Peace, love, empathy

di x_Sarah_x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi blu ***
Capitolo 2: *** L'appuntamento ***
Capitolo 3: *** Nevermind ***
Capitolo 4: *** Abbandonata ***
Capitolo 5: *** Fuga ***
Capitolo 6: *** Solo io e lui ***
Capitolo 7: *** Festa ***
Capitolo 8: *** Persa nei suoi occhi ***



Capitolo 1
*** Occhi blu ***


- Arwen!- grida mia madre facendomi tornare nell'orribile mondo in cui vivo. Mi rigiro nel letto e schiaccio il viso sul cuscino. Non ce la faccio a passare un'altra giornata a scuola circondata da gente superficiale che mi giudica. Sbuffo e fisso il soffitto blu della mia stanza. Mia mamma continua ad urlarmi di dover scendere perché altrimenti faccio tardi a scuola, ma io al solo pensiero di dover alzarmi da questo letto mi viene da piangere. Vorrei restare qui chiusa in stanza a leggere e ascoltare musica fino a spaccarmi i timpani. All'ennesimo tentativo di mia mamma di farmi alzare decido di provarci. Mi trascino faticosamente giù dal mio amato letto e al passo di uno zombie mi dirigo in bagno. Apro la porta che fa un cigolio acuto che mi da ogni volta più fastidio. Fisso il mio riflesso allo specchio. Occhiaie profonde per le troppe notti rimasta sveglia a pensare, labbra screpolate e pelle pallida. L'unica cosa che si salva sono gli occhi verdi che ho che risaltano con i miei capelli neri. Sospiro per la millesima volta in un minuto e mi preparo per uscire. - Ciao vado...- e saluto mia mamma. Faccio scivolare i miei piedi nelle Coverse nere consumate e rovinate e vado a scuola. Appena metto il naso fuori di casa una ventata di aria gelida mi arriva dritta in faccia "Perfetto comiciamo bene" penso irritandomi ad ogni soffiata di vento. Infilo le mani nella tasca della felpa per scaldarle. Qui ad Aberdeen il tempo fa sempre pena... nuvole, pioggia e vento. Ovviamente ora avrò il naso tutto rosso visto che sto diventando un ghiacciolo vivente. Sbuffo e affretto il passo per arrivare prima a scuola. Che c'è da dire sulla scuola? Be... quello che dicono tutti, è una prigione e non puoi MAI esprimerti. Per fortuna arrivo giusto un minuto prima dell'inizio della lezione. Entro in classe mi dirigo al banco dove mi metto sempre, ma sfortunatamente noto che è occupato anche da un'altra persona. - Cobain levati, non voglio condividere il banco con te- e aspetto che dica qualcosa. Alza lo sguardo dal suo disegno e mi squadra con i suoi occhi blu e limpidi. - Arwen sai che potresti anche evitare di urlarmi addosso alle 8:00 del  mattino- dice lui infastidito. Mi siedo di fianco a lui senza dire una parola e tiro fuori il mio diario dove disegno, scrivo, scarabocchio eccetera. Comincio a disegnare e sento gli occhi di Kurt addosso. - La pianti di fissarmi!?- sbotto innervosita. Il prof entra in classe cercando di attirare la nostra attenzione. Con la coda dell'occhio vedo che Cobain sta disegnando qualcosa e cavolo... disegna benissimo. Lo osservo per un po' finchè il prof richiama la mia attenzione. - Allora... ma mi odi?- domanda Kurt tirandosi una ciocca bionda di capelli dietro le orecchie, lo fisso agrottando la fronte e gli rispondo seccamente:- Odio tutti- - Ah anche io- non rispondo e continuo a disegnare. So di essere asociale, ma non mi perdo nulla. - Sono tutti falsi- dice quasi più a sé stesso che a me. Sono d'accordo su quello che ha appena detto, abbiamo un argomento in comune almeno. - Falsi e superficiali...- gli dico senza staccare gli occhi dal disegno perché so che Cobain con quegli occhi riesce ad oltrepassare qualsiasi barriera. - Per questo odio socializzare- confessa Kurt mentre continua a fissarmi. - Ma stai socializzando con me... molto coerente- lui scuote la testa e spiega:- Spesso non parlo con la gente, ma mi sembra che tu sia una ragazza abbastanza a posto e simile a me- rimango zitta e lui aggiunge:- Infatti vedo che non ami parlare- ecco ci è arrivato pure da solo quindi ora può starsene zitto. Vorrei solo ascoltare un po' di musica per sentire emozioni che non siano rabbia e tristezza. È l'unica cosa che riesce a risvegliare le altre emozioni.  Kurt per fortuna smette di parlare. Alzo lo sguardo e guardo il suo disegno, il suo polso si muove velocemente per tracciare le linee e io mi ipnotizzo guardandolo. - Ei! Una volta ti ho vista ad un ritrovo per i fan del punk!- dice Cobain distogliendomi dai miei pensieri.

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Capitolo 2
*** L'appuntamento ***


Lo fisso inarcando un sopracciglio e poi gli dico:- Boh probabile- e continuo a disegnare e Kurt di sottofondo canticchia. -Quindi ti piace il punk!?- esclama lui battendo le mani e io seccata da tutta questa conversazione sussurro tra me e me:- Non mi siederò mai più vicino a Cobain- - Oh! Rispondi, ti piace o no?!- annuisco con la testa mentre fisso fuori dalla finestra. C'è più vento di prima... sbuffo. Cobain mi sta elencando tutti i suoi gruppi punk preferiti. - Evans e Cobain ma la finite di parlare!- lo ignoro e faccio finta di nulla e noto con mia sorpresa che Cobain fa lo stesso. Vedo con la coda dell'occhio la rabbia del prof che subito dopo comincia a sbraitare e urla:- Fuori dalla classe- racatto la mia roba ed esco con Kurt che mi segue. - Ahaha ma quanto sei alta?- domanda e io alzo gli occhi al cielo - 157 cm- sono bassa lo so. - Ahah io 175- mi giro verso di lui e effettivamente sono proprio una nanetta. - Ma il nome "Arwen" tua mamma l ha preso dal "Signore degli anelli"?- annuisco e mi siedo su una panchina e Cobain mi imita. - Cobain ora potresti evitare di parlarmi. Grazie- sorride, è la prima volta che noto quanto sia dolce il suo sorriso. - Evans potresti evitare di guardarmi- dice lui imitando la mia voce.  Mi sdraio e chiudo gli occhi per fare un pisolino. Sento il respiro di Kurt e il mio.  Nient'altro. Qualcuno mi scuote la spalla. - Cobain voglio dormire- sussurro e lui risponde:- ma tra meno di un minuto comincia matematica- mi metto seduta mentre sbadiglio e mi arruffo i capelli che dovrei tagliare visto che mi arrivano al sedere. Sbuffo e poi gli dico:- Sì e questa volta non sederti  sul mio banco- . Cobain fa un sorrisetto e mi sussurra:- Chi arriva prima- e si alza di scatto correndo verso l aula e io lo imito un millisecondo dopo aver capito. Appena entro nell'aula i miei occhi si spostano subito sul mio solito banco infondo la classe e accanto alla finestra. Ma Cobain lo sta occupando. - Cobain questo banco è mio quindi siedeti da un altra parte. - lo fulmino con lo sguardo, ma lui mi ignora . Emetto un sospiro frustrato e mi siedo di fianco a lui.  Non spicco una parola per tutte le 2 ore e alla fine della lezione Kurt mi afferra il polso e mi sussurra:- alle 2 al parco- e me lo lascia. Crede veramente che andrò ad un appuntamento con lui? Scuoto la testa e me ne vado il prima possibile. La strada del ritorno sembra più lunga del solito e nella mia mente ci sono solo gli occhi di Kurt e il suo sorriso. - Sono a casa- avverto mia mamma e lascio le scarpe sullo zerbino fuori dalla porta. - Mangi?- domanda mia mamma mentre si sistema il grembiule. - Emh... no grazie non ho fame- e filo in camera mia che è al piano di sopra. Busso alla stanza di Jasper che è mio fratello e ha 2 anni in più di me. Abbasso la maniglia ed entro. Jasper è sdraiato sul letto con un libro fra le mani alza lo sguardo e i suoi occhi verdi incontrano i miei. - Ciao Arwen- fa lui. Mi siedo sul suo letto. - Ciao Jasper- si scosta i capelli lunghi castani dal viso e mi fissa. - Come stai zombie?- domanda - Come pensi che vada? Di merda e ogni giorno di più- - Oggi mi hanno detto che hai chiacchierato con quello là... Cobain- chi è il pettegolo.. ma l gente non sa farsi i cavoli suoi. - Sì lui parlava con me e ogni tanto dicevo qualcosa e oggi alle 2 mi ha detto di andare al parco...- lui spalanca occhi e bocca e subito dopo mi incita ad andarci. Torno nella mia stanza e mi butto sul letto.  Perché la mia vita è così noiosa e monotona? Non mi sono mai fidanzata, non ho mai avuto amici. Guardo l orologio e sono le 13:53. Non mi sistemo nemmeno ed esco di casa per andare al parco.  Mi siedo sull altalena mentre aspetto Cobain. Arriva un furgoncino e scende Cobain. - È tuo?- domando a Kurt indicando il furgone. - Be sì... ci vivo lì.- è vero... mi dimentico sempre che la famiglia di Kurt non lo vuole. Non immagino cosa si possa provare ad essere rifiutati dalla stessa famiglia, probabilmente Cobain ci sta malissimo. - No non ci sto male...- dice lui. Sbigottita gli domando:- Ma sei telepatico?-

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Capitolo 3
*** Nevermind ***


Cobain scoppia a ridere e ripete:- Telepatico?!- - Sì... stavo pensando proprio a quello e tu mi hai risposto- Kurt si siede sulla altalena di fianco alla mia. I capelli lunghi e biondi gli cadono sulle spalle. - Be ora spiegami perché mi hai fatta venire- gli dico con freddezza. - Boh mi stai simpatica- risponde alzando le spalle. Tengo lo sguardo sull erba sotto i nostri piedi e non ho alcuna intenzione di guardarlo negli occhi. - Perché non mi guardi mai negli occhi? Mi sembra che tu abbia paura di fissarmi negli occhi-  sobbalzo e mi difendo:- N-No è che non sono abituata a parlare- alzo le spalle. - Be... nemmeno io- siamo simili noi due, ma non per questo gli permetterò di entrare nella mia vita, se lo può scordare. - Avanti di qualcosa, non sono venuta qui per rimanere in silenzio- dico aspramente. - Hai mai pensato di andartene?- - Sì... mi piacerebbe andare in Europa o al caldo- - Qui ad Aberdeen è proprio una merda- - Già- concordo sospirando. - Perché non ti piace parlare?- chiede Cobain e rimango zitta, ma alla fine rispondo:- Più che altro odio avere rapporti con la gente, soprattutto con i ragazzi- aggrotta la fronte, non capisce, ma meglio così... scapperebbe se venisse a sapere quel segreto, non ne ho mai parlato con nessuno, nemmeno con mia mamma. Mio papà se ne è andato quando ero ancora piccola e non ho nessun tipo di rapporto con lui. - Perché soprattutto con i ragazzi?- alzo le spalle e non intendo rispondere e glielo faccio capire. - Fa un po' freddo... vieni- e mi fa cenno di seguirlo, lo seguo mentre mi irrigidisco ad ogni ventata di aria gelida. Fisso le scarpe mentre cammino. Entriamo nel suo furgoncino. È sporco, pieno di vestiti per terra, c'è un gira dischi e milioni di vinili e cd. Poi c'è una chitarra classica, una acustica e una elettrica. So che suona in una band con Krist Novoselic e un altro ragazzo. - Come si chiama la tua band?- domando contemplando i cd e i vinili. - Nirvana, tra poco diventeremo più famosi di Michael Jackson- scherza facendomi l occhiolino e mi sento avvampare. - Suona qualcosa- suona più come un ordine che una domanda. Cobain prende la chitarra elettrica e fa qualche accordo e poi suona. Aggiunge la voce e il significato ha un impatto immediato su di me. La sua voce è bassa e roca e ha un talento spiccato per la musica. Appena finisce batto le mani. - Sei stato... Wow- non mi esce nient altro dalla bocca. Lui sorride e si scompiglia i capelli. - Sei davvero portato... hai talento da vendere- e non sto mentendo, è la pura verità, con quella roba potrebbe diventare la star numero uno del mondo anche se ha solo 23 anni. Non mi accorgo che sta dicendo qualcosa . - Scusa non ti stavo ascoltando- - Abbiamo venduto Bleach però non abbiamo fatto abbastanza successo... e ora stiamo lavorando a Nevermind- - Fammi sentire qualche canzone- comincia a suonare e ne suona 6/7... sono stupende con queste diventerà famosissimo. - Con queste diventerai famosissimo. Te lo giuro!- sorride imbarazzato. - Lo pubblicheremo tra un po' di mesi- - Quanto più o meno?- domando impaziente. - Uscirà a settembre penso- ancora 6 mesi circa... e poi il suo gruppo decollerà nel mondo della musica e diventeranno famosissimi. Mi appoggio alla portiera e dico:- Almeno hai le idee in chiaro su quello che vuoi fare, io non ne ho idea- chiudo gli occhi.  Kurt appoggia una mano sul mio ginocchio e mi rassicura:- tranquilla troverai quello che fa per te- sorrido, non mi capita di sorriedere da non so quanto tempo e Cobain mi ha rifatto sorridere. Gli afferro la mano e la stringo come se avessi paura di cadere. La sua pelle è ruvida e screpolata, ma non mi da fastidio. - Ho sonno- sussurro e appoggio il viso sulle sue gambe, non so nemmeno io il perché lo sto facendo, ma per ora mi va bene così. Lui mi arruffa i capelli e sussurra:- Ti sveglio tra un paio d ore- annuisco anche se sono per metà già nel mondo dei sogni. Nel sogno vedo un paio di occhi blu.

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Capitolo 4
*** Abbandonata ***


Arrivo a casa e mi sfilo le scarpe lasciandole in disordine. Sento già che c'è un'atmosfera un po' negativa, non voglio indagare e mi limito a salutare mia mamma ed ad andare in camera mia. Mi butto sul letto tirando un sospiro di sollievo. Prima, quando Kurt mi ha svegliata, ci siamo detti che assieme ci troviamo benissimo e ora siamo migliori amici. Mi piace l idea di avere un amico, non ne ho mai avuto uno. So che ci conosciamo da poco, ma lui mi ha capita subito e viceversa. Sto sorridendo come una cretina e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento bene e felice. Per gli altri avere amici può essere semplice, un gioco da ragazzi, ma per me è difficilissimo. Sarà colpa del mio carattere introverso. Anche Kurt mi ha detto che non ha amici tranne Krist, e ora me. - È pronta la cena!- urla mia mamma per farsi sentire. Non ho fame ma mi metto lo stesso a tavola con Jasper. La mamma ci serve spaghetti e sugo. Poi si mette a a sedere e sospira mentre si stiracchia. Sembra piuttosto nervosa. Mangio qualche boccone quando lei attira la mia attenzione e quella di Jasper. - Allora. Ho avuto una promozione al lavoro, in poche parole devo trasferirmi a New York... potrebbe essere un'occasione anche per voi due. Però se non volete venire potete restare in questa casa, vi lascio scegliere- Jasper sicuramente starà qui assieme a me. - Io vengo- non ci posso credere. Jasper mi lascia qui così. Ora entrambi mi fissano aspettando una risposta. - Quando parti?- lei indica le valigie che prima non avevo notato. - Tra 4 giorni- quattro giorni e questa casa sarà vuota, quattro giorni e la mia famiglia mi abbandonerà. - Io non vengo- mi alzo velocemente perché non voglio piangere davanti a loro. Mi infilo le scarpe ed esco. Fuori è notte e si congela. Le stelle non si vedono per colpa delle nuvole, quindi ci sono solo i lampioni a fare luce. Mi dirigo al parco mentre sento sempre più lacrime che minacciano di scendere. Mi siedo sull altalena e appoggio la testa sulle mani coprendomi il viso mentre le lacrime attraversano il mio volto. Dondolo un po' con i piedi. Persino la mia famiglia mi abbandona, la mia vita fa schifo. Mi tormento le pelliccine delle unghie. Mi strattono i capelli neri e verso altre lacrime. I miei singhiozzi riempiono il silenzio infernale che regna sempre nelle strade di Aberdeen. Non sento il freddo. Ogni volta che asciugo una lacrima ne escono altre tre. Il vento mi soffia in faccia spettinando i miei capelli e rendendoli ancora meno presentabili di prima. Da sola non ce la farò mai. Sono già sola ora, poi figuriamoci senza famiglia. Sarà un incubo. Girare di notte nella casa vuota. Non ce la posso fare. Sento un clacson e sobbalzo, mi giro nella direzione del rumore. Mi alzo per raggiungere il veicolo e riempire di sberle quello che sta alla guida, finchè non vedo un paio di occhi azzurri. Mi rilasso e mi accascio sull erba umida e fredda e fisso i fili d erba. Le lacrime continuano a rigarmi le guance. Sì lo ammetto, ho paura di venir abbandonata da tutti, anche se sono poche le persone che mi stanno vicine. C'era solamente la mia famiglia e ora Kurt, ma probabilmente nel giro di poco tempo se ne andrà. Sento una porta sbattere, probabilmente quella del furgoncino di Kurt. Sento i suoi passi avvicinarsi, e poi chiede:- Eii, cucciola che succede?- si siede di fianco a me e poi nota gli occhi gonfi e rossi e le lacrime. Incrocio il suo sguardo. I suoi occhi azzurri e limipidi. Profondi, puoi perderti e annegare. Sono come un labirinto e solo chi lo conosce bene riesce a non perdersi. Mi accarezza affettuosamente la guancia e poi scende fino la vita. - Respira profondamente, così ti calmi- faccio come mi ha detto e dopo vari minuti mi calmo un po'. Mi metto a sedere e Kurt domanda:- Ora mi spieghi che diavolo è successo?- - Mia mamma e Jasper se ne vanno a New York, io sto qui, vengo abbandonata perfino dalla mia famiglia. Vengo lasciata da tutti- - So che ci conosciamo da poco, ma io ti ho capita subito e tu hai capito me. Ora che ho trovato una persona simile a me non ho intenzione di perderla. Ci sarò sempre okay? Sarò per sempre accanto a te. Non ti lascerò mai.-

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Capitolo 5
*** Fuga ***


L'ultima frase che ha pronunciato mi rimane in testa per svariati minuti mentre mi consola. Mi accoccolo tra le sue gambe e appoggio la testa sul suo petto. Sento il battito del mio cuore accellerare. Cobain giocherella con le ciocche dei miei capelli. - Se ne vanno fra 4 giorni- dico e lui risponde:- Be possiamo vivere assieme- e riesce a strapparmi un sorriso. Chiudo gli occhi e sospiro. Non mi sento così bene da tantissimo tempo. Mi sento a casa. È una sensazione che non ho mai provato e ora assaporo ogni istante. Sorrido e lui chiede :- Perché sorridi?- e io alzo la testa per guardarlo e scuoto la testa e poi dico:- Perché mi fai stare bene, scemo- e lui sorride. Mi accarezza la schiena provocandomi dei piccoli brividi sotto la pelle. Siamo seduti sull erba mentre tra pochi minuti verrà a piovere scommetto. - Kurt, va bene se andiamo sul tuo furgoncino?- domando e lui annuisce. Faccio per alzarmi ma lui mi blocca e mi prende in braccio. Corre verso il furgone mentre io mi agito e gli urlo di farmi scendere. Mi lascia quando siamo sul furgoncino. - Finalmente!- esclamo esasperata.  Cobain ride e io alzo gli occhi al cielo. Abbasso il sedile e mi sdraio. - Vuoi dormire?- domanda Kurt e io gli faccio cenno di no. Mette su un po di musica. Beatles. Canticchiamo la canzoni e poi allungo il piede e spengo la musica. - Canti tuu? Per favoree- lo supplico, lui accenna a un sorriso e si mette a suonare. La sua voce mi culla finchè mi addormento. Apro gli occhi in una fessura e mi rigiro sul sedile. Vedo Kurt che dorme ed è dolcissimo. I capelli spettinati gli ricadono sul viso coprendogli le labbra. Respira profondamente. Sospiro e mi siedo. Mi stiracchio e mi stroppiccio gli occhi. Guardo l ora e sono le 7:39. Dobbiamo andare a scuola... - Kurt- scuoto la sua spalla e lui spleccica la faccia sul sedile. Lo chiamo ancora e poi aggiungo:- Cobain dobbiamo andare a scuola- Kurt sbuffa e si siede. Mi squadra e poi domanda:- Come va?- come dovrebbe andare? E rispondo:- Di merda. Sta andando di merda- Kurt inarca un sopracciglio e si appoggia al volante. Gli dico di andare. Mette in moto il furgone e partiamo. Nel tragitto mi limito a spazzolarmi i capelli con le dita e bere dell acqua. Kurt è spettinatissimo e ha la faccia addormentata. Sembra assente come se per metà fosse ancora nel mondo dei sogni. Sto sorridendo come una cretina e lui lo nota. - Perché sorridi?- domanda mentre abbozza un sorriso. Arrossisco e balbetto:- N-Non stavo sorridendo- lui dice:- Guarda che ti ho vista- alzo gli occhi al cielo e ribatto:- Allora mi sa che sei schizofrenico- scoppia a ridere. Arriviamo a scuola e parcheggiamo. Tutti ci guardano sorpresi nel vederci scendere assieme. Io e Kurt parliamo un po'. - Così ti piacciono i Guns n'roses- fa lui sorridendo e io alzo le spalle e dico:- Eh già- suona la campanella e filiamo in classe. Mi siedo al mio solito banco e Cobain di fianco a me. Ora la classe è tutta girata verso di noi. - Che c'è!?- sbotta Kurt e tutti si rigirano. Alziamo gli occhi al cielo. Il prof entra e comincia a fare lezione. - Ei, ti stai annoiando?- chiede Cobain. - Secondo te?- rispondo sbuffando. - Mmh... direi di sì- - Possiamo chiedere di andare in bagno, non pensare male- alzo gli occhi al cielo e sorrido. Chiedo al prof di andare in bagno e mi fa andare. Vado nel corridoio ed è silenzioso, non c'è anima viva a parte me. Poco dopo la porta si apre e Kurt esce dalla classe. - Okay, scappiamo?- domanda. Aggrotto la fronte. Scappare? Ma... che? Cobain mi prende il polso e mi tira verso di lui e la sua vicinanza mi fa rabbrividire. - Non possiamo scappare-  dico evitando i suoi occhi. Lui sghignazza e in un gesto fulmineo mi prende in braccio e comincia a correre. In pochi secondi siamo nel furgoncino. - Sei un cretino- dico completamente in ansia. Lui domanda:- No. Sul serio non l hai mai fatto?- scuoto la testa. Partiamo e sfrecciamo velocemente per le strade vuote di Aberdeen. Fuori la luce è grigia e questo tempo ti mette addosso una depressione incredibile. Kurt è perso nei suoi pensieri. Non faccio altro che pensare a lui. Non ho idea di cosa mi stia accadendo.

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Capitolo 6
*** Solo io e lui ***


- Non hai mai avuto un ragazzo?- domada Kurt sbalordito mente strappa i ciuffi d erba. -  No... e tu?- lui risponde:- Sì una, si chiamava Tracy.- poi aggiunge:- Strano che tu non abbia mai avuto un ragazzo, sei bellissima- alzo le spalle e dico:- Per prima cosa: non sono bella. Seconda: ho sempre evitato tutti, in particolare i ragazzi- Kurt si gira a guardarmi e mi perdo nei suoi occhi blu. - E però ora sei in compagnia di un ragazzo- gli rispondo solamente:- Sei diverso- Lui si sdraia e fissa il cielo grigio. Ora probabilmente il prof sarà su tutte le furie. Cobain mi ha portata in un bosco con una radura e noi siamo qua da mezz'oretta. - Anche tu sei diversa per me- confessa Kurt. Mi sdraio accanto a lui. Gli racconto:- Sai Kurt, io non ho mai avuto amici. Mai. Tu sei il primo e non so mi sento per la prima volta in vita mia così bene. Serena. Non sento tutte le ansie affliggermi.- Kurt mi accarezza la guancia, la sua mano è calda. Ci perdiamo l uno negli occhi dell'altra. Mi sembra che questi pochi secondi siano anni. Dischiudo le labbra e vedo che Kurt le guarda costantemente. Però interrompe il silenzio chiedendomi:- Sai quando mi hai detto che odi stare con le persone e eviti soprattutto i maschi, io ti ho chiesto il motivo e non mi hai risposto. Puoi rispondermi?-  tutte le immagini e le sensazioni di quella volta mi tornano a tormentarmi. Vedo tutto sfocato e cominciano a uscirmi le lacrime dagli occhi. Kurt mi abbraccia affettuosamente e mi accoccolo sul suo petto e lui intanto fa movimenti circolari sul mio collo. - Scusa Arwen, non pensavo fosse così grave...- tiro su con il naso e asciugo le lacrime. Resto tra le braccia di Kurt per un altro po' e lui mi accarezza la testa e la schiena. Ascolto il battito del suo cuore.  - È tutto okay, scusami. Qualunque cosa sia ora ci sono io, per sempre. Va bene?- annuisco e lui mi arruffa i capelli e mi sussurra:- Brava, la mia piccola- e mi bacia dolcemente la testa. Il contatto delle sue labbra mi fa rabbrividire e aumentare il battito del cuore. Dio, ma perchè mi fa questo effetto? Gli circondo il collo con le braccia e appoggio il viso nell'incavo del suo collo. Restiamo così, in silenzio per una decina di minuti. In questi casi il silenzio è piacevole, riesce a dire tutto quello che vorresti. Poi Kurt mi sussurra:- Andiamo a mangiare qualcosa?- annuisco e controvoglia mi stacco da lui. Attraversiamo il bosco e ci dirigiamo al furgoncino. Mi siedo sul sedile e lui mi chiede:- Che ne dici di andare a Seattle?- ci penso su una decina di secondi e poi gli rispondo di sì. Partiamo e metto su un disco degli AC/DC. Amo questa musica. Mi fa pensare, ma quella di Kurt batte tutto e tutti, nel giro di pochi mesi sarà famoso. Adoro l'idea di poter ascoltare la sua voce in ogni momento. Vediamo un cartello che segna l arrivo a Seattle. Parcheggiamo e scendiamo. Kurt cammina a passo svelto e io gli sto dietro. Poi si volta e domanda:- Ehm... andiamo là, fanno degli hamburger buonissimi- annuisco ed entriamo nel ristorante. Ci sediamo. - Dopo dovrei passare in un negozio di musica- annuisco e arriva il cameriere. Ordiniamo. - Dimmi quali sono le tue passioni- dice Kurt. Passioni? Io? Rispondo:- Boh... dormire?- lui accenna a un sorriso e fa:- No... intendo attività- faccio le spallucce  dico:- Scrivere- - Scrivere cosa?- chiede Kurt guardandomi attentamente negli occhi e mi limito a dire:- Storie- sorride e il suo sorriso mi fa venire le farfalle allo stomaco. Arrivano i nostri hamburger. Mangiamo tranquillamente senza parlare molto. Subito dopo ci dirigiamo al negozio di musica. Appena entriamo vedo tantissime chitarre, violini, e altri strumenti. Libri di musica, cd e vinili. Questo è il mondo di Kurt. Lui va dritto ai cd e li guarda per qualche minuto. Vedo che ha in mano un cd dei Black Sabbath, Led Zeppelin, Guns n'Roses e Beatles. Paghiamo e torniamo al furgoncino. - Figo quel negozio- ammetto mentre mi spaparanzo sul sedile. Metto il cd nuovo dei Black Sabbath. Mi sdraio e Kurt fa lo stesso. Ci giriamo in modo da poterci guardare. Non c'è più nient altro. Solo io e lui. L'ultima cosa che vedo prima di addormentarmi sono i suoi occhi azzurri.

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Capitolo 7
*** Festa ***


- Arwen, ti chiamerò tutti i giorni? Okay? Ti voglio bene- mi dice la mamma per la ventesima volta, ho 23 anni, mica 13... la abbraccio e le ripeto che le voglio un mondo di bene. Arriva il turno di Jasper, mi avvicino a lui e mi tuffo tra le sue braccia. - Dai , Arwen, andrà tutto bene- mi rassicura lui e gli dico:- Lo so, ho quasi 24 anni, so cavarmela- lui sorride e mi scompiglia i capelli. Una voce elettronica annuncia che bisogna salire sull aereo. Ci scambiamo gli ultimi abbracci e le ultime parole sdolcinate e poi salgono sull aereo. Ho le lacrime agli occhi, mi volto per andarmene, sbatto contro qualcuno. Balbetto:- Emh, scusi- - Piccola, tranquilla, sono venuto a prenderti- la sua voce mi fa sobbalzare e incontro i suoi occhi blu. - Come facevi a sapere che ero qui?- domando e lui risponde:- Mi avevi detti che tra quattro giorni dovevano partire- abbozzo un sorriso e ci dirigiamo fuori dall aereoporto. Sono passati, appunto tre giorni, da quando ho marinato la scuola con Kurt e siamo andati a Seattle. In questi tre giorni sono stata tanto tempo con lui, abbiamo parlato della nostra infanzia. Lui mi ha raccontato che i suoi primi 7 anni di vita sono stati fantastici e poi quando aveva 8 anni più o meno i suoi hanno divorziato. Di me non c'era molto da dire. Mia mamma era sempre fuori di casa a lavorare per mantenere me e Jasper, ovviamente ho tralasciato quel segreto. Saliamo sul suo furgoncino. - Allora festaggiamo?- chiede lui, lo guardo agrottando la fronte e domando:- Festaggiare cosa?- e lui mi guarda e sorride :- L'inizio della nostra vita da coinquilini!- rimango sbigottita e mi metto a ridere. - Coinquilini? Ma sei serio?- chiedo ridendo. - Sì! Io avrò un nuovo habitat e tu non sarai sola in casa! È un'idea grandiosa!- scuoto la testa ridendo e annuisco. - Allora andiamo a comprare le cose!- gli dico e Kurt annuisce. Andiamo a comprare la roba, patatine, noccioline, birra, cioccolata, biscotti, salatini. Arriviamo a casa, ormai mia, e lui trasferisce tutti i suoi vestiti e cd eccetera nella stanza di fianco alla mia, nella camera di Jasper. Prepariamo i dischi che stasera ascolteremo : Black Sabbath, Melvins, Dinosaur jr, Led Zeppelin, Guns n' Roses, Beatles, Sex Pistols, Meat Puppets, Sonic Youth, Deep Purple, AC/DC. Diventa sera e noi abbiamo già preparato tutto.  Sono stra agitata e voglio divertirmi come non ho mai fatto. Mettiamo su la musica e ci sediamo sul divano circondati da birre e cibo. Cominciamo a mangiare. - Non ho mai fatto una festa- ammetto appoggiandomi con il viso sulla sua spalla.  - A parte le feste per i fan del Punk- mi ricorda lui e annuisco. Kurt mi porge una lattina di birra e la sorseggio e lui la ingoia tutta. - Quante volte ti sei innamorata nella tua vita?- bevo un sorso di birra e mi sento la testa girare, ne ho bevute tre. Biscico qualcosa di incomprensibile:- Io? Mah, boh, mai- lui inarca un sopracciglio e chiede:- Sul serio?- sono ubriaca più di lui anche se ho bevuto meno. Mangio delle patatine e annuisco. - Hai mai pensato di essere innamorata di me?- domanda fissandomi negli occhi. Mi perdo nei suoi occhi e alzo le spalle :- No... non so... forse- mi gira la testa e ho voglia di sdraiarmi, appoggio la testa sulle sue gambe e lo guardo. - Tu? Tu hai mai pensato di essere innamorato di me?- mi accarezza i capelli, poi il viso e con l indice segna il contorno delle mie labbra e risponde :- Non so... forse- alzo gli occhi al cielo e sorrido. Lui giocherella un po' coi miei capelli e poi chiede:- Sei innamorata di qualcuno?- la domanda mi frulla nella testa, ovvio che non amo nessuno. Faccio cenno di no col viso. Poi gli faccio la stessa domanda e lui dice:- Io sì- incuriosita chiedo :-  E di chi?- mi fissa intensamente negli occhi e sono costretta a distogliere lo sguardo. Posa lo sguardo sulla mie labbra e io sulle sue. Le farfalle nello stomaco, le mani mi stanno sudando. Mi manca il respiro. Torna a guardarmi negli occhi e poi di nuovo sulle labbra. L' aria si è surriscaldata. Non ho idea di quello che sto facendo. Sono troppo ubriaca per controllarmi.

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Capitolo 8
*** Persa nei suoi occhi ***


Affondo nei suoi occhi e lui appoggia un dito sulle mie labbra, il cuore potrebbe balzarmi fuori dal petto. Il mio respiro si fa più veloce ogni secondo che passa. Kurt mi stuzzica le labbra e io le socchiudo, ho lo sguardo fisso nei suoi occhi e non riesco a distogliere lo sguardo, sono come delle calamite. Mi attraggono più di qualunque altra cosa. Sono ancora  stesa con il viso sulle sue gambe, Kurt ha un leggero strato di barba bionda, le labbra sono leggermente arrossate. Si morde il labbro inferiore, Dio che bello che è. Kurt si avvicina e la testa mi martella. Dovrei scostarmi, dovrei respingerlo, dovrei levarmi. Ma non lo faccio. Kurt appoggia le sue labbra calde sulle mie mentre affondo le dita nei suoi capelli, dischiudo le labbra ed entra la sua lingua nella mia bocca. Mi prende e mi mette sulle sue ginocchia senza staccare la mia bocca dalla sua. La mia lingua e la sua si muovono all'unisuono. Ogni secondo che passa mi sento più dipendente dalle sue labbra, non riesco più a staccarmi. Kurt mi cinge la vita e io gli circondo il collo mentre lo bacio appassionatamente, lui fa scivolare la sua bocca sul mio collo e lascia una scia di lievi baci. Comincia a succhiarmi la pelle fino a lasciarmi il segno, gli strattono i capelli biondi e poi torna sulla mia bocca. Il telefono di casa comincia a squillare interrompendo bruscamente quel momento, mi stacco da lui e scendo velocemente dalle sue gambe. Cosa cazzo ho appena fatto? Ma come posso essere così cretina? Prendo la cornetta e rispondo. - Arwen! Sono la mamma, siamo appena arrivati, come stai?- la sua voce squillante mi fa sobbalzare. - Bene... te?- biscico cercando di non sembrare ubriaca e lei dice:- Io e Jasper alla grande, okay.  Ti chiamo domani! Ti voglio bene- - Anch'io- e attacca. Kurt mi sta osservando appoggiato al divano e io arrossisco. - Vado un attimo in bagno- annuisce e mi avvio nel bagno, chiudo la porta a chiave e mi ci appoggio con la schiena, che cazzo ho appena fatto? Ho distrutto la nostra amicizia... Dio. Mi siedo con la schiena contro la porta e fisso il vuoto. Dopo una decina di minuti qualcuno bussa alla porta. - Arwen?- - Kurt, arrivo- apro la porta pronta per parlare di quello che è appena successo. Quando esco incontro il suo sguardo profondo e mi sento svenire, non devi guardarlo negli occhi. Kurt si inumidisce le labbra e si sistema i capelli. Andiamo a sederci sul divano. - Kurt, scusa... davvero non volevo. Non so cosa mi sia preso- lui corruga la fronte e mi osserva. - Non dovevo baciarti, Dio... ho mandato tutto all aria- aggiungo, mi alzo per andare in camera mia, Kurt mi afferra il polso e mi spinge contro il muro. Siamo vicinissimi, il mio naso sfiora il suo. - Non hai sbagliato nulla, lo volevamo entrambi. Non hai mandato nulla all aria.- - Kurt, non voglio rovinare niente quindi mi faresti il favore di lasciarmi?- biscico. Lui non muove un muscolo e comincio a supplicarlo. Evito il suo sguardo. - Non rovineresti nulla anche se ti concedessi di baciarmi- siamo a distanza di almeno 3 centimetri e sento il suo respiro fondersi col mio. No... non devo cedere. - Kurt lasciami stare, siamo amici, okay? AMICI- lui sbuffa ma non mi molla. I capelli lunghi gli cadono dolcemente sulle spalle. È così affascinante. - Se vuoi un bacio scordatelo- biascico e lui dice:- Anche tu lo vuoi- appoggio le mani sul suo petto e cerco di respingerlo, con scarsi risultati. Kurt si avvicina e mi sfiora con le labbra umide il collo. Sto per cedere. Siamo ubriachi. Tutti e due. - Kurt siamo ubriachi- non riponde, mi scosto bruscamente e con mia sopresa mi fa passare. Attraverso il salotto e mi butto sul divano accendendo la tv. Prendo tre birre e me le scolo. Kurt si mette di fianco a me e beve anche lui. Alla fine, in totale ho bevuto 15 birre. Mi sveglio con la testa che è un dolore pazzesco e nessun ricordo di ieri sera. Sono sdraiata abbracciata a Kurt e lui dorme. Cazzo, ho bevuto tantissimo. Cerco di sforzarmi di ricordare, ma niente, ricordo solo immagini sfocate e senza senso. Kurt apre gli occhi e mi saluta. Dalla sua espressione capisco che anche a lui fa malissimo la testa e non ricorda nulla. Mi fissa un po' senza dire nulla e poi si sdraia di nuovo. - Ricordi qualcosa gli domando?- lui corruga la fronte e si concentra e alla fine risponde:- Non ricordo un cazzo- - Nemmeno io- ammetto

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