Rosa di ghiaccio di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Mano mozzata ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Il filo rosso del Boss ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Atto di fedeltà I° parte ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Atto di fedeltà II° parte ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Judaime no baka ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Il compleanno di Squalo ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Il re nero della torre ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Amore scolastico ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Insieme in giardino ***
Capitolo 10: *** Cap.10 I segni della passione ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Preparandosi al Natale ***
Capitolo 12: *** Decotto alla malva avvelenato ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Mano mozzata ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1
Mano mozzata
Il
vento faceva ondeggiare la finestra, con dei sinistri scricchiolii.
Xanxus
era accomodato su una sedia candida nel terrazzino, una serie di
documenti con scritti dei conti con calligrafia ordinata ricoprivano il
tavolinetto davanti a lui.
Dei
fruscii semi-coperti dal rumore del vento e dagli scricchiolii
risuonarono nelle sue orecchie. Ci fu un rumore un po' più
secco, ma sempre
poco distinguibile.
Squalo,
appiattito contro la parete della casa sorrise, guardandolo
assottigliare gli occhi. Osservò le sue iridi rosso sangue e
si mordicchiò il
labbro.
"Ehy, Buuuuddy!"
strillò a pieni polmoni. Chiuse gli occhi e il sorriso gli
prese metà del viso.
Xanxus
spezzò la penna tra le dita con un crack sonoro,
sospirò frustrato e
la poggiò di lato. Ne prese un'altra dal portapenne,
tornando a scorrere i
fogli con lo sguardo.
"Tu".
Squalo
fece il giro, raggiungendo la balaustra di metallo del terrazzo e
gli si mise davanti, illuminato dalla luce del sole. Le ciocche
argentee gli
brillavano e alzò la mano destra, dimenandola.
"Yo, Boss del ca**o. Ti sono
mancato? Ti sei ricordato la nostra promessa? Che diamine facevi?". Lo
tempestò di domande. La sua mano sinistra era avviluppata da
bendaggi candidi,
sporchi in alcuni punti da sangue rappreso e nerastro.
Alcune
macchie erano finite anche sulla camicia candida che indossava.
Xanxus
alzò il capo verso di lui, sgranò gli occhi rossi
notando il
moncherino e si alzò di scatto. Lo raggiunse, gli
sollevò il polso fasciato, la
punta delle sue dita bruciava e piccole scintille arancio gli
circondavano le
unghie.
"Quindi
è vero" sibilò.
Squalo
inarcò un sopracciglio.
"Vooooih!" urlò.
Xanxus
scosse il capo, gli lasciò di scatto la mano camminando su e
giù per
il terrazzo con le mani intrecciate dietro la schiena.
"Avevo
sentito dire che ti eri tagliato la mano per copiare le
tecniche di Tyl, che non ha più l'arto sinistro, ma era
così assurdo che avevo
scartato la teoria".
Squalo
raggiunse la sedia e vi si lasciò cadere con un mugolio.
"Voi!
Posso batterti lo stesso" ringhiò.
Xanxus
gli si mise di fronte, sbatté le mani sulla scrivania
facendo volare
in terra i fogli e si chinò in avanti verso Squalo.
"Crederò
alla tua bugia, se ti fa piacere, ma non combatteremo finché
non sarai in grado di combattere con una mano sola come combattevi con
due" decretò.
Squalo
si rialzò di scatto.
"Cazz*!
Perché trovi ogni scusa possibile?!" sbraitò.
Volse lo
sguardo. "Quasi quasi non ti lascio quello che ti ho portato".
Addolcì
il tono.
Xanxus
scrollò le spalle, si girò ad osservare un foglio
che cadeva
lentamente oltre la ringhiera del terrazzo e sospirò.
"Se
devo sopportare i tuoi segreti, tu sopporterai i miei rinvii"
disse.
Si
voltò, fece il giro del tavolo e socchiuse gli occhi rossi
chinandosi
per guardarlo.
"È
troppo che non mi fai un regalo, quindi dammelo".
Squalo
sbuffò e, con la mano sana, estrasse una coda di procione.
Xanxus
accennò un sorriso, tirò la sedia verso di
sé e si mise seduto.
Chinò il capo, tolse i capelli.
"Agganciala.
C'è quel tuo stupido nastrino".
Squalo
gli slacciò il codino e utilizzò il nastro nero
per fermargli la
coda di procione tra i capelli.
"Era
del precedente Capitano dei Varia.
La
prova della sua sconfitta" sussurrò roco.
Xanxus
si mise la coda di procione sulla spalla, rialzò il capo e
si mise
in piedi.
"Puoi
darmela lo stesso? Dovresti donarla al Boss dei Vongola".
"Tu
sei il Boss del cazz*" borbottò Squalo. Si mise a correre e
saltò dalla balaustra.
"Tornerò
presto!" si udì il suo grido sopra il vento.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Il filo rosso del Boss ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2
Il filo rosso del Boss
Squalo
adagiò un piatto di ceramica decorata, su cui era adagiata
pizza
fumante, davanti a Xanxus. Un leggero fumo si alzava da essa e alle
loro spalle
il fuoco del forno a legna scoppiettava. I ciocchi di legno al suo
interno si
annerivano e, tra la cenere, si vedevano dei bagliori rossastri.
"Boss,
hai sentito quelle idiozie che ha detto il Vecchio sul filo
rosso del destino?" chiese Squalo. I lunghi capelli argentei gli
ondeggiavano lungo le spalle e la sua pelle lattea era rosata
all'altezza delle
gote.
Xanxus
strappò una fetta di pizza, accavallò le gambe e
sollevò lo sguardo
inarcando un sopracciglio.
"Mnh?".
"Almeno
stavolta hai notato le tue promesse spose?" domandò,
pulendosi le mani su un fazzolettino.
L'odore
pungente della pizza invadeva la stanza.
Xanxus
prese un morso dalla fetta di pizza, borbottando qualcosa a bocca
piena, ingoiò e si poggiò pesantemente contro lo
schienale della poltrona.
"Aria
e l'azzurra" disse, laconico.
Scrollò
le spalle, ingoiò il resto della fetta di pizza.
"Nessuna
delle due aveva un filo rosso".
"Vooooooi! Io col filo rosso
ti ci lego, BakaBoss. Ed Elena
è
bionda!" sbraitò Squalo.
Si
passò la mano artificiale sul grembiule azzurro che
indossava, decorato
da raffigurazioni di ampi fiori blu scuro dai petali carnosi, con gesti
secchi.
Xanxus
strappò un'altra fetta della pizza, filamenti di mozzarella
colavano
verso il basso e l'odore di basilico gli pizzicava le narici.
"Non
m'interessano, nessuna delle due" disse.
Si
umettò le labbra sporche di sugo, lo guardò
socchiudendo le iridi
cremisi.
"Se
vuoi un filo rosso per legare qualcosa, usalo per quei cazzo di
capelli".
Squalo
ghignò e le sue iridi color perla brillarono.
"Allora
regalamelo, dannato" lo sfidò.
Xanxus
sospirò, guardò il resto della pizza, mise in
bocca tutta la fetta
che aveva in mano e la ingoiò d'un fiato. Si
alzò, afferrò il grembiule di
Squalo e si pulì le dita unte. Lo superò,
raggiunse un mobile ai lati della
stanza e cominciò ad aprirne i cassetti.
Sogghignò vedendo una serie di
nastrini spessi un dito da donna, rovesciò la scatola
facendone cadere in terra
alcuni verdi, azzurri e blu. Ne prese uno rosso, raggiunse Squalo e gli
sollevò
il polso sano. Gli legò il nastrino, sogghignò e
lo guardò.
"Ecco
qua. Ora anche tu hai una di quelle cazzate che piacciono tanto
a Lussuria".
Squalo
sorrise, arrossendo.
"Voi.
Tuo, Boss del cazz*" bisbigliò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Atto di fedeltà I° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.3
Atto di fedeltà I° parte
Squalo
afferrò per la camicia l'uomo davanti a lui,
sollevò e lo sbatté
contro la parete.
"Ripeti
quello che hai detto, se hai il coraggio" ringhiò.
Un
rivolo di sudore solcò il viso dell'altro mafioso, che
assottigliò gli
occhi.
"Lo
sanno e lo dicono tutti. Dovresti ringraziarmi per avervelo detto
in faccia.
Tutti
pensano che tu voglia solo rubare il ruolo di Xanxus"
sibilò.
Ghignò, mostrando i denti marci e uno d'oro.
Squalo
gli aprì una profonda ferita sulla guancia, facendolo
gridare di
dolore.
"Per
'ringraziarti', ti lascio una scelta per rimanere vivo. Ora vai
in città a dire a tutti che la mia fedeltà va al
mio boss, la perla nera dei
Vongola. Fai un buon lavoro ed io non verrò a cercarti nella
notte per
ricordarti cosa sono in grado di fare i Varia" sibilò gelido.
Lasciò
andare l'altro che cadde in ginocchio per terra e lo raggiunse con
un calcio al viso, lasciandogli il segno del tacco del proprio stivale
sulla
fronte.
L'uomo
gattonò gemendo e si diede la spinta, rialzandosi in piedi
tremante.
"Fatevelo
dire anche da Reborn. Nessuno crede che il 'falso' figlio
del Boss, il trovatello, abbia la tua fedeltà"
biascicò.
Squalo
dimenò la spada sporca di sangue davanti a sé,
dando vita a un
sibilo e l'uomo corse via, dirigendosi verso l'uscita di Villa Vongola.
Squalo
gli diede le spalle, facendo ondeggiare i lunghi capelli argentei e
impallidì vedendo Xanxus entrare nella sala del trono.
Xanxus
lanciò uno sguardo all'uomo che correva via,
guardò verso Squalo e
grugnì seccato. Raggiunse il trono salendo quattro gradini,
si sedette e poggiò
il gomito sul bracciolo imbottito, premendo il pugno chiuso contro la
guancia.
"Feccia
... stavi insozzando la mia sala del trono?".
Squalo
si appoggiò la mano sul fianco e ringhiò.
"Buttavo
la spazzatura, boss del cazzo" ringhiò.
Xanxus
assottigliò gli occhi cremisi guardandolo fisso.
"Cosa
voleva da te?" chiese, duro.
Squalo
girò la testa e si massaggiò la spalla,
dirigendosi verso la
finestra.
"La
feccia non fa che far girare voci insensate" rispose atono.
Xanxus
si alzò e lo raggiunse, gli afferrò il bavero
della divisa nera e lo
sollevò di scatto da terra.
"Guardami,
quando rispondi alle mie domande" sibilò.
Squalo
socchiuse gli occhi e lo guardò in viso,
s'irrigidì, trattenendo il
respiro.
"Girano
voci, boss" rispose con tono meccanico.
Xanxus
lo lasciò di scatto, grugnì stizzito e gli diede
le spalle,
raggiungendo gli scalini del trono.
"Che
tipo di voci?".
"Si
vocifera insistentemente sulle mie mire riguardo il trono dei
Vongola.
Quei
maledetti non capiscono che voglio vederci seduto te!"
sbraitò
Squalo. Sgranò gli occhi e le sue iridi color perla
brillarono di riflessi
indaco.
Xanxus
si sedette in terra, allungò il braccio verso di lui,
facendogli
cenno di raggiungerlo.
"Vuoi
smentire queste voci, feccia?" chiese.
Squalo
lo raggiunse e gli si mise dinnanzi in ginocchio, sporgendosi verso
di lui.
"Per
voi, baka di un boss" rispose e la voce gli tremò
leggermente.
Xanxus
si lasciò scivolare sul pavimento, seduto di fianco a lui.
"Se
è una prova che vuoi dare a quella feccia, dovrà
essere qualcosa
che perfino loro possano capire".
Squalo
appoggiò la protesi sul pavimento, facendo ticchettare la
lama della
spada su di esso.
"Ossia?"
domandò con voce bassa.
Xanxus
poggiò le proprie pistole accanto alla protesi di Squalo,
guardò
intensamente le due armi e strinse le labbra.
"Non
ho alcuna intenzione di umiliare la mia superbia di fronte alla
feccia, o in nessun caso".
Squalo
si sedette per terra, guardandolo in viso.
Xanxus
lo guardò negli occhi, sogghignò.
"Saresti
disposto a prendere la mia corona, solo per poi rimetterla
sul mio capo? Saresti disposto a mostrare a tutti chi è il
tuo Re?" lo
sfidò.
Le
labbra di Squalo divennero esangui.
"Volete
da me questo atto di fedeltà?" chiese Superbi.
Xanxus
incaricò un sopracciglio guardandolo dal basso verso l'alto,
gli si
mise seduto di fronte rimanendo in terra.
"Che
ha che non va, feccia?" domandò.
Squalo
si sdraiò sul pavimento e gli appoggiò la testa
sulle gambe.
"Quando
hai intenzione di farlo?" domandò.
Xanxus
prese a passargli la mano tra i capelli, guardandolo dall'alto con
un mezzo sorriso. Scrollò le spalle, si chinò ad
un palmo dalle sue labbra.
"Se
te la sentirai, non avrò problemi a farlo in qualsiasi
momento" sussurrò.
Squalo
chiuse gli occhi.
"Vooooooiii!
Domani andrà bene" urlò.
Xanxus
roteò gli occhi, gli posò un bacio sulle labbra e
rizzò la schiena,
tenendogli la mano tra i capelli.
"Domani
gli proveremo che hanno torto" sancì.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Atto di fedeltà II° parte ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.4
Atto di fedeltà II° parte
Squalo
strinse la casacca di Xanxus che lo avvolgeva e rabbrividì.
Teneva
il mento alzato verso l'alto e fissava fuori dalla finestra. Udiva il
brusio di
voci intorno a lui.
"Voooooi!"
le sovrastò a pieni polmoni.
<
Non devo abbassare lo sguardo. Non devo, per Boss >
pensò.
Xanxus
lo guardò dai piedi del trono, le cicatrici risaltavano sul
suo
petto nudo.
<
Tieni il capo alzato, mia Regina. Solo un altro po' >
incoraggiò
mentalmente.
"Lo
sapevo che voleva solo il suo trono". "Xanxus non è
niente senza il nono". "Superbi lo ucciderà appena
arriverà il
tramonto". "Perché ci hanno chiesto di attendere fino al
tramonto?". Le voci degli ospiti si facevano sempre più alte
e concitate.
Lussuria,
nascosto dietro una tenda, deglutì rumorosamente, fissando
gli
altri due Varia da dietro gli occhiali da sole.
"Non
penso per niente sia stata una buona idea" bisbigliò con
voce stridula.
Squalo
si raddrizzò la pesante corona sul capo.
"Voi!
Come vedete questa mattina all'alba, il Boss mi ha reso suo
reggente!" tuonò.
"Hai
avuto quello che volevi" borbottò Cavallone con voce bassa.
"Xanxus
lo facevo più forte e meno ingenuo" si lamentò
Reborn.
La
luce aranciata del tramonto iniziò a filtrare dalla
finestra. Squalo
dimenò davanti a sé il pesante scettro d'oro che
teneva il moncherino coperto
dal guanto.
"Non
vedeva l'ora di spogliarsi del suo potere!". "Era ora
si accorgesse di essere solo un contabile". "Diventerà un
braccio
destro?". "Guardate il suo corpo. Allora erano vere le voci sul suo
tradimento? Perché il nono non ha detto niente?
Perché non ci ha mostrato i
segni del suo peccato prima?". Le voci degli spettatori divennero un
boato.
Squalo
avvertì delle fitte al petto, nascose il suo tremito sempre
più
forte e digrignò i denti fino a farli stridere.
Levi,
alla porta, scosse il capo.
<
Non reggerà > pensò.
Xanxus
sentiva le fiamme dell'Ira pungere la punta delle dita, prese
qualche respiro rimanendo immobile dov'era, il brusio di voci gli
arrivava distante
e ovattato.
<
Dobbiamo farcela. Una volta e mai più, per non sentirlo
più triste
come quando teme di non appartenermi, per fargli capire che mi fido.
Non per la
feccia, ma per noi > si disse.
Squalo
regolò il respiro e strinse gli occhi. Li riaprì,
la luce del sole
al tramonto oltre la finestra lo investì.
"Nessun
boss dei Vongola ha mai avuto fiducia nel suo Capitano dei
Varia.
Nessun
boss dei Vongola ha mai messo in discussione il suo ruolo.
Nessun
boss dei Vongola ha mai ascoltato il suo popolo o ha cercato di
dimostrargli il suo valore con atti di forza che andassero oltre il
bagno di
sangue" enumerò gelido.
Alzò
lo scettro sopra di sé.
"Voi,
ascoltate tutti!
Vongola
decimo è superiore a ogni altro boss. La sua forza segna
l'inizio
di una nuova era!" gridò.
Si
tolse la corona, mentre dei fiocchi di neve cadevano fuori, tingendosi
di vermiglio.
"Io,
Superbi Squalo, Capitano dei Varia di Vongola X°, restituisco
il
potere al mio boss, a cui va la mia fedeltà: Vongola Xanxus"
recitò. Posò
lo scettro sulle gambe, si tolse la corona e si piegò,
poggiandola sul capo
moro del suo boss.
"Inconcepibile"
esalò Dino.
Reborn
trattenne le risate ed iniziò ad applaudire.
<
Xanxus, ragazzo mio, trovatello o no, tu sì che sai come
portare il
caos > pensò.
Xanxus
sollevò il capo con un ghigno, annuì verso Squalo
e salì i gradini
fino alla piattaforma dove stava il trono.
"Avete
avuto il vostro spettacolo, feccia" disse.
Guardò
la folla che li circondava, mentre la neve rossa macchiava i vetri
delle finestre.
"Ora
tornate alle vostre Famiglie, e ditelo pure a chi non è
stato
qui".
Afferrò
Squalo per un fianco e lo strattonò a sé.
"E
fatelo presto, prima che il mio Capitano, il mio consorte
legittimo, decida di tingere di rosso la sala, oltre che la neve".
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Capitolo 5 *** Cap.5 Judaime no baka ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
AU.
Cap.5 Judaime
no baka
Squalo
inarcò un sopracciglio argenteo e guardò la
giovane davanti a lui.
"Voi!
Il proprietario ha proprio detto questo?" chiese.
La
giovane annuì, chiudendo gli occhi dal taglio orientale.
"Ha
detto che questo cliente lo devi servire di persona.
È
il boss dei Vongola" rispose la giovane.
Squalo
si morse il labbro e annuì, togliendosi il cappello da cuoco.
"Intrattienilo,
arrivo" ordinò.
Ringhiò,
mentre la giovane usciva e prese in vassoio d'argento. Vi
sistemò
il piatto con gli antipasti di cozze, gamberi e crostini col formaggio
fuso.
<
Cazzar*la. Proprio l'uomo che ha ucciso il boss per cui sarei dovuto
diventare Capitano dei Varia.
Che
merda vuole da me? > si chiese.
Mise
un fazzoletto di pizzo sul braccio e prese il vassoio con una mano,
uscì dalla cucina e attraversò la sala del
ristorante.
Xanxus
era illuminato dalla luce delle candele e dei grandi lampadari di
cristallo.
Le
gote pallide di Squalo si tinsero di rosa tenue, quando il giovane si
accorse che Xanxus lo fissava con due intense iridi rosso sangue.
Superbi
lo raggiunse e gli mise il fazzoletto sulle gambe. Gli mise il
piatto con gli antipasti davanti.
"Ha
già ordinato?" chiese gelido con leggero accento francese.
Xanxus
accennò un lieve sorriso, senza staccargli gli occhi di
dosso.
"Aspettavo
i consigli del cuoco" disse in francese, senza
inflessioni.
"Oggi
consiglierei la zuppa di pesce, ma mi dica i suoi gusti"
rispose Squalo.
Xanxus
scrollò le spalle, guardandolo fisso. Lo scrutò
dall'alto in basso e
si rilassò contro la sedia.
"Mangerò
ciò che mi porterai, chef. Ma solo se lo cucinerai e me lo
servirai con le tue mani. Saprò se non sarà
così. Lo so sempre".
Squalo
strinse le labbra fino a farle sbiancare.
"Vedrete"
disse, annuendo. Si voltò e si diresse verso la cucina.
< Mi ha preso per la sua mogliettina che vuole fatto tutto dalle
mie mani?
> si chiese.
Rientrò
in cucina, si lavò le mani e si rimise i guanti.
Raggiunse
un tavolo e prese piatti, posate, coltelli e il tagliere.
Tagliò
le triglie ed eliminò le lische una a una, tolse le teste,
ma lasciò la coda.
Si fece portare salsa e peperoncino, l'aglio nella padella lo fece solo
soffriggere.
Un
altro cuoco uscì dalla cucina, facendo ondeggiare i lunghi
capelli neri
e raggiunse il tavolo di Xanxus. Appoggiò un quadro che
ritraeva una donna,
dipinto solo col vino, in una serie di tonalità di rosso e
viola.
"Sarà
pronto a breve. Desiderate qualcosa nel frattempo?"
domandò.
Xanxus
lo guardò dall'alto in basso con una smorfia disgustata,
negò e
tornò a fissare verso la cucina.
L'altro
gli fece un inchino.
"Se
cambiaste idea o voleste del vino" fatemi chiamare. Si rizzò
e tornò verso la cucina, lasciò lì il
quadro.
L'odore
del vino riempiva l'aria con una fragranza intensa.
Xanxus
guardò il quadro, strinse le labbra aspirando l'odore del
vino e
abbassò il capo, con gli occhi rossi liquidi.
<
Volevo conoscere il Capitano dei Varia di quell'uomo, ma adesso non
riesco a distogliere gli occhi da lui > pensò.
Tornò
a guardare la cucina sporgendo le labbra in un broncio.
<
Il proprietario mi ha detto che sono tutti in vendita come cuochi
privati,
ma non voglio comprarlo >.
Squalo
uscì dalla cucina con un carrello metallico, su cui
risaltava un
pentolone d'argento con un coperchio riccamente cesellato. Raggiunse
Xanxus e
aprì la pentola, da essa si alzò un fil di fumo.
Il nuovo profumo si amalgamò
al precedente.
Xanxus
guardò il cibo intoccato, scrollò le spalle.
"Non
ero certo lo avessi fatto tu, quindi non l'ho mangiato"
disse, gelido.
Squalo
regolò il respiro.
"Volete
farlo adesso o passate al successivo?" chiese e la sua
voce si fece più roca.
Xanxus
indicò con un gesto secco del capo il carrello con il primo,
tenendo
lo sguardo su Squalo.
"Mangio
quello".
Squalo
utilizzò il mestolo per versarne una porzione nel piatto
fondo e
mise il vassoio con gli antipasti di fianco alla pentola sul carrello.
"Voi.
Avrei dovuto pensare che delle 'ostriche' e delle 'cozze'
fossero inadeguate per un Vongola" lo punzecchiò ironico.
Richiuse la
pentola.
Xanxus
prese un cucchiaio e bevve un sorso di zuppa di pesce, chiuse gli
occhi assaporandone il sapore pungente ed espirò
soddisfatto. Abbassò il
cucchiaio poggiandolo di fianco al piatto.
"In
realtà, il pescato mi piace molto, ma preferisco le ricette
tipicamente italiane. Sono qui solo per te, anche con tutta la tua
insolenza".
Il
viso di Squalo divenne di un rosso acceso.
"Era
italiana. Supponevo fossi quel tipo di 'persona'" rispose
Squalo con voce bassa.
Xanxus
sollevò gli occhi dalla zuppa squadrandolo dal basso,
sospirò
melanconico e prese un'altra cucchiaiata, poggiando nuovamente il
cucchiaio al
suo posto.
"È
ottima. Avrei gradito farti cucinare per me a Villa Vongola, tra le
altre mansioni".
Squalo
indietreggiò di un passo, i corti capelli argentei gli
ondeggiarono
intorno al viso.
"Quali
mansioni?" chiese, dissimulando la voce tremante.
Xanxus
si tamponò la bocca con il fazzoletto.
"Capitano
dei Varia" disse.
Prese
il cucchiaio e bevve ancora dalla zuppa, tenendo lo sguardo sul
quadro di fronte a sé.
"Non
temere. Non sei un oggetto che posso comprare o una persona che
voglio uccidere. Mi avrebbe fatto piacere averti come mio Capitano, ma
mi
accontento di questa serata".
Squalo
strofinò la punta della scarpa sul pavimento.
"Voooooiiiiii! Accetto la
mansione, Judaime no baka, ma solo
per insegnarti un po' di sana cucina!" sbraitò a pieni
polmoni.
Xanxus
sollevò il capo, accennò un sorriso e si
alzò dal tavolo.
"Allora,
per cominciare, portami una pizza".
Sogghignò
socchiudendo le iridi cremisi.
"Mio
Capitano".
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Capitolo 6 *** Cap.6 Il compleanno di Squalo ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.6
Il compleanno di Squalo
Gokudera
si portò la sigaretta alle
labbra, espirando il fumo dalle narici. Scostò la tenda e
guardò Squalo seduto
in giardino sotto il gazebo.
"Mi
stai dicendo che il Boss dei
Varia è così preso dalla contabilità
della famiglia da essersi scordato il compleanno
di Squalo? Sicuro che solitamente gl'interessi?" chiese, voltandosi
verso
Takeshi.
Takeshi
sorrise, con la mazza da
baseball poggiata su una spalla.
"Ti
sto dicendo che Xanxus si era
messo a fare i calcoli per quanto poteva spendere per la festa di
compleanno di
Squalo senza far arrabbiare sensei,
ha trovato dei buchi nella contabilità e ne è
stato risucchiato talmente tanto
da dimenticarsi quando c'era il compleanno" disse.
Guardò
il giovane di fianco a sé,
sorrise ampiamente chiudendo gli occhi.
"Quindi
è ovvio che se lo ricordi e
che gli interessi! È finito nei guai con la matematica
proprio perché pensava a
quello!".
Mugugnò
sporgendosi a guardare Squalo,
strinse le labbra.
"Quando
Xanxus fa così, strapparlo
dallo studio è più difficile che vincere una
partita quando hai solo un
battitore, ma non è giusto che appaia come non gli importi
del suo
Capitano".
Gokudera
diede le spalle alla finestra e
vi si appoggiò, arrivando a metà della sigaretta.
Si strinse la cravatta e
assottigliò gli occhi.
"E
hai delle idee per 'aiutarli'
Maniaco del baseball?" chiese.
Takeshi
gli si poggiò di fianco, mise la
mazza in terra ticchettandola ritmicamente.
"Anche
se riuscissimo a far uscire
Xanxus da lì, cosa che vedo difficile, non avrebbe comunque
tempo per organizzare
tutto quello che voleva, e si sentirebbe davvero un pessimo Boss!".
Sorrise
mettendosi davanti ad Hayato, si
piegò con le ginocchia per guardarlo negli occhi.
"Quindi
ci vuole una quest secondaria del
GDR! Dobbiamo
organizzare un compleanno a sensei
degno
di questo nome, e far uscire Xanxus dallo studio prima dello scadere
del
tempo!".
Gokudera
lasciò cadere la sigaretta per
terra e ghignò.
"Ci
sto. Voglio proprio vedere la
faccia di Xanxus" disse roco.
***
Gokudera
si sbottonò l'ultimo bottone
della camicia e scese dalla scala, guardando le campanelle d'oro appese
sopra
la finestra.
Si
girò e guardò le posate d'argento sul
grande tavolo, la tovaglia candida decorata da un merletto e le
composizioni
floreali.
"Anche
qui è tutto pronto. Come va
con il camino? Si è acceso?" chiese.
Takeshi
si tirò seduto, passò la mano
sulla fronte sudata sporcandosi di cenere e sorrise, facendo una v con
indice e
medio.
"Sono
ridotto peggio di
Cenerentola, ma il fuoco è acceso e scoppiettante!"
esclamò.
Si
alzò in piedi, si guardò intorno e
fischiò dilatando gli occhi castani.
"Questo
è davvero un ottimo
lavoro!".
"Vatti
a lavare. Devi occuparti di
Squalo, adesso.
Io
controllo arrivi il cibo che abbiamo
ordinato e se il Decimo ha ordini per noi. Siamo stati occupati tutto
il
giorno" ordinò Gokudera.
Takeshi
batté i talloni e portò la mano
alla fronte.
"Agli
ordini!" esclamò.
Lo
raggiunse, gli scompigliò i capelli
argentei a pugno chiuso e ridacchiò, allontanandosi.
"Ma
sono convinto che Tsuna
approverà la nostra lotta per il 'vero amore'!".
Gokudera
gli premette indice medio sulla
fronte, allontanandolo.
"Fila,
spilungone" scherzò.
***
Squalo
accarezzò il gambo di una rosa
bianca, si sporse e ne inspirò il profumo. Su
voltò, udendo dei passi.
"Voooi! Chi c'è?!"
sbraitò.
Takeshi
fece capolino, con un ampio
sorriso. Alzò la mano avvicinandosi al maggiore.
"Yo, sensei!"
salutò.
Squalo
puntò la spada verso di lui.
"Che
diamine vuoiiii?!" gli
urlò contro.
Takeshi
ridacchiò alzando le mani in
aria, camminò lateralmente fino ad essergli davanti.
"Su,
su! Mi chiedevo solo se ti
andava di far pratica!".
Sorrise
ampiamente chiudendo gli occhi,
piegò il capo di lato.
"Devo
finire di sporcare questi
vestiti, o papà si lamenterà che li metto a
lavare senza motivo!".
Squalo
ghignò, mostrando i denti aguzzi.
"Allora
preparati, moccioso!"
gridò, correndo verso di lui con la spada alzata.
Cercò
di colpirlo dall'alto facendo
calare la lama.
Takeshi
sfoderò la spada, si acquattò
scartando di lato e la spada di Squalo sibilò alla sua
sinistra, il ragazzo
picchiò con il piatto della spada contro la gamba del Varia
e si mosse
all'indietro.
<
Devo spingerlo verso una zona
fangosa, se non si sporca sarà ancora più
difficile convincerlo a fare il bagno
> si disse.
Squalo
lo raggiunse con una spallata,
facendolo indietreggiare.
"Non
ti distrarre, come tuo
solito!" lo rimproverò.
Takeshi
strinse i denti, girò attorno al
più grande tenendo la spada in posizione di guardia.
"Non
puoi usare il corpo a corpo
durante uno scontro di spada, sensei!"
protestò.
"Voooi! Tu non devi usare il piatto della
spada. Ferisci se
devi!" lo riprese il più grande.
Takeshi
rise, annuì e scartò verso
destra, si spostò di scatto in avanti e cercò di
colpire il fianco di Squalo.
"Non
cambi mai!" esclamò.
Si
umettò le labbra, stringendo l'elsa.
<
Non posso usare lo Shiguren per
cose che non sono serie, ma se utilizzo tecniche con la pioggia lo
bagno e
costringo a lavarsi > stabilì.
<
Il ragazzino sembra troppo
depresso. Che abbia litigato con Sawada? > si chiese Squalo. Lo
spintonò
nuovamente e lo fece cadere nell'aiuola, sporcandolo di terra. Un po'
di fango
schizzò anche il viso di Superbi.
"Hai
intenzione di mettere radici,
bocciolo?" lo punzecchiò.
Takeshi
avvampò, le fiamme della pioggia
avvolsero la lama della sua spada e il ragazzo la premette sul terreno,
il
fango sporcò la lama e lui lo lanciò contro
l'uomo, macchiandogli il vestito
nero. Rise, si alzò lasciando strofinare la punta della lama
in terra, creando
del fango lungo tutto il percorso. Provò nuovamente a
colpire Squalo mettendo
forza nel movimento, in modo che il fango e l'acqua sulla lama
volassero verso
il Varia.
Squalo
saltò all'indietro, facendo
mulinare i suoi lunghi capelli.
"Fila
a lavarti quel vestito...
temo di avere bisogno anche io di un bagno urgente.
Voi!
Piccola peste" borbottò.
<
Sembra essersi ripreso, meno male
>.
Takeshi
abbassò la lama con un sorriso
da orecchio a orecchio, si poggiò la spada sulla spalla
premendo il piatto
contro la maglia, sporcandola di fianco.
"Sarà
un piacere, sensei!"
trillò.
*
* *
Squalo
affondò nella vasca da bagno e
osservò il soffitto candido della casa, inspirò
l'odore pungente dei sali da
bagno e alzò una gamba. L'acqua scivolò sulla
pelle liscia e con le dita
affusolate, e umide, fece esplodere una bolla di sapone sul suo alluce.
<
Boss sembra essersi completamente
dimenticato che giorno è oggi, ma almeno era sereno. Non si
sentiva così utile
da tanto tempo >. Riabbassò la gamba e
giocherellò con il nastrino rosso tra
i suoi capelli, le ciocche argentee gocciolavano.
<
In fondo io e quel baka-boss siamo
legati. Non abbiamo
bisogno di inutili festeggiamenti. Siamo Varia, non ragazzine >
pensò. Finì
di lavarsi utilizzando la schiuma e si alzò, sul suo corpo
pallido scivolavano
le gocce d'acqua. Si guardò intorno e inarcò un
sopracciglio, notando l'assenza
dell'accappatoio. Cercò gli asciugamani nel
porta-asciugamani e nel mobiletto,
ma non li trovò.
"VOOOIH!
Dove diamine sono i
vestiti?!" gridò, guardando la tavolozza abbassata del bagno
senza niente
di sopra. Si nascose il membro con l'unica mano, avvertendo delle fitte
provenire dal moncherino. Abbassò la maniglia con il tallone
e spalancò la
porta con un calcio. Entrò nella sua camera da letto e
impallidì, vedendo una
tavola imbandita e una serie di decorazioni.
<
Questi non erano in cucina? Pensavo
fossero per qualche stupida festa dei mocciosi. Perché
diamine si sono
materializzati qui?! >.
"VOOOOI! CHE DIAMINE SUCCEDE?!"
tuonò.
Xanxus
sollevò il capo dalla tavola,
spalancò gli occhi osservando Squalo nudo e gocciolante e
gli occhi cremisi
divennero liquidi. Rizzò la schiena curva, portò
una ciocca nera dietro
l'orecchio e avanzò verso di lui. Lo attirò a
sé, bagnando la propria camicia
spiegazzata, e si chinò vicino al suo orecchio.
"Pensavo
fosse il tuo, di
compleanno, amore" sussurrò, roco.
Si
sfilò il cappotto e lo avvolse
attorno alle spalle del Capitano dei Varia, coprendolo completamente.
Squalo
arrossì e gli appoggiò la testa
contro il petto, gli posò un bacio sulla porzione di pelle
che la camicia di
lui lasciava scoperta.
"Voooi. Ti giuro che non è
stata una mia idea" disse con voce
molto bassa.
Xanxus
rise piano, gli baciò la testa e
si guardò intorno.
"Non
avevo in mente proprio questo,
per il tuo compleanno, ma devo ammettere che è molto
più pratico ...".
Sorrise
dolcemente, spostando una ciocca
bagnata dalla guancia del Varia.
"...
e ci tiene separati molto
meno".
Squalo
si strinse nel cappotto di lui e
si lasciò guidare fino al tavolo, si accomodò su
un'altra sedia.
"Se
fossi meno bagnato, forse
sarebbe anche meglio" scherzò.
Xanxus
entrò in bagno, ci furono degli
schiocchi secchi. Uscì con due asciugamani lunghi, li porse
a Squalo e sorrise.
"Finirai
anche per raffreddarti,
quindi è decisamente meglio se ti asciughi".
Guardò
le finestre osservando fossero
chiuse, si sedette sulla sedia e osservò la pelle candida
del giovane vicino a
sé, che spiccava sotto il cappotto.
<
Ho passato tutto quel tempo a calcolare
quanto potessi o non potessi spendere per non farlo arrabbiare e non
sottrarre
fondi alla Famiglia, ma quando me lo trovo davanti penso solo che il
tesoro dei
Vongola non vale un suo singolo sorriso > pensò.
Squalo
si asciugò, abbandonò i due asciugamani
umidi sullo schienale della sedia e si avvolse nuovamente nella giacca
di
Xanxus.
"
Non ho mai cenato in camera, ma
almeno se dopo vogliamo...". Deglutì, aveva le orecchie di
un rosso
acceso. "... Continuare, abbiamo già il letto" propose.
Xanxus
lo guardò, si passò la mano tra i
capelli scarmigliati e sorrise appena.
"Sicuro
di non preferire
vestirti?" chiese.
Sogghignò
guardandolo dal basso verso
l'alto.
"A
me non dispiace, ma se per il
tuo compleanno vuoi solo cenare e restarmi vicino, non credo di
potermene
lamentare, visto che ti stavo ignorando".
Squalo
gli prese la mano nella propria.
"Va
bene così" lo rassicurò.
|
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Capitolo 7 *** Cap.7 Il re nero della torre ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.7
Il re nero della torre
Squalo
si nascose nell'angolo tra il muro e l'armadio, vi si
appoggiò e
guardò Xanxus entrare nella stanza.
Il
ragazzo lasciò ricadere la giacca lungo le spalle, la
gettò sulla
poltrona e passò il dito nel nodo della cravatta,
allentandolo. Socchiuse gli
occhi, sospirò accennando un sorriso e si sedette sul letto,
tendendo le gambe.
"Squalo.
So che sei lì".
"Voooi! Non riesco a trovare
la seconda porta" borbottò Squalo. Avanzò verso
di lui, con passo
cadenzato.
Xanxus
inarcò un sopracciglio, sogghignò socchiudendo le
iridi cremisi e
indicò l'armadio con il mento.
"Si
trova dietro l'armadio, basta togliere un pannello da dentro"
spiegò.
Poggiò
le mani sul materasso, intrecciando le caviglie tra loro.
"A
cosa diamine ti serve?".
Squalo
pestò un paio di volte il piede per terra e
sbuffò.
"Volevo
uscire da lì" borbottò.
Xanxus
sospirò, si alzò in piedi e lo afferrò
per un fianco, avvicinandolo
a sé. Lo guardò dall'alto, passandogli la mano
sulla schiena in lunghe carezze.
"Posso
lasciarlo aperto per te, visto che ti piace così tanto
intrufolarti in questa stanza" provocò.
Squalo
si accomodò a gattoni su di lui e le sue gote pallide
divennero
rosate.
"Vengo
a trovarti" brontolò piano.
Xanxus
lo strinse a sé, raggiunse il letto e si mise seduto,
portando una
mano a sostenere la schiena di Squalo e tendendo le gambe.
"Infatti
so sempre che prima o poi spunterai fuori" disse.
Squalo
s'indicò il simbolo dei Varia che gli decorava la manica
della
camicia.
"Voi!
Un giorno tu sarai il boss e questo significherà che sono
tuo
ufficialmente!" tuonò.
Xanxus
baciò il simbolo sulla camicia, passò la mano tra
i capelli di
Squalo e strinse una ciocca tra le dita.
"Tu
sei già mio, Superbi Squalo".
Lo
strinse contro il proprio petto, lo guardò dall'alto e
sogghignò.
"E
anche io porterò un simbolo per dimostrarti che sono tuo"
disse, ticchettandosi l'anulare della mano sinistra.
Squalo
si slacciò i bottoni della camicia e appoggiò la
fronte diafana su
quella abbronzata di lui.
"Voglio
sentirti sul mio corpo, come un tatuaggio" bisbigliò con
voce tremante.
<
Sei sempre rinchiuso qui, più come un prigioniero che come
un cielo
> pensò.
Xanxus
si sporse e lo baciò, leccandogli piano le labbra,
intrecciò la
lingua con quella di Squalo carezzandogli la schiena, stropicciando la
camicia
bianca che l'altro indossava.
Squalo
allargò le gambe, strofinandole sul lenzuolo.
Xanxus
lo spinse sul letto ribaltando la posizione, si aprì la
camicia e
tolse quella dell'altro, strofinando il proprio petto caldo su quello
diafano
di Squalo. Gli strinse un fianco con una mano spingendolo verso
l'altro,
continuando a tenergli la ciocca di capelli con l'altra mano.
Portò il volto
vicino quello del Varia e gli morse il lobo dell'orecchio.
"Non
hai bisogno di esporti, mio Capitano" sussurrò.
Prese
a strusciarsi su di lui, tenendolo premuto con forza contro il
proprio corpo.
"Non
sei una preda gettata in una gabbia. Sei il mio compagno della
vita. Sono qui perché è il mio posto, ma con il
tempo prenderemo il mio
trono".
Sorrise,
gli carezzò la guancia e guardò Squalo negli
occhi.
"Il
nostro trono". Si corresse, con voce roca.
"Il
nostro trono, mio re della torre" mormorò Squalo, socchiuse
gli occhi e le sue iridi divennero color perla.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Amore scolastico ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.8
Amore scolastico
Squalo batté un paio di volte le palpebre e
osservò il ragazzo ritto in piedi
della palestra. Aveva un pallone da pallavolo scoppiato sotto il piede.
In
altro giovane sfrecciò accanto a Superbi e, in lacrime,
corse fuori.
"Voooi! È una novità
vederti
qui a scuola. Suppongo dal tuo abbigliamento, però, che tu
non sia qui per fare
lezione" disse Squalo.
Xanxus
voltò il capo verso di lui, aveva le maniche della camicia
bianca
arrotolate lungo le braccia muscolose e le labbra assottigliate in un
broncio.
"Dovevo
svolgere una trattativa" disse, atono.
Ghignò
socchiudendo gli occhi cremisi, ticchettò con la punta della
scarpa
laccata sul pallone scoppiato.
"Lui,
però, non sa come si fa".
Squalo
rise.
"Sei
proprio un baka"
sbottò. Si appoggiò una spada di kendo sulla
spalla.
<
Deve aver sconfitto quel tipo con una battle choice di pallavolo
>
rifletté.
Xanxus
lo guardò dall'alto in basso, inarcò un
sopracciglio.
"E
perché sarei uno stupido?" chiese.
Scostò
il pallone scoppiato da sotto di sé e si avvicinò
di qualche passo
al giovane.
<
L'idolo della scuola, Superbi Squalo. Non mi sorprende usi termini
stranieri in modo naturale, la cosa che mi insospettisce è
il suo modo di
ridere > si disse.
"You're silly. Prendi tutto
troppo sul serio" ribatté Squalo. Mostrò i denti
aguzzi. "Alle volte
è solo un gioco". Cantilenò l'ultima parola.
<
Il futuro Decimo Boss dei Vongola, qui, nella nostra palestra. Un raro
onore > rifletté.
Xanxus
gli diede le spalle, facendo volteggiare il bordo della camicia
slacciata. Raggiunse la cesta delle palle, ne afferrò una e
con un movimento
secco la sbatté sulla faccia di Squalo.
"Non
osare fare quell'espressione o usare quel tono fasullo in mia
presenza, o quel cesto sarà il culmine della tua carriera
scolastica"
sibilò.
Incrociò
le braccia, le labbra sporte in un broncio.
<
Voglio parlare con lui da quando l'ho visto per la prima volta a
corte, non posso accettare finga > ragionò.
Squalo
inarcò un sopracciglio argenteo.
"Umphf. Serioso"
borbottò.
Xanxus
osservò la palla rimbalzare sul pavimento fino a
sé, la riprese in
mano e ghignò.
"Puoi
sorridere solo se lo fai sul serio" disse.
Palleggiò
la mano da una mano all'altra, osservò le guance leggermente
rosate di Squalo.
<
Non dovrei avergli fatto male, e non sembra avermi preso sul serio.
Meno male >.
Squalo
si avvicinò alla palla e si piegò in avanti,
poggiando le labbra su
di essa.
"Avevo
dimenticato gli omaggi".
Xanxus
sfregò i denti tra loro, lo afferrò e lo
strattonò contro di sé.
"Se
vuoi farmi gli omaggi, bacia me!" sbottò.
Arrossì
sgranando gli occhi cremisi, la palla gli cadde di mano rimbalzando
nella palestra e lui lasciò la presa sul ragazzino.
<
... L'ho detto ad alta voce! >.
Squalo
strofinò le scarpe nere sul parquet e si sporse, i
pantaloncini
della divisa scolastica gli ricadevano larghi sulle gambe sottili.
"Voooi, bastava dirlo"
soffiò. Chiuse gli occhi e lo baciò, lasciando
ricadere la spada di legno per
terra. Il tonfo diede vita a un basso eco.
Xanxus
premette le labbra su quelle del ragazzino, ne succhiò
quello
inferiore sentendo le Fiamme della Tempesta formicolare sulla punta
delle dita.
Deglutì, si scostò e mise il broncio.
"E
non osare più sorridere in quel modo di fronte a me!" disse,
con tono appena stridulo.
Squalo
incassò il capo tra le spalle, incrociò le mani
dietro la schiena e indietreggiò.
"Voooih!
Almeno non sono serioso" brontolò. Si leccò il
labbro
umido della saliva di Xanxus.
"...
boss".
Xanxus
gli mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sogghignò
e le
iridi cremisi gli scintillarono.
"Oh,
senza ombra di dubbio. Mi apparterrai, che ti piaccia o
meno".
Si
tirò giù le maniche della camicia, la
allacciò e gli passò di fianco.
"E
ti farò pentire di avermi dato del 'serioso', Superbi
Squalo".
Squalo
rabbrividì di piacere, lo guardò uscire, strinse
a sé la spada di
kendo e girò su se stesso.
"Ci
conto" bisbigliò, avvampando.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Insieme in giardino ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.9
Insieme in giardino
Squalo
allungò le mani e con le dita
nivee sfiorò una larga foglia che era caduta dall'albero
sopra di lui.
"L'autunno
sta finendo.
Voooi!
Presto sarà inverno" si disse.
Udì
dei passi alle sue spalle, Xanxus
avanzò e lo superò, guardando le rare foglie
secche degli alberi ondeggiare
appena.
"Tutto
si coprirà di neve.
Comincerò ad essere geloso di ogni ramo" disse.
Voltò
il capo verso l'altro e ghignò,
socchiudendo gli occhi cremisi.
Squalo
si mise a volteggiare tra altre
foglie, i lunghi capelli argentei gli ondeggiavano intorno al corpo.
Xanxus
si poggiò contro la corteggia di
un albero, una foglia gli cadde sulla spalla scivolando sulla casacca
aperta.
Sollevò una mano, la illuminò di Fiamme e
soffiò verso Squalo. Fiocchi di neve
presero a volteggiargli attorno, sciogliendosi sui suoi capelli e sui
suoi
vestiti.
Xanxus
sorrise, addolcendo lo sguardo.
<
Il mio fiocco di neve, che danza
tra foglie che cadono e ghiaccio bollente > pensò.
Squalo
gliene lanciò una addossa e rise,
vedendo che gli era finita tra i disordinati capelli mori.
"BakaBoss, sei tu che mantieni in riga il
giardino?" gli
chiese.
Xanxus
si sistemò la foglia tra i
capelli, lasciandola ricadere vicino alla coda di procione, e
scrollò le
spalle.
"Mi
piace occuparmi delle piante,
di tanto in tanto" borbottò.
Fece
un cenno verso le spalle di Squalo.
"Ci
sono dei cespugli di rose.
Alcuni sembrano secchi dal Medioevo, ma alcuni paiono recuperabili, e
ce ne
sono perfino di appena nati".
Squalo
gli appoggiò le mani sulle spalle
e si alzò sulle punte dei piedi.
"La
tua forza sarebbe tale da
ridare la vita persino a quelli" disse.
Xanxus
gli afferrò i fianchi, lo sollevò
e lo fece volteggiare in tondo tra le foglie che cadevano e i leggeri
fiocchi
di neve che circondavano solo loro a cilindro. Lo lasciò in
terra, gli carezzò
una ciocca di capelli e sogghignò.
"Ed
è esattamente quello che voglio
fare".
Squalo
arrossì, nascondendo un sorriso
con la mano.
<
Ci riuscirai, boss > pensò.
|
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Capitolo 10 *** Cap.10 I segni della passione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 I segni della passione
< Amore accanto a te, baby,
accanto a te, io morirò da re
> pensò Xanxus, accarezzando la pelle candida di
Squalo.
Alzò lo sguardo, i vestiti
candidi da vestale e i veli di
Superbi stavano bruciando nelle fiamme dell'ira, mentre accanto alla
pira, lì
dove si alzava il fumo, sul bracciolo del divano, era adagiato il
vestito nero
da Capitano dei Varia.
< Tu sei la mia regina, che
cade sempre in piedi, ed io
sono il re che incombe alle tue spalle >. Accarezzò
le ciocche argentee di
Squalo, ascoltando il suo respiro pesante e regolare. Gli
sfiorò la mano
pallida, seguendo la forma delle dita affusolate.
Sfiorò con le labbra le
unghie di Squalo, chiudendo gli
occhi.
< Nessuno come te riesce a
trasformare ogni mia debolezza
in nuova forza > pensò.
Piano, portò la mano di
Squalo sulla propria guancia,
sentendo il freddo dell'arto del Capitano contro la propria pelle
bollente.
< Perfino dalle lame del
ghiaccio e dal fuoco dei
peccati, hai tratto nuove gemme con cui incoronarmi. Che altro potrebbe
chiedere un Re, se non una Regina del tuo livello? >.
Squalo si scostò nel
sonno, con un mugolio ovattato,
lasciando intravedere i segni di leggeri graffi sulla sua schiena.
Xanxus socchiuse gli occhi e le iridi
rosse sostarono sui
graffi di Superbi, brillando di rabbia. Fece per toccarli, ma
ritirò la mano,
stringendo con forza il pugno.
< Le cicatrici che porto
rappresentano che sopravvivrò a
qualsiasi cosa, pur di averti e prendere il posto che mi spetta. Ma le
tue?
> si chiese.
Sentì le Fiamme dell'Ira
che stavano bruciando le vesti
crepitare, sfiorando il bracciolo del divano con il loro fuoco. Prese
un
respiro, tentando di calmare il battito furioso del cuore.
< Ogni segno sui miei Varia
rappresenta il mio fallimento
nel difendervi. Ogni segno sulla mia Regina, una vergogna. Ma non solo
questo.
Rappresentano anche la mia furia crescente. L'Ira con cui
brucerò chiunque vi
abbia marchiati >.
Squalo socchiuse un occhio,
soffocò uno sbadiglio, si rotolò
a faccia in su e lo guardò, le sue iridi color fumo
divennero liquide.
"Boss?" soffiò con voce
vellutata.
Xanxus gli sfiorò una
guancia con due dita, con le iridi
cremisi fisse in quelle di Squalo.
"Mia Regina" mormorò,
caldo.
Superbi gli posò
delicatamente le dita affusolate e gelide
sulla mano bollente del Vongola.
"A cosa pensavi, mio re?" chiese.
Xanxus scosse appena il capo, con un
mezzo sorriso.
"Alle pire di chi ha osato toccarti,
che bruciano di
fronte ai nostri troni".
Squalo si sporse, mettendosi a
gattoni e gli sfiorò le
labbra con le proprie.
"Nessuno può toccarmi,
solo tu" sussurrò. Si
accarezzò il moncherino e abbassò lo sguardo.
< Pensava a questo? >
si chiese.
Xanxus allungò una mano
portandogliela tra i capelli, lo
attirò a sé e lo baciò con passione.
Si scostò, guardò il punto dove Squalo si
era carezzato e lo sfiorò.
"Non è l'unica ferita che
hai, sebbene sia la più
evidente. Non credermi così cieco" mormorò.
Le gote di Squalo si tinsero di rosa,
l'espressione di
Superbi divenne sognante.
"Oh, quelli sono i segni di una tigre
a cui sopravvivo
tutte le notti" rispose il Capitano dei Varia.
Xanxus inarcò un
sopracciglio con un sogghigno.
"Adesso frequenti una tigre?" chiese,
scherzoso.
Gli passò una mano sulla
schiena, sfiorando i segni con la punta
delle dita.
< I segni della passione. Mi
piace sapere i miei marchi
su di lui, eppure sento sempre come ve ne fossero altri che sto
cercando di
cancellare > pensò.
Squalo si sedette sulle sue gambe e
gli avvolse il collo col
braccio sottile.
"Una 'Ligre'" si corresse.
Xanxus gli avvolse i fianchi con un
braccio, premendolo
contro il proprio petto.
"Così va meglio" disse.
Lo baciò ancora, e prima
di staccarsi gli morse con dolcezza
il labbro inferiore.
Gli passò una mano tra i
capelli, soffermandosi su una
ciocca, che avvolse attorno alle dita.
"Voglio marchiarti ogni notte",
sussurrò,
"come mia Regina, e mia Superbia".
|
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Capitolo 11 *** Cap.11 Preparandosi al Natale ***
Cap.11 Preparandosi al Natale
I fiocchi di neve si susseguivano fuori dalla finestra, alcuni di essi sfioravano il vetro andando a creare venature di ghiaccio. Danzavano su loro stessi, fatti vorticare in raminghi tragitti dal vento.
Squalo era seduto sul letto, intento a passarsi la spazzola tra i lunghi capelli argentei. Non indossava nulla e i suoi stivali spiccavano ai piedi del comodino, illuminato dalla luce della lampada di vetro verde.
Superbi inarcò un sopracciglio, guardando Xanxus gattonare verso di lui privo di vestiti e inarcò un sopracciglio.
“Voiiiii! Non puoi essere serio!” si lamentò.
Xanxus si leccò le labbra e ghignò, facendolo stendere sul letto, sotto di lui. La spazzola cadde a terra con un tonfo.
L’intera stanza era illuminata da un’intensa luce verde che creava giochi di colori sul mobilio sfarzoso.
“Feccia, lo dovresti sapere che sono sempre serio quando si tratta di te” disse serio.
Squalo gli accarezzò i fianchi e rabbrividì, sentendo i baci bollenti dell’altro sul proprio corpo pallido. La sua figura sottile rabbrividiva e il suo fiato era rapido.
Xanxus gli sganciò la protesi nera, attento a non sfiorare il moncherino e gli mordicchiò il collo, scostando le ciocche di capelli con il naso.
Squalo gli mordicchiò il labbro.
“Vooooi… Presto ci saranno i festeggiamenti al piano di sotto, il Vecchio ti aspetta” sussurrò.
Xanxus gli prese il viso tra le mani e lo baciò con foga, fino a mozzargli il fiato, Squalo lasciò che la lingua dell’altro gl’invadesse la bocca. La loro saliva si mischiò, mentre le gote pallide di Squalo si tingevano di rosa.
Xanxus si staccò da lui e lo sentì riprendere rumorosamente fiato.
“Lascia che aspetti. Noi siamo più importanti” ribatté. Gli avvolse il fianco sottile con il braccio e gli soffiò sul collo, sentendolo ridacchiare. Fece un basso ruggito sensuale di gola e gli leccò la guancia.
“Sei proprio deciso ad andare a caccia. Vuoi fare di me la tua preda e regalo di Natale?” chiese Squalo.
Xanxus gli posò una serie di baci sul petto smagrito, sfiorandogli con la punta della lingua i capezzoli pallidi.
“No, voglio festeggiare il Natale col mio Capitano. Sei la ‘mia’ feccia” disse secco.
Squalo socchiuse gli occhi, le sue iridi color perla erano liquide e le sue pupille dilatate.
“Voooi, e che altro?” lo interrogò con voce tremante.
“Mio” ringhiò Xanxus. Gli accarezzò la schiena con il braccio con cui ancora lo teneva per i fianchi.
“Il mio Capitano, la mia Superbia, il mio compagno, il mio amore e la mia futura sposa. Credo di essermi perso qualcosa per strada” borbottò.
“Tuo, Bosshu” soffiò Squalo. Le sue ciglia fremettero, mentre avvolgeva con le lunghe gambe i fianchi di Xanxus e gli dava un paio di colpi di talloni alla schiena.
< Mi sa proprio che Timoteo dovrà aspettare molto a lungo, ma il Nono dovrebbe sapere che nessuno può ingabbiare la tigre dei Vongola, il mio Re Nero > pensò.
Xanxus lo aiutò ad alzare di più il bacino, sostenendolo, mentre Squalo si teneva spasmodicamente a lui con le gambe e gli afferrava le braccia muscolose e abbronzate con le dita pallide. |
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Capitolo 12 *** Decotto alla malva avvelenato ***
Decotto
alla malva avvelenato
Lussuria
alzò il capo, ascoltando Squalo
gridare e sospirò, si sfilò gli occhiali e si
massaggiò il viso.
<
Alla sua età si dovrebbe capire che
non tutto si può risolvere urlando. Peace and Love,
soprattutto se il tuo
interlocutore è la televisione > pensò.
“Squalo,
tesoruccio, non ci si può far
niente, non crucciarti così” disse con voce
carezzevole.
“Al
diavolo, farà ancora più caldo. Come
se già non mi stessi squagliando!”
gridò Squalo. Saltellava sul divano,
dimenando la spada.
“Vooooi!”
gridò, facendo scattare la
lama davanti a sé.
Lussuria
lo guardò pestare il
telecomando e spegnere lo schermo, gridando una sequela
d’ingiurie contro il
conduttore del meteo.
“Non
moriremo per un po’ di caldo”
sussurrò lo scienziato.
<
Anche perché rischiamo di morire
per vere minacce un giorno sì e l’altro pure
> pensò.
“Dove
cazzo è Levi?! Questo aggeggio non
funziona di nuovo” borbottò Squalo.
Saltò giù dal divano e il telecomando
arrivò a terra, andando in mille pezzi.
Lussuria
roteò gli occhi, rinfilandosi
gli occhiali.
<
Alle volte mi chiedo se stare
troppo col Boss non lo renda più incapace nei confronti
delle nuove tecnologie
> pensò.
“Era
andato in missione a Parigi. Hanno
rinviato il volo, ma non mi sembra si stesse annoiando”
spiegò.
“VOOOOOI!
Ancora lì si trova?! Non lo
paghiamo per andare in vacanza!
Dannato,
sono convinto che lui si trovi
in un posto al fresco!” sbraitò Squalo.
Sbatté lo stivale per terra. “Chiamalo
immediatamente e digli di tornare a casa. Non m’interessa se
arriva in treno,
pullman, bicicletta o persino a piedi!” ordinò
senza prendere fiato.
“Chiedigli
di portare a casa una
bottiglia di buon cognac!” trillò Victoria.
“Il
principe vuole una riproduzione in
scala della Tour Eiffel” urlò Belphegor dalla
stessa stanza da cui proveniva la
voce della madre.
“Ah,
Parigi” disse Mammon sognante,
intenta a contare i soldi di una mazzetta, seduta sul davanzale della
finestra.
“Oh,
che bella idea farsi portare un
souvenir. Devo chiedergli di prendermi uno smalto di Chanel, colori
così
particolari non si trovano qui in Italia”
cinguettò Lussuria.
“A
me basta riporti il suo culo qui!”
sbottò Squalo con gli occhi iniettati di sangue, tirando un
calcio al divano.
“Hai
bisogno di un decotto alla malva
avvelenato, vero? Mi sembri avere l’intestino pigro da
Scoglio” disse Lussuria.
Squalo
ringhiò, mostrando i denti
aguzzi.
“Voooi,
il mio intestino sta benissimo!”
ringhiò.
Lussuria
gli diede le spalle,
dicendogli: “Vado a farti il decotto”.
“VAFFANCULO!”
gridò Squalo, serrando un
pugno.
******
Squalo
fu raggiunto da un bicchiere alla
testa, il liquido si versò sui suoi lunghi capelli argentei.
“VOOOOOOOOIH!”
sbraitò Superbi,
voltandosi furente.
“Feccia,
smettila di brontolare. Sono
due ore che non mi fai concentrare” borbottò
Xanxus. Si era steso sul divanetto
del suo ufficio, aveva colpito il Capitano nel corridoio dalla porta
aperta.
Superbi
entrò nella stanza, sbattendo i
piedi per terra.
“Non
stavi lavorando, ma bevendo, dannato
Boss!” sbraitò, con le narici dilatate.
Guardò Xanxus, la camicia sbottonata,
la pelle madida di sudore, una matita dietro l’orecchio.
Rabbrividì guardando
degli occhiali appoggiati sul tavolinetto, dove c’era il
segno umido lasciato
dal bicchiere.
Xanxus
ghignò. “Ti sei incantato a
fissarmi, feccia?” domandò.
Squalo arrossì.
<
Bastardo > pensò.
“Portarmi
un altro bicchiere” ordinò
Xanxus.
Squalo
gli diede le spalle, Xanxus
corrugò la fronte.
“Dove
vai, feccia?” domandò quest’ultimo.
Superbi
girò la testa, rispondendo: “Come
dove? A prendertelo”.
Xanxus
scattò in piedi e lo afferrò per
un braccio, traendolo a sé. “Ora ho la certezza
che qualcosa non va. Sei
nervoso da tutto il giorno e…
Sai
che odio quando mi obbedisci a
bacchetta, feccia. Soprattutto quando sono capricci, e senza
lamentarti”
ringhiò.
“Che
diamin…”. Iniziò Squalo. “Mmmmhp”. Le sue parole furono
soffocate
dal bacio di Xanxus che lo premette contro la scrivania col suo corpo.
Xanxus
si staccò e Squalo ansimò.
“Si
può sapere cosa non va?” gli chiese Xanxus
all’orecchio.
“Fa
caldo e non voglio andare a fare
quella missione al Teatro Massimo di Palermo”
biascicò Squalo, socchiudendo gli
occhi liquidi. Al caldo si unirono le vampate di desiderio, facendolo
boccheggiare.
“Allora
l’annullerò. Dirò che non ci
va”
disse Xanxus, iniziando a sfilargli la giacca stretta della sua divisa,
col
simbolo dei Varia sulla spalla.
“BakaBoss,
non puoi semplicemente
annullarla” biascicò Squalo.
“Sono
il Boss, faccio quello che cazzo
mi pare” mormorò Xanxus lascivo.
Squalo
boccheggiò più rumorosamente, Xanxus
iniziò a passare la mano sul petto, coperto dalla maglietta,
di Squalo, mentre
con l’altra finiva di sfilargli la divisa.
Xanxus
gli diede un pizzicotto al
capezzolo, nonostante la stoffa, facendogli scappare un gemito. Lo
guardò con
sorriso sadico, passandogli una mano sotto la maglietta.
“Si
dovevano svegliare prima a darmi
quella missione. Adesso noi Varia non la vogliamo più
fare” disse.
Gettò
a terra i pantaloni di Squalo,
accanto ai suoi stivaletti, e gli accarezzò la gamba con
durezza, risalì lungo la
coscia, fino a palpargli la natica.
“Certo
che ne sai inventare di stronzate”
borbottò Superbi, scoppiando a ridere.
<
Non so perché quel teatro gli fa
così paura, ma vedrò di fare le mie ricerche. Lo
so che con l’ira nasconde il
terrore. Lui non è come me, non si accende…
Tranne
che di passione se lo voglio io
> pensò Xanxus, ridendo a sua volta. Fece sedere il
suo secondo in comando
sulla scrivania, gli spalancò le gambe mettendoglisi
davanti, lo sbilanciò all’indietro.
Squalo si aggrappò a lui, sentendolo aderire a
sé, iniziò a respirare
pesantemente, mentre i loro bacini si strusciavano, Squalo
espirò
rumorosamente.
Lo
sguardo di Xanxus era predatorio,
mentre finiva di sfilare i vestiti allo spadaccino.
< Idiota d’un Boss di merda, lo so che hai
già capito tutto. Oh, se lo so
che combinerai qualcosa > pensò Squalo, mentre Xanxus
assaliva il suo
fondoschiena, afferrando con ferocia la sua pelle, penetrandolo con le
dita.
Squalo
stringeva spasmodicamente i
fianchi del proprio Boss con le gambe. Sulla sua pelle chiara si
creavano dei
lividi, alle strette di Xanxus, mentre quest’ultimo gli
mordeva e baciava il
collo, torturandogli il lobo dell’orecchio con denti e lingua.
Squalo
baciò con foga Xanxus,
mozzandogli il respiro. Quest’ultimo si staccò,
ansimando.
"Dannata fe…" biascicò, prima di ricevere un
nuovo bacio.
< Vittoria, ormai ho imparato come si bacia per bene >
pensò Squalo.
Xanxus emise un basso verso gutturale, dandogli una spinta in modo che
finisse
sdraiato sulla scrivania. Gli leccò una guancia, sentendola
bagnata del liquido
che gli era finito addosso quando il bicchiere era andato in frantumi.
Xanxus si slacciò i pantaloni con furia.
“Se dovesse entrare Lussuria con il decotto alla
malva?” biascicò Squalo,
ansante.
“Finiranno
entrambi fuori dalla finestra”
rispose Xanxus, sbarazzandosi celermente del proprio intimo, facendolo
cadere
sulle sue scarpe di vernice nera.
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