra non cambia mai, Messere... la prego di fare altrettanto – prima di accelerare per affiancarlo, lasciandosi a sua volta alle spalle il luogo dove Kurai aveva definitivamente compreso quanto pesante fosse il prezzo da pagare per proteggere le persone a lui care.

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 - Il tempo di un riflesso ***


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Kumo osservò con sguardo inorridito la mano di Blake avvolta dall'Emperor – Memory... Drive? – ripeté, serrando la presa sul manico dell'arma – E... ha il potere di materializzare i ricordi dell'avversario rivoltandoglieli contro...? – non appena ebbe concluso la frase, la sua espressione divenne di puro disgusto – E tu... lurido figlio di troia... HAI OSATO PROFANARE L'IMMAGINE DELLA MIA DEFUNTA MADRE PER CERCARE DI PORTARMI DALLA TUA PARTE?! – la sua furia esplose, mentre senza nemmeno che se ne rendesse contro la Necro Reflect si sgretolava in finissima polvere scintillante prendendo a vorticare attorno a lei – NON TI PERDONERÓ MAI! MI HAI SENTITA?! – urlò in preda alla furia più cieca, lanciandosi in direzione dell'uomo senza nemmeno rendersi conto di ciò che era successo alla falce: per sua fortuna, la voce di Moku la raggiunse in tempo – Hey, hey, datti una calmata, Mocchan! La Necro Reflect non è quel tipo di arma che va' sventolata a caso urlando bestemmie: è incredibilmente potente e versatile, ma richiede che tu mantenga la lucidità mentale! Ah, giusto: hey, tu, cosino fluttuante – disse quindi, volgendo la sua attenzione a Zephyr – Ti trasmetto le informazioni sull'utilizzo corretto dell'arma: vedi di passargliele – per poi lanciarsi contro i falsi Hibari e Kiara senza nemmeno attendere una risposta, cercando di rallentare la loro avanzata.

La Spirit, seppur indignata e furente per essere stata appena definita un "cosino fluttuante", ebbe la freddezza necessaria a stabilire quali erano le priorità – ... e va bene, ma sia chiaro che non ti piglio a schiaffi solo perché non ho le mani per farlo! Ci mancava pure questa... allora, Kumo, la Necro Reflect, in breve, funziona così: quella polvere che vedi attorno a te... è la sua vera forma! La sua particolarità sta nel poter assumere la forma delle armi che tu hai visto in azione con i tuoi occhi almeno una volta nella vita, "riflettendole" nella realtà. Figo, vero? Ti starai chiedendo dov'è la fregatura, immagino – disse la voce di Zephyr nella testa di Kumo, anticipandone la domanda – ed in effetti, pare che con "riflesso" s'intenda davvero un riflesso! Anzi, per essere più specifici... un colpo. Potrai sferrare solo un singolo colpo con l'arma che sceglierai di "riflettere", dopodiché essa tornerà ad assumere lo stato di polvere: inoltre, non potrai "riflettere" la stessa arma consecutivamente. In compenso, la falce che hai visto prima è un'eccezione, e quindi volendo puoi comunque combattere come hai sempre fatto, per cui da questo punto di vista hai semplicemente ottenuto maggior versatilità, il che non è affatto male. Purtroppo più di così non posso fare... suppongo che il resto dovrai scoprirlo sul campo – concluse con un sospiro, rintanandosi dentro l'Hell Gear ormai svuotato del demone per non consumare energie.

Kumo osservò in silenzio per qualche istante la Necro Reflect turbinare attorno a lei scintillando di miriadi di colori, vagamente incerta sul da farsi: tuttavia, le bastò incrociare lo sguardo con Blake per ritrovare la voglia di combattere – ... sto arrivando, Blake: ti farò pentire amaramente dello scherzetto di poco fa! – lanciandosi verso di lui mentre con la mente cercava di interpretare quanto spiegato da Zephyr – Se ho capito bene questi "riflessi" sono basati sui miei ricordi, uh...? Bene... allora andiamo sul semplice: dopotutto, ho avuto quest'arma sotto gli occhi per gran parte della mia vita... – mormorò con fermezza allungando il braccio destro: immediatamente, seguendo i suoi pensieri, la Necro Reflect prese ad addensarsi nelle sue mani fino ad assumere una scintillante e cristallina coppia di tonfa dal design inconfondibile, con il quale si lanciò verso il suo avversario accelerando sempre di più.

Blake, rimasto ad osservare la scena piuttosto confuso, si preparò al contrattacco – Non ho la minima idea di cosa sia successo: questo non mi sembra corrispondere alla descrizione di Thanatos ed Hypno, il suo Limit Breaker... ma ciò non significa certo che ora io sia in una posizione di svantaggio – ammassando i numeri 0 ed 1 nella mano destra fino a concentrarli nella forma di una piccola sfera che lanciò con forza nella sua direzione, sfera che a mezz'aria assunse via via la forma di un essere umano, e la cui vista le causò una dolorosa stretta allo stomaco – No... non anche lui! – mormorò alla vista del falso Kurai – ... ma è anche vero che NON È davvero lui, quindi... – e senza esitare sferrò un potentissimo attacco col tonfa, salvo poi deviare il colpo per istinto in modo da frapporre gli avambracci protetti alla lama dell'Omnislayer del falso Kurai, che venne respinta con facilità sbilanciandolo e consentendo a Kumo di rotolare a distanza di sicurezza mentre la Necro Reflect tornava alla sua forma originale.

Decisamente sorpresa dalla forza dell'avversario, Kumo volse lo sguardo a Blake, il quale come se le avesse letto nel pensiero si affrettò a dire – Oh, le mie scuse, signorina, mi ero scordato di dirle un dettaglio: ciò che genera il mio Memory Drive sono totalmente differenti dalle banali illusioni, in quanto influenzate dai suoi ricordi. In altre parole... tanto più lei reputa forte l'individuo "generato"... – e, mentre parlava, Moku venne spazzata via da un attacco combinato di Hibari e Kiara – ... tanto più saranno forti le copie! – e a frase conclusa il falso Kurai si lanciò nuovamente alla carica contro di lei eseguendo lo Scontro di Rondine dello Shigure Soen Ryu, mentre la mente di Kumo lavorava a pieno regime per pensare al modo migliore di fermarlo, impresa resa ancor più difficoltosa dalla paura dell'impatto imminente.

Prima che potesse reagire in qualche modo, tuttavia, la parete destra dalla sala esplose improvvisamente con un boato assordante, sparando ovunque schegge incandescenti mentre una colossale fiammata color indaco ed avvolta da saette bianche irrompeva nella stanza travolgendo in pieno il falso Kurai, disintegrandolo sul colpo e mancando di un paio di metri scarsi Kumo, la quale si vide passare l'enorme vampata davanti agli occhi senza nemmeno avere il tempo di realizzare la cosa.

Poi, così com'era comparsa, la fiammata svanì, lasciando al suo posto solo un netto solco nel terreno, due enormi varchi nei muri della stanza che aveva attraversato ed un silenzio di tomba, che venne rotto da Moku dopo qualche istante – Ma... che cazzo è stato? – poi, resasi conto delle ferite riportate dal falso Hibari colpito di striscio, si affrettò a tranciarlo in due di netto con la Satan Sorrow d'ombra facendolo dissolvere in una nube di numeri per poi correre in direzione di Kumo, pronta a combattere con lei fianco a fianco

Blake aveva perso la sua compostezza: al suo posto era comparso uno sguardo indescrivibile, quasi rassegnato – ... non è successo davvero. Mi rifiuto di crederlo – passandosi una mano dietro la testa sospirando profondamente, per poi tornare nella parte – Le mie scuse, signorina, ma non si preoccupi: questo imprevisto le ha guastato i giocattoli, è vero, ma... – e ancora una volta l'Emperor si attivò, questa volta generando Yuniko e Mirai – ... ne ho quanti ne vuole – concluse, sorridendo crudelmente mentre schioccava le dita, al cui suono le due copie partirono all'attacco seguite da Kiara, che si scagliò invece contro Moku.

Kumo vide Mirai scagliarle contro le Catene di Prometeo e Yuniko entrare nello stato di Kaminari Hime: percependo nell'immediato che non avrebbe saputo difendersi, decise di contrattaccare all'istante – Bene... vediamo se la mia idea funziona! – accumulando il pulviscolo della Necro Reflect attorno alle mani e ricreando in questo modo i pugni di Kuro – E ora... CREPA! – urlò colpendo violentemente la catena con le nocche, infrangendola in pezzi come se fosse fatta di plastica mentre anche i pugni tornavano ad essere polvere, quindi senza perdere tempo si voltò contro Yuniko "riflettendo" le pistole un tempo usate da Yuniko ed usandole proprio contro di lei, colpendole di striscio l'occhio destro ed in pieno la spalla per poi scansarsi di lato evitando l'affondo avvolto di elettricità sferrato dalla copia ed usando il "riflesso" dei pugnali usati dalla falsa Kiara per squarciarle la giugulare, causandone la sparizione immediata e preparandosi a contrastare la falsa Mirai.

Moku, dall'altra parte della sala, stava invece faticando a contenere i velocissimi assalti di Kiara, riuscendo a malapena a difendersi senza poter contrattaccare – Ma è assurdo...! Kicchan non è mai stata così forte! Hey, Mocchan... mi spieghi che razza di ricordo avevi di lei?! – chiese poco prima di imprecare all'ennesimo colpo sferrato dalla copia, mentre Kumo ricreando la frusta di Alexia colpiva la mano di Mirai, disarmandola – Non ho ricordi nitidi di mia madre... mi viene d'istinto pensarla come un mostro di potenza, dato che è stata l'unica nella storia a riuscire a tenere a bada una bestia inarrestabile come mio padre...! – si giustificò lei, lanciandosi contro Mirai ed usando il "riflesso" della Lancia dei Sei Sentieri di Chrome per trafiggerle la gola, iniziando ad avvertire un crescente disagio man mano che uccideva i suoi amici sebbene fosse ben conscia del fatto che fossero solo copie non dissimili da delle illusioni.

Si affrettò quindi ad andare in soccorso di Moku, ma la voce calma di Blake la raggiunse – Signorina, i miei complimenti! – disse sinceramente con eleganza, battendo le mani – La sua forza è ammirevole, al punto che oserei definirla in grado di causare più di semplici fastidi a gran parte del personale di questo castello: proprio per questo, ho deciso... di passare subito alla portata principale – mormorò cupo, sfoderando un ghigno terribile – Memory Drive... overdrive! – e nello stesso istante una miriade di numeri 0 ed 1 prese ad espandersi per tutta la sala, arrivando quasi a riempirla completamente salvo poi ammassarsi in una figura umana sempre più piccola e compatta, che Kumo inizialmente interpretò come l'ennesima forma di Kurai... ma, come capì ben presto, si sbagliava alla grande.

– No... non è possibile... – pigolò atterrita indietreggiando alla vista di Hell Kurai lanciare un urlo furioso al cielo, un grido terribile che mai lei avrebbe scordato – IM... PER... DONABILEEEE!! – prima di scagliarsi contro di lei con tale violenza che lo stesso pavimento sotto i suoi piedi prese ad incrinarsi al suo passaggio: fortunatamente, Kumo riuscì a ritrovare la lucidità appena in tempo – NOOOO! – urlò terrorizzata, creando il "riflesso" dello Scudo di Efesto di Yukiko appena in tempo e riuscendo così a fermare la terribile carica di Hell Kurai, il quale tuttavia generò nella mano formata dai filamenti fantasma dietro la sua schiena un'enorme spadone luminoso (che Kumo riconobbe come "Ares", il Limit Breaker alternativo dell'Omnislayer) per poi sferrare un devastante fendente che avrebbe sicuramente ridotto Kumo a brandelli, se solo non fosse stato per la sua prontezza di riflessi che le permise immediatamente di materializzare la forma falce della Necro Reflect, con il quale riuscì ad impedire che la lama la investisse in pieno venendo però spazzata via da una parte all'altra della sala.

Moku assistette alla scena con la coda dell'occhio, avvertendo un moto d'ira crescente riempire i suoi pensieri – MOCCHAN! Tu... vecchio bastardo! – ringhiò mordendosi il labbro fino a farlo sanguinare – Mi avete già portato via Kicchan... non vi permetterò di separarmi anche da lei! – urlò afferrando con violenza il collo della falsa Kiara e sollevandola in preda alla furia più totale – MI HAI SENTITO? PARLO ANCHE CON TE, BUFFONE! – rivolgendosi quindi al falso Hell Kurai, con l'intento di attirarne l'attenzione: poiché l'essere sembrò ignorare le parole, Moku optò per metodi più drastici – Ah, mi ignori pure eh...? Bene. IGNORA QUESTO ALLORA! – sbraitò scagliando con tutta la forza di cui disponeva il corpo della falsa Kiara nella sua direzione, travolgendolo proprio mentre si apprestava a caricare Kumo ed attirando finalmente l'attenzione su di sé – Bene... e ora vedi di farmi divertire! – mormorò, serrando la presa sulla Satan Sorrow d'ombra per poi lanciarsi contro la copia, che a sua volta dopo aver falciato il corpo della falsa Kiara si scagliò con brutalità nella sua direzione.

Kumo, superato lo stordimento dovuto all'impatto e recuperata pienamente la vista, si rialzò barcollando – Aspetta... io non... – cercò di gridare, ma le mancava il fiato: tuttavia, non si arrese, ed asciugandosi il sangue che le colava da una ferita alla tempia proseguì passo dopo passo verso il luogo dove si stavano scontrando.

*

Kurai stava camminando da un paio di minuti, cercando di svuotare la mente da ogni pensiero nonostante le parole di Re Kiri echeggiassero incessanti nella sua mente: "La guerra non cambia mai, Messere... la prego di fare altrettanto".

D'un tratto, si fermò di colpo, serrando con forza i pugni – Hey... Re Kiri... riguardo quanto hai detto prima... mi dispiace. Io... non posso – mormorò con voce spenta, destando l'interesse dello Spirit – Uh? Cosa intende, Messere? – domandò comparendo di fianco alla sua testa e galleggiando a mezz'aria.

Con un sospiro, Kurai alzò lo sguardo in modo da guardarlo dritto negli occhi – Io non posso permettermi di non cambiare. L'ho capito... prima. Sono un Boss di una Famiglia già da un po', ma ho come la sensazione di non aver mai preso sul serio la mia posizione... almeno fin'ora. Ero così contento all'idea di poter vivere e lavorare assieme alle persone a me più care che ho trascurato le mie responsabilità, dimenticandomi del fatto che sono responsabile della loro sicurezza e, sopratutto, delle loro vite. Se restassi ciò che sono sempre stato... – si fermò per un attimo, rabbrividendo all'immagine mentale dei corpi senza vita dei suoi compagni – Ecco perché ho deciso che non solo non posso permettermi di non cambiare, ma devo farlo. La paura di "sporcarmi le mani" un giorno potrebbe costare la vita a coloro a cui voglio bene, e io devo fare in modo che non succeda mai. Re Kiri... mi spiace deluderti, ma d'ora in poi smetterò di trattenermi: io non sono come il Decimo, non sono così forte da potermi permettere di lasciare in vita i miei avversari e proteggere allo stesso tempo la mia famiglia. Perciò, d'ora in avanti non esiterò ad uccidere se qualcuno minaccerà le loro vite – disse tutto d'un fiato con tono solenne, per poi voltarsi e riprendere a camminare.

Re Kiri, con un sospiro, stette in silenzio a guardarlo allontanarsi per poi affrettarsi a svolazzargli dietro, con un sorriso orgoglioso appena accennato sulla testa così simile ad un teschio: prima che potesse dire qualcosa, però, un urlo femminile tremendamente familiare echeggiò per lo stretto cunicolo scavato dall'X-Burner Zero, destando la loro attenzione – M-messere! Colei che odo è forse...? – esclamò sorpreso, incrociando per un attimo lo sguardo con Kurai ed annuendo in sincronia con lui intuendo al volo ciò che voleva dirgli: fu così che, senza aggiungere un'altra parola, si diressero di corsa verso la fonte della voce.

*

Kumo e Moku si reggevano in piedi aiutandosi l'un l'altra, entrambe coperte da ferite di varia intensità: in qualche modo erano riusciti a recidere il braccio sinistro del falso Hell Kurai, ma l'impresa si era rivelata più ardua del previsto e, nonostante tutto, il clone creato dall'Emperor era comunque più che in grado di combattere anche solo con un braccio solo.

Blake, che era rimasto immobile ad osservare estasiato lo scontro in silenzio, tornò a farsi sentire – Bene, signorina, per quanto gradisca la sua compagnia credo che per lei sia ora di andare a riposarsi – mormorò caricando ancora una volta l'Emperor e diffondendo nell'area miriadi di 0 ed 1 che andarono poi ad addensarsi ricreando decine di copie di Hibari e Kiara – Hey... ma che, scherziamo?! – imprecò Moku, sgranando gli occhi incredula voltandosi poi a guardare Kumo: nonostante tutto, i suoi occhi erano completamente intrisi di determinazione – Beh, non sarebbe divertente se fosse facile... no? – commentò affannosamente, sforzandosi di sorridere mentre tramutava la Necro Reflect nella forma di falce preparandosi a combattere: Blake, deciso ad infliggere loro una disfatta totale, assestò anche un ultimo, terribile danno psicologico – Ah, prima che se ne vada, lasci che le riveli una cosa: ricorda l'incidente in cui morì Lady Kiara? – domandò a Kumo, che colta in contropiede rispose senza nemmeno rendersene conto – Non dire stronzate, non fu un incidente! Mamma e papà vennero assaltati da un gruppo di mercenari probabilmente assoldati da una famiglia nemica la cui identità è tutt'ora sconosciuta, e lui... – la sua voce si spezzò, ma continuò – Papà... non riuscì a proteggere la mamma... e preso dall'ira, sterminò tutti i 300 sicari, senza pensare di catturarne uno vivo per interrogarlo e scoprire il mandante... ma che cazzo c'entra ora!? – rispose poi, ricordandosi del fatto che al problema del falso Hell Kurai si era aggiungo un vero e proprio piccolo esercito di cloni dei suoi genitori.

Al suono di quelle parole, il sorriso estasiato di Blake si tramutò in un ghigno: era evidente che era la risposta che voleva sentire – Beh, come mio dono d'addio ho pensato che le sarebbe potuto interessare sapere che quella non fu una vendetta, bensì un'esecuzione – facendo una breve pausa per assicurarsi di avere l'attenzione di Kumo prima di proseguire – Lady Kiara tradì la fiducia di Lord Augustus, innamorandosi dell'uomo che le aveva ordinato di uccidere: per quanto sia magnanimo, nemmeno lui poté tollerare di essere stato tradito dal sangue del suo sangue: fu per questa ragione che, ignorando i suoi sentimenti di padre, mi ordinò di toglierla di mezzo. E io, a malincuore, eseguii gli ordini: dopotutto, un semplice sassolino è in grado di scatenare una valanga se non viene fermato in tempo – concluse con teatralità, sorridendo raggiante.

Kumo udendo tali parole crollò a terra sulle ginocchia, in stato di shock – No... non è... non è vero... – mormorò con voce spezzata e sguardo spento – Lui... ha... no... non... – continuò, e a nulla servirono le parole di Moku – MOCCHAN! COSA STAI FACENDO?! Se davvero è stato lui... devi rialzarti, a maggior ragione! Non vuoi... non vuoi vendicare Kicchan?! – esclamò disperata, cercando senza successo di trattenere le lacrime.

Blake osservò la scena per qualche istante senza aggiungere nulla, quindi decise che era arrivato il momento – Bene, la mia buona azione quotidiana l'ho compiuta, per cui non mi resta altro da fare che augurarle un sereno sonno eterno. Rest in peace, milady! – concluse con dolcezza, schioccando le dita e scatenando l'assalto dei fantocci.

Constatando l'inutilità delle sue parole, Moku decise quindi di afferrare la Necro Reflect di Kumo e di usarla per combattere fino alla fine – Non pensare di aver vinto, lurido topo di fogna! Ti trascinerò all'inferno con me, e mi assicurerò di rendere la tua esistenza il più terrificante possibile per tutta l'eternità! – iniziando stoicamente a difendersi contro l'orda di nemici, ingaggiando una battaglia già persa in partenza...

Eppure, proprio quando il massacro sembrava volgere al suo più terribile esito, una voce furiosa ed amica echeggiò per tutta l'area circostante – KIRISAME! – seguita da una vera e propria pioggia di Re:Kirislayer illusorie che bersagliarono l'orda, arrivando a dimezzarla e costringendo Blake ad impartire l'ordine della ritirata facendo quindi calare un silenzio di tomba rotto solo dal suono dei passi che proveniva dalla voragine nel muro causata dalla vampata di qualche tempo prima, e da cui uscì subito dopo la figura di Kurai che proseguì ancora per un paio di metri prima di fermarsi e voltarsi in direzione di Kumo, talmente sconvolta da non essersi nemmeno accorta del suo arrivo.

Il suo sguardo si spostò quindi sul falso Hell Kurai, alla cui vista inorridì – Ma cosa... – per poi guardarsi intorno scoprendo con orrore di essere circondato da decine di copie di Hibari ed una donna che non aveva mai visto.

In preda alla confusione più totale, si voltò quindi a guardare Moku – Cosa... cosa significa tutto questo? – domandò con voce incerta – Che è successo...? No... che sta succedendo? – chiese ancora una volta.

La Doppelgänger piantò il manico della falce nel terreno per sorreggersi meglio, quindi indicò Blake – Lui... quel mostro... ha ucciso Kicchan! E poi ha... – ma venne interrotta da un cenno di Kurai – Quindi... è colpa sua, eh? Capisco... è tutto ciò che mi serve sapere – mormorò improvvisamente cupo, assumendo una posizione di guardia – Re Kiri... fallo – ordinò con fermezza, ottenendo l'immediata risposta dello Spirit – Assolutamente, Messere... nemmeno io tollero che un tale dispensatore d'abomini e disgrazie respiri l'aere nostra medesima – attivando il Soul Drive, il cui unico effetto fu apparentemente quello di trasformare la divisa di Kurai: la giacca della divisa si aprì lasciandolo a petto nudo, e attorno alle sue mani e braccia venne creata una mezza armatura medievale in acciaio e due cinture incrociate alla vita attorno a cui erano attaccati tre grossi foderi, due identici color indaco con katane gemelle annesse dall'impugnatura color rosso acceso e sfumate di giallo e d'arancio, ed un terzo totalmente differente in cui era riposta una Re:Kirislayer dalla lama splendente di diverse tonalità di blu e viola.

Prendendo un respiro profondo, Kurai lanciò a Blake l'inconfondibile sguardo di un assassino in procinto di eliminare il suo obbiettivo – Hakiri Ai Fukuryu... – iniziò ad esclamare ad alta voce senza distogliere lo sguardo, preparandosi ad attaccare: avvertendo il pericolo, Blake puntò l'indice nella sua direzione ed urlò – Cambio di programma! Prima ammazzate il figlio di Mukuro Rokudo! – causando un assalto totale di tutte le copie (Hell Kurai compreso) contro il ragazzo, che venne ripetutamente colpito e trafitto prima che potesse anche solo provare a schivare: finalmente Kumo sembrò tornare in sé, sgranando gli occhi ed assistendo alla scena come al rallentatore – No... no... NO! KURAI! NOOOOO!!! – urlò con quanto fiato aveva in corpo alzandosi di scatto e strappando con brutalità la Necro Reflect dalle mani di Moku, la quale aveva esitato ad intervenire per via della rapidità con cui era successa la tragedia, e lanciandosi in mezzo alla mischia furiosa come non mai, accecata da un odio esponenzialmente amplificato dalle risate giulive di Blake – Ahahah! Spero abbia gradito il servizio, signorino! E non si preoccupi: offre la cas- – tentò di dire, ma verso la conclusione della frase il ferroso sapore del sangue si fece strada nella sua bocca, finché non si ritrovò a tossire sputandone fuori una gran quantità – Co... cosa...? – biascicò a fatica, avvertendo un bruciore dilagante all'altezza dello stomaco ed abbassando lo sguardo, ritrovandosi parte della lama della Re:Kirislayer imbrattata di sangue mentre tutte le copie generate da Memory Drive si dissolvevano in un mare di numeri 0 ed 1 – ... Utsushi Kiri – mormorò gelido, avvicinando poi le labbra alle orecchie dell'uomo – Oh, non disturbarti: preferisco pagare il conto fino all'ultimo centesimo – affondando ulteriormente la lama in maniera lenta ed inesorabile provocando dolori strazianti a Blake, che non era più in grado di parlare a causa dell'enorme quantità di sangue che andava ad inondargli i polmoni risalendo dallo stomaco – Questa è una piccola mancia, per premiare la fedeltà delle copie rispetto agli originali. Poi, vediamo... – fingendo di pensare, allungò la mano libera verso una delle due katane e la estrasse, usandola per perforare il fianco dell'uomo che, per sua sfortuna, rimase cosciente nonostante l'agonia – Questo invece è il pagamento per il bello spettacolino che hai messo in piedi per intrattenere Kumo. E per finire... – sotto gli occhi increduli dei presenti, sfoderò l'ultima arma rimasta caricando un fendente dietro la testa – QUESTO È PER AVER OSATO TOCCARE LA MIA DONNA! – sferrando un ultimo, violento colpo che attraversò il corpo di Blake con la stessa facilità di un foglio di carta: dopodiché, Kurai disattivò il Soul Drive e dissolse le tre katane per poi voltarsi ed avviarsi in direzione di Kumo mentre alle sue spalle si udiva il tonfo delle due metà ricadere al suolo.

Rimase in silenzio finché non fu davanti a lei, quindi abbassò lo sguardo – ... mi dispiace... – disse semplicemente, riassumendo tutte le mille cose che aveva da dirle in una singola frase: Kumo rimase in silenzio ad osservarlo, mentre ogni secondo trascorso le veniva in mente una nuova domanda da porgli.

"Perché l'hai ucciso? E perché in maniera così brutale?"

"Che ti è successo? Dove sei stato?"

"Perché hai i capelli più scuri?"

"Che razza di tecnica era?"

Ma poi le emozioni ebbero il sopravvento, e si limitò ad abbracciarlo con forza mentre gli occhi iniziavano a lacrimare – Stupido...! Ho temuto che... – le sue mani si strinsero sui suoi vestiti con forza, come se non volesse più lasciarlo andare – Non farmi mai più spaventare così, razza di deficiente! – mormorò con voce rotta dai singhiozzi.

Kurai rimase in silenzio lasciandola sfogare, stringendola forte a sé a sua volta senza aggiungere altro, finché improvvisamente il peso di tutto ciò che aveva passato fin'ora tornò a farsi sentire, facendo sì che si abbandonasse a sua volta in un pianto liberatorio mentre Moku, con un sorriso amaro, si dissolveva tornando a dimorare dentro ciò che era rimasto dell'Hell Gear ormai svuotato.

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 - Strategia ***


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Tsuna volava ad alta velocità, sfruttando la propulsione della fiamma emessa dalle mani per muoversi agilmente tra i larghi corridoi e le varie stanze del castello alla ricerca dell'obbiettivo indicatogli.

Dopo aver ascoltato la spiegazione di Vittorie riguardante al punto debole degli Emperor, infatti, aveva elaborato un ingegnoso piano che, se seguito fedelmente e senza intoppi, avrebbe risparmiato gran parte degli scontri diretti trasformando sangue freddo ed astuzia in armi essenziali per eliminare gli "Eletti", limitando di conseguenza i danni e consentendo di risparmiare le energie.

Certamente, l'aver avuto a disposizione il genio di Byakuran in aiuto di Vittorie aveva nettamente influito nel riuscire a realizzare a tempo di record un dispositivo in grado di neutralizzare con un'onda di Fiamma Volts il segnale degli Emperor per qualche istante: l'unica pecca era che tale apparecchio poteva funzionare una singola volta, e solo per pochi istanti... una tempistica che non lasciava spazio a nessun margine di errore.

Sospirando profondamente, Tsuna mormorò fra sé e sé – Non sarà una passeggiata... ma ce lo faremo bastare – sfoderando poi uno sguardo carico di determinazione prima di accelerare sfondando con prepotenza la porta tagliafuoco che si trovò davanti al termine del corridoio, atterrando con maestria dentro una grossa stanza: guardandosi attorno, notò come essa fosse ricoperta di intricatissimi cavi e macchinari dal dubbio scopo collegati ad altrettanti computer a formare un gigantesco server – Bene... questa dev'essere la Sala Server di cui mi ha parlato Yuniko... – avvicinandosi con cautela all'enorme computer centrale.

Non appena fu di fronte al gigantesco apparecchio, con un rapidissimo gesto estrasse una chiavetta USB dalla tasca per poi avvicinarla all'apposita porta, infilandola senza alcuna esitazione.

L'effetto fu immediato: prima ancora che il software potesse rilevare il virus e avviare le dovute contromisure, esso prese a corrompere qualsiasi stringa di codice capitasse fra le sue grinfie, alterandone la struttura e salvando i rispettivi dati sulla chiavetta infetta, così che nel giro di una decina di minuti il Server fu irrimediabilmente compromesso (così come il programma alla base degli Emperor) e Tsuna poté afferrare la chiavetta contenente i dati ottenuti per poterli portare a Yuniko, ormai completamente sveglia e già febbrilmente al lavoro con Vittorie e Byakuran alla creazione di un virus in grado di distruggere definitivamente gli Emperor colpiti.

Tuttavia, non appena ebbe rimosso la chiavetta in questione riponendola nella tasca il suo istinto lo avvertì di un dettaglio preoccupante: non era solo.

– Bene bene, Sawada-kun, ora ti diverti a giocare alla spia? Da quand'è che i Boss mafiosi si assumono simili rischi personalmente? – mormorò ironicamente Nova, emergendo dall'ombra con un sorriso indecifrabile – Ho visto cos'hai appena fatto, sai? Hai mandato a puttane trent'anni di ricerche ininterrotte, e non contento hai anche estrapolato qualche dato di estrema importanza, altrimenti non ti saresti preoccupato di recuperare la chiavetta: se dovessi scommettere, direi che là dentro ci sono tutti i dati originali che sono stati corrotti. Quindi... consegnamela immediatamente – intimò, cambiando tono sul finale della frase.

Tsuna rimase fermo dov'era per qualche istante, limitandosi a guardarlo negli occhi: quindi, sorrise con calma – Aaaah, dannazione, è per questo che non volevo occuparmene io, sono una frana in questo genere di operazioni – disse in tono canzonatorio, alzando le spalle – Tuttavia, Nova... non sei proprio nella posizione di minacciarmi, sai? – replicò, improvvisamente serio mentre entrava in Hyper Mode puntando il palmo della mano destra contro l'enorme computer – Hai ragione: questa chiavetta contiene tutti i dati originali del software corrotto... ma, vedi, questo significa anche che il server originale non ci serve più. Avevo intenzione di lasciarlo al suo posto in modo che ve ne accorgeste il più tardi possibile, ma dato che sono già stato scoperto... non ho alcun motivo per risparmiarlo – concluse freddamente, senza distogliere lo sguardo.

L'espressione di Nova mutò da sfottente a frustrata, mentre si mordeva il labbro riflettendo sulle parole del Decimo dei Vongola: ben presto si rese conto che le cose stavano esattamente come aveva detto – ... ok, sentiamo la tua proposta – mormorò a denti stretti, odiandosi per non averlo ucciso finché era distratto.

Sospirando impercettibilmente di sollievo, Tsuna rispose – Ora tu mi lascerai andare senza alzare un dito, né cercare di privarmi della chiavetta: in cambio, io lascerò il server intatto. Dopotutto, avete al soldi i migliori scienziati del globo, no? Esiste la possibilità che possano recuperare i dati, o che addirittura dispongano di un backup, mentre se io distruggessi il Server, beh... devo aggiungere altro? – attendendo poi una qualche risposta da parte di Nova, che non tardò ad arrivare – ... d'accordo. Ma ti avverto, Sawada... questa me la pagherai, la prossima volta – ringhiò l'uomo, facendosi da parte e lasciando via libera a Tsuna.

Con un sorriso vittorioso stampato sulle labbra, Tsuna mormorò in risposta – Sempre se ci sarà, una prossima volta – prima di partire a propulsione allontanandosi il più in fretta possibile dalla sala, lasciandosi alle spalle un Nova furente che sfondò il muro alla sua destra con un pugno per sfogare l'irritazione di essersi fatto fregare in quel modo.

Intanto, Tsuna volò più veloce che poté cercando di raggiungere gli altri il prima possibile, ben conscio che tra i dati presenti su quella USB si celava la chiave da cui sarebbe dipeso l'esito della guerra.

*

Mirai era rimasta stranamente silenziosa.

Nonostante ora avesse la compagnia di Andrea, e ciò la confortasse, dentro di sé avvertiva una crescente sensazione di disagio, come se nel suo stomaco avesse preso vita un mostro violento: evidentemente la sua espressione doveva rispecchiare le sue emozioni, poiché improvvisamente Andrea dopo qualche minuto si fermò, voltandosi a guardarla dritta negli occhi – Qualcosa non va', Mirai-sama? – domandò con aria visibilmente preoccupata.

Sussultando per la sorpresa, Mirai si affrettò a tranquillizzarlo – N-no, non è questo! Io stavo semplicemente... pensando – rispose immediatamente distogliendo lo sguardo, ma ottenne solo di destare la curiosità del Varia della Nuvola – Ah si? E a cosa? – replicò senza esitare, sinceramente interessato.

Messa alle spalle al muro, Mirai sospirò profondamente di sollievo: sebbene si rifiutasse di ammetterlo, non riusciva più a tenersi tutto dentro – Pensavo a quanto accaduto poco fa... e a com'è precipitata la situazione nel giro di pochissimo tempo. Insomma, guardaci – rispose, prendendo fiato prima di continuare con tono concitato – Fino a ieri eravamo una semplice "pattuglia" composta da ragazzini che si occupava di mettere in riga le famiglie minori presenti sul territorio, mentre ora... siamo in un castello volante, a combattere contro nemici al limite del fantascientifico e come se non bastasse da questa guerra dipenderanno le sorti dell'intera umanità. Com'è potuto succedere...? – aveva iniziato a tremare senza nemmeno rendersene conto – Come... come abbiamo fatto a finire in una situazione dove se non uccidi vieni ucciso?! Come posso sopportare l'idea che alla fine di questa giornata potrei perdere qualcuno dei miei amici? E sopratutto... – ormai le lacrime rigavano copiosamente le sue guance – ... perché diavolo una responsabilità simile deve ricadere proprio sulle nostre mani?! Non siamo nemmeno definibili "adulti"! Io non voglio uccidere nessuno, è qualcosa che ho sempre cercato di evitare, e mi sono allenata fino a sputare sangue proprio per acquisire una forza tale da permettermi di vincere e proteggere gli altri senza sporcarmi le mani di sangue! Cosa ne è stato dei miei propositi e dei miei ideali? Sono costretta a tradirli, quando io vorrei soltanto che le cose tornassero come prima... eppure, sono perfettamente consapevole che ciò non accadrà mai, e questo mi distrugge – concluse portandosi le mani a coprirsi gli occhi, come se sperasse così di arrestare l'incessante fuoriuscita di lacrime.

Poi, di colpo, si sentì stringere da due possenti ma gentili braccia, che l'avvicinarono ad un petto temprato ma al contempo confortevole, mentre la mano destra le passava nei capelli come in una dolce carezza – Non dovrà tradirli, ve lo prometto. Non dovrà uccidere nessuno, e non dovrà venire meno alla promessa che ha fatto a sé stessa, perché ci sono io con lei. Permettetemi di essere i guanti che si macchieranno del sangue al posto delle vostre mani: dopotutto... – Mirai alzò leggermente la testa, incrociando il suo sguardo sfocato con quello di Andrea – ... io sono un assassino dei Varia – concluse con dolcezza, continuando a consolarla finché i suoi singhiozzi non furono cessati per poi riprendere la marcia.

*

Il trio Lambo-Yamamoto-Gokudera spalancò con la grazia di un elefante il gigantesco portone d'accesso, ritrovandosi davanti ad uno spettacolo sconcertante: l'enorme stanzone si presentava infatti semidistrutto.

Metà del piano superiore era crollato, dimezzando di fatto la capienza della stanza stessa, mentre qua e là vi erano crepe e bruciature.

Gokudera non ebbe dubbi fin da quando vi mise piede: era stata un'esplosione di proporzioni gigantesche a ridurla così – Qui c'è stato uno scontro, e anche bello intenso... – commentò con serietà, passando la mano sulla bruciatura di uno dei lastroni crollati per confermare i suoi sospetti – Ed è opera di un possessore di fiamma Tempesta particolarmente potente: qui il bordo non è bruciato, ma disintegrato – girandosi poi verso i due compagni.

Yamamoto si passò una mano dietro la testa, sfoderando un'espressione preoccupata – Cavolo... l'unica persona dotata di fiamma Tempesta nella famiglia di Kurai-kun è Yukiko Amane, vero? Dici che è coinvolta lei? – domandò guardandosi intorno, ma fu Lambo a rispondere alla sua domanda – Hey, venite qua, ho trovato qualcosa! – echeggiò la voce profonda del guardiano del Fulmine, attirando l'attenzione dei compagni che lo raggiunsero immediatamente ritrovandosi davanti a due corpi umani – Lui è... Kyle, giusto? Ah... – esclamò Lambo notando il braccio mancante – Yare yare... se l'è vista davvero brutta, ma almeno respira ancora... – improvvisamente tacque, osservando Yamamoto sbiancare come se avesse visto un fantasma – Ah... hey, ma che...! – fece per domandare, ma l'uomo immediatamente si abbassò poggiando l'orecchio sul petto del corpo esanime di Ame, avvertendo solamente un flebile battito – Dannazione... non va bene, quasi non si sente! Lambo, portala immediatamente dal Senpai, è una questione della massima urgenza! E porta anche lui con te – si affrettò ad aggiungere indicando Kyle – Anche se ha fermato l'emorragia con quel laccio, sicuramente ha perso un sacco di sangue e necessita una trasfusione – ordinò con fermezza, gestendo perfettamente l'agitazione in modo che non prendesse il sopravvento.

Lambo non esitò un solo istante: annuendo con decisione, raccolse i corpi privi di sensi della bambina e dell'uomo caricandoseli in spalla con facilità, grazie alla sua corporatura robusta – Allora lascio tutto nelle vostre mani, Yamamoto, Scemodera – precipitandosi a varcare la stessa soglia da cui erano entrati poco prima, ignorando gli insulti irripetibili che gli urlò dietro Gokudera per via del soprannome affibbiatogli.

Con una smorfia irritata, il guardiano della Tempesta spostò lo sguardo in un punto imprecisato del muro, notando un terzo corpo accasciato in quel punto – Hey ma questo è... – mormorò avvicinandosi per identificarlo, impresa che si rivelò ardua in quanto il volto era stato sfigurato apparentemente da un violentissimo impatto contro il muro: per sua fortuna, la divisa era intatta, così che poté risalire al fatto che era un membro degli Zero Zwei – A quanto pare sono riusciti ad ammazzare questo bastardo! – ghignò tronfio Gokudera, continuando ad esaminare il cadavere per cercare di identificarlo – Meglio così, una preoccupazione in meno per il Decimo – commentò tastando il polso per assicurarsi che non ci fosse alcun battito.

Nel frattempo, Yamamoto si era avvicinato agli enormi detriti a metà della stanza, evocando Kojiro per un sopralluogo: i suoi sospetti vennero confermati quando la piccola rondine prese a svolazzare in cerchio davanti ad un preciso punto, segno che percepiva segni vitali dall'altro lato – Proprio come sospettavo... – commentò con calma, indietreggiando e sfoderando la Shigure Kintoki prima di iniziare a correre verso il punto segnalato, avvolgendosi durante la carica da intense fiamme Pioggia – Scontro di Rondine! – urlò in Italiano prima di impattare con violenza inaudita contro la montagna di lastroni, aprendo un varco attraverso essi da cui si riusciva ad intravedere la stanza successiva.

Gokudera, allarmato dal frastuono, si affrettò a raggiungere il varco tra i detriti una volta che il polverone si fu diradato, senza però vedere il compagno – E ora dove si sarà cacciato quell'idiota maniaco del Baseball? Se lo perdo di vista il Decimo... – ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase che la voce di Yamamoto lo raggiunse dall'enorme buco nel muro che affacciava nella stanza successiva.

Affrettandosi, Gokudera lo raggiunse in tutta fretta, infuriato per la mancanza di cautela dimostrata dall'uomo – Idiota, che cazzo fai?! Hai intenzione di farci scoprire? Che cavolo hai da urlare in quel mod... – ma la sua sfuriata s'interruppe di colpo nel momento in cui voltò lo sguardo nella direzione indicata dal dito di Yamamoto – ... porca.. che diavolo è quell'affare?! – mormorò piano, avvertendo un disagio crescente man mano che osservava quella sorta di gigantesco bozzolo sospeso al centro della stanza.

*

Tsuna atterrò con eleganza sul tetto, correndo immediatamente verso l'aereo con cui erano arrivati: non fu affatto sorpreso nel vedere una Yuniko appena svegliatasi già ad armeggiare con il portatile, assistita da Vittorie e Byakuran – ... e ci siamo, con questa la struttura base del software è completa, ora dobbiamo solo... – borbottò fra sé e sé, interrompendosi non appena udì la voce del Decimo – Eccomi di ritorno – mormorò col fiatone, evidentemente stanco per aver volato il più velocemente possibile.

Yuniko sussultò, avvertendo un capogiro che la costrinse a sorreggersi la testa con la mano – Ah... è stato velocissimo, Decimo!! Ero sicura che ce l'avrebbe fatta! Ha trovato la Sala Server? – domandò debolmente.

Tsuna annuì, porgendole la chiavetta USB – Hey, Yuniko... riposati un po', non ti sei ancora completamente ripresa... – ma venne interrotto da un secco rifiuto da parte della ragazza – Non ci penso nemmeno! Sono già impossibilitata a scendere sul campo di battaglia... voglio almeno essere d'aiuto nelle retrovie! – esclamò determinata, strappando bruscamente la chiavetta dalle mani del Boss e schiaffandola nella medesima porta del Laptop – E ora mettiamoci al lavoro, non c'è un minuto da perdere! Vittorie, a che punto è Rajiv? – domandò con tono autoritario, ottenendo immediatamente una risposta – Si sta dirigendo qui con Haruo-san, dovrebbe essere qui a momenti – replicò la ragazza guardandola negli occhi finché lei non distolse lo sguardo per spostarlo su Byakuran – Signor Byakuran, lei è riuscito a mettersi in contatto con Shoichi-san? – domandò frettolosamente.

In risposta, Byakuran alzò il pollice destro – Affermativo, Lily-chan! Sono in diretta con Sho-chan in questo momento, è pronto a ricevere i dati – disse con un sorriso: senza esitare ulteriormente, Yuniko inviò quindi i dati ottenuti affinché venissero decriptati – E ora non ci resta che aspettare: non appena Shoichi-san avrà decifrato quei dati, potremo inserirli nel software, e quando ciò succederà... – gli occhi di Yuniko brillarono come illuminati da una fiamma – ... dimostreremo a quel maiale di Augustus e ai suoi "Eletti" che sono solo dei banalissimi esseri umani, come tutti noi – mormorò con decisione concedendosi un momento di pausa svaccandosi sul sedile dell'aereo, ignara del pensiero collettivo che ebbero tutti i presenti: non si era mai vista un'espressione così seria comparire sul suo volto prima d'ora.

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 - L'ultima Guardiana ***


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Katie assistette impotente alla scena con un misto di orrore e determinazione stampati in volto, mentre la massa biomuscolare di Aiden cresceva a dismisura fino a sfiorare i tre metri: i muscoli sintetici in tutto il corpo si gonfiarono al punto che il rivestimento si lacerò in più punti, incapace a contenerli, per poi tonificarsi e compattarsi fino ad assomigliare al fisico di un culturista, solo con proporzioni nettamente più imponenti: infine, violente scariche elettriche di diverse migliaia di volt presero a circondare il suo corpo, mentre gli occhi assumevano una tonalità rosso fuoco.

Prima che potesse rendersene conto, quindi, Katie si ritrovò sbalzata per aria, colpita allo stomaco da un pugno mosso talmente rapidamente dall'essere sfuggito alla sua vista, e il cui dolore fu avvertito solo a schianto avvenuto contro al muro dall'altra parte dell'enorme salone.

L'istinto di Katie la portò a cercare di gridare di dolore, ma le mancava il respiro per farlo: pochi istanti dopo, si ritrovò a tossire sangue mentre una fortissima sensazione di nausea l'assaliva – Co... cosa... come...? – rantolò fra un conato e l'altro, cercando di rialzarsi nonostante sentisse la testa turbinarle come un mulinello – Cosa... cosa significa questo...? Cos'è questa forma? – mormorò debolmente, conficcando la punta della Franginebbia nel pavimento e sorreggendosi ad essa per mantenersi in piedi.

Purtroppo per lei, Aiden non era stato programmato con il concetto di "tregua", e prima ancora che lei potesse completamente riprendersi dal colpo appena subito era già pronto a sferrare quello successivo, e quando Katie se ne accorse era troppo tardi... o almeno, così pensava: con riflessi che sorpresero anche lei, rotolò istintivamente di fianco evitando il colpo, che andò a cozzare contro la parete polverizzandola in un'esplosione di detriti, nascondendola alla vista per qualche istante che sfruttò per creare con delle illusioni reali le parti danneggiate, così da potersi nuovamente rialzare in piedi apparentemente come nuova.

Tutto questo avvenne in una manciata di secondi.

Nonostante avesse provvisoriamente risolto il problema delle ferite fisiche, tuttavia, quelle emotive bruciavano più che mai – Così non va... non va bene proprio per niente! Non ho avuto nemmeno modo di provare a reagire o schivare, è... è disumano! Con quale logica riesce a muoversi così velocemente con una stazza del genere!? – pensò intensamente, mordendosi il labbro inferiore per mantenersi ancorata alla realtà impedendo che il panico prendesse il sopravvento – ... perdermi in congetture non risolverà il mio problema. Devo focalizzarmi sul mio nemico... – mormorò a sé stessa, calmando il respiro fino a raggiungere un'incredibile situazione di calma e freddezza, tanto che nei suoi occhi parve balenare una luce sinistra – Aiden... è un androide, quindi con ogni probabilità immune alle illusioni aggressive, è abbastanza forte da ridurre in spezzatino un essere umano con un solo pugno preso in pieno ed è talmente veloce da sfuggire anche agli occhi più attenti: a primo impatto si potrebbe ritenerlo invincibile, ma questo è impossibile... devo solo trovare il suo punto debole. E se da sola non posso nulla contro di lui... mi resta solo un'ultima carta da giocare! – e nel dirlo serrò la presa della mano sinistra sul cuore, proprio nel momento in cui Aiden sbucava fuori dal polverone scagliandosi contro di lei, estraendo un'affilatissima lama e mirando dritto alla giugulare con l'intenzione di farla finita con un sol colpo...

Ma poco prima dell'impatto, un forte tintinnio metallico echeggiò per la stanza: Aiden, sorpreso, alzò lo sguardo ritrovandosi davanti dapprima ad un sorriso beffardo, quindi ad un luminosissimo paio di occhi eterocromatici, il destro rosso ed il sinistro azzurro – Mukuro... Rokudo...? – mormorò sorpreso l'androide sentendosi respinto dal tridente del nuovo arrivato, avvertendo poi uno spostamento d'aria dietro di sé e muovendosi appena in tempo per schivare l'affondo di una lancia impugnata da una donna dai lunghi capelli ametista – E anche Chrome Dokuro...? No – si corresse nuovamente, piegandosi all'indietro per evitare la zampata sferrata da una creatura apparentemente metà uomo e metà bestia, dandosi subito dopo lo slancio con le mani per saltare a mezz'aria evitando una serie di aghi elettrificati sparati dagli yo-yo di un uomo alto e slanciato con gli occhiali – E anche Ken Joshima e Kakimoto Chikusa... impossibile, i miei sensori non hanno captato l'arrivo di nessuno, per cui devono essere... – nel pronunciare tali parole, ancora a mezz'aria, si preparò a fare fuoco sui nuovi arrivati – ... solo semplici illusioni! – accompagnando la sua affermazione con una devastante fiammata che incendiò l'aria propagandosi fino ad investire completamente il quartetto, carbonizzandolo in un istante poco prima che Aiden toccasse terra.

Con sua enorme sorpresa, però, Mukuro era riuscito a vanificare gran parte dell'attacco roteando velocemente il tridente e disperdendo così le fiamme, consentendo a Chrome, Ken e Chikusa di ripartire all'attacco e costringere Aiden a schivare sul fianco, dove venne colto alla sprovvista da Katie la quale afferrò con forza il suo volto sbattendolo al muro ed eseguendo un'agilissima capriola a mezz'aria che terminò con un calcio dall'alto che venne però intercettato dall'androide, il quale incrociò gli avambracci per bloccare il colpo per poi sbilanciarla aprendoli violentemente, ma prima che potesse colpirla la lancia di Chrome si propagò con violenza nell'aria in direzione della sua tempia costringendolo a schivarla inclinando la testa e perdendo così il momentum per finire la sua avversaria, che si nascose nella nebbia scambiandosi di posto con Ken e Chikusa che immediatamente si scagliarono addosso a lui venendo tuttavia spazzati via dallo slancio esplosivo con cui Aiden si scagliò in direzione di Mukuro, trapassandolo da parte a parte in un'esplosione di sangue e viscere con la stessa lama di poco prima... ma invece di accasciarsi privo di vita, Mukuro afferrò il braccio dell'androide con l'intento di immobilizzarlo, sorridendo beffardo e sprezzante della morte imminente: questo parve far tentennare momentaneamente Aiden – Quindi alla fine... era realmente un'illusione? Impossibile, secondo i miei dati nemmeno Azrael era in grado di generare illusioni così perfette! Quindi è il vero Mukuro Rokudo? In ogni caso... – esclamò, sollevando il Mukuro infilzato con la stessa facilità con cui si solleva una forchetta – ... è un potenziale pericolo per Lord Augustus, e in quanto tale devo eliminarlo! – e mosse la mano libera il direzione della testa del Guardiano, intenzionato a decapitarlo.

Ma prima che potesse raggiungerlo l'aria sibilò, e ancora una volta la Lancia dei Sei Sentieri di Chrome sferzò l'aria, questa volta conficcandosi nella spalla del bersaglio ed inchiodandolo al muro con violenza mentre Mukuro si dissolveva nella nebbia ricomparendo come nuovo al suo cospetto e scoppiando in una crescente macabra risata man mano che Katie e gli altri correvano nella sua direzione – Ma cosa...? – mormorò Aiden con voce metallica, incapace di elaborare una spiegazione a quanto appena successo: sforzandosi di sorridere Katie decise di rispondere ai suoi quesiti, come se gli avesse letto nel pensiero – Già, stupido tostapane... illusioni o realtà? Tra le illusioni ho nascosto la verità, e nella verità ho celato le illusioni... in tutto ciò che ti dico e che ti dirò ci sarà sempre una menzogna mascherata da verità, così come nasconderò verità tra le menzogne... sono illusioni? Sono persone? Sono fantasmi? No... Questa è la mia volontà... e la mia determinazione! Questa... è la nebbia! – esclamò serrando la presa sulla Franginebbia e lanciandosi con un salto verso di lui, caricando con tutta la sua forza un colpo dall'alto – SEI FINITO, AIDEN! PREPARATI AD UN VIAGGIO DI SOLA ANDATA ALLA DISCARICA! – urlò, preparandosi a colpire in modo da finirla con un sol colpo.

Aiden, messo per la prima volta alle strette, tentò dapprima di liberarsi della lancia e di spostarsi, ma per qualche ragione era talmente ben conficcata nel muro da non muoversi di un millimetro: fu allora che prese la sua decisione – Rimozione dei limiti... autorizzata! Modalità sovraccarico... 25%... 60%... 90%... COMPLETATA! – e in quell'esatto istante l'aria attorno a lui parve esplodere in un'ondata di scintille e calcinacci seguiti da un'incomprensibile onda d'urto che fece perdere l'equilibrio a Katie, spedendola schiena a terra contemporaneamente al rumore di ossa spezzate che udì provenire da qualche metro dietro di lei.

Dolorante ma indenne, Katie si rialzò con agilità pronta a tornare all'attacco, ma quasi si lasciò sfuggire un urlo alla vista dello spettacolo raccapricciante a cui si trovò ad assistere, capendo in quell'esatto istante quale fosse stata la causa dell'onda d'urto.

Aiden si era ulteriormente potenziato, questa volta superando i cinque metri di statura a discapito della forma: divenuto ormai un ammasso di muscoli informe dalle sembianze vagamente umanoidi e dotato di intelligenza, aveva guadagnato ulteriore forza e velocità, abbastanza da infrangere il muro del suono travolgendo i suoi bersagli ad oltre 1000 km/h... e la triste prova era ciò che restava delle illusioni reali di Katie, un tripudio di sangue e membra che difficilmente poteva essere riconducibile all'aspetto umano che avevano giusto una manciata di istanti prima.

Katie, talmente scossa da aver momentaneamente dimenticato che quelle fossero illusioni da lei stessa create, cadde in ginocchio con sguardo vitreo, scossa dai brividi – An... cora... è... è successo... ancora... – mormorò piano, mentre i suoi occhi venivano oscurati dalle immagini in sequenza degli ultimi attimi dei suoi genitori nella sua linea temporale d'origine – Sono morti tutti... ancora una volta... – continuò, ormai quasi in uno stato catatonico: avvertendo il demone dell'Hell Gear agitarsi, Uroborus sigillò immediatamente il Limit Breaker, rompendo così la risonanza che si era venuta a creare con il Vongola Gear e facendo tornare di conseguenza la Franginebbia ad essere la Kirislayer, per poi tentare di far ragionare Katie prima che la situazione sfuggisse di mano ulteriormente.

Purtroppo per lui, la situazione pareva essere più grave del previsto: Katie era ormai in un mondo tutto suo, completamente sopraffatta dal trauma che si portava alle spalle da tutta l'intera vita, e le parole dello Spirit si dispersero nel vento, sentite ma non ascoltate.

Nel frattempo, Aiden era riemerso dai detriti sollevati dalla parete contro cui si era andato a schiantare per il troppo slancio, e il suo sguardo scrutava i dintorni della stanza con estrema attenzione – Eliminazione fallita: un sopravvissuto rilevato. Procedo alla ricerca di Katie Rokudo... – esclamò l'androide con voce grottesca, a metà fra l'animalesco e l'elettronico.

Uroborus stava ormai perdendo la freddezza che l'aveva sempre contraddistinto – Hey, che diavolo mi combini?! Ti sembra il momento di mettersi a fissare il vuoto? Hey, Katie! Mi stai ascoltando?! Dannazione....! – imprecò, constatando l'assenza mentale della ragazza – Questa volta la vedo nera... la vedo davvero nera. Tuttavia... – mentre pronunciava tali parole, Aiden incontrò lo sguardo di Katie e si preparò a finirla con un potentissimo attacco di fiamma caricato – ... il mio dovere di Spirit... – dopo una manciata di istanti, Aiden sparò il colpo nella direzione della ragazza, il cui calore fu talmente immenso da arroventare qualsiasi cosa nel raggio di un metro durante il suo passaggio – ... è di proteggerla... a qualsiasi costo! – e, una frazione di secondo prima che l'attacco la investisse, Uroborus accumulò tutta la fiamma che riuscì a racimolare, crescendo via via di dimensioni mentre si avvolgeva su sé stesso fino a formare un vero e proprio scudo con il corpo, divenendo a sua volta incandescente man mano che la vampata si avvicinava – Katie... sopravvivi. Non vanificare i miei sforzi – furono le sue ultime parole prima che chiudesse gli occhi.

– REFLECT: SCUDO DI EFESTO! – urlò Kumo a pieni polmoni, replicando in un istante l'attacco difensivo per eccellenza solitamente utilizzato da Yukiko.

Kurai, invece, passò la sua fiamma a Re Kiri ordinandogli immediatamente di correre in aiuto di Uroborus (azione che lo Spirit eseguì senza alcuna replica) prima di lanciarsi più velocemente che poteva verso Katie: tuttavia, i riflessi generati dalla Necro Reflect a quanto pare peccavano di resistenza, e non ci volle molto prima che la replica dello Scudo di Efesto s'infrangesse e la fiammata riprendesse la sua inesorabile corsa verso i due Spirit ed un'impotente Katie...

Ma, ancora una volta, una terza voce familiare risuonò nell'aria, cogliendo di sorpresa questa volta non solo Kurai e Kumo, ma anche Aiden stesso – BARRIERA DI CATENE! – urlò Mirai con quanto fiato aveva in corpo, generando a distanza con la propria fiamma delle catene ignifughe che andarono ad intrecciarsi in uno scudo perfetto che garantì a Kurai di guadagnare il tempo necessario a lanciarsi contro Katie spostandola dalla traiettoria del colpo, mentre Andrea si lanciava contro Aiden colpendolo con un'onda di fiamma il cui impatto lo sbilanciò quel tanto che bastava a deviare il colpo affinché colpisse i due giganteschi Spirit solo di striscio nel momento in cui la Barriera di Catene cedette all'incredibile pressione di fiamma.

Incredibilmente, quest'incredibile mole di eventi avvenne nell'arco di una decina di secondi.

Aiden, visto il suo attacco vanificato, si ritrovò improvvisamente contro un numero di avversari quintuplicato e con il suo obbiettivo primario completamente indenne, e per la prima volta parve trovarsi in difficoltà – Comparsi quattro nuovi obbiettivi ostili, ed eliminazione del bersaglio fallita. Nuovo piano d'azione ricalcolato – esclamò rimanendo tuttavia immobile, come ad osservare la nuova situazione che si era venuta a creare.

Approfittando della situazione, Kurai portò Katie in un angolo della sala dove venne prontamente raggiunto da Mirai, la quale cercò di farla riprendere – Hey, Katie-nee! Katie-nee! Stai bene? Che ti è successo? Rispondimi! Hey, Katie-nee! Katie-nee! E CAGAMI, PORCA PUTTANA! – esclamò d'un tratto, accompagnando l'ultima frase con uno schiaffo in faccia che parve sortire l'effetto desiderato: lo sguardo della ragazza parve tornare alla normalità mentre un'espressione contemporaneamente confusa e terrorizzata sostituiva quella apatica – AAAH! ma cosa...! Chi...? Ah... aaah.... – non appena ebbe riconosciuto il viso di Mirai, gli occhi le si riempirono di lacrime – Oneesan... io... io ho perso... e sono ancora tutti... per colpa mia...! – mormorò flebilmente con voce spezzata, tremando come una foglia.

Mirai alzò lo sguardo incrociandolo con quello del gemello, constatando che anche lui condivideva la medesima espressione disorientata prima di tornare a guardare Katie negli occhi – Hey, hey, aspetta un attimo! Chi è morto?! Io non vedo nessun cadav... cioè, insomma, non vedo nessuno! – domandò, alzando un sopracciglio con aria confusa.

Colta di sorpresa, Katie si sforzò di rialzarsi per guardarsi intorno, ma nessun cadavere, o arti vari, erano presenti nei dintorni: fu solo allora che realizzò quanto era successo – ... capisco... sono una vera cretina, eh...? – commentò con un sorriso amaro, sentendosi improvvisamente pervadere da un'intensa sensazione di calore e vergogna.

Poi, inaspettatamente, sentì una mano farsi strada fra i suoi capelli ed accarezzarle dolcemente la testa – No, per niente. Non so cosa tu abbia visto... ma non c'è niente di umiliante nell'avere paura. Ora, con permesso, devo andare – disse Kurai con serietà, evocando la Re:Kirislayer e duplicandola con il Geminio Kiri sotto gli occhi sorpresi delle due ragazze – Non posso perdonare chi osa fare del male alla mia sorellina! – lanciandosi quindi in aiuto di Kumo e Andrea, i quali stavano disperatamente cercando di tenere testa ai violentissimi colpi di Aiden.

Mirai lo guardò allontanarsi con sguardo incredulo, come se cercasse di capire se quello fosse veramente suo fratello – Ma... che sta succedendo? Cos'è quella strana spada? E quei capelli... che diavolo è successo, si è fatto una tinta?! Bah... no, non è il momento di pensarci – si disse, inspirando profondamente: l'importante era l'essersi riuniti – Katie-nee... vado anch'io: tu riposati, hai fatto abbastanza! – sussurrò dolcemente abbracciandola forte prima di attivare l'Hell Gear e lanciarsi a sua volta nella violentissima battaglia che si era venuta a crearsi.

Osservando la scena a distanza, Katie ebbe quasi la sensazione di stare assistendo ad un evento irreale ed esterno, come se non la riguardasse: tuttavia, la dolorosa sensazione d'inutilità che dilaniava il suo petto era al contrario nitida e reale.

*

Era passata circa mezz'ora da quando Yukiko aveva concluso lo scontro con Erika, lasso di tempo nel quale aveva vagato disperatamente fra le varie macerie alla ricerca dei suoi compagni: per ben due volte aveva rischiato di essere scoperta dai nemici che correvano in tutte le direzioni allarmati dalla situazione d'emergenza, ma era riuscita a cavarsela agendo con cautela e raziocinio.

Era ormai giunta in prossimità delle scale per l'ultimo piano, quando udì un rumore di passi: avvertendo il pericolo, tentò d'istinto di appiattirsi contro la parete celandosi nell'oscurità, ma una voce maschile la raggiunse – Inutile che ti nascondi, Eleanoire. So che ci sei, e so anche cosa vuoi fare: intendi andare sul tetto per ricongiungerti con il Decimo e gli altri, non è così? – esclamò con fin troppa sicurezza per essere una domanda.

Avvertendo un brivido gelido, Yukiko capì immediatamente che era inutile tentare di nascondersi ulteriormente... e comunque non era nel suo stile – A dire il vero cercavo proprio uno stronzo come te da massacrare: ho appena sistemato una vostra tirapiedi e mi è venuta voglia di fare il bis – replicò avanzando nella direzione da cui udiva provenire i passi, cercando di suonare il più convincente possibile.

Tuttavia, evidentemente sbagliò qualcosa, poiché l'uomo replicò con tono quasi divertito – Bugiarda. So che hai sconfitto Erika poco fa, ma so anche che il tuo Hell Gear è andato distrutto nello scontro e che pianificavi di raggiungere il tetto nella speranza di riunirti ai tuoi compagni. Anzi, a dirla tutta, potrei elencarti tutte le prossime 146 mosse che eseguirai nel corso dello scontro che avrà inizio fra circa 221 secondi – causando un'impennata nella velocità del battito cardiaco di Yukiko: ormai sul baratro del panico, affondò le unghie nel palmo della propria mano per mantenere la lucidità, per poi proseguire il bluff – Oooh? Interessante. Con che fenomeno da baraccone ho a che fare questa volta? Un indovino? – provocò Yukiko sorridendo beffarda in un'interpretazione degna di un Oscar, mentre finalmente l'individuo emerse dall'ombra quel tanto che bastava a scorgere il sorriso compiaciuto stampato sulle sue labbra – Diciamo... una specie. Il mio nome è Adam Carter, e sono un Eletto – rispose con calore, compiaciuto di constatare i sudori freddi provocati dalla tensione farsi strada sulla fronte della ragazza.

*

Kumo tentò di rialzarsi a fatica, sorreggendosi alla Necro Reflect per mantenersi in equilibrio: intorno a lei, giacevano a terra Kurai, Mirai e Andrea in uno stato altrettanto pietoso – Dannazione... ma quanto cavolo è forte...? Non riusciamo ad abbatterlo nemmeno in quattro... ma stiamo scherzando!? – mormorò a denti stretti, cercando di muovere un passo verso il colossale corpo dell'androide, ormai prossimo ai sei metri dopo aver assorbito l'X-Burner Zero di Kurai e i vari colpi di fiamma di Andrea. Pochi metri più in là, anche gli altri tre riuscirono a rialzarsi, seppur barcollanti – Non avrei mai immaginato... che potesse esistere un essere così forte. Le illusioni non gli fanno nulla... gli attacchi di fiamma lo potenziano... ed è semplicemente impossibile sconfiggerlo nel corpo a corpo. Come cazzo lo battiamo?! – esclamò Mirai, cercando di ragionare il più lucidamente che poteva: l'istinto le diceva di sfoderare il Goddess Time, ma le parole di Scarlet echeggiavano nella sua testa impedendoglielo, ed usare il Cerchio Arcobaleno senza un piano preciso era un vero e proprio suicidio.

Kurai serrò i pugni sulle katane, sorreggendosi a quella destra conficcata nel terreno per mantenersi in equilibrio – Davvero Katie-nee è riuscita a sopravvivere da sola contro un simile abominio...? Eh... eheheh... niente male, devo ammetterlo – commentò con un sorriso, per poi farsi forza fino a rimettersi completamente in piedi con le armi sguainate – Tuttavia... non posso essere da meno! Se non riesco nemmeno a sconfiggere questo schifo come posso sperare di uccidere Augustus e di realizzare l'ultimo desiderio di Plasma? – ritrovando la determinazione necessaria a combattere.

Il suo sguardo cadde su Andrea, anche lui nuovamente in piedi – Hey, Amane-san... sei ancora in grado di combattere? – domandò con serietà, spostando immediatamente lo sguardo verso di Aiden per non perderlo di vista – Sissignore... se andassi al tappeto per così poco, Xanxus-sama mi ucciderebbe – rispose con una punta di ironia, mantenendo a sua volta lo sguardo fisso sul nemico – Ottimo... ascolta, ho un'idea, ma richiederà la collaborazione di tutti. Mirai-nee – sussurrò a voce sufficientemente alta da farsi sentire dalla sorella – Al mio tre... voglio che tu attivi Cerchio Arcobaleno e che ti tieni pronta ad attaccare le sue gambe con una Catena del Fulmine, dovrebbe reggere quel tanto che mi basta per preparare il tutto. Amane-san, tu dovrai invece attirare la sua attenzione con un finto attacco frontale, dando però la priorità alla tua salvaguardia, non è necessario che tu riesca a colpirlo. Il momento in cui lui si muoverà sarà il segnale per te, Kumo – proseguì, assicurandosi con la coda dell'occhio che la ragazza annuisse prima di proseguire – e, visto che la tua nuova arma te lo consente, dovrai replicare le Catene di Prometeo di Mirai-nee e tentare di incatenargli le gambe: se tutto andrà come penso, salterà a mezz'aria per evitare le catene "riflesse" e contemporaneamente colpire Amane-san, e sarà a quel punto che Mirai-nee lo legherà come un insaccato con le Catene del Fulmine, consentendomi di guadagnare il tempo necessario ad eseguire la mia Spada Assoluta della Nebbia, con il quale reciderò tutte le sue connessioni interne, siano esse circuiti o nervi. Tutto chiaro? – concluse, constatando con piacere i tre compagni annuire – Perfetto, allora... tre... – Mirai inspirò profondamente, concentrandosi ed evocando attorno a sé degli anelli di catene che presero a cambiare rapidamente colore – due... – Andrea si preparò a partire all'attacco – uno... – Kumo trasformò la Necro Reflect nella sua forma originale di pulviscolo cristallino – ORA! – urlò a pieni polmoni Kurai, saltando con un balzo all'indietro ed iniziando immediatamente ad accumulare la fiamma nella lama della Re:Kirislayer, mentre Andrea si lanciava all'attacco in direzione di Aiden attirando la sua attenzione per poi schivare con difficoltà colpi disumanamente veloci mossi dal nemico, il quale vide con la coda dell'occhio delle catene cristalline dirigersi in direzione delle sue caviglie, così che approfittò dello slancio dovuto alla corsa per saltare cercando di raggiungere il suo obbiettivo: fu in quel momento che Mirai urlò – CERCHIO ARCOBALENO: CATENE DEL FULMINE! – scagliando contro l'androide una sorta di rete in catene elettrificata nella quale Aiden finì invischiato, garantendo a Kurai l'apertura in cui aveva deciso di scommettere tutto – SPADA ASSOLUTA DELLA NEBBIA! – lanciandosi a tutta velocità contro l'androide, pronto a finirlo.

Eppure, il suo piano apparentemente perfetto aveva una piccola, terribile falla: non aveva compreso appieno la reale forza del nemico – Pericolo...! Pericolo per... Lord Augustus! ELIMINARE! – esclamò Aiden con voce talmente distorta da risultare quasi incomprensibile, gonfiando ulteriormente la massa muscolare fino a spezzare le catene per poi spostarsi di lato un centesimo di secondo prima che la lama della Re:Kirislayer lo tranciasse di netto, afferrando al volo con velocità spaventosa Kurai per la testa e sollevandolo a mezz'aria, caricando il pugno con la mano libera in maniera così spaventosamente veloce da non essere stato nemmeno visto dagli altri tre guerrieri, i quali stavano per cominciare l'esultanza per la riuscita del piano – Iniziare... da te! – gracchiò prima di sferrare l'affondo.

Prima che colpo andasse a segno, però, Aiden cambiò la direzione del pugno nella parte opposta, intercettando appena in tempo con l'avambraccio la lama della Franginebbia, che si abbatté con violenza inaudita contro i muscoli duri più di qualsiasi lega metallica, mentre Katie, sospesa a mezz'aria, usava tutto il suo peso ed il suo slancio per imprimere quanta più potenza possibile al fendente, urlando furiosa mostrando i denti – AIDEEEEEN! QUESTA VOLTA NON MI PORTERAI VIA NESSUNO! – e il suo urlo parve riscuotere gli animi dei presenti, che solo allora si resero conto del pericolo corso da Kurai, ancora nelle grinfie del mostro, crollando in ginocchio attoniti temendo il peggio.

Aiden ignorando le reazioni degli altri tre si focalizzò su Katie, la quale era riuscita a metterlo seriamente all'angolo per la prima volta – Tu... speri di sconfiggermi? Scempiaggini! Se loro... non avessero aiutato... tu saresti già morta. Tu... SEI DEBOLE! – rispose spingendo con l'intenzione di spazzarla via, lanciando via Kurai per avere libera anche l'altra mano e aiutarsi a respingere il colpo.

Nonostante gran parte dei capillari le si ruppero per lo sforzo, Katie continuò a spingere con tutta la forza che aveva in corpo, cercando di avere la meglio – Si, hai ragione. Io sono debole. Rispetto a te, tutti noi lo siamo. Però... – mentre parlava, uno squarcio nero si aprì nell'esatta traiettoria che aveva percorso poco prima la lama della Franginebbia – Noi... insieme siamo molto, molto più forti! Prendi questo, Aiden! LA DETERMINAZIONE DI COLORO CHE HAI UCCISO... LA NOSTRA DETERMINAZIONE! – ed ecco che decine di mani eteree appartenenti ai Boss e ai Guardiani delle varie generazioni dei Vongola emersero dallo squarcio per impugnare la spada dando man forte a Katie – CREPAAAAAAAAAA!!!!!! – urlò a pieni polmoni dando fondo a tutte le sue forze, riuscendo finalmente a passare oltre i muscoli apparentemente indistruttibili di Aiden tranciando di netto il braccio dell'androide, il quale si ritrovò improvvisamente in una situazione completamente imprevista e di svantaggio, garantendo a Katie l'occasione per poter eseguire un ultimo, micidiale fendente con cui recise in due parti distinte il torace di Aiden, che si limitò ad emettere rantolii e fastidiosissimi stridori metallici prima di ricadere al suolo in due parti separate.

Nonostante lo stato in cui era ridotto, comunque, tentò di rialzarsi usando l'unico braccio che gli era rimasto, ma come se l'avesse previsto Katie pose definitivamente la parola fine allo scontro affondando la Franginebbia nella testa dell'androide, il quale cessò immediatamente tutte le sue funzioni, rimanendo immobile sul posto come un'opera d'arte moderna di pessimo gusto.

Passato qualche secondo, Katie estrasse la lama dai resti di Aiden, osservandola con sguardo vitreo ed assente: poi, dopo aver sospirato profondamente, sorrise debolmente mormorando con un fil di voce – Mamma... papà... ho vinto... – per poi crollare esanime al suolo lasciando durante la caduta una scia di lacrime, sotto gli occhi attoniti dei presenti che tardavano a comprendere cosa fosse effettivamente successo nell'ultima manciata di secondi.

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