always somewhere

di marta_granger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wind of Change ***
Capitolo 2: *** Friends will be Friends ***
Capitolo 3: *** Imagine ***
Capitolo 4: *** Don't stop Me Now ***
Capitolo 5: *** Boulevard Of Broken Dreams ***
Capitolo 6: *** Stairway to Heaven ***
Capitolo 7: *** Fame ***
Capitolo 8: *** A Kind of magic ***
Capitolo 9: *** Platypus (I hate You!) ***
Capitolo 10: *** Blood in My Eyes ***
Capitolo 11: *** If I Die Young ***
Capitolo 12: *** Who Are You ***
Capitolo 13: *** When I Look at You ***
Capitolo 14: *** I want to hold your hand ***
Capitolo 15: *** Counting Stars ***
Capitolo 16: *** Fear of the Dark ***
Capitolo 17: *** Run like hell ***
Capitolo 18: *** Play The Game ***
Capitolo 19: *** Friends Never Say Goodbye ***



Capitolo 1
*** Wind of Change ***


Wind of Change


 
Erano passati quasi quattro mesi dalla sconfitta di Tom Riddle. Come 17 anni prima, i maghi avevano festeggiato la dipartita dell'uomo più oscuro e tiranno degli ultimi tempi e avevano alzato i calici a Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto. Purtroppo la gioia del mondo magico era stata breve. Al clima di festa si contrappose quello di tristezza e disperazione. La guerra era finita ma con se si era portata via molte cose, tra cui tantissimi uomini e tantissime donne. Negli occhi di tutti i maghi si leggeva una sfumatura di terrore. Tutti avevano paura che quello che era appena successo potesse ricapitare.
Dopo la morte di Lord Voldemort molti dei suoi seguaci sopravvissuti riuscirono a scappare, mentre altri furono catturati e, come successo dopo la prima guerra magica, iniziarono i processi per rinchiuderli ad Azkaban. Anche ad Hogwarts il clima non era stato dei migliori. Gli esami scolastici dopo la battaglia furono sospesi per tutti gli anni e fu sfruttato quel periodo per la ricostruzione della scuola. La nuova preside , la professoressa McGranitt , prima che chiudesse le porte di Hogwarts per il periodo estivo, fece il discorso di fine anno, ricordando alcuni tra gli alunni morti in battaglia e onorandoli. Quella giornata fu straziante per tutti e riportò nella mente di alcuni tra gli studenti più grandi il discorso di qualche anno prima fatto dall'ex preside, Albus Silente, in onore di Cedric Diggory . Tra i singhiozzi e i pianti degli alunni la nuova preside aveva raccomandato a tutti di stare più uniti che mai, perché dopo una battaglia e dopo aver perduto le persone care, era molto facile perdere la testa, arrabbiarsi e iniziare un'altra ulteriore faida che avrebbe portato solo ad altre vittime. Finita definitivamente la scuola, Harry e Hermione si misero d'accordo e si trasferirono dai Weasley per stare accanto ai rispettivi fidanzati e per dare il loro supporto alla famiglia che li aveva sempre accolti come se fossero dei figli e che ora si trovavano di fronte alla morte di un loro caro: Fred Weasley. Per settimane era stato straziante vivere alla tana. Ogni Weasley aveva reagito in modo differente. Ad esempio Molly piangeva ogni volta che credeva di non essere vista, George aveva smesso di fare scherzi e di lavorare al negozio, Ron era arrabbiato e Parcy si sentiva in parte in colpa dell'accaduto. Ma il comportamento più strano era quello di Ginny. La piccola Weasley aveva pianto, come del resto tutta la famiglia, dopo aver visto il corpo freddo del fratello maggiore steso a terra nella sala grande. Dopo quella volta però nessuno l'aveva più vista versare neanche una lacrime. Più volte Harry le aveva detto che poteva lasciarsi andare e piangere, ma tutte le volte riceveva un'unica ottusa risposta “Fred non avrebbe voluto vedere tutti questi musi lunghi. Avrebbe fatto di tutte per vederci di nuovo felici.” Ma proprio grazie alla forza e allegria della più piccola di famiglia, i Weasley riuscirono a reagire e, per così dire, superare il lutto in poco più di un mese.
Hermione Granger in quella giornata di metà Agosto, mentre guardava il sole fuori dalla finestra che iniziava a calare, si ritrovò a pensare a come sarebbe stato ripiombare a Hogwarts, il luogo dove tutto era iniziato e dove tutto era finito. La ragazza, immersa nei suoi pensieri, si alzò dalla sedia posizionata di fronte al vetro, per andare nella camera che condivideva con Ginny per rileggere, per l'ennesima volta, la lettera che la McGranitt aveva mandato a tutti loro:
“Signorina Hermione Granger,
dati gli avvenimenti dell'ultimo anno, è invitata il primo Settembre , se vorrà , a tornare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts per l'ultimo anno scolastico che si concluderà con gli esami per i M.A.G.O.
Saremmo grati di averla con noi e saremmo orgogliosi di affidarle il ruolo di Caposcuola.
Attendiamo risposte.
La preside Minerva McGranitt.”

La riccia posò la lettera e prese tra le mani la spilla che le era stata recapitata un mese prima insieme alla lista dei libri. Sorrise. Era sempre stato un suo desiderio diventare Caposcuola e riteneva importante portare a termine la sua istruzione scolastica. Non erano della stessa idea però Ron e Harry. Prima dell'arrivo delle lettere entrambi era riluttanti a tornare al castello ed erano ben decisi ad accettare il lavoro da Auror che gli era stato offerto. A causa di questa differenza di opinioni Hermione e Ron si erano ritrovati a litigare spesso,troppo spesso. Per fortuna entrambi i ragazzi avevano cambiato radicalmente opinione ritrovandosi a essere rispettivamente Caposcuola e capitano della squadra di Quiddich. Fin dal primo anno Ronald aveva temuto di non riuscire a essere all'altezza dei fratelli maggiori che tutti, oltre ovviamente a Fred e George, avevano ottenuto il ruolo da caposcuola o da capitano. Ora che era diventato Caposcuola non voleva di certo rinunciarvi. La più felice di tutti fu ovviamente Molly che come premio comprò una nuova divisa scolastica al figlio. Harry sorprendentemente non si infuriò nello scoprire che la preside aveva scelto Ron come portatore della spilla e non lui. Il ruolo di capitano era stato più che sufficiente e non voleva altre preoccupazioni quell'anno: voleva goderselo.
Hermione posò la spilla sulla scrivania. Lei, Harry e Ron tornavano a Hogwarts. Non poteva essere più che felice. Finalmente qualcosa andava nella giusta direzione. La riccia si rattristì di colpo. Purtroppo uno dei suoi problemi riguardavano Ron, il suo Ron. Anche dopo aver risolto per quanto riguardava l'argomento “scuola”, lei e il suo ragazzo nell'ultimo periodo non facevano altro che litigare per ogni cosa e a volte si erano ritrovati a urlarsi addosso per un nonnulla. Due settimane prima, stufi di come si era trasformato il loro rapporto , stranamente in comune d'accordo, decisero di dare un taglio al loro fidanzamento. Con gli occhi velati di lacrime, Hermione si distese sul letto ripensando alle ultime cose che si erano detti lei e Ron da fidanzati:
-Ronald non mi sembra il caso di litigare per questo!- esclamò fuori di se Hermione entrando in camera sua.
-Lo so!-sospirò Ron seguendola- dobbiamo tranquillizzarci tutti e due e parlare con calma.-
-Sono d'accordo.- la riccia si sedette sul letto facendo un gran respiro.
-Stranamente siamo d'accordo. Pensavo che avremmo ripreso a urlarci contro.- sdrammatizzò Ron facendo rattristare Hermione.
-Secondo te cosa c'è che non va in noi?-
-Io avrei un'idea.- rispose Ron serio sedendosi accanto alla ragazza. -Ti ascolto.-
-Ecco...-cominciò imbarazzato guardando il soffitto-hai notato il perché ci urliamo addosso ultimamente?-
-Si!- Hermione aveva passato notti insonni a pensare ai loro recenti litigi- ogni volta che litighiamo è perché facciamo qualcosa che all'altro non va bene.-
-Esatto. Però se noti sono cose che facevamo anche prima di metterci insieme, solo che ora ci danno fastidio..non so come spiegarlo. - disse impacciato Ron
-è come se fossero cose che accettiamo da amici ma da fidanzati no.- corse in suo aiuto Hermione guardandolo.
-Penso di si...-
-Ma è normale. Voglio dire...è diverso essere amici e fidanzati.- disse un po' scocciata la ragazza come per giustificare il suo comportamento.
-Lo so lo so. Però ecco...- tentennò il rosso.
-cosa Ronald? Dillo e basta. Non girarci intorno!- ordinò Hermione sull'orlo di una crisi di nervi. Odiava quando Ron non andava dritto al nocciolo della questione. -Mi prometti che non ti arrabbi?- -No.-secco e conciso.
-Ecco vedi! Parti subito con il presupposto che quello che dirò sarà sbagliato.- rispose Ron alzando le braccia all'aria, accusandola . Hermione guardò il ragazzo con aria vaga. Sapeva perché gli aveva risposto così male. Era insicura. Insicura su quello che stava succedendo e su quello che sarebbe successo tra lei e Ron e l'unico modo per non sembrare tale era essere sicura e a volte un po' saccente , come faceva sempre. Sapeva di sbagliare. Sospirò -Okay okay... non scaldiamoci. Prometto che proverò a non arrabbiarmi però ti dirò se la penso in modo differente.- promise la riccia incrociando le braccia.
-Va bene- il rosso accettò la condizione pregando Salasar e Godric che la sua ragazza non impazzisse dopo avergli spiegato cosa pensava – iopensocheentrambivogliamochel'altrosiaqualcosachenonè.-dichiarò velocemente. L'insicurezza. Il peggior difetto di Ron.
-éh?-
Ronald fece un grande respiro ridisse - io penso che entrambi vogliamo che l'altro sia qualcosa che non è.- Hermione fece per rispondere male ma si fermò ancora prima di parlare. Faceva fatica ad ammetterlo persino a se stessa ma forse il ragazzo rosso seduto accanto a lei non aveva tutti i torni. Ripensò a tutte le sfuriate che gli aveva fatto negli ultimi giorni, a come mentalmente si era lamentata della pigrizia di Ron, a come si ingozzasse sempre con il cibo, al fatto che scherzasse anche sulle cose serie... eppure Ronald era sempre stato così. Lei si era innamorata del ragazzo mangione, un po' pigro che era sempre pronto a fare una battuta umoristica. Eppure ora tutte queste cose non le andavano più bene. Era il ragazzo di cui lei si era innamorata non poteva cambiarlo eppure allo stesso tempo voleva che cambiasse. Non si era accorta di come fosse complicata. -Hermione- la chiamò Ron passandole la mano davanti -ecco, so di averti scioccato ma ehm come la pensi tu?-Domandò timoroso della risposta. La ragazza sospirò e non poté che rispondere dispiaciuta -penso che tu abbia ragione.- Ronald strabuzzò gli occhi, non si aspettava questa risposta. La guardò per accettarsi di aver capito bene. -Però ora che siamo giunti a questa conclusione ho paura per quello che accadrà .-ammise prendendolo per mano - io ti amo Ron e ti amerò per sempre ma forse non sei quello che voglio ora. Il nostro rapporto è..-
-Malato.- concluse per lei il rosso asciugandole una lacrima traditrice.-Ti amo anche io Hermione e lo sai. Ma non possiamo andare avanti così. Non possiamo costringere l'altro a diventare qualcosa che non è.- -Allora è finita davvero?- chiese Hermione ormai in lacrime.
-Credo che sia meglio così.- dichiarò Ronald abbracciandola per consolarla dispiaciuto quando lei. Tra i singhiozzi la riccia ripensò a tutti i bei momenti passati con il rosso. Dopo alcuni minuti Hermione si ricompose. Cercò di sorridere a Ron e mentre si asciugava le lacrime mormorò- sono davvero una frana con le relazioni.- -Mi sa che siamo in due.- sorrise a sua volta Ronald scompigliandole i capelli.
-Beh almeno tu hai capito qual' era il problema.-
-Per una volta Ron Weasley ha battuto Hermione Granger.- dichiarò facendole l'occhiolino. - Già!- a Hermione non sembrava vero che tutto questo stava succedendo – certo che siamo complicati. Ci amiamo ma non accettiamo che l'altro sia come sia.- -Ci siamo semplicemente resi conto che forse non siamo fatti per stare insieme. Meglio ricordare il nostro fidanzamento così come è stato, breve ma pieno di emozioni, piuttosto che una cosa piena di strilli.- disse Ron alzando le spalle. Hermione lo guardò e dopo avergli tirato affettuosamente un pugnetto sulla spalla scherzò - non ti pensavo così saggio.- -Tengo tutto da parte per i momenti più opportuni.- scherzò lui facendole la linguaccia. Hermione stesse a fissarlo quasi incantata per qualche secondo e dopo una muta domanda di lui lei disse semplicemente -Non scherzavi e sorridevi così da tanto tempo.- -Questo non è colpa tua però.- si incupì Ron. -Lo so.- è fu il turno di Hermione di abbracciarlo. -Pensi che sarà facile?- chiese Ron- intendo ora che ci siamo lasciati.- era ancora troppo strano dirlo. -No. Per niente. Non so come farò a non darti il bacio del buongiorno tutte le mattine ad esempio. Era diventata la routine quotidiana. - ammise lei arrossendo. -Beh puoi sempre darmi un bacio sulla guancia come fai con Harry.- rispose lui dandole a sua volta un bacio sulla tempia. -Ci proverò.- sorrise- ma non sarà facile.- -Ti ricordi cosa ci siamo detti tempo fa?- domandò lui.
-Si, ci siamo promessi che se e quando ci saremo lasciati avremmo fatto di tutto per tornare amici.- sospirò lei.
-Io ho intenzione di mantenere la promessa.- disse solenne Ron.
-Anche io, ma so che non sarà facile...penso che ci sarà imbarazzo.- ammise la bruna.
-Lo so. Però se lo vogliamo, torneremo amici come abbiamo sempre fatto.- concluse Ron alzandosi.
- dove vai?- domandò .
-Qualcuno deve pur dirlo ad Harry.- rispose semplicemente lui e prima che uscisse dalla stanza le parole di Hermione lo raggiunsero -Sei cambiato. Una volta non mi avresti mai detto le cose che mi hai detto oggi.-
-la guerra ha cambiato tante cose...- rispose lui non sapendo bene se era un complimento oppure no.
-Ron!- Dimmi- ho sempre pensato che la nostra relazione sarebbe finita con una grossa litigata e che ti saresti comportato da immaturo. Sono contenta di essermi sbagliata. Penso che la nostra amicizia abbia molte speranze di rinascere.- doveva dirglielo, sentiva di doverglielo dire adesso oppure non sarebbe mai stata più in grado di farlo.
-Grazie di avermelo detto e penso la stessa cosa riguardo la nostra amicizia.- arrossì il rosso prima di uscire dalla stanza. -Ah Hermione – Ron rimise la testa nella camera -per la cronaca, io ho sempre pensato che la nostra storia finisse con una tua scarpa dritta sulla mia faccia, a volte sei manesca.- e scappò ridendo prima di sentire la risposta fintamente arrabbiata della sua ormai ex ragazza e il rumore di una scarpa che sbatteva contro il muro.

Quando Hermione tornò al presente si accorse di aver iniziato a piangere. Il cuore le faceva male da morire. Non capiva neanche il perché. In fondo non si pentiva di aver fatto terminare quel rapporto... eppure ogni volta che ci pensava non riusciva a non piangere nostalgicamente. Ginny entrò proprio in quel momento nella sua stanza ed Hermione non fece in tempo a nascondere le lacrime che la rossa era già accorsa per abbracciarla e a consolarla. In quell'ultimo periodo la piccola di casa le era stata molto vicina. In estate il loro rapporto si era intensificato e approfondito. Già dal quarto anno la considerava la sua migliore amica. Non poteva essere altrimenti dopo che la piccola rossa le aveva confidato i suoi sentimenti nei confronti del suo migliore amico e lei le aveva confidato di aver baciato Krum. Eppure solo ora la considerava davvero come una sorella, al pari di Harry. -Ci sono.- sorrise la riccia a Ginny asciugandosi le lacrime. -Mi dispiace. So cosa stai provando.- la Weasley le aveva confidato che prima di Harry, quando usciva con altri ragazzi, le era capitato di star male dopo essersi lasciata con qualcuno nonostante provasse già un forte sentimento per il suo attuale ragazzo. Le aveva consigliato cosa fosse meglio fare in quella situazione: mangiare tanto gelato. E così si erano ritrovate più volte a mangiarne vaschette intere sperando che Hermione si sentisse meglio. -Tranquilla, passerà.- commentò prendendo un fazzoletto e soffiandosi il naso - Allora sei pronta per l'ultimo anno? Domani si parte.- cambiò discorso.
-Certo!- esclamò su di giri Ginny saltando sul proprio letto. -tra l'altro quest'anno tornate pure te e Harry. Sarà fantastico!-
-Chissà come sarà avere la McGranitt come nuova preside. - Chiese più a se stessa Hermione.
-Una palla.-
-GINNY!-
-In effetti la McGranitt è una forza quando vuole. Basta guardare come ha trattato il rospo rosa e come si accende ogni volta che si parla di Quiddich. Magari farà favoritismi per la squadra di Grifondoro, speriamo.-
-Si certo. -rispose sarcastica la riccia -piuttosto, avrà trovato nuovi professori per le cattedre vuote?-
-Beh alla fine manca solo uno che la sostituisca in trasfigurazione, un nuovo prof di babbanologia e un nuovo prof di difesa.-
-Chiamalo “solo”.- scherzò Hermione. -In effetti quel posto porta iella e metà delle volte ci capita uno svitato.-
-Magari torna Gilderoy!- sdrammatizzò.
-Oddio no! Ti immagini stare con lui e Lumacorno? Non ne usciamo vive. Piuttosto la morte.- dichiarò Ginny sdraiandosi sul letto.
-Per fortuna è ancora al San Murgo. Siamo salve.- disse Hermione ridacchiando sdraiandosi a sua volta sul suo letto.
-Secondo me sarebbero una bella coppia.- disse seria Ginny dopo un attimo di silenzio.
-Ma chi? Gilderoy e Lumacorno?- domandò molto perplessa la l'altra.
-Ovvio! Uno che si vanta del proprio talento inesistente e l'altro che passa il tempo ad adulare il mondo. Immagina Hermione – e con una voce che doveva ritenere sexy disse- Salve! Io sono Gilderoy Allock , ordine di Merlino, terza classe e ben cinque volte vincitore del premio per il sorriso più seducente del settimanale delle streghe.- e iniziò a sorridere in modo ammiccante per poi cambiare radicalmente espressione e con occhi sognanti iniziare a urlare, come una del secondo anno quando vede Harry.- Oh mio Dio! Io sono Lumacorno, piacere. Ti voglio nel mio fan club. Subito. Oh mio Dio Gildy caro.- Hermione scoppio a ridere. -Poi te li immagini in una discussione intellettuale?- continuò Ginny- Oh Lummi come mi sta questo golfino lilla? Divinamente caro.-
-ahahaha basta ti prego, o morirò dalle risate.- rideva serena tenendosi la pancia.
-Ma come Hermione? Il lilla non è anche il tuo colore preferito?- rise a sua volta la piccola Weasley. -No grazie.- rispose tra le lacrime. Le loro urla felici furono interrotte da una severa Molly Weasley che ordinò alle due di andare subito a dormire, il giorno seguente sarebbe stato intenso.
Entrambe si guardarono sorridendo e in comune accordo si misero a letto augurandosi la buonanotte.
Ginny, prima di addormentarsi, non poté che sorridere ulteriolmente e urlare nella mente: Hogwarts stiamo arrivando!


I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night
Soldiers passing by
Listening to the wind of change

The world is closing in
Did you ever think
That we could be so close, like brothers
The future's in the air
I can feel it everywhere
Blowing with the wind of change

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away (dream away)
In the wind of change

Walking down the street
Distant memories
Are buried in the past forever
I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow share their dreams (share their dreams)
With you and me
Take me to the magic of the moment
On a glory night (the glory night)
Where the children of tomorrow dream away (dream away)
In the wind of change (the wind of change)

The wind of change
Blows straight into the face of time
Like a stormwind that will ring the freedom bell
For peace of mind
Let your balalaika sing
What my guitar wants to say

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow share their dreams (share their dreams)
With you and me (with you and me)
Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away (dream away)
In the wind of change (in the wind of change)
Wind of Change-Scorpions

Spazio dell'autrice:
Ciao! Prima di tutto mi presento: Io sono Marta.
Spero che ti sia piaciuto il primo capitolo di questa ,spero lunga, storia.
Ti rigrazio se sei arrivata/o fin qui.
Ammetto che è il primo racconto che scrivo e pubblico ed é un'onore anche solo pensare di essere riuscita a far arrivare fino alla fine almeno un lettore o lettrice.
Per quanto riguarda la storia fino a ora ho solo un'idea di fondo. Però ti posso dire che i primi capitoli andranno avanti molto molto molto lentamente perché voglio spiegare bene bene bene cosa è successo dopo la sconfitta di Voldemort. Quindi, se vuoi una dramione che nasce dal nulla e velocemente purtroppo questa non è la storia che fa per te. Inoltre è mio dovere avvertirti che nella mia storia ci saranno molti riferimenti a episodi dei libri di Harry Potter. La mia intenzione è di rimanere il più possibile fedele alla trama originale. Di conseguenza tutti i morti sono realmente morti (purtroppo) e se non ricordi alcuni episodi a cui faccio riferimento durante un capitolo, no problem, puoi sempre scrivermi chiedendo spiegazioni. Giuro che non sono una che aggredisce, sono una pacifica.
Per finire, ultime due cose poi giuro che mi tappo la bocca:
1) il prossimo capitolo arriverà molto presto. Molto probabilmente già domani.
2)Sono ben accette recensioni, sia positive che negative. Entrambe mi saranno molto d'aiuto a migliorare la storia e il mio modo di scrivere, perché, come ripeto, è la prima cosa quasi seria (più avanti capirete quanto sono pazza e fuori di testa) che scrivo e pubblico.
Quindi non posso dire altro che "Alla prossima Volta!(Spero)"
p.s. La canzone è degli Scorpions, uno dei miei gruppi preferiti. Consiglio vivamente di ascoltarla.




 

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Capitolo 2
*** Friends will be Friends ***


Friends will be Friends

Il sole era ormai alto nel cielo e i suoi raggi accarezzavano il volto pallido del bambino-che-è-sopravvisuto. Harry Potter, infastidito dalla luce che entrava dalla finestra, si girò pigramente dalla parte opposta del letto. Stava ripiombando in un profondo sonno quando due ragazze, con gemelli sorrisi, entrarono nella stanza, disturbandolo. -sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo che ronfavano- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola e iniziò a sbatterli urlando- SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!- entrambi i ragazzi caddero dal letto. E dopo aver insultato pesantemente Ginny, si alzarono traumatizzati. Odiavano la mattina.

-Buongiorno!-esclamò angelicamente Ginny baciando Harry e accarezzandogli la chioma disordinata.

-Buongioaahahy!- rispose Harry sbadigliando e dando un bacio sulla guancia anche a Hermione.

-Buongiorno anche a voi!- disse la riccia baciando a sua volta Ron, arrossendo.

-Buongiorno- biascicò lui sorridendole.

-bene!-esclamò Hermione rivolgendosi a tutti- Molly ha detto che tra mezz'ora partiamo. Io e Ginny iniziamo a scendere, quando siete pronti raggiungeteci.-

-okay.-rispose i due in coro iniziando a vestirsi.

Le due, saltellando, scesero le scale e ragginsero Molly per aiutarle con le ultime cose. Poco dopo, proprio quando si stavano sedendo a tavola per la colazione, Ron e Harry entrarono in cucina trascinando i loro bauli.

-Alla buon ora!- esortò Molly -svelti, svelti se no non fate in tempo a fare la colazione.- e tutta agitata, con una magia, mise nei piatti di tutti due uova a testa e all'incirca cinque salsicce. Dopo essersi abbuffati, frettolosamente presero i bauli e uscirono, mentre Molly recuperava Leotordo, il gufo di Ron. Il signor Weasley, nel frattempo, aveva fatto mandare un auto dal ministero per raggiungere King's Cross.
Grazie all'auto incantata il viaggio durò pocchissimo per la fortuna dei ragazzi. Infatti mamma Wealsey non faceva altro che raccomandazioni e esclamazioni tipo "Perderanno sicuramente il treno!" o "Sicuramente vi site dimenticati qualcosa di importante!". In ogni caso non era per nulla rilassante.
Purtroppo per loro però Molly li avrebbe accompagnati fino al treno .

-su su andiamo ragazzi o perderete il treno.- ripetè Molly sempre più agitata scendendo dall'auto. Entrati nella stazione si divisero per non dare nell'occhio come avevano fatto quattro anni prima. Hermione e Ginny andarono per prime con Grattastinchi e Arnold sui carrelli e poi con calma, assicurandosi di non essere viste, attraversarono il muro che era esattamente tra il binario 9 e 10. Alcuni minuti dopo, comparvero dietro di loro anche Ron, Harry e Molly che avevano fatto una strada diversa dalla loro per non attirare l'attenzione dei babbani.
Quando alzarono lo sguardo, davanti ai loro occhi se ne stava l'imponente locomotiva scarlatta pronta a partire. Il fumo affumicava tutti i maghi presenti sul binario 9 e ¾attirando l'attenzione  .
La banchina era piena di alunni che salutavano i propri genitori. Ovunque c'erano maghi e streghe di tutte le età.
Il ragazzo con la cicatrice si guardò intorno. Era tutto uguale. Ancora si ricordava la prima volta che era stato lì. L'adrenalina, la felicità... un bambino lo indicò urlando- Quello è Harry Potter!- Il moro sorrise nostalgico. Si, dopo sette anni le cose non erano cambiate. Il fischio della locomotiva attirò la sua attenzione. -Sono quasi le 11, il treno sta per partire. Su, su salite.- li incitò Molly abbracciandoli tutti-Scrivete...fate i bravi... se avete dimenticato qualcosa ve la spediremo... ora andate sul treno, presto...-

saliti sul treno si sporsero da un finestrino e salutarono la signora Weasley in lacrime, commossa di vedere i suoi bambini cresciuti. Quando ormai Molly era solo un puntino lontano, si incamminarono alla ricerca di un posto dove sedersi.

-Ma ci pensate?- domandò Hermione entrando in uno scompartimento libero- è l'ultimo anno.-

-Lo hai già detto cento volte-rispose sarcastica Ginny- negli ultimi dieci minuti- precisò.

-Lo so, ma sono così emozionata. Voi no?-

-Certo che lo siamo.- rispose con entusiasmo Harry, sistemando i suoi bagagli.

-e dobbiamo finire in bellezza.- continuò Ron con convinzione -sono sicuro che quest'anno vinceremo la coppa delle case e la coppa di Quiddich.-

-Si!-risposero decisi Ginny e Harry.

-Ahh ma voi non pensate a nient'altro? Pensate piuttosto ai M.A.G.O.- disse sconsolata Hermione mettendosi una mano sulla fronte.

-Dai Hermione! Non rovinarci l'entusiasmo.- si depresse Ron.

-Suvvia suvvia. Non è una cosa così drammatica.- gesticolò la riccia come per mandare via una mosca, per poi alzarsi- Io e Ron dobbiamo andare in testa al treno per dare istruzioni ai nuovi prefetti, torniamo subito.- e entrambi uscirono dalla carrozza.

Dieci minuti dopo qualcuno bussò alla porta del loro scompartimento.

-Ciao Harry, ciao Ginny!- li salutò un ragazzo dai capelli scuri con in mano un rospo.

-Ciao Neville!- risposero in coro.

-Io e Luna possiamo unirci a voi?- chiese indicando prima se stesso e poi una strana ragazza con una bacchetta dietro l'orecchio.

-Ma certo, accomodatevi.- i due sorrisero grati, sistemarono i loro bagagli sulla rastrelliera per poi sedersi.

-Passate bene le vacanze, Luna?- domandò Ginny sinceramente interessata.

-Si, molto bene. Sono andata con mio padre in Norvegia. Era pieno di Nargilli.- rispose in modo sognante, giocherellando con la collana di tappi di burrobirra che portava al collo.

-e voi come avete passato le vacanze?-

La conversazione continuò a lungo. Il paesaggio intanto cambiava. Era ormai usciti da Londra e il treno stava passando per campi e viottoli.

Hermione e Ron tornarono al vagono dopo mezz'ora e trovarono gli amici ad abbuffarsi di gomme bolle bollenti e di gelatine tutti i gusti +1.

-Sto morendo di fame...- annunciò Ron entrando nello scompartimento insieme alla ex ragazza.

-Ciao Luna,ciao Naville.- salutò educata Hermione, sorridendo a entrambi.

-Ciao- salutarono in coro.

-avete fatto presto.- disse Harry lieto del loro ritorno.

-Fare il Caposcuola è una pacchia. Niente ronde sul treno e possiamo togliere i punti a chi vogliamo.- disse entusiasto Ron, prendendosi una gelatina rossa.

-Per amor del cielo, Ron! Ti ricordo che noi abbiamo altri compiti più importanti. Non sarà facile. Tocca a noi dirigere tutti i prefetti e...-

-Lo so Hermione, lo so.-la interruppe amareggiato.- Tra l'altro la preside ha nominato altri due caposcuola quest'anno, e indovinate uno chi è?- chiese sarcasticamente agli altri.

-Malfoy.- rispose Harry, certo di sapere la risposta. I due Grifondoro annuirono.

-Ma perché la McGrannit ha nominato altri due caposcuola?- domandò sconcertata Ginny.

- Ma è ovvio no?- si intromise Luna prendendo il Cavillo dalla borsa. Alle facce perplesse di tutti la bionda innocentemente chiese – Vi sono entrati dalle orecchie i Gorgosprizzi? Sembrate un po' confusi.- a spiegare alla bionda che loro non capivano a cosa stesse alludendo fu Neville.-Ehm Luna, per noi non è ovvio.- La ragazza aprì il giornale e con aria sognante -Quest'anno hanno unito l'anno mio e di Ginny con il vostro, di conseguenza ci sono più alunni e la preside ha pensato di mettere più Caposcuola.- Tutti la guardarono senza dire una parola e Harry si girò verso la migliore amica -è cosi?- Hermione annuì.

-Chi sono gli altri Caposcuola?- domandò curiosa Ginny.

-Padma Patil, Corvonero e basta.-

-E i prefetti quanti sono?-

-ventotto, più quattro caposcuola.-rispose prontamente Hermione.

-Ma sono tantissimi!- spalancò gli occhi Harry.

-Lo so, sarà un massacro coordinarli tutti.-sbuffò Hermione. -Già quella vacca totale della Parkinson ha iniziato a rompere. Mi chiedo ancora come abbia fatto a diventare un prefetto.-

-è uno dei tanti misteri di Hogwarts.- commentò Neville mettendosi in bocca una bolla bollente.

-Già- rispose sconsolata.

-Ma gli altri prefetti chi sono?- chiese Harry.

-Quelli di tre anni fa, Goldstein, Hanna Abott, Ernie Macmillan e poi tutti quelli dell'anno di Ginny e Luna, quelli del sesto anno e del quinto. Dennis Canon , a proposito, è uno dei due prefetti nuovi di Grifondoro.- biascicò Ron chiudendo gli occhi.

Le loro chiacchiere furono interrotte da un ragazzino un po' cicciottello del secondo anno che, imbarazzato, aprì la porta e domandò- Harry Potter, Ronald Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock, Ginny Weasley e Luna Lovegood siete voi?-

-si.-risposero perplessi. Il ragazzino diventò ancora più rosso.-questi sono per voi.- e consegnò sei cilindri di pergamena legati con un delicato nastrino viola, per poi scappare via, emozionato di aver parlato con gli eroi della seconda guerra magica.

-Oh no!- Esclamarono Harry, Hermione, Neville e Ginny in contemporanea.

-Cosa sono?- chiese eccitata Luna, non avendo mai visto quella pergamena prima d'ora.

-Inviti.- rispose piatta Hermione.- Per il Lumaclub.

-Davvero?- chiese entusiasto Ron, non avendone mai ricevuto uno. Ginny sciolse il fiocco viole e con voce sprezzante lesse ad alta voce:

“Ginevra cara,

Sarei lieto se ti unissi, ancora una volta, a me e a altre poche intime persone, per un pranzetto nello scompartimento C.

Cordialmente

professor H.E.F Lumacorno.”

-Chissà perché ha invitato proprio noi.- fece Luna soprappensiero.

-Lumacorno ogni anno si circonda di persone che hanno a che fare con personaggi influenti o famose. Avrà visto in noi una via per la fama.- la informò Hermione. -Non mi meraviglio che è il direttore della casa di Serpeverde.-

-Comunque andiamo a dare un' occhiata.- intervenne Ron tutto allegro per essere stato invitato- Ho fame e lì c'è cibo.- finì giustificandosi.

tra sospiri di sconforto e sorrisi incoraggianti di Ron e Luna, i sei si avviarono verso lo scompartimento C mentre la natura fuori dal finestrino si faceva più selvaggia.

-Oh eccovi qui!- esclamò un uomo pelato con enormi baffi argentati.- Su su stavamo aspettando proprio voi.- sorrise incoraggiante.

I cinque Grifondoro più la Corvonero si sedettero sui sedili di pelle. Guardandosi intorno videro Cormac McLaggen, un ragazzo alto con i capelli mossi della casa di Grifondoro, Blaise Zabini, un ragazzo di colore con zigomi pronunciati della casa di Serpeverde, Susan Bones, una ragazza alta con i capelli biondi e gli occhi azzurri di Tassorosso, e altri sette ragazzi che li guardavano spaesati ma allo stesso tempo emozionati di avere di fronte il famoso Harry Potter con i suoi fedeli compagni di avventura.

-Allora Miranda, come sta tuo padre?- domandò Horace Lumacorno di punto in bianco a una ragazzina del primo anno.

-b-bene.-balbettò imbarazzata.

-Oh su, non fare la timida. Dovete sapere -iniziò Lumacorno rivolgendosi a tutti- che suo padre è Zacaria Green. Lavora ai piani alti del ministero.- poi spostando lo sguardo a Zabini chiese – e tua madre, Blaise caro?-

-Oh benissimo professore.-rispose spavaldo- sta per sposare l'ottavo marito.

-Oh! Allora è ancora bella come dicono?- indagò il professore.

-Ovviamente.- ribatté il ragazzo sorridendo pomposamente.

-E Luna- l'uomo spostò lo sguardo sulla bionda- tuo padre è ancora il direttore del Cavillo,vero?-

-Naturalmente.- sorrise lei mettendo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Dicono che il Cavillo sia tra i giornali più letti. Il numero di copie sta raggiungendo addirittura i livelli della Gazzetta.-aggiunse.

-Si, signore. Le statistiche dicono che, entro i prossimi quattro numeri, supereranno addirittura le vendite della Gazzetta.- rispose sincera, come sempre.

-Ma è magnifico!- esclamò estasiato Lumacorno, congratulandosi mentalmente con se stesso di esser riuscito ad avvicinarsi alla giovane. Poi rivolgendosi a tutti disse – se non vi dispiace ho portato un po' di cibo.-e tirò fuori tartine, pizzette e salsicce per tutti.- il mio vecchio stomaco non digerisce i dolci del carrello.- continuò facendo passare il cibo.

-Nathan! - esclamò poi facendo sussultare un ragazzo alto con i capelli castani- forse lo conoscete è al terzo anno di corvonero. Sua cugina Jennifer è una nota pozionista. A proposito,come sta? Sta lavorando a nuove pozioni?-

-Sta bene, ha iniziato a lavorare sulla cura di alcuni filtri.- rispose lui scoccando uno sguardo incuriosito a Luna e alla bacchetta che portava dietro l'orecchio.

-Oh è fantastico! Dopo che è riuscita a fabbricare la pozione che curi i graffi di tarantola ci aspettiamo molte cose da lei.- ribatté il professore. Poi girandosi verso Ron, Hermione e Harry esclamò, tutto eccitato, come se stesse per mostrare al mondo una miniera d'oro. - E loro sono ovviamente Harry Potter , Ronald Weasley e Hermione Granger. Il ragazzo che è doppiamente sopravvissuto e i suoi bracci destri. Com'è che vi chiamano ora? Il Golden trio?- il vecchio mago iniziò a tastare il terreno. Nessuno rispose. Gli occhi di tutti erano fissi su loro tre. -Come so, Hermione è una strega brillante, Harry ha poteri straordinari ma non so niente di Ron, posso chiamarti Ron, vero?- Il maschio Weasley annuì arrossendo.-Allora- continuò l'uomo- che doti speciali hai?Su su non fare il timido.-

Zabini tossì nascondendo malamente un -buono a nulla.-

-Di sicuro non è bravo quanto te a darsi delle arie!- si intromise Ginny irritata, difendendo il fratello.

-Oh cielo!- esclamò divertito il professore- come sempre vedo che voi due non perdete l'occasione per lanciarvi insulti. Come ti ho già detto due anni fa caro Blaise, se fossi in te eviterei di farla arrabbiare. Ricordo ancora le fatture Orcovolanti che sa scagliare questa giovane. Ti conviene non contraddirla.- Zabini guardò Ginny pieno di disprezzo ingoiando un' imprecazione.

 Il pomeriggio passò con molta lentezza. L'argomento principale era uno solo: fama. Un sospiro di sollievo si levò da molti dei presenti quando finalmente Lumacorno esclamò sconcertato -Oh cielo! Il sole sta già tramontando. Il tempo passa in fretta quando ci si diverte. Sono sicuro che avremo modo di conoscerci meglio tutti in futuro. Quando volete passate pure a trovarmi. Ci conto.- e sorrise a tutti quanti.- Ora andate su su. Dovete ancora cambiarvi e siamo quasi arrivati.-

-Dio! Non ce la facevo più a stare lì dentro.- esclamò Hermione, uscita dallo scompartimento.

-Non sai a chi lo dici.- disse d'accordo Ginny.

-Poi tutto quell'elogiare mi faceva venire la nausea.- disse Neville con faccia distrutta.

-Ma alla fine non è neanche così male.- intervenne Ron che non era affatto abituato a tutti quelli elogi che in fondo non gli dispiacevano.

-Gli piace particolarmente circondarsi di persone importanti. Chissà che divertimento c'è.- disse innocentemente Luna.

Arrivati al loro vagone si misero le divise nere. Tutti non vedevano l'ora di arrivare. Dopo però neanche dieci minuti qualcuno di indesiderato aprì la porta dello scompartimento con un ghigno stampato in faccia.

-Malfoy, nessuno ti ha invitato.- disse brusco Harry al nuovo arrivato.

-Potter, quest'anno sono Caposcuola. Questo vuol dire che oltre a infliggerti punizioni posso anche togliere punti a chiunque io voglia. Quindi vedi di portarmi rispetto.- lo informò saccente il biondo. Pansy Parkinson, una ragazza si Serpeverde in piedi accanto a Draco, rise arcigna. Harry represse un insulto e guardò contrariato Malfoy, la Parkinson e Gregory Goyle, alla sinistra del biondo.

- Malfoy -si alzò Hermione parandosi tra il Serpeverde e il suo migliore amico- ti ricordo che anche io e Ron siamo Caposcuola e stai certo che ti terremo d'occhio.-

-uuhu che paura Granger.- intervenì Pansy. - Il castoro morde.- e iniziò a prendere in giro i denti che la ragazza aveva avuto per quattro anni, seguita a ruota da Goyle e Malfoy che sghignazzarono divertiti. - Senti da che pulpito viene la predica, carlino.- si intromise Ron.

-Ooooh ,Il baldo principe è arrivato a salvare la fidanzatuccia in pericolo, che eroico gesto.- li prese in giro sarcastico il biondo. Non ottenendo risposta continuò – Oh oooh ho toccato un nervo scoperto a quanto pare. Bene bene ma allora..- prima che potesse dire altro Hermione lo buttò fuori- FUORI DI QUI!- Malfoy, sempre ridacchiando in modo cattivo ribattè- Ce ne andiamo, ma sono questa volta.. Volevo semplicemente informare Potter delle ultime novità. Gli starò con il fiato sul collo pronto a togliere punti.-poi si rivolse agli altri due Serpeverde- andiamo.- e il trio si allontanò lasciando dietro di se i Grifondoro a insultarlo.

-Lo odio!- esclamò Hermione sedendosi.

-è uno stronzo!- continuò Harry, passandosi la mano tra i capelli spettinati.

-L'ho detto io che dovevamo lasciarlo morire nella stanza delle necessità l'anno scorso.- sbottò imbronciato Ron.

-Ron, penso che Harry abbia fatto bene a salvarlo quella notte. Purtroppo è un essere umano, se pur malvagio, bullo e doppiogiochista.- sospirò Hermione guardando fuori dal finestrino.

-Sai qual'è la cosa che mi scoccia di più- intervenì Harry alterato- è che io quella notte non gli ho salvato la vita una volta, ma ben due.-

-è questo che non sopporta.- disse Luna in modo sognante- il suo acerrimo nemico gli ha salvato la vita. È orgoglioso. Vedrai che primo o poi troverà il modo di ringraziarti.- sorrise incoraggiante la bionda.

-Malfoy, ringraziare? Non penso che lo farà mai.- commentò sarcastica Ginny.

La loro conversazione terminò con il fischio del treno che annunciava a tutti di essere arrivati a destinazione.
 

Friends will be friends
When you’re in need of love they give you care and attention
Friends will be friends
When you’re through with life and all hope is lost
Hold out your hands, ‘cuz friends will be friends right til the end
-Friends will be Friends, Queen-

Spazio dell'Autrice:
Ammetto che questo capitolo non è un granché. Non sono riuscita a migliorarlo tanto perché sto per partire e non so quando sarei riuscita a
Però guardiamo la parte positiva. Avete visto Harry, che rimarrà sempre il nostro eroe e Draco, che è sempre il solito Malfoy che odia Harry & Co.
Ringrazio chi ha letto il primo capitolo. Spero di rivedervi quando aggiornerò.
A proposito di aggiornamenti...
Il terzo capitolo arriverà tra tre giorni massimo. Ora vado piuttosto veloce con gli aggiornamenti perché sono all'inizio, ma poi posterò con frequenza settimanale.
Grazie ancora
Marta

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Capitolo 3
*** Imagine ***


Imagine

Scesi dal treno, una voce conosciuta, raggiunse le orecchie di Harry. -PRIMO ANNO! QUELLI DEL PRIMO ANNO DA QUESTA PARTE. PRIMO ANNO CON ME!- urlava un uomo molto grosso, con folta barba nera e con una lanterna in mano. Il bambino che è sopravvissuto sorrise. Sembravano passati cent'anni da quando lui era stato uno di quei ragazzini che seguivano, intimoriti, la voce di Hagrid.

-Per fortuna le previsioni non hanno azzeccato- osservò Hermione, facendo ritornare Harry alla realtà- oggi davano pioggia.- spiegò camminano sul marciapiede spintonata da altri ragazzi.

-Per fortuna.- disse Neville cercando di tenere fermo Oscar nella giacca- vi ricordate come sono arrivati in sala Grande i primini di quattro anni fa?-

-fradici!- esclamò Ron tirando una gomitata a un Serpeverde che lo spingeva di lato.

-Se non mi sbaglio, quell'anno qualcuno era caduto nel lago.-disse pensierosa Ginny attaccandosi alla felpa di Harry per non perderlo di vista.

-Si, era Dennis Canon.-confermò Hermione.

-Chi è?- domandò Luna dirigendosi verso l'uscita della stazione.

-è al quinto anno di Grifondoro. È il fratello di Colin Canon, te lo ricordi? Era del nostro stesso anno.- rispose Ginny avvicinandosi alla bionda.

-Allora ho capito. Era quel ragazzo simpatico che faceva sempre foto.- sorrise Luna uscendo, mentre Harry lasciava che la sua mente vagasse tra i ricordi.

Fuori dalla stazione di Hogsmeade c'erano posteggiate più o meno un centinaio di carrozze trainate da cavalli alati scheletrici, come tutti gli anni.

I sei si avvicinarono a una carrozza e Luna accarezzò l'animale con il muso da rettile. Tutti la guardarono straniti, ma nessuno la criticò. A rompere il silenzio fu Harry ponendo una domanda strana -Secondo voi Dennis Canon li vede i Theastral?-

-Non penso. Durante la battaglia i minorenni non potevano stare a Hogwarts. Di conseguenza, se prima non li vedeva, non li vede neanche ora.- lo informò Hermione salendo su una carrozza vuota.

-Eppure Colin, il fratello di Dennis, ha combattuto pur essendo minorenne...e ne ha pagato le conseguenze.- biascicò il moro triste restando immobile a guardare il cavallo. Hermione si volse verso l'amico affranto.

-Harry, non è colpa tua. Nessuno a costretto nessuno a combattere durante la guerra. Chi è morto era cosciente di ciò che andava incontro.-lo consolò Ginny accarezzandogli una guancia dolcemente. Sapeva a cosa stava pensando il suo ragazzo.Alla Guerra e a tutti i morti, incolpandosi.

-Ha ragione -lo affiancò Ron

-Si, non devi sentirti in colpa.- continuò Ginny sorridendogli incoraggiante

-Lo so. Ma non faccio che pensare che se non fosse stato per me...

-Voldemort sarebbe ancora vivo e la battaglia avrebbe mietuto ancora più vittime.- Lo interruppe Neville seguendo Hermione sulla carrozza.

-Tutto è finito. Non devi più preoccuparti.- terminò Luna andandosi a sedere. Lo sguardo di Harry passò su tutti i suoi amici. La carrozza partì quando lui finì di domandarsi se quel senso di colpa se ne sarebbe mai andato.

A cambiare discorso fu Ginny che in tono scherzoso disse -A proposito di Thestral...Chi sa che faccia ha fatto Malfoy ritrovandoseli davanti.-

-Probabilmente avrà subito mandato una lettera al paparuccio per chiedergli di eliminare quelle orride creature.-scherzò Ron.

-Peccato che ci siamo persi la scena. Avrei tanto voluto sentire il suo urlo terrorizzato per prenderlo un po' in giro.- ridacchio Harry ritornando di buon umore.

-In verità io l'anno scorso l'ho visto quando è tornato a scuola e si è ritrovato le creature davanti.- li informò Luna guardando con aria sognante fuori dal finestrino.

-veramente?-domandò curiosa Hermione.- e il suo grido com'era?-domandò ironica.

-In verità non ha gridato. Se n'è stato li immobile a fissarli per qualche minuto e poi è salito sulla carrozza appena la Parkinson gli ha chiesto se c'era qualcosa che non andasse.-

-Davvero?- Ron pareva deluso.

-Già- confermò la Corvonero.

-Secondo voi quanti Serpeverde riescono a vedere i Thestral?- Chiese Hermione pensierosa.

-Pochi. Durante la guerra se ne sono tutti andati come dei codardi.- rispose stizzito Neville.

-Probabilmente solo Malfoy,Goyle e Nott.-mormorò Hermione tra i suoi pensieri.

-Malfoy ha visto Silente morire , ma gli altri perché secondo te li vedono?- domandò Ginny guardando storta l'amica. A rispondere fu però Harry- Goyle ha visto Tiger morire nella stanza delle necessità. Mentre Nott era uno dei pochi che riusciva a vederli quando Hagrid,al quinto anno, ci ha fatto la lezione su di loro.- lui se la ricordava bene quella lezione nella foresta.

-Se non fossero Serpeverde, mi dispiacerebbe per loro.-disse sincera Ginny- Goyle è un po' tonto ma ha comunque visto morire uno dei suoi migliori amici.- Tutti i ragazzi le lanciarono un'occhiataccia.

-Non guardatemi così. Non ho detto niente di male.-si difese Ginny.

-In effetti- corse in suo aiuto Hermione- Goyle è solo un po' scemo. È Malfoy che lo ha portato sulla cattiva strada.-

-Hermione , ti devo ricordare che ha tentato di ucciderci e che è figlio di un mangiamorte?- replicò sconcertato Harry.

-Giusto, giusto. Esempio sbagliato. Prendiamo Nott allora...-

-Anche lui è figlio di un mangiamorte.- la interruppe Ron con cipiglio severo.

-Si si ma vai oltre a questo.- insistette decisa – è sempre da solo. Non è mai stato con la cricca di Malfoy ad esempio. E questo, dovete ammetterlo, è un punto a suo favore.-

-è pur sempre un Serpeverde e da quello che si dice in giro viene molto rispettato da Malfoy, quindi vuol dire che sarà come lui. Figlio di mangiamorte, soldi a volontà, insulti ai mezzosangue a gogo ecc ecc...- disse Ron facendo strani gesti con la mano.

-Non lo so...non mi ha mai insultato...- La conversazione si disperse nel vento...

Sbatacchiando e ondeggiando, le carrozza avanzò lungo la strada. Quando passarono dal cancello che portava nel territorio della scuola, fra gli alti pilastri di pietra sovrastati da cinghiali alati, Luna si sporse dal finestrino. Il Castello di Hogwarts incombeva sempre più vicino: una massa imponente di torrette con qua e là, una finestra che diffondeva una luce vibrante sopra di loro. La carrozza si fermò, Harry fu il primo a scendere e rimase incantato alla vista del castello, come se fosse la prima volta. Finalmente era tornato a casa, pensò.

-Vieni?- lo chiamò Ginny.

-Certo.- sorrise, unendosi alla folla di studenti che salivano gli scalini.

Entrati si diressero verso la prima porta a destra che portava alla sala Grande, dove si sarebbe tenuto il banchetto di inizio anno. Il pavimento era tutto in lastre e le pareti di pietra erano illuminate da torce incantate. Entrati nella sala, i quattro tavoli delle case si riempirono a vista d'occhio di studenti. Il volume delle voci aumentava sempre di più. Tutti salutavano i propri compagni e chiedevano come avessero passato l'estate. I fantasmi volavano sopra i tavoli centrali di Corvonero e Serpeverde. Il soffitto era scuro, pieno di nuvole, esattamente come il cielo che si intravedeva fuori dalle grandi finestre. I ragazzi, dopo aver salutato Luna, si diressero verso il tavolo di Grifondoro, situato all'estremità destra della sala. Ginny fu chiamata da Demelza Robins, una sua coetanea, e si sedette vicino a lei, con quelli del suo anno. Invece Harry, Hermione, Ron e Neville si sedettero vicino a Seamus Finnigan e a Dean Thomas che li accolsero allegri.

Hermione lanciò un occhiata al tavolo degli insegnanti. La McGranitt sedeva al posto centrale, una volta occupato da Silente. Accanto a lei la professoressa Sinistra e Lumacorno. Sul lato destro vide tre nuovi insegnanti, uno sui quarantanni con grossi occhiali neri, uno sui venticinque di bell'aspetto e una ragazza, anche essa sui venticinque anni, che guardava la sala con un radioso sorriso. Hagrid si sedette in quel momento, segno che quelli del primo anno dovevano essere arrivati.

Proprio in quel momento la porta d'ingresso si spalancò. Molti ragazzini, con aria spaventata e intimorita, entrarono nella sala Grande seguendo il professor Vitious. Arrivato davanti al tavolo degli insegnanti, il nuovo vice- preside di Hogwarts posò uno sgabello e ci appoggiò su un vecchio cappello pieno di toppe e un po' bruciacchiato. L'intera sala si zittì e lo strappo vicino al bordo dell'antico oggetto, si spalancò come una bocca, iniziando a decantare la filastrocca di inizio anno.

-Ma non era andato a fuoco?- bisbigliò Ron indicando il manufatto.

-è magico Ronald. Niente può romperlo.- rispose Hermione con aria petulante.

-Eppure le fiamme me le ricordo belle bollenti.- scherzò Neville riferendosi al momento in cui, l'anno prima, Voldemort aveva cercato di dare fuoco al vecchio cappello.

Quando l'oggetto tornò immobile uno scroscio di applausi partì da tutte le tavole. Tutti commentarono ciò che avevano appena udito. Come successo negli ultimi anni, il capello non si limitò a descrivere le qualità delle quattro case, ma consigliò a tutti di mettere fine alla rivalità tra esse.

Le chiacchiere degli studenti si scemarono quando il professor Vitious lesse ad alta voce il primo nome sulla pergamena. -Abett, Rose- Una ragazzina si avvicinò allo sgabello spavalda e si mise senza esitazione il cappello in testa. Gli occhi di tutti la fissarono. Dopo alcuni secondi il cappello urlò- Serpeverde!- Tutta la casa verde – Argento applaudì. Dopo di lei una sfilza di nomi furono chiamati. In poco tempo la fila dei primini diminuì. Mancavano circa quindici ragazzini quando Vitious chiamò -Green , Miranda.- Harry vide la ragazzina che aveva incontrato nella carrozza di Lumacorno, sedersi timida sullo sgabello. Il cappello, ancora prima di coprire il capo della ragazzina urlò -Corvonero!- felice Miranda, tra gli applausi, si sedette vicino a Luna, lieta di vedere un volto conosciuto.

Quando mancavano ancora dieci ragazzini, la McGrannit informò che lo smistamento per quelli del primo anno era terminato e che le persone che rimanevano erano i nati babbani che l'anno prima non avevano ricevuto la lettera a causa di Voldemort, che aveva dato ordine di non far entrare nati babbani a Hogwarts. Nessuno finì a Serpeverde.

Quando lo smistamento fu realmente terminato, la McGrannit si alzò per salutare tutti prima del banchetto.
-Benvenuti a Hogwarts ai nuovi arrivati e bentornati agli studenti più vecchi. È un piacere avervi qui con noi. Ma non è questo il momento dei discorsi. Quindi come avrebbe detto il nostro vecchio amico Albus Silente -sorrise nostalgicamente -Abbuffatevi!- Tutti batterono per l'ennesima volta le mani. In pochi secondi le tavolate si riempirono di cibo e Ron si mise una quantità esorbitante di gnocchi nel piatto.

-Allora, come avete passato le vacanze?- domandò curioso Dean- avete combinato qualche guaio voi tre?-

- Oh no- rispose Harry- siamo rimasti tutto a casa di Ron.

-Tutto qui?- Seamus parve deluso. I tre annuirono. Poi preso da un ricordo improvviso disse, sorridendo beffardo – Aspetta, Harry e Ginny... Ron e Hermione... ho capito perché siete restati a casa.- diede una pacca sulla spalla a Ron e Harry guardandoli maliziosamente. I tre arrossirono in contemporaneamente. Ron e Hermione, i più imbarazzati si guardarono. Oltre a Ginny e Harry nessuno sapeva che si erano lasciati. In muto accordo i due decisero di dirlo agli altri. Tanto prima o poi lo avrebbero scoperto. A parlare fu Ron- in verità io e Hermione ci siamo lasciati.- Davvero?- domandò sbalordito Dean. Dalla vostra gelosia avrei detto che sareste durati secoli...- Ma prima che continuasse il discorso, Harry corse in loro aiuto cambiando argomento, sapendo quanto fosse dura per i suoi migliori amici parlare della loro ex relazione – E ehm Seamus invece cosa hai fatto tu durante le vacanze?- Il Grifondoro iniziò un lungo racconto sul suo ultimo viaggio in Germania. Più tardi, quando tra una torta e l'altra, Seamus stava raccontando della strana mania dei babbani tedeschi di mettere i sandali con le calze, Nick-quasi-senza-testa, il fantasma di Grifondoro, spuntò in mezzo a una torta di mirtilli, salutandoli -Salve!- e facendo il bacia-mano a Hermione, unica ragazza i quel pezzo di tavolo.
-Ciao Nick!- salutarono in coro gli altri -Come va?-
-Sarò sincero ragazzi. Non molto bene. Ho dato un'occhiata ai nuovi acquisti di quest'anno. Molti non hanno l'aria di essere veri e temerari Grifondoro. Quando ho fatto vedere perché mi chiamavano “quasi-senza-testa” si sono schifati tutti. Bah, dovrete farli diventare dei veri signori e delle vere signore senza paura, conto su di voi.- disse sedendosi su un budino gigante in mezzo al tavolo. -Ma non fatemi pensare a quelli lì.-cambiò discorso- cosa ne pensate del discorso del Cappello parlante?- domandò accavallando le gambe.
-Pff lf sofife cofe, peffo che nfof riuffirefo mai a cofferaref- Rispose Ron sputacchiando pezzi di dolce inorridendo i presenti.
-Che schifo Ronald! Non parlare con la bocca piena. Prima butta giù il cibo e poi parla.- lo rimproverò Hermione incrociando le braccia, nascondendo un mezzo sorriso.
-La signorina ha ragione. Un vero cavaliere non parla con il cibo in bocca.- si intromise schifato il fantasma. Ron alzò gli occhi al cielo e dopo aver ingoiato il grade boccone ripeté- Il cappello parlante e da anni che ci dice di cooperare, ma non avverrà mai. Grifondoro e Serpeverde non andranno mai d'accordo.- e Harry aggiunse-Già, ci vorrebbe un santo per sopportare Malfoy.- Il fantasma di Tassorosso, passando di lì per caso, si aggiunse alla conversazione – Caro Nick, mi dispiace deluderti, ma credo proprio che la tua casa non andrà mai d'accordo con quella del Barone. Fin dalla fondazione c'è una profonda rivalità che non andrà via in poco tempo, temo.-

-Ahimè, credo che tu abbia ragione amico mio.-Nick si alzò in volo-  È faticoso ammetterlo, ma temo che l'unica cosa sia riporre fiducia in Tassorosso e Corvonero. Le case che, bene o male, riescono ad andare d'accordo con tutti.- I due fantasmi si allontanarono chiacchierando tra di loro.

-Corvonero e Tassorosso? Non credo che riuscirebbero mai ad unire Grifondoro e Serpeverde.- sbuffò Ron.

-Sono d'accordo con te.- confermò Hermione. -Non sono mai riusciti a unirci in più di cinquecento anni di storia. Non ci riusciranno neanche ora.- disse sicura di sè- Inoltre non a tutti i Serpeverde vanno a genio quelle due case. Si credono superiori a tutti. In più la maggior parte di loro odia soltanto il pensiero di stare nella stessa stanza con un mezzosangue, figurarsi cooperare. Temo che non succederà mai.-

-Ma ve lo immaginate Malfoy circondato da Grifondoro? Impazzisce.- Disse Ron immaginandosi,allegro, la scena.

-A proposito di Malfoy- intervenne Hermione guardando attentamente il tavolo di Serpeverde, dietro a quello di Corvonero -vi siete resi conto che non è circondato dai soliti compagni. Vicino ha solo la Parkinson e Goyle.-

-Io non mi preoccuperei. Probabilmente per qualche capriccio da ragazzo viziato, li ha mandati lontano da lui per la cena.- Rispose indifferente Harry seguendo la linea dello sguardo della migliore amica.

-Bah mi sembra stano. Proprio perché è viziato vorrà tutti accanto a sè per far vedere che è sempre lui il capo della banda di vipere.- continuò indagatrice Hermione.

-Ma chissene frega dei Serpeverde!-preruppe Ron sazio.- Meglio se si sono allontanati tutti da lui. Magari eviterà di fare lo sborone.-

-Si, hai ragione.- terminò il discorso la riccia giusto in tempo per il discorso finale. Proprio in quel momento la McGranitt si alzò. Gli sguardi di tutti si spostarono su di lei.

Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace
 
You...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope some day you'll join us
And the world will be as one
-Imagine, John Lennon-

Spazio Autrice:
Rieccomi. Scusate il ritardo, ma ieri sono tornata a casa tardi. Ho aggiornato il prima possibile.
Se non capite qualcosa o episodio a cui faccio riferimento non esitate a chiedere. Sono qui apposta.
Il prossimo capitolo arriverà a breve.
ricordo che sono ben accette recensioni sia positive che negative.
Marta

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Capitolo 4
*** Don't stop Me Now ***


Don't stop me Now

-Bene- iniziò la McGranitt con un enorme sorriso circondato dalle rughe della vecchiaia- ora che siamo tutti sazi grazie a questo delizioso banchetto, penso che sia il caso di iniziare con i soliti avvisi di inizio anno.- Harry sbadigliò. Sognava già il suo letto a baldacchino caldo e comodo-quelli nuovi devono sapere che la Foresta nel territorio della scuola è severamente proibita a tutti gli alunni... si spera che anche gli studenti più anziani se lo ricordino – e lanciò un'occhiata significativa a Harry , Ron e Hermione che si guardarono sorridendo- La stessa cosa vale per la visita al villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno.-Gazza tossicò- Inoltre, il nostro custode Argus Gazza, -La McGranitt alzò gli occhi al cielo facendo sorridere alcuni studenti- mi ha fatto notare per la duecentesima volta che è severamente proibito fare magie nei corridoi tra le classi, così come altre cinquanta regole inutili che solo lui conosce...per saperne di più ha appeso un cartello sulla porta del suo ufficio. La stessa cosa vale per alcuni oggetti che ha severamente proibito all'interno delle mura del castello.- gli angoli della bocca le si arricciarono.- Ma passiamo ad argomenti più piacevoli. Come ogni anno si terrà il torneo per la coppa di Quidditch. I provini per entrare nelle squadre si svolgeranno durante la seconda settimana del quadrimestre. Chi è interessato a far parte della squadra del proprio dormitorio contatti Madama Bumb. Inoltre vi devo informare di alcuni cambiamenti per quanto riguarda i Caposcuola e i Prefetti. Visto che per molti di voi la sorveglianza notturna di Mastro Gazza non basta – lanciò un'occhiata penetrante a Harry- abbiamo convenuto necessario che a turni, tutti i prefetti, e tutti i Caposcuola, fino a un certo orario facciano le ronde. Chi sarà trovato fuori dal letto dopo il coprifuoco verrà severamente punito. - fece una significativa pausa-

Ora diamo il benvenuto a ben tre nuovi membri del corpo insegnanti, la signorina Diana Brooks -la ragazza vicino a Lumacorno si alzò in pieni sorridendo calorosamente a tutti- sarà la nuova insegnante di Difesa contro le arti Oscure e prenderà il mio posto come nuova direttrice della casa di Grifondoro. Il signor Bernard Howard- l'uomo quarantenne si alzò in piedi un po' impacciato- sarà il nuovo professore di Babbanologia. Infine il professor Sebastian Knight- con grinta il moro si alzò- prenderà il mio posto come insegnante di trasfigurazione. - tutti e tre furono accolti con calorosi applausi. La McGranitt non disse altro sulle nomine degli insegnanti, ma aspettò qualche secondo per ottenere assoluto silenzio prima di riprendere a parlare.

-Ora, come tutti sanno, Voldemort- al nome qualcuno rabbrividì- è stato sconfitto una volta per tutte. Alcuni seguaci sono riusciti a scappare, ma di questo non ci dobbiamo preoccupare. Per molto tempo non rischieranno di farsi vedere. Però penso che sia mio dovere avvertirvi. Lord Voldemort, così si faceva chiamare dai suoi seguaci, ha lottato per un ideale stupido. Aveva deciso che era indegno per un nato babbano o un mezzosangue frequentare il mondo magico e di conseguenza anche questa scuola. Alcuni di voi probabilmente sono d'accordo- il suo sguardo si soffermò sul tavolo di Serpeverde- Ma temo di dovervi ricordare che ormai sono pochi i “puri di sangue”. Se volete che i maghi non si estinguano, dovrete imparare a non disprezzare più i mezzosangue e i nati babbani.- sospirò- Vi svelerò un segreto, Voldemort stesso non era un puro sangue. Sua madre, discendente diretta di Salasar Serpeverde, ha sposato un babbano. Dalla loro unione nacque Tom Riddle, che non è altro che Voldemort. Quindi non mi resta da dire altro che “Non seguite l'idea di un folle, perchè Tom Riddle non è altro che questo. Un folle”.-

Il silenzio parve tendersi e allungarsi alle parole della McGranitt. Harry osservò il tavolo di Serpeverde. Buona parte di loro non guardavano neanche la preside, preferivano giocare con le posate o con la bacchetta, come se trovassero le parole dell'anziana donna indegne della loro attenzione. Al contrario, Malfoy era uno dei pochi che stava ascoltando, anche se con sguardo annoiato.

-Molti sono morti a causa di un uomo, amici, fratelli, compagni, conoscenti, nemici. Pensateci e non commettete gli stessi errori di uomo, un assassino, che ormai è stato sconfitto. Confido che tutti voi vi comportiate al meglio per la vostra sicurezza e per quella altrui. -lo sguardo penetrante della preside passò su ogni singolo studente. -Spero che vi sia chiaro. Infine, per tornare all'argomento “Hogwarts” devo darvi un altro ulteriore avvertimento. Ormai è da anni che si parla di collaborazione tra case. Io, insieme al resto del corpo insegnanti, ci auguriamo che possiate abbandonare tutte le rivalità che corrono tra di esse. Prendetela pure come una minaccia,ma sappiate che d'ora in poi, se vi troveremo a litigare tra case, saremo costretti a prendere seri provvedimenti, che non vi piaceranno. Spero che ognuno dia il meglio di se per far si che ciò non accada. So che è difficile cambiare abitudini che vivono da più di cinquecento anni, ma è giunto il momento di provarci. Noi vogliamo una scuola UNITA. È l'unica soluzione per non cadere in un'altra distruttiva guerra. Seguite il consiglio del cappello parlante.- Dopo un lungo silenzio sorrise rassicurante.

-Ma ora basta con le parole. I vostri caldi e comodi letti vi attendono e sono sicura che voi vogliate arrivare ben riposati alle prime lezioni dell'anno scolastico. Buonanotte a tutti e bentornati a Hogwarts!-

Le panche grattarono sul pavimento e le voci degli studenti si alzarono per tutta la sala. La folla di ragazzi si diresse verso l'uscita. I prefetti si affrettarono a adempiere al loro compito guidando quelli del primo anno fino ai dormitori. Harry, Hermione e Ron, con nessuna fretta , rimasero indietro parlando tra di loro.

-Li avete visti i Serpeverde durante il discorso della McGranitt?- domandò Hermione quando giunsero a un corridoio deserto, lontani da orecchie indiscrete.

-Si, molti di loro non hanno ascoltato mezza parola.- rispose , con una nota di disprezzo, Harry.

- Probabilmente non hanno nessuna intenzione di mescolarsi con mezzosangue o nati babbani.-

- E noi di certo non vogliamo unirci a loro come se fossero nostri amici.- aggiunse Ron. Harry annuì deciso.

-Siete due idioti!- li sgridò la riccia- so che è difficile. Io sono la prima che non vuole unirsi a persone a cui disgusta il mio sangue, però non potete partire con questa mentalità. È difficile, ma penso che dovremo almeno provarci.-

-Cos'è? Ora dobbiamo andare da quelle serpi come se fossero nostre amiche? No, grazie.- disse contrariato Harry incrociando le braccia.

-Non ho detto questo. Semplicemente , quando si presenterà l'occasione...-

-SE si presenterà – la interruppe Ron. Hermione alzò gli occhi al cielo.

-Se si presenterà l'occasione di parlare in modo civile con loro, non dobbiamo farci accecare da pregiudizi. Non tutti sono figli di mangiamorte...-

-O mangiamorte stessi.- finì con astio Harry.

-Sisi, come dici tu.- finì Hermione gesticolando come se dovesse mandare via una mosca.

Arrivati alla torre di Grifondoro guardarono la signora grassa vestita di seta rosa all'interno del grande ritratto che nascondeva il passaggio segreto per la sala comune.

-parola d'ordine?- chiese lei

-Avvincino -dichiarò sicura Hermione.

Il quadro si aprì come una porta rivelando un buco circolare che tutti e tre oltrepassarono.

La sala comune si presentava ampia, circolare e molto accogliente. Arredata con divani, pouf e tavolini bassi. Drappi, arazzi e tappeti color oro tappezzavano la stanza. L'unica fonte di calore era un colossale camino fatto di marmo.

- Ron dobbiamo andare alla prima riunione tra prefetti e caposcuola per decidere i turni per le ronde notturne.-

-Oh, ovviamente.- disse Ron, che sicuramente se lo era dimenticato-prendo una felpa e andiamo.-

-Va bene. Io nel frattempo vado in bagno. Ci ritroviamo davanti al camino tra dieci minuti.-

-Perfetto.-

-Ciao Harry, io ti saluto ora. Non so se quando torniamo sarai ancora sveglio. -si avvicinò a lui abbracciandolo- buonanotte.-

-Buonanotte Hermione.- sbadigliò mezzo addormentato.-se vedi Ginny la puoi mandare da me per favore. Non so dove si è cacciata quella piccola peste. Almeno la buonanotte gliela vorrei dare.- le fece l'occhiolino. La riccia ridacchiò. -Va bene Harry.-

-Grazie.-la ringraziò dandogli un bacio sulla guancia. I due ragazzi si allontanarono salendo sulle scale a chiocciola, mentre Hermione oltrepassò la porta per poi salire su per le scale che portavano ai dormitori femminili.

Il corridoio era lungo e pieno di porte circolari di legno pregiato. Su ognuna di esse vi era

una targhetta rossa con su scritto in oro , in modo elegante, i nomi delle ragazze delle rispettive stanze. Hermione, dopo aver sorpassato una decina di porte, lesse finalmente la targhetta giusta: “Lavanda Brawn, Hermione Granger, Lucilla Midgen,Calì Patil.”

La riccia sospirò. Fin dal primo anno era stata in stanza con loro tre. Non erano mai riuscite a legare. Avevano gusti e modi di pensare completamente differenti. Inoltre dopo la litigata al sesto anno per Ron con Lavanda, la tensione era aumentata. In fondo, almeno a se stessa poteva ammetterlo, aveva sperato di capitare con qualcun altro, almeno l'ultimo anno. Ma sapeva che era altamente improbabile. Del loro anno esisteva solo un'altra stanza composta da cinque ragazze e tutte erano molto amiche. Sarebbe stato davvero un gesto meschino dividerle. Per altro Hermione non era del tutto sicura che sarebbe riuscita a legare con le altre. Aveva sempre avuto difficoltà a farsi amici a Grifondoro, fatta eccezione ovviamente per Harry, Ron e Ginny. Fece un gran respiro ed entrò. La stanza era poco illuminata. L'unica fonte di luce erano quattro candele posate sui comodini accanto a quattro letti a baldacchino circondati da tende di velluto rosso scuro. Ai piedi dell'unico letto vuoto, il suo baule, portato lì,probabilmente, dagli elfi domestici che lavoravano a Hogwarts. Hermione arricciò il naso e bisbigliò qualcosa che dovette somigliare a -usati come schiavi.-

Si guardò intorno. I colori che primeggiavano erano l'oro e il rosso. Su una parete vi erano tre finestre ad arco dalle quali si intravedeva il cielo notturno ricoperto da un mantello di stelle. L'unico suono nella stanza era la voce di una ragazza indiana che raccontava le sue ultime vacanze ad altre due ragazze, una bionda e l'altra castana. Erano così concentrate sul racconto che a malapena si accorsero del suo arrivo. Hermione le salutò educatamente per poi rifugiarsi in bagno. Quando uscì, pochi minuti dopo, le tre erano intente a sistemare le loro cose. Si avvicinò silenziosamente al suo baule alla ricerca di Grattastinchi, il suo gatto rosso. La gabbia era completamente vuota. - E qui!- disse Lavanda attirando la sua attenzione- Se stavi cercando il tuo gatto è qui sul mio letto a dormire.-

-Oh scusami.- rispose imbarazzata prendendo il gatto in braccio per poi posarlo sopra il suo letto.

-Oh di niente. Tanto non volevo ancora sdraiarmi.- balbettò imbarazzata l'altra scostandosi i lunghi capelli castani. La riccia intravide una cicatrice dietro l'orecchio della compagna che doveva arrivare fino a metà collo. Non fece domande e spostò lo sguardo sul suo gatto. Con aria distratta iniziò ad accarezzarlo. Dopo pochi minuti Lavanda richiamò la sua attenzione. – Senti Hermione, a te invece come sono andate le vacanze? Calì ci ha raccontato del suo viaggio in India e Lucilla ci ha parlato dell'estate da suo padre. Se vuoi puoi aggiungerti a noi.- sorrise un po' incerta. Hermione, non riuscì a nascondere un espressione sorpresa. Mai Lavanda le aveva proposto di stare con loro. -ecco io ora dovrei andare a fare una cosa come Caposcuola.- rispose tesa.

-Oh certo. Scusa. È stata un'idea sciocca.- disse imbarazzata.

-Oh no. Non potevi saperlo. Grazie comunque di avermelo proposto.- tagliò corto dirigendosi verso la porta.- Ehm io vado. Non so a che ora torno. Buonanotte a tutte.- salutò accennando un sorriso. Le altre ricambiarono.

Appena si chiuse la porta alle spalle riprese a respirare. Aveva trattenuto il respiro senza neanche accorgersene. Chissà perché Lavanda si era comportata in quel modo. Forse si sentiva in debito perché durante la guerra l'aveva salvata da Fenrir Greyback, il lupo mannaro. Però non era sicura di averla salvata in tempo dal morso dopotutto. Però poteva essere. Dopotutto quello che aveva intravisto poteva essere benissimo un morso. Ma non poteva esserne certa. Come poteva sapere se avesse acquisito la maledizione della trasformazione? Probabilmente non lo avrebbe mai saputo. Di certo Lavanda non si sarebbe confidata con lei. Hermione alzò le spalle e scese gli scalini cercando di pensare ad altro. Ron, notò, non era ancora arrivato. Nell'attesa si sedette sul divano davanti al camino scoppiettante. La sala comune non era mai stata così silenziosa. Tutti erano andati subito a letto stravolti. Si ricordò della sua prima notte a Hogwarts. Era rimasta da sola su quello stesso divano a rileggersi le lezioni del giorno dopo. Voleva arrivare prepara. Quella notte aveva pure visto i gemelli Weasley uscire con quella che, due anni dopo, avrebbe scoperto essere la mappa del malandrino. Non aveva osato dire nulla. Non si era neanche fatta vedere. Nessuno sapeva che era stata lì. Sorrise tra se. In quel momento una Ginny Weasley completamente lavata entrò dal ritratto.- GINNY!- strillò sconcertata Hermione-COSA HAI FATTO? SEI FRADICIA! -

-Abbassa la voce Hermione. Così svegli tutto il dormitorio.- replicò tesa, strizzandosi i capelli- è stato Pix. Quando vuole sa essere proprio un vero rompi pluffe. Mi ha lanciato un grandissimo secchio d'acqua gelata in testa di ben tornata. Se non mi ammalo sarà un miracolo.-

-Ti conviene andare ad asciugarti. Ron arriverà a momenti visto che dobbiamo andare a una riunione e sai quanto può essere apprensivo.-le due si scambiarono una sguardo complice e rassegnato allo stesso tempo.

-Vado in camera va. - disse andando di corsa verso la porta- non voglio subirmi un interrogatorio già il primo giorno.

-Ah Ginny!-la richiamò- Vai da Harry poi. Mi sa che era un po' preoccupato.-

-Va bene va bene. Grazie e buonanotte Hermione. Ci vediamo domani.-

-Si, Buonanotte e a domani. Ma ora va prima che arrivi Ron.- la incitò muovendo frettolosamente le mani.

La riccia guardò la chioma rossa di Ginny sparire dietro la porta. Sorrise pensando all'amica. Quella sera la piccola Weasley non aveva raccontato tutta la verità. Solo mesi dopo Hermione lo scoprì e apprese le terribili cose che stavano succedendo all'interno di Hogwarts. Ma per ora lei era serena.

 

-Stavi parlando con qualcuno?- domandò Ron spuntando dalle scale a chiocciola con una mano della tasca della felpa lasciata aperta

-Con uno del secondo anno che non voleva andare a dormire.- rispose vaga lei con sguardo colpevole, cercando di coprire l'amica.

-E ora dov'è?- la guardò storto il rosso.

-è andato a dormire.-

-Sicura? Non ho visto nessuno salire le scale del dormitorio.-

-Ti ho detto che era un maschio? Scusa, è tardi, mi sono confusa. Era una ragazza. Allora con chi sei in stanza?- domandò Hermione cambiando completamente discorso uscendo dal ritratto. Non era brava a mentire.

-Fortunatamente sempre con gli stessi.- sul volto di Ron si dissolse lo sguardo indagatore che lasciò posto a un sorriso sincero.- Non lo avrei sopportato uno come McLaggen. Sicuramente lo avrei strozzato dopo due giorni. È troppo pieno di se. Però in compenso ho sentito che nella sua stanza c'è un ragazzo nuovo. Chi sa quando ha fatto lo smistamento. Va beh, e tu sempre con Lavanda, Calì e Lucilla?-

-Si. Tra l'altro oggi Lavanda si è comportata in modo strano.- rispose sincera Hermione imboccando un corridoio illuminato da torce incantate.

-In che senso?-

-è stata... quasi gentile. Pensa che mi ha addirittura chiesto di rimanere a parlare con loro.- rise.

-Gentile? Lavanda? Con te?- si stupì il rosso.

-Già, anche io sono sorpresa- confermò.

-Dopo la volta al sesto anno...-

Le loro voci spensierate riempirono i corridoi vuoti, disperdendosi poi lungo il settimo piano della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Nel frattempo qualcuno, altrove, stava per dare in escandescenza.

Don't stop me now I'm having such a good time
I'm having a ball, don't stop me now
Don't stop me now-Queen
Spazio autrice:
Ciao a tutti!
volevo pubblicare il capitolo ieri sera, ma tra una cosa e l'altra mi sono addormentata..ops.
Comunque ormai ieri (7 Novembre) era il mio compleanno. yeee tanti auguri a me...ma perchè vi dico tutto questo? Semplice: voglio il regalo. Una cosa semplice semplice...una recensioncina piccina piccina...
a parte gli scherzi...
ecco il quarto capitolo o my God! di già.
ora si inizia a entrare nella storia...come si svolgerà il tutto? Vorrei saperlo anche io.
Alla prossima!
Marta
 

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Capitolo 5
*** Boulevard Of Broken Dreams ***


Boulevard Of Broken Dreams

“che palle”. Ecco l'unica cosa a cui riusciva a pensare Draco Malfoy. Quell'ultimo anno sarebbe stato lunghissimo. Da quando era partito l'unica cosa soddisfacente era stata mostrare a Potter la spilla da Caposcuola. Per il resto...una noia mortale e ora li toccava andare pure alla riunione. Non ne aveva proprio voglia.

-La McGranitt crede proprio che noi ci abbasseremo al livello dei sangue sporco.- commentò acida Pansy Parkinson che camminava accanto a lui. Avevano abbandonato Goyle in sala Grande e ora si stavano dirigendo al quinto piano. Pensy non aveva fatto altro che commentare il discorso della nuova preside.

-Senti Draco, ma tu cosa ne pensi? Questo tuo silenzio mi preoccupa. Non è che sei d'accordo con lei?- Il biondo le lanciò uno sguardo schifato.

-Ma ti pare? Io d'accordo con quella racchia. Sai bene che non sopporto neanche stare mezzo secondo nella stessa stanza con un sangue marcio, figurati dialogare con uno di loro.-disse con tono oltraggiato. Pensy sogghignò – Così si che ti riconosco.- e continuò a parlare a vanvera.

Prima regola per sopravvivere a Pansy Parkinson: Far finta di ascoltarla e ogni tanto annuire e sorridere. Pensy poteva essere sua amica quanto volevi, ma a volte faceva fatica a sopportarla. Troppo logorroica, troppo appiccicosa... voleva i suoi spazi. Come aveva fatto a sopportarla fino a quel momento lo sapeva solo lui. Si,okay, gli piacevano tutte le attenzioni che gli riservava ma che palle dopo un po'. Aria amica, aria. Però non poteva scacciarla via. Lo sapeva bene. A serpeverde quell'anno il clima non sarebbe stato dei migliori, si prevedeva il gelo più totale. Meglio tenersi stretti gli amici, o quel che era. Sbuffò. Quell'anno non sarebbe stato ben visto come gli anni precedenti. Tutti consideravano la sua famiglia dei traditori. Aveva provato a convincere i suoi a non mandarlo per l'ultimo anno ma sua madre era stata irremovibile. Doveva terminare gli studi. Sbuffò ancora una volta. Che palle!

-In compenso il nuovo prof di trasfigurazione è un figo della madonna. Finalmente quella materia sarà interessante.- continuò Pansy. E no. Ora non poteva annuire se no sarebbe sembrato Gay.

-Bah- biascicò. Si, decisamente meglio questa risposta. La Serpeverde parve accontentarsi perché continuò il suo monologo.

Arrivati sul piano giusto imboccarono un corridoio buio. Da quello che gli era stato detto la stanza del ritrovo era lì vicino. Vide tre Tassorosso entrare in una porta di legno di piccole dimensione. Doveva essere lì. Con aria spavalda la oltrepassò. Dalle dimensioni doveva essere stata una vecchia aula ora riadattata. Dei divanetti colorati erano situati al centro della stanza, in cerchio, alternati con dei comodi pouf. Al centro di essi un tavolo basso, di legno pregiato, circolare. Da un lato della stanza un caminetto di pietra acceso che riscaldava l'ambiente, dall'altro un leggio con su un grosso libro con accanto una piuma e dell'inchiostro. Sulle pareti numerosi quadri di prefetti e Caposcuola importanti, tra cui, riconobbe Silente da giovane. Distolse lo sguardo. Non gli piaceva pensare all'ex preside, l'uomo che avrebbe dovuto uccidere. Si riconcentrò sulla stanza. Una parete era occupata da grandi finestre ad arco seminascoste da quattro enormi tende, ognuna caratterizzata dai diversi colori delle case di Hogwarts. Fece passare gli occhi su tutto il perimetro della stanza. Erano si e no in quindici. Mancavano ancora un sacco di persone. Sbuffò e si sedette su un divano verde. Odiava aspettare. Davanti a lui, sul tavolino, notò una busta chiusa. Si sorprese che ancora nessuno avesse provato ad aprirla. La prese in mano.

-Non riuscirai ad aprirla.- Lo informò petulante un prefetto di Corvonero seduto sul divano di fronte a lui.

-Perché?- Draco alzò un sopracciglio.

-Perché ci ha già provato Patma. Temo che non si aprirà finché non siamo tutti o finché non ci sarete almeno tutti voi Caposcuola.- rispose il biondo mentre entravano nella stanza alcuni prefetti di Grifondoro.

Draco fece segno di aver capito e sbuffò. Non aveva intenzione di stare lì ancora per molto.

 

Dopo più di quindici minuti che era lì ad aspettare, Draco, fuori di se, stava per andarsene quando finalmente entrarono Hermione e Ron, gli unici a mancare.

-Finalmente!- esortò aggressivo Malfoy.-Granger, Weasley, dieci punti in meno a testa per il vostro ritardo.-li aggredì.

-Malfoy come osi!- replicò furente Hermione per l'atteggiamento del biondo- siamo in perfetto orario. Non puoi togliere punti così perché ti va.-

-Invece io posso Granger, o ti sei dimenticata che sono Caposcuola?-

-No, non puoi. Anche noi siamo Caposcuola.- sbottò a sua volta Ron infuriato.

-Ah si? Che bell'esempio che date. Bravi.-iniziò a battere le mani- Non è che se siete della cricca “amici di Potter salviamo il mondo” potete fare quel cazzo che vi pare. La prossima volta non sarò qui ad aspettarvi. Un Malfoy che aspetta i comodi di un traditore del proprio sangue e di una lurida sangue sporco? Mai. Tenetevelo bene a mente.-

Ron fuori di se stava per tirare fuori la bacchetta quando una ragazza indiana e un ragazzo biondo, entrambi di Corvonero, si misero tra di loro per tenerli lontani.

-Okay basta! Tutti e tre.- ordinò categorica Patma Patil, l'ultima Caposcuola.

-Non abbiamo nessuna intenzione di sopportare questo teatrino tra Serpeverde e Grifondoro.-la supportò Antony Goldstein.

-Proprio non avete ascoltato quello che ha detto il cappello parlante e quello che ha detto la McGranitt a cena.- continuò imperterrita la Caposcuola- Serpeverde e Grifondoro la devono smettere di litigare tra di loro. Noi siamo stufi. Se dovete sfogarvi datevi un appuntamento per un duello, ma noi non ne vogliamo sapere nulla.- Hermione ferita nell'orgoglio chiese in modo impercettibile scusa a tutti e,rossa dalla vergogna, andò a sedersi su un divano color oro, mentre Malfoy e Ron si lanciavano ancora sguardi di sfida.

-Hanno ragione!- si unì a loro Hanna Abott, prefetto dell'ultimo anno di Tassorosso -noi siamo quelli che devono dare l'esempio a tutta la scuola. I professori ci hanno scelto per questo. Almeno tra noi non dovremmo litigare.-

-Come si fa a non litigare con uno che ti aggredisce appena entri nella sua stessa stanza?- domandò con astio Ron.

-Io ho un'idea. Basta accopparti e vedi che io non litigo più con nessuno.-Rispose ironico Malfoy.

-Draco, adesso basta.- si alzò da un pouf una ragazza che Hermione non aveva mai visto.- Se non vogliamo restare qui tutta la notte ci conviene collaborare.- il biondo alzò un sopracciglio, oltraggiato. Adesso erano tutti contro di lui. Anche Astoria Greengrass che gli sembrava una delle poche ragazze normali a Serpeverde. Fanculo a tutti! Gli era passata una mezza idea di andarsene ma poi avrebbero deciso tutto gli altri. Non poteva sopportalo. Si girò sbuffando. Andò verso la busta al centro della stanza sotto gli occhi vigili di tutti e incitò pomposo -beh che fate tutti lì impalati? Non ho tutta la notte da passare qui.-

Patma e Antony si sorrisero, felici che tutto fosse andato per il meglio e per la loro piccola vittoria, mentre Ron fece una smorfia. Decisamente non lo sopportava.

Quando tutti si furono accomodati la lettera iniziò a parlare da sola,con la voce della preside, e ad alzarsi in volo per magia:

Cari studenti e care studentesse di tutte le case, buonasera.

Come avrete notato quest'anno siete in molti. I Caposcuola non sono solo due ma ben quattro e in tutto siete più di venticinque. La mia speranza è che riusciate tutti a collaborare e a instaurare un ottimo rapporto di amicizia durante l'anno. -molti serpeverde fecero una faccia disgustata- Ma passiamo alle cose importanti. D'ora in avanti dovrete organizzarvi per i turni notturni che andranno dall'orario di coprifuoco, le undici, fino alle tre. Per ogni fascia oraria ci dovranno essere almeno sei persone. C'è un registro al lato della stanza che dovrete firmare all'inizio di ogni turno e alla fine. Ricordo che questa aula è riservata esclusivamente ai caposcuola e ai prefetti. Sarà una sorta di sala comune sempre pronta ad aprirvi le porte. La parola d'ordine sarà da domani “Molliccio”.

Io, e il resto del corpo insegnanti, contiamo su di voi e ricordiamo che ognuno di voi è stato scelto per questo ruolo per un valido motivo. Spero che non ci deludiate.

Per ulteriori informazioni sono sempre pronta a rispondere alle vostre domande. Non esitate a chiedere.

Buona fortuna e buona collaborazione a tutti,

la preside Minerva McGranitt.”

Appena la lettera finì di parlare, si sbriciolò e al posto dei suoi resti spuntarono dolcetti e thé caldo per tutti. Per magia tutte le tazze si riempirono e quasi tutti ne presero una.

Fu poi Hermione a prendere in mano la situazione. Si alzò e andò a prendere la piuma e il registro dal leggio.

-se siete d'accordo possiamo buttare giù una lista per questa settimana.-

-Si e possiamo fare i gruppi misti.- sorrise incoraggiante Hannah.

-oh si! E poi ci prendiamo tutti per mano e facciamo il girotondo.- le schermì Lucian Bole, prefetto di Serpeverde del sesto anno.

-Ah ah simpatico.- replicò ironica Demelza Robins, prefetto di Grifondoro.

-Demelza sei un' idiota, non devi rispondere. Devi ignorarli.-rispose saccente Ortensia Baddock, una ragazza con i capelli neri di corvonero.

-Si, dai retta a Ortensiuccia.- fece il verso Lucian.

-Ma quanto siete infantili.- commentò acido un altro prefetto di Corvonero.

-Ma vaffanc...-

-BASTA!- urlarono in contemporaneo Draco e Hermione. Tutti si zittirono.

-Abbiamo capito che siamo tutte delle teste di cazzo, ed è risaputo che non sono solo la mia casa e quella di Grifondoro a litigare. Siamo diversi, okay. Ma ora fotte sega. Quindi zitti ,non rompete e facciamo queste maledette liste. Prima finiamo, prima ce ne andiamo da questa stanza. Capito?- Alzò la voce Draco. Hemione, ignorando il fatto che stesse dando ragione alla persona che non sopportava più al mondo, annuì e lanciò uno sguardo di fuoco a tutti.

-Ma senti chi parla, Mr. “Sto buono e che ho smesso di litigare cinque minuti fa”. Non prendiamo ordini da uno che ha tradito tutti come te Malfoy.- preseguì pungente Lucian ignorando completamente Hermione e lasciando a bocca aperta più di una persona. Malfoy era sempre stato uno molto rispettato nei sotterranei, soprattutto per i suo patrimonio e per le sue idee. Nessun Serpeverde aveva mai osato contraddirlo. Draco fuori di se si alzò minaccioso, raggiunse il compagno di casa e con astio domandò – Chi è il tuo secondo?- si vide, in modo impercettibile, Lucian tremare per un momento. Poi si riprese e sicuro di se rispose -Yaxley e il tuo?-

-Pansy.- neanche chiese. La ragazza, che fino a quel momento era restata per conto suo a strafogarsi di biscotti, fece una risata sciocca. La lotta all'ultimo sguardo tra i due serpeverde la interruppe Hermione -Non potete aggirarvi per i corridoi dopo la riunione o sarò costretta a togliervi i punti.- non sembrava molto dispiaciuta.

-Non rompere le palle Granger. Sono affari nostri, faremo a Serpeverde. -la zittì. Poi aggiunse verso gli altri -qualcuno ha altro da aggiungere o possiamo andare avanti?- alcuni Grifondoro erano sul punto di rispondere ma stettero zitti alla vista dello sguardo autoritario di Hermione.

-Bene!- Si intromise Patma con un enorme sorriso – possiamo cominciare se siete d'accordo.- Nessuno si oppose.

La riunione continuò in modo quasi del tutto tranquillo. Ogni tanto qualcuno lanciava una frecciatina verso un altro, ma alla fine riuscirono a collaborare tutti. Era l'unico compromesso per uscire da quella stanza. Dopo aver diviso prefetti e caposcuola in gruppi da sei, se ne andarono tutti assaporando il vento della libertà. Gli unici a rimanere e a firmare il registro furono Hermione Granger, Patma Patil, Jasmine Goldstein, una prefetto di Serpeverde del quinto anno particolarmente loquace, Malcom Baddock dello stesso anno della compagna di casa e per tassorosso Megan Jones e Ernie MacMillan.

-Siamo sei e i piani sono sette, direi di dividerci.-organizzò Hermione.

-Non credo proprio.- rispose sgarbato Baddock.

-Perché?-domandò la riccia alzando il sopracciglio.

-Come perché?- chiese il serpeverde affrontandola con un coraggio che non aveva-perché si. Hai capito?!-

-Smettila Malcom.- si intromise Jasmine- lo dovete scusare, di solito non è così sgarbato.-

-Di solito è circondato da Purosangue Serpeverde immagino. Non sarà abituato a “Sangue sporco”.-rispose pungente la Grifondoro immaginando che fosse lei il problema.

-Ti sbagli. Non sei tu il problema. È lui.- Spiegò la giovane Serpeverde, avvicinandosi a Hermione e bisbigliandole poi nell'orecchio- Ha solo paura di andare per il castello da solo. Gli mette inquietudine- le fece l'occhiolino. La riccia si vergognò di averlo aggredito malamente. Ma subito riprese il controllo della situazione proponendo un'alternativa -Che ne dite se ci dividiamo in gruppi da due?-domandò sorridendo, sperando di non dover ancora iniziare una discussione con qualcuno. Era stanca.

La proposta venne accolta con grande entusiasmo dai due Tassorosso che si misero in coppia insieme. Malcom Baddock non osò parlare ma si mise accanto a Jasmine.

-Bene Granger, pare che noi due staremo insieme.- le si avvicinò con sguardo incoraggiante la Caposcuola di Corvonero- Direi che i due prefetti di serpeverde si possono occupare dei sotterranei e dei primi piani-continuò perentoria rivolgendosi agli altri- Ernie e la sua compagna dei piani fino al quinto e io e la Granger degli ultimi due più le torri. Appena avrete finito il vostro turno di guardia vi ricordo che dovrete tornare qui a scrivere e firmare il resoconto della vostra ronda.- Così Anche gli ultimi uscirono dalla vecchia aula riadattata. Ben presto Hermione e Patma furono inghiottite dall'oscurità del castello. Entrambe accesero le loro bacchette e iniziarono la ronda.

L'unico rumore che si sentiva era l'eco dei loro passi. Le ombre delle armature ai lati dei corridoi erano spaventose e lo scricchiolio delle pietre era terrorizzante. Anche i fantasmi non si vedevano.

- É inquietante.- cercò di sdrammatizzare Patma parlando per la prima volta da quando erano rimaste da sole.

-é vero.-annuì Hermione.

-Sai, pensavo che sarebbe andata peggio sta sera.-continuò sincera la Corvonero, cercando di iniziare una conversazione. Hermione la guardò come se fosse pazza -Sei seria? A momenti ci ammazzavamo a vicenda. Per ogni cosa nasceva una discussione.-

-Sono seria-accennò a un sorriso- nonostante tutto siamo riusciti a raggiungere un accordo.-

-Questo è vero.- ammise pensierosa Hermione ripensando alla serata. Dopo alcuni secondi non riuscì a trattenersi –Sono solo io che ho avuto questa sensazione o tra i Serpverde c'è qualcosa che non va?-

-Ti stai riferendo a quello che ha detto a inizio riunione il prefetto Lucian Bole a Draco Malfoy?-

-Non solo, anche alle varie frecciatine che ogni tanto partivano. Non sempre erano indirizzate a membri delle altre case, a volte a Serpeverde stessa.-fece notare la riccia all'altra.

- In queste poche ore mi sono fatta un'idea su quello che sta succedendo.-disse seria.-penso che Serpeverde si stia spaccando in due fazioni. Chi ancora crede in Voldemort e chi invece ha abbandonato la sua causa. Temo che nascerà un putiferio nei sotterranei.-

Hermione la guardò – Lucian Bole è figlio di un mangiamorte?- Era stranamente preoccupata della risposta.

-Si. E il padre è stato mandato ad Azkaban a causa di alcune testimonianze.-

-Chi ha parlato?-

-Lucius Malfoy.-

 

My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'Til then I walk alone

-Boulevard Of Broken Dreams-

Spazio dell'autrice:
TATATATAAAN
Spero che vi sia piaciuto. Ditemi se il linguaggio di Malfoy è troppo volgare. Sto cercando di renderlo più realistico possibile ma come sapete, accetto consigli .
Informazioni si servizio:
Nel prossimo capitolo ho intenzione di risolvere alcuni dubbi riguardo alla situazione post-guerra di Draco;
Da oggi aggiornerò settimanalmente;
Ringrazio chi legge la storia, soprattutto chi la recensisce, e chi la aggiunge tra le seguite.
A Presto!
Marta

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Capitolo 6
*** Stairway to Heaven ***


Stairway to Heaven

-Paura Malfoy?-

-Ti piacerebbe Bole.-

La sala comune di Serpeverde era completamente occupata dagli alunni della casa. Alcuni si sprecavano a fare il tifo, altri,invece, guardavano eccitati l'inizio del duello.

Al centro della sala erano stati uniti due tavoli su cui ora vi camminavano i due duellanti.

-Dopo cinque passi potrete scagliare i vostri incantesimi.- Illustrò in modo professionale Blaise Zabini, un ragazzo dell'ultimo anno.

La luce smeraldina filtrava dalle finestre colorando la stanza.

-UNO...-iniziò a contare il ragazzo di colore.

Le voci si abbassarono, i battiti rallentarono.

-DUE...-

Gli arazzi verdi e argento sulla parete rimanevano immobili, come se volessero assistere al duello.

-TRE...-

Silenzio prima della tempesta.

-QUATT...- sapevano tutti che Blaise non avrebbe mai completato quel numero. Era quello il momento giusto per attaccare. Era la distanza minima per non scaraventare la bacchetta nell'occhio dell'altro e quella massima per colpire alle spalle come una subdola serpe. Tutti in quella sala avrebbero fatto esattamente come i due duellanti sulla pedana, nessuno escluso. Si. Fu in quel preciso momento che scoppiarono.

-RIDUCTO!-

-CRUCIO!-

 

 

-Mi vuoi dire che Malfoy adesso si batte contro i mangiamorte? Perché?! Anche lui è uno di loro, lo ha dimenticato?-Domandò perplessa Hermione, camminando accanto alla Corvonero.

-Non penso che lui avesse proprio intenzione di andare contro di loro.-espose Patma illuminando una stanza - penso più che altro che sia una conseguenza del comportamento dei suoi genitori durante la guerra.-

-Ma ancora non capisco perché è così ostinato da addirittura lanciare un duello a Bole. È sempre stato considerato bene da tutti a Serpeverde, perché comportarsi così.-

-Davvero non ci arrivi? Provi così rancore nei suoi confronti da non riuscire a vedere in modo lucido la situazione?-domandò stupita la Corvonero- Proprio perché è sempre stato al centro dell'attenzione, il principino lo definirei, sempre pronto a essere servito. Ora non accetta che le persone che prima lo seguivano con ardore, adesso gli vadano contro con uguale e superiore forza, solo perché ha scelto, in modo saggio, di seguire la famiglia, piuttosto che le idee di un folle come Voldemort. -

-è più facile odiare una persona che esserle amica.-sospirò, assorta tra i suoi pensieri la Grifondoro.

 

Draco si buttò di lato per mancare la maledizione, mentre Lucian iniziava a lanciare palle di fuoco.

 

-Per questo Malfoy ha lanciato quel duello a Bole. L'unica cosa che può fare è mostrarsi forte. Ora verrà sempre più attaccato ed emarginato. Verrà messo in un angolo come tutti quelli che non hanno intenzione di seguire ancora le ombre di Voldemort. E ammettiamolo, passare dal piedistallo allo spigolo è difficile da affrontare per tutti. Vorranno vendetta e Draco Malfoy sa che non potrà sempre difendersi. Usa la tecnica del “attacca prima di essere attaccato”. Si deve dimostrare più forte di loro. È furbo e calcolatore, come un vero serpeverde. Non è un caso che il cappello non ci abbia pensato una attimo a smistarlo in quella casa...-

 

 

Il biondo si difese lanciando un' aguamenti e si rimise in piedi con un balzo. Quando le scariche di fuoco furono completamente contrastate dall'acqua, attaccò. Continuò a lanciare incantesimi uno dopo l'altro senza sosta, avanzando.


 

-...Ora capisci perché il cappello ci ha detto ancora una volta di restare uniti?! È già difficile combattere con una sola Serpeverde, due sarebbero un terribile errore. Dovremmo imparare a lasciare da parte il nostro rancore e cercare di accogliere almeno chi si sente più solo.-

-Non sono sicura di riuscire a perdonare così facilmente il male che hanno fatto alcuni di loro in questi anni.- Disse sincera Hermione, più a se stessa che all'indiana.

-Non li devi perdonare subito Hermione. Devi solo dare loro una chance.-per la prima volta la chiamò con il suo nome di battesimo.

-Non la vorranno neanche.-

-Non subito, ma primo o poi verranno da noi. Solo però se noi tendiamo la mano.-sorrise incoraggiante Patma, iniziando a salire le scale che portavano al piano superiore.

-Credi davvero che saranno disposti ad afferrarla questa ipotetica mano?-chiese leggermente scontrosa Hermione. Si vergognava. Poche ore prima era stata lei a usare parole simili di incoraggiamento con Ron e Harry. Ma ora, si accorgeva che era proprio lei quella più restia a fare ciò che il cappello, la McGrannit e addirittura i fantasmi chiedevano.

-Solo se è una mano amica, suppongo.-rispose comprensiva l'altra- non so ancora cosa succederà, ma penso che ognuno di noi debba fare qualcosa.-

 

 

Il rumore dei passi di Draco Malfoy rimbombava attraverso il piccolo corridoio che portava alle stanze maschili. Aveva diversi graffi sulla spalla e una bruciatura sul braccio. La camicia bianca che indossava era strappata e sporca di sangue. Guardò le piccole porte di legno sui lati. Non sapeva ancora con chi sarebbe stato in stanza e questo lo preoccupava. Non voleva essere costretto a creare tutte le sere, prima di dormire, incantesimi di protezione intorno al suo letto. Lesse alcune delle targhette argento appese alle grandi porte scure. Dopo poco più di cinque stanze, trovò finalmente il suo nome. Era con Goyle, Blaise Zabini e Theodore Nott. Poteva andare peggio, si disse. Negli anni precedenti aveva avuto diverse occasioni per parlare con ognuno di loro.

Goyle era sempre Goyle. Senza Tiger non poteva che essere amico suo. Nessun altro gli parlava. Tutti sapevano che non era molto abile neanche a tenere una conversazione di senso compiuto. Nessuno ci teneva particolarmente a lui. Zabini, invece,era piuttosto intelligente. Da quello che poteva ricordare, era interessato alla purezza di sangue quanto lui, ma fortunatamente non aveva parenti mangiamorte e questo lo rincuorò. I suoi genitori non avevano mandato in prigione nessuno dei suoi parenti. Non aveva nessun motivo per avercela con lui. Invece Nott aveva un familiare mangiamorte. Questo non lo assicurava affatto. Il padre, da quello che sapeva, era stato rinchiuso ad Azkaban durante il loro quinto anno. Eppure non ricordava di aver mai visto il Serpeverde difendere le idee di Voldemort negli ultimi anni, ora che ci pensava. Draco si spremette le meningi. Da quello che le aveva detto Pansy alcuni anni prima, Nott era stato costretto, dopo il quinto anno, ad andare a vivere con la sorella della madre defunta. Cercò nei suoi ricordi altri dettagli. Eppure, oltre ad alcuni momenti nei primi anni di scuola, non aveva ricordi di conversazione con il ragazzo. Ultimamente era sempre stato tra le sue, quasi emarginato. Sospirò. A quanto pareva, entrambi, non avevano motivazioni per avercela con lui. Questo lo fece quasi sorridere. Ammise a se stesso che li aveva sempre rispettati entrambi negli anni passati. Tutti e due purosangue, entrambi intelligenti e provenienti da famiglie ricche e di una certa importanza nella società. Una fitta fortissima lo costrinse ad appoggiarsi al muro. Draco trattenne a stento un ringhio di dolore. Doveva curarsi immediatamente. Aprì la porta di botto e corse nel bagno. Il rumore dell'acqua della doccia riempì la stanza in pochi secondi.

Quando uscì, indossava solo dei pantaloncini. Aprì il suo baule e iniziò a cercare pozioni per curarsi. Durante l'estate ne aveva fatte e comprate molte per ogni evenienza.

Poco dopo era così concentrato a spalmarsi sulle ferite la pozione che si prese un colpo, quando un rumore improvviso arrivò dal letto a baldacchino accanto. Velocemente afferrò la bacchetta e spalancò le tende, pronto ad attaccare. Rimase di sasso. Era semplicemente Goyle che russava. Probabilmente era andato a dormire quando lui era in bagno. Draco si passò la mano tra i capelli umidi. Doveva mantenere il sangue freddo. Era ancora solamente il primo giorno. Fece un gran respiro, richiuse le tende e ritornò sul suo letto con le pozioni quando la porta della stanza si aprì.

-è stato bello il duello, soprattutto la parte in cui Bole chiedeva pietà.- sghignazzò Blaise Zabini mettendo piede nella stanza, completamente a suo agio in un vestito pregiato.

-La sua faccia terrorizzata era fantastica!- constatò Theodore Nott, un ragazzo dalla pelle chiara con capelli mori, entrando dopo il compagno.

Draco non li degnò di uno sguardo.

-Sai Malfoy, non ti credevo così abile nel duello. Ho sempre pensato che ti affidassi solo su Tiger e Goyle.- scherzò Theodore rivolgendogli la parola dopo tanto tempo.

Il biondo grugnì e iniziò a bere una pozione di colore verdognolo.

-Forse un incantesimo gli ha staccato la lingua.- si intromise Blaise, stuzzicandolo a sua volta, riuscendo ad attirare la sua attenzione.

-Che cosa volete?!- domandò scorbutico.

-Conversare. Sai, siamo i tuoi nuovi compagni di stanza. Si fa di solito.-disse semplicemente Nott spostando dei vestiti bagnati ammucchiati sul suo letto.

-Non vi ricordavo così amichevoli e socievoli.-frecciò.

-Anno nuovo vita nuova.- rispose misterioso Blaise- hai tutta l'aria di uno che vuole un goccio di Firewisky.- continuò cambiando completamente discorso.

-Così si che si ragiona.- annuì convinto Theodore, togliendosi la maglietta per cambiarsi.

Draco li guardò storto entrambi, mentre Blaise rovistava nel suo baule. Dopo pochi secondi, quest'ultimo trovò una bottiglia e la lanciò sul letto del biondo. Il Serpeverde la guardò male.

-Non è avvelenata.- sghignazzò il ragazzo dalla pelle scura, prendendolo in giro.- Non dovresti avere paura di noi. Non siamo nella fila di idioti che ti vogliono ammazzare. Abbiamo ben altre priorità.-

-Se vuoi te lo dimostriamo.- sorrise sinistro Theodore prendendo la bottiglia e bevendo un gran sorso del contenuto. Dopodiché sorrise incoraggiante, porgendogliela di nuovo. Draco passò, ancora una volta, lo sguardo prima su uno poi sull'altro compagno di stanza. Dopotutto forse quell'anno non sarebbe andato così male. Acchiappò il Firewisky e fece un lungo e interminabile sorso.

 

 

-Ti devo confessare una cosa.-disse sincera Hermione uscendo da un' aula dell'ultimo piano.-Pensavo che tu fossi più come Calì.- La Corvonero la squadrò.

-Ecco, voglio dire-tentò di spiegare- Calì a mio parere è un po' più frivola. Non starebbe lì ad analizzare la situazione come hai fatto tu.- sperò di non aver usato parole sbagliate. Patma si prese qualche secondo per riflettere prima di rispondere.- In effetti pur essendo gemelle, io e Calì abbiamo poche cose in comune. Probabilmente a lei interesserebbero queste cose più per avere un argomento su cui spettegolare che per ragionarci su come abbiamo fatto noi due ora. E mi dispiace perché sa usare benissimo il tuo intelletto, quando vuole. Potrebbe fare e dare molto. Però preferisce usarlo in altro modo. È questo il motivo per cui siamo finite in case diverse immagino.-

-Si, tu sei più attenta ai particolari e sei molto acuta.-

-Grazie, lo prendo come un complimento.-

-Lo era.-

Passarono alcuni minuti in silenzio a controllare aule e corridoi vuoti. Poi Hermione ruppe il silenzio ancora una volta- secondo te com'è andato il duello?-

-Se entrambi si sono presentati, ha vinto Malfoy.-

-Come fai a esserne così certa?- Patma alzò le spalle -Non è così scemo come potrebbe sembrare. Scommetto che ha passato tutta l'estate a esercitarsi nei duelli. Già prima non era male, ma ora sarà molto più forte e veloce.-

-Posso farti una domanda?- chiese ancora una volta lei .

-certo.-

-Hai mai parlato con Malfoy? Voglio dire...Tu sei una purosangue e non sei di Grifondoro, magari con te si comporta in modo diverso rispetto a me...anzi...sicuramente, senza magari.-

-Sinceramente pochissime volte ho scambiato chiacchiere con lui. Posso contarle su una mano. Però l'ho sempre visto come un ragazzo molto viziato e algido. Non ho mai avuto voglia e interesse a parlarci. Posso però dirti che è cambiato molto negli ultimi anni, soprattutto dal sesto. Almeno così mi sembra. Non so cosa c'è con precisione di diverso in lui, ma qualcosa sicuramente c'è. Negli ultimi anni gli sono successe molte cose. Penso che abbia imparato che in fondo non può essere sempre al centro dell'attenzione.-spiegò.

Hermione si accontentò della risposta. Non era mai stata interessata particolarmente a quello che faceva o non faceva Malfoy. Non sapeva però perché questa volta era così curiosa. Alzò le spalle e cambiò discorso. Voleva il suo parere su un'altra cosa.

-Oggi a cena è nata una discussione tra Sir Nicolas e il fantasma di Tassorosso. Secondo loro l'unico modo per unire Grifondoro e Serpeverde è l'intervento delle altre due case di Hogwarts. Secondo te riusciremo veramente a unirci e ad andare tutti d'accordo prima o poi?- chiese entrando nell'aula della professoressa Cooman.

-Spero di si, ma non ne sono completamente sicura. Tutti sono pronti a sputare pregiudizi sulle altre case. Non solo tra Serpeverde e Grifodoro. Però non tutto è perduto. Penso che Corvonero vada più d'accordo con Serpeverde , mentre Tassorosso più con Grifondoro. La soluzione sarebbe trovare il modo per unire Tassorosso e Corvonero.- spiegò-ma questo penso che tu lo sappia già.-

Hermione annuì. La vedeva come lei. Pensavano nello stesso modo. Si sorprese molto. Di solito era circondata da persone che ragionavano in modo del tutto differente dal suo. Sorrise. Se non fosse stato per Harry e Ron a quest'ora non avrebbe nessun amico a Grifondoro. Chissà perché alla fine era stata mandata nella casa di Godric e non in quella di Priscilla. Lì nessuno l'avrebbe criticata per molti suoi difetti. In primis il fatto che le piaceva studiare.

-Bene, abbiamo controllato tutto. Possiamo andare a firmare il registro e poi andare a dormire finalmente!- esclamò di colpo Patma sorridendo alla compagna.

-Meno male.-  Hermione sbadigliò- inizio a sentire il peso del viaggio.-

-Non dirlo a me.-concordò Patma con le palpebre pesanti, allontanandosi lungo il corridoio tetro.


Dear lady, can you hear the wind blow,
And did you know
Your stairway lies on the whispering wind.
Stairway to Heaven- Led Zeppelin

 

Spazio Autrice:

vi prego di dirmi se avete capito tutto. Questo capitolo è fondamentale per capire bene quello che succederà poi. Se non si capisce com'è messa Hogwarts e quali sono le soluzioni per affrontarare il problema... non andiamo da nessuna parte.
A settimana prossima!
Marta

 

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Capitolo 7
*** Fame ***


Fame

Il giorno seguente, a colazione, Hermione aveva già informato gli amici della chiacchierata avuta con Patma durante la ronda.

Ognuno aveva dato la propria opinione a riguardo. Nel frattempo le quattro lunghe tavole della sala Grande erano state apparecchiate con zuppiere di porridge, piatti di aringhe affumicate, montagne di toast, vassoi di uova, bacon, succo di zucca e molto altro. Come sempre c'era l'imbarazzo della scelta.

-Allora Malfoy ha vinto?- domandò Ginny curiosa, prendendosi del porridge.

-Non lo so, ma penso di si.- Rispose Hermione- Patma pensa che Malfoy si sia esercitato molto durante l'estate.-

-Che peccato. Sarebbe anche ora che qualcuno gli desse una lezione... AHIA!- urlò Harry lanciando un'occhiataccia alla migliore amica che gli aveva appena tirato un forte calcio sulla gamba.

-Certo che sei stupido. Ti ho spiegato com'è la situazione. Preferivi che vincesse Bole? - lo criticò Hermione.

-Si?!-domandò speranzoso - Okay no. Però ammetti anche tu che non sei del tutto dispiaciuta che Malfoy sia nei guai.- Ricevette uno sbuffo in risposta. Il ragazzo con gli occhi verdi sorrise sapendo di avere ragione. Forse era meschino pensarlo, ma non poteva farne a meno. Fin dal primo incontro, il suo rapporto con il Serpeverde era stato di puro odio. Nel corso degli anni Malfoy si era comportato in modo meschino, sempre pronto a mettere lui, Ron e Hermione nei guai. Non si piacevano e la cosa non poteva cambiare da un momento all'altro. Non sarebbe bastato solo sapere che era nei guai per provare un po' di compassione.

-Ora basta parlare di Malfoy. Se no mi va di traverso la colazione.- si intromise Ron sputacchiando e servendosi un abbondante dose di affettati.

-Sono d'accordo -deglutì Ginny, mentre i bisbigli della sala Grande aumentarono a dismisura.

Si udì un frusciio assordante e più di un centinaio di gufi planarono sopra le tavolate.

-Finalmente è arrivata la posta!- urlò Ron ricevendo al volo la “Gazzetta del Profeta” e il "Cavillo” da due gufi diversi. Tutti si sporsero per dare un'occhiata veloce ai due giornali.

-Devo dire che sono migliorati davvero molto gli articoli del Cavillo.- sorrise Ginny leggendo la prima pagina.

-Il padre di Luna si è finalmente deciso a pagare i dipendenti che lavorano per il giornale. Molti giornalisti competenti ora collaborano con lui.- spiegò Hermione prendendo l'altro giornale.

-Luna aveva ragione.Non mi sorprenderebbe che le vendite del Cavillo superino quelle della Gazzetta. Sembra incredibile, ma ora la gente inizia a capire che la Gazzetta del Profeta è solo spazzatura.-

Lo sbattere delle ali e i versi dei volatili nella sala divennero assordanti, attirando l'attenzione di tutti. Tantissimi gufi planarono sopra la tavola di Grifondoro, lasciando cadere, davanti a Harry e ai suoi amici, pacchi di diverse dimensioni.

-Ahio!- urlò di dolore Neville massaggiandosi la fronte e attirando molti sguardi curiosi. Un pacco molto grande lo aveva preso in pieno.

-Ma da dove arriva tutta questa posta?- chiese preoccupato Harry con il naso all'aria.

-Non ne ho idea!- rispose sconsolato Ron, alzando un pacco caduto proprio dentro il suo delizioso porridge.

-che qualcuno li fermi!-strillò con voce stridula una ragazza del terzo anno seduta di fronte a loro, comprendosi la testa con le mani.

-Immobilus!- Hermione scagliò l'incantesimo e i pacchi si bloccarono congelati a mezz'aria. Soddisfatta ripose la bacchetta nel mantello sedendosi sotto gli occhi di tutti.

-Cavolo!- esclamò fin troppo entusiasta Seamus pochi posti più in là- da dove vengono tutti questi pacchi?- Tutti alzarono le spalle non sapendo dare una risposta. Ma poco dopo il mistero fu svelato.

-Oh No!- gridò demoralizzato Ron scartandone uno- no, no, no, no, NO! Deve essere un incubo.-

-Cosa sono?- Domandò curioso Harry sporgendosi verso l'amico.

-Regali.- rispose piagnucolando.

-Da parte di chi?- domandò Ginny senza capire la reazione del fratello maggiore. Con sguardo riluttante, il Grifondoro prese un bigliettino abbandonato sul tavolo e lo lesse ad alta voce:

“Caro Ronald, sono una tua grande ammiratrice. Hai combattuto in modo davvero coraggioso durante la Guerra. Ti adoro. Per questo ho fatto con le mie mani questi deliziosi dolcetti nella speranza che tu possa ricordarti di me.

Con affetto Rose Zeller (Tassorosso).

p.s. Vienimi a trovare quando vuoi.”

-Non ci credo!- esclamò Hermione, iniziando a capire.

-Si- confermò Ron- fatte con “le sue mani”- mimò- vuol dire che ci ha aggiunto una bella dose di filtro d'amore. No grazie. Mi è bastato quello di Romilda Vane per tutta la vita. Non ho intenzione di ricascarci.-

-Dai, ma non saranno tutti così.- Ginny sembrava l'unica ottimista.

-Mai sottovalutare la fauna femminile di Hogwarts.- arricciò il naso Harry, completamente d'accordo con l'amico- pure tu -indicò la sua fidanzata- al nostro secondo anno hai osato mandarmi quell'imbarazzante lettera d'amore per San Valentino. Io non dimentico.-

-Stavo cercando di rimuovere quell'episodio imbarazzante dalla mia testa. Grazie di avermelo ricordato, Harry.- si offese la rossa incrociando le braccia.

Tutti, nella speranza che si fossero sbagliati, iniziarono a scartare ogni singolo pacco. -Non ci credo! Sono tutti cioccolatini!- esclamò Ron con ormai il morale sotto i piedi.

-Hermione, anche tu ne hai ricevuto qualcuno.- osservò Ginny leggendo un biglietto e attirando l'attenzione dell'amica.

-Chi è stato così sciocco da pensare che sarei stata così ingenua da bere il suo filtro?- domandò con un diavolo per capello. Non le piaceva per niente questa situazione.

-Uhm... Jason Samuels... un' idiota del mio anno. Se non sbaglio è di Corvonero. Mi sono sempre chiesta come abbia fatto a finire in quella casa.-

-Porco Godric!-

Tutti si girarono verso Neville scandalizzati. Pochi secondi dopo la sua esclamazione, il Grifondoro giurò di aver sentito le mascelle degli amici sbattere sul tavolo. Il ragazzo aveva in mano pacchi simili ai loro.

-Non ci credo!- esclamò Ginny.

-Anche tu!- continuò Hermione.

-Ma perché?- domandò perplesso.

La riccia sbuffò- Siamo diventati degli “eroi” per tutti. Ogni persona sa quello che abbiamo fatto l'anno scorso.-

-Ma non solo noi abbiamo combattuto. Tutti lo hanno fatto.- osservò Harry.

-Questo lo so. Ma per loro solo noi siamo i salvatori. Non lo sopporto. Se tutto l'anno sarà così, giuro che finirò per uccidere e non mi importa se per questo verrò espul...- Non finì neanche di parlare che un flesh l'accecò.

-Sorridete!-

-Ma che cav...?-

-Ciao ragazzi!-esclamò Dennis Canon, comparendo dietro la macchina fotografica - Posso fare una foto al vostro gruppo? Siete famosi ormai. Tutta la scuola parla di voi.- e senza ricevere una risposta scattò un'altra foto.

-Ciao anche a te. Ora però, se non ti dispiace, vorremmo fare colazione in pace, grazie.- Ginny si alzò in piedi minacciosa. I suoi modi di fare erano sempre molto diretti.

-Okay okay me ne vado.- alzò le mani in aria.

-Graz..- Ginny non finì la frase che Dennis scattò un'altra foto a sorpresa.

-Io lo ammazzò!-la rossa sfoderò la bacchetta pronta a lanciare un incantesimo, ma il ragazzo, saggiamente, si era già volatilizzato.

-Dai calmati Ginny, se n'è andato.- la tranquillizzò Harry, mettendole una mano sulla spalla.

Hermione nel frattempo sussurrò l'incantesimo “Evanesco” facendo scomparire tutti i pacchi-regalo ricevuti.

-Non ci credo che siamo così popolari.- Ron scoccò uno sguardo affamato alle aringhe.

-Ora capisco perché questa mattina, in sala comune, avevo la sensazione che bisbigliassero tutti alle nostre spalle.- disse divertita Ginny, recuperando il buon umore.

-Non c'è nulla di divertente. Ora dovremo stare attenti a tutte le cose che mangeremo o berremo. Mi verrà un esaurimento.- commentò sconsolato Harry con l'appetito ormai scomparso.

-E peggio della volta in cui si diceva che Harry fosse il prescelto.- continuò Hermione guardando con occhio critico il suo bicchiere.

-Ma io ero il prescelto!- Esclamò il ragazzo interpellato, beccandosi un colpo sulla testa dall'amica -Aiah! Sei manesca! Te l'ho mai detto?- La riccia alzò gli occhi al cielo.

-Parliamo di cose serie.- cambiò discorso Ginny.- che materie avete oggi?-

Harry frugò nella borsa alla ricerca del suo orario.

-Oggi ho Divinazione, Pozioni, Storia della magia e Difesa contro le Arti Oscure. Bene, incontreremo la nuova professoressa che sostituirà Piton.-

Ginny si sporse verso il proprio ragazzo confrontando gli orari- a quanto pare ci saranno materie che faremo insieme e alcune separate.-

-Davvero?-chiesero i tre ragazzi curiosi leggendo gli orari di Ginny.

-Si! Ad esempio Storia della magia sarà insieme- indicò la propria pergamena e poi quella del ragazzo- stessa ora e stessa aula. Invece per pozioni saremo separati. Anche io la ho oggi, ma nel pomeriggio, mentre voi al mattino. Chissà perché?-

-Probabilmente in alcune materie siamo arrivati allo stesso livello e in altre no. È anche probabile che in alcune materie non possiamo essere così tanti.- spiegò Hermione prendendo il suo orario.

-Prima ora io, invece, ho antiche rune. Non vedo l'ora di iniziare!-

-Non capisco dove trovi l'entusiasmo per seguire certe lezioni.- commentò Ron, sazio.

-Non è colpa mia se sei un bradipo.- ribeccò Hermione.

 

 

 

-Che due bolidi! Oggi in prima ora ho antiche rune. Iniziamo bene.- si lamentò Blaise al tavolo dei Serpeverde.

-Perché segui quella lezione?-domandò Draco alla sua sinistra.

-Me lo chiedo anche io.-sbuffò bevendo il succo di zucca che aveva nel bicchiere.

-Io e Malfoy abbiamo divinazione. È una pacchia con la Cooman.-gongolò Nott mangiando una grossa fetta di Bacon.

-Che fregatura.-sbuffò Zabini guardando scettico il piatto di Theodore. Il cibo fuoriusciva -Se continui così ingrasserai di 200 chili.-

-Tutta invidia. Io non ingrasso mai.-

-Invidioso? Io? Di te? Ti piacerebbe! - sembrava offesso- Sono bellissimo e insuperabile, cocco. Non puoi farci niente se sono un bel pezzo de Manzo.- rispose pieno di se il Serpeverde, mettendosi in bella mostra. Theodore si mise una mano in faccia, esasperato, mentre Draco li guardava male entrambi. Non capiva cosa stava succedendo.

-Ma è serio?-domandò rivolto a Nott.

-Purtroppo si. Ma tranquillo Malfoy. Ci si fa l'abitudine in fretta..-rispose sconsolato l'altro Serpeverde, ben deciso a ignorare l'altro compagno di stanza.

-Certo Draco. Devi restare tranquillo grazie a me. Grazie alla mia fama di ragazzo cool, non avrai problemi con le ragazze.-lo attrasse a se mettendogli una mano sulla spalla sinistra, da grande amico.

-Guarda che io non ho nessun problema con le ragazze.-

-Io so farle cadere tutte ai miei piedi- lo aveva ignorato bellamente- beh ovviamente è facile per me. Sono bellissimo.-

-Ora lo crucio.-

-non ci pensare Malfoy. È fatto così. Te lo ripeto, ci farai l'abitudine.- rise Theo, contento che Blaise avesse cambiato persona da esaurire.

Draco, dal canto suo, non aveva nulla da ridere. Forse era ancora in tempo per scappare da quel folle. Non se lo ricordava così Blaise. Okay, era stato sempre uno pieno di sé, ma non sapeva fino a questo punto. Era difficile ammetterlo anche a se stesso, ma era stato bene la sera prima con lui e Nott. Si era rilassato per la prima volta da quando aveva messo piedi a Hogwarts. Di certo non sarebbero diventati i suoi migliori amici, ma non erano affatto male.

I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo della posta.

Un gufo elegante e ben ammaestrato si posò sulla spalla del biondo. Draco prese la busta e lesse la lettera.

-chi ti scrive?-

-I miei-sbuffò- mi chiedono com'è stato il mio arrivo a Hogwarts.-rispose ironico, dando delle bricciole al pennuto.

-Cosa risponderai?- chiese Blaise aprendo le sue lettere.

-La verità. Che è stata una merda. Cosa si aspettavano?! Che tutti mi dessero un caloroso benvenuto?- ringhiò.

-Se ti può consolare io sono costretto ad andare all'ottavo matrimonio di mia madre. Odio quell'uomo.-rispose critico Blaise, leggendo la sua posta.

-Anche questo morirà in circostanze misteriose?- domando Nott a conoscenza della fine degli altri sette uomini che avevano avuto la malsana idea di sposare la madre di Blaise.

-Lo spero.-

-EHI! COSA STA SUCCEDENDO AL TAVOLO DI GRIFONDORO?!- Urlò Millicent Bulstrode, seduta vicino a Pansy Parkinson, indicando il tavolo incriminato. Molti si girarono a guardare, probabilmente sperando in un omicidio di massa. Una cinquantina di gufi stavano lanciando i propri pacchi sopra la tavolata.

La confusione fu interrotta da una ragazza con capelli ricci gonfissimi che scagliò un incantesimo.

-Cosa sta succedendo?- domandò annoiato Draco che non si era preso neanche la briga di girarsi.

-A quanto pare Potter e la sua cricca hanno ricevuto diversi regali.-rispose Theodore lanciando un'occhiata al tavolo di Grifondoro.

-Regali?-domandò il biondo girandosi.

-Si. Ma non sembrano molto contenti.-

-Saranno pasticcini pieni di filtro d'amore da parte delle fan.-spiegò annoiato Blaise.

-Come fai a saperlo?-domandò ingenuo il moro, guardando curioso il compagno.

-Theodore, Theodore, un giorno forse accetterai il fatto di avere un amico supermegabello. Solo allora,forse, capirai che io me ne intendo di popolarità. Secondo le mie statistiche quelli lì- li indicò con una smorfia disgustata- hanno avuto un picco pazzesco nella scala della fama, solo perché coraggiosamente, oh come penso io, da veri scemi, l'anno scorso hanno passato il tempo a combattere contro tu-sai-chi. Ah li detesto! Molte mie fan ora preferiscono Potter o addirittura quel Weasley. Perfino delle ragazze di Serpeverde. Come siamo caduti in basso?!-

Draco non aveva ascoltato mezza parola di Blaise. Aveva passato gli ultimi minuti a osservare i Grifondoro che parlavano tra di loro e che scartavano pacchi. -li odio!- si rimise composto- Si credono sempre al centro dell'attenzione. Potter in primis. Per lui è tutto facile. Ehi sono Potteruccio, guardatemi. Ma va al diavolo!- e con uno sguardo gemello a quello di Blaise, si mise a mangiare con foga.

Theodore trattenne le risate. Quei due erano davvero senza speranze. Spostò lo sguardo sul tavolo di Grifondoro. Anche lui li odiava, soprattutto Potter. Spostò lo sguardo su di lui e sulla ragazza Weasley. Però Zabini e Malfoy erano esagerati. In fondo non era stato tutto così facile per loro. Scosse la testa. Ma cosa diavolo pensava. Si era fatto condizionare troppo dal giorno prima e da quello che aveva visto. Erano comunque Grifondoro. Lanciò l'ultimo sguardo al tavolo e riprese a mangiare scuotendo la testa.

Fame, makes a man take things over
Fame, lets him loose, hard to swallow
Fame, puts you there where things are hollow
Fame- David Bowie

Spazio dell'autrice:
Cosa avrà visto Theodore il giorno prima?
Vi darò un piccolo indizio perché sono buona. Se leggete i vecchi capitoli c'è un dettaglio, molto piccolo che è passato inosservato alla maggior parte di voi, che, però,  vi farà capire chi ha incontrato. Ma solo tra un bel po' capirete a fondo tutta la vicenda. Per ora mi piace lasciare questo alone di mistero.
Marta

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Capitolo 8
*** A Kind of magic ***


A Kind of Magic

Ron e Harry entrarono di corsa nell'aula della professoressa Cooman. Erano gli ultimi.

-Miseriaccia- annaspò il rosso- non è possibile che dopo otto anni riusciamo ancora a perderci.-

-Hogwarts è un labirinto. I corridoi sembrano tutti uguali.-cercò di riprendere fiato Harry, dopo la corsa sulle scale.

-Per fortuna la Cooman non è ancora arriva. Se no ci avrebbe già dato per morti. Quella lì porta iella.-

-Quella spera il meglio Weasley. Vi vuole morti e personalmente non è l'unica. Siete insopportabili.- sghignazzò Malfoy, seduto in uno dei tavolini vicino alla botola.

-fatti i cazzi tuoi Malfoy.- ribeccò Harry, già nervoso di suo.

-Piaciuti i regali Potter?-evidentemente Draco non aveva ancora finito.

-Geloso?-

-ti piacerebbe?!-

-Non è colpa mia se sei così sfigato da non ricevere nulla. Come si ci sente a essere sullo stesso piano degli altri?- Harry non voleva lasciargli l'ultima parola.

-Potter- sottolineò il nome come se fosse il peggior insulto -io sarò sempre superiore a te, vedi di ricordartelo.-

Harry era pronto a tirar fuori la bacchetta, ma la professoressa Cooman entrò proprio in quel momento con un piatto pieno di bacon in mano.

-salve a tutti! Bentornati a divinazione, l'arte più complicata. Grazie al mio occhio interiore sapevo già chi avrei rivisto e chi no.- si sistemò i grandi occhiali sul naso- Ma non siamo qui per parlare di questo. Quest'anno, in vista dei M.A.G.O., utilizzeremo tecniche mai usate prima d'ora per immergerci nel futuro!- presa dall'entusiasmo, alzò il braccio velocemente lanciando un pezzo di bacon in faccia al povero Naville- Oggi guarderemo attraverso il tempo con una nuovo strumento: I tarocchi. Solo i più dotati riusciranno a usare questo importantissimo oggetto del ramo della divinazione. Ovviamente io, grazie alla mia enorme dote divinatoria, so già chi supererà abbondantemente la prova e chi no.- si soffermò prima su Lavanda e Calì che risero in modo frivolo, e poi sul ragazzo nuovo di Grifondoro che la guardò storto. - Ma è molto importante che tutti capiscano dove si devono esercitare maggiormente. GRAZIE AI TAROCCHI VEDREMO COME NON AVREMO MAI VISTO FIN OR..-Senza accorgersene andò addosso a Harry ancora in piedi.-Tu, ragazzo-evidentemente dopo quattro anni non ricordava ancora il suo nome- perché sei in piedi? Su su siediti lì.- e indicò il posto libero vicino a Malfoy.

-Manco morto!-

-TU! HO DETTO, SIEDITI LÍ!-gridò sputacchiandogli in faccia pezzi di cibo.

-okay okay vado vado- obbedì Harry lanciando un'occhiataccia all'amico che si era accaparrato, pochi secondi prima, il posto vicino a Neville. Ron, a sua volta, preferì guardare il soffitto facendo finta di niente.

-vedi di non contagiarmi con la tua stupidità Potter.-lo avvertì il biondo disgustato, quanto la nemesi, dalla situazione.

-Tranquillo Malfoy. Sei già infetto dalla nascita.-

-Ma va a fanculo Potter.-

-Ah si! Sai che ti dico io...- entrambi i ragazzi repressero un gemito di dolore. La professoressa aveva lanciato due sfere di cristallo che li avevano presi in pieno.

-Voi due. Avevo previsto che vi sareste presi due sfere di cristallo in testa nello stesso momento in cui ho messo piede qua dentro. Era nell'aria.- spiegò misteriosa.- Ora smettetela subito e ascoltate la mia lezione, se no sarò costretta a fare rapporto alla preside.-

Harry si massaggiò la testa demoralizzato. Era solo la prima lezione e già aveva iniziato male. Ci mancava solo una punizione e poi era a posto. Sperò che Hermione se la stesse cavando meglio.

 

 

 

Il silenzio incombeva nell'aula. Era arrivata prima degli altri in classe per prendersi il posto davanti, nonché il migliore. Rendendosi conto di essere arrivata con fin troppo anticipo, Hermione decise di leggere per la seconda volta il libro di testo per far passare il tempo. Tra le linee rette la Grifondoro si perse tra i suoi pensieri. Più volte si era chiesta come mai le piacesse questa materia nonostante le Rune fossero legate in modo molto stretto al soprannaturale e al poco realistico. Il suo sguardo si posò su un libro che aveva in borsa. Lo prese in mano e sorrise. Di una cosa era certa, grazie allo studio di questa materia era stata in grado di riuscire a distinguere ciò che era reale dalla semplice leggenda. Ecco perché Silente aveva lasciato proprio a lei il libro delle fiabe di Beda il Barto. Lo portava sempre con sè per non scordarsi mai del grande uomo che aveva avuto la fortuna di conoscere e di tutto quello che aveva passato con i suoi migliori amici.

Un rumore di passi vicino a lei la fece ricomporre. Susan Bones stava andando a sedersi in uno dei banchi in fondo all'aula. Solo in quel momento si accorse che erano arrivati tutti gli alunni. Hermione non poté fare a meno di notare che erano molto pochi per essere di due anni. Evidentemente molti studenti ritenevano che Antiche Rune fosse una materia inutile o troppo difficile. Le venne da sorridere, ma la sua attenzione fu attirata da altro. Due Serpeverde stavano ridendo molto rumorosamente vicino all'unica finestra presente nella stanza. Era difficile non notarli. Riconobbe Blaise Zabini, il ragazzo dagli zigomi pronunciati che frequentava il Lumaclub, ma l'altra non aveva proprio idea di come si chiamasse. Era sicura di averla già vista nei corridoi e nelle aule. La sua naturalezza non passava di certo inosservata. Curiosa continuò a osservarli. Sapeva perfettamente come si comportavano i Serpeverde con gli altri, ma tra di loro non aveva mai avuto modo di saperlo. Suonava strano pensarlo, ma aveva sempre pensato che anche tra di loro si prendessero solo in giro e sghignazzassero, invece eccoli lì. Due esemplari serpeverde che chiacchieravano amabilmente. Dava per scontato che l'amicizia, giù nelle sotterranei, fosse come quella tra Malfoy e Tiger oppure come quella tra Malfoy e la Parkinson. Uno che comandava a bacchetta e gli altri che eseguivano. E invece non era così. Okay Zabini non era Malfoy, ma non erano molto diversi. Ad esempio Ginny lo criticava spesso per la sua esuberanza. Però... Hermione strizzò gli occhi. Alle cene intime con il Lumaclub, durate il sesto anno, ricordava che il Serpeverde era uno dei più socievoli. Non aveva mai parlato direttamente con lei, ma rendeva sempre il clima più leggero e vivibile quando si lasciava andare. Hermione smise di fissarli quando entrò la professoressa Bathsheda, una signora piuttosto anziana di carnagione scura. In quel momento casualmente i due serpeverde erano gli unici che non avevano ancora preso posto. Con suo enorme orrore, Hermione si accorse che gli unici banchi rimasti liberi erano solo due, uno dei quali era proprio quello accanto al suo. In pochi secondi anche i Serpeverde giunsero alla medesima osservazione. I due si scambiarono un veloce sguardo e poi, impassibile, la ragazza si sedette accanto a lei, mentre Zabini prendeva posto in un altro banco. Hermione osservò la bionda con la coda dell'occhio. Era alta, molto più di lei, e con capelli lunghi. Il naso era leggermente a punta mentre gli altri lineamenti del viso era morbidi e privi di trucco. Era bella, constatò. L'aveva vista di rado in compagnia della Parkinson e della Vane e questo, ammise, era un punto a suo favore. Probabilmente non era frivola come loro e di certo era anche molto intelligente se frequentava Rune Antiche. Era tentata di parlare con lei, ma quando la professoressa iniziò a spiegare quello che voleva fare non ebbe più importanza.

 

 

-Ciao!-salutò Hermione con i libri in mano- com'è andata la prima lezione?-

-Male.-grugnì Harry.

-Come mai?- chiese curiosa, imboccando le scale.

-A momenti mi prendevo una punizione per colpa di Malfoy. Non sa fare altro che insultare la gente. È un'idiota.-

-Sai com'è fatto-lo consolò-ignoralo. Fidati, è la cosa migliore da fare con le persone così.-

-E poi non è andata così male.-continuò Ron, saltando l'ultimo gradino della rampa. Tutti sapevano che era incantato.-abbiamo fatto qualcosa di divertente almeno. Anche se ora dobbiamo studiare il significato di tutti i tarocchi a memoria. Che palle!-

-Tu non devi fiatare.-lo zittì il moro.

-Perché? Cosa ha fatto?- si intromise Hermione curiosa.

-Ma niente- ridacchiò il rosso- Harry mi incolpa di averlo abbandonato alla mercé di Malfoy.-

-Si si ridi pure. Presto subirai la mia vendetta.- lo avvertì serio.

-Sono abituato agli scherzi di George. I tuoi non mi fanno paura.- Era troppo presto per nominare anche Fred.

-Vedremo se sarai della stessa opinione quando ti troverai un ragno gigante sui capelli quando meno te lo aspetti.-Il sorriso di Ron scomparve di colpo.-non oserai!-

-Oh si! Oserò!-

-Hermione salvami!- il ragazzo si nascose dietro la schiena della ex ragazza.

-Mi dispiace Ronald. Sono sicura che Harry abbia ragione. Se lui vuole vendicarsi avrà dei validi motivi.- si spostò sorridendo. Ron incrociò le braccia fintamente offeso -è un complotto allora, non vale!- gli altri due scoppiarono a ridere e così arrivarono nelle segreti, pronti per iniziare la lezione con Lumacorno.

Quando arrivarono nel corridoio, videro che a continuare la materia fino ai M.A.G.O. erano sempre gli stessi di due anni prima. Come aveva detto Ginny quella mattina, sarebbero stati solo quelli del loro anno. Sempre i soliti dodici.

Ernie Macmillan, un ragazzo di tassorosso, interruppe la sua conversazione con Terry Steevan per salutare il trio.

-Harry!-lo accolse solenne- come stai? E voi tutto bene, Hermione... Ron?-

-Tutto bene. E tu?-

Non fece in tempo a rispondere che la porta dell'aula di pozioni si aprì. I baffi a tricheco del professore spuntarono dalla soglia invitando tutti a entrare sorridendo e salutando ognuno dei presenti, in particolar modo Zabini, Harmione, Harry e Ron.

Nell'aula c'erano già tre calderoni fumanti che emanavano strani odori. Hermione passò accanto a ognuno di essi guardando il loro contenuto, mentre Ron annusava i diversi odori nauseato. I quattro Serpeverde si sedettero lungo lo stesso tavolo, lo stesso fecero i quattro Corvonero e i tre Grifondoro accolsero nell'ultimo tavolo Ernie, l'unico Tassorosso presente.

-bentornati!- salutò Lumacorno seminascosto dal fumo del primo calderone. -Tirate fuori i vostri volumi, le bilance e gli ingredienti prego.

Tutti ubbidirono. Harry cupo tirò fuori il suo manuale di pozioni nuovo. Gli mancava già il libro del principe mezzosangue... di Piton, si corresse. Due anni prima gli era stato molto utile.

-Bene, bene-continuò il professore toccandosi la pancia.- chi sa dirmi cosa contengono questi tre calderoni?- la mano di Hermione si alzò prima di tutti.- oh oh ovviamente la nostra Hermione. Dimmi cara.-

-Nella prima c'è una pozione invecchiante. Lo si deduce dal colorito bianco e dall'odore di muffa che emana.-

-E sai ovviamente dirmi anche cosa serve.- sorrise.

-Fa invecchiare chi la beve, in base alla quantità ingerita.- rispose precisa come sempre.

-Eccellente! Dieci punti meritatissimi a Grifondoro!- poi guardò gli altri.-Chi altro sa dirmi cosa contiene il secondo calderone?-

Di nuovo la mano di Hermione batté tutte le altre. -Pozione di Ghiaccio.-

-Eccellente! Chi sa dirmi a cosa serve?-

Questa volta due mani si alzarono. Hermione guardò storto Harry.

-Oh Harry caro! Dimmi.-

-Permette di passare indenni in mezzo al fuoco.-

-Ottimo! Altri dieci punti a Grifondoro!-

Hermione indispettita si sporse verso l'amico – Come facevi a saperlo? Lo hai letto?-

Harry rise.- Vedo che ai molta fiducia in me.-

Hermione continuò imperterrita -Con tutto il rispetto Harry, ma l'unica volta che ti ho visto eccellere in pozioni era grazie a un certo libro...-

-tranquilla. È stata solo fortuna. È una delle sette pozioni che Piton aveva messo come prova per raggiungere la pietra filosofale al primo anno. Casualmente me la sono ricordata.- spiegò. Hermione annuì per poi ritornare attenta per l'ultima domanda.

-E l'ultimo calderone cosa contiene?- Tutti si sporsero per vedere meglio. Era quella che emanava più fumo in assoluto. Era simile all'acqua. Ovviamente la mano di Hermione si alzò in un attimo ma a rispondere non fu lei.

-è Veritaserum! Tre gocce di questa pozione riescono a costringere qualsiasi persona a rivelare anche i suoi più intimi segreti.-

-Ottimo Malfoy. Dieci punti a Serpeverde.-

Tutti si girarono verso di lui sorpresi, mentre il biondo ghignava soddisfatto. Dal canto suo Hermione era furente. Aveva risposto senza neanche alzare la mano e si era beccato pure dieci punti. Non era giusto!

-Bene. Prendete pagina sette. Oggi dovrete creare la pozione invecchiante. Al più bravo verrà data in premio questa fialetta di bevanda della Pace. Mi risulta che abbiate già preparato questa pozione con il professor Piton al vostro secondo anno. È abbastanza semplice da preparare ma è sempre utile avere una fialetta di scorta...Bene! Iniziate!-

Tutti, più velocemente possibile iniziarono a creare la pozione. Il pregio del professor Lumacorno è che metteva in premio sempre qualcosa per il più bravo, così tutti davano il meglio di sé.

Quando Harry andò all'armadio della scorta vide che Malfoy aveva già macinato gli artigli di drago e che la pozione di Patma Patil aveva già cambiato colore. Di fretta tornò al tavolo per tagliare le radici di pino. Lumacorno passava tra i tre tavoli per spiare il lavoro di ogni studente. Nel frattempo Ron stava borbottando qualcosa riguardo al colore strano della sua pozione e Hermione misurava con molta precisione una polverina scura.

Dopo una cinquantina di minuti il professore fermò tutti e iniziò a passare tra i tavoli per decretare il vincitore.

Iniziò dal bancone di Harry. Rivolse un sorriso contrito alle pozioni di Ernie e Ron. Si soffermò deluso sulla pozione di Harry e sorrise incoraggiante all'ottimo lavoro di Hermione che a sua volta sorrise cercando di sistemarsi i capelli particolarmente gonfi a causa del fumo. Oltrepassò il tavolo di Corvonero osservando con occhio critico la pozione di Lisa Turpin che aveva assunto un colore blu elettrico. Arrivato al tavolo di Serpeverde sorrise a Zabini. Hermione notò la ragazza bionda accanto a lui. La stessa di Antiche Rune. Ma la sua attenzione fu attirata immediatamente dalle parole che Lumacorno rivolse a Malfoy -Sei migliorato molto ragazzo. Hai fatto un ottimo lavoro.- Poi rivolgendosi a tutti.-Penso che ci siano due vincitori oggi con mia enorme sorpresa. Draco e Hermione!- e consegnò a entrambi una fiaschetta di bevanda della pace.-Bene ! Ci vediamo alla prossima lezione. Ah Hermione, Ron, Harry, Blaise...sarei onorato se domani sera vi uniste a me per una cenetta.- Gli fece l'occhialino mentre si allontanavano. I tre sorrisero poco convinti.

-Sono già esausto.- commentò Ron- per fortuna ora abbiamo un'ora buca...-

-Che useremo per portarci avanti con i compiti. Io ho un sacco di cose da fare per Antiche Rune.-

-Noi inizieremo a guardarci qualcosa di divinazione.- concluse Harry, con delusione di Ron.

Mentre i tre ragazzi si allontanarono verso la sala comune, due occhi chiari li osservarono attenti da dietro un colonna. Mancava solo un oggetto e il suo piano avrebbe avuto inizio. E sapeva esattamente dove trovarlo.

 

"It’s a kind of magic
The bell that rings inside your mind
It’s challenging the doors of time
It’s a kind of magic"
-A Kind of Magic, Queen-

Spazio dell'Autrice:
Eccomi qui. Ho scritto il capitolo un po' di fretta sinceramente. Non mi entusiasma particolarmente. Però giuro che il prossimo sarà bello. Mi sono divertita un sacco a scriverlo. Devo solo riguardarmelo un attimo. Se riesco lo pubblico martedì, se no dovrete aspettare fino a domenica perché parto.
Ringrazio come solito tutte le persone che leggono.
Buona Domenica!
Marta

 
 

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Capitolo 9
*** Platypus (I hate You!) ***


Platypus (I hate You!)

La professoressa Brooks non c'era quando arrivarono alla prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Nell'attesa, tutti occuparono un posto libero e si misero a chiacchierare. Gli alunni erano in tanti e ben presto i bisbigli diventarono urla. Solo quando la professoressa finalmente entrò nell'aula le chiacchiere scemarono. La giovane donna, coperta da un ingombrante mantello blu, sorrise a tutti, sedendosi sulla cattedra.

-Buon pomeriggio.- iniziò- io sono la professoressa Brooks, ma potete chiamarmi semplicemente Diana. Dopotutto non abbiamo così tanti anni di differenza.- fece l' occhiolino. Gli occhi curiosi di tutti erano fissi su di lei. -Inizierei facendo l'appello- un foglio di pergamena le si smaterializzò in mano con un movimento di bacchetta.- Hanna Abott?-

-Qui!- si alzò la ragazza di Tassorosso.

-Susan Bones?-

-Eccomi!- alzò la mano la compagna di casa.

-Lavanda Brown...- la lista di nomi continuò per più di dieci minuti. Erano tutte le case di Hogwarts di due anni. Nessuno sapeva come avrebbe gestito così tanti ragazzi quella giovane donna.

-Draco Malfoy?-

-presente.- rispose svogliatamente il biondo. La professoressa gli lanciò un'occhiata lunga e penetrante che mise in soggezione il ragazzo. Cosa aveva da guardare? Ma dopo alcuni secondi la professoressa mostrò ancora una volta un grande sorriso, per poi continuare l'appello . Mentre leggeva i nomi si sistemò un boccolo biondo dietro l'orecchio, accavallando le gambe in modo seducente. Decisamente avrebbe fatto sognare molti alunni.

-Ginny Weasley... e Ron Weasley? Due fratelli. Dove siete?-

-Eccoci!- risposero in coro i due, seduti ai lati di Harry.

-Oh si. Siete i fratelli più piccoli di Charlie?-

-Conosce nostro fratello?-

-Mh si. Era anche lui di Grifondoro. Ma aveva un anno più di me. Ma passiamo oltre... Zabini?-

-Presente!- sorrise ammiccante, facendo alzare un sopracciglio perplesso alla professoressa.

-Bene! Tu eri l'ultimo. Quindi direi di passare a cose più importanti.- si alzò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro per l'aula- da quello che mi hanno detto, due anni fa, con il professor Piton, alcuni di voi sono arrivati agli incantesimi non verbali, mentre altri no. Siete di due anni diversi, giusto?- tutti annuirono.- perfetto! Ora, è bene che sappiate che io non sono solita a usare il libro di testo- spiegò, osservando il banco di Hermione che immediatamente lo rimise in borsa.- bene. Ora se volete seguirmi...-tutti la guardarono incuriositi uscire dalla porta. In un batter d'occhio si alzarono di corsa, strisciando rumorosamente le sedie.

Mentre la professoressa Brooks li guidava per i corridoi tutti iniziarono a bisbigliare tra di loro.

-Sembra simpatica.- commentò Lisa Turpin , una ragazza di Corvonero.

-é indubbiamente la professoressa più sexy che abbiamo mai avuto.-

-Sei sempre il solito, Cormac.-scosse il capo Harry.

-A me sta antipatica!- esclamò Pansy Parkinson stringendo il braccio di Draco.

-Solo perché è più bella di te. Non che ci voglia molto eh- ribatté pungente Ginny, sentendo il commento della Serpeverde.

-Nessuno ha chiesto il tuo parere Weasley.- l'aggredì gelida.

-Dai Ginny, lascia perdere.- la trascinò via Hermione tenendo sott'occhio la professoressa. Non l'aveva ancora inquadrata. Chi sa che tipo era. Di certo non poteva essere antipatica come la Umbridge o come Piton. Sperava vivamente che non fosse una truffatrice come Gilderoy o Raptor.

-Entrate, prego.- Disse improvvisamente la professoressa Brooks, arrestando la camminata di tutti e aprendo una porta.

Al di là di essa, vi era una stanza molto spaziosa, caratterizzata da una lunga pedana al centro dell'aula. Ai lati una libreria e delle piccole finestre.

-Chi sa dirmi dove siamo?- domandò la professoressa quando tutti si furono accomodati all'interno. La mano di Hermione scattò in aria. -Nella sala duelli.- rispose.

-Esattamente... come ti chiami?-

-Hermione Granger.-

-Esatto Hermione. Penso che la mia materia sia pratica e allenamento. Niente libri. Se volete potete bruciarli. È qui, sul campo di battaglia, che imparate veramente cosa vuol dire combattere.- si tolse il mantello teatralmente, lanciandolo a un lato della stanza. Sotto portava dei vestiti molto aderenti che non lasciavano spazio all'immaginazione. Molti ragazzi si sentirono improvvisamente la bocca particolarmente secca. Nonostante questo, pareva essere completamente a suo agio. - qua sul terreno di battaglia dovrete sempre essere pronti a tutto. Non dovrete farvi distrarre da niente e nessuno...- guardò tutti soffermandosi sulla cicatrice del ragazzo-che-è-sopravvissuto.-Harry!-lo indicò-Mi faresti il piacere di salire sul palco con me? Bisogna dare a tutti una dimostrazione di cos'è un vero duello.- Il ragazzo, decisamente entusiasta, salì sulla pedana. Tutti iniziarono a incitarlo, eccetto i Serpeverde. Spalle contro spalle, professoressa e alunno iniziarono a fare cinque passi in avanti per poi mettersi in posizione di attacco. Gli occhi verdi di entrambi riflettevano la determinazione dell'altro. -Non trattenerti, ragazzo. Fai il meglio che puoi.- Harry non se lo fece ripetere due volte. Attaccò senza aprire bocca. Solo muovendo la gamba e il braccio insieme. Provò un lungo brivido lungo la colonna vertebrale. Era dalla sconfitta di Voldemort che non duellava più con nessuno. Gli era mancato. Ormai faceva parte di lui.

Tutti li osservavano incantati. Nessuno mise in dubbio la bravura di entrambi. Sembravano intenti in una danza. Uno arretrava, l'altra avanzava e viceversa. Incantesimi di tutti i colori fuoriuscivano dalle bacchette di entrambi. Nessuno si trattenne dal battere le mani quando la professoressa riuscì finalmente prendere la bacchetta di Harry, conquistando definitivamente così la stima e l'attenzione di tutti.

-Bene! Inizierei dagli incantesimi non verbali. Dividetevi a coppie e iniziate a esercitarvi. Focalizzateli prima bene nella mente e poi attaccate. Solo così riuscirete a eseguirli egregiamente e a sorprendere l'avversario. All'inizio non usciranno alla massima potenza, ma poi, con un po' di esercizio, vi sorprenderete dei risultati.-

Tutti si divisero all'istante. Hermione andò in coppia con Ginny mentre Harry andò da Ron. La stanza si riempì di schiantesimi. I più giovani erano quelli che incontravano maggiore difficoltà. Tendevano a bisbigliare gli incantesimi per difendersi e con scarso successo cercavano di attaccare. Anche l'anno di Harry non era messo meglio.

Antony Golstein e Terry Steevan erano discontinui con gli incantesimi. Neville Paciock e Luna Lovegood era già tanto se colpivano l'altro piuttosto che il mal capitato lì vicino. La corvonero a volte riusciva a far volare la bacchetta a Neville e altre, invece, riusciva solo a farlo arretrare. Il Grifondoro,dall'altro canto, non era messo meglio. Grazie alle lezioni dell'ES era molto migliorato, ma negli incantesimi non verbali aveva ancora enormi difficoltà. I Serpeverde, dall'altro lato della stanza, non splendevano di certo. Pansy Parkinson e Grogory Goyle non erano ancora riusciti a lanciare neanche mezzo incantesimo. Draco invece, era uno dei pochi che si cimentava ad andare oltre all'incantesimo di disarmo. Intanto la professoressa Brooks passava accanto a ogni coppia per vedere come procedeva il lavoro.

Susan Bones nervosamente colpì la libreria, facendo cadere diversi libri. La professoressa non se ne preoccupò. Dopo più di una ventina di minuti. Sorrise quasi sadicamente.-ora arriva il bello.- Si puntò la bacchetta alla bocca è urlo per farsi sentire.-Stop!STOP!- tutti abbassarono le bacchette.

-Qualcuno impara in fretta e altri no.- iniziò- è normale. Però, come vi ho detto prima, sul campo dobbiamo avere sempre i riflessi pronti. Per questo faremo un piccolo esercizio. Ora vi dividerò in gruppi da tre persone, più o meno dello stesso livello. Uno di voi sarà da solo a difendersi, mentre gli altri due faranno coppia. C'è solo una regola. Quando attaccherete dovrete usare solo incantesimi non-verbali. Per difendervi fate come vi è più comodo. Bene, cominciamo!-

Ron finì con Patma Patil e Justin Finch-Fletchley. Ginny con Theodore Nott e Blaise Zabini.Harry con Draco e Hermione.

-Decidete chi sta da solo e chi in coppia e poi iniziate.-ordinò la professoressa guardando tutti, aspettandosi grandi cose dai più bravi.

Harry e Draco si guardarono con astio. Tutti e tre sapevano come si sarebbero divisi.

-Potter, Granger...fatevi sotto.- li incitò il Serpeverde con un ghignò sadico. Harry, preso da un moto di rabbia, attaccò subito. Era dal momento i cui Malfoy aveva messo piede nel suo vagone che aspettava quel momento. Una luce rossa partì dalla sua bacchetta. No, forse non aspettava quel momento solo dal giorno prima. Draco e Harry iniziarono una sfida all'ultimo sangue. Hermione era stata messa praticamente in disparte. La lotta era tra loro due e basta. Entrambi con rabbia e rancore attaccavano la propria nemesi. L'unico rimorso che avevano era quello di non poter attaccare con incantesimi più potenti. La Grifondoro li guardava arrabbiata, odiava essere messa in disparte. Nonostante Harry le avesse urlato di voler fare da solo, lei iniziò ad attaccare, con meno ferocia e più lucidità. Sapeva di non dover sottovalutare Malfoy, soprattutto dopo la conversazione avuta la sera prima con Patma.

Intorno a loro gli altri non erano messi meglio. Ginny, ad esempio, faceva fatica a difendersi da Nott e Zabini. Ammetteva a se stessa che non erano affatto male. Più volte era arrivata al punto di dover urlare il suo incantesimo di scudo. Dall'altro canto, ai due serpverde, non importava minimamente di risparmiarsi solo perché erano in due contro una e per giunta contro una donna. Attaccavano in sincronia e con precisione. Non davano tregua alla Grifondoro e forse a lei andava bene così. Voleva dire che non la sottovalutavano.

La professoressa osservava ogni gruppo e di tanto in tanto dava consigli. -Sul campo di battaglia, se siete fortunati, vi capiterà di dover duellare contro una sola persona. Ma non è detto. Ecco perché dovete allenarvi a combattere contro più persone. E ricordate, non dovete farvi distrarre da nessuno in duello. Neanche da me.- con disappunto osservò Ron svenuto. Justin lo aveva schiantato proprio quando l'altro si era girato per ascoltare le parole della professoressa.

Nel frattempo però, molti nella stanza non riuscivano neanche ad attaccare. Ad esempio Millicent Bulstrode, nonostante avessero iniziato da ormai più di dieci minuti, non era riuscita a lanciare ancora nessun incantesimo contro Megan jones, una ragazza di Tassorosso, che a sua volte si difendeva solo da Pansy che preferiva lanciare incantesimi sussurrandoli, nonostante questo andasse contro l'unica regola imposta.

Ma l'unico vero duello rimaneva quello tra Draco, Harry e Hermione. Nessuno dei tre dava l'idea di essere stanco. A ogni colpo uno dei tre retrocedeva, ma subito recuperava terreno riattaccando. Draco si concentrava più sulle mosse di Harry. Indubbiamente non aveva intenzione di farlo vincere. Il pensiero che l'anno primo gli avesse salvato la vita lo faceva impazzire. Forse per orgoglio o forse a causa di tutto quello che stava succedendo, il sangue gli ribolliva nelle vene. Ben presto le scintille, il rumore e i colpi attirarono l'attenzione degli alunni ancora in piedi a duellare. Ginny si distrasse solo un secondo, preoccupata. Ma questo piccolo momento di disattenzione la fece raggiungere la stessa sorte del fratello per mano di Blaise.

Harry, invece, non si faceva distrarre da ciò che lo circondava. Continuava a lanciare incantesimi uno dietro l'altro,senza nessun effetto. Questo lo mandava in bestia. Lanciò un Expelliarmus ma Malfoy lo parò subito,anticipandolo. Tutti sapevano che Harry Potter prediligeva quell'incantesimo e con una velocità non calcolata, Draco gli lanciò un pietrificus totalus. Come un sasso, Harry cadde a terra con un tonfo assordante. Ora erano rimasti solo in due. Draco e Hermione. La ragazza aveva avuto modo di osservare l'avversario durante il duello. Non riusciva molto bene a muovere il braccio destro. Probabilmente era una ferita reduce dallo scontro contro Bole della sera prima. Doveva colpirlo in quel punto. Sapeva che quella era la sua unica possibilità di vincere. Solo un ceco o un montato non si sarebbe accorto della bravura di Malfoy. I due si guardarono negli occhi e immediatamente Draco attaccò. Hermione si buttò di lato creando con l'incantesimo Avis, uno stormo di uccelli comparve sopra di lei. Draco li guardò sorpreso. Ma non perse tempo. Iniziò immediatamente a scagliare piccoli incantesimi, come se fosse davanti al tiro a segni. Hermione però non aveva intenzione di concedergli nessun vantaggio. Gli scagliò addosso gli uccellini ancora vivi e lanciò subito dopo un incantesimo incarceramus con successo. Il serpeverde, nonostante si fosse lanciato di lato, fu legato alle gambe dalle funi. Mentre si occupava di liberarsi, gli animali iniziarono a beccarlo con forza. Draco si coprì la faccia con la mano sinistra, procurandosi diversi tagli profondi. Quando fu libero, li incenerì tutti in sol colpo. Quando Potter attaccava, la Granger era stata in disparte e per questo non era neanche lontanamente stanca. Invece lui iniziava a sentirsi il fiatone. Doveva vincere subito. Parò velocemente l'incantesimo di Hermione e riattaccò. Il duello continuò. Scintille di tutti i colori partirono dalle bacchette di entrambi. In un momento di distrazione, Draco riuscì a colpire con un incantesimo il braccio di Hermione. Gli squarciò la camicia e del sangue iniziò a uscire copiosamente dalla ferita. Hermione ringhiò di dolore ma non perse il controllo. Velocemente si lasciò il braccio e scagliò un incantesimo che colpì a sua volta il braccio destro di Draco, sulla bruciatura che gli aveva infetto la sera prima Bole. Stanco e arrabbiato che la mezzosangue avesse individuato con facilità in suo punto debole, lanciò il suo ultimo incantesimo. Un “Crack” sinistro e un urlo acuto attirò definitivamente l'attenzione di tutti. Hermione era distesa a terra e si teneva dolorosamente la gamba rotta. La professoressa intervenne immediatamente -Okay. Basta così. Vi siete sfogati abbastanza per oggi.- Hermione lanciò uno sguardo di puro odio a Malfoy che ricambiò disgustato. Entrambi avevano il fiato grosso e facevano fatica a respirare – Hermione, la tua gamba è rotta.-controllò premurosa la professoressa- Devi andare in infermeria. Draco vai con lei.- I due inorridirono. -Professoressa non mi possono accompagnare o Harry ,o Ron, o Ginny o chiunque altro?-la pregò. -Sono tutti e tre impossibilitati al momento.- rispose, indicando i loro corpi tramortiti al terreno -ti accompagnerà Draco. Così imparate a scannarvi a vicenda. Inoltre anche lui si deve far visitare alcune ferite.-sembrava divertita dalla situazione. I due ragazzi però ostinatamente non si mossero.-Vi avverto, se non fate come vi dico sarò costretta a mettervi una punizione...- Hermione si mise sull'attenti.-...che dovrete scontare insieme.- a quel punto anche Draco iniziò a collaborare. Non aveva intenzione di passare con la insopportabile Granger più tempo del previsto. -Okay, andiamo, andiamo.- il biondo iniziò a dirigersi verso la porta. Un colpo di tosse attirò la sua attenzione. -Mi spieghi come faccio a camminare se mi hai rotto una gamba?- domandò petulante la riccia. Draco la guardò sconcertato -Non ti aspetterai il mio aiuto, spero?-

-Non c'è nessun'altra soluzione. Tranquillo la cosa non piace neanche a me.- specificò arrabbiata, incrociando le braccia.

Nel frattempo la Brooks aveva attirato l'attenzione di tutti gli altri alunni su di sé, allontanandosi dai due.

Draco schifato, aiutò la ragazza a mettersi in piedi. Le prese il fianco e le fece passare un braccio intorno alla sua spalla. Inorridito dal contatto, l'aiutò a uscire dalla stanza.

"Your rise and fall,

back up against the wall

What goes around

is coming back and haunting you"
-Platypus (I hate You), Green Day-

Spazio dell'autrice:
Tatataaan cosa succederà tra Hermione e Draco, ora che sono soli soletti? Riusciranno ad arrivare in infermeria sani e salvi?
Beh penso che aspettavate da un po' una scena con solo loro due e dopo aver sopportato nove capitoli ve la meritate.
In ogni caso siamo ancora al capitolo "Platypus (I hate You!)" , quindi parliamo di questo . Ve lo confesso, mi sono divertita un sacco a scriverlo e non ho cambiato praticamente nulla dalla prima stesura. Per me è una novità ahahha. Ditemi cosa ne pensate, ci tengo!
A settimana prossima.
Marta
 

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Capitolo 10
*** Blood in My Eyes ***


Blood in My Eyes

Hermione e Draco camminavano per i corridoi in silenzio, attaccati, facendo finta che l'altro non esistesse. Solo il rumore dei loro passi faceva da sottofondo.

Draco era sdegnato. Lui che faceva da balia a una mezzosangue? Che oltraggio. Lui odiava la Granger, perché era ancora lì ad aiutarla? Poi sbuffò. Ma certo, se no la nuova professoressa “comando-tutto-io” l'avrebbe messo in punizione con lei. No, grazie. La sopportava a stento durane le lezioni, chi l'avrebbe sopportata oltre? Già se la vedeva lì a gracchiare come una cornacchia perché lei, la miss “sono secchiona”, era stata messa in punizione a causa sua. Sarebbe tornato al dormitorio di Serpeverde con la testa che scoppiava. Ma come facevano a sopportala San Potter e Weasley? Era sempre così perfettina e petulante. Era impossibile sopportare quella ragazza così secchiona e devota alle regole. E a prova di ciò che pensava, sentiva proprio lì sul fianco dove la teneva per sorreggerla, il materiale ruvido del maglione della divisa. Quel coso nessuno lo metteva più da anni. Troppo ingombrante e di pessimo gusto estetico. Di solito le ragazze si vergognavano ad andare per i corridoi con quell'ammasso di lana marroncina e preferivano almeno mostrare il segno di qualche curva, mentre la Granger no. Si ostinava a metterlo sempre. Quel maglione faceva sembrare tutti dei sacchi. Ecco cos'era la Granger. Un sacco petulante. Un sacco petulante con capelli da spaventapasseri. Proprio in quel momento quei ricci ribelli gli stavano andando in bocca. Li odiava, come odiava lei. Erano sempre così gonfi e spettinati. Una ragazza normale avrebbe cercato di fare qualcosa. Una pozione, un incantesimo...QUALSIASI COSA! Ma lei no ovviamente, ed ora li aveva lui in faccia. Che nervoso. Iniziò a sputacchiare silenziosamente.

Quando mai le aveva rotto una gamba. Non poteva colpire, non so, un braccio? Così almeno andava in infermeria da sola. Ovviamente no, con la sfortuna che si ritrovava. Ed ora era costretto a fargli da bastone, neanche fosse un elfo domestico. Lui odiava gli elfi domestici. Abbassò lo sguardo indifferente, iniziando a osservare la ragazza che stringeva a sé, per trovare altri difetti. L'unica cosa positiva è che non aveva ancora aperto quella sua boccaccia insolente. Ci mancherebbe altro. Quello era il suo premio per averla sconfitta a duello. Ammetteva che aveva provato un certa soddisfazione a sconfiggere sia lei che Potter. Peccato per quegli uccellacci maledetti. Gli avevano lasciato ferite che bruciavano ancora e doveva ancora fermare il sangue. Il suo purissimo sangue. La Granger non avrebbe dovuto avere neanche il diritto di avvicinarsi a lui in quelle condizioni. Ma almeno, guardandolo, si sarebbe finalmente accorta della differenza tra lei e un purosangue. Sogghignò tra sé. Cavolo, finalmente quella lì avrebbe capito l'abisso che c'era tra loro. Fece una smorfia disgustata. Aveva bisogno di una doccia o quella sangue sporco l'avrebbe contagiato con una delle sue malattie strane. Draco iniziò a camminare più velocemente, non tenendo conto che la grifondoro non riusciva a stargli dietro.

 

 

Hermione si sentiva a disagio. Non le piaceva stare così vicina a Malfoy. Soprattutto perché sapeva che a lui schifava solamente la sua presenza. Non era difficile da capire. Le teneva il fianco come se fosse un fazzoletto sporco di muco e guardava da tutt'altra parte con una smorfia disgustata stampata sul volto. Probabilmente stava già pensando di scrivere una lettera a suo padre per denunciare la nuova professoressa. Ma come aveva fatto a finire in questa situazione? Si era fatta battere da quel furetto e questa era la conseguenza. Che nervoso. Doveva allenarsi di più, era l'unica soluzione. Questa cosa non doveva più ricapitare. Sapeva già che glielo avrebbe rinfacciano fino alla fine dei suoi giorni. Sentiva già la voce di Malfoy intonare cori di vittoria. Stranamente però non aveva ancora detto nulla. Hermione si girò verso il biondo. Ma certo. Non aveva detto nulla perché disprezzava semplicemente rivolgerle la parola. Ma come faceva a essere così antipatico? Dopo quello che aveva scoperto e dopo aver compreso la situazione in cui si trovava Malfoy, pensava che lui cambiasse atteggiamento. E invece no. Era stata una sciocca solamente a pensarlo. Osservò la mascella serrata del ragazzo. Non si sarebbe mai mostrato debole o indifeso. Avrebbe sempre messo su quella maschera di odio e superiorità. Il suo sguardo si fermò sui suoi capelli color platino, rigorosamente leccati all'indietro. Non sarebbe mai cambiato, sarebbe stato sempre uguale.

Proprio mentre stava formulando quei pensieri, il Serpeverde iniziò a camminare più velocemente. Ma cosa gli era preso? Stava tirando Hermione con così tanta forza che lei gemette silenziosamente di dolore. La gamba le faceva davvero tanto male e il braccio che sanguinava non l'aiutava di certo.

-Malfoy vuoi rallentare?- la riccia iniziò a saltellare per stare al passo.

-Non rompermi le palle Granger.- Ecco che quella lì apriva la bocca per lamentarsi.

-Ti prego, rischio di cadere.-

-Non me ne frega un cazzo.-

-Mi fai anche male, Malfoy.-

-Smettila di rompermi i bolidi.-

-Ma..- proprio mentre stava per rispondere, Hermione perse l'equilibrio. Cercò un appiglio nel Serpeverde che, non aspettandoselo, cadde rovinosamente a terra con lei. Finirono uno sopra l'altro. Le gambe incrociate tra di loro. I gomiti di Malfoy erano puntati sul pavimento freddo di pietra per non schiacciare la ragazza. I loro corpi erano a millimetro di distanza e Hermione teneva ancora in mano il pezzo di camicia di Draco, sul quale si era aggrappata per non cadere. I volti erano uno di fronte all'altro e i loro occhi si incrociarono. Hermione distolse subito lo sguardo imbarazzata e tesa. Non le piaceva stare così con lui. Cercò di alzarsi, ma nel tentativo fece perdere l'equilibrio ancora una volta al ragazzo, a cui scivolarono i gomiti. Draco le cadde definitivamente addosso. Imprecarono all'unisono.

-Granger ma sei scema?! Che cavolo fai?!- urlò divincolandosi, cercando di rimettersi in piedi.

-stavo cercando di alzarmi.- rispose scorbutica spostandolo, con difficoltà, di lato.

-si, facendomi cadere. Si vede proprio che sei una Sangue Sporco, non capisci niente.-

Hermione lo guardò infuriata -Ma come ti permetti!?-

-Non essere sorpresa. Si sa che siete di un rango e di un intelligenza inferiore. Non è colpa mia se hai un sangue diverso dal mio.- rispose pungente, appoggiando le braccia sulle gambe mollemente.

-Cosa hai detto?!-

-Sei pure sorda ora? Siete solo dei reietti inferiori che...-

Hermione non ci vedeva più dalla rabbia. Come si permetteva di umiliarla in quel modo? La sua mano partì da sola, dritta puntata alla faccia del Serpeverde. Ma i riflessi di Draco erano preparati alla reazione. In un movimento fulmineo le bloccò il braccio al terreno, tornando sopra di lei, sovrastandola come un feroce animale con la sua preda. Hermione provò un brivido di paura. Draco la guardava infuriato, con uno sguardo da psicopatico.

-Non provarci mai più, sono stato chiaro? Mettitelo bene in testa, sarai sempre un' insopportabile Sangue Marcio. Sarai sempre inferiore ai purosangue e...- Mentre fuori sé la insultava, lo sguardo si posò sul maglione squarciato della ragazza. Si bloccò di colpo. Sembrava congelato. Lui a cavalcioni su di lei. Sembrava surreale. Non sembrava neanche che stessero litigando. Ma non era questo che bloccava il Serpeverde. Il suo sguardo era fisso sul sangue di Hermione. Usciva caldo e denso dalla ferita che gli aveva inferto durante il duello. Era rosso. Rosso. Rosso. Niente di radioattivo. Draco si accorse solo in quel momento che aveva sempre immaginato il sangue della Granger verde, malato. Non qualcosa di così simile al suo. No, si corresse. Non simile, uguale. Ora parte di quel sangue l'aveva lui sulla sua mano destra, mischiato al proprio. Non si sentiva male. Nessuna malattia lo stava contagiando. Come era possibile? Draco sembrava ipnotizzato da quell'immagine. Non sapeva cosa fare. Gli era sempre stato insegnato che erano diversi. “Il tuo sangue è più puro del loro” gli diceva sempre suo padre, eppure lui ora non vedeva nessuna differenza. Stesso colore, stessa densità. Provò un disgusto immenso per la sua famiglia. Bugiardi. Erano sempre stati i suoi pilastri. Gli unici su cui poteva fare affidamento. Gli unici a cui credere realmente. Su quanto altro avevano mentito? A cosa doveva credere? Come si doveva comportare? Per la prima volta in vita suo provò freddo e solitudine.

 

Hermione era furente. La rabbia l'accecava così tanto da non accorgersi neanche dello stato confusionario della nemesi. Come si permetteva quel furetto di dirle quelle parole? Lei non era uno dei suoi burattini senza cervello a cui poteva dire tutto quello che gli pareva. Aveva smesso di ascoltarlo al secondo insulto. Lui sbagliava. Non sapeva niente. No, questa volta non avrebbe pianto come al secondo anno per un'idiota figlio di papà come lui. Era cresciuta, avrebbe reagito. Aveva passato anni di inferno a causa sua e degli altri Serpeverde. Ora basta. Era arrivato il momento di fargli capire finalmente chi era.

E come al terzo anno, la rabbia prese il sopravvento. Hermione tirò con forza una ginocchiata all'inguine di Malfoy che cadde a terra urlando di dolore. Con fatica si alzò e prima di andarsene zoppicando, gli sputò queste ultime parole piene di odio -Preferisco essere una nata babbana che essere uno schifoso mangiamorte odiato da tutti. Nessuno di sopporta e nessuno si fida di te. Ti auguro con tutto il cuore di vivere il resto della tua vita pieno di paure e solitudine. - Infine si allontanò, non guardandosi più indietro. Forse un giorno si sarebbe pentita per quelle parole, ma ora era semplicemente fiera di sé. Mai più l'avrebbe trattata così.

Draco era perso nei suoi pensieri. Sentiva in lontananza il rumore dei passi che si allontanavano. Non l'aveva ascoltata. Non voleva ascoltare la voce della ragazza che per anni aveva provato a dirgli la verità. Tra mezzosangue e purosangue non vi era alcuna differenza. Che sciocco era stato. Rimase lì, sdraiato per terra in mezzo al corridoio, a guardarsi la mano insanguinata quasi ipnotizzato.

 


"And i'm over you, congratulations,
And thank you for all the plain cause it made it be so
much more fun"
-Blood in My Eyes, Sum41-
Spazio dell'autrice:
Scusate per il ritardo. Spero che vi piaccia nonostante l'attesa. Si è più corto degli altri ma penso che dovesse finire qui.
Colgo l'occasione per ringraziare tutte persone che leggono e mettono la storia tra le preferite/seguite/ricordate e soprattutto chi recensisce.
Ringrazio anche Nathan (non lo faccio mai) che legge sempre e ogni tanto mi da consigli.
Alla prossima e buon Natale (anche se in ritardo)
Marta

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Capitolo 11
*** If I Die Young ***


If I Die Young

 

Hermione era sdraiata sulla brandina dell'infermeria. Madama Chips le aveva dato alcune pozioni curative e fatto un incantesimo per rimetterle a posto la gamba. I dolori e le bruciature erano guarite ma la vecchia maga era stata categorica: “signorina, dovrà stare a riposo fino a domani mattina”. Hermione sbuffò. Era il primo giorno e già aveva saltato alcune ore di lezione. Tutta colpa di Malfoy. A proposito del Serpeverde, non era ancora venuto in infermeria per farsi curare le ferite. La ragazza si sentì in colpa. Forse era stata troppo dura in fin dei conti. Scosse la testa. No. Aveva fatto bene. Era lui nel torto. Eppure solo ora, ripensando all'episodio di poco prima, si rese conto che, prima di andarsene, aveva colto uno stato di solitudine nello sguardo del ragazzo. Hermione si passò una mano tra i capelli ricci e gonfi. No, sicuramente si era sbagliata. Non si era fatto vedere in infermeria perché era arrogante. Pensava di poter fare tutto da solo. Basta. Non doveva più pensare a lui, piuttosto doveva concentrarsi sulle ore che aveva saltato. Doveva recuperare in fretta. Hermione sperò che Harry e Ron fossero stati attenti almeno il primo giorno di scuola. Mentre formulava quei pensieri le palpebre divennero sempre più pesanti, per farla cadere infine in un sonno profondo.

 

- Lumus!- bisbigliò Ginny Weasley prima di incamminarsi lungo il pavimento bagnato. Il tunnel era così buio che riusciva a vedere solo a pochi metri dal suo naso. Alla flebile luce della bacchetta, la sua ombra sulle pareti gocciolanti assumeva una forma mostruosa. Era la seconda volta nel giro di due giorni che stava percorrendo quel tunnel. Doveva smetterla. Non poteva continuare così o si sarebbe fatta scoprire dagli altri primo o poi. La ragazza scacciò il pensiero e iniziò a scavalcare alcuni ammassi di quella che doveva essere una parete caduta.

 

Hermione aprì gli occhi lentamente. Sentiva in lontananza la voce di Madama Chips parlare con qualcuno. Si rigirò nel letto. Il sole stava tramontando lasciando dietro di sé un gioco di colori stupendo. Un rumore interruppe quell'immagine poetica. Rossa in volto Hermione si toccò la pancia. Evidentemente era ora di cena e lei aveva fame. Si mise seduta sul letto notando solo in quel momento sul comodino una zuppa, probabilmente portata da uno degli elfi di Hogwarts, con accanto un bigliettino. Lo prese incuriosita e iniziò a leggerlo:

Cara Hermione,

sono passata a vedere come stavi durante un'ora buca, ma te la dormivi alla grande. Non ho avuto il cuore di svegliati. Harry e Ron ti salutano e dicono di riprenderti presto, purtroppo ora avevano lezione e non sono potuti venire con me. Dopo magari ti vengono a trovare.

Ginny

p.s. Scusa se non abbiamo potuto accompagnarti in infermeria lasciandoti in balia di Malfoy.”

 

La ragazza sorrise piegando il biglietto e prendendo al suo posto la zuppa. Almeno Ginny era venuta a trovarla.

-Sì, siediti qui un attimo che arrivo subito.- Madama Chips entrò in quel momento in infermeria con una ragazza al seguito. Hermione alzò la testa dal piatto e riconobbe la Serpeverde che si era seduta accanto a lei durante Antiche Rune. Lei, invece, non parve accorgersi della sua presenza. Era tutta intenta a guardarsi con occhio critico il braccio. Hermione assottigliò lo sguardo, incuriosita. Era ferita. Il braccio era arrossato con delle spine conficcate dentro, ma la ragazza non sembrava per nulla preoccupata. In quel momento alzò la testa probabilmente sentendosi osservata. Hermione arrossì. Era stata peccata in fragrante a spiarla. Che vergogna. Non sapendo come comportarsi, sorrise. L'altra inizialmente rimase sorpresa per poi, miracolosamente, ricambiare il sorriso.

-tutto bene?- Domandò la grifondoro coraggiosamente.

-Oh sì, solo una pianta birichina. Uscirà un po' di sangue e basta. Non fa male.- l'osservò- Tu invece tutto a posto? Draco ci è andato giù pesante a difesa.-

-Sì dai. Madama Chips fa miracoli.- Hermione era sorpresa. Non se l'aspettava che rispondesse, tanto meno che continuasse la conversazione.

-Ecco qui l'antidoto cara.- le interruppe la maga anziana- due gocce prima di dormire e due domani appena sveglia.- Con un movimento di bacchetta tolse le spine e coprì la fuoriuscita di sangue con una benda.

-Grazie Mille- e facendo un cenno anche alla Grifondoro, la bionda se ne andò come era arrivata.

Hermione si ritrovò a sorridere tra sé. Non tutti i Serpeverde erano come Malfoy e la Parkinson. Magari sarebbe riuscita a fare amicizia con almeno una di loro dopotutto. Ora questo pensiero non sembrava più così lontano.

 

Theodore Nott si nascose dietro un muro. Che stava facendo? Perché la stava seguendo? Senza pensarci si buttò nel cunicolo dove era scomparsa. Era lungo e rapido. Era come scivolare lungo una pista viscida senza fondo. Il tubo era tutto curve e giravolte. Nott si sorprese. Aveva solo sentito parlare molto di quel posto, ma non aveva mai saputo con precisione dove fosse. Perché la Weasley stava andando lì? Era quasi sicuro che ci fosse andata anche il giorno prima. Si focalizzò sul tunnel che stava percorrendo. Intuì che stava scivolando sotto il livello della scuola, addirittura oltre a quello dei sotterranei. Si iniziò a preoccupare per la fine che avrebbe fatto dopo quella violenta discesa, quando il tubo tornò in orizzontale, rallentando la sua corsa. Atterrò su un pavimento bagnato, ma si alzò subito. Strizzò gli occhi, cercando di vedere oltre l'oscurità.
 

Ginny toccò il volto di pietra di Salasar Serpeverde. Perché era lì? Non ci tornava da sei anni. La carcassa dell'antico basilisco era ai suoi piedi. Si allontanò subito mettendosi una mano sulla bocca. Le veniva da vomitare. Quelle pareti scure l'avevano sempre messa in soggezione. Tremò. Il pavimento era bagnato e l'aria umida. Perché si ostinava a tutti i costi a voler affrontare le sue paure? Questa volta non ce la faceva. A stento si teneva in piedi. In quel luogo verde scuro ritornava indietro negli anni, a quando era una semplice ragazzina del primo anno fragile e insicura di sé. Così tanto insicura da custodire tutti i suoi segreti in un diario. Osservò le colonne con in cima degli imponenti serpenti. Si aspettava di veder spuntare da un momento all'altro un giovane ragazzo a cui ingenuamente aveva affidato l'anima. Ancora una volta tremò. No! Tom Riddle era definitivamente morto. Non avrebbe più avuto a che fare con lui, non poteva più farle del male, non poteva più ucciderla. Ginny abbassò lo sguardo. Era confusa. Perché, perché, Perché? Perché si sentiva così? La doveva smettere di avere paura. Eppure non era facile non pensare al proprio corpo freddo, in fin di vita, steso proprio su quello stesso pavimento. A quell'ora, al posto della carcassa del basilisco, ci poteva essere la sua. Divenne violacea. I suoi occhi morti sarebbero stati mangiati dai topi e il ricordo della sua esistenza sarebbe stato quasi dimenticato da tutti. Ginny non ce la fece più e riversò su quelle pietre tutta la cena. Vomitava di rado, però la faceva stare davvero male pensare che i suoi familiari avrebbero potuto soffrire per la sua morte sciocca e stupida. Sarebbero stati a terra come per la morte di Fred. Fred, oh FRED! Il suo grido rimbombò tra i cunicoli. Un misto di rabbia, paura e tristezza si impossessò di lei. Urlava e tirava calci a tutto ciò che vedeva. Sassi, pietre e ossa. Per lei non vi era differenza in quel momento. Ginny prese in mano la vecchia coppa di Tassorosso ormai liberata dal potere dell' Horcrux, e la scaraventò con prepotenza contro la parete.

-Perché?!- cadde a terra con le lacrime agli occhi. Era stanca di sorridere e di fare forza agli altri. Lei non era così, era come tutti loro. Si asciugò il volto con la manica della camicia. Trattenne gli ultimi singhiozzi, sdraiandosi a terra con lo sguardo rivolto all'enorme soffitto.

Perché era capitato a Fred? Perché lei era ancora viva? Provava rabbia e disprezzo per se stessa. Il vortice dei suoi pensieri la confondevano. E se lui non fosse morto? E se fosse morta lei? Si alzò in piedi di colpo. Se fosse morta giovane avrebbe sofferto sicuramente di meno e forse a quell'ora Fred sarebbe ancora vivo accanto ai suoi fratelli, accanto a George. Abbassò il capo. Si. Avrebbe preferito morire lei al suo posto. George non sarebbe mai stato in quello stato da morto vivente e... e lei non avrebbe sofferto così. Solo in questo caso la morte non gli avrebbe fatto così paura. Morire per non soffrire. Si, era egoista. Se ne rendeva conto, ma non poteva farci niente. Le lacrime ricominciarono a cadere dai suoi occhi quando un rumore improvviso attirò la sua attenzione. Sfoderò la bacchetta in un gesto fulmineo.

-Chi c'è?!- urlò, cercando di tornare lucida.
 

Il rumore delle ossa spezzate sotto le sue scarpe lo disgustava. Il pavimento su cui camminava era ricoperto dai resti di vecchi roditori. Theodore represse un conato di vomito. La puzza di quel posto era nauseante. Prese un gran respiro. Era arrivato fin lì, non poteva tornare indietro. Non sembrava molto convinto. Poi ci pensò. Magari avrebbe scoperto qualcosa di compromettente contro laWeasley. Si strofinò le mani sghignazzando. Quella si che era una buona motivazione per arrivare fino in fondo. Entrò in un cunicolo e camminò in silenzio fino ad arrivare a un grande portone con ai lati due grandi serpenti con gli occhi vissi su di lui. Fece una smorfia disgustata. Sembravano vivi. Cercò di ignorarli concentrandosi sul varco. Tirò fuori la bacchetta dal mantello. Era arrivato. Dietro quella porta era certo di trovare uno dei maggiori segreti della Grifondoro. Si immaginò subito i mesi in cui l'avrebbe presa in giro o meglio ricattata. Non vedeva l'ora. Sicuro di sé, convinto che fosse veramente quello il motivo per cui era arrivato fin lì, sorpasso la porta. Purtroppo per lui sperava di fare tutto in silenzio, senza essere scoperto, ma la porta rovinò i suoi piani, facendo un rumore assordante chiudendosi.

-Chi c'è?-sentì in lontananza la voce della Weasley. Cavolo! D'istinto si nascose dietro una colonna. Sentiva i passi della ragazza sempre più vicini, all'inizio incerti e poi sempre più sicuri. Ginny con la bacchetta ben tesa iniziò a ispezionare tutte le colonne mentre Theodore sfruttò la poca luce per muoversi senza essere visto. Le passò alle spalle strisciando silenziosamente come una vera serpe. Sembrano esser stati trasportati all'interno di un film muto in bianco e nero. Rise di istinto e comprese troppo tardi il suo errore. Vide la ragazza muoversi spedita verso la colonna dietro cui si era rifugiato. Non sapeva cosa fare. Mille idee iniziarono a prendere forma nella sua mente, per poi decidere di fare la cosa più saggia. Strinse le dita attorno alla bacchetta pronto ad attaccare quando sentì i passi della Grifondoro cambiare direzione e tornare miracolosamente da dove era venuta. Riprese fiato. L'aveva scampata per un soffio. Dopo, facendo bene attenzione a non commettere errori, iniziò ad avvicinarsi sempre di più alla grande sala dov'era Ginny. Si sporse da una colonna. Vide la ragazza di spalle pulire con un incantesimo del vomito sul pavimento. Ma cosa stava succedendo? Era stata così male da rigettare tutto? Poverina, le faceva pena. Aspetta, provava compassione per una Grifondoro? Mai. Cercò di ritornare in sé ma un urlò lo colse di sorpresa.

-Expelliarmus!-

"If I die young, bury me in satin
lay me down on a bed of roses
sink me in the river at dawn
send me away with the words of a love song"
-If I Die Young,The Band Perry-
Spazio dell'Autrice:
Capitolo davvero sudato. Questa volta devo ringraziare DELIA. Grazie, grazie e ancora grazie!
 
 

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Capitolo 12
*** Who Are You ***


Who Are You

-Expelliarmus! Urlò di colpo Ginny. Theodore si parò dietro la colonna con il fiatone. Non si aspettava un attacco. Quando si era accorta di lui? Poi ci arrivò. Ma certo, prima lo aveva sentito ridere ma astutamente aveva fatto finta di niente, per prenderlo alla sprovvista in un secondo momento. Che sciocco, ci era cascato in pieno. La sua curiosità aveva preso il sopravvento e così si era fatto scoprire come un banale e insignificante Tassorosso del primo anno.

-Vieni fuori!- ordinò la Grifondoro molto agitata. Lui rimase immobile.

Ginny era nel panico. Temette che dietro a quelle colonne ci fosse uno dei suoi amici. Non voleva che scoprissero così quello che provava. Le sue insicurezze, le sue paure...Ma fermi tutti! Ora che ci pensava, non poteva essere di certo nessuno di loro, altrimenti perché non uscivano dal nascondiglio? Si calmò. Sapere che nessuno delle persone più vicine a lei l'avesse trovata in quello stato la faceva stare molto più tranquilla. Ora quello stato di angoscia lasciava il posto solamente alla curiosità. Perché qualcuno era sceso laggiù nella camera dei segreti?

-Chi sei?- urlò nuovamente.

Il Serpeverde non sapeva cosa fare. Guardò la porta. Se avesse corso senza girarsi indietro forse ce l'avrebbe fatta a scappare. Si diede dell'idiota. No, non avrebbe funzionato. Probabilmente se la Weasley l'avesse visto correre via, lo avrebbe semplicemente schiantato, senza neanche sapere prima la sua identità. Si sapeva, i Grifondoro agivano senza pensare. Cretini. Sospirò tra sé. Poteva fare solo una cosa, non c'erano altre soluzioni. Con il braccio lungo il corpo e la mano ferrea intorno alla bacchetta, uscì dall'oscurità.

 

Ginny non lo riconobbe subito. Ci vollero alcuni secondi per rendersi conto di chi esattamente aveva di fronte. Non ci volle un genio per capire l'esatto momento in cui questo avvenne. La sua espressione cambiò da curiosa a minacciosa. Poche parole galleggiavano sopra la testa della ragazza e Theodore le vedeva bene...serpeverde...figlio di mangiamorte...nemico mortale.

I Grifondoro giudicavano e catalogavano in fretta le persone. Idioti.

-Stupeficium!- Ecco, appunto. Quella ne era la conferma.

-Protego!-

Ginny per l'ennesima volta in una sola giornata si diede della stupida. Aveva abbassato la guardia e ora era stata beccata in momento di debolezza da un... un... uno come lui! Che nervoso!

-Ti ricordo che questa mattina hai perso contro di me a duello. Non ti conviene attaccarmi.- constatò Nott.

-Durante difesa mi attaccavi con Zabini. Due contro una. Questa volta sarà difficile batterti.- specificò, pronta a lanciare un secondo incantesimo.

-Per tua informazione prima mi trattenevo. Ora non lo farò e ti batterò ugualmente.-

-Arrogante, come tutti i Serpeverde.-

-Orgogliosa, come tutti i Grifondoro.- la scimmiottò.

-Fatti sotto.-

-Se proprio insisti. Confundo!- Il piccolo duello tra i due andò avanti per più di dieci minuti. Erano entrambi di alto livello.

-Sicura che vuoi andare avanti?- domandò in piccolo momento di quiete.

-Stanco?- chiese Ginny altezzosa con il fiato grosso. Theodore iniziò a ridere -sei seria?-

-Cosa?-

-Mia cara sei tu quella con il fiatone, mica io.- fece notare- Sai possiamo anche smettere di combattere.- la ragazza lo guardò male. Ma era serio? Nott si avvicinò con la bacchetta abbassata -...e poi così puoi raccontarmi perché urlavi come una gallina strozzata cococccodeee!- finì, prendendola in giro. Serpeverde e Grifondoro non sarebbero mai, e dico mai, andati d'accordo. Ginny diventò rossa di imbarazzo e rabbia. Si stava prendendo gioco di lei. Voleva ridere? Bene, lo avrebbe accontentato- Rictusempra!- Protego!- urlarono all'unisono. Lui sghignazzò sotto lo sguardo contrariato dell'altra e, approfittando della sua distrazione, lanciò un incantesimo non verbale. La ragazza di accorse troppo tardi delle sue intenzioni. In un secondo si ritrovò disarmata.

-Bene, bene, bene- Nott iniziò a giocherellare con la bacchetta di Ginny- vediamo come te la cavi così.-

-Ridammi la bacchetta!- urlò di rabbia, sporgendosi verso di lui.

-fammici pensare...- a sua volta allungò il volto verso di lei per sputargli sulla faccia un secco -NO!- Rise sotto i baffi. Si stava divertendo, lo stesso non si poteva dire di Ginny.

-Cosa vuoi da me?- lui la ignorò e domandò a sua volta -Perché sei qui?-

La rossa represse un insulto. Si aspettava pure che gli rispondesse senza fare una piega. Un forte desiderio di strozzarlo si impossessò di lei. In quei momenti c'era solo una cosa sensata da fare - Addio. Me ne vado.-

-Cosa? No!- si lasciò sfuggire, prima di ricomporsi- Voglio dire, non ti dimentichi qualcosina?-

-E che cosa?- sbuffò lei, girandosi verso di lui. Nott fece dondolare la bacchetta davanti ai suoi occhi. Lei allungò il braccio per riprendersela, ma lui arretrò fulmineo. Ginny ringhiò arrabbiata -Me la ridarai mai?!- chiese buttando le braccia al cielo.

-Dipende da te.- la Weasley sbuffò. -Cosa vuoi?- Nott si fece serio di colpo -Rispondi, anche ieri eri qui?-

-Non sono affari tuoi.- replicò scorbutica Ginny.

-Si, dunque eri qui anche ieri.-

-Smettila! Dammi la bacchetta e basta. Mi stai facendo perdere solo del tempo.-

-Perché continui a venire qui?-

-Perché dovrei dirtelo?-

Theodore represse un'imprecazione. Voleva saperlo. Era curioso. Era sempre stato un suo difetto la voglia di sapere. Proprio a causa di questo, durante il primo anno, al momento dello smistamento, il cappello non sapeva se mandarlo a Corvonero o a Serpeverde. Dopo diversi secondi quel pezzo di stoffa aveva interrotto la sua agonia urlando a gran voce la casa di Salasar Serpeverde. Con quell'unica parola le sue paure erano scemate. La sua famiglia era stata smistata tutta nella casa verde e argento. Tutti tranne la sua zia materna che era finita in Tassorosso. Proprio per questo motivo era stata presa in giro da tutti e dopo la morte di sua madre completamente isolata. A undici anni aveva avuto paura di finire come lei, ma alla fine, per fortuna, la furbizia aveva vinto sulla voglia di conoscenza ed era finito nella casa giusta. Ma lo sapeva bene, la curiosità sarebbe stata sempre un suo difetto, pronto a saltare fuori nei momenti meno opportuni, come ora. Se lo ricordava fin troppo bene quello che aveva provato il giorno prima. Vedere Ginevra Weasley uscire fradicia e disperata dal bagno femminile del secondo piano non l'aveva sconvolto. No. L'aveva semplicemente incuriosito da matti. Voleva scoprire, capire come si poteva abbattere in quel modo l'orgoglio di un Grifondoro. Ricordava come, senza pensarci, aveva corso, con passi sempre più veloci, verso quel vecchio bagno in disuso. Si aspettava di vedere un mostro disumano o almeno un molliccio e invece... niente. Era semplicemente un bagno allagato. Era entrato in quella pozza gigante alla ricerca di qualcosa, ma non aveva trovato nulla. Solo un pezzo di carta ingiallito e ormai non più utilizzabile. Si era inchinato a raccoglierlo, bagnandosi così tutti i vestiti. Lo aveva esaminato meglio, ma nessun dettaglio lo aveva aiutato. Aveva solo un buco al centro. Theodore sapeva come era uscito da quel posto. Deluso e sconfitto. Quella mattina aveva visto la Weasley fare colazione al suo tavolo felice e serena. Nessuna traccia di quello che lui aveva visto la sera prima. Era arrivato fino al punto di pensare che se lo fosse immaginato. Ne era convinto fino a un'ora prima, quando per puro caso, l' aveva vista andare da sola verso quello stesso bagno femminile. Senza pensarci troppo l'aveva iniziata a seguire di nascosto. E così aveva scoperto quello che nascondeva quel posto: La camera dei segreti.

Aveva sentito la Weasley sibilare qualcosa, il passaggio si era aperto e lei era scomparsa. Aveva visto e sentito, ma ancora non sapeva perché andava lì da due giorni. L'aveva seguita e ora era davanti a lei, volendo sapere cosa nascondeva e per vedere se lo poteva usare a suo vantaggio come un vero Serpeverde.

-Come facevi a sapere come arrivare in questo posto?- Ginny incrociò le braccia assai scontrosa rifiutandosi di rispondere.

-Potter sa come arrivare fin qui. C'è venuto per sconfiggere il basilisco. Te lo avrà detto lui immagino.- poi ci pensò un attimo. Qualcosa non quadrava. Perché la Weasley avrebbe dovuto venire in questo luogo? Curiosità? No di certo. Se no non sarebbe stata così male. Era come se ci fosse un legame tra lei e la camera.

-Dammi la bacchetta!- ordinò con voce stridula.

Theodore fece di no con la testa sopra pensiero. Si ricordò in quel momento che al secondo anno giravano voci che dicevano che un'alunna era stata presa dal mostro. Non ci aveva mai dato troppo preso fino a quel momento. E se non fossero voci inventate?

-Eri tu!- esortò certo di avere ragione.

-Scusami?!-

- Quando la camera dei segreti è stata aperta, la ragazzina catturata eri tu.-

-Non sono affari tuoi.- Ginny era agitata. Era ben visibile.

-Ma perché te? Sei una purosangue alla fine. Perché il basilisco avrebbe dovuto prendere te e non un mezzosangue?-

Ginny lo guardava preoccupata. Nott non era così lontano da capire tutto e lei non poteva fare niente per impedirlo. Per un momento soltanto prese in considerazione l'ipotesi di andarsene da lì, ma poi ritornò sui suoi passi. La bacchetta le serviva e non poteva chiedere ai suoi genitori di comprargliene un'altra e di spendere così del denaro che guadagnavano con fatica. Non poteva fare altro. Con un balzo cercò di andare addosso al Serpverde per recuperare ciò che era suo, ma fallì. Theodore si spostò con un passo veloce.

-Ginevra Weasley- attirò la sua attenzione il ragazzo con una strana luce negli occhi- non si è mai saputo realmente chi ha aperto la seconda volta la camera dei segreti. La colpa è ricaduta semplicemente su Tu-sai-chi, ma se...- osservò con attenzione le reazioni della ragazza alle sue parole -ma se invece fossi tu la ragazza che ha aperto la camera? Ecco perché sei qui.- Ginny iniziò a sudare freddo. Solo pochi sapevano di quella cosa.

-Non è come pensi!-

-Ah no?! Sono sicuro che la McGranitt lo troverà interessante.-

-Non sai niente!- rispose furiosa- come solito voi Serpeverde non capite una mazza!-

-Ah no?-

-No.- lo aggredì.

-Però la mia storia combacia.- rispose compiaciuto di sé.

-Ero io si, ma ero posseduta da Tom Riddle, non è stata colpa mia.- si difese.

-Interessante.- Theodore iniziò a camminarle attorno come un avvoltoio- e così hai ancora paura di quello che ti è successo.-

-NO!- urlò.

-Il tuo atteggiamento dice ben altro- sghignazzò- Vieni qui, piangi e vomiti. Mi chiedo se i tuoi amici lo sanno di queste tue scappatelle serale.-

-Senti, credi di sapere tutto ma non è così. Non sai assolutamente niente di me.-

-E allora com'è?- domandò beffardo.

-Di certo non lo dico a un subdolo e perfido Serpeverde come te.- rispose orgogliosa.

Theodore la guardò con un sorriso inquietante.- Sai Weasley, mi definisci “subdolo” e “perfido”, ma fino a ora mi sono comportato in modo quasi gentile. Forse è arrivato il momento di farti capire cosa vuol dire essere un vero Serpeverde. Legilimens!-

Ginny vide la stanza fluttuare davanti ai suoi occhi per poi svanire. Le immagini si susseguivano veloci nella sua testa, come un film tremolante, così vivide e luminose.

 

Aveva tre anni e stava giocando felice con Fred e George, i suoi fratelloni... aveva cinque anni e Ron le urlava addosso dicendole che la odiava e che per colpa sua lui era invisibile, si sentiva confusa... aveva sette anni, era nascosta dietro a una porta e vide Ron mangiare di nascosto la torta che la mamma aveva fatto per gli ospiti che sarebbero arrivati il giorno dopo... poi vide la mamma che sgridava tutti chiedendo chi avesse mangiato il dolce, la piccola Ginny vece un passo avanti dicendo con coraggio “sono stata io” per poi girarsi verso il fratello e fargli l'occhiolino...aveva otto anni e Ron era venuto in camera sua, si era seduto accanto a lei e avevano iniziato a parlare: “scusami... mi sono comportato male in questi anni. Ti prometto che da oggi sarò un perfetto fratello maggiore” si sorrisero... stava piangendo sul suo letto. Fred e George la stavano consolando “tranquilla Ginny, torniamo a Natale...” “e ti scriveremo tante lettere” “promesso” dissero in coro. Ginny ricordò quel momento, era stata la prima volta in cui si era sentita sola. I suoi fratelli sarebbero andati tutti a Hogwarts mentre lei no. Altri ricordi le annebbiarono la mente. Lei che cercava di volare sulla scopa...non voleva deludere i suoi fratelli, doveva farcela. Provò emozioni diversi in pochi secondi...felicità...solitudine...vide se stessa a undici anni ranicchiata sul suo letto di Hogwarts...paura...lei che scriveva su un vecchio diario...compresa...gli occhi verdi di Harry...timidezza, non riusciva a parlarci...debolezza...lei a undici anno che scriveva su una parete con del sangue...temete nemici dell'erede... un ricordo più luminoso degli altri occupò la sua mente “Hermione non so cosa fare?” “devi lasciar perdere Harry per un po'. Esci con altri ragazzi, lascia da parte la timidezza, fai uscire fuori la leonessa che c'è in te”...poi si vide a quattordici anni piangere in bagno, era difficile cambiare...difficile mostrarsi sempre forte...difficile stare accanto alla persona che si amava mentre lei pensava a una Corvonero...non doveva piangere...doveva essere forte... si vide a sedici anni. Harry, Ron e Hermione erano partiti, era di nuovo sola... Cercò di fermare con tutte le sue forze quel flusso continuò di immagini ma non ci riuscì... “Mamma voglio combattere anche io” “no, tu resti qui.” “tutti i miei amici sono lì fuori a combattere” protestò. “No e non cambierò idea. Non provare a fare di testa tua”...era grande, non più una bambina...Ginny stava correndo per i corridoi alla ricerca di qualcuno, vide Luna e l'aiutò contro un mangiamorte... vide Harry morto in braccio a Hagrid, sentì il suo urlo disperato...vide Fred morto in mezzo alla sala Grande, il cuore per un attimo smise di battere...Vide se stessa qualche mese prima urlare alla famiglia “Fred non avrebbe voluto vedervi così”...si faceva forza da sola...Si fingeva felice e spensierata mentre aiutava la mamma a lavare i piatti...Abbracciò George in lacrime...si vide prendere dalla tasca il foglio che aveva strappato tempo prima dal vecchio diario di Tom Riddle e buttarlo nell'acqua che c'era in bagno... si sentiva incompresa...chiedeva aiuto.
 

Theodore interruppe il contatto di colpo, mentre la ragazza boccheggiava alla ricerca di aria. Non ce la faceva più a vedere i suoi ricordi. Ogni emozione gli ricordava se stesso. Sembravano più simili di quanto avrebbe mai ammesso. Non sapeva neanche lontanamente che una come lei avesse provato quelle cose. La vedeva sempre allegra. Si sentì in colpa per quello che aveva fatto. Suo padre sarebbe stato contento di lui, ma lui non voleva più questo. Con un piccolo gesto lanciò la bacchetta ai piedi di Ginny.

-Io me ne vado.- non disse altro e iniziò a incamminarsi verso l'uscita lasciandola da sola.

-Credi di cavartela cosi?- Gli urlò Ginny, dopo esser ritornata in sé. Non lo avrebbe lasciato andare via, non dopo tutto quello che aveva visto. Avrebbe pagato per le sue azioni.

-Tranquilla non lo dirò a nessuno.- non si girò neanche.

-E ti aspetti che io mi fida di te?- voleva ammazzarlo.

-Credi quel che ti pare. Non sono affari miei.-

Dalla bocca di Ginny uscì un ringhio -Bene, non mi lasci altra scelta. Legilimens!- voleva fargli quello che aveva fatto a lei. Theodore sgranò gli occhi quando ormai vedeva tutti i suoi ricordi svolazzare attorno a lui.
 

Vide davanti ai suoi occhi il cadavere di sua madre.“non devi piangere marmocchio” gli urlava suo padre... aveva sei anni ed era a una serata tra famiglie altolocate. In lontananza vedeva Draco Malfoy parlare con delle bambine, mentre lui se ne stava da solo in disparte...solitudine...aveva cinque anni e suo padre gli stava insegnando la differenza tra purosangue e sanguemarcio... aveva sei anni e suo padre lo stava picchiando...paura...aveva sette anni e suo padre gli stava insegnando alcune maledizione. Non voleva deluderlo, doveva fargli vedere di cosa era capace... il cappello parlante urlava “serpeverde” mentre lui lanciava un'occhiata al tavolo di Corvonero...non lo aveva deluso... Ora stava prendendo in giro un nato babbano...Aveva quindici anni e gli dissero che suo padre era stato rinchiuso ad Azkaban, nessuno lo voleva...”Ciao! Io sono Janett, sono la sorella della tua mamma. Mi prenderò cura di te per un po'. Ti va?”...disgusto, gli era stato insegnato quello...vide sua zia rimproverarlo per aver preso in giro un babbano...era difficile cambiare gli atteggiamenti con cui era cresciuto...Si stava allontanando progressivamente da tutti i Serpeverde. Credevano tutti nella differenza di sangue, lui invece stava cambiando idea...Di nuovo solo... era nel suo dormitorio a leggere un giornale. Suo padre era fuggito da Azkaban...paura...”Theodore la guerra sta per arrivare. Devi essere pronto a combattere come un vero Mangiamorte e dopo riceverai il marchio” “no, non voglio” gli arrivò uno schiaffo...voleva decidere lui cosa fare...”puoi fare quello che desideri Theodore, diventare un Magiamorte come tuo padre o essere una persona migliore” gli sorrise sua zia...la guerra era scoppiata, lui correva per i corridoi di Hogwarts, bacchetta alla mano, saltando le macerie...vide Bellatrix Lestrange combattere contro la Lovegood e la Weasley, si girò e vide un altro mangiamorte pronto a scagliare un incantesimo alle due, senza rifletterci lo schiantò...fare la cosa giusta...BASTA!

Tutti e due tornarono alla realtà- direi che hai visto abbastanza Weasley.- disse brusco -ora siamo pari. Addio.- si allontanò in fretta.

Ginny era immobile a guardare il vuoto. Non sapeva se avesse fatto la cosa giusta però seppe con certezza che il Serpeverde non avrebbe raccontato a nessuno quello che aveva scoperto su di lei. Poi ripensò all'ultima cosa che aveva visto. Lui aveva salvato lei e Luna. Doveva almeno ringraziarlo. Corse per i cunicoli per raggiungerlo, arrivò fino al bagno di Mirtilla, ma lui era già sparito.
 

Well, who are you?(Who are you?
Who, who, who, who?)
I really want to know
  Because I really want to know
(Who Are You- The Who)

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Capitolo 13
*** When I Look at You ***


When I Look At You

Hermione incontrò i suoi amici subito dopo colazione.

-Come stai?- domandò Harry appena la vide.

-Bene. Tutte le ferite sono guarite. Le cure di Madama Chips sono davvero magnifiche.-

-E come si è comportato Malfoy?- Hermione distorse il naso. - Diciamo che lui in infermeria non c'è arrivato.- I due ragazzi sghignazzarono, mentre la ragazza sospirava- spero che le lezioni di Difesa non si concludano tutte così.-

-Sei stata fortunata.- la consolò Ron con la voce impastata dal sonno.- Storia della magia è stata la solita rottura. Il professor Rüf fa davvero addormentare.-

-Spero che abbiate preso appunti almeno il primo giorno.- disse severa, fulminandoli con lo sguardo.

-Ma si, ma si.- risposero alzando gli occhi al cielo. Harry si affrettò a cambiare discorso -Poi a colazione è successa ancora la cosa di ieri.-

-Altri filtri d'amore?- domandò preoccupata Hermione, dirigendosi verso l'aula di trasfigurazione con i libri sotto il braccio.

-Purtroppo. Non capisco da dove prendano tutto questo coraggio per scriverci. Gli anni scorsi non erano così insistenti.- mugolò. L'amica gli tirò piccoli colpi sulla spalla per consolarlo -Primo o poi si stuferanno. Vedrai.-

-Speriamo.-

Mentre parlavano la porta dell'aula in cui aveva insegnato la McGranitt per anni si aprì. Il nuovo professore uscì in corridoio.

-Dentro.- ordinò. Aveva uno sguardo autoritario nonostante la sua giovane età.

Tutti ubbidirono all'istante. Harry si guardò intorno. La stanza aveva subito alcuni cambiamenti. Era più cupa del solito, le tende erano tirate e l'unica luce proveniva dalle candele accese. Quando si sedette uno strano stato di inquietudine lo percosse. Come aveva fatto la professoressa Brooks, anche il professor Knight si presentò e subito dopo fece l'appello. A ogni cognome lasciava un commento ironico, ma l'apoteosi lo raggiunse quando lesse quello di Harry.

-Potter...vedo che abbiamo una celebrità in mezzo a noi.- disse con disgusto. Il ragazzo represse un brivido, mentre Malfoy, Goyle e la Parkinson sghignazzarono.

-Bene- continuò teatralmente- La trasfigurazione è una materia difficile. Mi sorprende pensare che tutti voi abbiate raggiunto un livello tale per stare in quest'aula- lanciò un occhiata indicativa al gruppo di Tassorosso e Grifondoro.- Tuttavia io purtroppo non posso cacciarvi da quest'aula, quindi dovrete restare con me. Sono sicuro che alcuni di voi non mi deluderanno.- sorrise ai Serpeverde.

-Ora dovete sapere che la trasfigurazione è il ramo della magia più potente e utile del mondo- si alzò in piedi- in battaglia se sapete usare bene questa arte siete sicuri di uscirne vivi e vincitori. Bene, iniziamo dalle basi. Chi sa dirmi qual'è la formula che serve per eseguire perfettamente un incantesimo di Trasfigurazione?- Hermione alzò la mano immediatamente mentre il resto della classe taceva.

-Nessuno?- il professore si guardò intorno ignorando Hermione. -Siete una delusione.- si girò verso la lavagna e con movimenti circolari della bacchetta scrisse una formula:

t= (WxC)/(VxA) xZ

-Come spero sappiate, ci sono una serie di fattori che un mago deve prendere in considerazione quando esegue un incantesimo di Trasfigurazione.-

Hermione continuava a sbracciarsi -Signore..- lo chiamò, ma fu ignorata ancora una volta.

-La trasformazione intesa, cioè t, è direttamente influenzata dal peso corporeo a..-

-Scusi signore, t è influenzato direttamente dal peso corporeo a, dalla ferocia v, dal potere della bacchetta w, dalla concentrazione c e da un ultima variabile chiamata z.- concluse soddisfatta. Il professore si girò lentamente verso Hermione con uno sguardo di fuoco -A quanto pare abbiamo una saccente so-tutto-io che non riesce a stare zitta. Cinque punti in meno a Grifondoro per il suo comportamento e altri dieci punti in meno per avermi interrotto mentre stavo parlando.- Dichiarò categorico mentre i Serpeverde ghignarono ancora una volta.-Ora fareste bene a tirar fuori le vostre pergamene e il vostro inchiostro per prendere appunti visto che vi mancano le basi.- Hermione a testa bassa, trattenendo la rabbia, iniziò a scrivere quello che già sapeva. Lo odiava già.

-Oggi riprenderemo l'evocazione che è limitata dalle Cinque Principali Eccezioni alla Legge di Gamb sulla Trasfigurazione degli Elementi. Vediamo un po'- si girò verso gli studenti e indicò Theodore Nott in ultima fila- Tu, me ne sai dire almeno una?-

-Il cibo.- buttò lì il ragazzo.

-Ottimo, dieci punti a Serpeverde.-

-Ma signore- si lamentò Ron -Hermione le ha detto tutto è ha tolto punti. Lui ha detto una cosa semplicissima che sanno tutti e gli mette addirittura dieci punti? È un' ingiustizia.-

-A quanto pare i Grifondoro di questa classe non sanno proprio stare al proprio posto.-altra risata che il professore non richiamò- Bene, tu allora, visto che dici che è una cosa semplicissima, saprai dirmi le altre quattro eccezioni immagino.-

-Amore e denaro.-

-E le altre due?- Hermione alzò la mano, ma il signor Knight continuò a guardare con superiorità Ron -non sai rispondere?- Il grifondoro abbassò il capo non sapendo cos'altro dire. -Bene. Come avrete capito da questa patetica scena, qua sono io il professore, quindi decido io. Altri dieci punti in meno a Grifondoro per l'insolenza di Weasley. Qualcun' altro vuole intervenire?- Nessuno fiatò e il professore, soddisfatto della reazione della classe, continuò a spiegare.

Mentre scriveva alla lavagna concetti chiave, Draco Malfoy sorrideva. Quel nuovo professore gli stava simpatico. Gli ricordava Piton. Certo un Severus molto più giovane, più bello e senza olio da frittura nei capelli. Rise tra sé. Se non ci aveva visto male avrebbe favorito la sua casa. Altro che quella vecchia della McGranitt, lui si che era un vero professore. Lanciò uno sguardo alla Granger. Era visibilmente poco a suo agio. Le spalle erano tese e continuava a muovere la gamba destra senza sosta, segno di nervosismo. Probabilmente subito dopo lezione si sarebbe lamentata con i suoi amichetti di quel nuovo prof che non voleva sentire le sue patetiche risposte. Ben le stava.

-Draco- richiamò la sua attenzione Blaise.

-Cosa vuoi?- chiese senza staccare gli occhi dalla Granger.

-Se non ti conoscessi bene direi che non riesci a non guardare la Mezzosangue.- sputò schifato.

-Beh direi che farebbe bene- si avvicinò Theodore dall'altro lato. Blaise e Draco si girarono in contemporanea verso il ragazzo increduli e confusi.

-Cosa intendi?-

-Intendo che la Granger è una ragazza.- Quel coso una ragazza? Na. Poi con quei capelli...era semplicemente un nido gigante di ippogrifi. Agli sguardi contraddittori che aveva davanti, Theodore continuò- dico solo che la Granger è cresciuta bene.- I due sgranarono gli occhi -Vuol dire che ti piace?- urlò Draco attirando l'attenzione di tutta la classe, compresa quella del professore che si limitò a lanciargli un'occhiataccia per poi continuare a spiegare i limiti imposti dalle leggi magiche.

-Ovviamente no. Non è il mio tipo.-liquidò in fretta. I due continuarono a guardarlo con un sopracciglio alzato che fece sbuffare il Serpeverde.

-Guardatela- prese con forza la mascella di Draco e lo costrinse a guardare la Granger -se non fosse una sangue sporco e tutte le vostre baggianate, ammettetelo, ve la vorreste fare.-

-Non credo proprio.- rispose Blaise incrociando le braccia. Theodore alzò gli occhi al cielo. -Vi ho detto di guardarla.- e Draco la guardò. In quel momento la ragazza si girò verso Weasley mettendo innocentemente in mostra il suo profilo. Il naso era piccolo e dritto e le labbra erano in contrasto con la pelle chiara. I denti erano piccoli e dritti, non più le due zanne che le aveva fatto crescere al quarto anno. Quelli si che erano bei tempi, ricordò sghignazzando.

-Ma chissene frega!- esclamò scocciato Blaise, interrompendo la sua piccola esplorazione. -è comunque una sangue sporco. Non è degna di essere neanche guardata.- all'affermazione Draco non negò ma neanche annuì e questo non sfuggì a Theodore -Forse capirete un giorno che questo vi rende ciechi. Per ora giocate pure a mosca cieca- ironizzò. Blaise continuò a rispondere a tono mentre nella mente di Draco il ricordo del pomeriggio precedente ripiombò prepotente. Quel sangue. Si era lavato le mani ma era sempre lì impresso nella sua mente. Non sarebbe riuscito a cancellarlo facilmente. Non aveva raccontato a nessuno di quell'episodio. Non si fidava ancora così tanto di Zabini e Nott. Goyle non ascoltava a meno ché non si parlava di dolci e Pency gli avrebbe riso dietro per giorni. Si mise più comodo sullo schienale della della sedia guardando la Grifondoro. Come era riuscita a demolire così, in un attimo, tutte le sue convinzioni? Ora era tutto un mistero.

Hermione si girò verso di lui in quell'esatto momento sentendosi osservata. Gli lanciò uno sguardo di puro odio e si sorprese quando lui abbassò gli occhi per la prima volta in otto anni. Continuò a studiare le sue mosse mentre Malfoy prendeva appunti veloci sulla sua pergamena.

-Signorina Granger è pregata di girarsi e di prestare attenzione alla lezione.- la rimproverò di gusto il professore facendola arrossire di vergogna ancora una volta.

 

 

Erano le sei di pomeriggio e il silenzio incombeva nella stanza. Al più piccolo rumore Madama Pince era pronta a intervenire e a restaurare il silenzio. La luce che entrava dalle finestre era lieve . Il sole era già in procinto di sparire oltre al castello. Ai lati delle vetrati i grandi scaffali erano ricoperti da libri di tutte le grandezze. Hermione era seduta al suo tavolo preferito. Aveva colto al volo quell'ora buca per copiare gli appunti della lezione di storia della magia che aveva perso il giorno prima per colpa di Malfoy. Ed ora era lì, con libri e pergamene sparse per il tavolo, sguardo serio e capelli raccolti pronta a trascrivere e studiare. Oltre a lei c'erano solo pochi altri studenti degli ultimi due anni. Già dal primo giorno alcuni professori li avevano caricati di compiti e gli studenti più diligenti stavano usando le ore buche tipiche degli orari degli ultimi anni per studiare e cercare di stare in pari con quella montagna di lavoro. Hermione sbuffò girando tutte le pergamene sparse sul tavolo. Ron e Harry avevano preso appunti malissimo. Mancavano cinquant'anni di avvenimenti chiave per capire poi cosa sarebbe successo dopo. Sbuffò ancora una volta. Sapeva che non si poteva fidare dei loro appunti. E ora come faceva? Giurò a sé stessa che non gli avrebbe mai più aiutati a studiare. Sospirò scuotendo la testa. Non era vero. Sorrise teneramente. Sapeva che alla fine, quando gli avrebbero fatto gli occhi dolci, li avrebbe aiutati. In quei casi poteva fare solo una cosa. Si alzò è imboccò uno dei piccoli corridoi della biblioteca alla ricerca di alcuni libri che avrebbero fatto al caso suo.

 

Mentre era in piedi a sfogliare un libro, qualcuno le toccò la spalla facendola sobbalzare.

-Ciao Hermione!- la salutò Patma bisbigliando. Era appena arrivata nel suo stesso scompartimento.

-Ciao!-

-Anche tu a fare Storia della Magia?- chiese prendendo un libro vicino alla spalla della Grifondoro.

-Si. Purtroppo ieri non ero a lezione e pensavo di mettermi in pari. Peccato che Harry e Ron abbiano preso male gli appunti.- si lamentò.

-Se vuoi ti posso far copiare i miei.- si propose la Corvonero. A Hermione le si illuminarono gli occhi -Davvero?-

-Certamente- sorrise all'espessione dell'altra.- seguimi- Hermione la seguì fino al suo tavolo occupato da un'altra ragazza di Corvonero amica di Patma.

-Rieccomi.- la ragazza alzò la testa da un libro che stava leggendo e alzò un sopracciglio vedendo che la compagna non era sola.

-Lei è Hermione Granger. È del nostro anno.- L'altra le scambiò uno sguardo contrariato che subito Patma capì -tranquilla. Non è la classica Grifondoro casinista. Non ci disturberà.- L'altra annuì poco convinta per poi rivolgersi a Hermione.

-Lisa Turpin- allungò la mano.

-Hermione Granger- la strinse con determinazione per poi sedersi al tavolo e ringraziare ancora una volta Patma per l'aiuto.

Dopo minuti di intenso studio qualcuno le disturbò ancora una volta.

-Scusate.- le tre alzarono la testa trovandosi davanti Susan Bones, una ragazza di Tassorosso. -potrei unirmi a voi? Non ho preso gli appunti benissimo di Storia e non ho fatto a meno di notare che state facendo questa materia.- Patma sorrise ancora una volta al contrario di Lisa. -Certo. Siediti pure.- la ragazza strisciò l'unica sedia vuota per sedersi, sotto lo sguardo contrariato della bibliotecaria.

 

Dopo ore di intenso studio le quattro ragazze si accorsero che era ora di cena. Così uscirono dalla biblioteca salutando educatamente madame Pince per dirigersi in sala grande. Quando arrivarono al secondo piano delle voci attirarono la loro attenzione.

-Vai così!-

-Massacralo!-

-Se lo merita. È solo un lurido verme.-

Quando girarono l'angolo si ritrovarono un ragazzo del primo anno di Serpeverde appeso a testa in giù e sotto di lui un gruppo di Grifondoro a ridere. Hermione e Patma si lanciarono immediamente uno sguardo di intesa. In un attimo fecero scendere con la magia il ragazzo e si misero tra i ragazzini.

-Cosa sta succedendo?- domandò Hermione con lo sguardo severo degno della McGranitt. Alcuni primi tentarono di scappare ma Patma si mise in mezzo. -Allora qualcuno si degna di rispondere alla Caposcuola Granger?- le diede una mano.

-Ha iniziato lui.- un Grifondoro indicò il Serpeverde.

-Non importa chi ha iniziato. Non si può usare la magia nei corridoi, soprattutto per far del male.-

-Ma è un Serpeverde!- esclamò un altro ragazzo per giustificarsi. A rispondere fu Patma – e allora lo avete attaccato per questo? Siete degli stupidi!- li sgridò.

-Sono d'accordo. Sono costretta a togliervi trenta punti. E ora filate a cena!- disse severa. I ragazzini ubbidirono con la testa bassa.

-Me la cavavo benissimo da solo.- intervenì guardandole male il piccolo Serpverde sistemandosi la camicia.

-Certo come no. Fila anche tu a mangiare prima che tolga punti anche alla tua casa.- lo rimproverò Patma. Quando anche lui scomparve, Susan e Lisa le raggiunsero.

-Odio Grifondoro e Serpverde!- esclamò altezzosa Lisa, fregandosene della presenza di Hermione.

-In effetti litigano sempre.- intervenì la tassorosso. Hermione sbuffò. -Sono stufa!- Patma rise vedendo la faccia arrabbiata della Grifondoro. -Ritorniamo sempre a parlare di questo. Rivalità di casa e quant'altro.-

-Qualcuno dovrebbe fare da mediatore.- disse Susan.

-E quello che pensiamo anche io e Hermione.- rispose concorde Patma riprendendo a camminare.

-Io ormai ripongo la fiducia su Tassorosso e corvonero.- disse sconsolata Hermione.

Le quattro ragazze continuarono a parlare fino alla sala Grande trovandosi d'accordo e stranamente in sintonia.

Nel frattempo, nel castello, un'ombra scura rideva malvagia.

-Finalmente ti ho trovato!- le sue parole rimbombarono per le mura del castello mentre alzava al cielo, in segno di vittoria, l'oggetto dorato.
 

"When I look At You I see forgiveness
I see the truth"
-When I Look At You, Miley Cyrus-

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Capitolo 14
*** I want to hold your hand ***


I want to hold your hand

I giorni erano passati e tutti gli alunni di Hogwarts sentivano il peso dei compiti. Molti non vedevano l'ora di Halloween per fare una piccola pausa, anche se di pochissimi giorni. I professori erano più severi che mai e non davano il tempo neanche di respirare. Un esempio erano le lezioni con il professor Knight che si erano rivelate ancora più terribili di quanto si erano immaginati. Hermione, Harry e Ron avevano capito in fretta di trovarsi davanti il sosia di Piton che non perdeva occasione per maltrattare la loro casa. L'unica materia che non li faceva faticare troppo era Difesa contro le Arti Oscure. Le lezioni con la professoressa Brooks si erano dimostrate molto piacevoli. Era un' ottima insegnante e i miglioramenti si vedevano fin da subito. Harry amava le sue lezioni soprattutto perché riusciva a scaricarsi di tutto il nervosismo che si accumulava durate la settimana. Invece il professor Lumacorno era più insistente che mai. Ogni momento era buono per invitarli a cena da lui. Il trio dei miracoli aveva già declinato quattro inviti grazie a delle scuse più o meno valide. Nel frattempo Ginny non aveva ancora avuto il coraggio di raccontare ai suoi amici delle sue scappatelle nella camera dei Segreti e ogni volta che incontrava Nott con gli altri Serpeverde non poteva ringraziarlo di ciò che aveva visto nei suoi ricordi. In quel momento erano tutti in sala Grande pronti per cenare.

-Domani ci sono i provini per entrare nella squadra di Quidditch!- esclamò Ginny carica.

-Spero di passarli.- grugnì preoccupato Ron tenendosi lo stomaco.

-Perché non dovrei prendervi? Siete nella squadra da un sacco di tempo-li incoraggiò Harry che era il capitano.

-Non devi accecare il tuo giudizio a causa della nostra relazione- lo rimproverò la sua fidanzata- devi fare quello che è giusto per la squadra. Se ci sarà qualcuno più bravo di noi lo dovrai prendere al nostro posto. È giusto così.- rispose determinata.

-A me puoi prendermi tranquillamente anche se c'è qualcuno di più bravo. Io non mi scandalizzo.- scherzò Ron, facendo ridere tutti con la sua faccia fintamente seria.

-L'importante è che nessuno saboti i provini.- disse Harry lanciando poi un'occhiata significativa a Hermione, facendola arrossire. Era rimasto il loro piccolo segreto. Non aveva mai rivelato alsuo ex fidanzato di averlo aiutato nei provini del sesto anno.

-Non penso che qualcuno lo riesca a fare.-disse Ron convinto delle sue parole. In quel momento il cibo comparve sulle tavolate facendo dimenticare per il momento il Quidditch. Dopo aver preso diverse porzioni i tre lanciarono alcuni incantesimi e annusarono i loro piatti. Era ormai diventato il loro rito quotidiano per accertarsi che nessuno avesse messo strani intrugli d'amore nei loro piatti di nascosto.

-Devo ancora finire il tema per la Sprite.- si lamentò Harry mettendo in bocca una dose abbondante di uova strapazzate.-ho scritto solo dieci righe e lei ha esplicitamente espresso di volerne almeno due facciate.-sbuffò.

-Se ti può consolare io non ho ancora iniziato.- disse Ron abbuffandosi. I due si rivolsero a Hermione con gli occhi teneri -non è che ci aiuteresti?- lei incrociò le braccia guardandoli con cipiglio severo -Dovete imparare a organizzarvi e a fare le cose in modo autonomo.-

-Ti giuriamo che è l'ultima volta- provò a convincerla Harry.

-Mi dispiace Harry, ma ho la ronda.- I due abbassarono la testa con gli occhi da cuccioli bastoni. A Hermione dispiacque molto ma non poteva passare sopra i suoi doveri da Caposcuola.

-E tu Ginny come sei messa?- Ron ripiegò sulla sorella. Dopotutto doveva trarre qualche vantaggio a frequentare metà delle lezioni con lei. Ginny si stava ingozzando con il cibo e rispose con la bocca piena qualcosa di incomprensibile. Harry sorrise teneramente alzando gli occhi al cielo. La sua Ginny non sarebbe mai cambiata.

-Ma come fai a mangiare così tanto e non ingrassare mai?- domandò Hermione guardando l'amica scandalizzata. Ginny deglutì e subito rispose -Così!- e per dimostrazione di mise un'altra abbondante forchettata in bocca.

-In ogni caso tu ci puoi aiutare con il tema?- riprovò speranzoso il fratello.

-Non so se è giusto quello che ho scritto.- disse sincera bevendo il succo di zucca che aveva nel bicchiere.

Ron e Harry si scambiarono un'occhiata e in coro risposero -Noi ci accontentiamo!- Ginny alzò le spalle buttandosi su un altro pezzo di carne. Non c'era che dire. Era proprio una Weasley.

Appena finito di mangiare Harry, Ron e Ginny si diressero verso la torre, mentre Hermione andava nell'aula dei prefetti e dei Caposcuola. I tre Grifondoro stavano parlando ancora una volta del Quidditch quando Ginny, mentre saliva le scale, per puro caso, intravide passare al piano di sotto Nott da solo. Capì che era il momento giusto per ringraziarlo e con una scusa cercò di tornare indietro.

-Scusate mi sono ricordata di dover parlare con Luna.- si fermò. Gli altri si girarono sorpresi per la sua dichiarazione improvvisa.

-Ma il tema?- domandò Ron preoccupato.

-è sul mio letto prendetelo pure.- si iniziò ad allontanare.

-va bene. Ci vediamo dopo Ginny- gli urlò dietro Harry poco convinto della sua scusa. Lei annuì facendo “ciao ciao” con la mano per poi scendere i gradini di corsa. I due ragazzi la guardarono allontanarsi. -Non ti è sembrata strana?- domandò il ragazzo-che-è-sopravvisuto all'amico. L'altro alzò le spalle -è una ragazza.- rispose come se questo dovesse spiegare tutti. L'altro annuì poco convinto, salendo le scale.

 

Hermione entrò nella stanza dopo aver pronunciato la parola d'ordine. Era ancora presto per il suo turno, così si sedette su un divanetto nell'attesa del suo compagno. Per ingannare il tempo tirò fuori il libro che le aveva lasciato Silente l'anno prima e si mise a leggere le storie di Beda il Barto.

 

Ginny imboccò un corridoio velocemente sperando di ritrovare il Serpeverde. Dopo alcuni minuti che correva senza sosta vide il ragazzo di schiena camminare con le mani in tasca verso i sotterranei.

-Nott!- lo chiamò accaldata per la corsa. Il ragazzo si girò e sorpreso vide chi aveva urlato il suo nome. Si fermò curioso permettendole di raggiungerlo. Ginny si fermò a pochi passi da lui.

-Cosa vuoi Weasley?- Il corridoio era vuoto. Oltre loro non c'era nessuno. Ginny prese coraggio. -grazie.- la parola uscì dalla sua bocca come uno spiffero di aria leggero. Nott rimase sorpreso da quell'unico vocabolo. Per un momento pensò di averlo solo immaginato ma il fatto che la Weasley tenesse il volto basso per non guardarlo negli occhi lo fece desistere. Ci mise un po' a capire a cosa si stesse riferendo e poco dopo la sua espressione cambiò rivelando il tipico ghigno da Serpeverde.

-Non l'ho fatto per te.- Sputò. Ginny alzò la testa di colpo fulminandolo con gli occhi -lo so benissimo idiota.- Il serpeverde la guardò disorientato, mentre lei continuava a parlare -lo hai fatto per te. Avevi bisogno di farlo. L'ho capito vedendo i tuoi ricordi. Mica sono scema!-

-Ah no?! Pensavo di si. Sei una Weasley dopotutto.- nessuno lo aveva mai visto così in fondo. Neanche Blaise. Non sapeva come comportarsi e preferiva attaccare. Fu il turno di Ginevra di ghignare. Aveva capito cosa provava. Guardandolo fisso negli occhi fece un passo verso di lui. -Lo hai fatto per te stesso ma resta il fatto che grazie a te ora sono ancora viva. Non hai permesso a quel mangiamorte di uccidere me e Luna.- Lui arretrò. Ma cosa voleva quella ragazza da lui? -Lo so. -lei continuò ad avanzare- Quello che provi non è da te e ti fa paura. Non lo vuoi dire a nessuno perché non ti capirebbero.-

-Non so di cosa tu stia parlando. Sei tutta matta.- fece una finta risata sperando di farla allontanare ma lei continuò determinata -Ti può sembrare strano ma io sono come te. Anche io cerco di combattere contro il passato.-

-Cosa vuoi ?- lui la guardò storto. Lei allungò una mano verso di lui cercando di sorridergli anche se pur con fatica -potremmo aiutarci a vicenda.- Ginny si stava dando della matta da sola. Voleva affidarsi a un Serpeverde? Era masochista. Eppure in quel momento lo vedeva come l'unica persona che l'avrebbe capita. Theodore restò alcuni secondi a fissare la mano stesa verso di lui pronta per essere stretta. Poi alzò il capo - Perché dovrei fidarmi di una Grifondoro?-

-Perché siamo nella stessa situazione.- rispose tranquilla senza abbassare la mano. Lui parve pensarci su. Poi ridomandò -Come fai a sapere che non spiattellerò i tuoi segreti in giro?-

-Perché io saprò i tuoi.- rispose convinta di sé.

-Magari ti ho mostrato dei ricordi falsi.- continuò.

-Se fosse così a quest'ora tutta la scuola, compresi i miei amici e il mio ragazzo, saprebbero cosa stavo facendo settimana scorsa nella camera dei Segreti e soprattutto che ero là.- Le labbra di Theodore si piegarono in una specie di sorriso.

-Sei intelligente Weasley!- esclamò stringendole la mano. Dopotutto provare non costava nulla. Magari lo avrebbe aiutato veramente. Lei sorrise di rimando. Avevano appena raggiunto un accordo. Forse pazzo, forse insensato, ma in quel momento sembrava la cosa giusta per entrambi.

 

Hermione guardò il vecchio orologio appeso alla parete. Era passata già mezz'ora da quando era arrivata. A momenti iniziava il suo turno e il suo compagno non si era fatto ancora vedere. Per quella serata aveva dato la disponibilità di coprire tutta la notte e da quello che sapeva anche il suo compagno. Approfittò dell'attesa per iniziare a firmare il registro delle ronde.

 

-Weasley ma perché dobbiamo andare ancora lì giù?- Ginevra stava trascinando Nott verso il bagno di Mirtilla Malcontenta.

-Così possiamo parlare senza che nessuno ci scopra.-

-non possiamo andare in un'aula a caso?-domandò scocciato.

-Tra poco iniziano le ronde. Vuoi che ci becchino?- rispose di rimando alzando la voce.

-Ma chi me lo ha fatto fare.- esclamò il ragazzo alzando gli occhi al cielo. Ginny senza troppi complimenti lo spinse giù per il passaggio che portava alla camera dei Segreti. Dopo rumori inquietanti e diversi gemiti di dolore, lo sentì urlare -Wealsey io ti uccido!- Lei ghignò per poi raggiungerlo.

 

Hermione sbuffò facendo avanti e indietro per la stanza. Il suo compagno era in ritardo di più di venti minuti. Proprio in quel momento la porta si aprì rivelando la testa bionda di un Serpeverde di sua conoscenza.

-Malfoy, dovevo immaginare che fossi tu.- lo attaccò arrabbiata. -Sei in ritardo! La prossima volta presentati in orario!-

Draco la guardò contrariato -Smettila di urlare come una gallina Granger. Che sarà mai un po' di ritardo.-

Hermione boccheggiò -un po' di ritardo? UN PO' DI RITARDO?! È trenta minuti che ti aspetto.-

-Esagerata. E poi non ti ho detto io di aspettarmi.- Hermione si trattenne dallo strozzarlo. -Abbiamo deciso di andare in giro in coppia, quindi io ho aspettato il mio compagno.-

-Io non ho deciso un bel niente e di certo non andrò in giro a braccetto per i corridoi con una come te.- La ragazza represse un insulto girandosi e incamminandosi verso la porta. -Allora me ne vado Malfoy. Io faccio la mia parte, tu vedi di fare la tua.- e uscì sbattendo la porta. Draco sospirò. Odiava quella ragazza e il suo atteggiamento da perfettina. Con estrema calma firmò sotto alla scritta della Grifondoro per poi uscire dall'aula e imboccare il corridoio opposto preso dalla Granger.

"when I say that something
I wanna hold your hand"
-I want to hold your hand, Beatles-

Spazio dell'Autrice:
Ringrazio tutti i lettori. Ditemi cosa pensate di questi due capitoli!
Alla prossima
Marta

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Capitolo 15
*** Counting Stars ***


Counting Stars

Sotto la luna piena, Hermione vagava da sola nei corridoi per adempiere ai suoi doveri di caposcuola. Mancavano pochi minuti alla fine della sua ronda e le mancava da controllare la torre di Astronomia, la più alta del castello.


-Dimmi tutto ciò che ti affligge Weasley.- la prese in giro Theodore sedendosi a gambe incrociate sul pavimento freddo di pietra. Ginny lo guardò male -Perché devo iniziare io?- si lamentò.

-Perché è venuta a te in mente questo malsano accordo.-

-Sinceramente non mi viene da parlare così.-

-Sei una rompi palle!- si lamentò lui.

-Scusa tanto. Allora inizia tu se ci tieni tanto!- si arrabbiò lei. Cavolo ma che le era saltato in mente?

-Okay okay. Ricordiamoci che ci stiamo aiutando a vicenda. Ho io la soluzione che fa al caso nostro.- Si alzò e si diresse verso la porta.

-Ma dove stai andando?- quel vigliacco stava scappando.

-Torno subito.- e uscì lasciandola sola. Ginny guardò contrariata la porta. Sapeva che sarebbe stata lì inutilmente ad aspettarlo. Dopotutto i Serpeverde non sapevano fare altro che scappare. Pensava davvero di aver trovato qualcuno come lei, ma si sbagliava, era evidente. Si sdraiò sul pavimento a guardare il soffitto.

 

Hermione controllò la stanza da cima a fondo. La ronda era finita ed era ora per lei di tornare a Grifondoro. Una brezza leggera le sfiorò il volto, sollevandole il mantello. Rabbrividì girandosi verso le imponenti arcate. Era da un sacco di tempo che non saliva lì, su quella torre. Da prima della morte di Silente. Come ipnotizzata si avvicinò al muro e si sedette con fatica sulla balaustra di pietra antica. Guardò in basso, cercando di stare aggrappata il più possibile alla colonna di pietra. Guardò il buio sotto di sé. Le piaceva stare lì, sull'orlo di un precipizio. Da un lato la luce, la salvezza e dall'altro il buio, la paura. Poteva perdere l'equilibrio da un momento all'altro e cadere giù, giù, giù. VOLARE. Un ultimo salto. Lasciarsi andare. Buttarsi a capofitto giù verso l'ignoto con lo sguardo verso l'alto, le braccia aperto e i capelli che seguivano il soffio del vento. Le faceva paura ma allo stesso tempo le procurava brividi di piacere lungo tutta la colonna vertebrale. Un babbano di certo sarebbe morto, ma un mago? Era un attimo tirar fuori la bacchetta e pronunciare l'incantesimo giusto. Ma la mente sarebbe stata lucida abbastanza in quella situazione? L'ignoto. Era questa la cosa che la attraeva di più. Si mise seduta con la schiena appoggiata alla piccola colonna e con lo sguardo verso il cielo. Quella notte era limpido e le stelle erano ben visibili, segno che il giorno seguente un timido sole di fine estate avrebbe governato su quell'infinito cielo senza che neanche una nuvola tentasse di buttarlo giù dal suo trono. Amava guardare il cielo stellato. Primo o poi tutti alzano testa e rimangono incantati a guardare quel mondo dell'immensamente grande. Da piccola si divertiva a fare un gioco: contare. Alzava il naso al cielo e iniziava a contare una per una tutte le pagliuzze nel cielo. Uno, due, tre... era inevitabile perdere il conto eppure ogni volta ci provava. Sarebbe stata ore e ore a guardare quell'immenso e misterioso cielo stellato. Era bello pensare che era di tutti. Maghi, babbani, elfi... bastava uno sguardo per farlo proprio. La affascinava, stare lì, ora, fregandosene delle regole, in quel punto, con ai lati vita e morte. Angoscia e fascino, paura e desiderio. Si, desiderio e voglia di conoscere quello che aveva davanti. Quell'estate presa da un momento di pazzia aveva letto la Divina commedia tradotta malamente in inglese. C'era un parola che l'aveva colpita: stelle. L'opera finiva così. Per essere precisi le tre cantiche, inferno, purgatorio e paradiso, finivano così, con la parola “stelle”. Si era domandata perché avesse fatto questa scelta l'autore. Voleva forse chiedere al lettore di alzare la testa verso il cielo e di osservarle? Ma perché? Cosa nascondevano? Rimase lì a godersi quello spettacolo naturale incantata dalla luminosità della luna piena.

 

-Rieccomi!- Urlò Theodore. Ginny sobbalzò al suono della sua voce. Alzò la testa e lo vide sorridere con una bottiglia di Firewisky in mano. Le sue labbra, a sua volta, si piegarono verso l'alto. Era davvero ritornato come aveva detto. Forse dopotutto non tutti i Serpverde erano così male.

-Ti vuoi ubriacare?- gli domandò divertita.

-Rendiamo la cosa interessante.- si sedette davanti a lei e dopo aver fatto un lungo sorso le passò la bottiglia.

 

 

Hermione si passò la mano tra i capelli sorridendo alla luna. Il suo attimo di libertà era terminato. Era stata lì fin troppo. Doveva tornare ai dormitori prima di essere beccata da Gazza o da un professore. Scese dal muretto e lanciò un ultimo sguardo alle stelle quando un tonfo alle sue spalle attirò la sua attenzione, facendola girare di scatto. Vide l'ombra di qualcuno vicino alla porta della torre. Il cuore perse un battito e la ragazza si diede della sciocca. Era stata scoperta. Immediatamente si immaginò la voce autoritaria della McGranitt che le ordinava di fare le valigie e tornarsene a casa. Sospirò e con lo sguardo basso, fece un passo avanti, pronta per affrontare la sua condanna. Dopo il suo primo passo però l'altra figura arretrò. Hermione alzò la testa dubbiosa. Se era un professore perché arretrava? Gli occhi le si illuminarono. Forse non era nei guai, quello che aveva davanti non era altro che un alunno come lei. A testa alta continuò ad avanzare mentre la sagoma, coperta dall'ombra, cercò di allontanarsi il più velocemente possibile. Il cervello della ragazza si attivò immediatamente. In un battibaleno si lanciò sulla figura e le afferrò il braccio mentre con l'altra mano si affretto a pronunciare la formula per accendere la bacchetta.

 

 

Ginny traballando si alzò in piedi ridendo -balliamo!- esclamò divertita sotto gli occhi stupiti di Theodore. -Non ho voglia.- la ragazza lo guardò male -Come sei noioso Nott.- stranamente il ragazzo si mise a ridere -magari un'altra volta Weasley.- Ginny alzò le spalle iniziando a girare su se stessa canticchiando una melodia.

-Te l'hanno mai detto che sei stonata?- la prese in girò Nott guardandola da sdraiato con la bottiglia vuota in mano.-qualche volta.- rispose incurante.

 

 

Draco stava vagando per il giardino. L'orario della ronda era terminato ormai da diversi minuti, ma non aveva voglia di tornare al suo dormitorio. In quella prima settimana di scuola il duello contro Bole non era stato un avvenimento isolato. Aveva dovuto affrontare tre ragazzi e persino una ragazza. A quanto pareva i suoi genitori avevano fatto torto a più di una famiglia. Alzò la testa al cielo e vide la torre di Astronomia che incombeva con tutta la sua altezza. Era iniziato tutta quella notte, su quella torre. Quel desiderio di cambiare, di non voler più essere un mangiamorte. Eppure aveva avuto paura e aveva continuato ad essere quello che Lord Voldemort aveva deciso per lui. Poche volte la sua umanità aveva preso il sopravvento da quella notte sulla torre. Una di queste era accaduta quando avevano portato Harry Potter i suoi amici a casa sua e sua zia Bellatrix gli aveva chiesto se erano loro. In quel momento una voce dentro gli aveva urlato di fare la cosa giusta. E così l'aveva fatta. Ma cos'era quell'attimo di umanità in confronto a un mare di scelte sbagliate? Aveva combattuto e la sua codardia aveva vinto ancora una volta. Forse se lo meritava davvero tutto quello che gli stava succedendo. Con passo veloce rientrò nel castello e si diresse verso la torre più alta di Hogwarts con mille ricordi che gli roteavano nella mente. Solo un uomo gli aveva dato fiducia e aveva lasciato un segno indelebile dentro di lui.

 

Draco, Draco, tu non sei un assassino»

«Come fa a saperlo?» reagì Malfoy.

 

Salì le scale.

 

«Lei non sa di che cosa sono capace» insistette Malfoy con più forza, «lei non sa che cosa ho fatto!»

«E invece sì» rispose Silente in tono mite. «Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l’anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi… così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso…»

 

cambiò corridoio con la bacchetta alla mano.

 

«Capisco» continuò Silente con gentilezza. «Hai paura di agire finché loro non sono con te».

«Io non ho paura!» ringhiò Malfoy, ma non fece nulla per colpire Silente. «Dovrebbe averne lei!»

«Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti…»

 

Sentì dei passi venire dalla sua parte e si nascose dietro a una colonna con il cuore in gola.

 

«Ho preso anche l’idea di avvelenare l’idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l’ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni…»

«Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me» lo interruppe Silente.

«Le importa che io dica ‘sporca Mezzosangue’ quando sto per ucciderla?»

«Sì»

 

Con la testa appoggiata alla colonna, socchiuse gli occhi per un attimo. Quel vecchio aveva ragione. Aveva sempre avuto ragione.

 

«Resta poco tempo, a ogni modo» riprese Silente.

«Quindi consideriamo le tue alternative, Draco».

«Le mie alternative!» gridò Malfoy. «Sono qui con una bacchetta… sto per ucciderla…»

«Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi, l’avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata».

«Io non ho alternative!» esclamò Malfoy, all’improvviso bianco come Silente. «Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!»

«Mi rendo conto della gravità della tua posizione» convenne Silente. «Perché credi che non ti abbia affrontato prima d’ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te»Malfoy sussultò sentendo pronunciare quel nome. «Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la Legilimanzia contro di te» continuò Silente. «Ma ora possiamo parlare chiaro… non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna se le tue vittime sono sopravvissute… Io posso aiutarti, Draco…»

«Non può, invece» ribatté Malfoy. Ormai la sua bacchetta tremava incontrollabilmente. «Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta»

«Passa dalla parte giusta, Draco. Possiamo nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E, cosa più importante, manderò dei membri dell’Ordine da tua madre stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban… Quando verrà il momento potremo proteggere anche lui… Passa dalla parte giusta, Draco… tu non sei un assassino…» Malfoy fissò il Preside, sbalordito. «Ma sono arrivato fino a qui, no?» disse lentamente. «Credevano che sarei morto, e invece sono qui… e lei è in mio potere… Ho la bacchetta in pugno… Lei è qui, a chiedermi pietà…»

«No, Draco» ribatté Silente, tranquillo. «È la mia pietà, non la tua, che conta adesso».

 

Aveva nascosto quei ricordi per troppo tempo. I rumori dei passi della figura senza volto erano ormai lontani. In poco tempo raggiunse la torre di Astronomia. Sentiva un desiderio impellente di stare dove tutto era iniziato.

 

 

Theodore guardò Ginny sedersi accanto a lui. La testa gli girava ma l'effetto dell'alcool stava lentamente sparendo, lasciando in fondo alla gola un retrogusto amaro.

-Era il primo giorno di scuola e tra i miei quaderni ho trovato un vecchio diario. L'ho sfogliato ma non c'era scritto nulla. Solo una cosa “di appartenenza a Tom Riddle”. - Iniziò a raccontare Ginny sorprendendo il ragazzo. Teneva la testa basta e giocava nervosamente con le mani. Evidentemente l'alcool gli aveva dato il coraggio di iniziare a confidarsi. Da sobria non lo avrebbe mai fatto. -Allora ero piuttosto insicura di me e subito feci mio quel diario. Scrissi i miei sentimenti e quello che provavo. Avevo capito che non era normale. Insomma, quale diario ti risponde?- Theodore la guardò. Non sapeva cosa dire.- Giorno per giorno gli confidavo tutto. In quel diario ingenuamente ho messo la mia anima e piano piano lui me l'ha succhiata via. Avevo vuoti di memoria sempre più frequenti e ben presto le aggressioni a scuola iniziarono.-

-Quindi sei stata veramente tu ad aprire la camera dei segreti?- chiese Theo con la voce impastata, sapendo la risposta. Lei annuì. In quel momento il Serpeverde prese coraggio. Lei si era aperta, ora toccava a lui.

-Mia madre è morta quando ero piccolo, da allora ho vissuto con mio padre...- Le loro voci rimbombavano nella camera dei segreti.

 

Draco entrò nella torre e immediatamente vide che era già occupata da una ragazza. Rimase immobile per non farsi scoprire. Era seduta sulla balaustra con il capo coperto dalle ombre della notte. Sembrava che dovesse cadere da un momento all'altro, eppure non sembrava preoccupata. Al contrario appariva a suo agio, incurante del fatto che potevano scoprirla da un momento all'altro. Guardava il cielo incantata con le braccia che circondavano alle gambe. Malfoy rimase in silenzio, quasi ipnotizzato a guardare il sorriso della ragazza rivolto alla luna piena. Assottigliò gli occhi per capire chi fosse , ma i suoi tentativi furono vani. Una folata di vento investì la ragazza in quel momento e lei si mise una mano tra i capelli ricci per sistemarli. Subito dopo la vide lanciare un ultima occhiata al cielo stellato per poi scendere sconsolata dal muretto. Decise di avvicinarsi per capire chi fosse quando la ragazza guardò preoccupata verso di lui sentendo il rumore dei suoi passi. Il chiarore la investì e Draco rimase sorpreso. La ragazza che aveva davanti non era altro che la Granger. Più volte chiuse e aprì gli occhi per accertarsi che fosse veramente lei. Rimase a fissarla un momento. L'aveva sorpresa in un momento di totale naturalezza in cui stava, per altro, trasgredendo le regole. Era quasi felice di scoprire che non era così perfetta come si dimostrava, tuttavia arretrò al suo avanzare. Non voleva che lo scoprisse a spiarla. Capì di aver commesso un errore quando lo sguardo della Grifondoro si trasformò da sconsolato e rassegnato a fiero e orgoglioso. Doveva andarsene subito. Fece alcuni passi veloci verso l'uscita ma la ragazza lo afferrò e una luce lo investì. Merda.

 

Ginny senza pensarci si avvicinò al Serpeverde.

-Che tipo è tua zia?- domandò curiosa. Quello che le aveva raccontato l'aveva colpita. Aveva immaginato qualcosa della sua storia ma non poteva sapere che fosse così. Voleva sapere di più. Lui alzò lo sguardo al soffitto, sdraiandosi sui gomiti. -è una forte alla fine.- sorrise.- è diversa da tutti i miei parenti, è questo che mi piace di più di lei. Ma a causa di questo tutti, dopo la morte di mia madre, l'hanno allontanata definitivamente.-

-Tua madre andava d'accordo con lei?-

-Non me lo ricordo. - rispose sincero ma cupo. Ginny si maledisse mentalmente. -Da quello che mi dice mia zia però andavano molto d'accordo. È stato mio padre, dopo il matrimonio, ad allontanarle. Non gli è mai piaciuta.-

-Da quello che ho capito tuo padre è, come dire, uno con idee ben precise.- indagò.

-Puoi pure dirlo che è un mangiamorte. Non mi offendo.- rise allo sguardo imbarazzato dell'altra.

-No, non volevo dire questo. Semplicemente viene da una famiglia di purosangue Serpeverde. Non penso che sia mai stato disposto ad accettare una persona come tua zia che vede il mondo diversamente e che per altro è di Tassorosso.-

-Non è l'unico errore che ha commesso o a quest'ora non sarebbe ad Azkaban.- Theodore non sapeva più cosa dire. Aveva confidato alla ragazza che negli ultimi anni aveva combattuto per staccarsi dagli ideali della sua famiglia purosangue e il suo unico aggancio per non pentirsi era proprio sua zia. Vagamente le ricordava sua madre. Le linee del viso, la voce dolce. Forse era stato proprio questo a farlo avvicinare e affezionare. Come aveva fatto sua madre a sposare uno come suo padre proprio non lo sapeva.

Ginny interruppe i suoi pensieri- sai mi ricordi una persona.-

-Chi?- domandò sorpreso.

-Sirius Black.- rispose con sincerità mentre lui strabuzzava gli occhi – Il pluriomicida Sirius Black?- lei annuì.- Scusa se te lo dico, ma io voglio proprio allontanarmi dall'essere un assassino. Non mi sembra l'esempio più giusto.- sembrava quasi offeso e le labbra di Ginny si aprirono in un sorriso.

-Non è come pensi. Lui era innocente.-

-Come fai a saperlo.-

-L'ho conosciuto di persona e abbiamo vissuto insieme per un' estate intera. Ti posso assicurare che non tutto è come appare.-

-Questa è bella! E come mai lo conosci?- Ginny si morse la lingua. Non poteva dirglielo. Harry non avrebbe voluto. Theodore si accorse del suo blocco e un po' infastidito disse -tranquilla. Ho capito che non ti fidi ancora di me.-

-Non è per questo. Dopo le cose che mi hai detto, che ci siamo detti, non potrei mai.-

-Allora qual'è il problema?-

-Harry-

-Potter?-

-Non so se la prenderebbe bene sapere che te l'ho raccontato. Poche persone lo sanno.-

-Sai che io non glielo andrei mai a dire.- Lei sospirò. Si, si poteva fidare dopotutto.

-Sirius era il padrino di Harry. È stato mandato ingiustamente a Azkaban. Non è stato lui a uccidere quei babbani. Dopo che è scappato l'abbiamo aiutato.-

-Perché era?- domandò sorpreso.

-è morto al mio quarto anno. Quando eravamo nell'ufficio misteri.- Tutti sapevano che erano stati lì. Dopo quell'episodio Voldemort era uscito allo scoperto e il mondo magico aveva iniziato a credere a Harry e Silente.

-Allora non è bello essere paragonato a lui.-cercò di sdrammatizzare Theodore.

-Non è questo il punto. Tu sapevi che era di Grifondoro?- continuò lei.

Il ragazzo sgranò gli occhi.- Grifondoro? Un Black?- Ginny annuì.- Quando era ragazzo è pure scappato dalla sua famiglia.- Theodore lo guardava sbalordito, assimilando tutte le informazioni- ha avuto il coraggio di scappare dagli ideali puristi della sua famiglia. Ha combattuto contro tutto quello contro cui stai combattendo anche tu.- Il ragazzo stette in silenzio per qualche secondo e poi rispose ironico -Peccato che lui fosse un coraggioso Grifondoro mentre io un Serpeverde vigliacco.-

-no, tu sei un Corvonero intelligente.- sorrise incoraggiante la ragazza, ricordandogli che il cappello era stato indeciso fino alla fine. Lui scosse la testa- eppure sono stato smistato a Serpeverde.- le ricordò.

-Solo perché lo hai chiesto. Il cappello parlante tiene conto di quello che si desidera e tu in quel momento volevi essere smistato tra le serpi a tutti i costi per non deludere tuo padre.- Theodore rimase lì in silenzio a riflettere. Poi si alzò e allungò la mano per aiutare la ragazza seduta -direi che per oggi può bastare Weasley. Magari riprendiamo un altro giorno.- lei sorrise e si aggrappò alla mano quando un rumore assordante attirò l'attenzione di entrambi.

"We'll be, we'll be counting stars"
-Counting Stars, OneRepublic-

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Capitolo 16
*** Fear of the Dark ***


Fear of the Dark

Hermione deglutì, arretrando di alcuni passi. Alla luce della bacchetta i capelli di Draco Malfoy sembravano ancora più chiari di quanto già non fossero. I suoi occhi era puntati attenti e assassini su di lei. Le pupille erano ridotte al minimo rivelando il freddo grigio dei suoi occhi che in quel momento le fece ghiacciare il sangue nelle vene. Le labbra sottili erano piegate nel suo solito ghigno e la sua posa era fiera ed elegante, come quella di un vero Purosangue altolocato come lui. Aveva abbandonato la divisa scolastica, quella sera, per degli abiti scuri che creavano un netto contrasto con la sua pelle chiara. Sembrava un vampiro. Un vampiro assetato di sangue perfettamente a suo agio nell'oscurità della notte. Capì immediatamente che il Serpeverde era nel suo territorio mentre lei era una preda in gabbia, in balia di un lupo affamato. Un senso di inquietudine l'attraversó procurandole brividi di paura che la percossero dalle dita dei piedi alle punte dei capelli.  Il tempo parve fermarsi con i due ragazzi schierati ai lati opposti della torre, come era sempre stato. La ragazza, nonostante la paura, cercò di non mostrare i suoi veri sentimenti. Alzò la testa in alto, in modo fiero e orgoglioso come era solita fare, aspettando cosa le avrebbe riservato la sorte. Dal canto suo Draco, invece, era tranquillo. L'unica cosa che voleva sapere era cosa esattamente avesse spinto la sua nemesi, nonché la studentessa più diligente e insopportabile della scuola, ad  infrangere le regole. Restarono così a fissarsi per diversi minuti, quando Malfoy decise di interrompere quel noioso silenzio scandito dal ticchettio delle grandi lancette dell'orologio di Hogwarts.
-Cosa ci fai qui Granger?-  recuperato tutto il contegno e il coraggio che ancora le rimaneva, rispose scontrosa -Non penso che siano affari tuoi, Malfoy.- incrociò le braccia al seno. Draco in contemporanea alzò gli occhi al cielo lasciando che un gusto amaro a lui conosciuto scivolasse lentamente fino al fondo della gola. Come faceva quella lì a rendersi odiabile in qualsiasi momento? Cavolo. La voglia di andare da lei, prenderla per le spalle e urlargli in faccia il suo disgusto era davvero troppa. Fece un gran respiro per non perdere la pazienza.
-Stai violando il regolamento della scuola. È mio dovere di Caposcuola chiedertelo.- rispose  imitando l'insopportabile  voce stridula e saccente della ragazza.
-Peccato che siamo in due su questa torre. Potrei farti la stessa domanda, Malfoy.- Aveva sempre la battuta pronta. Odio. Ecco cosa provava. Puro odio. Perché non si mostrava mai fragile o indifesa. Eppure era lui ora quello con il potere in mano. Poteva gridare a tutti che la “perfettina”, miss “io sono Hermione Granger” aveva trasgredito le regole. Poteva farla mettere in punizione. Si immaginò la faccia della McGranitt sul punto di svenire e sorrise. Oh si! Sarebbe stata una cosa davvero soddisfacente. Sicuro di sé avanzò verso di lei ma nel farlo si accorse di qualcosa di inaspettato. La Granger arretrava. Una nuova consapevolezza lo investì. Gli occhi gli si dilatarono tingendosi di un meschino rosso. La Granger aveva paura di lui forse? La  risata malefica e folle raggiunse l'udito della ragazza in pochi secondi. Rabbrividì.
-Sai Granger, se non ti conoscessi bene direi che hai paura di me.-  A quelle parole l'orgoglio di Hermione prese il sopravvento sulla paura facendole alzare la voce di un'ottava – è evidente che non mi conosci bene allora. Io non ho paura di uno schifoso Purosangue come te.- Mentiva. Mentiva a sé stessa e al ragazzo che aveva davanti. Lo sapeva lei, come lo sapeva lui. Ma non lo avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura. Si convinse che era l'aria di quella notte che faceva sembrare tutto scuro, tenebroso e spaventoso. In vita sua non aveva mai avuto paura del Serpeverde, non poteva iniziare ad averne ora. E forse dopotutto non si sbagliava neanche di tanto. Quella notte c'era veramente qualcosa di sinistro che si aggirava tra le mura del castello. Una magia antica e oscura che qualcuno aveva avuto il coraggio di risvegliare.
-Granger non sai mentire.- continuò a infastidirla Malfoy, divertito.
-Credi quello che vuoi.- Non la ascoltò -Bene, bene, bene.- si sfregò le mani- La serata sta prendendo una piega interessante. Ho beccato la Granger impaurita da me a infrangere le regole senza una garanzia tutta sola soletta e..-
-Cosa vuol dire “Senza garanzia”?- lo interruppe scontrosa. Il ragazzo sbuffò -Come se non lo sapessi.- Lei veramente non capì ma lui non la lasciò prendere ancora la parola-  In ogni caso questa volta ho io la “bacchetta” dalla parte del manico. Potrei dire tutto alla McGranitt e farti buttare fuori dalla scuola.- espose teatrale. Alle ultime parole la ragazza impallidì. La parola “espulsione” ripiombò a caratteri cubitali nella sua mente. Eccolo lì la sua più grande paura, capace di fargli dimenticare tutto. Dopo anni di studio, impegno e lavoro sodo avrebbe rischiato l'espulsione perché si era fermata più del dovuto fuori dal letto ed era stata sorpresa da un doppiogiochista di Serpeverde. Cercò di rimanere lucida. -Malfoy se andrai dalla McGranitt temo che dovrai spiegare il perché eri anche tu fuori dal letto a quest'ora della notte, oppure ti sei già dimenticato come è andata a finire l'ultima volta che hai provato a  fare una cosa  del genere? -Draco impallidì di disgusto al ricordo- non so te, ma io ricordo ancora la foresta di notte e le tue urla da femminuccia.-
-Questa volta non andrà così.-
-E come credi di fare? Sentiamo la tua brillante idea. Su forza!-
-Io..-Draco non finì mai la frase. Un forte rimbombo attirò l'attenzione di entrambi, interrompendo la discussione.
-Hai sentito anche tu?-
-Non sono sordo Mezzosangue.- Lei alzò gli occhi al cielo e tirandogli una spallata lo sorpassò diretta verso le arcate che davano sul giardino. Lui oltraggiato la seguì a ruota pronto a dirgliene quattro quando la terra iniziò a tremare a tratti facendogli perdere l'equilibrio.
-Ma che cazzo succede?- si rialzò.
-Non lo so. -Ma non è l'unica cosa strana Malfoy. Guarda là!- Hermione puntò l'indice steso verso il lago nero. A quella vista non poterono che restare entrambi senza fiato.

 

Ginny si aggrappò al braccio di Theodore. Il cunicolo aveva iniziato a tremare.
-Che cos'è questo rumore?- chiese la ragazza, urlando per farsi sentire. Entrambi tesero l'orecchio.
-Sembra...Acqua!- rispose il Serpeverde impallidendo alle sue stesse parole -Dobbiamo uscire di qui subito!- ordinò poi. Entrambi iniziarono a correre per istinto di sopravvivenza mentre il frastuono si avvicinava secondo dopo secondo a una velocità inverosimile. Con il fiatone e il cuore alla gola i due ragazzi attraversarono tutti i tunnel della camera. Il rumore dei loro passi rimbombava sulle pareti e in pochi minuti i due arrivarono all'ultimo cunicolo che portava al bagno delle ragazze. In salvo. Theodore si spostò di lato facendo arrampicare prima Ginny- Vai, Vai!- urlò incitandola. Quando la vide sparire si girò indietro, sgranando gli occhi. In lontananza, all'inizio del tunnel, un'onda d'acqua di altezza anomala stava venendo verso di lui. Il turbine girava imperterrito su sé stesso, sbattendo con forza disumana sulle pareti. Il violento impulso era in continua mutazione creando della schiuma bianca che scompariva per magia. Theodore sbatté gli occhi un paio di volta. Poi l'acqua si trasformò, formando un branco di giganti bestie rabbiose. In quello stesso istante un rumore sinistro si levò dall'acqua. Il serpeverde deglutí dandos dell'idiota. Non poteva starsene lì, doveva scappare. Quella non era acqua normale. Diede le spalle all'onda che entro pochi secondi lo avrebbe travolto, e iniziò ad arrampicarsi nel cunicolo da cui la Weasley era scomparsa. L'ansia di non uscire in tempo iniziò a farlo sudare. Continuava a girarsi per vedere a che livello fosse. Ancora una trentina di metri. Fece una smorfia e poi riprese ad arrampicarsi. Quella salita pareva non finire mai e quando vide la luce provenire dal bagno, non potè che esclamare entusiasto, ma nel farlo le sue mani scivolarono facendolo cadere all'indietro. Preso dal panico si aggrappò velocemente alla parete per fermare la sua caduta, procurandosi così dei graffi sui palmi delle mani. Si lasciò sfuggire un gemito di dolore per poi imprecare quando vide che nel suo brusco movimento la bacchetta era scivolata a diversi metri da lui.
Doveva recuperarla, pensò. Si girò di schiena e si lasciò scivolare giù. Si allungò per prenderla. Le sue dita fecero solo in tempo a sfiorarla che l'acqua lo travolse con forza disumana, sbattendolo al muro. Theodore combatté con tutte le sue forze per trattenere il fiato mentre la corrente iniziava a sbatterlo da un lato all'altro. Ogni suo movimento pareva essere vano. L'acqua sembrava avercela con lui impedendogli di fare qualsiasi cosa. Theodore sentì l'aria venire meno. Si portò la mano alla gola. Non avrebbe resistito ancora a lungo. Lentamente gli occhi iniziarono a chiudersi.

Ginny saltò fuori dal buco del pavimento urlando -Siamo salvi!- Ma nel non ricevere alcuna risposta si girò indietro rimanendo di sasso. Dov'era Nott? Immediatamente si affacciò, in ginocchio, giù per il passaggio segreto ma quello che vide fu solo buio e oscurità. Un senso di inquietudine l'attraversò. Rimase immobile nella speranza di veder sputare la chioma mora del ragazzo da un momento all'altro mentre il rumore dell'acqua si faceva sempre più vicino. Dopo alcuni  minuti che aspettava capì che c'era qualcosa che non andava. Nott doveva essere già lì, con lei. Il suo cuore iniziò a battere incontrollato. In quel momento sentì scivolare sulla sua fronte delle goccioline d'acqua. Si asciugó alzando la testa sorpresa. Non capì subito da dove stessero arrivando e impallidì nel vedere che provenivano dal cunicolo, sfidando così la forza di gravità. Poco dopo ne seguì un getto d'acqua. Arretrò d'istinto quando vide il turbine alzarsi in aria e cambiare forma. Una terribile verità la investì. Nott era stato sommerso.  Intanto, sopra di lei, l'acqua era in continuo movimento. Doveva andarsene. Scappare. Tanto per Theodore non c'erano più speranze. Doveva mettersi in salvo almeno lei. Diede le spalle al bagno e iniziò a camminare. Dopotutto era pur sempre uno schifoso Serpeverde. Si meritava di morire. Dopo diversi passi il ricordo della serata la investì.

-Ti vuoi ubriacare?- gli domandò divertita.
-Rendiamo la cosa interessante.- si sedette davanti a lei e dopo aver fatto un lungo sorso le passò la bottiglia.

Imprecò dandosi dell'idiota. Si rigirò di scatto tornando sui suoi passi. Con un movimento secco della bacchetta si fece comparire intorno alla bocca una bolla di ossigeno e con la bacchetta salda nella mano si buttò coraggiosamente nel tunnel. Doveva salvarlo a tutti i costi. Nuotò per pochi minuti contro corrente con tutte le sue forze, ma era tutto inutile. Non si muoveva di un millimetro. L'acqua sembrava volerla mandare a tutti i costi verso l'uscita. Un lampo di genio la illuminò. Sperò con tutte le sue forze che la sua idea funzionasse. Con fatica ruotò il corpo verso l'uscita è lanciò uno Stupeficium. Il rinculo dell'incantesimo la fece partire all'indietro. Nonostante avesse usato un incantesimo non-verbale la potenza fu sufficiente per farla arrivare accanto al ragazzo. In quel momento sgranò gli occhi vedendolo senza vita. Con un colpo secco delle gambe lo raggiunse. Lo prese sotto braccio pronta a ritornare in superficie, quando vide una bacchetta a pochi metri da lei che veniva sballottolata da un lato all'altro. Con un gesto fulmineo l'afferrò per poi lasciarsi trasportare dalla corrente verso l'alto. Appena ritornata nel bagno l'acqua terminò di fuoriuscire dal tunnel per aggrovigliarsi in un'unica palla a mezz'aria. In un attimo iniziò a cambiare forma sotto gli occhi della Grifondoro, creando un branco di quelle che dovevano essere -puzzole!?- bisbigliò Ginny con un sopracciglio alzato. Il branco di animali, oltre a ogni previsione della ragazza, non la attaccarono. Ma corsero via verso l'uscita, come se fossero una cosa sola, verso una destinazione ignota, non lasciando nessuna traccia del loro arrivo. La ragazza, ancora perplessa, rimase a guardare immobilizzata la porta quando si ricordò della figura inerte ai suoi piedi. Di colpo impallidì lasciandosi cadere in ginocchio accanto al ragazzo. Non dava segni di vita. Lo smosse. Niente. Gli mise due dita sul collo bagnato per sentire il battito e le venne un colpo non sentendo nulla.
-Nott!- lo chiamò smuovendolo per la seconda volta. Silenzio. -Nott!- urlò di nuovo andando in panico. Iniziò a tirare colpi secchi sullo sterno. Ma lui continuava a non rinvenire. Gli occhi le si inumidirono. -Nott!- singhiozzò. L'aveva fatta andare nel tunnel per prima e ora era ridotto così. Si sentì in colpa. No, non poteva fargli questo. Continuò a fargli il massaggio cardiaco sentendo il naso pizzicare. Urlò disperata di nuovo il suo nome incurante che Gazza o qualsiasi altro professore sarebbe potuto passare di lì e scoprirli. Si asciugò una lacrima solitaria. Non poteva essere morto così. Non poteva essere vero tutto questo. Era stata lei a trascinarlo laggiù questa notte. Era colpa sua. Sua. Sua. Si ranicchiò su se stessa con la testa nascosta tra le gambe. Non sarebbe più riuscita a guardarsi allo specchio senza vedere quello che aveva fatto...
Theodore tossì sputando tutta l'acqua ingoiata. Ginny alzò la testa di colpo e vedendolo che si teneva il petto dolorante, ma vivo, non riuscì a non sorridere. Sollevata e sinceramente felice per lui, lo abbracciò di slancio. Lui imbarazzato, senza capire, ricambiò. -Ehm tutto okay, Weasley?- chiese. Ginny si asciugò le lacrime traditrici e annuì, sforzando un sorriso. Theodore le diede delle pacche consolatrici sulla spalla e nel farlo si guardò intorno. Era nel bagno delle ragazze e la sua bacchetta era accanto a lui. La prese in mano. Come c'era arrivato lì? L'ultima cosa che ricordava era la sensazione di soffocamento. Notò in quel momento che la ragazza era fradicia quanto lui. Non ci mise molto a collegare tutto. Era stata lei a salvarlo. - Grazie- bisbigliò senza pensarci, creando un'atmosfera di imbarazzo generale. Ginny evitò di guardarlo negli occhi per poi rispondere rossa in volto -Te lo dovevo. Tu hai salvato la vita a me una volta. Era il minimo.- Theodore sorrise. Poteva andarsene tranquillamente, lasciandolo da solo. Aveva messo in pericolo la propria vita per salvare lui. Era molto di più di quello che aveva fatto lui, ma preferì cambiare discorso. Non era abituato a ringraziare le persone e non sapeva come comportarsi.
-Ma qui intorno è tutto asciutto. Com'è possibile?- l'unica zona bagnata era dove c'erano loro due. Dell'onda anomala neanche l'ombra. Ginny si alzò in piedi indicando il soffitto -Non era acqua normale. Era impregnata di una strana magia. É rimasta sospesa per aria per poi schizzare via sotto forma di un branco di puzzole.- Il ragazzo si mise a ridacchiare- Puzzole?!-chiese. La ragazza si unì a lui e riconfermò quel bizzarro avvenimento. - Si puzzole.-
-Attenzione Hogwarts! Ci stanno invadendo delle puzzole giganti fatte d'acqua!- scoppiarono a ridere all'immagine. Tutta la paura provata pochi minuti prima si dissolse. -Che cosa strana però.- continuò Theodore.
-Si, non è normale quel che è successo.- In quel momento entrambi sentirono dei passi fuori dal bagno e si affrettarono a nascondersi. Rimasero immobili, con il fiato sospeso, fino a quando non sentirono il rimbombo allontanarsi.
-Weasley, qua sta succedendo qualcosa di strano -osservò il ragazzo uscendo dal suo nascondiglio- è il caso di non farci trovare fuori dai nostri dormitori sta notte.- l'altra annuì e in comune accordo uscirono dal bagno. Camminarono uno accanto all'altro con la bacchetta serrata nel pugno pronta per l'uso. Nessuno dei due fiatò, ognuno immerso nei propri pensieri. Quando arrivarono alle scale, dopo essersi assicurati che non ci fosse nessuno dei paraggi, si divisero.
-Buonanotte Nott!- augurò Ginny a bassa voce pronta per dirigersi verso la torre. -e fai attenzione.-
-Buonanotte Weasley! Lo stesso vale per te.- replicò il ragazzo. Subito lei iniziò ad allontanarsi e lui rimase immobile a guardarla per poi attirare la sua attenzione ancora una volta senza pensarci – Sai forse è il caso di chiamarci per nome.- Ginny si girò sorpresa. Poi sorrise. Dopo tutto quello che avevano passato quella notte era la cosa meno strana.
-Va bene, Theodore.- calcò il nome con sguardo furbo. Lui ghignò di rimando girandosi verso le scale facendo un cenno di saluto. La Grifondoro lo guardò allontanarsi per poi correre verso i dormitori della sua casa.

Lungo la linea d'orizzonte una timida luce iniziava a risvegliarsi. L'azzurro chiaro del nuovo giorno si tuffava nel blu scuro della notte. Sotto questi colori magnifici il lago nero si estendeva maestoso facendosi spazio tra  le colline inglesi. Dove la casa di creature acquatiche terminava, la foresta iniziava con i suoi alti e fitti alberi scuri. In lontananza si poteva udire solo il rumore di un animale notturno che cantava nel buio di quelle chiome. A disturbare la quiete di quell'immagine ero lo zampillio dell'acqua che ballava a mezz'aria creando un gioco di luci magico. Hermione si sporse dal davanzale affascinata, mentre Draco le stava dietro immobile. L'aria aveva un sapore umido e fresco. Ogni secondo che passava una colonna d'acqua di alzava dal lago per raggiungere la maestosa fontana che girava su sé stessa facendosi trascinare dai venti della notte. Getti magici si alzavano e abbassavano al ritmo di una musica silenziosa. Era impossibile non rimanere incantati da quell'immagine. Hermione strabuzzò gli occhi. Le piccole gocce solitarie che volavano nel cielo, grazie alla luce lunare, si trasformavano in piccole pagliuzze argentate. Sorrise ricordandosi dei giochi d'acqua che aveva visto da bambina con i suoi genitori. Allora li aveva trovati maestosi, eleganti e magici eppure non erano niente in confronto a quello che aveva davanti ai suoi occhi in quel momento. -è stupendo!- si lasciò sfuggire.
Dietro Draco era senza parole quanto lei. Era davvero una vista mozza fiato. Quando la Granger parlò si ricordò della sua presenza e rimase qualche secondo a osservarla. Sorrideva spensierata. Si vedeva che era nel suo mondo. Quel mondo che lui non avrebbe mai compreso. Quel mondo in cui lui non sarebbe mai entrato. Quel mondo lontano anni luce dal suo. Sospirò tra i suoi pensieri. Era la seconda volta che la vedeva così spontanea in una sola notte. Alzò leggermente le labbra verso l'alto ritornando a guardare i fuochi d'artificio fatti d'acqua. In quel momento comparvero nel suo campo visivo quattro masse informi di colore azzurro, ognuna proveniente da un lato diverso. Assottigliò gli occhi per capire meglio cosa fossero e si sorprese nel constatare che erano quattro animali che si correvano addosso. Nel frattempo la danza in mezzo al cielo stava diventando sempre più magnifica. Lo spettacolo si stava per concludere.
Draco e Hermione rimasero con il fiato sospeso. Come a rallentatore le quattro masse d'acqua si fusero proprio al centro della fontana magica, creando una luce abbagliante. Draco chiuse gli occhi per istinto mentre un forte profumo di cacao lo investì. C'era qualcosa di così familiare in quell'odore...
Un potente verso attirò la sua attenzione. Riaprì gli occhi di scatto. Una sfera enorme di colore azzurro si alzò ancora più in alto tra le poche nuvole del cielo per poi scoppiare in un enorme cerchio d'acqua che andava mano a mano allargandosi. Degli schizzi erano diretti a velocità super sonica verso di loro. Il Serpeverde si sentì più pesante. C'era qualcosa di anomalo in quella magia. Capì immediatamente che si dovevano spostare. In due falcate raggiunse una colonna e si riparò. Poi si guardò indietro e vide la Granger ancora immobile. Quella sciocca. Stava sorridendo come se niente fosse, con la testa in avanti pronta per essere colpita dal getto. Ma non sentiva quella strana sensazione che li circondava? Doveva andarsene da lì.
-Granger!- la chiamò ma lei non lo sentì.
-Granger!- riprovò ma come prima non sortì nessuno effetto. Decisamente c'era qualcosa che non andava. Pareva congelata. Imprecò. Tra meno di cinque secondi l'acqua l'avrebbe colpita.
Il tempo parve rallentare. Non ci pensò troppo. Draco uscì dal suo riparo e corse verso la ragazza gridando. La spinse di lato chiedendosi perché lo stesse facendo. Purtroppo per salvare lei, la lama d'acqua lo colpì di striscio sulla guancia procurandogli un profondo taglio.
Hermione si riscosse nell'esatto momento in cui cadde a terra. Non capì subito cosa fosse successo. Era rimasta abbagliata da quella magia e poi si ricordava solo di non riuscire più a fare niente. Sentiva i suoni ovattati. Non vedeva che quell'acqua.  Era pronta a urlare contro a Malfoy per averla spinta quando si accorse della ferita. Ci mise un attimo a capire e il cuore iniziò a batterle furiosamente nel petto. Malfoy l'aveva salvata. Se lui non ci fosse stato a quest'ora avrebbe un buco in testa. Rabbrividì. Doveva sdebitarsi. Non le piaceva avere debiti, soprattutto non con uno come lui. A malincuore si strappò un pezzo della camicia della divisa per poi piegarla in piccole parti. Con passi veloci si avvicinò a Malfoy che si teneva la guancia con la mandibola serrata. Gli tolse la mano  e iniziò a tamponare la ferita senza guardarlo negli occhi. Al suo toccò il ragazzo si irrigidì.
-Si sta infettando. È strano.-
Lui non l'ascoltò neanche -Granger che cavolo stai facendo?-
-Ti sto ringraziando.- Lui tolse di colpo il braccio della ragazza.- Non ti montare troppo la testa. Non mi importa niente di te. Ti ho salvato solo perché se saresti morta avrebbero dato la colpa a me.- scocciata lei riafferrò la sua faccia per continuare a medicarlo. -Lo so. Ma resta il fatto che ora non sono stesa a terra impalata.-
Sbuffò e tra sé disse -non sarebbe stata male come immagine. Una Grifondoro impalata...- Hermione non rispose. Le sue attenzioni erano rivolte tutte alla ferita. La sua fronte era aggrottata e il suo sguardo sicuro. Draco si ritrovò a fissarla. Nessuno si era mai preso così cura di lui. Rimase con gli occhi puntati su di lei fino a quando la ragazza non incolló, con la bacchetta, la sua benda improvvisata sulla faccia. Provò uno strano senso di  solitudine quando lei si allontanò da lui per guardare verso il lago Nero. Ora era calmo. Tutta l'acqua era tornata al proprio posto. Nessun segno di quello che era successo. Una luce attirò la sua attenzione. Sgranò gli occhi terrorizzata.- Malfoy dobbiamo andarcene!-
Draco si preoccupò del suo tono -Che succede?- chiese raggiungendola e tornando in sè.
-La luce della camera della McGranitt è accesa. Vuol dire che sa che cosa è successo e a quest'ora ha già...-
-Svegliato tutti gli insegnanti per allarmarli. Se ci trovano qui finiamo in guai seri.- concluse al suo posto, capendo la situazione. Si lanciarono una sguardo di strana intensa e subito corsero verso la porta della torre.
Sfortunatamente né Hermione né Draco quella sera si accorsero della figura coperta da un mantello scuro che arcigna ritornava nel castello.
 

fear of the dark
I have a constant fear that someones always near
-Fear of the Dark, Iron Maiden-

 

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Capitolo 17
*** Run like hell ***


Run like hell


Alcuni secoli prima...
 

Il paesaggio era silenzioso e avvolto nell'oscurità. L'unico protagonista era il diluvio che allagava tutti i sentieri con le sue grosse gocce d'acqua. La natura, al di fuori di esso, era morta. Non era udibile neanche il tipico verso notturno di un vecchio gufo.

TOCK TOCK

Un lampo squarciò il cielo mentre uno strano sapore d'umidità entrava nelle narici di una giovane, nascosta sotto una mantella fangosa e puzzolente. La donna era immobile, sotto la pioggia, davanti all'unico portone presente in quelle desolate campagne inglese. Tremante prese in mano ancora una volta i battenti dell'antica porta spoglia di ogni tipo di decorazioni.

TOCK TOCK

Al di là delle assi di legno una profonda voce impastata dal sonno parlò.

-Chi è?-

-Sto cercando fra Cristoforo. Ho bisogno di aiuto. La prego, mi apra.-

Il rumore sinistro di una chiave che girava nella serratura si fece spazio tra le gocce d'acqua mentre la giovane stanca, tossì. L'uscio scricchiolò in modo sinistro, aprendosi e rivelando un uomo basso e grassottello.

-Perchè stai cercando fra Cristoforo?- indagò l'uomo con la fronte crucciata.

-Ho bisogno di aiuto. Mia sorella ha detto che mi avrebbe aiutato.- Supplicò tremante.

-Come ti chiami?-

Il rumore di un tuono viaggiò nel cielo notturno. Il frate cambiò sguardo da scocciato a sorpreso mettendo in risalto le occhiaie che si faceva largo sul viso grasso dell'uomo.

-entra cara, entra. Fra presto. Puoi fidarti sono io fra Cristoforo. - L'uomo di tolse in tutta fretta la toga da padre per posargliela sulle spalle. -Sarai tutta infreddolita. Entra Entra.- la incoraggiò ancora.

-Non c'è bisogno che lei mi dia la sua veste. Ho questa.- disse arrossendo la ragazza, tirando fuori la bacchetta magica.

-No!-esclamò l'uomo, quasi urlando, sgranando gli occhi. -Mettila via, mettila via presto. Non devi farla vedere qui o saranno guai per entrambi.- La coprì con una mano guardandosi intorno preoccupato, accertandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi.

-Ma mia sorella mi ha detto che anche lei è un mago.-

-Shh non è il caso di parlarne qui. Seguimi.- Ordinò bisbigliando, facendo entrare la giovane nel piccolo monastero. Prese poi una piccola fiaccola accesa appesa sulla parete umida e facendo meno rumore possibile, la condusse in un piccolo corridoio. Il fuocherello ballò quando l'uomo cambiò direzione imboccando delle strette scale fatte di pietra grigia. Il buio circostante, nel frattempo, si occupava di tenerli gelosamente nascosti da occhi indiscreti.

Alla fine dei gradini si presentò davanti ai loro occhi una piccola porta. Il frate prese il mazzo di chiavi che aveva sulla cintura e in rigoroso silenzio cercò quella giusta.

-Entra. Presto.- sollecitò aprendola.

La ragazza non perse tempo e fece come gli era stato ordinato. Al di là non vide nulla. Sola un piccolo stanzino spoglio. Al muro solo due vecchie scope per spazzare.

-Ma qui non c'è nul...- un rumore sinistro alla sue spalle la fece balzare dalla paura, mentre il cuore iniziò a batterle nel petto all'impazzata.

 

 

Hermione e Draco correvano nel corridoio buio, facendo meno rumore possibile. La ragazza si immaginò ironica la faccia sadica del destino in quel momento. Era ovvio che si stava divertendo parecchio a farla impazzire. Perché l'aveva messa in quella situazione? Cosa aveva fatto di male? La McGranitt l'avrebbe trovata e espulsa. Se lo sentiva. Girò l'angolo di colpo rischiando di andare addosso a Malfoy. Ecco l'altra cosa che la tormentava. Lui. Da quello che poteva sapere poteva benissimo essere colui che aveva creato quella oscura magia che aveva rischiato di ammazzarla meno di dieci minuti prima. Sapevano tutti che la odiava.

-Granger se così fosse non ti avrei salvato, ferendomi.-interruppe i suoi pensieri il biondo, guardandola di sott'occhi. Hermione trattene il fiato.

-Mi hai letto nel pensiero!- urlò arrabbiata, accusandolo. Lui si girò di colpo tappandogli la bocca rapidamente con la sua mano, arrivandole a pochi centimetri dalla faccia.

-Shh Granger sei impazzita? Così ci scoprono e io non ci ten...AHI!- i due si guardarono negli occhi con espressioni più simili di quanto avrebbero mai potuto avere. -Mi hai morso!-esclamò oltraggiato Malfoy tenendo la mano dolorante.

-Tu mi hai letto nel pensiero.- rispose a tono la ragazza, incrociando le bracci al petto, allontanandosi da lui. Malfoy corrugò la fronte.- Io non ho fatto proprio un bel niente.-

-Bugiardo.- lui sbuffò. -È piuttosto facile capire quello che pensano le persone come voi. Vi si legge la verità negli occhi.- sputò schifato, mentre lei alzava gli occhi al cielo. Si credeva sempre la vittima della situazione quello lì.

-è normale pensarlo. Lo dicono i fatti. Sei tu il mangiamorte tra i due e oltretutto non so ancora cosa ci facevi lì sulla torre da solo.-

-Vorrei tanto sapere chi dice che sono io quello con pregiudizi...-disse il serpeverde tra i denti -comunque mi pare di avertelo già detto Granger. Sono affari miei del perché ero lì. A te basta sapere che non mi sarei mai ferito da solo.-

-Ma..-

-Niente ma Granger. Come dici tu “lo dicono i fatti” .- Fu il turno di Hermione di zittirsi. Dopotutto aveva senso quello che diceva, anche se la sua mente gli diceva a gran voce di non abbassare la guardia. Così continuarono a camminare in silenzio. Draco rimase davanti a guidare e ogni volta che doveva cambiare corridoio o strada si fermava con cautela per capire se sentiva altri rumori. La Grifondoro, nel frattempo, l'osservava attentamente, quasi incuriosita. Era cauto e sapeva perfettamente come muoversi. Chissà quante volte era stato nella stessa situazione. Scosse la testa. In fondo non aveva nessun diritto di giudicarlo. Anche lei con Harry e Ron aveva trasgredito le regole. Scosse di nuovo la testa. No, Malfoy lo faceva senza uno scopo o per fare del male, lei lo faceva per scoprire chi li stava per attaccare e per difendere il mondo magico. Lei era giustificata. Lei lo faceva per una giusta causa.

A passo di marcia arrivò al terzo piano. Lì cambiò radicalmente espressione quando apprese dove fosse. Mancava poco e sarebbe arrivata al ritratto della signora Grassa. I suoi occhi a momenti sbrilluccicarono dalla gioia. Tutta quella storia stava finalmente per finire! Sarebbe potuta andare a dormire in santa pace dimenticandosi di quella notte. Presa dall'entusiasmo accelerò il passo, superando Draco con una spallata, non notando così che si era fermato. Lui dal suo canto, quando se la vide passare accanto sgranò gli occhi.

-Granger!- bisbigliò. Lei non lo sentì. -Granger fermati!- disse ancora una volta mentre Hermione faceva finta di niente. Cosa voleva ancora quel Serpeverde? Era arrivata ormai e lui non poteva fermarla in nessun modo. Addio McGranitt, addio espulsione, addio Malfoy, addio... Un improvviso miagolio interruppe i suoi pensieri. Deglutì, abbassando lentamente la testa verso il pavimento. Era un incubo, concluse, mettendosi le mani nei capelli. Non c'era altra spiegazione. La gatta di gazza era ai suoi piedi con gli occhi rossi fissi su di lei. Continuava a emettere versi, peggio di un cane da guardia.

-Ehi shhh gattina. Pussa via.- provò a dire Hermione con voce agitata, conscia che non avrebbe sortito nessun effetto. In compenso una voce profonda e roca si levò dal corridoio vicino. -Mrr Puur, dove sei? Hai trovato qualcosa gattina mia?- Hermione trattenne il respiro. Era vicino. Sentiva il suo passo zoppicante dietro al corridoio. Senza pensarci tornò sui suoi passi velocemente, lontana dal suo dormitorio. Addio letto e bentornata espulsione, pensò in modo drammatico. Dopo poco, vide in lontananza Malfoy camminare dalla parte opposta. Quel bastardo! Lo sapeva e non le aveva detto nulla. “lui ci ha provato” le disse una vocina timida in un angolo remoto della mente che venne zittita malamente.

 

Draco alzò gli occhi al cielo sentendo il passo pesante della Granger dietro di lui. Come aveva fatto il trio dei miracoli negli ultimi otto anni a non essere mai stato scoperto da nessuno durante le loro gitarelle notturne? La Granger sembrava un bufalo mentre camminava. Stava svegliando tutto il castello con il suo passo. Sarebbero stati scoperti in un nanosecondo, era sicuro. Sbuffò fermandosi di colpo.

-La smetti?-

-Ma non sto facendo nulla!-

-Cammini come un Troll!-

-Se non ti va bene puoi anche andartene.- Draco sgranò gli occhi -Ma se sei tu che mi stai seguendo.-

-Io non ti sto seguendo. Sto andando il più lontano possibile da Gazza e basta.-

-E con l'intero castello a disposizione proprio dove sono io devi andare?-

-Magari se mi avessi avvertito di Gazza ora non sarei qui.-

-Hai fatto tutto da sola.-

-Ma se...-

-Senti Granger- la zittì- fai quel che ti pare, basta che non fai troppo rumore. Non voglio finire nei casini per colpa tua.- Si girò, continuando sulla sua strada. Fu il turno di Hermione di mettergli la mano sulla bocca per zittirlo. Lo strascinò dietro a una statua e prima che potesse lamentarsi gli indicò la fine del corridoio. In piedi c'erano, una di fronte all'altro, la McGranitt e il professor Vitius a parlare. Draco si maledisse. Per colpa di quella stupida Grifondoro aveva abbassato la guardia e ora la preside era a un passo da lui. Per un momento la sua sicurezza vacillo ma poi la sua attenzione fu attirata dalla ragazza. Si stava sporgendo dal loro nascondiglio, rischiando così di essere scoperta. Stranamente, ancora prima di insultarla, capì cosa stava cercando di fare. Il biondo prese la bacchetta e con fluidità fece un incantesimo, mirando prima i due professori e poi se stesso e la riccia. Magicamente sopra i due professori comparvero delle parole. Hermione si girò stupida verso il ragazzo che dal suo canto mostrava un sorriso soddisfatto. Per una volta l'aveva battuta. Alla ragazzo scappò un sorriso di riconoscenza che si occupò subito di nascondere, rigirandosi verso i due anziani.

-visto che i fantasmi sono già stati coinvolti, mi sembra opportuno svegliare anche i quadri. Degli occhi in più ci faranno comodo. Digli che la preside vuole sapere immediatamente se vedono alunni fuori dal letto. Questa volta saranno presi provvedimenti immediati.- I due ragazzi iniziarono a leggere le frasi comparse.

-Cosa sospetti che sia successo, Minerva cara.-

-Non ne sono ancora sicura, spero di sbagliarmi. Ho solo sentito parlare di una manifestazione simile di magia e non è nulla di buono. È il caso di coinvolgere anche le creature del lago nella speranza che collaborino.-

-Va bene. Io avverto gli altri professori. Questa notte non riusciremo a dormire molto temo. Abbiamo molto da fare.- conclusero separandosi.

-Granger dobbiamo andarcene. Vitius sta venendo qui.- disse preoccupato il Serpeverde, interrompendo la magia creata pochi secondi prima. Hermione assentì con la testa ma prima che potessero fare qualcosa, dall'altro lato del corridoio sentirono il miagolio di Mrs Purr.

-cazzo!- imprecò Malfoy. -Siamo in trappola. A quelle parole la ragazza impallidì. -Non è possibile! Pensa a qualcosa.-

-Granger siamo fregati. Neanche la statua è sufficiente per nasconderci da tutti e due.- Hermione spostò lo sguardo sull'oggetto che a mala pena copriva entrambi e un ricordo improvviso la colpì.

-Malfoy sei un genio!- il ragazzo la guardò con un sopracciglio alzato. -L'imminente espulsione ti ha fatto diventare matta?- lei in tutta risposta toccò la Gobba della statua della strega orba. Il passaggio segreto si aprì sotto lo sguardo allucinato di Draco.

-dopo di te Malfoy.- lo incoraggiò orgogliosa di sé. Senza perdere altro tempo entrò nel cunicolo seguito dalla ragazza. La parete si chiuse dietro di loro con un suono tonfo. Da lì buio completo. Hermione cercò di avanzare alla cieca mentre l'odore di polvere le faceva pizzicare la setta nasale. Accanto a lei il basso respiro di Malfoy era l'unico rumore a farle compagnia.

-Lumus!- la luce li accecò entrambi. Ci vollero alcuni secondi per permettere agli occhi di abituarsi. Le pareti erano umide e completamente coperte da ragnatele. Nessuno andava lì da anni. Draco starnutì. -Granger, questo posto è pieno di polvere.- Lei alzò gli occhi al cielo -Al posto di lamentarti, ringrazia. Grazie a questo posto non ci hanno sbattuto fuori dal castello.- poi si girò verso la porta bisbigliando un incantesimo.

-Che stai facendo?-

-Sigillo l'uscita. Così sapremo se qualcuno vorrà entrare e avremo tempo di scappare.-

-Non ho intenzione di rimanere qui a lungo.- disse acido. L'altra non si scompose.- Hai sentito anche tu. I prof gireranno per il castello tutta la notte insieme ai fantasmi. Per non parlare dei quadri che hanno occhi ovunque. È impossibile che tu riesca a tornare al tuo dormitorio senza essere visto.-

Draco sbuffò. Purtroppo per lui, Hermione aveva ragione. Era un miracolo essere arrivato fin lì sano e salvo. Si toccò la guancia ferita dalla lama d'acqua.

-Brucia?- domandò Hermione accorgendosi del suo gesto.

-No.-rispose secco, spostando subito la mano. Odiava essersi ferito per salvare quella saccente e quel continuo pizzichio continuava a ricordargli il suo gesto. Era stato uno stupido. -Dove porta questo passaggio?- cambiò radicalmente discorso e Hermione decise di non insistere. -Mielandia.-

-Davvero?- l'altra annuì. -Da quanto lo conoscete tu, Potter e Weasley?- capì subito che non era stata la Granger a trovarlo. Non era il tipo che cercava passaggi segreti per uscire illegalmente da Hogwarts.

-Terzo anno.- A momenti la mascella gli cadde per terra e Hermione trattenne una risata. Avrebbe pagato oro per fargli una foto in quel momento. -E per tutto questo tempo potevate entrare e uscire ogni volta che vi pareva.- Lei alzò le spalle, prima di abbassarsi e prendere un sassolino per terra. Con un colpo di bacchetta lo trasformò in cuscino per darlo a Malfoy. Se è possibile la sua faccia divenne ancora più allucinata. Gli occhi minacciarono di uscirgli dalle orbite.

-Granger ma ti aspetti davvero che uno come possa dormire per terra?- esclamò schifano.

-Non hai altra scelta.- rispose indifferente trasformando un altro sasso per sé.

Draco continuò a lamentarsi, mentre la ragazza, decidendo di ignorarlo saggiamente, trasformò altri sassi più grandi in materassi, per poi sdraiarsi. Aveva bisogno di dormire e di lasciarci quella storia alle spalle.

-Nox.- chiuse gli occhi, mentre Malfoy rimase in piedi, al buio, maledicendola.
 

"You better make your face up in
Your favorite disguise.
With your button down lips and your
Roller blind eyes."

-Run like hell, Pink Floyd-


Spazio per l'autrice:
Importante!
Nonostante io non abbia aggiornato per mesi (e mi scuso per questo), sto già lavorando al prossimo capitolo che ho intenzione di pubblicare prima della fine di questa settimana. Quindi non sparite, mi raccomando! Colgo l'occasione per ringraziare sempre chi legge le mie storie e spero che vi sia piaciuto il capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Altra cosa, avete sentito della morte di Chester (cantante dei Linkin)? Pensate alla sfortuna che ho avuto: un mese fa avevo il biglietto per andarlo a vedere ma ho dovuto venderlo perché quel fine settimana dovevo andare a Bologna... e ora non potrò mai più andarci. Sono disperata.
Dopo avervi raccontato la mia sventura, vi saluto.
Ciao a tutti e al prossimo capitolo!
Marta

 


 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Play The Game ***


Play The Game

-Te lo chiedo un'ultima volta! Dove avete preso quella spada? Dove?- strillò Bellatrix Lestrange con gli occhi fuori dalle orbite.

-L'abbiamo trovata...l'abbiamo trovata... PER FAVORE!- la supplicò Hermione iniziando a singhiozzare.

-Stai mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera blindata alla Gringott! Dimmi la verità, la verità!- La strega iniziò a inciderle il braccio con il suo pugnale d'argento mentre le urla acute della ragazza rimbombavano per tutto il maniero.

In quel momento l'immagine sfumò trasformandosi in un incubo ancora più straziante. Ai piedi di Hermione comparvero i corpi freddi e immobili di Ron e Harry. Li scosse con tutte le sue forze urlando i loro nomi mentre il vento si portava via la sua voce.

 

Hermione si alzò di colpo spalancando gli occhi. Era completamente buio. Iniziò a cercare come una disperata la sua bacchetta.

-Lumus!- la luce la investì. Era completamente sudata. Si mise una mano in fronte e l'altra sul petto cercando di calmarsi. Il cuore sembrava che stesse cercando con tutte le sue forze di uscirle dalla pelle. Sospirò, risdraiandosi. Ormai gli incubi della guerra si erano ridotti a una notte al mese, ma erano ancora lontani dallo sparire completamente. Una volta ne aveva parlato con Harry, quell'estate, e la sua risposta era ancora vivida nella sua mente. Lui le aveva raccontato quello che aveva passato dopo la morte di Cedric. Dopo un anno di lotte contro sé stesso, gli erano spariti del tutto quei terribili sogni e sperava che per lei fosse la stessa cosa. La sua esperienza le dava forza. Socchiuse gli occhi. Doveva combattere contro le sue paure. Solo così gli incubi sarebbero scomparsi. Si toccò il braccio coperto malamente dalla camicia. Lo strinse con forza. Bellatrix Lestrange era morta. Non poteva più farle niente. Si girò sovrappensiero sul fianco, vedendo a pochi metri da lei Malfoy dormire come un agnellino. Sorrise inconsciamente, trasformando completamente i suoi pensieri. Alla fine si era arreso e aveva dormito per terra, come gli aveva detto. Gattonò, avvicinandosi con le ginocchia al biondo profondamente assopito. Aveva il volto rilassato e la bocca semi aperta. Non si vedeva neanche l'ombra del suo solito broncio da bambino viziato. Alzò leggermente lo sguardo. I capelli erano completamente spettinati. Sembrava un angioletto. Iniziò a ridere di sè. Solo lei riusciva a paragonare il diavolo in persona ad un angelo. Malfoy cambiò posizione, probabilmente disturbato dalla risata stridula di Hermione. Nel movimento mise in mostra l'altra guancia, coperta ancora dalla camicia strappata della ragazza. Il pezzo di stoffa da bianco era diventato completamente rosso scuro. La grifondoro corrugò la fronte. Una ferita del genere non poteva perdere così tanto sangue. Facendo meno rumore possibile, si avvicinò ulteriormente a lui e con un colpo di bacchetta sciolse la medicazione. Sgranò gli occhi e represse un urlo di orrore. La guancia era diventata nera, come se ogni cellula della pelle stesse andando incontro alla morte. Inarcò le sopracciglia. Poche ore prima era solo un misero taglietto sulla guancia. Si avvicinò ulteriormente, deglutendo. Era molto più profonda, perdeva ancora tanto sangue e si stava espandendo ricomprendo l'intero lato del volto. Non capiva che razza di magia, sicuramente oscura, potesse fare una cosa del genere. Non perse tempo. Velocemente si strappò un altro pezzo della sua immacolata camicia e gli cambiò la benda. Poi, con la bacchetta in mano, fece dei movimenti circolari all'altezza del volto del Serpeverde. Sperò che almeno quell'incantesimo base che conosceva sarebbe servito per rallentare la maledizione. Infine si alzò. Doveva fare alcune ricerche al più presto. Guardò per l'ultima volta Malfoy, chiedendosi se dovesse svegliarlo. Ma immediatamente scosse la testa. Dormiva così bene e dopo la notte appena trascorsa almeno lui si meritava un po' di riposo. Con quel pensiero tra la testa, uscì dal passaggio segreto.

Il sole era già sorto, segno che poteva muoversi liberamente per il castello. Mentre iniziò a incamminarsi, il campanile del castello iniziò a far sentire i suoi rintocchi a tutti gli studenti di Hogwarts. Hermione aprì bene le orecchie. Uno, due, tre...iniziò a contare. Quando l'orologio cessò di suonare e il canto degli uccellini ritornò a essere udibile, la ragazza sorrise. Se non aveva contato male erano le sette e mezza e la biblioteca doveva essere già aperta. Senza pensarci due volte, iniziò a correre verso il terzo piano.

 

La gobba della statua, chiudendosi, fece un rumore sinistro risvegliando di scatto Draco Malfoy. Aprì gli occhi spaesato. Le pupille si dilatarono cercando di vedere oltre all'oscurità. Si alzò a tentoni dal materasso toccando la pietra gelida alle sue spalle. Cercò il suo letto a baldacchino, chiedendosi dove fosse. Iniziò a sudare freddo. In allerta cercò la bacchetta e non trovandola nei suoi pantaloni ogni muscolo del corpo si tese. Aveva imparato negli ultimi anni a mantenere il sangue freddo e non perdere la testa. Chiuse gli occhi per un secondo e facendo un profondo sospiro, cercò di ricordarsi quello che aveva fatto la sera prima. Si passò una mano tra i capelli sporchi e spettinati. Era andato a fare la ronda e poi... Ma certo! La torre di Astronomia, la Granger, l'acqua maledetta, la ferita, il passaggio segreto. Annuì con la testa, mentre la fronte corrugata si rilassava lentamente. Ora ricordava. Si guardò intorno e gli venne spontaneo alzare un sopracciglio -Granger?- domandò al vuoto. Si abbassò all'altezza dei materassi, come se lei potesse nascondersi lì sotto -Granger?- nessuna risposta. Una nuova consapevolezza lo investì facendogli spalancare gli occhi. Quella ingrata l'aveva lasciato lì come... come...-UN ELFO DOMESTICO STRACCIONE!- Urlò di rabbia. Trovò la sua bacchetta abbandonata sul pavimento e con il fumo che fuoriusciva dal naso, uscì dal suo nascondiglio. Avrebbe pagato per quell'affronto.

 

Hermione chiuse di botto il terzo volume che aveva letto quella mattina. Scocciata si alzò, prendendo con sé i libri che trattavano di ferite oscure e maledizioni e andò a immergersi nuovamente negli scaffali. Per tutta la mattinata si era imbattuta in ferite e cure base. Di certo nessuna di quelle avrebbe guarito l'orrore che si trovava ora sulla guancia di Malfoy. Pensò arrabbiata e frustrata. Gli rimaneva solo una possibilità. Dopo che i libri che aveva tra le braccia furono risucchiati dalla magia che circondava le alte e cupe librerie, Hermione si diresse verso Madama Prince, la vecchia bibliotecaria che vigilava da anni quell'aula silenziosa. Sapeva far paura più di un drago quando uno studente faceva confusione nella sua amata biblioteca. Quando la vide avvicinarsi, sorrise. Si ricordava e accoglieva sempre con gioia gli studenti che andavano lì a studiare e a imparare.

-Ciao Hermione. Cosa ti serve oggi?- si sistemò goffamente il suo immancabile cappellino grigio che la faceva assomigliare ad un grosso topo paffuto.

-Salve. Vorrei prendere un libro dalla sezione proibita.- tirò fuori il tesserino con il suo nome che gli permetteva di accedere fino al settore B.

-Di che libro si tratta?- domandò restituendoglielo con un grande sorriso, mostrando i grande denti gialli.

-Come difendersi dalle più grandi lesioni causate da magia oscura. Tra non molto inizieremo con Lumacorno lo studio delle pozioni curative più complesse. Voglio portarmi avanti.- aggiunse, cercando di sembrare sicura di sé.

-Ma certo. Sei sempre stata una studentessa modella signorina Granger. Arrivo subito.- Scomparve dietro la porta di mogano non accorgendosi che la Grifondoro, alle sue parole, era diventata di pietra. Odiava mentire e il fatto che riuscisse a farlo così facilmente, l'irritava. Si passò stancamente una mano sul volto. Però, disse a sé stessa, quello era l'unico modo per sdebitarsi con il Serpeverde. L'aveva salvata. Glielo doveva.

Madama Prince ritornò pochi minuti dopo con un grosso libro nero rilegato con cura con cordini bianchi.

-Grazie mille!-

-Prego. Ti ricordo che lo devi restituire entro quindici giorni anche se so che lo sai già.-

-Certamente! Buona giornata!-Ritornò al suo tavolo appartato, ansiosa di leggerlo.

Dopo poco una voce da lei conosciuta la fece sobbalzare -Hermione!Sapevo che ti avrei trovata qui.-

-Harry!- esclamò con voce stridula, alzandosi di scatto dalla sedia. -Come mai qui?-

-Oggi ci sono i provini di Quidditch.- le ricordò- Ti sono venuta a prendere.-

-Oh no!- La ragazza si mise una mano sulla fronte. Che stupida! Si era completamente scordata.

-Ti sei persa Ron a colazione.- continuò.

-Sarà stato così in ansia.-

-Parecchio.- ridacchiò Harry pensando a tutte le scenate drammatiche dell'amico che puntualmente si ripetevano quando veniva pronunciata la parola “provini”.- Ad ogni modo cosa stai guardando di così importante da saltare la colazione?- indagò.

-niente di così importante. Pozioni varie. Mi sono svegliata presto e quindi sono venuta qui a farmi una letturina leggera.- rimase sul vago, nascondendo il rossore e il libro tra le braccia.

-Lettura leggera? Quel mattone?- rise di gusto il ragazzo mettendogli un braccio intorno alle spalle- non cambierai mai!-

-solo perché tu e Ron vi fermate a riviste di Quidditch non vuol dire che i libri veri debbano essere ignorati.-

-Lo so scema.- le scompigliò ancora di più teneramente i riccioli, mentre uscivano dalla biblioteca. -ed è dal primo anno che ringrazio di avere un'amica così intelligente e sapiente grazie ai suoi libri.-

-Harry Potter mi stai forse ringraziando per tutte le volte che ti ho salvato la pelle?- domandò scherzando.

-Bah può essere.- rispose vago spintonandola per gioco. L'altra sorrise -Udite udite gente. Harry Potter, il salvatore del mondo, finalmente lo ammette!- lo prese in giro -Dietro ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna-. Il ragazzo-che-è-sopravvissuto sbuffò facendo una smorfia schifata da perfetto attore. Lei lo guardò scoppiando a ridere per poi tirargli uno schiaffo giocoso sulla spalla. Quel ragazzo, ormai uomo, era un grande mago anche senza di lei. Lo era sempre stato. Non doveva ringraziarla. Non c'era mai stato bisogno di farlo. Ognuno aveva dato all'altro una cosa insostituibile. Entrambi risero allegramente tra i corridoi, prendendosi a braccetto. Erano molto più legati di due semplici amici che avevano vissuto insieme una grande avventura. Erano fratelli. Si guardavano le spalle a vicenda. Sarebbe stato sempre così. Loro erano una famiglia.

 

 

Draco aprì di colpo la porta della sua camera. La sua collera era visibile da un chilometro di distanza.

-Buongiorno principessa. - disse malizioso Blaise, guardandolo dal riflesso dello specchio. In risposta ricevette un grugnito e la porta del bagno sbattuta con forza. Il compagno di stanza non si scompose. Alzò le spalle e ritornò a guardare la sua immagine riflessa. Sorrise in modo ammiccante a sé stesso. Era proprio figo quella mattina. Si sistemò il ciuffo ricciolo e poi si girò di schiena per osservare con occhio critico il suo fondo schiena. Si toccò il sedere sodo e poi sorrise radioso. Si! Anche quella mattina la fauna di Hogwarts sarebbe stata pronta per cadergli ai piedi. Ruotò ancora una volta con il corpo per poi farsi da solo un occhiolino.

-Blaise che cavolo stai facendo?- lo interruppe Theodore, con sguardo molto perplesso. Gli occhi del ragazzo mulatto saettarono sulla figura dell'amico appena sveglio. -Le persone brutte come te non possono capire.- rispose con sufficienza.

-Come scusa?- l'altro sospirò in modo teatrale -niente, niente.- Nott tornò sotto le coperte mandando a quel paese l'amico.

Dall'altra parte della porta del bagno, nel frattempo, Draco si strappò la benda di Hermione dalla faccia. La appallottolò e la buttò nel cestino con ira, incurante del fatto che fosse stata cambiata. Si portò le dita bianche sulla ferita. Non se la immaginava così profonda. Si avvicinò allo specchio per capirne la gravità. Si morse un labbro per non gridare quando toccò la parte più scura. Bruciava da morire. Doveva curarsi. Corse senza perdere altro tempo al suo baule ignorando Zabini che salutava lo specchio come se fosse una reginetta di bellezza. Lo svuotò tutto alla ricerca delle sue preziose pozioni. Le sparse su tutto il pavimento, esaminandole una dopo l'altra. Nessuna sembrava sortire alcun effetto. Gridò frustato, uscendo dalla stanza senza guardare nessuno. Doveva scrivere a sua madre al più presto. Magari lei sarebbe riuscita a recuperare qualcosa di più potente.

-Siete tutti matti!- conscluse Theodore dopo aver assistito alla scenata da pazzo di Malfoy. L'unico normale è Goyle. Indicò il ragazzo grasso steso ancora addormentato nel suo letto. In risposta il ragazzo scoreggiò. -Come non detto.-

 

Cinque minuti dopo, quando Hermione e Harry, uscirono dal castello furono affiancati da Ron e Ginny. Il volto del primo era paonazzo e stringeva con fin troppo vigore la propria tornado. L'altra, invece, era molto tranquilla per i provini, ma era evidente che c'era dell'altro a infastidirla. Al loro seguito si aggiunsero Lavanda, Calì e Lucilla, ridacchiando.

-I provini dureranno tutto il giorno come minimo.- si lamentò Ginevra.

-Anche quest'ano molti iscritti?- domandò Hermione, camminando a passo di marcia, tenendo sempre con sé il libro preso dalla biblioteca.

-è peggio degli anni scorsi e scommetto che più della metà della lista non sanno neanche salire su una scopa senza cadere. Probabilmente saranno tutte ragazzine incuriosite dal salvatore del mondo.- brontolò. Odiava quando le persone non prendevano il Quidditch seriamente.

Poco dopo il piccolo gruppo di Grifondoro arrivò al campo e Hermione augurò un caloroso in bocca al lupo a tutti i suoi amici. Poi, raggiunte Lavanda e le altre due ragazze sulle tribune, riprese in mano il libro sulle maledizioni. Doveva trovare ancora quella che aveva colpito Malfoy.

 

Come Ginny aveva previsto, i provini durarono oltre a mezzogiorno. Si erano presentati ragazze e ragazzi di tutte l'età, persino di altre case. A metà mattinata Harry, esausto, aveva urlato, buttando fuori malamente tutti coloro che non erano di Grifondoro. Nonostante questo, la fila di iscritti sembrava non finire mai. Erano ben visibili i numerosi ragazzini del primo anno che tenevano le vecchie scope della scuola in mano, tremando. Il ragazzo-che-è-sopravvissuto si passò una mano tra i capelli già spettinati di loro. Decise di dividere quell'ammasso di persone a turni. I primi gruppi furono un disastro. Il quarto e il quinto andò già meglio ma erano ancora molto lontani dalle sue aspettative. Verso le due decise di fare una pausa per rifocillarsi per poi riprendere nel pomeriggio.

Quando i ragazzi si rimisero in fila tra gli ultimi, a suo malgrado, Harry riconobbe un ragazzone dai capelli crespi.

-Cormac!- urlò per farsi sentire -fai i provini anche quest'anno per il ruolo di portiere?-

-ci puoi scommettere. E quest'anno batterò Weasley.- Rispose pieno di sé.

-Vedremo. Ti avverto però, Ron è migliorato un sacco. E lui chi è?- aggiunse indicando il ragazzo con cui stava parlando poco prima.

-Lui è Sterling Reve. È del nostro anno e fa un po' di corsi con noi. Strano che tu non l'abbia notato prima. È arrivato quest'anno ed è stato messo in stanza con me e gli altri.-

-Ho sentito parlare di lui, ma non ho ancora avuto modo di conoscerlo.- Lo chiamò. Il ragazzo con passo sicuro, guardando tutti dall'alto in basso, si avvicinò impugnando una scopa d'ultimo modello. Piegò gli angoli della bocca verso l'alto e quello che apparve a Harry fu solo un sorriso forzato.

-Harry Potter, ho sentito molto parlare di te. Piacere io sono Sterling e sono qui per il ruolo di cacciatore.-

-Piacere- rispose con tono distaccato. Quel ragazzo non gli stava particolarmente simpatico. Sembrava, con i suoi modi di fare, il gemello di Malfoy. Nascose con difficoltà uno smorfia di disgusto.- Accomodatevi entrambi in fila con gli altri del vostro turno.- Fece fare a tutti un giro sulla scopa per riscaldamento come aveva fatto con i ragazzi dei turni precedenti. Era curioso di vedere come loro se la sarebbero cavata. Per sua sfortuna, però, l'inizio non fu dei migliori. Molti ragazzini non riuscirono neanche a staccare i piedi da terra mentre altri due, sorpresi di esserci riusciti, si scontrarono uno addosso all'altro. Harry si mise una mano sulla fronte facendo segno di disapprovazione con la testa per poi invitarli a uscire dal campo. Loro non si persero d'animo, felici comunque di esser riusciti a vedere da vicino il salvatore del mondo magico. Gli altri, che rimasero in aria, furono invitati ad unirsi ad altri che aspettavano la seconda prova, mentre Harry si occupava degli ultimi rimasti. Se è possibile la scena fu ancora più deprimente delle precedenti. Davanti a lui si presentarono un gruppo di dieci ragazzine ridacchianti. Nessuna di loro riuscì neanche a salire sulla scopa presa chissà dove e quando il capitano gli indicò gentilmente le tribune, così da poter importunare qualcun altro, una di loro si avvicinò pericolosamente a lui, presentandosi -Ciao Harry ! Rose Vane. Mia sorella ha detto che ti conosce profondamente. -gli lanciò uno sguardo penetrante- questa mattina ti ho mandato dei biscotti. Li hai ricevuti?- sbatté le ciglia innocentemente, fissandolo negli occhi verdi.

-Li ho ricevuti ma...-

-Allora credo ci sia un errore.- si avvicinò ancora di più alla sua faccia- io sono bravissima con la scopa. Non dovrei essere mandata via con le altre.- in risposta ricevette un profondo ringhio che però non uscì dalla bocca stralunata e innocente di Harry.

-Senti Vane- Ginny si mise tra lei e il suo ragazzo. Era fuori di sé dalla rabbia. Era stata tutta la mattinata, in silenzio, ad assistere a tutto le avance di smorfiose di ogni età, mentre il suo ragazzo sembrava non accorgersi di nulla. -siamo qui per una cosa seria: i provini di Quidditch. È evidente che tu non sappia neanche volare, quindi vattene a fare gli occhi dolci a qualcun altro. Mi hai capita?- la guardò con sguardo truce. Rose rabbrividì di paura. Gli schiantesimi di Ginevra Weasley erano famosi in tutto il castello e non aveva intenzione di assaggiarne uno con la proprio pelle. Decise di raggiungere le sue amiche, non prima però di aver ridacchiato in modo frivolo e aver dato un bacio sulla guancia ad Harry giusto per dar fastidio alla rossa. Lei, in risposta, alzò gli occhi al cielo. - Possiamo continuare ora? O dobbiamo sopportare altre di queste scenette?- un fischio di approvazione partì da un ragazzo di Grifondoro. Il capitano, allo sguardo accusatorio della propria ragazza, non poté che annunciare, con un groppo in gola, che sarebbero passati alla seconda prova.

 

Nel frattempo, sulle tribune, Hermione si lasciò sfuggire un gridolino di entusiasmo. Forse aveva trovato un antidoto che faceva al caso suo. Iniziò a leggere gli ingredienti: squame di drago, pungiglioni di porcospino, veleno di pitone e occhi di sirena. Aveva tutto nella valigia. Lesse gli ultimi due ingredienti e l'entusiasmo sparì. La criniera di tritone e le uova di avvincino erano estremamente rare e non erano previste gite ad Hogsmade nei prossimi giorni. Lasciò che il suo sguardo spento vagasse sul campo. Harry aveva diviso le persone in due squadre come solito. Vicino agli anelli Ron da una parte e Cormac dall'altra. Quest'ultimo le vece l'occhiolino quando incrociò il suo sguardo. Guardò velocemente da un'altra parte prima che quello si facesse strane idee. Ricordava ancora, traumatizzata, la festa di Lumacorno di qualche anno prima. Aveva passato tutta la serata a scappare da quel Cormac. In quel momento un'idea le balenò nella testa. Si toccò la fronte. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima? Era arrivato il momento di accettare uno dei pressanti inviti a cena dell'insegnante di pozioni. Anche se l'idea di passare un intera cena con Lumacorno la disgustava, le parse la soluzione migliore per poter recuperare ciò che gli occorreva. Contenta chiuse il libro che aveva in grembo con tonfo sorso che fece girare verso di lei più di una persona. Finalmente si poté concentrare interamente sui provini. -Vai Ron!-

 

Il ragazzo ovviamente non la sentì. Ero più teso di una corda di violino. Quella partita avrebbe deciso la sua sorte. Harry, forse per farlo sentire a suo agio, l'aveva messo con Ginny, Jimmy Peakes e Ritchie Coote, i due vecchi battitori, e altri tre ragazzi che facevano per la prima volta il provino. Contro di loro c'era ovviamente Cormac, il suo amico, immaginò fosse quello nuovo, due ragazzi che avevano già provato con scarsi risultati a fare i provini gli anni scorsi e due ragazze. Ron si mosse impaziente sulla scopa, mentre Harry liberò i bolidi con la Pluffa, niente boccino quel giorno. Ginny, con urla di approvazione da parte del pubblico maschile, non perse tempo, prendendo subito al volo la palla più grande e andando ad attaccare gli anelli di McLaggen. Ron, insieme a Harry e a tutti gli spettatori, non si perse neanche un movimento. La ragazza, saettando tra gli avversari, lanciò e segnò senza problemi ma non fece in tempo a riprendersi la palla che una ragazza dell'altra squadra le sfrecciò accanto, diretta verso Ron. Il rosso iniziò a sudare dentro il casco. Aveva passato tutta l'estate ad allenarsi ed era diventato, a detta di tutti, più bravo ma sapeva che l'ansia gli giocava sempre brutti scherzi. Vide la ragazza castana alzare il braccio, pronta per tirare. Chiuse gli occhi e per istinto si spostò velocemente davanti all'anello più basso, parando la pluffa con un braccio. Un coro di incoraggiamento si levò dalle tribune, dandogli coraggio. Sorrise prendendo un grande respiro. Forse ce l'avrebbe fatta.

Dopo mezz'ora che giocavano, Harry dichiarò la fine della partita, fischiando. Fu difficile scegliere i componenti della nuova squadra. Confermò Jimmy, Ritchie e Ginny. Gli altri due posti furono dati a Sterling che fu una piacevole scoperta per Harry. L'antipatia che aveva provato nel momento delle presentazioni era durata ben poco. Il capitano era rimasto entusiasto dalla sua bravura. Era addirittura riuscito a rubare la pluffa a Ginny in più di un'occasione. Quell'aria arrogante e da bambino viziato era passata nettamente in secondo piano. L'altro posto da cacciatrice fu dato invece alla ragazza con i capelli castani che si rivelò chiamarsi Angelica. Infine come portiere fu scelto Ron per pochi punti. Non aveva parato tutte le palle ma era comunque migliore di Cormac. Inoltre era da premiare il fatto che questa volta non era stato aiutato da nessuno, pensò Harry lanciando un'occhiata significativa alle tribune. Hermione ricambiò lo sguardo complice, continuando a battere le mani per la nomina del rosso. Il capitano guardò per l'ultima volta i giocatori, felice e orgoglioso. Si, aveva messo su una squadra forte quell'anno. La McGranitt sarebbe stata orgogliosa di lui.

 

- Si, quella pallonata l'avevo vista fin dall'inizio. Ho cercato di apparire sorpreso per confondere l'avversario.- si pavoneggiò Ron rivolto al corteo che si portava a presso. Molte ragazze annuirono convinte con gli occhi adoranti. -Oh Ron, come sei intelligente!- sospirò una, mentre Hermione alzava un sopracciglio annoiata. Non era gelosa, ma tutte quelle moine ridicole le davano sui nervi.

-Io devo andare.- disse all'improvviso.

-Dove vai?- chiese il rosso con la disapprovazione delle altre ragazze.

-Voglio esercitarmi con una pozione che ci farà fare quest'anno il professore Lumacorno.- arrossì improvvisamente. Gli altri parvero crederci perché non fecero più domande.

-Allora ci vediamo a cena.- le disse Harry.

-Non credo. Penso che accetterò l'invito che Lumacorno ci ha mandato.-

-Ma sei impazzita? Tu odi le sue cene.-

-Lo so. Ma devo chiedergli alcuni consigli per delle pozioni.- si giustificò dandosi della bugiarda mentalmente. Sapeva però che non poteva dire la verità ai suoi amici per molte ragione. Guardò Harry con occhi fraterni. Prima tra tutte per lui. Se gli avesse raccontato quello a cui aveva assistito quella notte, lui si sarebbe subito messo in testa che una nuova minaccia era in agguato e avrebbe fatto di tutto per combatterla. Lei non voleva. Dopo diciotto anni si meritava un po' di riposo e di tranquillità e se davvero c'era qualcosa di oscuro in giro non toccava a lui sconfiggerla questa volta. Salutò i suoi amici e si diresse di corsa verso la torre di Grifondoro per prendere il calderone e gli ingredienti che le servivano, per poi dirigersi verso il bagno di Mirtilla Malcontenta. Lì sarebbe stata tranquilla.
 

Dopo più di un'ora la ragazza si asciugò la fronte sudata. La pozione era più complicata del previsto. Occorrevano capacità superiori a quelle dei M.A.G.O. per prepararla. Nonostante questo con determinazione e concentrazione continuò a lavorare tra quei vapori fino alle sette. Ora, secondo il libro, doveva lasciarla riposare quattro ore. Solo dopo avrebbe potuto aggiungere gli ingredienti che doveva farsi dare da Lumacorno. Uscì dal bagno per dirigersi nuovamente verso la sala comune della sua casa. Doveva lavarsi e cambiarsi. Il professore pretendeva sempre una certa eleganza alle sue cenette intime. Sbuffò e iniziò a salire i gradini due alla volta.

 

It's so easy when you know the rules
It's so easy all you have to do
Is fall in love
-Play the Game, Queen-

 

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Capitolo 19
*** Friends Never Say Goodbye ***


Friends Never Say Goodbye

 

-Hermione cara- l'accolse sorridente il professor Lumacorno- non mi aspettavo il tuo arrivo.

-Mi sono liberata all'ultimo.- mostrò forzatamente i denti ormai perfetti.

-è sempre un piacere averti con noi.- si fece da parte per farla entrare nel suo ufficio. Lei lo sorpassò notando che attorno al tavolo c'era già accomodato un ragazzo di Serpeverde vestito elegante da capo a piedi. Fece una smorfia.

-Se non ti dispiace caro Blaise, a noi si aggiungerà la signorina Granger.- disse tutto entusiasto il professore, sistemandosi uno dei suoi grossi baffoni grigi. Una smorfia gemella a quella della ragazza apparve sul volto ambrato del Moro. Evidentemente entrambi speravano di stare da soli con il professore o semplicemente, pensò Hermione, il ragazzo odiava la sola presenza di una sangue sporco come lei. -Buonasera- salutò educatamente mentre lui si limitò a ricambiare con un cenno quasi impercettibile della testa.

-Io e il signor Zabini stavamo parlando di Quidditch- la informò, sedendosi e facendo comparire sul tavolo le prime portate. - domani ci saranno i provini della squadra di Serpverde. Oggi invece, ho sentito dire, che sono stati fatti quelli di Grifondoro. Chi avete in squadra quest'anno, cara?-

-Harry Potter, Ronald e Ginevra Weasley, Jimmy Peakese, Ritchie Coote, Angelica Lovezone e Sterling Reve.- rispose annoiata. Non gli interessava particolarmente l'argomento a differenza del professore che sembrava elettrizzato.

-Il signor Weasley portiere? Ricordo di sfuggita che anche gli anni scorsi lo è stato. Ed è bravo?- Hermione annuì mettendo in bocca una forchettata di fagioli.

-Ottimo, ottimo!- parve folgorato dalla notizia. Rimaneva sempre compiaciuto quando scopriva nuovi talenti in un membro del suo club esclusivo. Era un motivo in più di vanto, dopotutto.

-A quanto pare il nostro caro Harry ha messo su una squadra piuttosto forte quest'anno. Mi aspetto lo stesso da te Blaise.- Hermione rimase sorpresa a quelle parole. Non le risultava che Zabini giocasse a Quidditch. Piuttosto aveva sempre dichiarato a gran voce che non avrebbe mai praticato uno sport così pericoloso. O meglio, uno sport che avrebbe potuto rovinare il suo viso perfetto. Alzò gli occhi al cielo. -Sei capitano?-

-ovviamente.-rispose il Serpeverde, compiaciuto di essere tornato al centro dell'attenzione.- anche l'anno scorso lo sono stato. Una carica che gentilmente il professore qui presente, nonché direttore della casa di Serpeverde, mi ha gentilmente offerto.- sorrise, spavaldo. Hermione, ne era sicura, con quel sorriso aveva fatto cadere ai suoi piedi molte ragazze. Ma lei non era una stupida. Non la fregava così facilmente. Lo scrutò da capo a piedi. Era palese che non gliene fregasse nulla del Quidditch e che fosse tutta una scusa per mettersi in mostra. Il professore si era fatto abbindolare come un allocco. Sospirò, scuotendo la testa. Non poteva dire nulla però, dopotutto lei stava per fare lo stesso. Si stava per servire di Lumacorno per completare la sua pozione. Era lì apposta. Cercò di nascondere il brivido che gli percorse la colonna vertebrale mangiando una forchettata abbondante di verdura. Una sola notte vicino a Malfoy ed era diventata subdola proprio come lui. Iniziò a tossire per colpa del boccone andatogli di traverso.

Il resto della cena andò avanti con Hermione che mantenne un colorito grigiolino costante a causa dei sensi di colpa e il professore che continuava a farle domande su domande, al settimo cielo di averla lì accanto a lui. Finirono di mangiare verso le nove passate. Zabini si congedò piuttosto in fretta farfugliando qualcosa come “sonnellino di bellezza” e “niente orribili occhiaie”.

Quando la ragazza rimase sola con il professore iniziò a parlare di pozioni e dopo neanche venti minuti era già fuori in corridoio con in mano la criniera di tritone e le uova di avvincino, vittoriosa.

 

-come mai quella faccia, Blaise?- domandò Theodore quando l'amico entrò nella stanza con il volto imbronciato.

-La cena non ha avuto l'effetto desiderato.- l'altro alzò un sopracciglio. -Strano. Ogni volta che vai da Lumacorno torni sempre di buon umore.- Zabini si sdraiò sul suo letto fissando il soffitto -c'era anche la Granger oggi.- disse con tono schifato come se quello dovesse spiegare ogni cosa.

-e qual è il problema?- l'altro si alzò di colpo, con la mascella spalancata, fissandolo dritto negli occhi azzurri -come fai a non capire?- e alla faccia dubbiosa dell'amico si lasciò andare una seconda volta sul letto, scocciato. Doveva sempre spiegargli tutto. Decise di iniziare dal principio. -Questa mattina ci sono stati i provini di Quidditch della casa di Grifondoro e tutte le mie fan storiche sono state appresso a Weasley. Capisci?- alzò la voce, piagnucolando.- A Weasley! Preferiscono quella sottospecie di Troll in miniatura, che per giunta non ha un minimo gusto nel vestirsi, a me, l'unico e inimitabile Blaise Zabini. Queste ragazze non hanno più il minimo gusto. Ma torniamo a noi, dopo questo terribile colpo, ero andato apposta da Horace perché avevo bisogno di lui e dei suoi complimenti. Di qualcuno che mi elogiasse,insomma, capisci?- continuò con una voce strappalacrime, che avrebbe fatto scaldare il cuore a ogni persona del castello. Theodore decise dunque che era arrivato il suo momento. Blaise aveva bisogno del suo migliore amico. Senza perdere tempo si sedette accanto a lui con piuma e carta alla mano. Si. Sarebbe stato il migliore psicologo del mondo, come sempre.- e Lumacorno riesce sempre a trovarmi dei complimenti così belli, veritieri e azzeccati. Una volta mi ha persino detto che sono così perfetto come una fenice. Capisci? E.. e..- ormai la disperazione aveva preso il sopravvento.

-Tranquillo Blaise. Puoi farcela. Ci sono io qui con te.- lo incoraggiò Nott, mettendogli una mano sulla spalla.

-E proprio oggi che avevo bisogno più che mai dei suoi complimenti per non sentirmi all'altezza, perdon, alla bassezza di Weasley quella sudicia sangue sporco ha osato presentarsi dal professore, rubandomi la scena. Salasar! Lumacorno stra vede per lei e così ha iniziato a fare complimenti a lei e a quella branca di idioti Grifondoro. Oltre al danno anche la beffa, capisci?-

-shh tranquillo. È tutto passato ormai.- il ragazzo iniziò a tirargli pacche amichevoli.- Sai in queste occasioni, se posso darti il mio parere da esperto – si sistemò meglio gli occhiali finti sul naso- devi lasciare perdere. Dormici su e vedrai che tra poco la popolarità di Weasley scemerà e il tuo fan club ritornerà ai vecchi splendori.-

-Oppure- si alzò di colpo Blaise, con il volto improvvisamente luminoso- posso rendere Weasley ancora più brutto di quello che è già.- i due si scambiarono uno sguardo complice e vendicativo. Altro che lasciare correre. I veri Serpeverde sanno come farla pagare ai propri nemici. Rise malvagio proprio mentre Draco Malfoy usciva dal bagno con solo un asciugamano in vita.

-Cosa sta succedendo?-

-Blaise sta creando piani malefici.- sorrise felice Theodore riponendo nel cassetto la piuma e gli occhiali.

-A si? E contro chi?-

-Weasley.- a quel nome il biondo mostrò un ghigno gemello a quello del compagno di stanza. - Finalmente qualcuno di voi inizia a ragionare come si deve. Potter e i suoi amichetti se lo meritano.-

-Arriverà anche il momento del bambino-che-è-sopravvissuto non temere...- intervenì Blaise con la mente persa nei suoi pensieri.

-e della Granger- ricordò Draco pensando a quella mattina.

-e della Granger.- continuò Blaise legando attorno alla zampa del suo gufo reale una lettera. -Ma prima tocca a Weasley.-

-Se ti serve una mano, io ci sono.-

-Ne terrò conto.- rispose ormai tornato di buon umore -però ora voglio un'altra cosa da te Malfoy.-
 

Hermione tappò la boccetta per poi portarsela all'altezza degli occhi. La mosse leggermente, scrutandola con attenzione. Il colore e la densità era perfetti. Sorrise soddisfatta, mettendosi la piccola ampolla in tasca. Prima di pulire il calderone, riempì altre due ampolle con la stessa pozione. Pensò che almeno in futuro, se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe già avuto tutte le cure pronte. Infine uscì dal bagno stanca, imboccando le scale che portavano alla guferia. Le mancava solo una cosa da fare.
 

Ginny incrociò le gambe con quelle di Harry.

-Era da un po' che non passavamo un pomeriggio così.- fece notare la ragazza raggiante, raggomitolandosi sotto le lenzuola, al fianco del ragazzo.

-è vero! Ci voleva proprio.-constatò Harry stringendola a sé. Entrambi sorrisero. Si erano rinchiusi in quella stanza poco dopo i provini in un muto accordo e così, senza che neanche se ne accorgessero, avevano saltato pure la cena. E ora erano lì, a coccolarsi tra il silenzio delle mura di Hogwarts.

-A cosa stai pensando?- chiese di botto Harry, iniziando ad accarezzare la schiena nuda della propria ragazza.

-Ai provini di questa mattina.-

-A cosa in particolare?-

-Alla scenata che ti ho fatto quando la Vane ci stava provando spudoratamente. Credo di aver esagerato. Scusami.-

-Tranquilla.- la strinse di più a sé, dandogli poi un tenero bacio alla tempia.- Io, se fossi stato al tuo posto, avrei fatto di peggio. Guai a chi ti prova a toccare.- Scherzò. Ginny sorrise, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalle carezze di Harry. Il silenzio tornava a fare da unico spettatore ai due amanti.

-Sai ieri sera, dopo che ho copiato il tema con Ron, ti ho aspettato- disse di colpo il ragazzo facendo irrigidire la piccola Grifondoro. Si era completamente dimenticata di lui. Pensava di fare veloce con Nott. Doveva dirgli solo due cose. Non pensava di certo che la serata si sarebbe stravolta in quel modo. Imprecò mentalmente cercando però di mantenere il sangue freddo. Doveva trovare una scusa plausibile.

-Luna mi ha trattenuta più del previsto e..-

-Non raccontarmi balle, Ginny. Ho incrociato sta mattina Luna nei corridoi mentre andavo da Hermione. Dice di non vederti da ieri mattina a lezione.-la interruppe in tono grave. Cadde un silenzio freddo. -Centra forse con Fred?- chiese poi il ragazzo tornando più calmo. Loro due non avevano mai affrontano questo argomento. Ginny si era sempre dimostrata forte quando si parlava della morte del fratello maggiore, ma sapeva che era tutta una maschera per nascondere il suo dolore. Era normale soffrire dopotutto. Lei adorava Fred, come tutti del resto. La sua ragazza voleva solo essere forte per gli altri. Ma non era suo dovere -puoi dirmelo Ginny. Sono qui apposta. Parlami.- lei non lo guardò neanche negli occhi. Alla fine aveva preso quella pazza ed irresponsabile decisione di confidarsi con Theodore proprio perchè non ne voleva parlare con Harry. Non voleva caricarlo anche del peso del suo dolore. Conosceva troppo bene il suo ragazzo. Ogni cosa che gli avrebbe detto si sarebbe trasformata in senso di colpa. Ogni parola, ogni sillaba. Ne era certa. Si riteneva l'unica causa per ogni persona che aveva perso la vita durante la guerra. Non poteva alimentare il peso di quel macigno.

-Lo sai Harry, Fred non avrebbe voluto...-

-vederci tristi per lui.-completò lui, alzando la voce, quasi ringhiando, e staccandosi da lei.-Ripeti questa tiritera da mesi ormai. Ma è normale soffrire Ginny. Era tuo fratello, cavolo!-

-Ma non credi che lo sappia?- si alzò come scottata dal letto , portandosi dietro le lenzuola per coprire la propria nudità -e proprio perché era MIO fratello che decido io come affrontare la sua morte.-

-e allora se non è per questo, perché sei sparita per ore ieri sera? Dove sei stata?- le fece l'interrogatorio perdendo tutto la pazienza che aveva raccolto poco prima.

-Da nessuna parte.-

-non è una risposta.-

-Non posso dirtelo.-

-Non puoi o non vuoi?-

-Non posso- ripeté più determinata che mai. Era convinta di quello che diceva. Non poteva dirgli che andava quasi tutte le sere nella camera dei segreti a piangere. Lo faceva per lui. Come faceva a non capirlo?

-eri con un altro?- domandò ormai con gli occhi in fiamme, accecato dalla gelosia. La ragazza titubò per qualche secondo. Era con un altro ragazzo, ma non nel modo in cui pensava lui.

-No.- Il silenzio che precedette la risposta, fu più sufficiente di mille parole. Harry avanzò rigido verso la ragazza, bloccandola al muro con la sua stazza.- chi era?-

-Harry guarda che non è come pensi.-

-Chi era?- domandò ancora una volta, stringendole più forte i polsi bloccati sopra la testa.

-Mi fai male.- si divincolò-

-Cazzo Ginny, rispondimi.- Lei lo fissò dritto negli occhi verdi. Come poteva anche solo ipotizzare una cosa del genere? Era da quando aveva appena dieci anni che non aveva occhi che per lui. -Mi crederesti veramente capace di tradirti?- sentì le mani sui polsi allentarsi alla sua domanda e un groppo al cuore nel non sentire una risposta.- lo credi non è vero. Credi davvero che ne sarei capace.- gli occhi iniziarono ad inumidirsi.

-Io...-

-Non dire più niente. Mi è bastato il tuo silenzio.-schifata si allontanò da lui recuperando i suoi vestiti lanciati sul pavimento quando erano ancora colpiti dal vento della passione. Si vestì velocemente per poi uscire di corsa dal dormitorio maschile. Saltò i gradini e non si girò indietro quando sentì la voce di Harry gridare il suo nome, ma iniziò a piangere quando non sentì i suoi passi dietro di lei. Lui non aveva intenzione di chiederle scusa, se no l'avrebbe seguita.


-voglio sapere cosa è successo questa notte.- decretò Blaise, portandosi una sedia al capezzale di Malfoy.

-Come scusa?-

-Un avvertimento Draco- iniziò rigido – non devi mai prendermi per stupido. Secondo te non ho notato che sta notte non hai dormito nel tuo letto e che hai una guancia completamente sfregiata?- Quella domanda attirò l'attenzione di Theodore. Sapeva che Blaise aveva la pessima abitudine di non farsi gli affari propri. Negli ultimi anni non ci aveva mai dato troppo peso e aveva imparato a non ascoltare gli interrogatori fatti agli altri. Però a quelle parole ogni muscolo del proprio corpo si irrigidì di sospetto. E se Malfoy... scosse la testa.

-Avevo la ronda.-

-Non dura tutta la notte.-

-è stata diversa.-

-Perché?-

Malfoy era calmo e tranquillamente seduto sul suo letto sfoderando la sua tipica aria annoiata. Eppure, notò Theo, rispondeva in modo evasivo alle domande di Blaise. Ormai il dubbio che lo aveva colpito alcuni secondi prima gli annebbiò completamente la mente. Quella notte era quasi morto a causa di una magia oscura. Ad evocarla poteva essere stato benissimo Draco Malfoy, il ragazzo mngiamorte che gli stava di fronte. Assottigliò gli occhi. Dopotutto chi più di lui aveva un movente? La sua famiglia era caduta, tutti lo odiavano o lo volevano morto. Ogni persona che prima lo elogiava ora desiderava solo fargli del male per il tradimento della sua famiglia al signore oscuro. Aveva perso tutto e tutti. Deglutì rumorosamente. Se aveva ragione, era pericoloso fare troppe domande. Doveva avvertire l'amico. - Blaise, forse non è il caso di fargli l'interrogatorio o finirà per cruciarti.- la mise sul ridere lanciando però un'occhiata significativa al compagno che ovviamente non la colse.

-Voglio solo sapere cosa ha fatto per essersi ridotto in questo modo.- si rivolse ancora una volta a Draco.- Hai per caso affrontato per l'ennesima volta un altro duello?-

In quel momento un gufo marrone attirò l'attenzione di tutti che lo osservarono planare sulla spalla di Malfoy per porgergli un pacco attaccato alla zampa. Il biondo, felice di aver appena trovato una scusa per scappare da quella stanza, si alzò in piedi. -Ne riparleremo. Ora ho da fare.- disse uscendo. Dietro di lui sentì Blaise urlare – Il mio è un consiglio. In questo dormitorio saremo si e no in cinque a non volerti morto. Ti conviene tenerci stretti e fidarti di noi.- poi cadde il silenzio.

-Non possiamo fidarci di Malfoy- decretò Theodore chiudendo la porta della stanza e attirando l'attenzione dell'altro che lo guardò con un sopracciglio alzato.

-Centra forse con il fatto che sta notte sei tornato ad un orario improponibile e per giunta zuppo d'acqua?- l'altro alzò gli occhi al cielo – sai che non mi sfugge niente.- gongolò pieno di sé Blaise.

-Lo so, mamma.-

-Si si prendimi in giro. Ma ora torniamo alle cose serie. Allora cos'è questa storia su Malfoy? Lei ci ha garantito che ci potevamo fidare di lui.- Theodore lo guardò in faccia. Sapeva perché aveva quell'espressione. Doveva raccontargli quello che era successo quella notte, non aveva scelta. Solo così avrebbe capito.

-Mettiti comodo. Sarà una storia lunga.-

 

Draco si rigirò il vecchio gufo tra le mani. Lo aveva salvato. Sorrise tra sé, dirigendosi verso il camino scuro e spettrale della sala comune. Chiunque glielo avesse mandato si meritava un premio. Subito dopo scosse la testa per i suoi pensieri. Una pacca sulla spalla sarebbe stato più che sufficiente, dopotutto avrebbe trovato un altro modo per uscire da quella situazione scomoda. Si guardò indietro, in direzione della stanza. Aveva iniziato a riparlare con Zabini e Nott da appena una settimana, come potevano pretendere che si fidasse di loro? Dopotutto potevano benissimo essere loro i colpevoli di quello che era successo quella notte e della sua ferita. Solo perché non avevano ancora tentato di ucciderlo a duello non voleva dire che non erano in grado di fargli del male. Una bevuta non poteva farli diventare automaticamente suoi amici. Si sedette da solo sul divano di pelle nera, ignorando la presenza silenziosa che occupava la poltrona accanto. La sua attenzione era rivolta tutta al pacco legato alla zampa del volatile. Lui non aveva ordinato nulla e quel gufo non poteva essere di sua madre. Era troppo vecchio e poco regale. Con cautela aprì la convezione fatta di un vecchio giornale, tirandone fuori un'ampolla con al suo interno un liquido verde smeraldo. Strabuzzò gli occhi, scuotendola per poi riportare gli occhi sull'animale ancora immobile sulle sue gambe. Sulla zampa aveva ancora una piccola pergamena arrotolata. Senza perdere altro tempo lesse le poche parole:

Questa pozione dovrebbe curarti il taglio.

Hermione Granger”

Sbalordito, tornò a guardare la pozione. Conosceva quello che aveva tra le mani. Era una pozione difficile da fare e con ingredienti introvabili. La scosse un'altra volta. La densità e il colore erano perfetti. A quanto pareva la Granger si era data un gran da fare, per lui. Per qualche secondo rimase incantato. Nessuno lo aveva mai fatto prima, forse solo sua madre. Sentì un calore sconosciuto all'altezza del petto. Perché si era data così tanto da fare? Il cuore iniziò a battergli forte e poi tutto svanì come era iniziato. Draco si ricordò improvvisamente come quella mattina, quella stessa persona, lo aveva lasciato lì da solo in una specie di sgabuzzino sudicio. La rabbia provata al risveglio, ritornò prepotente. Dopotutto fargli la pozione era il minimo per farsi perdonare tutto quello che aveva fatto quella schifosa Grifondoro quella notte.

-ciao Draco.- il ragazzo saltò di colpo sul divano lanciando un'occhiata truce alla proprietaria della voce.

-Daphne.- salutò freddo. L'altra sorrise. -dai su, non ti avrò mica spaventato, vero?- gli chiese divertita, chiudendo il libro che aveva in mano e sistemandosi meglio sulla poltrona.

-Ovviamente no.-

-Allora togliti quel broncio dalla faccia. Non ti si addice proprio.- continuò ridendo e trascinando nel buon umore anche Draco. Era da un sacco di tempo che loro due non parlavano e si accorse in quel momento che gli era mancata la parlantina trascinante della Serpeverde.

-come và, Daphne?-

-Bene dai. Come sempre. A te non lo chiedo neanche. Mi spiace per i tuoi.- l'altro alzò le spalle, facendo finta di nulla, come se non gli importasse. Il buon umore di pochi secondi prima sembrava solo un piccolo frammento di ricordo. -come hai fatto a convincere Hermione a farti fare quella pozione?- La ragazza cambiò completamente discorso, accorgendosi del cambio di umore del ragazzo di fronte a lei. L'altro la guardò scandalizzato. -Da quand'è che la chiami per nome?-

-Da quando ho capito che non deve essere così male. È intelligente davvero. I pregiudizi ci accecano.-

-Anche tu la pensi come Nott- borbottò. Lei alzò le spalle- no, la penso come la McGranitt. È ora di dire basta a queste stupide lotte tra case e cercare di non farsi accecare dalle rivalità.- l'altro lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite e poi imitando il verso del conato di vomito. -Ancora peggio.- lo ignorò. -torniamo a noi. Come hai fatto a convincerla?-

-come fai a sapere che è suo?- la bionda fece un sorriso furbo -Draco, Draco -iniziò- il gufo è della scuola e le persone che sono in grado, qui dentro, di fare un pozione del genere si contano sulle dita di una mano.- sorrise ancora, mettendo in mostra la sua dentatura perfetta. -Allora dimmi, come hai fatto?- Lui sbuffò -Ha fatto tutto lei.-

-Interessante.- bisbigliò, prima di tornare a leggere il suo libro. I capelli lunghi e dritti le fasciavano i contorni sottili e morbidi del viso. Le ciglia erano lunghe e immobili sulle pagine. Era sempre stata bella, anche da piccola.

-La smetti di farmi la radiografia.- disse di colpo, guardando dritta negli occhi Draco, che non si scompose neanche di un millimetro nonostante fosse stato beccato in fragrante a guardarla- Stavo pensando che noi due ci conosciamo da un sacco di tempo- mentì spudoratamente.

-Non ricordarmi quei noiosissimi balli a casa Malfoy a cui era costretta ad assistere per colpa dei tuoi, per favore.- rispose scontrosa. Aveva sempre odiato quel genere di feste. Fu il turno di Draco di ridere -Mi ricordo che ti nascondevi sempre, per tutta la serata, sotto il tavolo dei Buffet.-

-Ma sentilo come prende in giro. Ti ricordo che non ero l'unica a stare lì sotto.-

-Sarà successo si e no due volte.- rispose indifferente.

-Si, duecento volte.- precisò lei facendo ancora ridere entrambi dei vecchi ricordi fatti di colori, champagne ed eleganza. Quando erano piccoli quei due si divertivano, ammise a sé stesso il serpverde. Era l'uno l'ancora di salvataggio dell'altra.

-come mai arrivati ad Hogwarts abbiamo smesso di parlare?- domandò un po' nostalgico.

-Caro Dracuccio- iniziò Daphne imitando la voce acuta della Parkinson- hai iniziato a preferire un altro genere di compagnie che però non gradivano la mia presenza intorno a te. Inoltre eri abbastanza odiabile quando ti credevi Dio sceso in terra.-

-Touché-

-anche se devo dire che ultimamente le tue amicizie stanno migliorando.-

-stai parlando di Nott e Zabini?- lei annuì.

-Secondo te mi posso fidare di loro?-

-Perché lo chiedi a me?- L'altro si zittì un attimo prima di rispondere -Perché mi fido di te e dei tuoi giudizi. Sei sempre stata intelligente.-

-Lo prendo come un complimento. I ogni caso, fattelo dire, Blaise pensa per il novanta per cento delle volte solo a sé stesso -iniziò dura – ma sa anche aiutare i veri amici nel momento del bisogno.-

-E Nott?-

-e Theodore è più intelligente di quanto crederesti. A volte non sembra neanche un Serpeverde.-

-come fai conoscerli così bene?-

-Negli ultimi anni, mentre tu andavi in giro a crearti la tua cerchia di scimmioni di cui potevi eleggerti capo tranquillamente, io dovevo pur far qualcosa.-

-Ma Zabini è stato nella mia cerchia per anni.- fece notare.

-Ma sei mai riuscito a comandarlo a bacchetta?- lui ci pensò un attimo. -No.-

Lei ammiccò con la testa. -A Blaise piacciono le attenzioni e questo, credimi, è odiabile, probabilmente ti stava dietro per questo. Ma c'è anche da dire lui può essere davvero un amico, un fratello, con le persone giuste. Quindi Draco, ormai in questa scuola sono poche le persone che sono disposte ad esserti amico. Fidati di quelle.- si alzò, pronta per andarsene.

-Dove vai?- domandò preoccupato e stordito da quello che gli aveva appena detto. Voleva continuare a parlare con lei. Era una delle poche persone amiche che aveva in quel castello.

-A dormire. Ho parecchio sonno e in più c'è la Parkinson che mi sta guardando in cagnesco. Probabilmente appena metterò piede nella stanza si lamenterà che ho osato parlare con il suo ex.- sbuffò. Lui si girò alla ricerca del soggetto in questione. La ragazza era lì, dietro una colonna, con gli occhi fissi su di loro e i pugni stretti come non mai. Non aveva mai sopportato la Greengrass.

-Buonanotte.-

-Buonanotte Daphne.- la vide allontanarsi con passo elegante e ripensò a quello che le aveva detto. Dopotutto forse poteva fidarsi dei suoi compagni di stanza. Senza pensarci si portò tutta la pozione alla bocca.

 

-Theo ma sei sicuro?- domandò Blaise sbalordito dal racconto dell'amico.

-Che stavo per morire? Si ne sono sicuro.-

-No ma chissene di questo...-

-Ma grazie. - disse infastidito- vedo che ti importa tanto della mia vita.- l'altro lo zittì annoiato, tornando alle cose importanti -Se quello che hai detto è vero, c'è qualcuno di molto pericoloso ad Hogwarts.-

-Secondo te è Malfoy?- Blaise parve pensarci un attimo, prima di rispondere -potrebbe. Come hai detto tu ha tutti i motivi per cercare vendetta.-

-Però?- lo precedette l'altro.

-Però mi sembra stanco di queste continue lotte. Pensaci. Questa settimana quanti duelli ha dovuto affrontare? Cinque, sei? E nessuno di questi lo ha iniziato lui. Si limita a difendersi e a far capire che è forte così da non istigare ancora più gente ad affrontarlo a duello.-

-Quindi, secondo te, non è stato lui?- chiese, senza capire dove volesse andare a parare.

-Non ho neanche detto questo. Mi sembra solo poco probabile. Inoltre l'hai vista anche tu la sua ferita. Sembra più che altro che si sia trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato questa notte.-

-Quindi che facciamo? Teniamo gli occhi aperti e basta per ora?-

-si. Forse e meglio. Vediamo se notiamo qualcosa nei prossimi giorni.- L'altro annuì, iniziando a mettersi nel letto, sbadigliando. Theodore chiuse gli occhi pronto per immergersi nel mondo dei sogni quando Zabini lo disturbò.

-Theo!-

-Cosa c'è?-

-Mi hai raccontato tutto, ma non mi hai ancora detto con chi eri.- gli fece notare, tagliando due rotelle di cetriolo con la bacchetta magica. Il serpeverde aveva deliberatamente omesso di essere stato in compagnia della Weasley femmina. Gli aveva detto che era con una persona, ma non aveva osato specificare. Sapeva quanto l'amico la odiava.

-non approveresti.-

-è una mezzosangue?-

-No.- L'altro lo guardò ancora più incuriosito spalmandosi un pappetta color topo sul volto.

-Allora è una grifondoro?-

-Tanto non te lo dico.- L'altro sbuffò infilandosi nel letto e appoggiando sugli occhi chiusi i due pezzi di cetriolo, tagliati poco prima.

-Tanto lo scopro.- lo avvertì, prima di spegnere la luce.

-Lo so.-
 

"The same joy the same sadness each step of the way
that fought me and taught me that friends never say goodbye"
-Friends Never Say Goodbye-

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